XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 312 di mercoledì 26 febbraio 2020

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO

La seduta comincia alle 11.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

LUIGI IOVINO, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 24 febbraio 2020.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Amitrano, Ascani, Azzolina, Battelli, Benvenuto, Boccia, Bonafede, Claudio Borghi, Boschi, Brescia, Buffagni, Cirielli, Colletti, Colucci, Corda, Davide Crippa, D'Incà, D'Uva, De Menech, De Micheli, Delmastro Delle Vedove, Luigi Di Maio, Ferraresi, Gregorio Fontana, Franceschini, Frusone, Gallinella, Gallo, Gebhard, Gelmini, Giaccone, Giachetti, Giorgis, Grande, Grimoldi, Invernizzi, L'Abbate, Liuni, Liuzzi, Lollobrigida, Lorefice, Losacco, Lupi, Maniero, Mauri, Molinari, Morelli, Orrico, Parolo, Rizzo, Ruocco, Paolo Russo, Saltamartini, Schullian, Carlo Sibilia, Sisto, Tasso, Traversi, Vignaroli, Villarosa, Raffaele Volpi e Zoffili sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente ottantanove, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 23 febbraio 2020, n. 6, recante misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell'emergenza epidemiologica da COVID-19 (A.C. 2402-A).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge n. 2402-A: Conversione in legge del decreto-legge 23 febbraio 2020, n. 6, recante misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell'emergenza epidemiologica da COVID-19.

(Discussione sulle linee generali – A.C. 2402-A)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.

Avverto che il presidente del gruppo parlamentare del MoVimento 5 Stelle ne ha chiesto l'ampliamento senza limitazioni nelle iscrizioni a parlare, ai sensi dell'articolo 83, comma 2, del Regolamento.

Avverto, altresì, che la XII Commissione (Affari sociali) si intende autorizzata a riferire oralmente.

Ha facoltà di intervenire la relatrice, presidente della Commissione Affari sociali, deputata Marialucia Lorefice.

MARIALUCIA LOREFICE, Relatrice. Colleghi, come sapete, l'Assemblea esaminerà nella giornata odierna il disegno di legge di conversione del decreto-legge 23 febbraio 2020, n. 6, recante un complesso di misure urgenti per fronteggiare l'evolversi dell'emergenza epidemiologica nel nostro Paese causata dal carattere particolarmente diffusivo dell'epidemia COVID-19, che ha portato a un incremento dei casi di contagio sul territorio nazionale.

Si tratta di un provvedimento pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 23 febbraio 2020 e nella stessa giornata di domenica presentato alla Camera e assegnato alla Commissione Affari sociali, che ho l'onore di presiedere.

La Commissione ha unanimemente convenuto di avviarne l'esame già lunedì 24 febbraio. Nella riunione dell'Ufficio di Presidenza, svoltasi nella medesima giornata, da parte di tutti i gruppi parlamentari è emersa la volontà di prevedere un termine breve per la presentazione delle proposte emendative. Nella giornata di ieri, quindi, si è svolto l'esame degli emendamenti presentati, una cinquantina in tutto. Sono stati esaminati i pareri pervenuti da parte del Comitato per la legislazione e delle Commissioni competenti, tutti favorevoli. La I e la XIV Commissione hanno espresso parere favorevole con una osservazione, mentre la IV Commissione ha espresso parere favorevole con due condizioni, una delle quali è stata recepita, sull'altra è in corso un approfondimento da parte del Governo. È stato, infine, votato il mandato alla relatrice a riferire favorevolmente all'Assemblea.

Voglio sottolineare positivamente l'atteggiamento di massima disponibilità che ho riscontrato da parte di tutti i gruppi parlamentari dell'opposizione e della maggioranza, nella consapevolezza che, di fronte a un'emergenza sanitaria, bisogna restare uniti per predisporre misure realmente efficaci per riuscire a fronteggiare e a gestire l'attuale situazione emergenziale.

Nel corso dell'iter in Commissione sono state apportate pochissime modifiche al testo del decreto-legge, approvato dal Consiglio dei ministri dopo un'interlocuzione - voglio ricordarlo - con tutti i soggetti direttamente interessati, a partire dalle regioni.

Le modifiche approvate dalla Commissione in sede referente sulla base di proposte emendative presentate dalla relatrice hanno carattere prevalentemente tecnico. È stato, poi, approvato un emendamento della relatrice, che corrisponde peraltro ad una condizione contenuta nel parere espresso dalla Commissione difesa, volta a consentire al personale delle Forze armate di poter svolgere in maniera efficace le proprie funzioni nell'ambito dell'esecuzione delle misure di contenimento recate dal decreto-legge.

Per quanto riguarda le altre proposte emendative presentate dai colleghi dei gruppi di opposizione, voglio sottolineare che molte di esse pongono problemi veri legati all'attuale emergenza epidemiologica, dalla necessità di dotare il personale sanitario e delle forze dell'ordine di appositi dispositivi all'esigenza di tenere sotto controllo i prezzi di beni quali prodotti igienizzanti e le mascherine. Come ho avuto modo di precisare anche ieri in Commissione, il decreto-legge in discussione va letto in combinato con i provvedimenti attuativi che parallelamente il Governo sta portando avanti. Ricordo che, nella stessa giornata di domenica, è stato approvato il primo decreto del Presidente del Consiglio, recante specifiche misure urgenti di contenimento del contagio in alcuni comuni delle regioni Lombardia e Veneto. Ieri sera è stato approvato un altro DPCM, quindi altri provvedimenti sono in fase di adozione. La scelta che è stata compiuta, quindi, è di non appesantire il testo del decreto-legge in esame, che costituisce evidentemente la cornice entro la quale possono poi essere adottati i provvedimenti amministrativi specifici e circostanziati sulla base di situazioni concrete. Non dimentichiamo, infatti, il carattere certamente non statico dell'emergenza sanitaria in atto. Pertanto si rende necessario un provvedimento che preveda in modo generale le misure che possono essere adottate e i presupposti che ne legittimano l'adozione; poi saranno le autorità competenti ad adottare, di volta in volta, le misure che si rendono necessarie.

Naturalmente, voglio dirlo fin d'ora, l'interlocuzione della XII Commissione e più in generale della Camera con il Governo non si esaurisce con l'approvazione di questo provvedimento. Nella stessa giornata di oggi, alle ore 21, avrà luogo l'informativa del Ministro della Salute, Roberto Speranza, sull'evoluzione della situazione relativa all'emergenza COVID-19.

Posso assicurare che la Commissione continuerà a svolgere le sue funzioni e ad utilizzare gli strumenti parlamentari previsti con riferimento all'attuazione delle misure recate dal decreto-legge in oggetto.

Entrerei adesso, Presidente, nel merito del contenuto del provvedimento, che si compone di cinque articoli. L'articolo 1 individua misure di contrasto e di emergenza epidemiologica. In particolare, il comma 1 individua i presupposti per la loro applicazione, prevedendo che, nei comuni o nelle aree nelle quali risulta positiva al predetto virus almeno una persona per la quale non si conosce la fonte di trasmissione o, comunque, nei comuni o nelle aree in cui vi sia un caso non riconducibile ad una persona proveniente da un'area già interessata dal contagio del suddetto virus, le autorità competenti sono tenute ad adottare ogni misura di contenimento e gestione adeguata e proporzionata all'evolversi della situazione epidemiologica.

Ai sensi del successivo comma 2, le misure di contenimento possono riguardare: il divieto di allontanamento dal comune o dall'area interessata da parte di tutti gli individui ivi presenti; il divieto di accesso al comune o all'area interessata; la sospensione di manifestazioni o iniziative di qualsiasi natura, di eventi e di ogni forma di riunione, anche di carattere culturale, ludico sportivo e religioso; la sospensione dei servizi educativi dell'infanzia e delle istituzioni scolastiche del sistema nazionale di istruzione e di formazione superiore, compresa quella universitaria; la sospensione dei servizi di apertura al pubblico dei musei e degli altri istituti e luoghi di cultura; la sospensione dei viaggi di istruzione organizzati dalle istituzioni scolastiche del sistema nazionale di istruzione, sia sul territorio nazionale che all'estero; la sospensione delle procedure concorsuali per l'assunzione di personale; l'applicazione della misura della quarantena con sorveglianza attiva agli individui che hanno avuto contatti stretti con casi confermati di malattia infettiva diffusiva e la previsione dell'obbligo, da parte degli individui che hanno fatto ingresso in Italia da zona a rischio epidemiologico, come identificate dall'Organizzazione mondiale della sanità, di comunicare tale circostanza al dipartimento di prevenzione dell'azienda sanitaria competente per il territorio; la chiusura di tutte le attività commerciali, esclusi gli esercizi commerciali per l'acquisto di beni di prima necessità; la chiusura o limitazione dell'attività degli uffici pubblici, degli esercenti attività di pubblica utilità e servizi pubblici essenziali; la previsione che l'accesso ai servizi pubblici essenziali e agli esercizi commerciali per l'acquisto di beni di prima necessità sia condizionato all'utilizzo di dispositivi di protezione individuale o all'adozione di particolari misure di cautela individuate dall'Autorità competente.

E ancora, la limitazione all'accesso o sospensione dei servizi del trasporto merci e di persone terrestre, aereo, ferroviario, marittimo e nelle acque interne, su rete nazionale, nonché di trasporto pubblico locale; la sospensione delle attività lavorative per le imprese, a esclusione di quelle che erogano servizi essenziali di pubblica utilità e di quelle che possono essere svolte in modalità domiciliare; la sospensione o limitazione dello svolgimento delle attività lavorative nel comune o nell'area interessata, salvo specifiche deroghe anche in ordine ai presupposti, ai limiti e alle modalità di svolgimento del lavoro agile. Questo per quanto riguarda l'articolo 1.

L'articolo 2 prevede la possibilità che le competenti autorità, anche al di fuori delle stringenti condizioni delineate dall'articolo 1, comma 1, del decreto-legge, adottino ulteriori misure di contenimento e gestione delle emergenze sanitarie.

Mentre l'articolo 3 disciplina l'attuazione delle misure di contenimento disciplinate dall'articolo 1, prevedendo l'adozione di uno o più decreti del Presidente del Consiglio dei ministri adottati su proposta del Ministro della Salute, sentiti i Ministri dell'Interno, della Difesa, dell'Economia e delle finanze e gli altri Ministri competenti per materia nonché il presidente della regione competente nel caso in cui riguardino specifiche regioni ovvero il presidente della Conferenza delle regioni e delle province autonome nel caso in cui riguardino il territorio nazionale.

Il comma 2 dell'articolo 3 dispone che, nelle more dell'adozione di tali decreti, nei casi di estrema necessità ed urgenza, le misure di contenimento e gestione dell'emergenza possono essere adottate ai sensi di quanto previsto dalla legislazione vigente; mentre il comma 3 fa salvi gli effetti delle ordinanze contingibili e urgenti già adottate dal Ministro della Salute. Inoltre, il comma 4 reca norme in materia di sanzioni penali, stabilendo che il mancato rispetto delle predette misure di contenimento sia punito ai sensi dell'articolo 650 del codice penale che prevede, per coloro che non osservano un provvedimento legalmente dato dall'autorità per ragioni di giustizia o di sicurezza pubblica o d'ordine pubblico o di igiene, salvo che il fatto non costituisca più grave reato, l'arresto fino a tre mesi o l'ammenda fino a 206 euro.

Il comma 5, ai fini di assicurare l'attuazione delle suddette misure di contenimento, prevede che il prefetto, informando preventivamente il Ministero dell'Interno, possa avvalersi delle forze di polizia e, ove occorra, delle Forze armate. Attraverso un emendamento approvato dalla Commissione, è stato stabilito che al personale delle Forze armate impiegato, previo provvedimento del prefetto competente, per assicurare l'esecuzione delle misure di contenimento, è stata attribuita la qualifica di agente di pubblica sicurezza.

Il comma 6 dell'articolo 3 reca norme concernente i termini del controllo preventivo della Corte dei conti. Infine l'articolo 4 reca le disposizioni finanziarie; mentre l'articolo 5 dispone l'entrata in vigore il giorno stesso della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.

In conclusione, mi rivolgo ai colleghi di tutti i gruppi parlamentari nella convinzione che, pur con le legittime differenze di impostazione, con le diverse sfumature, avranno comunque un atteggiamento favorevole verso il provvedimento in esame come già è avvenuto nel corso dell'esame in Commissione. È necessario Presidente che il Parlamento dia il proprio contributo unitario in un momento sicuramente difficile per il nostro Paese in cui, tuttavia, non devono prevalere divisioni o allarmismi ingiustificati. Ritengo, pertanto, fondamentale lavorare insieme per riuscire ad approvare in tempi brevi una legge che contiene misure efficaci al fine di contenere e gestire questa emergenza sanitaria.

PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire il rappresentante del Governo.

SANDRA ZAMPA, Sottosegretaria di Stato per la Salute. Grazie, signor Presidente. Vorrei fondamentalmente soprattutto ringraziare sia le forze di maggioranza sia le forze di opposizione per la maturità e la serietà e il rigore con cui è stato affrontato il lavoro relativo al decreto-legge. Siamo di fronte ad un problema molto severo che interessa il Paese e credo che il Governo abbia mandato un messaggio forte e che soprattutto il Parlamento lo stia raccogliendo nel modo più giusto e più corretto. Se è possibile mi riservo un intervento in sede di replica.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Epifani. Ne ha facoltà.

ETTORE GUGLIELMO EPIFANI (LEU). Buongiorno Presidente, sottosegretario, colleghe e colleghi, naturalmente il Paese sta vivendo quella che si può definire una vera e propria prova, questa epidemia. Mi è piaciuto l'aggettivo che ho usato il sottosegretario Zampa: severo. È una prova severa per i cittadini e per la nostra comunità nazionale, per tutti i Paesi interessati, gran parte del mondo, a questa situazione. Aggiungo solo per correttezza e perché non dobbiamo scordarlo che questa prova noi non la desideravamo, non l'abbiamo causata e non l'avevamo prevista. In fondo è la prima del mondo realmente globalizzato. Ne abbiamo avuto nel passato ma il mondo non aveva quei legami di globalizzazione - penso soprattutto al peso della Cina nell'economia mondiale - che ha oggi. Ritengo che il decreto-legge, che è già stato approvato in Commissione, vada nella giusta direzione. Così come devo dire con grande onestà che trovo che il Governo, nelle condizioni date, ha fatto fino ad oggi il possibile nella giusta direzione.

C'è una discussione strana che ha permeato anche da noi la questione. Il nostro dibattito pubblico ha oscillato tra il troppo e il poco, tra chi considerava necessario interventi molto più forti subito (facciamo come a Wuhan) e chi ha detto: in fondo è poco più di una normale influenza. E tutto il dibattito è ruotato attorno a questi due poli di volta in volta a seconda anche della pressione che la situazione sul terreno ci proponeva. Il problema è che la discussione non è stata solo appannaggio delle forze politiche: esattamente anche il mondo della scienza e dei ricercatori si è diviso sulle stesse coordinate a dimostrazione che quello che noi non abbiamo né causato né previsto né desiderato era anche in qualche parte inesplorato, perché puoi fare analogie con i virus del passato ma sappiamo che questo è un virus che ha caratteristiche nuove e soltanto con la pratica, l'esperienza e il tempo sarà possibile scoprirne tutte gli effetti, le situazioni, le determinazioni. Naturalmente in questo tempo c'è chi si ammala, c'è chi muore, c'è naturalmente una vita che viene colpita da questa situazione. Leggendo e vedendo i giornali di oggi e anche qualche commentatore sembrerebbe che il polo della discussione oscilla tra il troppo: stiamo facendo troppo; abbiamo sopravvalutato; la nostra economia soffre; guardate che figura stiamo facendo nel mondo e in Europa. Non c'è dubbio che c'è una parte di verità nella nostra condizione di oggi rispetto agli altri, però dobbiamo metterci in pace tra di noi e partire almeno da qualche punto che sia fermo perché altrimenti è una discussione puramente velleitaria, puramente al vento, solo determinata dallo stato d'animo di questa o quella situazione, quando non di un interesse politico contrapposto a un altro. Allora, a me pare evidente che, dal punto di vista di quanto siamo riusciti a capire fino a oggi e quanto ci dicono la maggior parte dei ricercatori e degli scienziati, questo tipo di virus che ha solo qualche mese di vita, che non è stato prodotto in laboratorio, che viene da un mutamento di una sequenza genetica di cui si è rintracciato il tempo e le modalità dell'evoluzione, questo tipo di virus è fatto da due componenti: la prima, è meno letale del virus precedente, cioè gli effetti sulle persone sono meno gravi, probabilmente però ha più capacità di contagio. Questo determina il problema che abbiamo di fronte a noi perché, quando il virus è più pesante, tu i sintomi del virus li riconosci subito: sai dove intervenire, come intervenire, dove bloccare, dove ricostruire le filiere dei rapporti ma quando, per la metà e più delle persone contagiate, tu non hai segnali, è complicato andare a cercare in un mondo indistinto di persone quelli che sono portatori sani di un virus che contagia gli altri. Hai voglia a fare le prediche - bisognava fare di più o di meno - questa è la situazione in cui l'operatore pubblico, il medico, il sanitario, il politico, il cittadino si trova di fronte ad affrontare e questa è l'incertezza e la difficoltà di questa fase, diciamocelo con chiarezza. Anche gli errori che possono essere stati fatti o la situazione nasce esattamente dalla caratteristica di questo virus.

Ma se la caratteristica più pesante del virus è la sua contagiosità - scusate il termine non preciso -, allora è evidente che il primo obiettivo è quello di ridurre il contagio, perché sarà poco più di un'influenza per gran parte delle persone, poi però qualcuno naturalmente ci muore, come vediamo, e magari aveva anche altre patologie.

Se il problema è il contagio, dobbiamo cercare di limitare il contagio, non c'è niente da fare, perché se noi non facessimo così, non è che, siccome gli effetti sono misurati, lo possiamo fare espandere a piacere, perché poi gli effetti sul sistema, sul Paese, sull'economia e sulla società diventerebbero non più governabili. Non c'è niente da fare, le misure prese erano quelle giuste, si poteva fare un giorno prima o un giorno dopo, ma non scherziamo con questo: la sostanza del problema è quella che abbiamo di fronte a noi. Poi condivido un'impostazione che il Governo ha sempre assunto, cioè quella di fare le misure giuste sulla base di due principi: il principio di evidenza e il principio di precauzione. Evidenza, per forza: ma cosa mi chiudi le scuole dove non c'è neanche un caso? Me le chiuderai dove ci sono i casi! E il principio di precauzione vuol dire che bisogna fare un po' di più, talvolta, in qualche situazione, perché così limiti il contagio. Questa credo sia la linea che un Paese serio, un Governo serio e una comunità seria devono fare. Così come gran parte delle polemiche fatte nelle settimane scorse sono spazzate via dalle ultime valutazioni. Quello che è avvenuto nei due cluster o nel cluster fondamentale, probabilmente è avvenuto prima che il contagio iniziale si sapesse e si desse l'allarme, ed è del tutto inutile adesso tra di noi discutere qual è il cinese che l'ha fatto oppure se è un tedesco che è stato in Cina e che passava per Lodi e per Codogno. Ma che discussione è? È una discussione di un Paese di serie B; un Paese serio la fa seriamente questa discussione. Non si può risalire al primo, proviamo a limitare i contagi, visto che gran parte dei contagi nasce da lì, per fortuna del nostro Paese. Ho detto che è una prova, prova severa, allora, da questo punto di vista, ci vuole unità istituzionale, non c'è niente da fare. L'unità istituzionale non corrisponde all'unità politica. In altri periodi del Paese c'è stata unità istituzionale e unità politica, oggi credo che abbiamo bisogno di unità istituzionale. Una dialettica di un Paese maturo distingue tra unità istituzionale, che salva le istituzioni e rende efficace la credibilità dell'operatore pubblico e della responsabilità pubblica verso i cittadini, e unità politica, perché naturalmente la dialettica politica è il sale della democrazia rappresentativa, è il sale della democrazia senza aggettivi. Quindi basta polemiche, soprattutto basta polemiche tra le istituzioni. C'è una credibilità che viene prima, e un senso di responsabilità che, di fronte a fatti come questi, un Paese serio deve saper fare.

Così come penso che dobbiamo saper reagire anche a comportamenti fuori dal nostro Paese che non mi piacciono, che non vanno bene; quello che è successo ai nostri connazionali nelle Mauritius non va bene: trattati come pacchi postali, come appestati. Non è possibile, dobbiamo rispondere a queste situazioni, con serietà e con fermezza. Aggiungo anche che dentro l'Unione europea qualche ragionamento andrà fatto, perché l'ho visto il povero Ministro Speranza stare giorni e giorni a chiedere riunioni dei Ministri della sanità e si sono fatte una volta dopo dieci giorni e una volta l'altro giorno; riunioni, poi, dove noi informiamo gli altri, gli altri ci danno apprezzamento e poi ogni Paese fa come vuole: c'è chi blocca i nostri connazionali, gli immigrati di ritorno, cioè una situazione in cui onestamente l'Unione europea mostra ancora una volta la sua fragilità. Già nelle condizioni ordinarie l'Unione europea fa fatica, di fronte ai fatti straordinari fa ridere, perché questa è la verità che va detta con chiarezza in questa sede e in questa sala! Così come va detto con altrettanta forza che il Parlamento deve dare il massimo di apprezzamento, di sostegno, di solidarietà, a chi sta in prima linea con queste difficoltà, esponendo anche personalmente se stesso per curare e limitare questo contagio della malattia: gli infermieri, i medici, i paramedici, le forze dell'ordine, tutti coloro che sono sul territorio giorno dopo giorno ad affrontare le conseguenze di questa situazione, per loro deve andare il rispetto del Paese, non c'è niente da fare.

Questo mi aggiunge un'altra considerazione: vorrei che il rispetto che si deve a queste persone fosse il rispetto che noi portiamo sempre al Sistema sanitario nazionale, che è un orgoglio e un vanto del nostro Paese. Sappiamo che non funziona ugualmente in tutto il resto del Paese, sappiamo tutto, ma possiamo dirci che i tagli agli organici e il blocco degli organici per 15 anni sono stati una vergogna? Possiamo dire che abbiamo l'età media di chi lavora in ospedale più alta di tutta Europa? Possiamo dire che tenere i medici fino a 70 anni, perché i giovani non li abbiamo mai stabilizzati e fino a quarant'anni sono precari, non va bene? Non va bene per un'azienda, non va bene in un servizio pubblico come la sanità! Abbiamo sbagliato, bisogna rapidamente intervenire. Abbiamo bisogno di più giovani, di più giovani qualificati e preparati dentro il Servizio sanitario nazionale, perché - non c'è niente da fare - possiamo farci la più bella discussione tra come il privato integra il pubblico, fin dove il pubblico è meglio e fin dove il privato è meglio, ma un dato è davanti agli occhi di tutti: quando c'è un'emergenza non c'è privato che tiene, c'è il pubblico con le sue caratteristiche, le sue capacità e i suoi problemi. Se noi non curiamo il pubblico nei tempi di bonaccia, poi non possiamo pensare che il pubblico, nei momenti dell'emergenza, è in condizione di fare il meglio possibile con quello che ha. Quindi questa dovrebbe essere l'altra lezione da questa prova.

Adesso abbiamo il problema economico, certo. Già qualche giorno fa, sentendo il Ministro dell'Economia dire che nel primo trimestre il Paese sarebbe ripartito, avevo qualche perplessità personale, perché vedevo che il nostro PIL scendeva. Lo trovavo un po' difficile, ma alla luce di quello che sta accadendo, questo non sarà, è meglio che ce lo diciamo con chiarezza. È inutile che ci illudiamo e ci nascondiamo dietro una foglia di fico: il Paese farà fatica, e più i tempi si allungheranno - ed è per questo che bisogna intervenire subito - più sarà delicata la situazione. Non penso solo alle aziende che esportano, ma penso soprattutto ai piccoli commercianti, penso a chi fa turismo. Abbiamo fatto il Carnevale, l'ultima settimana, in queste condizioni, c'è la Pasqua, ci sono i mesi in cui i turisti arrivano; noi avevamo un milione e mezzo di turisti cinesi. Cioè, tutto questo peserà nella nostra economia, e guardate che non pesa solo a Lodi, perché ad Ischia già hanno le disdette per l'estate, quindi pesa su tutto il territorio nazionale. Perché insisto su questo? Vedrete che, nei prossimi giorni, questa discussione, anche per gli interessi coinvolti e colpiti, sarà più pesante. Insisto perché dobbiamo pensare seriamente a come affrontare questa emergenza economica oltre che sanitaria. Va bene i provvedimenti sulla cassa integrazione guadagni straordinaria, in deroga, per i lavoratori che in questo periodo non potranno lavorare; va bene i provvedimenti verso il lavoro autonomo, il piccolo commercio, il turismo, ma se le dimensioni crescono, anche l'intervento cresce. Perché lo voglio dire? Anche per un senso di onestà, quello che poi mi appartiene. Guardate che se la situazione si protrarrà ancora per un po', ma quale rimodulazione delle tasse, ma quale riforma delle pensioni! Io credo che sarà necessario forse un altro obiettivo: mi pare evidente che, se il Paese soffre, va cambiato l'asse della politica economica, non solo di questo Governo, di qualsiasi Governo, perché se Salvini chiede 10 miliardi per la zona di Lodi - e naturalmente non ci stiamo nelle cifre -, non è che ce la caviamo con un miliardo e sistemiamo tutti i problemi che questa situazione propone, se vogliamo far ripartire il Paese il prima possibile! Ciò perché una terza crisi, dopo le due che abbiamo avuto, nel 2006 e nel 2008, noi non ce la facciamo ad affrontarla. Quindi, anche per questo, questa è una prova verità per tutti, lo voglio dire qui con chiarezza, perché è inutile baloccarci. C'è un prima e c'è un dopo, e prima ne prendiamo coscienza meglio è. Infine, sono molto contento per le cose che ho detto, cioè che ci potrà probabilmente essere un voto di tutta l'Aula. Su queste cose non c'è niente da fare: bisogna restare uniti, dare al Paese, soprattutto a chi soffre, alla nostra comunità, questo segno di forza, perché è anche un segno di fiducia sul fatto che l'Italia possa ripartire e possa farcela (Applausi dei deputati dei gruppi Liberi e Uguali e Partito Democratico e di deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Ianaro. Ne ha facoltà.

ANGELA IANARO (M5S). Presidente, onorevoli colleghi, rappresentante del Governo, il provvedimento all'esame di quest'Aula reca misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell'emergenza epidemiologica da COVID-19, responsabile di un'emergenza di sanità pubblica di rilevanza internazionale, come dichiarato dall'Organizzazione mondiale della sanità lo scorso 30 gennaio. Cautela, prevenzione, rigore scientifico costituiscono fattori fondamentali per far fronte ad una prova severa, come giustamente ha indicato la sottosegretaria Zampa, come questa, specie quando si tratta di tutelare un bene fondamentale qual è la salute dei cittadini. In un momento di preoccupazione, vissuto persino dalla comunità scientifica relativamente alla progressione dei casi individuati e all'eventuale estensione delle aree colpite, è necessario affrontare la crisi in maniera univoca per rispondere ad un problema che ha carattere nazionale. Come è noto, lo scorso 21 febbraio l'Istituto superiore di sanità ha confermato il primo caso autoctono in Italia risultato positivo all'infezione da nuovo Coronavirus.

In considerazione del carattere diffusivo della situazione epidemiologica, il Governo ha quindi deciso di assumere il decreto-legge che ci accingiamo a convertire al fine di uniformare le azioni da intraprendere sul territorio nazionale per contenere il dilagare dell'epidemia e salvaguardare la salute come interesse della collettività. Il provvedimento all'esame rappresenta, infatti, uno strumento fondamentale per far fronte all'emergenza in atto, che nei giorni scorsi ha fatto registrare lo sviluppo di focolai, o cluster come vengono definiti, di infezione in alcune regioni del Nord, ma che potrebbe avere evidenti ripercussioni su tutto il territorio nazionale. Gli articoli 1, 2 e 3 del presente decreto-legge intervengono a specificare in via esemplificativa le misure che possono essere adottate, disciplinando le procedure da seguire per la loro adozione da parte di ciascuna autorità competente.

In esso si dispone, all'articolo 1, comma 1, che le autorità competenti sono tenute ad adottare ogni misura di contenimento e gestione adeguata e proporzionata all'evolversi della situazione epidemiologica nei comuni e nelle aree nei quali risulti positiva almeno una persona per la quale non si conosce la fonte di trasmissione o nei quali vi sia un caso non riconducibile ad una persona proveniente da un'area già interessata dal contagio. Le misure all'uopo previste sono elencate al successivo comma 2, che prevede provvedimenti urgenti e funzionali a contenere l'epidemia, imponendo, al contempo, divieti e limiti a scopo precauzionale. L'articolo 2 reca ulteriori misure di contenimento, mentre l'articolo 3 specifica che le misure di cui ai precedenti articoli sono adottate con uno o più decreti del Presidente del Consiglio dei ministri su proposta del Ministro della salute, sentito il Ministro dell'interno, il Ministro della difesa, dell'economia e delle finanze e gli altri Ministri competenti per materia, nonché i presidenti delle regioni competenti, ovvero il presidente della Conferenza dei presidenti delle regioni, caso quest'ultimo in cui riguardino l'intero territorio nazionale. In attesa dei predetti decreti, ai sensi della legislazione vigente, nei casi di estrema necessità ed urgenza tali misure possono essere adottate ai sensi dell'articolo 32 della legge n. 833 del 1978, relativamente alle ordinanze di carattere contingibile ed urgente in materia di igiene e sanità pubblica, o ai sensi dell'articolo 117 del decreto legislativo n. 112 del 1998, per gli interventi d'urgenza locali in caso di emergenze sanitarie o di igiene pubblica, nonché, da ultimo, ai sensi dell'articolo 50 del decreto legislativo n. 267 del 2000, Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali, in relazione ad urgenti necessità per superare situazioni di pregiudizio della vivibilità urbana.

Come emerge chiaramente dalle intenzioni contenute nel presente decreto-legge, la situazione in continua evoluzione, attualmente in atto, richiede la necessità e l'urgenza di intraprendere le azioni che via via si riterranno opportune, purché tempestivamente e con un coordinamento a più livelli. È richiesto, infatti, uno sforzo congiunto tale da consentire l'adozione delle misure necessarie. Il coordinamento, infatti, rappresenta, a mio parere, la conditio sine qua non per affrontare la crisi in modo univoco, attraverso la piena collaborazione e il pieno adeguamento alle indicazioni provenienti da esperti.

Tuttavia - e mi preme affermarlo in questa sede - il solo coordinamento nazionale potrebbe non rivelarsi sufficiente in un mondo dove non esistono più confini, come quello in cui viviamo. Sono necessari interventi coordinati a livello non solo nazionale, ma globale, che contemplino misure di prevenzione, assistenza e cure. L'emergenza epidemiologica da COVID-19 è una situazione non ancora perfettamente prevedibile, ma è soprattutto una sfida globale che i singoli Paesi non possono affrontare da soli. È un'emergenza che mette in luce come a livello europeo standard e metodi condivisi potrebbero arginare la crisi, specie se si considera la libera mobilità nell'area Schengen. L'Unione europea non dispone di regole sanitarie comuni e vincolanti, e ciò si rende quasi necessario di fronte ad un'epidemia quale quella in atto. Il coordinamento delle azioni da intraprendere tra i Paesi membri dell'Unione europea eviterebbe soluzioni nazionali scoordinate all'interno di uno spazio dove persone e merci circolano liberamente e dove non appare chiaro come o quando un Paese possa decidere di chiudere i propri confini.

