XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 272 di giovedì 5 dicembre 2019

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA EDERA SPADONI

La seduta comincia alle 18.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

SILVANA ANDREINA COMAROLI, Segretaria, legge il processo verbale della seduta dell'11 novembre 2019.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Boschi, Ferrari, Frusone, Maniero, Pagani, Perego Di Cremnago, Rizzo e Giovanni Russo sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente novantadue, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 18,05).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

MAURIZIO LUPI (MISTO-NCI-USEI). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MAURIZIO LUPI (MISTO-NCI-USEI). Grazie, signor Presidente, anche della cortesia. Vorrei far presente, tramite lei, al Presidente della Camera Fico - dopo avere appreso, attraverso agenzie, il calendario dei lavori del Senato riguardo alla legge di bilancio - che, qualora fosse confermato quanto abbiamo letto, e cioè che la legge di bilancio non arriverà alla Camera prima del 12 o 13 dicembre, e in vista, ovviamente, della naturale e doverosa Conferenza dei presidenti di gruppo che dovrà a questo punto ricalendarizzare e riorganizzare i lavori della Commissione bilancio, e poi dell'Aula, sulla legge di bilancio, proprio per l'importanza che la legge di bilancio ha per tutti, maggioranza e opposizione, e con riferimento all'ordinanza della Corte costituzionale dell'anno scorso su ricorso del gruppo parlamentare del Partito Democratico (in particolare 37 senatori ricorsero alla Corte proprio riguardo ai tempi compressi e all'impossibilità di fare e adempiere al proprio dovere sia in Commissione che in Aula), qualora questo non fosse rispettato nella programmazione dei lavori che la Conferenza dei presidenti di gruppo farà, visto anche che il 10 gennaio del 2019 la Corte dice che anche singoli parlamentari potranno ricorrere alla Corte, il sottoscritto utilizzerà questa possibilità per ricorrere alla Corte qualora non siano dati tempi assolutamente adeguati per analizzare la legge di bilancio.

Le ricordo - tramite lei per dirlo al Presidente, ma il Presidente Fico, ovviamente, lo sa benissimo - che l'anno scorso la legge di bilancio arrivò al Senato il 10 dicembre e fu approvata il 23 dicembre. È chiaro che ognuno farà le proprie considerazioni. Concludo, proprio per metterlo a verbale, che, nel comunicato stampa del 10 gennaio, quando si rigettava il ricorso presentato dai colleghi senatori del Partito Democratico, il comunicato recita, aperte le virgolette: “resta fermo che per leggi future simili modalità decisionali dovranno essere abbandonate, altrimenti potranno non superare il vaglio di costituzionalità”.

Il mio intervento non è per nessuno spirito di polemica, ma proprio per amore al lavoro che dobbiamo fare e per evitare che una legge di bilancio così importante - non lo so, poi toccherà, ovviamente, alla Corte valutare la cosa - non superi il vaglio di costituzionalità. Quindi, la ringrazio della cortesia. Mi sembrava doveroso - non intervengo mai sull'ordine dei lavori, se non quando lo ritengo necessario - metterlo a verbale di quest'Aula e, attraverso lei, comunicarlo al Presidente della Camera, che ha il compito poi, attraverso la Conferenza dei presidenti di gruppo, di organizzare i lavori per le dovute assunzioni di responsabilità (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI).

PRESIDENTE. Chiaramente, collega, la Presidenza prende atto. Quello che farò sarà trasmettere quello che lei ha appena dichiarato in quest'Aula e comunicarlo al Presidente Fico.

Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 26 ottobre 2019, n. 124, recante disposizioni urgenti in materia fiscale e per esigenze indifferibili (A.C. 2220-A/R)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 2220-A/R: Conversione in legge del decreto-legge 26 ottobre 2019, n. 124, recante disposizioni urgenti in materia fiscale e per esigenze indifferibili.

Ricordo che nella seduta del 4 dicembre il Governo ha posto la questione di fiducia sull'approvazione, senza emendamenti, subemendamenti e articoli aggiuntivi, dell'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, nel testo approvato dalla Commissione a seguito del rinvio deliberato dall'Assemblea.

(Dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia - A.C. 2220-A/R)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo misto.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Tasso. Ne ha facoltà.

ANTONIO TASSO (MISTO-MAIE). Grazie, Presidente. Ogni volta che si pone la questione di fiducia su un provvedimento comincia il gioco delle parti: chi lamenta l'uso o l'abuso di questa procedura, chi invece sostiene che in passato c'è stato molto di peggio. In realtà, moltissimo dipende dalla collocazione temporanea dei gruppi parlamentari all'opposizione o in maggioranza, ed anche nel caso del decreto fiscale, a cui questa fiducia si riferisce, la situazione non cambia. La denuncia dell'attuale opposizione sulla mancata normalità dello svolgimento dei lavori parlamentari, in questo caso, è stata tanto veemente, quanto quella dell'opposizione nel precedente Governo, perché è proprio l'iter legislativo, a mio modesto parere, per come è strutturato, che ha dei problemi, e sono dei problemi antichi, irrisolti, che vengono considerati solamente ogni volta che conviene farlo. Il merito del provvedimento verrà affrontato domani, adesso il punto è: si ha fiducia in questo Governo? Sì. Il MAIE ha fiducia nel Governo Conte II, nulla è cambiato nella nostra convinzione e nel nostro leale contributo, pertanto, per quello che ho detto, il MAIE voterà favorevolmente in relazione alla questione di fiducia apposta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Tondo. Ne ha facoltà.

RENZO TONDO (MISTO-NCI-USEI). Grazie, Presidente. La componente Noi con l'Italia-USEI non può dare il voto favorevole alla richiesta di fiducia, la quinta in tre mesi, che il Governo Conte II oggi chiede alla Camera. Non può darlo, per quanto sia formalmente legittimo, perché è inaccettabile che l'Esecutivo sfugga al confronto parlamentare su una legge, come quella di delega fiscale, che è il sale della democrazia e del confronto per il rapporto che c'è tra tasse e rappresentanza. Questo, soprattutto, perché determinerà una situazione come quella che ha accennato un attimo fa il capogruppo Lupi, determinerà, anche al Senato, il fatto che la legge di bilancio, la più importante dello Stato, passerà solamente al Senato, di fatto, per il dibattito, e non qui.

Tutto questo accade perché? Perché il Governo in questi mesi, in queste settimane, non ha fatto altro che fare opposizione a se stesso: opposizione a se stesso presentando emendamenti, ritirandoli, ripresentandoli, riesaminandoli, annullandone alcuni, ripresentandone altri, annunciandone altri ancora; insomma, una Babele di proposte su cui non ci si poteva raccapezzare. E tutto questo accade mentre, all'orizzonte, si preannuncia una nube tempestosa, che è quella della legge sulla prescrizione, che vede i leader dei partiti che sostengono il Governo su posizioni completamente opposte e pericolosamente contrapposte. Siamo desiderosi di capire come andrà a finire questa telenovela.

Il mio capogruppo Lupi sarà successivamente in grado, più di me, di esprimere il ragionamento per il quale l'appesantimento di questo provvedimento sarà, soprattutto, sulle imprese, che si troveranno costrette a fare una mappatura delle rete dei fornitori. Ma io vorrei terminare con un appello al sottosegretario, sperando che mi ascolti: signor sottosegretario, io vengo dal Friuli, ho la testa dura, ho qualche difficoltà a capire alcune cose, vorrei che lei me le spiegasse. In particolare…

PRESIDENTE. Scusi, collega. Colleghi, non si riesce ad ascoltare l'intervento.

RENZO TONDO (MISTO-NCI-USEI). Dicevo, avrei bisogno che lei mi aiutasse a comprendere un paio di cose. La prima: con la modifica del codice penale, la condotta fraudolenta va ad essere passibile di una condanna fino a otto anni di reclusione; l'omicidio colposo, per quanto colposo, non preterintenzionale, fino a sette anni. Forse che un bene patrimoniale vale meno della vita? Me lo spieghi, perché io, francamente, non riesco a capirlo e non ce la faccio. La seconda, un po' più semplice: riducete con questo provvedimento da 3 mila a 2 mila il contante...

PRESIDENTE. Collega, dovrebbe concludere.

RENZO TONDO (MISTO-NCI-USEI). Ho finito, Presidente. Io ho un amico che si chiama Giovanni, che abita a Tarvisio (dove la invito a venire a spiegare), tre chilometri dalla Slovenia e cinque chilometri dall'Austria: devo spiegare al mio amico perché due Paesi, che sono entrambi in Europa come noi - la Slovenia e l'Austria -, possono usufruire del contante illimitato, mentre il mio amico Giovanni potrà fare solamente 2 mila euro per il prossimo anno e mille euro …

PRESIDENTE. Collega, deve concludere.

RENZO TONDO (MISTO-NCI-USEI). Me lo spieghi perché io, francamente, non ce la faccio a capire e ho bisogno di farlo per i miei amici (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Silli. Ne ha facoltà.

GIORGIO SILLI (MISTO-C10VM). Grazie, Presidente. Come ho avuto modo di sentire ieri nell'intervento di un collega e di ribadire proprio oggi, mentre eravamo fuori in Transatlantico, i Parlamenti nella storia del mondo sono stati inventati o hanno iniziato a funzionare proprio quando i monarchi assoluti volevano lavarsi le mani di scelte impopolari. La Francia aveva gli Stati generali, la Spagna aveva le Cortes, eccetera. Quando si doveva decidere se uno Stato sarebbe dovuto entrare in guerra o quando si doveva decidere se alzare le tasse, il monarca, seppure assoluto, delegava a queste assemblee di cittadini la scelta.

È per questo che noi trasecoliamo di fronte alla scelta di questo Governo di porre la fiducia su un decreto, il quale nome dice tutto: il decreto fiscale. Si parla di fisco, si parla di imposizioni, si parla di balzelli, si parla di lacci e lacciuoli che questo Governo dovrà andare ad apporre al nostro Paese e, di fatto, viene imbavagliato il Parlamento, ridotto a un mero consesso di deputati che si limitano a premere un bottone per approvare un qualcosa che il Governo ha già deciso di fare. È chiaro, quindi, che la componente che io rappresento, la componente Cambiamo!, non voterà la fiducia a questo Governo non solo per l'origine di questo provvedimento, ma anche e, soprattutto - e mi avvio alla conclusione, Presidente -, perché questo Governo ha, all'interno della sua maggioranza, una realtà, un partito, un movimento, che è il 5 Stelle che, purtroppo, per quanto si voglia essere bonari nei loro confronti, ha disatteso tutte le promesse fatte da tre anni a questa parte.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signora Presidente. Ci accingiamo al voto di fiducia su un provvedimento importante che ormai, da alcuni anni, accompagna e diventa parte sostanziale della manovra di bilancio. Complessivamente, stiamo parlando di interventi di un importo vicino ai 5 miliardi e mezzo, quindi abbiamo sicuramente molto di cui parlare. Nei dieci minuti di una dichiarazione di voto, non potranno essere riassunte tutte le ragioni sui singoli provvedimenti di consenso del nostro gruppo. Inevitabilmente, mi concentrerò su alcune delle misure più importanti e degli architravi di questo provvedimento, a cominciare da una serie di misure che si ritrovano in più articoli dedicate a un tema, a nostro giudizio, fondamentale per il futuro del nostro Paese, il tema della lotta all'evasione fiscale. Sento già, ovviamente, l'obiezione diffusa che tutti i Governi che si sono succeduti mettono sempre questo in testa all'agenda delle priorità e, poi, in realtà, si è fatta spesso - e molti Governi l'hanno fatta - una lotta per finta all'evasione fiscale.

Noi partiamo da un dato oggettivo, su cui io credo dovremmo tutti, tutto l'emiciclo, tutto il Parlamento, riflettere: sono i dati forniti dall'ISTAT, forniti dal Ministero, che ogni anno ci fornisce, da alcuni anni a questa parte, dati certi sull'evasione fiscale - poi, ne escono ogni tanto, durante l'anno, altri, ma mi fermerei a quelli -, che dicono che oggi la dimensione dell'evasione fiscale, intesa come evasione fiscale in senso stretto, è contributiva, vale 109 miliardi di euro. Noi abbiamo questo iceberg spaventoso di evasione fiscale, un'evasione fiscale che sta sottraendo quote di presente e di futuro ai cittadini italiani e su cui noi crediamo si debba fare ed impostare una lotta seria, continuativa, non declamata e non propagandata, ma fatta tutti i giorni, e crediamo che in questo provvedimento ci siano una serie di interventi puntuali, precisi, che vanno in questa direzione. Vanno nella direzione di provare a ridurre questa enorme massa di denaro che, ogni anno, viene sottratta non alle casse dello Stato, intese come un soggetto astratto, in realtà vengono sottratte a una spesa sociale, vengono sottratte allo sviluppo dell'economia, vengono sottratte al Sistema sanitario nazionale.

Quante cose potremmo fare - questa è la domanda su cui noi tutti dovremmo interrogarci - se questa evasione fiscale fosse nella media di una grande nazione nostra competitrice sul piano economico, come la Germania? La Germania ha un'evasione fiscale che è circa il 50 per cento della nostra. Quante cose potremmo fare con 50 miliardi in più di tasse regolarmente pagate? Poi, potremmo avere, tra maggioranza e opposizione, tra i singoli partiti anche della maggioranza, idee differenti, ma ci confronteremmo finalmente su dimensioni che potrebbero realmente invertire la rotta. E, quindi, lo sforzo che va in questa direzione, lo sforzo che credo sia uno dei punti qualificanti di questa maggioranza, e per noi lo è sicuramente, è uno sforzo che deve essere sostenuto. Mentre - lo dico amaramente - spesso, quando si portano avanti e quindi si passa dalle parole ai fatti sui temi dell'evasione, la destra italiana ha quasi un riflesso condizionato che la porta, alla fine, a difendere chi in maniera più o meno consapevole è infedele nei confronti dei suoi obblighi fiscali.

