XVIII LEGISLATURA
Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 295 di mercoledì 29 gennaio 2020
PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA EDERA SPADONI
La seduta comincia alle 11.
PRESIDENTE. La seduta è aperta.
Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.
ANDREA DE MARIA , Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
(È approvato).
Saluto i docenti e gli studenti dell'Istituto comprensivo “Natale Prampolini”, di Latina e della Biennale delle Arti e delle Scienze del Mediterraneo di Salerno, che stanno assistendo ai nostri lavori (Applausi).
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Amitrano, Ascani, Azzolina, Battelli, Berlinghieri, Boccia, Brescia, Buffagni, Businarolo, Cancelleri, Castelli, Colletti, Colucci, Davide Crippa, D'Incà, D'Uva, Sabrina De Carlo, De Menech, Del Re, Delmastro Delle Vedove, Delrio, Luigi Di Maio, Franceschini, Frusone, Gallinella, Gallo, Gebhard, Gelmini, Giaccone, Giachetti, Giorgis, Grande, Guerini, Iovino, Liuni, Liuzzi, Lollobrigida, Losacco, Lupi, Maggioni, Mauri, Molinari, Morani, Morelli, Orrico, Rizzo, Ruocco, Saltamartini, Scerra, Schullian, Carlo Sibilia, Sisto, Tasso, Tofalo, Vignaroli e Villarosa sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
I deputati in missione sono complessivamente novantuno, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).
Preavviso di votazioni elettroniche (ore 11,04).
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
Sospendo pertanto la seduta, che riprenderà alle ore 11,25.
La seduta, sospesa alle 11,05, è ripresa alle 11,25.
Seguito della discussione della proposta di legge: Dori ed altri: Modifiche al codice penale, alla legge 29 maggio 2017, n. 71, e al regio decreto-legge 20 luglio 1934, n. 1404, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 maggio 1935, n. 835, in materia di prevenzione e contrasto del fenomeno del bullismo e di misure rieducative dei minori (A.C. 1524-A); e dell'abbinata proposta di legge: Meloni ed altri (A.C. 1834).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge n. 1524-A: Modifiche al codice penale, alla legge 29 maggio 2017, n. 71, e al regio decreto-legge 20 luglio 1934, n. 1404, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 maggio 1935, n. 835, in materia di prevenzione e contrasto del fenomeno del bullismo e di misure rieducative dei minori; e dell'abbinata proposta di legge n. 1834.
Ricordo che nella seduta di ieri è stato da ultimo respinto l'articolo aggiuntivo Bartolozzi 2.01. Avverto che, fuori dalla seduta, l'emendamento Dori 6.190 è stato ritirato dal presentatore.
(Esame dell'articolo 3 - A.C. 1524-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A). Se nessuno chiede di intervenire, invito la relatrice ad esprimere il parere. Colleghi, vi chiedo di abbassare il tono della voce. Prego, relatrice D'Orso.
VALENTINA D'ORSO, Relatrice. Sugli emendamenti 3.1 e 3.100 Bisa il parere è contrario. Sull'emendamento 3.101 Bellucci c'è un invito al ritiro o parere contrario. Sull'emendamento 3.191 Dori il parere è favorevole. Sugli emendamenti 3.102 Bisa e 3.11 Turri il parere è contrario. Sugli emendamenti 3.190 Aprile, 3.107 e 3.108 Spena c'è un invito al ritiro o parere contrario; in particolare, se posso precisare, gli emendamenti 3.190 Aprile, 3.107 e 3.108 Spena hanno un invito al ritiro perché l'emendamento 3.193 Dori, su cui c'è parere favorevole, in qualche modo li supera e li assorbe. Sull'emendamento 3.106 Spena c'è un invito al ritiro o parere contrario per lo stesso motivo. Sull'emendamento 3.13 Spena c'è un invito al ritiro o parere contrario. Sull'emendamento 3.109 Spena il parere è favorevole, con la seguente riformulazione: al comma 1, dopo la lettera a), aggiungere la seguente: a-bis) all'articolo 3, dopo il comma 2, è aggiunto il seguente: “2-bis. Al fine di prevenire e contrastare fenomeni del bullismo e del cyberbullismo, il tavolo di cui al comma 1 è convocato regolarmente a cadenza semestrale”. Sull'emendamento 3.12 Lucaselli il parere è contrario. Sull'emendamento 3.103 Dori il parere è favorevole, con la seguente riformulazione: al comma 1, lettera c), numero 1, capoverso 1, primo periodo, alle parole: “il dirigente scolastico” premettere le seguenti: “salvo che il fatto costituisca reato”. Sugli emendamenti 3.105 Potenti e 3.104 Dori il parere è favorevole. Sugli emendamenti 3.110 Bisa, 3.150 Giannone e 3.151 Silli il parere è contrario. Sull'emendamento 3.300 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento) il parere è favorevole. Sulla proposta emendativa 3.02 Spena c'è un invito al ritiro. E io sono pronta a dare ulteriori pareri, Presidente.
PRESIDENTE. Va bene sull'articolo 3, grazie collega. Il Governo?
VITTORIO FERRARESI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Grazie, Presidente. I pareri sono conformi a quelli espressi dalla relatrice.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.1 Bisa. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Tateo. Ne ha facoltà. Colleghi, però vi chiedo di abbassare il tono della voce, colleghi. Prego.
ANNA RITA TATEO (LEGA). Grazie, Presidente. Chiedo l'accoglimento almeno parziale dell'emendamento. Infatti, cosa abbiamo previsto? Nella legge sul cyberbullismo è previsto che vengano puniti e, quindi, vengano oscurati i gestori dei siti. Noi, invece, chiediamo che, affinché la rete non produca ulteriori atteggiamenti e, quindi, non crei disparità di trattamento nei confronti di altri soggetti, vengano puliti anche i provider, in che modo? Chiediamo che anche agli stessi provider vengano applicate le stesse sanzioni che oggi possono essere applicate ai social media e ai gestori dei siti, e chiediamo agli stessi provider che venga utilizzata una dicitura in modo tale che, nel momento in cui il minore va su un sito Internet o su un sito social, anche gli stessi genitori sappiano che quel sito è sicuro attraverso una piccola dicitura Internet. Sono misure previste proprio per i più piccoli. Ciò è importante perché oggi, con l'utilizzo dei social, i bambini - scusate se ripeto l'argomento - già dall'età di otto-nove anni utilizzano gli strumenti informatici. Ora se realmente vogliamo incominciare a debellare la piaga del cyberbullismo dobbiamo realmente andare alla fonte, quindi dobbiamo andare direttamente al provider. Ad oggi sono già passati due anni dalla sperimentazione di questa legge sul cyberbullismo, ma non ha prodotto alcun effetto. Per cui chiederei alla relatrice di poter accantonare l'emendamento in esame e di parlarne realmente chiedendo che almeno una piccola…
PRESIDENTE. Mi scusi, collega. Colleghi, io non riesco ad ascoltare e a sentire la collega Tateo. Colleghi! Colleghi! Collega, mi scusi, ha chiesto un accantonamento, corretto?
ANNA RITA TATEO (LEGA). Ho chiesto un accantonamento…
PRESIDENTE. D'accordo, prego.
ANNA RITA TATEO (LEGA). …in modo tale che riusciamo a comprendere e almeno ad inserire delle sanzioni nei confronti dei provider e poi oltretutto, sempre nello stesso emendamento, chiediamo che il termine “tempestivamente” sia soppresso. Nell'articolo 5 è previsto che ai dirigenti scolastici vengano dati dei poteri; tali poteri equivarrebbero anche al fatto di avvisare i genitori, i tutori o altri soggetti che si occupano dei minori, di atteggiamenti da parte di bambini che riguardano il bullismo. Noi abbiamo chiesto che tale informativa arrivi al genitore entro 48 ore perché è chiaro che, se io sono un genitore, voglio immediatamente sapere se mio figlio o mia figlia compia atti di bullismo o di cyberbullismo a danno del minore o a danno di altri bambini. Oggi siamo in una società in cui, grazie ai mezzi di informazione, immediatamente in tempo reale possiamo informare gli altri. Per cui chiedo, sempre nell'accantonamento dell'emendamento, che questo termine venga ben precisato e, quindi, venga soppressa la parola “tempestivamente”.
PRESIDENTE. Chiediamo alla relatrice se intende o meno accantonare l'emendamento 3.1 Bisa.
VALENTINA D'ORSO, Relatrice. No, non intendo accantonare l'emendamento e confermo il parere contrario.
PRESIDENTE. D'accordo. Collega Tateo, insiste con l'accantonamento?
ANNA RITA TATEO (LEGA). No, no, non accantoniamo.
PRESIDENTE. D'accordo. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Butti. Ne ha facoltà.
ALESSIO BUTTI (FDI). Presidente, il gruppo di Fratelli d'Italia ritiene che sia un peccato che la relatrice non abbia accettato la proposta di accantonamento perché questo è un emendamento di buonsenso che,peraltro, laddove prevede il coinvolgimento anche dei provider e un miglior rapporto tra scuola e genitori, andrebbe ad accrescere l'efficacia della legge n. 71 del 2017 dedicata al cyberbullismo, che è una buona legge indubbiamente, che non è molto repressiva anzi direi che non è per nulla repressiva, ma se non altro è molto educativa.
Sono quattro i capisaldi di quella legge. Il primo è la rimozione - è stato ricordato più volte - dei contenuti che vengono ritenuti offensivi, oltraggiosi per cui il minore con più di 14 anni può chiederne la rimozione al sito o alla piattaforma o al social. In questo caso si chiede anche un coinvolgimento del provider che, essendo ovviamente il fornitore dei contenuti, ricopre un ruolo estremamente importante.
La seconda questione è che, nel caso in cui il sito e il social non rimuovessero i contenuti definiti oltraggiosi, può intervenire il Garante della privacy ed entro 48 ore ingiungere la rimozione. Dopodiché per il bullo è prevista l'ammonizione dal questore alla presenza dei genitori e, in fondo, c'è anche il coinvolgimento, come abbiamo detto, della scuola perché ogni scuola di ordine e grado deve individuare la figura di un docente referente per quanto riguarda la prevenzione degli atti di cyberbullismo. Ebbene, ripeto, rispetto al primo caposaldo di questa legge, l'emendamento qui proposto, ed è per questo che Fratelli d'Italia voterà a favore, non scardina il senso della legge: peraltro non costa assolutamente nulla, semmai completa l'efficacia della legge stessa e per quanto riguarda il rapporto scuola-genitori cerca di aumentarne la potenzialità. Infatti la legge n. 71 è dedicata ad una ragazza che si chiamava Carolina che si è suicidata dopo che immagini riprese approfittando del suo stato di incoscienza vennero prima messe in una chat e poi veicolate on line. Da quel momento fu la vergogna per questa ragazza, da quel momento fu la gogna e tutti quanti ricordiamo quanto accadde alla sua morte, nel gennaio del 2013, quando il papà che oggi guida la fondazione che ricorda la morte di Carolina e gira l'Italia per cercare di avvicinare le giovani generazioni ad una consapevolezza diversa rispetto alle difficoltà tecnologiche, ebbene scrisse una lettera a il Corriere della Sera che fece clamore nell'ambito politico e non solo nell'ambito politico perché in quella lettera c'era la tristezza, la mestizia, la malinconia ma anche la grande dignità di un padre. Ebbene probabilmente se quella legge sul cyberbullismo fosse stata allora in vigore e se fosse stata in vigore con l'accorgimento previsto in questo emendamento, cioè il coinvolgimento del provider, con ogni probabilità Carolina sarebbe ancora viva (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Dori. Ne ha facoltà.
DEVIS DORI (M5S). Grazie, Presidente. Allora, pur comprendendo la ratio dell'emendamento, preciso che qui ci addentriamo in questioni tecniche tra l'altro anche molto complesse. Però nell'emendamento la definizione di provider tra l'altro non corrisponde nemmeno a quelle contenute nel decreto legislativo 9 aprile 2003, n. 70 del di attuazione della direttiva dell'Unione europea 2000/31/CE. Quindi sono ambiti che non possiamo osservare dalla prospettiva di un singolo Paese, di un singolo Stato soprattutto in un in un mondo interconnesso dove le informazioni rimbalzano da un Paese all'altro, da un confine all'altro con grande rapidità. Quindi sostanzialmente riteniamo, visto che già si sta facendo a livello internazionale e soprattutto di Unione europea, che è lì chiaramente la sede adeguata per individuare responsabilità anche dei provider. Quindi, secondo me, l'emendamento non andrebbe a chiarire ma ad aggravare con questa disciplina.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, la collega Varchi. Ne ha facoltà.
MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Grazie, Presidente. In realtà l'intervento del collega Dori dimostra che esattamente non ha compreso la ratio di questo emendamento, perché non è necessario un intervento a livello mondiale, globale o planetario sul provider ma, al contrario, un legislatore responsabile, un legislatore di buona volontà, oggi che l'utilizzo di questi strumenti scatena delle autentiche emergenze sociali, riterrebbe di intervenire nell'ambito della legislazione nazionale. Non volerlo fare, nascondendosi dietro al mancato intervento a livello mondiale o planetario, dimostra ancora una volta che questo provvedimento è un provvedimento assolutamente inutile perché non affronta i problemi alla radice…
PRESIDENTE. Concluda.
MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). …e non propone soluzioni adatte (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.1 Bisa, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).
Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.100 Bisa.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Bisa. Ne ha facoltà.
INGRID BISA (LEGA). Grazie, Presidente. Io vorrei attirare l'attenzione dell'Aula su questo emendamento, che non è solo un emendamento di buonsenso ma è anche un emendamento che ha un fondamento giuridico. Vedete, la maggioranza con l'articolo 3 di questa proposta di legge va a fare delle modifiche sulla legge n. 71 del 29 maggio 2017, che parla esclusivamente del fenomeno del cyberbullismo. Cosa avete fatto voi in questa proposta di legge? Avete inserito in questa norma, che parla, appunto, esclusivamente di cyberbullismo, anche la parola “bullismo”. Quindi, questo cosa significa? Significa in primis che voi equiparate in qualche modo il fenomeno del cyberbullismo con quello del bullismo e tutti sappiamo che, invece, sono due fenomeni completamente diversi.
Quindi, con questo emendamento chiediamo che quella parola che voi inserite - e, quindi, il fenomeno del bullismo - venga eliminata e venga lasciata solo ed esclusivamente la fattispecie del cyberbullismo, come attualmente prevede, appunto, la normativa del 2017, perché non vi rendete conto, ma ci saranno delle difficoltà a livello applicativo della norma sia per quanto riguarda la fase di prevenzione del fenomeno sia per quanto riguarda la fase repressiva e sanzionatoria del fenomeno, perché nel momento in cui un magistrato si troverà ad applicare questa normativa avrà delle difficoltà perché ci sarà una norma che inizialmente parla di cyberbullismo, con tutte le sue conseguenze, e all'interno di queste norme invece voi inserite una fattispecie, che è disciplinata, appunto, in altre norme del nostro ordinamento, e quindi creerete veramente una grande difficoltà interpretativa anche a livello di applicazione.
Quindi, io chiedo alla relatrice e anche al Governo un'ulteriore riflessione e chiedo veramente all'Aula di leggere attentamente sia l'emendamento sia la parte della norma su cui l'emendamento vuole incidere, in modo tale, appunto, da votare favorevolmente sull'emendamento.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.100 Bisa, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).
Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.101 Bellucci, su cui c'è un invito al ritiro o parere contrario.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Bellucci. Ne ha facoltà.
MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Grazie, Presidente. Ovviamente non accogliamo l'invito al ritiro e, anzi, difendiamo fortemente questo emendamento. Io chiedo al rappresentante del Governo, ma anche all'onorevole Dori, di poter riflettere bene. Abbiamo cercato di spiegarvi, anche in discussione generale, quanto non avesse senso quello che avete proposto in questa iniziativa legislativa. In particolare, viene da sottolineare, attraverso questo emendamento, come sia assurdo che voi vogliate intervenire sulla legge n. 71 del 2017, ma non vogliate farlo con coerenza rispetto all'interesse che avete manifestato, di occuparvi il bullismo. Se non fosse una tragedia, quello che avete scritto sembrerebbe la commedia dell'assurdo, è semplice spiegarlo. Voi volete occuparvi di bullismo, definite questa legge come di prevenzione e contrasto del bullismo, intervenite sulla legge n. 71 del 2017 sul cyberbullismo, ma non intendete definire il bullismo attraverso una modifica di legge.
Se voi aveste ascoltato oppure letto l'indagine conoscitiva che è stata portata avanti dalla Bicamerale infanzia e adolescenza, un'accusa fra tutte che veniva fatta a quella legge è che si occupa sì di violenza tra pari, nel caso del cyberbullismo ma dimentica, scotomizza del tutto l'altra faccia della violenza tra i minori, il bullismo. E, allora, nel momento in cui avete impiegato settimane, mesi, lavori in Commissione e anche in quest'Aula con l'ardire di occuparvi del contrasto alla violenza tra pari, voi lo dovreste fare con competenza. D'altronde, dovrebbero sedere in quest'Aula le menti più capaci, quelle più autorevoli in termini anche di capacità di legiferare e sarebbe così banale in questo caso farlo, recependo le indicazioni che ci sono state nell'indagine conoscitiva - ma noi sappiamo bene che non avete avuto neanche la capacità, l'umiltà di leggere quelle decine, centinaia di pagine - e poi fare quello che viene chiesto da esperti del settore, dalla magistratura, da psicologi, psicoterapeuti, dalle associazioni che si occupano di violenza dei minori, cioè inserire la definizione di bullismo.
Come si può pensare di fare un'iniziativa legislativa sul bullismo senza inserire la fattispecie nel codice penale? Anche ieri l'avete dimostrato, non cogliendo la nostra offerta di aiuto e continuate a perseverare. Certo che errare è umano, ma perseverare è davvero diabolico, e lo state dimostrando.
Noi, con questo emendamento, come Fratelli d'Italia, vi abbiamo voluto dare una mano, abbiamo voluto proporre, una fra tutte, le definizioni possibili del bullismo. Certo, forse non è la migliore, ma noi non viaggiamo con la verità in tasca, come voi credete. Ma ve l'abbiamo proposta, proposta nelle vostre mani, per far sì che almeno poteste correggere quello che state prevedendo e che vi apprestate ad approvare. Davvero, in questa nottata, mi sono chiesta: ma come potete andare a dormire e poi risvegliarvi la mattina, lasciando intonse tutte quelle che sono le lacune di questa legge? Con quale vergogna continuate a farlo? Come potete dire che vi state occupando di bullismo se non inserite il bullismo come termine e non lo definite di conseguenza? Eppure, questa nuova maggioranza che si è venuta a creare e che da settimane discute serratamente non trovando mai la quadra su tutta una serie di provvedimenti, in questo caso avrebbe avuto strada facile, e invece continuate a negare l'evidenza. Allora, vi chiedo non di poter ritirare - certo non lo faremo -, non di votare contro, ma di votare a favore di quello che è un emendamento semplice, di buonsenso, che vi toglierebbe da una vergogna che verrebbe proposta con una legge, la n. 71, che prevede la definizione di cyberbullismo e invece in alcuna delle sue righe, in alcuna delle sue pagine prevede la definizione di bullismo. Allora, vi chiedo di riflettere, almeno qui, ai colleghi d'Aula, e di poter doverosamente approvare questo emendamento come un emendamento giusto, di buon senso, corretto, che Fratelli d'Italia ha voluto mettere nelle vostre mani (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Bazoli. Ne ha facoltà.
ALFREDO BAZOLI (PD). Presidente, intervengo per dare conto un po' del lavoro che è stato fatto prima di arrivare in Aula su questo provvedimento di legge, che è un provvedimento che riteniamo importante e sul quale abbiamo fatto un lungo lavoro istruttorio, anche nel tentativo, che ci auguriamo possa trovare poi anche un'evidenza, oggi, in quest'Aula, di trovare una condivisione più larga del perimetro della maggioranza, visto che siamo consapevoli che si tratta di un tema che sta a cuore a tutti. Abbiamo fatto un lavoro lungo, una lunga istruttoria, che ha portato anche a modifiche sostanziali rispetto al testo iniziale, questo a dimostrazione del fatto che ci siamo accostati al tema con spirito molto laico e con la volontà di individuare le soluzioni migliori per dare alla disciplina contro il bullismo nel nostro Paese un assetto più adeguato e più efficace. Non c'è dubbio che i temi e le questioni che ha sollevato la collega, e anche diciamo l'emendamento che ha ipotizzato, hanno una loro plausibilità e una loro ragionevolezza, non si può negare; noi abbiamo fatto una scelta, che è la scelta, da un lato, di non intervenire sulla fattispecie penale, come peraltro ci hanno detto anche molti esperti. La collega sa bene i lavori in Commissione come sono andati: molti ci hanno suggerito di non toccare la fattispecie e di ritoccarla in modo molto puntuale, mirato, come noi poi abbiamo fatto, perché la fattispecie degli atti persecutori è oggi dalla giurisprudenza considerata del tutto idonea a perseguire in maniera efficace anche i fenomeni di bullismo.
E sulla legge n. 71, sulla quale noi interveniamo per cercare di completare, di utilizzare quell'assetto, perché si è dimostrato efficace anche per combattere fenomeni di bullismo e non solo di cyberbullismo, abbiamo ritenuto opportuno intervenire in modo molto mirato, senza aggiungere una definizione di bullismo - ci sarà poi un emendamento che cerca appunto di ritoccare in maniera molto puntuale quella normativa -, perché riteniamo che questo dia un assetto sufficientemente chiaro e limpido anche per gli operatori, per garantire che quella legge, che ha dimostrato di funzionare e che noi con questo intervento normativo puntiamo a completare, possa essere efficacemente utilizzata non solo per gli episodi di cyberbullismo ma anche per quelli di bullismo. Riteniamo che con l'emendamento successivo, che appunto interviene in maniera molto puntuale, molto mirata, si raggiunga un assetto soddisfacente, senza infilarsi in una discussione sulla definizione di bullismo, per quanto - lo dico con grande sincerità - riconosco che la proposta della collega Bellucci è una proposta interessante anche nel suo impianto; però la scelta che abbiamo fatto con la maggioranza è di ritoccare poco, perché riteniamo che questo sia sufficiente per dare un assetto efficace alla legge n. 71 per consentire di dispiegare i suoi effetti anche per le fattispecie di bullismo e non solo di cyberbullismo. Questo è un po' il senso del nostro intervento e della nostra scelta, anche rispetto all'emendamento della collega.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Tateo. Ne ha facoltà.
ANNA RITA TATEO (LEGA). Presidente, vorrei spiegare perché la Lega voterà in modo favorevole a questo emendamento. Quando nella scorsa legislatura è stata approvata la legge sul cyberbullismo, quando è approdata in Commissione all'epoca, aveva un titolo diverso, cioè “fenomeni del bullismo e fenomeni del cyberbullismo”, in quanto, durante il corso dei lavori, si è avuta la difficoltà nel dare una definizione agli atti di bullismo, per cui si scelse di intervenire solo sul cyberbullismo. Oggi, quindi, ritorniamo sull'argomento e chiediamo, come giustamente ha chiesto la collega, di dare una precisa definizione di atti di bullismo, perché non basta solamente inserire nell'articolo 612 l'atto di persecuzione; il bullismo, infatti, vorrei ricordarlo a tutti, è anche un atto di prevaricazione, cioè il più forte di uno rispetto ad un altro. Questo era necessario inserirlo anche nella legge sul cyberbullismo, atteso che avete introdotto, senza pensarci - e questo è il mio modesto avviso - il termine “fenomeni di bullismo e cyberbullismo” in una legge che, ovviamente, di bullismo non parla grazie.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la collega Varchi. Ne ha facoltà.
MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Presidente, il mio intervento sarà telegrafico, al fine di ribadire che l'emendamento proposto dalla collega Bellucci, che naturalmente io ho sottoscritto, contrariamente a quanto affermato dal collega del Partito Democratico che mi ha preceduto, fa esattamente tesoro delle osservazioni mosse nel corso delle audizioni. In particolar modo, il procuratore della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni di Napoli ha detto, parlando della legge n. 71 del 2017, che quel testo legislativo ha il grosso limite di avere considerato solo il cyberbullismo e non anche il bullismo, anche se la prevaricazione offline spesso si accompagna a quella mediatica. Quindi siamo in presenza di una maggioranza che ci fa trascorrere ore in Commissione a svolgere le audizioni, peraltro di un magistrato sottratto per qualche ora al suo lavoro, ascoltiamo le audizioni, leggiamo le note, per chi non ha la possibilità di ascoltarlo in diretta, e poi le accantoniamo dicendo che non è vero che sono state dette queste cose. Quindi, francamente, si dica semplicemente che c'è una maggioranza arroccata sulle sue posizioni, che questo è un testo su cui si vuole fare politica, si vuole piantare una bandierina da parte del MoVimento 5 Stelle, ma non si vogliono aiutare gli italiani e le vittime di questi reati.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.101 Bellucci, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.191 Dori, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 4).
Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.102 Bisa.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Tateo. Ne ha facoltà.
ANNA RITA TATEO (LEGA). Presidente, questo emendamento prevede sempre l'introduzione di alcune sanzioni nei confronti dei provider, però, a differenza di quello che ha detto prima il collega - ha detto che il precedente emendamento che aveva proposto, a firma della collega Bisa, dava già una definizione di provider che andava in contrasto con una direttiva dell'Unione europea -, in questo caso questo emendamento è un po' più semplice, nel senso che aggiunge che anche i provider vengano sanzionati nello stesso modo dei gestori dei siti Internet o dei social media. Ritengo e chiedo nuovamente al collega Dori e alla relatrice, che non mi stanno ascoltando perché stanno parlando con la Presidente Boldrini…è una mancanza di rispetto (il richiamo non era riferito a lei, Presidente, ma era riferito al relatore e al presidente di gruppo della Commissione del MoVimento 5 Stelle), una cosa semplice: se prima il vostro mancato parere favorevole sull'emendamento, che avevamo proposto, è stato perché andava in contrasto con la legge della direttiva dell'Unione europea, ora invece vorrei comprendere il motivo per cui a questo emendamento avete dato parere contrario, visto che stiamo aggiungendo solamente il termine “provider” e delle sanzioni pecuniarie, che sono a carico non solo dei provider, ma anche a carico di chi gestisce i social media e i siti Internet.
Per bloccare il cyberbullismo è necessario in questo momento prevedere anche delle sanzioni pecuniarie, e non delle semplice ammende.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.102 Bisa, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).
Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.11 Turri.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Turri. Ne ha facoltà.
ROBERTO TURRI (LEGA). Presidente, si parla molto di prevenzione, ma con questo testo non si è andati oltre alle parole. Questo emendamento vuole proporre un'azione concreta, direi oggettiva, per prevenire fenomeni di cyberbullismo e più in generale i rischi che può comportare l'utilizzo di Internet. Dopo aver esaminato i lavori che sul tema si sono svolti nella Commissione bicamerale sull'infanzia, emerge in maniera incontrovertibile come questi fenomeni siano impossibili, quantomeno nel breve periodo, da arginare. Tutti gli auditi hanno evidenziato la necessità che nei dispositivi dei minori debbano essere previsti dei controlli, dei filtri. Ecco perché con questo emendamento si vorrebbe rendere obbligatoria l'installazione di un'applicazione sui dispositivi degli infrasedicenni, che rilevi - leggo dall'emendamento - la situazione di pericolo captando e bloccando parole e immagini considerate pericolose, e poi che dia immediatamente notizia ai genitori; per rendere effettiva questa disposizione sono previste anche sanzioni a carico dei genitori o esercenti la potestà sui minori che non ottemperino al disposto.
Questo emendamento a nostro avviso è necessario perché responsabilizza anche le famiglie, che saranno chiamate in prima persona a controllare e a prevenire questi fenomeni. È infatti appurato che la sola attività degli organi di polizia e delle istituzioni scolastiche non sia sufficiente, ma si debba partire proprio dalla famiglia. Chiederei quindi al relatore di rivedere il parere che ha dato su questo emendamento.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.11 Turri, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.190 Aprile, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).
Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.107 Spena.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Spena. Ne ha facoltà.
MARIA SPENA (FI). Presidente, sappiamo che la legge n. 71 prevede l'istituzione di un tavolo tecnico per la prevenzione e il contrasto al bullismo e al cyberbullismo presso la Presidenza del Consiglio dei ministri. È chiaro, Presidente, come hanno detto anche i miei colleghi, prima di me, soprattutto per noi che siamo componenti della Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza, che i contenuti dei nostri emendamenti derivano da quello che è un lavoro durato vari mesi, dopo tutte le audizioni con i più alti rappresentanti che, appunto, rappresentano il mondo dell'infanzia e dell'adolescenza.
Fra le tante audizioni è emersa anche l'esigenza di un trasferimento di questo tavolo tecnico, a cui oltretutto già partecipano i vari rappresentanti dei Ministeri della giustizia, dell'interno, del lavoro, ma soprattutto - ed è quello che a noi interessa di più - molti rappresentanti delle associazioni studentesche, della famiglia e della scuola, che sono gli agenti principali dell'educazione dei nostri giovani, dei nostri minori e dei nostri adolescenti. Proprio perché noi crediamo che la parte fondante dell'educazione e della rieducazione dei nostri minori sia la famiglia, in primis, e la scuola, riteniamo opportuno che questo tavolo, dalla Presidenza del Consiglio dei ministri, venga trasferito al Ministero dell'istruzione, con la partecipazione del dipartimento per la famiglia.
Quindi, visto che poi è passato il successivo emendamento 3.193 Dori, emendamento in cui si ritiene necessaria la partecipazione del dipartimento per le politiche della famiglia presso la Presidenza del Consiglio, io ritengo opportuno che questo emendamento venga accantonato per riformularlo e, casomai, anche espungere la mia prima parte che prevede il tavolo presso il Ministero dell'istruzione, lasciando la mia seconda parte che prevede la partecipazione del dipartimento per la famiglia.
PRESIDENTE. Relatrice D'Orso sull'accantonamento, prego.
VALENTINA D'ORSO, Relatrice. Allora, se viene riformulato come l'emendamento 3.193 Dori, io posso modificare il parere e dare parere favorevole; se riformulato come il 3.193.
PRESIDENTE. Collega Spena, accetta la riformulazione? Sì, bene.
Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.108. Dato che sono diventati identici, quindi, verrà votato il 3.107 Spena abbinato al 3.193 Dori.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.108 Spena, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).
Colleghi, stiamo verificando una cosa con gli uffici… un momento.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 3.193 Dori e 3.107 Spena riformulato, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione…
La collega Bisa chiede di parlare per dichiarazione di voto, quindi ritiro l'indizione della votazione.
Collega Bisa, prego.
INGRID BISA (LEGA). Presidente, intervengo per dichiarare il voto di astensione da parte della Lega e per spiegarne il motivo. Il fondamento della riformulazione potrebbe anche andar bene, solo che ritorniamo sempre al mio precedente intervento, dove ritengo non corretto inserire, nella norma del cyberbullismo, la parola “bullismo” senza darne una definizione, perché si rischia veramente di fare confusione; quindi, questo è solamente il motivo per cui la Lega si asterrà nella votazione di questo emendamento.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 3.193 Dori e 3.107 Spena riformulato, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 9).
L'emendamento 3.106 Spena risulta assorbito.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.13 Spena, con il parere contrario della Commissione del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).
Passiamo all'emendamento 3.109 Spena, su cui c'è parere favorevole con riformulazione: viene accettata la riformulazione?
MARIA SPENA (FI). Sì, Presidente, accetto la riformulazione, ma soprattutto per un motivo fondamentale: per dare motivazione a questo tavolo sulla prevenzione e sul contrasto al cyberbullismo, che fino ad oggi è stato convocato una sola volta, e quindi per dare significato, soprattutto per cercare di dare sostegno alle tante famiglie e alle istituzioni scolastiche, credo che sia un confronto che ogni sei mesi si debba fare.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.109 Spena, con parere il favorevole della Commissione e del Governo, così come riformulato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 11).
Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.12 Lucaselli.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Bellucci. Ne ha facoltà.
MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Grazie, Presidente. Ho compreso dall'intervento fatto prima dal collega del PD che la problematica del bullismo si intende affrontare con dei piccoli cambiamenti, aggiungo piccoli e scarsi cambiamenti, perché, oltre a mancare di tutta una serie di definizioni, come ho illustrato prima, che erano doverose, d'altronde pure condivisibili, come ha detto lo stesso collega, quindi si poteva fare, era semplice accoglierlo, quello che state facendo in questa legge è scaricare la risoluzione del problema della violenza tra pari sulle istituzioni scolastiche e i servizi sociali, senza immaginare maggiori risorse né economiche né di personale, come avete fatto con il codice rosso, in cui, sì, avete proposto una procedura d'urgenza, ma poi avete scaricato sulle procure e sulle forze dell'ordine la risoluzione dell'accesso velocizzato della denuncia; e quanto ve l'hanno richiesta, invece, una definizione di maggiore risorse.
Lo stesso state producendo in questa legge: scaricate sui dirigenti scolastici, gli insegnanti, gli psicologi, gli assistenti sociali, i servizi sociali l'intervento di contrasto e di prevenzione. E ovviamente questa legge, che ha dei piedi d'argilla, fallirà, perché manca del fondamento primo, quello di sostenere i servizi, di sostenere le istituzioni in un compito così delicato qual è preservare la salute psicologica, fisica, e quindi l'educazione, dei più piccoli, che diventeranno gli italiani del domani. Su questo emendamento vi abbiamo dovuto e abbiamo voluto rappresentare una soluzione, che è condivisa da tutti gli Stati membri dell'Europa, quell'Europa di cui spesso vi riempite la bocca, ma poi non imitate per le migliori cose. Il servizio di psicologia scolastica è presente in tutta Europa, in ogni Stato europeo; l'unico Paese in cui manca è l'Italia.
Ma vi siete domandati come mai e vi siete domandati se, in una legge che vuole dare una risposta alla prevenzione della violenza, soprattutto nelle scuole, dal momento che quello è un contesto di osservazione e di monitoraggio, ma poi purtroppo assiste a tutta quella violenza e viene lasciato solo dalle istituzioni, perché gli si chiede di fare una serie di interventi, ma non si dà alcun tipo di risorsa, vi siete chiesti se fosse di buonsenso accogliere questo emendamento, prevedendo di inserire quello che manca nella nostra sola Italia, cioè un servizio di psicologia scolastica? Allora sì, quello sarebbe stato uno strumento attraverso il quale dotare la scuola di personale, e quindi di operatori che potessero dignitosamente sostenere il lavoro degli insegnanti, dei dirigenti scolastici, del personale che nelle scuole ogni giorno cerca di svolgere quel compito educativo così alto, ma che spesso lo fa in totale solitudine.
D'altronde ne avete dato anche prova in questa legge, in cui non avete minimamente coinvolto le istituzioni scolastiche nel comprendere che cosa serviva loro per proporre quell'intervento di prevenzione e di contrasto del bullismo che gli chiedete, che gli imponete nella legge, perché dite “devono”; ma poi quel “devono” dovrebbe essere affiancato da una vicinanza, da una vostra capacità di essere vicini e di capire quelle che sono le esigenze della scuola, ascoltandola. Non avete ascoltato le istituzioni scolastiche, non avete ascoltato la Commissione competente, coinvolgendola in tutto il provvedimento; e in questo modo l'unica occasione che vi manca è quella di poter, a questo punto, raccogliere questo aiuto che Fratelli d'Italia vi propone, la destra italiana vi propone, quella sì che riesce, invece, a ascoltare le istituzioni scolastiche e i servizi sociali e che raccoglie il loro invito e poi lo mette nelle vostre mani.
Noi speriamo che le sinistre di maggioranza, che così tanto si riempiono la bocca di sociale e di attenzione ai temi della fragilità e degli operatori del sociale, lo sappiano fare non solo a parole, ma con i fatti, e quindi appoggiando questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Dori. Ne ha facoltà.
DEVIS DORI (M5S). Grazie, Presidente. Ci teniamo anzitutto a precisare che chiaramente il nostro voto contrario a questo emendamento non è sul fine: chi non è d'accordo che chiaramente lo psicologo, anche nell'ambito scolastico, possa dare una mano significativa, anche, chiaramente, nella gestione, oltre che per la prevenzione, di queste problematiche. Dovremmo, però, fare una riflessione più ampia rispetto anche ad eventuali altre figure di professionisti, come possono essere anche gli educatori nell'ambito scolastico. Pertanto serve, secondo noi, una riflessione profonda, con un'iniziativa ad hoc studiata appositamente che preveda chiaramente anche adeguati fondi e coperture per fare davvero un servizio adeguato nell'ambito scolastico, che noi chiaramente, da quel punto di vista, condividiamo. Ciò non toglie che già oggi, comunque, le scuole, nella loro autonomia, attivano sportelli di supporto psicologico, però ribadisco che, da questo punto di vista, il voto comunque non è contrario alla finalità e su questo chiaramente c'è l'impegno comunque di lavorare al di fuori chiaramente dal contesto di questo provvedimento per un'iniziativa complessiva e adeguata.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Siracusano. Ne ha facoltà.
MATILDE SIRACUSANO (FI). Grazie, Presidente. Intervengo per contestare quanto appena detto dal relatore, cioè non si può accettare di fare un provvedimento del genere senza investire una risorsa per la prevenzione (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Questo è un buon emendamento perché lo psicologo è fondamentale per la prevenzione dei fatti di bullismo, per accostare i ragazzi problematici a un percorso veramente rieducativo; ma questo è significativo, quanto detto dal relatore dimostra che questa legge è inutile, perché non si può fare una legge del genere senza spendere un soldo, e questo è conferma dei problemi che ci sono stati in Commissione con l'intervento della Commissione bilancio che aveva completamente stravolto il testo. Quindi riflettete sull'efficacia delle leggi che fate (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la collega Varchi. Ne ha facoltà.
MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Presidente, sono veramente molto preoccupata dall'intervento del relatore, perché forse non ha ben chiaro un concetto… non della relatrice, che vedo gesticolare e ringrazio per la segnalazione, del primo firmatario, perché forse non ha ben chiaro un concetto: noi oggi approviamo una legge, quindi le riflessioni vanno fatte prima di arrivare in Aula. Non si può arrivare oggi qui, con una legge incardinata in Commissione giustizia da mesi, con una legge che arriva in Aula in discussione sulle linee generali a metà di novembre, poi rinviata ad oggi, e dire alle opposizioni: avete ragione, è un buon emendamento, perché questa parte manca del tutto nella nostra legge, ma dobbiamo riflettere. Ma cosa dovete riflettere ancora? Presidente, chiedo non solo l'accantonamento di questo emendamento, ma chiedo che si sospenda l'Aula e la maggioranza valuti di riportare questo provvedimento in Commissione…
PRESIDENTE. Concluda.
MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). …perché il primo firmatario di questa legge dice che ancora deve riflettere. Rivolgo un appello…
PRESIDENTE. Collega, deve concludere.
MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Rivolgo un appello al Partito Democratico: riflettete prima di mettere la vostra firma su questa legge, perché dopo un intervento del genere e qualcuno che chiede di riflettere, io credo che tutti noi dobbiamo dare al collega Dori la possibilità di riflettere fuori da qua (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Passiamo prima alla richiesta di accantonamento. Relatrice?
VALENTINA D'ORSO, Relatrice. No, non accolgo la richiesta di accantonamento e confermo il parere.
PRESIDENTE. D'accordo. Collega Varchi, insiste con la richiesta di accantonamento?
MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Assolutamente sì, Presidente.
PRESIDENTE. D'accordo. A questo punto voteremo la richiesta di accantonamento. Chi vuole intervenire a favore dell'accantonamento? Collega Ciaburro, prego.
MONICA CIABURRO (FDI). Grazie, Presidente. Ritengo che questo su emendamento vi debba essere almeno la possibilità di rivalutarlo con attenzione, perché, vedete, la scuola e i ragazzi sono le cose più preziose che abbiamo, ma se non mettiamo nella condizione anche gli operatori della scuola di affrontare una tematica così importante, così complessa così delicata anche per quello che è il patrimonio umano su cui fa riferimento, non diamo la possibilità di fare delle valutazioni davvero importanti e incisive, che possano essere quelle giuste; significa abbandonare sempre gli insegnanti a se stessi rispetto a un mondo così diverso, che cambia, un materiale umano così differenziato e specifico, e davvero non capire quello che fanno gli insegnanti tutti i giorni nelle nostre scuole. Quindi credo che la figura di uno psicologo di affiancamento ad ogni scuola, come possibilità di confronto con gli insegnanti, sia assolutamente necessaria e indispensabile. Quindi mi auguro che almeno sull'accantonamento ci possa essere un voto favorevole di quest'Aula per rivalutare questa possibilità e darle il giusto valore (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Chi vuole intervenire contro la richiesta di accantonamento? Nessuno? Passiamo, dunque, ai voti.
Pongo in votazione… ritiro la votazione. Collega Baroni, prego.
MASSIMO ENRICO BARONI (M5S). Grazie, Presidente. Solo una piccola riflessione di carattere deontologico, oltre che etico. Io ero studente quando i presidenti degli ordini degli psicologi ci portavano a vedere, proprio qui al Parlamento, alla Camera dei Deputati, degli eventi di proposte di legge proprio sullo psicologo scolastico o sullo psicologo di base. E mi fa estremamente piacere che oggi Fratelli d'Italia sia arrivata, anch'essa, a capire l'importanza dell'istituzione comunque di una figura umanistica, perché, checché ne se ne dica rispetto agli aspetti tecnici e rispetto agli aspetti professionali della figura dello psicologo, che è una figura di scienziato e che usa la medicina basata sull'evidenza come paradigma scientifico.
