XVIII LEGISLATURA
ORGANIZZAZIONE DEI TEMPI DI ESAME: DOC. LVII, N. 1-BIS E PDL N. 543
Doc LVII, n. 1-bis – Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2018
Tempo complessivo: 2 ore 30 minuti
Relatore | 20 minuti |
Governo | 15 minuti |
Interventi a titolo personale | 10 minuti |
Gruppi | 1 ora e 45 minuti |
MoVimento 5 Stelle | 15 minuti |
Lega – Salvini premier | |
Partito Democratico | |
Forza Italia – Berlusconi presidente | |
Fratelli d'Italia | |
Liberi e Uguali | |
Misto: | 15 minuti |
MAIE-Movimento Associativo Italiani all'Estero | 4 minuti |
Civica Popolare-AP-PSI-Area Civica | 3 minuti |
Minoranze Linguistiche | 3 minuti |
Noi Con l'Italia-USEI | 3 minuti |
+Europa-Centro Democratico | 2 minuti |
Pdl 543 – Disposizioni in materia di procedimenti elettorale
Tempo complessivo: 15 ore, di cui:
• discussione sulle linee generali: 7 ore;
• seguito dell'esame: 8 ore.
Discussione generale | Seguito dell'esame | |
Relatore | 15 minuti | 15 minuti |
Governo | 15 minuti | 15 minuti |
Richiami al Regolamento | 10 minuti | 10 minuti |
Tempi tecnici | 45 minuti | |
Interventi a titolo personale | 1 ora e 9 minuti (con il limite massimo di 16 minuti per ciascun deputato) | 1 ora e 13 minuti (con il limite massimo di 14 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato) |
Gruppi | 5 ore e 11 minuti | 5 ore e 22 minuti |
MoVimento 5 Stelle | 1 ora e 6 minuti | 1 ora e 18 minuti |
Lega – Salvini premier | 50 minuti | 55 minuti |
Partito Democratico | 48 minuti | 51 minuti |
Forza Italia – Berlusconi
presidente |
47 minuti | 50 minuti |
Fratelli d'Italia | 35 minuti | 32 minuti |
Liberi e Uguali | 32 minuti | 28 minuti |
Misto: | 33 minuti | 28 minuti |
MAIE-Movimento Associativo
Italiani all'Estero |
10 minuti | 9 minuti |
Civica Popolare-AP-PSI-Area
Civica |
6 minuti | 5 minuti |
Minoranze Linguistiche | 6 minuti | 5 minuti |
Noi Con l'Italia-USEI | 6 minuti | 5 minuti |
+Europa-Centro Democratico | 5 minuti | 4 minuti |
COMUNICAZIONI
Missioni valevoli nella seduta del 5 ottobre 2018.
Battelli, Bazzaro, Benvenuto, Bitonci, Bonafede, Claudio Borghi, Brescia, Buffagni, Cardinale, Carfagna, Castelli, Castiello, Ciprini, Cirielli, Cominardi, Davide Crippa, D'Uva, Sabrina De Carlo, Del Barba, Del Re, Delmastro Delle Vedove, Delrio, Luigi Di Maio, Di Stefano, Durigon, Fantinati, Fascina, Ferraresi, Ferrari, Fioramonti, Gregorio Fontana, Lorenzo Fontana, Fraccaro, Fugatti, Galizia, Galli, Garavaglia, Gava, Gelmini, Giachetti, Giorgetti, Grande, Grillo, Grimoldi, Guerini, Guidesi, Invidia, Liuzzi, Lollobrigida, Lorefice, Losacco, Manzato, Micillo, Molteni, Morelli, Morrone, Picchi, Rixi, Rizzo, Ruocco, Saltamartini, Scagliusi, Carlo Sibilia, Spadafora, Spadoni, Tateo, Tofalo, Vacca, Valbusa, Valente, Vietina, Villarosa, Raffaele Volpi.
Annunzio di proposte di legge.
In data 4 ottobre 2018 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:
BRUNO BOSSIO: «Modifiche alla legge 31 dicembre 2012, n. 247, in materia di soppressione del requisito dell'esercizio effettivo, continuativo, abituale e prevalente della professione per l'iscrizione nell'albo degli avvocati, di ammissione al patrocinio davanti alle giurisdizioni superiori e di esame per l'abilitazione all'esercizio della professione» (1237);
STEFANI: «Disposizioni in materia di adozione del concepito» (1238);
MOR: «Disposizioni per la promozione delle start-up e delle piccole e medie imprese innovative mediante agevolazioni fiscali, incentivi agli investimenti e all'occupazione e misure di semplificazione» (1239);
NEVI e D'ATTIS: «Modifiche alla legge 29 dicembre 1993, n. 580, e altre disposizioni in materia di riordino delle camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura» (1240);
PANIZZUT ed altri: «Disposizioni e deleghe al Governo per la disciplina della figura del caregiver familiare e per la promozione e il sostegno dell'attività di assistenza e di cura da esso svolta» (1241);
CIRIELLI: «Modifica all'articolo 37 del codice penale militare di pace, concernente la definizione di reato militare» (1242);
CIRIELLI: «Disposizioni in materia di rilascio della licenza di porto d'armi agli appartenenti alle Forze di polizia» (1243);
VALLASCAS: «Delega al Governo per il riordino delle disposizioni legislative in materia di energia» (1244).
Saranno stampate e distribuite.
Adesione di deputati a proposte di legge.
La proposta di legge MOLTENI ed altri: «Modifiche all'articolo 5 della legge 22 maggio 1975, n. 152, concernente il divieto dell'uso di indumenti o altri oggetti che impediscano l'identificazione nei luoghi pubblici o aperti al pubblico, nonché introduzione degli articoli 612-ter del codice penale e 24-bis della legge 5 febbraio 1992, n. 91, concernenti il delitto di costrizione all'occultamento del volto» (265) è stata successivamente sottoscritta dalla deputata Frassini.
La proposta di legge STEFANI ed altri: «Modifiche all'articolo 58-quater della legge 26 luglio 1975, n. 354, in materia di divieto di concessione di benefici penitenziari in caso di recidiva» (715) è stata successivamente sottoscritta dalla deputata Andreuzza.
La proposta di legge VANESSA CATTOI ed altri: «Disposizioni per il potenziamento dell'educazione motoria nella scuola primaria» (784) è stata successivamente sottoscritta dalla deputata Andreuzza.
Assegnazione di un progetto di legge a Commissione in sede referente.
A norma del comma 1 dell'articolo 72 del Regolamento, il seguente progetto di legge è assegnato, in sede referente, alla sottoindicata Commissione permanente:
VIII Commissione (Ambiente):
BRAGA ed altri: «Principi per la tutela, il governo e la gestione pubblica delle acque» (773) Parere delle Commissioni I, II, III, V, VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria), X, XII e XIV.
Modifica dell'assegnazione di proposte di legge a Commissione in sede referente
Le seguenti proposte di legge – già assegnate alla I Commissione (n. 20 e n. 329) e alla XI Commissione (n. 552) – sono assegnate, in sede referente, alle Commissioni riunite I (Affari costituzionali) e XI (Lavoro), che ne hanno fatto richiesta al fine di procedere all'abbinamento, ai sensi dell'articolo 77 del Regolamento, con le proposte di legge n. 1066 e 480:
BRAMBILLA: «Disposizioni in materia di videosorveglianza negli asili nido e nelle scuole dell'infanzia nonché presso le strutture socio-assistenziali per anziani, disabili e minori in situazione di disagio» (20) – Parere delle Commissioni II, V, VII e XII (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento);
RAMPELLI ed altri: «Disposizioni in materia di videosorveglianza negli asili nido e nelle scuole dell'infanzia nonché presso le strutture socio-assistenziali per anziani, disabili e minori in situazione di disagio» (329) - Parere delle Commissioni II, V, VII, VIII e XII (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento);
DALL'OSSO ed altri: «Disposizioni in materia di controllo e vigilanza negli asili nido, nelle scuole dell'infanzia e presso le strutture socio-assistenziali per anziani, persone disabili e minori in situazione di disagio, nonché in materia di requisiti di idoneità psico-attitudinale del personale scolastico e sanitario» (552) - Parere delle Commissioni II (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni), V, VII, XII (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento) e XIV.
