XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 60 di mercoledì 10 ottobre 2018

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ETTORE ROSATO

La seduta comincia alle 15.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

MIRELLA LIUZZI, Segretaria, legge il processo verbale della seduta dell'8 ottobre 2018.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro per i Rapporti con il Parlamento e la democrazia diretta, la Ministra per il Sud, la Ministra per la Pubblica amministrazione e il Ministro dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare.

Invito gli oratori a un rigoroso rispetto dei tempi considerata la diretta televisiva in corso.

(Chiarimenti in merito agli effettivi intendimenti del Governo in materia di investimenti pubblici - n. 3-00227)

PRESIDENTE. La deputata Chiara Gribaudo ha facoltà di illustrare l'interrogazione Delrio ed altri n. 3-00227 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.

CHIARA GRIBAUDO (PD). Grazie, Presidente. Oggi doveva esserci qui il Ministro Tria, ma pare ci sia qualche problema con i microfoni. Quando Tria sta per dire la verità sulla manovra gli vengono spenti i microfoni. È accaduto ieri in Commissione e oggi qui al suo posto c'è il Ministro Fraccaro ed è molto, molto grave. Mi spiace, ma il mio microfono lei non potrà spegnerlo.

Nel DEF avete scritto che farete 22 miliardi di deficit per fare sussidi e condoni, mentre solo lo 0,2 per cento del PIL sarà destinato a investimenti. Continuate, però, a dire anche che realizzerete il più grande piano di investimenti della storia italiana. E, allora, perché non avete fatto fino ad oggi, signor Ministro, nemmeno uno dei decreti attuativi per spendere i 36 miliardi di euro che il PD vi ha lasciato nella scorsa legge di bilancio, 36 miliardi che sono fermi e bloccati? E sa il motivo, Ministro? Perché fino ad oggi voi non avevate convocato ancora un CIPE, ma evidentemente la nostra interrogazione ha fatto il miracolo perché oggi è arrivata la convocazione del CIPE. Quindi, finalmente forse riuscirete a sbloccare queste risorse.

PRESIDENTE. Grazie, collega…

CHIARA GRIBAUDO (PD). Il problema, però, è che voi non ci dite cosa intendete fare per gli investimenti e per la crescita dei posti di lavoro nel nostro Paese…

PRESIDENTE. Grazie, collega Gribaudo.

Il Ministro per i Rapporti con il Parlamento e la democrazia diretta, Riccardo Fraccaro, ha facoltà di rispondere.

RICCARDO FRACCARO, Ministro per i Rapporti con il Parlamento e la democrazia diretta. Signor Presidente, colleghi deputati, rispondo al quesito posto dagli onorevoli interroganti sulla base degli elementi forniti dal Ministro Tria, impossibilitato a partecipare perché impegnato all'estero (e sto parlando del G20).

Desidero, anzitutto, esprimere vivo apprezzamento per l'occasione offerta dall'opposizione di illustrare le iniziative che il Governo intende assumere per il rilancio degli investimenti. Al riguardo, la procedura prevista dal DPCM di utilizzo del Fondo investimenti è stata modificata alla luce della sentenza n. 74 del 2018, con cui la Corte costituzionale ha dichiarato illegittima la mancata intesa con gli enti territoriali per il riparto del suddetto Fondo prevista nella legge di bilancio del Governo Renzi. Le risorse del Fondo investimenti, pari a 35,5 miliardi di euro - e, quindi, al netto dei 575 milioni per gli interventi urgenti a favore della città di Genova - sono in via di ripartizione attraverso un nuovo schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri. Tale decreto è in fase avanzata di predisposizione e sarà adottato entro il 31 ottobre 2018. Inoltre, il Governo ha istituito un fondo per gli enti locali ai fini dell'utilizzo degli avanzi di amministrazione, con una dotazione complessiva pari a circa un miliardo di euro fino al 2021, per consentire ai comuni virtuosi di reinvestire le risorse sul territorio. Con il disegno di legge di bilancio 2019-2021 saranno poi previste ulteriori risorse aggiuntive per gli investimenti pubblici per un importo pari a un punto percentuale di PIL nel triennio, ovvero ulteriori 18 miliardi di euro attraverso l'istituzione di due specifici Fondi per gli interventi delle amministrazioni centrali dello Stato e per gli enti territoriali. Infine, con la stessa legge di bilancio sarà previsto un incremento delle dotazioni del Fondo sviluppo e coesione per complessivi 4 miliardi di euro per la programmazione di nuovi interventi.

Per questo Governo il rilancio degli investimenti rappresenta una componente strategica per perseguire obiettivi di sviluppo economico sostenibile e socialmente inclusivo. Intendiamo varare il più grande piano di investimenti degli ultimi anni per consentire al sistema Paese di ripartire dopo gli anni di austerity e di tagli. Questo piano sarà accompagnato dalla semplificazione burocratica, dalla riforma del codice dei contratti pubblici, dalla digitalizzazione dei servizi pubblici e dall'accelerazione dei processi civili, riforme strategiche che consentiranno di veicolare, con maggiore efficacia, gli investimenti che stiamo mettendo in campo. Unitamente allo stanziamento di risorse per gli investimenti, è fondamentale potenziare la relativa capacità di spesa, anche per mezzo di una riorganizzazione mirata della pubblica amministrazione che ne migliori le capacità di predisporre, valutare e gestire piani e progetti. In questo senso la task force sugli investimenti pubblici servirà a rimuovere ogni ostacolo alla crescita sostenibile su cui finalmente si torna a investire come Governo e come Paese.

PRESIDENTE. La deputata Alessia Morani, cofirmataria dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.

ALESSIA MORANI (PD). Grazie, Presidente. Gentile Ministro, la invito a leggere la Nota di aggiornamento al DEF perché oggi ha dato delle cifre a casaccio e, quindi, se la legga, così magari la prossima volta riuscirà ad essere un po' più preciso. Dopodiché ci dichiariamo insoddisfatti rispetto alla sua risposta poiché non abbiamo capito la motivazione per cui, come abbiamo chiesto, volete modificare il codice degli appalti che, dall'inizio dell'anno, ha prodotto un più 43 per cento di aggiudicazioni e un più 75 per cento di importi aggiudicati delle opere pubbliche. C'è chiaro, però, quello che volete fare, invece, con il decreto su Genova e con i poteri straordinari al commissario. Come è noto, il codice degli appalti prevede già, per le emergenze, la possibilità di derogare alle regole ordinarie, ma quello che fate voi è una cosa enorme perché attribuite al commissario il potere anche di derogare alla normativa antimafia. Questa mattina il presidente Cantone, dell'Autorità nazionale antimafia, ha lanciato l'allarme dicendo che ci sono rischi per le infiltrazioni mafiose. Attenzione, Ministro, attenzione, perché con le infiltrazioni mafiose non si scherza.

