XVIII LEGISLATURA
COMUNICAZIONI
Missioni valevoli nella seduta del 2 maggio 2019.
Amitrano, Battelli, Benvenuto, Bitonci, Bonafede, Borghese, Claudio Borghi, Brescia, Buffagni, Businarolo, Caiata, Campana, Cancelleri, Carfagna, Castelli, Castiello, Cirielli, Colletti, Cominardi, Davide Crippa, D'Incà, D'Uva, Del Re, Delmastro Delle Vedove, Delrio, Luigi Di Maio, Di Stefano, Durigon, Ehm, Fantinati, Ferraresi, Fioramonti, Gregorio Fontana, Lorenzo Fontana, Fraccaro, Fusacchia, Galli, Gallinella, Gallo, Garavaglia, Gava, Gelmini, Giaccone, Giachetti, Giorgetti, Grande, Grillo, Grimoldi, Guerini, Guidesi, Invernizzi, Liuni, Lollobrigida, Lorefice, Lorenzin, Losacco, Lupi, Manzato, Micillo, Molinari, Molteni, Morelli, Morrone, Parolo, Picchi, Rampelli, Rixi, Rizzo, Rosato, Ruocco, Saltamartini, Scoma, Carlo Sibilia, Sisto, Spadafora, Spadoni, Spessotto, Suriano, Tofalo, Vacca, Valente, Vignaroli, Zóffili.
Annunzio di proposte di legge.
In data 30 aprile 2019 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:
DEIDDA: «Modifiche alla legge 29 maggio 1985, n. 294, in materia di indennità per il personale specializzato impiegato in attività di rimozione, disinnesco o distruzione di ordigni esplosivi» (1808);
MOLLICONE ed altri: «Modifiche all'articolo 57-bis del decreto-legge 24 aprile 2017, n. 50, convertito, con modificazioni, dalla legge 21 giugno 2017, n. 96, in materia di credito d'imposta per gli investimenti pubblicitari incrementali sulla stampa quotidiana e periodica e sulle emittenti televisive e radiofoniche locali» (1809);
FRATOIANNI e PALAZZOTTO: «Disposizioni per favorire la riduzione dell'orario di lavoro» (1810);
BURATTI e DEL BARBA: «Modifiche al codice civile in materia di luogo della celebrazione del matrimonio» (1811).
Saranno stampate e distribuite.
Annunzio di disegni di legge.
In data 30 aprile 2019 sono stati presentati alla Presidenza i seguenti disegni di legge:
dal Presidente del Consiglio dei ministri e dai Ministri dell'economia e delle finanze e dello sviluppo economico:
«Conversione in legge del decreto-legge 30 aprile 2019, n. 34, recante misure urgenti di crescita economica e per la risoluzione di specifiche situazioni di crisi» (1807);
dal Presidente del Consiglio dei ministri e dal Ministro per la pubblica amministrazione:
«Deleghe al Governo in materia di semplificazione e codificazione» (1812).
In data 2 maggio 2019 è stato presentato alla Presidenza il seguente disegno di legge:
dal Presidente del Consiglio dei ministri e dal Ministro della salute:
«Conversione in legge del decreto-legge 30 aprile 2019, n. 35, recante misure emergenziali per il servizio sanitario della Regione Calabria e altre misure urgenti in materia sanitaria» (1816).
Saranno stampati e distribuiti.
Adesione di deputati a proposte di legge.
La proposta di legge CAPITANIO ed altri: «Istituzione dell'insegnamento dell'educazione civica nella scuola primaria e secondaria e del premio annuale per l'educazione civica» (682) è stata successivamente sottoscritta dai deputati Paternoster e Pretto.
Trasmissioni dal Senato.
In data 30 aprile 2019 il Presidente del Senato ha trasmesso alla Presidenza i seguenti disegni di legge:
S. 1. – «Misure per contrastare il finanziamento delle imprese produttrici di mine antipersona, di munizioni e submunizioni a grappolo» (approvato dal Senato) (1813);
S. 961. – «Ratifica ed esecuzione dello Scambio di note tra il Governo della Repubblica italiana e la Multinational Force and Observers (MFO) emendativo dell'Accordo di sede del 12 giugno 1982, fatto a Roma il 7 e 8 giugno 2017» (approvato dal Senato) (1814);
S. 962. – «Ratifica ed esecuzione del Memorandum d'intesa tra la Repubblica italiana e il Consiglio d'Europa circa l'Ufficio del Consiglio d'Europa a Venezia e il suo status giuridico, fatto a Strasburgo il 14 giugno 2017» (approvato dal Senato) (1815).
Saranno stampati e distribuiti.
Assegnazione di un progetto di legge a Commissione in sede referente.
A norma del comma 1 dell'articolo 72 del Regolamento, il seguente progetto di legge è assegnato, in sede referente, alla sottoindicata Commissione permanente:
III Commissione (Affari esteri):
«Ratifica ed esecuzione della Convenzione relativa all'estradizione tra gli Stati membri dell'Unione europea, con Allegato, fatta a Dublino il 27 settembre 1996» (1797) Parere delle Commissioni I, II, V e XIV.
Trasmissione dalla Presidenza del Consiglio dei ministri.
La Presidenza del Consiglio dei ministri, con lettera in data 18 aprile 2019, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 2 del decreto-legge 15 marzo 2012, n. 21, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 maggio 2012, n. 56, concernente l'esercizio di poteri speciali nei settori dell'energia, dei trasporti e delle comunicazioni, il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 18 aprile 2019, recante imposizione di prescrizioni e condizioni nei confronti delle società First State SP Sàrl e First State Investments International Limited in relazione all'acquisto di una partecipazione nella società OLT Offshore LNG Toscana Spa.
Questo documento è trasmesso alla X Commissione (Attività produttive).
Annunzio di progetti di atti dell'Unione europea.
La Commissione europea, in data 30 aprile 2019, ha trasmesso, in attuazione del Protocollo sul ruolo dei Parlamenti allegato al Trattato sull'Unione europea, i seguenti progetti di atti dell'Unione stessa, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi, che sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alle sottoindicate Commissioni, con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea):
Relazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio sull'attuazione delle disposizioni del regolamento (UE) 2015/2120 in materia di accesso a un'Internet aperta (COM(2019) 203 final), che è assegnata in sede primaria alla IX Commissione (Trasporti);
Proposta di decisione del Consiglio relativa alla posizione da adottare a nome dell'Unione europea nel comitato di cooperazione istituito dall'accordo di cooperazione e di unione doganale tra la Comunità economica europea e la Repubblica di San Marino riguardo alle disposizioni applicabili in materia di produzione biologica ed etichettatura di prodotti biologici, e di regime di importazione dei prodotti biologici (COM(2019) 207 final), corredata dal relativo allegato (COM(2019) 207 final – Annex), che è assegnata in sede primaria alla III Commissione (Affari esteri);
Relazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio sull'andamento delle spese del FEAGA – Sistema di allarme n. 1-3/2019 (COM(2019) 214 final), corredata dal relativo allegato (COM(2019) 214 final – Annex 1), che è assegnata in sede primaria alla XIII Commissione (Agricoltura).
Il Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri, in data 30 aprile 2019, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 6, commi 1 e 2, della legge 24 dicembre 2012, n. 234, progetti di atti dell'Unione europea, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi.
Questi atti sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alle Commissioni competenti per materia, con il parere, se non già assegnati alla stessa in sede primaria, della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).
Con la predetta comunicazione, il Governo ha altresì richiamato l'attenzione sui seguenti documenti, già trasmessi dalla Commissione europea e assegnati alle competenti Commissioni, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento:
Relazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio – Relazione annuale 2017 sull'attuazione del regolamento (CE) n. 300/2008 che istituisce norme comuni per la sicurezza dell'aviazione civile (COM(2019) 183 final);
Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato europeo delle regioni – Un processo decisionale più efficiente nella politica sociale – Individuazione dei settori più idonei al passaggio alla votazione a maggioranza qualificata (COM(2019) 186 final);
Relazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio – Terza relazione di valutazione sull'attuazione della direttiva relativa al miglioramento della sicurezza dei porti (COM(2019) 191 final);
Comunicazione congiunta della Commissione europea e dell'Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza al Parlamento europeo e al Consiglio – L'Unione europea, l'America latina e i Caraibi: unire le forze per un futuro comune (JOIN(2019) 6 final).
Comunicazione di nomine ministeriali.
Il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, con lettera in data 17 aprile 2019, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 11, comma 5, del decreto legislativo 31 dicembre 2009, n. 213, il decreto ministeriale concernente la nomina dell'ingegner Giorgio Saccoccia a presidente e della professoressa Alessandra Celletti, della dottoressa Luisa Riccardi e del dottor Maurizio Cheli a componenti del consiglio di amministrazione dell'Agenzia spaziale italiana (ASI).
Questo decreto è trasmesso alla X Commissione (Attività produttive).
Richiesta di parere parlamentare su proposta di nomina.
Il Ministro per i rapporti con il Parlamento e la democrazia diretta, con lettera in data 30 aprile 2019, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 1 della legge 24 gennaio 1978, n. 14, e dell'articolo 3, comma 3, del decreto legislativo 30 giugno 1994, n. 479, la richiesta di parere parlamentare sulla proposta di nomina del professor Pasquale Tridico a presidente dell'Istituto nazionale della previdenza sociale (INPS) (22).
Questa richiesta è assegnata, ai sensi del comma 4 dell'articolo 143 del Regolamento, alla XI Commissione (Lavoro).
