XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 253 di mercoledì 6 novembre 2019

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA EDERA SPADONI

La seduta comincia alle 11.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

ALESSANDRO COLUCCI , Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Azzolina, Battelli, Benvenuto, Claudio Borghi, Enrico Borghi, Brescia, Cimino, Del Re, Delmastro Delle Vedove, Delrio, Gregorio Fontana, Gallo, Gebhard, Gelmini, Giaccone, Giachetti, L'Abbate, Liuni, Lollobrigida, Losacco, Molinari, Pedrazzini, Perconti, Paolo Russo, Saltamartini, Schullian, Scoma, Carlo Sibilia, Francesco Silvestri, Sisto, Tasso, Vito, Zennaro e Zolezzi sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente novantaquattro, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Preavviso di votazioni elettroniche.

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sospendo pertanto la seduta, che riprenderà alle ore 11,27.

La seduta, sospesa alle 11,07, è ripresa alle 11,27.

Seguito della discussione della proposta di legge: S. 964 - D'iniziativa dei senatori: Airola ed altri: Ratifica ed esecuzione dello Scambio di lettere tra Repubblica italiana e ICCROM aggiuntivo all'Accordo di Parigi del 27 aprile 1957 e allo Scambio di note del 7 gennaio 1963 sull'istituzione e lo status giuridico del Centro internazionale di studi per la conservazione ed il restauro dei beni culturali, fatto a Roma il 17 marzo 2017 (Approvata dal Senato) (A.C. 2118).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge, già approvata dal Senato, n. 2118: Ratifica ed esecuzione dello Scambio di lettere tra Repubblica italiana e ICCROM aggiuntivo all'Accordo di Parigi del 27 aprile 1957 e allo Scambio di note del 7 gennaio 1963 sull'istituzione e lo status giuridico del Centro internazionale di studi per la conservazione ed il restauro dei beni culturali, fatto a Roma il 17 marzo 2017.

Ricordo che nella seduta del 28 ottobre si è conclusa la discussione generale.

La V Commissione (Bilancio) ha espresso il prescritto parere (Vedi l'allegato A), che è in distribuzione.

(Esame degli articoli - A.C. 2118)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica, nel testo del Senato, ai quali non sono state presentate proposte emendative. Li porrò dunque direttamente in votazione.

Passiamo alla votazione dell'articolo 1.

MIRELLA EMILIOZZI (M5S). Presidente, chiedo di parlare…

PRESIDENTE. Prego, ne ha facoltà.

MIRELLA EMILIOZZI (M5S). Grazie, Presidente vorrei illustrare il testo della ratifica n. 2118…

PRESIDENTE. Collega, mi scusi, siamo nel seguito dell'esame, siamo in fase di dichiarazione di voto sull'articolo 1. E' già intervenuta in discussione generale, quindi se vuole intervenire, eventualmente, per svolgere la dichiarazione di voto sull'articolo 1, prego.

MIRELLA EMILIOZZI (M5S). Sì, ritengo che, figurando l'ICCROM tra le prime agenzie delle Nazioni Unite ed essendo stata insediata in Italia grazie all'indiscusso prestigio e primato di cui il nostro Paese gode nel campo del restauro e della conservazione del patrimonio culturale, e anche sotto il profilo economico la sua presenza in Italia garantisce anche un ritorno che è collegato sia alle forniture di beni e servizi acquistati da imprese nazionali, sia per l'indotto connesso al personale internazionale dell'Organizzazione residente in Italia, il mantenimento della sede dell'ICCROM nel nostro Paese è di grande interesse e di particolare rilevanza.

PRESIDENTE. Mi scusi, collega. Colleghi! Prego.

MIRELLA EMILIOZZI (M5S). L'Organizzazione rimborsa ogni anno ai funzionari italiani le tasse da loro versate allo Stato italiano in relazione al salario percepito dall'ICCROM stesso. Tuttavia, dal 2013, l'onere del rimborso è risultato più elevato del contributo italiano all'organizzazione e questa differenza può essere riassorbita solo attingendo al bilancio dell'Organizzazione, cui contribuiscono tutti gli Stati membri.

Quindi, è necessario considerare che una mancata soluzione negoziata della questione del trattamento fiscale dei nostri funzionari potrebbe riflettersi negativamente sul mantenimento della sede dell'ICCROM a Roma. Qualora non si pervenisse a un aggiornamento dell'attuale quadro istituzionale dell'accordo di sede con l'Italia, l'Organizzazione potrebbe, infatti, interpellare la comunità degli Stati membri per accogliere altre manifestazioni di interesse ad ospitare la sede dell'Organizzazione a condizioni più vantaggiose di quelle attualmente offerte dall'Italia.

Pertanto, il mantenimento della sede in Italia è assolutamente dovuto. È per questo che il voto del MoVimento 5 Stelle è favorevole.

PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, dichiaro aperta la votazione….

SIMONE BALDELLI (FI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Revoco la votazione. Collega Baldelli, sull'articolo 1?

SIMONE BALDELLI (FI). No, Presidente, era solo per ringraziare la collega del MoVimento 5 Stelle che è intervenuta nell'attesa che si riempisse l'Aula. Adesso, forse, possiamo cominciare la votazione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 1).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 2).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 3).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 4).

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 2118)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fusacchia. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO FUSACCHIA (MISTO-+E-CD). Grazie, Presidente. Molto velocemente, solo per dire che con questo voto noi stiamo mettendo ordine in una situazione che si protraeva da decenni. Abbiamo scoperto, credo in tanti, che c'è questa istituzione internazionale che ha sede in Italia, con questa occasione, che si occupa di una cosa a cui l'Italia tiene particolarmente, perché stiamo parlando di conservazione dei beni culturali, di patrimonio.

L'invito che volevo fare, e volevo approfittare di questa dichiarazione finale, è ovviamente a ricordarcene non solo quando nasce un problema che dobbiamo risolvere in Parlamento, ma sviluppare sinergie e collaborazione, perché queste organizzazioni internazionali in Italia sono preziose, e spesso non ne conosciamo in maniera diffusa neppure l'esistenza.

Quindi, approfittiamo di occasioni come questa per poi invitare anche il Governo e tutto il Parlamento a collaborare in maniera più stretta, in questo caso con l'ICCROM, ma con organizzazioni internazionali di questa portata e di questa natura.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Palazzotto. Ne ha facoltà.

ERASMO PALAZZOTTO (LEU). Per dichiarare il voto favorevole del gruppo di LEU.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Migliore. Ne ha facoltà.

GENNARO MIGLIORE (IV). Nel dichiarare il voto favorevole del gruppo di Italia Viva, vorrei anche io segnalare quanto sia rilevante avere sul nostro territorio sedi di organizzazioni internazionali che hanno un notevole interesse anche per quanto attiene ai nostri interessi nazionali.

Si tratta di una promozione che ritengo dovrebbe essere più nota anche al Parlamento, ci sono anche organizzazioni interparlamentari che hanno sede nel nostro Paese e che stentano ad avere un'adeguata valorizzazione anche in termini di accreditamento da parte del Governo. Penso che questa sia una buona occasione per ricordare anche al Governo quanto sia delicata questa relazione con altre organizzazioni governative e parlamentari e come sia importante dare risposte celeri; in ciò ritengo che questo Trattato sia importante, ma una serie di sollecitazioni che sono già arrivate presso il Governo per altre strutture lo siano altrettanto (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Angela Schirò. Ne ha facoltà.

ANGELA SCHIRO' (PD). Signora Presidente, l'International Centre for the Study of the Preservation and Restoration of Cultural Property opera al servizio dei suoi 137 Stati membri per promuovere la conservazione di tutte le forme di patrimonio…

PRESIDENTE. Mi scusi, collega. Colleghi! Colleghi, per cortesia, vi chiedo di abbassare il tono della voce. Colleghi! Prego.

ANGELA SCHIRO' (PD). Grazie, signora Presidente. Appunto, per promuovere la conservazione di tutte le forme di patrimonio culturale in ogni regione del mondo e per sostenerle nella tutela del patrimonio all'interno e all'esterno dei loro confini, affrontando al meglio la crescente complessità delle tematiche proposte dal patrimonio culturale. L'ICCROM è un centro di eccellenza per lo sviluppo di capacità operative e professionali nella conservazione del patrimonio culturale, e contribuisce alla stabilità e allo sviluppo ambientale e socio-economico, soprattutto in aree del mondo in cui il patrimonio culturale diventa sempre più vulnerabile e gli episodi di degrado di siti e di musei per cause naturali o umane sono sempre più frequenti.

Il Centro svolge, in particolare, un'importante attività in settori quali la formazione in materia di conservazione e di restauro del patrimonio culturale e della tutela dei beni culturali.

Non devo usare molte parole per richiamare la competenza e il prestigio di cui l'Italia gode in questo campo, al punto che essa da tempo costituisce un riferimento ineludibile sul piano internazionale.

L'approvazione dell'accordo, quindi, consente un rafforzamento del ruolo guida del nostro Paese nella protezione del patrimonio culturale a livello internazionale, ruolo che si è concretizzato in molteplici sviluppi diplomatici e umanitari.

Questo aspetto della politica estera e della diplomazia culturale è, al contempo, la ragion d'essere e il motivo dell'ubicazione dell'ICCROM in Italia, con l'Accordo siglato tra l'UNESCO e il nostro Paese.

Il mantenimento dell'ICCROM in Italia, che ha sede a Roma dal 1959, con le professionalità e le competenze del suo personale, costituisce pertanto un interesse per il nostro Paese, considerato che il patrimonio culturale è ormai da tempo sempre più ritenuto una risorsa in termini di testimonianza dell'identità e di contributo allo sviluppo globale.

Il provvedimento, infine, consente anche di superare le problematiche di ordine assicurativo e fiscale, che si erano evidenziate con riferimento alla condizione del personale che opera nell'Istituto.

Per queste ragioni il Partito Democratico esprimerà un voto favorevole alla ratifica (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Andrea Orsini. Ne ha facoltà.

ANDREA ORSINI (FI). Signor Presidente, onorevoli colleghi, senza voler ripetere gli argomenti già evidenziati da diversi colleghi, annuncio il voto favorevole del gruppo di Forza Italia a un provvedimento che serve a tutelare un'eccellenza italiana, e a definire un problema che è aperto - sembra incredibile - dal 1985, da quando l'Italia firmò il Trattato ICCROM: la definizione dello status e della condizione fiscale dei dipendenti trova finalmente una soluzione. E devo dire, scongiura anche il rischio e la tentazione che un istituto di livello importante, com'è ICCROM, venga, come talora si sente vociferare, spostato dal nostro Paese.

Occorre, al contrario, fare di tutto affinché ICCROM possa operare al meglio, visto che è una delle non tantissime cose buone che l'UNESCO ha fatto nella sua talora opinabile storia. Preferivo l'UNESCO che si occupava di queste cose all'UNESCO che si occupa di mettere in discussione il carattere ebraico di Gerusalemme, come si è distinto nel fare negli ultimi tempi.

Teniamoci quindi stretta l'ICCROM a Roma, veniamo incontro alle esigenze di chi ci lavora, e valorizziamo il restauro italiano che - lo ripeto - è una delle eccellenze del nostro Paese, è uno dei settori nei quali a livello mondiale l'Italia è riconosciuta come un modello e come un punto di riferimento (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Paolo Formentini. Ne ha facoltà.

PAOLO FORMENTINI (LEGA). Presidente, nel preannunciare il voto favorevole del gruppo della Lega, evidenzio l'importanza strategica dell'Accordo in esame per un Paese come l'Italia, che detiene il più grande patrimonio artistico del mondo: patrimonio che alimenta un indotto economico di enorme rilievo. A fronte dei costi che comunque comporta l'Accordo, sono sicuramente maggiori i benefici: si accresce ulteriormente il prestigio dell'Italia nel mondo in quanto sede di un Istituto che si occupa di attività di valorizzazione, tramite il restauro, dei beni culturali.

Oggi votiamo “sì” per parificare il trattamento fiscale dei cittadini italiani impiegati presso l'Iccrom a quello dei dipendenti italiani delle altre organizzazioni internazionali presenti sul territorio nazionale; ma votiamo soprattutto, è bene ribadirlo, per mantenere la sede dell'Istituto e il relativo indotto in Italia (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Mirella Emiliozzi. Ne ha facoltà.

MIRELLA EMILIOZZI (M5S). Presidente, intervengo solo per ribadire il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 2118)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sulla proposta di legge n. 2118: S. 964 – “Ratifica ed esecuzione dello Scambio di lettere tra Repubblica italiana e ICCROM aggiuntivo all'Accordo di Parigi del 27 aprile 1957 e allo Scambio di note del 7 gennaio 1963 sull'istituzione e lo status giuridico del Centro internazionale di studi per la conservazione ed il restauro dei beni culturali, fatto a Roma il 17 marzo 2017” (Approvato dal Senato).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 5).

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 1088 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo fra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica del Kenya relativo al Centro spaziale Luigi Broglio - Malindi, Kenya, con Allegato e Protocolli attuativi, fatto a Trento il 24 ottobre 2016 (Approvato dal Senato) (A.C. 1909) (ore 11,52).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 1909: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo fra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica del Kenya relativo al Centro spaziale Luigi Broglio - Malindi, Kenya, con Allegato e Protocolli attuativi, fatto a Trento il 24 ottobre 2016.

Ricordo che nella seduta del 28 ottobre si è conclusa la discussione generale.

La V Commissione (Bilancio) ha espresso il prescritto parere (Vedi l'allegato A), che è in distribuzione.

(Esame degli articoli - A.C. 1909)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica, nel testo del Senato, ai quali non sono state presentate proposte emendative. Li porrò dunque direttamente in votazione.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 6).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 7).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 8).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 9).

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 1909)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Palazzotto. Ne ha facoltà.

ERASMO PALAZZOTTO (LEU). Intervengo per dichiarare il voto favorevole del gruppo Liberi e Uguali.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Migliore. Ne ha facoltà.

GENNARO MIGLIORE (IV). Grazie, signora Presidente. Utilizzerò pochissimi minuti, ma non vorrei che passasse sotto silenzio un Accordo che ratifica una collaborazione che è iniziata molti decenni fa, nel 1964, tra il Kenya e il nostro Paese su un terreno avanzatissimo come quello della ricerca aerospaziale. Si tratta, per quanto mi riguarda, di ricordare anche in questa sede l'illustre figura di Luigi Broglio, un ingegnere aerospaziale, il padre dell'aerospazio italiano, al quale peraltro è stato dedicato anche un asteroide - ritengo che non molti qui dentro, nonostante la disattenzione, possano vantare tali intitolazioni - e che è stata una delle personalità più illustri che ha avuto il nostro Paese.

Non solo egli è stato il promotore di ricerche che hanno portato l'aerospazio a livello internazionale e ad avere l'Italia tra i protagonisti, essendo stato anche il primo, non dell'Unione Sovietica e non degli Stati Uniti, ma del nostro Paese, ad aver lanciato un satellite, il San Marco 1, nel 1964 ma anche, con una intuizione che definirei geniale, a realizzare un centro aerospaziale in Kenya proprio per la posizione molto prossima all'equatore e, quindi, più favorevole per i lanci delle sonde e delle navette, che oggi sono stati sospesi, e nel quale viene implementata una serie di attività dal monitoraggio climatico fino alle questioni che riguardano il monitoraggio satellitare. Si tratta di una figura straordinaria alla quale il nostro Paese deve tanto e ritengo che la riproposizione, il rinnovo dell'Accordo, che è stato fatto tra l'altro durante il Governo di cui avevo l'onore di far parte, il Governo Renzi, sia una giusta occasione anche per ricordarlo (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Intervengo per annunciare il voto favorevole di Fratelli d'Italia e per unirmi a quanto ha detto il collega di Italia Viva perché l'ingegner Broglio merita veramente l'onore di essere ricordato come un grande italiano, una grande figura dell'aeronautica militare e della ricerca aerospaziale. A lui dobbiamo anche il poligono di Perdasdefogu, ha portato tanto benessere anche in Sardegna, teneva molto alla terra della Sardegna. È stato veramente un grande italiano che meriterebbe tante intitolazioni e di essere conosciuto nelle scuole, perché è stato un uomo di ricerca e di conoscenza di grande valore (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire la deputata Quartapelle Procopio. Prego.

LIA QUARTAPELLE PROCOPIO (PD). Grazie, Presidente. Oltre ad esprimere il voto favorevole del Partito Democratico sull'Accordo e ad esprimere una particolare attenzione alla collaborazione in ambito spaziale, in particolare con i Paesi africani che l'hanno indicato come uno degli argomenti della strategia 2063 dell'Unione Africana, vorrei esprimere anche un auspicio: la ratifica dell'Accordo con il Kenya possa aiutare nella nostra collaborazione con quel Paese in tanti dossier e, in particolare, in un dossier che a me sta a cuore ossia quello che dovrebbe portare al più presto possibile alla liberazione della nostra connazionale Silvia Romano (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il deputato Orsini. Prego.

ANDREA ORSINI (FI). Grazie, signor Presidente. Onorevoli colleghi, il Centro spaziale Luigi Broglio, come hanno ricordato giustamente i colleghi, è una delle eccellenze della scienza e della tecnologia italiane. È una delle cose delle quali l'Italia può essere orgogliosa nel mondo perché, ricordiamocelo, il nome Italia, il brand Italia che è legato al cibo, all'arte, al bello, agli stilisti, alle macchine sportive, è anche ben altro. Un grande Paese - la quinta o la sesta o settima potenza industriale del mondo - un grande Paese manifatturiero come l'Italia è un Paese che deve eccellere e in effetti può eccellere anche nella scienza e nell'alta tecnologia e il Centro Luigi Broglio è esattamente un esempio che va valorizzato proprio per queste ragioni. Già dal nome della persona a cui è dedicato - lo ricordava un collega poco fa - che è stata in qualche modo il von Braun italiano, è stato la figura che ha fatto progredire la tecnica aeronautica e la tecnica aerospaziale in modo importantissimo nel mondo. Ma la collocazione di questo Centro, di questa base, è fondamentale anche da un punto di vista geopolitico. È l'occasione per rafforzare la collaborazione tecnologica ed economica in un'area importante come non solo il Kenya ma l'intero Corno d'Africa. È un'area, tra l'altro, con la quale abbiamo antichi legami, ricordiamo la nostra presenza coloniale, legami che è bene non disperdere, perché un'area decisiva per il futuro dell'Africa e dell'Oceano Indiano.

Quella zona dell'Africa, come tutto il continente, è oggetto di una crescente penetrazione della Cina, che sta lavorando per affermare una presenza egemonica che alla lunga diventerà un problema geopolitico decisivo. L'Italia non può certo competere con la Cina né sul piano del peso politico né su quello finanziario, però possiamo competere sul piano della qualità, e offrire a quei Paesi, come facciamo con questo Accordo, la possibilità di collaborazione a progetti di avanzata tecnologia. Per queste ragioni naturalmente il voto di Forza Italia è favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il deputato Paolo Formentini. Prego.

PAOLO FORMENTINI (LEGA). Presidente, l'Accordo deriva dall'esigenza di aggiornare la disciplina della collaborazione bilaterale italo-keniota in materia spaziale, in particolare per quanto riguarda le attività del centro “Luigi Broglio”, creato a Malindi nel lontano 1964 e gestito dall'Agenzia spaziale italiana. Si tratta dell'unico centro spaziale italiana all'estero, è bene ribadirlo, un'eccellenza tecnologica di rilevanza anche strategica per il nostro Paese, dal momento che è situato in una posizione ideale (localizzazione equatoriale) per il lancio di satelliti. La Lega ritiene che il nostro Paese non possa rinunciare ad esprimere una politica spaziale d'alto profilo, non solo e non tanto per il prestigio che ne deriva ma anche e soprattutto in ragione delle possibili ricadute tecnologiche, scientifiche ed economiche per importanti settori della ricerca del nostro sistema produttivo. Consci che altre misure dovranno certamente seguire, specialmente sotto il profilo dello sfruttamento dei brevetti derivanti da attività…

PRESIDENTE. Mi scusi, collega. Colleghi, non è possibile però. Prego, deputato.

PAOLO FORMENTINI (LEGA). Consci che altre misure dovranno certamente seguire, specialmente sotto il profilo dello sfruttamento dei brevetti derivanti da attività di ricerca e sperimentazione condotte nello spazio, il rilancio del comparto aerospaziale nazionale non può certamente partire dalla rinuncia al centro “Luigi Broglio”, ben venga quindi questo Accordo bilaterale con il Kenya. Ricordiamo che ogni investimento nel settore aerospaziale rende dalle quattro alle dieci volte la cifra investita. Auspichiamo altresì che questo Governo non interrompa il dialogo con il governo brasiliano per l'utilizzo della base di Alcantara. Confermiamo quindi il voto favorevole già espresso in Senato, a tutela di un settore fondamentale per la nostra economia (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire la deputata Mirella Emiliozzi. Prego.

MIRELLA EMILIOZZI (M5S). Presidente, ricordo che questo provvedimento mira a fare della base di Malindi e più in generale del Kenya il fulcro di una cooperazione spaziale allargata ai Paesi del Corno d'Africa, con importanti ricadute strategiche a carattere scientifico, tecnologico e programmatico. In questo quadro segnalo altresì ai colleghi che la cooperazione nel settore spaziale rientra a pieno titolo tra le priorità dell'Agenda 2063 dell'Unione Africana, un ambizioso programma di sviluppo per la trasformazione socio-economica a lungo termine del continente. Pertanto esprimo il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 1909)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 1909: S. 1088 - "Ratifica ed esecuzione dell'Accordo fra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica del Kenya relativo al Centro spaziale Luigi Broglio - Malindi, Kenya, con Allegato e Protocolli attuativi, fatto a Trento il 24 ottobre 2016" (Approvato dal Senato).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 10).

Seguito della discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica del Ciad sulla cooperazione nel settore della difesa, fatto a Roma il 26 luglio 2017 (A. C. 1623-A) (ore 12,10).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 1623-A: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica del Ciad sulla cooperazione nel settore della difesa, fatto a Roma il 26 luglio 2017.

Ricordo che nella seduta del 4 novembre si è conclusa la discussione sulle linee generali.

La V Commissione (Bilancio) ha espresso il prescritto parere (Vedi l'allegato A), che è in distribuzione.

(Esame degli articoli - A.C. 1623-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica, nel testo della Commissione, ai quali non sono state presentate proposte emendative. Li porrò dunque direttamente in votazione.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 11).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 12).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 13).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 14).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 15).

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 1623-A)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Erasmo Palazzotto. Ne ha facoltà.

ERASMO PALAZZOTTO (LEU). Grazie, Presidente. Intervengo per richiamare l'attenzione dell'Aula sul disegno di legge di ratifica che stiamo per approvare. Questo è il primo di una serie di disegni di legge di ratifica che oggi approveremo sulla materia di cooperazione nel settore della difesa, e non vi sfuggirà che dietro al tema della cooperazione nel settore della difesa si nascondono una serie di questioni che, in realtà, vanno affrontate con la dovuta attenzione. In questi Accordi, sia in questo, sia in quello che seguirà sul Messico, sia anche quello col Turkmenistan, rientra una parte molto delicata che riguarda la fornitura di armamenti alle forze militari di questi Paesi che molto spesso sono coinvolte direttamente nelle operazioni di repressione dei movimenti sociali, con violazioni sistemiche dei diritti umani che sono state certificate da tutti gli organismi internazionali.

Nel caso specifico del Ciad noi abbiamo un Presidente che è arrivato al potere negli anni Novanta con un colpo di Stato e che oggi ha ampliato a dismisura i suoi poteri e, nello specifico, ha assegnato all'ANS, l'Agenzia per la sicurezza nazionale, i poteri di controllo e di repressione del dissenso. I principali direttori dei quotidiani dissidenti sono stati incarcerati ed è un Paese che esce da quarant'anni di guerra civile e di conflitti che sono stati anche animati da vicende etniche dentro quel Paese, e noi dentro questo Accordo stiamo mettendo una fornitura di armamenti di un certo rilievo, non certo qualche mezzo militare per il controllo del confine. Ora, è vero che il Ciad è un Paese strategico in una condizione molto delicata legata principalmente alla minaccia terroristica di Boko Haram, però è anche vero che noi stiamo fornendo armi di piccolo e medio calibro che saranno in dotazione all'esercito e alle forze armate del Ciad e che probabilmente verranno utilizzate per reprimere manifestazioni in dissenso con l'attuale Presidente, come già accaduto.

Su questo il nostro sarà un voto di astensione, per chiedere intanto al Governo che nella stipula di questi accordi bilaterali con alcuni Paesi cessino le amnesie rispetto al tema dei diritti umani, perché in nessuno di questi accordi che noi andiamo a ratificare, che sono accordi più o meno standard, al di là, poi, della parte che riguarda la cessione di armamenti che è diversificata, c'è mai un solo riferimento alla necessità che questi Paesi con cui stipuliamo accordi avviino delle riforme o mettano in essere degli atti specifici che pongano fine alla violazione dei diritti umani. Questo è un tema.

Sulla fornitura di armamenti poi andremo a verificare, perché in Italia esiste una legge, la n. 185 del 1990, che in alcuni di questi disegni di ratifica è stata menzionata, che impedisce alla nostra industria di armamento e al nostro Governo di esportare armi, soprattutto quelle che possono essere utilizzate contro la società civile in Paesi dove non ci sono standard adeguati sul rispetto dei diritti umani.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Gennaro Migliore. Ne ha facoltà.

GENNARO MIGLIORE (IV). Grazie, signora Presidente. Vorrei innanzitutto sottolineare, nel dichiarare il voto favorevole del gruppo di Italia Viva, che noi non siamo affatto disinteressati agli aspetti legati alla tutela dei diritti umani, che riguardano un numero di Paesi molto esteso e che rappresentano una clausola fondamentale nelle interazioni politiche e nelle relazioni di reciprocità che noi stabiliamo con determinate aree del pianeta.

Esiste, però, anche un'altra vicenda che io ritengo debba essere presa molto seriamente in considerazione e che è stata largamente sottovalutata anche nelle discussioni che abbiamo fin qui tenuto su temi che hanno apparentemente anche un rilievo più immediato per il nostro Paese, in particolare quelli del contesto libico, e cioè la minaccia terroristica, che nella zona del Sahel è ormai una presenza costante e rappresenta anche il concreto tentativo di riorganizzazione dello Stato islamico all'interno di quest'area. Vorrei ricordare, a questo proposito, che nel marzo 2015, Boko Haram ha stabilito un accordo con le organizzazioni terroristiche dello Stato islamico mutando persino il proprio nome e chiamandosi “Stato islamico del Sahel occidentale”. Questo rappresenta un progetto di natura strategica da parte di una forza terroristica che ha avuto il suo apice, come ovviamente tutti sappiamo, nella zona tra Iraq e Siria, che coinvolge anche la trasmigrazione di molti combattenti, alcuni foreign fighter, e da qui anche le preoccupazioni che ci sono venute dopo l'aggressione della Turchia che ha consentito la liberazione di molti foreign fighter che erano detenuti nei campi siriani verso la zona del Sahel. In questo senso, intorno al lago Ciad, nel Niger del nord, in Mali, in Burkina Faso, si stanno riorganizzando - e ovviamente nel nord della Nigeria, dove appunto c'è quella che prima si chiamava Boko Haram e che oggi ha mutato la propria finalità nella realizzazione di uno Stato islamico del grande Sahara - e ciò rappresenta per noi una preoccupazione molto forte.

È per questo motivo che questa tipologia di accordi, che sono stati sottoscritti durante la Presidenza Gentiloni e materialmente realizzati dall'allora Ministro Pinotti, rappresentano, per quanto ci riguarda, una azione di cooperazione e anche di difesa che riguarda l'interesse strategico di tutta quell'area.

Io non metto mai in contrapposizione diritti umani e diritti alla sicurezza, ma ritengo che sia indispensabile da parte nostra avere un approccio sorvegliato e che verifichi anche quali siano i termini concreti delle cooperazioni in materia di difesa. Questo è un elemento basilare di qualsiasi proposta, e lo vedremo anche successivamente con quanto attiene direttamente alla Libia, che riguarda la posizione generale della nostra formazione politica; però, è chiaro che una sottovalutazione del pericolo della riorganizzazione di uno Stato islamico nella zona del Sahel è una delle più preoccupanti sottovalutazioni che possono afferire alla comunità internazionale. Ed è per questo motivo che ritengo che dare seguito a questo Accordo, nell'ambito del mantenimento di una sorveglianza molto forte e anche di una critica, ovviamente, nei confronti dello Stato del Ciad per la violazione dei diritti umani in quel Paese, debba essere valutato positivamente (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Quartapelle Procopio. Ne ha facoltà.

LIA QUARTAPELLE PROCOPIO (PD). Grazie, Presidente. Anche io confermo il voto favorevole del Partito Democratico a questo Accordo, con tutte le attenzioni del caso. È evidente che noi non possiamo lasciare da soli i Paesi della fascia saheliana che, in questo periodo, devono confrontarsi con due sfide, oltre alle sfide decennali del sottosviluppo, della malnutrizione, della desertificazione; queste due sfide sono, da un lato, il contrasto ai traffici che attraversano questi Paesi, traffici di persone, traffici di armi, traffici di droga, traffici illeciti in senso ampio, e, dall'altro lato, la sfida del contrasto al terrorismo che nella zona saheliana sta trovando la possibilità di insediare roccaforti da cui poi far partire azioni nella zona saheliana che colpiscono gli stessi Paesi e i Paesi vicini.