Gentili colleghi, l'Italia è, al momento, il Paese europeo più esposto all'epidemia da COVID-19, ma è anche un Paese responsabile, che ha mostrato di saper dare una risposta efficace e rapida al propagarsi del virus, mantenendo costante il coordinamento con gli organismi sanitari internazionali e le istituzioni europee. Il massimo rigore applicato nelle misure adottate riuscirà ad arginare la crisi, unitamente ad un atteggiamento di unione e coordinamento quale unico metodo per prevenire ed evitare il diffondersi del contagio. Al fine di ridurre l'esposizione e l'eventuale trasmissione del nuovo Coronavirus è importante continuare con controlli meticolosi ed informare i cittadini sui corretti comportamenti da tenere, evitando il propagarsi di una paura incontrollata.

Il nostro Paese può contare su un sistema sanitario con competenza e professionalità eccellenti e su una Protezione civile che nei momenti di crisi ha dimostrato massima efficienza e capacità di gestione. Lavorando insieme a tutti i livelli, utilizzando mezzi e risorse a disposizione, le autorità competenti stanno operando con attenzione e determinazione. Servono responsabilità e affidabilità per salvaguardare l'obiettivo primario della salute dei cittadini, e a quest'Aula chiedo coesione e unità, perché si possa uscire presto e rafforzati dall'emergenza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Novelli. Ne ha facoltà.

ROBERTO NOVELLI (FI). Grazie, Presidente. Il provvedimento di urgenza che stiamo esaminando nasce dalla necessità immediata di mettere in campo le misure severe per fronteggiare la diffusione dell'epidemia da Coronavirus, e questo anche in considerazione del rapido incremento dei casi che si stanno registrando nel nostro Paese. I dati aggiornati a ieri, che sono stati sicuramente superati in queste ore, parlano di 11 morti e 322 persone contagiate, delle quali 240 nella sola Lombardia, oltre alle altre regioni già colpite, che sono il Veneto, l'Emilia-Romagna, il Piemonte e il Lazio. A questi, nelle scorse ore, si sono aggiunti dei casi di contagio anche in Toscana, Sicilia, Liguria e Alto Adige.

Voglio sottolineare anche che ci sono dei presunti casi nell'area confinaria del Nord est in Croazia e anche in Austria, che sembrerebbero riconducibili, qualora fossero verificati come positivi, a cittadini italiani. È evidente che, se Lombardia e Veneto sono state fin da subito le regioni più colpite, sono forti i timori che il virus si estenda in buona parte del nostro Paese. La consapevolezza di approvare in tempi rapidi questo provvedimento è stata comune; credo sia uno dei provvedimenti che ha visto una maggiore condivisione e compattezza delle forze politiche presenti in quest'Aula.

È importante, quindi, che tutte le forze politiche, di fronte a questa situazione, si trovino assolutamente concordi nel dare la priorità assoluta all'esame di questo decreto, che certamente poteva essere migliorato. Dobbiamo dirlo: ci si muove in una situazione - è stato già ricordato - di non chiarezza.

Molto spesso non esistono delle certezze; ci sono pareri illustri che si contraddicono a vicenda, anche da parte di importanti infettivologi. Quindi noi ci muoviamo in un sistema che, purtroppo, in questo momento, non può darci delle certezze. Ma si è scelto di accelerare per arrivare, giustamente, alla sua approvazione.

Su questo aspetto mi fa piacere sottolineare che il nostro presidente Gelmini, già sei giorni fa, aveva proposto al Presidente del Consiglio di convocare al più presto a Palazzo Chigi un tavolo di crisi con tutte le forze politiche presenti in Parlamento: un atto di disponibilità e di apertura a fornire la propria collaborazione, che, immediatamente dopo che il Governo varava questo decreto-legge, si è concretizzato con la proposta, poi accolta da tutte le forze parlamentari, di mettere da parte il divisivo “decreto intercettazioni” che stiamo ancora discutendo, per dare subito una corsia preferenziale al decreto-legge sull'emergenza sanitaria in atto. Esistono delle priorità in ogni Paese che non possono essere sottovalutate: in questo momento la priorità è la salute pubblica, la sanità pubblica; e credo che difficilmente riusciremo a trovare una soluzione così come auspicato da tutti noi, anche perché si è innescato un meccanismo psicologico di paura che è assai pericoloso, e questo lo abbiamo visto, lo stiamo vedendo, ha delle ricadute pesanti e potenzialmente pericolosissime anche per l'economia di questo Paese.

La responsabilità non basta: a volte la responsabilità è un atto politico, ma dalla responsabilità poi devono derivare delle azioni che poi hanno un effetto concreto su quelle che sono le realtà, in questo caso economiche, del Paese.

Mentre il Parlamento è impegnato nella conversione in legge di questo decreto, voglio sottolineare con forza il lavoro ininterrotto e faticosissimo che in tutti questi lunghi giorni di emergenza stanno conducendo i presidenti delle regioni, i sindaci, gli amministratori delle regioni, dei comuni coinvolti, e chiaramente l'impegno quotidiano di tutti quei lavoratori impegnati in prima linea a difesa di tutti noi. È stato ricordato, lo sottolineiamo anche noi, verrà risottolineato: questo Paese, molto spesso, riesce a dare delle risposte perché ha un tessuto sociale, ha un tessuto formato da persone che offrono un impegno che va anche oltre i loro compiti istituzionali o i compiti legati all'attività che svolgono. A questi sempre e comunque noi dobbiamo dire un “grazie”, un “grazie” forte, e soprattutto stare loro vicini con mezzi e strumenti, perché i “grazie” molto spesso non bastano: non possiamo lasciarli soli, magari in condizioni di lavoro difficili, dove poi la loro stessa salute viene messa a rischio perché non hanno i sistemi di protezione che sarebbe giusto avessero, visto che lavorano in prima linea e che sono in trincea. Un riconoscimento che solo pochi giorni fa era venuto dal Presidente della Repubblica Mattarella per medici, personale sanitario, i ricercatori, donne e uomini della Protezione civile, delle Forze armate e delle forze dell'ordine. Un lavoro esemplare per fronteggiare e gestire questa emergenza sanitaria, a cui certamente nessuno di noi era preparato, vista anche l'accelerazione che la diffusione del virus ha avuto in questi giorni.

Devo dire che di fronte a questo impegno delle regioni mi è sembrato davvero fuori luogo - e questa non vuole essere una polemica, ma vuole essere semplicemente una sottolineatura – il fatto che in un percorso difficile ci siano degli atteggiamenti legati a prese di posizione anche improprie e inopportune, che è giusto sottolineare e stigmatizzare affinché, nel corso di questa discussione, e anche nel prosieguo di questa difficile situazione, non avvengano più.

Insomma, tutti noi dobbiamo pensare prima di fare delle affermazioni, riflettere e poi cercare davvero, se vogliamo la condivisione, di non innescare meccanismi di tensione, che poi hanno delle ricadute e dei riverberi che comunque poi, attraverso anche a volte un'ipertrofia della stampa, della comunicazione, assumono dei connotati non positivi e non piacevoli.

Devo dire quindi che, a fronte di questo impegno delle regioni, mi è sembrato davvero fuori luogo la dichiarazione di qualche giorno fa del Premier Conte, quando ha detto di essere pronto anche ad adottare misure che esercitino le prerogative dei presidenti di regione: una dichiarazione davvero ingenerosa e inopportuna, anche per chi, come me, arriva da una regione a statuto speciale, quindi ha ben chiare quelle che sono le prerogative delle regioni, che lasciava chiaramente intendere la possibilità di bypassare i poteri dei governatori, proprio di quei governatori impegnati in prima persona a gestire la diffusione del virus e a tutelare la salute dei cittadini. Una dichiarazione che ha fatto in un attimo carta straccia delle prerogative sancite dalla nostra Carta costituzionale: sì, lo ha fatto in via teorica, però lo ha fatto, e questo mi auguro non debba accadere più.

Un atteggiamento ingeneroso quindi questo, da parte del Presidente del Consiglio, che si è poi ripetuto con un attacco contro l'ospedale di Codogno. Io queste cose le dico perché è giusto ricordarle e sottolinearle: credo siano pesanti le parole del Premier, che dichiarava testualmente: “Abbiamo due focolai del virus, uno dei quali è nato complice un ospedale che non ha osservato determinati protocolli, favorendo la nascita di uno dei focolai che cerchiamo di contenere con misure draconiane”. Dichiarazioni che hanno prodotto la giusta reazione del governatore lombardo Fontana. Però vorrei anche dire che chi è nel front office, in prima linea (parlo dei medici, degli infermieri, degli operatori della Protezione civile, degli operatori sanitari tutti, delle forze dell'ordine), potrebbe essere anche veicolo di infezione nel momento stesso in cui lo Stato non fornisca gli strumenti per proteggersi: sono loro che sono in prima linea, e sono loro che devono essere per primi tutelati, visto che trattano di salute pubblica (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

Di questo abbiamo discusso ieri in Commissione: noi abbiamo presentato un emendamento, che ripresenteremo in Aula, anche se si tratta, come ha detto la presidente Lorefice, di un atto che può essere ricondotto a un percorso amministrativo; ma noi riteniamo sia giusto comunque in Aula discuterne, sia giusto risottolineare che verrà fatto quanto è previsto in quell'emendamento, anche con atto amministrativo, seppur non dovesse essere accolto. Insomma, vogliamo cercare di far sì che ci sia questo faro che rimane acceso anche durante questa discussione, e che poi viene ad avere delle conseguenze positive, in quanto tutto quello che abbiamo finora detto verrà attivato.

Peraltro, voglio anche ricordare un attacco fortissimo con accuse di razzismo che Governo e partiti di maggioranza hanno mosso nelle scorse settimane alle regioni del Nord, che avevano chiesto la quarantena per chi tornava nel nostro Paese dalla Cina. Guardate, credo che una delle parole più frequenti in questo - possiamo dirlo? - brutto periodo politico della storia di questo Paese sia “razzismo”, o “fascismo”: sono due parole che vengono utilizzate continuamente quando non si è d'accordo con il pensiero altrui, quando non si è d'accordo con chi, a volte anche forzando la mano, sostiene delle tesi che sono contrarie al sentire in questo caso di chi è in maggioranza. Allora guardate, la parola “razzismo” di per sé molte volte ha un significato vuoto: non significa nulla, compare e poi scompare, non lascia segni, non lascia cicatrici; però a volte lascia dei segni e lascia anche delle cicatrici: che diventano profonde, perché molto spesso se sono coinvolte delle persone diverse, diverse dico come colore di pelle, come razza anche se la razza non esiste in base alla scienza, ma diciamo nel gergo comune, queste persone soffrono, stanno male. Allora bisogna imparare ad usare anche con correttezza la parola “razzismo”, bisogna darle il peso giusto.

L'attacco allora che è stato… Queste parole sono state parole pesanti, ed erano semplici misure di massima cautela, che poi sono state confermate come misure di efficace prevenzione. Pochi giorni fa, il professor Walter Ricciardi, che tutti noi conosciamo, membro del consiglio esecutivo dell'Organizzazione mondiale della sanità dichiarava: “Paghiamo il fatto di non aver messo in quarantena da subito gli sbarcati dalla Cina. Abbiamo chiuso i voli, una decisione che non ha base scientifica - questo non lo diciamo noi, lo dice lui - e questo non ci ha permesso di tracciare gli arrivi, perché a quel punto si è potuto far scalo e arrivare da altre località”. Guardate, credo che in un percorso così difficile gli errori ci stiano; sarebbe impensabile credere che per affrontare un'emergenza come questa non siano stati fatti e, forse, non si faranno ancora degli errori, che però dobbiamo cercare di ridurre al minimo con la collaborazione e con l'ascolto di tutti. Molto spesso ascoltare significa pensare, pensare a qualcosa di diverso rispetto al proprio schema politico, ideologico e mentale che molti di noi si portano dietro come uno zaino che non si accorgono neanche di avere sulle spalle, ce l'hanno, punto e basta, quindi, pensano delle cose e pensano che queste cose siano giuste e corrette, ma a volte c'è anche altro.

In queste settimane, molto hanno fatto il Governo e il Ministro della salute per mettere in campo le misure necessarie per tracciare la diffusione del virus e prevenire ulteriori contagi. Se molto è stato fatto, e gli va riconosciuto, non so, lo ripeto, se tutto è stato fatto bene, ma questo ci può stare, lo ripeto, ci può stare in un percorso così complicato. Un peso insostenibile lo stanno sopportando i medici, i sanitari ospedalieri, il personale che sta in trincea e che è sottoposto a un carico di lavoro estremo e, soprattutto, a forti rischi per la loro salute; parlo soprattutto di quei medici e di quei sanitari che operano nelle strutture pubbliche, direttamente coinvolti nel contenimento dell'epidemia. È una condizione, quella del personale medico e sanitario aggravata - l'abbiamo già ricordato, l'ho già ricordato - dalla situazione critica in cui versa la nostra sanità che è stata per troppi anni vittima di tagli e di una gravissima carenza di personale. Diversi sindacati medici avevano da tempo messo in allerta sulla carenza e l'inadeguatezza delle strutture sanitarie e delle dotazioni tecnologiche gli operatori e avevano chiesto, tra l'altro, una dotazione minima di mascherine certificate e di altri dispositivi di protezione.

Per tornare al contenuto di questo provvedimento, è evidente che esso rappresenta, di fatto, una cornice normativa di stringenti misure sanitarie e di ordine pubblico, volte a tutelare la popolazione e a circoscrivere il più possibile le aree di contagio, cercando, in tal modo, di ridurre la diffusione del virus. Saranno poi le ordinanze, soprattutto i previsti DPCM, ad attuare e a mettere in pratica quanto previsto da questo decreto-legge. Un ulteriore passaggio importante sarà il prossimo, annunciato, decreto-legge, come è stato ricordato, sulle misure a sostegno delle imprese e delle attività produttive che stanno patendo in maniera pesantissima questa fase emergenziale e le conseguenti misure restrittive.

Ora, vorrei concludere il mio intervento, tornando un po' a un passaggio che ho avuto modo di fare inizialmente; noi decisori politici ci troviamo di fronte a due possibili percorsi: o ascoltare pedissequamente quello che dice la scienza, oppure andare, come dire, avanti, in base ai nostri pensieri, alle nostre convinzioni; la terza via potrebbe essere mediare tra le due cose. Ora, questa mattina - e lo dico per cercare di fare in modo che anche da qui parta un messaggio, non dico di tranquillità al Paese, ma un po' di contenimento di quelle pulsioni emotive che ormai stanno sfociando nel panico - su Il Messaggero di Roma, il presidente della Società italiana di terapia antinfettiva, nonché direttore delle malattie infettive dell'ospedale Policlinico San Martino di Genova, il professor Matteo Bassetti, in un'intervista, ha fatto alcune affermazioni che io credo che quest'Aula debba prendere molto in considerazione, perché sono affermazioni fatte da un uomo di scienza e affermazioni di buonsenso; attenzione, non sono affermazioni di buonsenso e basta, sono affermazioni di un uomo di scienza e riconducibili al buonsenso. Ad una domanda sul tasso di letalità il professor Bassetti dice questo: “I numeri da cui partire, però, ci dicono che l'80 per cento delle persone che in Cina sono state contagiate hanno avuto un quadro clinico lieve, il 10-15 per cento grave e solo il 5 per cento dei casi sono stati quelli critici, ricoverati in terapia intensiva”.

Continuando, alla domanda se in Italia le persone decedute avessero altre patologie pregresse e l'infezione sia stata dunque letale, il professor Bassetti afferma: “Bisogna, innanzitutto, distinguere quando l'infezione è davvero una diretta causa della morte: se sono cioè una persona sana e mi viene una polmonite e a causa di quella polmonite muoio, quindi, muoio per il virus, oppure se sono una persona gravemente malata, vado all'ospedale, e l'infezione mi ha portato ad aggravare quella condizione di base, quindi, muoio, ma non per il virus, bensì con il virus”. E continuando: preoccupa però che i soggetti a rischio siano i più fragili? Il professor Bassetti risponde: “Sarei curioso di vedere se le stesse persone che sono morte erano vaccinate per l'influenza. Sarebbe una cosa molto importante da capire. Lo stesso Paese che oggi parla solo di Coronavirus è lo stesso Paese - si domanda - dove tre mesi fa un italiano su cinque si vaccinava per l'influenza? È lo stesso Paese dove la gente dice che la vaccinazione non serve a niente e che ha un movimento no-Vax che rappresenta il 5 per cento della popolazione?” Ebbene, queste domande è giusto farle, è giusto porsele in quest'Aula, ma è giusto anche, poi, darsi delle risposte che vadano oltre questo periodo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

Quindi, io mi auguro, davvero, che tutto quello che è stato l'indecente, uso un termine forte, l'indecente movimento no-Vax che ha per un periodo monopolizzato l'attenzione del Paese, creando e diffondendo messaggi falsi, anti-scienza, pericolosi, in questo momento sia messo a tacere per sempre e dico “a tacere” ovviamente in modo democratico, non gli sia dato più quello spazio che ha avuto sino ad ora, perché le conseguenze le abbiamo viste.

Concludo con un ulteriore passaggio. Dice il professor Bassetti: “Mi pare però che alcune misure potevano essere prese in maniera diversa - quindi, non spetta a lui fare valutazioni politiche -: aver bloccato i voli, ma non aver controllato gli accessi, non aver messo le persone in quarantena mi pare il vero problema”. Questo deve servire a noi, da adesso in poi. Anziché mettersi d'accordo con tutti gli altri Governi europei, abbiamo ritenuto di andare a misurare la temperatura negli aeroporti. Ci sono lavori scientifici che dicono che se lo vuoi fare la temperatura devi misurarla semmai all'aeroporto di partenza, non in quello di arrivo. Era già dimostrato, dunque, che si trattava di una misura più di facciata che di realtà.

E con questo concludo il mio intervento, augurando a tutti noi di riuscire davvero a trovare una soluzione (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare la deputata Rostan. Ne ha facoltà.

MICHELA ROSTAN (IV). Grazie, Presidente. C'è un momento per la polemica politica e quel momento va vissuto senza reticenze e con lealtà, se necessario, anche con durezza, nella chiarezza delle idee e delle posizioni e c'è un momento, invece, in cui tutte le forze politiche devono mettere da parte le divisioni e lavorare nell'interesse comune del Paese. Ebbene, questo è proprio uno di quei momenti. Bene ha fatto il Governo a dare subito un segno di presenza concreta sul diffondersi del COVID-19 sul territorio nazionale e bene ha fatto a rappresentare subito e con fermezza l'immagine di un'istituzione pronta, che sa cosa fare e, soprattutto, sa come farlo. Noi sosteniamo questo sforzo, senza equivoco e senza alcuna ambiguità, perché la cultura istituzionale e lo spirito della Costituzione che ci chiede di essere uniti nella difesa del Paese vogliono che, in momenti in cui tutti i nostri cittadini sono attraversati dalla paura, dalle incertezze e dall'ansia, trovino nei rappresentanti istituzionali una guida compatta e sicura. Quindi, Presidente, siamo qui a fare la nostra parte a sostegno di questo decreto che è arrivato con grande tempestività e ha fissato punti importanti da cui partire. Il testo prevede, così come già ampiamente esposto dalla presidente della XII Commissione, misure di contenimento e interviene in modo organico per contenere un'emergenza sanitaria internazionale. L'obiettivo dichiarato è quello di prevenire e contrastare l'ulteriore trasmissione del virus, così, si danno una serie di strumenti straordinari che possono circoscrivere il contagio ed impedirne la diffusione. Si prevede, ad esempio, che nelle zone nelle quali risulta positiva almeno una persona di cui non si conosce la fonte di trasmissione o che non si può ricondurre a un'area già interessata dal contagio, le autorità competenti adottino ogni misura di contenimento.

Le misure sono varie, come già detto, il divieto di allontanamento e di accesso al comune, la cosiddetta quarantena a cui stiamo assistendo in zone circoscritte e poi la sospensione di manifestazioni, eventi e di ogni forma di riunione in luogo pubblico o privato, la sospensione dei servizi educativi dell'infanzia, delle scuole e dei viaggi di istruzione, la sospensione dell'apertura al pubblico dei musei, delle procedure concorsuali e delle attività degli uffici pubblici, l'applicazione della quarantena con sorveglianza attiva a chi ha avuto contatti stretti con persone affette dal virus, la sospensione dell'attività lavorativa per alcune tipologie di imprese e la chiusura di alcune tipologie di attività commerciali e, infine, la facoltà per le autorità competenti di adottare ulteriori misure di contenimento.

È evidente, allora, a tutti che si tratta di misure pesanti, invasive della vita civile ed economica, da utilizzare con giudizio, con cautela, garantendo anche un coordinamento centrale, questo è il punto più importante, il punto dirimente, perché non è possibile che ognuno vada in ordine sparso, per carità col fine ultimo e in buona fede di prevenire la diffusione del virus. Sul decreto è stato fatto un lavoro proficuo dalle Commissioni in ottica migliorativa, nell'ambito di uno spirito fortemente unitario. Arriveranno anche misure attuative con decreti della Presidenza del Consiglio dei ministri e ulteriori misure di carattere economico e fiscale, che saranno oggetto di approfondimento anche in Parlamento e su cui andrà fatto un grande lavoro di analisi perché bisognerà attivare una riparazione per i danni che questa vicenda scaricherà inevitabilmente sul sistema economico, produttivo, sulle imprese, sui lavoratori e sulle famiglie. Intanto, con il voto in Parlamento su questo primo decreto procediamo ad una complessiva messa in sicurezza del Paese, che fa dell'Italia un avamposto della prevenzione. Qui, tuttavia, bisogna dire una cosa con chiarezza. Chi in queste ore espone la surreale classifica dei Paesi nel mondo con più contagiati e vede l'Italia al terzo posto, dovrebbe però avere anche l'onestà intellettuale di dire come stanno davvero le cose: i Paesi che hanno più contagiati sono quelli che fanno più controlli evidentemente; un po' come la statistica dei reati: le città dove si denunciano più reati non sono quelle dove se ne commettono di più, ma quelle dove il senso civico porta i cittadini a denunciarne di più, alla stessa maniera l'Italia non è il Paese che ha perso il controllo del virus e che sta contagiando la sua popolazione, ma il Paese che mette a disposizione dei suoi cittadini gli strumenti più efficienti e diffusi per individuare la presenza del virus e garantire cure tempestive, che sono fondamentali per la guarigione. Vi sembra altrimenti possibile che l'Italia conti centinaia di contagi e Paesi di confine come Francia, Svizzera, Austria, ne abbiano qualche decina ancora? Il virus si ferma forse alla frontiera per mostrare i documenti? Beh, non credo. Evidentemente altrove viene trattato come un'influenza, quindi vive sommerso nel quotidiano, mentre da noi viene estratto dal mucchio, identificato e, quindi, trattato e anche messo a disposizione della comunità scientifica per tutto il lavoro di indagine e di conoscenza che deve essere condotto quando ci si trova di fronte ad un nuovo elemento che determina un impatto del tutto diverso. La crescita improvvisa dei casi in Italia che ha sorpreso tutti dipende in primis dalla strategia di sottoporre al prelievo con tampone tutti i contatti delle persone malate. Ci ha consentito di delimitare i perimetri, di garantire interventi preventivi. Sono state individuate persone che non sarebbero mai state diagnosticate come positive senza questa strategia e che, magari, sarebbero stati a casa loro a curare quella che avrebbero considerato una normale influenza, anzi, chissà che i picchi influenzali che abbiamo registrato anche in Italia nel mese di gennaio non siano la conseguenza di una presenza del virus sul nostro territorio senza che lo rilevassimo. Se da noi ci sono stati tanti casi è per un motivo semplice: noi abbiamo cercato, gli altri forse meno. Se ci fossimo limitati al controllo dei pazienti con i sintomi, avremmo la metà dei contagiati. Questo ovviamente non lo dico io, lo dicono e lo confermano scienziati ed esperti come Andreoni, Ilaria Capua. Abbiamo fatto tamponi ad oltre 6 mila persone, la Francia ne ha fatto circa 400, infatti la Francia ha un decimo dei nostri contagiati, oltretutto anche le localizzazioni territoriali italiane nascono da una campagna massiva su quei territori di controlli e tamponi. Lombardia e Veneto hanno fatto i maggiori controlli e Lombardia e Veneto hanno il maggior numero di contagiati. Era il caso di fare meno controlli? Era il caso di tenere basso il numero per evitare allarme sociale o forse è meglio conoscere, sapere, in modo da organizzare risposte e strutturare un lavoro complessivo? Ora, non credo che sia il caso di dividersi su opportunità di procedure o efficacia delle strategie, abbiamo scelto una strada, però spieghiamola bene, facciamola capire, diciamo con chiarezza come stanno le cose, così come diciamo “no” alle polemiche e diciamo “sì” alla collaborazione e alla cooperazione. No alle polemiche però significa anche “no” agli attacchi agli ospedali italiani, al personale medico, al personale infermieristico, a tutto il personale sanitario che sta lavorando con abnegazione, rigore e serietà, rischiando in prima persona, a volte facendolo anche in condizioni non ottimali, visto che in molte regioni negli ultimi anni, a causa dei piani di rientro, si sono tagliati i posti letto, ospedali e personale. A loro va tutto il nostro personale sostegno e ringraziamento per l'immane lavoro che stanno mettendo in campo (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva). Dobbiamo essere grati alla nostra sanità, al nostro Servizio sanitario nazionale, ai nostri lavoratori della sanità. Così come i Vigili del fuoco nelle catastrofi, oggi il personale medico e sanitario è l'avamposto di un senso del dovere che va oltre il loro stesso lavoro, diventa una missione civica, quindi niente polemiche ma unità: il Coronavirus è una emergenza sanitaria, non va sottovalutato come ci hanno spiegato gli scienziati, ma non va neppure temuto come ci ha detto la comunità scientifica. Le epidemie generate da virus che hanno compiuto il salto di specie sono più complicate, questo lo sappiamo tutti: quando un microrganismo infetta l'uomo per la prima volta è come se lo colpisse alle spalle, lo trovo indifeso, senza anticorpi. Questa influenza, quindi, non è come tutte le altre, non abbiamo corredo immunitario per affrontarla rapidamente e bene, è più probabile che il decorso sia faticoso e che il contagio sia più diffuso, però sappiamo per evidenza scientifica che otto volte su dieci il corpo reagisce, affronta e sconfigge. Per l'80 per cento dei contagiati è una malattia banale, in questo momento la metà di quel numero di contagiati che ci fa tanto paura è a casa propria, a letto, affronta la malattia come se ne affrontano altre e fra dieci giorni torna al lavoro come sempre. Poi ci sono, ovviamente, i casi gravi, che richiedono ospedalizzazione, in alcuni ancora più rari casi si va in terapia intensiva, rarissimi i decessi, che purtroppo hanno colpito malati spesso già in condizioni estreme, che ovviamente non avevano la forza di affrontare un'infezione, fosse stata anche di minore entità. La nostra sanità è così scrupolosa da aver fatto alcuni tamponi anche post mortem, proprio per capire e per sapere. Di questa malattia conosciamo molto, non tutto, ma quello che sappiamo ci può bastare per ora a curare, contenere il disagio e ridurre al minimo le conseguenze tragiche. Abbiamo gli elementi per mantenere la calma e per riportarla nel Paese. È indubbio che oggi l'allarme che è scattato fra i cittadini sia superiore al pericolo reale. Chiediamoci, piuttosto, da oggi, cosa possiamo fare per fare abbassare questa tensione sociale che certamente non ci fa bene e non fa bene alla vita civile, alla comunità, alla vita economica, peraltro già stressata da una crisi interminabile. Direi che dobbiamo cogliere l'occasione di questo decreto, che ha fissato opportunamente una strategia di urgenza, e poi dei decreti attuativi che stanno arrivando e che, altrettanto opportunamente, stanno fissando alcune misure significative, come il ricorso allo smart working, come misure di protezione sociale, sgravi fiscali. Approfittiamo, dicevo, per dire al Paese alcune verità oggettive: non siamo la nazione più contagiata, ma la nazione che fa più controlli e, quindi, protegge di più i suoi cittadini. Non siamo di fronte ad una malattia letale, ma di fronte ad un virus nuovo, rispetto al quale dobbiamo prendere le misure e rispetto al quale otto volte su dieci, ripeto, il corpo risponde già in maniera ottimale. Non è uno stato di guerra, il nostro: evitiamo anche immagini da film americani con il quartier generale sotto attacco. Riportare la calma non significa soltanto dirlo con le parole, diciamolo anche con i comportamenti, riportiamo anche noi per primi la situazione alla normalità e alla vita ordinaria. La grande scommessa di questa situazione è proprio quella di garantire la prevenzione di massa, senza però l'allarme sociale; di assicurare interventi tempestivi di protezione, senza generare preoccupazione; di curare tutti, senza determinare ansie e frenesie; di informare e, soprattutto, di informare bene, con chiarezza e con puntualità.

Due ultime cose mi preme sottolineare in conclusione: in Italia si è un po' pericolosamente giocato in questi anni con quello che definirei populismo scientifico; si sono messi maldestramente e a volte pateticamente in discussione le competenze, le evidenze scientifiche, evocando fantasiosi complotti, dalla Big Pharma a cose simili; i no-Vax e chi ha strizzato l'occhio a quella sottocultura oggi per fortuna tace, ma i danni prodotti da quella propaganda pericolosa si vedono anche in queste circostanze. Allora, mentre tutta la comunità scientifica lavora al vaccino per il COVID-19, che ci auguriamo arrivi più presto, noi ribadiamo la fiducia assoluta nella scienza: noi siamo e saremo sempre dalla parte della scienza. Ciò non significa che la scienza non sbagli ma che l'errore va dimostrato scientificamente e che un errore si supera con una nuova verità scientifica; così avanza il Paese e lo fa anche - vengo al secondo punto - con un'informazione professionale. Ci siamo ubriacati in questi anni della cosiddetta informazione dal basso, quella diffusa; abbiamo esaltato la disintermediazione pensando che ognuno poteva fare da sé. Vediamo in queste fasi di allarme sociale quanto invece sia importante attingere notizie da fonti documentate, certe, riscontrate, ancorate ad un dovere deontologico. Niente improvvisazioni, quindi, niente ciarlatani, ma competenza, conoscenza, professionalità. In questo momento ci accorgiamo di quanto ne abbiamo bisogno e allora approfittiamo di questa difficoltà per imparare, crescere e diventare un Paese migliore. Spesso dai problemi nascono le soluzioni. Da questa esperienza che gestiamo in modo unitario e responsabile può nascere anche una nuova più profonda consapevolezza che magari aiuti il Paese a difendersi anche da altri virus non meno pericolosi (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva e Partito Democratico).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Tiramani. Ne ha facoltà.

