XVIII LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di Mercoledì 9 ottobre 2019

ORGANIZZAZIONE DEI TEMPI DI ESAME: DOC. LVII, N. 2-BIS

Doc. LVII, n. 2-bis – Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2019

Tempo complessivo: 3 ore e 15 minuti

Relatore per la maggioranza 20 minuti
Relatore di minoranza 10 minuti
Governo 20 minuti
Interventi a titolo personale 20 minuti
Gruppi 2 ore e 5 minuti
    MoVimento 5 Stelle

15 minuti

    Lega – Salvini premier
    Forza Italia – Berlusconi presidente
    Partito Democratico
    Fratelli d'Italia
    Italia Viva
    Liberi e Uguali
    Misto: 20 minuti
        CAMBIAMO! – 10 Volte Meglio 6 minuti
        Minoranze Linguistiche 4 minuti
        Noi Con l'Italia-USEI 4 minuti
        +Europa-Centro Democratico 3 minuti
        MAIE-Movimento Associativo Italiani all'Estero 3 minuti

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli nella seduta del 9 ottobre 2019.

      Amitrano, Ascani, Azzolina, Benvenuto, Boccia, Bonafede, Claudio Borghi, Boschi, Brescia, Buffagni, Businarolo, Carfagna, Castelli, Cirielli, Colletti, D'Incà, D'Uva, Dadone, Del Re, Delmastro Delle Vedove, Delrio, Luigi Di Maio, Di Stefano, Dieni, Ferraresi, Fioramonti, Gregorio Fontana, Fraccaro, Franceschini, Frusone, Fusacchia, Gallinella, Gallo, Gebhard, Gelmini, Giaccone, Giachetti, Giorgis, Grande, Grimoldi, Guerini, L'Abbate, Liuni, Liuzzi, Lollobrigida, Lorefice, Losacco, Lupi, Maggioni, Maniero, Marrocco, Marzana, Mauri, Molinari, Morani, Morassut, Morelli, Orrico, Parolo, Pastorino, Rampelli, Rizzo, Rosato, Ruocco, Paolo Russo, Saltamartini, Scalfarotto, Schullian, Scoma, Carlo Sibilia, Francesco Silvestri, Sisto, Spadafora, Spadoni, Speranza, Tasso, Tofalo, Traversi, Vignaroli, Villarosa, Vitiello, Leda Volpi, Zoffili.

(Alla ripresa pomeridiana della seduta).

      Amitrano, Angiola, Ascani, Azzolina, Benvenuto, Boccia, Bonafede, Claudio Borghi, Boschi, Brescia, Buffagni, Businarolo, Carfagna, Castelli, Cirielli, Colletti, D'Incà, D'Uva, Dadone, Dal Moro, Del Re, Delmastro Delle Vedove, Delrio, Luigi Di Maio, Di Stefano, Dieni, Ferraresi, Fioramonti, Gregorio Fontana, Fraccaro, Franceschini, Frusone, Fusacchia, Gallinella, Gallo, Gebhard, Gelmini, Giaccone, Giachetti, Giacomoni, Giorgis, Grande, Grimoldi, Guerini, L'Abbate, Liuni, Liuzzi, Lollobrigida, Lorefice, Losacco, Lupi, Maggioni, Maniero, Marrocco, Marzana, Mauri, Molinari, Morani, Morassut, Morelli, Orrico, Parolo, Pastorino, Rampelli, Rizzo, Rosato, Ruocco, Paolo Russo, Saltamartini, Scalfarotto, Schullian, Scoma, Carlo Sibilia, Francesco Silvestri, Sisto, Spadafora, Spadoni, Speranza, Tasso, Tofalo, Trano, Traversi, Vignaroli, Villarosa, Vitiello, Leda Volpi, Zoffili.

Annunzio di proposte di legge.

      In data 8 ottobre 2019 è stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di legge d'iniziativa del deputato:
          ROMANIELLO: «Disposizioni per la prevenzione del suicidio e degli atti di autolesionismo» (2151).

      Sarà stampata e distribuita.

Adesione di deputati a proposte di legge.

      La proposta di legge MAMMÌ ed altri: «Disposizioni in materia di procreazione medicalmente assistita e di prevenzione, diagnosi e cura dell'infertilità femminile e maschile» (1906) è stata successivamente sottoscritta dalla deputata Faro.

Trasmissione dal Senato.

      In data 8 ottobre 2019 il Presidente del Senato ha trasmesso alla Presidenza la seguente proposta di legge:
          S. 1149. – Senatori BOTTICI ed altri: «Norme riguardanti il trasferimento al patrimonio disponibile e la successiva cessione a privati di aree demaniali nel comune di Chioggia» (approvata dalla 6a Commissione permanente del Senato) (2152).

      Sarà stampata e distribuita.

Assegnazione di progetti di legge a Commissioni in sede referente.

      A norma del comma 1 dell'articolo 72 del Regolamento, i seguenti progetti di legge sono assegnati, in sede referente, alle sottoindicate Commissioni permanenti:
          I Commissione (Affari costituzionali):
      DI GIORGI ed altri: «Istituzione del Giorno dell'internato militare italiano» (2029) Parere delle Commissioni IV, V e VII.
          VI Commissione (Finanze):
      COLLETTI ed altri: «Modifiche al codice delle assicurazioni private, di cui al decreto legislativo 7 settembre 2005, n.  209, in materia di disciplina dell'assicurazione obbligatoria per la responsabilità civile verso i terzi derivante dalla circolazione di veicoli e natanti, e altre disposizioni concernenti l'organizzazione dell'Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni e l'indennizzo del danno biologico conseguente a infortuni sul lavoro» (1895) Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni), V, IX (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento), X, XI e XIV.
          VIII Commissione (Ambiente):
      MAZZETTI: «Modifiche al decreto legislativo 3 aprile 2006, n.  152, in materia di requisiti per la qualificazione dei residui di produzione delle lavorazioni del comparto tessile come sottoprodotti» (1654) Parere delle Commissioni I, V e X (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento);
      ALBERTO MANCA: «Istituzione dell'Agenzia nazionale per la lotta aerea antincendio e altre disposizioni per il riordino delle competenze statali in materia di interventi aerei contro gli incendi boschivi» (1952) Parere delle Commissioni I, IV, V, XI e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.
          IX Commissione (Trasporti):
      BURATTI ed altri: «Disposizioni per la semplificazione del procedimento relativo all'installazione di impianti per la rilevazione degli accessi di veicoli ai centri storici e alle zone a traffico limitato» (1945) Parere delle Commissioni I, V, VIII e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.
          XI Commissione (Lavoro):
      RIZZETTO ed altri: «Delega al Governo per l'adozione di un programma sperimentale nazionale di interventi pubblici per la promozione dell'occupazione e dello sviluppo sostenibile» (1910) Parere delle Commissioni I, II, V, VI, VII, VIII (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento), X, XII, XIII, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.
          Commissioni riunite XI (Lavoro) e XII (Affari sociali):
      VARCHI ed altri: «Disposizioni per il riconoscimento dell'accesso anticipato al trattamento di quiescenza previsto per lavori particolarmente usuranti in favore dei lavoratori che prestano attività di assistenza e cura a familiari disabili o affetti dal morbo di Alzheimer» (1975) Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni) e V.    

Atti di controllo e di indirizzo.

      Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell’Allegato B al resoconto della seduta odierna.