Atti di controllo e di indirizzo.
Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell’Allegato B al resoconto della seduta odierna.
ERRATA CORRIGE
Nell’Allegato A ai resoconti della seduta del 30 aprile 2019, a pagina 8, seconda colonna, seconda riga, dopo la parola: «V» deve intendersi inserita la seguente: «, XI».
TESTO UNIFICATO DELLE PROPOSTE DI LEGGE: CAPITANIO ED ALTRI; GELMINI ED ALTRI; DADONE ED ALTRI; BATTILOCCHIO ED ALTRI; TOCCAFONDI ED ALTRI; COMAROLI ED ALTRI; GELMINI; MURA ED ALTRI; SCHULLIAN ED ALTRI; PELLA; D'INIZIATIVA POPOLARE; FRASSINETTI ED ALTRI; NESCI ED ALTRI; LATTANZIO ED ALTRI; FUSACCHIA; BRUNETTA E APREA; MISITI: INTRODUZIONE DELL'INSEGNAMENTO SCOLASTICO DELL'EDUCAZIONE CIVICA (A.C. 682-734-916-988-1166-1182-1425-1464-1465-1480-1485-1499-1536-1555-1576-1696-1709-A)
A.C. 682-A – Ordini del giorno
ORDINI DEL GIORNO
La Camera,
premesso che:
la rapida e intelligente diffusione di sistemi criminali organizzati sull'intero territorio italiano, la natura camaleontica e proteiforme che li contraddistingue, la pervasività dei nuovi strumenti tecnologici, infrastrutturali e imprenditoriali delle cosiddette «mafie 4.0», rendono imprescindibile l'ideazione, l'implementazione e la diffusione di una nuova branca educativa che apra le giovani generazioni ad una reale conoscenza del fenomeno mafioso e del suo funzionamento;
i paradigmi criminali di tali organizzazioni si adattano velocemente ed efficacemente ai cambiamenti economici, politici e sociali in atto, sia a livello nazionale che europeo e internazionale. In tal modo, le mafie provvedono con successo a sostituirsi allo Stato nel soddisfacimento di bisogni delle fasce di popolazione più giovani e svantaggiate d'Italia;
alla luce delle rivelazioni fornite dall'ultimo rapporto Invalsi (2018), è possibile certificare l'esistenza di una correlazione positiva tra le condizioni socio-economiche della famiglia di origine e gli effettivi livelli di apprendimento scolastico che il giovane raggiunge. La povertà educativa che da queste rilevazioni emerge pone in serio rischio quei minori che, a contatto con ambienti mafiosi, non sono messi nella condizione di sviluppare capacità di scelta consapevole e di discernimento, finendo spesso per venire irretiti nelle fitte maglie della criminalità organizzata;
per tale motivo, appare cruciale l'adozione di una strategia educativa primariamente preventiva, piuttosto che repressiva, che educhi alla cultura democratica, veicolando una presa di coscienza collettiva sulla gravità e le caratteristiche del fenomeno mafioso. Il lavoro di prevenzione e quello culturale è altresì determinante per estirpare alla radice la cultura della violenza intimidatoria, estinguendone il fenomeno;
a tal fine, occorre offrire alle giovani generazioni l'esempio di miti positivi, educando alla critica e all'autonomia di giudizio, per impedire che queste emulino comportamenti mafiosi che segnino negativamente il loro percorso di vita;
nonostante lo Stato italiano si sia dotato di un'ampia legislazione in materia, in particolare attraverso l'emanazione del codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione, di cui al decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 159, nonché tramite l'istituzione della Commissione bicamerale d'inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, il nostro sistema educativo appare ad oggi manchevole in relazione a questo delicato aspetto,
impegna il Governo:
a valutare, tra gli ambiti tematici della materia educazione civica, l'opportunità di introdurre, nelle scuole primarie e secondarie, nell'area storico sociale, l'insegnamento della storia del contrasto del fenomeno mafioso, definendone i contenuti sulla base delle diverse forme di organizzazione criminale, che hanno trovato coraggiosa ed esemplare opposizione negli ambiti istituzionali, civili, dell'informazione, della pedagogia religiosa e del sapere;
a valutare l'opportunità di coinvolgere gli studenti in un percorso formativo di riflessione sulle cause, sulla portata, sull'attrattività del fenomeno mafioso nel suo complesso e fornire loro modelli di riferimento e di vita alternativi, quali le esperienze dell'antimafia, insistendo sull'importanza della conoscenza del problema e dell'elaborazione intellettuale e artistica quali strumenti più efficaci per l'affermazione della cultura dei diritti.
9/682-A/1. Nesci, Sabrina De Carlo.
La Camera,
premesso che:
la proposta in titolo è il testo unificato delle proposte di legge di iniziativa parlamentare A.C. 682 e abbinate, elaborato dal comitato ristretto, e approvato dalla VII Commissione nella seduta del 18 aprile 2019. Si tratta dunque di un testo di sintesi delle numerose proposte sul tema dell'educazione civica, che raccoglie la richiesta di considerare parte integrante della formazione dei discenti tutte le tematiche che rientrano come elementi per la formazione di cittadini attivi e consapevoli;
in particolare si abroga l'articolo 1 del decreto-legge n. 137 del 2008, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 169 del 30 ottobre 2008, che ha introdotto l'insegnamento di Cittadinanza e Costituzione, attivato a partire dall'a.s. 2008/2009 e che comprendeva la predisposizione di iniziative di sensibilizzazione e di formazione del personale al fine di favorire l'acquisizione nel primo e nel secondo ciclo di istruzione delle conoscenze e delle competenze nell'ambito delle aree storico-geografica e storico-sociale, all'interno del monte ore complessivo previsto per le stesse;
le linee guida del MIUR, adottate in applicazione dell'articolo 1 del decreto-legge n. 137 del 2008, sollecitavano le scuole ad approfondire temi, valori e regole a fondamento della convivenza civile e ad inserirli, per quanto possibile, nella programmazione degli interventi formativi. Tale orientamento, teso ad integrare nella formazione tutti gli aspetti che formano un cittadino consapevole, viene raccolto in eredità anche dalla proposta oggi in discussione;
tenuto conto che:
l'educazione e la conoscenza relativa alle caratteristiche sociali, economiche e storiche del fenomeno mafioso e delle caratteristiche radicate nel nostro Paese a minaccia della dimensione di legalità, rappresentano un punto essenziale nel cammino formativo dei nostri giovani, perché facciano della lotta alle forme di criminalità organizzata e all'illegalità un tratto caratteristico della loro quotidianità;
la scuola, in qualità di comunità di riferimento per gli studenti, deve essere rafforzata nella sua essenza di primo presidio territoriale attivo nel contrasto alle mafie e nella piena diffusione del principio guida della legalità in tutte le sue forme, ed è il perfetto trait d'union tra la dimensione di azione locale diffusa è l'attività di livello istituzionale di contrasto alla mafia e promozione di un modello di sviluppo basato sulla legalità;
la scuola permette, quindi, di trasmettere ed ampliare la conoscenza dell'attività costante di lotta alla mafia intesa come multilivello, sia istituzionale con lo studio della legislazione antimafia a cui lo Stato ha dato vita, sia sociale con la diffusione della conoscenza delle buone pratiche messe in atto da chi opera nell'antimafia sociale,
impegna il Governo:
ad inserire chiaramente nelle Linee Guida per l'insegnamento dell'educazione civica emanate con decreto del Ministro dell'istruzione dell'università e della ricerca di cui all'articolo 3 della presente proposta di legge, la necessità di dedicare adeguata attenzione al tema della lotta alla mafia ed alla conoscenza delle buone pratiche dell'antimafia sociale, come elemento fondante della formazione e del bagaglio culturale dei cittadini consapevoli di domani;
a valutare, ai fini di cui al paragrafo precedente, l'opportunità di istituire una anagrafe dell'antimafia, che includa associazioni, progetti implementati ed operatori. Tale strumento, utilizzato anche dalle scuole come bacino da cui attingere per identificare le migliori pratiche da diffondere, ha come obiettivo quello di dare forma ad uno strumento di memoria collettiva dell'antimafia sociale; esso potrà da un lato valorizzare l'attività di quegli operatori che fanno dell'antimafia un impegno costante e trasparente – descrivendo il reale impatto dei loro progetti – e dall'altro tutelare i soggetti che utilizzano tale strumento permettendo loro di avere informazioni limpide circa l'attività dei suddetti attori.
9/682-A/2. Lattanzio, Sabrina De Carlo.
