XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 136 di martedì 5 marzo 2019

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA ROSARIA CARFAGNA.

La seduta comincia alle 11.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

SILVANA ANDREINA COMAROLI, Segretaria, legge il processo verbale della seduta del 1° marzo 2019.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Amitrano, Battelli, Benvenuto, Bergamini, Berti, Bitonci, Bonafede, Borghese, Claudio Borghi, Buffagni, Cabras, Cancelleri, Castelli, Castiello, Cirielli, Coin, Colletti, Colucci, Cominardi, Davide Crippa, D'Incà, D'Uva, Del Re, Delmastro Delle Vedove, Delrio, Luigi Di Maio, Di Stefano, Durigon, Fantinati, Fassino, Ferraresi, Fioramonti, Gregorio Fontana, Lorenzo Fontana, Formentini, Fraccaro, Frusone, Fusacchia, Galli, Gallinella, Garavaglia, Gava, Gebhard, Gelmini, Giaccone, Giachetti, Giorgetti, Grande, Grimoldi, Guerini, Guidesi, Invernizzi, Liuni, Liuzzi, Lollobrigida, Lorefice, Lorenzin, Losacco, Lupi, Manzato, Micillo, Molinari, Molteni, Morelli, Morrone, Parolo, Picchi, Ribolla, Rixi, Rizzo, Andrea Romano, Rosato, Ruocco, Saltamartini, Schullian, Carlo Sibilia, Sisto, Spadafora, Spadoni, Tofalo, Vacca, Valente, Vignaroli, Villarosa, Raffaele Volpi e Zoffili sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente novantuno, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Svolgimento di una interpellanza e interrogazioni (ore 11,03).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di una interpellanza e interrogazioni.

(Iniziative volte a prevedere un nuovo distaccamento per i vigili del fuoco di Genova in zona Levante – n. 2-00143)

PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza all'ordine del giorno Traversi n. 2-00143 (Vedi l'allegato A).

Chiedo all'onorevole Traversi se intenda illustrare la sua interpellanza o se si riservi di intervenire in sede di replica. Intende illustrarla? No, si riserva di intervenire dopo.

Il sottosegretario di Stato per l'interno, Luigi Gaetti, ha facoltà di rispondere.

LUIGI GAETTI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Grazie, Presidente. Signori deputati, il tragico episodio del crollo del ponte Morandi a Genova richiamato dall'onorevole interpellante ha testimoniato ancora una volta lo straordinario impegno e l'eccezionale contributo di professionalità e di abnegazione che il Corpo nazionale dei vigili del fuoco ha sempre assicurato e continua ad assicurare per salvare vite umane e fronteggiare le diverse emergenze nazionali che hanno colpito il nostro Paese, ma ha anche evidenziato l'enorme dispiegamento di mezzi e risorse umane e il fattivo e immediato coinvolgimento del Corpo dei vigili del fuoco di Genova quale struttura territoriale più direttamente impegnata sia nell'immediatezza dell'emergenza che in tutte le successive e molteplici attività connesse alla gestione dell'intero evento.

Per quanto riguarda in particolare la situazione del personale operativo del citato comando su cui si è soffermato lo stesso interpellante, informo che sono attualmente in servizio complessivamente 480 unità, con una carenza del 5,14 per cento rispetto alla previsione organica di 506 unità. Sentiamo, quindi, il dovere di mettere in campo per il territorio di Genova e, più in generale, a livello nazionale ogni possibile iniziativa e di impegnare le risorse disponibili per assicurare il massimo efficientamento del sistema del soccorso pubblico urgente. In tale quadro, vorrei ricordare la previsione, nell'ultima legge di bilancio, dell'importante incremento di 1.500 unità nel ruolo dei vigili del fuoco per il biennio 2019-2020, il cui primo contingente di 650 uomini potrà essere assunto dal prossimo mese di maggio, una parte dei quali, al termine dei necessari corsi di formazione, potrà essere successivamente destinata al rafforzamento del comando di Genova.

È stato parimenti avviato un piano finanziario pluriennale di rinnovo dei mezzi operativi del Corpo nazionale che consentirà di provvedere in tempi brevi alla sostituzione di quelli più vetusti e all'implementazione del loro numero complessivo, ed è già previsto che parte di questi mezzi sarà destinata alle sedi della Liguria. Non è meno importante il fatto che il “decreto-legge sicurezza e immigrazione” approvato lo scorso mese di dicembre abbia previsto uno stanziamento significativo volto ad incrementare anche i richiami del personale volontario.

Infine, con specifico riferimento all'esigenza di istituire un nuovo distaccamento dei vigili del fuoco a Genova, informo che, all'interno dell'ultima legge di bilancio, abbiamo voluto inserire un'apposita autorizzazione di spesa di un milione 600 mila euro per le sedi di servizio in quella città e per l'incremento della dotazione di mezzi idonei al soccorso tecnico urgente in quell'ambito urbano. Tale stanziamento consentirà di effettuare i necessari interventi di carattere logistico e strumentali per l'adeguamento di un immobile, in fase di individuazione, da destinare ad ospitare la sede dell'istituendo distaccamento cittadino nella zona est di Genova e a potenziare il parco automezzi attualmente in uso.

L'istituzione di un nuovo distaccamento cittadino potrà, quindi, essere garantita con gli incrementi organici previsti nella legge di bilancio e sulla base della tempistica necessaria all'immissione in servizio del personale neoassunto. Ciò consentirà alla città di Genova di disporre del più elevato standard di efficienza ed operatività per le funzioni svolte dai vigili del fuoco, con particolare riguardo a quelle relative al soccorso tecnico urgente e alla prevenzione ed estinzione degli incendi.

PRESIDENTE. L'onorevole Traversi ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interpellanza.

ROBERTO TRAVERSI (M5S). Grazie, Presidente. Mi ritengo senz'altro soddisfatto e ringrazio anche il sottosegretario per la professionalità sempre che manifesta. Le esprimo il parere favorevole, perché porto nel cuore sicuramente questo organo, che è quello dei vigili del fuoco che, con la Protezione civile, sono sempre in prima linea. Io vivo in Liguria: i vigili del fuoco sono ammirevoli ovunque in tutta Italia, naturalmente, però la Liguria ha problemi enormi. Ha problemi dovuti un po' all'incuria: ci troviamo in un paradiso terrestre, però fra effetti climatici e quanto c'è stato sulla speculazione edilizia e quanto il nostro territorio è stato continuamente, in un certo senso, violentato, ci troviamo ostaggio di queste problematiche.

In particolare, riporto, in primo luogo, le alluvioni. Abbiamo avuto sette alluvioni dal 1970: ricordiamo quella tragica, quella che ormai è diventata leggendaria, con quasi 50 vittime, 2 mila sfollati, quella fu epocale, quella famosa di De André, della sua “tonnara di passanti”. Però, poi, le alluvioni non ci hanno mai abbandonato e, negli ultimi dieci anni, sono cicliche: ne abbiamo avute quattro negli ultimi dieci anni. I nostri rivi, semplici rivi, oppure il Bisagno, che è un fiume un po' più importante, sono entrati nella cronaca nazionale perché ormai il Fereggiano, il Chiaravagna sono tutti torrenti che hanno purtroppo fatto una storia nera della nostra Genova.

Dove Genova non è stata colpita è stata colpita la Liguria, perché questi eventi, quando hanno risparmiato il capoluogo, sono arrivati nelle riviere, sono arrivati alle Cinque Terre - lo ricordiamo tutti -, nella Val di Vara; a Chiavari nel 2013 due volte; una frana una volta investì a Leivi un'abitazione e due persone persero la vita; oppure quello che fu l'anticipo del ponte Morandi capitò in una strada provinciale a Carasco, quando il fiume scalzò la pila di quello che era un ponte: due persone nella notte si trovarono a passare e non trovarono più il ponte sotto le loro ruote e si scoprì dopo qualche giorno quello che capitò.

Però abbiamo anche pagato tante altre situazioni, ne ricordo tre per tutte, giusto per non fare un lungo elenco, è un po' cinico: quella del museo “Galata”, il museo del mare e della navigazione, quando dei sette operai impiegati in quelle opere pubbliche perse la vita una sola persona e le altre furono ricercate e salvate per il crollo strutturale di acciaio e solai. Anche lì i vigili del fuoco furono in prima linea e la vittima fu trovata il giorno dopo grazie alle unità cinofile. Ricordo la torre dei piloti, quella notte, quando un'imbarcazione la “Jolly Nero”, in manovra, fece crollare la torre. Anche lì, più di dieci persone furono coinvolte, persero la vita nove persone, e l'ultima fu trovata sempre dai vigili del fuoco dopo alcuni giorni.

Poi, non posso dimenticare sicuramente il ponte Morandi, perché, purtroppo, ho avuto anche l'onere e l'onore di essere su quei luoghi tragici il giorno dopo, accompagnando i nostri Ministri Toninelli e Di Maio. Le scene sono state proprio apocalittiche, quelle che abbiamo visto in televisione sicuramente non hanno reso l'idea di quello che è successo veramente lì. Si è lavorato, qualche ragazzo ha rinunciato anche al suo turno per continuarlo, non si sono riposati, si sono sfiancati. Quindi, da lì è partito da parte nostra questo impegno a cercare di aiutarli, laddove possibile. Io sono andato subito dal comandante a ringraziarlo per questo lavoro - e, ovviamente, attraverso lui, tutti i ragazzi - ed è sorta la problematica di questa sede distaccata mancante. Genova è enorme e questa andava a coprire addirittura una parte di territorio del Levante e si muoveva quasi anche sul mare, lungo il Levante, appunto.

Allora, questa è la necessità, compresa quella degli uomini, perché a ponte Morandi sono intervenuti, ovviamente, tutti gli uomini a disposizione, con un valore in età media veramente elevato: anche questo deve far pensare come i vigili del fuoco hanno bisogno anche di forze nuove, di nuovi elementi.

Quindi, tutta questa premessa ci ha portato a fare questa interpellanza, a fare, sul territorio, un pochettino di pubblicità a queste mancanze e cogliamo, ovviamente, con orgoglio, questa risposta del Governo, in quanto, con i nostri consiglieri regionali, più volte abbiamo provato con ordini del giorno a farci approvare misure per fronteggiare queste situazioni e a cercare di farle evolvere; però, purtroppo, sono sempre rimasti lettera morta e, quindi, naturalmente, è anche motivo di orgoglio l'aver ritrovato nel Governo subito, al di là del disastro del Morandi, questa sensibilità che, vi assicuro, non può che far bene alla mia terra. Vi ringrazio ancora.

(Iniziative volte a disciplinare puntualmente le modalità di vendita degli spray per difesa personale – n. 3-00379)

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per l'Interno, Luigi Gaetti, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Anzaldi n. 3-00379 (Vedi l'allegato A).

LUIGI GAETTI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Presidente, signori deputati, le vicende a cui fa riferimento l'onorevole interrogante richiamano l'attenzione sui dispositivi individuali di autodifesa e sui potenziali rischi legati a un uso inappropriato degli stessi. In particolare, l'episodio accaduto a Corinaldo nella notte tra il 7 e l'8 dicembre scorsi, in cui hanno perso la vita sei persone, ha suscitato profonda commozione nell'opinione pubblica e un senso di forte preoccupazione per la dinamica dell'evento.

Sul fatto specifico, informo che sono ancora tuttora in corso attività investigative e accertamenti di carattere tecnico-scientifico, al fine di valutare se sia stato fatto effettivamente uso di sostanze urticanti. Intanto, va subito precisato che tali strumenti di autodifesa, fra cui rientra lo spray al peperoncino, sono oggetto di puntuale disciplina nel nostro ordinamento. In particolare, il decreto del Ministero dell'Interno del 12 maggio 2011, n. 103, emanato in concerto con il Ministero della Salute, individua con precisione le caratteristiche tecniche che devono possedere i dispositivi di autodifesa che nebulizzano un principio attivo naturale a base di oleoresin capsicum e ciò al fine di poterli connotare quali strumenti non aventi attitudine a recare offesa alla persona. Lo stesso decreto, oltre a prevedere specifiche indicazioni da riportare su tali dispositivi e sulla relativa confezione, stabilisce il divieto di vendita ai minori di anni sedici, nonché le relative caratteristiche tecniche. Ricordo quelle sul quantitativo massimo di miscela, sulle percentuali di principio attivo contenuto, sulla gittata utile, che non deve essere superiore ai tre metri, e, infine, sulla necessità di assenza al suo interno di sostanze infiammabili, corrosive, cancerogene e tossiche. Solo i prodotti conformi al decreto possono essere legittimamente venduti e portati a scopo di autodifesa, mentre tutti gli strumenti di autodifesa non conformi alle caratteristiche tecniche previste rimangono disciplinati dalla normativa in materia di armi e dal conseguente regime autorizzatorio.

Tengo a sottolineare che la sottrazione degli strumenti di autodifesa alla categoria degli oggetti atti ad offendere è subordinata non solo alla condizione di conformità alle caratteristiche tecniche, ma anche alle loro modalità di impiego, che devono essere esclusivamente finalizzate all'autodifesa personale, mentre l'impiego come mezzo d'offesa comporta necessariamente la piena e incondizionata applicazione della normativa in materia di armi.

Lo spray al peperoncino ha già dato prova di rappresentare un importante strumento di difesa per chi si trova in condizioni di pericolo - penso principalmente alle donne esposte a tentativi di aggressione e violenza - e rappresenta un elemento in grado di elevare la percezione di sicurezza individuale. In discussione, quindi, non è l'utilità del dispositivo in sé quanto, piuttosto, l'uso distorto che può farsene, soprattutto in determinati contesti, e che, per quanto riferito in precedenza, sarà perseguito dalle forze dell'ordine con il massimo rigore.

PRESIDENTE. L'onorevole Anzaldi ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.

MICHELE ANZALDI (PD). No, Presidente, io non mi ritengo soddisfatto; il sottosegretario ha fatto una dissertazione sugli elementi tecnici e sull'uso che si fa di questo spray urticante, che, lo sappiamo, è stato risolutivo in tanti casi di violenze, l'ultimo che io ricordo, appunto, è quello di una donna nella metropolitana, se non sbaglio, di Milano o di Roma; quindi, l'utilità in alcuni casi è fuor di dubbio. Il problema è l'uso distorto, come ha detto anche il sottosegretario, che si fa, da un po' di tempo, di questo spray urticante.

Infatti, noi parliamo adesso della tragedia di Corinaldo, perché abbiamo avuto cinque morti minorenni, fra gli 11 e i 14 anni e, addirittura, una donna che accompagnava la figlia; sei morti e 120 feriti, ma se non ci fosse stata questa tragedia, non saremmo qui a discuterne. Le forze dell'ordine, gli organizzatori, ci dicono che, invece, questo spray viene spesso utilizzato nei posti molto affollati per creare confusione e approfittarne per fare borseggi e piccoli furti. Quindi, è una pratica - ci dicono le forze dell'ordine - abbastanza diffusa.

Allora, ciò che chiedo nell'interrogazione è un aggiornamento della normativa, perché, come dice il sottosegretario, le forze dell'ordine agiscono, puniscono e così via, ma il problema è come puniscono, perché lì, secondo me, la legge va aggiornata e io volevo stimolare il Governo a fare un aggiornamento della legge per l'uso distorto di questo spray. Nessuno chiede di vietarlo, ma per quanto riguarda l'uso distorto, bisogna sia aggiornare, io penso, le norme, sia fare un'ampia campagna di comunicazione, perché bisogna sapere che il delinquente che lo usa per un semplice borseggio o, addirittura, per qualcosa che vorrebbe avere a che fare con la goliardia, va incontro o potrebbe andare incontro a delle sanzioni già pesanti, che io mi auguro vengano presto aggiornate e inasprite. Infatti, in luoghi molto affollati, al di là della composizione, di quello che c'è o non c'è dentro lo spray, il problema è l'onda d'urto della folla, è cosa succede, le strutture, abbiamo visto quello è successo a Corinaldo, abbiamo avuto in piccolo un effetto Heysel.

Allora, io non voglio dare la colpa al Governo, ma voglio semplicemente stimolare il Governo, e lo faccio attraverso lei e il sottosegretario, ad aggiornare questa normativa e, quantomeno, a partire subito con una campagna di comunicazione che faccia capire ai giovani che pensano, così, di scherzare o di fare dei piccoli furti, a cosa vanno incontro e cosa già prevede la legge per un uso distorto di questo spray. Infatti, la storia e la cronaca di questi giorni ci dicono che questa pratica è molto diffusa e che i rischi sono appunto elevatissimi, perché ci sono stati sei morti, a Corinaldo, ricordiamolo, e 120 feriti, ma i sei potevano benissimo diventare 50, 70 o 80, perché lì è crollato solo un passamano, una struttura, ma poteva crollare un'altra parte, poteva succedere di tutto. Allora, il mio è solo un appello ad aggiornare una normativa, e tutto quello che il sottosegretario ha detto, per una cosa che sicuramente è utile nella nostra società, ma di cui, ad oggi, come ci dicono sia gli organi di stampa che gli organi di Polizia, si fa un abbondante uso distorto.

(Iniziative volte allo scorrimento integrale delle graduatorie del concorso indetto dal Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria, svoltosi nel 2016 – n. 3-00578)

PRESIDENTE. La sottosegretaria di Stato per le Politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, Alessandra Pesce, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Luca De Carlo n. 3-00578 (Vedi l'allegato A).

ALESSANDRA PESCE, Sottosegretaria di Stato per le Politiche agricole alimentari, forestali e del turismo. Buongiorno Presidente e onorevoli deputati, questo Ministero ha provveduto a chiedere mirati elementi di informazione al Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria, il Crea, riguardo alle vicende di cui trattasi nell'atto di sindacato ispettivo in esame e che di seguito si riportano. Con decreto di questo Ministero, il 27 settembre 2018, è stato approvato il piano triennale di attività 2018-2020 del Crea, di cui il piano del fabbisogno del personale per il periodo 2018-2020 è parte integrante. L'articolo 20 del decreto legislativo n. 75 del 2017 consente alle pubbliche amministrazioni nel triennio succitato, nella finalità di superare il precariato e di valorizzare l'esperienza professionale acquisita, di assumere a tempo indeterminato personale di livello non dirigenziale, in possesso dei prescritti requisiti. In ragione delle previsioni normative e delle risorse finanziarie al riguardo immediatamente assegnate, il Crea ha previsto, con proprio atto interno, la stabilizzazione prioritaria di circa 437 unità di personale, di cui 402 giusta comma 1 dell'articolo 20 del predetto decreto legislativo, e 35 unità ai sensi del comma 2 sempre di quest'ultimo articolo.

Il piano di fabbisogno del personale è stato redatto armonicamente alla procedura di stabilizzazione di cui sopra, prevedendo tra l'altro l'assunzione, a fronte del 50 per cento del personale stabilizzato ai sensi dell'articolo 20, comma 2, del decreto n. 756 del 2017, 61 unità di personale, di cui 40 nel profilo di ricercatore tecnologo, 15 nel profilo di tecnologo per attività giuridico-legale, negoziale e di supporto alla ricerca per lo svolgimento di attività tecnologica e professionale riferita all'area tecnico-scientifica e 6 unità nel profilo di funzionario amministrativo. Pertanto allo stato attuale l'amministrazione sta attuando quanto previsto dal piano di fabbisogno del personale approvato con il decreto di questo Ministero del 27 settembre 2018, e si è proceduto, sulla scorta delle risultanze dei lavori della commissione specificatamente istituita al riguardo, alla stabilizzazione di 406 unità di personale giusta il comma 1 dell'articolo 20 più sopra richiamato. Altresì si è provveduto all'assunzione, mediante scorrimento delle graduatorie attive, di 19 unità di personale aventi il profilo di ricercatore e tecnologo, già di ruolo nell'ente o che sono state stabilizzate.

Tenuto conto dei riscontri contabili e dei vincoli di spesa del decreto legislativo 2018 del 2016, a conclusione dei lavori della citata commissione si procederà all'assunzione in via prioritaria dei candidati portatori dei requisiti previsti dal comma 2 dell'articolo 20 del decreto legislativo n. 75 del 2017, nonché alla successiva assunzione del rimanente personale in possesso dei requisiti previsti per la stabilizzazione. Dalle informazioni acquisite tali assunzioni interesseranno anche parte dei candidati presenti nelle graduatorie concorsuali attive. Conformemente alla previsione di cui al comma 2 dell'articolo 20 succitato, per quanto attiene al 50 per cento delle assunzioni di personale mediante reclutamento dall'esterno, il piano di fabbisogno di personale ha previsto solo in parte lo scorrimento delle graduatorie attive già esistenti, ritenendo prioritaria l'esigenza di innalzare la qualificazione scientifica dei centri di ricerca onde garantire il rilancio delle attività di ricerca e ridurre l'età media dei ricercatori.

Al termine del processo di stabilizzazione di cui ai commi 1 e 2 del decreto legislativo n. 75 del 2017 si potrà verificare l'assetto complessivo delle graduatorie e una completa fotografia della situazione, al fine di stabilire gli effettivi fabbisogni di personale rispetto al piano triennale, alla pianta organica e alle risorse finanziarie dell'ente. Non si tratterà pertanto di una terza stabilizzazione, ma di un eventuale scorrimento di graduatoria.

PRESIDENTE. L'onorevole De Carlo ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.

LUCA DE CARLO (FDI). Presidente, grazie al sottosegretario, sempre per la cortesia, la gentilezza e anche per la solerzia con cui ha risposto a questa interrogazione, che ci viene da tutti quei ricercatori, e sono tanti, che oggi lavorano con una grandissima professionalità all'interno del Crea, che sappiamo essere uno degli enti, degli istituti più importanti per una filiera altrettanto importante come quella agroalimentare, che fa della nostra nazione un fiore all'occhiello nel mondo.

Sono parzialmente soddisfatto, perché alcune delle richieste, come quella della stabilizzazione scorrendo la graduatoria, vengono parzialmente accolte. Io vorrei enfatizzare però il fatto di come sia importante, in enti di ricerca come il Crea, il fatto che sia il curriculum la parte sostanzialmente più importante, e non il dato temporale: non vuol dire nulla se uno è lì da molto più tempo, ma vuol dire molto di più, soprattutto trattandosi di ricerca, e quindi di innovazione, e quindi di alta professionalità, se il curriculum dei candidati o comunque di persone che già lavorano all'interno del Crea venga preso in più forte considerazione. Ricordo che queste sono professionalità alte, che svolgono un lavoro fondamentale e che consentono un costante mantenimento ed innovazione in uno degli istituti più importanti. Io auspico quindi che veramente la maggior parte degli oggi 176 assumibili siano assunti grazie a curriculum, e quindi grazie a scorrimento delle graduatorie, grazie ad un concorso che essi hanno svolto e che li ha visti posizionarsi in posti medio-alti.

(Iniziative di competenza per garantire la sicurezza della circolazione ferroviaria e dei cittadini residenti nella zona delle ex Officine grandi riparazioni della stazione Leopolda di Firenze – n. 3-00374)

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti, Michele Dell'Orco, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Donzelli n. 3-00374 (Vedi l'allegato A).

MICHELE DELL'ORCO, Sottosegretario di Stato per le Infrastrutture e i trasporti. Presidente, dagli elementi acquisiti al Ministero dell'interno e Ferrovie dello Stato italiane risulta che l'area in questione fa parte di un compendio immobiliare per il quale la pianificazione urbanistica prevede interventi di riqualificazione, e che ha già visto nel 2011 la realizzazione del nuovo Teatro dell'Opera.

Nello stesso anno è stato approvato il piano strutturale comunale, che ha attribuito alla parte residuale dell'area nuove destinazioni urbanistiche. FS Sistemi Urbani del gruppo FSI ha pertanto sviluppato la progettazione urbanistica, avviando nel 2014 l'accordo di pianificazione con la regione Toscana ed acquisendo le autorizzazioni relative al vincolo storico-culturale degli immobili. Nel 2015 è stato pubblicato il bando di gara per la vendita dell'area e per la realizzazione delle nuove volumetrie approvate, ma alla scadenza dei termini del bando, a fine 2016, non era pervenuta alcuna offerta valida.

Nel 2018, con la definitiva approvazione dell'accordo di pianificazione, si è completato il percorso di trasformazione urbanistica ed è stato possibile dare avvio ad una nuova ricerca di sviluppatori interessati ad investire nella trasformazione dell'area. La realizzazione della proposta progettuale contiene la creazione di un parco lineare, nuovi percorsi ciclopedonali e una nuova viabilità, oltre alla realizzazione di nuove volumetrie con destinazione residenziale, turistico-ricettiva, commerciale e direzionale. Ciò consentirà di completare il processo di riqualificazione e ricucitura del tessuto urbano che è stato avviato nel 2011.

Nel frattempo sono stati posti in essere interventi di messa in sicurezza attraverso operazioni di pulizia, chiusura dei varchi nel perimetro dell'area e delle aperture dei fabbricati, con l'apposizione di grate, oltre a numerose iniziative di sgombero delle occupazioni abusive, con relative denunce all'autorità competente. È stato inoltre programmato un nuovo complessivo intervento per la demolizione dei fabbricati, oggetto di continue occupazioni abusive; per tale intervento sono già in corso le relative richieste.

Con riferimento poi alla richiesta di accesso all'area, FSI fa presente che, in base alle procedure ferroviarie, questo doveva essere preventivamente organizzato, per garantire lo svolgimento della visita in sicurezza, considerato anche l'attraversamento di linee in esercizio, in ottemperanza alle disposizioni del decreto legislativo n. 81 del 2008.

PRESIDENTE. Il deputato Giovanni Donzelli ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Presidente, sono molto insoddisfatto. A prescindere dal paradosso per cui, nel momento in cui avevo avvisato che andavo a fare un sopralluogo nell'area, ho trovato le Ferrovie spiegate in forze per impedirmi di entrare, quando tutti i giorni entrano numerosi clandestini, bivaccatori e persone di ogni genere, e si impedisce ad un parlamentare in grandi forze di andare a verificare. Non si fa fondamentalmente niente per impedire che ci siano vagabondi, clandestini, criminali e spacciatori di ogni genere, però un parlamentare, per carità di Dio, non si faccia entrare.

Ma a prescindere da questo, il tema è che sono 11 anni che si fanno accordi di riqualificazione di quell'area. Il primo che riesco a trovare, il primo annuncio in pompa magna è del 27 ottobre 2008: l'allora sindaco di Firenze, Leonardo Domenici, insieme all'allora presidente della provincia di Firenze, Matteo Renzi, annunciavano che avrebbero recuperato l'area, e sarebbe stata una zona residenziale con i giardinetti, con le mamme che portavano i passeggini e le solite narrazioni a cui poi ci ha abituato negli anni a seguire Matteo Renzi, di cui poi non si è mai realizzato niente.

Questo era il 2008. Nel 2011 nuovo annuncio, grande annuncio: protocollo delle Ferrovie, accordo di pianificazione; agosto 2011 nuova conferenza stampa, nuova pompa magna, nuove slide presentate per il recupero dell'area. Accordo 2014, accordo di pianificazione con la regione Toscana: nuova conferenza stampa, nuove slide, nuovi applausi, nuovi sopralluoghi, nuovo “tutto perfetto, a giorni tornerà idilliaco”. 22 dicembre 2017, accordo di rigenerazione urbana, nuova conferenza stampa. Nel frattempo sono cambiati i sindaci: quello che era presidente della provincia è diventato sindaco, poi è andato via ed è diventato Presidente del Consiglio; quello che era presidente della commissione cultura è diventato sindaco ed attualmente è sindaco per ancora qualche settimana.

Nel frattempo tutti a farsi belli e a dire: quest'area la recuperiamo, vedete come sarà bella; quest'area fa ancora schifo. Ci sono i cittadini che abitano nella zona che sono esasperati, che hanno i furti nelle case, che hanno lo spaccio continuo sotto casa. È un luogo in cui non si può accedere fondamentalmente in sicurezza per nessuno, nemmeno per un parlamentare, quindi ci si vanno a rifugiare i delinquenti che ci possono essere in tutta Firenze e su cui nessuno può intervenire; ed oggi mi sento dire che quello che è stato finalmente fatto è che siamo alla ricerca di un investitore. Quindi non c'è niente di certo! Continuerà ancora così, magari fra un anno verrà ristipulato e ripresentato in grande pompa magna un nuovo accordo, si continua a dire “siamo alla ricerca di investitori, siamo alla ricerca”; nel frattempo i criminali, i delinquenti, gli spacciatori, i clandestini continuano ad avere pieno possesso dell'area, ai parlamentari viene negato l'accesso, i cittadini che abitano nella zona sono esasperati e non sanno più cosa fare, perché i Governi sono cambiati tutti nel frattempo ma la situazione è rimasta la stessa.

L'unica cosa che può rimanere da fare è forse provare a cambiare l'amministrazione comunale, ma a questo ci penseranno da soli. Sicuramente, c'è incompetenza completa anche da parte di Ferrovie, perché in questi anni, tranne che i grandi annunci, le grandi conferenze stampa e le grandi slide, rimane che siamo ancora alla ricerca di un investitore.

Sono preoccupato, perché in quell'area abitano molti cittadini. È l'area a ridosso del Parco della musica, quindi del Teatro comunale di Firenze, dell'Opera, dove tutti, col vestito bello, vanno in coda sulla scalinata a vedere il Maggio Musicale Fiorentino e alle spalle c'è il degrado più completo; c'è la Leopolda, nota a Firenze non solo per quello per cui è nota a livello nazionale, ma per essere uno spazio espositivo importante, che alle spalle, a un metro, ha una situazione di degrado in questa situazione; è pieno centro di Firenze. Tutto questo è insostenibile e inaccettabile.

Quindi, chiedo che, oltre a far fare la nona conferenza stampa e la nona presentazione di slide e annunciare per la decima volta “accordi raggiunti” e “stiamo facendo”, finalmente si arrivi a qualcosa, perché altrimenti diventa insostenibile per i cittadini di Firenze (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

(Chiarimenti in merito alla possibilità per le scuole non statali e paritarie di partecipare ai bandi del programma operativo nazionale del Ministero dell'Istruzione, dell'università e della ricerca – n. 3-00579)

PRESIDENTE. Il Vice Ministro dell'Istruzione, dell'università e della ricerca, Lorenzo Fioramonti, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Toccafondi n. 3-00579 (Vedi l'allegato A).

LORENZO FIORAMONTI, Vice Ministro dell'Istruzione, dell'università e della ricerca. Presidente, saluto il collega Toccafondi. Le rappresento che le scuole paritarie non potevano beneficiare del Programma operativo nazionale (PON) per la scuola 2014-2020 inizialmente, e solo a seguito di una modifica normativa sono state incluse quali possibili destinatarie delle risorse.

Per un'effettiva estensione delle misure e delle azioni del PON a favore delle scuole paritarie si è tuttavia reso necessario modificare innanzitutto l'accordo di partenariato e, successivamente, lo stesso programma operativo.

L'Accordo di partenariato, previsto dal regolamento europeo n. 1303/2013 per l'attuazione dei programmi finanziati dai fondi strutturali europei e concordato con tutti i partner istituzionali ed economico-sociali a livello nazionale e con la Commissione europea, prevedeva espressamente, nella sezione 1, che: “il Fondo sociale europeo e il Fondo europeo di sviluppo regionale interverranno nel settore dell'educazione pubblica con esclusione delle scuole private e o parificate”.

Dopo l'approvazione della legge di bilancio per l'anno 2017, come sopra accennato, il quadro giuridico prevede una nuova disposizione, ovverosia il comma 313 dell'articolo 1, che ha previsto che nel PON, quando si parla di istituzioni scolastiche, si debba intendere tutte le istituzioni scolastiche che costituiscono il sistema nazionale di istruzione, ai sensi della legge n. 62 del 2000.

Alla luce di ciò, come è noto, il Ministero ha tempestivamente avviato, presso il competente Dipartimento per le politiche di coesione della Presidenza del Consiglio dei ministri, l'iter per ottenere dalla Commissione europea una specifica modifica dell'accordo di partenariato nel senso indicato dalla norma citata.

Tale modifica è stata apportata in data 8 febbraio 2018. A seguito di ciò si è resa necessaria l'ulteriore modifica del programma operativo e l'approvazione dello stesso da parte del Comitato di sorveglianza del PON, nonché la modifica del sistema di gestione e di controllo dei fondi strutturali.

Il parere favorevole della Commissione europea è intervenuto il 30 maggio 2018, e conseguentemente il MIUR ha adeguato il sistema informativo di gestione e controllo per estendere le azioni anche alle scuole paritarie nel rispetto delle indicazioni poste dalla Commissione europea. Infatti, con nota del 25 maggio 2018 e del 19 giugno dello stesso anno, la Commissione ha imposto che la partecipazione delle scuole paritarie al programma operativo sia limitata alle sole scuole paritarie non commerciali e alle stesse condizioni di accesso delle scuole pubbliche.

Pertanto, alla luce delle modifiche intervenute e delle note di chiarimento degli stessi servizi della Commissione europea, nei prossimi avvisi pubblici le azioni del programma operativo saranno accessibili alle scuole paritarie non commerciali, nel rispetto dei limiti territoriali del PON e del riparto delle risorse tra le diverse finalità e misure del programma.

PRESIDENTE. Il deputato Toccafondi ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.

GABRIELE TOCCAFONDI (MISTO-CP-A-PS-A). Presidente, mi dichiaro parzialmente soddisfatto, e ringrazio il Vice Ministro. Devo dire che la cronologia e il resoconto che ha dato sono perfetti, in parte li conosco direttamente. Mi lascia perplessa l'ultima parte, ma lo dirò in seguito.

Sicuramente, abbiamo fatto un percorso lungo, perché la legge di stabilità è datata dicembre 2016, e in quella legge di stabilità, attraverso un emendamento approvato con una maggioranza trasversale molto ampia, il Parlamento e il Governo hanno reso possibile quello che, come veniva ricordato dal Vice Ministro, nel percorso dei sette anni di finanziamento PON 2014-2020 non era mai stato possibile, ovvero avviare un iter, che poi si è verificato lungo e tortuoso, per consentire alle scuole paritarie - che, lo ricordo a me stesso prima di tutto, sono parte integrante del sistema di istruzione nazionale, quindi sono parte integrante della scuola italiana - di chiudere un periodo di ingiustizia.

Le scuole paritarie non sono scuole private, perché sono verificate e controllate dal MIUR e dagli enti di sorveglianza e danno un'equipollenza del titolo di studio finale, quindi rientrano a pieno titolo nel sistema di istruzione nazionale. Ebbene, con quell'emendamento e con quel percorso abbiamo iniziato un iter di giustizia.