Ebbene, io credo che abbiamo un problema sempre molto importante che riguarda il corporativismo. A causa del corporativismo non si riescono a fare buone leggi in Italia, proprio perché fondamentalmente i medici si mettono contro gli infermieri, gli infermieri si mettono contro gli operatori sociosanitari, gli psicologi contro i medici, e molto spesso chi riesce a spuntarla è colui che divide et impera. Per questa ragione io oggi mi trovo all'interno di un conflitto di lealtà, perché, se da studente io ero uno di quelli che chiedevano l'istituzione dello psicologo scolastico, l'istituzione dello psicologo di base, che affiancasse quindi la medicina territoriale nella prevenzione e nella cura, io credo che siamo arrivati a una maturazione che va oltre il corporativismo; ovvero, Fratelli d'Italia oggi sta chiedendo quello che io all'epoca, da studente… era una proposta del Partito Democratico, ovvero anche un'umanizzazione della medicina, della presa in carico.
Ma all'interno di questo momento, un attimo di riflessione, che deve cercare di spiegare come, in realtà, le figure dominanti e di potere all'interno del corporativismo e delle categorie sanitarie a volte debbano stare in silenzio e fare un passo indietro proprio per permettere alle altre categorie di capire come un approccio multidisciplinare alle prese in carico, complicate, che riguardano la psicologia dei nostri ragazzi, che riguardano persone che hanno avuto un evento traumatico, la malattia di un loro familiare; quindi è per questa ragione che non voterò questo emendamento, perché devo ammettere che sono in un conflitto di lealtà. Lo stesso conflitto di lealtà che, in realtà, dovrebbero avere i rami del Parlamento che adesso hanno maturato l'importanza dell'istituzione dello psicologo scolastico.
VALENTINA D'ORSO, Relatrice. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
VALENTINA D'ORSO, Relatrice. Chiedo di ritirare la votazione e di accantonarlo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. D'accordo.
Passiamo, a questo punto, all'emendamento 3.103 Dori, su cui vi è un parere favorevole così come riformulato, immagino che la riformulazione venga accettata.
Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.103 Dori, con il parere favorevole di Commissione e Governo, così come riformulato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 12).
Passiamo all'emendamento 3.105 Potenti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Potenti. Ne ha facoltà.
MANFREDI POTENTI (LEGA). Grazie, Presidente. Magra consolazione per il gruppo Lega nel veder passare solo questo emendamento, ma volevo ringraziare Governo e relatore perché mantenere la frase in qualsiasi modo all'interno del testo normativo avrebbe portato alla buffa conseguenza di dover dare una sorta di legittimazione a comportamenti che avrebbero potuto svilupparsi nel luogo ove invece si sarebbe dovuta garantire - e mi fa piacere che Governo e Commissione abbiano preso atto - la massima responsabilità nell'evitare comportamenti come quello della delazione, in cui sarebbero potuti scadere alcuni soggetti nel segnalare al dirigente scolastico comportamenti riferibili appunto alla condotta del bullo. Del resto, non avremmo potuto escludere neppure una condotta originale del dirigente scolastico nell'andare direttamente a conoscere quei comportamenti ritenuti, magari poi, successivamente, oggetto di una segnalazione.
Quindi, ringrazio e naturalmente invito l'Aula a sostenere questo emendamento perché fa sì che si elimini dal testo normativo quella che poteva diventare una vera e propria scriminante penale di condotte del tutto avulse dal contesto nel quale, invece, si sarebbero collocate, cioé il contesto scolastico, il luogo dove l'istruzione deve essere privilegiata (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.105 Potenti, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Intanto salutiamo i docenti e gli studenti del liceo scientifico “Rummo”, di Benevento, e del liceo classico “Luca Signorelli”, di Cortona, che stanno assistendo ai nostri lavori (Applausi).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 13).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.104 Dori, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 14).
Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.110 Bisa.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Sasso. Ne ha facoltà.
ROSSANO SASSO (LEGA). Grazie, Presidente. Questo emendamento a firma prima della collega Bisa che apparentemente può sfuggire a quest'Aula distratta, è invece molto importante. Signor Presidente, glielo dico soprattutto oltre che da padre, anche da insegnante, attualmente in aspettativa. Perché è importante? Perché il legislatore impone al dirigente scolastico un termine specifico per poter intervenire di fronte ad un episodio di bullismo e approfitto anche della presenza dei ragazzi che ci stanno guardando e sanno di cosa sto parlando. Se noi digitiamo su Google, per esempio, signor Presidente: studente bullismo scuola, ci apparirà una serie interminabile, purtroppo, di episodi che sono stati causati da eventi di bullismo e molti dei quali purtroppo sono culminati in suicidi e, nove volte su dieci, i genitori non sapevano nulla. Per cui se poniamo un termine preciso, cioè entro e non oltre le 48 ore, certo è un'ulteriore responsabilità che andiamo a dare al mondo della scuola, però le comunicazioni scuola-famiglia devono migliorare perché tante volte i lavoratori della scuola dimenticano o tardano nel dare questo tipo di comunicazioni per episodi che avvengono nel proprio luogo di lavoro e, al di là della culpa in vigilando, l'educatore, l'operatore, il collaboratore scolastico che assiste a scene di bullismo, che il più delle volte magari non avvengono nemmeno nell'aula e quindi il legale rappresentante degli istituti, colui il quale deve badare alla sicurezza dei nostri figli e di tutti gli alunni, deve avere un termine specifico. Per cui, con questo emendamento lo indichiamo – e concludo - entro e non oltre 48 ore. Ma non perché vogliamo punire a tutti i costi: vogliamo semplicemente dare la possibilità alle mamme e ai papà di parlare con i propri ragazzi: non è possibile che ci si rifugi in un termine come “tempestivamente”: può voler dire tutto e nulla. Questa è una piccola azione con cui intendiamo salvare delle vite, non sto esagerando perché significa una chiacchiera fatta con il papà che viene avvertito dalla scuola. Ci sono casi - stavo leggendo proprio ora - di amici che poi pubblicano storie su Instagram dicendo: sarete contenti, bulli; è il papà che prende quella prova e la porta dai Carabinieri perché non sapeva nulla e questo è molto grave. Per cui veramente invito i colleghi della maggioranza, del PD, del MoVimento 5 Stelle, di Italia Viva e di LeU, a votare l'emendamento: non conta nulla che è dell'opposizione, perché è un emendamento di buonsenso. Possiamo salvare vite e rendere più tranquilli i nostri ragazzi (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la collega Bisa. Ne ha facoltà.
INGRID BISA (LEGA). Grazie, Presidente. Mi associo a quanto ha detto appena adesso il collega Sasso su questo mio primo emendamento a mia prima firma. Oltre a quanto appunto ha riferito, tengo a precisare che il termine di 48 ore è un termine ovviamente importantissimo perché abbiamo visto che è stato inserito anche nel codice rosso e adesso tutte quante le procure sono favorevoli a questo termine che è stato inserito proprio per aiutare le vittime. E credo che la maggioranza, oltre a questo, non abbia capito il senso dell'emendamento e la schizofrenia con cui sta legiferando si vede dal fatto che la norma principale su cui loro sono intervenuti prevedeva l'ammonimento al questore; dopodiché in prima battuta la maggioranza abroga tale previsione per poi reinserirla in sede emendativa in Commissione con un emendamento del relatore.
PRESIDENTE. Collega, le chiedo di concludere.
INGRID BISA (LEGA). Quindi, proprio il fatto che la maggioranza non sappia dove sta andando con il provvedimento sta anche in quanto ho appena detto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la collega Tateo. Ne ha facoltà.
ANNA RITA TATEO (LEGA). Grazie, Presidente. Per questo motivo, per quanto la mia collega Bisa ha detto, per quanto anche il collega Sasso ha riferito prima, avanzo la richiesta di accantonare l'emendamento 3.110 Bisa, come è stato accantonato il precedente, in modo tale poi da discuterne almeno nel Comitato dei nove.
PRESIDENTE. Relatrice, c'è una richiesta di accantonamento.
VALENTINA D'ORSO, Relatrice. No, non accolgo la richiesta di accantonamento e confermo il parere.
PRESIDENTE. D'accordo. Collega Tateo, insiste? D'accordo. A questo punto chiedo chi vuole intervenire a favore della richiesta di accantonamento. La collega Tateo. Ne ha facoltà.
ANNA RITA TATEO (LEGA). Grazie, Presidente. Realmente faccio a tutti i miei colleghi una richiesta. Perché è fondamentale accantonare questo emendamento? Perché realmente nelle 48 ore il dirigente scolastico può aiutare non solo la famiglia ma può aiutare tantissimi ragazzi. Guardate, è fondamentale: 48 ore oggi sono anche tante e sono troppe. In 48 ore oggi possiamo realmente aiutare i ragazzi che sono vittime di cyberbullismo e di bullismo. Per cui faccio la richiesta di un voto favorevole all'accantonamento.
PRESIDENTE. Chi desidera intervenire contro la richiesta di accantonamento? Collega Bordo, prego.
MICHELE BORDO (PD). Grazie, Presidente. Noi siamo favorevoli a votare l'emendamento e, quindi, che non ci sia l'accantonamento anche perché ci pare ragionevole la previsione contenuta nel provvedimento che inviterei a rileggere perché sembra, da come viene raccontato l'emendamento, che il dirigente non abbia alcun vincolo di avvisare i genitori qualora si trovasse in qualsiasi modo di fronte ad atti di bullismo realizzati dai propri studenti. In realtà c'è scritto che il dirigente, qualora si trovasse di fronte ad atti di bullismo realizzati in forma anche non telematica, quindi atti veri e propri di bullismo, deve attivare alcune procedure. Intanto applicare la normativa vigente e le norme previste dal provvedimento e poi ancora è scritto: il dirigente informa altresì tempestivamente i genitori dei ragazzi coinvolti, che non significa “mai” o “dopo che è trascorso un tempo irragionevole”. “Tempestivamente” significa in italiano per tempo, in tempo opportuno cioè io dico lasciamo la possibilità al dirigente scolastico di non considerare l'obbligo di avvisare i genitori perentoriamente entro 48 ore ma lasciamogli la libertà anche di fare una valutazione di quello che è accaduto e di valutare se sia necessario comunicare subito o comunque tempestivamente. Quindi, attraverso questa norma noi teniamo assieme la garanzia di avvisare immediatamente e tempestivamente i genitori e anche la libertà per il dirigente scolastico di fare una valutazione più consona e più equilibrata rispetto a ciò che è accaduto. Poi, voglio aggiungere un altro elemento a proposito di quello che si diceva con il codice rosso. Noi nel codice rosso abbiamo introdotto un termine che, se non ricordo male, è il termine di tre giorni ma mi ricordo che soprattutto gli operatori della giustizia, i magistrati, in quella circostanza, quando noi prevedemmo questo termine così perentorio, ci dissero che non era opportuno perché il rischio che la magistratura avrebbe corso era di trovarsi di fronte a richieste che molto spesso non meritavano neanche di essere rivolte entro un termine perentorio di questo genere ed è la ragione per la quale, anche se, diciamo, è comprensibile quello che viene posto dai colleghi dell'opposizione attraverso questo emendamento, forse è utile lasciare il termine tempestivamente che noi abbiamo previsto piuttosto che prevedere, invece, un termine perentorio di 48 ore.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico, senza registrazione di nomi, la richiesta di accantonamento dell'emendamento 3.110 Bisa.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge per 76 voti di differenza.
Continuiamo, quindi, la discussione sull'emendamento 3.110 Bisa. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Bartolozzi. Ne ha facoltà.
GIUSI BARTOLOZZI (FI). Grazie, Presidente. Io non vorrei contraddire quello che ha detto il collega Bordo ma ci sono alcune inesattezze che mi è dovuto chiarire. Collega Bordo, nel “giuridichese” - ma non solo, perché anche in italiano - tempestivamente non vuol dire né immediatamente né senza ritardo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), tanto che il codice penale, sostanziale, prevede - e anche il codice di procedura - appositamente norme dove c'è scritto “tempestivamente” e fa distinzione tra l'uso dell'avverbio “tempestivamente”, “senza ritardo” o comunque “entro le 48 ore”. Poi infatti - ed è l'altra correzione che è dovuta e, quindi, invito i colleghi a valutare la bontà di questo emendamento - nel codice rosso abbiamo introdotto il termine delle 48 ore e anche in questo caso non è come dice lei, cioè che i giudici hanno detto che non andava bene, ma la precisazione dovuta è nel fatto che i pubblici ministeri che vennero dissero che forse era un termine stringente ma probabilmente lei è un po' indietro perché attualmente presso il CSM è stata istituita proprio una sezione che si occupa di questo, del monitoraggio delle 48 ore, e per quel che mi risulta i lavori svolti dalla commissione, seppure si sia insediata lo scorso mese, sono assolutamente favorevoli, seppure alcuni di loro erano contrari, cioè i pubblici ministeri, all'ingresso della disposizione che prevede le 48 ore. Allora, bene abbiamo fatto in quel caso a prevedere un obbligo cogente perché, come lei sa da giurista, nessun obbligo se non è circoscritto ha una sanzione. Dunque, bene abbiamo fatto nel codice rosso e bene faremmo adesso a introdurre il termine delle 48 ore, collega Bordo, non per intimidire i dirigenti scolastici ma per dare una tutela seria ed effettiva ai nostri ragazzi che sono, ahimè, troppo spesso vittime di atti di bullismo.
Quindi, invito i colleghi a un momento di riflessione seria. Non è una costrizione per i dirigenti ma è un'ulteriore e dovuta garanzia ai ragazzi che sono tristemente vittime di questi atti e per i quali anche solo un minuto di ritardo può essere letale (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Zanella. Ne ha facoltà.
FEDERICA ZANELLA (FI). Grazie. Io, invece, non mi riferisco al “giuridichese” ma a un'esperienza di almeno una decina d'anni nel settore e soprattutto in merito al cyberbullismo. Quarantotto ore possono essere dirimenti, soprattutto per una fattispecie sul web, per un rebound straordinario che non possa più essere corretto. Purtroppo abbiamo visto che tante volte ci sono dei ritardi anche nella comunicazione ai genitori: perché? Perché spesso i ragazzi, che sono vittime di cyberbullismo e di fattispecie lesive sul web, si vergognano di quelle immagini, si vergognano di foto, si vergognano di video, di gesti e di atti di cui i genitori non sono a conoscenza e magari possono indurre il docente e chi li segue a non avvisare i genitori. Ecco, per tutte queste ragioni, per la tempestività che è necessaria sul web per un intervento e anche per obbligare i docenti e il personale scolastico ad avvisare i genitori, io ritengo fondamentale questo emendamento e spero che ascolterete le parole di tutti noi che stiamo intervenendo in merito.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega D'Ettore. Ne ha facoltà.
FELICE MAURIZIO D'ETTORE (FI). La questione purtroppo, ma per fortuna, è proprio giuridica, collega Zanella. Quindi, è proprio una questione tecnico-giuridica che deve essere sviscerata, così come ha fatto la collega Bartolozzi, nella sua efficacia; cioè, la segnalazione e l'intervento nelle 48 ore è un tempo che realizza un potere-dovere del dirigente. È quel potere-dovere che si realizza in un tempo determinato e circoscritto dal quale nasce non solo l'obbligo giuridico, ma nasce la formazione di tutto un procedimento che la legge stessa prevede in funzione di quella che ora è solo una determinazione al tempestivo, al tempo come diceva il collega (appunto il tempo). In questo caso il tempo determina…
PRESIDENTE. Collega, la invito a concludere.
FELICE MAURIZIO D'ETTORE (FI). …l'esercizio del potere-dovere e lo realizza in funzione di quella che è la ratio dell'intera legge, perché se c'è un ritardo è il legislatore che sceglie, è il legislatore che determina; non impone, descrive la fattispecie e la determina, perché quella è la ratio del provvedimento…
PRESIDENTE. Collega, deve concludere.
FELICE MAURIZIO D'ETTORE (FI). …e quella è la finalità del provvedimento. Quindi, è certo che deve determinare un tempo, proprio perché ritiene urgente e necessario esercitare quel potere-dovere…
PRESIDENTE. Collega!
FELICE MAURIZIO D'ETTORE (FI). …in funzione della tutela del minore in particolare.
PRESIDENTE. Grazie…
FELICE MAURIZIO D'ETTORE (FI). Questo è il tema e, quindi, vi chiedo una riflessione su questo; la questione è giuridica ed è prettamente…
PRESIDENTE. Grazie, collega. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Sasso. Ne ha facoltà.
ROSSANO SASSO (LEGA). Grazie, signora Presidente. Io davvero insisto su questo termine, perché non possiamo lasciare al dirigente scolastico la facoltà di interpretare o meno la gravità di un'eventuale episodio di bullismo. Il papà e la mamma conoscono il ragazzo o la ragazza, il bambino o la bambina, e sono in grado di valutare se il loro figlio o la loro figlia è effettivamente turbato da un episodio che è accaduto a scuola. Ci sono stati 357 casi di bullismo nell'ultimo anno. Non tutti hanno portato al suicidio, ma molti hanno portato alla depressione e all'autolesionismo. Noi abbiamo l'obbligo di ingabbiare la condotta degli educatori su limiti certi e sicuri, perché un dirigente scolastico può essere preso da mille incombenze…
PRESIDENTE. La invito a concludere.
ROSSANO SASSO (LEGA). …e può non avere la lucidità e la preparazione anche pedagogica di valutare o meno il turbamento di un bambino: la mamma e il papà sì!
La Lega tiene a questo emendamento e chiedo alla maggioranza davvero di riflettere su un dato che può rendere…
PRESIDENTE. Collega, deve concludere.
ROSSANO SASSO (LEGA). …la vostra disposizione normativa efficace, altrimenti è fuffa (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il collega Mulè. Ne ha facoltà.
GIORGIO MULE' (FI). Grazie Presidente, nel chiedere di sottoscrivere l'emendamento vorrei che si riflettesse su un dato: “tempestivamente” è un termine che non dà in alcun modo una prescrizione al dirigente scolastico. In italiano, si dice al dirigente di far ciò nel momento giusto e al tempo giusto, ma chi stabilisce qual è questo tempo giusto? Quindi, o si dà un arco temporale preciso o noi lasciamo ed esponiamo a un pericolo gravissimo chi in questo momento noi intendiamo difendere con questo provvedimento. È un emendamento di buonsenso che va nella direzione che ispira l'intero provvedimento: difendere e fare in modo che le vittime non abbiano a subire delle conseguenze, ed è fondamentale dare un termine preciso entro il quale i genitori debbono essere informati.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.110 Bisa, parere contrario di Commissione e Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).
Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.150 Giannone. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Giannone. Ne ha facoltà.
VERONICA GIANNONE (MISTO). Grazie Presidente, io vorrei leggere un estratto del testo che stiamo votando. All'articolo 3: “La presente legge è volta a prevenire e contrastare i fenomeni del bullismo e del cyberbullismo in tutte le loro manifestazioni, in particolare con azioni di carattere preventivo e con una strategia di attenzione e tutela nei confronti dei minori, sia nella posizione di vittime, sia in quella di responsabili di illeciti, privilegiando azioni di carattere formativo ed educativo”. Bene, l'emendamento che ho proposto, a mia prima firma, altro non fa che rispettare questi criteri, perché effettivamente va a richiedere di inserire, di avviare dei progetti, in concerto con il comune o le associazioni e le associazioni di interessi sociali e culturali operanti sui vari territori, proprio nell'interesse dei nostri figli, quindi dei giovani, per poter insegnare loro ad ascoltare, ad interessarsi del prossimo e quindi alla convivenza sociale nella comunità. Pertanto io richiedo di poter rivedere il parere, perché comunque questo emendamento, come ho già specificato riprende precisamente quello che è scritto nell'articolo 3.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Bartolozzi. Ne ha facoltà.
GIUSI BARTOLOZZI (FI). In questo caso - non sfuggirà ai colleghi che hanno seguito i lavori in Commissione - non è che la maggioranza ha bocciato l'emendamento proposto dalla collega perché non lo ritiene buono nei contenuti, ma perché la Commissione bilancio ha detto che non ci sono le risorse per sostenerlo. Ecco, ora io chiedo ai colleghi della maggioranza e ai colleghi del Partito Democratico come si possono posporre e sottoporre a condizione la difesa dei diritti inviolabili di un minore alle esigenze di bilancio. Come potete dare parere negativo a questo emendamento, sol perché è un testo ad invarianza finanziaria ed è un testo che non prevede dei fondi aggiuntivi? Ora, se questo è il senso di fare una normativa a difesa dei ragazzi che sono vittima di bullismo, io sono abbastanza perplessa. Rimango perplessa e veramente chiedo ai colleghi del Partito come possiate licenziare una normativa asseritamente detta a favore dei più deboli della nostra società, dei minori vittime di bullismo, non mettendo fondi. Questo non è un emendamento che bocciate nel merito, ma un emendamento che bocciate perché la Commissione bilancio dice che non ci sono fondi per coprirlo.
Ecco, forse un ripensamento da parte della relatrice, un accantonamento e una maggiore riflessione da parte del Governo nel cercare le risorse indispensabili per far sì che questa legge sia veramente efficace contro questi atti intollerabili meriterebbe un attimo di riflessione aggiuntiva. Quindi, Presidente, per il suo tramite, io chiederei alla relatrice - non l'ho ancora fatto fino adesso - di accantonarlo, e lo farò per ogni emendamento che ha un parere negativo sol perché non c'è uno stanziamento e quindi una copertura finanziaria (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Relatrice?
VALENTINA D'ORSO, Relatrice. Non accolgo la richiesta di accantonamento.
PRESIDENTE. D'accordo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Bellucci. Ne ha facoltà.
MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Grazie, Presidente. Io devo ringraziare la prima firmataria di questo emendamento, l'onorevole Giannone, perché anche qui ha voluto mettersi a servizio, ha voluto dare alla maggioranza di Governo un'idea su come dare sostanza al contrasto della violenza tra i giovani e l'ha voluto fare in maniera sapiente, cioè sottolineando quanto un'esperienza all'interno di quel variegato universo del terzo settore e quindi delle organizzazioni di volontariato, delle associazioni di promozione sociale che ogni giorno si impegnano per dare risposta e solidarietà a chi ha un disagio, a chi soffre, a chi si occupa di prevenzione, beh come un'esperienza in quel mondo, che è fatto di così tanto cuore, amore e generosità, possa essere uno strumento importante per far comprendere che la relazione, tra l'altro, può essere fonte di benessere, fonte di gratificazione personale, fonte di crescita e di miglioramento come essere umano e quindi da un punto vista personale, educativo, ma anche culturale. E allora anche qui mi sorprendo, perché certo che le sinistre, quindi il PD in particolar modo, ha sempre detto a parole quanto era importante l'associazionismo italiano e, a questo punto, potrebbe dargli vicinanza, dargli comunque la dimostrazione di quanto questa stima, detta in più occasioni, è anche caratterizzata dall'accoglimento di un emendamento che cerca di riconoscere il valore sociale di quei milioni di volontari, di operatori che ogni giorno molto, molto spesso con poche risorse - faccio un inciso, questo: il passato anno, il 2019, è stato il primo anno in cui non c'è stato il bando che riconosceva alle realtà del terzo settore dei progetti di finanziamento, è stato il primo anno in cui quel bando non è stato emanato e quindi poi si è corsi ai ripari in quest'anno, nel 2020, attraverso delle linee di indirizzo che hanno semplicemente fatto scorrere una graduatoria che non aveva visto quei vincitori l'anno precedente, con delle linee guida che, fra l'altro, non sono adeguate all'emergenza, essendo passato un anno. Anche qui, non era mai successo, nella storia italiana, che il Terzo settore non venisse sostenuto puntualmente, impegnando quei fondi fino in fondo che erano stati stanziati nella legge di bilancio. Anche qui una vergogna di questo nuovo Governo MoVimento 5 Stelle-PD, che non è in grado di assegnare non quei fondi che deve trovare, ma quei fondi che ci sono. Beh, allora anche in questo caso il PD e il MoVimento 5 Stelle potrebbero invece dimostrare che, nonostante sono così smemorati, così poco attenti a come sostenere il Terzo settore in Italia, il mondo delle associazioni e del volontariato, beh, come però in un'occasione come questa, in cui un collega gli sottolinea il modo in cui potrebbero dare sostanza a quell'attenzione che propongono solo a parole, potrebbe sì diventare poi una realtà per quegli enti del Terzo settore. Proprio per questo ringrazio l'onorevole Giannone, la ringrazio per aver dato quest'occasione ai colleghi e spero tanto che ci si pensi bene a continuare a rifiutarlo, a continuare a proporre un parere contrario e, invece, lo si possa accogliere, per tentare di riparare ai danni fatti al mondo del Terzo settore quest'anno e soprattutto per dare un aiuto reale alle scuole, ai ragazzi, dandogli un'opportunità di conoscenza di una relazione sana, nel piano del rispetto reciproco (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.150 Giannone, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.151 Silli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 18).
Passiamo direttamente all'articolo aggiuntivo 3.02, dato che la votazione dell'articolo 3 non potrà essere fatta, in quanto abbiamo l'emendamento 3.12 accantonato.
Passiamo, quindi, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 3.02 Spena, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).
(Esame dell'articolo 4 - A.C. 1524-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).
Se nessuno chiede di intervenire, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione. Relatrice, se vuole, gliele indico io. Come preferisce. Glieli indico io?
VALENTINA D'ORSO, Relatrice. Sì, può chiamarli.
PRESIDENTE. D'accordo. Emendamento 4.105 Tateo?
VALENTINA D'ORSO, Relatrice. Parere contrario.
PRESIDENTE. Emendamento 4.104 Bisa?
VALENTINA D'ORSO, Relatrice. Parere contrario.
PRESIDENTE. Emendamento 4.190 Bisa?
VALENTINA D'ORSO, Relatrice. Parere contrario.
PRESIDENTE. 4.191 Tateo?
VALENTINA D'ORSO, Relatrice. Parere contrario.
PRESIDENTE. Emendamento 4.100 Potenti?
VALENTINA D'ORSO, Relatrice. Invito al ritiro o il parere è contrario.
PRESIDENTE. Emendamento 4.103 Dori?
VALENTINA D'ORSO, Relatrice. Favorevole
PRESIDENTE. 4. 101 Potenti?
VALENTINA D'ORSO, Relatrice. Contrario.
PRESIDENTE. 4.102 Massimo Enrico Baroni?
VALENTINA D'ORSO, Relatrice. Invito al ritiro o il parere è contrario.
PRESIDENTE. 4.2 Potenti?
VALENTINA D'ORSO, Relatrice. Contrario.
PRESIDENTE. Emendamento 4.106 Dori?
VALENTINA D'ORSO, Relatrice. Accantonato.
PRESIDENTE. Emendamento 4.107 Potenti?
VALENTINA D'ORSO, Relatrice. Contrario.
PRESIDENTE. 4.108 Dori?
VALENTINA D'ORSO, Relatrice. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 4.152 Benedetti?
VALENTINA D'ORSO, Relatrice. Contrario.
PRESIDENTE. Emendamento 4.109 Bellucci?
VALENTINA D'ORSO, Relatrice. Contrario.
PRESIDENTE. 4.153 Cunial?
VALENTINA D'ORSO, Relatrice. Contrario.
PRESIDENTE. 4. 110 Bartolozzi?
VALENTINA D'ORSO, Relatrice. Contrario.
PRESIDENTE. 0.4.192.100 della Commissione?
VALENTINA D'ORSO, Relatrice. Favorevole.
PRESIDENTE. 4.192 Emanuela Rossini?
VALENTINA D'ORSO, Relatrice. Favorevole.
PRESIDENTE. 4.300 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento)?
VALENTINA D'ORSO, Relatrice. Favorevole.
PRESIDENTE. Il Governo?
VITTORIO FERRARESI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. I pareri sono conformi alla relatrice.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 4.105 Tateo. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Tateo. Ne ha facoltà.
ANNA RITA TATEO (LEGA). Grazie, Presidente. Chiedo alla relatrice e anche al primo firmatario di rivedere questo articolo, perché è un articolo molto pericoloso. Cosa prevede l'articolo 25, detto in poche parole? Prevede che il minore, in caso compia atti di bullismo e cyberbullismo, dopo un lungo percorso, possa essere anche affidato ai servizi sociali.
Quando questo emendamento è stato già proposto in Commissione, la relatrice ha detto che questa non è una sanzione punitiva. Ma noi qui, in questo momento, siamo comunque riportando le lancette indietro nel tempo, ossia non stiamo assolutamente modificando una legge, che ricordo è nata nel 1934, quando c'erano comunque altre esigenze. Oggi siamo nel 2020 e ritengo che sia poco dignitoso, per atti di bullismo e cyberbullismo, affidare i bambini e i minori ad assistenti sociali o alle case famiglia, dopo tutto quello che è accaduto in questo periodo storico che noi stiamo vivendo. Mi riferisco in particolar modo a quello che è accaduto a Bibbiano. Ora è necessario qui, in questo momento, proprio evitare e sopprimere in particolar modo questa norma sull'affido dei bambini. È giusto che i bambini percorrano insieme ai genitori un percorso educativo, ma ritengo che nel 2020 sia assurdo applicare questa norma.
Chiedo, quindi, che questo emendamento venga accantonato. Oltretutto so che questo emendamento è stato respinto, perché non ci sono i fondi, da parte della Commissione bilancio. Non ci sono i fondi, perché con questo emendamento, in questo lungo percorso in cui il bambino deve andare dinanzi al tribunale dei minori e deve parlare con gli assistenti sociali, noi chiediamo che il bambino e i genitori vengano assistiti da un avvocato. Vorrei ricordare a tutti che la difesa di un avvocato deve essere prevista obbligatoriamente dalla legge e non vuol dire avvocato difensore di ufficio, che paga lo Stato. Avvocato vuol dire ben altro, per cui chiedo che questo emendamento venga accantonato.
PRESIDENTE. Chiedo il parere della relatrice sulla richiesta di accantonamento.
VALENTINA D'ORSO, Relatrice. Non accolgo la richiesta di accantonamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Siracusano. Ne ha facoltà.
MATILDE SIRACUSANO (FI). Grazie, Presidente, per dichiarare il voto favorevole a questo emendamento da parte del gruppo di Forza Italia, perché per noi questo emendamento è fondamentale, in quanto corregge una delle storture più profonde di questa legge. Ed è la ragione per cui noi voteremo contro all'intero impianto. Noi crediamo nel valore rieducativo della pena. Voi questo concetto proprio non lo comprendete. A voi piace inasprire le pene indistintamente per tutti, anche per i minorenni. In questo caso la gravità sta nel fatto che i ragazzi minorenni possono essere consegnati e collocati presso una comunità.
I bulli saranno pure carnefici, ma sono sempre minori, e sono vittime del loro disagio, che si manifesta attraverso la violenza, quindi vanno aiutati e non condannati a una pena di allontanamento dalla propria famiglia, che è drammatico e distruttivo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Quindi noi ci associamo alla richiesta di accantonamento e chiaramente voteremo a favore di questo emendamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la relatrice, D'Orso. Ne ha facoltà.
VALENTINA D'ORSO, Relatrice. Presidente, prendo la parola perché è doveroso sgombrare il campo da un equivoco, che strumentalmente, invece, forse verrà alimentato, ma spero di chiarire una volta per tutte. Noi stiamo intervenendo sull'articolo 25 del regio decreto n. 1404, che appunto disciplina l'istituzione e il funzionamento del tribunale per i minorenni. Noi stiamo andando ad incidere nella parte terza, che prevede la competenza amministrativa del tribunale per i minorenni, quindi non siamo all'interno della competenza civile, che è relativa a tutto ciò che riguarda la responsabilità genitoriale. Non siamo all'interno della competenza penale, anzi abbiamo deciso di intervenire su questa parte che prevede appunto il procedimento amministrativo. E abbiamo fatto anche un'operazione davvero innovativa, è questa la novità, cioè stabilire una gradualità, proprio perché, contrariamente a quanto mi sento e ci sentiamo dire oggi, inseriamo una serie vincolante di step preliminari a qualsiasi altro tipo di misure più invasive. Oggi l'articolo 25 prevede due uniche misure, ossia l'affidamento del minore ai servizi sociali e il collocamento in una casa di rieducazione, di cui si parlava, ma oggi è attualizzato anche quello. Cosa facciamo noi? Noi andiamo invece ad inserire, proprio perché crediamo nel fatto che sia necessario un percorso che coinvolga anche i genitori, soprattutto i genitori, tra l'altro, una serie di interventi diversi, andando a valorizzare, per esempio, i percorsi di mediazione, andando a valorizzare progetti di intervento educativo, ed è questo quello che farà il procuratore della Repubblica qualora gli venisse data una notizia circa dei comportamenti irregolari del minore o di quelle condotte aggressive che noi andiamo anche a descrivere e ad esemplificare. Cosa voglio dire? Voglio puntualizzare anche un altro aspetto: questa norma da sempre è stata utilizzata anche, in qualche modo, su impulso dei genitori, allorquando il nucleo familiare abbia difficoltà e abbia bisogno di un supporto nel supportare a sua volta un ragazzo problematico, quindi si va a inserire in un contesto molto diverso rispetto a quello cui ho sentito accennare, e spero di avere assolutamente chiarito che nulla hanno a che vedere in comune i due procedimenti. Specifico, do lettura di come, a seguito di questa novella, risulterebbe il testo. Il testo prevede appunto che il tribunale per i minorenni può disporre previo ascolto del minorenne dei genitori o dell'esercente la responsabilità genitoriale, quindi viene inserito come obbligatorio questo momento di ascolto, non solo del minore ma anche dei genitori o dell'esercente la responsabilità genitoriale, quindi viene promossa o l'attivazione di un percorso di mediazione, che poi è davvero la chiave di volta, perché sono dei percorsi che consentono di mettere in relazione e di fare un percorso anche di immedesimazione da parte di chi è autore di condotte aggressive nei confronti di chi è la vittima, che è proprio lo strumento deputato a superare un certo tipo di fenomeno, oppure un progetto di intervento educativo con finalità rieducativa e riparativa. Anche qua ritorna il concetto di riparazione, quindi ritorna il concetto di mettere in relazione il soggetto autore di queste condotte con la vittima di queste condotte.
Questa è la chiave di volta, questa è la vera novità, quindi respingo al mittente ogni altro tipo di contestazione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la collega Bisa. Ne ha facoltà.
INGRID BISA (LEGA). Grazie, Presidente. Veramente credo al limite dell'assurdo l'intervento fatto da parte della relatrice (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), perché ha dato un excursus di tutto quello che loro vorrebbero far fare a questi minori bulli, che è appunto l'inserimento in case famiglie, dando a queste case famiglie la capacità rieducativa che invece dovrebbe essere dei genitori, quindi togliendo questi ragazzi ai genitori e, quindi, dando la capacità rieducativa ad un altro soggetto (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Ma non solo, facendo tutto questo senza che il minore abbia la possibilità di avere una difesa tecnica da parte di un avvocato che lo rappresenti, quindi lasciandolo praticamente in balia di se stesso (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Quindi, veramente respingo io al mittente la spiegazione che ha fatto la relatrice su questa parte del provvedimento (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la collega Bartolozzi. Ne ha facoltà.
GIUSI BARTOLOZZI (FI). Presidente, beh, anch'io sono un po' perplessa delle parole della collega D'Orso, che non possono non avere una puntualizzazione. Procedimento amministrativo - l'ha detto anche lei - ma non volete fare tutto quello che lei ha decantato leggendo la norma, voi fate una cosa gravissima, collega D'Orso: voi, come vi ho appena detto la collega Bisa, prevedete che nel procedimento sia consentita l'assistenza tecnica, non garantita l'assistenza tecnica. Questo vorrà dire che ci saranno delle vittime di bullismo che hanno famiglie con un certo patrimonio, che potranno dare un difensore di fiducia al minore e che ci saranno vittime di bullismo che non potranno neanche avvalersi del difensore di fiducia, perché, collega D'Orso? Diciamolo ai colleghi del Parlamento, perché anche qui, la Commissione bilancio - c'è un emendamento di Forza Italia - dice che laddove avessimo previsto la difesa d'ufficio occorreva la copertura. Quindi, non spacciate provvedimenti per quello che non sono: voi diminuite le tutele, non le aumentate (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Baroni. Ne ha facoltà.
MASSIMO ENRICO BARONI (M5S). Grazie, Presidente. Ricordo una discussione con colleghi, in diverse sedi, proprio in merito a questo articolo, ed è stata una discussione estremamente interessante, proprio perché, in realtà, l'articolo 4 si allaccia proprio con i protocolli e le prassi. Sono prassi di presa in carico e sono prassi di ascolto, che riguardano sia le istituzioni giuridiche coinvolte, quindi stiamo parlando di magistrati, stiamo parlando del tribunale, stiamo parlando della procura. E faccio presente che in molti casi proprio al magistrato onorario, che è il collegio giudicante nel caso del tribunale dei minori, due magistrati onorari sono di solito psicologi e psicoterapeuti e affiancano il magistrato ordinario. Quindi, una delle ragioni per cui abbiamo tra i migliori tribunali al mondo in tema di minori è proprio questa, perché c'è stata una commistione tra buone pratiche di ascolto, di presa in carico, ma che sono previste attraverso delle linee guida e dei protocolli. Ebbene, sono stato proprio estensore dell'emendamento in Commissione che ha inserito al comma 4: “comunque con cadenza annuale l'intervento educativo deve essere prorogato oppure concluso”. Questo perché? Perché in realtà gli strumenti di tipo rieducativo psicologici devono avere una doppia lama, se mi si passa il termine. Da una parte, occorre un lungo respiro della presa in carico del disagio minorile, che molto spesso è esteso a tutta la famiglia, perché, ricordiamo c'è la reiterazione, in realtà, del trauma familiare in tantissimi casi, per cui proprio a livello di genogrammatico, una questione che va gestita non in maniera paranoica, mettendo un avvocato subito al primo colloquio, ma bisogna mettersi nei panni che in questo caso le istituzioni e persino la procura volge e lavora proprio in favore di aumentare la zona di comfort del minore o della famiglia, che in quel caso lì è proprio sotto pressione. E un errore gravissimo è quello di aumentare la pressione a carico delle persone imputate, minorenni o genitoriali che siano, proprio perché questo impedirebbe la risoluzione di queste problematiche, che non sono ancora definite in quella fase, in quel momento come dei reati, non sono ancora dei fatti contestati, da questo punto di vista, perché la legge è stata molto lungimirante: ha creato delle condizioni in cui, in realtà, ci sono degli elementi, dei segnali e degli eventi sentinella che potrebbero portare effettivamente a un atto di tipo penale, un agito di tipo penale da parte del minore o da parte dell'alveo familiare.
Quindi, molte delle cose che sono quindi scritte nell'emendamento, in realtà, sono ultronee, perché sono già state comprese all'interno della fase emendativa in Commissione; come ho detto, uno è stato l'emendamento per cui bisogna rivedere a livello annuale. Ma non può essere semestrale, ad esempio: in un semestre non crei neanche l'alleanza di lavoro, l'alleanza terapeutica in un'équipe multidisciplinare; almeno annuale. E la possibilità di creare, di proporre un progetto alla famiglia che possa essere triennale, quadriennale: questo lo prevedono i protocolli, questo lo prevedono le prassi, non lo possono prevedere i giuristi. Ecco, questo è stato il mio contributo, ma ovviamente l'emendamento è molto lungo e i giuristi poi potranno intervenire anche sulla parte squisitamente giuridica.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il collega Potenti. Ne ha facoltà.
MANFREDI POTENTI (LEGA). Gradirei che non ci raccontassimo balle, perché la legge sarà anche lungimirante, caro collega, ma gli attori di queste procedure spesso sono soggetti che sono completamente dei fuori di testa. Perché anzitutto quando abbiamo degli episodi, ma non voglio citare neanche il nome di quella località, perché mi fa schifo, tanto avete capito a quale mi riferisco, in Emilia-Romagna (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico). Quando si parte comunque con una procedura che inizia (articolo 25) citando il procuratore della Repubblica, e neppure quello davanti al tribunale dei minori, cioè la procura della Repubblica presso il tribunale dei minori, e si finisce col disporre il collocamento del minore in una comunità, al di là di quello che uno creda possa succedere…
PRESIDENTE. La invito a concludere.
MANFREDI POTENTI (LEGA). …all'interno della procedura, perché siamo tutti bravi, siamo tutti buoni, no, ma la prendiamo con filosofia, ma c'è l'assistente sociale…
PRESIDENTE. Collega, deve concludere.
MANFREDI POTENTI (LEGA). …astrattamente quando un procedimento finisce col disporre il collocamento del minore, vorrei - e concludo - far capire a tutti in che stato d'animo si trova un genitore (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier e di deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Bazoli. Ne ha facoltà.
ALFREDO BAZOLI (PD). Presidente, io sono abbastanza sconcertato dalla polemica che si è avviata su questo articolo. Perché ha ragione la relatrice: noi ci limitiamo ad integrare una disciplina che già c'è. È una disciplina che risale agli anni Trenta, è stata modificata negli anni Cinquanta; ma è una disciplina, questa della competenza amministrativa del tribunale dei minorenni, che il procuratore del tribunale dei minorenni di Milano ha detto esplicitamente in Commissione: “continua a rappresentare un prezioso strumento di intervento sui fenomeni del disagio e del disadattamento minorile”. Allora, quando sento le opposizioni che dicono che sarebbe meglio abrogare questa norma, beh, insomma, io mi chiedo se abbia senso, perché gli operatori del diritto che si occupano professionalmente di questi importanti problemi dicono esattamente il contrario, che invece è una norma che occorre e che serve, anche se molto risalente nel tempo. E cosa abbiamo fatto noi? Ci siamo limitati ad integrarla, perché aveva bisogno di un robusto tagliando, visto che risaliva agli anni Cinquanta, e abbiamo ampliato semplicemente il ventaglio delle possibilità di intervento del tribunale e degli interventi che possono essere messi in atto per appunto cercare di dare una risposta al disagio minorile: quindi ampliando il ventaglio, introducendo, come diceva la relatrice D'Orso, una serie di interventi che non c'erano e che ampliano quindi la possibilità di intervento. Siamo anche intervenuti sulla procedura: prima non era previsto, e da domani sarà previsto, che è obbligatorio sentire il minore, che è necessario sentire i genitori, che può esserci l'assistenza del difensore; tutte cose che non erano previste.