La Camera,
premesso che:
la proposta in titolo è il testo unificato delle proposte di legge di iniziativa parlamentare A.C. 682 e abbinate, elaborato dal comitato ristretto, e approvato dalla VII Commissione nella seduta del 18 aprile 2019. Si tratta dunque di un testo di sintesi delle numerose proposte sul tema dell'educazione civica, che raccoglie la richiesta di considerare parte integrante della formazione dei discenti tutte le tematiche che rientrano come elementi per la formazione di cittadini attivi e consapevoli;
in particolare si abroga l'articolo 1 del decreto-legge n. 137 del 2008, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 169 del 30 ottobre 2008, che ha introdotto l'insegnamento di Cittadinanza e Costituzione, attivato a partire dall'a.s. 2008/2009 e che comprendeva la predisposizione di iniziative di sensibilizzazione e di formazione del personale al fine di favorire l'acquisizione nel primo e nel secondo ciclo di istruzione delle conoscenze e delle competenze nell'ambito delle aree storico-geografica e storico-sociale, all'interno del monte ore complessivo previsto per le stesse;
le linee guida del MIUR, adottate in applicazione dell'articolo 1 del decreto-legge n. 137 del 2008, sollecitavano le scuole ad approfondire temi, valori e regole a fondamento della convivenza civile e ad inserirli, per quanto possibile, nella programmazione degli interventi formativi. Tale orientamento, teso ad integrare nella formazione tutti gli aspetti che formano un cittadino consapevole, viene raccolto in eredità anche dalla proposta oggi in discussione;
tenuto conto che:
l'educazione e la conoscenza relativa alle caratteristiche sociali, economiche e storiche del fenomeno mafioso e delle caratteristiche radicate nel nostro Paese a minaccia della dimensione di legalità, rappresentano un punto essenziale nel cammino formativo dei nostri giovani, perché facciano della lotta alle forme di criminalità organizzata e all'illegalità un tratto caratteristico della loro quotidianità;
la scuola, in qualità di comunità di riferimento per gli studenti, deve essere rafforzata nella sua essenza di primo presidio territoriale attivo nel contrasto alle mafie e nella piena diffusione del principio guida della legalità in tutte le sue forme, ed è il perfetto trait d'union tra la dimensione di azione locale diffusa è l'attività di livello istituzionale di contrasto alla mafia e promozione di un modello di sviluppo basato sulla legalità;
la scuola permette, quindi, di trasmettere ed ampliare la conoscenza dell'attività costante di lotta alla mafia intesa come multilivello, sia istituzionale con lo studio della legislazione antimafia a cui lo Stato ha dato vita, sia sociale con la diffusione della conoscenza delle buone pratiche messe in atto da chi opera nell'antimafia sociale,
impegna il Governo:
a dedicare, nelle Linee Guida per l'insegnamento dell'educazione civica emanate con decreto del Ministro dell'istruzione dell'università e della ricerca di cui all'articolo 3 della presente proposta di legge, adeguata attenzione al tema della lotta alla mafia ed alla conoscenza delle buone pratiche dell'antimafia sociale, come elemento fondante della formazione e del bagaglio culturale dei cittadini consapevoli di domani;
a valutare, ai fini di cui al paragrafo precedente, l'opportunità di istituire una anagrafe dell'antimafia, che includa associazioni, progetti implementati ed operatori. Tale strumento, utilizzato anche dalle scuole come bacino da cui attingere per identificare le migliori pratiche da diffondere, ha come obiettivo quello di dare forma ad uno strumento di memoria collettiva dell'antimafia sociale; esso potrà da un lato valorizzare l'attività di quegli operatori che fanno dell'antimafia un impegno costante e trasparente – descrivendo il reale impatto dei loro progetti – e dall'altro tutelare i soggetti che utilizzano tale strumento permettendo loro di avere informazioni limpide circa l'attività dei suddetti attori.
9/682-A/2. (Testo modificato nel corso della seduta) Lattanzio, Sabrina De Carlo.
La Camera,
premesso che:
all'articolo 2 si introduce l'insegnamento dell'educazione civica nel primo e nel secondo ciclo di istruzione mentre il comma 3 del medesimo articolo ne specifica il monte ore annuale per ciascun anno di corso, non inferiore a 33 ore annue, da svolgersi nell'ambito del quadro orario obbligatorio previsto dagli ordinamenti vigenti, utilizzando le risorse dell'organico dell'autonomia;
dall'introduzione di un'ora settimanale di educazione civica nell'ambito del quadro orario generale – oggetto delle valutazioni periodiche e finali previste dal decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 62, e dal decreto del Presidente della Repubblica 22 giugno 2009, n. 122 – non devono derivare incrementi o modifiche dell'organico del personale scolastico, né ore di insegnamento eccedenti rispetto all'orario obbligatorio previsto dagli ordinamenti vigenti;
già la legge 30 ottobre 2008 n. 169 ha introdotto a decorrere dall'anno scolastico 2008/09 una sperimentazione nazionale nel primo e nel secondo ciclo di istruzione finalizzata all'acquisizione da parte degli studenti delle conoscenze relative a «Cittadinanza e Costituzione» nei limiti delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente e senza valutazione autonoma della disciplina;
la conoscenza della Costituzione italiana, dei principi di legalità, della cittadinanza attiva e digitale, della sostenibilità ambientale del diritto alla salute e al benessere della persona intese come insegnamento trasversale richiedono l'introduzione di una disciplina autonoma con pari dignità rispetto a tutte le altre materie curricolari. Al riguardo si rileva come tale insegnamento sia indispensabile alla formazione di cittadini italiani e comunitari, consapevoli dei propri diritti e dei propri doveri, informati ai principi costituzionali per un investimento nelle future generazioni in termini di consapevolezza rispetto ai beni di tutti e rispetto alle norme comportamentali, per l'acquisizione di una cultura del rispetto e della democrazia partecipata,
impegna il Governo:
a dedicare valutare l'opportunità di individuare in futuri provvedimenti legislativi, adeguate risorse economiche aggiuntive, nei limiti delle risorse finanziarie disponibili, in grado di avviare un percorso di insegnamento strutturato in aggiunta all'orario curricolare esistente e, consequenzialmente, un incremento dell'offerta formativa;
a valutare l'opportunità di razionalizzare l'utilizzo delle risorse umane a disposizione nell'organico dell'autonomia, con particolare riferimento ai docenti abilitati all'insegnamento del diritto.
9/682-A/3. De Lorenzo, Sabrina De Carlo.
La Camera,
premesso che:
il provvedimento in esame prevede che all'articolo 1 del decreto-legge 1o settembre 2008, n. 137, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 ottobre 2008, n. 169, il comma 1 sia sostituito dal seguente: « 1. A decorrere dall'anno scolastico 2018/2019, l'insegnamento dell'educazione civica è attivato come materia curricolare nelle scuole primarie e secondarie di primo e di secondo grado con un monte ore annuale di 33 ore»;
l'insegnamento dell'educazione civica, previsto dalle disposizioni di cui all'articolo 1, è affidato ai docenti dell'area storico-geografica nelle scuole primarie e secondarie di primo grado e ai docenti dell'area economico-giuridica nelle scuole secondarie di secondo grado;
le competenze relative all'area storica riguardano, di fatto, la capacità di percepire gli eventi storici nella loro dimensione locale, nazionale, europea e mondiale e di collocarli secondo le coordinate spazio-temporali, cogliendo nel passato le radici del presente;
il decreto ministeriale n. 254 del 2012, reca le indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell'infanzia e del primo ciclo di istruzione. I traguardi per lo sviluppo delle competenze al termine della scuola primaria per la disciplina di Storia valorizzano la storia del territorio, in quanto l'alunno dovrà riconoscere «elementi significativi del passato dei suo ambiente di vita» e riconoscere ed esplorare «in modo via via più approfondito le tracce storiche presenti nel territorio e comprendere l'importanza del patrimonio artistico e culturale.»;
nella scuola secondaria di primo grado i traguardi per lo sviluppo delle competenze valorizzano la conoscenza della storia locale, in particolare tra gli obiettivi di apprendimento previsti al termine della classe terza si ha quello di «collocare la storia locale in relazione con la storia italiana, europea, mondiale»;
nei Regolamenti che contengono in allegato i rispettivi PECUP (Profilo educativo culturale e professionale dello studente) e nelle Indicazioni nazionali e nelle Linee Guida si fa riferimento, direttamente o indirettamente, alla storia locale in rapporto a quella nazionale, europea e mondiale;
in considerazione della legge sull'autonomia scolastica (legge n. 59 del 1997, in particolare l'articolo 21) e del Regolamento (decreto del Presidente della Repubblica 8 marzo 1999, n. 275), la vigente normativa relativa al primo e al secondo ciclo di istruzione consente alle istituzioni scolastiche di integrare la quota nazionale obbligatoria con quella riservata alle istituzioni scolastiche nella misura massima del 20 per cento del curricolo. Pertanto, ciascuna istituzione scolastica, nella propria autonomia, può integrare il proprio curricolo con ulteriori interventi per l'insegnamento della storia locale;
al fine di soddisfare esigenze connesse con la tutela e la valorizzazione del patrimonio storico artistico,
impegna il Governo:
nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica, a valutare l'opportunità di prevedere, anche in successivi interventi normativi, opportune misure finalizzate ad introdurre, per legge, tra gli ambiti tematici della materia educazione civica, un monte ore minimo annuale dedicato all'insegnamento della storia locale nei programmi scolastici attivato come materia curricolare a decorrere dall'anno scolastico 2019/2020 nelle scuole primarie e secondarie di primo e di secondo grado;
a valutare l'opportunità di promuovere l'adozione di libri di testo che contemplino la storia locale, nel rispetto della libertà di insegnamento e dell'autonomia scolastica.
