XVIII LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di Venerdì 4 ottobre 2019

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli nella seduta del 4 ottobre 2019.

      Amitrano, Ascani, Azzolina, Battelli, Bazzaro, Benvenuto, Billi, Boccia, Bonafede, Claudio Borghi, Boschi, Brescia, Buffagni, Businarolo, Carfagna, Castelli, Cirielli, Colletti, Colucci, D'Incà, D'Uva, Dadone, Sabrina De Carlo, Del Barba, Del Re, Delmastro Delle Vedove, Delrio, Luigi Di Maio, Di Stefano, Dieni, Ferraresi, Fioramonti, Gregorio Fontana, Fraccaro, Franceschini, Frusone, Gallinella, Gelmini, Giaccone, Giachetti, Giorgis, Grande, Grimoldi, Guerini, Invernizzi, Invidia, L'Abbate, Liuzzi, Lollobrigida, Lorefice, Losacco, Maniero, Marzana, Mauri, Molinari, Morani, Morassut, Morelli, Orlando, Orrico, Parolo, Ribolla, Rizzo, Ruocco, Saltamartini, Scagliusi, Scalfarotto, Carlo Sibilia, Sisto, Spadafora, Spadoni, Speranza, Tofalo, Traversi, Vignaroli, Villarosa, Leda Volpi, Zoffili.

Annunzio di proposte di legge.

      In data 2 ottobre 2019 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:
          CANCELLERI e LOREFICE: «Disposizioni per la prevenzione e la cura dei disturbi alimentari» (2135);
          RUGGIERO ed altri: «Disposizioni concernenti l'applicazione dell'imposta sul valore aggiunto ai corrispettivi per le prestazioni didattiche destinate al conseguimento delle patenti di guida» (2136);
          MORRONE ed altri: «Modifica all'articolo 2 del decreto-legge 25 marzo 2010, n.  40, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 maggio 2010, n.  73, in materia di destinazione di una quota del 5 per mille dell'imposta sul reddito delle persone fisiche al finanziamento delle Forze di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco» (2137).

      In data 3 ottobre 2019 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:
          CARETTA: «Modifica all'articolo 19 della legge 11 febbraio 1992, n.  157, in materia di controllo della fauna selvatica» (2138);
          SANDRA SAVINO: «Modifica all'articolo 2 del decreto-legge 28 gennaio 2019, n.  4, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 marzo 2019, n.  26, in materia di esclusione dal beneficio del reddito di cittadinanza per i condannati con sentenza definitiva» (2139).

      Saranno stampate e distribuite.

Adesione di deputati a proposte di legge.

      La proposta di legge SALTAMARTINI ed altri: «Disposizioni concernenti l'esposizione del Crocifisso nelle scuole e negli uffici delle pubbliche amministrazioni» (387) è stata successivamente sottoscritta dalla deputata Lazzarini.

      La proposta di legge NESCI ed altri: «Modifiche al testo unico di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n.  267, in materia di scioglimento dei consigli degli enti locali conseguente a fenomeni di infiltrazione e di condizionamento di tipo mafioso» (474) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Davide Aiello.

      La proposta di legge DE FILIPPO ed altri: «Norme per il sostegno della ricerca, della produzione dei farmaci orfani nonché della cura delle malattie rare e in favore delle famiglie con bambini affetti da tali malattie» (1666) è stata successivamente sottoscritta dalla deputata Pini.

Cancellazione dall'ordine del giorno di una proposta di legge d'iniziativa popolare.

      Dalla verifica e dal computo delle firme dei sottoscrittori della proposta di legge d'iniziativa popolare: «Istituzione dell'indennità di maternità per le madri lavoratrici nell'esclusivo ambito familiare» (1897), effettuati ai sensi dell'articolo 48, secondo comma, della legge 25 maggio 1970, n.  352, è risultato che la proposta medesima non è supportata dai requisiti previsti dall'articolo 71, secondo comma, della Costituzione.

      La proposta di legge deve quindi ritenersi non validamente presentata e sarà pertanto cancellata dall'ordine del giorno.

Assegnazione di progetti di legge a Commissioni in sede referente.

      A norma del comma 1 dell'articolo 72 del Regolamento, i seguenti progetti di legge sono assegnati, in sede referente, alle sottoindicate Commissioni permanenti:

          I Commissione (Affari costituzionali):
      ORFINI: «Modifiche alla legge 5 febbraio 1992, n.  91, e altre disposizioni in materia di cittadinanza» (920) Parere delle Commissioni II, V, VI, VII, XII e XIV.

          II Commissione (Giustizia):
      VARCHI ed altri: «Modifica all'articolo 1 della legge 7 ottobre 1969, n.  742, in materia di sospensione feriale dei termini processuali» (1868) Parere delle Commissioni I, V e XI;
      SIRACUSANO e SANTELLI: «Modifica all'articolo 192 del codice di procedura penale, in materia di valutazione della prova» (1902) Parere delle Commissioni I e V;
      GAGLIARDI ed altri: «Modifica all'articolo 27 della legge 16 febbraio 1913, n.  89, in materia di determinazione della competenza regionale per i distretti notarili riuniti di La Spezia e Massa» (1965) Parere delle Commissioni I e V.