Noi integriamo la disciplina in modo da renderla accettabile, quindi renderla più garantista, più completa, di dare un ventaglio di interventi migliore. Ma perché tiriamo fuori polemiche sterili e inutili, e anche un po' misere e modeste, perché si strumentalizza il tema del disagio minorile per una polemica politica inutile (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico – Commenti della deputata Bartolozzi)? Cerchiamo di stare al merito delle questioni! Questo è un miglioramento evidente e netto di una disciplina che già oggi c'è, che era del tutto inadeguata e insufficiente e che oggi fa un grande passo in avanti. Stiamo al merito delle questioni e non facciamo polemiche su questi temi, che io credo meritino invece una considerazione un pochino più inclusiva e di merito e meno polemiche politiche (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega D'Ettore. Ne ha facoltà.
FELICE MAURIZIO D'ETTORE (FI). La difesa tecnica di un avvocato non è polemica politica: è un diritto costituzionale (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente - Commenti del deputato Bazoli)! E, svelando qual è l'intento dei 5 Stelle, dire che se c'è un avvocato si confonde la procedura: si confonde? Si garantisce la procedura (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)! L'assistenza dell'avvocato è necessaria, in ogni fase, anche preliminare! Non è politica! Ma vi rendete conto di quello che raccontate? L'avvocato che è l'Azzeccagarbugli, di continuo dite questo! In questa fase preliminare, del resto, si fanno dichiarazioni che poi possono essere utilizzate in fase penale: certo, perché è sotto l'egida della tutela giurisdizionale della procura della Repubblica dei minori. E ci vuole l'assistenza dell'avvocato! E non prendiamoci in giro: dov'è la polemica politica? Garantire i diritti di difesa non è polemica politica: è garantire l'attuazione della Carta costituzionale, ed è garantire a tutti, anche ai minori, all'ultimo agente che viene da famiglia disagiata e non ha possibilità dell'assistenza, di essere difeso.
PRESIDENTE. Collega, deve concludere.
FELICE MAURIZIO D'ETTORE (FI). Questa è la verità (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Varchi. Ne ha facoltà.
MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Grazie, Presidente, io intervengo al fine di sostenere l'emendamento dei colleghi, perché lo ritengo non solo un emendamento di buonsenso, ma anche un emendamento che fa tesoro dei suggerimenti che sono stati offerti a noi commissari nel corso delle audizioni. Ed infatti proprio il procuratore presso il tribunale per i minorenni di Milano, che veniva poc'anzi citato dal collega, proseguendo nella sua audizione ha detto: “Una nota sul procedimento è la presenza del difensore: sarebbe opportuno prevedere l'obbligatoria assistenza difensiva sin dall'instaurazione del ricorso, ricorrendosi alla nomina di un difensore d'ufficio, ove il minore non provveda ad indicare un difensore di fiducia”.
Vede, Presidente, noi qui ci muoviamo nell'alveo di un articolo della nostra Costituzione che spesso viene citato a sproposito, ma che stranamente oggi non ho sentito citare a nessuno della maggioranza, che è l'articolo 111 (Commenti della deputata Bartolozzi)…
PRESIDENTE. Collega Bartolozzi!
MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). …che dà i parametri di quello che dovrebbe essere un giusto processo e interviene anche sul diritto di difesa. E allora affinché questo procedimento non sia un procedimento in cui la tutela avvenga per censo, per possibilità economiche, per disponibilità economiche, ma affinché vi sia un principio di giustizia sociale invocato, così, giusto per parlarne, anche dal procuratore presso il tribunale per i minorenni di Napoli ed anche dagli esperti del Telefono Azzurro, a proposito di quell'associazionismo che tanto ha fatto per i minori, io credo che il legislatore dovrebbe fare un bagno di umiltà, fare tesoro dei suggerimenti che vengono dati dagli esperti e approvare questo emendamento, rispetto al quale sono sicura che, per spirito di condivisione, i colleghi proponenti rinuncerebbero pure a diritti di primogenitura affinché questa norma si avvii verso i giusti binari. Altrimenti noi avremo creato un pericoloso squilibrio sociale in danno di una delle fasce più deboli della nostra società, e io credo che questo non se lo possa permettere nessuno (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia e di deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Conte. Ne ha facoltà.
FEDERICO CONTE (LEU). Intervengo soltanto per svolgere una riflessione, che riguarda poi lo spirito della norma. Se trattiamo questo procedimento col riguardo di un procedimento di tipo giudiziario, indubbiamente è un pezzo mancante quello dell'obbligatorietà della difesa tecnica, ma lo spirito della norma, che sta nelle sue finalità, è quello di avviare un percorso di assorbimento del malessere giovanile, che è un percorso che non necessariamente esita nell'adozione di una misura costrittiva, anzi, sono misure non coercitive e la gradualità dei passaggi che sono in progressione, quelli del coinvolgimento dei genitori o degli esercenti la responsabilità genitoriale, sia nel primo incontro, sia nella fase successiva del progetto attrezzato dai servizi sociali, sia nella fase della verifica ed, infine, anche all'anticamera dell'affidamento del minore, extrema ratio, al progetto finale, sconsigliano un irrigidimento della dialettica che, inevitabilmente, verrebbe dalla presenza di un difensore che finirebbe, per la sua stessa vocazione, per rendere tecnica e contraddittoria la discussione che dovrebbe, invece, svolgersi, anzi, avvolgersi su rime diverse che sono quelle del recupero empatico, emotivo, relazionale del rapporto col minore. Già prevedendo la facoltà che questo avvenga evidentemente apre alle occasioni, all'eventualità, a quella casistica in cui uno svolgimento armonioso di questo percorso non è reso possibile dalle circostanze di fatto; è comunque un arricchimento della norma tradizionale che risponde alla logica della legge, che può essere condivisa o no, ma è una logica che tende a non tecnicizzare in termini giurisdizionali questi percorsi (Applausi del deputato Massimo Enrico Barone).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Ferri. Ne ha facoltà.
COSIMO MARIA FERRI (IV). Presidente, ho ascoltato l'onorevole Conte e sono d'accordo con quanto ha precisato; qui, interveniamo in una fase amministrativa. L'onorevole D'Ettore, giustamente, faceva riferimento a un diritto di difesa che va sempre garantito, ma la fase in cui interveniamo con la modifica dell'articolo 25 non è dentro quel procedimento giurisdizionale che richiede necessariamente la presenza del difensore; si vogliono, invece, rivedere, riattualizzare quelle funzioni amministrative del tribunale per i minorenni, tutta l'attività che ha il tribunale dei minorenni, come, per esempio, non solo la procura per i minori, che ha il compito di ispezionare le varie comunità in quella fase di controllo, ma anche il tribunale, l'organo giudicante che ha proprio, per come è strutturato il nostro procedimento minorile, che ci invidiano, tra l'altro, in tutta Europa, queste funzioni. Quindi, siamo intervenuti sulla competenza amministrativa del tribunale dei minorenni, per migliorare questa disciplina. L'altro intervento che abbiamo fatto è sull'adozione delle misure rieducative del minore, quindi, incidiamo su come riempire di contenuto e precisare proprio l'adozione delle misure rieducative del minore che guardano all'interesse del minore. In questa fase, il modo migliore per tutelare i diritti, così come ci impone anche l'articolo 8 della Carta CEDU, sia quello di guardare all'interesse, alla centralità, anche nella fase amministrativa, del minore, tanto che, sempre nella modifica dell'articolo 25, inseriamo il diritto dell'ascolto del minore e dei genitori all'inizio del procedimento, cosa che non era prevista, e anche questa è una novità importante, e che guarda, ecco, un altro aspetto, a proposito della tutela dei diritti: l'inserimento presso una comunità, cosa di cui tanto si parla quando si inserisce un minore nella comunità; ecco, modificando l'articolo 25, noi interveniamo e guardiamo all'inserimento della comunità come extrema ratio e, quindi, imponiamo che sia proprio l'ultima delle soluzioni, proprio perché ci sia al centro l'interesse del minore a rimanere nel proprio nucleo familiare, laddove ce ne siano i presupposti.
Sono passaggi importanti e questo è l'obiettivo di questa modifica normativa che vuole attualizzare e vuole precisare - devo dire - nella responsabilità e nella consapevolezza della magistratura minorile, a cui va il nostro ringraziamento per la professionalità, queste funzioni, anche amministrative, accentuandone il ruolo, la responsabilità, con la consapevolezza di poter incidere ancora prima di un procedimento giudiziario per dare una risposta concreta verso la centralità del minore, nel suo interesse, che coincide molte volte con quello del proprio nucleo familiare.
Quindi, per questi motivi, abbiamo preso questa linea in Commissione, linea che penso sia equilibrata, che non vada a ledere quel sacrosanto diritto che è quello della difesa, che è giusto che sia sempre garantito, ma non è questo il caso (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Emanuela Rossini. Ne ha facoltà.
EMANUELA ROSSINI (MISTO-MIN.LING.). Presidente, desidero ricordare che questa legge si occupa di prevenzione ed è molto importante questo, perché è sulla prevenzione che ci sta interpellando la società civile, la scuola. Allora, con questa legge noi abbiamo cercato di mirare ad anticipare, ai primi segnali, interventi di educazione, rieducazione e monito per i minori.
Pertanto, la novità, in questo articolo 4, è proprio quella di inserire una fase che non c'era, quella cioè diretta, ai primi segnali, laddove non si può intervenire in modo giudiziario, ad attivare tutto il contesto, coinvolgendo i soggetti in campo, proprio perché la vittima del bullismo - e questo concetto sta alla base di questa legge - non è solo la vittima diretta, ma è tutta la scuola, perché il bullismo instilla paura nei ragazzi, ma instilla paura anche negli insegnanti che non sanno come agire. Pertanto, questa fase nuova che è inserita nell'articolo 4 mira ad andare a prevenire quelle misure più drastiche a cui poi si è portati quando le famiglie, con un ragazzo che non sanno più trattare, chiedono di metterlo in comunità. Noi anticipiamo e cerchiamo di recuperare prima i minori, immettendoli in un circuito di relazioni educative e, quindi, anticipando misure più gravi, più drastiche.
Questa è la novità di questo articolo e questa è anche la filosofia e la novità di una legge che può sembrare debole, ma che trova la forza nella sua debolezza, attivando relazioni, coordinamento tra i contesti e non trattando la scuola, perché non possiamo, come un presidio di poliziotti o di assistenti sociali. La scuola deve rieducare.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il collega Dori. Ne ha facoltà.
DEVIS DORI (M5S). Presidente, ribadisco che noi, qui, andiamo a potenziare le competenze amministrative del tribunale dei minori, proprio con l'obiettivo di evitare che il ragazzo entri nel circuito penale, perché noi in questo modo interveniamo ai primi sintomi e interveniamo, non con la sanzione penale, ma prevedendo anzitutto dei percorsi di mediazione, prevedendo proprio un progetto di interventi educativi, con la partecipazione e non l'esclusione della famiglia. C'è chi fa riferimento, qui, ad altri provvedimenti, che nulla c'entrano con questo provvedimento che è nell'ambito amministrativo, ovvero a quelli che prevedono proprio comportamenti che pregiudicano il minore; l'articolo 330 del codice civile non c'entra nulla con questi provvedimenti che, anzi, hanno l'obiettivo di arrivare allo scopo di evitare che il ragazzo entri nel circuito penale, con altri sistemi.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Bellucci. Ne ha facoltà.
MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Presidente, io sono sbalordita; ma quando il PD dice che il tribunale dei minori è un'eccellenza europea, quando l'onorevole Dori dice che con questo provvedimento si vogliono potenziare le competenze amministrative, ma sono convinti di conoscere le condizioni in cui lavora il tribunale dei minori? Siete convinti di conoscere bene la scarsità di risorse umane e di personale e, quindi, di persone che possono portare avanti quelle competenze, quelle mansioni? Ma lo conoscete il tribunale dei minori e il modo in cui è costretto a lavorare? Conoscete le condizioni in cui lavorano i giudici onorari in un rapporto di lavoro del tutto precario e discontinuo, per non parlare poi delle derive del conflitto di interesse? Ma voi le conoscete le derive che ci sono state a fronte anche degli affidamenti illeciti che questa Italia ha visto e le cause per le quali questi sono avvenuti?
PRESIDENTE. Concluda, collega.
MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Allora, quello che voi avete immaginato è di aumentare le competenze e le mansioni. Ma chi le dovrebbe svolgere se non avete immaginato delle persone che possano portare avanti con maggiori risorse economiche o maggiori risorse di personale? Il vostro provvedimento poggia sull'argilla (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia e di deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Paolini. Ne ha facoltà.
LUCA RODOLFO PAOLINI (LEGA). Grazie, Presidente. Una parte me l'ha anticipata la collega, ma chi parla di eccellenze - viene il dubbio - c'è mai stato, nella pratica, a vedere cosa accade in certi tribunali minorili? Ha mai avuto contezza delle difficoltà amministrative e di personale che ci sono? Ma, soprattutto, ha mai visto cosa succede a una persona qualsiasi che su un'accusa, molto spesso vaga, e in questo caso diventerebbero ancor più vaghe, si presenta davanti a un tribunale senza un difensore? Si dice: lo può prendere. E se non ha i soldi? Se non sa neanche di che cosa si va a parlare? Mi chiedo veramente quale pregiudiziale mentale ci sia a considerare come utile, ma direi indispensabile, l'assistenza di un legale. È vero che per qualcuno gli avvocati…
PRESIDENTE. La invito a concludere.
LUCA RODOLFO PAOLINI (LEGA). …sono coloro che difendono i non colpevoli o dei colpevoli che l'hanno scampata, però ricordate che un giorno potrebbero esserci di mezzo anche i vostri figli e un difensore è indispensabile (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Garavaglia. Ne ha facoltà.
MASSIMO GARAVAGLIA (LEGA). Grazie, Presidente. Il dibattito è interessante, però qui c'è un dubbio e vorrei che qualcuno mi spiegasse se questo dubbio è fondato oppure no: nel caso in cui un minore, in quel caso non assistito dal legale, perché la famiglia non ha risorse per farlo, le dichiarazioni eventualmente fatte in questa fase, poi, qualora si andasse verso un procedimento penale, hanno rilievo oppure vengono cestinate e non hanno nessun rilievo? Infatti, delle due l'una: se queste dichiarazioni poste senza avvocato poi hanno rilievo, allora qui siamo di fronte a un enorme buco normativo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Vazio. Ne ha facoltà.
FRANCO VAZIO (PD). Presidente, mi sembra un dibattito surreale perché il centrodestra si dimentica di avere governato il Paese per lunghi anni e mai ha messo mano al portafoglio per aumentare le dotazioni organiche dei tribunali. Ci abbiamo pensato con i Governi di centrosinistra, con gli ultimi Governi, i nostri, e ancora con questo Governo. Surreale perché si può pensare, per un solo secondo, che una dichiarazione di un ragazzino possa costituire elemento per giudicarlo e condannarlo in qualsiasi tribunale dei minori? Creare le condizioni per un'assistenza obbligatoria costituisce un elemento per una spesa, non solamente per un diritto. Ora, voglio dire, creare le condizioni in un procedimento amministrativo della facoltà di assistenza è una ragione, ma creare e far discendere da questo una lesione per i diritti dei minori…
PRESIDENTE. La invito a concludere.
FRANCO VAZIO (PD). Mi scusi solamente un secondo, Presidente. C'è una questione fondamentale: in tutte le audizioni in Commissione - presiedevo la Commissione giustizia in quel momento - tutte le associazioni dei minori che sono intervenute hanno dato un giudizio positivo su queste norme. È veramente incredibile sentire queste esternazioni da parte di questi gruppi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.105 Tateo, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).
Sospendiamo, a questo punto, l'esame del provvedimento, che riprenderà alle ore 16.
Sospendiamo anche la seduta, che riprenderà alle ore 15 per lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata. La seduta è sospesa.
La seduta, sospesa alle 13,55, è ripresa alle 15.
PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA ROSARIA CARFAGNA
Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno la Ministra dell'Istruzione, la Ministra delle Infrastrutture e dei trasporti, la Ministra per le Pari opportunità e la famiglia, il Ministro per i Rapporti con il Parlamento e il Ministro per i Beni e le attività culturali e per il turismo.
Invito gli oratori a un rigoroso rispetto dei tempi, anche considerata la diretta televisiva in corso.
(Iniziative di competenza in merito alla vicenda della sospensione di un'insegnante presso un istituto superiore di Palermo in relazione ad un'asserita omessa vigilanza su un lavoro didattico concernente il cosiddetto “decreto sicurezza” – n. 3-01264)
PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno, Fratoianni ed altri n. 3-01264 (Vedi l'allegato A). Chiedo all'onorevole Fratoianni se intenda illustrare la sua interrogazione o se si riservi di intervenire in sede di replica.
NICOLA FRATOIANNI (LEU). Grazie, signora Presidente. Signora Ministra, naturalmente lei è informata sull'oggetto di questa interrogazione, si tratta di un caso che ha fatto molto scalpore nel dibattito pubblico di questo Paese: un'insegnante di un istituto industriale di Palermo, il “Vittorio Emanuele III”, Rosa Maria Dell'Aria, è stata sospesa a maggio scorso per due settimane con il dimezzamento dello stipendio perché è stata accusata di non avere vigilato sul lavoro dei propri studenti. Tralascio qui che cosa significhi intervenire sulla facoltà dell'insegnante di vigilare sul lavoro e sui contenuti del lavoro dei propri studenti, è argomento che potremo trattare, magari, in altra sede.
La verità è che è stata accusata di avere condizionato gli studenti, ma questo non è avvenuto, lo hanno detto gli studenti stessi, è stato riconosciuto già allora dal Ministro dell'Istruzione. Dunque chiediamo a lei, per quanto di competenza, cosa si intenda fare per revocare quella sospensione, risarcire quell'insegnante e restituire dignità al suo lavoro, al lavoro che ha svolto, provando a chiudere una ferita che, invece, nella nostra dialettica democratica in quel caso si è aperta in modo piuttosto significativo.
PRESIDENTE. La Ministra dell'Istruzione, Lucia Azzolina, ha facoltà di rispondere.
LUCIA AZZOLINA, Ministra dell'Istruzione. Grazie, Presidente. Onorevole Fratoianni, la ringrazio molto per il suo quesito perché mi permette di rassicurarla sul fatto che, pur essendomi insediata da poche settimane, ho voluto immediatamente farmi carico della questione legata alla professoressa Rosa Maria Dell'Aria. La libertà di insegnamento, sancita dall'articolo 33, comma primo, della Costituzione, all'articolo 1 del decreto legislativo n. 297 del 1994, il Testo unico delle disposizioni legislative in materia di istruzione, richiamata dal DPR n. 275 del 1999, è esercitata nel rispetto dei suoi limiti e senza condizionamenti, tende allo sviluppo dello spirito critico dei discenti e rappresenta un valore prezioso e, come tale, non comprimibile.
Da questa prospettiva ho avviato un approfondimento su quanto è accaduto a Palermo per comprendere i motivi che, nonostante i precedenti impegni, hanno tuttora impedito di giungere ad un'idonea soluzione che, fatte le opportune verifiche e nel rispetto della legislazione vigente, possa eliminare, nella sostanza, gli effetti di una sanzione disciplinare che a tutti è apparsa come non ragionevole e sproporzionata. Sino ad oggi non si è stati nella condizione di definire il caso in sede amministrativa per una serie di ostacoli di ordine pratico e giuridico. Difatti, il provvedimento di irrogazione di una sanzione disciplinare rientra nelle competenze del direttore generale dell'Ufficio scolastico regionale e non può essere oggetto di avocazione o di intervento di un diverso dirigente, né di conciliazione in sede sindacale.
La pubblica amministrazione nel nostro ordinamento giuridico è soggetta al principio della separazione tra gli organi di indirizzo politico e la dirigenza amministrativa, alla quale è rimessa l'intera attività di gestione, ivi compresa quella disciplinare. E infatti, secondo l'articolo 55 del decreto legislativo n. 165 del 2001, la competenza ad irrogare sanzioni disciplinari nei confronti dei pubblici dipendenti appartiene, a seconda della gravità dell'infrazione, al responsabile della struttura di appartenenza, ovvero all'ufficio per i procedimenti disciplinari, incardinato, per quanto concerne il personale docente, nell'Ufficio scolastico regionale. Sicché nessun Ministro ha la facoltà di sanzionare disciplinarmente un dipendente pubblico, né tantomeno è nella condizione di revocare una sanzione disciplinare comminata da un dirigente. Alla luce di quanto esposto, la definizione della questione, sia che si pratichi una conciliazione in sede giudiziale sia che il provvedimento sia annullato in autotutela tramite un atto uguale e contrario a quello adottato, non può prescindere dall'acquisizione delle piene funzioni del direttore generale dell'Ufficio scolastico regionale della Sicilia, la cui assenza in ruolo ha comportato finora l'arresto di ogni procedura. Anche per questa ragione, volendo addivenire quanto prima ad una concorde e decisiva soluzione della vicenda, posso assicurarle che il procedimento di nomina del responsabile del competente Ufficio scolastico regionale per la Sicilia si sta per concludere.
PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare l'onorevole Fratoianni.
NICOLA FRATOIANNI (LEU). Grazie. La ringrazio, Ministra. Naturalmente, non imputavo in alcun modo a lei, anche per il suo recente insediamento, la responsabilità di una mancata soluzione e conosco gli aspetti normativi che rendono impraticabile un intervento diretto ed esclusivo del Ministro, che sani per via immediata quello che, però, resta un vulnus molto grave rispetto alla vicenda democratica di questo Paese. Quella docente è stata sospesa non perché avesse violato nessuna delle sue funzioni, è stata sospesa perché - qui non siamo neanche nell'ambito della libertà di insegnamento, tutelata dalla Costituzione, andiamo oltre, siamo di fronte al tema della libertà di opinione, in questo caso di quegli studenti - fece male a qualcuno che quegli studenti potessero paragonare i terribili “decreti sicurezza” alle leggi razziali che questo Paese ha conosciuto; si può essere d'accordo o meno con quel paragone, lo si può definire eccessivo oppure appropriato, ma non si può intervenire sulla legittimità di nessuno e tanto meno di uno studente, nella scuola e nel suo percorso di formazione, di esprimersi su queste opinioni.
L'ispezione, che ha portato alla sospensione di quella docente, avvenne sull'input di un tweet inviato da un militante dell'estrema destra di Monza all'allora Ministro Bussetti, dunque, come si capisce, con un intervento che aveva, invece, natura prettamente politica rispetto pure alla divisione amministrativa che lei ha opportunamente ricordato. Per questo non ero qui a chiedere a lei di fare quello che lei non può fare, ero qui a chiedere però a lei e al Governo tutto di vigilare su questa questione. Noi continueremo a farlo, perché quel vulnus venga chiuso al più presto, a quella docente sia restituita la sua dignità e alla dialettica democratica di questo Paese anche.
(Chiarimenti in merito alla realizzazione del progetto di raddoppio della strada statale Agrigento-Caltanissetta – n. 3-01265)
PRESIDENTE. L'onorevole Alessandro Pagano ha facoltà di illustrare l'interrogazione Molinari ed altri n. 3-01265 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.
ALESSANDRO PAGANO (LEGA). Grazie, Presidente. Signor Ministro, stiamo parlando della strada statale 640, che collega Agrigento a Caltanissetta, che sarà raddoppiata, è in fase di ultimazione, e che si collega anche all'autostrada A19 Palermo-Catania. Il progetto prevede la realizzazione di sedici viadotti e cinque gallerie, fra cui una imponente di 4.050 metri, che passa praticamente sotto la città di Caltanissetta. Il lavoro è stato svolto da ANAS come contraente generale e poi affidato alla Cmc e, dopo i noti fatti, al Consorzio Italia. Veniamo al dunque. La galleria sta facendo nascere molte apprensioni perché il grosso tunnel scavato sotto la collinetta potrebbe procurare ingenti problemi a causa delle abbondanti infiltrazioni di acqua, che ne avrebbero già danneggiato in maniera invasiva la volta. Il ritardo già oggi è di cinque anni e la fine dei lavori è prevista nel 2022. Agli interroganti risulta che i lavori sono stati fatti tutti, nel senso che, in linea teorica, anche da un punto vista tecnologico adeguati, con neoprene con funzioni di tenuta stagna, ma nonostante tutto le infiltrazioni di acqua sono enormi. C'è stata un'interrogazione, sottoscritta nel 2011, che diceva in maniera molto chiara che in quel terreno insistevano faglie che avrebbero causato danni ingenti per la presenza di frane evidenti. Da qui la necessità che il Ministro intervenga concretamente e dia un'attenzione al territorio e alla problematica.
PRESIDENTE. La Ministra delle Infrastrutture e dei trasporti, Paola De Micheli, ha facoltà di rispondere.
PAOLA DE MICHELI, Ministra delle Infrastrutture e dei trasporti. La ringrazio, Presidente. In apertura desidero rassicurare i cittadini della regione siciliana sull'impegno del Governo per le infrastrutture del territorio, sia quelle provinciali, che quelle statali. Infatti, ricordo che l'articolo 16 del decreto-legge n. 162 del 30 dicembre 2019, attualmente all'esame di questa Camera, ha rafforzato i poteri del commissario straordinario, attribuendo tra l'altro il compito di realizzare la progettazione, l'affidamento e l'esecuzione di interventi sulla rete provinciale della regione siciliana, anche mediante apposite convenzioni da stipulare con le amministrazioni competenti. Quanto alla rete statale, si stanno individuando soluzioni che possano riattivare in tempi rapidi alcuni cantieri chiave per la viabilità dell'isola, come ad esempio la strada statale 640 Caltanissetta-Agrigento, che risentono delle gravi situazioni finanziarie delle imprese affidatarie dei lavori. In proposito, ricordo che l'articolo 47, comma 1-bis, del decreto-legge n. 34 del 2019 ha previsto l'istituzione del “Fondo salva opere” per il pagamento diretto, nella misura massima del 70 per cento dei crediti insoddisfatti, a favore dei subappaltatori, subaffidatari e subfornitori. Presso il MIT è già pienamente operativa la struttura dedicata all'istruttoria delle domande e all'erogazione dei contributi, anche in favore degli operatori economici impegnati nel cantiere lungo la predetta strada statale 640.
Venendo allo specifico quesito sulle infiltrazioni d'acqua nella galleria Caltanissetta, la società ANAS ha evidenziato che, in corso dei lavori, si sono manifestate unicamente lievissime infiltrazioni di acqua localizzate tra i conci di rivestimento della stessa galleria. Considerato, peraltro, che i lavori di costruzione già prevedevano, come dal proponente rilevato, interventi di impermeabilizzazione passivi ove si fossero resi necessari, ANAS, una volta rilevate le predette infiltrazioni, ha ordinato al contraente generale di intervenire per la risoluzione di questa problematica. Ad oggi, il contraente ha eseguito parte degli interventi previsti e, come riferito da ANAS, non sussistono rischi per la struttura della galleria. A tale riguardo, il Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti ha avviato, comunque, procedure di controllo e di verifica da parte della direzione preposta.
PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare l'onorevole Pagano.
ALESSANDRO PAGANO (LEGA). Presidente, io, per il suo tramite, mi ritengo insoddisfatto della risposta. Ma il problema non è legato ovviamente al Ministro, che anzi stimo dal punto di vista personale, però i problemi non sono questi e mi sa che l'hanno un po' depistata.
Intanto come si fa a dire e rassicurare i siciliani, quando soltanto sulla A19 siamo oggi in presenza: del viadotto Himera, che è crollato nel 2015 e non è stato ricostruito, stiamo parlando dell'autostrada; del viadotto Scorciavacche sulla Palermo-Agrigento, crollato una settimana prima dell'inaugurazione; del viadotto Akragas, che sarebbe il parallelo del Morandi, esattamente la stessa tecnologia, chiuso da 18 mesi, nessun intervento di nessuna specie, Come fa a scrivere l'ANAS una risposta di questo genere, Ministro, mi lascia veramente perplesso.
Ma il danno peggiore, la cosa che veramente fa indignare è esattamente questa galleria a cui le accennavo. Guardi, nella mia interrogazione del 2011 facevo presente che c'erano state quattro faglie perpendicolari all'asse delle due gallerie, i gradini tettonici tanto marcati lascerebbero presagire danni futuri irreversibili, lo dice la facoltà di geologia dell'Università di Palermo. La galleria Sant'Elia rischia di avere, quindi, danni generazionali, altro che piccoli e lievi cose. È costato 80 milioni, c'è stata una mega talpa che ha fatto guadagnare chissà chi. Lungi da essere ultimata, mancano ancora tanti anni per finire, le infiltrazioni d'acqua sono nell'ordine di milioni di metri cubi, che ovviamente si sono accumulati dalle piogge: insomma, dell'abbandono della Sicilia siamo tutti certi, basta vedere i dati. Su questi dati, che vi ho appena citato e che sono anche di natura speculativa, io non sarei tanto tranquillo, Ministro, e la inviterei, conoscendo la sua serietà e la sua abnegazione, a mettere occhio e a prestare parecchia attenzione sia sulla rete viabile siciliana che mi pare che sia abbandonata - e non sono soltanto questi i dati citati -, sia perché ovviamente sulla galleria cosiddetta Caltanissetta andiamo molto oltre in termini responsabilità (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
(Iniziative di competenza volte a ripristinare l'accesso al Viadotto del Cerrano e a prevedere la sospensione temporanea dei pedaggi autostradali per l'Autostrada A14 – n. 3-01266)
PRESIDENTE. L'onorevole D'Alessandro ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01266 (Vedi l'allegato A).
CAMILLO D'ALESSANDRO (IV). Grazie, Presidente. Il Ministro sa in che condizioni versa la mia regione, l'Abruzzo, ma non solo il centro Italia nella dorsale adriatica. È una situazione ormai non più sopportabile, non possiamo girare intorno alle parole. Si è verificato un doppio blocco: uno autostradale, a seguito dei sequestri dei guard rail per effetto di un provvedimento dell'autorità giudiziaria e si viaggia ad una sola corsia; l'altro per la deviazione dei TIR sulla statale 16, che ha mandato in crisi le popolazioni di quei territori, che sono scese in piazza e che stanno protestando. Non è più possibile, adesso veramente basta. Io chiedo al Ministro di intervenire con forza, so che è al lavoro, ma dobbiamo dare e spero che oggi possa dare delle certezze sui tempi del ripristino della normalità.
PRESIDENTE. La Ministra delle Infrastrutture e dei trasporti, Paola De Micheli, ha facoltà di rispondere.
PAOLA DE MICHELI, Ministra delle Infrastrutture e dei trasporti. La ringrazio, Presidente. Siamo assolutamente consapevoli dei disagi derivanti dalle limitazioni imposte sulla tratta autostradale A14 a seguito dei sequestri disposti dalla magistratura. Confermo che il Ministero si è da subito attivato per il superamento di queste criticità e per il ripristino dell'ordinaria circolazione in condizioni di sicurezza per l'utenza, per quanto ovviamente di competenza del Ministero. A tale scopo, nell'immediatezza dei provvedimenti adottati dall'autorità giudiziaria, abbiamo chiesto al concessionario un piano di verifiche sulla funzionalità delle infrastrutture coinvolte. Il concessionario ha, quindi, commissionato ad istituti e a professionisti esterni una serie di accertamenti su elementi strutturali, una modellazione dei fenomeni franosi in corrispondenza del viadotto Cerrano sulla A14.
All'indomani di tali verifiche e gli uffici del Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, preso atto dello stato dell'infrastruttura, hanno favorevolmente valutato l'ipotesi di consentire il ripristino del transito dei mezzi pesanti attuando un piano di gestione emergenziale che consente il monitoraggio del fronte di frana e ovviamente in presenza dell'apposita autorizzazione dell'autorità giudiziaria. Il concessionario ha predisposto, anche avvalendosi di istituti universitari, il richiesto piano di monitoraggio della frana, allestendo la relativa strumentazione tecnica. In data 24 gennaio scorso il piano di monitoraggio della frana è stato sottoposto alla valutazione degli uffici del Ministero che hanno richiesto alcune modifiche per l'individuazione delle fasi d'allerta e le corrispondenti azioni di sicurezza. Il piano di monitoraggio, modificato secondo le indicazioni del MIT, è stato trasmesso dal concessionario anche alle prefetture competenti per territorio, alla Polizia di Stato e ai comuni interessati al fine di acquisire eventuali osservazioni. Alcune autorità territoriali interessate, prefetture ed enti locali, hanno chiesto di portare ulteriori integrazioni a tale piano di monitoraggio, che sono state valutate da parte degli uffici del Ministero. Siamo ulteriormente intervenuti in poche ore per consentire una rapida implementazione del piano che il concessionario deve sottoporre all'autorità giudiziaria. Ovviamente le numerose richieste di implementazione da parte degli enti locali e le puntuali risposte del MIT si sono susseguite nelle varie fasi di questa vicenda relativa al viadotto del Cerrano. Gli uffici del MIT sono rimasti a disposizione h24 della Magistratura, del concessionario, degli enti locali, fornendo ogni necessario supporto o chiarimento. Le osservazioni pervenute sono state recepite nella nuova versione del piano di monitoraggio inviato alle amministrazioni direttamente coinvolte il 28 gennaio scorso. Il concessionario ha comunicato di avere presentato, sulla base di detto piano e delle altre misure di sicurezza già impartite, apposita istanza di dissequestro. Ove l'autorità giudiziaria dovesse accogliere l'istanza di dissequestro, la tratta autostradale verrà immediatamente riaperta al transito dei mezzi pesanti nei limiti e secondo le condizioni previste dal piano e dalle misure di sicurezza, con contestuale alleggerimento del traffico sulla viabilità della statale. Infine, per quanto concerne la sospensione temporanea dei pedaggi, si evidenzia che gli uffici del Ministero stanno verificando la fattibilità di tale ipotesi oltre anche ad altre eventuali misure compensative.
PRESIDENTE. L'onorevole D'Alessandro ha facoltà di replicare.
CAMILLO D'ALESSANDRO (IV). Ministro, chiedo scusa. Ho presentato un'interrogazione il 13 novembre al question time (lei non c'era giustamente perché era corsa a Venezia per i tragici eventi) e chi ha risposto al suo posto, il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, mi ha detto sempre la stessa cosa ossia che gli uffici stanno valutando la possibilità della sospensione. Era il 13 novembre; adesso stiamo ad anno nuovo ed è necessario sapere se c'è la sospensione o non c'è la sospensione perché credo che, se per fare Bologna-Pescara si impiegano otto o nove ore, credo che questo sia un servizio che grida allo scandalo e che non si può pretendere lo stesso pedaggio. Detto questo, da quello che ho capito e da quello che era emerso anche dalla stampa, lei ha rappresentato un quadro dove il Ministero ha chiuso tutto il lavoro che doveva fare in supporto e il concessionario ha presentato istanza di dissequestro alla magistratura. Ora è chiaro che è una risposta che va benissimo e la ringrazio. Il punto è che veramente la situazione in cui versano gli abruzzesi è disperata, soprattutto le popolazioni lungo la statale 16 per quel tratto che è invaso dai mezzi pesanti: è evidente che cercavano, cercano, chiedono, pretendono date certe che deve derivare da un provvedimento evidentemente dell'autorità giudiziaria. Però siamo a un punto di snodo. Io non ho il tempo per entrare nel merito. Però credo che rispetto all'ufficio territoriale del MIT che opera controlli, lei dovrebbe prima o poi trovare il modo per capire se tali controlli avvengono o queste verifiche avvengono dopo le emergenze o se si può evitare che si arrivi alle emergenze per le quali l'autorità giudiziaria sequestra i guardrail e blocca l'Italia centrale adriatica. Io insisterò fino a quando il problema non sarà risolto, Ministro, perché non è più una condizione normale: è un'emergenza nazionale, ambientale e sanitaria. Lei pensa, concludo, che vigili del fuoco o il servizio sanitario non riesce a raggiungere i luoghi dove andare sulla statale 16 per il blocco dei camion. Non vorrei che accadesse qualcosa di grave e poi siamo qui a commentare le cose gravi che non dovrebbero accadere in un Paese civile (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).
(Chiarimenti in merito ai tempi di emanazione del decreto, previsto dalla legge di bilancio per il 2019, volto alla revisione delle concessioni demaniali marittime – n. 3-01267)
PRESIDENTE. L'onorevole Zucconi ha facoltà di illustrare l'interrogazione Lollobrigida ed altri n. 3-01267 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.
RICCARDO ZUCCONI (FDI). Signor Presidente, signor Ministro, la legge di bilancio per il 2019 ha prorogato le concessioni demaniali fino al 2033. In particolare, la legge ha previsto l'emanazione di un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri volto a fissare i termini e le modalità per la generale revisione del sistema delle concessioni demaniali marittime. Sebbene la proroga non sia risolutiva, secondo noi, secondo Fratelli d'Italia, le categorie dei balneari in modo particolare avevano vissuto un momento di sollievo nell'apprendere di questa proroga, dopo tanti anni passati a seguito della “Bolkestein”. A distanza di oltre un anno dall'approvazione delle predette disposizioni, tuttavia, non vi è alcuna chiarezza sull'applicabilità della proroga stessa e non c'è ancora il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri e, quindi, tale incertezza normativa sta determinando la paralisi di un intero settore e ha generato una confusione amministrativa nell'applicazione della nuova durata delle concessioni. Quindi, per chiedere se il Governo ritenga di provvedere con urgenza all'emanazione del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri di cui in premessa.
PRESIDENTE. La Ministra delle Infrastrutture e dei trasporti, Paola De Micheli, ha facoltà di rispondere.
PAOLA DE MICHELI, Ministra delle Infrastrutture e dei trasporti. Come è noto, la riforma delle concessioni demaniali marittime con finalità turistico-ricreative è oggetto di attento scrutinio da parte della Commissione europea, per verificarne la compatibilità con il diritto europeo in aderenza all'indirizzo espresso dalla Corte di giustizia il 14 luglio 2016 sulla “direttiva Bolkestein”, recepita nel nostro ordinamento con il decreto legislativo n. 59 del 2010. Pertanto si è reso necessario sottoporre all'autorità europea lo schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri previsto dall'articolo 1, comma 675, della legge di bilancio per l'anno 2019 predisposto da tutte le amministrazioni interessate (MIT, MIPAF, MEF, Agenzia del demanio, MISE e Presidenza del Consiglio dei ministri nel Dipartimento affari regionali e autonomie) che pone le basi per un riordino sistematico del quadro ordinamentale in un settore ad alta rilevanza per il significativo numero di imprese coinvolte e per l'incidenza che le medesime hanno sul PIL. La parte europea ha chiesto delucidazioni in ordine alla prevista estensione temporale delle concessioni in essere, nonché in relazione all'istituzione del registro degli operatori economici ammessi a partecipare alle procedure di affidamento delle nuove concessioni. A seguito del passaggio delle funzioni in materia di turismo dal Ministero delle Politiche agricole al Ministero per i Beni e le attività culturali sono stati ripresi i lavori dell'apposito tavolo tecnico coordinato però dal Ministero per i Beni culturali per l'individuazione delle iniziative da sottoporre alla Commissione europea anche in relazione al contenuto del decreto del DPCM che, come è noto, deve essere adottato su proposta del Ministro delle Infrastrutture e del Ministro dei Beni culturali e per il turismo. Segnalo che i rappresentanti della struttura di missione per le procedure di infrazione del Dipartimento delle politiche europee hanno incontrato, il 21 gennaio scorso, il capo dell'unità della direzione generale della Commissione che segue il caso dei cosiddetti balneari, fornendo ogni aggiornamento sulle iniziative intraprese. Al fine, quindi, di proseguire il lavoro in corso per accelerare la definizione di un regolamento condiviso anche dalla Commissione europea è prevista, presso il Ministero dei culturali e per il turismo, una nuova riunione del tavolo tecnico preposto per il 4 febbraio 2020.
PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare l'onorevole Zucconi.
RICCARDO ZUCCONI (FDI). Grazie, signor Presidente. Assolutamente insoddisfatto ovviamente, perché quello che non si dice e si tergiversa è il fatto che il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri era uno dei passaggi per evitare una procedura di infrazione dell'Europa. Qui bisogna esser chiari: non solo manca questo decreto, ma addirittura c'è una sentenza del Consiglio di Stato che dichiara nulla praticamente la proroga. Ci sono varie lettere inviate dai comuni ai richiedenti che sospendono l'attuazione di questa, che è una legge dello Stato, è una legge dello Stato. Quindi, cosa aspettate a fare questo decreto del Presidente del Consiglio, come Governo? Parliamoci chiaro: o siete succubi della volontà dei 5 Stelle, che non hanno mai voluto questa proroga, e state di fatto cuocendo a fuoco lento la categoria dei balneari, che sono già stati a bagnomaria per tanti anni dopo la “Bolkestein”, o non vi state assumendo le vostre responsabilità. Gentiloni è del Partito Democratico ed è commissario europeo all'economia; il Ministro competente è lei, che è del Partito Democratico; il Ministro al turismo adesso è Franceschini, che è del Partito Democratico. Allora, le responsabilità sono precise. Voi non potete continuare a lasciare una categoria di 30 mila imprese e 100 mila addetti in questa situazione di incertezza. Quando i comuni stanno inviando queste lettere bloccano di fatto qualsiasi investimento nelle imprese, di questo ve ne dovete assolutamente rendere conto. Quindi, non vanificate una legge dello Stato che, secondo me, è già grave. Metteteci la faccia, dite che siete contrari alla proroga, tornate sui vostri passi e noi faremo le nostre azioni. Come Fratelli d'Italia, noi siamo accanto alle imprese sempre e accanto alle imprese dei balneari in questa occasione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
(Iniziative volte ad assicurare celerità e trasparenza alle procedure di stanziamento e assegnazione dei fondi destinati ai centri antiviolenza – n. 3-01268)
PRESIDENTE. L'onorevole Ascari ha facoltà di illustrare l'interrogazione D'Arrando ed altri n. 3-01268 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.
