XVIII LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di Lunedì 29 luglio 2019

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli nella seduta del 29 luglio 2019.

      Amitrano, Battelli, Benvenuto, Bonafede, Claudio Borghi, Brescia, Buffagni, Businarolo, Carfagna, Castelli, Castiello, Cirielli, Colletti, Cominardi, Davide Crippa, D'Incà, D'Uva, Sabrina De Carlo, Del Re, Delmastro Delle Vedove, Delrio, Luigi Di Maio, Di Stefano, Durigon, Fantinati, Ferraresi, Fioramonti, Gregorio Fontana, Lorenzo Fontana, Fraccaro, Frusone, Galli, Gallo, Garavaglia, Gava, Gelmini, Giaccone, Giachetti, Giorgetti, Grande, Grillo, Grimoldi, Guidesi, Invernizzi, Liuni, Locatelli, Lollobrigida, Lorefice, Losacco, Manzato, Micillo, Molinari, Molteni, Morelli, Morrone, Parolo, Perconti, Picchi, Rampelli, Rizzo, Rosato, Ruocco, Saltamartini, Carlo Sibilia, Spadafora, Tofalo, Vacca, Valente, Vignaroli, Villarosa, Leda Volpi, Raffaele Volpi, Zoffili.

Annunzio di proposte di legge.

      In data 26 luglio 2019 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:
          GAGLIARDI: «Modifiche all'articolo 22 del decreto legislativo 25 maggio 2017, n.  75, in materia di svolgimento di procedure selettive per la progressione tra le aree, riservate al personale di ruolo delle pubbliche amministrazioni» (2027);
          LUCCHINI ed altri: «Modifica dell'articolo 184-ter del decreto legislativo 3 aprile 2006, n.  152, in materia di cessazione della qualifica di rifiuto» (2028);
          DI GIORGI ed altri: «Istituzione del Giorno dell'internato militare italiano» (2029);
          BIGNAMI: «Delega al Governo per la revisione e la semplificazione delle norme sull'accesso alla professione di avvocato e sul suo esercizio» (2030);
          COMENCINI ed altri: «Modifica all'articolo 8 della legge 21 ottobre 2005, n.  219, in materia di riconoscimento di contributi previdenziali figurativi per i donatori di sangue e di emocomponenti che si astengono dal lavoro per l'intera giornata in cui effettuano la donazione» (2031).

      Saranno stampate e distribuite.

Assegnazione di progetti di legge a Commissioni in sede referente.

      A norma del comma 1 dell'articolo 72 del Regolamento, i seguenti progetti di legge sono assegnati, in sede referente, alle sottoindicate Commissioni permanenti:

          I Commissione (Affari costituzionali):
      DADONE ed altri: «Disposizioni in materia di conflitti di interessi, ineleggibilità e incompatibilità parlamentari» (1460) Parere delle Commissioni II (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni), III, IV, V, VI, VII, VIII, IX, X, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali;

      FRATE ed altri: «Delega al Governo per la riforma dell'inquadramento, delle funzioni e dello status del personale dei corpi di polizia locale» (1595) Parere delle Commissioni II, V, XI (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, relativamente alle disposizioni in materia previdenziale) e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

          II Commissione (Giustizia):
      BURATTI ed altri: «Modifiche al codice civile in materia di luogo della celebrazione del matrimonio» (1811) Parere delle Commissioni I e X.

          VI Commissione (Finanze):
      GAGLIARDI ed altri: «Concessione di un credito d'imposta per l'acquisto di detersivi a base di ingredienti naturali da parte delle imprese turistiche e di ristorazione insediate nelle aree protette dei distretti idrografici» (1856) Parere delle Commissioni I, V, VIII, X (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento) e XIV.

          VII Commissione (Cultura):
      CARÈ ed altri: «Modifica alla legge 2 agosto 1999, n.  264, in materia di riserva di posti in favore dei cittadini italiani residenti all'estero per l'ammissione ai corsi universitari ad accesso programmato» (1774) Parere delle Commissioni I, II, III, V, XII e XIV.