          VI Commissione (Finanze):
      FRAGOMELI e UBALDO PAGANO: «Modifiche al decreto-legge 4 giugno 2013, n.  63, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2013, n.  90, in materia di agevolazioni fiscali per favorire la diffusione dei veicoli alimentati ad energia elettrica» (1973) Parere delle Commissioni I, V, VIII, IX, X e XIV;
      GAGLIARDI ed altri: «Modifiche al decreto-legge 4 giugno 2013, n.  63, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2013, n.  90, e all'articolo 10 del decreto-legge 30 aprile 2019, n.  34, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 giugno 2019, n.  58, in materia di incentivi per gli interventi di riqualificazione energetica e di riduzione del rischio sismico» (2053) Parere delle Commissioni I, V, VIII e X.

          VII Commissione (Cultura):
      PINI ed altri: «Modifiche agli articoli 2 e 10 della legge 23 marzo 1981, n.  91, in materia di pari opportunità tra donne e uomini nel settore sportivo professionistico» (1928) Parere delle Commissioni I, II, V e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

          IX Commissione (Trasporti):
      S. 787. – Senatori SANTILLO ed altri: «Disposizioni per la sostituzione di automezzi e attrezzature azionati da motori endotermici con automezzi e attrezzature ad alimentazione elettrica, ibrida o ad idrogeno negli aeroporti individuati dall'articolo 1, comma 3, del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 17 settembre 2015, n.  201» (approvata dal Senato) (2116) Parere delle Commissioni I, V, VIII e X.

          XII Commissione (Affari sociali):
      FOSCOLO ed altri: «Disposizioni in favore delle persone affette da fibromialgia e riconoscimento di essa come malattia invalidante» (1937) Parere delle Commissioni I, V, XI e della Commissione parlamentare per le questioni regionali;
      NOVELLI: «Introduzione dell'articolo 34-bis della legge 23 dicembre 1978, n.  833, in materia di accertamenti e trattamenti sanitari obbligatori per malattia mentale che provochi gravi disturbi del comportamento alimentare» (1987) Parere delle Commissioni I, II, V e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

          XIII Commissione (Agricoltura):
      FORNARO ed altri: «Disposizioni per la tutela e la valorizzazione dell'agricoltura contadina» (1968) Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni), V, VI, VIII, X, XI, XII, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali;
      S. 728. – Senatori VALLARDI ed altri: «Norme per la valorizzazione delle piccole produzioni agroalimentari di origine locale» (approvata dal Senato) (2115) Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni), V, VI, VIII, X (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento), XI, XII, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

          Commissioni riunite XI (Lavoro) e XII (Affari sociali):
      D'ARRANDO ed altri: «Disposizioni per il riconoscimento e il sostegno dell'attività del caregiver familiare» (1228) Parere delle Commissioni I, V, VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria), VII, X, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

Atti di controllo e di indirizzo.

      Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell’Allegato B al resoconto della seduta odierna.

INTERPELLANZE URGENTI

Iniziative di competenza volte alla definizione di una soluzione condivisa in merito al confine italo-francese nella zona del massiccio del Monte Bianco – 2-00509

A)

      I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, per sapere – premesso che:
          preme agli interpellanti segnalare l'annosa ed irrisolta questione concernente la definizione del confine italo-francese nella zona del massiccio del Monte Bianco, in particolare per quanto riguarda la cima del Monte Bianco e la zona del colle del Gigante e punta Helbronner;
          la delimitazione dei confini territoriali tra l'Italia e la Francia nella zona del massiccio del Monte Bianco è disciplinata sia dal Trattato di Torino del 24 marzo 1860 (con la «Convenzione di delimitazione delle frontiere» del 7 marzo 1861) che stabiliva il confine tra il Regno di Sardegna e il Ducato di Savoia ceduto alla Francia, sia dal Trattato di pace di Parigi del 10 febbraio 1947 dopo la seconda guerra mondiale, che stabiliscono con chiarezza che la frontiera tra l'Italia e la Francia corre sullo spartiacque, ovvero sulla linea displuviale nel massiccio del Monte Bianco. In base a questa impostazione il confine passa esattamente sulla cima del Monte Bianco e, appunto, sulla displuviale del colle del Gigante, lasciando una consistente porzione di punta Helbronner e tutta la zona circostante al rifugio Torino ampiamente nel territorio italiano;
          la suddetta delimitazione è, tuttavia, resa incerta e fonte di contenzioso anche a causa di un diverso disegno cartografico dei confini tra i due Paesi, e ciò assume rilevanza per le ricadute in termini di giurisdizione applicabile nella quotidianità, sia per le attività anche commerciali, sia per l'individuazione delle autorità competenti e delle eventuali responsabilità civili e penali inerenti a tale ambito territoriale;
          la controversia risulta nuovamente inasprita in ordine alle decisioni amministrative adottate da enti locali francesi di confine in via unilaterale, le cui ordinanze incidono anche sulla «parte» italiana;
          la distensione nei rapporti tra le suddette zone di confine, nonché la salvaguardia degli obiettivi comuni risultano dirimenti per l'adozione di soluzioni condivise; in particolare, trattandosi di zona di montagna, con riguardo alle attività che vi si svolgono e che comportano un certo grado di rischio, sono occorsi eventi tragici che hanno coinvolto velivoli e persone fisiche;
          attualmente, in seguito ad un incidente mortale occorso il 26 giugno 2019 e di una nota della Guardia di finanza di Entrèves, la procura di Aosta ha aperto un fascicolo, mentre il sindaco di Courmayeur, Stefano Miserocchi, ha inoltrato tutta la documentazione alla regione Valle d'Aosta chiedendo di fissare un incontro per discutere la questione –:
          se, per quanto di competenza, non intenda adottare iniziative al fine di agevolare una soluzione comune e soddisfacente per entrambe le parti, anche promuovendo, presso le sedi competenti, il raggiungimento di un accordo in ordine alla definizione cartografica del territorio di confine.
(2-00509) «Elisa Tripodi, Cabras, Macina, Cappellani, Carelli, Colletti, Sabrina De Carlo, Del Grosso, Di Stasio, Ehm, Emiliozzi, Olgiati, Perconti, Romaniello, Siragusa, Suriano, Dieni, Alaimo, Baldino, Berti, Bilotti, Maurizio Cattoi, Corneli, D'Ambrosio, Forciniti, Parisse, Francesco Silvestri, Grande, Battelli, Bella».