MOZIONI MOLINARI ED ALTRI N.  1-00241, MULÈ ED ALTRI N.  1-00242, LOLLOBRIGIDA ED ALTRI N.  1-00250, ILARIA FONTANA, BRAGA, FREGOLENT, STUMPO ED ALTRI N.  1-00252 E GAGLIARDI ED ALTRI N. 1-00254 CONCERNENTI INIZIATIVE VOLTE ALLA REALIZZAZIONE DELL'OPERA «GRONDA DI GENOVA», NEL QUADRO DELLO SVILUPPO INFRASTRUTTURALE DEL PAESE

Mozioni

      La Camera,
          premesso che:
              il progetto «Nodo stradale e autostradale di Genova – Adeguamento del sistema A7-A10-A12», comunemente noto come «Gronda di Genova», ha lo scopo di superare le problematiche connesse alla congestione del traffico autostradale ed urbano di Genova e allo smaltimento in sicurezza dei volumi di traffico, soprattutto pesante, cui sono sottoposte le infrastrutture stradali e autostradali genovesi, e a consentire l'abbattimento degli attuali impatti su vaste aree residenziali, con riferimento alle componenti ambientali rumore e atmosfera;
              con l'approvazione del progetto da parte del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, intervenuta il 7 settembre 2017, si è conclusa formalmente la fase di approvazione del progetto definitivo della Gronda di Genova, convalidata nell'aprile del 2018 con l'approvazione degli aspetti finanziari che trasferiscono sul concessionario Autostrade per l'Italia s.p.a. le responsabilità economiche dell'intervento;
              tuttavia, ai fini dell'avvio dei lavori, l’iter autorizzativo risulta sospeso presso il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e l'opera è ancora in attesa del «via libera» sul progetto esecutivo, già presentato dall'Aspi tra agosto e dicembre 2018, secondo quanto annunciato dai media; la società informa altresì che, per limitare gli effetti del ritardo dell'approvazione dei progetti esecutivi dei singoli lotti, ha già realizzato il 92 per cento degli espropri sul territorio e ha bandito gare di prequalifica per un importo complessivo di 490 milioni di euro;
              il 21 agosto 2019, il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ha pubblicato sul proprio sito per la libera consultazione ulteriori analisi costi benefìci e l'analisi giuridica relativamente alla Gronda di Ponente e interconnessione A7-A10-A12, come da richiesta dal Ministro delle infrastrutture e dei trasporti pro-tempore. L'analisi costi-benefìci conferma la netta prevalenza dei benefìci sui costi dell'opera e riguarda non solo il progetto originario, ma anche alcune soluzioni alternative finalizzate al potenziamento del nodo stradale di Genova, che valutano la possibilità di perseguire opzioni infrastrutturali diverse in termini trasportistici, ambientali e finanziari, che il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ha giudicato maggiormente efficienti e che, tuttavia, occorre ancora siano oggetto di un confronto con i livelli istituzionali territoriali e, secondo le stesse conclusioni dei valutatori, rivalutare, con simulazioni maggiormente approfondite effettuate con strumenti di maggior dettaglio, per verificare puntualmente il corretto dimensionamento delle diverse parti che le compongono;
              tale messa in discussione del progetto avrebbe il palese risultato di ritardare ulteriormente per almeno 5 anni la realizzazione dell'opera, fortemente voluta dalla comunità genovese, dalle istituzioni locali e dall'intero mondo produttivo, oltre a provocare ingenti danni economici e ulteriori costi a carico dei pedaggi e quindi dei cittadini, per i risarcimenti delle spese già effettuate dalla concessionaria;
              l'opera autostradale già approvata presenta un tracciato di circa 65 chilometri, con il 90 per cento in galleria, che devia tutto il traffico pesante e di transito al di fuori del centro urbano; il progetto della Gronda di Genova, la cui compatibilità ambientale è stata deliberata con decreto ministeriale, emanato dal Ministro delle infrastrutture e dei trasporti di concerto tra il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e il Ministro dei beni e delle attività culturali, n.  28 del 23 gennaio 2014, è un progetto complesso che ha un costo complessivo di 4,7 miliardi di euro per 120 mesi di realizzazione e che prevede il potenziamento fuori sede della A10 tra Genova Ovest e Vesima, la realizzazione della carreggiata nord della A7 tra Genova Ovest e Bolzaneto e della carreggiata Est della A12, con nuovi rami di svincoli, rampe e raccordi, nonché la realizzazione dell'opera a mare, nel canale di calma del porto di Genova, con l'ampliamento dell'attuale fascia laterale a servizio dell'aeroporto, ai fini della messa in sicurezza dell'aeroporto medesimo;
              il progetto presentato ai fini della valutazione d'impatto ambientale (Via) ha compreso anche l'Autorizzazione del piano di utilizzo delle terre e rocce da scavo, per 12.051.164 mc, e la valutazione di incidenza per i SIC IT1331402 – Beigua – Monte Dente – Gargassa – Pavaglione, IT1331501 – Praglia – Pracaban – Monte Leco – Punta Martin, IT1331615 – Monte Gazzo, e ZPS IT1331578 – Beigua – Turchino;
              il processo progettuale dell'opera è partito negli anni ’80 ed è stato concretizzato negli anni 2000 con atti di intesa;
              l'opera è stata preceduta da un dibattito pubblico, organizzato da Aspi, tra il 1o febbraio ed il 30 aprile 2009, espressamente richiesto con nota congiunta dei tre enti territoriali, regione, provincia e comune, e formalmente attivato con delibera di giunta comunale del 13 novembre 2008, al fine di coinvolgere la cittadinanza nella scelta del tracciato prima della predisposizione della progettazione definitiva;
              sono state presentate e valutate 5 ipotesi progettuali; il dibattito pubblico è stato gestito da una commissione di quattro esperti nominati d'intesa tra comune e proponente e organizzato attraverso 6 incontri a carattere generale, 7 incontri tematici e altri incontri collaterali; tale dibattito ha compreso la scelta delle alternative e l'alternativa di non intervento e la comparazione su 27 indicatori, articolati nelle categorie: «Traffico», per un totale di 7 indicatori, «Socio-economica-ambientale», per un totale di 13 indicatori, «Cantierizzazione», per complessivi 7 indicatori;
              dall'analisi dei risultati degli indicatori della categoria socio-economico ambientale è emersa la ferma necessità del raddoppio fuori sede della A10, al di fuori del centro abitato, e una prevalenza delle soluzioni più distanti dalla città storica più antropizzata, risultando preferibile la soluzione con lo spostamento verso est del tracciato della nuova carreggiata dell'A7 diretta verso Milano e con un tracciato quasi interamente in sotterraneo;
              hanno avuto luogo 61 interviste per la divulgazione del materiale, sono stati prodotti 45 quaderni degli attori, sono avvenuti incontri con 29 esperti e scritti 400 articoli sui quotidiani per i 3 mesi di durata del dibattito pubblico, con una media di circa 4,6 articoli al giorno; sono stati effettuati una serie di sopralluoghi nelle aree di interesse del tracciato;
              l'8 febbraio 2010 è stato firmato il «Protocollo d'intesa per la realizzazione del nodo stradale ed autostradale di Genova» tra Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, regione Liguria, provincia di Genova, comune di Genova, Autorità portuale di Genova, Anas Spa ed Autostrade per l'Italia;
              la documentazione di progetto presentata ai fini della Via ha contenuto ulteriori approfondimenti ambientali in merito alle alternative di progetto, valutando soprattutto la vulnerabilità della falda e le caratteristiche chimico-fisiche dei litotipi affioranti, le caratteristiche di permeabilità del substrato e la profondità della falda, le interferenze con i pozzi e le sorgenti censite all'interno dell'area vasta d'intervento, considerando il numero di sorgenti e pozzi ricadenti in una fascia di 1 chilometro a cavallo di ogni singolo asse, nonché i regimi normativi definiti nella carta «Assetto Vegetazionale» del Piano territoriale di coordinamento paesistico della regione Liguria;
              tutte le analisi effettuate da parte della Commissione Via e Vas, come documentate nel parere della Commissione Via e Vas n.  1282 del 28 giugno 2013, positivo con prescrizioni, pubblicato nel sito del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, non hanno rilevato variazioni emergenti rispetto alle scelte delle alternative proposte in sede di dibattito pubblico;
              inoltre, in tale parere risultano contro-dedotte tutte le osservazioni del pubblico, dei comitati e delle associazioni ambientaliste, che hanno costituito oggetto di integrazioni, approfondimenti, implementazioni sostanziali dello studio di impatto ambientale, compensazioni ambientali e soluzioni progettuali specifiche che hanno richiesto la pubblicazione per ben due volte del progetto a disposizione delle osservazioni del pubblico;
              tra le mitigazioni previste si rilevano interventi di inserimento paesaggistico, in particolare nelle aree di imbocco delle gallerie, reintegro dei punti d'acqua potenzialmente drenati con allacciamento delle utenze impattate all'acquedotto pubblico, reintegro delle sorgenti di pregio naturalistico, interventi di mitigazione acustica;
              sono inoltre previsti interventi di compensazione ambientale che comprendono un parco fotovoltaico, interventi di forestazione o riforestazione, la rinaturalizzazione di una cava, il recupero delle acque potenzialmente drenate lungo le gallerie;
              tutte le osservazioni del pubblico e le controdeduzioni e modifiche progettuali proposte da Aspi sono state esaminate dalla Commissione Via e Vas e hanno trovato risposte nelle valutazioni esposte nel parere n.  1282/2013 e nelle prescrizioni dello stesso parere con verifiche da ottemperare ai fini della prosecuzione dei lavori. Il parere della Commissione Via e Vas ha tenuto conto inoltre dei pareri della regione Liguria e delle prescrizioni della commissione tecnica di verifica dell'impatto ambientale regionale, da ottemperare a livello del progetto esecutivo ai fini della prosecuzione dei lavori;
              è stato inoltre istituito un comitato di controllo, partecipato da Arpa Liguria, dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e dalla regione Liguria; sono in corso le verifiche di ottemperanza delle prescrizioni relative al decreto ministeriale n.  28 del 23 gennaio 2014 e della determinazione direttoriale DVA-2013-0014268 del 19 giugno 2013, relativa al piano di utilizzo delle Terre;
              pertanto, la soluzione proposta è stata profondamente analizzata e il progetto è stato condiviso dall'intera società civile, cittadini, associazioni di categoria e istituzioni; eventuali ulteriori analisi per individuale modifiche progettuali si presentano inutili e negative, poiché avrebbero l'unico risultato di bloccare sine die i lavori e rimettere in discussione un'opera che migliora la situazione del traffico della città ed è considerata strategica per lo sviluppo del turismo e della portualità del nord-ovest e, quindi, vitale per Genova e per l'intero Paese;
              gli imprenditori genovesi, i sindacati e i professionisti hanno firmato nel mese di gennaio 2019 un manifesto a favore dell'opera e ora annunciano sui media manifestazioni in piazza per chiedere al Governo l'immediato avvio dei lavori di tutte le infrastrutture ferme e soprattutto della Gronda, ritenuta fondamentale per il futuro della Liguria per la possibilità di attrarre investimenti e creare occasioni di lavoro vere soprattutto per le nuove generazioni;
              il progetto presenta una soluzione concreta per superare il congestionamento da traffico del centro urbano di Genova, già martoriato dagli attraversamenti stradali e autostradali, spostando all'esterno tutto il traffico di attraversamento; contiene alte tecnologie di realizzazione per evitare il contatto degli operatori con le terre amiantifere che caratterizzano il suolo e sottosuolo ligure al nord della Valle di Polcevera, ed è funzionale all'adeguamento regolamentare della fascia laterale dell'Aeroporto di Genova, oggi oggetto di deroga permanente, senza modificare la potenzialità e capacità dell'aeroporto già autorizzato nel suo esercizio;
              nell'ambito delle valutazioni conclusive dell'istruttoria di valutazione ambientale si afferma che lo scopo dell'opera è quello di potenziare l'attuale sistema infrastrutturale, al fine di migliorare i livelli di servizio in funzione degli scenari di traffico, nonché di migliorare con adeguati standard geometrici le condizioni di sicurezza ottenibili con il tracciato fuori sede proposto; ciò consente lo spostamento fuori dall'abitato di Genova del traffico autostradale di attraversamento; sono stati valutati particolarmente positivi i benefìci ambientali sulle componenti atmosfera e rumore che la nuova opera così come proposta consente di ottenere, vista l'indubbia funzionalità della nuova infrastruttura, e ritenendo pertanto importante che tutti i soggetti coinvolti si adoperino per la realizzazione celere dell'opera;
              ultimamente, il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti ha pronunciato espressioni a favore dello sblocco della realizzazione della Gronda di Genova,

