XVIII LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di Venerdì 1 febbraio 2019

TESTO AGGIORNATO AL 5 MARZO 2019

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli nella seduta del 1o febbraio 2019.

      Amitrano, Battelli, Benvenuto, Bitonci, Bonafede, Claudio Borghi, Brescia, Buffagni, Cardinale, Carfagna, Castelli, Castiello, Ciprini, Cirielli, Colucci, Comaroli, Cominardi, Davide Crippa, D'Uva, Del Re, Delmastro Delle Vedove, Delrio, Luigi Di Maio, Di Stefano, Durigon, Fantinati, Ferraresi, Fioramonti, Gregorio Fontana, Lorenzo Fontana, Fraccaro, Galli, Gallinella, Gallo, Garavaglia, Gava, Gebhard, Gelmini, Giaccone, Giachetti, Giorgetti, Grande, Grillo, Grimoldi, Guerini, Guidesi, Lazzarini, Liuzzi, Lollobrigida, Lorefice, Lorenzin, Losacco, Manzato, Micillo, Molinari, Molteni, Morelli, Morrone, Novelli, Picchi, Rampelli, Rixi, Rizzo, Ruocco, Saltamartini, Schullian, Siani, Carlo Sibilia, Sisto, Spadafora, Spadoni, Tofalo, Trizzino, Vacca, Valente, Vignaroli, Villarosa, Raffaele Volpi, Zoffili.

Annunzio di proposte di legge.

      In data 31 gennaio 2019 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:
          BORGHESE: «Istituzione di un albo dei radiodiffusori di informazione e cultura italiana all'estero e concessione di un contributo per la produzione di programmi di cultura italiana radiodiffusi all'estero» (1557);
          MANDELLI: «Modifica all'articolo 1 della legge 2 agosto 1999, n.  264, in materia di accesso programmato ai corsi di laurea in farmacia e in chimica e tecnologia farmaceutiche» (1558);
          SILLI: «Modifiche agli articoli 579 e 580 del codice penale, in materia di omicidio del consenziente e di istigazione o aiuto al suicidio» (1559);
          UNGARO e DE LUCA: «Modifiche alla legge 24 gennaio 1979, n.  18, e al decreto-legge 24 giugno 1994, n.  408, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 1994, n.  483, in materia di partecipazione degli elettori italiani, residenti in Stati europei non appartenenti all'Unione, all'elezione dei membri del Parlamento europeo spettanti all'Italia» (1560);
          BINELLI ed altri: «Conferimento alle regioni e alle province autonome di Trento e di Bolzano della facoltà di adottare, per la fauna carnivora, le misure di deroga previste dalla direttiva 92/43/CEE, relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche» (1561);
          TONELLI: «Istituzione della Giornata nazionale della legalità e in ricordo delle vittime del dovere ed estensione delle provvidenze previste per le vittime del terrorismo e della criminalità organizzata alle vittime del dovere» (1562);
          VIVIANI ed altri: «Modifica al decreto legislativo 14 marzo 2013, n.  33, in materia di accesso civico alle informazioni sull'origine geografica dei prodotti alimentari e delle materie prime agricole, e istituzione del Garante per la sorveglianza dei prezzi nel settore agroalimentare» (1563).

      Saranno stampate e distribuite.

Annunzio di proposte di inchiesta parlamentare.

      In data 31 gennaio 2019 è stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di inchiesta parlamentare d'iniziativa dei deputati:
          UNGARO ed altri: «Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle questioni concernenti il processo di uscita del Regno Unito dall'Unione europea» (Doc. XXII, n.  35).

      Sarà stampata e distribuita.

Adesione di deputati a proposte di legge.

      La proposta di legge MARIA TRIPODI ed altri: «Disciplina della rappresentanza sindacale del personale delle Forze armate e dei corpi di polizia ad ordinamento militare» (1060) è stata successivamente sottoscritta dai deputati Bagnasco, Cappellacci, D'Attis, Ferraioli, Labriola, Marin, Mazzetti, Mulè, Napoli, Orsini, Pella, Pettarin, Pittalis, Porchietto, Rosso, Rotondi, Ruffino, Saccani Jotti, Elvira Savino, Silli, Spena, Tartaglione e Vietina.

      La proposta di legge BRUNETTA ed altri: «Istituzione dell'insegnamento della storia e della cultura del vino e delle eccellenze gastronomiche italiane come materie di educazione civica, e altre disposizioni per la promozione del settore enogastronomico» (1533) è stata successivamente sottoscritta dalla deputata Rossello.

Trasmissione dalla Corte dei conti.

      Il Presidente della Sezione del controllo sugli enti della Corte dei conti, con lettera in data 24 gennaio 2019, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 7 della legge 21 marzo 1958, n.  259, la determinazione e la relazione riferite al risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria dell'Istituto nazionale per l'analisi delle politiche pubbliche (INAPP), per l'esercizio 2017, cui sono allegati i documenti rimessi dall'ente ai sensi dell'articolo 4, primo comma, della citata legge n.  259 del 1958 (Doc. XV, n.  108).

      Questi documenti sono stati trasmessi alla V Commissione (Bilancio) e alla XI Commissione (Lavoro).

      Il Presidente della Sezione del controllo sugli enti della Corte dei conti, con lettera in data 29 gennaio 2019, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 7 della legge 21 marzo 1958, n.  259, la determinazione e la relazione riferite al risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria della SACE Spa – Servizi assicurativi del commercio estero, per l'esercizio 2017, cui sono allegati i documenti rimessi dall'ente ai sensi dell'articolo 4, primo comma, della citata legge n.  259 del 1958 (Doc. XV, n.  109).

      Questi documenti sono trasmessi alla V Commissione (Bilancio) e alla X Commissione (Attività produttive).

      Il Presidente della Sezione del controllo sugli enti della Corte dei conti, con lettera in data 29 gennaio 2019, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 7 della legge 21 marzo 1958, n.  259, la determinazione e la relazione riferite al risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria del Museo storico della fisica e Centro studi e ricerche Enrico Fermi, per l'esercizio 2017, cui sono allegati i documenti rimessi dall'ente ai sensi dell'articolo 4, primo comma, della citata legge n.  259 del 1958 (Doc. XV, n.  110).

      Questi documenti sono trasmessi alla V Commissione (Bilancio) e alla VII Commissione (Cultura).

      Il Presidente della Sezione del controllo sugli enti della Corte dei conti, con lettera in data 29 gennaio 2019, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 7 della legge 21 marzo 1958, n.  259, la determinazione e la relazione riferite al risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (INGV), per l'esercizio 2016, cui sono allegati i documenti rimessi dall'ente ai sensi dell'articolo 4, primo comma, della citata legge n.  259 del 1958 (Doc. XV, n.  111).

      Questi documenti sono trasmessi alla V Commissione (Bilancio) e alla VII Commissione (Cultura).

      Il Presidente della Sezione di controllo per gli affari comunitari ed internazionali della Corte dei conti, con lettera in data 24 gennaio 2019, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 3, comma 6, della legge 14 gennaio 1994, n.  20, la deliberazione n.  13/2018 del 14 – 27 dicembre 2018, con la quale la Sezione stessa ha approvato la relazione speciale concernente il sostegno dell'Unione europea al ricambio generazionale in agricoltura e all'imprenditoria giovanile.

      Questo documento è trasmesso alla V Commissione (Bilancio), alla XIII Commissione (Agricoltura) e alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

Trasmissione dal Ministro per i rapporti con il Parlamento e la democrazia diretta.

      Il Ministro per i rapporti con il Parlamento e la democrazia diretta, con lettera in data 29 gennaio 2019, ha comunicato, ai sensi dell'articolo 9-bis, comma 7, della legge 21 giugno 1986, n.  317, concernente la procedura d'informazione nel settore delle regolamentazioni tecniche e delle regole relative ai servizi della società dell'informazione, che il Governo ha attivato la predetta procedura in ordine al progetto di linee guida dell'Agenzia per l'Italia digitale contenenti le regole tecniche e raccomandazioni concernenti la generazione di certificati elettronici qualificati, firme e sigilli elettronici qualificati e validazioni temporali elettroniche qualificate.

      Questa comunicazione è trasmessa alla I Commissione (Affari costituzionali) e alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

      Il Ministro per i rapporti con il Parlamento e la democrazia diretta, con lettera in data 29 gennaio 2019, ha comunicato, ai sensi dell'articolo 9-bis, comma 7, della legge 21 giugno 1986, n.  317, concernente la procedura d'informazione nel settore delle regolamentazioni tecniche e delle regole relative ai servizi della società dell'informazione, che il Governo ha attivato la predetta procedura in ordine allo schema di decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti in materia di sistemi antiabbandono.

