XVIII LEGISLATURA
ATTI DI INDIRIZZO
Risoluzione in Commissione:
La XI Commissione,
premesso che:
il 25 settembre 2018, durante un incontro che era stato originariamente convocato per discutere il contratto integrativo, il gruppo Jacobs Douwe Egberts (Jde), multinazionale leader nel settore della commercializzazione di caffè ha comunicato la decisione di chiudere lo stabilimento di Andezeno, attivo sin dal 1920, dove si svolgono attività di tostatura, macinazione e confezionamento;
nello stabilimento, che impiega 57 dipendenti, si lavorano le produzioni che vengono commercializzate con due marchi storici come Hag e Splendid;
la proprietà dell'impianto di Andezeno ha comunicato la decisione della definitiva cessazione di ogni attività, dal 1° gennaio 2019, e l'apertura della procedura di licenziamento per tutti i 57 lavoratori, manifestando l'intenzione di trasferire la produzione in altro Paese europeo – probabilmente la Bulgaria – pur mantenendo l'operatività dei siti produttivi presenti in Germania e Svezia, Paesi con un costo del lavoro più alto ed orari lavorativi settimanali inferiori a quelli vigenti nel nostro Paese;
negli ultimi anni, l'impianto di Andezeno ha lavorato a pieno regime, su tre turni, dalla domenica sera al sabato mattina e sono stati sempre raggiunti i premi a obiettivo. Recentemente era stato festeggiato l'obiettivo dei mille giorni senza infortuni;
le organizzazioni sindacali hanno indetto due giornate di sciopero e hanno chiesto l'immediato ritiro della procedura di licenziamento collettivo nonché l'apertura di un tavolo di confronto sia in ambito regionale che nazionale; tuttavia, i rappresentanti del gruppo Jde hanno disertato un primo incontro convocato dalla regione Piemonte;
tale decisione si va ad aggiungere alle molte altre delocalizzazioni che hanno riguardato il sistema industriale italiano negli ultimi anni, depauperando il patrimonio produttivo, di competenze ed opportunità lavorative che tanti problemi sta determinando in troppe aree del Paese. Si tratta di un fenomeno rispetto al quale, anche le ultime iniziative legislative volte a contrastarne il protrarsi, non sembrano in grado di rappresentare un vero argine;
nel recente passato, il Governo a guida PD, anche a seguito della nota vicenda Embraco, ha istituito un apposito fondo, con una dotazione finanziaria di 200 milioni di euro, finalizzato proprio a contrastare il fenomeno delle delocalizzazioni attraverso misure flessibili e a condizioni di mercato quali: interventi in partecipazioni azionarie, acquisizione di rami di azienda; finanziamento di asset materiali e immateriali, con priorità per le operazioni che possono essere realizzate in compartecipazione con soggetti privati, per il ricollocamento sul mercato delle attività imprenditoriali fino al mantenimento dei livelli occupazionali preesistenti;
nel circondario dove è ubicato lo stabilimento di Andezeno sembrano sussistere diverse aziende del settore alimentare che potrebbero essere interessate a un subentro e a investimenti nel suddetto impianto; pertanto, appare fondamentale operare per creare i presupposti per una eventuale reindustrializzazione che salvaguardi i livelli occupazionali,
impegna il Governo:
ad assumere ogni iniziativa utile volta a scongiurare il licenziamento dei 57 dipendenti dello stabilimento di Andezeno;
ad adottare ogni iniziativa volta ad assicurare che il gruppo Jde non proceda oltre con atti unilaterali che possano compromettere il futuro occupazionale del sito.
(7-00070) «Lepri, Serracchiani, Gribaudo, Carla Cantone, Lacarra, Mura, Viscomi, Zan».
ATTI DI CONTROLLO
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Interpellanza:
I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro della salute, per sapere – premesso che:
nella regione Campania esistono diciotto case di cura private polispecialistiche che non raggiungono lo standard strutturale di 60 posti letto ospedalieri accreditati previsto dal decreto ministeriale n. 70 del 2015, come si evince dalla lettura delle tabelle n. 47, 48, 49, 50, 51, e 52 del piano ospedaliero regionale approvato con decreto del commissario ad acta n. 8/2018;
ci si riferisce in particolare alle diciotto case di cura private polispecialistiche di seguito elencate e suddivise per macroarea:
a) macroarea Avellino/Benevento (DCA n. 117/2014): 1. Villa Maria-Villa Julie, di Mirabella Eclano (AV), (40 p.l.); 2. Villa Ester, di Avellino, 49 p.l.; 3. Cura et Sanat San Francesco, di Telese Terme (BN), (57 p.l.); 4. Casa di Cura Ge.Po.S., di Telese Terme (BN), (55 p.l);
b) macroarea Caserta (DCA n. 131/2014): 1. S. Anna S.r.l. di Caserta, (48 p.l.); 2. Villa Fiorita di Aversa, (34 p.l.); 3. S. Paolo di Caserta, (50 p.l.); 4. Minerva Santa Maria della Salute di Capua Vetere, (50 p.l.); 5. Villa Ortensia di Capua, (55 p.l.);
c) macroarea NA 1 – Centro (DCA n. 118/204): 1. Villa delle Querce di Napoli, (55 p.l,); 2. Ospedale Internazionale di Napoli, (30 p.l.); 3. Clinica Vesuvio di Napoli, (33 p.l.);
d) macroarea NA 2 – Nord (DCA n. 119/204): 1. Villa Maione di Villaricca, (50 p.l.); 2. Clinica Sant'Antimo di Casandrino, (50 p.l.);
e) macroarea NA 3 – Sud (DCA n. 132/204 e ss.ii.): 1. La Madonnina di San Gennaro Vesuviano, (50 p.l.); 2. Santa Maria La Bruna di Torre del Greco, (40 p.l.); 3. Meluccio di Pomigliano D'Arco, (30 p.l.); 4. Meluccio ex San Felice di Pomigliano D'Arco (40 p.l.);
dette case di cura erogano prestazioni sanitarie a carico del servizio sanitario regionale in violazione del divieto contenuto nell'articolo 2.5 dell'allegato al decreto ministeriale n. 70 del 2015 che dispone, a far data dal 1° gennaio 2017, la non sottoscrivibilità di contratti ex articolo 8-quinquies del decreto legislativo n. 502 del 1992 con le case di cura sotto la soglia di 60 posti letto. La soglia di 60 posti letto è ormai stabilita dal decreto ministeriale n. 70 del 2015, oltre che come condizione di sottoscrivibilità degli accordi, anche come soglia di accreditabilità delle case di cura private;
per tale motivo, la presenza in regione Campania di cliniche private sotto la soglia di accreditabilità e di sottoscrivibilità dei contratti potrebbe costituire, da un lato, un pericolo per la salute dei pazienti che vengono curati in strutture che non rispettano i necessari standard ospedalieri, dall'altro un danno erariale per il sistema sanitario ad esclusivo vantaggio dei privati;
il citato articolo 2.5 dell'allegato al decreto ministeriale n. 70 del 2015 imponeva al commissario ad acta De Luca di disporre la fusione o la riconversione delle summenzionate 18 cliniche private, obbligo che però secondo gli interpellanti è stato disatteso;
infatti, il piano ospedaliero varato dal commissario programma per nove delle suddette cliniche un aumento di posti letto del tutto funzionale ad ottenere il raggiungimento della quota 60 posti letto, misura non prevista dal decreto ministeriale n. 70 del 2015, una riconversione e nulla per le altre otto;
in regione Campania, a fronte di una massiccia presenza di case di cura sotto la soglia di 60 posti letto si registra al contempo una totale carenza di ospedali Dea di I livello: ne esiste appena uno (quello di Nocera Inferiore), a fronte di un fabbisogno ricompreso tra un minimo di 20 strutture (una ogni 300.000 abitanti circa) ed un massimo di 39 (una ogni 150.000 abitanti), così come previsto ex articolo 2.3 del decreto ministeriale n. 70 del 2015;
il commissario De Luca, con il decreto n. 8/2018, ha programmato l'istituzione di appena otto nuovi Dea di I livello, un numero del tutto insufficiente, motivo per cui la regione, a giudizio degli interpellanti, non rispetta gli standard di cui all'articolo 2.3. del decreto ministeriale n. 70 del 2015. La mancata programmazione dei necessari Dea di I livello sembrerebbe del tutto funzionale a garantire l'esistenza delle diciotto summenzionate microcliniche private che, peraltro, non sono in possesso degli standard ministeriali –:
se il Governo intenda adottare le iniziative di competenza affinché il commissario ad acta modifichi il piano ospedaliero varato con il decreto commissariale n. 8/2018, tanto da assicurare:
a) il rispetto degli standard ospedalieri relativi alla sanità privata, riducendo il numero delle cliniche con meno di 60 posti letto mediante le prescritte procedure di fusione e riconversione così come previsto dall'articolo 2.5 dell'allegato al decreto ministeriale n. 70 del 2015;
b) il rispetto degli standard ospedalieri relativi alla sanità pubblica, aumentando il numero degli ospedali Dea di I livello così da raggiungere la soglia minima di 20 strutture ai sensi dell'articolo 2.3 dell'allegato al decreto ministeriale n. 70 del 2015;
considerato che il commissario ad acta De Luca, ad avviso degli interpellanti, ha disatteso il compito di riportare la regione Campania entro gli standard del decreto ministeriale n. 70 del 2015, se il Governo non intenda adottare le iniziative di competenza per rimuovere il Commissario dalla carica.
(2-00140) «Maraia, Cillis, Cunial, Cadeddu, Alberto Manca, Del Sesto, Cimino, Grimaldi, Di Sarno, Manzo, Gubitosa, Giovanni Russo, Del Monaco, Iorio, Pallini, Di Lauro, Papiro, Di Stasio, Nappi, Menga, Troiano, Sapia, Provenza, Lapia, Bologna, Lovecchio, Angiola, Misiti, Ianaro, Caso, Maglione, Marzana, Iovino, Gallo, Frate, Acunzo, D'Arrando, Sarli, Mammì, Sportiello».
Interrogazione a risposta in Commissione:
ANZALDI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:
in base a quanto riportato da un comunicato sindacale, l'assemblea di redazione della testata giornalistica «Panorama» a seguito dell'incontro avvenuto in data 10 ottobre 2018 e avente per oggetto la vendita della testata, ha respinto all'unanimità le condizioni della società acquirente «La Verità» srl;
le condizioni offerte prevedono una riduzione media del 45 per cento della retribuzione senza alcuna garanzia sugli occupati;
si tratta di condizioni non previste nell'ambito della cessione di ramo d'azienda e mai applicate secondo i lavoratori ad alcuna cessione di una testata del gruppo Mondadori;
le basi di contrattazione messe sul tavolo da parte dei potenziali acquirenti sono state vissute con preoccupazione da parte dei giornalisti della prestigiosa testata;
la redazione ha comunicato l'immediata astensione del lavoro e forme di mobilitazione;
l'interrogante ritiene assolutamente grave quanto accaduto –:
se il Governo sia a conoscenza della vicenda e quali iniziative intenda assumere al fine di verificare quanto denunciato dai giornalisti di Panorama;
il Governo se intenda attivare, per quanto di competenza, un tavolo istituzionale di confronto a tutela delle garanzie contrattuali e del rispetto della normativa vigente.
