XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 300 di mercoledì 5 febbraio 2020

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI

La seduta comincia alle 9,35.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

FEDERICA DAGA, Segretaria, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Amitrano, Battelli, Claudio Borghi, Brescia, Colucci, Delmastro Delle Vedove, Gallo, Gebhard, Gelmini, Giaccone, Giachetti, Invernizzi, Iovino, Lorefice, Lupi, Maniero, Molinari, Rosato, Ruocco, Paolo Russo, Schullian, Scoma, Sisto, Vignaroli e Zoffili sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente ottantatré, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,37).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sull'ordine dei lavori e per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Riccardo Zucconi. Ne ha facoltà.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Grazie, signor Presidente. Intervengo sull'ordine dei lavori per chiedere che il Governo venga quanto prima a riferire in Aula sulle risposte che si intendono dare rispetto alle conseguenze economiche della pandemia di Coronavirus. È evidente che al momento il fatto prevalente è la risposta sotto il profilo sanitario, è il salvataggio delle vite umane e la predisposizione di un sistema di controlli adeguato. In questo senso va il ringraziamento del gruppo di Fratelli d'Italia a quanti si stanno adoperando e si sono adoperati a livello medico per contrastare questo fenomeno e, in particolare, alle nostre strutture di ricerca che hanno isolato a Roma il virus e a Padova sono riusciti a sviluppare un sistema di marker per una più veloce e rilevazione del virus. Ma è altrettanto evidente, purtroppo, che in un mondo compiutamente globalizzato si deve urgentemente predisporre un pacchetto di misure atte a limitare i danni economici prodotti, che saranno rilevanti anche per il nostro Paese. Citiamo in questo caso soltanto i settori dell'automotive, della moda, del commercio, del turismo; nel caso del turismo si stima che mancheranno, già quest'anno, 5 milioni di presenze di turisti cinesi, con minori e ingenti mancanze di entrate.

Chiediamo quindi che il Governo, oltre al necessario confronto con le categorie economiche, venga in Aula a promuovere una informativa e un dibattito, e a raccogliere proposte per la realizzazione di un insieme di iniziative a tutela delle imprese e dei lavoratori, come quella ad esempio di estendere le prestazioni del Fondo di integrazione salariale ai lavoratori delle micro e piccole imprese del turismo, del commercio e della moda, colpite già adesso in modo pesante da una riduzione dell'attività.

Ribadiamo in questo senso che Fratelli d'Italia è assolutamente a disposizione e disponibile a supportare l'azione del Governo, come ha sempre fatto il nostro partito nel caso in cui si sia trattato di difendere l'interesse nazionale.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per un richiamo al Regolamento il deputato Deidda, Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente, intervengo sul Regolamento e precisamente sull'articolo 134, perché io ho già avuto modo in passato di chiedere conto del perché il Governo non risponde mai alle interrogazioni a risposta scritta (Applausi di deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Forza Italia-Berlusconi Presidente). Ho fatto, come da Regolamento, la segnalazione al Presidente della Camera con tutte le interrogazioni a risposta scritta che meritano risposta e il Regolamento prevede che vengano messe all'ordine del giorno della Commissione competente, e sinceramente non è mai avvenuto.

Siccome mi pare veramente vergognoso che noi parlamentari che lavoriamo… spesso qualcuno dice “cosa fanno i deputati?”: presento quasi un centinaio di interrogazioni e mi viene risposto a un decimo e non ho notizie da inizio legislatura, la prego per cortesia di chiedere al Presidente della Camera di far mettere all'ordine del giorno delle Commissioni tutte le interrogazioni a risposta scritta e richiamare il Governo a rispettare il lavoro dei parlamentari e dare le opportune risposte, perché non è giusto, ripeto, che noi lavoriamo e il Governo si trinceri dietro un assordante silenzio, dimostrando comunque un menefreghismo che veramente non rende merito a tutti i parlamentari, non solo penso al sottoscritto, ma a tutti i parlamentari che danno notizia di un'interrogazione e non hanno mai risposta (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. La ringrazio, deputato Deidda. Purtroppo è consuetudine, diciamo così, nel corso della legislatura che ci siano dei ritardi da parte dei Governi nell'emissione delle risposte alle interrogazioni. Io so che il Presidente Fico ha già preso delle iniziative al riguardo, lo sollecitiamo volentieri affinché siano rispettate, come lei segnalava, le prerogative del Parlamento e dei parlamentari, e quindi che il Governo possa venire presto in Aula, nelle forme richieste dalle interrogazioni presentate, a rispondere - in questo caso lei citava - alle interrogazioni a risposta scritta, quindi attraverso la risposta scritta venga a rispondere alle sollecitazioni del Parlamento.

Sospendo quindi la seduta, che riprenderà alle ore 10,05.

La seduta, sospesa alle 9,40, è ripresa alle 10,10.

Seguito della discussione della mozione Zoffili, Delmastro Delle Vedove, Fitzgerald Nissoli, Cabras, Schirò, Lupi ed altri n. 1-00239 concernente iniziative per la promozione e l'utilizzo dei portali internet e delle applicazioni digitali del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale dedicati all'assistenza ai cittadini italiani che si trovano all'estero.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della mozione Zoffili, Delmastro Delle Vedove, Fitzgerald Nissoli, Cabras, Schirò, Lupi ed altri n. 1-00239 (Nuova formulazione), concernente iniziative per la promozione e l'utilizzo dei portali Internet e delle applicazioni digitali del Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale dedicati all'assistenza ai cittadini italiani che si trovano all'estero (Vedi l'allegato A).

Avverto che, dopo la conclusione della discussione sulle linee generali, che ha avuto luogo nella seduta di lunedì 3 febbraio 2020 e nella quale è intervenuto il rappresentante del Governo, è stata presentata una nuova formulazione della mozione n. 1-00239, che è stata sottoscritta, tra gli altri, anche dai deputati Cabras, Schirò, Ungaro e Lupi e, in data odierna, anche dal deputato Fornaro.

L'ordine dei firmatari deve ora intendersi come segue: Zoffili, Delmastro Delle Vedove, Fitzgerald Nissoli, Cabras, Schirò, Ungaro, Fornaro, Lupi e altri.

(Parere del Governo)

PRESIDENTE. Invito la rappresentante del Governo ad esprimere il parere sulla mozione all'ordine del giorno.

EMANUELA CLAUDIA DEL RE, Sottosegretaria di Stato per gli Affari esteri e la cooperazione internazionale. Grazie, Presidente. Il Governo esprime parere favorevole.

(Dichiarazioni di voto)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Federico Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, Presidente. Innanzitutto, credo che sia doveroso ringraziare i colleghi che sono stati promotori di questa mozione che coglie, certamente, un tema importante, relativamente all'uso delle nuove tecnologie, di Internet e, in particolare, del sito del Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale rispetto all'assistenza ai nostri connazionali che si trovano all'estero per motivi di svago, quindi, di viaggio, oppure per questioni di lavoro. Credo che questo tema sia diventato di straordinaria attualità proprio in questi giorni, rispetto alla vicenda della diffusione del Coronavirus e delle iniziative che il Governo ha preso per porre in sicurezza i nostri connazionali in Cina, una cinquantina dei quali è tornata proprio l'altro giorno e, oggi, è in quarantena.

Quindi, per quel che ci riguarda, è un parere assolutamente favorevole; riteniamo che sia giusto sia, da un lato, migliorare la qualità e l'impatto delle pagine dedicate a questi temi sul sito del Ministero sia, al tempo stesso, realizzare una campagna informativa per far conoscere l'esistenza di questo strumento e, quindi, poter avere in ogni momento una esatta fotografia delle nostre presenze e di eventuali esigenze che derivassero da situazioni di emergenza. Quindi, ribadisco il voto favorevole del gruppo di Liberi e Uguali.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Massimo Ungaro. Ne ha facoltà.

MASSIMO UNGARO (IV). Presidente, l'attività di prevenzione dei rischi promossa dall'unità di crisi del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale si sviluppa in buona parte, appunto, attraverso una capillare opera di informazione e sensibilizzazione dei singoli connazionali che intendono recarsi all'estero. Al riguardo, la struttura si avvale della collaborazione di una serie di attori esterni, sia a livello istituzionale che della società civile.

I dati assunti nel corso dell'attività di valutazione del rischio per ciascun Paese - sono oltre 190 i Paesi del mondo monitorati dall'unità di crisi - sono messi a disposizione del cittadino, attraverso diversi strumenti, in primo luogo, appunto, il portale ViaggiareSicuri.it, come riportato nel testo della mozione, che è curato direttamente dall'unità di crisi ed è accessibile anche tramite canali digitali. Il portale in questione raccoglie informazioni qualificate - ed è questa la caratteristica principale più importante - su tutti i Paesi al mondo riguardo ai principali fattori di rischio: ordine pubblico, criminalità, rischio del terrorismo, rischi ambientali, aree di particolare cautela o, ovviamente, come vediamo in questi giorni, pandemie o problemi sanitari; include anche indicazioni aggiornare sulla situazione sanitaria, le condizioni di viabilità, la documentazione necessaria per l'ingresso, come i visti, le formalità doganali e valutarie e le normative locali più rilevanti.

Occorre, però, sottolineare che l'attenzione mediatica e l'interesse delle persone tendono a concentrarsi a ridosso di un evento particolare, come una catastrofe, un terremoto, un'alluvione o un episodio terroristico. Anche chi viaggia per lavoro e le aziende che mandano i propri dipendenti all'estero sono spesso poco attenti alla sicurezza dei propri dipendenti. Infatti, pare che solo una percentuale molto bassa delle oltre 30 mila aziende italiane che lavorano all'estero conosca e applichi la normativa sulla sicurezza dei dipendenti all'estero e invito loro, appunto, a usare questi canali messi a disposizione dalla Farnesina e dall'unità di crisi. È anche buona regola acquistare un'assicurazione di viaggio per qualsiasi destinazione fuori dell'Unione europea e per ogni tipo di viaggio, dato che l'imprevisto, mentre si è in vacanza o ci si sposta per lavoro, può capitare a chiunque ed è sempre bene valutare attentamente le possibili garanzie, come l'assistenza medica in caso di infortunio o un ricovero urgente mentre si è lontani da casa. D'altronde esistono luoghi in cui c'è una difficoltà maggiore a reperire assistenza sanitaria o ci sono dei costi estremamente esorbitanti, penso per esempio agli Stati Uniti d'America dove è opportuno valutare di equipaggiarsi con la giusta assicurazione sanitaria. Le spese mediche all'estero, in alcuni di questi Paesi, appunto, sono tra le più costose del mondo.

Più in generale, va sottolineato che l'industria delle assicurazioni si è, infine, attrezzata in modo puntuale per gestire e coprire i rischi derivanti dalla presenza di connazionali all'estero per turismo o di personale aziendale in aree del mondo calde, in cui appunto i rapimenti dei lavoratori e le conseguenti richieste di riscatto sono all'ordine del giorno. È evidente che uno degli aspetti che maggiormente preoccupa le aziende dei Paesi occidentali è soprattutto il rischio di rapimento dei propri connazionali e stiamo parlando un rischio molto più diffuso ed esteso geograficamente del rischio di attentati, a impatto elevato. Proprio la comparsa di un attore particolarmente brutale nella sfera jihadista come l'Isis ha aumentato i rischi per gli occidentali, a maggior ragione perché la richiesta di riscatto è stata sostituita dalla minaccia di esecuzione che ha un maggiore impatto mediatico. A ciò si aggiungono ovviamente i rischi naturali dovuti al cambiamento climatico, come abbiamo visto recentemente in Australia con gli incendi che hanno anche colpito le nostre comunità e molti dei nostri connazionali che erano in visita in quel Paese.

Concludo, Presidente, invitando la Farnesina a diffondere e a promuovere altre iniziative messe in campo per gli italiani all'estero, non soltanto per gli italiani che viaggiano all'estero, ma anche le tante misure fatte per gli italiani che desiderano rientrare in Italia. Invito, quindi, la Farnesina a promuovere tali misure. Per quanto sopra esposto il gruppo di Italia Viva voterà, quindi, a favore della mozione concernente le iniziative per la promozione e l'utilizzo dei portali Internet e delle applicazioni digitali del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale dedicati all'assistenza dei cittadini italiani che si trovano all'estero, condividendo in particolare l'importante impegno informativo e di trasparenza, come la messa a disposizione dei dati dei contratti assicurativi (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Delmastro Delle Vedove. Non è presente in Aula. Andiamo oltre.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Angela Schirò. Ne ha facoltà.

ANGELA SCHIRO' (PD). Presidente, colleghi, il gruppo del Partito Democratico voterà a favore della mozione al nostro esame che raccomanda al Governo di promuovere e potenziare le misure volte ad ampliare la conoscenza e l'utilizzo da parte dei cittadini italiani dei siti e delle applicazioni gestiti dall'unità di crisi della Farnesina. A seguito dell'intensificarsi dei flussi di connazionali che viaggiano nel mondo, infatti, si è rafforzata la necessità di stimolare un approccio al viaggio consapevole e informato, di promuovere cioè tra i connazionali un'attenzione e una consapevolezza maggiori verso gli strumenti offerti dall'amministrazione per garantire la loro sicurezza e la loro tutela. Informare e prevenire, dunque, questi sono anche i due concetti fondamentali contenuti nella mozione.

Oggi, ci troviamo a discutere di essa che, come dicevamo, ha al centro la sicurezza degli italiani all'estero e gli strumenti per garantirla, proprio mentre il mondo è scosso da una nuova emergenza sanitaria globale, rappresentata dalla diffusione del Coronavirus. Stiamo, dunque, toccando con mano quanto sia importante diffondere capillarmente e in tempo reale informazioni puntuali su una situazione di crisi, per favorire scelte di viaggio responsabili e per poter stabilire rapidamente un contatto con chi si trova in un'area di rischio.

Permettetemi di cogliere questa occasione per felicitarmi per il rientro dei 56 connazionali che si trovavano a Wuhan e per i risultati raggiunti dalle tre ricercatrici dello Spallanzani.

Negli anni abbiamo potuto verificare quanto la prevenzione per la sicurezza sia sempre stata al centro dell'attenzione della Farnesina, in particolare della sua unità di crisi, che ha dimostrato sensibilità e capacità particolari nell'assistere in ogni forma possibile gli italiani che si trovino all'estero in situazioni di necessità. L'unità di crisi della Farnesina da oltre trent'anni assiste e tutela turisti, residenti, imprese e organizzazioni all'estero in situazioni di emergenza; con il suo personale altamente qualificato funge da coordinamento con tutte le amministrazioni statali per la gestione delle crisi, con una forte capacità analitica e gestionale, operando in costante collegamento con gli altri organi dello Stato, nonché con le omologhe strutture di altri Paesi partner, e agisce coordinando l'intera rete delle ambasciate e dei consolati italiani sulla base di protocolli operativi e piani preventivamente definiti.

Per fare fronte alla tutela e all'assistenza dei connazionali nelle situazioni di grave emergenza in conseguenza di attentati terroristici, calamità naturali, gravi tensioni sociopolitiche e pandemie, gli strumenti di cui si è dotata sono importanti e all'avanguardia. Dal 2012 al 2018 l'unità di crisi ha compiuto 313 interventi maggiori e 2.865 interventi minori; complessivamente, quindi, in media, più di un intervento al giorno. La maggior parte delle azioni riguardano italiani in difficoltà per tensioni sociopolitiche, per disastri e calamità naturali, per sequestri, liberazioni ed emergenze sanitarie. Si tratta spesso, dunque, di eventi drammatici, ma anche situazioni risolte positivamente con il ritorno a casa di connazionali rapiti.

È stato qui già ricordato che nel 2019 l'unità di crisi ha attivato un'app gratuita per smartphone e tablet, chiamata “Unità di crisi”, che integra i servizi dei due portali storici Viaggiaresicuri.it e Dovesiamonelmondo.it, che hanno esteso i servizi anche per singole categorie di viaggio: turismo, lavoro, operatori umanitari e di cooperazione, media, sport, scuola, università e ricerca. L'app si avvale di avanzate risorse di mappatura globale e offre agli utenti in viaggio all'estero la possibilità di geolocalizzarsi per ricevere notifiche durante i transiti nelle aree più a rischio, aggiornamenti in tempo reale su situazioni di pericolo e per confermare la propria incolumità a seguito di eventi critici ovunque nel mondo, anche nelle zone più remote. Si tratta, in sostanza, di uno strumento dinamico e interattivo, che ha posto l'accento sul sistema safety check, una novità di questa app che permette all'utente di confermare la propria incolumità in caso di situazioni di emergenza e di crisi.

Sono oltre 100 mila i contatti gestiti ogni anno, 220 i Paesi costantemente monitorati e 13 milioni le visualizzazioni annuali del sito dell'unità di crisi. A fronte degli sforzi dell'amministrazione per garantire sempre di più un servizio efficiente, la mozione impegna il Governo a promuovere campagne istituzionali di sensibilizzazione sui principali organi di stampa e televisivi, i canali web e social del Governo e di tutte le istituzioni di riferimento, nelle scuole superiori e università, e in tutte le sedi diplomatiche italiane. Inoltre chiede al Governo di verificare l'ampliamento di un'apposita sezione dell'app nella quale i connazionali possono indicare gli estremi delle polizze assicurative stipulate in previsione del viaggio, essendo quella dell'assistenza sanitaria una delle maggiori criticità per i connazionali in viaggio. L'efficacia dell'azione della nostra amministrazione nel sostenere gli italiani all'estero in caso di necessità, tuttavia, non dipende soltanto dagli strumenti utilizzati, ma dal fatto che gli strumenti a disposizione siano conosciuti e utilizzati dai cittadini.

In conclusione mi permetterò di segnalare una questione che riguarda le nuove mobilità: esse rimettono in discussione un quadro di diritti di varia natura, alcuni dei quali dovrebbero essere tutelati in forme più specifiche e dirette, altri ridefiniti in diversi contesti sociali e normativi. Per questa ragione, auspico da parte del Governo un impegno volto a mettere finalmente a punto, anche sulla base delle esperienze straordinarie maturate dall'unità di crisi, un portale dedicato agli italiani all'estero nel quale risultino specifiche e dettagliate notizie ed elementi di orientamento riguardo alle opportunità di insediamento, di lavoro ed integrazione in possibili destinazioni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Fitzgerald Nissoli. Ne ha facoltà.

FUCSIA FITZGERALD NISSOLI (FI). Signor Presidente, onorevoli colleghi, esprimo sin da subito il consenso del mio gruppo parlamentare a questa mozione. Tralascio gli aspetti descrittivi già trattati in discussione sulle linee generali circa l'importanza dei siti Viaggiaresicuri.it e Dovesiamonelmondo.it, che forniscono informazioni preziose per chi viaggia e consentono di essere in contatto con l'unità di crisi della Farnesina in caso di necessità, come ha dimostrato l'attuale vicenda dell'emergenza Coronavirus. L'unità di crisi del Ministero degli affari esteri rappresenta una vera e propria eccellenza italiana e già si è adoperata per promuovere le informazioni sulla sicurezza per chi viaggia, come ha ricordato lunedì scorso il Viceministro Del Re.

Con questa mozione vogliamo dare un impulso ulteriore alla diffusione della nuova app per smartphone e tablet che la Farnesina ha messo a punto integrando i servizi già offerti nei due siti web prima ricordati e forse l'educazione al viaggiare sicuri a scuola potrebbe essere un aspetto importante per rendere questi servizi parte del bagaglio di viaggio di ogni italiano e far sentire la vicinanza dello Stato in ogni situazione. Comunque si potrebbe fare ancora di più, e lo ha detto ieri il collega Battilocchio, che ringrazio per le parole spese, in favore degli italiani all'estero. Infatti bisognerebbe prevedere la possibilità di utilizzare piattaforme elettroniche anche per gli italiani iscritti all'Aire che si trovano in situazioni di difficoltà. Penso alle tante donne vittime di violenza. Del resto, gli italiani all'estero sono parte importante della nostra comunità nazionale e non possiamo dimenticarlo, per cui, ribadendo le parole del collega Battilocchio, sottolineo l'importanza di permettere l'accesso a questi servizi di emergenza anche agli italiani residenti all'estero e dichiaro il voto favorevole del mio gruppo parlamentare Forza Italia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zoffili. Ne ha facoltà.

