XVIII LEGISLATURA
Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 137 di mercoledì 6 marzo 2019
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI
La seduta comincia alle 11,05.
PRESIDENTE. La seduta è aperta.
Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.
FRANCESCO SCOMA, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 5 marzo 2019.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
(È approvato).
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Amitrano, Aresta, Ascari, Battelli, Benvenuto, Bitonci, Claudio Borghi, Boschi, Castiello, Colletti, Colucci, Comencini, Covolo, D'Inca', D'Uva, Delmastro Delle Vedove, Delrio, Dieni, Durigon, Gregorio Fontana, Fusacchia, Garavaglia, Gebhard, Gelmini, Giaccone, Giachetti, Giorgis, Grande, Guidesi, Liuni, Liuzzi, Lorefice, Lupi, Micillo, Molteni, Morrone, Occhionero, Orsini, Picchi, Rizzo, Saltamartini, Schullian, Carlo Sibilia, Sisto, Vito, Raffaele Volpi e Zennaro sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
I deputati in missione sono complessivamente novantacinque, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).
Approfittiamo per salutare insegnanti e studenti dell'Istituto di istruzione superiore “G.M. Devilla” di Sassari, che sono qui con noi ad assistere ai nostri lavori (Applausi). Vi avvisiamo anzi che tra venti minuti si entra nel vivo della seduta.
Preavviso di votazioni elettroniche (ore 11,10).
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
Sospendo pertanto la seduta, che riprenderà alle ore 11,30. La seduta è sospesa.
La seduta, sospesa alle 11,10, è ripresa alle 11,35.
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO
Seguito della discussione della proposta di legge: S. 5-199-234-253-392-412-563-652 - D'iniziativa popolare; d'iniziativa dei senatori: La Russa ed altri; Ginetti e Astorre; Caliendo ed altri; Mallegni ed altri; Ginetti ed altri; Gasparri ed altri; Romeo ed altri: Modifiche al codice penale e altre disposizioni in materia di legittima difesa (Approvata, in un testo unificato, dal Senato) (A.C. 1309-A); e delle abbinate proposte di legge: Molteni ed altri; Gelmini ed altri; d'iniziativa del consiglio regionale del Veneto; Meloni ed altri (A.C. 274-580-607-1303).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge, già approvata, in un testo unificato, dal Senato, n. 1309-A: Modifiche al codice penale e altre disposizioni in materia di legittima difesa; e delle abbinate proposte di legge nn. 274-580-607-1303.
Ricordo che nella seduta di ieri è stato da ultimo approvato l'articolo 6.
(Esame dell'articolo 7 - A.C. 1309-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).
Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere della Commissione.
ROBERTO TURRI, Relatore per la maggioranza. Grazie, Presidente. Il parere è contrario sugli emendamenti all'articolo 7.
PRESIDENTE. Relatore di minoranza, Verini?
WALTER VERINI, Relatore di minoranza. Grazie, Presidente. Esprimo parere favorevole sugli identici emendamenti 7.1 Bazoli e 7.3 Conte, 7.8 Costa, 7.9 Bazoli. Esprimo parere contrario sull'emendamento 7.20 Silvestroni.
PRESIDENTE. Il Governo?
JACOPO MORRONE, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Grazie Presidente. Parere conforme al relatore di maggioranza, Turri.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione degli identici emendamenti 7.1 Bazoli e 7.3 Conte.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto Bazoli. Ne ha facoltà. Per favore, colleghi, un po' di silenzio.
ALFREDO BAZOLI (PD). Grazie, Presidente. Noi proseguiamo nel nostro tentativo di instaurare un proficuo dialogo con la maggioranza, che peraltro non interviene mai su questo provvedimento. Ieri abbiamo fatto sostanzialmente un dibattito tra forze di opposizione, la maggioranza non ha mai ritenuto di dover intervenire su un provvedimento che peraltro è ritenuto qualificante dell'azione di governo della maggioranza, per cui questo è abbastanza stupefacente e ovviamente noi sappiamo che dipende anche e in misura non trascurabile dalle divisioni interne che si sono anche palesate ieri sul voto segreto e con le assenze strategiche che abbiamo letto e poi verificato e constatato in Aula nei banchi del MoVimento 5 Stelle; assenze dovute, evidentemente, a un dissenso rispetto a un provvedimento di legge che è fortemente voluto dalla Lega e dalla destra di questo Parlamento, e che, evidentemente, vede freddi o ostili gli alleati del Governo gialloverde della Lega, gli alleati 5 Stelle. E proseguiamo anche sapendo che…
PRESIDENTE. Per favore, per favore! Ci sono interventi sugli emendamenti, dobbiamo ascoltare il collega. Colleghi, per favore!
ALFREDO BAZOLI (PD). Grazie, Presidente. Sapendo che il cuore del provvedimento è già stato affrontato ieri, ieri è stato fatto un dibattito, direi abbastanza accurato, sulle ragioni che noi riteniamo molto serie e che rendono, secondo noi, pericoloso questo provvedimento, pericoloso per il messaggio che porta nel Paese, pericoloso per i rischi che comporta sulla tenuta giuridica del nostro sistema. Questi articoli, che modificano in particolare l'articolo 52 del codice penale, sono stati affrontati ieri e oggi affrontiamo una parte del provvedimento che certamente non è quella più rilevante. E di questa fa parte anche l'articolo 7, che è stato introdotto e che dovrebbe avere la funzione, secondo i propositi che sono stati annunciati e anche descritti nel corso dell'esame in Commissione, di evitare che, in caso di aggressione e di reazione legittima da parte dell'aggredito, si possa accedere a un risarcimento del danno a favore dell'aggressore.
Un principio che, evidentemente, non può che essere condiviso, è condivisibile….
PRESIDENTE. Mi scusi. Colleghi, non andiamo avanti se non c'è un po' di silenzio in Aula.
ALFREDO BAZOLI (PD). …perché è certamente condivisibile il principio che l'aggressore non possa avere accesso a una sorta di risarcimento del danno per i danni che ha subito per effetto della reazione dell'aggredito, e che, però, viene perseguito attraverso una manomissione dei principi del codice civile che, in realtà, non produce effetti. Le norme che sono inserite da questo articolo 7, infatti - come hanno peraltro avuto modo di osservare i giuristi che già si sono occupati di un'analisi tecnica adeguata e approfondita della legge - in realtà non comportano alcuna efficacia sul piano perseguito. Perché anche attraverso la manomissione di articoli del codice civile, si ribadiscono principi che sono già contenuti nel codice civile e nei principi generali del diritto. Si innova l'articolo 2044 introducendo un principio, e cioè che nei casi di cui all'articolo 52, commi secondo, terzo e quarto del codice penale, la responsabilità di chi ha compiuto il fatto è esclusa. Ma basta leggere l'articolo 2044 per come è scritto oggi: già è previsto che, in caso di legittima difesa, non c'è alcuna legittimità a chiedere un risarcimento da parte dell'aggredito.
Allora, che senso ha introdurre questa modifica dell'articolo 2044, che già è nella sua semplicità ed essenzialità chiaro nello stabilire che, in caso di legittima difesa, chi ha aggredito non ha titolo per avere il risarcimento del danno?
Non serve assolutamente a nulla; serve semplicemente e unicamente, anche in questo caso come in tanti altri casi che abbiamo visto nell'esame di questa proposta di legge, a mettere una coccarda, un fiore all'occhiello nella proposta di legge, ma, dal punto di vista tecnico-giuridico, non cambia assolutamente nulla. È meglio tenere l'articolo così com'è, che è già chiaro, sufficientemente chiaro, piuttosto che intervenire con una specificazione che nulla innova dal punto di vista giuridico. È questa la ragione per cui noi chiediamo che venga soppresso l'articolo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bignami. Ne ha facoltà.
GALEAZZO BIGNAMI (FI). Grazie, Presidente. Nell'infinità di cose che ci distanziano dalla sinistra credo che il tema della legittima difesa sia tra i più significativi, perché, colleghi del PD, lo Stato non ha un'opzione nella difesa. La difesa del cittadino non è un'eventualità, la difesa del cittadino perbene non è un'opzione: lo Stato deve difendere i cittadini e le persone perbene, e, nel momento in cui un malvivente entra in casa, lo Stato deve almeno garantire la possibilità al cittadino di difendersi, dico che deve garantire al cittadino. Infatti, colleghi, nel momento in cui un malvivente entra in casa mia, mette a repentaglio i miei affetti, le mie persone care, i miei figli. E io non ho il diritto di difenderli: dico deve perché io ho il dovere di difenderli, ho il dovere di tutelare e garantire l'integrità delle persone a me care.
Appartiene a una visione un po' radical chic e salottiera l'idea che, nel momento in cui un delinquente entra in casa mia, vi sia la necessità di avviare una sorta di dialogo in cui gli chiedo che intenzioni abbia, se sia armato, se intenda utilizzare l'arma. Credo che, al contrario, nel momento in cui un delinquente entra a casa mia, egli deve sapere che mi difenderò e che troverà lo Stato al mio fianco in questa difesa (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
E credo che questo sia il nostro pensiero al riguardo e credo anche che, se vi fosse stato un Governo di centrodestra, la legittima difesa non sarebbe stata annacquata come nel compromesso a cui si è pervenuti tra Lega e 5 Stelle, ma vi sarebbe stata una vera e integrale difesa in favore dei cittadini perbene (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Zanettin. Ne ha facoltà. Colleghi, per favore, un po' di silenzio!
PIERANTONIO ZANETTIN (FI). Presidente, molto brevemente, non intendevo intervenire su questo articolo, ma poi ho sentito le parole del collega Bazoli e devo dire che, collega, non sono assolutamente d'accordo. Mi sono indignato quando lei ha detto che è giusto che l'aggressore venga risarcito quando c'è l'eccesso di legittima difesa. No, su questo punto noi non siamo assolutamente d'accordo; noi vogliamo e vorremmo una disciplina ancora più rigorosa, come Forza Italia, di quella che uscirà da quest'Aula oggi per escludere ogni tipo di risarcimento economico, sia esso risarcimento pieno o indennità rimessa all'equo apprezzamento del giudice, nei confronti di un aggressore. E su questo cito ancora per l'ennesima volta anche le parole del vescovo di Chioggia, il quale, con riferimento all'episodio di Franco Birolo, il tabaccaio padovano, ha detto, anche in modo ufficiale, che questo è immorale (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Ferri. Ne ha facoltà. Per favore, colleghi, chiedo ancora un po' di silenzio.
COSIMO MARIA FERRI (PD). Grazie, Presidente. È una norma inutile perché affronta il tema sostanziale, e quindi di equiparare la legittima difesa domiciliare penalistica a quella civilistica, ma non risolve e non modifica, ovviamente perché non potrebbe farlo, il principio di prova. E, quindi, nel penale e nel civile abbiamo chiaramente due logiche differenti: il coefficiente probabilistico che sorregge l'accertamento probatorio nel civile è quello del più probabile che non, mentre nel penale è oltre ogni ragionevole dubbio. Quindi, sul piano processuale questa norma non interviene, perché non potrebbe intervenire, ed equipara dal punto di vista sostanziale.
Tra l'altro nel secondo comma, che, devo dire, introduce l'indennizzo e prende quello che c'è già nel codice per quanto riguarda lo stato di necessità, e quindi, in qualche modo, corregge l'impostazione del primo comma, non si affronta tutto il tema dell'eccesso colpevole.
Quindi, voi disciplinate l'eccesso incolpevole con l'articolo 55, ma non affrontate il tema dell'eccesso incolpevole.
Dunque, manca anche una tutela rafforzata nel caso di eccesso incolpevole e, quindi, fa acqua da vari punti di vista questa norma e, comunque, non risolve niente e crea solo più confusione anche in tema del risarcimento del danno.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fornaro. Ne ha facoltà. Colleghi, colleghi, per favore! Prego, deputato Fornaro.
FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signor Presidente. Abbiamo ripreso il dibattito esattamente da dove l'avevamo lasciato, con la maggioranza che continua a essere silente e, se mi è consentita una battuta, al silenzio abbiamo aggiunto anche il brusio di maggioranza. Quindi, voglio dire che è un dibattito francamente poco rispettoso di quest'Aula.
Nel merito, abbiamo ascoltato ancora una volta interventi che sono più mirati, come dire, ad alzare il livello di insicurezza piuttosto che a riportare le cose come sono e questo articolo da questo punto di vista è assolutamente esemplare. Vorrei ricordare a me stesso e ai colleghi che l'attuale…
PRESIDENTE. Deputato Fornaro, mi scusi. Colleghi, colleghi di Forza Italia, deputata Bartolozzi! Colleghi, colleghi, deputata Bartolozzi, deputata Ravetto per favore… Sì, ma state disturbando il collega. Quindi, non si può parlare della proposta di legge in questo modo ad alta voce. Deputata Ravetto, deputata Ravetto! Perfetto. Non andiamo avanti se non si fa più silenzio in Aula. Per favore. Prego, deputato Fornaro.
FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie. Nel merito, come dicevo, ricordo a me stesso e a voi tutti che l'attuale articolo del codice civile, l'articolo 2044, devo dire che è esemplare nella sua capacità di essere semplice e al tempo stesso chiaro. L'articolo 2044 dice che non è responsabile chi cagiona il danno per legittima difesa di sé o di altri. Che bisogno c'è di modificare questo articolo? Questo è il punto. Lo si modifica sostanzialmente nella traccia della modifica dell'articolo 1, ovvero dell'articolo 52 del codice penale, dove di fatto noi abbiamo e stiamo trasformando - e certamente non con il nostro voto - la legittima difesa, che è un pilastro della civiltà giuridica di un Paese e di una democrazia, in legittima offesa.
Soltanto così si spiega la modifica dell'articolo 7 e, quindi, dell'articolo 2044 del codice civile, cioè soltanto se si presuppone sostanzialmente la legittimità dell'offesa, che è sostanzialmente legata al fatto che si toglie ogni elemento di proporzione nel diritto di esercitare da parte del cittadino offeso una legittima difesa.
Io credo che questo sia assolutamente sbagliato e noi crediamo che questo, quindi, debba essere respinto, respinto con forza anche perché c'è un'invasione, a un certo punto, del diritto penale sul diritto civile che, invece, nella nostra normativa sono distinti.
Comunque, qui vorrei essere chiaro: queste battutine sui radical chic, queste cose da comizio francamente in una discussione come quella parlamentare forse dovremmo evitarle. Qui nessuno sta dalla parte di chi entra ed è aggressore e siamo tutti dalla parte delle vittime. Il problema è rifarci a un principio fondamentale di civiltà giuridica e di convivenza civile, cioè che l'uso della forza è riservato, in una nazione democratica, allo Stato, e poi esiste il diritto di difesa nell'ambito e nei limiti definiti dalla cosiddetta “legittima difesa”.
Voi state trasformando questo principio cardine in una sorta di legittima offesa e lo fate nel silenzio di questa maggioranza e mi permetta, signor Presidente, se colgo l'occasione della sua presenza perché oggi è stata fatta dal Vicepremier Di Maio un'affermazione che trovo lesiva di questa istituzione; quando il Vicepremier dice, a una domanda fatta in una stazione radiofonica, che questa è una legge della Lega. Non esistono leggi di un partito; esistono leggi approvate da un Parlamento sovrano e credo che da questo punto di vista la devono smettere di fare questa divisione: una legge a me e una legge a te. Questo non è un modo di governare ma è un modo di spartirsi il potere. Se questo è il Governo del cambiamento, credo che dovremo rimpiangere molti Governi che sono passati e da questo punto di vista quest'articolo è esemplare: è un articolo propagandistico, è un articolo che in nessun modo aiuta l'obiettivo, che dovrebbe, invece, vedere convergere tutto il Parlamento, cioè aumentare la sicurezza nel nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 7.1 Bazoli e 7.3 Conte, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza del gruppo Partito Democratico.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti 7.8 Costa e 7.9 Bazoli.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bazoli. Ne ha facoltà.
ALFREDO BAZOLI (PD). Presidente, ho sentito prima il collega Zanettin che mi tacciava di aver sostenuto una cosa che io non ho detto, anzi ho detto l'esatto contrario: non ho detto che è giusto che l'aggressore abbia un risarcimento del danno. Invece, io ho detto l'esatto contrario: è giusto - e ovviamente corrisponde anche al senso comune - che l'aggressore non abbia diritto a un risarcimento del danno.
Quello che dicevo e che ribadisco è che già nei principi generali del diritto, che sono rinvenibili nel codice civile, questo è previsto e garantito, tant'è vero - ed è la ragione per la quale noi sosteniamo gli emendamenti soppressivi di questo articolo - che, come ha peraltro detto anche il collega Ferri, questo articolo e le modifiche al codice civile non comportano alcun effetto sul piano giuridico perché si limitano a specificare principi che sono già contenuti nell'articolo 2044, che è stato opportunamente ricordato prima dal collega Fornaro. Un articolo molto semplice che già definisce compiutamente l'esenzione - diciamo - da responsabilità per chiunque agisca per legittima difesa, esenzione da responsabilità che riguarda, ovviamente, la responsabilità penale, ma riguarda anche la responsabilità civile, come dice, appunto, l'articolo 2044.
E la stessa cosa è a dirsi per questo secondo comma, perché questo secondo comma, che introduce un'equa indennità la cui misura è rimessa all'equo apprezzamento del giudice nel caso di eccesso colposo, non è altro, anche questa, che la specificazione di un principio che c'è già nel sistema e nel codice civile, come i giuristi sanno, che è il principio stabilito dall'articolo 1227, primo comma, del codice civile, che stabilisce esattamente una riduzione e una diminuzione del risarcimento del danno in caso di concorso del fatto colposo del danneggiato. Ora, possiamo chiamarla indennità, possiamo chiamarla riduzione di risarcimento, ma la cosa è esattamente identica, è la stessa. Qui si interviene introducendo una modifica che non innova nulla sul piano degli effetti giuridici, che serve semplicemente a dire esternamente, a mandare il messaggio: avete visto, oggi abbiamo introdotto questa modifica che consentirà…
PRESIDENTE. Colleghi per favore… deputato Marin… colleghi… colleghi, non andiamo avanti, se non facciamo silenzio e diamo la possibilità di parlare ai colleghi che devono intervenire.
ALFREDO BAZOLI (PD). Grazie. Dicevo, si vuole mandare questo messaggio che da oggi in poi, finalmente, non ci sarà più alcun risarcimento per l'aggressore che abbia aggredito qualcuno che si è difeso legittimamente, ma già è così nel nostro ordinamento e queste modifiche sono modifiche poco più che cosmetiche, che dal punto di vista giuridico non cambiano nulla; lo hanno già detto - lo ripeto e lo ribadisco, e io qui ho uno di questi testi - i giuristi che si sono occupati di una verifica sul piano tecnico degli effetti di questa norma.
È una norma, questa, che non cambia e non innova nulla, anzi forse produce degli effetti distorsivi e controproducenti, perché, se c'è una norma chiara e semplice, l'interpretazione è chiara e semplice, se una norma chiara e semplice viene arricchita in maniera un po' incongrua, barocca e poco determinata, rischia di produrre, invece, effetti sul piano interpretativo che rischiano di essere addirittura controproducenti. Quindi, secondo noi, non è il caso di intervenire con queste norme che non producono gli effetti che si vorrebbe, invece, che si producessero.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Perego. Ne ha facoltà.
MATTEO PEREGO DI CREMNAGO (FI). Grazie, Presidente. Io credo che ci sia un vizio ideologico, da parte della sinistra, nelle argomentazioni contro la modifica della legittima difesa, ovvero figlio di una cultura distorta, in un certo senso indulgente, verso chi viola la proprietà privata perché spinto dallo stato di bisogno. Invece, la filosofia politica ci insegna come la legittima difesa sia strettamente connessa al diritto alla proprietà e alla difesa della proprietà, come un diritto naturale e fondamentale dell'uomo; ne parlava Locke nel Settecento, un grande pensatore e teorizzatore dei diritti civili, il quale diceva che tutelare il proprio corpo, tutelare le proprie proprietà, sia un diritto fondamentale. Ed è per questo che nella cultura anglosassone, infatti, cosa accade? Accade che se tu violi la proprietà privata di un individuo, questo individuo è legittimato a difendersi in tutti i modi, perché difende un diritto fondamentale.
Io credo che nella sinistra, oggi, manchi proprio questa visione, perché c'è una ideologia che è distorta, una ideologia che non guarda alla realtà delle cose in maniera concreta dal punto di vista dei diritti.
E concludo, Presidente, dicendo che, infatti, che cosa accade? Conveniamo che lo Stato debba occuparsi di sicurezza, debba garantire la sicurezza ai cittadini, ma nel momento in cui c'è un'effrazione e una famiglia si ritrova con un ladro in casa incappucciato, bene, in quel momento stesso lo Stato ha fallito e non ha garantito la sicurezza dei cittadini. Allora in quel momento il cittadino si difende e non può subire la beffa di essere poi condannato dallo Stato, che non ha avuto modo di difenderlo. È un tema così ovvio e così pratico che si rifà dal punto di vista del diritto, ma anche dal punto di vista della praticità e della tutela dei cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato D'Ettore. Ne ha facoltà.
FELICE MAURIZIO D'ETTORE (FI). C'è un vecchio brocardo che dice che l'aggredito non ha la bilancia in mano, adgreditus non habet staderam in manum, quindi non può avere una bilancia in mano, l'aggredito; né il comodo sviluppo della situazione, quando se ne va, dopo aver commesso il reato o l'offesa ingiusta, perché oggi è quello il tema, l'offesa ingiusta, il soggetto che aggredisce, non è sufficiente per impedire una reazione da parte dell'aggredito. E il tema è dell'offesa ingiusta, quindi questa offesa ingiusta - e su questo la giurisprudenza, soprattutto anche quella civile, sull'articolo 2044 è ampia ed è concordante - determina che cosa? Una reazione che scrimina e che impedisce anche il risarcimento del danno.
La norma, così come è prevista ora, semplicemente dà una coloritura diversa e rende ragionevole questo equilibrio rispetto alla norma che è prevista nel codice penale. Non è che una congruenza e una specificazione tecnica sul piano civilistico di quello che è il portato della norma penale, così come è costruita, e che in qualche modo segue l'orientamento giurisprudenziale in materia.
L'aggredito non ha la bilancia in mano nel momento in cui è aggredito, da ciò tutte le conseguenze in ordine anche al piano civilistico (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 7.8 Costa e 7.9 Bazoli, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza del PD.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).
Passiamo all'emendamento 7.20 Silvestroni, con il parere contrario di Commissione e Governo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sisto. Ne ha facoltà.
FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Grazie, Presidente. Colgo l'occasione di questo emendamento 7.20, che pretende di introdurre la parola “giusta” con riferimento alla indennità prevista dal secondo capoverso della riforma, per segnalare che il concetto di giusta indennità è tautologico, cioè è nella stessa parola “indennità” la necessità che si tratti di una indennità non ingiusta, se mi fa passare l'esempio al negativo, che da l'idea del positivo. Quindi, è un emendamento che, nel tentativo di migliorare, corre il rischio di snaturare lo stesso concetto di indennità.
Vorrei, però, Presidente, approfittare dell'occasione per segnalare anche ai relatori del provvedimento - e mi riferisco, ovviamente, sia all'onorevole Zanettin, sia all'onorevole Turri - che, nella formulazione dell'articolo 7 e del secondo capoverso, si fa riferimento ad una indennità, la cui misura è rimessa all'equo apprezzamento del giudice, tenuto altresì conto della gravità.
Quindi, innanzitutto, sono criteri che non sono principali, ma sono, come posso dire, paralleli o satelliti. Ma soprattutto si corre il rischio, quando si fa riferimento a gravità, modalità realizzative e contributo causale della condotta posta in essere dal danneggiato - e vorrei, ripeto, un ausilio da coloro che hanno fatto da relatori nell'ambito di questa modifica -, è evidente che gravità, modalità realizzative e contributo causale sono tutti riferiti alla condotta posta in essere dal danneggiato; cioè, gravità della condotta, modalità realizzative della condotta, contributo causale della condotta, quindi sono tre forme.
Il rischio che va esorcizzato è quello che il richiamo all'articolo 133 del codice penale, cioè alla gravità, dove sono già previste le modalità della condotta, possa essere, dal riferimento modalità realizzative e contributo causale, in qualche modo una sorta di superfetazione del richiamo dell'articolo 133.
Allora, o si tratta di temi selettivi rispetto all'articolo 133, che richiama il concetto di gravità del reato, nel senso che io debbo tener conto della gravità tout-court, della modalità realizzativa e del contributo causale della condotta, oppure si tratta semplicemente - e questo è il chiarimento che vorrei dai relatori - di una sorta di evidenziazione degli elementi più salienti rispetto a quelli che l'articolo 133 richiama già nel concetto di gravità.
Presidente, il richiamo non è di poco conto, perché questa indennità, equa e giusta per sua natura, è evidente che debba essere motivata secondo parametri che siano certificati, sia nell'interesse dell'aggredito, sia, ahimè, nell'interesse dell'aggressore.
Quindi, il chiarimento sui criteri per individuare questa indennità, proprio di seguito all'emendamento che voleva sopprimere questa norma, assume una particolare rilevanza.
Credo - ed esprimo il mio personale parere - che non sarebbe male richiamare integralmente l'articolo 133 e segnalare questi come elementi salienti rispetto a quelli già contenuti nella prima parte di questa norma. Ovviamente, sull'emendamento Silvestroni voteremo contro.
PIERANTONIO ZANETTIN, Relatore per la maggioranza. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PIERANTONIO ZANETTIN, Relatore per la maggioranza. Rispondo all'onorevole Sisto in qualità di relatore. Onorevole Sisto, questa è una di quelle norme che, secondo me, potevano trovare una qualificazione ed una definizione legislativa migliore. Qui a cosa ci riferiamo? Ci riferiamo all'articolo 55, quindi eccesso di legittima difesa. Quando parliamo di danneggiato, parliamo di aggressore, cioè il danneggiato è l'aggressore e l'intendimento, credo, la ratio della norma è invitare il giudice, nel momento in cui determina l'indennità, a valutare il comportamento dell'aggressore. La finalità è cercare di attenuare il più possibile la quantificazione dell'indennità. Certamente, qualche discrasia sul piano teorico-formale rimane e quelli sottolineati dall'onorevole Sisto sono rilievi che hanno una loro pertinenza astratta.
Credo che almeno con questo mio intervento, quando un giudice andrà a valutare la portata della norma, capirà che l'intenzione del legislatore, l'intenzione della Commissione era proprio quella di attenuare al minimo il risarcimento. Poi, sul piano personale, sarei nella posizione di non dare proprio nulla all'aggredito danneggiato.
PRESIDENTE. Avverto che il gruppo di Forza Italia ha esaurito il tempo previsto dal contingentamento per il seguito dell'esame. La Presidenza concederà a tale gruppo un tempo aggiuntivo pari ad un terzo di quello originariamente previsto.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.20 Silvestroni, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere contrario del relatore di minoranza del PD.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 4).
(Esame dell'articolo 8 - A.C. 1309-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 8 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).
Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore per la maggioranza ad esprimere il parere della Commissione.
ROBERTO TURRI, Relatore per la maggioranza. Grazie, Presidente. La Commissione esprime parere contrario su entrambi gli emendamenti riferiti all'articolo 8.
PRESIDENTE. Il relatore di minoranza Verini?
WALTER VERINI, Relatore di minoranza. Esprimo parere contrario su tutti gli emendamenti riferiti all'articolo 8.
PRESIDENTE. Il Governo?
JACOPO MORRONE, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Il Governo esprime parere conforme al relatore per la maggioranza Turri.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione degli identici emendamenti 8.1 Magi e 8.2 Conte.
WALTER VERINI, Relatore di minoranza. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
WALTER VERINI, Relatore di minoranza. Presidente, in qualità di relatore di minoranza voglio intervenire sull'articolo 8. Se così si può dire, secondo noi questa è l'unica cosa non drammaticamente negativa della proposta di legge e, guarda caso, si tratta di una norma che venne proposta un anno fa dal Partito Democratico, anche se obiettivamente possono esserci dei dubbi, perfino dubbi di costituzionalità. Infatti, qualcuno - e qualcuno lo ha obiettato - si era chiesto: ma per quale motivo si deve risarcire una parte di popolazione e, magari, non un'altra parte colpita? Però, il principio di venire incontro a chi era costretto a sostenere spese legali e, in caso di archiviazione o in caso di assoluzione, doveva pagare quelle spese, il principio che sia lo Stato a sostenere quel risarcimento è un principio accettabile.
Tuttavia, anche qui, il Governo ha voluto mettere le mani su questo principio, sull'idea del Partito Democratico della scorsa legislatura e, quando ci ha messo le mani, ha perfino sbagliato i conti, tanto che oggi siete costretti a cambiarla per rimandarla al Senato su questo punto. Quando mettete le mani voi, Governo del pasticcio, sbagliate i conti anche su queste cose.
Detto questo, ritengo che questa sia l'unica cosa – ripeto: l'unica - in un provvedimento davvero pericoloso.
Ieri, ho sentito nel dibattito rifare i soliti nomi: sono persone che hanno sofferto, a cui va la nostra solidarietà, ma sono sempre quei tre casi, quattro casi che hanno dovuto subire un processo e quasi sempre sono stati assolti. Questo significa che si tratta non di una emergenza ma si tratta di propaganda.
Come ha detto poi ieri giustamente il collega Migliore quando ha ricordato la gravissima visita del Ministro Salvini a un detenuto che è stato condannato con sentenza definitiva e che sarebbe stato condannato perfino con questa nuova norma quando sarà in vigore, davvero Salvini, Presidente, ha paura del fatto che gli italiani un giorno possano non avere più paura. Per questo lui vuole sollecitare e stimolare le paure, vuole incuterle per poter lucrare su queste cose.
Ciò conferma, come lo ha confermato la vicenda Diciotti, come lo ha confermato la Sea Watch, come lo hanno confermato gli attacchi ai magistrati che indagano su tutto, compresi i 49 milioni che la Lega ha rubato al Paese (Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), dimostra che, questo Ministro, il senso delle istituzioni…
PRESIDENTE. Verini, si attenga all'emendamento…
WALTER VERINI, Relatore di minoranza. …il senso del Paese, il senso dello Stato ce l'ha sotto le scarpe o sotto le felpe che indossa.
È una norma di propaganda e colpisce, Presidente, il fatto che l'altro partner di Governo 5 Stelle non solo stia zitto perché, come si diceva ieri, si vergogna del provvedimento, ma per l'ennesima volta, nonostante dissensi, nonostante franchi tiratori, nonostante assenze, il MoVimento, per l'ennesima volta, in nome di un patto di potere, ha venduto l'anima. E credo che questa cosa sia molto grave per il Paese ma, come si vede, anche per lo stesso MoVimento. Ognuno fa quello che ritiene: se, in nome di un patto di potere, si vende quotidianamente l'anima, è giusto che se ne paghino le conseguenze.
Infine, una parola: è una proposta di legge che porterà il Paese a essere meno sicuro perché saranno diffuse più armi e colpisce anche l'atteggiamento di Forza Italia che vuole rincorrere Salvini su un terreno di destra. Quando il Partito Popolare Europeo sta lavorando per espellere Orbán dal PPE (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), il partito che sta nel PPE, Forza Italia, rincorre Salvini su un terreno di destra e pericoloso. Insomma, fate pure le prove di nuove maggioranze che volete, ma vi prego non fatelo sulla pelle del Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputato Siracusano. Ne ha facoltà.
MATILDE SIRACUSANO (FI). Presidente, visto che ci avviamo alla conclusione del provvedimento volevo, per conto di Forza Italia, rinviare al mittente le accuse che ci vengono mosse rispetto a convenienze politiche di posizionamento rispetto alla legittima difesa (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
Forza Italia rivendica con orgoglio la paternità sulla legittima difesa e rivendica con orgoglio la coerenza assoluta su tutte le misure del programma di centrodestra; lo ripeto, una coerenza assoluta. E rivendica la battaglia fatta a tutela delle vittime e non dei carnefici; questo provvedimento è sacrosanto (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Bagnasco. Ne ha facoltà.
ROBERTO BAGNASCO (FI). Presidente, vorrei ribadire che non andiamo dietro a nessuno, né alla Lega, né ad altri movimenti. Forza Italia nel suo programma aveva molto ben chiaro quello che doveva fare, quello che avrebbe fatto e quello che sta facendo in questo momento, con grande, grande convinzione.
Io credo che il voler strumentalizzare, dal punto di vista politico, una posizione chiarissima che fin dalla campagna elettorale è sempre stata chiaramente espressa nei confronti del popolo italiano, sia veramente triste.
Mi rivolgo ai colleghi del PD, che guardino i loro problemi, noi i nostri, che risolviamo in casa. Per quanto riguarda Orbán, lo posso tranquillizzare, rimarrà nel Partito Popolare Europeo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Baratto. Ne ha facoltà.
RAFFAELE BARATTO (FI). Presidente, a sentire dai banchi del PD certe dichiarazioni davvero resto basito. Come Forza Italia, noi guardiamo alla sicurezza dei nostri cittadini; io vengo da una provincia, quella di Treviso, e volevo ricordare il caso di Gorgo al Monticano, se qualcuno se lo fosse dimenticato, dove due anziani, dopo essere stati rapinati, sono stati massacrati, così come tanti altri crimini che sono successi in questa provincia.
Volevo ricordare l'ultimo caso, del 16 febbraio 2019, dove una banda di criminali e delinquenti ha tenuto sotto scacco, in ostaggio, una famiglia per oltre un'ora (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Allora, se questi sono pochi numeri, credo che un Paese che deve ritenersi democratico e tiene alla sicurezza dei propri cittadini, debba guardare molte oltre a quelle dichiarazioni che ho sentito anche pochi minuti fa dai banchi del PD (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente); non si guarda a quei pochi numeri, ma anche se fosse un numero unico, la sicurezza dei cittadini è fondamentale (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.
FEDERICO FORNARO (LEU). Signor Presidente, per tornare al merito di questo articolo 8, credo che i numeri aiutino a capire di che cosa stiamo parlando e della dimensione del fenomeno, a questo punto per espressa e oggettiva stima da parte della maggioranza, perché se chi ci ascolta ha sentito sia il pomeriggio di ieri sia la mattinata di stamane, potrebbe essere convinto di una dimensione epidemica di questo fenomeno, di trovarci di fronte a eccessi colpevoli di legittima difesa, ingiustamente definiti colpevoli, a decine, a centinaia; abbiamo sentito scomodare grandi del passato.
Ebbene, i numeri ci dicono, e sono numeri che non arrivano da noi, ma sono nel contenuto del testo, che il fenomeno è tale per cui la stima del peso del gratuito patrocinio - che è previsto dall'articolo 8, cioè per tutti coloro per cui è stato emesso un provvedimento di archiviazione motivato dalla sussistenza delle condizioni della legittima difesa - per il 2018, cioè del costo per lo Stato di questo gratuito patrocinio, quindi delle centinaia, delle migliaia di casi, visto che ne abbiamo sentito parlare con un'enfasi straordinaria dai colleghi, in particolare di Forza Italia, è pari a 98.490 euro per il 2018 e a 590.940 a decorrere dall'anno 2019.
Siccome chiunque abbia avuto a che fare con qualche avvocato sa che le parcelle non sono normalmente nell'ordine delle centinaia di euro, ma delle migliaia di euro, vuol dire che lo Stato prevede di intervenire su qualche caso, su qualche decina di casi. E voi, per qualche decina di casi, cambiate e date martellate a un fondamento della civiltà giuridica, quello della legittima difesa, trasformandolo in legittima offesa, nel silenzio di questa maggioranza, nel silenzio del partito di maggioranza relativa, con l'assenza totale da parte del Ministro della Giustizia che non ha neppure ritenuto di venire, oggi, per il voto conclusivo.
Ebbene, questo è uno scempio a cui noi non daremo mai il nostro voto (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Zanella. Ne ha facoltà.
FEDERICA ZANELLA (FI). Presidente, ribadisco, come detto da altri colleghi, che noi convintamente sosteniamo le misure di centrodestra e questa era una misura di cui rivendichiamo la paternità e con la quale ci siamo presentati davanti agli italiani a chiedere i voti e a cui dobbiamo risposte.
Io dico ai colleghi del PD, per suo tramite, di chiedersi piuttosto quale sia la visione che hanno degli italiani, perché sembrano tutti dei pericolosi pistoleri - avete fatto accenno più volte al far west - pronti ad armarsi, magari, per sparare addosso a un bambino che per caso, ieri è stato fatto un esempio di questo genere, ha buttato il pallone oltre al cortile.
Magari, dovreste invece concentrarvi su una reale percezione di insicurezza che esiste tra gli italiani e se non ve ne rendete conto forse siete un pelino fuori dalla realtà (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Scalfarotto. Ne ha facoltà.
IVAN SCALFAROTTO (PD). Presidente, a parte il paradosso del partito del Ministro dell'interno che, anziché dirci che la sicurezza è garantita, come è giusto che sia e come è sempre stato, dalle forze dell'ordine, ci dice che i cittadini devono armarsi, io vorrei richiamare, visto che si parla di sicurezza e la sicurezza qui non c'entra davvero nulla, le parole di Steven Tranquilli che è il direttore di Federpreziosi Confcommercio che su questa legge dice: “Siamo contrari in linea di massima ad armarci, vogliamo evitare il Far West”. E sempre Tranquilli, lo ripeto, direttore di Federpreziosi Confcommercio, dice: “Con una pistola puntata contro può capitare che si reagisca in preda all'emotività”. Questo lo riporta la stampa che dice che tabaccai, benzinai e gioiellieri sono tutti contrari. Ancora dice, riporto sempre dalla stampa, che si sentono molto più sicuri in quanto protetti da porte blindate e telecamere che sono deterrenti per il malvivente che magari può aver paura di vedersi bloccata la via di fuga.
Allora, parliamoci chiaramente, qui, la sicurezza non c'entra, c'entra una mossa propagandistica che parla alla pancia del Paese e che dice al Paese che ci può essere una cultura delle armi utilizzate come mezzo di difesa personale e che lo Stato abdica a garantire la sicurezza dei cittadini.
È quello che succede negli Stati Uniti d'America, dove sappiamo che la lobby delle armi ha un pesantissimo peso politico, che evidentemente viene supportato dalla destra e dall'estrema destra come sta succedendo qui. Ma vediamo, grazie al cielo, che negli Stati Uniti, soprattutto le giovani generazioni si stanno ribellando a una cultura delle armi come strumento di quotidianità.
Ieri, abbiamo sentito in quest'Aula addirittura un collega dire che le pistole sono neutre, dipende da come le si usa. Signor Presidente, lo voglio dire chiaramente: le pistole non sono neutre, le pistole sono strumenti di morte. Quando qualcuno viene ucciso o ferito da una pistola, anche per ragioni di difesa, è sempre una tragedia; anche chi ha ucciso e ha ucciso per legittima difesa, appunto, in modo proporzionato all'attacco è sicuramente una persona che sarà per tutta la vita sconvolta da quell'episodio.
Allora, in quest'Aula qualcuno si permette di dire che le pistole sono strumenti neutrali, che le armi non sono, come dovremmo dire tutti, strumenti di morte, il cui utilizzo dovremmo aiutare a ridurre e, invece, promuoviamo una cultura dell'uso delle armi, addirittura tra privati cittadini.
È vero che c'è qualcuno che si difende e c'è qualcuno che attacca, ma un Parlamento di un Paese civile dovrebbe proporre e pensare a strumenti appunto come le bussole, come gli allarmi collegati alla polizia privata.
Noi vediamo che le rapine in banca si sono molto ridotte da quelle che erano un tempo, perché oggi gli istituti di credito hanno degli strumenti per difendersi che sono più avanzati di un tempo. E, invece, cosa fa la destra? Come al solito semplifica le questioni complesse, e dice: “Ma che cosa ci vorrà? Diamo una pistola a tutti, e poi pensate che cosa succede; sparate, sparate, è così che ci si difende”. Ma che Paese è questo (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Liberi e Uguali)? Ma cosa state dicendo? Noi dobbiamo difendere la civiltà giuridica di questo Paese!
E io sono stupefatto, caro signor Presidente - lo dico direttamente a lei questa volta, non per il suo tramite -, dall'atteggiamento del MoVimento 5 Stelle, che su questa posizione non dice nulla, non prende una posizione. Ma non eravate quelli del disarmo, non eravate quelli della pace, non eravate quelli dei comitati che partivano dal basso? E oggi vi siete ridotti a diventare come Charlton Heston, come un qualsiasi attorazzo di Hollywood che prende e sparacchia in giro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico - Commenti dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
Mi chiedo, i vostri elettori…
PRESIDENTE. Colleghi! Colleghi! Colleghi! Colleghi!
IVAN SCALFAROTTO (PD). …cosa devono subire? Signor Presidente, vedere il partito di maggioranza relativa supino, completamente disteso sulle posizioni dell'estrema destra.
Noi stiamo vedendo in questi giorni su quel tabellone una maggioranza di destra estrema (Commenti dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia). Tutto questo Parlamento…
PRESIDENTE. Colleghi!
IVAN SCALFAROTTO (PD). …se non ci fossero i partiti di sinistra qui a presidiare (Commenti dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente)…
PRESIDENTE. Colleghi! Colleghi! Colleghi della Lega! Colleghi di Forza Italia! Concluda.
IVAN SCALFAROTTO (PD). È inutile, non pensiate di intimidire nessuno: la forza delle idee delle persone non si intimidisce con le contestazioni. Qui stiamo difendendo, signor Presidente, principi di elementare civiltà giuridica, e cioè che sarà sempre un giudice a dover valutare l'uso delle armi, perché in ogni Paese civile che meriti questo nome l'uso delle armi è sempre, sempre una tragedia (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Liberi e Uguali - Commenti dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Ravetto. Ne ha facoltà.