Per questa ragione, qualsiasi accordo di cooperazione con questi Paesi è benvenuto; al tempo stesso, auspichiamo che la cooperazione con questi Paesi aiuti questi Paesi anche ad affrontare i temi spinosi della democratizzazione e del rispetto dei diritti umani. Noi crediamo che negli scambi e nella cooperazione ci possano essere anche delle forme virtuose di contaminazione di questi regimi che, tra le tante sfide che devono affrontare, hanno anche, appunto, la sfida di rendere le istituzioni dei loro Paesi più solide, perché democratiche, e più forti, perché capaci di contenere e di valorizzare il pluralismo di quelle società.

In questo senso, esprimiamo un voto favorevole, perché riteniamo che questi tipi di accordi siano un segno di una presenza italiana tangibile a fianco dei Governi di questi Paesi nelle tante sfide che questi Paesi devono affrontare, nella sicurezza e nella maturazione di istituzioni più libere, più democratiche e più forti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Andrea Orsini. Ne ha facoltà.

ANDREA ORSINI (FI). Signor Presidente, onorevoli colleghi, il Ciad è due volte un Paese di confine; segna un confine fisico, un confine geografico dell'Africa subsahariana, ma segna anche il confine politico del conflitto con l'estremismo islamico in Africa. È un Paese che viene da decenni di drammi, di povertà, di guerra; ricordo il drammatico prosciugamento del lago Ciad, che nasce da un cattivo uso delle risorse idriche, più che dai veri o presunti effetti del riscaldamento globale, un fenomeno che ha aggravato problemi già drammatici di sopravvivenza delle popolazioni.

Il Ciad, che vive in queste condizioni così difficili e che, tra l'altro, è un Paese lacerato dalla convivenza molto delicata e talora conflittuale di una componente musulmana a nord e di una componente cristiana a sud, è, oltre a tutto questo, al centro delle rotte dei trafficanti di esseri umani, trafficanti di esseri umani, che poi vediamo arrivare sui barconi nel Mediterraneo, sui barconi verso le nostre spiagge. Ora, non i migranti ma i trafficanti sono dei criminali e occorre stroncare quel fenomeno prima che questi stessi criminali portino le loro vittime a morire annegate nel Mediterraneo o, magari, a morire di inedia nelle nostre periferie.

Certo, il tema delle migrazioni non è un tema che possa essere affrontato in chiave esclusivamente o principalmente militare. Si è parlato tante volte di quello che è stato definito un piano Marshall per l'Africa, della possibilità di dare a questa gente, a questi popoli una speranza di una vita dignitosa e di un avvenire per sé e per i propri figli nella propria patria, ma è innegabile che il controllo di trafficanti agguerriti e armati fino ai denti ha anche un aspetto militare, quindi, anche da questo punto di vista, io non mi scandalizzo del fatto che si parli di collaborazione militare e di aiuto militare alla stabilizzazione di un Governo che ha questi difficili compiti; difficili compiti fra i quali c'è anche il contrasto alle continue aggressioni di Boko Haram, che sono state ricordate poco fa. Boko Haram è forse il più feroce ma anche il meno raccontato dei movimenti criminali dell'estremismo islamico; a differenza dell'Isis o di Al Qaeda, non disturba le nostre città, massacra i neri cristiani lontano dalle telecamere, lontano dai social; nessuno dice “je suis le ragazze cristiane rapite, stuprate, massacrate, nell'Africa subsahariana”; se ne parla poco, ma è una delle grandi tragedie della nostra epoca.

Quindi, rafforzare la statualità del Ciad anche dal punto di vista militare è giusto, è una scelta sulla strada del diritto, è una scelta per salvaguardare anche quei diritti umani che stanno a cuore anche ai colleghi che esprimevano qualche perplessità, è una scelta strategica per il futuro dell'Africa; non dimentichiamo che da quello che succede in Africa dipende il nostro futuro, dipende il nostro futuro di europei e, soprattutto, di italiani.

L'Accordo che ratifichiamo oggi è soltanto un piccolo passo in un grande disegno, ma è un passo che va nella direzione giusta, quindi il nostro voto sarà naturalmente favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Dimitri Coin. Ne ha facoltà.

DIMITRI COIN (LEGA). Presidente, la ratifica e l'esecuzione di questo Accordo, che noi oggi qui andremo a votare, persegue fondamentalmente due obiettivi: il primo obiettivo, quello della cooperazione internazionale a difesa dei diritti umani, è quello che è stato evidenziato e sottolineato da tutti i colleghi che mi hanno preceduto, quindi ribadire il concetto che anche la Lega è favorevole su questa posizione è quasi superfluo. Ci sono poi altri aspetti. C'è un aspetto assolutamente di “rilevanza - fra virgolette - economica ed industriale”, cioè c'è l'aspetto degli interessi che le nostre industrie hanno nel favorire la loro penetrazione all'interno di questi Stati. Il Ciad, però, va inquadrato anche sotto l'aspetto delle influenze internazionali che subisce; è un paese di 11 milioni di abitanti, grande 4 volte l'Italia, fondamentalmente povero e che gravita nell'orbita del Franco CFA e, quindi, sotto l'influenza francese. Io credo che pensare che l'importanza dello scambio a livello di armamenti che l'Italia porta avanti con questo Paese sia superiore rispetto a quella della Francia, sia un aspetto assolutamente non conforme a quella che è la realtà. Gli scambi militari servono fondamentalmente per portare azioni militari congiunte e per perseguire tutti quelli che sono gli aspetti di cooperazione internazionale che sono stati poc'anzi evidenziati dai colleghi che mi hanno preceduto. Sottolineando tutti questi elementi, annuncio il voto favorevole anche del gruppo Lega per Salvini Premier (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Riccardo Olgiati. Ne ha facoltà.

RICCARDO OLGIATI (M5S). Grazie, Presidente. Il testo sottoposto al nostro esame riguarda la ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica Italiana e il Governo della Repubblica del Ciad sulla cooperazione nel settore della difesa, fatto a Roma nel 2017. Lo scopo dell'accordo è quello di agevolare e sviluppare la cooperazione nel settore della difesa sulla base dei princìpi di reciprocità, eguaglianza e mutuo interesse, in conformità alle rispettive legislazioni nazionali e agli obblighi internazionali. Tenuto conto, inoltre, che l'accordo mira a consolidare le nostre relazioni con il Ciad, promuovendo lo scambio di informazioni tra Forze armate dei due Paesi, nonché la logistica, la ricerca scientifica e le procedure di addestramento, è mio personale auspicio che si raggiunga una valutazione favorevole sul provvedimento da parte di quest'Aula e per questo motivo dichiaro il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Coordinamento formale - A.C. 1623-A)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 1623-A)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 1623-A: "Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica del Ciad sulla cooperazione nel settore della difesa, fatto a Roma il 26 luglio 2017".

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 16).

Seguito della discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di cooperazione militare e tecnica tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica del Congo, fatto a Roma il 27 giugno 2017 (A.C. 1624-A) (ore 12,37).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 1624-A: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di cooperazione militare e tecnica tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica del Congo, fatto a Roma il 27 giugno 2017.

Ricordo che nella seduta del 4 novembre si è conclusa la discussione generale

La V Commissione (Bilancio) ha espresso il prescritto parere (Vedi l'allegato A), che è in distribuzione.

(Esame degli articoli - A.C. 1624-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica, nel testo della Commissione, ai quali non sono state presentate proposte emendative. Li porrò dunque direttamente in votazione.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 17).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 18).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 19).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 20).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 21).

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 1624-A)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Erasmo Palazzotto. Ne ha facoltà.

ERASMO PALAZZOTTO (LEU). Grazie, Presidente. Come per il Trattato precedente, qui ci troviamo sempre davanti a una ratifica di un trattato sulla materia della difesa, che non tiene in considerazione in nessun caso il contesto dei Governi con cui andiamo a stipulare questi trattati.

Il Congo è uno dei Paesi più complicati dell'Africa equatoriale, è un Paese che viene da oltre, credo, cinquant'anni di conflitti interni - l'ultimo si può dire ancora in corso anche se sono in fase di ultimazione gli accordi di pace con alcune milizie che contrastavano il Governo - e il livello di violenza esercitato dalle forze di sicurezza congolesi nei confronti della popolazione civile è oltre i limiti di guardia.

Ora, comprendo le questioni che prima venivano sollevate rispetto al tema della sicurezza, rispetto alla minaccia terroristica. Vale per il Ciad, vale per il Congo, vale per la Nigeria: il tema della minaccia terroristica è un tema che noi dobbiamo sapere affrontare nella sua complessità, perché, se vogliamo parlare di come è dilagato in quella regione Boko Haram, dovremmo discutere anche del fatto che in quella regione c'è un problema che riguarda le aree rurali di quei Paesi.

Il lago Ciad, che è il principale bacino idrogeografico dell'Africa equatoriale, negli anni Sessanta aveva un'estensione di 1.400 chilometri quadrati; oggi ha un'estensione di 64 chilometri quadrati, avendo sostanzialmente contribuito, con questa sua riduzione, a deteriorare il grosso delle terre fertili, che sono in preda a un processo di desertificazione.

Perché non facciamo accordi bilaterali che, per esempio, vanno a implementare sistemi di irrigazione per evitare l'abbandono delle aree rurali da parte delle popolazioni civili? Infatti, è dentro quell'abbandono delle aree rurali che si insediano i gruppi terroristici, che avvengono i processi di radicalizzazione. Siamo davanti a processi di inurbamento delle grandi aree metropolitane dell'Africa equatoriale, che diventano luoghi invivibili.

E, allora, è questo il punto: non è il tema che noi facciamo accordi sul settore della difesa per implementare i sistemi di difesa e di contrasto al terrorismo; è il fatto che puntualmente ci dimentichiamo di mettere in campo le altre parti, cioè come questi Governi con cui stipuliamo accordi fanno dei processi di transizione democratica, visto che non sono Paesi democratici, come stipuliamo protocolli che riguardano la tutela dei diritti umani e delle libertà civili in questi Paesi e, soprattutto, come facciamo a sostenere gli sforzi di questi Paesi per alimentare un sistema di giustizia sociale che è la prima arma vera contro il terrorismo.

Per questo noi ci asterremo, chiedendo ancora una volta al Governo che nel futuro questi tipi di accordi vengano accompagnati da questi processi (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Migliore. Ne ha facoltà.

GENNARO MIGLIORE (IV). Grazie, signora Presidente. Questa discussione sulle ratifiche ha il merito di aprire una discussione di fondo anche su principi che riguardano l'intervento del nostro Paese all'estero, e cioè di quale debba essere la natura della cooperazione internazionale o, comunque, la politica estera italiana, di cui ovviamente gli accordi di cooperazione e di collaborazione sono parte integrante.

Comprendo le ragioni che portano una forza politica come LEU ad avere un atteggiamento di prudenza, e ritengo anche, nello stesso tempo, che sia assolutamente indispensabile per un'area come quella africana, in Paesi che sono stati vittima di vere e proprie spoliazioni, di un processo di decolonizzazione faticoso, di un'intenzionalità da parte delle classi dirigenti di quei luoghi di affermare un potere tutto sommato esclusivamente legato al proprio clan o addirittura personale, avere un atteggiamento di sorvegliata prudenza.

Però, il tema fondamentale è se noi riteniamo che gli strumenti di cooperazione vadano fatti erga omnes, ovunque sia possibile farli, e, ovviamente, il tema della cooperazione in materia di difesa, riguardando anche un nostro precipuo interesse nazionale, è un tema che viene più facilmente accolto da questi Paesi.

È quindi una valutazione tutta politica quella che ci porta a realizzare degli accordi di cooperazione di questa fatta con Paesi nei quali sappiamo benissimo, e non manchiamo di ricordarlo nelle sedi competenti internazionali, anche quando si tratta, per esempio, di fare cooperazione in sede giudiziaria, è del tutto evidente che con Paesi di questo genere non si potrebbe avere una cooperazione giudiziaria perché sono previste leggi che nel nostro Paese sono vietate dalla Costituzione, come la pena di morte, come la tortura. Questo per dire che noi dobbiamo cercare di aprire spiragli, non dobbiamo attestarci su una irenica distanza da quelle che sono le contraddizioni del mondo, perché il mondo è contraddittorio e come tale va affrontato, perché la realtà è più dura e difficile di quello che può essere l'intenzione di chi la osserva.

E io, che sono convinto che il nostro Paese debba essere sempre in prima linea nella difesa dei diritti umani, penso anche che aprire dei canali di dialogo, siano essi di Governo, siano essi parlamentari, è uno sforzo che merita il nostro impegno. E, infine, mi faccia dire una cosa: c'è un tema che io non ho mai condiviso, mai, cioè la giustificazione della presenza terroristica sulla base delle condizioni di arretratezza e di disagio di aree del mondo. Il progetto dei terroristi è un progetto politico calato dall'alto, che si alimenta chiaramente delle condizioni di disagio; lo fa anche nelle nostre periferie d'Europa, dove le seconde generazioni vengono reclutate all'interno di una campagna di mobilitazione di questo rancore che a livello internazionale cresce. Ma il terrorismo è un progetto politico dall'alto, non è una reazione alle condizioni di miseria, perché altrimenti noi non capiremmo le ragioni fondamentali per le quali il terrorismo esiste da tantissimi anni, da secoli oserei dire, e perché la radicalizzazione islamista in questi anni ha trovato una sua organizzazione a livello internazionale e a livello nazionale di alcune aree del pianeta che la configurano come un progetto politico.

Quindi, una cosa è dire che noi dobbiamo anche risarcire, come Occidente, quelle parti del pianeta che sono state spogliate, una cosa è associare i due fenomeni, perché questi sinceramente non possono essere associati (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Schirò. Ne ha facoltà.

ANGELA SCHIRO' (PD). Grazie, signora Presidente. Intervengo per annunciare il voto favorevole alla ratifica dell'Accordo in esame. Si tratta di un Accordo volto a stabilire le condizioni generali per la cooperazione bilaterale nel settore della difesa su base reciproca e in conformità dei rispettivi ordinamenti giuridici. È stato già evidenziato che il campo di applicazione dell'Accordo tra i due Paesi comprende diverse aree e modalità di cooperazione militare e tecnica, in particolare la formazione dei militari congolesi negli stabilimenti militari italiani, l'acquisizione di equipaggiamento e di materiali, l'assistenza in materia di sanità, trasmissioni, logistica e servizi e anche lo scambio di informazioni strategiche. Il nostro Paese è un partner storico del Congo anche per la consolidata presenza di ENI, che fin dai primi anni dell'indipendenza del Congo ha accompagnato la politica di sviluppo industriale ed energetico del Paese.

L'Italia, peraltro, è stato il primo Paese a cancellare il debito congolese nell'ambito del “club di Parigi” e, assieme a Francia e Belgio, ad avere sempre mantenuta aperta una propria rappresentanza diplomatica a Brazzaville, anche durante la lunga fase di instabilità. Negli ultimi anni la presenza italiana è sempre più articolata per la presenza di imprese nel settore dell'ingegneria, delle costruzioni e dei servizi, con oltre 700 connazionali presenti sul territorio congolese e che contribuiscono allo sviluppo del Paese. La sottoscrizione di atti bilaterali quali quello all'esame, per il quale il Partito Democratico esprime voto favorevole, mira pertanto anche a produrre positivi effetti indiretti nei settori produttivi e commerciali coinvolti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Bartolozzi. Ne ha facoltà.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Grazie, Presidente. Signor sottosegretario, onorevoli colleghi, annuncio il voto favorevole di Forza Italia al disegno di legge che ratifica l'Accordo di cooperazione militare e tecnica tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica del Congo: Accordo che rinnova antichi legami con un Paese da sempre legato alla Francia, ma scoperto ed esplorato proprio da un italiano, Pietro Savorgnan di Brazzà, il cui nome è divenuto ed è tuttora quello della Capitale del Paese, Brazzaville.

È un Paese importante, un Paese con un tasso di crescita fra i più alti dell'Africa: 6 per cento annuo grazie al petrolio; anche se il punto di partenza era ed è molto basso, e oggi la crescita è ancora male organizzata e mal distribuita. Ben venga, dunque, che anche l'Italia, oltre alla Francia, abbia un ruolo centrale nell'Africa, un continente che rischia di diventare una colonia cinese, con effetti potenzialmente dirompenti sullo scenario geopolitico del pianeta.

Lo diceva bene il collega Orsini, Presidente: da quello che succede in Africa dipende anche il nostro futuro, il nostro futuro di europei e di italiani; ed è per questo che il gruppo di Forza Italia voterà favorevolmente su questa ratifica (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Simone Billi. Ne ha facoltà.

SIMONE BILLI (LEGA). Presidente, chiaramente il gruppo Lega-Salvini Premier voterà a favore di questo Accordo con la Repubblica del Congo. Presidente, mi permetta però di notare come le relazioni e la politica estera di questo Governo siano non solo inesistenti, ma addirittura assurde. Presidente, cari colleghi, che credibilità all'estero può avere il nostro Paese con un Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, Di Maio, che stringeva la mano ai gilet gialli così bene che la Francia ha dovuto richiamare il proprio ambasciatore in Italia? Come può avere, cari colleghi, credibilità il nostro Paese, con un Ministro degli Affari esteri che nel 2018, in visita ufficiale in Cina, sbagliò per ben due volte il nome del Presidente cinese?

PRESIDENTE. Collega, le ricordo che siamo sulla ratifica del Congo.

SIMONE BILLI (LEGA). Gentile Presidente, ha ragione. Come può il nostro Paese avere credibilità all'estero, quando il partito del Ministro degli Affari esteri Di Maio si dichiara vicino a Maduro del Venezuela? Cari colleghi, che credibilità può avere questo Governo giallo-rosso, quando la sua politica economica è quella di chiudere una delle più grosse acciaierie in Europa, l'Ilva di Taranto (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)?

PRESIDENTE. Collega, le chiedo però di attenersi al tema, per cortesia. Siamo sulla ratifica Italia-Congo.

SIMONE BILLI (LEGA). Caro Presidente, anche il Congo potrà avere una produzione di acciaio superiore all'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)

PRESIDENTE. Collega, le chiedo di attenersi al tema per la seconda volta, per favore.

SIMONE BILLI (LEGA). …con tanti saluti alle decine di migliaia di lavoratori dell'Ilva che andranno a casa (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Riccardo Olgiati. Ne ha facoltà.

RICCARDO OLGIATI (M5S). Presidente, torno a parlare dell'argomento oggetto del testo…

PRESIDENTE. Sì, grazie, collega.

RICCARDO OLGIATI (M5S). …che riguarda appunto la ratifica e l'esecuzione dell'Accordo di cooperazione militare e tecnica tra il Governo della Repubblica italiana e la Repubblica del Congo. L'Accordo è volto ad incrementare la cooperazione bilaterale tra Forze armate di Italia e Congo, al fine di consolidare le rispettive capacità difensive e migliorare la comprensione reciproca sulle questioni della sicurezza. L'obiettivo di tale Accordo è quello di stabilire le condizioni generali per la cooperazione nel settore della difesa su base reciproca e in conformità ai rispettivi ordinamenti giuridici; il campo di applicazione comprenderà la formazione dei militari congolesi negli stabilimenti militari italiani, oltre all'acquisizione di equipaggiamenti e di materiali e l'assistenza in materia di sanità, trasmissioni, logistica, servizi e scambio di informazioni strategiche. Per questo motivo annuncio il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Coordinamento formale - A.C. 1624-A)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 1624-A)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 1624-A: “Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di cooperazione militare e tecnica tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica del Congo, fatto a Roma il 27 giugno 2017”.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 22).

Seguito della discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo del Turkmenistan sulla cooperazione nel settore della difesa, fatto a Roma il 29 marzo 2017 (A.C. 1625-A) (ore 13,01).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 1625-A: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo del Turkmenistan sulla cooperazione nel settore della difesa, fatto a Roma il 29 marzo 2017. Ricordo che ricordo che nella seduta del 4 novembre si è conclusa la discussione generale. La V Commissione (Bilancio) ha espresso il prescritto parere (Vedi l'allegato A), che è in distribuzione.

(Esame degli articoli - A.C. 1625-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica, nel testo della Commissione, ai quali non sono state presentate proposte emendative. Li porrò dunque direttamente in votazione.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 23).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 24).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 25).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 26).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 27).

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 1625-A)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Palazzotto. Ne ha facoltà.

ERASMO PALAZZOTTO (LEU). Grazie, Presidente. In questo caso ci troviamo davanti sempre un'altra ratifica di cooperazione nel settore della difesa…

PRESIDENTE. Scusi, collega. Colleghi, vi chiedo di non passare davanti al collega Palazzotto…

ERASMO PALAZZOTTO (LEU). Grazie, Presidente.

PRESIDENTE. …e vi chiedo di abbassare anche il tono della voce per cortesia. Colleghi!

ERASMO PALAZZOTTO (LEU). Ci troviamo, dicevo, davanti a un altro disegno di ratifica questa volta con un Paese che è stato definito la dittatura più pazza del mondo, a causa delle esternazioni e di alcune decisioni prese dal Presidente a vita Niyazov rispetto alla gestione del Governo del Turkmenistan. Ora, è evidente anche in questo caso come la nostra politica estera, le nostre relazioni internazionali, soprattutto sul piano energetico, vedono in quella parte del pianeta la necessità di consolidare relazioni non solo politiche, commerciali ma anche militari con alcuni dei Paesi che rappresentano i principali giacimenti di gas naturale sul pianeta. Però, anche qui, è evidente come la popolazione del Turkmenistan subisce un livello di violazione sistemica dei diritti umani senza precedenti. Per quanto io ritenga fondamentale costruire un piano di relazioni con questi Paesi, ritengo allo stesso modo che tale piano non può sempre sacrificare il terreno dei diritti umani e delle libertà civili, che mettiamo sempre da parte nel momento in cui affrontiamo il tema del realismo politico.

Vale per questo, vale per quello che dicevamo prima. La politica estera è un fatto complesso e va affrontato in maniera complessa. È chiaro che bisogna mettere sul piatto ciò che riguarda gli interessi nazionali e ciò che riguarda gli interessi nel campo della sicurezza. Però non capisco perché, nel momento in cui si arriva ad affrontare il tema dei diritti umani, tale questione non ha la stessa rilevanza politica che, invece, hanno tutti gli altri elementi; per quale motivo i diritti umani e le nostre responsabilità, che, in questo momento, attraverso un sistema di relazioni internazionali, mettiamo in campo, non sono mai una priorità assoluta rispetto all'azione del Governo sulla costruzione di relazioni internazionali. Mi permetta, Presidente, di dirlo: non vale per il Turkmenistan ma vale per quello che dicevamo prima. È vero quanto diceva prima l'onorevole Migliore: il terrorismo è un disegno politico dall'alto. Il tema non è che il terrorismo nasce a causa delle condizioni di ingiustizia che si determinano in alcuni Paesi ma è vero che esse sono il principale carburante del terrorismo. Non è un caso che le principali organizzazioni terroristiche siano nate in contesti di Paesi rasi al suolo da guerre decennali come l'Afghanistan, l'Iraq, la Siria e dove la pratica migliore di contrasto al terrorismo è stata messa in campo dalle popolazioni curde, che noi abbiamo dimenticato e abbandonato al loro destino in questo momento e l'hanno fatto, sconfiggendolo non solo sul piano militare ma sul piano politico e sul piano della giustizia sociale, perché i curdi hanno conquistato territori e hanno aperto ospedali e hanno aperto scuole. Concludo, con una nota interessante: uno degli ultimi provvedimenti bislacchi del Presidente Niyazov, a cui oggi stiamo fornendo armi, è stato quello di chiudere tutte le biblioteche del Paese, sostenendo che tanto i turkmeni non hanno bisogno di leggere.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Migliore. Ne ha facoltà.

GENNARO MIGLIORE (IV). Grazie, signora Presidente. Non vorrei che la presente discussione parlamentare si risolvesse in un dialogo, però le sollecitazioni che mi vengono dal collega Palazzotto mi fanno inquadrare meglio le motivazioni per il voto a favore dell'Accordo in esame. Si tratta di una motivazione di fondo. Nel Turkmenistan, come penso sia noto a tutti in quest'Aula, abbiamo aperto la penultima ambasciata del nostro Paese, l'ultima è stata quella in Mongolia. L'Italia ha fatto bene o ha fatto male? È importante avere relazioni diplomatiche ufficiali con questi Paesi oppure chiudere le porte e intervenire in altri modi che io non conosco se non quelli che travalicano la politica? Considero l'Accordo in esame, pur nel pieno riconoscimento dei deficit democratici e di rispetto dei diritti umani, un elemento tipico di una cultura oserei dire keynesiana, perché noi abbiamo un'idea della società delle Nazioni che devono essere integrate, accompagnate, considerate le responsabilità che ciascuno di noi ha avuto anche come componente di Governo. Dunque mi chiedo: ma se chi oggi si astiene, avesse la piena responsabilità del Governo, farebbe una scelta di astensione? Lo dico pur non interferendo minimamente nelle scelte di altri gruppi politici. Noi ci dobbiamo assumere delle responsabilità e, in questa direzione, lo facciamo anche promuovendo strumenti di diplomazia diversi da quelli dei canali governativi. Non è un caso che ci sia stata anche una delegazione, di cui hanno fatto parte anche alcuni deputati del nostro gruppo politico, compreso il Vicepresidente Rosato, in Turkmenistan nel corso dei mesi passati, perché noi abbiamo intenzione di aprire dei canali, sapendo che tali canali debbono servire in senso biunivoco, quindi non solamente un accreditamento ma anche un tentativo di riaprire quelle porte alla democrazia che in questi Paesi sembrano irrimediabilmente chiuse (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Andrea Romano. Ne ha facoltà.

ANDREA ROMANO (PD). Grazie Presidente, esprimo il voto favorevole del Partito Democratico su questo Accordo. Ricordo che questo Accordo non prevede la fornitura di armi né di armamenti. È un accordo - è un'informazione che forse ci può essere utile - che comporta una spesa di circa 4 mila euro l'anno, ad anni alterni.

Però, con l'occasione, voglio anche esprimere e chiarire qual è la volontà politica, con la quale il PD sostiene questo provvedimento, una volontà politica rivolta ad esercitare una pressione diplomatica internazionale sul Turkmenistan, nell'auspicabile direzione di un'apertura di questo Paese alla comunità internazionale, così come nell'auspicabile miglioramento dei suoi standard, in tema di rispetto dei diritti umani e di procedure democratiche. Nessuno, infatti, vuole nascondere che il Turkmenistan rappresenta uno dei Paesi, ahimè, più retrivi, dal punto di vista del rispetto dei diritti umani e del rispetto dei principali standard democratici. Non ce lo nascondiamo, soprattutto all'interno di quest'Aula.

D'altra parte, dobbiamo prevedere e configurare questo provvedimento, che oggi approviamo, come uno strumento di condizionalità internazionale. Gli strumenti di condizionalità sono tanti. Alcuni sono più direttamente rivolti ad uno scambio; altri, come questi, sono rivolti a favorire, per l'appunto, la rassicurazione di Paesi molto chiusi - e certamente il Turkmenistan è un Paese estremamente chiuso - affinché si aprano al dialogo internazionale, affinché favoriscano un percorso che, per quanto accidentato e complicato possa apparire, soprattutto in questo Paese, deve inevitabilmente procedere sulla strada della maggiore apertura e del maggior rispetto degli standard democratici. D'altra parte - lo dico con grande rispetto, rispetto ad altre forze politiche che fanno scelte diverse su questo provvedimento - a volte è più facile e più gratificante lavarsi le mani, di fronte a Paesi che violano standard democratici. Ma noi crediamo che sia doveroso e necessario, anche se più difficile, impegnarsi e ingaggiare il proprio Paese in un percorso di condizionalità internazionale, perché la democrazia a volte si può ottenere facilmente; a volte la democrazia è il termine lontano di un percorso che va seguito anche grazie alla pressione diplomatica di Paesi come il nostro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Giusi Bartolozzi. Ne ha facoltà.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Grazie, Presidente. Signor sottosegretario, onorevoli colleghi, annuncio il voto favorevole di Forza Italia al disegno di legge che ratifica l'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo del Turkmenistan. Il Turkmenistan è un Paese del quale in Italia si parla e si conosce poco, ma che, in virtù della sua collocazione geografica, della sua storia e delle sue potenzialità economiche, svolge un ruolo molto importante. Basti considerare che confina, oltre che con la Federazione Russa, con l'Iran e l'Afghanistan. È un Paese a cavallo tra l'Islam sunnita e quello sciita, eppure non registra gravi tensioni religiose. Storicamente, al di là dell'ovvio rapporto con la Federazione Russa, ha mantenuto una politica di stretta neutralità e isolamento internazionale, una politica che, nell'ultimo decennio, il Presidente Berdimuhamedow ha gradualmente cambiato, con una prudente apertura verso l'Unione europea, da un lato, e verso la Cina, dall'altro. È un'opportunità dunque da cogliere, in particolare per chi pensa, come noi, che il rapporto con la Federazione Russa in Paesi ex Unione Sovietica non potrà continuare per sempre a basarsi su miopi sanzioni. La funzione del Turkmenistan, in quest'area delicata, lo stretto rapporto con la Russia e la vicinanza a focolai di crisi internazionale e, non ultimo, le potenzialità di produttore di energia, ne fanno un partner strategico di primordine e di grande valore per noi.

Naturalmente sappiamo che non è una democrazia di tipo occidentale (Westminster non è fra le steppe dell'Asia). D'altronde, se questa fosse la discriminante della politica estera di una grande nazione, fuori dell'occidente tradizionale, ci rimarrebbero come interlocutori solo Israele, il Giappone e pochi altri. Del resto, queste forme di apertura politica sono esse stesse un segnale di volontà del Paese di integrarsi in un contesto internazionale. E questo è positivo, anche dal punto di vista dell'evoluzione democratica, del resto già in atto da alcuni anni. È, dunque, un'occasione da cogliere per noi e, per questo, il nostro voto sarà favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Vito Comencini. Ne ha facoltà.