Iniziative a tutela della filiera olivicola nazionale, con particolare riferimento alle problematiche emerse in Calabria – 2-00498

B)

      I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, per sapere – premesso che:
          il settore olivicolo conta in Italia oltre 400 mila aziende agricole specializzate e dispone del maggior numero di olii extravergine a denominazione protetta in Europa (43 DOP e 4 IGP) con un patrimonio di 250 milioni di piante e 533 varietà di olive: il più vasto tesoro di biodiversità del mondo;
          secondo un rapporto Ismea (su dati Istat e Agea) la produzione dell'olio made in Italy è passata dalle 600 mila tonnellate del 2008, alle 506 mila del 2012, per poi crollare a 222 mila nel 2014 e 182 mila nel 2016. Alle 400 mila tonnellate registrate nel 2017, si sono contrapposte le 200 mila tonnellate del 2018;
          quindici anni fa il Belpaese era il primo produttore di olio al mondo. Oggi la sua produzione è nettamente inferiore a quella della Spagna stimata nel 2018, in 1,6 miliardi di chilogrammi, oltre sei volte a quella nazionale. Nel 2018 la produzione Italia è stata sorpassata anche da quelle della Grecia e della Tunisia;
          cresce la produzione dei Paesi della sponda sud del Mediterraneo: la produzione media cumulata di Tunisia, Marocco, Algeria, Turchia, Siria, Giordania, Libano ed Egitto supera già le 800 mila tonnellate. La Tunisia, che assieme alla Spagna controllerà per i prossimi 4 anni il Consiglio oleicolo internazionale (Coi), nel 2018 ha prodotto 240 mila tonnellate e ne ha esportate senza dazio in Europa 120 mila; secondo Coldiretti dall'inizio del 2018 l'importazione in Italia di olio d'oliva tunisino sarebbe aumentata del 260 per cento. Il costo di produzione dell'olio in Tunisia risulta pari a circa due euro al litro, contro il corrispondente costo di produzione più che doppio in Italia (fonte Coldiretti);
          secondo lo studio «Salvaolio» presentato a gennaio 2019 dalla Coldiretti, con il crollo dei raccolti 2018 le importazioni di olio di oliva dall'estero nel 2019 sono destinate a superare abbondantemente il mezzo milione di tonnellate con il risultato che sul mercato nazionale più di due bottiglie di olio di oliva su tre conterranno prodotto straniero. Previsione confermata dal fatto che nei primi 5 mesi del 2019 le importazioni di olio di oliva sono cresciute del 12 per cento rispetto all'anno precedente sfiorando le 234 mila tonnellate la gran parte in arrivo dalla Spagna. Coldiretti ha più volte denunciato il mancato rispetto del regolamento (CE) n.  182/2009 della Commissione, del 6 marzo 2009, attuato con decreto del Ministero delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo 10 novembre 2009 in materia di etichettatura d'origine degli olii in commercio;
          nel marzo 2019 la procura di Grosseto, al termine di un'inchiesta avviata nel marzo 2016 sul falso olio Igp toscano, iniziata nel 2016, ha notificato a 31 produttori di olio extravergine di oliva, titolari di frantoi e rivenditori, gli avvisi di conclusione indagini per associazione a delinquere finalizzata a un numero indeterminato di delitti di frode in commercio anche con falsi documenti. Secondo la procura «la grande frode messa in campo da questo sistema ha danneggiato, tra l'altro, i piccoli produttori locali, che non hanno potuto beneficiare della favorevole condizione di mercato, dovuta alla grande domanda del prodotto e alla sua contestuale limitata offerta (...)»;
          la legge del mercato prevede che, diminuendo l'offerta, il prezzo del prodotto aumenti. Nel caso dell'olio di oliva la regola del mercato risulta alterata: la produzione dell'olio di oliva diminuisce, il prezzo al chilogrammo non aumenta. Dai grafici Ismea sui prezzi medi all'origine, tra il luglio 2018 e l'agosto 2019, questi sono scesi del 9,7 per cento per l'olio extravergine di oliva, del 4,8 per cento per l'olio di oliva e addirittura del 24,5 per cento per l'olio lampante di oliva (con acidità superiore al 2 per cento);
          particolarmente grave è la situazione sulla piazza di Gioia Tauro pur in presenza di una produzione dimezzata nazionale e calabrese; il prezzo dell'olio di oliva lampante all'ingrosso, sulla piazza di Gioia Tauro, da ottobre 2017 ad oggi, è diminuito di oltre il 50 per cento passando da 325-350 euro al quintale a 150-180 euro. Di qui la richiesta avanzata nel giugno 2019 dall'Associazione giovani agricoltori calabresi di adottare misure a salvaguardia dei piccoli produttori agricoli, ivi compreso il blocco importazione olio di oliva;
          nel maggio 2018 il Consiglio regionale della Calabria ha altresì approvato un ordine del giorno in cui è stato richiesto di «favorire la tutela dell'olio calabrese anche nel confronto con il Governo e la Commissione UE, ed ancor più in sede di Conferenza Stato-Regioni...», ponendo l'accento sul fatto che pesa sull'economia olivicola regionale «...la decisione della Commissione europea di eliminare, da ultimo, anche i residui dazi sulle importazioni dalla Tunisia, ad un prezzo fissato in euro 3,43 al litro, notevolmente inferiore a quello degli oli italiani... con conseguente aumento delle importazioni stesse e la contestuale riduzione delle quote di mercato per gli oli calabresi...»;
          la Calabria è la seconda regione italiana (la terza in Europa) produttrice di olio con oltre 84 mila aziende, una superficie investita in olivo di oltre 189 mila ettari, circa 25 milioni di piante e oltre 100 varietà di olive. Si tratta di un vasto tesoro di biodiversità, con tre Dop e una Igp, quasi il 50 per cento biologico, un impiego di manodopera, nella filiera, di oltre 15 milioni di giornate lavorative e 692 frantoi, il 15 per cento del totale italiano. La Coldiretti, stima la produzione della campagna 2019-20, tra 40 e 45 mila tonnellate, il doppio rispetto all'annata precedente che si era attestata sulle 20 mila –:
          quali iniziative intenda adottare a tutela della filiera olivicola nazionale, con particolare riferimento alle problematiche evidenziatesi nella regione Calabria, e se non ritenga opportuno adottare iniziative di sostegno sia del reddito dei piccoli produttori e che dei prezzi pagati all'origine;
          se non ritenga opportuno rafforzare le misure in materia di tracciatura della provenienza degli olii, nonché di etichettatura, usufruendo delle possibilità offerte dall'articolo 3-bis del decreto-legge n.  135 del 2018 la cui attuazione è demandata a un decreto ministeriale, sull'indicazione del luogo di provenienza dei componenti dei prodotti alimentari, al fine di impedire che le miscele tra olio italiano e olii di origine siano classificate come olio nazionale.
(2-00498) «Maria Tripodi, Occhiuto, Santelli, Cannizzaro, Bagnasco, Ruffino, Fitzgerald Nissoli, Saccani Jotti, Rotondi, Mazzetti, Casciello, Scoma, Rossello, Napoli, Orsini, Calabria, Tartaglione, Palmieri, Fiorini, Battilocchio, Cappellacci, Zangrillo, Mulè, Bartolozzi, Mandelli, Spena, Barelli, Pella, Porchietto, Pettarin, Marrocco, Carrara, Ripani, Nevi, Fascina».