(5-00710)
Interrogazioni a risposta scritta:
MISITI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:
l'articolo 12 del decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179, recante «Ulteriori misure urgenti per la crescita del Paese», istituisce il fascicolo sanitario elettronico (Fse), inteso come l'insieme dei dati e documenti digitali di tipo sanitario e sociosanitario generati da eventi clinici presenti e trascorsi, riguardanti l'assistito;
il succitato articolo prevedeva che l'Agenzia per l'Italia Digitale, in accordo con il Ministero della salute ed enti di ricerca, predisponesse e rendesse disponibili alle regioni, entro il 31 marzo 2014, linee guida per la realizzazione dell'Fse;
ogni cittadino per attivare il fascicolo deve consultare le modalità adottate dalle singole regioni così come previsto dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 29 settembre 2015, n. 178, recante il «Regolamento in materia di fascicolo sanitario elettronico»;
il sito istituzionale www.fascicolosanitario.gov.it, riporta che l'Fse è attivo in 17 regioni, con 11 di essi aderenti all'interoperabilità coinvolgendo circa 10.845.068 utenti, mentre l'attuazione per Calabria, Campania e Sicilia è dello 0 per cento;
l'articolo 12, comma 15-sexies, del decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179, prevede che, qualora la regione non abbia adempiuto nei termini previsti, il Presidente del Consiglio, su proposta del Ministro della salute, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, sentita l'Agenzia per l'Italia digitale, diffida la regione ad adempiere entro i successivi trenta giorni. Il presidente della regione, nei successivi trenta giorni in qualità di commissario ad acta, adotta gli atti necessari e ne dà comunicazione alla Presidenza del Consiglio dei ministri e agli organi di cui al comma 15-quater;
relativamente alla regione Calabria, nel 2012 il presidente Scopelliti, in qualità di commissario ad acta ha emanato i seguenti decreti:
a) n. 139 del 19 luglio 2012, recepimento delle linee guida nazionali dell'Fse, secondo il quale «La regione Calabria ha realizzato e collaudato un proprio FSE già disponibile “on-line” per l'uso per il quale è stato progettato»; «demandando ai Direttori Generali e Commissari Straordinari delle Aziende Sanitarie ed Ospedaliere, il potenziamento, con propri fondi, dei collegamenti in rete interaziendali e la dotazione hardware dei propri operatori sanitari al fine di consentire un utilizzo uniforme su tutto il territorio del Fascicolo Sanitario Elettronico già realizzato dalla Regione Calabria»;
b) n. 178 del 30 ottobre 2012 il manuale di adozione dell'Fse, secondo il quale è fatto obbligo «ai Direttori Generali delle Aziende sanitarie ed ospedaliere all'adozione del succitato Manuale evidenziando che tale adempimento costituisce elemento di valutazione dell'operato degli stessi direttori generali»;
il manuale prevedeva oneri a carico delle regioni, aziende sanitarie territoriali ed ospedaliere e strutture accreditate con il servizio sanitario nazionale, nonché l'attivazione del fascicolo per i pazienti arruolati e la «Sensibilizzazione e promozione all'uso del fascicolo all'interno del sistema sociosanitario»;
la legge di bilancio 2017 ha variato il quadro di riferimento per l'evoluzione e la diffusione dell'Fse introducendo (legge 11 dicembre 2016, n. 232, articolo 1, comma 382) l'infrastruttura nazionale per l'interoperabilità (INI) degli Fse regionali;
la regione ha affidato a dicembre 2017 all'RTI la governance di diverse attività, ma i laboratori pubblici sono inadeguati dal punto di vista informatico e ad oggi non risultano le certificazioni dei referti, né è stato individuato il responsabile per la firma digitale;
la regione non ha ancora ricevuto il consenso da parte dei due Ministeri competenti per quanto fatto finora –:
se il Governo sia a conoscenza di quanto esposto;
quali iniziative il Governo intenda intraprendere, per quanto di competenza, nei confronti delle regioni inadempienti e in particolare della regione Calabria, anche ai sensi dell'articolo 12, comma 15-sexies, del decreto-legge n. 179 del 2012, al fine di rendere effettiva l'istituzione dell'Fse;
se si intendano adottare iniziative per valutare se sussistano responsabilità dell'attuale gestione commissariale.
(4-01361)
LOLLOBRIGIDA e MONTARULI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'interno, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:
desta preoccupazione la recente iniziativa della Croce Rossa che, con il contributo dell'Agenzia nazionale giovani, lancia un gioco di ruolo in cui i ragazzi under 30 verranno invitati a Pinerolo e Medesano a ripercorrere «le difficoltà linguistiche burocratiche e fisiche» dei migranti che vengono in Italia a chiedere asilo;
l'iniziativa è stata inserita in un processo di formazione «learning by doing» in cui i giovani under 30 con minori opportunità dovrebbero affrontare, in gioco, nel corso di una giornata intera, le mille difficoltà della fuga, legate alla nuova lingua e alle nuove realtà, fino ad arrivare in Europa e quindi in Italia;
nel gioco di ruoli che i giovani affronteranno, non è contemplato nessun riferimento alla complessità del fenomeno migratorio, che non è solo «fuga verso l'Italia», ma è anche business degli immigrati e spiace che un ente come la Croce Rossa si presti a una simile iniziativa, che tralascia il problema di fondo, dando una raffigurazione parziale della realtà;
dal video di presentazione si capisce chiaramente che nessuno indosserà i panni dello scafista, dello sfruttatore, dello speculatore, del «volontario» di una ong. Ma c'è di peggio. La spiegazione del gioco parla chiaro: «Una nuova identità, una nuova famiglia, una nuova nazionalità», nessun riferimento al fatto che dare false generalità per darsi alla fuga e accedere ai permessi è illegale, un reato, un inganno verso lo Stato ospite che non va letto in «salsa buonista» –:
se il Governo non ritenga opportuno, per quanto di competenza, avviare delle campagne di sensibilizzazione, reali, veritiere e strutturate, che prendano in considerazione il fenomeno migratorio, considerato in tutta la sua complessità e non limitato al «gioco ad ostacoli», cosa che potrebbe, tra i giovani under 30, dare, a giudizio degli interroganti, un'immagine parziale oltre che non veritiera del fenomeno;
quali iniziative urgenti si intendano attuare per garantire che attività quali quelle descritte in premessa vengano opportunatamente valutate, ponderate e circoscritte e, nel caso, disincentivate.
(4-01368)
AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
Interrogazione a risposta in Commissione:
QUARTAPELLE PROCOPIO, FASSINO, SCALFAROTTO, DE MARIA, LA MARCA, BRAGA, BRUNO BOSSIO, CARLA CANTONE, CARÈ, MARCO DI MAIO, FIANO, GIACHETTI, GRIBAUDO, INCERTI, PAGANI, PAITA, PEZZOPANE, SIANI, UNGARO, VERINI e ZARDINI. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:
da quando il re saudita Salman bin Abdul Aziz Al Saud ha nominato suo figlio, Mohammed bin Salman, come principe ereditario nel giugno 2017, le Nazioni Unite e numerose organizzazioni internazionali non governative, quali Amnesty International, denunciano sempre più gravi violazioni dei diritti umani e delle libertà fondamentali in Arabia Saudita, con frequenti detenzioni arbitrarie di attivisti, ecclesiastici di alto profilo, dirigenti d'azienda, giornalisti e commentatori dei social media;
si apprendono, a mezzo stampa, raccapriccianti particolari circa la scomparsa, il 2 ottobre 2018, del giornalista saudita, Jamal Khashoggi, che sarebbero stati rivelati da un alto funzionario dell’intelligence turca al New York Times; l'ipotesi che prende sempre più corpo è che egli sarebbe stato assassinato nel consolato saudita a Istanbul per ordine dei più alti livelli della corte reale e che i resti del corpo sarebbero usciti dalla sede consolare in un minivan per poi essere occultati: ai 28 impiegati turchi del Consolato sarebbe stato chiesto di non presentarsi in ufficio proprio il giorno della scomparsa del giornalista, mentre le telecamere di sorveglianza del controllo passaporti all'aeroporto Ataturk avrebbero registrato l'arrivo di quindici agenti dei servizi sauditi in quello stesso giorno, di cui almeno tre farebbero parte dell'unita d'élite incaricata della protezione personale del principe ereditario di Riad;
Khashoggi collaborava regolarmente con la testata statunitense Washington Post, dove hanno trovato spazio alcuni suoi commenti molto critici sulle iniziative più controverse intraprese dal principe bin Salman, quali il sequestro del premier libanese Saad Hariri, o la detenzione, durata mesi, all'hotel Ritz Carlton di membri della famiglia reale, del Governo, di uomini d'affari e alti ufficiali delle forze armate, nonché commenti sul crescente pericolo di destabilizzazione regionale derivante dalla politica d'isolamento ai danni del Qatar e dai pesantissimi interventi militari in Yemen; la coalizione militare a guida saudita a sostegno del governo internazionalmente riconosciuto dello Yemen, ha continuato, infatti, negli ultimi mesi, a bombardare le aree controllate o contese dalle forze huthi e dai loro alleati configurandosi, secondo un rapporto delle Nazioni Unite, reso pubblico a settembre, come la principale causa della morte di civili nel conflitto;
il Presidente degli Stati Uniti d'America Donald J. Trump si è detto «preoccupato» per la sorte di Khashoggi, mentre un gruppo di senatori repubblicani e democratici, tra cui i membri di rango Bob Menendez e Patrick Leahy e il presidente della commissione esteri del Senato Bob Corker, gli hanno indirizzato una lettera per chiedere l'avvio di un'indagine formale sul caso e impegnando il Presidente a valutare, entro 120 giorni, l'opportunità d'introdurre sanzioni contro l'Arabia Saudita;
l'interscambio commerciale tra l'Italia e il Regno saudita si è caratterizzato, nell'ultimo anno, per una contrazione del -24 per cento delle nostre esportazioni mentre le importazioni sono aumentate del +38 per cento, di cui il 90 per cento è riconducibile alla sola voce idrocarburi –:
di quali informazioni disponga il Governo in merito alla vicenda di cui in premessa e quali iniziative, per quanto di competenza, intenda adottare qualora fosse appurato che la scomparsa del giornalista del Washington Post sia riconducibile alle responsabilità della famiglia reale saudita.