Ma siamo insoddisfatti anche rispetto alla risposta sulla parte che riguarda gli investimenti, poiché, in quattro mesi, non siete stati in grado di fare una sola riunione del CIPE, l'organismo che decide i finanziamenti e i progetti che avete già trovato belli e fatti e già finanziati. Ve ne elenco solo qualcuno: la Torino-Lione, per 2,3 miliardi; il Terzo Valico, 760 milioni e 4 mila posti di lavoro a rischio; la statale n. 106 Jonica; la Quadrilatero, per la quale sono già partite le procedure di licenziamento per una sessantina di dipendenti e non parlo delle periferie perché avete già scippato ai comuni italiani un miliardo 600 milioni. Non vorremmo, però, che anche per gli investimenti in opere pubbliche che ipotizzate il Governo si riducesse a investimenti di pura fantasia, un po' come il ponte di Toninelli su cui a Genova devono andare a giocare i bambini oppure il tunnel del Brennero che non esiste. Faccia una cosa, Ministro: lo dica lei al Ministro Toninelli che il tunnel del Brennero ancora non è stato fatto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

(Chiarimenti in merito agli interventi realizzati e a quelli che si intendono adottare a favore del Mezzogiorno - n. 3-00228)

PRESIDENTE. Il deputato Marcello Gemmato ha facoltà di illustrare l'interrogazione Lollobrigida ed altri n. 3-00228 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

MARCELLO GEMMATO (FDI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, Ministro, dalle dichiarazioni da lei rilasciate a mezzo stampa e soprattutto nelle sole sei righe del cosiddetto “contratto di Governo” si evince tutta una serie di enunciazioni di principio riguardanti il Mezzogiorno: zone economiche speciali, infrastrutture che dovrebbero, come da lei dichiarato testualmente, riconnettere il Sud con il resto del Paese, 100 miliardi che lei diceva si sarebbero trovati per il meridione, sgravi contributivi per i disoccupati. Ad oggi, purtroppo, tutto questo è rimasto un'enunciazione di principio e di concreto non vi è nulla.

Il gruppo di Fratelli d'Italia ritiene necessario, anche a seguito di quanto dichiarato dal sottosegretario Castelli che dice che al Sud servono risorse straordinarie, che almeno il 50 per cento della spesa complessiva dello Stato venga investita in infrastrutture per il Sud. Ci chiediamo, Ministro, in concreto quali misure questo Governo intende intraprendere per il meridione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. La Ministra per il Sud, Barbara Lezzi, ha facoltà di rispondere.

BARBARA LEZZI, Ministra per il Sud. Grazie, onorevole, per il quesito che mi ha posto. Intendo, innanzitutto, precisare che non ho mai dichiarato nulla che attenga a questi 100 miliardi. Se è stato scritto da organi di stampa evidentemente è una notizia falsa. Quello che il nostro Governo ha intenzione di fare per il Mezzogiorno d'Italia è finalmente attuare degli investimenti nella quota ordinaria - quella nazionale - che sia pari almeno al 34 per cento. Il 34 per cento noi lo abbiamo fissato - e ci sono diversi studi a proposito - in quanto il 34 per cento della popolazione risiede nel Mezzogiorno d'Italia. Come misure straordinarie, come sicuramente gli interroganti sapranno, ci sono i fondi strutturali europei, i quali devono ritornare ad essere dei fondi addizionali rispetto alla quota ordinaria, cosa che nel corso degli anni ormai purtroppo è diventata fondamentalmente sostitutiva della quota ordinaria.

Ritengo che finalmente per il Mezzogiorno d'Italia sia arrivato il tempo di essere trattato con la dignità che merita, e quindi senza azioni straordinarie e clientelari, che spesso, ad opera della politica precedente, si sono succedute nei territori del Mezzogiorno, che hanno provocato l'impoverimento e l'aumento del divario rispetto al resto d'Italia. Nelle sei righe che noi abbiamo sottoscritto nel contratto di programma parliamo molto chiaramente di azioni omogenee tese all'accorciamento del divario con il resto della nazione. Intendiamo armonizzare con il concerto delle regioni, partendo dalla priorità che tutte le risorse devono rimanere nei territori, perché questa è un'altra menzogna che viene spacciata sui media.

Infatti, è già da qualche settimana che ho inoltrato alla Commissione europea uno specifico emendamento in cui si fissa nella riprogrammazione la priorità per i territori a cui competono quelle risorse. Questo per noi è un concetto assolutamente insuperabile. Quindi, nell'armonizzazione, che farò di concerto, come ho già iniziato a fare, con tutte le regioni d'Italia, in modo tale da ottenere una programmazione efficace, efficiente, che fino adesso, visti tutti i risultati, non si è ottenuta (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Il deputato Gemmato ha facoltà di replicare.

MARCELLO GEMMATO (FDI). Grazie, Ministro. Mi ritengo parzialmente soddisfatto della risposta. Innanzitutto, come chiosa, le vorrei dire che la sua dichiarazione rispetto ai 100 miliardi si evince dagli organi di stampa: potrebbe chiedere, magari, all'ordine dei giornalisti, quell'ordine che, ricordo, voi volete chiudere, di dare un contributo di verità e vedere chi ha detto il falso; però mi attengo a ciò che dice la stampa e la stampa dice che lei avrebbe reperito 100 miliardi per il Meridione, e sono preoccupato sia per il fatto che la stampa dica il falso, ma, soprattutto, per il fatto che non vi siano i 100 miliardi e quind, questo è un dato che, da meridionale, mi sento di evidenziare. A tal proposito, voglio anche ricordare che, purtroppo, il tasso di disoccupazione del Meridione ci consegna sempre più un'Italia a due velocità, dove la fotografia del Nord è sempre uguale alla Germania, mentre la fotografia del Sud è pedissequamente uguale, invece, alla Grecia. Rispetto a questo, Ministro, noi ci saremmo aspettati ben altre misure. Il 34 per cento ritengo sia la quota destinata dal precedente Governo, quel Governo che voi così tanto avete vituperato in questi anni e in questi mesi. Noi di Fratelli d'Italia riterremmo che, per colmare quel gap che esiste tra un'Italia a due velocità, il 50 per cento sia la quota essenziale di cui dotare le regioni meridionali, e le cito uno dei mille episodi, che lei conosce molto meglio di me, delle ignominie che noi viviamo da meridionali sulla nostra pelle. La Bari-Napoli: 250 chilometri che si percorrono in più di tre ore e mezza. La dorsale adriatica è a binario unico. Ciò rende i nostri porti, il porto di Bari, il porto di Taranto, non competitivi con i porti del settentrione dell'Europa, tant'è vero, e concludo, Presidente, che noi siamo costretti a veder passare le navi che dal Medioriente e dall'Africa afferirebbero all'Italia, fare il giro e arrivare al Nord Europa. Allora, su questo noi vorremmo un confronto serio, e, Ministro, ci creda, lei si troverà il gruppo di Fratelli d'Italia al suo fianco nel momento in cui vorrà percorrere con noi questa strada (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

(Elementi in ordine al piano straordinario di assunzioni nel pubblico impiego – n. 3-00229)

PRESIDENTE. Il deputato Giglio Vigna ha facoltà di illustrare l'interrogazione Molinari ed altri n. 3-00229 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

ALESSANDRO GIGLIO VIGNA (LEGA). Signor Ministro, ha recentemente dichiarato di non voler procedere ad assunzioni generalizzate, ma di voler pianificare il reclutamento solo in settori strategici, con particolare riguardo a profili tecnici e al personale delle forze dell'ordine. Il Ministro dell'interno Matteo Salvini nei giorni scorsi ha annunciato un piano straordinario di assunzioni di circa 7.300 persone nelle forze dell'ordine e nei vigili del fuoco.