C'è un altro tema, l'articolo 4, che ha destato molto dibattito e che anche in questo caso ha visto alzare i toni, a nostro giudizio, assolutamente fuori regola, perché l'articolo 4 cerca di intervenire su un tema che anche in questo caso dovrebbe ritrovarci tutti d'accordo: lo svilimento del lavoro, la precarizzazione ma soprattutto l'umiliazione che, attraverso lo strumento delle false cooperative, si sta diffondendo nel tessuto economico italiano. È un problema ovviamente di qualità del lavoro, è un problema di cittadinanza, è un problema di diritti e noi proviamo ad affrontarlo con il provvedimento in esame attraverso la lotta alle false cooperative. Questo era e rimane l'obiettivo fondamentale ed è per questo che sono stati accolti anche alcuni emendamenti che chiariscono che nulla è contro il sistema ovviamente com'è strutturato oggi, quando ci sono rapporti corretti tra fornitori e subfornitori, tra fornitori di servizio e società e stazioni appaltanti.

Collegato al tema del fisco - ritorna anche qua ed è ritornato anche prima nelle parole del collega - è il tema della diminuzione in prospettiva del tetto dei contanti da 3.000 a 2.000 euro e anche su questo si disegna uno Stato oppressivo, uno Stato che va a frugare dentro le spese dei cittadini. La questione non è questa. Le buone pratiche dei Paesi dove i livelli di evasione fiscale sono inferiori a quelli italiani hanno come uno degli elementi fondamentali la tracciabilità delle transazioni: più le transazioni sono tracciabili e più evidentemente c'è una difficoltà ad evadere fiscalmente e da un punto di vista contributivo. Noi dobbiamo trovare gli strumenti per far riemergere questo enorme iceberg di evasione fiscale e anche favorire le transazioni tracciabili anche con strumenti che sono contenuti nel provvedimento che favoriscono, incentivano, da un lato, ovviamente una diffusione più ampia e massiccia dei pos e quindi della possibilità dei pagamenti elettronici, e che incentivano i cittadini-contribuenti a usare gli strumenti che vanno in questa direzione: più crescono le transazioni tracciabili e più diminuisce in potenza l'evasione. È una cosa molto semplice; invece anche in questo caso abbiamo sentito trite e ritrite accuse propagandistiche che non vanno però alla sostanza della questione. La questione della lotta all'evasione fiscale è centrale per uno Stato civile. Infine un tema a cui noi abbiamo dato molta importanza, grazie anche all'impegno in Commissione del collega Pastorino che ringrazio, è il tema dei piccoli comuni. Viviamo in un Paese che è contraddistinto - lo dico con orgoglio - da un larghissimo numero di piccoli comuni: i piccoli comuni sono 8.000 . L'Italia è - lo dico con forza - il Paese dei comuni più ancora che il Paese delle province e delle regioni e ovviamente, dopo una fase che ha visto una forte azione di contenimento e di tagli ai trasferimenti che ha pesato in maniera molto forte sul sistema delle autonomie locali, c'è un'inversione di tendenza. Ancora ieri c'è stato l'annuncio nel disegno di legge di bilancio del ripristino di 100 milioni sul fondo di solidarietà comunale che erano parte del taglio che era avvenuto nel 2014 ma soprattutto è necessaria la semplificazione, che è una richiesta che veniva da quei territori: per dirla in una battuta: un comune come Roma non può avere la stessa contabilità di un comune di 1.000 abitanti. È evidente che i documenti, che tutta la parte contabile, finanziaria, amministrativa non può essere la stessa come era nei fatti prima di questo provvedimento e quindi si avvia un processo di semplificazione e si avvia anche un riconoscimento: è stato approvato un emendamento che innalza per i sindaci dei piccoli comuni l'indennità fino all'85 per cento di quella che percepiscono i loro colleghi dei comuni fino a 5.000 abitanti.

È un riconoscimento importante, è un riconoscimento che va nella direzione giusta: il rilancio soprattutto dei piccoli comuni che sono nelle aree marginali, che hanno pagato ancora di più, oltre al taglio dei trasferimenti, il taglio dei servizi e che vedono i loro cittadini in grande difficoltà. Insomma, è un pezzo della manovra di bilancio questo decreto che ci convince e la lotta all'evasione fiscale può e deve rimanere uno dei tratti fondamentali di questa maggioranza e di questo Governo (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Ungaro. Ne ha facoltà.

MASSIMO UNGARO (IV). Grazie, Presidente. Facciamo un attimo un reset, perché siamo arrivati qui. Il decreto fiscale è strettamente collegato alla manovra di bilancio che ha una grande missione, ossia evitare l'aumento dell'IVA: un aumento che sarebbe stato il più grande aumento di pressione fiscale della storia repubblicana per oltre 23 miliardi. Noi sappiamo molto bene che un aumento dell'IVA avrebbe un impatto negativo soprattutto per i redditi medio-bassi, un impatto negativo soprattutto per il meridione d'Italia e tale missione verrà compiuta dal Governo grazie al decreto fiscale e a questa manovra. L'intelligenza della manovra è dimostrata dai dati Istat di ieri che mostrano una debolezza dei consumi delle famiglie italiane e, quindi, è importante evitare un ulteriore shock, un ulteriore colpo negativo alla nostra già fragile domanda interna e per questo che la prima missione del Governo è evitare l'aumento dell'IVA. Ma abbassare le tasse non basta, occorre anche semplificare ed è la via che intraprende il provvedimento. Legalità e semplificazione sono il faro guida di questa maggioranza e infatti in questo provvedimento si prendono misure per lottare contro le indebite compensazioni, le frodi IVA e l'evasione delle accise sugli idrocarburi. Ma non solo, vengono prese misure per radicare la fatturazione elettronica, che è una rivoluzione copernicana per il fisco di questo Paese introdotta dal Governo di Matteo Renzi, grazie alla quale abbiamo recuperato oltre 4 miliardi di euro solo quest'anno in via strutturale per il fisco, di cui 3 miliardi o quasi 3 miliardi dall'IVA, ricordando, Presidente, che il nostro Paese ha il triste record di evasione IVA in tutta Europa, oltre 30 miliardi. Ma soprattutto si semplifica il fisco. Nel provvedimento vengono erogati crediti d'imposta per gli esercenti che hanno meno di 400 mila euro di ricavi all'anno per sostenere i costi dei pagamenti elettronici e le commissioni bancarie, cercando di sostenere e incentivare l'uso della moneta elettronica a scapito del contante.

Verrà avviata nel 2020 la lotteria degli scontrini proprio per incentivare i pagamenti elettronici e tracciabili ed usare meno il contante. Ma la tutela della legalità coinvolge anche il settore del gioco pubblico nel quale è importante non soltanto contrastare gli operatori illegali a tutela dei concessionari che sono legali e dei giocatori. Viene istituito un fondo per finanziare gli agenti sotto copertura; viene introdotto il divieto di concessione in caso di violazioni tributarie e viene istituito un registro unico per gli operatori del gioco pubblico.

In tema di disciplina degli appalti e degli obblighi per committenti e ditte appaltatrici, l'articolo 4 esce completamente rivisto dal lavoro di Commissione nel testo adesso presente nel provvedimento, trovando il giusto equilibrio tra la necessità di combattere contro le false cooperative, combattere contro lo sfruttamento dei lavoratori ma anche evitare l'introduzione di oneri inutili e burocrazie inutili per le imprese, gli imprenditori e le PMI che portano avanti l'economia del Paese. Soprattutto sono stati aumentati i settori e le aziende esenti dal nuovo onere. La norma infatti si applicherà soltanto per gli appalti superiori ai 200.000 euro e alle imprese che sono operative da meno di tre anni. Questa è stata una battaglia importante d'Italia Viva e ringraziamo tutta la maggioranza per il lavoro di squadra su questo punto.

Altri aspetti a cui teniamo molto come Italia Viva presenti in questo decreto sono in primis l'estensione della cosiddetta “legge Golfo-Mosca” che porta alla parità di genere nei collegi sindacali e nei consigli d'amministrazione del nostro Paese, rafforzando, sul fronte dell'emancipazione femminile, una battaglia di civiltà (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva). Viene rifinanziato il Fondo per gli eredi delle vittime dell'amianto per oltre 10 milioni quest'anno e l'anno prossimo (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva). Infine, finalmente verranno introdotti sgravi per i veicoli elettrici per le persone con disabilità. Fino ad oggi in Italia questi sgravi esistevano soltanto per i veicoli a combustione di idrocarburi, ma non i veicoli elettrici. Siamo anche felici che per gli appalti pubblici verranno introdotti dei criteri premiali, che vanno appunto a premiare quelle aziende che operano un impatto sociale sostenibile: è un lavoro che già fanno nel nostro Paese le società benefit. Vengono anche estesi gli sgravi per i lavoratori rimpatriati, quei lavoratori professionisti che dall'estero rimpatriano in Italia: noi siamo molto felici di questo, soprattutto perché il 2019 è l'anno della Brexit, quindi c'è molto capitale umano, e l'Italia potrà così competere con altri Paesi europei. Sarebbe stato utile anche estenderlo ai fondatori o ai lavoratori di startup e rendere il nostro Paese ancora più competitivo nel mondo dell'innovazione, ma ci riserviamo di proporre questo nei prossimi provvedimenti.

Per la prima volta poi in Italia si affronta finalmente il tema della tassa rosa, riducendo l'aliquota IVA per i prodotti di genere femminile biodegradabili. È un primo passo contro un'ingiustizia: le donne italiane già guadagnano meno dei loro colleghi uomini, ed inoltre, a parità di prodotto subiscono, prezzi maggiori; e questo è un primo passo nella giusta direzione.

Infine, questo provvedimento viene a sostenere le piccole e medie imprese, perché viene rifinanziato il Fondo di garanzia per oltre 670 milioni di euro. Come Italia Viva condividiamo tutto il decreto-legge, tranne l'articolo 39, l'articolo relativo alle misure in tema di reati tributari. Noi rimaniamo contrari all'introduzione dell'istituto della confisca allargata: un istituto che è stato introdotto nei primi anni Novanta per combattere la mafia e il terrorismo, ma noi pensiamo che non debba essere introdotto appunto in materia tributaria. La confisca per sproporzione porterebbe al sequestro preventivo di beni e patrimoni di aziende che danno lavoro; e conoscendo i tempi della giustizia nel nostro Paese, esiste il rischio tangibile che ben prima della fine del processo queste aziende saranno costrette a chiudere, con effetti estremamente negativi per l'economia e per il lavoro nel nostro Paese. Occorre lottare contro i grandi evasori, ma senza cadere nel giustizialismo penale. Ci rallegriamo comunque che il testo sia stato migliorato in Commissione, in confronto al testo inizialmente proposto. Insomma, Presidente, con questo decreto-legge si contrasta l'evasione, si tutela la legalità, si semplificano gli adempimenti, vincoli o cavilli inutili, per rendere la vita più semplice a migliaia di aziende, PMI e imprenditori che ogni giorno danno lavoro e portano avanti la nostra economia, l'ottava economia del mondo. Per poter abbassare le tasse bisogna lottare contro l'evasione, e in questa manovra sappiano che su 30 miliardi, 26 miliardi vanno a ridurre le tasse: 23 per ridurre l'IVA e 3 miliardi per abbassare le tasse sul lavoro.

È strano constatare, Presidente, che esattamente un anno fa qui noi approvavamo il decreto-legge fiscale 2018, in cui la Lega aveva insistito su vari punti; voglio quindi mettere in evidenza due o tre temi di differenza tra noi e la Lega. Un anno fa voi nel decreto-legge fiscale facevate condoni, condoni tributari; noi oggi qui contrastiamo l'evasione e semplifichiamo il fisco (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

Un anno fa lo spread era a 300 punti base, oggi è a 170: si è quasi dimezzato, portando a prova, dimostrando il dividendo di credibilità di cui questo Governo gode, anche grazie alla grande stagione riformista avviata dal Governo Renzi. È curioso sentire dai colleghi della Lega appelli ad abbassare la pressione fiscale, quando noi sappiamo molto bene che negli ultimi vent'anni la pressione fiscale non è mai scesa quando la Lega era al Governo (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva). Voi gestite l'esistente, noi pensiamo al futuro e innoviamo questo Paese. Non sareste riusciti a fare questa manovra, e infatti quest'estate avete preferito non assumervi le vostre responsabilità, schiacciati tra le vostre promesse populiste e di corto respiro e la realtà. Per 14 mesi vi abbiamo visto all'opera: avete fatto condoni agli amici degli amici, avete chiesto tangenti a Mosca (Commenti di deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), avete fatto proposte regressive come la flat tax, proponendo di emettere mini BOT con il sogno segreto di portarci fuori dall'euro (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva). Noi non ve lo permetteremo, e anche per questo motivo io dichiaro la fiducia di Italia Viva a questo Governo (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Galeazzo Bignami. Ne ha facoltà.

GALEAZZO BIGNAMI (FDI). Presidente, Fratelli d'Italia non voterà la fiducia a questo Governo: non tanto per le numerose linee di frattura che attraversano questa maggioranza, come Ilva, prescrizione, giustizia, “quota 100”, il MES, le infrastrutture, la Gronda, e potrei proseguire a lungo, molto a lungo; ma perché dare fiducia a questo Governo significherebbe non avere fiducia negli italiani.

Perché, vedete, questo provvedimento si fonda su due pilastri fondamentali: una sfiducia nei confronti dei nostri connazionali, che a volte sfocia nella vera e propria ostilità; e un sostegno incondizionato nei confronti di banche, fisco, tasse, anche Agenzia delle entrate, verso cui continuate a realizzare delle cessioni di porzioni di sovranità, dimenticando che questo Governo rappresenta gli italiani e che tutti voi, tutti noi abbiamo solo un datore di lavoro: il popolo italiano.

Per noi doveva essere uno il pilastro su cui si doveva fondare questo provvedimento, appunto la fiducia: fiducia nei confronti dei commercianti, delle partite IVA, dei professionisti, dei coltivatori, degli operai, dei dipendenti, dei pensionati. Di chi si alza la mattina per andare a lavorare, per produrre, per creare ricchezza, o quantomeno per provare a creare ricchezza: non costringendolo a rimanere ostaggio di un reddito di cittadinanza che è la negazione stessa di quella dignità che il lavoro conferisce.