Trasmissione dal Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca.
Il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, con lettera in data 2 ottobre 2018, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 30, quinto comma, della legge 20 marzo 1975, n. 70, la relazione sull'attività svolta, sul bilancio di previsione e sulla consistenza degli organici dell'Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione (INVALSI), riferita all'anno 2016, corredata dai relativi allegati.
Questa relazione è trasmessa alla VII Commissione (Cultura).
Annunzio di progetti di atti dell'Unione europea.
Il Presidente della Corte dei conti europea, in data 4 ottobre 2018, in attuazione del Protocollo sul ruolo dei Parlamenti allegato al Trattato sull'Unione europea, ha comunicato la pubblicazione delle Relazioni annuali della Corte sull'esercizio finanziario 2017, corredate dalle risposte delle istituzioni, e del documento «Sintesi dell’audit dell'Unione europea – Presentazione delle relazioni annuali della Corte dei conti europea sull'esercizio 2017». Questi documenti sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alla V Commissione (Bilancio), con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).
La Commissione europea, in data 4 ottobre 2018, ha trasmesso, in attuazione del Protocollo sul ruolo dei Parlamenti allegato al Trattato sull'Unione europea, i seguenti progetti di atti dell'Unione stessa, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi, che sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alle sottoindicate Commissioni, con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea):
Proposta di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio relativa alla mobilitazione del Fondo di solidarietà dell'Unione europea per fornire assistenza alla Lettonia (COM(2018) 658 final), che è assegnata in sede primaria alla VIII Commissione (Ambiente);
Relazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio sull'applicazione del regolamento (UE) n. 978/2012 relativo all'applicazione di un sistema di preferenze tariffarie generalizzate e che abroga il regolamento (CE) n. 732/2008 del Consiglio (COM(2018) 665 final), che è assegnata in sede primaria alle Commissioni riunite III (Affari esteri) e X (Attività produttive);
Proposta di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio relativa alla mobilitazione del Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione a seguito di una domanda presentata dalla Grecia – EGF/2018/003 EL/Attica publishing (COM(2018) 667), che è assegnata in sede primaria alla XI Commissione (Lavoro);
Proposta di decisione del Consiglio relativa ai contributi finanziari che gli Stati membri devono versare per finanziare il Fondo europeo di sviluppo, compresa la terza quota per il 2018 (COM(2018) 669 final), corredata dal relativo allegato (COM(2018) 669 final – Annex 1), che è assegnata in sede primaria alla III Commissione (Affari esteri).
Il Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri, in data 4 ottobre 2018, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 6, commi 1 e 2, della legge 24 dicembre 2012, n. 234, progetti di atti dell'Unione europea, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi.
Questi atti sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alle Commissioni competenti per materia, con il parere, se non già assegnati alla stessa in sede primaria, della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).
Con la predetta comunicazione, il Governo ha altresì richiamato l'attenzione sui seguenti documenti, già trasmessi dalla Commissione europea e assegnati alle competenti Commissioni, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento:
Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio recante norme e procedure comuni applicabili negli Stati membri al rimpatrio di cittadini di paesi terzi il cui soggiorno è irregolare (rifusione) – Contributo della Commissione europea alla riunione dei leader di Salisburgo del 19-20 settembre 2018 (COM(2018) 634 final);
Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni – Assicurare elezioni europee libere e corrette – Contributo della Commissione europea all'incontro dei leader di Salisburgo del 19-20 settembre 2018 (COM(2018) 637 final);
Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio europeo, al Consiglio e alla Banca europea per gli investimenti – Verso un'architettura finanziaria più efficiente per gli investimenti al di fuori dell'Unione europea (COM(2018) 644 final).
Atti di controllo e di indirizzo.
Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell’Allegato B al resoconto della seduta odierna.
INTERPELLANZE URGENTI
Elementi e iniziative di competenza in ordine alla disponibilità ed alla pubblicità dei dati relativi alle motovedette italiane e libiche transitate nel tratto di mare interessato dalla vicenda denunciata da Open Arms circa il tragico ritrovamento di un gommone e di alcuni corpi senza vita di migranti, nella notte tra il 16 ed il 17 luglio 2018 – 2-00063
A)
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'interno, il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, il Ministro della difesa, per sapere premesso che:
il 16 luglio 2018, alle ore 12.42, le navi Open Arms e Astral, impegnate in una missione di «Save and Rescue», hanno intercettato una comunicazione tra il mercantile Triades e la Guardia costiera libica in cui quest'ultima segnala la posizione di un gommone in difficoltà con migranti a bordo non lontano dal mercantile;
secondo il Comandante della Astral, dalle comunicazioni successive, sarebbe emerso che la posizione del gommone sia stata fornita dalla Guardia costiera italiana;
il primo firmatario del presente atto di sindacato ispettivo, che si trovava a bordo della Astral vicino all'area di comando dell'imbarcazione, ha potuto assistere a tutte le comunicazioni avvenute in quelle ore;
per 10 ore il mercantile Triades è rimasto in prossimità del gommone, chiedendo istruzioni alla Guardia costiera libica;
alle ore 20.39, la Guardia costiera libica suggerisce al comandante del Triades di contattare la motovedetta Ras-al Jadr, che non risponderà alle chiamate;
in seguito la Guardia costiera libica autorizza il mercantile a proseguire verso Misurata in quanto di lì a poco sarebbe arrivato un loro mezzo ad effettuare il soccorso. Da quel momento non vi è stata più alcuna comunicazione;
le navi della ong si sono dirette verso l'ultima posizione segnalata dal mercantile Triades per accertarsi che il gommone non si trovasse ancora in difficoltà;
alle ore 7.20 del 17 luglio 2018, Open Arms e Astral ritrovano i resti di un gommone alle coordinate 34o 13'N 013o 52,4'E. Il relitto galleggiava leggermente immerso. A bordo tre corpi abbandonati, due donne e un bambino;
una delle donne, ancora viva, è stata recuperata dai soccorritori, insieme agli altri due corpi ormai senza vita;
terminate le operazioni di recupero, alle ore 9.18 il comandante della Open Arms ha avvisato il Maritime rescue coordination centre (Mrcc) spagnolo in quanto Stato di bandiera della nave per chiedere istruzioni sul da farsi;
su indicazione dell'Mrcc spagnolo, il comandante della Open Arms contattava l'Mrcc italiano e quello maltese, chiedendo di farsi carico del coordinamento delle operazioni di salvataggio;
contestualmente, la guardia costiera libica annunciava l'avvenuto soccorso di un gommone al largo delle coste libiche, con il salvataggio di 158 persone cui era stata prestata assistenza medica e umanitaria nel «campo profughi» di Khoms;
a quel punto, Open Arms ha reso pubblica la notizia del ritrovamento del gommone affondato, della superstite e dei corpi senza vita, chiedendo al Governo italiano di farsi carico del soccorso;
il Ministro dell'interno Salvini ha replicato che la versione dei fatti riportata dalla ong e dal deputato fosse falsa e che una testimonianza indipendente avrebbe smentito la notizia rappresentata da Open Arms e dal primo firmatario del presente atto, riferendosi probabilmente alla versione della giornalista, Nadjia Kreinwald, a bordo della motovedetta libica che avrebbe effettuato il salvataggio. La giornalista ha prima confermato che in acqua non sarebbe rimasto più nessuno, salvo poi riferire che il capitano libico dell'imbarcazione le avrebbe parlato di altra missione della guardia costiera libica, avvenuta un paio di ore prima;
la giornalista, contattata dal primo firmatario del presente atto, ha confermato la circostanza riferitagli e che l'operazione a cui aveva partecipato era partita da Tripoli e ivi ritornata;
il comandante della Guardia costiera libica di Misurata, Tofag Scare (o Tawfik Skeeb come sembrerebbe), in un'intervista, ha confermato un secondo intervento al largo di Khoms in cui sarebbero stati lasciati a bordo i cadaveri di una donna e un bambino perché non c'era alcun motivo di recuperarli, sostenendo che nessuna altra persona era a bordo;
questa versione darebbe ragione alla ricostruzione della Open Arms e del primo firmatario del presente atto, confermando l'esistenza di un secondo intervento, nonostante l'affermazione del comandante della guardia costiera libica che l'aver abbandonato in acqua delle persone vive costituirebbe una bugia e una propaganda contro la Guardia costiera libica;
il Governo italiano continuerebbe a non fornire prove che smentirebbero tale versione. I tracciati depositati presso la Presidenza della Camera all'esito della risposta all'interrogazione a risposta immediata 3-00123 fornita dal Ministro delle infrastrutture e dei trasporti in data 1o agosto 2018 non risultano comprensivi delle motovedette italiane e libiche transitate in quel tratto di mare nella notte tra il 16 ed il 17 luglio 2018 –:
se il Ministro dell'interno intenda chiarire sulla base di quali elementi e di quale prova ha dichiarato che la notizia diffusa dalla Open Arms fosse falsa;
quale sarebbe la «fonte terza» a cui si riferiva il Ministro dell'interno quando sosteneva di avere delle prove per confutare la tesi della Open Arms e del primo firmatario del presente atto;
se il Governo abbia sentito direttamente o indirettamente le autorità libiche nelle ore successive al ritrovamento sopra richiamato;
per quali motivi ci siano volute oltre 10 ore per individuare un porto di sbarco e sulla base di quali motivazioni sia stato individuato come porto di sbarco Catania;
se sia stato accertato che la Guardia costiera italiana abbia ricevuto una chiamata dal gommone in difficoltà;
se corrispondano al vero le dichiarazioni del comandante della nave Astral, il quale ha affermato di avere ascoltato, nelle comunicazioni via radio tra il mercantile Triades e la Guardia costiera libica, che la posizione del gommone fosse stata fornita dalla Guardia costiera italiana;
se, durante le 10 ore di comunicazioni tra il Triades e la Guardia costiera libica, la Guardia costiera italiana fosse a conoscenza della situazione e perché non abbia emanato alcun avviso;
se il Governo sia in possesso dei dati relativi alle motovedette italiane e libiche transitate nella zona, nella notte tra il 16 ed il 17 luglio 2018, o intenda reperirli tramite la Guardia costiera o la Marina militare e se non ritenga che questi dati debbano essere resi pubblici per permettere di individuare esattamente i responsabili di questa tragedia.
