XVIII LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di Mercoledì 13 gennaio 2021

ORGANIZZAZIONE DEI TEMPI DI ESAME DEGLI ARGOMENTI IN CALENDARIO

Ddl n.  2757 – Legge di delegazione europea 2019-2020 e Doc. LXXXVII, n.  3 – Relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea riferita all'anno 2019

Discussione congiunta sulle linee generali

Tempo complessivo: 7 ore e 30 minuti.

Relatori 40 minuti
(complessivamente)
Governo 15 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 10 minuti
Gruppi 5 ore e 15 minuti
    MoVimento 5 Stelle 34 minuti
    Lega – Salvini premier 1 ora e 3 minuti
    Partito Democratico 32 minuti
    Forza Italia – Berlusconi presidente 53 minuti
    Fratelli d'Italia 38 minuti
    Italia Viva 31 minuti
    Liberi e Uguali 30 minuti
    Misto: 34 minuti
        Noi con l'Italia - USEI -
        CAMBIAMO! - Alleanza di Centro
13 minuti
        Azione - +Europa - Radicali Italiani 5 minuti
        Centro Democratico – Italiani
        in Europa
5 minuti
        Minoranze Linguistiche 5 minuti
        MAIE-Movimento Associativo
        Italiani all'Estero
3 minuti
        Popolo Protagonista - Alternativa
        Popolare (AP) - Partito socialista
        italiano (PSI)
3 minuti

Ddl n.  2757 – Legge di delegazione europea 2019-2020

Seguito dell'esame: 6 ore e 30 minuti.

Relatore 20 minuti
Governo 15 minuti
Richiami al Regolamento 15 minuti
Tempi tecnici 40 minuti
Interventi a titolo personale 56 minuti
(con il limite massimo di 7 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 4 minuti
    MoVimento 5 Stelle 42 minuti
    Lega – Salvini premier 52 minuti
    Partito Democratico 27 minuti
    Forza Italia – Berlusconi presidente 42 minuti
    Fratelli d'Italia 28 minuti
    Italia Viva 17 minuti
    Liberi e Uguali 14 minuti
    Misto: 22 minuti
        Noi con l'Italia - USEI -
        CAMBIAMO! - Alleanza di Centro
9 minuti
        Azione - +Europa - Radicali Italiani 3 minuti
        Centro Democratico – Italiani
        in Europa
3 minuti
        Minoranze Linguistiche 3 minuti
        MAIE-Movimento Associativo
        Italiani all'Estero
2 minuti
        Popolo Protagonista - Alternativa
        Popolare (AP) - Partito socialista
        italiano (PSI)
2 minuti

Doc. LXXXVII, n.  3 – Relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea riferita all'anno 2019

Seguito dell'esame: 2 ore e 30 minuti.

Relatore 20 minuti
Governo 10 minuti
Richiami al Regolamento e tempi tecnici 10 minuti
Interventi a titolo personale 14 minuti
(con il limite massimo di 3 minuti per ciascun deputato)
Gruppi 1 ora e 36 minuti
    MoVimento 5 Stelle 20 minuti
    Lega – Salvini premier 15 minuti
    Partito Democratico 12 minuti
    Forza Italia – Berlusconi presidente 12 minuti
    Fratelli d'Italia 8 minuti
    Italia Viva 8 minuti
    Liberi e Uguali 7 minuti
    Misto: 14 minuti
        Noi con l'Italia - USEI -
        CAMBIAMO! - Alleanza di Centro
4 minuti
        Azione - +Europa - Radicali Italiani 2 minuti
        Centro Democratico – Italiani
        in Europa
2 minuti
        Minoranze Linguistiche 2 minuti
        MAIE-Movimento Associativo
        Italiani all'Estero
2 minuti
        Popolo Protagonista - Alternativa
        Popolare (AP) - Partito socialista
        italiano (PSI)
2 minuti

Mozione n.  1-00397 – Iniziative in materia di cure palliative, nel contesto dell'emergenza pandemica da COVID-19

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora
(con il limite massimo di 9 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 20 minuti
    MoVimento 5 Stelle 56 minuti
    Lega – Salvini premier 44 minuti
    Partito Democratico 36 minuti
    Forza Italia – Berlusconi presidente 36 minuti
    Fratelli d'Italia 24 minuti
    Italia Viva 23 minuti
    Liberi e Uguali 19 minuti
    Misto: 22 minuti
        Noi con l'Italia - USEI -
        CAMBIAMO! - Alleanza di Centro
9 minuti
        Azione - +Europa - Radicali Italiani 3 minuti
        Centro Democratico – Italiani
        in Europa
3 minuti
        Minoranze Linguistiche 3 minuti
        MAIE-Movimento Associativo
        Italiani all'Estero
2 minuti
        Popolo Protagonista - Alternativa
        Popolare (AP) - Partito socialista
        italiano (PSI)
2 minuti

(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione della mozione.

Mozione n.  1-00405 – Iniziative in materia di definizione del Piano nazionale per l'infanzia e l'adolescenza e ulteriori misure in campo educativo ed economico a favore dei minori

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora
(con il limite massimo di 9 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 20 minuti
    MoVimento 5 Stelle 56 minuti
    Lega – Salvini premier 44 minuti
    Partito Democratico 36 minuti
    Forza Italia – Berlusconi presidente 36 minuti
    Fratelli d'Italia 24 minuti
    Italia Viva 23 minuti
    Liberi e Uguali 19 minuti
    Misto: 22 minuti
        Noi con l'Italia - USEI -
        CAMBIAMO! - Alleanza di Centro
9 minuti
        Azione - +Europa - Radicali Italiani 3 minuti
        Centro Democratico – Italiani
        in Europa
3 minuti
        Minoranze Linguistiche 3 minuti
        MAIE-Movimento Associativo
        Italiani all'Estero
2 minuti
        Popolo Protagonista - Alternativa
        Popolare (AP) - Partito socialista
        italiano (PSI)
2 minuti

(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione della mozione.

Mozione n.  1-00414 – Individuazione del deposito nazionale per il combustibile nucleare irraggiato e i rifiuti radioattivi

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora
(con il limite massimo di 9 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 20 minuti
    MoVimento 5 Stelle 56 minuti
    Lega – Salvini premier 44 minuti
    Partito Democratico 36 minuti
    Forza Italia – Berlusconi presidente 36 minuti
    Fratelli d'Italia 24 minuti
    Italia Viva 23 minuti
    Liberi e Uguali 19 minuti
    Misto: 22 minuti
        Noi con l'Italia - USEI -
        CAMBIAMO! - Alleanza di Centro
9 minuti
        Azione - +Europa - Radicali Italiani 3 minuti
        Centro Democratico – Italiani
        in Europa
3 minuti
        Minoranze Linguistiche 3 minuti
        MAIE-Movimento Associativo
        Italiani all'Estero
2 minuti
        Popolo Protagonista - Alternativa
        Popolare (AP) - Partito socialista
        italiano (PSI)
2 minuti

(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione della mozione.

Comunicazioni del Ministro della giustizia sull'amministrazione della giustizia

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 4 ore.

Governo 30 minuti
Interventi a titolo personale 10 minuti 10 minuti
Gruppi 1 ora e 46 minuti
(discussione)
1 ora e 24 minuti
(dichiarazioni di voto)
    MoVimento 5 Stelle 19 minuti 10 minuti
    Lega – Salvini premier 17 minuti 10 minuti
    Partito Democratico 14 minuti 10 minuti
    Forza Italia – Berlusconi
    presidente
14 minuti 10 minuti
    Fratelli d'Italia 10 minuti 10 minuti
    Italia Viva 10 minuti 10 minuti
    Liberi e Uguali 8 minuti 10 minuti
    Misto: 14 minuti 14 minuti
        Noi con l'Italia - USEI -
        CAMBIAMO! - Alleanza
        di Centro
4 minuti 4 minuti
        Azione - +Europa - Radicali
        Italiani
2 minuti 2 minuti
        Centro Democratico – Italiani
        in Europa
2 minuti 2 minuti
        Minoranze Linguistiche 2 minuti 2 minuti
        MAIE-Movimento
        Associativo Italiani all'Estero
2 minuti 2 minuti
        Popolo Protagonista - Alternativa
        Popolare (AP) - Partito socialista
        italiano (PSI)
2 minuti 2 minuti

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli nella seduta del 13 gennaio 2021.

      Ascani, Azzolina, Benamati, Boccia, Bonafede, Boschi, Brescia, Buffagni, Carfagna, Casa, Cassinelli, Castelli, Cirielli, Colletti, Colucci, Comaroli, Covolo, Davide Crippa, D'Incà, D'Uva, Dadone, Daga, De Micheli, Del Re, Delmastro Delle Vedove, Delrio, Luigi Di Maio, Di Stefano, Fassino, Ferraresi, Fiorini, Gregorio Fontana, Fraccaro, Franceschini, Frusone, Gallinella, Gebhard, Gelmini, Giachetti, Giacomoni, Giorgis, Grimoldi, Gualtieri, Guerini, Invernizzi, Iorio, L'Abbate, Liuni, Liuzzi, Lollobrigida, Losacco, Lucaselli, Lupi, Maggioni, Magi, Mantovani, Marattin, Mauri, Melilli, Molinari, Morani, Morassut, Nardi, Orrico, Paita, Pallini, Parolo, Perantoni, Piastra, Rampelli, Rizzo, Rosato, Rotta, Ruocco, Scalfarotto, Schullian, Scoma, Serracchiani, Sisto, Spadafora, Spadoni, Speranza, Tasso, Tateo, Tofalo, Traversi, Vignaroli, Villarosa, Raffaele Volpi, Zoffili.

(Alla ripresa pomeridiana della seduta).