impegna il Governo

1)  ad assumere iniziative per procedere, nel più breve tempo possibile, allo sblocco dell’iter di approvazione del progetto esecutivo e all'inizio dei lavori dell'infrastruttura «Nodo stradale e autostradale di Genova – Adeguamento del sistema A7-A10-A12», comunemente noto come «Gronda di Genova».
(1-00241) «Molinari, Rixi, Andreuzza, Badole, Basini, Bazzaro, Bellachioma, Belotti, Benvenuto, Bianchi, Billi, Binelli, Bisa, Bitonci, Boldi, Boniardi, Bordonali, Claudio Borghi, Bubisutti, Caffaratto, Cantalamessa, Caparvi, Capitanio, Castiello, Vanessa Cattoi, Cavandoli, Cecchetti, Centemero, Cestari, Coin, Colla, Colmellere, Comaroli, Comencini, Covolo, Andrea Crippa, Dara, De Angelis, De Martini, D'Eramo, Di Muro, Di San Martino Lorenzato Di Ivrea, Donina, Durigon, Fantuz, Ferrari, Fogliani, Lorenzo Fontana, Formentini, Foscolo, Frassini, Furgiuele, Galli, Garavaglia, Gastaldi, Gava, Gerardi, Giaccone, Giacometti, Giglio Vigna, Giorgetti, Gobbato, Golinelli, Grimoldi, Guidesi, Gusmeroli, Iezzi, Invernizzi, Latini, Lazzarini, Legnaioli, Liuni, Locatelli, Lolini, Eva Lorenzoni, Loss, Lucchini, Maccanti, Maggioni, Manzato, Marchetti, Maturi, Molteni, Morelli, Morrone, Moschioni, Murelli, Alessandro Pagano, Panizzut, Paolini, Parolo, Patassini, Patelli, Paternoster, Pettazzi, Piastra, Picchi, Piccolo, Potenti, Pretto, Racchella, Raffaelli, Ribolla, Saltamartini, Sasso, Stefani, Sutto, Tarantino, Tateo, Tiramani, Toccalini, Tomasi, Tombolato, Tonelli, Turri, Valbusa, Vallotto, Vinci, Viviani, Raffaele Volpi, Zicchieri, Ziello, Zoffili, Zordan».