EUGENIO ZOFFILI (LEGA). Grazie, Presidente. Questa mozione nasce da una conoscenza diretta, sono andato personalmente, anche con i colleghi della Commissione esteri, alla Farnesina, all'unità di crisi all'ultimo piano: abbiamo avuto modo di visitarla, di apprezzare la professionalità e il lavoro degli operatori, dei trenta operatori che, H24, sette giorni su sette, lavorano per la nostra sicurezza, per la sicurezza degli italiani, e non solo, che sono all'estero e che si recano all'estero per motivi di piacere, di studio e di lavoro. Abbiamo visto, proprio anche in questi giorni, quanto è utile e quanto è stata utile la loro attività per proteggere i nostri connazionali, per assisterli anche nella delicata fase di rimpatrio di alcuni dei nostri connazionali dalla Cina, dalle aree a rischio per il Coronavirus, che si trovano ora alla Cecchignola e a cui va l'abbraccio e il saluto - mi permetto, Presidente - di questo Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

L'intento della mozione, Presidente, è di chiedere, di impegnare il Governo a promuovere ulteriormente, a promuovere maggiormente, i sistemi informatici e tecnologici a supporto e che possano assistere gli italiani nel mondo che sono stati messi a punto dall'unità di crisi della Farnesina, a promuoverli maggiormente, e a chiedere a questo Parlamento di essere un po' una cassa di risonanza per quella che è un'eccellenza tutta italiana - cento per cento made in Italy - e che è un vanto del nostro Paese. Non tutti conoscono fino in fondo quello che l'unità di crisi fa, sono 34 gli anni di attività di questa componente importante e fondamentale della Farnesina. Sono cinque i settori in cui opera: l'analisi del rischio, il monitoraggio della presenza italiana nel mondo, la prevenzione, l'informazione, la predisposizione e la verifica dei piani di emergenza, la gestione delle crisi e degli interventi operativi.

Dicevamo, lavora H24, sono 30 i funzionari, i componenti che ci lavorano, 500 sono i casi che vengono gestiti ogni anno in media dall'unità, che spaziano dagli atti di terrorismo alle gravi tensioni sociopolitiche alle calamità naturali e, come succede in questi giorni, alle pandemie.

Cento mila sono i contatti gestiti ogni anno, 220 sono i Paesi per i quali l'unità di crisi ha predisposto, predispone e mantiene in aggiornamento le schede informative sulla sicurezza, sulla situazione sanitaria e sulla mobilità, 800 gli alert, 2 mila le revisioni degli aggiornamenti, 13 milioni sono le visualizzazioni annuali del sito viaggiaresicuri.it, 100 mila le registrazioni e dal 24 giugno l'applicazione che qui vogliamo promuovere, in questo Parlamento, è stata scaricata per ben 26 mila volte. Lo scopo, appunto, è promuovere il sito dovesiamonelmondo.it, promuovere il sito viaggiaresicuri.it e promuovere l'applicazione. E mi rivolgo anche a tutti i colleghi: noi, anche in quest'Aula, usiamo costantemente il telefono cellulare. Fermiamoci un attimo, colleghi, e facciamo qualcosa di ulteriormente utile rispetto al nostro mandato. Andiamo tutti insieme sul sito dovesiamonelmondo.it e in due minuti scarichiamo questa applicazione, in due minuti chiediamo a chi ci segue sui nostri canali social e sulle pagine Facebook di scaricarla, perché è un'applicazione importante e utile e quando siamo all'estero può veramente salvarci la vita.

Gli impegni della mozione sono in quattro punti: continuare a promuoverla e a incentivarla attraverso campagne istituzionali, campagne promozionali di pubblicità ancora più mirate e inserire campagne efficaci e studiate in tutto e per tutto e inserire una dicitura - anche una dicitura - dedicata sui passaporti, valutare accordi specifici con gli operatori telefonici e dare la possibilità all'unità di crisi della Farnesina di predisporre, all'interno dell'applicazione, una sezione dedicata per l'inserimento dei dati delle assicurazioni che si stipulano quando si parte per motivi di studio, di lavoro o di piacere.

Infine, io ho illustrato e scritto questa mozione il 21 agosto e l'abbiamo portata in Aula lunedì per l'illustrazione e per la discussione sulle linee generali. L'ho scritta per conto del gruppo della Lega e ho fatto un appello a tutte le forze politiche presenti in questo Parlamento, che ringrazio di cuore, partendo proprio dai colleghi della Commissione esteri e degli altri partiti che l'hanno sottoscritta, l'hanno firmata e la voteranno in questo Parlamento. Grazie di cuore, grazie di cuore e chiedo un applauso di questo Parlamento agli operatori dell'unità di crisi (Applausi), ai medici e a tutte quelle persone che lavorano nell'unità di crisi e che stanno lavorando in questo momento per gestire l'emergenza relativa al Coronavirus (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Elisa Siragusa. Ne ha facoltà.

ELISA SIRAGUSA (M5S). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, il Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale è dotato, appunto, di quella che è l'unità di crisi, che ha il compito di assistere i nostri connazionali che si trovano all'estero in una situazione di emergenza. Pensiamo, ad esempio, ad attentati terroristici, a calamità naturali e a pandemie.

Ovviamente, negli ultimi anni abbiamo visto spesso purtroppo l'unità di crisi entrare in azione e pensiamo al recente caso dell'emergenza del Coronavirus ma anche agli attentati terroristici che sono avvenuti negli ultimi anni.

L'unità di crisi è attiva sette giorni su sette, 24 ore su 24, coordina le nostre reti di consolati italiani e ambasciate italiane e, appunto, offre assistenza ai nostri connazionali tenendo conto di quella che è la presenza di connazionali all'estero, dove per connazionali all'estero ovviamente intendiamo i residenti all'estero ma anche i turisti, le imprese e, insomma, tutti quelli che sono gli italiani all'estero. Quindi, ogni volta che nel mondo accade qualcosa, un'emergenza, lo Stato italiano, l'unità di crisi, entra in azione per offrire assistenza e per supportare i nostri connazionali all'estero che, altrimenti, si troverebbero in una situazione di emergenza da soli e si sentirebbero abbandonati. Quindi, il ruolo dell'unità di crisi è fondamentale per esserci quando, appunto, i nostri connazionali hanno bisogno.

Per questo motivo è evidente quanto sia importante conoscere la presenza di connazionali all'estero e sappiamo che questo è un grande problema. Infatti, pensiamo semplicemente al numero di residenti all'estero. Sappiamo benissimo che il dato sugli italiani iscritti all'AIRE ci fornisce un numero, 6 milioni più o meno, mentre invece sappiamo benissimo che i connazionali che vivono all'estero sono molti di più, milioni di più. Cosa vuol dire? Vuol dire che ci sono milioni di italiani che per lo Stato italiano sono residenti in Italia ma che, in realtà, sappiamo benissimo vivere all'estero da anni. Quindi, è evidente quanto sia difficile riuscire a individuare quanti sono e dove sono gli italiani all'estero se, appunto, oltre ai residenti si aggiungono anche i turisti.

Per questo motivo l'unità di crisi ha realizzato un portale, “dovesiamonelmondo”, che permette ai nostri connazionali in maniera volontaria di segnalare, appunto, il loro viaggio all'estero per far conoscere, appunto, quale sarà il loro viaggio, quali tappe faranno e, quindi, dare un segnale per sapere esattamente dove vanno (ovviamente, è un'iniziativa volontaria).

L'unità di crisi oltre a occuparsi, però, dell'emergenza, quindi quando accade un'emergenza, si occupa anche di prevenzione e lo fa attraverso una rete capillare d'informazione e di sensibilizzazione dei nostri connazionali che intendono recarsi all'estero e anche qui è stato istituito un portale, “viaggiaresicuri”, dove è possibile individuare per ogni Paese delle schede che indicano, appunto, quelle che sono magari notizie e informazioni da sapere per chi si reca in quel Paese. Ad esempio, se oggi dovessimo cercare la scheda Paese “Cina”, ovviamente troveremmo informazioni sul Coronavirus.

Oltre a questi due portali è stato istituita anche recentemente un'app, “Unità di Crisi”, che racchiude e integra quelli che sono i servizi di questi due portali, permettendo anche una geolocalizzazione. Quindi, permette di ricevere notifiche nel momento in cui si transita in un'area a rischio, permettendo anche in tempo reale di dare informazioni sulla propria condizione durante, appunto, una fase di emergenza.

Quindi, sono degli strumenti molto importanti e la Farnesina comunque continua nelle proprie campagne a diffondere e a sensibilizzare sull'utilizzo di questi strumenti, perché questi strumenti sono importantissimi ma se rimangono sconosciuti ai nostri connazionali e a noi ovviamente non si utilizzano.

Quindi, qual è il compito di questa mozione? Questa mozione vuole impegnare il Governo a continuare quest'opera di promozione e di sensibilizzazione all'utilizzo di questi strumenti, utilizzando appunto tutti gli strumenti mediatici quali la stampa, i social, i portali e magari avviando delle iniziative anche nelle scuole per far conoscere questi strumenti e questa applicazione.

Ovviamente, il parere del MoVimento 5 Stelle è favorevole, però faccio un invito: ovviamente noi vogliamo impegnare il Governo a promuovere questa applicazione e dato che tutti noi, appunto, abbiamo comunque un cellulare o un tablet sarebbe bello che tutti quei puntini verdi che oggi ci saranno, quei voti favorevoli, si trasformassero in un utilizzo anche per noi di queste applicazioni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.

(Votazione)

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Zoffili, Delmastro Delle Vedove, Fitzgerald Nissoli, Cabras, Schirò, Ungaro, Fornaro, Lupi ed altri n. 1-00239 (Nuova formulazione), su cui il Governo ha espresso parere favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 1).

Seguito della discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione dei seguenti trattati: a) Trattato di estradizione tra la Repubblica italiana e la Repubblica di Colombia, fatto a Roma il 16 dicembre 2016; b) Trattato tra la Repubblica italiana e la Repubblica di Colombia di assistenza giudiziaria in materia penale, fatto a Roma il 16 dicembre 2016; c) Trattato tra la Repubblica italiana e la Repubblica di Colombia sul trasferimento delle persone condannate, fatto a Roma il 16 dicembre 2016 (A.C. 1941-A).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 1941-A: Ratifica ed esecuzione dei seguenti trattati: a) Trattato di estradizione tra la Repubblica italiana e la Repubblica di Colombia, fatto a Roma il 16 dicembre 2016; b) Trattato tra la Repubblica italiana e la Repubblica di Colombia di assistenza giudiziaria in materia penale, fatto a Roma il 16 dicembre 2016; c) Trattato tra la Repubblica italiana e la Repubblica di Colombia sul trasferimento delle persone condannate, fatto a Roma il 16 dicembre 2016.

Ricordo che nella seduta del 3 febbraio si è conclusa la discussione generale.

La V Commissione (Bilancio) ha espresso il prescritto parere (Vedi l'allegato A), che è in distribuzione.

(Esame degli articoli - A.C. 1941-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica, nel testo della Commissione, ai quali non sono state presentate proposte emendative. Li porrò dunque direttamente in votazione.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 2).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 3).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Abbiamo una serie di votazioni consecutive, quindi suggerisco ai colleghi di non allontanarsi dalla propria postazione, in modo tale da poter andare anche spediti.

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 4).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 5).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5…

ROBERTO GIACHETTI (IV). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI (IV). Presidente, sull'ordine dei lavori. Non so se sia percorribile: poiché vedo che sugli articoli tendenzialmente votiamo tutti allo stesso modo, forse, se le altre forze politiche non hanno nulla in contrario, potremmo fare quello che abbiamo fatto in altre occasioni: gli articoli li votiamo per alzata di mano e andiamo più veloci e il voto finale lo facciamo col voto elettronico (Applausi).

PRESIDENTE. La ringrazio, deputato Giachetti, per questo opportuno suggerimento. Le faccio presente che esistono due gruppi parlamentari che hanno chiesto il voto nominale: se ritirano la richiesta possiamo procedere nella direzione da lei indicata. Aspettiamo quindi eventuali indicazioni da parte della Lega e di Fratelli d'Italia.

Nel frattempo, se nessuno chiede di intervenire per dichiarazione di voto… Quindi, la Lega e Fratelli d'Italia sono d'accordo nel ritiro. Va bene, intanto comunque chiamiamo la votazione sull'articolo 5, già proclamata poco fa. La votazione è quindi aperta, nelle modalità tradizionali.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 6).

Da questo momento, quindi, gli articoli che voteremo saranno senza registrazione dei nomi, così come da accordo tra i gruppi parlamentari, e torneremo invece alla registrazione per quel che attiene il voto finale, e li faremo comunque tutti insieme.

Passiamo al seguito della discussione del disegno di legge n. 1962-A: Ratifica ed esecuzione della Convenzione tra la Repubblica italiana e la Repubblica orientale dell'Uruguay per eliminare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e per prevenire le evasioni e le elusioni fiscali, con Protocollo, fatta a Montevideo il 1° marzo 2019.

Ricordo che nella seduta del 3 febbraio si è conclusa la discussione sulle linee generali.

La V Commissione (Bilancio) ha espresso il prescritto parere, che è in distribuzione.

Passiamo all'esame degli articoli. Poiché non sono stati presentati emendamenti, li porrò direttamente in votazione, senza registrazione del voto.

Passiamo ai voti.

Pongo in votazione l'articolo 1. Chi è favorevole? Chi è contrario? Revoco la votazione.

Per semplificare abbiamo bisogno di mettere in chiaro l'esatta procedura, quindi gli uffici chiedono una breve sospensione tecnica (Commenti). Si tratta di una sospensione di due minuti.

PIERO FASSINO (PD). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PIERO FASSINO (PD). Presidente, secondo il principio secondo cui il meglio è peggio del bene, torniamo al voto elettronico e siamo più rapidi (Applausi).

PRESIDENTE. Riprendiamo quindi dal Trattato Italia-Colombia, il provvedimento n. 1941-A.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 1941-A)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Eugenio Sangregorio. Ne ha facoltà.

EUGENIO SANGREGORIO (M-NI-USEI-C!-AC). Presidente, il gruppo Noi con l'Italia-Cambiamo!-USEI annuncia il voto favorevole delle ratifiche contenute nel punto 2 dell'ordine del giorno. I trattati, che confermiamo, vanno nella direzione della presenza italiana nel mondo, pertanto è auspicabile che su questi temi ci sia il massimo consenso da parte del Parlamento.

In particolare, vorrei soffermarmi sui primi due Accordi di oggi all'ordine del giorno che sono in ratifica: quello con la Colombia e quello con l'Uruguay. Considero particolarmente importanti i rapporti di collaborazione con i Governi dei Paesi dell'America latina in generale: non dobbiamo mai dimenticare che in questa parte del pianeta vivono, studiano, lavorano e fanno impresa decine di milioni di cittadini di origine italiana (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Noi con l'Italia-USEI-Cambiamo!-Alleanza di Centro e Fratelli d'Italia).

Non dobbiamo dimenticare che c'è un'altra Italia all'estero, fatta di donne e uomini che si considerano orgogliosamente italiani. Dobbiamo avere la consapevolezza che queste persone sono una grande risorsa e, soprattutto, una potenzialità sulle quali investire anche per l'economia del nostro Paese e delle imprese.

Concludo formulando l'auspicio che la collaborazione tra il Governo italiano e i Governi dei Paesi del Sud America possa essere sempre più rafforzata e indirizzata verso il crescente interscambio di collaborazione politica, culturale e soprattutto economico-commerciale. In conclusione, signor Presidente, vorrei rivolgermi soprattutto ai colleghi eletti in Italia: gli emigrati italiani, cari colleghi e care colleghe, sono i migliori ambasciatori del nostro prodotto italiano (Applausi).

PRESIDENTE. Deve concludere, per favore, ha esaurito il suo tempo.

EUGENIO SANGREGORIO (M-NI-USEI-C!-AC). Il compito dei parlamentari come me, eletti all'estero, non è solo quello di tutelare la cultura, gli interessi dei nostri connazionali, ma anche quello di far comprendere e sapere le forti potenzialità che gli italiani emigrati, originari di tutte le regioni del nostro Paese, rappresentano. Con questo auspicio, concludo il mio intervento e confermo il voto favorevole del nostro gruppo (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Erasmo Palazzotto. Ne ha facoltà.

ERASMO PALAZZOTTO (LEU). Presidente, dichiaro il voto favorevole del gruppo di LeU (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Gennaro Migliore. Ne ha facoltà.

GENNARO MIGLIORE (IV). Signor Presidente, nel dichiarare il voto favorevole, vorrei solo sottolineare l'importanza di queste convenzioni, questi trattati che ratificano i rapporti bilaterali con Paesi per i quali la cooperazione giudiziaria è particolarmente importante. Sappiamo quale sia l'incidenza, anche relativamente a traffici di stupefacenti nel rapporto con le autorità colombiane. L'averlo avviato nel 2016 e l'averlo concluso in tempi non rapidi ma comunque ragionevoli rafforza anche la nostra capacità di incidenza su questi traffici e anche sulla possibilità di un'esecuzione penale adeguata all'interno delle rispettive nazioni. Per questo motivo dichiaro il voto favorevole del nostro gruppo (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Andrea Delmastro Delle Vedove. Ne ha facoltà.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Presidente, intervengo evidentemente per dichiarare il voto favorevole di Fratelli d'Italia su un importante Trattato di ratifica con la Repubblica di Colombia in materia di estradizione e assistenza giudiziaria penale e sul trasferimento delle persone condannate, tanto più importante quanto più tutti noi sappiamo i rapporti stretti intercorrenti fra la 'ndrangheta e le organizzazioni del narcotraffico colombiano.

Quindi era importante, ed era importante che vi fosse l'unanimità.

Ciò non toglie che vogliamo lasciare memoria, come gruppo di Fratelli d'Italia, in ordine ad un appunto che riguarda segnatamente il Trattato sul trasferimento delle persone condannate. Come Fratelli d'Italia il 24 ottobre 2018, in Commissione esteri ci è stata approvata dalla Commissione una risoluzione con cui chiedevamo a questo Governo di lavorare sui trattati per il trasferimento delle persone condannate anche a prescindere dal consenso del condannato. È pur vero che questo trattato è antecedente, quindi di nulla noi oggi ci possiamo dolere, ma è pur vero che questo trattato, ancora una volta, subordina il trasferimento della persona condannata al suo consenso.

Orbene colgo l'occasione per ricordare all'Aula, al Parlamento e al Governo che in Italia ci sono 20 mila detenuti stranieri che costano mediamente, secondo i dati del Ministero della giustizia, 137 euro al giorno a questo Stato, che, moltiplicato per 365 giorni e per 20 mila detenuti, fa 1 miliardo di euro che questo Stato spende per detenuti extracomunitari o comunque non italiani. Allora vogliamo ricordare l'impegno che si è preso il Parlamento grazie alla risoluzione di Fratelli d'Italia per introdurre, nei vari trattati che faremo d'ora in avanti, il fatto che il trasferimento possa avvenire anche senza il consenso del detenuto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Vogliamo ricordarlo perché risparmiamo 1 miliardo di euro; vogliamo ricordarlo perché questa Nazione non ha certamente bisogno dell'immigrato delinquente e ancor meno ne hanno bisogno gli agenti di polizia penitenziaria e vogliamo ricordarlo perché l'Italia è costantemente sotto procedura di infrazione per il sovraffollamento carcerario e con la nostra risoluzione si risolverebbe il problema del sovraffollamento carcerario senza ricorrere ogni cinque-dieci anni a qualche improbabile, improponibile e inaccettabile “svuota carceri” (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Quella è la risposta della sinistra; la risposta della destra è: se sei straniero, se sei condannato, assaggi le civiltà delle tue patrie galere, prendi il cammello e vai a casa e non rimani in Italia a costare allo Stato italiano (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata La Marca. Ne ha facoltà. Mi pare che non sia presente, quindi passiamo alla dichiarazione di voto successiva.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cappellacci. Ne ha facoltà.

UGO CAPPELLACCI (FI). Grazie, Presidente. I trattati che ci accingiamo a votare rappresentano un tassello importante del mosaico che deve essere composto per un efficace contrasto ai fenomeni della criminalità organizzata e, in particolare, ai fenomeni relativi al traffico di stupefacenti. Per questo motivo Forza Italia, considerando questo un tassello importante anche nell'ambito della collaborazione tra Paesi, dichiara il proprio voto favorevole e, nel farlo, non posso non sottolineare che attraverso il presente Trattato e attraverso questo voto si fa sì che non venga reso vano il lavoro che le nostre forze dell'ordine quotidianamente svolgono per combattere questi fenomeni. Ricordiamo che i cartelli colombiani hanno stretto rapporti stretti con organizzazioni criminali italiane e quindi è un problema molto attuale. Colgo l'occasione in conclusione per ringraziare le forze dell'ordine per quanto fanno quotidianamente e ricordo per tutte l'operazione volta a sgominare il traffico di droga che risale appena al 23 gennaio e che ha condotto al sequestro, presso lo scalo marittimo di Genova, di due tonnellate di cocaina che arrivavano proprio da un porto della Colombia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Ribolla. Ne ha facoltà.