PAOLO TIRAMANI (LEGA). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, intervengo, anche a nome della Lega, in questa discussione generale per vedere la promozione di un decreto-legge, un intervento che tutti i partiti nel Parlamento hanno approvato celermente perché riteniamo che sia utile in questo momento di difficoltà e di panico dare una risposta concreta ai cittadini. Personalmente, io non sono un medico e non sono un virologo, e non voglio intromettermi nelle discussioni di persone con più competenze e che stanno discutendo a tutto campo. Penso agli interventi del primario Gismondo e alla contrapposizione di Burioni, che rappresentano una difformità di vedute, però ciò che voglio sottolineare è importante. Noi siamo di fronte a una patologia di cui oggi non si capisce la portata. Il Governo, secondo noi, ha sbagliato in entrambi i casi perché, o ha sottovalutato un problema molto importante e quindi oggi stiamo mettendo in crisi la sanità nazionale, perché eravamo impreparati; oppure lo abbiamo sopravvalutato e, se lo abbiamo sopravvalutato, con il decreto-legge e anche con altre misure rischiamo di mandare in shock l'economia nazionale. Solo l'altro giorno la borsa ha perso oltre 30 miliardi di euro in un solo giorno, le aziende sono in crisi, le manifestazioni non si fanno; c'è panico, c'è psicosi e tutto questo perché non si è voluto affrontare e cogliere i segnali come in altre parti del mondo. Il 3 febbraio i governatori della Lombardia, del Friuli, del Trentino, del Veneto avevano chiesto delle cose di buonsenso, dicendo che bisognava controllare e mettere in quarantena tutti coloro che arrivavano dalla Cina e non solo i cinesi. Ebbene, essi sono stati tacciati di razzismo di primo acchito, sono stati fortemente criticati. Poi il Governo, dopo, ha adottato la stessa misura, ma non l'ha fatto nemmeno bene perché ha vietato gli ingressi da parte di alcuni Paesi, non prevedendo, come poi è avvenuto e sono alcuni casi di contagio, che molte persone, facendo scalo su altri aeroporti europei, poi entravano nella nostra nazione. Quindi non hanno controllato gli accessi ma hanno solo messo un divieto che a poco è servito, portando dei casi anche nel mio Piemonte. I tre casi piemontesi sono tre persone che arrivano dalla Cina, fanno scalo su Mosca, quindi non vengono controllate adeguatamente, entrano sul territorio e creano il panico. Questa per me è una grave deficienza del Governo, che invece di rassicurare i territori, invece di dialogare con i territori, li affronta attaccando e dando dati non conformi. Sono le ultime dichiarazioni del Premier Conte, ultime dichiarazioni che, nel caso specifico, dicono che l'Italia ha fatto molti tamponi, rilevando quindi più casi che nel resto d'Europa, ma è come dire che la nostra Nazione è all'avanguardia dal punto di vista del controllo e della prevenzione. In realtà, non è così: l'Inghilterra ne ha fatti oltre il doppio; questi sono dati statistici e non confutabili e, quindi, ci troviamo in una situazione di totale inadempienza. Inoltre, da amministratore locale e da sindaco, dico e penso che noi e anche le regioni ci siamo trovati in prima linea a dover fronteggiare un problema senza avere una linea guida, senza avere il decreto-legge che oggi approviamo con molto ritardo, con amministratori che, in preda al panico, facevano ordinanze comunali più restrittive mentre altri che cercavano di fronteggiare il panico e la psicosi in altro modo. Invece ci siamo trovati così, ognuno in ordine sparso, ma non per colpa degli amministratori locali, come ha cercato di far passare Conte, ma perché mancava un coordinamento: mancava quel coordinamento che il Governo avrebbe dovuto fare insieme al Capo della Protezione civile, che dal mio punto di vista non ha ottemperato e non ha coordinato bene tutta la situazione. Ci troviamo con un Premier, Conte, che invece di valorizzare gli infermieri, i medici e il personale che si è battuto nelle zone rosse riuscendo a individuare per primi il caso di Codogno, invece che salvaguardare queste persone, le ha attaccate. Noi non vogliamo persone improvvisate che parlano di materia che non conoscono, come il Premier, come il Ministro, che non mi risulta essere né medico né virologo, ma vogliamo salvaguardare le persone che sono in prima linea come il primario di medicina di Codogno, che sarebbe dovuto andare in pensione il 29 febbraio mentre invece non ci andrà perché è lì a salvaguardare la propria popolazione: sono questi gli esempi di cui la Nazione ha bisogno (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Non abbiamo bisogno di Premier improvvisati che mettono in ridicolo la nostra nazione, perché di questo si è trattato. Infatti, se oggi c'è panico e psicosi e gli altri Paesi europei ci guardano anche un po' attoniti è perché non siamo riusciti a fronteggiare il problema; il problema c'è e va affrontato con unità nazionale, ma non bisogna attaccarsi l'un con l'altro e non bisogna neanche deridere gli operatori del settore, mentre invece questo è stato. Quindi, questa misura sicuramente può portare dei benefici, sicuramente dà un cappello a tutte le altre amministrazioni regionali, ai sindaci, a tutte le persone che potranno avere una linea guida comune, ma non è attaccando le regioni che si risolve il problema. Anche sul fatto di limitare i poteri: Zaia, Fontana, Fedriga, Fugatti sono stati degli eroi che hanno fronteggiato la questione in prima persona (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Conte chi è e cosa ci rappresenta? Speranza chi è e cosa ci rappresenta? Oggi, quindi, vediamo di buon occhio e approviamo questo strumento, però che ci serva per il futuro, perché non deve più capitare che il Governo vada ad attaccare le amministrazioni locali senza dare una linea guida (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) e si ponga con atteggiamento arrogante senza averne né le competenze, né gli strumenti. Vedo quindi in maniera favorevole il provvedimento e spero che vengano anche prese misure nuove, perché, lo ripeto, ciò che il capo della Protezione civile ha fatto non è adeguato ad un Paese civile, quindi forse Borrelli dovrebbe anche pensare di fare un passo indietro. Per tanti anni abbiamo criticato un altro grande capo della Protezione civile, che era Guido Bertolaso. Credo che se oggi a fronteggiare questa situazione ci fosse stato Bertolaso, tutti questi problemi non li avremmo avuti (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Presidente, senza polemica nei confronti del collega Tiramani, ma ha dato un'informazione errata: i tre presunti contagiati, cioè i tre cinesi arrivati a Caselle dalla Cina via Mosca, sono risultati in secondo livello di controllo con esito negativo; credo sia giusto e corretto. Attualmente in Piemonte i tre contagiati sono una famiglia che aveva avuto contatto con una famiglia di Codogno. Questo per la verità (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Butti. Ne ha facoltà.

ALESSIO BUTTI (FDI). Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori e senza alcuna polemica, evidentemente. Il Collegio dei questori ha diramato ieri una circolare, che tutti quanti abbiamo letto, dove si prescrivevano degli atteggiamenti da tenere, noi in primis, perché veniamo qui per insegnare agli italiani come si fa, ma anche per quanto riguarda l'atteggiamento dell'amministrazione che lei presiede. Allora le faccio presente che, nonostante la circolare parlasse di una decorrenza da ieri, agli ingressi non ci sono ancora né prodotti per l'igienizzazione delle mani nonché materiali informativi né tanto meno gli apparecchi per la misurazione della temperatura corporea. Io penso che un minimo di serietà, anche in questo caso, la Camera dovrebbe adottarla (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. È chiaro che la decisione del Collegio di questori è di ieri e si sta provvedendo a comprare tutto ciò che si deve comprare.

ALESSIO BUTTI (FDI). Non voglio terrorizzare…

PRESIDENTE. Sì, infatti, da questo punto di vista siamo tutti tranquillissimi.

È iscritto a parlare il deputato Rizzo Nervo. Ne ha facoltà.

LUCA RIZZO NERVO (PD). Presidente, sottosegretaria, colleghi, sono giorni indubbiamente di estrema complessità per il nostro Paese, chiamato a far fronte ad un'emergenza sanitaria inedita e difficile. Il nuovo Coronavirus pone un'enorme sfida non solo al Servizio sanitario nazionale, al diritto alla salute, iscritto nei nostri principi costituzionali, ma all'intero sistema Paese e, su più larga scala, al mondo. Il 30 gennaio, l'Organizzazione Mondiale della Sanità, in merito all'infezione da nuovo Coronavirus, ha dichiarato lo stato di emergenza internazionale, che viene dichiarata quando in uno Stato si verifica un evento straordinario che costituisce un rischio per la salute pubblica per altri Stati attraverso la diffusione internazionale delle malattie, e che richiede una risposta internazionale coordinata. Tale dichiarazione facilita la condivisione di informazioni per la valutazione del rischio, permette di dare agli Stati membri raccomandazioni temporanee, e soprattutto facilità a livello internazionale le attività diplomatiche di salute pubblica, di sicurezza, di logistica, oltre a permettere l'utilizzo di maggiori risorse finanziarie.

È dunque evidente come questa dichiarazione chiami in causa in modo probante la capacità del mondo di cooperare e organizzare risposte all'altezza della situazione a tutela del bene più prezioso, che è la salute umana. E in questi momenti risulta più chiara ed evidente a tutti una cosa abbastanza ovvia, che tuttavia non trova poi sempre riscontri nella consapevolezza diffusa e nelle scelte conseguenti, cioè che, in un'epoca, in un dibattito pubblico in cui spesso si abusa della parola sicurezza, in cui la si usa in un paradosso per alimentare paure e diffidenze rispetto all'altro da sé, riscopriamo che la più grande sicurezza per un essere umano è vedere garantita la propria salute, vedere garantita la salute pubblica, avendo a disposizione risposte di qualità ai propri bisogni. È un grande tema politico, che chiama in causa le ancora troppe differenze, le ancora troppe diseguaglianze di salute che attraversano quotidianamente anche il nostro Paese; un grande tema che chiede nell'emergenza di questi giorni una grande risposta unitaria del sistema Paese, una grande risposta di sanità pubblica. La natura inedita di questa emergenza sanitaria è data anche dal fatto che siamo di fronte alla prima emergenza sanitaria globale nell'era dei social network. Vi è un'oggettiva difficoltà nell'informare correttamente, nel veicolare notizie utili ed essenziali, nel momento in cui ognuno si sente nel diritto-dovere di dire la sua, e molti, troppi, nella compulsiva ossessione a diffondere fake news, che non si arresta neppure davanti all'emergenza sanitaria.

Tutto questo mentre l'obiettivo di evitare il panico generalizzato e immotivato è importante tanto quanto una risposta clinica adeguata. È necessario sospendere, uscire dal ping pong mediatico fra minimizzatori e teorici dell'imminente fine del mondo; è necessario far parlare gli scienziati, i medici. Uso le parole della direttrice del laboratorio di microbiologia dell'ospedale Sacco, la professoressa Maria Rita Gismondo, quando ci dice che contro la psicosi basta la verità. E in questa direzione bene ha fatto il Ministro Speranza, nei giorni scorsi, a dotarsi di una voce al suo fianco ulteriormente autorevole sul piano internazionale, come quella del professor Ricciardi, che si aggiunge a quelle dell'Istituto superiore di sanità e della task force Coronavirus, istituita già dal 22 gennaio e che da allora coordina, 24 ore su 24, le azioni da mettere in campo per fronteggiare le emergenze, e a cui, al contrario di chi mi ha proceduto, dico grazie (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Con la messa a sistema di questa capacità comunicativa e, ancor più importante, informativa, è necessario non rassicurare genericamente, banalmente, ma esprimere con rigore una consapevolezza, che il nuovo Coronavirus è indubbiamente una prospettiva sfidante per il nostro Paese e per la comunità internazionale, ma è una sfida che l'Italia, il suo sistema istituzionale e il suo servizio sanitario pubblico e universalistico sono in grado di vincere, a patto che vi sia e prosegua una forte unità del sistema Paese, che passa anche dal rafforzamento della fiducia nell'articolato sistema istituzionale che gestisce questa emergenza, in primis questo Parlamento, come sinceramente è avvenuto fin qui nella discussione anche avvenuta in Commissione su questo decreto e non solo. Questo Parlamento è chiamato mai come in questi momenti a rappresentare il Paese in modo unitario e a dare compiutamente l'idea di mettere concretamente in campo una profonda comunità di intenti. E bene ha fatto, e farà di nuovo questa sera, il Ministro Speranza a tenere puntualmente aggiornato questo Parlamento. Non ci possiamo permettere che anche quest'enorme sfida sanitaria sia terreno dei distinguo, di polemica politica, quando non finanche di propaganda. Chi lo facesse, chi non cogliesse l'estrema necessità di rafforzare la fiducia nelle istituzioni preposte, chi non si sottraesse neanche davanti a questa situazione, all'istinto irrefrenabile della propaganda di un tweet all'ora, si sottrarrebbe invece irrimediabilmente ad una responsabilità collettiva che, in queste ore, come in tutti i passaggi complessi della storia della nostra Repubblica, è stata ed è la cifra della nostra comunità nazionale. Una responsabilità collettiva che chiama il decisore pubblico ad assumere scelte immediate, come fa il decreto che oggi discutiamo; scelte che confermano e ribadiscono l'approccio giustamente rigoroso che è stato immediatamente assunto attraverso le ordinanze urgenti concordate dal Governo e dalle regioni sede di focolaio, con l'obiettivo di contenere la diffusione del virus, di rallentarne quanto più possibile la trasmissione, di definire protocolli di intervento, in caso di contagi codificati e di strutturare una risposta organizzativa del Servizio sanitario adeguata. Ciò perché, assunto che stiamo parlando di un virus dalla sufficientemente bassa mortalità ma dall'alta contagiosità, è necessario in ogni modo evitare una diffusione capillare in tutto il Paese e contemporanea, con l'emergere di migliaia o centinaia di migliaia di casi tutti insieme contemporaneamente bisognosi di risposte sanitarie in una percentuale non banale, anche complesse. Questa è la nostra sfida. Il tema non è riscontrare con preoccupazione come ogni giorno vi siano nuovi casi - un virus fa così, ed è inevitabile, fino ad un picco e ad una conseguente decrescita -, l'obiettivo è e deve essere, invece, che questo processo avvenga con limitatezza e con una lenta progressione affinché il Servizio sanitario nazionale sia in grado di gestirlo da un punto di vista della risposta organizzativa e clinica. In questo senso, e in generale all'interno di questa vicenda, è e sarà decisiva la consapevolezza e la responsabilità del sistema dell'informazione.

Non servono bollettini giornalieri, quando non addirittura orari, allarmanti su nuovi casi sospetti, che spaventano di volta in volta questa o quella comunità territoriale che, nella stragrande maggioranza dei casi, si dimostrano poi normali influenze o sindrome da raffreddamento.

Serve far comprendere che le misure adottate, quelle di cui ci dotiamo anche attraverso questo decreto, rafforzandole, nella flessibilità di risposte da adeguare di fronte all'evoluzione del problema, che non è statico, come veniva già prima ricordato, sono le misure giuste per consentire una risposta adeguata e possibile al Servizio sanitario nazionale. Spesso parliamo del Servizio sanitario nazionale, del suo essere all'altezza di questa grande sfida, ma mai come in questo momento voglio uscire dalla definizione astratta. Sento il dovere politico e istituzionale, da cittadino, di ringraziare le migliaia di donne e di uomini (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), medici ospedalieri, infermieri, biologi, medici di medicina generale e tutti i professionisti sanitari, e insieme quelli di Protezione civile, che stanno dedicando tutta la loro professionalità, tutta la loro dedizione civica, tutto il loro tempo, sabato e domeniche comprese, ad assicurare una risposta sanitaria di qualità a questa sfida, una risposta di qualità pubblica e universalistica, ribadisco.

A tutti loro arrivi una volta di più il grazie dell'intero Paese e a noi il monito a ricordarci di loro, ad investire e a mettere al centro dell'agenda politica nazionale la salute non solo nella prossimità di un'emergenza. A fianco del lavoro straordinario e decisivo degli operatori della sanità, a cui si aggiunge quello del personale di Protezione civile e militare impegnato nelle cosiddette zone rosse, c'è quello della popolazione. In particolare, il sacrificio indubbio che viene chiesto alle cittadine e ai cittadini delle zone più colpite, con una limitazione necessitata della loro libertà di movimento e con la necessità di sospendere servizi, penso alle scuole, con i conseguenti disagi e le fatiche organizzative per le famiglie. A quei territori della Lombardia, del Veneto, della mia Emilia-Romagna, dove è appena giunta la notizia del primo decesso, e a tutte le regioni colpite giunga la vicinanza, la solidarietà del Parlamento italiano tutto e di tutta la comunità nazionale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), che saprà dimostrare una volta di più di essere una e indivisibile, e capace di stringersi nel bisogno. Fatemi anche, da questi banchi, a proposito delle comunità colpite, esprimere le condoglianze alle famiglie delle persone che sono morte in questi giorni in conseguenza delle complicazioni portate dal nuovo Coronavirus a patologie pregresse. Ci stringiamo a loro nel ricordo e nel commiato a queste persone, perché non diventino mai solo numeri di un'epidemia o pazienti 1, 2 o 3, ma persone per cui va rispettato e onorato il dolore delle famiglie (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Insomma, non lasceremo soli quei territori e quelle comunità: non lo faremo sul piano della risposta sanitaria, come già non lo stiamo facendo in queste ore; non lo faremo sul piano della risposta alle conseguenze economiche che questa crisi sanitaria produce. In questo senso, nelle prossime ore sono annunciati due decreti che vanno in questa direzione, che sono certo il Parlamento affronterà con la stessa unità che prevedo oggi su questo decreto. Un decreto, quello di oggi, chiamato a definire una cornice giuridica unitaria e condivisa che consenta di rendere sistemiche in questi giorni le misure urgenti e straordinarie per fronteggiare l'evolversi della situazione epidemiologica nel nostro Paese causata dal nuovo Coronavirus. Una cornice giuridica condivisa che definisce puntualmente le misure di contenimento dell'epidemia e definisce contestualmente l'ambito di applicazione, evitando iniziative estemporanee di singoli territori e singole amministrazioni non interessate ad oggi dall'emergenza che rischiano solo di alimentare inutilmente il panico, riservandosi poi la possibilità, il decreto, come già avvenuto con un primo DPCM nei giorni scorsi, di intervenire con uno o più decreti del Presidente del Consiglio dei ministri a dare attuazione specifica a queste previsioni o a quelle che saranno necessarie. Un decreto, insomma, che mette ordine e dà indicazioni precise, frutto di un'essenziale cooperazione fra il Governo, il Parlamento, le regioni e il sistema degli enti locali, da sostenere e difendere da parte di tutti. Chiudo, Presidente, da dove ho iniziato: siamo di fronte ad una sfida complessa per il nostro Paese, ma siamo altrettanto nella consapevolezza di essere un grande Paese, con un sistema sanitario pubblico e universalistico di qualità, con una comunità resiliente di fronte alle difficoltà, capace di superare con successo anche questa prova (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Bellucci. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Grazie, Presidente. Oggi affrontiamo la conversione di un decreto che non avremmo mai voluto votare in quest'Aula; un decreto che prevede misure urgenti per difendere il bene più prezioso, cioè la salute degli italiani, quello che è un diritto fondamentale riconosciuto dalla nostra Costituzione proprio all'articolo 32 e che purtroppo è minacciato dal Coronavirus. Il Coronavirus è entrato in Italia, nella casa degli italiani, inaspettatamente, e oggi inevitabilmente richiede un'assunzione di responsabilità da parte di tutti. Fratelli d'Italia non farà mancare la propria presenza, il proprio supporto, la propria vicinanza, la propria lealtà, soprattutto e prima di tutto all'Italia e agli italiani. Mi fa piacere che questo venga riconosciuto dalla maggioranza, che venga riconosciuto dal sottosegretario Zampa, che venga riconosciuto dalla relatrice Lorefice, che venga riconosciuto da chi ha osservato e constatato il nostro modo di affrontare quella che è un'emergenza, devo dire, nonostante in alcuni momenti la maggioranza ce lo abbia reso un po' difficile, ci abbia reso difficile essere così pacati, così al di là di ogni polemica. Qualche dichiarazione del Premier Conte poteva essere risparmiata, qualche dichiarazione della maggioranza poteva essere risparmiata, ma la coerenza con le proprie idee e le proprie parole si dimostra anche in questi momenti, nei momenti in cui decidiamo di non dare seguito ad alcune provocazioni o ad alcune polemiche, e, invece, dimostriamo che l'interesse e la difesa dell'Italia e degli italiani deve essere posta prima di tutti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Ma permettetemi come prima cosa di voler proseguire questa discussione sulle linee generali esprimendo da parte mia e di tutta Fratelli d'Italia un cordoglio rispetto alle undici vittime che sono state invece perse nella nostra Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e una vicinanza a tutti i familiari di quelle undici vittime che stanno ovviamente vivendo il dolore più forte, quello della perdita di un proprio caro. Insieme, però, voglio anche sentitamente ringraziare le migliaia di operatori sanitari, medici, infermieri, paramedici (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) che in questi giorni con turni instancabili stanno assumendo sulle proprie spalle la responsabilità di contrastare e vincere rispetto a quello che sta causando il Coronavirus. E insieme a loro voglio ringraziare le Forze armate (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), che, nell'emergenza del Coronavirus, ma anche per quanto riguarda Strade sicure, stanno affrontando con grande coraggio e con grande dignità, mettendo a rischio come sempre la loro vita, ma, anche qui, per difendere gli italiani. Di loro dobbiamo parlare in queste situazioni e riconoscerli, insieme alle forze di Polizia, ma insieme anche alla Protezione civile e insieme ai volontari, i volontari della Croce Rossa (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), i volontari di cui troppe volte parliamo in stati e situazioni di emergenza, e a volte, invece, li dimentichiamo quando quotidianamente, ogni giorno dell'anno, sono i primi a scendere in campo, i primi a mettersi la divisa e a dare soccorso volontariamente, gratuitamente, mettendo al primo posto, anche qui, il bene della nostra Italia e degli italiani. E poi permettetemi anche di ringraziare tre donne: vorrei ringraziare le ricercatrici dello Spallanzani, e quindi vorrei ringraziare Francesca Colavita, Concetta Castilletti e Maria Rosaria Capobianchi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), le nostre ricercatrici.

Le ricercatrici dello Spallanzani, che hanno dimostrato come l'Italia non debba girare la testa di fronte a nessuna nazione, come l'Italia sia capace di individuare e di sequenziare il virus, come l'Italia ha geni e capacità tra le nostre ricercatrici; fra l'altro, mi preme sottolineare che queste ricercatrici vengono da Campobasso, da Ragusa, da Procida (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia); quindi, non soltanto l'esempio di un'Italia al femminile che merita riconoscimento, ma anche il riconoscimento di quell'Italia del Sud, che spesso è lasciata sola e che invece dimostra, anche in queste situazioni, di coltivare i migliori talenti e le migliori capacità. In questo momento il nostro pensiero deve andare anche a loro e al riconoscimento di quello che hanno fatto. A fronte del grande impegno che è stato offerto dagli operatori del settore, quindi dal senso di responsabilità che hanno dimostrato, la politica deve fare la propria parte e Fratelli d'Italia ha cercato di farla, mettendo a disposizione le proprie proposte: l'abbiamo fatto sin dall'inizio, l'abbiamo fatto quando vi abbiamo chiesto di aprire la finestra vaccinale. Ritenevamo che in questa situazione - ed è una questione di buon senso - fosse fondamentale far sì che ci fosse più possibilità di vaccinarsi, perché questo aiutava la popolazione in generale e aiutava anche nel contrasto della diffusione del Coronavirus. Purtroppo non ci avete ascoltato e questo ci dispiace. Vi abbiamo chiesto di poter proporre una quarantena, una quarantena per quelle persone che provenivano dai luoghi dell'emergenza. Io ho letto una circolare del Ministero che proponeva agli operatori dei servizi educativi di stare attenti rispetto allo scambio dei giocattoli per quei bimbi che si trovavano in asilo, proprio a fronte dei bambini che venivano negli ultimi 14 giorni dalle zone della Cina, comunque da zone a rischio. Ebbene, lascia abbastanza basiti credere che un bambino possa essere accolto in una struttura educativa e che poi un'educatrice si debba occupare e preoccupare di non far scambiare i giochi: chi conosce i servizi educativi sa benissimo che questo è impossibile; quindi, anche lì, avevamo avanzato una proposta di buonsenso. A volte la contrapposizione politica, che spesso caratterizza la maggioranza, non aiuta; una contrapposizione che entra nel merito delle ideologie, o di un razzismo che viene proposto ad ogni piè sospinto. No, era soltanto una ragionevole proposta: è impossibile non far scambiare i giocattoli ai bimbi, che poi, ovviamente, vengono anche ricoperti dalla loro bava, da starnuti, da quello che è normale e che esiste in un servizio educativo.

Abbiamo proposto in questa fase emendativa delle nostre indicazioni, dei nostri suggerimenti, raccogliendoli anche dalla comunità scientifica e dagli operatori del settore; ci è sembrata un'occasione per introdurre degli elementi e accettiamo di buon grado la sottolineatura da parte della relatrice che le nostre proposte sono tutte condivisibili, e che con altri strumenti e con altri decreti verranno comunque portate avanti per entrare nella vita degli italiani. Per questo abbiamo chiesto di assicurare i dispositivi di protezione individuale a tutti gli operatori sanitari e socio-sanitari, alle Forze armate, alle forze di polizia, ai volontari (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), a chiunque in questo momento si sta facendo carico di proteggere i nostri concittadini e che deve essere protetto, perché se noi non proteggiamo chi si prende cura degli italiani, inevitabilmente ci troveremo poi a non avere le mani, le braccia, le menti per portare avanti questo lavoro di dedizione e di cura del popolo italiano.

Abbiamo chiesto, poi, di bloccare uno scempio che sta avvenendo, cioè bloccare i prezzi dei prodotti igienizzanti perché, purtroppo, quello che stiamo vedendo in questi giorni è anche uno sciacallaggio, una speculazione, ed è davvero indegno. È davvero indegno che nel momento in cui tutti devono avere a disposizione quei prodotti igienizzanti che aiutano a fare prevenzione, i prezzi si alzino, e lì non dobbiamo chiudere gli occhi ma dobbiamo intervenire subito e sanzionare fortemente, stigmatizzando un comportamento che, va detto, è vergognoso (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Su questo, ovviamente, non faremo sconti a nessuno, se queste misure non verranno introdotte, perché ciò che è giusto va difeso, ma ciò che ha sbagliato va contrastato.

Abbiamo chiesto di poter stare vicini ai nostri medici di famiglia, quelli che sono in prima linea, quelli che saranno e sono chiamati dai pazienti, dai loro pazienti e che vengono coinvolti, dando loro delle misure gestionali e organizzative, anche rispetto a quella certificazione dello stato di malattia che evidentemente è necessario avvenga attraverso un accertamento per via telefonica, perché altrimenti ci troveremo gli ambulatori di questi medici strapieni, spesso anche di pazienti a rischio, di pazienti anziani in particolar modo, che frequentano gli ambulatori, contagiandosi reciprocamente; oppure dovremo chiedere ai nostri medici di famiglia di andare nelle case a effettuare delle visite domiciliari e di esporsi anche loro al contagio, anche a fronte dell'attuale drammatica situazione di difficoltà di reperimento dei materiali di protezione.

Su questo abbiamo anche chiesto che venisse inevitabilmente sanata quella che è la situazione di mancanza di personale sanitario. Ci troveremo ovviamente a dover avere più persone, più operatori sanitari all'interno delle nostre strutture, quindi è necessario che non vengano bloccati i concorsi, come avevamo chiesto e come aveva chiesto in particolar modo il mio collega Gemmato, perché bloccare i concorsi - le procedure concorsuali in genere - per evitare il contagio può avere senso, ma bloccare i concorsi del personale sanitario certo che non ha senso (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Quindi non bloccare questi concorsi, ma anche provare tutte le modalità per aumentare la dotazione di personale.

Aumentare i posti letto: sì, ci dovremmo preoccupare dei posti letto nella terapia intensiva e anche nelle malattie infettive, proprio perché la problematica di questo Coronavirus oggi è una percentuale di contagio più pericolosa. Non è tanto la mortalità, questo è quello che ci dice la scienza, in quanto viene definita una sindrome simil-influenzale; la problematica sta nella virulenza, nel contagio. Ebbene, allora sarà necessario attrezzarci per quanto riguarda i posti letto. E poi una richiesta, una richiesta fatta all'Unione europea: di attivare meccanismi di aiuto per quei territori che sono colpiti dall'emergenza; un fondo di solidarietà che stia vicinino a quei territori che si trovano a dover spendere di più per difendere la salute; soprattutto, anche escludere per le spese, per questo tipo di spese il calcolo rispetto alle regole del deficit. Qui l'Europa deve dimostrare che quando ci sono delle battaglie importanti da fare c'è, quando c'è una materia importante c'è (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Invece, permettetemi di dirlo, l'Europa, anche in questa occasione, dimostra di essere la grande assente. È davvero vergognoso che nel momento in cui la nostra Europa, ma anche il mondo tutto, sta affrontando un problema quale il Coronavirus, l'Europa taccia, sia silenziosa, non dica nulla, non faccia nulla, non coordini. Allora, fughiamo ogni dubbio: noi come Fratelli d'Italia siamo dei convinti europeisti, crediamo in un'Europa confederale, crediamo in un'Europa che si occupi delle grandi materie, ma allora quale più grande materia della difesa della salute degli europei (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)? Quale più grande materia? Se noi non difendiamo la vita degli europei, l'Europa ovviamente morirà! Allora, siamo basiti, anche questa volta, di come l'Europa non intervenga, non scenda in campo, non dia l'aiuto nel coordinare tutto quello che sta avvenendo, nel non lasciare gli Stati soli a proporre cose divergenti.

Ci aspettiamo che l'Europa, anche economicamente, sia vicina a tutti quei territori che stanno soffrendo, che stanno soffrendo per un problema di salute ma che stanno anche soffrendo per un problema di economia, di stabilità delle nostre imprese, delle nostre aziende, delle nostre attività commerciali.

Perché sapete, quello che ci aspetta è sicuramente una grande prova, quella che riguarda la nostra Italia: una prova in termini, sì, di protezione della salute, ma anche in termini di difesa della nostra economia. Purtroppo, i dati di oggi ci dicono che sono diminuite dell'80 per cento le attività che riguardano il commercio, anche quelle che riguardano il turismo, anche quelle che riguardano le manifestazioni, che sono state bloccate. Allora, da una parte c'è la necessità di tutelare la salute, certo, ma questo Parlamento si deve anche occupare di proteggere l'economia, la solidità della nostra Italia, tutti quei lavoratori, quelle imprese, quei professionisti, quelle attività commerciali, il turismo, che in questi anni hanno fatto, sì, che l'Italia potesse andare avanti e si sono sempre fatti carico in prima persona di assorbire anche la disattenzione che in legge finanziaria il Parlamento spesso ha proposto, utilizzandoli più come caccia al gettito, piuttosto che, invece, come valore da dover promuovere e da dover difendere. A questo punto, certamente, quella del Coronavirus è una prova, una prova che riguarda noi tutti, che ci deve vedere pronti e capaci, perché quello che oggi siamo chiamati a difendere non è soltanto la salute, non è soltanto l'economia, ma è l'Italia tutta e gli italiani tutti. Allora, su questo, Fratelli d'Italia - ce l'ha nel proprio DNA, ce l'ha nella propria denominazione - non farà mancare la propria presenza, il proprio senso di responsabilità, la propria lealtà, la propria vicinanza e l'onore che deve essere dimostrato ogni giorno in nome dell'Italia e degli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Provenza. Ne ha facoltà.