      Questa comunicazione è trasmessa alla IX Commissione (Trasporti) e alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

Trasmissione dal Ministro dell'economia e delle finanze.

      Il Ministro dell'economia e delle finanze, con lettera in data 29 gennaio 2019, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 10, comma 3, lettera k-bis), del decreto legislativo 17 maggio 1999, n.  153, la relazione sull'attività svolta dalle fondazioni bancarie nell'anno 2017 (Doc. CLXXXI, n.  1).

      Questa relazione è trasmessa alla VI Commissione (Finanze).

Trasmissione dal Ministro della salute.

      Il Ministro della salute, con lettera in data 29 gennaio 2019, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 30, quinto comma, della legge 20 marzo 1975, n.  70, la relazione sull'attività svolta, sul bilancio di previsione e sulla consistenza dell'organico della Lega italiana per la lotta contro i tumori, riferita all'anno 2017, corredata dai relativi allegati.

      Questa relazione è trasmessa alla XII Commissione (Affari sociali).

Trasmissione di delibere del Comitato interministeriale per la programmazione economica.

      La Presidenza del Consiglio dei ministri – Dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica, in data 28 gennaio 2019, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 6, comma 4, della legge 31 dicembre 2009, n.  196, la delibera CIPE n.  61/2018 del 25 ottobre 2018, concernente «Fondo sviluppo e coesione 2014-2020: pian di investimenti per la diffusione della banda ultra larga (delibere n.  65 del 2015, n.  6 del 2016, n.  71 del 2017 e n.  105 del 2017)».

      Questa delibera è trasmessa alla V Commissione (Bilancio) e alla IX Commissione (Trasporti).

Annunzio di progetti di atti dell'Unione europea.

      La Commissione europea, in data 31 gennaio 2019, ha trasmesso, in attuazione del Protocollo sul ruolo dei Parlamenti allegato al Trattato sull'Unione europea, i seguenti progetti di atti dell'Unione stessa, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi, che sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alle sottoindicate Commissioni, con il parere, se non già assegnati alla stessa in sede primaria, della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea):
          Proposta di decisione del Consiglio relativa alla notifica del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord dell'intenzione di non partecipare più ad alcune disposizioni dell’acquis di Schengen contenute nel regolamento (CE) n.  377/2004 del Consiglio, del 19 febbraio 2004, relativo alla creazione di una rete di funzionari di collegamento incaricati dell'immigrazione (COM(2019) 23 final), che è assegnata in sede primaria alla I Commissione (Affari costituzionali);
          Proposte di decisione del Consiglio relative rispettivamente alla conclusione nonché alla firma, a nome dell'Unione, e all'applicazione provvisoria di alcune disposizioni dell'accordo tra l'Unione europea e il Principato del Liechtenstein ai fini dell'applicazione di talune disposizioni della decisione 2008/615/GAI del Consiglio sul potenziamento della cooperazione transfrontaliera, soprattutto nella lotta al terrorismo e alla criminalità transfrontaliera, della decisione 2008/616/GAI del Consiglio relativa all'attuazione della decisione 2008/615/GAI sul potenziamento della cooperazione transfrontaliera, soprattutto nella lotta al terrorismo e alla criminalità transfrontaliera, compreso l'allegato, e della decisione quadro 2009/905/GAI del Consiglio sull'accreditamento dei fornitori di servizi forensi che effettuano attività di laboratorio (COM(2019) 24 final e COM(2019) 35 final), corredate dal relativo allegato (COM(2019) 35 final – Annex), che sono assegnate in sede primaria alla III Commissione (Affari esteri);
          Proposte di decisione del Consiglio relative rispettivamente alla conclusione nonché alla firma, a nome dell'Unione, e all'applicazione provvisoria di alcune disposizioni dell'accordo tra l'Unione europea e la Confederazione svizzera ai fini dell'applicazione di talune disposizioni della decisione 2008/615/GAI del Consiglio sul potenziamento della cooperazione transfrontaliera, soprattutto nella lotta al terrorismo e alla criminalità transfrontaliera, della decisione 2008/616/GAI del Consiglio relativa all'attuazione della decisione 2008/615/GAI sul potenziamento della cooperazione transfrontaliera, soprattutto nella lotta al terrorismo e alla criminalità transfrontaliera, compreso l'allegato, e della decisione quadro 2009/905/GAI del Consiglio sull'accreditamento dei fornitori di servizi forensi che effettuano attività di laboratorio (COM(2019) 26 final e COM(2019) 27 final), corredate dal relativo allegato (COM(2019) 27 final – Annex), che sono assegnate in sede primaria alla III Commissione (Affari esteri);
          Proposta di decisione del Consiglio relativa alla posizione che dovrà essere assunta a nome dell'Unione europea in sede di Comitato misto SEE in merito a una modifica dell'allegato II (Regolamentazioni tecniche, norme, prove e certificazioni) e dell'allegato XI (Comunicazione elettronica, servizi audiovisivi e società dell'informazione) dell'accordo SEE (COM(2019) 31 final), corredata dal relativo allegato (COM(2019) 31 final – Annex), che è assegnata in sede primaria alla III Commissione (Affari esteri);
          Proposta di decisione del Consiglio relativa alla posizione che dovrà essere assunta a nome dell'Unione europea nel Comitato misto SEE in merito a una modifica dell'allegato IX (Servizi finanziari) dell'accordo SEE (regolamento sui mercati degli strumenti finanziari (MiFIR) e direttiva MiFID II) (COM(2019) 32 final), corredata dal relativo allegato (COM(2019) 32 final – Annex), che è assegnata in sede primaria alla III Commissione (Affari esteri);
          Proposta di decisione del Consiglio relativa alla posizione che dovrà essere assunta a nome dell'Unione europea in merito a una modifica dell'allegato IX (Servizi finanziari) e dell'allegato XIX (Protezione dei consumatori) dell'accordo SEE (COM(2019) 33 final), corredata dal relativo allegato (COM(2019) 33 final – Annex), che è assegnata in sede primaria alla III Commissione (Affari esteri);
          Relazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio – Relazione annuale sull'attuazione degli strumenti dell'Unione europea per il finanziamento delle azioni esterne nel 2017 (COM(2019) 37 final), che è assegnata in sede primaria alla III Commissione (Affari esteri);
          Proposta di regolamento del Consiglio relativo alle misure riguardanti l'esecuzione e il finanziamento del bilancio generale dell'Unione nel 2019 in relazione al recesso del Regno Unito dall'Unione (COM(2019) 64 final), che è assegnata in sede primaria alle Commissioni riunite V (Bilancio) e XIV (Politiche dell'Unione europea).

Annunzio di provvedimenti concernenti amministrazioni locali.

      Il Ministero dell'interno, con lettere in data 25 gennaio 2019, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 141, comma 6, del testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali, di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n.  267, i decreti del Presidente della Repubblica di scioglimento dei consigli comunali di Capaccio Paestum (Salerno), Capistrello (L'Aquila), Casoria (Napoli), Castellar Guidobono (Alessandria), Cenate Sotto (Bergamo), Maggiora (Novara), Malvito (Cosenza), Roburent (Cuneo), Rosciano (Pescara) e Torremaggiore (Foggia).

      Questa documentazione è depositata presso il Servizio per i Testi normativi a disposizione degli onorevoli deputati.

Ritiro di richiesta di parere parlamentare su atti del Governo.

      Il Ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, con lettera in data 1o febbraio 2019, ha comunicato di ritirare la richiesta di parere parlamentare sullo schema di decreto ministeriale concernente il riparto dello stanziamento iscritto nello stato di previsione del Ministero delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo per l'anno 2018, relativo a contributi ad enti, istituti, associazioni, fondazioni ed altri organismi (64).

Atti di controllo e di indirizzo.

      Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell’Allegato B al resoconto della seduta odierna.