9/682-A/4. Galantino, Sabrina De Carlo.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 3 del provvedimento in esame, nella parte che riguarda lo sviluppo delle competenze e gli obiettivi di apprendimento, pur prevedendo diverse aree che vanno dalla Costituzione all'agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, dall'educazione alla cittadinanza digitale agli elementi fondamentali di diritto e del diritto del lavoro, all'educazione ambientale e all'educazione alla legalità, alla valorizzazione del patrimonio culturale, non prevede l'educazione alla cultura dello spettacolo dal vivo — di prosa e musicale — del cinema e delle arti visive;
è di grande importanza formativa la secolare tradizione italiana nell'ambito della drammaturgia, della composizione scenica e dell'interpretazione attoriale;
non è superfluo ricordare il ruolo di punta e guida svolto dalla cultura italiana dello spettacolo in Europa, a partire dalla metà del XVI secolo con il teatro dell'Arte; e quindi nel XIX secolo con l'influenza mondiale del nostro teatro musicale e dei grandi attori: Tommaso Salvini, Adelaide Ristori, Ernesto Rossi, Eleonora Duse; e infine nel novecento della regia italiana per il teatro e il cinema: Strehler, Visconti, Squarzina, Zeffirelli, Rossellini, De Sica, Fellini, Rosi, Montaldo, Petri, Bellocchio, Tornatore, Sorrentino...; dei nostri attori di formazione teatrale resi ancora più popolari dal cinema: Aldo Fabrizi, Totò, Marcello Mastroianni, Vittorio Gassman, Sofia Loren, Gian Maria Volontè, Giancarlo Giannini, Mariangela Melato... influenze tutte di valore internazionali, espressioni della più creativa e singolare identità nazionale, campo aperto e fertile di valori umanistici, modelli di ricerca e sperimentazione, attraverso i linguaggi dello spettacolo, per un più ampio progresso della coscienza civica nazionale,
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di introdurre, tra gli ambiti tematici della materia educazione civica, l'educazione al teatro e al cinema, quale patrimonio identitario di cui non è possibile fare a meno in una moderna formazione culturale.
9/682-A/5. Acunzo, Sabrina De Carlo.
La Camera,
premesso che:
il provvedimento in titolo si prefigge l'introduzione dell'insegnamento dell'educazione civica nel primo e nel secondo ciclo di istruzione e l'avvio di iniziative di sensibilizzazione al tema della cittadinanza responsabile nella scuola dell'infanzia e si dispone che da tale assunto non debbano derivare incrementi o modifiche dell'organico del personale scolastico e a tal fine, per l'insegnamento dell'educazione civica, è previsto l'utilizzo delle sole risorse dell'organico dell'autonomia;
l'insegnamento della materia sarà affidato, anche in contitolarità, a docenti della classe e, in particolare, ove disponibili, a docenti abilitati all'insegnamento delle discipline giuridiche ed economiche;
ciò penalizzerebbe alquanto la qualità e la pregnanza dei contenuti che verrebbero affidati a docenti curricolari non specificamente formati a ciò in luogo dei docenti della classe di concorso A046 (scienze giuridiche ed economiche),
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di prevedere, con l'adozione di provvedimenti successivi, nell'ambito delle risorse finanziarie disponibili a legislazione vigente, le misure finalizzate ad assegnare alla specifica classe di concorso l'insegnamento della materia «educazione civica».
9/682-A/6. Alaimo.
La Camera,
premesso che:
il testo unificato delle proposte di legge in discussione prevede l'introduzione dell'insegnamento trasversale dell'educazione civica nel primo e nel secondo ciclo di istruzione e l'avvio di iniziative di sensibilizzazione alla cittadinanza responsabile nella scuola dell'infanzia;
la proposta di legge nasce da una volontà comune e trasversale di tutti i Gruppi parlamentari;
nella scorsa legislatura, i precedenti Governi, hanno rafforzato il senso delle competenze civiche di cittadinanza, con l'intento che il ruolo della scuola deve anche essere quello di trasmettere un chiaro e forte pensiero critico per aiutare i giovani a crescere da cittadini;
l'articolo 1, comma 7, lettera d), della legge n. 107 del 2015 (cosiddetta Buona scuola) ha inserito fra gli obiettivi del potenziamento dell'offerta formativa lo sviluppo delle competenze in materia di cittadinanza attiva e democratica attraverso la valorizzazione dell'educazione interculturale e alla pace, il rispetto delle differenze e il dialogo tra le culture, il sostegno dell'assunzione di responsabilità nonché della solidarietà e della cura dei beni comuni e della consapevolezza dei diritti e dei doveri;
inoltre, l'articolo 2, comma 4, del decreto legislativo n. 62 del 2017 – emanato sulla base dell'articolo 1, commi 180 e 181, lettera i), della stessa legge n. 107 del 2015 e recante norme in materia di valutazione e certificazione delle competenze nel primo ciclo ed esami di Stato – ha disposto che nell'ambito del primo ciclo sono oggetto di valutazione le attività svolte nell'ambito di Cittadinanza e Costituzione. Ciò si è applicato già dall'anno scolastico 2017-2018;
la clausola di invarianza finanziaria, di cui all'articolo 12, minimizza i contenuti del provvedimento;
appare necessario, affinché risulti credibile l'iniziativa, reperire risorse adeguate;
considerati i contenuti del provvedimento fondamentali per la crescita dei nostri studenti,
impegna il Governo
a reperire risorse adeguate, necessarie ad investire sulla formazione ad hoc degli insegnanti e un orario curriculare dedicato all'insegnamento dell'educazione civica.
9/682-A/7. Prestipino, Ascani, Piccoli Nardelli, Ciampi, Rossi, Di Giorgi, Anzaldi, Franceschini.
La Camera,
premesso che:
il testo unificato delle proposte di legge in discussione prevede l'introduzione dell'insegnamento trasversale dell'educazione civica nel primo e nel secondo ciclo di istruzione e l'avvio di iniziative di sensibilizzazione alla cittadinanza responsabile nella scuola dell'infanzia;
la proposta di legge nasce da una volontà comune e trasversale di tutti i Gruppi parlamentari;
nella scorsa legislatura, i precedenti Governi, hanno rafforzato il senso delle competenze civiche di cittadinanza, con l'intento che il ruolo della scuola deve anche essere quello di trasmettere un chiaro e forte pensiero critico per aiutare i giovani a crescere da cittadini;
l'articolo 1, comma 7, lettera d), della legge n. 107 del 2015 (cosiddetta Buona scuola) ha inserito fra gli obiettivi del potenziamento dell'offerta formativa lo sviluppo delle competenze in materia di cittadinanza attiva e democratica attraverso la valorizzazione dell'educazione interculturale e alla pace, il rispetto delle differenze e il dialogo tra le culture, il sostegno dell'assunzione di responsabilità nonché della solidarietà e della cura dei beni comuni e della consapevolezza dei diritti e dei doveri;
inoltre, l'articolo 2, comma 4, del decreto legislativo n. 62 del 2017 – emanato sulla base dell'articolo 1, commi 180 e 181, lettera i), della stessa legge n. 107 del 2015 e recante norme in materia di valutazione e certificazione delle competenze nel primo ciclo ed esami di Stato – ha disposto che nell'ambito del primo ciclo sono oggetto di valutazione le attività svolte nell'ambito di Cittadinanza e Costituzione. Ciò si è applicato già dall'anno scolastico 2017-2018;
la clausola di invarianza finanziaria, di cui all'articolo 12, minimizza i contenuti del provvedimento;
appare necessario, affinché risulti credibile l'iniziativa, reperire risorse adeguate;
considerati i contenuti del provvedimento fondamentali per la crescita dei nostri studenti,
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di aggiornare, tempestivamente, il piano nazionale di formazione dei docenti, inserendovi le iniziative formative più opportune in materia di educazione civica, nonché di reperire, tenuto conto dei vincoli della finanza pubblica, ulteriori risorse da destinare alla piena attuazione degli obiettivi della presente legge.
9/682-A/7. (Testo modificato nel corso della seduta) Prestipino, Ascani, Piccoli Nardelli, Ciampi, Rossi, Di Giorgi, Anzaldi, Franceschini.
La Camera,
premesso che:
il provvedimento in esame istituisce l'insegnamento scolastico dell'educazione civica al fine di formare cittadini responsabili e attivi e a promuovere la partecipazione piena e consapevole alla vita civica, culturale e sociale delle comunità, nel rispetto delle regole, dei diritti e dei doveri;
la terza indagine internazionale sull'educazione civica e per la cittadinanza International civic and citizenship education study (ICCS) promossa dalla IEA, che si è posta l'obiettivo di identificare ed esaminare, all'interno di una dimensione comparativa, i modi in cui i giovani vengono preparati a svolgere in modo attivo il proprio ruolo di cittadini in società democratiche, ha rilevato che in Italia l'educazione alle competenze sociali ed emotive rappresenta il «pezzo mancante» dei curricula scolastici e della formazione degli insegnanti;
l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), rivedendo il proprio concetto di prevenzione in senso formativo, piuttosto che igienico-sanitario, ha optato per il termine Skills for Life 15, emanando un documento programmatico intenzionalmente rivolto ai sistemi educativi formali, all'interno del quale si sottolinea il ruolo della scuola nel fornire le competenze utili per «mettersi in relazione con gli altri e per affrontare i problemi, le pressioni e gli stress della vita quotidiana»;
ancora, l'OMS ha dichiarato la correlazione tra il gap di queste competenze ed i rischi sanitari specifici: «La mancanza di tali skills socio-emotive può causare, in particolare nei giovani, l'instaurarsi di comportamenti negativi e a rischio in risposta allo stress: tentativi di suicidio, tossicodipendenza, fumo, alcolismo»;
nel mondo del lavoro, l'intelligenza emotiva sta conquistando sempre più considerazione: è stata infatti inserita tra le prime dieci competenze richieste entro il 2020 dal World economic forum, e lo studio Workplace Trend 2018, condotto dal gruppo Sodexo, mostra che il 34 per cento degli head-hunters ricerca e valuta positivamente questa capacità nelle selezioni lavorative,
impegna il Governo
ad assumere iniziative volte a promuovere, nell'ambito dell'educazione civica, l'educazione sociale e all'intelligenza emotiva in classe, affinché gli studenti delle scuole di ogni ordine e grado possano sviluppare le proprie capacità sociali, imparino a riconoscere e verbalizzare le emozioni, a controllarle, a prevenire e risolvere i conflitti.