ALBERTO RIBOLLA (LEGA). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, membri del Governo, il disegno di legge che ci accingiamo a votare raggruppa tre trattati che promuovono la cooperazione giudiziaria tra il nostro Paese e la Colombia. Il primo dei tre accordi di cui si prevede la ratifica riguarda la collaborazione in materia di estradizione. È condivisibile anche perché contempla essenziali norme di garanzia che escludono la possibilità di trasferire imputati accusati di reati di natura politica nello Stato di destinazione. La seconda intesa prevede, invece, che i due Stati contraenti si impegnano a prestarsi la più ampia assistenza giudiziaria in ogni procedimento concernente i reati la cui repressione risulti essere di competenza dello Stato di volta in volta richiedente. Il terzo accordo, forse quello più importante, in materia di trasferimento delle persone condannate, ha invece il fine di permettere ai cittadini detenuti nel territorio dell'altro Stato contraente di scontare la pena nel proprio Paese di origine. Gli oneri finanziari del disegno di legge in esame superano i 230 mila euro: una cifra certamente non trascurabile ma sostenibile e comunque da valutare alla luce dell'importanza degli interessi tutelati.

In particolare, vogliamo ricordare oggi come la Lega ritiene da sempre preferibile e auspicabile che i detenuti stranieri scontino nei rispettivi Paesi d'origine le pene cui sono condannati dalla magistratura italiana, anche per alleggerire gli oneri - si parla di miliardi di euro - gravanti sul nostro sistema carcerario ingolfato e appesantito dalla presenza di molti cittadini stranieri. Questo è senza dubbio un aspetto positivo fortemente appoggiato dalla Lega. Questa linea potrà applicarsi in futuro anche ai colombiani finiti nelle maglie della nostra giustizia. Troviamo altresì utile acquisire uno strumento che consenta di rimpatriare gli italiani a vario titolo rimasti coinvolti in procedimenti giudiziari in atto in Colombia. Per tutti questi motivi la Lega voterà con convinzione a favore del provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Olgiati. Ne ha facoltà.

RICCARDO OLGIATI (M5S). Grazie, Presidente. Il testo sottoposto al nostro esame riguarda la ratifica e l'esecuzione di tre trattati conclusi nel 2016 fra il nostro Paese e la Repubblica di Colombia. Il primo ha per oggetto la materia dell'estradizione; il secondo l'assistenza giudiziaria in materia penale e, infine, l'ultimo il trasferimento di persone condannate. Scendendo nel particolare, con riferimento al Trattato di estradizione, Italia e Colombia si impegnano ad estradare le persone ricercate che si trovino nel proprio territorio sia al fine di eseguire una misura privativa della libertà disposta nell'ambito di un procedimento penale sia al fine di consentire l'esecuzione di una condanna definitiva.

Per quanto attiene invece al Trattato di assistenza giudiziaria, esso è volto a disciplinare in modo preciso il settore dell'assistenza giudiziaria penale adeguando il quadro giuridico all'evoluzione dell'attuale realtà sociale caratterizzata da sempre più frequenti ed estese relazioni tra i due Stati, il cui progressivo intensificarsi favorisce anche lo sviluppo di fenomeni criminali che li coinvolgono entrambi. Pertanto, dunque, le norme generali prevedono espressamente che le parti si impegnano a prestarsi reciprocamente la più ampia assistenza giudiziaria in molteplici settori: dalla ricerca ed identificazione di persone fino a qualsiasi forma di assistenza che non sia in contrasto con la legislazione della parte richiesta.

Infine il terzo ed ultimo trattato oggetto della ratifica di oggi è in merito al trasferimento delle persone condannate, scelta volta principalmente a colmare l'attuale mancanza di uno strumento internazionale applicabile, poiché la Colombia non ha ratificato, quale Paese non membro del Consiglio d'Europa, la Convenzione sottoscritta a Strasburgo il 21 marzo 1983 che, come noto, costituisce lo strumento giuridico di più ampia applicazione in materia di trasferimenti internazionali di detenuti al fine di eseguire condanne definitive. Grazie a questo Trattato, si consente il trasferimento dei cittadini dei due Paesi contraenti condannati e detenuti nell'altro Stato nel Paese di origine per ivi scontare la pena residua. Il tutto è volto a favorire il reinserimento sociale della persona condannata facendole scontare la pena nel luogo in cui ha saldi legami sociali e familiari. Ritengo opportuno evidenziare che i tre accordi in esame si inseriscono nell'ambito degli strumenti finalizzati all'intensificazione dei rapporti di cooperazione posti in essere dall'Italia con i Paesi fuori dall'Unione europea con i quali si persegue l'obiettivo di migliorare la cooperazione giudiziaria internazionale e di rendere più efficace il contrasto della criminalità. Per questo motivo, in base a tutto quanto premesso, il MoVimento 5 Stelle esprime voto favorevole (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Coordinamento formale - A.C. 1941-A)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 1941-A)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 1941-A:

"Ratifica ed esecuzione dei seguenti trattati: a) Trattato di estradizione tra la Repubblica italiana e la Repubblica di Colombia, fatto a Roma il 16 dicembre 2016; b) Trattato tra la Repubblica italiana e la Repubblica di Colombia di assistenza giudiziaria in materia penale, fatto a Roma il 16 dicembre 2016; c) Trattato tra la Repubblica italiana e la Repubblica di Colombia sul trasferimento delle persone condannate, fatto a Roma il 16 dicembre 2016 ".

Dichiaro aperta la votazione.

( Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 7).

Seguito della discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione della Convenzione tra la Repubblica italiana e la Repubblica orientale dell'Uruguay per eliminare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e per prevenire le evasioni e le elusioni fiscali, con Protocollo, fatta a Montevideo il 1° marzo 2019 (A.C. 1962-A).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 1962-A: Ratifica ed esecuzione della Convenzione tra la Repubblica italiana e la Repubblica orientale dell'Uruguay per eliminare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e per prevenire le evasioni e le elusioni fiscali, con Protocollo, fatta a Montevideo il 1° marzo 2019.

Ricordo che nella seduta del 3 febbraio si è conclusa la discussione generale.

La V Commissione (Bilancio) ha espresso il prescritto parere (Vedi l'allegato A), che è in distribuzione.

(Esame degli articoli - A.C. 1962-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica, nel testo della Commissione, ai quali non sono state presentate proposte emendative. Li porrò dunque direttamente in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 8).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 9).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 10).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 11).

Approfittiamo per salutare gli studenti e gli insegnanti dell'Istituto tecnico commerciale Arangio Ruiz di Roma, che sono qui in tribuna ad assistere ai nostri lavori, li ringraziamo (Applausi).

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 1962-A)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Erasmo Palazzotto. Ne ha facoltà.

ERASMO PALAZZOTTO (LEU). Per dichiarare il voto favorevole del gruppo Liberi e Uguali, grazie Presidente (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Andrea Romano. Ne ha facoltà.

ANDREA ROMANO (PD). Grazie, due parole davvero, naturalmente per dichiarare il voto favorevole del gruppo del PD e per specificare che si tratta di una convenzione, di un accordo rivolto ad un Paese, come l'Uruguay, dove non solo vive da decenni ormai una cospicua comunità di emigrati italiani, ma anche un Paese verso il quale l'interscambio commerciale italiano è cresciuto in maniera continuativa negli ultimi anni. E questo accordo, l'accordo di cui parliamo, punta, da un lato, ad eliminare le doppie imposizioni e, dall'altro, a rendere la partecipazione delle imprese italiane in quel Paese paritaria a quella di altri investitori internazionali. Quindi, si tratta di una convenzione - pienamente compatibile, naturalmente, con gli standard Ocse - che punta a rafforzare i nostri interessi nazionali ed economici in quel Paese all'interno di un quadro cooperativo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Ugo Cappellacci. Ne ha facoltà.

UGO CAPPELLACCI (FI). Grazie, Presidente. A livello bilaterale gli scambi tra Italia e Uruguay sono in crescita. Nel 2018 l'interscambio ha superato i 540 milioni di euro, con 245 di esportazioni italiane e 299 di importazioni. Le imprese italiane che operano in Uruguay sono una quarantina, in particolare spicca la presenza di gruppi italiani medio-grandi nei settori delle energie rinnovabili, della logistica, delle infrastrutture e il resto nell'agro industriale e chimico-farmaceutico. In generale, c'è un crescente interesse per il Paese da parte di grandi gruppi italiani, soprattutto attivi nei comparti energetico e infrastrutturale. Per queste ragioni, la convenzione che ci accingiamo a votare vede la posizione favorevole di Forza Italia, che voterà quindi a favore, e introduce un ulteriore strumento che configura un quadro giuridico più favorevole per le imprese italiane che operano in Uruguay. Il nostro - lo ricordo - è il partito delle imprese e della libertà dai cosiddetti lacci e lacciuoli che limitano l'iniziativa economica privata, oltre che del superamento di un sistema fiscale penalizzante per gli italiani che producono e che fanno grande il nostro Paese nel mondo. Per questo motivo, annuncio il voto favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Di San Martino Lorenzato Di Ivrea. Ne ha facoltà.

LUIS ROBERTO DI SAN MARTINO LORENZATO DI IVREA (LEGA). Signor Presidente, onorevoli colleghi, signori membri del Governo! La Convenzione bilaterale tra Italia ed Uruguay introduce i presupposti giuridici per l'eliminazione dei fenomeni di doppia imposizione sui redditi e per la realizzazione di un'equilibrata ripartizione della materia imponibile tra i due Stati contraenti. Tende, altresì, a migliorare la cooperazione tra le amministrazioni fiscali italiana ed uruguaiana, conforme ai recenti parametri internazionali, incorporando i requisiti obbligatori derivanti dalle raccomandazioni del progetto dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico e del G20 denominato BEPS (Base Erosion and Profit Shifting) in materia di contrasto dei fenomeni di elusione e spostamento artificioso delle basi imponibili.

La Convenzione si applicherà alle persone fisiche e giuridiche residenti in uno o entrambi gli Stati contraenti. Il disegno di legge che tra poco voteremo si compone di quattro articoli: l'autorizzazione alla ratifica, l'ordine di esecuzione, la copertura finanziaria e la data di entrata in vigore. Si prevedono maggiori oneri annui a carico del bilancio dello Stato per 67 mila euro.

Dal punto di vista politico, intendiamo che questo Accordo italo-uruguaiano crea un quadro giuridico in materia fiscale utile alle imprese italiane presenti nella Repubblica orientale dell'Uruguay, tra le quali aziende importanti nel settore dell'energia e delle infrastrutture. Al contempo, considerata la reciprocità della normativa, il trattato permetterà, altresì, anche agli operatori uruguaiani di investire più agevolmente qui in Italia.

La politica generale attualmente seguita dalla Lega è di sostenere l'approvazione di questo genere di accordi bilaterali, in quanto doppiamente utili al sistema-paese, perché d'aiuto alla nostra internazionalizzazione ed anche per incoraggiare l'afflusso dei preziosi capitali esteri verso il nostro bel Paese.

Per queste ragioni, il gruppo della Lega-Salvini Premier voterà a favore dell'approvazione di questo provvedimento al nostro esame (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cristian Romaniello. Ne ha facoltà.

CRISTIAN ROMANIELLO (M5S). Presidente, colleghi, la Convenzione italo-uruguaiana che disciplina gli aspetti concernenti la fiscalità diretta nelle relazioni economiche e finanziarie introduce i presupposti giuridici per l'eliminazione dei fenomeni di doppia imposizione sui redditi e per la realizzazione di un'equilibrata ripartizione della materia imponibile tra i nostri due Stati. Così facendo, non solo saranno tutelati gli interessi dell'amministrazione finanziaria italiana, ma avremo un quadro giuridico di riferimento per le nostre imprese che operano in Uruguay. Essendo dotata di carattere di bilateralità, la stessa cosa varrà anche per gli investitori uruguaiani in Italia.

Salutando la nostra grande comunità italiana in Uruguay, a nome del mio gruppo, annuncio il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Coordinamento formale - A.C. 1962-A)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 1962-A)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 1962-A: “Ratifica ed esecuzione della Convenzione tra la Repubblica italiana e la Repubblica orientale dell'Uruguay per eliminare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e per prevenire le evasioni e le elusioni fiscali, con Protocollo, fatta a Montevideo il 1° marzo 2019”.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 12).

ROSSANO SASSO (LEGA). Chiedo di parlare sull'ordine lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROSSANO SASSO (LEGA). Presidente, ho appena appreso che è successo qualcosa di molto grave ed è mia intenzione informarne l'Aula. Vede, Presidente, quando si interrompono le relazioni sindacali, non è mai piacevole, soprattutto quando i sindacati fanno il loro mestiere e cercano di tutelare i diritti dei lavoratori. È di qualche giorno fa la notizia che il Ministro dell'Istruzione, Lucia Azzolina, abbia interrotto queste relazioni sindacali e ci può stare…

PRESIDENTE. Scusi, qual è il punto? Deve venire al punto, perché altrimenti il suo intervento finisce a fine seduta.

ROSSANO SASSO (LEGA). Glielo dico subito, Presidente. Il punto è che è apparso un manifesto sulla pagina di vari parlamentari del MoVimento 5 Stelle con questa scritta ingiuriosa nei confronti delle organizzazioni sindacali CGIL, CISL e UIL…

PRESIDENTE. No, lei mi deve dire qual è il richiamo all'ordine dei lavori.

ROSSANO SASSO (LEGA). “La Azzolina stoppa i sindacati”, come se fosse motivo di vanto, mandare all'aria le relazioni sindacali, soprattutto quando le organizzazioni sindacali si battono per i diritti dei lavoratori…

PRESIDENTE. Le sue considerazioni sono legittime, ma è improprio farne un richiamo all'ordine dei lavori, porti pazienza…

ROSSANO SASSO (LEGA). Io penso che questa sia una cosa molto grave! La Azzolina deve venire in Aula per chiarire se sia la sua posizione o la posizione (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)

PRESIDENTE. Il suo messaggio è comunque pervenuto a destinazione. La ringrazio.

Seguito della discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione della Convenzione tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di Colombia per eliminare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e per prevenire le evasioni e le elusioni fiscali, con Protocollo, fatta a Roma il 26 gennaio 2018 (A.C. 1769).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 1769: Ratifica ed esecuzione della Convenzione tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di Colombia per eliminare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e per prevenire le evasioni e le elusioni fiscali, con Protocollo, fatta a Roma il 26 gennaio 2018.

PAOLO LATTANZIO (M5S). Presidente! Chiedo di parlare!

PRESIDENTE. Mi scusi, non possiamo aprire un dibattito su questa faccenda. Io ho tolto la parola al collega e, quindi, chi vuole riprenderla, lo potrà fare a fine seduta.

Il collega Sasso non ha avuto neanche la possibilità di concludere i cinque minuti previsti per l'intervento sull'ordine dei lavori, perché era impropria la fattispecie del richiamo all'ordine dei lavori. Quindi, cerchiamo di procedere con ordine, per favore (Applausi).

Ricordo che nella seduta del 3 febbraio si è conclusa la discussione sulle linee generali.

(Esame degli articoli - A.C. 1769)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica, ai quali non sono state presentate proposte emendative. Li porrò dunque direttamente in votazione.

Se nessuno chiede di intervenire per dichiarazione di voto, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 13).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

LUIGI GALLO (M5S). Presidente! Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Stiamo votando… Chiedo scusa, ma siamo proprio ai fondamentali, siamo in piena votazione…

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 14).

Deputato Gallo, abbiamo la votazione sull'ultimo articolo, lei vuole prendere la parola per un richiamo al Regolamento: possiamo aspettare la votazione dell'ultimo articolo e gliela do subito dopo? No, va bene, faccia questo richiamo al Regolamento. Le dico subito che non si può entrare nel merito. Quindi, mi citi il Regolamento e faccia il suo intervento come il Regolamento prevede.

LUIGI GALLO (M5S). Presidente, faccio un richiamo al Regolamento, all'articolo 8 e seguenti. Lei, Presidente, non sta dando, innanzitutto, la parola ai rappresentanti del MoVimento 5 Stelle che hanno chiesto di intervenire sul Regolamento per tre votazioni di seguito. Il mio collega Paolo Lattanzio voleva intervenire sul Regolamento e, invece, lei ha proseguito, senza ascoltare la richiesta del gruppo parlamentare.

Se all'interno dell'Aula vengono riportate delle fake news nei confronti dei Ministri (Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) e, quindi, diventano fake news parlamentari, credo, visto che anche la nostra Commissione si sta occupando del tema con delle proposte di legge, che questo vada censurato. Non è possibile che restino a verbale delle fake news, quando una forza politica interviene, non si sa a quale titolo, e riporta delle informazioni false.

Quindi, ritengo che la Presidenza debba permettere la correzione di un passaggio scorretto da parte di una forza politica o, quantomeno, non doveva permettere l'intervento e la conclusione di un altro componente della forza politica che ha riportato delle informazioni false (Commenti del deputato Sasso - Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

ROSSANO SASSO (LEGA). Presidente, per fatto personale!

PRESIDENTE. Deputato Sasso, lei, peraltro, ha parlato, quindi, se può cortesemente contenere un attimo i toni, intanto ho una risposta da dare al collega del MoVimento 5 Stelle.

Collega Gallo, lei ha fatto un richiamo al Regolamento improprio esattamente come è risultato improprio il richiamo sull'ordine dei lavori… non so se mi può usare la cortesia e l'educazione di ascoltare la mia replica, grazie (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia). Sull'intervento fatto dal deputato Sasso, sono tenuto a dare la parola a chi la richiede e devo ascoltare le ragioni per le quali viene sottoposto alla mia attenzione un richiamo di qualunque ordine e specie. Il deputato Sasso ha chiesto di poter prendere la parola sull'ordine dei lavori, io ho ascoltato il deputato Sasso, l'ho invitato a venire al merito; quando il merito non si è configurato, l'ho invitato a fare un intervento a fine seduta su quel determinato argomento. Quindi, penso di essermi comportato correttamente, esattamente come ho fatto nei suoi confronti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Lei comunque ha potuto esercitare il suo diritto a svolgere il richiamo al Regolamento, le ho chiesto di circostanziarlo, mi ha citato l'articolo 8, lo ha sviluppato, a mio giudizio in maniera non piena e corretta; tuttavia, ha avuto anche lei a disposizione qualche minuto per entrare nel merito e argomentare non la questione sottoposta dal collega Sasso, ma la questione del richiamo al Regolamento. Ha esaurito il suo intervento. Per quello che mi riguarda la situazione è tranquilla e serena e si è agito in perfetta equanimità.

Spero che il deputato Sasso accetti di fare il suo intervento per fatto personale, come prevede il Regolamento, a fine seduta, o, se preferisce, a svolgere il suo intervento comunque a fine seduta.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 15).

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Presidente, sullo svolgimento delle votazioni, un intervento tecnico; lo faccio a beneficio di tutti i colleghi, lo faccio come componente dell'intergruppo parlamentare innovazione e, per il suo tramite, al Presidente della Camera e ai questori. Ho cronometrato il tempo necessario per votare con questi apparati: ci vogliono tre secondi e 81 decimi, se non si incanta, cosa che succede frequentemente. Ora, il riconoscimento delle impronte digitali con tutti gli apparati medi in commercio richiede 0,3 secondi. Cambiare l'apparato permetterebbe di votare dieci volte più veloce e accelerare di dieci volte la procedura di voto (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Faccio una preghiera, per il suo tramite, al Presidente e ai questori di affrontare la vicenda, perché non è un costo inutile, ma riguarda l'obsolescenza di quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. La ringrazio. Ci ascoltano tutti, e quindi sicuramente valuteranno le sue indicazioni, valuteremo le sue indicazioni.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 1769)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Palazzotto. Ne ha facoltà.

