Organo inesistente
CAMERA DEI DEPUTATI |
N. 4768-A-bis |
a) all'inserimento della norma che consente ai comuni oggetto di fusione di poter armonizzare le aliquote interne, derogando al blocco della leva fiscale a parità di gettito, nonché l'importante emendamento in materia di riscossione delle entrate degli enti locali, che aggiunge il comma 21-bis sopprimendo l'articolo 1, comma 11, secondo periodo del decreto-legge n. 148 del 2017, che affida le funzioni e le attività di supporto propedeutiche all'accertamento e alla riscossione delle entrate degli enti locali, nonché delle società da essi partecipate, agli iscritti nell'apposito albo dei soggetti abilitati ad effettuare l'attività di accertamento e riscossione delle entrate locali, assicurando in tal modo maggiore autonomia ai comuni nella scelta dei soggetti a cui affidare le suddette funzioni;
b) ad aver inserito nel testo la norma che modifica le norme di cui all'articolo 36, comma 1-ter del decreto-legge n. 112 del 2008, e che consentono semplificazioni nell'utilizzo della firma digitale per sottoscrivere alcune tipologie di atti di impresa e di società;
c) ad aver presentato ed appoggiato la norma approvata, che rifinanzia il Fondo di sostegno ai comuni svantaggiati appartenenti alle aree territoriali di confine con le regioni a Statuto speciale e Province autonome di Trento e Bolzano, al fine del conseguimento degli obiettivi di perequazione e di solidarietà, per l'integrazione, la valorizzazione e la coesione dei medesimi territori e finanziare progetti, iniziative di natura strategica o di particolare rilevanza, finalizzati allo sviluppo economico e sociale delle suddette aree.
Per quanto concerne le nostre proposte di sbocco del turn-over nella misura del 100 per cento nei comuni, che presentano un rapporto fra dipendenti popolazione inferiore alla media di riferimento, e che contribuirebbe non solo a creare posti di lavoro a livello territoriale ma anche a innescare un rinnovamento generazionale negli uffici comunali, rileviamo che sono state approvate misure intermedie seppur di minore rilevanza ed in particolare sono state approvate le proposte di stabilizzazione o proroga di contratti o collaborazioni di soggetti presso province e città metropolitane. Ci auspichiamo siano norme dirette ad un incremento necessario delle dotazioni organiche, sostenibili finanziariamente, piuttosto che uno strumento accattivarsi voti alle imminenti elezioni politiche!
Per quanto concerne il sostegno alle imprese, siamo critici nei confronti della norma approvata che, pur presentando sensibilità nei confronti delle difficoltà finanziarie delle camere di commercio, prevede un aumento notevole del contributo annuale, che graverà sulle imprese! Ci stupiamo come tale proposta provenga proprio dalla forza politica, che sbandiera una sostanziale riduzione della pressione fiscale sulle imprese (Flat tax)!
Riteniamo che il problema del default delle camere di commercio avrebbe dovuto richiedere una soluzione alternativa piuttosto che ricorrere all'aumento della tassazione sulle aziende!
In ambito fiscale notiamo come sarebbe stato meglio evitare l'introduzione di una norma che riforma in modo drastico le Agenzie fiscali.
un aumento della dotazione finanziaria al fine di consentire un'ampia platea di risparmiatori di poter accedere alle misure di ristoro. Le banche poste in risoluzione e liquidazione coatta amministrativa sono ben 6 ed il volume di risparmio oggetto di possibili violazioni dei doveri di informazione, diligenza, correttezza e trasparenza è pari a diversi miliardi di euro. Per tal motivo sarebbe opportuno – così come evidenziato negli emendamenti – aumentare la dotazione finanziaria almeno fino a 500 milioni di euro per ciascuno degli anni considerati;
soddisfare l'esigenza di semplificare le modalità di accesso alle misure di ristoro reputando sufficiente che il danno ingiusto sia riconosciuto oltre che da sentenze passate in giudicato o altro titolo equivalente anche da provvedimenti relativi a procedimenti di conciliazione e arbitrati irrituali.
L'accoglimento di tali misure avrebbe consentito ogni genere di soluzione normativa che abbia la pretesa di garantire in modo pieno ed esaustivo la tutela dei risparmiatori e di procedere al risarcimento degli ingiusti danni subiti.
Restiamo invece contrari sulle norme adottate in materia di trasporti, perché è stata l'ennesima occasione persa che ha avuto il Governo di fare qualcosa che concretamente potesse essere di aiuto ai cittadini italiani, soprattutto a quanti vivono nella pianura padana. Avevamo presentato ad un c.d. pacchetto pianura padana per far fronte all'emergenza sanitaria che sta devastando l'Italia del nord. I tassi di inquinamento dell'aria sforano i limiti da ormai mesi ed il Governo tace e, in maniera ancora più grave, nega le proprie responsabilità, sostenendo che sia di competenza regionale e comunale introdurre misure che possano aiutare e ritornare nel più breve tempo possibile a valori che siano nella norma. Noi abbiamo proposto una serie di emendamenti che potevano concretamente aiutare le amministrazioni locali a combattere questa emergenza. Con risorse ragionevoli avevamo proposto, in ordine: misure che
promuovessero le forme di multiproprietà dei veicoli elettrici; un Piano nazionale di elettrificazione delle banchine portuali; agevolazioni fiscali per l'acquisto di auto elettriche e di colonnine per la ricarica; l'istituzione di un fondo per il retrofit e per il revamping per il materiale rotabile utilizzato nel trasporto pubblico locale; un incremento del fondo destinato al rinnovo e alla riqualificazione elettrica e miglioramento dell'efficienza energetica del materiale rotabile su gomma in utilizzo nelle regioni della pianura padana; un incremento delle risorse a supporto del Nuovo Accordo di programma siglato il 9 giugno 2017 tra il Ministero dell'ambiente e le regioni Veneto, Lombardia, Emilia Romagna e Piemonte; l'istituzione di un Fondo per la riduzione delle emissioni in atmosfera provenienti dalle attività zootecniche; misure per ridurre le emissioni inquinanti derivanti dalla combustione di legna e derivati; e ancora altre misure. La scelta di non
approvare queste proposte emendative rappresenta una occasione persa.
Per gli aspetti concernenti la materia difesa, rileviamo che la spesa militare, valutata nel suo complesso – ovvero inclusiva degli investimenti sui nuovi sistemi d'arma allocati presso il Ministero dello sviluppo economico e il 1 miliardo e 300 milioni di euro per le missioni militari all'estero allocato presso il Ministero dell'economia e delle finanze – comporta un aumento della spesa militare complessiva dell'Italia per il 2018 nella misura del 4 per cento. Si passa dai 24,1 miliardi di euro del 2017 agli oltre 25 miliardi di questa legge di Bilancio che porta il rapporto tra spesa militare e Prodotto interno lordo all'1,42 per cento. In crescita rilevante, come da trend degli anni precedenti, la spesa per i nuovi armamenti quantificabile nel 7 per cento in più per il 2018. Pesano i programmi di acquisizione dei cacciabombardieri F-35 e le navi da guerra della categoria FREMM. Inoltre gli intenti della cosiddetta
Riforma De Paola che doveva ridefinire le Forze armate del
Federico D'INCÀ,
Relatore di minoranza