          VIII Commissione (Ambiente):
      DONNO: «Modifiche alla legge 29 gennaio 1992, n.  113, in materia di indicazione delle informazioni relative all'albero messo a dimora negli atti di nascita e di bilancio arboreo dei comuni, nonché istituzione di un fondo per gli alberi e gli spazi verdi urbani» (1729) Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni), V, VII, XIII e della Commissione parlamentare per le questioni regionali;
      DEIANA ed altri: «Introduzione dell'articolo 232-quater del decreto legislativo 3 aprile 2006, n.  152, in materia di smaltimento delle biomasse vegetali spiaggiate» (1747) Parere delle Commissioni I, V, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

          XII Commissione (Affari sociali):
      SANDRA SAVINO: «Disposizioni per il riconoscimento della fibromialgia, dell'encefalomielite mialgica benigna e della sensibilità chimica multipla come malattie croniche e invalidanti» (1725) Parere delle Commissioni I, V e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

          XIII Commissione (Agricoltura):
      ALBERTO MANCA ed altri: «Modifiche alla legge 23 agosto 1993, n.  352, in materia di raccolta e commercializzazione dei funghi epigei freschi e conservati» (1871) Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni), V, X, XII, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

Annunzio di progetti di atti dell'Unione europea.

      La Commissione europea, in data 26 luglio 2019, ha trasmesso, in attuazione del Protocollo sul ruolo dei Parlamenti allegato al Trattato sull'Unione europea, la relazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio intesa a valutare l'adozione, da parte degli Stati membri, delle misure necessarie a garantire la conformità alla decisione quadro 2003/568/GAI del Consiglio, del 22 luglio 2003, relativa alla lotta contro la corruzione nel settore privato (COM(2019) 355 final), che è assegnata, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alla II Commissione (Giustizia), con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

Atti di controllo e di indirizzo.

      Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell’Allegato B al resoconto della seduta odierna.

MOZIONE QUARTAPELLE PROCOPIO ED ALTRI N. 1-00230 CONCERNENTE INIZIATIVE, IN AMBITO INTERNAZIONALE ED EUROPEO, PER IL PERSEGUIMENTO DEI CRIMINI DI GUERRA E CONTRO L'UMANITÀ COMMESSI DAL COSIDDETTO DAESH, CON PARTICOLARE RIFERIMENTO ALLE MINORANZE RELIGIOSE IN IRAQ E SIRIA