Nella sua cronologia ricordava bene due date fondamentali: l'8 febbraio 2018, con l'accordo di partenariato cambiato che coinvolgeva a pieno diritto le scuole paritarie, e il 30 maggio 2018, con la Commissione europea che escludeva gli aiuti di Stato alle scuole paritarie non commerciali.

A questo punto, però, il tema è: dal 30 maggio 2018 - adesso siamo a marzo del 2019 - cosa è stato fatto? Da qui la parziale soddisfazione. Se, da una parte, si è definitivamente buttato giù un muro e costruito un ponte che possa consentire alle scuole paritarie la partecipazione a bandi PON, cioè a bandi europei, costruendo così un'ennesima dimostrazione di parità scolastica nel nostro Paese, dall'altro lato, però, ancora, da maggio ad oggi, non si è data la possibilità alle scuole paritarie nel concreto di partecipare a questi bandi.

L'altro aspetto per cui c'è insoddisfazione è il fatto che, da quando il Parlamento si è espresso - e siamo in una democrazia rappresentativa, quindi conta ciò che decide il Parlamento -, cioè dicembre 2016, ad oggi, il MIUR ha deciso di bandire i bandi europei PON per le scuole statali congelando una quota parte per l'anno 2018, per poi bandire solo per l'anno 2018 dei bandi per le sole scuole paritarie, che erano legittimate dal Parlamento e dal Governo italiano ma erano in stand-by per l'Europa. Come si è visto, lo stand-by non c'è più e l'Europa ha dato il via libera; la domanda era contenuta nell'interrogazione ma non ho trovato cenni di risposta in tal senso: quella parte congelata, perché non la scongeliamo? Perché non facciamo quello che il Parlamento e il Governo italiano avevano deciso?

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento di un'interpellanza e interrogazioni all'ordine del giorno. Sospendo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 14.

La seduta, sospesa alle 11,40, è ripresa alle 14.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, il deputato Maniero è in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.

I deputati in missione sono complessivamente novantuno, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Modifica nella costituzione di una Commissione permanente.

PRESIDENTE. Comunico che, nella seduta odierna, la II Commissione (Giustizia) ha proceduto alla elezione della deputata Francesca Businarolo a presidente, in sostituzione della deputata Giulia Sarti, dimissionaria (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 14,05).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sospendo pertanto la seduta, che riprenderà alle ore 14,25.

La seduta, sospesa alle 14,05, è ripresa alle 14,25.

Su un lutto del deputato Lepri.

PRESIDENTE. Comunico che il collega Stefano Lepri è stato colpito da un grave lutto: la perdita del padre.

La Presidenza della Camera ha già fatto pervenire al collega le espressioni della più sentita partecipazione al suo dolore, che desidero ora rinnovare anche a nome dell'intera Assemblea.

Seguito della discussione della proposta di legge: S. 5-199-234-253-392-412-563-652 - D'iniziativa popolare; d'iniziativa dei senatori: La Russa ed altri; Ginetti e Astorre; Caliendo ed altri; Mallegni ed altri; Ginetti ed altri; Gasparri ed altri; Romeo ed altri: Modifiche al codice penale e altre disposizioni in materia di legittima difesa (Approvata, in un testo unificato, dal Senato) (A.C. 1309-A); e delle abbinate proposte di legge: Molteni ed altri; Gelmini ed altri; d'iniziativa del consiglio regionale del Veneto; Meloni ed altri (A.C. 274-580-607-1303).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge, già approvata, in un testo unificato, dal Senato, n. 1309-A: Modifiche al codice penale e altre disposizioni in materia di legittima difesa; e delle abbinate proposte di legge nn. 274-580-607-1303.

Ricordo che nella seduta del 26 febbraio 2019 sono state respinte le questioni pregiudiziali di costituzionalità Conte n. 1 e Bazoli e altri n. 2.

Avverto che lo schema recante la ripartizione dei tempi per il seguito della discussione è pubblicato in calce al vigente calendario dei lavori dell'Assemblea (Vedi calendario)

(Esame degli articoli - A.C. 1309-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli della proposta di legge, nel testo della Commissione, e delle proposte emendative ad essi presentate. Colleghi, per cortesia, un po' di silenzio.

Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A), che sono in distribuzione.

Avverto che, fuori della seduta, gli emendamenti Conte 2.10 e 2.11 sono stati ritirati dal presentatore.

Informo l'Assemblea che, in relazione al numero di emendamenti presentati, la Presidenza applicherà l'articolo 85-bis del Regolamento, procedendo, in particolare, a votazioni per principi o riassuntive, ai sensi dell'articolo 85, comma 8, ultimo periodo, ferma restando l'applicazione dell'ordinario regime delle preclusioni e delle votazioni a scalare. A tal fine, il gruppo Liberi e Uguali, la componente politica del gruppo Misto +Europa-Centro Democratico e il deputato Catello Vitiello sono stati invitati a segnalare gli emendamenti da porre comunque in votazione.

Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibili, ai sensi degli articoli 86, comma 1, e 89, comma 1, del Regolamento, in quanto del tutto estranee rispetto ai contenuti del provvedimento in esame, le seguenti proposte emendative, non previamente presentate in sede referente: Costa 6.020, volto a novellare l'articolo 315 del codice di procedura penale al fine di prevedere che la sentenza che accoglie la domanda di riparazione per ingiusta detenzione sia trasmessa ai titolari dell'azione disciplinare; Costa 9.020, volto a prevedere che le modifiche in materia di misure alternative alla detenzione introdotte all'articolo 4-bis dell'ordinamento penitenziario dall'articolo 1, comma 6, della legge cd “anticorruzione” non si applichino ai delitti commessi prima della sua entrata in vigore.

ENRICO COSTA (FI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Su cosa, chiedo scusa?

ENRICO COSTA (FI). Grazie, Presidente, sulle sue comunicazioni e sull'inammissibilità di questi emendamenti. Presidente, nel presentare questi emendamenti, ad esempio quello che prevede che l'inserimento di alcuni reati contro la pubblica amministrazione…

PRESIDENTE. Chiedo scusa, un attimo soltanto, deputato Costa. Colleghi, riusciamo a porre fine alle operazioni preliminari di sistemazione e presa possesso della propria postazione e garantire un silenzio idoneo allo svolgimento dell'intervento da parte del deputato Costa? Colleghi, colleghi, chiedo scusa, è opportuno e necessario fare silenzio.

Prego, deputato Costa, a lei la parola. Prosegua.

ENRICO COSTA (FI). Presidente, l'emendamento, il secondo di quelli presentati e dichiarato inammissibile, attiene a un'innovazione nel testo del provvedimento anticorruzione. In sostanza è stata introdotta nell'articolo 4-bis dell'ordinamento penitenziario una gamma di reati contro la pubblica amministrazione che diventerebbero, quindi, reati ostativi alla concessione dei benefici penitenziari e, quindi, alla sospensione dell'ordine di esecuzione, all'affidamento in prova al servizio sociale e ad altri elementi. Questo emendamento tende soltanto a inserire una norma transitoria che mancava nella norma di legge e questa norma transitoria stabilisce che vale questo inserimento per i fatti commessi dopo l'entrata in vigore della legge anticorruzione. Era una dimenticanza e sono convinto che fosse una dimenticanza perché oggi la giurisprudenza è altalenante e rischia di interpretare questa norma come applicabile addirittura a sentenze emesse prima dell'entrata in vigore della legge.

Ora, in ordine all'ammissibilità mi si dice che questo emendamento non è ammissibile. Ebbene, Presidente, io ho applicato per questo emendamento lo stesso criterio che è stato applicato da chi ha presentato sulla legge anticorruzione l'emendamento che conteneva la riforma della prescrizione, cioè una legge che dice una cosa e un emendamento che ne dice tutt'altra, rimanendo, però, nell'ambito del rapporto tra diritto penale e procedura penale. Ho fatto esattamente questo. In quel caso l'emendamento è stato accolto, è stato ammesso, attraverso, ovviamente, un artifizio dell'allargamento del perimetro del provvedimento; in questo caso ovviamente, perché l'ha presentato, immagino, un gruppo di opposizione che non ha i numeri per chiedere l'ampliamento del perimetro, questo emendamento viene dichiarato inammissibile e la stessa cosa vale per l'altro emendamento.

Io penso che ci debbano essere delle regole che siano omogenee per tutti: non ci sono delle regole che valgono per la maggioranza e delle regole che valgono per l'opposizione, che vede ristretti i suoi ambiti emendativi. È una battaglia che facciamo da tempo ed è una battaglia che ritengo che debba coinvolgere tutto quanto il Parlamento, perché magari chi è maggioranza può diventare opposizione e viceversa. Quindi, ritengo che possa essere rivista questa valutazione sul nostro emendamento. Ovviamente, l'Aula è sovrana e potrà in qualche modo eventualmente respingerlo se lo riterrà.

PRESIDENTE. Deputato Costa, lei ha fatto riferimento a un precedente che non è in nessun modo conforme al caso di specie in quanto, nell'occasione da lei richiamata, la Commissione aveva deliberato l'ampliamento del perimetro del provvedimento e ciò aveva consentito di considerare ammissibili emendamenti riguardanti ulteriori materie. In questo caso la Presidenza è chiamata ad attenersi al testo della Commissione e degli emendamenti presentati e giudicati ammissibili in sede referente, in relazione ai quali i due articoli aggiuntivi citati sono da considerarsi, come detto, inammissibili ai sensi degli articoli 86, comma 1, e 89 del Regolamento, in quanto del tutto estranei rispetto alla materia trattata. Il collegamento delle norme che lei ha citato con il testo in esame non è da ritenersi pertanto sussistente.

(Esame dell'articolo 1 - A.C. 1309-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore per la maggioranza a esprimere il parere della Commissione sulle proposte emendative riferite all'articolo 1 segnalate per la votazione.

ROBERTO TURRI, Relatore per la maggioranza. Grazie, Presidente. Il parere sulle proposte emendative riferite all'articolo 1 è contrario su tutte.

PRESIDENTE. Qual è il parere dell'altro relatore per la maggioranza, deputato Zanettin?

PIERANTONIO ZANETTIN, Relatore per la maggioranza. Grazie, Presidente.

A integrazione di quanto riferito già dal collega correlatore, onorevole Turri, e confermando in toto i pareri espressi dalla Commissione, desidero ribadire che Forza Italia condivide l'impianto del provvedimento, tant'è che al Senato lo ha già votato e altrettanto farà anche qui a Montecitorio.

Detto questo, vorrei solo richiamare l'attenzione dell'Aula su alcuni emendamenti a prima firma dell'onorevole Costa, in quanto tendono a rendere più coerente con la ratio legis il testo normativo e, dunque, offrono alcuni ulteriori elementi alla nostra riflessione. Concernono, in particolare, il principio dell'inversione dell'onere della prova e l'esclusione di ogni indennità per l'aggressore. Nonostante le buone intenzioni, il testo al nostro esame mantiene, infatti, l'istituto della legittima difesa fra le scriminanti del reato, senza garantire all'aggredito un vero e proprio diritto di difesa. È pur vero, altresì, che modificando l'articolo 2044 del codice civile, nell'ipotesi di eccesso di legittima difesa, non si parla più di risarcimento del danno ma di indennità, tuttavia contrasta sul piano morale che l'aggredito, vittima di furto o di rapina, al termine di un processo sia chiamato a pagare il proprio aggressore. In tali casi il bottino, grande o piccolo che l'aggressore non ha ottenuto con il suo atto criminoso, viene per certi versi conseguito attraverso una sentenza.

PRESIDENTE. Pur con le sue precisazioni, ovviamente diamo per scontato che i pareri espressi dal relatore di maggioranza validi sono quelli che abbiamo appunto ascoltato nell'intervento del deputato Turri.

Qual è il parere del relatore di minoranza, onorevole Verini?

WALTER VERINI, Relatore di minoranza. Grazie, Presidente. Il parere è favorevole sugli identici emendamenti 1.1 Bazoli, 1.2 Magi, 1.3 Emanuela Rossini e 1.4 Conte. Il parere è contrario sugli emendamenti 1.5 Costa, 1.6 Lucaselli e 1.7 Costa. Il parere è favorevole sugli emendamenti 1.9 Conte e 1.10 Bazoli. Il parere è contrario sugli emendamenti 1.14 e 1.15 Varchi e 1.13 Lucaselli. Il parere è favorevole sull'emendamento 1.16 Bazoli. Il parere è contrario sugli emendamenti 1.20 Lucaselli, 1.21 Varchi e 1.25 e 1.24 Costa. Il parere è favorevole sull'emendamento 1.26 Conte. Il parere è contrario sugli emendamenti 1.27 e 1.29 Costa e 1.30 e 1.8 Varchi.

PRESIDENTE. Il Governo?

JACOPO MORRONE, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Presidente, il parere è conforme a quello espresso dal relatore per la maggioranza Turri.

EMANUELE FIANO (PD). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. I pareri sono già stati espressi, collega Fiano.

Passiamo alla votazione degli identici emendamenti 1.1 Bazoli, 1.2 Magi, 1.3 Emanuela Rossini e 1.4 Conte.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Annibali. Ne ha facoltà.

LUCIA ANNIBALI (PD). Grazie, Presidente. Intervengo per dire che il Partito Democratico ha presentato un emendamento soppressivo dell'articolo 1 e il nostro emendamento soppressivo contiene tutte le ragioni e le preoccupazioni che ci portano a respingere fortemente questa riforma. Infatti, possiamo considerare l'articolo 1 il cuore della riforma sulla legittima difesa, così come proposta da maggioranza e Governo. L'obiettivo di questa riforma è, evidentemente, quello di sottrarre del tutto al giudice il compito di valutare la proporzione tra offesa e difesa, stabilendo che in caso di violazione di domicilio la reazione sia sempre legittima.

Nella sua comunicazione questo obiettivo può sembrare sicuramente accattivante e suggestivo, ma poi si scontra con la realtà perché, di fatto, sul piano tecnico-giuridico non cambierà nulla rispetto a quelle che sono le attuali regole dell'istituto sulla legittima difesa. Non cambia nemmeno l'introduzione dell'avverbio “sempre”, che è previsto due volte in questo articolo, anzi, proprio la previsione dell'avverbio “sempre” conferma una volta in più che per valutare tutte le ipotesi, quindi tutti i casi, che possono verificarsi in concreto, sarà comunque necessario un procedimento penale, quindi l'apertura e lo svolgimento di indagini. Cade allora, così, anche l'altro obiettivo, cioè quello di sottrarre questo potere di indagine al giudice, che è inevitabilmente l'unico soggetto deputato a poter accertare l'effettiva intrusione ma anche, per esempio, le generalità e il ruolo della persona che è stata uccisa, che può essere sicuramente un ladro ma può essere, per esempio, anche un vicino di casa. Quindi, da questo punto di vista si tratta di una riforma che è piuttosto un inganno e che, come tale, si rivelerà sicuramente nel tempo.

È questa una riforma che non trova giustificazione nemmeno sul piano del numero di processi in materia di legittima difesa. Allora, maggioranza e Governo continuano a riproporre quei rari casi di cronaca che, in realtà, hanno contorni piuttosto nebulosi e comunque non chiari a giustificazione della bontà di questa riforma ma i dati li smentiscono, perché - l'abbiamo ripetuto più volte - i processi per legittima difesa sono pochissimi e nella maggior parte dei casi il giudice procede con l'archiviazione, quindi il processo nemmeno inizia. Per cui, proporre questa riforma come una sorta di rimedio all'eccessiva lungaggine dei processi è, evidentemente, del tutto pretestuoso.

Questa riforma, invece, è pericolosa per il messaggio che contiene in sé e per il modo in cui, inevitabilmente, rischia di cambiare l'atteggiamento psicologico del cittadino, a cui voi espressamente dite: armati e difenditi, perché per noi la tua difesa e la tua reazione è sempre e comunque legittima. Quindi, questa riforma non fa altro che assecondare, ai fini naturalmente di consenso, gli impulsi di una parte di quei cittadini, introducendo quindi una presunzione di innocenza per coloro che intendono difendersi da eventuali aggressioni ricorrendo all'utilizzo di armi. Quindi è una riforma che finirà per creare maggiori problemi di sicurezza comune rispetto a quelli che, in realtà, si propone in teoria, soprattutto, di risolvere.

Quindi, questa è una riforma che, in verità, ha delle grandissime implicazioni culturali e giuridiche, che sovverte inevitabilmente i valori della nostra Costituzione perché antepone l'inviolabilità del domicilio alla tutela e alla difesa della vita umana, quindi propone un'idea arcaica di giustizia che diventa vendetta privata. Allora io vi chiedo e mi chiedo quando vi assumerete la responsabilità di tutto questo e quando anche vi assumerete la responsabilità di quelli che possono essere gli effetti delle vostre proposte e delle vostre riforme sulla qualità di vita dei cittadini, perché nemmeno a chi subisce un torto fa certo bene pensare alla giustizia come a una forma di vendetta (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Costa. Ne ha facoltà.

ENRICO COSTA (FI). Grazie, Presidente. L'emendamento del Partito Democratico, se passasse, sopprimerebbe il cuore di questa legge perché è un emendamento che va a modificare e va a cancellare le proposte di modifica dell'articolo 52. Non dimentichiamo, però, una cosa, perché il Partito Democratico una posizione, nel corso degli anni, non l'ha dimostrata di avere. Infatti, nel 2006, quando cambiò la legge sulla legittima difesa, chiamò in causa il far west; nel 2017, però, approvò, in questo ramo del Parlamento - e io concordai su questo - una proposta di legge sulla legittima difesa (devo dire, distante ma non troppo distante da quella che andiamo ad analizzare oggi). Oggi - siamo nel 2019 - il nuovo corso ci porta ad invocare di nuovo il far west. Ebbene, io penso che una posizione chiara e non strumentale sarebbe utile in quest'Aula.

Devo dire, non faccio caso all'evoluzione della posizione del MoVimento 5 Stelle, che chiedeva la modifica solo dell'articolo 55 e dell'articolo 59 con il turbamento psichico e mai e poi mai avrebbe voluto toccare l'articolo 52. Io, invece, penso - e noi pensiamo, come Forza Italia - che questa legge sia una legge necessaria. Perché è necessaria? Perché nel corso degli anni la criminalità è cambiata e, oltre a cambiare la criminalità, sono cambiate la percezione, la sensibilità, il timore, la paura, il turbamento delle persone che si trovano a casa loro. È cambiata perché un tempo c'era il topo d'appartamento, che entrava in casa solo quando non c'era nessuno e se si accendeva una luce scappava.

Oggi ci sono bande criminali che entrano in casa attrezzate a neutralizzare le reazioni. È cambiata molto la paura, è cambiato il timore, è cambiato un fatto, un elemento importante: è cambiato il fatto che ogni furto in abitazione è una potenziale rapina. Quindi non mi si venga a dire che c'è una diminuzione dei numeri, la diminuzione dei dati e dei delitti denunciati forse c'è, ma la portata criminale di ognuno di questi furti in abitazione è una portata potenzialmente devastante, non è soltanto l'attacco al patrimonio o all'intimità domestica, può essere certamente e potenzialmente…

PRESIDENTE. Deputato Costa, le chiedo scusa, sono costretto ad interromperla di nuovo. Deputati, abbiamo fatto un po' d'ordine e di silenzio nei banchi di sinistra, adesso dovremmo cercare - chiedo scusa se vi disturbiamo - di fare silenzio anche da quest'altra parte dell'emiciclo, perché non si può lavorare con questo brusio di fondo. Lo dico anche ai sottosegretari, che stanno parlottando davanti ai banchi. E' ovviamente perfettamente legittimo parlare con chiunque, ma fuori da quest'Aula possibilmente.

Deputato Costa, prego.

ENRICO COSTA (FI). Spero che mi conceda poi il tempo di recupero…

PRESIDENTE. Ma assolutamente sì, è automatico, quindi non si preoccupi.

ENRICO COSTA (FI). Aggiungo: ogni anno si registra una media di 200 mila furti in abitazione e di 3 mila rapine. Con una tendenza all'incrocio di questi dati, aumentano le rapine e diminuiscono i furti, quindi c'è una portata criminale - come dicevo - notevole. Ma perché non si denunciano questi reati? Perché alla domanda “perché non ha denunciato?”, si risponde “perché tanto non mi dicono più niente, perché tanto non c'è un'informazione adeguata”.

Ebbene, io vi voglio dare soltanto un riferimento a come le scelte legislative possono essere da parte della giurisprudenza vanificate. C'è una norma che stabilisce che, in caso di richiesta di archiviazione, in caso di furto in abitazione, debba essere avvisata, anche se non lo ha richiesto, la persona che ha fatto la denuncia. È un elemento importante: questa persona potrà vedere le carte e potrà vedere cosa è stato fatto a livello di indagini. Lo sapete cosa sta succedendo in alcune procure generali? Si fanno delle circolari indirizzate alla polizia giudiziaria e si scrive: mi raccomando, quando raccogli la denuncia, raccogli anche la rinuncia all'informazione, perché altrimenti aumentiamo la burocrazia. Ma è questo il modo di trattare da parte delle procure generali una norma sacrosanta a tutela del denunciante? Un'informazione? Probabilmente ci sarà qualcosa da nascondere, perché probabilmente una denuncia di furto in abitazione viene messa nell'armadio fino all'archiviazione, e non si lavora, non si analizza, non si elabora, non si incrocia. Questo è lo spirito con cui noi vogliamo affrontare questa legge e lo spirito per cui noi riteniamo che questo emendamento del Partito Democratico vada respinto. Noi riteniamo che sia veramente questo il primo atto effettivo del Governo in chiave di centrodestra, di rispetto del programma di centrodestra, e mi fa piacere che il MoVimento 5 Stelle scelga di votare convintamente un tema come questo della legittima difesa, un tema di centrodestra, un tema per cui ci battiamo da anni (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Approfittiamo per salutare studenti ed insegnanti dell'Istituto “IPSSEOA - Via Alcide De Gasperi”, di Palombara Sabina, in provincia di Roma (Applausi).

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signor Presidente. Il nostro gruppo ha presentato, a firma del collega Conte, un emendamento interamente soppressivo dell'articolo 1, che riguarda le modifiche all'articolo 52 del codice penale. Questa proposta di legge, come è stato ricordato anche dalla collega Annibali, è stata propagandata in questi mesi, in campagna elettorale prima e dopo dagli esponenti di Governo, in particolare dalla Lega, come una misura che avrebbe reso sempre di fatto non perseguibile la legittima difesa; un'affermazione che è palesemente in contrasto - noi vorremmo ribadirlo con forza in questa sede - con la nostra Carta costituzionale e anche con qualsiasi criterio minimo di civiltà giuridica. Certamente l'istituto della legittima difesa è un principio di civiltà giuridica ben inserito e ben definito nel nostro sistema legislativo e proprio la sua precisa definizione, gli ambiti che tocca e i limiti entro i quali deve rimanere ne determinano l'effettiva legittimità. Si tratta, infatti - credo che sia giusto ricordarlo - di legittima difesa e non di difesa tout court, la cui legittimità deriva da due caratteristiche fondamentali che la proposta di modifica di fatto tende a ribaltare. Le due caratteristiche dell'attuale legittima difesa inserite nel nostro ordinamento sono le seguenti: il fatto di essere un atto necessario alla persona per difendere se stesso ed il fatto di essere proporzionato all'offesa ed è dentro tali confini che la legittima difesa diventa un istituto importante che si inserisce bene nel corpus del sistema giuridico e negli ambiti di convivenza tra le persone. Invece, al di fuori di tali limiti, porta con sé un gravame di minacce e di ferite al vivere civile. Sono proprio questi principi che vengono messi in discussione, come ricordavo prima, nella proposta di legge in esame, arrivando a stravolgere completamente l'istituto della legittima difesa e rendendolo, a nostro giudizio, foriero di situazioni assai pericolose sul piano dell'ordine pubblico con una sorta di eterogenesi dei fini. Merita una particolare attenzione proprio il nuovo quarto comma dell'articolo 52 del codice penale che, come risulterebbe dalle modifiche proposte, indica - leggo testualmente - “nei casi di cui al secondo e al terzo comma agisce sempre in stato di legittima difesa colui che compie un atto per respingere l'intrusione posta in essere, con violenza o minaccia di uso di armi o di altri mezzi di coazione fisica, da parte di una o più persone”. Si tratta a nostro giudizio di un punto che merita un'approfondita riflessione in quanto si introduce l'idea per la quale la violazione di domicilio è talmente grave da tollerare e giustificare qualsiasi reazione. In questo modo si presume che la sola presenza di un estraneo nel domicilio giustifichi la reazione come legittima difesa. Potremmo allora considerare legittima, perché finalizzata a respingere un'intrusione, la reazione di chi spara contro qualcuno che si sia introdotto nel suo domicilio o si stia dando anche alla fuga, rovesciando in questo modo la logica che sta alla base della legittima difesa. L'articolo 1 della proposta di legge in esame, di cui chiediamo la soppressione, modifica, come dicevo, il comma 2 dell'articolo 52 del codice penale, introducendo la parola “sempre” cioè precisa che, in caso di violazione di domicilio, si considera sempre sussistente il rapporto di proporzionalità tra difesa e offesa. Si potrebbe però leggere in maniera comunicativa più forte, magari buona per i social media che piacciono tanto a molti esponenti del Governo, come licenza di sparare o licenza di uccidere perché questo è nei fatti quello che garantirebbe tale modifica dell'articolo 52 ossia l'articolo 1 del testo che stiamo votando. C'è una presunzione assoluta, che ovviamente si allarga, del concetto di domicilio a ogni luogo in cui sia esercitata l'attività commerciale, professionale o imprenditoriale. Noi respingiamo alla base tale concetto proprio nel suo sentimento, nella sua visione culturale e quindi abbiamo presentato sia l'emendamento soppressivo dell'intero articolo e poi, come vedremo, di singole parti. Cosa vuol dire - chiudo, signor Presidente - “sempre”? Vuol dire che si può fare qualsiasi cosa in quella circostanza: si presume la difesa anche se non viene provata l'offesa cioè siamo di fronte a un vero e proprio stravolgimento…

PRESIDENTE. Deve concludere, deputato Fornaro, chiedo scusa.

FEDERICO FORNARO (LEU). …del concetto di legittima difesa in quello di legittima offesa ed è per questo - chiedo scusa di essermi dilungato…

PRESIDENTE. Prego.

FEDERICO FORNARO (LEU). …che noi chiediamo di sopprimere l'articolo 1 (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Zanettin. Ne ha facoltà.

PIERANTONIO ZANETTIN (FI). Grazie, Presidente. Con il mio intervento voglio replicare agli interventi, in particolare dell'onorevole Annibali e dell'onorevole Fornaro, che criticano la nostra riforma e che, a fronte di essa, paventano peraltro rischi del tutto diversi perché, se ho colto bene le parole dell'onorevole Annibali, ella ci viene a dire che è una norma manifesto che non cambia niente. Però, se non cambia niente - noi siamo convinti, invece, che cambi molto - gli effetti negativi poi non possono essere così gravidi di conseguenze come taluno, in particolare l'onorevole Fornaro, va affermando, dal momento che questi parla invece di far west.

Quindi, mettetevi un po' d'accordo: o non cambia niente ed è una norma manifesto o è una norma dirompente che cambia tutto.

Per quanto riguarda la questione “norma dirompente e far-west”, ricordo, Presidente, perché ero presente e perché l'ho votata nel 2006, la riforma del Ministro Castelli: anche in quell'occasione le opposizioni - ricordo l'onorevole Violante - vennero qui a parlarci di licenza di uccidere, di far west, a dire che stravolgevamo un Paese che non aveva necessità di queste norme. Poi, a distanza di dieci anni, abbiamo visto che anche il PD, nella scorsa legislatura, era sensibile al fatto che la norma doveva essere modificata…

PRESIDENTE. Deputato Zanettin, le chiedo scusa. Lei sta parlando in dichiarazione di voto presumo?

PIERANTONIO ZANETTIN (FI). Certamente, io come relatore ho uno spazio autonomo…

PRESIDENTE. Allora, mi corre l'obbligo di farle presente che ha superato di quasi trenta secondi il suo tempo, quindi se può avviarsi a concludere…

PIERANTONIO ZANETTIN (FI). Mi avvio alla conclusione per dire che…

PRESIDENTE. …tranquillamente. Lo faccia concludendo il pensiero.

PIERANTONIO ZANETTIN (FI). Certamente. Queste critiche sono del tutto immotivate e, pertanto, personalmente indico che voterò contro l'emendamento in esame che mira a stravolgere una riforma che invece noi riteniamo essenziale.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bazoli. Ne ha facoltà. Prego, non funziona? Provi a cambiare microfono.

ALFREDO BAZOLI (PD). Qui si sente.

PRESIDENTE. Perfetto. A lei la parola.

ALFREDO BAZOLI (PD). Presidente, avremo modo nel corso della discussione di motivare e spiegare ampiamente le ragioni che ci rendono fortemente ostili e contrari alla riforma.

Credo che sia, però, necessario sgomberare subito il campo da una questione che è stata immediatamente evocata da Forza Italia, cioè dall'atteggiamento che ha tenuto il Partito Democratico nella scorsa legislatura. Infatti, è vero che noi fummo d'accordo in una modifica molto mirata di un aspetto della legittima difesa perché non riguardava l'articolo 52, cioè l'articolo che disciplina la legittima difesa, ma semplicemente la legittima difesa cosiddetta putativa, quindi gli aspetti psicologici legati alla reazione, e lo facemmo con un emendamento molto mirato che peraltro - è bene ricordarlo in quest'Aula - si rende oggi meno necessario perché la giurisprudenza è già arrivata, per conto suo, a un'interpretazione di quella norma che rende non più necessaria neanche quella modifica mirata.

Oggi, la riforma che è in campo modifica integralmente l'articolo 52…

PRESIDENTE. Concluda.

ALFREDO BAZOLI (PD). …e interviene anche sull'articolo 55 ma stravolgendo, in un modo che riteniamo assolutamente pericoloso, la legittima difesa.

Quindi, c'è un'assoluta coerenza da parte del Partito Democratico nella posizione che ha assunto nella scorsa legislatura e anche in questa.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato D'Ettore. Ne ha facoltà, per un minuto.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (FI). Un minuto per replicare proprio a questa osservazione nella scia di quanto detto dall'onorevole Zanettin: se è proprio dovuta al diritto giurisprudenziale, ius receptum, la nuova collocazione del limite entro il quale è ammessa la legittima difesa, non vedo perché una norma non debba recepire l'intendimento e farlo in maniera chiara per impedire qualsiasi oscillazione nella futura giurisprudenza.

Se la norma, proprio perché recepisce un orientamento giurisprudenziale, ha un fondamento tecnico e giuridico ed è una norma che è sostenuta da tale orientamento, non si vede perché, com'è normale nell'evoluzione legislativa, non si debba tenerne conto, precisandola anzi ancora meglio e definendone i contorni dell'applicazione.

Credo che, da questo punto di vista, come diceva quindi l'onorevole Zanettin, non c'è nessuna conseguenza ferale così come viene ad essere immaginata, ma invece siamo nell'ambito di una costruzione normativa coerente con l'indirizzo giurisprudenziale.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Magi. Ne ha facoltà.

RICCARDO MAGI (MISTO-+E-CD). Presidente, anche noi abbiamo presentato un emendamento soppressivo di questo che, per molti versi, è il cuore di un provvedimento che potrebbe essere definito, con un eufemismo, irrazionale.

Ci tengo ad esprimere lo stupore per le dichiarazioni di voto di molti giuristi che ci sono qui, di molti avvocati, che sostengono che, insomma, tutto sommato questa norma sia invece ragionevole ed al passo con i tempi, interprete di quelle che sono le trasformazioni anche delle modalità con cui gli atti criminali avvengono. C'è da preoccuparsi per quello che abbiamo sentito in quest'Aula.

Qui si va ad impostare, invece, la trasformazione di un istituto come la legittima difesa - che presuppone e non può che presupporre la valutazione circostanziata da parte di un giudice - nella direzione di una licenza, di una vera e propria licenza.

C'è da essere preoccupati a sentire in quest'Aula certe argomentazioni, che sono solo volte ad illudere i nostri concittadini che, di fronte a certi atti che avranno la caratteristica di essere reati, non potrà esserci e non dovrà esserci comunque l'accertamento di un giudice.

Quindi, irrazionalità per illudere i cittadini ed un'enorme demagogia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Bartolozzi. Ne ha facoltà. Ha un minuto a disposizione.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Presidente, mi rivolgo al collega Magi e agli altri. Presidente, si sta scardinando veramente il senso della riforma. Noi non vogliamo togliere al giudice la possibilità di valutare la proporzionalità tra l'offesa e la reazione: noi, poiché siamo il Parlamento ed approviamo le norme, dobbiamo dare i principi in base ai quali il giudice deve muovere la propria azione.

Non è la prima volta che la magistratura si muove, e si muove creando - a volte, Presidente - disastri. L'ultimo caso che sappiamo tutti e conosciamo tutti è quello che ha riguardato l'uccisione di quella giovane donna, e una corte d'assise d'appello ha abbassato la pena da 30 a 14 anni. Perché, colleghi? Perché c'è discrezionalità. E, allora, noi non vogliamo eliminare la discrezionalità, ma dobbiamo da legislatori sapienti incardinare ed offrire ai magistrati i principi che devono applicare, e questi principi devono essere chiari.

Non vogliamo, quindi, dare alcuna illusione al popolo: vogliamo semplicemente dire che quando si è a casa, quando si è in un'abitazione privata, quando si è nel proprio ufficio, quando si è in pertinenze private, io devo stare sicuro e nessuno deve poter entrare (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 1.1 Bazoli, 1.2 Magi, 1.3 Emanuela Rossini e 1.4 Conte, con il parere contrario della Commissione e del Governo, favorevole del relatore di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.5 Costa, con il parere contrario della Commissione e del Governo, nonché del relatore di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.6 Lucaselli.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Lucaselli. Ne ha facoltà.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Presidente, vede, a differenza di tutto quello che abbiamo sentito sino a questo momento in Aula, secondo il gruppo di Fratelli d'Italia la difesa è un diritto; pertanto la difesa, in quanto diritto, dev'essere considerata sempre legittima. Ed è proprio partendo da questo presupposto e da questo concetto che secondo noi il testo licenziato dalla Commissione giustizia è a tratti molto blando, proprio perché in troppi punti presenta delle debolezze che secondo noi potevano essere migliorate. Lo abbiamo fatto con la presentazione di alcuni emendamenti, fra i quali questo primo che andiamo a discutere.