L'articolo 1 della Costituzione recita: “L'Italia è una Repubblica (…) fondata sul lavoro”. E “La sovranità appartiene al popolo (…)”. Non c'è spazio, nella nostra Costituzione, per reddito di cittadinanza o per tecnocrazie collocate a qualche centinaio di chilometri da qui, che vorrebbero il nostro popolo suddito e schiavo. Ed è per questo che non voteremo la fiducia a questo Governo: perché ci saremmo attesi altro. Ci saremmo attesi più equità fiscale: invece, andate a chiedere ai commercianti, che si trovano in queste ore costretti ad installare nuovi registratori di cassa, a quali adempimenti e oneri si trovano obbligati a fare fronte. Ci saremmo attesi più semplificazione: invece andate a chiedere alle partite IVA, ai professionisti, a che cosa li hanno costretti gli ISA e a che cosa li costringeranno gli ISA. Ci saremmo attesi meno burocrazia; invece, andiamo, e andate a confrontarvi con le imprese, che dovranno fare i conti, in materia di appalti ad esempio, con le norme che state per introdurre. Ci saremmo attesi uno Stato che paga i propri debiti; andate, invece, a chiedere a pensionati e dipendenti che cosa significherà lo slittamento del pagamento del 730.

Non è col tintinnio delle manette che si crea quella fiducia, che invece nei confronti degli italiani noi riteniamo si possa creare dando attuazione e concretezza a delle parole chiave: semplificazione, facilitazione, sburocratizzazione, libertà di impresa, libertà di circolazione della ricchezza, speranza per il futuro; fiducia, per l'appunto.

Non è una difesa degli evasori, come qualcuno evoca: è una difesa nei confronti di chi, invece, cerca di dare un futuro dignitoso alla propria famiglia e ai propri figli. Ben altre sono le grandi evasioni che la sinistra ha tutelato, difendendo le banche.

E proprio perché abbiamo fiducia negli italiani, non possiamo darla a questo Governo. Abbiamo cercato, con emendamenti, provvedimenti, indicazioni di migliorare un testo in larga parte compromesso; ma nel momento in cui questo Governo ha chiesto la fiducia, ha chiesto a Fratelli d'Italia di schierarsi: o col Governo o con gli italiani. E Fratelli d'Italia sa bene da che parte stare: con gli italiani. Perché come diceva qualcuno, un grande italiano, un esempio da seguire: “Per noi prima viene l'Italia, poi l'Italia, poi ancora l'Italia” (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Claudio Mancini. Ne ha facoltà.

CLAUDIO MANCINI (PD). Grazie, Presidente. Colleghe e colleghi, il Partito Democratico voterà la fiducia al decreto-legge “fiscale” per l'Italia che rispetta le regole e si attende giustizia. Quando si sceglie…

PRESIDENTE. Colleghi, scusate: c'è troppo rumore, per cortesia. Prego.

CLAUDIO MANCINI (PD). Quando si sceglie di contrastare a fondo e con strumenti innovativi l'evasione fiscale, come avviene con questo provvedimento, lo si fa a vantaggio della maggioranza dei cittadini virtuosi, e non lisciando il pelo a chi elude, evade, froda il fisco, rubando di fatto soldi a tutti gli italiani. La fiscalità, infatti, non è lo strumento dello Stato contro i singoli cittadini, come ci raccontano i colleghi della Lega, ma è la cassa comune a cui ognuno contribuisce: ognuno secondo le proprie possibilità ed il proprio reddito, per garantire i servizi pubblici, la coesione sociale, la sicurezza e la forza del Paese. Il “decreto fiscale” che approviamo oggi raggiunge questi obiettivi.

Si riscrivono le regole sui carburanti, le compensazioni e gli appalti. Nel solco della fatturazione elettronica, avviata nella scorsa legislatura, si procede al completamento dell'introduzione dello scontrino telematico e si inseriscono incentivi per l'uso della moneta elettronica. Innovazione tecnologica, semplificazione delle procedure e senso della misura nei confronti dei contribuenti, sono gli strumenti di una politica fiscale che vogliamo più rigorosa e più giusta. Bisogna ricordare che la manovra di bilancio, di cui il “decreto fiscale” è parte integrante, mantiene inalterata la pressione fiscale complessiva. È incredibile vedere come, per alcuni commentatori e per le forze politiche di opposizione, il taglio delle tasse sul lavoro non sia considerato una riduzione della pressione fiscale, come se i lavoratori dipendenti, pubblici e privati, che dal prossimo anno avranno meno tasse nella busta paga e quindi una retribuzione netta più alta, siano cittadini di “serie B”; come se la riduzione delle tasse per loro non sia riduzione della pressione fiscale complessiva, ma un sussidio, oppure una gentile concessione che fa parte della spesa pubblica. Non è così: il taglio delle tasse sul lavoro è riduzione a tutti gli effetti della pressione fiscale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Inoltre, ridare potere d'acquisto a milioni di dipendenti pubblici e privati non è solo un atto di giustizia sociale, ma è anche una scelta di politica economica che è condivisa da tutte le più importanti organizzazioni datoriali e dal sistema delle imprese. I dati degli ultimi anni, infatti, fotografano una situazione economica italiana nella quale vanno bene solo le imprese che più esportano, mentre ristagna il mercato interno. Negli ultimi due anni è tornato a crescere il risparmio degli italiani: si torna ad accantonare risparmio, ma non a spendere. È chiaro che gli italiani vedono ancora incertezze e per questo restano prudenti. E, in effetti, colleghi, è anche difficile dar loro torto, visto che per quattordici mesi il volto della politica economica italiana è stata quella del collega Borghi, che ancora oggi ci invita ad uscire dall'euro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Per il Partito Democratico, invece, mettere più soldi in busta paga e dare più fiducia ai mercati sono due facce della stessa politica economica. Meno tasse sul lavoro, sostegno alle imprese, più risorse nell'economia reale e contrasto all'evasione fiscale, questo è il programma del Governo, a cui confermiamo fiducia.

Il decreto che votiamo oggi, però, è anche molto diverso da quello che è arrivato in Parlamento quaranta giorni orsono. In una coerenza di princìpi e di impostazione di fondo, e a saldi invariati, in Commissione finanze si è fatto un grande lavoro di ascolto del Paese. Grazie alle numerose audizioni della società civile organizzata, delle amministrazioni dello Stato e del sistema delle autonomie locali, e grazie ai tanti emendamenti discussi ed esaminati, sono stati riscritti interi articoli del provvedimento; con il voto della maggioranza, certo, ma anche ascoltando quei colleghi delle opposizioni che sono voluti entrare nel merito del provvedimento. La soppressione dell'articolo 23, sulle sanzioni amministrative, la riscrittura degli articoli 4 e 39, relativi alle regole sugli appalti e alla giustizia tributaria, le stesse modifiche degli articoli 16, 20 e 21 sono frutto di questo lavoro, che, a nostro avviso, migliora e rende più efficace il provvedimento proposto dal Governo. Ci sono inoltre articoli aggiuntivi e singole proposte che hanno trovato consenso ed allargano e qualificano il “decreto fiscale”, anche dando una direzione precisa alle scelte della maggioranza che troveranno ulteriore sviluppo della legge di bilancio. Se forse è vero, come è vero, che questa maggioranza parlamentare si è messa assieme per scongiurare l'aumento dell'IVA e il default dei conti pubblici, è certo che in questo provvedimento abbiamo dato un'anima popolare giusta alla manovra fiscale. Il pacchetto per gli enti locali, con l'aumento dell'indennità per i sindaci dei piccoli comuni, le semplificazioni organizzative e la riforma della Tari, le misure sui mutui bancari…

PRESIDENTE. Mi scusi, collega. Colleghi, forse non sono stata chiara?

CLAUDIO MANCINI (PD). Grazie, Presidente. Le misure sui mutui bancari, che impongono di concedere credito per il riacquisto della prima casa a chi non ha potuto pagare mutui in passato; le assicurazioni, con le modifiche sulle RC auto relativamente all'assegnazione delle classi di merito; la riduzione dei tassi d'interesse sui tributi; la proroga dei termini per la norma sulla parità di genere per gli organi apicali delle società quotate; la revisione dei limiti di spesa per il personale degli enti e delle aziende del servizio sanitario nazionale; una prima riduzione dell'IVA per i prodotti per la protezione dell'igiene femminile; le agevolazioni fiscali per i veicoli elettrici utilizzarli dagli invalidi; il pagamento dei compensi per le prestazioni di lavoro straordinario delle forze di polizia e dei vigili del fuoco: sono alcune tra le decisioni promosse dalla maggioranza in Commissione che qualificano e rafforzano questo decreto.

Il Partito Democratico ha partecipato a questo lavoro in Commissione con le proprie proposte, nel confronto leale con gli alleati e provando a comprendere anche le ragioni che venivano dall'opposizione. La sintesi di questo lavoro ci soddisfa. Non si è trattato di compromessi al ribasso o di frettolose mediazioni. Devo dire che ci ha dato conforto, in questa discussione, la dura opposizione che, sin dal primo giorno, è venuta dai colleghi del gruppo della Lega, che hanno contestato alla radice i contenuti del decreto fiscale. Hanno capito per primi, infatti, che con la conversione di questo decreto si archivia davanti al Paese l'avventura della flat tax (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), quella proposta economica della Lega, su cui Salvini voleva pieni poteri, che avrebbe abbattuto le tasse per i redditi sopra i 300 mila euro e scaricato sul ceto medio italiano il taglio violento della spesa pubblica, e che ci avrebbe portato fuori dallo spazio civile e sociale europeo. Francia, Spagna, Germania, Inghilterra, hanno tutte, come noi, un sistema fiscale in cui chi più guadagna più paga, in proporzione al proprio reddito: è la progressività fiscale su cui si è fondata la coesione sociale e costituzionale delle grandi democrazie. Negli stessi Stati Uniti è stata discussa come una grande forzatura della presidenza Trump la riduzione dell'aliquota più alta dal 42 al 39 per cento. L'aliquota unica al 15 per cento, che tanto piace al collega Borghi e che è il programma elettorale di Salvini, porterebbe ad un calo delle entrate della spesa pubblica tra i 50 e i 70 miliardi di euro. La manovra 2020, che era stata predisposta dal precedente Governo, avrebbe comportato - lo ha detto il Ministro Gualtieri più volte senza mai essere smentito - tagli alla spesa pubblica nel prossimo anno per 7 miliardi di euro. Per capirci, 7 miliardi di euro è l'intero costo del sistema universitario. Nell'Occidente democratico nessuno ha abbandonato il sistema della progressività fiscale a favore della flat tax, che c'è solo in Bulgaria ed in Russia. Noi, con questo provvedimento, torniamo a dire una cosa chiara e semplice agli italiani: pagare tutti consente di pagare meno, abbassare le tasse senza ridurre i servizi e abbandonare quel carattere universale del nostro sistema pubblico che ci fa essere una grande democrazia europea ed occidentale. Per queste ragioni il gruppo del Partito Democratico vota la fiducia al decreto fiscale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Alessandro Cattaneo. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO CATTANEO (FI). Presidente, la discussione che facciamo oggi sul decreto fiscale rappresenta per noi di Forza Italia un asse portante della nostra identità, dei nostri valori profondi. Ci saremmo aspettati in quest'Aula di discutere approfonditamente di una visione di Paese che da sempre portiamo avanti. Per noi il fisco significa portare avanti uno sgravio, iniziative che vadano a favore di alleggerire il carico fiscale rispetto a imprese, rispetto a partite IVA, rispetto ai singoli che in questo Paese vogliono investire, invece ci troviamo ad affrontare un dibattito con tutt'altri presupposti. Ma prima di entrare nel merito, fatemi anche denunciare una volta ancora la compressione del dibattito parlamentare (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). I 5 Stelle, nella passata legislatura, si sono contraddistinti per fare grandi battaglie per denunciare il muscolarismo degli atti di fiducia e, in questa legislatura, invece, li vediamo usare in maniera disinvolta lo strumento del voto di fiducia.

Come vi piace stare attaccati alle poltrone, e come vi piace utilizzare questo strumento ogni qualvolta ve n'è data la possibilità! Rivendichiamo, però, ancora una volta, di essere stati, nel lavoro quotidiano della Commissione, dalla parte delle imprese, dalla parte di coloro che in Italia creano sviluppo e lavoro: come abbiamo fatto? Abbiamo presentato un numero congruo di emendamenti, non abbiamo fatto ostruzionismo e riconosciamo di aver contribuito al lavoro in Commissione, in un clima tutto sommato disteso. Abbiamo anche contribuito a far approvare alcuni provvedimenti secondo noi importanti, di cui peraltro vi state fregiando voi stessi; posso citare l'esterometro o posso, soprattutto, citare i PIR, i Piani individuali di risparmio, che rappresentano un enorme volano e una grande occasione, che porta la nostra firma, a beneficio della finanza che si riconcilia con l'economia reale (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Siamo orgogliosi di aver contribuito a portare questo risultato.

Dall'altra parte, ci è spiaciuto vedere, soprattutto nelle ultime ore, la maggioranza che ha provato, con dei blitz, a inserire questo o quel provvedimento: la revisione di ciò che avevamo deciso sul bollo, ieri, o altre iniziative, per esempio, sul mondo assicurativo, o addirittura il tentativo, che avete provato fino all'ultimo a portare, di inserire qua dentro il decreto Alitalia, perché siccome non siete capaci di prendere decisioni, provate a inserire queste decisioni casualmente là dove passa un provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Noi siamo persone serie: buoni, sì, ma, fessi, no; siamo stati attenti e stiamo attenti affinché ciò che stiamo discutendo possa portare veramente un valore aggiunto al nostro Paese.