9/682-A/8. Bellucci, Frassinetti, Mollicone.
La Camera,
premesso che:
all'articolo 1, sono indicati i princìpi su cui si basa la proposta di legge e si evidenzia che con l'introduzione dell'educazione civica è possibile formare cittadini responsabili e attivi e promuovere la partecipazione piena e consapevole alla vita civica, culturale e sociale delle comunità, nel rispetto delle regole, dei diritti e dei doveri. Si evidenzia, altresì, che attraverso l'insegnamento dell'educazione civica è possibile sviluppare, nelle istituzioni scolastiche, la conoscenza della Costituzione italiana e delle istituzioni dell'Unione europea per sostanziare, in particolare, la condivisione e la promozione dei principi di legalità, cittadinanza attiva e digitale, sostenibilità ambientale, diritto alla salute e al benessere della persona;
all'articolo 2, si introduce l'insegnamento dell'educazione civica nel primo e nel secondo ciclo di istruzione, al fine di favorire la conoscenza e la comprensione delle strutture e dei profili sociali, economici, giuridici, civici e ambientali della società. Al comma 3 del medesimo articolo è specificato che il monte ore annuale per ciascun anno di corso, non inferiore a 33 ore annue, deve essere svolto nell'ambito del monte orario obbligatorio previsto dagli ordinamenti vigenti, utilizzando le risorse dell'organico dell'autonomia. Al comma 4, inoltre, è previsto che l'insegnamento dell'educazione civica sia affidato ai docenti abilitati all'insegnamento delle discipline giuridiche ed economiche, ove disponibili nell'ambito dell'organico dell'autonomia;
all'articolo 11, infine, in vista di un'eventuale modifica dei quadri orari che aggiunga l'ora di insegnamento di educazione civica, è previsto che il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca presenti con cadenza biennale alle Camere una relazione sull'attuazione della legge in discorso,
impegna il Governo
ad attuare un censimento dei posti dell'organico dell'autonomia al fine di favorire una migliore ridistribuzione dei docenti abilitati all'insegnamento delle discipline giuridiche ed economiche ai quali è affidato l'insegnamento dell'educazione civica.
9/682-A/9. Gallo, Carbonaro, Villani, Barbuto, Frate, Acunzo, Sabrina De Carlo.
La Camera,
premesso che:
il provvedimento in esame interviene a disciplinare l'insegnamento dell'educazione civica nella scuola primaria e secondaria al fine di formare cittadini responsabili e attivi e di promuovere in tal modo la partecipazione consapevole dei giovani alla vita civica, culturale e sociale delle comunità;
il provvedimento, nell'ambito dell'insegnamento trasversale dell'educazione civica, comprende l'educazione alla cittadinanza digitale che appare passaggio fondamentale in considerazione del fatto che l'utilizzo di Internet, dei social e dei nuovi mezzi d'informazione e comunicazione comporta specifiche ricadute sulle modalità e sui contenuti di esercizio e di godimento dei diritti e delle libertà, sulle forme di partecipazione alla vita democratica nonché sui corrispondenti doveri e responsabilità;
il nuovo scenario disegnato dall'accesso alla rete, che consente un rapporto più interattivo e senza intermediazioni tra cittadini e istituzioni, impone quindi interventi mirati di tutela ma soprattutto di individuazione di strumenti in grado di formare soggetti in grado di distinguere e individuare notizie false, meccanismi manipolatori e modalità demagogiche per un esercizio consapevole dei diritti, delle libertà, dei doveri e della democrazia;
i processi di apprendimento sono processi cumulativi, ogni tappa influenza il percorso successivo e quello globale;
il digital divide presente nella scuola tra classe docente e studentesse e studenti chiede quanto prima un'assunzione di responsabilità e interventi mirati di formazione per i docenti delle scuole di ogni ordine e grado, con particolare attenzione agli insegnanti della scuola per l'infanzia e primaria, affinché acquisiscano le necessarie conoscenze in materia di pensiero computazionale e del coding quale nuova metodologia didattica,
impegna il Governo
a definire nel più breve tempo possibile e anche a partire dal prossimo anno scolastico, un piano obbligatorio di formazione dei docenti sull'innovazione digitale per lo sviluppo delle competenze di didattica digitale, per promuovere la cultura digitale, la conoscenza e lo sviluppo del pensiero computazionale, della creatività digitale, dell'alfabetizzazione ai linguaggi delle tecnologie.
9/682-A/10. Aprea.
La Camera,
premesso che:
il provvedimento in esame interviene a disciplinare l'insegnamento dell'educazione civica nella scuola primaria e secondaria al fine di formare cittadini responsabili e attivi e di promuovere in tal modo la partecipazione consapevole dei giovani alla vita civica, culturale e sociale delle comunità;
il provvedimento, nell'ambito dell'insegnamento trasversale dell'educazione civica, comprende l'educazione alla cittadinanza digitale che appare passaggio fondamentale in considerazione del fatto che l'utilizzo di Internet, dei social e dei nuovi mezzi d'informazione e comunicazione comporta specifiche ricadute sulle modalità e sui contenuti di esercizio e di godimento dei diritti e delle libertà, sulle forme di partecipazione alla vita democratica nonché sui corrispondenti doveri e responsabilità;
il nuovo scenario disegnato dall'accesso alla rete, che consente un rapporto più interattivo e senza intermediazioni tra cittadini e istituzioni, impone quindi interventi mirati di tutela ma soprattutto di individuazione di strumenti in grado di formare soggetti in grado di distinguere e individuare notizie false, meccanismi manipolatori e modalità demagogiche per un esercizio consapevole dei diritti, delle libertà, dei doveri e della democrazia;
i processi di apprendimento sono processi cumulativi, ogni tappa influenza il percorso successivo e quello globale;
il digital divide presente nella scuola tra classe docente e studentesse e studenti chiede quanto prima un'assunzione di responsabilità e interventi mirati di formazione per i docenti delle scuole di ogni ordine e grado, con particolare attenzione agli insegnanti della scuola per l'infanzia e primaria, affinché acquisiscano le necessarie conoscenze in materia di pensiero computazionale e del coding quale nuova metodologia didattica,
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di definire nel più breve tempo possibile e anche a partire dal prossimo anno scolastico, un piano obbligatorio di formazione dei docenti sull'innovazione digitale per lo sviluppo delle competenze di didattica digitale, per promuovere la cultura digitale, la conoscenza e lo sviluppo del pensiero computazionale, della creatività digitale, dell'alfabetizzazione ai linguaggi delle tecnologie.
9/682-A/10. (Testo modificato nel corso della seduta) Aprea.
La Camera,
premesso che:
il provvedimento in esame reca norme in materia di introduzione dell'insegnamento dell'educazione civica nelle scuole di ogni ordine e grado;
la scuola rappresenta in primo luogo esposto all'esplosione di ansie e attese e affronta le contraddizioni e i malesseri delle studentesse e degli studenti che molto spesso sono sintomo di disagio e nascondono senso di inadeguatezza, di non accoglimento, di distanza e diversità;
l'insegnamento dell'educazione civica rappresenta una priorità in merito alla quale il provvedimento in esame disegna la cornice all'interno della quale è necessario introdurre contenuti volti allo sviluppo dell'educazione alla cittadinanza attiva, all'uso degli strumenti informatici e dei telefoni mobili al fine di permettere alle ragazze e ai ragazzi di orientarsi in una realtà che si fa ogni giorno più complessa senza farsi ingannare, con consapevolezza, sviluppando autonomia di giudizio e con capacità di individuare obiettivi;
la globalizzazione, la tecnologia, l'accesso a una ingente quantità di dati tramite la rete, il dominio dei social media, l'affermazione dell'intelligenza digitale, impone di dedicare particolare attenzione all'accesso all'informazione, alla necessità di fornire ragazze e ragazzi delle competenze e degli strumenti che li rendano in grado di ricercare le fonti, di sviluppare pensiero critico, di elaborare informazioni e di accedere alle notizie con capacità di discernimento,
impegna il Governo
nell'ambito dell'attuazione del provvedimento in esame, al fine di costruire un tessuto connettivo e comunitario compatto e solido, a prevedere specifiche attività di informazione e formazione direttamente legate al diritto all'informazione, alla lettura e alla comprensione del messaggio giornalistico, al corretto uso non distorto dell'informazione anche promuovendo la costituzione di testate giornalistiche studentesche.
9/682-A/11. Casciello.