      Ascani, Azzolina, Benamati, Boccia, Bonafede, Boschi, Brescia, Buffagni, Carfagna, Casa, Cassinelli, Castelli, Cirielli, Colletti, Colucci, Comaroli, Covolo, Davide Crippa, D'Incà, D'Uva, Dadone, Daga, De Micheli, Del Re, Delmastro Delle Vedove, Delrio, Luigi Di Maio, Di Stefano, Fassino, Ferraresi, Fiorini, Gregorio Fontana, Fraccaro, Franceschini, Frusone, Gallinella, Gebhard, Gelmini, Giachetti, Giacomoni, Giorgis, Grimoldi, Gualtieri, Guerini, Invernizzi, Iorio, L'Abbate, Liuni, Liuzzi, Lollobrigida, Losacco, Lucaselli, Lupi, Maggioni, Magi, Mantovani, Marattin, Mauri, Melilli, Molinari, Morani, Morassut, Nardi, Orrico, Paita, Pallini, Parolo, Perantoni, Piastra, Rampelli, Rizzo, Rosato, Rotta, Ruocco, Scalfarotto, Schullian, Scoma, Serracchiani, Sisto, Spadafora, Spadoni, Speranza, Tasso, Tateo, Tofalo, Traversi, Vignaroli, Villarosa, Raffaele Volpi, Zoffili.

Annunzio di proposte di legge.

      In data 12 gennaio 2021 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:
          LEPRI ed altri: «Disposizioni per la prestazione di cure domiciliari in favore delle persone malate croniche non autosufficienti» (2856);
          BITONCI ed altri: «Modifica alla tariffa allegata al decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n.  642, in materia di soppressione dell'imposta di bollo sugli estratti conto dei rapporti regolati in conto corrente o conto corrente postale e sui rendiconti dei libretti di risparmio, anche postali» (2857).

      Saranno stampate e distribuite.

Adesione di deputati a proposte di legge.

      La proposta di legge MORELLI ed altri: «Istituzione di un sistema telematico nazionale ad architettura distribuita per l'archiviazione, l'elaborazione e la trasmissione di dati (ItaCloud)» (2281) è stata successivamente sottoscritta dalla deputata Zanella.

Assegnazione di un disegno di legge a Commissione in sede referente.

      A norma del comma 1 dell'articolo 72 del Regolamento, il seguente disegno di legge è assegnato, in sede referente, alla sottoindicata Commissione permanente:
          III Commissione (Affari esteri):
      «Ratifica ed esecuzione dello Statuto dell'East Mediterranean Gas Forum (EMGF), fatto al Cairo il 22 settembre 2020» (2842) Parere delle Commissioni I, V, X e XIV.

Trasmissione dal Ministero dell'interno.

      Il Ministero dell'interno ha trasmesso decreti ministeriali recanti variazioni di bilancio tra capitoli dello stato di previsione del medesimo Ministero, autorizzate, nel periodo tra il 20 gennaio e il 30 ottobre 2020, ai sensi dell'articolo 23, comma 1, della legge 27 dicembre 2002, n.  289.

      Questi decreti sono trasmessi alla I Commissione (Affari costituzionali) e alla V Commissione (Bilancio).

Trasmissione dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali.

      Il Ministero del lavoro e delle politiche sociali ha trasmesso decreti ministeriali recanti variazioni di bilancio tra capitoli dello stato di previsione del medesimo Ministero, autorizzate, nel periodo dal 23 aprile al 4 dicembre 2020, ai sensi dell'articolo 23, comma 1, della legge 27 dicembre 2002, n.  289, e dell'articolo 33, comma 4-quinquies, della legge 31 dicembre 2009, n.  196.

      Questi decreti sono trasmessi alla V Commissione (Bilancio), alla XI Commissione (Lavoro) e alla XII Commissione (Affari sociali).

      Il Ministero del lavoro e delle politiche sociali ha trasmesso un decreto ministeriale recante una variazione di bilancio tra capitoli dello stato di previsione del medesimo Ministero, di pertinenza della Direzione generale del Terzo settore e della responsabilità sociale delle imprese, autorizzata, in data 6 novembre 2020, ai sensi dell'articolo 33, comma 4-quinquies, della legge 31 dicembre 2009, n.  196.

      Questo decreto è trasmesso alla V Commissione (Bilancio) e alla XII Commissione (Affari sociali).

Trasmissione dal Ministro delle infrastrutture e dei trasporti.

      Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, con lettera in data 7 gennaio 2021, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 19, comma 4, del decreto legislativo 14 maggio 2019, n.  50, la relazione sulla sicurezza delle ferrovie, predisposta dall'Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie, corredata dalla relazione sull'attività svolta dalla medesima Agenzia, riferite all'anno 2019 (Doc. CLXXX, n.  3).

      Queste relazioni sono trasmesse alla IX Commissione (Trasporti).

Trasmissione dal Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri.

      Il Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri, in data 7 gennaio 2021, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 6, commi 4 e 5, della legge 24 dicembre 2012, n.  234, la relazione concernente la proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica il regolamento (UE) n.  168/2013 per quanto riguarda le misure specifiche concernenti i veicoli di fine serie della categoria L in risposta alla pandemia di COVID-19 (COM(2020) 491 final).

      Questa relazione è trasmessa alla VIII Commissione (Ambiente), alla IX Commissione (Trasporti) e alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

Annunzio di progetti di atti dell'Unione europea.

      La Commissione europea, in data 12 gennaio 2021, ha trasmesso, in attuazione del Protocollo sul ruolo dei Parlamenti allegato al Trattato sull'Unione europea, la Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica il regolamento (CEE) n.  95/93 del Consiglio per quanto riguarda l'alleggerimento temporaneo delle norme sull'utilizzo delle bande orarie negli aeroporti della Comunità a causa della pandemia di COVID-19 (COM(2020) 818 final), che è assegnata, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alla IX Commissione (Trasporti), con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

      Il Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri, in data 12 gennaio 2021, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 6, commi 1 e 2, della legge 24 dicembre 2012, n.  234, progetti di atti dell'Unione europea, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi.

      Questi atti sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alle Commissioni competenti per materia, con il parere, se non già assegnati alla stessa in sede primaria, della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

      Con la predetta comunicazione, il Governo ha altresì richiamato l'attenzione sui seguenti documenti, già trasmessi dalla Commissione europea e assegnati alle competenti Commissioni, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento:
          Relazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio relativa allo scambio di informazioni estratte dai casellari giudiziali tra gli Stati membri tramite il sistema europeo di informazione sui casellari giudiziali (ECRIS) (COM(2020) 778 final);
          Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio sugli orientamenti per le infrastrutture energetiche transeuropee e che abroga il regolamento (UE) n.  347/2013 (COM(2020) 824 final).

Trasmissione dalla Regione Emilia-Romagna.

      La Regione Emilia-Romagna, in qualità di commissario delegato titolare di contabilità speciale, in data 22 dicembre 2020, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 27, comma 4, del codice della protezione civile, di cui al decreto legislativo 2 gennaio 2018, n.  1, il rendiconto, per l'anno 2020, relativo alla contabilità speciale n.  5981, concernente le attività connesse agli eccezionali eventi meteorologici che hanno colpito le province di Parma e Piacenza nei giorni 13 e 14 settembre 2015, di cui all'ordinanza del capo del Dipartimento della protezione civile n.  292 del 2015.

      Questo documento è trasmesso alla V Commissione (Bilancio) e alla VIII Commissione (Ambiente).

Comunicazione di nomine ministeriali.

      La Presidenza del Consiglio dei ministri, con lettera in data 1o dicembre 2020, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 19, comma 9, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n.  165, la comunicazione concernente il conferimento alla dottoressa Antonella Isola, ai sensi del comma 4 del medesimo articolo 19, dell'incarico di livello dirigenziale generale di direttore della Direzione generale della previdenza militare e della leva, nell'ambito del Ministero della difesa.

      Questa comunicazione è trasmessa alla I Commissione (Affari costituzionali) e alla IV Commissione (Difesa).

      La Presidenza del Consiglio dei ministri, con lettera in data 16 dicembre 2020, ha trasmesso la comunicazione concernente la revoca dell'incarico di livello dirigenziale generale, conferito al dottor Felice Assenza, di direttore della Direzione generale delle politiche internazionali e dell'Unione europea, nell'ambito del Dipartimento delle politiche europee e internazionali e dello sviluppo rurale del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali.

      Questa comunicazione è trasmessa alla I Commissione (Affari costituzionali) e alla XIII Commissione (Agricoltura).

      La Presidenza del Consiglio dei ministri, con lettera in data 16 dicembre 2020, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 19, comma 9, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n.  165, la comunicazione concernente il conferimento al dottor Emilio Gatto, ai sensi del comma 4 del medesimo articolo 19, dell'incarico di livello dirigenziale generale di direttore della Direzione generale della prevenzione e del contrasto alle frodi agroalimentari, nell'ambito del Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali.

      Questa comunicazione è trasmessa alla I Commissione (Affari costituzionali) e alla XIII Commissione (Agricoltura).

      La Presidenza del Consiglio dei ministri, con lettere in data 17 dicembre 2020, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 19, comma 9, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n.  165, le seguenti comunicazioni concernenti il conferimento, ai sensi dei commi 4 e 10 del medesimo articolo 19, di incarichi di livello dirigenziale generale, che sono trasmesse alla I Commissione (Affari costituzionali), nonché alle Commissioni sottoindicate:
          alla II Commissione (Giustizia) la comunicazione concernente il seguente incarico nell'ambito del Ministero della giustizia:
              al dottor Massimo Antonio Orlando, l'incarico di direttore della Direzione generale delle risorse materiali e delle tecnologie, nell'ambito del Dipartimento dell'organizzazione giudiziaria, del personale e dei servizi;
          alla III Commissione (Affari esteri) la comunicazione concernente il seguente incarico nell'ambito del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale:
              al dottor Tonino Castrichino, l'incarico di consigliere ministeriale con funzioni di ispettore presso l'Ispettorato generale del Ministero e degli uffici all'estero;
          alla X Commissione (Attività produttive) la comunicazione concernente il seguente incarico nell'ambito del Ministero dello sviluppo economico:
              al dottor Giuseppe Bronzino, l'incarico di direttore della Direzione generale per gli incentivi alle imprese.