(2-00063)
(Nuova formulazione) «Palazzotto, Fornaro, Bersani, Boldrini, Conte, Epifani, Fassina, Fratoianni, Muroni, Occhionero, Pastorino, Rostan, Speranza, Stumpo».
Chiarimenti in merito alla mancata adozione del decreto interministeriale volto alla definizione dei parametri necessari per la determinazione delle tipologie di piccoli comuni – 2-00067
B)
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'interno, per sapere – premesso che:
con la legge 6 ottobre 2017, n. 158, sono state definite misure per il sostegno e la valorizzazione dei piccoli comuni e disposizioni per la riqualificazione e il recupero dei centri storici dei medesimi comuni con l'obiettivo di favorire la qualità e l'efficienza dei servizi essenziali, con particolare riguardo agli ambiti dell'ambiente, della protezione civile, dell'istruzione, della sanità, dei servizi socio-assistenziali, dei trasporti, della viabilità e dei servizi postali, al fine di contrastarne lo spopolamento e di incentivare l'afflusso turistico e la tutela e la valorizzazione del loro patrimonio naturale, rurale, storico-culturale e architettonico;
la legge sancisce, inoltre, che l'insediamento nei piccoli comuni costituisce una risorsa a presidio del territorio, soprattutto per le attività di contrasto del dissesto idrogeologico e per le attività di piccola e diffusa manutenzione e tutela dei beni comuni;
a tal fine, la legge ha previsto che, entro centoventi giorni dalla sua data di entrata in vigore, ossia entro il 17 marzo 2018, con decreto interministeriale fossero indicati i parametri necessari per la determinazione delle tipologie di piccoli comuni (il cui elenco avrebbe dovuto essere poi individuato mediante decreto del Presidente del Consiglio dei ministri da adottare nei successivi sessanta giorni) che possono accedere alle risorse del fondo per lo sviluppo strutturale, economico e sociale dei piccoli comuni destinato al finanziamento di investimenti per l'ambiente e i beni culturali, la mitigazione del rischio idrogeologico, la salvaguardia e la riqualificazione urbana dei centri storici, la messa in sicurezza delle infrastrutture stradali e degli istituti scolastici, lo sviluppo economico e sociale, l'insediamento di nuove attività produttive –:
quali siano le motivazioni che ad oggi hanno impedito l'adozione del decreto interministeriale di cui al comma 4 dell'articolo 1 della legge 6 ottobre 2017, n. 158, e se il Ministro interpellato intenda individuare con urgenza le citate tipologie di piccoli comuni per la piena applicazione di una legge attesa da molti anni.
(2-00067) «Enrico Borghi, Morani».
Iniziative urgenti volte alla prevenzione e al contrasto di fenomeni di razzismo e xenofobia, anche mediante la promozione di campagne di sensibilizzazione e di informazione – 2-00081
C)
I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro dell'interno, per sapere – premesso che:
di recente i mass media hanno riportato numerosi e gravissimi episodi di razzismo e xenofobia;
l'ultimo in ordine di tempo si è verificato il 2 agosto 2018 a Pistoia dove due giovani italiani hanno sparato alcuni colpi di pistola contro un migrante africano di 24 anni del Gambia, Buba Ceesay, ospite della parrocchia di Don Massimo Biancalani a Pistoia. I due aggressori avrebbero gridato al ragazzo, che stava tranquillamente rientrando nel centro di accoglienza, «bastardo e nero di m...» per poi allontanarsi in bicicletta. Buba Ceesay è rimasto illeso;
Don Biancalani, responsabile della parrocchia di Vicofaro, è da sempre molto attivo nel campo dell'accoglienza dei migranti e richiedenti asilo e per questi motivi è stato oggetto di ripetuti insulti sui social media e di continue minacce di morte;
l'episodio di Pistoia, che rappresenta il primo caso di questa gravità reso noto in Toscana, va comunque ad aggiungersi ad altri numerosi casi verificatisi nelle scorse settimane:
l'11 giugno 2018 a Caserta due richiedenti asilo originari del Mali, Daby e Sekou, vengono avvicinati da una Fiat Panda, a bordo della quale viaggiavano tre giovani italiani, i quali sparano alcuni colpi con una pistola ad aria compressa, al grido «Salvini Salvini»;
il 20 giugno a Napoli, Bouyangui Konate, cuoco maliano di 21 anni, rifugiato, viene colpito da due ragazzi con un fucile a piombini;
il 3 luglio, a Forlì, una donna nigeriana viene avvicinata da un motorino, con due persone a bordo, dal quale parte un colpo da una pistola ad aria compressa che la ferisce a un piede;
il 5 luglio, sempre a Forlì, un uomo di 33 anni originario della Costa d'Avorio viene colpito all'addome con colpi esplosi da pistola ad aria compressa;
l'11 luglio, a Latina, due uomini di origine nigeriana vengono raggiunti da proiettili di gomma esplosi da un'Alfa 155 nei pressi della fermata dell'autobus;
il 17 luglio, a Roma, una bambina di etnia rom di poco più di un anno, viene raggiunta da un colpo di pistola ad aria compressa e rischia di rimanere paralizzata;
il 26 luglio, a Partinico, un richiedente asilo senegalese di 19 anni viene aggredito e picchiato, mentre sta lavorando al bar, da tre uomini che gli gridano: «Tornatene al tuo paese, sporco negro»;
il 26 luglio a Vicenza, un operaio di origine capoverdiana che lavorava su un ponteggio viene colpito alle spalle dai colpi di una carabina;
il 26 luglio a San Cipriano d'Aversa, un richiedente asilo della Guinea viene avvicinato da due ragazzi in moto, che gli sparano con un'arma ad aria compressa, colpendolo al volto;
il 28 luglio, a Milano, un uomo di origine cingalese viene aggredito in un parco. L'aggressore pretendeva che parlasse in italiano al telefono e lo ha minacciato con un taglierino sulla gola davanti alla figlia terrorizzata;
il 29 luglio, ad Aprilia, un uomo di origine marocchina viene inseguito e aggredito da due uomini e viene ritrovato morto, abbandonato sulla strada;
il 2 agosto, a Napoli, un venditore ambulante, Cissè Elhadji Diebel, 22 anni, senegalese in Italia con permesso di soggiorno, è stato ferito a una gamba da due sconosciuti con un colpo di pistola;
episodi di violenza gratuita contro gli stranieri o supposti tali anche con armi da fuoco rappresentano una prova inconfutabile di una crescita incontrollata del razzismo, della xenofobia e dell'intolleranza nel nostro Paese;
l'articolo 43 del decreto legislativo n. 268 del 1998 prevede che tutti i comportamenti che in forma diretta o indiretta, abbiano come conseguenza una distinzione, esclusione, restrizione o preferenza basata su razza, colore della pelle, ascendenza, origine o convinzioni religiose siano da reputarsi discriminatorie per la legge italiana. Discriminazioni già vietate peraltro dall'articolo 3 dalla Costituzione;
nessun esponente del Governo, a partire dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, ha fino ad oggi stigmatizzato e condannato inequivocabilmente tali episodi di violenza e razzismo;
il Ministro dell'interno, Matteo Salvini, nel commentare pubblicamente i fatti gravi avvenuti negli ultimi giorni, ha dichiarato addirittura che «l'allarme razzismo è una invenzione della sinistra» e che il problema sia in realtà riconducibile alla criminalità degli immigrati –:
se il Governo sia a conoscenza dell'episodio di aggressione che si è verificato a Pistoia il 2 agosto 2018 e se ritenga che sia a rischio l'incolumità fisica di Don Biancalani, responsabile della parrocchia di Vicofaro, e della comunità di migranti presenti;
quali iniziative urgenti intenda intraprendere il Governo al fine di contrastare e prevenire i gravissimi episodi di razzismo e xenofobia riscontrati in Italia nelle ultime settimane;
se il Governo non ritenga necessario, in relazione al moltiplicarsi e al diffondersi di tale fenomeno in tutto il Paese, promuovere una campagna di sensibilizzazione e informazione contro ogni tipo di discriminazione.
