XVIII LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Venerdì 9 novembre 2018

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazioni a risposta in Commissione:


      MURONI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro della difesa, al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

          in un articolo della rivista Environmental Science and Policy viene riportato uno studio che raccoglie le ricerche condotte ad oggi a livello globale sulle plastiche in mare e i loro effetti sulla biosfera;

          la produzione annuale delle plastiche è giunta globalmente nel 2016 a 335 milioni di tonnellate, e questo comporta uno sversamento in mare stimato tra il 2 per cento e il 10 per cento non esistendo più aree incontaminate nel mondo;

          le microplastiche e la degradazione delle macroplastiche hanno contaminato zooplancton, invertebrati, mammiferi, rettili e uccelli marini;

          nel 28 per cento degli animali marini di interesse gastronomico prelevati dal mar Adriatico, sono state trovate plastiche; stessa cosa nello stomaco del 32 per cento di campioni del mediterraneo;

          ftalati e Pcb accumulati nell'organismo di pesci e molluschi, sono assunti dall'uomo attraverso la catena alimentare;

          il presidente di Legambiente ha dichiarato che l'Italia è in prima linea tra i Paesi europei nella lotta contro l'inquinamento del mare causato dai rifiuti di plastica, ma la riduzione dei rifiuti e la prevenzione non sono oggi sufficienti per ridurre il rischio della plastica persistente nei nostri mari;

          l'Unione europea continua ad avviare iniziative per combattere questo inquinamento, come il progetto «Plastic busters Mpas» in cui 15 Paesi, Italia compresa, uniranno le forze per salvare il Mediterraneo;

          la Presidenza del Consiglio dei ministri, dipartimento della Protezione Civile è titolare del brevetto del sistema innovativo di disinquinamento marino «Sauro», oggetto di una convenzione con la Marina militare italiana, che ha messo a disposizione una nave per realizzare un prototipo;

          tale sistema, brevettato in Italia ed in altri Paesi del mondo, ha suscitato interesse in ambiti scientifici e ambientalisti, manifestatosi attraverso inviti ad essere presentato in contesti nazionali ed internazionali, nonché per mezzo di agenzie di stampa, giornali online, il portale Green Report, eventi TED;

          le medesime fonti rappresentano che esso possa ripulire il mare da plastiche e microplastiche, recuperare idrocarburi e rifiuti ingombranti, grazie alla sua polifunzionalità, ideata per fronteggiare anche gli effetti di catastrofi naturali, come esondazioni e tsunami;

          il Ministero dell'ambiente della tutela del territorio e del mare è responsabile dell'attuazione della direttiva quadro sulla strategia marina, che inserisce i rifiuti marini tra gli undici descrittori del buono stato ambientale;

          l'interrogazione n. 4-08011, presentata la scorsa legislatura dall'onorevole Realacci, sul sistema «Sauro», riceveva dal Ministro dell'ambiente nel 2015 una risposta a giudizio dell'interrogante inesatta, venendo espressa una impossibilità di utilizzo per assenza di brevetto — già all'epoca ottenuto — e la disponibilità a seguirne gli sviluppi, cosa mai ufficialmente manifestata;

          del progetto non si parla più e non viene messo in atto, in controtendenza rispetto alla mobilitazione generale europea legata all'urgenza della problematica –:

          quali iniziative urgenti il Governo intenda intraprendere per rendere tempestivamente operativo un sistema in grado di mitigare un problema che tutta l'Europa sta affrontando, a tutela della salute pubblica e dell'ambiente;

          per quale motivo il Governo non si sia avvalso dei bandi afferenti al programma europeo Horizon 2020 a favore della ricerca e dell'innovazione;

          quali concrete iniziative intenda mettere in campo il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, per promuovere e rendere operativo il sistema «Sauro», consentire al Paese di ridurre l'inquinamento dei mari, adempiere gli obiettivi del decreto ministeriale 17 ottobre 2014, in attuazione della direttiva quadro sulla strategia marina;

          in che modo il Ministro dello sviluppo economico intenda favorire, in quanto di competenza, la sperimentazione e la realizzazione del sistema, per ridurre il rischio ambientale connesso all'attività di sfruttamento dei giacimenti nazionali offshore;

          se il Ministero della difesa abbia assunto iniziative per prorogare la convenzione con il dipartimento della protezione civile e, qualora non lo abbia fatto, per quali motivi e quali iniziative intenda intraprendere per promuovere lo sviluppo e realizzazione del progetto.
(5-00921)


      PRESTIPINO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

          il 13 giugno 2018, l'assemblea della Lega nazionale professionisti serie A ha approvato l'assegnazione dei diritti audiovisivi del campionato di calcio per il triennio 2018/2021;

          i diritti audiovisivi del campionato di calcio di Serie A sono stati venduti, dividendo ogni turno per fasce orarie;

          a Sky Italia sono stati assegnati pacchetti di diritti per un numero complessivo di sette partite a giornata, oltre a quelle della domenica e del lunedì sera. A Dazn sono stati invece assegnati i diritti audiovisivi di tre partite a giornata, tra cui quella della domenica sera;

          la Lega Serie A ha impedito l'aggiudicazione a una sola azienda di tutte le partite del campionato della relativa categoria;

          un utente che ha intenzione di vedere il campionato intero di Serie A è costretto a sottoscrivere gli abbonamenti sia di Sky, sia di Dazn, con evidente e ingiustificato aggravio di spese;

          Sky, nonostante la consistente diminuzione del numero di partite trasmesse, non ha provveduto a ridurre il costo di abbonamento ai suoi servizi;

          Dazn trasmette solo sul web, obbligando così l'utente che volesse seguire tutte le partite a dotarsi di una connessione internet veloce, creando così discriminazione anche tra le varie zone del Paese, poiché internet a banda larga non è fruibile ovunque e comporta dei costi ulteriori;

          i contenuti vengono offerti da Dazn con mezzi, a giudizio dell'interrogante, di scarsa qualità, con lo streaming che spesso si blocca ed il segnale che arriva anche ad un ritardo di diversi minuti rispetto al tempo reale;

          molte continuano a essere le proteste degli abbonati, soprattutto appartenenti alle fasce sociali meno abbienti e più colpite dal divario tecnologico, tanto da far interessare al caso l'Autorità garante della concorrenza e del mercato –:

          se e quali iniziative di competenza il Governo intenda adottare, anche sul piano normativo, allo scopo di prevenire e affrontare le criticità che penalizzano le fasce sociali economicamente e tecnologicamente più deboli, nonché le problematiche che derivano dal digital divide tra le varie zone del Paese, alla luce dell'importanza sociale e del valore aggregativo del calcio.
(5-00928)

Interrogazioni a risposta scritta:


      SPERANZA. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'interno, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che:

          la regione Toscana nei giorni dal 28 al 30 ottobre 2018 è stata colpita da intensi fenomeni meteorologici che hanno determinato danni ingenti – in particolare risultano letteralmente flagellate le coste e le isole dell'arcipelago – ma anche dissesti di strade e caduta di alberi su immobili, nonché danni ad edifici ad uso scolastico;

          tra le principali priorità figura il ripascimento delle spiagge che deve iniziare da subito per garantire che la prossima stagione balneare possa avviarsi senza ostacoli ma per questo sono necessari interventi urgenti;

          il consiglio regionale della Toscana ha approvato una legge che stanzia nell'immediato 5 milioni di euro al fine di fronteggiare la grave emergenza e garantire la pubblica incolumità;

          il presidente della regione Toscana ha già richiesto il riconoscimento dello stato di emergenza nazionale ai sensi dell'articolo 24 del decreto legislativo n. 1 del 2018, con la conseguente nomina di un commissario delegato, nomina alla quale ha già dato la disponibilità il presidente della regione;

          è quindi necessario e indifferibile che si proceda, in tempi brevissimi, da parte del Governo al riconoscimento dello stato di emergenza nazionale, con un adeguato stanziamento di risorse e la nomina del commissario straordinario –:

          se il Governo non ritenga urgente, al fine di avviare in tempi rapidissimi le attività necessarie al ripristino dei luoghi danneggiati, deliberare, ai sensi dell'articolo 24 del decreto legislativo n. 1 del 2018, lo stato di emergenza nazionale, stanziando un ammontare di risorse adeguate ad affrontare il ripristino dei territori, gli interventi sugli immobili pubblici e privati e i rimborsi per i cittadini danneggiati, nonché procedendo alla contestuale nomina del commissario delegato nella persona del presidente della regione Toscana.
(4-01604)


      CONTE e SPERANZA. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro per il sud, al Ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo. — Per sapere – premesso che:

          è stato presentato la settimana scorsa a Milano il percorso del 102° Giro d'Italia di ciclismo, che si svolgerà dall'11 maggio al 2 giugno 2019;

          la visione della mappa del tracciato ha evidenziato subito l'esclusione dalla corsa delle principali regioni del Sud, tanto da indicare la gara ciclistica come il Giro di mezza Italia;

          a esclusione della sesta tappa che porterà i ciclisti da Cassino (in provincia di Frosinone) a San Giovanni Rotondo (Foggia), infatti, nessuna tappa del Giro d'Italia 2019 toccherà città del Sud Italia;

          la corsa partirà nel 2019 da Bologna, con una tappa a cronometro, l'11 maggio; sconfinerà a San Marino per una nuova cronometro; conterà 46,5 chilometri di dislivello e si svilupperà lungo un tracciato di 3.518,5 chilometri attraversando 13 regioni;

          si parte, quindi, dall'Emilia-Romagna per scendere in Toscana, nel Lazio fino a lambire la Puglia, ignorando del tutto il resto del Meridione e cominciando subito la risalita verso il Centro-nord: niente Campania, né Basilicata e Calabria, tantomeno Sicilia e Sardegna;

          il Giro d'Italia è qualcosa in più di una gara sportiva: negli anni si è strutturato come grande evento popolare; una carovana capace di aggregare, di diventare fenomeno sociale e culturale, di trasformarsi in una vetrina per luoghi e territori, per cui escludere metà del Paese significa tradire aspettative, oscurare una parte significativa della nazione;

          la gara ciclistica è organizzata in piena autonomia da una società privata, la Rcs Sport, azienda specializzata nella organizzazione di eventi sportivi e nella commercializzazione di diritti sportivi, partecipata al 100 per cento Rcs Media Group, a cui afferisce il quotidiano La Gazzetta dello sport, che ha sempre legato il suo marchio alla storica gara;

          il Giro d'Italia è una delle tre corse a tappe più importanti del calendario mondiale, e l'Unione ciclistica internazionale l'ha inserito nel suo circuito professionistico Uci World Tour insieme alle altre due grandi corse internazionali, il Tour de France e la Vuelta a España;

          l'Unione ciclistica internazionale (in francese Union cycliste internationale) è l'organo mondiale di governo del ciclismo sportivo; ad essa fa riferimento anche la Federazione ciclistica nazionale, affiliata al Coni, che, con legge n. 426 del 16 febbraio 1942, ha assunto la veste di ente pubblico, cui da statuto è demandata la massima diffusione e il governo dello sport nel Paese, con funzioni, tra l'altro, di lotta contro l'esclusione, le disuguaglianze, il razzismo, la xenofobia e contro ogni forma di violenza;

          più in generale, sarebbe opportuno, ad avviso degli interroganti, che il Governo si adoperasse per favorire e promuovere nelle regioni del Sud ogni manifestazione, evento o iniziativa che consenta di sostenere il tessuto sociale, economico, produttivo e culturale del Mezzogiorno, con particolare riguardo alla vocazione turistica del relativo territorio –:

          se il Governo intenda adottare ogni iniziativa di competenza per sostenere e valorizzare le aree del Mezzogiorno, favorendo e promuovendo lo svolgimento in tali aree di eventi e manifestazioni, come il Giro, che, per la loro storia, rilevanza e portata, possono determinare effetti positivi sotto il profilo economico e sociale e costituire occasioni di rilancio per il tessuto produttivo meridionale, con particolare riguardo ai risvolti per il settore turistico.
(4-01605)


      GREGORIO FONTANA. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che:

          il maltempo che ha imperversato su tutta l'Italia a fine ottobre 2018, secondo un primo monitoraggio effettuato dalla regione Lombardia, stima in 20 milioni i danni per la provincia bergamasca. Sono stati funestati ben 39 comuni, dalla montagna alla pianura, che hanno riportato danni ingenti a cose, persone e, specialmente, al territorio;

          da un primo bilancio fatto dai sindaci delle zone interessate, nella lista dei comuni più colpiti in testa c'è il comune di Calcio, con quasi quattro milioni di euro di richiesta di danni, di cui 900 mila euro da privati, seguito dal comune di Branzi, con due milioni e mezzo di euro di danni, quindi il comune di Vilminore, con un milione e 130 mila euro. Il territorio montano, Val di Scalve e Val Brembana in testa, e la Bassa orientale lungo la fascia da Calcinate a Pumenengo, a conti fatti, sembrano essere le zone più colpite;

          nel capoluogo della Val Fondra, Branzi, a oltre una settimana dal nubifragio, resta ad alto rischio la strada provinciale che dal bivio per Carona sale a Valleve, nel tratto di circa 300 metri peraltro interessato negli ultimi anni da lavori di allargamento della carreggiata;

          ad un'immediata risposta al dramma che in questi giorni sta vivendo la popolazione bergamasca, va affiancato un serio piano di messa in sicurezza dei fiumi e dei suoli: è essenziale mettere in condizione gli enti territoriali di poter utilizzare le risorse necessarie e avviare nei tempi più celeri i cantieri per gli interventi di manutenzione del territorio bergamasco –:

          quante risorse si intendano stanziare per le popolazioni della provincia di Bergamo duramente funestate dal maltempo e come intenda intervenire il Governo per un piano di contrasto al dissesto idrogeologico per garantire immediati interventi di manutenzione, di difesa e di messa in sicurezza del territorio bergamasco.
(4-01608)


      VERINI, RAMPELLI, BIGNAMI e MORASSUT. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

          il 16 aprile del 1973, durante gli «anni di piombo», nel quartiere Primavalle, nella periferia nord di Roma, alcuni militanti di Potere operaio versarono benzina contro la porta di casa di Mario Mattei, allora segretario della sezione Giarabub del Movimento sociale italiano, causando l'incendio di tutto l'appartamento. Persero la vita, carbonizzati, Virgilio e Stefano, due dei figli di Mario Mattei, che non riuscirono a mettersi in salvo. Stefano aveva 8 anni, Virgilio 22;

          nel 2007, il comune di Roma assegnò, con una determina-delibera, dei locali a Giampaolo Mattei, presidente dell'Associazione Fratelli Mattei per tutelare la memoria di Stefano e Virgilio. Tra le attività che svolge l'associazione vi sono quelle di archivio, di studio e di informazione sugli «anni di piombo» e sulle vittime della violenza politica e dell'odio e di diffusione di una cultura di pace e pacificazione;

          il complesso della normativa succedutasi negli anni (legge n. 241 del 1990 e testo unico degli enti locali, di cui al decreto legislativo n. 267 del 2000) ha modificato le modalità di gestione del patrimonio pubblico e ha precisato che il patrimonio in concessione costituisce una risorsa e un'opportunità disponibile per tutti i cittadini, nell'ottica di perseguire obiettivi socio-culturali, costituendo una significativa leva di coesione sociale e sviluppo della collettività;

          il 6 novembre 2018 l'Associazione Fratelli Mattei è stata sfrattata dal comune di Roma dopo che, negli ultimi 10 anni, il presidente Giampaolo Mattei ha più volte chiesto alle amministrazioni comunali di definire ogni aspetto della concessione dei locali, ottenendo come risposta solo silenzi;

          mettere sullo stesso piano associazioni come questa con altre di interesse privato, si traduce, secondo gli interroganti, in un'inaccettabile, ulteriore, ferita per la famiglia Mattei e per quanto rappresenta, nella memoria collettiva, la strage di Primavalle –:

          se siano a conoscenza dei fatti esposti in premessa e quali iniziative di competenza intendano adottare per consentire all'associazione Fratelli Mattei di continuare a svolgere le proprie attività, di comprovato interesse culturale e sociale per i cittadini.
(4-01609)

AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE

Interrogazione a risposta in Commissione:


      MURONI. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che:

          l'Isonzo-Soča è un fiume di 136 chilometri di lunghezza che scorre per due terzi nella Repubblica di Slovenia e un terzo in Italia, il fiume è oggetto di sbarramenti idroelettrici e usi irrigui che provocano una serie di importanti impatti ambientali in entrambi i Paesi e che sono stati ipotizzati altri interventi impattati;

          si ricorda che un'analoga interrogazione n. 4/07807 del 27 giugno 2013 era già stata presentata senza avere risposta;