ERASMO PALAZZOTTO (LEU). Per annunciare il voto favorevole dei deputati del gruppo Liberi e Uguali.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Delmastro Delle Vedove. Ne ha facoltà.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Per annunciare il voto favorevole di Fratelli d'Italia, rimarcando come con questo provvedimento non solo e non tanto si elimina la doppia imposizione in materia di imposta sul reddito, quindi alimentando un più virtuoso rapporto di natura commerciale con la Repubblica di Colombia, quanto e soprattutto si contrasta quell'odioso fenomeno di evasione ed elusione fiscale a detrimento e a danno di entrambi i Paesi per il tramite di artificiosi trasferimenti di impresa, di sedi di impresa, di uffici commerciali, e quindi, da una parte, si aiuta lo sviluppo commerciale, ma, dall'altra, si interviene chirurgicamente su uno degli aspetti più odiosi dello sviluppo commerciale, che è quello della elusione ed evasione delle imposte da parte di grandi imprese che riescono, per il tramite di frammentazioni artificiose dell'attività di impresa, ad eludere le imposte sia del Paese nel quale generano reddito sia del Paese nel quale hanno sede societaria. Anche per questo Fratelli d'Italia convintamente vota per la ratifica e l'esecuzione della presente Convenzione con la Repubblica di Colombia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Francesca La Marca. Ne ha facoltà.

FRANCESCA LA MARCA (PD). Grazie, Presidente annuncio il voto favorevole del Partito Democratico a questo Accordo con la Colombia, volto, come si è detto, ad eliminare le doppie imposizioni fiscali e a dotarsi di strumenti più efficaci contro la lotta alle evasioni. In sintesi, le ragioni del nostro orientamento positivo sono queste: con questo atto si amplia la rete delle convenzioni internazionali contro le doppie imposizioni fiscali verso un Paese e un'area che per tanti motivi positivi e sotto altri aspetti meno positivi è ormai entrato nella sfera delle nostre più vive sensibilità internazionali. In questa fase delicata della nostra economia offrire ai nostri operatori economici e commerciali un quadro certo ed equilibrato rispetto ad un altro Paese extracomunitario come la Colombia rappresenta un elemento di sostegno aggiuntivo e una condizione per competere ad armi pari con i concorrenti di Paesi che si giovano già delle condizioni prefigurate nell'Accordo, e tutto questo senza sacrificare le attese dell'amministrazione finanziaria italiana.

La Convenzione, peraltro, è in linea con gli orientamenti sulla cooperazione amministrativa contenuti nel modello di convenzione dell'OCSE contro le doppie imposizioni e con le raccomandazioni del progetto dell'OCSE G20 sul contrasto ai fenomeni di elusione e spostamento artificioso delle basi imponibili. Per queste ragioni, il gruppo del PD voterà a favore del provvedimento in esame (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cappellacci. Ne ha facoltà.

UGO CAPPELLACCI (FI). Grazie, Presidente. La Convenzione Italia-Colombia per eliminare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito corrisponde a esigenze analoghe a quelle già richiamate per l'Uruguay: rendere più competitive le imprese italiane affinché affrontino la propria sfida ad armi pari con quelle di altri Paesi, offrire un quadro che garantisca certezza del diritto, dotare gli Stati di strumenti adeguati a contrastare l'elusione e l'evasione fiscale. Anche in questo caso annunciamo il nostro voto favorevole a una ratifica che è a favore delle imprese, che allevia e semplifica il peso del fisco per gli italiani che portano alto il nome del nostro Paese all'estero.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Ribolla. Ne ha facoltà.

ALBERTO RIBOLLA (LEGA). Presidente, onorevoli colleghi, questo Accordo, risalente al gennaio 2018, disciplina gli aspetti concernenti la fiscalità diretta nelle relazioni economiche e finanziarie tra il nostro Paese e la Colombia ed introduce i presupposti giuridici necessari tanto all'eliminazione dei fenomeni di doppia imposizione sui redditi quanto alla realizzazione di un'equilibrata ripartizione della materia imponibile fra i due Stati. Una volta ratificato, entrerà a far parte del fitto reticolo di intese di questo tipo strette nel corso degli anni dal nostro Stato nel perseguimento di una maggiore internazionalizzazione del proprio sistema economico sia nella prospettiva dell'attrazione degli investimenti sia, all'opposto, con l'idea di penetrare più efficacemente in mercati lontani.

Il Trattato che ci accingiamo ad approvare fornirà un quadro giuridico stabile nel cui contesto le imprese italiane potranno operare in Colombia e avere rapporti economici e finanziari con i soggetti privati e pubblici di quel Paese in condizioni finalmente competitive rispetto a quelle di cui già godono gli operatori economici di altre nazioni ad economia avanzata nostre concorrenti. Lo stesso aspetto normativo introdotto dalla Convenzione garantirà naturalmente condizioni di certezza anche agli operatori colombiani interessati ad investire in Italia, anche se non sono prevedibili flussi ingenti di capitali provenienti da quel Paese.

L'internazionalizzazione del nostro sistema produttivo in condizioni non penalizzanti per i nostri investitori è una finalità che i Governi del nostro Paese perseguono da tempo a 360 gradi, con una continuità che prescinde dal loro colore politico. Proprio per questo motivo rinnoviamo l'auspicio che il Governo trasmetta sollecitamente al Parlamento tutti i trattati siglati in materia di doppie imposizioni, trattandosi di materia essenziale per la promozione degli scambi commerciali e il sostegno alle esportazioni. Su queste basi e per i motivi appena esposti la Lega-Salvini Premier voterà convintamente a favore su questo disegno di legge (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Iolanda Di Stasio. Ne ha facoltà.

IOLANDA DI STASIO (M5S). Grazie, Presidente. Come illustrato nella relazione di lunedì, la Convenzione in esame disciplina gli aspetti concernenti la fiscalità diretta nelle relazioni economiche e finanziarie tanto per l'Italia quanto per la Colombia e prevede, pertanto, i presupposti giuridici utili all'eliminazione dei fenomeni di doppia imposizione sui redditi nonché alla realizzazione di un'equilibrata ripartizione della materia imponibile tra i due Stati. Questo strumento, infatti, costituirà un quadro giuridico stabile nel cui contesto le imprese italiane potranno operare in Colombia e avere rapporti economici e finanziari con soggetti di tale Paese in condizioni pienamente concorrenziali rispetto agli operatori economici di altri Paesi ad economia avanzata, tutelando altresì gli interessi generali dell'amministrazione finanziaria italiana.

Colgo, inoltre, l'occasione, come poc'anzi anche sottolineato, per esprimere al rappresentante del Governo l'auspicio, emerso nel corso dell'esame in sede referente, affinché il Governo trasmetta sollecitamente al Parlamento tutti i trattati siglati in materia di doppie imposizioni, trattandosi di materia essenziale per la promozione degli scambi commerciali e il sostegno altresì delle esportazioni del nostro Paese. La ringrazio e, pertanto, dichiaro il voto favorevole da parte del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 1769)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge di ratifica n. 1769: "Ratifica ed esecuzione della Convenzione tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di Colombia per eliminare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e per prevenire le evasioni e le elusioni fiscali, con Protocollo, fatta a Roma il 26 gennaio 2018".

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 16).

Seguito della discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica democratica federale di Etiopia sulla cooperazione nel settore della difesa, fatto ad Addis Abeba il 10 aprile 2019 (A.C. 1999-A).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 1999-A: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica democratica federale di Etiopia sulla cooperazione nel settore della difesa, fatto ad Addis Abeba il 10 aprile 2019.

Ricordo che nella seduta del 3 febbraio si è conclusa la discussione sulle linee generali.

La V Commissione (Bilancio) ha espresso il prescritto parere (Vedi l'allegato A), che è in distribuzione.

(Esame degli articoli - A.C. 1999-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica. Poiché non sono stati presentati emendamenti li porrò dunque direttamente in votazione.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 17).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 18).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 19).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 20).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 21).

(Esame di un ordine del giorno - A.C. 1999-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'ordine del giorno Palazzotto n. 9/1999-A/1 (Vedi l'allegato A).

Invito il rappresentante del Governo a esprimere il parere.

EMANUELA CLAUDIA DEL RE, Sottosegretaria di Stato per gli Affari esteri e la cooperazione internazionale. Parere favorevole con la riformulazione del primo punto dell'impegno ed espunzione del secondo.

Leggo la riformulazione del primo punto: “ Impegna il Governo a procedere alla cooperazione nel campo dei materiali per la difesa previsto dall'articolo 9 dell'accordo di ratifica e, in particolare, all'approvvigionamento di equipaggiamento militare nel rispetto delle previsioni dell'articolo 1 della legge n. 185 del 9 luglio 1990, tenendo conto del processo di pace tra Etiopia ed Eritrea”, espungendo il secondo punto dell'impegno.

PRESIDENTE. La soddisfa, deputato Palazzotto, questa riformulazione? Sta bene.

LIA QUARTAPELLE PROCOPIO (PD). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LIA QUARTAPELLE PROCOPIO (PD). Signor presidente, intervengo per sottoscrivere l'ordine del giorno Palazzotto n. 9/1999-A/1.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 1999-A)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Erasmo Palazzotto. Ne ha facoltà.

ERASMO PALAZZOTTO (LEU). Grazie Presidente, per confermare il voto favorevole del gruppo di Liberi e Uguali, e per dire che, appunto, questo rientra nell'ambito di una serie di trattati particolarmente importanti e delicati, perché è un Trattato che punta a rafforzare e in qualche modo ricostruire una cooperazione nel settore della difesa con un Paese strategico, che sta affrontando un processo molto importante per quella zona dell'Africa. Gli sforzi del Presidente etiope, di questi anni, per consolidare, per riaprire un processo di pace, che in questo momento vedono un momento, una battuta d'arresto, richiedono anche da parte del nostro Paese, del nostro Governo un sostegno rispetto all'azione del Governo etiope. Un sostegno che però, proprio come abbiamo segnalato nell'ordine del giorno che è stato accolto dal Governo, dev'essere un sostegno vincolato, condizionato a quelle che sono le nostre norme rispetto all'esportazione di armamenti, che in qualche modo garantiscano che non sia solo la parte relativa all'approvvigionamento di armamenti il terreno della cooperazione militare. Noi abbiamo bisogno, rispetto a condizioni di questo tipo, che la cooperazione nel settore della difesa sia in primo luogo rispetto all'empowerment degli apparati militari, della formazione del personale militare, soprattutto rispetto alle garanzie che riguardano la formazione nel terreno del rispetto dei diritti umani, della stabilizzazione dei processi di pace.

Questo credo sia il nostro principale obiettivo, ed è per questo che ritengo che facciamo bene a sostenere, in questo momento, il Governo etiope attraverso questo tipo di trattati; ma allo stesso modo era utile segnalare… Tra l'altro, l'ordine del giorno nasce anche da una discussione che c'è stata in Commissione difesa e dal parere che la Commissione difesa ha dato alla Commissione esteri, in cui si segnalava proprio questa particolarità e questo rischio. Ribadire, quindi, che tutta la parte che riguarda l'approvvigionamento di armamenti sarà effettuata nel rispetto della legge n. 185 del 1990, e soprattutto tenendo in considerazione l'evoluzione del processo di pace tra Etiopia ed Eritrea, lo ritenevamo un punto fondamentale, e proprio per questo confermo il voto favorevole del gruppo di Liberi e Uguali (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Salvatore Deidda. Ne ha facoltà.

Prego anche i colleghi che stanno transitando di fronte al banco magari di cambiare strada, per non disturbare l'oratore. Prego.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Presidente, grazie per la sensibilità, perché lo diciamo sempre, ma è come se niente fosse.

Annuncio il voto favorevole di Fratelli d'Italia. Lo riteniamo, come ha detto il collega Palazzotto, un Trattato molto importante: noi dobbiamo aiutare l'Etiopia a compiere gli sforzi per la pace, come sta facendo, sia nei confronti Eritrea, ma anche all'interno della propria nazione, nelle lotte tribali. Dobbiamo intensificare gli sforzi anche delle nostre imprese, difendere gli interessi italiani di imprese che stanno compiendo grandi opere, nel settore idroelettrico, nel settore comunque imprenditoriale: hanno ascoltato l'appello del Presidente Conte, che da poco era stato in Etiopia, e molti imprenditori italiani sono andati fiduciosi, recuperando un rapporto storico che noi abbiamo con quelle terre.

Dobbiamo andare lì per difendere anche la libertà dei cristiani cattolici, dei copti, e dobbiamo stare attenti, eliminare alla radice il fondamentalismo dei terroristi, che cercano di minare quella terra.

Voto favorevole quindi, è un grande orgoglio per l'Italia nello stipulare questi trattati. Soprattutto si conferma che la difesa non porta la guerra, ma porta la pace, la serenità e la ricostruzione in una terra che ultimamente è stata purtroppo devastata anche da calamità naturali e dalle locuste (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Perego di Cremnago. Ne ha facoltà.

MATTEO PEREGO DI CREMNAGO (FI). Grazie, Presidente. L'Etiopia sta vivendo un momento di intensa crescita e un intenso processo di riforma, dovuto soprattutto alle iniziative poste in essere dal Primo Ministro Abiy Ahmed Ali, lo stesso Primo Ministro che è stato insignito del Premio Nobel per la pace nel 2019 grazie agli sforzi che ha compiuto per sancire la pace fra l'Etiopia e l'Eritrea in un conflitto decennale che ha visto migliaia di morti. E in questo contesto si inseriscono le relazioni fra i nostri due Paesi, relazioni che sono secolari: l'Italia è il primo partner commerciale europeo dell'Etiopia, e non sono mancate, negli anni, numerose visite da parte dei nostri esponenti politici, anche del Presidente Mattarella, al Paese etiope. Paese etiope che è inserito nel Corno d'Africa, e rappresenta un'area, una regione fondamentale per la stabilizzazione dell'intera area subsahariana, un'area interessata anche da numerosi investimenti, sia dai Paesi del Golfo che dalla Cina. In questo contesto, l'Accordo per lo sviluppo, la cooperazione e la fornitura di materiale militare genera un volano positivo alle nostre industrie italiane, e ancora una volta sancisce quanto sia importante lo strumento militare nell'esercizio della politica estera, e pone l'Italia protagonista in una partnership in un luogo del mondo cruciale per gli equilibri geopolitici, non soltanto di quell'area, ma anche del Mediterraneo. Da questo punto di vista, ovviamente non possiamo che esprimere un parere favorevole del gruppo di Forza Italia alla sottoscrizione di questo Accordo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Paolo Formentini. Ne ha facoltà.

PAOLO FORMENTINI (LEGA). Grazie, Presidente. Ricordiamo che l'Accordo in esame è opera del Governo precedente, e quindi un Governo di cui era parte anche la Lega. Esso fornisce una cornice giuridica per avviare forme strutturate di cooperazione bilaterale tra le Forze armate di Etiopia ed Italia.

Tanto è già stato detto, ma vorrei almeno richiamare l'utilità, anzi l'essenzialità della presenza dell'Italia nel Corno d'Africa: ce lo chiedano i Governi degli Stati del Corno d'Africa. Noi stiamo arretrando, non solo in quell'area, purtroppo. Abbiamo bisogno, e la Lega si è già battuta in Commissione esteri per questo, di più presenza diplomatica; abbiamo bisogno che si sostenga il nostro commercio e la nostra industria. Noi non nutriamo i dubbi che sono stati sollevati da altre forze politiche, che tradiscono sempre purtroppo un antimilitarismo strisciante, un'avversità ad un settore che - lo ricordiamo - è fondamentale per la nostra economia, come quello degli armamenti.

Noi arretriamo ed altri avanzano, lo si diceva negli interventi precedenti: la Cina, la Turchia, i Paesi del Golfo. Ed invece torniamo ad essere protagonisti, e torniamo ad essere protagonisti in un'area che secondo noi è di alta valenza strategica per il nostro Paese, ed è anzi una priorità strategica per il nostro Paese.

È un Paese, l'Etiopia, ove non sono finite le tensioni: ci sono tensioni interetniche, c'è un'avanzata preoccupante dell'integralismo islamico e da quest'Aula quindi, anche con questo voto, facciamo sentire la nostra vicinanza alle comunità cristiane, a quell'antica terra cristiana che oggi deve fronteggiare, anche lì, la persecuzione dei cristiani.

Lo facciamo sentire - ho detto che l'interesse della Lega è alto sul tema -, ma deve essere alto l'interesse del Governo, l'attenzione di tutto il Governo. Noi lo facciamo e lo continueremo a fare con atti di sindacato ispettivo, ne abbiamo presentati già ben sette in questa legislatura proprio sul Corno d'Africa.

Quindi, voteremo a favore di questa ratifica dell'Accordo bilaterale di cooperazione in campo di difesa tra Italia ed Etiopia, perché lo riteniamo un interesse nazionale. Interesse nazionale è essere vicini a un Paese - anche questo è stato detto, ma lo vogliamo ridire con forza - funestato in questi giorni dall'ennesima invasione di locuste, una delle più gravi degli ultimi decenni; un Paese che conta oggi 100 milioni di abitanti. Queste le dimensioni demografiche, oggi raggiunte, non sono conosciute dai nostri colleghi, ma dicono dell'importanza di un Paese che ospita anche la sede dell'Unione africana (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Mirella Emiliozzi. Ne ha facoltà.

MIRELLA EMILIOZZI (M5S). Grazie, Presidente. Presidente, colleghe e colleghi deputati, rappresentanti del Governo, l'Etiopia è un partner prioritario dell'Italia nel Corno d'Africa e un punto di riferimento essenziale per la stabilità di una regione che ha rapporti di lungo corso con il nostro Paese e che riveste un ruolo strategico per la sicurezza internazionale.

L'Accordo che ci accingiamo a ratificare oggi offre all'Italia la possibilità di assumere una posizione di rilievo ancor maggiore in tutta la regione. Sia l'Etiopia che le vicine Somalia ed Eritrea sono, infatti, democrazie giovani, e non ancora del tutto stabili, dove il contributo offerto dalle Forze armate e dalla comunità internazionale è fondamentale per il mantenimento di una pace difficilmente conquistata e di equilibri interni ancora precari. Non solo, in tutto il territorio del Corno d'Africa è fortemente radicata l'organizzazione islamista Al-Shabaab, che, negli anni, si è resa protagonista di violente attività terroristiche con attentati ai danni della popolazione civile e internazionale, che hanno causato centinaia di morti.

Al-Shabaab è un'associazione criminale che deve essere sconfitta, per riuscirci dobbiamo investire su una cooperazione mirata allo sviluppo economico del Paese, in maniera da sottrarle consenso, soprattutto nelle fasce più deboli della popolazione locale. È indispensabile operare, per la sconfitta definitiva di questa organizzazione, sia in loco che a livello globale, per evitare che il terrorismo di matrice islamista possa risalire le piste del Corno d'Africa e affacciarsi sul Mediterraneo, attraverso Egitto e Libia.

La ratifica di questo Accordo, che prevede, oltre allo scambio di know-how anche la possibilità di interventi diretti al sostegno della pace e il supporto a iniziative commerciali relative ai prodotti per la difesa, consente all'Italia di posizionarsi in un ruolo di guida e tutelare, direttamente e indirettamente, i propri interessi in buona parte del continente africano.

A strumenti come questo dobbiamo affiancare una costante attività diplomatica a più vie. Mi riferisco sia alla diplomazia culturale che a quella economica, utilizzando al meglio tutti i canali di interscambio offerti dalle relazioni tra Stati. Gli strumenti forniti da questo Trattato vanno esattamente in questa direzione e consentono di aiutare l'Etiopia a mantenere gli equilibri geopolitici della regione con la diretta influenza del nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Coordinamento formale - A.C. 1999-A)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 1999-A)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 1999-A:

"Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica democratica federale di Etiopia sulla cooperazione nel settore della difesa, fatto ad Addis Abeba il 10 aprile 2019".

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 22).

Seguito della discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione del Protocollo sui registri delle emissioni e dei trasferimenti di sostanze inquinanti, fatto a Kiev il 21 maggio 2003 (A.C. 1862).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 1862: Ratifica ed esecuzione del Protocollo sui registri delle emissioni e dei trasferimenti di sostanze inquinanti, fatto a Kiev il 21 maggio 2003.

Ricordo che nella seduta del 3 febbraio si è conclusa la discussione sulle linee generali.

(Esame degli articoli - A.C. 1862)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica, ai quali non sono state presentate proposte emendative. Li porrò dunque direttamente in votazione.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 23).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 24).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 25).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 26).

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 1862)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Palazzotto. Ne ha facoltà.

ERASMO PALAZZOTTO (LEU). Intervengo per dichiarare il voto favorevole di Liberi e Uguali.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Andrea Romano. Ne ha facoltà.