NICOLA PROVENZA (M5S). Presidente, onorevoli colleghi, membri del Governo, un nuovo Coronavirus ha fatto irruzione nella nostra vita quotidiana che poi altro non è che un nuovo ceppo virale che non è stato precedentemente mai identificato nell'uomo, con alcuni fattori che sottolineerei: il lungo periodo di incubazione, l'alta contagiosità, l'alta ricettività, la possibilità di forme poco sintomatiche. La situazione emergenziale che sta vivendo il nostro Paese non deve, però, farci dimenticare un dato che definirei rassicurante: la stragrande maggioranza delle persone che contrae questa forma, e parliamo di quasi l'80 per cento dei casi, ha una simil influenza con difficoltà respiratorie; i casi più gravi che sfociano in polmonite vengono attentamente seguiti dal nostro Servizio sanitario nazionale pubblico, che ancora una volta sta dando prova di essere tra i migliori al mondo. Ed è per questo che in questa sede va rivolto un ringraziamento sentito a tutti i professionisti della sanità che, con abnegazione, passione e spiccato senso del dovere, stanno recitando un ruolo centrale in questa delicata emergenza sanitaria. Vorrei ricordare che l'indice di letalità, che è del 2-2,5 per cento in Cina, ma dello 0,7 fuori dalla Cina, riguarda per lo più persone che, purtroppo, avevano già una situazione clinica compromessa, vale a dire condizioni di salute già fortemente scompensate o molto precarie. Le insidie sono rappresentate, ovviamente, dal fatto che ancora non c'è un vaccino, non c'è una cura specifica e il trattamento è basato sui sintomi del paziente, ma la terapia di supporto, lo sappiamo, può essere molto efficace e per questo è fondamentale limitare il contagio. L'intervento del Governo, dal mio punto di vista, è stato tempestivo e preciso, ma, soprattutto, calibrato in ogni azione, rispetto alla direzione che questa epidemia sta prendendo giorno dopo giorno. Già dal mese di gennaio è attiva una task force del Ministero della Salute, attiva 24 ore al giorno; siamo stati il primo Paese europeo a chiudere i voli diretti con la Cina e ad attivare un cordone sanitario negli aeroporti con controlli per tutti i passeggeri; il 31 di gennaio è stato dichiarato lo stato di emergenza e sono stati stanziati 5 milioni di euro, incrementati proprio attraverso il provvedimento in esame da ulteriori 20 milioni di euro. Oggi, come sapete, è attivo un tavolo interministeriale con la Protezione civile che segue costantemente l'evolversi della situazione. Da quando, poi, sono emersi i due focolai in Nord Italia, abbiamo effettuato oltre 4 mila tamponi; lo screening sanitario messo in campo nel nostro Paese, quindi, è approfondito e capillare. Si tratta, a volte, di chiarire determinati concetti; cosa succede? Chiaramente, facendo esami così capillari emergono le positività, ma si tratta di persone che abbiamo cercato in una maniera minuziosa, risalendo ai contatti dei contagiati con sintomi; molti di loro, però, hanno, per l'appunto, sintomi influenzali. Io ritengo fondamentale anche in questa sede ribadire che oggi è importante attenersi alle indicazioni che provengono esclusivamente da fonti istituzionali; quindi, le indicazioni sono chiare: se ci si ammala e si sospetta di avere il Coronavirus bisogna chiamare il 112 o il 1500 messo in campo dal Ministero della Salute, non ci si deve recare al pronto soccorso né dal medico di famiglia, per evitare di contagiare altre persone. In questa direzione, un altro ringraziamento speciale va alla Protezione civile e a tutti i tecnici e i volontari che operano in questi giorni. Il provvedimento all'esame si è reso necessario per consentire l'adozione di misure urgenti e, in alcuni casi, lo sappiamo, anche fortemente limitative anche di diritti costituzionalmente garantiti. Il decreto rappresenta, pertanto, una cornice entro la quale le autorità coinvolte possono muoversi per affrontare e contenere l'emergenza. Si va dal divieto di allontanamento o di accesso delle cosiddette “zone rosse”, alla sospensione delle manifestazioni culturali e sportive, delle attività scolastiche, delle procedure concorsuali, alla sospensione delle attività commerciali e dei servizi di trasporto, tutte misure, queste, da adottare nei comuni o nelle aree nei quali risulti positiva almeno una persona, senza che si conosca la fonte di trasmissione.

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA EDERA SPADONI (ore 13)

NICOLA PROVENZA (M5S). È evidente la sensibilità che il Governo ha avuto nel mantenere un equilibrio tra i diversi organi nazionali, regionali e locali, destinati a gestire questa emergenza. Tuttavia, occorre ricordare che il Governo, proprio in queste situazioni, riveste un imprescindibile ruolo di coordinamento, proprio al fine di garantire che le misure siano efficaci e uniformi su tutto il territorio nazionale. Ricordo, a questo proposito, che l'articolo 120 della Costituzione, al secondo comma, prevede che il Governo può sostituirsi a organi delle regioni, delle città metropolitane, delle province e dei comuni anche nel caso di pericolo grave per l'incolumità e la sicurezza pubblica. Lo stesso articolo prevede che la legge definisce le procedure atte a garantire che i poteri sostitutivi siano esercitati nel rispetto del principio di sussidiarietà e del principio di leale collaborazione. Intanto, abbiamo sospeso i versamenti delle imposte e delle ritenute, gli adempimenti tributari per i cittadini e le imprese che lavorano negli undici comuni interessati dalle misure di contenimento del contagio da Coronavirus. La sospensione riguarda anche le cartelle di pagamento emesse dagli agenti della riscossione e quelle conseguenti ad accertamenti esecutivi; un aiuto doveroso, insomma. Tutte le persone che in questi giorni si trovano già in grandi difficoltà per l'emergenza Coronavirus non dovranno preoccuparsi di altro. Tengo a precisare che le misure di contenimento che, tra l'altro, rappresentano un grosso sacrificio, è ovvio, per decine di migliaia di nostri concittadini, devono viaggiare parallelamente a un lavoro sinergico che faccia in modo che ospedali e personale sanitario siano messi nelle condizioni di affrontare al meglio la circolazione epidemica del virus, in quanto il virus non si frena, al massimo si rallenta, si circoscrive. Circoscrivere tale fenomeno - e questo vorrei che fosse chiaro a tutti - passa anche attraverso le maggiori organizzazioni internazionali sanitarie. Il nostro obiettivo deve essere quello di monitorare e mettere in campo misure di isolamento; tutto ciò significa limitare al minimo le possibili esposizioni, riducendo al minimo gli assembramenti nelle aree geografiche coinvolte. Se questa premessa è valida, ci troviamo di fronte a un problema sociale più che clinico ed è per questo che diventa preferibile, quasi, non commentare chi strumentalizza una epidemia di questo genere per la propria agenda politica.

Vi è una responsabilità individuale nella comunicazione di vicende che riguardano la salute dei cittadini. Questa epidemia finirà purtroppo per rappresentare un'occasione persa per fare buona informazione. Noi non possiamo consentirlo, non possiamo consentirlo a nessuno. È il tempo, questo, di recuperare la dimensione della responsabilità soggettiva di ogni azione, senza cadere nella tentazione di scaricare le colpe sempre sugli altri. Chi deve informare in questo campo ha un dovere e nel contempo una grande responsabilità: spiegare cosa sta accadendo in maniera chiara e completa. Questo è il tempo del rispetto e del rigore scientifico, questo è il tempo della lucidità e dell'azione coordinata ed efficace. Questo è il tempo di anticipare e combattere ogni tentativo di piegare i propri disegni allarmistici e fuorvianti, i dati prodotti ossessivamente, giorno dopo giorno. Serve unità, cooperazione, condivisione, responsabilità, sì, serve assumere proprio in questo tempo comportamenti responsabili. La nostra convivenza è troppo avvelenata, a partire dalla convivenza digitale. Alle tante, troppe problematiche del nostro tempo si è aggiunto il fattore virus, sul quale noi stiamo riversando tutte le faccende irrisolte della nostra convivenza. È sufficiente osservare l'oscillazione dai toni apocalittici alle rassicurazioni di pragmatica. Questo virus - e vado alla conclusione - sta mettendo in risalto la psicologia di un Paese che probabilmente non ha fatto fino in fondo i conti con i suoi traumi. Ecco perché serve attenzione e rigore: fuori di qui c'è un popolo che vuole essere rassicurato e protetto, ma che ha energia e vitalità per ampliare la propria vita, non per restringerla. È un'occasione straordinaria questa, Presidente - e chiudo - per portare alla luce la vera forza del nostro Paese, un Paese che vuole resistere al virus perenne della delegittimazione dell'altro e dello scontro permanente e vuole proporre con fierezza la sfida di una comunità coesa e coraggiosa. La paura ha due uscite un egoismo più grande e un'apertura più radicale. Noi abbiamo scelto la seconda (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Roberto Pella. Ne ha facoltà.

ROBERTO PELLA (FI). Grazie Presidente e cari colleghi, vorrei innanzitutto premettere un ringraziamento doveroso a tutte le istituzioni politiche e sanitarie, in modo particolare al personale medico sanitario, medici, infermieri e paramedici, che, senza sosta e con la massima serietà, si stanno impegnando nell'affrontare nel gestire l'emergenza sorta con il presentarsi dei pazienti in Lombardia e in Veneto affetti da Coronavirus. Unitamente a loro il ringraziamento va all'operato delle Forze armate e della Protezione civile, all'Arma dei Carabinieri, alla Polizia, ai Vigili del Fuoco, alla Croce Rossa, alle associazioni di volontariato e del Terzo settore che supportano l'attuazione del piano d'azione per il contenimento del contagio e il rispetto dei provvedimenti. Forza Italia manifesta la massima vicinanza e solidarietà alle popolazioni colpite, in particolare alle comunità che si trovano nelle cosiddette zone rosse, alle famiglie delle vittime dei contagiati, ma anche ai Sindaci e agli amministratori locali, ai Presidenti delle regioni coinvolte. Lo esprimo anche a titolo personale, come Sindaco e come vicepresidente vicario dell'Associazione nazionale comuni italiani, ringraziando tutti i colleghi, che si stanno adoperando in tutti i modi in favore delle proprie comunità. Il gruppo Forza Italia voterà oggi a favore su questo provvedimento d'urgenza, avvalorando e condividendo la chiamata al senso di responsabilità e di unità di impegno che è stata accolta immediatamente e fortemente dal Presidente Silvio Berlusconi e che ci è altresì pervenuta dal Presidente della Repubblica Mattarella. La visita del vicepresidente di Forza Italia Antonio Tajani presso la sede della Protezione civile, nell'interlocuzione con il Presidente Conte e con il Ministro Speranza, oltre che il costante contatto telefonico con i Presidenti di regione di Forza Italia, è dimostrazione di garanzia, di massima collaborazione istituzionale.

Voteremo a favore, inoltre, perché si tratta di un provvedimento costruito con le regioni, senza correre il rischio che il caso Coronavirus diventi uno strumento per sottrare o ridimensionare competenze e poteri alle regioni. Quando l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha lanciato l'allarme globale, i Paesi membri, tra cui l'Italia, si sono conformati adottando misure adeguate alle richieste, secondo linee guida scientifiche. Abbiamo avuto tuttavia, nella prima fase, qualcuno che, proveniente da zone a rischio, è entrato nel Paese ed è andato in ospedale, provocando sia una proliferazione del virus tra i più fragili sia una certa frammentazione regionale. Oggi sappiamo che la proposta delle regioni di mettere in quarantena fin da subito gli sbarchi dalla Cina ci avrebbe risparmiato questo sforzo enorme che stiamo compiendo. Inoltre abbiamo chiuso i voli diretti, una decisione che non ha alcuna base scientifica, una decisione che non ha alcuna base non solo dal punto di vista scientifico, ma che anche non ci ha permesso di tracciare gli arrivi, perché a quel punto si è potuto fare scalo e arrivare anche da altre località. Infine, sono stati contagiati i medici, il che significa che non si sono messe in campo le pratiche adottate, pur nell'evidenza che il virus è molto contagioso. Ancora una volta Forza Italia si è dimostrata all'altezza: in una conferenza stampa, nella giornata di ieri, promossa dalla Presidenza del nostro gruppo parlamentare, l'onorevole Stella Gelmini ha proposto cose concrete a favore della salute e dell'economia, ad oggi non recepite. Auspichiamo che gli impegni assunti dal Governo a seguito dell'approvazione di questo decreto cornice siano recepiti quanto prima, attraverso provvedimenti dedicati e fattivi. Su questo tema vi aspetteremo al varco: sarà nostro compito, come ha detto il Presidente Berlusconi, continuare a vigilare sulla corretta applicazione di questa e delle altre misure che via via si rendessero necessarie per la tutela della salute della popolazione. Oggi occorre ricondurre all'unitarietà l'azione, come sta accadendo in tutti i Paesi europei, secondo una catena di comando diretta ed è fondamentale non assumere iniziative autonome e non concordate, in ordine sparso. Invito il Governo a capitalizzare al massimo lo stanziamento, annunciato dai commissari europei alla salute e alla gestione della crisi, di 230 milioni di euro per aiutare la lotta globale contro la diffusione del Coronavirus, che andranno a supportare misure di preparazione dei Paesi, anche extra UE, finanziare la ricerca e permettere l'acquisto di materiale per favorire la prevenzione. La situazione di emergenza va fronteggiata con comportamenti ed interventi omogenei sui territori di scala vasta, per rendere più efficaci le misure di contenimento del virus e anche per evitare panico e allarmismo. Anche per noi sindaci, oltre che per i Presidenti di regione, vale la sollecitazione del Ministro della Salute Speranza a far riferimento al coordinamento unico nazionale con le regioni, che è supportato dalle competenze scientifiche necessarie. Questo è quindi il momento della responsabilità e della compattezza di tutte le istituzioni, inclusa l'Associazione nazionale dei comuni italiani, l'Unione delle province italiane che da ieri sono coinvolte nel tavolo di coordinamento. Hanno operato bene i presidenti delle regioni per prime coinvolti nelle emergenze: Fontana, Zaia, Cirio, Bonaccini hanno saputo difendere le competenze regionali in materia di sanità, uniformando le ordinanze in accordo con il Ministro. Altrettanto bene hanno fatto a chiedere al Premier Conte di istituire al più presto un fondo per le imprese nelle aree in cui sono in vigore le ordinanze, una legge per sospendere le scadenze fiscali e contribuire con la cassa integrazione straordinaria per i lavoratori del commercio e della piccola impresa. Ma i 20 milioni stanziati dal Governo non basteranno se le ordinanze dovessero essere prorogate. Chiediamo quindi con fermezza e determinazione, con urgenza, di poter fare il punto sull'impatto che questa sciagura avrà sull'economia, a breve e a medio termine, valutando congiuntamente le misure d'urgenza allo studio del Governo. Mondo produttivo e settore turistico, zone rosse e impatto su vasta scala, piccole e medie imprese e lavoratori autonomi, già gravati da una condizione di sofferenza che poteva esservi prima dell'emergenza, per un'economia che stentava a crescere, oggi si fanno sentire in maniera determinante. Il Governo quindi ha il dovere di proporre soluzioni secondo un ordine di priorità, che tamponino l'emergenza e iniettino liquidità e fiducia per il prossimo periodo, che agevolino la continuità lavorativa attraverso lo smart working ove possibile e che in qualche modo assicurino credibilità e apertura delle relazioni verso i partner europei e globali.

Sarà fondamentale - su questo lo sottolineo in maniera molto forte e chiara - chiedere immediatamente di usare il Fondo di solidarietà dell'Unione europea. Sarà fondamentale valutare un'interlocuzione, per escludere i costi dell'emergenza. Sarà fondamentale chiedere di ampliare i margini di flessibilità alla Commissione europea. Dobbiamo, cari colleghi, tutelare le imprese fortemente presenti in queste regioni, molto trainanti e sono un PIL importante a tutela del made in, in modo particolare i settori dal tessile al calzaturiero, dall'agroalimentare a tutte le attività artigianali e commerciali, in particolare i piccoli esercizi dei piccoli paesi. L'essere riusciti, come Forza Italia, ad anticipare l'esame del decreto sull'emergenza contagio, rispetto al voto finale sulle intercettazioni, è un gesto di civiltà e sensibilità politica, che ha trovato la condivisione della maggioranza e di tutta la Camera. In questi giorni l'Italia si trova ad affrontare una situazione di emergenza, un'emergenza che abbiamo il dovere di fronteggiare, mettendo in campo ogni sforzo necessario, per tutelare la salute e la sicurezza dei cittadini in primis, per evitare che si diffondano nel Paese pericolose psicosi, per accelerare la ripresa del settore economico produttivo, dimostrando così di essere un grande Paese (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Foscolo. Ne ha facoltà.

SARA FOSCOLO (LEGA). Presidente, onorevoli colleghi, Governo, oggi ci troviamo qui a discutere dell'argomento che ormai da giorni, anzi da settimane, è purtroppo protagonista delle prime pagine delle cronache nazionali e internazionali, una minaccia per le nostre comunità, per la salute dei cittadini e di tutti noi e per le economie dei nostri territori, della quale fino a poco più di due mesi orsono nemmeno si aveva conoscenza. Purtroppo, il Coronavirus è entrato a far parte anche dell'attualità italiana ed è arrivato all'interno dei confini italiani, dopo che per settimane sembrava essere qualcosa di lontano dal nostro Paese. In pochi giorni siamo passati dagli esponenti politici e del Governo, che continuavano a ripetere che in Italia era tutto sotto controllo e che il rischio era minimo, ad esponenti politici e del Governo che, a gennaio, quando la Lega chiedeva più controlli, più verifiche e più quarantenne, davano dello sciacallo e del razzista a Matteo Salvini. Oggi ci troviamo a essere il Paese con più casi di contagio di tutto l'Occidente, i terzi del mondo, persino al di sopra di nazioni vicine alla Cina. Ma non sono intervenuta adesso per fare polemica. Ci sarà poi modo e tempo qui in quest'Aula e in tutte le sedi opportune, per discutere ampiamente di questo e dell'operato del Governo. Oggi, da opposizione responsabile quale siamo, ci troviamo qui per discutere di proposte concrete e di soluzioni da trovare per affrontare e sconfiggere questa emergenza, in cui nostro malgrado ci troviamo. Vorrei innanzitutto ringraziare il nostro capogruppo alla Camera, Riccardo Molinari, e tutti coloro che in questi giorni hanno fatto sì che venisse anticipato il dibattito sul provvedimento Coronavirus, una scelta tanto logica, quanto di buonsenso. È questa la minaccia principale per il nostro Paese e rappresenta la priorità assoluta per tutti. In tutta sincerità, da cittadina prima ancora che da deputato, avrei trovato altamente inopportuno che il Parlamento discutesse altre questioni, magari non urgenti, in questi giorni in cui l'attenzione del Paese è unicamente rivolta al Coronavirus e a come fronteggiare il contagio. Allo stato attuale delle cose, le statistiche ufficiali ci parlano di undici vittime accertate e di oltre 300 contagiati in Italia - 357 dalle ultime notizie - in nove regioni. Sono numeri importanti, come dicevo poc'anzi, specialmente se confrontati con quelli di altri Paesi in Europa e nell'Occidente, che sono cresciuti in maniera esponenziale in pochissimi giorni e che, purtroppo, come preannunciato dagli esperti e dagli amministratori delle regioni più colpite, è altamente probabile salgano ancora. Dopo gli iniziali casi a Roma, in Lombardia, Veneto, Piemonte, ieri anche la mia regione, la Liguria, ha registrato i primi due contagi, uno dei quali ad Alassio, nella mia provincia, quella di Savona, dove si trovava un gruppo di turisti provenienti da Codogno e dalla cosiddetta zona rossa. È una cosa preoccupante, una notizia che mi è arrivata pochi minuti fa, che due persone che sono atterrate all'aeroporto di Nizza non sono state controllate. Ricordo che l'aeroporto di Nizza è la meta di tanti turisti, che poi affollano il nostro ponente ligure. Io spero che sia un caso isolato, una svista, ma auspico che il Governo, il Ministro degli Esteri faccia chiarezza su quanto è accaduto e chieda controlli più serrati anche nei Paesi vicini a noi (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Il mio pensiero oggi va alle persone colpite, alle loro famiglie, agli operatori sanitari, ai medici e a tutti coloro che, a diverso titolo, in prima linea con i governatori delle regioni, stanno in queste ore combattendo contro un nemico del quale non si conoscono ancora cure o vaccini e di cui ancora conosciamo poco. I dati sono in continua evoluzione. Ultima notizia anche il contagio di tre bambini una di 4 anni e 2 di dieci anni, quando nei giorni scorsi si leggeva che il virus risparmiava i bambini. Quindi la risposta deve essere forte ed efficace e serve la collaborazione di tutti. Il virus è ormai in casa nostra e non possiamo ignorarlo e sottovalutarlo, ma al tempo stesso prevenire gli allarmismi, le psicosi e gli eventuali episodi che, come abbiamo visto nelle ultime ore possono verificarsi e complicare ulteriormente la situazione. Anzi, bisogna lavorare per fornire a tutti i livelli le giuste informazioni ai cittadini e gli strumenti necessari per prevenire e combattere il contagio. Bisogna lavorare tutti insieme, certo, ma l'impegno comune, di fronte al quale mai noi ci sottraiamo, non può e non deve essere interpretato come un lasciapassare per tutto ciò che propone l'Esecutivo. Anche nei momenti di emergenza in una democrazia è legittimo, anzi doveroso, che si ascolti la voce di tutti, nel rispetto del pluralismo e del confronto. Ed è per questo che già ieri, in Commissione affari sociali, abbiamo proposto degli emendamenti, volti a tutelare chi ogni giorno in prima persona si trova ad affrontare l'emergenza. Entreremo poi nel merito, durante la discussione degli emendamenti, ma in questa fase mi preme precisare che tutto ciò che il gruppo Lega ha proposto erano accorgimenti di buonsenso, volti a migliorare un decreto che sicuramente ha un carattere di estrema urgenza e che noi non vogliamo in alcun modo contestare o ritardare. Ma ci preme solamente riuscire a dare uno strumento il più possibile completo a chi deve affrontare questa emergenza. Spiace che nessuno dei nostri emendamenti in Commissione sia stato accolto e auspico che in Aula si possano rivedere i pareri da parte del Governo e della maggioranza. È in queste emergenze che bisognerebbe mettere da parte le divergenze politiche e pensare solamente al bene dei cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Il decreto in esame cita misure di contenimento e gestione dell'emergenza epidemiologica ed è per questo che abbiamo proposto emendamenti volti a tutelare i medici gli infermieri e il personale sanitario degli ospedali che per primi intervengono nell'emergenza. Pensiamo che – porto un esempio vicino a me - per un caso di Coronavirus, in provincia di Savona, già un medico, due infermieri e un OSS in servizio presso l'Ospedale di Albenga sono stati messi in quarantena. Ci viene da chiedere cosa succederà se aumenterà il numero dei contagiati, Ci troveremo a dover affrontare una carenza di personale sanitario, presso i principali presidi ospedalieri. Ci troveremo nella difficoltà di affrontare anche tutte le altre urgenze ed emergenze, che inevitabilmente si verificano giornalmente nei nostri ospedali. Abbiamo proposto emendamenti, volti a tutelare i medici di medicina generale, il personale sanitario dei centri medici anch'essi in prima fila e a rischio di contagio. Dobbiamo garantire misure di protezione a chiunque debba inevitabilmente trovarsi a contatto con i possibili contagiati. Pensiamo ai militi dipendenti delle pubbliche assistenze e della Croce Rossa, ai farmacisti, solo per fare alcuni esempi, e non abbiamo dimenticato le nostre forze dell'ordine (Polizia, carabinieri, Finanza, Polizia locale, i nostri vigili del fuoco, i nostri volontari di Protezione civile) ai quali va sempre la nostra gratitudine e il nostro affetto, ma anche gli agenti della Polizia penitenziaria, che vivono a stretto contatto con la popolazione detenuta, senza i necessari accorgimenti o protocolli di gestione dei casi di contagio (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). C'è un'enorme carenza di presidi di prevenzione. Come già denunciato da alcuni sindacati, per le normali attività di perquisizione i nostri agenti sono dotati di soli guanti di polietilene totalmente inadeguati alla tipologia di servizio. Inoltre, non dimentichiamo che questa epidemia sta creando un danno economico che ancora non è quantificabile e che sicuramente è destinato ad aumentare. Il turismo, il commercio e le aziende stanno subendo un danno economico incalcolabile e noi, da opposizione responsabile quale siamo, abbiamo già avanzato le nostre proposte in materia economica, per sostenere le persone, le popolazioni e le aziende colpite che spero verranno prese in considerazione nei prossimi decreti. Quando si tratta di difendere e tutelare gli italiani, noi ci siamo sempre e anche questa volta noi non ci tiriamo indietro (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Signora Presidente, colleghi, penso di essere il parlamentare che abita più vicino alla “zona rossa” della Lombardia. Essendo impedito dal poter partecipare ai lavori l'onorevole Guidesi, Piacenza, come noto, è a sette chilometri dall'inizio del confine della “zona rossa”. Ma non è solo un problema chilometrico, è ovviamente un problema di abitudini che i popoli hanno consolidato nel corso degli anni. Non dico nulla di nuovo se dico che il sabato, mattina e pomeriggio, tutta la parte dell'area interessata della “zona rossa” si riversa su Piacenza e molte volte, aggiungo, vi sono i piacentini che si riversano nell'area del Basso Lodigiano.

Allora, io penso di poter dire, signor rappresentante del Governo, che, a fronte delle tante cose che sono state dette - magari, ci sono stati anche degli errori -, noi non possiamo non esprimere innanzitutto il plauso per gli operatori, i medici dell'ospedale di Codogno (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e per il personale di Piacenza, che hanno supplito, nei primi due giorni, a ciò a cui nessuno aveva pensato. Perché è inutile che si faccia finta di non saperlo: questo decreto-legge è un decreto-legge che dà alcune indicazioni, io mi permetto di dire anche che occorrono alcuni chiarimenti, perché per i primi due giorni, quando, cioè, non vi è stata alcuna misura adottata di “zona rossa”, ma già la questione si era diffusa, non è cambiato assolutamente nulla. E vedete, è una “zona rossa” di 50 mila abitanti, dei quali i comuni di Codogno e Casalpusterlengo rappresentano il 60 per cento dell'intera zona. Allora, mi pare di poter e dover dire molto serenamente che tutti quegli operatori sanitari, medici, che oggi sono stati contaminati dal virus, alcuni dei quali sono in isolamento, hanno dato una prova di altruismo e di professionalità (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) che, da sola, merita la nostra piena condivisione.

Signor rappresentante del Governo, questo decreto-legge dovrebbe, però, chiarire una cosa: se continuiamo ad andare avanti con delle “ordinanze arlecchino”, così come definite oggi da molti giornali - io preferisco usare un'espressione diversa, cioè delle ordinanze nell'ordine dell'autonomia di chi le adotta - o se si vuole, finalmente, considerare il problema in aree omogenee e attigue ed intervenire di conseguenza. Perché noi non possiamo avere sindaci che, giustamente, preoccupati per la salute pubblica, vietano lo svolgimento dei mercati e, a due chilometri, altri sindaci che, invece, consentono lo svolgimento dei mercati (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), perché mi pare che non sia una cosa nuova nel momento in cui dico che le persone si muovono in questo Paese; si muovono e, muovendosi, ovviamente, hanno il diritto di avere le stesse garanzie in tutti i luoghi ove vanno. Non solo. Le tante ordinanze che sono state assunte rischiano anche di creare enorme confusione e, aggiungo, allarme, quando non panico. Del resto, nessuno si riesce a spiegare una ragione logica per la quale, ad esempio, vi sia stato l'assalto ai supermercati in zone dove tanto l'ordinanza prevedeva che non sarebbe potuto uscire o entrare nessuno, se non gli automezzi per i rifornimenti delle persone. Ma questo effetto ha contaminato, poi, altri, sicché, addirittura in una città come Milano, ieri, si è potuta vedere una situazione quasi assurda di supermercati ormai svuotati di ogni genere di prima necessità, quando, invece, sarebbe stato molto più opportuno - e già lo diceva la collega Bellucci - che qualcuno si assumesse la responsabilità di evitare la speculazione dei prezzi sui presidi ospedalieri e sui prodotti che servono a disinfettarsi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), che sono diventati oggi quasi un bene prezioso da trovare. Quante farmacie ho visto nella mia zona con scritto: “mascherine esaurite”. C'è stato l'assalto alle mascherine e, anche sotto questo profilo, non vorrei ricordare male, ma l'Italia ha un Ministero della difesa e, aggiungo, il Ministero della difesa ha delle strutture di eccellenza, tra cui quella del laboratorio chimico di Firenze (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Perché nessuno pensa ad una sua utilizzazione in un momento come questo?

Signor rappresentante del Governo, anche sulla chiusura delle scuole, io penso che si debba dire qualcosa di più e di chiaro, perché delle due, l'una: o non è vero che il virus ha un iter di sviluppo che si manifesta in quattordici giorni o nelle zone, soprattutto, adiacenti a quelle delle “zone rosse”, laddove gli studenti delle “zone rosse” frequentano gli istituti scolastici che sono situati in zone non rosse, non si vede perché la chiusura non debba essere di quindici giorni. Ma non lo dico perché voglio propagandare la chiusura delle scuole, lo dico soltanto per un problema di logica. Proprio l'assente amico, onorevole Guidesi, è la testimonianza di una parte di persone di quell'area rossa che venivano a scuola Piacenza, tanto è vero che faceva l'ITIS “Marconi” di Piacenza. Quindi, anche sotto questo profilo, d'accordo lasciare, in questa Italia un po' disarticolata, forse, rispetto a un'impostazione delle emergenze, alle autonomie di decidere, ma occorrerà pure un quadro generale di intervento che stabilisce le regole del gioco (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Le faccio presente, signor rappresentante del Governo, che soltanto domenica sera e, più probabilmente, lunedì mattina, in alcuni posti, anche della provincia di Piacenza, sono stati allestiti i moduli provvisori per il triage, cioè sono stati allestiti quei moduli provvisori davanti all'ospedale che consentono una preselezione di coloro i quali vogliono entrare al pronto soccorso ed entrano al pronto soccorso perché, prima di allora, nessuno ci aveva pensato e nessuno aveva provveduto in tal senso; sicché, il pronto soccorso di Codogno e quello dell'ospedale di Piacenza, se vedono un alto numero di persone appartenenti alla sanità locale che sono contaminate, lo sono proprio in relazione al fatto che potevano entrare tutti e di più al pronto soccorso, laddove non vi era neanche una divisione fisica delle persone: le une accanto alle altre. Sicché, oggi, la ricerca e l'effettuazione dei tamponi diventa esponenziale, perché, oggettivamente, diventa difficile ricostruire tutti i presenti e chi tutti i presenti possono avere incontrato dopo per le verifiche del caso. Io penso, ad esempio, che l'allestimento di moduli provvisori per il triage dovrebbe essere una di quelle disposizioni che viene data anche per tutte le regioni e per tutte le province o capoluoghi di provincia che, allo stato, non sono ancora stati coinvolti, perché è meglio prevenire, che, poi, dover combattere una battaglia che si rischia di perdere.

E, quindi, occorre che se ne dotino gli ospedali quantomeno di tutte le regioni interessate.

Dicevo prima delle ordinanze e torno a ripetere che i divieti a macchia di leopardo non servono a niente e a nessuno. Io penso che questo decreto debba essere un primo passo sotto il profilo legislativo che noi compiamo. Lo dico perché mi pare oltremodo chiaro che vi sia anche una sottovalutazione tra zone confinanti con le zone rosse e zone adiacenti. Ecco, sotto questo profilo voglio far presente che non è un caso se dopo l'ospedale di Codogno il più gettonato sia stato l'ospedale di Piacenza, che non è confinante con la zona rossa ma è adiacente alla provincia di Lodi, perché era l'unico presidio ospedaliero importante oltre a quello di Lodi, e anche sotto questo profilo c'è il profilo dei tanti aiuti che vengono richiesti. Ebbene, io forse sono fuori dal coro ma dico che qualsiasi aiuto e provvidenza economica serve ma serve se, in primo luogo, noi cerchiamo di mettere sotto controllo quello che è il pericolo o, comunque, l'emergenza sanitaria, perché tanto in quelle zone, anche se dovessero riaprire domani mattina i bar, la gente non ci correrà finché avrà il dubbio che l'emergenza non sia superata definitivamente. Quindi, sotto il profilo sanitario, a mio avviso, devono essere adottate tutte quelle iniziative, anche a livello centrale e anche a livello di ordinanze tipo, proprio per evitare questo mercato delle ordinanze e questa fiera delle ordinanze, laddove magari si chiudono i bar ma si lasciano aperti i ristoranti che pure danno la proiezione delle partite di calcio, che questa sera magari non subiranno il divieto dalle 18 alle 6 di domani mattina e che ospiteranno magari 200-250 persone, contrariamente alla tesi che vuole evitare di assembramenti.