Quando si discute di fisco e di economia, si dovrebbero guardare i fondamentali del nostro Paese: di cosa ha bisogno il nostro Paese? Lo dicono tutti gli economisti e lo dicono tutti i commentatori attenti. Noi soffriamo perché abbiamo un debito pubblico gigantesco e soffriamo perché le nostre aziende non sono abbastanza competitive, e perché non sono abbastanza competitive? Per tre ragioni: in Italia ci sono troppe tasse, c'è troppa burocrazia e c'è una giustizia che non funziona (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente) e noi cosa troviamo in questo provvedimento? Esattamente il contrario di ciò che ci servirebbe.

Due parole sul debito pubblico italiano: è arrivato a 2.400 miliardi, nessuno sembra occuparsene! Ma lo sapete quanto paghiamo di interessi sul debito? Quasi 60 miliardi di euro, ragazzi, un'enormità! E noi siamo stufi che non ci sia un Governo che finalmente vada a prendersi le proprie responsabilità e, per la prima volta, dica: proviamo ad occuparci delle nuove generazioni, abbassiamo il debito pubblico italiano (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Noi siamo rimasti come una voce isolata ad essere dalla parte di chi la spesa pubblica non la vuole espandere; noi siamo tra i pochissimi che la spesa pubblica di questo Paese riteniamo sia un gigantesco moloc che va efficientato, che va compresso (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Noi lo diciamo con chiarezza: l'Italia ha bisogno di ridurre la spesa pubblica non di espanderla. Purtroppo, si è instillata nel Paese un'equazione sbagliata: taglio della spesa pubblica, uguale, austerity. No! Tagliare la spesa pubblica improduttiva significa poter finalmente abbassare le tasse senza chiedere niente a nessuno, senza fare altro debito; vuol dire finalmente occuparsi delle nuove generazioni a cui nessuno sembra interessato. Ebbene, noi vogliamo pensare alle nuove generazioni (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Va detto che il debito pubblico galoppa anche per delle eredità che arrivano dai Governi precedenti. Quota 100 è da rivedere, il reddito di cittadinanza noi non avremmo avuto dubbi nell'eliminarlo da un giorno all'altro, perché rappresenta culturalmente ed economicamente il peggio di ciò che il MoVimento 5 Stelle ha portato nel nostro Paese: la mortificazione del lavoro, la mortificazione dei valori di meritocrazia che ci hanno sempre contraddistinto (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

Parlavamo, quindi, di cosa c'è bisogno per le imprese. Ragazzi, non sappiamo più come dirvelo, non sa più come dirvelo il Paese reale: meno tasse, meno tasse, meno tasse (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)! Noi lo ripeteremo all'infinito, lo ripetono tutti, ma poi, quando arrivano sui banchi del Governo non si capisce cosa accade e la via più facile è trovare questo o quel balzello. Noi continuiamo a ritenere che le tasse siano sempre un problema e mai la soluzione. Poi, mi rifaccio a un grande uomo di Stato, al cui pensiero molti di noi si rifanno, che è Luigi Einaudi, il quale diceva: conoscere per decidere.

Noi in questa decreto di finanza abbiamo visto esattamente il contrario, avete deciso nuove tasse e avete, poi, provato a conoscere il settore su cui quelle tasse andavate a metterle; avete messo tasse su ogni cosa, bibite, voli, o almeno l'avete annunciato, piuttosto che plastica e quant'altro, poi, accorgendovi però il mattino seguente, dopo che la notte mettevate le tasse, che in questo modo il disastro causato a questo o quel comparto era in misura ben superiore al beneficio che avreste ottenuto. Ragazzi, ve lo ripetiamo, le tasse non sono mai una soluzione, sono sempre il problema.

Abbiamo anche provato a darvi degli spunti e vi abbiamo detto di alleggerire il carico fiscale per i fondi di investimento italiani o internazionali che vogliano investire nel settore immobiliare e ci avete detto di “no” e ancora non lo capiamo, perché era una manovra che costava poco, per noi zero, ci avete detto “poco”, ma l'avete cassata; niente da fare, insomma. Noi, però, abbiamo un altro convincimento, che lo sviluppo, l'economia vera, il PIL, li generi l'investimento privato, mettetevelo in testa e noi continueremo, quindi, a stare dalla parte dell'investimento privato e vediamo l'investimento pubblico solo come attrattore e volano per aiutare il privato a investire di più e meglio nell'Italia. Oggi, voi, invece, fate fuggire gli investitori nazionali e non parliamo di quelli internazionali.

Poi, ancora, chiedono tutti meno burocrazia e cosa troviamo in questo provvedimento? Il contrario; sappiamo bene di cosa stiamo parlando, perché con l'articolo 4 chiedete a un imprenditore edile, chiedete a un datore di lavoro quale complicazione burocratica, quale montagna di scartoffie dovrà affrontare. Se non volete ascoltare noi, ascoltate l'ANCE, andate a chiedere in un cantiere dei pochi, troppo pochi, aperti nel nostro Paese quali complicazioni avranno. Ancora, ve lo diciamo, questo è un voto di fiducia e, quindi, noi torniamo con l'occasione a chiedervi: ma quante imprese devono ancora chiudere per accorgersi che il codice degli appalti è da rivedere, quante aziende devono ancora chiudere per rendervi conto che questa è un'emergenza nazionale (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)?

Dulcis in fundo, il provvedimento, secondo noi, più disgraziato, ecco atterrare anche sull'economia reale del Paese, anche sulle piccole aziende del Paese, la vostra visione manettara e giustizialista (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Attenzione, con l'articolo 39, voi utilizzate strumenti per il contrasto mafioso per un presunto contrasto dell'evasione fiscale sulle nostre aziende, figlio di un'ideologia sbagliata, ma che avete portato avanti per anni, per cui l'imprenditore, per voi, è il prenditore - un'equazione, per noi, da rigettare al mittente - ovvero partita IVA, libero professionista, uguale: evasore. Voi dovreste solo ringraziare le partite IVA e i liberi professionisti di questo Paese che sono la spina dorsale del Paese (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), sono coloro che tutti i giorni si impegnano per far andare avanti il Paese.

Allora, proviamo a metterci nei panni, oggi, di un giovane che vuole fare qualcosa in questo Paese. Da un lato, se ha voglia di fare impresa si trova davanti a più burocrazia, a più tassazione e quasi il pericolo delle manette…

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

ALESSANDRO CATTANEO (FI). Dall'altra parte se non ha niente da fare voi gli dite: stai a casa comodamente, ti diamo uno stipendio e qualcuno, un navigator, cercherà un posto per te. Ma vi rendete conto di che Paese state immaginando? Al contrario di quello che dovrebbe essere.

Noi chiediamo una sola cosa, Presidente, che questo Paese riesca nuovamente a imporsi, perché valori come meritocrazia, lavoro, impegno, senso del dovere e credibilità salgano di nuovo all'attenzione di quest'Aula. Chiediamo a gran voce che in un decreto fiscale possiamo finalmente un giorno vedere meno tasse (I deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente espongono cartelli con le scritte: “Meno tasse per le imprese” e “Stop manette per le imprese”). Questo è il nostro impegno, questa è la nostra richiesta…

PRESIDENTE. Colleghi, vi chiedo di abbassare i cartelli, colleghi vi chiedo di abbassare i cartelli. Chiedo agli assistenti parlamentari di intervenire (Gli assistenti parlamentari ottemperano all'invito della Presidente).

ALESSANDRO CATTANEO (FI). Stop alle tasse per le imprese e “sì” a un Paese che sta dalla parte di chi produce (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)

PRESIDENTE. Collega, grazie, grazie, collega! Ricordo anche che non si fanno fotografie in Aula.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Leonardo Tarantino. Ne ha facoltà.

LEONARDO TARANTINO (LEGA). Signor Presidente, onorevoli colleghe e colleghi, membri del Governo…

PRESIDENTE. Colleghi, vi chiedo di fare un po' di silenzio, c'è il collega Tarantino che sta cercando di intervenire. Colleghi di Forza Italia… colleghi di Forza Italia…

Colleghi, colleghi, dovete rimuovere i cartelli, c'è il collega Tarantino che sta cercando di intervenire. Prego.

LEONARDO TARANTINO (LEGA). Per dare un giudizio compiuto del nostro gruppo su questo decreto voglio partire un po' da lontano e voglio ripartire dal decreto fiscale del 2018, proposto da un Governo che vedeva la Lega, appunto, facente parte del Governo e, quindi, un decreto che ne conteneva le convinzioni e le idee. Dunque, confrontare il decreto del 2018 con quello del 2019 non è cosa particolarmente complicata, perché basta leggere l'indice, i titoli degli articoli, le parole ricorrenti che venivano citate per comprendere la differenza tra quel decreto e quello che oggi viene proposto all'Aula. In quell'indice, in quello del 2018, c'erano sei volte le parole “definizione agevolata”: articolo 1, definizione agevolata dei processi verbali di constatazione; articolo 2, definizione agevolata degli atti del procedimento di accertamento; articolo 3, la definizione agevolata dei carichi affidati all'ente riscossore e così via. C'erano le parole “stralcio dei debiti”, c'era “regolarizzazione” all'articolo 7, c'era la parola “semplificazione” per sei volte in sei articoli: semplificazione in tema di emissione delle fatture, in tema di annotazione delle fatture, in tema di registrazione degli acquisti e via via. C'erano le parole “disposizioni di armonizzazione”, c'erano “rinvio”, “potenziare gli investimenti”, “ammodernamento” e “rifinanziamento”.

Ecco, a fianco di queste parole mettiamo quelle del decreto 2019 e nell'indice troviamo subito la parola “divieto”, “divieto di compensazione”, poi “inibizione”, “inibizione alla compensazione” e la parola “contrasto” in quattro articoli (“contrasto alle compensazioni”, “contrasto alle frodi). Poi troviamo, facendo sempre scorrere, “controllo preventivo”, troviamo “sanzioni”, “prelievo”, “blocco” e poi ne troviamo una che invero non è scritta nel dossier ma che è stata citata più volte nel dibattito politico anche fuori da quest'Aula e l'avete usata voi del MoVimento 5 Stelle e, quindi, mi sento legittimato a citarla, che è la parola “manette”: manette agli evasori (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) di cui si parla nell'articolo 39.

Quindi, basterebbe già questo per capire che purtroppo l'aria è cambiata. Oggi agli italiani, purtroppo, dobbiamo dare una brutta notizia: la bella stagione aperta dalla Lega al Governo, dopo anni di Governo di centrosinistra, la stagione della flat tax, delle semplificazioni, delle definizioni agevolate, della rottamazione delle cartelle, la stagione della pace e del giusto rapporto tra Stato e cittadino per ora pare essere finita. Oggi, con questo decreto, inizia la traversata di un lungo inverno, anche se a dire il vero noi vogliamo renderlo il più corto possibile sperando che al più presto si possa andare a elezioni e ridare la parola agli elettori (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Ma cosa si devono aspettare gli italiani in questa lunga e fredda traversata del deserto? Questo decreto è il decreto che per colpire l'evasione colpirà un po' tutti; questo è il decreto che, per colpire le indebite compensazioni fiscali, colpisce le compensazioni di tutti, rinviandole di mesi e con miliardi che rimarranno per mesi nelle casse dello Stato anziché dei cittadini, dei professionisti e delle imprese; questo è il decreto che posticipa il conguaglio del 730, che riguarda milioni di pensionati e cittadini. Quella che in apparenza ci avete voluto raccontare - e sembra un'opportunità - si tradurrà in un ritardo di mesi a danno di milioni di persone. Ieri, tra l'altro, il Governo finalmente sembrava dare ragione alle questioni poste proprio dal nostro gruppo in Commissione finanze.

Questo è il decreto che pensa di diminuire l'evasione limitando l'uso del contante. Noi crediamo che l'evasione si riduca abbassando le tasse (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Questo è il decreto che introduce le pazze norme dell'articolo 4, che mettono a carico delle imprese i costi della prevenzione e dei controlli su ritenute e compensazioni, un articolo che, è stato già detto, ha raggiunto il record di opinioni negative durante le audizioni in Commissione finanze. È anche il decreto dell'articolo 39, quello delle manette agli evasori e dei sequestri preventivi, e noi pensiamo che si debba agire in modo completamente diverso. Questo - va detto anche - è il decreto che stanzia per i territori colpiti dalle calamità negli scorsi mesi solo 40 milioni, a cui se ne aggiungono altri circa cento già disponibili.

Ricordo che il decreto fiscale del 2018, con la Lega al Governo, ne stanziava quasi 500 (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). È, quindi, un decreto su cui noi diamo un forte giudizio negativo.

Nonostante questa negatività, abbiamo cercato di migliorare il provvedimento con un'azione direi costruttiva in Commissione finanze e alcuni risultati li abbiamo ottenuti e vale la pena citarli: c'è l'estensione del ravvedimento operoso anche ai tributi di regioni ed enti locali e ricordo che con il ravvedimento operoso nei casi consentiti la sanzione è ridotta fino al 90 per cento. Grazie a un emendamento dell'onorevole Boldi, finalmente si potrà assumere qualche medico in più: sale dal 5 al 10 per cento il limite all'incremento del fabbisogno di personale sanitario, limite che può salire fino al 15 per cento per le regioni che hanno i conti in ordine. Li abbiamo convinti anche a eliminare le sanzioni ai commercianti non dotati di POS e non attrezzati ad adeguare lo scontrino alla nuova lotteria degli scontrini. Siamo convinti che il tema vada affrontato con più aperture e con accordi sul costo delle commissioni degli operatori del settore e non, come si stava facendo, mettendo tutto a carico dei commercianti.

Ci avete, però, detto anche tanti “no” che rendono il nostro giudizio ancora più negativo. Ci avete detto “no” sull'eliminazione del 770, già valutata nella discussione sulle semplificazioni fiscali; ci avete detto “no” sulla possibilità di compensare crediti con lo Stato senza i ritardi che avete inserito nell'articolo 4 almeno per le categorie di contribuenti che, attraverso la ritenuta di acconto, sono strutturalmente a credito; ci avete detto “no” sulla riapertura della rottamazione-ter per le cartelle 2018. Sulla rottamazione proprio non ci volete sentire: abbiamo sentito l'onorevole Mancini prima dire che siete convintamente su una strada diversa da quella che la Lega voleva proporre, eppure la rottamazione ha prodotto un'entrata di 24 miliardi suddivisi per i prossimi cinque anni, con 2 milioni di contribuenti che si sono messi in regola con il fisco.