          Mita Drius, a nome delle associazioni Associazione ambientalista Eugenio Rosmann, Legambiente e Associazione Fiume Isonzo, in data 13 febbraio 2017 ha presentato alla Commissione Peti del Parlamento europeo la petizione n. 0121/2017, su una gestione transfrontaliera sostenibile del sistema fluviale Isonzo-Soča. Tale petizione è stata dichiarata ricevibile il 16 giugno 2017;

          in data 30 agosto 2017 la Commissione europea è stata invitata dalla Commissione Peti a fornire ai firmatari informazioni sull'oggetto della petizione;

          la Commissione europea, in data 30 agosto 2017, ha dichiarato quanto segue: «La direttiva quadro sulle acque (DQA) ha introdotto l'obbligo giuridico a favore della cooperazione transfrontaliera nei distretti idrografici condivisi. L'articolo 3, paragrafi 4 e 5, della direttiva prevedono il coordinamento delle azioni (a livello nazionale e internazionale) per conseguire gli obiettivi stabiliti dalla direttiva ai sensi dell'articolo 4 attraverso programmi di misure; come previsto dall'articolo 13, paragrafo 2, della direttiva, gli Stati membri si coordinano al fine di predisporre un unico piano di gestione del bacino idrografico (PGBI) internazionale nel caso in cui il bacino idrografico internazionale rientri interamente all'interno dell'Unione europea». Ed inoltre: «Durante il primo ciclo di pianificazione e comunicazione della DQA, la cooperazione internazionale tra l'Italia e la Slovenia è stata condotta attraverso la commissione bilaterale permanente per la gestione delle risorse idriche. Poiché non è stato prodotto alcun PGBI internazionale nel primo ciclo, questi due Stati membri sono stati informati del fatto che i risultati concreti della loro cooperazione si sarebbero riflessi nel loro secondo PGBI»;

          Mita Drius in relazione alla richiesta di maggiori informazioni da parte della Commissione Peti, ha inviato il 4 febbraio 2018 ulteriori informazioni;

          con l'ulteriore risposta fornita dalla Commissione, ricevuta in data 30 luglio 2018, la stessa ha invitato le parti interessate a fare una nuova richiesta alle autorità pubbliche preposte alla realizzazione del piano di gestione transfrontaliera del fiume Isonzo-Soča –:

          se intenda attivarsi, per quanto di competenza, affinché, dopo anni di stallo, venga finalmente realizzato un unico piano di gestione del bacino internazionale del fiume Isonzo-Soča, in base agli articoli 3, 4, 13 della direttiva quadro sulle acque.
(5-00923)

Interrogazioni a risposta scritta:


      PENTANGELO. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro della salute, al Ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, al Ministro per il sud, al Ministro per gli affari regionali e le autonomie. — Per sapere – premesso che:

          fonti di stampa hanno reso noto il fatto che, in seguito all'eccezionale ondata di maltempo, un albero si è abbattuto sul fiume Sarno formando casualmente e fortunatamente una sorta di diga;

          ciò ha causato un accumulo eccezionale di plastica nei pressi della foce del fiume, sita nel territorio del comune di Castellammare di Stabia;

          sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco i quali, utilizzando una escavatrice, hanno rimosso cumuli di rifiuti, soprattutto plastica, ammassatasi a causa dell'ostruzione trovata sulla strada verso il mare;

          l'azione di supplenza esercitata dall'amministrazione comunale per dare soluzione al problema, supplenza causata dalle reiterate negligenze e dai ritardi accumulati, ad avviso dell'interrogante, dagli amministratori della regione Campania, che quasi nulla hanno fatto dal momento del loro insediamento sino al verificarsi dell'evento per dare soluzione al problema, ha evitato un danno ancor più grave al mare e alla coste campane, poiché sono stati recuperati centinaia di metri cubi di plastica, dal peso pari a numerose tonnellate, raccolti in appositi cassoni;

          l'enorme quantità di materiale plastico rinvenuto lungo il corso del fiume, ad avviso degli amministratori locali, è frutto di un possibile illecito deposito e accumulo di materiali inquinanti, e si ipotizzano anche casi di abusivo sversamento;

          il Sarno è uno dei fiumi più inquinati del Paese e l'accaduto dimostra, per l'ennesima volta, quanto gravi siano i danni causati dal versamento nel fiume di rifiuti che defluiscono verso il mare, danneggiando gravemente il territorio e il litorale campano e arrecando gravi danni anche al settore turistico;

          a causare il profondo degrado del territorio, oltre alla plastica, sono gli scarichi industriali provenienti dalle aziende conciarie e agroalimentari, gli scarichi urbani non depurati immessi nel corso del fiume da due torrenti tributari, Solofrana e Cavaiola. Le gravi conseguenze spaziano dal considerevole danno economico al forte incremento dell'incidenza di malattie allergiche e di patologie tumorali;

          ad avviso del sindaco, il danno sarebbe causato anche da controlli carenti, che dovrebbero essere effettuati dalla regione Campania, sotto la cui responsabilità cade l'onere di bonificare il corso d'acqua, tanto che è stato siglato un protocollo di intesa tra la regione Campania rappresentata dall'Agenzia regionale campana difesa suolo e l'Autorità di bacino regionale del fiume Sarno, per la sistemazione idraulica, la riduzione del rischio idrogeologico e la riqualificazione ambientale del fiume e della rete di affluenti, al fine di limitare fenomeni di esondazione che potrebbero condizionare negativamente lo sviluppo socio-economico dell'area;

          il sindaco Cimmino, riferendosi all'ultimo episodio in particolare, ha segnalato il fatto che se la plastica avesse raggiunto il mare, avrebbe determinato enormi danni al contesto ambientale e all'ecosistema marino. Constatata la gravità della situazione, l'amministrazione comunale si è quindi immediatamente prodigata per l'attivazione di una griglia necessaria per fermare le sostanze macroinquinanti –:

          se i fatti esposti in premessa trovino conferma e, in caso affermativo, quali iniziative urgenti intendano assumere, per quanto di competenza;

          in particolare, se si intenda promuovere una verifica da parte del comando dei carabinieri per la tutela dell'ambiente, al fine di acquisire un quadro aggiornato della situazione, con particolare riguardo alla natura e alla misura dei materiali inquinanti presenti nel Sarno, e per verificare l'entità dell'aggravamento effettivo della situazione di inquinamento in cui versa il fiume, in modo da garantire la migliore tutela della salute della cittadinanza e dell'ambiente;

          se intendano promuovere, per quanto di competenza e in collaborazione con la regione Campania, un monitoraggio capillare dello stato di inquinamento in cui versano tutti i corsi d'acqua che scorrono nella regione Campania e tutte le coste campane.
(4-01606)


      ILARIA FONTANA, ZOLEZZI, DEIANA e ALBERTO MANCA. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

          con decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare dell'8 agosto 2018, n. 267, è stata istituita la cabina di regia per la sostenibilità del ciclo dei rifiuti nel territorio della città metropolitana di Roma Capitale;

          detta cabina di regia, ai sensi del medesimo decreto si avvale di un gruppo di lavoro tecnico del quale fanno parte regione Lazio, città metropolitana di Roma Capitale, Roma Capitale e prefettura di Roma, con il coordinamento della competente direzione del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare;

          la cabina di regia nasce con l'obiettivo di individuare le possibili soluzioni alle criticità nella gestione dei rifiuti che si verificano in conseguenza del mancato aggiornamento del piano regionale di gestione rifiuti;

          il gruppo di lavoro tecnico sta svolgendo gli approfondimenti sul sistema impiantistico esistente e sulla gestione dei rifiuti e concluderà i propri lavori il 30 novembre 2018;

          il 26 ottobre 2018 con apposita delibera di giunta la regione Lazio ha approvato le linee programmatiche per Lazio Ambiente spa, società partecipata della regione che gestisce l'inceneritore di Colleferro e la discarica di Colle Fagiolara, per la riconversione dell'inceneritore in impianto di recupero a servizio del rifiuto secco in uscita dagli impianti di trattamento meccanico-biologico dei rifiuti;

          da nota stampa della giunta regionale si è appreso che l'impianto dovrebbe produrre anche biocarburanti da frazione organica stabilizzata (Fos), nonché permettere la trasformazione degli impianti di trattamento meccanico biologico esistenti in stazioni di tritovagliatura dei rifiuti;

          la conoscenza delle caratteristiche di detto impianto costituisce elemento rilevante sia per i cittadini di Colleferro che per le valutazioni della cabina di regia ministeriale relativamente all'impiantistica necessaria, in quanto la tritovagliatura come stabilito dalla sentenza della Corte di giustizia dell'Unione europea C323/13 non costituisce idoneo trattamento dei rifiuti –:

          se nell'ambito del Gruppo di lavoro tecnico siano stati approfonditi gli aspetti tecnici e amministrativi relativi alla realizzazione dell'impianto in questione, anche in relazione ai flussi di rifiuti da intercettare;

          se sia stata valutata la idoneità urbanistica e ambientale dell'area per la realizzazione di detto impianto, trattandosi di area ricadente nel perimetro del sito di interesse nazionale della Valle del Sacco di cui al decreto ministeriale 22 dicembre 2016;

          se siano disponibili per l'area studi sanitari che consentano di verificare l'impatto sanitario connesso alla realizzazione di nuovi impianti.
(4-01610)