      La Camera,
          premesso che:
              l'approvazione del progetto definitivo riguardante l'opera infrastrutturale «Gronda di Genova» – aggiornato nel 2016 in ottemperanza alle relative prescrizioni – è stata sancita con decreto del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti del 7 settembre 2017, che ne ha dichiarato la pubblica utilità;
              l'opera, per una spesa pari a 4,3 miliardi di euro, comprende 72 chilometri di tracciati autostradali nuovi e si allaccia agli svincoli che delimitano l'area urbana del capoluogo ligure connettendosi con la direttrice dell'A26 a Voltri e ricongiungendosi con l'A10 in località Vesima. L'opera si sviluppa principalmente in sotterraneo con 23 gallerie, per un totale di circa 54 chilometri (90 per cento del tracciato), mentre il sistema viario all'aperto comprende 13 nuovi viadotti e l'ampliamento di 11 viadotti esistenti;
              il progetto della Gronda è volto in primo luogo ad alleggerire il tratto di A10 più interconnesso con la città di Genova, cioè quello dal casello di Genova Ovest (porto di Genova) sino all'abitato di Voltri, trasferendo il traffico passante sulla nuova infrastruttura;
              nella seduta del 31 ottobre 2018 a Montecitorio, in occasione dell'esame del disegno di legge di conversione del decreto-legge n.  109 del 2018 (cosiddetto «decreto Genova»), si impegnava il Governo pro tempore con l'ordine del giorno 9/01209-A/131, accolto senza alcuna riformulazione, a valutare l'opportunità di assumere iniziative volte a garantire la realizzazione dell'opera;
              a partire dal manifesto «Perché sì alla Gronda», numerose realtà produttive di Genova e della Liguria sollecitano dall'inizio del 2019 il Governo per la realizzazione della Gronda autostradale di Ponente sostenendone l'imminente cantierizzazione;
              il precedente Ministro delle infrastrutture e dei trasporti Danilo Toninelli il 18 luglio 2019 dichiarava che l’iter autorizzativo per la Gronda di Genova «è sospeso perché è in corso di avanzamento il procedimento amministrativo che potrebbe portare alla revoca della concessione» di Aspi;
              l'avvio della richiamata procedura di revoca della concessione ad Aspi ha prodotto quindi come effetto diretto e immediato anche il blocco della realizzazione della Gronda, opera assolutamente indispensabile per la viabilità della città di Genova e in generale dell'intero sistema viario ligure e della sua proiezione verso il nord del Paese e del continente;
              ciononostante, a fronte dell'eventuale revoca, Aspi conserverebbe il diritto all'incasso dei pedaggi precedentemente imposti, comprensivi delle somme derivanti dall'incremento degli stessi appositamente previsti per la realizzazione dell'opera;
              lo stesso amministratore delegato di Atlantia, Giovanni Castellucci, ha confermato che il progetto esecutivo è fermo al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, in attesa della approvazione che, nonostante l'effettuazione dei dovuti e previsti espropri, non vede ancora i lavori avviarsi;
              sotto il profilo convenzionale, il decreto-legge n.  109 del 2018, convertito dalla legge n.  130 del 2018, ha previsto l'applicazione di un nuovo regime tariffario, conforme alle metodologie definite dall'Autorità di regolazione dei trasporti, per le società concessionarie nei cui confronti risulta in corso la procedura di aggiornamento del piano economico finanziario. Con la delibera n.  71/2019 l'Autorità ha definito i nuovi ambiti tariffari che dovranno trovare attuazione per la società Autostrade per l'Italia attraverso apposito aggiornamento del rapporto concessorio, fermi restando gli esiti della richiamata procedura di contestazione connessa al crollo della sezione del «ponte Morandi»;
              come richiamato dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti nella seduta della Commissione Trasporti il 23 luglio 2019, «la questione della Gronda di Genova è legata al piano economico finanziario della concessionaria Autostrade per l'Italia, relativamente al quale è in corso una procedura amministrativa di contestazione in conseguenza dei fatti di Genova», eppure nella medesima occasione sottolineava anche che il Governo avrebbe già avviato una «revisione del progetto che aveva già annunciato nelle proprie linee programmatiche e che è stata prescritta dal Governo nella sua interezza nella Nota di aggiornamento al Documento di Economia e Finanza», specificando come la procedura amministrativa richiamata e la revisione progettuale sarebbero giunte a compimento, condividendo in particolar modo le proposte di revisione con la regione Liguria e il comune di Genova,

impegna il Governo:

1)  a confermare gli impegni per la realizzazione della Gronda, quale opera infrastrutturale strategica per Genova, la Liguria e il nordovest del Paese, provvedendo all'assunzione degli atti amministrativi conseguenti e necessari al tempestivo avvio dei lavori;

2)  ad adottare iniziative per prevedere, nelle more dell'avvio dei lavori della Gronda, misure adeguate e di immediata applicabilità volte ad assicurare la viabilità della città di Genova, in modo tale da porre fine ai disagi e danni, diretti e indiretti, in termini di diritto alla mobilità nonché di produttività e competitività che stanno subendo famiglie, lavoratori e imprese di Genova, della Liguria e dell'intero nord-ovest del Paese;

3)  ad avviare un chiaro e concreto piano di sviluppo infrastrutturale nel Paese superando l’impasse sulle opere pubbliche prodotto, ad avviso dei firmatari del presente atto di indirizzo, dalle scelte del Governo Conte I, sbloccando i numerosi cantieri ancora fermi al fine di tutelare in primo luogo le imprese del settore, i lavoratori e le loro famiglie, nonché per rilanciare con convinzione e senza più rinvii gli investimenti pubblici.
(1-00242) «Mulè, Gelmini, Occhiuto, Bagnasco, Cassinelli, Baldelli, Bergamini, Casino, Cortelazzo, Germanà, Giacometto, Labriola, Mazzetti, Pentangelo, Rosso, Ruffino, Sozzani, Zanella».


      La Camera,
          premesso che:
              la realizzazione della cosiddetta Gronda di Genova rientra nell'oggetto della concessione a suo tempo intercorrente tra la società Autostrade per l'Italia e Anas, quale intervento posto a carico del concessionario;
              l'infrastruttura, come progettata da Spea, si snoda per 61 chilometri di nuovi tracciati autostradali e si allaccia agli svincoli che delimitano l'area cittadina (Genova Est, Genova Ovest, Bolzaneto), si connette con la direttrice dell'A26 a Voltri e si ricongiunge con l'A10 in località Vesima;
              il progetto definitivo dell'infrastruttura, a suo tempo predisposto, prevedeva un importo dell'opera di 4.755.204.589,47 euro, di cui 3.636.530.864,14 euro per lavori a base d'appalto (comprensivi di 295.911.924,93 euro per oneri di sicurezza non soggetti a ribasso) e 1.118.673.725,33 euro per somme a disposizione; l'importo del primo lotto era pari a 964.772.891,71 euro, concernente «opere propedeutiche»;
              il progetto definitivo di tale soluzione, denominato «Adeguamento sistema A7-A10-A12 del nodo stradale e autostradale di Genova», è stato approvato dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti in data 7 settembre 2017 con provvedimento n.  15802 del 7 settembre 2017 del dipartimento per le infrastrutture, sistemi informativi e statistici, direzione generale per la vigilanza sulle concessionarie autostradali;
              il 10 marzo 2018 è stato pubblicato il bando di gara rivolto alla prequalifica delle imprese per l'affidamento dei lavori del lotto 5 «Conterminazione opera a mare», per un importo di circa 137 milioni di euro lordi, con termine ultimo per l'invio delle richieste di partecipazione fissato al 21 maggio 2018;
              il 6 aprile 2018 è stato sottoscritto tra il concedente e il concessionario un verbale contenente la formalizzazione del «piano finanziario di convalida», in cui sono definiti gli impegni del concessionario per l'esecuzione dell'opera;
              il progetto definitivo ha ottenuto le autorizzazioni urbanistiche e ambientali e la pubblica utilità preordinata agli espropri; sono in corso gli espropri e le attività per la ricollocazione di unità produttive; tutte le aree di cantiere sono state acquisite in occupazione temporanea per oltre 270.000 metri quadrati e sono stati formalizzati oltre il 60 per cento degli accordi per la rimozione delle interferenze;
              il 5 agosto 2019, nell'incontro tenutosi tra il Presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte, il Ministro pro tempore Toninelli, il presidente della regione Liguria Toti ed il sindaco di Genova Marco Bucci, è stato ipotizzato un tavolo di negoziazione da formalizzare a seguito della pubblicazione dell'analisi costi benefìci, finalizzato a far partire prontamente i lavori e a gestire gli ultimi aspetti tecnici amministrativi;
              il 21 agosto 2019 sono state pubblicate l'analisi costi benefici e l'analisi giuridica relativa alla Gronda di Ponente e all'interconnessione A7-A10-A12;
              a seguito di tale pubblicazione il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ha diramato una nota nella quale è stato precisato che tale analisi «ha riguardato non solo il progetto originario ma anche alcune soluzioni alternative finalizzate al potenziamento del nodo stradale di Genova», anche in funzione del fatto che «l'attuale progetto prevede un costo complessivo di 4,7 miliardi di euro per 120 mesi di realizzazione»;
              alcuna soluzione progettuale alternativa è mai stata oggetto di un confronto pubblico e non è neppure mai stata prospettata alla civica amministrazione;
              gli attuali tracciati di A10 e A27 comportano inquinamento acustico ed ambientale nell'ambito urbano di Genova e la Gronda, l'opera realizzata quasi totalmente in galleria o in ambiti non urbanizzati, porterebbe enormi benefìci anche alla vivibilità delle aree del ponente genovese;
              l'indotto economico e le ricadute occupazionali di cui beneficerebbe il comune di Genova per la realizzazione dell'opera sono chiare, come chiare sono le unanimi posizioni assunte dalle associazioni di categoria, dalle associazioni datoriali e dalle organizzazioni sindacali che hanno chiesto che la detta infrastruttura non sia più messa in discussione e che, conseguentemente, sia realizzata in tempi brevi;
              l'eventuale scioglimento del vincolo di realizzazione della Gronda comporterebbe un mutamento di una delle modalità di attuazione dell'oggetto della convenzione;
              i costi già sostenuti da parte di Autostrade per l'Italia per quest'opera e funzionali alla sua realizzazione, ammontano a circa 1.030 milioni di euro; ne consegue che il prezzo dello scioglimento ammonterebbe, al netto del mancato guadagno indennizzabile nella misura del 10 per cento dell'utile retraibile, a circa un miliardo di euro;
              tutti i progetti esecutivi relativi ai lotti dell'opera (10) risultano essere stati inoltrati al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti per l'approvazione,