STEFANIA ASCARI (M5S). Grazie, Presidente. Anche grazie al MoVimento 5 Stelle i fondi destinati ai centri antiviolenza e alle case rifugio sono aumentati dai 12 milioni del 2017 ai 20 milioni del 2018, fino ai 30 milioni del 2019. Sfortunatamente l'erogazione dei fondi avviene a macchia di leopardo sul territorio nazionale, con alcune regioni in cui i trasferimenti sono diretti e tempestivi e altre in cui vi sono evidenti ritardi. Per assicurare la continuità dei centri antiviolenza e delle case rifugio bisogna garantire tempi certi nell'erogazione dei fondi sui quali si basa la sostenibilità di queste strutture. È fondamentale agire sulla governance territoriale delle risorse e sul monitoraggio delle stesse.
Per questo oggi chiediamo: quali iniziative si intendano adottare per rendere più rapide e trasparenti le procedure di stanziamento e assegnazione dei fondi destinati ai centri antiviolenza da parte del Dipartimento pari opportunità e dalle regioni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. La Ministra per le Pari opportunità e la famiglia, Elena Bonetti, ha facoltà di rispondere.
ELENA BONETTI, Ministra per le Pari opportunità e la famiglia. Grazie, Presidente. Il Governo è impegnato sia a rendere più tempestivi lo stanziamento e l'assegnazione dei fondi destinati ai centri antiviolenza sia a migliorare le attività di monitoraggio e a favorire l'effettivo utilizzo delle risorse in stretta collaborazione con le regioni, che svolgono un ruolo fondamentale nell'intera procedura. Dall'entrata in vigore del decreto-legge n. 93 del 2013 le autorità politiche delegate in materia di pari opportunità hanno provveduto, infatti, a emanare i previsti DPCM di ripartizione annuale delle risorse, disciplinando i criteri, i tempi e le modalità di erogazione del trasferimento a beneficio delle regioni, che sono tenute al rispetto di precisi obblighi informativi e di rendicontazione.
Nello specifico, le regioni devono inviare entro 90 giorni al Dipartimento per le pari opportunità le informazioni sulla programmazione delle risorse ripartite. Tale termine di 90 giorni - va evidenziato - è il frutto di una richiesta delle stesse amministrazioni regionali e decorre dalla comunicazione ufficiale da parte del Dipartimento dell'avvenuta registrazione del provvedimento da parte degli organi di controllo. La Corte dei conti ha poi stabilito, nell'ambito della propria attività di controllo successivo sulla gestione, che l'invio da parte delle regioni della programmazione non costituisce un mero adempimento formale, a valle del quale si può procedere in automatico all'erogazione delle risorse, ma rappresenta, al contrario, l'obbligo per l'amministrazione di verificare nel merito la conformità della programmazione proposta dalle regioni. Per tale motivo il Dipartimento per le pari opportunità effettua un'analisi accurata dei contenuti delle schede trasmesse dalle regioni, richiedendo anche integrazioni ed eventuali modifiche.
Per quanto riguarda il DPCM di riparto delle risorse relative al 2019, dopo aver ricevuto l'espressione positiva della Conferenza Stato-regioni, lo scorso 28 novembre 2019, ho proceduto alla sua sottoscrizione in data 4 dicembre. Tale provvedimento ha assunto efficacia dal momento della registrazione presso la Corte dei conti, in data 27 dicembre 2019. A inizio 2020 il Dipartimento ha prontamente comunicato alle amministrazioni regionali l'avvenuta registrazione, inviando contestualmente alla Gazzetta Ufficiale il testo per la relativa pubblicazione, che è attesa per i prossimi giorni. Dopo aver provveduto a una tempestiva assegnazione dei fondi, ci stiamo occupando di favorire l'effettivo utilizzo delle risorse trasferite alle regioni, promuovendo azioni volte a rafforzare il monitoraggio e a incrementare i livelli di trasparenza.
Per diminuire i ritardi dell'effettiva fruizione, d'intesa con le regioni nel DPCM di riparto è stata anche prevista la costituzione di tavoli regionali dei quali farà parte il Dipartimento. Lo stesso Dipartimento, inoltre, incrementerà il monitoraggio a livello centrale anche mediante l'attivazione di servizi di assistenza tecnica. Nella medesima logica il DPCM di riparto ha introdotto per la prima volta un meccanismo di esclusione dal riparto successivo per quelle regioni che non ottemperano agli obblighi di rendicontazione e di trasparenza indicati. In caso di mancato utilizzo delle risorse ripartite entro l'esercizio finanziario 2021 scatterà la revoca dei finanziamenti.
Nell'ambito della cabina di regia e in tutte le sedi competenti il Governo continua a impegnarsi a monitorare l'impiego coerente dei fondi per gli anni precedenti e a procedere in maniera tempestiva per i prossimi futuri.
PRESIDENTE. L'onorevole D'Arrando ha facoltà di replicare.
CELESTE D'ARRANDO (M5S). Grazie, Presidente. Grazie, signora Ministro. Mi dichiaro soddisfatta della sua risposta. Nel 2019 i finanziamenti destinati ai centri antiviolenza e alle case rifugio previsti dalla legge n. 119 del 2013 sono aumentati di 10 milioni di euro, arrivando a un totale di 30 milioni di euro. Si tratta di un'azione politica concreta che permetterà alle 43.467 donne che si sono rivolte ai centri antiviolenza del nostro Paese di uscire dalla violenza e alle 4.403 donne che operano nei centri di aiutarle a riprendere in mano la propria vita.
Questo impegno comune contro la violenza di genere non può essere ostacolato, però, da una distribuzione disomogenea delle risorse tra le diverse regioni, alcune delle quali impiegano addirittura un minimo di due anni per erogare i finanziamenti ai centri antiviolenza che rischiano così la chiusura. Saranno, quindi, determinanti tutte le iniziative che intraprenderà, signora Ministro, per potenziare il coordinamento tra il Dipartimento per le pari opportunità, le regioni e i comuni e per definire una procedura tempestiva e trasparente di erogazione dei fondi che permetta ai centri antiviolenza di operare in continuità sui nostri territori. Sarà, inoltre, fondamentale agire per aumentare il personale da impiegare nel Dipartimento pari opportunità, nelle regioni e negli enti locali, anche per garantire un maggiore accesso alle informazioni sullo status del finanziamento e dello stanziamento e dell'assegnazione da parte dei centri e delle associazioni di riferimento.
La violenza di genere non la si può sconfiggere con la burocrazia, con questa lenta burocrazia. Questo Governo ne è consapevole e per questo confido in un'azione incisiva per la risoluzione delle criticità evidenziate (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
(Iniziative volte a superare le criticità relative ai ritardi nei pagamenti da parte delle pubbliche amministrazioni, anche al fine di evitare una procedura di infrazione europea – n. 3-01269)
PRESIDENTE. L'onorevole Baldelli ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01269 (Vedi l'allegato A).
SIMONE BALDELLI (FI). Grazie, Presidente. È di ieri la notizia della condanna dell'Italia da parte della Corte di giustizia dell'Unione europea. Alcune imprese italiane hanno fatto ricorso presso la Commissione europea perché l'Italia non rispetta una direttiva europea che prevede che i debiti delle pubbliche amministrazioni, tutte le pubbliche amministrazioni, dai comuni allo Stato centrale, debbano essere pagati ai privati entro 30 giorni o, per alcune tipologie di spesa e di settore, entro 60 giorni. È un problema strutturale. Forza Italia da anni in questa battaglia è in prima linea. Emerge carsicamente e se ne è occupato il Parlamento lo scorso anno, grazie a una mozione che ho presentato come primo firmatario e che fu approvata all'unanimità.
Dobbiamo stabilire, Ministro D'Incà, un principio: lo Stato quando è creditore ti dorme sullo zerbino e ti aggredisce con lettere, agenzia delle entrate eccetera; quando è debitore se la prende comoda. Non va bene. Dobbiamo cambiare questo sistema e dare risposte concrete a imprese, cittadini e lavoratori.
PRESIDENTE. Il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico D'Incà, ha facoltà di rispondere.
FEDERICO D'INCA', Ministro per i Rapporti con il Parlamento. Signora Presidente, colleghi deputati, rispondo agli onorevoli interroganti sulla base degli elementi forniti dal Ministero dell'Economia e delle finanze impossibilitato a partecipare alla seduta.
La sentenza della Corte di giustizia europea del 28 gennaio 2020 statuisce, in particolare, che la Repubblica italiana, non assicurando che le sue pubbliche amministrazioni rispettino effettivamente i termini di pagamento stabiliti dalla direttiva 2011/7/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, relativa alla lotta contro i ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali, sia venuta meno agli obblighi a essa incombenti in forza di tali disposizioni.
Come riportato al punto n. 58 della citata sentenza, l'inadempimento è stato valutato in relazione alla situazione dello Stato membro quale si presentava alla scadenza del termine stabilito nel parere motivato della Commissione (16 aprile del 2017), con ciò riferendosi ai ritardi nei pagamenti delle pubbliche amministrazioni relativi alle fatture emesse fino all'anno 2016. Successivamente a tale data, a partire dal 2017, il Governo italiano ha previsto nuovi interventi a carattere normativo, finanziario e tecnico-informatico per accelerare lo smaltimento dei debiti pregressi e implementare il grado di affidabilità delle informazioni sui tempi di pagamento e sullo stock di debiti commerciali residui. Tali interventi hanno riguardato, in particolare: la concessione di nuove anticipazioni di liquidità per il pagamento dei debiti commerciali pregressi, maturati al 31 dicembre 2018 (legge di bilancio 2019); la medesima misura è stata riportata nella legge di bilancio 2020 con riferimento ai debiti commerciali pregressi maturati al 31/12/2019: l'avvio dal 2018 (a regime dal 2019) dell'applicativo SIOPE Plus, che ha potenziato il sistema di monitoraggio della Piattaforma per i crediti commerciali, la PCC, consentendo di rilevare, in modo automatico e puntuale, i pagamenti delle fatture ricevute dalle pubbliche amministrazioni; l'applicazione, a decorrere dal 2021, di misure di garanzia per il rispetto dei termini di pagamento; infine, la pubblicazione e l'aggiornamento, sui siti istituzionali della Presidenza del Consiglio dei ministri e del MEF, delle informazioni riguardanti i tempi di pagamento e di ritardo e lo stock di debiti commerciali residui riferiti ad ogni singola pubblica amministrazione. Per effetto delle misure adottate, il tempo medio di pagamento delle fatture commerciali si è costantemente ridotto nel quadriennio 2015-2018. Tale andamento risulta confermato anche dall'analisi delle fatture ricevute dalle pubbliche amministrazioni nel primo semestre 2019. In particolare, si evidenzia che le pubbliche amministrazioni hanno pagato le fatture commerciali emesse nel 2018 con un tempo medio di ritardo, rispetto ai termini di legge, di circa 8 giorni, a fronte dei 13 giorni riscontrati per le fatture del 2017, dei 20 giorni per quelle 2016 e dei 27 giorni relativi all'anno 2015. Il miglioramento complessivo è riscontrabile anche analizzando il quadriennio 2015-2018: la percentuale degli importi delle fatture pagate entro i termini, che risulta in costante crescita, con percentuali che passano dal 52,2 % per le fatture emesse nel 2015, al 55,8 % per le fatture del 2016, al 61,3 % per quelle del 2017 e al 64,7 % per quelle del 2018. Il Governo, nel registrare dunque i significativi miglioramenti evidenziati, rimane comunque impegnato nella costante azione di riduzione e accelerazione dei tempi di pagamento dei debiti commerciali.
PRESIDENTE. L'onorevole Baldelli ha facoltà di replicare.
SIMONE BALDELLI (FI). Grazie Presidente, io non ho capito granché della risposta, anche perché il Ministro D'Incà è stato costretto a leggere probabilmente una risposta che gli è stata preparata e che era molto consistente, conteneva molti dati, ma ci sfugge sostanzialmente la sostanza: materialmente, ad oggi, qual è la cosa che il Governo mette in campo per risolvere questo problema? Va bene che ci stia lavorando progressivamente per provare a ridurre questo lasso temporale, ma ascoltate Confindustria, ascoltate le imprese: è impensabile che in questo Paese un'impresa rischi di chiudere o di dover licenziare i lavoratori perché le pubbliche amministrazioni pagano in ritardo, perché quando lei mi cita il fatto che si arriva a una media di 8 giorni, parliamo di una media di 8 giorni, significa che c'è quello che paga in 3, ma quello che paga in 40. Quindi dobbiamo fare in modo, implementando tutti i sistemi - che brutta parola implementando - SIOPE Plus, sistemi di controllo telematico della gestione di questi crediti, però, quando il vicepresidente della Commissione europea, Antonio Tajani, firmò lo sforamento del patto, è perché fu permesso al Governo italiano di poter spendere soldi, anche in deficit, pur di pagare subito le imprese e i professionisti che avevano crediti con le pubbliche amministrazioni. Noi dobbiamo mettere a regime - l'abbiamo votato all'unanimità a maggio dell'anno scorso - un sistema di compensazione, che entri addirittura come meccanismo stabile fiscalmente, tra debiti delle pubbliche amministrazioni e crediti tributari dei privati, perché questo è un meccanismo che fa andare avanti le cose. Noi non possiamo permettere alle imprese che si aspettano pagamenti dalla pubblica amministrazione che gli salti il documento unico di regolarità contributiva e poi non possano partecipare alle gare perché chi le deve pagare non le paga. Insomma, poniamoci e poniamocelo tutti insieme, Forza Italia su questo è in prima linea, su questo tema noi ci siamo, ma ci sono state tutte le forze politiche: facciamo qualcosa di davvero concreto, perché è impensabile che lo Stato, quando deve chiederti i soldi, ti citofona dalla mattina alla sera, viene a casa tua, ti manda le lettere, l'agenzia delle entrate, ti pignora le cose e quando invece è lo Stato a doverti pagare, far finta di niente e se la prende comoda. questo per i cittadini è inaccettabile (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
(Iniziative volte ad incentivare l'accesso dei visitatori ai musei ed ai luoghi di cultura – n. 3-01270)
PRESIDENTE. L'onorevole Piccoli Nardelli ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01270 (Vedi l'allegato A).
FLAVIA PICCOLI NARDELLI (PD). Grazie Presidente. Ministro, a qualche anno dalla riforma dei musei nel nostro Paese, emergono con chiarezza risultati che possiamo sicuramente definire straordinari, anche rendendo atto del lavoro fatto a tutto il personale e ai nuovi direttori dei musei. Gli ultimi dati disponibili registrano, nel 2019, oltre 55 milioni di visitatori. Vediamo però che il loro numero, per la prima volta, dopo anni di costante crescita, non è aumentato rispetto all'anno precedente. Sono cresciuti gli introiti però per le casse dello Stato, con un più 5 per cento, che equivale ad un incremento di circa 12 milioni di euro, in parte probabilmente dovuto anche ai nuovi piani tariffari applicati ad alcuni dei più grandi musei del nostro Paese. Più incassi naturalmente vuol dire tradursi in più risorse da reinvestire in tutela, in ricerca e in servizi museali. Ci chiediamo se il lieve calo rispetto al 2018 può essere attribuito anche alla parziale cancellazione delle domeniche gratuite, che lei oggi ha ripristinato e sembrerebbe voler rendere permanenti.
PRESIDENTE. Concluda onorevole Piccoli Nardelli, ha un minuto a disposizione.
FLAVIA PICCOLI NARDELLI (PD). Sì, certo. Dalla sua prima edizione, nel luglio 2014, più di 17 milioni di persone sono andate al museo gratuitamente con questa promozione. Le chiediamo, Ministro, in che modo intenda sostenere un'iniziativa che consideriamo di particolare importanza, perché dà ragione a quel diritto di fruizione applicato ai beni culturali, secondo il principio che vede i diritti di cittadinanza anche applicati alla cultura.
PRESIDENTE. Il Ministro per i Beni e le attività culturali e per il turismo, Dario Franceschini, ha facoltà di rispondere.
DARIO FRANCESCHINI, Ministro per i Beni e le attività culturali e per il turismo. Grazie Presidente, nel 2014 fu adottata questa iniziativa della prima domenica del mese gratuita, che pensavamo in forma sperimentale per vedere che risultati potrebbe aver avuto. In realtà, è stato davvero un successo, un successo non soltanto in termini numerici, perché sono andati in questi anni più di 17 milioni di persone nelle prime domeniche del mese gratuite, ma anche dal punto di vista dell'avvicinamento delle persone ai musei: non sono soltanto turisti, sono soprattutto cittadini, famiglie, nonni con i nipoti, genitori con i figli, che spesso vanno a vedere il museo della propria città che magari avevano rinviato per tutta la vita di vedere, a un momento che non arrivava mai; l'occasione dell'ingresso gratuito è un'occasione di avvicinamento al patrimonio museale e, per molte famiglie che non hanno mezzi, è anche la possibilità di andare in tre, in quattro, con i figli, a vedere il museo gratuitamente, perché il costo è un costo, per una famiglia con un reddito basso, comunque impegnativo, anche se le nostre tariffe sono basse rispetto alla media delle tariffe degli altri Paesi. In alcune domeniche è diventata una vera festa di popolo: in molte occasioni è stato più il numero di persone che sono andate a visitare, nella prima domenica del mese, i musei dello Stato, che non quelle che sono andate agli stadi a vedere le partite di serie A, per dare una dimensione, una media di 300.000 persone, di domenica, nei soli musei dello Stato, a cui si aggiungono centinaia di musei dei comuni o privati o della Chiesa che si sono aggregati a queste iniziative della domenica gratuita, quindi un'operazione pedagogica e anche un'operazione, come abbiamo visto, che traina gli incassi nei giorni successivi, perché se una persona, come è capitato, entra per la prima volta nella propria vita in un museo o si appassiona alla visita al museo, poi ci torna anche nelle giornate normali, a pagamento, quando va a visitare un'altra città, tant'è vero che ha trascinato il numero dei visitatori e anche dei visitatori a pagamento. Nello scorso Governo era stato deciso di limitare soltanto a sei mesi l'accesso alla prima domenica del mese gratuita e di focalizzare invece in una settimana continuata le iniziative dei musei; sia i numeri che, a mio avviso, l'esigenza di stabilizzare, perché nel nostro Paese abbiamo bisogno di stabilizzare un po' di cose che diventino un'abitudine, soprattutto per famiglie che, come abbiamo visto e come ci hanno scritto, il mese precedente discutono già quale museo andare a vedere la prima domenica gratuita il mese successivo. Quindi, per tutte queste ragioni positive, la mia intenzione è di confermare la permanenza della domenica gratuita per tutto l'anno e in questo senso ho già inviato al Consiglio di Stato il nuovo schema di decreto.
PRESIDENTE. L'onorevole Rosa Maria Di Giorgi ha facoltà di replicare.
ROSA MARIA DI GIORGI (PD). Grazie, Ministro, grazie per questa risposta. Mentre lei parlava, mi veniva in mente ciò che stiamo facendo in Commissione, in Commissione affari esteri e Commissione cultura, in questa fase, ossia l'approvazione della Convenzione di Faro, che prevede esattamente quello che lei ha detto, sostanzialmente: il diritto individuale e collettivo di fruire del patrimonio culturale. In quella Convenzione si stabilisce questo e mi pare che la sua azione vada in questa direzione. Sono molto d'accordo sul fatto di confermare le domeniche gratuite, perché, appunto, si parla di famiglie, si parla di bambini e di genitori, si parla di persone che probabilmente non sono mai entrate in un museo. Quindi, mettere a disposizione il patrimonio culturale al maggior numero di persone significa crescita, significa educazione, educazione permanente, significa dare a tutti la possibilità di usufruire di un patrimonio che è immenso nel nostro Paese e così capillare. Quindi, è possibile per tutti. Allora, se la nostra azione, se l'azione del Ministero va in questa direzione, è evidente che, per quanto ci riguarda, visti i numeri e viste le prospettive, non possiamo che ritenerci fortemente soddisfatti della sua risposta.
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata. Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 16.
La seduta, sospesa alle 15,45, è ripresa alle 16.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ETTORE ROSATO
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Battelli, Enrico Borghi, Brescia, Businarolo, Colucci, Delmastro Delle Vedove, Delrio, Ferraresi, Gallo, Gebhard, Gelmini, Giaccone, Liuni, Lollobrigida, Lorefice, Lupi, Maggioni, Parolo, Schullian, Tasso, Vito e Zennaro sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
I deputati in missione sono complessivamente novantacinque, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.
In morte dell'onorevole Maria Coscia.
PRESIDENTE. (Si leva in piedi e, con lui, l'intera Assemblea e i membri del Governo). Come sapete, lo scorso 8 novembre è venuta a mancare la nostra ex collega Maria Coscia, già membro della Camera dei deputati nella XVI e nella XVII legislatura.
Nata nel 1948 ad Altavilla Irpina, in provincia di Avellino, si trasferì da bambina con la famiglia a Roma, dove iniziò molto presto il suo impegno sociale, iscrivendosi, appena quindicenne alle ACLI, di cui divenne segretaria provinciale della sezione giovani.
Laureata in psicologia, assistente universitaria e successivamente dirigente presso la regione Lazio, aderì nel 1973 al Partito comunista, nelle cui liste fu eletta poi nel 1987 consigliere comunale di Roma.
La sua militanza politica è poi proseguita nel Partito democratico della sinistra e, quindi, nei Democratici di sinistra.
Sia nel 2001 sia nel 2006 il sindaco di Roma, Walter Veltroni, la chiamò a far parte della sua giunta e Maria, nei sette anni in cui ricoprì l'incarico di assessore alle politiche educative e scolastiche, profuse uno straordinario impegno per restituire centralità ai servizi educativi per l'infanzia, ottenendo risultati davvero significativi, con la creazione di un sistema integrato imperniato sulla realizzazione di numerosi asili nido comunali e sul contestuale ampliamento delle convenzioni con i privati, giungendo a raddoppiare il numero delle strutture complessivamente disponibili sul territorio comunale.
Componente dell'Assemblea costituente del Partito Democratico e, successivamente, della sua Direzione nazionale, è stata eletta per la prima volta alla Camera nella XVI legislatura e molti di voi ne ricordano l'impegno, in particolar modo, come autorevole componente della Commissione cultura.
È stata presentatrice di proposte di legge sulle tematiche della scuola e ha dato un decisivo contributo alla redazione ed alla definitiva approvazione di iniziative normative in materia di ricerca scientifica, di organizzazione e finanziamento delle università, di rappresentanza di genere nei consigli regionali e degli enti locali, di assistenza in favore delle persone con disabilità; è stata, inoltre, prima firmataria di una proposta di legge, anche essa divenuta legge, concernente il pluralismo nell'informazione e il sostegno all'editoria.
Nella passata legislatura ha svolto l'incarico di relatrice di maggioranza sul disegno di legge di riforma del sistema nazionale di istruzione, meglio conosciuto come “buona scuola”, volto a dare piena attuazione all'autonomia scolastica, dando prova - come del resto le era solito - di competenza, rigore e capacità di sintesi. Della sua relazione, svolta nella seduta del 14 maggio 2015, ho voluto riportarvi queste parole, che condivido e che ci danno la misura dei valori in cui credeva: “La scuola è uno dei pilastri fondamentali del nostro Paese e l'obiettivo che ci dobbiamo tutti porre non è pensare ad una scuola di questa o quella parte, ma una scuola che sia capace di rispondere alle sfide che noi abbiamo di questi tempi, che sia capace di contribuire in modo determinante a costruire un nuovo futuro per i nostri ragazzi, per le nostre ragazze e per il nostro Paese”.
Io, che ho avuto la fortuna di conoscerla e di averla con me nel gruppo parlamentare del Partito Democratico, ho sempre apprezzato, oltre alla sua serietà e preparazione, soprattutto il suo tratto umano e la passione con la quale ha sempre affrontato le sue battaglie politiche.
Con la sua scomparsa, viene a mancare una donna capace e tenace, sempre rispettosa delle altrui posizioni, un vero punto di riferimento per chi ha a cuore le politiche dell'educazione e il sostegno ai diritti delle donne, un esempio della politica più nobile, in cui l'impegno inesauribile profuso ogni giorno si coniuga con la capacità, molto concreta, di proporre soluzioni ai problemi, spesso anche di natura innovativa.
Ai familiari che sono oggi presenti nelle tribune e, in particolare, al marito Mario e alla figlia Cristina, voglio esprimere le più vive condoglianze a nome di tutta l'Assemblea, assicurando loro che la passione politica e l'attività parlamentare di Maria non saranno dimenticate. (Applausi).
Proporrei un minuto di silenzio a quest'Aula (L'Assemblea osserva un minuto di silenzio - Applausi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Verini. Ne ha facoltà.
WALTER VERINI (PD). Presidente, l'altro ieri, Giorno della Memoria, ripensavo ai viaggi ad Auschwitz che con Maria Coscia facemmo ai tempi della giunta Veltroni, di cui era assessore. Con Sami Modiano, Piero Terracina, le sorelle Bucci e Nedo Fiano, il babbo del nostro Lele, c'erano i ragazzi delle scuole di Roma, nei cui occhi umidi per l'emozione e la commozione Maria si rispecchiava emozionata e commossa anche lei, perché per Maria la politica e l'impegno nelle istituzioni sono stati intrecciati con valori, ideali - e la custodia della memoria è uno di questi - e azione quotidiana per combattere le ingiustizie, le discriminazioni, per migliorare la vita delle persone, per aiutare i più giovani a crescere, a diventare cittadini di una società aperta, con il valore della memoria e l'impegno per il futuro, con una scuola rinnovata e all'altezza dei suoi compiti formativi. La sua vita è stata legatissima alla famiglia, al suo Mario, alla sua Cristina, ai nipotini, ma al tempo stesso intrecciata con qualcosa di grande: la voglia di cambiare il mondo e di mettersi in cammino; in cammino insieme alla sua comunità, di partito, di quartiere, di città - e che difficile e straordinaria città è quando si chiama Roma - o alla sua comunità parlamentare. E naturalmente comunità delle donne, con le quali ha sempre combattuto per l'emancipazione femminile, come si chiamava una volta, per i diritti civili, per le grandi battaglie degli anni Settanta, e poi contro le discriminazioni, l'odio e la violenza quotidiana contro le donne, per la parità di genere. Insomma il “se non ora quando?” ha accompagnato sempre il suo impegno svolto ovunque con disciplina e onore. Le deputate e i deputati della Commissione scuola e cultura - io ringrazio Flavia Piccoli che mi ha proposto di intervenire per il gruppo -, anche quelli di partiti diversi e avversari, hanno saputo apprezzare in lei la tenacia della sua convinzione ma anche il rispetto per l'idea altrui e per il diverso da sé, senza paure. Maria non urlava, del resto ci dicevamo: che bisogno c'è di urlare, quando uno è convinto dei propri argomenti? Infine, Presidente, noi del PD abbiamo apprezzato anche il suo cercare le sintesi su questioni nelle quali magari non si trovava d'accordo, rispettando, però, e poi sostenendo fino in fondo, quelle convergenze che anche lei aveva contribuito a raggiungere. A volte si parla e si guarda alla politica e alle istituzioni con distacco e ostilità, Maria Coscia ha combattuto nell'unico modo che conosceva la cosiddetta antipolitica: contribuendo a rendere credibili la politica e le istituzioni. Se ne è andata troppo presto, purtroppo, ma la ricordiamo non solo oggi, la ricorderemo con affetto e gratitudine, come esempio di politica seria e perciò bella (Applausi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gallo. Ne ha facoltà.
LUIGI GALLO (M5S). Presidente, cari colleghi, vorrei oggi salutare e ricordare con affetto Maria Coscia, deputata della Repubblica italiana nella XVI e XVII legislatura. Con Maria Coscia ci siamo conosciuti e confrontati nella precedente legislatura in Commissione cultura.
Non posso negare che, per le differenti posizioni politiche, il nostro rapporto è nato su un iniziale clima di sospetto reciproco: eravamo su posizioni opposte e la non conoscenza personale acuiva la mancanza di fiducia. Lei era la capogruppo del PD in Commissione cultura, e con lei, in Commissione cultura, insieme alla deputata Piccoli Nardelli, ho fatto il mio primo ufficio di presidenza da capogruppo del MoVimento 5 Stelle, per due anni, e ho mantenuto con lei il confronto da capogruppo, imparando secondo me reciprocamente l'uno dall'altro. Ciò che ho scoperto dopo, avvicinate due esperienze politiche profondamente diverse, è stato il suo interesse primario in ambito politico, che ha sempre orbitato intorno alle tematiche educative e scolastiche. Lei, come in tanti nella precedente legislatura, ha sempre affrontato queste tematiche partendo dalla visione di chi il mondo della scuola lo ha conosciuto, lo ha frequentato e lo ha respirato e amato. In virtù di questa conoscenza, ha portato quelle istanze nel mondo della politica. Voglio ricordare oggi la compostezza con cui Maria Coscia ha affrontato il suo ruolo nelle istituzioni, la sua capacità di mediazione e di dialogo, restando fuori dal rumore delle divisioni politiche. Questa non è una dote scontata. Voglio ricordare la profonda dedizione con cui ha cercato di portare il suo contributo migliorativo, soprattutto nell'ultimo periodo del Governo Gentiloni, in norme che all'epoca sono state profondamente divisive, e in quella fase ha portato a raccordare delle decisioni e delle posizioni diverse e importanti Quando una forza politica è capace di fare questo, di riuscire a confrontarsi con le posizioni avversarie, che sono anche dei cittadini, bisogna considerare un grande pregio della capacità politica ed umana di una persona. Con queste parole voglio onorare la memoria di una donna con il senso delle istituzioni, che ha portato in queste istituzioni l'impegno richiesto da un rappresentante dei cittadini. Con dolore oggi salutiamo Maria, e siamo vicini alla famiglia oggi in Aula, consapevoli del fatto che terremo acceso il suo ricordo di donna delle istituzioni e di cultura che ha dato il suo contributo al Paese e ai cittadini (Applausi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cantalamessa. Ne ha facoltà.
GIANLUCA CANTALAMESSA (LEGA). Presidente, quando ho saputo della commemorazione della collega Coscia ho sentito, per interposta persona, il sindaco di Altavilla Irpina, il comune dove è nata, e mi ha raccontato di una storia bellissima, della storia del padre dell'onorevole Coscia, che faceva il minatore in provincia di Avellino e, per difficoltà delle miniere, si è trasferita poi a Roma. Ho sentito dei colleghi avversari politici che l'hanno avuta al consiglio comunale a Roma, miei amici, e mi hanno parlato di una persona che ha riempito di significato e di valore umano la parola politica, perché le sue lotte, per quel che riguarda le donne e la tutela dei minori, credo che prescindano dal colore politico - e lo dico da avversario -, perché l'impegno che ha messo in tante, in tutte le battaglie che ha fatto - mi hanno parlato di quelle per gli asili nido nella città di Roma - credo che diano il senso di come poi, quando la politica è passione, consenta di superare qualsiasi steccato e qualsiasi ideologia. A nome del gruppo della Lega esprimo profonde e sentite condoglianze alla famiglia. Mi piace ricordare che persone come la collega Coscia riempiono di significato e danno valore alla parola “politica” (Applausi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Spena. Ne ha facoltà.
MARIA SPENA (FI). Presidente, mi rivolgo a Maria, che ho conosciuto quando lei era assessore al comune di Roma. Noi, insieme alla collega Sara De Angelis, invece, eravamo al secondo municipio di Roma, quindi non ci siamo conosciuti qui nel palazzo della politica, ma ci siamo conosciuti sui territori, sul campo, in trincea, quando noi volevamo aprire - e ci siamo riusciti proprio con il sostegno di Maria - gli asili nido, i cosiddetti spazi baby, i progetti ponte, quindi tutti i servizi rivolti alla famiglia, tutti i servizi rivolti alla genitorialità.
E quante telefonate che intercorrevano tra di noi quando casomai mancava un assistente educativo presso qualche scuola di qualche bambino più bisognoso degli altri! E lei sempre molto attenta anche nella modalità con cui ci chiedeva le cose. La voglio quindi ricordare così. So che a lei farebbe piacere vederci qui tra i banchi di quest'Aula, per tutto quanto l'impegno che abbiamo profuso per l'apertura di asili nido, scuole materne, per il sostegno alle famiglie e per il sostegno soprattutto ai bambini più bisognosi, quindi ai diversamente abili. Ci ha insegnato molto, ma soprattutto ci ha insegnato una cosa: che nella politica quando si superano dei muri, sicuramente si può fare molto a sostegno degli interessi della collettività; e Maria ne è stata un esempio (Applausi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Frassinetti. Ne ha facoltà.
PAOLA FRASSINETTI (FDI). Presidente, onorevoli colleghi, anche Fratelli d'Italia vuole ricordare in quest'Aula la collega Maria Coscia. Io ho avuto modo di conoscerla in Commissione cultura: una donna coraggiosa, competente, sorridente; una donna che amava la scuola, e questo si percepiva sempre. Lei, donna pratica, arrivava sempre al cuore del problema, ed era quindi facile collaborare con lei. Anche la mia collega onorevole Bellucci mi dice che nel comune di Roma ha collaborato con lei, e ha visto veramente Maria Coscia mettere insieme, costituire un'eccellenza, un sistema di servizi educativi e scolastici che era davvero un'eccellenza. Poi ad un certo punto, sono orgogliosa di raccontarvi questo episodio: Maria mi si avvicina e mi dice se poteva abbinare la sua proposta di legge alla mia. Io avevo presentato una proposta di legge per insegnare l'inno nazionale nelle scuole, e lei una proposta di legge per far sì che il 17 marzo, giorno che ricorda l'Unità d'Italia, potesse essere il giorno in cui nelle scuole si ricordava la Costituzione, l'inno e la bandiera. Io ho detto: “Sono ben contenta, Maria, di fare questa battaglia insieme”; e insieme, da sponde così diverse, abbiamo cercato di far passare una legge per insegnare agli studenti ad amare l'Italia. Questo penso sia stato un momento particolare: abbiamo combattuto, anche tra qualche difficoltà, ma alla fine la legge è stata approvata, e per me questa rimarrà una delle esperienze più belle e significative della mia vita politica parlamentare. Ciao, Maria, vigilerò affinché la nostra legge sia sempre attuata (Applausi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Anzaldi. Ne ha facoltà.
MICHELE ANZALDI (IV). Presidente, io sono molto onorato e contento che il mio gruppo, Italia Viva, abbia concesso a me l'onore di commemorare una collega deputata che è stata apprezzata da tutti per il suo lavoro, e che viene ricordata ancora da tutti con molto affetto. Ho conosciuto Maria Coscia nei primi anni Novanta, giovane ma sicura e preparata consigliera comunale di Roma, con la giunta Rutelli prima e poi con quella di Walter Veltroni. Era una persona preparata, che se parlava sapeva quello che diceva, e che soprattutto sapeva mediare tra passione e politica. Aveva una conoscenza approfondita della macchina amministrativa e un grande rispetto delle istituzioni. Sono state proprio la sua sensibilità sociale e la sua capacità gestionale a permetterle di ottenere risultati davvero importanti per Roma e rimasti ineguagliati come l'aumento del 70 per cento dell'offerta degli asili nido nella capitale quando era assessore, 70 per cento! Ho avuto la fortuna di ritrovarla qui alla Camera nel 2013 come presidente di gruppo della Commissione cultura. Appassionata, sapeva coniugare le richieste della maggioranza e della società con le esigenze del Governo. Maria non sgomitava, non sgomitava per apparire, ma era pronta a lottare, e anche duramente, per difendere una tematica in cui credeva, e che soprattutto rappresentava un'esigenza, o peggio addirittura un'emergenza, per le famiglie, suo vero referente per tutta la sua carriera politica.
Ancora oggi, a chiunque si rechi a Roma in una scuola con il nido e lo scopra particolarmente funzionale e sicuro, basterà soffermarsi con i dirigenti scolastici e chiedere informazioni sulla struttura per sentirsi dire che è stata realizzata dall'assessore Maria Coscia. Ecco, questa era Maria e continuerà ad esserlo per tante famiglie che hanno visto la vita migliorata grazie alle sue scelte da amministratrice lungimirante: un vero modello cui dovrebbero guardare tutti coloro che si avvicinano alla politica, a tutti i livelli. Ciao, Maria (Applausi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fassina. Ne ha facoltà.
STEFANO FASSINA (LEU). Presidente, ho conosciuto Maria Coscia quando non eravamo in Parlamento, qui a Roma, quando militavamo entrambi nei DS, e poi dopo, quando ci siamo separati sul piano partitico. Per me Maria Coscia è rimasta sempre un punto di riferimento imprescindibile per le politiche sull'educazione. Avete ricordato tutti, a cominciare da lei, Presidente, il suo impegno su questo terreno, ma lei incominciò l'impegno politico per i diritti delle donne, per l'attuazione della legge n. 194 del 1978 a Roma.
Non c'è dubbio che l'impronta nella città l'ha lasciata sugli asili nido, sull'educazione all'infanzia, non solo per le quantità - il raddoppio dei posti a Roma, un dato assolutamente rilevante - ma per la qualità, per l'attenzione agli insegnanti, agli educatori. Il periodo più intenso che ho vissuto con lei è stato durante la fase della “buona scuola”. Eravamo su posizioni diverse, e spesso la chiamavo per intervenire in assemblee molto difficili, molto complicate, quando quel suo mondo, che l'aveva sempre seguita, aveva assunto spesso posizioni differenti; e rimasi colpito dalla sua disponibilità, dalla sua autorevolezza, dalla sua capacità di ascolto, dal rispetto che suscitava anche negli interlocutori più critici. Ecco, per noi, per me, Maria Coscia è stata un esempio, un esempio di eccellenza morale e intellettuale, un esempio di donna di partito, di donna delle istituzioni, un esempio di donna della cultura. Ci mancherai, Maria, ma non dimenticheremo la tua lezione (Applausi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fusacchia. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO FUSACCHIA (MISTO-CD-RI-+E). Presidente, anch'io ci tenevo a ricordare Maria Coscia. Non l'ho conosciuta nei banchi del Parlamento ma l'ho conosciuta qualche anno fa quando lei stava in Commissione cultura, quindi dove sto io oggi, e io ero capo di gabinetto al Ministero dell'Istruzione, dell'università e della ricerca. L'ho conosciuta, quindi, nel quadro di tanti incontri tenuti per provare a riformare la scuola italiana in tante riunioni anche difficili, anche complesse, ovviamente, per il tema che stavamo trattando. Mi ha sempre colpito di Maria Coscia - lo ricordo ma lo hanno ricordato anche i colleghi - la mitezza, la fermezza e la competenza. Sulla scuola come ti addentri nei vari dossier, nei vari temi, ad un certo punto facilmente ti ritrovi perso e disperso in mille dettagli, mille stratificazioni normative, e Maria probabilmente era una delle persone che meglio conosceva la scuola italiana.
Io la voglio ricordare con un pensiero solo, dato dalla capacità di ascolto di Maria Coscia. Noi siamo convinti che la politica sia usare bene le parole: Maria Coscia sapeva usare bene i silenzi, che sono una cosa forse ancora più preziosa e ancora più rara nella politica di oggi. Mi ricordo quando in tante occasioni lei, che in quel momento rappresentava il Parlamento, rappresentava la maggioranza, parlava con me che ero un servitore dello Stato, ma rappresentavo il Governo insieme alla Ministra dell'epoca; attraverso i silenzi mi faceva capire che tante cose su cui il Governo, all'inizio, la maggioranza e il Ministero dicevano in quell'occasione “non si può fare”, quel silenzio voleva un po' dire: proviamoci ancora, proviamoci per un altro po' di tempo, che alla fine si può fare. Quindi Maria Coscia per me è stata un insegnamento, in quel momento, che mi porterò dietro nel tempo e cioè che tante volte la politica è quell'arte di trasformare l'improbabile in possibile. Quindi, volevo mandare anch'io un saluto affettuoso alla famiglia e ai suoi più cari affetti (Applausi).
PRESIDENTE. Ringrazio tutti i colleghi e tutti i gruppi parlamentari.
Sull'ordine dei lavori e per fatto personale.
EMANUELE FIANO (PD). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
EMANUELE FIANO (PD). Presidente, mi riferisco ad un intervento che nel corso della mattinata il collega onorevole Manfredi Potenti della Lega ha fatto usando parole volgari ed offensive nei confronti delle migliaia di abitanti di una località in provincia di Reggio Emilia, del nostro Paese. Le ripeto le parole, Presidente, in quanto sono sicuro che chi presiedeva in quel momento l'Aula non le avrà sentite, ma esprimo un mio parere e chiedo che su queste parole si avvii una verifica: “…perché anzitutto - dice il collega Manfredi Potenti - quando abbiamo degli episodi, ma non voglio neanche citare il nome di quella località, perché mi fa schifo, tanto avete capito a quale mi riferisco in Emilia Romagna”, parlando poi della questione dei minori e del tribunale dei minori. Immagino, a meno che il collega non voglia alzarsi, smentire e spiegare a cosa si riferisse, che voleva dire che gli faceva schifo il nome di una città italiana dove risiedono migliaia di persone e io trovo che queste parole (Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)…Io trovo che queste parole - non decidete voi chi parla in quest'Aula, ma il Presidente - riferite alla località di Bibbiano siano da censurare in quest'Aula perché inaccettabili (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Onorevole Potenti, lei vuole intervenire, per fatto personale? In via del tutto straordinaria la faccio intervenire adesso.