Il piano di assunzioni non riguarderà, quindi, un'unica categoria, in quanto è previsto anche un incremento di vigili del fuoco di circa 1.500 unità. L'obiettivo, sempre secondo quanto riportato da alcuni quotidiani, è di giungere a un incremento complessivo quanto meno di 5.800 unità nelle forze dell'ordine, 1.500 nei vigili urbani e di unità di personale della Protezione civile, di dirigenti amministrativi e personale nella carriera prefettizia. Vorremmo sapere quali siano i termini di questo piano straordinario di assunzioni e le linee generali di intervento del Governo.

PRESIDENTE. La Ministra per la Pubblica amministrazione, Giulia Bongiorno, ha facoltà di rispondere.

GIULIA BONGIORNO, Ministra per la Pubblica amministrazione. Signor Presidente, onorevoli deputati, io credo fortemente nel fatto che le politiche finanziarie restrittive che negli ultimi anni si sono tradotte, di fatto, in tagli della spesa corrente, nel cosiddetto blocco delle assunzioni, hanno inciso negativamente sulla pubblica amministrazione. Non credo affatto che bisogna tagliare il personale. Per questo, questo Governo sta andando in direzione opposta; sta andando in direzione opposta anche perché c'è un'esigenza di ricambio generazionale, perché l'età media dei dirigenti pubblici in servizio è pari a 52 anni e la percentuale di personale con età inferiore ai 35 anni è del 2 per cento del totale.

È stato già approvato dal Consiglio dei ministri un disegno di legge, cosiddetto “concretezza”, in cui sono individuate modalità accelerate per l'assunzione di nuovo personale in alcuni settori strategici: digitalizzazione, razionalizzazione e semplificazione dei processi e dei procedimenti amministrativi, qualità dei servizi pubblici, gestione dei fondi strutturali e della capacità di investimento, contrattualistica pubblica, controllo di gestione e attività ispettiva. Dunque, non più tagli: nuove assunzioni, nuove assunzioni in settori strategici, nuove iniezioni di risorse. Passando alla sua specifica domanda, sono tre i settori interessati al piano assunzionale straordinario. Il primo riguarda il personale dell'amministrazione civile dell'interno, e più specificamente il personale della carriera prefettizia e il personale contrattualizzato dirigenziale e non.

In tale ambito, si intende programmare, in aggiunta alle facoltà assunzionali previste a legislazione vigente, un'ulteriore congrua assunzione di personale a decorre dal 2019. Alla copertura degli oneri derivanti da tali assunzioni si provvederà con le risorse ottenute dai risparmi conseguiti con la razionalizzazione della spesa per la gestione dei centri per l'immigrazione. Secondo settore oggetto di potenziamento è quello del Corpo nazionale dei vigili del fuoco. Al fine di garantire migliori standard operativi e assicurare più idonei livelli di efficienza è previsto un numero significativo di assunzioni nel biennio 2019-2020. Terzo ambito: potenziamento delle forze di Polizia. Ci sarà un piano straordinario nel triennio 2019-2023. Infine, allo scopo di incrementare l'efficienza degli istituti penitenziari, nonché per le indifferibili necessità di prevenire e contrastare la diffusione dell'ideologia di matrice terroristica, ci saranno assunzioni anche nel settore del Corpo di polizia penitenziaria.

PRESIDENTE. Il deputato Giglio Vigna ha facoltà di replicare.

ALESSANDRO GIGLIO VIGNA (LEGA). Grazie, Ministro. Siamo soddisfatti della risposta, siamo veramente soddisfatti della risposta. Le nostre città in questo momento hanno bisogno di altre donne e di altri uomini nelle forze dell'ordine; in particolare, le periferie delle nostre grandi città. E lo stesso discorso vale per i vigili del fuoco e vale per la Protezione civile. Più donne e più uomini uguale più controllo del territorio, ed è proprio quello che il Paese ci sta chiedendo in questo momento. Grazie Ministro e grazie Presidente (Applausi dei deputati del gruppo Lega-SalviniPremier).

(Iniziative di competenza volte all'applicazione del “principio di precauzione” per la salvaguardia della falda idrica, con riferimento al comune di Predosa e al progetto di discarica nel comune di Sezzadio, in provincia di Alessandria – n. 3-00230)

PRESIDENTE. Il deputato Fornaro ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00230 (Vedi l'allegato A).

FEDERICO FORNARO (LEU). Signor Presidente, signor Ministro, nel novembre 2011 iniziava un lungo iter relativo al progetto di una discarica per il conferimento di rifiuti speciali non pericolosi nel comune di Sezzadio, in provincia di Alessandria.

Fin dall'inizio le comunità locali, ben 32 amministrazioni della Val Bormida, territorio già gravemente offeso sotto il profilo ambientale per la nota vicenda quasi centenaria dell'Acna di Cengio, si sono opposte alla localizzazione di questo impianto in un'area che già la regione Piemonte, tramite il piano territoriale delle acque, ha inserito tra le aree di ricarica della falda. A valle del progettato impianto, infatti, nel comune di Predosa, esiste un campo pozzi che potenzialmente è in grado di dare una risposta alla domanda di acqua potabile per circa 250 mila abitanti. Quello che chiedono le popolazioni è, in estrema sintesi, la concreta attuazione del principio di precauzione, e quindi chiedono a lei, signor Ministro, quali iniziative, per quanto di sua competenza, possono essere assunte al fine di garantire un'efficace applicazione del principio di precauzione per la salvaguardia della falda.

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare, Sergio Costa, ha facoltà di rispondere.

SERGIO COSTA, Ministro dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare. Grazie Presidente, grazie onorevole interrogante, con riferimento alle questioni poste e sulla base degli elementi acquisiti, occorre evidenziare in via preliminare che, al fine di mantenere e migliorare le caratteristiche qualitative delle acque superficiali e sotterranee destinate al consumo umano e per tutelare lo stato delle risorse, spetta alle regioni individuare le aree di salvaguardia distinte in zone di tutela assoluta, zone di rispetto e zone di protezione. Resta dunque in capo all'amministrazione regionale la disciplina di tale aree, comprese le misure relative alla destinazione del territorio interessato e l'adozione di eventuali limitazioni e prescrizioni alle varie tipologie di insediamento.