impegna il Governo

1)  a precedere senza indugio all'assunzione degli atti di competenza e comunque di ogni utile iniziativa volta a consentire l'approvazione del progetto esecutivo e, conseguentemente, l'avvio dei lavori dell'infrastruttura come detto denominata «Nodo stradale e autostradale di Genova – Adeguamento del sistema A7-A10-A12».
(1-00250) «Lollobrigida, Meloni, Foti, Acquaroli, Baldini, Bellucci, Bignami, Bucalo, Butti, Caiata, Caretta, Ciaburro, Cirielli, Luca De Carlo, Deidda, Delmastro Delle Vedove, Donzelli, Ferro, Frassinetti, Gemmato, Lucaselli, Mantovani, Maschio, Mollicone, Montaruli, Osnato, Prisco, Rampelli, Rizzetto, Rotelli, Silvestroni, Trancassini, Varchi, Zucconi».


      La Camera,
          premesso che:
              il progetto della Gronda di Genova ha lo scopo di separare il traffico cittadino da quello di attraversamento e dai flussi da/per il porto, così da alleggerire il tratto della A10 e trasferire la circolazione dei mezzi pesanti sulla nuova infrastruttura, andando a realizzare una sensibile riduzione del traffico, degli inquinamenti e dei tempi di percorrenza e aumentando, al contempo, gli standard di sicurezza stradale;
              il progetto definitivo è stato sottoposto alla prescritta procedura di approvazione, acquisendo nel corso dell’iter tutte le autorizzazioni previste dalla normativa vigente, ivi compresa quella relativa alla compatibilità ambientale;
              in relazione all'originario progetto della Gronda, sono state elaborate nel tempo diverse analisi costi benefici che hanno portato ad ipotizzare delle alternative progettuali che considerano, da ultimo, la nuova viabilità che andrà a configurarsi a seguito della ricostruzione del cosiddetto Ponte Morandi;
              sul progetto della Gronda, il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti Paola De Micheli ha dichiarato, in risposta all'interrogazione a risposta immediata in Assemblea n.  3-00974, che intende costituire un gruppo di lavoro con gli enti locali al fine di verificare miglioramenti delle infrastrutture collegate, così da addivenire in tempi ragionevoli alla realizzazione delle opere utili che siano al contempo compatibili con le aspettative del territorio,

impegna il Governo

1)  ad avviare i lavori per la realizzazione dell'opera nota come Gronda di Genova secondo soluzioni condivise, mantenendo aperto un confronto con tutti gli interessati e le forze politiche, avendo come imperativi categorici la sicurezza delle infrastrutture, il miglioramento della viabilità complessiva e la funzionalità dell'opera rispetto alle esigenze di rilancio del sistema produttivo e portuale del territorio secondo modalità ecocompatibili.
(1-00252) «Ilaria Fontana, Braga, Fregolent, Stumpo, Rizzone, Gariglio, Federico, Enrico Borghi, Grippa, Pezzopane, Rospi, Zolezzi».


      La Camera,
          premesso che:
              attualmente la rete autostradale dell'area genovese svolge anche la funzione di tangenziale per il traffico urbano con volumi molto elevati: in diversi punti si registrano anche flussi superiori ai 60.000 transiti giornalieri, con un'alta percentuale di veicoli commerciali;
              il progetto di Gronda, sin dagli anni ’80, si è posto l'obiettivo di dividere il traffico cittadino e quello connesso con l'area portuale da quello di attraversamento, trasferendo il traffico passante su una nuova infrastruttura da affiancare quella esistente;
              il progetto, negli anni, è stato oggetto di un attento confronto con gli enti territoriali, i cittadini e il mondo produttivo; sono queste le fasi principali: a) ad aprile 2011 viene inoltrato al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti il progetto; b) a giugno 2011 c’è l'inizio della procedura di Via, conclusa positivamente nel giugno del 2014; c) ad aprile 2014 c’è l'avvio della procedura di esproprio delle aree; d) a settembre 2014 viene presentata richiesta al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti della conformità urbanistica; e) nel 2016 c’è la consegna al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti del progetto definitivo integrato; f) a settembre 2017 viene adottato il decreto del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti che dichiara la pubblica utilità dell'opera; g) a febbraio 2018 c’è la trasmissione al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti del «lotto 5», il primo cantierabile; h) il 21 agosto 2019, il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti pubblica un'analisi costi-benefici dell'opera per un costo stimato di 4,7 miliardi di euro e 120 mesi per la realizzazione;
              l'analisi dei costi-benefici benché confermi la netta prevalenza dei benefici sui costi valutando anche le problematiche connesse agli obblighi contrattuali – la realizzazione della Gronda rientra nella concessione ad Autostrade per l'Italia – calcola l'eventuale prezzo dello scioglimento contrattuale in almeno un miliardo di euro. Paradossalmente, la revoca al concessionario potrebbe far ripartire da zero l'intero progetto, nell'ipotesi migliore ritardare di almeno altri 10 anni un'infrastruttura strategica per nord-est del Paese e per Genova colpita dopo il crollo del «ponte Morandi»;
              negli ultimi giorni viva preoccupazione per il «congelamento» del progetto hanno manifestato i cittadini, il mondo produttivo e il governatore della Liguria. Si tratta di un progetto cantierabile, che gli italiani stanno già pagando; molte persone ed aziende sono state espropriate perché il cantiere sarebbe già dovuto partire. I costi sostenuti da parte di Aspi ammontano a circa 1,030 miliardi di euro;
              il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti rispondendo in Aula il 25 settembre 2019 al question time, svolto dall'onorevole Gagliardi, ha affermato che «nei giorni scorsi ho incontrato sia il sindaco di Genova che il presidente della regione Liguria per costituire un gruppo di lavoro con gli enti locali coinvolti nell'intervento, per l'ascolto di tutti gli interessati, per raccogliere suggerimenti utili a migliorare il progetto e le ulteriori opere collegate, nonché per consentire una compiuta verifica e valutazione dell'opera da parte di tutte le forze politiche (...) per arrivare in tempi molto rapidi all'individuazione di soluzioni condivise. Non è intenzione del Ministero determinare conseguenze negative in termini temporali e realizzative non compatibili con le aspettative del territorio, che ha sicuramente bisogno di supporto infrastrutturale per rilanciare il proprio sistema produttivo e quello portuale, in particolare secondo modalità eco-sostenibili»;
              dalla realizzazione dell'opera Genova ne beneficerebbe, sia per le ricadute occupazionali che economiche, e le associazioni di categoria, le organizzazioni sindacali e i cittadini hanno già più volte espresso con forza e determinazione l'esigenza che l'opera non sia più messa in discussione e che sia realizzata in tempi brevi,

impegna il Governo

1)  ad avviare senza ulteriori ritardi, anche in considerazione delle espresse posizioni politiche e della volontà recentemente manifestata dal Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, la realizzazione di un'infrastruttura fondamentale per Genova, la Liguria e l'intero mondo produttivo del Nord-Ovest.
(1-00254) «Gagliardi, Benigni, Pedrazzini, Silli, Sorte, Schullian».


INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

Iniziative in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro, anche con riferimento all'aggiornamento del decreto legislativo n.  81 del 2008 – 3-01011

      EPIFANI e FORNARO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:
          secondo l'Osservatorio indipendente di Bologna dall'inizio dell'anno sono morte 553 persone sui luoghi di lavoro, un numero impressionante che impone un intervento urgente in materia di sicurezza sul lavoro;
          fin dai primi giorni di attività il Governo ha indicato tra le priorità questo tema, avviando un tavolo di confronto su salute e sicurezza nei luoghi di lavoro con le parti sociali e i rappresentanti della Conferenza Stato-regioni, dell'Inail, dell'Inl e dell'Inps;
          attualmente esiste una carenza di controlli e di coordinamento tra i vari organismi chiamati a vigilare sul posto di lavoro, tanto da creare inefficienza, duplicazioni e assenza di dati;
          l'attuale modello assicurativo si basa su un sistema di incentivazione della prevenzione attraverso un sistema di bonus/malus che registra la tendenza di qualche datore di lavoro, soprattutto tra le piccole e medie imprese, di omettere la denuncia di infortuni o malattie: occorre intervenire con forme di supporto a favore dell'implementazione delle buone prassi e con il trasferimento delle competenze;
          è necessario lavorare ad un impianto che ponga al centro la persona, garantendo la tutela sul lavoro a tutti, indipendentemente dalle tipologie contrattuali, e in modo diffuso, nel lavoro privato e nel lavoro pubblico;
          nella Commissione lavoro della Camera dei deputati è in discussione la proposta di legge «Modifiche al decreto legislativo 9 aprile 2008, n.  81, e altre disposizioni concernenti la vigilanza e la sicurezza sul lavoro, nonché prevenzione e assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali» e c’è unità di intenti sul fatto che vadano aggiornate le misure previste dal decreto legislativo n.  81 del 2008;
          la Ministra interrogata, a margine del tavolo convocato con le parti sociali, ha dichiarato: «Voglio avviare un dialogo costruttivo e arrivare a delle proposte condivise finalizzate all'attuazione e all'aggiornamento del decreto legislativo n.  81 del 2008, soprattutto a seguito dei gravi e frequenti episodi infortunistici» –:
          come intenda intervenire per garantire con urgenza tutele a chi lavora e contrastare le numerose morti sul lavoro.
(3-01011)


Tempi di adozione del regolamento ministeriale in materia di utilizzo del fondo per l'assistenza dei bambini affetti da malattia oncologica, previsto dalla legge di bilancio per il 2018 – 3-01012

      EMANUELA ROSSINI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:
          la legge di bilancio per il 2018 (articolo 1, comma 338, della legge n.  205 del 2017) ha istituito, per il triennio 2018-2020, un fondo per l'assistenza dei bambini affetti da malattia oncologica, per sostenere i progetti delle associazioni che svolgono attività di assistenza psicologica, psicosociologica e sanitaria in tutte le forme a favore dei bambini affetti da malattie oncologiche e delle loro famiglie;
          il fondo ha previsto una dotazione di un milione di euro annui per ciascuno degli anni 2018 e 2019 e di 5 milioni di euro per l'anno 2020. L'utilizzo del fondo è disciplinato con regolamento adottato con decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, da emanare entro 60 giorni dal 1o gennaio 2018, data di entrata in vigore della legge;
          tale regolamento non è ancora stato emanato, nonostante il 30 gennaio 2019 – con comunicato ufficiale – sia «stato pubblicato il parere del Consiglio di Stato (n.  323/2019) sullo schema di regolamento del Ministero del lavoro e delle politiche sociali recante la disciplina delle modalità di utilizzo del contributo a valere sul fondo per l'assistenza dei bambini affetti da malattia oncologica, in attuazione dell'articolo 1, comma 338, della legge 27 dicembre 2017, n.  205. Nell'esprimersi favorevolmente sul generale impianto del regolamento, il Consiglio di Stato puntualizza che il contributo non può essere riservato, come, invece, previsto nello schema di decreto trasmesso dal Ministero, alle sole associazioni del terzo settore, iscritte nel relativo registro, ma dev'essere riconosciuto, nel rispetto dell'espressa volontà del legislatore, a tutti i soggetti costituiti in forma di associazione che perseguano come scopo statutario l'attività di assistenza psicologica, psicosociologica e sanitaria a favore di bambini affetti da malattia oncologica e delle loro famiglie»;
          tali associazioni svolgono un ruolo cruciale nell'assistere i bambini malati e le loro famiglie nel doloroso percorso delle cure: i tumori pediatrici più comuni sono le leucemie, secondi in ordine di frequenza sono i tumori del sistema nervoso centrale, seguiti dai linfomi. Questi tre gruppi di malattie, afferma Airc, sono responsabili di oltre due terzi dei casi di cancro nell'infanzia;
          a otto mesi dall'espressione del parere del Consiglio di Stato, la mancata erogazione dei fondi sta causando forti difficoltà alle associazioni –:
          quali siano i tempi previsti per l'adozione del regolamento di cui in premessa. (3-01012)


Iniziative di competenza volte ad escludere dall'accesso al reddito di cittadinanza i condannati per gravi delitti – 3-01013

      MOLINARI, ANDREUZZA, BADOLE, BASINI, BAZZARO, BELLACHIOMA, BELOTTI, BENVENUTO, BIANCHI, BILLI, BINELLI, BISA, BITONCI, BOLDI, BONIARDI, BORDONALI, CLAUDIO BORGHI, BUBISUTTI, CAFFARATTO, CANTALAMESSA, CAPARVI, CAPITANIO, CASTIELLO, VANESSA CATTOI, CAVANDOLI, CECCHETTI, CENTEMERO, CESTARI, COIN, COLLA, COLMELLERE, COMAROLI, COMENCINI, COVOLO, ANDREA CRIPPA, DARA, DE ANGELIS, DE MARTINI, D'ERAMO, DI MURO, DI SAN MARTINO LORENZATO DI IVREA, DONINA, DURIGON, FANTUZ, FERRARI, FOGLIANI, LORENZO FONTANA, FORMENTINI, FOSCOLO, FRASSINI, FURGIUELE, GALLI, GARAVAGLIA, GASTALDI, GAVA, GERARDI, GIACCONE, GIACOMETTI, GIGLIO VIGNA, GIORGETTI, GOBBATO, GOLINELLI, GRIMOLDI, GUIDESI, GUSMEROLI, IEZZI, INVERNIZZI, LATINI, LAZZARINI, LEGNAIOLI, LIUNI, LOCATELLI, LOLINI, EVA LORENZONI, LOSS, LUCCHINI, MACCANTI, MAGGIONI, MANZATO, MARCHETTI, MATURI, MOLTENI, MORELLI, MORRONE, MOSCHIONI, MURELLI, ALESSANDRO PAGANO, PANIZZUT, PAOLINI, PAROLO, PATASSINI, PATELLI, PATERNOSTER, PETTAZZI, PIASTRA, PICCHI, PICCOLO, POTENTI, PRETTO, RACCHELLA, RAFFAELLI, RIBOLLA, RIXI, SALTAMARTINI, SASSO, STEFANI, SUTTO, TARANTINO, TATEO, TIRAMANI, TOCCALINI, TOMASI, TOMBOLATO, TONELLI, TURRI, VALBUSA, VALLOTTO, VINCI, VIVIANI, RAFFAELE VOLPI, ZICCHIERI, ZIELLO, ZOFFILI e ZORDAN. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:
          è notizia che ha destato non poco sconcerto e indignazione nell'opinione pubblica, in particolare tra i parenti di vittime del terrorismo, quella dell'ex brigatista Saraceni beneficiaria del reddito di cittadinanza;
          Federica Saraceni, figlia di un ex giudice fondatore di Magistratura democratica, poi parlamentare con Pds e Verdi, è stata condannata a 21 anni e sei mesi per l'omicidio del giuslavorista Massimo D'Antona, sulla via Salaria il 20 maggio 1999; dal 2005 è agli arresti domiciliari e da agosto 2019 percepisce la somma di 623 euro al mese;
          a norma di legge (decreto-legge n.  4 del 2019, convertito, con modificazioni, dalla legge n.  26 del 2019) condicio sine qua non per beneficiare del reddito di cittadinanza è che il richiedente non sia sottoposto «a misure cautelari personali» e non sia stato condannato in via definitiva nei dieci anni precedenti la richiesta per reati gravissimi;
          dopo il caso Saraceni, sono emersi altri due nomi di ex terroristi beneficiari del sussidio: Massimiliano Gaeta, esponente del cosiddetto Partito comunista politico militare, condannato, tra l'altro, per banda armata con finalità eversiva, e Raimondo Etro, condannato per concorso nel sequestro di Aldo Moro e per l'omicidio del giudice Riccardo Palma a 20 anni e sei mesi: il primo incassa 500 euro al mese, il secondo la cifra massima pari a 780 euro mensili;
          la notizia è, a parere degli interroganti, di una gravità inaudita, sia per l'inopportunità che ex terroristi possano ricevere da quello stesso Stato, che con stragi e omicidi volevano colpire, un sussidio riservato, invece, a chi si trova in condizioni di povertà con la finalità di reinserirsi nel mondo del lavoro, sia perché denota le falle del sistema di erogazione del reddito di cittadinanza, non corrispondente, nei fatti, alla ratio della disciplina –:
          se e quali iniziative di competenza il Ministro interrogato intenda adottare con urgenza con riguardo ai fatti esposti in premessa relativamente all'erogazione del reddito di cittadinanza a chi si è macchiato dei più gravi reati contro lo Stato e, come tale, non titolato, a parere degli interroganti, a beneficiare di provvidenze economiche a spese della collettività.
(3-01013)