MANFREDI POTENTI (LEGA). Soltanto per dire che mi pare infantile pensare che io possa ritenere quel posto schifoso. L'ho detto forse in un tono dialettale che in toscano può sottintendere che mi abbia riluttato continuare a pensare agli episodi che hanno riguardato quella località. Avendo visitato quella località pochi giorni fa e avendoci fatto una campagna elettorale, poiché io credo nella serietà di quei cittadini a poter valutare fatti e circostanze, io escludo di aver mai pensato allo “schifo” inteso come riferibile alla località, ai suoi cittadini, al suo sindaco e a qualunque altro membro di quella comunità. Ho semplicemente fatto riferimento - e mi scuso se posso aver fatto fraintendere a voi il contenuto del mio intervento - a fatti a voi ben noti, a noi pure, che mi rilutta dover continuare a citare e ad associare al nome di quella località, con il massimo rispetto per la località e i suoi abitanti, esclusi quelli che in quella località hanno compiuto quei fatti. Grazie e mi scuso (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier – Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Onorevole Potenti, è evidente che, al di là delle sue scuse, di cui l'Aula apprezza il significato, le affermazioni che sono state stenografate e che sono state fatte stamattina non sono accettabili nei confronti di nessuno. Prendiamo atto delle sue scuse, come aveva suggerito anche la Presidente Spadoni, che in quel momento non aveva ascoltato esattamente il contenuto del suo intervento, e la richiamo anch'io al Regolamento e a un po' di buongusto in quello che bisogna fare in quest'Aula, certamente a non affermare quello che lei ha affermato.
Si riprende la discussione della proposta di legge n. 1524-A.
(Ripresa esame dell'articolo 3 – A.C. 1524-A)
PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione della proposta di legge n. 1524-A.
Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta è stato da ultimo respinto l'emendamento 4.105 Tateo.
Avverto che, di fuori della seduta, l'emendamento Lucaselli 3.12 è stato ritirato dalla presentatrice.
Avverto, inoltre, che la Commissione ha presentato gli emendamenti 3.200 e 6.200, che sono in distribuzione, e in relazione ai quali risulta alla Presidenza che tutti i gruppi abbiano rinunciato sia ai termini per la presentazione dei subemendamenti sia al termine di ventiquattr'ore, di cui all'articolo 86, comma 5-bis, del Regolamento.
La Commissione Bilancio ha espresso il parere su tali proposte emendative che è in distribuzione.
Chiedo alla relatrice se intenda riprendere l'esame del provvedimento dall'articolo 3 e, quindi, dall'emendamento 3.200 della Commissione ovvero dall'emendamento 4.104 Bisa, a pagina 9 del fascicolo.
VALENTINA D'ORSO, Relatrice. L'emendamento 3.200 della Commissione mi pare che fosse l'unico accantonato sull'articolo 3, quindi, per ordine, iniziamo da questo.
PRESIDENTE. Perfetto, vuol dire che siete pronti, benissimo.
Allora, passiamo all'emendamento 3.200 della Commissione.
Se la Commissione e il Governo ci possono dare il parere. Incominci lei, relatrice.
VALENTINA D'ORSO, Relatrice. Parere favorevole.
PRESIDENTE. Il Governo?
Giustamente, il sottosegretario chiede il testo dell'emendamento, se glielo forniamo… è uguale, probabilmente, al testo su cui ha dato il parere in Comitato dei nove…
VITTORIO FERRARESI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Conforme alla relatrice.
PRESIDENTE. Parere favorevole. Bene, se non ci sono richieste di intervento, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.200 della Commissione, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 21).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 22).
(Ripresa esame dell'articolo 4 - A.C. 1524-A)
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 4.104 Bisa, all'articolo 4, a pagina 9. Se non ci sono richieste di intervento, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.104 Bisa, con il parere contrario della Commissione, del Governo e anche della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.190 Bisa, con il parere contrario di Commissione, Governo e V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.191 Tateo, con il parere contrario di Commissione, Governo e V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 25).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.100 Potenti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 26).
Passiamo alla votazione dell'emendamento 4.103 Dori.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tateo. Ne ha facoltà.
ANNA RITA TATEO (LEGA). Grazie, Presidente. Vorrei solo spiegare il motivo per cui la Lega si astiene dal voto di questo emendamento, perché è condivisibile che ci sia la verifica delle condizioni per l'attivazione di un percorso di mediazione, e quindi che ci sia il tribunale dei minorenni che dispone con decreto motivato, previo ascolto dei minori e dei genitori o dell'esercente la responsabilità genitoriale, ma ritengo che sia comunque necessario prevedere obbligatoriamente la figura dell'avvocato. È importante perché, anche se, come avete sempre detto, si tratta di un provvedimento amministrativo, comunque ci troviamo innanzi ad un tribunale, ci troviamo comunque di fronte a persone che in determinati contesti possono essere deboli e non possono realmente comprendere cosa loro sta accadendo. Per cui è necessaria la figura di un tecnico, per cui chiedo, per l'ennesima volta, che venga prevista in questa norma la presenza obbligatoria dell'avvocato, che, ricordo a tutti voi, non è un costo per le spese dello Stato (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.103 Dori, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 27).
L'emendamento 4.101 Potenti è precluso dall'emendamento 4.103 Dori.
Passiamo all'emendamento 4.102 Massimo Enrico Baroni. Ha chiesto di parlare l'onorevole Baroni. Ne ha facoltà. Prego, collega.
MASSIMO ENRICO BARONI (M5S). Grazie, Presidente. Lo ritiro.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 4.2 Potenti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Potenti. Ne ha facoltà.
MANFREDI POTENTI (LEGA). La ringrazio, Presidente. Anche con questo emendamento la Lega intende perseguire e continuare a insistere sulla visione garantista di questo tipo di procedimento. Intendiamo, quindi, correggere la dizione “servizi sociali”, precisando che esiste invece un organismo specificamente deputato ad occuparsi delle questioni minorili; esiste dal 1938, esiste e si chiama ufficio di servizi sociali per i minori. Riteniamo che un riferimento specifico a questa struttura sia opportuno.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.2 Potenti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 28).
Passiamo al successivo emendamento, 4.106 Dori. C'è una riformulazione, relatrice? Prego.
VALENTINA D'ORSO, Relatrice. Il parere è favorevole con la seguente riformulazione: Al comma 1, lettera a), capoverso “Art. 25”, comma 2, aggiungere in fine le parole: “, inclusi quelli dello svolgimento dell'attività di volontariato sociale eventualmente disposta”.
PRESIDENTE. Il parere del Governo?
VITTORIO FERRARESI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Grazie, Presidente. Il parere del Governo è favorevole. Poi vorrei mettere a verbale un intervento, posso farlo adesso?
PRESIDENTE. Quando ritiene, signor sottosegretario, se il parere è favorevole alla riformulazione naturalmente.
VITTORIO FERRARESI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Favorevole alla riformulazione.
PRESIDENTE. Certo, certo, prego.
VITTORIO FERRARESI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Vorrei precisare che su questo tipo di istituto il volontariato e le attività di volontariato sociale sono già previste. Bene il fatto di inserirle, quindi attenzionare, potenziare e mettere a punto nero su bianco questo strumento in questo istituto, però deve essere chiaro a tutti che l'interpretazione, sia prima che oggi, rimane quella della possibilità di utilizzo dello strumento di volontariato sociale e che l'attività di volontariato sociale rimane, anche se non precisata, in tanti altri istituti, dall'esecuzione penale, che sia nelle carceri, oppure quella esterna, oppure quella che viene prima dell'instaurazione di un processo, e, quindi, deve essere considerata come attività integrante, anche se non viene messo nero su bianco, di altre attività e altri istituti; però, è bene che in questo senso, proprio per porre l'attenzione su questa attività, su questo peculiare istituto che riguarda appunto l'attività del bullismo e del cyberbullismo, venga specificato. Ci tengo solo a metterlo appunto nero su bianco, a verbale, proprio perché, ai fini interpretativi, questa deve essere un'attività di valorizzazione e non di esclusione da parte di altri istituti già presenti nell'ordinamento.
PRESIDENTE. Quindi, passiamo ai voti. Dori accetta la riformulazione, benissimo: mi aveva già fatto un segno comprensibile prima.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.106 Dori, nel testo riformulato, accettato dal proponente, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 29).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.107 Potenti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 30).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.108 Dori, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 31).
Passiamo alla votazione dell'emendamento 4.152 Benedetti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Giannone. Ne ha facoltà.
VERONICA GIANNONE (MISTO). Grazie, Presidente. Solo per dire che avevamo richiesto di eliminare i numeri 3) e 4). Il numero 3) dove si dice che il servizio sociale può coinvolgere, ove possibile, il genitore per quanto riguarda il progetto di intervento educativo secondo gli obiettivi individuali; mentre, invece, il numero 4) arriva addirittura, oltre a dare una cadenza annuale di relazione degli stessi servizi sociali, a disporre in fine, in alcuni casi, che non vengono comunque specificati, il collocamento del minore in una comunità.
Vorrei soltanto ricordare che in Italia, secondo il Quaderno della ricerca sociale n. 42 del Ministero del Lavoro e politiche sociali, nel 2016, 26.500 minori sono stati dati in affidamento a case-famiglia o in affido ad altre famiglie. Questo può essere, anzi sarà sicuramente, un altro motivo che utilizzeranno per allontanare i minori dalle famiglie. Pertanto chiedo di rivedere la situazione perché è assolutamente inaccettabile.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.152 Benedetti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 32).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.109 Bellucci, con il parere contrario della Commissione e Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 33).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.153 Cunial, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 34).
Passiamo alla votazione dell'emendamento 4.110 Bartolozzi.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bartolozzi. Ne ha facoltà.
GIUSI BARTOLOZZI (FI). Grazie, onorevoli colleghi. Non sono intervenuta su altri emendamenti che in qualche modo recepivano questo che abbiamo all'esame, per il quale vi pregherei un attimo di attenzione, per non offrire, stavolta io, suggestioni o pretesti alla maggioranza nello stravolgere il dettato normativo. Dove siamo? Ritorniamo all'assistenza al difensore e stavolta con il voto che esprimerà l'Aula si capirà definitivamente chi e cosa tutelate. Che sia necessaria l'assistenza di un difensore durante la fase amministrativa non lo diciamo solamente noi di Forza Italia, ma lo hanno detto, durante le audizioni in Commissione giustizia, i due procuratori che abbiamo sentito, il procuratore capo della procura di Milano e il procuratore capo del tribunale dei minorenni di Napoli. Addirittura il procuratore capo di Milano aveva riformulato il testo - il collega Conte se lo ricorderà - prevedendo, proprio nell'articolo 6, che nel procedimento è obbligatoria fin dall'inizio l'assistenza del difensore, quindi anche se siamo in una fase amministrativa. Cosa state facendo voi? Voi prevedete l'assistenza obbligatoria del difensore per chi? Io ci ritorno: per i minori che avranno alle spalle famiglie agiate che con i loro soldi potranno provvedere al pagamento degli onorari dei difensori. Togliete la stessa possibilità ai ragazzi che saranno sotto osservazione da parte del procuratore, ma che purtroppo non hanno il privilegio di avere delle famiglie capienti. Noi a questa cosa non staremo mai. Se non voterete questo emendamento positivamente, di fatto voi creerete discriminazione. Presidente Boldrini, io mi rivolgo a lei, a lei ma anche al collega Migliore che non vedo in Aula, a tanti colleghi del PD, a tutti gli avvocati, a tutti gli onorevoli che esercitano la professione di avvocato: non si possono creare discriminazioni di sorta, Presidente; noi garantiamo tutela a quei ragazzi che hanno famiglie capienti alle spalle e la deneghiamo a quei ragazzi, che sono la moltitudine, che non hanno famiglie capienti che possano garantire la loro difesa (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
E allora, presidente Boldrini, lo ridico. Collega Migliore (in Aula non lo vedo, ma direi la stessa cosa alla presidente Boschi): vi prego, fermatevi; non create discriminazioni. Se un compito ha questo Parlamento è di creare una legge che tuteli in uguale misura tutti: tutti. Come diceva il collega Conte, io non condivido - e non solo io ma anche i due procuratori che vi ho accennato - l'idea che la difesa sia un elemento che disturba la fase amministrativa; l'ha detto anche il collega Ferri, ma io non condivido questa idea; sono di un'altra opinione. Credo che la difesa sia sempre una garanzia aggiuntiva ma, laddove così non fosse, se io mi sto sbagliando, allora togliamola per tutti: non creiamo ragazzi di serie A e ragazzi di serie B, minori vittime di bullismo di serie A e minori vittime di bullismo di serie B, sol perché - sol perché! - questa maggioranza non mette fondi a supporto di questa legge (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)!
Io vi prego, colleghi, vi prego: fermiamoci. Il messaggio che lanciamo è sbagliato. Accantoniamo questa norma. Avete previsto una riformulazione di un emendamento che prevede dei fondi a sostegno. Possiamo tranquillamente riscrivere quella riformulazione, lo può fare la relatrice e può riscrivere quella riformulazione inglobando anche i fondi a supporto di questo emendamento. Non potete votare contro e laddove il Partito Democratico, laddove Italia Viva, laddove il MoVimento 5 Stelle voterà contro vorrà dire che a quei ragazzi, che sono figli di famiglie incapienti, non garantite tutela: non garantite tutela! Un attimo di riflessione non nuoce a nessuno. Mettetevi una mano sul cuore, accantoniamo l'emendamento e la riscrittura di quell'emendamento, che prevede lo stanziamento, affinché serva a coprire anche questo. La difesa è un diritto di tutti, è un diritto di tutti, oppure togliamola per tutti. Se riteniamo la difesa un incidente di percorso, eliminiamo l'inciso e non lo mettiamo da nessuna parte, ma io non starò mai a consentirlo e, quindi, mi batterò fino alla fine per garantire uguale tutela a tutti.
Colleghi, l'articolo 3 della Costituzione, l'articolo 27 della Costituzione, l'articolo 111 della Costituzione: vi prego! Le modalità ci sono e le possiamo trovare. Lo ripeto: c'è un emendamento che prevede dei fondi che sono stanziati per altro. Relatrice, accantoniamo l'emendamento che è di facile scrittura e di facile lettura. Fatelo come credete. Lo accantoniamo o lo votiamo.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole.
GIUSI BARTOLOZZI (FI). Presidente, o per tutti o per nessuno (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Relatrice, c'è una richiesta di accantonamento. Se si può esprimere, cortesemente.
VALENTINA D'ORSO, Relatrice. Accantoniamo l'emendamento per una riflessione.
PRESIDENTE. Va bene. L'emendamento viene accantonato.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 0.4.192.100 della Commissione, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 35).
Su un lutto della deputata Tartaglione.
PRESIDENTE. Colleghi, voglio fare una comunicazione. Comunico che la collega Annaelsa Tartaglione è stata colpita da un grave lutto: la perdita della madre.
Alla collega la Presidenza della Camera ha fatto pervenire le espressioni della più sentita partecipazione al suo dolore, che desidera ora rinnovare anche a nome di tutta l'Assemblea.
Si riprende la discussione.
(Ripresa esame articolo 4 – A.C. 1524-A)
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.192 Emanuela Rossini, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 36).
L'emendamento 4.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, è assorbito dall'approvazione dell'emendamento 4.192 Emanuela Rossini.
Ricordo che non votiamo l'articolo 4 perché c'è un emendamento accantonato.
(Esame dell'articolo 5 - A.C. 1524-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
MASSIMO ENRICO BARONI (M5S). Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MASSIMO ENRICO BARONI (M5S). Grazie, Presidente. Quindi, non c'è la votazione sull'articolo 4. Mi scusi, mi sono confuso.
PRESIDENTE. Chiaramente no, perché c'è un emendamento accantonato.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 37).
(Esame dell'articolo 6 - A.C. 1524-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).
Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione. Ricordo che l'emendamento 6.190 Dori è ritirato. Poi, c'è l'emendamento 6.200 della Commissione.
VALENTINA D'ORSO, Relatrice. Sì, il parere è favorevole; emendamenti 6.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, e 6.100 della Commissione, parere favorevole.
Emendamento 6.101 Gelmini, parere contrario.
PRESIDENTE. Il Governo?
VITTORIO FERRARESI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Parere conforme, Presidente.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.200 della Commissione, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 38).
Trattandosi di emendamento sostitutivo del testo, tutti gli altri emendamenti sono preclusi e non si vota l'articolo 6. Sono altresì preclusi anche tutti gli emendamenti riferiti all'articolo 7.
(Esame dell'articolo 8 - A.C. 1524-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 8 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).
Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.
VALENTINA D'ORSO, Relatrice. 8.7 Varchi, parere contrario; 8.100 Ubaldo Pagano, parere contrario; 8.4 c'è un invito al ritiro, perché sarà assorbito il contenuto dall'8.300, per cui il parere è favorevole.
PRESIDENTE. Perfetto. Poi c'è l'emendamento 8.0300 della Commissione?
VALENTINA D'ORSO, Relatrice. Favorevole.
PRESIDENTE. Sull'8.0100 Spena?
VALENTINA D'ORSO, Relatrice. Il parere è contrario.
PRESIDENTE. Poi c'è un 0.8.03.100 della Commissione?
VALENTINA D'ORSO, Relatrice. Favorevole, è quello della Commissione giusto?
PRESIDENTE. Sì. Poi c'è un 8.03 Spena?
VALENTINA D'ORSO, Relatrice. Favorevole.
PRESIDENTE. Poi c'è un 8.01 Spena?
VALENTINA D'ORSO, Relatrice. Contrario.
PRESIDENTE. Poi c'è un 8.0104 Bellucci?
VALENTINA D'ORSO, Relatrice. Contrario.
PRESIDENTE. 8.0105 Varchi?
VALENTINA D'ORSO, Relatrice. Contrario.
PRESIDENTE. Poi c'è una serie a scalare: 8.0107 Bartolozzi?
VALENTINA D'ORSO, Relatrice. Contrario. Sono tutti contrari; sono tutti contrari fino alla fine.
PRESIDENTE. Perfetto. Il Governo?
VITTORIO FERRARESI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Presidente, conforme alla relatrice.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.7 Varchi, sul quale, lo ricordo, c'è il parere contrario di Commissione, Governo e anche della V Commissione.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 39).
Passiamo all'emendamento 8.100 Ubaldo Pagano.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Pagano. Ne ha facoltà.
UBALDO PAGANO (PD). È ritirato, Presidente.
PRESIDENTE. L'emendamento 8.4 Bisa è ritirato.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis del Regolamento, con il parere favorevole di Commissione e Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 40).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 8, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 41).
Passiamo agli aggiuntivi.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.0300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis del Regolamento, con il parere favorevole di Commissione e Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 42).
Passiamo alla votazione dell'emendamento 8.0100 Spena.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Versace. Ne ha facoltà.
GIUSEPPINA VERSACE (FI). Grazie Presidente, sarò velocissima. Noi stiamo discutendo con passione di un fenomeno come quello del bullismo, che è in una preoccupante espansione. Peccato che il fenomeno stesso, il termine stesso bullismo, non viene riconosciuto, il reato viene accorpato a delle condotte persecutorie come lo stalking e l'abbiamo già detto più volte. È un provvedimento dove, francamente, si trovano soltanto pene inasprite, non ci sono fondi; si parla tanto di prevenzione, educazione, attenzione e mi chiedo come si voglia lavorare sulla prevenzione di un fenomeno di questo tipo senza stanziare delle risorse finanziarie, senza fondi. Questo è un dato sul quale io, francamente, invito tutti a riflettere, visto che ci sono altri emendamenti accantonati. Noi abbiamo cercato di presentare degli emendamenti, respinti, ma volti a migliorare questo testo. Con questo emendamento ci stiamo provando ancora una volta. Chiediamo l'obbligo di un'applicazione gratuita come il parental control, che può certamente diventare uno strumento prezioso anche per i genitori, perché sappiamo bene quanto è pericoloso l'accesso libero alla rete, a Internet, soprattutto per i minori di 14 anni e questo strumento aiuta, capta, blocca, aiuta i genitori a tenere d'occhio e a bloccare fenomeni di questo tipo. Io, peraltro, voglio ricordare che c'è un altro prezioso strumento, per nulla menzionato in questo provvedimento, che è lo sport: parliamone. È uno strumento preziosissimo di educazione, che ti insegna a rispettare le regole, l'avversario, ad avere rispetto per te stesso e per gli altri e invece in questo provvedimento non è neanche menzionato. Concludo, Presidente, appellandomi alla coscienza dei colleghi, ricordando che la supponenza si paga e l'umiltà ti premia. Grazie (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.0100 Spena, ricordo il parere contrario di Commissione e Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 43).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 0.8.03.100, che è un subemendamento della Commissione, su cui c'è un parere favorevole di Commissione e Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 44).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.03 Spena, su cui c'è un parere favorevole di Commissione e Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 45).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.01 Spena, con il parere contrario di Commissione e Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 46).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.0104 Bellucci.
Dichiaro aperta la votazione…
Dov'è l'onorevole Bellucci? Revoco la votazione, non l'avevo vista.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bellucci. Ne ha facoltà.
MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Grazie, Presidente, sarò velocissima. Già ho spiegato nel mio precedente intervento l'importanza di inserire un servizio di psicologia scolastica. Con questo emendamento vi chiediamo almeno di poterlo sperimentare in Italia e, così facendo, di poterne constatare l'utilità; poi, se ci sarà quindi la possibilità, di diffonderlo in tutte le scuole di ogni ordine e grado. Quindi, almeno una sperimentazione: pensate di poter fare questo?
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.0104 Bellucci, con il parere contrario di Commissione e Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 47).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.0105 Varchi, con il parere contrario di Commissione e Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 48).
Ora c'è una serie a scalare. Votiamo il primo articolo aggiuntivo.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.0107 Bartolozzi, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 49).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.0109 Bartolozzi.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Ricordo che siamo nella serie a scalare e che il parere è sempre contrario, della Commissione, del Governo e anche della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 50).
Passiamo alla votazione dell'emendamento 8.010 Bartolozzi
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zanella. Ne ha facoltà.
FEDERICA ZANELLA (FI). Grazie, Presidente, perché non abbiamo chiarito quale fosse il fine che vogliamo conseguire con la serie a scalare. Vorremmo cercare, ancora una volta, come sottolineato in vari nostri interventi, di aumentare i fondi a sostegno di questa norma, perché 200 mila euro sono risibili.
Ricordo che in regione Lombardia, con tanti colleghi che ora sono qui presenti alla Camera, sia di Forza Italia che della Lega, nel 2017, anticipando di qualche mese la legge nazionale, varammo una legge già allora concentrata già sul bullismo, non solo cyberbullismo, per la quale vennero deputati subito 690 mila euro per trenta progetti, che hanno riscosso un grande successo e hanno avuto un riscontro reale sulla popolazione. Oltre a questi fondi, avevamo dei fondi Corecom a parte, per andare a lavorare sui corsi di formazione per i docenti, perché poi la legge sul cyberbullismo a livello nazionale aveva previsto dei referenti per ogni istituto, per bullismo e cyberbullismo, ma non aveva messo denari per la loro formazione.
Ciò che continuiamo a dire è che fare una norma vuota, senza fondi, non è proficuo, non raggiunge le finalità che volete. Se volete mettere la bandierina, pubblicizzerete il fatto che è passata una normativa; ma, se volete, come spero, avere la finalità di incidere davvero su bullismo e cyberbullismo, dovete aumentare i fondi.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.010 Bartolozzi, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 51).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.0111 Bartolozzi, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 52).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.0112 Bartolozzi, con il parere contrario della Commissione e del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 53).
(Ripresa esame dell'articolo 4 - A.C. 1524-A)
PRESIDENTE. Torniamo a pagina 13, all'emendamento 4.110 Bartolozzi. Relatrice, lei aveva consentito a un accantonamento, ha fatto una riflessione su questo emendamento?
VALENTINA D'ORSO, Relatrice. Chiedo una sospensione di venti minuti per convocare il Comitato dei nove (Commenti).
PRESIDENTE. Colleghi, mi sembra che tra quelli che protestano c'è anche chi ha chiesto l'accantonamento, è un po' assurdo. Quindi, sospendiamo per venti minuti, riprenderemo la seduta alle 17,45.
La seduta, sospesa alle 17,25, è ripresa alle 17,45.
PRESIDENTE. Riprendiamo la seduta. Onorevole relatrice, prego.
VALENTINA D'ORSO, Relatrice. Presidente, l'emendamento in questione è stato oggetto di un approfondimento in sede di Comitato dei nove, c'è stato un confronto abbastanza leale. Comprendiamo la delicatezza del tema, però devo confermare il parere contrario in questa sede, ma sicuramente è un tema che verrà affrontato, nel contesto di lavori parlamentari, su altri provvedimenti.
PRESIDENTE. Il Governo, signor sottosegretario Ferraresi?
VITTORIO FERRARESI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Presidente, come ha ricordato la relatrice, le sensibilità su questo argomento sono tutte meritevoli di un approfondimento, non solo su questo istituto, magari anche su altri. Per quanto riguarda la proposta, anche il Governo conferma il parere contrario, ma ribadisce la volontà, in altra sede, di approfondire il tema, molto delicato, quindi con un ulteriore approfondimento che possa sviscerare le eventuali sensibilità di maggioranza e opposizione, discuterne in modo più approfondito e quindi valutare, non solo su questo istituto, ma anche per altri il tema appunto posto dall'emendamento, cui si dà parere contrario.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bartolozzi. Ne ha facoltà.
GIUSI BARTOLOZZI (FI). Grazie, Presidente. Beh, se i colleghi fossero stati presenti al tavolo dei nove, si sarebbero resi conto che nessun approfondimento c'è stato, se non un rimpallo di responsabilità e un rinvio a data incerta, non certa, nell'affrontare questioni che invece dovrebbero coinvolgere tutti, oggi. Non possiamo, Presidente, che metterlo al voto, sperando che gli onorevoli colleghi, con la mano sul cuore, possano votare diversamente rispetto all'indicazione di partito. Si sta creando una frattura, lo ripeto, si sta creando una disparità, e a noi di Forza Italia e a me personalmente la giustificazione che il tema sarà affrontato in altra e più opportuna sede non convince, né mi rassicura per niente, perché, come per la legge sulla prescrizione, per la quale si è detto che faremo la riforma, o la legge della class action, che doveva entrare in vigore e poi vi è stata la proroga di sei mesi, ma ne potrei citare tante altre, le rassicurazioni che facciamo oggi e aggiustiamo domani, purtroppo, con le ultime maggioranze di Governo, non hanno dato buoni frutti. Quindi, io chiedo a ogni parlamentare presente in Aula di rileggere, prima di metterlo al voto, il contenuto dell'emendamento, e di leggere il disposto normativo, di non considerare quello che qualcuno proverà a dire, che l'istituto del gratuito patrocinio possa essere di risoluzione in questo caso, perché non lo è, e chi pratica diritto, non lo esercita, ma chi mastica un po' di diritto capisce bene che l'istituto del gratuito patrocinio non elimina il problema. Di fatto, Presidente, di fatto, colleghi, creiamo una disparità ingiustificabile, sol perché, ancora una volta, la maggioranza di Governo non appresta i fondi necessari per supportare delle riforme che ritiene giuste ed opportune. Le riforme si fanno se si investe. Il Ministro della Giustizia ha più volte detto che la giustizia ha bisogno di investimenti, strutturali, di vario tipo, e poi facciamo le norme senza fondi a sostegno.
Beh, io sono allibita, mortificata, e sono profondamente dispiaciuta per tutti quei ragazzi che, nelle more, non avranno garantito un diritto inviolabile, che è quello che la Costituzione riconosce in diversi articoli che ho citato prima, che è il diritto di difesa anche nella fase amministrativa del procedimento. Purtroppo non posso che chiedere di mettere al voto l'emendamento, sperando nel buon senso che dovrebbe albergare in ciascuno di noi affinché l'emendamento possa trovare veramente il voto favorevole di un'amplissima parte di quest'Aula.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Varchi. Ne ha facoltà.
MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Grazie, Presidente. Ovviamente Fratelli d'Italia condivide lo spirito dell'emendamento, avendone proposti di analoghi, con riferimento non già al beneficio del patrocinio a spese dello Stato, ma alla difesa tecnica obbligatoria, che è un'altra storia. Comprendiamo che, giunti a questo punto dell'esame del provvedimento, risulta difficile qualsiasi soluzione alternativa al voto su questo emendamento, che noi voteremo favorevolmente. Prendiamo atto che, all'esito della riunione del Comitato dei nove, la maggioranza si è impegnata a tornare su questo punto, come io ho auspicato in quella sede; ovviamente noi, come opposizioni, saremo vigili su questo tema, che, abbiamo dimostrato ampiamente nel corso della discussione, per ragioni tecniche e politiche, ci sta molto a cuore.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bisa. Ne ha facoltà.
INGRID BISA (LEGA). Grazie, Presidente. Solo per ribadire, anche per quanto riguarda la posizione della Lega, che ovviamente siamo favorevoli e voteremo a favore di questo emendamento a prima firma della collega Bartolozzi. Anche perché veramente è stato sconcertante, perché al tavolo dei nove non c'è stato alcun tipo di confronto, e anzi si è sentito dire che le difese d'ufficio dovrebbero sopperire a quelle che sono le mancanze che in questo provvedimento questa maggioranza sta portando avanti. Non state minimamente tutelando i nostri figli, i nostri nipoti, e questa è una cosa veramente gravissima; a maggior ragione per il fatto che è un provvedimento senza fondi, perché quell'emendamento della Commissione, nel quale c'è stato uno stanziamento di qualche centinaia di migliaia di euro annui, è sicuramente un'elemosina da parte di questa maggioranza, e con esso non risolverete alcun tipo di problematica.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Giannone. Ne ha facoltà.
VERONICA GIANNONE (MISTO). Presidente, vorrei soltanto sottoscrivere l'emendamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boldrini. Ne ha facoltà.
LAURA BOLDRINI (PD). Grazie, Presidente. Solo per aggiungere due parole, visto che sono stata chiamata in causa durante il dibattito, a dire che io non ho mai creduto nell'impatto significativo dei provvedimenti quando c'è invarianza di spesa: questo l'abbiamo detto anche sul “codice rosso”. Capisco dunque le obiezioni che la collega Bartolozzi ha voluto sollevare. D'altronde, però, mi pare che il Governo si sia impegnato: il Governo si è impegnato a riflettere su questo tema, e dunque a trovare le soluzioni che, in questo contesto, non possono essere trovate, come è stato anche detto da altri esponenti dell'opposizione. Quindi, confido nelle parole del sottosegretario, e non ho motivo per dubitare che si arriverà presto ad inquadrare questo tema e a trovare anche una soluzione sistematica, non ad hoc, che possa servire in tutti gli altri casi in cui si ripropone la stessa questione.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.110 Bartolozzi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 54).
Passiamo alla votazione dell'articolo 4. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Baroni. Ne ha facoltà.
MASSIMO ENRICO BARONI (M5S). Presidente, con questo articolo 4 in realtà noi diamo piena attuazione alla direttiva europea n. 2012/29/UE, che disciplina casi come questo, in cui stiamo andando a normare la questione del bullismo, stiamo andando a novellare la questione del cyberbullismo, in cui in realtà attiviamo dei servizi di giustizia riparativa proprio ai sensi della direttiva europea anche per l'Italia, nelle scuole, nei consultori familiari, oltre a tutte le strutture impegnate nella presa in carico del fenomeno del bullismo e del cyberbullismo. Ciò fa seguito anche ad una mozione della precedente legislatura, votata da tutte le forze all'unanimità; ed in realtà questo articolo 4 interviene proprio nell'ambito di una misura amministrativa: come abbiamo spiegato precedentemente, non stiamo parlando di condotte penali ascrivibili da questo punto di vista, ma siamo in una fase anche interlocutoria, borderline, in una fase preventiva, in cui vi è stata una segnalazione di condotte eventualmente reiterate che sono di tipo problematico, che sono all'attenzione, e in cui il procuratore e il tribunale dei minorenni si attivano semplicemente per potersi agganciare in maniera armonica a dei servizi sociali, che a loro volta portano questo paradigma di giustizia riparativa. Che cosa fa? Si ribalta la vecchia visione, tale per cui la vittima di una condotta problematica, di un atto vessatorio viene in realtà marginalizzata. Ed infatti l'abbiamo visto, abbiamo parlato troppo poco di come creare un'alleanza di lavoro con la vittima di una condotta di questo tipo e, nel momento in cui la vittima e la sua famiglia dessero il consenso, di come redigere un progetto con finalità riparative o rigenerative, secondo il paradigma della giustizia riparativa, che rimette al centro e cerca di far collaborare, attraverso l'intermediazione di professionisti attenti all'ascolto e attraverso la protezione dei nostri tribunali, che in questo caso si mettono a disposizione. Perché vede, Presidente, noi abbiamo ben 17 fattispecie di reato che sono ascrivibili anch'esse alla condotta di bullismo. Quello che mancava in realtà era proprio riuscire a rimettere in circolazione la possibilità di collaborare, ovvero di riparare al danno fatto e dare una possibilità a chi ha protratto un comportamento vessatorio, violento, di compiere un percorso, magari di un anno, magari di tre, rivedibile attraverso l'intermediazione dei nostri professionisti, che sono anche i magistrati onorari nel 70 per cento dei casi, del tribunale dei minori.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 55).
(Esame degli ordini del giorno - A.C. 1524-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A). Avverto che l'ordine del giorno n. 9/1524-A/13 Perantoni è stato ritirato dal presentatore.
L'onorevole Sensi voleva illustrare gli ordini del giorno? Bene, allora, il collega Sensi interviene per illustrare il suo ordine del giorno n. 1, e dopo passiamo ai pareri.
FILIPPO SENSI (PD). Grazie, Presidente. Con questo ordine del giorno, che desidero illustrare, abusando della pazienza di quest'Aula, che spero mi perdonerà, abbiamo provato a concentrarci su un fenomeno odioso, quello del body shaming, in particolare del fat shaming, dello stigma riservato all'obesità come diversità intollerabile, ridicola, degna soltanto di disprezzo e derisione. Siamo soliti ricondurre questa fattispecie di cui molto si parla, e vorrei ringraziare Costanza Rizzacasa d'Orsogna per il lavoro pionieristico che svolge e il suo impegno contro il fat shaming, in relazione all'ambiente relazionale, chiedo scusa per il bisticcio, dei social network, nell'ambito del bullismo, del fenomeno, cioè sul quale siamo chiamati in quest'Aula a normare.
Vi chiedo colleghi, e lo dico da persona obesa, di considerare con attenzione queste specificità, poiché riguardano la questione del corpo, delle sue forme, della rappresentazione e della identità che il corpo, alla lettera, definisce. Sono stato per tutta la vita e sono - cito - un cicciabomba cannoniere, un panzone, un trippone, una palla di lardo, qualcuno mi chiamava “manzo”, mio padre ci sformava. Un ragazzino una volta mi gridò: “Sensi, mi fai senso”, lo ricordo come fosse adesso. Chiunque mi conosca, Presidente, e mi scuso per il fatto personale, sa che sul mio peso scherzo, lo esorcizzo, ci sorrido, ma mi ci misuro ogni giorno, non come un'ossessione, ma come la mia dimensione, il mio spazio e sento questo sguardo che pesa, che mi pesa, già, mi pesa. Non tutti però ce la fanno, non tutti ci riescono e facciamo finta che sia un passo avanti scherzarci su, ma quando sei ragazzo o, magari, quando sei ragazza, è più difficile, lasciatevelo dire, è maledettamente più difficile. Non tutti ci scherzano, no, ci si chiude in casa, magari, si finisce in cucina a rubare cibo, si seppellisce la derisione, come? Mangiando, di più, ancora e ancora e ancora, il cibo come anestesia, come stordimento, per non sentirli più, per non sentirsi più, perdersi lì dentro perché nessuno ci trovi, tanto nessuno ci cerca, se non con lo sguardo. La vergogna del corpo ha una forza immane, suscita energie oscure che le categorie giuridiche faticano a ricomprendere, a cogliere e a capire, eppure, questi strumenti abbiamo, delicati, che possono fare altrettanto danno, dobbiamo saperlo, ma possono essere utili, dobbiamo entrarci con rispetto e responsabilità, lì dentro, qui dentro. Il body shaming, il fat shaming, queste mortificazioni, e non uso questa parola a caso, hanno conseguenze. Uno studio dell'Università della Florida osserva che chi è vittima di fat shaming è due volte e mezzo più a rischio di ingrassare ulteriormente e notevolmente; conseguenze non solo culturali e sociali, ma che mordono nella carne delle persone, possono scatenare comportamenti autodistruttivi come le abbuffate compulsive, l'anoressia, il suicidio. Il confine tra la vita e la morte è il nostro corpo, nella fragile esistenza delle persone, e quella vergogna indotta, quello specchio deformante può interrompere traumaticamente quel processo di individuazione che siamo, nella nostra fragile esistenza. Come dicevo, siamo chiamati a misurarci con questa ombra, con questo alone, quello della vergogna del corpo che abitiamo e che ci abita. Spesso c'è la rimproveriamo in quest'Aula la vergogna, lo faccio spesso anche io, Presidente, e vengo richiamato, ce la scagliamo come una pietra, come un insulto, una destinazione – “vergognati!” -, un destino. Ecco, la vergogna come destino, di questo si occupa questo ordine del giorno, proprio di questo, di fare prevenzione e di aiutare e sostenere chi è vittima di body shaming e fat shaming, di evitare che la vergogna sia un destino ineluttabile, che la vergogna del nostro corpo sia una condanna sancita dalla nostra finitezza, dallo sguardo degli altri che può essere il gesto più violento e aggressivo di cui siamo capaci. È un modo certo manchevole di sollevare un'attenzione e di chiedere il rispetto e l'amore che ognuno di noi, con il suo corpo, merita (Applausi – Congratulazioni).
PRESIDENTE. Molte grazie, onorevole Sensi. Se non ci sono altre richieste, procediamo con i pareri.
Prego, signor sottosegretario. Eravamo appunto sull'ordine del giorno n. 9/1524-A/1 Sensi.
VITTORIO FERRARESI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Presidente, sull'ordine del giorno n. 9/1524-A/2 Bucalo, il parere è favorevole. Scusi, ordine del giorno n. 9/1524-A/1 Sensi, parere favorevole; ordine del giorno n. 9/1524-A/2 Bucalo, parere favorevole; ordine del giorno n. 9/1524-A/3 Frassinetti, parere favorevole; ordine del giorno n. 9/1524-A/4 Ferro, parere favorevole con questa precisazione: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di destinare” e “di adottare”, nell'ultimo paragrafo.
Ordine del giorno n. 9/1524-A/5 Luca De Carlo, parere contrario; ordine del giorno n. 9/1524-A/6 Bellucci, parere favorevole; ordine del giorno n. 9/1524-A/7 Varchi, parere favorevole con questa riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di attivare”.
Ordine del giorno n. 9/1524-A/8 Lucaselli, parere favorevole; ordine del giorno n. 9/1524-A/9 Rampelli, parere favorevole con la riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di: adottare” e, poi, susseguentemente: “presentare…”. Ordine del giorno n. 9/1524-A/10 Maschio, parere favorevole, senza le premesse…
PRESIDENTE. Quindi, riformulato senza le premesse.
VITTORIO FERRARESI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Ordine del giorno n. 9/1524-A/11 Mantovani, parere favorevole; ordine del giorno n. 9/1524-A/12 Caiata, parere favorevole con: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di presentare”.
Ordine del giorno n. 9/1524-A/14 Casa, parere favorevole; ordine del giorno n. 9/1524-A/15 Mollicone, parere favorevole; ordine del giorno n. 9/1524-A/16 Spena, accolto come raccomandazione; ordine del giorno n. 9/1524-A/17 Bartolozzi, parere favorevole con questa riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di qualora se ne ravvisasse la necessità”.
Ordine del giorno n. 9/1524-A/18 Gelmini, parere favorevole; ordine del giorno n. 9/1524-A/19 Carnevali, parere favorevole; ordine del giorno n. 9/1524-A/20 Siracusano, parere favorevole.
PRESIDENTE. La ringrazio. Ordine del giorno n. 9/1524-A/1 Sensi, accolto con parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/1524-A/2 Bucalo, favorevole; ordine del giorno n. 9/1524-A/3 Frassinetti, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/1524-A/4 Ferro, parere favorevole con riformulazione. Va bene la riformulazione? Grazie, collega Ferro.
Ordine del giorno n. 9/1524-A/5 Luca De Carlo, parere contrario. Lo votiamo? Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1524-A/5 Luca De Carlo, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 56).
Ordine del giorno n. 9/1524-A/6 Bellucci, parere favorevole; ordine del giorno n. 9/1524-A/7 Varchi, parere favorevole con riformulazione, va bene la riformulazione, onorevole Varchi? Ordine del giorno n. 9/1524-A/8 Lucaselli, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/1524-A/9 Rampelli, favorevole con riformulazione, va bene la riformulazione? Va bene.
Ordine del giorno n. 9/1524-A/10 Maschio, favorevole con riformulazione. Va bene la riformulazione?
Ordine del giorno n. 9/1524-A/11 Mantovani, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/1524-A/12 Caiata, va bene la riformulazione? Sì. Ordine del giorno n. 9/1524-A/14 Casa, parere favorevole; ordine del giorno n. 9/1524-A/15 Mollicone, parere favorevole. L'ordine del giorno n. 9/1524-A/16 Spena è accolto come raccomandazione, va bene? Sì.
Ordine del giorno n. 9/1524-A/17 Bartolozzi, favorevole con riformulazione. Prego, onorevole Bartolozzi.
GIUSI BARTOLOZZI (FI). Presidente, collega Boldrini, Presidente Boldrini, anche se… Perché non mi posso fidare? Perché io avevo fatto un ordine del giorno sempre sul finanziamento, avevo preso le valutazioni e le osservazioni che aveva fatto, al provvedimento, la Commissione bilancio, sopprimendo gli emendamenti che erano privi di copertura, li ho messi nell'ordine del giorno e testualmente, colleghi, vi leggo, avevo invitato il Governo ad impegnarsi per: “valutare e monitorare l'impatto delle nuove disposizioni, adottando le opportune misure finanziarie che consentano l'effettivo funzionamento del sistema di prevenzione di cui in premessa”. Ebbene, cosa mi trovo adesso nella riformulazione? A valutare l'opportunità di, se si ritengono le condizioni necessarie. Eh, beh, è una beffa, come si fa? Allora, preferisco metterlo in voto, perché la mia era semplicemente la richiesta di monitorarlo ed eventualmente mettere le somme necessarie, e me lo riformulano chiedendo di impegnare il Governo a valutare l'opportunità di, se sussistono le condizioni, cioè la discrezionalità più assoluta, che equivale a dire che il Governo non si vuole assolutamente impegnare ad alcunché.