Colleghi, facciamo intervenire la deputata Ravetto, grazie. Un po' di silenzio.
LAURA RAVETTO (FI). Presidente, premetto che io spero si torni al dibattito nel merito di questa legge, perché talvolta pare, da certi interventi, che questa legge o non sia stata letta o non sia stata capita (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), perché per l'ennesima volta dobbiamo ribadire, da questi banchi, che qui non si sta parlando dell'ampliamento del porto d'armi, di maggiori armi nel Paese: si sta parlando del diritto legittimo del soggetto di difendersi in casa propria, se viene messa in discussione l'incolumità dei suoi beni e delle persone motivo d'affetto nella sua casa.
Fatta questa premessa, e premesso che capiamo l'esigenza dei deputati del PD, o perlomeno di alcuni, di liberarsi dall'etichetta di renziani e riposizionarsi con Zingaretti, e quindi oggi spiegarci che la legittima difesa è una cosa di estrema destra, salvo che - ripeto - loro prima l'avevano fatta maldestramente e soltanto in notturna, ribadiamo una cosa: l'utilizzo delle armi è sempre grave. Ma qui si scopre la vera anima della sinistra, che ci dice che è neutro, perché vorrebbe levarle anche alle nostre forze dell'ordine, e mandare le forze dell'ordine senza armi, a mani nude, contro i criminali. Qui si vede il vero spirito dei colleghi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Soverini. Ne ha facoltà.
SERSE SOVERINI (MISTO-CP-A-PS-A). Presidente, io non so se, al di là dei tecnicismi della legge, voi siete consapevoli del messaggio che mandate agli italiani. Quando io sento ricordare l'esempio dei due anziani in casa, che cosa volete dire? Che gli anziani si devono mettere una pistola nel cassetto (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Liberi e Uguali)? Volete questo, volete che gli anziani inizino… No, non è questo: voi date la responsabilità di difendersi all'anello debole della catena. Gli anziani si chiuderanno in casa più impauriti con la vostra legge (Commenti dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Colleghi! Colleghi!
SERSE SOVERINI (MISTO-CP-A-PS-A). Vi dovreste rendere conto del messaggio che mandate alla gente!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Cannizzaro. Ne ha facoltà.
Colleghi, per favore, un po' di silenzio.
FRANCESCO CANNIZZARO (FI). Presidente, per esprimere l'assoluta convinzione al sostegno al voto di questo provvedimento, e credo che noi non facciamo altro che realizzare ciò che ci ha chiesto la maggioranza degli italiani esattamente un anno fa.
E poi vorrei tranquillizzare il collega del PD, che sostiene che noi di Forza Italia rincorriamo i colleghi e gli amici della Lega: sì, lo facciamo con soddisfazione, perché loro rincorrono noi, noi rincorriamo loro, e lo facciamo in tutte quelle regioni dove ve li stiamo strappando (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), dove voi state governando, dove voi avete già registrato il fallimento, e state certi che arriveremo…
PRESIDENTE. Concluda.
FRANCESCO CANNIZZARO (FI). …anche in quelle regioni che ancora state continuando a governare.
I risultati ci danno ragione. VI vedo un po' ringalluzziti da questa farsa delle primarie (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico): state sereni, state sereni. Avrei voluto fare gli auguri…
PRESIDENTE. Deputato… Deputato Cannizzaro! Deputato Cannizzaro, rimanga sulla legge. Deputato Cannizzaro, rimanga sulla legge.
FRANCESCO CANNIZZARO (FI). …al collega Martina… Presidente, sono cose che noi non possiamo assolutamente accettare. Sono cose che noi non possiamo assolutamente accettare.
PRESIDENTE. Colleghi! Colleghi!
FRANCESCO CANNIZZARO (FI). Orgogliosi, assieme agli amici della Lega, di votare questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente e Lega-Salvini Premier).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Santelli. Ne ha facoltà.
JOLE SANTELLI (FI). Presidente, io ho ascoltato l'enfasi con cui il collega Scalfarotto ci ha raccontato quello che starebbe per accadere con questo provvedimento. L'avrei compreso, se nella scorsa legislatura il PD, con il suo Governo, non avesse affrontato questo tema, purtroppo non riuscendo a portarlo a casa. Questo è il dramma oggi che si trova ad affrontare il PD (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente): dover chinare la testa dinanzi ad una maggioranza molto ampia, che va oltre la maggioranza di Governo, ma che rispecchia la maggioranza degli italiani che chiede non l'uso delle armi, non l'uso delle armi… Collega, potrebbe accadere che un vecchietto a casa propria si trovi nella propria camera da letto un aggressore, e con il proprio bastone lo spranghi, va bene? Può succedere questo, questo è legittima difesa, questa è legittima difesa (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Nessuno parla di armi: qui si parla semplicemente della libertà delle persone, e un Parlamento di un Paese civile in primo luogo difende la libertà dei propri cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato D'Ettore. Ne ha facoltà.
FELICE MAURIZIO D'ETTORE (FI). Appare evidente che più di un parlamentare non ha letto la legge, e che costruisce, esclusivamente per meri fini propagandistici… Capisco questo momento, come diceva il collega Cannizzaro, dopo queste primarie: auguri per le primarie, ma manca qualcos'altro rispetto alle primarie, cioè i voti durante le regionali, da ultimo. Ed è evidente che se voi avete approvato una norma in cui dicevate – parlo dei lavori preparatori – che non è necessaria un'aggressione al diritto, ma basta un'offesa che contrasti il diritto, cioè un'offesa ingiusta, in particolare quando un soggetto si introduce con violenza e minaccia, con l'uso di armi, in casa, cosa deve fare chi si trova in casa una persona con le armi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)? E non è solo una persona anziana: sono fatti che succedono! Voi non sapete di cosa parlate, perché dovete fare propaganda. State alla legge, state alle norme: questa è una norma di civiltà giuridica, perché invece dà al giudice lo strumento per reagire in maniera concreta e per dare il quadro della situazione.
L'uso delle armi:…
PRESIDENTE. Concluda.
FELICE MAURIZIO D'ETTORE (FI). …sì, ci può essere anche l'uso delle armi, quando è necessario. Se c'è un'offesa ingiusta, è bene che si usino le armi di fronte a chi si introduce con armi, con violenza e minaccia per aggredire persone e cose. Si usano le armi: sì, bene, viva le armi quando si possono usare,…
PRESIDENTE. D'Ettore, concluda.
FELICE MAURIZIO D'ETTORE (FI). …per legittima difesa, per legittima difesa (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Fiano. Ne ha facoltà.
Colleghi, per favore!
EMANUELE FIANO (PD). Presidente, un conto è difendere la propria visione politica, un conto è offendere altri colleghi parlamentari. Ho sentito, dai colleghi di Forza Italia, una certa enfasi nel sostenersi gli unici paladini a difesa del principio di libertà in questo Paese, e che secondo loro passa anche per una difesa armata della propria libertà. Noi possiamo dividerci sui princìpi, ma che da un partito che non ha più neanche il numero 1 davanti, nei risultati elettorali vengano consigli, offese sulle nostre primarie o sui nostri voti, fa molto sorridere. Io capisco che ci sia, in queste ore, una processione con il piattino in mano da parte di Forza Italia di fronte alla Lega perché lasci i colleghi silenziosi del MoVimento 5 Stelle…
PRESIDENTE. Fiano, si attenga all'emendamento.
EMANUELE FIANO (PD). Esattamente sul tema dell'emendamento… Esattamente come gli interventi della collega di Forza Italia, che ha citato, come lei sa, tutte le parole dell'emendamento, no? Lei l'avrà sentito: non ha fatto altro che parlare dell'emendamento. Anche il collega D'Ettore non ha fatto altro che parlare dell'emendamento, Presidente: quindi esattamente nello stesso modo ne parlo io.
Discutiamo quindi delle differenze tra di noi su ciò che pensiamo della democrazia: voi pensate che la magistratura, nel caso della legittima difesa, non debba più intervenire, noi invece pensiamo che debba intervenire.
Se volete far scendere il dibattito alle offese sulle primarie o al numero di voti che stiamo prendendo, lo lasciamo a voi il dibattito. Qui a noi interessa difendere la civiltà giuridica, non scenderemo mai al livello delle offese al Partito di Forza Italia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Foti. Ne ha facoltà.
TOMMASO FOTI (FDI). Signor Presidente, in questo dibattito mi pare che si sia dimenticata una cosa fondamentale, cioè che la legittima difesa in quanto tale non è un regalo che fa il Parlamento o che, in precedenza, aveva fatto il Ministro della Giustizia nel 1930, quando venne introdotta nel codice Rocco, ma è un residuo di autotutela privata che lo Stato lascia al cittadino nel momento in cui lo Stato medesimo non è in grado di dare al cittadino adeguata tutela e protezione. E che la norma sia stata modificata in più occasioni non lo dice soltanto la natura degli atti parlamentari che abbiamo di fronte, ma lo dice soprattutto il fatto che una giurisprudenza di tipo evolutivo, anche in quest'Aula, sia stata più volte evocata, da ultimo, la sentenza della Corte di cassazione, dicendo: c'è una sentenza della Corte di cassazione, non serve più assolutamente una nuova legge sulla legittima difesa.
Il tema è ovviamente un altro. Come lei sa, signor Presidente, al giudice compete di applicare le leggi, non di interpretare le leggi, magari in natura sociologica, magari nel modo errato con cui tante volte sono state applicate (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Allora, questo è il problema politico: si cerca di sottrarre una norma, che dovrebbe essere generale e astratta e quindi applicabile erga omnes, a una valutazione caso per caso, che rischia di essere fonte di ingiustizia. Ma si evitino i comizietti da campagna elettorale, dicendo: stiamo armando tutti gli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Signor Presidente, ma lei crede veramente che domani ci sarà un italiano che andrà ad acquistare un'arma perché abbiamo fatto questa norma? Io spero che ci siano, invece, tanti italiani che, come me ,si augurano di non dover mai utilizzare né l'articolo 52 né l'articolo 55 del codice penale a propria difesa, perché vorrebbe dire vivere in uno Stato che sa proteggere il cittadino (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Avverto che sono esauriti anche i tempi aggiuntivi concessi dalla Presidenza per gli interventi a titolo personale. La Presidenza, pertanto, non consentirà più interventi a tale titolo. Se nessun altro chiede di intervenire…
FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Deputato Sisto, a titolo personale non può intervenire, e sull'emendamento il suo gruppo ha già parlato. Quindi, se non ci sono altri interventi, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 8.1 Magi e 8.2 Conte, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza del PD.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).
Passiamo alla votazione dell'emendamento 8.4 Costa.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Occhiuto. Ne ha facoltà.
ROBERTO OCCHIUTO (FI). Presidente, questo emendamento che noi abbiamo proposto cerca di esplicitare la circostanza per la quale le spese processuali non siano a carico della vittima, dell'aggredito. È uno di quegli emendamenti che noi abbiamo proposto per migliorare un testo che evidentemente anche noi consideriamo migliorabile. Noi avremmo preferito che questo testo non fosse una evoluzione della riforma Castelli, avremmo preferito che contenesse davvero le questioni che abbiamo proposto attraverso i nostri emendamenti: il diritto a difendersi come un diritto vero, non come una scriminante, l'onere della prova a carico dell'inquirente e non a carico dell'aggredito, il risarcimento mai. Ecco, questo non è il testo che noi abbiamo proposto, non è il testo che ha proposto l'onorevole Gelmini, non sarebbe il testo di Forza Italia, credo che non sarebbe nemmeno il testo del centrodestra, se il centrodestra avesse avuto la libertà di scrivere un testo insieme (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
Quindi, lo dico ai colleghi del PD, per il suo tramite, in particolare al collega Fiano, che stimo e apprezzo: non siamo noi ad offendere il PD, sono loro ad utilizzare questa discussione dimenticando la coerenza di Forza Italia e rappresentando la posizione di Forza Italia come una posizione di chi rincorre altri. Non rincorriamo nessuno, noi qui siamo la voce del centrodestra su questi temi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). E ci dispiace, amici della Lega, di essere l'unica voce del centrodestra su questi temi. Sa, onorevole Fiano, che sta succedendo? Sta succedendo che stiamo svolgendo un dibattito surreale: di solito, quando c'è una maggioranza parlamentare, è la maggioranza, in solido, a difendere un proprio provvedimento e le opposizioni lo contrastano (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), qui sta succedendo una cosa mai accaduta in tanti anni di vita parlamentare, sta succedendo che da un lato, la Lega, che, per consegne evidentemente del suo capitano, non vuole intervenire per non irretire o non creare incidenti con il MoVimento 5 Stelle, quindi non interviene e lascia a noi, da soli, il compito di difendere le ragioni del centrodestra (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente); dall'altra parte, c'è il MoVimento 5 Stelle che sta vivendo questa discussione come un fastidio e dice: speriamo finisca presto, perché non è un nostro provvedimento, è un provvedimento che dobbiamo subire. Voi non siete una maggioranza parlamentare, voi siete una maggioranza contrattuale, dove ciascuno paga un prezzo per avere qualcosa in cambio (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)! Allora siamo costretti, onorevole Fiano, a ricordarci le nostre differenze, sì, perché siamo reciprocamente e orgogliosamente differenti: noi rappresentiamo, con la nostra voce, gli unici di centrodestra all'interno del Parlamento; voi rappresentate, con la vostra voce, gli unici della sinistra all'interno di questo Parlamento. Non è colpa nostra, è colpa di una maggioranza che non nasce in Parlamento, ma che utilizza il Parlamento per realizzare un contratto che nulla ha a che vedere con le maggioranze parlamentari (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fiano. Ne ha facoltà.
EMANUELE FIANO (PD). Presidente, proprio sul merito di questo emendamento, ma per riprendere, per il suo tramite, le parole, che io considero piene di dignità, del collega Occhiuto, che ha descritto quello che sta succedendo su questo provvedimento. Quello che noi non accettiamo - ma per il resto l'analisi politica io la vedo - sono le offese. Non serve, per difendere legittimamente il programma di un centrodestra che è andato unito alle elezioni, dire che le primarie del Partito Democratico sono una farsa (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), perché se in questo momento - e seguo il filo del discorso del collega Occhiuto si sta ricreando - mi permetterà un passo in avanti - di nuovo forse un'area di bipolarismo in questo Paese, perché c'è un terzo polo che è muto in questo Paese sulle idee che ha sempre professato (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), e dunque lo scontro, legittimo, ideologico, al quale né noi, né voi volete rinunciare è sul merito della questione, tutto questo deve avvenire - come ho ascoltato in queste parole adesso, ma non l'ho ascoltato prima - nella legittimazione dell'avversario. Noi siamo orgogliosamente diversi dal centrodestra italiano su questioni di principio e, quando si è diversi, bisogna accettare la diversità, non offendere la diversità. Il fatto che la Lega si sia alleata, con un contratto, con il MoVimento 5 Stelle è un problema del Centrodestra, che ha perso il pezzo più importante, che è la Lega, non è un problema nostro questa dinamica. Il problema nostro è che sull'esautorazione del ruolo indipendente e discrezionale della magistratura, sul tema della legittima difesa, noi, come molti colleghi del MoVimento 5 Stelle fino a pochi mesi fa, non saremo mai disponibili, perché si va ad incidere su un cardine delle democrazie liberali, per il quale il legislatore fa le leggi e la magistratura è un potere autonomo, che ha la discrezione di poterle interpretare. Voi volete incidere su questo cardine, noi lo difenderemo sempre (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.
FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signor Presidente. Testardamente, vorrei rimanere sul merito perché - come spesso accade - poi finisce che questioni molto serie e anche con ricadute importanti per la vita dei cittadini si mescolino con questioni politiche. Io do atto da questo punto di vista al gruppo di Forza Italia di fare politica, in questi due giorni avete fatto politica, avete fatto politica nel senso nobile, cioè avete giocato una partita anche sull'oggi, oltre che sostenere le vostre tesi nel merito.
Il punto però è che questo emendamento, se passasse, aggraverebbe ulteriormente la riflessione che facevamo prima, sui numeri, perché di fatto questo emendamento aumenta i costi a carico dello Stato, che, se non viene modificata - ovviamente non può più esserlo - la copertura dell'articolo 8 evidentemente dimostra che questo è un terreno relativo a pochissimi casi.
C'è un punto che, però, noi non accettiamo delle riflessioni e degli attacchi che sono stati fatti da molti colleghi di Forza Italia, che hanno sostenuto con grande passione - di questo non si può che dargliene atto - questo provvedimento. Il problema è che qui non c'è una sinistra che difende gli oppressori, che difende quindi i delinquenti - perché questo è il loro nome: quelli che entrano nella proprietà altrui, quelli che delinquono vanno chiamati con il loro nome -; noi difendiamo i principi fondamentali di un ordinamento di democrazia liberale e, se penso agli atti fondativi e ai documenti programmatici della prima Forza Italia, mi chiedo dove è andata a finire la cultura liberale, che era una delle anime fondamentali che portarono alla costituzione, nei primi anni Novanta, di Forza Italia. Quindi, la nostra è la difesa di un principio, è la difesa di un'idea di società. Lo dico al collega Zanettin rispetto a una nota di ieri, in cui mi accusava di citare il Far West, gli dico con rispetto che non ho mai usato questo termine in tutta la locuzione di ieri, per una ragione, collega Zanettin, perché queste norme sono oltre il Far West, sono norme che non ci sono neppure in quegli Stati americani che sono più “avanzati” - lo diciamo tra virgolette, appunto - rispetto a questi temi. Voi avete sostanzialmente, con questo provvedimento, minato e distrutto il concetto, l'applicabilità della legittima difesa, l'avete trasformata in “legittima offesa”, questo è il contrario della cultura liberale per la quale voi siete nati (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).
PIERANTONIO ZANETTIN, Relatore per la maggioranza. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PIERANTONIO ZANETTIN, Relatore per la maggioranza. Molto brevemente, Presidente, intervengo come relatore, perché credo che sia molto importante che quando qualcuno, quando un giudice, un interprete del diritto sarà chiamato ad applicare queste norme abbia chiaro di cosa stiamo parlando.
Allora, il collega Fornaro ha detto che l'emendamento di Forza Italia, l'8.4, a firma Costa, aumenterebbe i costi di questa norma; io credo, come relatore, di avere il dovere di dire che l'emendamento 8.4 Costa aveva la finalità di chiarire un punto che secondo me non è del tutto chiaro e credo che vada messo con molta evidenza: l'articolo 8 parla di “disposizioni in materia di spese di giustizia”, stabilisce come vengono liquidate queste spese di giustizia e poi, all'ultimo comma, stabilisce la copertura, non dice a carico di chi sono poste. L'emendamento di Forza Italia aveva proprio la finalità di dire che vengono poste a carico dello Stato. Io credo - facendo proprio il ruolo del relatore che deve chiarire all'Aula, ma anche all'interprete del domani, questa norma - vada detto che queste spese vanno poste a carico dello Stato, cosa che non è scritta in modo esplicito in questa norma e questo diceva l'emendamento di Forza Italia. In questo senso, credo che possiamo essere tutti d'accordo che l'articolo 8 ha questa finalità, di porre le spese di giustizia, liquidate come da norma, a carico dello Stato, anche se non è scritto. Sarebbe stato scritto se l'emendamento di Forza Italia fosse stato accolto o se riteneste di accoglierlo ora.
PRESIDENTE. Avverto che i gruppi del Partito Democratico e Liberi Uguali hanno esaurito il tempo previsto dal contingentamento per il seguito dell'esame. La Presidenza concederà a tali gruppi un tempo aggiuntivo pari ad un terzo di quello originariamente previsto.
Nessun altro chiedendo di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.4 Costa, con il parere contrario della Commissione, del Governo, del relatore di minoranza per il Partito Democratico e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).
Passiamo alla votazione dell'articolo 8.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.
FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signor Presidente. Colgo l'occasione di questa votazione per correggere una mia precedente affermazione e ringrazio la collega che me lo ha segnalato. Il gratuito patrocinio è a tariffe stabilite e molto contenute, quindi non stiamo parlando delle migliaia di euro che ho espresso prima, però voglio ricordare che la copertura prevista dall'articolo 8, nel comma 2, riguarda fondamentalmente tutte le spese, quindi non ci sono soltanto le spese dell'avvocato, ma esso copre anche la parte relativa alle spese tecniche dei consulenti di parte, che normalmente non sono, anche queste, di poco conto, quindi l'asserzione che ho fatto in precedenza rimane confermata: stiamo parlando di pochissimi casi, numericamente parlando, quindi non di una situazione emergenziale, che, invece, è risuonata più volte dalle parole dei colleghi in quest'Aula, oltre alle ragioni politiche che ricordavo. Quindi, noi voteremo contro, anche perché non ci convince, neanche da questo punto di vista, la spiegazione del collega Zanettin, anche se poi l'emendamento di Forza Italia è stato bocciato. Era evidente che, allargando la platea dell'oggetto del rimborso, com'era in quell'emendamento, si andavano ad aumentare i costi dello Stato, e non intervenendo quindi, fermo restando lo stanziamento previsto, anche qui avremmo parlato alla fine numericamente di pochissimi casi. Quindi, noi voteremo convintamente contro.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Squeri. Ne ha facoltà.
LUCA SQUERI (FI). Grazie, Presidente. Ma io sarei curioso di chiedere ad ognuno di noi 630 deputati della Camera se riteniamo che ci sia il diritto alla difesa. Penso che su 630 nessuno avrebbe l'ardire di dire: “no, non c'è il diritto alla difesa”. Mi rivolgo al collega che diceva “con questa legge voi volete che gli anziani si armino”: ma assolutamente no. Poi ci sarà chi dirà agli anziani di armarsi o chi no, ma non è questo il punto. Questa legge consente, finalmente, a chi vorrà concretizzare il diritto alla difesa, di non mettere sullo stesso piano la vittima e l'aggressore, semplicemente questo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Per cui davvero non capisco come si possa avversare il consentire che ci siano elementi a favore della vittima.
Per cui, in conclusione di questo iter che sta per terminare, ribadisco che è sacrosanta questa legge, che era necessaria per un principio che legittimasse la differenza tra la vittima e l'aggressore. Certamente non risolverà nessun problema di quella che è la criminalità, di quelli che saranno gli attacchi e le rapine, però sarà sicuramente un conforto alle vittime.
Concludo, approfittando del tempo che rimane, facendomi portavoce del mio compagno di banco Antonio Palmieri, che, fortuna sua, era in quest'Aula anche durante la maggioranza e mi diceva che si ritrovava negli anni in cui c'era una maggioranza di centrodestra che si confrontava schiettamente e anche duramente con la sinistra. Purtroppo i tempi sono cambiati, Antonio (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 8.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 7).
(Esame dell'articolo 9 - A.C. 1309-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 9 e dell'unico articolo aggiuntivo ad esso presentato (Vedi l'allegato A).
Passiamo alla votazione dell'articolo 9.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sisto. Ne ha facoltà.
FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Grazie, Presidente. Semplicemente per segnalare, sul piano del metodo, e ha ragione il collega Occhiuto, che si tratta di un'imbarazzante geometria sul piano della difesa del provvedimento, questo contraddittorio atipico che si è creato con il Partito Democratico; però mi convince che l'effetto primarie, con tutto il rispetto per le primarie, se si esaurisce semplicemente nella nostalgica rievocazione che il collega Scalfarotto ha fatto di una sinistra che, in qualche modo, ha una sorta di resurrezione virtuale, penso che sia troppo poco. È troppo poco perché in qualche maniera la nostalgia, il tentativo di riportare argomenti che in qualche modo sono stati travolti nella XVI legislatura, una colonna vertebrale che è stata dispersa fatalmente nell'ambito del renzismo, mi sembra un effetto un po' ridotto.
E, se è tutto qui, mi sembra che siamo davvero peggio di prima: il tentativo di far rivivere quello che è definitivamente ormai sepolto e che non può essere riesumato semplicemente perché qualcuno decide che l'elezione di un nuovo segretario possa riportare nuovo vigore a quello che già non c'è più.
Presidente, questo è un provvedimento in cui ci saremmo aspettati un atteggiamento diverso da parte del Partito Democratico, un atteggiamento che non fosse un'abrasione di memoria, che non fosse una sorta di cancellazione per guadagnare una nuova legittimazione al vecchio, perché questo è accaduto, una nuova legittimazione al vecchio, il tentativo di cancellare quello che c'è stato e riprendersi una cultura che non ha veramente più ragione di essere.
Da questo punto di vista, Forza Italia è stata coerente: è l'unico provvedimento di destra che in quest'Aula è stato veramente votato all'interno del nostro contratto, contratto quello buono, quello per cui gli elettori sono andati a votare, quello che ha portato la gente al voto e che significa restituire alla norma penale la capacità di adeguarsi alla realtà. Da questo punto di vista, penso, Presidente, che tutto si possa dire a Forza Italia, qualcuno ha detto che noi abbiamo fatto una battaglia politica vera, ma non soltanto una battaglia politica: una battaglia coerente, una battaglia di idee, una battaglia normativa nell'interesse della gente e dei cittadini. Quindi, respingiamo al mittente ogni tentativo di estendere da un punto di vista puramente ideologico e strumentale questa battaglia, che abbiamo condotto puntualmente all'interno di quest'Aula in virtù di un solo principio, il mandato ricevuto dagli elettori con un contratto che è stato posto al centro del consenso che abbiamo raccolto.
E, per quanto concerne poi i numeri, ha ragione il collega Cannizzaro, dico ai colleghi del Partito Democratico che i numeri non si contano sui sondaggi, si contano sui risultati. Le regioni, i comuni, tutto quello che accadrà insieme al centrodestra unito, vi faremo vedere davvero i numeri (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Borghi. Ne ha facoltà.
ENRICO BORGHI (PD). Grazie, signor Presidente. Ci accingiamo ad arrivare alla fine di questo provvedimento, e quindi, come è inevitabile, ci sono anche una serie di valutazioni di carattere politico che intrecciano la nostra riflessione. Credo che sia giusto dover sottolineare un punto che è stato ripreso anche da alcuni contributi dei colleghi. Signor Presidente, questo provvedimento sarà ricordato negli annali della Camera, perché è un provvedimento sul quale noi non abbiamo registrato nessun intervento da parte dei componenti della maggioranza e abbiamo registrato una dialettica all'interno delle minoranze che, come ha ricordato in precedenza il collega Fiano, riposiziona sul piano politico una sorta di bipolarismo normale tra la destra e la sinistra.
E però pone inevitabilmente un tema, che mi permetto anche di sottoporre alla sua sensibilità, perché, nel momento in cui il collega Sisto rivendica, sia pure all'interno di una sorta di sindrome di Stoccolma in cui Forza Italia è caduta e che si è letteralmente innamorata del proprio carceriere, che la sta conducendo progressivamente verso una sostanziale estinzione, di cui questa subalternità culturale che loro stanno dimostrando è un ulteriore passo in avanti, perché ci chiediamo come potranno molti moderati italiani riconoscersi in queste posizioni estremistiche e, addirittura, nell'apologia pro Orbán che noi abbiamo sentito fare in quest'Aula da parte di rappresentanti di Forza Italia. Ma questo è un problema loro e, collega Sisto, lo vedremo sicuramente nelle urne e su questo tireremo le conclusioni, a iniziare dalla Basilicata per esempio.
Ma il tema, signor Presidente, è anche l'incredibile afasia, il silenzio totale, l'imbarazzato atteggiamento del MoVimento 5 Stelle che, a fronte di una sottolineatura che riprendo lessicalmente da parte del collega Sisto e, cioè, il fatto che quest'Aula stia per votare quello che loro - e noi - definiscono un provvedimento di destra, il MoVimento 5 Stelle semplicemente evapora.
Allora, signor Presidente, se si riduce la politica esclusivamente a una dinamica di natura contrattualistica, per cui adesso si vota questo provvedimento, perché è in quota Lega, e poi, magari tra qualche minuto, affronteremo il tema della riforma dell'articolo 416-ter, che, quindi, è in quota ai grillini, è inevitabile che la politica in questa dimensione scompare, la politica intesa come ricerca del bene comune e costruzione di un progetto condiviso. Se la politica diventa, come la state trasformando, esclusivamente un patto leonino, i patti leonini si risolvono inevitabilmente nella vittoria del più forte e voi, colleghi del MoVimento 5 Stelle, sotto questo profilo state pagando e pagherete un dazio molto pesante a questa vostra accettazione subalterna di un'impostazione che non vi porterà da nessuna parte.
Forse vi illudete che sarete in grado in questo modo di ottenere una bandiera - che so - sulla TAV Torino-Lione in cambio di questo vostro silenzio ma non sarà così. Non sarà così e, signor Presidente, mi permetto anche, nella conclusione, di manifestarle una personale - come dire - solidarietà politica, perché, conoscendo la sua storia e il suo percorso, immagino che per lei oggi sia un momento di sofferenza particolare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.
FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signor Presidente. Questo è l'ultimo appello, tra virgolette, perché non si verifichi una cosa che credo non si è mai verificata, ossia che, su un provvedimento importante e così rilevante (credo che forse ciò sia l'unica cosa su cui siamo tutti d'accordo, dato che non stiamo parlando di un provvedimento di minore importanza come capita nell'attività parlamentare), che avrà anche avuto e avrà un'eco esterna molto significativa, non vi è stato nessun intervento del partito di maggioranza relativa e due interventi, per onore e giustizia del collega, di un collega della Lega.
Il silenzio assordante di questa maggioranza devo dire che mi colpisce ancora di più rispetto all'affermazione importante e che considero oggettiva del collega Sisto, cioè che questo sia un provvedimento di destra (e lo ha rivendicato poc'anzi nel suo intervento). Ebbene, neanche di fronte a questo il MoVimento 5 Stelle ritiene di intervenire. È evidente che a questo punto la trasformazione del MoVimento 5 Stelle si è completata, perché se non ritenete di intervenire di fronte neppure - pensando anche alla vostra origine - a un'accusa del collega Sisto - credo - è evidente che la trasformazione è avvenuta.
Ma così non si sta in Parlamento: non siete stati votati, credo, per non rappresentare i vostri elettori che non penso siano tutti su queste posizioni. È veramente, devo dire da un punto di vista parlamentare, umiliante aver assistito a questo non confronto con la maggioranza. È un confronto che ha avuto anche momenti vivaci ma io credo che siano stati sempre, da parte nostra, rispettosi delle posizioni di Forza Italia.
Veramente credo che inauguriamo, anche se avevamo già avuto alcuni segnali, una stagione veramente avvilente per questo Parlamento. Provvedimenti che sono decisi in altri luoghi vengono portati in quest'Aula e sostanzialmente conta solo la forza dei numeri. La forza dei numeri è dalla vostra, colleghi del 5 Stelle e della Lega, però credo che questi siano momenti in cui ci si debba anche confrontare, sentire e ascoltare le ragioni dell'altro anche nel tentativo di convincersi in maniera reciproca, perché questo è lo spirito del Parlamento.
Quindi, da questo punto di vista noi voteremo contro sull'articolo 9, così come abbiamo votato contro su tutti gli altri articoli e voteremo contro sul provvedimento finale ma veramente con una sensazione amara, una sensazione avvilente di un Parlamento che sembra schiavo di un contratto firmato molti mesi fa, di un contratto che prevede una spartizione di potere che si concretizza, sostanzialmente, in un provvedimento a me e in un provvedimento all'altro socio di maggioranza. Non siamo in una società per azioni: siamo nel Parlamento italiano e credo che un richiamo ci debba essere da questo punto di vista a tutti perché si sia rispettosi del mandato che tutti abbiamo ricevuto da parte dei cittadini che ci hanno eletto che è quello, evidentemente, anche di rappresentarli in questa sede.
Ebbene, in questo provvedimento il MoVimento 5 Stelle ha sostanzialmente abdicato totalmente a questo ruolo e lo ha fatto sostanzialmente anche la Lega. Esprimeranno la loro forza nei numeri e magari poi avremo profluvi di dirette Facebook e di tweet, però insomma qui - e richiamo, Presidente, la centralità del Parlamento - credo che la centralità del Parlamento sia stata interpretata da questa maggioranza nel modo peggiore possibile (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 9.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 8).
(Esame degli ordini del giorno - A.C. 1309-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).
Avverto che il deputato Bond ha ritirato il suo ordine del giorno n. 9/1309-A/10 e ha presentato, entro i termini regolamentari, l'ordine del giorno n. 9/1309-A/13.
La deputata Lucia Annibali ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1309-A/6.
LUCIA ANNIBALI (PD). Grazie, Presidente. Con questo ordine del giorno io impegno il Governo ad adottare ogni iniziativa utile a monitorare e a controllare la diffusione delle armi per uso di difesa personale nonché ad assicurare che la detenzione legittima di un'arma corrisponda a una tempestiva ed efficace comunicazione ai familiari e ai conviventi maggiorenni, anche diversi dai familiari e compreso il convivente more uxorio.
Io ho presentato questo ordine del giorno che si richiama un po' alle implicazioni che secondo noi la riforma della legittima difesa, soprattutto per quanto riguarda il messaggio che noi riteniamo pericoloso, porta in sé anche in riferimento a un Paese come il nostro - e l'abbiamo già detto ieri - in cui sono in costante aumento gli omicidi in ambito familiare e interpersonale.
Ma pongo questo ordine del giorno anche perché, nel recepire la direttiva europea in materia di acquisto e detenzione di armi, questa maggioranza - mettiamola così - ha conservato il richiamo agli articoli 35 e 42 del TULPS, che rimandano all'emanazione di un successivo regolamento per le modalità di attuazione tecnica dell'obbligo, appunto, di comunicazione di possesso di armi ai familiari. Allo stato questo regolamento non è stato fino a ora emanato, per cui in concreto e nella realtà quest'obbligo di comunicazione risulta poco stringente e probabilmente inefficace.
Viste, allora, le implicazioni che questo può avere, ho chiesto uno specifico ordine del giorno in questo senso e spero che il Governo lo voglia accogliere perché non sembri poi che, magari, su questo tema voglia un po' lavarsene le mani (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Deputato Parolo per favore… per favore, deputato… deputato Parolo… grazie.
Se nessun altro chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il rappresentante del Governo a esprimere il parere.
JACOPO MORRONE, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Sull'ordine del giorno n. 9/1309-A/1 Silvestroni il parere è favorevole come raccomandazione. Sull'ordine del giorno n. 9/1309-A/2 Zucconi il parere è contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/1309-A/3 Foti il parere è favorevole. Sugli ordini del giorno nn. 9/1309-A/4 Maschio, 9/1309-A/5 Cirielli e 9/1309-A/6 Annibali, il parere è contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/1309-A/7 Biancofiore il parere è favorevole con la seguente riformulazione: espungere totalmente le premesse e riformulare l'impegno nel seguente modo: “a valutare le opportune iniziative normative al fine di garantire l'applicazione dei principi costituzionali in materia di tutela della proprietà privata e di inviolabilità della stessa”. Sull'ordine del giorno n. 9/1309-A/8 Bazoli il parere è favorevole con la seguente riformulazione: espungere totalmente le premesse e riformulare l'impegno nel seguente modo: “nell'ambito delle proprie competenze, a provvedere, a partire dall'entrata in vigore della nuova legge, ad un monitoraggio periodico al fine di valutarne l'impatto e la relativa portata.” Sugli ordini del giorno nn. 9/1309-A/9 Fragomeli, 9/1309-A/11 Mollicone e 9/1309-A/12 Verini il parere è contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/1309-A/13 Bond il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di adottare, qualora necessario, provvedimenti ulteriori volti a verificare la maggiore incidenza dell'applicazione dell'articolo 52 del codice penale, come riformulato dal disegno di legge in oggetto, circa il più rapido esito dei procedimenti penali culminati con proscioglimento o assoluzione in dibattimento.”
PRESIDENTE. Passiamo, dunque, all'ordine del giorno n. 9/1309-A/1 Silvestroni, con parere favorevole come raccomandazione, va bene.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1309-A/2 Zucconi, con parere contrario.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zucconi. Ne ha facoltà.
RICCARDO ZUCCONI (FDI). Signor Presidente, noi ci sorprendiamo non soltanto per la contrarietà del Governo rispetto a questo ordine del giorno, ma anche rispetto ad altri che sono stati bocciati. Fratelli d'Italia è favorevolissimo a questo provvedimento. Che la difesa è sempre legittima è un nostro slogan da sempre. I 250 mila furti con effrazione, che avvengono ogni anno in Italia, testimoniano che il nostro ordinamento aveva bisogno di una corretta contromisura in merito. Con i nostri ordini del giorno, però, chiedevamo soltanto - e invitiamo il Governo a rivedere il suo parere - di valutare che gli effetti applicativi del provvedimento fossero monitorati per far riferimento anche a quello che noi riteniamo un errore contenuto nella legge, all'articolo 2, cioè quando si parla di uno stato di grave turbamento derivante dalla situazione di pericolo in atto. Avremmo voluto anche limitare questa valutazione discrezionale e prevedere soltanto che, nel momento stesso dell'effrazione, scattassero di conseguenza i provvedimenti e le previsioni. Quindi, noi vogliamo mettere in votazione questo ordine del giorno, però ripetiamo che siamo rimasti abbastanza sorpresi che non si sia voluta portare a termine la filosofia che sta alla base di questo provvedimento, levando un margine di discrezionalità che potrebbe riproporre, poi, i problemi già posti in passato. Fratelli d'Italia è a favore del provvedimento, ma chiede questo tipo di impegno al Governo.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1309-A/2 Zucconi, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).
Sull'ordine del giorno n. 9/1309-A/3 Foti il parere è favorevole.
Sull'ordine del giorno n. 9/1309-A/4 Maschio il parere è contrario, insiste per la votazione?
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1309-A/4 Maschio, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).
Sull'ordine del giorno n. 9/1309-A/5 Cirielli il parere è contrario, chiede di votare?
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1309-A/5 Cirielli, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).
Sull'ordine del giorno n. 9/1309-A/6 Annibali il parere è contrario, chiede di votarlo?
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1309-A/6 Annibali, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1309-A/7 Biancofiore, su cui c'è un parere favorevole con riformulazione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Biancofiore. Ne ha facoltà.
MICHAELA BIANCOFIORE (FI). Grazie, Presidente. Accetto la riformulazione, anche se mi sorprende che la Lega non voglia in qualche modo sancire la sacralità in Costituzione della proprietà privata, perché tutto quello che stiamo facendo e dicendo in quest'Aula, in queste ore, anche l'approvazione della legittima difesa, non sta nelle premesse e se noi non garantiamo costituzionalmente, al netto dell'articolo 42 della Costituzione, la vera e propria sacralità della proprietà privata, la quale impedirebbe effettivamente l'esproprio di abitazioni o l'occupazione abusiva ed evidentemente garantirebbe, a partire dalla Costituzione, che qualunque cittadino si possa e abbia il dovere di difendersi dentro i confini della propria casa, pagata - ribadisco - con le proprie tasse e con il proprio lavoro. Quindi la proprietà privata deve essere assolutamente garantita e Forza Italia, facendo sempre un passo in avanti, proporrà un disegno di legge costituzionale in questo senso, garantendone la sacralità (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1309-A/8 Bazoli, su cui c'è un parere favorevole con riformulazione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bazoli. Ne ha facoltà.
ALFREDO BAZOLI (PD). Presidente, non accetto la riformulazione, perché con questo ordine del giorno io chiedo che venga fatto un monitoraggio sull'applicazione di questa nuova legge, ma lo faccio sulla base delle premesse e le premesse ovviamente indicano le criticità che noi individuiamo nell'applicazione della legge. Quindi, se la riformulazione comporta l'espulsione delle premesse, evidentemente l'ordine del giorno non ha più senso.
Quindi io chiedo che venga messo ai voti così come è stato presentato.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1309-A/8 Bazoli, con parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).
Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/1309-A/9 Fragomeli con parere contrario del Governo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fragomeli. Ne ha facoltà.
GIAN MARIO FRAGOMELI (PD). Grazie, Presidente. Sinceramente non capisco il parere contrario per un semplice motivo: noi siamo contrari a questa norma e quindi l'abbiamo ribadito nella discussione e molti dei colleghi di Forza Italia ci hanno detto che non c'è nessuna correlazione tra questa norma e la diffusione delle armi. Poiché la pensiamo totalmente all'opposto, da questo punto di vista, chiediamo semplicemente che chi si vuole dotare di un'arma in casa per difendersi, abbia nello stesso tempo l'obbligo di avere un sistema di videosorveglianza annesso al suo sistema di allarme. Oggi non costa molto la tecnologia con le webcam e con questi strumenti si consente di avere le riprese e dare possibilità alla magistratura di intervenire e di conoscere realmente quello che è accaduto, perché la giustizia è sapere quello che è accaduto realmente in quel contesto, in quella casa, in quell'abitazione, in quel negozio secondo noi. Quindi, da questo punto di vista, non capisco qual è il problema nel dare uno strumento alla magistratura per accertare la verità di quanto è accaduto oppure ci sarà la parola di colui che ha sparato, magari per legittima difesa, ma non sappiamo se ha ecceduto nella legittima difesa, perché dall'altra parte c'è una persona che non è più viva ma è morta e quindi non potrà neanche dire la sua, e non crediamo che in questo Paese sia giusto creare zone franche all'applicazione della legge. Quindi qual è la preoccupazione? Se non c'è una preoccupazione per la diffusione delle armi, se non c'è la preoccupazione sul fatto che la gente abbia il diritto di difendersi, diamo uno strumento alla magistratura per valutare se effettivamente c'è stata una reale legittima difesa o se invece non c'è stata. È quindi incomprensibile il parere contrario: avete paura che in qualche modo si possa vedere quanto è accaduto in modo chiaro e registrato, cioè in questo Paese crediamo che sia giusto che ci sia l'applicazione delle leggi in alcuni luoghi e in altri no? Mi sembra incredibile questa risposta. Se siete per la legittima difesa e credete che la persona anziana o la donna sola giustamente abbia risposto per legittima difesa, che ci sia una videocamera che lo attesti e che i giudici possano dire esattamente con una sentenza quello che è accaduto. C'è già una giurisprudenza che si va consolidando da questo punto di vista - l'abbiamo ribadito - con il caso Birolo, quindi qual è la preoccupazione nell'accogliere uno strumento che non fa altro che dare potenza e ruolo alla giustizia italiana e non creare, torno a dire, zone franche e pericolose in questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)?