INTERPELLANZE URGENTI

Iniziative a tutela dei soggetti maggiormente esposti agli effetti della crisi della Banca Carige – 2-00230

A)

      I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dello sviluppo economico, il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere – premesso che:
          il decreto-legge 8 gennaio 2019, n.  1, – all'esame della Camera dei deputati per la sua conversione – introduce misure urgenti a sostegno della Banca Carige s.p.a. – Cassa di risparmio di Genova e Imperia, a tutela della clientela e dei risparmiatori. Le misure previste nel decreto dovrebbero consentire ai commissari di assumere le iniziative utili a preservare la stabilità e la coerenza del governo della società e di completare il rafforzamento patrimoniale dell'istituto, nonché di proseguire nella riduzione dei crediti deteriorati e perseguire un'operazione di aggregazione;
          la Banca è caratterizzata da una rilevante presenza sul territorio ligure, in cui la sua attività è stata rafforzata attraverso la fusione per incorporazione della Cassa di risparmio di Savona, ma anche in Piemonte, Lombardia, Veneto, Toscana, Lazio, Sardegna e Sicilia;
          gli interpellanti intendono quindi conoscere le iniziative che il Governo intende intraprendere per la tutela della competitività del sistema imprenditoriale nei territori ove la banca è particolarmente attiva, quindi principalmente in Liguria, a seguito della significativa riduzione e inasprimento delle condizioni dell'offerta di credito derivanti dalla crisi di Banca Carige, in grado di accentuare la fase recessiva già in atto;
          in particolare, appare opportuno conoscere le iniziative che si intendono porre in essere per ridurre l'impatto che la crisi di Banca Carige avrà nei confronti delle micro, delle piccole e delle medie imprese, che verosimilmente rappresentano i soggetti maggiormente esposti alla stretta del credito –:
          quali iniziative il Governo intenda adottare, di carattere ordinario e straordinario, anche attraverso l'utilizzo, ad esempio, del Fondo centrale di garanzia e/o altri strumenti di supporto alle piccole e medie imprese a disposizione del Ministero dello sviluppo economico o da prevedere in via straordinaria, per ridurre l'impatto negativo che la crisi di Banca Carige e gli interventi per la risoluzione della stessa inevitabilmente avranno nei confronti delle micro, piccole e medie imprese, nonché dei professionisti che verosimilmente rappresentano i soggetti maggiormente esposti agli effetti negativi della crisi della banca in parola, quale ad esempio una restrizione del credito disponibile nei diversi mercati rilevanti col rischio di possibili crisi di liquidità e fallimenti delle imprese di dimensioni contenute, dei professionisti e delle famiglie debitrici;
          quali iniziative il Governo intenda intraprendere per assicurare, anche attraverso una maggiore trasparenza, che le ingenti risorse pubbliche già messe a disposizione, e quelle ulteriori che dovessero rendersi opportune, non siano in alcun modo utilizzate a vantaggio di soggetti che hanno colpevolmente contribuito al dissesto della banca o si siano resi colpevoli di mendacio bancario, anche alla luce delle ricadute che impattano sul sistema economico e produttivo locale;
          se possano sussistere, in seguito alla cogente situazione della banca Carige, impreviste ricadute di carattere occupazionale.
(2-00230) «Zanichelli, Ruocco, Trano, Currò, Giuliodori, Grimaldi, Maniero, Martinciglio, Migliorino, Ruggiero, Zennaro».


Chiarimenti e iniziative in merito allo stato della trattativa circa la crisi di Industria italiana autobus (Iia), a sostegno dei lavoratori e della continuità aziendale – 2-00210

B)

      I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dello sviluppo economico, il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, per sapere – premesso che:
          Industria italiana autobus (lia) è un'azienda nata nel 2015 attraverso il raggruppamento dell'ex Bredamenarini di Bologna e l'Irisbus di Avellino;
          l'azienda, stante la crisi industriale e finanziaria partita nel 2016, che rischia di compromettere il futuro dei lavoratori (154 a Bologna e 290 a Flumeri), ha richiesto l'intervento del Ministero dello sviluppo economico per cercare delle soluzioni che consentano la ristrutturazione degli stabilimenti e la piena ripresa dell'attività produttiva, anche alla luce della scadenza, il 31 dicembre 2018, degli ammortizzatori sociali attualmente erogati;
          l'8 ottobre 2018 si è svolto presso il Ministero dello sviluppo economico l'ultimo tavolo di crisi durante il quale Ferrovie dello Stato italiane ha confermato l'interesse al progetto, Leonardo ha ribadito l'intenzione di incrementare la propria partecipazione societaria nell'azienda, Invitalia ha ribadito la volontà di proseguire nell'operazione di rilancio;
          l'11 dicembre 2018 l'assemblea degli azionisti di lia ha deciso di ricapitalizzare l'azienda, che è ora controllata al 70 per cento dall'ormai ex socio turco di minoranza, Karsan, e per il restante 30 per cento da Leonardo: secondo fonti ministeriali, si tratterebbe di una soluzione «tampone» che dovrebbe durare circa un mese e che ha consentito di evitare il fallimento dell'azienda a causa dei debiti, mantenendola in attività, in attesa che torni sotto il controllo pubblico;
          è evidente, invece, come il Governo finora, ad avviso degli interpellanti, non sia stato assolutamente in grado di finalizzare l'annunciato progetto di favorire la creazione di un polo pubblico per la produzione di autobus, e che quanto fatto finora, per evitare la delocalizzazione della produzione, sia stato insufficiente: nell'ultimo anno lia ha vinto numerosi bandi pubblici e la scorsa estate aveva in casa ordini per 1.100 nuovi autobus da costruire, ma, a causa dell'immobilismo del Governo, peraltro già segnalato dagli interpellanti, non si è arrivati a una soluzione che consentisse il rilancio dell'azienda e l'avvio della produzione. A Bologna e a Flumeri, infatti, si continua con la cassa integrazione e con una produzione a singhiozzo, stante il fatto che le commesse sono state in buona parte delocalizzate in Turchia, presso la controllata Karsan, che è diventata il nuovo socio di maggioranza –:
          quale sia lo stato della trattativa in corso, che per ora ha contraddetto tutte le indicazioni ufficiali fornite, e quali iniziative urgenti intenda intraprendere il Governo per assicurare l'erogazione degli stipendi e degli ammortizzatori sociali in favore dei lavoratori e la continuità aziendale e per trovare una soluzione alle problematiche esposte in premessa circa la crisi di Industria italiana autobus.
(2-00210) «Benamati, Carla Cantone, Critelli, De Maria, Rizzo Nervo, Enrico Borghi».


Iniziative in merito alla situazione finanziaria della provincia di Verbano Cusio Ossola, con particolare riferimento al mantenimento nella disponibilità dell'ente di parte del proprio gettito – 2-00240

C)

      Il sottoscritto chiede di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro dell'economia e delle finanze, il Ministro dell'interno, per sapere – premesso che:
          la provincia di Verbano Cusio Ossola ha deliberato la procedura di predissesto di cui all'articolo 243-bis del Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali nel dicembre 2013, e negli anni successivi ha, parimenti alle altre province, subìto gli effetti finanziari determinati dalle due principali norme di « spending review», e cioè il decreto-legge n.  66 del 2014 e la legge n.  190 del 2014, che hanno pesantemente inciso sull'autonomia finanziaria del comparto provinciale nel suo complesso, con evidenti pesanti ricadute sugli equilibri strutturali della provincia di Verbano Cusio Ossola, già in riequilibrio finanziario;
          nonostante la pesante azione di risanamento messa in atto a valle del processo di riordino istituzionale avviato con la legge n.  56 del 2014, la provincia di Verbano Cusio Ossola risente, ancora oggi, dei tagli – ingenti e sproporzionati rispetto alle effettive capacità dell'ente – operati dal legislatore, tanto che ancora nel mese di gennaio 2019, l'ente si vede recuperare coattivamente tutte le risorse proprie, con riferimento addirittura a manovre di risanamento di competenza dell'anno 2018 o anche 2017 e precedenti – prova evidente che le manovre di finanza pubblica che il legislatore aveva individuato a carico della provincia erano insostenibili e sproporzionate: il gettito dell'imposta sull'assicurazione per la responsabilità civile auto e dell'imposta provinciale di trascrizione, le uniche due voci di entrata propria, non affluiscono più nelle casse dell'ente, che si trova ora ad aver utilizzato completamente l'anticipazione di tesoreria nell'anno 2018 di 5/12, che per l'anno 2019 è ridotto a 4/12 delle entrate proprie;
          si ricorda che in data 4 gennaio 2019 il Sottosegretario di Stato per l'interno, senatore Stefano Candiani, è intervenuto ad un incontro presso la sede della provincia del Verbano Cusio Ossola invitando l'amministrazione provinciale a procedere alla dichiarazione di dissesto;
          a fronte di tale ipotesi, sostenuta a mezzo stampa da esponenti parlamentari della maggioranza di Governo, si è registrata una vibrante protesta di categorie, imprese, sindaci e amministrazioni locali del territorio, circostanza che ha indotto l'amministrazione provinciale a modificare l'ordine del giorno del consiglio provinciale già convocato per il 14 gennaio 2019 per l'avvio formale della procedura di dissesto;
          in data 11 gennaio 2019 si è tenuto a Torino un confronto tra la provincia del Verbano Cusio Ossola e la regione Piemonte, sulla base del quale l'ente regionale ha disposto una anticipazione di liquidità, al fine di permettere la prosecuzione delle attività dell'ente;
          per lo svolgimento delle funzioni statali fondamentali di viabilità, scuola ed edilizia scolastica attribuite all'ente dalla legge n.  56 del 2014 lo Stato non attribuisce né garantisce alcun gettito alla provincia del Verbano Cusio Ossola, fatto che determina seri problemi per l'erogazione dei servizi essenziali alla popolazione, con disagi e problematiche sia sul versante degli utenti che su quello dei fornitori –:
          se il Governo abbia valutato o intenda valutare, per quanto di competenza, iniziative urgenti affinché venga garantito alla provincia di Verbano Cusio Ossola il ripristino dell'autonomia di entrata e di spesa prevista dall'articolo 119 della Costituzione, lasciando almeno uno dei due gettiti finanziari propri nella disponibilità dell'ente, per far fronte alle spese urgenti e a quelle indifferibili, quali ad esempio utenze, stipendi e mutui.
(2-00240) «Enrico Borghi».