Quindi, sottosegretario, la prego, lo sforzo… Riveda la sua riformulazione, lo lasci così per come è, e in questo modo mi dà la speranza di poter credere a quello che mi ha espresso nel Comitato dei nove, che valuterete di stanziare con dei fondi opportuni questa legge. A valutare l'opportunità di, se sussistono le condizioni, è un nulla di fatto; quindi non posso che veramente chiederle… No, lei l'ha detto nella riformulazione, me lo può rileggere? Presidente, posso avere la rilettura?
PRESIDENTE. Se il sottosegretario lo ritiene, può intervenire e, forse, anche precisare meglio. Prego, signor sottosegretario.
VITTORIO FERRARESI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Certo, Presidente. Ho messo “valutare l'opportunità di monitorare e di intervenire qualora se ne ravvisi la necessità”, perché se la necessità non c'è, perché sono coperte, non c'è bisogno di soldi, è inutile che ci impegniamo a dare attuazione, se le risorse ci sono. Se noi monitoriamo e ci sono, non si deve far nulla; se noi monitoriamo ed effettivamente c'è una carenza, si interviene per sopperire alle carenze. Mi sembra abbastanza evidente.
PRESIDENTE. Purtroppo la regolamentazione non consente un dibattito.
VITTORIO FERRARESI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Mi sembra evidente, è evidente che, se in questa attività di valutazione e monitoraggio di queste misure si rilevasse una carenza finanziaria in merito alle stesse, noi ovviamente interverremo, è questo l'impegno che ci prendiamo. Mi sembra anche logico, perché, se alcune misure hanno i finanziamenti, cosa dobbiamo fare, Presidente? Questo è un po' il senso dell'ordine del giorno.
PRESIDENTE. Perfetto. Onorevole Bartolozzi, lei ci deve dire se vuole accogliere la…
GIUSI BARTOLOZZI (FI). Presidente…
PRESIDENTE. Aspetti che le dico che cosa deve dire. Lei deve intervenire per dirci se intende accogliere la riformulazione o meno. Se vuole motivarlo brevemente, lo può fare.
GIUSI BARTOLOZZI (FI). Grazie. No, non intendo accoglierla, perché il fatto che mancano i fondi ce lo dice la Commissione bilancio. Che alcuni strumenti non siano stati finanziati non lo sto dicendo io, lo dice la Commissione bilancio, che ha richiesto la soppressione di alcuni emendamenti, tant'è che li abbiamo bocciati perché mancavano di copertura. Ho ripreso solo quelli per cui la Commissione bilancio già prevedeva il mancato stanziamento e ve li ho richiamati. Quindi, non va fatto un ulteriore monitoraggio, di quelli è sicuro. Il monitoraggio era sulle misure, ma che i provvedimenti fossero scoperti è un dato accertato e acclarato dalla Commissione bilancio e dal sottosegretario del MEF che è venuto in audizione.
PRESIDENTE. Il sottosegretario non intende accogliere l'ordine del giorno così, quindi lo mettiamo in votazione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Ettore. Ne ha facoltà.
FELICE MAURIZIO D'ETTORE (FI). Intervengo, a questo punto, sull'ordine del giorno. Beh, credo che il sottosegretario - parto dalla buona fede - avesse l'intenzione di rispondere con la riformulazione a quello che era il contenuto dell'ordine del giorno, ma non è così, perché siccome valutare la necessità per le eventuali condizioni… No, non è più un impegno, perché già sappiamo che il presupposto per dare attuazione alla misura richiesta per la difesa tecnica richiede… Sono in Commissione bilancio e lo abbiamo discusso, e lo sa benissimo la Commissione bilancio, non c'era una possibilità di immediata copertura, e quindi noi siamo venuti incontro al Governo, valutando. Quindi, è un impegno del Governo, a far che? A vedere di attuare questa misura reperendo le risorse, non vedo il problema.
Perché fare tutta questa costruzione, che è assolutamente inutile, avendo noi un presupposto certo, che c'è bisogno di coprire la misura? Se poi, per grazia di Dio, la misura è già coperta, va bene, che problema c'è. Quindi è irrilevante mettere “qualora ci sia necessità”, perché se c'è la necessità, se prende l'impegno ad attuarlo, non ha senso, è proprio privo di significato logico. Scusi, partiamo dal presupposto - tento di farlo per trovare una soluzione - che non c'è la risorsa, e quindi prende l'impegno a trovare le risorse.
Se poi, per grazia di Dio, la risorsa c'è, arrivederci, qual è il problema? Che bisogno c'è di dire “se c'è la necessità, le risorse, le condizioni”? Non ha senso, la cosa è priva di significato logico, perché abbiamo discusso tutto il giorno su un impegno relativo all'attuazione di questa misura. Quindi il Governo dice: mi impegno su questa misura anche ai fini del reperimento delle risorse. Se ci sono, nulla quaestio, che bisogno c'è di scriverlo? Scusate, è un fatto di mera logica descrittiva. Se, invece, uno la mette in quel modo, sembra quasi che voglia privare di contenuto precettivo l'impegno, l'obbligo. Allora no, se lo privo di contenuto precettivo non è più un impegno, non è niente, neanche una raccomandazione, nemmeno una raccomandazione. È l'istigazione a dire qualcosa, una roba priva di senso. Lasciamola così com'è, diamole un contenuto precettivo e, visto che il sottosegretario ha detto che non c'è nessun problema nella sua spiegazione della riformulazione, parto dal presupposto che non ci sia nessun problema e che tenti di trovare le risorse; ovviamente il MEF valuterà e, se ci sono, nessun problema, le copriremo con le risorse che ci sono. Allora, lasciamolo com'è e diamogli quel contenuto precettivo.
Mi sembra che ci sia un ampio consenso su questo, mi sembra che sia una forma anche per mediare ed evitare un inutile conflitto su tre parole altrettanto inutili, quando c'è da parte di tutta l'Aula un sentimento positivo, un gradimento a questo tipo di impegno con un contenuto precettivo chiaro. Lo ha detto anche la Presidente Boldrini, lo hanno detto in tanti, lo hanno fatto capire: questo impegno va bene, e quindi facciamolo in qualche modo, diamogli un contenuto precettivo, tutto qui.
VITTORIO FERRARESI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
VITTORIO FERRARESI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Presidente, cerco di spiegarmi meglio, perché delle due l'una. Allora, se noi intendiamo…
PRESIDENTE. Onorevole Ferraresi, però non si spieghi: se vuole cambiare il parere, bene; altrimenti, non è che siamo in un dibattito.
VITTORIO FERRARESI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Posso dire che il parere e la riformulazione è data dal fatto che ci sono due interpretazioni: se si tratta di finanziare le misure già in questo provvedimento, ovvio che deve esserci solo se c'è la necessità, perché la Commissione bilancio ha certificato che la proposta in esame è coperta; se si tratta, invece, di valutare il finanziamento di altre misure, che non sono all'interno del provvedimento, questa è un'altra cosa. Allora, delle due l'una: o è come dice l'onorevole Bartolozzi, cioè di monitorare cose che non sono entrate perché la Commissione bilancio ha detto che non c'erano i finanziamenti, oppure noi diciamo che, invece, sono delle norme già presenti, che però sono finanziate, come ci certifica la Commissione bilancio, e quindi saranno valutati ulteriori finanziamenti qualora vengano meno quelli che sono previsti e qualora ce ne sia la necessità, però l'ordine del giorno deve essere più chiaro, perché o l'una o l'altra.
PRESIDENTE. Onorevole Ferraresi, deve decidere lei. Se, quindi, ci dice qual è la riformulazione io la metto in voto; se lei non cambia il parere, teniamo la riformulazione che lei ha proposto. Deve dirmi lei se intende lasciare così l'ordine del giorno o intende riformularlo.
VITTORIO FERRARESI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. La riformulazione che ho proposto è in riferimento alle risorse che sono previste per le disposizioni presenti nella legge, e quindi la confermo.
PRESIDENTE. Perfetto, è confermata, quindi non è accolto l'ordine del giorno.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1524-A/17 Bartolozzi, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 57).
Gli altri tre ordini del giorno n. 9/1524-A/18 Gelmini, n. 9/1524-A/19 Carnevali e n. 9/1524-A/20 Siracusano hanno parere favorevole.
È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.
(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 1524-A)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Fusacchia. Ne ha facoltà.
Colleghi, inviterei a uscire in silenzio, per chi sta uscendo.
ALESSANDRO FUSACCHIA (MISTO-CD-RI-+E). Grazie, Presidente. Noi stiamo approvando un provvedimento molto importante per due ragioni fondamentali, anzi tre. La prima…
PRESIDENTE. Colleghi, credo che il collega Fusacchia abbia lo stesso diritto degli altri di poter fare in tranquillità la sua dichiarazione di voto. Onorevole Fusacchia, ci metta la sua verve e ci riesce…
ALESSANDRO FUSACCHIA (MISTO-CD-RI-+E). Pensi che ce la stavo già mettendo, Presidente, è che sono un po' afono. Allora dicevo, Presidente, che questo è un provvedimento molto importante e ci sono tre ragioni fondamentali per cui dobbiamo occuparci di bullismo e di cyberbullismo. La prima sono i numeri. Noi abbiamo tutti probabilmente una percezione distorta rispetto a quanto sia pervasivo e quanto sia in crescita questo fenomeno sociale e culturale prima che di qualsiasi altro tipo e sono numeri che toccano un numero significativo di giovani: si parla del 50 per cento dei nostri ragazzi e delle nostre ragazze; il 20 per cento, secondo un'indagine del 2014 dell'Istat, dice che sono oggetto in maniera strutturale di azioni di bullismo fino al 9 per cento su base settimanale, cioè questo significa che è un'attività, come dire, in alcuni casi nelle scuole più regolare di alcune discipline.
Il secondo elemento chiave per cui ce ne dobbiamo occupare e per cui ce ne stiamo occupando è che c'è una dimensione che abbiamo approfondito con il provvedimento in esame rispetto a un provvedimento che era già una norma di legge del 2017, per cui c'è una compenetrazione ovviamente fra la dimensione socio-educativa, la dimensione di recupero culturale e anche però la dimensione di interventi da parte dei tribunali, da parte dei dirigenti scolastici quando si parla di scuole e così via. Ci sono due elementi che vanno smontati da un punto di vista culturale perché altrimenti non c'è, Presidente, legge che tenga. Il primo elemento è il fatto che queste cose riguardino i ragazzi: queste cose riguardano gli adulti prima di tutto che siano gli insegnanti o i genitori. Quindi fino a quando noi non riusciamo a far capire ai genitori e agli adulti che devono essere parte attiva per intervenire su quanto accade e che non sono semplicemente bravate fra i ragazzi nessuna legge sortirà necessariamente gli effetti che auspichiamo. Il secondo elemento che va smontato è che in troppe parti del Paese, in troppe scuole, in troppi contesti giovanili c'è ancora l'idea che il bullismo sia quasi una specie di elemento formativo: se non sei stato vittima di bullismo, non ti sei formato, non hai imparato come si vive nel mondo cattivo e duro di oggi. Questo è un elemento culturale che va ancora una volta contrastato fortemente perché altrimenti le conseguenze possono essere poi nel tempo molto negative. L'ultima questione a cui volevo fare cenno è la seguente. Nel provvedimento ci sono diverse misure, ovviamente è un pacchetto di misure complementari, ce ne sono alcune che hanno a che fare con le ammende, ce ne sono alcuni che hanno a che fare con il ruolo del tribunale dei minori, ce n'è una che mi sta particolarmente a cuore e che voglio citare e che ha che fare con il ruolo dei dirigenti scolastici e chiuderei su questo, Presidente. I dirigenti scolastici con il provvedimento possono intervenire anche nei casi in cui non è palesemente un reato quello che abbiamo di fronte e significa che possono fare prevenzione, possono attivare i servizi sociali, possono chiamare i genitori, possono fare una serie di attività che permettono di prevenire ed intervenire prima che ci sia una degenerazione.
PRESIDENTE. Lasciamo il Governo ascoltare le dichiarazioni di voto.
ALESSANDRO FUSACCHIA (MISTO-CD-RI-+E). Questa è una misura centrale. È chiaro che le scuole e il Ministero, il MIUR in questo caso, hanno un ruolo importante per accompagnare e sostenere i dirigenti scolastici e per evitare che i due punti culturali che citavo prima cioè il fatto che il fenomeno non riguardi i genitori, non riguardi i docenti e che, alla fine, il bullismo sia quasi un elemento formativo, debbano essere e possano essere contrastati e si possa cambiare l'aspetto culturale di questo. Grazie, Presidente, ovviamente voteremo a favore del provvedimento e spero di aver corrisposto adeguatamente al suo incoraggiamento ad avere verve in questo mio intervento.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Fusacchia, senz'altro e mi scuso io per il disagio cui è stato sottoposto.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tasso. Ne ha facoltà.
ANTONIO TASSO (MISTO-MAIE). Grazie, Presidente. Mentre mi accingevo a preparare questo mio intervento, dal territorio di mia provenienza, cioè la provincia di Foggia, mi hanno segnalato due notizie ma certamente i casi saranno notevolmente in numero maggiore. La prima riguarda un dipendente di un ente statale che, dopo aver denunciato alcuni colleghi che, durante l'orario di lavoro, si dedicavano ad altro, è stato sottoposto ad azioni di bullismo, che ne hanno procurato una notevole sofferenza, disagio e malessere.
La stessa sofferenza e danno patisce un anziano di un'altra città, sempre del mio territorio, che con cadenza quasi quotidiana viene bullizzato da una baby gang. Presidente, esistono dei provvedimenti che si affrontano, come dire, con serenità d'animo, con relativa tranquillità ed altri che vengono approcciati con preoccupazione e con un certo allarme come in questo caso, perché se il provvedimento si rendeva necessario per integrare una legge precedente significa che la precedente legge non ha prodotto i risultati sperati. Poco male, si dirà, se ci si rende conto che sono necessarie integrazioni e migliorie legislative ma non credo sia proprio così quando si parla di disposizioni che in massima parte riguardano la vita dei più giovani e dei nostri figli. Quindi, la proposta di legge discussa oggi, che ha l'obiettivo di completare per quanto possibile la disciplina di un fenomeno, purtroppo largamente diffuso, un grave fenomeno sociale in costante aumento e amplificato dai social network che in molti casi diventano il luogo preferito per diffamare e offendere, trova puntuale riscontro nella cronaca quotidiana. Si tratta di un fenomeno complesso in quanto si fa fatica a comprenderlo. Che cos'è il bullismo e, quando riguarda la sfera dell'adolescenza, come fare a riconoscerlo e soprattutto la domanda più importante per i genitori è come fare a prevenire e contrastare fenomeni di bullismo a danno dei propri figli? Questo provvedimento, come detto, si pone in continuità con la legge n. 71 del 2017, integrandola con riferimenti specifici al bullismo oltre che al cyberbullismo e rafforza e amplia le misure di carattere socio-educative ma affianca alle stesse l'impiego di strumenti di repressione penale. Educare e rieducare, quindi, con l'utilizzo di strumenti sanzionatori i quali non debbono discostarsi da processi di recupero e di mediazione che affrontino gli aspetti problematici delle relazioni individuate nei singoli contesti sia della vita quotidiana sia in quelli educativi. Presidente, dato il tempo a disposizione non è possibile scendere nel dettaglio del provvedimento. Mi permetto solo di esprimere una solidale soddisfazione per l'accoglimento dell'emendamento 4.192 della collega Emanuela Rossini relativo all'innovativo “fondo care leavers”, che la collega immagino non mancherà di puntualizzare meglio. Pertanto, dichiaro il voto favorevole della componente MAIE al provvedimento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rossini. Ne ha facoltà.
EMANUELA ROSSINI (MISTO-MIN.LING.). Quale giustizia per trattare con i minori stiamo mettendo in campo? La giustizia penale è necessaria ma non è sufficiente ad affrontare i problemi dei minori, a riprenderli sul presente ma anche a preparare loro un futuro che non sia di risentimento e di vendetta verso la società. Per questa ragione la proposta di legge fa anche riferimento al metodo della mediazione con finalità riparativa quale strumento complementare alla giustizia sanzionatoria e penale nei casi più gravi. Inoltre, l'inserimento nel provvedimento della possibilità di mettere il reo minorenne dentro un percorso anche di volontariato sociale o di rieducazione va proprio nella direzione di portarlo a progettare un nuovo agire responsabile per il futuro. Il carattere, quindi, preventivo e rieducativo della proposta di legge va proprio incontro a raccogliere l'appello che ci proviene dalla società di accompagnare i minorenni in un percorso che possa recuperarli. In questo va anche l'accoglimento dell'emendamento che va a rinnovare il fondo per i neomaggiorenni in uscita sia da percorsi di affido ma anche per coloro che attraversano questa fase come i bulli spesso in un'età, sui 16-17 anni, che in un anno diventerebbero adulti e quindi, se non potessimo accompagnarli in un percorso, sarebbero ragazzi veramente a rischio. Pertanto, il finanziamento di questo Fondo, che ha la novità di allungare il percorso di accompagnamento dai 21 ai 25 anni e, quindi, permettere a questi ragazzi di completare un percorso formativo anche universitario, è sicuramente un passo storico. Da ultimo, un punto importante in questo provvedimento è quello di avvicinare le famiglie e soprattutto il contesto familiare del ragazzo che mostra comportamenti aggressivi. Quindi, la scuola torna a essere al centro della società, in un contesto dove le relazioni che si spezzano nel momento in cui avvengono episodi di aggressività possono anche essere ricucite. Pertanto, esprimo voto favorevole sulla proposta di legge da parte della componente Minoranze Linguistiche.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Conte. Ne ha facoltà.
FEDERICO CONTE (LEU). Grazie, Presidente. Il fenomeno del bullismo ha assunto dimensioni sociali inquietanti perché non definite. Si tratta di un fenomeno, infatti, in gran parte sommerso e non mi riferisco soltanto al fenomeno strettamente criminale, di matrice criminale, ma al fenomeno sociale più propriamente inteso. Per darci un'idea, una relazione che viene dall'Istat ci dice che nel 2014, sentiti 5 mila ragazzi tra 11 e 17 anni, la metà di loro avrebbe subito nell'anno precedente delle attenzioni improprie di carattere persecutorio, delle manifestazioni tipiche di atteggiamenti da bullo, attenzioni che nel 20 per cento dei casi hanno una frequenza mensile e nel 10 per cento dei casi addirittura una percussività più asfissiante. Le condotte del bullo, le condotte di bullismo, sono caratterizzate da tre elementi: l'intenzionalità, la persistenza, cioè la ripetitività appunto, e l'asimmetria dei rapporti. Il bullo compie un'azione, chi subisce quell'azione non è in grado di respingerla e la subisce passivamente. C'è una relazione asimmetrica e questa relazione asimmetrica è la fonte principale delle problematiche sociali che si determinano per questo fenomeno non soltanto per chi lo subisce - questo è l'aspetto più peculiare - ma anche per chi lo pone in essere. Vi sono, infatti, ricerche scientifiche molto accreditate, con la Jama Psychiatry in primo luogo, che ci dicono che coloro che hanno subito manifestazioni e fenomeni di bullismo sono in molti casi portatori nella vita adulta di problemi di relazione, in alcuni casi di problemi mentali più seri, e sono più predisposti alla tossicodipendenza. Questo è l'elemento più significativo che fa capire come il fenomeno del bullismo sia un fenomeno dannoso in termini di relazione sociale più ampiamente considerata. Infatti, ci dice l'Association for Psychological Science che anche i bulli stessi, cioè coloro che praticano condotte che hanno caratteristiche di tale pervasività, sono poi portatori nella vita di difficoltà di relazione. Di qui l'esigenza di un intervento del legislatore rispetto a un fenomeno che fino ad ora sotto questo profilo, cioè il profilo di condotte sociali strettamente considerate nell'ambito delle relazioni umane, non era stato ancora attenzionato. L'intervento, ovviamente, si pone in stretta connessione, completa, si riallinea e fa quadrato con un intervento che invece il legislatore ha posto in essere con la legge n. 71 del 2017 sul cyber bullismo. L'emergenza della diffusione delle attività sui social hanno indotto il legislatore prima ad attenzionare quel fenomeno realizzato con quelle modalità e poi quello generale, cioè quello che attiene alla vita dei nostri figli tutti i giorni, in tutte le loro manifestazioni di socialità, scolari e addirittura di convivenza. Abbiamo cercato di fare un lavoro intelligente, mirato e non massivo di coordinamento con quella legge, che è stata il prodotto di un lungo percorso di istruttoria, di un qualificato percorso di istruttoria, e che è intervenuta in maniera puntuale in tutti gli ambiti con un criterio guida che è lo stesso al quale ci siamo ispirati noi. L'obiettivo dev'essere prevenire questo fenomeno e non reprimere. Non va trattato come un fenomeno criminale in senso stretto, ma come un fenomeno sociale da intercettare.
Dunque, è questa la ragione per cui la parte penalistica del provvedimento è veramente ridotta a un'incisione nell'ambito dell'articolo 612-bis del codice penale, quello sugli atti persecutori, che secondo la giurisprudenza stratificatasi, quella più qualificata, contiene in sé elementi normativi tali da comprendere perfettamente le caratteristiche tipiche e fenomenologiche della condotta di bullismo, che sono, appunto, l'intenzionalità, la ripetitività e l'asimmetria. Accogliendo il suggerimento dei migliori giuristi che abbiamo ascoltato nella Commissione giustizia, abbiamo aggiunto come elemento qualificante, caratterizzante e specializzante della fattispecie, il quale ci consente di dire che sicuramente quella norma basta a reprimere i fenomeni del bullismo, l'effetto, come evento di quella condotta, dell'isolamento, perché poi è quello il danno principale che il bambino bullizzato subisce, cioè quello di ritrarsi, di nascondersi e di isolarsi. Tra le statistiche che mi sono capitati sotto mano, infatti, la più inquietante è che tra i bambini bullizzati il 65 per cento pensa di svelarlo ai propri genitori ma soltanto il 25 per cento di essi ci riesce. Il lavoro, quindi, dev'essere quello di entrare in quella sfera del silenzio, in quella sfera della vergogna, in quella sfera dell'isolamento per farla emergere.
Come abbiamo pensato che sia possibile un'azione di questo tipo? Sui due pilastri, la famiglia e la scuola, le due cellule sulle quali lavorare perché questo fenomeno emerga nella maniera più chiara possibile. Dunque, al centro di questa dinamica vi sono gli insegnanti e i dirigenti scolastici chiamati a lavorare come sentinelle di segnale di allarme da subito per recepire e mettere in lavorazione, secondo modelli e protocolli studiati anche dal Ministero dell'Istruzione, diffusi negli istituti scolastici e posti in essere dagli insegnanti e dagli operatori sociali, in maniera da far emergere quel fenomeno come un fenomeno da diluire nella società della classe, nella società dei bambini, e non da proiettare in una dimensione più adulta di tipo giudiziario.
Il binario scolastico a fianco al binario giudiziario. Quale giudice? Il tribunale per i minorenni. In quale sede? Non certo in una sede penale, Presidente. Non è questa una legge che vuole criminalizzare il processo di emersione, di intercettazione e di superamento del fenomeno bullismo. È un processo amministrativo, quello del tribunale per i minorenni, attivato o su impulso del dirigente scolastico o nei casi più gravi, dopo che si è consumata tutta la trafila di ascolto con i genitori o con chi esercita la potestà genitoriale, con gli assistenti sociali, con la classe e con il coinvolgimento degli altri alunni, dal pubblico ministero, attivando proprio presso il tribunale per i minorenni una scaletta di interventi, un protocollo di interventi finalizzato a personalizzare - e questa credo che sia la chiave di lettura più efficace di questo provvedimento normativo - interventi finalizzati alla risocializzazione, percorsi di mediazione e percorsi di volontariato di bambini che, praticando la pratica del bullismo, manifestano il loro disagio, la loro difficoltà e che rispetto a questo disagio e a questa difficoltà devono essere messi in condizione di emendare questa condizione in favore proprio e della propria vittima, in un percorso che arriva poi alla parte dei provvedimenti non coercitivi e/o eventualmente nei casi irrecuperabili, diciamo, della parte giudiziaria soltanto come extrema ratio, nei casi in cui è smarrita ogni speranza.
Questo impianto normativo ha un valore dal punto di vista culturale e dal punto di vista normativo. C'è stato un dibattito parlamentare acceso sotto due profili. Il primo è stato quello della mancanza di risorse adeguate a dotare le nostre infrastrutture scolastiche, sociali e giudiziarie degli strumenti adeguati. Certo, è una critica che non si può non ricevere e, però, operiamo innanzitutto per imprimere un cambiamento culturale all'azione delle nostre istituzioni, auspicando che la stagione degli investimenti che questo Governo sta mettendo in essere nelle infrastrutture sociali, nelle infrastrutture scolastiche e nelle infrastrutture giudiziarie possa mettere in condizione il Governo, che su questo ha già dato ampia prospettiva di impegno, di fare investimenti finanziari che ci consentano di rendere queste pratiche adeguate, costanti, quotidiane ed efficaci. La seconda critica che è venuta dalla opposizione è relativa alla resistenza della maggioranza a prevedere come obbligatoria la presenza dell'avvocato nel procedimento amministrativo davanti al tribunale per i minorenni che prevede la strutturazione di percorsi individualizzanti di mediazione, di giustizia riparativa, di azioni di ricollocazione sociale e di volontariato sotto l'egida dei servizi sociali. È una resistenza non di tipo ostruzionistico, è una scelta culturale: procedimentalizzare, rendere giudiziario, attribuire i connotati di una causa nel momento in cui si cerca di capire un disagio e di proporre una soluzione che non sia una punizione e che non appaia neanche tale, avrebbe evidentemente snaturato la finalità di questa norma, che rimane invece tutta affidata - tutta affidata - allo spirito della prevenzione. Concludo Presidente: c'è un simbolo anche che vale la pena di ricordare, c'è un numero, il 114, che è stato individuato come un numero verde, un numero a disposizione delle persone, dei bambini che subiscono azioni di bullismo o dei loro cari, che possono immediatamente contattare le istituzioni. È un segnale, un segnale semplice, ma è un segnale importante di vicinanza delle istituzioni alla nostra società, alla società dei nostri figli (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ferri. Ne ha facoltà.
COSIMO MARIA FERRI (IV). Grazie Presidente, io vorrei iniziare leggendo una notizia di stampa di un anno fa, dove un dirigente scolastico di Palermo, Luigi Cona, a seguito di un episodio bruttissimo di un compagno che picchia un altro compagno autistico, irroga giustamente una sanzione e prevede che questo stesso ragazzo assista per 15 giorni il coetaneo disabile, oltre la sospensione. Inizio da questo episodio per dire che questa legge non torna indietro rispetto a quello che è stato costruito con la legge n. 71 del 2017 e colgo l'occasione per ringraziare i tanti insegnanti, i tanti dirigenti scolastici, il mondo della scuola, il mondo dei servizi sociali, la magistratura minorile, tutti coloro che comunque lavorano sul tema della famiglia e dei minori e portano un contributo importante e penso che anche in questo caso il ruolo della scuola sia fondamentale. L'obiettivo di questa legge è quindi - e mi permetto di riportare una frase della collega Annibali, che ringrazio per il lavoro in Commissione, dove ha giustamente sottolineato che con questa legge vogliamo - dare continuità al lavoro che è stato svolto nella precedente legislatura, sviluppandolo e completandolo. E, allora, non posso dimenticare, per chi l'ha vissuta non solo in Parlamento, ma anche nei banchi del Governo, come il sottoscritto, il lavoro della senatrice Elena Ferrara, con la legge n. 71 del 2017, l'impegno (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva) della collega Ferrara nello spiegare con determinazione, in più occasioni, quanto fosse importante puntare sull'educazione, sulla scuola, sull'informazione, sul coinvolgimento della famiglia e su tutto quello che fosse la prevenzione. Io, nel ringraziare lei, voglio parlare a chi sostiene legittimamente che non ci fosse il bisogno di questa legge e vorrei provarla a convincere e dire il perché anche il gruppo parlamentare di Italia Viva ha sostenuto con convinzione questa proposta di legge, che è stata migliorata in Commissione giustizia, con grande impegno da parte di tutta la Commissione e anche con l'onestà intellettuale di chi ha fatto dei passi indietro rispetto alle impostazioni iniziali. E questo è importante perché l'equilibrio di questa legge è proprio quello di continuare quel percorso che abbiamo fatto con la legge n. 71 del 2017 e c'è ancora molto da fare e non dobbiamo abbassare la guardia e la sfida è quella, tutti insieme, di lavorare col MIUR per cercare di portare avanti i pilastri di quella legge, il tavolo interistituzionale che è stato istituito (voglio ricordare il DPCM del 20 ottobre 2017, a firma dell'allora sottosegretaria Boschi) e tutto quello che si è sviluppato.
Però è stato fatto poco, dobbiamo riconoscerlo con onestà, ci siamo fermati a un certo punto, tanto che il tavolo mi risulta che, da quando è stato istituito, con il cambio del Governo e con il Conte 1, ci siamo fermati a due sedute, al 6 febbraio 2018 e al 10 luglio 2019. Quindi, dobbiamo continuare e far sì non solo che il tavolo lavori, che ci sia il piano nazionale integrato per quanto riguarda la prevenzione nei confronti del bullismo e del cyberbullismo, quel codice di co-regolamentazione per le aziende digitali; è importantissimo coinvolgere e le imprese digitali, i provider, coinvolgerli, far loro capire come sia necessario regolamentare questa materia e come debbano aiutare il legislatore, le famiglie e tutti noi a cercare di prevenire ed intervenire tempestivamente, un Comitato sul monitoraggio, e invece far tesoro - e lo voglio ricordare qui - del lavoro importante della piattaforma Elisa, sempre istituita con la legge n. 71 del 2017. Dunque, tutto questo non viene disperso, sta nella legge del 2017, dobbiamo fare autocritica perché deve essere attuato maggiormente e, quindi, siamo indietro e dobbiamo lavorarci per cercare di portarlo avanti e lo dico, invitando tutte le forze politiche a sollecitare il MIUR e a lavorare perché ciò sia possibile. Coinvolgiamo maggiormente il Dipartimento per la famiglia e ci sarà un impegno della Ministra Bonetti su questo tema, con il Dipartimento, per cercare di fare squadra con il MIUR e con gli altri soggetti istituzionali per portare dei risultati, perché il tema della prevenzione non viene abbandonato, viene anzi rafforzato e questo lo voglio sottolineare. Voglio anche dire però che era necessario anche intervenire dal punto di vista giuridico e tecnico, è stato già detto, ci inseriamo non con un nuovo reato, ma intervenendo sul 612-bis del codice penale, così come la giurisprudenza aveva indicato; non sto a citare le pronunce della Corte di Cassazione, ma già anche senza il nostro intervento legislativo la Corte di Cassazione inseriva queste condotte nell'articolo 612-bis del codice penale; quindi noi ci limitiamo a seguire questo orientamento giurisprudenziale, rafforziamo anche tutta quella fase repressiva che può portare, coordinata col tema della prevenzione, un contributo maggiore, come effetto deterrente, per tutto quello che conosciamo e abbiamo studiato per quanto riguarda la tipizzazione dei reati e anche la funzione della pena; quindi in quest'ottica si inserisce l'intervento legislativo e non fa altro che intervenire nel primo comma, per quanto riguarda l'evento, introducendo lo stato di emarginazione, che già, a seguito di condotte reiterate o di minacce, il provocare l'emarginazione del soggetto e quindi l'isolamento, questo stato di difficoltà che poteva subire e che può subire il minore, trovava già una disciplina giurisprudenziale ma non una disciplina legislativa. Questo è stato l'obiettivo. L'altro è quello di equiparare il bullismo al cyberbullismo e quindi adeguare tutta quell'attività che è stata fatta sul cyberbullismo e che dovrà essere fatta anche per il bullismo e anche su questo penso sia importante un coordinamento, una linea comune, che chiaramente dovrà essere recepita dalle linee guida e, quindi, anche in questo il MIUR ha questa sfida davanti e questa grande possibilità di creare e di approvare delle linee guida, delle linee di orientamento che tengano conto di questo percorso. Quindi, la scuola è sempre al centro del percorso e quindi anche il fatto, che è stato criticato da qualcuno, che ci sia, in casi di difficoltà, l'obbligo di segnalare alla procura dei minori, non vuol dire creare necessariamente, laddove c'è una notizie di reato, c'è l'obbligo di segnalarlo, ma vuole invece tenere alti i riflettori non solo dal punto di vista della prevenzione, ma anche nel caso in cui si ravvisino dei fatti gravi che possano comportare o scaturire la contestazione di un reato. Quindi quel preside di Palermo che bene ha fatto il suo lavoro potrà continuare a farlo con la stessa determinazione e, qualora però si ravvisino fatti gravi e condotte che creino l'emarginazione del soggetto, se reiterate e se provocate anche da minacce, sarà necessario l'intervento anche della procura minorile e, quindi, la contestazione del reato.
Su queste basi e su questi temi, noi dobbiamo davvero avviare questo cambio culturale fondamentale. Mi dispiace che oggi non si raggiunga l'unanimità su questa legge, perché, nella scorsa legislatura, quando noi già eravamo al Governo, questa legge, la n. 71 del 2017, è stata forse l'unica legge approvata all'unanimità.
In questa legislatura abbiamo fatto un passo in avanti - e noi eravamo all'opposizione - approvando con solo tre astenuti, ma quindi con quasi l'unanimità, la legge sull'educazione civica, che si inserisce anche in questo percorso. Infatti, in quella legge sull'educazione civica, che tutti noi abbiamo approvato, tranne tre astenuti, c'è tutto un tema anche sull'educazione digitale e, quindi, l'importanza del percorso formativo educativo sia nel campo digitale sia parlando a scuola e introducendo la materia dell'educazione civica, nel sensibilizzare i nostri figli e gli studenti a questo percorso, alla legalità, al tema del rispetto reciproco, al tema della solidarietà, al tema di tutto quello che è la conoscenza approfondita della nostra Carta costituzionale, che, nella prima parte, nella parte dei principi, trasmette davvero dei valori che vanno insegnati ai nostri ragazzi nelle scuole.
Quindi, lì abbiamo fatto un passo in avanti e lo dico ai colleghi che oggi sono all'opposizione e che, all'epoca dell'approvazione della legge sull'educazione civica, erano in maggioranza. Noi opposizione votammo quella legge, oggi chiediamo questo sforzo. È uno sforzo importante, perché non fa altro che seguire questa linea che ho cercato di spiegare, ma per far capire che non si è perso niente. Si è valorizzato, si è rafforzato, dal punto di vista della repressione. Si è intervenuti anche su quel famoso articolo 25, di cui tanto oggi abbiamo parlato anche in sede di emendamenti, che rappresenta un valore aggiuntivo, perché viene ascoltato nel procedimento amministrativo il minore, vengono ascoltati i genitori. Quindi, viene inserito il diritto all'ascolto del minore, dei genitori, sin dall'inizio del procedimento, che lo vede direttamente coinvolto, e l'inserimento presso una comunità è come estrema ratio, solo qualora le altre misure, ovvero quel percorso di mediazione, che è stato già citato…
PRESIDENTE. Concluda, onorevole Ferri.
COSIMO MARIA FERRI (IV). …il progetto rieducativo, sotto la direzione non funzioni. Grazie e mi auguro che possa essere approvata all'unanimità (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bellucci. Ne ha facoltà.
MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Grazie, Presidente. Devo dire che, come Fratelli d'Italia, siamo particolarmente delusi. Consideriamo questa legge come l'ennesima occasione persa, una legge senza fondi, senza risorse umane, senza formazione, una legge che è soprattutto manchevole e indifferente a quei provvedimenti, che era necessario inserire.
Come forza di opposizione, come Fratelli d'Italia, abbiamo cercato in tutti i modi di aiutarvi, di metterci nella condizione di potervi fare ascoltare le nostre proposte. L'abbiamo fatto per gli italiani, per i più piccoli, per i più fragili. L'abbiamo fatto, perché riteniamo profondamente che difendere la vittima sia un dovere di tutti, nessuno escluso. E, allora, per noi, non è stato l'esercizio simbolico di una opposizione pretestuosa. Noi abbiamo cercato, sin dai lavori di Commissione, di farvi pensare, di farvi riflettere, di farvi fermare. In discussione generale abbiamo impiegato tutti i nostri minuti, per spiegarvi quanto questa iniziativa del MoVimento 5 Stelle, a prima firma Dori, fosse un'iniziativa rabberciata, proposta per fretta, forse per la troppa voglia che il MoVimento 5 Stelle spesso ha di approvare provvedimenti con un bel titolo.
Siamo abituati ai bei i titoli, ma poi vuoti nella loro consistenza e nella loro sostanza. La forma deve essere sempre accompagnata dalla sostanza. Abbiamo invitato il PD, entrato in questa forza di maggioranza e in questo Governo, rinunciando spesso ai suoi valori, ai suoi credi, a quelli che produce e presenta solo a parole, abbiamo invitato il PD a riflettere, a far sì che questa legge potesse essere migliorata, anche accogliendo gli sforzi dell'opposizione. E, invece, quello a cui abbiamo assistito è un rimbalzo, un rimbalzo di piaceri, di sì, che hanno riguardato soltanto le forze di Governo, di maggioranza. Questo inevitabilmente ci ha fatto pensare che questo provvedimento fosse diventato per il Governo l'altare sul quale si doveva suggellare il matrimonio di una maggioranza, che vive soltanto per il piacere di occupare queste poltrone e che, troppo spesso, dimentica le affermazioni che ha fatto precedentemente, gli attacchi a quello che considerava un avversario, la lotta per i propri credo.
Abbiamo sperato che esservi fermati quel 19 novembre, che non ha visto poi il provvedimento arrivare in Aula nei giorni successivi, fosse la consapevolezza, che iniziava a maturare dentro di voi, che questa legge doveva essere corretta. Il rinvio in Commissione ci ha fatto sperare che avreste avuto la decenza - sì, permettetemelo di dire - di fermarvi a modificare e ad accogliere quelle che erano le proposte dell'opposizione, di Fratelli d'Italia, quella che è un avversario, non un nemico, e che, a volte, in una dialettica democratica di confronto tra opposizione e maggioranza, può far percorrere al Governo la giusta via. Invece, purtroppo, i giorni e le settimane son trascorsi, novembre, dicembre, gennaio. Li avete fatti trascorrere inutilmente, perché questa proposta di legge è arrivata in Aula, senza accogliere nemmeno un suggerimento dell'opposizione, senza proporre quelle integrazioni, quelle modifiche e quelle correzioni che erano doverose.
Nel merito ci avete dato ragione anche voi, quando, anche in questa ennesima occasione dei lavori d'Aula, abbiamo cercato di scuotere la vostra indifferenza. Ma, purtroppo, nulla è servito. Vi avevamo ben spiegato come una legge, che vuole affrontare la modifica del codice penale e per questo viene incardinata soltanto nella Commissione giustizia, non potesse ignorare l'inserimento della fattispecie del bullismo. Vi abbiamo spiegato quanto fosse assurda la vostra iniziativa, perché, se di fenomeno del bullismo ci si vuole occupare, allora si devono mettere insieme tutte le più belle anime, tutte le anime almeno del Parlamento, quindi la Commissione istruzione, la Commissione affari sociali e la Commissione giustizia, per far sì che, sì il provvedimento venisse proposto nel più breve tempo possibile (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), ma in un tempo utilizzato dignitosamente e cercando di proporre il meglio. Infatti, la responsabilità di noi legislatori è quella di fare delle leggi giuste, delle leggi buone, non delle leggi vuote e inutili. E, invece, non avete colto niente di tutto ciò.
Avete iniziato ad integrare questa legge, coinvolgendo sì le scuole, sì i servizi sociali, ma in realtà scaricando sulle scuole e sui servizi sociali la responsabilità di occuparsi di prevenzione e di contrasto del bullismo. È nella logica che poi sembra accompagnare, evidentemente quando si tratta di violenza, questa maggioranza, ovvero chiedere ad altri, fuori di qui, di contrastare il fenomeno della violenza, come avete fatto nel codice rosso, in cui avete lasciato sole le procure e le forze dell'ordine, a velocizzare un procedimento che voi dettate solo per legge veloce, ma che poi è manchevole di risorse economiche e di risorse del personale. Come in una tradizione che ormai vi caratterizza, anche in questo caso chiedete a dirigenti scolastici, a insegnanti, a operatori dei servizi sociali, psicologi, assistenti sociali, al tribunale dei minori, che spesso è in ginocchio a doversi occupare di mille competenze e non avere le forze le energie, chiedete a loro di intervenire.