      La Presidenza del Consiglio dei ministri, con lettera in data 21 dicembre 2020, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 19, comma 9, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n.  165, la comunicazione concernente il conferimento al dottor Renato Poletti, ai sensi del comma 4 del medesimo articolo 19, dell'incarico di livello dirigenziale generale di direttore della Direzione generale per gli aeroporti ed il trasporto aereo, nell'ambito del Dipartimento per i trasporti, la navigazione, gli affari generali ed il personale del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti.

      Questa comunicazione è trasmessa alla I Commissione (Affari costituzionali) e alla IX Commissione (Trasporti).

      La Presidenza del Consiglio dei ministri, con lettera in data 22 dicembre 2020, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 19, comma 9, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n.  165, la comunicazione concernente il conferimento alla dottoressa Lucia Calabrese, ai sensi dei commi 4 e 10 del medesimo articolo 19, dell'incarico di livello dirigenziale generale di consulenza, studio e ricerca, nell'ambito del Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato del Ministero dell'economia e delle finanze.

      Questa comunicazione è trasmessa alla I Commissione (Affari costituzionali) e alla V Commissione (Bilancio).

      La Presidenza del Consiglio dei ministri, con lettera in data 22 dicembre 2020, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 19, comma 9, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n.  165, la comunicazione concernente il conferimento alla dottoressa Giovanna Romeo, ai sensi del comma 4 del medesimo articolo 19, dell'incarico di livello dirigenziale generale di direttore del I Reparto del Segretariato generale del Ministero della difesa.

      Questa comunicazione è trasmessa alla I Commissione (Affari costituzionali) e alla IV Commissione (Difesa).

      La Presidenza del Consiglio dei ministri, con lettera in data 29 dicembre 2020, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 19, comma 9, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n.  165, la comunicazione concernente il conferimento all'architetto Roberto Ferrazza, ai sensi del comma 4 del medesimo articolo 19, dell'incarico di livello dirigenziale generale di direzione del Provveditorato interregionale per le opere pubbliche per il Piemonte, la Valle d'Aosta e la Liguria, nell'ambito del Dipartimento per le infrastrutture, i sistemi informativi e statistici del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti.

      Questa comunicazione è trasmessa alla I Commissione (Affari costituzionali) e alla VIII Commissione (Ambiente).

Atti di controllo e di indirizzo.

      Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell’Allegato B al resoconto della seduta odierna.

COMUNICAZIONI DEL MINISTRO DELLA SALUTE SULLE ULTERIORI MISURE PER FRONTEGGIARE L'EMERGENZA DA COVID-19

Risoluzioni

      La Camera,
          premesso che:
              alla luce di quanto comunicato dal Ministro della salute, l'evoluzione della pandemia causata dal COVID-19 necessita di un continuo ed attento monitoraggio affiancato all'adozione di ulteriori misure tese a fronteggiare un'emergenza che ha prodotto e continua a produrre effetti devastanti non solo a livello sanitario, ma anche sociale ed economico;
              si rende ineludibile l'applicazione del livello massimo di precauzione allo scopo di scongiurare, da un lato, un pericoloso aggravamento della pressione sia sui dipartimenti di prevenzione sia sulle strutture ospedaliere presenti sul territorio nazionale e, dall'altro, che i nostri comportamenti ed abitudini facciano registrare un allentamento di quell'attenzione capace di ridurre il rischio di contagio;
              la cosiddetta «variante britannica» del Coronavirus, sul cui livello di gravità la commuta scientifica non sembra, almeno per il momento, poter fornire notizie rassicuranti, pare sia in grado di diffondersi in maniera veloce in tutte le fasce di età andando così a rappresentare un nuovo pericolo per l'incolumità dei cittadini italiani;
              la necessità di procedere ad una decisa intensificazione delle misure sanitarie e sociali per far fronte alla pandemia da COVID-19 è stata evidenziata di recente anche dall'Oms proprio alla luce di una situazione che in Europa, con il trascorrere del tempo sta diventando sempre più preoccupante a causa della capacità di mutazione del virus;
              per quanto altalenante, l'andamento della curva dei contagi che si sta registrando in Italia consiglia la massima prudenza e la continua osservazione delle pratiche di prevenzione che da quasi un anno stanno caratterizzando la nostra vita;
              settori vitali del nostro Paese, come quelli del commercio, della ristorazione, del turismo, sono ormai allo stremo, appare necessario attivare misure che impediscano il protrarsi degli effetti negativi di un'emergenza che non ne vuole sapere di mollare la presa e che ha finito con il penalizzare oltremodo anche il mondo della scuola con il ricorso a modalità didattiche alternative sulla cui efficienza sarebbe bene discutere;
              il ritorno alla normalità dovrà essere l'obiettivo primario, sarà necessario garantire che ciò avvenga nella massima sicurezza;
              nell'ambito della lotta al Coronavirus, oltre che nell'attuazione e nel rispetto di misure preventive, grandi aspettative vengono riposte nella campagna di vaccinazione avviata nel nostro Paese da alcune settimane. Ma, nonostante gli sforzi finalizzati a garantire una somministrazione capillare e continua del vaccino, l'auspicata «immunità di gregge» non potrà essere raggiunta in breve tempo tenuto conto che risultati concreti e tali da proteggere la gran parte della popolazione dall'infezione da COVID-19 dovrebbero esserci non prima del prossimo autunno;
              anche a fronte della consapevolezza che i rischi di contagio sono tutt'altro che ridimensionati, vi e ancora una parte della popolazione che mostra diffidenza nei riguardi del vaccino e della sua efficacia una situazione che, oltre ad essere sicuramente figlia di inossidabili pregiudizi, ha trovato terreno fertile in informazioni non sempre risultate accessibili e capaci di dare risposte univoche ai quesiti formulati,

impegna il Governo:

          1) a proseguire nell'attuazione di un puntuale sistema informativo teso a chiarire qualsiasi tipo di dubbio che riguarda la campagna di vaccinazione sensibilizzando, nel contempo, la cittadinanza sull'importanza dei vaccini e sulla loro efficacia;
          2) ad adottare le disposizioni che riterrà più opportune per fronteggiare i rischi sanitari derivanti dalla diffusione del COVID-19 e delle sue varianti per poi poter favorire un graduale ritorno alla normalità;
          3) a programmare una serie di interventi che, garantendo la massima sicurezza negli istituti, consenta la ripresa della didattica in presenza per gli studenti di tutte le scuole di ogni ordine e grado compatibilmente con il quadro epidemiologico.
(6-00163) «De Giorgi, Bologna».


      La Camera,

impegna il Governo:

          1) a proseguire nell'attuazione di un puntuale sistema informativo teso a chiarire qualsiasi tipo di dubbio che riguarda la campagna di vaccinazione sensibilizzando, nel contempo, la cittadinanza sull'importanza dei vaccini e sulla loro efficacia;
          2) ad adottare le disposizioni che riterrà più opportune per fronteggiare i rischi sanitari derivanti dalla diffusione del COVID-19 e delle sue varianti per poi poter favorire un graduale ritorno alla normalità;
          3) a programmare una serie di interventi che, garantendo la massima sicurezza negli istituti, consenta la ripresa della didattica in presenza per gli studenti di tutte le scuole di ogni ordine e grado compatibilmente con il quadro epidemiologico.
(6-00163)
(Testo modificato nel corso della seduta) «De Giorgi, Bologna».


      La Camera,
          premesso che:
              la pandemia in Italia ha causato finora quasi 80.000 morti, un calo del Pil nel 2020 di oltre il 9 per cento e conseguenze di lungo periodo gravissime dal punto di vista sociale e occupazionale;
              l'efficienza logistico-organizzativa del piano vaccinale sarà determinante per l'adozione di misure meno restrittive rispetto a quelle annunciate oggi dal Ministro, che stanno avendo e avranno impatti disastrosi sul nostro sistema economico e sociale;
              come evidenziato dalla Fondazione GIMBE, davanti ai primi segnali della terza ondata preoccupa il numero dei nuovi casi, in aumento dopo 6 settimane consecutive di calo, rendendo impossibile un efficace tracciamento;
              il Commissario Domenico Arcuri ha affermato durante il vertice con le regioni del 6 gennaio che il programma vaccinale prevede di coinvolgere 5,9 milioni di italiani entro fine marzo, 13,7 ad aprile (secondo le dichiarazioni del Ministro del 28 dicembre scorso dovevano essere invece 13 milioni entro marzo) e 21,5 milioni entro fine maggio; non è chiaro come nel mese di aprile si possa avere il raddoppio del numero di vaccinati raggiunto in tre mesi; l'obiettivo affermato da Arcuri è raggiungere entro fine estate 42 milioni di vaccinati, la soglia individuata per l'immunità di gregge;
              questi dati non risultano in documenti ufficiali a disposizione del Parlamento; le linee guida del Piano strategico per la vaccinazione anti-SARS-CoV-2/COVID-19, elaborato da Ministero della Salute, Commissario Straordinario per l'Emergenza, Istituto Superiore di Sanità, Agenas e Aifa, sono state infatti presentate in Parlamento il 2 dicembre, e il documento è aggiornato al 12 dicembre;
              ad oggi mancano 12.000 infermieri per le vaccinazioni, che Invitalia sta selezionando con apposito bando; tuttavia a quanto risulta sono state solo 3980 le candidature, sia a causa della carenza strutturale di infermieri, sia per le condizioni offerte, con contratti da 9 mesi somministrati da agenzie interinali, peraltro per un lavoro ad alto rischio, dal momento che non è previsto che chi somministrerà il vaccino venga prima vaccinato;
              non è inoltre ancora disponibile la lista di Punti Vaccinali di Popolazione (PVP) per la fase successiva; questi ultimi dovranno supportare un carico medio prossimo a 60-70 mila accessi, con flussi estremamente ben organizzati di ingresso con distanziamento sociale, preparazione, sottoscrizione del consenso informato, somministrazione, sorveglianza post somministrazione, sanificazione degli ambienti ed eventuali interventi di supporto emergenziale;
              non sono inoltre ancora stati forniti il piano di rilasci e le specifiche tecniche del sistema informativo che dovrà garantire la necessaria governance del Piano Vaccini, pianificando in modo rigoroso gli appuntamenti di somministrazione e integrandosi con i sistemi regionali, e rilasciando in modalità «open data» i dati anonimi aggregati a scopo di monitoraggio e analisi scientifica,

impegna il Governo:

          1) a pubblicare e condividere con le Camere il piano vaccinale definitivo, contenente tutte le informazioni di dettaglio sugli obiettivi numerici e sul personale impiegato, aggiornandolo continuativamente;
          2) a pubblicare sui preposti canali di comunicazione istituzionale l'aggiornamento dell'elenco delle strutture individuate per la somministrazione dei vaccini contro il SARS-CoV-2 per la seconda fase di attuazione del Piano strategico, come previsto dal comma 465 dell'articolo 1 della legge 30 dicembre 2020, n.  178, che ne prevede l'individuazione da parte del Commissario straordinario per l'attuazione e il coordinamento delle misure occorrenti per il contenimento e il contrasto dell'emergenza epidemiologica COVID-19;
          3) a realizzare un sistema di sorveglianza sulle proprietà immunologiche dei vaccini basato su un campione statistico longitudinale, con obbligo di comunicazione al pubblico sui sistemi usati.
(6-00164) «Magi, Costa, Angiola, Frate».


      La Camera,

impegna il Governo:

          1) a pubblicare e condividere con le Camere il piano vaccinale definitivo, contenente tutte le informazioni di dettaglio sugli obiettivi numerici e sul personale impiegato, aggiornandolo continuativamente;
          2) a pubblicare sui preposti canali di comunicazione istituzionale l'aggiornamento dell'elenco delle strutture individuate per la somministrazione dei vaccini contro il SARS-CoV-2 per la seconda fase di attuazione del Piano strategico, come previsto dal comma 465 dell'articolo 1 della legge 30 dicembre 2020, n.  178, che ne prevede l'individuazione da parte del Commissario straordinario per l'attuazione e il coordinamento delle misure occorrenti per il contenimento e il contrasto dell'emergenza epidemiologica COVID-19;
          3) a realizzare un sistema di sorveglianza sulle proprietà immunologiche dei vaccini basato su un campione statistico longitudinale, con obbligo di comunicazione al pubblico sui sistemi usati.
(6-00164)
(Testo modificato nel corso della seduta) «Magi, Costa, Angiola, Frate».


      La Camera,
          premesso che:
              udite le comunicazioni del Ministro della salute sulla situazione epidemiologica e sulle ulteriori misure per fronteggiare l'emergenza Covid-19 in Italia;
              rilevato che gli ultimi dati sulla diffusione del virus registrano la crescita dell'incidenza a 14 giorni, un Rt puntuale significativamente maggiore di 1 in alcune Regioni e l'incremento, per la quarta settimana consecutiva, dell'indice di trasmissione nazionale;
              preso atto che l'epidemia si trova in una fase che sembra preludere a un nuovo rapido aumento del numero di casi, anche in ragione di un incremento dei contagi in Europa e della circolazione di varianti virali con una potenziale maggiore capacità di trasmissione;
              considerato che, in tale contesto, un anticipo prematuro del rallentamento delle misure di contenimento potrebbe aggravare in modo significativo la diffusione dell'epidemia;
              valutata, pertanto, l'opportunità di continuare ad applicare il massimo livello di precauzione, per evitare un aumento complessivo del rischio di un'epidemia non controllata e l'aggravarsi della pressione sulle strutture sanitarie;
              ritenuta, conseguentemente, necessaria una proroga dell'attuale stato di emergenza, al fine di consentire l'adozione e l'implementazione di tutte le misure di contenimento della diffusione del virus;
              valutata l'opportunità di attuare con maggiore puntualità il modello dinamico per fasce differenziate, fondato sulla applicabilità di specifiche misure aggiuntive alle Regioni in cui sia identificato un più elevato livello di rischio epidemiologico, così come risultante dai dati elaborati dalla Cabina di regia di cui al decreto 30 aprile 2020, in coerenza con il documento di «Prevenzione e risposta a COVID-19; evoluzione della strategia e pianificazione nella fase di transizione per il periodo autunno invernale»;
              considerata, in particolare, l'opportunità di rendere maggiormente tempestivo l'accesso alle misure più stringenti da parte delle Regioni caratterizzate da uno scenario di rischio più elevato, prevedendo, al contempo, una ulteriore fascia di rischio caratterizzata da misure meno restrittive rispetto all'area cosiddetta gialla, al fine di assicurare la massima coerenza tra lo scenario epidemiologico riferibile a ciascun territorio e il grado di rigore delle misure di contenimento ivi applicate,

impegna il Governo:

          1)    a deliberare la proroga dello stato di emergenza al 30 aprile 2021, al fine di confermare e rafforzare le misure di contenimento della diffusione del virus;
          2)    a confermare e implementare le misure di contenimento applicate in attuazione del modello dinamico «per fasce», basato sulla individuazione differenziata dello scenario di rischio sanitario, in coerenza con i dati e i parametri specificamente riferibili a ciascuna Regione;
          3)    a favorire una maggiore tempestività nell'accesso delle Regioni a maggior rischio al complesso delle misure più stringenti, per il tempo necessario introducendo, contestualmente, un livello di rischio inferiore a quelli finora contemplati, per assicurare il pieno rispetto dei principi di precauzione e proporzionalità e la massima coerenza tra lo scenario del rischio nel quale è collocata ciascuna Regione in un dato momento e il grado di rigore delle misure di contenimento alla stessa applicate;
          4)    ad approntare idonee misure di ristoro in favore delle attività economiche che subiranno limitazioni per via delle misure restrittive eventualmente adottate;
          5)    a favorire la piena ripresa dell'attività didattica in presenza per tutte le studentesse e tutti gli studenti, compatibilmente con il quadro epidemiologico;
          6)    ad approntare, d'intesa con le regioni, un adeguato piano dei trasporti con particolare attenzione a quello scolastico;
          7)    a promuovere ogni iniziativa utile al fine di rafforzare e assicurare la più celere attuazione del piano strategico sui vaccini anti-COVID-19.
(6-00165) «Sportiello, De Filippo, Stumpo, Carnevali».