Vede, uno degli elementi giuridici individualizzanti la fattispecie giuridica di cui stiamo trattando è proprio la percezione della reazione. E allora abbiamo chiesto che, invece di partire dal presupposto della proporzionalità - quindi rimanendo sempre nel solco di cui parlava prima la collega Bartolozzi, cioè la possibilità di indirizzare il giudicato, e quindi l'opera dei giudici, la valutazione dei giudici in maniera equa -, abbiamo chiesto che venisse modificato il concetto da proporzionalità a sproporzionalità. Questo sostanzialmente modifica, e non è soltanto un gioco di parole, il cuore della valutazione che poi viene demandata ai giudici. Quello cui troppo spesso assistiamo è il fatto che il soggetto passivo, quindi colui il quale subisce il reato, debba poi difendersi all'interno del giudizio cercando di dimostrare la proporzionalità del proprio operato. Modificando semplicemente un termine, partendo cioè da una valutazione che parta dalla sproporzionalità, secondo noi si ha la possibilità di rendere più equo e meno gravoso per il soggetto passivo il procedimento giuridico.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.6 Lucaselli, con il parere contrario della Commissione e del Governo, nonché del relatore di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.7 Costa, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.9 Conte.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Occhionero. Ne ha facoltà.

GIUSEPPINA OCCHIONERO (LEU). Grazie, Presidente. Con questo emendamento noi chiediamo la soppressione delle lettere a) e b) dell'articolo 1, perché è qui che si annidano le nostre paure, paure rispetto a temi che sono così importanti da non poter essere lasciati all'improvvisazione demagogica che caratterizza questa maggioranza. Meglio sarebbe, per noi, impegnarci in misure di prevenzione, piuttosto che scegliere la via semplice di applausi immediati; non siamo certo sordi alle ragioni delle vittime, ma crediamo che sia più opportuno creare una strada che garantisca e rafforzi la sicurezza, piuttosto che pensare a manifesti roboanti, che non risolvono certamente i problemi, ma che contribuiscono a costruire quello che per noi è un ministero della paura e del terrore. Per questo noi chiediamo l'accoglimento di questo emendamento con la soppressione delle lettere a) e b) dell'articolo 1 (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zanettin. Ne ha facoltà.

PIERANTONIO ZANETTIN (FI). Grazie, Presidente. Cercherò di completare il ragionamento che avevo iniziato prima, poiché non avevo capito esattamente i tempi a mia disposizione. Ovviamente, noi voteremo contro questo emendamento che snatura i contenuti di questa riforma. Infatti, Presidente, noi siamo convinti di una cosa. I colleghi del Partito Democratico, in particolare, affrontano queste tematiche, come dire, con un tono accademico, con un tono formale, noi, invece, Presidente, le storie di queste persone, dei soggetti che sono stati coinvolti in queste vicende, le conosciamo bene.

Le conosciamo bene perché queste persone noi le abbiamo incontrate, le abbiamo conosciute e in alcune occasioni abbiamo visto anche le lacrime che sgorgavano dai loro occhi. Mi riferisco a Graziano Stacchio, il famoso benzinaio di Ponte di Nanto, che era un alpino, un cacciatore, un donatore di sangue; addirittura, prima dell'evento famoso è stato insignito di una medaglia al valor civile, perché aveva salvato dall'annegamento una persona che era caduta in una roggia e rischiava di affogare. Ebbene, la mattina del 3 febbraio 2015, si è trovato coinvolto in un conflitto a fuoco per difendere una commessa di una gioielleria a lui dirimpettaia. Parlo di Ermes Mattielli, il robivecchi di Arsiero, in provincia di Vicenza, la provincia in cui sono eletto, che è morto di crepacuore dopo una sentenza choc che gli era stata comminata dalla Corte di appello di Venezia. Parlo di Franco Birolo il tabaccaio di Civè di Correzzola in provincia di Padova, che è stato, anche lui, condannato in primo grado, poi assolto in appello. Parlo di Diego Caioli, il gioielliere romano prosciolto, solo poche settimane fa, dopo dieci anni di calvario processuale.

Ecco, lo ripeto, colleghi del PD, voi forse questi nomi li avete solo sentiti pronunciare alla televisione o li avete letti sulle pagine dei giornali, per noi, invece, sono uomini in carne e ossa, carne e sangue, persone, padri di famiglia che dalla mattina alla sera si sono trovati coinvolti in vicende assolutamente drammatiche.

Perché è del tutto evidente che, se sei un delinquente, entrare e uscire di galera o essere soggetto a un procedimento penale, è una cosa del tutto normale, così come essere assolti; invece, per le brave persone, per i padri di famiglia, per i piccoli imprenditori, per i piccoli artigiani, essere trascinati davanti a un tribunale o essere sottoposti a un procedimento penale è un dramma che sconvolge la vita, che manda in rovina le attività economiche e che segna per sempre.

Allora, Presidente, è del tutto evidente che se, con questa nostra iniziativa parlamentare, con questa nostra proposta di legge, saremo in grado di evitare anche uno solo di questi casi, lo ripeto, anche uno solo, di una sola persona tra quelle che vengono ad essere coinvolte in situazioni di questo tipo, di calvario processuale, noi saremo contenti e saremo convinti di aver fatto un buon lavoro, oggi. Perché, ricordatevi quello che diceva un grande maestro della dottrina giuridica, mi riferisco a Carnelutti: anche il processo è una pena. Lo ripeto, anche il processo è una pena; non possiamo dimenticare il dramma umano e personale che subiscono tutte le persone che, da persone perbene, senza avere nessuna responsabilità specifica, magari anche solo per un impeto eccessivo, si vedono rovinata la vita perché qualcuno è entrato in casa per cercare di rubare o per cercare di fare una rapina (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bazoli. Ne ha facoltà.

Abbiamo sempre il problema del microfono. Ringrazio il deputato Verini che si sta prestando a questo cambio. Ovviamente il microfono sarà liberato quanto prima. A lei la parola, deputato Bazoli.

ALFREDO BAZOLI (PD). Presidente, noi riteniamo e siamo convinti che il tema della sicurezza sia un tema molto importante e molto serio e siamo convinti che andrebbe tenuto al riparo dalle dispute di natura politica, dalle dispute di natura ideologica e dalla torsione da campagna elettorale ed è quello, invece, che purtroppo stiamo verificando, con appunto la legge sulla legittima difesa. Noi continuiamo a sentire argomenti che giustificano questa riforma che, in realtà, lo abbiamo detto anche in Commissione e anche in discussione generale, non reggono a un minimo vaglio di verifica dei fatti. Cioè se uno prova a verificare se le cose che vengono dette corrispondano alla realtà dei fatti, si rende conto che, in realtà, non c'è una sola ragione tra quelle che vengono addotte che può giustificare un intervento sulla legittima difesa. Ci hanno detto tutti, gli avvocati, i magistrati, gli accademici che abbiamo sentito in Commissione - e non ho sentito una smentita da parte di nessuno -, che in realtà, oggi, la norma che c'è sulla legittima difesa, l'articolo 52 del codice penale che disciplina, appunto, la legittima difesa, funziona perfettamente e ciò è testimoniato dal fatto che la stragrande maggioranza dei casi di persone che reagiscono dopo che sono state aggredite viene archiviata; vengono archiviati quei casi nella stragrande maggioranza, addirittura si ritiene che non siano più di quattro o cinque all'anno i casi di persone che vanno a giudizio, tutti vengono archiviati, cioè tutte vengono considerate reazioni legittime! Ma di cosa stiamo parlando (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)? Quattro o cinque casi all'anno su un milione 300 mila procedimenti penali pendenti, questo è l'oggetto di questa discussione, oggi, su una questione che sembra una grande emergenza nazionale, ma che non lo è, perché, già oggi, quella norma funziona perfettamente e ciò è testimoniato da questi dati che sono inequivoci e non sono stati smentiti da nessuno.

Anche il caso che è stato citato, il caso di Stacchio, ebbene, venne archiviato, ci fu un procedimento, ma venne archiviato prima del processo. Di cosa stiamo parlando? Venne archiviato prima che si arrivasse a un processo penale.

Stiamo ingannando, state ingannando gli italiani, dicendo che con questa riforma voi aumenterete la sicurezza, perché non è così.

Fate passare l'idea che non ci sarà più nessuna inchiesta a carico di persone che reagiscono ed è un grande inganno, è una grande balla, perché in realtà sapete perfettamente che in ogni caso, in qualunque fatto di violenza si aprirà un procedimento, che poi nella stragrande maggioranza dei casi verrà archiviato, ma si aprirà il procedimento.

Non dite che questo è un modo per evitare che si metta sotto processo la persona, perché non è così! Non è così, lo sapete benissimo! Tutti i giuristi che sono dentro quest'Aula lo sanno benissimo che si aprirà sempre un procedimento penale, che poi, nella stragrande maggioranza dei casi, verrà archiviato! Già oggi è così, non c'è bisogno di cambiare nulla! Ho sentito ancora che sono cambiati i reati, è cambiata la modalità di esecuzione dei reati, ma perché, anche qui, non dite che i reati predatori, quelli di cui stiamo discutendo, quelli che preoccupano giustamente gli italiani, come le rapine in casa, le rapine negli esercizi commerciali, i furti in abitazione, sono tutti in calo rilevante da molti anni? Sono in calo molto rilevante! Le rapine in abitazione - ho qui i dati ufficiali dell'ISTAT - erano 3.600 nel 2013, nel 2017 sono state 2.300: da 3.600 a 2.300, un calo molto rilevante! I furti in abitazione sono arrivati a essere 255.000 nel 2014, nel 2017 sono scesi sotto i 200 mila: anche qui un calo di oltre il 20 per cento! Ciò perché l'unico modo per combattere la criminalità predatoria non è fare queste norme manifesto che ingannano gli italiani, ma è la prevenzione, la sicurezza sul territorio, l'organizzazione delle forze di polizia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). È quello lo strumento, non queste norme manifesto che ingannano i cittadini italiani (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Ferri. Ne ha facoltà, per un minuto.

COSIMO MARIA FERRI (PD). Presidente, noi abbiamo a cuore la sicurezza, tanto che nella scorsa legislatura abbiamo alzato le pene del reato di furto in abitazione e di rapina - lo vorrei ricordare -, ma qui il tema non è politico ma giuridico. L'inserire la parola “sempre” è un errore giuridico, perché la giurisprudenza è già intervenuta: già nel nostro sistema le presunzioni relative sono atipiche, e nel momento in cui è intervenuta la giurisprudenza ha detto che comunque, anche quando si vuole introdurre una presunzione, deve avere una dimensione relativa e non assoluta. Con la parola “sempre” voi la fate diventare assoluta, ed è un errore giuridico e anche costituzionale, perché andate a incidere sul libero convincimento del giudice, che non può più valutare la proporzionalità tra offesa e difesa, quindi create un vulnus. Questo ve lo diciamo perché non state garantendo sicurezza, in quanto sicuramente interverrà la Corte Costituzionale per dichiarare la norma illegittima. Faccio un esempio e chiudo: anche in materia di confessione, pensate, uno confessa e dovrebbe…

PRESIDENTE. Concluda, per favore.

COSIMO MARIA FERRI (PD). Anche la confessione lascia al giudice la possibilità di valutare e quindi di valutare se la confessione sia reale. Quante volte abbiamo visto, anche in casi mediatici, uno che per salvare la figlia dice: no, ho ucciso io…

PRESIDENTE. Deve concludere, non mi costringa a toglierle la parola.

COSIMO MARIA FERRI (PD). In realtà è una confessione che il giudice valuta, e se vede che non è vera non fa prova. Questo per spiegare che la presunzione non può essere assoluta, quanto meno non lo è la confessione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Costa. Ne ha facoltà, per un minuto.

ENRICO COSTA (FI). Presidente, leggo alcune parole: fermo restando quanto previsto dal primo comma, si considera legittima difesa nei casi di cui all'articolo 614, primo e secondo comma, la reazione ad un'aggressione commessa in tempo di notte ovvero la reazione, a seguito dell'introduzione nei luoghi ivi indicati, con violenza alle persone o sulle cose ovvero con minaccia o con l'inganno. Questo è un testo che ha votato il Partito Democratico nella scorsa legislatura, e ha modificato l'articolo 52. Non è vero che non è stato modificato l'articolo 52 (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)! In Senato la cosa poi si è arenata, ma quest'Aula ha modificato l'articolo 52 e l'articolo 59. Quindi, è evidente che ci siano convinzioni e convenienze: il Partito Democratico in una circostanza ha votato in un modo e oggi fa gli emendamenti in modo diametralmente opposto (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Ravetto. Ne ha facoltà.

LAURA RAVETTO (FI). Presidente, il collega Bazoli dice: va beh, ma tanto si archivia. Certo, si archivia, ma dopo quanti anni, Presidente? Per quanti anni un soggetto deve difendersi in tribunale, sopportare dei costi, avere dei problemi familiari, di gestione sociale, per poi avere un'archiviazione? Allora, a maggior ragione noi difendiamo il principio per cui sia sempre riconosciuta la legittima difesa, anche perché, Presidente - tramite lei mi rivolgo al collega Ferri -, voglio dire che il tema è proprio quello della discrezionalità eccessiva del giudice. Nessuno vuole infierire sul libero convincimento, ma perché al perimetro del giudice bisogna dare dei paletti, delle indicazioni? Perché il giudice necessariamente fa un'analisi ex post, cioè valuta a posteriori se c'è stata la legittima difesa o no (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), ma bisogna trovarsi ex ante nei panni di quelli che, non certo a cuor leggero, si difendono per difendere la vita dei propri figli o dei propri familiari.

PRESIDENTE. Concluda, per favore.

LAURA RAVETTO (FI). L'ordinamento tedesco - il collega Ferri lo sa bene - indica dei precisi casi in cui è sempre legittima difesa e non ci sembra che l'ordinamento tedesco voglia insistere sul libero convincimento del giudice (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Santelli. Ne ha facoltà.

JOLE SANTELLI (FI). Presidente, è necessaria questa norma? Sì, è necessaria e ce l'ha confermato proprio pochi istanti fa il collega Bazoli. Il collega Bazoli, difendendo l'attuale stato delle cose, dice che la maggior parte dei procedimenti vengono archiviati, mentre cinque, sei, dieci, venti persone all'anno vanno a processo. Collega Bazoli, questo Parlamento scrive le norme per evitare le ingiustizie (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico): quella gente già vive un dramma, non deve vivere il secondo ed è questo che si vuole fare! Se quelle venti persone possono essere salvate da un ulteriore dramma, abbiamo l'obbligo e il dovere morale di farlo in quest'Aula. Per completare, dico al collega Ferri: si cerca di limitare la discrezionalità del magistrato? Sì, è l'obbligo di questo Parlamento dettare leggi chiare perché i cittadini sappiano come comportarsi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Pittalis. Ne ha facoltà.

PIETRO PITTALIS (FI). Presidente, io intervengo perché è davvero singolare che da un esponente di un partito importante come il Partito Democratico si facciano delle osservazioni su un tema di questa portata, riducendolo non ad un problema di qualità della proposta in esame ma di semplici numeri. Allora, vorremmo dire ai colleghi del Partito Democratico che anche una sola ingiustizia deve essere assolutamente prevenuta - anche una sola ingiustizia! - perché dietro ci sono le persone: questo dovete mettervi in testa (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)! Ci sono le vittime, ci sono gli aggrediti! Io voglio ricordare la storia di Diego Caioli, il gioielliere romano prosciolto solo pochi giorni fa dopo dieci anni di calvario processuale ed una clamorosa condanna in primo grado.

PRESIDENTE. Concluda, per favore.

PIETRO PITTALIS (FI). Ecco, è alle storie di queste persone che Forza Italia guarda ed è la ragione per la quale sosteniamo e difendiamo questo progetto di legge, che va finalmente nella direzione di fare una cosa seria di centrodestra (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Marin. Ne ha facoltà.

MARCO MARIN (FI). Presidente, a chi contesta questa legge dico che non si vive solo in quest'Aula, si vive fuori. Ricordo a tutti la storia di un tabaccaio della provincia di Padova, Franco Birolo. Di notte dormiva con la sua famiglia e una bambina piccola sopra la sua tabaccheria; gli hanno sfondato il locale, è sceso, lo hanno aggredito, si è difeso; è stato condannato in primo grado a 2 anni e 8 mesi. Costui difendeva se stesso, il proprio lavoro e la propria famiglia ed oggi, dopo essere stato finalmente assolto in Cassazione, gli vengono chiesti centinaia di migliaia di euro dalla famiglia di chi era andato a delinquere nella sua attività commerciale, di chi voleva far del male a lui e alla sua famiglia. È questo il senso di questa legge.

Io non faccio l'avvocato, sono un medico, ma ci vuole poco per capire che chi in quei giorni - e concludo Presidente - da parte di molte forze politiche che oggi contestano questa legge lo difendeva e gli offriva solidarietà, ecco ci vuole coerenza: sì alle persone che lavorano, difendono le loro attività e la propria famiglia; no a chi delinque, entra e vuole fare del male alle persone e alle famiglie (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Bartolozzi. Ne ha facoltà.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Grazie, Presidente. Non me ne voglia il collega Bazoli, ma ha scatenato… allora, noi non abbiamo detto che non vogliamo la fase procedimentale, quindi l'inchiesta. Il presidente Minisci, come ricorderà bene il collega Bazoli, in audizione in Commissione ha chiesto a tutti: ma volete eliminare la fase procedimentale, cioè la fase delle inchieste? No. Ma cosa vogliamo noi - Presidente, per il suo tramite - collega Bazoli? Vogliamo accorciare i tempi dei procedimenti, vogliamo che la gente non sia sotto procedimento un anno, due anni o tre anni perché il magistrato deve capire se la reazione era proporzionata o meno a un'offesa. Per questo si stabilisce un principio chiaro: a casa mia non puoi entrare (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente); se entri, subisci le conseguenze.

Se il magistrato sa questo, collega Bazoli - per il suo tramite, Presidente - le richieste di archiviazione arriveranno dopo due mesi, non dopo un anno! In questo modo aiuteremo i cittadini, cioè dando risposte certe e non certo facendo propaganda. Presidente, concludo: i dati che ha dato il collega sono parziali, perché si tratta di progressione criminosa, quindi non mi sta bene che lei citi cinque reati di furto o cinque di rapina, perché quando c'è una violenza sessuale, molte volte la violenza dipende da un furto o da un tentato furto (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Scalfarotto. Ne ha facoltà.

IVAN SCALFAROTTO (PD). Grazie, signor Presidente. Soltanto per dire che qualche giorno fa abbiamo visto che il Governo ha abdicato alle proprie responsabilità in tema di politica estera, lasciando che la politica estera dell'Italia fosse fatta dai colleghi di Forza Italia e dai colleghi di Fratelli d'Italia, che naturalmente sarebbero all'opposizione. La maggioranza è evaporata, non hanno parlato, si sono astenuti, non esistevano! Oggi assistiamo allo stesso fenomeno: su una legge che definisce la civiltà giuridica del nostro Paese, la maggioranza tace, non parla, sta zitta, si limita a votare e lascia che si vada verso una giustizia - diciamolo pure - incivile, che abbandona i principi del nostro essere garantisti, deliberata da un'incredibile Forza Italia che sta cercando di sedurre la Lega Nord! Tuttavia, è bene che sappiano che i colleghi della Lega sono felicissimi al Governo con i 5 Stelle: se li superate a destra sull'immigrazione, sulla giustizia, resterete all'opposizione, cari colleghi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Stumpo. Ne ha facoltà.

NICOLA STUMPO (LEU). Grazie, Presidente. Soltanto per dire due cose velocemente. Non voglio ricordare che stiamo facendo una norma secondo la quale le vite umane contano meno degli oggetti, ma su questo ognuno avrà una sua coscienza e con quella farà i conti. Vorrei soltanto sapere una cosa. Sento delle dotte disquisizioni quando si tratta di furti, ma dovesse succedere, come succede in tanti paesini, in tante campagne, che un bambino entra in una proprietà privata per rubare una mela o per rubare qualsiasi cosa - vedo che c'è qualcuno che si stranisce, ma funziona così nel nostro Paese - e qualcuno gli spara, a quel punto cosa succede? È legittima difesa? È questo quello che significa, cioè dire ai magistrati che possono archiviare perché non conta la vita di un bambino? Ecco, se questo è quello che volete fare, fatelo ma, naturalmente, lo farete da soli, non con noi (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Dettorre… D'Ettore. Ne ha facoltà.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (FI). Ci fosse qualcuno che mi chiamasse mai con il mio nome subito la prima volta: D'Ettore. Allora, rispondo con questo schema, che mi sembra ormai costruito in maniera del tutto singolare - tramite lei - al collega Scalfarotto. Il nostro contratto di Governo, quello vero, comprendeva anche la legittima difesa (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), che è la nostra bandiera di centrodestra. Il centrodestra unito sta sostenendo una proposta: c'è un testo unificato a prima firma onorevole Gelmini e di tutto il gruppo di Forza Italia.

Lo sosteniamo con convinzione perché ci crediamo, lo sosteniamo perché è il modello normativo civile, non incivile, come voi sostenete (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente); civile perché consente ai magistrati di poter decidere e ai cittadini di difendersi secondo un diritto che è quello della legittima difesa, che è una scriminante prevista e che noi contorniamo di limiti giuridici e civili che voi, da quando governavate, non avete mai saputo trovare. Noi, in questo momento, dall'opposizione, collaboriamo su un testo che richiede l'intero Paese e che è un esempio di civiltà giuridica (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Annibali. Ne ha facoltà.

LUCIA ANNIBALI (PD). Presidente, mi inserisco in questo dibattito perché ci tengo a dire che tutte le vittime e tutte le persone offese soffrono, soffrono dentro un processo anche quando non hanno contribuito in alcun modo al proprio dolore. Noi non è che siamo indifferenti a questo dolore; noi pensiamo, siamo convinti e sappiamo che la verità aiuta a superare questo dolore, ed è proprio in nome di questa verità che cerchiamo di rappresentare il diritto per quello che è, perché sicuramente una rappresentazione reale non può che aiutare le vittime. Una giustizia nemica è una giustizia ingiusta, non le aiuta affatto nel loro percorso di ricostruzione e riappacificazione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Gagliardi. Ne ha facoltà.

MANUELA GAGLIARDI (FI). Grazie, Presidente. La domanda che mi viene da porre è questa: cosa c'è di così sconveniente nell'avverbio “sempre”, perché qualcuno dei colleghi che contesta la parola “sempre” vorrei che mi spiegasse se esiste un'intrusione che possa essere posta in essere con violenza, minaccia o con l'uso delle armi buona e un'intrusione altrettanto violenta cattiva. In qualche modo, i colleghi che contestano questo avverbio sono in grado di dirmi quand'è che un'intrusione violenta non è pericolosa per chi la subisce? Ecco perché la locuzione “sempre” è così importante in questa normativa, proprio perché potrà garantire, nel futuro, anche quei pochi casi, che numericamente sono stati citati dai colleghi dell'opposizione, che ritengono non essere stati adeguatamente giudicati (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Migliore. Ne ha facoltà.

GENNARO MIGLIORE (PD). Grazie, signor Presidente. Vorrei solo obiettare, anche all'intervento che mi ha appena preceduto, che a questa maggioranza, che propone questa modificazione della legge sulla legittima difesa, non interessa quello che prova una vittima o quali sono le condizioni nelle quali si trova a doversi difendere. A questa maggioranza interessa andare a ricercare un consenso strumentale, come quando il Ministro dell'interno è andato a fare visita a un detenuto condannato con sentenza definitiva, il signor Peveri, il quale non ha ricevuto, neanche dal suo avvocato difensore, la richiesta dell'applicazione della legittima difesa.

A voi piacciono quelli che sparano in petto a chi è inginocchiato, a questo vi siete ridotti per avere qualche voto in più, e penso che questa non è civiltà giuridica (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Occhiuto. Ne ha facoltà.

ROBERTO OCCHIUTO (FI). Grazie, Presidente. Ho ascoltato deputati del PD stupirsi del fatto che questa proposta di legge sia sostenuta in Aula da noi di Forza Italia, che stiamo all'opposizione, all'opposizione come loro. Vorrei ricordare che la prima proposta di legge che il gruppo di Forza Italia ha presentato è stata proprio sulla legittima difesa, a prima firma Gelmini (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Fatevene una ragione: noi siamo all'opposizione con voi, ma siamo diversi da voi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente) proprio sui temi della sicurezza, del garantismo, e siamo orgogliosamente diversi da voi su questi temi.

Difendiamo le nostre posizioni con coerenza, soprattutto quando si tratta di misure di centrodestra; e questa è la prima misura di centrodestra di questo Governo. Noi la voteremo con coerenza, con la stessa coerenza che forse la Lega in altre occasioni non ha avuto in questa legislatura (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Magi. Ne ha facoltà.

RICCARDO MAGI (MISTO-+E-CD). Grazie, Presidente. Per ribadire che non è vero quanto si sta sostenendo in alcuni interventi, che ci sarà un accertamento penale più lieve o più breve. Ci sarà un accertamento penale che, con questa riforma, molto probabilmente dovrà essere più minuzioso e, probabilmente, anche più lungo.

Ma c'è un altro aspetto che, per la mia sensibilità, mi sta a cuore sottolineare. Io ho provato una grande sintonia con i colleghi di Forza Italia quando, durante la discussione sul referendum propositivo sulla riforma costituzionale, hanno fatto interventi accorati e ripetuti per la paura di scivolamenti nel populismo penale grazie a un abuso del referendum propositivo e dell'iniziativa popolare. Colleghi di Forza Italia, è esattamente questo genere di provvedimenti di cui voi paventavate l'uso e l'introduzione con lo strumento dell'iniziativa popolare e del referendum propositivo. Rifletteteci, rifletteteci se questo sì non sia una deriva e uno scivolamento vostro sul populismo penale.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Fiano. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO (PD). Volevo, per il suo tramite Presidente…

PRESIDENTE. Fate silenzio, per favore.

EMANUELE FIANO (PD). …rispondere al collega Occhiuto che noi rispettiamo moltissimo le vostre opinioni, che sono differenti dalle nostre in questo caso, non serve tanta veemenza. Però, solo un chiarimento: io non penso che queste siano opinioni di centrodestra; sono coerentemente opinioni di destra (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), perché pensare che esista una condotta penale che può fare a meno del giudizio discrezionale del magistrato, che è un cardine della nostra civiltà giuridica, è un concetto di destra, legittimo.

Voi legittimamente avete fatto campagna elettorale insieme alla Lega, la quale legittimamente vi ha mollato appena entrata in quest'Aula, si è legittimamente accordata con un partito che più lontano di così non potrebbe essere da voi. Abbiamo opinioni diverse, noi le vostre idee le rispettiamo. Su questo punto siamo e saremo sempre diversi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Secondo noi, voi siete anche diversi dai principi basilari…

PRESIDENTE. Concluda, per favore. Ha esaurito il suo tempo.

EMANUELE FIANO (PD). …della storia e della cultura giuridica di questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Bagnasco. Ne ha facoltà.

ROBERTO BAGNASCO (FI). Grazie, Presidente. Prendo le ultime parole del collega che mi ha preceduto. Sì, noi siamo orgogliosamente diversi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), orgogliosamente diversi da una sinistra a cui storicamente abbiamo detto cose completamente opposte.

Ma noi, oggi, votiamo su questo provvedimento con una convinzione che poche volte ci ha accompagnato. Siamo orgogliosi di votare un provvedimento che crediamo faccia parte del nostro DNA. Ne siamo convinti, lo rivendichiamo e non abbiamo bisogno, cari colleghi della Lega con cui lavoriamo sul territorio, di benemerenze, di acquisire benemerenze ma abbiamo solamente bisogno di essere coerenti con noi stessi e col nostro elettorato e per questo motivo votiamo con convinzione questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Gelmini. Ne ha facoltà per un minuto.

MARIASTELLA GELMINI (FI). Grazie, Presidente. Ho ascoltato le parole del collega Fiano e non voglio polemizzare. Certamente questa è una battaglia politica che ha un colore, che è il colore del centrodestra - e non entro nel merito; centrodestra - e sicuramente non è una battaglia di sinistra.

Detto questo, è una battaglia che riguarda tutti gli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), è una battaglia che riguarda i cittadini che sono stanchi di vedere le loro case, i loro luoghi di lavoro depredati e dover essere poi iscritti nel registro degli indagati e provare la propria innocenza nei tribunali, dopo anni di calvario. Noi su questo è dal 2015 che combattiamo e non abbiamo cambiato idea.

Prendiamo atto, oggi, che il Partito Democratico ha cambiato il suo segretario - rispettiamo le primarie e facciamo gli auguri a Zingaretti - e prendiamo atto che con il segretario cambia la posizione del Partito Democratico su questo punto. Nella precedente legislatura vi era un provvedimento, a firma del vicepresidente del CSM, che diceva “sì” alla legittima difesa (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Se oggi avete cambiato idea ne prendiamo atto, ma lezioni di coerenza dal Partito Democratico non ne vogliamo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Enrico Borghi. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). Grazie, signor Presidente. Più che altro per sottolineare un dato, cioè che, in questo dibattito, si sta articolando una posizione coerente della destra, una nostra posizione altrettanto coerente, e un incredibile silenzio (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), che è il silenzio del partito di maggioranza relativa che esprime, guardate un po', il Ministro della giustizia.

Amici e colleghi del MoVimento 5 Stelle, non so se ve ne siete resi conto ma voi rappresentate il partito che esprime il dicastero del Guardasigilli e questo silenzio imbarazzato a cosa si deve? Non ci direte che si deve a uno scambio, che ancora questa mattina avete fatto, nella sostituzione della presidente della Commissione giustizia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) e che, quindi, nell'ambito di una lottizzazione, come dire, “Parigi val bene una messa”.

È davvero imbarazzante questo atteggiamento nel quale quel residuo di aura di progressismo del quale vi siete ammantati più volte viene definitivamente consegnato su un altare...

PRESIDENTE. Concluda.

ENRICO BORGHI (PD). …che vi porterà, evidentemente, su una china molto discendente (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.9 Conte, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.10 Bazoli.

Ha chiesto di parlare il deputato Verini. Ne ha facoltà.

WALTER VERINI, Relatore di minoranza. Grazie, Presidente. Come abbiamo già detto sia in Commissione sia nella relazione di minoranza, noi esprimiamo un radicale dissenso nei confronti di questa proposta di legge e, in particolare, nell'introduzione della parola “sempre” davanti alla difesa. Non è vero, come è stato detto poco fa, che nella precedente legislatura il Partito Democratico accettò questa impostazione, tanto che massacrammo il provvedimento che l'allora deputato Molteni, capogruppo della Lega, aveva presentato. Quello che approvammo noi era un'altra cosa: era semplicemente un aiuto di interpretazione ai magistrati.

Ma la verità è che oggi esprimiamo un radicale dissenso perché questa proposta di legge, contrariamente a quello che si vuol far credere, garantirà maggiore insicurezza perché darà più diffusione delle armi, perché farà credere a qualcuno che sarà possibile sparare anche quando qualcuno - un ragazzo, è stato detto prima - si introduce da lontano o fugge addirittura da una proprietà. Anche in banali liti condominiali avere una pistola - e, come è stato detto, è la legge del Far West - può provocare gravissimi rischi perché da una lite si può passare a una tragedia. L'altro giorno in una cittadina dell'Umbria due tecnici dell'ENEL giravano con un pulmino per trovare il luogo di un guasto. Ebbene, si sono fermati, sono scesi dal pulmino e un signore, un quarantenne, pensando che fossero ladri ha imbracciato un fucile e si è messo a sparare per fortuna non colpendoli, e questa legge non era ancora in vigore.

Ma state iniettando dei veleni e delle paure che voi non volete superare. Voi con questa legge, in particolare il cinismo di Salvini vuole strumentalizzare le paure e, quando non ci sono, queste paure le vuole far percepire e le vuole strumentalizzare.

E mi colpisce - l'ha detto bene il deputato Borghi - il silenzio dei Cinquestelle: guardate questi banchi, sono tutti esponenti della Lega, perché, al fondo, i Cinquestelle credo si debbano vergognare di questo loro atteggiamento. Io ricordo queste parole: negli italiani alberga sempre più la paura, ma una cosa possiamo dircela, uno Stato serio, consapevole delle difficoltà, non dovrebbe consentire a un singolo individuo di detenere tutte quelle armi in casa. Lo diceva Luigi Di Maio, pensate, appena tre anni fa, e subito dopo, pochi minuti dopo, l'altro Dioscoro, Di Battista, rispondeva: bravissimo Luigi, noi vogliamo impedire di vendere le armi nei supermercati, ce la metteremo tutta per non permetterlo nel nostro Paese. Questo dicevano i Cinquestelle e oggi, in nome di un patto di potere, accettano questa legge pericolosa.

Infine, Presidente, quando abbiamo fatto le audizioni, hanno parlato un po' tutte le componenti della giurisdizione.

Uno ha detto: “così non ci saranno più regole, si rischia di legittimare anche i reati più gravi, perfino l'omicidio”, l'ha detto il presidente dell'Associazione nazionale magistrati, Minisci.

Un altro ha detto: “è una legge irrazionale nelle premesse, irrealizzabile nelle sue dichiarate finalità, ingannevole nei confronti delle aspettative di giustizia”, l'ha detto Caiazza, presidente delle Camere penali.

Un altro ancora: “se viene meno la proporzione tra offesa e difesa, si torna alla legge del taglione, questa non può essere una regola di civiltà, non siamo nel Far west”, Raffaele Cantone.