Iniziative volte a convocare un tavolo istituzionale con Anas, con la partecipazione di tutti i soggetti interessati, al fine di affrontare le gravi criticità attinenti alla sicurezza della strada statale 36 del Lago di Como e dello Spluga – 2-00205

D)

      I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, per sapere – premesso che:
          gli organi di informazione, nei giorni scorsi, sulla base di uno specifico studio realizzato dall'Aci che analizza la localizzazione di oltre 36 mila incidenti stradali avvenuti in Italia nel 2017, hanno dato ampio risalto alla notizia che la strada statale 36 del Lago di Como e dello Spluga risulti essere la strada extraurbana più pericolosa del Paese;
          sono stati ben 311 gli incidenti nel solo nel 2017, su un'arteria lunga complessivamente 141 chilometri e che attraversa le province di Lecco e di Monza-Brianza;
          di questi, 180 incidenti si sono registrati negli appena 23 chilometri del tratto della provincia brianzola;
          si tratta di una strada molto frequentata dai pendolari anche per raggiungere le località sciistiche della Valtellina, di Bormio e Livigno, tra l'altro in corsa per le Olimpiadi del 2026;
          secondo Anas, nel mese di ottobre, la strada statale 36 è risultata essere la strada più trafficata di tutto il nord Italia, con punte di 78 mila transiti al giorno;
          vanno considerate la rilevanza della strada statale in questione e la preoccupazione di istituzioni locali, cittadini, associazioni, organizzazioni sociali, per l'evidente criticità in termini di sicurezza –:
          quali iniziative il Governo intenda assumere al fine di convocare, in tempi rapidissimi, un tavolo istituzionale con Anas, con la partecipazione di tutti i soggetti interessati, istituzionali e non, comprese le parti sociali, per affrontare l'emergenza sicurezza della suddetta strada statale, con l'obiettivo di migliorarne la segnaletica, soprattutto nei tratti più pericolosi, di adottare un sistema capillare di videosorveglianza del tracciato, di un rafforzamento della presenza della Polstrada finalizzato alla riduzione dei sinistri e ad una effettiva sicurezza per chi è chiamato a percorrerla quotidianamente.
(2-00205) «Fragomeli, Anzaldi, Buratti, Losacco, Colaninno, Cenni, Andrea Romano, Ciampi, Mor, Librandi, Gadda, Gariglio, Sensi, Pezzopane, Lepri, De Filippo, Rossi, Marco Di Maio, Cantini, Carè, Carla Cantone, Pellicani, Zan, Ceccanti, Morgoni, Navarra, Incerti, Piccoli Nardelli, Padoan, Critelli, Zardini, Mancini».


Chiarimenti sullo stato di avanzamento dello studio relativo alla realizzazione di un terminal crocieristico nell'area della prima zona industriale di Porto Marghera e orientamenti circa i progetti volti alla soluzione della questione del passaggio delle grandi navi a Venezia – 2-00246

E)

      I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, per sapere – premesso che:
          a Venezia l'allontanamento delle grandi navi da crociera dal bacino di San Marco e dal Canale della Giudecca rappresenta ormai un'esigenza condivisa da tutta l'opinione pubblica nazionale e internazionale. Nonostante il tema sia all'ordine del giorno da molto tempo, e nel 2012 il Governo abbia promulgato un decreto interministeriale (n.  79 del 2012) per limitare il passaggio e, successivamente, la capitaneria di porto abbia emesso un'ordinanza per ridurre progressivamente, attraverso un algoritmo, il numero delle navi che potranno transitare in laguna, la risoluzione del problema è sempre di là da venire;
          l'ultimo Comitatone (il Comitato misto, istituito ai sensi dell'articolo 4 della legge 29 novembre 1984, n.  798), riunitosi il 7 novembre 2017, aveva individuato nell'area della prima zona industriale di Porto Marghera l'area adeguata dove realizzare il nuovo terminal per le navi da crociera e in questo senso aveva incaricato l'autorità portuale di approfondire gli aspetti progettuali;
          nel mese di novembre 2018, il Ministro interpellato ha formulato la richiesta al presidente dell'Autorità portuale Pino Musolino, nel corso di un incontro, di ricevere le schede dei diversi progetti depositati nel corso del tempo per portare le Grandi navi fuori dalla laguna;
          da articoli di stampa si apprende che la documentazione è stata inviata al Ministero dall'autorità portuale e che sarebbe al vaglio dei tecnici del Ministero;
          secondo quanto si è potuto apprendere le schede progettuali trasmesse al Ministero sono relative ai progetti: il progetto Venis Cruise 2.0 della società Duferco che prevede la realizzazione di un terminal crocieristico alla bocca di porto del Lido; la realizzazione del nuovo terminal nell'attuale terminal petrolifero a San Leonardo, oggi in concessione all'Eni; terminal alla bocca di porto di Malamocco a Santa Maria del Mar; terminal offshore (Venice Offshore Onshore Port System – VOOPS –) a 8 miglia al largo della costa; il progetto della società One Works al Lido, davanti alle spiagge di San Nicolò; l'avamporto galleggiante alla bocca di porto del Lido; il trasferimento del terminal crocieristico a Chioggia nella zona portuale Saloni –:
          se si sia concluso l'approfondimento per la realizzazione di un terminal nell'area della prima zona industriale di Porto Marghera; quale sia la valutazione dell'Autorità portuale di Venezia sulle proposte inviate; quale sia l'orientamento del Ministro interpellato, e se dai progetti presentati emerga una soluzione con le caratteristiche e le connotazioni nautiche e di sicurezza adeguate ad ospitare un nuovo terminal crocieristico.
(2-00246) «Pellicani, Verini, Del Basso De Caro, Topo, Carnevali, Sensi, Gadda, Ubaldo Pagano, Buratti, Fragomeli, Carla Cantone, De Luca, Siani, Morgoni, Gavino Manca, Melilli, Di Giorgi, Marattin, Anzaldi, Zardini, Ferri, Prestipino, Navarra, Lacarra, Cantini, Lepri, Pezzopane, Mor, Mura, Ciampi, Guerini, Pizzetti, Cenni, Serracchiani, Bazoli, De Filippo, Marco Di Maio, Andrea Romano, Critelli, Morassut, Carè, Del Barba, Mancini, Mauri, Pagani, Rossi, Viscomi».


