XVIII LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Mercoledì 5 giugno 2019

ATTI DI INDIRIZZO

Mozione:


      La Camera,

          premesso che:

              come si evince dai recenti episodi di cronaca, la violenza nei confronti dei minori di età, all'interno delle mura domestiche, sta assumendo sempre di più i tratti di una grave ed inarrestabile emergenza;

              la famiglia, che dovrebbe garantire la tutela e la crescita personale del minore, in diversi casi diviene il luogo in cui si consumano gravi episodi di violenza fisica e psicologica, che vengono messi in atto dalle persone che dovrebbero salvaguardare il minore, ovvero dai familiari e, in numerosi casi, dagli stessi genitori;

              quanto accaduto negli ultimi mesi mostra tutta la gravità della situazione: a Taranto, una bambina di 6 anni è stata lanciata dal balcone dal padre; in provincia di Roma (Genzano) una bimba di 22 mesi è stata picchiata dal suo patrigno, perché piangeva; a Padova un bimbo di 5 anni è stato narcotizzato dalla mamma per ucciderlo; a Novara un bambino di appena 20 mesi è stato massacrato di botte e ucciso a causa delle violente percosse; in provincia di Frosinone una donna ha strangolato il figlio perché faceva i capricci; a Milano un piccolo di 2 anni è stato ucciso dal padre dopo avergli bruciato le piante dei piedi; in provincia di Napoli (Cardito), il piccolo Giuseppe di soli sette anni è stato trovato morto adagiato sul divano mentre la sorellina di otto anni è stata trasportata all'ospedale in gravissime condizioni, in quanto entrambi erano stati picchiati dal compagno della madre;

              in particolare, quest'ultimo caso dimostra l'inefficienza delle normative attualmente vigenti, poiché dalle intercettazioni risulta che le maestre erano pienamente a conoscenza della drammatica condizione dei due piccoli che più volte si erano presentati a scuola con tumefazioni e lividi. Le maestre, data la loro particolare qualifica, avevano un obbligo di segnalare l'accaduto, se non l'hanno fatto, risponderanno, di questo subendo le sanzioni previste dalle normative vigenti;

              molto spesso, intorno ai minori vittime di violenza, si creano delle vere e proprie barriere di omertà in cui i parenti, i vicini, i compagni di classe, pur essendo a conoscenza degli episodi di violenza, maltrattamenti e abusi, decidono di non denunciare l'accaduto alle autorità competenti;

              sul punto, è da evidenziare, come in Italia, non esista, un obbligo di denuncia, che risulterebbe invece fondamentale nel verificarsi di fatti di una gravità elevata come quelli summentovati;

              purtroppo, i fatti di cronaca, come quelli appena riportati, sono da considerarsi quale punta di un iceberg di un fenomeno molto più ampio, in gran parte sommerso e purtroppo sottovalutato sotto il profilo psicologico, sociologico e anche statistico, soprattutto perché la violenza domestica sui bambini è un'emergenza da troppo tempo trascurata nel nostro Paese;

              se in Italia il tema della violenza sui minori è ancora oggi sottovalutato dall'opinione pubblica e dalle istituzioni, nel resto d'Europa e soprattutto nei Paesi nordeuropei, è stato già affrontato da tempo attraverso l'istituzione di strumenti di protezione adeguati;

              ed in effetti, la realtà nazionale pone dinnanzi alla mancanza di un sistema nazionale di monitoraggio e raccolta di dati sulla violenza ai danni di minori, come espressamente richiesto dalle raccomandazioni del Comitato dell'Onu (Raccomandazione Onu nello studio sulla violenza contro i bambini A/61/299; CRC/C/ITA/CO/3-4/punto 44). La priorità è di fornire una fotografia aggiornata del fenomeno per poterlo comprendere e analizzare in modo da predisporre delle risposte ad hoc;

              i dati, seppur parziali, si possono ricavare dall'ultima indagine condotta nel 2015 dall'Autorità garante per l'infanzia, dal Cismai e da Terre des Hommes che fotografano una situazione allarmante. Quattro bambini e adolescenti su 1000 sono in carico ai servizi sociali, per un totale di 457.453 bambini. L'indagine rileva che oltre la metà dei bambini maltrattati subisce una grave forma di trascuratezza e la violenza assistita costituisce la seconda forma di violenza più diffusa: circa un bambino su 5 tra quelli maltrattati è testimone di violenza domestica intrafamiliare;

              purtroppo, ancora oggi, molti episodi di violenza non vengono denunciati, poiché le giovani vittime, soprattutto adolescenti, provano sentimenti di vergogna e paura che spesso determinano l'attivazione di stigma e stereotipi negativi nei loro confronti con conseguenze difficili da controllare e i bambini, specialmente neonati, in considerazione della tenera età non possono chiedere aiuto con la loro voce;

              a ciò si aggiunge che molto spesso le giovani vittime trovano difficoltà di interlocuzione con il personale impiegato nelle scuole e nelle strutture di pubblica sicurezza, non sempre specificatamente formato per affrontare fattispecie così complesse dove è necessaria una formazione specifica, sia prima del verificarsi della fenomenologia violenta, sia dopo, a violenza avvenuta, quando è fondamentale l'intervento di personale altamente qualificato;

              il fenomeno complesso della violenza sui minori comprende anche la cosiddetta violenza assistita intrafamiliare da considerarsi, a tutti gli effetti, una forma di maltrattamento, poiché obbliga il minore, suo malgrado, ad assistere ad atti di aggressività, abuso e violenza (fisica, verbale, psicologica, sessuale e/o economica) rivolti ad altri membri della famiglia, adulti o minori, segnando la propria esistenza in modo indelebile con effetti a livello emotivo, cognitivo, fisico e relazionale;

              in passato sono state poste in essere diverse iniziative positive e meritorie nella direzione del rafforzamento delle misure di tutela contro le violenze perpetrate a danno dei minori; non ci si può esimere a tal riguardo, dal dare atto che durante il Governo Berlusconi IV, con la legge 4 maggio 2009, n. 41, la Repubblica italiana ha riconosciuto il 5 maggio come Giornata nazionale contro la pedofilia e la pedopornografia, quale momento di riflessione per la lotta contro gli abusi sui minori;

              in questa occasione possono essere organizzate iniziative volte a richiamare l'attenzione dell'opinione pubblica sulla lotta contro la violenza sui minori, per abbattere il muro di silenzio che troppo spesso si forma intorno a questo fenomeno di assoluta gravità, con l'obiettivo di sensibilizzare, far conoscere nonché educare;

              per assicurare a livello nazionale la piena attuazione e la tutela dei diritti dei bambini e degli adolescenti della Convenzione Onu sui diritti del fanciullo, la legge n. 112 del 12 luglio 2011 ha istituito l'Autorità garante per l'infanzia e l'adolescenza a cui è affidato il compito di garantire la piena applicazione della normativa europea e nazionale vigente in materia di promozione della tutela dell'infanzia e dell'adolescenza;

              ad oggi, il Governo non ha affrontato il problema della crescita esponenziale del fenomeno della violenza nei confronti dei minori;

              relativamente agli interventi economici, nella legge di bilancio 2019 le somme stanziate per il fondo per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità subiscono una decurtazione di circa 1,8 milioni di euro per il triennio 2019, 2020, 2021 e il fondo per le vittime di reati intenzionali violenti destinato anche agli orfani per crimini domestici subisce una decurtazione rispetto agli anni precedenti;

              dall'avvio della presente legislatura, i lavori condotti dall'Osservatorio nazionale per il contrasto della pedofilia e della pornografia minorile, dall'Osservatorio nazionale sull'infanzia e l'adolescenza e dall'Osservatorio nazionale sulla famiglia non sono stati ancora riattivati generando, in questo modo, un evidente vulnus in merito ad attività di fondamentale importanza per la programmazione e il monitoraggio degli interventi necessari a contrastare la violenza nei confronti delle persone minori di età, nonché azioni cardine per la creazione di risposte tarate, quanto più, su bisogni ed esigenze specifiche;

              per quanto riguarda più propriamente gli interventi di natura legislativa, si sta assistendo soltanto a parole vuote, retoriche e tanta indifferenza, mentre la strage all'interno delle famiglie nei confronti dei minori di età continua senza sosta;

              la Commissione parlamentare infanzia e adolescenza svolge un ruolo fondamentale per la concreta attuazione dei diritti di bambini e adolescenti e, in particolar modo nella presente legislatura, sta promuovendo attività concrete nonché opportune sinergie, al fine di poter proporre al legislatore misure idonee per la tutela dell'infanzia e dell'adolescenza;

              i numerosi fatti di cronaca che vedono protagonisti neonati, bambini e adolescenti vittime di maltrattamento, abusi sessuali e violenze, talvolta sino alla morte, da parte di persone in ambito familiare ed extra-familiare, dimostrano come allo stato attuale il sistema di protezione non è in grado né di proteggere chi non ha i mezzi per potersi difendere né di abbattere il muro di silenzio che talvolta circonda le situazioni di violenza e che coinvolge perlopiù i vicini di casa e il personale scolastico e sociosanitario;

              è opportuno che il legislatore prenda in seria considerazione il fatto che l'abuso sui minori esiste nella misura in cui la società in cui si perpetra lo rende possibile, dimostrandosi incapace di riconoscere in un atto tanto meschino e spregevole un segnale evidente di profonda violenza,

impegna il Governo:

1) a promuovere campagne di informazione e sensibilizzazione a livello nazionale in merito alla violenza sui minori e campagne specifiche tra il personale scolastico e socio-sanitario finalizzate a promuovere la cultura della prevenzione contro ogni forma di violenza, maltrattamento e abuso nei confronti dei minori;

2) a ridefinire le priorità dell'agenda programmatica, affinché venga adottata ogni misura ritenuta opportuna e necessaria al fine di prevenire e contrastare il dilagante fenomeno della violenza entro le mura domestiche, predisponendo concrete misure domestiche, predisponendo concrete iniziative normative ed amministrative che possano, da subito, far fronte ad ogni forma di violenza intramurale che si concreti nella violenza sessuale, in abusi fisici e psicologici, nel maltrattamento, e nello sfruttamento, sino alla morte;

3) ad adottare iniziative per istituire un sistema nazionale di monitoraggio e raccolta di dati sulla violenza ai danni delle persone di minore età, come espressamente richiesto dalle raccomandazioni del Comitato Onu sui diritti dell'infanzia, al fine di fornire una descrizione particolareggiata e costantemente aggiornata del fenomeno, necessaria per la programmazione di azioni preventive e di contrasto;

4) ad assumere le opportune iniziative volte ad istituire un tavolo tecnico per la prevenzione e il contrasto della violenza sui minori con la finalità di analizzare le reali dimensioni e cause del fenomeno, di accertare il livello di attenzione e la capacità di intervento delle autorità e dei soggetti competenti a svolgere attività di prevenzione e assistenza nonché di promuovere la ricerca nel settore delle metodologie di intervento;

5) ad adottare iniziative per rivedere le attuali normative poste a tutela del minore, intervenendo concretamente per colmare le gravi lacune evidenziate dagli ultimi, drammatici, fatti di cronaca, che dimostrano la necessità di adeguare l'attuale sistema normativo di natura penale, civile e di assistenza sociale al dilagante fenomeno della violenza;

6) ad adottare iniziative per rendere effettiva la comunicazione tra tutti gli organismi che si trovano quotidianamente a trattare con l'educazione e la formazione dei minori, ed in particolare tra le scuole di ogni ordine e grado, i servizi sociali e le forze dell'ordine, al fine di captare i primi segnali di abusi e violenze e attivare immediatamente le idonee misure di protezione;

7) a promuovere politiche educative e di sensibilizzazione indirizzate all'opinione pubblica ed a tutti coloro i quali si trovano per lavoro o per altre ragioni, regolarmente a contatto con i minori, al fine di formare in loro una piena coscienza e conoscenza dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, incrementando negli stessi la capacità di riconoscere gli indizi di abuso al fine di poter intervenire immediatamente;

8) a promuovere politiche educative indirizzate a tutte le persone di minore età, ed in particolar modo alle vittime di abusi e maltrattamento, al fine di formare in loro una piena coscienza e conoscenza del fenomeno, facendo sì che si sviluppi negli stessi la capacità di azione e riconoscimento degli atti di violenza;

9) ad adottare iniziative per riavviare tempestivamente i lavori dell'Osservatorio nazionale per il contrasto della pedofilia e della pornografia minorile, dell'Osservatorio nazionale sull'infanzia e l'adolescenza e dell'Osservatorio nazionale sulla famiglia;

10) a predisporre apposite linee guida, basate su classificazioni della violenza ai danni delle persone di minore età, da divulgare tramite tutti i mezzi di informazione, anche i social network, per sensibilizzare l'opinione pubblica sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, al fine di creare una coscienza collettiva che possa immediatamente reagire di fronte alla conoscenza diretta o indiretta di abusi;

11) ad adottare i protocolli e le tecnologie più efficaci ed avanzate per prevenire e contrastare il fenomeno della violenza entro le mura domestiche attraverso corsi di prevenzione per tutti i soggetti che mostrano indizi di violenza nei confronti dei minori;

12) a programmare iniziative volte ad approfondire e prevenire il fenomeno criminogenetico della violenza intramuraria.
(1-00191) «Spena, Gelmini, Marrocco, Versace, Calabria».