(2-00081) «Cenni, Delrio, Carnevali, Paita, Ceccanti, Scalfarotto, Schirò, Viscomi, Braga, Pezzopane, Siani, Nardi, Gavino Manca, Fragomeli, Fiano, Critelli, Giorgis, Bruno Bossio, Cantini, Ciampi, Ascani, Ermini, Rossi, Pellicani, Pagani, Del Barba, Prestipino, Bordo, Pollastrini, Carla Cantone, Serracchiani, Ungaro».
Iniziative di competenza volte a garantire le risorse economiche necessarie alla provincia del Verbano Cusio Ossola per lo svolgimento del referendum del 21 ottobre 2018 – 2-00084
D)
Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro dell'interno, per sapere – premesso che:
nell'autunno del 2017 è stata avviata una raccolta firma nella provincia del Verbano Cusio Ossola volta a promuovere l'indizione di un referendum per il passaggio del Verbano Cusio Ossola alla regione Lombardia;
a seguito di tale raccolta di firme e dopo la sentenza della Corte di cassazione che autorizzava la consultazione popolare, il Consiglio dei ministri in data 8 agosto 2018 ha deliberato su proposta del Ministro dell'interno Matteo Salvini l'indizione del referendum per la data del 21 ottobre 2018;
l'organizzazione della consultazione referendaria comporta notevoli costi gestionali che sono stati quantificati dalla provincia del Verbano Cusio Ossola in circa 400.000 euro;
tali risorse necessarie per il corretto svolgimento delle votazioni non sono nella disponibilità né della provincia del Verbano Cusio Ossola né tantomeno dei comuni appartenenti alla provincia del Verbano Cusio Ossola;
il richiamato referendum risulta essere un unicum nazionale, in quanto non si è mai tenuto un referendum per il passaggio del territorio di una intera provincia a una regione differente rispetto a quella di provenienza –:
con quali strumenti e modalità il Ministro interpellato intenda intervenire, per quanto di competenza, per garantire le risorse economiche necessarie alla provincia del Verbano Cusio Ossola per l'organizzazione e la gestione del referendum del 21 ottobre 2018.
(2-00084) «Enrico Borghi».
Iniziative di competenza volte a prorogare il mantenimento degli alloggi di servizio per il personale dei vigili del fuoco e al recupero delle risorse dedicate al soccorso antincendio – 2-00124
E)
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'interno, per sapere – premesso che:
preme agli interpellanti sottolineare le ricadute derivanti dallo smembramento del Corpo forestale dello Stato – recato con i provvedimenti attuativi della cosiddetta delega Madia, che aveva espressamente disposto, tra l'altro, la sua riorganizzazione e l'eventuale assorbimento del medesimo in altra forza di polizia – il cui personale risulta attualmente in gran parte transitato nell'Arma dei carabinieri, nella restante parte suddiviso tra vigili del fuoco, polizia di Stato, Guardia di finanza e Ministero delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, oltre ad una percentuale minore in mobilità presso altre strutture dello Stato;
in questa sede si segnala, in particolare, la situazione di quanti, tra il personale appartenente al Corpo forestale dello Stato obbligatoriamente transitato nel Corpo nazionale dei vigili del fuoco, si trovano, insieme con le loro famiglie, ad essere nella condizione di sfrattati dagli stabili in cui alloggiavano, a fronte di un'intimazione di rilascio degli alloggi di servizio, in quanto gli stabili medesimi sono stati trasferiti dal Corpo forestale dello Stato all'Arma dei carabinieri;
i firmatari segnalano che abitare negli alloggi di servizio significa anche, per lo Stato, presidio e conduzione di strutture abitative con oneri a carico del personale e, dunque, introiti per l'erario;
si segnala altresì che risultano in corso numerosissimi contenziosi conseguenti ai trasferimenti del personale del Corpo forestale dello Stato, per molti dei quali è da ritenere che le pubbliche amministrazioni risultino soccombenti;
nelle basi operative aeromobili del Corpo forestale dello Stato, fino al 31 dicembre 2016, erano dislocati stabilmente elicotteri e personale aeronavigante, cioè piloti e tecnici specialisti, ridotti oggi a meno della metà in virtù delle disposizioni recate dalla suddetta delega Madia, che ha disposto la spartizione di un reparto volo d'eccellenza tra l'Arma dei carabinieri ed il Corpo dei vigili del fuoco, senza riguardo alla salvaguardia delle professionalità e delle esperienze maturate nello spegnimento aereo degli incendi boschivi e con gli enormi aggravi di spesa per le regioni con la stipula di onerose convenzioni sostitutive al servizio specifico fornito dal reparto volo della Forestale;
lo stato in cui versa attualmente la flotta antincendi, carente della quota transitata nei carabinieri, ove non esercita funzioni antincendio, non reca benefici, non genera risparmi, ha causato e continua a determinare inefficienze, sprechi e danni al nostro ambiente e ai cittadini, tra i quali gli incendi malamente domati dell'estate 2017 e la tragedia del Monte Serra di Pisa, che sta ancora bruciando dopo aver devastato oltre 1000 ettari di bosco –:
se non intenda adottare iniziative, per quanto di competenza, affinché per il personale dei vigili del fuoco alloggiato negli stabili attualmente nel possesso dell'Arma dei carabinieri sia disposta una proroga finalizzata al mantenimento degli alloggi di servizio;
a fronte della necessità di un generale ripensamento in ordine alle competenze disperse, in particolare volte al soccorso ed alla protezione ambientale, se non intenda attivarsi, per quanto di competenza, al fine di recuperare mezzi, risorse, personale e competenze dedicate al soccorso antincendio.
(2-00124) «Maurizio Cattoi, Alaimo, Baldino, Berti, Bilotti, Brescia, Corneli, D'Ambrosio, Dadone, Dieni, Forciniti, Macina, Parisse, Francesco Silvestri, Davide Aiello, Elisa Tripodi, Bella, Berardini, Bruno, Buompane, Businarolo, Cabras, Cadeddu, Cancelleri, Luciano Cantone, Cappellani, Carabetta, Carbonaro, Carelli, Carinelli, Casa, Caso, Cassese, Ermellino».