Parlate di un procedimento amministrativo come se fosse una cosa leggera, come se fosse una cosa che si può portare avanti senza inserire maggiori risorse, quindi anche sull'altare del tribunale dei minori fate morire un provvedimento che dovrebbe occuparsi di contrastare il bullismo e i fenomeni di violenza tra pari. Certo avevate fatto bene a calendarizzare una materia come questa, i dati ce lo dicono: il 50 per cento dei ragazzi dagli 11 ai 17 anni dicono che subiscono qualche tipo di violenza; il 20 per cento di questi dicono che la subiscono ogni mese; il 20 per cento dicono di essere vittime di cyberbullismo. Ma ancor di più, nella nostra Italia, la violenza è un problema che sta dilagando: c'è un aumento della violenza a danno dei minori dell'8 per cento; c'è un aumento del 57 per cento della pedopornografia. Questo dovreste saperlo bene, perché la violenza genera violenza, e occuparsi di bullismo e di cyberbullismo non significa soltanto occuparsi della violenza tra pari, ma significa cercare di interrompere quel circuito della violenza che genera violenza anche successivamente. Avevate una grandissima responsabilità, quella di poter finalmente sanare una legge, la n. 71 del 2017, sul cyberbullismo, che è una legge manchevole, ve l'hanno detto tutti. Quando dite che in Commissione gli auditi vi hanno dato ragione, dite il falso, non è vero. Voi siete sordi e ciechi a quello che non volete ascoltare e a quello che non vi serve, non vi è utile per continuare ad essere forza di Governo, allora non avete inserito la definizione del bullismo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). C'è la definizione del cyberbullismo nella nostra legge, ma in maniera schizofrenica non esiste una definizione di bullismo, e questo per la vostra incapacità. Non avete dato risorse economiche ai servizi sociali, non le avete date al tribunale dei minori, non avete preteso che in qualche modo si trovassero le economie per far sì che ogni minore venisse difeso e tutelato in nome del supremo interesse del minore, che viene sancito da tutte le carte internazionali, europee e nazionali. Non l'avete voluto fare.
So che i minuti stanno finendo, ma vi devo dire che la vostra indifferenza è qualcosa che urla, urla davvero contro chi è vittima e di questo male della violenza ne soffre, perché in tanti momenti ho pensato a delle parole di Martin Luther King: ciò che mi spaventa non è la violenza dei cattivi, ma l'indifferenza dei buoni. Allora, se altre vittime ci saranno, è perché voi, che spesso vi definite anime buone, in realtà indifferenti siete stati e gli occhi avete chiuso (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Quindi, questo fallimento è un fallimento del MoVimento 5 Stelle e del PD, per questo ci asterremo, come Fratelli d'Italia, da questo provvedimento, che è l'ennesima occasione persa (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bordo. Ne ha facoltà.
MICHELE BORDO (PD). Signor Presidente, colleghi, il bullismo è un fenomeno che ci riguarda tutti da vicino, coinvolge direttamente tanti nostri ragazzi ogni giorno, molti di loro purtroppo, come sappiamo, per le aggressioni, le violenze, le minacce e le sopraffazioni di cui sono vittime subiscono effetti e conseguenze a volte tragici. Per avere consapevolezza piena della diffusione di questo fenomeno basta guardare ai dati di alcune statistiche: l'Istat - è stato detto - nel 2014 ha fatto una rilevazione specifica intervistando i ragazzi tra gli 11 e i 17 anni, e l'esito è stato drammatico, perché il 50 per cento di quei ragazzi ha dichiarato di aver subito nell'anno precedente soprusi e atti di prepotenza da parte di coetanei.
Il fatto grave è che, purtroppo, non siamo di fronte ad un ridimensionamento del fenomeno, ma, al contrario, assistiamo ad una sua continua evoluzione, soprattutto grazie all'utilizzo spropositato delle nuove tecnologie, come il web, gli smartphone, e ancora più pericolosi sono gli atti di sopraffazione perpetrati per via telematica, perché non c'è il contatto diretto tra l'aggressore e la vittima, perché l'atto di bullismo rischia di rimanere in rete e di moltiplicare in questo modo la sua diffusione. Per contrastare questo fenomeno c'è bisogno allora di una risposta corale, di tutte le istituzioni. È necessario agire in stretta cooperazione famiglie, scuole, parrocchie, associazioni di volontariato, forze dell'ordine, tribunale dei minori, perché soltanto così la risposta può essere efficace. E sarebbe anche utile che su questa legge ci fosse una larga condivisione in Parlamento, lo voglio dire. Anche per questa ragione riteniamo forse sbagliati alcuni toni eccessivi usati da parte di qualche collega durante la discussione generale ma anche nel corso della discussione sugli emendamenti, perché credo sia giusto fare l'opposizione, ma non è detto che si debbano usare sempre e comunque toni esagerati soltanto perché si è all'opposizione. Io invece credo che lo sforzo fatto dalla maggioranza dopo le tante audizioni meritava forse un approccio più equilibrato, perché penso che noi stiamo approvando un'ottima legge, che tiene assieme le giuste esigenze repressive con quelle altrettanto importanti di prevenzione ed educazione, anche perché sappiamo - lo sappiamo bene - che, nei confronti dei minori, le misure repressive non sono sufficienti e molto spesso servono a poco (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), specie se i comportamenti che poi determinano il reato sono frutto di contesti familiari molto difficili.
Il primo problema che ci siamo posti è stato prevedere una nuova fattispecie di reato, il bullismo? Noi abbiamo scelto di non seguire questa strada. Nel nostro ordinamento sono disciplinati, secondo me, in modo esagerato, già troppe ipotesi di reato, e questo spesso genera confusione, anche difficoltà interpretative. Noi abbiamo scelto un'altra strada: abbiamo scelto di intervenire sul delitto degli atti persecutori, quelli previsti dall'articolo 612-bis del codice penale, prevedendo anche la punibilità del reato che dovesse spingere, indurre la vittima verso una condizione di emarginazione, perché, infatti, lo abbiamo colto anche ascoltando tutto ciò che è emerso nel corso delle audizioni, l'emarginazione è tra le cause principali che determinano la configurabilità del reato di bullismo. Siamo, infatti, di fronte ad un reato di bullismo - e la differenza non è sottile - se la sopraffazione o gli atti persecutori determinano una condizione di emarginazione della vittima, e aggiungiamo noi in questa legge l'aggravante del reato commesso da più persone, che è l'altro elemento molto frequente per configurare un'ipotesi di reato di bullismo. Abbiamo fatto dunque una scelta oculata, per evitare di fare errori o comunque di avventurarci su un terreno che era già stato solcato con le pronunce di questi anni della Corte di cassazione, diventate poi giurisprudenza.
Noi abbiamo scelto con questa legge di completare un percorso che abbiamo cominciato già nella scorsa legislatura, con la legge n. 71 del 2017, anche perché pensiamo che il bullismo e il cyberbullismo siano fenomeni strettamente legati tra di loro e sarebbe stato un errore disciplinare in due contesti normativi differenti due fenomeni che invece sono strettamente connessi tra di loro e la legge del 2017 è stata largamente condivisa: sarebbe stato dunque un errore non averla come riferimento per contrastare anche i fenomeni di bullismo.
Qualche gruppo poi aveva chiesto legittimamente che si arrivasse ad una definizione puntuale di bullismo. Voglio dirlo questo, voglio dire con chiarezza che non è escluso che si possa anche arrivare ad una definizione puntuale del fenomeno nel corso dell'iter parlamentare della legge: la legge dovrà essere ancora approvata al Senato; ma noi qui abbiamo preferito non avventurarci in una nuova definizione, ritenendo sufficiente la definizione prevista per il cyberbullismo, e abbiamo semplicemente detto che tutto ciò che serve per prefigurare già il reato di cyberbullismo vale anche per il bullismo, quando i reati non dovessero verificarsi per via telematica. La definizione di cyberbullismo ci è parsa scritta molto bene: quando una cosa è scritta bene è sbagliato modificarla soltanto perché dobbiamo modificarla.
In questa legge poi interveniamo sulle misure amministrative, anche queste oggetto di dibattito, anche acceso, nel corso della discussione sugli emendamenti. Misure amministrative che sono di competenza del tribunale dei minorenni: siamo intervenuti, integrando e migliorando, lo voglio dire sottolineandolo, un quadro normativo ormai vecchio, perché la legge di riferimento è degli anni Trenta e poi modificata negli anni Cinquanta; ma, per quanto ci riguarda, a differenza di quello che pensano altri, per noi il tribunale dei minorenni continua ad essere ancora un prezioso strumento di intervento sui fenomeni del disagio e del disadattamento minorile. Ed abbiamo recepito quanto è stato detto in audizione per esempio dal procuratore del tribunale dei minorenni di Milano, introducendo una serie di modifiche puntuali alla disciplina vigente: ci sono adesso più garanzie per i minori e per le famiglie, che prima non c'erano, ci sono stati passi in avanti molto importanti che cambiano appunto le norme degli anni Trenta e degli anni Cinquanta, perché allarghiamo il raggio d'intervento della materia, perché il tribunale può intervenire quando ci sono condotte aggressive anche in gruppo, è previsto l'affidamento ai servizi sociali o il collocamento in una casa di rieducazione, c'è la possibilità dell'assistenza legale, si rafforza il rapporto con i genitori.
Tutte queste cose - e concludo - noi le facciamo per completare un apparato e una disciplina che meritavano di essere integrati e modificati: non abbiamo l'ambizione di aver scritto la norma perfetta, ma abbiamo la coscienza di aver fatto sicuramente un buon lavoro, che va nella direzione giusta per combattere e contrastare fenomeni così diffusi e così pericolosi per la nostra società, ma soprattutto per i nostri ragazzi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Siracusano. Ne ha facoltà.
MATILDE SIRACUSANO (FI). Presidente, onorevoli colleghi, Forza Italia si asterrà su questo provvedimento, con l'auspicio che venga poi modificato in seguito al Senato. Si asterrà perché una legge non si vota per ciò che recita il titolo. Se questa legge fosse stata davvero finalizzata al contrasto e alla prevenzione di fenomeni di bullismo o avesse istituito un sistema di prevenzione e di misure rieducative dei minori, allora Forza Italia certamente avrebbe votato a favore (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente); ma così non è, perché nel contenuto della legge non c'è nulla di tutto questo.
Questa legge non riuscirà a contrastare neanche un episodio di bullismo: è una legge inefficace, vuota, una legge spot, bandierina, che non investe un solo euro per la prevenzione, e quindi noi non riusciamo veramente a comprendere come riuscirete a raggiungere l'obiettivo senza impiegare risorse utili per questo provvedimento.
Ed inoltre, Presidente, noi contestiamo anche alcune parti sostanziali della legge, che riteniamo pericolose, anzi preoccupanti: come l'articolo 4, che prevede il ricorso ai servizi sociali per i bulli; che è vero, sono i colpevoli, coloro che commettono i reati, ma si tratta pur sempre di minori, di minori disagiati che manifestano il loro disagio attraverso la violenza e vanno aiutati, e certamente non allontanati dalla famiglia per essere collocati in comunità (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Perché questa per voi è rieducazione? Questo è un valore rieducativo? Il problema è che voi questo concetto di rieducazione - mi riferisco in particolar modo al MoVimento 5 Stelle - proprio non lo comprendete, cioè non ce l'avete dentro; anzi, per voi il valore rieducativo della pena è un'utopia, non ha alcun senso per voi: le pene vanno inasprite, inasprite per tutti indistintamente, e in questo caso anche per i bambini! Infatti, grazie alla tenacia della collega Bartolozzi, in Commissione abbiamo sostenuto la necessità di istituire una fattispecie autonoma, che tipizzasse il reato di bullismo. Perché voi cosa avete fatto? Avete inserito nell'articolo 612-bis del codice penale, che disciplina lo stalking, la locuzione: porre la vittima in condizioni di emarginazione, che è un concetto penalisticamente non definito, che crea ancora più confusione; e tra l'altro la cornice edittale della pena prevede da 1 a 6 anni e 6 mesi di carcere per reati commessi nella maggior parte dei casi da minori (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Invece, noi avevamo previsto e sostenuto con forza la necessità di una fattispecie autonoma, che calibrasse meglio la pena in riferimento a questo tipo di reato, con una cornice da 1 anno a 4 anni, che consentisse l'accesso all'istituto della messa alla prova: questo veramente ha un valore rieducativo. Avete detto “no”, vi siete ostinati su questo.
E non solo su questo: noi avevamo proposto tantissimi altri contributi di buonsenso che avete respinto: ispirati anche dal lavoro svolto brillantemente dalla Commissione bicamerale infanzia e adolescenza, che ha condotto un anno di audizioni per giungere all'indagine conoscitiva sui fenomeni del bullismo e del cyberbullismo, che vi invito a leggere, per cui ringrazio le colleghe Versace, Marrocco e Spena, che è presidente di gruppo, che hanno contribuito a realizzare questo lavoro importante. Ed anche in Commissione bilancio è stato approvato un emendamento di Forza Italia, a prima firma della senatrice Ronzulli, che stanziava 3 milioni per la preparazione dei docenti, per la qualificazione dei docenti in materia di inclusione scolastica e di prevenzione e contrasto al bullismo, al cyberbullismo e alla violenza di genere.
Tantissimi altri contributi - ripeto - sono stati respinti; e questo ci dispiace, perché l'intento originario di questa legge certamente doveva trovare una convergenza tra i vari gruppi parlamentari: non è certamente una legge su cui si può mettere una bandierina di partito, e così invece non è stato. Mi riferisco ad alcuni emendamenti importanti, come per esempio la finalizzazione delle ammende previste dal nuovo articolo 731 del codice penale per l'inosservanza dell'obbligo dell'istruzione elementare dei minori, la cui pena fortunatamente è stata ridotta grazie a una nostra proposta emendativa, per il finanziamento di interventi di contrasto alla povertà educativa minorile ed al recupero della dispersione scolastica nelle aree a maggiore rischio di evasione dell'obbligo. Anche qui ci avete detto di no! Sempre poi durante l'esame in Commissione, noi di Forza Italia ci siamo battuti tenacemente, come ho già detto all'inizio, per far comprendere come un intervento di tale mole non si potesse effettuare a costo zero, e per questo abbiamo proposto diversi emendamenti con coperture finanziarie che dessero senso ed effettività all'intero impianto della proposta. Il risultato? Nullo, soltanto 200 mila euro rintracciate per gli anni 2020, 2021 e 2022 per la piattaforma e-learning Elisa, dove anche lì in Commissione c'è stata una gran confusione e l'intervento della Commissione bilancio, diverse perplessità, e quindi vi rendete conto che è una cifra veramente irrisoria ed inutile.
Poi, ritorno sull'aspetto per noi più preoccupante, che ci auguriamo veramente che venga soppresso in Senato, e che è riferito all'articolo 4 della proposta Dori, modifica del regio decreto-legge n. 1404 del 1934, recante disposizioni sull'istituzione e sul funzionamento del tribunale per i minorenni. Il testo rielaborato dal citato articolo 25 giunge ad ipotizzare persino l'allontanamento del minore da casa e il suo contestuale affidamento ad una comunità. Nello specifico, la norma ora richiamata prevede, dunque, che il procuratore della Repubblica, notiziato anche dal dirigente scolastico, quando abbia acquisito la notizia che un minore degli anni 18 dia manifeste prove di irregolarità della condotta o del carattere, ovvero assuma condotte aggressive anche in gruppo nei confronti di persone, animali o cose, possa riferire i fatti al tribunale per i minorenni, il quale può disporre con decreto motivato, previo ascolto del minore, dei genitori, dell'esercente la responsabilità genitoriale, l'attivazione di un percorso di mediazione, oppure lo svolgimento di un progetto di intervento con finalità rieducativa e riparativa, sotto la direzione e il controllo dei servizi sociali. Ora, all'esito di questo progetto rieducativo proposto dai servizi sociali territoriali, il tribunale per i minorenni, valutate le risultanze attestate nella relazione e sentito il minorenne, i genitori, gli esercenti la potestà genitoriale, alternativamente, può adottare una serie di provvedimenti che possono culminare nel collocamento del minorenne in una comunità, qualora gli interventi previsti dai numeri precedenti appaiano inadeguati. È una decisione di non poco conto; ma questa vi sembra una soluzione adeguata al problema, una risposta adeguata per risolvere il problema e per aiutare questi ragazzi che, lo ripeto, sono essi stessi vittime? A ciò si aggiunga che una simile decisione viene presa nonostante, appunto, la Costituzione e fonti pattizie di diritto internazionale ribadiscano con forza l'importanza dell'indissolubilità del rapporto mamma, figlio, papà, che deve essere tutelato, protetto e salvaguardato con il massimo rigore (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)! Insomma, non siamo assolutamente soddisfatti, anzi, riteniamo di trovarci davanti a un'occasione sprecata: la possibilità di fare una legge utile, con il contributo efficace di tutti i gruppi, in particolar modo di Forza Italia. Quindi, non possiamo che esprimere un voto di astensione, con l'auspicio e la speranza che riflettiate davvero su questo provvedimento e che lo modifichiate in seguito in Senato (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tateo. Ne ha facoltà.
ANNA RITA TATEO (LEGA). Presidente, onorevoli colleghi e colleghe, siamo qui, oggi, a parlare di bullismo; è un argomento che sta a cuore a tutti, ma con questa legge non avete risolto nessun problema, né a livello preventivo, né a livello sanzionatorio, come invece hanno voluto farci credere il PD e il MoVimento 5 Stelle nella discussione generale, avvenuta nel mese di novembre. In discussione generale, sempre voi della maggioranza, avete parlato di modifiche sostanziali e profonde rispetto al testo iniziale; invece, vi dico che queste modifiche sostanziali e profonde non ci sono state e questo perché? Perché non avete le idee chiare sul fenomeno del bullismo e del cyberbullismo.
Le vostre idee chiare emergono già nelle modifiche che avete voluto fare nel 612-bis, il cui titolo è: atti persecutori. La proposta di legge, infatti, in prima battuta, cercava di dare una definizione di bullismo, con l'inserimento sic et simpliciter solo di alcune condotte, come: percosse, ingiurie, diffamazioni, umiliazioni, emarginazione. Invece, avete fatto un pastrocchio, modificando il 612-bis del codice penale. Avete inserito la condizione di emarginazione come condizione affinché ci sia bullismo. Ma come pensate che venga provata la condizione di emarginazione? Sarà una probatio diabolica e chi varca le aule penali dei tribunali lo sa molto bene, l'aspetto psicologico è difficile da provare.
Mi dispiace che, oggi, non sia qui presente il Ministro, perché volevo chiedergli se avesse mai sentito parlare della conditio sine qua non. La conditio sine qua non è quella condizione senza la quale non si può verificare un evento; ora, inserire la condizione di emarginazione, significa che se quella condizione non si avvera non c'è bullismo, come non ci saranno gli atti persecutori, come non ci sarà lo stalking.
E allora di cosa stiamo discutendo colleghi? Se quella condizione è una probatio diabolica, non riusciremo a tutelare i nostri ragazzi e le nostre ragazze e neanche le nostre donne, non riusciremo a tutelare più nessuno (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). E anche qui la Lega ha cercato di farvi capire che doveva essere tolta quella condizione, ma, niente, siete stati sordi e, poi, quei casi in cui ci saranno sopraffazione, sottomissione, prevaricazione o vessazione non verranno puniti e, anche qui, la Lega ha tentato con un proprio emendamento, sempre di buon senso, di far introdurre quanto meno la prevaricazione, ma la vostra sordità è aberrante. E vogliamo parlare delle parole “condotte reiterate” nel 612 del codice penale? Ciò non va bene per il bullismo; volete capire che una sola azione di bullismo può creare conseguenze disarmanti? Non è necessaria la reiterazione, quando scopriremo la reiterazione sarà troppo tardi (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). E mi viene da sorridere, per non dire da piangere, quando vedo che avete previsto per il bullismo: “solo se il fatto è commesso da più persone”. Ma volete capire che c'è bullismo anche quando è commesso solamente da una persona? Cosa faremo, allora, quando il bullo sarà uno? Non verrà punito. Per voi è meno grave se è commesso solamente da una persona? Per noi, non lo è.
Ma i danni di questa legge, purtroppo, non sono terminati e ora veniamo a capire cosa avete combinato sulla legge sul cyberbullismo, una legge che ha votato nella scorsa legislatura una parte di questa attuale maggioranza. Avete inserito il bullismo in una legge di cyberbullismo, senza dare una definizione di bullismo e, quindi, paragonando il bullismo al cyberbullismo. Ma non sono fattispecie identiche e questa è una questione che noi della Lega abbiamo sollevato già in Commissione. Voi del PD, vi siete resi conto che noi della Lega avevamo ragione, tant'è che in discussione generale avete detto: è un'opinione legittima, non neghiamo che probabilmente forse su questo si potrebbe fare una valutazione anche differente… ma era oggi che si doveva agire su questo; ma niente, alla fine, avete fatto orecchie da mercante. Le fattispecie differenti vanno trattate in modo differente se si vuole avere un risultato, non in modo uguale. Voi con l'inserimento del bullismo nella legge del cyberbullismo fate estrema confusione, ma non fate, invece, un'opera di valorizzazione. Avete detto in discussione generale che il fenomeno ha assunto dimensioni preoccupanti, anche grazie all'utilizzo dei social. Collega Bazoli, mi riferisco a lei, non doveva ringraziare i social, ma doveva condannare i social e doveva quindi predisporre una norma che, invece, ne limitasse l'utilizzo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Ed, invece, lei e la sua maggioranza cosa avete fatto? Avete bocciato tutti i nostri emendamenti, emendamenti di buonsenso che prevedevano sia delle sanzioni a carico dei provider e, quindi, non solo del gestore del sito Internet o dei social media, sia l'inserimento di un'applicazione nel cellulare al fine di bloccare situazioni di pericolo, parole o immagini pericolose. In questo modo, si sarebbero responsabilizzati sia i minori sia i genitori, perché è già in casa, è già nell'ambiente familiare che si inizia a fare prevenzione e non altrove, ma, invece, avete, per l'ennesima volta, delegato alla scuola, al dirigente scolastico tale compito. Ma se il vostro intento era quello di valorizzare il potere del dirigente scolastico, avete ottenuto l'opposto, avete ottenuto l'opposto con la locuzione “tempestivamente”. Noi della Lega avevamo proposto di inserire un termine di 48 ore entro cui il dirigente scolastico doveva trasmettere gli atti, perché il termine “tempestivamente” è un termine labile, perché io da genitore vorrei essere immediatamente avvisata se mio figlio o mia figlia dovesse commettere un atto di bullismo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Ricordatevi che un'informazione tempestiva è vanificata dai tempi di ricezione. Ma avete saputo fare di peggio: la cosa gravissima è che in questa PdL anche per gli atti di bullismo e cyberbullismo viene previsto l'affidamento ai servizi sociali e l'inserimento in comunità del minore non recuperato. Certo, la maggioranza può dirmi che la misura dei servizi sociali era già prevista nell'articolo 25 di un regio decreto e non costituisce una misura di carattere penale e neppure una misura di prevenzione, ma questa è una disposizione normativa che risale ad un regio decreto del 1934. Nel 1934 c'era un'altra Italia e noi oggi avevamo la possibilità di cambiarla questa norma; e quindi la Lega ha presentato un emendamento soppressivo su questa norma. Abbiamo inoltre richiesto che ci sia sempre la presenza dell'avvocato in tutte le fasi, anche in quella di progetto di intervento educativo del minore, perché il nostro intento è quello di riunire il minore alle famiglie, perché è nella famiglia che ritroviamo i principi, che ritroviamo i valori, che ritroviamo le tradizioni che ci portiamo per tutta la vita.
Invece voi, con questa PdL, volete unicamente plasmare le menti dei nostri figli, volete dare un potere esorbitante agli assistenti sociali per aumentare il business delle comunità, come avete fatto fino ad ora. Ma in questo marasma di norme la maggioranza ha voluto fare un piccolo regalo alla Lega, forse solo per evitare una dura opposizione. Ecco perché avete avuto la dignità di accettare un emendamento della Lega sulla modifica dell'articolo 731 del codice penale. Inizialmente avete inserito che siano solo i genitori a rispondere nel caso in cui il figlio non vada a scuola, ma se il minore ha un tutore, un curatore, dovevamo considerarli ragazzi di serie B? Invece l'emendamento della Lega ha inserito che la responsabilità sia anche di chiunque eserciti tali funzioni (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). In questa legge, cari colleghi e colleghe, ci sono solo parole e non fatti, ci sono parole e non aiuti concreti. E mi chiedo e vi chiedo - sto per concludere - avete le idee chiare oppure no su quello che state facendo? Secondo me no, secondo la Lega no. Per questo motivo, la Lega si appresterà a depositare una proposta di legge che metterà in ordine tale disciplina e per questi motivi la Lega si asterrà dal voto su questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dori. Ne ha facoltà.
DEVIS DORI (M5S). Presidente, gentili colleghi, il tema del bullismo e del cyberbullismo va affrontato con uno sguardo lungimirante, perché le dinamiche del mondo giovanile e le multiformi manifestazioni del disagio giovanile evolvono rapidamente anche in considerazione delle potenzialità delle tecnologie digitali. Con l'approvazione di questa proposta di legge stiamo compiendo un passo in avanti rispetto alla normativa vigente. Non si tratta del primo intervento normativo in materia: già con la legge n. 71 del 2017 si era fatto il primo significativo complesso sforzo di inquadrare complessivamente il fenomeno del cyberbullismo. La proposta di legge che fra poco voteremo, in continuità con la legge n. 71 del 2017, vuole rappresentare un ulteriore intervento verso una più ampia e completa disciplina di un fenomeno complesso. L'obiettivo più ambizioso di questa proposta di legge, però, è di prevenire non solo il bullismo propriamente inteso, ma in generale tutte quelle forme di aggressività che potrebbero poi sfociare in futuro in vere e proprie violenze alla persona. Di fronte al problema del bullismo come dobbiamo reagire? Con strumenti di prevenzione? Con misure di contrasto? In realtà tutti gli strumenti possibili devono essere messi in campo, uno strumento non esclude l'altro. È chiaro che, soprattutto se si tratta di minorenni, il primo intervento deve essere di natura educativa, quindi di prevenzione, tuttavia non possiamo negare che spesso qualcosa sfugga alle maglie della prevenzione. E, allora, non possiamo sottovalutare le radici del problema e ancor più le conseguenze, che possono anche sfociare in situazioni drammatiche o tragiche. Intervenire è doveroso nei confronti di tutte le vittime, lo dobbiamo a chi ha subìto e continua a subire vessazioni.
Accanto alla prevenzione e al contrasto, inoltre, dobbiamo focalizzare l'attenzione anche su altri tre elementi fondamentali: l'emersione del fenomeno, la tutela delle vittime e il monitoraggio. Quindi prevenzione, contrasto, emersione, tutela delle vittime e monitoraggio, questi sono i cinque fronti sui quali lavorare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
A nostro avviso è indispensabile iniziare dalla prevenzione, e in questa direzione, con questa proposta di legge, vogliamo contribuire a ridurre la dispersione scolastica ricordando ai genitori l'obbligo di mandare i propri figli a scuola, aumentando le sanzioni ed estendendo questa responsabilità all'intero percorso scolastico, e non solo, come era finora, alla scuola primaria. Qual è la correlazione tra questo aspetto e il bullismo? Se un ragazzo si trova regolarmente inserito nel circuito scolastico è più agevole prevenire, individuare la problematica e intervenire tempestivamente. Sempre nell'ambito scolastico riteniamo necessario integrare le linee di orientamento che il Ministero dell'Istruzione fornisce alle scuole per indicare un perimetro più preciso delle procedure che ogni scuola, nella sua autonomia, deve seguire per la prevenzione o la gestione di atti di bullismo che dovessero verificarsi. Sullo stesso piano è importante attenzionare quei comportamenti di aggressività, talvolta sottovalutati, ma sintomatici di un disagio che potrebbe sfociare in comportamenti violenti o lesivi della dignità altrui.
In questa direzione vogliamo porre l'attenzione sulla correlazione tra gli atti di violenza commessi sin dalla tenera età, anche su animali, e gli atti di violenza perpetrati in età adulta sulle persone come indice di un'escalation progressiva di violenza. Sempre nell'ambito preventivo è fondamentale impegnare le famiglie a partecipare a corsi organizzati o promossi dalle scuole sui rischi del web, corsi molto spesso sottovalutati dagli stessi genitori. Le famiglie devono essere sostenute nel loro ruolo educativo con una sorta di formazione continua in base all'età dei figli e i genitori si devono riappropriare di quel diritto-dovere di educare i figli previsto dalla Costituzione. Altrettanto importante è fornire alle scuole strumenti anche digitali di monitoraggio del clima di classe, anche mediante l'utilizzo di piattaforme, questionari o report, in modo da predisporre conseguenti azioni di miglioramento. È inoltre essenziale formare i docenti e i referenti per il contrasto del bullismo al fine di educare gli studenti all'intelligenza emotiva e consentire, attraverso idonei strumenti, di sviluppare l'empatia, cioè la capacità di mettersi nei panni degli altri, la cui mancanza è la prima causa di atti vessatori nei confronti degli altri. Tra la fase di prevenzione e di contrasto noi dobbiamo agire anche su una fase intermedia, spesso trascurata, ma decisiva: l'emersione. Fare emergere le situazioni di disagio causate da reiterate azioni moleste è uno degli aspetti più complessi del fenomeno.
Il problema è spesso quel sommerso che non si vede, che rimane nascosto, ed è quindi il più insidioso. Purtroppo spesso ci si chiede, quando è già troppo tardi, com'è possibile che nessuno abbia visto nulla. Ecco perché noi dobbiamo agevolare l'emersione di queste situazioni finché siamo in tempo. In che modo? Innanzitutto bisogna prevedere il coinvolgimento del gruppo classe nelle procedure che le scuole devono adottare per l'emersione e la gestione degli atti di bullismo, in modo da responsabilizzare la comunità in cui il ragazzo vittima è inserito. Occorre impegnare le scuole e individuare gli strumenti per far emergere situazioni di disagio, ma anche di forme di uso o abuso di alcol o sostanze stupefacenti o di forme di dipendenza patologica, perché spesso le forme del disagio sono tra loro connesse, e quindi nessun elemento va sottovalutato. Allo stesso tempo, bisogna sollecitare le famiglie a collaborare con le scuole per fare emergere in tempo utile le situazioni di disagio prima che sia troppo tardi, stimolando una responsabilità reciproca. Bisogna che tutti facciano la loro parte, il silenzio è il regalo migliore che si possa fare alla violenza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Arriviamo ora al terzo aspetto, quello relativo al contrasto del bullismo. In questo ambito noi riteniamo particolarmente significative le innovazioni che abbiamo introdotto, considerata la loro rilevanza giuridica. In primo luogo, soprattutto dinanzi a situazioni particolarmente gravi, anche se si tratta di minorenni, chiaramente ultra quattordicenni, si deve prevedere un'idonea copertura penalistica. Considerato che già alcune sentenze, anche della Cassazione, hanno ricondotto gli atti di bullismo all'interno del reato di atti persecutori, definito stalking, ampliamo la portata di tale norma, introducendo, in aggiunta a quelli già esistenti, un altro effetto alternativo delle reiterate condotte minacciose e moleste, cioè l'emarginazione, che è uno degli effetti più frequenti del bullismo, e quindi dell'esclusione da un gruppo.
Sul punto, a nostro parere, è errata l'impostazione di una parte dell'opposizione che ritiene necessaria l'introduzione di un reato ad hoc di bullismo. Con il nostro intervento, invece, il bullismo nei casi più gravi potrà essere più facilmente riconducibile alla fattispecie degli atti persecutori, avendo introdotto come possibile evento delle condotte minacciose o moleste l'emarginazione a cui è costretto chi subisce tali atti. Nei fatti sarà ampliata la tutela delle vittime e rinforzato l'apparato sanzionatorio. Dobbiamo, inoltre, considerare che queste subdole condotte sono spesso compiute in gruppo e, quindi abbiamo ritenuto indispensabile introdurre sempre nell'ambito del reato, e degli atti persecutori, un'aggravante specifica da applicare appunto quando i fatti sono commessi da più persone. Sempre nell'ambito del contrasto, il cuore del provvedimento è relativo alle misure amministrative del tribunale per i minorenni in tutti quei casi in cui i ragazzi manifestano comportamenti aggressivi pur non integrando reato. In questi casi il tribunale per i minorenni, valutati i fatti, può disporre lo svolgimento di un progetto di intervento educativo con finalità rieducativa e riparativa sotto la direzione e il controllo dei servizi sociali. Questo è un nuovo strumento introdotto con questa legge e prevede, ove possibile, non solo il coinvolgimento dei genitori nella fase della definizione del contenuto del progetto ma anche la loro partecipazione attiva. Quindi la famiglia viene rimessa al centro nel suo ruolo educativo, non viene esclusa ma inclusa per responsabilizzarla. Il contenuto del progetto di intervento educativo può essere il più vario possibile: ad esempio può consistere anche nello svolgimento di un'attività di volontariato, mettendo magari il ragazzo a contatto con realtà che possono stimolare un percorso di crescita. Anche questo aspetto è di assoluta novità in un Paese in cui il volontariato è giustamente considerato un valore.
Giungiamo, infine, ad un altro pilastro di questa legge, la tutela delle vittime. Per sostenere le vittime, anche da un punto di vista psicologico, riteniamo che si possa attivare un percorso di mediazione come strumento preliminare rispetto ad altre misure in grado di mettere in relazione vittima e autore dell'atto in maniera costruttiva al fine di favorire la rielaborazione e il superamento della violenza subita. Per le stesse ragioni potenziamo il numero 114, emergenza infanzia, rispetto alle specifiche esigenze legate al bullismo con accesso anche mediante app per smartphone, servizio chat e possibilità di geolocalizzazione.
Concludendo, con questo intervento normativo riteniamo di compiere un significativo passo in avanti perché i contenuti sono pienamente rispondenti alle necessità di adeguare la legislazione attuale alle esigenze di una società in continua evoluzione. Dobbiamo dire con forza che il bullismo non è un gioco, non è uno scherzo ma è violenza che lascia ferite profonde (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Ma nessuna legge sarà mai in grado di risolvere da sola una ferita sociale. La legge può agevolare quel percorso, velocizzarlo, indirizzarlo: allora scopriremo che la causa di qualsiasi violenza è l'ignoranza, l'indifferenza, l'omertà, i pregiudizi e per tutto questo c'è una sola soluzione: la cultura della legalità, la cultura del rispetto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle e di deputati del Partito Democratico).
Nel quarantesimo anniversario dell'assassinio di Piersanti Mattarella.
PRESIDENTE. (Si leva in piedi e, con lui, l'intera Assemblea e i membri del Governo). Colleghi e colleghe, come sapete lo scorso 6 gennaio ricorreva il quarantesimo anniversario della vile uccisione per mano mafiosa di Piersanti Mattarella, nato a Castellammare del Golfo il 24 maggio 1935, secondogenito di Bernardo Mattarella, autorevole esponente della Democrazia Cristiana. Dopo la laurea a Roma in Giurisprudenza a “La Sapienza” con una tesi in economia politica sui problemi dell'integrazione economica, nel 1958 tornò in Sicilia. Eletto, con amplissimo consenso, consigliere comunale di Palermo nelle file della Democrazia Cristiana, nel 1967 divenne deputato regionale e poi assessore al bilancio, distinguendosi per la tenacia e per l'incisività del suo operato. Oltre a contribuire all'approvazione di numerosi rendiconti arretrati, presentò e fece votare entro i termini di legge i bilanci di previsione interrompendo la prassi allora consolidata del ricorso all'esercizio provvisorio. Da presidente della regione Sicilia ricordiamo la sua costante azione riformatrice per la trasparenza nella pubblica amministrazione in particolare nel settore degli appalti e dell'urbanistica, la determinata lotta contro la speculazione edilizia e lo straordinario impegno per l'affermazione dei principi di correttezza e legalità nella gestione dei contributi agricoli regionali. Furono proprio queste battaglie, volte ad estirpare un radicato e complesso sistema di interessi facenti capo alla criminalità organizzata, unitamente a frequenti e coraggiose prese di posizione pubbliche contro la mafia a costargli la vita. Piersanti Mattarella è stato un politico onesto, coerente e rigoroso, sostenuto da un'ispirazione ideale e culturale.
Coloro che l'hanno conosciuto ricordano il profilo umano, tenace ma umile, sempre lontano da tentazioni esibizionistiche, che era certamente lo specchio dei suoi valori e delle sue ambizioni ideali: senso della legalità, dovere della trasparenza nella gestione della cosa pubblica, politica intesa come responsabilità e servizio, impegno incondizionato per una Sicilia finalmente libera dalle sopraffazioni e dalle violenze mafiose. Tutto questo ha fatto di lui un servitore dello Stato, un esempio di riscatto per le giovani generazioni, un protagonista di un percorso a cui tanti nel nostro Paese hanno contribuito e continuano a contribuire, che fa della lotta alla mafia una strada obbligata e senza ritorno.
Invito l'Assemblea ad osservare un minuto di silenzio (L'Assemblea osserva un minuto di silenzio - Applausi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Trizzino. Ne ha facoltà.
GIORGIO TRIZZINO (M5S). La ringrazio, Presidente. Se il 6 gennaio 1980 Piersanti Mattarella non fosse stato ucciso dalla lucida e spietata determinazione della mafia certamente sarebbe stato uno dei reali protagonisti della vita politica del Paese. Quando fu ucciso Piersanti Mattarella fu come se fosse stata scattata una foto; quella mattina fu come se il tempo si fosse congelato in un fermo immagine che bloccava tutto e tutti, un arresto improvviso della storia. Ed è bene ricordarlo: Piersanti era, come lo fu Aldo Moro, la locomotiva di un treno formidabile lanciato verso un futuro promettente e seguito da una lunga serie di vagoni, piccoli, più grandi, giovani menti e giovani cuori, eravamo noi i giovani di allora. Piersanti era il deposito delle idee più innovative, più brillanti. C'era una terra già allora sfregiata dalla criminalità e dall'arroganza mafiosa, una terra che anche dopo di lui avrebbe subito il consumarsi di storie ancora più turpi e sanguinose. Lui avrebbe voluto cambiare quel mondo, con il vigore della sua età, la freschezza, l'amore, un amore infinito, mai spento per una terra carica di speranza e di disperazione.
Noi non lo sapevamo allora; cominciammo a rendercene conto proprio da quel tremendo giorno in cui un omicidio volle rallentare questa locomotiva, producendo l'effetto devastante di un incidente ferroviario. Quella foto in bianco e nero fermò quell'attimo con i volti attoniti di chi sopraggiunse, me compreso, immediatamente dopo, aggiungendo il proprio pallore a quel pallore cadaverico di un uomo buono, giusto, disteso in modo scomposto sul sedile, accanto ai suoi familiari.
Il tempo davanti era e sarebbe stato un tempo bello, di costruzione, di pace e il tempo bello è sempre quello della primavera: una Sicilia promettente e ricca doveva, quasi per paradosso, essere uccisa da un'altra Sicilia nera, criminale, diabolica. L'anima duplice, ambigua e ambivalente del bene e del male, della costruzione e della distruzione presente nello stesso corpo. Questo è quello che più di tutto inquieta e preoccupa allora come nel tempo seguente. Chi uccise un uomo allora non uccise soltanto un uomo: con lui, uccise anche le sue prospettive, insieme a quelle di una terra e dei suoi figli che volevano che venisse nuovamente a rinascere e a svilupparsi. Chi uccise un uomo stravolse il corso della storia, dandole un'impronta maligna che per molti anni ancora non modificò la sua forma, ma quella foto in bianco e nero rese immortale quella morte. Quella foto non voleva ucciderlo il tempo; in realtà, consegnò al tempo futuro il fortissimo desiderio di questo riscatto perché - e concludo - chi vuole uccidere il futuro si illude di poterlo dominare, ma per caderci dentro, perché dalla cenere rinasce sempre la vita (Applausi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Alessandro Pagano. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO PAGANO (LEGA). Grazie, Presidente. Era il 21 marzo 1978, si vivevano i momenti drammatici del rapimento Moro e il Governo Andreotti-Berlinguer era appena nato – con il compromesso storico, da un paio d'anni a quella parte - e contemporaneamente, però, proprio in quella data, appunto il 21 marzo 1978, Piersanti Mattarella presentava all'Assemblea regionale siciliana il primo governo di unità autonomistica, con il PCI che dava l'appoggio esterno: un fatto altrettanto storico non solo per la Sicilia ma anche, in generale, per l'Italia. Un progetto che poteva nascere solo ed esclusivamente con la presenza di Piersanti Mattarella, che evidentemente aveva delle caratteristiche per cui non era soltanto un riformatore, come bene è stato detto nella premessa fatta dal Presidente di questa nostra Assemblea, ma bensì un uomo che, da un punto di vista tecnico, aveva tratti e competenze fuori dal normale e questo lo rendeva particolarmente credibile a tutti i livelli. Io stesso, mi ricordo, ebbi l'onore e la fortuna di sedere nella sua scrivania di assessore al bilancio e mi vantavo regolarmente - ogni volta che venivano ospiti che non erano siciliani - che quella era stata la scrivania di Piersanti Mattarella, assessore al bilancio. Insomma, egli sommava delle caratteristiche uniche in un momento in cui la Sicilia era particolarmente difficile; erano gli anni Sessanta e Settanta, quelli in cui il potere mafioso era al massimo livello, era realmente infiltrato nelle istituzioni e aveva la capacità di incidere pesantemente nella vita di tutti i giorni e lui era l'uomo che aveva la capacità di saper resistere a questi elementi. Lo stesso Presidente ha detto poc'anzi che Piersanti Mattarella era l'uomo delle carte in regola. Questo modo di fare non era abituale nella Sicilia precedente. “Carte in regola” significava concretamente essere rigorosi, seri, lungimiranti, avere la capacità di andare a battere i pugni a Roma non col cappello in mano ma, appunto, chiedendo diritti, soprattutto per le caratteristiche fondamentali di una regione che aveva una dignità e una storia millenaria ma che certamente in quegli anni non brillava per queste caratteristiche.
Cito lo storico Pasquale Hamel, secondo il quale la Sicilia di Piersanti Mattarella era “perfettamente omogenea, socialmente e culturalmente, al resto del Paese, con energie umane e professionali che la ponevano in linea e ai livelli dell'Europa a cui apparteneva”. Questa era la Sicilia cui aspirava il presidente Mattarella e nella quale si svilupparono una serie di fatti, anche da un punto di vista legislativo, interessantissimi, come la legge urbanistica, per esempio. Era la Sicilia degli anni post Sessantotto nei quali il caos ideologico si associava alla presenza della mafia e si creavano le condizioni perché anche urbanisticamente le cose non andassero bene. Ma lui fu, da questo punto di vista, assolutamente unico e innovatore.