VITO COMENCINI (LEGA). Grazie, Presidente. Il Turkmenistan si trova in una posizione molto importante. Si trova vicino al Mar Caspio e si trova confinante con l'Afghanistan. Quindi, questo Accordo riteniamo che sia importante, comunque, per collaborare in materia di sicurezza, nel contrasto al terrorismo islamista e nel contrasto al traffico di sostanze stupefacenti. Sappiamo spesso che quelle che arrivano in Europa o nel nostro Paese arrivano proprio dall'Afghanistan. Quindi, collaborare con loro e aiutarli a garantire un maggior sistema di sicurezza più efficace va in questo senso.

Colgo l'occasione, però, per ricordare anche che il Turkmenistan è un Paese nato dalla dissoluzione dell'Unione Sovietica, dalle dissoluzione del comunismo. Quindi, è un Paese che ha superato molte difficoltà e, a differenza di quello che hanno detto alcuni che mi hanno preceduto, in realtà, l'attuale Presidente, a differenza di quello che era accaduto prima, si è aperto, rispetto all'isolazionismo precedente. Si è aperto non solo alla Federazione Russa, che è il principale partner di questo Paese, ma si è aperto anche all'Unione europea e alla Cina. Quindi, anche questa cooperazione va in questo senso.

Come dicevo, si trova in una posizione strategica, anche perché, trovandosi sul Mar Caspio, ci sono degli interessi economici importantissimi. Il Turkmenistan è secondo, in materia di riserve di gas, solamente alla Russia e all'Iran e, come saprete, da lì, deve passare il famoso gasdotto, attraverso il Mar Caspio, che deve arrivare da noi, per portarci l'energia, per portarci, appunto, una risorsa fondamentale.

Quindi, votare a favore di questa ratifica significa comunque proseguire in un rapporto nei confronti di un Paese con cui c'è una strategia politica importante. Ci deve essere politica economica, ma anche politica di difesa e di contrasto al fondamentalismo islamista. Quindi, il gruppo Lega-Salvini Premier voterà a favore (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pino Cabras. Ne ha facoltà.

PINO CABRAS (M5S). Grazie, Presidente. Chissà se, prima o poi, si potrà fare un tipo di discussione anche per immagini nella Camera. Una di queste possibilità sarebbe utilissima per discutere proprio di questo tipo di trattati, perché vedere una carta geografica semplificherebbe la discussione e la comprensione per tutti quanti, in modo visivo e immediato.

Quindi, posso solo descrivere che il Turkmenistan è un Paese molto esteso, grande quanto la Francia, in un'area centralissima e importantissima del centro Asia, con connessioni, che sono state ricordate anche da altri interventi, e vicinanze con il mondo iranico, turcofono, con il mondo russo e una vicinanza con l'Afghanistan e, in lunga prospettiva, con la Cina.

Quindi, è un luogo dove è importante esserci, esserci in modo rispettoso, facendo accordi alla pari come questo, che aumentano il livello di sicurezza e di comprensione reciproca a livello mondiale, e difendendo degli interessi, che sono anche italiani, in un'area importantissima per l'energia e per gli equilibri, dal punto di vista del controllo delle realtà terroristiche e dei grandi traffici illegali. È una realtà, quindi, importante per la nostra sicurezza e, quindi, da parte dei 5 Stelle, c'è un favore a pronunciarsi per questo Accordo.

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Coordinamento formale - A.C. 1625-A)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 1625-A)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 1625-A: "Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo del Turkmenistan sulla cooperazione nel settore della difesa, fatto a Roma il 29 marzo 2017".

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 28).

Seguito della discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Ministero della difesa della Repubblica italiana e il Segretariato della difesa nazionale e il Segretariato della marina militare degli Stati uniti messicani in materia di cooperazione nel settore delle acquisizioni per la difesa, fatto a Città del Messico il 17 agosto 2018 (A.C. 1626-A) (ore 13,25).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 1626-A: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Ministero della difesa della Repubblica italiana e il Segretariato della difesa nazionale e il Segretariato della marina militare degli Stati uniti messicani in materia di cooperazione nel settore delle acquisizioni per la difesa, fatto a Città del Messico il 17 agosto 2018.

Ricordo che nella seduta del 4 novembre si è conclusa la discussione sulle linee generali. La V Commissione (Bilancio) ha espresso il prescritto parere (Vedi l'allegato A), che è in distribuzione.

(Esame degli articoli - A.C. 1626-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica, nel testo della Commissione, ai quali non sono state presentate proposte emendative. Li porrò dunque direttamente in votazione.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 29).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 30).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 31).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 32).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 33).

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 1626-A)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Erasmo Palazzotto. Ne ha facoltà.

ERASMO PALAZZOTTO (LEU). Grazie, Presidente. Mi fa piacere che almeno oggi, a proposito di queste ratifiche, siamo riusciti ad affrontare alcune questioni e a trasformare un dibattito rituale nell'approfondimento in Aula di una visione rispetto alla politica estera, alla politica di cooperazione.

Riguardo al Messico, solo poche parole: l'elenco degli armamenti che noi forniremo al Messico in virtù di questo Accordo di cooperazione è spaventoso. Capisco che tra gli interessi nazionali ci sia anche l'interesse dell'industria bellica nazionale, della vendita di armamenti, tra cui, in questo caso, navi, sommergibili ed elicotteri in dotazione alla marina messicana, cosa che, tutto sommato, non ha un livello o un elemento di problematicità dal punto di vista della posizione strategica del Messico e delle relazioni internazionali che quel Paese mantiene, c'è un problema riguardo, invece, alla fornitura di munizioni e armi di piccolo e medio calibro, mine e razzi che vengono utilizzati oggi in Messico dentro quello che è un vero e proprio conflitto armato, quello tra lo Stato e i narcos, che molto spesso, però, assume la natura di un conflitto falso, perché le testimonianze ci raccontano di una società messicana che in questo momento è schiacciata dentro uno scontro che a volte diventa violento tra i narcos e l'esercito ma molto spesso, però, assume la natura di un conflitto falso perché le testimonianze ci raccontano di una società messicana che in questo momento è schiacciata dentro uno scontro che a volte diventa violento tra i narcos e l'esercito, ma molto spesso vede le forze militari e paramilitari e i narcos alleati nella repressione dei movimenti sociali. Sono all'ordine del giorno le sparizioni dei leader dei movimenti sociali, di sindacalisti, di giornalisti. Il Messico è il terzo Paese al mondo per l'uccisione di giornalisti e chiunque provi a denunciare il sistema di corruzione e di collusione tra le autorità federali, l'esercito e i narcos viene sistematicamente fatto sparire. Io credo che anche in questo caso un elemento di maggiore cautela nella stipula di accordi e di trattati di questo tipo vada seguito e mi permetto di aggiungere una cosa rispetto alle responsabilità di Governo. Io capisco che chi è stato fautore, in altre esperienze di Governo, degli accordi bilaterali di cooperazione che abbiamo approvato oggi li difenda, ma il voto di astensione del gruppo di Liberi e Uguali è un voto che segnala una difficoltà e dà un'indicazione a questo Governo, è un voto che da forza di maggioranza noi esprimiamo in quest'Aula per chiedere che il Governo, da ora in avanti, nella stipulazione di accordi di questa natura non dimentichi scientificamente, come è stato fatto in altre occasioni, di affrontare la questione dei diritti umani. Non è un voto contro. Noi capiamo la necessità di bilanciare le esigenze della geopolitica strategica del nostro Paese, degli interessi nazionali e degli interessi energetici. La politica estera è una materia complessa; quello che segnaliamo è che non è possibile fare la politica estera guardando solo al realismo politico e sacrificando valori e principi che, invece, il nostro Paese dovrebbe difendere e tenere alti come bandiera perché, da quando questi valori, questi principi sono passati in secondo piano nella gestione della politica estera, e la realpolitik ha preso il sopravvento e gli interessi economici, compresi quelli delle lobby degli armamenti, sono diventati prevalenti e il mondo è andato a rotoli, e di questo dovremo tenere conto nel futuro.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Gennaro Migliore. Ne ha facoltà.

GENNARO MIGLIORE (IV). Presidente, nel lunghissimo elenco delle vittime innocenti che punteggiano le cronache messicane oggi siamo arrivati a conoscenza anche di una strage che è arrivata fino alle pagine dei nostri giornali: nove persone, nove persone mormone statunitensi sono state trucidate in Messico, probabilmente nell'ambito di una spedizione volta a intimidire chiunque attraversasse i territori del nord del Messico. Il Messico, come è stato detto correttamente, è un Paese dilaniato da una guerra che ormai si protrae da molti anni in maniera esplicita, almeno a partire dal 2006, a seguito dell'arresto di Miguel Ángel Félix Gallardo, e che ha visto nel corso di questi anni una vera e propria escalation dei fenomeni connessi alle attività del traffico di droga che, secondo la DEA, ammontano a qualche decina di miliardi e che vedono collegamenti sempre più evidenti con organizzazioni criminali anche del nostro Paese, in particolare con la 'ndrangheta, che ha stretto un sodalizio criminale proprio con il cartello del Golfo. Si tratta di organizzazioni di stampo mafioso che utilizzano metodi terroristici, si tratta di un Paese che ha avuto, nel corso di questi anni, anche dei tentativi straordinari di far crescere una società civile e anche una rivolta dal basso che proponesse un modello più integrato e accogliente di società, si tratta di un Paese con mille contraddizioni.

L'anno scorso assistevamo al vero e proprio esodo che dall'Honduras ha attraversato tutto lo Stato messicano fino a fermarsi di fronte ai fili spinati e alla politica scellerata di Trump, fino a quelle gabbie infami, che abbiamo visto, dove venivano rinchiusi persino i bambini separati dai loro genitori, con una politica che dire migratoria sarebbe un'offesa per la parola e che, invece, è stata una politica assolutamente indecente sul piano del rispetto dei diritti umani.

Siamo, quindi, di fronte a una situazione di grandissima complessità e io ritengo che, in questo caso, la possibilità di stabilire un'azione di cooperazione con un Governo legittimo, che pure ha fatto delle scelte che possono essere discutibili, sia nella strada di una costruzione di una politica che, come abbiamo già avuto modo di dire, è una politica volta alla costruzione di obiettivi comuni.

È certamente un obiettivo anche nostro quello di sconfiggere le organizzazioni criminali e ovviamente di denunciare qualsiasi forma di collaborazione e anche di infiltrazione all'interno delle istituzioni messicane, ma il tema della recrudescenza della violenza criminale all'interno del Paese messicano non ci può far voltare dall'altra parte: le donne violentate, le “fabbriche del sudore” e quelle che nel nord del Messico diventano vere e proprie aree di guerra - e concludo - sono per noi un monito che deve essere alla base delle nostre valutazioni, non con cinismo ma neanche con indifferenza.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Francesca La Marca. Ne ha facoltà.

FRANCESCA LA MARCA (PD). Grazie, Presidente. Il Partito Democratico esprimerà un voto favorevole sulla ratifica dell'Accordo tra il Ministero della difesa della Repubblica italiana e il Segretariato della difesa nazionale e il Segretariato della marina militare del Messico. L'Accordo, come è stato detto, rientra in un quadro di partenariato strategico tra i due Paesi formalizzato nel 2012 e che ha trovato il suo punto focale nel comune impegno per la sicurezza. I positivi risvolti che questo Accordo avrà sul piano tecnico-industriale daranno un ulteriore impulso ai legami istituzionali con il Messico, che da tempo ha acquisito uno spazio di rilievo nel contesto geopolitico ed economico americano.

Anche se si tratta di un Accordo che ha un tema molto specifico, sia pure di rilievo come quello attinente alla sicurezza dei Paesi contraenti, abbiamo la netta convinzione che stiamo camminando sulla strada giusta. Possiamo dire, infatti, che il Messico tra le grandi economie emergenti a livello globale è forse quella che sentiamo più vicina, un partner attivo non solo a livello bilaterale, come questo provvedimento dimostra, ma anche multilaterale, come attesta la presenza nel G20, nell'OCSE e nell'Alleanza del Pacifico, alla quale partecipiamo come osservatori.

Se posso permettermi un richiamo che deriva dalla mia conoscenza diretta della società messicana, posso affermare con serenità che nella grande evoluzione di questo Paese c'è anche qualcosa di nostro dal momento che la comunità italiana insediata lì è stata certamente parte attiva del suo grande sviluppo. Per queste ragioni confermo il voto favorevole del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Fucsia Fitzgerald Nissoli. Ne ha facoltà.

FUCSIA FITZGERALD NISSOLI (FI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, il provvedimento al nostro esame è di particolare rilevanza strategica, in quanto l'Accordo tra il Ministero della difesa della Repubblica italiana e il Segretariato della difesa nazionale e il segretariato della marina militare degli Stati uniti messicani in materia di cooperazione nel settore delle acquisizioni per la difesa è teso a instaurare una fattiva collaborazione per garantire pace e sicurezza in un'area del mondo in continuo fermento politico.

Tale Accordo si inserisce nel quadro della dichiarazione congiunta di partenariato strategico tra i due Paesi, firmata a Roma nel maggio 2012, e intende incrementare le relazioni a livello tecnico-industriale nel settore di competenza, operando in accordo con la legge n. 185 del 1990.

Quindi, onorevoli colleghi, si tratta di un provvedimento che è utile alla sicurezza internazionale, alla lotta contro la criminalità transnazionale che minaccia anche lo sviluppo economico ed è rilevante per la nostra industria della difesa, che con la collaborazione di quella messicana può sviluppare nuovi orizzonti di mercato.

Inoltre, secondo l'articolato dell'accordo, viene tutelata la proprietà intellettuale e la riesportazione verso terzi, che deve essere fatta con il consenso del Paese cedente la tecnologia.

Si tratta di una cooperazione che darà un input allo sviluppo tecnologico e permetterà l'avvio di un lavoro comune per affrontare sfide globali importanti che abbiamo davanti, quindi vantaggi notevoli a fronte di un'esigua copertura finanziaria di poche migliaia di euro annui - circa 7.000 - e pertanto annuncio il voto favorevole del mio gruppo parlamentare Forza Italia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Alberto Ribolla. Ne ha facoltà.

ALBERTO RIBOLLA (LEGA). Grazie Presidente, annuncio il voto favorevole del gruppo Lega - Salvini Premier (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Iolanda Di Stasio. Ne ha facoltà.

IOLANDA DI STASIO (M5S). Intervengo solo per dichiarare il voto favorevole da parte del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Coordinamento formale - A.C. 1626-A)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 1626-A)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 1626-A: "Ratifica ed esecuzione dell'accordo tra il Ministero della difesa della Repubblica italiana e il Segretariato della difesa nazionale e il Segretariato della marina militare degli Stati uniti messicani in materia di cooperazione nel settore delle acquisizioni per la difesa, fatto a Città del Messico il 17 agosto 2018 ".

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 34).

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 987 - Ratifica ed esecuzione dei seguenti Trattati: a) Trattato di estradizione tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica federale della Nigeria, fatto a Roma l'8 novembre 2016; b) Accordo di mutua assistenza in materia penale tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica federale della Nigeria, fatto a Roma l'8 novembre 2016; c) Accordo sul trasferimento delle persone condannate tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica federale della Nigeria, fatto a Roma l'8 novembre 2016 (Approvato dal Senato) (A.C. 1988) (ore 13,48).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 1988: Ratifica ed esecuzione dei seguenti Trattati: a) Trattato di estradizione tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica federale della Nigeria, fatto a Roma l'8 novembre 2016; b) Accordo di mutua assistenza in materia penale tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica federale della Nigeria, fatto a Roma l'8 novembre 2016; c) Accordo sul trasferimento delle persone condannate tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica federale della Nigeria, fatto a Roma l'8 novembre 2016.

Ricordo che nella seduta del 4 novembre si è conclusa la discussione generale.

La V Commissione (Bilancio) ha espresso il prescritto parere (Vedi l'allegato A), che è in distribuzione.

(Esame degli articoli - A.C. 1988)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica, nel testo del Senato, ai quali non sono state presentate proposte emendative. Li porrò dunque direttamente in votazione.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 35).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 36).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 37).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 38).

(Esame di un ordine del giorno - A.C. 1988)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'unico ordine del giorno presentato (Vedi l'allegato A).

Se la presentatrice non intende illustrare l'ordine del giorno Boldrini n. 9/1988/1, invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere su tale ordine del giorno.

GIANLUCA CASTALDI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Parere favorevole con una piccola riformulazione, Presidente Boldrini: al secondo impegno, semplicemente aggiungere le parole: “a continuare ad assicurare e, ove necessario, migliorare l'assistenza”, eccetera.

PRESIDENTE. Collega Boldrini?

LAURA BOLDRINI (PD). Signora Presidente, accetto certamente la riformulazione, grazie.

PRESIDENTE. È così esaurito l'esame dell'unico ordine del giorno presentato.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 1988)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Erasmo Palazzotto. Ne ha facoltà.

ERASMO PALAZZOTTO (LEU). Solo per dichiarare il voto favorevole del gruppo Liberi e Uguali, grazie.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Gennaro Migliore. Ne ha facoltà.

GENNARO MIGLIORE (IV). Dichiaro il voto favorevole di Italia Viva.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Del Mastro delle Vedove. Ne ha facoltà.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Dichiaro il voto favorevole di Fratelli d'Italia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Laura Boldrini. Ne ha facoltà.

LAURA BOLDRINI (PD). Sì, signora Presidente, non vorrei deludere l'Aula, ma solo due minuti, perché credo che sia (Commenti)

PRESIDENTE. Colleghi!

LAURA BOLDRINI (PD). Abbiate pazienza, penso che ne valga la pena. Allora, intervengo chiaramente per dichiarare il voto favorevole del gruppo del Partito Democratico a questo disegno di legge di ratifica, che riguarda la collaborazione in materia penale tra il nostro Paese e la Repubblica federale della Nigeria. Ricordo a quest'Aula che parliamo di un Paese molto importante (Commenti).

PRESIDENTE. Colleghi!

LAURA BOLDRINI (PD). Perdiamo tempo così. La Nigeria ha circa 200 milioni di abitanti, signora Presidente, è il Paese più popoloso dell'Africa. Se gli attuali tassi di natalità resteranno invariati, nell'arco dei prossimi trent'anni questo numero raddoppierà e la Nigeria diventerà il terzo Paese più popoloso del pianeta. In questo contesto sociale molto difficile, perché siamo in presenza di un Paese ricco, ma dove non vi è ridistribuzione della ricchezza, c'è anche, come è stato detto, la presenza terroristica di Boko Haram. Boko Haram ha causato oltre un milione e 800 mila sfollati interni, dunque, persone che sono state condannate a lasciare le loro case, e circa 200 mila rifugiati nei Paesi confinanti; oltre a questo, voi ricorderete la pratica di Boko Haram di rapire le ragazze che vanno a scuola, le ragazze di Chibok, e renderle in schiavitù. Quindi, questa situazione spinge molti giovani nigeriani a lasciare il loro Paese, affidandosi anche a bande di trafficanti e, dunque, a organizzazioni criminali di tipo mafioso. E questo è un fenomeno che ci riguarda signora Presidente, ci riguarda da vicino, perché i cittadini nigeriani sono tra le prime componenti nazionali degli arrivi in Italia e molti dei migranti sono donne e, secondo le stime dell'OIM, l'80 per cento di queste donne è vittima della tratta finalizzata allo sfruttamento della prostituzione. Gli accordi e i trattati che andiamo a ratificare in questo disegno di legge riguardano le procedure di estradizione, il trasferimento delle persone condannate e la mutua assistenza in materia penale e, dunque, questo tipo di intese è molto importante per, appunto, collaborare tra Paesi che hanno situazioni in comune. Tra le attività criminali internazionali più odiose c'è, appunto, la tratta di esseri umani che, come dice la Convenzione ONU di Palermo del 2000, è una forma di trasferimento forzato ottenuto con la violenza, l'inganno, l'abuso, e, soprattutto, di una situazione di vulnerabilità delle persone. Ora, ci sono migliaia di donne e ragazze, anche minorenni, che vengono ricattate; sono vendute e comprate come se fossero degli oggetti e poi sono brutalmente sfruttate nel mercato della prostituzione. Signora Presidente, noi queste ragazze le vediamo sulle nostre strade, ma ben poco viene fatto per sottrarle a questo racket. Ora, l'Italia ha una buona legislazione in materia, ma c'è necessità di ulteriori stanziamenti finanziari e, dunque, anche, di maggiore collaborazione tra le istituzioni dei due Paesi per combattere questo drammatico fenomeno. Concludo, signora Presidente, dicendo che abbiamo presentato, insieme alla collega Quartapelle Procopio, questo ordine del giorno e speriamo che riusciremo a dare impulso a questa collaborazione su una piaga aberrante, come dice Papa Francesco, quale è, appunto, la tratta di esseri umani che riduce in schiavitù e che va combattuta con tutte le nostre forze, anche con questi metodi di collaborazione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Giusi Bartolozzi. Ne ha facoltà.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Presidente, signor sottosegretario, onorevoli colleghi, sapete bene quanto il tema della cooperazione, non solo economica e politica, ma soprattutto quella giudiziaria, mi vede impegnata in prima persona e vede il gruppo di Forza Italia impegnato; quindi, avrei voluto anche io soffermarmi ampiamente sul tema, ma mi limito a rassegnare la relazione, annunciando il voto favorevole di Forza Italia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Vito Comencini. Ne ha facoltà.

VITO COMENCINI (LEGA). Presidente, noi coerentemente voteremo a favore di questa ratifica, perché riteniamo che questi accordi siano molto importanti per contrastare il traffico di esseri umani, l'immigrazione clandestina, il traffico di sostanze stupefacenti e, soprattutto, anche, la mafia nigeriana che nel nostro Paese, mi lasci ricordarlo, è un grave problema, è una grave piaga che va combattuta (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). L'Accordo di cooperazione giudiziaria significa, appunto, estradizione, significa poter trasferire persone condannate e, quindi, mi auguro, anche poter fare in modo che chi viene nel nostro Paese per delinquere, poi, vada a scontare la pena a casa sua, perché non è giusto che pesi sulla nostra economia e sul nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Concludo solo ricordando che il relatore al Senato - è già stata approvata al Senato questa ratifica - era il nostro collega senatore Toni Iwobi che, da diverso tempo, si batte su questa tematica che a noi è molto cara. Riteniamo doveroso, quindi, come dicevo, coerentemente, votare a favore di questo accordo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Iolanda Di Stasio. Ne ha facoltà.

IOLANDA DI STASIO (M5S). Presidente, solo per annunciare il voto favorevole da parte del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 1988)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 1988: S. 987 - "Ratifica ed esecuzione dei seguenti Trattati: a) Trattato di estradizione tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica federale della Nigeria, fatto a Roma l'8 novembre 2016; b) Accordo di mutua assistenza in materia penale tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica federale della Nigeria, fatto a Roma l'8 novembre 2016; c) Accordo sul trasferimento delle persone condannate tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica federale della Nigeria, fatto a Roma l'8 novembre 2016" (Approvato dal Senato).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 39).

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 1014 - Ratifica ed esecuzione del Trattato sul trasferimento delle persone condannate o sottoposte a misure di sicurezza tra la Repubblica italiana e la Repubblica argentina, fatto a Buenos Aires l'8 maggio 2017 (Approvato dal Senato) (A.C. 1989) (ore 14).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 1989: Ratifica ed esecuzione del Trattato sul trasferimento delle persone condannate o sottoposte a misure di sicurezza tra la Repubblica italiana e la Repubblica argentina, fatto a Buenos Aires l'8 maggio 2017.

Ricordo che nella seduta del 4 novembre si è conclusa la discussione generale.

La V Commissione (Bilancio) ha espresso il prescritto parere (Vedi l'allegato A), che è in distribuzione.

(Esame degli articoli - A.C. 1989)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica, nel testo del Senato, ai quali non sono state presentate proposte emendative. Li porrò dunque direttamente in votazione.

Nessuno chiedendo di intervenire per dichiarazione di voto, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 40).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 41).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 42).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 43).

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 1989)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pastorino. Ne ha facoltà.

LUCA PASTORINO (LEU). Grazie, Presidente. Per dichiarare il voto favorevole del gruppo di LeU (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Migliore. Ne ha facoltà.

GENNARO MIGLIORE (IV). Dichiaro il voto favorevole del gruppo Italia Viva (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Delmastro Delle Vedove. Ne ha facoltà.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Presidente, dichiaro il voto favorevole di Fratelli d'Italia, ma, purtroppo, un commento è necessario, su questo Trattato come su quello precedente, che, ancora una volta, nel trasferire persone condannate, subordina il trasferimento al consenso del detenuto e ancora una volta affonda le sue radici nella Convenzione europea sulle persone detenute, che prevede il trasferimento per motivi di riconciliazione familiare, per superamento degli obblighi linguistici, insomma per motivi umanitari. La Commissione affari esteri, il 24 ottobre 2018, ha approvato una risoluzione di Fratelli d'Italia, con cui si chiedeva di intervenire chirurgicamente su tutti questi trattati (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) per consentire il trasferimento del detenuto anche senza il consenso del detenuto, perché per noi non è un problema di umanità, è un problema di repressione del crimine, è un problema che chi viene qui e delinque, prende e va a casa sua, saggia la civiltà giuridica delle sue prigioni e non torna in Italia, è un problema che cuba per 1 miliardo di euro l'anno perché i 20 mila detenuti stranieri sui 60 mila detenuti della popolazione carceraria italiana, per 137 euro al giorno, per 365 giorni all'anno, costano 1 miliardo o questo Stato (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e perché noi semplicemente non vogliamo riempire di tasse il popolo italiano per mantenere delinquenti immigrati nelle nostre patrie e galere (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Tornino a casa loro, a assaggiare la loro civiltà giuridica (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

Voi siete su un altro mondo, se continuate a pensare che nel 2019 il tema del trasferimento dei detenuti debba essere subordinato al loro consenso, quasi a fare un favore a loro, per riconciliarli con le loro famiglie. Noi li vogliamo mandare a casa e questa Camera, grazie a Fratelli d'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), lo strumento ce l'ha, a prescindere dal loro consenso, perché chi delinque in Italia, a costarci non ci sta e assaggia la civiltà giuridica delle proprie patrie galere (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Francesca La Marca. Ne ha facoltà.

FRANCESCA LA MARCA (PD). Grazie, Presidente. Solo per annunciare il voto favorevole del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Giusi Bartolozzi. Ne ha facoltà.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Grazie, Presidente. Per annunciare il voto favorevole di Forza Italia, rallegrandomi del fatto che Fratelli d'Italia ha accolto quello che era un rilievo che il gruppo di Forza Italia aveva sollevato, in giustizia, sul problema del consenso della persona condannata e motivando, Presidente, il perché votiamo favorevolmente la ratifica: perché abbiamo 51 condannati, di cui 10 in condizione di situazione definitiva, diciamo definitivi, che stanno nelle carceri argentine. Quindi, a gran cuore votiamo favorevolmente su questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Simone Billi. Ne ha facoltà.

SIMONE BILLI (LEGA). Voto favorevole del gruppo Lega-Salvini Premier.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Iolanda Di Stasio. Ne ha facoltà.

IOLANDA DI STASIO (M5S). Voto favorevole da parte del gruppo MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 1989)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 1989: S. 1014 - "Ratifica ed esecuzione del Trattato sul trasferimento delle persone condannate o sottoposte a misure di sicurezza tra la Repubblica italiana e la Repubblica argentina, fatto a Buenos Aires l'8 maggio 2017" (Approvato dal Senato).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 44).

Sospendo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 15 per lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

La seduta, sospesa alle 14,10, è ripresa alle 15,05.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro per le Politiche giovanili e lo sport, la Ministra delle Politiche agricole, alimentari e forestali, la Ministra per la Pubblica amministrazione, il Ministro per i Rapporti con il Parlamento e la Ministra dell'Interno.

Invito gli oratori ad un rigoroso rispetto dei tempi, anche considerata la diretta televisiva in corso.

(Iniziative di competenza volte a prevenire e contrastare episodi di razzismo negli stadi – n. 3-01086)

PRESIDENTE. Il deputato Fratoianni ha facoltà di illustrare l'interrogazione Fornaro e Fratoianni n. 3-01086 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

NICOLA FRATOIANNI (LEU). Grazie, signor Presidente. Signor Ministro, nell'ultimo turno di campionato di serie A due episodi - prima durante la partita Roma-Napoli, con la sospensione della partita di fronte a cori razzisti nei confronti della città di Napoli, poi durante la partita Verona-Brescia, per insulti razzisti nei confronti di Mario Balotelli - hanno riacceso l'attenzione del Paese e il dibattito pubblico su un fenomeno che purtroppo, però, non comincia con questo turno di campionato. È un fenomeno che conosciamo ormai da molto tempo, è quello che fa degli stadi una zona franca, nella quale proliferano gruppi organizzati, spesso, secondo anche il censimento del Ministero dell'Interno, gruppi di destra, di estrema destra, che esibiscono, oltre al razzismo e a una cultura del tutto inaccettabile, simboli di carattere fascista e nazista.

Ma ciò che preoccupa è che questo fenomeno si estende anche oltre i massimi campionati, coinvolge perfino le leghe giovanili, le leghe delle piccole realtà territoriali; dunque, infetta progressivamente un mondo così importante come quello dello sport, del calcio, che in un Paese come il nostro coinvolge milioni e milioni di persone.

Credo che, di fronte a questo e spesso di fronte alla minimizzazione che accompagna questi fenomeni, che è quello che dovrebbe farci preoccupare di più… vede, ci preoccupa più questo che le parole inaccettabili e indecenti di alcuni personaggi del tifo organizzato, come il capo degli ultras del Verona, Castellini, noto esponente, peraltro, di un'organizzazione neonazista e neofascista come Forza Nuova; ci preoccupa la minimizzazione che talvolta coinvolge le società sportive, ma anche il dibattito pubblico.