E infine: “non è consentendo alle persone di armarsi e di sparare che si tutela la sicurezza dei cittadini, è solo un'illusione e una mancia politica per ottenere consenso”; è una legge pericolosa e vi assumete una grave responsabilità, diffondere le armi e rendere i cittadini meno sicuri (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Deputato Morelli, colgo l'occasione per chiederle se può allontanarsi dai banchi del Governo.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sisto. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Grazie, Presidente. Nessuno può ignorare che le norme di diritto penale non siano norme fisse, vivono a seconda delle sensibilità che la realtà manifesta nei confronti di ciascuna norma e di ciascun bene giuridico. Io vorrei sapere innanzitutto dagli illustri giuristi del Partito Democratico che cosa è cambiato dalla loro formulazione della norma sulla legittima difesa, in cui vi era quella ridicola - ridicola! - nozione di aggressione commessa in tempo di notte, rispetto a quello che noi stiamo discutendo adesso. State disconoscendo quello che avete fatto pochi minuti fa, soltanto per una strumentalizzazione politica sulla pelle degli italiani, e questo non va bene, non va bene! Leggetevi quel testo e dite qual è la differenza rispetto a quello che noi stiamo discutendo. La differenza è che questo testo, a differenza di quello che voi avete discusso in quest'Aula, non ha la facezia del tempo notturno, su cui abbiamo fatto ridere l'intera pattuglia giuridica di chi avesse un minimo di saggezza; hanno riso su quello che noi stavamo discutendo!

Presidente, le norme giuridiche cambiano e devono cambiare: devono cambiare perché possono abrogare delle fattispecie di rilevanza penale, pensate al plagio, alla causa d'onore, all'ingiuria, possono creare nuovi reati, pensate allo stalking, cioè la norma cambia a seconda di quello che si verifica. Allora vi chiedo: a fronte delle numerosissime esperienze di questo Paese, in cui chi viene aggredito viene penalizzato, si deve o non si deve modificare una norma come l'articolo 52? La si deve modificare, perché siamo di fronte ad un fenomeno ormai endemico: non può essere penalizzato il soggetto che viene aggredito.

È cambiata, la norma giuridica cambia! Oggi, chi aggredisce qualcuno in casa con violenza e con le modalità del nuovo articolo 52, sa che non ha più tutela, è un soggetto che si guadagna una aggressività tale che legittima una reazione protetta dall'ordinamento, tutto qui! Non c'è nulla di incivile, non c'è nulla di non consentito, c'è l'adeguamento, doveroso, di una norma alla realtà, esattamente come avviene quando si abroga o quando si crea una norma. Noi la stiamo mo-di-fi-can-do e modificando in modo, come posso dire, fedele a quello che la giurisprudenza ci dice, che la realtà ci insegna.

Cerchiamo, Presidente, semplicemente, di dire che non è affatto possibile che chi aggredisce un soggetto che è in determinati luoghi con la violenza prevista dalla norma, possa avere alcun tipo di tutela, né penalistica e men che mai civilistica. E questo a voi sembra sbagliato? Mi dite dov'è l'errore dell'adeguamento, a fronte della vostra norma? Ecco perché, Presidente, quello che noi sosteniamo non ha colore, non ha un'appartenenza, è contenuto in un contratto non di centrodestra, ma di persone che vogliono tutelare i diritti individuali dei nostri cittadini. E, da questo punto di vista, io credo che il nostro voto contrario su questo emendamento debba essere perentorio, ma non perentorio perché viene da un partito che, a seconda di come gira, si ammanta di uno pseudogarantismo strumentale, perché il vostro è uno pseudogarantismo strumentale nei confronti di una maggioranza di Governo. Ha ragione Roberto Occhiuto, noi siamo diversi, il nostro modo di fare opposizione è un modo leale di fare opposizione, ma non nei confronti di chicchessia, nei confronti dei cittadini e delle norme giuridiche.

Ecco perché, Presidente, io credo che non si possano e non si debbano avere flessioni e si debba votare convinti questo provvedimento. È un mutamento, doveroso, nei confronti delle vittime che non possono assolutamente subire le conseguenze di chi, senza alcun risparmio e senza alcuna pietà, le aggredisce. Voteremo contro (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)!

PRESIDENTE. Intanto approfitto, così chi interviene nel dibattito può regolarsi di conseguenza, per comunicare che è stata avanzata da parte del rappresentante del gruppo del Partito Democratico, ai sensi dell'articolo 51, comma 2, ultimo periodo, del Regolamento, la richiesta di voto segreto sull'emendamento Bazoli 1.10. Tale richiesta può essere accolta in quanto la proposta emendativa, sopprimendo la presunzione in base alla quale la difesa è sempre legittima e modificando, pertanto, la scriminante della legittima difesa, di cui all'articolo 52 del codice penale, incide, nel senso chiarito dalla Giunta per il Regolamento nella seduta del 7 marzo 2002, sull'articolo 25 della Costituzione.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Santelli. Ne ha facoltà.

JOLE SANTELLI (FI). Sì, Presidente. La domanda che pone questo provvedimento è una: in una situazione di questo genere chi è la vittima e chi è l'aggressore? Su questo non c'è possibilità di equivoco: per noi la vittima è chi viene aggredito a casa propria (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), chi viene aggredito nei propri interessi! Non abbiamo necessità di andare a valutare altre situazioni. Capisco la difficoltà di chi, invece, ritiene, da un lato, di dover, per un presunto garantismo, difendere per forza gli aggressori armati, ma, dall'altra parte, aveva il timore di perdere consenso. E quindi questa è stata la Caporetto del PD nella scorsa legislatura, la Caporetto, avendo portato una proposta e non riuscendo poi a portarla a termine; è stata la Caporetto, oggi, dei 5 Stelle, che dopo avere, nella scorsa legislatura, lottato verso questa proposta, oggi si ritrova a doverla votare. Consentiteci, è una vittoria per le forze - al di là se siamo opposizione o maggioranza - che siamo da questo lato e che coerentemente abbiamo sempre detto: chi viene aggredito a casa propria, è una vittima, e lo Stato ha il dovere di tutelarla (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Ravetto. Ne ha facoltà.

LAURA RAVETTO (FI). Grazie, Presidente. Abbiamo ascoltato, in quest'Aula, il collega Ermini spiegarci che c'è un cinismo da parte di quelli che vogliono introdurre la legittima difesa: eh certo, perché loro cos'erano, nella scorsa legislatura? Erano cinici, ma solo di notte. Loro il cinismo ce l'avevano a metà; loro sono quelli che hanno introdotto, nella scorsa legislatura - sì, è vero, non parlavano di diritto pieno alla difesa, agivano sull'eccesso colposo - ma dicevano che la legittima difesa è sempre possibile purché sia fatta di notte, così si lasciava ampia discrezionalità al giudice di decidere quando iniziava la notte, quando finiva la notte, con un bel po' di sentenze a decidere quali erano gli orari: anzi, si metteva per iscritto che il ladro poteva sì agire, ma soltanto in orari prestabiliti.

Allora, vede, Presidente, noi capiamo che adesso c'è Zingaretti segretario e quindi i deputati magari debbono anche ricollocarsi e rinegoziare con la nuova linea del Partito Democratico, ma noi non ci ricordiamo Renzi che imitava, e anche maldestramente, la Destra su queste battaglie (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)?

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Bartolozzi. Ne ha facoltà.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Grazie, Presidente. Presidente, è la terza volta che sento i colleghi della sinistra - questa volta il collega Verini - richiamare il MoVimento 5 Stelle, quasi con un sussulto d'orgoglio. L'hanno fatto per l'abbreviato; l'avete fatto per l'anticorruzione e lo fate oggi: questa è la riprova che una maggioranza in questo Parlamento c'è, quella del PD insieme al MoVimento 5 Stelle. Mi manca, Presidente, solo una cosa, sempre per il suo tramite: collega Verini, quando parlava di armi, quella è propaganda elettorale, quando dite che vogliamo aumentare le armi in mano agli agenti. Ci manca solo che diciate che siamo a favore di chi le produce e quindi che lo facciamo per far guadagnare di più le aziende e le imprese che producono le armi e il quadro sarà concluso. Questa è propaganda elettorale, non altra (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signor Presidente. Credo che chi ci ascolta e non è esperto, come è suo diritto, di codice penale sarebbe tentato di pensare, dopo aver ascoltato gli interventi di molti colleghi, che oggi noi stessimo introducendo nel nostro ordinamento la legittima difesa. Segnalo che la legittima difesa esiste già; che il secondo comma dell'attuale articolo 52 vigente dice che sussiste il rapporto di proporzione. Il problema è un altro e qui si cerca di aggirarlo in maniera propagandistica e anche strumentale, facendoci passare coloro che sottolineano la problematica derivante da questo “sempre” come persone che non hanno a cuore gli interessi dei cittadini e che parificano vittime e oppressori: non è così. Noi difendiamo la legittima difesa e, nel difendere la legittima difesa, non mettiamo sullo stesso piano il cittadino offeso e colui il quale entra illegalmente in una proprietà per offendere. Il problema è un altro: dietro questo “sempre” che viene inserito tra “sussiste” e “il rapporto di proporzione” di fatto si disegna - lo dico in particolare per i colleghi del MoVimento 5 Stelle che, nella scorsa legislatura, su queste posizioni avevano più volte sostenuto le loro tesi - sostanzialmente c'è l'idea che, dietro questo scudo del “sempre”, ci sia una sorta di autorizzazione, dalla parte dell'offeso, ad utilizzare la forza e la violenza sostanzialmente senza limiti. Questo è il punto che, secondo noi, va colto e la ragione per la quale noi abbiamo riproposto, al comma 1, la soppressione della lettera a), che inserisce il concetto di “sempre”.

Quindi, il tema che si ripropone non è quello della sicurezza come un concetto di destra, vorrei dirlo con forza. La sicurezza è un diritto dei cittadini, non è un concetto né di destra né di sinistra (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali) e, da questo punto di vista, non mi sento meno sostenitore di un concetto di maggiore sicurezza quando dico e quando noi diciamo che quel “sempre”, in realtà, rischia di produrre insicurezza, rischia quindi di ingenerare una sorta di diritto eccessivo che potrebbe produrre insicurezza, potrebbe produrre incidenti involontari e, alla fin, quindi danni anche superiori per una sorta di eterogenesi dei fini.

Quindi, da questo punto di vista, crediamo che togliere quel “sempre” sarebbe assolutamente utile e necessario; questo farebbe sì chiarezza; ripristinerebbe un principio giuridico a fondamento della nostra civiltà giuridica e della nostra Costituzione e della proporzionalità tra l'offesa e il rimedio che è posto a quell'offesa.

Quindi credo che, da questo punto di vista, l'opportunità anche del voto segreto, di un voto libero, come è nella storia di questo Parlamento, potrebbe aiutare ad andare oltre le logiche di Governo, oltre alle logiche di accordi, di potere, che sono sostanzialmente disegnati ancora una volta con “una cosa a me e una cosa te”. Questo appartiene alla Lega e allora, a questo punto, il MoVimento 5 Stelle e i parlamentari del Cinque Stelle devono digerire qualsiasi cosa, anche le cose che sono contro la loro storia (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Orlando. Ne ha facoltà.

ANDREA ORLANDO (PD). Signor Presidente, continuiamo così, con una maggioranza anomala, con i miei colleghi alla mia sinistra che sembrano il coro muto della Butterfly (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) e con Forza Italia che, nel disperato tentativo di intestarsi il provvedimento, è passata in una settimana da Beccaria ad Hammurabi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Ora, voi pensate che davvero il processo lungo incida in modo particolarmente ingiusto in questo contesto? Lo dico autocriticamente per ciò che non siamo riusciti a fare per abbreviarlo. Voi state rafforzando in modo anomalo la presunzione di innocenza in questo contesto, ma gli innocenti, quando attendono un giudizio, sono sempre sottoposti a una condizione ingiusta. Allora, bisognerebbe preoccuparsi di fare un processo più rapido per tutti e non solo in questo contesto, e mi preoccuperei per questo, ad esempio, del fatto che, con quota 100, andranno in pensione novemila cancellieri (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) che porteranno al disfacimento il funzionamento del servizio. Ma, al di là di questo, se fosse questo il problema allora si sarebbe inciso semplicemente sulle norme di carattere processuale…

PRESIDENTE. Dovrebbe concludere, deputato Orlando, ha superato il minuto…

ANDREA ORLANDO (PD). Invece voi…

PRESIDENTE. No, scusi deputato Orlando, il suo collega Verini aveva parlato come relatore di minoranza, quindi lei ha a disposizione ancora più tempo. Stiamo riconfigurando il tempo a sua disposizione.

ANDREA ORLANDO (PD). La ringrazio. Invece voi state intervenendo sull'aspetto sostanziale, limitando l'apprezzamento del giudice - nell'emendamento in esame si parla di questo - e non sulla dimensione dell'interpretazione della norma, che poteva essere chiarita. La norma, vorrei ricordarle, era stata scritta da un pericoloso libertario che si chiamava Rocco e poi ci aveva rimesso le mani un altro progressista, che si chiamava Claudio Castelli (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico): questa è la norma di cui stiamo discutendo. Non intervenite nella riduzione dell'apprezzamento della norma, ma intervenite sulla riduzione dell'apprezzamento del fatto. Voi state dando il via libera a un filone che sarà il filone dell'invito a cena con delitto, perché io posso chiamare chiunque sul mio fondo e solo per questo essere esentato da un approfondimento di valutazione del mio comportamento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Vedete, colleghi di Forza Italia, io non so quale sia la vostra intenzione, né comprendo le finalità politiche e sono convinto che il problema non sia davvero quello che voi vogliate far vendere più armi, però, alla fine, andrà a finire così. Alla fine il messaggio che stiamo dando ai cittadini è questo: difendetevi voi perché lo Stato non è nelle condizioni di difendervi. Nel breve periodo qualcuno potrà anche votare sulla base di questa propaganda, ma quando in questo Paese si diffonderanno più armi e le armi provocheranno tragedie, allora credo che anche quei voti raggranellati con questo sotterfugio andranno da un'altra parte e il Paese rifletterà su quanto può produrre di negativo il populismo penale al quale voi, tristemente, in questo momento vi state accodando con i colleghi appunto muti del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Rossini. Ne ha facoltà.

EMANUELA ROSSINI (MISTO-MIN.LING.). Presidente, credo che un imprenditore, dopo aver subito dieci, venti, anche trenta rapine in un anno, abbia il diritto di chiedere dov'è lo Stato: dov'è lo Stato a difenderlo, a presidiare i territori, a fare prevenzione? Le nostre periferie in che stato sono oggi e cosa si sta facendo? Ecco, io mi aspetterei questo dallo Stato e io credo che, qui, in quest'Aula, noi non possiamo permetterci di dividerci o di accusarci come se uno tenesse per gli aggressori e gli altri per gli aggrediti. Noi dobbiamo pensare che la domanda vera è come far calare un'escalation di violenza, in questo Paese, o di non crearla, perché ricordiamoci che i disperati che si introducono nelle case altrui possono entrare, ora, con le armi, sempre. Questo è il punto. La paura rispetto a questa legge è che, da un lato, si affidi al cittadino di difendersi e che lo Stato arretri, cosa che questa legge fa, ma, dall'altro, che veramente le persone si armino comunque e sempre, anche per entrare. Veramente, ci sono dei disperati che entrano e non le sanno nemmeno usare le armi. Noi abbiamo veramente il timore che ci sia un'escalation di violenza e questa, alla base, non è una visione politica, ma una visione di società di cui noi dobbiamo prendere atto. Noi stiamo pensando e creando il futuro; noi affidiamo ai nostri giovani le regole che stiamo facendo. Quindi, una riflessione su questo è importante farla.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Novelli. Ne ha facoltà.

ROBERTO NOVELLI (FI). Grazie, Presidente. Collega Orlando, Forza Italia non ha nessun bisogno disperato di intestarsi nulla. Rispetto a voi, noi siamo diversi e lo rivendichiamo con forza. Lo rivendichiamo con forza, perché essere diversi, in questo caso specifico, vuol dire essere realisti e il nostro realismo si coniuga con il bisogno di sicurezza degli italiani, che non è secondario rispetto a una politica seria, a una politica che vuole dare delle risposte. Gli italiani non vogliono, nel caso gli capitasse, di giorno o di notte, di trovarsi in una situazione in cui qualche delinquente entra nella propria abitazione, essere vittime due volte: vittime dell'aggressione e vittime di un sistema che poi rischia di condannare l'aggredito anche a dei risarcimenti, quando invece la vittima dovrebbe essere tutelata sempre.

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

ROBERTO NOVELLI (FI). Noi andiamo in questa direzione, noi vogliamo che ci sia una norma chiara, una norma non demagogica, una norma che non deve essere nemmeno - e concludo - venduta come una norma in cui il Far West sarà il padrone di un territorio e della mente degli italiani. Gli italiani sono intelligenti, sanno come comportarsi e non saranno certamente…

PRESIDENTE. Grazie, deputato Novelli.

PIERANTONIO ZANETTIN, Relatore per la maggioranza. Chiedo di parlare come relatore per la maggioranza, in replica al relatore di minoranza, onorevole Verini, quindi, Presidente, magari, userò un po' più del minuto che lei mi ha riconosciuto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PIERANTONIO ZANETTIN, Relatore per la maggioranza. Per suo tramite, Presidente, mi rivolgo all'onorevole Verini. Lei, onorevole, dice che questa legge ha come finalità quella di aumentare l'uso delle armi, ma, guardate bene, colleghi, Presidente, in questa proposta di legge non c'è nessuna norma che modifichi la legislazione sulle armi. Questo è un dato di fatto che nessuno può smentire e anche dovrebbe chiarirsi con la sua collega Annibali, la quale, molto più garbatamente e molto più serenamente ha detto che questa è una norma manifesto, che non cambia nulla. Quindi, o è il Far West, come dice lei, o è una norma manifesto che non cambia nulla e come tale è neutra (Applausi della deputata Bartolozzi).

I toni che usate oggi, guarda caso, mi ricordano esattamente i toni che sono stati usati nel 2006 - io ero presente in quest'Aula e ho votato quella riforma - con riferimento alla riforma Castelli, che, anche quella volta, era stata paventata come una riforma eversiva, che avrebbe portato al Far West. Ciò non è accaduto e qui mi consenta, Ministro Orlando, un riferimento anche al suo intervento. Lei è il Ministro che pochi mesi fa, nella scorsa legislatura, veniva qui a dare i pareri su una riforma della legittima difesa, che noi contrastavano perché troppo blanda ma che comunque entrava nel tema.

Quindi, oggi, venire a dire che questa è una norma che va a distruggere la civiltà giuridica e i principi di Cesare Beccaria, ai quali noi siamo molto legati dal punto di vista culturale, credo sia una forzatura che reputo inaccettabile. Quindi, noi voteremo convintamente contro questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Caiata. Ne ha facoltà, per un minuto.

SALVATORE CAIATA (MISTO). Grazie, Presidente. Volevo dire che oggi, con grande soddisfazione, forse per la prima volta da quando questo Parlamento si è insediato, almeno per quello che mi riguarda, vedo un Parlamento con due posizioni diverse, una di destra e una di sinistra. Finalmente possiamo apprezzare, per chi è arrivato da poco in quest'Aula, diversità di idee che fino a questo momento ci avevano anche confuso, per quanto mi riguarda, e la vediamo su una cosa molto semplice, sulla libertà di difendersi, vediamo la differenza fra chi predica e vuole continuare a predicare un falso perbenismo sulla pelle degli altri, sulla pelle della gente che subisce aggressioni, che è costretta a subirle e poi è costretta a difendersi e, invece, fra chi sta dalla parte del cittadino e vuole dargli la sacrosanta libertà di difendersi. Viva la libertà di difendersi, basta con questo falso perbenismo che non sopportiamo più! E se questo è di basso profilo o è populismo, viva il populismo (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Lega-Salvini Premier)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Lucaselli. Ne ha facoltà.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Presidente, solo per esternare quanto siamo basiti e quanto, davvero, abbiamo difficoltà a comprendere le ragioni che sono state esposte sino a questo momento, perché, vedete, quando si parla di armare i cittadini, si dice qualcosa che non è vero e si mente sapendo di mentire, perché in nessuna parte di questo provvedimento si parla di armi, in nessuna parte di questo provvedimento si parla di armare i cittadini. Ora, noi vorremmo che questo provvedimento fosse ancora più forte e ancora più determinato nella difesa di quello che è legittimo, cioè nella difesa di chi è nella propria proprietà e deve difendere se stesso, i propri familiari e i propri beni da un'aggressione che è di per sé ingiusta. Allora, non bisogna cambiare necessariamente le regole, bisogna cambiare il punto di vista e, allora, mettiamoci nei panni di chi si trova nella propria proprietà ed è costretto a subire un'aggressione. Ecco, questo è quello che questo provvedimento vuole modificare. Non si può dire che i cittadini vengono armati e non si può dire che questa è la dimostrazione che lo Stato non ci sia. Lo Stato c'è e, allora, mi chiedo in quale Stato di diritto sarebbe ammissibile l'impossibilità di difendersi da un'aggressione che è, di per sé, ingiusta, perché chi commette il reato non è chi è a casa e sta serenamente dormendo nei propri luoghi cari, chi commette il reato è chi in quei luoghi vi entra ed evidentemente vi entra per ragioni che non sono assolutamente legittime e che uno Stato di diritto non può difendere.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Silli. Ne ha facoltà.

GIORGIO SILLI (FI). Grazie, Presidente. Brevemente, il mio gruppo ha già espresso abbondantemente il nostro favore nei confronti di una norma di questo tipo. Io, però, colgo l'occasione e impiego i miei 30 o 40 secondi rimanenti per rivolgermi ai colleghi del Partito Democratico riguardo a una sedicente intenzione, da parte nostra, di aumentare la vendita di armi. Ebbene, colleghi, se anche fosse, ma così non è, perché non c'è nessun riferimento a ciò e la normativa sulla detenzione di armi rimane assolutamente la stessa, io vi ricordo un film meraviglioso di Alberto Sordi, dove Alberto Sordi, tenendo in mano una pistola, diceva: ‘La vedi questa? Non è né buona né cattiva, sei tu che la fai diventare o buona o cattiva'. Una pistola in mano a un delinquente che ti entra in casa è cattiva, un'arma che serve per offendere è cattiva, un'arma che serve per difendere se stessi o gli altri è buona. Una volta per tutte, mettiamo da parte l'ipocrisia, altrimenti dovremmo togliere le armi anche alle forze dell'ordine (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Saluto intanto studenti e docenti dell'Istituto “Ivo De Carneri” di Civezzano, in provincia di Trento, che sono qui ad assistere ai nostri lavori (Applausi).

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato D'Ettore. Ne ha facoltà, per un minuto.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (FI). Com'è giusto, Presidente. Capisco che si possa contrastare questo provvedimento, ma per suo tramite alla collega mi pare del gruppo Misto, non mi ricordo, comunque eletta nelle liste di sinistra, dire che l'intrusione in casa o nel luogo di lavoro con violenza e minacce, uso di armi, sia fatta da disperati… Eh no, non sono disperati: come dice la collega Saltamartini spesso sono delinquenti, quelli sono delinquenti, che entrano in casa (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Lega-Salvini Premier)! Sono delinquenti, non c'è un'intrusione con violenza e minaccia di armi di disperati. Perché lo dica alle vittime di quei reati, se si tratta di disperati che sono andati in casa (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Lega-Salvini Premier)!

Per quanto riguarda l'ex Ministro della giustizia che ha fatto grandi citazioni sul comportamento di Forza Italia, io mi ricordo che il suo comportamento era similare a quello di Mister Bean, e quindi non mi sembra che abbia fatto chissà che nel suo Ministero. Per concludere, capisco che i colleghi del 5 Stelle votino questo provvedimento per legittima difesa: per tenervi il posto, se no ve ne andate tutti a casa (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Intanto salutiamo gli studenti e gli insegnanti del liceo statale “Margherita di Castelvì” di Sassari, e studenti ed insegnanti del liceo classico e delle scienze umane “Francesco Durante” di Frattamaggiore, in provincia di Napoli, che assistono ai nostri lavori pomeridiani (Applausi).

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Borghi. Ne ha facoltà, per un minuto.

ENRICO BORGHI (PD). Signor Presidente, volevo spendere questo minuto per comunicare ai colleghi del MoVimento 5 Stelle, probabilmente ancora annichiliti dalla straordinaria non notizia data dal Presidente del Consiglio, che ci ha comunicato che ancora una volta sulla TAV hanno deciso di non decidere, che nel frattempo che loro si stanno baloccando qui si sta formando un nuovo arco politico: perché oltre al ricompattamento su questo provvedimento di tutta la maggioranza del centrodestra, c'è stato un evidente intervento del collega Caiata che preconizza il ritorno della mitica categoria dei responsabili. Vedete, colleghi del MoVimento 5 Stelle, non serve preparare dei dossier sull'incostituzionalità potenziale di questa norma, se poi si tace e addirittura magari nel voto segreto ci si “auto-incapretta”. Se volete dare un senso di dignità alla vostra legittima posizione politica di insofferenza rispetto a quello che sta accadendo sotto i vostri occhi, e cioè il fatto che - per dirla in una battuta - vi stanno mettendo in un sacco, avete un'unica possibilità: di sfruttare questo voto segreto e di esercitare in maniera assolutamente libera il mandato parlamentare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Bazoli. Ne ha facoltà, per un minuto.

ALFREDO BAZOLI (PD). Presidente, mi pare che si sia chiarito in questo dibattito che le preoccupazioni che abbiamo si stanno veramente realizzando: è chiaro che la maggioranza che oggi si palesa in questa Camera, maggioranza di destra, è dell'idea che da ora in poi gli italiani possono farsi giustizia da sé. Non c'è dubbio che questo sia un provvedimento di destra, e mi chiedo come fa il MoVimento 5 Stelle a votarlo.

Io sono andato a recuperare i i resoconti dei lavori parlamentari del codice Rocco. Nei resoconti dei lavori parlamentari si cita cosa disse Vincenzo Manzini, che era uno dei redattori insieme ad Arturo Rocco del codice fascista. Osserva Manzini che l'avversione contro l'estensione della legittima difesa deriva da quella filo-criminalità dipendente dai cosiddetti immortali principi, per cui il galantuomo deve sacrificare se stesso per preservare la preziosissima vita del primo manigoldo da cui venga aggredito. Gli sembra che, dato specialmente lo spirito dello Stato fascista, si debbano invertire questi concetti, e si debba dare all'aggredito la massima efficienza di reazione, quando lo Stato non può fornirgli la sua tutela perché non arriverebbe in tempo. In tutti i casi in cui non sia possibile invocare la pubblica forza, dev'essere lecito alla forza privata…

PRESIDENTE. Dovrebbe concludere, Bazoli.

ALFREDO BAZOLI (PD). …di rintuzzare l'aggressione di qualsiasi specie che attenti a qualunque legittimo bene. Vi suona familiare, cari colleghi di destra (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico - Commenti dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia)?

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Varchi. Ne ha facoltà.

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Presidente, io prendo atto che il dibattito si è esaurito in questo momento, perché quando il Partito Democratico comincia a gridare all'allarme fascista è evidente che il loro livello di dibattito si è esaurito, non hanno più nulla da dire (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Allora, vorrei spendere qualche parola per spiegare un concetto molto, molto semplice: il centrodestra ha condotto una campagna elettorale sulla scorta di uno slogan coniato da Fratelli d'Italia, che poi ha fatto fortuna, essendo recepito anche da altri partiti, ossia la difesa è sempre legittima. Sulla scorta di questo impegno assunto con gli elettori, coerentemente, il centrodestra in quest'Aula sta cercando di portare a casa una riforma. Noi avremmo voluto che altri emendamenti fossero approvati: così non è stato, così non sarà nel corso di questo dibattito parlamentare; emendamenti che, a nostro avviso, avrebbero consentito di fare chiarezza, quella chiarezza che ad oggi non c'è, che probabilmente ci sarà un minimo, ma non quanto noi avremmo voluto, soprattutto con riferimento al ruolo della magistratura. Perché vede, Presidente, Fratelli d'Italia non vorrebbe mai trovarsi…

PRESIDENTE. Deve concludere.

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). …nella condizione di dover approvare una norma che sia un elastico nelle aule di giustizia, che ciascun magistrato possa tirare da un lato o dall'altro a piacimento.

PRESIDENTE. Grazie.

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Ecco che i nostri emendamenti sono volti a migliorare quelle imperfezioni che questa legge ha (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Ruffino. Ne ha facoltà, per un minuto.

DANIELA RUFFINO (FI). Signor Presidente, ho ascoltato l'intervento di un collega che prima si chiedeva che cosa pensa chi ci ascolta. Io credo che chi ci ascolta pensa che ha paura, ha paura a rientrare a casa la sera, chiede ai propri sindaci di installare delle telecamere anche soltanto per passeggiare in un parco. Chi ci ascolta ha minimo uno, piuttosto che due antifurti installati nella propria abitazione. Ci stiamo avvicinando all'8 marzo: l'8 marzo ci stupiremo se sentiremo parlare di qualche donna aggredita e malmenata. Questo provvedimento deve permetterci di migliorare la qualità della vita degli italiani: migliorare la qualità della vita significa avere più sicurezza. E, in un gioco di ruolo, dove si parla di guardie e ladri, sicuramente oggi noi stiamo dalla parte delle guardie, e sappiamo bene chi è ladro (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Annibali. Ne ha facoltà, per un minuto.

LUCIA ANNIBALI (PD). Presidente, io mi aggancio proprio alla data dell'8 marzo, questo assist, per manifestare un'altra delle preoccupazioni, forti preoccupazioni che ci spingono, come Partito Democratico, a respingere fortemente questa riforma, soprattutto il messaggio che contiene in sé. Io dico che sul piano del diritto è ininfluente, perché non cambia nulla come tecnica giuridica, ma è pericolosa come messaggio. Ed è pericolosa perché questa è una riforma talmente legata alla propaganda, che ancora una volta non tiene conto, fa finta di ignorare dei dati: quei dati cioè che ci dicono che nel nostro Paese sono in costante aumento gli omicidi familiari e passionali. Vuol dire, allora, che il pericolo maggiore per l'incolumità delle persone si trova proprio all'interno degli ambienti familiari ed interpersonali (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Liberi e Uguali). Gli stessi dati ci dicono, per esempio, che dei novantadue tra omicidi e femminicidi commessi nel 2018, ben ventotto, cioè quasi uno su tre, sono stati compiuti da persone con regolare licenza per armi.

Ditemi, allora, come non è giustificabile una preoccupazione per cui questo messaggio contenuto nella riforma di cui stiamo discutendo non può essere pericoloso…

PRESIDENTE. Concluda, per favore, deputata Annibali.

LUCIA ANNIBALI (PD). …nel rischiare di aumentare proprio questo tipo di omicidi, e quindi nell'incidere sulla vita e la sopravvivenza delle persone, delle donne che sono la parte della società indifesa e vulnerabile. Quindi, non so, ditemi voi se volete assumervi questa responsabilità.

PRESIDENTE. La ringrazio. Grazie.

LUCIA ANNIBALI (PD). Poi ne parleremo (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Giorgis. Ne ha facoltà, per un minuto.

ANDREA GIORGIS (PD). Presidente, il grande equivoco che si sta consumando, e che la Lega e anche Forza Italia continuano a veicolare, è che si stia discutendo di come migliorare la sicurezza dei cittadini. Ecco, non è così! Non prendiamo in giro coloro che ci ascoltano, non prendiamo in giro gli italiani! Questa riforma non ha nulla a che vedere con la sicurezza dei cittadini! Semmai, questa riforma certifica l'impotenza o l'indisponibilità di fare in modo che lo Stato sia più capace di garantire la sicurezza dei cittadini! Ministro Salvini, anziché additare come esempio chi provvede da sé a regolare i conti e a farsi giustizia, dica ai cittadini che devono avere fiducia nelle forze di pubblica sicurezza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico – Commenti dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premiere Forza Italia-Berlusconi Presidente)!

PRESIDENTE. Concluda.

ANDREA GIORGIS (PD). Dica ai cittadini di chiamare i Carabinieri e la Polizia, non di fare da soli! Questo deve fare un Governo, questo dovete fare, se avete a cuore la sicurezza degli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Scalfarotto. Ne ha facoltà, per un minuto.

IVAN SCALFAROTTO (PD). Presidente, volevo soltanto dire - per il suo tramite - al collega che ha detto che una pistola non è necessariamente buona o cattiva, che una pistola è sempre cattiva. Penso che, in questo nostro Paese, dobbiamo dire che le armi da fuoco sono sempre cattive, è per questo che noi diciamo che è lo Stato, che è ente che esercita la forza legittimamente per assicurare la sicurezza dei cittadini, che può legittimamente usare un'arma da fuoco, pur sempre all'interno di regole precise. Se cominciamo a dire che una pistola è neutra, che non è né buona né cattiva, stiamo aprendo le porte a quello che viene chiamato il Far West, cioè al fatto che chiunque possa sparare per strada. Guardate che negli Stati Uniti abbiamo un movimento di giovani, di persone, di cittadini, che stanno sempre di più chiedendo di limitare l'uso delle armi, perché sappiamo che negli Stati Uniti ci sono state stragi molto pesanti proprio per una cultura delle armi.

PRESIDENTE. Concluda, per favore.

IVAN SCALFAROTTO (PD). Allora, la sicurezza è ovviamente un diritto di ciascuno, e sta allo Stato e al Ministro dell'Interno assicurarla, una pistola è una cosa sempre cattiva. Non dobbiamo sviluppare una cultura dell'armarsi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Costa. Ne ha facoltà.

ENRICO COSTA (FI). Presidente, i colleghi del Partito Democratico, nella scorsa legislatura, quando approvarono il testo di modifica dell'articolo 52, riconoscevano che c'è un furto in abitazione ogni due minuti nel nostro Paese, e che questo furto è una potenziale rapina; riconoscevano l'ipotesi del turbamento psichico; riconoscevano il fatto che ogni tribunale decide a modo suo; e c'è chi archivia subito, chi proscioglie all'udienza preliminare, chi dopo il primo grado, chi in Cassazione; riconosceva che ci sono delle lacune, in questa legge, che è bene colmare, anche al passo con i tempi; riconosceva che ci sono delle bande criminali che, a differenza del topo d'appartamento di vent'anni fa, entrano nelle case pronti a neutralizzare chiunque si opponga; riconoscevano queste cose; oggi mi pare che sia veramente un'altra epoca. Penso - lo ripeto ancora - che non possano esserci convinzioni e convenienze, è necessario che ci sia una costanza e una coerenza di posizioni (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Marin. Ne ha facoltà, per un minuto.

MARCO MARIN (FI). Presidente, siccome è evidente la posizione diversa fra noi e il Partito Democratico, mi permetta di dire all'onorevole Orlando che qui non si tratta di fare gli inviti a cena con delitto, qui si tratta che le persone perbene invitano a casa loro chi vogliono, e non vogliono far entrare nelle loro case chi delinque. Ancora, a chi nel Partito Democratico parlava delle forze dell'ordine faccio presente che la nostra storia dice che noi siamo dalla parte delle forze dell'ordine senza se e senza ma, sempre (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)! Non abbiamo mai fatto alleanze, non ci siamo mai schierati con chi urlava nelle piazze “Dieci, cento, mille Nassiriya!”, noi siamo proprio un'altra cosa, e ne siamo orgogliosi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente – Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Il deputato Fiano ha facoltà di parola. Prego. Un minuto.