Chiarimenti in merito agli episodi di violenza verificatisi nel carcere di San Gimignano e iniziative volte a far fronte alle complessive criticità della struttura – 2-00507

C)

      I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della giustizia, per sapere – premesso che:
          è attiva, dal mese di novembre 1991, in località Ciuciano Ranza nel comune di San Gimignano (Siena) una casa di reclusione maschile; si tratta del carcere più grande dell'intera provincia che presenta però gravi criticità relative in particolar modo alla carenza di personale rispetto ai detenuti presenti;
          nonostante infatti abbia una capienza regolamentare di 227 reclusi, le cifre ufficiali del Ministero della giustizia dicono che sono attualmente presenti a Ranza 352 detenuti;
          la casa di reclusione ospita, nelle 50 apposite celle, detenuti in regime di alta sicurezza. La categoria della casa di reclusione, in relazione soprattutto alla presenza di detenuti con condanne definitive e per reati gravi e di ergastolani appartenenti ad associazioni criminali, richiede inoltre una sorveglianza attenta e continua che rischia di essere incompatibile con l'attuale personale in servizio;
          la carenza di organico degli agenti di polizia penitenziaria perdura da anni. Si tratta di una situazione che costringe conseguentemente il personale a continui turni straordinari, che oltre a ripercuotersi sulla qualità della vita degli agenti e dei loro familiari, può potenzialmente comportare gravi rischi per la gestione della casa di reclusione e per la sicurezza di personale e detenuti;
          l'assenza di una guida stabile del carcere non attenua certamente queste criticità: negli anni si sono susseguite figure direttive temporanee, e anche nell'ultimo anno purtroppo la direzione ha visto numerosi incarichi temporanei, con un nuovo incarico che sarebbe giunto proprio in questi giorni, così come non sono ancora presenti nuove figure di comandante e del vicecomandante della polizia penitenziaria;
          altre criticità che riguardano il penitenziario sono di carattere strutturale e logistico (in particolare, infiltrazioni dal tetto e difficoltà di approvvigionamento idrico ed in particolar modo di acqua potabile);
          queste problematiche sono state spesso all'origine di episodi di tensione e violenza ormai ciclicamente all'interno del carcere: nelle ultime settimane, ad esempio, si sono verificate due risse tra detenuti che hanno richiesto l'intervento degli agenti in servizio ed un detenuto ha incendiato il materasso e le lenzuola della propria cella di isolamento. A seguito di questo ultimo intervento tre poliziotti sono stati portati in ospedale;
          nella scorsa legislatura, ed in numerose occasioni, le problematiche del carcere di San Gimignano sono state poste all'attenzione del Ministro competente e del capo del Dap (Dipartimento della polizia penitenziaria): tali criticità hanno visto, in alcuni casi, anche risposte positive anche se non risolutive da parte del Governo; nelle scorse settimane, dopo una visita svolta assieme all'attuale sindaco di San Gimignano, la prima firmataria del presente atto ha nuovamente scritto al Ministro, che ha risposto con lettera in data 17 luglio 2019;
          il Ministero della giustizia ha annunciato, in tale missiva, l'arrivo di 12 agenti di polizia penitenziaria al carcere di San Gimignano comunicando inoltre che la vicenda del comandante di reparto sarebbe stata risolta in quanto tale funzione sarebbe «stata conferita ad un Commissario capo del corpo di Polizia penitenziaria»;
          lo stesso Ministero della giustizia ha inoltre reso noto di aver conferito la reggenza giornaliera del carcere di San Gimignano ad Alba Casella, già direttore dell'ufficio I del provveditorato di Firenze, annunciando anche lo stanziamento di risorse per potenziare l'efficientamento energetico ed idrico del carcere;
          appare comunque evidente che sussistano ancora notevoli criticità che riguardano la carenza di organico del personale e il sovraffollamento dei detenuti, senza dimenticare le citate problematiche strutturali dell'edificio;
          nei giorni scorsi organi di stampa hanno riferito che la procura di Siena ha iscritto nel registro degli indagati alcuni agenti penitenziari del carcere di San Gimignano con l'accusa di aver picchiato, l'11 ottobre 2018, un detenuto tunisino di 31 anni;
          sempre secondo i media l'indagine, definita dal Dap «complessa e delicata», ha interessato «15 poliziotti penitenziari e trae origine dalla denuncia fatta da alcuni detenuti su pestaggi avvenuti all'interno dell'istituto toscano. Le accuse formulate dalla Procura di Siena vanno dalle minacce alle lesioni aggravate, al falso ideologico commesso da un pubblico ufficiale, alla tortura»;
          a seguito di tale indagine il Dap ha sospeso dal servizio quattro agenti della polizia penitenziaria accusati di aver materialmente torturato il detenuto;
          se le accuse venissero confermate, sarebbe un fatto gravissimo, ma è altrettanto evidente che le criticità evidenziate non possano assicurare condizioni di lavoro sicure, dignitose e sostenibili agli agenti di polizia penitenziaria presenti e garantire la vivibilità della struttura per i detenuti –:
          quali siano le informazioni di cui dispone il Governo sulla grave vicenda citata e quali iniziative urgenti intenda intraprendere per far fronte alla perdurante situazione di criticità del carcere di Ranza e, in particolare, per affrontare con la massima urgenza le carenze strutturali, la mancanza di una direzione stabile e di organici adeguati del personale della polizia penitenziaria e il sovraffollamento di detenuti che stanno causando gravissimi problemi di governabilità e vivibilità alla casa di reclusione.
(2-00507) «Cenni, Bruno Bossio, Frailis, Carnevali, Ciampi, Verini, Cantini, Fiano, Gribaudo, Di Giorgi, Boldrini, Madia, Pezzopane, Quartapelle Procopio, Carla Cantone, Raciti, Pini, Orfini, Nardi, Incerti, Navarra, Pizzetti, Lacarra, Mancini, Losacco, Prestipino, Buratti, Pagani, Fragomeli, Ubaldo Pagano, Ceccanti».


Iniziative, anche normative, in ordine alle criticità connesse al riconoscimento della sindrome da alienazione parentale, a tutela della salute psichica ed emotiva del minore – 2-00508

D)