BENI E ATTIVITÀ CULTURALI

Interrogazioni a risposta scritta:


      RIBOLLA. — Al Ministro per i beni e le attività culturali, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

          la caserma dei vigili del fuoco di Bergamo, situata in via Codussi, è passata recentemente dalla proprietà della provincia di Bergamo alla società Invimit, società immobiliare dello Stato, controllata dal Ministero dell'economia e delle finanze;

          la facciata del palazzo presenta delle preziose sculture, opera del famoso artista bergamasco Coter, la cui attività è nota a livello nazionale e internazionale;

          non è ancora chiara la strategia di Invimit riguardo allo stabile di via Codussi e, di conseguenza, anche riguardo alle preziose sculture che lo adornano –:

          se il Governo sia a conoscenza dei fatti suesposti e se ritenga opportuna un'azione di monitoraggio e di tutela delle sculture stesse che rappresentano un vanto per la città.
(4-01602)


      BIGNAMI. — Al Ministro per i beni e le attività culturali. — Per sapere – premesso che:

          a Bologna dal 24 ottobre al 3 novembre 2018 si è svolto il 16° festival denominato «gender bender»;

          l'iniziativa sembra avere l'obiettivo di promuovere l'ideologia gender che intenderebbe negare o «superare» le differenze sessuali tra uomo e donna;

          di oltre 100 eventi proposti, l'85 per cento sembra avere scopi di propaganda LGBT. La maggioranza degli eventi quest'anno si è concentrata infatti sul ritorno al femminismo e sul transessualismo, con 11 eventi ciascuno. Nel primo gruppo è emblematico lo spettacolo «Hope Hunt», che viene definito con le seguenti attribuzioni: «smonta lo stereotipo del maschio della classe operaia»;

          nel programma del festival sopracitato vi è anche il film «Girl», che narra la storia di un 15enne che si sente donna e verrebbe sollecitato, da coloro che lo circondano, a prendere ormoni per cambiare sesso;

          nel programma del festival Gender, inoltre, vi sarebbe anche una iniziativa che irriderebbe la religione cattolica e i suoi simboli. Nello spettacolo di danza «Love souvenir», un ballerino con parrucca interpreterebbe una Santa Maria Maddalena in versione transessuale;

          da segnalare anche la proiezione del film «Line histoire intersexe», una pellicola che propone persone «intersessuali», le quali ritengono di divenire portatrici di una variazione biologica dei caratteri sessuali che rende impossibile definirle univocamente maschi o femmine;

          il festival Gender ha una organizzazione imponente e i finanziamenti deriverebbero da risorse pubbliche, oltretutto in un momento economico-finanziario particolarmente delicato per la nostra Nazione. Nel volantino di presentazione degli eventi si legge che il festival è realizzato, tra gli altri, con il contributo del Ministero dei beni e delle attività culturali (fonte: http://www.genderbender.it/partners/) –:

          se il Ministero dei beni e delle attività culturali abbia finanziato l'edizione 2018 del Festival Gender Bender e con quale importo;

          a quanto ammontino gli eventuali finanziamenti ministeriali per il Festival Gender Bender dalla sua prima edizione a oggi;

          quali eventuali verifiche disponga il Ministero sui contenuti degli eventi proposti ai fini dell'erogazione dei contributi;

          ove vi sia stato un finanziamento del Ministero se si intenda, alla luce dei contenuti proposti, valutare di non finanziare ulteriormente tale Festival per gli anni a venire.
(4-01611)

GIUSTIZIA

Interrogazione a risposta scritta:


      FERRO. — Al Ministro della giustizia, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro per la pubblica amministrazione, al Ministro per il sud. — Per sapere – premesso che:

          con delibera della giunta regionale della Calabria n. 366 del 18 ottobre 2013 sono state definite le linee d'intervento a favore dei percettori di ammortizzatori sociali in deroga e, contestualmente, è stato approvato un «piano operativo per coniugare gli interventi di sostegno al reddito con le azioni di politica attiva in favore dei lavoratori percettori in deroga»;

          a valle di ulteriori atti di programmazione, con decreto dirigenziale n. 2285 del 9 marzo 2016, è stata approvata la «Manifestazione di interesse, in attuazione delle Intese raggiunte dalla Regione Calabria e le Corti di Appello e Procure Generali della Calabria e la Magistratura Amministrativa e contabile e istituzioni assimilate, per la selezione di 1.000 lavoratori percettori in deroga o lavoratori disoccupati con pregressa esperienza formativa presso gli uffici giudiziari per un percorso di qualifica in grado di offrire maggiori opportunità lavorative»;

          sulla base di tale manifestazione di interesse sono stati selezionati circa 750 tirocinanti assegnati presso gli uffici giudiziari firmatari della relativa convenzione (650 unità circa presso gli uffici delle corti d'appello e delle procure generali della Calabria; 100 unità circa presso gli uffici della magistratura amministrativa, contabile, nonché gli uffici legali di province, comuni e Asp;

          le attività di formazione dei tirocinanti hanno avuto inizio nel settembre del 2017 e, contrariamente ad analoghe esperienze del passato, consentiranno, al termine del percorso, l'acquisizione della qualifica di ausiliario o di operatore amministrativo in quanto saranno formalizzate e certificate le competenze conseguite dai tirocinanti;

          la durata del tirocinio è fissata in un anno, eventualmente prorogabile di un altro anno previa autorizzazione del Ministero della giustizia;

          ad oggi, nonostante sia scaduto il primo anno di tirocinio, il Ministero della giustizia non ha comunicato i propri intendimenti mettendo così a rischio la prosecuzione delle attività;

          non deve andare disperso il patrimonio di competenze acquisite dai tirocinanti, posto che gli stessi possono offrire un contributo qualificato e determinante nell'organizzazione amministrativa della giustizia calabrese andando a sopperire, peraltro, alle gravi carenze di personale amministrativo che interessano gli uffici giudiziari calabresi –:

          se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti esposti in premessa;

          quali siano gli intendimenti del Ministro della giustizia circa la prosecuzione dei tirocini in essere presso gli uffici giudiziari calabresi;

          quali iniziative urgenti intendano adottare i Ministri interrogati per la stabilizzazione dei 750 tirocinanti presso gli uffici giudiziari calabresi, anche al fine di garantire un efficiente funzionamento della macchina amministrativa giudiziaria, eventualmente ricorrendo all'utilizzo dei fondi europei.
(4-01607)

INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interpellanza:


      I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, per sapere – premesso che:

          il decreto del Presidente della Repubblica n. 201 del 2015, all'articolo 1, individua gli aeroporti di interesse nazionale. In Sicilia ne sono presenti sei:

              a) quello internazionale di Palermo, gestito dalla Ges.a.p. con capitale sociale detenuto dalla città metropolitana, comune e camera di commercio di Palermo, il comune di Cinisi, Confindustria Palermo e altri soci minori;

              b) l'aeroporto internazionale di Catania, primo scalo del Mezzogiorno per traffico totale passeggeri e secondo scalo italiano per il traffico nazionale, gestito dalla Sac Società Aeroporti Catania S.p.a. con capitale sociale detenuto dalle camere di commercio di Catania, Ragusa, Siracusa, dalla città metropolitana di Catania, Irsap Palermo, dal Libero consorzio comunale di Siracusa e dal comune di Catania;

              c) l'aeroporto di Trapani-Birgi, gestito dalla Airgest spa, con capitale sociale detenuto dalla regione siciliana, la società Infrastrutture Sicilia s.r.l., Camera di commercio (Cciaa) di Trapani, Cesare Quercioli Dessena e altri azionisti privati minori;

              d) l'aeroporto di Comiso, gestito dalla So.a.co. s.p.a., con capitale sociale detenuto dal comune di Comiso, da Intersac Holding s.p.a. con sede in Catania, socio privato di maggioranza. Intersac è stata inizialmente costituita tra la società di gestione dell'Aeroporto di Catania (SAC) e Interbanca ed è oggi partecipata anche dal Gruppo Ciancio;