Per questo sono a chiederle quali iniziative intenda prendere il Governo e il suo Ministero per fare in modo che episodi come questi non si ripetano più.

PRESIDENTE. Il Ministro per le Politiche giovanili e lo sport, Vincenzo Spadafora, ha facoltà di rispondere.

VINCENZO SPADAFORA, Ministro per le Politiche giovanili e lo sport. Grazie, Presidente. Gli episodi avvenuti in questo fine settimana in diversi stadi italiani dimostrano, da un lato, come le discriminazioni razziali nel mondo dello sport siano purtroppo ancora spesso presenti, ma, dall'altro lato, anche come ciò che accade - veniva ricordato proprio adesso - negli stadi della massima serie trovi un eco preoccupante anche nelle manifestazioni sportive minori.

Per quanto riguarda gli episodi di Verona e Roma ho immediatamente espresso la mia forte riprovazione.

Ho ritenuto di avviare tempestivamente interlocuzioni con il presidente della FIGC, al quale ho espresso il mio sostegno e da cui ho ricevuto piena disponibilità a lavorare insieme per contrastare in modo sempre più efficace il fenomeno delle discriminazioni nello sport, anche attraverso l'uso di nuove tecnologie, anche molto sofisticate.

Ho appreso con soddisfazione che il Verona Calcio ha diramato una nota con cui si comunica di avere adottato nei confronti del signor Castellini, a cui si faceva riferimento, capo ultras della squadra scaligera, la misura interdittiva della “sospensione di gradimento” sino al 30 giugno 2030.

Con riferimento all'episodio avvenuto sabato scorso durante la partita Desio-Sovicese del campionato pulcini, ho scritto prontamente ai dirigenti dell'Aurora Desio perché la società e la squadra, oltre che il piccolo atleta, sentissero subito la vicinanza del Governo.

Rammento che rispetto all'ordinamento endofederale il Governo può soltanto auspicare l'approvazione di norme più restrittive da parte della Federazione giuoco calcio e la loro corretta applicazione da parte degli organi della giustizia sportiva, ciò che peraltro è avvenuto con le recenti modifiche alle norme organizzative interne della FIGC e al codice di giustizia sportiva. Infatti, a gennaio 2019, la FIGC ha adottato un modello organizzativo ispirato alla prevenzione e alla cooperazione con le forze dell'ordine al fine di valorizzare il tifo positivo, incentivando comportamenti virtuosi da parte dei veri tifosi, tutelando coloro che si dissociano da comportamenti razzisti o violenti in maniera evidente.

Il nuovo codice di giustizia sportiva sul tema razzismo e violenza prevede una serie di disposizioni che intervengono in maniera organica sulla disciplina complessiva della lotta alla violenza negli stadi in occasione delle manifestazioni sportive, prescrivendo sanzioni per i club che non applicano l'istituto del gradimento, espellendo dagli stadi i violenti e razzisti, e includendo esimenti e attenuanti per i comportamenti dei tifosi che cooperino con le forze dell'ordine.

Però, ritengo che il Governo debba fare anche altro, e quindi, sul versante dell'iniziativa che può attenere anche alle mie deleghe, intendo farmi promotore di interventi normativi che ribadiscano come nel nostro sistema giuridico non esista un'esimente da stadio. Solo due esemplificazioni: si potrebbe lavorare sull'inasprimento del quadro sanzionatorio, per esempio prevedendo l'inserzione automatica nei contratti di abbonamento della clausola risolutiva espressa in danno degli autori di comportamenti discriminatori, e si potrebbe ampliare il novero delle ipotesi in presenza delle quali l'autorità di pubblica sicurezza può disporre il divieto di accesso ai luoghi sportivi.

Posso assicurare che il mio mandato sarà caratterizzato da un'azione estremamente determinata di contrasto a qualunque forma di violenza che riguardi il mondo dello sport.

PRESIDENTE. Il deputato Fratoianni ha facoltà di replicare.

NICOLA FRATOIANNI (LEU). Grazie, Presidente. Grazie, signor Ministro, considero molto positiva la sua risposta; del resto ho avuto modo di apprezzare anche nei giorni scorsi e nelle scorse ore le sue prese di posizione immediate e molto nette su questa vicenda.

Credo che le cose che lei oggi ci ha detto in quest'Aula siano molto importanti: riguardano la costruzione di un intervento di carattere normativo, riguardano la costruzione di un corpo a corpo positivo con il mondo dello sport, con le società sportive, perché si introducano, anche dal punto di vista della strumentazione tecnologica, come lei ha ricordato, strumenti che consentano di colpire in modo sempre più preciso e senza nessun elemento di titubanza i responsabili di questi atti, perché, quando dicevo che c'è un problema che riguarda la minimizzazione, a questo mi riferivo; quando ascoltiamo qualcuno che dice “ma erano solo tre, erano solo dieci, tutti gli altri…”, il punto non è mai il numero.

Il punto è costruire meccanismi che ci consentano di intervenire per colpire senza nessuna incertezza la responsabilità individuale, da un lato; dall'altro - e qui c'è un'altra parte della questione assai rilevante - compete a tutti noi, a tutti e a tutte noi, ma in particolare a chi svolge un ruolo particolarmente rilevante, alla politica, alle istituzioni, dunque al Governo, costruire una grande battaglia culturale in questo Paese.

Quello che è accaduto in questi anni ha a che fare con la rottura di qualche tabù di troppo, con la rottura di qualche argine, con un linguaggio che si è fatto cattivo, anche quando è pronunciato dalle parole del potere. Tutti sanno che, quando quelle parole arrivano dalle istituzioni e dal potere, hanno una forza che potremmo chiamare performativa, contribuiscono a costruire un pezzo di incultura, in questo caso, a livello popolare. Concludo, Presidente: e, del resto, in un Paese nel quale si trova il modo di dividersi e di non votare l'istituzione di una Commissione come quella proposta dalla senatrice a vita Liliana Segre al Senato, non c'è da stupirsi che episodi come questi si moltiplichino.

Per questo molto bene il suo intervento e anche la sua risposta di oggi, della quale sono del tutto soddisfatto (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

(Interventi, anche in ambito europeo, a favore delle imprese ittiche, in relazione all'applicazione della normativa comunitaria e all'esigenza di considerare la biodiversità dei mari italiani – n. 3-01087)

PRESIDENTE. Il deputato Tasso ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01087 (Vedi l'allegato A).

ANTONIO TASSO (MISTO-MAIE). Grazie, Presidente. Ministro Bellanova, le imprese di pesca e, in particolare, quelle pugliesi vivono un grande malessere a seguito dell'entrata in vigore di regolamenti europei e conseguenti norme nazionali adottate che stanno richiedendo un grande impegno ai pescatori per evitare di cadere in sanzioni, la cui entità è il più delle volte sproporzionata alle irregolarità commesse.

Il testo dell'interrogazione in suo possesso, Ministro, in maniera più esaustiva di quanto possa fare io in un minuto, le indica i punti controversi lamentati dai pescatori, quindi, in questa prima parte, mi limiterò ad una considerazione esemplificativa. Le dimensioni dei pesci adulti dei mari pugliesi sono inferiori a quelle imposte dai limiti dei regolamenti europei, pertanto l'ampiezza delle maglie della rete da pesca indicata da tali regolamenti risulta inadeguata per il Mar Adriatico. Si è raggiunta la convinzione che le norme europee siano state redatte più per le flotte, imponenti, atlantiche, che non per quelle della pesca mediterranea. Quindi le chiedo, Ministro, come intenda attivarsi per affrontare questo grave problema prima che diventi una vera e propria emergenza sociale.

PRESIDENTE. La Ministra delle Politiche agricole, alimentari e forestali, Teresa Bellanova, ha facoltà di rispondere.

TERESA BELLANOVA, Ministra delle Politiche agricole, alimentari e forestali. Grazie, Presidente. Evidenzio, in via preliminare, che il settore dell'imprenditoria ittica riveste per questa amministrazione, da sempre, una significativa rilevanza. In queste prime settimane di lavoro, ho voluto conoscere le istanze dei pescatori e disporre l'insediamento del Tavolo di consultazione permanente della pesca il 24 ottobre, strumento teso a favorire un momento di ascolto con l'intero comparto e a definire un percorso di lavoro comune. Dobbiamo essere capaci di valorizzare sempre di più e meglio il comparto produttivo ittico, con una profonda riflessione per riuscire a creare, soprattutto a livello dell'Unione, le condizioni per un sostegno europeo al reddito anche per i pescatori, come avviene in agricoltura.

Con lo stesso obiettivo, stiamo garantendo la copertura per l'indennità del fermo pesca obbligatorio per i lavoratori dipendenti, che non risultava coperta per il 2019. Grazie alla misura, sarà assicurato il riconoscimento dell'indennità giornaliera pari a 30 euro per i periodi di sospensione dell'attività lavorativa nel 2019. Nel percorso parlamentare cercheremo di rendere strutturale questo intervento.

Dobbiamo anche essere capaci di un giusto equilibrio tra le legittime aspettative delle imprese di pesca e la necessaria salvaguardia delle risorse ittiche. È fondamentale rassicurare il comparto produttivo sul fatto che, già in questa fase, l'amministrazione, con impegno tecnico-giuridico, sta partecipando, nelle competenti sedi europee, al processo di revisione della pertinente normativa sovranazionale riguardante il controllo dell'attività della pesca, con l'obiettivo, condiviso anche da altri Stati membri, di definire un nuovo sistema basato su una maggiore flessibilità e semplificazione.

Circa le aspettative del comparto produttivo, evidenzio che il regime sanzionatorio nazionale per le infrazioni gravi in materia di pesca marittima è stato già oggetto di un recente processo di revisione che, in via legislativa, ha portato alla riduzione degli importi minimi e massimi di tutte le sanzioni pecuniarie. Peraltro, gli stessi adempimenti richiesti dalla categoria in tema di misure tecniche e di controllo cui fa riferimento l'interrogante, in realtà, sono strumenti finalizzati a ridurre l'impatto negativo sul prezzo ambientale ed economico dell'attività della pesca.

È mia intenzione mantenere alta l'attenzione in tutti i contesti internazionali in cui vengono definite le politiche del settore produttivo ittico, considerando gli importanti impatti che ne derivano per il comparto, con l'intento di imprimere incisività e determinazione al ruolo dell'Italia nell'ambito della politica comune della pesca.

PRESIDENTE. Il deputato Tasso ha facoltà di replicare.

ANTONIO TASSO (MISTO-MAIE). Grazie, Presidente. Ministro Bellanova, le do atto dell'attenzione che sta dimostrando verso i problemi della pesca. Come ha compreso, qui non si tratta di voler derogare al rispetto dei regolamenti, ci mancherebbe altro; qui si tratta, invece, di esigere che le normative vengano redatte cum grano salis, perché è forte il sospetto, confortato anche dall'opinione di diversi esperti, che esse siano state previste senza tener conto della biodiversità dei nostri mari e senza considerare anche che gli adempimenti richiesti a bordo e a terra, ma soprattutto a bordo, durante l'attività di pesca mettono a rischio la sicurezza stessa degli operatori che vi lavorano.

Il mestiere del pescatore - lo sa - è diventato estremamente complicato: alla pericolosità propria della tipologia lavorativa, si aggiunge la debolezza della pesca mediterranea e le scarse politiche a suo sostegno, che hanno portato, negli ultimi dieci anni, ad una riduzione del 30 per cento della flotta, della produzione, dei lavoratori, a cui va aggiunta, come lei ha ricordato, l'umiliazione di dover aspettare mesi, se non anni, per i rimborsi del fermo pesca, il che crea enormi problemi di sopravvivenza stessa, inquadrata in una situazione in cui l'importazione del pesce estero ha oltrepassato la quota del 70 per cento, molte volte, senza gli adeguati controlli di qualità.

In conclusione, Ministro Bellanova, come ha visto dall'ampiezza delle maglie al doppio sacco della rete, dall'obbligo dello sbarco del pescato sotto misura alla compilazione del log book, dall'adozione di nuovi strumenti di studio degli stock ittici al finanziamento di eventuali misure di ripopolamento marino, le questioni controverse sul tavolo sono tante. Come detto, le do atto del suo impegno e interessamento e sono fiducioso che si possano far valere le ragioni dei pescatori a Bruxelles.

(Iniziative a favore del comparto saccarifero italiano – n. 3-01088)

PRESIDENTE. Il deputato Golinelli ha facoltà di illustrare l'interrogazione Molinari ed altri n. 3-01088 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

GUGLIELMO GOLINELLI (LEGA). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, Ministro, la Cooperativa di produttori bieticoli (Coprob) è oggi l'unico player nazionale di zucchero con il marchio «Italia Zuccheri» prodotto nei due stabilimenti di Minerbio (in provincia di Bologna) e Ponte Longo (in provincia di Padova), che può contare su 7 mila aziende agricole associate, 270 dipendenti e 280 milioni di euro di fatturato.

A fronte di una riforma europea dell'organizzazione comune del mercato dello zucchero entrata in vigore il 1° ottobre 2017, senza clausole di salvaguardia e disegnata per favorire i grandi produttori del Nord Europa, in testa Francia e Germania, nel mese di maggio 2019, la Coprob ha rivolto un appello all'Unione europea per la difesa del comparto saccarifero, per approvare un'equa ripartizione di quote e utili per i bieticoltori italiani, tutelando i posti di lavoro e il made in Italy.

In un contesto di consumo di zucchero in Italia nelle bevande in netto calo, non sono accettabili ulteriori interventi penalizzanti e discriminatori, come un'eventuale “sugar tax”, che ha, ad avviso degli interroganti, l'unico obiettivo di fare cassa, senza affrontare la tematica salute, favorendo esclusivamente l'uso di edulcoranti chimici, al posto di un prodotto coltivato nel territorio nazionale.

In Italia sono 7 mila le aziende agricole e 30 mila gli ettari coltivati, che garantiscono una corretta rotazione agronomica e contribuiscono alla sostenibilità dei territori e al reddito degli agricoltori. Tali aziende, che rappresentano circa 20-25 mila occupati, concentrati in Emilia-Romagna e in Veneto; con le proprie 250 mila tonnellate di zucchero prodotto (pari circa al 15 per cento del fabbisogno italiano), sono l'ultimo baluardo di una produzione locale di qualità.

PRESIDENTE. Deve concludere.

GUGLIELMO GOLINELLI (LEGA). Chiediamo al Ministro quali iniziative intenda adottare, per quanto di competenza, per supportare il marchio italiano «Italia Zuccheri», favorendo un approccio integrato, controllato e sicuro dal campo alla tavola, che permetta di valorizzare il made in Italy (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. La Ministra delle Politiche agricole, alimentari e forestali, Teresa Bellanova, ha facoltà di rispondere.

TERESA BELLANOVA, Ministra delle Politiche agricole, alimentari e forestali. Signor Presidente, onorevole collega, voglio anzitutto evidenziare che il Ministero segue con grande attenzione le problematiche del comparto saccarifero. La filiera bieticolo-saccarifera italiana, che sta attraversando una lunga fase di ristrutturazione, in un contesto mondiale complesso, va tutelata, anche per l'importanza del processo produttivo, dal punto di vista agricolo, ambientale, economico e sociale. Per queste ragioni, in più occasioni, sono state rappresentate le nostre preoccupazioni a livello europeo, a fronte delle quali la Commissione ha promosso specifiche iniziative volte al rafforzamento del monitoraggio e alla prevenzione di fenomeni speculativi da parte di operatori presenti nei vari Paesi.

Il gruppo di lavoro di alto livello attivato dalla Commissione europea proprio su nostra sollecitazione ha concluso il proprio mandato con una serie di raccomandazioni, in cui si evidenzia, tra l'altro, la necessità di mantenere il sostegno ai settori saccariferi che si trovano in maggiori condizioni di marginalità in taluni Stati membri, sancendo, in tal modo, un principio comune a cui gli Stati membri possono far riferimento per attivare apposite misure anticrisi.

In ogni caso, con l'obiettivo di garantire un aiuto concreto al settore e rafforzare l'intera filiera, il sostegno accoppiato previsto dall'articolo 52 del regolamento (UE) n. 1307 del 2013 - sto evidentemente parlando dei fondi europei messi a disposizione della Politica agricola comune - è stato ulteriormente incrementato, portando il relativo plafond a 22 milioni di euro l'anno.

Inoltre, per enfatizzare i punti di forza della produzione saccarifera nazionale e di un sistema produttivo che ha deciso di puntare con decisione sulla sostenibilità, Ministero e Coprob hanno deciso di avviare un percorso comune, che dovrebbe portare alla certificazione, nella campagna saccarifera 2020, dei primi quantitativi di zucchero italiano a marchio di qualità produzione integrata. L'intento è quello di sottoporre gradualmente, nei prossimi anni, l'intera produzione a certificazione di qualità e rendere così facilmente riconoscibile il prodotto nazionale ottenuto con sistemi produttivi che pongono al centro dell'attenzione il rispetto dell'ambiente, del territorio e della salute dei consumatori. Solo valorizzando la peculiarità del sistema produttivo nazionale è, infatti, possibile pensare di sostenere un comparto fortemente suscettibile alla concorrenza internazionale e alle dinamiche di mercato degli ultimi anni.

PRESIDENTE. Il deputato Golinelli ha facoltà di replicare.

GUGLIELMO GOLINELLI (LEGA). Non sono per niente soddisfatto della domanda perché noi parliamo non di questioni europee (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico)

PRESIDENTE. Colleghi…

GUGLIELMO GOLINELLI (LEGA). …ma di una tassa che questo Governo, in modo conscio, sta applicando a un settore che è già in sofferenza. Le faccio un piccolo quadro: undici anni fa in Italia avevamo 19 impianti e sostenevamo il 75 per cento del fabbisogno nazionale, con 235 mila ettari coltivati. Oggi, grazie alle riforme europee e alle disattenzioni dei Governi nazionali, di impianti ne sono rimasti solo due - appunto quelli della Coprob, quello in provincia di Padova e quello in provincia di Bologna - e il fabbisogno nazionale è coperto solo al 15 per cento. Io vi ricordo che il settore agricolo, a differenza di altri settori, crea praticamente dal nulla, da un seme genera più piante, più semi, e ha un moltiplicatore di sette volte, mediamente. Quindi colpire il comparto agricolo con una tassa sullo zucchero, che andrà inevitabilmente ad avere effetti devastanti sul comparto saccarifero nazionale è un qualcosa di devastante per l'economia dell'Emilia Romagna e del Veneto, che rappresentano appieno la produzione saccarifera nazionale. Poi oggi è lo zucchero, domani magari il sale, dopodomani è la proteina, perché non c'è nulla che faccia bene o male, tutto è in funzione della dose. E qui si apre un principio e un precedente molto grave, perché autorizziamo la Comunità europea ad andare avanti con le etichette a semaforo. Siamo noi i primi a mettere una sorta di semaforo, ponendo una tassa su un prodotto quale lo zucchero. E poi qual è l'obiettivo? Quello di favorire le bevande addolcite con sostanze chimiche? Si pensa che quelle facciano meglio dello zucchero (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)? L'altra cosa deliberata sembra quella di colpire la regione Emilia Romagna: da una parte con lo zucchero, colpendo l'ultimo baluardo dell'industria saccarifera nazionale, e da quell'altro con la tassa sulla plastica, che riguarda il 57 per cento di aziende, a livello di Emilia Romagna, che sono le principali sul piano nazionale.

E poi lei ha parlato di 22 milioni di euro. Io ho fatto il conto velocemente: sono 7 mila soci, sono 3.100 euro ad azienda. Lei pensa, con 3.100 euro ad azienda, di sanare un settore e di risolvere il problema dell'agricoltura italiana? Non siamo per niente soddisfatti (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

(Iniziative di competenza volte alla revisione della disciplina in materia di utilizzazione delle graduatorie da parte delle amministrazioni pubbliche in relazione ad esigenze sopravvenute di personale – n. 3-01089)

PRESIDENTE. La deputata Madia ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01089 (Vedi l'allegato A).

MARIA ANNA MADIA (PD). Grazie, Presidente. Quanti problemi ha creato il Governo precedente anche nella pubblica amministrazione sotto la guida politica di Matteo Salvini e la responsabilità di Giulia Bongiorno (Commenti).

PRESIDENTE. Colleghi… colleghi!

MARIA ANNA MADIA (PD). Faccio alcuni esempi. Non si è più parlato di rinnovo dei contratti pubblici, sono state bloccate le assunzioni nella pubblica amministrazione, non si è più seguito con attenzione il percorso di assunzione dei precari storici, né i fabbisogni delle amministrazioni per l'assunzione di personale e - ed arrivo all'oggetto di questo question time - sono state introdotte delle complicazioni normative nell'utilizzo delle graduatorie dei concorsi pubblici. Questo è stato un atto punitivo soprattutto verso i sindaci del nostro Paese. Non è pensabile che un sindaco, ogni qualvolta debba assumere una persona, debba dover rifare un concorso se quell'assunzione risponde ad esigenze non programmabili. Peraltro, questo risponde anche alla necessità del ricambio generazionale, che è accelerato dalla misura di “quota 100” ed è anche una legittima aspettativa di chi sta in quelle graduatorie. Quindi, io chiedo alla Ministra Dadone di superare queste rigidità normative introdotte dalla Ministra Bongiorno e di riaprire una grande, vera alleanza con i sindaci nella sessione di bilancio che si è appena aperta (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. La Ministra per la Pubblica amministrazione, Fabiana Dadone, ha facoltà di rispondere.

FABIANA DADONE, Ministra per la Pubblica amministrazione. Grazie, Presidente. Ringrazio gli onorevoli interroganti per permettermi di esporre la posizione su una tematica che è effettivamente molto importante. Fino alla scorsa legge di bilancio era evidente il favor da parte del legislatore verso la possibilità di utilizzo delle graduatorie concorsuali per l'assunzione dei cosiddetti idonei non vincitori dei concorsi. Con la legge n. 145 del 2018, al fine di ripristinare quella che era la previsione della durata triennale della validità delle graduatorie dei concorsi per l'accesso al pubblico impiego, se ne è avuto un limitato progressivo utilizzo. Recentemente - lo ricordo, ma sicuramente gli onorevoli interroganti ne sono a conoscenza - in sede di conversione del decreto-legge n. 101 del 2019 è stato approvato, con parere favorevole del Governo, un emendamento che è volto proprio a modificare il quadro normativo sopra ricordato, che è stato introdotto dalla legge n. 145 del 2018. Con questo intervento sono stati sostanzialmente ridefiniti i termini di scadenza delle graduatorie, ora non li ricordo in questa sede, ma sono stati spostati avanti nel tempo. Personalmente sono convinta che sia necessario uscire da una fase transitoria che è durata veramente molti anni e sia necessario ristabilire in maniera coerente un ritmo fisiologico dei concorsi e dei reclutamenti, ma, dall'altro lato, sono anche convinta che sia necessario, soprattutto in questa fase, andare incontro alle esigenze, in particolare, come ha ricordato l'onorevole interrogante, dei sindaci che si trovano di fronte alla necessità di assumere del personale. Proprio a tal fine, il Governo ha introdotto nella legge di bilancio una misura che, senza intervenire ulteriormente in materia di durata di validità delle graduatorie, consente però alle amministrazioni di procedere allo scorrimento delle graduatorie approvate nel 2019 per un ulteriore 30 per cento dei posti banditi, superando quello che è l'attuale limite numerico. È una prima risposta che si propone, proprio come dicevo prima, di fornire una risposta soprattutto alle amministrazioni che hanno lamentato quanto ricordato dall'onorevole interrogante.

Ciò detto, non considero questa misura un totem intoccabile, la considero invece un punto di partenza. Sono convinta che, nel corso dell'esame parlamentare, si riuscirà ad affrontare in maniera organica e strutturale la questione, riuscendo a raggiungere un punto di equilibrio giusto tra la durata temporale equa delle graduatorie, e quindi tra le esigenze delle amministrazioni e delle persone che ambiscono ad entrare all'interno della pubblica amministrazione, e, dall'altro lato, anche quelle di tanti giovani che guardano alla pubblica amministrazione come un punto di approdo e, quindi, attendono dei nuovi concorsi per riuscire ad entrare a far parte di quella che io chiamo la macchina dello Stato.

PRESIDENTE. Il deputato Piero De Luca ha facoltà di replicare.

PIERO DE LUCA (PD). Grazie, signor Presidente. Ringrazio la Ministra Dadone per la risposta, che va in parte nella direzione da noi auspicata. Ricordiamo che, lo scorso anno, la legge da lei citata, la n. 145 del 2018, ha previsto una norma sbagliata, in virtù della quale le procedure concorsuali possono essere utilizzate solo per la copertura dei posti immediatamente disponibili presso la pubblica amministrazione interessata, ponendo dunque dei limiti all'utilizzo e allo scorrimento delle graduatorie elaborate al termine dei concorsi stessi.

Ora, noi abbiamo un'idea di Paese diversa, riteniamo che in Italia si debbano assicurare alle pubbliche amministrazioni adeguati strumenti di flessibilità per effettuare il necessario ricambio generazionale al proprio interno. Chiariamoci: provvedimenti quali “quota 100” hanno un senso e sono sostenibili solo se accompagnati da misure legislative differenti da quelle adottate finora; non bloccare i concorsi pubblici, ma, al contrario, semplificare e razionalizzare le procedure per migliorarne l'efficacia: questo è l'obiettivo che noi ci poniamo con la proposta che stiamo portando avanti. Noi proporremo già nel “decreto fiscale” la cancellazione della norma in vigore e la sua sostituzione con una previsione volta ad estendere fino a tre anni la durata di efficacia e validità delle graduatorie dei concorsi pubblici, così da consentire in un lasso di tempo ragionevole l'eventuale scorrimento delle stesse. L'obiettivo è avere un elenco di idonei che possa essere utilizzato immediatamente, senza aggravi burocratici, per ogni nuova esigenza sopravvenuta per colmare i vuoti di pianta organica, imprevisti e programmati. È una modifica che permetterà di raggiungere tre obiettivi fondamentali, a nostro avviso: anzitutto, migliorare l'efficienza e l'efficacia delle pubbliche amministrazioni, le cui carenze di personale rischiano di compromettere il corretto funzionamento degli uffici; in secondo luogo, operare un risparmio di risorse pubbliche non indifferente.

Bandire ed espletare un concorso ha un costo rilevante che grava sulle spalle di tutti gli italiani. Per cui quando parliamo, anche qui, di riduzione delle tasse o di spending review, pensiamo anche a queste spese enormi per lo Stato di cui si discute troppo poco, e che sono invece facilmente evitabili.

Infine, il terzo obiettivo è quello di semplificare l'ingresso dei giovani nel mondo del lavoro, accelerando l'accesso al pubblico impiego di tante ragazze e ragazzi che fanno sacrifici importanti per studiare e partecipare ai concorsi pubblici. Auspichiamo sul punto, allora, una convergenza ampia in maggioranza, e, speriamo, tra tutte le forze politiche in Parlamento, su un tema decisivo per le pubbliche amministrazioni italiane e per il futuro dei nostri giovani (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

(Iniziative di competenza volte a favorire il coinvolgimento e la partecipazione attiva di cittadini e imprese nell'ambito dei processi decisionali della pubblica amministrazione – n. 3-01090)

PRESIDENTE. La deputata Roberta Alaimo ha facoltà di illustrare l'interrogazione Macina ed altri n. 3-01090 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.

ROBERTA ALAIMO (M5S). Grazie, Presidente. Ministro, a nostro avviso i cittadini, le imprese, le associazioni devono essere ritenuti soggetti da coinvolgere sempre più nell'agire pubblico, attivando funzioni di interazione e ascolto delle loro istanze, in quanto i processi partecipativi rappresentano uno strumento di avvicinamento, a fronte dell'esigenza di colmare il senso di distacco che spesso si avverte tra apparati pubblici e utenti.

Chiediamo quindi al Ministro se non intenda adottare iniziative che prevedono, sulle principali questioni che interessano il circuito tra pubblica amministrazione, cittadini ed imprese, il coinvolgimento e la partecipazione attiva dei soggetti interessati, al fine di conoscerne e considerarne in forma preventiva e propedeutica, nell'ambito del processo decisionale pubblico, le principali attese ed istanze.

PRESIDENTE. La Ministra per la Pubblica amministrazione, Fabiana Dadone, ha facoltà di rispondere.

FABIANA DADONE, Ministra per la Pubblica amministrazione. Grazie, Presidente. Ringrazio anche in questo caso gli onorevoli interroganti per avermi dato la possibilità di rappresentare i passi avanti compiuti dal Dipartimento in materia di consultazione pubblica. Come è noto a tutti, ho improntato il mandato del mio Ministero all'ascolto degli interlocutori della pubblica amministrazione, cittadini, imprese, associazioni e sindacati, in un ciclo di incontri che si è svolto proprio presso il Dipartimento. Sono fermamente convinta che gli istituti di trasparenza e di partecipazione siano tra i motori principali del cambiamento per le pubbliche amministrazioni. Credo che i percorsi di trasparenza e partecipazione siano necessari, come fattore fondamentale per la trasformazione delle pubbliche amministrazioni, e in questo bisogna coinvolgere gli stakeholder, come dicevo prima, i cittadini e le imprese. È una richiesta forte che arriva dai rappresentanti di interessi, ma anche dai cittadini, che manifestano la necessità di essere coinvolti ed inclusi nei processi decisionali.