EMANUELE FIANO (PD). Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Sull'ordine dei lavori?

EMANUELE FIANO (PD). Un collega di Forza Italia ha appena lanciato un'accusa vergognosa al Partito Democratico (Commenti dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Nessun esponente del Partito Democratico si è mai sognato di andare in piazza a urlare “Dieci, cento, mille Nassiriya!”.

Noi abbiamo onorato i caduti italiani di Nassiriya. Si vergogni di quello che ha detto, e si scusi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)! Si scusi con le migliaia di volte nelle quali i militanti, i dirigenti e gli elettori del Partito Democratico hanno difeso i caduti delle Forze armate impegnate in operazioni di pace! Si scusi di fronte agli elettori del Partito democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Guardi, sono costretto a dare la parola nuovamente al deputato Marin sull'ordine dei lavori, però vi prego di fare interventi… Sì, l'ha fatto già il collega Fiano. Da questo momento, gli interventi sull'ordine dei lavori o sono pertinenti o diventano automaticamente interventi di fine seduta.

MARCO MARIN (FI). Presidente, sugli epiteti e sulle parole che vengono usate, stabilirà lei se bisogna prendere dei provvedimenti. Poi, Presidente, excusatio non petita, accusatio manifesta (Proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico). Non ho citato il Partito Democratico nei “Dieci, cento, mille Nassiriya!”, io parlo della nostra storia e guardo a casa mia. La nostra storia e il perimetro è molto chiaro, se qualcuno si sente toccato, guardi a se stesso (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Abbiamo concluso. Deputato Giachetti? Per un minuto, a titolo personale. Prego.

ROBERTO GIACHETTI (PD). No, Presidente, per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. A quale articolo?

ROBERTO GIACHETTI (PD). Articolo 8. Immagino che, in base alle sue doti di veggente, lei ha dato la parola a un deputato che era già intervenuto sostenendo che questo deputato si sarebbe dovuto scusare. Presidente, lei, l'ho sentita, ha detto: gli do la parola perché si deve scusare. Se no, lei non poteva dargli la parola, perché aveva già parlato (Commenti dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Posso andare avanti? Presidente, non solo lei gli ha dato la parola e non doveva dargliela - ed eventualmente, se era a titolo personale, doveva parlare alla fine della seduta -, ma questo deputato, che non ha alcuna dignità, ha avuto anche l'ardire di ripetere quello che sostanzialmente ha detto. Forse è arrivato il momento che lei magari intervenga per dire che una frase del genere - Presidente, lo può apprezzare anche lei - risponde a quanto prevede il Regolamento come una frase sconveniente - almeno sconveniente! - se non addirittura indecente (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Deputato Giachetti, volevo farle presente che l'intervento a titolo personale in via eccezionale può essere anche accordato nel corso della seduta e, in ogni caso, a maggior ragione perché vi era stato un intervento precedente, penso che fosse ineludibile consentire al deputato Marin di esprimere il suo pensiero (Commenti del deputato Giachetti). Nel merito della questione è ovvio che sarà necessario, se voi lo richiedete, come mi pare stia accadendo, di verificare attraverso lo sbobinamento degli interventi le dichiarazioni, perché io non ho la memoria per poter collocare la frase ripetuta dal collega Marin e sanzionata dal collega Fiano nel dettaglio, quindi va contestualizzata. Lo faremo sicuramente, se voi lo chiedete, nelle sedi preposte. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Mollicone. Ne ha facoltà, per un minuto.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Presidente, per il suo tramite, per rispondere ai colleghi del Partito Democratico, che continuano imperterriti, nonostante le sintesi bizzarre della precedente legislatura per cui era giusto sparare di notte ma non di giorno per difendere il proprio domicilio. Ora riemerge questa cultura pacifista contro ogni uso delle armi. Bisogna intenderci: lo Stato deve garantire la sicurezza del cittadino, ma quando questa sicurezza non viene garantita dallo Stato, è giusto, è legittimo, è sacrosanto, e fa parte del diritto di natura, difendere, come ogni capofamiglia dovrebbe fare, la propria casa, la propria famiglia, il proprio domicilio (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Per cui, nel rispetto delle leggi - c'è il porto d'armi, ci sono i corsi - è giusto ed auspicabile che lo Stato favorisca i corsi per l'uso delle armi perché queste vengano utilizzate in maniera cosciente e consapevole. Non è mai giusto o sbagliato, collega Scalfarotto, usare un'arma, o meglio, è giusto o sbagliato usare un'arma: se la uso per difendermi, è giusto, se la uso per sparare, offendere o rapinare è sbagliato (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ringrazio il deputato Mollicone. Prima, per un lapsus freudiano, ho detto “titolo personale” riferendomi all'intervento del deputato Marin, invece che “fatto personale”.

WALTER VERINI (PD). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

WALTER VERINI (PD). Presidente, sento il dovere di una precisazione all'Aula, associandomi a quanto ha detto Fiano. Quando ci fu il terribile attentato di Nassiriya, tutto il Paese si inchinò per quel sacrificio, e poi, quando qualche anno dopo un servitore dello Stato, Nicola Calipari (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), venne ammazzato in Iraq per aver liberato la giornalista de il manifesto Giuliana Sgrena, stesso Paese di Nassiriya, oltre che omaggiare Nicola Calipari, di cui ieri era l'anniversario, il Partito Democratico portò in Parlamento Rosa Villecco Calipari, perché noi dalla parte di chi serve lo Stato ci siamo sempre stati (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Per la verità, per un contro richiamo al Regolamento, se si potesse così definire. Innanzitutto, ci tengo a precisare, Presidente, che il richiamo al Regolamento, come è stato interpretato, non ha senso. Non si può sollecitare l'applicazione del Regolamento sulla scorta di espressioni che mai hanno accusato il Partito Democratico di alcunché. Nella espressione del collega Marin non vi è stato nessun riferimento al Partito Democratico, sicché capisco l'ansia di battaglie ideologiche, capisco che vi manca la battaglia ideologica e che ogni pretesto è buono per fare battaglie ideologiche, sicché il richiamo mi sembra del tutto pretestuoso. Il collega Marin ha fatto un intervento senza indicare nessuna responsabilità. Se qualcuno si sente, poi, toccato a torto o a ragione, e lo capisco che c'è questa necessità, non è certamente con un richiamo, pur autorevole, al Regolamento che si possa sopperire alla letteralità di un intervento che è stato marcatamente politico, senza nessuna accusa a chicchessia. Vi prego, pensiamo a fare i deputati (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. La ringrazio, deputato Sisto. Le faccio presente che, se non era a suo giudizio pertinente il precedente richiamo al Regolamento, non lo è neanche questo.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.10 Bazoli,

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

L'emendamento 1.14 Varchi è ritirato. Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.15 Varchi. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Varchi. Ne ha facoltà.

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Grazie, Presidente. Intervengo su questo emendamento per ribadire un concetto che ho espresso poc'anzi, ossia che Fratelli d'Italia ha la preoccupazione che per l'approvazione di questa norma, che certamente richiede un consenso trasversale rispetto alle forze di centrodestra, si annacqui a tal punto il contenuto da renderla praticamente inutile.

E allora con gli emendamenti, questo fra tutti, Fratelli d'Italia chiede di valutare l'opportunità di inserire delle modifiche che rendano più chiara e più precisa l'interpretazione di questa norma, non, come sostiene qualcuno tendenziosamente, per eliminare del tutto il ruolo della magistratura, ma al fine semplicemente di evitare che questa norma sia valutabile in maniera diametralmente opposta a seconda del tribunale che si trovi a processare qualcuno.

Noi chiediamo che l'aggredito non sia costretto a valutare circostanze che in frangenti di confusione, timore, paura o grave turbamento sono difficilmente valutabili da persone che si trovano sorprese nel proprio domicilio e certamente temono per la propria incolumità e per l'incolumità altrui.

Fratelli d'Italia vuole dare un'interpretazione precisa, chiamiamola presunzione anche per comodità espositiva, di quando quella proporzionalità, quei presupposti che, a nostro avviso, devono ritenersi sempre presenti, sono a buon diritto considerati esistenti con l'applicazione di questa norma.

Noi vogliamo con questi emendamenti offrire la possibilità di migliorare una norma che, a nostro avviso, continuerebbe a presentare troppe pecche, sempre sotto la stella polare che ha animato il nostro il nostro lavoro in Commissione, che ha animato il nostro lavoro in Senato su questa norma, ossia che la difesa è sempre legittima.

Ecco perché Fratelli d'Italia voterà a favore di questo emendamento e invita l'Aula a fare altrettanto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.15 Varchi, con il parere contrario di Commissione, Governo e relatore di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.13 Lucaselli, con il parere contrario di Commissione, Governo e relatore di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.16 Bazoli.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Vazio. Ne ha facoltà.

FRANCO VAZIO (PD). Grazie, Presidente. Preventivamente vorrei dare una notizia alla nuova maggioranza di centrodestra, alla maggioranza che ci dice che esiste un deficit dello Stato nel garantire i cittadini. Ecco, la notizia è che il Ministro dell'Interno è Matteo Salvini ed è un esponente della Lega e non è un esponente del centrosinistra. E, sotto questo profilo, ricordo alla collega di Fratelli d'Italia, che ci ha detto che si poteva fare anche di più e di meglio, che in effetti è vero: non hanno previsto le mine antiuomo nei giardini e non hanno neanche previsto le bombe a mano o i bazooka (Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), ma credo, comunque, che vi siate impegnati in maniera particolare su questo tema.

E, allora, voglio darvi una notizia, un'ulteriore notizia: secondo i dati del Ministero della giustizia - e, quindi, non del Partito Democratico -, i casi, le emergenze, le emergenze politiche e istituzionali che presidiano l'istituzione e la modifica dell'articolo 52 sulla legittima difesa sono determinati da dieci casi, da dieci processi sulla legittima difesa e da cinque processi per eccesso colposo: quindici procedimenti penali su una piattaforma di un milione 300 mila processi. Credo che questa non possa essere definita una vera e propria emergenza.

E a chi sostiene che abbiamo cambiato opinione sul tema della legittima difesa, ricordo - e voglio ricordarlo con dettaglio - che noi intervenivamo sull'elemento soggettivo, sulla percezione del pericolo, sul turbamento e, colleghi, sotto questo profilo probabilmente un aggiustamento poteva anche essere fatto, ma la Cassazione, visto e considerato che non è stato approvato quel testo di legge, è intervenuta con una sentenza recente, la n. 29515 del 2018, che ha superato questo problema. E, quindi, chi sostiene che questa legge non serve a nulla probabilmente sull'eccesso colposo ha ragione, perché la Cassazione ha colmato questo vuoto e ha detto che, se c'è un turbamento, se c'è una percezione di pericolo che stravolge la percezione da parte di chi interviene in legittima difesa, allora questo non commette un reato.

Ma quello che diventa decisivo è l'elemento delle conseguenze di questa legge. Negli Stati Uniti, che hanno una legge simile, ci sono 39 mila morti all'anno per l'uso delle armi: 39 mila morti! Durante la guerra in Vietnam ce ne sono stati 60 mila, cioè il dato numerico ha la sua importanza.

Noi introduciamo una legge che consente di sparare, noi tuteliamo non tutti i cittadini ma tuteliamo chi usa le armi e chi spara. Coloro che invece saranno in casa e saranno derubati potrebbero fare la stessa fine di coloro che negli Stati Uniti vengono uccisi. Questa è la realtà in quei Paesi, perché chi entra in quei Paesi, dove è legittimo sparare in forza di un articolo di questa natura, spara per primo e normalmente chi soccombe è colui che abita nella casa. Quando un ragazzo vuole andare a recuperare la palla in un giardino e forza un cancello per andare a recuperare una palla (Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)

PRESIDENTE. Colleghi, per favore. Ognuno è libero di esprimere come crede le proprie opinioni.

FRANCO VAZIO (PD). Mi consentirà di recuperare il tempo, Presidente.

PRESIDENTE. Chiedo di fare silenzio e di ascoltare l'intervento del collega Vazio. Prego, collega Vazio.

FRANCO VAZIO (PD). Io capisco l'imbarazzo (Commenti della deputata Saltamartini), ma questa legge consentirà di sparare a un…

PRESIDENTE. Si avvii alle conclusioni, per favore.

Deputata Saltamartini, prenda la parola e risponda.

Prego, deputato Vazio, prosegua.

FRANCO VAZIO (PD). Questa legge consentirà di sparare a un ragazzo che va a recuperare la palla in un giardino forzando il (Commenti dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia)… Presidente, però decidiamoci: non è che si possa parlare in queste condizioni. Capisco che crea imbarazzo, ma è così!

PRESIDENTE. Deputati, siete pregati di ascoltare con compostezza gli interventi dei vostri colleghi.

Mollicone! Prego, deputato Vazio, concluda.

FRANCO VAZIO (PD). Si potrà sparare perché non sarà più necessario il pericolo: è sufficiente la violenza sulla cosa. Se io forzo un cancello per andare a recuperare la palla, colui che è dentro il giardino potrà spararmi legittimamente. Questa è la legge che voi state approvando (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

La maturità di un Paese, la maturità di una democrazia la si vede se un popolo e se un Parlamento…

PRESIDENTE. Ha concluso il suo tempo, deputato Vazio.

FRANCO VAZIO (PD). …tutela, Presidente, i diritti fondamentali e il diritto alla vita è un diritto fondamentale.

PRESIDENTE. Concluda.

FRANCO VAZIO (PD). Lì si misura la statura di un Paese e la maturità della democrazia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Occhionero. Ne ha facoltà.

GIUSEPPINA OCCHIONERO (LEU). Grazie, Presidente. Intervengo per ribadire nuovamente la nostra forte preoccupazione rispetto a una proposta di legge che non solo non aumenterà il senso di sicurezza dei nostri cittadini ma, al contrario, scardina i princìpi di uno Stato di diritto rispetto al quale solo il giudice può stabilire se una reazione di fronte a una violenza è di fatto proporzionale e legittima.

Noi riteniamo che sia innanzitutto opportuno riflettere su un aspetto fondamentale, che è quello della gradualità di diritti. Con questa proposta di legge noi stiamo stravolgendo questa scala di valori rispetto alla quale il diritto alla vita diventa subordinato al diritto al domicilio e peraltro la proposta di legge, così come quest'Aula la sta discutendo, non farà altro che incentivare un uso delle armi considerata anche la facilità di ottenere un porto d'armi per uso sportivo. Questa “difesa fai da te” indebolisce, a nostro parere, proprio la forza dello Stato perché di fatto si presenta come una resa dello Stato alla criminalità, garantendo come contropartita una sorta di ampia impunità che noi non possiamo accettare.

Ecco perché diciamo il nostro “no” a questa proposta di legge, ma senza rimanere indifferenti alle sofferenze delle vittime per le quali noi ribadiamo, ancora una volta, la nostra convinzione di voler apportare un contributo valido per misure preventive e non per una deriva securitaria e “manettara” che non garantisce nessuna sicurezza alla nostra Italia (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Ravetto. Ne ha facoltà.

LAURA RAVETTO (FI). Grazie, Presidente. Alla collega di LEU noi di Forza Italia vogliamo dire che noi non vogliamo aumentare la percezione della sicurezza…

PRESIDENTE. Si rivolga alla Presidenza.

LAURA RAVETTO (FI). Tramite lei, Presidente, noi non vogliamo aumentare la percezione della sicurezza: noi vogliamo aumentare la sicurezza in questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)! Noi non facciamo la propaganda, noi non creiamo percezioni. E anche al collega Vazio del PD, tramite lei Presidente, dico: ma con che coraggio, con che coraggio da sinistra parlate di propaganda se poi usate i bambini per andare contro questa proposta di legge? Il bambino con il pallone nel prato (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Noi qui stiamo semplicemente dicendo che c'è il rischio per il ladro, che se il ladro entra in una casa altrui e mette in discussione l'incolumità delle persone care o dei beni di quella persona se ne assume il rischio.

E poi, colleghi del PD, basta dire che la Cassazione ha già risolto quello e che la Cassazione ha già risolto l'altro. Ma vogliamo una volta fare i legislatori (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)? Ma dobbiamo sempre aspettare le sentenze? E non veniteci a parlare di ampliamento dell'utilizzo delle armi perché questa non è una proposta di legge che amplia o modifiche la disciplina del porto d'armi e non è paragonabile al sistema statunitense dove la pistola te la compri anche al supermercato e dove le lobby che appoggiano la sinistra di quel Paese vogliono quel sistema di ampliamento dell'utilizzo delle armi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Bartolozzi. Ne ha facoltà.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Grazie, Presidente. Ho sentito più volte i colleghi del Partito Democratico - e adesso il Ministro Salvini è andato via - sollecitare e dire: “Ministro, è quasi come se fosse uno sua resa: lo Stato che non sa difendere i cittadini”. Allora, dove siete stati negli scorsi dieci anni (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)? Eravate voi che dovevate dare garanzie al cittadino, voi che dovevate darla e quello che non siete riusciti a fare voi stiamo provando a farlo noi. Presidente, noi di Forza Italia saremmo anche andati oltre e non è andare oltre la destra: è andare oltre con le garanzie ai cittadini. Noi eravamo per una proposta che vedeva l'intruso come intruso! Quindi non c'era proporzione o sproporzione, se tu entri dentro casa mia in qualsiasi ora del giorno e della notte, io ho il diritto di difendermi! Non più scriminante, ma diritto di difendermi! Questo vuol dire, collega, non fare propaganda, ma garantire diritti ad ogni cittadino (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Perego. Ne ha facoltà.

MATTEO PEREGO DI CREMNAGO (FI). Grazie, Presidente. Mi rivolgo, per il suo tramite, ai colleghi del Partito Democratico, perché mi sembra che ci sia una rappresentazione dell'uso delle armi molto superficiale, come se con l'approvazione di questa proposta di legge uno potesse uscire da quest'Aula, andare dal primo tabaccaio, comprare una pistola e poi usarla per la propria difesa. Beh, vedete, in Italia ci sono 18 mila porti d'armi ad uso di difesa personale e un milione ad uso sportivo, quindi ci sono delle leggi molto chiare sul possesso d'arma. Semmai, dico, lo stimolo potrebbe essere quello di riflettere - e questo lo dico a beneficio di tutti - su un ausilio di difesa personale e domestico, come potrebbe essere il Taser, ma non si può pensare che ci sia una diretta proporzione fra l'uso delle armi, e l'acquisizione di nuove armi, con l'approvazione di questa proposta di legge. State trattando un argomento in maniera ideologica, superficiale, quando invece qui si parla della sicurezza e dei diritti dei cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Costa. Ne ha facoltà, sempre per un minuto.

ENRICO COSTA (FI). Grazie, ma l'intervento del collega Vazio mi fa trarre uno spunto per citare quelli che sono gli offendicula. Gli offendicula sono quegli strumenti come, ad esempio, i cocci di bottiglia messi sul muretto, il filo spinato: voi sapete la giurisprudenza che interpretazione ne dà? Che si tratta di esercizio del diritto e, quindi, il soggetto non viene punito solo quando questi non sono idonei a creare lesioni personali e sono adeguatamente pubblicizzati. Cioè, io nella mia proprietà non posso mettere i cocci di bottiglia sul muretto, se non metto la pubblicità, se non lo evidenzio. Se non pubblicizzo la cosa e il ladro che vuole scavalcare il mio muretto si taglia, io sono punibile per lesione personale. Allora io penso che forse la sensibilità comune richiede un passo avanti. Non lo fa la giurisprudenza perché interpreta così le norme? Ebbene, lo deve fare il legislatore. Qua non si tratta di mettere le bombe o di usare i bazooka, si tratta di consentire di difendere in modo sensato la proprietà privata.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Orlando. Ne ha facoltà, per un minuto.

ANDREA ORLANDO (PD). La sequela di interventi dei colleghi di Forza Italia, al di là delle aggressioni che abbiamo ricevuto, però non riesce a nascondere un fatto, sul quale li invito a riflettere: il fatto di usare una sostanziale scriminante per la violazione della proprietà apre la strada a una serie di possibilità di incidenti, lasciamo fuori i casi estremi, i bambini, la propaganda, quello che vi pare, però il punto fondamentale è questo: se si limita l'apprezzamento del giudice, si aumenta l'automatismo; se si aumenta l'automatismo, sono molto di più le possibilità che sostanzialmente ci sia una scriminante pressoché automatica (Commenti dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente) per una semplice violazione della proprietà. Questa, però, non sempre è legata a dolo, perché ci possono essere casi, molti, nei quali evidentemente questa violazione può avvenire per fatto fortuito. Questo insieme di circostanze viene tagliato fuori. Io su questo vi invito a riflettere perché, anche se intervenite in venti, questo elemento non può essere cancellato (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Basini. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE BASINI (LEGA). Onorevole Presidente, onorevoli colleghi, sono rimasto un poco stupito a sentire il gran uso di iperboli che stanno facendo i colleghi della sinistra. Colleghi della sinistra, non si può abolire per decreto il crimine, non si può pensare che lo Stato sia in grado di mettere un paio di carabinieri davanti a tutti i venti milioni di appartamenti italiani (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia). Voi proponete l'impossibile per evitare il necessario. Perdonatemi, ma mi sembra che il vostro modo di pensare sia equivalente a quello di qualcuno che dica che si può abolire la morte chiudendo i cimiteri (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Salutiamo studenti e insegnanti dell'Istituto magistrale “Elena Principessa di Napoli”, di Rieti, che stanno assistendo da pochi minuti ai nostri lavori (Applausi).

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Santelli. Ne ha facoltà, per un minuto.

JOLE SANTELLI (FI). Presidente, su questo provvedimento le linee sono chiare, non c'è alcun equivoco. Io vorrei replicare, per suo tramite, all'ex Ministro Orlando, che dice che i colleghi di Forza Italia non riescono a dare una risposta su questo punto: c'è il pericolo che si elimini l'automatismo; noi vogliamo eliminare qualsiasi automatismo, noi vogliamo che ci sia un automatismo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)… Noi pensiamo che fra due persone, una vittima e un aggredito, per noi la vittima è chi è in casa propria e viene aggredito: quello automaticamente deve avere la possibilità di uscire senza troppi drammi dalla tragedia in cui è stato infilato.

Questo è il punto: a noi l'automatismo sta benissimo, Ministro Orlando (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)! Non riteniamo che la discrezionalità eccessiva del magistrato, come ha detto prima il collega Fiano, sia uno dei canoni essenziali di un Paese di diritto. Crediamo nella certezza dei diritti e nella certezza dei comportamenti (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Caiata. Ne ha facoltà, per un minuto, no mi scusi, tre.

SALVATORE CAIATA (MISTO). Basta anche meno di un minuto. È quantomeno paradossale, e mi rivolgo al Ministro Orlando, sentir definire “aggressioni” quelle che sono state subite in questo momento, proprio nel momento in cui parliamo di aggressioni vere, quelle che subiscono i cittadini quando la notte hanno le persone che gli entrano in casa, per cui farei un uso di questo termine un po' più attento (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Scalfarotto. Ne ha facoltà, per un minuto.

IVAN SCALFAROTTO (PD). Soltanto per ricordare che, giusto un anno fa, 500 mila ragazzi sfilavano a Washington gridando Never again: ricordavano la strage che c'era stata il 14 febbraio, con 17 morti in un liceo (Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Questo è quello che accade spesso negli Stati Uniti, dove la National Rifle Association - lo ricordo alla deputata Ravetto - non finanzia i democratici, ma è sostenuta fortemente dal Partito Repubblicano, almeno citiamo le cose giuste, ed esiste un movimento molto forte che chiede negli Stati Uniti, dove i morti ammazzati per armi da fuoco sono tantissimi, di fermare una cultura dell'arma da fuoco come una cosa positiva.

Noi dobbiamo rafforzare la sicurezza tra i cittadini perché lo Stato è in grado di mantenere la sicurezza nelle strade e nelle nostre città. Armarci significa semplicemente spostare sui privati una funzione essenziale dello Stato: è come se decidessimo di dare i colpevoli nelle mani delle famiglie, la legge del taglione. Questo è lo Stato di diritto che voi state cercando di cancellare.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Bazoli. Ne ha facoltà, per un minuto.

ALFREDO BAZOLI (PD). Sì, Presidente. Questa rappresentazione abbastanza schematica, secondo la quale noi saremmo contrari alla reazione legittima in caso di aggressione, è abbastanza ridicola.

Noi abbiamo detto e ribadiamo che, secondo noi, le norme che già oggi ci sono sulla legittima difesa sono adeguate e idonee a tutelare adeguatamente chi si difende da un'aggressione. Siamo, invece, preoccupati che, attraverso questa norma, passi un messaggio diverso e cioè che, da oggi in poi, non ci si potrà più solamente difendere, ma ci si potrà fare giustizia da soli.

E devo dire che la norma che ha proposto Forza Italia, da questo punto di vista, è incredibile, dal mio punto di vista; cioè, dal punto di vista giuridico è incredibile, perché nella norma proposta da Forza Italia si propone che sia sempre legittima la reazione quando qualcuno entra senza il consenso dell'avente diritto, punto! L'unico criterio che conta è che uno entri senza il tuo consenso in casa tua, non occorre il pericolo, non occorre l'attualità del pericolo, non occorre la proporzione della reazione, non occorre la necessità della reazione, basta solo che entri senza il tuo consenso e tu sei legittimato a qualunque reazione. Ma secondo voi, questa è difesa legittima o è esattamente il principio di giustizia “fai da te”, pericoloso per questo Paese?

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.16 Bazoli, con il parere contrario della Commissione… chiedo scusa, revoco l'indizione della votazione.

Prima che ponessi in votazione, aveva chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Cassinelli. Ne ha facoltà, per un minuto.

ROBERTO CASSINELLI (FI). Il Parlamento ha approvato norme in stati di emergenza anche se riconosco che in qualche occasione - mi riferisco, ad esempio, agli anni di piombo - hanno avuto certamente una funzione molto utile. Ma quelle che approviamo qui quest'oggi non sono assolutamente norme dettate da un momento di emotività ma sono norme che hanno l'unico obiettivo di sottrarre chi ha subìto una violenza ad un ulteriore peso, ad un ulteriore calvario.

Credo che chi ha avuto occasione di conoscere persone che sono state coinvolte in episodi di violenza e hanno subìto delle aggressioni in casa propria ha avuto modo di constatare come le vittime si siano trovate in una situazione di grandissima difficoltà e che tale difficoltà è cresciuta sempre di più quando non hanno trovato nello Stato evidentemente la tutela che queste persone speravano di avere.

Ebbene, noi crediamo che la persona venga prima di tutto e non è solo un problema di difesa della proprietà ma è soprattutto un problema di difesa dell'individuo che per noi viene prima di tutto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zucconi. Ne ha facoltà.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Presidente, abbiamo ascoltato poco fa il collega Orlando fare richiami a non usare la propaganda per trattare temi così importanti. Però, poi, l'onorevole Scalfarotto mi pare che abbia fatto un esempio che è solo propagandistico, in effetti.

Allora, noi ci permettiamo di ricordare - Fratelli d'Italia vede nel provvedimento in esame un primo passo nella direzione giusta - che facciamo parte di un sistema di diritto che privilegia la certezza: forse un ragionamento come quello del collega Orlando sarebbe più attinente a Paesi dove si applica il common law e non a quelli, come il sistema italiano, che privilegiano la certezza del diritto e che chiedono alla magistratura di attenersi alle norme di diritto che il legislatore opera.

Non allacciamo la legittima difesa sempre e comunque soltanto a un'effrazione della proprietà: ci sono anche casi di legittima difesa che riguardano le donne, ad esempio, e il fenomeno del femminicidio è così diffuso. Questo è un provvedimento che riguarda tutti i casi di legittima difesa: non scordiamocelo mai. Fratelli d'Italia è a favore del provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.16 Bazoli, con il parere contrario di Commissione e Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.21 Varchi.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Maschio. Ne ha facoltà.

CIRO MASCHIO (FDI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, l'emendamento 1.21 Varchi è finalizzato, da un lato, ad estendere in modo più chiaro, oltre ai luoghi già indicati relativamente al domicilio, anche alle immediate adiacenze di essi e, dall'altro, a rendere automatica la presunzione della mancata desistenza qualora si acceda anche alle immediate adiacenze con modalità tali da creare nella vittima uno stato di paura o agitazione.

Il concetto è che il legislatore vuole dare al giudice una indicazione, cioè quella di esercitare la propria discrezionalità non tanto nell'elemento soggettivo della vittima ma nell'elemento oggettivo delle modalità con cui un potenziale delinquente accede al domicilio o alle immediate adiacenze. Quindi si tratta di rendere più efficace l'estensione del domicilio che in parte la proposta di legge già ha proposto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Soverini che prima per una svista non ho fatto parlare e le chiedo scusa. Ne ha facoltà.

SERSE SOVERINI (MISTO-CP-A-PS-A). Nessun problema, Presidente, nessun problema. Quando sento parlare di immediate vicinanze rimango un po' colpito da queste definizioni. Quando più di 30 milioni di italiani abitano nel condominio, quali sono le immediate vicinanze? Voi armate le persone nei condomini. Cos'è l'immediata vicinanza: lo zerbino fuori dalla porta? Voi continuate a fare politiche che non hanno al loro interno il Paese reale: armate il Paese reale; armate i condomini e i giardinetti. Chi stabilisce il limite delle immediate vicinanze? Vi rendete conto del pericolo, dell'arbitrio che consegnate a una persona con in mano una pistola (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Civica Popolare-AP-PSI-Area Civica)?

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.21 Varchi, con parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.20 Lucaselli, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.25 Costa.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sisto. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Presidente, vorrei che si desse atto che nel paziente lavoro del collega Zanettin come relatore e nel lavoro del gruppo di Forza Italia sensibile ai temi non politici ma normativi del garantismo nei confronti delle vittime sempre più frequenti di atteggiamenti aggressivi, si sia cercata quella che si chiama la sistematicità giuridica, cioè coniugare il provvedimento quanto più possibile non soltanto al sistema del diritto sostanziale e processuale ma, soprattutto, a quelli che sono i canoni interpretativi più accorsati, più pratici, più utili, quelli che possono evitare degli stress che facciano della riforma di una norma un, come posso dire, quadrante diverso rispetto alla normalità.

Questo emendamento, Presidente, l'emendamento 1.25 Costa, fuga ogni dubbio ed evita, anche nelle perplessità, per la verità stupefacenti, del partito che aveva portato un'ipotesi di legittima difesa molto simile all'attenzione dell'Aula, nella scorsa legislatura, qualsiasi sospetto di semplice adesione per ragioni di consenso ad una iniziativa che, lo voglio ribadire, appartiene alla nostra capogruppo Mariastella Gelmini, con un provvedimento in tema di legittima difesa che è sempre stato, e non soltanto per ragioni di tempo, il primo ad essere sottoposto all'attenzione delle Commissioni e dell'Aula parlamentare.

Quindi, è una battaglia in cui noi ci ritroviamo perfettamente, per tempo, per coerenza, per DNA, per sensibilità a quello che accade sui territori. In questo emendamento, Presidente, noi proponiamo una cosa semplice che, come tutte le cose semplici, è quella che più consente di percepire il senso della riforma; noi proponiamo la presunzione di legittima difesa con un comma, con una parte finale della lettera c): presunzione di legittima difesa è onere di provare l'insussistenza della scriminante a carico della pubblica accusa. Che cosa voglio dire? Nella fisiologia dell'onere della prova, le scriminanti sono a carico di chi le adduce, cioè se io dico di aver agito in legittima difesa, tocca a me provare gli elementi che consentano di indurre il giudice a dire che io ho agito con la scriminante della legittima difesa; e anche il dubbio sulla scriminante non può essere mai il dubbio sull'assenza di prova di elementi a supporto, cioè vi è un onere di allegazione, da parte dell'imputato che vuole dire di aver agito in legittima difesa. Noi proponiamo con chiarezza di sostenere che questo onere, oggi, è a carico dell'accusa, cioè l'imputato agisce sempre - vi è una presunzione - in legittima difesa e toccherà al pubblico ministero dimostrare il contrario, lo diciamo con chiarezza, ma sostanzialmente recepibile anche nella formulazione che stiamo discutendo in quest'Aula: noi diciamo con chiarezza che l'onere di provare l'insussistenza della scriminante è a carico della pubblica accusa.

Allora, cerchiamo di capirci, pazienti interlocutori che vogliono capire, non che fanno finta di non capire per strumentalizzare politicamente il dibattito, noi diciamo che chi agisce in legittima difesa, agisce in legittima difesa salvo che il pubblico ministero non dimostri la insussistenza di questa scriminante.

Allora, capite bene che non c'è nessun vincolo, non c'è nessuna strettoia, è soltanto l'affermazione di un diritto che riviene dall'esperienza del quotidiano per cui chi si difende da aggressioni di quel genere è, comunque, in legittima difesa. Il pubblico ministero dovrà, laddove ritenga che non ci siano i presupposti, provarlo, lo ripeto, provarlo! A voi sembra, questa, una accezione non commestibile, non in linea con il sistema? A me sembra doveroso, perché se voi analizzate, Presidente, la giurisprudenza in tema di onere della prova della legittima difesa, vi renderete conto che, sostanzialmente, la prova è non difficile, è difficilissima, difficilissima! Bisogna allegare degli elementi così pressanti, così probanti, così evidenti che, sostanzialmente, vi è una sorta di timore di affermare l'esistenza della legittima difesa. Vi è una rarità di pronunce, vi è una difficoltà nel riconoscere questa esimente. Allora, noi superiamo questa difficoltà capovolgendo la prospettiva, legittimamente, perché l'onere della prova nel processo non è una rivoluzione, è una scelta del legislatore e quando il legislatore sceglie nell'interesse dei cittadini, sceglie legittimamente.