La Camera,
premesso che:
l'obiettivo che si propone il provvedimento in esame è quello di introdurre l'insegnamento trasversale dell'educazione civica come materia autonoma, al fine di formare cittadini responsabili e attivi e di promuovere la partecipazione piena e consapevole alla vita civica, culturale e sociale delle comunità, nel rispetto delle regole, dei diritti e dei doveri;
l'Associazione dei comuni italiani ha collaborato attivamente all'obiettivo dell'approvazione di un provvedimento condiviso portando come contributo un proprio testo, frutto della raccolta di oltre 100 mila firme, quale segnale inconfondibile di quanto costituisse sentimento comune ed esigenza improrogabile un intervento in materia;
il tema della promozione della salute e del benessere, inserito all'interno di questo insegnamento, trova la sua ragion d'essere nei dati preoccupanti su inattività fisica, stili di vita sedentari, cattiva alimentazione ed obesità infantile che richiedono l'adozione di misure, anche di natura informativa, al fine di contribuire alla costruzione nelle ragazze e nei ragazzi, sia della consapevolezza dei rischi per la salute legati a tali comportamenti, sia dell'importanza di come attraverso la propria azione si possa contribuire alla garanzia di una migliore qualità di vita e di una migliore cura del territorio e delle sue risorse;
a livello locale, nei singoli territori, sono alte le aspettative nei confronti delle disposizioni approvate e in tal senso appare estremamente importante la scelta della commissione di inserire nel testo, all'articolo 8, la possibilità che le amministrazioni comunali possano, accanto agli istituti scolastici, promuovere iniziative complementari a supporto dell'azione svolta in ambito scolastico, al fine di accrescere il senso di responsabilità nel rapporto intergenerazionale con tutti i concittadini e di sperimentare con gli studenti simulazioni di attività istituzionali e di governo a livello locale, di natura politica e amministrativa;
appare di fondamentale importanza anche la previsione della costituzione di reti, anche di durata pluriennale, con altri soggetti istituzionali, con il mondo del volontariato e del terzo settore, con particolare riguardo a quelli impegnati nella promozione della cittadinanza attiva;
lo scorso 23 aprile ANCI ed ANA, l'associazione degli alpini, hanno siglato un protocollo d'intesa in materia di protezione civile, sicurezza urbana e valorizzazione della cultura e della memoria storica dei territori che hanno avuto come protagonisti gli alpini che, con riguardo alla formazione nelle scuole delle nuove generazioni, prevede attività di divulgazione su temi e vicende storiche riguardanti gli alpini e sul senso civico e la cura dei beni pubblici,
impegna il Governo
a rafforzare, nell'ambito dell'attuazione del provvedimento approvato, la collaborazione e il coinvolgimento delle amministrazioni comunali, anche tramite la sottoscrizione di protocolli sul modello di quello sottoscritto con l'Associazione Nazionale Alpini, per costruire modelli positivi di cittadinanza, per potenziare il legame delle scuole con i territori, per realizzare una società più equa e armonica, più accogliente e sostenibile per le giovani generazioni, con l'ausilio e la forza importante delle amministrazioni comunali e dei loro sindaci.
9/682-A/12. Pella.
La Camera,
premesso che:
il presente provvedimento si prefigge l'introduzione dell'insegnamento dell'educazione civica nel primo e nel secondo ciclo di istruzione e l'avvio di iniziative di sensibilizzazione al tema della cittadinanza responsabile nella scuola dell'infanzia e va ad abrogare, per tale motivo anche l'articolo 1 del decreto-legge n. 137 del 2008 (legge n. 169 del 2008), che ha introdotto l'insegnamento di Cittadinanza e Costituzione;
le competenze civiche, sociali e digitali figurano tra le otto competenze chiave per l'apprendimento permanente individuate dalla raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio dell'UE del 18 dicembre del 2006 (2006/962/CE);
con tali competenze si intende promuovere equità, coesione sociale e cittadinanza attiva grazie all'educazione scolastica che sono i principali obiettivi individuati dal Consiglio su un quadro strategico per la cooperazione europea nel settore dell'istruzione e della formazione fin dal maggio 2009;
per promuovere una maggiore equità, coesione sociale e cittadinanza attiva bisognerebbe prevedere, nel nostro sistema scolastico, una maggiore inclusione e integrazione, favorendo il potenziamento e recupero linguistico degli alunni stranieri e consentendo in tal modo una più veloce integrazione;
altro importante elemento che consentirebbe una educazione alla cittadinanza attiva sarebbe l'inserimento degli alunni, a partire dalla scuola secondaria di primo grado e fino alla conclusione dei ciclo di studi, in progetti di volontariato attivo presso istituzioni locali e associazioni di volontariato riconosciute e operanti sul territorio;
il provvedimento detta specifiche misure in materia di educazione alla cittadinanza digitale al fine di dotare le studentesse e gli studenti delle adeguate competenze e conoscenze in merito all'uso e al potenziale abuso degli strumenti digitali, del social e al fine di formarli in merito alle basilari norme comportamentali da osservare nell'uso della rete, in difesa di sé e nel rispetto degli altri,
impegna il Governo:
a valutare gli effetti applicativi della disciplina in esame al fine di adottare ulteriori iniziative normative volte a far sì che l'insegnamento della Cittadinanza digitale sia attribuito ai docenti con abilitazione all'insegnamento di laboratorio di informatica in possesso di laurea, che ne facciano domanda se di ruolo, affinché tale insegnamento sia affidato a personale docente appositamente specializzato;
a valutare l'opportunità di rendere obbligatorio, per gli alunni della secondaria percorsi di volontariato tramite associazioni ed enti locali, con particolare attenzione alle iniziative volte a favorire una maggiore integrazione, coesione sociale e cittadinanza attiva da parte degli studenti stranieri.
9/682-A/13. Vietina.
La Camera,
premesso che:
il presente provvedimento si prefigge l'introduzione dell'insegnamento dell'educazione civica nel primo e nel secondo ciclo di istruzione e l'avvio di iniziative di sensibilizzazione al tema della cittadinanza responsabile nella scuola dell'infanzia e va ad abrogare, per tale motivo anche l'articolo 1 del decreto-legge n. 137 del 2008 (legge n. 169 del 2008), che ha introdotto l'insegnamento di Cittadinanza e Costituzione;
le competenze civiche, sociali e digitali figurano tra le otto competenze chiave per l'apprendimento permanente individuate dalla raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio dell'UE del 18 dicembre del 2006 (2006/962/CE);
con tali competenze si intende promuovere equità, coesione sociale e cittadinanza attiva grazie all'educazione scolastica che sono i principali obiettivi individuati dal Consiglio su un quadro strategico per la cooperazione europea nel settore dell'istruzione e della formazione fin dal maggio 2009;
per promuovere una maggiore equità, coesione sociale e cittadinanza attiva bisognerebbe prevedere, nel nostro sistema scolastico, una maggiore inclusione e integrazione, favorendo il potenziamento e recupero linguistico degli alunni stranieri e consentendo in tal modo una più veloce integrazione;
altro importante elemento che consentirebbe una educazione alla cittadinanza attiva sarebbe l'inserimento degli alunni, a partire dalla scuola secondaria di primo grado e fino alla conclusione dei ciclo di studi, in progetti di volontariato attivo presso istituzioni locali e associazioni di volontariato riconosciute e operanti sul territorio;
il provvedimento detta specifiche misure in materia di educazione alla cittadinanza digitale al fine di dotare le studentesse e gli studenti delle adeguate competenze e conoscenze in merito all'uso e al potenziale abuso degli strumenti digitali, del social e al fine di formarli in merito alle basilari norme comportamentali da osservare nell'uso della rete, in difesa di sé e nel rispetto degli altri,
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di promuovere, per tutti gli alunni della secondaria di secondo grado, percorsi di volontariato tramite associazioni ed enti locali, con particolare attenzione alle iniziative volte a favorire una maggiore integrazione, coesione sociale e cittadinanza attiva.
9/682-A/13. (Testo modificato nel corso della seduta) Vietina.
La Camera,
premesso che:
il provvedimento all'esame dell'Aula prevede l'introduzione dell'insegnamento dell'educazione civica nel primo e nel secondo ciclo di istruzione e l'avvio di iniziative di sensibilizzazione alla cittadinanza responsabile nella scuola dell'infanzia;
l'articolo 3 della presente proposta di legge stabilisce che, con decreto del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca – per la cui emanazione non è previsto un termine – sono definite le linee guida per l'insegnamento dell'educazione civica, che individuano specifici traguardi per lo sviluppo delle competenze e obiettivi specifici di apprendimento anche in riferimento all'educazione ambientale, lo sviluppo economico, la tutela del patrimonio ambientale, delle identità, delle produzioni e delle eccellenze territoriali e agroalimentari;
a tal proposito appare opportuno prevedere all'articolo 3 il riferimento alle eccellenze enogastronomiche italiane proprio perché si tratta di un ambito che caratterizza fortemente la cultura italiana complementare a quanto già previsto dal provvedimento,
impegna il Governo
a valutare le opportune iniziative al fine di prevedere che nelle linee guida per l'insegnamento dell'educazione civica sia previsto esplicito riferimento alle eccellenze enogastronomiche italiane.
9/682-A/14. Brunetta.