      La Camera,
          premesso che:
              da circa un anno a questa parte, con l'avvento della pandemia da COVID-19, la dichiarazione dello stato di emergenza e le successive proroghe, il Governo ha gravemente menomato le attribuzioni del Parlamento, relegandolo al ruolo di mero spettatore di provvedimenti improvvisati e caotici, alle volte neppure comprensibili, comunicati all'ultimo secondo a mezzo stampa (o diretta social) e solo successivamente, tempo permettendo, alle Camere parlamentari;
              secondo i dati raccolti da Openpolis, delle centinaia di atti e provvedimenti sin qui emanati per fronteggiare l'avanzata del virus SARS-CoV-2, inclusi quelli più importanti, direttamente incidenti sulle libertà fondamentali dei cittadini, solamente una percentuale minima e irrisoria, pari a circa il 2,7 per cento del totale, ha visto una qualche forma di coinvolgimento del Parlamento;
              nella percentuale sopra citata, vi è poi un elevato numero di casi in cui il coinvolgimento del Parlamento si è sviluppato in maniera meramente formale e marginale, in conseguenza del ricorso, sempre più frequente, alla questione di fiducia, ovvero del ritardo con il quale è stata avviata la discussione parlamentare sulle norme oggetto di conversione;
              con il passare dei mesi, il livello di improvvisazione si è acutizzato sensibilmente, fino a toccare l'apice in occasione delle recenti festività, nel corso delle quali sono stati emanati tre decreti-legge (i decreti-legge n.  158 del 2020, n.  172 del 2020 e n.  1 del 2021), un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, una decina tra ordinanze e circolari interpretative, oltre alle immancabili Faq pubblicate nel sito della Presidenza del Consiglio dei ministri;
              la sovrapposizione dei provvedimenti e delle previsioni ivi contenute, spesso in contraddizione l'una con l'altra, ha ingenerato una situazione di totale confusione che ha letteralmente ingessato il Paese;
              nel corso della conferenza stampa del 25 ottobre 2020, il Presidente del Consiglio del ministri aveva richiesto – per l'ennesima volta – un sacrificio alla popolazione, annunciando l'applicazione di misure di contenimento più restrittive di quelle all'epoca previgenti, nell'ottica di consentire «un Natale più sereno»;
              le medesime rassicurazioni venivano rinnovate in occasione della successiva conferenza stampa del 3 dicembre 2020, nel corso della quale lo stesso Presidente comunicava di aver «piegato la curva dei contagi» e che, «nel giro di poche settimane, in prossimità delle festività natalizie, tutte le regioni saranno gialle, è un risultato davvero significativo»;
              solo pochi giorni dopo, tali previsioni sono state completamente rovesciate dal decreto-legge n.  172 del 2020 che, modificando il precedente assetto, ha previsto un Natale tutt'altro che «sereno», disponendo una zona nazionale unica a colore rosso e arancione, ad intermittenza, per l'intero periodo intercorrente tra il 21 dicembre 2020 e il 6 gennaio 2021;
              interi settori che avevano investito tempo, impegno e risorse nella riapertura, facendo affidamento sulle parole pronunciate e sul contenuto delle misure illustrate in conferenza stampa dal Presidente del Consiglio dei ministri, si sono visti costretti a chiudere improvvisamente, dall'oggi al domani o, comunque, a rimanere aperti senza poter lavorare (è il caso, ad esempio, delle strutture ricettive), con esclusione in quest'ultimo caso dai ristori, peraltro completamente insufficienti a ripianare le perdite subite, anche per le poche categorie ammesse;
              inaccettabili sono, poi, i modi e i tempi con i quali il Parlamento è stato coinvolto nell'esame delle misure adottate per il periodo delle festività, con i decreti natalizi e il successivo «decreto ponte» che sono stati accorpati brutalmente l'uno nell'altro, con possibilità di intervento limitata – quasi esclusivamente – ai subemendamenti, peraltro consentiti solamente a partire dal 7 gennaio 2021, quando la maggior parte delle disposizioni e delle limitazioni ivi contenute aveva ormai esaurito interamente la propria efficacia;
              l'accorpamento dei provvedimenti d'urgenza è stato reiterato nonostante i richiami del Comitato per la legislazione della Camera che, nei suoi pareri, aveva già segnalato l'opportunità di evitare forme di intreccio tra gli stessi, atteso che la confluenza in un unico testo di più articolati attualmente vigenti – che originano da distinte delibere del Consiglio dei ministri e distinti decreti del Presidente della Repubblica – determina «un'alterazione del lineare svolgimento della procedura parlamentare di esame dei disegni di conversione dei decreti-legge» che, puntualmente, si è verificata anche per i decreti-legge relativi alle festività natalizie, traducendosi in mancanza di coinvolgimento, coordinamento, trasparenza, ponderazione e condivisione parlamentare (si veda, tra gli altri, il parere reso dal Comitato per la legislazione nella seduta del 18 novembre 2020 sul disegno di legge C. 2779 di conversione del decreto-legge n.  125 del 2020);
              lo    stesso modello di gestione della pandemia è stato criticato da autorevoli giuristi, come il Professor Sabino Cassese, giudice emerito della Corte costituzionale ed ex ministro. Il quale è nuovamente intervenuto sul tema in esame, accusando apertamente il Governo «di disprezzo per il Parlamento» e stigmatizzando peraltro una tabella di marcia ormai consuetudinaria dell'esecutivo che inizialmente «mette fretta al Parlamento stesso, strozzando le discussioni», e successivamente incontra una latenza amministrativa ed esecutiva impressionante, come dimostra il fatto che dei «138 decreti attuativi previsti dalla caotica normativa adottata solo 64 sono stati adottati»;
              le maggior parte delle criticità di cui si è dato conto si ripresentano oggi che la scadenza del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 3 dicembre 2020 è alle porte: il Governo non ha ancora chiarito che cosa succederà a partire dal 16 gennaio 2021, quali saranno i nuovi indicatori, quali i nuovi colorì delle regioni e quali le nuove misure di contenimento ad essi corrispondenti. Tutto appare incredibilmente precario e lasciato al caso, nonostante l'estrema delicatezza degli interessi coinvolti, sia da un punto di vista sanitario che chiaramente economico, lavorativo e sociale;
          la situazione non migliorerà certamente con l'eventuale proroga dello stato di emergenza, la terza a partire dal 31 gennaio 2020, la cui deliberazione è ormai data come molto probabile fino al 30 aprile o al 31 luglio p.v., nonostante siano sotto gli occhi di tutti i risultati disastrosi e fallimentari della gestione accentrata di cui si è dato conto;
              approssimazione e improvvisazione hanno pregiudicato l'efficacia delle strategie di contenimento anche da un punto di vista sanitario, giacché la pandemia ha trovato un terreno fertile nei valzer di colori, divieti, aperture e chiusure del Governo, come dimostrano gli stessi dati attualmente disponibili che vedono tuttora il nostro Paese ai primi posti in Europa e nel Mondo per tassi di mortalità e di letalità, nonostante le drastiche limitazioni applicate;
              la situazione di caos generalizzato non ha risparmiato neppure il mondo della scuola, con il Governo che, dall'inizio della pandemia ad oggi, ha investito le risorse disponibili in strumenti incomprensibili, inutili e costosi come i «monopattini» o i «banchi a rotelle», mentre non si è adoperato per prevedere efficaci sistemi di potenziamento dei trasporti, anche attraverso l'impiego di taxi, ncc, e bus turistici a supporto del trasporto scolastico, aerazione delle classi, allargamento delle aule, installazione di termoscanner e distribuzione dei tamponi rapidi da far effettuare con cadenza settimanale o quindicinale a tutta la popolazione scolastica;
              di fatto, al momento della riapertura, le classi saranno esattamente a com'erano un anno fa, quando si era ancora in epoca pre-Covid, a dimostrazione che nulla di concreto è stato fatto per consentire la ripresa in sicurezza delle attività in presenza;
              ritardi e criticità hanno contraddistinto anche l'avvio del piano nazionale di vaccinazione anti-Covid-19 con le regioni e il personale sanitario che hanno dovuto rimediare all'ennesima inadempienza del Commissario Domenico Arcuri, relativa questa volta alla fornitura di siringhe «sbagliate», perché dotate di una capienza superiore (5 ml) a quella indicata, oltre che prive di una scala millimetrica, tarata sulle quantità minime necessarie per la diluizione, l'estrazione e l'inoculazione del vaccino anti-Covid della Pfizer BioNTech (0,3 ml a persona);
              tali problemi hanno inevitabilmente dato luogo a criticità, costringendo le strutture interessate ad utilizzare direttamente in sostituzione le proprie scorte di materiale sanitario, in modo da scongiurare sprechi e garantire contemporaneamente la sicurezza dei soggetti sottoposti alla vaccinazione;
              si ritiene particolarmente grave anche la totale assenza di trasparenza nell'azione del Governo, testimoniata a più riprese nell'ambito di numerose vicende chiave, che tuttora formano oggetto di inchieste, come quella relativa al report dell'OMS, dal titolo "Una sfida senza precedenti: la prima risposta dell'Italia al Covid-19", pubblicato il 13 maggio 2020 e ritirato improvvisamente alcune ore dopo, perché – a quanto consta – il Ministro della salute non era stato precedentemente informato della sua esistenza. Nel report, la risposta italiana al virus veniva descritta «improvvisata, caotica e creativa», esattamente come hanno denunciato le forze di centro destra in questi mesi, certificandosi tra l'altro il mancato aggiornamento del piano pandemico nazionale risalente al 2006, solo riconfermato negli anni successivi,

impegna il Governo:

          1) a superare l'attuale modello di gestione caotica e schizofrenica della pandemia da COVID-19, inaugurando una pianificazione di interventi e misure di medio e lungo termine, condivisa e concertata con Regioni e Parlamento, assicurando il loro coinvolgimento effettivo con congruo anticipo rispetto all'adozione delle misure, al fine di evitare il persistere di chiusure arbitrarie, generalizzate e soprattutto improvvisate come quelle disposte dagli ultimi decreti-legge e decreti del Presidente del Consiglio dei ministri;
          2) a garantire, per quanto di competenza, che l'esame dei futuri provvedimenti d'urgenza avvenga in maniera ordinata e lineare, evitando forme di intreccio e di accorpamento postumo tra i provvedimenti stessi, in coerenza con i pareri espressi in questo senso dal Comitato per la legislazione;
          3) ad adottare iniziative per garantire che i nuovi indicatori per l'analisi del rischio epidemico si fondino su valide e solide basi scientifiche che garantiscano omogeneità nella valutazione dei dati a livello nazionale e non pregiudichino ingiustamente le regioni più virtuose in cui vengono effettuati e conteggiati un più elevato numero di tamponi;
          4)    a revisionare l'attuale piano strategico dell'Italia per la vaccinazione anti-SARS-CoV-2, ricomprendendo espressamente all'interno delle categorie prioritarie ai fini dell'accesso alla vaccinazione stessa i medici, gli odontoiatri, i farmacisti, i biologi e gli altri esercenti le professioni sanitarie e sociosanitarie di cui alla legge n.  3 del 2018 che svolgono l'attività in regime privato (liberi professionisti), attualmente esclusi dalle predette categorie, unitamente ai relativi assistenti e personale di studio, tenuto conto dell'esigenza di proteggere i suddetti professionisti e i soggetti che a loro si rivolgono per l'erogazione delle rispettive prestazioni sanitarie, nonché tutto il personale scolastico;
          5)    ad includere espressamente nell'ambito delle predette categorie prioritarie ai fini dell'accesso alla vaccinazione anti-SARS-CoV-2 le persone con disabilità, indipendentemente dal relativo dato anagrafico, incrementando le forniture destinate alle regioni per consentire effettivamente la vaccinazione, con precedenza, di tali soggetti;
          6)    ad adottare iniziative per sanare tempestivamente le criticità riscontrate nel corso delle prime settimane di somministrazione del vaccino anti-SARS-CoV-2, verificando l'effettivo rispetto dei criteri di priorità e garantendo alle regioni forniture di siringhe, personale e altro materiale sanitario in quantità e, soprattutto, qualità adeguata, al fine di scongiurare eventuali sprechi di dosi e rallentamenti nella tabella di marcia;
          7)    ad adottare iniziative per ampliare ulteriormente la platea dei professionisti sanitari coinvolti nel processo di somministrazione dei vaccini anti-SARS-CoV-2 e abilitati alla somministrazione degli stessi, anche in vista della futura disponibilità di nuovi vaccini, attualmente in corso di approvazione, al fine di consentirne la distribuzione capillare sul territorio e conseguire velocemente la maggiore copertura vaccinale possibile;
          8) a prevedere l'autorizzazione per il personale infermieristico dipendente delle strutture ed Enti del Servizio Sanitario Nazionale, a poter svolgere le attività di tracciamento del Sars-Cov-2 nonché di supporto alla corretta somministrazione dei vaccini COVID, anche effettuati nelle farmacie o altri luoghi previsti dalla normativa vigente;
          9) a prevedere ulteriori e più consistenti misure di ristoro per le attività penalizzate sul piano economico in conseguenza dell'applicazione delle misure di contenimento;
          10) ad adottare iniziative per consentire quanto prima, compatibilmente con l'evoluzione del quadro epidemiologico e mantenendo la massima sicurezza, l'apertura delle attività e degli esercizi che hanno investito nell'implementazione delle misure di sicurezza e che rispettano i relativi protocolli, come ad esempio, bar, ristoranti, palestre, palestre one to one con personal trainer, piscine e centri natatori, anche riabilitativi e terapeutici, impianti sportivi, comprensori sciistici, cinema, teatri ecc., scongiurando l'applicazione di ulteriori limitazioni ingiustificate che ne potrebbero mettere seriamente a rischio la relativa sopravvivenza;
          11) ad adottare – senza più alcun rinvio e tentennamento – ogni utile e tempestiva iniziativa per consentire la riapertura delle scuole e garantire la ripresa delle lezioni in presenza, eseguendo interventi diretti sui plessi di installazione di termoscanner e sistemi di aerazione e distribuendo test rapidi a tutta la popolazione scolastica, così da poter diminuire sensibilmente il rischio di contagio;
          12) a non prorogare lo stato di emergenza in scadenza in data 31 gennaio 2021 e, comunque, non prima di un ampio e approfondito dibattito parlamentare sulla effettiva necessità e opportunità di siffatta proroga.
(6-00166) «Molinari, Gelmini, Lollobrigida, Lupi».