ANDREA ROMANO (PD). Grazie, Presidente. Anch'io intervengo per dichiarare il voto favorevole e per aggiungere una breve riflessione sul significato politico di quanto ci apprestiamo a votare. Ricordiamo che stiamo votando una convenzione che rappresenta uno strumento internazionale, il primo legalmente vincolante, che obbliga a tracciare le emissioni e i trasferimenti in aria e acqua di sostanze potenzialmente inquinanti. È un Protocollo internazionale - lo ricordo - che risale addirittura al 2003, che è stato fin qui ratificato da 32 Paesi oltre che dall'Unione europea ma ciò che mi preme sottolineare è l'ispirazione politica di fondo dell'accordo che, al di là del dato tecnico, riguarda questioni di cui noi parliamo molto più spesso di quanto possa apparire. Qual è l'ispirazione dell'accordo? Favorire la circolazione di informazioni affidabili e verificate e, al contempo, di favorire la partecipazione pubblica relativamente ai processi potenzialmente inquinanti e, quindi, di rafforzare la consapevolezza pubblica sulle sostanze che sono effettivamente inquinanti e sul trasferimento di tali sostanze. Spesso ci siamo trovati, Presidente, a parlare anche in quest'Aula di grandi opere ovviamente di inquinamento, di minacce alla salute pubblica. Ecco, la convenzione di cui parliamo oggi fu varata, ricordiamolo, nel 2003 con uno spirito che possiamo definire certamente preveggente rispetto poi a quanto è avvenuto dopo. Ricordo la riunione di Arhus nel 2003, che è diventata un modello di riferimento per le discussioni avvenute negli anni successivi e anche modello di riferimento per pratiche concretamente adottate. Penso, ad esempio, alla Francia, allo strumento dell'enquête publique ovvero della discussione pubblica, preceduta però da un'indagine fondata. Tale strumento adottato in Francia ha permesso di smussare, superare, disinnescare tensioni sociali e civili potenzialmente molto forti intorno al tema delle grandi opere. Quante volte in quest'Aula e dal Governo, dai Governi abbiamo discusso e ci siamo sentiti ripetere quanto fosse importante il tema dell'analisi costi-benefici. Ci ricordiamo questa formula, per carità, ecco il pendant dell'analisi costi-benefici è la circolazione affidabile di informazioni solide sulle sostanze potenzialmente inquinanti e, dunque, anche la partecipazione pubblica organizzata e ancora una volta solidamente poggiante su informazioni reali relativamente a sostanze potenzialmente inquinanti.

Per queste ragioni l'atto che ci apprestiamo ad approvare è importante anche perché - finisco - nella concretezza i contenuti di questa convenzione sono già in uso nella nostra legislazione nazionale. Penso ovviamente al registro delle sostanze inquinanti, istituito anni fa, che ha visto negli anni allargarsi sia il numero delle sostanze potenzialmente inquinanti sia il numero delle aziende e degli stabilimenti che sono coinvolti. Per concludere, parliamo spesso e ovviamente giustamente delle minacce rappresentate per la sicurezza e per la salute pubblica dalle sostanze inquinanti; la convenzione che ci apprestiamo ad approvare testimonia di come la comunità internazionale disponga di strumenti concretamente utili a questo scopo, strumenti che poggiano - lo ripeto ancora una volta - sulla circolazione di informazioni affidabili - sottolineo “affidabili” perché sappiamo tutti quanto in questo settore possano nascere leggende e fenomeni anche legati a insicurezze e a minacce percepite dalla popolazione ma non solidamente fondate - e, dall'altro, sulla partecipazione civile dei cittadini alle decisioni pubbliche che, come in questo caso, possono essere veicolate dalla politica in maniera molto salutare. Per questo naturalmente dichiaro il voto favorevole del gruppo del PD (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cappellacci. Ne ha facoltà.

UGO CAPPELLACCI (FI). Presidente, con la ratifica del Protocollo sui registri delle emissioni e dei trasferimenti di sostanze inquinanti, stiamo conferendo una veste formale a contenuti che sono già attuati in concreto sia in Italia sia negli altri Paesi europei grazie al regolamento (CE) n. 166/2006, a cui è stata data esecuzione peraltro con regolamento adottato dall'Italia nel decreto del Presidente della Repubblica 11 luglio 2011, n. 157. Come ha sottolineato il commissario europeo per l'ambiente, che cito, la trasparenza è uno strumento di vitale importanza per migliorare l'ambiente. L'istituzione del registro permetterà ai cittadini di accedere direttamente alle informazioni sulle emissioni rilasciate dai complessi industriali in tutta Europa e li aiuterà a partecipare in prima persona alle decisioni che si ripercuotono sull'ambiente. È segno della reale volontà dell'autorità pubblica del settore di divulgare le informazioni ai cittadini e assumere una maggiore apertura. Per questa ragione riteniamo estremamente positivo il Protocollo. Certo il cammino da compiere è ancora lungo ma questa è senz'altro la direzione giusta. Pertanto annuncio il voto favorevole del gruppo di Forza Italia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Picchi. Ne ha facoltà.

GUGLIELMO PICCHI (LEGA). Grazie, Presidente. Il Protocollo in esame fu sottoscritto dall'allora Governo di centrodestra nel 2003; è entrato in vigore nel 2009. Dispiace, bel discorso del collega Romano, ma dobbiamo rilevare che, sebbene molte delle norme siano già operative nel nostro Paese, anche la forma ha la sua sostanza. L'Italia, dopo dieci anni di Governo di centrosinistra, arriva solo ora alla ratifica formale del trattato e arriviamo con grave ritardo. Quindi rileviamo come l'ipocrisia delle maggioranze sinistre sull'ambiente sia poi mancante di forma e anche di sostanza perché si arriva alla ratifica formale solo dopo dieci anni dalla sua entrata in vigore nel 2009; ancora una volta tante belle parole della sinistra sull'ambiente ma si arriva tardi. La Lega c'è e voterà a favore (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Romaniello. Ne ha facoltà.

CRISTIAN ROMANIELLO (M5S). Grazie, Presidente. Colleghi, il Protocollo firmato a Kiev rappresenta il primo strumento internazionale che obbliga le parti a istituire inventario e registri nazionali delle emissioni e dei trasferimenti in aria e acqua di specifiche sostanze inquinanti provenienti dai principali settori produttivi e degli stabilimenti industriali. Tutto ciò allo scopo di agevolare la partecipazione del pubblico ai processi decisionali in campo ambientale e di contribuire a prevenire e ridurre l'inquinamento dell'ambiente. Per questi motivi, a nome del mio gruppo, dichiaro il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle.

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 1862)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 1862:

"Ratifica ed esecuzione del Protocollo sui registri delle emissioni e dei trasferimenti di sostanze inquinanti, fatto a Kiev il 21 maggio 2003".

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 27).

Seguito della discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo del Turkmenistan sulla promozione e protezione degli investimenti, fatto a Roma il 25 novembre 2009 (A.C. 1956).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 1956: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo del Turkmenistan sulla promozione e protezione degli investimenti, fatto a Roma il 25 novembre 2009.

Ricordo che nella seduta del 3 febbraio si è conclusa la discussione generale.

(Esame degli articoli - A.C. 1956)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica, ai quali non sono state presentate proposte emendative. Li porrò dunque direttamente in votazione.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 28).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 29).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 30).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 31).

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 1956)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Palazzotto. Ne ha facoltà.

ERASMO PALAZZOTTO (LEU). Per dichiarare il voto favorevole del gruppo Liberi e Uguali. Grazie.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Delmastro Delle Vedove. Ne ha facoltà.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Fratelli d'Italia dichiara il voto favorevole rispetto ad un accordo, che è sicuramente strategico, con il Governo del Turkmenistan. Trattasi di area pacificamente all'interno dell'ex Unione Sovietica e quindi è necessario per le nostre imprese avere confini giuridici certi in ordine alla promozione e alla protezione degli investimenti e agli indennizzi nel caso di danni provocati dallo Stato, dalle nazionalizzazioni, dagli espropri, alle clausole di retrocessione che consentono alle nostre imprese che eventualmente investono ed espropriate di poter rientrare nel possesso dei loro investimenti, pur dopo l'indennizzo ma qualora non vi fosse più necessità di nazionalizzazioni. Ma è importante non solo e non tanto per la collocazione geografica, politica, sociale ed economica del Turkmenistan nell'area dell'ex Unione Sovietica; mi permetto di ricordare che licenziamo oggi un accordo con una nazione che è culturalmente una nazione isolazionista, connotata da una forte ritrosia a tutti i meccanismi di cooperazione internazionale. Ecco perché è strategico che l'Italia sia una delle prime nazioni a stringere accordi di questo tenore, perché in Turkmenistan vi sono ingenti ed inesplorate risorse energetiche. Allora, la corsa dell'Italia, la capacità nostra finalmente di tutelare velocemente le nostre imprese, che in termini energetici sono imprese all'avanguardia, è elemento essenziale per consentire alle nostre imprese di competere sul mercato globale delle risorse energetiche, di competere con certezza dei confini giuridici, di competere sapendo che hanno alle spalle una nazione che si è premurata di difendere i loro legittimi interessi. E allora Fratelli d'Italia vota convintamente l'accordo con il Turkmenistan, perché quando si tratta di tutelare l'interesse nazionale, l'interesse delle nostre imprese, in ogni angolo del pianeta, Fratelli d'Italia c'è convintamente, entusiasticamente, ed è sempre in prima linea (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Piero Fassino. Ne ha facoltà.

PIERO FASSINO (PD). Sì, per annunciare, Presidente, il voto favorevole, sottolineando che stiamo ratificando un Trattato sottoscritto nel 2009, cioè undici anni dopo, il che mi porta a ribadire, come ho fatto altre volte, la necessità che questa Camera affronti il problema di modificare le procedure di ratifica dei trattati (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Ugo Cappellacci. Ne ha facoltà.

UGO CAPPELLACCI (FI). Grazie, Presidente. La presenza italiana in Turkmenistan è legata soprattutto al settore energetico per via dei rapporti con l'Eni, ma è vivo certamente l'interesse a cooperare anche in altri settori dell'agricoltura, nelle costruzioni, infrastrutture, industria tessile. L'interesse per i beni di consumo italiani allo stato attuale è certamente assai limitato, ha amplissimi margini di sviluppo se supportato anche dal dialogo istituzionale e politico; un dialogo che, come testimonia anche il recente incontro tra il Presidente Mattarella e il Presidente del Turkmenistan, è attivo, proficuo e duraturo. Per questa ragione il gruppo di Forza Italia vota favorevolmente.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Vito Comencini. Ne ha facoltà.

VITO COMENCINI (LEGA). Grazie, Presidente. L'accordo bilaterale italo-turkmeno riteniamo che sia molto importante per incoraggiare e conferire garanzie agli investitori dei due Paesi, quindi sia per i nostri imprenditori che decidono di investire in Turkmenistan che viceversa, e rientra in una rete di accordi molto importante che permette la promozione e la protezione degli investimenti italiani, per i nostri imprenditori che decidono, appunto, di investire e, quindi, a sostegno delle nostre aziende e che cerca, anche, di attirare maggiormente i capitali stranieri verso il nostro Paese, come, appunto, in questo caso, i capitali del Turkmenistan.

Ritengo opportuno ricordare che questo trattato fu firmato da un Governo di centrodestra nel 2009 e per quel motivo, a maggior ragione, coerentemente, lo sosteniamo, ricordando anche, come giustamente è stato detto dai miei colleghi, che il Turkmenistan è un Paese che ha importantissime risorse energetiche. Quindi, è importante sostenere questo accordo per favorire gli investimenti dell'Italia in Turkmenistan anche da questo punto di vista, auspicando che, ovviamente, ci siano anche interventi per facilitare gli aspetti fiscali e assicurativi verso le imprese che decidono di lavorare con questo Paese.

La Lega ha sempre sostenuto e sostiene le intese bilaterali che vanno a difendere i nostri interessi economici nazionali. Per questo il gruppo Lega-Salvini Premier, coerentemente, voterà a favore (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Riccardo Olgiati. Ne ha facoltà.

RICCARDO OLGIATI (M5S). Grazie, Presidente. Solo per dichiarare il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle a questo Accordo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 1956)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 1956: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo del Turkmenistan sulla promozione e protezione degli investimenti, fatto a Roma il 25 novembre 2009.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 32).

Per fatto personale e sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Sasso per fatto personale. Ne ha facoltà.

ROSSANO SASSO (LEGA). Presidente, intervengo per fatto personale, perché sono stato accusato di aver riportato delle falsità…

PRESIDENTE. Aspetti un attimo soltanto, vediamo se riusciamo a silenziare l'Aula, in modo tale che lei possa svolgere il suo intervento che - le ricordo - era concordato a fine seduta e la fine della seduta sarebbe un po' più avanti nel pomeriggio, però, non si preoccupi, va bene così. Colleghi, possiamo fare silenzio, per cortesia? Chi deve defluire dall'Aula può farlo anche senza rumoreggiare.

Prego, deputato Sasso.

ROSSANO SASSO (LEGA). Come dicevo, Presidente, intervengo per fatto personale perché sono stato accusato di aver riportato delle falsità, e ciò – è la cosa più grave - da parte del presidente della Commissione cultura, di cui io sono membro, e con cui non ho mai avuto problemi di questo genere: tant'è.

Questa mattina sono intervenuto duramente per sottolineare un fatto che ho ritenuto molto grave. Ho, infatti, appreso e visionato che il MoVimento 5 Stelle ha pubblicato sui social, per il tramite di alcuni parlamentari del MoVimento 5 Stelle, un'immagine poi rimossa, ma di cui conservo gelosamente lo screenshot, nonostante sia stata rimossa pochi minuti dopo il mio intervento, e cioè una locandina con l'immagine del Ministro Azzolina, il logo del MoVimento 5 Stelle e la frase: “Il Ministro Azzolina stoppa i sindacati”.

Come avevo detto in precedenza nel mio intervento, la rottura delle relazioni sindacali non è mai una cosa positiva, signor Presidente, e per il suo tramite rivolgo questa affermazione ai colleghi del MoVimento 5 Stelle, soprattutto se le relazioni sindacali avvengono nel tentativo di tutelare gli interessi dei lavoratori, in questo caso degli insegnanti che dovranno partecipare al prossimo concorso straordinario. Questo non è mai bello, può avvenire, ma mai ci saremmo aspettati toni trionfalistici, addirittura, come se rompere le relazioni sindacali fosse un motivo di vanto, un motivo di orgoglio, a tal punto da esporre il proprio logo con un'affermazione del genere, appunto: “La Azzolina stoppa i sindacati”.

Lo ripeto, sono stato accusato di aver detto delle menzogne e questo non è giusto, perché qui dentro ci si confronta, ma la verità deve sempre emergere; la verità è custodita su questo telefonino e sono disponibile a far vedere al collega Gallo e a tutti i colleghi parlamentari del MoVimento 5 Stelle che ho detto la verità.

Per cui, delle due, l'una: il Ministro Azzolina prenda le distanze da questo attacco autoritario e antidemocratico nei confronti delle organizzazioni sindacali, i parlamentari che hanno pubblicato questa vergogna chiedano scusa e chi mi ha accusato di aver detto falsità si renda conto che le falsità non le ho dette io, ma qualcun altro (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Grazie, Presidente.

PRESIDENTE. Grazie a lei, per le precisazioni.

Ha chiesto di parlare il deputato Acunzo. Ne ha facoltà.

NICOLA ACUNZO (M5S). Grazie, Presidente. È ovvio, in quanto testimone dell'accaduto, che il collega Gallo non si riferisse nella specificità a lei, in quanto la cosa è evidente, e c'era; la specificità che menzionava il collega Gallo è se la notizia sia vera e sia relativa al Ministro, questo non è stato specificato, caro collega. Quindi, se però…

PRESIDENTE. Non parlate tra voi, sempre tramite la Presidenza, cortesemente.

NICOLA ACUNZO (M5S). Grazie, Presidente, mi scusi…

PRESIDENTE. Altrimenti, invece di migliorare la situazione la peggioriamo. Speriamo di poter concludere questo equivoco.

NICOLA ACUNZO (M5S). Sì, concludo, Presidente. Il parlamentare che ha pubblicato questa cosa si assumerà la responsabilità di aver in qualche modo leso quella che è l'importanza dei sindacati e il rispetto che il MoVimento 5 Stelle ha nei confronti di tutti quanti loro.

PRESIDENTE. Allora, teoricamente, questo era quanto avevamo convenuto rispetto a quello che era accaduto qualche ora fa. Quindi, in teoria, dovremmo aver chiarito le posizioni, però, vedo che ci sono altri colleghi che vogliono parlare.

Ha chiesto di parlare il deputato Enrico Borghi sull'ordine dei lavori. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). Sull'ordine dei lavori, signor Presidente, per porre all'attenzione sua e dell'Aula e di conseguenza anche del Governo una questione che riteniamo di una certa preoccupazione.

Leggiamo in questo momento dalle agenzie che l'ex Ministro Salvini annuncia il rischio di una catastrofe umanitaria, in quanto lui dichiara che gli arrivano, in via riservata, notizie allarmanti circa decine di migliaia di uomini e donne pronti a partire, affidandosi agli scafisti, e dichiara che rischiamo il disastro e la catastrofe umanitaria.

Ora, signor Presidente, noi vorremmo sapere, visto che il senatore Salvini è un ex Ministro dell'Interno, quali siano le fonti riservate di cui lui dispone e di cui, evidentemente, non dispongono tutti gli altri parlamentari per poter addirittura lanciare un allarme di queste proporzioni e di questa entità.

Diversamente, se così non fosse, ci troveremmo nel campo del procurato allarme e se, invece, ci fossero delle vie riservate, dedicate esclusivamente a un senatore, noi vorremmo sapere dalla Presidenza se questo rientri nelle normali prerogative dei parlamentari; delle due l'una (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Allora, ovviamente registro le indicazioni del collega Enrico Borghi, ma la Presidenza non ha alcuna competenza per poter rispondere. Quindi, insomma, volentieri l'abbiamo ascoltata.

Ha chiesto di parlare il deputato Donzelli. Le ricordo che gli interventi di fine seduta sono previsti per la fine della seduta e quelli che abbiamo ascoltato fin qui sono stati o interventi per fatto personale, come quello del collega Acunzo e del collega Sasso, oppure sull'ordine dei lavori, come quello del deputato Borghi. Quindi mi dica lei, il suo intervento programmato per la fine della seduta va ovviamente insieme agli altri. Sull'ordine dei lavori? A lei la parola.

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Grazie, Presidente. L'intervento è sull'ordine lavori per chiedere, se possibile, al Governo, meglio in Aula o eventualmente in Commissione, di aggiornare la vicenda e le comunicazioni che ci sono state fatte sul Coronavirus in seguito ad alcune novità che sono emerse che, sempre nel senso di responsabilità che ci contraddistingue, siamo costretti a evidenziare. In Cina c'è un'altra città, Wenzhou, che è stata tre giorni fa messa in isolamento perché si è scoperto lì un nuovo focolaio importante. Si parla a Wenzhou di centinaia di persone che hanno contratto il Coronavirus. Ora, proprio questa città di Wenzhou è la città da cui proviene la maggior parte della comunità cinese a Prato.

PRESIDENTE. Deputato Donzelli, le chiedo scusa, se può accelerare, perché un intervento analogo è stato fatto all'inizio della seduta dal suo collega Zucconi.

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Non su Wenzhou!

PRESIDENTE. Nell'ambito dei venti minuti sono state chieste praticamente le stesse cose.

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Non su Wenzhou, Presidente, perché questa è la novità emersa, si parla di…

PRESIDENTE. Sì, però chiedendo un'informativa aggiuntiva per completare il quadro delle informazioni da parte del Governo.

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Presidente, se vuole smetto anche io di parlare.

PRESIDENTE. L'ho ascoltata, la invito a concludere.

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Quello che segnalo, a prescindere da quanto detto dal mio collega e che non era noto fino a qualche ora fa, è che c'è una città - perché altrimenti non ci capiamo, Presidente, lo spiego a lei e mi rivolgo a lei - in Cina messa in isolamento da cui stanno arrivando a Prato centinaia di cinesi. Il problema è di dare supporto alle autorità locali, all'amministrazione locale, all'amministrazione regionale, che non sono nostre, ma che hanno da fronteggiare una vera e propria emergenza, perché pensare all'autoisolamento da parte dei cinesi, all'auto-quarantena in quindici giorni, che si devono organizzare da soli in una realtà così difficile, è necessario dare tutto il supporto economico e logistico perché stanno arrivando, secondo quanto dice la comunità cinese, oltre 400 cinesi da una città che è stata isolata in Cina perché c'è un focolaio. Nessuno vuole lanciare allarmi, siamo responsabili, siamo consapevoli, non c'è un problema, bisogna evitare qualsiasi forma di razzismo e di limitazione delle libertà personali, ma bisogna dare sostegno al territorio toscano e cinese, trasversalmente, unitariamente, perché non è una questione da sottovalutare, e con senso di responsabilità, proprio per evitare che ci siano sfruttamenti di qualsiasi genere e, magari, anche preoccupazioni eccessive.