A tale proposito, la regione Piemonte ha segnalato che il campo pozzi di Predosa è stato oggetto di ridefinizione delle aree di salvaguardia già nel 2011. Inoltre, l'area sulla quale insisterebbe la proposta discarica rientra tra quelle oggetto della deliberazione di giunta del febbraio del 2018, relativa alle aree di ricarica degli acquiferi profondi, che, per le discariche di rifiuti non pericolosi, prevede la realizzazione o l'ampliamento di nuovi impianti, purché sia garantita maggiore protezione del terreno e delle acque sotterranee rispetto a quanto già previsto dalla normativa vigente. Vengono infatti individuate specifiche misure cautelari relative, in particolare, alla distanza del fondo scavo dalla falda, l'impermeabilizzazione del fondo e il livello del percolato, nonché l'esecuzione di un sistema di misure di protezione immediata della falda per impedire o comunque minimizzare la fuoriuscita di sostanze indesiderate. L'eventuale realizzazione di discariche all'interno della perimetrazione delle aree di ricarica dovrà pertanto necessariamente conformarsi alle misure richiamate nell'ambito delle procedure autorizzative predette. Inoltre, per quanto concerne il potenziale rischio di contaminazione delle acque sotterranee, risulta che l'ARPA Piemonte ha proceduto ad una ricostruzione dell'andamento degli acquiferi; per cui su questo è particolarmente impegnata. Posso, inoltre, dire che il mio Ministero, già informato della problematica - e la ringrazio nuovamente -, intende incontrare nei prossimi giorni i comuni interessati - credo siano 32, che hanno firmato anche un atto di comune impegno - e invierò anche gli ispettori dell'ISPRA, proprio perché si tratta di falde acquifere, quindi per applicare, come lei ha detto, l'articolo 191 del Trattato europeo sul principio di precauzione.

PRESIDENTE. Il deputato Fornaro ha facoltà di replicare.

FEDERICO FORNARO (LEU). Presidente, ringrazio il signor Ministro per la risposta. È evidente che la competenza primaria è di tipo regionale, ma noi abbiamo ritenuto di sottoporre alla sua attenzione, attraverso l'interrogazione, questa vicenda proprio per la straordinarietà della situazione: noi ci troviamo di fronte al rischio potenziale - magari fra tre generazioni, quando non ci saremo più noi - di poter mettere a rischio una falda acquifera che, ripeto, sarebbe in grado potenzialmente di rispondere alla domanda di acqua potabile di oltre 250 mila persone. La preoccupazione delle popolazioni e dei comitati è proprio questa, e cioè: oggi con le tecniche attuali, con le conoscenze attuali, si potrebbe in linea teorica anche costruire in sicurezza una discarica, ma domani? Quindi, prima di mettere a rischio un sì tale patrimonio straordinario, chiediamo, e quindi ci appelliamo anche alla sua sensibilità e alla sua storia, che si possa attuare e applicare il principio di precauzione. Quindi, vediamo positivamente sia l'incontro con i comuni, che, ricordo, hanno stipulato una convenzione tra di loro (sono 32), sia l'invio degli ispettori dell'ISPRA, perché credo che da questo punto di vista sia interesse di tutti, al di là delle diverse bandiere politiche, che una tale riserva d'acqua, tra l'altro di elevata qualità, non possa essere messa a rischio oggi, domani e dopodomani.

(Iniziative volte alla tutela dell'ambiente marino e della salute dei cittadini, attraverso il corretto recupero e smaltimento dei rifiuti in plastica – n. 3-00231)

PRESIDENTE. La deputata Paola Deiana ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00231 (Vedi l'allegato A).

PAOLA DEIANA (M5S). Presidente, signor Ministro, tra le principali fonti di inquinamento del mare va considerata inprimis la presenza di plastiche e microplastiche; si stima che ogni anno ne finiscano in mare 8 milioni di tonnellate, fenomeno che non lascia immune il Marenostrum. Bottiglie, imballaggi, reti da pesca e sacchetti rappresentano le maggiori cause di soffocamento e intrappolamento di specie marine. Inoltre, le plastiche, una volta finite in acqua, si frammentano in parti più piccole, che, oltre ad essere ingerite da una grande varietà di organismi marini, possono rilasciare sostanze chimiche. Risulta evidente che questo fenomeno stia causando ingenti danni alle specie e alla catena alimentare, di cui, ricordo, l'uomo è parte integrante. Per tali ragioni, chiedo a lei, signor Ministro, quali provvedimenti il Governo intenda assumere per tutelare l'ambiente marino sotto il profilo della prevenzione e del corretto avvio, recupero e smaltimento dei rifiuti in plastica oggi presenti nei mari e nei laghi.

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare, Sergio Costa, ha facoltà di rispondere.

SERGIO COSTA, Ministro dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare. Presidente, ringrazio l'onorevole interrogante, perché la sua interrogazione mi dà agio di poter dire che questo effettivamente è un problema serio. Noi sappiamo che mediamente vengono prodotti 300 milioni di tonnellate di plastica a livello globale, nel pianeta, e addirittura 8 milioni annue le ritroviamo nei mari, compreso il Mar Mediterraneo, che peraltro è un mare abbastanza chiuso, quindi ha un interscambio marino estremamente ridotto. Questo è un problema molto serio, che noi affrontiamo sia a livello europeo, come Paese Italia, sia a livello nazionale. Che intendo dire? A livello europeo è recentissimo che il Consiglio dei Ministri dell'ambiente europei - io ero lì presente - ha votato una direttiva che nei prossimi mesi andrà in Parlamento europeo - e quindi presumibilmente verrà votata - proprio per limitare, fino ad escludere, il commercio di plastiche monouso e getta, quindi senza demonizzare le plastiche, ma quelle monouso e getta. Ma già sappiamo, perché ci siamo portati avanti, che dal 1° gennaio 2019, tra qualche mese, i bastoncini di plastica saranno vietati e dal 1° gennaio 2020 anche i cosmetici esfolianti che contengono le microplastiche. Quindi, come Paese Italia ci siamo già portati avanti, ma ci vogliamo portare ancora avanti, perché è mia intenzione nei prossimi giorni depositare un disegno di legge governativo, che io vorrei chiamare “salva mare”, per proteggere il mare dalle plastiche. Quindi, non solo vietando, ovviamente nei tempi previsti dalla direttiva europea, l'uso di plastiche usa e getta, quindi vietarne il commercio e, di fatto, l'utilizzo, ma anche favorendo un percorso importante, ad esempio, con i pescatori, che sono una grande risorsa in un Paese per due terzi bagnato dall'acqua, affinché possano prendere i rifiuti che normalmente si trovano nelle loro reti in ragione addirittura del 50 per cento del pescato, e poterli condurre, per esempio, presso i porti e disporli nelle isole ecologiche che stiamo attrezzando. Una norma nuova che ci porta avanti - saremo i primi in Europa - e, devo dire la verità, con grande soddisfazione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Il deputato Giovanni Vianello, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.

GIOVANNI VIANELLO (M5S). Presidente, ringrazio il signor Ministro. Grazie veramente, siamo pienamente soddisfatti di questa risposta. Finalmente il Governo italiano è protagonista su un tema così delicato, così importante, e lo sarà anche a livello europeo. La mia collega Deiana, così come anche lei, Ministro, ha ricordato delle 8 milioni di tonnellate che ogni anno finiscono in mare. Pensate, è all'incirca come se un camion carico di rifiuti plastici ogni minuto sversasse in mare questo quantitativo, per tutto l'anno! È importante agire, muoversi, perché se non si contrasta questo fenomeno le stime affermano che questo quantitativo possa aumentare, arrivando addirittura a quattro volte tanto, e questo non possiamo permettercelo.