(5-00715)
AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Interrogazione a risposta in Commissione:
VIANELLO, ILARIA FONTANA e RICCIARDI. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che:
nei confronti dello Stato Italiano è aperta la procedura di infrazione n. 2015/ 2163, tuttora pendente, in quanto la Commissione europea ritiene che, in relazione a numerosi siti di interesse comunitario (sic) – zone di protezione speciale (zps) istituiti e presenti sul territorio nazionale, l'Italia sia venuta meno agli obblighi di cui agli articoli 4 e 6 della direttiva 92/43/EC;
la citata direttiva impone che, nel momento in cui siti di interesse comunitario (sic) – zona di protezione speciale (zps) viene inserito nella Rete Natura 2000, lo Stato membro interessato debba designarlo come zona speciale di conservazione (ZSC) entro un termine massimo di sei anni, stabilendo le misure di conservazione necessarie, con l'adozione di appropriati piani di gestione e di misure opportune, conformi alle esigenze ecologiche degli habitat e delle specie presenti nei siti;
gli articoli 4 e 6 del decreto del Presidente della Repubblica dell‘8 settembre 1997, n. 357, prevedono che spetta alle regioni adottare per le Zsc, entro sei mesi dalla loro designazione, le misure di conservazione necessarie che implicano l'attuazione di appropriati piani di gestione specifici, o integrati ad altri piani di sviluppo, e le opportune misure regolamentari, amministrative o contrattuali che siano conformi alle esigenze ecologiche degli habitat e delle specie presenti nei siti stessi;
nell'ambito della Conferenza delle parti della Convenzione sulla diversità biologica, è stata posta la necessità di tutelare le aree marine ecologicamente o biologicamente significative individuando precisi criteri scientifici per l'identificazione di dette aree (cosiddette EBSAs), fra cui è inclusa la regione del Mediterraneo, all'interno della quale rilevano le zone in cui è coinvolta direttamente l'Italia, alla quale tuttavia non è stata data alcuna attuazione;
nel seminario biogeografico marino del 29 settembre 2016, svoltosi a Malta con i membri della Commissione europea e i rappresentanti del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e delle regioni, sono state evidenziate insufficienze e riserve scientifiche nei confronti della «Rete Natura 2000» italiana;
in particolare, per la regione Puglia è stata rilevata la mancanza di siti di importanza comunitaria marini istituiti ad hoc per la conservazione degli habitat 1170 «scogliere» e 8330 «grotte marine sommerse o semisommerse», habitat marini di cui all'allegato I alla direttiva 92/43/CEE, presenti nel territorio regionale. Al riguardo, la Commissione europea ha aperto il caso EU Pilot 8348/16 ENVI «Completamento della designazione della Rete Natura 2000 in Italia», richiedendo all'Italia in quale modo e con quali tempi intende risolvere le criticità;
ancora con riferimento alla regione Puglia restano ancora da designare come zona speciale di conservazione 24 siti con i relativi piani di gestione, come si evince dalla delibera della giunta regionale n. 2291 del 2017 –:
quali iniziative di competenza il Ministro interrogato intenda adottare in relazione alla situazione della regione Puglia e di tutte le regioni inadempienti alle disposizioni della direttiva «Habitat» 92/43, anche al fine di evitare procedure d'infrazione e superare le evidenziate insufficienze e le riserve scientifiche nei confronti della «Rete Natura 2000» italiana, con specifico riferimento alle zone marine, specificando in che modo e in quali tempi si intendano tutelare le zone italiane della regione «EBSA» del Mediterraneo.
(5-00713)
Interrogazioni a risposta scritta:
ROSTAN e MURONI. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
un nuovo rogo di rifiuti si è registrato nel territorio di Giugliano in Campania, provincia di Napoli, il 25 settembre;
il rogo è divampato nei pressi del campo rom nella zona Asi; per molte ore si è sollevata una densa nube di fumo nero, visibile a parecchi chilometri di distanza, favorita dal vento, arrivando in poco tempo a rendere l'aria totalmente irrespirabile;
secondo i rilievi compiuti sul posto sarebbero andati a fuoco alcuni cumuli di rifiuti depositati in zona da molto tempo: una vera e propria discarica abusiva ben nota alle forze dell'ordine;
quello del 25 settembre è solo il più «visibile» dei roghi di rifiuti che avvengono quotidianamente in tutta l'area metropolitana tra Napoli e Caserta;
alto è l'allarme sociale sul territorio: si tratta di una zona devastata dal punto di vista ambientale da discariche «fuorilegge», decine di impianti a norma ma spesso finiti all'attenzione della magistratura, e decine ancora di sversatoi «fuorilegge», di aree abusive di scarico che determinano sul territorio una continua allerta per la salute;
il Parlamento il 5 febbraio 2014 ha convertito in legge del decreto-legge n. 136 del 2013, con cui prevedeva l'introduzione del reato di combustione dei rifiuti, più una serie di interventi di bonifica dei suoli inquinati nella «Terra dei fuochi» e l'uso dell'esercito per il controllo del territorio;
nonostante l'intervento normativo, com'è del tutto evidente, i roghi continuano e sembrano avere una potenza sempre maggiore, minacciando la vita delle persone, abbassando drammaticamente la qualità della vita, mettendo a rischio la salute dei cittadini, dal momento che da numerosi studi epidemiologici emerge un preoccupante innalzamento delle patologie, in particolare quelle oncologiche, diagnosticate nella zona –:
quali iniziative di competenza intendano attivare per un'azione di contrasto ai rochi di rifiuti in Campania e, in particolare, nell'area del Giuglianese, per aumentare la vigilanza sul territorio, per intensificare il controllo e il presidio e per evitare gli sversamenti abusivi di rifiuti e i conseguenti rochi tossici.
(4-01360)
CECCHETTI e BONIARDI. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che:
negli ultimi anni, i cittadini del territorio di Pero hanno lamentato, in più e diverse occasioni, la presenza di cattivi odori nel territorio che si sono progressivamente intensificati dal 2015;
infatti, nel novembre 2015 si è verificato un caso di odori molesti (una «forte puzza di metano») che avevano invaso l'aria dei quartieri a nord ovest di Milano, in particolare da Pero a Trenno, da Gallaratese a San Leonardo e San Siro;
ad oggi, arrivano nuove segnalazioni da parte dei residenti di via Copernico a Pero, punto del paese più soggetto al disagio, i quali sostengono che in particolare, nelle ore serali, gli odori molesti sono molto intensi da rendere irrespirabile l'aria;
nel caso specifico, gli operatori del nucleo ambiente della polizia locale di Milano e i tecnici dell'Arpa avevano individuato la causa dei cattivi odori in una «non corretta digestione dei fanghi di depurazione», presso l'impianto di depurazione di Pero, che aveva determinato la produzione di biogas in eccesso poi liberato nell'atmosfera determinando gli odori denunciati dagli abitanti della zona;
tuttavia, anche nei mesi successivi, molti cittadini avevano continuato a segnalare la presenza di cattivi odori, a tal fine la società Cap Holding che gestisce il depuratore di Pero, nel marzo del 2016 aveva installato «nasi elettronici» per monitorare ed accertare le cause delle esalazioni in questione; dalle risultanze delle rilevazioni non erano state accertate criticità particolari provenienti dall'impianto di depurazione;
il territorio di Pero è caratterizzato dalla presenza del termovalorizzatore Silla 2, della s.r.l. Spem che si occupa dello smaltimento anche di rifiuti pericolosi e del depuratore gestito da Cap Holding, oltre ad altri insediamenti produttivi di minori dimensioni; inoltre, sarebbe previsto, un ampliamento dell'area produttiva da parte della società che si occupa dello smaltimento dei rifiuti pericolosi (infatti, allo stato attuale, è stata approvata la variante in giunta comunale);
l'impegno del comune, di Arpa Lombardia e delle città metropolitana di Milano, nonché di Cap Holding e di altri enti, in questi mesi, non ha portato a nessun risultato e la fonte degli odori non è ancora stata individuata. Il problema dunque non è stato risolto e per questo il comune ha deciso di trovare le risorse per avviare un monitoraggio, partendo proprio dalle segnalazioni avviate dai cittadini –:
se il Ministro interrogato, intenda adottare ogni iniziativa di competenza per verificare le problematiche emerse al fine di garantire la tutela dell'ambiente e della salute dei cittadini residenti nelle zone interessate dai miasmi descritti, predisponendo ulteriori accertamenti e verifiche, per il tramite del Comando dei carabinieri per la tutela dell'ambiente e per il tramite dell'Ispra.
(4-01367)
BENI E ATTIVITÀ CULTURALI
Interrogazione a risposta in Commissione:
FOGLIANI. — Al Ministro per i beni e le attività culturali. — Per sapere – premesso che:
il campanile di Portogruaro, risalente al dodicesimo secolo, pende di 2,5 millimetri l'anno in direzione nordovest, e le sollecitazioni sono sempre più numerose e critiche;
il più recente intervento di raddrizzamento dei fuori piombo è avvenuto nel 1963 attraverso un consolidamento generale dell'inclinazione; nel 2005 è stato invece eseguito un consolidamento del solo parametro murario della parte bassa;
ormai la sua inclinazione sta assumendo aspetti ogni giorno sempre più preoccupanti;
la legge di stabilità del 2017 ha approvato un piano di investimenti per il patrimonio culturale nazionale;
con decreto ministeriale del 19 febbraio 2018, il Ministero dei beni e delle attività culturali ha assegnato la somma di 4.200.000 euro per il restauro del campanile, mettendo in sicurezza e valorizzando un bene simbolo del comune di Portogruaro –:
quale sia ad oggi lo stato dell'arte dei lavori di ristrutturazione di un bene artistico pubblico che rappresenta per il comune una risorsa strategica per la valorizzazione del territorio.