Iniziative di competenza volte al sostegno delle fasce più deboli nel mercato del lavoro e al riequilibrio della qualità dei servizi pubblici essenziali, in particolare nel Mezzogiorno – 2-00080
F)
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, il Ministro dello sviluppo economico, il Ministro per il sud, per sapere – premesso che:
da quanto emerge dai dati provvisori diffusi dall'Istat su occupati e disoccupati, a giugno 2018 la stima degli occupati registra un calo (-0,2 per cento rispetto a maggio, pari a –49 mila) e il tasso di occupazione scende al 58,7 per cento (-0,1 punti percentuali);
tale diminuzione interessa soprattutto gli uomini (-42 mila) e le persone di 35 anni o più (-56 mila). Nell'ultimo mese cresce il numero dei dipendenti a termine (+16 mila), mentre il calo si concentra tra i permanenti (-56 mila);
il tasso di disoccupazione sale al 10,9 per cento, in aumento di 0,2 punti percentuali su base mensile, e cresce anche quello giovanile che si attesta al 32,6 per cento (+0,5 punti);
su base annua, a giugno 2018 la crescita occupazionale si concentra tra i lavoratori a termine (+394 mila), in lieve ripresa anche gli indipendenti (+19 mila), mentre calano i dipendenti permanenti (-83 mila). Crescono soprattutto gli occupati ultracinquantenni (+355 mila) e i 15-34enni (+119 mila), mentre calano gli occupati tra i 35 e i 49 anni (-145 mila);
nei dodici mesi, a fronte della crescita degli occupati, si registrano il calo degli inattivi tra i 15 e i 64 anni (-2,6 per cento, –344 mila) e quello più lieve dei disoccupati (-0,3 per cento, –8 mila);
le anticipazioni del rapporto Svimez 2018 evidenziano come, dopo un triennio di crescita consecutiva, l'economia meridionale, in assenza di politiche adeguate, potrebbe dimezzare il ritmo di sviluppo, tornando sotto la soglia dell'1 per cento (0,7 per cento nel 2019);
il triennio di crescita consecutiva del Mezzogiorno tra il 2015 e il 2017 ha già evidenziato una profonda differenza tra un settore privato, soprattutto industriale, che mostra una capacità di reazione e un apparato pubblico venuto meno, per investimenti e capacità di erogare servizi per le imprese e i cittadini. Infatti, le stesse politiche per il Sud e la coesione territoriale, in particolare con il credito di imposta per gli investimenti e i contratti di sviluppo, non sembra aver prodotto risultati soddisfacenti;
sebbene vi sia un aumento dell'occupazione, i giovani sono esclusi (-500 mila occupati tra i 15 e i 35 anni rispetto al 2008) e aumentano le occupazioni a bassa qualifica e retribuzione;
come è noto la situazione occupazionale delle donne al Sud è drammatica, con una media del 32 per cento a fronte di una media europea del 62 per cento. Nel «decreto dignità» la questione a parere degli interpellanti è stata colpevolmente omessa e questo tema oggi viene assolutamente trascurato –:
se intendano adottare, in materia di lavoro, iniziative normative per la previsione di sgravi più forti e mirati, al fine di sostenere quelle fasce del mercato del lavoro che, per età o condizioni territoriali, hanno un maggior bisogno di sostegno pubblico;
se intendano adottare iniziative volte a prevedere investimenti per il miglioramento delle infrastrutture economiche e sociali per riequilibrare la qualità di servizi pubblici essenziali attualmente deficitari, in particolare al Sud, quali l'assistenza sanitaria, l'offerta di assistenza domiciliare per gli anziani, il numero di posti negli asili nido, la regolarità nella fornitura dell'acqua, la gestione dei, rifiuti, l'offerta scolastica e formativa.
(2-00080) «Speranza, Fornaro, Conte, Boldrini, Epifani, Muroni, Occhionero, Pastorino, Rostan».
Chiarimenti in merito alle risultanze delle attività delle strutture preposte ai sensi del decreto legislativo n. 61 del 2011, anche in ordine all'individuazione delle infrastrutture critiche europee e all'eventuale inserimento in tale ambito del ponte «Morandi» – 2-00121
G)
I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, il Ministro dello sviluppo economico, per sapere – premesso che:
già nel 2004 il Consiglio europeo richiese la preparazione di una strategia globale per la protezione delle infrastrutture critiche;
il 17 novembre del 2005 la Commissione ha adottato un Libro verde relativo a un programma europeo per la protezione delle infrastrutture critiche, culminato, al termine di un ampio confronto con i Paesi membri, nell'emanazione della direttiva 2008/114/CE dell'8 dicembre 2008, concernente «l'individuazione e la designazione delle infrastrutture critiche europee e la valutazione della necessità di migliorarne la protezione»;
per «infrastruttura critica» la direttiva intende un elemento, un sistema o parte di questo essenziale per il mantenimento delle funzioni vitali della società, della salute, della sicurezza e del benessere sociale ed economico dei cittadini, il cui danneggiamento o la cui distruzione causerebbe l'impossibilità di mantenere tali funzioni;
la direttiva rimanda l'applicazione degli interventi finalizzati alla protezione delle infrastrutture critiche ai soggetti/proprietari responsabili della loro costruzione, manutenzione e funzionamento;
la direttiva è stata recepita in Italia attraverso il decreto legislativo n. 61 del 2011;
il decreto n. 61 del 2011, nel riprendere le definizioni e gli indirizzi della direttiva, prevede la predisposizione di un piano di sicurezza dell'operatore (PSO) per ciascuna infrastruttura, la costituzione di un «nucleo interministeriale situazione e pianificazione (NISP)», insediato presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, che individui opere e priorità limitatamente ai settori dell'energia e dei trasporti;
in effetti, il programma EPCIP (European Program far Critical Infrastructure Protection) prevede la protezione di molti più settori, che possono essere così riepilogati:
a) energia e relativi sottosettori;
b) trasporti e relativi sottosettori;
c) tecnologie dell'informazione e della comunicazione;
d) acqua;
e) alimenti;
f) salute;
g) finanza;
h) industria chimica;
i) industria nucleare;
l) spazio;
m) ricerca;
allo stato, non sembra sussistere una lista definitiva delle infrastrutture critiche nazionali. Le attività del nucleo interministeriale situazione e pianificazione (Nisp), istituito ai sensi dell'articolo 4 del citato decreto legislativo n. 61 del 2011, non risultano pubbliche;
i recenti drammatici eventi che hanno interessato infrastrutture stradali, ferroviarie e idriche esigono un'accelerazione dei processi di messa in sicurezza e protezione di settori essenziali al mantenimento delle funzioni vitali della società, soprattutto in relazione a quanto disposto dal citato decreto legislativo n. 61 del 2011 –:
quali siano le risultanze delle attività del Nucleo interministeriale e della struttura responsabile di cui all'articolo 4 del decreto legislativo n. 61 del 2011 in ordine all'individuazione delle infrastrutture critiche europee, segnatamente in relazione ai settori dell'energia e dei trasporti, come meglio specificati nella lista dei sottosettori, tra i quali viene indicato con priorità il trasporto stradale;
quali siano i contenuti degli eventuali decreti dirigenziali di cui al comma 2 dell'articolo 5 del medesimo decreto legislativo, aventi ad oggetto l'individuazione e la comunicazione delle infrastrutture individuate in territorio nazionale rispondenti alle caratteristiche di criticità indicate nelle linee guida della Commissione europea;
se il ponte autostradale «Morandi» di Genova sia stato ricompreso nella lista delle infrastrutture critiche europee, e, in caso contrario, per quali ragioni ciò non sia avvenuto, essendo evidente che la sua distruzione avrebbe avuto un significativo impatto su almeno due Stati membri dell'Unione, producendo notevoli ricadute negative anche sulla base dei criteri di valutazione di cui al comma 2 dell'articolo 6, segnatamente riferiti: alle possibili vittime, in termini di morti e feriti; alle possibili conseguenze economiche, in termini di perdite finanziarie, di deterioramento del bene o servizio e di effetti ambientali; alle possibili conseguenze per la popolazione, in termini di fiducia nelle istituzioni, di sofferenze fisiche e di perturbazione della vita quotidiana, considerando anche la perdita di servizi essenziali;
se, nel caso di specie, sia stato definito il piano di sicurezza, dell'operatore di cui all'articolo 12 del citato decreto legislativo, e ne siano state attivate le modalità di implementazione;
se l'eventuale mancato inserimento del ponte «Morandi» nella lista delle infrastrutture europee ed il mancato eventuale adempimento del decreto legislativo n. 61 del 2011, non siano da valutare, per quanto di competenza, anche sotto il profilo di eventuali responsabilità e ai fini di segnalazioni ad ulteriori autorità competenti.