E quanto, poi, al decreto imminente per quanto riguarda gli aiuti economici, io mi permetto di dire anche che noi non possiamo essere l'unico Paese d'Europa che l'Europa mette all'indice per questo caso, forse perché i propri non ha voluto rilevarli, e al tempo stesso non pensa di mettere mano al portafoglio per aiutare la nostra crisi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), perché non a caso quando ci sono stati degli eventi come il terremoto, anche il terremoto in Emilia-Romagna, l'Europa, in parte, qualcosa ha deciso di destinare ed è intervenuta. Su questa vicenda noi non chiediamo: pretendiamo che batta un colpo, perché non è un colpo che serve all'Italia; è un colpo che serve all'Europa (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Valentina Aprea. Ne ha facoltà.

VALENTINA APREA (FI). Grazie, Presidente. Il Coronavirus ha rovinato il capodanno cinese (saluto i membri del Governo e i colleghi). A noi è toccato rinunciare al carnevale. La piazza più triste è quella di San Marco e la piazza che sarà ancora più triste sarà piazza Duomo sabato nel carnevale ambrosiano. Oggi è l'inizio della Quaresima, mercoledì delle ceneri: non ci poteva essere giorno più triste per cominciare. Però, il carnevale, si sa, è la festa dei bambini e, allora, non solo noi siamo tristi. Infatti, il Coronavirus ha rovinato il carnevale ai nostri studenti, ai nostri ragazzi. Si erano preparati con i loro vestiti e con le loro feste. Le scuole avevano organizzato di tutto e di più. E, invece, cosa succede oggi? Sono 26 mila le scuole statali e paritarie chiuse, 180 mila le classi inattive nelle sette regioni in cui sono state sospese le lezioni.

Gli alunni che in queste ore sono a casa sono il 44 per cento dell'intera popolazione scolastica del nostro Paese. Non possono andare a scuola e seguire le lezioni in classe - e neanche fare i festini di carnevale - più di un milione e 400 mila alunni in Lombardia; superano le 690 mila unità gli alunni veneti, mentre gli emiliano-romagnoli sfiorano i 624 mila e i piemontesi 581 mila e Dio non voglia se questi numeri dovessero cambiare e aumentare. E allora? E, allora, voi pensate davvero che noi possiamo aspettare che il contagio termini e che l'emergenza finisca per ridare a questi nostri giovani, ai nostri studenti, la giusta opportunità di studio, l'impegno quotidiano con i loro insegnanti e con i loro compagni? Nel 2020 ci sono altre opportunità di studio: c'è la scuola digitale, c'è lo svolgimento di lezioni mediante l'e-learning, si possono usare gli strumenti digitali proprio come hanno fatto in Cina. In Cina 50 milioni di studenti su 200 milioni stanno ricevendo regolarmente formazione a distanza e, dunque, quando finirà l'emergenza in Cina quei ragazzi saranno preparati, forse più preparati di sempre. E i nostri? Perché non pensiamo ai nostri?

Oggi su Il Corriere della Sera Valentina Santarpia racconta di due eccellenze lombarde. La scuola chiude per l'allerta Coronavirus e i presidi si organizzano per non lasciare gli studenti a casa senza studiare. La dirigente dell'istituto tecnico internazionale economico “Tosi” di Busto Arsizio, Amanda Ferrario, ha emanato una circolare urgente per informare studenti, genitori e docenti che da martedì 25 febbraio partono le lezioni virtuali, modalità MOOC o FAD, piattaforme per la formazione a distanza, classi virtuali e smart working. Verranno usate tutte le possibilità offerte dalla scuola per continuare le attività didattiche. Saranno i docenti a informare i ragazzi con il registro elettronico sugli orari e le modalità per seguire le lezioni e gli stessi professori invieranno video tutorial agli studenti per le attività previste. Una modalità, quella virtuale, che resterà in vigore - precisa la preside - per tutto il periodo dell'emergenza sanitaria, salvo sospensione dell'attività didattica, eccetera. E chi vuole marinare le lezioni? Non può, perché la frequenza virtuale delle lezioni, i lavori di gruppo e le consegne attivate tramite classi virtuali sono da considerarsi a tutti gli effetti attività didattica. E da lunedì la didattica alternativa parte anche all'istituto comprensivo “Ungaretti” di Melzo, Milano. Per oltre 700 studenti della scuola primaria e secondaria di primo grado la campanella suonerà in maniera differente: tutti collegati ai loro tablet, già in dotazione, i ragazzi potranno non solo seguire i tutorial, ma anche interagire con i docenti creando delle vere e proprie classi digitali, una sorta di scuola smart per portare avanti il programma educativo nonostante il Coronavirus. “La nostra scuola da questo punto di vista è avvantaggiata dall'essere già in possesso delle tecnologie e delle competenze richieste per utilizzare nuove forme di didattica”, spiega la dirigente scolastica Stefania Strignano. “I nostri insegnanti si sono immediatamente attivati ognuno da casa propria, dando dimostrazione dell'unità di intenti della nostra comunità educante”.

Presidente, Governo, queste sono eccellenze. In questo il Governo non c'entra niente, cioè questo è il modello della scuola digitale già esistente. Non potete vantarvi di questo, come pure ho sentito fare da chi oggi ricopre incarichi politici al vertice. Noi non possiamo limitarci a dire: “Va bene, tanto le scuole che sono pronte partiranno”. No! Questo è il momento della responsabilità, il momento vero dell'investimento sull'istruzione pubblica, che deve diventare istruzione del terzo millennio. Noi non possiamo lasciare a casa tutti gli altri. Allora, chi è già avvantaggiato continuerà ad essere più avvantaggiato ma noi dobbiamo far correre tutti gli altri, quelli che incredibilmente sono rimasti legati alle pratiche del Novecento, alle pratiche dell'insegnamento frontale. E, allora, che cosa fare? Le soluzioni ci sono, eccome. Peccato che avremmo voluto sentirle dal Governo, dal Ministro Azzolina in questo caso, perché non è possibile dire a noi: “Abbiamo incontrato i grandi player. Qualcosa faranno”.

No, noi dobbiamo partire subito con tutte le scuole e con piani obbligatori prima di tutto di formazione dei docenti a distanza e poi la creazione di classi virtuali. Cosa fare allora? Perché la scuola potrebbe essere costretta ad affrontare un lungo periodo di frequenza negata agli studenti per questa emergenza, Dio non voglia, ma potrebbe anche succedere. Di conseguenza, il Ministero, la scuola pubblica, la scuola nazionale deve mettere in atto tutte le metodologie tecnologiche che consentano un'erogazione del servizio formativo a distanza, consentendo agli studenti di non perdere le lezioni e proseguire nel percorso scolastico. Le soluzioni possono essere diverse, a seconda della dotazione tecnologica che il Ministero vuole mettere in campo; questo è il momento di dotare le scuole di tecnologia, oppure anche con la dotazione tecnologica già disponibile nelle scuole, ma ricordando - essendo praticamente, tutti gli studenti, nativi digitali, i centennial, e dunque sicuramente più pronti a questo tipo di apprendimento - che docenti e studenti hanno uno smartphone e possono già, quindi, attraverso app dedicate, fare davvero scuola, immediatamente! Non c'è bisogno di aspettare né grandi piani, né interventi a caso: qui ci vuole una regia militare, strategica, perché così dev'essere, puntuale. Allora ci può essere la condivisione dei materiali didattici, lezioni in streaming e condivisione degli SMART Board, LIM e altro. Esistono diverse piattaforme digitali per condividere i materiali tra docenti e studenti a costo zero, molto facili da utilizzare, software che consentono di creare gruppi, classi con i quali condividere documenti, foto, video, audio. In pratica il docente può caricare sul suo gruppo tutte le lezioni che vuole, ricevere feedback, attività dello studente, correggere, restituire il lavoro dello studente stesso. Già moltissime scuole italiane utilizzano queste piattaforme e la formazione dei docenti potrebbe essere rapida. Inoltre, tutte le attività possono essere svolte sia online che off-line, e quindi non necessitano di un collegamento costante o di un Wi-Fi particolarmente performante, quindi banda larga; e comunque stiamo parlando delle regioni del nord, che almeno in questo dovrebbero essere avvantaggiate. Lezioni in streaming: questa modalità necessita di una piattaforma che consente il collegamento di tutti gli utenti classe al docente e naturalmente hanno bisogno di reti Wi-Fi funzionanti perfettamente, hanno un costo che varia da azienda ad azienda, prospettano soluzioni education. Ecco, bene, il Ministero faccia questo sforzo, acquisti le piattaforme per le scuole del nord, ma subito! Subito! Non deve attendere, perché il problema è da lunedì, finora sono stati in vacanza, pseudo-vacanza, le scuole sarebbero state chiuse per il carnevale, ma da lunedì no, sarà ancora più triste rimanere a casa. Più o meno in questa settimana le famiglie si erano organizzate per il carnevale, vuoi quello del nord, vuoi quello ambrosiano, ma è da lunedì che ci saranno i problemi. Bisogna dotare immediatamente le scuole di queste piattaforme, oppure fare condivisioni ed altro.

Che cosa propone Forza Italia? Forza Italia propone esattamente con un emendamento tutto questo. Ripeto, noi non possiamo vantarci di Tuttoscuola, di quello che fa online Tuttoscuola, piuttosto che la dirigente Strignano a Melzo, piuttosto che la dirigente Ferrario a Busto Arsizio, ma ci saranno tantissimi dirigenti e scuole che conosco delle altre regioni altrettanto validi. Qui ci vuole il valore aggiunto della scuola nazionale, del Ministero e del Governo. Ecco, allora che cosa proponiamo noi: il Ministro dell'Istruzione adotti nel più breve tempo possibile tutte le misure necessarie ad avviare l'impiego del sistema di smart school e deve provvedere a fornire le istituzioni scolastiche delle piattaforme e delle metodologie tecnologiche che consentono la somministrazione del servizio formativo a distanza. Per rendere operative le misure, è avviato un piano di formazione a distanza dei docenti che svolgono la loro attività lavorativa, per quanto compatibile, mediante l'utilizzo della modalità di lavoro agile. Lo smart working, colleghi, deve iniziare innanzitutto per i docenti, quei docenti che ci hanno fatto conseguire la performance peggiore nei Paesi dell'OCSE perché il 75 per cento dei docenti non utilizza ancora tecnologie e, quindi, didattica digitale. È arrivato il momento in cui bisogna chiedere ai docenti obbligatoriamente di diventare docenti del terzo millennio. Il Ministero del Lavoro paga questa formazione, c'è una legge, che è la legge del lavoro agile.

Il Ministro del Lavoro ha concordato con le aziende pubbliche e private lo smart working, tutti i lavoratori del settore privato stanno lavorando perché dobbiamo tenere in una zona di comfort i nostri docenti e privare i nostri studenti di lezioni quando gli strumenti ci sono! Io chiedo davvero come è possibile pensare di non fare immediatamente un piano strategico perché questo avvenga. E quindi, certo, non sono formati i docenti, cominciamo a formare i docenti con lo smart working.

E ancora, per l'organizzazione di tutto questo, subito vanno costituite non al Ministero, le task force, ma in ogni regione una o più task force, sulla base delle specificità del territorio, tenendo conto della popolazione scolastica, delle caratteristiche del territorio, nonché di specifiche situazioni o esperienze territoriali già in atto. I componenti di queste task force sono individuati, dal dirigente dell'ufficio scolastico regionale, tra i dirigenti scolastici e i docenti con particolare esperienza in materia di didattica digitale e formazione a distanza. E questo principio, queste misure devono valere per tutti, devono valere per la formazione superiore, compresa quella universitaria che è certamente più avvantaggiata perché loro le piattaforme ce l'hanno, per le scuole statali e per le scuole paritarie. Quindi, la nostra proposta, Presidente, membro del Governo, sottosegretario, è di non perdere più altro tempo, di realizzare tutto questo, perché noi non possiamo e non dobbiamo privare altro tempo alla formazione; e, ripeto, siamo nel 2020, noi abbiamo tanti altri modi - modi virtuali e modi digitali - di consentire l'apprendimento dei nostri ragazzi. Fatto questo piano, noi possiamo soltanto andare avanti e crescere, ma se non faremo questo, noi andremo molto indietro e poi recuperare sarà veramente difficile, per non parlare poi della depressione in cui lasceremo i nostri ragazzi o anche troppo tempo libero e, come sempre, in assenza di un'educazione alla cittadinanza digitale che pure abbiamo fortemente voluto in questa Camera, probabilmente potrebbero essere anche spinti ad usare male il loro tempo. Noi siamo con i ragazzi, siamo con le famiglie, ma siamo per una giusta dose di “futurità”. Noi dobbiamo guardare al futuro proprio in questo momento, quando siamo provati e una emergenza sanitaria mette in ginocchio, tra l'altro, le regioni più avanzate d'Italia; ma proprio perché sono le più avanzate d'Italia devono dare il buon esempio al resto d'Italia: che si cominci a studiare anche a distanza (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)!

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Marco Marin. Ne ha facoltà.

MARCO MARIN (FI). Grazie, Presidente. Membri, membro del Governo, colleghe e colleghi, inizio questo intervento, e mi fa piacere farlo, ricordando il lavoro che stanno facendo in questo momento -finché pochi di noi sono in quest'Aula e un solo membro del Governo ci ascolta - e ringraziando i medici, gli operatori sanitari, gli infermieri, la Protezione civile, le forze dell'ordine, l'Esercito, i farmacisti, che stanno lavorando per questa emergenza sanitaria. E quindi, nel momento in cui si chiede - e tutti voteremo questo provvedimento, questo decreto-legge o questa conversione - l'unità e la responsabilità, credo che prima di tutto vadano ringraziati quelli che lavorano (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

Nel fare questo e nel fare ringraziamento, devo anche cominciare l'intervento, non con una nota polemica, ma con una nota che mi ha lasciato incredulo: la Camera dei deputati e il Senato della Repubblica hanno preso dei provvedimenti, anche rispetto a quest'Aula, e mi auguro fortemente che il Ministro Speranza…quando è venuto in quest'Aula, nel suo intervento di più di un mese fa ormai o di circa un mese fa, aveva chiesto e aveva dato collaborazione al Parlamento e ha sempre tenuto toni, devo dire, condivisibili, poi nel merito si potrà discutere naturalmente dei provvedimenti e delle cose fatte nell'ultimo mese, ma mi sembra strano che abbia e mi auguro che vorrà correggere quello che ho letto, e cioè una critica sugli strumenti che i Questori della Camera, come è successo anche al Senato, hanno deciso di mettere in atto per la tutela di tutti noi e di chi è fuori dal Parlamento.

Quindi mi auguro che, in questo spirito costruttivo, il Ministro Speranza voglia mettere e chiarire questo aspetto perché lo troverei non da lui e anche francamente incomprensibile in questo momento. Anzi, voglio invece prendere l'occasione per ringraziare anche chi, all'interno della Camera, ha deciso di dare luogo ad alcuni strumenti di tutela nostra e delle persone che sono fuori.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ETTORE ROSATO (ore 13,55)

MARCO MARIN (FI). Detto questo, nasce questo provvedimento e nasce tutto assieme e il Presidente del Consiglio ci ha chiesto responsabilità. Che cosa ha fatto Forza Italia? Forza Italia ha uno stile, ha una storia, ha un DNA: quello del fare e ha subito risposto “presente” e come l'ha fatto? Dimenticando che siamo all'opposizione, che siamo fortemente contrari a quanto sta facendo in tutti i campi questo Governo? No, c'è l'emergenza sanitaria: ci siamo presentati con proposte concrete sia in campo sanitario sia in campo economico.

Voglio partire dal campo sanitario. Alcune nostre proposte sono state ascoltate, altre no e presenteremo degli emendamenti per cercare di correggere ciò che noi riteniamo sia insufficiente. Devo dire che voteremo il decreto-legge perché lo trovo - in questo senso parlo anche da medico non solo da deputato - molto cautelativo e anche perché ho visto che dà i giusti spazi di autonomia agli enti locali. Tornerò poi su questo. Vogliamo migliorare alcune cose e abbiamo fatto degli emendamenti; su altre cose non siamo stati ascoltati; ho il dovere di dire che alcune cose sono state sbagliate prima e, quando si dice che è stato sbagliato qualcosa, non c'è polemica se si dice sempre sì. Quando c'è responsabilità e si vuole essere costruttivi, bisogna ascoltare le voci di tutti. È stato sbagliato quando non si è fatta la quarantena obbligatoria per chi veniva dalle zone a rischio; quando sono stati bloccati i voli aerei non bastava; ce lo ha detto l'OMS, ce lo ha detto Ricciardi, ce lo ha detto la scienza. Spero che dagli errori che sono stati fatti, cose buone e cose meno buone, impareremo tutti. Non è stato naturalmente solo questo: è stato sbagliato quando sono stati criticati certi provvedimenti emanati in quello spazio di autonomia che c'è in questo decreto-legge e che è giusto che ci sia; quando dal Veneto e dalla Lombardia sono venute delle richieste per i bambini che tornavano a scuola. Io sono un papà e faccio il medico e, quando studi medicina, impari che prevenire è meglio che curare. Dico di più: in questo Coronavirus non abbiamo le medicine per curare, ragion per cui la prevenzione è fondamentale. Ritengo che, quando si volevano tutelare i bambini e le scuole, e due regioni come Veneto e Lombardia hanno chiesto un certo tipo di intervento, bisognava dare una voce e un ascolto diverso perché la sanità non si fa con l'ideologia. La sanità si fa con la prevenzione e con le cure, altrimenti cadiamo vittime anche in questo momento di accuse che non hanno nessun modo di esistere nel 2020. Guardate quanto era stato chiesto da Veneto e Lombardia rispetto alle scuole era a tutela di tutti i bambini. I figli sono di tutti; i bambini sono di tutti e appartengono a tutti. Quindi mi sarebbe piaciuto vedere anche lì e mi auguro che il nostro senso di responsabilità che stiamo dimostrando, ripeto, non a parole ma con i fatti, con proposte concrete perché siamo preparati con professionalità, perché le nostre proposte non nascono dal nulla. Noi studiamo, ci informiamo dagli esperti e siamo in grado di formularle e quindi le mettiamo a disposizione di tutti come voi, come la maggioranza, come tutte le forze del Parlamento fanno con noi. Allora impariamo anche da questi errori e cambiamo anche questo atteggiamento e lo dico perché, quando ci viene chiesta responsabilità, che noi, come ho già detto, diamo totale, credo che vogliamo riceverla soprattutto dal capitano della squadra. Non chiedete a noi quello che non potete dare a noi: se si fa una squadra, in squadra quello che chiedo devo poter dare. Se faccio il capitano di una squadra chiedo agli altri molto meno di quello che posso dare io. Allora francamente sentire delle critiche a due sanità di eccellenza come Veneto e Lombardia (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente, Lega-Salvini Premiere e Fratelli d'Italia) francamente le ho trovate fuori luogo e non le ho trovate fuori luogo per l'aspetto politico. Le ho trovate fuori luogo perché in questo momento ci sono dei nostri concittadini - io vengo dal Veneto e vengo da Padova - che stanno rivolgendosi a quelle strutture ospedaliere e devono andare con fiducia nelle strutture ospedaliere, non sentendosi dire che quei medici, quegli operatori sanitari fanno degli errori e sbagliano. Perché, se è così, non ci vanno con fiducia e andranno da una parte e poi dall'altra e creeremo quell'intasamento che non siamo neanche in grado di reggere. Con la stessa disponibilità dico che non vogliamo sentire messa in dubbio l'autonomia delle regioni: la collaborazione c'è da una parte e dall'altra; riabbassiamo i toni: quando qualcuno sbaglia, dire “ho sbagliato”, “sono sotto tensione”, “ho detto una parola di troppo”, giacché nessuno colpevolizza nessuno. Continuiamo nella strada: in questo cordone sanitario che il Parlamento oggi sta creando, un cordone sanitario solo per questo provvedimento, cerchiamo di costruirlo tutti nel modo corretto.

Se mi chiedi responsabilità, dammi responsabilità. Noi abbiamo teso la nostra mano e non la tireremo indietro per il bene degli italiani. Su questo anche proprio da chi deve guidare il percorso aspetto parole di verità. In questo Paese ci sono virologi di fama mondiale. Ritengo che in questo momento la politica deve guidare, forse deve avere la forza di chiudersi la bocca qualche volta e mandare agli italiani messaggi chiari da parte di questi medici virologi specialisti di fama europea e mondiale, perché la nostra sanità non invidia niente a nessuno. Abbiamo centri d'eccellenza anche in questo campo. In Italia ci sono i presidenti della società di virologia europea: sono italiani, sono persone che insegnano negli Stati Uniti, sono persone che vengono chiamate in tutto il mondo. Diamo loro la parola e spieghiamo agli italiani quanto sta avvenendo perché credo che anche in questo senso tutti insieme dobbiamo migliorare la comunicazione di quanto sta avvenendo. Potrei entrare, perché sono medico, in termini tecnici: non voglio farlo e voglio adeguarmi e parlare come parlamentare e dire che parleranno gli esperti, gli scienziati che abbiamo in Italia. Dobbiamo però ricollocare tutto nei termini giusti: non è la sede questa per parlare se c'è la proteasi negli uomini europei per cui sono cinque volte meno colpiti degli uomini asiatici. Ma questi dati ci sono perché la scienza parla per fatti specifici. Allora io dico: riportiamo tutto a un concetto di verità perché il Paese sennò va in ginocchio. È un'emergenza: abbiamo, io dico, la forza e la volontà per affrontarla. Voglio dire che oggi da Vo', da Padova, la prima paziente ricoverata torna a casa (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente); non ha mai avuto sintomi, è una bella notizia, è una buona notizia per gli italiani; torna a casa, guarita starà a casa, ma da oggi è fuori pericolo. Circa la metà - non voglio dare dati sbagliati - ma circa la metà dei veneti non hanno nessun sintomo, sono in quarantena a casa ma non hanno nessun sintomo e lo stesso immagino avvenga in Lombardia come in Emilia, perché poi le percentuali sono percentuali per tutti. Allora io dico: facciamo le cose giuste e pensiamo che questa emergenza sanitaria che gestiremo bene, mi auguro senza errori o con meno errori possibili, perché sempre si può sbagliare ma qua abbiamo il dovere tutti insieme di non fare neanche un errore, da oggi in poi neanche uno, prima di tutto tenendo da conto la sanità di eccellenza che abbiamo in questo Paese, prima di tutto rivolgendoci con rispetto a chi lavora tutti i giorni e non mettendo in dubbio l'operato - lo ripeto - dei medici e di tutti. Detto questo, possiamo uscirne bene.

Poi abbiamo gli aspetti economici: anche per gli aspetti economici, che non possono mettere in gioco il nostro Paese, Confesercenti ieri ci ha detto 4 miliardi; il turismo? Da Federalberghi ci dicono 8 miliardi: sono cifre importanti in una crisi economica che c'è e di cui non voglio parlare, perché su questo saremo non solo avversari ma saremo avversari fino alla fine perché abbiamo idee diverse. Ma in questo cordone sanitario non voglio parlarne, il Governo ha l'obbligo di recepire anche i nostri consigli perché se c'è il cordone sanitario, c'è per tutto. Ripeto: se c'è il cordone sanitario, c'è per tutto. Non c'è per quello che va bene alla sinistra e non va bene alla destra. Il cordone sanitario lo facciamo per tutti e allora anche sugli aspetti economici noi abbiamo fatto delle proposte, mi aspetto che le nostre proposte vengano non disattese, non ascoltate, messe in pratica, messe in atto perché, ripeto, se facciamo questo corridoio, la partita è completa, è a 360 gradi, non può riguardare solo quello che interessa a te, è una cosa che interessa a noi. Ecco parlando di noi e di squadra, detto questo, non voglio dilungarmi su aspetti tecnici che i miei compagni… i miei colleghi di gruppo, onorevole Bagnasco, colleghi di gruppo hanno già fatto e non voglio neanche tediare con aspetti tecnici, che forse potrei fare da medico. Dico solo che oggi in quest'Aula si creerà un voto positivo. Io dico una cosa e lo dico al membro del Governo: a me dispiace che oggi non ci sia almeno il Ministro Speranza (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente, Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia). Lo dico perché, nel momento in cui facciamo una cosa che facciamo tutti insieme e siamo qua a sostenere tutto, mi sarebbe piaciuto avere la condivisione di tutti: una strada se si comincia assieme, la si percorre tutta insieme. Se qualcuno cerca la via d'uscita, quella strada non si fa assieme e non si fa neanche bene. Ragion per cui è evidente che abbiamo sostenuto questo provvedimento, abbiamo portato il nostro contributo, chiederemo di darlo ancora, ripeto, anche non solo sugli aspetti sanitari ma anche sugli aspetti economici. È un momento difficile: tutti insieme possiamo fare meno errori di quelli che per strada faremo, di quelli che saranno fatti lungo la strada. Credo che vada riportato tutto a uno status anche diverso.

Questo deve farlo il Presidente del Consiglio, deve farlo il Governo e deve farlo ascoltando gli scienziati di fama internazionale che abbiamo nel nostro Paese. Noi ci siamo: se la strada è questo cordone sanitario, lo facciamo insieme fino in fondo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Sutto. Ne ha facoltà.

MAURO SUTTO (LEGA). Presidente, Governo, colleghi, oggi siamo qui per affrontare un'emergenza, bisogna ricordare però anche a quest'Aula perché siamo qui oggi e non domani e non venerdì o sabato: perché grazie alla Lega abbiamo ottenuto l'inversione dei lavori, sospendendo l'esame del “decreto intercettazioni”. Peraltro, lo ricordo, il “decreto intercettazioni” è stato rinviato più volte in passato; un provvedimento che noi riteniamo lesivo dei diritti dei cittadini e lesivo delle libertà personali di tutti. Abbiamo chiesto di metterlo da parte, la norma, poi, lo sappiamo, prevede l'entrata in vigore fra due mesi, quindi non c'era alcuna emergenza. Lo ribadiamo, grazie alla Lega siamo qui con il “decreto emergenza Coronavirus”. Presidente, lo dico a lei e, per suo tramite, a tutta l'Aula: non è una vittoria della Lega essere qui oggi a trattare il decreto “Coronavirus”, ma deve essere una vittoria per l'Italia e per il nostro Paese. Andiamo a capire meglio di cosa si tratta, perché è giusto creare non un allarmismo o panico, ma essere, sì, coscienti di ciò che affrontiamo. I Coronavirus sono una vasta famiglia di virus noti per causare malattie che vanno da un comune raffreddore a malattie ben più gravi; in passato abbiamo fatto fronte alla SARS, come ben ricorderete. Un nuovo Coronavirus è un nuovo ceppo di Coronavirus che non è stato precedentemente mai identificato nell'uomo, se non, la prima volta, segnalato a Wuhan, in Cina, a dicembre dello scorso anno. La malattia, lo ricordiamo, provocata dal nuovo Coronavirus ha un nome specifico; si chiama COVID-19, dove “CO” sta per “corona”, “VI” sta per “virus”, “D” sta per “disease”, cioè per malattia, e “19” sta per l'anno in cui si è manifestata. I sintomi più comuni, lo sappiamo, sono la febbre, la tosse, la difficoltà respiratoria, nei casi più gravi purtroppo arriviamo anche al decesso del paziente. Le differenze, gli effetti, tra un semplice e banale raffreddore e quelle del Coronavirus sono molto simili: consistono in tosse, in febbre e raffreddore, però sono causati da virus completamente differenti; pertanto, quando abbiamo qualche sospetto di Coronavirus è necessario fare tutti gli accertamenti del caso. Il periodo di incubazione rappresenta il tempo che intercorre fra il contagio e lo sviluppo dei sintomi clinici; di solito la stima e fra i 2 e gli 11 giorni, fino ad un massimo di 14; questa stima è stata anche confermata lunedì sera in Commissione dal Viceministro Sileri. Il nuovo Coronavirus è un virus respiratorio che si diffonde principalmente attraverso il contatto stretto con una persona malata, in via primaria sono le goccioline del respiro delle persone infette, ad esempio tramite la saliva, i contatti diretti personali, le mani, ad esempio toccando con le mani contaminate non ancora lavate bocca, naso, occhi. Le persone che vivono o che hanno viaggiato in aree infette dal Coronavirus possono essere chiaramente a rischio di infezione. Il lavaggio e la disinfezione delle mani sono la chiave per prevenire l'infezione. Dobbiamo lavarci le mani spesso e accuratamente con acqua e sapone. Se non disponibili acqua e sapone, dobbiamo usare dei gel disinfettanti. Apro solo una piccola parentesi: per chi in questo periodo sta lucrando sui disinfettanti o sui dispositivi medici, per noi questi sono i veri sciacalli e valgono meno di zero (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). È una malattia nuova, non esiste un vaccino, e per realizzarne uno ad hoc i tempi possono essere anche molto ma molto lunghi; si stimano addirittura un anno e mezzo o due anni. Bisogna adottare delle accortezze molto necessarie: lavarsi spesso le mani - lo abbiamo già detto - o comunque, in mancanza di acqua e sapone, utilizzare dei gel disinfettanti almeno per un minuto, mantenere una certa distanza, almeno un metro, dalle persone, evitare di toccarsi spesso gli occhi, il naso e la bocca, e usufruire, in caso di incertezza, anche del numero gratuito posto dal Ministero della Salute, che è il 1500, dove troveremo degli addetti che potranno darci tutte le informazioni per il caso. L'uso della mascherina, poi, naturalmente dotata anche di filtri, aiuta a limitare la diffusione del virus. Diciamolo: gli antibiotici non sono efficaci contro il virus, perché funzionano chiaramente solo contro le infezioni batteriche. Andiamo un po' a risalire poi la storia di quando abbiamo scoperto e che cos'è soprattutto il Coronavirus. Il 31 dicembre 2019 la Commissione sanitaria municipale di Wuhan ha segnalato all'OMS un cluster, cioè un focolaio, di casi di polmonite proprio nella città di Wuhan. Il 9 gennaio di quest'anno, del 2020, il centro per la prevenzione e il controllo delle malattie cinesi ha riferito che è stato identificato un nuovo Coronavirus. Il 30 gennaio 2020, l'OMS, cioè l'Organizzazione mondiale della sanità, ha dichiarato che questa epidemia rappresenta un'emergenza internazionale di salute pubblica. Anche da parte dell'OMS c'è stata la non tempestività nell'inoltro delle informazioni. Presidente, noi siamo bravi a fare incontri, a fare tavoli, ma le decisioni sono sempre state prese in tempi troppo lunghi e l'emergenza non aspetta nessuno. La situazione aggiornata ad oggi in Italia è questa: oltre 320 casi positivi, 11 decessi, ed è di questa mattina la notizia che purtroppo è stata colpita anche una bimba di 4 anni. Ricordo l'intervento della collega Boldi durante l'informativa del Ministro Speranza, quando gli si chiedeva lumi sui protocolli già testati, quando gli si chiedeva lumi sui controlli per i voli che arrivavano dalla Cina, ma soprattutto anche per i voli in triangolazione; rispondendo che andava tutto bene, ricordo che era il 30 gennaio, quando noi chiedevamo spiegazioni, quindi un mese fa. Presidente, siamo troppo lenti: va bene la procedura di accordo europeo, però dobbiamo velocizzare le decisioni. Lo abbiamo detto più volte: blindare i confini, facciamo i controlli alle frontiere; vogliamo sapere a casa nostra chi entra e chi esce (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier); non facciamo sbarcare le navi senza controllare nessuno! Sapete qual è il risultato? Ci hanno detto che eravamo degli allarmisti, degli sciacalli, dei buffoni, però avevamo ragione, cari colleghi: fa male, ma avevamo ragione.