Iniziative di competenza per la verifica della sussistenza di gravi rischi idrogeologici connessi alla realizzazione del parcheggio «la Fara» a Bergamo, nonché in relazione a criticità amministrativo-contabili – 2-00236

F)

      I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, il Ministro dell'economia e delle finanze, il Ministro dell'interno, il Ministro per i beni e le attività culturali, per sapere – premesso che:
          a Bergamo, tra il 2003 e il 2004 (sindaco Veneziani, giunta di centrodestra), venne proposta la costruzione del parcheggio «la Fara» accostato alle mura Veneziane, che prevedeva uno sbancamento collinare atto a realizzare un parcheggio di 9 piani per poi ricoprirlo. La funzione sarebbe stata quella di portare le auto in città alta, dopo che era stato riqualificato il parco ex faunistico con una spesa intorno ai 700.000 euro, successivamente sventrato per far posto al parcheggio;
          la concessione venne data a Bergamo parcheggi (BP), società mista tra privati (70 per cento) e ATB (30 per cento), partecipata del comune di Bergamo, che si occupa di mobilità. L'accordo prevede la gestione per 29 anni e la vendita di alcuni dei 460 posti auto realizzati, oltre agli introiti derivanti dai parcheggi blu lungo le mura fino al giorno del collaudo; il comune impegna una quota della spesa pari a 1.700.000 euro;
          all'inizio dei lavori nel 2008 con la giunta Bruni (di centrosinistra) le analisi geologiche apparivano carenti. I proprietari confinanti, allarmati dal previsto ancoraggio con tiranti alle fondamenta delle proprie abitazioni, si opposero alla continuazione delle opere appena citate, e furono citati in giudizio dalla BP. Il tribunale respinse il ricorso ex articolo 700 cpc;
          nel dicembre 2008, dopo appena tre mesi dall'inizio dei lavori di sbancamento della collina ad opera dell'impresa Locatelli, si verificarono due frane;
          tecnici e geologi rilevarono il rischio di crollo di un bastione della Rocca, la Casa della Marchesa, il chiostro di San Francesco. Nessuno, a quanto risulta agli interpellanti, si premurò di avvisare i residenti confinanti nonostante Bergamo Parcheggi ne fosse al corrente, avendo fatto posizionare sensori appositi per queste rilevazioni, e «movimenti anomali» fossero stati rilevati fin dal 6 dicembre 2008;
          il 10 dicembre il comune deliberava il pagamento del primo contributo da 300.000 euro;
          venne ordinato alla Locatelli di tamponare il movimento franoso con l'apporto di 25 mila metri cubi di terra da scavo. La ditta interveniva con materiale inidoneo e contenente rifiuti, fatti che hanno portato alla condanna in primo grado del 13 settembre 2017 per «discarica abusiva»;
          il «terreno» inquinato è ancora in sede, con il rischio di inquinamento della falda acquifera sottostante;
          sospesi i lavori, il sindaco Gori, nell'ottobre 2016, fece una transazione con BP in cui venne in pratica rinnovato l'accordo iniziale, facendo tabula rasa delle penali da ritardo che BP avrebbe dovuto versare al comune con profili migliorativi per BP;
          dal 2004 ad oggi BP ha continuato ad introitare le risorse dei parcheggi blu lungo le mura; secondo quanto riportato da un articolo del quotidiano Avvenire dell'8 ottobre 2017, le strisce blu «già peraltro ”regalate” fin dal 2004 a Bergamo Parcheggi» costituiscono, «secondo un parere ministeriale del 2006, ”un'anomala fonte di reddito” che finora ha fruttato almeno 2 milioni e mezzo»;
          ora l'appalto è stato assegnato alle ditte Collini (già condannata per corruzione e turbativa d'asta) e Seik, che dovrà realizzare una teleferica temporanea per portare a valle il materiale di scavo. Nel bando di gara non si fa riferimento ai rifiuti speciali (25.000 metri cubi) che non possono essere trattati come materiale di scavo e comportano dei costi di smaltimento importanti;
          le perizie geologiche e i progetti sono tuttora assolutamente carenti: manca, ad esempio, tutto il fronte est confinante con abitazioni;
          il comune ha imposto a BP di consegnare l'opera finita entro 22 mesi. BP ha ritenuto i tempi troppo stretti, ma ha accettato, richiedendo di poter lavorare anche di notte con una deroga alle immissioni rumorose fino ad 85 db dalle 7,00 del mattino alle 21,00. I residenti dovrebbero sopportare tale incredibile livello di rumorosità per almeno 16 ore al giorno;
          risulta da fonti di stampa (https://www.bergamonews.it) che la procura di Bergamo abbia aperto un fascicolo esplorativo nel mese di novembre 2018 per indagare sulla procedura di realizzazione del parcheggio;
          il Comitato NoParking Fara afferma in un recente comunicato stampa che «I lavori sono partiti senza le necessarie autorizzazioni, a conti fatti in questo momento alla Fara c’è un abuso edilizio» e denuncia che «non risulta sia stata svolta e conclusa positivamente la necessaria, preventiva e vincolante procedura di verifica di assoggettabilità a V.I.A., né si è a conoscenza dell'avvenuto conseguimento di efficace autorizzazione paesaggistica». Il comune di Bergamo ha replicato che «La procedura di VIA, secondo il decreto 2006, non è necessaria per parcheggi con capienza inferiore ai 500 posti (il progetto ne prevede 469 ndr) – fanno sapere da Palazzo Frizzoni – La Via inoltre va prevista in caso di progettazione definitiva: il progetto del parcheggio della Fara è stato approvato nel 2003. La Valutazione non sarebbe necessaria anche se si volesse prendere in considerazione la nuova normativa del 2015 (che assoggetta a VIA i parcheggi da 250 posti in su in zone di interesse storico e paesaggistico): il progetto rimane approvato nel lontano 2003 e la variante del 2016, inoltre, non è di tipo architettonico – non varia quindi il progetto architettonico dell'opera – ma strutturale, ovvero incide solo sul cantiere e sulla sua sicurezza e sulle sue modalità operative». In definitiva, non è chiaro agli interroganti se effettivamente vi sia stata o meno una carenza dal punto di vista della valutazione dell'impatto ambientale dell'opera in questione –:
          se il Governo intenda promuovere una verifica da parte del comando dei Carabinieri per la tutela dell'ambiente in relazione agli aspetti di verosimile grave rischio idrogeologico e ambientale legati al progetto in questione e alla presenza abusiva di rifiuti;
          se intenda valutare se sussistano i presupposti per avviare una verifica da parte dei servizi ispettivi di finanza pubblica della Ragioneria generale dello Stato in relazione alle criticità amministrativo-contabili connesse al progetto di cui in premessa da realizzarsi nel territorio del comune di Bergamo;
          quali iniziative di competenza si intendano assumere in relazione ai gravi rischi per la sicurezza dei cittadini e per una pregevole area urbana che comprende le Mura Veneziane, di recente inserite tra i beni tutelati dall'Unesco.
(2-00236) «Zolezzi, Daga, Deiana, D'Ippolito, Federico, Ilaria Fontana, Licatini, Alberto Manca, Maraia, Ricciardi, Rospi, Terzoni, Traversi, Varrica, Vianello, Vignaroli, Casa, Caso, Cassese, Cataldi, Maurizio Cattoi, Chiazzese, Cillis, Cimino, Ciprini, Colletti, Corda, Corneli, Costanzo, Cubeddu, Dori».


Iniziative per il rilancio degli investimenti delle aziende pubbliche o partecipate, dei soggetti che gestiscono servizi di pubblica utilità, nonché per la prevenzione del rischio idrogeologico e la riparazione del danno causato da calamità naturali – 2-00251

G)