(5-00714)
Interrogazione a risposta scritta:
DEL MONACO, DEL SESTO, GRIMALDI e IORIO. — Al Ministro per i beni e le attività culturali. — Per sapere – premesso che:
il 12 giugno 2018 terminava la quarta edizione della Reggia Challenge Cup, organizzata nella Reggia di Caserta dalla dottoressa Roberta Reisino, presidente della neo costituita ASD Reali Canottieri Reggia di Caserta, avente sede a Napoli, in Via Capodimonte 28/A, accanto alla residenza della Reisino;
il 13 giugno 2018, durante le celebrazioni per il Panathlon Day, alla presenza del prefetto e del Sindaco di Caserta, il direttore tecnico della Reali Canottieri, Davide Tizzano, dichiarava pubblicamente di aver costituito il primo club remiero casertano (con sede a Napoli): «i Reali Canottieri Reggia di Caserta, che avrà la sua base operativa nel lago della Peschiera e farà attività di addestramento sulle imbarcazioni sia per i normodotati che per i disabili. Su questo progetto abbiamo il pieno consenso della Direzione della Reggia, del Coni e della Federcanottaggio»;
con nota prot. n. 5776 del 7 agosto 2018, la predetta Reali Canottieri trasmetteva alla Reggia di Caserta, ai sensi dell'articolo 183, comma 15, del decreto legislativo n. 50 del 2016, una proposta contratto di finanza di progetto, per la concessione ventennale della Peschiera Grande e del Complesso dei Liparoti, ubicati all'interno del parco;
dal progetto allegato alla menzionata proposta si evince che la suddetta Reali Canottieri «intende realizzare nel Complesso Vanvitelliano una scuola nautica con l'obiettivo dell'avviamento dei giovani e dei diversamente abili agli sport di canottaggio, canoa e vela, con il recupero della struttura attualmente abbandonata denominata “Villaggio dei Liparoti”, valorizzandolo con la vicina “Peschiera Grande”»; ma le regole tecniche delle discipline nautiche menzionate richiederebbero specchi d'acqua più grandi di quello chiesto in concessione;
oltre a ciò, «il progetto darà massima rilevanza al servizio turistico, in quanto si offrirà a pagamento a tutti i visitatori la possibilità di poter remare sullo splendido specchio d'acqua della Peschiera Grande, con attività ludico-ricreative in barca a remi... il progetto prevede, inoltre, la realizzazione di una scuola di restauro per imbarcazioni d'epoca»; ma, in tal caso si consentirebbe a un privato di gestire in proprio un servizio remunerato in un sito monumentale che ha finalità totalmente diverse da quelle di luogo esclusivamente turistico;
con nota assunta al protocollo della Reggia di Caserta n. 6138 del 4 settembre 2018 la predetta ASD Reali Canottieri integrava l'originaria proposta progettuale con ulteriore documentazione per avvalorare la validità del suo progetto;
nella stessa data della menzionata integrazione, il direttore della Reggia di Caserta, dottor Mauro Felicori, firmava la determina n. 240 del 4 settembre 2018, prot. 6155, con cui approvava la proposta di contratto in concessione della Peschiera Grande e Complesso dei Liparoti, unitamente alla bozza di convenzione, al piano economico finanziario, asseverato dalla Cred.it Società Finanziaria spa di Roma, e agli altri allegati ed elaborati presentati dalla Reali Canottieri;
lo stesso direttore, il successivo 19 settembre 2018, firmava il bando di gara (prot. 6541), con procedura aperta, per l'affidamento, con la formula della finanza di progetto, della concessione della predetta Peschiera Grande e del Complesso dei Liparoti. Tale bando prevedeva, originariamente, quale scadenza per la presentazione delle domande di partecipazione, il giorno 8 ottobre 2018, dalle ore 12:00, successivamente prorogata al 20 ottobre 2018, alle ore 12:00, con determina del 4 ottobre 2018 prot. 6921 –:
alla luce di quanto esposto, se il Ministro interrogato intenda verificare la regolarità della citata procedura di concessione ventennale di parte della Reggia di Caserta ad un'associazione privata e valutare l'eventuale incompatibilità della stessa concessione con la mission di un monumento patrimonio dell'UNESCO.
(4-01371)
DIFESA
Interrogazione a risposta in Commissione:
PAGANI, CARÈ, ROSATO, DE MENECH e ENRICO BORGHI. — Al Ministro della difesa, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:
il 1° ottobre 2018 a Mogadiscio, in Somalia, un blindato Lince, appartenente a un convoglio di cinque mezzi italiani, è stato coinvolto in un attacco kamikaze al rientro da un'attività addestrativa in favore delle forze di sicurezza somale. Nessun militare italiano è rimasto ferito, mentre il mezzo, con a bordo 4 soldati, è stato lievemente danneggiato e, purtroppo, quattro civili hanno perso la vita;
il gruppo islamista somalo – legato ad Al-Qaida – al Shabaab, che vuole deporre il governo appoggiato dai Paesi occidentali e instaurare un regime basato sulla rigida interpretazione dell'Islam, ha rivendicato l'operazione dichiarando di aver voluto prendere di mira le forze europee;
i militari italiani operano nell'ambito della missione europea in Somalia (Eutm), finalizzata al rafforzamento del Governo federale di transizione somalo (Tfg), attraverso la consulenza militare a livello strategico alle istituzioni di difesa somale e l'addestramento militare. La missione militare dell'Unione europea opera in stretta collaborazione e coordinamento con gli altri attori della comunità internazionale presenti nell'area d'operazione come le Nazioni Unite, l’African Union Mission in Somalia (Amisom) e gli Usa;
alla fine dello scorso anno, l'Amisom, la missione militare dell'Unione Africana a sostegno dell'esercito in Somalia, ha iniziato a ritirarsi gradualmente dal Paese. Nell'ultimo decennio, l'Amisom ha ottenuto notevoli successi nel contenere la minaccia del movimento estremista islamico somalo, cacciandolo dalle sue roccaforti nella Somalia centromeridionale, ma non è ancora riuscita ad addestrare le forze di sicurezza somale al punto di essere effettivamente in grado di contrastare un gruppo della potenza di al-Shabaab. Il graduale ritiro dell'Amisom ha sollevato preoccupazioni nella comunità internazionale e il Governo degli Stati Uniti ha chiesto all'Unione africana di rivedere la decisione a causa delle persistenti preoccupazioni in materia di sicurezza –:
se il Governo ritenga di attivarsi, nelle opportune sedi diplomatiche, affinché l'Unione Africana riveda la decisione di progressivo ritiro delle truppe Amisom;
quali si preveda saranno le condizioni in termini di sicurezza e operatività nelle quali si troveranno a operare le truppe italiane in Somalia, anche alla luce del graduale ritiro dell'Amisom.
(5-00716)
ECONOMIA E FINANZE
Interrogazione a risposta in Commissione:
MARTINCIGLIO, TRANO, APRILE, CABRAS, CANCELLERI, CASO, CURRÒ, GIULIODORI, GRIMALDI, MANIERO, MIGLIORINO, RADUZZI, RUOCCO, RUGGIERO, ZANICHELLI e ZENNARO. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
la legge n. 190 del 2012 afferma, nell'ambito dell'impiego pubblico, il principio generale della temporaneità degli incarichi di direzione degli uffici imponendo periodicamente la rotazione per assicurare la trasparenza e neutralità nella assegnazione e gestione degli incarichi per contrastare i fenomeni corruttivi presenti nella pubblica amministrazione;
le linee di indirizzo per la predisposizione del piano nazionale anticorruzione, all'articolo 3, lettera c), prevedono «la definizione di criteri atti ad assicurare la rotazione dei dipendenti, in particolare dei dirigenti, nei settori particolarmente esposti alla corruzione» e, all'articolo 5, impongono che le pubbliche amministrazioni, nell'adottare il proprio piano triennale, individuino le attività più esposte al rischio di corruzione e prevedano «l'adozione di adeguati sistemi di rotazione del personale addetto alle aree a rischio, con l'accortezza di mantenere continuità e coerenza degli indirizzi e le necessarie competenze delle strutture (...) per evitare che possano consolidarsi delle rischiose posizioni “di privilegio” nella gestione diretta di certe attività correlate alla circostanza che lo stesso funzionario si occupi personalmente per lungo tempo dello stesso tipo di procedimenti e si relazioni sempre con gli stessi utenti»;
posto che con la disciplina «anticorruzione» il legislatore, manifestando disfavore verso la prolungata permanenza dei dirigenti pubblici negli incarichi conferiti, ha ribadito l'operatività del principio della temporaneità degli incarichi di direzione degli uffici e la loro rotazione anche per quelli di segreteria delle commissioni tributarie non dirigenziali, a maggior ragione la suddetta rotazione andrebbe assicurata ai dirigenti delle commissioni tributarie che garantiscono con la loro attività la corretta gestione e definizione delle controversie tributarie, con effetti diretti sulle entrate erariali e sul singolo contribuente;
ciò consentirebbe al dirigente generale di espletare la propria attività in conformità ai princìpi di imparzialità e di buon andamento dell'azione amministrativa (articolo 97 della Costituzione) in settori, come quello delle finanze e tributario, particolarmente esposti alla corruzione;
la Corte dei conti ha chiarito che se gli incarichi di funzioni dirigenziali sono rinnovabili, per il principio di rotazione non possono superare una ragionevole durata, essendo illegittimo prolungarli per anni o di fatto a vita;
agli interroganti risulta che, contrariamente a quanto prescrive la legge non siano mai stati fatti interpelli per la rotazione dei dirigenti delle commissioni tributarie –:
se il Ministro interrogato intenda assumere iniziative per accertare se siano stati banditi interpelli per la rotazione della figura del dirigente delle commissioni tributarie e, in caso negativo, quali iniziative di competenza intenda assumere per sanare la violazione del principio della obbligatoria rotazione.
(5-00719)
INFRASTRUTTURE E TRASPORTI
Interrogazioni a risposta in Commissione:
BUSINAROLO. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
da recenti notizie di stampa (Corriere del Veneto del 4 ottobre 2018 e Corriere della Sera del 3 ottobre 2018) si apprende di alcune nuove problematiche legate alla realizzazione della tratto Verona-Vicenza della linea Tav, evidenziatesi con la richiesta di concordato in continuità presentata al tribunale di Roma per la sospensione dei pagamenti ai creditori da parte della società Astaldi, ditta socia (con il 37 per cento delle quote) del consorzio Iricav Due e general contractor a cui fanno capo i lavori per la realizzazione del primo lotto dell'alta velocità ferroviaria tra Verona e Vicenza;
la richiesta avanzata da Astaldi, equivalente ad un «default» secondo l'agenzia di rating Standard&Poor's rischia di avere gravissime ripercussioni sul Paese, poiché la società, secondo gruppo di costruzioni in Italia, è impegnata in numerose opere infrastrutturali di grande rilevanza, nazionale ed internazionale –:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza di quanto descritto in premessa e quali iniziative, di competenza intenda intraprendere, considerando che per la realizzazione della tratta Verona-Vicenza, per cui il Cipe ha approvato il progetto, si è ancora in attesa della firma tra, Rete ferroviaria italiana e Consorzio Iricav Due.
(5-00707)
MURA e GAVINO MANCA. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che:
la Sardegna meridionale è stata colpita a partire dal 10 ottobre 2018 da eventi atmosferici di straordinaria portata;
al momento si conta una vittima, alcuni dispersi e notevoli danni a infrastrutture viarie urbane ed extraurbane, strutture pubbliche e private, attività produttive e unità immobiliari di cittadini che vivono nelle zone maggiormente colpite;
diventa necessario intervenire rispetto alla situazione emergenziale verificatasi con la destinazione immediata di risorse specifiche al ripristino dei collegamenti viari e al risarcimento dei danni causati;
il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ha acquisito, attraverso le comunicazioni dei comuni sardi e dietro richiesta dello stesso, l'elenco degli interventi prioritari di manutenzioni e opere ex novo, al fine di garantire la sicurezza e un adeguato riassetto idrogeologico del territorio;
oltre agli interventi emergenziali occorre adottare un piano straordinario di interventi di manutenzioni straordinarie e messa in sicurezza del territorio sardo e velocizzare la realizzazione degli interventi già pianificati e finanziati –:
se il Governo intenda destinare risorse specifiche, nell'ambito del disegno di bilancio per il 2019, per la predisposizione e l'adozione di un piano straordinario di manutenzione e messa in sicurezza dei territori sardi maggiormente a rischio e più in generale di tutto il territorio nazionale.