Iniziative volte alla stabilizzazione dei lavoratori precari di Anpal Servizi S.p.a., al fine di potenziare le strutture nazionali per le politiche attive del lavoro nell'ottica di un miglior funzionamento della disciplina sul reddito di cittadinanza – 3-01014

      GRIBAUDO, SERRACCHIANI, CARLA CANTONE, LEPRI, MURA, SOVERINI, VISCOMI, ENRICO BORGHI e FIANO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:
          come noto, Anpal servizi s.p.a., già Italia lavoro, è una struttura « in house» dell'Anpal, la quale è sottoposta all'indirizzo e alla vigilanza del Ministero del lavoro e delle politiche sociali; il presidente di Anpal è anche amministratore unico di Anpal servizi s.p.a.;
          Anpal servizi s.p.a. promuove azioni nel campo delle politiche del lavoro, dell'occupazione e dell'inclusione sociale, fornendo assistenza tecnica a centri per l'impiego e a enti locali;
          il personale a tempo determinato in forze ad Anpal servizi s.p.a. ammonta attualmente a 654 unità, selezionate con procedure ad evidenza pubblica, possiedono esperienza pluriennale e competenze specifiche nel campo delle politiche attive del lavoro; tuttavia, le somme stanziate dal decreto-legge 28 gennaio 2019, n.  4, permetterebbero la stabilizzazione soltanto di poche decine di lavoratori;
          l'amministratore unico di Anpal servizi s.p.a., Domenico Parisi, ha annunciato nel mese di luglio 2019 la possibilità di stabilizzare soltanto 400 lavoratori precari;
          il decreto-legge n.  101 del 2019 reca, all'articolo 4, la modifica della disciplina sull'impiego di uno stanziamento già vigente, pari ad 1 milione di euro annui a decorrere dal 2019, relativo ad ulteriori spese di personale di Anpal servizi s.p.a. In particolare, la riformulazione sopprime le indicazioni circa l'espletamento di procedure concorsuali riservate per titoli ed esami, riferendosi soltanto ad ulteriori spese di personale; tuttavia, tale stanziamento appare comunque insufficiente anche a raggiungere gli obiettivi annunciati dall'amministratore unico;
          non è stato ancora presentato il piano industriale dell'azienda;
          i lavoratori di Anpal servizi s.p.a. rappresentano oggi l'unica struttura di livello nazionale preparata a gestire forme moderne di politiche attive del lavoro e stanno seguendo fin dalla sua nascita la prima applicazione del reddito di cittadinanza –:
          se intenda verificare e attuare la possibilità di iniziative volte alla stabilizzazione per tutti i 654 lavoratori precari di Anpal servizi s.p.a., al fine di non disperdere le competenze e l'esperienza da loro accumulate e di potenziare le strutture nazionali per le politiche attive del lavoro, nell'ottica di un miglioramento progressivo dei sistemi di collocamento, di incontro fra domanda e offerta di lavoro e di miglior funzionamento degli strumenti previsti dal reddito di cittadinanza. (3-01014)


Iniziative per prevedere più incisivi controlli ai fini della concessione del reddito di cittadinanza e garantire la massima trasparenza ed efficienza di tale misura – 3-01015

      LOLLOBRIGIDA, MELONI, RIZZETTO, BUCALO, ACQUAROLI, BALDINI, BELLUCCI, BIGNAMI, BUTTI, CAIATA, CARETTA, CIABURRO, CIRIELLI, LUCA DE CARLO, DEIDDA, DELMASTRO DELLE VEDOVE, DONZELLI, FERRO, FOTI, FRASSINETTI, GEMMATO, LUCASELLI, MANTOVANI, MASCHIO, MOLLICONE, MONTARULI, OSNATO, PRISCO, RAMPELLI, ROTELLI, SILVESTRONI, TRANCASSINI, VARCHI e ZUCCONI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:
          in base all'ultimo rilevamento dell'Inps i percettori del reddito di cittadinanza sono circa 704 mila;
          come riportato dai maggiori organi di informazione, da accertamenti svolti dallo stesso istituto previdenziale e dalla Guardia di finanza è risultato che circa il 60 per cento delle richieste sono sospette e, quindi, oltre 422 mila dei destinatari della misura di sostegno la percepirebbero illegittimamente;
          a questo si aggiunge il fatto che, a causa del mancato accoglimento delle proposte emendative che intendevano scongiurare questa eventualità, tra i percettori dell'assegno figurano anche soggetti condannati per reati gravi, come emerso da ultimo con il caso della brigatista Saraceni;
          per quanto riguarda, invece, il promesso avviamento al lavoro, si registrano gravi ritardi, tanto che solo dall'inizio di settembre 2019, a ben sette mesi dall'avvio dei pagamenti del sussidio, sono partite le prime chiamate dei centri per l'impiego alla platea degli 704 mila «occupabili», ma si sono dovuti confrontare con un'elevatissima percentuale di mancate risposte, attestata a livello nazionale al 30 per cento e con picchi nelle regioni meridionali di addirittura il 40 per cento;
          agli interroganti appare evidente, quindi, come dai primi sei mesi di applicazione del reddito di cittadinanza emergano più riscontri negativi che positivi e che i percettori siano ben lontani dall'essere integrati nel mondo del lavoro –:
          se non ritenga di disporre maggiori e più incisivi controlli ai fini della concessione del reddito di cittadinanza ai soggetti richiedenti, per impedire e sanzionare le frodi e garantire la massima trasparenza ed efficienza della misura di sostegno.
(3-01015)


Iniziative per rafforzare gli strumenti di partecipazione dei cittadini alla valutazione della performance delle pubbliche amministrazioni – 3-01016