È notizia di ieri che il Presidente del Consiglio, proprio ieri sera, diceva che era pronto a limitare i poteri delle regioni, e cito un suo virgolettato: “basta iniziative autonome non giustificate - diceva ieri Conte -, altrimenti il Governo è pronto ad adottare misure che contraggono le prerogative dei governatori”. Il Presidente del Consiglio sa benissimo che i governatori hanno applicato i protocolli del Governo alla lettera; c'è solo da chiedersi se il Presidente Conte conosce fino in fondo i protocolli sanitari attuati in Italia. Però, in questo momento delicato e di emergenza, a nostro avviso, il Presidente Conte dovrebbe creare un gruppo unito, solido, coeso, non creare disgregazione, perché ricordo che, il 3 febbraio, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino chiedevano al Governo di poter applicare la quarantena a tutti coloro che tornavano dalla Cina. Il giorno dopo il Presidente Conte diceva ai governatori del Nord di calmarsi e di non discriminare nessuno: chiaramente, non è opera discriminatoria questa, bensì buon senso e precauzione. Il 19 febbraio scoppia poi l'emergenza Coronavirus a causa della mancata quarantena, ma ormai chiaramente è tardi. Presidente, noi non abbiamo bisogno di un Presidente del Consiglio che non sa cosa fare, che a volte anche dà l'impressione di essere un po' troppo borioso o spaccone - di questi ne abbiamo già avuti in precedenza -, piuttosto abbiamo bisogno di un Presidente del Consiglio che sa cosa fare e di un Ministro della sanità che sa cosa fare e come dare certezza in questo periodo buio per gli italiani. Lo ricordo, i presidenti che hanno chiesto - Fugatti, Zaia, Fontana e Fedriga - sono stati degli eroi, perché l'hanno gestita magistralmente questa situazione. Abbiamo trasmesso, poi, tramite l'ex Ministro Salvini, una lettera al Presidente Conte con le nostre iniziative e il piano della Lega a tutela delle famiglie e delle imprese, e auspichiamo che lo prenda chiaramente in considerazione.

Appare opportuno prevedere che il personale militare impiegato in tali compiti, soprattutto nelle zone colpite, nonché le forze di polizia civili e militari, vigili del fuoco, polizia locale e Protezione civile, nonché nell'operazione proprio denominata “Strade sicure”, auspichiamo che vengano adottate tutte le misure di prevenzione e protezione sanitaria al fine di garantire l'incolumità e salvaguardare l'efficienza delle stesse. Concludo, Presidente, con un pensiero chiaramente per le vittime, un pensiero per chi sta soffrendo in questo periodo. Un massimo onore rispetto ai medici, agli operatori sanitari, ai volontari, alle forze dell'ordine, ai vigili del fuoco, a tutte le persone che da giorni sono impegnate al lavoro senza sosta. A loro va il nostro più sentito grazie, grazie per quello che fanno per noi tutti i giorni, auspicando che con questo decreto possiamo far fronte a questa emergenza (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Gemmato. Ne ha facoltà.

MARCELLO GEMMATO (FDI). Presidente, onorevoli colleghi, esponenti del Governo, non posso non iniziare anch'io ringraziando ovviamente gli operatori sanitari, tutti gli operatori sanitari, medici, infermieri, farmacisti, biologi, quanti in queste ore e in questi giorni stanno contribuendo alla gestione di un momento difficile per la nostra nazione, ma lo faccio in maniera integrativa rispetto ai colleghi ringraziando soprattutto chi oggi non è stato ringraziato, ovvero i sindaci (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), gli amministratori locali, quelle persone che molto spesso sono rimaste sole nella gestione di un momento difficile per la nostra nazione, perché la filiera del comando molto spesso si è interrotta, perché gli ordini che arrivavano, le disposizioni che arrivavano erano contrastanti, perché non vi era univocità di intenti da parte di chi doveva dare una direzione giusta ed esatta.

E questo lo dico sempre nella chiave collaborativa che la parte politica di Fratelli d'Italia evidentemente in questi giorni sta ponendo in campo sin dal primo giorno, sin da quando questo evento si è palesato, purtroppo, nella nostra nazione. Noi siamo al fianco di chi oggi governa la nazione in tema di sanità, noi siamo al fianco di chi vuol risolvere minimizzando i problemi per il popolo italiano, perché siamo una forza patriottica e perché non potremmo fare diversamente. Però, Presidente, colleghi, alcune notazioni vanno fatte, perché, se è vero che noi dobbiamo essere a disposizione della maggioranza, non del Governo, ma degli italiani, del nostro popolo, è anche vero che, in ossequio alla verità, alcune cose vadano dette. In primis mi permetto, Presidente, e questo lo dico all'Ufficio di Presidenza, lo dico adesso in Aula, spero che venga posto rimedio ad un problema che non è di carattere semantico o accessorio, ma è sostanziale. Presidente, nell'articolo 1 del provvedimento si parla di misure urgenti per evitare la diffusione del COVID-19. COVID è l'acronimo Coronavirus disease 19; descrive la malattia, quindi il COVID è la malattia. Il virus, invece, è la SARS-CoV-2, che è una cosa diversa. Nell'articolato noi leggiamo che, allo scopo di evitare il diffondersi del COVID-19 nei comuni o nelle aree eccetera, eccetera, bisogna fare…del menzionato virus. È un errore, perché il virus è una cosa, la malattia è un'altra cosa (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), e cito in un atto formale, in un decreto che stiamo per convertire, non vi possono essere questi errori.

Allora, ritengo e suggerisco al relatore di maggioranza che si ponga rimedio, magari tramite un emendamento, a quella che è una rappresentazione di come molte volte, anche nel produrre leggi, si fanno degli errori che poi sono errori sostanziali, che non depongono a nostro favore, ma, soprattutto, non depongono a un'idea di Italia che chi ci guarda dall'estero si può fare di noi. Per questo, Presidente, formalizzo questo suggerimento, ovviamente al Comitato dei nove, del quale, peraltro, faccio parte, ma immagino al relatore, che oggi può produrre questo emendamento, dimodoché si ponga rimedio ad un errore fatto.

Altro errore sostanziale: noi, ripeto, collaboriamo, siamo collaborativi, ma l'interruzione dei voli diretti dalla Cina in Italia ha provocato o no un danno per il sistema Italia, per la salute degli italiani? Mutuo le parole del professor Ricciardi, il quale ci dice e ci racconta una cosa evidentemente molto semplice: se tu stoppi i voli per l'Italia e le stesse persone circuitano per altre nazioni d'Europa, evidentemente non hai in mente, non riesci ad identificare la filiera della trasmissione. Vengono cinesi, vengono da Amsterdam, evidentemente non vengono da Wuhan, perché non ci vengono direttamente, non sono monitorati; cosa che hanno fatto in altri Paesi e in altre nazioni europee, ed hanno evitato il fatto che poi non si potesse non solo scoprire, e quindi evitare, il contagio, ma anche andare a risalire alla filiera delle trasmissioni e dei contagi. Questo lo dobbiamo dire, perché, in un momento di unità nazionale, però gli errori vanno profondamente segnalati.

Così come, Presidente, non possiamo da questa esperienza non declinare fino in fondo un problema del nostro Sistema sanitario nazionale, che l'anno scorso ha celebrato il quarantesimo anno di vita, ovvero che esiste un tema che è quello del fatto che il sistema si chiama Servizio sanitario nazionale, che poi viene declinato in 20-21 sistemi sanitari regionali, con un danno per i cittadini italiani incredibile. Questo danno viene dato al fatto, e purtroppo in queste ore assistiamo a questo, che nella regione Puglia si emette un'ordinanza, nella regione Basilicata se ne emette un'altra, ma nelle Marche vogliono chiudere le scuole. Allora, a chi abita a tre chilometri dal confine gli si dice: guarda che tuo figlio non va a scuola, ma, se va nell'altra regione, ci va. Si crea un caos totale, che non ossequia l'articolo 32 della nostra Costituzione, che dice che ci devono essere pari diritti di livello di assistenza sanitaria per tutti i cittadini italiani (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), e questo, per una forza nazionalista come quella di Fratelli d'Italia, non può che essere una stortura, anche in tema di assistenza sanitaria, perché, evidentemente, purtroppo le statistiche ci raccontano questo.

Oggi noi abbiamo un livello di assistenza sanitaria, un'assistenza medica diversa, a due velocità, fra l'asse del Nord e quello del Sud. Noi non possiamo assistere all'ignominia per cui, se si nasce in Puglia, magari, dove è stato applicato in maniera clientelare il DM n. 70 del 2017, chiudendo inopinatamente ospedali, punti di primo soccorso, i pronto soccorsi, di modo che oggi noi ci troviamo a dover gestire, speriamo di no, potenzialmente un'epidemia senza avere le strutture adeguate, e qui abbiamo, invece, l'asse del Nord che sta rispondendo molto bene. Lo si è ricordato in Aula, io lo ricordo ulteriormente: siamo il quarto sistema sanitario nazionale al mondo, fonte Bloomberg (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Questo è un elemento per noi di orgoglio, però, proprio per questo, Presidente, il fatto che il Presidente del Consiglio, di fronte al quarto sistema sanitario del mondo, voglia, probabilmente per acquisire una notorietà e un consenso che evidentemente gli viene sempre più meno, e parlo del Presidente Conte, attacchi inopinatamente gli operatori sanitari di un ospedale lombardo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), dicendo che per colpa loro si è propagato e si è diffuso un virus, questo è vergognoso, e quest'Aula lo deve censurare, perché che immagine noi diamo ai nostri cittadini se gli diciamo che il virus lo hai preso perché i nostri operatori sanitari sono stati quantomeno inadeguati?

E che messaggio lanciamo noi all'estero, ai tanti turisti che, in questo momento, purtroppo, stanno disdicendo prenotazioni, arrecando un forte danno alla nostra economia? Che, se vieni in Italia, quello che universalmente ci viene riconosciuto come il quarto sistema sanitario al mondo non riesce a gestire un'epidemia virale? Allora, Presidente, questo ce lo dobbiamo dire, perché, se noi collaboriamo, e lo stiamo facendo fino in fondo, lo sta facendo il nostro leader Giorgia Meloni dappertutto, non sta alimentando, così come sarebbe facile fare, la psicosi di chi purtroppo non sa che ci troviamo di fronte, sì, a un'epidemia, sì, a un'emergenza, ma un'emergenza gestibile, un'emergenza che il quarto sistema sanitario al mondo può gestire tranquillamente (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Noi non abbiamo fatto campagna elettorale, però, lo ripeto, se il Presidente del Consiglio pensa di poter riacquisire credito e consenso, giocando sulla pelle degli italiani, sbaglia, e in questo Fratelli d'Italia sicuramente non sarà al suo fianco.

Andiamo nel concreto, perché, voglio ricordare a tutti, questa è una dichiarazione di voto rispetto alla conversione di un decreto-legge. Noi abbiamo inteso migliorare il provvedimento in oggetto con numerosi emendamenti; in realtà erano tanti, erano forse una settantina e, giustamente, il nostro presidente di gruppo - glie ne va dato atto - ha insistito a che questo provvedimento venisse in Aula prima di tutti gli altri provvedimenti in esame, perché siamo di fronte a un'emergenza. Il nostro presidente di gruppo giustamente ha detto: riduciamo all'osso gli emendamenti, perché dobbiamo dare il senso della collaborazione; questa sovrapproduzione di emendamenti, e quindi di partecipazione, che in sé è una cosa positiva, potrebbe essere letta dalle forze di Governo come volontà di ostruzionismo. Non voglia Iddio, noi siamo, ripeto, al vostro fianco in questo caso; abbiamo così ridotto a 20 gli emendamenti, ma questi 20 emendamenti non sono stati per niente accolti. Ci è stato detto che vi è una condivisione di massima - quindi siamo d'accordo - e che evidentemente verranno presi in considerazione ex post, quindi nei prossimi provvedimenti legislativi; siamo felici, però alcune cose non possiamo non dirle. Per esempio, articolo 1, lettera g): sospensione delle procedure concorsuali per l'assunzione di personale. Noi, insieme alla collega Bellucci e con il gruppo di Fratelli d'Italia, abbiamo immaginato una cosa semplice: sì, sospendiamo i concorsi, perché evidentemente durante i concorsi soprattutto pubblici, dove ci sono 10, 20, 30 mila partecipanti, con sale dove ci sono centinaia di persone, vi può essere la trasmissione del virus; ciò è di tutta evidenza. Ma è altresì di tutta evidenza il fatto che il sistema sanitario regionale potrebbe richiedere, in una fase di crisi, non determinata necessariamente dalla morte degli operatori sanitari - perché, ripeto, sono convinto del fatto che noi andiamo verso una risoluzione del problema, ma semplicemente del fatto che un sistema sanitario nazionale -, di fronte a una nuova patologia che sta purtroppo infettando la nostra nazione, può avere il bisogno di nuove figure mediche, quindi di svolgere un concorso e tu che fai? Per decreto-legge mi impedisci di tenere il concorso (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Mi sembra un qualcosa di assurdo, che noi avremmo dovuto, secondo me, immediatamente modificare in questo provvedimento, dicendo che giustamente si sospendono tutti i concorsi, perché la promiscuità in ambienti chiusi può provocare la diffusione del virus, ma altresì che noi lasciamo aperta una finestra per i nostri operatori sanitari, di modo che, se il sistema sanitario regionale necessita di particolari figure, queste particolari figure possono essere attinte o con un concorso o addirittura, laddove esistano, in graduatorie già esistenti; peraltro, in un set di emendamenti che noi abbiamo prodotto, anche per quelle regioni che sono in piano di rientro e che quindi per definizione non possono effettuare assunzioni, perché se ci si trova di fronte a una situazione di emergenza, l'emergenza dev'essere tale e quindi le misure devono essere straordinarie. Altro suggerimento che noi abbiamo dato: riaprire la finestra vaccinale. Questo l'abbiamo detto, colleghi, sin dal primo minuto, sin dal primo momento, sin da quando in quest'Aula abbiamo iniziato a parlare di problemi legati, appunto, purtroppo al Coronavirus. Rispetto a questo, in incontri ristretti con il presidente di gruppo a Palazzo Chigi, ci è stato detto che ci sarebbe stata data una risposta. Lo voglio ricordare: riaprire la finestra vaccinale, stimolare alla cultura vaccinale gli italiani in generale, ma in particolare per quanto riguarda l'influenza stagionale, ha un'importanza strategica. Perché? Perché i sintomi, fra l'influenza normale e l'influenza determinata da Coronavirus, sono pressoché identici, sovrapponibili: tosse, mal di testa, febbre alta. Quindi persone ammalate di una semplice influenza, ancorché importante, perché pure l'influenza - ci tengo a dirlo - è un'affezione di carattere virale, prese dal panico, sotto il sentimento della paura, si recano nei pronto soccorso e quindi vanno ad affollare le nostre strutture sanitarie, vanno ad affollare i presidi di pronto soccorso, i reparti e, chiaramente, impediscono agli operatori sanitari di operare bene.

Peraltro, in luoghi promiscui, dove ci sono tre persone che hanno gli stessi sintomi, di cui statisticamente, probabilmente, uno è affetto da Coronavirus, non si fa altro che trasmetterlo agli altri. Anche nell'estrinsecazione quindi di questo stare insieme, perché non raccogliere dei suggerimenti, che non sono di Fratelli d'Italia e non sono dati neanche in chiave polemica o rivendicativa, ma sono dati della comunità scientifica, che ci dice e ci racconta da sempre che vaccinarsi è una buona pratica e che vaccinarsi in questo momento è ulteriormente una buona pratica?

Io capisco, allora, che nella maggioranza di Governo ci possa essere una parte politica che ha ancora in mente le fantasie complottiste dei vaccini, che sarebbero arrivati da Marte per far diventare marziani….Quando c'è il tempo di giocare, giochiamo e ci divertiamo e ridiamo; ora stiamo in un tema di serietà (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e, quindi, una nazione seria e un sistema sanitario serio operano fino in fondo, “fregandosene” - scusate la parola - di quelle che sono le fisime mentali di qualcuno che ancora è convinto che il vaccino possa fare male, perché altrimenti faremmo male alla nostra nazione e al nostro Sistema sanitario nazionale.

Altro suggerimento che noi abbiamo dato in fase emendativa: usare la rete Influnet, che è sostanzialmente la rete coordinata dall'ISS, dall'Istituto superiore di sanità, e che vede la partecipazione di quelle straordinarie forze che sono i medici di medicina generale, i pediatri di libera scelta, cioè gli operatori sanitari presenti sul territorio, che monitorano con questa rete l'incidenza della influenza nella nostra nazione, verificandone i picchi, le emergenze. Evidentemente, è un'evidenza di carattere statistico, laddove, quando ogni anno ci dicono che in Italia, nel 2019 - dato reale - 8 milioni si sono ammalati di influenza, non è che si sono ricoverati 8 milioni di persone o si è fatta un'indagine: si fa un'indagine statistica per capire quanti sono i malati. Ora, anche per percepire il decorso della malattia e quindi del Coronavirus, perché non estendere l'alveo di azione dell'Influnet anche al Coronavirus, ed estenderlo non, come previsto attualmente, alla fine dell'influenza stagionale, ma anche alla fine dell'infezione virale determinata da Coronavirus? Così noi possiamo avere contezza di questa malattia e statisticamente capire quanti sono i malati, e lo possiamo fare a maggior ragione perché in Italia - ritengo che probabilmente questo scopriremo - non vi è un'emergenza diversa rispetto ad altri Paesi dell'Europa, ma c'è soltanto un fatto, cioè che in Italia noi abbiamo fatto i test.

Abbiamo fatto i test di massa e quindi sono emerse X persone - 200, 300 persone - ad oggi che sono ammalate purtroppo di Coronavirus; se li facessero in Francia, in Germania, in Inghilterra, probabilmente ci troveremmo di fronte agli stessi numeri, perché noi non abbiamo nel nostro DNA una predisposizione al recepimento del Coronavirus. È di tutta evidenza che noi abbiamo avuto il coraggio di andare avanti e di monitorare fino in fondo l'invasione e la penetrazione di questa malattia virale: altri non l'hanno fatto, non so se furbescamente, a questo punto, o strategicamente. Presidente, è di tutta evidenza che in questo momento l'Italia è sotto attacco, e qui mi rifaccio ai colleghi di Fratelli d'Italia che chiedevano prima negli interventi la vicinanza dell'Europa: l'Europa non ci dev'essere vicina soltanto quando ci infligge misure contro il buon senso; l'Europa ci dev'essere vicina quando uno dei suoi figli, ovvero l'Italia, uno dei suoi figli più importanti viene attaccato (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Parlo e penso anche all'atteggiamento - che ci fa male - di alcune nazioni vicine. Penso all'Austria, che - me lo diceva poc'anzi il collega Rizzetto - sta assumendo nei confronti nostri, dell'Italia, di un Paese vicino, partner europeo, di un Paese amico, degli atteggiamenti che non si addicono ad un Paese degno di questo nome.

Poi le riflessioni che vanno fatte sono tante e anche strategiche per il futuro. Io lo dico e parlo di una cosa veramente seria: in Cina vengono prodotti la maggior parte dei principi attivi e degli eccipienti che servono per la formulazione di medicinali. Lo ripeto: in Cina vengono prodotti gli eccipienti e i principi attivi per formulare la maggior parte dei farmaci salvavita che noi consumiamo in Italia.

Ciò significa che, se questa epidemia dovesse prolungarsi nel tempo, noi, di qui a qualche mese, potremmo avere un deficit di medicine salvavita in Italia. Questo ci apre due scenari: uno, riflessivo; noi dobbiamo riflettere, anche - non voglio ritornare sui temi di autarchia che possono essere cari ad alcuni, ma a noi no, o parzialmente - rispetto al fatto che noi dobbiamo essere indipendenti; abbiamo l'Istituto farmaceutico di Firenze che, vado a memoria, probabilmente ha, tra le sue funzioni, quella della gestione di queste crisi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia); allora, rispetto a questo dobbiamo immaginare che, oggi, per un'epidemia, domani, non voglia Iddio, per una guerra, dopodomani, per un'altra occasione che a noi può sfuggire, l'Italia ha bisogno di principi attivi farmacologici e l'indipendenza nella produzione degli stessi è vitale e strategica per una nazione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Allora, sottosegretario, iniziamo a pensarci, perché questo si potrebbe verificare di qui a qualche mese e suggerisco anche di mettersi in contatto con le case farmaceutiche e con chi oggi le rappresenta, per iniziare a capire qual è la nostra indipendenza, dal punto di vista temporale, rispetto a determinati farmaci e di provvedere, poi, alle soluzioni. Una soluzione può essere quella di mettere in campo l'Istituto chimico farmaceutico di Firenze, ma soprattutto la soluzione deve essere anche nell'immaginare che in temi come la sanità non possa essere il compenso, l'utile a dettare i tempi; in tema di sanità, a dettare i tempi deve essere innanzitutto la salute degli italiani, del nostro popolo, ma anche la visione strategica della nostra nazione e per questo noi, oggi, diciamo che questo virus, questa epidemia, che noi sulla nostra pelle portiamo, può portarci, però, a evidenziare delle storture alle quali noi dovremo immediatamente porre termine.

Poi, alcune altre valutazioni vanno fatte, lo dicevano prima i colleghi: la speculazione nei prezzi è una cosa vergognosa, lo ripeto, vergognosa, che non attiene intimamente all'essere italiani; l'italiano ha mille difetti, veramente, ha mille difetti, ce li abbiamo tutti, li conosciamo tutti quanti, però, forse, il difetto che mi mancava era questo: l'ingordigia. Però - e questo lo dico non perché sia farmacista o perché conosca la mia categoria - assommare tutta una categoria, perché uno, due, tre, immagino, dieci persone, non di più, abbiano immaginato di poter speculare sull'amuchina gel per le mani o su una mascherina, e gettare discredito su tutta una categoria (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Forza Italia-Berlusconi Presidente) che, oggi, sta tenendo il passo, e, con la rete delle farmacie private e convenzionate distribuite su tutto il territorio in maniera uniforme, sta tenendo botta rispetto a questo problema, mi sembra quantomeno irriconoscente. Allora, se ci sono delle persone che hanno sbagliato, che siano farmacisti, che sia chiunque, vanno puniti pesantemente ed esemplarmente, lo ripeto, pesantemente ed esemplarmente, però non si può gettare discredito su tutta una categoria che, oggi, sta dando tanto alla nostra nazione.

Noi di Fratelli d'Italia, rispetto a questo, riteniamo, Presidente, che, in questo momento storico, dobbiamo essere uniti, dobbiamo parlare un'unica lingua, dobbiamo, in questo momento, spogliarci dell'appartenenza politica e, ancor peggio, partitica, dobbiamo, in una parola, ritornare a sentirci popolo e nazione, dobbiamo tornare ad essere quel popolo fiero che nei momenti di difficoltà si è unito profondamente e ha saputo sconfiggere problemi ben diversi da un virus, un virus sconosciuto, un virus che viene da lontano, un virus che immagino faccia tanta paura e che, però, è alla nostra portata e che possiamo sconfiggere e noi siamo convinti del fatto che lo sconfiggeremo tutti quanti insieme (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Bond. Ne ha facoltà.

DARIO BOND (FI). Presidente, dopo 18 interventi, tutti di notevole spessore, è difficile non ripetere le cose e cercherò di portare dei contributi. Devo dire che sono stati tutti interventi molto importanti e il primo, quello dell'onorevole Epifani, mi ha colpito per l'apertura e per la voglia di unire anche le parti politiche.

Inizio questo intervento, leggendo un'intervista ad un importante, importantissimo imprenditore italiano dove si chiede, su il Giornale: Mettiamo che domani lei diventi Premier, come affronterebbe il problema? E lui, con chiarezza di idee risponde: “Stipulerei un contratto con gli italiani, con l'impegno reciproco ad assumere atteggiamenti responsabili. No a paure e allarmismi, ma la denuncia delle speculazioni che fanno male alla società”. E poi aggiunge: “Informerei molto i cittadini”.

Ecco, io, salutando il Governo, sono partito da queste considerazioni, perché, a mio avviso, il Governo in questa fase non ha sbagliato, ha informato bene i cittadini, ha fatto delle operazioni, anche discutibili, però dobbiamo dire che, in qualche maniera, il messaggio dentro le famiglie è arrivato. Prova ne è, me l'ha fatto vedere prima l'onorevole Baratto, un sondaggio appena uscito proprio sulla risposta degli italiani rispetto a questa problematica, ed è una risposta effettivamente chiara, il messaggio è arrivato.

Poi, questo imprenditore aggiunge: “Ci deve essere un'accurata e importante informazione”. E vi porto un esempio, ma guardate che di questi esempi avvenuti in Italia, accaduti in Italia, ce ne sono diversi, guardo sempre il sottosegretario, perché lo riguarda. Non è colpa solo del Ministero, è colpa anche un po' di tutti. Mi accingo a leggere; questa è una persona che ha le difese immunitarie molto basse e che ha avuto la sfiga, la paura, l'infelicità di andare a mangiare in un locale nella “zona rossa”, non cito neanche la regione. E fa questo racconto: ore 9, chiamo l'ufficio igiene dell'ospedale, non ne vogliono sapere e mi dicono di chiamare la dottoressa “puntini puntini”, suona sempre libero e il centralino mi dice che è in riunione; ore 9,30, chiamo il medico curante che mi dice di chiamare i numeri verdi preposti; ore 11 circa, riesco a contattare il numero verde regione, spiego la situazione, ne prende nota e mi dice di contattare l'ufficio igiene di competenza; ore 13,30, chiamo nuovamente il dottore, sempre libero, non risponde; chiamo l'URP, mi ascolta e mi dice di chiamare l'ufficio igiene, mi relaziona che devo contattare il medico curante e mi dà il numero dell'ufficio igiene, ancora; ore 14, chiamo ancora l'ufficio, mi risponde una signora che mi dice che devono essere contattati solo dal medico curante e mi gira scortesemente il centralino; ore 14,30, chiamo il 1500 e non trovo risposta; poi, alla fine, mi arrendo e sto male.

Allora, vedete, non sono qui con l'ascia di guerra a criticare qualcuno, non sono qui a dire il Governo, la regione… intanto questo fatto è avvenuto in una regione virtuosa dal punto di vista della sanità, non è avvenuto in una regione lontana, è avvenuta in una regione dove ci sono degli standard europei di qualità. In questi casi, ne sono accaduti diversi, noi ci dobbiamo effettivamente, come deputati di questa Repubblica, mettere la mano e pensare a cosa possiamo fare, perché è qui che sta una parte della verità: l'informazione. Se questa persona ha le difese immunitarie basse e gli sono venuti tutti i dubbi durante la notte di aver contratto il Coronavirus, capite che la disperazione è totale e, allora, cerca di aggrapparsi al sistema pubblico e non ci riesce.

Ecco perché bisogna fare una riflessione: questa che noi abbiamo subito, questa che noi stiamo subendo, come Coronavirus, è una prova generale, è una sorta di dimostrazione di pre-guerra, una sorta di battaglia del sistema e le falle - il Governo le ha capite, ma anche le regioni l'hanno capito - le falle ce ne sono. Ce n'è una che non è colpa del Governo: dobbiamo parlarci più spesso e coordinarci più spesso fra regioni contermini. Non è possibile, caro sottosegretario Viceministro, che ci sia un'azione di una regione che ha la problematica e un'altra azione, simile ma diversa, che è vicina, perché a 18 chilometri si passa da una regione all'altra e sono due zone rosse. È qui che c'è la falla del sistema, è qui. Allora dobbiamo imparare tutti da quello che è successo.

Poi faccio anche delle proposte: non prendetemi per razzista o per chi vuole additare che quelli ungono, spargono germi, virus, però, caro sottosegretario, una mano di controllo ai venditori ambulanti cinesi la dobbiamo fare. Dobbiamo in qualche maniera capire che questi sono andati al capodanno cinese per vedere i prodotti nuovi del 2020, sono tornati, non sono stati controllati e girano le piazze a 200, 300 chilometri, perché ogni giorno sono su un posto diverso, a contatto di decine di persone. È vero che i mercati sono spopolati, che c'è poca gente che gira, ma sono potenzialmente inoculatori di virus, distribuiscono. Questi - io le faccio una proposta - devono avere quantomeno una certificazione quando si mettono a vendere sulle piazze, una certificazione sanitaria e il comune gliela deve chiedere e voi, come Governo, dovete dire al comune se è legale chiederla. Come - le aggiungo - c'è anche un altro passaggio che io vorrei mettere in evidenza: non è possibile che alla stazione Termini o a quella di Milano, nei varchi o sui varchi, si controlli il biglietto per l'azione antiterrorismo e non si controllino essenzialmente le situazioni sanitarie di chi passa il varco e va su magari un Frecciarossa o un Frecciargento o un Italo ed è lì, a contatto di persone. Voglio dire: è inutile che poi mi si metta il contenitore dell'Amuchina al Senato per sfregare le mani, che senso ha? Ma che senso ha? Ecco perché, aggiungo, bisogna in qualche maniera, senza critica, senza bandiera politica, senza voglia di far guerra a nessuno, tirarsi giù tutte le varie questioni che non hanno funzionato, segnarcele, perché può capitarci ancora (speriamo di no).

Finisco, finisco su tutto il capitolo dell'economia: ieri Forza Italia ha presentato una serie di proposte. Ho sentito che anche la Lega, attraverso il suo leader Salvini, ha intenzione di presentare una sorta di grande legge che rappresenti una serie di istanze dei territori colpiti o non colpiti. Ho sentito anche il Governo che ha intenzione di fare questo. Ecco la richiesta che faccio: non entro nel merito, perché i miei colleghi lo hanno già fatto, dei vari argomenti. Cerchiamo di non limitarsi alle singole e semplici zone rosse. Quando il problema del Coronavirus arriva in Veneto, arriva a Monselice, a Vo' Euganeo, ma arriva anche a Cortina e le disdette sono terribili, così per l'Alto Adige e così per la Lombardia e per la Sicilia. E quando un imprenditore come il mio collega Baratto si ritrova ad avere dei clienti che vengono dal Messico e che tornano indietro all'aeroporto di Londra, perché gli dicono: “Guardate che se andate in Italia poi quando tornate nel vostro Paese vi fanno la quarantena e state fermi dentro casa”, anche quello è un danno economico. Allora cerchiamo di avere la forza, la capacità di vedere l'aspetto grande, della grande azienda, del turismo e anche l'aspetto - aggiungo e finisco - del piccolo commerciante che ha magari 2, 3 o 4 dipendenti e che si trova praticamente a terra, disperato e non sa come finire la giornata. Grazie Viceministro, grazie Presidente di avermi dato la parola (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Grazie onorevole Bond. È iscritto a parlare l'onorevole De Martini. Ne ha facoltà.