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1309-A/9 Fragomeli.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1309-A/11 Mollicone, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).
Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/1309-A/12 Verini. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Verini. Ne ha facoltà.
WALTER VERINI (PD). Presidente, solo per dire che capisco la volontà del Governo e dei sostenitori della proposta di legge di arrampicarsi sugli specchi nel negare l'automatismo tra la diffusione, certa, dell'uso delle armi e la nuova normativa, tuttavia è una coda di paglia. Il nostro ordine del giorno, al di là delle premesse, chiedeva – e chiede –, nel dispositivo, di monitorare cosa accadrà d'ora in poi relativamente all'acquisto e alla diffusione delle armi e, quindi, indipendentemente da come si consideri il contenuto della normativa - e mi pare che sia chiaro che noi la consideriamo una cosa molto pericolosa – beh, sarebbe interesse di tutti capire se e come in questo Paese potrà aumentare il numero di coloro che possiedono armi, o per paura o perché pensa che d'ora in poi uno possa sparare anche se vede uno che scappa nel suo giardino. È grave che il Governo non voglia impegnarsi su questo: è grave, ma coerente con il comportamento tenuto. Sarebbe bello che qualcuno di quelli che sono stati zitti, ma che non condividono la proposta di legge e hanno paura, anche in questo Parlamento, della diffusione delle armi che questa legge porterà, insieme a maggiore insicurezza, magari così, per un sussulto, minimo, di coscienza, votassero a favore di questo ordine del giorno.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1309-A/12 Verini, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).
Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/1309-A/13 Bond, sul quale il Governo ha espresso parere favorevole, con riformulazione. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bond. Ne ha facoltà.
DARIO BOND (FI). Il passaggio che ho fatto nell'ordine del giorno, “la difesa si presume sempre legittima e l'onere di provare l'insussistenza della scriminante è a carico della pubblica accusa”, era scritto meglio nella mia parte rispetto alla riformulazione. Ma accetto, comunque, la riformulazione: è già un buon passaggio.
PRESIDENTE. Sospendiamo, a questo punto, l'esame del provvedimento, che riprenderà alle ore 16, per lo svolgimento delle dichiarazioni di voto finale e la votazione finale.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 15, per lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
La seduta, sospesa alle 13,35, è ripresa alle 15.
Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro e delle politiche sociali, il Ministro dell'Economia e delle finanze, il Ministro dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare. Invito gli oratori ad un rigoroso rispetto dei tempi, anche considerata la diretta televisiva in corso.
(Iniziative urgenti per contrastare le ricadute sul sistema produttivo derivanti dal blocco dei cantieri TAV – n. 3-00584)
PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Sozzani ed altri n. 3-00584 (Vedi l'allegato A). Chiedo al deputato Diego Sozzani se intenda illustrare la sua interrogazione o se si riservi di intervenire in sede di replica.
DIEGO SOZZANI (FI). Grazie, Presidente. Signor Ministro, mai c'è stato un momento più propizio per la discussione di questa interrogazione, perché noi vorremmo conoscere la sua opinione vista la crisi di governo, forse oggi rientrata, di ieri, che ha visto il suo epilogo su questo argomento, sulla TAV, con le dimissioni del Ministro Toninelli. Voi che, da giorni, siete in permanente riunione, che avete, per citazione dell'apparente Premier Conte, prorogato sino a venerdì i vostri incontri, e lei che prima di questi predetti incontri ha chiesto il permesso a Davide Casaleggio, del quale non conosciamo il ruolo né nel vostro partito né nel Governo, voi, peraltro, che state vanificando 27 miliardi di investimenti in opere infrastrutturali, con la riduzione e la perdita di ben 52 mila posti di lavoro, facendo della distruzione economica della nostra nazione il vostro vanto…
PRESIDENTE. Concluda, onorevole.
DIEGO SOZZANI (FI). Voi che volete bloccare i bandi della TELT, oltre 2 miliardi di euro previsti per il prossimo lunedì, con la perdita del contributo europeo di ben 300 milioni…
PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole.
DIEGO SOZZANI (FI). Voi che volete, dopo undici progetti e sette analisi costi-benefici cambiare ancora una volta, dando soluzioni campate per aria praticamente ogni giorno; voi che avete speso 300 mila euro per un'analisi costi-benefici per…
PRESIDENTE. Grazie, deputato Sozzani. Il Ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro e delle politiche sociali, Luigi Di Maio, ha facoltà di rispondere.
LUIGI DI MAIO, Ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro e delle politiche sociali. Grazie. Con riferimento alla TAV sono, come sapete, delle ore decisive, ci sono in corso delle interlocuzioni politiche e tecniche, anche alla luce delle diverse sensibilità su questo tema e, come è noto, il Presidente del Consiglio si è assunto la responsabilità di dirimere la questione in base all'analisi costi-benefici redatta dal Ministero dei trasporti.
Con questa interrogazione mi viene chiesto di rispondere sulle iniziative da intraprendere per contrastare le possibili ricadute negative derivanti da un eventuale blocco dei cantieri. Quello che ci interessa, in questa vicenda, è prendere la scelta migliore per i cittadini italiani e tutelare l'interesse nazionale, ma il Governo non sta aspettando una decisione sul TAV per fare gli investimenti, per far partire i cantieri, per creare lavoro. Proprio in quest'ottica sono state adottate tutte le misure di questo Governo a sostegno delle infrastrutture nonché delle imprese. In particolare, ricordo che è stato istituito un Fondo di investimento centrale, finalizzato al rilancio degli investimenti delle amministrazioni centrali dello Stato e allo sviluppo del Paese, da ripartire tra le varie amministrazioni con una dotazione di 43,6 miliardi dal 2019 al 2033. Per il rilancio degli investimenti degli enti territoriali è stato istituito un fondo con una dotazione totale di 36,6 miliardi di euro dal 2019 al 2034; è stato previsto lo stanziamento di circa 250 milioni in cinque anni per la manutenzione dei ponti del Po; per le regioni sono stati previsti contributi per investimenti finalizzati alla realizzazione di opere pubbliche per la messa in sicurezza degli edifici e del territorio; per i comuni sono stati assegnati 400 milioni di euro, ai comuni fino a 20 mila abitanti, per la messa in sicurezza di scuole, strade, edifici pubblici e patrimonio comunale entro il 2019 e a livello nazionale abbiamo circa 13 miliardi di euro aggiuntivi di investimenti nel piano RFI.
Sotto il profilo degli interventi a sostegno delle imprese, voglio poi ricordare che il MISE, la regione Piemonte e Invitalia Spa hanno sottoscritto, in data 27 luglio 2018, un accordo di programma per sostenere programmi di investimento nelle aree di crisi industriale non complessa del Piemonte ed è in corso la conclusione dell'iter per il riconoscimento dell'area di crisi industriale complessa per il territorio di Torino, in cui è localizzata la maggior parte degli stabilimenti produttivi, per rilevanza e dimensione, della regione.
Inoltre, ricordo anche la rimodulazione del cosiddetto iper ammortamento che consente di maggiorare il costo di acquisizione dei beni materiali strumentali nuovi, funzionali alla trasformazione tecnologica, la modifica del credito d'imposta per spese di ricerca e sviluppo e la conferma della misura del credito d'imposta 4.0 della formazione, il rifinanziamento della nuova Sabatini, il potenziamento del piano straordinario per la promozione del made in Italy e la costituzione di un fondo nazionale per l'innovazione a sostegno delle startup. In questi giorni il Governo è impegnato sul fronte del rilancio degli investimenti e della crescita attraverso l'adozione di apposite misure (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Il deputato Roberto Rosso, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.
ROBERTO ROSSO (FI). Grazie, Presidente. Signor Ministro della decrescita economica, dovrei esprimere se sono soddisfatto o no della sua risposta, ma la risposta non c'è stata; noi le abbiamo chiesto: quanti posti di lavoro si perdono se non si fa la TAV? E lei ha risposto un'altra cosa (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Allora, visto che non ci ha portato un elenco di fatti, gliene do io, un po'. Allora, un fatto è la perdita, se non si fa la TAV, di 52 mila posti di lavoro; un fatto è che la vostra azione blocca-cantieri farà perdere al settore delle costruzioni 27 miliardi di euro, mettendo in crisi le aziende; è un fatto che il Piemonte sia una regione sotto sequestro, ferma, in attesa di una vostra decisione, siete riusciti a coalizzare imprese e sindacati contro di voi, a far scendere decine di migliaia di persone in piazza per la TAV, nel frattempo in Piemonte, caro Ministro, hanno chiuso 2.000 imprese; è un fatto che annullando trattati internazionali, rescindendo contratti, tranciando di fatto il collegamento tra l'Europa dell'ovest e l'Europa dell'est, l'Italia non sarà più credibile nel mondo. Mi dica lei quale Stato vorrà essere ancora nostro partner, quale impresa vorrà ancora venire a investire in Italia, quali saranno le ricadute economiche a causa dei vostri capricci? Abbiamo bisogno di crescita e di lavoro che si ottengono aiutando le imprese a creare occupazione e costruendo infrastrutture del futuro. Invece, voi fate l'opposto; punite le imprese, da una parte, e disinfrastrutturate il Paese, riportandoci nel medioevo. Vede, nell'Ottocento, alcuni pensavano che, scavando il traforo del Fréjus, sarebbero usciti draghi e streghe; al Governo c'era uno statista, Cavour, che disse: “Fare o non fare il Fréjus significa progredire o perire”. Ora lei, certo, non è Cavour, ma cerchi di fare il bene del Paese. Quando le convinzioni e i dogmi non reggono alla prova della realtà si cambiano, invece voi 5 Stelle, come i peggiori talebani, volete imperterriti distruggere quello che non capite (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
(Iniziative di competenza in merito alle trattative sulla partecipazione al capitale di Alitalia, al fine di garantire un'efficace politica di rilancio della compagnia e di tutela dei livelli occupazionali – n. 3-00585)
PRESIDENTE. La deputata Barbara Saltamartini ha facoltà di illustrare l'interrogazione Molinari ed altri n. 3-00585 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.
BARBARA SALTAMARTINI (LEGA). Grazie, Presidente. Signor Ministro, il tema del rilancio di Alitalia e della nostra compagnia di bandiera è per tutti noi un tema centrale e lo è non soltanto perché ci permette di rilanciare una grande azienda, ma soprattutto perché è una grandissima opportunità di sviluppo per l'intero Paese. Detto ciò, stante anche quanto leggiamo da fonti di stampa e apprendiamo dai giornali relativamente a un possibile tandem Delta-EasyJet e al coinvolgimento di FS e probabilmente del MEF, noi chiediamo quali siano le iniziative che il MISE intenda portare avanti per il buon esito della trattativa in corso.
PRESIDENTE. Il Ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro e delle politiche sociali, Luigi Di Maio, ha facoltà di rispondere.
LUIGI DI MAIO, Ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro e delle politiche sociali. Grazie, Presidente; grazie alla presidente Saltamartini, l'obiettivo di questo Governo per Alitalia è quello di rilanciare la società e non semplicemente di salvarla. Abbiamo un progetto lungimirante, ambizioso, a lungo termine e soprattutto definitivo. Oggi lo Stato è già dentro Alitalia, sia da un punto di vista finanziario, mi riferisco al cosiddetto prestito ponte di 900 milioni di euro più interessi a suo tempo concesso alla società, sia da un punto di vista gestionale, con l'opera svolta da parte dei commissari straordinari, con una prioritaria funzione di garanzia della continuità aziendale e della tutela occupazionale.
Voglio sinteticamente menzionare quanto è stato fatto e quanto continueremo a fare per il buon esito dell'operazione in questione.
Quanto alla procedura di cessione cui è finalizzata la gestione commissariale, lo scorso novembre, dopo il termine per la presentazione di manifestazioni di interesse, ho condiviso con i commissari straordinari l'opportunità che fosse avviata una trattativa su base esclusiva tra loro stessi e Ferrovie dello Stato per avere la presentazione di un'offerta definitiva e vincolante per Alitalia in tempi ragionevoli. Come è noto a voi tutti, l'offerta di Ferrovie dello Stato lo scorso ottobre era condizionata ad una serie di elementi, tra i quali il completamento in maniera soddisfacente per Ferrovie dello Stato della due diligence su Alitalia, la possibilità di approntare un piano industriale sostenibile, e soprattutto la compartecipazione nell'ambito dell'operazione di un primario vettore aereo.
Ciò detto, l'offerta di Ferrovie è stata positivamente valutata anche in ragione della necessità, espressa da parte di Ferrovie, di individuare altri soci, tra cui operatori del settore: necessità che a ben vedere si coniugava sin da subito piuttosto bene con quanto espresso da parte di Delta ed EasyJet, vale a dire la disponibilità ad essere parti minoritarie di un ampio consorzio da costituire per realizzare l'operazione. Inoltre, sul tema Lufthansa, allo stato Lufthansa non ha ribadito interesse per l'operazione.
La negoziazione tra questi soggetti è tuttora in corso, e ci aspettiamo si concluda positivamente entro il 31 marzo. Voglio evidenziare che con il decreto-legge “semplificazione” è stata prevista la proroga del termine ultimo per la restituzione del prestito ponte al 30 giugno 2019, proprio in considerazione di quella che si ipotizzava potesse essere la tempistica dell'operazione in corso di svolgimento. Ci tengo anche a far presente che è attiva un'interlocuzione tra la società, le organizzazioni sindacali di categoria interessate e il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, in relazione al tema del rinnovo della cassa integrazione straordinaria che scade il prossimo 23 marzo, e a tal fine è stato convocato presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali un apposito tavolo di confronto.
Concludo dicendo che, proprio perché l'intenzione del Governo non è quella di porre in essere un mero salvataggio, ma al contrario quella di realizzare un'operazione di mercato solida e profittevole da un punto di vista industriale nel medio-lungo termine, in questo momento la cosa più importante è che il soggetto acquirente, anzitutto Ferrovie dello Stato, possa elaborare e poi attuare una strategia autorevole, ma allo stesso tempo credibile dal punto di vista industriale ed occupazionale. A questo proposito è giusto che gli operatori che si stanno confrontando lo facciano liberamente, secondo logiche di mercato ed industriali. L'eventuale presenza diretta dello Stato nel capitale della nuova Alitalia non dovrà avere in ogni caso alcuna connotazione dirigistica, ma sarà solamente a garanzia della serietà e del buon esito dell'operazione, al fine di salvaguardare la società e i livelli occupazionali (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega-Salvini Premier).
PRESIDENTE. La deputata Saltamartini ha facoltà di replicare.
BARBARA SALTAMARTINI (LEGA). La ringrazio, Ministro Di Maio. Le parole che lei ci ha testé detto non fanno che confortarci rispetto ad una linea di indirizzo che questa maggioranza sta portando avanti sul tema di Alitalia: che, come giustamente lei ha sottolineato più volte, non è soltanto provare a salvarla, come probabilmente è stato fatto in passato commettendo forse degli errori di valutazione, ma quella propria di rilanciarla veramente, sia nel mercato ma soprattutto anche a livello nazionale, che credo che sia la garanzia migliore per poter dare al nostro Paese un'opportunità grandissima di sviluppo.
In questo senso è indubbio che anche l'individuazione di FS rappresenti una grandissima opportunità, perché sappiamo bene che il combinato disposto di treno ed aereo potrebbe permettere quei collegamenti e quelle sinergie che fino ad oggi non erano possibili né immaginabili, dando anche un elemento di grande innovazione da questo punto di vista in termini di trasporto aereo. Non le nascondo che ovviamente il tema dell'occupazione e della salvaguardia dei livelli occupazionali per noi diventa strategico, non solo per una base territoriale, ma soprattutto perché riteniamo che in un momento di crisi quale quella attuale ovviamente non possiamo permetterci di andare in direzione contraria. Noi ci auguriamo che le trattative, nel rispetto di una data importante che è quella del 31 marzo, in cui rendere ovviamente immediatamente operativo il piano industriale, vadano nella direzione di favorire gli scali più importanti (penso soprattutto a Roma e a Milano), sia per quanto riguarda il lungo raggio che per quanto riguarda i low cost; e in tal senso probabilmente gli interlocutori con i quali oggi FS si sta confrontando potrebbero rappresentare una grande opportunità. Quindi grazie, e ci auguriamo veramente che tutto possa andare a buon fine (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier e di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
(Iniziative di competenza volte a evitare lo sviluppo di qualsiasi forma di precariato o di selezione non trasparente attraverso strutture pubbliche, con particolare riferimento ad Anpal e Anpal servizi – n. 3-00586)
PRESIDENTE. La deputata Gribaudo ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00586 (Vedi l'allegato A).
CHIARA GRIBAUDO (PD). Presidente, Ministro, lei sa che c'è una parte del decreto-legge sul reddito di cittadinanza che rischia l'incostituzionalità, perché trascura la competenza concorrente delle regioni in materia di servizi per il lavoro. Le regioni le stanno proponendo di assumere i suoi navigator a tempo indeterminato, ma con un concorso, perché senza intese i suoi 6 mila navigator non solo non serviranno a trovare lavoro, ma non avranno nemmeno un posto in cui andare a lavorare; ma voi volete addirittura assumerli con un “quizzone”, in deroga a tutte le regole dei concorsi pubblici.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
CHIARA GRIBAUDO (PD). Meno male che voi eravate i paladini della trasparenza e dell'onestà!
Ministro, lei si rende conto che così alimenta una macchina di clientelismo e di nuova precarietà? Ed è per questo che le dico: non mi parli del passato, perché non ha intenzione di sistemare chi ancora in Anpal oggi è precario. Ci dica qualcosa di chiaro su come intende procedere, perché così noi pensiamo che lei voglia dare solo qualche stipendio coi soldi di tutti gli italiani, senza risolvere alcun problema di coloro che chiedono una cosa sola: lavoro, lavoro e lavoro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Il Ministro delle Sviluppo economico e del Lavoro e delle politiche sociali, Luigi Di Maio, ha facoltà di rispondere.
LUIGI DI MAIO, Ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro e delle politiche sociali. Prima di tutto voglio premettere che qualsiasi tipo di decisione sui navigator spero possa essere presa insieme alle regioni, quindi siamo tuttora in corso di interlocuzione con esse; ed il rafforzamento dei centri per l'impiego è condizione essenziale, non soltanto per l'erogazione del reddito di cittadinanza, ma anche per un vero rilancio delle politiche attive in questo Paese. Come ho più volte sottolineato, coordinare le politiche attive del lavoro per le persone in cerca di occupazione e garantire la piena ricollocazione dei disoccupati è oggi la grande sfida del Paese: per questo è necessario arrivare alla definizione di un programma di lavoro comune con le regioni, che ci porti in tempi brevi ad adottare un documento condiviso per un piano strategico nazionale che definisca le linee guida essenziali del cronoprogramma di attività per il rafforzamento dei centri per l'impiego. È dunque mio prioritario interesse trovare una mediazione con le regioni sul potenziamento dell'efficientamento dei centri per l'impiego anche attraverso il ricorso a questa nuova figura del navigator.
I navigator sono stati pensati proprio con la finalità di svolgere nel breve periodo (due anni) un'attività di assistenza tecnica e di supporto ai centri per l'impiego essenziale per assicurare il successo del provvedimento, collaborando proprio con i centri per l'impiego nell'ambito dei piani di sviluppo regionali redatti dalle regioni. A seguito dell'implementazione del reddito di cittadinanza, i navigator potranno fornire in prima battuta un'immediata risposta all'attuale carenza di risorse umane dei centri per l'impiego, garantendo un livello di servizio adeguato. Ribadisco ancora una volta che il ruolo del navigator è stato immaginato nel rispetto delle competenze regionali in materia dei servizi per l'impiego e politiche attive del lavoro, in piena considerazione di quelle prerogative e competenze svolte dalle regioni. I navigator potranno muoversi sul territorio prendendo contatto con i beneficiari del reddito di cittadinanza, così come con i disoccupati e gli inoccupati disponibili all'attività professionale, le imprese e i centri di formazione, raccordandosi costantemente con i centri per l'impiego e mettendo a loro disposizione i risultati delle attività complementari da loro svolte; avranno il compito di implementare le politiche attive regionali, e soprattutto di sopperire a quel lasso di tempo che va dall'esaurimento del concorso per i 4 mila che le regioni si apprestano ad assumere con concorso, al momento in cui eroghiamo il reddito di cittadinanza. Molte regioni mi hanno parlato del pericolo tsunami nei confronti dei centri per l'impiego: per sopperire a questo lasso di tempo, poi i navigator andranno nelle regioni, perché le regioni avranno altri soldi per fare altri concorsi ed assumere 6 mila professioni. Questo è l'obiettivo che vogliamo raggiungere, in modo tale da dare massimo supporto alle regioni, che sono in difficoltà sui centri per l'impiego perché si è investito pochissimo in questo settore (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Il deputato Ubaldo Pagano, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.
UBALDO PAGANO (PD). Io vorrei complimentarmi pubblicamente, a titolo personale e a nome di tutto il gruppo del Partito Democratico, con il Ministro Di Maio per aver dato vita al più grande paradosso logico mai sperimentato in questo Paese. Questo Parlamento sta per approvare un provvedimento che vorrebbe risolvere il problema della disoccupazione nel nostro Paese; e fin qui nulla di deplorevole, se non fosse che a trovare lavoro stabile ad oltre 900 mila persone ci dovrà pensare a un esercito di 6 mila precari assunti con contratti di collaborazione della durata di un paio d'anni, se tutto va bene, stando anche alle parole poc'anzi dette, attraverso procedure di selezione equiparabili alla compilazione de La Settimana Enigmistica del sabato pomeriggio: modalità che non premiano i più meritevoli, e che invece rispondono a vecchie logiche clientelari. Tutto ciò in assoluta violazione delle competenze delle regioni, che da settimane cercano, con molta pazienza, di avviare un dialogo costruttivo con un Ministro che, al contrario, come stamattina, ha dichiarato che l'unica priorità in realtà è l'erogazione di denaro - aggiungo io - prima delle elezioni europee.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
UBALDO PAGANO (PD). E i navigator restano un oggetto ignoto: nessuno sa quali saranno i loro compiti, nessuno sa a chi faranno capo, che rapporto avranno con gli operatori dei centri per l'impiego, dove e come lavoreranno, né con quali strumenti.
La vostra soluzione al precariato nel lavoro privato consiste nel creare altre migliaia di precari nella pubblica amministrazione: un'idea davvero rivoluzionaria, all'insegna della solidarietà tra lavoratori senza futuro e senza certezze, soprattutto se si pensa a quel 94 per cento del personale ANPAL che ha un contratto a termine, professionisti esperti nell'attività di politiche attive del lavoro che speravano, almeno loro, in una stabilizzazione.
Avete stanziato un misero milione in legge di bilancio per queste persone, con il risultato che solo 25 fortunatissimi di loro avranno un contratto a tempo indeterminato, una percentuale vicinissima alla possibilità di vincita al Superenalotto. Totò, il principe della risata, una volta disse: democrazia significa che ognuno può dire tutte le fesserie che vuole. Non ci andò troppo lontano. Il nostro problema, signor Ministro, è che lei purtroppo le sciocchezze non si limita a dirle (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
(Iniziative normative volte a integrare i criteri di ripartizione del contributo della legge di bilancio per il 2019 in materia di manutenzione di strade e scuole delle province, al fine di garantire una più equa distribuzione delle risorse sul territorio nazionale – n. 3-00587)
PRESIDENTE. Il deputato Tasso ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00587 (Vedi l'allegato A).
ANTONIO TASSO (MISTO). Grazie, Presidente. Buon pomeriggio, Ministro Tria, buon pomeriggio anche al Ministro Costa. Come lei sa, la legge di bilancio per il 2019, al comma 889 dell'articolo 1, stabilisce l'entità e i criteri di attribuzione del contributo annuo di 250 milioni di euro, per il periodo 2019-2033, da destinare al finanziamento dei piani di sicurezza a valenza pluriennale per la manutenzione di strade e scuole delle province. In base a questi criteri, la provincia di Foggia, che è la terza in Italia per estensione territoriale, è destinataria di circa 1 milione 250 mila euro, cifra che la pone agli ultimissimi posti della graduatoria relativa all'entità del contributo. Appare evidente, Ministro, che la somma stanziata è assolutamente inadeguata per attuare qualsiasi tipo di intervento. Tra i criteri stabiliti previsti dal comma 889 non ve ne è alcuno parametrato sulla reale entità della rete stradale e sulla quantità di ponti e di strutture scolastiche gestite da ciascuna provincia. Pertanto, le chiedo, Ministro, se il Governo non ritenga necessario adottare iniziative normative al fine di integrare i criteri di ripartizione già indicati, garantendo una più equa distribuzione sul territorio delle risorse disponibili.
PRESIDENTE. Il Ministro dell'Economia e delle finanze, Giovanni Tria, ha facoltà di rispondere.
GIOVANNI TRIA, Ministro dell'Economia e delle finanze. Presidente, in riferimento alla richiesta avanzata nell'interrogazione si rappresenta preliminarmente che, in attuazione di quanto previsto dall'articolo 1, comma 889, della legge 30 dicembre 2018, n. 145, legge di bilancio 2019, ed a seguito della prescritta intesa in sede di Conferenza Stato-città ed autonomie locali, in data 4 marzo 2019 è stato adottato il decreto interministeriale del Ministro dell'interno di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze e del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, già inviato alla Gazzetta Ufficiale per la pubblicazione.
Occorre in particolare precisare che il predetto provvedimento ha operato il riparto delle somme nel puntuale rispetto dei criteri previsti dalla richiamata disposizione normativa, ovvero, per il 50 per cento, tra le province che presentano una diminuzione della spesa per la manutenzione di strade e di scuole nell'anno 2017 rispetto alla spesa media con riferimento agli anni 2010-2011-2012 e in proporzione a tale diminuzione, per il restante 50 per cento in proporzione all'incidenza determinata al 31 dicembre 2018 dalla manovra di finanza pubblica, tenuto conto di quanto previsto dall'articolo 1, commi 838 e 839, della legge 27 dicembre 2017, appunto la manovra di bilancio, rispetto al gettito dell'anno 2017 dell'imposta sull'assicurazione obbligatoria per la responsabilità civile dei veicoli, dell'imposta provinciale di trascrizione, nonché delle dinamiche del fondo sperimentale di riequilibrio. I prospetti relativi alle ipotesi di riparto tra le 76 province interessate sono stati predisposti dal Ministero dell'economia e delle finanze ed hanno costituito l'oggetto dell'intesa sancita il 24 gennaio 2019 in sede di Conferenza Stato-città ed autonomie locali, condivisa dall'Unione province d'Italia. Detti prospetti sono stati recepiti nell'allegato del predetto decreto interministeriale. L'effettiva erogazione delle quote di contributo a ciascuna provincia per il 2019 avverrà in breve termine, presumibilmente entro il 15 marzo prossimo, e ne verrà data notizia ai singoli enti attraverso l'apposito sito Internet istituzionale.
Ciò premesso, si ritiene utile sottolineare che tale previsione normativa, fin dalla sua origine, è stata frutto di ampio dibattito parlamentare, nonché di incontri con le associazioni degli enti locali. È stato attivato anche uno specifico tavolo tecnico, costituito per esaminare nel dettaglio i criteri in discussione. Dal complesso di detti lavori e poi è stata definita la necessaria intesa in Conferenza Stato-città ed autonomie locali. In conclusione, però, il Governo è consapevole della rilevanza dei compiti attribuiti alle province in materia di sicurezza e manutenzione delle strade e delle scuole, quindi rimane disponibile per il futuro ad affrontare le problematiche segnalate dall'onorevole interrogante, ciò anche attraverso ulteriori approfondimenti tecnici con la partecipazione di tutte le parti co-interessate. Tutto ciò è da riferire ovviamente alle annualità successive al 2019, in quanto le province, per il corrente esercizio, hanno già tenuto conto dell'attribuzione delle predette risorse nella redazione dei rispettivi bilanci.
PRESIDENTE. Il deputato Tasso ha facoltà di replicare.
ANTONIO TASSO (MISTO). Presidente, signor Ministro, premetto e sottolineo che non ho alcun dubbio nel ritenere eccellente il provvedimento di contribuzione che questo Governo ha adottato e che accoglie le accorate richieste di aiuto delle autonomie locali, così come è certo che l'applicazione dei criteri stabiliti sia stata corretta, ma è sull'individuazione di questi criteri che si fondano le perplessità di province, come quella di Foggia, che ritengono vi sia una sperequazione evidente, poiché, non essendoci - come già rilevato - alcuna parametrazione alla reale entità della rete stradale, che nel caso della provincia di Foggia si tratta di oltre 3 mila chilometri, alla quantità dei ponti, oltre 550, e alle strutture scolastiche, circa 170, il contributo stabilito risulta esiguo per le reali esigenze del territorio, perché si tratta non di un anno, non di due anni, non di un triennio, ma di 14 anni! Quattordici anni è un arco temporale enorme per chi quasi quotidianamente si trova a dover affrontare problemi infrastrutturali sempre più stringenti, che presentano dinamiche che, come lei sa, sono difficilmente prevedibili, trattandosi di opere anche parecchio datate, con risorse - ripeto - assolutamente insufficienti.
Questo risulta estremamente evidente, perché se parcellizziamo la somma di 1 milione 250 mila euro nel caso di specie, parliamo di circa 432 euro per ogni chilometro di strada, oppure 2.350 euro circa per ogni ponte, 7.500 euro circa per ogni scuola. E la percezione di una mancanza di un'equa distribuzione delle risorse diventa più concreta se si considera che province con un quarto di estensione territoriale rispetto a quella di Foggia sono assegnatarie di somme quadruple, se non addirittura ottuple. Pertanto - e concludo, Presidente -, riconosco ulteriormente la bontà del provvedimento in generale e auspico, sulla scorta di quello che lei ha testimoniato, Ministro Tria, che ci sia la volontà di integrare quei criteri nel senso desiderato da questa interrogazione.
(Intendimenti del Governo in ordine alla cosiddetta flat tax incrementale e alla riduzione della pressione fiscale complessiva – n. 3-00588)
PRESIDENTE. Il deputato Tommaso Foti ha facoltà di illustrare l'interrogazione Lollobrigida ed altri n. 3-00588 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.
TOMMASO FOTI (FDI). Signor Presidente, signor Ministro, la campagna elettorale ha avuto come elemento centrale l'applicazione e l'introduzione nel nostro sistema fiscale della flat tax, o tassa piatta. Pur tuttavia, nella legge di bilancio 2019 non ce n'è alcuna traccia, anzi, per contro, la pressione fiscale risulta aumentata. Fratelli d'Italia aveva proposto, sia nella passata legislatura sia in questa legislatura, l'introduzione della flat tax incrementale, cioè l'applicazione di un'aliquota unica agevolata sugli aumenti retributivi di reddito percepito in misura maggiore rispetto all'anno precedente sia dei lavoratori autonomi che dei lavoratori dipendenti. Possiamo avere il piacere di sapere se almeno su questo punto il Governo è disposto ad accogliere la proposta di Fratelli d'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)?
PRESIDENTE. Il Ministro dell'Economia e delle finanze, Giovanni Tria, ha facoltà di rispondere.
GIOVANNI TRIA, Ministro dell'Economia e delle finanze. Grazie, Presidente. Con il documento in esame, gli onorevoli interroganti, nel richiamare una proposta legislativa della passata legislatura volta ad introdurre in favore dei lavoratori dipendenti autonomi l'applicazione di un'aliquota unica agevolata sugli aumenti retributivi e di reddito percepiti in misura maggiore rispetto all'anno precedente, chiedono di sapere quali siano gli intendimenti del Governo in ordine all'introduzione di una flat tax incrementale e per la riduzione della pressione fiscale complessiva.
Anzitutto, giova ricordare che con la legge di bilancio 2019 sono state introdotte prime misure in chiave di attuazione della flat tax a favore dei lavoratori autonomi e delle imprese, volte a introdurre un'aliquota agevolata sui redditi prodotti e a determinare, a partire dal 1° gennaio 2020, una ulteriore riduzione della pressione fiscale per le persone fisiche esercenti attività di impresa, arti o professioni, che nell'anno precedente hanno conseguito ricavi e compensi tra i 65 mila e i 100 mila euro. Il reddito sarà determinato analiticamente, come differenza tra ricavi, compensi e costi, ordinariamente determinati, ma con un'imposta sostitutiva del 20 per cento, in luogo di Irpef, addizionali ed eventuale IRAP. Inoltre, è stato ampliato fino a 65 mila euro di ricavi o compensi l'ambito di applicazione del regime agevolato previsto nei confronti degli esercenti attività di impresa e di lavoro autonomo, eliminando al contempo i requisiti di accesso relativi al costo dei beni strumentali e alle spese per prestazioni di lavoro previsti dalla disciplina previgente. Complessivamente, poi, sono state previste diverse disposizioni volte a sostenere la crescita delle imprese, laddove, ad esempio, è stata prevista l'applicazione dell'aliquota Ires ridotta al 15 per cento sulla parte di utili reinvestita in beni materiali e strumentali nuovi o utilizzata per l'assunzione di nuovo personale con contratto a tempo determinato e indeterminato. A dette disposizioni, che si applicano anche ai fini dell'Irpef al reddito d'impresa dichiarato dagli imprenditori individuali delle società di persone, è stata affiancata la proroga di un ulteriore anno dell'agevolazione del cosiddetto iper ammortamento, sia pur rimodulata, nonché del super ammortamento dei beni immateriali. Queste ultime misure costituiscono incentivi di carattere temporaneo, che possono quindi essere utilizzate per brevi periodi con il fine di generare un forte impulso alla domanda di investimenti di beni strumentali.
Si tratta, come già detto, di prime misure, che tuttavia confermano come l'impegno del Governo sia orientato verso una graduale riduzione della pressione fiscale e dell'incidenza del carico fiscale sui cittadini e le imprese, nel futuro ovviamente, proseguendo nell'azione di riforma del sistema fiscale, in linea con gli obiettivi programmatici del Governo e, quindi, in direzione delle misure cosiddette di flat tax e compatibilmente con gli spazi finanziari che si renderanno disponibili in futuro.
PRESIDENTE. Il deputato Foti ha facoltà di replicare.
TOMMASO FOTI (FDI). Grazie, signor Presidente. Signor Ministro, non le sarà sfuggito che la sua non è stata una risposta alla nostra domanda, ma è stato un riassunto della legge di bilancio 2019, che riguarda più che altro il forfettino, cioè una parte molto limitata della platea dei contribuenti rispetto a quella che, con la flat tax incrementale, noi saremmo andati, invece, a beneficiare e, quindi, a portare effettivamente quella diminuzione della pressione fiscale che anche con la legge di bilancio 2019 e con tutte le misure cui lei faceva prima riferimento, invece, per contro, aumenta. Perché questo è il punto: avete aumentato la pressione fiscale.
E allora il ragionamento è molto semplice: se noi prima, nel passato, nella precedente legislatura, accusavamo e lottavamo contro il Governo precedente, accusandolo di essere un Governo di sinistra “tassa e spendi”, oggi abbiamo un Governo Cinquestelle-Lega, che è “spendi e tassa”, ma invertendo l'ordine delle parole la pressione fiscale aumenta. Questo è il problema. Per queste ragioni noi ci siamo permessi di chiedere e continueremo a batterci per l'introduzione della flat tax incrementale. Lei ha lasciato aperte tutte le porte, ma non ha detto assolutamente nulla, se intende il Governo o meno venire sulla strada che noi abbiamo prospettato e che è una strada che va all'insegna della diminuzione della pressione fiscale. Quindi, delle due l'una: o si diminuisce la pressione fiscale, andando sulla strada di Fratelli d'Italia, o si continua sulla vostra strada, aumentando la pressione fiscale. Ma allora non si venga a dire, come è stato detto, che il vostro obiettivo è diminuire la pressione fiscale, è una bugia come quelle che diceva Pinocchio, ma almeno Pinocchio era un burattino simpatico (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
(Chiarimenti in merito ai criteri e alle modalità di esecuzione degli interventi previsti dall'accordo di programma per il risanamento del sito di interesse nazionale del fiume Sacco – n. 3-00589)
PRESIDENTE. La deputata Muroni ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00589 (Vedi l'allegato A).
ROSSELLA MURONI (LEU). Grazie Presidente, buonasera signor Ministro, la definizione del perimetro del sito di interesse nazionale bacino del fiume Sacco, a conclusione di un decennale periodo di alterne vicende giudiziarie e amministrative, ha certificato l'esistenza di una vasta area, a cavallo tra le province di Roma e Frosinone, lungo tutta l'asta fluviale, oggetto di un grave inquinamento ambientale.
Dopo l'annuncio dei mesi scorsi sull'imminente adozione di uno strumento operativo per avviare il percorso di bonifica e reindustrializzazione della Valle del Sacco, domani lei firmerà con il presidente della regione Lazio, Zingaretti, un accordo di programma presso la Prefettura. Sarebbero a disposizione più di 53 milioni di euro, dei quali 24 da spendere immediatamente e il resto entro il 2023. Rimarrebbero, però, fuori molti siti inquinati, perché ricordiamo che si tratta di oltre 80 comuni dei 91 costituenti la provincia. Sono a chiederle quali sono i criteri e le modalità di esecuzione con cui sono stati individuati gli interventi di immediata attuazione e quali saranno previsti per il 2023.
PRESIDENTE. Il Ministro dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare, Sergio Costa, ha facoltà di rispondere.
SERGIO COSTA, Ministro dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare. Grazie all'interrogante, onorevole Muroni, che mi dà l'occasione per fare il punto della situazione. Il sito di interesse nazionale a cui fa riferimento lei, racchiude 19 comuni di quell'area e, quindi, per quei comuni è un sito particolarmente aggredito.
Ora, domani noi firmeremo insieme al Presidente della regione Lazio un accordo di programma secondo me molto interessante, molto buono, perché anche fortemente innovativo, cioè metteremo non solo i 53 milioni di cui ha detto, ma lo abbiamo costruito su due binari, cioè qualche cosa di immediatamente contingentato, i primi 23 milioni, che vuol dire: a 6 mesi il piano di caratterizzazione, a 15 mesi la definizione operativa ed entro il 2023 opere compiute. Abbiamo inserito, per esempio, un altro elemento nuovo in questo meccanismo, che è quello che, se non si fanno le attività, chi ha avuto, in termini aziendali, l'attività da fare, deve pagare una penale, prima non era mai previsto. Abbiamo costituito una nuova governance, dove c'è il Ministero dell'Ambiente, la regione Lazio, Ispra e Arpa, che via via riassesta il sistema in funzione delle necessità ambientali che, nel corso di questi quattro anni, si potessero mai manifestare, proprio per poi reimpiegare anche gli altri 30 milioni.
Abbiamo inserito un altro elemento, secondo me, molto significativo nel sito di interesse nazionale e nell'intervento materiale, che è quello che riguarda anche tutti gli altri comuni: penso, per esempio, al monitoraggio delle acque, ma penso, per esempio, anche alla verifica epidemiologica: è la prima volta che si parla di sanità all'interno di un SIN in modo concreto. Abbiamo anche costruito un meccanismo per cui si dà subito un'anticipazione di capitale e poi, a SAL molto ristretti, l'85 per cento del resto e poi, a chiusura, ovviamente, il 5 per cento. Perché le dico queste cose? Perché queste ci danno la misura di fatti concreti, cioè di azioni misurabili, questo è l'elemento che sta più a cuore a noi, che sia qualcosa di vigorosamente misurabile, altrimenti prendiamo in giro i cittadini. Domani andremo a firmare questo sistema nuovo di concepire la bonifica, che io vorrei estendere poi a tutti quanti gli altri SIN (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. LA deputata Muroni ha facoltà di replicare.
ROSSELLA MURONI (LEU). Grazie, Ministro, per la risposta. Lei ha definito i 41 siti ad altissimo tasso di inquinamento presenti nel nostro Paese “i buchi neri” della nostra Repubblica. Io sono d'accordo con lei, anche perché non è vero che di salute non si parla in questi siti, visto che il rischio di mortalità dei residenti è del 4-5 per cento superiore rispetto alla popolazione generale. Quindi concordo con lei sull'urgenza non solo di procedere su un fronte che è fermo da vent'anni. È vent'anni che nel nostro Paese noi non riusciamo a girare pagina su questi 41 siti inquinati, ma abbiamo bisogno di dare risposte molto concrete ai cittadini. Però, Ministro, guardi, i cittadini non possono essere coinvolti solo se sono iscritti a una piattaforma online. Vanno coinvolti perché questi sono territori piagati dall'abbandono, anche da parte delle istituzioni e della politica. E le dico che quello delle bonifiche dei siti inquinati è un fronte assolutamente delicato, che mi preoccupa molto, per esempio, in una prospettiva di autonomia differenziata come si sta discutendo nel nostro Paese, perché è necessario che le bonifiche rimangano in capo al Ministero dell'Ambiente, Ministro, e che i fondi vengano monitorati attentamente; e, nel momento in cui si riscrive la reindustrializzazione dei siti, la cittadinanza vada coinvolta e che non sfuggano anche le occasioni e i posti di lavoro che si potrebbero creare, invece, nella riconversione ecologica dell'economia (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).
(Iniziative di competenza volte a contrastare l'impatto dei cambiamenti climatici con particolare riferimento al dissesto idrogeologico e a fenomeni alluvionali – n. 3-00590)
PRESIDENTE. La deputata Fontana ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00590 (Vedi l'allegato A).