(2-00121) «D'Ettore, Gagliardi, Sozzani, Bagnasco, Mulè, Cassinelli, Cortelazzo, Casino, Giacometto, Labriola, Mazzetti, Ruffino, Pettarin, Cannizzaro, Siracusano, Fiorini, Bignami, Carrara, Silli, Ripani, Zangrillo, Marin, Bond, Baratto, Mugnai, Mandelli, Pella, Paolo Russo, Martino, Bartolozzi, Maria Tripodi, D'Attis, Battilocchio, Barelli, Sorte, Fatuzzo, Cannatelli».
Iniziative di competenza volte all'acquisizione di dettagliate informazioni sul piano industriale di Tim e chiarimenti in merito alla posizione del Governo circa il mantenimento della rete pubblica in mano allo Stato – 2-00109
H)
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dello sviluppo economico, il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere – premesso che:
fino alla fine degli anni novanta Telecom era uno dei maggiori player mondiali del settore, presente in diversi Paesi del mondo e con una capacità tecnologica di tutto rispetto. Economicamente sana e adeguatamente capitalizzata, era perfettamente in grado di affrontare la sfida della globalizzazione. Nel 1997 il fatturato dell'epoca, convertito in euro, era di oltre 23 miliardi, i debiti sotto gli 8 miliardi, gli investimenti pari a circa 6,5 miliardi e oltre 120.000 i dipendenti;
dopo vent'anni di privatizzazione, l'attuale Tim fattura 19,8 miliardi di oggi, ha circa 25 miliardi di euro di debiti, investe meno di 5 miliardi di euro, occupa circa 50.000 dipendenti in Italia e le partecipazioni estere si sono ridotte alla sola realtà del Brasile. Risulta quindi evidente che un ventennio di privatizzazione ha gravemente e fortemente impoverito il gruppo Tim;
il problema principale di cui ha sofferto Telecom Italia, oggi Tim, è la sostanziale e continuativa instabilità della governance aziendale dalla privatizzazione ad oggi;
gli ultimi mesi hanno consegnato uno scenario straordinariamente preoccupante con l'emersione di migliaia di potenziali esuberi e una feroce battaglia legale tra gli azionisti per il controllo del gruppo che rischia di mettere in secondo piano le scelte da compiere per garantirne la sopravvivenza e lo sviluppo, in un contesto sociale ed economico dove il Paese fa fatica a tenere il passo della crescita globale, anche a causa della endemica scarsità di grandi aziende;
l'ascesa del gruppo Vivendi in Tim, con finalità legate in particolare al business dei contenuti, ha messo in evidenza la debolezza del sistema infrastrutturale del Paese in mano all'ex monopolista, tanto da spingere il Governo a invitare Cassa depositi e prestiti (CDP) ed Enel a costruire Reti in fibra (Open Fiber) per garantire l'innovazione digitale, con un enorme sforzo finanziario;
la conseguenza di questa scelta è che oggi due soggetti (Tim e Open Fiber) sono impegnati a realizzare sostanzialmente una duplicazione dell'infrastruttura per la banda ultra larga con un'evidente spreco di risorse. Questa situazione rischia paradossalmente di rallentare il percorso della digitalizzazione del Paese;
pur salutando con favore la decisione di Cassa depositi e prestiti di entrare nel capitale sociale di Tim, serve ora chiarire quale ruolo può avere la stessa Cassa depositi e prestiti nel futuro dell'azienda. Il suo ingresso nel capitale sociale con una quota di circa il 5 per cento, dovrebbe servire a dare stabilità di governance all'azienda, confermando e difendendo il profilo di public company e assicurare gli investimenti necessari allo sviluppo del Paese, la stabilizzazione finanziaria dell'azienda e le garanzie occupazionali dei dipendenti diretti e dell'indotto (altri circa 50.000 occupati);
gli interpellanti ritengono fondamentale la difesa del patrimonio industriale e professionale dell'intero perimetro di Tim, della sua rete, dei suoi asset, anche a seguito di eventuali operazioni industriali e societarie che potrebbero determinarsi;
lo scorporo della rete di telecomunicazioni dall'ex monopolista non trova nessun riscontro nel resto d'Europa, mentre pochissimi sono i casi nel mondo. Il progetto di societarizzazione della rete che Tim sta avviando deve necessariamente prevedere il riassorbimento sotto un'unica entità dell'esperienza Open Fiber e il suo mantenimento entro il perimetro del gruppo per evitare che il Paese perda un'azienda con una massa critica sufficiente a garantire gli elevati investimenti necessari;
la nuova Tim dovrà garantire scelte di politica industriale coerenti con gli interessi generali del Paese in materia di innovazione, sviluppo digitale e sicurezza delle reti, dovrà valorizzare, innovare, difendere e sviluppare l'infrastruttura di rete nazionale, garantendone l'apertura con una nuova regolamentazione che garantisca le pari opportunità per tutti gli operatori del settore;
il gruppo Tim ha enormi potenzialità e deve rimanere integro e ogni ipotesi che preveda lo «spezzatino» del gruppo deve essere respinta con decisione;
la rete di Telecom si può a grandi linee dividere in due parti: la rete di distribuzione e la rete di giunzione. Nella rete cosiddetta fissa di distribuzione attualmente coesistono tre tecnologie per fornire servizi voce e dati. Bisogna tenere conto che, fra la terza e la prima categoria, gli apparati utilizzati in centrale sono molto ridotti sia in termini numerici sia in termini di occupazione di spazi, in quanto un solo apparato, denominato OLT (Optical Line Termination), di contenute dimensioni, sostituisce decine e decine di apparati. Questa parte della rete insieme alle centrali, con annessi sistemi di alimentazione e condizionamento, è la parte che Tim vuole destinare alla «Net-Co»;
la rete di giunzione ha il compito di aggregare, smistare e indirizzare i dati da e verso la rete di distribuzione. La si può dividere a sua volta in due grandi macro reti: la rete dati e la rete trasmissiva. Nella rete di giunzione, oltre ad una elevata quantità di apparati, risiede «l'intelligenza della rete». È chiaro che se si parla di sicurezza del Paese è in questa parte della rete che si trovano tutte le informazioni e tutti i dati possibili e immaginabili, sensibili e non. Anche la rete mobile può essere divisa in due parti: la rete di distribuzione che si realizza via etere e la rete di giunzione che, con l'avvento del 4G e del 5G, è quasi del tutto coincidente con la stessa rete di giunzione del fisso. Questa è la parte che Tim sembra voler mantenere dentro la «Service-Co»;
un eventuale controllo di garanzia sulla rete da parte del Governo deve essere esercitato sulla rete alta e una siffatta divisione con 22.000 lavoratori destinati alla rete «bassa», compresi coloro che ancora lavorano sulla rete alta, porterà in breve tempo corpose eccedenze –:
se il Governo intenda acquisire ogni elemento utile per avere dettagliate informazioni sul piano industriale di Tim;
se il Governo intenda, anche attraverso l'impegno diretto di Cassa depositi e prestiti, adottare iniziative per tutelare gli interessi di sistema, mantenendo la rete pubblica saldamente in mano allo Stato al fine di garantire scelte di politica industriale coerenti con gli interessi generali del Paese in materia di innovazione, sviluppo digitale e sicurezza delle reti, sviluppo dell'infrastruttura di rete nazionale e salvaguardia occupazionale.
(2-00109) «Fornaro, Palazzotto, Fassina».