      I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della giustizia, per sapere – premesso che:
          nell'ambito dei procedimenti concernenti i minori è sempre più frequente il riferimento alla cosiddetta sindrome da alienazione parentale (Pas);
          la Pas non è riconosciuta come un disturbo mentale dalla maggioranza della comunità scientifica. La Società italiana di neuropsichiatria dell'infanzia e dell'adolescenza nelle linee guida in tema di abuso dei minori ha incluso la Pas tra le possibili forme di abuso psicologico e viene considerata quindi priva di presupposti clinici, di validità e di affidabilità;
          l'Istituto superiore di sanità non ritiene che la Pas abbia una rilevanza clinica tale da poter essere considerata una patologia dunque inclusa tra i disturbi mentali nei manuali diagnostici;
          i centri antiviolenza si sono espressi criticamente in merito alla Pas;
          la Corte di cassazione ha ritenuto la Pas priva di fondamento scientifico e nel 2019 ha escluso la rilevanza processuale di tale sindrome definendola priva di basi scientifiche;
          purtroppo, nei tribunali si registrano vicende legate a questo fenomeno che coinvolge i genitori del minore. In particolare, numerosi organi di stampa hanno riportato il caso della signora L.M. come vittima di una vicenda giudiziaria che si sta trascinando da anni con innegabili ripercussioni negative soprattutto nei riguardi del figlio minore;
          infatti, la vicenda che coinvolge L.M. è iniziata molto tempo fa ed è frutto anche delle violenze subite in ambito domestico dalla stessa donna. Il figlio di L.M. è stato affidato dal tribunale civile di Roma ai servizi sociali che hanno monitorato la situazione e hanno riconosciuto come L.M. sia un'ottima madre;
          la signora L.M. è seguita da un centro antiviolenza, lì inviata dalla stessa assistente sociale per i comportamenti del padre del bambino verso lei e il figlio;
          nel 2018 il giudice che seguiva il caso ha disposto una consulenza tecnica d'ufficio. La psicologa incaricata dal tribunale ha deciso che L.M. fosse accusata di alienazione parentale (ex-Pas);
          il 5 luglio 2019 veniva disposta la sospensione della potestà genitoriale per entrambi i genitori;
          è stato nominato un tutore che ha ecceduto i suoi poteri, per questo ne è stata richiesta la revoca o sostituzione;
          si evidenzia che la signora L.M. ha onorato i suoi doveri di genitore nei confronti del figlio che, tra l'altro, frequenta con un'eccellente media il terzo anno di scuola elementare. Il minore inoltre svolge varie attività e la signora L.M. non ha mai mancato il supporto economico e morale del medesimo minore. È inoltre utile sottolineare come la donna abbia sempre rispettato le prescrizioni dell'autorità giudiziaria e dei servizi sociali. In ogni caso l'educatore del minore ha sempre sostenuto che: «il bambino è sereno all'interno del nucleo familiare in cui vive ed è un bambino sereno e molto giocoso». Il supporto educativo dell'educatore in favore del minore ha dato i primi segnali positivi dimostrati dal fatto che il minore si fidava dell'educatore. Nonostante i risultati positivi l'assistente sociale decideva di interrompere gli incontri domiciliari dell'educatore poi ripresi successivamente;
          gli incontri assistiti padre-figlio sono poi proseguiti presso la sede della cooperativa Presenza Sociale per tutto il 2018 fino ad oggi; il padre infatti incontra regolarmente il figlio in forma protetta. Tuttavia, nonostante sia stata disposta, come detto, la sospensione della potestà genitoriale per entrambi i genitori, gli incontri del figlio con il padre sono aumentati;
          le donne dunque che denunciano violenza subiscono l'allontanamento dei figli; si tratta di un paradosso, i minori finiscono non per essere tutelati dai padri violenti ma dalle madri che hanno subìto la violenza;
          è da tener presente che il bambino ha anche sofferto di sindrome autoimmune ed è in cura farmacologica e sotto controllo periodico –:
          se intenda adottare iniziative normative per impedire il riconoscimento della sindrome da alienazione parentale che è priva di validità ed affidabilità scientifica e compromette di fatto la salute psichica ed emotiva del minore e la sua crescita;