D'altra parte, anche l'OSCE ha riconosciuto come l'attività della consultazione aiuti anche a recuperare quel clima di sfiducia e di scollamento che ormai c'è tra i cittadini e le istituzioni, e favorisca anche un miglior recepimento delle decisioni pubbliche da parte dei destinatari. Proprio per questi motivi, nell'ambito delle politiche per l'open government, il Dipartimento della funzione pubblica sta portando avanti la realizzazione di un progetto di rilancio dell'attività di consultazione, in collaborazione con il Dipartimento per le riforme costituzionali della Presidenza del Consiglio dei ministri. Questo progetto sarà concentrato sulla realizzazione di un portale che raccoglierà gli esiti delle consultazioni pubbliche svolte dalle amministrazioni, sul lancio delle linee guida per lo svolgimento e sulla realizzazione di una piattaforma che sarà basata su un sistema software open source. In sostanza, l'iniziativa per il rafforzamento delle politiche di consultazione dell'amministrazione fa leva su dei processi di digitalizzazione, e si articola in tre principali attività: il lancio di un portale che raccoglie le consultazioni in corso e quelle concluse; la predisposizione di una guida sulle consultazioni, un vero e proprio manuale pratico, un ausilio concreto per gli amministratori che vogliano fare le consultazioni; e la messa a disposizione di una piattaforma basata su un software open source, che permetta di creare e di svolgere delle consultazioni, questionari, proposte e commento dei testi, una sorta di help desk che è dedicato ai moduli per la formazione del personale. Siamo in fase conclusiva di realizzazione del progetto, che conto venga lanciato tra la fine del mese di novembre e inizio dicembre. Io lo dico sempre, e penso che una fase pre-legislativa ben fatta, curata e che coinvolge anche e soprattutto le persone sulle quali cadranno gli effetti della normativa, sia il futuro per riuscire a sviluppare in maniera funzionale i servizi.

PRESIDENTE. Il deputato Francesco Berti ha facoltà di replicare.

FRANCESCO BERTI (M5S). Grazie, Presidente. Ministro Dadone, noi ci riteniamo soddisfatti della sua risposta: dalle sue parole traspare un vero e proprio cambio di passo, ma anche un cambio dell'atteggiamento dello Stato verso i cittadini. Grazie alle nuove tecnologie, lo Stato può dialogare direttamente con i cittadini, e grazie anche al cambio di mentalità, il cittadino torna al centro. Al cittadino non interessa quale ufficio e quale funzionario rilascia quel servizio, ma gli interessa che quel servizio venga rilasciato; meglio ancora se quello stesso servizio viene co-progettato insieme ai cittadini. Questo non è il futuro, ma è la realtà.

La pubblica amministrazione italiana deve tornare a correre, e anche grazie al prezioso lavoro del suo Ministero, del Dipartimento della digitalizzazione e del Team digitale, in Italia si comincia a parlare di cittadinanza digitale. È una rivoluzione del rapporto fra cittadino e Stato, dove lo Stato si relaziona con il cittadino in maniera diretta, semplice e immediata. Ogni cittadino dal proprio smartphone potrà accedere a nuove generazioni di servizi, come l'anagrafe digitale, il sistema di pagamenti digitali verso la pubblica amministrazione, il sistema di certificazione digitale unico SPID e, finalmente, l'interoperabilità delle banche dati pubbliche: in maniera tale che se le imprese e i cittadini forniscono un dato allo Stato, lo Stato non chiede più quel dato ai cittadini e alle imprese.

Ministra, sappiamo che la sfida è difficile, ma in questa legislatura abbiamo sbloccato finalmente il turnover nei comuni, che non avveniva dal 2007. Adesso il suo Ministero e gli enti locali potranno dare spazio alle migliori competenze e ai migliori entusiasmi di questo Paese, per garantire sempre più servizi ai cittadini. Lo Stato finalmente torna a fare lo Stato. Buon lavoro, Ministro Dadone (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

(Iniziative a salvaguardia del comparto della produzione di plastiche trasformate in relazione all'introduzione di un'imposta sul consumo di manufatti di plastica monouso – n. 3-01091)

PRESIDENTE. La deputata Fiorini ha facoltà di illustrare l'interrogazione Gelmini ed altri n. 3-01091 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.

BENEDETTA FIORINI (FI). Presidente, signor Ministro, onorevoli colleghi, con l'articolo 79 del disegno di legge di bilancio si vuole introdurre, a partire dal 1° aprile 2020, un'imposta pari a un euro al chilogrammo sul consumo di prodotti di plastica. Contro l'introduzione di questa nuova e assurda tassa si sono sollevate unanimi voci contrarie provenienti dal mondo dell'impresa e delle associazioni di categoria. In particolare, la misura desta serie preoccupazioni in Emilia-Romagna, la mia regione, dove si realizza il 40 per cento della produzione europea degli imballaggi, e dove la produzione di plastica alimentare e biomedicale costituisce un'eccellenza esportata in tutto il mondo, e con tassi di crescita a due cifre.

Denunciamo a gran voce un'impostazione scorretta e pericolosa del problema, in quanto si sta spostando l'inefficienza del sistema del riciclo sui produttori di materie plastiche e sui consumatori, senza che dalla norma traspaia una vera valenza ambientale, ma solo la volontà di far cassa. In questo modo state mettendo in ginocchio un intero comparto, aumentando del 110 per cento il costo già sostenuto dalle imprese della filiera: la plastic tax che volete introdurre graverà sui consumi delle famiglie per 110 euro l'anno.

Le chiedo, dunque: avete considerato l'impatto che avrà questa misura sull'economia reale? Ci dica, Ministro: come intende affrontare le gravissime ricadute in termini economici ed occupazionali dovute a questa tassa (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)?

PRESIDENTE. Il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico D'Incà, ha facoltà di rispondere.

FEDERICO D'INCA', Ministro per i Rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, colleghi, deputati, rispondo al quesito posto dagli onorevoli interroganti sulla base degli elementi forniti dal Ministero dello Sviluppo economico, impossibilitato a partecipare.

Come è noto, il disegno di legge di bilancio prevede un'imposta sugli imballaggi di plastica, la cosiddetta plastic tax, adeguandosi peraltro alla tendenza in atto a livello mondiale. È necessario infatti considerare con particolare attenzione le questioni afferenti alla tutela dell'ambiente e alla salute umana, per affrontare le quali l'Unione europea, e con essa l'Italia, si sono poste l'obiettivo di invertire le crescenti tendenze di consumo di plastica: tant'è che la proposta discussa recentemente dal Parlamento europeo si inserisce nell'ambito della prima strategia globale sulla plastica adottata dalla Commissione quest'anno, ed è parte di uno sforzo più ampio per trasformare l'Europa in un'economia più sostenibile e circolare.

Va sottolineato che da parte del Governo non c'è alcuna intenzione di penalizzare irragionevolmente un settore produttivo al quale si riconosce un ruolo importante nell'economia nazionale, e al quale sono rivolte politiche finalizzate alla qualificazione e alla reindustrializzazione dei poli chimici, al rafforzamento strutturale, allo sviluppo ecocompatibile delle PMI trasformatrici esistenti. Per questo motivo vi è la necessità di interventi bilanciati, che prendano in debita considerazione le filiere produttive che puntano efficacemente sull'attività di recupero e riciclo e quelle che trattano le bioplastiche.

Quella della plastic tax è infatti una singola misura in un insieme più ampio di interventi finalizzati prevalentemente ad incentivare una nuova modalità produttiva e di consumo. Ricordo in primis le misure già introdotte con il decreto crescita, le agevolazioni a sostegno di progetti di ricerca e sviluppo per la riconversione dei processi produttivi nell'ambito dell'economia circolare, le disposizioni in materia di rifiuti e di imballaggi e le agevolazioni fiscali sui prodotti da riciclo e riuso. Rammento ancora la misura del credito d'imposta per le spese sostenute dalle imprese che acquistano prodotti realizzati con materiali derivati dalle plastiche miste provenienti dalla raccolta differenziata degli imballaggi in plastica o da selezione di rifiuti urbani residui. Segnalo, infine, l'iniziativa Global start up program del MISE a sostegno delle start-up titolari di brevetti non ancora presenti sui mercati internazionali, la quale dedica uno specifico settore all'economia circolare con la finalità di promuovere la produzione di materiali innovativi sostitutivi della plastica e le emissioni low carbon.

Concludo confermando che il Governo è consapevole che le attività di ricerca e innovazione sono la strada da seguire per coniugare ambiente, industria e competitività, e assicura il proprio impegno a trovare il giusto equilibrio tra le esigenze di tutela della salute e dell'ambiente con le ragioni industriali. A tal fine faccio presente che l'occasione ci viene offerta dal recepimento nell'ordinamento nazionale della direttiva n. 904 dell'Unione europea del 5 giugno 2019 sulla riduzione dell'incidenza di determinati prodotti di plastica sull'ambiente. La fase attuativa potrebbe, infatti, essere la sede dove trovare il giusto bilanciamento di tutti gli interessi in gioco anche attraverso un confronto interistituzionale con il settore produttivo interessato.

PRESIDENTE. La deputata Fiorini ha facoltà di replicare.

BENEDETTA FIORINI (FI). Grazie, Presidente. Signor Ministro, non siamo soddisfatti della sua risposta e non ci fidiamo, anche perché fra un minuto potrebbe essere smentita da uno dei quattro partiti di sinistra del suo Governo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). L'Italia è il secondo Paese dell'Ue nella produzione delle plastiche trasformate. Nel caso non si ricordasse, le imprese del settore sono 2.000 e impiegano 50 mila lavoratori. Solo in Emilia Romagna più di 230 imprese, con 17 mila dipendenti, realizzano il 40 per cento della produzione europea degli imballaggi, con un giro di affari che supera i 4 miliardi di euro. La plastic tax, a prescindere da come la riformulerete, andrà a punire un'industria che sta facendo grandissimi sforzi nella direzione della sostenibilità ed investendo nell'innovazione con importanti implicazioni occupazionali. State punendo ancora una volta l'Italia che produce. Si tratta della stessa impostazione culturale ed incapacità di visione che ha prodotto, proprio qualche giorno fa, il disastro Ilva. I Paesi dell'Unione europea, signor Ministro, tutelano e accompagnano il proprio sistema industriale verso la trasformazione sostenibile delle produzioni e verso lo sviluppo. Mi permetto di informarla che il problema non è la plastica, ma la corretta gestione del suo fine vita. Il problema è una dotazione impiantistica assolutamente insufficiente per un Paese che ha l'ambizione di essere leader in Europa dell'economia circolare. Voi state giocando a fare gli ambientalisti con i soldi dei cittadini italiani, danneggiando le nostre imprese e la nostra reputazione. Come mai non portate avanti le vostre politiche ambientalistiche nei territori dove amministrate? Come mai a Modena mandate in fumo il 94 per cento della raccolta differenziata di plastica dell'inceneritore cittadino? Ministro, non occorrono ancora altri divieti, non occorrono nuove tasse: bisogna abbassarle le tasse. Per ridurre l'uso della plastica bisogna incentivare nuove tecnologie e consumi ecosostenibili, l'economia circolare e l'industria 4.0. Signor Ministro, concludo, state favorendo la concorrenza sleale turca e cinese, e non vi rendete conto del disastro sociale ed industriale in cui state facendo sprofondare il nostro Paese. Siete miopi nelle vostre scelte politiche, totalmente incapaci di elaborare una visione strategica per il futuro del nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

(Iniziative di competenza, anche tramite l'Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive, volte a contrastare fenomeni di intolleranza e razzismo in occasione di tali manifestazioni – n. 3-01092)

PRESIDENTE. Il deputato Marco Di Maio ha facoltà di illustrare l'interrogazione Nobili ed altri n. 3-01092 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

MARCO DI MAIO (IV). Grazie, Presidente. Domenica 3 novembre, durante la partita di calcio di serie A tra Verona e Brescia, dai settori dei tifosi del Verona sono partiti cori razzisti all'indirizzo del calciatore Mario Balotelli. Mario Balotelli è un giocatore italiano, un cittadino italiano, un nostro connazionale a tutti gli effetti. Ciò nonostante, uno dei riferimenti della tifoseria del Verona, un militante di Forza Nuova, ha dichiarato che Mario Balotelli non potrà mai essere davvero italiano, facendo indirettamente riferimento al diverso colore della pelle. La società Hellas Verona ha deciso di sospendere il capo ultras fino al giugno 2030 e il giudice della Lega di serie A ha deciso la chiusura del settore da cui sono provenuti quegli insulti per una giornata. Apprezziamo questi gesti, in particolare quello compiuto dalla società calcistica, ma riteniamo, signora Ministro, che ancora siano troppi i casi di intolleranza e razzismo negli stadi italiani, quindi ci rivolgiamo a lei sapendo di rivolgerci a una persona che ha una sensibilità sicuramente maggiore su questi temi rispetto al suo predecessore, per chiederle quali iniziative e quali attività intende portare avanti per limitare o eliminare questi casi che nulla hanno a che vedere con il calcio e soprattutto nulla hanno a che vedere con lo sport e con i valori che lo sport porta con sé (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. La Ministra dell'Interno, Luciana Lamorgese, ha facoltà di rispondere.

LUCIANA LAMORGESE, Ministra dell'Interno. Signor Presidente, onorevoli deputati, come ricordato dagli onorevoli interroganti, nel corso del secondo tempo dell'incontro di calcio Hellas Verona-Brescia, disputato domenica 3 novembre presso lo stadio di Verona, il giocatore del Brescia Mario Balotelli interrompeva il gioco lanciando il pallone per protesta verso il settore riservato alla tifoseria del Verona. Il direttore di gara decideva di interrompere il gioco per alcuni minuti a seguito di cori razzisti lanciati da alcuni sostenitori veronesi presenti in curva. Il mondo del calcio, purtroppo, non è nuovo a fatti come quelli posti oggi all'attenzione, riconducibili a frange di sostenitori che, con le loro azioni, non di rado improntate al razzismo e alla discriminazione, offendono la dignità delle persone e gli alti valori dello sport. Il Ministero dell'Interno da tempo ha messo in atto mirate politiche per prevenire e reprimere le molteplici forme di comportamenti illegali che investono il calcio, facendo leva, tra l'altro, su una specifica legislazione in materia, anche avvalendosi della collaborazione delle stesse società di calcio per attuare misure tese a favorire la puntuale condivisione tra i funzionari preposti al servizio di ordine pubblico e gli addetti al controllo gara di tutti gli elementi rilevanti. Per quanto riguarda la violazione della cosiddetta legge Mancino durante la corrente stagione sportiva si sono già verificati quindici episodi. Gli sviluppi investigativi hanno permesso di deferire all'autorità giudiziaria diciotto persone. I fatti specifici di cui è stato teatro domenica scorsa lo stadio di Verona sono stati sottoposti il giorno seguente dal prefetto di Verona alla valutazione del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica. Già dall'inizio della stagione calcistica in quel contesto sono state condivise apposite iniziative sia per agevolare la collaborazione tra le forze dell'ordine e le società sportive per l'individuazione del responsabile di comportamenti contrari alla legge, sia per richiamare in occasione dell'evento sportivo l'attenzione dei tifosi sul divieto di cori razzisti e di condotte discriminatorie. Concludo aggiungendo che sui fatti accaduti la procura della Repubblica di Verona ha aperto un'indagine per discriminazione razziale contro ignoti, chiedendo alla polizia giudiziaria l'identificazione dei responsabili. Quanto all'esponente politico di Forza Nuova e tifoso ultras dell'Hellas Verona, attualmente sottoposto al divieto di accesso nei luoghi in cui si svolgono competizioni sportive, informo che è stato deferito all'autorità giudiziaria per la violazione della citata legge Mancino ed è destinatario di provvedimenti interdittivi da parte della stessa società di calcio.

Quanto all'attività dell'Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive, il citato organismo ha evidenziato recentemente all'autorità provinciale di pubblica sicurezza la necessità di instaurare rapporti di più stretta collaborazione tra la procura federale della Federazione italiana gioco calcio e le stesse questure nell'ambito dei fenomeni di discriminazione e razzismo durante le manifestazioni sportive. Riferisco, infine, che nella giornata di ieri in riscontro alle preoccupazioni da tempo espresse dal presidente dell'Associazione nazionale calciatori sul ripetersi di episodi di violenza…

PRESIDENTE. Concluda.

LUCIANA LAMORGESE, Ministra dell'Interno. …intimidazioni e minacce nei confronti di calciatori, ho condiviso, anche alla luce dei recenti episodi, l'opportunità di riattivare la commissione di studio istituita nell'ambito dell'Osservatorio con l'obiettivo di assicurare un'analisi dei diversi profili correlati ai fenomeni in questione.

PRESIDENTE. Il deputato Nobili ha facoltà di replicare.

LUCIANO NOBILI (IV). Grazie, Presidente e grazie, signora Ministro, soprattutto per la chiarezza e la puntualità della sua risposta, ma anche - me lo consenta - per la differenza di stile e di approccio, rispetto a un tema così importante e così cruciale per il nostro Paese, tra questo Governo e il precedente e, soprattutto, tra lei e il suo predecessore al Viminale.

Me lo consenta perché non c'è solo il caso Balotelli, di cui abbiamo parlato, ma perché, come ha ricordato, si sono moltiplicati numerosi episodi, anche negli ultimi giorni, a tutti i livelli e in tutte le categorie. Non posso non ricordare che il giorno prima, sabato 2 novembre, allo Stadio Olimpico di Roma, la partita tra Roma e Napoli, l'arbitro Rocchi l'ha opportunamente sospesa per una certa fase, per impedire il protrarsi di cori razzisti verso i tifosi napoletani. Come non posso non rilevare che, sempre nel giorno di sabato 2 novembre, in Brianza, in una partita di calcio tra Pulcini 2009, un bambino di dieci anni è stato insultato ripetutamente al grido di “negro di m...” dalla mamma di un giovane calciatore avversario. Sono episodi che non possono essere trascurati, ma c'è un filo che li lega al fatto che questi cori, in questo Paese, li ha cantati anche il suo predecessore, l'ex Ministro Salvini; e le frange più estreme delle tifoserie le ha incontrate e abbracciate il suo predecessore, l'ex Ministro Salvini; e non è un caso che, come ha denunciato la nostra collega Sara Moretto, i consiglieri comunali della Lega, a Verona, abbiano chiesto al sindaco addirittura di sporgere querela contro il calciatore Balotelli, per l'offesa che avrebbe portato alla città di Verona. È un crinale pericolosissimo e decisivo per il futuro del Paese: ci giochiamo tutto; dobbiamo sconfiggere l'odio razziale, la violenza nei nostri stadi e dobbiamo farlo tutti insieme, a partire da chi rappresenta le istituzioni e chi nei mesi precedenti le ha profondamente vilipese (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

(Iniziative volte a garantire un adeguato organico e sufficienti risorse e mezzi al commissariato di pubblica sicurezza di Lamezia Terme – n. 3-01093)

PRESIDENTE. La deputata Ferro ha facoltà di illustrare l'interrogazione Lollobrigida ed altri n. 3-01093 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.

WANDA FERRO (FDI). Grazie, Presidente. Signor Ministro…

PRESIDENTE. Colleghi!

WANDA FERRO (FDI). Il tema della sicurezza nei territori non può restare certamente nel campo della propaganda né in quello delle buone intenzioni, a cui non seguano interventi concreti. In tutto il Paese c'è un calo di sicurezza percepito, ma ci sono territori in cui la presenza o meno di una volante di polizia equivale alla presenza dello Stato, segna la linea di demarcazione tra uno Stato che sta dalla parte dei cittadini e decide di combattere la criminalità e uno Stato che, invece, davanti alla criminalità arretra. Allora, oggi chiediamo un'azione concreta, che sia anche un messaggio alla comunità calabrese: il potenziamento del commissariato di Polizia di Lamezia Terme, importante città calabrese per estensione territoriale e per popolazione. I sindacati di polizia da più tempo contestano e denunciano le carenze negli uffici del commissariato, evidentemente per le grandi difficoltà a garantire il servizio minimo essenziale per la sicurezza dei cittadini. Chiediamo, quindi, al Governo cosa intenda fare, considerato che oggi il commissariato di Lamezia Terme conta un organico di 92 unità, con solo 75 operative, che coprono tutti i servizi, dalla volante anticrimine all'investigativa, all'ordine pubblico, al corpo di guardia, e di cui quattro unità vanno sottratte perché impiegate giornalmente nei servizi di tutela. Non occorre, quindi, credo aggiungere altro, per evidenziare l'evidenza e l'evidente inadeguatezza dello stesso commissariato di Lamezia Terme, con la mole di lavoro che c'è ogni giorno.

PRESIDENTE. La Ministra dell'Interno, Luciana Lamorgese, ha facoltà di rispondere.

LUCIANA LAMORGESE, Ministra dell'Interno. Signor Presidente, onorevoli deputati, il comune di Lamezia Terme, tra i primi cento comuni più popolosi d'Italia, è stato sciolto per infiltrazioni mafiose nel 1991, nel 2002 e nel 2017, ed è attualmente amministrato da una commissione prefettizia che resterà in carica fino alle prossime consultazioni elettorali, che si svolgeranno domenica 10 novembre. Le evidenze investigative indicano che il territorio lametino è connotato dalla presenza di tre consorterie mafiose principali, al momento, interessate da contrasti interni e dalla ricerca di nuove alleanze. Le attività investigative e i procedimenti penali condotti in relazione alle dinamiche di criminalità organizzata in quel territorio, oltre ad accertare la commissione di gravi reati e un intreccio particolarmente pericoloso di interessi criminali, anche diretti al condizionamento della pubblica amministrazione, hanno portato a numerose sentenze di condanna, nonché all'adozione di provvedimenti restrittivi e di misure di prevenzione, particolarmente di tipo patrimoniale. Il commissariato di pubblica sicurezza di Lamezia Terme opera con una forza effettiva di 91 unità, a fronte di una previsione organica di 93 unità, con una copertura organica percentualmente superiore alla media degli altri commissariati presenti sul territorio nazionale. Nello scorso mese di febbraio sono state assegnate 5 unità, appartenenti al ruolo degli assistenti ed agenti. Più in generale, l'organico totale assegnato a Lamezia Terme rappresenta il 21 per cento di quello della questura di Catanzaro ed è percentualmente superiore all'analogo rapporto di altri commissariati, pur interessati da fenomeni di criminalità organizzata. Nell'area di Lamezia Terme è attivo un piano coordinato di controllo del territorio che vede la partecipazione delle altre forze di polizia. In particolare, opera nell'area interessata un comando gruppo carabinieri, istituito nel settembre del 2017, una compagnia carabinieri, nonché un comando gruppo della Guardia di finanza. Concludo, riferendo che la delittuosità nel comune di Lamezia Terme, nel confronto tra i primi dieci mesi del 2019 e l'analogo periodo del 2018, fa registrare un trend positivo, con un decremento pari a oltre il 14 per cento. L'attenzione sui territori, dove operano pericolose organizzazioni criminali e mafiose, resta alta sia in termini di prevenzione che di contrasto. Occorre, tuttavia, a mio avviso, uno sforzo straordinario di tutte le istituzioni per promuovere politiche di sicurezza integrata in grado di dare risposte su più livelli. Questo è sicuramente un impegno che il Ministero dell'interno intende portare avanti con convinzione e fermezza, non trascurando tutte le opportunità di rinforzare i dispositivi di controllo del territorio, anche attraverso il potenziamento degli organici e dei presidii delle forze dell'ordine, che le assunzioni programmate consentiranno di realizzare nei prossimi mesi.

PRESIDENTE. La deputata Wanda Ferro ha facoltà di replicare.

WANDA FERRO (FDI). Grazie, Presidente. Ci diciamo ovviamente parzialmente soddisfatti rispetto alla risposta, perché riteniamo che, da parte del Governo, ci dovrebbe essere quell'impegno che abbiamo inteso per un territorio centrale calabrese, che in qualche modo è attanagliato da buona parte della criminalità, come ovviamente sottolineato anche dallo stesso Ministro.

È un territorio che io conosco a perfezione, non soltanto perché sono catanzarese e, quindi, fa parte della mia provincia, ma anche perché ho amministrato la provincia per oltre sei anni. La Calabria, soprattutto, non è soltanto 'ndrangheta, perché è anche quella parte di risorse ambientali e paesaggistiche, dove tanta gente perbene vive, tante aziende lavorano e dove, purtroppo, però, la 'ndrangheta è riuscita anche ad entrare in buona parte della vita economica e della classe dirigente. Come è stato sottolineato, è un territorio che ha visto tre scioglimenti di tre amministrazioni comunali e adesso si ritorna al voto, ma ha le potenzialità di un territorio che fa 70 mila abitanti, che è sede dell'aeroporto internazionale, nonché della stazione ferroviaria più importante. È il crocevia di tanti, purtroppo, interessi malavitosi ma, soprattutto, voglio ricordare che a Lamezia c'è anche il campo rom più grande del sud Italia. Allora, penso che, rispetto alle unità e al potenziamento, forse, ci si aspettava che già le piante organiche potessero in qualche modo essere ampliate, per potere prevedere soprattutto quella che sarà la necessità, che più volte ci chiedono i cittadini, rispetto a quelle logiche di violenza che hanno visto Lamezia teatro di varie famiglie che si sono scontrate. La gente, signor Ministro, ha bisogno di avere le istituzioni dalla propria parte. Quelle istituzioni non possono in qualche modo mandare dei messaggi ambigui. Posso citare diversi messaggi di quest'ultimo periodo: boss scarcerati grazie, secondo me, a leggi assurde e scellerate; magistrati in prima linea, come la dottoressa Manzini (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), che in qualche modo è stata oggetto di un ridimensionamento da parte della scorta, e sappiamo a che cosa si è opposta e continua ad opporsi la stessa dottoressa. In questa situazione, sinceramente, si fa fatica a comprendere, molte volte, da che parte stiano le istituzioni. Io credo che questo non sia il modo giusto per ottenere la fiducia da parte dei cittadini, che chiedono giustamente sicurezza.

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

WANDA FERRO (FDI). Forse do un consiglio non richiesto, ma che sono certa troverà una porta aperta, proprio per la sua sensibilità. Qualcuno diceva che si rischia di rimanere travolti, se si rimane seduti alla poltrona senza fare le cose giuste, perché probabilmente non si ha la volontà. Quando c'è grande volontà, molto spesso, si abbattono anche i problemi più seri (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

Sospendo a questo punto la seduta, che riprenderà alle 16,08.

La seduta, sospesa alle 16,03, è ripresa alle 16,08.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Battelli, Benvenuto, Brescia, Delmastro Delle Vedove, Delrio, Gregorio Fontana, Frusone, Gallo, Gebhard, Gelmini, Giaccone, Giachetti, Grande, Liuni, Maggioni, Molinari, Parolo, Pedrazzini, Ruocco, Saltamartini, Scoma, Francesco Silvestri e Tasso sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.

I deputati in missione sono complessivamente novantuno, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Informativa urgente del Governo in relazione al Memorandum Italia-Libia in tema di contrasto all'immigrazione illegale e al traffico di esseri umani.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento dell'informativa urgente del Governo in relazione al Memorandum Italia-Libia in tema di contrasto all'immigrazione illegale e al traffico di esseri umani.

Dopo l'intervento del rappresentante del Governo interverranno i rappresentanti dei gruppi in ordine decrescente, secondo la rispettiva consistenza numerica, per cinque minuti ciascuno. Un tempo aggiuntivo è attribuito al gruppo Misto.

(Intervento della Ministra dell'Interno)

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare la Ministra dell'Interno, Luciana Lamorgese.

LUCIANA LAMORGESE, Ministra dell'Interno. Signor Presidente, onorevoli deputati, il Memorandum sulla cooperazione nel campo dello sviluppo del contrasto all'immigrazione illegale, al traffico di esseri umani, al contrabbando e sul rafforzamento della sicurezza delle frontiere è stato sottoscritto a Roma il 2 febbraio 2017 dal Presidente del Consiglio pro tempore Paolo Gentiloni e dal Presidente del Consiglio presidenziale del Governo di Accordo Nazionale libico Al-Sarrāj. L'Italia si trovava in quel momento a fronteggiare una fase molto complessa della crisi migratoria, che stava da tempo interessando il Mediterraneo centrale. Da un punto di vista giuridico, si tratta di un accordo intergovernativo in forma semplificata, il cui articolo 8 ne stabilisce la validità triennale. Il suo termine è fissato al 2 febbraio 2020, con eventuale rinnovo tacito alla scadenza per un periodo equivalente, salvo notifica per iscritto di una delle due parti contraenti almeno tre mesi prima della scadenza del periodo di validità. Il Memorandum ha previsto la costituzione di una commissione congiunta italo-libica, che ha svolto nel corso dell'attuazione alcuni incontri, con il compito di approfondire la collaborazione a livello tecnico e assicurare un costante monitoraggio delle azioni intraprese. Esso ha a suo tempo ricevuto il sostegno dei Paesi dell'Unione europea che hanno sottoscritto la Dichiarazione di Malta dei membri del Consiglio europeo sugli aspetti esterni della migrazione, approvata a La Valletta il 3 febbraio 2017, che, al punto 6, lettera i), dichiara il sostegno continuativo agli sforzi e alle iniziative dei singoli Stati membri impegnati direttamente con la Libia, aggiungendo che l'Unione europea accoglie con favore il Memorandum d'intesa firmato il 2 febbraio 2017 dalle autorità italiane e dal Presidente del Consiglio di Presidenza, Al-Sarrāj, ed è pronta a sostenere l'Italia nella sua attuazione. Il Memorandum prevede, sulla base dei fondi già stanziati in ambito nazionale e delle iniziative da intraprendere nell'ambito dell'Unione europea, di sostenere con un approccio globale le istituzioni libiche, ciò al fine di contenere, anche attraverso la formazione, l'assistenza tecnica e tecnologica i flussi di migranti illegali e affrontare le conseguenze da tali flussi derivanti. Prevede altresì la cooperazione a programmi di crescita nelle regioni interessate dai flussi migratori, sostenendo settori diversificati quali le infrastrutture, la sanità, i trasporti, le energie rinnovabili, lo sviluppo delle risorse umane attraverso l'educazione e la formazione. Il Memorandum contiene espliciti richiami agli obblighi derivanti dal diritto internazionale consuetudinario e agli accordi che vincolano le parti, oltre all'impegno ad interpretare ed applicare l'Accordo nel rispetto degli obblighi internazionali e degli accordi sui diritti umani di cui i due Paesi sono parte. Esso rappresenta la cornice giuridica e politica di riferimento in cui si esplicano le numerose attività condotte a vario titolo dal Governo italiano a sostegno e per il consolidamento delle autorità libiche, con particolare riferimento alla gestione ordinata dei flussi migratori e alla lotta contro il traffico di esseri umani.