      I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro dell'economia e delle finanze, il Ministro dello sviluppo economico, il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, per sapere – premesso che:
          la riduzione delle previsioni di crescita dell'economia italiana (con rischi addirittura di stagnazione del prodotto interno lordo) rende ancora più impervia la realizzazione della quota di spesa d'investimento la cui copertura è stata prevista nella manovra di bilancio. I dati di fatto sono invero preoccupanti: il sostanziale blocco delle risorse dal fondo sviluppo e coesione, la drastica riduzione dei cofinanziamenti ai programmi operativi nazionali e regionali, i limiti di spesa posti a carico degli enti territoriali, sia pure attenuati dalla possibilità di un più ampio uso degli avanzi di amministrazione e dalla costituzione di alcuni fondi per investimenti in opere pubbliche, si sommano agli effetti della contrazione del Prodotto interno lordo, che riduce i margini di agibilità per la spesa prevista fuori dai vincoli di bilancio;
          come è noto il deficit al 2,04 per cento è computato su una base ipotetica di incremento del prodotto interno lordo all'1,5 per cento, mentre attualmente la più ottimistiche previsioni di primarie istituzioni si avvicinano ad un tasso di crescita dello 0,5 per cento più che all'1 per cento. Allo stato, riesce difficile confermare, sia in termini di competenza che di cassa, l'attendibilità delle previsioni;
          un dossier dell'Ance di questi giorni quantifica in 24,6 miliardi, a cui si aggiungono i 4,7 della Tav, il valore delle opere sopra i 100 milioni bloccate dalla burocrazia, ma soprattutto dalla mancanza di politiche infrastrutturali capaci di guardare al rilancio delle grandi opere come una formidabile leva di sviluppo economico, occupazionale e sociale. Un appello rilanciato anche dal presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia secondo cui l'attivazione dei cantieri sarebbe una mossa anticiclica e decisiva per risollevare i livelli occupazionali con un potenziale di circa 400 mila posti di lavoro:
          i cantieri non ripartiranno e, in mancanza di certezza di copertura, sarà difficile predisporre è pubblicare nuovi bandi di gara. L'Italia si ferma;
          in controtendenza, si possono individuare tre categorie di spesa immediatamente attivabili:
              a) gli investimenti in capo alle aziende pubbliche o partecipate;
              b) gli interventi per la riduzione del rischio o la riparazione del danno derivante da calamità naturali (neutralizzate ai fini del calcolo dei saldi di bilancio);
              c) gli investimenti previsti nei piani dei soggetti che gestiscono servizi di pubblica utilità (acqua, gas, energia elettrica, rifiuti);
          è indispensabile far emergere con evidenza la massa effettiva e dormiente degli investimenti previsti nelle tre categorie sopra menzionate, con particolare riferimento alla cospicua mole di spesa in conto capitale interamente coperta dalla tariffa idrica, del gas, ed elettrica, strutturata secondo il principio del « full recovery cost», che appunto prevede l'integrale finanziamento delle immobilizzazioni materiali e immateriali;
          in tale ambito l'Autorità di regolazione per energia reti e ambiente (Arera) dispone di tutti i dati necessari a verificare l'effettivo stato di avanzamento della spesa d'investimento in capo ai soggetti gestori. Va evidenziato, ad avviso degli interpellanti, come l'Autorità, concentrata nel ruolo regolatorio e sanzionatorio, non abbia mai esercitato appieno questa funzione di stimolo che la legge espressamente le attribuisce;
          con riferimento alla tariffa dell'acqua, un caso emblematico è quello della regione Campania. Nel 2015 la proposta della regione fu «bocciata» dall'allora Autorità per l'energia elettrica e il gas (Aeegsi) che, per quanto risulta agli interpellanti, comminò una significativa sanzione determinando uno squilibrio tra costi e ricavi calcolato, nel quadriennio, in circa 190 milioni di euro;
          la regione Campania da oltre un anno ha fornito all'Arera tutti i dati necessari per definire la tariffa della grande distribuzione, dando luogo ad una sorta di «ravvedimento operoso». Risulta agli interpellanti che i competenti uffici dell'Autorità non hanno nemmeno iniziato l'istruttoria tecnica di tale documentazione, dando luogo a quello che appare un «palleggiamento» delle responsabilità e inibendo la rideterminazione di una tariffa che consentirebbe, quando applicata, lo sblocco di oltre 300 milioni di euro di investimenti, parte del quali già accantonati e disponibili –:
          quali iniziative si intendano adottare al fine di accelerare, con funzione anticiclica, gli investimenti previsti nei piani dei soggetti che gestiscono servizi di pubblica utilità, anche in coordinamento con l'Arera;
          se non si ritenga opportuno avviare una ricognizione della massa di investimenti immediatamente attivabili, individuati nei piani dei soggetti che gestiscono servizi di pubblica utilità, adottando, se del caso, le iniziative di competenza necessarie alla loro sollecita cantierizzazione;
          se non appaia indispensabile fare oggetto di ricognizione la quota di spesa d'investimento in capo alle aziende pubbliche o partecipate, promuovendone l'accelerazione e la qualificazione;
          se non appaia opportuno dar corso ad un piano operativo per la mitigazione dei rischio idrogeologico, la difesa del suolo e la riparazione del danno causato dalle calamità naturali.
(2-00251) «D'Ettore, Occhiuto, Mugnai, Bartolozzi, Mazzetti, Ripani, Paolo Russo, Sarro, Labriola, Silli, Ruffino, Pentangelo, Vietina, Bignami, Giacometto, Cannizzaro, Maria Tripodi, Marrocco, Cattaneo, Siracusano, Fiorini, Novelli, Pettarin, Cortelazzo, Bond, Baratto, Carrara, Barelli, Porchietto, Pella, Germanà, Palmieri, Gagliardi, Napoli, Bagnasco, Rosso».


Chiarimenti circa il Patto per la Salute 2019-2021, con particolare riguardo alla rete delle malattie rare, nell'ambito della riorganizzazione delle reti strutturali, e alla disciplina relativa all'accesso ai farmaci orfani – 2-00229

H)

      I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della salute, per sapere – premesso che:
          la Repubblica Italiana, come recita l'articolo 32 della Carta Costituzionale, tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti;
          le malattie rare necessitano di un importante impegno del sistema sanitario nazionale, in quanto richiedono un approccio multidisciplinare, di alta specialità e lo sviluppo di percorsi assistenziali personalizzati;
          gli obiettivi del piano nazionale per le malattie rare per gli anni 2013-2016 sono stati disattesi e vi è la necessità di una rivalutazione complessiva. L'aggiornamento dovrà tenere conto dei nuovi livelli essenziali di assistenza, della ricognizione dei centri di riferimento del nostro Paese mediante l'individuazione di criteri e indicatori per la competenza e per il monitoraggio, della creazione delle reti di riferimento europeo (Ern), della definizione di modelli di integrazione delle reti con il supporto del Centro nazionale delle malattie rare dell'Istituto superiore di sanità, anche per monitorare il flusso dei dati clinico-epidemiologici dai registri regionali al registro nazionale, della promozione del confronto con i professionisti esperti e con i rappresentanti delle associazioni, facilitando l'accesso alle cure innovative, anche con il supporto del Centro nazionale ricerca e valutazione preclinica e clinica dei farmaci;
          in particolare, il farmaco è definito orfano quando, sulla base di quanto previsto dal regolamento (CE) n.  141/2000 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 dicembre 1999, risponde ai seguenti criteri: deve essere indicato per una patologia che mette in pericolo la vita o sia debilitante in modo cronico; deve essere indicato per una condizione clinica rara, definita da una prevalenza di non più di 5 soggetti ogni 10 mila individui, calcolata a livello della Unione europea; non devono essere disponibili trattamenti validi o, se sono già disponibili dei trattamenti, il nuovo farmaco deve rappresentare un beneficio clinico significativo;
          nella legge di bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2019 e bilancio pluriennale per il triennio 2019-2021 è stato approvato un emendamento che modifica la legge n.  167 del 2016 in materia di accertamenti diagnostici neonatali e, in particolare: lo screening neonatale è esteso anche alle malattie neuromuscolari genetiche, alle immunodeficienze congenite severe e alle malattie da accumulo lisosomiale e prevede l'inserimento nei livelli essenziali di assistenza della diagnosi precoce di queste patologie genetiche; questo consentirà terapie precoci che modificheranno l'andamento della malattia;
          sempre nella legge di bilancio 2019, all'articolo 1, comma 515, per gli anni 2020 e 2021, l'accesso delle regioni all'incremento del livello del finanziamento rispetto al valore stabilito per l'anno 2019 è subordinato alla stipula, entro il 31 marzo 2019, di una specifica intesa in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano per il Patto per la salute 2019-2021 che contempli misure di programmazione e di miglioramento della qualità delle cure e dei servizi erogati e di efficientamento dei costi;
          all'articolo 1, comma 516, è previsto che le misure di cui al comma 515 devono riguardare, in particolare: b) il rispetto degli obblighi di programmazione a livello nazionale e regionale in coerenza con il processo di riorganizzazione delle reti strutturali dell'offerta ospedaliera e dell'assistenza territoriale, con particolare riferimento alla cronicità e alle liste d'attesa; d) l'implementazione di infrastrutture e modelli organizzativi finalizzati alla realizzazione del sistema di interconnessione dei sistemi informativi del servizio sanitario nazionale che consentano di tracciare il percorso seguito dal paziente attraverso le strutture sanitarie e i diversi livelli assistenziali del territorio nazionale tenendo conto delle infrastrutture già disponibili nell'ambito del Sistema tessera sanitaria e del fascicolo sanitario elettronico; e) la promozione della ricerca in ambito sanitario;
          la legge di bilancio 2019, inoltre, elimina l'anomalia generata dalla presenza di due liste per i medicinali orfani, quella europea e quella italiana. La distribuzione del ripiano dell'eccedenza di spesa viene ripartita su tutte le aziende farmaceutiche che concorrono alla spesa degli acquisti diretti sulla base delle quote di mercato –:
          se, nell'ambito della riorganizzazione delle reti strutturali, il Patto per la Salute 2019-2021 si occuperà della rete delle malattie rare per l'accesso alla diagnosi, al trattamento, alla presa in carico omogenea sul territorio, allo sviluppo della ricerca, all'inserimento lavorativo;
          se, nell'ambito delle nuove disposizioni di politica farmaceutica sui farmaci orfani, siano previste modifiche relativamente all'accesso ai farmaci per i pazienti.
(2-00229) «Bologna, D'Arrando, Lorefice, Massimo Enrico Baroni, Lapia, Mammì, Menga, Nappi, Nesci, Provenza, Sapia, Sarli, Sportiello, Trizzino, Troiano, Leda Volpi, Acunzo, Adelizzi, Davide Aiello, Piera Aiello, Alaimo, Alemanno, Amitrano, Angiola, Aresta, Ascari, Azzolina, Baldino, Barbuto, Battelli».