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazione a risposta orale:


      BOLDRINI, MURONI, GRIBAUDO, PEZZOPANE, BRUNO BOSSIO, CARNEVALI, QUARTAPELLE PROCOPIO e ANNIBALI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri. — Per sapere – premesso che:

          nel rapporto di ActionAid Italia pubblicato nell'ottobre 2018, a seguito dei dati raccolti tra giugno e ottobre 2018, analizzando gli atti pubblici disponibili on line e forniti direttamente su richiesta dalle singole regioni e dal Dipartimento per le pari opportunità, si legge: «le Regioni hanno liquidato solo il 25,9 per cento delle risorse. Nello specifico è stato erogato il 30,6 per cento dei fondi destinati al potenziamento dei centri antiviolenza e il 17 per cento dei fondi per l'istituzione di nuove strutture»;

          il 21 novembre 2018 Linkiesta, riprendendo il rapporto di Action Aid Italia, sostiene che nel piano straordinario contro la violenza sessuale del biennio 2015-2017 sono stati stanziati 85.774.736 euro, di cui 54,5 milioni ad opera del Dipartimento per le pari opportunità e 30,8 milioni di soggetti partner, soltanto poco più di un terzo però pare arrivato a destinazione; in base alla documentazione consultata disponibile al 31 ottobre 2018 risultano essere stati erogati 30.842.006 euro, corrispondenti al 35,9 per cento del totale;

          il 26 febbraio 2019 il blog LetteraDonna pubblica un articolo che, citando l’«Attuazione della Convenzione di Istanbul in Italia. Rapporto delle associazioni di donne», frutto del lavoro di esperte di 25 associazioni e professioniste, coordinate da D.i.Re, Donne in rete contro la violenza, unite per approfondire lo stato dell'applicazione della convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica in Italia, lamenta la mancanza di previsione e di stanziamento di fondi per la realizzazione del piano 2015-2017, «in quanto manca ogni indicazione degli impegni in termini di risorse umane ed economiche per i soggetti pubblici coinvolti (Ministeri o Regioni)». Tra le criticità, anche «l'esiguità delle risorse disponibili e la circostanza che la maggior parte delle risorse è distribuita sul territorio attraverso le Regioni senza alcun criterio d'individuazione dei servizi specialistici»;

          il 26 maggio 2019, il quotidiano La Stampa si domanda dove siano i 20 milioni stanziati per creare nuovi centri antiviolenza o per finanziare quelli esistenti e le attività di assistenza e sostegno delle donne vittime e dei loro figli. Il Governo avrebbe dovuto trasferirli fin dagli inizi del 2019 alle regioni per finanziare i centri e le case rifugio, ma sta per terminare anche maggio e di quei fondi non c'è traccia nei versamenti effettuati delle risorse previste nell'ultima legge di bilancio del 2018 del governo pro-tempore Gentiloni nel fondo antiviolenza;

          nel sopracitato articolo, la Presidente di telefono Rosa dichiara che «La sensazione è che si sia fermato tutto e che il dipartimento stia perdendo pezzi e quindi quell'importanza che ha avuto nel tempo. Ne ho parlato anche con il responsabile del Dipartimento Pari Opportunità Vincenzo Spadafora che mi ha rassicurato sulla buona volontà di andare avanti, ma di concreto non c'è nulla» –:

          quali siano le ragioni di questo ritardo;

          quali iniziative intenda intraprendere il Governo per assicurare che le risorse già destinate ai centri e ai progetti che si occupano di violenza contro le donne siano al più presto erogate.
(3-00765)

Interrogazione a risposta scritta:


      MINARDO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

          nel Mezzogiorno d'Italia si registra, rispetto al Centro-nord, una diffusione delle disuguaglianze ai più alti livelli d'Europa;

          la sperequazione tra Sud e Centro-nord si evidenzia in modo particolare con il blocco del reddito pro capite del Sud a circa il 56-57 per cento di quello del Nord; con la perdita posti di lavoro a danno prevalentemente dei giovani e con l'aumento del numero delle famiglie in povertà assoluta gran parte delle quali con un capo famiglia under 35 anni;

          è in corso al Sud una vera e propria rivoluzione demografica che, entro il 2070, determinerà la perdita di 5 milioni di abitanti, con un ridimensionamento del numero e di ruolo delle giovani generazioni e uno spopolamento incontenibile nelle zone interne che farà del Sud la zona più vecchia d'Italia e tra le più anziani d'Europa. Negli ultimi 16 anni hanno lasciato il Mezzogiorno 1 milione e 883 mila residenti, la metà aveva un'età tra i 15 e i 34 anni e un quinto di essi era laureato; ben 800 mila non sono più tornati; sul fronte dei servizi, tutti gli indicatori di qualità segnalano un divario crescente, con un riferimento marcato al socio-sanitario, alla cura, alla vivibilità, alla sicurezza e all'istruzione primaria che interessa i grandi e i piccoli centri del Sud rispetto al Centro-nord –:

          se il Governo intenda avviare iniziative concrete atti garantire nelle regioni meridionali investimenti da parte dello Stato e delle società pubbliche concernenti «i diritti civili e sociali» di cui all'articolo 117, secondo comma, lettera m), della Costituzione;

          se il Governo intenda varare un piano speciale triennale per dotare le regioni del Sud di servizi con standard a livello della media nazionale;

          se intenda adottare iniziative per riconoscere un credito di qualificazione e specializzazione, per almeno due anni, in favore dei neolaureati delle regioni meridionali, appartenenti a famiglie con un reddito complessivo inferiore a 25 mila euro, da concedere alle imprese, ai centri di ricerca e agli studi professionali che assumono tali soggetti.
(4-03023)

AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INTERNAZIONALE

Interrogazione a risposta scritta:


      PALAZZOTTO, BOLDRINI e FRATOIANNI. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'interno, al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:

          come evidenziato da tutti gli organi di stampa, nel porto di Genova ha attraccato, il 16 maggio 2019, la nave Bahri Yanbu, battente bandiera dell'Arabia Saudita, che trasportava apparecchiature per uso militare che potrebbero venire impegnate per la guerra in Yemen dove, da oltre cinque anni, con una interminabile serie di lutti e devastazioni, nello scontro tra le fazioni in lotta stanno intervenendo le forze armate dell'Arabia Saudita;

          la Yanbu avrebbe dovuto caricare cannoni, prodotti della francese Nexter, nel porto di Le Havre l'8 maggio, ma la notizia diffusa dal sito investigativo Disclose ha provocato il boicottaggio dei portuali e il carico non è stato più effettuato. Il cargo ha caricato munizioni ad Anversa e, respinto da Le Havre, si è diretto nel porto spagnolo di Santander e quindi ha puntato su Genova;

          nel materiale che doveva essere caricato sulla nave, nel suo transito nel porto di Genova, vi erano anche due casse contenenti dei generatori della Defence Tecnel di Roma, strumenti che possono avere un impiego bellico;

          in seguito alle proteste dei portuali, le casse sono state spostate in un'area protetta all'interno del porto per essere ispezionate e, successivamente, il cargo è stato fatto ripartire;

          a fine maggio nel porto di Monfalcone la nave Norderney, battente bandiera di Antigua, ha scaricato un quantitativo di tondini di ferro, ma nei container a bordo c'erano 360 bazooka e 415 missili anticarro ucraini destinati al governo dell'Arabia Saudita; della presenza di questo carico nel porto del Friuli Venezia Giulia il prefetto e l'autorità portuale non hanno avvertito le maestranze che, tramite le organizzazioni sindacali, hanno protestato, come la stessa amministrazione comunale anch'essa non messa a conoscenza dei fatti;

          il 31 maggio 2019 nel porto di Cagliari il cargo saudita Bahri Tabuk avrebbe effettuato un carico di bombe prodotte a Domusnovas dalla Rwm da utilizzare nella guerra in Yemen dalla coalizione guidata dall'Arabia Saudita;

          la legge n. 185 del 9 luglio 1990 «Nuove norme sul controllo dell'esportazione, importazione e transito dei materiali di armamento» che regola il passaggio di carichi di armi attraverso i nostri spazi doganali, all'articolo 1 indica che «l'esportazione, l'importazione, il transito, il trasferimento intracomunitario e l'intermediazione di materiale di armamento, nonché la cessione delle relative licenze di produzione e la delocalizzazione produttiva devono essere conformi alla politica estera e di difesa dell'Italia. Tali operazioni vengono regolamentate dallo Stato secondo i princìpi della Costituzione repubblicana che ripudia la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali»;

          all'articolo 6, lettera a), della stessa legge, si stabilisce che è vietato anche il solo transito di materiale bellico «verso i Paesi in stato di conflitto armato», e alla lettera b) è ribadito il divieto «verso Paesi la cui politica contrasti con i princìpi dell'articolo 11 della Costituzione»;

          il sottosegretario per gli affari esteri e la cooperazione internazionale delegato, in risposta a una interrogazione nella Commissioni III della Camera dei deputati, il 19 settembre 2018, ha ribadito che «il Governo italiano continuerà a dare il proprio sempre attivo contributo, nei competenti fori internazionali, alla lotta ai traffici di armi in generale e in particolare nei teatri di crisi regionale», come è quello dello Yemen –:

          quali iniziative di controllo, prevenzione e intervento si intendano adottare, affinché i porti italiani non siano più utilizzati per il transito di materiale bellico indirizzato a Paesi coinvolti militarmente nelle crisi regionali come quella dello Yemen.
(4-03027)

BENI E ATTIVITÀ CULTURALI

Interrogazione a risposta orale:


      MOLLICONE. — Al Ministro per i beni e le attività culturali. — Per sapere – premesso che:

          in seguito a un progetto presentato nell'ambito del bando periferie approvato dal Governo nel 2016 è partita la ristrutturazione dei magazzini del Teatro dell'Opera siti in via dei Larici al quartiere Quarticciolo;

          si è appreso dalle dichiarazioni, in commissione capitolina cultura di Roma, di Carlo Fuortes, che è sovrintendente del Teatro che: «L'intervento riguarderà due degli ex capannoni (....) in uno di questi saranno trasferiti i costumi che al momento si trovano in un edificio in via dei Cerchi»;

          va considerata l'importanza storica del magazzino di via dei Cerchi che si trova accanto al Bocca della verità;

          in via dei Cerchi dagli anni ’30 il Teatro dell'Opera di Roma crea e produce le scenografie degli allestimenti e conserva sessantamila costumi che hanno indossato i più grandi artisti della lirica e del balletto;

          la struttura è realizzata dall'architetto Busiri Vici e nei sotterranei nasconde un gioiello: un bassorilievo dedicato al dio Mitra –:

          se il Ministro interrogato stia vigilando, per quanto di competenza, sull'operazione e se questa comporti l'ipotesi dell'alienazione dello storico stabile invece della sua valorizzazione come museo esperienziale dell'Opera, come era stato più volte ipotizzato da progetti comunali.
(3-00764)

DIFESA

Interrogazione a risposta scritta:


      FRUSONE. — Al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:

          l'aeroporto di Frosinone è dedicato alla memoria del capitano pilota Girolamo Moscardini;

          il 72° stormo è un reparto addestrativo dell'Aeronautica militare basato presso l'aeroporto di Frosinone ed equipaggiato con elicotteri;

          la scuola volo elicotteri di Frosinone, nella sua storia di più di 50 anni, ha formato circa 5.000 piloti di elicottero;

          dal 1999 elicotteri e personale del 72° stormo sono stati schierati in Albania e in Kosovo, sull'aeroporto di Dakovica, a supporto dei contingenti italiani e Nato della Kfor (Kosovo FORces) e, dal 2000, in Eritrea nell'ambito della missioni Unmee (United Nation Mission Ethiopia-Eritrea);

          dalla scuola dipendono i reparti 208° gruppo volo, il gruppo istruzione professionale, il 472° gruppo Sto, il 572° gruppo Slo, il gruppo efficienza aeromobili e la compagnia protezione delle forze;

          presso il 72° stormo si formano i frequentatori dell'Aeronautica militare ai fini del conseguimento del brevetto di pilota militare «Helicopter Track» (MPLH – Helicopter Military Pilot Licence Phase 3A and 3B), del brevetto militare di pilota di elicottero per il personale dell'Esercito italiano, carabinieri e Guardia di finanza, e del brevetto di pilota di elicottero per i frequentatori dei Corpi dello Stato e di altri Paesi stranieri;

          lo stormo partecipa, con i propri assetti, all'attività operativa della Forza armata e, su richiesta, è in grado di offrire il concorso alle operazioni di protezione civile e Sar (search and reschue – soccorso e recupero);

          si provvede, inoltre, alla formazione dei futuri istruttori (Pit course – Pilot Instructor Training), degli specialisti e degli operatori di bordo;

          l'aeroporto «Girolamo Moscardini» rappresenta dal punto di vista economico un presidio essenziale per la città e la provincia di Frosinone, essendo inoltre un importante riferimento per la sicurezza;

          da quanto si apprende da fonti ufficiali dell'esercito, il 4 aprile 2019, alla presenza del Capo di Stato Maggiore dell'Esercito e del Capo di Stato Maggiore dell'Aeronautica, è stato dato avvio a un progetto nel settore della formazione dei piloti di elicotteri che si concretizzerà nell'organizzazione di corsi in un contesto interforze;

          il progetto vedrà la realizzazione, a Viterbo, di un'altra scuola di addestramento elicotteri in contesto interforze (dopo la già richiamata scuola presente a Frosinone);

          il futuro ente di formazione vedrà l'Aeronautica militare in posizione di lead service;

          alla firma di questa prima lettera d'intenti, seguirà la costituzione di un comitato direttivo composto da membri delle due parti e da una rappresentanza dello Stato maggiore della difesa che, nei prossimi mesi, presenterà i risultati del progetto per la successiva graduale implementazione;

          il progetto, secondo il generale di corpo d'armata Salvatore Farina, consentirà di aumentare l'operabilità tra le Forze armate;

          la realizzazione del progetto prevede, nella prima fase, l'inizio della collaborazione presso l'attuale sede del 72° stormo di Frosinone, dove gli allievi dell'Esercito accederanno dopo il conseguimento del brevetto di pilota d'aeroplano su velivolo T-260B, presso il 70° stormo di Latina, mentre i piloti dell'Aeronautica militare selezionati per la linea elicotteri approderanno presso la scuola al completamento della fase II effettuata sul velivolo MB339 presso la base di Galatina;

          la seconda fase del progetto prevede l'implementazione graduale della struttura, secondo i risultati che presenterà il comitato direttivo suddetto –:

          se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti suddetti;

          se il Ministro intenda chiarire in cosa differisce la neo costituenda scuola di Viterbo dalla già presente scuola di Frosinone, indicando i motivi di tale nuovo progetto e di eventuali duplicazioni;

          se non ritenga di adottare iniziative per prevedere un piano che consenta la piena operatività e il pieno funzionamento dell'aeroporto «Girolamo Moscardini» di Frosinone, mirando a un potenziamento dello stesso.
(4-03024)

ECONOMIA E FINANZE

Interrogazione a risposta orale:


      DELMASTRO DELLE VEDOVE. — Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro per la pubblica amministrazione, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

          la società Manital ha ottenuto, tramite la Consip, l'affidamento dei servizi tecnico-gestionali e dei servizi operativi di manutenzione, pulizia e igiene ambientale e altri servizi operativi relativamente agli immobili, prevalentemente ad uso ufficio, in uso a qualsiasi titolo alle pubbliche amministrazioni;

          in particolar modo la convenzione sottoscritta con la Consip e denominata facility management 3 riguarda i predetti uffici siti in Piemonte e Valle d'Aosta, Calabria, Sicilia e Roma, con esclusione del 1° municipio;

          in relazione a Biella a quanto consta all'interrogante i lavoratori e le lavoratrici non riceverebbero lo stipendio da parte di Manitalldea spa a far data da aprile 2019;

          i sindacati hanno già dichiarato lo stato di agitazione sindacale e il blocco di tutte le prestazioni straordinarie e/o supplementari;

          l'interrogante è a conoscenza del fatto che tale gravissima situazione si registrerebbe non solo nel biellese –:

          se i Ministri interrogati siano consapevoli della situazione e, in caso affermativo, quali iniziative abbiano assunto o intendano assumere per tutelare i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici e per garantire la prosecuzione dei predetti servizi in campi sensibili della pubblica amministrazione;

          se i Ministri interrogati non ritengano di adottare le iniziative di competenza per il blocco cautelare dei pagamenti a favore di Manitalldea spa procedendo «in surroga» al pagamento diretto a favore della maestranze.
(3-00766)

Interrogazione a risposta in Commissione:


      DE MARIA. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

          il 30 giugno 2019 scadrà il contratto di 130 lavoratori di Invitalia spa, impegnati a Bologna nella attività legata alla ricostruzione delle aree produttive colpite dal sisma di maggio 2012;

          la loro attività non è conclusa e si è di fronte a professionalità e competenze, arricchite dalla esperienza sul campo, di grandissimo valore;

          a causa del cosiddetto decreto dignità il loro contratto non è più rinnovabile e quindi è a rischio il posto di lavoro per quelle 130 professionalità; la realtà regionale vede messo a rischio un patrimonio di conoscenze ed esperienze di così grande importanza;

          le organizzazioni sindacali hanno richiesto un incontro urgente al Ministro dell'economia e delle finanze per affrontare questa grave problematica –:

          se il Ministro sia a conoscenza di quanto riportato in premessa e quali iniziative intenda assumere in merito.
(5-02222)

Interrogazione a risposta scritta:


      MICELI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

          il Banco Santander è un gruppo di istituti di credito, prevalentemente europei e americani, tra i più importanti d'Europa detenendo un fatturato di oltre 48 miliardi di euro e, tra i principali investimenti, secondo i dati 2018 Eba – Autorità bancaria europea – figura la detenzione di titoli di Stato per un totale complessivo di 138,903.2 milioni di euro;

          è nota ai più la vicinanza di Matteo Salvini, Ministro dell'interno, Lorenzo Fontana, Ministro per la famiglia e le disabilità ed Ettore Gotti Tedeschi, importantissimo rappresentante ed esponente del banco citato;

          il Banco Santander, nel tempo, ha rappresentato una delle banche più esposte sul debito pubblico italiano, arrivando a detenere, secondo il report Eba 2017, titoli di Stato italiani per circa 8,7 miliardi di euro i quali, secondo il report Eba 2018, sarebbero passati a 6,5 miliardi di euro e secondo quanto evidenziato nel recentissimo volume edito da Laterza, dal titolo «Il libro nero della Lega», scritto da Giovanni Tizian e Stefano Vergine, nei primi dieci mesi del 2018 il possesso si sarebbe praticamente azzerato portando i vertici del Banco a giustificare la cosa in quanto «In conformità con la politica del gruppo, che prevede di detenere solo il debito sovrano di Paesi considerati per noi mercati principali, non possediamo debito sovrano italiano»;

          nella pubblicazione citata, gli autori Tizian e Vergine evidenziano l'inopportunità della vicinanza di posizioni tra Gotti Tedeschi e i Ministri Salvini e Fontana, individuandola come potenzialmente utile alla trasmissione da parte di questi ultimi al primo di notizie riservate e privilegiate per la realizzazione di profitti speculativi e possibile causa della vendita massiva di titoli di stato cui il banco ha dato corso nel recente passato, con incidenza immediata e diretta sui conti pubblici e sullo spread;

          ove i fatti rappresentati dai citati autori dovessero corrispondere a verità, la citata operazione di cessione massiccia di titoli di Stato potrebbe presentare, ad avviso dell'interrogante, profili di illiceità anche di natura penale –:

          di quali elementi disponga il Ministro interrogato in relazione ai fatti esposti in premessa e, in particolare, con riferimento alle cause della vendita massiva di titoli di Stato detenuti dal Banco Santander e se non intenda adottare ogni iniziativa di competenza al riguardo;

          se risulti quali attività di vigilanza e controllo siano state poste in essere o si intendano porre in essere, da parte delle autorità competenti, in ordine alla citata operazione di cessione massiccia di titoli di Stato.
(4-03033)

GIUSTIZIA

Interrogazione a risposta scritta:


      BAZOLI. — Al Ministro della giustizia, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

          con decreto interministeriale del 10 ottobre 2014 veniva individuato un intervento di realizzazione di una infrastruttura carceraria in Lombardia per un importo fissato in 15.563.185,23 euro;

          con nota n. 379849 dell'11 novembre 2015 il Ministero della giustizia, dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, comunicava al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti che tale intervento era da individuarsi nel progetto di ampliamento della cassa circondariale di Brescia Verziano;

          venivano dunque avviati dai competenti Ministeri incontri di verifica con i responsabili dell'amministrazione penitenziaria e quelli della struttura carceraria interessata, attraverso i quali si evidenziavano gli obiettivi da raggiungere e le problematiche connesse alla programmazione degli interventi edilizi;

          unitamente all'ampliamento della struttura carceraria fino a 400 posti, gli interventi avrebbero dovuto riguardare anche la realizzazione di una nuova casermetta per gli agenti, e l'ampliamento dei servizi connessi al funzionamento della struttura, come nuove centrali tecnologiche, nuovi spazi per magistrati, pubblico, avvocati, organismi accreditati a svolgere attività interne, e altro;

          in data 1° marzo 2016 il dipartimento dell'amministrazione penitenziaria inviava al provveditorato per le opere pubbliche Lombardia la documentazione relativa alla nuova aggiornata distribuzione degli spazi da esso redatta (prot. 0073811), sulla base del quale si ipotizzava l'aggiudicazione della gara per la progettazione entro la fine del 2016, e l'appalto delle opere nel corso del 2017;

          nel frattempo veniva avviata dai Ministeri competenti una trattativa con il comune di Brescia per l'acquisizione al demanio delle aree limitrofe al complesso carcerario sulle quali, secondo il progetto, si dovevano realizzare, tra gli altri, spazi per le attività formative e lavorative dei detenuti;

          solo il 24 marzo 2017 veniva peraltro pubblicato il bando di gara per i servizi di ingegneria e architettura, con aggiudicazione del progetto alla cordata vincente l'anno successivo in data 4 luglio 2018, n. 13933;

          a quasi cinque anni dallo stanziamento, e a tre anni dall'avvio dell’iter procedurale, nel marzo 2019 si apprendeva da organi di stampa che entro il mese di aprile 2019 sarebbe stato finalmente presentato il progetto preliminare, che l'indizione della gara per i lavori sarebbe avvenuta entro fine 2019 e che i lavori verosimilmente sarebbero partiti nei mesi immediatamente successivi per concludersi, tra realizzazione e collaudo, entro il 2023. L'impaludamento della procedura negli anni passati non autorizza a essere ottimisti sul rispetto delle tempistiche sopra delineate, tanto più che dopo le indiscrezioni apparse sulla stampa ad oggi non si è più avuta alcuna ulteriore notizia di passi avanti nell’iter;

          la realizzazione della nuova infrastruttura è attesa da decenni dalla realtà bresciana, che si trova a fare i conti con un vetusto penitenziario, Canton Mombello, costruito all'inizio del secolo scorso, collocato in zona centrale della città, perennemente sovraffollato e, nonostante gli sforzi profusi dall'amministrazione penitenziaria, dalle associazioni di volontariato e dagli enti locali, oramai strutturalmente inidoneo a garantire una minima dignità ai detenuti ivi reclusi –:

          a che punto sia l’iter procedurale;

          quali siano i tempi ragionevolmente prevedibili per la realizzazione dell'opera e per la sua entrata in esercizio;

          quali stralci funzionali siano previsti nella realizzazione in relazione agli stanziamenti ad oggi in essere;

          quante risorse ulteriori sarebbero necessarie per completare le opere con tutte le previsioni inizialmente immaginate ed elencate in premessa;

          quali ipotesi siano attualmente state formulate dalle amministrazioni centrali per la destinazione dell'immobile di Canton Mombello una volta esaurita la sua originaria funzione.
(4-03021)

INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazione a risposta orale:


      PELLICANI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

          in data 2 giugno 2019 si è verificata una collisione tra la grande nave da crociera Msc da 65 mila tonnellate e un battello fluviale nel canale della Giudecca, all'altezza della banchina del Terminal di San Basilio;

          l'incidente ha causato cinque feriti e molti danni riproponendo il tema dell'allontanamento delle grandi navi da crociera dal bacino di San Marco e dal Canale della Giudecca;

          nel 2012 il Governo aveva adottato un decreto interministeriale (n. 79 del 2012) per limitare il passaggio delle navi e successivamente la capitaneria di porto ha emesso un'ordinanza per ridurre progressivamente, attraverso un algoritmo, il numero delle navi in transito in laguna;

          l'ultimo «Comitatone» (il Comitato misto, istituito ai sensi dell'articolo 4 della legge 29 novembre 1984, n. 798), riunitosi il 7 novembre 2017, aveva individuato nell'area della prima zona industriale di Porto Marghera l'area adeguata dove realizzare il nuovo terminal per le grandi navi da crociera e in questo senso aveva incaricato l'autorità portuale di approfondire gli aspetti progettuali;

          inoltre, sempre nel corso del «Comitatone» del 7 novembre 2017, era emersa la proposta di ripristinare provvisoriamente il canale Vittorio Emanuele III per il transito delle navi di stazza più piccola;

          tale soluzione è stata presa in esame e fatta propria attraverso un documento anche nel corso della riunione del Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica, che si è svolto il 2 giugno 2019 subito dopo l'incidente;

          nel novembre 2018 l'autorità portuale ha inviato al Ministro interrogato le schede dei diversi progetti depositati nel corso del tempo;

          in particolare, il Ministro interrogato sembrerebbe aver chiesto all'Autorità portuale di approfondire tre progetti: Chioggia, Lido davanti alla spiaggia di San Nicolò e Marittima a Santa Maria del Mare;

          l'incidente evidenzia la improcrastinabile necessità di arrivare per il bene di Venezia a una soluzione rapida e certa in grado di saper coniugare sicurezza, sostenibilità e turismo –:

          quali elementi intenda fornire con precisione circa le cause dell'incidente e se intenda adottare iniziative per ripristinare con urgenza il transito lungo il Canale Vittorio Emanuele III in via provvisoria o permanente;

          quale sia il progetto definitivo che intenda proporre per allontanare definitivamente le grandi navi dal bacino di San Marco e dal canale della Giudecca al fine di tutelare la città e scongiurare il rischio di incidenti.
(3-00763)

Interrogazioni a risposta in Commissione:


      BERGAMINI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

          l'autostrada A15 Autocamionale della Cisa è un'autostrada italiana che attraversa la bassa valle del Taro e la Lunigiana, superando l'Appennino tosco-emiliano presso il passo della Cisa, mettendo così in diretta comunicazione la pianura padana con la riviera ligure e la Versilia;

          con un costo di 11,3 centesimi di euro per ogni chilometro percorso, al 2013 era la terza autostrada dal pedaggio più costoso d'Italia; ciò è principalmente dovuto alla complessità costruttiva del tracciato il quale è realizzato principalmente su viadotti e attraverso gallerie. Tutto ciò fa sì che la manutenzione ordinaria e straordinaria sia necessariamente frequente e costosa;

          attualmente esistono tratti importanti dell'autostrada della Cisa che non sono coperti da asfalto in regolari condizioni, creando pericolosità per il transito delle autovetture nelle giornate di pioggia intensa –:

          se il Ministro interrogato sia a conoscenza della grave situazione di insicurezza in cui versa la suddetta autostrada e abbia e in quali tempi si intenda intervenire per rendere il manto stradale più sicuro per gli automobilisti e per gli autotrasportatori, i quali pagano persino un pedaggio dal costo sostenuto, senza godere della sicurezza durante il tragitto.
(5-02223)


      LUCIANO CANTONE. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

          il tratto di strada statale 284 si snoda per 45 chilometri, da Maletto fino a Paternò, per poi immettersi nella strada statale n. 121 verso Catania. Il tratto da Paternò ad Adrano è fondamentale via di snodo per lo spostamento verso la città nonché per le attività agricole presenti nelle zone di Biancavilla, Adrano, Maletto, Randazzo, e altri;

          questa strada statale presenta delle criticità che creano molti disagi sul territorio, in primo luogo l'imponente traffico di autoveicoli, di mezzi agricoli e autocarri che creano file interminabili. A ciò si aggiunge l'alta pericolosità del tratto; la strada è stata da sempre protagonista di molti incidenti mortali come abbondantemente riportano le cronache dei giornali. Infine, la condizione della strada statale a due sole corsie di marcia pregiudica lo sviluppo economico per i comuni interessati, la cui economia è essenzialmente basata sull'agricoltura e l'attrattiva per i turisti dovuta alla presenza di eccellenze agroalimentari e strutture ricettive;

          come riportato da organi stampa (Catania Today) l'assessore alle infrastrutture e ai trasporti della regione siciliana ha dichiarato «il Governo ha siglato un accordo con Anas che prolunga di 12 chilometri, sino al primo svincolo di Adrano» il raddoppio del tratto autostradale;

          la richiesta di ampliare l'ammodernamento della strada statale 284 è stata fortemente avanzata dal territorio e dai comitati costituiti per fare valere le ragioni del raddoppio legate alla sicurezza, al traffico e allo sviluppo economico del comprensorio;

          in un comunicato stampa del 3 giugno 2019 il Comitato Pro Raddoppio SS 284 Paternò-Randazzo ha dichiarato di avere presentato richieste per perorare il raddoppio sino ad Adrano motivandolo con specifiche analisi statistiche indirizzate all'Anas e che si è ancora in attesa della progettazione definitiva;

          il giornale on lineCorriere Etneo in data 4 giugno 2019 riporta che in una nota inviata dall'Anas, il responsabile Sicilia dichiara: «Attualmente la Direzione Progettazione e Realizzazione Lavori di Anas ha avviato le attività di progettazione definitiva. Nel corso dello sviluppo di tale fase progettuale si valuterà la possibilità di estendere la sezione a doppia carreggiata fino a sud di Adrano, alla luce delle istanze del territorio»;

          dai diversi tavoli di confronto tra le istituzioni coinvolte ove sono stati presenti i sindaci dei comuni interessati, tra i quali quelli di Adrano, Biancavilla, Ragalna, Paterno e Maletto, è emersa l'esigenza di procedere alla realizzazione del progetto in tempi congrui e certi –:

          se sia a conoscenza degli sviluppi del progetto di ammodernamento del tratto di strada statale Paternò-Adrano;

          se siano già state avviate le procedure di progettazione definitiva, se come da indicazione dei territori interessati verrà introdotto nel progetto definitivo il raddoppio delle corsie fino allo svincolo di Adrano e se si intenda indicare in modo certo la tempistica per lo svolgimento dei lavori nelle diverse fasi di attuazione.
(5-02224)


      NARDI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

          la «Carta dei servizi a tutela del viaggiatore» è il documento attraverso il quale i clienti possono conoscere, in maniera chiara e immediata, gli impegni programmatici di Trenitalia, i principi fondamentali che la guidano nello svolgimento della propria attività, i servizi offerti e gli obiettivi che si è prefissata di raggiungere. Trenitalia, che gestisce i servizi di trasporto ed Rfi (ovvero le stazioni e i binari), fa parte del gruppo Ferrovie dello Stato italiane (partecipata al 100 per cento del Ministero dell'economia e delle finanze). Trenitalia offre una gamma di servizi di qualità in grado di soddisfare in maniera capillare le esigenze di mobilità dei viaggiatori, proponendo al mercato sia servizi di media e lunga percorrenza che di tipo regionale e metropolitano;

          tra lo Stato (Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e Ministero dell'economia e finanze) e Trenitalia vi è un apposito «contratto di servizio», che impegna l'azienda a garantire un servizio di trasporto su tutto il territorio nazionale;

          in data 3 giugno 2019 il sindaco di Aulla ha inviato una lettera a Trenitalia per chiedere il mantenimento della biglietteria della locale stazione ferroviaria, che dovrebbe essere sostituita a breve da un solo erogatore automatico di biglietti;

          il sindaco nella missiva rimarca come tale stazione sia:

              quella con maggior traffico della tratta La Spezia-Parma;

              il capolinea del percorso della linea Lucca-Aulla;

              già oggetto di numerose criticità logistiche (collocata distante dal centro della cittadina) e strutturali; nella stessa stazione si registrano peraltro frequenti episodi di degrado e vandalismo denunciati alle autorità di pubblica sicurezza e anche alla magistratura ordinaria;

          appare evidente che la presenza di una sola biglietteria self service creerebbe gravissimi disagi ai numerosi pendolari che utilizzano la stazione quotidianamente, soprattutto all'utenza «anziana» che non ha quindi molta dimestichezza con gli erogatori automatici di biglietti;

          la chiusura della biglietteria tradizionale potrebbe, inoltre, creare difficoltà allo sviluppo di progetti interessanti per la crescita sociale ed economica del territorio come la possibile attivazione, nella tratta Aulla-Lucca, del cosiddetto «treno crociera» per intercettare il traffico croceristico nei porti di La Spezia e Livorno –:

          se i Ministri interrogati siano a conoscenza della vicenda citata in premessa e se ritengano necessario, per quanto di competenza, assumere iniziative urgenti al fine di evitare la chiusura della biglietteria della stazione ferroviaria di Aulla, garantendo quindi alla clientela e alla popolazione un servizio efficace di trasporto pubblico.
(5-02225)


      BARTOLOZZI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

          il 29 maggio 2019, l'Anas ha depositato alla Commissione trasporti del Senato un rapporto nel quale sono evidenziate 202 opere pubbliche che avrebbero dovuto essere appaltate entro il 2019, e che ora sono state rinviate al 2020 o al 2021. La somma degli importi delle 202 opere ferme è di 16,3 miliardi di euro;

          tra le suddette opere ferme vi è quella relativa al completamento della tangenziale di Gela. Un'opera importante che vale ben 316, 5 milioni di euro. Un investimento fortemente atteso dalla regione e anche dai sindacati del settore edile, dato che il comparto è da anni in costante sofferenza a livello locale;

          la realizzazione consentirebbe un collegamento diretto tra l'area locale e quella della strada statale 626, attraverso la 117-bis. Nella scheda tecnica si legge che «l'intervento prevede una variante alla S.S. 115, di categoria C1 (extraurbana secondaria), dell'estesa di circa 16 km, esterna all'abitato di Gela, che, a partire dalla zona Sud-Est di Gela, si sviluppa dal Io lotto già realizzato dall'ASI di Gela e, oltre l'abitato di Gela, si riconnette a Nord-Ovest di Gela ai lotti 7o e 8o della S.S. 626, e, mediante una bretella, alla S.S.115 ad Ovest di Gela, con n. 5 svincoli. Sono previsti n. 8 viadotti: per uno sviluppo complessivo di circa ml. 1.350 e n. 1 gallerie naturale, oltre a circa 13 km di viabilità complementare»;

          come riportato da Repubblica-Palermo, però, tutto slitterà, perché il progetto deve essere adeguato alle nuove norme di settore (sia stradali che sulle strutture);

          inizialmente, era stato previsto un affidamento dei lavori proprio nel corso del 2019 e un avvio dei cantieri dal 2020. Secondo il citato rapporto di Anas, però, non sarà possibile rispettare i tempi;

          peraltro sono almeno tredici le maxi opere viarie previste sull'isola che non riusciranno a partire da subito –:

          se non si ritenga urgente avviare tutte le iniziative di competenza volte ad accelerare l’iter autorizzativo per consentire quanto prima la conclusione dei lavori di completamento della tangenziale di Gela;

          se le risorse per il suddetto completamento dell'opera infrastrutturale siano già nella disponibilità di Anas.
(5-02226)