(5-00708)
Interrogazioni a risposta scritta:
VARRICA. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
l'articolo 202, comma 1, lettera a), del decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50, ha istituito il «Fondo per la progettazione di fattibilità delle infrastrutture e degli insediamenti prioritari per lo sviluppo del Paese, nonché per la project review delle infrastrutture già finanziate» («Fondo Progettazione»);
a tale fondo sono stati attribuiti 25 milioni di euro per il 2018, 35 milioni per il 2019 e 50 milioni per il 2020;
sulla base di quanto pubblicato a inizio marzo 2018 sul sito web del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, per il triennio 2018-2020 alle 15 autorità di sistema portuale sono destinati 30 milioni di euro, alle 14 città metropolitane 25 milioni di euro, ai 14 comuni capoluogo di città metropolitane 30 milioni di euro e ai 36 comuni capoluogo di regione o di provincia autonoma (non ricadenti in città metropolitana) o con popolazione superiore ai 100.000 abitanti 25 milioni di euro;
in particolare, spetterebbero 1,8 milioni di euro alla città metropolitana di Palermo, 2 milioni di euro al comune di Palermo, 2 milioni di euro all'autorità portuale della Sicilia Occidentale;
la sentenza della Corte costituzionale 13 aprile 2018, n. 74, sulla base delle interlocuzioni avute col Ministero, è oggetto di specifiche attenzioni al fine di evitare qualsiasi forma di contenzioso –:
quali iniziative stia assumendo il Ministro interrogato al fine di mettere a disposizione delle amministrazioni beneficiarie le risorse di cui sopra che risultano ad oggi bloccate.
(4-01358)
VARRICA. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
l'articolo 1, comma 1079, 27 dicembre 2017, n. 205 ha istituito il «Fondo progettazione enti locali», con l'obiettivo di cofinanziare con risorse statali la redazione dei progetti di fattibilità e dei progetti definitivi degli enti locali, per opere destinate alla messa in sicurezza degli edifici e strutture pubbliche: le risorse assegnate sono 30.000.000 di euro per ogni anno, dal 2018 al 2020;
l'articolo 1, comma 1080, della legge 27 dicembre 2017, n. 205, stabilisce che i criteri e le modalità di accesso, selezione e cofinanziamento dei progetti, nonché le modalità di recupero delle risorse, siano definiti con decreto del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti;
alla città metropolitana di Palermo, sulla base del piano di riparto pubblicato a inizio marzo 2018 sul sito del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, spetterebbero 307.000 euro per ciascuna annualità del triennio 2018-2020;
risulta necessario sbloccare tali risorse e fornire uno strumento finanziario agli enti locali per eseguire la progettazione degli interventi di messa in sicurezza degli edifici pubblici, a partire da quelli scolastici;
la sentenza della Corte Costituzionale 13 aprile 2018, n. 74, sulla base delle interlocuzioni avute con il Ministero, è oggetto di specifiche attenzioni al fine di evitare qualsiasi forma di contenzioso –:
quali iniziative stia adottando il Ministro interrogato al fine di mettere a disposizione degli enti locali le risorse di cui sopra che risultano ad oggi bloccate.
(4-01359)
SANTELLI, OCCHIUTO, CANNIZZARO e MARIA TRIPODI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
in data 7 settembre 2018 il Ministro interrogato, attraverso un comunicato stampa, ha annunciato l'intenzione da parte del Governo di voler procedere all'istituzione della sedicesima Autorità del sistema portuale, ovvero l'Autorità dello stretto di Messina, alla quale faranno capo i porti di Messina e Milazzo per la Sicilia e di Reggio Calabria e Villa San Giovanni per la Calabria per i quali, ai sensi del decreto legislativo n. 169 del 2016, la competenza è di Gioia Tauro;
in questo modo Messina si troverebbe ad avere una propria Authority con due porti della Calabria e, di conseguenza, il porto di Gioia Tauro, uno dei più importanti del Mediterraneo, verrebbe mortificato;
a ciò si aggiunge il fatto che si verrebbe a determinare un declassamento dei porti di Reggio Calabria e di Villa San Giovanni che si troverebbero all'interno di un'autorità senza un porto di primo livello Core europeo;
seppur sia fondamentale procedere all'istituzione dell'autorità portuale di Messina, tale atto non può di certo avvenire a danno della città metropolitana di Reggio Calabria e del suo territorio, anche in considerazione del fatto che l'istituzione dell’Authority non può prescindere dalla istituendo zona economica speciale Calabria, generando forme di complicazione burocratica in contraddizione con i princìpi costitutivi delle zone economiche speciali –:
se il Ministro interrogato non intenda chiarire gli intendimenti circa l'istituzione della sedicesima autorità di sistema portuale e se, in tale ambito, non intenda adottare iniziative per garantire il centralismo del porto di Gioia Tauro, individuandolo come sede naturale dell'autorità portuale in virtù della sua posizione geografica, della grandezza dell'infrastruttura e, soprattutto, per la sua rilevanza in termini sociali.
(4-01363)
FRATOIANNI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:
nel 2015, Onorato Armatori riassettava la propria società «Moby» e acquisiva il 100 per cento di Compagnia italiana di navigazione (Cin)-Tirrenia;
all'atto dell'acquisizione, Cin chiudeva l'esercizio 2014 incrementando il patrimonio netto e migliorando la posizione finanziaria con una riduzione dell'indebitamento netto di circa 48 milioni di euro rispetto al saldo precedente;
la gestione della Onorato Armatori, al contrario, ad avviso dell'interrogante si è caratterizzata per un preciso disegno di svuotamento dell'autonomia gestionale di Cin dislocando presso la sede di Milano della «Moby» i settori operativi della società e privando Napoli del centro decisionale e della possibilità di essere volano di sviluppo per le imprese – soprattutto meridionali – che gravitavano nell'area degli appalti per le manutenzioni e le forniture alle navi della flotta;
lo stesso patrimonio aziendale della Cin, con l'assenso della Tirrenia in amministrazione straordinaria, fu aggredito mediante la progressiva vendita di navi sostituite da un gioco incrociato di noleggi tra navi estere e navi di proprietà Moby;
il rapporto tra Compagnia italiana di navigazione Moby con la Tirrenia in amministrazione straordinaria, secondo l'interrogante si è distinto per ambiguità e potenziali conflitti di interesse. Basti ricordare il rapporto fra Onorato e l'avvocato Caravita di Toritto, legale di Moby nelle sue maggiori controversie legali, affiancato al commissario straordinario di Tirrenia durante il Governo Renzi dall'allora Ministra dello sviluppo economico Federica Guidi;
alla fine del 2015, dei 380 milioni di euro complessivi Onorato doveva pagare 180 milioni in tre rate equivalenti (scadenza 2016, 2019, 2021) e una tranche da 62 milioni, cui erano state legate a garanzia le navi della flotta. Cin chiese e ottenne di pagare anticipatamente questa posta in cambio della cancellazione delle ipoteche sulle navi Tirrenia; sul piano occupazionale la Onorato Armatori ha ridimensionamento le garanzie contrattuali del personale navigante attraverso una diminuzione di contratti a tempo indeterminato in favore di una precarizzazione del lavoro;
i risultati finanziari continuano a destare gravi preoccupazioni: nel 2016 la caduta del bond da 300 milioni (borsa di Lussemburgo) dovuta all'insoddisfazione degli investitori, nel 2017 il downgrade di Moody's (da B1 a B3) ed un nuovo pesante crollo del bond;
nella relazione di Moody's si legge «La decisione di ridurre Moby di due tacche riflette la continua erosione delle metriche di credito dell'azienda, le limitate prospettive di inversione di tendenza e preoccupazioni di liquidità in quanto la società deve affrontare flussi di cassa potenzialmente significativi nei prossimi 12-18 mesi sulla scia di una multa antitrust italiana e un'indagine in corso da parte della Commissione europea»;
nel primo semestre del 2018 l'indebitamento complessivo risulta essere di 692 milioni di euro e l'esposizione finanziaria netta risulta negativa per 483 milioni per effetto di una cassa pari a 205 milioni al 30 giugno;
l'andamento della stagione estiva 2018 accusa una flessione dei flussi commerciali da e per la Sardegna;
le insistenti voci di ulteriori vendite di navi di proprietà di Cin-Tirrenia, gli adombrati trasferimenti da Napoli a Livorno di uffici e personale fanno da cornice al progetto di incorporazione di Moby in Cin-Tirrenia, operazione che rischia di fallire clamorosamente come già sperimentato con Alitalia, con la differenza che allo Stato rimarrebbero solo i dipendenti Tirrenia e una montagna di debiti –:
se il Governo intenda adottare iniziative, per quanto di competenza, per scongiurare lo smembramento in atto della società Cin ad opera della proprietà «Onorato Armatori» che rischia di determinare un danno per la stessa compagnia, per i lavoratori e per le aziende dell'indotto, soprattutto meridionali che vivono grazie alle commesse e alla presenza di Cin che prima della cessione alla nuova proprietà vantava risultati economici e produttivi positivi.
(4-01365)
SILVESTRONI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
è stato annunciato dal Governo e proposto nella Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza che, nel prossimo disegno di legge di bilancio saranno dedicati 1,5 miliardi di euro, per l'anno 2019 specificatamente alla messa in sicurezza e la manutenzione di infrastrutture quali viadotti, ponti, gallerie e altro;
gli interventi riguarderanno opere realizzate nella stessa epoca o in epoche precedenti alla realizzazione del ponte Morandi, ovvero che presentino specifiche necessità di manutenzione. Il piano sarà trattato alla stregua di un intervento emergenziale, utilizzando procedure previste dalla legislazione vigente – in particolare la procedura negoziata – che consentono di ridurre significativamente i tempi necessari per l'affidamento dei lavori. L'utilizzo di tali modalità, ed il particolare interesse del Governo alla realizzazione del programma, garantiscono che i lavori verranno attuati rapidamente. Ciò consentirà di utilizzare le risorse finanziarie appostate nei tempi previsti, determinando un'accelerazione della spesa rispetto ad altre esperienze del passato;
specificatamente, per la realizzazione della tratta autostradale Roma-Latina, è stata recentemente annullata la gara di appalto per decisione del Consiglio di Stato, che ha accolto il ricorso presentato dal gruppo Salini-Impregilo;
il progetto per il collegamento autostradale destinato a sostituire l'ormai vecchia via Pontina è datato 2001. Inserito nella legge obiettivo del 2001, ha avuto un iter travagliato, contestato da vari comitati;
mettere in sicurezza il territorio, come annunciato dal Governo, significa cercare di fare quelle opere finora mai realizzate e di cui tuttavia esistono già progetti e risorse pronte, ma che non possono essere messe in esecuzione perché bloccate da intoppi burocratici;
la via Pontina, attualmente gestita dalla società della regione Lazio denominata Astral nel tratto interessato dal tracciato autostradale A12-Roma-Latina, è già a due corsie per senso di marcia, ma non è adeguata in sicurezza per l'assenza delle corsie d'emergenza, risulta essere in condizione di estrema insicurezza tanto da prevedere tratti con il limite di 30 chilometri orari;
il rapporto costi/benefici della realizzazione della A-12 Roma-Latina, sulla base del quale il Ministro interrogato sostiene di valutare la fattibilità e la realizzazione delle infrastrutture, nel caso specifico sarebbe del tutto sbilanciato sul lato dei costi; ad avviso dell'interrogante, peraltro, si tratta di costi già sostenuti, inutilmente, per la sola progettazione, mentre i pendolari della provincia di Roma e di Latina subiscono, dopo 17 anni, ancora la beffa dell'inaccessibilità verso la Capitale, il che dimostra, sempre ad avviso dell'interrogante, la profonda incapacità di programmazione ed esecuzione nel campo delle infrastrutture del presidente Zingaretti;
va considerata la gravità dei fatti sopra riportati, stando a rischio la sicurezza e il diritto alla mobilità –:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza della grave situazione che interessa migliaia di pendolari e centinaia di attività economiche ricadenti sulla via Pontina e ad essa collegate;
se possa fornire elementi, per quanto di competenza, circa gli sviluppi nella realizzazione del progetto riguardante il tracciato di cui in premessa, dopo l'annullamento della procedura di gara della A-12 Roma-Latina da parte del Consiglio di Stato;
se non ritenga opportuno assumere iniziative per adeguare urgentemente i sistemi di sicurezza in tutta la via Pontina.