              e) l'aeroporto di Pantelleria, gestito da Enac, vede l'impegno della società G.a.p. costituita nel 1997 da un gruppo di imprenditori dell'isola di Pantelleria ai fini della gestione, Vedusa dell'abbandono di Alitalia. Successivamente la compagine azionaria si è rafforzata con l'ingresso di Save s.p.a., che ne è diventata l'azionista di riferimento, e del comune di Pantelleria. Attualmente la società, su concessione di Enac, titolare della gestione aeroportuale, provvede ai servizi di handling e quelli accessori, garantendo un servizio di interfaccia con l'utenza;

              f) l'aeroporto di Lampedusa, gestito dall'AST Aeroservizi s.p.a., con capitale sociale integralmente detenuto;

          gli aeroporti di Palermo e Catania sono ulteriormente individuati dall'articolo 2 del medesimo decreto anche come aeroporti di particolare rilevanza strategica;

          fonti di stampa hanno reso nota l'intenzione del presidente della regione siciliana di proporre l'unificazione della gestione in due sole società perché possa risultare più facile la partecipazione di privati che, a suo avviso, sarebbero in questo modo più interessati a gestire gli aeroporti;

          l'articolo 4 del decreto del Presidente della Repubblica citato prevede che i gestori degli aeroporti di interesse nazionale debbano presentare un piano industriate corredato da un piano economico-finanziario per realizzare le condizioni previste dall'ordinamento giuridico nel successivo triennio, con esclusione degli aeroporti di Pantelleria e Lampedusa, perché garantiscono la continuità territoriale;

          il nodo dei trasporti è centrale nella vita economica e di relazione dei siciliani. Per questo l'annoso problema dei collegamenti interni, e di quelli da e per l'isola, occupa un posto di primo piano tra gli eletti della regione –:

          quali iniziative specifiche saranno poste in atto, per quanto di competenza, nel caso in cui si realizzasse effettivamente l'unificazione della gestione degli aeroporti, per esercitare i poteri-doveri di verifica e vigilanza previsti dal decreto del Presidente della Repubblica n. 201 del 2015;

          in particolare, se si intenda verificare, per quanto di competenza, il piano industriale in caso di variazione della gestione attuale e promuovere un'analisi comparativa per conoscere se i prezzi richiesti per il servizio reso siano quelli di mercato;

          se si intendano adottare le iniziative di competenza per verificare se, in base ad analisi ex ante, la nuova gestione produrrà una redditività incrementale a vantaggio dell'aeroporto e dei suoi utenti;

          quali iniziative intenda adottare, per quanto di competenza, per evitare la possibile chiusura degli aeroporti di Comiso e Trapani ipotizzata sui media e per garantire il proseguimento dell'accessibilità in territori caratterizzati da carenze di altre modalità di trasporto, da importanti flussi turistici e da export di prodotti ortofrutticoli;

          se, al fine di ottimizzare il servizio, intenda adottare iniziative, per quanto di competenza, volte a evitare il congestionamento degli aeroporti, allineando la capacità a terra e in volo;

          se si intenda procedere all'individuazione degli interventi infrastrutturali prioritari per gli aeroporti di interesse nazionale citati, promuovere l'adozione di un programma che ne potenzi la capacità, l'accessibilità e l'intermodalità mediante il potenziamento delle rete stradale, autostradale e marittima e garantire al meglio la libertà di spostamento interna e esterna alla regione siciliana, proponendo misure di sistema e di sviluppo della rete nazionale di trasporto nel suo complesso, per renderla sostenibile e competitiva, nell'ambito dei nuovi orientamenti delle reti transeuropee di trasporto, tenendo conto della vocazione dei territori, delle potenzialità di crescita e della capacità degli aeroporti stessi di intercettare la domanda di traffico.
(2-00173) «Germanà, Prestigiacomo, Bartolozzi, Minardo, Scoma, Siracusano».

Interrogazione a risposta in Commissione:


      BUSINAROLO. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

          con la delibera n. 42 del 2017, pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 24 marzo 2018, il Comitato interministeriale per la programmazione economica (Cipe) ha approvato il progetto definitivo della nuova linea alta velocità/alta capacità Brescia-Verona, limitatamente al lotto funzionale Brescia est-Verona (escluso nodo di Verona);

          al punto 3.4 della delibera si legge: «Il soggetto aggiudicatore dovrà effettuare lo studio di fattibilità dell'inserimento di una fermata ferroviaria per l'area turistica del Basso Lago di Garda, localizzata in prossimità del casello autostradale di Sirmione e della linea storica;

          nello studio, comprensivo dell'Analisi Costi Benefici, saranno previste le connessioni della fermata con l'Autostrada A4, la ex SS 11 e la viabilità locale e verificate le possibili soluzioni funzionali di collegamento con la linea storica. Lo studio dovrà consentire una dettagliata analisi delle alternative ed una dettagliata stima dei costi e dei tempi di realizzazione. Lo studio di fattibilità dovrà essere trasmesso al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti entro sei mesi dalla pubblicazione della presente delibera» –:

          se il Ministro interrogato non ritenga opportuno fornire chiarimenti circa la disponibilità dello studio di fattibilità di cui in premessa, anche considerando che la pubblicazione della delibera è avvenuta il 24 marzo 2018 per cui il documento richiesto al punto 3.4 della stessa avrebbe dovuto essere presentato entro il 24 settembre 2018 e che il mancato invio dello studio di fattibilità inficia l'attuazione della delibera stessa;

          se non ritenga che questo intervento, che ad avviso dell'interrogante costituisce una modifica sostanziale sia dal punto di vista ambientale che dal punto di vista trasportistico del progetto della nuova linea alta velocità/alta capacità Brescia-Verona, debba essere sottoposto a una nuova valutazione di impatto ambientale e a una nuova analisi costi/benefici.
(5-00926)

Interrogazione a risposta scritta:


      FIDANZA e ACQUAROLI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

          la deliberazione della giunta capitolina n. 189 del 16 ottobre 2018 «Delocalizzazione dell'Autostazione per i mezzi adibiti alle linee di trasporto pubblico interregionali, nazionali ed internazionali all'interno del nodo Anagnina — Approvazione del progetto definitivo per la realizzazione dei lavori dell'autostazione Anagnina — ex articolo 27 del decreto legislativo n. 50 del 2016 così come modificato dal decreto legislativo n. 56 del 2017» stabilisce la delocalizzazione dell'autostazione TiBus dall'attuale largo Guido Mazzoni al nodo Anagnina;

          a causa delle condizioni in cui versa la tratta ferroviaria Pescara-Roma i cui tempi di percorrenza sfiorano le quattro ore per 240 chilometri di tracciato, gran parte dei quali su binario unico, il trasporto pubblico su gomma attraverso le autostrade A24 e A25 risulta il mezzo più veloce per raggiungere la Capitale;

          ogni giorno migliaia di pendolari Abruzzesi si dirigono a Roma per motivi lavorativi e di studio, mentre altri di passaggio poi proseguono verso altre destinazioni nazionali e internazionali, sfruttando la vicina stazione ferroviaria Tiburtina e i collegamenti per gli aeroporti;

          il tratto urbano dell'Autostrada dei Parchi (tangenziale est) è adiacente alla autostazione TiBus a differenza del nodo Anagnina che comporterebbe un incremento di costi e percorrenza temporale per gli utenti provenienti dalla regione Abruzzo;

          la stazione Tiburtina è servita dalla linea B della metropolitana, come risulta dai dati statistici e dallo storico di Atac con meno utenti rispetto alla linea A il cui capolinea è Anagnina, che già oggi prevede il contingentamento degli ingressi in alcune fasce orarie a causa del forte afflusso di passeggeri –:

          se il Ministro interrogato sia a conoscenza della vicenda esposta in premessa e, in caso affermativo, se non ritenga opportuno, alla luce di quanto sopra evidenziato, adottare ogni iniziativa di competenza per evitare la delocalizzazione presso il nodo Anagnina, considerati gli importanti risvolti sul piano del trasporto interregionale, nazionale e internazionale.
(4-01603)

INTERNO

Interrogazione a risposta orale:


      SILVESTRONI. — Al Ministro dell'interno, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

          la situazione degli insediamenti abusivi di soggetti di etnia rom, su tutto il territorio nazionale ma soprattutto nel Lazio nella zona del comune di Guidonia, a ridosso delle case e delle scuole è diventata oramai intollerabile;

          ormai da anni, la convivenza civile tra residenti e rom non è più garantita a Guidonia e, in particolare, nel quartiere dell'Albuccione, dove ha sede anche una scuola;

          in intere aree del vasto comune di Guidonia sono sempre più frequenti atti osceni, discariche abusive con evidenti rischi per la salute pubblica, fenomeni di microcriminalità e di vandalismo nei confronti delle attività commerciali, la diffusione di roghi nei quali vengono bruciati rifiuti;

          i cittadini continuano a segnalare gli atti di criminalità;

          non possono esistere «zone franche» ove lo Stato rinunzia al controllo del territorio e all'applicazione delle sue leggi ed è fondamentale che, al più presto, a beneficio dei cittadini residenti e della salute e dell'incolumità pubblica, i campi rom di Guidonia tornino un luogo di legalità sotto la sovranità dello Stato;

          l'ordinanza emessa dal sindaco di Guidonia in data 2 novembre 2018, n. 304, avrebbe dovuto garantire sicurezza urbana e il bene pubblico che afferisce alla vivibilità e al decoro della città, ma la cronaca locale continua a evidenziare pesanti criticità soprattutto sul versante della sicurezza –:

          quali iniziative di competenza abbiano intenzione di porre in essere al fine di contrastare le attività criminali connesse e causate dalla presenza di campi rom abusivi e, in particolar modo, quelli stanziati sul comune di Guidonia, e per tutelare la sicurezza e la salute dei cittadini residenti.
(3-00308)

Interrogazione a risposta scritta:


      FIDANZA. — Al Ministro dell'interno, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

          nel gennaio 2017 a Davos è stata siglata una partnership tra il finanziere George Soros e MasterCard, denominata «Humanity Ventures», che può contare su un finanziamento di 50 milioni di dollari da parte del magnate americano. Come si legge sul sito web di MasterCard, il progetto ha l'obiettivo di «catalizzare e accelerare lo sviluppo economico e sociale delle comunità vulnerabili di tutto il mondo, in particolare i rifugiati e i migranti»;

          nella nota ufficiale di lancio dell'iniziativa si legge: «Nonostante miliardi di dollari dati in assistenza umanitaria e allo sviluppo ogni anno, milioni di persone rimangono emarginate. MasterCard e George Soros credono che le capacità del settore privato, unitamente a investimenti strategici a lungo termine, possano stimolare lo sviluppo e trasformare la vita per i meno abbienti». «Humanity Ventures è destinato ad essere redditizio in modo da stimolare il coinvolgimento di altri imprenditori», ha detto Soros;

          secondo il sito sloveno Nova24, che cita fonti interne alla polizia croata, ai migranti che attraversano i Balcani verrebbero distribuite delle carte prepagate, di tipo «MasterCard, senza nome ma con la dicitura Unhcr e un numero stampigliato»;

          sul sito di Unhcr è riportato un ampio prospetto informativo del progetto «Multi-purpose cash and sectoral outcomes. Greece case study», sulla cui copertina è riportata un'immagine della suddetta carta prepagata MasterCard che riporta sovrastampati i loghi istituzionali di Unhcr e Unione europea;

          in un'intervista rilasciata a Forbes lo scorso anno, Tara Nathan, vice-presidente esecutivo di MasterCard, cita la partnership di MasterCard con Mercy Corps, altra importante organizzazione «filantropica» con sede negli Usa che, spiega la vice-presidente di MasterCard, «ha permesso la distribuzione di carte prepagate ai rifugiati in tutta la Grecia e in Serbia» nel «primo programma della regione a sfruttare un sistema di pagamento senza contanti per coloro che cercano sicurezza in Europa. Il modello – osserva Nathan – consente ai rifugiati di acquistare beni in modo più efficiente senza spendere troppo»;

          tali circostanze confermerebbero la distribuzione, almeno in Grecia e Serbia, di tali carte prepagate anonime del circuito MasterCard destinate ai richiedenti asilo e/o rifugiati;

          il Governo italiano contribuisce costantemente al bilancio di Unhcr. Segnatamente nel 2017 il contributo italiano è stato pari a 51 milioni di dollari e ancora a febbraio 2018 il Governo italiano ha stanziato ulteriori 9 milioni di euro;

          l'Italia è Stato membro dell'Unione europea;

          durante la trasmissione «L'aria che tira» andata in onda su La7 l'8 novembre 2018 è intervenuta sul tema la portavoce per l'Italia di Unhcr dottoressa Carlotta Sami la quale, a giudizio dell'interrogante, non ha chiarito in modo esaustivo le modalità di finanziamento, erogazione e gestione delle suddette carte –:

          se il Governo sia al corrente di tale iniziativa;

          se la stessa risulti rivolta ai soli rifugiati titolari di protezione internazionale o anche ai richiedenti asilo;

          di quali elementi disponga il Governo circa la provenienza dei fondi destinati ad alimentare le suddette carte prepagate (dai 90 ai 550 euro mensili a nucleo familiare) e, in particolare, il contributo del finanziere George Soros in base all'annunciato programma «Humanity Ventures»;

          quale sia il ruolo dell'Unione europea in questa vicenda;

          se risulti essere in programma un'estensione di tale programma anche ai richiedenti asilo e/o rifugiati presenti sul territorio italiano;

          se il Governo sia al corrente di ingressi illegali nel territorio nazionale di migranti provenienti dalla rotta balcanica in possesso delle suddette carte prepagate;

          se tali carte anonime soddisfino i requisiti di sicurezza nazionale rispetto a possibili truffe o utilizzi illegali delle stesse.
(4-01612)

ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA

Interrogazione a risposta in Commissione:


      GAVINO MANCA. — Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:

          nella giornata del 6 novembre 2018 il Governo ha rimosso dall'incarico di presidente dell'Agenzia spaziale italiana il professore Roberto Battiston, accademico dal curriculum di altissimo profilo, il cui brillante operato ha consentito all'Agenzia di consolidare il proprio ruolo in Europa e nel mondo dando una nuova spinta al settore aerospaziale, eccellenza italiana riconosciuta nel mondo;

          da fonti di stampa si apprende che le motivazioni di tale scelta sarebbero riconducibili all'applicazione, per la prima volta in Italia, dello spoil system in un ambito dal quale sono stati finora esclusi gli enti pubblici di ricerca, proprio alla luce del particolare status da essi goduto e della terzietà richiesta alle persone responsabili della loro gestione;

          per gli enti scientifici e in particolare quelli legati all'innovazione è necessario invece valutare il merito e la preparazione specifica, assicurandone la continuità operativa: i programmi spaziali richiedono, inoltre, molti anni per essere realizzati e questo significa la necessità di riferimenti costanti e riconosciuti in contesti internazionali;

          anche la modifica apportata la scorsa estate alla composizione del Comitato interministeriale per le politiche relative allo spazio e alla ricerca aerospaziale, che stabilisce che il presidente dell'Agenzia spaziale italiana (A.s.i.) non ne sia più componente di diritto e possa essere invitato a partecipare alle sue riunioni senza diritto di voto, con funzione esclusivamente di alta consulenza tecnico-scientifica, è risultata incomprensibile e va, ad avviso dell'interrogante, nella direzione di ostacolare il coordinamento e l'organizzazione della politica spaziale e aerospaziale nazionale, indebolendo immotivatamente il ruolo dell'A.s.i. –:

          quali siano le motivazioni che hanno portato alla scelta di rimuovere il presidente prima della scadenza naturale del suo incarico e quali siano gli intendimenti del Governo in merito alla politica aerospaziale nazionale.
(5-00922)

POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI, FORESTALI E TURISMO

Interrogazione a risposta in Commissione:


      GALLINELLA, CILLIS, CIMINO, DEL SESTO, GAGNARLI, LOMBARDO, ALBERTO MANCA e PARENTELA. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo. — Per sapere – premesso che:

          l'Anas – Associazione nazionale allevatori suini è un ente che ha come obiettivo quello di promuovere e attuare iniziative volte al miglioramento, all'incremento, all'utilizzazione, alla valorizzazione tecnico-economica e alla promozione dell'allevamento dei suini e dei prodotti da essi derivati;

          esso detiene, in base a quanto previsto dalla legge n. 30 del 15 gennaio 1991 e successive modifiche ed integrazioni, il libro genealogico (Lgi), strumento primario dell'attività di selezione delle diverse specie e razze di interesse zootecnico, che mira sia alla conservazione di popolazioni animali geneticamente distinte che alla loro valorizzazione economica;

          il disciplinare del prosciutto di Parma e San Daniele descrive nel dettaglio le caratteristiche organolettiche, chimiche, fisiche e microbiologiche del prodotto finale; in particolare, si enunciano le caratteristiche merceologiche (peso, forma, colore, aroma e sapore) ma anche quelle relative alla percentuale di umidità e di sale, il parametro di proteolisi, la consistenza e la copertura di grasso misurato verticalmente in corrispondenza della testa del femore che «dovrebbe aggirarsi intorno ai 20mm per le cosce fresche...» e comunque essere «mai inferiore ai 15mm»;