      DE LUCA. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

          all'Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie (Ansf) è stato affidato il compito di individuare le norme tecniche e gli standard di sicurezza applicabili alle reti funzionalmente isolate dal resto del sistema ferroviario, nonché ai gestori del servizio che operano su tali reti per il passaggio previsto a decorrere dal 1° luglio 2019;

          al fine di raggiungere tale obiettivo l'Ansf ha disposto con nota prot. 5312 del 23 marzo 2018 la costituzione di gruppi di lavoro composti da rappresentanti di Ansf, Mit e Asstra, che ha visto anche il coinvolgimento di rappresentanti di Eav;

          suddetti gruppi di lavoro non sono riusciti a dirimere tutte le questioni entro il termine previsto del 31 dicembre 2018, anche perché è evidente la necessità di valutare con attenzione l'impatto che le emanande norme avranno sia sul servizio ferroviario che sulla necessità di specifici finanziamenti per l'adeguamento delle reti e dei veicoli;

          al Ministro Toninelli, con nota U2019/0057/FER del 28 gennaio 2019, l'Asstra ha comunicato le criticità presenti e ha avanzato la richiesta di valutare la possibilità di differire il passaggio delle competenze all'Ansf dal 1° luglio 2019 al 1° gennaio 2020;

          tale richiesta di proroga è stata ufficialmente espressa alla IX Commissione della Camera dei deputati, nel corso dell'audizione del 12 marzo 2019, con l'indicazione di specifico emendamento dell'articolo 31, comma 4, dello schema di decreto legislativo recante attuazione della direttiva europea 2016/798 sulla sicurezza delle ferrovie;

          la Soc. EAV s.r.l., esercente i servizi di trasporto pubblico locale in regione Campania, ha inviato nota prot. 13270 del 30 maggio 2019 al Ministro interrogato e, per conoscenza, al presidente della giunta regionale della Campania, nella quale evidenziava i possibili effetti sull'esercizio ferroviario a partire dal 1° luglio 2019;

          tale società ha già avviato la fase di implementazione dei sistemi di sicurezza sulle proprie reti con previsione di inizio lavori entro il primo trimestre del 2020 e che avranno durata di almeno 2 anni;

          la situazione rappresentata dalla soc. Eav s.r.l. vale anche per altre aziende esercenti Tpl, specialmente nel Mezzogiorno del Paese;

          qualora non vi fosse una forma di flessibilità concordata sui tempi potrebbero verificarsi ricadute negative sui conti delle aziende, per effetto della riduzione dei passeggeri, buona parte dei quali, non potendo contare su un servizio ferroviario veloce e regolare, molto probabilmente passeranno dal trasporto su ferro al trasporto su gomma (pubblico o privato) il che, paradossalmente, produrrà un decremento di sicurezza, atteso che i tassi di incidentalità su gomma sono di gran lunga superiori a quelli su ferro –:

          se il Governo intenda adottare iniziative per una proroga del passaggio di competenze dal Mit all'Ansf del periodo minimo di sei mesi, dal 1° luglio 2019 al 1° gennaio 2020;

          se non ritenga, oltre alla proroga di sei mesi, di valutare l'opportunità di adottare iniziative per predisporre norme transitorie che accompagnino il percorso di adozione di tutti i sistemi di sicurezza, già finanziati e in fase di affidamento, al fine di contemperare le improcrastinabili esigenze di miglioramento degli standard di sicurezza con le altrettanto stringenti esigenze di garantire standard di regolarità del servizio che non penalizzino la clientela, specialmente in questa fase in cui tutto il settore sta producendo il massimo sforzo per migliorare la qualità complessiva del servizio offerto.
(5-02227)

Interrogazione a risposta scritta:


      BRAGA. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

          Tilo, acronimo di Ticino-Lombardia, è una società ferroviaria italo-svizzera nata nel 2004 da una joint venture tra Trenitalia e le Ferrovie federali svizzere (Ffs), avente come obiettivo lo sviluppo e la gestione del traffico ferroviario regionale transfrontaliera tra il Canton Ticino e la regione Lombardia. Gli azionisti della società sono al 50 per cento le Ffs e al 50 per cento Trenord, società partecipata nata dalla fusione tra Trenitalia Divisione Lombardia e Ferrovie Nord Milano, che ha rilevato il capitale azionario detenuto fino a giugno 2011 da Trenitalia;

          a gennaio 2018 è stata avviata la linea S40 Como-Mendrisio-Varese che ha permesso di collegare direttamente i due capoluoghi di provincia, Como e Varese, passando da Mendrisio. La tratta S40 circola giornalmente tra Como e Varese a cadenza oraria (ogni 60 minuti) dalle 5.00 alle 00.00 fermandosi in tutte le stazioni del traffico regionale;

          a giugno 2018 è stato realizzato un prolungamento della linea S40 Como-Mendrisio-Varese fino all'aeroporto di Malpensa, completando quindi il collegamento Como-Mendrisio-Varese-Malpensa aeroporto. Grazie all'attivazione del nuovo raccordo è possibile raggiungere direttamente i Terminal 1 e 2 dell'aeroporto di Malpensa ogni due ore, tra le 7.00 e le 23.00, senza cambi da Varese, Mendrisio, Como e con un solo cambio da Lugano e Bellinzona. Il collegamento diretto da Como, Mendrisio e Varese a Malpensa Aeroporto ha consentito ai viaggiatori di rendere più attrattivo il trasporto su ferro rispetto a quello su gomma, con un risparmio in termini di tempo ed evitando problemi e costi collegati all'uso dei mezzi su gomma;

          da alcune settimane il sito ufficiale dei treni regionali Ticino-Lombardia annuncia «importanti novità per i servizi TILO» che riguardano sostanzialmente le linee S40 Como-Mendrisio-Varese-Malpensa e S50 Bellinzona-Lugano-Mendrisio-Varese. «A partire dal 9 di giugno – si legge infatti sul portale – la principale novità è il prolungamento della linea S50 da Varese fino a Malpensa Aeroporto T2. La linea S50 circola da Bellinzona, Lugano, Mendrisio verso Varese e Malpensa Aeroporto, con collegamenti ogni ora e fermata in tutte le stazioni del traffico regionale. Con il prolungamento della linea S50 fino a Malpensa Aeroporto, la linea S40 circola solamente fino a Varese»;

          da domenica 9 giugno 2019 la città di Como perderà, di fatto, il collegamento diretto con l'aeroporto di Malpensa, acquisito invece da Bellinzona e Lugano sulla linea S50, con conseguente aumento consistente dei disagi per i viaggiatori comaschi che, oltre ad effettuare un cambio, non previsto in precedenza, dovranno aspettare almeno trenta minuti prima di poter riprendere il percorso verso Malpensa. Tale rilevante cambiamento comporterà inoltre un prevedibile aumento dell'utilizzo dei mezzi privati su gomma a discapito di quelli su rotaia –:

          se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei rilevanti cambiamenti di cui in premessa;

          quali iniziative il Ministro intenda assumere, per quanto di competenza, per agevolare i collegamenti ferroviari con l'aeroporto di Malpensa, che è un aeroporto di interesse nazionale e al fine di incentivare forme di collegamento diretto con le principali stazioni ferroviarie limitrofe, a partire da quella di Como.
(4-03030)

INTERNO

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:

I Commissione:


      SISTO, MARIN, GELMINI, BENDINELLI, GREGORIO FONTANA, CASCIELLO, SARRO e D'ATTIS. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

          sin dalla scorsa estate si è appreso, in particolare attraverso le parole del Capo della Polizia, Franco Gabrielli, della volontà di implementare un piano di revisione degli organici degli uffici territoriali delle questure di tutta Italia;

          come riportato dagli organi di stampa, un tavolo composto da esperti costituito presso il Viminale, con alla guida lo stesso Gabrielli, ha infatti rivalutato la funzione di alcune questure, che potrebbero cambiare fascia di importanza ottenendo un aumento di organico e di fondi per la propria attività;

          secondo le notizie diffuse dalla stampa, il piano di riassetto prevede infatti un «salto» di livello per le questure di Padova, Verona, Brescia, Bergamo, Caserta, Salerno e Foggia: per queste sedi, si tratterebbe di un potenziamento delle forze di polizia a presidio del territorio, e a servizio dei cittadini; un riconoscimento fondamentale in grado di portare il livello delle questure pari alle potenzialità che queste città esprimono. In particolare, negli ultimi anni il Paese è profondamente cambiato ed è necessario adeguare il livello di controllo alle esigenze dei diversi territori –:

          quali siano le intenzioni del Governo e in quali tempi si intenda procedere in relazione al piano di riorganizzazione delle questure più volte annunciato dal Capo della Polizia e, specificatamente, alla rivalutazione delle funzioni delle questure, che richiedono maggiormente un «salto» di livello, con un aumento di risorse e personale, come quelle citate in premessa e riportate dagli organi di stampa.
(5-02231)


      MAGI e GEBHARD. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

          al Prefetto, organo periferico (e non politico) del Ministero dell'interno, nel nostro ordinamento è attribuita la responsabilità generale della sicurezza pubblica nella provincia di riferimento, oltre che rilevanti funzioni di garanzia di regolare svolgimento delle consultazioni elettorali;

          copie documentato anche fotograficamente da numerosi articoli del giornale locale Tuscia Web, ripresi da Repubblica e Il Fatto Quotidiano, il Prefetto di Viterbo Giovanni Bruno partecipa con costanza a iniziative di partito;

          il 22 marzo 2018, subito dopo le elezioni politiche, il Prefetto viene immortalato a cena con Matteo Salvini, non ancora Ministro;

          il 24 giugno 2018 il Prefetto partecipa ai festeggiamenti per l'elezione a sindaco di Viterbo del candidato del centrodestra Arena;

          il 4 ottobre 2018 il Prefetto compare all'inaugurazione della sede della Lega a Tarquinia in cui Giulivi viene nominato referente locale; solo pochi giorni prima nello stesso comune, caduta anticipatamente la giunta, Bruno aveva dovuto scegliere un commissario a cui affidare la guida dell'ente fino alle elezioni;

          il 10 aprile 2019 il Prefetto viene immortalato nella grande festa della Lega a Tarquinia per il suo decennale;

          il primo maggio 2019 il Prefetto compare alla sinistra del Ministro interrogato nelle foto del pranzo elettorale tenutosi a Civita Castellana, comune in cui domenica prossima si terrà il ballottaggio;

          il 16 maggio 2019 il Prefetto partecipa alla cena elettorale della Lega con il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca; a quanto si apprende da Tuscia web in tale occasione, così come nella festa per il decennale della Lega a Tarquinia, il prefetto intima ai giornalisti di non fare foto;

          solo dieci giorni dopo si sarebbero svolte le elezioni amministrative in 26 comuni della Tuscia; oltre a Civita Castellana, si andrà al ballottaggio a Tarquinia, in cui è candidato per il centrodestra il già citato Alessandro Giulivi –:

          se e quali iniziative intenda adottare al fine di assicurare che le funzioni attribuite al Prefetto di Viterbo vengano svolte in modo imparziale, a garanzia della regolarità dei procedimenti democratici, dei diritti e delle libertà costituzionali – a partire da quella di stampa – dei cittadini italiani tutti.
(5-02232)