Infatti, ovviamente, sappiamo che la comunità cinese, se ben coinvolta, può controllare e darci una mano, ma, se non c'è un coinvolgimento adeguato, si rischia anche che non si riesca a spiegare in modo adeguato a tutti i cinesi quali sono le regole, perché, ovviamente, sappiamo che la realtà di Prato è una realtà particolare, e quindi dobbiamo dare la massima attenzione particolare anche in supporto a quelle che sono le amministrazioni locali (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Sospendo, a questo punto, la seduta, che riprenderà alle ore 15 per lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 12,45 è ripresa alle 15.

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA ROSARIA CARFAGNA

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro per le Politiche giovanili e lo sport, la Ministra dell'Istruzione, il Ministro dello Sviluppo economico e il Ministro per i Rapporti con il Parlamento.

Invito gli oratori a un rigoroso rispetto dei tempi, anche considerata la diretta televisiva in corso.

(Iniziative di competenza volte alla promozione di una cultura dello sport, in particolare tramite la realizzazione e riqualificazione di impianti sportivi nelle periferie e nelle aree svantaggiate del Paese – n. 3-01280)

PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno, Gallo ed altri n. 3-01280 (Vedi l'allegato A).

Chiedo all'onorevole Gallo se intenda illustrare la sua interrogazione o se si riservi di intervenire in sede di replica.

LUIGI GALLO (M5S). Grazie, Presidente, la illustro. Signor Ministro, sappiamo benissimo l'impegno e la visione sociale con cui lei sta affrontando il tema delle politiche giovanili e il tema dello sport nel nostro Paese. Io, prima di essere parlamentare, sono anche un padre con dei bambini, ho amici che hanno bambini in città, metropolitane, periferie, e sappiamo quanto sia difficile, in territori desertificati in termini di strutture sportive, fare anche attività semplicemente di mobilità, motorie, che non condizionano i bambini a sembrare chiusi in una gabbia. Quindi, chiedo quali sono le politiche che il Ministro ha adottato e adotterà per iniziare a portare un segnale diverso nel Paese per tutte le future generazioni.

PRESIDENTE. Il Ministro per le Politiche giovanili e lo sport, Vincenzo Spadafora, ha facoltà di rispondere.

VINCENZO SPADAFORA, Ministro per le Politiche giovanili e lo sport. Grazie, Presidente. Il Fondo Sport e periferie, che è il Fondo che sicuramente risponde meglio alle esigenze e all'analisi che è stata appena fatta, è un Fondo che è di importanza straordinari, perché non è soltanto un Fondo che serve proprio a riqualificare o a creare nuovi impianti sportivi sui territori, ma è un Fondo che, attraverso questa misura, riesce proprio a realizzare quello che è stato detto poco fa, cioè quell'integrazione sociale, culturale, di coinvolgimento, di partecipazione, soprattutto delle ragazze e dei ragazzi, ma anche delle loro famiglie, dei loro nonni. Questo Fondo, per questo anno in corso, il 2020, avrà una serie di risorse straordinarie. Il Fondo dello scorso anno aveva circa 70 milioni di euro, la graduatoria di quel bando è stata pubblicata oggi, prevede comunque 254 progetti estesi in tutto il territorio nazionale; il Fondo del prossimo anno prevedrà, invece, oltre 150 milioni di euro. Questo ci consentirà di sostenere un numero di progetti assolutamente maggiore, ma anche di apporre dei correttivi rispetto al passato. Innanzitutto, noi creeremo una task force di sostegno ai comuni, perché molto spesso i ritardi accumulati negli anni passati erano anche determinati dalla incapacità a volte anche oggettiva dovuta all'impossibilità di avere degli uffici tecnici attivi, viste anche le situazioni in cui si trovano molti comuni, e quindi una task force di tecnici che possano aiutare i comuni a progettare gli impianti sportivi, ma anche a progettare proprio tutto il lavoro di rigenerazione urbana del territorio dove nascerà o dove viene ristrutturato l'impianto sportivo.

L'altro tema è che molto spesso questi impianti venivano anche ristrutturati grazie a questi fondi, però poi si aveva difficoltà a gestirli, si aveva difficoltà a dare anche alle associazioni del territorio delle risorse per poterli gestire. Noi prevedremo in questa nuova misura di quest'anno anche una piccola percentuale che servirà a favorire proprio quei progetti di quei comuni che ci garantiranno, insieme alle associazioni sportive locali, la gestione a lungo periodo anche della struttura, in modo che questi impianti non solo vengano rifatti e ridati alla città, ma possa esserci anche una certezza nella gestione e nel tempo.

Quindi, posso assicurare che il Ministero per lo Sport seguirà tutto questo percorso per renderlo non solo più rapido e agevole, ma anche più trasparente e attento alle esigenze dei territori, consapevoli, come siamo, che creare una struttura del genere su un territorio vale molto più di mettere cento telecamere, anche in termini di sicurezza.

PRESIDENTE. L'onorevole Gallo ha facoltà di replicare.

LUIGI GALLO (M5S). Grazie, Ministro, queste sono importanti e piacevoli notizie. Noi dobbiamo ricordare che Save the children, nell'ultimo rapporto, ha portato dei numeri agghiaccianti sulla povertà culturale, che parlano anche delle opportunità sportive e di mobilità che si offrono ai minori. Si parla, per la Campania, del 66 per cento di minori che non accede ad attività sportive; per la Calabria, del 58 per cento; per la Sicilia, del 64 per cento. Quindi, sono numeri enormi, che speriamo invece vengano abbattuti da una politica in controtendenza, che aumenta le risorse per costruire spazi di vivibilità e spazi anche di divertimento e di socialità.

Abbiamo un problema non indifferente sulle palestre scolastiche. Quindi, quando non ci sono le palestre scolastiche - e anche lì le percentuali sono abbastanza alte e c'è il Ministero dell'Istruzione che sta iniziando a intervenire anche lì con una politica in controtendenza - è chiaro che i due temi vanno a intrecciarsi, perché si possono offrire opportunità anche alle scuole, quando si costruiscono degli impianti sportivi, magari leggeri, vicino agli istituti scolastici.

Ricordo che Nelson Mandela ha detto che lo sport è il linguaggio della politica, è il linguaggio dei giovani e questo, appunto, sono entrambe le deleghe che allego, Ministro, ed è anche un modo per poter trasformare la disperazione in speranza. Quindi, spero che questo sia il primo passo per cambiare rotta. E ne siamo sicuri visti i dati e il raddoppio delle risorse.

(Tempi di avvio delle procedure concorsuali per il reclutamento di docenti previste dal decreto-legge n. 126 del 2019 – n. 3-01281)

PRESIDENTE. L'onorevole Ciampi ha facoltà di illustrare l'interrogazione Piccoli Nardelli ed altri n. 3-01281 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.

LUCIA CIAMPI (PD). Grazie, Presidente. La legge n. 159 del 20 dicembre 2019 prevede l'indizione di una procedura straordinaria, per titoli ed esami, per il reclutamento di docenti della scuola secondaria di primo e di secondo grado. Inoltre, contestualmente, è previsto, oltre alla procedura straordinaria, l'avvio di un concorso ordinario, per titoli ed esami, per la scuola secondaria di primo e secondo grado.

Oltre a questo, si aspetta un concorso per la copertura dei posti per l'insegnamento della religione cattolica e un concorso per l'assunzione di docenti della scuola dell'infanzia e primaria. Quindi, sono importanti questi bandi per il reclutamento dei docenti. Il mondo della scuola, Ministra, attende con interesse e anche con ansia di sapere quali sono i tempi, certi, di emanazione delle procedure concorsuali, previste, appunto, dalla legge.

PRESIDENTE. La Ministra dell'Istruzione, Lucia Azzolini, ha facoltà di rispondere.

LUCIA AZZOLINA, Ministra dell'Istruzione. Onorevole Ciampi, la ringrazio molto per il suo quesito, che mi consente di far conoscere al mondo della scuola, in specie ai tanti aspiranti docenti, la scansione temporale entro cui saranno avviate le procedure concorsuali, sulle quali ha richiamato l'attenzione.

Appena mi sono insediata al Ministero dell'Istruzione, ho assunto un impegno preciso: assicurare la continuità didattica, garantendo il più alto numero possibile di docenti di ruolo in cattedra a partire dal 1° settembre prossimo, così da ridurre, nello stesso tempo, la quota di precariato nella scuola pubblica italiana. È mio intendimento dispiegare ogni sforzo, per tenere sempre fede a questo impegno. Per questo sono molto lieta di informarla che ormai è imminente l'avvio dei concorsi.

Con maggior dettaglio, il concorso straordinario per 24 mila posti per la scuola secondaria di primo e secondo grado sarà bandito entro poche settimane ed i relativi vincitori andranno in cattedra entro il 1° settembre.

Il concorso ordinario per 25 mila posti, sempre per la scuola secondaria di primo e secondo grado, sarà bandito contestualmente al precedente e ci consentirà di mettere in cattedra i vincitori nel successivo anno scolastico.

Anche il concorso ordinario per la scuola dell'infanzia e primaria sarà bandito negli stessi tempi.

Occorre precisare che l'indicazione temporale predetta, quale termine realistico per bandire concorsi, deriva da una specifica esigenza procedurale. Dopo aver avviato, lo scorso gennaio, un tavolo di confronto con le organizzazioni sindacali, ho trasmesso al CSPI (Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione), per acquisirne il parere, i provvedimenti propedeutici all'indizione delle procedure concorsuali, ordinarie e straordinarie, per il reclutamento del personale docente. Mi faccia ricordare che il CSPI è organo collegiale, che garantisce rappresentanza e partecipazione, a livello nazionale, alle diverse componenti della scuola e che, ai sensi dell'articolo 2 del decreto legislativo n. 233 del 1999, è chiamato ad esprimersi, tra l'altro, sugli indirizzi in materia di definizione delle politiche del personale della scuola.

Alla luce di questo ruolo e competenze, il CSPI ha già all'esame: lo schema di decreto che disciplina l'intera procedura concorsuale straordinaria; lo schema di decreto che individua i requisiti di ammissione alle procedure concorsuali ordinarie, disciplina l'articolazione dei contenuti delle prove e riporta, tra l'altro, i programmi d'esame, nonché la tabella dei titoli valutabili; il decreto che riordina i titoli valutabili e riconsidera i punteggi ad essi attribuiti, nell'intenzione di procedere rapidamente anche alla pubblicazione del bando di concorso per la scuola dell'infanzia e primaria.

Il CSPI dispone di un tempo congruo, previsto dalla legislazione vigente, per pronunciarsi. Pur rispettandone doverosamente le prerogative, mi adopererò perché tale organo voglia esprimersi nel minor tempo possibile, per allinearci alle previsioni che ho dianzi riferito.

In merito al concorso per la copertura dei posti per l'insegnamento della religione cattolica, posso confermarle che ho già avviato contatti preparatori a livello di esperti, per un corretto svolgersi delle interlocuzioni con gli organi competenti in seno alla Conferenza episcopale italiana, per l'adozione dell'intesa che è un atto bilaterale preliminare, indispensabile per l'avvio della stessa procedura selettiva.

Mi rende orgogliosa l'impegno che gli uffici del Ministero - che desidero in questa sede ringraziare - hanno profuso, nel poco tempo trascorso dal mio insediamento. A poco più di un mese dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della legge di conversione del decreto-legge n. 126, la stesura degli atti preparatori le procedure concorsuali consentirà di svolgere tutti i concorsi rivolti alle diverse categorie di partecipanti, al fine di potenziare la scuola italiana.

Finisco subito. La stessa attenzione e la medesima solerzia saranno assicurate nelle prossime settimane anche per la integrale attuazione del decreto richiamato.

PRESIDENTE. L'onorevole Ciampi ha facoltà di replicare.

LUCIA CIAMPI (PD). Grazie, Presidente. Mi dichiaro soddisfatta. La solerzia è assolutamente necessaria. Il mondo della scuola la sta osservando e aspetta da lei le risposte, che puntualmente ci ha, in quest'Aula, date.

(Elementi in merito alla procedura di internalizzazione dei servizi di pulizia delle scuole e alla tutela dei lavoratori del settore – n. 3-01282)

PRESIDENTE. L'onorevole Fusacchia ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01282 (Vedi l'allegato A).

ALESSANDRO FUSACCHIA (MISTO-CD-RI-+E). Grazie, Presidente. Vorrei chiedere al Ministro, appunto, lo stato dell'arte rispetto alla procedura di internalizzazione. Stiamo parlando di una norma inizialmente contenuta nella legge di bilancio (non l'ultima, la penultima), che prevedeva inizialmente l'internalizzazione dal 1° gennaio. L'ultima legge di bilancio ha concesso due mesi ulteriori al Ministero, per poter completare le procedure.

Tra il 9 dicembre e l'8 gennaio, il Ministero, che conosceva in quel frangente un cambio importante, che tutti conosciamo, aveva avviato le procedure per la raccolta dei dati da parte della platea. Quindi, vorrei chiedere alla Ministro quali siano i dati relativi alle procedure di internalizzazione in corso e, in particolare, in quali province e per quali platee di lavoratori non sarà possibile offrire, al 1° marzo 2020, condizioni contrattuali non peggiori di quelle godute dal lavoratore fino ad oggi nella stessa provincia, in cui ha svolto le proprie mansioni.

PRESIDENTE. La Ministra dell'Istruzione, Lucia Azzolina, ha facoltà di rispondere.

LUCIA AZZOLINA, Ministra dell'Istruzione. Onorevole Fusacchia come ben sa, l'articolo 58 del decreto-legge n. 69 del 2013, come da ultimo modificato dall'articolo 2, comma 5, lettera d), del decreto-legge n. 126 del 2019, ha stabilito che, dal 1° marzo, tutte le istituzioni scolastiche statali svolgono i servizi di pulizia unicamente mediante il ricorso a collaboratori scolastici, così eliminando la cosiddetta esternalizzazione dei servizi, attualmente svolti dalle imprese di pulizia private.

La stessa disposizione ha autorizzato il Ministero dell'Istruzione ad avviare un'apposita procedura selettiva, finalizzata ad assumere alle dipendenze dello Stato il personale impiegato dalle imprese per lo svolgimento dei predetti servizi.

La suddetta norma, modificata dalla legge di bilancio per l'anno 2019 - quindi è entrata in vigore dal 1° gennaio 2019 - rinvia ad un decreto interministeriale la precisazione dei requisiti per la partecipazione alla procedura selettiva, nonché delle relative modalità di svolgimento e dei termini per la presentazione delle domande. Ebbene, all'insediamento del secondo Esecutivo guidato dal Presidente Conte, tale decreto, che costituisce atto presupposto e imprescindibile per l'avvio della procedura amministrativa, non era stato ancora definito. Solo a seguito di un complesso lavoro istruttorio, che si è svolto in tempi particolarmente stretti, il decreto è stato adottato, il 20 novembre scorso.

In applicazione e nei limiti delle su richiamate disposizioni, con questo decreto si è cercato di ampliare al massimo sia i requisiti di partecipazione sia le risorse utilizzabili, avvalendosi della possibilità di effettuare anche assunzioni a tempo parziale.

Tali finalità sono state rafforzate dalle previsioni contenute nella legge di conversione del decreto-legge n. 126 del 2019. Per effetto di tali previsioni, infatti, è consentito a coloro che saranno destinatari di assunzione a tempo parziale di ottenere da subito una trasformazione a tempo pieno del rapporto di lavoro mediante una mobilità a livello nazionale che si attiva su base volontaria.

In merito ai dati richiesti, le comunico che alla scadenza del termine per la presentazione delle domande di partecipazione, l'8 gennaio scorso, risultano inoltrate 12.977 istanze. Attualmente gli uffici scolastici regionali, grazie anche alla fattiva collaborazione del Ministero della Giustizia e dell'Istituto nazionale della previdenza sociale, stanno effettuando l'accertamento dei requisiti ed entro questo mese verranno pubblicate le graduatorie provinciali definitive. Ciò consentirà l'assunzione dei collaboratori scolastici entro la data prevista dalla legge, ossia il 1° marzo 2020.

Posso rassicurarla sul fatto che il Ministero dell'Istruzione ha posto in essere tutte le iniziative di propria competenza al fine di favorire l'assorbimento più ampio possibile della platea dei lavoratori interessata, mirando, nel contempo, alla salvaguardia dei livelli occupazionali e reddituali e a garantire il corretto funzionamento delle istituzioni scolastiche.

PRESIDENTE. L'onorevole Fusacchia ha facoltà di replicare.

ALESSANDRO FUSACCHIA (MISTO-CD-RI-+E). Presidente, mi dico soddisfatto perché conosco la Ministra Azzolina e so che conosce la complessità della materia, e conosco la dedizione e la solerzia con cui sta affrontando la cosa. Ho capito che c'è una situazione sotto controllo, relativamente sotto controllo, e che sarà effettuato tutto nel rispetto dei tempi e, quindi, mi fermo qui.

(Elementi e iniziative in merito alle prospettive della divisione «automazione» dello stabilimento di Genova della Leonardo S.p.a. – n. 3-01283)

PRESIDENTE. L'onorevole Pastorino ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01283 (Vedi l'allegato A).

LUCA PASTORINO (LEU). Grazie, signora Presidente. Leonardo Spa è un'azienda italiana operante nel settore della difesa, dell'aerospazio e della sicurezza il cui maggiore azionista è il Ministero dell'Economia e delle finanze con una quota del 30 per cento (quindi, lo Stato).

Leonardo, attraverso la divisione automazione, occupa una storica presenza industriale nella città di Genova. Negli ultimi tempi, però, il nuovo responsabile della divisione automazione, come detto, avrebbe affermato che la stessa non rientrerebbe più nel core business della società a partecipazione pubblica ed è stata addirittura paventata la possibilità di una joint venture con partner esterni. Il 17 gennaio 2020 si è svolto uno sciopero al quale hanno aderito tutte le RSU e le RSU compatte hanno affermato di voler manifestare contro la volontà del management di portare la business unit automazione fuori dal perimetro di Leonardo Spa (si tratta di 420 lavoratori).

Quindi, il quesito è se sia a conoscenza di questa situazione critica e possa chiarire, in virtù intanto della quota di partecipazione dello Stato in Leonardo e data l'importanza che riveste questa attività nel capoluogo ligure, quale sarà lo sviluppo industriale della divisione automazione e il piano industriale della stessa.

PRESIDENTE. Il Ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, ha facoltà di rispondere.

STEFANO PATUANELLI, Ministro dello Sviluppo economico. Grazie, Presidente. Ringrazio gli onorevoli interroganti. Si tratta della questione che riguarda l'azienda italiana Leonardo Spa e, in particolare, l'unità di business automazione, ramo di attività con sede a Genova. Come giustamente diceva l'interrogante, Leonardo è leader del settore difesa aerospazio e sicurezza ed è presente sul territorio ligure con oltre 2.700 risorse dislocate presso i siti di Genova e La Spezia, dove insistono le divisioni del cyber security ed elettronica.

L'area di Genova risulta, tra l'altro, in espansione e ospiterà, infatti, una delle sedi di “Leonardo Labs”, strutture di ricerca centrali incaricate di lavorare su programmi di frontiera nel medio-lungo periodo, trasversali alle aree di business aziendale e in grado di sviluppare le tecnologie del futuro e anticipare la domanda del mercato.

In particolare, la business unit automazione si occupa di soluzioni integrate per la gestione, lo smistamento e la tracciatura di tutte le tipologie di oggetti postali e dei bagagli. Tale area di attività conta oggi un organico pari a 438 risorse dislocate sui vari siti e nel sito genovese insistono attualmente 356 risorse. La Leonardo Spa ha riferito che il portafoglio ordini è in costante crescita, anche grazie all'aggiudicazione di importanti commesse internazionali, e stima che nel 2020 si possano raggiungere valori superiori rispetto alla media dei principali competitor.

Per quanto riguarda gli impatti delle attività della business unit automazione sul territorio, l'azienda rappresenta che gli ordini diretti alla BU sono realizzati quasi esclusivamente in favore di aziende e fornitori con sede in Liguria.

Rispetto al timore rappresentato dagli interroganti circa la volontà del management di Leonardo di portare l'attività di automazione fuori dai perimetri aziendali, i dati fin qui raccolti sembrerebbero dimostrare che la business unit automazione rappresenti, invece, un pilastro della presenza dell'azienda in Liguria e, di conseguenza, uno degli asset del piano industriale di Leonardo 2018-2022. I futuri sviluppi della BU Automazione, al pari di ogni attività industriale, sono strettamente legati alle opportunità di business commerciali nazionali e internazionali che si presenteranno nel corso dei prossimi anni.