PRESIDENTE. Concluda, onorevole Sisto, ha già consumato più secondi di quelli che le erano stati assegnati.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Allora, Presidente, noi su questo emendamento fondiamo la coerenza del gruppo di Forza Italia e dimostriamo, senza timore e senza infingimenti, che noi facciamo gli interessi dei cittadini, ma ben all'interno del sistema e con le idee, non chiare, chiarissime. Voteremo a favore (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Bartolozzi. Ne ha facoltà, per un minuto.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Grazie, Presidente. Questo, per noi, è l'emendamento più importante e mi rivolgo agli amici della Lega: non ci avete consentito di andare oltre, perché il testo è un buon testo, ma non ci fa attuare quello che noi chiedevamo, il diritto di difendersi. Vieni dentro casa mia, non hai il mio consenso, non lo puoi fare e se lo fai ti becchi la mia reazione. Allora, cosa stiamo cercando di fare, noi, Presidente, con questo emendamento? Quello che ben diceva la collega Annibali - l'unica cosa che ho apprezzato, mi dispiace dirlo, questa volta, del suo intervento -: un cambio di orientamento culturale. Qui, il problema non è cosa può fare il cittadino, il problema, e lo dico con le parole di Carlo Nordio, non è fin dove l'aggredito può reagire, ma fin dove lo Stato può sanzionare chi ha diritto a difendersi. Quindi, lo Stato non mi difende e fin dove lo Stato può sanzionare la persona che si è difesa da sé? Ecco, Presidente, con questo emendamento, noi introduciamo un principio sacrosanto: se io mi difendo a casa mia, sarà l'accusa, che è parte, come l'altra, del processo, a dover dimostrare che non esiste la scriminante (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Zanettin. Ne ha facoltà, per un minuto.

PIERANTONIO ZANETTIN (FI). Grazie, Presidente. Intervengo per dire che questo emendamento rientra nella ratio legis di questa nuova riforma e, secondo noi, la migliorerebbe anche. Siamo consapevoli che il testo che oggi viene all'esame di quest'Aula è, come dire, il frutto di un compromesso, di una mediazione, e lo comprendiamo, però, invito l'Aula a riflettere su questo aspetto. Così come è collocata, oggi, la norma rimane una scriminante, cioè, quindi, scrimina un fatto illecito. L'emendamento tende, invece, a sancire il diritto di difesa e, quindi, avrebbe un senso più compiuto all'interno del nostro ordinamento e ovvierebbe anche a quegli inconvenienti che sono stati denunciati ed evidenziati nel corso delle audizioni…

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

PIERANTONIO ZANETTIN (FI). Un secondo, Presidente. Ci è stato detto, in particolare, che il grave turbamento, di per sé, per essere provato, richiede una perizia, una perizia psichiatrica o una perizia psicologica, quindi, sottopone l'aggredito, come dire, all'esame dello strizzacervelli, cosa che non è proprio il massimo. Quindi, se potessimo evitare all'aggredito l'esame dello strizzacervelli forse faremmo un buon lavoro.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.25 Costa, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.24 Costa.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Bartolozzi. Ne ha facoltà.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Anche in questo caso, limiterò il mio intervento a rappresentare quella parte dell'emendamento che non è stata già esplicitata negli altri interventi dei colleghi prima, sugli altri emendamenti.

Noi poniamo qui che anche l'introduzione tentata possa legittimare la reazione. E questo perché? Perché la persona che sta dentro casa, che sta nel suo negozio, che sta in un luogo privato non può sapere prima cosa vuol fare l'aggressore: quindi se noi sentiamo l'introduzione di un grimaldello, un'alterazione per entrare a casa, alterazione della serratura, una forzatura, anche quello, anche il tentativo di ingresso deve consentire la reazione da parte di chi sta in una privata dimora.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ETTORE ROSATO (ore 17,30)

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Presidente, il senso della nostra proposta di legge, di tutti gli emendamenti che Forza Italia ha presentato, è proprio questo: garantire la certezza al cittadino di stare sicuro a casa propria, di stare sicuro nei luoghi dove esplica la propria attività. Se noi non invertiamo e se non facciamo sì che questo avvenga, consentiremo sempre, non quello che dice il PD, reazioni sproporzionate ed illegittime attraverso le armi, ma consentiremo sempre ad un pubblico ministero e poi a un giudice di decidere per noi. Noi dobbiamo riprenderci assolutamente il ruolo che da parlamentari dobbiamo svolgere, e cioè di approvare norme chiare, che facciano da guida al giudice nell'applicazione della legge. Troppe volte ho sentito dire: la Cassazione ha detto, i giudici hanno deciso, l'orientamento prevalente; io lo dico da magistrato: non funziona così, perché i giudici nell'operare sono prima uomini, e questo vuol dire che ogni uomo che decide, non ogni magistrato che decide, ma ogni uomo che decide può decidere diversamente dall'altro se non ci sono principi e norme certi, chiari, intellegibili. Questo è il nostro compito; e per questo Forza Italia, seppur scardinando la proporzione tra offesa e reazione, ha tentato e tenterà fino alla fine di dare al giudice lo strumento per far sì che la discrezionalità non diventi arbitrio (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Perché questo è il pericolo che si corre: che la discrezionalità nel decidere diventi arbitrio (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Cogliamo l'occasione per salutare gli insegnanti e gli studenti della Scuola secondaria di primo grado Poggi-Carducci di Sarzana, in provincia de La Spezia, che sono venuti ad assistere ai nostri lavori (Applausi).

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.24 Costa, con il parere contrario della Commissione e del Governo, nonché del relatore di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.26 Conte.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Occhionero. Ne ha facoltà.

GIUSEPPINA OCCHIONERO (LEU). Presidente, anche con questo emendamento noi vogliamo ribadire il nostro “no” all'introduzione di una preventiva presunzione di proporzionalità tra l'azione, l'offesa e la difesa. E soprattutto voglio manifestare una grossa perplessità: ancora una volta secondo noi questo Governo sta alimentando delle formule di populismo che non guidano il popolo, ma lo trascinano lungo una parabola ascendente di esasperazione, di paura e di terrore, oltre che di sfiducia nello Stato e nelle nostre istituzioni, piuttosto che mettere in atto un sistema coerente e funzionante di misure di prevenzione per garantire la sicurezza nel nostro Stato (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Squeri. Ne ha facoltà.

LUCA SQUERI (FI). Presidente, io nonostante abbia avuto un fratello ucciso, vittima in una rapina, da responsabile di una categoria soggetta a rischio di rapine, i benzinai, ho sempre esortato a che l'atteggiamento da tenere nelle situazioni di attacco criminale fosse quello di non reagire. Dunque, non armarsi e non reagire, per il semplice fatto che l'esperienza ci insegna che chi reagisce nel 99 per cento dei casi poi ha la peggio, per una serie di motivi su cui non sto qui a dilungarmi, ad illustrarvi.

Chiarito questo, però, non ho mai detto che fosse possibile negare il diritto a difendersi: un conto è esortare, un conto è, dall'alto di un'esperienza, dare dei consigli, ma il diritto alla difesa è sacrosanto. Dunque, ben venga una legge che la smetta di mettere sullo stesso piano la vittima e l'aggressore, ben venga.

Nello specifico stiamo parlando dell'articolo 1 di questa proposta di legge, che si riferisce alla modifica dell'articolo 52 del codice penale, e nel comma 1 si riferisce all'articolo 614, cioè la violazione di domicilio.

È sacrosanto consentire ad un cittadino di difendersi quando in casa propria entra un delinquente, non si può negare questo diritto. Io ho il porto d'armi: se vado a lavorare non la porto; a casa mia, se entra qualcuno, ho tutto il diritto di difendere la mia famiglia, i miei figli, mia moglie, senza dover chiedere al delinquente perché è entrato in casa mia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Senza - e mi riferisco a quello che ho sentito dire - che questo comporti che non ho fiducia nella polizia o nei carabinieri: sì, ho fiducia nei carabinieri e nella polizia, ma in quel momento non ci sono, ci sono io a difendere la mia famiglia (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia).

E ho anche sentito dire che la legge così com'è, basta che i giudici la applichino bene: ecco, noi di certi giudici non ci fidiamo, perché alcuni giudici la legge non la applicano col buonsenso, con la serietà che invece dovrebbero avere. Per cui ben venga, ripeto, una legge che chiarisce che la difesa è sempre legittima e che non ci dev'essere parità tra l'aggressore e la vittima (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Migliore. Ne ha facoltà.

GENNARO MIGLIORE (PD). Signor Presidente, vorrei usare questi minuti per provare a fare, ancora una volta, un ragionamento che eviti di scadere in una becera propaganda, cosa che ho sentito più volte all'interno di questa nostra discussione.

In primo luogo, vorrei rassicurare i tanti assertori del primato del capofamiglia. Mi verrebbe da dire che siamo arrivati a questo punto in una discussione di un Parlamento di un Paese democratico: il capofamiglia, rispondo al fuoco, mi armo. Ma vorrei rispondere a costoro che chiunque in questo Paese eserciti la legittima difesa è assolutamente protetto dalla legge vigente, e lo è sulla base di un principio democratico ma soprattutto dello Stato di diritto: che la difesa, quando è legittima, non può essere penalizzata.

Questo elemento - e di questo stiamo discutendo - va valutato sulla base della specificità di un'irruzione, di un fatto che può essere ascritto ad una fattispecie penale. Ed io penso che, da questo punto di vista, non c'è solo ipocrisia nelle parole di chi mi ha preceduto, perché possiamo essere in disaccordo - questo è evidente, del resto lo siamo su tanti punti e credo che proprio con Forza Italia e con la Lega ci sia una divaricazione di comprensione di che cosa è oggi la nostra società e di come ci si debba difendere - ma la malafede non l'accetto.

E in questo momento, i sostenitori di questa posizione, coloro che ritengono di dover affermare che questa norma è quella che garantisce la legittima difesa, sono in malafede, e lo sono, a maggior ragione, quando ricoprono anche nella loro vita civile, oltre che in quella di deputati di questa Camera, figure di rappresentanti della giurisdizione, perché sanno benissimo costoro che nel momento in cui si deve accertare la possibilità che vi sia stato eventualmente un errore, eventualmente un eccesso, questo non può essere sottratto al vaglio della magistratura.

È, quindi, in questo senso che noi dobbiamo procedere; delle parole di verità.

Mi appello soprattutto a chi ha ricoperto degli incarichi formidabili all'interno della giurisdizione per richiamare qual è il principio dello Stato di diritto che in questo momento noi andiamo a ledere, cioè che ogni caso debba essere valutato all'interno di un processo. E se il processo dà fastidio, se il processo viene visto, come diceva Salvatore Satta, come diceva Carnelutti, come dicevano tutti coloro i quali intendono che il processo sia già una pena, si vada a incidere, come abbiamo già detto dai nostri banchi, su tutti coloro i quali soffrono la lunghezza dei processi, su tutti gli errori giudiziari che vengono compiuti in nome anche di una irresponsabilità, talvolta, di chi pronuncia le sentenze.

Noi oggi abbiamo bisogno di difendere lo Stato di diritto, non l'aggressore. Per noi l'aggressore - come per voi - deve essere punito, e quando c'è una possibilità unica di difendere se stesso, la propria famiglia, attraverso anche l'utilizzo di un'arma, questo verrà sancito da un processo. Non fate demagogia, non accettate una strada che porta lontano dalla cultura delle garanzie il nostro Paese, non fate del far west il vostro orizzonte culturale. Siete persone di diritto, siete persone che devono difendere la giustizia in questo Paese e il diritto a che questa venga applicata (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Librandi. Ne ha facoltà.

GIANFRANCO LIBRANDI (PD). Presidente, volevo chiedere al collega Squeri, che ha detto che lui difende la sua famiglia con le armi perché lui ha il porto d'armi e, quindi, si sente tranquillo in questo modo: quando lui esce di sera, cosa fa? Lascia a casa la pistola o la mitragliatrice a sua figlia, a suo figlio, a sua moglie o sua madre? Non si fa così per proteggere gli italiani!

Voi state sbagliando, perché per proteggere gli italiani non gli dovete dare un grilletto in mano, gli dovete dare un pulsante, una cosa elettronica, dovete usare la testa, perché la tecnologia vi permette veramente di salvare la famiglia in pochi minuti, non certo lasciando a casa le armi alla vostra famiglia.

Negli Stati Uniti c'è una legge che, come ha detto un mio collega, crea 39 mila morti all'anno; se facciamo la proporzione degli abitanti degli Stati Uniti con i nostri abitanti, noi ne avremmo 5, 6 o 7 mila. Quindi, la soluzione non è questa legge e con queste armi, ma è una soluzione tecnologica, che ho cercato mille volte di portare avanti con degli emendamenti nella legge finanziaria, che però voi non riuscite a percepire (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Santelli. Ne ha facoltà.

JOLE SANTELLI (FI). Presidente, forse è brutto quando non si ascoltano per bene tutti gli interventi: il collega Squeri ci ha portato qui una sua testimonianza drammatica di vita personale, e nonostante questo ha detto: io sono prudente sull'uso delle armi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Questo ha detto. Collega Migliore - al quale mi rivolgo per mezzo del Presidente -, qui non ci sono persone in buona fede e persone in malafede, non c'è una buona fede precostituita dei buoni, c'è una buona fede di tutti. C'è chi dice che non va bene questa legge, perché la legge che abbiamo oggi consente che un ladro entri in una casa o in un locale per venti, trenta, quaranta volte, venga ferito, e poi quella persona deve anche pagare un risarcimento dei danni (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Questa è la giustizia che questa legge e alcune applicazioni di questa legge hanno fatto in questo Paese. Contro questa legge vogliamo creare una nuova legge che sia Stato di diritto, e lo Stato di diritto è costituito proprio dalle leggi che questo Parlamento fa bilanciando gli interessi, e l'interesse dell'aggredito è il principale (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bartolozzi. Ne ha facoltà.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Presidente, per il suo tramite dico che il collega Migliore probabilmente è laureato in fisica, veramente glielo dico con molta umiltà. Lei probabilmente nelle aule di giustizia non c'è stato parecchio, non esercitando giurisdizione. Chi esercita giurisdizione, chi come me esercita da avvocato e da magistrato, sa bene che il processo, è vero, è una grande garanzia, ma è prima di tutto una pena per chi lo subisce. Lo dico di nuovo, Presidente, perché quando mi si dice che questa norma non è corretta vorrei capire perché. Non lanciate accuse a vuoto, mi dovete dire perché. Noi non vogliamo eliminare il processo, che è la sede naturale dove tutti, sia l'aggressore che chi ha subito l'aggressione, abbiano una garanzia, noi vogliamo accorciare la fase delle indagini, perché se avremo delle norme chiare le indagini dureranno meno. Concludo. Spiegatemi perché la normativa non va bene, spiegate concretamente cosa c'è di sbagliato.

PRESIDENTE. Onorevole Bartolozzi, non stimoli altri interventi.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zanettin. Ne ha facoltà.

PIERANTONIO ZANETTIN (FI). Presidente, volevo anch'io replicare all'onorevole Migliore, che, quando invocava l'intervento dei garantisti e di coloro che si erano occupati comunque di giurisdizione, forse si riferiva anche al sottoscritto per le pregresse esperienze. Io non sono fra quelli che ha mai detto - anche da relatore, nell'attività di Commissione - che questa norma e questa riforma escludesse il vaglio giurisdizionale. Non credo che vada venduta questa idea a coloro che ci stanno ascoltando e ai cittadini che sono fuori da quest'Aula. È giusto che ci sia il vaglio da parte della magistratura, però, qual è la finalità di questa nostra riforma? È quella di agevolare il lavoro della magistratura, evitando processi che durano anni. La speranza è che magari qualche processo che oggi si conclude in grado d'appello dopo una condanna in primo grado si risolva invece nel corso delle indagini preliminari con una richiesta di archiviazione. A questo tendiamo, non a vendere fumo, non a sottrarre alla giurisdizione, al vaglio di un magistrato quella che è comunque la morte di un uomo a seguito….

PRESIDENTE. Grazie onorevole Zanettin.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Basini. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE BASINI (LEGA). Presidente, onorevoli colleghi, nel novembre del 1879 l'onorevole Bernardino Grimaldi, in questo stesso palazzo, anche se non in quest'Aula, diceva testualmente che lui rispettava tutte le opinioni ma non credeva che l'aritmetica fosse un'opinione. Ora, come molte volte ha ricordato un grande liberale come Antonio Martino, ma come chiunque può controllare, le statistiche dicono che negli Stati degli Stati Uniti d'America gli episodi di sangue sono molto più frequenti negli Stati che hanno una legislazione non permissiva sulle armi da fuoco e minori negli Stati che hanno legislazione permissiva. Questi sono fatti. Ciò perché il criminale professionista va a delinquere più facilmente dove corre meno rischi. Devo solo aggiungere un'altra cosa. L'onorevole Migliore ha parlato di malafede. Vorrei, per il suo tramite, onorevole Presidente, chiedere all'onorevole Fiano di insorgere anche questa volta (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Salutiamo gli studenti e gli insegnanti dell'Istituto tecnico commerciale “Giovanni Spagna” di Spoleto, che stanno assistendo ai nostri lavori (Applausi).

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bazoli. Ne ha facoltà.

ALFREDO BAZOLI (PD). Presidente, non credo che il collega Migliore abbia bisogno della mia difesa, però, quando il collega faceva riferimento alla giurisdizione, agli esperti, a chi si occupa della materia, a chi frequenta le aule dei tribunali come avvocato o come giudice, e diceva che tutti costoro sanno benissimo che oggi la legittima difesa è una norma che funziona e che questa riforma è una riforma che inganna i cittadini italiani, perché gli dice che da oggi potranno difendersi e farsi giustizia da soli, ma, in realtà, così non sarà, quando dice queste cose, il collega Migliore le dice perché ce le hanno dette esattamente i magistrati e gli avvocati che abbiamo audito in Commissione.

Ce lo ha detto il presidente dell'ANM, Minisci, con grande chiarezza, ce lo ha detto l'avvocato Mascherin, il presidente del CNF, ce lo hanno detto i colleghi penalisti. Tutti hanno detto: guardate, questa è una norma che è inutile toccare perché già oggi la stragrande maggioranza, quasi tutti quelli che vengono indagati, come sarà in futuro per la legittima difesa, vengono archiviati. E aggiungo che prima il collega Zanettin ha ricordato e ha detto, smascherando e facendo cadere il velo di ipocrisia, che anche in futuro vi saranno indagini lunghe e accurate in episodi di questo genere…

PRESIDENTE. Grazie onorevole Bazoli.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.26 Conte, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza PD.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).

EMANUELE FIANO (PD). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO (PD). Presidente, sull'ordine dei lavori, brevissimamente, per ammettere un errore, perché prima ho attribuito al collega Marin delle parole che non ha detto, perché, quando si riferiva alle urla orribili “dieci, cento, mille Nassiriya”, stava dicendo - ho letto lo stenografico - che il suo partito non si è mai alleato con chi faceva quelle urla. Quindi, ho sbagliato io nell'interpretazione e mi scuso (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Bene, fa piacere che la cosa si sia risolta.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.27 Costa.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bartolozzi. Ne ha facoltà. Onorevole Bartolozzi, è un piacere sentirla.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Presidente, continuo a sentirne tante, ma nulla che mi convinca veramente da parte dei colleghi dell'opposizione, veramente da parte del solo PD, perché l'interlocuzione purtroppo si è ridotta tra Forza Italia e il Partito Democratico…chiedo scusa, qualche volta Fratelli d'Italia. Quindi, continuo, per il suo tramite, a rivolgermi a loro. Il problema, collega Verini, non è - lo ribadisco per la trentesima volta - eliminare il processo, non è questo il tema.

Noi vogliamo accorciare la fase procedimentale. Quando lei mi dice “ma il presidente Minisci e il presidente Mascherin hanno detto che questa proposta di legge non va bene”, ma lei si stupisce? Io no, perché chi parla sono dei procuratori, dei magistrati che non vogliono sentirsi dire che le indagini preliminari durano troppo tempo. Smettiamola di prenderci in giro! Vi ho citato Carlo Nordio, che credo essere un garantista e conosciuto da tutti: è un giudice, un giudice, collega, non procuratore, giudice; e da giudici, come sono stata io, si sa e si ha una posizione diversa. Per questo, Presidente, ben venga il progetto e il testo di legge sulla separazione delle carriere, è ora di smetterla di dire, questo sì, bugie al popolo italiano.

La procura non dirà e non si assumerà mai la responsabilità di dire che in questo Paese le indagini preliminari durano troppo tempo. Non dico che sia responsabilità dei procuratori, ci sono tanti fattori endemici del sistema per il quale le indagini durano troppo, ma sicuramente durano troppo. E, allora, chiedo ai colleghi del PD di dirmi perché non va bene questa riforma, non di fare, voi, spot elettorali, parlando di far-west. Voi fate propaganda, ditemi perché non va bene.

Direi ai colleghi della Lega: siete stati troppo timidi, siamo stati tutti troppo timidi, perché noi avremmo fatto molto di più, ben di più per garantire la vera difesa, la piena difesa e la piena garanzia per il cittadino. Quindi, se volete smettere di fare propaganda elettorale e se volete parlare di cose che concretamente avvengono nelle aule di giustizia, vi prego di dirmi tempi, modi, modi di operare e cosa in questa riforma, per quella che è la vostra opinione, non va, che cosa di questa riforma non va bene, ma non, vi prego, usando l'argomento dell'uso delle armi, non, vi prego, usando “volete eliminare i processi”, non, vi prego, usando “siete contro la magistratura”, perché queste sono argomentazioni che non possono essere fatte qua dentro, dentro l'Aula, e, soprattutto, non possono essere sbandierate fuori al popolo italiano (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Bartolozzi. Devo dire che io, che l'ho ascoltata con grande attenzione, le suggerirei di riferirsi all'emendamento, nel senso di rivolgersi poi al relatore, che è quello che dovrebbe accogliere il contenuto dello stesso.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ferro. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Grazie, Presidente. Intervengo non a seguito del sollecito della collega Bartolozzi, perché, del resto, Fratelli d'Italia sulla legittima difesa da sempre, credo, all'interno anche della coalizione di centrodestra, ha detto chiaramente cosa intende per legittima difesa e, soprattutto, noi riteniamo di dover essere dalla parte di quegli italiani che troppe volte hanno subito traumi, ingiustizie, e che ne pagano le conseguenze. Stiamo facendo ciò che gli italiani ci chiedono, lo stiamo facendo dando gli strumenti a chi dovrà, in qualche modo, non eliminare il processo, ma, attraverso la norma, garantire la sicurezza ai nostri cittadini, perché troppo spesso, quando si perde la certezza del diritto, della sicurezza e della legalità, probabilmente vengono meno dei pilastri fondanti.

Sull'emendamento ci troviamo ovviamente d'accordo con quello che è stato precedentemente già detto da chi è intervenuto e voglio ovviamente chiarire e ringraziare i colleghi della Commissione giustizia, che hanno condotto un ottimo lavoro, e noi andremo avanti. Avremmo voluto forse una legittima difesa che non venisse in quest'Aula descritta come se si fosse all'indomani della guerra nel Bronx. Dotare, ovviamente, di strumenti per cui chi entra in casa deve essere in qualche modo punito e, soprattutto, chi subisce un'intrusione non deve avere il tempo per chiedere “cosa sei venuto a fare, a rubare l'argenteria o a far male ai miei cari o, in qualche modo, a deturpare la mia proprietà?” Credo che sia un atto che la politica oggi deve a tanti italiani.

Quindi, voglio sottolineare che rispetto al quadro generale avremmo voluto osare anche di più, ma riteniamo che in questo momento questo sia un primo passo in avanti per evitare delle sentenze che hanno degli aspetti molte volte, devo dire, ambigui e che casi come quello che è stato citato poc'anzi, di quella donna che ha subito violenze e nella sentenza rispetto all'aggressore si è addirittura tolto parte di quello che doveva essere il momento di espiazione reale in termini di tempi, non avvenga più. Noi di Fratelli d'Italia di legittima difesa ne abbiamo parlato, ne stiamo parlando e ne continueremo a parlare, dotando degli strumenti, ma soprattutto mantenendo gli impegni che abbiamo assunto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Migliore. Ne ha facoltà.

GENNARO MIGLIORE (PD). Grazie, signor Presidente. Ringrazio anche per aver ricordato che il mio corso di studi non è quello in giurisprudenza ma è quello in fisica. In effetti, devo dire che quando faccio il legislatore cerco sempre di ascoltare, come diceva prima il mio collega Bazoli, quelle che sono le voci che rappresentano la giurisdizione, in questo caso, e l'ho fatto anche quando ho avuto l'onore di sedere tra i banchi del Governo come sottosegretario per la giustizia e insieme al Ministro Orlando facendo anche applicare una modifica della legge sulla legittima difesa il cui contenuto principale però - lo voglio ricordare - era quello del risarcimento per le spese processuali per chi andava assolto, che è cosa ben diversa dal confondere la legittima difesa con la sicurezza.

Siccome nel mio corso di studi una delle cose che mi insegnano e che mi hanno insegnato è a non tradire la logica e, quindi, anche la consequenzialità delle azioni che si producono in un discorso, allora vorrei chiedere ai colleghi della destra cosa c'entra la questione della sicurezza con la questione della legittima difesa. La legittima difesa è l'esercizio di una difesa estrema all'interno di una vicenda che già si sta consumando come vicenda criminale nel caso in cui ci sia un'aggressione; la questione della sicurezza ha, invece, a che vedere con la repressione post fatto e con la prevenzione, realizzando quelle reti di sicurezza che sono da affidare esclusivamente allo Stato.

Allora, io posso anche pensare che voi abbiate un'altra idea sulla legittima difesa e su quando questa possa essere esercitata, ma non posso accettare - e lo dico da cittadino prima ancora che da rappresentante delle istituzioni - che voi confondiate due concetti così radicalmente diversi tra di loro, perché avete una presunzione nel dire che questo è un sistema per garantire la sicurezza. Ma la sicurezza di chi, visto che anche oggi è legittimo difendersi se si è aggrediti in casa propria? La sicurezza è tutt'altra. Confondere questi due piani, fare propaganda - e lo voglio dire con grande chiarezza - e il fatto che vi sia chi in quest'Aula sostiene che chi viene a essere audito in realtà lo fa per difendere un interesse di parte, perché non sarebbe disponibile ad ammettere che magari - non lo so - lavora male oppure che ci siano tanti elementi che contrastano la possibilità di rendere veloce un processo, non si rende conto, invece, che si stanno minando le basi della costruzione anche di un procedimento legislativo.

Ma noi, secondo la collega Bartolozzi - e lo dico per suo tramite -, a chi dovremmo riferirci se non alle massime autorità della giurisdizione per capire di che cosa stiamo parlando? Questo anche quando siamo al Governo, e vorrei che questo “fantasma” del Ministro della giustizia desse un segno, un cenno, un sorriso, visto che ne è sempre così ben fornito, a questa discussione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Ma dove sono coloro i quali in questo momento stanno decidendo che pareri dare? Non sono magistrati, collega? Ma quando ci sono gli uffici legislativi a chi ci riferiamo? Ai magistrati! E quando dobbiamo interloquire, se vogliamo fare seriamente i legislatori, a chi ci dobbiamo riferire? A quelli che fanno una pubblicità indegna alla diffusione delle armi perché non c'è la possibilità di difendersi con lo Stato e, quindi, bisogna difendersi da soli?

Io questo dico, colleghe e colleghi: almeno rispettiamo quelle che sono le istituzioni alle quali ci riferiamo, perché altrimenti non avrebbe neanche senso fare l'attività nelle Commissioni che, invece, è indispensabile per formare un'opinione.

Poi voi rimanete di questa opinione e avete su questo guadagnato qualche voto, ma avete perso per quanto riguarda la difesa dello Stato di diritto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Salutiamo gli studenti e gli insegnanti della scuola statale secondaria di primo grado “Giosuè Borsi” di Livorno, che sono venuti ad assistere ai nostri lavori (Applausi).

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Enrico Borghi. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). Grazie, signor Presidente. Credo sia piuttosto singolare e curioso dover constatare - lo potranno apprezzare quelli che ci guardano da fuori - un dibattito su questo provvedimento che avviene tutto tra forze dell'opposizione, delle minoranze. Noi stiamo assistendo a un silenzio tombale da parte della maggioranza, che evidentemente ha su questo punto, come riportano le cronache, alcuni elementi di sfrido - le agenzie parlano di trenta, trentadue deputati del MoVimento 5 Stelle assenti, più alcuni franchi tiratori nel voto segreto in precedenza - e con la Lega che evidentemente si acconcia a ritenere che la funzione parlamentare del dibattito sia esclusivamente quella di assistere, inerme e silenziosa, alle osservazioni della minoranza o delle minoranze, magari demandando a Forza Italia il compito di agire in accomandita semplice. È davvero una situazione molto curiosa e molto particolare e rispetto alla quale il Governo del cambiamento ci doveva portare anche questa particolare innovazione del dibattito (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.27 Costa, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.29 Costa.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Costa. Ne ha facoltà. Onorevole D'Ettore… Onorevole D'Ettore, usi un SMS; no, usi un SMS. Prego, onorevole Costa.

ENRICO COSTA (FI). Grazie, Presidente. Questo emendamento tende, come altri presentati dal gruppo di Forza Italia, a dettagliare, in modo puntuale e specifico, il testo dell'articolo 52, perché noi abbiamo verificato e osservato - e lo si può osservare analizzando la giurisprudenza - che una norma che sia generica, che non sia chiara, che non sia puntuale e che non sia precisa si presta a diverse interpretazioni. Infatti, ci può essere un tribunale, un circondario in cui la norma è interpretata in un certo modo, altri territori in cui la norma è interpretata nel modo opposto. Questo chiaramente porta, poi, soltanto ad avere in Cassazione un'interpretazione definitiva.

Questo, però, è l'elemento - dobbiamo dire - che è nevralgico di questo testo normativo. Noi vogliamo avere un testo chiaro, puntuale e preciso per evitare che chi si difende possa vedere riconosciuta la legittima difesa soltanto in ultima istanza. Sei aggredito in casa tua, ti difendi, sei indagato, sei rinviato a giudizio, sei giudicato in primo, in secondo e in terzo grado e, come osservava l'onorevole Migliore, che ricordo nei banchi del Governo a dare i pareri positivi sull'articolo 52 da parte del Governo nella scorsa legislatura e, quindi, è difficile per lui probabilmente tacciare noi di malafede, chiaramente ci possono essere delle condizioni che cambiano, delle posizioni politiche che magari sono meglio dettagliate nel Partito Democratico, ma arrivare a giudicare chi ha una linea naturale e continua su questo provvedimento come soggetto in malafede mi pare un po' forzato.

Ebbene, quindi il processo è una pena, quello che vuole fare questa legge è fare in modo che la situazione possa essere chiara fin dall'inizio, possa essere il pubblico ministero… È chiaro, ci dovrà essere un'indagine, ma avere tutti gli elementi normativi di un dettato normativo chiaro di fronte, sapere quello che è lecito, sapere quello che è illecito e mandare a giudizio soltanto quando non ricorrano i presupposti della legittima difesa. Perché noi vediamo quanti casi di persone che si sono difese in casa propria che vengono, sì, assolti, ma dopo un lungo, lunghissimo, processo, un iter processuale che compromette il lavoro, compromette i rapporti familiari, compromette il rapporto con il mondo circostante. Il processo è una pena, e proprio per evitare che si arrivi ad avere un processo, io non dico inutile, ma un processo che si potrebbe evitare come una norma più chiara e più puntuale, noi abbiamo voluto valutare positivamente questa legge.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI (ore 18,10)

ENRICO COSTA (FI). I nostri emendamenti puntano a meglio dettagliare, ci rendiamo conto che ovviamente la maggioranza punta a chiudere il testo nel più breve tempo possibile e quindi non c'è spazio per l'accoglimento di questi ulteriori emendamenti, però noi siamo anche convinti che nel 2006, se ci fosse stata una maggiore attenzione anche agli emendamenti che c'erano in Aula, probabilmente oggi gli interventi normativi sarebbero minori o forse non ce ne sarebbe davvero bisogno. Nel 2006 si è fatto un passo avanti sul tema della proporzione, ma il tema della proporzione non è stato sufficiente. Oggi veramente auspichiamo che si possa fare questo passo avanti; un passo avanti che poi venga, chiaramente, non ribaltato dalla giurisprudenza.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bazoli. Ne ha facoltà.

ALFREDO BAZOLI (PD). Sì, Presidente. Questo emendamento è un emendamento con il quale Forza Italia chiaramente vuole scavalcare a destra la maggioranza e la Lega. Ed è un emendamento che riproduce quella parte della proposta di legge di Forza Italia che io considero giuridicamente aberrante, perché introduce, come unico criterio che il giudice deve valutare per valutare legittima la difesa, semplicemente il fatto che qualcuno sia entrato nella tua proprietà senza il tuo consenso. Ripeto, solo questo deve essere valutato. Quindi, non occorre valutare la necessità di una reazione, l'imminenza di un pericolo, la proporzionalità della reazione. Cosa significa questo? Se passasse un emendamento così, significherebbe che, da oggi in poi, chiunque entra nella tua proprietà può essere abbattuto - abbattuto! - semplicemente per il fatto che è entrato nella tua proprietà senza il tuo consenso. Ma vi pare una cosa giuridicamente sensata, questa? Vi pare una cosa che possa entrare in un'Aula come questa e possa essere proposta una riforma di questo genere? È una cosa aberrante, che porta alle estreme conseguenze esattamente la filosofia che sta alla base di questa riforma e alla quale noi ci opporremo sempre e comunque.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Bartolozzi. Ne ha facoltà, , per un minuto.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Presidente, sentire che siamo aberranti e che abbiamo una logica aberrante proprio non si può lasciar passare, perché non c'è nulla di aberrante, non siamo a destra della destra, noi siamo sulle nostre posizioni, l'abbiamo detto tante volte: non consentiamo che nessuno entri nelle nostre abitazioni e nei nostri negozi senza il consenso. Sono comportamenti alternativi, quello del consenso, quello della minaccia, quello della violenza, quello dell'uso delle armi; sarà il giudice poi a scegliere, ma anche solo senza il consenso tu a casa mia non puoi entrare. E non è che noi abbattiamo chi entra, noi usiamo una reazione, non è necessariamente l'arma, collega, non è necessariamente l'arma. Il principio, però, che deve passare - e questo non può essere etichettato come aberrante - è che dentro i luoghi di privata dimora non si entra senza il consenso di chi sta dentro (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.29 Costa, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).

Passiamo all'emendamento 1.30 Varchi.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Varchi. Ne ha facoltà.

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Grazie, Presidente. Io intervengo per ribadire, ancora una volta, come per Fratelli d'Italia questa norma sia imperfetta senza l'approvazione dei nostri emendamenti.