      La Camera,

impegna il Governo:

          1) ad adottare iniziative per garantire che i nuovi indicatori per l'analisi del rischio epidemico si fondino su valide e solide basi scientifiche che garantiscano omogeneità nella valutazione dei dati a livello nazionale e non pregiudichino ingiustamente le regioni più virtuose in cui vengono effettuati e conteggiati un più elevato numero di tamponi;
          2)    ad adottare iniziative per ampliare ulteriormente la platea dei professionisti sanitari coinvolti nel processo di somministrazione dei vaccini anti-SARS-CoV-2 e abilitati alla somministrazione degli stessi, anche in vista della futura disponibilità di nuovi vaccini, attualmente in corso di approvazione, al fine di consentirne la distribuzione capillare sul territorio e conseguire velocemente la maggiore copertura vaccinale possibile.
(6-00166)
(Testo modificato nel corso della seduta) «Molinari, Gelmini, Lollobrigida, Lupi».


INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

Iniziative di competenza volte a sospendere le cosiddette «riammissioni informali» di migranti verso la Slovenia – 3-02003

      PALAZZOTTO e FORNARO. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
          secondo i dati del Ministero dell'interno la polizia di frontiera di Trieste e Gorizia, nel periodo che va da gennaio a metà novembre del 2020, ha respinto 1.240 migranti e richiedenti asilo, più del 420 per cento in più rispetto al 2019, quando furono «solo» 237;
          diversi migranti della cosiddetta «rotta balcanica» sono stati respinti a catena fino in Bosnia e in migliaia sono oggi abbandonati al gelo, nei boschi, senza cibo e acqua;
          sui respingimenti condotti al confine sloveno con sempre maggior intensità dalla primavera 2020 emergerebbero delle violazioni delle norme europee ed internazionali sul diritto d'asilo;
          secondo Altraeconomia da metà maggio 2020 le autorità italiane hanno intensificato le «riammissioni» in forza di precise direttive contenute in una circolare del Ministero dell'interno, per quanto consta agli interroganti, mai resa nota;
          anche i richiedenti asilo sarebbero oggetto dei rintracci e delle riammissioni in Slovenia, senza che venga offerta loro la possibilità di formalizzare la domanda di protezione internazionale;
          la normativa italiana ed europea vieta i respingimenti verso uno Stato dove le persone possono subire violenze e abusi o quando esista tale rischio attraverso il meccanismo del respingimento «a catena». È ormai ampiamente documentato come i poliziotti sloveni consegnino i migranti ai colleghi croati che li riportano – spesso utilizzando violenza – in Bosnia, fuori dal perimetro dell'Unione europea;
          quanti dei respinti dall'Italia si ritrovino oggi nei boschi bosniaci al gelo, tra la vita e la morte, è un dato difficile da ricostruire. Secondo l'organizzazione non governativa Ipsia sarebbero uno su dieci;
          dalla Bosnia in questi giorni arrivano immagini drammatiche: sono circa 3.000 i migranti – in fuga da guerra, persecuzioni e trattamenti inumani e a cui l'Europa dovrebbe garantire accoglienza e protezione – intrappolati nei boschi e sotto la neve per l'evidente incapacità dell'Unione europea di governare i flussi migratori;
          i racconti delle violenze subite da coloro che hanno tentato di varcare il confine con la Croazia sono agghiaccianti: picchiati e abbandonati da forze di polizia comunque appartenenti all'Unione europea –:
          se il Governo non intenda adottare le iniziative di competenza per sospendere le cosiddette «riammissioni informali» con la Slovenia prevedendo che eventuali riammissioni avvengano solo previo esame delle situazioni individuali, in osservanza delle norme in materia, tenuto conto dei trattamenti inumani e degradanti che subiscono i migranti a seguito dei «respingimenti a catena» tra Slovenia, Croazia e Bosnia-Erzegovina. (3-02003)


Intendimenti in merito ad ipotesi di superamento della dicitura «padre» e «madre» sulle carte di identità dei minori – 3-02004

      LOLLOBRIGIDA, MELONI, ALBANO, BELLUCCI, BIGNAMI, BUCALO, BUTTI, CAIATA, CARETTA, CIABURRO, CIRIELLI, DEIDDA, DELMASTRO DELLE VEDOVE, DONZELLI, FERRO, FOTI, FRASSINETTI, GALANTINO, GEMMATO, LUCASELLI, MANTOVANI, MASCHIO, MOLLICONE, MONTARULI, OSNATO, PRISCO, RAMPELLI, RIZZETTO, ROTELLI, SILVESTRONI, TRANCASSINI, VARCHI e ZUCCONI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
          il decreto emanato dal Ministro dell'interno il 31 gennaio 2019, di modifica del decreto del 23 dicembre 2015, recante modalità tecniche di emissione della carta d'identità elettronica, ha sancito il ritorno sulla carta di identità elettronica della dicitura «padre» e «madre», in luogo di quella di «genitori»;
          la disposizione scaturisce da un dibattito più volte affrontato e culminato con la «scelta» normativa del ripristino delle vecchie diciture, anche considerando il fatto che i termini proposti avrebbero profondamente mortificato tutti quei genitori che vivono con normalità ma anche con orgoglio la propria genitorialità;
          è importante ribadire che definire un padre ed una madre semplicemente come «genitore 1» e «genitore 2» ad avviso degli interroganti significa svilire quel concetto di famiglia, i cui diritti sono espressamente riconosciuti dalla Costituzione;
          tuttavia, sembrerebbe in circolazione una bozza di decreto ministeriale che metterebbe in atto il meccanismo per ripristinare la parola «genitori» al posto di «padre» e «madre», iniziando dalle carte di identità elettroniche dei minori valide per l'espatrio;
          la volontà del ripristino dei termini «superati» dall'attuale normativa traspare anche dalle dichiarazioni della Ministra interrogata che, in risposta ad un atto di sindacato ispettivo in Senato, ha affermato che: «Il Garante per la protezione dei dati personali ha di recente comunicato di aver ricevuto segnalazioni in merito a delle criticità nell'applicazione del decreto del 2019», proseguendo che sarà possibile l'adeguamento delle carte di identità per le coppie omogenitoriali, previa la necessaria modifica normativa –:
          se sia vero quanto descritto in premessa e quale sia lo stato dell’iter dell'atto proposto con cui si intendono apportare delle modifiche che sanciscono un ulteriore cambio delle denominazioni sulle carte di identità dei minori. (3-02004)


Iniziative volte a garantire in maniera tempestiva ed in sicurezza la riapertura delle scuole, anche attraverso una campagna vaccinale straordinaria a favore del personale scolastico – 3-02005