In conclusione, quindi, tenuto conto dello scenario rappresentato e considerato che al momento non sono state segnalate criticità dall'azienda, il Ministero dello Sviluppo economico non mancherà di rendersi disponibile, ove fosse necessario, a intervenire per garantire la continuità produttiva della divisione automazione nella città di Genova attraverso interlocuzioni diretti con l'azienda e con le organizzazioni sindacali, considerata la sua strategicità nel settore del sito in parola.

PRESIDENTE. L'onorevole Pastorino ha facoltà di replicare.

LUCA PASTORINO (LEU). Ringrazio il signor Ministro perché ci dichiariamo soddisfatti della risposta e, quindi, siamo qui a tranquillizzare - io ho detto 420 e lei 356 - quel numero di lavoratori, insomma, che sono impiegati a Genova. È chiaro che questo è un tema sul quale vigileremo e vigileremo in ragione di una presenza, come dice lei, molto importante. Prendiamo anche atto degli sviluppi ad ampio raggio, diciamo, e anche dei numeri stessi che ieri sono stati comunicati dall'amministratore delegato Profumo che parla di performance 2019 al di sopra delle aspettative.

In ragione di tutto questo ci permettiamo anche di ricordare le parole dello stesso Profumo che nei giorni successivi al crollo del ponte Morandi aveva preso un impegno molto preciso nei confronti della città e dei lavoratori, ovvero l'obiettivo di supportare i dipendenti e sorvegliare aree critiche con le nostre tecnologie e questo è stato fatto. Dunque, flessibilità e smart working per limitare i disagi sofferti dal personale e so che c'è un accordo in corso o già fatto. Poi, è stato confermato l'impegno per lo sviluppo delle attività produttive di Genova.

Io credo che questi impegni vadano mantenuti e lei ce lo sta confermando. È chiaro, però, che lo sciopero dell'ultimo 17 gennaio non è avvenuto casualmente ma è avvenuto evidentemente in ragione di warning che ci sono stati, più o meno ufficiali, che hanno messo in allarme non solo i lavoratori di Leonardo ma tutta la città, già colpita negli ultimi tempi da disagi di vario genere. Quindi, tenendo ben fermo l'impegno che oggi lei mi conferma da parte del Governo, ci riteniamo soddisfatti e vigileremo, ovviamente, sull'evolversi della situazione.

(Iniziative di competenza volte a garantire un sistema di contenimento delle crisi d'impresa, anche attraverso il rinvio dell'entrata in vigore del nuovo sistema di allerta introdotto dal decreto legislativo n. 14 del 2019 - n. 3-01284)

PRESIDENTE. L'onorevole Librandi ha facoltà di illustrare l'interrogazione Moretto ed altri n. 3-01284 (Vedi l'allegato A), che ha sottoscritto in data odierna.

GIANFRANCO LIBRANDI (IV). Grazie, Presidente. Illustrissimo Ministro, il nuovo sistema di allerta introdotto dal decreto legislativo n. 14 del 2019, che entrerà in vigore il 15 agosto 2020, ha lo scopo di anticipare l'emersione delle difficoltà delle imprese per aumentare le possibilità di risanamento e la continuità aziendale. Da un'analisi del Cerved sulla base dei bilanci 2018, oltre l'8 per cento delle società di capitali è a rischio segnalazione e, in particolare, la percentuale aumenta con il diminuire delle dimensioni aziendali.

Considerato anche che molte aziende non hanno ancora provveduto a nominare gli organi di controllo previsti dalla normativa, si chiede quali iniziative si intendano assumere per garantire il contenimento delle crisi di impresa, eventualmente prorogando l'entrata in vigore del nuovo gravoso sistema di allerta, e per applicare il principio di proporzionalità di rischio in considerazione delle dimensioni delle imprese.

PRESIDENTE. Il Ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, ha facoltà di rispondere.

STEFANO PATUANELLI, Ministro dello Sviluppo economico. Grazie, Presidente. Ringrazio gli onorevoli interroganti e con riferimento all'atto di sindacato ispettivo in parola tengo a precisare, ancora una volta, che l'azione del MiSE è istituzionalmente orientata alla salvaguardia del patrimonio produttivo di tutte le imprese e, a fronte delle crisi, è concentrata a favorire la prosecuzione dell'attività e ad adottare ogni misura necessaria, anche in collaborazione con gli altri ministeri, per la salvaguardia dei livelli occupazionali e per garantire la continuità produttiva.

Nello specifico della domanda posta dall'onorevole interrogante, vorrei evidenziare che una delle principali novità introdotte dal decreto legislativo n. 14 del 2019 è costituita dagli istituti dell'allerta e di composizione assistita della crisi, basata sulla contestazione che la possibilità di salvaguardare i valori di un'impresa in difficoltà sono direttamente proporzionali alla tempestività dell'intervento risanatore. La logica della nuova normativa è dichiaratamente orientata nel senso della prevenzione della crisi di impresa e in tal senso una delle misure di maggiore spessore è senz'altro l'attuale articolo 379 del citato codice che, al primo comma, ha imposto alle Srl cooperative la nomina di un soggetto revisore o sindaco per valutare la compresenza di indici di allerta e mettere in moto il procedimento che potrebbe concludersi presso l'OCRI, l'organismo di composizione della crisi di impresa. Appare evidente che i dati forniti dall'onorevole interrogante…Purtroppo, non abbiamo avuto modo di verificarli, visti ovviamente i tempi, ma siamo certi che siano corretti. Il livello di ottemperanza delle imprese a quanto disposto dalla norma non può essere considerato soddisfacente. La norma qui discussa prevede tuttavia al secondo comma che gli uffici del registro delle imprese, ossia il conservatore, possano verificare la sussistenza del superamento degli indici di crisi previsti e, in mancanza della nomina da parte della società di sindaci revisori e dell'adeguamento dello statuto ovvero dell'atto costitutivo, sono tenuti ad informare il tribunale affinché questo si sostituisca all'inerzia degli organi sociali, nominando d'ufficio il sindaco ovvero il revisore. Orbene, in questa prima fase gli uffici del registro delle imprese si sono attenuti ad un profilo cooperativo, richiamando le società all'adempimento, ancorché tardivo, dell'obbligo previsto dal primo comma della norma, anche al fine di evitare l'ingolfamento dei tribunali e poter raggiungere al contempo il risultato voluto espressamente dalla norma.

Invero, la citata disposizione offre diverse opportunità all'impresa in termini di prevenzione del fallimento. Il Ministero della Giustizia ha informato infatti che un eventuale differimento dei termini, che ovviamente dovrebbe essere configurato come una riapertura degli stessi e non una proroga, dovrebbe tener conto dell'evidente iniquità sotto il profilo concorrenziale delle imprese che hanno rispettato il termine di adempimento rispetto a quelle che tale termine hanno disatteso. Inoltre, allo scopo di consentire un'applicazione progressiva del sistema dell'allerta, lo schema di decreto legislativo recante disposizioni integrative e correttive del codice prevede che i citati obblighi di segnalazione operino a decorrere dal 15 febbraio 2021 per le imprese non obbligate alla nomina dell'organo di controllo. Questo slittamento consentirà alle imprese più piccole di adottare le necessarie misure organizzative, ad esempio ricorrendo alla facoltà di indicare nella nota integrativa al bilancio di esercizio gli indici che risultano correttamente idonei a far emergere l'eventuale stato di crisi.

Alla luce di quanto detto, voglio sottolineare infine che dalla citata norma del codice…

PRESIDENTE. La invito a concludere.

STEFANO PATUANELLI, Ministro dello Sviluppo economico. Concludo immediatamente. Ci si attende un contributo per la prevenzione delle crisi di impresa e la conseguente salvaguardia del tessuto produttivo italiano. In ogni caso sarà mia cura rappresentare le questioni segnalate dall'onorevole interrogante al Ministero direttamente competente, il Ministero della Giustizia.

PRESIDENTE. L'onorevole Moretto ha facoltà di replicare.

SARA MORETTO (IV). Presidente e signor Ministro, concordiamo con lei che l'obiettivo è quello di conservare il nostro tessuto produttivo e siamo fermamente convinti della direzione che abbiamo assunto nel nostro Paese con la riforma della legge fallimentare: prima di tutto perché ha consentito di liberare le persone dall'onta sociale e personale che si portava dietro la parola “fallimento”, e in più perché le misure cui lei faceva cenno prima consentono di anticipare le crisi e quindi evitare i disastri che a catena spesso si sono succeduti nei nostri territori a seguito delle chiusure delle aziende, favorendo quindi la continuità.

Crediamo però che i nuovi adempimenti…Quindi fermo restando il fatto che abbiamo gli stessi obiettivi, crediamo che i nuovi adempimenti vadano introdotti con una maggiore proporzionalità rispetto alle dimensioni delle imprese coinvolte. Tenga conto che un organo di controllo può costare ad un'azienda (parliamo dei costi minimi) dai 4 agli 8 mila euro all'anno, che per un'impresa di piccole dimensioni non sono proprio ininfluenti nel bilancio aziendale. Capiamo pure le motivazioni che lei adduce rispetto a un'impossibilità di prorogare per non creare iniquità con le altre aziende; però crediamo che l'occasione dell'aggiornamento del codice che avremo a breve possa essere anche l'occasione per riflettere su questa proporzionalità.

Le presentiamo anche un suggerimento in quest'Aula, credendo che possa essere utile: per esempio potrebbe essere utile pensare di obbligare le imprese al rispetto della nomina di questi organi, nel caso in cui rispettino due su tre dei criteri che sono indicati, quindi non solo più uno. Oggi anche un'impresa che ha solo 20 dipendenti, ma magari un fatturato minimo, è obbligata a sostenere questi costi e a dotarsi di un organo di controllo: noi chiediamo di valutare l'ipotesi di imporre quest'obbligo alle imprese che rispettano due fra i criteri indicati dall'attuale normativa. Questo sarebbe un grande segnale di rispetto verso le piccole imprese, che rappresentano il tessuto fondamentale della nostra economia (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

(Elementi e iniziative in ordine al progetto di fusione tra Fiat e Peugeot, nell'ottica di una politica industriale che riaffermi il carattere strategico del settore automobilistico – n. 3-01285)

PRESIDENTE. L'onorevole Porchietto ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01285 (Vedi l'allegato A).

CLAUDIA PORCHIETTO (FI). Presidente, Ministro, il 18 dicembre, come lei sa molto bene, c'è stato un consiglio di sorveglianza, Peugeot e FIAT Chrysler, che ha approvato un memorandum d'intesa che è vincolante e propedeutico per la fusione.

Nascerà da questa fusione il quarto produttore internazionale di auto: 8,7 milioni di auto immatricolate ogni anno (si spera, mi permetto di dire). La governance di questo futuro nuovo colosso dell'auto prevede 5 consiglieri di estrazione PSA, 5 consiglieri FCA, ma l'undicesimo consigliere - l'amministratore delegato - sarà di nomina Peugeot e sarà appunto Carlos Tavares, persona molto conosciuta nel settore che ha effettuato una grande operazione di ristrutturazione.

Lei, Ministro, ha convocato tre tavoli in queste settimane, sta lavorando alacremente su questo tema, anche se le prospettive del mercato sappiamo che non sono facili, soprattutto adesso dopo il tema del Coronavirus. Ecco, noi quello che vorremmo capire, con lei e con il Governo, è se non ritenga opportuno costruire un'ampia strategia rispetto al principale settore manifatturiero dell'auto; e soprattutto…

PRESIDENTE. La invito a concludere.

CLAUDIA PORCHIETTO (FI). Rubo ancora veramente soltanto trenta secondi. Vorremmo capire come pensa di costruire una politica industriale sull'indotto, rivolta a creare competitività, attrarre capitali e anche aiutare le imprese magari a fusioni ed acquisizioni in questo settore.

PRESIDENTE. Il Ministro dello sviluppo economico, Stefano Patuanelli, ha facoltà di rispondere.

STEFANO PATUANELLI, Ministro dello Sviluppo economico. Presidente, ringrazio gli onorevoli interroganti, che toccano due temi che sostanzialmente si intersecano: da un lato la grande fusione tra FCA e il gruppo Peugeot, dall'altra parte il tema automotive in generale, una filiera che ha un profondo radicamento nel nostro tessuto imprenditoriale e industriale. Da un lato abbiamo avuto pubbliche e ampie rassicurazioni rispetto agli investimenti del piano industriale che FCA sta attuando nel nostro Paese, che vengono confermati; ovviamente sarà compito del Governo monitorare come sempre l'attuazione dei piani industriali e non abbiamo motivo di preoccupazione in questo senso. Dall'altra parte abbiamo certamente un settore che è profondamente toccato dalla transizione, cioè dalla propulsione endotermica alla trazione elettrica. Questo tema, che è un macro-obiettivo europeo, riguarda le emissioni e quindi la possibilità che il settore dei trasporti contribuisca al raggiungimento degli obiettivi in termini di emissioni di CO2, che noi abbiamo fissato anche nel PNIEC che a dicembre abbiamo consegnato alla Commissione europea, all'Unione europea, e questo porterà certamente ad una necessità di transizione anche dei settori sottostanti alla produzione di automobili. Dirò di più: credo sia un settore dove le nuove tecnologie porteranno un profondo mutamento della mobilità in termini di richiesta di mobilità e non di automezzi. È probabile che in un futuro molto vicino noi avremo a disposizione delle app che ci consentano di far arrivare una macchina a guida probabilmente assistita e probabilmente elettrica, e con uno sharing naturale ci porteranno da altre parti; quindi noi acquisteremo mobilità e l'automobile diventerà una commodity e non un bene ad acquisto diretto. Questo ci fa riflettere sulla necessità oggi di avere una strategia a medio-lungo termine, che stiamo elaborando assieme ovviamente a tutti gli stakeholder e ai portatori di interesse su questo specifico settore industriale, che è centrale per il nostro Paese. Abbiamo convocato il tavolo automotive, inizialmente un tavolo complessivo, per poi suddividerlo in tre sottotavoli tematici: uno che agisce sulla domanda, uno sulle infrastrutture a rete e l'altro sull'offerta. Da questo percorso nascerà tutta la visione che il Ministero dello sviluppo economico e il Governo nel suo complesso adotteranno per gli interventi anche incentivanti nel settore automotive, che deve assolutamente mettere al centro una filiera che per il nostro Paese e per il nostro tessuto industriale è fondamentale.

PRESIDENTE. L'onorevole Porchietto ha facoltà di replicare.

CLAUDIA PORCHIETTO (FI). Presidente, Ministro, guardi, anche noi non siamo preoccupati in questo momento rispetto alla garanzia degli investimenti che il gruppo FCA aveva già garantito lo scorso anno, i famosi 5 miliardi di euro che stanno già investendo; siamo un po' più preoccupati invece per quanto riguarda le politiche industriali legate alla filiera e quindi all'indotto dell'auto. Le spiego velocemente i motivi. Noi abbiamo due grandi competitor in Europa che vorremmo che diventassero alleati, ma che in questo momento non lo sono: la filiera dell'auto francese e la filiera dell'auto tedesca. Tra l'altro, il problema che noi vediamo è che sappiamo che ci sono già questi IPCEI, che sono questi importanti progetti strategici europei che hanno già bandito una serie di interventi significativi, hanno autorizzato il Governo italiano ad investire fuori dagli aiuti di Stato 1 miliardo di euro, quindi una cifra significativa, che però dovrà essere in realtà confermata sulle leggi di bilancio europee; quindi vorremmo capire anche chi si occuperà di attenzionare il Governo europeo rispetto ad un tema che per noi è dirimente. Stanno per partire nuovi IPCEI soprattutto sul tema dell'automobile green e del connected sull'idrogeno, però non ne sentiamo parlare di questo. Soprattutto, Ministro, il primo tavolo, che si è tenuto ieri, era il tavolo legato alla domanda ed è stato un tavolo molto interlocutorio in cui tante sono state le parti che sono intervenute; a chiusura, i rappresentanti del Ministero hanno detto laconicamente: raccoglieremo le informazioni e faremo un dossier. Ministro, non abbiamo bisogno di dossier perché lo conosciamo molto bene quel settore, soprattutto lo conoscono molto bene le imprese. Abbiamo bisogno di capire qual è la politica che vuole fare questo Governo. Questo Governo è già autorizzato a spendere un miliardo di euro dalla Comunità europea: dove li volete mettere? Questo è il tema. Noi dobbiamo essere competitivi rispetto alla filiera francese, rispetto alla filiera tedesca; abbiamo un indotto importante, che deve evolvere, perché non sarà più, come diceva lei precedentemente, la mobilità tradizionale quella che trainerà il mercato, ma non abbiamo ancora chiarezza di dove questo Governo vuol portare il settore. Le chiediamo di occuparsene (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

(Iniziative volte al rilancio e alla riqualificazione degli stabilimenti Whirpool in Italia – n. 3-01286)

PRESIDENTE. L'onorevole Acquaroli ha facoltà di illustrare l'interrogazione Lollobrigida ed altri n. 3-01286 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

FRANCESCO ACQUAROLI (FDI). Presidente, signor Ministro, nel mese di ottobre 2018 Whirlpool sigla un piano industriale che toccava gli anni 2019, 2020 e 2021; in quell'occasione anche il Governo si era espresso con entusiasmo rispetto all'impegno che Whirlpool aveva assunto nel mantenimento delle linee di produzione e quindi di non dismettere le linee di produzione che erano presenti negli stabilimenti italiani. Oggi, invece, noi abbiamo dei dubbi e vorremmo chiedere a lei se nel piano industriale c'era scritto che gli stabilimenti di Napoli e di Comunanza si trasferissero in Polonia - quindi la linea delle lavatrici, per capirci - e, per quello che concerne anche la progettazione, che è invece nello stabilimento di Fabriano, se è previsto nel piano industriale che si dismetta in Cina. Vorremmo capire qual è l'intendimento del Governo rispetto alla crisi di questa importantissima azienda.

PRESIDENTE. Il Ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, ha facoltà di rispondere.

STEFANO PATUANELLI, Ministro dello Sviluppo economico. Grazie, Presidente, e ringrazio gli onorevoli interroganti. Ovviamente il piano industriale non prevedeva, come è noto, la dismissione dello stabilimento di Napoli, né una retrocessione di alcune produzioni negli altri stabilimenti, che, ricordo, riguardano Carinaro, Cassinetta, Comunanza, Melano e Siena, oltre alla progettazione, non soltanto quindi la produzione. Ad oggi, con una comunicazione fatta a settembre, l'azienda ha comunicato di voler attivare una procedura di dismissione e l'unico stabilimento interessato a questa dismissione è quello di Napoli, come è noto; procedura che doveva attivarsi immediatamente per concludersi nel mese di ottobre; siamo riusciti ad ottenere un primo slittamento al 31 marzo e, recentemente, la scorsa settimana, dieci giorni fa, ad avere l'impegno alla produzione fino al 31 ottobre di quest'anno, nello stabilimento di Napoli. Ovviamente questo non è un risultato soddisfacente, perché non è il risultato definitivo che vogliamo ottenere. Abbiamo dato mandato ad Invitalia, da qualche settimana, assieme a Whirlpool, con l'apertura di una data room, di verificare i dati di business che ha comunicato l'azienda in modo, ovviamente, unilaterale, non avendo fino ad oggi la possibilità di verificare se la condizione di mercato effettivamente obbliga Whirlpool a dismettere quello stabilimento o se ci sono margini, grazie all'intervento del MiSE ovviamente e anche della regione Campania, di investire assieme a Whirlpool in quello stabilimento, quindi incentivando la continuità produttiva. Il Ministero dello sviluppo economico ha dichiarato - l'ho fatto io personalmente più volte - che non è accettabile una decisione unilaterale, che quello stabilimento deve continuare a produrre e che siamo disponibili a mettere tutti gli strumenti a nostra disposizione a disposizione di Whirlpool per continuare la produzione in quello stabilimento. È altresì vero che c'è un problema di mercato per quel prodotto; riteniamo che allora si possa pensare di cambiare prodotto e non di sospendere la produzione.

Ad ogni modo, non volendo trovarci a ottobre con un'unica possibilità, che sarà quella proposta dall'azienda, assieme a Invitalia, oltre a valutare i dati della data room messa a disposizione da Whirlpool, stiamo interloquendo con altri imprenditori dello stesso settore per un eventuale cambio di marchio e stiamo valutando altre possibilità imprenditoriali per continuare la produzione Whirlpool garantendo i livelli occupazionali.

PRESIDENTE. L'onorevole Acquaroli ha facoltà di replicare.