ILARIA FONTANA (M5S). Grazie, Presidente. Gentile Ministro, le conseguenze dei cambiamenti climatici sono drammatiche: se non interveniamo subito e con misure drastiche entro vent'anni, non potremo più arrestare la catastrofe come eventi meteo estremi, inquinamento mortale e milioni di morti e profughi. Oggi l'Italia, secondo i dati dell'Organizzazione mondiale della sanità, conta 90 mila morti premature l'anno a causa dell'inquinamento. L'ONU proprio oggi lancia l'ennesimo allarme: ogni cinque secondi una vittima da inquinamento atmosferico. Il 91 per cento dei comuni è a rischio idrogeologico.
Finalmente è arrivato il piano “Proteggi Italia”: 11 miliardi stanziati per la manutenzione del territorio e contro il dissesto. È una sfida che può e deve tramutarsi in opportunità. Il popolo, quel popolo di giovani che senza bandiere e ispirati dalla giovane svedese Greta si riunisce ogni venerdì pensando al futuro e il 15 marzo scenderà nelle piazze di tutto il mondo per lo sciopero sul clima, ci chiede di fare di più. Noi ci siamo, consapevoli della sua sensibilità, e per questo chiediamo a lei, signor Ministro, quali saranno i prossimi passi che intende intraprendere. Questa è una battaglia di tutti perché il pianeta è di tutti. Questa è una sfida che nessuno di noi può perdere (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Il Ministro dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare, Sergio Costa, ha facoltà di rispondere.
SERGIO COSTA, Ministro dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare. Grazie, onorevole Fontana, perché mi consente di dire anche un po' cosa si sta facendo, ma cosa si è fatto fino a ieri. Ero a Bruxelles e abbiamo votato anche elementi nuovi da questo punto di vista. Lei - mi è piaciuto molto - ha messo insieme cambiamenti climatici e dissesto, perché sono figli, ahimè, delle medesime problematiche, e noi abbiamo un Paese, il Paese Italia, che ha una fragilità enorme territoriale, quasi l'80 per cento, il 79 per cento. Bene, l'8 ottobre del 2018 le Nazioni Unite, attraverso l'IPCC, i 91 scienziati di tutto il mondo ci dicono che noi dobbiamo intervenire assolutamente, come mondo, per salvaguardare il pianeta, assolutamente. L'8 ottobre vado, a nome di questo Governo, a Bruxelles e votiamo, per esempio, il taglio delle emissioni in atmosfera per i veicoli e spingiamo, in questo modo, verso un cambiamento del paradigma ambientale. Faccio l'esempio: incominciamo a utilizzare auto elettriche o plug-in, incominciamo a costruire un sistema completamente nuovo. È una novità, secondo me, assolutamente innovativa nel panorama complessivo. Le dico, ovviamente, anche di più: nella norma di stabilità gli ecobonus, l'efficientamento energetico, figli, per esempio, dei fondi del Protocollo di Kyoto, tutte cose che sono già legge e che stanno dando finalmente anche dei risultati concreti.
Qual è l'elemento che, però, mi sta anche molto a cuore? È quello di concepire il ruolo dell'Italia non soltanto come il Paese Italia, ma come il Paese figlio dell'Europa, ma che guarda per la sua configurazione geografica ben oltre. Penso al continente africano perché noi siamo proprio ponte geografico, ma vogliamo essere ponte culturale e ponte ambientale. Abbiamo aperto proprio per i cambiamenti climatici, il contrasto ai cambiamenti climatici, il primo centro per il contrasto ai cambiamenti climatici del continente africano in Italia, su richiesta di tutti i Paesi africani. Che vuol dire? Che l'Italia vuole essere leader ambientale in Europa e nel mondo, e lo sta dimostrando concretamente, perché glielo chiedono addirittura gli altri questa nuova visione che stiamo provando a costruire.
E ieri sera a Bruxelles di questo abbiamo parlato e ci è stato ufficialmente riconosciuto, peraltro per iscritto, quindi non l'ho sentita male, tra virgolette, l'ho letta bene. Questi sono gli elementi. Il dissesto idrogeologico è perfettamente in filiera. Che cosa voglio dire? Gli 11 miliardi, di cui 3 miliardi per quest'anno, ci fanno aprire finalmente i cantieri ambientali. Tra qualche settimana depositeremo il disegno di legge governativo, che spero velocizzato, per “Cantiere Ambiente”, proprio per dire che sono i più bei cantieri che noi vogliamo aprire. E aggiungo e chiudo: è bellissimo quanto sta nascendo dai giovani, il Friday for future, perché è veramente un elemento di dialogo con questi ragazzi. Non è retorica, loro ci portano veramente delle idee nuove; io li incontrerò, ma non è Sergio Costa che li incontra. È il Ministro della Repubblica italiana che li incontra, perché ci portano qualcosa di più.
PRESIDENTE. Concluda, Ministro.
SERGIO COSTA, Ministro dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare. Cambia il paradigma ambientale, è per questo che ci siamo candidati ad ospitare Cop 26 a livello mondiale. Ci sono anche altri competitor, però noi ci stiamo provando fino in fondo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. La deputata Deiana, cofirmataria dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.
PAOLA DEIANA (M5S). Grazie Presidente, grazie Ministro. Siamo soddisfatti e crediamo che questo sia un punto di partenza che riguarda tutti in questo Parlamento, ma c'è chi ci vuole dividere tra un Paese di destra e sinistra. Noi lo dividiamo tra chi vuole un futuro per l'umanità e chi lo mette a rischio, tra chi vuole la tutela dei cittadini e chi no, tra chi vuole una nuova economia che genera posti di lavoro sani e chi difende un passato che rovina la nostra salute. Il contratto di Governo parla chiaro, parla di eliminare dall'economia e dalla finanza il petrolio e il carbone, i killer del nostro tempo. Questo dobbiamo perseguire, questo va fatto. È importante ripartire dalla riconversione industriale e produttiva, iniziando dalla salvaguardia dell'ambiente alla protezione della salute e, contestualmente, generando nuovi posti di lavoro.
Le lobby del petrolio si mettano il cuore in pace e capiscano che c'è in gioco il futuro dell'umanità, anche quello dei loro figli. Inoltre, auspico che tutti comprendano che la prossima sfida interesserà la disponibilità delle risorse idriche nel pianeta e che la legge sull'acqua pubblica, voluta da 27 milioni di italiani tramite referendum, sarà il prossimo passo fondamentale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata. Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 16.
La seduta, sospesa alle 15,50, è ripresa alle 16.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Ascari, Battelli, Benvenuto, Bitonci, Claudio Borghi, Castiello, Colletti, Colucci, Corneli, Covolo, D'Incà, D'Uva, Delmastro Delle Vedove, Fioramonti, Gregorio Fontana, Garavaglia, Gava, Gebhard, Gelmini, Giaccone, Giachetti, Guidesi, Invernizzi, Licatini, Lorenzin, Lupi, Micillo, Molinari, Molteni, Morrone, Parolo, Patassini, Picchi, Ruocco, Saltamartini, Schullian, Sisto, Valente, Vignaroli e Zoffili sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
I deputati in missione sono complessivamente novantaquattro, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.
Si riprende la discussione della proposta di legge n. 1309-A.
PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione della proposta di legge, già approvata in un testo unificato dal Senato, n. 1309-A: Modifiche al codice penale e altre disposizioni in materia di legittima difesa e delle abbinate proposte di legge nn. 274, 580, 607 e 1303.
(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 1309-A)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Riccardo Magi. Ne ha facoltà.
RICCARDO MAGI (MISTO-+E-CD). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi e rappresentanti del Governo, “la demagogia è sempre legittima”. Questa avrebbe dovuto essere la rubrica, il titolo e lo slogan di questo provvedimento e non “la difesa è sempre legittima”. Sicuramente la demagogia è sempre legittima per questa maggioranza molto ampia che si appresta ad approvare una pessima modifica del nostro codice penale. Colleghi, vi assumete tutta la responsabilità politica di ingannare i cittadini promettendo impunità - e lo sapete bene - e promettendo che non ci saranno accertamenti penali e sapete che non sarà così nel caso in cui qualcuno si troverà a ferire o a uccidere nell'atto di difendersi, perché ci saranno accertamenti e dovranno essere approfonditi e saranno probabilmente lunghi per verificare l'intenzionalità o meno dell'atto che è stato commesso. Non era affatto necessaria questa modifica del codice penale che risponde a un'esigenza ideologica e demagogica con l'aggravante del modo con cui il Ministro dell'interno Salvini ha voluto mandare un messaggio con la sua visita a un condannato in via definitiva per un reato gravissimo, a una persona che nei fatti ha giustiziato chi stava tentando di commettere un furto. Questo è il pessimo messaggio politico che voi date.
Voglio notare che non c'è qui il Presidente Fico e io associo questa assenza - e mi permetto di farlo perché lo stesso Presidente Fico in occasione dell'approvazione del “decreto sicurezza” aveva ritenuto di far notare la sua assenza come una presa di distanza politica - al silenzio assoluto del MoVimento 5 Stelle che non è stato in grado neanche di prendere le distanze dall'atto grave - ripeto - che ha compiuto il Ministro Salvini nei giorni scorsi.
PRESIDENTE. Concluda, per favore.
RICCARDO MAGI (MISTO-+E-CD). E, ancora, voglio sottolineare tra i colleghi di Forza Italia, contraddistinti da un'impostazione liberale e garantista, lo scivolamento nel populismo penale.
PRESIDENTE. Concluda.
RICCARDO MAGI (MISTO-+E-CD). Questa amplissima maggioranza, che oggi si appresta ad approvare questo provvedimento, è un pessimo segnale per lo Stato di diritto e per la situazione del diritto nel nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Misto-+Europa-Centro Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Maurizio Lupi. Ne ha facoltà.
MAURIZIO LUPI (MISTO-NCI-USEI). Grazie, signor Presidente. Colgo l'occasione di questa dichiarazione di voto, preannunziando il voto favorevole del gruppo Noi con l'Italia-USEI su questa proposta di legge sulla legittima difesa, per fare una semplice e unica riflessione.
Vorrei farla cominciando - anche se non vedo in Aula un collega stimatissimo come l'onorevole Walter Verini - dalle sue dichiarazioni di voto nello scorso marzo 2016, quando fece la dichiarazione di voto del Partito Democratico a favore dell'allora “proposta di legge Ermini” che andava esattamente a modificare l'articolo 52 del codice penale, modificando la legge del 2006 varata dal Governo Berlusconi sulla legittima difesa. Verini faceva un passaggio, secondo me molto importante, di autocritica alla sinistra e lo ricordo perché ho risentito, invece, non un guardare avanti ma un ritornare indietro nel dibattito di quest'Aula. Diceva Verini: “Io, però, ho paura di una sinistra un po' pachidermica (…). Non bisogna esagerare con la strumentalizzazione delle paure, non bisogna suscitarle, ma non si può neppure negare che il tema della sicurezza è un tema presente nella nostra società e una sinistra degna di questo nome non può sottovalutare il tema della sicurezza dei cittadini”.
Allora, la domanda che dobbiamo farci - ed è la ragione per cui noi votiamo convintamente “sì” su questa proposta di legge sulla sicurezza - è perché sia necessaria e se sia necessaria una legge che ulteriormente vada a chiarire e a precisare il principio della legittima difesa. Nel 2006 fu varata una buona legge ma, come tutte le leggi, a distanza di dodici anni può presentare, alla prova dei fatti, dei buchi, dei miglioramenti ed esigenze che nascono da parte dei cittadini. Quale fu la reazione - attenzione: questa è la questione culturale di fondo - a quell'approvazione del 2006 di quella legge? Fu esattamente la stessa reazione, da una parte e dall'altra, che si sente oggi nella critica a questa proposta di legge. Allora si diceva: “È il Far West. Succederà che tutte le famiglie si armeranno e succederà che tutti penseranno a difendere solamente se stessi” da una parte - la sinistra - mentre dall'altra si diceva: “È una legge perfetta che chiarirà tutto”.
Come tutte le cose non è successo il Far West e, quindi, lasciate perdere questa dichiarazione che non serve a nessuno. Non serve a nessuno perché noi dobbiamo affrontare i problemi che esistono e anche le reazioni da parte dei cittadini e così si è visto che non era una legge perfetta perché non a caso a distanza di dodici anni siamo a cercare di intervenire. Qual è la questione di fondo per cui a distanza di dodici anni occorre intervenire? Come si è modificata - ed è questo il compito di un Parlamento e del legislatore - la percezione rispetto non al difendersi da soli, non al concetto che la difesa e la sicurezza di un cittadino devono essere garantite dallo Stato, ma come si è modificata la percezione drammatica nel vissuto sociale rispetto alla paura di sentirsi entrare qualcuno in casa? La questione dei furti e delle rapine, così come si è modificata, ha generato una percezione e una reazione di disagio sociale laddove lo Stato e le leggi non sono in grado di garantire la certezza del diritto, da una parte, ma, dall'altra, anche la certezza che se uno entra in casa tua e ti viola nel principio più sacro che hai, che si chiama casa, che si chiama i tuoi affetti, che si chiama invasione della tua privacy e del luogo dove vivi la tua vita, tu non puoi passare per colpevole passando un iter processuale fino a essere poi dopo lunghi anni dichiarato non colpevole, ma devi partire, o garantire, ovviamente evitando i casi eccessivi, da un principio fondamentale: l'inversione dell'onere della prova, l'inversione rispetto al fatto che se uno entra in casa tua e viene a rubare e addirittura con la modifica, anche in questi 12 anni, di come si passa tranquillamente - e tutto il tema del disagio sociale che si è creato e dell'evoluzione - dal furto alla rapina, dalla minaccia personale, al sentirsi invaso negli affetti più personali e al sentirsi violato nella difesa della propria intima sicurezza. Ebbene, se lo Stato non interviene e se le leggi non vanno a chiarire questo, allora il rischio è esattamente quello della reazione opposta, cioè il rischio è che i cittadini si sentano abbandonati dallo Stato e dalla legge e, quindi, pensino che debbano farsi giustizia da sé.
Invece, il tema viene inquadrato e chiarito. Dunque, noi dobbiamo intervenire e lo facciamo con questo provvedimento. Lo volevamo fare nella scorsa legislatura, lo abbiamo sempre voluto e, non a caso, si è detto che questa è non una legge di destra ma è una proposta qualificata e puntuale che da sempre ha accompagnato la proposta politica della coalizione di centrodestra, perché sottovalutare il diritto alla sicurezza è un errore fondamentale, perché se sottovaluti il diritto alla sicurezza di un cittadino e la dignità del cittadino, che è anche il diritto alla proprietà privata, la reazione sarà esattamente quella opposta a quanto ognuno di noi si aspetta, perché allora lì succederà esattamente il Far West, il “liberi tutti”. E quando si sottovaluta questo tema, quando non si interviene, quando ci si accorge che c'è un buco legislativo –-concludo, signor Presidente - non stiamo parlando di astrazione, stiamo parlando di nomi e cognomi, di storie di famiglie e di persone (le ha citate il relatore, Pierantonio Zanettin, e le voglio citare di nuovo nella mia conclusione): le storie di Graziano Stacchio, Ermes Mattielli, Diego Caioli, Franco Birolo e tantissime altre persone che si sono viste processare a fronte di una reazione legittima che c'è stata e poi essere assolti…
PRESIDENTE. Concluda, per favore.
MAURIZIO LUPI (MISTO-NCI-USEI). …solo dopo un lungo iter giudiziario. Che sensazione hanno avuto queste persone e i loro amici e i loro familiari e la società dove vivono? Se noi non interveniamo in questo, altro che far-west. Noi garantiamo - concludo - la disgregazione sociale. Per questo siamo a favore convintamente della proposta di legge sulla legittima difesa e chiediamo che su questi temi si depongano le armi e si capisca come l'interesse che vogliamo fare è solo quello del cittadino (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Noi con l'Italia-USEI e Forza Italia-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Rostan. Ne ha facoltà.
MICHELA ROSTAN (LEU). Grazie, Presidente. Il nostro no a questa proposta di legge è categorico. Abbiamo di fronte il simbolo di tutta la demagogia e la propaganda di cui è intriso il Governo. Incapaci di risolvere i problemi veri della gente, vi dedicate a questioni inesistenti solo con l'obiettivo di soffiare sulle paure e di speculare sulle insicurezze. Non c'è alcuna questione nel Paese reale che riguardi la legittima difesa o le imputazioni relative all'ipotesi di un suo eccesso: non c'è nei numeri; non c'è nelle statistiche; non c'è nella vita quotidiana degli italiani ma c'è una larga sensazione di insicurezza fra le persone. Il Governo a questo sentimento non replica dicendo che lo Stato sarà più capace di protezione. No, replica dicendo: proteggetevi da soli; compratevi un'arma; mettetela sul comodino; sparate se sentite un rumore in casa. È una cosa ignobile che finirà con il produrre più insicurezza, più tensione sociale, più disagio. È chiaro che la proposta di legge in esame è una bandiera della Lega, lo sanno tutti: in essa c'è il cuore più demagogico e strumentale della sua politica, il populismo della destra che intreccia la bugia con l'audacia, il falso racconto con il mito della forza, la furbizia propagandistica con il pensiero antico di una vendetta personale che si fa chiamare giustizia. Oltretutto è una riforma cara alla Lega perché non costa nulla. Salvini, molto più astuto di Di Maio, non si è scelto riforme e temi con grandi implicazioni finanziarie perché, essendo un uomo di potere e di Governo da decenni, sa che si fa fatica a mantenere promesse che costano denaro. Quindi promette a costo zero e, alla fine, mantiene: non mette mano alla tasca. Così parla di sicurezza sui migranti chiudendo i centri di accoglienza e mettendo gli immigrati per strada, facendo crescere marginalità e pericoli ma affermando il contrario. Allo stesso modo arma la mano degli italiani dicendo loro: fate da soli, sparate ai ladri. Così vende più sicurezza senza spendere un euro in forze di polizia, costruendo per paradosso un Paese più violento, più teso, più nervoso, più armato e quindi più insicuro. L'uso della forza nei Paesi democratici e civili è prerogativa dello Stato che deve garantire ai suoi cittadini protezione e sicurezza. Uno Stato che dice ai cittadini che devono fare da soli è uno Stato che abdica alle sue funzioni, rinuncia al suo ruolo, sposta sulle persone il pericolo, cancella una funzione pubblica e privatizza in qualche modo giustizia e tutela. Oltretutto questo viene fatto giocando su equivoci e false informazioni. Nel nostro ordinamento è già prevista la possibilità di difendersi; esiste una norma che legittima la difesa personale in determinate circostanze ed è una norma che funziona, che tutela: lo dicono le statistiche che contano numeri irrilevanti sui casi controversi, numeri risibili, dimostrando che la norma vigente garantisce il giusto punto di equilibrio dentro una materia per sua natura delicata e complessa. Sono due le forzature normative e giuridiche della proposta. La prima è quando si parla di difesa sempre legittima: no, la difesa per noi non è sempre legittima.
La legittimità va valutata caso per caso, non si può presumere: in un ordinamento democratico e civile, nulla si presume e tutto va sottoposto al vaglio. Se c'è un morto l'autorità giudiziaria deve accertare dinamica e modalità; valutare e non presumere; accertare, capire, giudicare. La presunzione assoluta, in luogo di quella relativa, determina una grave violazione anche dello spirito costituzionale, come abbiamo fatto rilevare nella nostra questione pregiudiziale discussa all'inizio dei lavori. Dire che è sempre proporzionata la difesa nel proprio domicilio significa costruire una zona franca pericolosa, un'area di non giudizio, una terra dove quello che avviene non può essere sindacato o discusso dal giudice. Invece anche nel domicilio si deve poter fare una valutazione: c'è un'aggressione e c'è una difesa. La scena va ricostruita e valutata. Fissare una presunzione assoluta significa sottrarre alla valutazione di merito e in questo spazio può succedere di tutto. La difesa è legittima quando è proporzionata e necessaria. Cos'altro bisogna aggiungere a una norma così precisa e chiara, che affida al giudice il compito di valutare questi requisiti? Si può sparare alle spalle a un uomo disarmato? Lo si può far inginocchiare, fargli alzare le mani e poi sparargli a freddo, come è successo in alcuni casi di cronaca indicati come legittima difesa? Il ricorso alla forza - ricordiamolo sempre - è per una persona civile un'estrema ratio: si fa solo se è necessario ed indispensabile. Non si può sdoganare il ricorso alla forza svincolandolo dalla necessità solo perché questo avviene nel proprio domicilio. È come se consentissimo una sorta di pena di morte di fatto proclamata in loco per il reato di violazione di domicilio. Io entro disarmata in casa altrui, il legittimo proprietario mi intercetta e può uccidermi per il solo fatto che io sono lì, a prescindere dal fatto che io sia armata o meno, a prescindere dal fatto che alzi o meno le braccia, che mi arrenda o meno, a prescindere dal fatto che io stia fuggendo. Succede nel domicilio e si presume che la reazione sia legittima per definizione: siamo alla sostanziale licenza di uccidere chiunque ci entri in casa contro la nostra volontà. La difesa che, per sua natura lessicale, è differente dall'aggressione perché arriva un attimo dopo, qui viene anticipata ma, se viene anticipata così tanto da scattare prima ancora dell'aggressione, possiamo parlare di difesa? È una sorta di attacco preventivo e presuntivo, una reazione sempre giusta per definizione. C'è chi ha parlato con riferimento alla proposta di legge di legittima offesa e non di legittima difesa: mi sembra la definizione più giusta. Con questa norma si concede la libertà di azione nei propri luoghi; si consente a chi ha agito al di fuori dalle ragioni giustificative di pericolo e necessità di ricorrere alla forza letale, svincolando un atto estremo, drammatico e rendendolo quasi normale. Il pericolo non solo normativo ma culturale di un lasciapassare di questo tipo è evidente: togliere il termine legittima e lasciare solo la difesa. Scardina quel punto di equilibrio che il legislatore aveva trovato tra la giusta reazione e una situazione di pericolo, all'anticipazione dell'atto prima ancora che il pericolo si definisca. Non c'è più necessità di proporzione ma, dove non c'è proporzione, allora c'è sproporzione e questa è una norma sproporzionata che infiltra nel tessuto civile una minaccia alla convivenza pacifica, crea insicurezza, farà circolare più armi, insinuerà l'idea di poter fare da soli; deresponsabilizzerà lo Stato e avrà come brillante risultato di aver creato un problema che non c'era dicendo di volerlo risolvere. Cicerone diceva che in mezzo alle armi le leggi tacciono. Dicendo al cittadino di armarsi e difendersi da solo fino a uccidere si dice allo Stato di guardare dall'altra parte, non proteggere le persone, non difendere i luoghi, non tutelare la vita ma lasciare che parlino le pistole e tacciano soprattutto le norme di civiltà. Per tutto questo la proposta in discussione appare senza senso, se non di pura demagogia: soffiare sulle paure per alimentarle e non certo per spegnerle. Noi diciamo no con assoluta convinzione alla proposta di legge ma soprattutto a questa cultura (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Varchi. Ne ha facoltà.
MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Grazie, Presidente. Intervengo con particolare piacere in occasione del dibattito sul provvedimento perché l'impegno di Fratelli d'Italia in materia di legittima difesa è un impegno che parte da lontano. Non a caso già nella precedente legislatura vi era una proposta di legge depositata dal nostro gruppo parlamentare. Noi voteremo a favore, lo dico sin da subito, di questo provvedimento, con qualche rammarico, con il rammarico di chi sa di aver perso un'occasione, perché, vedete, questo è un provvedimento che certamente va nella direzione giusta, certamente, è un provvedimento che in qualche maniera riprende i temi caldi della campagna elettorale che il centrodestra ha condotto vittoriosamente in occasione delle politiche che si celebrarono circa un anno fa e, però, è un provvedimento che ha il sapore di un compromesso al ribasso, un compromesso che è inevitabile quando a governare sono forze diametralmente opposte tra loro, quando a governare sono forze che condividono poco o nulla, su temi come questo.
Allora, noi comprendiamo la necessità, per gli amici della Lega, di cedere su alcuni punti, rispetto ai quali, certamente, non avrebbero dovuto cedere se avessero potuto comporre un Governo con le forze di centrodestra, e di ciò se ne è avuta la dimostrazione plastica, oggi e ieri, in Aula, con i colleghi della sinistra, allarmati, lanciare l'allarme, appunto, sul pericolo del fascismo, sul pericolo del Far West. Allora, devo tranquillizzare i colleghi della sinistra, perché in realtà nessuno dei pericoli che loro hanno paventato si realizzerà con l'approvazione di questa legge, perché è una legge che fa poco e non fa tutto quello che si doveva fare.
Fratelli d'Italia ha proposto degli emendamenti che dietro il dovuto tecnicismo, quando si parla di riforme del codice penale, mostravano la volontà precisa del nostro partito di tenere fede agli impegni assunti in campagna elettorale. Quali erano gli impegni assunti in campagna elettorale? Eliminare del tutto il criterio della proporzionalità? Certamente no. Eliminare il necessario vaglio giurisdizionale? Certamente no. E sbaglia chi, facendo propaganda, dice che tutto questo cambierà. Sbaglia perché, in realtà, continua ad esserci un importante operato da parte dei giudici che però non avranno, come Fratelli d'Italia avrebbe voluto, una norma chiara, una norma precisa, una norma dai contorni ben definiti che non consenta interpretazioni difformi da un tribunale all'altro; cito, ad esempio, il nostro emendamento sul tema della desistenza rispetto all'aggressione. Noi non avremmo voluto - ma, ahinoi, ormai siamo arrivati alla fine e quindi il provvedimento è abbastanza chiaro su questo - che l'aggredito in casa propria fosse chiamato a rispondere di un elemento psicologico sulla valutazione della desistenza, sulla valutazione della portata della minaccia, non avremmo voluto che, ancora, un magistrato debba decidere se il turbamento è stato grave o poco grave. Noi avremmo voluto un provvedimento netto, noi avremmo voluto un provvedimento che dicesse che quando si viene aggrediti in casa propria la difesa è sempre legittima (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). È un modus operandi, quello di procedere a riforme del genere, che lascia il rimpianto di non aver potuto fare tutto ciò che si poteva fare.
Allora, noi lo voteremo, perché comunque è un passo nella direzione giusta, lo voteremo perché ne condividiamo l'impianto, ne condividiamo lo spirito. Certamente avremmo gradito, da parte della maggioranza, maggiore apertura al dibattito costruttivo che abbiamo condotto nelle varie fasi che hanno portato alla definizione di questo provvedimento. Tanti nostri emendamenti che avrebbero potuto migliorarlo sono stati bocciati. Questo, l'ho detto in apertura, è l'evidente frutto di un compromesso al ribasso. Fa piacere che anche il MoVimento 5 Stelle si sia allineato alle posizioni del centrodestra, perché, vedete, non è un provvedimento di destra, lo sarebbe stato se fossero stati approvati i nostri emendamenti, ma così non è. È un provvedimento che rimane nell'alveo di un impegno assunto con gli italiani. Perché, vede, Presidente, per Fratelli d'Italia, restano saldi dei principi molto semplici, per noi l'impegno assunto con gli italiani vale comunque più di un contratto di Governo ed ecco perché noi abbiamo contribuito alla definizione di questo provvedimento, ecco perché noi lo voteremo, perché ci teniamo che gli italiani sappiano che Fratelli d'Italia è sempre dalla stessa parte.
Allora, a fronte di un allarme sicurezza che viene percepito in maniera sempre più forte e in maniera sempre più vigorosa da parte di tanti italiani che chiedono di poter stare al sicuro, è inevitabile che la politica si interroghi per capire quale strada intraprendere. Questi non sono spot e propaganda, come erroneamente ha detto qualche collega della sinistra, questi sono dati che l'ISTAT ha snocciolato nel corso di una ricerca presentata nel 2018; è una ricerca pubblica e invito tutti a prenderne visione. C'è un chiaro problema di sicurezza o almeno così viene percepito dagli italiani l'attuale assetto in termini di tutela della proprietà privata, tutela della incolumità propria e dei propri cari. Allora, è vero che il codice penale non è immutabile nel tempo, lo dimostra il fatto che il codice penale attualmente in vigore, il codice Rocco approvato e varato molti anni fa, ha subito degli aggiustamenti per essere adeguato ai tempi che cambiano, per essere adeguato alle sensibilità mutate degli italiani. Ancora una volta, noi che adesso siamo dalla parte del legislatore, ci troviamo a misurarci con una mutata esigenza da parte degli italiani, con una mutata sensibilità da parte degli italiani e noi a quella sensibilità vogliamo rispondere, non a una logica di equilibri, di pesi e contrappesi tra forze del tutto differenti tra loro che oggi formano un Governo.
Ecco perché, coerentemente con il proprio percorso, coerentemente con le affermazioni fatte in campagna elettorale, al di là dei tecnicismi giuridici di chi vuole celare un problema reale, un problema sentito dagli italiani, Fratelli d'Italia, in quest'Aula, ancora una volta, sarà al fianco dei cittadini, votando “sì” convintamente a questo provvedimento. Ed ecco perché, con piacere, io annuncio il voto favorevole di Fratelli d'Italia, ma con la consapevolezza di chi sa che anche in questa circostanza il Governo e, in particolare, gli amici della Lega hanno perduto un'importante occasione per completare un percorso che insieme, in campagna elettorale, avevamo annunciato di completare. Non è un caso che proprio su temi del genere il centrodestra compattamente in Aula abbia difeso questo provvedimento da attacchi pretestuosi, da attacchi strumentali da parte della sinistra italiana. Quindi, Fratelli d'Italia voterà a favore, stando sempre dalla stessa parte che è quella degli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Mariastella Gelmini. Ne ha facoltà.
MARIASTELLA GELMINI (FI). Presidente, ci saremmo aspettati con questo provvedimento più celerità, perché riteniamo che l'affermazione del diritto alla difesa sia un tema urgente. In realtà il Parlamento ha perso tempo, è passato un anno dall'inizio della legislatura, nove mesi dall'insediamento del Governo, nove mesi trascorsi nell'approvazione di provvedimenti inutili o dannosi. Si poteva fare prima e, per dire la verità, nemmeno con l'approvazione, oggi, in quest'Aula, la legittima difesa diventerà legge, perché per una mera correzione formale, sarà però necessario un terzo passaggio al Senato. Noi lo abbiamo detto, con i colleghi di Forza Italia voteremo favorevolmente a questa proposta, lo facciamo non per calcolo, non per propaganda, ma perché siamo stati i primi, nel 2015, il 13 novembre del 2015, a depositare la proposta in materia di legittima difesa (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Sappiamo come sono andate le cose nella precedente legislatura, abbiamo ripresentato, all'inizio di questa legislatura, la stessa proposta e diciamo con chiarezza che non siamo di fronte né al Far West, né alla giustizia fai da te, ma nemmeno a una legge che sia la panacea di tutti i mali, perché il rischio, come abbiamo detto in discussione, che la giurisprudenza interpreti in maniera restrittiva queste norme esiste ancora ed esiste perché la maggioranza ha respinto i nostri emendamenti, emendamenti che erano nel solco del centrodestra e che, francamente, ci aspettavamo che la Lega potesse votare per coerenza con le proposte di centrodestra, invece, così non è andata.
Tuttavia, questa legge fa segnare un passo avanti sul tema della legittima difesa, perché la sicurezza, l'incolumità dei cittadini, la tutela, diciamolo, della proprietà privata, sono beni che meritano la massima garanzia da parte delle istituzioni (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). E, francamente, pur essendo convinti che la sfida vera sia la sicurezza, pur essendo convinti che lo Stato debba fare un passo avanti per garantire l'incolumità dei cittadini, riteniamo che, quando lo Stato non è in grado di garantire l'incolumità dei cittadini, viene meno il principio del monopolio dell'esercizio della forza da parte dello Stato, e lo diciamo con dispiacere.
Noi per queste ragioni voteremo favorevolmente, perché si tratta, come hanno detto ampiamente i colleghi, della prima proposta di centrodestra; e non è colpa nostra se ci capita di rado di poter votare provvedimenti di centrodestra di questa maggioranza, perché la maggioranza dei provvedimenti sono a trazione grillina e, quindi, è chiaro che non possono avere il voto di Forza Italia.
Ma noi siamo per il diritto alla difesa e rispondiamo alle molte critiche contraddittorie del Partito Democratico su questo provvedimento ricordando ai colleghi che, nella precedente legislatura, c'è stata una proposta di legge a firma Ermini, che oggi è il Vicepresidente del CSM, approvata in quest'Aula che andava a riformare la legittima difesa; e, quindi, capisco che si possa cambiare idea, ma non che si debba fare la morale o tacciare di calcolo e di opportunismo chi in questa battaglia crede da sempre (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
Noi riteniamo, quindi, che di questo tema si debba discutere, perché le modifiche che stiamo andando ad apportare rispondono all'esigenza dei cittadini che si trovano a subire aggressioni alla propria persona, alla proprietà, ai propri affetti, e che esercitano il diritto alla difesa. E diciamo chiaramente, fuori da ogni mistificazione, che chi si trova costretto a dover agire per difendere l'incolumità propria o dei propri cari, e magari si trova nelle condizioni di uccidere un ladro e un malintenzionato, non solo non è felice di farlo: non è abituato a farlo, non è orgoglioso di farlo, non cerca un trofeo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Essere costretti a sparare per difendersi è spesso frutto di evenienze di cui chiunque farebbe volentieri a meno.
E, allora, lo dico al relatore di minoranza del PD, che ritiene che il problema non esista perché spesso i processi si concludono con l'assoluzione: sì, è vero che si concludono con l'assoluzione, ma dopo quanto tempo? Quando va bene, ci vogliono un paio di anni, quando va male di anni ce ne vogliono anche sei, per ripristinare una condizione di piena cittadinanza (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
E questo è il caso del tabaccaio di Padova diventato tristemente famoso, Franco Birolo, condannato in primo grado e assolto in secondo grado con una richiesta di risarcimento danni in sede civile. Potrebbe essere la stessa situazione che capita a Mario Cattaneo, l'oste di Lodi; ed è quello che, purtroppo, è capitato al gommista di Arezzo, che dormiva in officina perché aveva subìto 38, diconsi 38 furti: anche lui a legislazione vigente ha di fronte una battaglia processuale lunga (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Ma dov'era lo Stato ad Arezzo, e cosa possono pensare i cittadini onesti di fronte ad uno Stato che, per 38 volte, ha abdicato alle sue funzioni, e che poi sembra voler tutelare il ladro anziché chi ha provato a difendere la propria vita e i propri beni?
E anche a prescindere dalla numerosità dei casi, questi sono episodi che diffondono nell'opinione pubblica un senso di frustrazione e di ingiustizia che va oltre il singolo episodio, e che genera rabbia.
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO (ore 16,30)
MARIASTELLA GELMINI (FI). È un fatto che allontana i cittadini dal senso di giustizia, dalla fiducia nelle istituzioni e nello Stato.
Ecco, noi vorremmo porre fine a questa situazione, e abbiamo lavorato sulla legittima difesa con tante donne che hanno dato vita ad un'associazione, l'Unavi; e io qui voglio ringraziare Paola Radaelli, Maria Raccagni (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), donne che si sono battute, che hanno dovuto difendersi, che hanno perso mariti e figli per questa battaglia, e hanno deciso di non arrendersi: a loro dobbiamo questo impegno e l'approvazione di questa legge.
Dico anche una cosa sulla proporzionalità: quando ci si trova violati nella propria intimità domestica con i propri cari, quando ci si trova di fronte dei criminali, nessuno ha la bilancia in mano, non abbiamo la possibilità di ponderare la proporzionalità.
Ecco perché noi avremmo voluto affermare non la scriminante della legittima difesa, non una causa di giustificazione, ma un vero e proprio diritto alla difesa (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente): smettere di considerare la legittima difesa come un illecito perdonato dallo Stato, perché la difesa è un diritto sacrosanto.
Questo provvedimento ci fa fare qualche passo avanti, ma non aver votato l'emendamento di Forza Italia sull'inversione dell'onere della prova è sicuramente un errore, e lo si vedrà nel tempo, purtroppo.
Ma siccome il meglio è nemico del bene, noi voteremo questa legge. E lo faremo dicendo a chi oggi si è dovuto accontentare di una riforma poco coraggiosa, che esisteva ed esiste un'altra possibilità: quella possibilità che si è concretizzata in quelle tante regioni in cui si è votato dal 4 marzo ad oggi, e che dimostrano che si può governare meglio, si può legiferare meglio, si possono introdurre norme più incisive laddove a governare è il centrodestra unito, e non una maggioranza innaturale come questa (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
La qualità dei provvedimenti dipende dai compagni di strada che ci si sceglie. Noi siamo sempre sulla stessa strada, quella del centrodestra; e poiché siamo qui a fare l'interesse degli italiani, nonostante questo testo sia un testo peggiorativo rispetto ai nostri emendamenti ed alle nostre proposte, voteremo a favore (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente - Congratulazioni).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bazoli. Ne ha facoltà.
ALFREDO BAZOLI (PD). Presidente, si è continuato ad accostare, in questo dibattito sulla legittima difesa, il tema della riforma della legittima difesa al tema della sicurezza dei cittadini. Vedete, la sicurezza è una cosa seria. Noi facciamo nostre le parole del capo della Polizia, che ha detto: “Trattare la sicurezza come qualcosa che può essere oggetto di campagna elettorale è uno dei deficit di questo Paese. Il sistema della sicurezza dev'essere al riparo da dispute elettorali e politiche: è un tema che va affrontato con calma, ponderazione e condivisione, va messo al riparo dalle fibrillazioni”. Queste le parole del capo della Polizia.
Voi, la maggioranza, state facendo l'esatto opposto: state usando la sicurezza come un gigantesco tema di propaganda politica, buono a fare campagna elettorale per le europee, per gettare un po' di fumo negli occhi degli italiani e nascondere i vostri clamorosi fallimenti sul piano economico, con il Paese tornato in recessione, tutti gli indicatori dei consumi e degli investimenti in calo, le dense nubi all'orizzonte (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
Quello della legittima difesa è un grande inganno, una grande mistificazione, una grande bugia che state propinando agli italiani per qualche voto in più; e in realtà non riguarda la sicurezza, ma la vostra idea di giustizia, della giustizia.
Vi abbiamo detto, vi hanno detto giudici, avvocati, accademici, numeri alla mano, che le norme sulla legittima difesa oggi funzionano, consentono di tutelare adeguatamente chi reagisce ad un'aggressione ingiusta; anche quei minimi ritocchi che noi volevamo introdurre nella scorsa legislatura sono inutili oggi, perché la giurisprudenza ha già allargato le maglie: quasi tutte le indagini che si aprono per episodi di violenza a seguito di aggressione si concludono con l'archiviazione, senza alcun processo a carico di chi si è difeso. Si calcolano in una media di 4 o 5 all'anno, su 1 milione e 300 mila processi pendenti, quelli che riguardano la legittima difesa; 4 o 5 su 1 milione e 300 mila: un numero minimo, fisiologico ed ineliminabile, perché ci saranno sempre episodi dubbi che necessiteranno di un processo.
Ebbene, di fronte a questi numeri ci avete risposto che il problema sono proprio le indagini, che volete si concludano prima, durino meno. Ma ci spiegate cosa ha a che fare questo con la sicurezza dei cittadini? Ci spiegate cosa c'entra la lunghezza delle indagini con la sicurezza dei cittadini? Questo è il primo grande inganno che voi state perpetrando nei confronti dei cittadini italiani.
E leggiamo cosa avete scritto nella modifica della norma. Da domani sarà sempre consentito reagire in qualunque modo all'ingresso illegale nella propria abitazione o esercizio commerciale, a prescindere dall'attualità del pericolo, dalla necessità della reazione, dalla proporzionalità della reazione, purché l'ingresso sia avvenuto con violenza, anche sulle cose, o con uso di armi o altri mezzi di coazione fisica. Cosa vuol dire? Interpretando letteralmente: se sorprendo un ladruncolo entrato nel mio giardino per rubarmi la bicicletta con le cesoie per rompere la catena, io prendo la mira e pam! Lo abbatto, e sono giustificato. Se, camminando di notte, sorprendo un ladro che forza la serratura del mio negozio con un cacciavite, io prendo la mira e pam! Lo abbatto, e sono giustificato. E che questo sia esattamente il vostro intento è stato chiarito dal Ministro dell'Interno, Salvini, e da Forza Italia, che hanno definito “ingiusta” la condanna del signor Peveri, un signore che ha sorpreso un ladro di notte nel suo cantiere, lo ha malmenato, lo ha fatto inginocchiare, gli ha fatto mettere le mani dietro la nuca e gli ha sparato a bruciapelo. Una vera e propria esecuzione! Ci spiegate cosa ha a che fare questo con la sicurezza dei cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)? Ce lo spiegate?
Qui non si parla di sicurezza ma di giustizia privata, di esecuzione sul posto. Peggio degli Stati islamici, dove al più ad un ladro vengono inferte delle frustate o gli si taglia la mano, ma non si fa l'esecuzione immediata sul posto!
Questo è il punto, perché noi in realtà abbiamo fiducia negli anticorpi del sistema. Sappiamo che i giudici interpreteranno le vostre norme in maniera che non facciano danno e che al più interverrà la Corte costituzionale a dichiararle incompatibili con i nostri valori e i nostri principi. Ma ci preoccupa fortemente il messaggio ingannevole e pericoloso che state lanciando ai cittadini italiani, che non riguarda la loro sicurezza, ma una cosa molto più subdola e rischiosa, ovvero la giustizia fai da te, la vendetta privata.
L'unico effetto che rischia di ottenere questa legge, allora, lungi dal garantire più sicurezza ai cittadini italiani, sarà quello di arrestare o addirittura invertire la tendenza in atto da 25 anni, che ha visto l'anno scorso il numero più basso di omicidi dall'Unità d'Italia - il numero più basso di omicidi dall'Unità d'Italia ad oggi! - e che fa dell'Italia, sotto questo profilo, uno dei Paesi più sicuri al mondo. Sapete a cosa è dovuto questo calo continuo degli omicidi? Ce lo dicono gli esperti: è dovuto esattamente all'affermazione dello Stato, alla sua capacità di detenere il monopolio della violenza legale, alla sua legittimità, e all'interiorizzazione da parte dei cittadini dell'imperativo che non ci si può fare giustizia da soli.