GUIDO DE MARTINI (LEGA). Signor Presidente e onorevoli colleghi, il 9 gennaio 2020 l'OMS ha dichiarato che in Cina è stato isolato un nuovo ceppo di Coronavirus mai identificato prima nell'uomo, il 2019-n-CoV, conosciuto anche come COVID-2019. Il virus è stato associato a un focolaio di casi di polmonite registrati a partire dal dicembre 2019 nella città di Wuhan, nella Cina centrale. I Coronavirus sono un'ampia famiglia di virus patogeni umani identificati fin dagli anni Sessanta e sono comuni in molte specie animali e raramente possono evolversi e infettare l'uomo, per poi diffondersi nella popolazione. Durante la comparsa della SARS Coronavirus nel 2002-2003, il virus ha colpito 8.096 persone, causando gravi infezioni polmonari, con 774 decessi, quindi con un rapporto casi/mortalità del 10 per cento e questo può farci capire quanto può essere pericoloso il Coronavirus. Nell'uomo la trasmissione di Coronavirus può avvenire tramite le secrezioni respiratorie, cioè direttamente attraverso le goccioline provocate dalla tosse o starnuti o, indirettamente, attraverso il contatto di oggetti o superfici contaminati, nonché attraverso un contatto ravvicinato come toccare o stringere le mani di una persona infetta e quindi toccarsi il naso, gli occhi, la bocca. Anche la trasmissione ospedaliera è stata descritta come un fattore importante nella epidemiologia dei Coronavirus. Nei casi benigni del COVID-2019, i pazienti sviluppano sintomi generici influenzali come febbre, astenia, dolori articolari e difficoltà respiratorie, con guarigione in una in una o due settimane. Nei casi più gravi si possono avere polmonite e sindrome da distress respiratorio, sepsi, shock settico, che possono portare fino alla morte del paziente (è di oggi la notizia del dodicesimo decesso in Italia, con oltre 300 casi conclamati di infezione da Coronavirus).

In base alle conoscenze attuali, l'OMS segnala che il contatto con i casi sintomatici, cioè persone che hanno contratto l'infezione e hanno già manifestato i sintomi della malattia, è la modalità principale di trasmissione del nuovo COVID-2019. Sembra rara, invece, la trasmissione del virus da parte di persone asintomatiche. È molto importante richiamare qui quanto semplici atti come il frequente lavaggio e disinfezione delle mani possano contenere la diffusione della malattia. Noi qui stiamo parlando di misure che possono più che altro contenere e non impedire la diffusione della malattia. A questo proposito, ricordo la presentazione della proposta di legge a prima firma Zoffili, atto della Camera n. 1697 del 21 ottobre 2019, che prevede l'installazione presso ospedali, strutture sanitarie, scuole di ogni ordine e Università di dispositivi erogatori di disinfettante per le mani, al fine di prevenire le infezioni e la diffusione delle malattie. Quindi atti e misure semplici che possono prevenire e ridurre gravi patologie.

Il decreto-legge che esaminiamo oggi è rivolto a fronteggiare l'evolversi della situazione epidemiologica in Italia, con una serie di misure per contrastare la diffusione del COVID-2019. In questo decreto-legge vi sono misure come l'isolamento dei comuni con nuovi casi conclamati non riconducibili a una persona proveniente da un'area già interessata dal contagio del COVID-2019. Sono presenti inoltre, nel decreto-legge: sospensione di manifestazioni pubbliche, sospensione dei servizi educativi, sospensione dell'apertura dei musei, sospensione delle gite scolastiche che possono essere attuate in base alla situazione locale.

In una situazione così complessa, vorrei rivolgere un grande e profondo ringraziamento a tutti gli operatori sanitari, per proseguire con chiunque svolga un ruolo di pubblica utilità come le Forze dell'Ordine, per l'abnegazione e il coraggio con cui portano avanti un lavoro tanto importante quanto non facile. Vorrei inoltre ricordare a tutti quanto è importante in questo momento fornire un'informazione equilibrata, che tenga conto, così come le misure che devono essere messe in campo dal Governo, delle esigenze di tutela della salute pubblica contemperate con le esigenze economiche di un Paese come l'Italia, che non può fermarsi nonostante l'epidemia da COVID-2019. Inoltre è fondamentale che il Governo predisponga un pacchetto di misure economiche adeguate per compensare le perdite delle aziende dei settori che subiranno una crisi da questa emergenza e penso per esempio al turismo e al commercio.

A questo proposito la Lega ha già proposto delle misure a tutela di famiglie e imprese colpite dall'emergenza come l'esonero dai versamenti IVA, IRAP, Irpef, INPS, la sospensione delle rate del mutuo, un piano straordinario per il turismo e così via. Infine, vorrei ricordare quanto in una fase iniziale dell'epidemia si sarebbe potuto fare con buonsenso. Mi riferisco alla richiesta dei governatori delle quattro regioni del Nord, di isolare i bambini di rientro dalla Cina, anche se asintomatici, non facendoli rientrare a scuola per due settimane e che, invece, non è stato fatto per furore ideologico e razzismo al contrario. Viceversa, in questi giorni recenti, il Governo ha cambiato atteggiamento e i bambini provenienti dalla Cina sono posti giustamente in isolamento fiduciario domiciliare per due settimane. Nonostante la complessità della situazione esposta precedentemente, il nostro è un grande Paese e sono certo che, con le sue conoscenze, con le sue eccellenze, con il nostro sistema sanitario nazionale, saprà superare questa difficile prova, con coraggio e unità (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Bella. Ne ha facoltà.

MARCO BELLA (M5S). Presidente, gentili colleghi, cari colleghe, oggi ci troviamo a fronteggiare insieme un nuovo nemico comune, il Coronavirus, COVID-19. Una volta a conoscenza della presenza di due focolai nel nostro Paese, il Governo italiano ha prontamente reagito, mettendo in atto delle azioni decise, che hanno causato un inevitabile ma necessario disagio per le persone direttamente coinvolte. Con il mio intervento, Presidente, vorrei rivolgermi ai nostri concittadini che stanno subendo una limitazione della loro libertà, per ringraziarli della collaborazione, della pazienza che hanno mostrato, e spiegare perché queste misure, che potrebbero sembrare eccessive per alcuni, sono in realtà la migliore risposta possibile a questa situazione, sicuramente seria e che richiede attenzione, ma che non deve generare inutile allarmismo. Ricordiamo che, su cento persone malate, ben 80 guariscono spontaneamente senza complicazioni di rilievo, 15 hanno problemi seri, ma gestibili in ambiente sanitario e solo il 5 per cento presenta una sintomatologia di tipo grave, che deve essere trattata in ambiente ospedaliero. I decessi in Italia sono fino adesso avvenuti solo tra persone con età avanzata, oltre settant'anni, e che presentavano altre patologie, anche perché il focolaio è partito proprio in un ospedale. Al momento per il COVID-19 la gestione dei pazienti è sintomatica, non essendoci ancora un vaccino, che non potrà essere disponibile prima di molti mesi e non essendo stata ancora individuata una terapia risolutiva, anche se una serie di farmaci antivirali noti hanno dato risultati decisamente promettenti. La misura di contenimento efficace appare al momento l'isolamento in quarantena per i casi conclamati o sospetti. Come descritto lunedì alla Camera dalla dottoressa Zeng Yuan, delegata dell'ambasciata della Repubblica popolare cinese, le drastiche misure messe in atto dal suo Governo stanno funzionando, perché nel Paese, ove era partita l'epidemia, ogni giorno abbiamo meno contagi e meno decessi rispetto a prima. Il 99 per cento dei casi mondiali è concentrato all'interno di alcune zone della Cina, con la maggior parte delle province che non hanno registrato alcun episodio. Questi dati sono importanti e significativi, perché l'andamento di un'epidemia in una popolazione senza anticorpi prevedrebbe un aumento esponenziale dei contagi. Con le misure messe in atto, invece, assistiamo già adesso a un decremento dei casi. Anche l'Organizzazione mondiale della sanità ha apprezzato l'efficacia di questi energiche azioni, riconoscendo che in Cina l'epidemia sta ormai chiaramente rallentando. In Germania si sono avuti 16 casi, che sono stati individuati e circoscritti tramite la quarantena. Questo focolaio è ormai spento. Sulla base di queste esperienze e ascoltando il parere dei tecnici, il Governo italiano ha emanato il decreto che stiamo discutendo. Anche se nella maggior parte delle persone l'infezione di Coronavirus (COVID-19) ha un decorso benigno, anche se il numero di casi individuati dipende dal fatto che il nostro Paese sta eseguendo più tamponi di qualsiasi altra nazione europea (circa 10 mila, di cui il 95 per cento negativi), anche se la mortalità è comunque bassa e riguarda solo persone decedute - non tanto a causa del Coronavirus, ma perché la propria patologia pregressa è stata aggravata dal Coronavirus - è importante la stretta osservanza delle misure di confinamento volontario per tre motivi. L'andamento dell'infezione da Coronavirus ha presumibilmente un andamento stagionale: ogni giorno guadagnato permette di avvicinare la primavera, quando è ragionevole sperare che la diffusione del virus rallenterà da sola. Ogni minuto guadagnato permette agli scienziati e ricercatori di mettere a punto una terapia antivirale efficace o un vaccino. Soprattutto, rallentando la diffusione del virus, non sovraccarichiamo inutilmente il Sistema sanitario nazionale. È bene ribadire che in numeri assoluti le persone che hanno il virus sono solo poche centinaia su una popolazione di 60 milioni e la maggioranza presenta solo sintomi lievi. C'è un margine di sicurezza, che permette di offrire le migliori cure alle persone più fragili e sappiamo che possiamo e dobbiamo mantenerlo. Per questo abbiamo il dovere morale di mettere in campo ogni azione per rallentare la diffusione del virus, impiegando quelle misure che altrove si sono già mostrate efficaci. In questo decreto sono previste anche delle sanzioni, ma so che i cittadini dimostreranno grande senso di responsabilità, rispettando autonomamente le disposizioni prescritte, come già avviene nelle zone di quarantena. Qui, come rappresentanti di istituzioni, dobbiamo essere una guida, evitando di alimentare paure irrazionali, perché chi combatte in prima linea deve poter impiegare le sue energie a lottare contro il nemico che ha di fronte, piuttosto che rispondere adesso a sterili polemiche dalle retrovie. Presidente, il nostro Paese all'estero è a volte dipinto come un po' pasticcione. Ora, però, insieme si sta indubbiamente agendo bene. Questo decreto contiene le misure concrete per le imprese, per le famiglie e per tutelare le persone più deboli. Con il rispetto delle disposizioni sono fiducioso che potremo uscirne fuori nel più breve tempo possibile, camminando tutti insieme, fianco a fianco. Questa è l'Italia che ammiro, questo è il mio Paese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e, pertanto, dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.

(Repliche - A.C. 2402-A)

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare la relatrice, deputata Lorefice, se ritiene naturalmente. Perfetto, la ringrazio. Ha facoltà di replicare, se ritiene, la rappresentante del Governo.

SANDRA ZAMPA, Sottosegretaria di Stato per la Salute. Signor Presidente, dati i tempi e la necessità che il Comitato dei nove si riunisca, mi riservo la facoltà di intervenire in un altro momento. Molto rapidamente voglio, tuttavia, esprimere, davvero senza retorica, un grande interesse e un vivo apprezzamento per il dibattito che si è svolto in Aula questa mattina, su un tema che ci sta davvero profondamente a cuore. Sento la necessità di dare comunicazione, siccome ho sentito evocare in Aula la non partecipazione dell'Europa o l'assenza dell'Europa, - invece credo sia noto a molti - che questa mattina, ieri si sono riuniti e incontrati, proprio a Roma, al Ministero della Salute, numerosi Ministri della Salute europei, mettendo a punto un impegno in cinque punti che riguarderà tutti e lega in un rapporto di collaborazione. Voglio ricordare che il Ministro Speranza è stato fin dal primo momento interessato e ha richiesto vivamente un incontro a livello europeo e un confronto europeo su questo tema, cosa che è avvenuta a Bruxelles, e che proprio questa mattina, poche ore fa, c'è stato un importantissimo incontro con la Commissaria europea alla Salute e anche un'importante presa di posizione dell'OMS, che ha riconosciuto all'Italia un grande impegno, ha riconosciuto all'Italia di stare camminando nella direzione giusta. Così come da parte della Commissaria europea sono venute parole di sostegno per l'azione del Governo e naturalmente l'impegno a seguire l'evolversi della situazione in tutti i suoi aspetti, comprese le evidenti ricadute economiche. È stato fatto un cenno anche alla questione dei vaccini. Chi vi parla è una sostenitrice e certamente non ho dubbi riguardo al fatto che il vaccino è una prevenzione e una tutela della salute indispensabile. Le evidenze scientifiche, purtroppo, non dicono che il vaccino mette una tutela in più nel caso del Coronavirus.

Stiamo camminando sul crinale delicatissimo di una difficoltà, anche della scienza, di dare risposte ad un fenomeno del tutto nuovo, non conosciuto prima e, quindi, occorre la pazienza anche di seguire passo dopo passo. Il Governo è impegnato ad ascoltare la scienza e a muoversi sulla base delle evidenze scientifiche, senza nessun cedimento.

Infine, poiché è stato richiamato il nome del professor Ricciardi, voglio ricordare che il professor Ricciardi ha assunto un incarico molto importante al fianco del Ministro Speranza proprio per coordinare i rapporti internazionali con tutte le istituzioni scientifiche internazionali. Voglio anche ricordare che il professor Ricciardi ha detto, riguardo alla questione dei voli, della chiusura dei voli, che l'Italia ha fatto la cosa giusta, che anche gli altri Paesi europei avrebbero dovuto fare la stessa cosa. È verificabile, poiché si tratta di una sua dichiarazione pubblica.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 15,05).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Abbiamo già concordato con la presidente Lorefice di avere dieci minuti in più oltre ai venti minuti, quindi, sospendiamo la seduta, per consentire anche lo svolgimento regolare del Comitato dei nove, che riprenderà alle ore 15,35. Buon lavoro.

La seduta, sospesa alle 15,05, è ripresa alle 15,35.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, il deputato Scoma è in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.

I deputati in missione sono complessivamente novanta, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Si riprende la discussione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori la relatrice, presidente della Commissione, deputata Lorefice. Ne ha facoltà.

MARIALUCIA LOREFICE, Relatrice. Presidente, solo per chiedere una sospensione di quindici minuti, perché il Comitato dei nove ha bisogno di quindici minuti di tempo.

Per richiami al Regolamento.

MARZIO LIUNI (LEGA). Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Colleghi, per favore.

MARZIO LIUNI (LEGA). Grazie, Presidente. Volevo qualche delucidazione, visto che parliamo del Coronavirus, per quanto riguarda la posizione: a), dell'onorevole Guidesi; b), di quello che potrebbe accadere la settimana prossima. Il Regolamento, all'articolo 48-bis, cita, al comma 2, che: “L'Ufficio di Presidenza determina, con propria deliberazione, le forme e i criteri per la verifica della presenza dei deputati alle sedute dell'Assemblea, delle Giunte e delle Commissioni”. Mi è appena arrivato l'ordine del giorno dell'Ufficio di Presidenza di domani e non si menziona niente di questo genere. So che ieri, nella Capigruppo, avete parlato del caso dell'onorevole Guidesi e che, diciamo, si è trovata la “soluzione-patacca” di metterlo in missione, ma una missione non è. Siccome la Lombardia è sicuramente la regione più colpita - io parlo per il gruppo della Lega - e ci sono più di quaranta parlamentari che arrivano dalla Lombardia, ma se, tornando a casa venerdì, vengono fermati, come andiamo avanti? Non è possibile, in Ufficio di Presidenza domani, verificare la questione e capire se è il caso e come andare avanti (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)?

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fiano. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO (PD). La ringrazio, Presidente. Intervengo proprio per essere conseguenti alle questioni che ha sollevato adesso il collega del gruppo della Lega, che illustra un tema vero, sul quale non esiste, ad oggi, una risposta regolamentare o un precedente, perché un collega ha un impedimento dovuto ad una legge, ad una norma emergenziale, che gli impedisce, al di là della propria volontà o al di là di una condizione di impedimento di salute, di partecipare ai regolari lavori della nostra Aula. Credo che sarà necessario - e per questo glielo chiediamo, Presidente - che la Giunta per il Regolamento esamini questa questione. Nel frattempo, autonomamente, il gruppo del Partito Democratico, siccome non riteniamo corretto che in assenza di norma venga ristretto un diritto del collega Guido Guidesi a partecipare ai lavori di quest'Aula, anche se non possiamo sopperire alla sua impossibilità di esprime il proprio voto, il nostro presidente del gruppo, onorevole Delrio, non parteciperà alle votazioni di quest'Aula fin tanto che non potrà partecipare il collega Guidesi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

RAFFAELE VOLPI (LEGA). Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RAFFAELE VOLPI (LEGA). Presidente, vorrei ricordare un precedente che c'è, invece, anche se per motivazioni diverse. Nella XVI legislatura, un collega, purtroppo, si trovò nelle condizioni di essere arrestato con il placet dell'Aula, ricorrendo alla giurisdizione, se non ricordo male al TAR; ovviamente, il TAR disse: non puoi partecipare, ma devi avere la documentazione d'Aula, perché non vi era decadenza. Ora, io posso apprezzare certamente il fatto che il deputato Fiano abbia voluto dare la disponibilità del suo gruppo a fare un pareggio, ma, Presidente, qui si crea un principio e una situazione che non potrebbe essere non ripetibile, perché se qualcuno si trovasse, per via di una norma che non è nemmeno una legge ordinaria, a escludere dei parlamentari, sulla scorta di un regolamento derivante addirittura da un atto che è un decreto non ancora convertito, allora vuol dire che in qualsiasi caso, in una qualsiasi difficoltà e in un qualsiasi momento un qualsiasi Governo potrebbe esprimere un provvedimento che in qualche modo escluda dei parlamentari (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Quindi, io credo che, pur apprezzando la disponibilità del Partito Democratico, non ne facciamo una questione politica ma non vogliamo creare un precedente in tal senso. Qui c'è un parlamentare, che non per sua volontà, ma per derivato di un provvedimento, che non è un provvedimento che può essere applicato a un parlamentare, rispetto al quale consentiamo un superamento per via ordinaria del dettato costituzionale. Io la invito, Presidente, innanzitutto a non pensare a delle soluzioni, perché il deputato Guidesi non è in missione e non è in malattia, ed è stato detto anche da lei: “Dovremmo vedere”. No! Il deputato Guidesi deve essere messo in condizioni di partecipare ai lavori parlamentari, ovvero si deve chiarire che in questo momento la Camera non è regolamentata all'interno del suo plenum (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Baldini. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BALDINI (FDI). (Indossa una mascherina protettiva) Signor Presidente, che confusione…

PRESIDENTE. Colleghi, per favore! Prego.

MARIA TERESA BALDINI (FDI). Già forse ho poca voce per la presenza di questa mascherina, ma è proprio su questa che voglio intervenire. Il Ministro Speranza ha detto che indossare le mascherine in Senato - e, quindi, presumo anche in Parlamento - non è fondato sul piano scientifico. Questa polemica è una polemica proprio extrascientifica e Speranza, non essendo né medico né ricercatore, non dovrebbe entrare in questo tipo di valutazione scientifica, perché il Governo, proprio nelle direttive governative, chiede di stare a due metri di distanza per sicurezza proprio per contenere il virus. Allora, si chiede di lavare le mani, ma in determinate situazioni, cioè situazioni di affollamento, mi chiedo come sia possibile lavare le mani. Le forze dell'ordine mettono le mascherine: sono ammalate forse, oppure - non so - lo fanno per mascherarsi? In ambulatorio, come è possibile in un ambulatorio stare a due metri di distanza? Pensate che i due medici che sono stati infettati sono dermatologi. La dermatologia è una delle specializzazioni mediche che ha meno rischio rispetto ad altre, eppure sono infettati da Coronavirus, quindi un'alta diffusibilità e un alto rischio.

Allora, io voglio chiedere al Ministro Speranza come sia possibile stare a una distanza di due metri. Io porto la mascherina perché agisco secondo scienza e secondo coscienza nei confronti di me stessa ma, soprattutto, nei confronti degli altri. Se una persona si è infettata, può darsi che non lo sappia e dopo un po' di giorni potrebbe risultare positiva al Coronavirus. Quindi, il problema vero sarà, un giorno - e spero di sbagliarmi -, che mancheranno le mascherine. Quindi, un invito al Ministro Speranza e alla sottosegretaria ad accertarsi di avere le mascherine, perché anche ieri, in Commissione sanità, è stato rifiutato un emendamento dove si chiedeva a noi, come gruppo, di poter avere dei presidi dove poter dare alle persone delle mascherine. Quindi, quando sento parlare di limitare la diffusione, io credo - anzi, ne sono certa ed è così scientificamente - che la mascherina sia il presidio di base per poter limitare la diffusione. Io credo che sia importante continuare la propria attività e che l'Italia debba continuare a lavorare. In fondo, è una situazione che è possibile limitare, anche se non la possiamo in questo momento fermare. Quindi, su tutte queste parole o su tutte queste cose non scientifiche sulla mascherina chiedo veramente di fare attenzione.

Quindi, proteggere se stessi e gli altri, Presidente, è un invito che faccio perché convintamente dico, soprattutto da medico, che la mascherina è il presidio di base e non spaventa nessuno, nel momento in cui a una persona diciamo: “Guarda, ti metti la mascherina e sicuramente sei protetta tu e gli altri dalla diffusione”. Quindi, è un presidio importante per tutti quanti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Enrico Borghi. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). Grazie, signor Presidente. Voglio dare un contributo precisando, per il suo tramite, alcune osservazioni che il collega Volpi ha fatto in precedenza, tenuto conto del fatto che siamo in presenza di una fattispecie del tutto inedita per la quale torniamo a ribadire l'esigenza di un pronunciamento della Giunta per il Regolamento.

È già capitato che il Parlamento non fosse completo nel suo quorum. Ricordo che la legislatura che iniziò nel 2001 andò avanti per tutta la legislatura, dibattendo il tema di come integrare all'interno della Camera una serie di seggi parlamentari che non vennero attribuiti per la questione, all'epoca nota, delle “liste civetta” e tutta quella legislatura vide questo vulnus, il che non determinò evidentemente un problema di legittimità del pronunciamento dell'Aula dal punto di vista costituzionale. È diversa la fattispecie che stiamo vivendo in queste ore, in quanto il deputato in questione non è oggetto di un provvedimento di natura giudiziaria ma è oggetto di una restrizione - attenzione! - a seguito di un'emanazione straordinaria da parte dell'Esecutivo. Allora, noi ci troviamo a dover salvaguardare il diritto del parlamentare e quindi, conseguentemente, il diritto del Parlamento a non essere conculcato nella sua capacità di rappresentanza del corpo elettorale per interventi esterni, ancorché di natura straordinaria.

Noi riteniamo che il fatto che vi sia un gesto di fair play dal punto di vista parlamentare possa ripristinare le condizioni di equilibrio della rappresentanza, in quanto nella fattispecie è un rappresentante della minoranza a essere impedito a poter partecipare a questi lavori e il fatto che un rappresentante della maggioranza motu proprio decida di non partecipare al voto questo di per sé ripristina quantomeno una condizione di correttezza dell'espressione del voto del popolo sovrano, il che non toglie che questo, però, è un elemento che dev'essere codificato in qualche maniera e non può essere affidato alla discrezionalità ma, soprattutto, pone l'elemento di dover affrontare dal punto di vista regolamentare la questione, perché ha ragione il collega Liuni: in punta di diritto che cosa potrebbe accadere se il numero dei parlamentari si dovesse dilatare e quindi, conseguentemente, il rapporto tra maggioranza e opposizione a favore o a scapito dell'una o dell'altra dovesse essere modificato? Questo è un punto che crediamo debba essere rimesso, attraverso il suo intervento, signor Presidente, ai lavori della Giunta per il Regolamento.

PRESIDENTE. Prima di continuare a dare la parola - e adesso darò la parola al deputato Giachetti - e giusto per fare un minimo di sintesi, è chiaro che per noi questo è un caso assolutamente nuovo. L'ho affrontato con l'istituto della missione, ma era mia intenzione assolutamente portarlo in Giunta per il Regolamento. Dopo l'intervento del deputato Liuni sul Regolamento senza dubbio non c'è nessun problema a iniziare a discuterne, se troviamo una soluzione, anche domani in Ufficio di Presidenza e, quindi, mettendolo all'ordine del giorno - e quindi lo metteremo all'ordine del giorno - ma non solo in Ufficio di Presidenza ma anche poi nella Giunta per il Regolamento. Non c'è dubbio che questo è un caso che va assolutamente sciolto anche dal punto di vista regolamentare.

Ha chiesto di parlare il deputato Giachetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI (IV). Presidente, sarò rapidissimo anche perché le cose che lei ha detto risolvono in parte la questione. Il tema c'è e non c'è nessun precedente, né quello che evoca il collega Volpi, perché lì c'è un voto della Camera che decide di avallare l'arresto di una persona sapendo quali sono le conseguenze, c'è una pronuncia della Camera; anche quando ci fu il tema dei famosi parlamentari e deputati fantasma e via dicendo, la Giunta per le elezioni comunque prese atto dell'impossibilità di proclamare, c'erano degli atti ufficiali della Camera. In questo caso ci troviamo nella situazione di un deputato che, non per sua volontà e senza che la Camera abbia minimamente potuto fare nulla, non può partecipare al voto. È un fatto assolutamente inedito che ha mille conseguenze. Mi pare, peraltro, che nella Conferenza dei capigruppo era stato detto che sostanzialmente non si sarebbe messa in discussione la validità del voto da parte dell'onorevole Molinari, comprensibilmente; capisco anche, transitoriamente, la decisione che è stata presa per risolvere il problema, Presidente, cioè quella della missione, che però non può minimamente in questo senso - e in questo la prego di rassicurarci - essere un precedente; è un escamotage per risolvere nell'immediato il problema. È del tutto evidente che, essendo una formula nuova, una fattispecie nuova, se ne deve occupare la Giunta per il Regolamento. Ovviamente capisco anche in questo caso le parole del collega Fiano, però con molta, molta, molta attenzione, perché, innanzitutto, noi diamo per scontato come voterebbe il collega Guidesi (Applausi di deputati del gruppo Lega-Salvini Premier); noi stiamo parlando della disponibilità del collega Guidesi di partecipare al voto, non è detto, peraltro ci potrebbero essere dei voti segreti, non è detto che il voto del collega Guidesi corrisponda alla sottrazione di un voto da parte del gruppo del Partito Democratico. Tra l'altro, il voto è personale, non è che si può alzare uno e dire il mio capogruppo, che non è presente, non vota, perché lo dovrebbe quantomeno dire chi decide di non votare, ma non può essere questa la logica giuridica nella quale ci muoviamo. Quindi, io la pregherei: il tema c'è, io penso che tutti siamo consapevoli, anche di fronte alle questioni che abbiamo davanti a noi, che c'è l'esigenza di andare avanti, ma rapidamente questo è un nodo che dobbiamo sciogliere, non dando questo come precedente, ma semplicemente come escamotage per uscire da questa situazione e, invece, fare in modo che la norma sia normata con tutte le attenzioni del caso e con tutte le considerazioni giuridiche che vanno prese dalla Giunta per il Regolamento (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Davide Crippa. Ne ha facoltà.

DAVIDE CRIPPA (M5S). Grazie, Presidente. La tematica che è stata posta è stata dibattuta anche ieri all'interno dell'Ufficio di Presidenza e, quando la soluzione da lei prospettata proprio ieri è stata quella di considerarlo equivalente a una missione, io l'ho interpretata come l'unica soluzione al momento ipotizzabile per riuscire a gestire una problematica che è di fatto un unicum, ossia ci troviamo di fronte alla necessità, e per questo apprezzo la sua disponibilità a convocare il più in fretta possibile la Giunta per il Regolamento per stabilire come andare a disciplinare casi analoghi a questi. Proprio ieri, sempre in Ufficio di Presidenza, la sua proposta è stata accolta positivamente da tutti i gruppi parlamentari e, quindi, anche da quello del collega Guidesi. Sono abbastanza conscio del fatto che quanto ha rappresentato poc'anzi il deputato Giachetti evidentemente rappresenta una necessità di chiarezza rispetto al punto. Come gesto di maggioranza, i colleghi del Partito Democratico hanno annunciato, rispetto a un equilibrio numerico tra maggioranza e minoranza, la disponibilità del Presidente Delrio di non partecipare alle votazioni, ma anch'io chiedo con forza di disciplinare meglio all'interno della Giunta per il Regolamento questa fattispecie perché, evidentemente, le peculiarità e le facoltà di un deputato possono andare oltre agli equilibri di maggioranza e minoranza su determinate questioni e su determinati tipi di votazioni. Per questo, io rappresento che comunque oggi la necessità è stata gestita dal Presidente come l'unico strumento operativo disponibile, ovvero quello dello strumento della missione. Siamo disponibili, ovviamente, a lavorare sin da subito nella Giunta per il Regolamento per far sì che questa cosa trovi una disciplina e, quindi, sia possibile gestire al meglio queste limitazioni, che non dipendono dalla Camera, ma vengono e devono essere gestite in modo tale da evitare discriminazioni all'interno di quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Dall'Osso. Ne ha facoltà.

MATTEO DALL'OSSO (FI). (Indossa una mascherina protettiva) Grazie Presidente, vorrei sottoporle diverse questioni. La prima: non so se le è arrivata notizia che il Parlamento europeo ha chiesto l'autosospensione per i parlamentari italiani che vengono da quattro regioni: Emilia-Romagna, Lombardia, Veneto e Piemonte. Io questo weekend ne ho toccate tre delle quattro. Ora, come ha detto la collega, onorevole Baldini, e che vi ripeto: quando voi vi ammalate di cancro, lei vi opera, lei, cioè non c'è persona più qualificata di lei. Presidente, è follia che qui mi si venga a dire: domani ti portiamo la mascherina di… qual è la mascherina che mi volete portare? Perché sono cose folli, folli, siete veramente folli, folli! Mascherine di Arlecchino! Presidente, guardi, io non faccio male a nessuno con la mascherina, cavolo, sono auto-defedante, cioè ho problemi immunitari. Io mi tolgo la mascherina e vi dico: io ero in quelle tre regioni, voi state meglio così o io con la mascherina? Per me vi consiglio che io possa tenere la mascherina a vostra protezione, e se voi foste intelligenti…porca di quella…l'avreste anche voi, la mascherina, per proteggere me! Voi dovete proteggere me, e non io voi (Applausi)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Garavaglia. Ne ha facoltà.