FRANCESCO ACQUAROLI (FDI). La ringrazio, Ministro, per la sua risposta, resta il fatto che ormai sono anni che queste comunità, che sono toccate da questa crisi aziendale, con passaggi di proprietà già precedenti, vivono nell'incertezza. Io non conosco bene la situazione di Napoli, nelle Marche però conosco abbastanza bene quella di Comunanza di Fabriano, e Whirlpool è fondamentale per l'economia di questi territori; sono preoccupati e vivono un'ansia continua. Il ruolo del Governo - sicuramente quello che è stato fatto, ma anche quello che si dovrà fare - diventa centrale, per dare quanto prima delle certezze e per fare chiarezza rispetto ad un percorso che ineludibilmente deve rimanere legato a questi territori. Non ci rassicura che un piano industriale tanto osannato a ottobre del 2018, sostanzialmente neanche alla metà della sua durata, non valga più niente, perché significa veramente che siamo davanti a una situazione che può precipitare in qualsiasi momento, lasciando centinaia di famiglie in una situazione veramente drammatica. Noi vorremmo che chi ha preso questo impegno nell'ottobre del 2018 con il Governo lo mantenesse, e si impegnasse anche al rilancio di questo settore strategico, perché Whirlpool è un'eccellenza, rappresenta la storia di un'eccellenza, e oggi rappresenta il presente di tante famiglie. Noi vorremmo che in qualche maniera si potesse continuare questo percorso, e il Governo e tutte le istituzioni che possono intervenire al riguardo debbono mettere il massimo per fare chiarezza quanto prima e garantire la continuità produttiva di un comparto che è stato appunto importante e deve continuare ad essere importante (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

(Iniziative in relazione alla decisione unilaterale dell'Algeria di estendere la propria zona economica esclusiva marittima – n. 3-01287)

PRESIDENTE. L'onorevole Borghi ha facoltà di illustrare l'interrogazione Molinari ed altri n. 3-01287 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

CLAUDIO BORGHI (LEGA). Presidente, per incredibile che possa sembrare, nel 2018 l'Algeria ha unilateralmente dichiarato la propria zona economica esclusiva estendendola fino a 400 chilometri dalla propria costa. All'atto pratico - almeno così tutti capiscono - a 12 chilometri dalle coste della Sardegna, diventa area algerina. Dato che la cosa è di una gravità così enorme, dato che ci sono stati due anni di tempo, dove mi risulta che al di là di qualche scambio di cortesie fra le ambasciate e una lettera mandata alle Nazioni Unite a cui non c'è stata risposta, non sia ancora stata risolta la questione, e dato che il nostro Presidente è stato ad Algeri a gennaio, ci interesserebbe sapere cosa è lo stato dell'arte della situazione e cosa aspettiamo a far valere i nostri diritti dopo una cosa così plateale come questa invasione dei nostri interessi.

PRESIDENTE. Il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico D'Incà, ha facoltà di rispondere.

FEDERICO D'INCA', Ministro per i Rapporti con il Parlamento. Signor presidente, colleghi deputati, rispondo agli onorevoli interroganti sulla base degli elementi forniti dal Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, impossibilitato a partecipare alla seduta. Con decreto presidenziale del 20 marzo 2018, l'Algeria ha proclamato la propria zona economica esclusiva (ZEE), indicandola come una serie di coordinate geografiche. La decisione, assunta senza un preliminare accordo con gli Stati frontisti e confinanti, crea una ZEE sovrapposta, ad ovest della Sardegna, alla zona di protezione ecologica (ZPE) istituita dall'Italia nel 2011 e con l'analoga ZEE istituita dalla Spagna nel 2013. La ZEE algerina lambisce per 70 miglia le acque territoriali italiane a sud-ovest della Sardegna. Proclamando una ZEE di tale estensione, l'Algeria ha disatteso l'articolo 74 della Convenzione ONU sul diritto del mare, che richiede agli Stati, nelle more di un accordo di delimitazioni, di cooperare in buona fede con gli Stati vicini e di non compromettere o ostacolare il raggiungimento dell'accordo finale con comportamenti lesivi degli interessi degli altri Stati.

L'Italia ha contestato la decisione algerina con una nota a verbale del 26 novembre 2018, con cui si propone l'avvio di negoziati per raggiungere un accordo di reciproca soddisfazione in materia, in linea con il richiamato articolo 74 della predetta Convenzione, peraltro richiamata anche dal citato decreto presidenziale algerino. La contestazione è stata successivamente ribadita con un'analoga nota della rappresentanza d'Italia presso le Nazioni Unite al Segretario generale dell'ONU, inviata il 28 novembre 2018. A seguito della contestazione italiana, l'Algeria si è detta disponibile, con nota verbale del 20 giugno 2019, ad agire in comune attraverso il dialogo allo scopo di giungere ad una soluzione equa mutualmente accettabile sui limiti esterni della zona economica esclusiva dell'Algeria e dello spazio marittimo dell'Italia, conformemente all'articolo 74 e alla Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare. In risposta l'Italia ha proposto la costituzione di una commissione congiunta che porti in tempi ragionevolmente brevi alla definizione di un accordo di delimitazione. All'inizio del 2019, il sottosegretario agli esteri Di Stefano ha chiesto formalmente elementi di valutazione a tutti i Ministeri coinvolti ed ad ottobre, sulla base delle informazioni ricevute, ha convocato un tavolo interministeriale a cui ha partecipato anche la Marina militare. In collaborazione con l'Istituto idrografico della Marina è stato concluso lo studio preliminare per la definizione dei metodi di calcolo e l'identificazione delle coordinate geografiche della delimitazione tra le aree marittime di interesse dei due Paesi. In questa azione di coordinamento interno al Governo la Farnesina ha svolto un ruolo centrale con le iniziative del Ministro Di Maio e del sottosegretario Di Stefano. Questi ultimi hanno sollevato poi l'argomento a margine del Med-Dialogues, ad inizio dello scorso dicembre, con il Ministro degli Esteri algerino ottenendo la rassicurazione che non c'è da parte di Algeri alcuna volontà di ledere gli interessi del nostro Paese. Le posizioni italiane sono state condivise con la Spagna che non ha ancora avviato contatti con l'Algeria. In occasione della visita del Ministro Di Maio ad Algeri, l'8 e il 9 gennaio 2020, il Ministro degli Esteri algerino ha ribadito la massima apertura al negoziato con il nostro Paese per una rapida soluzione mutualmente conveniente della questione. Alla luce della progressiva stabilizzazione del quadro politico interno, dopo le elezioni del nuovo Capo dello Stato e la nomina del nuovo Esecutivo, si sta concretizzando la costituzione di una commissione che possa negoziare con l'Algeria e la delimitazione delle rispettive aree marittime di interesse esclusivo. La prima riunione dovrebbe aver luogo auspicabilmente tra fine febbraio e inizio marzo. Nello stesso periodo il sottosegretario Di Stefano sta organizzando una visita in Algeria. Ricordo peraltro che il 20 dicembre 2019 è stata depositata qui alla Camera dalla deputata Di Stasio la proposta di legge per fornire una migliore cornice per il negoziato, prevedendo la possibilità dell'istituzione di una ZEE sulla base di un decreto del Presidente della Repubblica previa deliberazione del Consiglio dei ministri.

PRESIDENTE. L'onorevole Borghi, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.

CLAUDIO BORGHI (LEGA). Grazie, Ministro. Però io trasecolo, mi scusi. Se a fronte di un'invasione (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) delle acque territoriali prospicienti il nostro territorio in una parte che non so se magari qualcuno considera poco importante ma che io considero molto importante qual è la Sardegna, che è parte integrante del nostro Stato, da parte dell'Algeria, al momento dalla sua risposta mi viene fuori che c'è una lettera e poi simpatici dialoghi verbali e forse faremo un tavolo di negoziati. Ma che negoziati dobbiamo fare? Ma scusate la volta che l'Albania si annette le Tremiti cosa facciamo? Mandiamo una lettera, facciamo dei negoziati? E se la Slovenia si prende il Friuli (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)? Ma non lo so, ma ragazzi, io veramente non capisco se vogliamo divertirci a fare gli zerbini del mondo oppure se qualche volta potremmo iniziare a difendere con l'energia (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) di cui una volta magari si poteva anche menar vanto perché ricordiamo che il tanto vituperato Craxi, che per qualcuno di voi è solo un ladro, quando c'era da mettere in gioco gli interessi italiani, non ha esitato a fronteggiare anche gli americani a Sigonella. Ecco noi non abbiamo il coraggio neanche di affrontare gli algerini. Ecco su quella rotta lì oltretutto, su quel mare che adesso l'Algeria, nelle more che noi scriviamo la lettera o che facciamo il tavolino per vedere di fare il negoziato, considera a tutti gli effetti suo, stanno cominciando ad arrivare i migranti perché sono 200 su quella rotta che sono sbarcati in Sardegna a fronte di zero prima di questa decisa reazione dell'Italia. Bene, penso che forse, almeno per questa volta, sarebbe opportuno che l'Italia mostrasse un minimo di spina dorsale non dico tanto, non dico di andare lì con gli incrociatori, non dico di andare lì con una corazzata come avrebbero fatto gli inglesi, come avrebbero fatto i francesi o qualsiasi altra nazione adulta del mondo, ma almeno iniziare con un atto scritto a far capire che il mare davanti alla Sardegna non è dell'Algeria, penso che sia il minimo che ci si possa attendere dal nostro Governo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Battelli, Brescia, D'Uva, Del Re, Delmastro Delle Vedove, Delrio, Gallo, Gebhard, Gelmini, Giaccone, Giachetti, Grande, Invernizzi, Iovino, Lorefice, Losacco, Lupi, Maggioni, Molinari, Paolo Russo, Saltamartini, Schullian, Scoma e Zoffili sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.

I deputati in missione sono complessivamente ottantatré, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta. Ha chiesto di intervenire l'onorevole Scanu. Ne ha facoltà.

LUCIA SCANU (M5S). Grazie, Presidente. Oggi, in quest'Aula voglio portare la voce dei cittadini del mio territorio. Recentemente a Oristano, Bosa e Terralba si sono svolti degli incontri promossi dai commercianti della provincia per fare emergere la situazione drammatica delle imprese locali e le gravi problematiche del settore. Allora, a tutte le partite IVA in Italia voglio manifestare tutta la mia vicinanza e la solidarietà del MoVimento 5 Stelle, ma un gesto di vicinanza non basta se non è seguito da provvedimenti concreti. In questi anni di legislatura, il nostro obiettivo, come MoVimento, è stato di realizzare una serie di misure volte a contrastare l'eccessivo carico burocratico e fiscale e a rendere dunque più facile la vita di chi, ogni giorno, si impegna per trainare l'economia locale. Attraverso l'ultima legge di bilancio, ad esempio, abbiamo confermato il regime forfettario con il limite reddituale di 65 mila euro e aliquota al 15 per cento, che consente di poter godere dell'esenzione IVA e ritenuta d'acconto. Con diverse misure abbiamo, quindi, cercato di semplificare la vita di tanti lavoratori che costituiscono la spina dorsale della nostra economia, ma evidentemente non basta. Dobbiamo fare di più. Presidente, occorre che tutti ci interroghiamo sulle richieste di aiuto che da tempo pervengono dai nostri lavoratori autonomi. Tra queste, vi sono - vorrei citare - la cassa integrazione in caso di cessazione o fallimento, la copertura economica in caso di malattia, gravidanza, disoccupazione e un'agevolazione per i contributi INPS. Ci impegneremo affinché queste istanze non restino confinate nel libro dei sogni, ma possano entrare con forza nel dibattito parlamentare. È nostro compito dare risposte concrete a un settore vitale del nostro sistema produttivo che conta più di 5 milioni di partite IVA. È proprio a loro che la politica oggi deve guardare con grande attenzione attraverso un regime fiscale semplificato, imposte ridotte e un sistema di accertamento meno invasivo, e partite IVA, vecchie e nuove, devono poter guardare al futuro con ottimismo e serenità (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Di Lauro. Ne ha facoltà. Non è presente, quindi si intende che vi abbia rinunziato.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Acunzo. Ne ha facoltà.

NICOLA ACUNZO (M5S). Grazie, Presidente. Volevo portare all'attenzione di quest'Aula che il 20 gennaio di quest'anno abbiamo celebrato il centenario della nascita di Federico Fellini e che, attraverso l'Intergruppo parlamentare Cinema e arti dello spettacolo, si sta promuovendo, attraverso l'insieme di una condivisione su una tematica che è l'arte cinematografica e l'orgoglio italiano attraverso la cultura e il cinema che il prezioso cineasta Federico Fellini ha consentito di promuovere in tutto il mondo. A lui è stata dedicata una risoluzione parlamentare, approvata all'unanimità dalla Commissione cultura e dalla Commissione affari esteri, in occasione proprio delle centenario della nascita del maestro Federico Fellini. Un momento di condivisione importante, un momento dove la politica ha abbassato quelle che sono le velleità dei vari colori politici e partitici e si è stretta intorno alla condivisione di questo orgoglio italiano che, a partire dall'arte cinematografica, fino ad andare alle varie arti che la stessa comprende, riempie di orgoglio quest'Aula e il sentimento del tricolore.

Voglio ringraziare tutti i membri delle due Commissioni, in modo particolare i due presidenti, e ringraziare i membri che hanno contribuito, anche con importanti e illuminanti interventi, all'approvazione di questa risoluzione che impegna il Governo ad istituire la Giornata mondiale del cinema italiano, che verrà celebrata quest'anno nel mese di maggio…

PRESIDENTE. Concluda.

NICOLA ACUNZO (M5S). Grazie Presidente, mi avvio alla conclusione… durante la settimana del cinema italiano nel mondo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Baldini. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BALDINI (FDI). Presidente, intervengo proprio sull'arroganza della RAI, che ignora, in questo periodo, veramente delle petizioni, degli appelli, delle denunce penali, nei confronti di Junior Kelly. Anche oggi, presso la questura di Pistoia, è stata esposta una denuncia contro il cantante rapper da parte di una nota associazione.

Io tengo a far capire come effettivamente questa cosa sia grave: pensiamo che Amadeus prende 600 mila euro e i musicisti sul palco, che hanno anni di studio, prendono solo 50 euro. La canzone di Antonio Maggio e Gessica Notaro, una modella sfregiata in faccia, è stata trasmessa, fuori gara, all'una di notte. C'è stato poi il monologo di Rula Jebreal, che in passato aveva trattato la presenza di Hillary Clinton a Sanremo pretendendo una nota percentuale economica solo per lei. Ha fatto un monologo sulle donne, ma bastava non far salire Junior Kelly proprio sul palco. Si pensi che Junior Kelly invita i giornalisti a fare una partita di calcetto e non si pente delle sue canzoni violente. Amadeus dichiara di non conoscere la canzone Strega di Junior Kelly, perché l'ha sentita e diceva che non la conosceva, ma è una delle sue canzoni di successo, allora perché l'ha invitato a Sanremo? È inutile giustificarsi che la canzone Strega è di più di tre anni fa, pensiamo che i bambini, appena la vedono, vanno a cercare tutto su Internet. Ma gli ascolti Auditel del Festival, mi chiedo, giustificano questa deriva culturale? Anche il “governatore” della Liguria ha chiesto l'esclusione di Kelly. Sanremo è, in assoluto, il programma televisivo più importante d'Italia e alla RAI chi ha delegato tutto ciò? Voglio ringraziare veramente Red Ronnie, anche per la forza e la determinazione che continua a fare, con una battaglia culturale sul tema. Noi, con l'Intergruppo donne, siamo state da lui e devo dire che la musica sociale vera è proprio fuori dalla RAI, al Barone Rosso: cantautrici che non hanno spazio trovano e denunciano certe problematiche delle donne, del loro modo, del loro lavoro, soprattutto della loro dignità (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Sensi. Ne ha facoltà.

FILIPPO SENSI (PD). Grazie, Presidente. Da oltre un mese la redazione del quotidiano La Repubblica è nel mirino di una serie di gravi intimidazioni: oggi sei buste sospette, da domenica a oggi almeno tre interventi da parte di artificieri e militari per evacuare i locali in seguito a un falso allarme bomba. Continuano ad arrivare plichi indirizzati a Eugenio Scalfari, al direttore Carlo Verdelli, e minacce che creano un clima d'odio e di intimidazione, di pressione, per il quale esprimiamo la nostra solidarietà al giornale e al gruppo, e chiediamo la massima vigilanza da parte delle forze di sicurezza e delle istituzioni tutte. È intollerabile, Presidente, questo basso continuo di anonime e sfibranti aggressioni, il cui unico esito sarà - lo devono sapere questi criminali - da parte di La Repubblica e di ognuno di noi, sempre maggiore determinazione, maggiore coraggio, maggiore denuncia, nei confronti di chi ha in odio le libertà democratiche di ciascuno di noi.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Venerdì 7 febbraio 2020 - Ore 9,30:

1. Svolgimento di interpellanze urgenti.

La seduta termina alle 16.

ERRATA CORRIGE

      Nel resoconto stenografico della seduta del 4 febbraio 2020:

      - a pagina 48, prima colonna, quattordicesima riga, le parole "si degna" devono intendersi sostituite dalla parola "disdegna".

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nelle votazioni dalla n. 1 alla n. 5 le deputate Cardinale e Bonomo hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto favorevole;

nelle votazioni dalla n. 1 alla n. 11 il deputato Bitonci ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nelle votazioni nn. 2 e 16 la deputata Madia ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 5 il deputato Migliore ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 11 il deputato Liuni ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 15 la deputata Gribaudo ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nelle votazioni dalla n. 16 alla n. 20 il deputato Rotondi ha segnalato che non è riuscito a votare;

nella votazione n. 21 il deputato Micillo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nelle votazioni dalla n. 21 alla n. 24 la deputata Serracchiani ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nelle votazioni nn. 22 e 23 i deputati Varrica e Maraia hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 27 i deputati De Lorenzis e Colmellere hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale Moz. Zoffili e altri n. 1-239 n.f. 431 431 0 216 431 0 65 Appr.
2 Nominale Ddl 1941-A - articolo 1 439 439 0 220 439 0 64 Appr.
3 Nominale articolo 2 445 445 0 223 445 0 64 Appr.
4 Nominale articolo 3 453 453 0 227 453 0 64 Appr.
5 Nominale articolo 4 442 442 0 222 441 1 64 Appr.
6 Nominale articolo 5 452 452 0 227 451 1 64 Appr.
7 Nominale Ddl 1941-A - voto finale 476 476 0 239 476 0 60 Appr.
8 Nominale Ddl 1962-A - articolo 1 476 476 0 239 476 0 59 Appr.
9 Nominale articolo 2 477 477 0 239 477 0 59 Appr.
10 Nominale articolo 3 473 473 0 237 473 0 59 Appr.
11 Nominale articolo 4 470 470 0 236 470 0 59 Appr.
12 Nominale Ddl 1962-A - voto finale 482 482 0 242 482 0 59 Appr.
13 Nominale Ddl 1769 - articolo 1 475 475 0 238 475 0 58 Appr.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale articolo 2 476 476 0 239 476 0 58 Appr.
15 Nominale articolo 3 480 479 1 240 479 0 58 Appr.
16 Nominale Ddl 1769 - voto finale 470 470 0 236 470 0 58 Appr.
17 Nominale Ddl 1999-A - articolo 1 469 469 0 235 469 0 58 Appr.
18 Nominale articolo 2 468 468 0 235 468 0 58 Appr.
19 Nominale articolo 3 467 467 0 234 467 0 58 Appr.
20 Nominale articolo 4 480 480 0 241 480 0 58 Appr.
21 Nominale articolo 5 468 468 0 235 468 0 58 Appr.
22 Nominale Ddl 1999-A - voto finale 439 439 0 220 439 0 59 Appr.
23 Nominale Ddl 1862 - articolo 1 443 443 0 222 443 0 59 Appr.
24 Nominale articolo 2 447 447 0 224 447 0 59 Appr.
25 Nominale articolo 3 462 462 0 232 462 0 58 Appr.
26 Nominale articolo 4 469 469 0 235 469 0 58 Appr.


INDICE ELENCO N. 3 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 32)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nominale Ddl 1862 - voto finale 444 444 0 223 444 0 58 Appr.
28 Nominale Ddl 1956 - articolo 1 445 445 0 223 445 0 58 Appr.
29 Nominale articolo 2 452 452 0 227 452 0 58 Appr.
30 Nominale articolo 3 449 449 0 225 449 0 58 Appr.
31 Nominale articolo 4 447 447 0 224 447 0 58 Appr.
32 Nominale Ddl 1956 - voto finale 438 438 0 220 438 0 57 Appr.