Voi, col vostro messaggio, state mettendo a repentaglio esattamente quei valori, questi risultati, state mettendo a repentaglio esattamente la sicurezza che dite di voler tutelare, per un pugno di voti.
La sicurezza - ha ragione il capo della Polizia - non si fa con i proclami, non si fa mettendo in discussione la capacità dello Stato, ma si fa con un lavoro serio, silenzioso, costante, come hanno dimostrato i risultati di questi ultimi anni, nei quali, grazie allo sforzo prezioso delle forze dell'ordine, cui va il nostro sincero ringraziamento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), i reati più odiosi, come le rapine in abitazione, si sono ridotti, in quattro anni, da 3.600 a 2.300, le rapine negli esercizi commerciali si sono ridotte da 7 mila a 4.500 e i furti in abitazione si sono ridotti da 255 mila a 195 mila. Altro che legittima difesa!
Si occupasse un po' di più di prevenzione, Ministro dell'Interno (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)! Si preoccupasse di ascoltare un po' di più i questori, come quelli di Arezzo e di Milano, che grazie al protocollo Penelope del 2017 hanno abbattuto del 20 per cento il tasso di furti in abitazione!
Facesse un po' di più il Ministro dell'Interno, invece che il capopopolo, e forse davvero la sicurezza degli italiani migliorerebbe un po' (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!
Da ultimo - e concludo, Presidente - un'annotazione di carattere politico: si è rivelata anche in questa occasione la vera maggioranza che governa il Paese: una maggioranza di destra, compatta, che vede in Forza Italia una stampella fedele e che disperatamente cerca di superare a destra la Lega per recuperare qualche voto.
Sarebbero da fare leggere nelle facoltà di giurisprudenza alcuni emendamenti presentati da Forza Italia, per far capire cosa vuol dire il populismo penale, fin dove si può arrivare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)! Quella Forza Italia garantista a giorni alterni, come le targhe: oggi sulla legittima difesa fautrice di una giustizia da Torquemada, domani, in Commissione, sull'anticorruzione, improvvisamente ipergarantista. Alla faccia della coerenza (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Liberi e Uguali)!
E di fronte a questa destra compatta, il silenzio assordante, Presidente, del MoVimento 5 Stelle. Un silenzio, cari colleghi, che non vi esonera dalla complicità con questa deriva e che vi rende oramai un'appendice di questa destra al Governo (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Liberi e Uguali).
Avete salvato Salvini dal processo insieme alla destra compatta, avete accettato che i voti della destra compatta impegnassero il Governo a non aderire al Global Compact, ora silenziosamente vi fate umiliare nuovamente reggendo la coda alla destra sulla legittima difesa.
Noi, il Partito Democratico, siamo l'unica vera opposizione in questo Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)! Noi siamo l'unica alternativa a questa destra giustizialista, illiberale, sovranista, antieuropea, che anche oggi si rivela con il silenzio complice del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)! Per questo voteremo convintamente contro questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico - Congratulazioni)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Di Muro. Ne ha facoltà.
FLAVIO DI MURO (LEGA). Gentilissimo Presidente, membri del Governo, onorevoli colleghe, onorevoli colleghi, questa per la Lega è una giornata storica. È da anni che il mio movimento chiede un'inversione di tendenza, una giustizia più vicina ai cittadini. Ci abbiamo provato con migliaia di firme raccolte dai nostri militanti ai gazebo, ci ha provato l'onorevole Molteni, oggi sottosegretario (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), nella scorsa legislatura, con una proposta di legge mai discussa e che oggi ricominciamo dall'inizio.
Ma ora, grazie al nuovo Governo, alla Lega del fare, a Matteo Salvini, si passa dalle parole ai fatti (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Oggi è finalmente il giorno in cui la Camera dei deputati approva la riforma della legittima difesa.
Occorre rendere facile l'interpretazione di una norma per giungere a stabilire in maniera chiara e inequivocabile un concetto molto semplice, quanto meno per noi della Lega: la difesa è sempre legittima (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
La norma di legge lascia ai giudici un ampio margine interpretativo, con ricadute importanti e notevoli sulla vita delle persone. La riforma che ci accingiamo a votare limita gli spazi interpretativi del giudice, tutelando maggiormente la posizione dell'aggredito, perché per noi viene prima l'aggredito dell'aggressore (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Con questa riforma viene introdotta una previsione di non punibilità per gli atti difensivi commessi in una situazione di debolezza personale o in stato di grave turbamento, per soggetti fragili o in condizioni psicologicamente difficili in quel momento.
C'è poi il caso di Franco Birolo, tabaccaio della provincia di Padova, che dopo sette anni di calvario giudiziario, dopo tre gradi di giudizio, dopo l'assoluzione in Cassazione, ha visto presentarsi il conto dai familiari dell'aggressore, che gli hanno chiesto un risarcimento di 325 mila euro. Con questa riforma, mai più casi Birolo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), che uscito assolto in sede penale non deve essere obbligato a sborsare un euro.
Questa riforma interviene poi sulle spese processuali, che vengono estese a favore della persona nei cui confronti sia stata disposta l'archiviazione o il proscioglimento o il non luogo a procedere per fatti commessi in condizioni di legittima difesa o di eccesso colposo. Vengono elevate le pene per la violazione di domicilio, per i delitti di furto, scippo, per la rapina.
In questi giorni ne abbiamo sentite di tutti i colori contro questa riforma dai banchi del Partito Democratico, proprio loro, che colpevolmente negli anni in cui hanno governato questo Paese non hanno fatto niente o hanno fatto male su questa materia, ci dicono che la difesa privata non è la soluzione, che tocca allo Stato garantire la sicurezza, l'ordine pubblico, l'uso legittimo delle armi. Siamo d'accordo, è proprio questo Governo, e non altri, che ha stanziato fondi veri e spendibili: 38 milioni per gli straordinari delle forze di polizia, 100 milioni di euro per i ruoli del personale delle forze di polizia (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), delle Forze armate, oltre 10 milioni nel 2018, oltre 36 milioni dal 2019 al 2025 per l'acquisto e il potenziamento dei sistemi informativi antiterrorismo e logistici della polizia di Stato, 2 milioni nel 2018, 5 milioni in ciascuno degli anni 2019 e 2020 per il potenziamento della sicurezza urbana, con le assunzioni della polizia locale, un incremento di 10 milioni per il 2019, 17 per il 2020, 27 per il 2021, 36 per il 2022 per i sistemi di videosorveglianza per i comuni italiani, 210 milioni per l'anticipazione del contratto personale della sicurezza e della difesa, un piano di assunzioni straordinarie, oltre 2 miliardi nel periodo 2019-2029, 6.150 nuove assunzioni per le forze di polizia, un'integrazione di 2 milioni di euro nel 2019, di 4 nel 2020 per il vestiario del personale della polizia di Stato.
Certo, non possiamo mettere un poliziotto in ogni casa, ma è proprio per queste ragioni che si rende necessaria la riforma della legittima difesa (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
Il Partito Democratico dice che è una riforma inutile, perché riguarda pochi casi, riguarda pochi cittadini; potete stare sereni perché la Lega c'era, c'è e ci sarà fin quando l'ultimo benzinaio, l'ultimo commerciante, l'ultimo padre di famiglia non potrà vivere, lavorare serenamente, difendersi (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
Abbiamo sentito alcune critiche secondo cui con questa riforma si allarga l'uso delle armi, ma non c'è una sola virgola nel testo di legge che cambia l'ordinamento sulle armi. Abbiamo ascoltato esempi strampalati provenire dei banchi del PD: il bambino che insegue il pallone nel giardino di una villa privata e questo privato gli spara e lo uccide (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia). Ma ci rendiamo conto?
Questa oggi non è e non sarà legittima difesa. Se un ladro scappa e viene inseguito dal commerciante che gli spara alla schiena questa oggi non è e non sarà legittima difesa. Non vogliamo evitare il tribunale a chi commette un omicidio, se qualcuno uccide una persona è giusto che sia processato, ma con certezza della pena e tempi rapidi; non si può aspettare otto anni una sentenza e rovinarsi la vita solo perché si è provato a difendersi (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia).
Con questa riforma si può avere un effetto deterrente contro le intrusioni, può aumentare la sensazione di sicurezza per quanti temono aggressioni, può tutelare meglio le vittime di intrusioni violente. Con questa riforma vogliamo stare vicino, concretamente vicino ad alcune persone che non pensavano di uccidere altre persone, ma si sono trovati a farlo. Abbiamo visto come queste persone, già provate dal destino, abbiano avuto, dopo la prima aggressione ad opera dei criminali, una seconda punizione ad opera dello Stato, che li ha tenuti sotto processo anche per poi magari assolverli.
Onorevoli colleghi, la riforma che proponiamo oggi non ha altro fine che dare tutela a chi tutela oggi non ha. Riforma di giustizia, riforma di civiltà, riforma di dignità, riforma che oggi viene descritta dal PD come male assoluto, ma che invece ristabilisce giustizia e serenità nel nostro Paese.
Convintamente e con grande soddisfazione ed emozione annuncio il voto favorevole della Lega (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia – Congratulazioni).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Di Sarno. Ne ha facoltà.
GIANFRANCO DI SARNO (M5S). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, ci troviamo al termine di un percorso che, tra pochi minuti, ci vedrà impegnati a votare un provvedimento largamente dibattuto, tanto nelle sedi istituzionali dagli addetti ai lavori che nelle case degli italiani, dai nostri concittadini.
PRESIDENTE. Per favore, colleghi…
GIANFRANCO DI SARNO (M5S). Le persone, da anni, dimostrano una grande sensibilità sul tema della sicurezza e la riforma della legge sulla legittima difesa rappresenta per molti uno dei nodi che necessitavano di essere sciolti con un intervento chiaro, puntuale e preciso.
La voce del popolo, le istanze dei cittadini meritano di essere sempre valutate e discusse ed è ciò che questo Governo ha fatto affrontando una materia delicata attraverso il proficuo lavoro svolto dalle Commissioni di Senato e Camera e grazie a un esaustivo ciclo di audizioni in cui abbiamo potuto ascoltare i rappresentanti della magistratura, dell'avvocatura, docenti universitari ed esponenti delle associazioni delle vittime.
Il testo sul quale ci accingiamo ad esprimerci è frutto di un'attività intensa guidata da un unico principio: migliorare la norma esistente e fornire agli inquirenti uno strumento più efficace, il tutto nell'interesse dei cittadini e a loro garanzia. Il dibattito al quale ho accennato poc'anzi, tanto nelle Aule del Parlamento quanto sui giornali, ha assunto spesso toni di allarme. Si è parlato a sproposito, sì Presidente, si è parlato a sproposito, si è parlato di una legge Far West, di giustizia fai da te, addirittura di legittimazione ad uccidere; qualcuno ha persino detto, ma non riesco a capire su quale testo, che addirittura questo provvedimento è una sorta di incentivo all'acquisto di armi: falsità, soltanto falsità.
La verità è che questo provvedimento non produrrà alcun Far West, alcuna giustizia fai da te, né tantomeno una legittimazione ad uccidere (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
In questa legge non c'è una sola parola, Presidente, una sola parola nel testo, che legittimi la violenza, che trasformi gli italiani in giustizieri impuniti o che li spinga ad acquistare pistole e fucili; la normativa sul possesso delle armi, che ricordiamo nel nostro Paese è già stringente, resterà invariata (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
La proposta che voteremo a breve risponde a una precisa domanda di sicurezza e di maggiori tutele. Gli italiani non hanno alcuna voglia di armarsi e di difendersi da soli, le persone vogliono essere protette dalle forze dell'ordine, esattamente come accade ogni giorno grazie all'impegno della nostra polizia e dei nostri carabinieri.
Al riguardo, il Governo, proprio nella legge di bilancio, ha adottato un piano straordinario di assunzioni delle forze dell'ordine. E pure se costrette eccezionalmente a difendersi in casa propria dall'aggressione di un intruso, quelle stesse persone devono essere tutelate il più possibile ed è giusto che chi finisce sotto processo per essersi difeso legittimamente nella sua abitazione o nel suo negozio non subisca, oltre il danno, anche la beffa in tribunale.
Occorre maggiore attenzione per chi, suo malgrado, va incontro a un processo per aver reagito a un pericolo concreto mettendo in salvo se stesso e la propria famiglia: è bene insistere sull'argomento e spazzare via ogni zona di grigio all'orizzonte. Quindi, non c'è alcun Far West: a fronte di un episodio violento, di un ferimento o di un omicidio, ci sarà sempre – e dico: ci sarà sempre – un'indagine avviata da un magistrato, questo soprattutto a garanzia del cittadino indagato per aver reagito a un'aggressione subita nella sua proprietà. Difendersi sarà sempre legittimo, a patto però che sussistano tutti i presupposti necessari a rendere legittima la difesa. Ogni episodio sarà sempre valutato dalla magistratura, che potrà decidere caso per caso per l'archiviazione, il rinvio a giudizio, la condanna o l'assoluzione; nessun automatismo quindi, esattamente come accade oggi, non viene eliminato il reato di eccesso colposo, ma se ne riducono le ipotesi, perché viene introdotto lo stato di grave turbamento.
In poche parole, si esclude la punibilità per chi, trovandosi in stato di grave turbamento, ferisce o uccide un intruso malintenzionato, ma anche in questa circostanza, lo ribadiamo, il fatto dovrà sempre essere accertato da esperti o valutato dal giudice. Addirittura, potrebbe essere necessaria una perizia psichiatrica e, a maggior ragione, non si potrà nemmeno in questo caso evitare l'apertura di un'inchiesta. Come è stato confermato anche in audizione in Commissione, con la nuova norma sulla legittima difesa ci saranno sempre delle indagini e, da questo punto di vista, non cambia nulla. Le differenze, quelle davvero significative per i cittadini, riguardano ben altro: è con questa legge, ad esempio, che eviteremo agli italiani che si difendono legittimamente in casa di rimanere schiacciati da processi interminabili. Chi si è visto costretto…
PRESIDENTE. Colleghi, per favore!
GIANFRANCO DI SARNO (M5S). …a reagire in una situazione di pericolo reale, magari arrivando al punto di premere un grilletto, è innanzitutto una vittima ed è impensabile che oltre alle conseguenze personali di gesti simili, debba rimanere invischiato in un procedimento giudiziario a vita. Per questo, i casi di legittima difesa avranno una corsia preferenziale per i processi e, laddove dove dovessero essere aperti, saranno fissati prima. Le spese legali della vittima innocente, per giunta, saranno a carico dello Stato. Inoltre, in caso di giudizio favorevole per chi si è difeso regolarmente nella sua proprietà, l'intruso dovrà risarcire integralmente la vittima, se vuole ottenere la sospensione condizionale della pena e non potrà chiedere il ristoro nemmeno in sede civile.
Nella legge promossa da questo Governo non c'è, dunque, libertà di uccidere: c'è solo uno Stato che finalmente si stringe concretamente attorno a chi, purtroppo, si vede costretto a difendere da sé la propria incolumità e la propria vita. Al di là di qualsiasi polemica, Presidente, questo significa ascoltare gli italiani, fornirgli delle risposte vere e sostenerli nelle difficoltà, e questo è solo il primo passo. La difesa e la sicurezza dei cittadini sono e restano una prerogativa dello Stato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Concludo auspicando che questo provvedimento, Presidente, possa ridare fiducia ai cittadini sia nella giustizia che nelle istituzioni. É con questo obiettivo che dichiaro il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle a questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
PIERANTONIO ZANETTIN, Relatore per la maggioranza. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PIERANTONIO ZANETTIN, Relatore per la maggioranza. A conclusione di un percorso così lungo, perché ricordiamo che questo provvedimento ha iniziato il proprio iter già in Commissione Giustizia nel mese di luglio dello scorso anno, credo che siano doverosi dei ringraziamenti, che vanno innanzitutto agli uffici, che ci hanno guidato con la consueta perizia ed equilibrio a questo traguardo. Un ringraziamento credo vada esteso anche al Governo, al sottosegretario Morrone e al sottosegretario Molteni, che hanno assistito ai nostri lavori, nonché al Governo nella sua versione monocolore che vedo qui schierata oggi, ma anche al Governo che manca, che brilla per assenza - mi riferisco, in particolare, al Ministro Bonafede competente, che è assente - ma che riteniamo comunque di ringraziare.
MATTEO DALL'OSSO (FI). Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.
PRESIDENTE. Quale articolo?
MATTEO DALL'OSSO (FI). Articolo 8, comma 2. Presidente, vorrei segnalarle che io non sono cambiato: io non sono cambiato. Ringrazio il gruppo politico per avermi lasciato libero, perché - sì - io in Forza Italia sono libero ed invito i miei ex colleghi del MoVimento 5 Stelle a fare come me, ad abbandonare l'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
(Coordinamento formale - A.C. 1309-A)
PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
(Così rimane stabilito).
(Votazione finale ed approvazione – A.C. 1309-A)
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sulla proposta di legge n. 1309-A:
S. 5-199-234-253-392-412-563-652 - "Modifiche al codice penale e altre disposizioni in materia di legittima difesa" (Approvata, in un testo unificato, dal Senato).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione)
( Deputati del gruppo Forza Italia -Berlusconi Presidente espongono striscioni recanti la scritta : “Finalmente una cosa di centrodestra”). Prego gli assistenti parlamentari di intervenire subito e levare….(Gli assistenti parlamentari ottemperano all'invito del Presidente).
Colleghi di Forza Italia, censuro questo comportamento, assolutamente inutile e increscioso nei confronti dell'Aula. Non state facendo una bella figura; non rendete difficile agli altri colleghi di votare, per favore. Colleghi, abbassate questi striscioni, per favore!
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 17) (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente e di deputati del gruppo Fratelli d'Italia- Applausi polemici dei deputati del gruppo Partito Democratico).
Dichiaro così assorbite le proposte di legge nn. 274, 580, 607 e 1303.
Seguito della discussione della proposta di legge: S. 510 - D'iniziativa dei senatori: Giarrusso ed altri: Modifica dell'articolo 416-ter del codice penale in materia di voto di scambio politico-mafioso (Approvata dal Senato) (A.C. 1302-A); e dell'abbinata proposta di legge: Colletti ed altri (A.C. 766).
PRESIDENTE. Colleghi, l'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge, già approvata dal Senato, n. 1302-A: Modifica dell'articolo 416-ter del codice penale in materia di voto di scambio politico-mafioso; e dell'abbinata proposta di legge n. 766…(Vivi e prolungati applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente e di deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Colleghi, abbiamo iniziato un altro punto all'ordine del giorno! Sono passato a un altro punto all'ordine del giorno; mi costringete a sospendere l'Aula. Sospendo l'Aula per cinque minuti.
La seduta, sospesa alle 17,07, è ripresa alle 17,12.
Si riprende la discussione.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge, già approvata dal Senato, n. 1302-A: Modifica dell'articolo 416-ter del codice penale in materia di voto di scambio politico-mafioso; e dell'abbinata proposta di legge n. 766.
Ricordo che nella seduta del 25 febbraio 2019 si è conclusa la discussione sulle linee generali e il rappresentante del Governo è intervenuto in sede di replica mentre la relatrice vi ha rinunciato.
Avverto che lo schema recante le ripartizioni dei tempi per il seguito della discussione è pubblicato in calce al vigente calendario dei lavori dell'Assemblea (Vedi calendario).
(Esame dell'articolo unico - A.C. 1302-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico della proposta di legge e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).
Avverto che fuori dalla seduta l'emendamento 1.151 Varchi è stato ritirato dalla presentatrice.
Informo l'Assemblea che in relazione al numero degli emendamenti presentati la Presidenza applicherà l'articolo 85-bis del Regolamento, procedendo, in particolare, a votazioni per principi o riassuntive, ai sensi dell'articolo 85, comma 8, ultimo periodo, ferma restando l'applicazione dell'ordinario regime delle preclusioni e delle votazioni a scalare. A tal fine il gruppo Fratelli d'Italia è stato invitato a segnalare gli emendamenti da porre comunque in votazione.
Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A), che sono in distribuzione.
Se nessuno chiede di intervenire, invito la relatrice ad esprimere il parere sugli emendamenti. Per favore un po' di silenzio. Prego.
PIERA AIELLO, Relatrice. Signor Presidente, i pareri sono tutti contrari tranne che sull'emendamento 1.170 Perantoni, su cui il parere è favorevole.
PRESIDENTE. Il Governo?
VITTORIO FERRARESI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Presidente, il parere è conforme a quello espresso dalla relatrice.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione degli identici emendamenti 1.1 Costa e 1.2 Bazoli.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bordo. Ne ha facoltà.
MICHELE BORDO (PD). Grazie, Presidente. Con questo emendamento noi chiediamo di sopprimere l'articolo 1, cioè di cancellare le modifiche che vi apprestate a votare sull'articolo 416-ter del codice penale e questo perché, con la nostra riforma del 2006, noi eravamo riusciti a costruire un equilibrio normativo che ci ha consentito di raggiungere risultati importanti nell'azione di contrasto al fenomeno del voto di scambio politico-mafioso.
Con le modifiche che invece proponete con questa riforma c'è il rischio che torni la confusione e che possa aumentare l'incertezza interpretativa, con la conseguenza che diventerà sempre più complicato individuare e punire i responsabili di questo reato. Quindi, altro che Governo del cambiamento, dell'onestà e della legalità; al contrario, secondo me con questo provvedimento noi rischiamo di far compiere al Paese un passo indietro di anni nel contrasto alla mafia, rendendo più difficile la lotta contro il fenomeno del voto di scambio.
Noi avremmo voluto lasciare l'articolo 416-ter così com'è perché ci pareva più ragionevole e proporzionato. Invece, con le modifiche il testo diventa molto più confuso e non si capisce bene di che cosa ci sia bisogno per configurare il reato, cioè se sia sufficiente la presenza dell'elemento oggettivo, ossia del metodo mafioso, o se non sia anche necessaria la presenza dell'elemento soggettivo, cioè se per la configurazione del reato sia necessario anche riconoscere l'appartenenza del promittente alle associazioni mafiose di cui all'articolo 416-bis. Capite bene che non è una differenza di poco conto che ci sia solo la presenza dell'elemento oggettivo o che vi sia anche la presenza dell'elemento soggettivo. Agire con metodo mafioso - ed è questa la differenza - significa che non c'è bisogno per forza anche dell'appartenenza alle associazioni di cui all'articolo 416-bis; se invece prevedete, come è scritto in questa norma, che per configurare il reato ci sia bisogno che anche il promittente appartenga alle associazioni di cui all'articolo 416-bis, allora dovete capire che per arrivare alla configurazione del reato e quindi punire chi il reato lo commette, c'è bisogno che prima ci sia una sentenza di condanna che riconosca l'appartenenza all'associazione del promittente o di chi commette il reato.
Capite bene, dunque, che state facendo una modifica enorme, che anziché restringere l'area della punibilità per questo reato finisce per allargarla. Onestamente, mi sembra un passo indietro enorme che da un movimento come il 5 Stelle non ci saremmo aspettati.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zanettin. Ne ha facoltà.
PIERANTONIO ZANETTIN (FI). Grazie, Presidente. Con questo emendamento soppressivo a prima firma dell'onorevole Costa intendiamo sopprimere l'articolo 1 di questa proposta di legge, che sostituisce il testo oggi vigente dell'articolo 416-ter del codice penale. Infatti, tutte le modifiche che vengono introdotte con questo provvedimento all'esame oggi dell'Aula sono inutili o potenzialmente illegittime, o in palese contrasto con gli intenti che addirittura si vorrebbero raggiungere.
Noi facciamo riferimento, in particolare, all'intervento del professor Amarelli, che abbiamo ascoltato nel corso delle audizioni, il quale ci ha spiegato, in maniera, credo, assolutamente convincente, che l'attuale configurazione della fattispecie di cui all'articolo 416-ter del codice penale (che è stata - ricordiamolo bene, colleghi - frutto già di interventi assai recenti perché è stata riformata nel 2014 e anche nel 2017), non ha bisogno - cito testualmente - “…delle modifiche prospettate se l'obiettivo politico-criminale che si intende perseguire è realmente quello dichiarato dal potenziamento del delitto in questione”. Cito ancora le parole del professor Amarelli: “Oggi l'articolo 416-ter si innesterebbe in un quadro di insieme di più ampio respiro andando a tracciare una nomografia della contiguità politico-mafiosa molto chiara e coerente in cui si affiancano, in chiave di progressivo e crescente disvalore, tre differenti figure delittuose: il delitto di corruzione elettorale aggravata dell'articolo 416-bis del codice penale per il caso di acquisto al dettaglio di voti con modalità o finalità mafiose; il delitto di scambio elettorale, di cui all'articolo 416-ter del codice penale, ora in discussione, per le ipotesi di mere pattuizioni elettorali aventi a oggetto la promessa di voti mafiosi versus denaro o altra utilità; il delitto di concorso esterno, di cui al combinato disposto degli articoli 110 e 416-bis del codice penale, per le più gravi situazioni di effettivo contributo rafforzativo o salvavita prestato da un candidato non affiliato a favore di un clan mafioso. I disegni di legge in esame, invece, finirebbero per alterare tale armonia, faticosamente raggiunta, introducendo aggiunte meramente pleonastiche, peraltro prospettando novità teleologicamente contrastanti con gli obiettivi che si intendono raggiungere, restringendo in modo del tutto incomprensibile l'area del penalmente rilevante. Questo ci dice, Presidente, che questa - sì - è una norma, se vogliamo, manifesto, cioè quella che ci viene dal Senato e che oggi discutiamo, che ha la finalità di punire in modo più severo il concorso esterno nell'associazione mafiosa, ma che in realtà complica la vita ai magistrati, complica la vita a tutti coloro che si occupano della materia e quindi non ha alcuna utilità. Per questo noi, come Forza Italia, proponiamo la cancellazione dell'articolo 1 e, quindi, come dichiarazione di voto, voteremo il nostro emendamento 1.1 Costa.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Perantoni. Ne ha facoltà.
MARIO PERANTONI (M5S). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, volevo un attimo chiarire qual è il senso dell'intervento normativo proveniente dal Senato e oggi all'esame della Camera. L'intento è chiarire quali sono gli estremi del reato di cui all'articolo 416-ter, in linea di assoluta continuità con l'elaborazione giurisprudenziale sull'argomento. Il testo licenziato dal Senato prevedeva l'espunzione dal testo originario dell'accordo avente ad oggetto il procacciamento di voti mediante modalità di cui all'articolo 416-bis e inseriva, viceversa, l'accordo con soggetti appartenenti all'associazione mafiosa. Il testo licenziato dal Senato avrebbe potuto creare difficoltà interpretative e soprattutto di continuità giurisprudenziale, nonché fattispecie di abrogazione parziale del reato. In sede di Commissione queste difficoltà sono state superate e, infatti, è stata reinserita la fattispecie relativa al procacciamento di voti mediante le modalità di cui al terzo comma dell'articolo 416-bis. Conseguentemente, tutta la giurisprudenza elaborata precedentemente sulla fattispecie non viene intaccata, perché la norma attualmente in discussione viene integrata con l'accordo intervenuto con soggetti appartenenti all'associazione di cui all'articolo 416-bis. L'intervento si è reso necessario, come dicevo in apertura, al fine di cristallizzare l'indirizzo giurisprudenziale. Come è a voi noto, la giurisprudenza ritiene che per far funzionare la fattispecie di reato sia necessario ovviamente dimostrare l'accordo, ma dimostrare altresì che l'accordo abbia come oggetto, da parte del promissario, il procacciamento dei voti con le modalità di cui all'articolo 416-bis. La giurisprudenza ha peraltro ha affermato che, qualora sia provata l'appartenenza di un soggetto promissario a un'associazione mafiosa, il metodo mafioso è in re ipsa. Conseguentemente, con la previsione in questa fattispecie sia delle modalità mafiose, sia della qualifica soggettiva di uno dei due soggetti che concludono l'accordo, abbiamo perfezionato la norma in continuità - lo ripeto ancora una volta - con la giurisprudenza della Suprema Corte.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 1.1 Costa e 1.2 Bazoli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA ROSARIA CARFAGNA (ore 17,26)
PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).
È stata avanzata da parte del rappresentante del gruppo Forza Italia, ai sensi dell'articolo 51, comma 2, ultimo periodo del Regolamento, la richiesta di voto segreto sugli emendamenti 1.171 Costa e 1.173 Costa, nonché sugli identici emendamenti 1.22 Costa e 1.100 Conte. Tale richiesta può essere accolta in quanto le proposte emendative in questione, modificando la condotta penalmente rilevante e sopprimendo la circostanza aggravante di cui al nuovo articolo 416-ter del codice penale, incidono nel senso chiarito dalla Giunta per il Regolamento, nelle sedute del 7 febbraio e del 7 marzo 2002, sull'articolo 25 della Costituzione richiamato dall'articolo 49 del Regolamento.
Passiamo quindi all'emendamento 1.171 Costa. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Costa. Ne ha facoltà.
ENRICO COSTA (FI). Grazie, Presidente. Prendo atto che, come sull'uscio di Montecitorio c'è il cambio della guardia, anche tra i banchi del Governo c'è stato il cambio della guardia, perché prima avevamo una folata di membri del Governo della Lega, mentre oggi, su questo provvedimento, mi pare che siano tutti del MoVimento 5 Stelle, almeno per ora. Chiederei all'Aula un momento di attenzione: veramente un momento di attenzione sull'emendamento in esame, perché è l'emendamento nevralgico di tutto il provvedimento. Se noi leggiamo il testo del provvedimento, viene punito chiunque accetta la promessa di voti da appartenenti alle associazioni mafiose. Tutti quanti coloro che siedono in Parlamento hanno partecipato alle elezioni e sanno bene come funzionano le campagne elettorali. Ovviamente, questa è una norma nobile, è una norma importante, ma è fondamentale che abbia alcuni requisiti. Innanzitutto, il candidato come fa a conoscere, posto che non c'era scritto in fronte, se colui che si trova di fronte è un appartenente a un'associazione di cui all'articolo 416-bis?
Bene, sappiamo che vi sono varie forme di dolo e ci potrebbe anche essere una interpretazione giurisprudenziale che stabilisce che, essendo un luogo ad alta densità di criminalità organizzata, il candidato non poteva non sapere di trovarsi di fronte a una persona equivoca, una persona appartenente alla criminalità organizzata…
PRESIDENTE. Colleghi, i banchi del Governo… e non solo i banchi del Governo. Colleghi, per favore…
ENRICO COSTA (FI). Ora, questo emendamento punta a fare una cosa sola, a scrivere che il candidato, per essere punito, deve avere la consapevolezza di avere di fronte una persona appartenente alla criminalità organizzata. Si aggiunge semplicemente la parola “consapevolmente”; “Chiunque accetta consapevolmente”. Perché, altrimenti, potrebbero capitare delle interpretazioni come quella che abbiamo sentito in audizione dal procuratore generale presso la Corte di cassazione che ci dice: attenzione, perché, se noi scriviamo che deve essere nota l'appartenenza, rischiamo di ingessare la prova, il relativo accertamento per la pubblica accusa che si ritroverà in un'impervia probatio, posto che è oltremodo difficoltoso provare l'esistenza di una specifica conoscenza in capo ad un imputato di una formale condizione soggettiva altrui.
Ebbene, invece, che cosa vuole la norma, che cosa dovrebbe volere una norma che si rispetti? Proprio questa consapevolezza; posto che non ce l'ha scritto in fronte, una persona che magari si presenta ad un candidato e che gli promette di portargli un sostegno elettorale, non c'è male a chiedere sostegno elettorale, c'è male a chiederlo ad un mafioso, sapendo che questo è un mafioso. Aggiungiamo la parola “consapevolmente”, scriviamo una norma che non si presti ad equivoci. Lo dico a tutti i colleghi, perché, guardate, questa è una norma che probabilmente non interessa a coloro i quali sono distinti e distanti dalle campagne elettorali, ma non dobbiamo scrivere una norma che mandi in galera degli innocenti. Questo è l'elemento fondamentale e penso sia il compito di un buon legislatore (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Abbiamo chiesto il voto segreto, perché tutti i parlamentari, al di là del vincolo di partito, possano esprimersi secondo coscienza (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Santelli. Ne ha facoltà.
JOLE SANTELLI (FI). Presidente, come ha detto prima il collega Costa, in questo emendamento si nasconde di fatto la chiave per potere, in parte, recuperare il testo legislativo in discussione. Se qualcuno chiede il voto o cerca di procacciare dei voti nei confronti di mafiosi o va alla ricerca di voti mafiosi va punito, ma, se questo qualcuno è ipoteticamente possibile che non sappia neanche a chi si rivolge, come facciamo noi a determinare una punizione? Qual è il comportamento lesivo che la persona in questione pone in essere? Delle volte, quando, qui, il Parlamento cerca di scrivere delle leggi ancora più dure, finisce per fare delle grida manzoniane che in realtà non producono alcun effetto. Io mi rivolgo a chiunque abbia fatto una campagna elettorale, immaginiamo, in un piccolo comune, non nel grande comune dove non ci si conosce, ma anche in un piccolo comune, con mille abitanti, poi andremo a vedere chi sono gli appartenenti alla criminalità, perché qui non è neanche definito…
PRESIDENTE. Concluda, onorevole.
JOLE SANTELLI (FI). Concludo; noi stiamo dicendo che una persona che non sa con chi parla, che non sa che la persona è mafiosa, non si sa quale sia l'appartenente all'associazione mafiosa, nonostante tutto ciò, ha un aggravio di pena ed esattamente ha una pena identica all'essere un mafioso.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Perantoni. Ne ha facoltà.
MARIO PERANTONI (M5S). Presidente, l'emendamento che hanno discusso poc'anzi i colleghi è assolutamente superfluo. Noi stiamo parlando di un reato doloso e, quindi, il soggetto agente deve avere la volontà e la rappresentazione di tutti gli elementi costitutivi del reato, ivi compresa ovviamente la qualifica soggettiva della controparte. Inserire l'avverbio “consapevolmente” implica o implicherebbe che tale avverbio dovrebbe essere inserito in tutti i reati dolosi del codice penale.
È chiaro che, nell'accertamento del dolo, che andrà in concreto ad essere effettuato dal giudice nel momento in cui andrà ad accertare se l'accordo ha avuto ad oggetto e come soggetto un appartenente alla cosca mafiosa, il giudice dovrà accertare la rappresentazione, la volontà e la consapevolezza del soggetto agente di avere a che fare con un elemento facente parte delle associazioni di cui all'articolo 416-bis, ma questo rientra nell'ordinaria rappresentazione della volontà dolosa di colui che va a commettere il reato.
Pertanto, l'attuale formulazione del testo è assolutamente coerente con i principi che regolano, appunto, l'ordinamento e tutti i reati a struttura dolosa, di dolo generico, del codice penale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bartolozzi. Ne ha facoltà.
GIUSI BARTOLOZZI (FI). Presidente, non è proprio così, perché, collega, questo innanzitutto è un reato di pericolo astratto e di mera condotta; ciò vuol dire che il reato si perfeziona con l'ottenimento della promessa, a prescindere dal conseguimento dell'utilità o del bene. Qual è il rischio se noi non mettiamo “consapevole”? Che noi potremmo essere puniti anche per quelle ipotesi di dolo eventuale e colpa cosciente per le quali non vogliamo essere puniti. Non basta dire sono reati di dolo, il dolo eventuale; chi come me, Presidente, non ha mai fatto attività politica ed è al primo mandato, conosce il territorio, ma, da donna delle istituzioni, non sono tenuta a sapere se la persona che ho di fronte è o non è appartenente a un'associazione mafiosa, il dolo eventuale vuol dire, Presidente, non poter far più campagna elettorale sui territori, vuol dire fare campagna elettorale attraverso la piattaforma Rousseau (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia), non nei territori, perché non sarà delle persone poter capire l'interlocutore. Quindi, se non mettiamo “consapevole”, anche le ipotesi di dolo eventuale e colpa cosciente saranno punite.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Occhiuto. Ne ha facoltà.
ROBERTO OCCHIUTO (FI). Presidente, io credo che chiunque abbia esperienza di campagna elettorale, ma di quella vera, di quella fatta ,guardando negli occhi gli elettori, stringendo mani, confrontandosi con loro (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), dovrebbe votare questo emendamento. Non mi stupisce, invece, che questo testo, questa legge sia proposta da chi non ha mai fatto una campagna elettorale vera, da chi crede che la campagna elettorale si possa fare nel chiuso di una stanza, davanti ad un PC (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente); quelle sono campagne elettorali virtuali, non vi sintonizzerete mai sugli umori della gente in questo modo.
Signor Presidente, vorrei segnalarle che oggi abbiamo avuto la dimostrazione plastica che questa maggioranza è composta da due realtà completamente diverse; prima, sulla legittima difesa, il banco del Governo era affollato soltanto di ministri e sottosegretari leghisti (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente); oggi, su questo provvedimento, non c'è alcun leghista, perché loro fanno le campagne elettorali vere e, i grillini, voi, invece, non avete coscienza di quello che significa sintonizzarsi sul territorio attraverso le campagne elettorali (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente - Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Colleghi, se volete intervenire, chiedete di intervenire e lo fate al microfono.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Sisto. Ne ha facoltà.
FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Presidente, questa è una norma che manifesta dei limiti assolutamente intollerabili di carattere costituzionale, ma voglio fare un esempio. È previsto in questa norma che il soggetto, che venga eletto dopo aver posto in essere queste condotte, abbia un'aggravante che gli porta la pena a una quota stratosferica, con interdizione perpetua dai pubblici uffici. Facciamo un esempio, cari colleghi; io vengo eletto e, successivamente alla mia elezione, viene imbastita una specie di congiura, in cui c'è qualcuno che dice di aver promesso e che io avrei accettato questi voti. Ho diritto ad essere consapevole di sapere chi, dove, a chi appartiene, chi sia questo soggetto o posso con un selfie qualsiasi dare la prova di un contatto con un soggetto che non so neanche dove stia di casa? Voi non vi rendete conto che cosa può accadere, la mina che avete innestato in questo Parlamento, in cui si potrà disapplicare la legittima elezione di un parlamentare solo con un'accusa infamante…
PRESIDENTE. Concluda, onorevole.
FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Presidente, io credo che il “consapevolmente” sia il minimo, il minimo per poter dire che se ho commesso qualche cosa di illecito, io debbo sapere esattamente quello che ho fatto.
PRESIDENTE. Concluda.
FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). E se qualcuno vuole dribblare tutto questo, lo fa in barba alla democrazia, al Parlamento e ai diritti della Costituzione (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole D'Ettore. Ne ha facoltà.
FELICE MAURIZIO D'ETTORE (FI). Presidente, anche il relatore ha confermato che non conosce la fattispecie, o quantomeno la vede da un punto di vista del tutto errato. I reati accordo commessi sulla base di una promessa di scambio di voti perfezionata anche da un terzo intermediario, quindi un collaboratore, senza la consapevolezza del soggetto promissario, è evidente che non può configurare un dolo specifico, così come sta tentando di dire il relatore: è possibile anche un comportamento, come dire, non del tutto congruo che viene posto in essere da uno dei collaboratori, e io mi ritrovo, per una cena organizzata, ad essere… A me non succede di sicuro, perché io chiederò segreteria politica, tutto, non farò niente, faccio come voi, sto su Internet, oppure me ne torno all'università e faccio un'altra cosa, perché la politica la volete fare solo voi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
Voi siete una maggioranza contrattuale, come diceva prima l'onorevole Occhiuto: a questo punto un accordo per voi è inconsapevole, perché voi avete raggiunto questo accordo, questo contratto inconsapevolmente, tanto inconsapevolmente che una volta ci sta uno al banco del Governo e una volta un altro. Siete due Governi in uno, o meglio nessun Governo; e quello che dite su questa fattispecie conferma che voi vedete un Paese e campagne elettorali fatti sul vostro modello…
PRESIDENTE. Concluda.
FELICE MAURIZIO D'ETTORE (FI). …che è il modello di stare a casa di fronte al computer. Siete inutili, ed introducete anche norme sbagliate.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Deidda. Ne ha facoltà.
SALVATORE DEIDDA (FDI). Presidente, ci associamo a quanto detto dai colleghi, con riferimento al fatto di criminalizzare un politico che va in campagna elettorale, che stringe mani, che parla con le persone. E che ne sa se va in un paese, va dentro un bar e una persona gli promette i voti, si prende i “santini”, e poi scopre che magari era un delinquente: ma questo vuol dire mettersi d'accordo con quella persona? Allora criminalizziamo anche quei politici che si sono fatti le foto con qualcuno, perché tutti i movimenti son caduti in questo.
Dobbiamo allora ricordarci di non criminalizzare il politico che va nei piccoli paesi, che va nelle campagne, perché che male c'è? C'è una differenza fra stringere una mano ed accettare consapevolmente l'aiuto della mafia o dei delinquenti o dei trafficanti di droga (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Forza Italia-Berlusconi Presidente).
GIUSI BARTOLOZZI (FI). Bravo!
SALVATORE DEIDDA (FDI). Vi è una demagogia inaccettabile! Ma allora vuol dire che qui chi ha scritto questo provvedimento non sa niente di campagna elettorale e non sa niente di cosa vuol dire andare nei quartieri periferici di una città. Venite nei quartieri periferici di San Michele di Cagliari, di Sant'Elia, e vedete se voi non stringerete la mano a qualcuno che ha avuto problemi con la giustizia, e magari qualcuno di voi dirà: voi state coi delinquenti! No, son cittadini, c'è differenza.