(4-01370)
INTERNO
Interrogazioni a risposta in Commissione:
MIGLIORE. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
da notizie a mezzo stampa si è appreso che il 9 ottobre 2018 lo street artist Jorit è stato aggredito verbalmente a Napoli, da un esponente politico di estrema destra, Pietro Lauro, consigliere della V municipalità, mentre stava realizzando un dipinto raffigurante i volti di Ilaria Cucchi e di Sandro Pertini in via Menzinger, nel quartiere collinare dell'Arenella;
secondo quanto riportato dalle notizie a mezzo stampa l'esponente politico di estrema destra lo avrebbe minacciato, intimandogli di smettere di lavorare e andarsene, mentre secondo quanto riportato da notizie via web, alcuni passanti hanno evitato il peggio impedendo al consigliere di entrare in contatto fisicamente con l'artista, che ha dovuto comunque sospendere momentaneamente la realizzazione dell'opera;
appare estremamente grave che i fatti riportati siano stati commessi da un consigliere eletto, vicino ai movimenti di estrema destra, Casapound e Avanguardia nazionale, come si evince anche dal suo profilo facebook, ricco di immagini inneggianti al fascismo e a Mussolini, mentre occorre ricordare che l'opera in corso di realizzazione da parte del writer Jorit fa parte di un progetto approvato dall'amministrazione locale in cui sono coinvolti gli studenti delle scuole del quartiere, in una vecchia struttura abbandonata che il comune di Napoli ha deciso di restituire alla comunità e che diventerà la casa della socialità –:
quali iniziative di competenza intenda adottare per prevenire e contrastare le aggressioni sia fisiche che verbali compiute da esponenti di movimenti neo-fascisti di estrema destra, talvolta anche con cariche istituzionali come nei fatti riportati in premessa, anche alla luce del loro crescente ripetersi negli ultimi mesi su tutto il territorio nazionale.
(5-00709)
MIGLIORE. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
da notizie a mezzo stampa si è appreso che, dopo i numerosi episodi accaduti nei giorni scorsi, solo nel fine settimana, sono avvenuti ben ventidue furti presso alcune scuole nei quartieri romani di Torre Angela e Tor Bella Monaca;
i ladri si sarebbero introdotti, ancora una volta, all'interno delle scuole di via Merope, via Calimera e via Panzera, ma anche in via Mitelli, via Siculiana, via dell'Archeologia, molte strutture delle quali erano già state depredate nei giorni precedenti di computer nonché cibo e monete presenti nei distributori automatici;
sono gravissime le conseguenze, anche dal punto di vista economico, per questi istituti romani, tra cui anche asili nido, già in condizioni di forte difficoltà, poiché ai furti si sono aggiunti i danni agli infissi e alle porte e al materiale scolastico, anche a causa delle urine e delle feci lasciate sui libri da questi nuovi vandali;
desta enorme preoccupazione, da un lato, l’escalation di furti che sta mettendo in ginocchio le scuole di questi due quartieri, a fronte dell'impotenza dell'amministrazione locale, che non riesce in alcun modo a prevenire e contrastare questi fenomeni criminosi e, dall'altro, la notizia riportata a mezzo stampa che nella notte tra martedì e mercoledì, gli attivisti del gruppo Azione Frontale Le Torri, gruppo neo-fascista di estrema destra, sarebbero scesi in strada per compiere delle vere e proprie ronde, puntualmente rivendicate anche sui social network;
appare all'interrogante pertanto non solo al di fuori di ogni legalità, ma anche assolutamente vergognoso e oltraggioso che esponenti di movimenti neofascisti, che ai valori del fascismo idealmente e palesemente si richiamano, pretendano oggi di essere portatori di legalità e sicurezza –:
quali iniziative intenda adottare, per quanto di competenza, per facilitare l'individuazione degli autori dei gravi fatti negli istituti scolastici riportati in premessa, nonché per contrastare le iniziative delle cosiddette «ronde», organizzate da privati cittadini, a giudizio dell'interrogante palesemente illegittime, anche alla luce del fatto che l'unico garante della tutela e della sicurezza dei cittadini, è, e non può che essere, solo lo Stato che si fonda sui valori antifascisti della Costituzione.
(5-00712)
MIGLIORE. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
da notizie a mezzo stampa, si è appreso che il 5 ottobre 2018 il 26enne gambiano Omar Jallow è stato arrestato ed ammanettato alla ruota di una macchina della polizia;
in un video diffuso via internet si vede l'uomo accovacciato per terra, agitato e impaurito, con un braccio sanguinante che un amico cerca di medicare come può, mentre accanto a lui, poggiato sull'auto, si scorge un agente affaticato con la divisa sporca di fango e si intravedono gli altri abitanti della baraccopoli di Borgo Mezzanone, in provincia di Foggia, che protestano contro la polizia e cercano di aiutare il ragazzo;
a seguito dell'ammanettamento alla ruota dell'auto, si sarebbe levata la protesta di una cinquantina di migranti che, secondo quanto dichiarato dal Sap, il Sindacato autonomo di polizia, per impedire il fermo del gambiano, avrebbero colpito ripetutamente con calci, pugni e oggetti contundenti due agenti, costringendoli a medicarsi in ospedale con ferite giudicate guaribili in 15 e 30 giorni;
tale versione sarebbe invece stata smentita dai migranti, che al contrario hanno ribadito di aver posto in essere solo un tentativo di scongiurare l'arresto brutale di una persona trascinata per diversi metri, mentre era già ammanettata, e poi legata alla ruota posteriore della volante della polizia;
sempre da notizie a mezzo stampa si è appreso che la procura di Foggia avrebbe avviato due diverse indagini per indagare le eventuali aggressioni subite dalla forze di polizia da un lato, e le modalità dell'arresto di Omar Jallow dall'altro, mentre il giudice del tribunale di Foggia, nel frattempo, avrebbe assolto Omar Jallow dall'accusa di aggressione, ma lo ha ritenuto colpevole di resistenza a pubblico ufficiale condannandolo a un anno di carcere –:
in attesa degli esiti delle indagini in corso che faranno luce sull'eventuale sussistenza di reati, se sia stata avviata, per quanto di competenza, un'indagine amministrativa interna sui fatti riportati in premessa e se non ritenga opportuno adottare iniziative atte a garantire che gli arresti effettuati dalle forze dell'ordine avvengano sempre e comunque nel massimo rispetto dei diritti fondamentali dell'uomo.
(5-00717)
Interrogazioni a risposta scritta:
ZANELLA. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
nella periferia sud-est di Milano, ai confini con le campagne di San Donato e Poasco, un terreno comunale di 65 ettari, tristemente noto come «Boschetto della droga» di Rogoredo, è divenuto una dimora di trafficanti, spacciatori e tossici, dove almeno 1.000 persone al giorno comprano e consumano droga;
si tratta della prima piazza di spaccio italiana, tra le più grandi europee, un vero e proprio porto franco della droga, che sfrutta i canali dell'alta velocità per il transito diabolicamente efficiente di persone e merci;
negli ultimi anni, soprattutto a partire dal 2014-2015, la situazione è progressivamente peggiorata. I risvolti non sono solo quelli, drammatici, sul piano sanitario e della criminalità, ma anche quelli altrettanto importanti quotidianamente patiti dai residenti, che non solo non si sentono più al sicuro, ma vedono crollare i prezzi delle case, in un contesto segnato ormai dal degrado;
la «location», purtroppo, ben si presta a questa spirale di degrado: non sorvegliata, non recintata, non presidiata, molto estesa. Si sviluppa dalla stazione ferroviaria di Rogoredo, a via Orwell, e da via Fabio Massimo sino a via Sant'Arialdo. Tutti accessi liberi per tossici e spacciatori che, ad ogni ora del giorno e della notte, «invadono» gli accessi per entrare nel bosco, acquistare o comprare la droga, accamparsi;
ormai da tempo, Forza Italia, sia sul territorio che a livello nazionale, conduce una battaglia per sanare il degrado dell'area, anche tramite una efficace e continuativa presenza delle forze dell'ordine;
attualmente, la polizia locale effettua un servizio diurno, a turni, con una pattuglia che ruota attorno ai soli giardini pubblici di via Rogoredo; di notte il quartiere è scoperto. Ma soprattutto è assente un presidio costante della Polfer nella stazione ad alta velocità di Rogoredo, che fungerebbe da forte deterrente a quella che è diventata de facto la prima centrale di spaccio. Da anni, infatti, detto presidio è stato smantellato, e, nonostante numerose e reiterate istanze, non è mai stato ripristinato;
l'interrogante ha accolto con entusiasmo, sulla base delle più recenti linee espresse dal Governo, l'impegno a congelare il progetto del precedente Esecutivo di chiudere uffici di polizia e anzi a potenziare numerosi reparti d'eccellenza, come la polizia postale, la polizia stradale, la Polfer, in un piano di complessivo rafforzamento di personale e di dotazioni delle forze dell'ordine;
se quanto testé riportato corrispondesse al vero, fatto che ci si auspica, trattandosi di uno dei punti fondamentali del programma di centro-destra sulla base del quale ci si è presentati agli elettori, l'interrogante non nutre dubbi circa il fatto che la situazione verrà tempestivamente affrontata e risolta –:
quali iniziative il Ministro interrogato intenda assumere per ripristinare, in via indifferibile e urgente, il presidio Polfer all'interno della stazione di Rogoredo, quale primo passo per contrastare la spirale del degrado, ormai intollerabile per i cittadini, e che desta gravissimo allarme sia sul territorio, che a livello nazionale.