Nello spirito dell'intesa, in questi tre anni le diverse iniziative sono state realizzate attraverso cinque principali strumenti di intervento: la cooperazione allo sviluppo, il Fondo per l'Africa, la cooperazione delegata finanziata dal Trust Fund dell'Unione europea per l'Africa, il ponte della solidarietà, ulteriori attività del Ministero dell'Interno, della Guardia di finanza e del comando generale delle capitanerie di porto - guardia costiera, comprese le forniture di mezzi e materiali. Al momento della sottoscrizione del Memorandum, le dimensioni dell'andamento dei flussi erano senz'altro preoccupanti. Oggi, sebbene la situazione sia ben diversa, sarebbe ingiustificabile un calo di attenzione sulle dinamiche migratorie che continuano a interessare il nostro Paese nonché sui connessi rischi di natura umanitaria. Le iniziative previste dal Memorandum e quelle avviate nel solco della collaborazione in esso delineata si sono in tal senso progressivamente evolute; parallelamente, si sono contratti i dati dei flussi in partenza dalla Libia. Inoltre, segnalo all'attenzione dell'Aula che, a confronto di quest'ultimo dato, vale a dire quello del 2017, si registra un decremento del 97,2 per cento nel 2019. Dunque, se si confronta questo risultato con gli analoghi dati relativi ai migranti imbarcatisi dalle coste di altri Paesi, si può agevolmente verificare che le partenze dalla Libia hanno subito il calo più marcato. Devo poi anche osservare la forte riduzione del numero delle vittime in mare nella specifica rotta del Mediterraneo centrale. Si tratta di un dato oggettivo ma non di riguardo perché ogni vita persa è una tragedia.

PRESIDENTE. Colleghi!

LUCIANA LAMORGESE, Ministra dell'Interno. Sono convinta che il Memorandum abbia contribuito a tali risultati. Sarebbe, però, riduttivo ricondurre le molte opportunità offerte dallo strumento negoziale alle mere risultanze statistiche. La sottoscrizione del Memorandum ha infatti svolto un ruolo importante per evitare l'isolamento delle autorità libiche e per coinvolgerle in comuni strategie per il contrasto al traffico di esseri umani. L'Italia rappresenta oggi il principale partner della Libia nella lotta a tale traffico.

Ho ricordato all'inizio che dal Memorandum sono scaturite diverse iniziative realizzate attraverso alcuni principali strumenti di intervento e queste ultime sono state attuate sia a livello bilaterale che europeo. Un particolare impegno è stato profuso per migliorare gli standard di accoglienza dei migranti attraverso il coinvolgimento dell'Organizzazione internazionale per le migrazioni, l'OIM, e dell'agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati, UNHCR. È proprio la mediazione italiana con le autorità libiche ad aver consentito la presenza in quel territorio delle citate organizzazioni internazionali a salvaguardia dei diritti dei migranti, delle persone bisognose di protezione internazionale e, più in generale, dei diritti dell'uomo. È proprio alla fine del 2017, in virtù anche del Memorandum sottoscritto, che uno staff delle Nazioni Unite è rientrato in Libia. Si tratta di un risultato tutt'altro che scontato in un Paese che non ha ancora aderito alla Convenzione di Ginevra per il riconoscimento dello status di rifugiato. L'UNHCR svolge in Libia attività numerose, molteplici e di primaria importanza. Mi riferisco all'assistenza ai migranti al momento dello sbarco e alle visite di monitoraggio nei centri di detenzione. Nel 2019 tali visite sono state oltre mille, mentre circa 16 mila sono stati i consulti medici. Mi riferisco altresì alla gestione della struttura di raccolta e partenza di Tripoli che ospita persone bisognose di protezione internazionale più vulnerabili in attesa della loro partenza verso altre destinazioni nonché all'assistenza ai rifugiati e ai richiedenti asilo per trovare una soluzione fuori dal contesto libico. L'UNHCR fornisce, tra l'altro, un fondamentale apporto per lo svolgimento delle operazioni di evacuazione umanitaria condotte dall'Italia, da Libia al Niger e si tratta di una vera e propria buona prassi che, dal dicembre 2017, ha permesso di accogliere complessivamente 859 richiedenti asilo, di cui 808 proprio provenienti dalla Libia. Tali operazioni, finalizzate al trasferimento rapido e sicuro in Italia di persone in condizioni di emergenza, potenzialmente bisognose di protezione internazionale, si differenziano dai corridoi umanitari verso l'Europa, che sono attuati in un contesto di partenariato pubblico-privato e sono volti al trasferimento dei soggetti vulnerabili dai Paesi di primo asilo.

In quest'ultimo ambito è stato rinnovato, nei mesi scorsi, il protocollo d'intesa del 2017 siglato tra il Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, il Ministero dell'Interno, la Conferenza episcopale italiana e la Comunità di Sant'Egidio, grazie al quale sono state trasferite in Italia 496 persone da altri Paesi di transito dei flussi migratori.

Dal 2016 a oggi l'OIM ha effettuato, anche grazie al contributo finanziario italiano, oltre 45 mila rimpatri volontari assistiti dalla Libia di migranti non aventi titolo a richiedere la protezione internazionale verso i loro Paesi d'origine, di cui oltre 8 mila nei primi dieci mesi del 2019. L'Italia è particolarmente coinvolta nel rafforzamento delle capacità operative delle autorità libiche preposte al controllo delle frontiere marittime e terrestri e, più in generale, nel processo di stabilizzazione del Paese, la cui situazione è, anche in relazione al conflitto tra diverse fazioni tuttora in atto, caratterizzata dalla frammentazione dei poteri pubblici e da condizioni generali di insicurezza, che rischiano di facilitare l'opera di gruppi criminali impegnati nel traffico di esseri umani, anche con il rischio di infiltrazioni di militanti jihadisti tra i migranti che giungono sulle nostre coste e su quelle di altri Paesi europei.

Tra i temi di particolare rilevanza va considerata la situazione dei centri libici per migranti sotto il profilo del rispetto dei diritti umani. Organizzazioni umanitarie e della società civile hanno frequentemente rivolto critiche al sistema dei centri per migranti gestito dal dipartimento per il contrasto all'immigrazione illegale del Ministero dell'interno libico, evidenziando asseriti metodi di gestione opachi, scarse possibilità di accesso, trattamenti inumani e degradanti, condizioni igienico-sanitarie precarie. La situazione si sarebbe poi ulteriormente aggravata a partire dall'avvio delle ostilità tra le diverse fazioni nell'aprile scorso, quando alcuni dei centri governativi si sono ritrovati sulla linea del fronte. Il nostro Paese, attraverso il Fondo Africa, l'Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo e alcune organizzazioni non governative, sin dal 2018 ha avviato interventi per migliorare le strutture e le condizioni nei centri e ha avuto soprattutto riguardo all'assistenza sanitaria, al sostegno psicologico e alla distribuzione di beni di emergenza e beni di prima necessità. Si tratta di interventi che, sebbene di portata ancora limitata, sono riconosciuti di impatto positivo dall'ONU e vanno, dunque, rafforzati e implementati.

Dunque, è necessario trovare il punto di equilibrio che consolidi quanto di positivo è stato conseguito e garantisca prospettive di migliore sviluppo dei livelli di cooperazione e dei relativi risultati. Va intensificato altresì il dialogo con l'Unione africana e con ciascuno dei Paesi che ne sono parte, al fine di porre le basi per politiche sostenibili, durature ed efficaci.

L'esperienza maturata in questi tre anni ci ha convinto della necessità di proporre iniziative volte a meglio indirizzare energie e risorse per amplificare gli impatti positivi e risolvere le criticità proprio ad iniziare dall'urgente questione dei centri che ho appena ricordato, promuovendo un maggior ruolo di coordinamento e di intervento delle agenzie delle Nazioni Unite e il coinvolgimento di un ampio numero di Paesi e organizzazioni non governative. Ritengo che il Memorandum possa essere sviluppato attraverso ulteriori interventi rafforzando, in primo luogo, le iniziative volte alla tutela dei diritti umani, al rispetto della dignità delle persone, al supporto alle situazioni di particolare fragilità e responsabilizzando al riguardo anche le autorità libiche competenti in materia.

Perno di questo rinnovato impegno nella cooperazione italo-libica sarà una rinvigorita attività della commissione paritetica, prevista dall'articolo 3 del documento, volta a migliorare le attuali intese attraverso la condivisione di un piano operativo-umanitario con una serie di interventi che brevemente vado a illustrare.

Il primo riguarda i centri di detenzione dei migranti in Libia. L'obiettivo, dal punto di vista del nostro Paese, dovrà essere quello di migliorare le condizioni dei centri e quelle dei migranti e richiedenti asilo ivi ospitati, in vista della graduale chiusura dei centri attualmente esistenti, come auspicato anche dalle autorità libiche, favorendo l'intervento volto alla trasformazione delle strutture, concordata con le autorità libiche, per giungere progressivamente a prevedere centri gestiti direttamente dalle Nazioni Unite, opportunamente preparando tale intervento con il coinvolgimento dell'Alto Commissario ONU per i rifugiati e del Segretariato generale dell'OIM.

Il secondo concerne i corridoi umanitari, per i quali ritengono necessarie iniziative bilaterali, volte a proseguirne l'attivazione, insieme alle evacuazioni umanitarie e alle altre progettualità europee. In particolare, intendo proporre l'Italia quale attore protagonista del coinvolgimento di altri Stati membri nell'attuazione dei corridoi umanitari europei con la regia e il finanziamento dell'Unione europea, promuovere l'attivazione di corridoi umanitari anche da altri Paesi, al fine di alleggerire la pressione dei transiti migratori in Libia. A questo scopo va sostenuto l'UNHCR nella promozione di campagne divulgative, che informino dell'esistenza di iniziative umanitarie anche fuori dalla Libia, cioè nei Paesi di origine dei migranti, al fine di dissuadere coloro che intendono intraprendere il viaggio verso la Libia. I corridoi umanitari rappresentano uno degli strumenti più significativi per realizzare le finalità dell'intesa. Va da sé, d'altro canto, che un'iniziativa come quella del Memorandum, destinata a trovare applicazione in un'area di crisi, non può rappresentare né rappresenta l'unico strumento delle politiche migratorie del Governo, Infatti, un fenomeno così complesso chiede che in una moderna democrazia ci si avvalga di strumenti ordinari per gestire l'immigrazione regolare nell'interesse del Paese e nel rispetto della Costituzione e delle leggi.

Il terzo intervento afferisce alle iniziative nel sud della Libia, ove è necessario proseguire in collaborazione con l'OIM (l'Organizzazione Internazionale delle Migrazioni) nell'attuazione del progetto italiano, cofinanziato dall'Unione Europea, di rafforzamento delle capacità di sorveglianza dei confini terrestri meridionali.

Infine, si intende proseguire nelle iniziative volte a sostenere le municipalità libiche attraverso un nuovo piano di assistenza e sostegno che, sul modello del programma “Il ponte della solidarietà”, finanziato nel 2018 dal Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, assicuri la distribuzione di apparecchiature mediche, materiale sanitario, automezzi di soccorso, materiale per scuole e farmaci.

Su questi obiettivi il Governo italiano intende lavorare. In tal senso, lo scorso primo novembre l'ambasciata d'Italia a Tripoli ha formalmente proposto alle autorità libiche, tramite una nota verbale, la convocazione di una riunione della Commissione italo-libica prevista, come detto, dall'articolo 3 del Memorandum, al fine di concordare un aggiornamento dell'intesa attraverso modifiche volte a migliorarne l'efficacia, da formalizzare nel proseguo mediante uno scambio di note, come previsto dall'articolo 7 della stessa Intesa. Tale proposta è stata immediatamente e favorevolmente accolta con la comunicazione, il successivo giorno 3, della disponibilità della controparte libica a rivedere il testo, grazie (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico, Italia Viva e Liberi e Uguali).

(Interventi)

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi dei rappresentanti dei gruppi. Ha chiesto di parlare il deputato Cabras. Ne ha facoltà.

PINO CABRAS (M5S). Grazie Presidente, la Libia suscita spesso passioni politiche accese, per loro natura portate a semplificare, polarizzare, a cercare di estrarre il bianco e il nero da un pigmento troppo pieno di aree grigie. La Libia è il cuore della profondità strategica dell'Italia sulla sponda sud del Mediterraneo, un punto delicato verso cui converge il nostro rapporto con millenni di storia, con l'attualità di un'Africa che cambia rapidamente, con tutte le nostre vocazioni economiche, industriali, energetiche, con i rischi delle rotte della disperazione gestite dalle mafie schiavistiche, con le minacce di una guerra insieme interna e internazionalizzata, che trasforma la Libia in una scacchiera di strategie opposte, una palestra per uomini in armi di tutte le risme. Per la Repubblica italiana, la Libia è un test permanente di pazienza diplomatica, di duttilità, di attenzione minuziosa agli scenari globali e locali. Ogni azione, in questo campo, si misura non con il raggio corto delle polemiche domestiche, ma con le leve lunghe delle relazioni internazionali. Questo vale tanto più per il Memorandum tra Italia e Libia, ben illustrato dalla Ministra; esso non ha esaurito la sua funzione storica e politica e, quindi, rimane come una base necessaria a evitare un vuoto politico militare pericoloso, in relazione a quel grande vettore di destabilizzazione rappresentato dal traffico di esseri umani. Furono a suo tempo sbrigative ed emergenziali le circostanze in cui quel Memorandum fu scritto e poi firmato. Sono state difficili e confuse le vicende belliche che negli anni successivi hanno fatto da cornice a ogni tentativo di composizione del mosaico libico, già impazzito dopo la guerra del 2011.

Il bilancio del Memorandum risente dei limiti di una vicissitudine internazionale in cui tutti hanno pagato un prezzo elevato. Certo è misura intollerabile gli esseri umani intrappolati nella morsa dei traffici schiavistici, certo le prospettive di una vasta regione mediterranea. Il bilancio del Memorandum ricomprende però, in positivo, il calo delle traversate in mare nella rotta centrale mediterranea dei migranti: rispetto al record del 2016, con 160 mila arrivi, nel 2018 si sono registrati 22 mila arrivi; è una tendenza chiara: da una fase in cui le autorità di Tripoli non esercitavano alcuna sorveglianza lungo le coste, siamo passati a una fase in cui la Guardia costiera libica ha pattugliato la zona SAR di competenza. Il numero dei morti in mare è diminuito drasticamente. Tuttavia, permangono i gravi problemi legati alla composizione del personale della Guardia costiera di Tripoli, costituita da esponenti delle milizie coinvolte nelle perduranti dinamiche militari e nei traffici più problematici della guerra civile. La gestione dei centri di detenzione dovrà essere oggetto di una profonda revisione, possibile nelle pieghe degli accordi vigenti, migliorando le tutele umanitarie e aumentando il ruolo delle organizzazioni internazionali, in stretta connessione con le Nazioni Unite, per il controllo e la gestione delle strutture presenti in Libia, offrendo una crescente opzione alternativa rispetto a quelle esistenti. Nell'ordine occorre dunque assicurare che non ci sia un vuoto politico e di sicurezza nella gestione del fenomeno migratorio, per cui occorre un livello di continuità giuridica nel Memorandum. Nel contempo, occorre un livello di miglioramento dell'applicazione nei contenuti più qualificanti dell'accordo, incentrato sulle conseguenze delle migrazioni, ma oltre a questo occorre alzare lo sguardo sulle cause delle migrazioni e costruire le condizioni per stabilizzare un'area più vasta, su cui insistono gli equilibri della Libia, un'area che si spinge in profondità nell'Africa del Sahel, un pezzo che porta verso una fascia più spessa, il cosiddetto Mediterraneo allargato. Alzare lo sguardo significa vedere che la popolazione della regione cresce del 3 per cento l'anno ed è destinata a raggiungere i 330 milioni nel 2050 dai 135 milioni del 2015. Attualmente circa il 60 per cento della popolazione dell'area del Sahel ha meno di vent'anni e il numero dei giovani sarà il doppio nel 2050. In prospettiva, come ci ricorda l'ONU, la popolazione dell'intero continente africano crescerà in meno di un secolo di quattro volte. Questa enorme espansione demografica, senza uguali nel mondo, è accompagnata da fenomeni di povertà estrema fra siccità e carestie. La combinazione di pressione demografica, povertà, insicurezza alimentare innesca processi di spostamento enormi di popolazioni fuori controllo, con la creazione di rifugiati ambientali. I Memorandum ci aiutano a gestire, fra dolore e compassione, il punto finale delle migrazioni, ma se alzeremo lo sguardo e investiremo risorse all'origine dei problemi, miglioreremo la vita presso i punti in cui si generano le migrazioni. Nessuno, quando cresce, sogna di migrare in un altro Paese lontano. Come MoVimento 5 Stelle ci impegniamo a sollevare l'attenzione di tutti in questa direzione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Molteni. Ne ha facoltà.

NICOLA MOLTENI (LEGA). Grazie, Presidente. Ministro, le confesso che sono molto preoccupato, sono molto preoccupato perché anche sull'immigrazione, e non solo sull'immigrazione, questo Governo sta facendo danni e disastri. Ministro, gli sbarchi sono aumentati: a settembre sono triplicati, a ottobre sono raddoppiati; noi abbiamo lasciato a 5.200 sbarchi in otto mesi, oggi siamo a 10 mila sbarchi. I rimpatri non sono aumentati; nel 2018, 8 mila sbarchi, quando eravamo noi al Governo, nel 2017, 7.200 sbarchi; siete più o meno sulla stessa cifra, nonostante, Ministro, noi vi abbiamo lasciato in dote alcuni provvedimenti importanti per fare più rimpatri come la lista dei Paesi sicuri (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico), le procedure accelerate di rimpatrio, le commissioni territoriali alle frontiere, tutte cose che noi abbiamo fatto e che vi aiuteranno a fare più rimpatri. Sono riprese le distribuzioni sui territori, avete riaperto l'hub di via Mattei a Bologna, dei quattro CPR che dovevano essere aperti, non si sa più assolutamente nulla, a Milano c'è un CPR in via Corelli, Ministro, che va aperto, perché serve ed è utile (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Non avete investito sui CPR, ma avete investito nell'hotspot di Lampedusa, perché immaginate nuova immigrazione e, Presidente, dall'Europa, continuiamo a prendere schiaffi e fregature. L'Accordo di Malta, che cita spesso, semplicemente, non esiste, è la bozza di un Accordo di Malta e non esiste perché? Perché l'Accordo di Malta non è stato rettificato da nessuno e non è condiviso dall'Europa e, quindi, cortesemente non dica che la distribuzione dei migranti che sbarcano in Italia oggi avviene in base a quell'Accordo, perché chi sbarca in Italia non va in Europa, ma rimane in Italia (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). C'è una ONG che si chiama Ocean Viking, ONG francese che batte bandiera norvegese, che negli ultimi tre mesi ha solcato il Mediterraneo cinque volte; quattro volte è andata in Italia e una volta è andata a Malta. Sa chi era Ministro quando questa ONG è andata a Malta? Si chiama Matteo Salvini, Ministro, si chiama Matteo Salvini (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Ministro, non c'è nessuna rotazione dei porti europei, perché gli unici porti che stanno ruotando per gli sbarchi sono i porti italiani, sono solo i porti italiani (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente).

Sul Memorandum libico, tema delicato e importante, io credo che il nostro Paese non debba demonizzare la Guardia costiera libica, io credo che il nostro Paese debba ringraziare la Guardia costiera libica per i soccorsi, i salvataggi e i pattugliamenti nel Mediterraneo e sa perché dobbiamo ringraziare la Guardia costiera libica? Perché se domani mattina la Guardia costiera libica ritenesse di sospendere l'attività di monitoraggio nel Mar Mediterraneo - esiste un'area SAR libica, esiste un centro di coordinamento libico - in Italia arriverebbero non solo i 5 mila migranti presenti nei centri libici governativi - visto che l'Europa, le do una notizia, non fa evacuazioni umanitarie e non ha fatto neanche un canale umanitario, gli unici che hanno fatto i canali umanitari siamo stati noi - ma arriverebbero i 650 mila migranti che sono presenti oggi in Libia (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Quindi, ritorneremmo a quando, Ministro? Ritorneremmo al 2016, anno che lei conosce bene, rispetto al quale io credo che l'Italia abbia già pagato un prezzo altissimo: 181 mila sbarchi nel 2016, 200 mila migranti in accoglienza, 5 miliardi di euro che erano i soldi che il Governo italiano spendeva per l'accoglienza o per la finta accoglienza e per la finta integrazione. Io credo che gli italiani a quell'epoca e a quel periodo non vogliano più assolutamente tornare (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente). Quindi, attenzione a quello che dite e a quello che fate sulle modifiche al Memorandum libico. Attenzione, perché quello che viene detto qua ha evidenti ripercussioni anche su quello che accade in Libia. Cosa andrebbe fatto in Libia? Tre cose, Ministro. La prima, evidentemente, continuare in quel processo di stabilizzazione e di pacificazione attraverso la diplomazia e la politica e non attraverso la guerra in Libia. La seconda, chiedere all'Europa, che mette 6 più 1, cioè 7 miliardi di euro alla Turchia, che quei soldi vengano dati alla Libia per fare cooperazione, sviluppo e crescita (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente) e, infine, chiedere alle organizzazioni internazionali meritoriamente presenti in Libia, OIM e UNHCR, di continuare a fare bene e meglio quello che stanno facendo. Ministro, concludo, dicendo una cosa: il Ministero dell'Interno è un grande Ministero, il Viminale è la casa della sicurezza dei cittadini italiani; Ministro, al Viminale si invitano i rappresentanti delle forze dell'ordine, i tutori della legge, i tutori della legalità; Ministro, al Viminale, non si invitano i rappresentanti delle ONG (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente) che hanno violato la legge italiana, che hanno messo in pericolo la sicurezza dei militari italiani, che hanno messo in pericolo la sicurezza del nostro Paese!

Non è accettabile invitare i rappresentanti delle ONG che hanno offeso la dignità e la sovranità del nostro Paese (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente)! Ministro sono preoccupato, sì, perché la nostra preoccupazione è la preoccupazione di 60 milioni di italiani onesti e perbene che chiedono al Ministro dell'Interno sicurezza, dignità, ordine pubblico e contrasto all'immigrazione clandestina (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ravetto. Ne ha facoltà.

LAURA RAVETTO (FI). Grazie, Presidente. Signor Ministro, grazie per l'informativa, ma la nostra domanda rimane: ma, il Memorandum Italia-Libia lo rinnovate o no? Perché, vede, lei oggi in questa informativa ne ha accentuato le qualità, però io ricordo anche che in un precedente question time dell'onorevole Boldrini lei è stata particolarmente critica. Vede, Ministro, diciamoci la verità, l'unica cosa veramente buona che fu fatta in tema di immigrazione dal precedente Governo Gentiloni, e segnatamente dal Ministro Minniti, è stato questo Memorandum e questo Memorandum fu fatto nel solco di ciò che aveva già fatto Berlusconi, perché - vale la pena ricordarlo - con il Governo Berlusconi (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico), sbarcarono in tutto il 2010 solo 4.406 persone, numeri ineguagliati da qualsiasi altro Governo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Nel sottoscrivere il Memorandum con la Libia, i colleghi di sinistra tentarono di nobilitarlo, anche in modo grossolano, dissero: l'abbiamo negoziato coi sindaci; ebbene, a noi non risulta ci siano mai state elezioni amministrative in Libia; la verità è che lo negoziaste, ovviamente, con i capi tribù (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), salvo che in passato contestaste Berlusconi, perché negoziò con Gheddafi. L'accordo è figlio di una situazione vissuta dall'Italia durante, anche qui, Governi di sinistra, dal 2015 al 2017, quando il numero di arrivi via mare dalla Libia fu all'apice, con 153 mila sbarchi nel 2015, 181 mila nel 2016, 107 mila nel 2017; non che, oggi, questo Governo sembri tracciare una via diversa, perché gli sbarchi sono triplicati rispetto al precedente Governo, perché Lampedusa è al collasso, perché, come ci ricorda lo stesso collega Molteni, sui CPR, in particolare quello di Milano, fatto, nuovo, pronto, ma è lì, bloccato (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

Oggi, di fatto, in quest'Aula, si sconfessa Marco Minniti da parte del suo partito, perché in quest'Aula il Partito Democratico chiede la rinegoziazione di questo accordo, oggi il collega 5 Stelle, che rinnovò tacitamente questo Memorandum nel precedente Governo, alleato con la Lega, sconfessa se stesso; è chiaro, infatti, a tutti, che pretendendo la rinegoziazione dell'accordo, voi lo state mettendo a rischio. Da avvocato, prima ancora che da deputato, mi preme ricordare alla maggioranza che le rinegoziazioni non sono unilaterali, sono bilaterali. Allora, porre oggi delle condizioni nuove, ammantandole da esigenze umanitarie, significa, di fatto, assumere il rischio che la Libia non si trovi d'accordo con le proposte fatte ed esporre il nostro Paese a una carenza di controlli da parte dei libici, fino a una possibile sospensione dell'attività della Guardia costiera libica, con conseguenti maggiori partenze, morti in mare e peggioramento delle condizioni dei migranti nei centri. L'incertezza determinata da questa maggioranza rischia l'anarchia: durante questi mesi di rinegoziazione, perché la Guardia costiera libica dovrebbe continuare a cooperare, perché dovrebbe continuare nella protezione dei suoi confini? Tra l'altro, il tema posto oggi, solo oggi, dal MoVimento 5 Stelle e dal Partito Democratico, è quello di una necessità ulteriore di coinvolgimento delle organizzazioni civili nel controllo dei centri in Libia; tuttavia, a tal proposito, segnaliamo che già l'articolo 2 del Memorandum prevede un chiaro impegno delle parti a sostegno delle organizzazioni internazionali presenti, tutto sta ad attuarlo e, se dobbiamo essere onesti, è solo in virtù di quel Memorandum che si consentì a UNHCR di accedere ai centri libici. Sarebbe il caso di chiedere a UNHCR che cosa stia effettivamente facendo. Le osservazioni della maggioranza sono, quindi, pretestuose. Il problema da porsi, semmai, per migliorare davvero le cose, è il tema che i migranti non libici non devono transitare, neanche ci devono arrivare nei centri in Libia; bisogna creare flussi regolari e corridoi umanitari per chi ne ha diritto.

Colleghi, guai a essere non decisi o non coesi su questo accordo; guai a non essere decisi su temi delicati, quali la sicurezza del nostro Paese, guai a non tenere la schiena dritta e a non parlare con una voce sola quando si tratta della protezione dei nostri confini e del nostro sistema sociale. La verità, Ministro, è che voi stessi sapete benissimo che rinnoverete questo accordo, perché non esiste altra alternativa, non esiste altra soluzione alla regolazione dei flussi. Le vostre dichiarazioni giornalistiche di maggioranza, i vostri question time, i vostri convegni, in cui vi sgolati per una rinegoziazione radicale - ho usato le parole dell'onorevole Boldrini - in nome dei diritti umani, non sono altro che un meccanismo di propaganda tipico della sinistra, che ha paura di dire che farà ciò che è giusto, solo perché ciò che è giusto l'ha da sempre affermato e fatto il centrodestra (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Quartapelle Procopio. Ne ha facoltà.

LIA QUARTAPELLE PROCOPIO (PD). Grazie, Presidente. Ringrazio la Ministra per l'informativa, che fa seguito all'intervento del Ministro, la settimana scorsa, al question time. Era necessario, è necessario un passaggio parlamentare sul Memorandum Italia-Libia: non era possibile un tacito rinnovo; per noi questo strumento è un pezzo troppo importante delle nostre relazioni con il Paese Libia e sono state troppe le denunce sulle violazioni dei diritti umani per prendere quel rinnovo semplicemente come un passaggio burocratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Quindi, ringrazio il Governo della disponibilità a discutere due volte questo passaggio in Parlamento.

Ringrazio anche la Ministra delle informazioni che ci ha dato e, in particolare, dell'intenzione, che lei ha manifestato, dell'Italia a chiedere sostanziali modifiche al Memorandum e anche la risposta a quello che diceva la collega Ravetto: non solo la controparte libica è disponibile alla ridiscussione, ma ha già risposto alla nostra richiesta di convocazione della Commissione mista. Quindi, non è vero quello che diceva la collega Ravetto che una richiesta di ridiscutere il Memorandum mette in discussione le forme di collaborazione. Nessuno di noi, poi, sottovaluta l'impatto di questa nostra discussione anche in Libia. Noi non vogliamo finire dentro la guerra di propaganda, che è solo uno dei tanti atti della guerra in Libia e, proprio per questo, vogliamo spiegare bene come mai chiediamo la ridiscussione e quali tipi di modifiche chiediamo. Prima di tutto, noi chiediamo una cosa: riconosciamo la necessità di collaborare con le autorità libiche per contrastare l'immigrazione illegale e per contrastare, in particolare, i trafficanti. Non possiamo considerare la Libia come un buco nero dove avviene tutto senza che l'Italia sia a fianco delle autorità libiche: ci vuole un impegno italiano lì contro i trafficanti e contro gli abusi dei diritti umani. Stracciare il Memorandum, come ci veniva anche chiesto, vorrebbe dire lasciare in Libia le cose così come sono e io credo che questo non serva a nessuno, serva semplicemente ai trafficanti.