Un altro “no” importante è stato dato alla proposta della cosiddetta IRPEF incrementale al 15 per cento, ovvero la tassazione al 15 per cento sul maggior reddito conseguito rispetto all'anno precedente, un modo per disincentivare l'evasione e un percorso di avvicinamento alla flat-tax per tutti. Anche la proposta di confermare - visto che la state togliendo - la flat-tax al 20 per cento sui redditi tra i 65 e i 100 mila euro è stata bocciata. Era una proposta che, tra l'altro, non aveva bisogno di coperture, perché già finanziata nella scorsa legge di bilancio, e che avrebbe continuato ad avere successo dopo quella dei forfettari del 2018 fino a 65 mila euro (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Ci avete detto “no” inizialmente anche sulla proposta presentata di esentare ancora dall'IMU fino al 2021 gli immobili ancora inagibili a causa del sisma del 2012 in Emilia-Romagna, proposta fatta dall'onorevole Cavandoli. Fortunatamente, poi l'avete recuperata in un altro provvedimento. Anche in tema di autotrasporti, con il collega Paternoster che non si può dire non sia esperto del settore, all'interno degli articoli che mirano al contrasto delle frodi sui carburanti avevamo proposto un testo migliorativo che, tra l'altro, dava gettito: lo avete respinto (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). “No” anche sulla proposta della definizione delle liti pendenti da mettere a regime dopo il buon esito delle norme introdotte lo scorso anno, volute e scritte dall'onorevole Bitonci, allora sottosegretario. Questa proposta avrebbe permesso di abbattere centinaia di migliaia di contenziosi della giustizia tributaria, ma anche qui non avete voluto sentire ragioni.

Da sindaco, da ex sindaco con rammarico cito anche la scelta di attuare la fusione IMU-TASI che inserirete nella manovra di bilancio ma avete rigettato la nostra proposta, che nasceva dalla proposta di legge dell'onorevole Gusmeroli, che non era solo una semplice fusione ma avrebbe innescato un recupero dell'evasione di qualche miliardo attraverso l'azione virtuosa dei comuni. Non avete avuto il coraggio di affrontare il tema dell'IVA al 22 per cento sulle lezioni per l'ottenimento delle patenti di guida, stando dalla parte dei contribuenti e, quindi, avete bocciato tutte le proposte della collega Covolo. Le patenti così, dopo l'approvazione di questo decreto, costeranno il 20 per cento in più.

Ecco, ci sono tanti “no”, signor Presidente, onorevoli colleghi, e appunto questi sono solo alcuni esempi perché l'elenco potrebbe essere più lungo e avere ulteriori dettagli. Come avete potuto ascoltare, il nostro gruppo, il gruppo della Lega, ha avuto un approccio costruttivo e propositivo ma tante nostre proposte sono state bocciate. È un approccio completamente diverso da quello che il Governo e la maggioranza 5 Stelle hanno e, cioè, l'approccio delle sanzioni, delle complicazioni, della burocrazia, delle nuove tasse e dei nuovi adempimenti…

PRESIDENTE. Collega, dovrebbe concludere.

LEONARDO TARANTINO (LEGA). …e del tempo perso - concludo - a compilare moduli e formulari. A questo approccio che voi volete avere preferiamo quello del lavoro vero nelle officine, nei laboratori, nelle fabbriche e nei cantieri. Preferiamo semplificare e non complicare, perché quando tutto è più semplice non si incorre in errori e poi in sanzioni. Insomma, a noi interessa porgere una mano al mondo produttivo e ai cittadini per raggiungere un equilibrio equo tra lo Stato e il contribuente. Questo decreto, invece, sembra fatto…

PRESIDENTE. Collega, deve concludere.

LEONARDO TARANTINO (LEGA). …soprattutto per complicare e per incassare, non ci appartiene e non ha il nostro DNA. Per tutti questi motivi, signor Presidente, annuncio il voto contrario del gruppo Lega alla fiducia posta dal Governo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Currò. Ne ha facoltà.

GIOVANNI CURRO' (M5S). Presidente, colleghi, oggi votiamo un decreto fiscale che rappresenta un cambio di rotta decisivo per tutto il sistema italiano della fiscalità. I numeri parlano chiaro e per la prima volta si è deciso di dare loro attenzione: 107 miliardi e 500 milioni di euro; ripeto, 107 miliardi e 500 milioni di euro. Questa è la spaventosa cifra a cui ammonta l'evasione fiscale del nostro Paese. È difficile per tutti capire di quanto denaro stiamo parlando. Per farci un'idea, dobbiamo pensare che l'intera spesa pubblica per la sanità in un anno è di circa 118 miliardi di euro o che, con la quantità di denaro che ogni anno viene evasa, si potrebbero pagare ben due volte tutte le spese del Ministero dell'Istruzione.

Il punto centrale di questi numeri spaventosi è questo: il grosso dell'evasione accertata e non ancora riscossa riguarda contribuenti di grandi dimensioni; sopra i 100 mila euro sono l'82,3 per cento, mentre i debitori sotto i 10 mila euro sono appena il 5 per cento delle somme evase. Pensi, Presidente, prima un grande evasore se la cavava con una multa, in questo Paese era quasi conveniente evadere. Noi abbiamo deciso di colpire i grandi evasori con il carcere, siamo intervenuti nel caso della dichiarazione fraudolenta, portando il massimo della pena da sei a otto anni e abbassando la soglia per andare in carcere per chi evade il fisco per cifre a partire da 100 mila euro. Stiamo parlando, quindi, di grandi evasori che frodano il fisco e che magari portano i loro capitali all'estero, in qualche paradiso fiscale. Sono soldi nostri, di tutti noi; soldi che potrebbero essere spesi per scuole, ospedali e strade (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Inoltre, introduciamo la norma della confisca per sperequazione, attualmente possibile solo per i mafiosi.

Quando un contribuente non sarà in grado di dimostrare che il suo patrimonio è giustificato dai suoi redditi, i beni potranno essere confiscati, anche se il reato è prescritto. Basta grandi evasori impuniti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Ma il decreto fiscale non è solo la lotta alla grande evasione. Solo per citare alcune delle misure più importanti, abbiamo raggiunto l'unanimità per la nuova disciplina dei PIR, uno strumento che consentirà alle piccole, piccolissime e medie imprese di reperire liquidità per fare investimenti. Parliamo di ingente liquidità che potrà finalmente raggiungere le imprese italiane; parliamo già oggi di oltre 600 milioni di euro per le imprese. Sono davvero orgoglioso del lavoro svolto, sintomo che, quando ci si concentra tutti sul lavoro, non ci sono barriere ideologiche che tengano.

E ancora, la nuova norma sulla RC Auto Equa, frutto del grande lavoro in Commissione, grazie al quale si potrà estendere la classe di merito più bassa a tutti i veicoli di proprietà del nucleo familiare: una vera e propria boccata di ossigeno per milioni di famiglie (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

E ancora, l'IVA giù dal 22 al 5 per cento per tamponi e assorbenti compostabili e biodegradabili: lo dovevamo a tutte le donne e lo abbiamo fatto, raccogliamo i frutti di una battaglia che portiamo avanti da anni. Circa 20 milioni di donne saranno raggiunte potenzialmente da questa misura, con un occhio importante anche all'ambiente. Di fondamentale importanza è la norma che prevede che l'8 per mille possa essere destinato a interventi di ristrutturazione e di adeguamento sismico, di efficientamento energetico delle scuole. Presidente, è inaccettabile che nel 2019 ci siano ancora scuole che cadono a pezzi, pericolose per i nostri figli, e non ci fermiamo perché dobbiamo fare ancora molto di più. Con la modifica dell'articolo 4 abbiamo dimostrato che si può combattere l'evasione senza gravare le imprese di ulteriore burocrazia inutile. Infine, per la prima volta in vent'anni, il tasso degli interessi di mora è sceso sotto il 3 per cento.

Pensi, Presidente, negli anni è arrivato fino all'8,4 per cento. Con questo decreto il tasso non potrà mai più superare il 3 per cento; da oggi mai più vessazioni per i cittadini e le imprese che sono in difficoltà per il pagamento sia degli avvisi bonari che delle cartelle esattoriali. Lo Stato non è più strozzino (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico)! Presidente, queste sono alcune delle tante misure che abbiamo inserito in questo decreto; un cambio di passo evidente da parte di un Governo nato solo pochi mesi fa e che ha già ottenuto risultati importanti sul lato fiscale, a partire dal disinnesco dei 23 miliardi di aumenti IVA. Un Governo che riconosce la giusta centralità al Parlamento, come appunto dimostra la storia di questo decreto. È solo l'inizio di una politica che va nella direzione della lotta serrata alla grande evasione, della semplificazione fiscale, della maggiore liquidità per le imprese e, soprattutto, dei risparmi per le nostre famiglie nelle spese di tutti i giorni. Per tutti questi motivi, annuncio il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia.

Poiché in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo è stato stabilito che la votazione per appello nominale abbia luogo a partire dalle ore 19,30, sospendo la seduta fino a tale ora. Procediamo sin d'ora all'estrazione a sorte del nome del deputato dal quale comincerà la chiama.

(Segue il sorteggio).

La chiama avrà inizio dalla deputata Testamento.

La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 19,20, è ripresa alle 19,30.

PRESIDENTE. La seduta è ripresa.

Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame.

(Votazione della questione di fiducia - Articolo unico - A.C. 2220-A/R)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione per appello nominale sull'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame nel testo approvato dalla Commissione a seguito del rinvio deliberato dall'Assemblea.

Avverto che, per un mero errore materiale, nello stampato atto Camera n. 2220-A/R, alle pagine 30, trentesima riga, e 128, seconda colonna, trentesima e trentunesima riga, all'articolo 37, comma 1-quater, del decreto-legge, nel testo comprendente le modificazioni apportate dalla Commissione, le parole: “nei limiti di cui al comma 1” devono intendersi sostituite dalle seguenti: “nei limiti di cui al comma 1-ter”.

Avverto inoltre che, come da prassi, al fine di garantire un ordinato svolgimento della votazione, la Presidenza accoglierà un numero di richieste di anticipazione del voto fino ad un massimo del 3 per cento della consistenza numerica di ciascun gruppo.

Per agevolare le operazioni di voto, invito i deputati ad avvicinarsi al banco della Presidenza seguendo il proprio turno di votazione, che è evidenziato sul tabellone elettronico, evitando, quindi, di stazionare nell'emiciclo e di rendere così più difficoltosa l'espressione del voto.

Ricordo che, prima della sospensione della seduta, la Presidenza ha già provveduto ad estrarre a sorte il nome del deputato dal quale comincerà la chiama.

La chiama avrà inizio dalla deputata Rosa Alba Testamento.

Invito i deputati segretari a procedere alla prima chiama.

(Segue la chiama) .

PRESIDENTE. Colleghi, vi chiedo di liberare l'emiciclo. Colleghi… collega Terzoni, collega Migliore, c'è un collega che sta cercando di votare.

(Segue la chiama) .

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI (ore 20,40)

(Segue la chiama)

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA EDERA SPADONI (ore 20,50)

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione dell'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame nel testo approvato dalla Commissione a seguito del rinvio deliberato dall'Assemblea:

Presenti e votanti: 509

Maggioranza: 255

Hanno risposto : 310

Hanno risposto no: 199

La Camera approva.

Sono così precluse tutte le proposte emendative presentate.

Hanno risposto sì:

Acunzo Nicola

Adelizzi Cosimo

Aiello Davide

Aiello Piera

Alaimo Roberta

Alemanno Maria Soave

Amitrano Alessandro

Angiola Nunzio

Annibali Lucia

Anzaldi Michele

Aprile Nadia

Aresta Giovanni Luca

Ascani Anna

Ascari Stefania

Baldino Vittoria

Barbuto Elisabetta Maria

Barzotti Valentina

Battelli Sergio

Bazoli Alfredo

Bella Marco

Benamati Gianluca

Berardini Fabio

Berlinghieri Marina

Berti Francesco

Bilotti Anna

Boccia Francesco

Bologna Fabiola

Bonomo Francesca

Bordo Michele

Borghi Enrico

Boschi Maria Elena

Braga Chiara

Brescia Giuseppe

Bruno Raffaele

Bruno Bossio Vincenza

Buompane Giuseppe

Buratti Umberto

Cabras Pino

Cadeddu Luciano

Cancelleri Azzurra Pia Maria

Cantone Carla

Cantone Luciano

Carabetta Luca

Cardinale Daniela

Carè Nicola

Carinelli Paola

Carnevali Elena

Casa Vittoria

Caso Andrea

Cassese Gianpaolo

Castelli Laura

Cataldi Roberto

Cattoi Maurizio

Ceccanti Stefano

Cenni Susanna

Chiazzese Giuseppe

Ciampi Lucia

Cillis Luciano

Cimino Rosalba

Ciprini Tiziana

Colaninno Matteo

Cominardi Claudio

Conte Federico

Corda Emanuela

Corneli Valentina

Crippa Davide

Critelli Francesco

Cubeddu Sebastiano

Currò Giovanni

Dadone Fabiana

Daga Federica

Dal Moro Gian Pietro

D'Alessandro Camillo

D'Ambrosio Giuseppe

D'Arrando Celeste

De Carlo Sabrina

De Filippo Vito

De Giorgi Rosalba

De Girolamo Carlo Ugo

De Lorenzis Diego

De Lorenzo Rina

De Luca Piero

De Maria Andrea

De Menech Roger

De Toma Massimiliano

Deiana Paola

Del Barba Mauro

Del Basso De Caro Umberto

Del Grosso Daniele

Del Monaco Antonio

Del Re Emanuela Claudia

Del Sesto Margherita

Delrio Graziano

Di Giorgi Rosa Maria

Di Lauro Carmen

Di Maio Luigi

Di Maio Marco

Di Sarno Gianfranco

Di Stasio Iolanda

D'Incà Federico

D'Ippolito Giuseppe

Donno Leonardo

Dori Devis

D'Orso Valentina

D'Uva Francesco

Ehm Yana Chiara

Emiliozzi Mirella

Epifani Ettore Guglielmo

Ermellino Alessandra

Fantinati Mattia

Faro Marialuisa

Fassina Stefano

Fassino Piero

Federico Antonio

Ferri Cosimo Maria

Fiano Emanuele

Ficara Paolo

Flati Francesca

Fontana Ilaria

Forciniti Francesco

Fornaro Federico

Fragomeli Gian Mario

Frailis Andrea

Franceschini Dario

Frate Flora

Fratoianni Nicola

Fregolent Silvia

Frusone Luca

Fusacchia Alessandro

Gadda Maria Chiara

Gagnarli Chiara

Galizia Francesca

Gallinella Filippo

Gallo Luigi

Gariglio Davide

Gebhard Renate

Giachetti Roberto

Giacomelli Antonello

Giarrizzo Andrea

Giordano Conny

Giorgis Andrea

Giuliano Carla

Giuliodori Paolo

Grande Marta

Gribaudo Chiara

Grillo Giulia

Grimaldi Nicola

Grippa Carmela

Gubitosa Michele

Guerini Lorenzo

Ianaro Angela

Incerti Antonella

Iorio Marianna

Iovino Luigi

La Marca Francesca

L'Abbate Giuseppe

Lacarra Marco

Lapia Mara

Lattanzio Paolo

Lepri Stefano

Librandi Gianfranco

Licatini Caterina

Liuzzi Mirella

Lombardo Antonio

Longo Fausto

Lorefice Marialucia

Lorenzin Beatrice

Lorenzoni Gabriele

Losacco Alberto

Lovecchio Giorgio

Macina Anna

Madia Maria Anna

Maglione Pasquale

Manca Alberto

Mancini Claudio

Manzo Teresa

Maraia Generoso

Marattin Luigi

Mariani Felice

Marino Bernardo

Martina Maurizio

Martinciglio Vita

Masi Angela

Melicchio Alessandro

Melilli Fabio

Menga Rosa

Miceli Carmelo

Micillo Salvatore

Migliore Gennaro

Migliorino Luca

Minniti Marco

Misiti Carmelo Massimo

Mor Mattia

Morani Alessia

Moretto Sara

Morgoni Mario

Mura Romina

Muroni Rossella

Nappi Silvana

Nardi Martina

Navarra Pietro

Nesci Dalila

Nitti Michele

Nobili Luciano

Noja Lisa

Occhionero Giuseppina

Olgiati Riccardo

Orfini Matteo

Orlando Andrea

Orrico Anna Laura

Pagano Ubaldo

Paita Raffaella

Palazzotto Erasmo

Pallini Maria

Palmisano Valentina

Papiro Antonella

Parentela Paolo

Parisse Martina

Pastorino Luca

Paxia Maria Laura

Pellicani Nicola

Penna Leonardo Salvatore

Perantoni Mario

Perconti Filippo Giuseppe

Pezzopane Stefania

Piccoli Nardelli Flavia

Pignatone Dedalo Cosimo Gaetano

Pini Giuditta

Plangger Albrecht

Prestipino Patrizia

Provenza Nicola

Quartapelle Procopio Lia

Raciti Fausto

Raduzzi Raphael

Raffa Angela

Ricciardi Riccardo

Rizzo Nervo Luca

Rizzone Marco

Romaniello Cristian

Romano Andrea

Romano Paolo Nicolò

Rospi Gianluca

Rossi Andrea

Rossini Emanuela

Rossini Roberto

Rotta Alessia

Ruggiero Francesca Anna

Ruocco Carla

Saitta Eugenio

Salafia Angela

Sapia Francesco

Sarli Doriana

Sarti Giulia

Scagliusi Emanuele

Scalfarotto Ivan

Scanu Lucia

Scerra Filippo

Schirò Angela

Scutellà Elisa

Segneri Enrica

Sensi Filippo

Serracchiani Debora

Serritella Davide

Siani Paolo

Sibilia Carlo

Silvestri Francesco

Silvestri Rachele

Siragusa Elisa

Sodano Michele

Soverini Serse

Spadafora Vincenzo

Spadoni Maria Edera

Speranza Roberto

Sportiello Gilda

Stumpo Nicola

Suriano Simona

Sut Luca

Tabacci Bruno

Tasso Antonio

Termini Guia

Terzoni Patrizia

Testamento Rosa Alba

Toccafondi Gabriele

Topo Raffaele

Torto Daniela

Trano Raffaele

Traversi Roberto

Tripiedi Davide

Tripodi Elisa

Trizzino Giorgio

Troiano Francesca

Tucci Riccardo

Tuzi Manuel

Ungaro Massimo

Vacca Gianluca

Valente Simone

Vallascas Andrea

Varrica Adriano

Vazio Franco

Verini Walter

Vianello Giovanni

Vignaroli Stefano

Villani Virginia

Villarosa Alessio

Viscomi Antonio

Vitiello Catello

Zan Alessandro

Zanichelli Davide

Zardini Diego

Zennaro Antonio

Hanno risposto no:

Aprea Valentina

Badole Mirco

Bagnasco Roberto

Baldelli Simone

Baldini Maria Teresa

Baratto Raffaele

Baroni Annalisa

Bartolozzi Giusi

Basini Giuseppe

Battilocchio Alessandro

Bazzaro Alex

Bellachioma Giuseppe Ercole

Belotti Daniele

Benedetti Silvia

Benigni Stefano

Benvenuto Alessandro Manuel

Bergamini Deborah

Bianchi Matteo Luigi

Bignami Galeazzo

Binelli Diego

Bisa Ingrid

Bitonci Massimo

Boldi Rossana

Boniardi Fabio Massimo

Bordonali Simona

Borghi Claudio

Brunetta Renato

Bucalo Carmela

Butti Alessio

Caffaratto Gualtiero

Caiata Salvatore

Calabria Annagrazia

Cannatelli Pasquale

Cantalamessa Gianluca

Capitanio Massimiliano

Cappellacci Ugo

Caretta Maria Cristina

Carfagna Maria Rosaria

Casciello Luigi

Cassinelli Roberto

Castiello Giuseppina

Cattaneo Alessandro

Cattoi Vanessa

Cavandoli Laura

Cecchetti Fabrizio

Centemero Giulio

Cestari Emanuele

Ciaburro Monica

Coin Dimitri

Colmellere Angela

Comaroli Silvana Andreina

Costa Enrico

Covolo Silvia

Crippa Andrea

Dall'Osso Matteo

D'Attis Mauro

De Carlo Luca

De Martini Guido

Deidda Salvatore

Delmastro Delle Vedove Andrea

D'Eramo Luigi

Di Muro Flavio

Donina Giuseppe Cesare

Donzelli Giovanni

Durigon Claudio

Fasano Vincenzo

Fascina Marta Antonia

Ferraioli Marzia

Fiorini Benedetta

Fontana Gregorio

Fontana Lorenzo

Formentini Paolo

Foscolo Sara

Foti Tommaso

Frassinetti Paola

Frassini Rebecca

Furgiuele Domenico

Gagliardi Manuela

Galantino Davide

Galli Dario

Garavaglia Massimo

Gastaldi Flavio

Gava Vannia

Gemmato Marcello

Gerardi Francesca

Germanà Antonino

Giaccone Andrea

Giacometti Antonietta

Giacometto Carlo

Giacomoni Sestino

Giannone Veronica

Giglio Vigna Alessandro

Giorgetti Giancarlo

Gobbato Claudia

Golinelli Guglielmo

Guidesi Guido

Gusmeroli Alberto Luigi

Iezzi Igor Giancarlo

Labriola Vincenza

Latini Giorgia

Lazzarini Arianna

Legnaioli Donatella

Locatelli Alessandra

Lolini Mario

Lollobrigida Francesco

Lorenzoni Eva

Loss Martina

Lucaselli Ylenja

Lucchini Elena

Lupi Maurizio

Maccanti Elena

Maggioni Marco

Mandelli Andrea

Mantovani Lucrezia Maria Benedetta

Manzato Franco

Marchetti Riccardo Augusto

Marin Marco

Maturi Filippo

Mazzetti Erica

Minardo Antonino

Molinari Riccardo

Mollicone Federico

Molteni Nicola

Montaruli Augusta

Morelli Alessandro

Mugnai Stefano

Mulè Giorgio

Murelli Elena

Musella Graziano

Nevi Raffaele

Novelli Roberto

Occhiuto Roberto

Osnato Marco

Pagano Alessandro

Palmieri Antonio

Panizzut Massimiliano

Paolini Luca Rodolfo

Parolo Ugo

Patassini Tullio

Patelli Cristina

Paternoster Paolo

Pella Roberto

Pentangelo Antonio

Pettarin Guido Germano

Pettazzi Lino

Piccolo Tiziana

Polidori Catia

Polverini Renata

Porchietto Claudia

Potenti Manfredi

Prestigiacomo Stefania

Pretto Erik Umberto

Prisco Emanuele

Racchella Germano

Raffaelli Elena

Rampelli Fabio

Ravetto Laura

Ripani Elisabetta

Rixi Edoardo

Rizzetto Walter

Rossello Cristina

Rotondi Gianfranco

Sangregorio Eugenio

Sarro Carlo

Sasso Rossano

Savino Sandra

Scoma Francesco

Sibilia Cosimo

Silli Giorgio

Silvestroni Marco

Siracusano Matilde

Sozzani Diego

Spena Maria

Squeri Luca

Stefani Alberto

Sutto Mauro

Tarantino Leonardo

Tartaglione Annaelsa

Tateo Anna Rita

Tiramani Paolo

Tomasi Maura

Tombolato Giovanni Battista

Tonelli Gianni

Trancassini Paolo

Tripodi Maria

Turri Roberto

Valbusa Vania

Valentini Valentino

Vallotto Sergio

Varchi Maria Carolina

Vietina Simona

Vito Elio

Viviani Lorenzo

Vizzini Gloria

Zanella Federica

Zangrillo Paolo

Zicchieri Francesco

Ziello Edoardo

Zucconi Riccardo

Si sono astenuti:

Nessuno

Sono in missione:

Azzolina Lucia

Bonafede Alfonso

Buffagni Stefano

Businarolo Francesca

Cirielli Edmondo

Colletti Andrea

Colucci Alessandro

De Micheli Paola

Di Stefano Manlio

Dieni Federica

Ferraresi Vittorio

Ferrari Roberto Paolo

Fioramonti Lorenzo

Fraccaro Riccardo

Gelmini Mariastella

Grimoldi Paolo

Invernizzi Cristian

Liuni Marzio

Maniero Alvise

Marrocco Patrizia

Marzana Maria

Mauri Matteo

Morassut Roberto

Pagani Alberto

Pedrazzini Claudio

Perego Di Cremnago Matteo

Ribolla Alberto

Rizzo Gianluca

Rosato Ettore

Russo Giovanni

Russo Paolo

Saltamartini Barbara

Schullian Manfred

Sisto Francesco Paolo

Tofalo Angelo

Volpi Leda

Volpi Raffaele

Zoffili Eugenio

PRESIDENTE. Avverto che, consistendo il disegno di legge in un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo unico ma, dopo l'esame degli ordini del giorno, si procederà direttamente alla votazione finale a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 2220-A/R)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).

Avverto che, secondo le intese intercorse tra tutti i gruppi, nella serata di oggi, dopo la pronuncia delle inammissibilità, non chiedendo nessuno di illustrare gli ordini del giorno presentati, procederemo all'espressione del parere da parte del rappresentante del Governo. Le dichiarazioni di voto e le votazioni sugli ordini del giorno avranno luogo nella seduta di domani a partire dalle ore 9,30.

Ricordo che, in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo, si è convenuto che le dichiarazioni di voto finale sul provvedimento avranno luogo a partire dalle ore 17 di domani con ripresa televisiva diretta.

Avverto inoltre che è in distribuzione la versione corretta… Colleghi… Colleghi… Avverto inoltre che è in distribuzione la versione corretta dell'ordine del giorno Vitiello n. 9/2220-AR/220 e che gli ordini del giorno Panizzut n. 9/2220-AR/96, Ruggero n. 9/2220-AR/192, De Menech n. 9/2220-AR/209 e Bartolozzi n. 9/2220-AR/224 sono stati ritirati dai presentatori.

Avverto, infine, che la Presidenza non ritiene ammissibili, ai sensi dell'articolo 89, comma 1, del Regolamento, i seguenti ordini del giorno che trattano materie estranee rispetto ai contenuti del provvedimento in esame: Lorenzin n. 9/2220-AR/6, Rizzo Nervo n. 9/2220-AR/7, Carnevali n. 9/2220-AR/8, Cirielli n. 9/2220-AR/15, Delmastro Delle Vedove n. 9/2220-AR/47, Saltamartini n. 9/2220-AR/60, Di San Martino Lorenzato n. 9/2220-AR/62, Giglio Vigna n. 9/2220-AR/73, Foscolo n. 9/2220-AR/92, Stefani n. 9/2220-AR/111, Billi n. 9/2220-AR/131, Andrea Crippa n. 9/2220-AR/132, Morelli n. 9/2220-AR/152, Guidesi n. 9/2220-AR/159, Claudio Borghi n. 9/2220-AR/160, Ficara n. 9/2220-AR/181, Grippa n. 9/2220-AR/183, Martinciglio n. 9/2220-AR/186, Lombardo n. 9/2220-AR/190, Daga n. 9/2220-AR/194, Lattanzio n. 9/2220-AR/200 e Viscomi n. 9/2220-AR/205.

Invito quindi il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO (ore 21)

ALESSIO MATTIA VILLAROSA, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Grazie, Presidente. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/1 favorevole con “valutare l'opportunità”; ordine del giorno 9/2220-AR/2 parere favorevole con “valutare l'opportunità”;

PRESIDENTE. Scusi Villarosa, ordine del giorno n. 9/2220-AR/1 Rizzetto favorevole con riformulazione, quindi?