(4-01364)
DONZELLI e CIRIELLI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
alla luce di numerosi episodi di criminalità e di una situazione di gravissima emergenza per la sicurezza dei cittadini il Ministero dell'interno ha sottoscritto, il 20 febbraio 2018, a Castel Volturno, il protocollo d'intesa con l'impegno a sostenere e finanziare il piano di interventi presentato dal commissario straordinario di Governo, Francesco Antonio Cappetta, mirato soprattutto al superamento delle situazioni di degrado nella zona, caratterizzata da una particolare concentrazione di cittadini stranieri;
il Ministro pro-tempore Marco Minniti si impegnò anche a un potenziamento delle forze dell'ordine con 28 unità aggiuntive;
a Castel Volturno sono sempre più diffusi l'abusivismo, lo spaccio e la prostituzione: immigrate appena 15enni si vendono per strada per pochi euro. La camorra è stata sostituita dalla potente mafia nigeriana: gli extracomunitari arrivano dall'Africa in alcuni casi con l'intento di delinquere, in altri, invece, sono essi stessi vittime degli accadimenti;
i cittadini sono costretti a subire episodi di criminalità di ogni genere. A fronte di più di 25 mila residenti nell'area sopracitata, è stato stimato che ci sarebbe un numero maggiore di immigrati non regolari –:
se il protocollo di cui in premessa sia stato adottato, quali risultati siano stati raggiunti, quante risorse siano state realmente investite, se sia effettivamente aumentata la dotazione di agenti delle forze dell'ordine;
se non intenda procedere ad un censimento degli immigrati irregolari sul territorio di Castel Volturno;
quali ulteriori iniziative intenda adottare per garantire sicurezza e legalità.
(4-01366)
ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA
Interpellanza:
Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, il Ministro della salute, per sapere – premesso che:
nonostante le autorevoli rassicurazioni espresse in questi ultimi mesi, la situazione dei precari del Centro di ricerca oncologico di Aviano (Cro) torna a essere problematica. Il 31 dicembre di quest'anno scadranno i contratti precari che sono stati prorogati in extremis il 29 dicembre 2017 e, in forza della contestata riforma dei contratti dei ricercatori, la pubblica amministrazione non potrà più avvalersi di questo tipo di contratti per arruolare i ricercatori;
la scorsa estate le sigle sindacali Anaao, Assomed, Cgil, e Cisl avevano inoltrato una richiesta di soluzione del problema ed erano pervenute numerose rassicurazioni da parte del Ministero della salute e della direzione del centro avianese. Tuttavia, solo in questi giorni la direzione del Cro ha incontrato le delegazioni sindacali del comparto;
proprio ad Aviano, nel gennaio 2018 il direttore della ricerca e dell'innovazione del Ministero della salute aveva assicurato non esserci problemi sulle coperture finanziarie per la stabilizzazione dei precari della ricerca. Il direttore aveva assicurato che «sotto il profilo delle coperture finanziarie non vi saranno sorprese poiché la dotazione integrativa ai fondi di ricerca richiesta al Mef, originariamente pari a 47 milioni di euro, è stata portata agli attuali 90». Peraltro, la legge di bilancio ha allocato risorse per prorogare i contratti in essere, stanziando 19 milioni di euro per il 2018, 50 milioni di euro per il 2019 e 70 milioni di euro per il 2020 e 90 milioni di euro per il 2021;
tuttavia, ad oggi, per quanto riguarda infatti l'assorbimento dei ricercatori, mancano due documenti fondamentali, applicativi della riforma: la definizione dei profili professionali nel contratto nazionale Comparto sanità e i decreti attuativi ministeriali che devono definire le procedure concorsuali e i criteri di valutazione dei lavoratori. Se tali documenti non verranno approvati, e peraltro si è in ritardo sulla tempistica, 50 ricercatori del Cro i cui contratti scadranno a dicembre, resteranno senza lavoro. E lo stesso accadrà per tutti i contratti in scadenza nel 2019;
anche nel caso di applicazione della riforma «a piramide», però, la situazione dei precari sarebbe tutt'altro che rassicurante. La legge di bilancio per il 2018 è intervenuta sulla annosa questione dei precari della ricerca sanitaria, con i commi da 422 a 434 dell'articolo 1, definendo un percorso chiamato «piramide dei ricercatori», nel quale si prevede un contratto a tempo determinato per ricercatori e per le figure professionali di supporto della ricerca della durata di 5 anni rinnovabili una sola volta per altri 5 e, successivamente, un possibile passaggio a tempo indeterminato. Peraltro, il Coordinamento dei precari, aveva proposto una propria diversa soluzione già nell'autunno del 2017;
sulla base della proiezione delle norme approvate, il coordinamento dei precari ha elaborato un possibile scenario sulla base dei criteri previsti dalla legge per la fase transitoria, cioè il passaggio dei precari attualmente impiegati negli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico e negli Istituti zooprofilattici sperimentali nel percorso della «piramide»: secondo le proiezioni dei precari, potranno accedere al percorso con contatto a tempo determinato solamente coloro che il 31 dicembre 2017 avevano un contratto di collaborazione coordinata e continuativa attivo, ottenuto dopo aver superato una selezione pubblica, e con almeno tre anni di contratti atipici negli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico nei precedenti cinque anni. Nonostante il Ministero abbia più volte ribadito la volontà di allargare il più possibile l'accesso alla piramide per gli attuali precari, il censimento rivela che al Cro solamente il 21 per cento (28 di collaborazione coordinata e continuativa e 2 liberi professionisti) dei 141 precari con rapporto di lavoro atipico a luglio 2018 avrebbero i criteri previsti dalla legge per entrare nella riforma contrattuale;
il 16 aprile del 2018 il Presidente del Consiglio pro tempore Gentiloni si è recato ad Aviano, definendo il Cro una eccellenza in campo sanitario e della ricerca biomedica. In quella sede gli esponenti della regione Friuli Venezia Giulia avevano invitato il Governo a sanare la situazione di precarietà che coinvolge i ricercatori;
nell'agosto 2018 il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, ha emanato un decreto per stabilizzare oltre 2.000 ricercatori precari negli enti pubblici di ricerca in Italia per sanare la situazione di «persone che dopo 10-15 anni ancora sono con contratti a tempo determinato» –:
quali siano gli intendimenti dei Ministri interpellati per sanare la situazione dei precari del Centro di ricerca oncologico di Aviano (Cro) e, più in generale, di tutti i precari del sistema della ricerca.
(2-00141) «Sandra Savino».
Interrogazione a risposta scritta:
BIGNAMI. — Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:
la legge 13 luglio 2015, n. 107, recante «Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti», ha posto in essere modifiche all'assetto organizzativo, strutturale e nelle procedure di reclutamento del personale docenti;
la legge cosiddetta della «Buona Scuola» tra le altre cose, ha previsto, tra l'altro, l'introduzione della figura del docente di potenziamento;
l'organico di potenziamento dovrebbe essere impiegato per l'ampliamento dell'offerta formativa e per il miglioramento della scuola definito nel Piano di miglioramento (Pdm) e sulla base del Rapporto di autovalutazione (Rav): in base al Rav, vengono evidenziati i punti deboli di ogni singola istituzione scolastica e quindi ogni istituto valuta quali aspetti migliorare, di quanto e come farlo, definendo un Piano di miglioramento (Pdm);
il comma 68 dell'articolo 1 della legge n. 107 del 2015 prevede che, a decorrere dall'anno scolastico 2016/2017, con decreto del dirigente preposto all'ufficio scolastico regionale, l'organico dell'autonomia sia ripartito tra gli ambiti territoriali – spesso a prescindere dalle richieste dei presìdi stessi;
sono pervenute segnalazioni riguardanti improprie modalità di utilizzo dei docenti individuati su posti di potenziamento dell'organico dell'autonomia nella regione Emilia-Romagna. Il fatto è stato rilevato anche a livello pubblico su siti specializzati (fonte: http://www.orizzontescuola.it);
dalle segnalazioni pervenute, tali docenti verrebbero impiegati nelle continue sostituzioni per le supplenze brevi oppure per insegnare discipline verso le quali non hanno preparazione e, pertanto, si tratterebbe di una compromissione della loro dimensione professionale;
pertanto, sussisterebbero criticità e ambiguità per quanto riguarda l'impiego della figura dell'insegnante di potenziamento;
l'introduzione della nuova figura professionale degli insegnanti di potenziamento mirava a dotare le scuole di una nuova risorsa, oltre che a creare nuovi posti per colmare il problema delle supplenze. Tuttavia, gli obbiettivi, almeno finora, non sembrerebbero essere stati raggiunti;
il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca dovrebbe avviare una serie di controlli sulle modalità di impiego degli insegnanti di potenziamento e sarebbe opportuno, ad avviso dell'interrogante, valutare modifiche normative alla legge sopra richiamata al fine di fare chiarezza sul ruolo che possono effettivamente ricoprire gli insegnanti medesimi –:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza della situazione esposta;
se intenda avviare verifiche rispetto all'impiego degli insegnanti di potenziamento nella regione Emilia-Romagna, onde assicurare che l'impiego degli insegnanti medesimi avvenga in modo conforme alla normativa vigente;
se intenda assumere iniziative volte ad apportare modifiche normative alla disciplina in materia al fine di chiarire definitivamente quale sia il ruolo effettivo dell'insegnante di potenziamento;
se, nell'anno scolastico 2017/2018, siano state ravvisate situazioni nelle quali gli insegnanti di potenziamento siano stati utilizzati in mansioni didattiche non attinenti a quanto indicato dalla normativa;
se ritenga opportuno assumere iniziative normative al fine di consentire l'impiego dei docenti di potenziamento solamente per le classi di concorso già presenti all'interno dell'istituto scolastico di riferimento.