Non possiamo permettercelo e non lo possiamo sicuramente accettare. Bisogna agire in virtù di quello che già le direttive europee e la normativa italiana prevedono sul trattamento dei rifiuti. Al primo punto, vi è la riduzione a monte della produzione dei rifiuti, quindi, l'iniziativa plastic free del Ministero dell'ambiente e, ancora, le iniziative che partiranno dal 1° gennaio; finalmente, l'Italia persegue questa politica in maniera virtuosa.

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

GIOVANNI VIANELLO (M5S). Non possiamo certamente fermarci a questo; noi saremo sempre al fianco di questo Governo nel momento in cui continua a fare gli interessi dei cittadini e a salvaguardare l'ambiente. Dobbiamo ricordare, appunto, che il problema non è soltanto dell'Italia, ma è un problema a livello globale. Negli oceani ci sono le cosiddette cinque isole di plastica, due sono nel Pacifico, due nell'Atlantico e una nell'Indiano, ma anche il Mar Mediterraneo, il nostro mare, nonostante rappresenti all'incirca l'1 per cento dell'acqua a livello mondiale, ha, purtroppo, una presenza del 7 per cento circa delle micro plastiche a livello globale. Quindi, è di fatto, quasi una nuova isola di plastica su cui si deve intervenire, intervenire con questi provvedimenti, e ha fatto e fa benissimo il Ministero dell'ambiente a coinvolgere i pescatori (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Vianello.

(Intendimenti in ordine al rafforzamento degli organici del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, con particolare riferimento alla stabilizzazione dei 350 lavoratori provenienti da Sogesid – n. 3-00232)

PRESIDENTE. L'onorevole Prestigiacomo ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00232 (Vedi l'allegato A).

STEFANIA PRESTIGIACOMO (FI). Grazie, Presidente. Ministro Costa, Sogesid, lei lo sa bene, è una società in house del Ministero dell'ambiente, i cui dipendenti in stragrande maggioranza lavorano ogni giorno presso il Ministero e sono circa 400. Queste persone, con altissima professionalità, da anni, alcune da oltre vent'anni, svolgono un ruolo decisivo nell'attività ordinaria del Ministero.

Ora, lei ha annunciato che, entro il 2019, farà a meno dei lavoratori Sogesid; queste persone intende mandarle a casa o vuol fare un concorso, garantendo per loro una corsia preferenziale? Concorso però di cui, al momento, non c'è traccia.

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

STEFANIA PRESTIGIACOMO (FI). La convenzione scaduta che trasferisce le risorse alla Sogesid, con la quale si pagano, tra l'altro, anche questi lavoratori, intende rinnovarla e per quanto tempo?

PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole Prestigiacomo.

STEFANIA PRESTIGIACOMO (FI). Ecco, la invito a fare chiarezza perché lei ha gettato nello sconforto 400 famiglie italiane che assicurano soprattutto l'operatività giornaliera (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)…

PRESIDENTE. Grazie, collega Prestigiacomo.

Il Ministro dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare, Sergio Costa, ha facoltà di rispondere.

SERGIO COSTA, Ministro dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare. Grazie, onorevole, per l'interrogazione che mi dà agio di fare chiarezza.

Intanto, è necessario rammentare che la Sogesid è una società per azioni di proprietà del Ministero dell'economia, non del Ministero dell'ambiente, ed è strumentale alle esigenze e finalità del Ministero dell'ambiente che esercita solamente la vigilanza.

Detto questo, però, a gennaio del 2018, quindi, all'inizio dell'anno, la convenzione quadro con Sogesid è scaduta e non è stata rinnovata precedentemente per rilievi molto robusti da parte della Corte dei conti che, peraltro, sono agli atti.

Tuttavia, a giugno, non appena ho giurato, nel giro della prima settimana, ho dato mandato al mio capo di gabinetto di intervenire proprio con la Corte dei conti per chiarire e dipanare la vicenda in ordine ai rilievi che sono stati presentati e affrontarli o risolverli.

La novità è che questa cosa è accaduta nella settimana passata, dopo un lungo percorso, molto robusto e, quindi, il primo elemento che le do è che noi firmeremo una convenzione quadro ovviamente con Sogesid, perché poi lei sa bene che questa è fatta da sottoconvenzioni con le varie direzioni generali, per il semplice motivo che non vogliamo privarci assolutamente di Sogesid.

In questo momento, dico non meno di un anno e mezzo, già per iniziare un percorso, perché dobbiamo dare alla Corte dei conti dei report che ci hanno chiesto nel tempo. Quindi, c'è una vicenda di tipo strettamente tecnico erariale; questo è il motivo.

Devo anche dire, però - e lei lo sa meglio di me, essendo stata Ministro dell'ambiente - che dal 1986, da quando è stato costituito il Ministero dell'ambiente, non è mai stato fatto un concorso. Abbiamo necessità di fare il concorso, perché noi perdiamo una media di 70 dipendenti del MATTM all'anno per pensionamento; sono circa 400 e qualcosa, tra 400 e 500, recito a memoria; nel giro di pochi anni non avremo più massa critica per fare attività.

Che cosa voglio dire? L'idea è di fare un concorso con valorizzazione del personale che ha lavorato per il Ministero dell'ambiente, non afferente, ovviamente, al Ministero dell'ambiente, e quindi, anche del personale Sogesid. La valorizzazione si deve estrinsecare con atti amministrativi conformi, però, alla norma costituzionale, fermo restando che tutti i dipendenti di Sogesid, o comunque il 90 per cento, recito a braccio, sono tutti titolari di contratto a tempo indeterminato. In parallelo, quel 10 per cento che rimane, comunque, vogliamo non abbandonarlo, non abbandoneremo nessuno; intendo dire che voglio rilanciare Sogesid per tutte le attività di bonifica - penso alla norma sulla Terra dei fuochi che sto rilanciando nei prossimi mesi, e a loro toccherà, ovviamente, in particolare, darci una mano -, ma anche valorizzare la loro professionalità con il concorso pubblico.

PRESIDENTE. La deputata Prestigiacomo ha facoltà di replicare.

STEFANIA PRESTIGIACOMO (FI). Grazie, Presidente, grazie, Ministro. Mi dichiaro parzialmente soddisfatta delle sue dichiarazioni, innanzitutto perché lei ha affermato che intende sottoscrivere a brevissimo, spero, la convenzione con Sogesid. Sarebbe auspicabile che questa convenzione fosse sottoscritta per un periodo più lungo di diciotto mesi, perché lei sa bene che, per istituire uno o più concorsi pubblici, occorre del tempo.

Tra l'altro, era presente lei, come ero presente io, qui, pochi minuti fa, quando l'amica, sua collega, Bongiorno, ha dichiarato che questo Governo intende aprire a concorsi per nuove assunzioni nella pubblica amministrazione e lei avrà potuto ascoltare che ha indicato una serie di comparti che considera strategici per questo Governo, ma non ha menzionato il settore dell'ambiente.