ALESSIO MATTIA VILLAROSA, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Con la riformulazione “a valutare l'opportunità”. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/2 favorevole anche questo con la riformulazione “a valutare l'opportunità”; ordine del giorno n. 9/2220-AR/3 favorevole con riformulazione “a valutare l'opportunità”; ordine del giorno n. 9/2220-AR/4 favorevole con “valutare l'opportunità”; ordine del giorno n. 9/2220-AR/5 contrario; ordine del giorno n. 9/2220-AR/6 contrario…

PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/6 inammissibile; ordine del giorno n. 9/2220-AR/7 inammissibile; ordine del giorno n. 9/2220-AR/8 inammissibile.

ALESSIO MATTIA VILLAROSA, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/9 favorevole con “valutare l'opportunità”; ordine del giorno n. 9/2220-AR/10 favorevole con riformulazione “ a valutare l'opportunità”; ordine del giorno n. 9/2220-AR/11 contrario; ordine del giorno n. 9/2220-AR/12 contrario; ordine del giorno n. 9/2220-AR/13 contrario (Commenti).

PRESIDENTE. Ripeto io poi riprendiamo con i nomi: n. 9/2220-AR/9 Gebhard favorevole con riformulazione; n. 9/2220-AR/10 Plangger favorevole con riformulazione; n. 9/2220-AR/11 Lupi contrario; n. 9/2220-AR/12 Colucci contrario; n. 9/2220-AR/13 Sangregorio contrario; n. 9/2220-AR/14 Tondo?

ALESSIO MATTIA VILLAROSA, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Favorevole con riformulazione “valutare l'opportunità”; n. 9/2220-AR/16 Trancassini favorevole.

PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/15 Cirielli inammissibile.

ALESSIO MATTIA VILLAROSA, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/17 Montaruli favorevole con “valutare l'opportunità”; n. 9/2220-AR/18 Caiata contrario; n. 9/2220-AR/19 Rotelli favorevole; n. 9/2220-AR/20 Bignami contrario; n. 9/2220-AR/21 Rampelli favorevole; n. 9/2220-AR/22 Lollobrigida favorevole solo nella parte dell'impegno.

PRESIDENTE. Con riformulazione, quindi.

ALESSIO MATTIA VILLAROSA, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/23 Silvestroni favorevole con riformulazione “valutare l'opportunità”; ordine del giorno n. 9/2220-AR/24 Prisco favorevole; ordine del giorno n. 9/2220-AR/25 De Carlo Luca favorevole solo il secondo comma dell'impegno, quindi sopprimere il primo comma dell'impegno e le premesse e favorevole sul secondo comma dell'impegno; ordine del giorno n. 9/2220-AR/26 Ferro favorevole con “valutare l'opportunità”; ordine del giorno n. 9/2220-AR/27 Donzelli favorevole; ordine del giorno n. 9/2220-AR/28 Meloni favorevole; ordine del giorno n. 9/2220-AR/29 Foti contrario; ordine del giorno n. 9/2220-AR/30 Osnato contrario; ordine del giorno n. 9/2220-AR/31 Baldini favorevole; ordine del giorno n. 9/2220-AR/32 Ciaburro favorevole con “valutare l'opportunità”; ordine del giorno n. 9/2220-AR/33 Galantino favorevole; ordine del giorno n. 9/2220-AR/34 Deidda favorevole all'impegno però esclusivamente sulla lettera b).

Ordine del giorno n. 9/2220-AR/35 Zucconi parere favorevole solo all'impegno, quindi senza le premesse, e con riformulazione “a valutare l'opportunità”.

Ordine del giorno Mantovani n. 9/2220-AR/36, parere favorevole. Ordine del giorno Bellucci n. 9/2220-AR/37, parere favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità”. Ordine del giorno Gemmato n. 9/2220-AR/38, parere favorevole. Ordine del giorno Lucaselli n. 9/2220-AR/39, parere favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità”. Ordine del giorno Varchi n. 9/2220-AR/40, parere contrario. Ordine del giorno Maschio n. 9/2220-AR/41, parere contrario. Ordine del giorno Frassinetti n. 9/2220-AR/42, parere favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità”. Ordine del giorno Acquaroli n. 9/2220-AR/43, parere contrario.

Ordine del giorno Butti n. 9/2220-AR/44, parere contrario. Ordine del giorno Bucalo n. 9/2220-AR/45, parere favorevole. Ordine del giorno Caretta n. 9/2220-AR/46, parere favorevole.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno Delmastro Delle Vedove n. 9/2220-AR/47 è inammissibile.

ALESSIO MATTIA VILLAROSA, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Ordine del giorno Loss n. 9/2220-AR/48, parere favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità”. Ordine del giorno Bubisutti n. 9/2220-AR/49, parere favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità”.

Ordine del giorno Golinelli n. 9/2220-AR/50, parere contrario. Ordine del giorno Maggioni n. 9/2220-AR/51, parere contrario. Ordine del giorno Lucchini n. 9/2220-AR/52, parere favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità”. Ordine del giorno Viviani n. 9/2220-AR/53, parere favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità”. Ordine del giorno Racchella n. 9/2220-AR/54, parere favorevole.

PRESIDENTE. Colleghi!

ALESSIO MATTIA VILLAROSA, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Ordine del giorno Manzato n. 9/2220-AR/55, parere favorevole. Ordine del giorno Caffaratto n. 9/2220-AR/56, parere favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità”. Ordine del giorno Andreuzza n. 9/2220-AR/57, parere favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità”. Ordine del giorno Bazzarro n. 9/2220-AR/58, parere favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità”. Ordine del giorno Di Muro n. 9/2220-AR/59, parere contrario.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno Saltamartini n. 9/2220-A/60 è inammissibile.

ALESSIO MATTIA VILLAROSA, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Ordine del giorno Patassini n. 9/2220-AR/61, parere favorevole con riformulazione. Dopo le parole dell'impegno: “ad adottare le misure necessarie”, inseriamo “nel caso in cui se ne ravvedesse la necessità”, e poi “per correggere le incongruenze e il mancato”. Quindi favorevole, purché venga accettata questa riformulazione.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno Di San Martino Lorenzato di Ivrea n. 9/2220-A/62 è inammissibile.

ALESSIO MATTIA VILLAROSA, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Ordine del giorno Binelli n. 9/2220-AR/63, parere favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità”. Ordine del giorno Boniardi n. 9/2220-AR/64, parere favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità”. Ordine del giorno Ferrari n. 9/2220-AR/65, parere favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità”. Ordine del giorno Pettazzi n. 9/2220-AR/66, parere favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità”. Ordine del giorno Fantuz n. 9/2220-AR/67, parere favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità”. Ordine del giorno Pretto n. 9/2220-AR/68, parere favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità”. Ordine del giorno Toccalini n. 9/2220-AR/69, parere favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità”. Ordine del giorno Raffaele Volpi n. 9/2220-AR/70, parere favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità”.

Ordine del giorno Bianchi n. 9/2220-AR/71, parere contrario. Ordine del giorno Picchi n. 9/2220-AR/72, parere favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità”.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno Giglio Vigna n. 9/2220-A/73 è inammissibile.

ALESSIO MATTIA VILLAROSA, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Ordine del giorno Formentini n. 9/2220-AR/74, parere favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità”. Ordine del giorno Coin n. 9/2220-AR/75, parere contrario. Ordine del giorno Cavandoli n. 9/2220-AR/76, parere favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità”. Ordine del giorno Frassini n. 9/2220-AR/77, parere favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità”. Ordine del giorno Molteni n. 9/2220-AR/78, parere contrario. Ordine del giorno Vinci n. 9/2220-AR/79, parere favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità”. Ordine del giorno Belotti n. 9/2220-AR/80, parere favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità”.

Ordine del giorno Giorgetti n. 9/2220-AR/81, parere favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità”. Ordine del giorno Marchetti n. 9/2220-AR/82, parere contrario. Ordine del giorno Potenti n. 9/2220-AR/83, parere contrario. Ordine del giorno Cantalamessa n. 9/2220-AR/84, parere contrario. Ordine del giorno Turri n. 9/2220-AR/85, parere contrario. Ordine del giorno Ribolla n. 9/2220-AR/86, parere contrario. Ordine del giorno Dara n. 9/2220-AR/87, parere favorevole. Ordine del giorno Murelli n. 9/2220-AR/88, parere favorevole. Ordine del giorno Maccanti n. 9/2220-AR/89, parere favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità”. Ordine del giorno Boldi n. 9/2220-AR/90, parere favorevole. Ordine del giorno De Martini n. 9/2220-AR/91, parere favorevole.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno Foscolo n. 9/2220-A/92 è inammissibile.

ALESSIO MATTIA VILLAROSA, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Ordine del giorno Lazzarini n. 9/2220-AR/93, parere favorevole. Ordine del giorno Locatelli n. 9/2220-AR/94, parere favorevole. Ordine del giorno Valbusa n. 9/2220-AR/95, parere favorevole.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno Panizzut n. 9/2220-A/96 è stato ritirato.

ALESSIO MATTIA VILLAROSA, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Ordine del giorno Sutto n. 9/2220-AR/97, parere favorevole. Ordine del giorno Tiramani n. 9/2220-AR/98, parere favorevole con riformulazione, ovvero espungendo tutto il testo che viene dopo le parole “nel nostro Paese”.

PRESIDENTE. È nelle premesse o nel dispositivo?

ALESSIO MATTIA VILLAROSA, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Nel dispositivo.

PRESIDENTE. Nel dispositivo.

ALESSIO MATTIA VILLAROSA, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Ordine del giorno Ziello n. 9/2220-AR/99, parere favorevole. Ordine del giorno De Angelis n. 9/2220-AR/100, parere favorevole. Ordine del giorno Legnaioli n. 9/2220-AR/101, parere favorevole. Ordine del giorno Gobbato n. 9/2220-AR/102, parere favorevole. Ordine del giorno Galli n. 9/2220-AR/103, parere contrario. Ordine del giorno Comaroli n. 9/2220-AR/104, parere contrario. Ordine del giorno Fogliani n. 9/2220-AR/105, parere favorevole. Ordine del giorno Patelli n. 9/2220-AR/106, parere contrario. Ordine del giorno Raffaelli n. 9/2220-AR/107, parere contrario. Ordine del giorno Caparvi n. 9/2220-AR/108, parere contrario. Ordine del giorno Colla n. 9/2220-AR/109, parere favorevole. Ordine del giorno Maturi n. 9/2220-AR/110, parere favorevole.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno Stefani n. 9/2220-AR/111 è inammissibile.

ALESSIO MATTIA VILLAROSA, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Ordine del giorno Invernizzi n. 9/2220-AR/112, parere favorevole. Ordine del giorno Vanessa Cattoi n. 9/2220-AR/113, parere favorevole. Ordine del giorno Tonelli n. 9/2220-AR/114, parere favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità”. Ordine del giorno Covolo n. 9/2220-AR/115, parere contrario. Ordine del giorno Moschioni n. 9/2220-AR/116, parere contrario. Ordine del giorno Tombolato n. 9/2220-AR/117, parere contrario. Ordine del giorno D'Eramo n. 9/2220-AR/118, parere favorevole. Ordine del giorno Comencini n. 9/2220-AR/119, parere contrario. Ordine del giorno Badole n. 9/2220-AR/120, parere contrario.

Ordine del giorno Basini n. 9/2220-AR/121, parere contrario. Ordine del giorno Morrone n. 9/2220-AR/122, parere contrario. Ordine del giorno Tateo n. 9/2220-AR/123, parere contrario. Ordine del giorno Paolini n. 9/2220-AR/124, parere contrario. Ordine del giorno Bisa n. 9/2220-AR/125, parere contrario. Ordine del giorno Alessandro Pagano n. 9/2220-AR/126, parere favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità”.

Ordine del giorno Piccolo n. 9/2220-AR/127, parere favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità”. Ordine del giorno Piastra n. 9/2220-AR/128, parere favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità”. Ordine del giorno Tomasi n. 9/2220-AR/129, parere favorevole con una riformulazione che prevede che dopo le parole “e nello specifico” vengano inserite le parole “a valutare l'opportunità di fornire”. Ordine del giorno Benvenuto n. 9/2220-AR/130, parere favorevole.

PRESIDENTE. Gli ordini del giorno Billi n. 9/2220-AR/131 e Andrea Crippa n. 9/2220-AR/132 sono inammissibili.

ALESSIO MATTIA VILLAROSA, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Ordine del giorno Zoffili n. 9/2220-AR/133, parere contrario. Ordine del giorno Garavaglia n. 9/2220-AR/134, parere favorevole. Ordine del giorno Tarantino n. 9/2220-AR/135, parere contrario. Ordine del giorno Capitanio n. 9/2220-AR/136, parere favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno Giacometti n. 9/2220-AR/137, parere favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità”. Ordine del giorno Vallotto n. 9/2220-AR/138, parere favorevole. Ordine del giorno Cestari n. 9/2220-AR/139, parere favorevole.

Ordine del giorno Bellachioma n. 9/2220-AR/140, parere favorevole con una riformulazione che prevede che l'impegno al Governo si fermi alle parole “2 gennaio 2008 n. 1”, perché l'espressione invece “nonché concedere un regime fiscale di maggior vantaggio alla regione Abruzzo” è generico su tutta la regione mentre nelle premesse si individuano solo alcuni territori. Quindi va bene la parte “a valutare (…) nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica ad incrementare il Fondo per le emergenze nazionali (…)”, ma l'ultima parte è troppo generica,…

PRESIDENTE. Quindi espungere l'ultima parte.

ALESSIO MATTIA VILLAROSA, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. …così come in altri ordini del giorno farò la stessa cosa.

Ordine del giorno Castiello n. 9/2220-AR/141, la stessa cosa: parere favorevole cancellando “nonché concedere un regime fiscale di maggior vantaggio alla regione Campania”. Anche qui si parla in premessa di alcune parti, e invece questo è generico su tutta la regione.