          se non ritenga di adottare iniziative normative per evitare che ci siano eventuali forti conflitti di interessi tra magistrati e consulenti tecnici nominati;
          se non ritenga di adottare le iniziative di competenza per definire una normativa che preveda il controllo dell'operato dei servizi sociali;
          se intenda promuovere una revisione dell'applicazione del principio della bi-genitorialità sancito dalla legge n.  54 del 2006 nei casi in cui questo obblighi il minore a frequentare contro la sua volontà un genitore maltrattante o abusante;
          se il Governo intenda adottare ogni iniziativa di competenza per vigilare sulla corretta applicazione della Convenzione di Istanbul, della Convenzione di New York e la Convenzione di Strasburgo;
          se nel caso di cui in premessa non ritenga di valutare se sussistano i presupposti per assumere iniziative ispettive presso gli uffici giudiziari di cui in premessa.
(2-00508) «Giannone, Schullian».


Iniziative volte alla custodia e alla valorizzazione dei reperti archeologici recentemente ritrovati nel sottosuolo di Castellammare di Stabia (Na) – 2-00505

E)

      I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo, per sapere – premesso che:
          Stabiae, l'odierna Castellammare di Stabia, è una città dall'anima antica, fu una delle mete preferite dai patrizi romani tanto che il suo territorio fu costellato di numerose ville residenziali. Gli scavi archeologici, infatti, hanno riportato alla luce ville romane di grande eleganza e imponenza, come villa San Marco e villa Arianna, che insieme al Museo stabiano testimoniano l'importanza straordinaria della località che fu sepolta, insieme ad Ercolano e Pompei, dall'eruzione del Vesuvio del 79 d.C.;
          l'Eav, Ente autonomo Volturno, proprietario della rete circumvesuviana sulla linea Napoli-Sorrento, nel mese di febbraio di quest'anno ha iniziato dei lavori con lo scopo di realizzare un parcheggio sotterraneo nella piazza antistante alla fermata di Castellammare, denominata piazza dell'Unità d'Italia;
          come previsto dalla legge, i lavori di scavo sono iniziati con un'attività di ispezione del sottosuolo finalizzata al saggio archeologico;
          dopo poco gli stessi sono stati interrotti perché hanno dato esito positivo, svelando dei reperti storici di grande valore: nello strato superiore un colonnato di epoca medioevale, mentre a livello inferiore sono venute alla luce tracce di una Domus romana di rilevante significato archeologico che, al pari delle altre due Ville romane di Varano, potrebbe diventare un vanto e un fiore all'occhiello della città;
          a seguito di tale ritrovamento i lavori sono stati giustamente bloccati per le opportune valutazioni e verifiche da parte della Soprintendenza competente per territorio, che ha inviato archeologi per le indagini di rito;
          si precisa che questi lavori hanno provocato rilevanti cambiamenti nella viabilità dell'intera area, la circolazione dei veicoli è stata limitata per favorire lo svolgimento dei lavori con non pochi disagi per i cittadini e, in particolare, per i residenti della zona;
          il ritrovamento archeologico è stato una lieta sorpresa, ben accolta dalla cittadinanza, che ha visto l'opportunità di integrare il già vasto numero di opere d'arte della città;
          da alcuni giorni a questa parte, invece, i cittadini di Castellammare di Stabia, a quanto consta agli interpellanti, starebbero assistendo con sconcerto ad una operazione che sostanzialmente mira a seppellire nuovamente gli importanti reperti storici rinvenuti –:
          se il Ministro interpellato sia a conoscenza dei fatti summenzionati e della volontà dei cittadini di Castellammare di Stabia di sostenere e valorizzare l'importante ritrovamento archeologico, nell'interesse della città;
          se questi scavi verranno solo ricoperti a fini cautelativi o la strada sarà completamente ripristinata e nuovamente percorribile anche con le auto;
          se il Ministro interpellato sia a conoscenza di motivazioni ostative alla musealizzazione del sito;
          quali iniziative concrete si intenda assumere per assicurare ai reperti archeologici idonea custodia e l'ostensione al pubblico, nonché per la valorizzazione dell'importante ritrovamento archeologico di Castellammare di Stabia.
(2-00505) «Vitiello, Schullian».