          nel disciplinare si elencano anche gli animali ammessi alla produzione del prosciutto: tutti quelli «derivati dalle razze Large White, Landrace e Duroc così come migliorate dal LGI e tutte le altre razze purché provengano da Schemi di selezione o incrocio attuati con finalità non incompatibili con quelle del LGI»;

          mentre appaiono chiari i requisiti delle razze Large White, Landrace e Duroc, non appaiono altrettanto chiari gli schemi di selezione o incrocio con finalità non incompatibili con quelle del Lgi, poiché né sul Lgi, né sui documenti ad esso correlati, vi sono dei parametri specifici a cui attenersi;

          i criteri di selezione e le finalità, previsti sia nell'articolo 20 e seguenti del Lgi, sia nel disciplinare delle prove in stazione della specie suina, non sono, infatti, definiti in maniera oggettiva e tale da lasciare poco margine alla discrezionalità; agli operatori della filiera suinicola non sono quindi forniti parametri, valori, schemi o riferimenti precisi e puntuali che permettano di definire preventivamente con chiarezza se i capi di altre linee genetiche possano essere giudicati non incompatibili con il Lgi e dunque conformi alla disciplina Dop del prosciutto di Parma e San Daniele –:

          se è vero che i disciplinari non obbligano ad applicare gli stessi schemi del Lgi, è pur vero che ne impongono le stesse finalità; per questo, considerando che le produzioni di San Daniele e di Parma assorbono l'ampia maggioranza del mercato delle cosce suine certificate in Italia, e svolgono una funzione di «riferimento di base» per disciplinari degli altri prosciutti per le fasi di allevamento e macellazione, le modalità di accesso alla selezione per l'ammissione degli animali a tali produzioni dovrebbero essere il più possibile trasparenti e oggettive;

          attualmente è in discussione una proposta di piano di controllo unificato della filiera suinicola, elaborata dall'Ieqrf – Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari, volta a chiarire alcuni aspetti importanti nella valutazione delle razze, degli ibridi, della conformità dei capi con quanto previsto dal libro genealogico;

          pur essendo tale piano un passo importante nella direzione di una maggiore trasparenza e tracciabilità, non appare comunque sufficiente a sciogliere il nodo sugli schemi di selezione o incrocio per gli animali ammessi alle produzioni Dop di Parma o San Daniele –:

          se, in base a quanto esposto in premessa, non intenda porre in essere iniziative – eventualmente anche quelle contenute nel succitato piano – volte a migliorare ulteriormente e rendere quanto più possibile oggettive e i trasparenti le procedure per la valutazione di nuovi tipi genetici ammessi alla produzione del prosciutto.
(5-00924)

SVILUPPO ECONOMICO

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):


      I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dello sviluppo economico, il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, per sapere – premesso che:

          è notizia di questi giorni che la storica fabbrica della Pernigotti di Novi Ligure (Alessandria) ha chiuso i battenti;

          la notizia è stata data dai sindacati a seguito di un incontro con i rappresentanti del gruppo turco Toksöz, proprietario della storica azienda dolciaria fondata nel 1868 e marchio storico dell'industria alimentare italiana, conosciuto in tutto il mondo;

          secondo quanto comunicato da fonti sindacali, la proprietà ha sempre negato di voler dismettere le attività nello stabilimento di Novi Ligure e la decisione definitiva di fermare gli impianti appare agli interpellanti essere il frutto consapevole di una serie di omissioni nella veridicità delle informazioni fornite ai rappresentanti dei lavoratori e delle istituzioni locali;

          l'azienda impiega ancora stabilmente 100 persone, ai quali si devono aggiungere i lavoratori stagionali e l'indotto di un'area urbana di circa 75.000 abitanti. Molte famiglie hanno o hanno avuto un componente occupato grazie alla Pernigotti;

          l'azienda ha subito alcuni passaggi di mano che ne hanno impoverito il potenziale: nello stabilimento sono stati raggiunti anche picchi di 600 occupati;

          la famiglia Pernigotti ha ceduto la proprietà alla famiglia Averna nel 1995. Gli Averna non hanno mai investito nell'ammodernamento dei macchinari e nell'evoluzione delle linee produttive, a giudizio degli interpellanti, minando alla base la competitività dell'azienda;

          nel 2013, Averna cede la proprietà a Sanset Food, divisione alimentare del gruppo turco Toksöz. Fin da subito è apparso evidente come l'interesse dei turchi fosse quello di rilevare l'importanza e la storicità del marchio, senza tener conto della storia e della cultura dolciaria del territorio nonché dei lavoratori e delle loro famiglie;

          nel 2015 Toksöz chiude il reparto logistica, che impiegava 50 dipendenti, esternalizzandola a Parma;

          secondo fonti vicine al dossier, l'azienda sarebbe pronta a fare la stessa cosa con il resto dello stabilimento, poiché pare ne abbiano costruito uno nuovo in Turchia;

          in Italia verrà mantenuta solo la rete marketing, a Milano, volta a sostenere la vendita dei prodotti Made in Turchia;

          attraverso una nota stampa, l'azienda ha reso noto di essere alla ricerca di un partner industriale in Italia a cui affidare la produzione e per ricollocare i dipendenti presso aziende del medesimo settore terzisti. Sempre secondo la summenzionata nota, l'azienda sta già dialogando con alcune realtà italiane del settore dolciario;

          dall'analisi della situazione, è difficile fidarsi della dichiarazione di intenti di esternalizzare in Italia. Ad avviso degli interpellanti, appaiono del tutto evidenti le intenzioni del gruppo Toksöz: mantenere la proprietà di un marchio storico e italiano, produrre a basso costo e a bassa qualità in Turchia, vendere in Italia e nel mondo un cioccolatino turco «spacciandolo» per italiano. In altre parole: «delocalizzazione»;

          un comunicato del Ministero dello sviluppo economico ha reso noto che il 15 novembre 2018, alle ore 10, è stato convocato al Mise il tavolo di crisi, presieduto dal vicecapo di Gabinetto Giorgio Sorial, per discutere della situazione produttiva e occupazionale inerente alla società Pernigotti –:

          quali siano gli intendimenti del Governo in merito alla salvaguardia dei livelli occupazionali, della produzione italiana e della qualità del made in Italy nel corso del tavolo di crisi al Ministero dello sviluppo economico.
(2-00174) «Delmastro Delle Vedove, Lollobrigida».

Interrogazioni a risposta in Commissione:


      FERRI. — Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

          lo stabilimento Sanac di Massa nasce nel 1972 all'interno del polo industriale di Massa Carrara in ragione della stretta vicinanza sia delle cave e del porto di Marina di Carrara, sia dei poli siderurgici di Piombino e di Genova-Cornigliano;

          nel 1995 entra a far parte del gruppo Riva in concomitanza con l'acquisto della società Ilva s.p.a. di cui Sanac faceva parte;

          lo stabilimento di Massa è attivo nella produzione e nell'assistenza tecnica di refrattari per il sistema di spillaggio cosiddetto «a cassetto» per siviera, un sistema brevettato e completamento progettato nello stesso stabilimento di Massa. Si tratta di un'azienda da sempre all'avanguardia nei processi produttivi e una tra le realtà più solide del polo industriale della provincia e a livello nazionale;

          attualmente risultano occupati nello stabilimento 124 operai di cui 9 con contratti a termine in data 31 dicembre 2018. Inoltre, all'interno del sito produttivo lavorano diverse società che impiegano circa 100 operai;

          l'azienda è entrata in amministrazione straordinaria dal marzo del 2015 trattandosi di una controllata di Ilva s.p.a.. Le difficoltà giudiziarie dell'acciaieria di Taranto e quelle finanziarie del gruppo Riva hanno causato un calo drastico degli ordini per la Sanac di Massa, con una conseguente diminuzione della produzione, del fatturato e del personale;

          nel 2016 si apriva la procedura per il trasferimento degli asset aziendali di Ilva s.p.a. attraverso un bando internazionale. Il 5 giugno 2017 la cordata AM Investco Italy, una joint venture formata dal gruppo Marcegaglia (15 per cento) e da Arcelor Mittal (85 per cento) si aggiudicava la gara;

          in data 2 febbraio 2017 vi è stata una riunione presso la sede del Ministero dello sviluppo economico, tra le organizzazioni sindacali che stanno seguendo da vicino la vicenda, il gruppo e i rappresentanti del Governo. Nel corso di quella riunione il Governo chiariva come la cessione di Sanac sarebbe stata oggetto di un bando pubblico. Inoltre, si sottolineava, che un passaggio fondamentale sarebbe stata la cessione di Ilva e che l'attenzione del Governo rimaneva alta per garantire una interlocuzione tra Ilva e Sanac al fine di favorire il mantenimento di una catena produttiva;

          il 5 settembre 2018 presso il Ministero dello sviluppo economico veniva siglato l'accordo con Arcelor Mittal per la cessione dell'Ilva s.p.a.;

          ad oggi sono pervenute 5 manifestazioni di interesse da parte di aziende interessate a rilevare la Sanac di Massa. Tre provengono da operatori internazionali del settore dei refrattari, una da parte di un fondo di investimento britannico e una da una multinazionale straniera attiva nel settore dell'acciaio;

          in data 5 dicembre 2018 è fissata l'apertura delle buste con le offerte formali di acquisto –:

          se il Governo sia in grado di fornire chiarimenti e delucidazioni sul futuro industriale della Sanac di Massa, quali iniziative abbia assunto al riguardo e se intenda proseguire l'impegno del precedente Governo nel seguire da vicino una vicenda che coinvolge un'azienda fondamentale per il tessuto economico e sociale della provincia di Massa Carrara.
(5-00925)