Per fare un concorso occorre innanzitutto modificare la pianta organica, serve avere le autorizzazioni da parte del Governo, avere le risorse e, quindi, se lei vuole garantire l'operatività del Ministero, oltre che una stabilità a queste famiglie - lo ripeto, queste persone operano da oltre vent'anni a supporto del Ministero -, forse è opportuno rinnovare la convenzione per un periodo più lungo.

Convengo con lei che sia necessario, comunque, procedere a dei concorsi; lo faccia assicurandosi che ci sia l'OK da parte dei colleghi del suo Governo, perché altrimenti, noi facciamo queste dichiarazioni che però, mi preme dirlo, non sono in linea con quanto era scritto nel programma del MoVimento 5 Stelle dove, alla voce “Sogesid”, si leggeva: soppressione di questa società; lei oggi, invece, ha espresso delle dichiarazioni diverse, mi auguro che ciò le sia possibile realizzarlo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

(Iniziative di competenza, anche nei confronti del Governo sloveno, in relazione alla delocalizzazione di una fonderia sita a Nova Gorica, ai fini della tutela dell'ambiente e della salute dei cittadini di Gorizia– n. 3-00233)

PRESIDENTE. Il deputato Tondo ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00233 (Vedi l'allegato A).

RENZO TONDO (MISTO-NCI-USEI). Grazie, Presidente. Signor Ministro, questa questione attiene alla città di Gorizia che, come sappiamo, è una città transfrontaliera che, ormai, fa tutto un agglomerato urbano con la città di Nova Gorica.

Nella città di Nova Gorica, ovviamente slovena, da oltre qualche decennio, è insediata una fonderia che continua ad essere operativa praticamente in pieno centro e i cui risultati produttivi sono importanti, ma l'inquinamento rispetto al territorio, le emissioni di fumi che si riversano sulla nostra comunità goriziana e isontina, in particolare sul fiume Isonzo che, proprio l'altro giorno, abbiamo citato come elemento dalla nostra storia patria, sono questioni che l'amministrazione comunale di Gorizia sottolinea e solleva da parecchio tempo.

Me ne sono occupato quando ero presidente di quella regione, ma non c'è mai stata la possibilità di interloquire, in quanto c'era la necessità appunto che con un Governo nazionale interloquisse un Governo nazionale. Ed è per questo che mi rivolgo al Ministro per conoscere la volontà di aprire un fronte nei confronti della Slovenia per mettere in sicurezza i cittadini della comunità di Gorizia e il nostro fiume Isonzo.

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare, Sergio Costa, ha facoltà di rispondere.

SERGIO COSTA, Ministro dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare. Grazie, onorevole, per l'interrogazione. Con riferimento alla questione posta, sulla base degli elementi, quindi, acquisiti, si fa presente in via preliminare che, secondo quanto riferito dalla regione Friuli-Venezia Giulia, la fonderia Livarna Gorica è sottoposta ad autorizzazione integrata ambientale, quindi all'AIA, da parte del Ministero dell'Ambiente sloveno. La stessa regione e l'ARPA sono da anni in contatto con il Ministero sloveno e con l'Arso, che sarebbe l'Agenzia del Ministero dell'Ambiente sloveno, per effettuare monitoraggi e studi sull'inquinamento derivante dalla fonderia.

A tale proposito, il comune di Gorizia ha segnalato che le emissioni maleodoranti provenienti dall'impianto non si sono mai interrotte e che le segnalazioni dei cittadini continuano a pervenire, nonostante i miglioramenti che la proprietà afferma di avere apportato all'impianto.

Per tali ragioni, l'amministrazione comunale ha presentato diverse osservazioni al Ministero sloveno, evidenziando sia problematiche attinenti alle emissioni in atmosfera, che ai sistemi di filtrazione, rilevante nell'ambito delle attività svolte dello stesso comune per monitorare in continuo le qualità odorigene attraverso il rilevamento di odori PEN-meteo, sia relativamente alla mancanza, come altro elemento, di controlli radiometrici sui prodotti di scarto prima della loro fusione.

Oltre all'impegno dell'ARPA, e stringo dicendole questo, io, come Ministro dell'ambiente - ovviamente il rapporto è tra due Stati, in questo caso - ho già dato disposizione al consigliere diplomatico del Ministero dell'ambiente di prendere gli opportuni contatti secondo i canali diplomatici con il mio equivalente Ministro dell'ambiente sloveno, affinché ci possa essere un bilaterale di confronto sull'argomento; e dato che l'argomento riguarda un'altra nazione, lo posso fare come ha detto lei, e per questo la ringrazio -, solamente io posso attivare la procedura, che, come le ripeto, ho attivato. Magari, proprio perché lei se ne è occupato precedentemente, avrei piacere se a quel bilaterale lei mi accompagnasse.

PRESIDENTE. Il deputato Renzo Tondo ha facoltà di replicare.

RENZO TONDO (MISTO-NCI-USEI). Grazie, Ministro. La sua risposta mi fa capire che conosce perfettamente la questione e di questo gliene sono grato. Credo che, proprio per la questione che lei ha evidenziato, sia necessario parlare a livello di Stati nazionali. Certo, la regione Friuli-Venezia Giulia è importante, ma la Slovenia è comunque uno Stato autonomo, è uno Stato che ha una sua autorità, e col quale bisogna consentire a un Governo nazionale di interloquire. Quindi, prendo atto della sua apertura di fronte rispetto a questo, della sua volontà di parlarne con l'omologo collega sloveno e, qualora dovesse essere opportuna anche la mia presenza, sono ben lieto di accompagnarla a questi incontri e di essere utile anche per la conoscenza che ho avuto di questa vicenda.

Le assicuro che i cittadini di Gorizia si attendono una soluzione a questo problema, perché, dopo un periodo in cui il problema è stato in qualche modo ridotto a termini accettabili, è ripresa una attività forte di quella fonderia e i cittadini si lamentano ogni giorno di qualche cosa che non va.

Lei mi ha dato una risposta esauriente e di questo gliene sono grato (Applausidei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI).

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Ascari, Bergamini, Boccia, Covolo, Andrea Crippa, Davide Crippa, Ehm, Fassino, Fusacchia, Molinari e Spadoni sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente ottantaquattro, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Annunzio di petizioni.

PRESIDENTE. Invito la deputata segretaria a dare lettura delle petizioni pervenute alla Presidenza, che saranno trasmesse alle sottoindicate Commissioni.