Iniziative di competenza volte a recuperare la totalità delle risorse originariamente destinate al rilancio dell'ex Arsenale di La Maddalena – 2-00497

F)

      I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo, il Ministro dello sviluppo economico, il Ministro per il sud e la coesione territoriale, per sapere – premesso che:
          il Governo Gentiloni aveva concordato con la precedente giunta regionale della Sardegna il finanziamento di 50 milioni di euro destinati ad essere investiti nell'isola di La Maddalena per il cosiddetto «rilancio» dell'ex Arsenale. Tale struttura era stata inserita nel più vasto programma di infrastrutture e riqualificazioni in occasione dei vertice del G8, che si sarebbe dovuto tenere a La Maddalena nel 2008 e che il Governo Berlusconi – ed in particolare Silvio Berlusconi personalmente – ha, ad avviso degli interpellanti, irrazionalmente, trasferito a L'Aquila (città in cui si era da poco verificato il devastante sisma a tutti tristemente noto) con la conseguente interruzione di ogni intervento programmato sull'isola ed il mancato completamento di alcune opere, tra le quali, appunto, il recupero dell'ex Arsenale e dell'area ad esso prospiciente, con gravissimi danni per l'economia dell'intera Gallura e del Nord Sardegna;
          dei predetti 50 milioni di euro, 15 milioni di fondi CIPE erano stati individuati dal piano stralcio del Ministero per i beni e le attività culturali, ma non potevano essere investiti fintantoché non si fosse nominato il soggetto attuatore, individuato nella regione autonoma della Sardegna solo nel febbraio 2019 con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri;
          da notizie di stampa si apprende che nello stesso periodo il Comitato di sorveglianza delle risorse del Fondo sviluppo e coesione riprogrammava la destinazione delle risorse, dirottando i predetti 15 milioni di euro verso altre infrastrutture;
          la perdita di tali fondi e la immediata mancata individuazione di risorse di pari entità da destinarsi al recupero dell'ex Arsenale di La Maddalena comporterebbe ulteriori danni e l'ennesima beffa nei confronti di un territorio e della sua popolazione, già gravemente oppressa da una profonda crisi economica ed occupazionale, non diversamente dal resto della regione –:
          se il Governo sia a conoscenza di tale vicenda e quali iniziative intenda assumere al fine di recuperare risorse nella misura di 15 milioni di euro volte a ripristinare l'entità complessiva dei fondi da investire per il rilancio dell'ex Arsenale di La Maddalena.
(2-00497) «Perantoni, Acunzo, Villani, Bella, Carbonaro, Casa, Frate, Gallo, Lattanzio, Mariani, Melicchio, Nitti, Testamento, Tuzi, Berardini, Gabriele Lorenzoni, Lovecchio, Maglione, Manzo, Marino, Martinciglio, Marzana, Migliorino, Olgiati, Pallini, Palmisano, Papiro, Parentela, Paxia, Penna».


Iniziative volte a rivedere i parametri emissivi di formaldeide, a sostenere la ricerca per l'applicazione industriale dei relativi sostituti e a ridurne il rischio di rilascio in caso di incidenti rilevanti – 2-00506

G)