      BRESCIA, MACINA, DIENI, ALAIMO, BALDINO, BERTI, BILOTTI, MAURIZIO CATTOI, CORNELI, DADONE, D'AMBROSIO, FORCINITI, PARISSE, FRANCESCO SILVESTRI, SURIANO e ELISA TRIPODI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

          secondo i dati riportati dal portale del Ministero dell'interno Eligendo, in occasione delle elezioni europee tenutesi dal 24 al 26 maggio 2019, sono stati 50.977.280 gli elettori chiamati alle urne (49.301.157 in Italia, 1.676.123 all'estero nei 27 Paesi dell'Unione europea);

          all'interno dei confini nazionali sono state allestite 61576 sezioni, mentre all'estero sono state 471 le sezioni istituite di cui 56 presso le sedi diplomatico-consolari, 53 presso gli istituti di cultura, 362 istituite presso altre strutture con caratteristiche idonee e opportunamente individuate dalle 44 sedi diplomatico-consolari coinvolte;

          nel complesso il numero dei votanti non ha superato i 28 milioni, pari al 54,5 per cento degli elettori, con un'affluenza nazionale pari al 56 per cento e all'estero pari al 7,6 per cento;

          nella giornata del 26 maggio 2019 si sono svolte, inoltre, le elezioni per il rinnovo di 3654 consigli comunali, le elezioni del presidente e del consiglio regionale in Piemonte e le elezioni suppletive della Camera dei deputati in due collegi uninominali in Trentino;

          le elezioni europee sono state anche un'occasione di confronto con altri modelli di voto presenti tra i 27 Paesi dell'Unione europea, in Estonia, ad esempio, il 46,7 per cento dei votanti ha votato in anticipo online, una percentuale in crescita sia rispetto alle politiche di marzo 2019 sia alle europee del 2014 (+50 per cento). In Belgio, invece, il voto elettronico secondo il modello dell’e-voting è stato utilizzato in 185 comuni – più del 30 per cento – con più di 4.000 seggi, organizzati secondo il modello già sperimentato in Italia per il referendum sull'autonomia in Lombardia;

          va salutata positivamente l'introduzione dell'app «Eligendo»; tale scelta del Ministero dell'interno dimostra come l'innovazione tecnologica possa facilitare la fruizione di dati e informazioni elettorali in tempo reale;

          a parere degli interroganti un analogo investimento di fiducia verso la tecnologia è necessario anche per rendere concreto il diritto di voto, oggi negato, di milioni di cittadini che vivono in un comune lontano da quello di residenza. Un diritto ancora una volta reclamato attraverso diverse iniziative di protesta in rete da parte degli studenti universitari il 26 maggio 2019 –:

          se si intenda rendere note le spese complessive sostenute dallo Stato per lo svolgimento delle elezioni europee, indicando nel dettaglio il riparto tra i Ministeri interessati e, nell'ambito del Ministero dell'interno, tra i diversi dipartimenti interessati, riportandone le relative finalità.
(5-02233)


      MIGLIORE. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

          da notizie a mezzo stampa si è appreso che sabato 1° giugno 2019 si è verificata al Vomero, noto quartiere di Napoli, l'ennesima sparatoria scatenata da una banda di giovani delinquenti, a testimonianza del fatto che la presenza di bande di ragazzi che terrorizzano gli abitanti del quartiere sia ormai un fenomeno in forte espansione;

          la sparatoria, seppure con colpi a salve, avrebbe potuto avere conseguenze ben più gravi dal momento che è avvenuta in un'ora di punta, con centinaia di persone in strada, generando notevole panico e un «fuggi fuggi» generale;

          la stessa notte una comitiva di studenti universitari sarebbe stata aggredita da una baby gang intorno a Piazza del Gesù, non lontano dall'Università orientale;

          di fatto, attorno all'Università orientale, con epicentro lo storico Palazzo Giusso, da mesi le aggressioni, prima verbali, poi fisiche, da parte di piccoli gruppi con un'età variabile che spesso non arriva ai quattordici anni, stanno diventando un'abitudine, con gravi conseguenze sugli studenti, in particolare le ragazze, i professori e gli stessi commercianti;

          peraltro, come denunciato più volte dall'interrogante, Napoli e la sua provincia negli ultimi mesi appaiono sempre più come territori oggetto di agguati camorristici, che avvengono in pieno giorno, talvolta nei pressi delle scuole, e persino con gravi conseguenze a carico di soggetti minori, come nel caso della piccola Noemi;

          i fatti riportati testimoniano del perdurante stato di insicurezza che si registra da più di un anno a Napoli e provincia, e che ha visto in più di un'occasione coinvolti nei fatti di cronaca connessi alla criminalità organizzata minori di età;

          tutti i rappresentanti delle istituzioni locali e del Governo nazionale sono da tempo a conoscenza della gravissima situazione in atto in taluni quartieri di Napoli, sia centrali sia periferici, e lo stesso Ministro interrogato negli ultimi mesi è venuto a Napoli almeno tre volte, come si è appreso dalla stampa, promettendo un potenziamento consistente delle forze dell'ordine per rafforzare la sicurezza e la legalità in questo difficile territorio, che però nonostante le ripetute promesse non è ancora avvenuto –:

          quali iniziative urgenti intenda adottare al fine di garantire, nel più breve tempo possibile, un numero di mezzi e di uomini adeguato per ripristinare la legalità e il pieno controllo del territorio di Napoli e della sua provincia.
(5-02234)

Interrogazioni a risposta scritta:


      CIRIELLI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

          il 26 maggio 2019 i cittadini di Baronissi (SA) sono stati chiamati alle urne per eleggere la nuova amministrazione comunale. I candidati alla carica di sindaco, Gianfranco Valiante e Luca Galdi, torneranno a sfidarsi il prossimo 9 giugno per il ballottaggio;

          da organi di stampa si apprende che il candidato Galdi, assieme a Giovanni Moscatiello, altro candidato, avrebbero posto all'attenzione del prefetto, dell'Anac, nonché del presidente della commissione circondariale elettorale e del Presidente del seggio centrale, l'inconferibilità (ai sensi dell'articolo 4, comma 1, lettera b) del decreto legislativo n. 39 del 2013) e l'ineleggibilità (ai sensi dell'articolo 60, comma 1, punto 11, e comma 3, del Tuel) del candidato Valiante;

          sembrerebbe infatti che Gianfranco Valiante, dal 2016, ricopra la carica di presidente del Consiglio di amministrazione dell'Azienda consortile sociale «Valle Dell'Irno» ambito S6, costituita dai comuni di Baronissi, Bracigliano, Calvanico, Fisciano, Mercato San Severino e Siano;

          vi sarebbe, pertanto, una stretta correlazione tra l'azienda e i comuni consorziati;

          per di più, l'atto costitutivo e lo statuto conferirebbero al presidente del Consiglio di amministrazione e, quindi, al signor Valiante, la rappresentanza istituzionale e legale del Consorzio nonché specifiche responsabilità, poteri gestionali e di delega da cui otterrebbe una posizione particolarmente privilegiata all'interno e all'esterno dell'azienda;

          è noto che l'articolo 60, comma 1, punto 11, del testo unico degli enti locali recita: «Non sono eleggibili a sindaco, presidente della provincia, consigliere comunale, consigliere metropolitano, provinciale e circoscrizionale gli amministratori ed i dipendenti con funzioni di rappresentanza o con poteri di organizzazione o coordinamento del personale di istituto, consorzio o azienda dipendente rispettivamente dal comune o dalla provincia»;

          è altrettanto noto che l'articolo 4, comma 1, lettera b) del decreto legislativo n. 39 del 2013, sancisce l'inconferibilità di incarichi nelle amministrazioni statali, regionali e locali a soggetti provenienti da enti di diritto privato regolati o finanziati e che, in questi ultimi, vi rientrerebbero anche i consorzi;

          a parere dell'interrogante apparirebbe inverosimile come una situazione del genere, se venisse accertata, non sia stata già oggetto di minuziose verifiche prima delle consultazioni elettorali, poiché vi sarebbe il rischio che i cittadini abbiano votato un candidato (e possano votarlo ancora al ballottaggio) che non potrebbe ricoprire un simile ruolo –:

          di quali elementi disponga il Governo e quali iniziative normative intenda assumere per evitare situazioni quali quelle descritte in premessa.
(4-03022)


      SILVESTRONI e BATTILOCCHIO. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

          nel Comune di Ciampino, in provincia di Roma, si sono svolte il 26 maggio 2019 le elezioni amministrative e il 9 giugno 2019 si svolgerà il ballottaggio;

          la campagna elettorale è stata caratterizzata da una vicenda riportata da telegiornali e giornali, anche di caratura nazionale, legata a dei plichi anonimi contenenti dubbie documentazioni di carattere privato della candidata sindaco Daniela Ballico;

          si è appreso da organi di stampa che nel mese di aprile 2019 veniva presentata ufficiale querela contro ignoti per la sottrazione di un telefono cellulare e di un personal computer, contenti materiale sensibile e personale del candidato sindaco Daniela Ballico e che, presumibilmente, tale materiale contenuto in tali dispositivi veniva utilizzato per la realizzazione di alcuni plichi gettando discredito e pregiudizio alla candidata sopra menzionata;

          tale situazione ha potenzialmente provocato un danno di immagine nei confronti della candidata Ballico e, di conseguenza, alterato il corretto e democratico svolgimento delle elezioni comunali del comune di Ciampino –:

          se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti esposti e quali iniziative urgenti intenda intraprendere, per quanto di competenza, per garantire il corretto svolgimento delle elezioni comunali di Ciampino affinché le stesse non siano compromesse da potenziali irregolarità.
(4-03026)


      D'ATTIS e LABRIOLA. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

          il Testo unico della legge sull'ordinamento degli enti locali (Tuel), all'articolo 227, comma 2, prevede «Il rendiconto della gestione è deliberato entro il 30 aprile dell'anno successivo dall'organo consiliare, tenuto motivatamente conto della relazione dell'organo di revisione. La proposta è messa a disposizione dei componenti dell'organo consiliare prima dell'inizio della sessione consiliare in cui viene esaminato il rendiconto entro un termine, non inferiore a venti giorni, stabilito dal regolamento di contabilità»;

          il regolamento generale sull'ordinamento degli uffici e dei servizi vigente del comune di Ginosa prevede all'articolo 28 «Avocazione e controllo sostitutivo» le azioni da intraprendere, in capo al sindaco e/o al segretario comunale, in caso di inerzia o di ritardo da parte dei responsabili comunali di settore per la predisposizione di atti di loro competenza;

          in tale circostanza, sia il sindaco che il segretario comunale non hanno ritenuto di proporre alcuna diffida e/o nomina di commissario ad acta, come previsto dalla norma regolamentare, al fine di consentire l'approvazione nei termini di legge del provvedimento in discorso;

          scaduto il termine del 30 aprile 2019 per l'approvazione del rendiconto della gestione 2018, il prefetto di Taranto (dopo ben 14 giorni dalla scadenza dei termini previsti dalle norme vigenti per l'approvazione del predetto Rendiconto), in data 14 maggio 2019 con nota n. 24705, notificata ai consiglieri comunali il 15 maggio 2019, in virtù del combinato disposto dell'articolo 227, comma 2-bis, e dell'articolo 141, comma 1, lettera c) e comma 2, del T.u.e.l diffidava il comune di Ginosa (TA), entro il termine di 20 giorni, al perfezionamento dell'adempimento;

          in data 30 maggio 2019 si teneva la conferenza dei capigruppo consiliari del comune di Ginosa (TA) e per adempiere al rispetto delle norme vigenti veniva fissata per il 20 giugno 2019 la convocazione del consiglio comunale per l'approvazione del rendiconto della gestione per l'esercizio 2018;

          in data 2 giugno 2019 alle ore 9:00 veniva nuovamente convocata con urgenza dal presidente del consiglio comunale di Ginosa (TA) la conferenza dei capigruppo su sollecitazione del sindaco che prendeva atto dell'impossibilità della celebrazione del consiglio comunale;

          in data 3 giugno 2019 con nota n. 28402, il prefetto di Taranto sottoponeva all'attenzione del sindaco di Ginosa, l'urgenza dell'approvazione del rendiconto della gestione per l'esercizio 2018 del comune di Ginosa (Ta), segnalando nel contempo la nota di diffida n. 24705 del 14 maggio 2019 rivolta al presidente del consiglio comunale e al segretario comunale, in merito alla predetta approvazione, entro il termine perentorio previsto dalla stessa (20 giorni);

          in data 3 giugno 2019 il vice presidente del consiglio comunale di Ginosa convocava con nota prot. 14903 del 3 giugno 2019 il consiglio comunale per il giorno 4 giugno 2019 per l'approvazione del provvedimento de quo;

          in data 4 giugno 2019 con nota n. prot. 14993, il presidente del consiglio comunale di Ginosa «vista l'illegittimità della Convocazione del C.C. a firma del vicepresidente prot. 14903 del 3 giugno 2019» revocava la convocazione fissata per il 4 giugno 2019 e con ulteriore nota stesso prot. n. 14993 del 4 giugno 2019 (inviata anche al Ministro dell'interno) ribadiva la revoca della suddetta convocazione precisandone nel dettaglio i motivi –:

          se il Ministro interrogato intenda adottare le iniziative di competenza in relazione a quanto previsto dal combinato disposto dell'articolo 227, comma 2-bis, e dell'articolo 141, comma 1 lettera c) e comma 2, del T.u.e.l.
(4-03029)

ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA

Interrogazione a risposta scritta:


      FRASSINETTI. — Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:

          presso il liceo classico Paolo Sarpi di Bergamo numerosi studenti avevano proposto per la cogestione un corso che approfondisse gli «anni di piombo» e, in particolare, il caso Ramelli, relazionato da un ex studente dell'istituto;

          risulta che il collegio docenti ha annullato il corso, ritenendolo troppo politicizzato –:

          quali siano state le considerazioni del dirigente scolastico e del collegio dei docenti che abbiano portato a vietare di parlare di Sergio Ramelli e della violenza degli anni di piombo agli studenti.
(4-03032)

LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interrogazione a risposta in Commissione:


      SERRACCHIANI, GRIBAUDO, CARLA CANTONE, LACARRA, LEPRI, MURA, VISCOMI e ZAN. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

          come recentemente segnalato anche da alcuni organi di informazione, risultano ancora da emanare la gran parte delle disposizioni attuative del decreto-legge n. 4 del 2019. In particolare, sembrano mancare i decreti finalizzati a rendere concretamente operative le misure per favorire il reinserimento lavorativo dei percettori del reddito di cittadinanza, quali il potenziamento dei centri per l'impiego e il funzionamento della piattaforma informatica dell'Anpal;

          consultando lo stesso monitoraggio sull'attività normativa del Governo operato dall'Ufficio per il programma, alla data del 30 aprile 2019, nessuno dei 17 dei suddetti decreti attuativi risultava emanato;

          una specifica attenzione meritano le misure che avrebbero dovuto dare attuazione al «Piano straordinario di potenziamento dei centri per l'impiego e delle politiche attive del lavoro», la cui emanazione sarebbe dovuta intervenire entro il 14 aprile e che, come lamentato dalla coordinatrice degli assessori regionali al lavoro, Cristina Grieco, getta una pesante ombra di incertezza su perfezionamento delle procedure che dovrebbero portare, entro il 30 giugno, all'avvio dei concorsi per le assunzioni dei 4.000 dipendenti regionali a tempo indeterminato previsti per rafforzare i centri per l'impiego di tutta Italia;

          le regioni, pur avendo già predisposto ogni aspetto organizzativo per l'indizione di detti bandi, denunciano che, a meno di un mese dal termine previsto per la loro indizione, ancora non hanno la certezza delle risorse sulle quali potranno effettivamente contare, mancando proprio il decreto di riparto dei 467,2 milioni di euro per l'anno 2019 e a 403,1 milioni di euro per l'anno 2020, previsto dall'articolo 1, comma 258, della legge di bilancio 2019, e nonostante la specifica sollecitazione avanzata, il 16 maggio 2019, dal presidente della Conferenza delle regioni;

          peraltro, l'intesa con le regioni per il suddetto potenziamento è stata raggiunta sin dal 17 aprile 2019, per cui appare ancora più grave tale ritardo;

          si tratta di aspetto che non concerne soltanto un corretto rapporto tra istituzioni della Repubblica, ma che incide in concreto sulla stessa operatività delle misure di contrasto della povertà laddove solo si consideri che, ad esempio, la cronica carenza organizzativa dei centri per l'impiego rende pressoché irrealistiche le disposizioni che prevedono la chiamata dei percettori del reddito di cittadinanza da parte dei centri per l'impiego per la sottoscrizione della dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro, entro i trenta giorni successivi al primo accredito del beneficio –:

          quali siano le ragioni dei suddetti ritardi nell'emanazione di importanti disposizioni attuative delle misure per il contrasto alla povertà e, in particolare, per il potenziamento dei centri per l'impiego;

          quali iniziative si intendano adottare al fine di dare immediata attuazione alle suddette disposizioni e, comunque, per assicurare la regolare indizione dei bandi regionali per l'assunzione del personale dei centri per l'impiego.
(5-02221)

Interrogazioni a risposta scritta:


      DADONE. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

          il 22 marzo 2019 la società Grancasa s.p.a. ha annunciato 158 esuberi in tutta Italia e, in particolare, 7 esuberi su un totale di 31 dipendenti nel punto vendita di Ceva (CN);

          in data 27 maggio 2019 a Roma, presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, si è tenuto un incontro finalizzato a effettuare l'esame congiunto relativo alla fase amministrativa della procedura di licenziamento collettivo;

          in quella sede, nonostante l'intervento del Ministero del lavoro e delle politiche sociali nel sollecitare la direzione aziendale a trovare soluzioni condivise volte a ridurre quanto più possibile l'impatto occupazionale, l'impresa ha mantenuto lo stesso approccio di chiusura degli incontri in sede sindacale, rigettando la proposta di attivare per altri 8 mesi il contratto di solidarietà e il recupero delle ore esuberanti attraverso la riduzione volontaria dei dipendenti da full time a part time;

          l'incontro si è concluso con il rinvio a un altro appuntamento sempre in sede ministeriale che si terrà il giorno 7 giugno alle ore 10,30 –:

          quali iniziative il Governo intenda intraprendere per salvaguardare i livelli occupazionali del gruppo e tutelare il futuro dei dipendenti e delle loro famiglie.
(4-03020)


      CIABURRO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

          il gruppo Grancasa spa, con sede legale in Milano e molti punti vendita dislocati sul territorio nazionale, occupa n. 520 unità lavorative, ed è nota per essere, sin dagli anni ’80, un marchio attivo nella grande distribuzione ai fini della vendita diretta al pubblico di articoli di arredamento;

          la società in questione, con lettera datata 20 marzo 2019, ha avviato una procedura di licenziamento collettivo, ai sensi degli articoli 4 e 24 della legge n. 223 del 1991, dichiarando un esubero totale pari a n. 111 unità lavorative secondo i profili professionali e la distribuzione territoriale individuati nella lettera di avvio della procedura stessa. In data 27 maggio 2019 si è svolto presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali si è svolta una riunione per l'espletamento della fase amministrativa della procedura di licenziamento collettivo avviata dalla Grancasa spa, a cui hanno partecipato i rappresentanti di quest'ultima e i rappresentanti dei sindacati, quali Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil. I sindacati hanno riscontrato in tale incontro il medesimo approccio di chiusura dei precedenti incontri in sede sindacale e tale atteggiamento non fornisce di certo risposte adeguate nei confronti dei lavoratori impattati dalla procedura di licenziamento;

          nonostante la direzione aziendale abbia confermato che per quanto riguarda il mese di maggio 2019 abbia chiuso con un +7 per cento rispetto allo stesso mese dell'anno scorso, il che testimonia una crescita in termini di fatturato, è emersa la chiara volontà di arrivare alla fine dei tempi delle procedure per procedere ai licenziamenti, dichiarando che è l'unico modo per tentare di salvare l'azienda. Secondo i sindacati queste riduzioni di personale non sono mirate solamente a un contenimento dei costi del lavoro, ma sono una strategia diretta a ridurre le dimensioni dell'azienda e renderla più appetibile per una vendita. I vertici di Filcams-Cgll e Fisacat-Cisl, hanno inoltre denunciato dei comportamenti da parte di figure apicali aziendali volti a dissuadere l'esercizio del diritto allo sciopero dei dipendenti, e per questo hanno immediatamente diffidato l'azienda dal praticare tali pressioni;

          in mancanza di prospettive chiare per le altre lavoratrici e gli altri lavoratori, le organizzazioni sindacali insieme alle strutture territoriali, hanno dichiarato il permanere dello stato di agitazione –:

          se il Governo sia a conoscenza della questione riguardante la procedura di licenziamento collettivo avviata dalla Grancasa spa e quali iniziative, per quanto di competenza, intenda intraprendere, alla luce dei mancati risultati dei tavoli ministeriali, al fine di salvaguardare i livelli occupazionali del gruppo e tutelare il futuro dei dipendenti, i quali hanno affrontato grandi sacrifici in termini di riduzioni di orario e di stipendio, e delle loro famiglie.
(4-03025)


      UBALDO PAGANO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

          il 19 aprile 2019 il presidente dell'Inps Pasquale Tridico, nel corso di una visita istituzionale presso la sede Inps di Crotone, ha avanzato un'analisi compiuta delle misure governative appena varate e, in particolare, del reddito di cittadinanza e della pensione di cittadinanza;

          in tale occasione il presidente Tridico ha ritenuto di diffondere i dati più aggiornati in merito alle fasce di reddito di cittadinanza percepito effettivamente dai richiedenti, indicando le dimensioni delle popolazioni di riferimento di ciascuna fascia;

          in quella circostanza si è appreso che, a fronte della promessa elettorale avanzata dal Movimento 5 Stelle di elargire assegni dall'importo minimo di 780 euro, la grande maggioranza dei beneficiari del reddito di cittadinanza (71 per cento, avrebbe percepito circa 400 euro, per circa 30 mila famiglie (7 per cento) il beneficio sarebbe stato tra i 40 e i 50 euro mensili e che solo un quinto dei richiedenti (il 21 per cento avrebbe percepito tra i 750 e i 1.380 euro al mese;

          quelle dichiarazioni e quei dati, riportati da diverse testate nazionali, generarono scalpore nell'opinione pubblica, molto probabilmente – nell'opinione dell'interrogante – a causa della significativa differenza tra gli importi promessi e quanto effettivamente erogato;

          da allora l'Inps non ha più pubblicato il dettaglio delle fasce di importo, limitandosi a riportare la cifra media degli importi (540 euro);

          l'Istituto nazionale di previdenza sociale è sottoposto alla vigilanza del Ministero del lavoro e delle politiche sociali –:

          se intenda, per quanto di competenza, rendere pubblici i dati e le analisi elaborate in relazione ai primi mesi di attuazione del reddito di cittadinanza;

          se intenda fornire elementi circa lo stato dell'arte dell'attuazione della legge n. 26 del 2019, segnatamente in riferimento all'istituzione del reddito di cittadinanza.
(4-03031)

SALUTE

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:

XII Commissione:


      UBALDO PAGANO, FRAGOMELI, BAZOLI e DE FILIPPO. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

          l'orticaria cronica spontanea (Csu) è una malattia autoimmune che assume caratteri di severità tale da interferire pesantemente con la qualità di vita del paziente;

          i pazienti che, dal 2015, sono stati trattati con Omalizumab, farmaco privo di effetti avversi di rilievo e in grado di determinare la regressione completa della manifestazione clinica nel 70 per cento dei casi, hanno recuperato libertà di lavorare e di svolgere normali mansioni quotidiane;

          l'Aifa ha previsto nel decreto del 31 luglio 2015 un piano terapeutico che include solo 11 infusioni per tale farmaco, pur non esistendo alternative farmacologiche di pari efficacia e sicurezza;

          da studi nazionali e internazionali i pazienti che recidivano all'interruzione del trattamento sono oltre il 60 per cento;

          il monitoraggio e gli effetti collaterali dei trattamenti alternativi ad Omalizumab, unitamente alla persistenza di una forma severa di orticaria cronica spontanea, comportano un costo per il servizio sanitario nazionale di gran lunga superiore al costo del prolungamento della terapia con Omalizumab;

          il 13 febbraio 2019, i pazienti con Csu riuniti nell'associazione nazionale Arco hanno incontrato i rappresentanti dell'Aifa, la quale successivamente ha richiesto all'azienda farmaceutica Novartis di consegnare entro il 28 febbraio un dossier relativo alla patologia e agli effetti positivi dell'Omalizumab, oltre le 11 infusioni;

          il 2-3-4 aprile 2019 si è riunito il Comitato tecnico-scientifico dell'Aifa per valutare la richiesta avanzata da Arco di ripetibilità del protocollo terapeutico e all'inizio di maggio si è tenuto il Comitato prezzi e rimborsi di Aifa, ma ad oggi non vi è stata alcuna comunicazione;

          un articolo apparso sul Corriere della Sera in data 4 maggio 2019 conferma che a partire dal 2018 in alcune regioni – segnatamente Lombardia, Liguria e Sicilia – l'uso del piano terapeutico per il farmaco Omalizumab è stato limitato a soli 12 mesi (per un totale di 11 infusioni massime);

          dopo tale periodo le cure non vengono più rimborsate dal servizio sanitario nazionale e alle persone affette da Csu non vengono fornite valide e più economiche alternative (anche considerando il costo di circa 1.200 euro per ogni ciclo di cura con Omalizumab) –:

          quali iniziative il Ministro interrogato intenda adottare per assicurare ai pazienti, sotto prescrizione medica, le infusioni di Omalizumab anche oltre le 11 somministrazioni previste dal decreto dell'Aifa, assicurando un accesso uniforme a tale farmaco su tutto il territorio nazionale.
(5-02229)