Questo emendamento, più in particolare, tende a rendere più eque le misure di applicazione di questa norma, soprattutto in presenza di evidenti sproporzioni fisiche, si pensi ad esempio alle donne che più volte sono state citate nel corso di questo dibattito. E, allora, noi riteniamo che anche la sproporzione fisica, in assenza di armi, sia da tenere in considerazione, laddove si riveda una norma come quella sulla legittima difesa.

Fratelli d'Italia lo fa senza ipocrisie e senza infingimenti e per questo noi abbiamo immaginato un emendamento come questo, che, sopprimendo la dicitura “di uso di armi o di altri mezzi di coazione fisica”, estende formalmente ma anche sostanzialmente l'ambito di applicazione di questa norma, perché davvero non vi siano dubbi sul fatto che, quando ci si trovi all'interno della propria abitazione e si subisca un'aggressione, un'intrusione, un tentativo, la difesa sia sempre legittima. Ecco perché voteremo a favore del nostro emendamento, invitando l'Aula a farlo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Bartolozzi. Ne ha facoltà.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Presidente, solo per dire che noi voteremo l'emendamento proposto dal gruppo di Fratelli d'Italia perché va assolutamente nella direzione del disegno di legge a prima firma Gelmini. Togliere il riferimento all'uso di armi o di altri mezzi di coazione fisica rende legittima la reazione, comunque, dell'aggredito e, quindi, voteremo favorevolmente questo emendamento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.30 Varchi, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.8 Varchi, con parere contrario di Commissione e Governo e del relatore di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'articolo 1.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signor Presidente. Intervengo per dichiarazione di voto sull'articolo che ovviamente, anche per le argomentazioni che abbiamo formulato durante il dibattito, avrà un voto negativo, ma credo che sia giusto, anche per rispetto di chi ci ascolta e di chi ci ha seguito, dare alcuni dati. Abbiamo passato quasi quattro ore a discutere e a confrontarci e ad avere opinioni differenti, come è giusto che sia, però è l'entità del fenomeno che, da questo punto di vista, credo renda giustizia anche a chi, come noi, ha sostenuto che l'attuale legislazione sia sufficiente e che non ci fosse bisogno di un intervento correttivo.

Bene, secondo i dati, i procedimenti giacenti presso i tribunali, sia sezioni dibattimentali che uffici del GIP o del GUP, sono una manciata.

Quanto alla fase dibattimentale, i procedimenti iscritti per difesa legittima, in base all'articolo 52 del codice penale che abbiamo trattato in queste ore, sono stati cinque nel 2013, zero nel 2014, tre nel 2015 e due nel 2016, cioè assolutamente marginali per quanto ogni caso vada rispettato.

Per quanto ogni vittima debba avere il nostro rispetto e la preoccupazione per non essere riusciti a garantirne la sicurezza, stiamo parlando di casi assolutamente isolati e, invece, ancora una volta, la legittima difesa da questo Governo e, in particolare, dal Ministro dell'Interno è stata usata come una straordinaria arma di distrazione di massa.

Si è fatto diventare questo uno dei grandi problemi con la “P” maiuscola, quando i numeri che, alla fine, sono oggettivi nella maniera più assoluta indicano che non esiste alcuna emergenza. L'emergenza è stata sostanzialmente inventata, è stata creata come un'arma di distrazione di massa e stupisce, da questo punto di vista, signor Presidente, e credo che lei possa da questo punto di vista convenire sul fatto che non si era mai visto che su un elemento che è stato parte importante della campagna elettorale per esempio della Lega, che è stato un elemento che ha visto protagonisti il Ministro dell'Interno e altri ministri per diversi mesi, non ci sia stata nessuna voce che si sia alzata, ad eccezione di un collega della Lega, nessuna voce da parte dei capigruppo in Commissione di Lega e MoVimento 5 Stelle, di nessun esponente; un silenzio - lo dico per il rispetto che si deve anche al lavoro parlamentare e all'Aula – assordante. Un silenzio assordante e inconcepibile che si spiega soltanto evidentemente con un accordo di potere, con un accordo che vede, ancora una volta, il MoVimento 5 Stelle sostanzialmente soccombere su temi dati in appalto alla Lega. E, se non è vero, smentitemi, trovate le argomentazioni perché fino ad oggi non le abbiamo ascoltate.

E, quindi, da questo punto di vista, il nostro è un doppio voto negativo: è un voto negativo nel merito ma anche per la scelta di aver fatto diventare la proposta di legge sostanzialmente una proposta manifesto che aiuta sostanzialmente ad aumentare la percezione di insicurezza, non aiuta in nessun modo ad avere maggiore sicurezza. Tutti, nessuno escluso, avremmo dovuto dedicare meglio queste quattro ore di lavoro parlamentare per confrontarci su come dare maggiore sicurezza perché è giusto, come dicevo, che sia garantito a tutti i cittadini e le cittadine il diritto alla sicurezza.

E, quindi, veramente, nel metodo, c'è questo silenzio assordante che spero nel prosieguo del dibattimento possa essere sostituito - ho chiuso, signor Presidente - da un dialogo, perché credo che siamo qui per discutere ed ascoltare anche posizioni diverse che ritengo vadano rispettate da tutte le parti, ma veramente non si era mai vista una discussione che, di fatto, ha visto impegnati tutti i gruppi tranne quelli che, in questo momento, hanno l'onere di governare il Paese. (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bazoli. Ne ha facoltà.

ALFREDO BAZOLI (PD). Presidente, l'articolo 1 è certamente il cuore del provvedimento di riforma della legittima difesa. Come abbiamo già cercato di spiegare e di motivare in un dialogo quasi solitario, dal momento che appunto la maggioranza non ha ritenuto di intervenire una volta in questo dibattito e la cosa, come è stato giustamente sottolineato, è abbastanza paradossale, l'articolo 1 è il cuore della riforma, che noi riteniamo sbagliata perché inutile.

Non abbiamo ancora sentito un argomento convincente che ci dica il motivo per il quale è necessario modificare una norma che tutti quanti ci hanno detto - lo ribadisco - è una norma che oggi funziona bene e le statistiche, che sono state portate e che nessuno ha smentito, lo testimoniano.

Tutte le persone che si difendono oggi da aggressioni improprie sono tutelate dalla legge: non c'è alcuna necessità di questa riforma. È una norma manifesto che viene approvata a tambur battente, prima delle elezioni europee, perché può aiutare ad avere qualche consenso in più, perché agitare il problema sicurezza per gli italiani può aiutare ad avere qualche consenso in più.

Trovo abbastanza paradossale che Forza Italia partecipi così intensamente a una battaglia della Lega di cui poi si avvantaggerà esclusivamente la Lega, perché questo è quello che capiterà. Quindi, sono tutte battaglie che Forza Italia fa ma di cui si avvantaggerà soprattutto la Lega.

Dicevo che trovo assolutamente non convincenti gli argomenti che ho sentito: l'abbiamo detto in termini più generali nel dibattito. Sono argomenti che non reggono a un vaglio critico anche dei fatti e dei numeri che abbiamo citato.

Vorrei, inoltre, dire che noi non siamo troppo preoccupati dall'impatto che la riforma avrà sul piano giuridico perché sappiamo che il nostro sistema, il sistema giudiziario e giuridico italiano, ha gli anticorpi per reagire di fronte ad attacchi ai principi basilari dello Stato di diritto perché ci sono i giudici che interpretano correttamente le norme, c'è la Corte costituzionale che può intervenire laddove si diffondesse un'interpretazione che è in violazione dei principi costituzionali; sappiamo che la Corte può intervenire e riteniamo che ci siano rischi di incostituzionalità nella norma.

Quindi, non abbiamo grande paura per l'impatto che avrà dal punto di vista giuridico ma ribadiamo che abbiamo una forte preoccupazione per il messaggio che si lancia con la riforma e il messaggio è appunto di difendersi da soli ma anche di farsi giustizia da soli.

Non possiamo interpretare altrimenti la visita che ha fatto in carcere il Ministro dell'Interno Salvini a una persona che è stata condannata non per legittima difesa - ripeto: non per legittima difesa - ma è stata condannata perché si è fatta giustizia da sé. È stata condannata perché ha sorpreso un ladro, lo ha picchiato, lo ha fatto inginocchiare, gli ha fatto mettere le mani dietro la nuca e poi gli ha sparato da un metro e mezzo; ma vi pare possibile dare un messaggio agli italiani che questo sarà il futuro del nostro sistema di diritto, in Italia (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Liberi e Uguali)? Vi pare possibile? Questo è molto pericoloso, perché rischia di minare il principio cardine che è alla base di tutti gli ordinamenti democratici e cioè che il monopolio della giustizia appartiene allo Stato. E se, invece, si sdogana l'idea che ciascuno può farsi giustizia da sé, noi rischiamo di fare un salto all'indietro di secoli nella civiltà giuridica del nostro Paese.

Io voglio darvi un altro dato che non è emerso nella discussione e che può aiutare a comprendere la nostra preoccupazione. L'anno scorso ci sono stati, in Italia, 340 omicidi: è il numero più basso di omicidi dall'Unità d'Italia ad oggi; è il numero più basso dall'Unità d'Italia ad oggi, ed è da venticinque anni che questo dato è in continuo calo, cioè continuano a calare gli omicidi in Italia. Sapete perché calano? Lo dicono gli esperti, quelli che si occupano di queste materie: calano questi omicidi perché l'affermazione dello Stato, con la sua capacità di detenere il monopolio della violenza legale, la sua legittimità, l'interiorizzazione da parte dei cittadini dell'imperativo che non ci si può far giustizia da soli, è diventato patrimonio comune sempre di più in questo Paese.

Voi rischiate di mettere a repentaglio esattamente questa cosa che si è fatta largo nei cittadini in questi ultimi 25 anni. Rischiate di mettere a repentaglio tutto ciò che ha consentito questa diminuzione drastica degli omicidi in Italia, perché rischiate di importare in Italia la cultura della difesa americana, quella cultura in base alla quale ci si può difendere e si può sparare a chiunque entri nella tua proprietà e in forza della quale il tasso di omicidi negli Stati Uniti è dieci volte quello italiano. Questo è il rischio che noi vediamo e che sta dietro il messaggio che voi lanciate con questa riforma ed è questa la ragione per la quale noi ci opponiamo con tutte le nostre forze a questa riforma, perché noi stiamo da un'altra parte, culturalmente e giuridicamente (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Gelmini. Ne ha facoltà.

MARIASTELLA GELMINI (FI). Grazie, Presidente. Sono volate parole grosse su questo provvedimento: chi ha parlato di una giustizia fai da te, del far west, dell'aumento dell'utilizzo delle armi e chi, invece, è convinto che questa legge sia la panacea di tutti i mali.

Noi riteniamo che entrambe queste posizioni siano fuorvianti e voteremo a favore di questo articolo del provvedimento, perché riteniamo che il meglio sia nemico del bene e non cediamo né alla propaganda né al calcolo, ma riteniamo che questo provvedimento, lungi da quello che ha detto il collega Bazoli, che riguardi pochi casi, in realtà tocchi alla radice il rapporto di fiducia, il venir meno, l'incrinarsi del rapporto di fiducia fra lo Stato e il cittadino. E questo articolo, con i correttivi che grazie anche ai colleghi di Forza Italia che hanno lavorato in Commissione sono stati introdotti, tutto sommato, è migliorativo dello stato esistente.

Certo, alcuni rischi permangono, perché prima si richiamava la riforma Castelli e, certamente, l'aver bocciato gli emendamenti di Forza Italia che volevano ascrivere la legittima difesa, non come una scriminante, non come una causa di giustificazione, ma come un diritto alla difesa, comporterà il fatto che, purtroppo, ci sarà ancora della giurisprudenza, o quantomeno vi è questo rischio, che darà un'interpretazione restrittiva dei presupposti della legittima difesa (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

Noi avremmo voluto l'affermarsi, invece, di un diritto pieno alla difesa e l'inversione dell'onere della prova, non perché siamo per una giustizia fai da te, ma perché riteniamo che, alla base del rapporto tra lo Stato e il cittadino, ci sia il fatto che il cittadino rinunci, limiti alcune delle proprie libertà, in cambio della garanzia di alcuni diritti. Quando il diritto all'incolumità viene meno, non è che scatta la scriminante della legittima difesa, scatta il diritto del cittadino a difendersi dove lo Stato ha fallito (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

E noi, ovviamente, ci auguriamo che lo Stato fallisca il meno possibile, ma laddove ciò accada è inaccettabile che quel cittadino, vittima di una violenza, che si deve difendere da solo, debba anche subire l'onta dell'iscrizione nel registro degli indagati e di processi lunghissimi, pagandosi anche le spese. Questo non è lo Stato di diritto e non è nemmeno la giustizia fai da te.

Quanto all'inversione dell'onere della prova, questo sarebbe un punto di buonsenso, perché la difficoltà per il cittadino sta proprio nel fatto di assolvere all'onere della prova. E, allora, fare in modo che sia il PM, che sia la pubblica accusa a dimostrare che non c'erano i presupposti per far scattare la legittima difesa sarebbe un modo anche per ridurre il numero dei processi, perché dall'analisi dell'assenza di quei presupposti si eviterebbe di iscrivere le persone nel registro degli indagati e di ingolfare i tribunali.

Quindi, noi siamo attenti al funzionamento della giustizia e siamo attenti agli interessi dei cittadini. Non votiamo, come dicono i colleghi del PD, questo provvedimento per fare la corsa ad intestarcelo; non ci interessano né la propaganda, né il calcolo, noi siamo qui, in quest'Aula, e abbiamo votato contro la maggior parte dei provvedimenti di questo Governo, perché li riteniamo dannosi. Quando c'è un provvedimento che ci convince - e, incidentalmente, ciò non so se fosse nel contratto, ma sicuramente era nel programma del centrodestra sulla base del quale siamo stati votati il 4 di marzo - noi ci sentiamo in dovere di non far mancare il nostro voto (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

Quindi, voteremo “sì” a questo articolo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Verini. Ne ha facoltà.

WALTER VERINI (PD). Mi colpisce un fatto, Presidente, in questa nostra discussione; che coloro che difendono questo provvedimento attaccano le opposizioni, cioè il Partito Democratico e altre opposizioni, come Liberi e Uguali, ma glissano sul punto che a definire pericoloso questo provvedimento sono stati: tutto il mondo dell'avvocatura, tutto il mondo della magistratura e eminenti personalità del mondo accademico. Tutte le audizioni hanno detto che si tratta di un provvedimento pericoloso e loro glissano su questo, ma debbono rispondere non solo alle obiezioni e a rilievi del Partito Democratico, debbono rispondere anche a quei rilievi, ma loro fanno finta di niente.

Infine, ha ragione il nostro capogruppo Bazoli, questa legge porterà la diffusione della cultura delle armi e questo è un pericolo, è un aumento dell'insicurezza. Per noi la sicurezza è una cosa seria, occorrono più uomini, più mezzi, più Stato, più videosorveglianza, ma occorre anche portare più luce, luce fisica e luce sociale nei quartieri, nelle periferie, iniziative, non lasciare soli, non lasciare il degrado; questo è il modo migliore per aiutare i cittadini ad essere più sicuri: Stato, Forze armate, videosorveglianza, ma non le armi, perché quelle sono un pericolo soprattutto per chi pensa di armarsi senza saperle usare, gli anziani, le persone fragili. È un messaggio pericoloso e voi non sapete, o, meglio, lo sapete, ma pensate che per prendere qualche voto si possa anche correre il rischio di rendere questo Paese, così, più insicuro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Ravetto. Ne ha facoltà.

LAURA RAVETTO (FI). Presidente, tramite lei, mi rivolgo al collega Verini; come ha già spiegato bene la collega Giusi Bartolozzi, non è che tutti i giudici sono contrari o sono favorevoli; qui i giudici si spaccano, perché chi è favorevole all'impostazione di Forza Italia e, quindi, alla legittima difesa? I giudici proprio, perché sanno che non si devono ingolfare i tribunali con i processi; i procuratori, invece, salvo una mente illuminata come Nordio, questi, sì, non sono a favore, ma perché? Perché gli levi discrezionalità e perché dovrebbero accelerare molto i tempi dell'analisi, perché è chiaro che se si introduce un perimetro giuridico certo in cui bisogna velocemente decidere se c'è proporzione o no, perché l'elemento è facile da individuare, il procuratore non potrà tenersi il fascicolo 2 o 3 anni, ma dovrà velocizzare l'iter (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Sisto. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Presidente, io resto esterrefatto quando penso che si vogliano risolvere i problemi di chi viene aggredito in casa con la luce fisica e con la luce giuridica, metafisica, metapsi… Non so che cosa, che altra metà sia. Cioè io penso che qui siamo di fronte a dei problemi molto pratici. Quando Carlo Nordio, su Il Messaggero, con quella lucidità che tutti gli riconosciamo, definisce necessario e indispensabile questo provvedimento non penso che si illumini d'immenso, come se fosse un neo-Ungaretti del diritto: credo che siamo di fronte, invece, ad un provvedimento molto pratico, molto essenziale, molto nell'interesse dei cittadini. Che cosa c'entri la sicurezza sociale con la legittima difesa, qualcuno me lo deve spiegare. E devo dire che tutta l'arroganza che nella passata legislatura abbiamo imparato a subire da chi portava lo stesso provvedimento in Aula, esattamente con la stessa decisione, si spegne di fronte ad una opposizione che nella mancanza di contenuti ha la sua caratteristica. Nell'interesse dei cittadini non si ha colore: si ha coerenza (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zanettin. Ne ha facoltà.

PIERANTONIO ZANETTIN (FI). Presidente, anche nella mia qualità di relatore per la maggioranza per rispondere al relatore di minoranza Verini: ci sono magistrati che si sono dichiarati, nelle audizioni, contrari a questo provvedimento, l'hanno già detto degli oratori che mi hanno preceduto, dei colleghi, ma, per esempio, il procuratore Nordio, che è persona di grande professionalità e che abbiamo tutti apprezzato, qui ha espresso opinioni diverse.

WALTER VERINI…. L'ANM!

PIERANTONIO ZANETTIN (FI). Sì, ho capito l'ANM, però l'ANM ha preso posizioni di un certo tipo, e molte volte le abbiamo anche criticate: quindi, voglio dire, non vendiamo un risultato omogeneo per quanto riguarda le critiche del mondo dell'accademia, piuttosto che della giurisdizione, su questo tema.

Io - e ritorno su un tema che ho già toccato, un argomento che ho già toccato - mi sono andato a rileggere, prima di questo dibattito, le argomentazioni critiche portate dall'onorevole Violante ed altri esponenti della sinistra alla riforma del 2006 che oggi voi difendete, dite: non c'è bisogno, è una buona riforma quella del 2006. Avete detto, sia Bazoli che altri, hanno detto: non c'è bisogno della riforma, perché quello che abbiamo ci basta. Colleghi, primo, nella scorsa legislatura anche voi eravate dell'opinione di cambiare queste norme; secondo, oggi, a distanza di dieci anni, dite che va bene quello che dieci anni fa avevate tacciato come Far West, come norma eversiva, come legittimazione all'uso delle armi e all'omicidio all'interno del domicilio. Serve maggiore equilibrio (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Bignami. Ne ha facoltà, per un minuto.

GALEAZZO BIGNAMI (FI). Presidente, rispetto allo stupore con cui colleghi di sinistra rilevano il silenzio della Lega e delle altre forze di maggioranza, io dico che Forza Italia è solo orgogliosa di difendere questo provvedimento, perché a fianco del diritto a esercitare una legittima difesa esiste anche il dovere di esercitare una legittima difesa per difendere gli affetti, per difendere i familiari, per difendere coloro che si trovano esposti alle incursioni, magari di malintenzionati che si sono potuti introdurre, come diceva giustamente il presidente Gelmini, proprio perché lo Stato ha fallito. Quindi, non solo un diritto, ma un dovere, che il centrodestra e Forza Italia rivendicano con forza nel sostegno a questo provvedimento, che anzi, forse, è anche troppo morbido a causa di quella mediazione coi 5 Stelle, che con Forza Italia sicuramente non avrebbe portato a questo testo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Bond. Ne ha facoltà, per un minuto.

DARIO BOND (FI). Presidente, mi sono ripromesso di non intervenire tanto, perché reputo che prima possibile, senza far perdere tempo a nessuno, viene approvata questa legge, meglio è per tutti. Ma volevo solamente riferirmi al relatore di minoranza, perché volevo invitarlo a dormire in qualche zona marginale dell'Italia, del Veneto, anche di altre parti del Nord Italia, ed essere magari offeso da qualche banda di rumeni o di zingari durante la notte (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Volevo chiedere proprio che venisse a sentire questa enfasi negativa, e allora poi si renderà conto che le sue luci emozionali, o magari le illuminazioni non servono a nulla.

Al sottosegretario Molteni chiedo, visto che è in Aula, di pensare anche a finanziare dei corsi appropriati per l'uso di armi, perché è fondamentale, una volta che verrà approvato questo provvedimento, anche educare alla legittima difesa, ma soprattutto all'uso delle armi in maniera seria e anche precisa (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Ferri. Ne ha facoltà, per un minuto.

COSIMO MARIA FERRI (PD). Presidente, secondo me il dibattito non ha chiarito i punti giuridici di questo articolo: si può introdurre una presunzione assoluta? Secondo me no. Si può ridurre ed azzerare il libero convincimento del giudice? Secondo me no, perché è chiaro che nel nostro ordinamento non è consentito questo e la Corte costituzionale l'ha scritto in più occasioni.

Con questa norma, quindi, noi introduciamo una presunzione assoluta. Quando si parla di licenza di uccidere, magari si semplifica con il messaggio, però in realtà azzerare ed introdurre un automatismo vuol dire consentire a chiunque, indipendentemente dalla sussistenza della pericolosità in concreto, di sparare ed utilizzare un'arma: è questo il senso. Queste risposte secondo me non sono state date dal punto di vista giuridico e per questo, secondo me, questo articolo verrà dichiarato incostituzionale, quindi non lo voteremo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Avverto che sono esauriti i tempi per lo svolgimento degli interventi a titolo personale previsti dal contingentamento. Per il seguito dell'esame, la Presidenza concederà per lo svolgimento di tali interventi un tempo aggiuntivo pari ad un terzo di quello originariamente previsto.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 19).

(Esame dell'articolo 2 - A.C. 1309-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ROBERTO TURRI, Relatore per la maggioranza. Presidente, il parere è contrario su tutti quanti gli emendamenti all'articolo 2.

PRESIDENTE. Invito il relatore di minoranza, deputato Verini, ad esprimere il parere.

WALTER VERINI, Relatore di minoranza. Identici emendamenti 2.1 Bazoli, 2.2 Conte e 2.3 Magi, parere favorevole. Emendamento 2.4 Costa, parere contrario. Emendamento 2.5 Ferri, mi rimetto all'Aula. Emendamento 2.6 Bazoli, parere favorevole. Emendamento 2.20, parere contrario. Emendamento 2.7 Varchi, parere contrario. Emendamento 2.9 Vitiello, parere contrario. Emendamento 2.13 Varchi, parere contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

JACOPO MORRONE, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore per la maggioranza.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione degli identici emendamenti 2.1 Bazoli, 2.2 Conte e 2.3 Magi.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 2.1 Bazoli, 2.2 Conte e 2.3 Magi, con il parere contrario della Commissione e del Governo, mentre il relatore di minoranza ha espresso parere favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.4 Costa.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zanettin. Ne ha facoltà.

PIERANTONIO ZANETTIN (FI). Presidente, questo emendamento tende a prevedere l'esclusione di ogni indennità per l'aggressore, che è un tema per noi molto significativo e sul quale invitiamo a una riflessione da parte dell'Aula. Infatti, nonostante le buone intenzioni, con la modifica dell'articolo 2044 del codice civile, il testo che viene portato al nostro esame prevede, nell'ipotesi di eccesso di legittima difesa, comunque un'indennità a favore dell'aggressore e modifica, quindi, quello che, allo stato attuale, è l'istituto del risarcimento del danno. Si prevede un'indennità, indennità che è rimessa al prudente apprezzamento del giudice. È chiaro che questo risultato è il frutto di una mediazione politica, che però non soddisfa del tutto quelle che non sono le nostre posizioni, perché è del tutto evidente che se l'aggredito, vittima di un furto o di una rapina, al termine di un processo sarà chiamato a pagare il proprio aggressore, in questi casi si potrà dire che il bottino che l'aggressore non ha conseguito con il suo atto criminoso viene, per certi versi, conseguito attraverso la sentenza.

Mi vengono in mente a questo proposito le dichiarazioni rese la settimana scorsa anche al quotidiano Il Messaggero da Enrico Balducci - già condannato in via definitiva a tre anni e mezzo per omicidio preterintenzionale e lesioni - e l'azione civile che è stata proposta dai familiari di Igor Ursu, il moldavo rimasto vittima del conflitto a fuoco con Franco Birolo, il gioielliere padovano di cui avevamo parlato anche poc'anzi, nonostante quest'ultimo sia stato già assolto in sede penale. Ebbene, il riconoscimento a favore dell'aggressore di un risarcimento del danno o di un'indennità rimessa all'equo apprezzamento del giudice ripugna dal punto di vista morale. Noi vogliamo che questa indennità venga del tutto esclusa e a questo tende il nostro emendamento. La sensibilità che su questo tema nasce, Presidente, da esperienze di vita vissuta e anche da prese di posizioni che sul punto hanno avuto non pericolosi agitatori politici o demagoghi populisti: mi riferisco in particolare alle parole di un uomo di fede, il vescovo di Chioggia, monsignor Tessarollo, il quale è intervenuto con riferimento appunto alla vicenda del tabaccaio Birolo dopo una condanna in primo grado… C'è poco da sorridere, onorevole Bazoli, sono drammi!

ALFREDO BAZOLI (PD). È stato scomunicato!

PIERANTONIO ZANETTIN (FI). Non è stato scomunicato. Vi posso assicurare - io sono veneto, vicentino - che monsignor Tessarollo è ancora al suo posto. Che cosa ha detto il vescovo di fronte a una condanna in primo grado da parte del tribunale, che aveva sancito anche un pesante risarcimento a favore dell'aggressore, anzi degli eredi dell'aggressore? Lo ha detto addirittura per iscritto, sul settimanale diocesano Nuova Scintilla.

E cito testualmente quello che egli ha detto, Presidente: “Mi permetta un'ironia, signora giudice, quello che non era riuscito forse a rubare il ladro da vivo glielo ha dato il giudice, completando il furto alla famiglia, un bel vitalizio ottenuto con i suoi familiari con l'incidente accadutogli nel suo lavoro di ladro”. Ora, è inutile fare demagogia, fare propaganda, però il tema è un tema vero, il tema ha una valenza morale. Non possiamo riconoscere all'aggressore, o ai suoi eredi, nessun risarcimento, nessuna indennità. Su questo dobbiamo essere chiari, perché - e concludo, Presidente - il tema è troppo importante, ripugna, ripugna ai nostri concittadini, ripugna a tutti coloro che ci ascoltano. E su questo tema, stabilire che sul piano civilistico nulla aspetti a chi aggredisce o ai suoi eredi, credo che sia un atto di civiltà, che nessuno può contestare (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.4 Costa, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.5 Ferri.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Ferri. Ne ha facoltà.

COSIMO MARIA FERRI (PD). Presidente, intanto prendo atto che anche a questo emendamento sia il relatore di maggioranza che il Governo abbiano dato parere negativo; questo dimostra quanto ci sia poco ascolto in questa fase e come le nostre preoccupazioni siano reali. È un emendamento che vado a ritirare, però voglio spiegare il perché del ritiro e anche segnalare come non ci sia stato il minimo di ascolto, anche da parte di chi diceva di seguire l'impostazione della scorsa legislatura, perché anche questo emendamento, che interviene sull'eccesso colposo, e quindi va ad intervenire sull'articolo 55 del codice penale, che era una delle strade che il professor Padovani aveva indicato, in realtà, crea dei problemi giuridici che saranno certamente sottoposti e sollevati da qualche giudice al vaglio della Corte costituzionale, perché di fatto, con la difesa domiciliare, così come avete impostato la proposta anche sull'articolo 55, si vanificano i limiti fissati dall'articolo 52 del codice penale, e, in particolare, dal comma 2, e quindi, non chiedendo la possibilità di provare la proporzionalità tra offesa e difesa, in questo caso automaticamente voi escludete la punibilità. Secondo me, questo non può essere fatto dal punto di vista tecnico. Con questo emendamento si voleva, tra l'altro, proporre di elidere il riferimento all'articolo 61, comma 1, numero 5, del codice penale, che era una novità che voi avete introdotto, quindi proprio creando un problema di costituzionalità.

Quindi, anche laddove potevate seguire l'indicazione del professor Padovani, che era stato audito anche nella scorsa legislatura, voi non avete seguito questa strada tecnica e ben definita, che avrebbe anche tenuto a un vaglio costituzionale, ma siete andati oltre. E, quindi, si voleva invitare la maggioranza a dire: non solo state sbagliando anche quando toccate l'eccesso colposo, non solo con riferimento all'articolo 61, comma 1, numero 5, ma, anche cercando di riportare il grave turbamento quale ulteriore causa di esclusione della punibilità, si proponeva di specificare la tipologia di pericolo a fronte del quale il turbamento può giustificare la non punibilità, e quindi limitando la non punibilità ai soli casi in cui il turbamento derivi dal pericolo attuale non già per un bene qualunque, ma unicamente per la vita, l'integrità fisica o la libertà sessuale o personale del soggetto.

Quindi, erano delle modifiche che andavano in quella direzione, raccogliendo quegli spunti dei magistrati e degli esponenti dell'accademia che erano venuti in Commissione. Non avete voluto seguire neppure questa strada. Volevo stigmatizzare anche questo comportamento, che non è politico, ma solo giuridico, prendere atto che sia in Commissione è stato bocciato sia in questa sede non ha avuto nemmeno la possibilità di essere riformulato o di essere rivisto, quindi la strada è quella di dare una legge incostituzionale a questo Paese.

Quindi, da una parte si vuol dire “vogliamo modificare la legittima difesa”, dall'altra non si vuol dire al Paese che sarà una legge che sarà dichiarata incostituzionale, che non servirà a niente, che tornerà in vigore la riforma equilibrata del 2006, tra l'altro, voluta anche dall'allora Ministro Castelli e che comunque aveva ottenuto un punto di equilibrio e aveva già superato il vaglio di costituzionalità, introducendo una presunzione non relativa e assoluta.

Il libero convincimento del giudice, come ho detto prima, non può essere azzerato, perché, se si azzera con questo istituto della legittima difesa, si dovrebbe azzerare, come ho spiegato prima, anche nella confessione, e là è pacifico che non sia così, quindi è assurdo ridurlo in questo caso. Per questi motivi ritiro l'emendamento e prendo atto di questo comportamento della maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Quindi, l'emendamento 2.5 Ferri è ritirato.

Passiamo dunque all'emendamento 2.6 Bazoli.

Nessuno chiedendo di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.6 Bazoli, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.20 Silvestroni, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.7 Varchi, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.9 Vitiello, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 25).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.13 Varchi, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 26).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 27).

(Esame dell'articolo 3 - A.C. 1309-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ROBERTO TURRI, Relatore per la maggioranza. Grazie, Presidente. Anche qui il parere è contrario su tutti quanti gli emendamenti.

PRESIDENTE. Il relatore di minoranza, deputato Verini?

WALTER VERINI, Relatore di minoranza. Sull'emendamento 3.2 Conte mi rimetto all'Aula, sul 3.3 Schullian parere contrario, sul 3.4 Bazoli parere favorevole.

PRESIDENTE. È possibile avere i pareri anche sull'articolo aggiuntivo 3.01 Varchi? Cominci lei, relatore Verini.

WALTER VERINI, Relatore di minoranza. Chiedo scusa. Il parere è contrario; mi era sfuggito.

PRESIDENTE. Qual è il parere del relatore per la maggioranza, deputato Turri, sull'articolo aggiuntivo 3.01 Varchi?

ROBERTO TURRI, Relatore per la maggioranza. Parere contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

JACOPO MORRONE, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Parere conforme a quello espresso dal relatore per la maggioranza Turri.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.2 Conte, con il parere contrario della Commissione e del Governo mentre il relatore di minoranza si rimette all'Aula.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 28).

L'emendamento 3.3 Schullian è ritirato.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.4 Bazoli.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Enrico Borghi. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). Presidente, per annunciare il voto favorevole del gruppo del Partito Democratico.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Bazoli. Ne ha facoltà.

ALFREDO BAZOLI (PD). Presidente, ci siamo applicati nel tentativo, in questo caso, di migliorare un testo di legge che noi riteniamo assolutamente inaccettabile, però abbiamo fatto questo sforzo.

In questo caso, noi riteniamo che questo sia davvero un emendamento che potrebbe migliorare una norma che è stata inserita per rendere meno facile - diciamo - l'applicazione della sospensione condizionale della pena in caso di reati di furto, però lo ha fatto, secondo me, secondo noi, in modo non corretto o, meglio, semplicemente chiedendo che ci sia in ogni caso sempre il risarcimento del danno da parte del reo.

Con questo emendamento noi, invece, ipotizziamo e immaginiamo che sia molto più utile subordinare l'applicazione della sospensione condizionale della pena in caso di questi reati agli obblighi che sono già previsti nell'articolo 165 del codice penale, al primo comma, che individua…

PRESIDENTE. Concluda.

ALFREDO BAZOLI (PD). …uno spettro di obblighi ai quali può essere subordinata la sospensione condizionale. Ci sembra che questo garantirebbe l'effetto che in qualche modo è perseguito dal legislatore con l'introduzione di questa norma ma in modo molto più armonico con il sistema.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.4 Bazoli, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 29).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 30).

Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 3.01 Varchi.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Varchi. Ne ha facoltà.

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Grazie, Presidente. Con questa proposta emendativa noi cerchiamo di colmare una lacuna relativa alla mancata applicabilità di un combinato disposto di norme, ossia l'articolo 383 del codice di procedura penale e l'articolo 614, primo comma, del codice penale, che riguarda la violazione di domicilio semplice.

In considerazione anche dell'aumento dei reati contro la proprietà, più volte richiamato da diversi colleghi che sono intervenuti prima di me, noi riteniamo necessario approntare uno strumento di garanzia finalizzato a questo specifico tipo di tutela. Dunque, con questo articolo aggiuntivo noi cerchiamo di rafforzare, modificandoli ovviamente, gli articoli 380, 381 e 83 del codice di procedura penale, consentendo una maggiore tutela attraverso l'estensione dell'arresto, anche a opera di privati, in caso di violazione del domicilio semplice.