Iniziative di competenza volte all'adeguamento della consistenza degli organici di diritto alle situazioni di fatto, al fine di favorire la completa funzionalità ed efficienza dei servizi scolastici, in particolare garantendo il pieno esercizio del diritto allo studio agli studenti con disabilità
– 2-00111
I)
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, il Ministro per la famiglia e le disabilità, per sapere – premesso che:
secondo i dati resi disponibili dal Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, per l'anno scolastico 2018/2019 mancano su tutto il territorio nazionale 11.647 insegnanti di sostegno didattico su 13.329 unità necessarie nella scuola primaria e in quella di secondo grado;
sempre secondo la tabella ministeriale elaborata dal Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, pubblicata anche on line su siti specializzati come «Orizzonte scuola», al nord le assunzioni nei posti di sostegno sono minime; infatti, a fronte di 10.350 posti liberi, gli assunti sono stati appena 452, con una percentuale media pari al 4,4 per cento (17,6 per cento alla scuola dell'infanzia; 6,9 per cento alla scuola primaria di primo grado e 0,2 per cento alla scuola primaria di secondo grado); mentre al centro Italia la percentuale sale al 26,3 per cento e al Sud la copertura passa al 59,6 per cento;
in definitiva su 13.329 posti disponibili, di cui 10 mila solo al Nord, i posti di sostegno coperti sono stati ad oggi solo 1.682 pari ad appena il 12,6 per cento;
tale situazione impedisce il pieno godimento del diritto allo studio di gran parte degli oltre 240 mila studenti con disabilità presenti nelle scuole italiane –:
se i Ministri interpellati non ritengano doveroso e urgente intervenire per impartire istruzioni e indicazioni in materia di adeguamento delle consistenze degli organici di diritto alle situazioni di fatto, al fine di favorire la completa funzionalità ed efficienza dei servizi scolastici, che non è stato possibile assicurare in sede di definizione dell'organico di diritto, garantendo così il pieno esercizio del diritto allo studio e all'assistenza didattica delle migliaia di studenti con disabilità che frequentano gli istituti primari e secondari del nostro Paese.
(2-00111) «Ubaldo Pagano, Fragomeli, Pagani, Miceli, La Marca, Bonomo, Rizzo Nervo, Fiano, Morgoni, Fassino, Siani, Bordo, Lacarra, Verini, Berlinghieri, Andrea Romano, Melilli, Prestipino, Ferri, Pellicani, Critelli, Boccia, Anzaldi, Viscomi, De Menech, Enrico Borghi, Schirò, Giachetti, Rotta, Romina Mura, Noja, Ascani, Mancini, Di Giorgi, Pezzopane, Carla Cantone, Topo, Marattin, De Luca, Campana, Moretto, Losacco, Raciti, Migliore».
Iniziative volte all'apertura di un tavolo tecnico per consentire la prosecuzione dell'attività della Marrelli Hospital e la salvaguardia dei livelli occupazionali – 2-00126
L)
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della salute, il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, per sapere – premesso che:
il Marrelli hospital, del «gruppo Marrelli» di Crotone, è una clinica privata ad indirizzo polispecialistico medico-chirurgico ed è, da ottobre 2016, una struttura accreditata presso il servizio sanitario nazionale;
già nei mesi scorsi, un gruppo di dipendenti (medici, infermieri, operatori socio-sanitari, amministrativi) del Marrelli Hospital aveva occupato gli uffici del commissario alla sanità Massimo Scura, in conseguenza del fatto che per il 2018 il budget per la specialistica ambulatoriale è rimasto uguale a quello riconosciuto nel 2017: 147 mila euro. Con la differenza che nel 2017 doveva coprire 45 giorni di attività ambulatoriale, mentre per il 2018 le medesime risorse dovrebbero coprirne 365. La realtà è che la clinica nei primi sei mesi del 2018 ha prodotto 6.000 prestazioni, di cui circa 1.000 coperte dal budget;
l'insufficiente budget per il 2018 assegnato al Marrelli Hospital, è stato deciso dal commissario ad acta per il rientro dal debito sanitario della regione Calabria, Massimo Scura, e questo è causa delle difficoltà in cui versa la clinica, alle prese con una forte crisi finanziaria che rischia di portare alla sospensione di tutte le attività assistenziali fino al 31 dicembre 2018;
a seguito delle proteste dei lavoratori e del management della clinica, era stato quindi convocato in prefettura un incontro con il prefetto Cosima Di Stani alla presenza – tra gli altri – del commissario al piano di rientro sanitario Massimo Scura e del direttore generale dell'Asp Sergio Arena. L'incontro sarebbe dovuto servire per tentare una mediazione che consentisse al Marrelli Hospital di continuare la sua mission aziendale: ossia curare i malati. La clinica ha infatti terminato il budget assegnato dal servizio sanitario regionale per le prestazioni. Come riporta « lacnews24.it» del 27 settembre 2018, Massimo Marrelli confermava «la completa chiusura da parte del commissario Scura, il quale ha dichiarato a chiare lettere che non è interessato alle liste d'attesa del territorio crotonese, e che non gli interessa l'erogazione di prestazioni quali Apa e Pac»;
nonostante ciò, la totale mancanza di disponibilità del commissario ad acta, Massimo Scura, a trovare una soluzione e rivedere i fondi regionali per il Marrelli, sta mettendo fortemente a rischio il posto di lavoro per oltre 300 dipendenti e operatori della struttura. Il gruppo Marrelli, cui fanno capo tra le altre le cliniche Marrelli Hospital e Calabrodental, si appresta a inviare alle organizzazioni sindacali oltre trecento lettere di licenziamento per altrettanti dipendenti;
vale la pena ricordare che il Marrelli Hospital in meno di due anni di attività ha erogato prestazioni sanitarie producendo mobilità attiva per la Calabria. Un terzo dei pazienti ricoverati tra il 2017 e il 2018 risiede infatti fuori dalla regione Calabria;
quanto suesposto è ancora più paradossale alla luce del fatto che il Marrelli Hospital è un fiore all'occhiello della sanità calabrese, e che la regione Calabria spende fino a 300 milioni di euro l'anno per curare fuori regione i propri pazienti, che per carenze generali di servizi devono usufruire di altre strutture;
il 2 ottobre 2018, una delegazione di dipendenti del Marrelli Hospital ha manifestato in piazza Montecitorio, a Roma, per denunciare quanto sta succedendo e per avere riconosciute economicamente le prestazioni della specialistica ambulatoriale eseguite da gennaio a giugno scorsi, e scongiurare il rischio licenziamenti;
come hanno dichiarato alle agenzie stampa i dipendenti del Marrelli, durante la manifestazione a Roma, di fatto l'ospedale ha erogato prestazioni per 806 mila euro «che non ci vogliono riconoscere». L'azienda ha finito il budget 2018 lo scorso 30 settembre e dunque contava sull'erogazione di queste prestazioni per andare avanti fino a dicembre e mantenere le maestranze –:
se non si ritenga urgente attivarsi, anche per il tramite del commissario ad acta per l'attuazione del piano di rientro dei disavanzi sanitari della regione Calabria, per l'immediata apertura di un tavolo tecnico tra i Ministeri e i soggetti interessati, al fine di dare rapida soluzione a quanto esposto in premessa e consentire alla Marrelli Hospital di poter continuare a svolgere la sua attività, nonché per impedire che centinaia di persone e famiglie possano perdere il posto di lavoro.
(2-00126) «Maria Tripodi, Cannizzaro, Santelli, Occhiuto».