MIRELLA LIUZZI, Segretaria, legge: Annunzio di petizioni:

Stefano Tafi, da Firenze, e numerosi altri cittadini chiedono che non siano depotenziate le norme vigenti in materia di obbligo vaccinale ai fini dell'accesso alle scuole (112) - alla XII Commissione (Affari sociali);

Massimiliano Valdannini, da Roma, chiede:

una drastica riduzione del numero di agenti di polizia impiegati in servizi di scorta a personaggi pubblici (113) - alla I Commissione (Affari costituzionali);

misure per garantire un'adeguata presenza, nelle strutture sanitarie pubbliche, di personale non obiettore di coscienza (114) - alla XII Commissione (Affari sociali);

l'introduzione dell'obbligo della conservazione del cordone ombelicale da parte delle strutture sanitarie, tranne in caso di espresso diniego da parte della partoriente (115) – alla XII Commissione (Affari sociali);

iniziative per il licenziamento del personale degli asili nido e delle scuole primarie che si rende responsabile di atti di violenza nei confronti dei bambini (116) – alla XI Commissione (Lavoro);

una nuova regolamentazione semaforica degli attraversamenti pedonali (117) – alla IX Commissione (Trasporti);

Francesco Di Pasquale, da Cancello ed Arnone (Caserta), chiede:

interventi diversi volti a garantire il superamento del divario tra Nord e Sud del Paese (118) - alla V Commissione (Bilancio);

iniziative per la riduzione della mortalità infantile nel primo mese di vita, in Italia e all'estero (119) - alle Commissioni riunite III (Affari esteri) e XII (Affari sociali);

la realizzazione di poliambulatori in tutti i comuni italiani (120) - alla XII Commissione (Affari sociali);

interventi per garantire l'equità fiscale anche tramite l'attribuzione allo Stato di tutte le funzioni di riscossione delle imposte (121) - alla VI Commissione (Finanze);

Santino Piazza, da Albenga (Savona), chiede che nelle giornate di lutto nazionale e in occasione di funerali di Stato non si svolgano competizioni sportive (122) - alla I Commissione (Affari costituzionali);

Nicola Beghetto, da Padova, chiede interventi vari a sostegno dei cittadini affetti da malattie cerebrali degenerative (123) - alla XII Commissione (Affari sociali);

Giuseppe Norelli, da Solopaca (Benevento), chiede l'estensione ai carabinieri ausiliari delle misure di inserimento lavorativo previste per i volontari dell'Esercito (124) - alla IV Commissione (Difesa);

Simon Baraldi, da Bologna, chiede:

l'introduzione del reato di diffusione di immagini private sessualmente esplicite senza il consenso della persona interessata e l'ammissione al gratuito patrocinio delle vittime di tale reato (125) - alla II Commissione (Giustizia);

l'introduzione dell'obbligo dell'uniforme scolastica (126) - alla VII Commissione (Cultura);

l'abrogazione della legge n. 54 del 2014, recante disposizioni sulle città metropolitane, sulle province, sulle unioni e fusioni di comuni, e la reintroduzione dell'elezione diretta del presidente e dei consigli provinciali e dei consigli metropolitani (127) - alla I Commissione (Affari costituzionali);

Dario Bossi, da Montegrino Valtravaglia (Varese), chiede:

interventi per contrastare il fenomeno delle ingiuste detenzioni, anche tramite l'affidamento delle funzioni del giudice per le indagini preliminari a un organo collegiale (128) - alla II Commissione (Giustizia);

la previsione dell'acquisizione delle impronte digitali all'atto della richiesta della carta d'identità elettronica (129) - alla I Commissione (Affari costituzionali);

misure di sostegno per le vittime di errori giudiziari e i loro congiunti (130) - alla II Commissione (Giustizia);

la gratuità del procedimento di ricorso straordinario al presidente della Repubblica (131) - alla I Commissione (Affari costituzionali);

Piero Crivelli, da Roma, chiede l'istituzione di un casellario giudiziale dei procedimenti civili, consultabile da parte dei cittadini ai fini della stipulazione di contratti e altri accordi (132) - alla II Commissione (Giustizia);

Michele Vecchione, da Alatri (Frosinone), chiede che il pagamento delle pensioni di guerra avvenga il primo giorno non festivo del mese (133) - alla XI Commissione (Lavoro);

Matteo Bavassano, da Imperia, chiede nuove norme in materia di valutazione dei titoli rilasciati dalle scuole di specializzazione all'insegnamento secondario ai fini della mobilità e delle graduatorie interne (134) - alla XI Commissione (Lavoro);

Giacomo Pierini, da Firenze, chiede l'introduzione di nuove agevolazioni fiscali per la prima casa (135) - alla VI Commissione (Finanze);

Andrea Del Vescovo, da Poggio Moiano (Rieti), chiede modifiche all'articolo 612-bis del codice penale in materia di atti persecutori, al fine di ridurre i rischi di presentazione di querele prive di fondamento (136) - alla II Commissione (Giustizia);

Massimo Botticella, da Torino, chiede l'incremento dei limiti di velocità per le autovetture che trainano rimorchi leggeri (137) - alla IX Commissione (Trasporti);

Rocco Buttiglieri, da Butera (Caltanissetta), chiede norme in materia di accesso facilitato al pubblico impiego per i laureati magistrali in scienze delle pubbliche amministrazioni (138) - alla XI Commissione (Lavoro);

Domenica Maria Sette, da Genova, chiede l'adozione di un piano nazionale di interventi a sostegno dei malati di demenza (139) - alla XII Commissione (Affari sociali);

Salvatore Fresta, da Palermo, chiede iniziative per la riduzione del trattamento economico dei consiglieri della Regione siciliana (140) – alla I Commissione (Affari costituzionali).

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la collega Rotta. Ne ha facoltà.

ALESSIA ROTTA (PD). Presidente, voglio portare in quest'Aula la voce ed esprimere solidarietà e partecipazione ai cittadini veronesi, ma anche ai dipendenti, ai correntisti, ai piccoli azionisti della Banca Popolare, oggi BPM, che in queste ore mostrano segni di preoccupazione e legittimo allarme, perché vedono i propri risparmi fortemente depauperati e minacciati dalla folle e autolesionistica politica di spesa del DEF che stiamo esaminando. Sono allarmati perché l'innalzamento dello spread, come riconosciuto dallo stesso Vicepremier Salvini qualche volta, sta intaccando i risparmi e deprezzando l'ingente stock di titoli di Stato posseduto dalla banca, e da molti altri istituti italiani naturalmente, con la credibile possibilità che si verifichi in tempi molto brevi una grave limitazione operativa del credito.

Chiunque non fa propaganda, ma si occupa della vita reale dei cittadini e delle imprese, sa che questo sarebbe un dramma per l'economia locale e per quella nazionale; e così vogliamo dire in quest'Aula che non si scommette sul fallimento dell'Italia per il proprio tornaconto personale e per il proprio eventuale successo alle prossime elezioni. Quindi, noi vogliamo assicurare i dipendenti, i piccoli azionisti, i correntisti del Banco Popolare di Verona che i parlamentari del PD si impegneranno a fondo, con ogni strumento democratico a nostra disposizione, per tutelare il futuro dei cittadini e per bloccare questo DEF, che è soltanto una grande e demagogica operazione di propaganda, che va contro le regole comuni e la logica dell'economia e che produrrà, a nostro avviso, danni irreparabili non solo ai risparmiatori ma ai lavoratori della banca, alle loro famiglie e alle classi popolari della nostra provincia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Fatuzzo. Ne ha facoltà.