Noi chiediamo modifiche sostanziali, perché l'impianto è giusto, quello della collaborazione con le autorità libiche, ma, poi, nell'attuazione di quell'impianto, si sono verificati molti problemi; e questi problemi sono stati evidenziati da tante denunce, come dalle denunce dei giornalisti. Ricordo, in quest'Aula, Nello Scavo e Nancy Porsia (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Liberi e Uguali), che sono due giornalisti, in questo momento, sotto scorta per il loro lavoro di denuncia, serio, corretto, documentato di tutto quello che avviene in Libia. Questi due giornalisti, tra i tanti. E, poi, le denunce delle organizzazioni internazionali sono chiarissime: gli elementi che loro ci hanno portato sono chiarissimi e sono arrivati anche sul tavolo delle Nazioni Unite, che ha fatto un rapporto corposo, molto chiaro e molto evidente. Rispetto a questo, l'Italia non può stare a guardare e mi dispiace, caro collega Molteni, noi non accettiamo lezioni da nessuno, tantomeno da chi, quando era al Governo era una persona moderata e, invece, basta passare dal Governo all'opposizione che si diventa subito incendiari (Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Colleghi, colleghi dovete far terminare l'intervento. Colleghi. Prego.

LIA QUARTAPELLE PROCOPIO (PD). Noi non accettiamo lezioni da nessuno e, in particolare, da chi, negli ultimi quattordici mesi, ha lasciato la Libia in un misto di indifferenza e propaganda. Con i Ministri Salvini e Moavero, l'unico interessamento che abbiamo visto sulla Libia è stato all'inizio del loro mandato, quando entrambi si sono recati per alcune fotografie in Libia e, poi, il dossier libico non l'hanno mai più toccato (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico - Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). All'indifferenza, i Ministri Salvini e Moavero hanno aggiunto una cosa peggiore, che è stata la propaganda.

E l'abbiamo vista la vostra propaganda, fatta solo sull'8 per cento degli sbarchi, quando avete deciso di eleggere le ONG a vostri nemici, senza che ci fosse nessun elemento a carico delle ONG nei tanti procedimenti giudiziari aperti contro di loro (Commenti del deputato Billi)

PRESIDENTE. Deputato Billi, la richiamo all'ordine.

LIA QUARTAPELLE PROCOPIO (PD). …. e, soprattutto, nascondendo i dati di fatto e, cioè, che gli sbarchi attraverso le ONG sono solo l'8 per cento del totale, ma, soprattutto, che, con Salvini Ministro dell'Interno, sono aumentati gli sbarchi dei cosiddetti barchini fantasma (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico - Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), di quelle navi che voi non avete neanche voluto prendere in considerazione. Noi non accettiamo lezioni da chi ha utilizzato indifferenza e propaganda e, invece, vogliamo fare quello che suggeriva la Ministra: vogliamo un piano di evacuazione straordinario immediato dalla Libia per arrivare a chiudere quei campi, dove ci sono state troppe e troppe orrende violazioni dei diritti umani (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). E ricordiamo che questa cosa dell'evacuazione e dei corridoi umanitari è possibile grazie a quel Memorandum di intesa.

Chiediamo che ci siano dei campi a gestione ONU per permettere il transito verso i Paesi europei e verso i Paesi di provenienza dei migranti. Chiediamo, come ha suggerito anche la Ministra nel suo intervento, che siano aperti canali di migrazione regolare…

PRESIDENTE. Concluda.

LIA QUARTAPELLE PROCOPIO (PD). …e chiediamo su questo un intervento del Parlamento. In I Commissione è in discussione la proposta “Ero straniero”, che credo possa essere un contributo su questo punto dei canali di migrazione regolare.

A questo Governo noi chiediamo discontinuità, chiediamo discontinuità rispetto a quell'indifferenza e a quella propaganda. Chiediamo un rilancio dell'azione europea (Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier); chiediamo un'iniziativa italiana in Libia e chiediamo uno sguardo lungo, come diceva il collega Cabras, su tutte le questioni che hanno a che fare con la cooperazione internazionale e con le condizioni strutturali dei Paesi di provenienza dei migranti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Delmastro Delle Vedove. Ne ha facoltà. Colleghi, per favore. Prego.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Grazie, Presidente. Che dire di questo Memorandum, di questa ipotesi di rinegoziazione del Memorandum: siamo alla fiera dell'ipocrisia, una fiera dell'ipocrisia necessaria: sapete di recitare una commedia, sapete che doveva venire il Ministro dell'Interno a recitare la commedia di colui o di colei - per non offendere coloro che ritengono che il linguaggio sia sessista, di colei (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico) - che deve introdurre dei cambiamenti radicali all'interno di questo Memorandum. Cambiamenti radicali, zero.

PRESIDENTE. Colleghi.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Presidente, che faccio? Proseguo? La ringrazio. Cambiamenti radicali zero, una spruzzatina di umanitarismo, già contenuta nel precedente Memorandum, per cosa? Per salvare formalmente, ma solo formalmente, la dignità di una sinistra affetta da doppiopesismo morale, perché in Libia c'era un inferno in terra, la guardia costiera libica erano degli aguzzini e degli assassini, bisognava cambiare, bisognava stracciare il Memorandum; ora, però, pure l'eroina dei due mondi dell'umanitarismo immigrazionista Boldrini è qui a dire che questo Memorandum deve proseguire (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia - Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico). E com'è che si deve salvare? Si deve salvare, dicendo: noi qualche cosa di diverso faremo. Non lo abbiamo percepito quel qualcosa di diverso, viceversa, abbiamo sentito la brusca inchiodata nel Transatlantico delle posizioni di questa sinistra, un'inchiodata che non ha lasciato tracce di copertone sul tappetino verde del Transatlantico, ma tracce di dignità perduta che non tornano proprio più (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Perché, vede, quando uno evoca principi dei diritti umani, dell'umanitarismo non li evoca, come fate voi, come le palline dell'albero di Natale, a corrente alternata: ora c'è, ora non c'è, ora c'è, ora non c'è, quando governate voi, non c'è mai (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Allora, venendo al tema del Memorandum, prendiamo atto che proseguirà imperterrito, che l'eroina dei due mondi degli immigrati diventerà la fiancheggiatrice degli aguzzini libici, nel tentativo di fare ciò che si prefigge questo Memorandum (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico)

PRESIDENTE. Delmastro Delle Vedove…

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Presente!

FILIPPO SENSI (PD). Porta rispetto!

PRESIDENTE. Colleghi… colleghi… colleghi!

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Presidente, me li taccia, perché mi infastidiscono.

PRESIDENTE. Colleghi! Prego.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Perché bisognava salvare la dignità di Roberto Speranza, Articolo 1, quello che, sa, la sovranità appartiene al popolo e faccio il Ministro con una congiura di palazzo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), che diceva il Memorandum va rivisto, va stracciato (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Bisognava salvare la dignità di chi diceva: si pratica la tortura, mai più un ruolo alla guardia costiera libica, torturano i profughi, quella del Governo gialloverde è una politica criminale, ipse dixit Boldrini (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Bisognava salvare la dignità dei tanti deputati che hanno dichiarato, firmando un atto, che quell'inferno libico sarebbe cessato perché vi è una costante violazione dei diritti umani. Non c'è più! E allora, ecco, qualche preoccupazione…la sostanza è quella, non cambia nulla, quello è l'unico modo per sigillare le nostre frontiere. Fratelli d'Italia sarà al fianco di questa sinistra che cambia pelle, cercando di salvare un briciolo di dignità già perduta, nel dire che questo memorandum deve essere rinnovato, ma magari nel dire anche che forse il Ministro, al posto di invitare come suoi consulenti le ONG (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), potrebbe invitare la nostra Marina militare, magari per sapere se, per l'ipotesi che vogliate ritenere che la guardia costiera libica è fatta di delinquenti, non sia necessario a questo punto, e giuridicamente legittimo, di fronte a un atto ostile di delinquenti, e non di un altro Paese, il blocco navale per sigillare le nostre frontiere (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), o ancora altri suggerimenti che vi vogliamo dare.

L'unica cosa, però, che vi preghiamo di non venirci più a raccontare, e termino, è il sostegno straordinario dell'Europa a questo Memorandum, perché questo è il grande tema. Si traduce - lei me lo insegna, Presidente Fico, perché è molto attento alle partite dell'immigrazione, con un taglio fatalmente diverso dal mio - che il grande sostegno dell'Europa sono 220 milioni in tre anni, che fa 70 milioni all'anno, mentre la medesima Europa dà 7 miliardi a Erdogan per sigillare i migranti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). E allora vi chiediamo di non essere proni nei confronti di un'Europa che, se i migranti vanno nell'Europa del Nord, sigilla le frontiere con 7 miliardi conferiti al nano Erdogan, trasformandolo in sultano, e magari di pretendere eguali misure sulla Libia, per sigillare anche le nostre frontiere, perché noi non ci arrendiamo a un'Europa che sigilla le frontiere del Nord e che apre quelle del Sud per trasformare l'Italia in un campo profughi di tutta l'Europa. Quella è la visione boldriniana, non è la visione di Fratelli d'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Migliore. Ne ha facoltà.

GENNARO MIGLIORE (IV). Grazie, signor Presidente. Grazie, signora Ministro. Devo dire che la sua relazione corrisponde ad un dovere istituzionale, per il quale noi la ringraziamo, e che ha dato conto di quali sono le attuali posizioni del Ministero dell'Interno. È evidente che questo Memorandum ha però sempre coinvolto la Presidenza del Consiglio, e quindi alcune delle mie osservazioni e dei miei rilievi non saranno rivolti a lei, ma saranno certamente rivolti al Governo nel suo complesso. Noi la ringraziamo per la gestione del Ministero fino ad oggi, anche perché innanzitutto lei al Ministero ci va (Applausi dei deputati dei gruppi Italia Viva, Partito Democratico e Liberi e Uguali); e quindi, rispetto al suo predecessore, ha un'abitudine al lavoro che comporta anche la possibilità di incontrare - si chiama concertazione - anche soggetti coinvolti - stakeholder, se uno li vuole chiamare in inglese - con quelle che sono le vicende legate ai temi da trattare, comprese le ONG.

Più difficile è pensare che fossero altrettanto stakeholder i rappresentanti della porchetta di Ariccia (Applausi dei deputati dei gruppi Italia Viva e Partito Democratico), che invece il suo predecessore aveva così frequentemente invitato al Ministero. Ora, devo dire che, ascoltando alcune delle riflessioni dei colleghi dell'opposizione, ho provato quasi un senso di tenerezza, perché alzavano il tono della voce per nascondere quelle che sono le palesi inefficienze e le palesi violazioni anche che sono state portate avanti dal Governo precedente, dal Ministro Salvini e dalla possibile escalation anche di temi che, all'interno del nostro Paese, sono stati molto più vicini alla crescita di una recrudescenza razzista.

Penso che si debba affrontare il tema della Libia con serietà, avendo ben chiaro qual è l'evoluzione di un contesto che, a stare a questa discussione, è stato solo tangenzialmente toccato da quelli che sono i fenomeni reali che in quel territorio si sono ormai provati. Quando noi abbiamo sottoscritto questo Memorandum non eravamo a conoscenza di alcuni fatti, come per esempio la presenza di alcuni trafficanti all'interno della guardia costiera, così come non eravamo ovviamente a conoscenza di un'evoluzione bellica che si è determinata dal 4 aprile di quest'anno in poi. Quindi, la necessità di una revisione e anche la disponibilità che positivamente in questo senso ha dato il Governo italiano a rivedere queste intese, questi Memorandum, è data dalla trasformazione concreta sul campo. Del resto, quello che sta accadendo in Libia non può essere oggetto solo di una lettura filtrata attraverso il tema della migrazione, perché le migrazioni che in questo momento stanno riguardando molte parti del Mediterraneo - è del tutto evidente che i maggiori sbarchi ci sono, in questo momento, in Grecia, in virtù dell'atteggiamento di Erdogan in Turchia, e in Spagna - sono determinate da fattori esogeni rispetto alle nostre volontà.

Per cui noi dobbiamo concentrarci su quelle che sono le ragioni di quel Memorandum e le parti largamente inapplicate di quel Memorandum, dovute anche alla conformazione particolare del cosiddetto - e vado a concludere - Governo di unità nazionale. Oggi alcuni dei gruppi che sostengono Serraj, o che lo tengono in pugno, come Ansar al-Sharia, sono gruppi che noi non potremmo, ovviamente, che considerare minacciosi. Quindi, l'idea che si possa considerare una rinegoziazione per aprire anche alla possibilità dello svuotamento dei campi per quanto ci riguarda è indispensabile, perché la discontinuità non deve avvenire tanto con il Governo dove c'era Salvini, lo dico sinceramente; la discontinuità deve avvenire sulla salvezza di queste persone, perché, in questo momento, la continuità peggiore che noi potremmo osservare è vedere, senza agire di conseguenza, queste persone ancora soffrire lì dentro, e questo, sinceramente, il nostro Governo credo non lo permetterà (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva e di deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Saluto il Presidente della Repubblica della Macedonia del Nord, Stevo Pendarovski, in visita ufficiale in Italia, che assiste ai lavori dell'Aula dalla tribuna del pubblico. Benvenuto (Applausi).

Ha chiesto di parlare il deputato Palazzotto. Ne ha facoltà.

ERASMO PALAZZOTTO (LEU). Grazie, Presidente. Grazie, signora Ministra, per la sua informativa, intanto per avere parlamentarizzato una discussione così importante, che in questi anni invece dentro quest'Aula non è stata affrontata; forse è stata più affrontata nelle dirette su Facebook o da qualche lido balneare.

La vicenda libica, come è stato ricordato, è una vicenda complessa, che attiene non solo alla questione migratoria, ed è comprensibile come nell'affrontarla si debba necessariamente tenere conto di diversi fattori. È del tutto evidente come fin qui si sia tenuta in grande considerazione la necessità di garantire i nostri interessi strategici dal punto di vista economico ed energetico, a cominciare dalle concessioni petrolifere dell'ENI, così come quelli legati alla stabilizzazione e al rafforzamento di quelli che abbiamo scelto come nostri partner principali.

Avere intrecciato, però, la questione della stabilizzazione e della sicurezza in Libia con quella migratoria è stato, a mio avviso, un errore strategico che l'Italia e l'Europa indirettamente hanno compiuto, fin dal principio. Al netto del giudizio che chi le parla può avere sulla natura dello scomposto intervento militare che nel 2011 ha gettato quel Paese nel caos, è oggi davanti ai nostri occhi il fallimento dell'intera comunità internazionale e dell'Italia in particolare, che ha avuto un ruolo da protagonista, nel processo di transizione, di ricostruzione e di stabilizzazione del Paese. Il fatto stesso che qui, oggi, a riferire alle Camere sulla questione libica ci sia lei è sintomo di qualcosa che non funziona nel rapporto che abbiamo costruito con le cosiddette autorità di quel Paese.

Ora, noi possiamo continuare anche a prenderci in giro, a far finta che la Libia non sia uno Stato tecnicamente fallito, che le istituzioni e le autorità libiche siano in qualche modo interlocutori credibili, ma lei sa, come sappiamo tutti in quest'Aula, al di fuori della propaganda, che non è così. Voi sapete, colleghi, come lo so io, che le organizzazioni che gestiscono il traffico di esseri umani sono le stesse che oggi governano la guardia costiera libica, che lei ha oggi richiamato in quest'Aula. Lei sa, come lo so io, signora Ministro, che un tale al-Milad, detto Bija, è attualmente il capo della guardia costiera di Zawiya, capo di una delle milizie che combatte per la difesa di Tripoli, e contemporaneamente anche il capo dei trafficanti di esseri umani nella città di Zawiya. Lo sa perché ce lo hanno raccontato i rapporti delle Nazioni Unite, che hanno disposto anche delle sanzioni nei confronti di questo individuo; e lo sa perché lei stessa ha dovuto disporre la scorta per due giornalisti, Nello Scavo e Nancy Porsia, che dal capo della guardia costiera di Zawiya sono stati minacciati per aver rivelato esattamente chi era e quali rapporti intratteneva con il Governo italiano, questo criminale. E lo sappiamo anche dai racconti di chi da quell'inferno è fuggito; e se posso permettermi, signora Ministro, lo sappiamo anche dalle testimonianze di chi in questi anni si è battuto per difendere la nostra civiltà: dagli uomini e dalle donne che con le organizzazioni non governative sono andati nel mezzo del Mediterraneo, quando gli Stati si voltano dall'altra parte, a salvare la nostra civiltà giuridica e la nostra umanità, adempiendo all'obbligo di soccorrere le persone in difficoltà in mezzo al mare: che non sono migranti e richiedenti asilo, sono naufraghi (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali)!

E allora, signora Ministro, capiamo anche perché i Governi europei hanno aperto una guerra contro queste organizzazioni. Io la ringrazio di averli rilegittimati come interlocutori di un Governo europeo con l'incontro che ha voluto tenere, perché le ONG sono state testimoni scomodi, in questi anni, di quello che accadeva in mezzo al Mediterraneo e di cosa accadeva nei centri libici. Io stesso sono andato, da parlamentare prima e poi da privato cittadino, intanto per capire: per capire cosa le scelte che noi assumiamo in quest'Aula o in un Ministero determinano nella differenza tra la vita e la morte per migliaia di persone.

Vede, signora Ministro, lei dovrebbe andare in mezzo al Mediterraneo per qualche giorno, magari con un assetto navale governativo, e provare ad ascoltare i racconti delle donne che fuggono da quei centri, da quei campi di detenzione. Si chieda cosa sarebbe disposta a fare lei per fuggire da lì, cosa sarebbe disposta a fare per strappare sua figlia da quelli che sono campi di tortura e che noi continuiamo a finanziare, noi e l'Unione europea. Sappiamo bene che quella dei campi gestiti dalle Nazioni Unite non è una realtà possibile: ce lo hanno raccontato le stesse Nazioni Unite, che oggi chiedono la chiusura di quei campi. Ce lo ha detto l'Unione europea, che ha detto che la Libia è un porto non sicuro e che lì non è possibile gestire direttamente dei campi.

E allora proviamo a uscire tutti dall'ipocrisia e da un elemento di propaganda: in Libia c'è, in questo momento, un'emergenza umanitaria, la più grande violazione sistemica dei diritti umani conosciuta dalla Seconda guerra mondiale ad oggi (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali). Sono campi di concentramento, gestiti e finanziati dall'Unione europea e dal nostro Paese, e noi abbiamo il dovere di mettere fine a tutto questo.

E allora - concludo, Presidente - noi abbiamo il dovere di liberare l'Italia da un duplice ricatto: quello di una destra nazionalista che, con una propaganda della paura, sta inchiodando anche questo Governo all'idea che bisogna difendersi da un'invasione che non è vera, che non esiste nei numeri, perché i numeri di cui parliamo non ci raccontano di un'invasione: 8 mila persone arrivate quest'anno (Commenti dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia)

PRESIDENTE. Concluda. Colleghi! Colleghi! Colleghi! Colleghi, c'è il rispetto delle opinioni altrui.

ERASMO PALAZZOTTO (LEU). …per un Paese di 66 milioni di abitanti, non sono un'invasione, non sono un pericolo per la sicurezza nazionale del Paese.

PRESIDENTE. Colleghi! Colleghi!

ERASMO PALAZZOTTO (LEU). E dobbiamo liberare… Grazie, Presidente, non si preoccupi: al rumore di fondo di questa destra ci siamo abituati.

PRESIDENTE. Deputato Palazzotto, concluda.

ERASMO PALAZZOTTO (LEU). Concludo, Presidente. Duplice ricatto; e l'altro ricatto, quello dei trafficanti di esseri umani organizzati nella guardia costiera libica, che ci tengono sotto il ricatto di chi dice: se voi interrompete quegli accordi noi ve li mandiamo, esattamente come fa Erdogan dall'altra parte.

Abbiamo il dovere di restituire la civiltà giuridica all'Europa e all'Italia, e lo dobbiamo fare con una discontinuità che non basta nello stile, nei linguaggi, nel ripristino della normalità istituzionale, ma serve nei fatti. Per chi le parla quegli accordi andavano sospesi, stracciati. Oggi ci avete detto che è stato aperto un negoziato: bene, quel negoziato deve avere alla base tre cose.

PRESIDENTE. Deve concludere.

ERASMO PALAZZOTTO (LEU). Ho concluso, Presidente. La chiusura immediata di quei centri, cioè la fine della detenzione per i migranti in Libia.

È una cosa che il Governo libico può fare con un solo atto: dicendo che da oggi essere migranti in Libia non è più un reato per cui si è detenuti. Un piano di evacuazione europeo umanitario per le persone intrappolate in quei centri e il ripristino di una missione di salvataggio europeo, che restituisca civiltà e umanità alle nostre istituzioni (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali e di deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia Viva – Commenti).

PRESIDENTE. Colleghi! Ha chiesto di parlare il deputato Lupi. Ne ha facoltà.

MAURIZIO LUPI (MISTO-NCI-USEI). Signor Presidente, intervenendo fra gli ultimi ed avendo pochissimo tempo, mi permetto di sintetizzare, non di dare consigli ma di sintetizzare un po' la nostra posizione dopo aver sentito la relazione del Ministro. Con lo spirito, su questi temi, che dovrebbe vedere tutti noi uniti con lo stesso obiettivo. La Libia è un Paese in guerra, l'abbiamo detto tutti, anche con toni e accenti diversi; è un Paese che ormai rischia di essere fuori controllo, e il collega Molteni prima ricordava, il compito principale dell'Italia come protagonista nel Mediterraneo e dell'Italia come protagonista nell'Europa è quello di aiutare in un processo di stabilizzazione. Senza un processo di stabilizzazione nessuno dei problemi che lei ha affrontato nella sua relazione si risolve. Lo abbiamo sperimentato con Governi diversi: laddove c'era un interlocutore si poteva risolvere e affrontare anche la questione dei flussi migratori e degli sbarchi di clandestini, laddove non avevamo un interlocutore questo non era possibile. Secondo… Già finito?

PRESIDENTE. Un minuto, deputato Lupi. Lo sa.

MAURIZIO LUPI (MISTO-NCI-USEI). Va bene, grazie. Secondo aspetto. È inutile illuderci, anche qui è stato già ribadito: i flussi migratori non si combattono attraverso un Memorandum, i flussi migratori sono il frutto di un continente dove la povertà, l'esplosione demografica, le guerre sono fuori controllo; e anche qui dobbiamo avere la coscienza complessiva del problema.

Il terzo: il Memorandum oggettivamente ha dato dei risultati, l'ISPI ha certificato che 38 mila sono stati i migranti clandestini che sono stati respinti, quasi il 50 per cento. Si può modificare, ma dev'essere tenuto come strumento che può aiutare, anche per un aspetto che non va assolutamente sottovalutato: da una parte non si può tollerare - e concludo - che il rispetto dei diritti umani nei centri di accoglienza dei migranti irregolari non avvenga, ma la tutela della sicurezza, la garanzia dei confini, che sono non solo i confini dell'Italia ma i confini dell'Europa, diventano un elemento fondamentale. E infine, signor Ministro, ci aiuti a far sì che l'Italia non perda ancora più credibilità nel settore internazionale e sul terreno diplomatico. Ricordo ancora i proclami lanciati dal Presidente del Consiglio, Conte, dopo la Conferenza di Palermo: allora sembrava che la Libia dovesse diventare il Paese più stabile del mondo. Purtroppo, oggi abbiamo visto quello che è accaduto. L'auspicio è che possiamo e dobbiamo svolgere un ruolo come grande Paese capitale del Mediterraneo e protagonista in Europa (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI e di deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Magi. Ne ha facoltà.

RICCARDO MAGI (MISTO-+E-CD). Presidente, signora Ministro, onorevoli colleghi, la discussione di oggi per molti versi interroga il senso stesso di una democrazia parlamentare. Il Memorandum Italia-Libia è a tutti gli effetti un accordo bilaterale di natura politica e che prevede l'ingente uso e impegno di risorse pubbliche, e che quindi ai sensi dell'articolo 80 della nostra Costituzione doveva essere ratificato dal Parlamento. Oggi, questa mattina, abbiamo ratificato diversi accordi; noi, invece, qui stiamo svolgendo una discussione su un Memorandum che non è mai stato ratificato da questo Parlamento, il quale non ha mai dato un'autorizzazione all'esecuzione. Nel merito, signora Ministra, noi non possiamo nutrire speranze che ci sia un miglioramento delle condizioni dei centri di detenzione dei migranti in Libia, perché quello, come ha detto l'ONU, è un sistema non riformabile, perché la Libia è un Paese che non riesce a garantire diritti umani agli stessi cittadini libici. Quello che noi abbiamo favorito è la stabilizzazione di poteri paramilitari, di milizie e di poteri mafiosi. Quello che noi oggi dobbiamo chiedere, per evitare che il nostro Paese diventi oggetto di un'indagine e di una condanna della Corte penale internazionale - e dobbiamo evitarlo a tutti i costi - è una cosa sola: un piano di evacuazione, quindi una missione internazionale per un piano di evacuazione, e una nuova missione di salvataggio nel Mediterraneo (Applausi dei deputati del gruppo Misto-+Europa-Centro Democratico e di deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. È così esaurita l'informativa urgente.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Maggioni. Ne ha facoltà.

MARCO MAGGIONI (LEGA). Grazie, signor Presidente. Intervengo oggi per sollecitare una risposta, anzi una duplice risposta al Ministro Bonafede. Ho presentato due interrogazioni a causa di due fatti molto gravi, due aggressioni, a distanza di cinque giorni, che sono avvenute nel carcere di Vigevano e che hanno visto purtroppo cinque agenti della Polizia penitenziaria ricorrere alle cure mediche.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI (ore 17,15)

MARCO MAGGIONI (LEGA). Ad oggi, rispetto a queste due interrogazioni il Ministro Bonafede non ha ancora risposto e il fatto di non rispondere non è una mancanza di rispetto tanto a me, ma è una mancanza di rispetto verso le persone che vestono una divisa, verso le persone della Polizia penitenziaria che corrono rischi ogni giorno. Non rispondere fa anche passare un altro messaggio ossia che nelle carceri si può aggredire impunemente la Polizia penitenziaria, mettendo ulteriormente a rischio il lavoro, la salute e l'incolumità dei nostri agenti. Per di più, non rispondendo alle interrogazioni, si fa anche passare un ulteriore messaggio circa il fatto che gli aggressori sono stati, in tutti e due i casi, extracomunitari, persone che hanno compiuto atti che li hanno portati ad essere condannati e condotti in carcere e, ciò nonostante, si sentono anche liberi di aggredire i nostri agenti della Polizia penitenziaria. Passa, quindi, l'ulteriore grave messaggio che questi stranieri possono fare quello che vogliono nelle nostre carceri, quando invece dovrebbero essere rispediti al loro Paese e scontare la pena nei loro Paesi. Quindi, per il suo tramite chiedo, signor Presidente, che il Ministro Bonafede…

PRESIDENTE. Concluda.

MARCO MAGGIONI (LEGA). …risponda a queste due interrogazioni (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Giglio Vigna. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO GIGLIO VIGNA (LEGA). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, vogliamo portare a conoscenza dell'Aula un grave fatto accaduto nell'estremo nord del Paese, in Valle d'Aosta. Il consigliere regionale Andrea Manfrin, gruppo Lega-Salvini Valle d'Aosta, a seguito di una sua dichiarazione su un social network è stato sospeso per tre mesi dall'Ordine dei giornalisti a cui è iscritto. La colpa del consigliere valdostano sarebbe quella di aver usato la parola “clandestino”. Al di là del fatto che tale dichiarazione non è stata fatta nel suo ruolo di giornalista, ma nel suo incarico di consigliere regionale, da quest'Aula vogliamo stigmatizzare l'accaduto, esprimere la nostra contrarietà e il nostro disagio per il fatto accaduto ed esprimere la nostra solidarietà al consigliere e capogruppo Andrea Manfrin, a cui rinnoviamo tutta la nostra fiducia. Quanto accaduto è pericolosissimo, è un precedente che non deve ripetersi: non può essere relegato ad un fatto di cronaca regionale. Vogliamo, altresì, ribadire due concetti fondamentali. La clandestinità è un reato: chi entra o permane nel nostro Paese in modo irregolare compie un reato. La libertà di parola e di espressione è un diritto di ogni cittadino e, mi preme dirlo, un dovere di chi ha incarichi di tipo elettivo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Delmastro Delle Vedove. Ne ha facoltà.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Grazie, Presidente. Voglio a nome del gruppo di Fratelli d'Italia rappresentare un fatto di una gravità inaudita che credo non abbia precedenti nella storia della Repubblica italiana. È stato arrestato per associazione mafiosa Antonello Nicosia, assistente parlamentare dell'onorevole Occhionero, già deputato di LEU e ora militante fra le file di Italia Viva: viva il vostro acquisto, bravi!