La ratio sottesa alla norma che noi proponiamo all'attenzione dell'Aula è quella di rafforzare un principio di autotutela e di sicurezza sociale, che non ci sembra più rinviabile, al fine di arrivare al superamento della lacuna che noi oggi ravvisiamo, per fare in modo che l'aggressore, che violi il domicilio ed eserciti violenza su cose o persone, possa essere anche passibile di arresto da parte del privato cittadino. Riteniamo che una riforma come quella che quest'Aula si appresta a varare in materia di legittima difesa avrebbe dovuto prevedere anche una norma di questo tipo. Ecco perché abbiamo proposto questo articolo aggiuntivo, con lo spirito costruttivo che ha contraddistinto l'operato di Fratelli d'Italia in questa materia. Quindi, voteremo a favore di questa proposta emendativa.

PRESIDENTE. Indìco, quindi… Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Santelli. Ne ha facoltà.

JOLE SANTELLI (FI). Presidente, è un po' distratto verso questa parte dell'emiciclo. Siamo arrivati quasi al termine di un pomeriggio abbastanza importante, come lavori, di discussione ampia soprattutto fra tre forze di opposizione, stranamente: Fratelli d'Italia e Forza Italia, da un lato, e dall'altra il PD, nel silenzio quasi totale dei colleghi della Lega, nel silenzio devastante dei colleghi 5 Stelle. Aggiungo che, con la graditissima presenza in Aula del Governo di matrice leghista, si è visto anche il Ministro dell'Interno e la sparizione totale dell'unico Ministro competente su questa materia, che è il Ministro della Giustizia, come sempre (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). A noi tutto ciò fa piacere, a noi tutto ciò fa piacere perché in questo momento discutiamo molto bene con la componente leghista del Governo. Però, mi pongo il tema, perché se i cittadini italiani stanno guardando questo dibattito credo che abbiano curiosità di sapere se c'è un Ministro a via Arenula, che parere ha, se ha cambiato idea nel frattempo da quando era il responsabile della giustizia nel MoVimento 5 Stelle a oggi che è Ministro della Giustizia e che parere hanno su questi provvedimenti e su queste decisioni i deputati del MoVimento 5 Stelle.

Insomma, una giornata, devo dire, paradossale, sta giungendo al termine. I voti sono andati bene, ci congratuliamo con il sottosegretario delegato, che oggi sta portando a casa il suo lavoro (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), l'onorevole Morrone, ma non possiamo sottrarci a una sottolineatura che, capite bene, in un'Aula parlamentare è d'obbligo, visto che comunque facciamo politica e non viviamo su Marte (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 3.01 Varchi, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 31).

(Esame dell'articolo 4 - A.C. 1309-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Nessuno chiedendo di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore per la maggioranza, deputato Turri, ad esprimere il parere della Commissione.

ROBERTO TURRI, Relatore per la maggioranza. Grazie, Presidente. Il parere è contrario sui due emendamenti 4.2 Conte e 4.20 Silvestroni, riferiti all'articolo 4.

PRESIDENTE. Il relatore di minoranza, deputato Verini?

WALTER VERINI, Relatore di minoranza. Sull'emendamento 4.2 Conte il parere è favorevole, mentre sull'emendamento 4.20 Silvestroni il parere è contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

JACOPO MORRONE, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Parere conforme al relatore per la maggioranza, Turri.

PRESIDENTE. Passiamo dunque alla votazione dell'emendamento 4.2 Conte, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signor Presidente. La mia è una richiesta di intervento per spiegare la ratio di questa nostra richiesta di soppressione dell'articolo, che, ricordo, innalza le pene da 1 a 4 e da 2 a 6. Ovviamente, il problema non è nel merito o, comunque, una non condivisione rispetto a un innalzamento in sé, perché poi l'innalzamento è assolutamente ragionevole. Il punto che noi poniamo è di coerenza rispetto all'impostazione completa, cioè, nel momento in cui noi riteniamo l'articolato e la normativa esistente sufficienti, sono sufficienti anche le pene, sostanzialmente. Quindi, da questo punto di vista, il nostro emendamento soppressivo va letto con questa logica e con questa coerenza, discutibile, ma rispetto all'intero provvedimento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Borghi. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). Grazie, Presidente. Per annunciare il voto favorevole del gruppo del Partito Democratico.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Bazoli. Ne ha facoltà.

ALFREDO BAZOLI (PD). Grazie, Presidente. Anche io per motivare brevemente le ragioni del nostro voto favorevole. Qui si aumentano ancora le pene per i reati cosiddetti predatori e dico ancora perché sappiamo che le pene sono appena state aumentate; sono state aumentate nella scorsa legislatura, appena due anni fa, in maniera direi congrua e noi sappiamo bene che oltre un certo limite l'aumento delle pene non serve più a nulla, nel senso che non ha più alcuna efficacia dissuasiva e un aumento delle pene indiscriminato rischia di produrre anche guasti nel sistema perché si altera il rapporto di proporzionalità tra le pene previste per certi reati e quelle previste per altri. Quindi, in questa ottica, in questa logica, noi riteniamo non condivisibile procedere ulteriormente a un inasprimento delle pene, anche perché le pene, appunto, sono appena state aumentate, da pochissimo, nella scorsa legislatura, dal Governo di centrosinistra, e riteniamo che andrebbe anche un po' misurata l'applicazione della nuova normativa con l'aumento delle pene che è stato deciso nella scorsa legislatura, prima di procedere a ulteriori aumenti. Questa è la ragione per la quale noi voteremo favorevolmente a questo emendamento soppressivo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.2 Conte, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 32).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.20 Silvestroni, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 33).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 34).

(Esame dell'articolo 5 - A.C. 1309-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore per la maggioranza, Turri, ad esprimere il parere della Commissione.

ROBERTO TURRI, Relatore per la maggioranza. Grazie, Presidente. Sugli emendamenti 5.3 e 5.4 Conte e 5.20 Silvestroni il parere è contrario.

PRESIDENTE. Il relatore di minoranza, Verini?

WALTER VERINI, Relatore di minoranza. Sugli emendamenti 5.3 e 5.4 Conte il parere è favorevole, mentre sull'emendamento 5.20 Silvestroni il parere è contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

JACOPO MORRONE, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Il parere è conforme a quello espresso dal relatore per la maggioranza, Turri.

PRESIDENTE. Passiamo, dunque, alla votazione dell'emendamento 5.3 Conte.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signor Presidente. Molto brevemente, per illustrare ed argomentare le ragioni di questi nostri emendamenti, che sono esattamente speculari, nella ratio, a quelli che abbiamo presentato con riferimento all'articolo 4. Anche in questo caso, all'articolo 5, c'è un aumento delle pene per l'articolo 624-bis del codice penale e dunque riteniamo, come dire, per le identiche motivazioni che ho già espresso in ordine agli emendamenti riferiti all'articolo 4, che non sia questa la strada da perseguire e che un inasprimento delle pene, come peraltro ha molto meglio di me spiegato il collega Bazoli, non sia assolutamente utile e non produca effetti particolarmente positivi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Borghi. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). Grazie Presidente, per preannunziare il voto favorevole del gruppo del Partito Democratico.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Bazoli. Ne ha facoltà.

ALFREDO BAZOLI (PD). Presidente, intervengo anche qui per ribadire le ragioni che ci inducono a votare favorevolmente all'emendamento del collega Conte e che risiedono precisamente in questo come nell'altro caso nel fatto che, anche in questo caso, si aumentano le pene per i reati cosiddetti predatori ma lo si fa su un impianto che ha già visto un ritocco all'insù delle pene nella scorsa legislatura, con una decisione che è stata assunta dal Parlamento anche recentemente. Quindi riteniamo che, per le stesse ragioni, cioè per il fatto che si è già intervenuti con ritocchi sostanziosi e che l'esperienza insegna che l'aumento indiscriminato delle pene non produce effetti positivi in particolare sul piano general-preventivo, cioè sul piano della dissuasività delle fattispecie penali rispetto alla commissione di reati, riteniamo sia sostanzialmente inutile e anche per certi aspetti controproducente. Per cui riteniamo utile in questo caso approvare l'emendamento soppressivo del collega Conte.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.3 Conte, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 35).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.4 Conte, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 36).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 5.20 Silvestroni.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Borghi. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). Chiedo scusa, Presidente, siamo sull'emendamento 5.20 Silvestroni?

PRESIDENTE. Sì, emendamento 5.20 Silvestroni.

ENRICO BORGHI (PD). Intervengo per annunciare il voto contrario del gruppo del Partito Democratico.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Bazoli. Ne ha facoltà.

ALFREDO BAZOLI (PD). Signor Presidente, ovviamente la logica che presiede alla nostra decisione è la stessa di quella che riguarda gli emendamenti contrari. In questo caso si interviene sulla pena della multa con un inasprimento che è del tutto sproporzionato nel caso di reati cosiddetti predatori ed è una scelta che non è coerente con il sistema delle pene perché si aumenta in maniera che non è minimamente proporzionata rispetto alle altre pene e, in particolare, alla multa nei casi di reati analoghi. Quindi, ovviamente noi siamo contrari perché occorre sempre rispettare il principio della proporzionalità tra le sanzioni e le fattispecie a cui esse si riferiscono, che riteniamo in questo caso sia stata ampiamente superata.

È un classico emendamento che tende a inasprire quasi come fosse uno slogan ma che, secondo noi, nella logica del sistema penale, non può avere ingresso. Anche qui ricordo che stiamo parlando di fattispecie sulle quali, già nella scorsa legislatura, cogliendo anche una richiesta che veniva anche dalle forze dell'ordine, ma che veniva anche…

PRESIDENTE. Dovrebbe concludere.

ALFREDO BAZOLI (PD). …dall'opinione pubblica sulla necessità di inasprire le pene, noi eravamo già intervenuti in maniera che riteniamo sufficiente e congrua.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.20 Silvestroni, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 37).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 38).

(Esame dell'articolo 6 - A.C. 1309-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Nessuno chiedendo di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore Turri ad esprimere il parere della Commissione.

ROBERTO TURRI, Relatore per la maggioranza. Grazie, Presidente. Il parere è contrario su tutti gli emendamenti riferiti all'articolo 6.

PRESIDENTE. Il relatore di minoranza Verini?

WALTER VERINI, Relatore di minoranza. Esprimo parere favorevole sull'emendamento 6.2 Conte; mentre esprimo parere contrario sugli emendamenti 6.20 Silvestroni e 6.21 Silvestroni.

PRESIDENTE. Il parere del Governo?

JACOPO MORRONE, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Il parere è conforme al parere espresso dal relatore di maggioranza Turri.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.2 Conte, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 39).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.20 Silvestroni, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 40).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.21 Silvestroni, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 41).

Onorevole Russo, il deputato vicino a lei non risulta presente.

Passiamo alla votazione dell'articolo 6.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Signor Presidente, noi esprimeremo voto contrario sull'articolo 6 e su questo avevamo, infatti, presentato un emendamento soppressivo. La ragione è molto semplice e, in qualche modo, l'abbiamo già vista per gli articoli precedenti; qui, si aggiunge un ulteriore elemento che vorrei ricordare: stiamo intervenendo sull'articolo 628 del codice penale, su cui c'era già stato, da parte del legislatore, un intervento di modifica sotto il profilo sanzionatorio, con la legge n. 103 del 2017; quindi, da questo punto di vista, anche in questo caso non si intravede la necessità di aumentare ulteriormente le pene, neanche potendo verificare - e faccio qui un discorso un po' generale - l'efficacia delle modifiche. Dovremmo anche darci un po' come regola quella di modificare, per l'amor di Dio, è assolutamente, in alcuni casi, utile e necessario, ma dopo aver fatto una verifica sul campo, per valutare se l'intervento del legislatore precedente abbia dato i risultati sperati oppure no.

Quindi, da questo punto di vista, francamente, le modifiche, l'articolo 7, così come gli articoli che lo hanno preceduto, cioè il 6, il 5 e il 4, di fatto, sono andati a riempire il cuore, che era poi l'articolo 1, tutto nella direzione dell'aumento delle pene. Crediamo che, da questo punto di vista, diventi veramente uno strumento usato come manifesto, ma privo assolutamente di efficacia rispetto all'obiettivo che, invece, dovrebbe vederci tutti uniti: quello di aumentare la sicurezza dei nostri cittadini.

Quindi, esprimeremo voto contrario.

PRESIDENTE. Non vi sono altre richieste di intervento, pertanto passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 42).

Secondo le intese intercorse tra i gruppi, interrompiamo, a questo punto, l'esame del provvedimento, che riprenderà nella seduta di domani, a partire dalle ore 11.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Abbiamo, a questo punto, gli interventi di fine seduta. Chiedo gentilmente ai colleghi che volessero uscire dall'Aula di farlo nel modo più composto possibile.

Ha chiesto di parlare il deputato Fatuzzo. Ne ha facoltà.

CARLO FATUZZO (FI). Signor Presidente, esiste anche l'esercito dei casalinghi - ho scoperto - che sono gli uomini che svolgono il lavoro da casalinga -ma sono uomini -, che tengono in ordine la casa, cucinano, rifanno i letti e vanno a fare la spesa. Hanno tutta la mia ammirazione, non solo perché anche io faccio parte della categoria, ma perché il Partito Pensionati accoglie molti di questi casalinghi tra le proprie file. Quindi, io voglio rivolgere un omaggio a questa associazione dei casalinghi, guidata da Fiorenzo Bresciani, augurandomi che diventino sempre più numerosi e che anch'essi facciano sentire un loro grido di battaglia, così come i pensionati. Viva i pensionati, pensionati all'attacco!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Andrea Rossi. Ne ha facoltà.

Colleghi, per cortesia, facciamo silenzio.

ANDREA ROSSI (PD). Presidente, le dico onestamente che mai avrei pensato e neanche voluto fare un intervento di fine seduta in quest'Aula su una questione spregevole per tenore e contenuto che riguarda il mio comune e una comunità, quella di Casalgrande, nel Reggiano, che non merita di assurgere agli onori della cronaca nazionale per un candidato che si presenta alle imminenti elezioni amministrative sotto il vessillo leghista e che non ha niente di meglio da fare che inneggiare al periodo più buio dall'Unità d'Italia e che ha segnato drammaticamente la storia del nostro Paese. Porto, quindi, all'attenzione di quest'Aula atteggiamenti che confliggono con la storia e i principi della nostra Repubblica e della Costituzione, alle quali, oltretutto, un sindaco giura fedeltà; una Carta che, forse, il candidato Rinaldi dimentica essere nata dopo quegli anni terribili del fascismo, terminati dopo una lunga battaglia di liberazione dalla guerra e dall'occupazione nazifascista.

Non possiamo non denunciare atteggiamenti e comportamenti come quelli appunto di un candidato il quale, proprio nel momento in cui si candida a indossare la fascia tricolore, la bella fascia tricolore, ne viola per iscritto attraverso post sui social, ripresi anche da organi di informazione nazionali e, poi, prontamente cancellati, i suoi principi fondamentali. Post, Presidente, che mi vergogno di riportare e di leggere in questa sede, in quest'Aula, perché sono post violenti contro il potere giudiziario, con chiara discriminazione razziale e inneggianti a Benito Mussolini. È un atteggiamento che non può, dal mio punto di vista, passare sotto silenzio e che, purtroppo, non ha trovato e non trova, oggi, dai responsabili politici della Lega, forza politica della maggioranza parlamentare di Governo, alcun tipo di censura o denuncia (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Angela Masi. Ne ha facoltà, per un minuto.

ANGELA MASI (M5S). Grazie, Presidente. Quattro anni fa, il 5 marzo 2015, una bomba è esplosa in una sala giochi di Altamura, quando il locale era ancora aperto e pieno di gente. Nell'esplosione rimasero ferite diverse persone, alcune delle quali in modo grave. Fra questi vi era Domenico Martimucci, giovane calciatore altamurano deceduto, dopo quasi cinque mesi di coma, a causa delle ferite provocate dall'esplosione. Per la procura il boss ordinò di piazzare la bomba per lanciare un segnale di forza, per reagire al tentativo di altri clan di appropriarsi del business del gioco d'azzardo. I giudici hanno parlato di metodo mafioso. Quello di Domenico Martimucci è uno dei quasi mille nomi del lungo elenco delle vittime innocenti di mafia. La memoria è il primo passo per non abbassare la guardia di fronte ai soprusi e per far crescere la cultura della legalità.

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

ANGELA MASI (M5S). L'associazione Noi siamo Domi, nata per ricordare questa giovane vittima innocente, organizza vari eventi, specie per i più giovani, per far aumentare la consapevolezza nelle nuove generazioni sul tema della legalità. A loro e a tutte le piccole realtà che con passione si dedicano a questa attività va il mio ringraziamento e dall'Aula di Montecitorio ci tengo a porgere un saluto affettuoso alla famiglia di Domenico (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Chiara Ehm. Ne ha facoltà.

YANA CHIARA EHM (M5S). Presidente, colleghe e colleghi, son passati ormai più di 100 giorni dal rapimento della volontaria Silvia Romano nel villaggio di Chakama in Kenya: tre lunghissimi mesi in cui, dopo un blitz iniziale e notizie dichiarate subito dopo il rapimento da parte di Noah Miwanda, comandante regionale della polizia costiera in Kenya, le informazioni sono state sempre più rare e poco fondate.

Tante le ipotesi, tanto il riserbo per non intralciare le indagini. Giusto; eppure i giorni passano, in quella parte di Africa che non ha paesaggio, dove la geografia è aspra, nella foresta di Boni che unisce il Kenya alla Somalia. Non ci sono notizie, non si sa chi l'abbia rapita e perché, se vi sia una trattativa in corso, una richiesta di riscatto, chi sia la controparte, se Silvia sia ancora in Kenya. L'ultima notizia della polizia risale al 21 gennaio, quando è stato dichiarato che Silvia era ancora in Kenya.

Negli anni gli attacchi a Nairobi di matrice terroristica hanno dimostrato che il Kenya è uno degli obiettivi privilegiati di al-Shabaab, la formazione jihadista che ha reso insicura una buona parte della costa orientale africana, a partire dalla Somalia e scendendo lungo tutta la costa del Kenya, soprattutto nella zona di Malindi, dove è stata rapita Silvia. Non ci sono conferme ufficiali sull'identità dei sequestratori, né ci sono state rivendicazioni; eppure tutto fa pensare che il comando appartenga proprio ad al-Shabaab, che in quell'area si contende l'egemonia con ISIS. Si esclude ormai anche l'ipotesi di sequestro per soldi: se il rapimento avesse avuto una matrice esclusivamente economica, si sarebbe dovuto concludere in tempi brevi.

PRESIDENTE. Concluda.

YANA CHIARA EHM (M5S). Concludo, Presidente. Perché chi vuole solo soldi non ha interesse a detenere un ostaggio. Abbiamo necessità che finalmente venga fatta chiarezza e speriamo che Silvia venga liberata il prima possibile per abbattere questo muro di dolore che stringe da ogni lato i familiari e tutti noi (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Antonio Lombardo. Ne ha facoltà.

ANTONIO LOMBARDO (M5S). Presidente, questa mattina i carabinieri del comando provinciale di Trapani hanno eseguito 25 arresti nell'ambito di un'operazione antimafia denominata “Scrigno”. Tra i nomi figura quello di Paolo Ruggirello, ex deputato regionale del PD e candidato non eletto al Senato alle ultime elezioni politiche sempre con il PD. Nell'operazione è stata arrestata anche un ex assessore comunale di Trapani.

Le accuse sono gravissime: secondo il procuratore di Palermo Lo Voi, Ruggirello ha rappresentato il ponte tra la mafia e le istituzioni, al punto tale da aver offerto somme di denaro per ottenere aiuto per le elezioni nel 2017. Il GIP lo ha ritenuto un vero e proprio referente politico dell'organizzazione mafiosa, aiutato nel suo percorso elettorale fin dal 2008: in cambio, promesse di incarichi e promesse di posti di lavoro. Intercettazioni e pedinamenti dicono che Ruggirello sarebbe stato a disposizione di Cosa Nostra.

Fatta ovviamente salva la sua presunzione di innocenza ed in attesa del giudizio della magistratura, oggi non possiamo non esprimere un giudizio di condanna nei confronti di tutti i politici conniventi con la mafia. Nel Trapanese, in particolare, si registra un vero record negativo: voglio ricordare che la scorsa settimana un deputato regionale in carica è stato indagato per corruzione elettorale, e che è ancora pendente in appello il processo a carico dell'ex senatore di Forza Italia D'Alì, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. Sembra pertanto evidente che in questo territorio vi sia un serio problema di infiltrazione mafiosa nelle istituzioni.

L'attività della magistratura e delle forze dell'ordine, che ringrazio sinceramente per quello che fanno, da sola non è sufficiente. Parafrasando Paolo Borsellino, occorre uno sforzo ulteriore dei partiti per cercare di inserire nelle istituzioni gente non soltanto onesta, ma che deve apparire onesta, facendo pulizia al loro interno di tutti coloro che sono raggiunti comunque da episodi o da fatti inquietanti, anche se non costituenti reato. Il MoVimento 5 Stelle questo lo fa da sempre, senza alcuno sforzo, perché il nostro compito, la nostra missione sono stati sempre quelli di rendere le istituzioni pulite e trasparenti. Mi auguro che anche gli altri partiti possano seguire il nostro esempio, in modo tale da riuscire a buttare finalmente fuori la mafia dallo Stato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Giorgia Latini. Ne ha facoltà, per un minuto.

GIORGIA LATINI (LEGA). Presidente, da parlamentare marchigiana esprimo tutta la mia vicinanza, insieme ai miei colleghi delle Marche del gruppo Lega, alle famiglie delle vittime del tragico incidente avvenuto a Porto Recanati, incidente che - mi duole dirlo - poteva e doveva essere evitato.

La cronaca ci ha portato a conoscenza del ricco curriculum del criminale, di questo omicida, e ci si chiede come fosse possibile che un soggetto del genere potesse circolare libero nelle nostre città mentre guidava ubriaco, sotto l'effetto di stupefacenti e senza patente. Poco più di un anno fa, infatti, era stato arrestato dai Carabinieri, in un'operazione che aveva portato al sequestro di 225 chili di hashish – 225 chili di hashish, colleghi –; la pena per tale reato? Arresti domiciliari con obbligo di firma. È evidente che il nostro sistema giudiziario va rivisto; e come annunciato ieri dal Vicepremier Salvini, il disegno di legge della Lega toglie finalmente ai giudici l'arbitrarietà di decidere sulla lieve entità. E mi auguro che giunga al più presto in quest'Aula, affinché chi spaccia droga e ne fa uso sia in carcere, e non continui ad essere un pericolo per i cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Oggi siamo a piangere una mamma e un papà che non ci sono più e non potranno più abbracciare i loro rispettivi figli, che fortunatamente si sono salvati, anche se gravemente feriti. Non possiamo tornare indietro e fare in modo che la tragedia non si compia, ma possiamo mettere in atto gli strumenti legislativi più efficaci affinché queste tragedie non si ripetano. E quindi, oltre ad esprimere la nostra vicinanza alle famiglie delle vittime, vorrei toccare le coscienze di ognuno di noi, colleghi deputati, ed unirci nell'inasprimento della pena nei confronti di chi delinque e nei confronti dei mercanti della droga…

PRESIDENTE. Concluda.

GIORGIA LATINI (LEGA). …per tutelare e difendere la vita dei nostri figli e per garantire la sicurezza delle nostre famiglie. Chi oggi si gira dall'altra parte diventa complice di questa sciagura (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la collega Caterina Licatini. Ne ha facoltà, per un minuto.

CATERINA LICATINI (M5S). Grazie, Presidente. Colleghi, qualche giorno fa si è tolto la vita Riccardo Greco, per gli amici Rocco, un imprenditore di Gela che aveva denunciato il “pizzo”, cercando di abbattere quel maledetto muro di omertà che ancora talvolta resiste, convincendo, a sua volta, altri imprenditori taglieggiati a seguire il suo esempio. Ovviamente, quando si sfida la mafia bisogna tuttavia aspettarsi una reazione, ma Rocco non poteva sapere che la risposta sarebbe stata così subdola: viene, infatti, denunciato ed infangato dagli stessi mafiosi in galera, con l'accusa paradossale di aver avuto lui, il denunciante, rapporti con l'organizzazione malavitosa stessa. Viene assolto presto; eppure la macchina del fango rimane in moto, non si ferma: apparentemente senza una spiegazione valida resta l'interdittiva antimafia che impedisce di fatto alla sua impresa di essere iscritta nella white list, indispensabile per lavorare con le pubbliche amministrazioni. Rocco non ha retto e si è suicidato: una tragedia immensa.

La rabbia ed il dolore però non devono impedirci di analizzare con lucidità la situazione, e tentare di comprendere come intervenire. Urge sburocratizzare le istituzioni e avere la sensibilità e umanità di comprendere a fondo chi lotta in prima fila contro la mafia e i suoi sporchi metodi.

PRESIDENTE. Concluda.

CATERINA LICATINI (M5S). Gli imprenditori devono poter sentire quotidianamente la presenza di uno Stato che incentiva chi denuncia il pizzo, senza alcuna ambiguità (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Angela Raffa. Ne ha facoltà, per un minuto.

ANGELA RAFFA (M5S). Grazie, Presidente. Colleghi, ancora una volta mi trovo a parlare delle autostrade siciliane: ieri mattina, infatti, sulla A18 Messina-Catania si è registrato un ulteriore incidente, nel quale ha perso la vita una persona, due bambini si trovano in gravi condizioni e altre due persone sono rimaste lievemente ferite.

Nel 2019 noi siciliani viviamo una grave condizione d'insicurezza sulle nostre arterie di collegamento principali. Non si può tollerare l'esistenza di concessionarie che tengano autostrade in queste condizioni. La regione siciliana, il presidente Musumeci e il presidente dell'Assemblea, Miccichè non possono sfuggire alle loro responsabilità. La situazione è grave, c'è da prenderne atto: servono misure straordinarie. Non si può continuare a giocare con la vita delle persone. Il MoVimento 5 Stelle già con il decreto “emergenza” ha posto le basi per migliorare questa situazione, ma ancora c'è tanto altro da fare. I problemi creati dalla mala gestione dei Governi precedenti…

PRESIDENTE. Concluda.

ANGELA RAFFA (M5S). …non sono di facile risoluzione, ma il nostro impegno è massimo affinché si arrivi presto ad una risoluzione e a garantire maggiore sicurezza per noi, i nostri figli e per tutti coloro che ogni giorno percorrono quelle autostrade della morte (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Antonio Tasso. Ne ha facoltà.

ANTONIO TASSO (MISTO). Grazie, Presidente. Con grande senso di soddisfazione e di orgoglio quest'oggi intervengo per riportare la Capitanata, mio territorio di provenienza, all'attenzione di questa autorevole Assemblea. Una provincia, quella di Foggia, che cerca di mostrare in maniera sempre più assidua, sempre più convinta il suo volto migliore. En passant - poiché il cuore del mio intervento è di altra natura - segnalo l'eccellente operazione “Salus”, messa a segno dall'Arma dei carabinieri coordinati dalla procura di Foggia, che, con diciassette arresti, ha sgominato due gruppi malavitosi dediti allo spaccio di stupefacenti nelle zone del Gargano e della BAT.

Come detto, però, il motivo del mio orgoglio è originariamente un altro, cioè il successo organizzativo e sportivo dei campionati europei di scherma, categoria cadetti e giovani, svoltisi a Foggia, a partire dal 22 febbraio scorso e terminati domenica 3 marzo. Bene, l'Italia è risultata prima nel medagliere, con novi ori, sei argenti e dieci bronzi, quindi un bottino di venticinque medaglie che le ha permesso di sopravanzare Russia ed Ungheria, che rappresentano comunque due scuole di alto prestigio schermistico. Con un pizzico di campanilismo mi permetto di evidenziare gli ori del giovane atleta di San Severo (una cittadina in provincia di Foggia), Emanuele Nardella, che conquista il titolo nella sciabola individuale e a squadre; è la - mi permetto di dire - sublimazione del movimento schermistico dauno e soprattutto dell'organizzazione, che ha accolto ben quarantuno delegazioni, oltre 1.200 atleti, con tecnici, accompagnatori e familiari al seguito, e questo ha determinato una positiva ricaduta economica sulla città di Foggia e sul territorio circostante.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Mercoledì 6 marzo 2019 - Ore 11:

(ore 11 e ore 16)

1. Seguito della discussione della proposta di legge:

S. 5-199-234-253-392-412-563-652 - D'INIZIATIVA POPOLARE; D'INIZIATIVA DEI SENATORI: LA RUSSA ed altri; GINETTI e ASTORRE; CALIENDO ed altri; MALLEGNI ed altri; GINETTI ed altri; GASPARRI ed altri; ROMEO ed altri: Modifiche al codice penale e altre disposizioni in materia di legittima difesa (Approvata, in un testo unificato, dal Senato). (C. 1309-A)

e delle abbinate proposte di legge: MOLTENI ed altri; GELMINI ed altri; D'INIZIATIVA DEL CONSIGLIO REGIONALE DEL VENETO; MELONI ed altri. (C. 274-580-607-1303)

Relatori: TURRI e ZANETTIN, per la maggioranza; VERINI e CONTE, di minoranza.

2. Seguito della discussione della proposta di legge:

S. 510 - D'INIZIATIVA DEI SENATORI: GIARRUSSO ed altri: Modifica dell'articolo 416-ter del codice penale in materia di voto di scambio politico-mafioso (Approvata dal Senato). (C. 1302-A)

e dell'abbinata proposta di legge: COLLETTI ed altri. (C. 766)

Relatrice: PIERA AIELLO.

(ore 15)

3. Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata .

La seduta termina alle 20,05.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nella votazione n. 1 la deputata Serracchiani ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 5 i deputati Latini e Furgiuele hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario;

nelle votazioni nn. 7 e 35 la deputata Legnaioli ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 8 il deputato Lolini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nelle votazioni dalla n. 9 alla n. 21 il deputato Benvenuto ha segnalato che non è riuscito a votare;

nella votazione n. 12 i deputati Bellachioma e De Lorenzis hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 13 i deputati Giglio Vigna, De Lorenzis e Latini hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 14 il deputato Casciello ha segnalato che ha erroneamente votato a favore mentre avrebbe voluto votare contro;

nella votazione n. 15 i deputati D'Ippolito e Vianello hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 18 il deputato D'Alessandro ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 20 la deputata Gribaudo ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 31 il deputato Varrica ha segnalato che non è riuscito a votare;

nella votazione n. 32 il deputato Cataldi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nelle votazioni nn. 32, 33 e 34 la deputata Licatini ha segnalato che non è riuscita a votare;

nella votazione n. 35 il deputato Caffaratto ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 36 la deputata Varchi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nelle votazioni nn. 37 e 38 il deputato Sensi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 38 il deputato Verini ha segnalato che non è riuscito a votare;

nella votazione n. 38 la deputata Castiello ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale Pdl 1309-A e a.- em.1.1,1.2,1.3,1.4 454 454 0 228 93 361 66 Resp.
2 Nominale em. 1.5 464 464 0 233 77 387 65 Resp.
3 Nominale em. 1.6 465 465 0 233 105 360 64 Resp.
4 Nominale em. 1.7 462 462 0 232 106 356 63 Resp.
5 Nominale em. 1.9 474 474 0 238 106 368 57 Resp.
6 Segreta em. 1.10 491 491 0 246 125 366 57 Resp.
7 Nominale em. 1.15 453 453 0 227 106 347 58 Resp.
8 Nominale em. 1.13 454 454 0 228 109 345 58 Resp.
9 Nominale em. 1.16 473 472 1 237 100 372 57 Resp.
10 Nominale em. 1.21 476 475 1 238 107 368 57 Resp.
11 Nominale em. 1.20 472 471 1 236 107 364 57 Resp.
12 Nominale em. 1.25 472 471 1 236 106 365 57 Resp.
13 Nominale em. 1.24 467 465 2 233 107 358 57 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale em. 1.26 457 456 1 229 100 356 57 Resp.
15 Nominale em. 1.27 460 459 1 230 100 359 57 Resp.
16 Nominale em. 1.29 466 465 1 233 104 361 55 Resp.
17 Nominale em. 1.30 469 468 1 235 108 360 55 Resp.
18 Nominale em. 1.8 465 464 1 233 109 355 55 Resp.
19 Nominale articolo 1 474 474 0 238 372 102 53 Appr.
20 Nominale em. 2.1, 2.2, 2.3 469 469 0 235 99 370 53 Resp.
21 Nominale em. 2.4 471 471 0 236 106 365 53 Resp.
22 Nominale em. 2.6 474 474 0 238 102 372 53 Resp.
23 Nominale em. 2.20 481 481 0 241 109 372 53 Resp.
24 Nominale em. 2.7 478 478 0 240 107 371 53 Resp.
25 Nominale em. 2.9 476 466 10 234 9 457 53 Resp.
26 Nominale em. 2.13 477 477 0 239 107 370 53 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nominale articolo 2 481 481 0 241 378 103 53 Appr.
28 Nominale em. 3.2 479 392 87 197 16 376 53 Resp.
29 Nominale em. 3.4 473 472 1 237 99 373 53 Resp.
30 Nominale articolo 3 468 468 0 235 368 100 53 Appr.
31 Nominale art. agg. 3.01 464 384 80 193 26 358 53 Resp.
32 Nominale em. 4.2 461 461 0 231 99 362 53 Resp.
33 Nominale em. 4.20 465 465 0 233 104 361 53 Resp.
34 Nominale articolo 4 472 472 0 237 373 99 53 Appr.
35 Nominale em. 5.3 469 469 0 235 101 368 53 Resp.
36 Nominale em. 5.4 469 469 0 235 103 366 53 Resp.
37 Nominale em. 5.20 463 463 0 232 105 358 53 Resp.
38 Nominale articolo 5 466 466 0 234 366 100 53 Appr.
39 Nominale em. 6.2 466 466 0 234 101 365 53 Resp.


INDICE ELENCO N. 4 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 42)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nominale em. 6.20 465 465 0 233 103 362 53 Resp.
41 Nominale em. 6.21 466 466 0 234 107 359 53 Resp.
42 Nominale articolo 6 465 463 2 232 367 96 53 Appr.