La Camera,
premesso che:
l'educazione emozionale è alla base della «relazione educativa» ed è finalizzata alla crescita, all'autonomia e allo sviluppo del linguaggio emotivo, sia nel bambino che nell'adulto;
anche l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) già da tempo ha elaborato una valutazione delle nuove competenze emotive e le abilità sociali degli studenti. Nel 1997, i paesi membri dell'OCSE hanno lanciato il Programma per la Valutazione Internazionale dello Studente (PISA), con l'obiettivo di monitorare in quale misura gli studenti vicini a completare la propria istruzione obbligatoria, avessero acquisito le conoscenze e le capacità essenziali ai fini di una piena partecipazione alla società;
dall'insegnamento dell'educazione emotiva a scuola possono derivare molteplici vantaggi quali il miglioramento dei comportamenti in classe, in quanto i bambini imparano a gestire le proprie emozioni e l'aggressività e soprattutto sono in grado di cercare e trovare soluzioni ai vari problemi quando si presentano. Se i bambini iniziano a capire, sin da piccoli, l'importanza di stare bene interiormente, se capiscono come gestire le emozioni anche negative, se riescono a riconoscere i propri talenti innati anche tramite il supporto degli insegnanti, sarà più facile avere una società di persone felici ed appagate;
numerosi studi internazionali pubblicati sull'argomento hanno confermato che questi programmi migliorano il rendimento scolastico del 13 per cento,
impegna il Governo
a promuovere l'introduzione dell'educazione emozionale tra gli ambiti tematici della materia educazione civica nelle scuole italiane.
9/682-A/15. Latini.
INTERPELLANZE URGENTI
Iniziative volte a garantire l'operatività dell'esonero contributivo previsto per favorire l'occupazione nel Mezzogiorno – 2-00366
A)
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, il Ministro per il sud, per sapere – premesso che:
secondo i dati Istat, il Mezzogiorno d'Italia ha registrato nel 2018 un tasso di disoccupazione pari al 18,4 per cento, quasi il triplo di quello rilevatosi al Nord (6,6 per cento) e il doppio di quello del Centro (9,4 per cento). A differenza di queste aeree del Paese, il Sud deve ancora recuperare i livelli di occupazione del 2008, cioè quelli pre-crisi: nel 2018 il tasso di occupazione infatti è stato del 44,5 per cento, un punto e mezzo in meno al 2008, mentre in via generale il medesimo Istituto rileva ancora a febbraio 2019 un'ulteriore flessione dell'occupazione;
l'articolo 1, comma 247, della legge 30 dicembre 2018, n. 145 (bilancio 2019) ha disposto che nel limite complessivo di 500 milioni di euro per ciascuno degli anni 2019 e 2020, i programmi operativi nazionali e regionali e i programmi operativi complementari possano prevedere misure per favorire le assunzioni di persone fino a 35 anni di età, ovvero di persone di età anche maggiore a 35 anni purché in stato di disoccupazione da almeno sei mesi, nelle regioni Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Sicilia, Puglia, Calabria e Sardegna;
tali misure corrispondono ad un esonero dal versamento dei contributi previdenziali a carico del datore di lavoro, comunque nel limite massimo annuo pari a 8.060 euro, in occasione di assunzioni dei richiamati soggetti con contratti di lavoro subordinato a tempo indeterminato, anche in somministrazione;
misura analoga, limitatamente ai giovani di età inferiore a 35 anni e su tutto il territorio nazionale, fu introdotta precedentemente nel corso dell'esame del disegno di legge di conversione del decreto-legge 12 luglio 2018, n. 87 (cosiddetto «decreto dignità») all'articolo 1-bis, comma 1, secondo il quale le modalità di fruizione dell'esonero sarebbero state definite con decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, da emanare entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione, cioè entro il 10 ottobre 2018. Agli interpellanti non risulta ancora adottato tale decreto attuativo;
con decreto 19 aprile 2019, n. 178 adottato dal direttore generale dell'Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro (Anpal), ai sensi del richiamato articolo 1, comma 247, della legge di bilancio 2019, è istituito l'Incentivo occupazione sviluppo Sud. Il decreto, all'articolo 1, affida la gestione della misura all'Istituto nazionale di previdenza sociale (Inps), prevedendo, al successivo articolo 9, che le modalità per accedere al riconoscimento dell'esonero contributivo siano illustrate in apposita circolare emanata dal medesimo Istituto «a seguito della pubblicazione del presente decreto», senza ulteriori specifiche sulle tempistiche;
l'annuncio dell'approvazione di una misura di incentivo occupazionale per il Mezzogiorno, in continuità con quanto già previsto da numerosi precedenti Governi, prevista per le assunzioni dell'anno 2019 e dell'anno 2020, ha lasciato credere e sperare i datori di lavoro e le numerose persone in cerca di lavoro nel Sud del Paese che avrebbero potuto accedere all'esonero contributivo già a partire dal 1o gennaio 2019, ma come specificato dall'articolo 2 del richiamato decreto emanato da Anpal, destinatari della misura sono esclusivamente «i datori di lavoro privati che assumano, nel periodo compreso tra il 1o maggio 2019 al 31 dicembre 2019»;
oltre a cancellare sostanzialmente la proroga del precedente Bonus Occupazione Sud, il Governo, a parere degli interpellanti, ha permesso che si introducesse surrettiziamente un intervallo di fruizione delle misure di incentivo, riducendone quindi il perimetro di accesso ed escludendo di fatto tutti i casi di assunzioni attivate nel corso dei primi quattro mesi dell'anno in corso. Il decreto Anpal inoltre limita l'incentivo solo ai datori di lavoro privati che non hanno mai avuto alcun rapporto di lavoro con il medesimo lavoratore, fatti salvi i casi di trasformazione del contratto in essere;
a tale drammatica beffa si aggiunge ora anche il danno, se possibile ancor più tragico. Come illustrato in precedenza l'incentivo è riconosciuto per le assunzioni a decorrere dal 1o maggio 2019 fino a fine anno, secondo le modalità che devono essere definite da INPS con apposita circolare, ma ad oggi agli interpellanti non risulta ancora adottata alcuna circolare in merito da parte dell'Istituto, di fatto rischiando che la durata di assunzione e quindi il relativo periodo di fruizione dell'incentivo si riducano ulteriormente, a scapito di quanti nel Sud vogliono e hanno bisogno di lavorare e degli imprenditori che vogliono e hanno bisogno di dare lavoro –:
se i Ministri interpellati sia a conoscenza di quanto contenuto nel decreto n. 178 del 2019 emanato da ANPAL;
se, nell'ambito delle proprie competenze, non intendano assumere iniziative, anche di natura normativa, volte a fare salve le assunzioni operate nel corso dei primi quattro mesi dell'anno in corso al fine di permettere il riconoscimento del relativo esonero contributivo, ai sensi della normativa vigente;
se, al fine della effettiva accessibilità alla misura di incentivo occupazionale di cui in premessa, non intendano assumere le dovute e tempestive iniziative affinché l'Inps adotti celermente e prima del 1o maggio 2019 la circolare volta a definire le modalità per accedere al beneficio.
(2-00366) «Occhiuto, Paolo Russo, Polverini, Zangrillo, Cannatelli, Fatuzzo, Musella, Rotondi, Carfagna, Cappellacci, Casciello, Casino, Cannizzaro, Martino, Minardo, Napoli, Pentangelo, Pittalis, Santelli, Sarro, Elvira Savino, Cosimo Sibilia, Sisto, Tartaglione, Maria Tripodi, Versace, Vito, Barelli, Battilocchio, Nevi, Ruggieri».
Iniziative di competenza volte a tutelare i diritti dei cittadini dai rischi connessi all'impropria diffusione di «captatori informatici» – 2-00368
B)
I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro della giustizia, il Ministro dell'interno, per sapere – premesso che:
il 4 aprile 2019 il sito specializzato in sicurezza informatica cyberscoop.com ha riportato che alcune librerie software contenenti una cosiddetta backdoor pirata, che consente ad un malintenzionato di far eseguire a sua richiesta un codice malevolo ad insaputa di utenti ed operatori, sono state adottate da decine di milioni di sviluppatori per incorporarle nei loro software e quindi potenzialmente anche nei sistemi di gestione da parte delle procure dei cosiddetti captatori informatici, nonché dei captatori stessi installati sui dispositivi degli utenti;
il 29 marzo, Security without borders ha pubblicato un report dal titolo «Exodus: nuovo spyware per Android made in Italy», nel quale si rende nota l'identificazione di una nuova famiglia di spyware per Android, denominato « Exodus», presente sul Google Play Store a partire dal 2016 e fino all'inizio del 2019;
detto spyware è camuffato da applicazioni di servizio di operatori telefonici mobili operanti in Italia e avrebbe infettato circa un migliaio di dispositivi di consumatori. Non si tratta di un comune dispositivo di intercettazione ma di un captatore informatico altamente sofisticato e tecnologicamente invasivo, impiegato dalla Polizia di Stato e dalle procure per le attività investigative, in forza di una disciplina che lo stesso Garante per la protezione dei dati personali non ha esitato a definire «lasca»;
il 21 marzo 2019 il sito Repubblica.it ha riportato la registrazione della telefonata intercorsa tra un ragazzino presente sull'autobus sequestrato nel milanese e la madre, né appare chiaro chi, come e perché abbia potuto registrare tale telefonata;
nella vicenda « Exodus» l'interesse pubblico alla tutela dei dati si interseca con il diritto alla sicurezza e, quindi, con la necessità di contemperare le esigenze di protezione della sicurezza collettiva con il diritto alla privacy del singolo cittadino. « Exodus» rappresenta, infatti, uno strumento utilizzabile al di fuori delle garanzie costituzionali con finalità di sorveglianza globale e non convenzionale, sul quale sta indagando la procura di Napoli;
da fonti stampa si apprende, da un lato, del sequestro delle due società, eSurv e Stm, che hanno ideato e commercializzato « Exodus» e, dall'altro, dell'eliminazione delle « app» infettate dallo spyware dalla piattaforma Google Play;
risulterebbe inoltre che alcune associazioni di consumatori abbiano interessato della questione il Garante per la protezione dei dati personali, con richiesta di intervento e che sia stato anche lamentato un mancato controllo da parte di Google a tutela dei diritti dei consumatori italiani;
vanno considerate la rilevanza dei diritti fondamentali dei cittadini italiani e la necessità di accertare ulteriori e cogenti responsabilità di Google e degli organi inquirenti nel mancato controllo sulla diffusione e nell'utilizzo di questi captatori informatici –:
se risulti al Governo come sia stato possibile che centinaia di migliaia di cittadini italiani siano stati intercettati «per errore» da un'azienda italiana e che una conversazione telefonica tra due normali cittadini fino al momento del sequestro dell'autobus, una madre e un figlio, sia stata registrata, da chi e perché;
se e quali siano le misure adottate e le verifiche svolte per escludere con assoluta certezza che i sistemi in uso alle procure, ad insaputa dei fornitori e delle procure stesse, incorporino codici malevoli capaci di esporre cittadini, imprese ed istituzioni italiane a gravi rischi e vulnerabilità;
quali iniziative urgenti il Governo intenda adottare per evitare il ripetersi di fatti analoghi a quelli esposti in premessa, anche valutando l'adozione di apposite iniziative normative volte ad escludere ogni possibile forma di abuso e di violazione dei princìpi costituzionali da parte di questi captatori informatici.