Mozione

      La Camera,
          premesso che:
              il 3 agosto del 2014 le forze dell'autoproclamatosi «Stato islamico» penetravano nel territorio del Sinjar, nel nord dell'Iraq, a pochi chilometri dal confine siriano, prevalente territorio del popolo yazida-minoranza religiosa invisa al Califfato e il cui gruppo principale vive in Iraq. In quell'attacco, sono stati massacrati, rapiti, schiavizzati e fucilati o decapitati in tutto 10.400 uomini donne e bambini;
              quello che è stato fatto agli yazidi è stato ufficialmente riconosciuto come genocidio dal rapporto della Commissione internazionale indipendente d'inchiesta sulla Siria, istituita dal Consiglio dei diritti umani dell'Onu nell'agosto 2011 e considerata la più alta commissione d'inchiesta sulle violazioni dei diritti umani nel conflitto siriano. Il suo report – basato su 45 testimonianze fra operatori medici e umanitari, attivisti, giornalisti e sopravvissuti, leader religiosi, contrabbandieri, raccolte e verificate dalla Commissione stessa e intitolato «“They came to destroy”: Isis crimes against the Yazidis» – afferma l'applicabilità dell'articolo 2 della Convenzione per la prevenzione e la repressione del crimine di genocidio del 1948, di cui anche Siria e Iraq sono parte. La condotta delle forze dello Stato islamico presenta infatti una precisa ratio di sterminio degli yazidi in quanto gruppo etnico;
              gli atti compiuti da Daesh nei confronti degli yazidi, quali esecuzioni sommarie, gravi lesioni all'integrità fisica e morale, imposizioni di condizioni di vita aberranti, schiavizzazione e stupri delle donne e ragazze yazide, separazione forzata delle famiglie e, in particolare, dei bambini, rientrano – purtroppo – a pieno titolo negli atti previsti per il genocidio;
              nonostante la caduta delle roccaforti Daesh di Raqqa e Mosul, secondo un recente rapporto dell'organizzazione non governativa Human rights watch, «i crimini dello Stato islamico contro la minoranza yazida proseguono e restano ampiamente impuniti». Lo Stato iracheno non è ancora riuscito a liberare tutte le persone ridotte in schiavitù. E, dunque, la sconfitta militare di Daesh non cancella tuttora la minaccia per il popolo yazida;
              nel settembre 2017 è stata approvata una risoluzione dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite (risoluzione 2379), volta ad istituire un team investigativo di esperti, guidato da un inviato speciale, con il mandato di raccogliere e preservare materiale probatorio relativo a possibili crimini di guerra e contro l'umanità commessi da Daesh in Iraq;
              secondo un rapporto delle Nazioni Unite, più di 200 fosse comuni contenenti i resti di migliaia di vittime sono state scoperte in aree già controllate da Daesh in Iraq. È stata documentata l'esistenza di 202 siti di sepolture di massa nei governatorati di Ninive, Kirkuk, Salah al-Din e Anbar nelle parti settentrionali e occidentali del Paese e, secondo le stime, all'interno vi sarebbero i resti di almeno 12 mila vittime. Essi rappresentano una conferma ulteriore della brutalità, delle violenze, delle uccisioni di quanti rifiutavano o criticavano l'ideologia jihadista e la folle violenza omicida dei miliziani;
              le prove raccolte dal team dell'Onu sono e saranno fondamentali per garantire indagini credibili, azioni penali e condanne in conformità con gli standard internazionali di processo, nonché una risposta alla ricerca di verità e giustizia delle famiglie che attendono di sapere la fine dei loro cari; ma ad oggi, come la stessa premio Nobel Nadia Murad ha affermato nel corso di un'indagine conoscitiva svoltasi in questo Parlamento, è ancora incerto l'utilizzo che verrà fatto di questo materiale probatorio raccolto;
              secondo Human rights watch, i processi in corso da parte della giustizia irachena per crimini commessi contro gli yazidi sono destinati a un nulla di fatto: gli imputati sono principalmente accusati di «appartenenza, supporto o assistenza allo Stato islamico». Il rischio, denuncia l'organizzazione non governativa, è che le prove del genocidio possano «perdersi, nel tempo nelle fosse comuni che le autorità locali tardano a portare alla luce». L'Iraq è stato criticato per il trattamento sommario riservato in passato ai sospetti membri e fiancheggiatori di Daesh, dopo la liberazione di Mosul e delle altre aree nord-irachene dall'occupazione jihadista. Molte persone sono state giustiziate in base a delazioni e vaghe accuse di aver sostenuto l'autoproclamato Califfato islamico;