Iniziative urgenti per scongiurare i rischi riconducibili alla presenza di sostanze chimiche potenzialmente pericolose nei pannolini monouso per bambini – 2-00249

I)

      I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della salute, per sapere – premesso che:
          l'Agenzia nazionale di sicurezza sanitaria francese (Anses) ha lanciato, in questi giorni, un allarme ai consumatori per la presenza di sostanze potenzialmente pericolose riscontrate all'interno dei pannolini monouso per i bambini, anche in quelli che si definiscono «ecologici»;
          nell'ambito di una ricerca biennale svolta dall'Anses e di recente pubblicazione, i pannolini delle principali marche vendute in Francia conterebbero infatti diversi residui, come alcuni composti chimici usati per conferire profumazione ai pannolini, idrocarburi aromatici, diossine a tracce di alcuni pesticidi – lindano, quintozene ed esaclorobenzene – vietati nell'Unione europea dal 2004;
          gli esperti dell'agenzia francese hanno rilevato che, fatta eccezione per i profumanti, tali sostanze tossiche non sarebbero state aggiunte intenzionalmente ma deriverebbero, nella maggior parte dei casi, da una contaminazione da materie prime, dall'utilizzo di sottoprodotti, come colle o sostanze usate per lo sbancamento, o dalla comparsa durante il processo di produzione (riscaldamento, candeggio): pertanto, l'agenzia francese ha invitato i produttori a «controllare meglio l'origine delle materie prime [...] e migliorare i processi di produzione»;
          tra le sostanze incriminate, sarebbero state riscontrate all'interno dei pannolini usa e getta anche tracce di glifosato, l'erbicida sviluppato dall'azienda di biotecnologie agrarie Monsanto, il diserbante più venduto al mondo, il cui utilizzo, nonostante campagne e mobilitazioni in Europa, è ancora autorizzato, pur essendo stato classificato dall'organizzazione mondiale della sanità (Oms) come possibile cancerogeno e un pericoloso interferente ormonale;
          il rapporto dell'Anses si basa sugli studi condotti in Francia dall'istituto francese dei consumi (Ine) e dal Servizio comune dei laboratori (ScI) che hanno realizzato, tra il 2016 e il 2018, test scientifici su 23 diversi modelli di pannolini «usa e getta» delle principali marche disponibili sul territorio nazionale francese, diverse delle quali sarebbero vendute anche in Italia;
          sui pannolini sottoposti ad analisi, sono state trovate 60 sostanze chimiche: in alcuni casi sono le colle usate per gli scotch delle chiusure laterali a contenere idrocarburi oltre i limiti, mentre quasi sempre a destare preoccupazione sono i profumanti aggiunti volontariamente dai produttori, oppure molecole che si formano nel processo di fabbricazione (diossine, Pcb e furano);
          in particolare, stando al citato rapporto dell'Agenzia per la sicurezza sanitaria di Francia, si tratterrebbe di sostanze chimiche pericolose, «che possono migrare nelle urine ed entrare in contatto prolungato con la pelle dei bambini e aggredirla» mentre altre sostanze, aggiunte intenzionalmente, come i profumi «possono procurare allergie cutanee», ed altre ancora «possono venire da materie prime contaminate», compresa la diossina, tossica e cancerogena;
          l'agenzia francese Anses ha dunque chiesto ufficialmente alle aziende produttrici di prendere misure per rimuovere questi residui. Secondo il direttore generale Gerard Lasfargues dell'Anses non è infatti possibile escludere un rischio per la salute «perché si osserva un superamento delle soglie sanitarie per alcune sostanze»;
          pertanto, nonostante il Ministero della salute francese non riporti prove di un vero e proprio pericolo grave e immediato e, benché l'Anses abbia sottolineato quanto il pericolo dipenda sostanzialmente dalle «condizioni di utilizzo», i produttori e i distributori dovranno prendere misure per eliminare i profumi, aggiunti intenzionalmente, controllare «la qualità delle materie prime» e modificare «i processi di produzione che potrebbero essere all'origine della formazione di alcune sostanze»;
          stando alle notizie di stampa, il Governo francese avrebbe immediatamente convocato i produttori per chiedere di dettagliare un piano d'azione, entro due settimane, nonché garantire maggiore trasparenza sulla composizione dei pannolini, in linea con le istanze dei consumatori;
          quello sui pannolini monouso pubblicato in Francia dall'Anses è un rapporto inquietante e da non sottovalutare: la preoccupazione principale degli scienziati risiede nel fatto che i pannolini «usa e getta» sono utilizzati da oltre il 90 per cento delle famiglie dell'Unione europea e che i bambini, nei primi anni di vita, sono costantemente a contatto con i pannolini (ne indossano circa 4.000 in 36 mesi), con il rischio che questi composti superino la barriera della pelle e penetrino nell'organismo;
          come in Francia, anche in Italia la maggior parte dei genitori utilizza per i bambini nei primi anni di vita pannolini monouso –:
          a seguito dell'allarme francese inerente al rilevamento di sostanze chimiche – talvolta in quantità superiore a quella di sicurezza – potenzialmente pericolose nei pannolini monouso per bambini, quali urgenti iniziative la Ministra interrogata intenda assumere, intervenendo presso le competenti sedi istituzionali, al fine di attivare, anche nel nostro Paese, un sistema di monitoraggio e controllo del fenomeno, per scongiurare qualsiasi tipo di rischio, a tutela della salute dei bambini.
(2-00249) «Galizia, D'Arrando, Bologna, Menga, Massimo Enrico Baroni, Leda Volpi, Mammì, Troiano, Lapia, Sportiello, Sarli, Zolezzi, Ianaro, Dadone, Martinciglio, Cancelleri, Businarolo, Ascari, Carinelli, Spessotto, Ciprini, Palmisano, Dieni, Ruggiero, Masi, Marzana, Melicchio, Migliorino, Misiti, Nitti, Pallini, Parentela, Parisse, Paxia, Perantoni, Perconti, Pignatone, Raduzzi, Rizzo, Romaniello, Roberto Rossini, Ruocco, Giovanni Russo, Saitta, Salafia, Sarti, Scanu, Scutellà, Segneri, Francesco Silvestri, Rachele Silvestri».