PRESIDENTE. Onorevole Bartolozzi, onorevole Bartolozzi… Sottosegretario, non potete interloquire in questo modo. Grazie.
SALVATORE DEIDDA (FDI). C'è differenza! Ma che problema avete, questo criminalizzare tutto e tutti, questa demagogia inaccettabile? E vorrò vedere, se io dovrò essere chiamato, o qualcuno dei miei colleghi, in un'aula di tribunale con l'infamante accusa di associazione mafiosa, o che siamo delinquenti: ci andrò a testa alta, perché non mi rifiuterò mai di andare in ogni angolo della città (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Forza Italia-Berlusconi Presidente). Incominciate a farlo voi!
Qualcuno, la vostra collega mi aveva detto che noi in Sardegna eravamo nullità: no, noi siamo andati in ogni angolo, anche nei quartieri dove ci sono gli spacciatori terribili, perché non abbiamo paura. Ci sarà capitato che qualcuno a fianco ci sarà associato: chi se ne frega, andiamo a testa alta, a contestarli; andiamo a testa alta, e speriamo di liberare quei quartieri. E non ci metteremo paura di andare sempre lì davanti a quei delinquenti, anche se qualcuno ci dirà: siete andati lì per mettervi d'accordo. No: noi andiamo nelle terre a combattere. Questa è la vera politica: non su Facebook, non sui social media, tantomeno nascondendosi dietro i fake, dentro i social media…
PRESIDENTE. Colleghi! Colleghi…
SALVATORE DEIDDA (FDI). Ragionate quindi un attimo, riportiamo la politica a quella che è nelle strade. Non abbiate questa voglia di criminalizzare; perché voglio vedere, ho sentito prima il relatore che è sardo: ma se tu vai in un bar di Orgosolo e c'è qualcuno che è stato condannato dell'anonima sequestri, che ne sai, non gli stringi la mano, non ci parli, gli rifiuti il saluto? Perché non ci provate a farlo, di rifiutare un saluto, di saper schedare tutti? Questo è criminalizzare la società ingiustamente (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Colletti. Ne ha facoltà.
Colleghi, liberate il banco del Comitato dei nove. Poi se riusciamo a fare anche un po' di silenzio, perché si fa fatica ad ascoltare i colleghi che intervengono. Prego, onorevole Colletti.
ANDREA COLLETTI (M5S). Presidente, io, in realtà, vorrei spiegare attraverso di lei al collega Occhiuto che le campagne elettorali siamo abituati a farle nei mercati, nei negozi, parlando con le persone (Commenti dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Il problema è che conosciamo anche il discrimine di andare a parlare con le persone, e magari non parlare con i mafiosi per accordarci di farci avere voti. E sinceramente questo discrimine mi sembra strano farcelo ricordare da deputati di Forza Italia, uno dei fondatori della quale è un soggetto condannato per concorso esterno in associazione mafiosa (Commenti dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Io da queste persone insegnamenti non li accetto su questo tema (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Borghi. Ne ha facoltà.
ENRICO BORGHI (PD). Signora Presidente, volevo solo ricordare allo smemorato collega che è intervenuto ora che lui ha appena votato una legge di riforma della legittima difesa con un partito che è stato definito in quei termini (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), per cui si risciacqui un attimo la bocca prima di parlare.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mulè. Ne ha facoltà.
GIORGIO MULE' (FI). Presidente, il dibattito si è subito messo nei binari giusti, che sono quelli della miseria, sono quelli in cui solo con la calunnia e soltanto bestemmiando la verità si fa politica (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). E allora, l'intermediario - sappiano questi ignoranti - non ha la coppola e la lupara: quando si presenta e si fanno i selfie, l'intermediario può anche finire in carcere, può non avere nulla da perdere, si può pentire, e anche il miglior Ministro dell'interno che ha fatto il selfie con quell'intermediario finisce in galera e non ha modo di difendersi. Perché è semplice e banale: le campagne elettorali così non si potranno mai più fare, vi dimenticate i mercati, vi dimenticate i bar, vi dimenticate di andare in giro, perché chiunque farà anche il kamikaze dell'antimafia contro il migliore Ministro dell'interno, proprio per azzerare la sua azione, sarà mandato contro di lui a dire che ha avuto la promessa e che ha dato i suoi voti in cambio di un'azione che non corrisponde a quello che fa. Rendetevene conto, invece di non votare questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bignami. Ne ha facoltà.
GALEAZZO BIGNAMI (FI). Presidente, io non conosco e non mi permetto neanche di ipotizzare come siano abituati i colleghi dei 5 Stelle a fare campagna elettorale, ma conosco tanti colleghi della Lega che invece vengono dai consigli comunali, dai consigli regionali, dai consigli di quartiere, e sanno perfettamente che cosa significa andare ad incontrare le persone, stringere le mani, anche ascoltare e cercare di risolvere i problemi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). La politica è servizio, la politica è dedizione: questa norma uccide tutto ciò, e uccide quella territorialità da cui noi proveniamo, di cui noi siamo espressione, e che ci ha permesso anche di resistere ad antidoti, come gruppi di potere e gruppi di sistemi finanziari, che invece avrebbero ben goduto nel veder impedito questo modo di far politica. La politica siamo noi perché è questo, ed è a questo che voi oggi dovete dire sì o no; e spero che davvero vogliate preservare le vostre origini per impedire che questa deriva abbia luogo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Musella. Ne ha facoltà.
GRAZIANO MUSELLA (FI). Presidente, io vorrei far riflettere un attimo tutti sull'attacco indiscriminato che sta operando via via questa serie di proposte di carattere legislativo alla nostra democrazia, alla nostra agibilità politica come parlamentari. Non è possibile, io credo, non inserire questo emendamento nel contesto. Il fatto della consapevolezza è un fatto necessario e obbligato, perché altrimenti noi non avremmo più agibilità politica, non potremmo andare più sui territori, e la democrazia nel nostro Paese sarà sempre più ridotta.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Fatuzzo. Ne ha facoltà.
CARLO FATUZZO (FI). Signora Presidente, 25 anni fa mi trovai in campagna elettorale sui marciapiedi di Milano, quando ancora i Cinquestelle dovevano nascere, e forse anche qualcuno che è qui come parlamentare oggi e propone questa legge…
PRESIDENTE. Colleghi, evitiamo anche le riunioni sulle scale, i capannelli… Prego, onorevole Fatuzzo.
CARLO FATUZZO (FI). Dicevo che mi trovavo sui marciapiedi di Milano a fare campagna elettorale per l'elezione del sindaco e dei consiglieri comunali di Milano 25 anni fa. Due giorni prima del voto mi avvicinò un tale sconosciuto e mi disse: signor Fatuzzo - non ero né onorevole né niente, ero segretario nazionale del Partito Pensionati, come oggi -, signor Fatuzzo, io ho qui 200 mila voti, li vuole? Mi feci una grassa risata carnevalesca, anche se oggi è il giorno dopo Carnevale, dopodiché lo mandai delicatamente a quel paese - non posso dire parolacce -, ma se fosse capitato adesso? Cioè, tutti quanti in campagna elettorale ricevono proposte, e mi promise anche un sacco di soldi, devo dire. Ovviamente, tutti noi che sappiamo queste cose, le mandiamo a quel paese queste persone, ma domani rischiamo di trovarci tutti quanti a fare il Parlamento dentro la galera, in una sala apposita, perché il Parlamento possa funzionare ancora.
PRESIDENTE. Concluda, onorevole Fatuzzo.
CARLO FATUZZO (FI). Ho terminato. Viva i pensionati! Pensionati all'attacco!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Cattaneo. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO CATTANEO (FI). Presidente, la giornata di oggi credo che rappresenti plasticamente la distanza che sta attraversando questa maggioranza di Governo: abbiamo appena assistito all'approvazione di una legge giusta, una legge di centrodestra, sulla legittima difesa, accolta con gli applausi unanimi di tutto il centrodestra e la freddezza invece dei Cinquestelle, e poi abbiamo assistito al cambio della guardia, non quello che si fa davanti a palazzo Montecitorio, ma al cambio della guardia del Governo: sono usciti tutti i rappresentanti della Lega e sono entrati tutti quelli dei Cinquestelle. Ma quanto potrà andare avanti questo gioco di spartirsi ognuno i provvedimenti da andare a raccontare al proprio elettorato (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)? L'unico partito coerente con i propri valori del 4 marzo dell'anno scorso si chiama Forza Italia, e noi non avremo imbarazzi ad andare dai nostri elettori per le strade a raccontare ciò per cui votiamo a favore e ciò che contrastiamo, come questa legge “manettara”!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palazzotto. Ne ha facoltà.
ERASMO PALAZZOTTO (LEU). Presidente, vorrei un attimo richiamare l'Aula all'importanza e alla delicatezza della materia che stiamo trattando, e vorrei farlo il giorno dopo un'importante operazione, l'operazione Scrigno, condotta dalla Direzione investigativa antimafia di Palermo, che mette in risalto come ci sia stato un salto di qualità nel rapporto tra mafia e politica e di come oggi ci sia anche un rapporto di organicità tra un pezzo della rappresentanza politica e un pezzo dell'organizzazione criminale mafiosa, che ci dice di come molto spesso non si tratta della mafia che va a cercare l'appoggio del politico in cambio della promessa di voti ma di rappresentanti politici che vanno a cercare i rappresentanti mafiosi per ottenere quel supporto elettorale consapevolmente.
Ci parla di quanto sono inquinate oggi le nostre istituzioni in relazione al rapporto tra mafia e politica e di quanto la questione morale sia diventata una questione principale nel nostro Paese, che riguarda - lo voglio dire, perché altrimenti in quest'Aula facciamo un dibattito finto -, prima ancora che le responsabilità penali, l'etica dei comportamenti pubblici di chi ricopre cariche istituzionali o di chi è candidato a rivestire un ruolo tale.
Lo dico perché molte delle vicende giudiziarie che stanno emergendo ci raccontano dell'accertamento giudiziario di atti forse rilevanti dal punto di vista penale ma che, dal punto di vista etico e morale, erano già conosciuti ai più rispetto a un territorio. Ho fatto questa premessa, Presidente, perché mi pare che in Aula in questo momento non si stia discutendo del testo di legge che stiamo per approvare. Mantengo delle riserve rispetto a queste modifiche che sono state fatte, e comprendo anche alcune delle motivazioni che sono state addotte rispetto all'emendamento in questione, però vi assicuro che sostenere in quest'Aula, mentre si parla di un provvedimento così delicato su una questione grave ed esistente che riguarda il rapporto tra mafia e politica, che il tema è la stretta di mano e il fatto che uno fa la campagna elettorale in un bar, significa o essere in malafede oppure dimostrare al Paese di non avere idea di che cosa stiamo parlando. Infatti, leggo il testo della legge: Chiunque accetta, direttamente o indirettamente a mezzo di intermediari, la promessa - eccetera eccetera - in cambio dell'erogazione o della promessa di erogazione di denaro o di qualunque altra utilità o in cambio della disponibilità a soddisfare interessi o esigenze dell'associazione mafiosa (…).
Cioè, non stiamo parlando del fatto che un mafioso voti alle elezioni - se gode ancora dei diritti civili, voterà chi vuole, i mafiosi in questo Paese votano finché non sono interdetti anche da questa possibilità - si tratta del fatto che il politico che riceve quel sostegno elettorale in cambio fa una promessa: o eroga denaro direttamente o fa una promessa di soddisfare gli interessi di quel soggetto. Quindi, noi siamo in una fattispecie differente, fermo restando che chi fa campagna elettorale anche in una terra difficile come la mia, che è la Sicilia, di solito sa con chi ha a che fare quando va in giro, sa con chi farsi una fotografia o con chi non farsela, sa con chi camminare a braccetto o con chi non camminare, perché abbiamo due presidenti della regione di cui uno è finito in galera perché con un mafioso contrattava le tariffe del sistema sanitario regionale in un retrobottega di Bagheria con un prestanome di Provenzano (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali), e un altro, invece, che è finito a processo perché - anche lì comportamenti penalmente non rilevanti - andava a braccetto durante la campagna elettorale con il boss mafioso risaputo in quel paese, in quel territorio, che era anche il suo territorio, per farsi vedere. Allora, da questo punto di vista, oggi noi stiamo discutendo di una materia delicata che va affrontata con la giusta delicatezza. Nel merito dell'emendamento, penso che una riflessione sulla consapevolezza si possa affrontare, e sicuramente è migliore questa riformulazione della precedente, quel “a lui nota”, che è più difficile da approvare, però vi prego di affrontare il seguito di questo dibattito non dentro una dinamica così propagandistica ma affrontando questo argomento con la serietà che merita (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Marin. Ne ha facoltà.
MARCO MARIN (FI). Presidente, intervengo su questo emendamento a prima firma Bartolozzi, la quale, così per inciso, ricordo all'Aula che fa il magistrato, perché bisogna essere anche legittimati quando si parla, quindi forte sul tema sulla giustizia. Quindi, grazie all'onorevole Bartolozzi, che ha presentato con altri colleghi questo emendamento. Parlare di consapevolezza mi pare sia il minimo per chi fa una campagna elettorale, e noi, la Lega, il PD, Fratelli d'Italia, andiamo a prendere le preferenze alle elezioni comunali, alle elezioni regionali, laddove la gente ci conosce e ci guarda negli occhi, come è stato giustamente detto, dove c'è il rapporto umano. Per il MoVimento 5 Stelle, anche secondo i risultati delle ultime regionali, dove perde l'80 per cento dei voti in Sardegna, è evidente che quando c'è il contatto umano e dove non c'è solo la lista bloccata della piattaforma Rousseau il fallimento è dietro l'angolo, perché quando ti conoscono ti evitano, sennò la campagna elettorale così diventa quasi un testa e croce.
E quando il MoVimento 5 Stelle non sa cosa dire, si affida ad offendere l'ultimo Presidente del Consiglio eletto dagli italiani, Silvio Berlusconi, l'ultimo Presidente del Consiglio eletto dagli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)…
PRESIDENTE. Concluda.
MARCO MARIN (FI). Oppure a quella coerenza - e concludo - perché per loro fare il Governo con la Lega o col PD era la stessa cosa: hanno preso “no” dal PD dopo aver scritto una lettera sulla prima pagina del Corriere della Sera, sennò il Governo lo facevano lì e oggi non avrebbero votato la legittima difesa. Invece, pur di stare al Governo e al potere, hanno trovato la Lega e si votano, si beccano la legittima difesa, che noi, coerentemente, abbiamo votato (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Sarro. Ne ha facoltà.
CARLO SARRO (FI). Grazie, Presidente. Io cercherò di portare all'esame dell'Aula un esempio di quello che può nella realtà accadere in base alla norma così come formulata e invito davvero tutti i colleghi a riflettere attentamente. Se nel corso di una campagna elettorale io attivo un mio comitato elettorale in un comune e non frequento quel comitato elettorale, ma in quel comitato elettorale, ovviamente, c'è del materiale propagandistico, se entra in quel locale una persona, chiede questo materiale e parla, così come la norma oggi consente, con un soggetto che si propone come intermediario, un collaboratore, un attivista, un simpatizzante che può fare anche una spendita indebita del mio nome, dicendo - questa persona - che ci sarà un impegno successivo anche a promuovere un intervento (un'opera pubblica o una qualsiasi cosa), se questo soggetto che ha chiesto e ritirato il materiale propagandistico dopo un anno viene arrestato, perché magari ritenuto appartenente ad un'associazione mafiosa, ebbene, questo soggetto può dichiarare di essere stato nel mio comitato elettorale, di avere offerto, con la sola promessa, perché non è necessario che ci siano poi effettivamente i voti, e di avere ricevuto dall'intermediario un cambio una promessa. Tutto questo configura il reato di cui stiamo discutendo con una pena – concludo Presidente – che può arrivare fino a 15 anni di reclusione (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Noi stiamo – colleghi, attenzione – consegnando nelle mani della criminalità organizzata uno strumento poderoso per selezionare scientificamente la classe politica (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), chi desiderano abbattere o meno, perché sono nella condizione, con questo strumento, di poterlo fare. Il termine “consapevolmente” rappresenta un argine minimo per contenere applicazioni devastanti di questo fenomeno e - attenzione - concludo: non c'è differenza tra Nord e Sud, perché questo fenomeno, cari colleghi, non riguarderà solo le regioni del Meridione d'Italia. Riflettete (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Casciello. Ne ha facoltà.
LUIGI CASCIELLO (FI). Grazie, Presidente. non votare questo emendamento significa confermare la deriva giustizialista di questo Paese e, tra l'altro, come diceva l'onorevole Sarro, consegnare alla criminalità organizzata, come già accaduto in alcuni casi per la gestione dei pentiti, la selezione della classe dirigente. Ciò è accaduto già in questo Paese e io pensavo che dopo la teoria del “non poteva non sapere”, non si potesse arrivare al punto di oggi, cioè non votando questo emendamento, cioè che si debba sapere per forza, che si debba sapere a prescindere. È questo un obbrobrio giuridico, un obbrobrio politico, che condanna all'isolamento intere zone, intere aree; un isolamento di rapporto con la politica, perché - ditemi - chi è che andrà più a far politica, ad avvicinare i cittadini di comuni sciolti per camorra, a fare campagna elettorale in aree che hanno bisogno di riconquistare la fiducia nello Stato? Penso non solo alla Campania, ma anche ad altre: alla Sicilia, alla Calabria, ad altre zone, già confinate e ghettizzate in modelli Gomorra, che non corrispondono alla verità della situazione sociale di quelle aree. Ecco perché bisogna scongiurare la criminalità organizzata, che solo così si combatte. Io mi rendo conto che…
PRESIDENTE. Concluda, onorevole Casciello.
LUIGI CASCIELLO…i colleghi dei 5 Stelle non ne abbiano idea, ma mi domando: voi, con le vostre parlamentarie, o come diavolo le chiamate, siete davvero sicuri che la criminalità organizzata non vi voti, non vi scelga per poi essere candidati? Ne siete sicuri? Qual è la vostra selezione? Non ne potete essere certi.
PRESIDENTE. Colleghi, colleghi….proviamo ad abbassare il tono della voce, a rasserenarci un attimo, a riprendere posto, ad evitare di fare riunioni in Aula? Colleghi è difficile seguire questo dibattito: è difficile seguirlo ed è difficile anche intervenire. Onorevole Boldrini. Inizio poi a chiamarvi per nome tutti, anche dai banchi del Governo, anche al Comitato dei nove: onorevole Palazzotto, onorevole Epifani….Colleghi, è impossibile; guardate è veramente impossibile.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Napoli. Ne ha facoltà.
OSVALDO NAPOLI (FI). Grazie, Presidente. Volevo dire al Ministro Fraccaro, che avevo visto sorridere in alcuni interventi, che mi pare sia di Belluno ma…
PRESIDENTE. Onorevole Borghi, i banchi del Governo…
OSVALDO NAPOLI (FI). Mi pare che il Ministro sia di Belluno ma sia eletto a Trento. Io mi auguro che il Ministro Fraccaro sia andato ai mercati di Trento, di Rovereto, di Levico Terme, di Cles, di Riva dal Garda, di Arco a dar le mani ai mercati sapendo chi incontrava giornalmente, almeno una volta ogni tanto, in campagna elettorale; mi auguro che l'abbia fatto non conoscendo nessuno, ma che l'abbia fatto. Però il mio problema è anche un altro. Fare una campagna elettorale è una cosa bellissima: andare alla ricerca delle preferenze in maniera corretta, a testa alta, è una cosa stupenda nel rapporto con la gente, però c'è un problema, perché voi venite a farci la morale. L'ho già detto una volta e lo ripeto: genitori fedifraghi con il fisco, aziende mezze fallite, dipendenti non pagati o pagati in nero. Ecco, direi che voi ci avete dato una storia della moralità pessima e venite, con questo, a raccontarci come dovremmo comportarci in campagna elettorale! Per anni ci avete messo sul banco degli imputati, caro Ministro Fraccaro. Voi siete stati opera di moralisti senza avere la morale di poter dare la morale a noi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Pettarin. Ne ha facoltà.
Onorevole Boldrini, onorevole Palazzotto, onorevole Rostan… Colleghi in alto, del MoVimento 5 Stelle… Onorevole Dori. Prego, onorevole Pettarin…Colleghi, colleghi di Forza Italia, in alto. Onorevole Fatuzzo, onorevole Zangrillo…Prego.
GUIDO GERMANO PETTARIN (FI). Grazie. L'articolo 416-ter del codice penale è una fattispecie penale delicatissima. In questo delicatissimo contesto, stiamo parlando di fattispecie penalmente rilevanti…
PRESIDENTE. Onorevole Foti, è da oggi che fa comizi sulle scale….onorevole Foti…onorevole, è da oggi che fa comizi sulle scale! È difficile per tutti!
TOMMASO FOTI (FDI). Presidente, lei mi richiami, ma non faccia commenti.
PRESIDENTE. La richiamo…consenta… è una questione di rispetto verso i suoi colleghi che intervengono. Non dovrei essere io a indurla al rispetto verso i colleghi che intervengono. È da oggi che lo fa. Prego.
GUIDO GERMANO PETTARIN (FI). Proseguo. Elemento psicologico del reato. Lo conosciamo tutti: dolo, colpa, colpa grave, dolo specifico, dolo eventuale. Sono tutti elementi che fanno sì che si possa applicare uno dei principi fondamentali del nostro ordinamento, che dice che la responsabilità penale è personale: la responsabilità penale è personale. Perché io sia responsabile, devo essere cosciente; perché io sia cosciente, devo essere consapevole; se non sono consapevole, il passo da Rousseau al terrore di Robespierre è immediato e il passo che voi state facendo è questo. State distruggendo la democrazia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Colucci. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO COLUCCI (MISTO-NCI-USEI). Grazie, Presidente. Noi siamo contrari a questa proposta di legge, ma diremo le ragioni della nostra contrarietà in fase di dichiarazione di voto. Ciò non toglie il fatto che, in quest'Aula, anche chi è contrario a una proposta di legge possa intervenire per cercare di migliorare il testo di una legge. Parlando di questo emendamento, che è relativo alla consapevolezza, io credo che tutti noi in quest'Aula, tutti coloro che hanno fatto campagne elettorali comunali e regionali devono profondamente riflettere sulla opportunità di votare una modifica di questo tipo. Se non c'è consapevolezza, se non c'è coscienza del fatto di intrecciare, in una campagna elettorale, incrociare in una campagna elettorale, qualcuno che è malintenzionato nella propria vita - e, quindi, rischia anche di inquinare il proprio impegno politico - credo che sia assolutamente grave rischiare di colpevolizzare una campagna elettorale o l'impegno sul territorio. Questo è ciò che fa questa proposta di legge in assenza del termine di consapevolezza.
Questa proposta di legge rischia di scoraggiare l'impegno sul territorio e quindi di demolire il concetto della democrazia diretta. È già successo attraverso il quorum previsto all'interno del referendum. Lo abbiamo visto la settimana scorsa: un quorum molto basso rischia di svuotare il senso della democrazia rappresentativa di questo Parlamento. Non consentire alla politica - perché poi diventa timorosa nel fare campagna elettorale - il contatto con il territorio, rischia anche in questo caso di demolire il concetto di democrazia rappresentativa.
Mi rivolgo non solo agli amici della Lega, che sono abituati a fare campagna elettorale sul territorio, ad avere contatti con le comunità, ma anche ai colleghi dei 5 Stelle, perché all'interno del meccanismo che utilizzano, che è quello informatico dei clic sulla piattaforma Rousseau, non si può essere certi in senso assoluto che dietro quel clic non ci possa essere qualcuno che non si conosce così in fondo rispetto alla vita che conduce e ai rapporti che ha nella società. Nessuno, quindi, è immune. Richiamo questa attenzione da parte dei colleghi e concludo richiamando una delle vicende che ha riguardato anche il MoVimento 5 Stelle. È capitato da parte dei vertici del MoVimento 5 Stelle di disconoscere addirittura eletti perché fino in fondo loro dicevano di non conoscerli, quindi può succedere. Se ciò succede con chi viene candidato, può succedere anche con chi si incontra casualmente in una campagna elettorale, quindi richiamo la coscienza dei colleghi al voto di questo emendamento (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Noi con l'Italia-USEI e Forza Italia-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zanettin. Ne ha facoltà.
PIERANTONIO ZANETTIN (FI). Presidente, volevo riportare l'attenzione dell'Aula su una questione di carattere tecnico: “consapevolmente” serve per garantirci tutti, e qui mi rivolgo, se mi consentite, in particolare ai colleghi della Lega, che, come me, sono eletti nel Nord. Cari colleghi, non riteniamoci immuni rispetto al fenomeno delle infiltrazioni mafiose. Proprio poche settimane fa nel Veneto sono state attuate delle operazioni di Polizia giudiziaria che hanno interessato il comune di Eraclea, clan dei casalesi, Verona e Vicenza, clan della 'ndrangheta dei Multari. Quindi, il problema dell'infiltrazione mafiosa c'è anche al Nord, ci riguarda tutti e dobbiamo preoccuparci. La prima garanzia che possiamo avere rispetto a delle incriminazioni che ci possono arrivare dalle diverse procure della Repubblica è quella di essere consapevoli di quello che facciamo. Se siamo inconsapevoli delle persone che vengono al nostro fianco e si fanno il selfie, non possiamo essere incriminati. Se noi votiamo contro questo emendamento, ammettiamo l'idea che anche inconsapevolmente possiamo incorrere nella fattispecie penale incriminatrice e questo credo sia contrario ad ogni norma di buonsenso, ma anche alla logica giuridica. Quindi, una raccomandazione in particolare ai colleghi della Lega (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Giachetti. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI (PD). Grazie, Presidente. In pochi secondi mi vorrei rivolgere direttamente con grande umiltà e con spirito davvero di dialogo, con la richiesta di una riflessione, ai colleghi del MoVimento 5 Stelle. Il 7 novembre del 2016 Luigi Di Maio, Vicepresidente della Camera, ha fatto una manifestazione per il referendum in Campania. Gli attivisti, dopo la manifestazione, lo hanno portato in un ristorante che era di Salvatore Vassallo - fratello di un pentito, esso stesso sotto processo per quanto riguarda la Terra dei fuochi - e fu fotografato. In quel caso io difesi Di Maio anche da attacchi che venivano dalla mia parte e lui si giustificò dicendo “…dopo l'evento gli attivisti mi hanno portato a cena in un ristorante della zona” e aggiunge “….non conoscevo i proprietari e, come spesso accade, mi hanno chiesto una foto. Avrò fatto 100 mila foto di questo tipo” (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia). Io l'ho difeso perché so che è vero. Con questa norma, atteso che quello non era un passante ma era uno che comunque era sotto processo, non si avrebbe alcuno scampo rispetto a una cosa logica, cioè che se fai un selfie, se finisci in un ristorante di un mafioso, puoi non saperlo perché magari ti ci portano i tuoi militanti.
Vi scongiuro di riflettere sull'abnormità, sulla follia di una norma che state mettendo in campo per un furore ideologico e giustizialista che può colpire anche voi e soprattutto voi: pensateci, per favore (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia))!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Dall'Osso. Ne ha facoltà.
MATTEO DALL'OSSO (FI). Presidente…
PRESIDENTE. Colleghi, lasciamo parlare l'onorevole Dall'Osso.
MATTEO DALL'OSSO (FI). Presidente, la consapevolezza è libertà; la non consapevolezza è privazione di libertà. Questo è quello che ha detto l'onorevole Giachetti. In questo modo facciamo in modo di rendere giusta la consapevolezza, quindi non si può non votarla: non si può, veramente. Ragazzi, votatela, ancoratevi, aggrappatevi a questo, perché se non lo fate - veramente - poi gli amorali siete voi: gli amorali siete voi. Amorale, cioè senza morale e senza consapevolezza (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bagnasco. Ne ha facoltà.
ROBERTO BAGNASCO (FI). Grazie, Presidente. Solo per dire che non voler aggiungere il “consapevolmente”, che può sembrare una semplice parola, vuol dire correre il rischio di metterci in mano, di mettere in mano chiunque di noi, ai gruppi mafiosi. Lo ripeto, vuol dire correre il rischio di mettere in mano ognuno di noi e ognuno di quelli che verranno dopo di noi ai gruppi mafiosi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.171 Costa, con il parere contrario di Commissione e Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).
Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.3 Vitiello.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vitiello. Ne ha facoltà.
CATELLO VITIELLO (MISTO). Grazie, Presidente. Come in tante altre occasioni, ho cercato di dare il mio contributo in Commissione e ho cercato di far capire…
PRESIDENTE. Onorevole Tripiedi; colleghi del MoVimento 5 Stelle, sta intervenendo l'onorevole…onorevole Tripiedi, sta intervenendo il collega proprio sotto di lei.
CATELLO VITIELLO (MISTO). Grazie, Presidente, sarò veloce. Il problema è un problema normativo. Ho apprezzato molto l'intervento del collega Palazzotto, che ha cercato di riportare la discussione non in termini propagandistici ma in termini giuridici. Il problema - naturalmente lo dico al collega come a tutta l'Aula - è che quella investigazione alla quale faceva riferimento è stata possibile per una norma che esiste all'interno del nostro ordinamento e che ha già portato enormi risultati, una norma, peraltro, modificata nel 2017. Quindi, da qui l'utilità di una modifica fatta oggi, a distanza di un anno e mezzo, davvero non la comprendo.
Se a questo aggiungiamo che la modifica tradisce la riserva di legge, perché il principio di legalità si fonda su determinatezza e tassatività, che in questa norma, in questa modifica, non ci sono, davvero ritengo che non si possa votare questa modifica perché la norma precedente già andava bene. A questo aggiungo che mi dispiace non abbiano notato che se davvero volevano una norma maggiormente giustizialista, gliel'avevo offerta su un piatto d'argento, perché la modifica è peggiorativa di quella precedente, questa sì.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.3 Vitiello, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti 1.6 Costa e 1.7 Bordo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sisto. Ne ha facoltà.
FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Grazie, Presidente. L'invito alla valutazione tecnica di questa norma è un invito semplice, perché questa è una norma non solo incostituzionale, non solo incapace di avere in sé quelle condotte che possono essere davvero utili nello stanare il voto di scambio politico-mafioso, ma è una norma che parte da un presupposto che è un presupposto che abbiamo imparato a conoscere nella giustizia a 5 Stelle, visto che soltanto di quella ci dobbiamo accontentare nei banchi del Governo: la presunzione di connivenza, di complicità e di concorso fra politica e mafia. Tutto quello che è politica ha necessariamente in sé i germi della mafia e, ovviamente, della politica altrui, sia ben chiaro, perché l'ipocrisia di tutto questo è evidente.
Questa tecnica orwelliana, Presidente, di spostare al di fuori del rapporto umano la politica, di evitare ogni variabile che possa consentire un consenso fondato sulla meritocrazia, sull'affidabilità, su chi è migliore degli altri, più affidabile e merita il voto, è una caratteristica che noi recepiamo con grande difficoltà. Questo emendamento, “direttamente o a mezzo di intermediari”, offre all'attenzione dell'Aula un semplice paradigma: basta che vi sia anche un terzo. Che significa, Presidente, “intermediario”? Significa che si mette in mezzo fra un soggetto e un destinatario con la consapevolezza del soggetto di utilizzare un intermediario nei confronti di chi è il destinatario di quella trattativa. Basterebbe la stessa parola “intermediario” per far comprendere la follia di questa norma, perché secondo voi l'intermediario, introdotto come se fosse una sorta di aggravante nell'elemento costitutivo della fattispecie oggettiva, è la possibilità di perseguire senza soste chiunque, perché c'è un terzo soggetto che può sorgere improvvisamente dal nulla e che viene a riferire. Qui dobbiamo essere pratici e parlarci chiaramente. Vedo l'autore di tanti emendamenti importanti molto distratto. L'onorevole Colletti che si distingue sempre per particolare ferocia nei confronti degli altri, ma poi è clamorosamente disattento quando gli altri ascoltano (ma questo è normale in quanto non interessa il merito, interessa semplicemente il voto). Parliamoci chiaro, in un Paese in cui conta più il processo della sentenza, in cui conta più il procedimento, in cui conta più l'attacco all'immagine e il sospetto che tu possa essere incluso in un'indagine vale più di una sentenza - questo è il nostro Paese - in cui basta una notizia su Facebook per essere cacciati da un partito come fate voi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente) - vi basta semplicemente un'illazione! - ebbene, in un Paese di questo genere noi introduciamo la figura di un intermediario che è semplicemente uno snodo, una sorta di passaggio meccanico fra quella che invece dovrebbe essere una fattispecie assolutamente, come posso dire, conclamata e certificata: lo scambio politico-elettorale di voti a matrice mafiosa.
Ma, Presidente, nella formulazione della passata legislatura, in quest'Aula, noi abbiamo coniato una norma nettamente migliore, che innanzitutto aveva in quella consapevolezza la sua forza, che puniva i voti raccolti con metodo mafioso e non il semplice contatto con un soggetto, perché il contatto con un soggetto, soprattutto inconsapevolmente, è una follia, è una randomizzazione della norma penale mai vista e mai sentita! E a che cosa serve? Ecco la parola “intermediario”: a penalizzare l'esercizio dei diritti politici. Presidente, noi nei confronti di questa norma non possiamo che avere un atteggiamento iperrigido ed esprimere un “no” perentorio; ma non un “no” perentorio di Forza Italia. Qualcuno, prima di parlare di Forza Italia, dovrebbe imparare a fare il parlamentare - cosa che non sa fare - e continua a essere disattento, attaccando Forza Italia e ignorando completamente i diritti che in quest'Aula si agitano. Questo la dice lunga sulla correttezza. Presidente, la parola “intermediario” è un'offesa alla tecnica penalistica, è una norma che non ha nessuna capacità di essere persuasiva sul piano della fattispecie e che ci espone all'intermediario del giorno dopo - attenzione -, all'intermediario del giorno dopo, cioè colui che per minare un'elezione correttamente ottenuta inficia - inficia! - la correttezza della democrazia con un modo di congiurare nei confronti di chi ha il diritto di essere eletto (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia).
Allora, teniamo la politica al di fuori, scriviamo norme penali serie, certe e certificate. Credo che da questo punto di vista, Presidente, il MoVimento 5 Stelle non possa dare lezioni a nessuno e non deve dare lezioni a nessuno (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)! Quello che accade in questi giorni è evidente: la istigazione a presentare denunce per salvare il seggio di parlamentare! Da quale etica voi vi permettete di giudicare chi difende il Parlamento?
PRESIDENTE. Concluda.
FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Recupero, Presidente, la serenità…
PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole.
FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). …e chiedo al Parlamento garbatamente di eliminare la parola “intermediario”, una parola incivile sul piano giuridico e super incivile sul piano politico (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bordo. Ne ha facoltà.
MICHELE BORDO (PD). Presidente, noi siamo a favore su questo emendamento, ma per ragioni assolutamente diverse rispetto a quelle a cui ha fatto riferimento poco fa il collega Sisto. Questa è la norma che modifica, come si diceva, i soggetti attivi del reato. Adesso la norma prevede “chiunque accetta”, mentre con questa modifica diventerebbe: “chiunque accetta direttamente o a mezzo di intermediari”.
Per quanto ci riguarda, la genericità dell'attuale formula scritta attualmente vigente già consente oggi di considerare configurato il reato, tanto nel caso in cui sia il candidato direttamente a stipulare l'intesa elettorale illecita di tipo mafioso, sia nel caso in cui a pattuirla sia un suo intermediario. Anzi, per noi questa modifica potrebbe addirittura essere controproducente, perché se la giurisprudenza la interpretasse - è accaduto in circostanze simili, ad esempio sull'articolo 346-bis del codice penale - come una nuova incriminazione, allora noi potremmo trovarci di fronte al rischio di prosciogliere tutti gli indagati o gli imputati per i fatti commessi nella vigenza dell'attuale testo e che adesso non sono configurati come reati.
Quindi, forse è il caso di votare a favore su questo emendamento che noi abbiamo presentato perché c'è il rischio che adesso noi abbiamo fatto emergere e che stiamo facendo emergere nella discussione. Per esempio nel corso delle audizioni che abbiamo fatto in Commissione, ciò è emerso anche grazie all'intervento della Direzione nazionale antimafia. Pertanto, per tutte queste ragioni vi consigliamo e vi chiediamo che ci sia un'ulteriore riflessione su questa proposta emendativa e che ci sia il voto a favore della maggioranza.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Occhiuto. Ne ha facoltà.
ROBERTO OCCHIUTO (FI). Grazie, Presidente. Io ho solo un minuto, come lei sa, e quindi farò solo pochi esempi: comune di Cassano, comune di Isola Capo Rizzuto, comune di Limbadi, comune di Vittoria. Sono tutti i comuni sciolti per mafia.
Nel comune di Cassano il MoVimento 5 Stelle ha ottenuto alle ultime elezioni il 44,68 per cento (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente); in quello di Isola Capo Rizzuto il 43,2 per cento; a Limbadi, nel regno dei Mancuso, il 40,94 per cento; a Vittoria, in provincia di Ragusa, il 59,19 per cento (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Io non so se siete stati direttamente o indirettamente, come dice l'emendamento, votati dalla mafia in questo comune; non so se lo siete stati consapevolmente ma ho paura che prima o poi scopriremo che nel rapporto con la mafia avete avuto la stessa chiarezza che aveste nel rapporto con i rimborsi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 1.6 Costa e 1.7 Bordo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti 1.101 Bazoli e 1.172 Costa.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Santelli. Ne ha facoltà. Colleghi! Colleghi di Forza Italia!
JOLE SANTELLI (FI). Qui abbiamo un altro punto delicatissimo. L'emendamento da noi presentato chiede di tornare alla descrizione…
PRESIDENTE. Colleghi, credo che l'onorevole Santelli non riesca a intervenire, non lo dico per me…
JOLE SANTELLI (FI). Si sono ridestati gli animi.
PRESIDENTE. …ma per rispetto nei confronti dell'onorevole Santelli è una vostra collega. .... (Scambio di apostrofi tra deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Forza Italia-Berlusconi) Colleghi!
JOLE SANTELLI (FI). C'è una collega…
PRESIDENTE. Colleghi! Onorevole Cannizzaro… onorevole Pallini… Segneri… prego, onorevole Santelli. Onorevole D'Ambrosio, li ho già richiamati: se continua così, richiamo anche lei. Prego, onorevole Santelli.
JOLE SANTELLI (FI). L'emendamento in discussione…vediamo se riusciamo a… perché quella declinata dall'onorevole Occhiuto era una legittima preoccupazione che vi segnalava. L'emendamento in discussione, nel testo da voi presentato, parla genericamente di soggetti appartenenti alle associazioni di cui al 416-bis. Chi sono i soggetti appartenenti al 416-bis secondo il Governo a Cinque Stelle che oggi abbiamo dinanzi a noi? Non possiamo purtroppo interloquire con i colleghi della Lega perché, avendo acquisito la legittima difesa, oggi ritengono di doversi prendere questo schifo: scusate, questo schifo purtroppo (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Partito Democratico)! Ora i soggetti appartenenti al 416-bis - su domanda precisa in Commissione la risposta è stata evasiva - chi sono? Sono i condannati in via definitiva? È un soggetto appartenente al 416-bis una persona che è stata arrestata ma ancora ha un giudizio in corso? Una persona che ha avuto un avviso di garanzia? La giurisprudenza in queste cose è delicata, colleghi, vi sono sentenze della Cassazione, che riprendono sentenze di merito, in cui si dice che l'appartenenza ad una famiglia mafiosa è data già dai legami parentali. Quindi, anche ipoteticamente parlare con una persona che ha dei legami ma che magari non è indagata può far incorrere in questo articolo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
Aspettate, perché io capisco, guardate, purtroppo su questi temi l'Aula è sempre stata molto condizionata dall'accento e quindi chi vive in Lombardia, chi vive in Piemonte, chi vive in Veneto, chi vive in Emilia è convinto di non avere problemi con queste norme: li abbiamo solo noi che viviamo purtroppo nel sud dell'Italia (purtroppo, ovviamente, a loro parere, grazie a Dio, a nostro parere). Ma non è così. Ci sono altri però che ritengono invece di essere dalla parte del giusto per definizione: a loro non accadrà mai. E allora può capitare - chiedo l'attenzione dei colleghi di Cinque Stelle per evitare equivoci - che proprio il presentatore di questo provvedimento, l'onorevole Giarrusso, si ritrovi con un assistente parlamentare candidato a Corleone che va a discutere in un bar e a fare le fotografie con il nipote di Provenzano (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Cosa accade? Sono di Forza Italia, sono corretta io, quindi racconto i fatti con correttezza. Cosa accade? Che l'onorevole Giarrusso che si stava presentando a Corleone per fare un comizio elettorale, gira la macchina, gira la macchina…per favore…
PRESIDENTE. Onorevole Del Monaco, se intende intervenire, dopo chiede la parola e non c'è problema.
JOLE SANTELLI (FI). …gira l'automobile, avvisa il segretario e Vicepresidente del Consiglio, Di Maio, annullano il comizio e ritirano il candidato, ritirano il simbolo al candidato. Ma, colleghi, punto di domanda, questo bene? Qualche mese prima c'erano state le elezioni politiche e quel signore era l'assistente parlamentare del presentatore della proposta di legge in esame e con quella gente che era del suo comune forse avrà parlato e avrà interloquito, a quel York bar sarà andato a sedersi: lo capite che questa indagine può riguardare anche voi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente) perché non esiste nessuno più pulito degli altri, perché quando il clima del sospetto si insinua in maniera drammatica in maniera irragionevole, sono proprio gli untori ad essere quelli più colpiti. La ghigliottina ha colpito in prima parte i rivoluzionari. C'è sempre chi è più pulito degli altri, chi è puro ai puri e questa è la storia di questo non Stato, ma di questo nostro popolo italiano e del mondo. Quindi, colleghi, ora capisco che ci si sente forti dall'alto della maggioranza, ci si sente forti e si scrivono cose sbagliate. Io personalmente ritengo che tutti questi atti siano sbagliati. Io ritengo che il testo del 1992 su questa materia scritto da Giovanni Falcone fosse il testo migliore imbrattato da un Parlamento di ignoranti (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente, Partito Democratico e Fratelli d'Italia). Continuiamo con questa vergogna e prego davvero…
PRESIDENTE. Concluda, onorevole Santelli.