      TOCCAFONDI, ANZALDI, NOBILI, FREGOLENT e D'ALESSANDRO. — Al Ministro dell'istruzione. — Per sapere – premesso che:
          secondo il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 3 dicembre 2020, efficace fino al 15 gennaio 2021, l'attività didattica in presenza per seconda e terza media e per le superiori sarebbe dovuta riprendere il 7 gennaio 2021 sull'intero territorio nazionale per il 75 per cento degli studenti;
          il 4 gennaio 2021 il Consiglio dei ministri ha stabilito di rinviare dal 7 all'11 gennaio 2021 l'apertura delle scuole, con la riduzione della presenza al 50 per cento, decisione che in sostanza viene letteralmente travolta dalle ordinanze delle regioni: solo il Trentino-Alto Adige ha riaperto regolarmente il 7 gennaio 2021, mentre l'11 gennaio 2021 le lezioni sono ricominciate esclusivamente in Toscana e Valle D'Aosta. Nelle altre regioni si procederà ad una riapertura in ordine sparso: Lazio e Liguria il 18 gennaio 2021, Emilia-Romagna e Umbria il 25 gennaio 2021, Sicilia il 30 gennaio 2021, solo per citarne alcune;
          una decisione, quella del rinvio per le lezioni in presenza, seguita all'intesa tra Governo e gli enti locali del 23 dicembre 2020 che prevedeva la riapertura il 7 gennaio 2021, con l'aumento dei mezzi pubblici in ingresso ed uscita da scuola, lo scaglionamento degli orari, una corsia preferenziale per i tamponi e il tracciamento dei contagi anche attraverso l'ausilio dei militari. A tale decisione era seguita la convocazione dei tavoli provinciali da parte dei prefetti per fornire indicazioni compiute area per aerea;
          la presenza degli studenti nelle aule dall'inizio di settembre 2020 si è limitata a poche settimane, dopo la lunga chiusura dello scorso anno scolastico. Una situazione che incide ed inciderà gravemente sulla crescita delle nuove generazioni ed aumenta il gap educativo tra gli studenti, con particolare riguardo delle famiglie più svantaggiate. È una condizione che si ripercuote anche sul fenomeno dell'abbandono scolastico che, secondo una ricerca dell'Ipsos, interesserebbe 34 mila studenti che a fine anno, a causa della pandemia, potrebbero aggiungersi al numero dei ragazzi annualmente cronicamente dispersi;
          la decisione di rinviare l'apertura delle scuole avviene in assenza di dati scientifici certi, dato che il 30 dicembre 2020 l'Istituto superiore di sanità ha pubblicato uno studio secondo il quale solo il 2 per cento dei focolai documentabili sarebbe chiaramente riconducibile all'ambito scolastico;
          dall'inizio dello stato di emergenza ad oggi ben poco è stato fatto per predisporre la reperibilità di dati certi sull'andamento e sulle eventuali modalità del contagio negli edifici scolastici, condizione necessaria per garantire la didattica in presenza –:
          quali iniziative intenda adottare, in riferimento a quanto esposto in premessa, affinché sia garantita in maniera tempestiva ed in sicurezza la riapertura delle scuole, anche prevedendo una campagna vaccinale straordinaria ed urgente che interessi il personale scolastico. (3-02005)


Intendimenti del Governo in ordine alla ripresa dell'attività scolastica, con particolare riferimento all'adozione di adeguate misure di sicurezza e di prevenzione dei contagi – 3-02006

      SASSO, TOCCALINI, MOLINARI, ANDREUZZA, BADOLE, BASINI, BAZZARO, BELLACHIOMA, BELOTTI, BENVENUTO, BIANCHI, BILLI, BINELLI, BISA, BITONCI, BOLDI, BONIARDI, BORDONALI, CLAUDIO BORGHI, BUBISUTTI, CAFFARATTO, CANTALAMESSA, CAPARVI, CAPITANIO, CARRARA, CASTIELLO, VANESSA CATTOI, CAVANDOLI, CECCHETTI, CENTEMERO, CESTARI, COIN, COLLA, COLMELLERE, COMAROLI, COMENCINI, COVOLO, ANDREA CRIPPA, DARA, DE ANGELIS, DE MARTINI, D'ERAMO, DI MURO, DI SAN MARTINO LORENZATO DI IVREA, DONINA, DURIGON, FANTUZ, FERRARI, FIORINI, FOGLIANI, LORENZO FONTANA, FORMENTINI, FOSCOLO, FRASSINI, FURGIUELE, GALLI, GARAVAGLIA, GASTALDI, GAVA, GERARDI, GIACCONE, GIACOMETTI, GIGLIO VIGNA, GIORGETTI, GOBBATO, GOLINELLI, GRIMOLDI, GUIDESI, GUSMEROLI, IEZZI, INVERNIZZI, LAZZARINI, LEGNAIOLI, LIUNI, LOCATELLI, LOLINI, EVA LORENZONI, LOSS, LUCCHINI, LUCENTINI, MACCANTI, MAGGIONI, MANZATO, MARCHETTI, MATURI, MINARDO, MOLTENI, MORELLI, MORRONE, MOSCHIONI, MURELLI, ALESSANDRO PAGANO, PANIZZUT, PAOLIN, PAOLINI, PAROLO, PATASSINI, PATELLI, PATERNOSTER, PETTAZZI, PIASTRA, PICCHI, PICCOLO, POTENTI, PRETTO, RACCHELLA, RAFFAELLI, RAVETTO, RIBOLLA, RIXI, SALTAMARTINI, STEFANI, SUTTO, TARANTINO, TATEO, TIRAMANI, TOMASI, TOMBOLATO, TONELLI, TURRI, VALBUSA, VALLOTTO, VINCI, VIVIANI, RAFFAELE VOLPI, ZANELLA, ZICCHIERI, ZIELLO, ZOFFILI e ZORDAN. — Al Ministro dell'istruzione. — Per sapere – premesso che:
          sulla ripresa in presenza delle lezioni è scontro all'interno della stessa compagine governativa e secondo gli interroganti l'assoluta incapacità di decisioni chiare e precise sta creando forti disagi psico-sociali sugli studenti e organizzativi sulle famiglie;
          nonostante la preannunciata riapertura delle scuole secondarie da parte del Presidente del Consiglio dei ministri e del Ministro interrogato il 7 gennaio 2021, contro il parere dei Ministri della salute e per gli affari regionali e le autonomie, senza alcun debito preavviso per studenti, famiglie e dirigenti scolastici che si erano adoperati per questo, la stessa è stata rinviata prima all'11 gennaio 2021, poi si è prospettato il 18 gennaio 2021 e sembra vi siano attualmente in corso ulteriori variazioni;
          dinanzi all'evidente incapacità del Governo di adottare tutte le possibili misure per garantire la ripresa delle lezioni in sicurezza, supponendo fossero bastati dei banchi a rotelle monoposto, alcune regioni hanno dovuto – con il nuovo anno – decidere da sé sul rinvio della riapertura;
          è evidente quanto, dallo scoppio della pandemia ad oggi, la scuola non abbia rappresentato per il Governo in carica una priorità, disattendendo persino le indicazioni dell'Organizzazione mondiale della sanità e del Centro europeo per il controllo delle malattie, che hanno raccomandato la chiusura delle scuole come ultima risorsa;
          l'Italia, infatti, è il Paese europeo che più a lungo ha tenuto le scuole chiuse ed i ragazzi in didattica a distanza, senza peraltro garantire una copertura capillare della medesima didattica a distanza;
          invero, ben altre iniziative il Governo avrebbe potuto intraprendere per dotare gli istituti scolastici delle giuste misure di sicurezza e di prevenzione dei contagi: non soltanto un potenziamento dei mezzi pubblici e di tracciamento del virus, ma anche interventi diretti sui plessi di installazione di termoscanner e nuovi sistemi di aerazione;
          al pari di uffici pubblici, aeroporti, stazioni, centri commerciali e altri, infatti, una priorità del Ministro interrogato avrebbe dovuto essere la dotazione di termoscanner per tutti gli istituti scolastici; parimenti, avrebbe dovuto, d'intesa con il Ministro della salute, adoperarsi perché potessero essere effettuati all'ingresso delle scuole, con cadenza quindicinale, test rapidi a tutta la popolazione scolastica, così da poter ridurre sensibilmente i rischi di contagio e diffusione del virus;
          si evidenzia, peraltro, che la comunità scientifica nazionale ed internazionale concorda sulla ventilazione meccanica controllata quale strumento capace di scongiurare la diffusione del virus nelle classi e assicurare la salubrità degli ambienti scolastici –:
          se il Governo abbia un piano concreto e realmente efficace sulla ripresa delle lezioni in sicurezza per centinaia di migliaia di studenti, ovvero intenda ancora tenerli sospesi, appesi a decisioni non prese e rinviate di settimana in settimana e se l'eventuale pianificazione contempli le misure illustrate in premessa. (3-02006)


Misure a favore degli studenti per colmare il divario formativo e rimediare ad eventuali disagi causati dal prolungamento della didattica a distanza in relazione all'emergenza sanitaria – 3-02007

      VACCA, CASA, BELLA, CARBONARO, CIMINO, DEL SESTO, IORIO, MARIANI, MELICCHIO, RICCIARDI, TESTAMENTO, TUZI e VALENTE. — Al Ministro dell'istruzione. — Per sapere – premesso che:
          il periodo emergenziale derivante dalla pandemia da COVID-19 ha comportato una pletora di scelte organizzative all'interno delle istituzioni scolastiche tali da assicurare elevati standard di sicurezza sanitaria, al fine di permettere la frequenza in presenza degli studenti e delle studentesse nonché quella dell'intero personale scolastico;
          molte regioni hanno imposto – nonostante la certosina organizzazione delle istituzioni scolastiche e le ingenti risorse umane ed economiche investite per la ripresa dell'attività didattica in presenza – la chiusura delle scuole e l'utilizzo della didattica a distanza;
          ancor di più, nonostante i molteplici decreti del Presidente del Consiglio dei ministri che si sono susseguiti nel periodo emergenziale avessero previsto almeno la frequenza in presenza degli alunni della scuola dell'infanzia e del primo ciclo, diversi presidenti di regione hanno deciso diversamente creando, a parere degli interroganti, un danno enorme nella formazione culturale degli alunni;
          molteplici e autorevoli studi scientifici, invece, hanno confermato che la scuola non è da annoverarsi tra i luoghi in cui si sviluppano focolai. In particolare, un recentissimo studio effettuato da un gruppo di ricercatori ha incrociato dati del Ministero dell'istruzione, banche dati, Istituto superiore di sanità e regionali dal 14 settembre al 7 novembre 2020 sul 97 per cento delle scuole italiane, ovvero 7,3 milioni studenti e 770 mila insegnanti. E il risultato emerso evidenzia un ruolo tutt'altro che decisivo della scuola ai fini del contagio della seconda ondata COVID-19;
          quindi, risulta difficilmente giustificabile per famiglie, alunni e personale scolastico il perdurare della chiusura delle aule scolastiche e il mancato ritorno degli alunni delle scuole secondarie di secondo grado in presenza, nonostante l'accordo sottoscritto tra il Governo e i presidenti di regione che il 23 dicembre 2020 all'unanimità avevano concordato di riaprire i cancelli il 7 gennaio 2021;
          autorevole letteratura scientifica segnala preoccupanti divari formativi che l'uso prolungato della didattica a distanza sta provocando agli studenti e gravissimi danni psicologici e relazionali correlati all'uso prolungato dell'isolamento derivante dalla didattica a distanza –:
          quali interventi il Ministro interrogato intenda adottare a tutela degli studenti per prevenire eventuali gap formativi e disagi derivanti dall'emergenza epidemiologica in corso. (3-02007)