Iniziative di competenza volte ad assicurare l'efficienza, la funzionalità e la produttività dell'azienda ospedaliera universitaria «San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona» di Salerno, con particolare riferimento alla selezione su base meritocratica delle figure dirigenziali – 2-00250

L)

      I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della salute, per sapere – premesso che:
          com’è tristemente noto, la sanità in Campania attraversa condizioni critiche che portano la regione a essere penultima per livelli essenziali di assistenza e la principale causa di ciò è lo stato di precarietà gestionale e assistenziale in cui molte aziende ospedaliere versano;
          un esempio significativo di tali condizioni è l'azienda ospedaliera universitaria «San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona» di Salerno, nella quale il citato stato di precarietà sembra la regola nel modo in cui vengono gestiti ruoli cruciali per il buon funzionamento del nosocomio con un'innegabile ricaduta sui cittadini, sugli assistiti e anche sugli studenti di medicina, trattandosi appunto di un'azienda ospedaliera «universitaria»;
          in questa situazione è attualmente in costruzione nella città di Salerno un nuovo plesso ospedaliero quale sede della citata azienda ospedaliera universitaria nonché del prestigioso dipartimento di medicina dell'università di Salerno che da qualche anno cerca di riportare lustro alla sanità salernitana;
          si tratta di una prospettiva importante che, oltre a una struttura adeguata per il ruolo e per il compito che andrebbe a svolgere sul territorio, si auspica che possa far ambire all'efficienza e al rispetto delle regole;
          attualmente, purtroppo, la gestione dell'ospedale sembra ispirata a ben altri principi;
          elemento cardine della funzionalità e della produttività di un'amministrazione pubblica sono l'attenta selezione su base meritocratica delle figure dirigenziali;
          nell'azienda ospedaliera universitaria «San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona», l'attuale direttore sanitario occupa la posizione dirigenziale, quale facente funzione;
          il direttore generale, Giuseppe Longo, non ha ancora bandito un concorso per tale posizione al fine di garantire qualità e stabilità alla gestione dell'ospedale;
          viceversa, quando i concorsi vengono regolarmente svolti, lo stesso direttore generale Longo non provvede da oltre un anno alla nomina del legittimo vincitore;
          per quanto riguarda l'unità operativa complessa di anestesia e rianimazione della medesima azienda la situazione è emblematica, visto che il concorso è stato bandito nel maggio 2017 ed espletato a gennaio 2018, senza che, ad oggi, a quanto risulta agli interpellanti ovvero ad oltre un anno dalla conclusione delle operazioni concorsuali, si sia proceduto alla nomina del primario da parte del direttore generale Longo;
          al primo posto della terna di idonei è risultata la professoressa di anestesiologia del dipartimento di medicina presso la medesima azienda ospedaliera universitaria, con grave ed evidente pregiudizio per gli studenti e per gli assistiti nonché per il personale sanitario guidato da anni da una figura dirigenziale «precaria»;
          non vi sono motivazioni per tale mancata nomina;
          la professoressa associata, posizionatasi prima fra gli idonei, è già abilitata a professore ordinario (e unico docente) di anestesia del dipartimento di medicina di Salerno e alla stessa è stato attribuito, al momento del pensionamento del precedente primario, anche il primariato di anestesia a Cava de’ Tirreni, plesso minore ma sempre di pertinenza dell'azienda ospedaliera universitaria «San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona» di Salerno, ove la professoressa, oltre all'attività sanitaria, svolge quella didattica purtroppo con mezzi inadeguati e scarse risorse;
          nonostante l'esito del concorso, il direttore generale Giuseppe Longo, allo stato, a giudizio degli interpellanti senza alcun valido motivo, non procede a nominare il primario dell'unità operativa complessa di anestesia e rianimazione dell'azienda ospedaliera universitaria «San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona» di Salerno –:
          se il Ministro interpellato sia a conoscenza della questione illustrata in premessa;
          se e quali iniziative il Ministro interpellato, per quanto di competenza e anche per il tramite del commissario ad acta per l'attuazione del piano di rientro dai disavanzi sanitari, intenda adottare per evitare quelli che a giudizio degli interpellanti risultano essere atti che nascondono dannosi personalismi che potrebbero danneggiare gravemente un importantissimo e alquanto delicato servizio reso ai cittadini nella sanità pubblica.
(2-00250) «Vitiello, Schullian».


Iniziative ispettive urgenti presso il carcere di Viterbo, a tutela dei diritti dei detenuti – 2-00247

M)

      I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della giustizia, per sapere – premesso che:
          secondo quanto denunciato dalla moglie, il detenuto Giuseppe De Felice, 31 enne ristretto nel carcere di Viterbo, sarebbe stato picchiato selvaggiamente dagli agenti penitenziari;
          De Felice, precedentemente recluso a Rebibbia, è nel carcere di Viterbo da circa un mese. Si trovava nel quarto piano D1 quando, come riferito dalla moglie e riportato da un articolo de Il Dubbio dell'8 dicembre 2018, «gli hanno perquisito la cella, messo a soqquadro tutto e hanno calpestato la foto che ritraeva noi due; mio marito ha reagito urlandogli contro, prendendoli a parolacce». A quel punto un agente penitenziario lo avrebbe portato sulla rampa delle scale e una decina di agenti penitenziari, senza farsi vedere in volto, lo avrebbero massacrato di botte. De Felice ha raccontato alla moglie che gli agenti avrebbero indossato dei guanti neri e una mazza bianca per picchiarlo. Poi lo avrebbero portato in infermeria, ma senza visitarlo, dopodiché lo avrebbero messo in isolamento per un'ora;
          il capogruppo di +Europa Radicali al consiglio regionale del Lazio Alessandro Capriccioli si è recato in visita ispettiva presso la casa circondariale di Viterbo e ha incontrato il detenuto in questione, che ha ribadito la versione dei fatti riportata dalla moglie;
          la moglie di De Felice ha poi contattato Rita Bernardini del Partito Radicale, che ha inviato la segnalazione urgente agli organismi preposti, dal garante nazionale Mauro Palma a quello regionale Stefano Anastasia, oltre che al dipartimento dell'amministrazione penitenziaria e al direttore del carcere di Viterbo pregandolo di verificare quanto denunciato dalla signora e di far visitare urgentemente il detenuto in modo da mettere agli atti della sua cartella clinica il relativo referto, come previsto dall'articolo 1, comma 7, del decreto legislativo 2 ottobre 2018, n.  123;
          si tratterebbe, se confermato, di un episodio gravissimo, tra l'altro in un carcere che ha fama di essere un istituto «punitivo», e in cui negli ultimi mesi si sono verificati due suicidi;
          nel giugno 2018, il Garante regionale per i diritti delle persone private della libertà Stefano Anastasia ha presentato un esposto alla procura di Viterbo, nel quale si legge che diversi detenuti da lui incontrati in quel carcere «hanno riferito di essere stati vittime di violenze per mano di agenti di polizia penitenziaria»; una parte di essi mostrava «segni evidenti di contusioni e lacerazioni sul corpo». Si riportavano, poi, le testimonianze di detenuti (tutti stranieri) che descrivevano modalità e dettagli tali da rendere credibili i racconti; le vittime sostenevano inoltre «di non essere state visitate da medici se non dopo diversi giorni o, in altri casi, dopo diversi mesi»;
          sono inoltre in corso le indagini per il suicidio di un detenuto italiano avvenuto quest'estate. A quanto si apprende dall'articolo de Il Dubbio citato, i vicini di cella avrebbero chiesto agli agenti di intervenire dopo che il detenuto, in stato di forte agitazione, aveva urlato che si sarebbe suicidato, ma gli agenti avrebbero sottovalutato il problema e sarebbero ritornati dopo due ore, quando oramai il ragazzo era morto con il cappio ricavato dal lenzuolo;
          sempre a Viterbo, il 23 luglio 2018, si è suicidato Hassan Sharaf, un egiziano di 21 anni che avrebbe finito di scontare la pena il 9 settembre, ma è stato trovato impiccato, nella cella di isolamento dove era stato trasferito da appena due ore. Il ragazzo, durante la visita di una delegazione del garante regionale dei detenuti, mostrò all'avvocata Simona Filippi alcuni segni rossi su entrambe le gambe e dei tagli sul petto che, secondo il suo racconto, gli sarebbero stati provocati da alcuni agenti di polizia che lo avrebbero picchiato il giorno prima. Il Garante Anastasia ha fatto un esposto sulla vicenda di Hassan, che aveva riferito al garante di avere «molta paura di morire». Ad oggi non è noto se la procura competente abbia avviato o meno le indagini per verificare l'accaduto; secondo quanto riportato da un articolo de Il Dubbio dell'11 dicembre, la moglie di De Felice ha ricevuto una sua lettera nella quale il marito ha scritto di essere stato visitato e che gli è stata diagnosticata la perdita di udito in un orecchio;
          sulla vicenda riportata non vi è stata alcuna dichiarazione da parte del dipartimento dell'amministrazione penitenziaria né da parte del Ministro interpellato;
          è necessario che le autorità competenti facciano rapidamente luce sull'accaduto, perché avere certezza sulle reali condizioni e sul rispetto dei diritti degli istituti penitenziari, è una priorità che non riguarda solo i detenuti ma tutti i cittadini –:
          se i fatti riportati in premessa rispondano al vero e se il Ministro interpellato non ritenga di dover promuovere con urgenza un'ispezione presso il carcere di Viterbo per verificare il rispetto della legge e dei diritti dei detenuti garantiti dalla Costituzione e dalle convenzioni internazionali, al fine di evitare in futuro il ripetersi dei fatti riportati in premessa.
(2-00247) «Magi, Schullian».