JOLE SANTELLI (FI). Concludo subito, signor Presidente, e mi aspetto veramente una resipiscenza operosa da parte dei colleghi della Lega perché non possono assistere inermi a questo scempio di cui sono conniventi e complici (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per richiamo al Regolamento l'onorevole Palazzotto.
ERASMO PALAZZOTTO (LEU). Grazie, Presidente, mi richiamo all'articolo 8 perché, pur rispettando le argomentazioni della collega che è appena intervenuta, penso che frasi come “un Parlamento di ignoranti” rivolto a quest'Aula non siano appropriate e, quindi, vadano censurate.
PRESIDENTE. Ci faremo dare lo stenografico perché qui alla Presidenza non ci è sembrata un'espressione tale da meritare censura. Siamo in tanti. Ci faremo sicuramente dare lo stenografico. Da questo punto di vista lei sa che la Presidenza è rigorosa e inflessibile con tutti. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bazoli. Ne ha facoltà.
ALFREDO BAZOLI (PD). Grazie, Presidente. Ma intanto prendiamo atto che in men che non si dica siamo passati dal Governo monocolore Lega al Governo monocolore Cinque Stelle: non ci eravamo accorti di questo cambio di Governo improvviso dalla legittima difesa al 416-ter e ciò plasticamente evidenzia come si viaggi su binari paralleli che non si incrociano mai evidentemente. È un rapporto, come diceva giustamente il collega Occhiuto, di natura puramente contrattuale: io do una cosa a te, tu dai una cosa a me, ma questa francamente non mi pare politica.
Detto questo, tuttavia, noi rivendichiamo di aver fatto, nella scorsa legislatura, una buona norma sul voto di scambio politico-mafioso, una norma equilibrata, che ha superato anche il vaglio della giurisprudenza, che ha superato il vaglio di una verifica nei tribunali e che, piano piano, ha trovato un assetto equilibrato e ragionevole. Ed è per questo che noi, francamente, non riusciamo a comprendere le ragioni per le quali si vuole intervenire con una modifica che rischia di essere controproducente, anche rispetto agli esiti o ai fini auspicati, cioè rischia di rendere più confusa la norma e rischia di rendere vane le acquisizioni della giurisprudenza che, oggi, rendono quella norma, secondo noi, corretta e assolutamente efficace. Questo, peraltro, mi pare che sia testimoniato dal fatto, anche, che la maggioranza è partita con una richiesta di modifica che voleva modificare le modalità di procacciamento del voto, perché si riteneva che le modalità di cui all'articolo 416-bis non fossero un criterio corretto di qualificazione della fattispecie e si decise di introdurre, in luogo di quello, l'accordo con un appartenente a una associazione mafiosa che fosse noto a chi stipulava l'accordo. In corso d'opera, la maggioranza si è resa conto di avere sbagliato e di aver sbagliato perché le modalità di procacciamento dei voti, cioè la vecchia fattispecie che noi avevamo individuato nella scorsa legislatura, era probabilmente la dizione più corretta, che anche dalla giurisprudenza era stata ritenuta efficace, adeguata e ragionevole, e così, la maggioranza, è tornata sui propri passi, reintroducendo qui alla Camera esattamente le modalità di esecuzione dell'accordo, appunto, le modalità mafiose, ma hanno lasciato questa dizione: ‘gli appartenenti all'associazione mafiosa', che, secondo noi, peggiora nettamente la norma, almeno sotto un profilo. Infatti, è stato in qualche caso accennato prima, se non ricordo male, non si capisce se debba esserci la consapevolezza, da parte di chi stipula il patto, dell'appartenenza all'associazione mafiosa di chi promette i voti. Cosa voglio dire? Qui stiamo legiferando su un reato di pericolo, in cui non occorre neanche che venga consumato il reato e che potrebbe essere consumato da qualcuno che stipula un accordo per procacciamento di voti con una persona che non sa appartenere all'associazione mafiosa, non lo sa, lo ripeto, non lo sa. Ma questa circostanza, che magari si viene a scoprire successivamente, determina un cambio di punizione del reato; il reato di procacciamento di voti senza l'aggravante mafiosa viene punito da sei mesi a tre anni, con l'aggravante del 416-ter e con questa riforma che viene introdotta oggi, verrà punito fino a 22 anni e mezzo di reclusione; da tre anni a 22 anni e mezzo, e l'unica cosa che conta, secondo questa dizione, secondo questa norma, è l'appartenenza all'associazione mafiosa di cui, chi stipula l'accordo, può anche essere totalmente all'oscuro. Ma vi pare sensata una norma di questo genere che fa scattare un'aggravante e un aggravamento di pena da 3 anni a 22 anni e mezzo semplicemente per il fatto che quello con cui hai stipulato l'accordo era appartenente all'associazione mafiosa e tu non lo sapevi? Per me questa è una cosa molto pericolosa e sarebbe il caso di tornare sui propri passi, per evitare i rischi che una norma di questo genere porta con sé (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Forciniti. Ne ha facoltà.
FRANCESCO FORCINITI (M5S). Grazie, Presidente. Io trovo vergognoso che anziché concentrarsi sul merito dell'emendamento e, quindi, analizzare il provvedimento e dirci eventualmente perché questo provvedimento dovrebbe essere approvato o meno, perché questo emendamento, in particolare, dovrebbe essere approvato o meno, il collega Occhiuto non trovi nulla di meglio da fare che dare dei mafiosi a tanti cittadini che nei comuni di Cassano, di Isola Capo Rizzuto, di Vittoria, e di tutti i comuni che ha citato, il 4 marzo 2018, hanno dato liberamente un voto di cambiamento e hanno rifiutato quelle logiche di voto di scambio politico-mafioso che per tanti anni li hanno visti succubi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!
Allora, il collega dovrebbe avere maggiore rispetto di quegli elettori che in quei comuni sciolti per mafia, non certo per colpa loro, hanno dato un voto di cambiamento, anche eleggendo lui nel suo collegio elettorale, perché davvero qui dobbiamo analizzare il merito dei provvedimenti e vorrei capire perché Forza Italia e il collega Occhiuto sono contrari a questo provvedimento e non trovano nulla di meglio da fare che offendere i cittadini, anziché pensare di fare qualcosa di positivo per questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
GIUSI BARTOLOZZI (FI). Ma non è il merito dell'emendamento!
PRESIDENTE. Onorevole Bartolozzi, non possiamo continuare così, però, per tutta la seduta. Se intende parlare, chieda la parola e la farò parlare. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Perconti. Ne ha facoltà.
FILIPPO GIUSEPPE PERCONTI (M5S). Presidente, io volevo chiedere ai miei colleghi che ci attaccano spesso sul fatto che manchiamo di senso delle istituzioni, qual è il senso delle istituzioni del collega Cannizzaro che dice alla collega Maria Pallini e alla collega Enrica Segneri: a cuccia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Forse, ci stiamo avvicinando alla festa della donna, forse, magari, dopodomani, tutti metteranno un fiocco rosa nell'homepage di Facebook, però dimostriamo di essere vicini alle donne. Quindi, chiedo formalmente, Presidente, di prendere provvedimenti in tal senso (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. La Presidenza non può prendere provvedimenti, perché naturalmente non ha sentito, a questa distanza, però, l'invito che rivolgo sempre a tutti è quello di utilizzare linguaggi e atteggiamenti rispettosi nei confronti di tutti, naturalmente, donne e uomini. A chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Perego di Cremnago. Ne ha facoltà.
MATTEO PEREGO DI CREMNAGO (FI). Presidente, francamente sono scioccato che ci vengano impartite lezioni di morale da un partito di cui un collega ha dato, a seguito dell'intervento del collega Occhiuto, del bastardo, anzi, del bastardo pezzo di merda, scusate (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)…
PRESIDENTE. Colleghi, colleghi…
MATTEO PEREGO DI CREMNAGO (FI). Ma con che morale voi potete dare a noi lezioni, dopo che un collega fa un intervento politico e dalla bocca sua escono queste parole!
PRESIDENTE. Colleghi, vi invito ad utilizzare un linguaggio consono a quest'Aula.
MATTEO PEREGO DI CREMNAGO (FI). Ma che coraggio avete! Ma come si fa, Presidente, a non stigmatizzare questo comportamento e impartire a noi lezioni di morale? Ma vergognatevi! Abbiate il coraggio almeno di stare zitti (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)! Ma per favore!
PRESIDENTE. Onorevole Perego, ritorniamo al merito dell'emendamento e vi invito ad utilizzare un linguaggio consono a quest'Aula. Colleghi, ritorniamo a discutere dell'emendamento. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Costa. Ne ha facoltà. Colleghi, colleghi, colleghi di Forza Italia! Collega Costa, prego.
ENRICO COSTA (FI). È sufficiente andare a leggere le audizioni di professori universitari, del procuratore generale presso la Cassazione, per capire come questa norma otterrà l'effetto contrario, quindi, si andrà verso una restrizione della punibilità. Perché, cosa significa “appartenenti”? Significa persone che abbiano avuto una sentenza passata in giudicato, una sentenza non definitiva, concorrenti esterni? Ebbene, c'era una consolidata giurisprudenza che era applicata in modo puntuale, in modo anche, devo dire, omogeneo, che stabiliva determinate cose. Oggi, questa legge va a cambiare completamente la questione; ci saranno molti imputati che verranno assolti, ci saranno molti processi che salteranno. Io lo voglio lasciare agli atti, lo ripeto, lo voglio lasciare agli atti, perché la relatrice, devo dire, ha cercato di fare qualcosa per migliorare il testo che era stato scritto al Senato dal senatore Giarrusso che probabilmente non distingue tra la demagogia e la tecnica giuridica, però è evidente che state ottenendo e otterrete l'effetto contrario rispetto a quello che dichiarate nella relazione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Sisto. Ne ha facoltà. Colleghi di Forza Italia!
FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Presidente, vorrei sostituire alla denuncia del turpiloquio la denuncia del turpiloquio giuridico, perché, in questa norma, quando si fa riferimento al concetto di “appartenenti”, vorrei che questo fosse chiaro, con i piedi per terra, non per dare continuità: io sorrido quando ascolto che le norme si scrivono per dare continuità alla giurisprudenza; le norme si cambiano per non dare continuità alla giurisprudenza, è proprio il contrario. Le norme si cambiano, perché, se così fosse, noi dovremmo non cambiarle mai per dare continuità alla giurisprudenza. È una giustificazione - lo dico con molto rispetto, non per chi l'ha pronunciata ma per la tesi - ridicola, è assolutamente paralizzante del lavoro del Parlamento. Non si cambiano le norme per non cambiare la giurisprudenza: signori, ma dove stiamo in quest'Aula, dove siamo in quest'Aula, ma che cosa sosteniamo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)? La giurisprudenza, che non è fonte del diritto, diventa condizionamento per le norme! Presidente, “appartenenti”…
PRESIDENTE. Concluda, onorevole Sisto.
FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). “Appartenenti” significa una condizione di statica certezza di uno status. Allora io vorrei capire: che vuol dire “appartenenti ad una associazione mafiosa”? Sentenza passata in giudicato? Nel rispetto della presunzione di non colpevolezza? Fatto notorio? Chiacchiera da bar? Pettegolezzo? Gossip? Rete? Che cosa vuol dire? Io credo che, Presidente, siamo di fronte ad un esempio di - come posso dire? - instancabile pervicacia nel non saper scrivere le norme.
PRESIDENTE. Concluda, onorevole Sisto.
FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Quello che voi scrivete vi si ritorcerà contro, perché fatalmente - ripeto - in questo Paese la pendenza di un processo vale più della sentenza, e questo dovrebbe farvi riflettere. Vedo il sorriso in chi ha detto quell'assurdità di tipo tecnico, e me ne compiaccio, ovviamente in senso ironico (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Ruffino. Ne ha facoltà.
DANIELA RUFFINO (FI). Presidente, penso che quello che sta andando oggi in scena in quest'Aula sia totalmente distante dalla realtà, perché questa norma avrà l'effetto terribile di svuotare le aule dei nostri consigli comunali: perché chi permetterà ancora o chi darà il coraggio ad un amministratore di un piccolo comune di candidarsi? Ma c'è un problema: non avete mai fatto - e mi rivolgo al MoVimento 5 Stelle - la fatica di andare ad amministrare un piccolo comune con un puro senso di volontariato, lottando ogni giorno per mantenere la vivibilità di un territorio (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Questo è il grande aspetto, questo è quello che vi allontana dalla realtà del fare politica, perché questo è fare politica: è andare a volte a pulire le cunette e a togliere la neve.
PRESIDENTE. Onorevole Battelli! Onorevole Battelli! I banchi del Governo!
DANIELA RUFFINO (FI). Questo provoca una grande distanza con la realtà di chi è abituato a vivere ogni giorno sul territorio, con quegli amministratori che, loro sì, hanno il grande senso dello Stato e della legalità. Credo che il MoVimento 5 Stelle abbia aperto troppe scatolette di tonno e abbia dovuto chiuderle repentinamente (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Maniero. Ne ha facoltà.
ALVISE MANIERO (M5S). Presidente, solo per informare brevemente tramite lei la collega, ma l'Aula, che nel MoVimento 5 Stelle ed in questo Parlamento almeno uno di quei sindaci c'è, perché ero io (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle): ho amministrato per cinque anni il comune di Mira. E per quanto in un comune di 39 mila abitanti, per carità, un sindaco non è che lo faccia per volontariato, nel senso che uno stipendio ce l'ha, però sicuramente non è un'attività remunerativa, su questo sono assolutamente d'accordo: io sto ancora pagando gli avvocati per le cause che ho sostenuto, e non certo per problemi di mafia, anzi. Quindi se c'è una cosa che posso testimoniare è che sui nostri territori l'impegno c'è e non ci tiriamo assolutamente indietro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 1.101 Bazoli e 1.172 Costa, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).
Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.10 Colletti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Colletti. Ne ha facoltà.
ANDREA COLLETTI (M5S). Presidente, ritengo che la presentazione di questo emendamento fosse assolutamente necessaria, perché, per come è stata modificata la norma già dal Senato, e anche implementata con le votazioni all'interno della Commissione giustizia qui alla Camera, vi può essere il forte rischio, con un'ipotetica giurisprudenza oscillante, che in realtà le maglie del reato si possano restringere invece che allargare. Perché se da un lato la parola “modalità” inserita dal Partito Democratico ha creato anche dei problemi all'interno della giurisprudenza delle sezioni di Cassazione, perché ci sono state soprattutto all'inizio sentenze di assoluzione, ed è quindi corretto eliminare quell'inciso, dall'altra parte anche la parola “appartenente”, come ha detto il procuratore Cafiero De Raho in audizione in Commissione giustizia, potrebbe provocare che fosse necessaria l'appartenenza con una sentenza passata in giudicato.
Noi in realtà quando redigiamo le norme dobbiamo comprendere che l'interpretazione delle norme nella loro vaghezza, perché tutte le norme devono essere in un certo senso vaghe, sebbene tassative, possa essere effettuata dalla giurisprudenza sia in maniera estensiva sia in maniera restrittiva. Con questo mio emendamento in realtà, per quanto riguarda le circostanze del reato, io semplicemente ritorno indietro, prevedendo che si applichi e si reinserisca la norma prevista dal legislatore del 1992, del previgente scambio elettorale politico-mafioso, perché ad ogni modo quella norma in giurisprudenza, almeno per questo aspetto, non aveva creato problemi. Noi in realtà, non volendo, rischiamo di creare problemi nella norma restringendo il campo di applicazione. Io vorrei esprimere questo dubbio, questo pericolo a tutta l'Aula.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vitiello. Ne ha facoltà.
CATELLO VITIELLO (MISTO). Presidente, vorrei soltanto, col permesso del collega, sottoscrivere questo emendamento. Vorrei sottoscrivere l'emendamento del collega Colletti, Presidente, perché ritengo che attraverso il richiamo del comma 3 dell'articolo 416-bis esso risolva in punto di diritto la problematica attinente alla probatio diabolica dell'appartenenza in maniera molto semplice; penso che si possa migliorare certamente il testo di un articolo che fa acqua da tutte le parti.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sisto. Ne ha facoltà.
FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Presidente, non posso che avere il sorriso sulle labbra, perché davvero ci sono dei piatti che ti vengono serviti in modo perfetto. Io quando ascolto - un assist, dice bene il collega D'Ettore - una facezia, un originalismo, una cosa che inizia con la “c” e finisce con la “a”, ma che non si può dire per rispetto dell'Aula, e sento dire – corbelleria, certo - che tutte le norme devono essere vaghe, io guardi, voglio un applauso su questa affermazione (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente): tutte le norme devono essere vaghe, perché siamo di fronte ad una idiozia ma clamorosa, con la “i” maiuscola e la “a” maiuscola finale, e anche la “d”, la “i”, la “o” e la “z”.
Io vorrei dire che le norme penali, per chi ha un minimo di dimestichezza scolastica, neanche universitaria, scolastica, devono essere soggette al principio - udite, udite - di legalità. Non ci deve essere una fattispecie che non è prevista da una norma? Tassatività, precisione, tipicità.
Il fatto deve essere tipico, deve essere previsto, perché, quando mi sveglio la mattina, devo sapere quello che è lecito e quello che è lecito non è, o nel vostro mondo tutto può essere illecito se vi fa comodo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)?
Voi state insultando il Parlamento, propugnando delle follie che io mi auguro, Presidente, siano cancellate. Un erase bisognerebbe fare, eliminare dal dibattito parlamentare queste espressioni, che disonorano non il nostro impegno ma la cultura giuridica di questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Vergognatevi, non per il fatto politico, ma per la insipienza giuridica - così non dico ignoranza e non si offende nessuno - che caratterizza il vostro modo di scrivere le leggi. E se il Governo sorride, mi auguro che sia d'accordo con me almeno su questo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole D'Ettore. Ne ha facoltà.
FELICE MAURIZIO D'ETTORE (FI). Presidente, non posso non fare l'assist e il contro assist, perché è impossibile. Siccome Colletti ci dà sempre lezioni, insieme a Forciniti, e dice: andate nel merito, io vi consiglio: non andate nel merito, evitate, perché è meglio per voi, perché vi è la vaghezza in una norma, principio di generalità e astrattezza. Non andate nel merito, non sapete niente! Colletti, non sai niente, in ogni intervento che fai! Te l'ho detto più volte: evita, perché fai fare brutta figura a tanti tuoi colleghi che invece se la sono sudata e sanno qualcosa in più!
PRESIDENTE. Si rivolga alla Presidenza, onorevole D'Ettore.
FELICE MAURIZIO D'ETTORE (FI). Poi c'è il tuo bravo Ministro per i rapporti con il Parlamento, il quale ride sempre, felicemente… Ridi! Ridi!
PRESIDENTE. Onorevole D'Ettore, si deve rivolgere alla Presidenza, e non si può rivolgere così al Ministro!
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bordo. Ne ha facoltà.
MICHELE BORDO (PD). Presidente, vorrei che tornassimo un po' al merito dell'emendamento che stiamo discutendo, lasciando da parte le argomentazioni utilizzate fino a questo momento. Su questo emendamento noi siamo a favore, perché è vero che, con questo emendamento, di fatto si ripropone il testo attualmente vigente, con una leggera modifica, che è contenuta nell'emendamento proposto. Noi pensiamo che sia sufficiente prevedere la punibilità quando nella norma c'è scritto che chi ha agito lo ha fatto con il metodo mafioso. Prevedere invece - come si fa con la norma proposta nel testo che poi alla fine si voterà, se non passerà questo emendamento - che è necessario, per riconoscere la punibilità, che chi agisce deve essere appartenente alle associazioni previste dal 416-bis, secondo noi significa appesantire la norma, creare incertezza, confusione interpretativa, e di conseguenza restringere di molto l'ambito della punibilità. Per noi la presenza dell'elemento oggettivo, ossia dell'aver agito con metodo mafioso, è sufficiente per riconoscere la punibilità di chi agisce. Questa è una convinzione non soltanto nostra, è una convinzione alla quale hanno fatto riferimento molti dei soggetti che abbiamo ascoltato durante le audizioni che ci sono state alla Camera ma anche nel corso delle audizioni che ci sono state al Senato. Ad esempio, chi diceva che era meglio lasciare il testo così com'era era la Direzione nazionale antimafia, il procuratore nazionale antimafia, che in sede di audizione esprimeva la sua preoccupazione rispetto all'introduzione della norma che prevede la punibilità solo o anche se si è in presenza di un promittente che è appartenente all'associazione mafiosa di cui al 416-bis. È chiaro che questa previsione peggiora e restringe l'area della punibilità, ed è scritto in modo molto chiaro nel dossier che noi abbiamo a disposizione, a proposito di quello che si diceva, per esempio, rispetto alla libertà che si lascia a chi deve interpretare, libertà che molti colleghi non vorrebbero attribuire al giudice.
Nel dossier, se noi lo guardiamo, c'è scritto in modo chiaro che, se noi prevediamo la punibilità, oppure nel caso in cui il promittente sia appartenente ad una associazione di cui al 416-bis, poi dovrà essere chi interpreta a stabilire questa appartenenza da che cosa si evince, cioè se si evince da sentenza definitiva, se si evince da un provvedimento interdittivo o se si evince, come si diceva, da un semplice avviso di garanzia. Siccome non è chiarito nella norma, per noi è molto meglio lasciare la norma così com'è, o comunque è sufficiente la modifica che viene proposta, e questa è la ragione per la quale siamo a favore dell'emendamento.
FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Presidente, articolo 8 e seguenti. Io vorrei che fosse chiaro, con riferimento alla trascrizione di quanto avviene nelle sedute, che in merito a quanto riferito dal collega Colletti sulla vaghezza della norma chiedo che non faccia parte dei lavori preparatori di questa Camera, perché è evidente che i lavori preparatori sono un punto di riferimento. O chiedo al collega Colletti di rettificare la sua affermazione, che non esistono norme penali vaghe…
PRESIDENTE. Onorevole Sisto, lei sa meglio di me che i resoconti riportano tutto ciò che viene detto in quest'aula, quindi sta facendo una richiesta…
FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Per questo ci tengo a fare un richiamo al Regolamento, che non rimanga nell'Aula l'onta di qualcuno che dice che le norme penali devono essere vaghe.
PRESIDENTE. Onorevole Sisto, sa bene che questo non è un richiamo al Regolamento.
ANDREA COLLETTI (M5S). Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANDREA COLLETTI (M5S). Presidente, in relazione ad alcuni insulti che ho sentito da parte di alcuni deputati - non intervengo per fatto personale, ma per un richiamo al Regolamento -, vorrei dichiarare che, per la stima che ho nei loro confronti, per me le dichiarazioni di D'Ettore e Sisto sono medaglie al valore.
PRESIDENTE. Naturalmente anche questo non è un richiamo al Regolamento. Vi prego colleghi di non aggirare il Regolamento in nessun modo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Del Monaco. Ne ha facoltà, per un minuto. Prego, onorevole Del Monaco.
Colleghi per favore, onorevole D'Ettore! Prego.
ANTONIO DEL MONACO (M5S). Signor Presidente, io volevo tornare di nuovo alla tematica, perché ci riguarda da vicino e lo volevo fare sia come politico sia come sociologo sia come psicologo (Commenti). Calma, calma.
PRESIDENTE. Colleghi…
ANTONIO DEL MONACO (M5S). Torno a farlo perché? Perché con i miei capelli bianchi mi riporto un po' indietro nella storia, quando ci fu - magari qualcuno ricorda molto bene - l'intreccio tra il sistema e l'antisistema e costituirono quello che io definisco il sistema al quadrato, vale a dire, per chi ricorda, il sequestro Cirillo. È molto chiaro che portò sicuramente un grande patto, laddove la criminalità organizzata e la mala politica, e soprattutto gli imprenditori, fecero un grande patto e quindi riuscirono a mettere insieme - è da lì che partì il tutto -, si decise che c'erano delle percentuali molto chiare, cioè, vale a dire, da 3,5 per i politici e 5 per cento per la criminalità organizzata.
PRESIDENTE. Concluda. Ha un minuto per l'intervento a titolo personale, gliel'ho anche ricordato in apertura del suo intervento.
ANTONIO DEL MONACO (M5S). Non lo sapevo. Ma allora, tornando a quelli che sono i fatti di oggi - mi dispiace, perché avevo tanto da dire - posso dire una cosa: il 416-bis parla di appartenenti, okay? O “appartenenti” o “fa parte”, stiamo nell'ambito della stessa realtà, quindi è giusto che allontaniamo da noi qualsiasi mala politica (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Entriamo nella politica con la P maiuscola, quella politica che ci diceva Paolo VI essere l'etica, vale a dire quell'arte che entra dal cuore! È quella la vera politica, la politica del servizio! La politica vera di mettere la propria… (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Del Monaco.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palazzotto. Ne ha facoltà.
ERASMO PALAZZOTTO (LEU). Presidente, con il suo permesso e con il permesso dell'Aula, vorrei far notare le contraddizioni di un dibattito in cui spesso le posizioni diciamo di principio superano anche le differenze che ci sono; nel caso specifico, l'emendamento Colletti propone una riformulazione che io ritengo abbastanza appropriata e che supera molte delle difficoltà che fin qui sono state sottoposte; ora l'assurdità di questo dibattito è che è evidente che l'onorevole Colletti sta molto antipatico al gruppo di Forza Italia e che pertanto ci troviamo nella strana situazione in cui questo emendamento supera le perplessità che erano state sottoposte all'attenzione dell'Aula dal gruppo di Forza Italia con gli emendamenti precedenti rispetto alla categoria dell'appartenenza e che ora diciamo vede tra i maggiori oppositori il gruppo di Forza Italia. Ora io vorrei provare a dire che, lo diceva prima l'onorevole Santelli nell'intervento che avevo poi richiamato, probabilmente la formulazione originaria dell'articolo e del reato previsto era in assoluto la migliore; la proposta dell'onorevole Colletti è di riportare la definizione della fattispecie alla formulazione originaria del 1992 che risolverebbe tutti i problemi del dibattito che fin qui quest'Aula ha avuto. Ora mi sembra una soluzione di buon senso, se usciamo un attimo da uno scontro per parti precostituite, approvare questo emendamento e risolvere tutti i dubbi che sono stati sollevati fino a qui, perché mi pare che dal 1992, l'ultima modifica che è stata fatta nella scorsa legislatura, quella formulazione non ha mai creato dubbi di applicabilità e quindi se quella formulazione ha funzionato atteniamoci tutti alla definizione della fattispecie secondo quella formulazione e procediamo invece col resto del provvedimento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Napoli. Ne ha facoltà.
OSVALDO NAPOLI (FI). Grazie Presidente. Io sono rimasto stupito dal collega Colletti quando afferma che le norme devono essere vaghe, probabilmente non conosce che la Costituzione parla di tassatività della norma; aggiungo anche una risposta al collega che parlava dei comuni, io mi auguro che non si rivolga a Roma e a Torino che sono le città più indebitate d'Italia, mi auguro che non si rivolga a Civitavecchia, a Livorno, a Bagheria, ad Alcamo, a Pomezia, a Ragusa, a Gela, dove sono tutti i comuni retti da 5 Stelle che sono stati o falliti, fra virgolette, oppure i sindaci hanno cambiato partito o non ci sono più; se gli 8 mila sindaci italiani prendessero esempio da questi comuni che ho detto credo che l'Italia sarebbe più in fallimento di quella che state mandando voi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Santelli. Ne ha facoltà.
JOLE SANTELLI (FI). Presidente, ammetto che l'onorevole Colletti mi ha messo in grande imbarazzo, perché se devo stare all'illustrazione di questo emendamento io sono assolutamente contraria, ma il testo non rispecchia in nulla quello che l'onorevole Colletti ha detto; il testo, come giustamente ricordato prima dal collega Palazzotto, è esattamente il testo del decreto del 1992, che, a mio parere, è la formula più idonea (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Ora però, collega noi, stiamo all'opposizione, io voglio sapere ora se il collega Colletti, dinanzi a questo emendamento, poi voterà contro il provvedimento che propone il suo Governo e cosa pensa il MoVimento 5 Stelle dell'emendamento Colletti; se il MoVimento 5 Stelle e la Lega voteranno, noi saremo con loro (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)..
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Enrico Borghi. Ne ha facoltà.
ENRICO BORGHI (PD). Grazie, signor Presidente. No, mi pare che si stia configurando un fatto politico e cioè che noi siamo in presenza di un emendamento presentato da un collega appartenente al gruppo del MoVimento 5 Stelle sul quale abbiamo il parere contrario del relatore e tutte le minoranze si sono manifestate verbalmente a favore; sarebbe il caso di capire se, a questo punto, il gruppo del MoVimento 5 Stelle pronuncia, in dichiarazione di voto, un percorso di assenso rispetto al collega Colletti, oppure se il collega Colletti è un eretico, che, come tale, dovrà essere considerato per avere proposto questa cosa.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Trizzino. Ne ha facoltà.
GIORGIO TRIZZINO (M5S). La ringrazio, Presidente. Io sono mortificato per quanto ho sentito, pensavo che questa sera l'intera Camera si unisse nel decidere un provvedimento che è fondamentale per il futuro del nostro Paese. Io faccio parte, vedete, di una terra che è profondamente martoriata negli anni dal voto di scambio mafioso; io stesso l'ho percepito durante la campagna elettorale, l'ho toccato, mi ha sfiorato e l'ho rifiutato, ecco perché intendo apporre (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Commenti dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente)…
PRESIDENTE. Colleghi, lasciate… colleghi no, colleghi lasciate…lasciate che l'onorevole Trizzino concluda il suo intervento. Colleghi del Partito Democratico e colleghi di Forza Italia: lasciate che l'onorevole Trizzino concluda il suo intervento. Prego.
GIORGIO TRIZZINO… intendo apporre la mia firma all'emendamento di Colletti.
PRESIDENTE. Quindi, ha chiesto di apporre la sua firma.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Morani. Ne ha facoltà.
ALESSIA MORANI (PD). Presidente, intervengo perché il collega del MoVimento 5 Stelle che è appena intervenuto credo abbia denunciato in quest'Aula il fatto di essere venuto a contatto con dei mafiosi che gli hanno offerto dei voti; se questo è vero, se quello che ha dichiarato il collega è vero, il suo compito non è quello di dirlo in quest'Aula, ma di andare in una Procura della Repubblica e denunciare le persone che gli hanno offerto dei voti; questi mafiosi che gli hanno offerto dei voti devono essere denunciati e quel collega deve avere il coraggio di andare in Procura, di fare il nome di quei mafiosi e di denunciarli (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Baldelli. Ne ha facoltà. Colleghi, colleghi di Forza Italia, l'onorevole Baldelli vorrebbe intervenire.
SIMONE BALDELLI (FI). La ringrazio, Presidente. Abbiamo una situazione politica abbastanza singolare, nel senso che abbiamo capito che dal monocolore leghista siamo passati al monocolore 5 Stelle, al Governo non c'è più un esponente della Lega, ma soprattutto abbiamo un emendamento presentato da un collega del MoVimento 5 Stelle che propone di ritornare a una normativa che, tra l'altro, fu fatta dopo le stragi di mafia del 1992, certamente non una normativa diciamo vaga da questo punto di vista, molto chiara e molto netta, e ci piacerebbe avere o da un relatore o dal Governo un chiarimento su quale sia il motivo per cui questo emendamento debba essere respinto secondo la maggioranza e secondo il Governo, perché, secondo noi, il merito di questo emendamento, al di là dell'illustrazione del collega Colletti, come ha detto giustamente la collega Santelli, è un merito che secondo noi vale la pena di essere esaminato; possiamo anche accantonarlo se il Governo lo vuole approfondire, o la maggioranza lo vuole approfondire, però vogliamo una risposta concreta sul merito di questo emendamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sgarbi.
VITTORIO SGARBI (MISTO). Onorevole Presidente, nel dibattito pieno di passione ed esperienze personali, mi è sembrata notevole l'inserzione di un riferimento alto e nobile al beato Paolo VI, Papa Montini; il riferimento di un sociologo, psicologo, deputato con i capelli bianchi ci induce a seguire quel modello; mi pongo il problema per tutti noi, nel rapporto fra etica e politica; la politica, per quello che io ho studiato, per quello che ci insegna Benedetto Croce, ha una direzione e una storia, l'etica ne ha un'altra; dobbiamo capire se l'insegnamento che viene dal gruppo parlamentare 5 Stelle e dal sociologo è che dobbiamo asservire la politica all'etica e alla parola di Paolo VI; vorrei che spiegasse cosa ha fatto Paolo VI più che non legittimare delle monache in Congo a prendere anticoncezionali per evitare di essere violentate. Mi pare che la doppia morale di Paolo VI meriti un'attenzione, che non è quella di essere guida, almeno per me; la mia guida si chiama, semmai, Francesco I, non Paolo VI.
PRESIDENTE. Colleghi, vi invito a stare sull'emendamento.
Nessuno altro chiedendo di parlare, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.10 Colletti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).
Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.173 Costa.
MAURO D'ATTIS (FI). Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MAURO D'ATTIS (FI). Presidente, volevo dire questo: ho una lunga esperienza nei consigli comunali e spesso nei consigli comunali si sono sentite parole che hanno lontanamente….
PRESIDENTE. Siamo sull'emendamento 1.173.
MAURO D'ATTIS (FI). Presidente, sì, su tutto l'emendamento e sull'intervento che è stato fatto in precedenza, chiedo scusa.
PRESIDENTE. No, si interviene sugli emendamenti, non a commento di interventi che sono stati fatti.
MAURO D'ATTIS (FI). È sull'ordine dei lavori dei lavori, Presidente.
PRESIDENTE. Però deve essere sull'ordine dei lavori.
MAURO D'ATTIS (FI). Sull'ordine dei lavori, su quanto accaduto nell'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Non è esattamente così, onorevole D'Attis.
MAURO D'ATTIS (FI). Se mi fa parlare.
PRESIDENTE. Prego, l'ascolto.
MAURO D'ATTIS (FI). Devo dare una comunicazione: spesso si fanno riferimenti a fatti avvenuti come è accaduto in precedenza da parte di un collega del MoVimento 5 Stelle. Allora, siccome il collega ha dichiarato di essere stato sfiorato da atteggiamenti illeciti, io, che sono come lui un pubblico ufficiale, anziché dire la solita cosa che si dice qui e nei consigli comunali, chiedendo che il Presidente della Camera porti gli atti da qualche parte, sarò io la prossima settimana ad andare presso la Direzione antimafia distrettuale del posto in cui risiedo, cioè la Direzione di Lecce, a denunciare formalmente quanto ho sentito in quest'Aula, e la finiremo, probabilmente, di fare dichiarazioni fumose, opache (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), che fanno solamente illazioni e fanno slogan per conquistare inutilmente il voto degli italiani. Quindi, questo lo lascio a verbale e sarà mia cura procedere a quanto ho detto (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Siracusano. Ne ha facoltà.
MATILDE SIRACUSANO (FI). Grazie, Presidente. L'emendamento in questione punta a ripristinare l'unica parte ragionevole che era stata inserita nei lavori al Senato, cioè quella parte che aveva inserito la locuzione “che sia a lui nota”, specificando che l'appartenenza alle associazioni di cui all'articolo 416-bis debba essere accertata e nota alla parte che accetta la promessa, lasciando anche il riferimento alle modalità mafiose. Bene, quest'unica parte ragionevole è stata eliminata con l'unico emendamento che è stato approvato in Commissione giustizia a firma dell'onorevole Salafia del MoVimento 5 Stelle. E quindi, Presidente, come si può riconoscere una persona, come diceva bene l'onorevole Costa? Lo ha scritto in fronte che appartiene a un'associazione mafiosa?
Voi svantaggiate noi giovani, svantaggiate chi è alle prime esperienze di campagna elettorale e non ha ancora maturato l'esperienza per discernere alcune situazioni. Voi la campagna elettorale non la conoscete, e questa sembra la seconda puntata di un film dell'orrore; la prima puntata era l'anticorruzione, la seconda puntata è il voto di scambio politico-mafioso, che voi sbandierate come trionfo giustizialista, ma, invece, esponete persone estranee ai reati al rischio di prendere dieci o quindici anni di condanna, con l'aggravante di evento, perché, nel caso in cui una persona venga eletta, si presume che dia corso agli interessi dell'associazione mafiosa, e quindi la pena è raddoppiata della metà.
A quel punto conviene dire che si è mafiosi piuttosto che essere eletti. Presidente, è inammissibile andare avanti su un provvedimento di questo tipo, è inammissibile sentire anche alcune illazioni da parte dei colleghi del MoVimento 5 stelle, che sono i primi istigatori di odio in quest'Aula. Noi vi chiediamo di votare questo emendamento, non possiamo rischiare di essere condannati per una persona che abbiamo incontrato e che non conoscevamo. Ci svantaggiate, svantaggiate noi giovani, svantaggiate chi fa campagna elettorale per le prime volte, svantaggiate chi appartiene alle regioni del Sud, purtroppo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Cassinelli. Ne ha facoltà.
ROBERTO CASSINELLI (FI). Grazie, Presidente. Non le nascondo che io sono molto preoccupato che questa modifica di questo articolo 416-ter del codice penale possa essere approvata e a maggior ragione sono preoccupato per l'ipotesi in cui l'emendamento che stiamo discutendo in questo momento, l'1.173, non venga approvato. Ho fatto tante campagne elettorali, qualcuno potrà dire forse anche troppe, però la mia forza è sempre stata quella di incontrare sempre chiunque, incontrare i cittadini, incontrare tutti coloro che mi hanno chiesto la possibilità di confrontarsi.
Ebbene, se dovesse passare questa norma, credo che l'unica possibilità per uscire indenni dalla campagna elettorale sia quella di chiudersi in casa, con, evidentemente per i 40 giorni della campagna elettorale, un quantitativo di viveri sufficienti, assistito da un notaio che possa testimoniare che uno nei 40 giorni non ha avuto contatto con nessuno, e uscire soltanto alle ore 22, per andare a votare. Credo che questa norma rischi veramente di mettere in crisi in modo serio quello che è il nostro sistema, quello che è il nostro modo di rapportarci. È indispensabile che questo emendamento venga approvato perché la conoscenza, evidentemente, degli interlocutori deve essere nota al candidato (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sgarbi. Ne ha facoltà.
VITTORIO SGARBI (MISTO). Leggendo, onorevole Presidente, questo emendamento, mi pongo il problema di un tema generale della Costituzione, che è la responsabilità individuale. E quindi, proprio in ordine a quanto abbiamo appena detto, mi sembra che sul piano etico nessuno di questo Parlamento possa non approvare questo emendamento, salvo mancare sul piano etico al rispetto dell'individuo, il quale non ha la responsabilità di quello che non conosce. Quindi, invito l'amico psicologo, sociologo e montiniano a valutare nella sua coscienza che sul piano etico non si può non votare questo emendamento. Chi non lo vota, mafioso è, mafioso è!
PRESIDENTE. Questo non può dirlo, onorevole Sgarbi; non può esprimersi attraverso ingiurie nei confronti dei colleghi parlamentari, e il voto, naturalmente, è sempre libero.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bartolozzi. Ne ha facoltà.
GIUSI BARTOLOZZI (FI). Grazie, Presidente. Vorrei aggiungere solo qualcosa al bell'intervento che ha fatto la collega Siracusano. C'è un'ulteriore preoccupazione sul non appoggiare questo emendamento: il passaggio dal Senato alla Camera, il fatto che, nel passaggio al Senato, la circostanza della conoscenza fosse inserita e adesso, invece, non c'è più metterà in difficoltà il giudice nell'applicazione della norma e nell'accertamento del dolo, perché io, da prima, quando avevo qualche perplessità su che cosa volesse dire la norma - a differenza di quello che dice il collega Colletti, le norme devono essere chiare -, quando avevo difficoltà, cosa facevo da giudice con un poco di scrupolo? Guardavo i lavori preparatori. Allora, il fatto che ci fosse scritto al Senato, nel passaggio al Senato, ed è tolto, invece, nel passaggio alla Camera darà la convinzione al giudice che l'elemento del dolo della consapevolezza non sarà richiesto, non sarà necessario. Quindi, è contrario a quello che il collega Perantoni diceva, includerà anche le fattispecie del dolo eventuale. Lo capisco che voi avete questa intenzione; a me preoccupa, a me preoccupa fortemente (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Santelli. Ne ha facoltà.
JOLE SANTELLI (FI). Grazie, Presidente. C'era un bellissimo libro intitolato La lettera scarlatta in cui alle adultere veniva inserita una A rossa in viso per essere riconosciute. Probabilmente alcuni che stanno proponendo questo provvedimento ritengono che tutti coloro i quali appartengono alla mafia abbiano una lettera stampata in fronte, per cui l'interlocutore per definizione sa di chi si tratta. Prima ascoltavo anche delle conversazioni con altri colleghi che chiedevano “scusate, ma come si fa a capire se una persona è mafiosa o meno?”. C'era uno dei vostri colleghi che con molta esperienza diceva “si capisce benissimo, si capisce”.
Non si capisce e non si sa. La mafia non è più la mafia con le coppole; è un'altra cosa. O imparate com'è cambiata la situazione o rischiamo di essere semplicemente un Parlamento inutile. Scusi, collega Palazzotto, se dico “inutile” (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Musella. Ne ha facoltà.