CARLO FATUZZO (FI). Signor Presidente, sono lieto di prendere la parola quest'oggi. Non devo lamentarmi di nulla; anzi, esprimo la mia grande soddisfazione per il comportamento di molti giovani romani. Io tutte le mattine prendo il trenino che da Ostia porta alla Piramide, poi la metropolitana e poi a piedi, col cavallo di San Francesco. Ebbene, già da tempo avevo notato che molti giovani, appena si libera un posto, mi invitano a sedermi. La cosa si è ripetuta, anche stamattina. Per cui io trovo questo un comportamento esemplare. Pensavo che non ci fosse più alcuno capace di questo. Certo, al momento ho detto: questa volta sono proprio un pensionato, legittimamente rappresentante del Partito Pensionati; evidentemente appare le physique du rôle dell'anziano e del pensionato. Però la cosa che mi ha fatto più piacere è stata proprio vedere come tra la gioventù di oggi ci siano dei comportamenti che si pensava fossero tramontati. Invece esiste ancora la correttezza di far sedere una donna giovane o anziana, una donna in maternità e anche un pensionato anziano. Per cui esprimo la mia soddisfazione, e dico, anche se non canto: grazie Roma, nel senso di tutti i romani, non solo i romanisti naturalmente. Grazie Roma, come cantava Venditti.

PRESIDENTE. Collega Fatuzzo, abbiamo inventato un nuovo modo di concludere le sedute, mi sembra, con questo suo intervento.

Ha chiesto di parlare il collega De Menech. Ne ha facoltà.

ROGER DE MENECH (PD). Presidente, onorevoli colleghi, prendo la parola oggi a nome mio e di tutto il gruppo del Partito Democratico, per onorare la memoria delle vittime del catastrofe del Vajont. La prendo oggi perché ieri, 9 ottobre, ero nei luoghi della tragedia, a Longarone, dove insieme ai sopravvissuti, ai tanti volontari, ai sindaci, alla comunità tutta, abbiamo onorato le vittime e affermato ancora una volta con forza che nessuno può dimenticare che tante morti potevano e dovevano essere evitate.

Un ringraziamento va alle tante persone che, in questi anni, hanno coltivato e - ne sono sicuro - coltiveranno anche nel futuro la memoria del Vajont. Ricordare e spiegare alle nuove generazioni quello che è successo è fondamentale affinché gli standard di sicurezza siano sempre garantiti in ogni opera pubblica al massimo livello, e l'equilibrio ambientale venga comunque assicurato a tutela della vita dei cittadini e delle comunità.

Tina Merlin, nel venticinquesimo anniversario della catastrofe, affermava: “Tutti sappiamo ormai senza ombra di dubbio che la tragedia del Vajont è colpa degli uomini. Quella tremenda colpa degli uomini del potere, potere economico, potere politico, può anche essere perdonata dai cristiani, ma mai dimenticata”.

Il Parlamento italiano nel 2011 ha deciso di istituire proprio il 9 ottobre la Giornata nazionale in memoria delle vittime dei disastri ambientali e industriali causati dall'incuria dell'uomo; i fatti, visti con gli occhi di oggi, ci fanno dire che il termine “incuria” può essere tolto.

Infine, lo Stato nel 2013, in occasione del cinquantesimo anniversario, con le sue più alte cariche si è inchinato, ha chiesto scusa. Le scuse tuttavia, per quanto necessarie, riguardano il passato, non il futuro: chi oggi fa parte della classe dirigente di questo Paese ha il dovere di imparare dagli errori e dagli orrori, e di pianificare la presenza dell'uomo in armonia con la natura. Il tema del dissesto deve essere centrale nelle politiche del nostro Paese, la prevenzione il faro di tutte le nostre azioni. Ricordare il Vajont vuol dire anche ricordare le lentezze dei procedimenti della giustizia, che, in questo caso, come in tanti altri, ha trascinato troppo nel tempo l'accertamento delle responsabilità, mortificando, ancora una volta, quelle comunità già duramente colpite dal disastro.

Concludo, riprendendo una frase emblematica del giudice istruttore, che, durante i processi de L'Aquila, afferma: “In avvenire in nome del progresso tecnico, dell'esigenza produttiva dello Stato, del profitto di pochi e di molti…

PRESIDENTE. Grazie.

ROGER DE MENECH (PD). …i nostri figli non siano testimoni e vittime di analoghe tragedie (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico e Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Collega De Menech, la Presidenza si associa naturalmente al ricordo che lei ha fatto di questa tragedia.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Scutellà. Ne ha facoltà.

ELISA SCUTELLA' (M5S). Presidente, vorrei portare all'attenzione di tutti voi quanto accaduto ieri in Calabria, l'ennesimo episodio che dimostra quanto il male della corruzione sia insito profondamente nel nostro Paese. A seguito dell'operazione denominata “È dovere”, nelle province di Catanzaro e Vibo Valentia sono state eseguite due misure cautelari nei confronti di una dirigente della regione Calabria, che all'epoca dei fatti era anche responsabile regionale per la trasparenza e la prevenzione della corruzione, e di un'imprenditrice del settore turistico attiva nel comune di Ricadi. Ebbene, non è una sorpresa sapere che l'indice di percezione della corruzione colloca ancora il nostro Paese in una posizione non certo soddisfacente, al cinquantaquattresimo posto. L'aumento di gravi episodi di illegalità nell'ambito delle pubbliche amministrazioni non può che minare la credibilità delle istituzioni pubbliche, facendo dilagare un senso di sfiducia profondo nella società.

Ma è proprio dalla sfiducia che noi ripartiamo. Il Governo del cambiamento attua una vera e propria riforma: con lo “Spazza corrotti” è arrivato il momento in cui la corruzione viene finalmente riconosciuta e combattuta per quello che è, una piaga nel nostro Paese. Questa per noi deve diventare una rivoluzione culturale e politica; ed è per questo che, oltre a colpire chi si macchia di corruzione, vogliamo potenziare la prevenzione ed adeguare le leggi italiane alle indicazioni che negli anni sono arrivate dall'Europa, ma che sono rimaste inascoltate. È arrivato il momento di spazzare via i corrotti definitivamente dal nostro Paese, spazzare via anche solo il pensiero di corrompere o essere corrotto, perché adesso la corruzione non conviene più a nessuno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Giovedì 11 ottobre 2018 - Ore 10:

(ore 10, con eventuale prosecuzione al termine del punto 2)

1. Seguito della discussione della proposta di legge (previo esame e votazione della questione pregiudiziale di costituzionalità presentata):

NESCI ed altri: Modifiche al testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361, concernente l'elezione della Camera dei deputati, e al testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 16 maggio 1960, n. 570, concernente l'elezione degli organi delle amministrazioni comunali, nonché altre norme in materia elettorale e di referendum previsti dagli articoli 75 e 138 della Costituzione (ai sensi dell'articolo 107, comma 1, del Regolamento). (C. 543-A)

Relatrice: NESCI.

(ore 16)

2. Esame della Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2018. (Doc. LVII, n. 1-bis)

Relatori: SODANO E CESTARI, per la maggioranza; MARATTIN, PAOLO RUSSO E FASSINA, di minoranza.

La seduta termina alle 16.