      TROIANO, BOLOGNA, MASSIMO ENRICO BARONI, D'ARRANDO, LAPIA, MAMMÌ, MENGA, NAPPI, NESCI, PROVENZA, SAPIA, SARLI, SPORTIELLO, TRIZZINO e LEDA VOLPI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

          secondo l'analisi «Il fabbisogno di personale medico del Ssn dal 2016 al 2030», di Anaao/Assomed i medici attivi in Italia al 2016 «sino all'età di 70 anni, sono circa 354.000»;

          la stima delle cessazioni nei prossimi 3 quinquenni, per tutte le categorie di specialisti del servizio sanitario nazionale risulta pari a circa 23.255 unità per il quinquennio 2016-2020, destinato ad aumentare a 6.445 unità per anno nel quinquennio 2021-2025 e a 4.514 unità per anno nel quinquennio 2026-2030;

          il numero annuo di laureati in medicina è inferiore ai pensionamenti: sempre secondo le proiezioni a 10 anni di Anaao Assomed, a fronte di 47.284 medici del servizio sanitario nazionale cessati, ne entreranno 40.000; nello studio si afferma che «È ragionevole prospettare che nel decennio 2014-2023 l'uscita media del servizio sanitario nazionale interesserà circa il 40=45 per cento dell'attuale dotazione», perché circa il 64 per cento dei medici ha più di 50 anni;

          mediamente si laureano circa 10.000 medici ogni anno, ma i contratti di formazione post lauream, che solo nel 2018 sono arrivati a circa 7.000, sono da tempo insufficienti a coprire la richiesta di specialisti. Si è determinato, così, un «imbuto formativo», che ha ingabbiato circa 3.000 giovani medici, che aumenteranno nei prossimi 5 anni;

          l'incremento delle borse di specializzazione, la possibilità di assumere gli specializzandi dell'ultimo anno e la possibilità, fino al 31 dicembre 2021 per gli iscritti al corso di formazione di medicina generale di partecipare all'assegnazione di incarichi convenzionali in subordine a chi ha già il titolo, sono azioni concrete per risolvere il fabbisogno stimato, ma è necessario intervenire anche sulla programmazione degli specialisti per disciplina e sulla organizzazione delle singola azienda sanitaria;

          secondo i dati di Eurostat e Ocse, come evincibili nel profilo 2017 dedicato all'Italia, del rapporto della Commissione europea «State of health in the UE», nell'ultimo decennio la forza lavoro del settore sanitario ha riportato una crescita costante ed il rapporto 3,8 medici ogni mille abitanti è al di sopra della media dell'Unione (3,6);

          tali ultimi dati sembrano «contraddire» le stime non ufficiali delle associazioni categoriali e, al riguardo, sarebbe quindi opportuno conoscere i dati ufficiali –:

          quali siano i dati ufficiali delle dotazioni organiche del servizio sanitario nazionale con le relative proiezioni, onde verificare se vi sia rispondenza tra le rilevazioni ufficiali e le stime degli organismi sindacali citate in premessa.
(5-02230)

Interrogazione a risposta in Commissione:


      GADDA. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

          la Cryptomeria Japonica è una pianta della famiglia delle cupressacee originaria della Cina sud orientale e del Giappone, importata in Europa già dalla seconda metà dell'Ottocento, comunemente conosciuta anche come cedro rosso del Giappone;

          il polline della Cryptomeria Japonica è responsabile di un gran numero di allergie respiratorie a causa di un incremento progressivo del numero dei pollini totali annuali, anche in conseguenza dell'aumento del numero di piante;

          in Italia detta allergia, che provoca forti sintomi oculo-rinitici, forme asmatiche e forti difficoltà respiratorie, viene curata attraverso una immunoterapia specifica sottocutanea (flaconi contenenti una sospensione di estratto allergenico da iniettare per via sottocutanea), che deve essere effettuata per un minimo di tre anni;

          a quanto risulta all'interrogante, il vaccino per la terapia immunizzante veniva prodotto in Italia solamente dalla Lofarma s.p.a. di Milano, che dal giugno 2015 ne ha cessato la produzione facendo sapere, con mail del 18 settembre 2015, che la causa è dovuta alla scarsa richiesta del vaccino stesso;

          l'Agenzia italiana del farmaco, con ticket 2015090910001698 dell'11 settembre 2015, ha informato che, trattandosi di una preparazione su richiesta nominale del medico per singolo paziente, non può verificare presso quale officina, diversa da Lofarma, si può richiedere il vaccino;

          l'ambasciata d'Italia in Giappone con mail dell'11 settembre 2015 ha informato che l'unica impresa farmaceutica giapponese che produce il farmaco per immunoterapia per l'allergia al polline della Cryptomeria Japonica si chiama Torii Farmaceutica Co.Ltd. e il farmaco si chiama Shidatoren, compressa applicata in forma sublinguale; Shidatoren non risulta venduto all'estero;

          in data 14 settembre 2015 (ticket 2015091110001559) l'Agenzia italiana del farmaco specificava che l'importazione di un medicinale dall'estero è subordinata alla richiesta specifica da parte di un medico operante in una struttura pubblica o ad essa assimilata per uno specifico paziente, con costo a carico del paziente, a meno che il farmaco non venga utilizzato in regime di ricovero ospedaliero;

          il servizio di allergologia del policlinico universitario Agostino Gemelli di Roma si è trovato nella condizione di dover sospendere le terapie in atto per la cura dell'allergia da Cryptomeria Japonica –:

          se sia disponibile in Italia il principio attivo (estratto allergenico) per l'immunoterapia specifica sottocutanea relativa alla Cryptomeria Japonica;

          se sussistano nel territorio nazionale altri laboratori per la produzione del vaccino;

          se sia legittimo sospendere la produzione del vaccino per l'immunoterapia specifica sottocutanea relativa alla Cryptomeria Japonica come conseguenza della scarsa richiesta dello stesso e dunque per motivi economici;

          se non ritenga di assumere iniziative per evitare che la produzione di un vaccino venga sospesa per motivi economici anche a fronte di terapie già iniziate;

          se si ritenga adottare iniziative per tutelare e, in che modo, i cittadini che sono sottoposti alla terapia di immunizzazione, la cui mancanza comprometterebbe le cure finora iniziate;

          se non si ritenga opportuno adottare iniziative per procedere all'importazione del vaccino da altri Paesi;

          se si ritenga opportuno adottare iniziative per procedere all'importazione del farmaco Shidatoren, prodotto dalla casa farmaceutica giapponese Torii Farmaceutica Co.Ltd.;

          come si intenda procedere nell'immediato per far fronte alla sospensione delle terapie in atto;

          se si intendano adottare iniziative per evitare che i cittadini italiani, colpiti da questa grave forma allergica, debbano recarsi a proprie spese in Giappone per proseguire o iniziare una terapia farmacologica per l'immunizzazione alla Cryptomeria Japonica.
(5-02228)

Interrogazione a risposta scritta:


      SCOMA. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

          l'azienda ospedaliera «Civico Di Cristina – Benfratelli» è l'erede delle più antiche istituzioni sanitarie della regione Sicilia;

          l'Arnas può contare oggi su tre apparecchiature per le risonanze magnetiche (Rmn) suddivise nei vari reparti, in particolare: una al pronto soccorso, una seconda presso il reparto di radiologia (questa non ancora attiva) e la terza nel presidio ospedaliero Di Cristina;

          nel mese di aprile 2019 si è guastato l'unico apparecchio funzionante che è stato riparato solamente il 22 maggio 2019, pertanto la struttura ospedaliera non ha potuto effettuare risonanze magnetiche per oltre 20 giorni;

          le cause del ritardo devono essere ricondotte alla gestione del contratto di manutenzione con la casa costruttrice, scaduto a dicembre 2018, rinnovato soltanto il 1° aprile 2019;

          l'Arnas Civico avrebbe comunque potuto utilizzare le altre due apparecchiature che possiede. Ciò non è stato possibile in quanto l'apparecchiatura per la Rmn dislocata nel reparto di radiologia, spenta nel marzo 2018, è ancora in attesa di essere trasferita nel reparto di neuro radiologia. Si tratta dell'unica strumentazione dedicata alla neuro radiologia e assolveva anche alla diagnostica cardiologica per i pazienti affetti da talassemia, cosa che la rendeva l'unica per la Sicilia occidentale;

          l'apparecchiatura per la Rmn del P.O. Di Cristina, infine, è stata acquistata nei primi mesi del 2016 e destinata all'Ospedale dei bambini. L'acquisto è stato fatto senza avere individuato dei locali idonei e senza alcun operatore con competenze specifiche per l'età pediatrica. Il macchinario è stato consegnato, in realtà, solo pochi mesi addietro e ad oggi non è funzionante. Inoltre, dal 2016 ad oggi non è mai stato avviato un programma formativo per il personale da dedicare a tale apparecchiatura;

          le conseguenze per la sanità locale sono state enormi: mancata effettuazione di 5.000 Rmn nell'intervallo di tempo di 1 anno con un mancato introito di circa 1 milione di euro; tempi di degenza ulteriormente prolungati per i pazienti degenti e ulteriore aggravio di spesa che è in corso di contabilizzazione; impossibilità all'effettuazione dell'indagine cardio Rmn per i pazienti residenti in Sicilia occidentale; danno all'immagine dell'azienda; mancata utilizzazione dal 2016 della Rmn destinata all'Ospedale dei bambini –:

          se il Ministro interrogato sia al corrente dei suddetti disservizi e quali iniziative di competenza intenda intraprendere, per quanto di competenza, per acquisire elementi sulle cause che avrebbero determinato il malfunzionamento delle apparecchiature e verificare che sia garantito ai cittadini palermitani l'erogazione dei livelli essenziali di assistenza in tutti i servizi di prevenzione sanitaria presenti anche negli altri distretti.
(4-03028)

Apposizione di una firma ad una mozione.

      La mozione Lupi e altri n. 1-00190, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 31 maggio 2019, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Costa.

Apposizione di una firma ad una interpellanza.

      L'interpellanza Fregolent n. 2-00404, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 4 giugno 2019, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Gribaudo.

Apposizione di firme ad interrogazioni.

      L'interrogazione a risposta in Commissione Ascari n. 5-00718, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 12 ottobre 2018, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Perconti.

      L'interrogazione a risposta in Commissione De Lorenzo e altri n. 5-01702, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 19 marzo 2019, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Trano.

      L'interrogazione a risposta in Commissione De Toma e Trano n. 5-01762, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 27 marzo 2019, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Zanichelli.

      L'interrogazione a risposta scritta Sut e altri n. 4-03015, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 4 giugno 2019, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Cassese.

Ritiro di documenti del sindacato ispettivo.

      I seguenti documenti sono stati ritirati dai presentatori:

          interrogazione a risposta in Commissione Bignami n. 5-01791 del 28 marzo 2019;

          interrogazione a risposta in Commissione Ubaldo Pagano n. 5-02067 dell'8 maggio 2019.