(4-01362)
LAVORO E POLITICHE SOCIALI
Interrogazioni a risposta in Commissione:
UBALDO PAGANO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro per la famiglia e le disabilità. — Per sapere – premesso che:
con il Programma operativo nazionale (Pon) Inclusione 2014-2020, cofinanziato dal Fondo sociale europeo, per la prima volta i fondi strutturali intervengono a supporto delle politiche di inclusione sociale;
il Pon, in particolare, è finalizzato a contribuire al processo che mira a definire i livelli minimi di alcune prestazioni sociali, affinché queste siano garantite in modo uniforme in tutte le regioni italiane, superando l'attuale disomogeneità territoriale. La maggior parte delle risorse sono destinate agli assi 1 e 2 (1.066.628.417,91 euro), volti a supportare l'attuazione del Reddito di inclusione (Rei);
il programma, inoltre, sostiene azioni volte a rafforzare la capacità amministrativa dei soggetti ai vari livelli di governance, oltre che degli stessi beneficiari del Rei, come, ad esempio:
sostegno alle funzioni di segretariato sociale (ad esempio il rafforzamento dei servizi di accesso con particolare riferimento alla funzione di pre-assessment finalizzata ad orientare gli operatori nel percorso da attivare per prendere in carico efficacemente le famiglie);
rafforzamento del servizio sociale professionale al fine di supportare la creazione delle équipe multidisciplinari per la presa in carico (per le funzioni di assessment, progettazione, valutazione e monitoraggio dell'intervento integrato);
interventi sociali: sostegno sociale professionale, assistenza educativa domiciliare, assistenza educativa territoriale per la costruzione di requisiti per occupabilità e supporto all'inclusione sociale di giovani e adulti, nonché servizi di mediazione familiare e finanziaria;
formazione: empowerment degli operatori sociali finalizzato al presidio delle funzioni di pre-assessment e presa in carico (assessment, progettazione e attuazione degli interventi);
attività di informazione e sensibilizzazione (ad esempio costituzione di info point/sportello sociale tematico/punti di accesso, campagne informative relative all'offerta di servizi e opportunità ai potenziali destinatari);
servizi di sostegno educativo scolastico ed extra scolastico;
tirocini extracurriculari;
tirocini finalizzati all'inclusione sociale, all'autonomia delle persone e alla riabilitazione (accordo in conferenza unificata del 22 gennaio 2015);
percorsi formativi integrati per l'inserimento lavorativo e per la creazione di impresa;
inserimento delle persone in condizioni di vulnerabilità presso le cooperative sociali, in particolare di tipo b e nel settore non profit;
accompagnamento «a tempo», finalizzato all'inserimento lavorativo anche in forma auto-imprenditoriale (ad esempio tramite avvio di cooperative sociali o di imprese profit);
accesso al credito finalizzato all'inserimento lavorativo in forma autoimprenditoriale;
implementazione delle competenze propedeutiche al lavoro;
gli ambiti territoriali hanno concorso all'avviso pubblico n. 3 del 2016, avviso non competitivo, che prevedeva la dotazione finanziaria complessiva di euro 486.943.523,00, con spendibilità nel triennio 2017-2018-2019, per le seguenti azioni Azione a – Rafforzamento dei servizi sociali, Azione b – Interventi socio-educativi e di attivazione lavorativa, Azione c – Promozione di accordi di collaborazione in rete;
gli ambiti hanno sottoscritto la convenzione di sovvenzione soltanto nel secondo semestre 2017 se non nel primo semestre 2018;
il programma si conclude il 31 dicembre 2019;
agli ambiti è stato richiesto di rimodulare le risorse/economie del Pon inclusione;
da parte di alcuni ambiti territoriali pugliesi, è ritenuto strategico conoscere la programmazione ministeriale in merito alla misura –:
se si intendano consentire la spendibilità delle risorse del Pon Inclusione, anche nel corso del 2020, e se si intenda garantire il finanziamento delle misure sopra descritte anche per il prossimo triennio, garantendo la tenuta dei servizi da rivolgere ai beneficiari del Reddito di inclusione, oltre che le professionalità che costituiscano la rete e le équipe, che, nei fatti, assicurano il pieno funzionamento della misura.
(5-00711)
ASCARI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:
nel comune di Camposanto (Modena), hanno sede gli stabilimenti delle industrie G.M. Cataforesi, Carrozzeria Nuova G.M. e Work Service Società Cooperativa nell'appalto G.M. Cataforesi, attive nel settore automobilistico;
il 4 settembre 2018, il sindacato S.I.Cobas si è mobilitato in una manifestazione a sostegno dei 24 operai interinali che sono stati lasciati a casa dalle industrie G.M. e per denunciare la politica di rinnovi, anche mensile, dei contratti, tant'è che una parte preminente degli operai (in G.M. Cataforesi in particolare) lavorerebbe con contratti a tempo determinato e tramite agenzia interinale, nonostante i vari anni di attività all'interno dell'azienda, con rinnovi ben oltre i termini di legge;
S.I.Cobas avrebbe denunciato che «la negazione della riassunzione, cioè il licenziamento politico, di coloro che per rivendicare i propri diritti si sono iscritti al S.I.Cobas è avvenuta in modo coordinato, seppure in quantità differenti, in entrambi gli impianti e che i precari di entrambi gli impianti hanno subito la stessa medesima sorte negli stessi tempi e luoghi»;
secondo S.I.Cobas, i licenziamenti o mancati rinnovi dei contratti sarebbero avvenuti ai danni dei soli iscritti al proprio sindacato, anche in ragione della partecipazione ad uno sciopero contro l'azienda;
una parte considerevole degli operai «pur lavorando dai 3 ai 12 anni in azienda, in modo continuativo, sono inquadrati con contratti a termine. Questi contratti, pur con differenze di durata tra uno e l'altro, vengono tutti interrotti per la pausa estiva e per quella natalizia. Anche gli operai che lavorano da meno di 36 mesi hanno tutti comunque superato abbondantemente il numero di proroghe previsto dalla legge»;
il 18 settembre 2018 S.I.Cobas ha proclamato «lo stato di agitazione di tutti i lavoratori che operano presso le aziende G.M», al fine di chiedere la «regolarizzazione della situazione di illegalità ed illegittimità con la quale da anni operano le [...] strutture»;
secondo l'interrogante potrebbero emergere profili di condotte irregolari da parte delle aziende, in relazione alla gestione dei contratti degli operai interni o esternalizzati, con particolare riferimento al continuo rinnovo di contratti di brevissima durata, oltre le soglie garantite dalle norme attualmente in vigore in materia;
a ciò si aggiungerebbe secondo l'interrogante una gravissima condotta antisindacale da parte della direzione aziendale per le ritorsioni attuate nei confronti degli appartenenti al sindacato S.I.Cobas, che, secondo quanto da questi riportato, si sarebbero concretizzate in mancati rinnovi di contratto, demansionamenti, minacce, denunce strumentali, richiami disciplinari; tali azioni sarebbero state indirizzate solo agli iscritti di un determinato sindacato;
a tutto ciò si aggiunge anche una segnalazione di pericolo collettiva inviata all'azienda che, a quanto consta all'interrogante, sarebbe stata ignorata;
secondo l'interrogante, quanto sopra descritto, se trovasse conferma, costituirebbe una gravissima violazione dei diritti dei lavoratori nonché dei più basilari diritti costituzionali –:
se il Governo sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa;
se non ritenga opportuno avviare con la massima urgenza un tavolo di confronto istituzionale, coinvolgendo aziende G.M. Cataforesi, Carrozzeria Nuova G.M. e Work Service Società Cooperativa e i sindacati maggiormente rappresentativi in tali aziende, al fine di addivenire ad un accordo tra le parti sulle assunzioni e sulle stabilizzazioni dei lavoratori;
se non intenda, per quanto di competenza, attivarsi al fine di promuovere l'invio di ispettori del lavoro per verificare il rispetto delle norme in materia di contratti e diritti sindacali all'interno delle suddette aziende, nonché delle norme in materia di sicurezza sul lavoro.
(5-00718)
SVILUPPO ECONOMICO
Interrogazione a risposta orale:
BOND. — Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
il Gestore dei servizi elettrici (Gse) è snodo fondamentale nell'impalcatura con cui è stata costruita la liberalizzazione dei servizi energetici: gestisce sia i 16 miliardi di euro di incentivi alle fonti rinnovabili, sia i sostegni economici alle imprese, attraverso l'assegnazione dei certificati bianchi per l'efficienza energetica, sulla cui gestione è in corso una inchiesta giudiziaria;
a fine luglio 2018, il Ministro dello sviluppo economico aveva garantito che il nuovo presidente sarebbe stato eletto in breve tempo. Sono passati più di due mesi. Ben nove assemblee dei soci chiamate ad eleggere il vertice del Gse, sono risultate prive di esiti. Il Gse, così bloccato, non è ancora riuscito ad approvare il bilancio del 2017;
secondo la stampa specializzata, questa «fumata nera» è dovuta a divergenze di vedute all'interno della maggioranza, oltre al fatto che la nomina del Gse si inserisce in un quadro politico nel quale si dovranno individuare anche i soggetti da nominare a dirigere, sia la Consob che l'Autorità garante della concorrenza e del mercato;
il 10 ottobre 2018 fonti del Movimento 5 Stelle hanno diffuso una nota nella quale si precisa che per la presidenza del Gse «abbiamo già individuato il profilo da tempo, ma la nomina è bloccata dai funzionari renziani del Ministero dell'economia»;
altre fonti affermano che lo stallo sarebbe legato ai dubbi che il Ministero dell'economia e delle finanze nutre sul nome indicato dalle forze di governo in relazione possibili conflitti di interesse della persona indicata;
il Gse è un operatore strategico per la definizione delle politiche energetiche e la mancata designazione del presidente e del consiglio di amministrazione paralizza comparti fondamentali della economia italiana –:
quali siano gli intendimenti dei Ministri interrogati sulla vicenda esposta in premessa e quali iniziative di competenza intendano adottare per risolvere questo stallo, in considerazione degli effetti negativi che questo appare avere sui mercati e sulla credibilità del Governo.
(3-00237)
Interrogazione a risposta scritta:
FIORINI. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:
l'articolo 19-quinquiesdecies del decreto-legge n. 148 del 2017, convertito dalla legge n. 172 del 2017, ha obbligato i gestori dei servizi di telefonia a riportare i cicli di fatturazione a 30 giorni, dopo che l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (AGCom) si era espressa considerando i cicli di fatturazione su base quadrisettimanale adottati negli ultimi anni, come aumenti tariffari surrettizi dell'8,6 per cento;
i gestori di telefonia, nell'ottemperare all'obbligo di adeguarsi alla nuova normativa entro 120 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto-legge (quindi entro i primi giorni di giugno 2018), riportando i cicli di fatturazione a 30 giorni, hanno aggirato la norma, introducendo un aumento dell'8,6 per cento, che, secondo l'Autorità garante della concorrenza e del mercato (AGCM), rappresenterebbe l'evidenza di un'intesa anticoncorrenziale;
l'AGCM, con provvedimento del 21 marzo 2018, ha conseguentemente disposto la sospensione di tale aumento tariffario, prevedendo che gli operatori formulassero in maniera indipendente le proprie proposte tariffarie;
mentre alcuni operatori si adeguavano tempestivamente alla delibera dell'AGCM, altri reagivano riconfigurando le proprie tariffe in un modo considerato illegittimo dall'AGCom, in quanto non rispondente a criteri di trasparenza e non idoneo a fornire adeguate indicazioni sul possibile esercizio del diritto di recesso;
nonostante l'avvio di un procedimento sanzionatorio da parte di AGCom con riferimento alle predette condotte, questi operatori hanno lasciato invariata la propria offerta e, allo stato, all'interrogante non risultano adottati provvedimenti sanzionatori da parte dell'Autorità preposta;
è necessario rispondere alle numerose segnalazioni pervenute sull'argomento dalle associazioni dei consumatori, che richiedono di disporre il blocco di queste condotte con un'esemplare sanzione agli operatori inadempienti e, soprattutto, il pieno ristoro dei consumatori –:
quali iniziative normative il Governo intenda intraprendere per garantire il rispetto dei diritti dei consumatori, l'equo trattamento di tutti gli operatori e il risarcimento di quanto indebitamente chiesto ai clienti coinvolti.
(4-01369)
Ritiro di un documento del sindacato ispettivo.
Il seguente documento è stato ritirato dal presentatore: interrogazione a risposta immediata in Commissione Martinciglio n. 5-00674 del 9 ottobre 2018.