(2-00368) «Fiano, Migliore, Marco Di Maio, Ceccanti, Martina, Giorgis».
Iniziative di competenza in relazione alla manifestazione – Esposizione Internazionale Cannabis, prevista a Milano dal 3 al 5 maggio 2019, e per la promozione di un'informazione corretta e responsabile in ordine ai rischi connessi all'utilizzo della cannabis – 2-00367
C)
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'interno, il Ministro per la famiglia e le disabilità, il Ministro della salute, per sapere – premesso che:
da una stima dell'Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze (OEDT), nell'ultimo rapporto del 2018, l'Italia è terza in Europa per uso di cannabis, con una percentuale del 33,1 per cento, dopo Francia (41,4 per cento) e Danimarca (38,4 per cento);
il Testo unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, prevenzione, cura e riabilitazione dei relativi stati di tossicodipendenza, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n. 309, annovera la cannabis tra tali sostanze e ne disciplina la produzione e la vendita a fini esclusivamente terapeutici;
l'Istituto superiore di sanità (Iss) ha dichiarato, altresì, che i prodotti a base di cannabis contenente basse quantità di tetraidrocannabinolo (Thc), inferiore al limite di 0,6 per cento previsto dal decreto del Presidente della Repubblica sopra citato, sono pericolosi per la salute;
nonostante tale pronuncia dell'Iss, in Italia stanno dilagando i cannabis shop che vendono vari prodotti a base di cannabis, dagli olii alle tisane, alle bevande energetiche fino ai biscottini, e che si stima siano già oltre settecento in tutta Italia; solo in Lombardia sono passati dai 67 del 2017 ai 121 del 2018, e la crescita maggiore negli ultimi dodici mesi è avvenuta nel Lazio, dove sono passati da 42 a 105, il 63 per cento in più in un solo anno;
nel rilevare che «non può essere esclusa la pericolosità dei prodotti contenenti o costituiti da infiorescenze di canapa» l'Iss aveva, altresì, raccomandato di attivare le misure necessarie a bloccare la libera vendita di tali merci, «nell'interesse della salute individuale e pubblica», e nella stessa direzione si era mossa anche un'interrogazione presentata dal Gruppo di Fratelli d'Italia, ma alcuna iniziativa è stata assunta in merito dal Governo e i cannabis shop sono tutti ancora aperti;
ancorché l'uso di cannabis in Italia stia dilagando e si riveli una vera emergenza sociale ed educativa, a Milano, dal 3 al 5 maggio 2019, si terrà l'International Cannabis Expo e in tutta la città sono stati affissi manifesti per promuovere questa manifestazione, sui quali figurano una grande foglia verde, inequivocabilmente una foglia di cannabis, e la scritta «Io non sono una droga»;
gli organizzatori della suddetta manifestazione sostengono che lo scopo dell'evento è quello di promuovere solo l'uso tessile, alimentare e terapeutico della cannabis, ma tra gli invitati figura Frenchy Cannoli, una sorta di guru dell’hashish che, come riportano notizie di stampa, interverrà all'evento per «tenere il workshop teorico – pratico di circa 6 ore, in cui i partecipanti potranno imparare le sue tecniche dal vivo. E potranno imparare a realizzare l’hashish migliore del mondo dall’hashmaker migliore del mondo»;
il messaggio trasmesso dai cartelloni che pubblicizzano l'International Cannabis Expo è, ad avviso degli interpellanti, del tutto ingannevole e sembra piuttosto perseguire un intento di propaganda della droga libera, in aperto spregio delle vigenti normative in materia di sostanze stupefacenti e, in particolare del comma 1 dell'articolo 82 del decreto del Presidente della Repubblica n. 309 del 1990 che recita «Chiunque pubblicamente istiga all'uso illecito di sostanze stupefacenti o psicotrope, ovvero svolge, anche in privato, attività di proselitismo per tale uso delle predette sostanze, ovvero induce una persona all'uso medesimo, è punito con la reclusione da uno a sei anni e con la multa da lire due milioni a lire dieci milioni»;
infine, a fronte del diffuso utilizzo della cannabis in Italia, e dell'allarme sociale, educativo e sanitario che ne deriva, sarebbe necessario promuovere campagne d'informazione sui danni alla salute che provoca l'utilizzo dei cannabinoidi, in particolare durante l'adolescenza, circa la pericolosità dell'uso di tale droga in merito all'incidenza rispetto alla commissione di reati e di incidenti stradali e relativamente all'innalzamento della spesa sanitaria per i danni alla salute –:
se siano informati dei fatti esposti in premessa e quali urgenti iniziative di competenza intendano assumere per verificare la sussistenza dei presupposti per impedire lo svolgimento della manifestazione, per affrontare le problematiche educative e i rischi per la sicurezza e per la salute che possono essere ingenerati da quella che appare agli interpellanti un'ingannevole campagna pubblicitaria dell'evento in questione, e per promuovere, invece, un'informazione corretta e responsabile rispetto ai rischi derivanti dall'utilizzo della cannabis.
(2-00367) «Meloni, Bellucci, Fidanza, Lollobrigida, Gemmato».
Chiarimenti circa le prospettive della partecipazione dello Stato nel capitale di Alitalia e circa l'eventuale coinvolgimento di altre società – 2-00369
D)
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'economia e delle finanze, il Ministro dello sviluppo economico, per sapere – premesso che:
da quanto emerso dall'ultimo consiglio di amministrazione «lampo» del gruppo Ferrovie dello Stato italiane, riunitosi nelle ultime ore per analizzare il dossier relativo alla crisi di Alitalia, il management avrebbe preso in esame la possibilità di una seconda proroga del termine per valutare e decidere sull'offerta di acquisto della compagnia aerea;
il suddetto piano di acquisizione dovrebbe prevedere la creazione di un veicolo d'investimento ad hoc nel quale la società Ferrovie dello State Italiane s.p.a. abbia il ruolo di pivot, con una partecipazione azionaria oscillante tra il 35 ed il 40 per cento, affiancata dalla partecipazione del Ministero dell'economia e delle finanze (15 per cento) e dal partner internazionale Delta Airlines (con il 10-15 per cento), affiancati da un altro operatore di natura industriale;
da alcune settimane si parla, inoltre, di un possibile coinvolgimento, quale partner fondamentale, di Atlantia, la holding facente capo alla famiglia Benetton che tra i tanti asset in portafoglio, oltre ad Autostrade per l'Italia, controlla Aeroporti di Roma e lo scalo aeroportuale della Costa Azzurra, oltre al 15 per cento dell'Aeroporto di Genova;
un'altra delle possibili alternative evidenziate nei giorni scorsi anche dalla stampa nazionale, è rappresentata dal coinvolgimento della famiglia Toto, già proprietaria del vettore aereo AirOne, ed operante anch'essa nel settore delle concessioni autostradali;
dal medesimo progetto si sono già defilate altre aziende di Stato come Fincantieri, Poste e Leonardo. Allo stato attuale, non essendo ancora intervenuta la conferma al sostegno da parte del colosso americano Delta Airlines, e mancando la disponibilità da parte di un altro socio «di peso» ad acquistare il restante 35-40 per cento di azioni della «newco», il management del gruppo Ferrovie dello Stato italiane è determinato a chiedere al Governo italiano un supplemento di termine per esercitare la sua opzione di acquisto;
come già emerso nei mesi scorsi, l'opzione di natura industriale con il coinvolgimento del vettore tedesco Lufthansa determinerebbe un drastico ridimensionamento dei livelli occupazionali;
dal suddetto scenario emergono le gravi difficoltà generali che il governo sta incontrando nella messa a punto del piano industriale di sviluppo della compagnia aerea e numerosi interrogativi che richiedono alcune risposte urgenti –:
se rimanga fermo l'obiettivo di un'ampia maggioranza di proprietà dello Stato, attraverso partecipazioni dirette e indirette, nel capitale di Alitalia, quali società pubbliche siano coinvolte e se siano fondate le notizie di un coinvolgimento nella «newco» di Alitalia della Delta Airlines, di società riconducibili alla famiglia Toto e della holding Atlantia, quest'ultima in veste di partner fondamentale.
(2-00369) «Fassina, Fornaro».