Ordine del giorno Giaccone n. 9/2220-AR/142, stessa cosa, cancellando “nonché concedere un regime fiscale di maggior vantaggio alla regione Piemonte” nella sua interezza. Parere favorevole quindi con riformulazione, espungendo questa parte.

Ordine del giorno Lolini n. 9/2220-AR/143, stessa cosa, espungendo “nonché concedere un regime fiscale di maggior vantaggio alla regione Toscana”.

Ordine del giorno Minardo n. 9/2220-AR/144, stessa cosa, cancellando “nonché concedere un regime fiscale di maggior vantaggio alla regione Sicilia”.

L'ordine del giorno Liuni n. 9/2220-AR/145 è scritto in maniera diversa rispetto agli altri. Per formulare un parere favorevole, direi di inserire la stessa dicitura dell'impegno dell'ordine del giorno Minardo n. 9/2220-AR/144, quindi “a valutare la possibilità, nei prossimi provvedimenti di carattere legislativo, nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica di incrementare il Fondo per le emergenze nazionali di cui all'articolo 44, comma 1, del decreto legislativo 2 gennaio 2018, n. 1.

PRESIDENTE. Quindi parere favorevole con riformulazione.

ALESSIO MATTIA VILLAROSA, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/146 Parolo, parere favorevole con “a valutare l'opportunità”. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/147 Paternoster, parere favorevole con “a valutare l'opportunità”. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/148 Zordan, parere contrario. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/149 Donina, parere favorevole con “a valutare l'opportunità”. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/150 Iezzi, parere contrario. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/151 Bordonali, parere contrario.

PRESIDENTE. L'Ordine del giorno n. 9/2220-AR/152 Morelli è inammissibile.

ALESSIO MATTIA VILLAROSA, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/153 Grimoldi, parere contrario. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/154 Molinari, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/155 Gerardi, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/156 Cecchetti, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/157 Lorenzoni Eva, parere contrario. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/158 Bitonci, parere contrario.

PRESIDENTE. Gli ordini del giorno n. 9/2220-AR/159 Guidesi e n. 9/2220-AR/160 Borghi Claudio sono inammissibili.

ALESSIO MATTIA VILLAROSA, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/161 Gusmeroli, parere contrario. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/162 Durigon, parere favorevole con “a valutare l'opportunità”. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/163 Zicchieri, parere favorevole con “a valutare l'opportunità”. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/164 Rixi, parere favorevole con “a valutare l'opportunità”. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/165 Gava, parere favorevole con “a valutare l'opportunità”. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/166 Fontana Lorenzo, parere favorevole con “a valutare l'opportunità”. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/167 Furgiuele, parere favorevole con “a valutare l'opportunità”. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/168 Sasso e Tateo, parere favorevole con “a valutare l'opportunità”. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/169 Latini, parere favorevole con “a valutare l'opportunità”. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/170 Centemero, parere contrario. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/171 Colmellere, parere favorevole con “a valutare l'opportunità”. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/172 Mollicone, parere favorevole con “a valutare l'opportunità”. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/173 Currò, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/174 Amitrano, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/175 Lorenzoni, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/176 Sarli, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/177 Rossini, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/178 Corda, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/179 Alaimo, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/180 Caso, parere favorevole.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno n. 9/2220-AR/181 Ficara è inammissibile.

ALESSIO MATTIA VILLAROSA, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/182 Scagliusi, parere favorevole.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno n. 9/2220-AR/183 Grippa è inammissibile.

ALESSIO MATTIA VILLAROSA, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/184 Serritella, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/185 Raffa, parere favorevole.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno n. 9/2220-AR/186 Martinciglio è inammissibile.

ALESSIO MATTIA VILLAROSA, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/187 D'Orso, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/188 Cassese, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/189 Gallinella, parere favorevole.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno n. 9/2220-AR/190 Lombardo è inammissibile.

ALESSIO MATTIA VILLAROSA, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/191 Ianaro, parere favorevole.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno n. 9/2220-AR/192 Ruggiero è ritirato.

ALESSIO MATTIA VILLAROSA, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/193 Masi, parere favorevole.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno n. 9/2220-AR/194 Daga è inammissibile.

ALESSIO MATTIA VILLAROSA, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/195 Aiello Davide, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/196 Trano e Currò, parere favorevole con “a valutare l'opportunità”. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/197 Invidia, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/198 Rospi, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/199 Angiola, parere favorevole.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno n. 9/2220-AR/200 Lattanzio è inammissibile.

ALESSIO MATTIA VILLAROSA, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/201 Chiazzese, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/202 Alemanno, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/203 Buratti, parere favorevole con “a valutare l'opportunità”. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/204 Boldrini e Emanuela Rossini, parere favorevole con una riformulazione: dopo le parole “a verificare” aggiungere “per quanto di competenza”, poi così come continua il testo, cioè “che la riduzione al 5 per cento”; quindi parere favorevole con questa riformulazione.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno n. 9/2220-AR/205 Viscomi è inammissibile.

ALESSIO MATTIA VILLAROSA, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/206 Serracchiani, parere favorevole con “a valutare l'opportunità”. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/207 Rotta, parere favorevole con “a valutare l'opportunità”. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/208 Vazio, parere favorevole con “a valutare l'opportunità”.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno n. 9/2220-AR/209 De Menech è ritirato.

ALESSIO MATTIA VILLAROSA, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/210 Ferri, parere contrario. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/211 Ungaro, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/212 Carè, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/213 Paita, parere favorevole con “a valutare l'opportunità”. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/214 Noia, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/215 Gadda, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/216 Librandi, parere favorevole con “a valutare l'opportunità”. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/217 Fregolent, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/218 Mor, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/219 Del Barba, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/220 Vitiello, parere contrario. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/221 Schirò, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/222 Fragomeli, parere favorevole con riformulazione, Presidente, ma non ho tra i fogli la riformulazione.

PRESIDENTE. Andiamo avanti, poi magari ci torniamo.

ALESSIO MATTIA VILLAROSA, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/223 Costa, parere contrario.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno n. 9/2220-AR/224 Bartolozzi è ritirato.

ALESSIO MATTIA VILLAROSA, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/225 Bergamini, parere favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/226 Giacometto, parere favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/227 Gelmini, parere favorevole con “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/228 Pella, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/229 Della Frera, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/230 Ripani, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/231 Prestigiacomo, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/232 D'Ettore, parere favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di verificare le basi normative per prevedere per l'Ente”, e via dicendo. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/233 Cattaneo, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/234 Cappellacci, parere favorevole con “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/235 D'Attis, parere contrario. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/236 Baratto, parere contrario. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/237 Bond, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/238 Pittalis, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/239 Porchietto, parere favorevole con riformulazione: sono tre impegni, e in tutti e tre gli impegni inserire “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/240 Novelli, parere favorevole con “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/241 Mandelli, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/242 Dall'Osso, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/243 Giacomoni, parere favorevole con “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/244 Silli, parere contrario. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/245 Pedrazzini, parere favorevole. Per l'ordine del giorno n. 9/2220-AR/246 Benigni, siccome ho delle aggiunte a penna, Presidente, le vorrei chiedere conferma che entrambe le lettere dell'impegno hanno come dicitura iniziale “a valutare l'opportunità di”. Se mi conferma che è così, parere favorevole.

PRESIDENTE. Quindi, parere favorevole. Ordine del giorno Gagliardi n. 9/2220-AR/247?

ALESSIO MATTIA VILLAROSA, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Favorevole.

PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/248 Pagano Ubaldo?

ALESSIO MATTIA VILLAROSA, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Favorevole con riformulazione, eliminando la prima parte: “adottare ulteriori iniziative normative volte ad”, sostituendola con: “valutare l'opportunità di estendere”.

PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/249 Quartapelle Procopio?

ALESSIO MATTIA VILLAROSA, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Favorevole con questa riformulazione, Presidente: “a valutare l'opportunità di avviare un'attività di ricerca, volta ad eliminare l'imposta sui trasferimenti” e via dicendo.

PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/250 Sorte?

ALESSIO MATTIA VILLAROSA, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Inammissibile?

PRESIDENTE. No, l'ordine del giorno n. 9/2220-AR/250 è ammissibile.

ALESSIO MATTIA VILLAROSA, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Favorevole.

PRESIDENTE. Manca l'ordine del giorno n. 9/2220-AR/222 Fragomeli, torniamo indietro.

ALESSIO MATTIA VILLAROSA, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. L'ordine del giorno n. 9/2220-AR/226, Presidente?

PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/226 Giacometto era favorevole con riformulazione.

ALESSIO MATTIA VILLAROSA, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Posso avere due minuti?

PRESIDENTE. Sospendo la seduta per due minuti.

La seduta, sospesa alle 21,23, è ripresa alle 21,28.

PRESIDENTE. La seduta è ripresa. Colleghi, per favore. Ordine del giorno n. 9/2220-AR/222 Fragomeli? Colleghi!

ALESSIO MATTIA VILLAROSA, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Grazie, Presidente. Parere favorevole con una riformulazione delle premesse, che è abbastanza lunga, gliela leggo.

Allora, nelle premesse, le parole: “legge n. 9 del 2019” sono sostituite dalle parole: “legge n. 3 del 2019”; e le parole: “la norma, al momento, risulta inapplicabile in quanto troppo ampia, riguardando controlli per migliaia di associazioni con tali caratteristiche” sono sostituite dalle parole: “la norma che indica un ben definito novero di enti, ai quali potrebbero applicarsi, richiede tuttavia un bilanciamento con l'esigenza di rendere il sistema da essa delineato maggiormente efficiente, in relazione all'elevato numero di controlli da effettuare”; le conclusioni sono così integralmente sostituite dal seguente dispositivo: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di favorire, in sede di esame della legge di bilancio, l'approvazione di una modifica normativa, finalizzata a rendere più efficace e più agevole l'immediato avvio dell'applicazione delle disposizioni in materia di trasparenza e rendicontazione, di cui all'articolo 5, comma 4, del decreto-legge n. 149 del 2013, disponendo un differimento di quattro mesi dall'applicazione della richiamata disciplina degli obblighi di pubblicità e trasparenza delle fondazioni, delle associazioni e dei comitati, di cui all'articolo 5, comma 4, lettera b) del decreto-legge n. 149 del 2013, limitatamente ai casi di presenza negli organi direttivi e di gestione di persone che sono o sono state, nei sei anni precedenti, titolari di cariche elettive o incarichi di governo a livello locale in comuni con più di 15 mila abitanti”.

PRESIDENTE. Bene, abbiamo finito l'analisi dei pareri.

L'esame del provvedimento è rinviato alla seduta di domani, a partire dalle ore 9.30.

Ha chiesto di parlare il deputato Ziello. Ne ha facoltà. Su cosa? Colleghi, allontanatevi dal banco del Governo, per favore. Deputato Baratto.

EDOARDO ZIELLO (LEGA). Presidente, sull'ordine dei lavori, per complimentarmi con i parlamentari della maggioranza, che si sono visti, insomma, dare, da parte di questo Governo, pareri contrari ai loro ordini del giorno. Questo è un segno evidente della loro compattezza, che sicuramente li condurrà lontano in questa legislatura

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta.

Ha chiesto di intervenire il deputato Pignatone. Ne ha facoltà.

DEDALO COSIMO GAETANO PIGNATONE (M5S). Grazie, Presidente. In Sicilia, presso il tribunale di Caltanissetta, si è da poco svolta la prima udienza per dissesto colposo, con pericolo per la pubblica incolumità e gestione di rifiuti non autorizzata, realizzato nel sito minerario Bosco Palo, nel territorio di San Cataldo. Dalle indagini è emerso un quadro allarmante, con rifiuti altamente pericolosi per la salute umana, disseminati anche all'interno della miniera. Nel processo si è costituito parte civile anche il Ministero dell'Ambiente, mostrando così vicinanza ai cittadini e che ringrazio.

Ma, in maniera paradossale, in questi giorni, si parla anche di depotenziamento dell'ARPA, l'Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente, con il rischio di chiusura dei vari centri territoriali, soprattutto, quelli del centro Sicilia, di Caltanissetta, Agrigento, Enna. Ora, è perlomeno singolare…

PRESIDENTE. Mi scusi… colleghi, colleghi, c'è un intervento di un vostro collega, quindi, gradirei, il silenzio. Prego.

DEDALO COSIMO GAETANO PIGNATONE (M5S). Ora, è perlomeno singolare che, mentre le indagini sui rifiuti diventano sempre più importanti e si collegano sempre più alle attività della criminalità organizzata e, allo stesso tempo, più di un elemento evidenzia il rischio della presenza di rifiuti pericolosi all'interno delle miniere abbandonate di cui è ricca la Sicilia, si voglia depotenziare un presidio di controllo del territorio.

La carenza di controllo ha portato a situazioni di degrado ambientale rischiose per la salute umana, con costi milionari per la bonifica di aree e, oggi, non possiamo e non dobbiamo accettare che possano verificarsi simili situazioni. È doveroso potenziare il controllo del territorio e tutelare sempre di più la salute dei cittadini del territorio. Invito la regione siciliana, in maniera forte, a potenziare e non chiudere queste strutture (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Venerdì 6 dicembre 2019 - Ore 9,30:

1. Seguito della discussione del disegno di legge:

Conversione in legge del decreto-legge 26 ottobre 2019, n. 124, recante disposizioni urgenti in materia fiscale e per esigenze indifferibili.

(C. 2220-A/R)

Relatori: RUOCCO e FRAGOMELI.

2. Discussione sulle linee generali del disegno di legge:

S. 1547 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 14 ottobre 2019, n. 111, recante misure urgenti per il rispetto degli obblighi previsti dalla direttiva 2008/50/CE sulla qualità dell'aria e proroga del termine di cui all'articolo 48, commi 11 e 13, del decreto-legge 17 ottobre 2016, n. 189, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 dicembre 2016, n. 229 (Approvato dal Senato). (C. 2267)

Relatore: MICILLO.

La seduta termina alle 21,35.