              a tal proposito, è fondamentale l'istituzione di un apposito tribunale internazionale contro i crimini di Daesh contro le minoranze religiose in Iraq, che abbia un mandato chiaro e circoscritto. Anche se, questo non deve far dimenticare che, oltre a Daesh, nella regione, ci sono altri che si sono macchiati di crimini contro l'umanità. A partire dal regime di Assad, per poi continuare con quei regimi nella regione che hanno utilizzato milizie fondamentaliste per una guerra per procura che è costata 400 mila morti. Iraq e Siria non saranno in pace, finché anche quei crimini non saranno investigati e processati;
              parimenti, non si devono dimenticare la sofferenza e la persecuzione nei confronti di altre religioni minori nel Paese e, in particolare, quella verso i cristiani;
              secondo la quattordicesima edizione del rapporto sulla libertà religiosa di «Aiuto alla Chiesa che soffre», nel mondo un cristiano ogni 7 vive in un Paese di persecuzione. Il numero complessivo dei cristiani perseguitati è di 300 milioni. Nel periodo preso in esame dal rapporto, dal giugno 2016 al giugno 2018, si riscontra un aumento delle violazioni della libertà religiosa in molti Stati. In totale sono stati identificati 38 Paesi in cui si registrano «gravi o estreme violazioni» e tra questi spicca proprio l'Iraq;
              il 61 per cento della popolazione mondiale vive in Paesi in cui non vi è rispetto per la libertà religiosa, nel 9 per cento delle nazioni nel mondo vi è discriminazione e nell'11 per cento degli Stati vi è persecuzione;
              l'Iraq non ha ratificato il trattato istitutivo della Corte penale internazionale dell'Aja (Cpi), lo statuto di Roma;
              l'Italia può, anzi deve, farsi promotrice di un'iniziativa internazionale per istituire un tribunale speciale per perseguire i crimini di Daesh contro le minoranze religiose, a maggior ragione perché il trattato è stato firmato a Roma, il che costituisce anche un mandato «morale» italiano, e, soprattutto, perché esso rappresenterebbe un vero tassello nel complicato mosaico per portare pace e stabilità tra Siria e Iraq e per contribuire a salvare la natura plurale del Medio Oriente. Inoltre, l'Italia, partner dell'Iraq, ha contribuito alla coalizione globale contro Daesh, addestrando oltre 30 mila unità militari e di polizia irachene;
              il Consiglio europeo ha recentemente ribadito il fermo sostegno dell'Unione europea all'unità, alla sovranità e all'integrità territoriale dell'Iraq, nonché l'importanza della titolarità irachena dei processi politici e di riforma interni del Paese. Ed ha sottolineato il costante impegno dell'Unione europea a favore della salvaguardia del carattere multietnico e multireligioso della società irachena;
              le elezioni federali tenutesi nel maggio 2018 riaffermano l'impegno dell'Iraq verso la democrazia. Ma ora è cruciale che tutti i giocatori e le istituzioni politiche in Iraq lavorino insieme per affrontare i bisogni urgenti del Paese, soprattutto in relazione alla fornitura di sicurezza, di servizi e posti di lavoro sostenibili per tutti gli iracheni in tutto il Paese;
              il Ministro degli esteri iracheno ha invitato i membri della coalizione internazionale a combattere l'organizzazione terroristica dello Stato islamico e a intensificare gli sforzi nella lotta contro il terrorismo in Siria e a sostenere le autorità irachene nella lotta al terrorismo sul suo territorio, «contro le cellule latenti di Daesh in tutto il Paese e a contribuire a ripristinare la stabilità nei territori liberati». E ha chiesto anche «ai Paesi della coalizione di fornire supporto logistico e tecnico per sostenere gli sforzi dell'Iraq sul terreno, in modo che lo Stato islamico sia ritenuto responsabile delle sue azioni, compresi crimini di guerra, crimini contro l'umanità e genocidio»;
              l'Iraq ed il popolo iracheno hanno pagato un costo altissimo per la furia cieca dello Stato islamico. Ed è dovere della comunità internazionale assicurare che i responsabili delle atrocità rispondano dei loro orribili crimini, non solo sul terreno militare, ma anche sul piano dell'ideologia e della narrazione,

impegna il Governo:

1)    a promuovere in tutti i consessi internazionali, in particolare presso la prossima Assemblea generale delle Nazioni Unite e presso il Consiglio per i diritti umani e l'ufficio dell'Alto Commissario per i diritti umani dell'Onu e infine nelle sedi europee, la necessità che i competenti organi delle Nazioni Unite, sulla base dell'attività del team investigativo, deferiscano il risultato delle indagini alla Corte penale internazionale o che si costituisca un tribunale ad hoc che abbia giurisdizione sul caso;

2)    a supportare azioni immediate per combattere il sistematico sterminio di massa delle minoranze religiose perpetrato dal cosiddetto Stato islamico in Iraq e in Siria;

3)    a promuovere l'esigenza che gli Stati coinvolti – Iraq e Siria – implementino le norme su genocidio e crimini contro l'umanità.
(1-00230) «Quartapelle Procopio, De Maria, Fassino, Guerini, La Marca, Minniti, Scalfarotto, Enrico Borghi, Fiano, Sensi».