Iniziative di competenza, anche di carattere normativo, per la decadenza dei direttori generali delle aziende del servizio sanitario della regione Calabria che non hanno raggiunto l'equilibrio di bilancio, anche tramite l'esercizio di poteri sostitutivi del Governo nel caso di inadempienza da parte dei commissari delle regioni sottoposte al piano di rientro dal disavanzo sanitario – 2-00123
M)
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della salute, per sapere – premesso che:
con nota del 19 febbraio 2018, la deputata Dalila Nesci ha diffidato il presidente della regione Calabria, Mario Oliverio, e il commissario per l'attuazione del piano di rientro dal disavanzo sanitario della regione, Massimo Scura, ad adempiere al dettato dell'articolo 14, comma 5, della legge regionale n. 11 del 2004, che prevede la decadenza automatica dei direttori generali delle aziende del servizio sanitario regionale che non abbiano raggiunto l'equilibrio di bilancio, sul presupposto che per 7 dei 9 complessivi si configura tale fattispecie, debitamente argomentata con i dati ufficiali;
l'articolo 1, comma 734, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, prevede che non «può essere nominato amministratore di ente, istituzione, azienda pubblica, società a totale o parziale capitale pubblico chi, avendo ricoperto nei cinque anni precedenti incarichi analoghi, abbia chiuso in perdita tre esercizi consecutivi»;
nella predetta ipotesi, sembrerebbe rientrare l'attuale direttore generale dell'azienda ospedaliera universitaria «Mater Domini» di Catanzaro, Antonio Belcastro, sulla scorta dei risultati di bilancio conseguiti negli anni dal 2011 al 2014;
con esposto del 12 aprile 2018, il primo firmatario del presente atto ha rappresentato alla competente magistratura penale e contabile la mancata attivazione della procedura per la decadenza automatica da parte del governatore della Calabria, sulla scorta della situazione già riassunta nella suddetta nota della deputata Nesci;
con nota del 15 maggio 2018, il primo firmatario del presente atto ha invitato il commissario Scura all'applicazione di quanto previsto dal comma 5 dell'articolo 12 del «Patto per la salute 2014-2016», secondo cui il «Commissario ad acta qualora, in sede di verifica annuale ai sensi dell'articolo 2 comma 81, della legge n. 191 del 2009, riscontri il mancato raggiungimento degli obiettivi del piano di rientro, così come specificati nei singoli contratti dei direttori generali, propone, con provvedimento motivato, la decadenza degli stessi, dei direttori amministrativi e sanitari degli enti del servizio sanitario regionale»;
la suddetta nota non ha ad oggi trovato risposta né seguito e i summenzionati 7 direttori generali del servizio sanitario regionale della Calabria sono rimasti al loro posto;
la relazione, dell'aprile 2008, della commissione ministeriale inviata in Calabria a seguito della morte, nel 2007, dei minori Federica Monteleone, Flavio Scutellà ed Eva Ruscio, ha evidenziato, tra le criticità del servizio sanitario regionale, una diffusa illegalità di gestione;
ciononostante, la sanità calabrese è ancora segnata da provvedimenti in contrasto con le norme vigenti, per esempio con riferimento alla vicenda delle procedure concorsuali per 14 nuovi primari nell'Asp di Cosenza, infine revocate dopo formale diffida del primo firmatario del presente atto al direttore generale Raffaele Mauro, oppure all'assegnazione di un incarico nell'Asp di Crotone a dirigente che aveva presentato la domanda fuori termine o alla vicenda della nomina del direttore generale facente funzioni della stessa Asp da parte del direttore del dipartimento amministrativo dell'azienda o, ancora, al decreto del commissario ad acta n. 166 del 2018, con cui il commissario Scura si è attribuito le funzioni di direttore generale dell'Asp di Reggio Calabria, Asp peraltro al momento oggetto di accesso ai sensi degli articoli 143 e 146 del decreto legislativo n. 267 del 2000 e successive modificazioni e integrazioni;
nell'elenco degli idonei alla carica di direttore generale di azienda sanitaria pubblicato dal Ministero della salute il 30 luglio 2018, non compaiono i direttori delle aziende del servizio sanitario regionale della Calabria Sergio Arena e Frank. A. Benedetto, quest'ultimo già oggetto di una contestazione, da parte della Regione Calabria, relativa ai requisiti posseduti –:
quali iniziative urgenti di competenza intenda assumere per l'attivazione della procedura di decadenza dei suddetti 7 direttori generali;
se non ritenga di promuovere iniziative normative atte a consentire l'esercizio del potere sostitutivo del Governo nelle procedure di nomina, decadenza o sostituzione dei vertici delle aziende del servizio sanitario regionale, in caso di inadempienza da parte dei commissari delle regioni in piano di rientro dal disavanzo sanitario;
se non ritenga di promuovere iniziative normative affinché i direttori generali delle aziende del servizio sanitario regionale non siano nominati dalla politica ovvero siano individuati attraverso procedure trasparenti e imparziali.
(2-00123) «Sapia, Nesci, Massimo Enrico Baroni, Bologna, D'Arrando, Lapia, Lorefice, Mammì, Menga, Nappi, Provenza, Sarli, Sportiello, Trizzino, Troiano, Leda Volpi, Acunzo, Adelizzi, Piera Aiello, Alaimo, Alemanno, Amitrano, Angiola, Aprile, Aresta, Ascari, Azzolina, Baldino, Barbuto, Battelli».
Chiarimenti in merito allo stato di realizzazione del catasto delle strade con riferimento ai manufatti viari sospesi per il transito di trasporti eccezionali, nonché ai tempi per la piena operatività della struttura telematica «open data» – 2-00125
N)
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, per sapere – premesso che:
in data 28 ottobre 2016 ad Annone in provincia di Lecco si è verificato il crollo di un ponte lungo la strada provinciale n. 49 sovrastante la strada statale 36 del lago di Como e dello Spluga contestuale al passaggio di un tir trasporto eccezionale;
il crollo determinava la morte del signor Claudio Bertini di Civate, la cui auto è stata schiacciata dal cavalcavia;
purtroppo, non è stato l'unico caso e il ripetersi di questi tragici eventi è la dimostrazione che in materia autorizzatoria si intrecciano competenze statali e locali che rendono poco chiara la normativa di riferimento e permettono trasporti sulle infrastrutture stradali ben al di sopra dei carichi di progetto e della loro resistenza;
proprio a seguito di quell'evento, nella scorsa legislatura è stata approvata, in data 24 maggio 2017, la risoluzione n. 7-01218 presso la IX Commissione trasporti che impegnava il Governo pro tempore: «a promuovere entro sessanta giorni i tavoli tecnici in ambito regionale che coinvolgano gli enti territoriali interessati al fine di produrre entro un anno un sistema digitalizzato su base regionale, supervisionato dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti che raccolga i dati del censimento delle infrastrutture viarie sospese, quali ponti viadotti e cavalcavia, in particolare prevedendo che sia riportato l'anno di costruzione, la portata dell'infrastruttura, lo stato e lo storico degli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria nonché a prevedere una struttura telematica cosiddetta “open data” che permetta l'inserimento di informazioni in tempo reale quali la possibilità di interventi emergenziali o programmati di manutenzione che riducano e temporaneamente la portata dell'infrastruttura, e consenta la consultazione e la condivisione delle medesime informazioni da parte degli enti territoriali e degli altri soggetti interessati»;
con decreto ministeriale protocollo n. 293 del 15 giugno 2017 sono state definite misure in tema di autorizzazioni alla circolazione dei veicoli eccezionali e dei trasporti in condizioni di eccezionalità;
la direttiva, adottata in base all'articolo 5.1 del codice della strada e della normativa vigente del settore, affronta i temi della realizzazione e pubblicazione del catasto delle strade con le informazioni necessarie a caratterizzare la percorribilità delle stesse, le modalità con cui deve essere svolta l'istruttoria preventiva sulle richieste di autorizzazione, la necessità di coordinamento tra gli enti proprietari delle strade e delle opere d'arte interessate dal transito, le eventuali prescrizioni e/o le particolari cautele ed accorgimenti tecnici da imporre nell'autorizzazione ai fini della tutela e della salvaguardia del patrimonio stradale e della sicurezza della circolazione;
quando gli enti proprietari o gestori di strade risultano essere diversi da quelli che autorizzano il trasporto e nel caso in cui non siano disponibili e pubblicate le indicazioni aggiornate di percorribilità di cui al catasto delle strade è stato escluso il principio del silenzio/assenso –:
quale sia lo stato di realizzazione del catasto delle strade in riferimento ai manufatti viari sospesi per il transito di trasporti eccezionali, quali saranno i tempi per la piena operatività della struttura telematica «open data» finalizzata a raccogliere in tempo reale informazioni sulle infrastrutture interessate e se siano in previsione interventi anche per quel che concerne il processo di autorizzazione del transito dei suddetti trasporti con l'obiettivo di rafforzare la sicurezza sulle strade.
(2-00125) «Fragomeli, Carnevali, Rossi, Nobili, Ubaldo Pagano, Pagani, Anzaldi, Del Basso De Caro, Miceli, Ferri, Losacco, Raciti, Colaninno, Mancini, Paita, Berlinghieri, Mor, Ceccanti, Gavino Manca, Siani, Mura, Scalfarotto, Librandi, Gariglio, Piccoli Nardelli, Moretto, Quartapelle Procopio, Giacomelli, Benamati, Migliore».