      ALAIMO, MACINA, DIENI, BALDINO, BERTI, BILOTTI, MAURIZIO CATTOI, CORNELI, D'AMBROSIO, SABRINA DE CARLO, FORCINITI, PARISSE, SURIANO, FRANCESCO SILVESTRI, ELISA TRIPODI, ROBERTO ROSSINI, MARTINCIGLIO, D'ORSO, NAPPI, CANCELLERI, FARO, TROIANO, GRIPPA e LOMBARDO. — Al Ministro per la pubblica amministrazione. — Per sapere – premesso che:
          il decreto legislativo n.  74 del 2017, di riforma del decreto legislativo n.  150 del 2009, ha modificato il sistema di misurazione delle performance, attribuendo agli organismi indipendenti di valutazione capacità di iniziativa per il miglioramento della valutazione, con riflessi sull'organizzazione amministrativa;
          il suddetto decreto legislativo ha inserito importanti novità all'interno del processo valutativo della performance con la partecipazione diretta dei cittadini e degli utenti in merito alla qualità dei servizi resi, riconoscendo la possibilità di segnalare le proprie osservazioni e incrementando così la trasparenza nell'attività pubblica;
          in particolare, l'articolo 19-bis del decreto legislativo n.  150 del 2009, introdotto dal decreto legislativo n.  74 del 2017, prevede che i cittadini, anche in forma associata, partecipino al processo di misurazione delle performance organizzative, anche comunicando direttamente all'organismo indipendente di valutazione il proprio grado di soddisfazione per le attività e per i servizi erogati, secondo le modalità stabilite dallo stesso organismo;
          lo stesso articolo prevede che ciascuna amministrazione adotti sistemi di rilevazione del grado di soddisfazione degli utenti e dei cittadini in relazione alle attività e ai servizi erogati, favorendo ogni più ampia forma di partecipazione e collaborazione dei destinatari dei servizi;
          l'organismo indipendente di valutazione verifica l'effettiva adozione dei predetti sistemi di rilevazione e assicura la pubblicazione dei risultati in forma chiara e comprensibile e ne tiene conto ai fini della valutazione della performance organizzativa dell'amministrazione;
          i risultati della rilevazione del grado di soddisfazione dei cittadini e degli utenti devono essere pubblicati, con cadenza annuale, sul sito dell'amministrazione e sono valutati dall'organismo indipendente di valutazione ai fini della valutazione della performance organizzativa dell'amministrazione e, in particolare, ai fini della validazione della relazione sulla performance;
          con la normativa sopra richiamata viene, dunque, riconosciuto ai cittadini un ruolo attivo nella valutazione della performance organizzativa, favorendo ogni più ampia forma di partecipazione e collaborazione dei destinatari dei servizi;
          gli enti locali, in modo particolare i comuni, sono erogatori di servizi la cui rilevanza e il cui impatto incidono profondamente sulla qualità della vita degli stessi –:
          se, valutando lo stato di attuazione di quanto previsto all'articolo 19-bis del decreto legislativo n.  150 del 2009 sopra richiamato, non intenda adottare iniziative per rafforzare lo strumento della partecipazione, al fine di valorizzare il ruolo attivo dei cittadini nella valutazione della performance delle amministrazioni, anche con riferimento agli enti locali, anche fissando metodologie e standard sui servizi forniti dalle amministrazioni pubbliche per effettuare indagini e rilevazioni del grado di soddisfazione degli utenti.
(3-01016)


Iniziative per far fronte all'attuale carenza di organico nel ruolo dei segretari comunali, nel quadro di una più ampia programmazione dei reclutamenti della Pubblica Amministrazione – 3-01017

      D'ALESSANDRO e FERRI. — Al Ministro per la pubblica amministrazione. — Per sapere – premesso che:
          l'Associazione nazionale dei comuni italiani ha denunciato, a più riprese, la grave situazione di carenza dei segretari comunali sul territorio nazionale;
          la situazione si presenta più critica soprattutto nei piccoli comuni. Secondo gli ultimi dati riportati dall'Anci, solo a titolo di esempio, in Abruzzo, su 135 comuni con meno di 3.000 abitanti, 111 sono sprovvisti del segretario comunale; in Liguria, su un fabbisogno di 238 autonomie locali, alla fine del 2019 resteranno 68 segretari comunali;
          in assenza del segretario comunale, si rischia il blocco della funzionalità del comune stesso, con inevitabili ripercussioni negative sulla qualità del lavoro dei sindaci: non può tenersi il consiglio comunale; non posso essere firmati gli atti; è impossibile bandire gare d'appalto; non si gestiscono i contenziosi; si determina, dunque, un rallentamento complessivo dell'azione amministrativa;
          un grido di allarme fattosi più intenso con l'entrata in vigore della norma relativa alla cosiddetta «quota 100» che incrementerà in maniera esponenziale il pensionamento dei segretari comunali, con il pericolo di determinare un vero e proprio blocco dell'azione amministrativa dei piccoli comuni del nostro paese;
          l'espletamento pluriennale del corso-concorso, se pur necessario, rischia di non rappresentare la soluzione decisiva alla carenza cronica delle figure apicali della pubblica amministrazione, se individuato come unica possibilità di reclutamento. In tal senso andrebbero indicate soluzioni capaci di far fronte all'emergenza rappresentata dall'alto numero delle sedi al momento vacanti, che, entro la fine del 2019, rischiano un ulteriore incremento a causa dei pensionamenti dovuti all'applicazione di «quota 100» –:
          quali iniziative di competenza intenda adottare, a fronte dell'eventuale aggravarsi della situazione in conseguenza dell'applicazione della normativa relativa a «quota 100» che incrementerà i pensionamenti dei segretari comunali, nell'ambito di una più generale programmazione dei reclutamenti della pubblica amministrazione, per far fronte all'attuale insufficienza di organico, anche individuando ulteriori nuove procedure di selezione rispetto all'attuale concorso pubblico.
(3-01017)


Tempi di adozione dei decreti attuativi relativi alle disposizioni del decreto-legge n.  34 del 2019 in materia di assunzione di personale negli enti locali – 3-01018

      MUSELLA e PELLA. — Al Ministro per la pubblica amministrazione. — Per sapere – premesso che:
          l'articolo 33 del decreto-legge 30 aprile 2019, n.  34, cosiddetto «decreto crescita», pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n.  100 del 30 aprile 2019, introduce significative novità in materia di assunzioni di personale nelle regioni a statuto ordinario e nei comuni;
          precisamente il comma 2 del citato articolo introduce una modifica significativa del sistema di calcolo della capacità assunzionale dei comuni, prevedendo il superamento delle attuali regole del turn over e l'introduzione di un sistema basato sulla sostenibilità finanziaria della spesa di personale;
          la nuova disciplina non è immediatamente applicabile, in quanto è previsto un decreto ministeriale attuativo, attualmente in discussione in Conferenza Stato-città ed autonomie locali. Nelle more dell'adozione del decreto, continuano ad applicarsi le norme ordinarie in materia di determinazione della facoltà assunzionale;
          a decorrere dalla data che verrà individuata con apposito decreto attuativo, i comuni potranno effettuare assunzioni di personale a tempo indeterminato entro il limite di una spesa complessiva per il personale dipendente (al lordo degli oneri riflessi) non superiore al valore soglia, definito come percentuale, anche differenziata per fascia demografica, delle entrate relative ai primi tre titoli risultanti dal rendiconto dell'anno precedente a quello in cui è prevista l'assunzione, che dovranno essere calcolate al netto delle entrate a destinazione vincolata e del fondo crediti dubbia esigibilità stanziato in bilancio di previsione;
          i valori soglia e le fasce demografiche sarebbero dovuti essere individuati con decreto del Ministro per la pubblica amministrazione, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze e con il Ministro dell'interno, previa intesa in Conferenza Stato-città ed autonomie locali, entro 60 giorni dalla data in vigore del «decreto crescita»;
          le previsioni dell'articolo 33 del «decreto crescita», in attesa dei decreti attuativi, sembrano aprire senza dubbio scenari incoraggianti per gli enti locali che nel corso degli ultimi anni hanno subito una drastica riduzione del personale in servizio: la possibilità di assumere viene finalmente disancorata da ferree logiche di turnover –:
          come e in quali tempi intenda provvedere all'adozione dei decreti attuativi richiamati in premessa, per aprire una stagione di ricambio generazionale tanto attesa negli enti locali, reduci da un decennio in cui il valore aggiunto della professionalità del personale a parere degli interroganti è stato sacrificato sull'altare dell'austerità finanziaria. (3-01018)