      I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, il Ministro della salute, per sapere – premesso che:
          la formaldeide è riconosciuta come cancerogeno di categoria 1 secondo l'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro Iarc (2004);
          con il regolamento (UE) 605/14 è stata classificata da sostanza «sospetta cancerogena» a «cancerogena, 1B», con indicazione di pericolo H350, H350i;
          per le sue caratteristiche chimiche è utilizzata in vari settori, dal tessile, alle materie plastiche, alla medicina alla produzione di pannelli di legno;
          alla data attuale non vi sono atti nazionali per la regolamentazione (revisione) delle autorizzazioni in essere. Alcune regioni (come Lombardia, Marche), con delibere o linee guida, hanno formulato proposte di adeguamento sia per gli aspetti emissivi che per la tutela della salute dei lavoratori esposti;
          seguendo le norme nazionali, per le attività che attualmente hanno autorizzazioni ordinarie, se non è possibile la sostituzione della formaldeide con sostanze o miscele meno nocive, è da individuare un limite di 5 mg/Nm3 per effetto della modifica di classificazione come sostanza pericolosa;
          in caso di utilizzo come solvente (articolo 275 decreto legislativo n.  152 del 2006) tale limite andrebbe individuato in 2 mg/Nm;
          la regione Lombardia con la deliberazione n.  X/6030 del 19 dicembre 2016 ha emanato indirizzi in merito agli adempimenti in materia di emissioni in atmosfera ai sensi della parte quinta del decreto legislativo n.  152 del 2006 a seguito del cambio di classificazione della formaldeide, alla luce dell'entrata in vigore del regolamento (CE) n.  1272/2008 e successive modifiche e integrazioni, nella quale vengono individuati livelli emissivi che variano in un range compreso tra 2 e 15 mg/Nmc;
          sempre nella regione Lombardia è stata individuata come data entro cui procedere all'adeguamento a questi limiti il 1o gennaio 2020;
          importanti quantità di formaldeide vengono prodotte ed emesse nelle matrici ambientali nel distretto del pannello truciolare viadanese, il distretto caratterizzato dalla maggiore produzione in Italia. A livello mondiale la capacità produttiva di formaldeide è quantificata, secondo le ultime stime, in 19.202.000 tonnellate/anno, mentre nell'Unione europea in 4.115.000 tonnellate anno, per cui nella zona Viadanese (Mantova), nel raggio di 6 chilometri, si produce più del 12 per cento della formaldeide europea, principalmente per la produzione di copolimeri impiegati nel settore del pannello;
          nel maggio 2012 sono stati presentati a Viadana i risultati dello studio epidemiologico «Viadana 2» realizzato dal servizio epidemiologico dell'Asl di Mantova con l'ausilio dell'Università di Verona. Lo studio evidenzia nei bambini del Viadanese «l'esistenza di un danno cellulare precoce» e analisi preliminari hanno evidenziato un'associazione statisticamente significativa tra esposizione a formaldeide e ricoveri per patologie dell'apparato respiratorio, nella popolazione pediatrica del distretto. È stato dato inizio a una nuova indagine epidemiologica denominata «Viadana 3» sullo stato di salute della popolazione residente a Viadana e dintorni;
          gli impianti per la produzione e la lavorazione di formaldeide sono a rischio di incidente rilevante e anche considerando solo l'area del Viadanese, vi sono stati diversi eventi incidentali con dispersione di formaldeide, come anche infortuni sul lavoro ed esplosioni all'interno degli stabilimenti;
          sono emersi anche eventi relativi a illecito traffico e trattamento di rifiuti connessi con la filiera del pannello di recupero;
          le attività di produzione del pannello utilizzano, per la produzione di energia termica ed elettrica impianti di incenerimento di rifiuti speciali in cui la concentrazione di polimeri a base di formaldeide è elevata;
          a seguito della presenza del comparto e degli effetti ambientali e sulla salute, i comitati locali hanno promosso una petizione che in data 22 gennaio 2019 è stata presentata presso la Commissione del Parlamento europeo per le petizioni. La stessa chiede una normativa più restrittiva e la sostituzione della formaldeide entro la fine del 2019;
          è in fase di discussione una revisione delle restrizioni attualmente operanti sull'utilizzo della formaldeide, con obiettivi più stringenti che si presume entreranno in vigore il 24 novembre 2019 a seguito dell'aggiornamento disposizioni Echa (Agenzia europea per le sostanze chimiche) sulla formaldeide che prevede anche consultazioni pubbliche di soggetti interessati;
          il consiglio regionale della Lombardia in data 13 giugno 2017 ha votato all'unanimità una mozione che impegna la regione a rivedere in modo più restrittivo, a seguito delle evidenze dello studio epidemiologico, per ora, in cantiere «Viadana 3», i limiti delle emissioni di formaldeide nelle zone dimostratesi maggiormente colpite dagli effetti di questo inquinante, a ulteriore tutela della salute pubblica;
          sono oramai numerose le ricerche che hanno individuato dei sostituti non pericolosi o meno pericolosi (anche di origine vegetale) con prestazioni confrontabili con quelle dei copolimeri a base di formaldeide, nel comparto del pannello di legno e del tessile –:
          se il Governo intenda adottare iniziative per rivedere esplicitamente i parametri emissivi di formaldeide per tutte le attività, nuove ed esistenti, dando chiare indicazioni in questa direzione agli enti locali;
          se non si ritenga opportuno farsi promotore, nei confronti della Commissione europea e dell'Echa, dell'inserimento della formaldeide nell'allegato XIV del regolamento 1907/2006 (Reach) al fine di regolamentare (e limitare) gli usi autorizzati, anziché procedere solo a introdurre nuove restrizioni per la sostanza;
          in tale ambito, se non si ritenga opportuno sostenere la ricerca per l'applicazione industriale dei sostituti della formaldeide, in particolare nel campo della produzione di copolimeri e quindi anche nel comparto del pannello;
          se il Governo intenda adottare iniziative per definire norme tecniche specifiche per ridurre il rischio di rilascio in caso di incidenti rilevanti negli stabilimenti di produzione di formaldeide e, in particolare, per prevedere l'obbligo di sistemi di blow down per ogni possibile punto di emissione di formaldeide (incluse le emissioni dei sistemi di sicurezza).
(2-00506) «Zolezzi, Daga, Deiana, D'Ippolito, Federico, Ilaria Fontana, Licatini, Alberto Manca, Maraia, Micillo, Ricciardi, Rospi, Terzoni, Varrica, Vianello, Vignaroli, Bologna, Zanichelli, Acunzo, Adelizzi, Davide Aiello, Piera Aiello, Alemanno, Amitrano, Angiola, Aprile, Aresta, Ascari, Barbuto, Massimo Enrico Baroni».