Nicosia, secondo la procura della Repubblica, accedeva agevolmente agli istituti penitenziari e, sempre secondo il teorema accusatorio, aveva l'incarico di ricevere e smistare pizzini per i boss mafiosi, pizzini per Matteo Messina Denaro. L'assistente del deputato Occhionero, Nicosia, era già stato condannato a dieci anni per droga. Recentemente l'assistente parlamentare del deputato Occhionero è andato alla Leopolda. Non sappiamo cosa abbia fatto il deputato Occhionero con certe associazioni, sappiamo dai giornali quali erano le interlocuzioni fra l'assistente parlamentare e Occhionero. Ne voglio dare un saggio agli italiani. Diceva l'assistente parlamentare a Occhionero: “Non è che al telefono mi chiedi queste cose neanche per scherzo perché, vedi, andiamo a finire al Pagliarelli, stavolta ci portano lì” (è il carcere di Palermo). O ancora: “Onore' non parlare a matula…” - vuol dire “inutilmente” – “Santo Sacco” - detenuto vicino a Matteo Messina Denaro – “il braccio destro del primo ministro” - cioè Matteo Messina Denaro – “non sbaglia: non sbagliare neanche tu”.

Ecco, allora questo è un linguaggio criptico, è un linguaggio allusivo, è una grammatica mafiosa che fa schifo e repelle gli uomini di Fratelli d'Italia! Perché il deputato Occhionero accettava questa grammatica mafiosa? Perché ha soggiaciuto? Perché non lo ha licenziato? Noi chiediamo, noi riteniamo che a fronte delle frasi gravissime di questo tenore…

PRESIDENTE. Ha esaurito il suo tempo, deve concludere.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Termino, Presidente. Dato che noi ci opponiamo al puzzo del compromesso morale, dell'indifferenza, della contiguità che diventa complicità, il deputato Occhionero rassegni le sue dimissioni (Commenti del deputato Migliore)

PRESIDENTE. Deputato Migliore, ascolti il suo collega.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). …o Italia Viva lo espella dal gruppo parlamentare (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Boldi. Ne ha facoltà.

ROSSANA BOLDI (LEGA). Grazie, Presidente. Colleghe e colleghi, nella giornata del 5 e soprattutto 6 novembre di venticinque anni orsono, in queste ore il Piemonte stava vivendo un evento calamitoso tragico. Nell'arco di quarantotto ore si assistette all'esondazione del Tanaro, di numerosi altri affluenti ma anche dell'Orco, della Dora Baltea e alla fine anche del Po. Furono coinvolte le province di Cuneo, Asti, Alessandria e Vercelli e molti comuni del Torinese e del Biellese. Immagini terribili ce l'hanno ricordato in questi giorni per i documentari che sono stati realizzati dalla provincia di Alessandria e dalla regione Piemonte. Alla fine si contarono 70 vittime, 14 solo ad Alessandria, 2.226 sfollati e danni enormi.

PRESIDENTE. Concluda.

ROSSANA BOLDI (LEGA). Un ringraziamento a tutti coloro che allora aiutarono a risolvere l'emergenza, nella speranza che non debbano più accadere tali eventi e, grazie alla cura del territorio e a una legislazione giusta, di riuscire a risolvere questi problemi.

PRESIDENTE. Concluda, per favore. Ha esaurito il suo tempo.

ROSSANA BOLDI (LEGA). Sembrerà impossibile ma non è ancora tutto risolto, nonostante la grande capacità dei piemontesi di rimboccarsi le maniche (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Nobili. Ne ha facoltà.

LUCIANO NOBILI (IV). Grazie, Presidente. Per segnalare a tutta l'Aula e a lei che questa notte un altro grave episodio si è consumato nella nostra città perché in via delle Palme, a Centocelle, alle 3 di questa notte, un rogo ha devastato la libreria “La pecora elettrica”, un presidio importantissimo in quel quartiere. Non è la prima volta che accade: era già successo pochi mesi fa nella data certamente non scelta a caso del 25 aprile e si è ripetuto questo gravissimo episodio questa notte dopo che i proprietari, con grande fatica, avevano ripristinato la struttura, una libreria indipendente, anche grazie all'aiuto e al sostegno economico di tutti gli abitanti del quartiere che ne sentono un grande bisogno. È un episodio gravissimo: le istituzioni devono fare piena luce. Devono essere accanto a quell'amministrazione. Siamo contenti che oggi il Governo con il Ministro Franceschini si sia recato lì e abbia portato una testimonianza di vicinanza.

Quella libreria in quel territorio non è soltanto un presidio di cultura, di democrazia, di crescita, di confronto in un quadrante della nostra città di Roma che ne ha tanto bisogno ma è anche, a detta degli inquirenti che stanno indagando in queste ore, un presidio straordinario di sicurezza, una luce nel buio perché, secondo gli inquirenti, una delle ragioni dell'inimicizia, della violenza contro questa struttura non è soltanto perché rappresenta un presidio antifascista – sì, antifascista, come la nostra Costituzione - ma anche perché rappresenta un pericolo…

PRESIDENTE. Concluda.

LUCIANO NOBILI (IV). …e un disturbo per la micro e macro criminalità del quartiere, che preferisce il buio alla luce, il silenzio alla frequentazione. Ebbene, sono lontani fortunatamente i tempi nel nostro Paese in cui venivano messi al rogo i libri. Lavoriamo tutti insieme con le nostre istituzioni

PRESIDENTE. Concluda, ha esaurito il suo tempo (Commenti della deputata Boschi).

PRESIDENTE. La legge vale per tutti, deputata Boschi. Siamo a ventitré secondi, adesso, oltre il suo tempo. Mi pare di essere stato molto disponibile. Prego.

LUCIANO NOBILI (IV). Presidente, sono lontani i tempi in cui si mettevano al rogo i libri, forse in quest'Aula c'è qualcuno che ne ha nostalgia. Ecco, che siano lontani anche i tempi, al più presto, in cui si mettono al rogo le librerie (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva e di deputati dei gruppi Partito Democratico e Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. La ringrazio. Ovviamente è inutile precisare che gli interventi non sono equipollenti tra loro, perché ogni gruppo ha un certo numero di deputati che vogliono parlare a fine seduta e, quindi, il tempo viene ripartito. Questa è la ragione per la quale, forse, apparentemente, c'è stata una sperequazione nei confronti del collega Luciano Nobili.

Ha chiesto di parlare il deputato Filippo Sensi. Chiedo scusa, mi consenta, prima che magari vadano via, di salutare gli studenti e gli insegnanti dell'Istituto comprensivo di Santo Stefano di Cadore, in provincia di Belluno, che sono qui in tribuna ad assistere ai nostri lavori (Applausi), che si stanno esaurendo; tuttavia, grazie per la loro presenza.

Prego, a lei la parola, deputato Sensi.

FILIPPO SENSI (PD). Grazie Presidente. Mi unisco alle parole del deputato Nobili, a chi mi ha preceduto, a proposito de “La pecora elettrica”, la libreria-caffetteria di Centocelle, a Roma, devastata da un incendio doloso. La libreria, come ricordato, avrebbe dovuto riaprire domani. Era tutto pronto per una piccola festa, dopo che lo scorso aprile era stata distrutta, ancora una volta, da un incendio altrettanto doloroso.

Chi ha paura di una libreria, signor Presidente? Di una libreria che del suo impegno indipendente ha fatto una missione? La criminalità organizzata, il racket, i fascisti? Il quartiere è spaventato, avvilito, si moltiplicano intimidazioni e violenze. E sappiamo cosa significhino - lo ha ricordato chi mi ha preceduto - i roghi dei libri, perché a questo siamo ancora oggi, ai roghi dei libri, in questa terra desolata, che è diventata la nostra città. Oltre alla solidarietà e alla condanna del Partito Democratico, chiediamo che le istituzioni tutte si stringano a “La pecora elettrica” e ai suoi proprietari. Lo ha fatto oggi - e gliene rendo onore - il Ministro Franceschini, recandosi lì. E al Ministero dell'Interno chiedo di fare non il possibile ma l'impossibile perché vengano assicurati alla giustizia questi criminali e tutelato chi, con i libri, fa il suo lavoro di prossimità, di comunità, di cultura, perché non viva nella paura, nella minaccia, nell'odio che no, non prevarrà (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Italia Viva e Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Francesca Flati. Ne ha facoltà.

FRANCESCA FLATI (M5S). Grazie, Presidente. Anche io vorrei esprimere massima solidarietà ai titolari della libreria e caffetteria “La pecora elettrica”, perché sono stati veramente vittime di un grave atto, che purtroppo non può essere trascurato. E non possiamo neanche dimenticare che è la seconda volta che il locale va a fuoco, probabilmente per atto doloso. Peraltro, nella stessa via, il 9 ottobre se non sbaglio, è stata mandata a fuoco anche un'altra attività commerciale, quindi, di certo, non si tratta di un episodio isolato. Voglio anche dire a quest'Aula che comunque le amministrazioni locali, come sempre, stanno lavorando e quindi, come gruppo parlamentare, diamo pieno sostegno a tutti i nostri amministratori, a Virginia Raggi e a Giovanni Boccuzzi, presidente del Municipio V, dove sono avvenuti i fatti, perché davvero si stanno spendendo e di certo bisogna fare ancora molto di più. Quindi, ringrazio l'Aula per l'attenzione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Rosa Alba Testamento. Ne ha facoltà.

ROSA ALBA TESTAMENTO (M5S). Grazie, Presidente. Con l'approssimarsi dell'adozione del nuovo piano operativo sanitario, si stanno rincorrendo indiscrezioni su un forte ridimensionamento dell'offerta sanitaria pubblica nella provincia di Isernia. Si parla con insistenza della chiusura di vari reparti dell'ospedale “Veneziale” di Isernia. È un depotenziamento che appare inopportuno, anche a fronte delle criticità sanitarie riconosciute di recente dal Ministero della salute, nei comuni della Piana di Venafro, per i quali uno studio epidemiologico preliminare ha evidenziato casi di malattie cardiocircolatorie, cerebrovascolari e tumorali alla mammella, superiori alla media regionale. E proprio a Venafro, dopo reparti e pronto soccorso, è stato chiuso anche il punto di primo intervento, smantellando ulteriormente la rete già precaria delle emergenze e urgenze.

A pagarne le conseguenze sono stati, ovviamente, i cittadini dell'area, che, non potendo più contare su un punto di assistenza medico-sanitaria di prossimità, sono stati costretti a riversarsi al pronto soccorso del Veneziale, alimentando anche qui ulteriori disagi. A ciò si aggiungerebbe il declassamento del nosocomio di Agnone, punto di riferimento delle aree interne molisane, caratterizzate da condizioni meteorologiche avverse e strade dissestate, che rendono difficoltoso il raggiungimento di ospedali più distanti in caso di necessità.

Negli anni è accaduto, alla sanità pubblica molisana, quello che potrebbe essere sintetizzato in un assunto del filosofo americano Chomsky. Qual è la strategia standard per privatizzare? Tagli i fondi al pubblico, ti assicuri che le cose non funzionino, la gente si arrabbia e tu consegni al capitale privato. È così che la sanità pubblica molisana, dopo essere stata deliberatamente svuotata delle sue risorse, è stata consegnata alle strutture private accreditate, che si sono sempre più sviluppate, a discapito delle pubbliche, con accordi di accreditamento e riconoscimento di extra-budget sproporzionati.

Allora, su questi temi, avevamo iniziato una proficua interlocuzione con l'ex Ministro della Salute, Giulia Grillo, e mi auguro continui con il nuovo Ministro, Roberto Speranza, al quale ho avanzato una richiesta urgente di incontro.

PRESIDENTE. Concluda.

ROSA ALBA TESTAMENTO (M5S). Concludo dicendo che i cittadini molisani si sentono sempre più depredati di un diritto, il diritto alla salute, previsto dall'articolo 32 della Costituzione.

PRESIDENTE. La ringrazio, deve concludere.

ROSA ALBA TESTAMENTO (M5S). E spero che con questo si possa finalmente tutelare la sanità pubblica (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Luciano Cantone. Ne ha facoltà.

LUCIANO CANTONE (M5S). Grazie, Presidente. Torno a parlare di quello che era il ponte Graci, in provincia di Catania, che collegava i comuni di Motta Sant'Anastasia e Misterbianco. Ribadisco l'ovvio, ma tengo a puntualizzare che un comune ha il dovere di svolgere la manutenzione sulle strade di sua pertinenza, specialmente quando negli interstizi di un ponte cresce un albero di fico.

Un anno prima dell'abbattimento del ponte, un intervento urgente dei Vigili del fuoco portò alla luce che, a causa dell'incuria e dell'abbandono, nell'interstizio del ponte si erano intrufolate e sviluppate le radici di un albero di fico, che causavano il danneggiamento e la caduta di calcestruzzo. I Vigili del fuoco, durante la rimozione di questo calcestruzzo, caduto nella strada statale sottostante, chiesero l'intervento dei Vigili urbani e il sopralluogo dell'ufficio tecnico del sindaco del comune di Motta Sant'Anastasia. Invece, giunsero sul posto solo i carabinieri, i quali - si legge nella nota - non riuscirono a contattare il sindaco di Motta Sant'Anastasia. Fornirono il numero di telefono ai Vigili del fuoco, ma nessuno riuscì a mettersi in contatto. Era il 31 agosto 2018. Dopo la relazione, che quel giorno fu inviata alla prefettura, ad ANAS e al sindaco di Motta Sant'Anastasia, ci si aspettava che il sindaco sarebbe intervenuto in breve tempo, per effettuare la manutenzione necessaria per rimuovere quelli che erano gli arbusti. Purtroppo, onorevoli colleghi, bisognerà aspettare un anno, perché probabilmente il sindaco, oberato dal lavoro e dalle continue trasferte, anche a Pontida, nei suoi comizi, non è riuscito a intervenire. Infatti, solamente dopo il sollecito, da parte della prefettura del 27 agosto 2019, il sindaco effettua il sopralluogo e si scopre che il ponte è in gravi condizioni precarie e va abbattuto. Un abbattimento che è stato effettuato in maniera frettolosa, da quello che si legge nei verbali, dovuto ad un probabile urto, di cui però non vi sono tracce del mezzo né vi sono immagini fotografiche, che ne testimoniano l'avvenuto accadimento - che non sappiamo, quindi -, che ha causato in realtà danni gravi alla viabilità del posto. Infatti, subito dopo l'abbattimento del ponte, si sono verificati, nei pressi del cavalcavia, numerosi incidenti proprio sulla strada. E ci auguriamo che - concludo Presidente…

PRESIDENTE. Sì, concluda.

LUCIANO CANTONE (M5S). Come per la delibera di giunta per la copertura dei posti, che è venuta pronta, è stata ritrovata…

PRESIDENTE. Ma proprio concluda, nel senso letterale.

LUCIANO CANTONE (M5S). …è stata firmata il giorno del mio ultimo intervento, ci auguriamo che, anche questa volta, si riescano ad attribuire le reali responsabilità (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Nesci. Ne ha facoltà.

DALILA NESCI (M5S). Grazie, Presidente. Sollecito anche qui in Aula formalmente la risposta alla mia interpellanza n. 2-00454. Purtroppo, anche in questa legislatura, mi ritrovo a dover sollecitare la risposta ad atti di sindacato ispettivo, in questo caso un'interpellanza. Presidente, il mio appello è affinché anche la Presidenza della Camera solleciti una risposta concreta, in termini di salute in Calabria, perché, dopo il commissariamento e il “decreto Calabria”, ci sono ancora troppe domande e troppe risposte che non arrivano. Mi giungono tutt'oggi segnalazioni dove continuamente la DIGOS sta sotto la cittadella regionale ad accompagnare gruppi di lavoratori o di aspiranti tali all'interno delle aziende sanitarie ed ospedaliere perché non avviene lo scorrimento delle graduatorie, perché le assunzioni non si concretizzano, anzi si dà spazio, secondo me in maniera ambigua, a dei nuovi concorsi, quando già c'è del personale pronto ad essere immesso nelle piante organiche degli ospedali, e che aspetta da tempo proprio perché ha vinto già un concorso e ha i titoli per dare nuova linfa e nuova energia all'interno del personale ospedaliero.

Quindi, che questo mio ulteriore grido d'allarme giunga al Ministro Speranza, ma anche alla Ministra dell'Interno. Occupiamoci di Calabria, dando indirizzo anche e soprattutto alla struttura commissariale, che evidentemente non riesce a reggere la situazione. Quindi, chiedo un aiuto formale e un intervento del Ministro della salute, Speranza.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Mor. Ne ha facoltà.

MATTIA MOR (IV). Grazie, Presidente. Oggi il Corriere della Sera ha riportato la notizia della chiusura, dell'archiviazione di un'indagine della procura di Firenze, passata a Milano, sul cosiddetto caso delle grandi opere, un'indagine che nel 2015 sfiorò il nostro collega Maurizio Lupi, che ai tempi era Ministro del Governo Renzi. Dico sfiorò perché Lupi non fu mai indagato, e decise di dimettersi, con senso di responsabilità, anche per tranquillità della propria famiglia e della propria vita privata.

Noi ovviamente non stiamo qui a commentare la decisione della magistratura, che rispettiamo sempre e comunque, ma ci teniamo a sottolineare come ai tempi, quando accadde questo fatto, così come accadde ad altri politici, ad altri colleghi in altri momenti, ci fu una macchina del fango che si sollevò partendo dai media, partendo da certi partiti politici, partendo sui social, che investì appunto la reputazione dell'allora Ministro Lupi, che poi arrivò alla decisione di dimettersi, mentre oggi, che questa notizia viene data con poca enfasi dai giornali, quasi nessuno ricorda l'archiviazione. Quindi, la giustizia che viene fatta non viene pubblicizzata così come fu pubblicizzata a suo tempo una notizia negativa.

PRESIDENTE. Concluda.

MATTIA MOR (IV). Noi siamo e resteremo sempre garantisti, e vorremmo che lo fossero anche gli altri partiti presenti in questo Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva e di deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signor Presidente, come è già stato ricordato dalla collega Boldi, il 5 e 6 novembre del 1994 le province di Torino, Cuneo, Asti ed Alessandria furono colpite da un'alluvione straordinaria, che portò a oltre 70 morti, 500 feriti e più di 2 mila sfollati. Sono passati, come detto, 25 anni, ma le immagini di distruzione e morte che portò quell'alluvione sono ancora nelle menti di chi visse quei drammatici momenti. Credo che da quell'esperienza abbiamo tratto alcune lezioni; la prima, forse la più importante, la nascita e il consolidamento della cultura della protezione civile: oggi noi abbiamo, riconosciuto nel mondo, uno dei sistemi di protezione civile, attraverso il nostro Dipartimento nazionale, attraverso i volontari, attraverso le strutture regionali, considerato uno dei migliori al mondo; e poi abbiamo imparato la lezione sui grandi fiumi, sono state fatte opere importanti: ancora nel 2016, ad Alba, ci fu una piena superiore a quella del 1994 del Tanaro, che però, per fortuna, non arrecò gli stessi danni, proprio perché erano stati fatti i lavori.

Oggi, a pochi giorni di distanza dagli eventi alluvionali che hanno colpito una parte meridionale della provincia di Alessandria, il richiamo è alla necessità di costruire e di realizzare un piano straordinario per la messa in sicurezza del reticolo minore dei rii e dei torrenti che invece, in qualche modo, sono ancora bisognosi di regimazione rispetto all'emergenza climatica che stiamo vivendo.

In ultimo, davvero, credo che la nostra memoria e il nostro ricordo debba andare a quelle settanta persone innocenti, nonni, bambini, lavoratori, che persero la vita in quelle due drammatiche giornate (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali e di deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Tripiedi. Ne ha facoltà.

DAVIDE TRIPIEDI (M5S). Grazie mille, Presidente, per farmi intervenire. Io volevo sostanzialmente dare la nostra vicinanza, di un gruppo politico, per quello che è successo a Desio, il mio Paese: sostanzialmente, un bambino di 10 anni, durante una partita di calcio, è stato vittima di insulti razziali. Le parole sono state queste: “negro”. Un bambino, vittima di certe violenze, è un bambino che ricorderà. Noi abbiamo bisogno di educazione, e lo sport non è l'insulto razziale. Quindi, volevo dare la massima solidarietà da parte del mio gruppo politico e del sottoscritto al bambino, alla madre e soprattutto anche alla società sportiva, Aurora Desio Calcio, che si è subito mossa contro questa violenza organizzando una bella manifestazione sabato prossimo, dove tutti i calciatori dell'Aurora Desio dipingeranno la loro pelle di marrone e faranno una partita di solidarietà contro il razzismo e per far sì che lo sport sia un fine nobile e non un fine vergognoso come insultare un bambino (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico, Italia Viva e Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Paola Frassinetti. Ne ha facoltà.

PAOLA FRASSINETTI (FDI). Presidente, intervengo per stigmatizzare quello che è accaduto oggi in Commissione cultura e istruzione, quando abbiamo presentato la risoluzione di Fratelli d'Italia, a mia prima firma, sottoscritta poi anche dalla Lega e da Forza Italia, e c'era anche l'intenzione, la buona volontà, assieme alla maggioranza, di votare una risoluzione unitaria. Il problema è stato il termine “comunismo”. Cioè non si poteva usare, per quanto riguarda la vergogna del muro di Berlino, il termine “comunismo”. Devo dire che la cosa che mi ha ancor più colpito è stato l'intervento del Governo, del sottosegretario De Cristofaro, che ha palesemente detto che la premessa della mozione non poteva essere accettata proprio per questo motivo. Se tre giorni prima della celebrazione del trentennale del muro di Berlino c'è ancora chi non vuole mettersi in una posizione di obiettività e di trasparenza riguardo ai fatti storici, vuol dire che abbiamo ancora tanto lavoro da fare. Quindi, celebreremo questo trentennale con questa ombra che è stata creata oggi (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Lega-Salvini Premier).

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Giovedì 7 novembre 2019 - Ore 14:

1. Informativa urgente del Governo sulla situazione dell'ex Ilva.

La seduta termina alle 17,40.

TESTI DEGLI INTERVENTI DI CUI È STATA AUTORIZZATA LA PUBBLICAZIONE IN CALCE AL RESOCONTO STENOGRAFICO DELLA SEDUTA ODIERNA: GIUSI BARTOLOZZI (A.C. 1988)

GIUSI BARTOLOZZI (FI). (Dichiarazione di voto finale – A.C. 1988). L'ampliamento della collaborazione bilaterale, non solo sul piano economico e politico, costituisce certamente un'opportunità da cogliere anche nel delicato settore della cooperazione giudiziaria, su cui insistono proprio gli accordi oggetto del presente disegno di legge di ratifica al fine di predisporre una più efficace azione di contrasto al fenomeno del crimine transnazionale.

In particolare l'esigenza di stipulare un accordo bilaterale in materia di trasferimento delle persone condannate trova fondamento nella mancanza di un precedente accordo bilaterale sul tema, circostanza aggravata dal fatto che la Nigeria non ha aderito alla Convenzione del Consiglio di Europa sul trasferimento delle persone condannate, sottoscritta a Strasburgo il 21 marzo 1983 aperta alla sottoscrizione ed adesione di Stati che non fanno parte del Consiglio.

Nel caso specifico si tratta di ratificare 3 trattati: 1) di estradizione, 2) assistenza in materia penale; 3) trasferimento delle persone condannate.

Signor Presidente, membri del Governo, colleghi, proprio per gli obiettivi che i Trattati si prefiggono e cioè l'individuazione di strumenti nuovi ed innovativi di cooperazione il gruppo di Forza Italia esprime voto favorevole.

TESTI DEGLI INTERVENTI DI CUI È STATA AUTORIZZATA LA PUBBLICAZIONE IN CALCE AL RESOCONTO STENOGRAFICO DELLA SEDUTA ODIERNA: GIUSI BARTOLOZZI (A.C. 1989)

GIUSI BARTOLOZZI (FI). (Dichiarazione di voto finale – A.C. 1989). L'Assemblea è chiamata ad esaminare il disegno di legge recante la ratifica del Trattato sul trasferimento delle persone condannate o sottoposte a misure di sicurezza, sottoscritto dall'Italia e dall'Argentina nel maggio del 2017.

Dirò subito che vi è certamente la necessità di coprire soprattutto nei paesi dell'America latina, ma non solo, con strumenti nuovi ed innovativi il tema della cooperazione giudiziaria ed, in tale linea, il trattato bilaterale oggetto della presente ratifica è finalizzato proprio a consentire il trasferimento nel proprio Stato dei cittadini detenuti nel territorio dell'altro Stato contraente, al fine di permettere loro di scontare la pena residua e di eseguire la misura di sicurezza nel Paese di origine.

Perché l'obiettivo, condivisibile già in linea astratta, in questo caso particolare è: 1) Svuotare le nostre carceri da stranieri detenuti nel nostro Paese concedendo al condannato la possibilità di scontare la pena in un ambiente vicino, diciamo pure familiare, facilitandogli così la riabilitazione; 2) e soprattutto riportare in Italia i cittadini italiani attualmente detenuti nelle carceri argentine (51 di cui 10 definitivi).

Il lavoro da fare è ancora tanto.

In sede di discussione, in Commissione Giustizia, abbiamo rilevato tutta una serie di discrasie e diversità di trattamento rispetto al contenuto di altri Trattati bilaterali con altri Paesi dell'America latina (Costa Rica, Uruguay, Ecuador): presupposti diversi per estradizione, facoltà e non obbligo per taluni adempimenti, o addirittura consenso del condannato.

Il problema è certamente connesso alla Convenzione del Consiglio di Europa del 1983, che è un Trattato internazionale che l'Italia ha ratificato con la legge n. 565 del 1988, ma così non è stato per molti altri Paesi (ad esempio l'Argentina).

Signor Presidente, membri del Governo, colleghi, proprio per queste motivazioni, anche per questo provvedimento annuncio che il voto del gruppo di Forza Italia sarà favorevole.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nella votazione n. 1 il deputato Serritella ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nelle votazioni dalla n. 1 alla n. 4 il deputato Micillo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nelle votazioni dalla n. 1 alla n. 5 il deputato Morgoni ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 5 il deputato Trancassini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 22 il deputato Ceccanti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nelle votazioni nn. 27 e 41 il deputato Nobili ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nelle votazioni dalla n. 34 alla n. 37 il deputato Marchetti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nelle votazioni dalla n. 34 alla n. 38 i deputati De Luca e Legnaioli hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole;

nelle votazioni dalla n. 35 alla n. 40 i deputati De Maria e Martina hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 36 il deputato Trizzino ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nelle votazioni nn. 38 e 39 il deputato Toccafondi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 44 la deputata Emiliozzi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale Pdl 2118 - articolo 1 450 450 0 226 450 0 76 Appr.
2 Nominale articolo 2 456 456 0 229 456 0 76 Appr.
3 Nominale articolo 3 464 464 0 233 464 0 76 Appr.
4 Nominale articolo 4 466 466 0 234 466 0 76 Appr.
5 Nominale Pdl 2118 - voto finale 474 474 0 238 474 0 76 Appr.
6 Nominale Ddl 1909 - articolo 1 471 471 0 236 471 0 76 Appr.
7 Nominale articolo 2 481 481 0 241 481 0 76 Appr.
8 Nominale articolo 3 476 476 0 239 476 0 76 Appr.
9 Nominale articolo 4 480 480 0 241 480 0 76 Appr.
10 Nominale Ddl 1909 - voto finale 478 478 0 240 478 0 76 Appr.
11 Nominale Ddl 1623-A - articolo 1 484 468 16 235 468 0 76 Appr.
12 Nominale articolo 2 486 470 16 236 470 0 75 Appr.
13 Nominale articolo 3 477 461 16 231 461 0 75 Appr.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale articolo 4 485 469 16 235 469 0 75 Appr.
15 Nominale articolo 5 483 467 16 234 467 0 75 Appr.
16 Nominale Ddl 1623-A - voto finale 474 458 16 230 458 0 75 Appr.
17 Nominale Ddl 1624-A - articolo 1 474 457 17 229 457 0 74 Appr.
18 Nominale articolo 2 476 460 16 231 460 0 74 Appr.
19 Nominale articolo 3 474 458 16 230 458 0 74 Appr.
20 Nominale articolo 4 474 458 16 230 458 0 74 Appr.
21 Nominale articolo 5 481 465 16 233 465 0 73 Appr.
22 Nominale Ddl 1624-A - voto finale 482 467 15 234 467 0 73 Appr.
23 Nominale Ddl 1625-A - articolo 1 483 468 15 235 468 0 73 Appr.
24 Nominale articolo 2 482 467 15 234 467 0 73 Appr.
25 Nominale articolo 3 481 466 15 234 466 0 73 Appr.
26 Nominale articolo 4 482 467 15 234 467 0 73 Appr.


INDICE ELENCO N. 3 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nominale articolo 5 477 462 15 232 462 0 73 Appr.
28 Nominale Ddl 1625-A - voto finale 457 443 14 222 443 0 71 Appr.
29 Nominale Ddl 1626-A - articolo 1 447 433 14 217 432 1 71 Appr.
30 Nominale articolo 2 455 441 14 221 441 0 71 Appr.
31 Nominale articolo 3 453 439 14 220 439 0 71 Appr.
32 Nominale articolo 4 455 441 14 221 441 0 70 Appr.
33 Nominale articolo 5 456 442 14 222 442 0 70 Appr.
34 Nominale Ddl 1626-A - voto finale 388 376 12 189 376 0 70 Appr.
35 Nominale Ddl 1988- articolo 1 384 383 1 192 383 0 70 Appr.
36 Nominale articolo 2 385 384 1 193 384 0 70 Appr.
37 Nominale articolo 3 400 399 1 200 399 0 70 Appr.
38 Nominale articolo 4 409 408 1 205 408 0 70 Appr.
39 Nominale Ddl 1988 - voto finale 420 420 0 211 420 0 70 Appr.


INDICE ELENCO N. 4 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 44)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nominale Ddl 1989 - articolo 1 413 413 0 207 413 0 70 Appr.
41 Nominale articolo 2 416 416 0 209 416 0 70 Appr.
42 Nominale articolo 3 417 417 0 209 417 0 70 Appr.
43 Nominale articolo 4 418 418 0 210 418 0 70 Appr.
44 Nominale Ddl 1989 - voto finale 413 413 0 207 413 0 70 Appr.