Elementi in merito alla rilevazione delle perdite di apprendimento connesse al prolungamento della didattica a distanza e intendimenti in ordine all'eventuale previsione di un recupero formativo o del prolungamento dell'anno scolastico – 3-02008

      PICCOLI NARDELLI, DI GIORGI, LATTANZIO, NITTI, ORFINI, PRESTIPINO, ROSSI, GRIBAUDO, ENRICO BORGHI e FIANO. — Al Ministro dell'istruzione. — Per sapere – premesso che:
          a causa dell'emergenza sanitaria dallo scorso anno scolastico si assiste ad una forzata sospensione, anche per periodi prolungati, delle attività didattiche in presenza;
          per tutelare comunque il diritto allo studio degli studenti sono state messe a disposizione delle scuole e degli studenti iniziative e strumenti per favorire l'apprendimento a distanza, attraverso la modalità della didattica a distanza/didattica digitale integrata che ha permesso, al mondo della scuola, di non interrompere l'attività didattica;
          per garantire la fornitura di dispositivi e di connessioni internet per la didattica a distanza e per la didattica digitale integrata, sono stati assegnati alle scuole oltre 170 milioni di euro, 115 milioni di fondi del Programma operativo nazionale per smart classes e devices e inoltre assegnati 1.000 assistenti tecnici per le scuole del primo ciclo;
          considerata l'attuale situazione emerge la necessità di conoscere l'effettivo impatto della «perdita di apprendimento» prodotta dalla pandemia;
          un recente report di Ipsos-Save the children, basato sulle dichiarazioni di un campione di studenti, rileva che circa il 35 per cento si sente più impreparato di quando frequentava in presenza e circa il 37 per cento lamenta un peggioramento nelle capacità di concentrazione e studio;
          altri Paesi già da settembre 2020 hanno condotto studi di approfondimento sulla preparazione degli studenti e sugli effetti della didattica a distanza; in Olanda e in Francia, ad esempio, il sistema dei test ha permesso di accertare un ritardo negli apprendimenti dei bambini della primaria pari al 20 per cento e meno del 33 per cento degli apprendimenti risultato, invece, negli studenti americani;
          lo scorso anno scolastico, a causa dell'emergenza sanitaria, le prove standardizzate Invalsi relative all'anno scolastico 2019/20 non sono state svolte;
          oggi, più che mai, si ha quindi bisogno di una descrizione analitica degli esiti di apprendimento per realizzare iniziative di recupero e/o integrazione efficaci –:
          come il Ministro interrogato intenda rilevare e misurare eventuali perdite di apprendimento e, in tal caso, se non intenda considerare un recupero formativo e didattico o un eventuale prolungamento dell'anno scolastico in corso.
(3-02008)


Intendimenti in ordine a eventuali modalità compensative della didattica a distanza, con particolare riferimento a percorsi di recupero e alla prosecuzione fino al mese di luglio dell'anno scolastico – 3-02009

      APREA, CASCIELLO, GELMINI, MARIN, PALMIERI, SACCANI JOTTI e VIETINA. — Al Ministro dell'istruzione. — Per sapere – premesso che:
          nell'emergenza COVID, lo svolgimento della didattica in presenza o a distanza ha occupato il dibattito politico evidenziando forti contrasti all'interno della stessa maggioranza e un conflitto tra istituzioni, che ha visto le regioni assumere decisioni in ordine sparso dando vita a una scuola «arlecchino» quale segno che molto non ha funzionato nel leale rapporto tra Governo e regioni;
          il destino scolastico degli studenti è apparso legato esclusivamente all'andamento dei contagi in un panorama in cui la Ministra interrogata a giudizio degli interroganti ha colpevolmente trascurato i fattori che concorrono alla prevenzione e alla cura sanitaria dei giovani e degli insegnanti;
          sono mancati interventi sui mezzi di trasporto correlati all'articolazione delle lezioni, la necessità di presidi sanitari ed équipe psicopedagogiche per sostenere gli studenti e i docenti – e le famiglie – nella prevenzione, tamponi rapidi, tracciamento ed eventuali tamponi molecolari;
          è mancata la stabilità delle e nelle decisioni in presenza di variabili che mutano e la mancanza di un orizzonte temporale in grado di dare indicazioni per intervalli di tempo maggiori di qualche giorno;
          la Ministra interrogata non può dichiarare che la didattica a distanza non ha funzionato quando ciò che non ha funzionato sono stati, soprattutto, l'indicazione e il sostegno ministeriale a una nuova didattica, quando ancora oggi non si conoscono quanti studenti delle superiori hanno usufruito agevolmente della didattica a distanza per le condizioni di rete e che qualità e tipologia di didattica a distanza è stata proposta;
          secondo un rapporto di Save the children, in seguito all'adozione della didattica a distanza riproduttiva delle lezioni in presenza, con difficoltà reali di connessioni e assenza di dispositivi adeguati, si prevedono «34 mila nuovi dispersi»;
          in Campania, in cui la scuola non ha praticamente aperto, il piano predisposto dai prefetti non ha coinvolto i dirigenti scolastici, non ha tenuto conto dell'organizzazione dei trasporti e delle difficoltà organizzative legate al piano di riapertura rappresentate dai dirigenti; in alcuni casi è stata prevista la distribuzione delle classi anche dove mancano le aule ed è stato vietato il rientro in presenza per l'utilizzo dei laboratori;
          è mancata la considerazione del potenziale delle scuole paritarie e la sottoscrizione di patti educativi territoriali tra queste e le scuole statali –:
          considerato che il primo quadrimestre è compromesso, se siano allo studio modalità compensative della didattica a distanza, con progetti personalizzati come percorsi di recupero, lavori per piccoli gruppi e soprattutto se non sia il caso, già ora, di prevedere la prosecuzione fino a luglio dell'anno scolastico quando il rischio di contagio sarà minore. (3-02009)


Iniziative volte a riaprire in sicurezza gli istituti scolastici o ad implementare la didattica a distanza in modo da evitare divari formativi tra gli studenti – 3-02010

      ROSPI. — Al Ministro dell'istruzione. — Per sapere – premesso che:
          a causa della pandemia globale da Coronavirus che ha colpito il Paese, dal mese di marzo 2020 il Governo ha optato quale misura per limitare il diffondersi del virus la chiusura totale delle scuole di ogni ordine e grado e l'adozione della didattica a distanza, provocando danni altissimi alla crescita socio-pedagogica degli studenti italiani, soprattutto nei confronti degli alunni più piccoli che frequentano le scuole elementari e medie;
          con l'avvio del nuovo anno scolastico molti dei problemi già vissuti durante il primo lockdown, quali la mancanza di spazi adeguati, l'adeguamento degli istituti alla normativa anti-COVID, le difficoltà nel gestire i momenti più concitati (quali entrata e uscita da scuola), la mancata consegna dei banchi monoposto e dei dispositivi di protezione individuali sono rimasti irrisolti e hanno portato nuovamente alla chiusura degli istituti e all'utilizzo della didattica a distanza;
          il Ministro interrogato nei mesi scorsi per mezzo stampa ha più volte annunciato che avrebbe risolto entro il mese di ottobre 2020 tutti i problemi sopra citati al fine di permettere il giusto distanziamento sociale previsto dalle direttive anti-COVID. Purtroppo molti di quei problemi permangono ancora oggi;
          con la seconda ondata molti istituti sono stati nuovamente chiusi e in vista dell'imminente terza ondata una nuova chiusura totale delle scuole porterebbe serie ripercussioni sociali, come dimostrato dalle manifestazioni di piazza di questi giorni, oltre ad incentivare l'abbandono scolastico e l'impoverimento culturale, soprattutto per i bambini e gli adolescenti che più di altri hanno bisogno di socializzare con i propri coetanei per formare il proprio carattere e la propria personalità;
          la didattica a distanza non può essere considerata come la trasposizione della lezione in presenza sul formato digitale e non è possibile immaginare che si possano tenere gli studenti inchiodati davanti allo schermo di un personal computer per ore a seguire le lezioni come fossero in presenza;
          risulta inaccettabile che dopo quasi un anno dalla chiusura delle scuole non sia stata ancora trovata una soluzione per il definitivo rientro in aula degli studenti, né nessuna azione concreta sia stata messa in atto per garantire una riapertura definitiva e in sicurezza –:
          quali iniziative di competenza il Ministro interrogato intenda assumere per riaprire in totale sicurezza tutti gli istituti scolastici di ogni ordine e grado al fine di far tornare i ragazzi nelle aule o, in alternativa, per implementare la didattica a distanza in modo da evitare che nessun ragazzo rimanga indietro nel proprio percorso di studio. (3-02010)