Mi avvio alle conclusioni, Presidente. Piersanti Mattarella Muore nel 1980 e muore anche perché c'è un Governo diverso e si è trovato in un isolamento - anche culturale - che certamente non ha fatto bene, da questo punto di vista. Nel ricordo di questo impegno civile, di questo rigore morale e di questa forza, unica nel suo genere, la Lega si unisce alla famiglia e, ancora una volta, lo pone come punto di riferimento morale per la Sicilia tutta (Applausi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Prestigiacomo. Ne ha facoltà.
STEFANIA PRESTIGIACOMO (FI). Grazie, Presidente. Per noi siciliani Piersanti Mattarella è il simbolo del coraggio della politica. Nel 1980, sebbene fossi adolescente, ricordo bene quanto l'omicidio del presidente venne vissuto con sgomento e inevitabilmente rappresentò, pure per me, allora tredicenne, un momento di tragica consapevolezza.
Non si ammazzavano più tra loro, non ammazzavano solo i loro antagonisti, le forze dell'ordine, i magistrati. La morte del segretario della DC Michele Reina non era stato un caso isolato. Loro volevano uccidere la speranza del cambiamento, soffocare la società siciliana, di cui la politica è espressione. Non intendo entrare oggi nella discussione ancora aperta sulla matrice di quel delitto, se di origine mafiosa o frutto di un patto scellerato fra la mafia e la destra eversiva. Sicuramente dopo Mattarella i cosiddetti delitti eccellenti continuarono nei terribili anni Ottanta e Novanta, la politica che contrastava con i fatti la mafia per molti anni ancora rimase bersaglio in Sicilia.
Ma io oggi voglio ricordare anche un'altra dimensione di Piersanti Mattarella, quella dell'uomo di governo illuminato, lungimirante, straordinariamente moderno. Vorrei ricordare che nella Sicilia di quarant'anni fa Piersanti Mattarella nominò capo di gabinetto una donna, Maria Grazia Trizzino; vorrei ricordare che rilanciò e rifinanziò il piano regionale degli asili nido, che era stato abbandonato nel dimenticatoio per carenza di fondi; vorrei ricordare che, anche in quegli anni, in quella regione riuscì a varare una legge sui consultori familiari. Mattarella, in una politica fatta di clientela, di do ut des, in quella DC in cui era, anche anagraficamente, figlio, riuscì a innervare il seme della morale, dell'etica cristiana, il frutto dell'insegnamento del suo maestro e ispiratore, Giorgio la Pira. Questo lo rese speciale, anche grazie al coraggio che mise in campo con scelte che inevitabilmente andarono in rotta di collisione con interessi consolidati e radicati nel peggio della Sicilia. Quel coraggio, quel senso dell'etica politica, quella sua determinazione ne fecero un esempio, ma anche un nemico e segnarono il suo destino. Ma se oggi noi, nella sede più alta della rappresentanza politica nazionale, siamo qui ricordarlo, a trarre dal suo esempio un monito per l'azione parlamentare e per l'azione governativa, significa che a Piersanti Mattarella, sì a lui, è stata barbaramente troncata la vita, ma il suo esempio e il suo messaggio vivono accanto a noi (Applausi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Delrio. Ne ha facoltà.
GRAZIANO DELRIO (PD). Grazie, Presidente. È nostro dovere, credo, oggi far riecheggiare qui nel Parlamento italiano il nome di Piersanti Mattarella e ricordare il suo laico martirio, che è un patrimonio, come dimostrano le bellissime parole dette dai colleghi, un patrimonio di tutti noi. Piersanti Mattarella è stato un politico onesto e rigoroso, un uomo che credeva nella politica, nella sua funzione di protezione dei più deboli, di difesa del bene comune e che credeva che la politica abbia il dovere di rinnovarsi se vuole essere servizio. È stato un uomo che ha vissuto un tempo difficile, un tempo in cui la mafia decise di fare la guerra alla nostra democrazia e alle istituzioni repubblicane, ed è stato detto che Mattarella sapeva chiaramente di essere in pericolo, ma che scelse lo stesso di non voltarsi dall'altra parte ma scelse di affrontare, con la buona politica, con la buona amministrazione, con i provvedimenti a servizio della sua gente, la sfida mafiosa, di sfidarla sul piano della fiducia verso la gente, di riconquistare, cioè, il popolo alla politica, alla politica sana. Ci sono momenti, come quelli in cui visse Mattarella, in cui i politici devono fare delle scelte e devono scegliere se mettersi dalla parte della verità o se mettersi dalla parte della convenienza: Mattarella scelse di mettersi dalla parte della verità, senza indugio. Lo fece nel suo discorso dopo l'omicidio di Peppino Impastato e lo fece quando Pio La Torre accusò un suo collega di partito di essere colluso con la mafia, e lui, invece che difendere il collega di partito, chiese verità e giustizia e forse, come ha ricordato lei Presidente, proprio queste sue posizioni coraggiose furono quelle che gli costarono la vita.
Mattarella incarnò la parresia quella che i filosofi chiamano l'amore per la verità, cioè rischiava la propria vita perché riconosceva che dire la verità è un dovere per aiutare le altre persone e per aiutare noi stessi a vivere meglio, e la sua Sicilia, il nostro Paese, gli è grato per questo. Sapeva che fare uso della propria libertà vuol dire scegliere di parlare francamente, invece di tentare di persuadere o invece di occultare, con la falsità e col silenzio, la verità. Sapeva affrontare il rischio di morire, a rischio della propria sicurezza e della propria vita. Sapeva incarnare il dovere morale, invece del proprio tornaconto e dell'apatia morale.
Mattarella fu ucciso mentre andava messa e noi ricordiamo una frase del Vangelo. che a me, per molti versi, rimane oscura: la verità vi farà liberi. Credo che l'amore per la verità, che Piersanti Mattarella ha incarnato nella sua vita, mi renda oggi più chiaro, oggi e nel futuro, il significato di quella frase che pronunciò il suo Signore, e credo che, grazie al suo amore per la verità, noi oggi siamo tutti più liberi (Applausi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Varchi. Ne ha facoltà.
MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Grazie, Presidente. Noi oggi ricordiamo un uomo delle istituzioni che credeva che non esistesse una buona amministrazione della cosa pubblica senza un'efficace lotta alla mafia. Sono passati quarant'anni dal sacrificio del Presidente Mattarella ed oggi è per noi è scontato affermare che la lotta al crimine organizzato vada condotta a tanti livelli. Il problema della mafia esiste perché nella società, a diversi livelli, nella classe dirigente, non solo politica, ma pure economica e finanziaria, si affermano comportamenti individuali e collettivi che favoriscono la mafia. È necessario risvegliare i doveri individuali e i comportamenti dei singoli, che finiscono con il consentire il formarsi di un'area dove il fenomeno ha potuto prosperare. Così parlava Piersanti Mattarella nella sua ultima intervista concessa al Giornale di Sicilia poche ore prima di essere ucciso. Queste parole offrono la cifra di una personalità che nulla aveva da spartire con una certa politica che in quegli anni distruggeva la Sicilia. Alle sue parole, pesanti come macigni per tutti quelli che prosperavano scodinzolando dinanzi ai boss di turno, seguivano atti concreti, che evidentemente hanno messo in grande difficoltà il potere mafioso. Da assessore al bilancio della regione siciliana, negli anni Settanta è riuscito a declinare in atti concreti la sua idea di lotta alla mafia, colpendola in quei settori, come quello della speculazione edilizia, dove maggiormente essa si annidava. Si è speso per la regione delle carte in regola: carte in regola voleva dire meno spazio per la politica clientelare e maggiore trasparenza. Era un uomo che non si girava dall'altra parte, ma affrontava l'enorme mole di problemi che si presentavano mettendo in campo tutte le sue competenze per trovare le giuste soluzioni. Era, la sua, un'attività politica svolta con serietà e competenza, per onorare gli impegni assunti con la comunità intera, non soltanto con alcuni o pochi. Questo era il modo in cui onorava i ruoli istituzionali che ha ricoperto, questo è l'insegnamento di cui tutti noi, che siamo chiamati a svolgere funzioni pubbliche, dobbiamo fare tesoro: impegnarci a modificare la legislazione, non già per inseguire il facile consenso delle prossime scadenze elettorali, ma per modernizzare lo Stato e creare le condizioni di sviluppo. La mafia prospera laddove lo Stato è assente. Non basta l'attività di repressione e di presenza delle Forze dell'ordine sul territorio, ma servono politiche che possano sottrarre i giovani al cappio mafioso. Occorrono investimenti sempre maggiori sulla scuola, la cultura, la giustizia. Dobbiamo avere tutti il coraggio di non guardare alle scadenze elettorali, ma di costruire qualcosa che guardi al futuro delle prossime generazioni e, passo dopo passo, estirpare quella cultura della prevaricazione per affermare l'etica politica, la giustizia sociale e la legalità, anche nel suo nome (Applausi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Anzaldi. Ne ha facoltà.
MICHELE ANZALDI (IV). Grazie Presidente, sono passati quarant'anni da quella tragica Epifania del 1980, un ricordo incancellabile per gli italiani e per me. Avevo vent'anni, abitavo a 50 metri dal luogo dell'attentato e dell'abitazione della famiglia Mattarella ed infatti mi trovai a passare da lì a poco. Un omicidio barbaro, vile, consumato di fronte ai familiari e addirittura dinnanzi ai figli. Pier Santi Mattarella era quello che oggi si direbbe un riformista. Tra le tante innovazioni voglio ricordarne alcune, tuttora attuali: avere abbassato gli indici di edificabilità e le norme sugli appalti; l'avere scelto come capo di gabinetto della Presidenza della regione Sicilia, per la prima volta in quell'amministrazione, una dirigente donna. Erano anni difficili, ma Mattarella non era un politico che si tirava indietro: tutti i palermitani di quegli anni ricordano il suo discorso ai funerali di Peppino Impastato oppure quando Pio la Torre denunciò le infiltrazioni mafiose all'assessorato all'agricoltura della regione. Mattarella non si girò dall'altra parte, anzi, denunciò la mancanza di trasparenza nell'amministrazione. Da quella barbarie di quarant'anni fa è iniziato un lungo e doloroso percorso per la Sicilia, un percorso arrivato fino a questi anni, con il fratello Sergio diventato Presidente della Repubblica, il procuratore della Repubblica che indagò sull'omicidio, Piero Grasso, diventato Presidente del Senato nella scorsa legislatura, mentre un giovane collaboratore dello staff di Piersanti, Leoluca Orlando, è sindaco di Palermo. Stato e Istituzioni hanno vinto. ma il sacrificio per le famiglie è stato enorme e il Paese non può e non deve dimenticare (Applausi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Palazzotto. Ne ha facoltà.
ERASMO PALAZZOTTO (LEU). Grazie Presidente, per comprendere fino in fondo chi fosse Piersanti Mattarella dobbiamo alzare lo sguardo da quel frammento di via Libertà, dove il 6 gennaio del 1980 fu barbaramente ucciso, davanti agli occhi della sua famiglia. Alzare lo sguardo per vedere cosa fosse Palermo in quegli anni, cosa la Sicilia e cosa l'Italia. Palermo e la Sicilia erano il fronte di una guerra che si combatteva per le strade e nei palazzi del potere, una guerra che proprio in quegli anni subì un'escalation in cui persero la vita diversi servitori dello Stato. Ma dobbiamo alzare appunto lo sguardo fino a Roma, per vedere un'Italia che veniva fuori dagli anni di piombo, da una frattura violenta che rischiava di spaccare il Paese. Ed è proprio in quegli anni che, attorno a figure come Aldo Moro ed Enrico Berlinguer, una nuova classe dirigente comprende come, nella frattura sociale e politica del Paese, un sistema di potere politico-mafioso aveva infiltrato le istituzioni repubblicane, mettendo in pericolo finanche la nostra democrazia. Piersanti Mattarella è stato il punto di riferimento e la più alta espressione di una classe dirigente che ha avuto il coraggio di sfidare il potere mafioso e difendere le istituzioni democratiche, anche a costo della propria vita. In quegli anni, nel giro di pochissimo tempo, la mafia uccideva Boris Giuliano, capo della squadra mobile, Cesare Terranova, giudice istruttore della procura di Palermo, Gaetano Costa, procuratore capo della Procura di Palermo, Pio la Torre, segretario del Partito comunista e capo dell'opposizione in Sicilia, Carlo Alberto Dalla Chiesa, prefetto di Palermo mandato lì col compito di sconfiggere la mafia e Rocco Chinnici, altro giudice istruttore. La mafia colpiva il potere nella punta più alta, nella sua espressione più alta, lì dove uomini delle istituzioni avevano osato sfidarla. La mafia non è stata sconfitta oggi, però non ha neanche vinto e ogni conquista di libertà per la mia terra, ogni passo in avanti nella lotta contro la mafia dello Stato lo dobbiamo proprio uomini come Piersanti Mattarella. A lui per questo ritengo che oggi non vada solo un ricordo commosso da parte di quest'Aula e un abbraccio e la solidarietà del Parlamento italiano alla famiglia, ma credo che da quest'Aula debba arrivare un ringraziamento per tutto quello che ci ha lasciato in eredità: il coraggio, la speranza e la libertà (Applausi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Tasso. Ne ha facoltà.
ANTONIO TASSO (MISTO-MAIE). Grazie Presidente, il gruppo Misto, che in questa commemorazione rappresento, sente il dovere di esprimere il proprio nitido ricordo di un uomo che ha tenuto alta la dignità della politica e delle istituzioni. Piersanti Mattarella era l'artefice di una stagione di riforme e di trasparenza, che trovò espressione all'interno di una amministrazione regionale, che per la prima volta - ricordiamolo - portò il Partito comunista italiano a sostenere una maggioranza governativa regionale, segno inequivocabile di una grande caratura politica e una notevole umanità. La sua idea di politica era concepita come uno sforzo altissimo di un impegno civile. Fu determinato nel perseguimento dell'onestà e della trasparenza della sua azione ed irreprensibile nell'applicazione di questi suoi convincimenti. Però, Presidente e colleghi, non c'è giustizia senza verità. Ed anche per il delitto di Piersanti Mattarella, come per troppe stragi italiane, non si conosce il nome di chi fermò la sua voglia di rinnovamento politico, la voglia di un uomo che aveva il sogno di una regione, come lui la definiva, con le carte in regola (Applausi).
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Tasso e ringrazio tutti i colleghi che sono intervenuti in questa commemorazione.
Si riprende la discussione della proposta di legge n. 1524-A.
PRESIDENTE. Prima di passare al voto, c'è il ringraziamento della relatrice, onorevole D'Orso.
VALENTINA D'ORSO, Relatrice. Sì, rubo soltanto un minuto. Vorrei ringraziare innanzitutto i colleghi commissari della Commissione giustizia, perché ognuno ha offerto un contributo e uno spunto di riflessione. Ma vorrei ringraziare anche tanti colleghi di altre Commissioni, che hanno davvero mostrato un sincero interesse e uno speciale coinvolgimento per questo provvedimento, il Governo, che ha mostrato tanta sensibilità sul tema, e gli uffici, che davvero si sono prodigati instancabilmente nel supportarci in tutte le fasi di questo iter parlamentare. Davvero grazie a tutti (Applausi).
(Coordinamento formale - A.C. 1524-A)
PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
(Così rimane stabilito).
(Votazione finale ed approvazione – A.C. 1524-A)
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sulla proposta di legge n. 1524-A: Modifiche al codice penale, alla legge 29 maggio 2017, n. 71, e al regio decreto-legge 20 luglio 1934, n. 1404, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 maggio 1935, n. 835, in materia di prevenzione e contrasto del fenomeno del bullismo e di misure rieducative dei minori.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 58) (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico).
Dichiaro così assorbita la proposta di legge n. 1834.
Sui lavori dell'Assemblea.
PRESIDENTE. Dovremmo ora passare al seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge recante modifiche al codice della strada. Poiché tuttavia su tale provvedimento la Commissione bilancio non ha ancora espresso il parere sul testo e sugli emendamenti presentati, il seguito dell'esame non potrà aver luogo né l'argomento sarà iscritto nella prossima seduta.
Ha chiesto di intervenire il relatore del provvedimento, il deputato De Lorenzis. Ne ha facoltà.
DIEGO DE LORENZIS (M5S). Grazie, Presidente. Prendo parola perché, come i colleghi sapranno, era incardinata per oggi la discussione, anzi la votazione degli emendamenti…
PRESIDENTE. Onorevole De Lorenzis, solo vorrei pregare i colleghi: onorevoli, se possiamo almeno non gridare, non dico non parlare.
DIEGO DE LORENZIS (M5S). Grazie, Presidente. Come dicevo, era incardinata per oggi la votazione degli emendamenti al codice della strada, le modifiche al codice della strada, un provvedimento in Aula già dal 23 luglio scorso. Chiedo alla Presidenza della Camera di fare in modo che arrivi, tramite evidentemente il Ministro per i rapporti con il Parlamento, la nostra richiesta come gruppo - ma credo di parlare a nome di tutti i gruppi che in Commissione hanno lavorato sul provvedimento -, la richiesta ferma di mantenere il provvedimento in Aula per la prossima settimana, affinché la Commissione bilancio possa ricevere dal Ministero dei trasporti e dal Ministero delle finanze gli eventuali ulteriori elementi di integrazione, per rendere il parere alla Commissione trasporti e, quindi, procedere alla votazione degli emendamenti in Aula.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole De Lorenzis. Domani c'è la Conferenza dei presidenti di gruppo che farà il programma. Sono certo che ciò verrà esaminato, ma non credo che il metterlo all'ordine del giorno sarà sufficiente per ottenere, da parte della Ragioneria o del MEF, i pareri per gli emendamenti e per l'espressione del parere da parte della Commissione bilancio. Comunque, senz'altro, riporterò la sua richiesta.
Approvazione in Commissione.
PRESIDENTE. Comunico che, nella seduta di oggi, mercoledì 29 gennaio 2020, la XII Commissione permanente (Affari sociali) ha approvato, in sede legislativa, la seguente proposta di legge: S. 733. - Senatori Sileri ed altri: "Norme in materia di disposizione del proprio corpo e dei tessuti post mortem a fini di studio, di formazione e di ricerca scientifica" (approvata dal Senato) (A.C. 1806), con l'assorbimento della proposta di legge Mandelli: "Disposizioni in materia di donazione e di utilizzo del corpo umano post mortem a fini di studio e di ricerca scientifica" (A.C. 600).
Modifica nella costituzione della Giunta delle elezioni.
PRESIDENTE. Comunico che la Giunta delle elezioni, nella seduta odierna, ha eletto segretario il deputato Umberto Del Basso De Caro.
Interventi di fine seduta.
PRESIDENTE. Ci sono poi alcuni interventi fine seduta, su cui sarò molto ligio nel far rispettare i tempi. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fitzgerald Nissoli. Ne ha facoltà.
FUCSIA FITZGERALD NISSOLI (FI). Grazie, Presidente. Prendo la parola oggi, nel giorno in cui la Camera approva la legge per il contrasto al bullismo, a completamento di quella approvata la scorsa legislatura, per dire che il fenomeno non coinvolge solo i ragazzi, ma anche gli adulti. A tal proposito, voglio condividere la mia esperienza personale, che estende il campo anche ai comportamenti politici. Infatti, durante la scorsa legislatura, sono stata oggetto di vero e proprio bullismo politico, con accenti anche sessisti, e non sono nemmeno l'unica, in quest'Aula. Tutto ciò non è accettabile e spero che la sempre maggiore consapevolezza, anche in campo politico, delle nefandezze del bullismo, qualsiasi forma assuma, porti alla fine di tale fenomeno e alla chiara condanna degli attori consapevoli che lo alimentano. Il fenomeno non è legato solo ai giovani. Dobbiamo essere consapevoli che vi sono persone che non crescono mai, a prescindere dal loro ruolo nella società, per cui applicano questo comportamento ripugnante, come fossero adolescenti irrequieti, inconsapevoli di essere diventati adulti.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gusmeroli. Ne ha facoltà.
ALBERTO LUIGI GUSMEROLI (LEGA). Grazie, Presidente. Il mio intervento ha a che fare con il rispetto, rispetto che il Governo doveva avere in sede di varo della manovra, rispettando il legittimo affidamento della legge, per ciò che riguarda la mini flat-tax per fatturati sino a 65 mila euro (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Invece, ha escluso tutti i dipendenti e pensionati, che hanno un reddito superiore a 30 mila euro lordi, togliendo grandi benefici fiscali a migliaia, migliaia di pensionati e dipendenti. Ora, ricordo che loro pagheranno molto di più di tasse. Questa era una mini flat-tax, che semplificava il sistema e riduceva le tasse. Ebbene, la Lega ha presentato un question time e ha presentato degli emendamenti al “Milleproroghe”, che però, purtroppo, verranno discussi solo lunedì. Come membri della Commissione finanze, per la prima volta, ci siamo appellati al Garante del contribuente. Ebbene, io dico che il Governo, per rispetto, deve chiarire se questa norma decorre dal 1° gennaio del 2020, rispettando, per una volta, lo statuto del contribuente (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Papiro. Ne ha facoltà.
ANTONELLA PAPIRO (M5S). Grazie, Presidente. Presidente, pochi giorni fa, dopo una lunga e devastante malattia, alla giovane età di soli 36 anni, ci ha lasciati Lina Ben Mhenni, la giornalista tunisina simbolo della rivoluzione dei gelsomini. Lina merita di essere ricordata in quest'Aula, così come tutte le donne e tutti gli uomini che hanno lottato contro il sistema avverso al principio di libertà, a volte al costo della vita, per il sogno dell'affermazione di una società finalmente libera da ogni catena. Lo merita per il grande coraggio, per la grande attenzione dimostrata ai problemi della gente più debole, per le denunce alla violazione dei diritti umani e i soprusi del potere, per essersi schierata in difesa dei lavoratori, delle donne tunisine molestate, della libertà di espressione, per la sua ostinata voglia di giustizia, che l'ha portata a vivere sotto scorta per le minacce di morte ricevute. Contro ogni forma di repressione, il suo blog è stato un punto di riferimento per chi cercava informazioni ai tempi della dittatura di Ben Ali. Ed è inevitabile sostenere che in questi giorni la Tunisia non saluta solo una donna che merita tutta la stima possibile per i grandi riconoscimenti che le sono stati dati, la Tunisia saluta la voce della rivolta, un'icona di libertà e giustizia che il mondo intero dovrebbe piangere e mai dimenticare. Per il grande esempio di coraggio che le grandi persone come te ci hanno lasciato, grazie, Lina (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Chiazzese. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE CHIAZZESE (M5S). Presidente, questo mio breve intervento odierno è a sostegno del CIDMA, il Centro internazionale di documentazione di mafia e del movimento antimafia che ha sede a Corleone. Come molti di noi sapranno, anche in seguito alle interviste che i ragazzi del CIDMA hanno rilasciato ai microfoni di Fanpage, questo centro al momento ha qualche difficoltà, diciamo così. Auspico che tali criticità e tali difficoltà vengano ovviamente risolte il prima possibile, anche in virtù del fatto che questo centro custodisce i faldoni del maxiprocesso a Cosa Nostra, quindi ha un valore davvero molto importante, oltre a fare registrare presenze per circa 30 mila persone ogni anno. Mi auguro, quindi, che torni ad operare nella massima trasparenza, per far conoscere Corleone fuori dagli stereotipi mafiosi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Nesci. Ne ha facoltà.
DALILA NESCI (M5S). Grazie, Presidente. Ieri ho sentito parole pesanti da parte del collega Sgarbi rivolte al procuratore Gratteri, ed un totale appiattimento sulle posizioni dell'ormai ex procuratore Lupacchini. Io non mi presterò a questo gioco delle parti contrapposte, perché ricordo e so bene che siamo donne e uomini delle istituzioni, quindi tutto ciò che diciamo e che facciamo, ma anche ciò che omettiamo o decidiamo di non fare rappresenta una precisa scelta politica. Si è cercato di delegittimare la maxi operazione del procuratore Gratteri, parlando di annullamento delle misure cautelari, ma ricordo che allo stato attuale, per i dati che io ho fino a ieri, rimangono 265 soggetti sottoposti a misure cautelari, a fronte di 334 iniziali, quindi mi pare che nessuno possa parlare di operazioni evanescenti della procura di Catanzaro. Presidente, questa storia contemporanea che stiamo vivendo sarà ricordata dai posteri, perché a partire e soprattutto per i rappresentanti delle istituzioni calabresi ci sarà un prima e un dopo l'operazione “Rinascita-Scott”, quindi ciascuno verrà anche ricordato per quello che faceva prima e dopo questa operazione, non per giustizialismo fanatico, ma perché le deliberazioni del Consiglio superiore della magistratura erano doverose, visto che parliamo di un magistrato che è nel mirino della 'ndrangheta, delle mafie e di chissà quali altri poteri occulti che convivono nel nostro Stato, dove ci sono magistrati come Gratteri, e non solo, che hanno il coraggio di indagare.
Chiudo dicendo, da donna di Calabria, che - lo ricordo al collega Sgarbi - l'unica umiliazione per i calabresi è avere la mafia della 'ndrangheta che soffoca i nostri territori, questa è l'unica umiliazione che subiamo, non le indagini della magistratura. Il mio appello, infine, è alla collaborazione istituzionale continua e trasversale sempre (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gerardi. Ne ha facoltà.
FRANCESCA GERARDI (LEGA). Presidente, vorrei portare ancora una volta all'attenzione di quest'Aula un tema molto ricorrente, ma questa volta voglio fare appello a chi ci governa e soprattutto al Ministro Costa, affinché si renda conto della gravità e soprattutto del malaffare che si cela dietro il traffico di rifiuti. Proprio sul malaffare mi voglio soffermare, perché ieri nella città di Ferentino, già purtroppo umiliata per episodi di cronaca con infiltrazione mafiosa per una compravendita di loculi, ancora una volta è stata umiliata perché nella giornata di ieri sono stati arrestati due fratelli proprietari di una cava abusiva, ci sono stati altrettanti arresti domiciliari, e soprattutto sono stati sequestrati 29 mezzi che portavano i rifiuti in maniera abusiva. I reati contestati sono attività organizzative per il traffico illecito e smaltimento illecito dei rifiuti e della gestione della discarica abusiva. Quindi torno ancora una volta a ripetere che la provincia di Frosinone è oggetto di traffici più o meno autorizzati, e non dimentichiamo anche la situazione di Colfelice, che ormai, con il quinto invaso, è anche al collasso. Quindi torno ancora una volta, da quest'Aula, a fare un appello al Ministro Costa, che è il garante dell'ambiente e della salubrità dell'ambiente…
PRESIDENTE. Grazie.
FRANCESCA GERARDI (LEGA). …che ponga un occhio dietro a tutto questo, anche perché, a meno che non si stia anche lui dissolvendo come… (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
PRESIDENTE. Grazie. Ha chiesto di parlare l'onorevole Sasso. Ne ha facoltà.
ROSSANO SASSO (LEGA). Presidente, nelle ultime settimane il comune di Corato, in provincia di Bari, è stato oggetto di numerosi episodi di violenza. In una rapida sequenza dell'orrore stile Arancia meccanica abbiamo avuto negli ultimi due mesi, nell'ordine: un anziano di settant'anni aggredito a calci e pugni in pieno centro - non è scappata la tragedia soltanto grazie al coraggio di alcuni passanti -, una disgustosa aggressione nei confronti di un ragazzo disabile, insultato, minacciato, poi picchiato e salvato anch'egli grazie all'intervento di un passante anch'egli aggredito e picchiato; un'anziana di novant'anni aggredita all'interno della propria abitazione, aveva la colpa di abitare al piano terra. I vigliacchi autori di queste eroiche gesta sono purtroppo giovani che in branco agiscono indisturbati e colpiscono con cattiveria in una disgustosa situazione di esaltazione ed emulazione, ma la cosa più brutta è la mancanza di risposta da parte dello Stato. Una risposta c'è stata, ringraziamo i poliziotti e i carabinieri, ma sono pochi, per cui, Presidente, per suo tramite chiedo alla massima autorità in materia di pubblica sicurezza di occuparsi di più di questa cittadina, di inviare più uomini e più mezzi per la sicurezza, perché Corato merita rispetto (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Rizzo Nervo. Ne ha facoltà.
LUCA RIZZO NERVO (PD). Presidente, intervengo perché mi è giunta la notizia che questa mattina la sede del comune di Ferrara ha visto una presenza massiccia ed inedita di polizia municipale e di altre forze di polizia, verosimilmente richiesta dall'amministrazione comunale di quella città, per presidiare l'ingresso delle persone alla casa comunale, con una particolare attenzione, a quanto pare, a monitorare la presenza di giornalisti, questo in un crescendo ad esito di settimane di inutile inseguimento da parte dei giornalisti della trasmissione Piazza pulita all'amministrazione comunale, per avere opinioni su una vicenda opaca che ha riguardato il vicecapogruppo della Lega in quella città, Solaroli, con promesse di lavoro in cambio di dimissione ad una collega consigliera ritenuta dissidente. Giornalisti che ora ricercano semplicemente l'opinione della giunta leghista sulle recenti elezioni regionali, in particolare, probabilmente, di quel Nicola Lodi, vicesindaco di Ferrara, che qualche ora prima delle elezioni aveva apostrofato i giornalisti di Piazza pulita, dicendo, con il garbo che lo contraddistingue - cito -: da lunedì vi farò male, vi farò molto male, vi faremo - mi scusi Presidente - un mazzo così, non ci fermeremo, per fermarci dovrete spararci. Poi, come noto, è arrivato lunedì, ahilui.
Ma Presidente, se questa notizia fosse confermata, sarebbe grave che si sia immaginato di limitare la possibilità ai giornalisti di fare il proprio mestiere nella piena libertà di esercitare quel diritto di cronaca e di inchiesta garantiti dall'articolo 21 della nostra e bella e vigente Costituzione, per di più in quello che dovrebbe essere il comune, una casa di trasparenza e partecipazione democratica. Nell'occasione - e chiudo, Presidente - esprimo la solidarietà ai giornalisti di Piazza pulita, fatti oggetto di così volgari e inquietanti minacce da parte di chi, il vicesindaco di quella città, dovrebbe invece servire le istituzioni con disciplina e onore (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Angiola. Ne ha facoltà.
NUNZIO ANGIOLA (MISTO). Presidente e cari colleghi, oggi vorrei discutere con voi di una questione molto importante: alcuni trattamenti antitumorali possono causare la perdita di capelli e determinano per il malato una sofferenza psicologica aggiuntiva, oltre che un costo aggiuntivo. A seguito di un confronto con un'associazione, “Una rosa blu per Carmela”, molto attiva sul territorio murgiano, mi sono preso la briga di andare a verificare tutte le legislazioni vigenti nelle regioni italiane riguardo alle agevolazioni finanziarie per l'acquisto di una parrucca per i malati oncologici. Sono emerse delle novità veramente molto importanti e quasi sconcertanti: c'è una disparità di trattamento tra i cittadini italiani nelle diverse regioni italiane. Solamente 11 regioni su 20 concedono un'agevolazione finanziaria, e quindi ci sono 9 regioni che non concedono alcuna agevolazione, e di queste 5 al Sud. Secondo punto, c'è una disparità molto consistente nei criteri di concessione di queste agevolazioni finanziarie: chi dà 300 euro, chi 150, chi 400 e così via dicendo. Poi emerge la necessità di una semplificazione per quanto riguarda le procedure, non solo per poter far domanda ma anche per andare a rendicontare la spesa. Per questo motivo mi sono attivato presso il Governo e il Ministero della salute, per fare in modo che si superino tutte queste anomalie, e sto ricevendo in questi giorni dei riscontri molto importanti (Applausi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Capitanio. Ne ha facoltà.
MASSIMILIANO CAPITANIO (LEGA). Presidente, voglio esprimere anche in questa sede la piena solidarietà ai 41 dipendenti italiani che la multinazionale tedesca Adidas ha deciso di licenziare, nonostante un fatturato in crescita nel nostro Paese del 15 per cento. È sconcertante leggere nella lettera del general manager Franck Denglos che la riorganizzazione è necessaria per garantire all'azienda il futuro di leader del mercato: nessuno spazio però per gli ammortizzatori sociali richiesti dai lavoratori, ma solo la volontà di correre in fretta in Portogallo chiudendo la porta in faccia all'Italia. L'azienda ci ripensi e il Governo intervenga, anziché occuparsi di nuove tasse e misure assistenzialistiche. Se Adidas non crede all'Italia, gli italiani impareranno a credere meno in Adidas (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
Ordine del giorno della prossima seduta.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.
Giovedì 30 gennaio 2020 - Ore 9,30:
1. Informativa urgente del Governo sulle iniziative di competenza volte a prevenire e contrastare la diffusione dell'infezione da Coronavirus sviluppatasi in Cina.
La seduta termina alle 20,35.
SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA
Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):
nelle votazioni nn. 3 e 56 la deputata Bruno Bossio ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;
nella votazione n. 11 la deputata Emiliozzi ha segnalato che ha erroneamente votato contro mentre avrebbe voluto votare a favore;
nella votazione n. 12 il deputato D'Attis ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
nella votazione n. 14 la deputata Fregolent ha segnalato che ha erroneamente votato contro mentre avrebbe voluto votare a favore;
nelle votazioni dalla n. 14 alla n. 20 il deputato Bellachioma ha segnalato che non è riuscito a votare;
nella votazione n. 15 la deputata Gava ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;
nella votazione n. 18 la deputata Terzoni ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;
nella votazione n. 22 il deputato Marco Di Maio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
nella votazione n. 24 il deputato De Maria ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
nella votazione n. 29 la deputata Torto ha segnalato che ha erroneamente votato contro mentre avrebbe voluto votare a favore;
nella votazione n. 31 il deputato Cabras ha segnalato che ha erroneamente votato contro mentre avrebbe voluto votare a favore;
nella votazione n. 36 il deputato Mandelli ha segnalato che non è riuscito astenersi dal voto;
nelle votazioni nn. 36 e 37 la deputata Ciampi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;
nella votazione n. 42 il deputato Conte ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
nella votazione n. 43 il deputato Bella ha segnalato che ha erroneamente votato a favore mentre avrebbe voluto votare contro;
nelle votazioni dalla n. 47 alla n. 49 il deputato De Lorenzis ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
nella votazione n. 54 il deputato Mor ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
nella votazione n. 54 la deputata Comaroli ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;
nella votazione n. 58 il deputato Micillo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO
INDICE ELENCO N. 1 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
1 | Nominale | Pdl 1524-A e abb. - em. 3.1 | 461 | 461 | 0 | 231 | 190 | 271 | 77 | Resp. |
2 | Nominale | em. 3.100 | 459 | 459 | 0 | 230 | 187 | 272 | 77 | Resp. |
3 | Nominale | em. 3.101 | 459 | 459 | 0 | 230 | 190 | 269 | 76 | Resp. |
4 | Nominale | em. 3.191 | 462 | 462 | 0 | 232 | 274 | 188 | 75 | Appr. |
5 | Nominale | em. 3.102 | 457 | 457 | 0 | 229 | 192 | 265 | 75 | Resp. |
6 | Nominale | em. 3.11 | 462 | 436 | 26 | 219 | 169 | 267 | 74 | Resp. |
7 | Nominale | em. 3.190 | 464 | 435 | 29 | 218 | 5 | 430 | 73 | Resp. |
8 | Nominale | em. 3.108 | 469 | 469 | 0 | 235 | 201 | 268 | 73 | Resp. |
9 | Nominale | em. 3.107 rif., 3.193 | 464 | 364 | 100 | 183 | 362 | 2 | 73 | Appr. |
10 | Nominale | em. 3.13 | 459 | 459 | 0 | 230 | 194 | 265 | 73 | Resp. |
11 | Nominale | em. 3.109 rif. | 466 | 364 | 102 | 183 | 363 | 1 | 73 | Appr. |
12 | Nominale | em. 3.103 rif. | 449 | 449 | 0 | 225 | 289 | 160 | 73 | Appr. |
13 | Nominale | em. 3.105 | 449 | 449 | 0 | 225 | 449 | 0 | 73 | Appr. |
F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.
INDICE ELENCO N. 2 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
14 | Nominale | em. 3.104 | 449 | 449 | 0 | 225 | 448 | 1 | 73 | Appr. |
15 | Nominale | em. 3.110 | 447 | 447 | 0 | 224 | 185 | 262 | 72 | Resp. |
16 | Nominale | em. 3.150 | 452 | 452 | 0 | 227 | 202 | 250 | 72 | Resp. |
17 | Nominale | em. 3.151 | 448 | 448 | 0 | 225 | 199 | 249 | 72 | Resp. |
18 | Nominale | em. 3.300 | 447 | 256 | 191 | 129 | 256 | 0 | 72 | Appr. |
19 | Nominale | art. agg. 3.02 | 447 | 447 | 0 | 224 | 194 | 253 | 72 | Resp. |
20 | Nominale | em. 4.105 | 399 | 397 | 2 | 199 | 165 | 232 | 72 | Resp. |
21 | Nominale | em. 3.200 | 426 | 425 | 1 | 213 | 425 | 0 | 84 | Appr. |
22 | Nominale | articolo 3 | 427 | 245 | 182 | 123 | 245 | 0 | 83 | Appr. |
23 | Nominale | em. 4.104 | 429 | 429 | 0 | 215 | 179 | 250 | 83 | Resp. |
24 | Nominale | em. 4.190 | 436 | 436 | 0 | 219 | 180 | 256 | 82 | Resp. |
25 | Nominale | em. 4.191 | 447 | 447 | 0 | 224 | 184 | 263 | 80 | Resp. |
26 | Nominale | em. 4.100 | 444 | 444 | 0 | 223 | 184 | 260 | 79 | Resp. |
INDICE ELENCO N. 3 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
27 | Nominale | em. 4.103 | 449 | 266 | 183 | 134 | 264 | 2 | 79 | Appr. |
28 | Nominale | em. 4.2 | 446 | 446 | 0 | 224 | 187 | 259 | 79 | Resp. |
29 | Nominale | em. 4.106 rif. | 452 | 273 | 179 | 137 | 272 | 1 | 78 | Appr. |
30 | Nominale | em. 4.107 | 450 | 450 | 0 | 226 | 186 | 264 | 78 | Resp. |
31 | Nominale | em. 4.108 | 453 | 270 | 183 | 136 | 266 | 4 | 78 | Appr. |
32 | Nominale | em. 4.152 | 446 | 445 | 1 | 223 | 196 | 249 | 78 | Resp. |
33 | Nominale | em. 4.109 | 442 | 442 | 0 | 222 | 184 | 258 | 78 | Resp. |
34 | Nominale | em. 4.153 | 450 | 450 | 0 | 226 | 10 | 440 | 78 | Resp. |
35 | Nominale | subem. 0.4.192.100 | 454 | 272 | 182 | 137 | 271 | 1 | 77 | Appr. |
36 | Nominale | em. 4.192 | 449 | 272 | 177 | 137 | 272 | 0 | 77 | Appr. |
37 | Nominale | articolo 5 | 446 | 268 | 178 | 135 | 267 | 1 | 77 | Appr. |
38 | Nominale | em. 6.200 | 447 | 268 | 179 | 135 | 268 | 0 | 77 | Appr. |
39 | Nominale | em. 8.7 | 453 | 453 | 0 | 227 | 188 | 265 | 77 | Resp. |
INDICE ELENCO N. 4 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
40 | Nominale | em. 8.300 | 450 | 450 | 0 | 226 | 449 | 1 | 77 | Appr. |
41 | Nominale | articolo 8 | 445 | 260 | 185 | 131 | 260 | 0 | 77 | Appr. |
42 | Nominale | art. agg. 8.0300 | 447 | 447 | 0 | 224 | 260 | 187 | 77 | Appr. |
43 | Nominale | art. agg. 8.0100 | 449 | 448 | 1 | 225 | 192 | 256 | 77 | Resp. |
44 | Nominale | subem. 0.8.03.100 | 443 | 264 | 179 | 133 | 264 | 0 | 77 | Appr. |
45 | Nominale | art. agg. 8.03 | 439 | 439 | 0 | 220 | 438 | 1 | 77 | Appr. |
46 | Nominale | art. agg. 8.01 | 445 | 445 | 0 | 223 | 185 | 260 | 77 | Resp. |
47 | Nominale | art. agg. 8.0104 | 448 | 447 | 1 | 224 | 188 | 259 | 77 | Resp. |
48 | Nominale | art. agg. 8.0105 | 445 | 444 | 1 | 223 | 186 | 258 | 77 | Resp. |
49 | Nominale | art. agg. 8.0107 | 448 | 448 | 0 | 225 | 187 | 261 | 77 | Resp. |
50 | Nominale | art. agg. 8.0109 | 445 | 444 | 1 | 223 | 185 | 259 | 77 | Resp. |
51 | Nominale | art. agg. 8.010 | 441 | 441 | 0 | 221 | 186 | 255 | 77 | Resp. |
52 | Nominale | art. agg. 8.0111 | 431 | 430 | 1 | 216 | 181 | 249 | 77 | Resp. |
INDICE ELENCO N. 5 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 58) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
53 | Nominale | art. agg. 8.0112 | 437 | 436 | 1 | 219 | 183 | 253 | 77 | Resp. |
54 | Nominale | em. 4.110 | 421 | 421 | 0 | 211 | 178 | 243 | 77 | Resp. |
55 | Nominale | articolo 4 | 424 | 424 | 0 | 213 | 250 | 174 | 77 | Appr. |
56 | Nominale | odg 9/1524-A e abb./5 | 425 | 425 | 0 | 213 | 177 | 248 | 77 | Resp. |
57 | Nominale | odg 9/1524-A e abb./17 | 423 | 423 | 0 | 212 | 171 | 252 | 77 | Resp. |
58 | Nominale | Pdl 1524-A e abb. - voto finale | 365 | 234 | 131 | 118 | 234 | 0 | 73 | Appr. |