      BUSINAROLO. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

          con decreto del Ministro dell'industria (ora dello sviluppo economico), emesso di concerto con il Ministro del tesoro (ora dell'economia e delle finanze) il 9 maggio 1996, poi modificato in data 5 luglio 1996, la Spa Cariboni Paride è stata posta in amministrazione straordinaria ed è stato nominato il commissario straordinario, dottor Giorgio Cumin;

          successivamente, con decreto del Ministro dello sviluppo economico, il 4 aprile 2007, sono stati nominati commissari liquidatori delle imprese del gruppo Cariboni il dottor Giorgio Cumin, la dottoressa Nicodemo Laura, il dottor Guido Puccio;

          nel 2014 è stato dichiarato il fallimento della Cariboni Paride Spa;

          nel caso specifico del signor U.V., dipendente per diversi anni della società Cariboni Paride Spa, si rileva che, a quanto consta all'interrogante, lo stesso è in attesa, da oltre venti anni, di quanto dovutogli, a seguito del riparto finale relativo al fallimento della società Cariboni Paride Spa;

          di recente, infatti, attraverso una lettera inviata via Pec da Cariboni Paride Spa al signor V., sarebbe stato comunicato che il riparto finale sarebbe stato predisposto e inviato a luglio 2018 al Ministero competente per essere approvato; ma, ad oggi, l'interessato è ancora in attesa di quanto dovutogli –:

          se il Ministro interrogato sia a conoscenza di quanto esposto in premessa e se non ritenga opportuno fornire chiarimenti circa lo stato attuale del riparto finale relativo alla società Cariboni Paride Spa.
(5-00927)

Apposizione di firme a mozioni e modifica dell'ordine dei firmatari.

      Mozione Muroni e Fornaro n. 1-00057, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 4 ottobre 2018, deve intendersi sottoscritta anche dai deputati Bazoli, Berlinghieri e Braga e, contestualmente, l'ordine delle firme si intende così modificato: «Muroni, Bazoli, Fornaro, Berlinghieri, Braga».

      Mozione Annibali e altri n. 1-00070, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 7 novembre 2018, deve intendersi sottoscritta anche dalla deputata Boldrini e, contestualmente, l'ordine delle firme si intende così modificato: «Annibali, Boldrini, Anzaldi, Ascani, Bazoli, Benamati, Berlinghieri, Boccia, Bonomo, Bordo, Enrico Borghi, Boschi, Braga, Bruno Bossio, Buratti, Campana, Cantini, Carla Cantone, Cardinale, Carè, Carnevali, Ceccanti, Cenni, Ciampi, Colaninno, Critelli, Dal Moro, D'Alessandro, De Filippo, De Luca, De Maria, De Menech, De Micheli, Del Barba, Del Basso De Caro, Delrio, Di Giorgi, Marco Di Maio, Fassino, Ferri, Fiano, Fragomeli, Franceschini, Fregolent, Gadda, Gariglio, Gentiloni Silveri, Giachetti, Giacomelli, Giorgis, Gribaudo, Guerini, Incerti, La Marca, Lacarra, Lepri, Librandi, Losacco, Lotti, Madia, Gavino Manca, Mancini, Marattin, Martina, Mauri, Melilli, Miceli, Migliore, Minniti, Mor, Morani, Morassut, Moretto, Morgoni, Mura, Nardi, Navarra, Nobili, Noja, Orfini, Orlando, Padoan, Pagani, Ubaldo Pagano, Paita, Pellicani, Pezzopane, Piccoli Nardelli, Pini, Pizzetti, Pollastrini, Portas, Prestipino, Quartapelle Procopio, Raciti, Rizzo Nervo, Andrea Romano, Rosato, Rossi, Rotta, Scalfarotto, Schirò, Sensi, Serracchiani, Siani, Topo, Ungaro, Vazio, Verini, Viscomi, Zan, Zardini».

Apposizione di una firma ad una interrogazione.

      La interrogazione a risposta orale Delmastro Delle Vedove n. 3-00279, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 30 ottobre 2018, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Lollobrigida.

Pubblicazione di un testo riformulato.

      Si pubblica il testo riformulato della mozione Muroni n. 1-00057, già pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta n. 56 del 4 ottobre 2018.

      La Camera,

          premesso che:

              i risultati e i dati pubblicati dall'Ispra per l'anno 2016 e ripresi dalla stampa nazionale e locale accertano che, nell'ambito della provincia di Brescia, sono stati conferiti rifiuti speciali in quantità oltremodo superiore alla media dei rifiuti conferiti nelle discariche delle altre province lombarde e in misura superiore ad un quinto di quanto conferito in tutti gli impianti d'Italia;

              nella provincia di Brescia, come risulta dallo studio, sono stati seppelliti in discarica nell'ultimo anno censito, il 2016, 2.578.169 tonnellate di rifiuti speciali, pari al 76,47 per cento di quelli interrati in tutta la Lombardia e pari al 21,3 per cento di tutti quelli conferiti in discarica in tutta Italia;

              se si confronta la provincia di Brescia con altre province, quali, ad esempio, Savona, Verona, Livorno, Terni, Taranto, che hanno le stesse criticità, risulta che la quantità conferita in discarica per chilometro/quadrato è più del doppio;

              inoltre, dalla lettura dei dati dello studio dell'Ispra si apprende che nella provincia di Brescia la media dei rifiuti seppelliti in discarica per chilometro/quadrato risulta essere di circa 13 volte superiore rispetto alla media delle altre province lombarde e di tutto il territorio nazionale; i detti conferimenti sono avvenuti negli anni recenti, mentre ancora non si sa quanti rifiuti e in quali siti siano stati dispersi sul territorio senza alcuna tutela ambientale prima della normativa del 1992;

              la provincia di Brescia rappresenta un contesto territoriale caratterizzato da una particolare pressione ambientale, determinata da un'alta presenza di impianti di trattamento e smaltimento rifiuti;

              a tal proposito, si ricorda la mozione presentata alla Camera dei deputati il 13 giugno 2017 da 13 parlamentari bresciani sull'emergenza connessa a discariche e rifiuti nella provincia di Brescia e sull'urgenza delle bonifiche, poi approvata all'unanimità il 6 dicembre 2017,

impegna il Governo:

1) a considerare, vista l'urgenza ambientale e sanitaria, l'adozione di iniziative, per quanto di competenza, volte a prevedere urgentemente una procedura di moratoria del conferimento dei rifiuti speciali destinati all'incenerimento e al conferimento in discarica in provincia di Brescia e il blocco di nuove autorizzazioni all'apertura di nuove discariche per i prossimi 5 anni, estendendo le misure previste dalla normativa nazionale più restrittive, come, ad esempio, il decreto-legge 10 dicembre 2013, n. 136, come precondizione per monitorare tutti i siti compromessi, sia quelli censiti sia quelli non ancora noti, al fine di implementare un piano generale di bonifica del territorio;

2) ad adottare iniziative per prevedere l'introduzione nel decreto legislativo n. 152 del 2006 di un criterio nazionale che consenta alle regioni di inserire nel proprio ordinamento il fattore di pressione per le discariche quale criterio obbligatorio per l'indicazione delle aree non idonee alla localizzazione degli impianti di smaltimento e di recupero dei rifiuti, delegando il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, di concerto con il Ministro della salute e sentito il Ministro per gli affari regionali e le autonomie, all'adozione di un decreto interministeriale che ne definisca principi e metodologia di calcolo.
(1-00057) (Nuova formulazione) «Muroni, Bazoli, Fornaro, Berlinghieri, Braga».