GRAZIANO MUSELLA (FI). Cari colleghi, la politica bella, la politica nobile è quella di stare in mezzo alla gente, è quella di servire la gente, è quella di avere rapporti con la gente e i pubblici amministratori, migliaia e migliaia nel nostro Paese, stanno facendo un lavoro di servizio in termini veramente quasi gratuiti e noi, invece, stiamo mandando al macello queste migliaia di nostri amministratori, che sono brave persone, non sapendo con chi evidentemente loro poi si possono relazionare. Almeno qui, approvando questo emendamento, stabiliamo delle regole e mi sembra sia il minimo indispensabile se non si vogliono chiudere i comuni e le amministrazioni comunali (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori l'onorevole Costa. Ne ha facoltà.
ENRICO COSTA (FI). Grazie, Presidente. Io ritengo che questo emendamento sia un punto centrale del provvedimento perché attiene alla consapevolezza che deve avere il candidato rispetto al soggetto promittente. Quindi, è un elemento importante. Noi sappiamo che il mafioso non ce l'ha scritto in fronte di essere mafioso e, quindi, è necessario che ci sia ben chiaro l'elemento psicologico che deve avvolgere e deve interessare il candidato. Il dibattito c'è già stato prima e ci sarà il voto segreto su questo emendamento. Io chiedo la disponibilità all'accantonamento perché si possa approfondire e si possa eventualmente chiedere la disponibilità poi al Governo e al relatore di cambiare e di rimodulare il parere negativo, proprio perché - devo dire - è il punto qualificante di questo provvedimento.
PRESIDENTE. Quindi, lei ha formalizzato una richiesta di accantonamento.
Chiedo alla relatrice quale sia il suo parere sulla richiesta di accantonamento avanzata dall'onorevole Costa.
PIERA AIELLO, Relatrice. Presidente, esprimo parere contrario.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare a favore sulla proposta di accantonamento l'onorevole Sisto. Ne ha facoltà.
FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Presidente, la richiesta di accantonamento è l'eco della mancanza di riflessione su questo provvedimento, una sorta di rifiuto di interlocuzione che vi è su un tema così delicato perché, parliamoci chiaro, qui si vuole soltanto rispettare il canone fondamentale della responsabilità penale, cioè un atteggiamento che, dopo la sentenza n. 364 del 1988 della Corte costituzionale, è assolutamente ineludibile; cioè, il comportamento deve essere colpevole nel senso che deve essere consapevole della direzione illecita dell'elemento oggettivo e scusate se mi permetto ogni tanto di utilizzare qualche concetto di più difficile comprensione (mi riferisco a coloro che sostengono questo provvedimento).
Quando noi chiediamo che vi deve essere accertamento e notorietà diciamo soltanto che il soggetto deve sapere, deve essere consapevole. Allora, voi rifiutate questo concetto di consapevolezza trincerandovi dietro l'inutilità, ma basterebbe una semplice analisi grammaticale - neanche sintattica: morfologica - per capire che quando manca l'indicazione della consapevolezza dell'accertamento tutto diventa possibile in un Paese - ripeto - in cui non conta la sentenza ma contano i procedimenti, contano le comunicazioni e le notizie.
Qui c'è questa vaghezza e ha ragione Colletti: qui siamo di fronte a una norma penale vaga e, quindi, incostituzionale. Lo sapete e la difendete con protervia, ma la protervia della consapevolezza dell'incostituzionalità è inaccettabile. L'accantonamento sarebbe un beau geste, sarebbe un modo per dire all'Aula che avete ancora la capacità di riflettere sui fondamentali. Noi chiediamo che l'emendamento sia accantonato.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare contro la proposta di accantonamento l'onorevole Perantoni. Ne ha facoltà.
MARIO PERANTONI (M5S). Grazie, Presidente. L'argomento sostanzialmente è già stato trattato. Qui stiamo parlando della rappresentazione degli elementi del reato, ma non dobbiamo dimenticare che siamo in presenza, ovviamente, di un reato doloso e prima di tutto quando si procederà ad accertare la sussistenza dell'elemento oggettivo bisognerà, in primo luogo, verificare se si è giunti a un accordo.
In secondo luogo, una volta che si arriverà a stabilire che vi è stato un accordo, l'indagine del giudice dovrà fare un ulteriore passo e, quindi, si dovrà verificare il contenuto dell'accordo e, quindi, andare a verificare se quell'accordo aveva ad oggetto il procacciamento di voti con metodo mafioso oppure verificare se il soggetto con il quale l'accordo è stato concluso era appartenente ad associazioni mafiose. È ovvio che anche questo tipo di accertamento rientra nell'accertamento dell'elemento psicologico e, conseguentemente, rientra nell'accertamento del fatto del dolo generico.
Quindi, il volere introdurre l'ulteriore accertamento del fatto che il promittente abbia la piena consapevolezza che il soggetto con il quale sta trattando il pacchetto di voti appartenga - sia accertato e non si sa da chi - a un'associazione mafiosa o dare la dimostrazione che questo fatto sia noto al promittente è, evidentemente, una sorta di probatio diabolica che andrebbe a destrutturare questo aspetto del reato. Quindi, siamo contrari sull'accantonamento.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la richiesta di accantonamento dell'emendamento 1.173 Costa.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge per 69 voti di differenza.
Ritorniamo, quindi, alla votazione dell'emendamento 1.173 Costa.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale, l'onorevole D'Ettore. Ne ha facoltà.
FELICE MAURIZIO D'ETTORE (FI). Presidente, questo emendamento pone una norma - e mi rivolgo al relatore - che tiene conto di quella che è in questo momento la giurisprudenza. La responsabilità nei reati cosiddetti di “macro-evento associativo” e nel contesto dei procedimenti a vicenda complessa è molto articolata e molto complessa, appunto. La sussistenza delle connessioni consortili è rimessa a una verità storica-processuale ma spesso queste associazioni non si palesano. È così chiaro che non si palesano e, quindi, è difficile l'accertamento da parte dei giudici di una vicenda complessa come quella delle connessioni consortili e dell'apporto del singolo a quell'associazione. Per cui, un soggetto che sta per iniziare a dare un apporto o lo dà durante la campagna elettorale e prende contatto con il candidato sulla base di promesse, per esempio, date da un intermediario, quel soggetto, che non è ancora intraneo, può essere poi accertato successivamente nel processo penale e quindi, senza la necessità che sia nota al candidato e accertata per questa persona la sua appartenenza, quello risponde ugualmente anche se il processo è ancora in corso.
Si tratta di situazioni complesse, si tratta di vicende complesse: i legami consortili sono complicati da poter essere accertati in sede giudiziaria; immaginiamo quando si sta fuori dalla sede giudiziaria.
PRESIDENTE. Concluda.
FELICE MAURIZIO D'ETTORE (FI). Come fa uno a saperlo se non c'è un accertamento né è noto anche sulla base di accertamenti giudiziari? Capite qual è il senso dell'emendamento? È questo. Non capisco perché lo volete accantonare.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zanettin. Ne ha facoltà.
PIERANTONIO ZANETTIN (FI). Grazie, Presidente. Io credo che l'accantonamento che la maggioranza ha escluso fosse una scelta assolutamente migliore. Colleghi, dobbiamo stare attenti quando maneggiamo queste materie, e lo diceva bene prima la collega Bartolozzi. I lavori parlamentari costituiscono una traccia per l'interprete. Avere escluso dal testo, che uscirà da quest'Aula parlamentare, il riferimento alla consapevolezza costituisce un vulnus gravissimo. Collega Perantoni, lei ha cercato anche con abilità di costruire, per così dire, con delle acrobazie un ragionamento giuridico ma non è stato per nulla convincente. I principi giuridici sono ben chiari: voi andate ad escludere un emendamento che sancirebbe la consapevolezza e la notorietà della mafiosità del soggetto coinvolto con il politico e questo è molto grave (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palazzotto. Ne ha facoltà.
ERASMO PALAZZOTTO (LEU). Grazie, Presidente. Mi preoccupa la valutazione che la giurisprudenza dovrà fare del presente dibattito parlamentare, considerati alcuni interventi abbastanza coloriti e la confusione che ne deriverebbe ma proprio per questo vorrei sottoporre ai colleghi di Forza Italia che propongono l'emendamento in esame un elemento di contraddizione. Voi avete giustamente richiamato il fatto che le norme penali non devono essere vaghe. Ora la appartenenza accertata è un elemento diciamo di vaghezza perché non definisce qual è il tipo di accertamento che dovrebbe essere corrisposto e quindi, da questo punto di vista, la mia sensazione è che sia l'impianto del testo sia l'impianto emendativo che viene proposto soffrono esattamente della stessa malattia ovvero stiamo andando a mettere mano a una normativa che si occupa di un fenomeno particolarmente complesso con un livello di approssimazione e di ideologizzazione del dibattito che rischia di rendere molto difficile l'applicabilità della norma. Guardate, qui non è solo il tema della garanzia per chi incorrerà in eventuali processi, ma c'è anche il tema, dall'altra parte, della punibilità per il reato perché andare a definire in maniera vaga l'appartenenza all'associazione mafiosa, avendo in questo caso rigettato la proposta emendativa dell'onorevole Colletti che veniva proprio dal gruppo dei Cinque Stelle, rischia da questo punto di vista - lo dico ai colleghi del Cinque Stelle che sono promotori del provvedimento - di rendere la norma molto spesso inapplicabile. Ora, per tornare al merito dell'emendamento, l'elemento della vaghezza dell'accertamento rischia anche in questo caso di servire a confondere le acque, invece che a chiarirle. Per cui noi voteremo contro l'emendamento 1.173 Costa.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Maschio. Ne ha facoltà.
CIRO MASCHIO (FDI). Grazie, Presidente. Con il provvedimento ci si propone di aumentare le pene per questo tipo di reati, si introduce l'interdizione perpetua, si amplia l'ambito di applicazione della norma anche a modalità e a soggetti che prima non erano previsti in modo così esplicito e tutto questo noi lo abbiamo condiviso ma, a fronte di questo, è ancora più importante che non si commetta l'errore giuridico di introdurre di fatto un'indicazione che va verso una sorta di responsabilità oggettiva del soggetto che abbia un contatto con persone anche intermediarie che, anche a sua insaputa, promuovono modalità mafiose, prescindendo di fatto dalla consapevolezza del soggetto. Dunque, se è stato rifiutato prima l'appello al buon senso sull'emendamento 1.171 Costa che proponeva di introdurre l'avverbio “consapevolmente”, questa è l'ultima occasione che abbiamo di introdurre almeno il riferimento, “a lui nota”, per riportare l'interprete, il giudice in modo più chiaro verso una verifica più completa, più delicata dell'elemento soggettivo.
Non farlo significa, di fatto, dare un'indicazione che va verso una responsabilità oggettiva, verso un dolo implicito presunto, prescindendo totalmente dalla consapevolezza del soggetto e questo è giuridicamente e, anche secondo una norma di buon senso, del tutto irragionevole e molto pericoloso.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Sarro. Ne ha facoltà.
CARLO SARRO (FI). Grazie, Presidente. Prima si è detto da parte dell'onorevole Perantoni, a proposito di quando abbiamo votato sull'accantonamento, che far passare l'emendamento significherebbe imporre la ricerca della probatio diabolica, quindi quasi la impossibilità di provare queste circostanze. La formulazione dell'emendamento è esattamente nella direzione opposta perché ancora dati oggettivi, l'elemento della conoscenza, riscontrabili non solo da parte della difesa ma soprattutto da parte dell'accusa. Se cioè l'esigenza è creare un sistema normativo efficace per contrastare il fenomeno degenerativo della commistione tra politica e mafia, norme precise e soprattutto elementi oggettivi e certi renderanno più spedita l'azione dal punto di vista della repressione dei reati e, al tempo stesso, garantiranno per gli innocenti un apparato difensivo adeguato e soprattutto praticabile (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Colletti. Ne ha facoltà.
ANDREA COLLETTI (M5S). Grazie, Presidente. Volevo ringraziare in realtà della presentazione dell'emendamento perché il voto contrario a questo emendamento potrebbe essere molto utile ai fini di una interpretazione teleologica della norma da parte della magistratura. Infatti, votando contro l'emendamento, si dichiara chiaramente che l'appartenenza non deve essere accertata con sentenza passata in giudicato. Quindi ringrazio Forza Italia e quindi affermo che voterò convintamente contro l'emendamento 1.173 Costa.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Come già annunciato in occasione della votazione dell'emendamento 1.171 Costa, anche questo emendamento sarà posto in votazione a scrutinio segreto, essendone stata fatta richiesta dal gruppo di Forza Italia.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.173 Costa, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).
Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.152 Delmastro Delle Vedove.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Delmastro Delle Vedove. Ne ha facoltà.
ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Onorevoli colleghi, credo che con questa proposta di legge si arrivi ad un paradosso: per una strana eterogenesi dei fini si giunge a favorire chi scende a patti con la mafia. Indicare quale elemento costitutivo indefettibile del reato l'appartenenza all'associazione criminale mafiosa da parte del promittente o dell'offerente significa restringere l'area dell'operatività penale della norma immotivatamente e ve lo hanno detto tutti: ve lo ha detto il procuratore nazionale antimafia De Raho in Commissione giustizia, ve lo ha detto il procuratore Gozzo, ve lo ha detto il professor Amarelli audito in Commissione giustizia. Vi hanno detto: ma che succede se a promettere i voti al politico sia, in nome e per conto dell'associazione, un colletto bianco magari non aderente all'associazione? Va bene? Questo Parlamento sancisce che solo se l'appartenente alla mafia promette il voto con metodi mafiosi si può perseguire: come potete non comprendere che proprio le prime promesse, le prime interlocuzioni non intervengono certo per il tramite del volto violento dell'aderente e dell'appartenente ma intervengono per il tramite dell'amico, del contiguo, del rappresentante dell'associazione, non necessariamente, però, contraddistinto dal vincolo dell'appartenenza. Il procuratore Gozzo lo ha detto tempestivamente e vi ha suggerito altrettanto tempestivamente di perseguire altre strade, per perseguire le varie forme con le quali le associazioni mafiose possono stringere un patto elettorale con il politico, anche per il tramite di chi non necessariamente è un membro della stessa associazione.
Ancora più duro e tranciante, credo che sia stato il monito del procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero De Raho che, in Commissione giustizia, ha detto testualmente, lo voglio leggere: “È di difficile interpretazione il fatto che l'appartenenza all'associazione mafiosa debba essere l'elemento che connota la figura di colui che promette”. La conseguenza qual è? È un indigesto, inaccettabile, probabilmente non voluto, ma fatale, restringimento dell'area della punibilità rispetto alla precedente norma. E lo ha detto, anche, da posizioni più garantiste, evidentemente, delle mie, il collega Costa, di Forza Italia, che ha richiamato al rischio che il professor Amarelli, audito in Commissione giustizia, ha rappresentato, e perché? Perché il vincolo dell'appartenenza al sodalizio mafioso da parte del soggetto autore della promessa è troppo stretto per un'associazione, quella di stampo mafioso, che è, per sua natura, cangiante, sfuggente come una serpe, ambigua, tentacolare, che spesso raggiunge lo Stato o il parastato per il tramite di un vergognoso sottobosco di colletti bianchi che non necessariamente appartengono al sodalizio criminoso. E quest'analisi è così tanto vera che il professor Amarelli, audito in Commissione giustizia, ha precisato che “descrivere il promittente quale appartenente al sodalizio mafioso finisce paradossalmente per restringere l'area dell'operatività penale della norma”.
Stiamo discutendo, lo voglio ricordare a me stesso, al di là dell'inasprimento delle pene, dello scambio politico-mafioso, la fase più preoccupante e vergognosa delle associazioni criminali di stampo mafioso, la fase termine in cui la mafia tocca lo Stato e, per noi, tutto ciò che la mafia tocca, la mafia corrompe: nessun mal metabolizzato senso di garantismo, con la mafia! La mafia è un cancro che tutto corrompe e verso questo cancro, l'unica indicazione che noi conosciamo è quella chirurgica, non esistono altre terapie. Questa è la battaglia che vi chiediamo: durezza, lotta senza tregua, nessun gargarismo garantista, ma pronta, dura, spietata reazione dello Stato.
Presidente, mi avvio alla conclusione e la ringrazio; quando si tratta di mafia, io non frequento la curva degli ultras dell'ortodossia garantista e preferisco rimanere nelle vette indicate da Paolo Borsellino che invitava a sentire la bellezza del fresco profumo della libertà che si contrappone al puzzo del compromesso morale, dell'indifferenza, della contiguità e, quindi, diceva Borsellino, della complicità. Ecco, Presidente, “contiguità”, quella che vogliamo colpire con questo emendamento è anche quella del colletto bianco che non appartiene all'associazione mafiosa, perché sappiamo che non punire quella contiguità significa essere complici. Noi non saremo mai complici e chiediamo anche a voi di non essere complici (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Donzelli. Ne ha facoltà.
GIOVANNI DONZELLI (FDI). Grazie, Presidente. Non voglio ripetermi nelle citazioni del collega Delmastro Delle Vedove, ma tra le varie frasi di Paolo Borsellino ce n'è una che mi ha sempre colpito, che è molto semplice: “Politica e mafia sono due poteri che vivono sul controllo dello stesso territorio, o si fanno la guerra o si mettono d'accordo”. Non c'è spazio per i puntini, per i ‘però', per i ‘ma', per la comprensione, non c'è questo spazio, o si mettono d'accordo o c'è la guerra, non c'è spazio per i protettori, per i complici, non c'è comprensione e non ci può essere per la gente intimidita, ricattata o accarezzata, per me non ci sono compromessi sulla mafia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Baldelli. Ne ha facoltà.
SIMONE BALDELLI (FI). Presidente Carfagna, quello che stiamo affrontando oggi è un tema molto serio, per il quale servono norme chiare, puntuali e, se possibile, non propagandistiche, cioè esattamente il contrario di quella vaghezza di cui si parlava poc'anzi. Questa, come spesso accade nelle materie di giustizia, è una di quelle materie in cui rischia di trionfare l'eterogenesi dei fini; si punta a un obiettivo e si ottiene un risultato diametralmente opposto. Si punta a combattere la mafia, il legame politico mafioso e si crea un'incertezza normativa che cade negativamente nel rapporto tra giustizia e politica o meglio tra magistratura e politica e che ricade negativamente anche sul sistema intero, perché non combatte il fenomeno del malaffare, ma inibisce perfino la buona politica.
Prima, il collega Occhiuto evocava un'immagine che a me è parsa assai suggestiva, quando ha detto, riferendosi a un gruppo di quest'Aula: qual è il modello politico che avete in mente? Quello di un candidato che si chiude nella propria stanza e va a cercare i voti online o di uno che cammina tra la gente, stringe le mani e incontra le persone? Ecco, io credo che da troppo tempo, grazie ad errori che si sono ripetuti nel corso degli anni e che non fanno salvo neanche il mio partito, si sia andati assecondando una deriva antipolitica che ha cambiato profondamente molte regole del modo di far politica, a partire, ad esempio, dal finanziamento pubblico dei partiti che è stato cancellato, ma non si è affermata una logica di finanziamento dei privati alla politica. Ancora una volta, in tanti interventi che venivano sbandierati come interventi contro la corruzione, contro il malaffare, contro la mafia, non si è andati a colpire né la corruzione, né il malaffare, né la mafia, ma si è colpita la politica, si è andato a incrinare quell'equilibrio, già spesso squilibrato in Italia, tra giustizia e politica, tra magistratura e politica, che ha permesso alla magistratura di fare un passo avanti, tante volte, anche prendendo delle enormi cantonate, e ha imposto alla politica di fare un passo indietro, tante volte, senza essere giustamente risarcita da inchieste che hanno visto presi e sbattuti in galera esponenti politici che poi sono stati assolti, magari, in primo, in secondo o in terzo grado.
Allora, qual è il punto? Il punto è che io ringrazio per la passione, per la competenza, per gli interventi di merito che hanno voluto fare colleghi come il collega Sisto, la collega Bartolozzi, la collega Santelli, il collega Costa e tanti altri di altri gruppi, penso al collega Palazzotto, nel merito di questo provvedimento, per sostenere emendamenti che potevano apparire oggettivamente migliorativi, ma vorrei ricordare a tutti noi che l'obiettivo, in questo momento, per cui non a caso si registra la presenza soltanto del MoVimento 5 Stelle tra i banchi del Governo, è che noi qui probabilmente non stiamo facendo un'operazione legislativa per andare a colpire un fenomeno drammaticamente presente in questo Paese. L'obiettivo vero non è ascoltare le questioni di merito che vengono poste, l'obiettivo è fare una fotografia, magari, con il voto dell'Aula, con una propaganda sui social dove c'è scritto: abbiamo approvato il provvedimento sul voto di scambio politico-mafioso, noi, sì, e gli altri brutti, cattivi e mafiosi hanno votato contro! Questa è la propaganda di fronte alla quale ci troviamo, quotidianamente, rispetto a provvedimenti come questi e mi dispiace, per la passione che ci mettono tanti colleghi, sapere che nella maggior parte dei casi chi è promotore di questi provvedimenti se ne infischia del merito, perché gli interessa solo sbandierare il provvedimento approvato, senza capire che magari tutto questo comporterà dei pasticci enormi nella sua applicazione, quando si alzano in quest'Aula giuristi, avvocati, magistrati che vi spiegano dove queste norme non funzionano. E mi fa specie di tanti colleghi della Lega, eletti non solo al Nord ma anche al Sud, abituati ad andarsi a prendere i voti casa per casa e che, di fronte a tutto questo, colpevolmente tacciono. Perché fate attenzione, queste norme, nell'eterogenesi dei fini che contengono in loro stesse, contengono anche un altro effetto: si chiama boomerang, chi lo tira prima o poi se lo ritrova in faccia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.152 Delmastro Delle Vedove, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 25).
Interrompiamo a questo punto l'esame del provvedimento, che riprenderà nella seduta di domani a partire dalle ore 10,30.
Modifica nella composizione della Commissione parlamentare per le questioni regionali.
PRESIDENTE. Comunico che il Presidente della Camera ha chiamato a far parte della Commissione parlamentare per le questioni regionali il deputato Antonio Federico, in sostituzione del deputato Giuseppe D'Ambrosio, dimissionario.
Sui lavori dell'Assemblea.
PRESIDENTE. Comunico che, secondo le intese intercorse tra tutti i gruppi, lo svolgimento delle interpellanze urgenti avrà luogo nella seduta di domani, giovedì 7 marzo, come secondo argomento all'ordine del giorno, non prima delle ore 15, anziché nella giornata di venerdì come previsto dal vigente calendario.
Avverto, altresì, che nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna sarà pubblicata l'organizzazione dei tempi per l'esame della proposta di legge n. 1171-A, concernente il distacco dei comuni di Montecopiolo e Sassofeltrio dalla regione Marche.
Interventi di fine seduta.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Rotta. Ne ha facoltà.
Colleghi… Collega Rotta… Onorevole Costa, onorevole Bartolozzi… Colleghi… Prego, onorevole Rotta.
ALESSIA ROTTA (PD). Presidente, a due giorni dalla Giornata internazionale della donna - che, voglio ricordare al segretario crotonese della Lega, non è una festa della donna voluta dal PD, magari lo fosse, comunque noi ne saremmo fieri e fiere -, siamo costretti a leggere affermazioni aberranti sulle donne non solo sui social, ma su un volantino di un partito di Governo, della Lega. Il pamphlet della Lega della provincia di Crotone è una summa volgare di pensieri e di idee retrivi sull'universo femminile, un trattato informe su donne, gay, migranti, tutti uniti dall'insano preconcetto sulle minoranze purché siano. Infine, è un becero tentativo di relegare le donne ad un ruolo riproduttivo e alla grande missione sociale da compiere.
Quale sarebbe l'infungibile ruolo della donna, inficiato da leggi ed atteggiamenti? Le uniche leggi mortificanti sono quelle presentate dalla Lega come il disegno di legge Pillon (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), che si pone come un atto punitivo nei confronti delle donne e dei bambini, oltre ad arrivare a cancellare la violenza. Le manifestazioni da evitare sono quelle come il Congresso mondiale delle famiglie, patrocinato dalla Presidenza del Consiglio dei ministri, in cui tra i relatori c'è chi ritiene che l'AIDS in Africa sia diffuso perché ai neri piace fare molto sesso e chi chiede la pena di morte per gli omosessuali.
PRESIDENTE. Concluda.
ALESSIA ROTTA (PD). Sì, Presidente, gli atteggiamenti da combattere sono quelli di chi, come la Lega, pensa che le donne siano solo uno strumento, riproduttivo, ludico o elettorale poco importa; e questo è dimostrato dagli atteggiamenti quotidiani anche del Ministro Salvini…
PRESIDENTE. Concluda.
ALESSIA ROTTA (PD). …che non fa che insultare le donne sui social o farle insultare dai suoi troll oppure direttamente da parte sua (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Centemero. Ne ha facoltà.
GIULIO CENTEMERO (LEGA). Signor Presidente, onorevoli colleghe, onorevoli colleghi, vorrei intervenire in quest'Aula per ricordare una delle pagine più tragiche e probabilmente meno conosciute della storia moderna: il massacro degli armeni avvenuto 31 anni fa nella città azerbaigiana di Sumgait.
Nel febbraio del 1988, per contrastare le manifestazioni pacifiche del popolo del Nagorno Karabakh per il suo diritto all'autodeterminazione, le autorità dell'Azerbaijan organizzarono violente repressioni contro le popolazioni armene delle città azerbaigiane di Baku, Sumgait e Kirovabad. Tutto è iniziato nella città di Sumgait, dove, con il sostegno esplicito e la connivenza delle autorità azere, furono uccisi in tre giorni numerosi armeni per un unico motivo: quello della loro appartenenza etnica. Centinaia di migliaia di armeni furono costretti ad abbandonare le proprie abitazioni e le proprie città. In quei giorni è stato violato uno dei diritti fondamentali dell'essere umano, quello alla vita. Dopo i massacri di Sumgait, il Parlamento europeo ha adottato una risoluzione che definisce l'accaduto come “assassinio di un popolo in quanto tale”.
È importante sottolineare che il conflitto del Nagorno Karabakh non è una rivendicazione territoriale, ma una questione di esistenza delle persone che vivono in quel territorio. Purtroppo, anche a distanza di trent'anni, siamo testimoni di una continua retorica anti-armena e di un vero e proprio incitamento all'odio: tutto questo si è manifestato anche nel corso della guerra durata quattro giorni nell'aprile del 2016, con l'uso di artiglieria contro esseri innocenti come bambini e la brutale uccisione di anziani nel Nagorno Karabakh. È necessario quindi mettere fine alla retorica dell'odio, e iniziare ad educare le popolazioni alla pace, al rispetto dell'essere umano e alla libertà di religione.
Signor Presidente, onorevoli colleghe e onorevoli colleghi, è allora estremamente importante che il nostro Paese, che ha detenuto la Presidenza di turno dell'OSCE nel 2018 nonché come Paese membro del Gruppo di Minsk dell'OSCE, continui, in sede di negoziati per la soluzione pacifica del conflitto del Nagorno Karabakh, a sostenere il lavoro dei copresidenti del Gruppo di Minsk:…
PRESIDENTE. Concluda.
GIULIO CENTEMERO (LEGA). …unico, quest'ultimo, che ha pieno mandato a livello internazionale di occuparsi della soluzione al conflitto del Karabakh (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Carnevali. Ne ha facoltà.
ELENA CARNEVALI (PD). Signora Presidente, è passata esattamente una settimana dai fatti di Firenze, e ancora il Ministro dell'Interno non ha chiarito cos'è accaduto davvero quella sera dopo Fiorentina-Atalanta. Per queste ragioni, insieme al collega Maurizio Martina, noi abbiamo presentato un'interrogazione per chiedere subito chiarezza, una chiarezza che va fatta senza ambiguità. Serve sapere cos'è accaduto effettivamente, e il Ministro non può sottrarsi a questa responsabilità: lo faccia nelle prossime ore, senza perdere altro tempo. Domenica a Bergamo invece, nell'occasione della partita di campionato Atalanta-Fiorentina, la tifoseria dell'Atalanta ha dimostrato grande senso di responsabilità, manifestando pacificamente senza causare alcun tipo di disagio o di tensione con la Polizia: è un'ulteriore dimostrazione che la città di Bergamo e tutti noi siamo in attesa di risposte, che devono arrivare al più presto, a garanzia dei diritti costituzionali e della sicurezza per tutti. Questa è la ragione per cui le chiediamo sommessamente di avere davvero una risposta veloce a questa interrogazione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Benamati. Ne ha facoltà.
GIANLUCA BENAMATI (PD). Presidente, io vorrei intervenire su un pasticciaccio brutto, si direbbe, che riguarda la città di Parma e un intervento del Governo. Parma doveva essere sede, e speriamo lo sia, del Forum mondiale sulla cultura alimentare dell'Unesco; la data originaria di questo importante evento, con 150 delegazioni internazionali, era la fine del mese di marzo, il 21 e il 22 prossimi. Qui inizia il pasticciaccio, perché c'è una lettera della Direzione generale per la promozione del sistema Paese del Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale che blocca l'iniziativa, parlando di riflessioni di carattere politico in corso; la stampa ci informa poi di una lettera del Ministro Bonisoli al Ministro Moavero per uno spostamento a Taranto. Oggi, dopo una lettera del presidente della provincia di Parma e del sindaco di Parma, degli imprenditori e dei corpi sociali, vediamo un tweet della Presidente Spadoni che rassicura i cittadini di Parma, vediamo una dichiarazione del Ministro Centinaio, non si sa bene in questo caso a quale titolo, però le chiacchiere e le dichiarazioni stanno a zero.
PRESIDENTE. Concluda.
GIANLUCA BENAMATI (PD). Noi, a nome del nostro gruppo - e concludo, signora Presidente - chiariamo che ufficialmente si faccia chiarezza e si metta una parola fine a questa indecorosa sceneggiata, e si lasci questo evento alla città di Parma, che ne è la naturale cornice (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Morani. Ne ha facoltà.
ALESSIA MORANI (PD). Presidente, intervengo perché oggi il Ministro Matteo Salvini ha scritto una lettera alla Ministra della Salute, Grillo, per chiedere che i bambini non vaccinati possano comunque frequentare gli asili nido e le scuole dell'infanzia, cioè quella fascia di età che va dai 0 ai 6 anni. Voglio intervenire, Presidente, per testimoniare davanti all'Italia che esiste un partito, che è il Partito Democratico, che si batterà invece per quei bambini immunodepressi, purtroppo ammalati magari di leucemie e linfomi o altre malattie che li rendono immunodepressi, perché essi possano avere la stessa vita dei bambini sani, perché possano avere l'accesso e il diritto allo studio come hanno tutti gli altri bambini, perché il compito dello Stato, in primo luogo, è difendere i bambini più fragili e più deboli. Il Ministro Salvini e la Ministra Grillo, con le loro intenzioni, dimostrano invece di non difendere affatto questi bambini. Il Partito Democratico, invece, è al fianco di questi bambini e delle loro famiglie, e si batterà perché questa legge non venga assolutamente approvata (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Verini. Ne ha facoltà.
WALTER VERINI (PD). Presidente, domani mattina, a Fabriano, si terrà una manifestazione di tutte le imprese creditrici dopo la crisi della Astaldi. Sono imprese edili dell'Umbria e delle Marche che hanno lavorato per la Quadrilatero, la Perugia-Ancona, e che vantano crediti per 40 milioni di euro. Non pagano i fornitori, i quali non forniscono più materiale, e non pagano da mesi i dipendenti, per questo c'è questa manifestazione. Le regioni Marche e Umbria hanno sollecitato il Governo ad aprire rapidamente un tavolo - c'è sordità assoluta - per cercare di risolvere la crisi. L'Astaldi ha avviato delle procedure, ma queste procedure debbono avere una corsia preferenziale, altrimenti tutto è bloccato: i lavori e i pagamenti. È una situazione di vera emergenza, è necessario che il Governo, il Ministero delle Infrastrutture e trasporti, intervenga immediatamente, pena l'aggravamento di una crisi di un settore e di tante imprese che dovranno probabilmente licenziare i propri dipendenti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pignatone. Ne ha facoltà.
DEDALO COSIMO GAETANO PIGNATONE (M5S). Presidente, voglio porre all'attenzione di quest'Aula la complessa situazione posta nel cuore della Sicilia, quella della crisi della CMC e dei lavori della SS 640 Caltanissetta-Agrigento. Questa è un'opera strategica, posta all'interno di due aree, come quelle di Agrigento e Caltanissetta, carenti di sistemi viari, con un sistema economico depresso. Purtroppo, a causa di vari errori del passato, i lavori si sono bloccati nella seconda metà del 2018, e grazie ad un'intensa attività del Governo, Ministero dei trasporti, ANAS, Regione siciliana e altri soggetti, da pochi giorni i lavori sono ripresi. Questo è un segnale concreto di come il MoVimento 5 Stelle e il Governo vogliano le opere strategiche dove servono e dove portano reali benefici. Si vuole dire mai più incompiute e opere realizzate senza criterio o fatte senza tener conto del contesto sociale o economico. È ancora chiara l'attenzione del Governo verso il Sud, ma allo stesso tempo invito il Governo a vigilare sulla vicenda, perché se la ripresa dei lavori ha scongiurato l'isolamento delle zone e dei cittadini, sono ancora tante le imprese siciliane creditrici e moltissimi lavoratori che devono ancora essere tutelati. Osservo che le società creditrici sono tutte inserite nella white list, e una profonda crisi economica potrebbe consentire delle infiltrazioni mafiose all'interno di un tessuto economico sano. Senza un controllo adeguato dalla crisi economica, quella che poteva essere una rinascita del Centro Sicilia rischia di trasformarsi in un ulteriore crisi economica.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Baldelli. Ne ha facoltà.
SIMONE BALDELLI (FI). Presidente Carfagna, faccio un intervento proprio di questa fase: faccio due solleciti di atti di sindacato ispettivo al tempo di uno. Il primo riguarda un'interrogazione parlamentare sottoscritta da tutto il centrodestra, che chiede al Governo di intervenire su un fatto singolare, cioè che il comune di Milano fa le multe nell'aeroporto di Linate, che però è comune di Segrate. C'è tutta una vicenda molto particolare, su cui già ho presentato un'interrogazione parlamentare nella scorsa legislatura e ci sono tornato in questa, gradirei che il Ministero dell'Interno mi desse e ci desse una risposta. La seconda interrogazione che ho presentato, che è più recente, risale a circa qualche settimana fa, ma anche quella intenderei sollecitare, riguarda le cosiddette domeniche a piedi o il blocco della circolazione, in cui si chiede al Governo di fare un monitoraggio sull'effettiva utilità di questo strumento e di procedere a omogeneizzare questi interventi, perché è impensabile che un tipo di macchina - Euro 4, Euro 3 o Euro 5 - possa girare in una città e non in un'altra. In terzo luogo, si chiede che il Governo obblighi in qualche misura gli enti locali che decidono di mettere in campo queste misure di relativa utilità o di dubbia utilità, ma che comunque costringono tanti cittadini a non potersi muovere per un numero importante di ore, almeno ad informarli direttamente attraverso meccanismi che siano gli sms o comunque una comunicazione diretta, perché i cittadini pagano le tasse, pagano il bollo, pagano le accise sulla benzina, pagano l'IVA sui carburanti, l'IVA sull'acquisto della macchina, l'assicurazione, pagano un sacco di roba e almeno, quando rischiano di prendere le multe, dovrebbero avere il diritto di saperlo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per fatto personale l'onorevole Trizzino. Ne ha facoltà.
GIORGIO TRIZZINO (M5S). Presidente, soltanto per dire che nel corso del mio intervento di poc'anzi ho fatto riferimento al fatto di essere stato sfiorato durante la campagna elettorale da fenomeni riconducibili a voto di scambio: vorrei precisare che non si tratta ovviamente di fatti concreti, a seguito dei quali io immediatamente avrei dato seguito con specifica denuncia all'autorità giudiziaria, perché appunto chi vive l'ambiente siciliano conosce infatti chi deve frequentare e chi non deve frequentare. Il mio rifiuto si riferisce a non aver frequentato anche e soprattutto determinati ambienti. È chiaro? Grazie.
SIMONE BALDELLI (FI). Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SIMONE BALDELLI (FI). Presidente, io non ho capito se il collega interveniva per fatto personale, altrimenti avrebbe dovuto intervenire domani, al momento in cui si dà conto del resoconto della seduta precedente, magari per precisare quale fosse il suo pensiero. Però, a questo punto siamo di fronte a una nuova fattispecie, cioè lo sfioramento di una cosa che si è sentita dire. Allora, lo dico al collega: o c'è un fatto o questo fatto non c'è; o c'è un'affermazione o questa affermazione non c'è. Fateci il piacere: se avete qualcosa da dire, ditela; se non avete niente da dire, state zitti, fate più bella figura (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
Ordine del giorno della prossima seduta.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.
Giovedì 7 marzo 2019 - Ore 10,30:
1. Seguito della discussione della proposta di legge:
S. 510 - D'INIZIATIVA DEI SENATORI: GIARRUSSO ed altri: Modifica dell'articolo 416-ter del codice penale in materia di voto di scambio politico-mafioso (Approvata dal Senato). (C. 1302-A)
e dell'abbinata proposta di legge: COLLETTI ed altri. (C. 766)
Relatrice: PIERA AIELLO.
2. (non prima delle ore 15)
3. Svolgimento di interpellanze urgenti .
La seduta termina alle 20,20.
SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA
Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):
nella votazione n. 2 il deputato Saitta ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
nella votazione n. 2 il deputato Tabacci ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;
nella votazione n. 3 le deputate Costanzo, Frate e Villani hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto contrario;
nella votazione n. 4 le deputate Frate e Villani hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto favorevole;
nella votazione n. 6 il deputato De Filippo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
nella votazione n. 8 la deputata Gelmini ha segnalato che non è riuscita a votare;
nella votazione n. 9 il deputato D'Alessandro ha segnalato che non è riuscito a votare;
nella votazione n. 9 il deputato Colletti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
nella votazione n. 14 il deputato Cataldi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
nella votazione n. 15 la deputata Comaroli ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;
nella votazione n. 17 i deputati Bellucci, Ferro, Tripiedi e Dara hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole;
nella votazione n. 17 il deputato Speranza ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
nella votazione n. 18 le deputate Murelli e Raffaelli hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto contrario;
nelle votazioni dalla n. 18 alla n. 20 il deputato Benvenuto ha segnalato che non è riuscito a votare;
nella votazione n. 21 il deputato Sensi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;
nella votazione n. 21 la deputata Latini ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;
nella votazione n. 23 la deputata Emiliozzi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario.
VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO
INDICE ELENCO N. 1 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
1 | Nominale | Pdl 1309-A e abb. - em. 7.1, 7.3 | 460 | 460 | 0 | 231 | 101 | 359 | 66 | Resp. |
2 | Nominale | em. 7.8, 7.9 | 468 | 468 | 0 | 235 | 185 | 283 | 65 | Resp. |
3 | Nominale | em. 7.20 | 465 | 465 | 0 | 233 | 109 | 356 | 65 | Resp. |
4 | Nominale | articolo 7 | 468 | 468 | 0 | 235 | 365 | 103 | 65 | Appr. |
5 | Nominale | em. 8.1, 8.2 | 464 | 464 | 0 | 233 | 16 | 448 | 62 | Resp. |
6 | Nominale | em. 8.4 | 476 | 476 | 0 | 239 | 106 | 370 | 58 | Resp. |
7 | Nominale | articolo 8 | 479 | 391 | 88 | 196 | 376 | 15 | 58 | Appr. |
8 | Nominale | articolo 9 | 469 | 469 | 0 | 235 | 366 | 103 | 57 | Appr. |
9 | Nominale | odg 9/1309-A/2 | 460 | 459 | 1 | 230 | 104 | 355 | 56 | Resp. |
10 | Nominale | odg 9/1309-A/4 | 466 | 466 | 0 | 234 | 104 | 362 | 56 | Resp. |
11 | Nominale | odg 9/1309-A/5 | 466 | 466 | 0 | 234 | 104 | 362 | 56 | Resp. |
12 | Nominale | odg 9/1309-A/6 | 471 | 471 | 0 | 236 | 105 | 366 | 56 | Resp. |
13 | Nominale | odg 9/1309-A/8 | 464 | 464 | 0 | 233 | 103 | 361 | 56 | Resp. |
F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.
INDICE ELENCO N. 2 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 25) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
14 | Nominale | odg 9/1309-A/9 | 459 | 447 | 12 | 224 | 85 | 362 | 56 | Resp. |
15 | Nominale | odg 9/1309-A/11 | 452 | 452 | 0 | 227 | 101 | 351 | 56 | Resp. |
16 | Nominale | odg 9/1309-A/12 | 446 | 446 | 0 | 224 | 88 | 358 | 56 | Resp. |
17 | Nominale | Pdl 1309-A e abb. - voto finale | 479 | 477 | 2 | 239 | 373 | 104 | 55 | Appr. |
18 | Nominale | Pdl 1302-A e abb. - em. 1.1, 1.2 | 467 | 466 | 1 | 234 | 194 | 272 | 50 | Resp. |
19 | Segreta | em. 1.171 | 487 | 484 | 3 | 243 | 218 | 266 | 45 | Resp. |
20 | Nominale | em. 1.3 | 475 | 475 | 0 | 238 | 5 | 470 | 45 | Resp. |
21 | Nominale | em. 1.6, 1.7 | 467 | 444 | 23 | 223 | 170 | 274 | 43 | Resp. |
22 | Nominale | em. 1.101, 1.172 | 474 | 450 | 24 | 226 | 173 | 277 | 43 | Resp. |
23 | Nominale | em. 1.10 | 482 | 481 | 1 | 241 | 212 | 269 | 42 | Resp. |
24 | Segreta | em. 1.173 | 468 | 468 | 0 | 235 | 191 | 277 | 42 | Resp. |
25 | Nominale | em. 1.152 | 443 | 377 | 66 | 189 | 29 | 348 | 42 | Resp. |