MASSIMO GARAVAGLIA (LEGA). Sì, Presidente, velocemente, anche per venire a capo. Qui il tema non è del numero, ringraziamo per il fair play, togliamo uno per uno, okay, ma non cambia niente. Il punto è la rappresentanza: abbiamo un parlamentare legittimamente eletto che non può partecipare e magari avrebbe anche qualcosa da dire su questo argomento, giusto per essere precisi. Quindi, siamo così certi che è legittimo quello che stiamo facendo? Per inciso, in Europa stanno pensando di lasciare a casa gli italiani dal Parlamento europeo, e questo è un altro tema. Siamo così sicuri che quello che verrà deciso là sia ancora legittimo, mancando un pezzo di Parlamento? Quindi, il tema è un po' più grosso del numero, era solo questo che volevamo dire (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signor Presidente. Io credo che la questione che è stata posta dai colleghi del gruppo della Lega sia una questione fondata e credo anche che lei, Presidente, abbia indicato una strada corretta per affrontare questa questione, che, come è stato ricordato, è totalmente inedita, cioè quella di iniziare domani, all'interno dell'Ufficio di Presidenza, a verificare la questione e poi, successivamente, la Giunta per il Regolamento. È una questione che, come ha ricordato prima il collega Garavaglia, pone oggettivamente delle questioni di legittimità, mancando il plenum, e non vuole assolutamente sminuire le argomentazioni portate dal collega della Lega, ma vuol dare un contributo di ragionamento e di riflessione. Questa ordinanza è un'ordinanza che è stata emanata sulla base di una funzione e di un obiettivo di sanità pubblica, evidenziando un'emergenza, eccetera, eccetera. Il collega Guidesi, quindi, è oggi impossibilitato in ragione di una problematica sanitaria, da questo punto di vista non molto dissimile se il sottoscritto - così non facciamo nomi - fosse domani colpito da una decisione del medico curante, che, individuando il morbillo, quindi una malattia che potrebbe alla nostra età, parlo per me, creare dei problemi anche alle persone che stanno vicino e quindi fossi costretto a casa sostanzialmente per un provvedimento di carattere sanitario, non generale, come è stato quello che impedisce al collega Guidesi, ma altrettanto cogente e a questo punto varrebbe lo stesso principio. Potremmo a quel punto bloccare il Parlamento perché un parlamentare ha il morbillo, cioè ha potenzialmente una malattia che può diffondere e trasmettere ad altri? Quindi credo che la questione vada affrontata nella sua complessità, trovando una risposta che sia, da un lato, di buonsenso e, dall'altro, rispondendo a un principio generale su cui però mi permetto di fare un richiamo a tutta l'Aula, ossia quello del funzionamento; alla fine, il principio costituzionale del funzionamento dell'organo deve essere la linea guida che ci deve guidare - scusate il bisticcio di parole - nel dirimere una questione che realmente, come dicevo all'inizio, è fondata, ma a cui deve essere data una soluzione logica di buonsenso all'interno di questo, a nostro giudizio, principio fondamentale inderogabile.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Rixi. Ne ha facoltà. È l'ultimo intervento.

EDOARDO RIXI (LEGA). Presidente, solo per riportare l'argomento da come è iniziato, visto l'intervento di Fornaro. Intanto non si tratta di una situazione come quella di un caso di morbillo o di un certificato di un medico poiché ad oggi ci risulta che l'onorevole Guidesi sia in buono stato di salute e non sia positivo a nessun tipo di malattia. Quindi, diciamo che ovviamente è una limitazione della libertà dovuta a un'ordinanza, ma quello che l'onorevole Garavaglia diceva prima e che è stato poco recepito da codesto Parlamento è che, siccome provvedimenti analoghi rischiano di penalizzare il nostro Paese a livello europeo, se noi apriamo in questo Parlamento un vulnus, rischiamo di portarcelo tra poche settimane a livello europeo e di essere esclusi dal Parlamento europeo. Quindi, da questo punto di vista, poiché non è un caso isolato, ma rischiamo che, se le cose dovessero andare avanti, potrebbero essere più parlamentari e questo potrebbe diventare un caso e un motivo assolutamente significativo nel prosieguo dei lavori di codesto Parlamento, chiedo a tutti la massima attenzione di non sottovalutare le argomentazioni portate in questa seduta, che non sono argomentazioni tese a bloccare oggi i lavori su cui abbiamo raggiunto un'intesa per andare avanti, ma dobbiamo porci oggi il problema per evitare di trovarci domani in una situazione in cui possono mancare alcune decine di parlamentari di codesto Parlamento e di tutte le forze politiche e rischiamo che ci possano mancare dei parlamentari europei nel momento in cui in Europa si discutono questioni importanti per il nostro Paese. Questo noi oggi tenevamo a sottolineare (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Perfetto. Ripeto che il tema assolutamente c'è. Allo stesso tempo sono convinto che questo plenum oggi sia assolutamente legittimato nella votazione e nell'andare avanti. Il tema c'è; lo porteremo domani in Ufficio di Presidenza e nella Giunta per il Regolamento, fermo restando che useremo tutti i criteri possibili e immaginabili per studiare bene il tema e il caso e fermo restando che anche la limitazione a cui si viene sottoposti oggi in alcuni comuni può essere possibile anche grazie al decreto-legge in esame e, quindi, questa è una fonte su cui il Parlamento, dico, potrebbe in sé intervenire al di là del Regolamento della Camera e al di là del dell'Ufficio di Presidenza, che faremo domani. Domani ci riuniamo.

Si riprende la discussione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la relatrice, deputata Lorefice. Ne ha facoltà.

MARIALUCIA LOREFICE, Relatrice. Presidente, solo per dirle che non abbiamo più bisogno dei quindici minuti di sospensione.

PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge n. 2402-A: Conversione in legge del decreto-legge 23 febbraio 2020, n. 6, recante misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell'emergenza epidemiologica da COVID-19.

Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta si è conclusa la discussione generale e la rappresentante del Governo è intervenuta in sede di replica, mentre la relatrice vi ha rinunciato.

(Esame dell'articolo unico - A.C. 2402-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 del disegno di legge di conversione e degli emendamenti riferiti agli articoli del decreto-legge (Vedi l'allegato A).

Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A), che sono in distribuzione.

Avverto che la Commissione ha presentato l'emendamento 1.100, che è in distribuzione (Vedi l'allegato A), rispetto al quale risulta alla Presidenza che tutti i gruppi abbiano rinunciato alla fissazione del termine per la presentazione dei subemendamenti, nonché al termine di ventiquattro ore di cui all'articolo 86, comma 5-bis, del Regolamento.

Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la relatrice e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

MARIALUCIA LOREFICE, Relatrice. Grazie, Presidente. Allora in merito…

PRESIDENTE. Colleghi… colleghi… per favore.

MARIALUCIA LOREFICE, Relatrice. Allora, in merito all'emendamento 1.100 della Commissione, ne raccomando l'approvazione, poiché non fa altro che recepire il parere del Comitato per la legislazione; in pratica, istituisce un meccanismo di raccordo tra il Ministero della salute e i provvedimenti che vengono adottati a livello territoriale.

Poi, se mi permette, Presidente, sugli altri emendamenti faccio un ragionamento complessivo. Su tutti gli emendamenti, la Commissione formula un invito al ritiro o, altrimenti, il parere è contrario. Ripeto quanto ho già detto poco fa in illustrazione e ho detto anche in Commissione: si tratta di emendamenti che nel merito sono condivisibili. Lo abbiamo detto anche in Commissione, si tratta di emendamenti di contenuto, tuttavia ciò che noi stiamo cercando di fare con il decreto-legge è creare una cornice e, all'interno di tale cornice, si muoveranno i decreti del Presidente del Consiglio dei ministri e anche le ordinanze che vanno ad esplicitare i princìpi, tenendo conto delle varie realtà territoriali. Avevamo bisogno di mantenere la cornice quanto più ampia possibile, quindi, pur ribadendo che il merito degli emendamenti è condivisibile, su tutti la Commissione formula un invito al ritiro.

PRESIDENTE. Il Governo?

SANDRA ZAMPA, Sottosegretaria di Stato per la Salute. Grazie, Presidente. Parere conforme.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 1.100 della Commissione con parere favorevole.

Ha chiesto di parlare il deputato Paolo Russo. Ne ha facoltà.

PAOLO RUSSO (FI). Grazie e ringrazio anche la relatrice e la Commissione per accogliere una sollecitazione che non viene da me personalmente ma dal Comitato per la legislazione. Consentitemi anche di spezzare una lancia nei confronti del lavoro che il Comitato sta provando a fare ormai da due anni, provando a suggerire in ogni occasione opportunità che migliorino il testo e soprattutto che diano garanzia sul piano della chiarezza e sul piano della certezza della norma. In questo senso, apprezzo il lavoro della relatrice e ringrazio per l'attenzione che si è voluta rendere all'emendamento.

PRESIDENTE. Quindi ritira l'emendamento 1.61 da lei presentato? Va bene, giusto per esserne sicuro. Deputato Russo, a pagina 6 c'è anche l'emendamento 2.60 da lei presentato che, in caso venisse approvato l'emendamento 1.100 della Commissione, sarebbe precluso. Prego, deputato Russo.

PAOLO RUSSO (FI). Presidente, vale ovviamente anche per quell'emendamento: il principio è lo stesso. Non vi è la volontà di sostenere le ragioni proprie o di parte, semmai vi è l'interesse a rendere il testo migliore così come ha indicato il Comitato per la legislazione.

PRESIDENTE. Perfetto. Lo faccio chiaramente per la massima chiarezza.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.100 della Commissione, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 1).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.52 Locatelli.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Locatelli. Ne ha facoltà.

ALESSANDRA LOCATELLI (LEGA). Presidente, in un pieno spirito ovviamente di collaborazione, e anche nel rispetto di quello che ha detto la relatrice, l'onorevole Lorefice, cioè di mantenere la cornice più ampia possibile, io ritengo che questo emendamento non tocchi nessuna cornice, che sia semplicemente di buon senso, perché abbiamo parlato di scuole di ogni ordine e grado e abbiamo anche sostituito in Commissione questo termine con “istituzioni scolastiche del sistema nazionale di istruzione”, ma questo non comprende i centri diurni per ragazzi con disabilità o per persone anziane, quindi centri semiresidenziali. In questo modo noi lasciamo quest'unico compito sulle spalle, già gravate abbastanza, dei nostri sindaci. Non dico che noi ci sostituiamo a loro anche in tutte queste discrezionalità, perché anche quando nevica il sindaco può decidere di chiudere una scuola, però se lo citiamo qui nel decreto di emergenza per il Coronavirus e sappiamo che si tratta di un contagio che quindi può esserci per vie dirette e di contatto, lo è per i nostri bambini così come lo è per le persone con gravi disabilità, per esempio con insufficienza mentale o altre tipi di disabilità, oppure per le persone anziane che frequentano i centri diurni per persone affette d'Alzheimer, per fare qualche esempio. Io vi chiedo di fare un'ulteriore riflessione perché non andiamo a toccare nessuna cornice, semplicemente includiamo una categoria che è stata esclusa e che troppo spesso viene dimenticata (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.52 Locatelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.60 Gagliardi.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Gagliardi. Ne ha facoltà.

MANUELA GAGLIARDI (M-NI-USEI-C!-AC). Presidente, in pieno spirito collaborativo, e anche avendo apprezzato le parole della relatrice, che ha riconosciuto alle opposizioni di aver presentato degli emendamenti di sostanza più che condivisibili, do la disponibilità al ritiro dell'emendamento, sempre naturalmente che il Governo decida di accoglierlo, se eventualmente verrà ripresentato sotto forma di ordine del giorno, perché appunto riteniamo che comunque si tratta di buon senso.

Questo, per esempio, si tratta in particolare della sospensione delle udienze, delle attività giudiziarie, che riteniamo naturalmente essere un tema abbastanza importante. Quindi, ritiro questo emendamento e anche gli altri a mia prima firma, che sono quindi gli emendamenti 1.60, 1.62, 1.64 e 1.70.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.39 Gemmato. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Gemmato. Ne ha facoltà.

MARCELLO GEMMATO (FDI). Presidente, comprendiamo l'esigenza evidenziata dalla relatrice di velocità e del fatto che debba essere inserito tutto il resto in una cornice poi disciplinata da DPCM e ordinanze, ma proprio per questo noi facciamo notare che alla lettera g) dell'articolo 1 sostanzialmente si parla della sospensione delle procedure concorsuali per l'assunzione di personale, una norma di buonsenso, perché è evidente che in zone affette dal Coronavirus sostanzialmente è disdicevole mettere insieme tante persone, perché evidentemente si potrebbe avere il contagio fra gli stessi, se dovessero esserci uno o più malati; però, con questo emendamento noi vorremmo escludere i concorsi medici, perché è di tutta evidenza che, in zone dove vi è un'emergenza sanitaria, ci può essere l'esigenza di selezionare personale medico per nuove e palesate esigenze di carattere scientifico, ma anche - e non voglia il Signore - per il fatto che alcuni operatori medici possono morire e, quindi, si debba evidentemente scalare in graduatorie preesistenti o indire nuovi concorsi. Quindi, io ritengo che nella cornice che giustamente la maggioranza ha inteso tracciare vada inserito questo provvedimento, che è un provvedimento che in prospettiva va a sanare delle storture che purtroppo potrebbero verificarsi. Quindi, chiedo una riflessione alla maggioranza, perché è un argomento cogente, è un argomento sostanziale e non possiamo demandare il tutto ad ulteriori approfondimenti.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.39 Gemmato, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.14 Foti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

Passiamo all'emendamento 1.19 Bellucci. Ha chiesto di parlare la deputata Bellucci. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Presidente, confidando nelle parole della relatrice, che ha detto che gli emendamenti presentati da Fratelli d'Italia sono degli emendamenti di buonsenso e che verranno recepiti attraverso dei decreti attuativi o attraverso DPCM, sono disponibile al ritiro, ovviamente certa che ci saranno quei decreti e quelle misure per far sì che questa previsione che riguarda i medici di famiglia venga attuata, e che quindi i medici di famiglia possano certificare nelle zone rosse attraverso non una visita domiciliare o attraverso la visita in ambulatorio, bensì attraverso un accertamento telefonico. Quindi, ritiro l'emendamento.

PRESIDENTE. Deputata Bellucci, anche l'emendamento 1.20?

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Per le stesse ragioni, sì, Presidente.

ROBERTO NOVELLI (FI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Su che cosa?

ROBERTO NOVELLI (FI). Sul ritiro dei nostri emendamenti. Quando abbiamo parlato in discussione sulle linee generali di uno spirito di collaborazione su un argomento così importante, che sta toccando diversi gangli del nostro Paese, dalla salute all'economia, abbiamo detto che il nostro spirito collaborativo era totale e che avremmo voluto che fossero accolti alcuni nostri emendamenti perché ritenevamo e riteniamo che avrebbero potuto migliorare il testo. Ma lo spirito collaborativo che contraddistingue Forza Italia in questo momento ci fa dire che siamo disponibili al ritiro, trasformandoli in ordini del giorno, con impegno del Governo a dare un parere favorevole ai nostri emendamenti trasformati in ordini del giorno, in quanto crediamo che anche un ordine del giorno che viene articolato in modo corretto e responsabile possa poi servire per dare le risposte necessarie a questo problema, che, come ripeto, è di tutti quanti noi.

PRESIDENTE. Deputato Novelli, mi può dire, per favore, il numero degli emendamenti che intende ritirare?

ROBERTO NOVELLI (FI). Emendamenti 1.63 Versace, 1.3 Mandelli, 1.65 Marin, 2.60 Paolo Russo, 2.4 Novelli, 2.5 D'Attis, 2.1 Bagnasco, 2.56 Versace e 3.050 Aprea. L'emendamento 1.61 Paolo Russo è stato ritirato, vero? Sì.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.22 Bellucci. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.22 Bellucci, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.40 Gemmato, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

Passiamo all'emendamento 1.3 Mandelli. Ha chiesto di parlare il deputato Mandelli. Ne ha facoltà.

ANDREA MANDELLI (FI). Grazie, Presidente. Molto brevemente, per ribadire quello che già stamattina è emerso nel dibattito, cioè una grande gratitudine nei confronti degli operatori in ospedale, medici, infermieri e farmacisti, che stanno davvero contribuendo ad affrontare una tematica molto importante per il Paese. Però con questo emendamento noi volevamo segnalare le tematiche del territorio. Cosa succede nel territorio? Da un lato, ovviamente, i medici di medicina generale svolgono la loro attività negli ambulatori nelle ore in cui possono essere a disposizione dei pazienti, anche magari limitando, come si sente dire in Lombardia, in questi territori, in queste giornate, la loro attività di ricevimento dei pazienti. Gli infermieri, ovviamente, vanno quando vengono chiamati. Il vero problema rimane per tutta la gente che si rivolge alle farmacie.

È notizia di oggi, su tutti i giornali, il grande assalto alle farmacie italiane, nelle quali i cittadini cercano un conforto, un consiglio, un parere, anche solo un'opinione rispetto alle tante angosce e ai tanti dubbi che vengono a suscitare i media, e quindi l'allarme che viene diffuso. Il problema è proprio questo: credo che con questo emendamento pensare di dotare i farmacisti, quelli delle zone rosse, ma in generale tutti i farmacisti, di una mascherina sia la possibilità reale non di difendere qualcuno che lavora, ma la possibilità vera di preservare questa importante istituzione che sta dando un servizio così importante nel territorio, diversamente dagli altri operatori, anche H24.

Allora qual è il tema? Ovviamente, nel caso di una positività ad un tampone, che non vuol dire avere un esito della malattia grave, il problema è che l'operatore sanitario non può più svolgere il proprio lavoro, e quindi questo, ovviamente, può decimare le forze dei farmacisti che in questo momento tengono aperto con spirito di abnegazione, e li voglio ringraziare, anche con orari molto ampliati rispetti a quelli che normalmente vengono previsti e imposti dalle ASL, dalle giunte regionali, dai consigli regionali, e fanno fronte a queste esigenze. Allora, proteggere questi farmacisti per poter davvero consentire di avere quel servizio di prossimità aperto sempre, sabato, domenica, a tutte le ore del giorno, e dare una risposta concreta ai cittadini. Non proteggerli non vuol dire difendere la casta, vuol dire poterci privare di un servizio che in questo momento sta svolgendo forse il ruolo sociale sul territorio più importante.

Ovviamente ritiro l'emendamento, perché sarebbe una brutta pagina per questo Parlamento votare contro questo emendamento, però chiedo davvero la trasformazione in un ordine del giorno che non sia un “valutare la possibilità di” di un giorno, ma di prendere iniziative che consentano ai professionisti della salute, che in questo momento in ogni farmacia trattano centinaia di pazienti al giorno, di poter proseguire il loro lavoro in maniera costante e continuativa, non per loro, ma soprattutto per le comunità che assistono. Quindi chiedo un impegno del Governo, non un generico impegno, ma un impegno reale per affrontare un tema di salute pubblica (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.53 Boldi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.56 Morrone.

Ha chiesto di parlare il deputato Morrone. Ne ha facoltà.

JACOPO MORRONE (LEGA). Presidente, anche noi ci impegniamo a ritirare l'emendamento. Vogliamo solo ricordare che in questo momento ci sono circa 64 mila detenuti e 40 mila uomini e agenti della Polizia penitenziaria e sanitari che non hanno alcuna misura di prevenzione rispetto al Coronavirus. Anche noi chiediamo quindi che vengano immediatamente disposte delle misure di prevenzione o di controllo, tipo limitare l'accesso, fornire termoscanner, mascherine, gel antisettici. Abbiamo supportato tale richiesta anche questa mattina con una lettera al Ministero della salute, al Ministro Speranza, che si accordi col Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria per intervenire immediatamente. Anche noi ci impegniamo quindi a ritirare questo emendamento, con l'intesa che naturalmente diventi un ordine del giorno, ma il Governo si impegni realmente in maniera veloce, perché non vorremmo arrivare troppo tardi.

PRESIDENTE. L'emendamento 1.56 Morrone quindi è ritirato, giusto? Deputato Morrone, quindi l'emendamento 1.56 Morrone è ritirato. Aveva detto anche di altri emendamenti? Anche l'emendamento 1.58 Morrone quindi è ritirato?

JACOPO MORRONE (LEGA). Sì, è analogo e riguarda quelli che sono gli uffici giudiziari, il tribunale, i giudici di pace o altri uffici.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.41 Gemmato, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e su cui la V Commissione (Bilancio) ha formulato parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.28 Baldini, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e su cui la V Commissione (Bilancio) ha formulato parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Novelli. Ne ha facoltà.

ROBERTO NOVELLI (FI). Signor Presidente, sono a chiederle se è possibile, vista la disponibilità al ritiro degli emendamenti e alla trasformazione degli stessi in ordini del giorno, al termine delle votazioni che ci venga dato, che venga dato all'Aula un tempo congruo, almeno 30 minuti, per fare in modo che gli uffici riescano a preparare gli ordini del giorno che vanno a sostituire gli emendamenti ritirati.

PRESIDENTE. Sì, possiamo magari prevedere una pausa prima dell'ultimo voto.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.35 Ferro.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Presidente, questo emendamento non lo ritiriamo, ma ricalca praticamente l'impegno, la condizione che ieri la Commissione difesa ha approvato all'unanimità, allegata al parere favorevole: garantire a tutti i militari e alle Forze armate ovviamente le necessarie dotazioni di sicurezza, ma non ci scordiamo di quei militari e di quei componenti delle Forze armate che lavorano nell'operazione “Strade sicure”. In tutti i siti dove lavorano nell'operazione “Strade sicure” sono chiamati a controllare, sono chiamati anche a fermare dalle persone, sono chiamati a intervenire, e in molti posti non hanno la necessaria dotazione, non hanno neanche delle direttive ben chiare. Per questo anche ieri in Commissione, nel parere favorevole, abbiamo chiesto che il Ministro della difesa venga a riferire in Commissione e ci tenga informati su qual è poi la procedura in corso d'opera che sarà tenuta nei prossimi giorni. Abbiamo saputo oggi che sono state decise delle basi in tutto il territorio italiano per l'eventuale quarantena dei militari. Ci sembra doveroso però, considerato che non è prevista qui spesa, non prevediamo numeri, che venga inserito nel decreto una specifica per i militari e le Forze armate che in questo momento si stanno impegnando e sono stati colpiti, sappiamo benissimo purtroppo che a Milano e nel Veneto sono stati contagiati. Dobbiamo quindi cercare di aiutarli: non mi sembra pleonastico ribadirlo nel decreto; e, ripeto, invito comunque la relatrice magari ad accantonarlo e a pensarci, visto che questa è, ripeto, una condizione posta dalla Commissione difesa allegata al parere favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Deputata Lorefice, c'è una richiesta di accantonamento dell'emendamento 1.35 Ferro.

MARIALUCIA LOREFICE, Relatrice. Non accogliamo la richiesta. L'emendamento del quale ha parlato il collega riprende altri emendamenti simili. Nel merito, ripeto, siamo tutti d'accordo; su questi aspetti si procederà per via amministrativa, quindi si procederà attraverso i DPCM e attraverso le ordinanze: motivo per il quale credo che accogliere l'accantonamento sia superfluo, proprio per i motivi che abbiamo spiegato sia in Commissione sia poco fa in Aula.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Borghi. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). Presidente, alla luce delle osservazioni fatte dalla relatrice, riprendendo anche il dibattito svolto in Commissione difesa ieri, stante il fatto che vi è una volontà da parte del Governo e della relatrice di accogliere lo spirito che sta anche alla base dell'emendamento del collega Deidda (penso anche al lavoro del collega Ferrari ed altri), vorrei proporre ai proponenti di questo, come di altri emendamenti, la predisposizione di un ordine del giorno specifico che possa essere sottoscritto dai presidenti di gruppo della Commissione difesa, che recepisca sostanzialmente quanto è stato detto qui dalla relatrice.

PRESIDENTE. Prego, deputato Deidda. Quindi lo ritirate?

SALVATORE DEIDDA (FDI). Sì, lo ritiriamo e lavoriamo insieme.

PRESIDENTE. Sta bene, quindi l'emendamento 1.35 Ferro è ritirato.

Ha chiesto di parlare il deputato Ferrari. Ne ha facoltà.

ROBERTO PAOLO FERRARI (LEGA). Presidente, in merito a questo argomento, che è oggetto anche di altri due emendamenti firmati dal sottoscritto, faccio solamente presente che quanto proposto dalla relatrice, cioè procedere per via amministrativa con l'adozione di DPCM, di fatto non è già stato utilizzato come strumento con due DPCM: quello del 20 febbraio, che nulla aveva preso in considerazione per quanto riguardava le Forze armate quanto agli strumenti di tutela individuale, nonostante il decreto-legge che stiamo convertendo prevedesse la possibilità dell'utilizzo delle Forze armate da parte dei prefetti; e nemmeno il DPCM emanato il 25 febbraio prevede per le Forze armate questa precauzione, mentre in esso è stata introdotta la cautela per quanto riguarda gli operatori del Ministero della giustizia, e quindi la Polizia penitenziaria.

Ritengo che inserire questa norma di cautela per le nostre Forze armate - impegnate sia nell'ambito del contenimento delle “zone rosse” dichiarate quindi off limits sia nell'operazione “Strade sicure”, e ricordiamo che sono quasi 7 mila i militari impegnati nel nostro Paese in questa operazione e che sono impiegati molto spesso in porti, aeroporti, stazioni ferroviarie e, quindi, a contatto con persone potenzialmente infette - dovrebbe avere, per lo meno da parte di questo Parlamento, la dignità del rango primario e, quindi, dovrebbe essere inserita in questo decreto-legge. Ecco perché abbiamo sostenuto e sosteniamo fortemente il fatto che questa norma debba essere accolta (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Deputato Ferrari, giusto per chiarezza, siccome il suo intervento è venuto dopo il ritiro dell'emendamento 1.35 Ferro e i suoi emendamenti sono il 3.3 e il 3.4, intende poi ritirarli oppure andiamo al voto degli emendamenti 3.3 e 3.4?

ROBERTO PAOLO FERRARI (LEGA). Al momento, li mantengo.

PRESIDENTE. Perfetto. L'emendamento 1.35 Ferro, come abbiamo detto, è ritirato.

Passiamo all'emendamento 1.9 Rizzetto, con il parere contrario.

WALTER RIZZETTO (FDI). Grazie, Presidente. Sì, lo ritiro, ritiro questa proposta emendativa, perché avremmo atteso un esito un po' differente, però, anche rispetto e sulla scorta di quanto prima ascoltato dalla presidente Lorefice, chiedo un attimo di attenzione, veramente pochi secondi, per cercare di spiegare la ratio di questa proposta.

La proposta, Presidente, è molto semplice, nel senso che tutti noi e non soltanto noi ci accorgiamo che quando frequentiamo un aeroporto, soprattutto negli ultimi giorni, le misure di prevenzione, le misure di controllo all'interno degli aeroporti sono evidentemente abbastanza elevate, così non si fa per quanto riguarda le stazioni ferroviarie, per quanto riguarda il trasporto via ferro. Ricordiamo, Presidente, che, molto spesso, ogni mattina, laddove gli istituti scolastici sono ancora aperti, migliaia se non milioni di studenti ad oggi in Italia frequentano i treni, frequentano le stazioni e, evidentemente, vanno a scuola con il treno.

Questa è una proposta emendativa che io, voglio dire chiaramente e lo rinnovo, ritiro, ma tendo a sottolineare l'importanza della stessa, perché così come sono controllati altri luoghi di assembramento di persone, nello specifico, luoghi di trasporto, con questa proposta noi cercavamo semplicemente di dire che alcuni luoghi, come le stazioni ferroviarie, i treni devono essere garantiti in termini di disinfezione giornaliera, sia per quanto riguarda il trasporto ferroviario, sia per quanto riguarda eventualmente tutto il trasporto pubblico, non ultimo il trasporto via terra e il trasporto via acqua.

Ritiro la proposta e sono sicuro, Presidente, che, insomma, si farà, già nelle prossime ore, qualcosa in questo senso, perché non possiamo avere dei luoghi che sono sufficientemente o più che sufficientemente controllati e degli altri luoghi che non lo sono. Io le dico che sono sceso dal treno in stazione Termini lunedì sera, quindi, evidentemente, quando eravamo sicuramente in emergenza rispetto a questo tema, e non ho trovato un termoscanner, non ho trovato delle apparecchiature per la disinfezione, dopodiché, se le società che si occupano di trasporti, lo fanno autonomamente, bene, però, tenderei a rassicurare i fruitori di questi mezzi pubblici che la cosa sia fatta e sia fatta nel migliore dei modi.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 2.61 Foscolo, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Foscolo. Ne ha facoltà.

Colleghi, per favore….

SARA FOSCOLO (LEGA). Presidente, anch'io, nell'ottica di portare il più velocemente possibile all'approvazione questo provvedimento, ritiro i miei emendamenti che sono appunto il 2.61, auspicando, come ha detto precedentemente il mio collega Morrone, che ci sia un occhio di riguardo anche per la Polizia penitenziaria e che quindi al più presto possa avere tutti i presidi necessari per tutelarsi e per difendersi da questo contagio, e il 2.62, anche qui auspicando che il Governo tenga in considerazione anche la possibilità che possa verificarsi una carenza di medici ospedalieri e che, quindi, sia possibile prevederne la sostituzione, perché i nostri ospedali non debbano chiudere. Trasformerò questo emendamento in un ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 2.63 Zoffili, con parere contrario. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zoffili. Ne ha facoltà.

EUGENIO ZOFFILI (LEGA). Presidente, in questo emendamento trattiamo il tema della sicurezza sanitaria negli aeroporti. Per quanto riguarda i voli e gli aeroporti, questo Governo ha deciso lo stop dei voli con la Cina e ci permettiamo di segnalare che questo stop dei voli è stato attuato senza predisporre gli opportuni controlli sanitari nelle aerostazioni e ai confini terrestri del nostro Paese. A supporto, con spirito assolutamente costruttivo, e riguardo alla salute di tutti gli italiani, ci tengo a riportare in questo Parlamento, alla Camera dei deputati, le parole del professor Walter Ricciardi - che è professore ordinario di igiene alla Cattolica, membro del consiglio esecutivo dell'OMS ed ex presidente dell'Istituto superiore della sanità – che, appunto, sullo stop dei voli con la Cina, su Il Sole 24 Ore, dichiara: “È stata una misura inutile e non basata su evidenze scientifiche, come quella della misurazione della temperatura negli aeroporti”, come ha sottolineato la Ministra della Salute francese, era invece fondamentale isolare tutti i possibili casi sospetti a partire da quelli che sono arrivati dalla Cina. Tra l'altro, il blocco non ci ha consentito di controllare chi è arrivato con i voli di scalo. Noi dal 20 gennaio, come Lega, abbiamo chiesto di sospendere temporaneamente l'accordo di Schengen per poter controllare le potenziali persone infette provenienti dalla Cina con altri mezzi e attraverso altri Stati. Il Premier Conte ha sempre risposto di “no” e in Aula diciamo che ormai è tardi per sospendere Schengen; per noi della Lega sospendere Schengen è una misura che assolutamente doveva essere assunta prima. Questo emendamento è teso a migliorare i controlli sanitari all'interno degli aeroporti. Fatte queste premesse, a nostro avviso devono essere fatte dagli esperti e dai tecnici ulteriori valutazioni sui termoscanner e sui termometri, chiediamo che i controlli vengano effettuati all'imbarco dei passeggeri nei voli nazionali. Le cito il mio esempio, Presidente: io parto generalmente dall'aeroporto di Linate, parcheggio l'auto, accedo ai controlli di sicurezza per quanto riguarda le partenze, salgo sull'aeromobile e faccio il viaggio da Milano Linate a Roma Fiumicino, scendo dall'aereo, entro nel finger o accedo all'area degli arrivi attraverso le scalette dell'aereo e i controlli con il termometro o con termoscanner mi vengono fatti all'area del ritiro bagagli e io, in quell'arco di tempo, sono stato con i passeggeri sul volo e ho interagito, magari, con il personale di bordo, con gli steward, i membri dell'equipaggio e successivamente sono stato nell'area comune dove confluiscono i passeggeri provenienti da altri voli nell'area degli arrivi di Fiumicino. Quindi, chiediamo di sostenere questo emendamento, di rivedere il parere del Governo, perché votando a favore si va nella direzione di garantire una maggiore tutela per la sicurezza dei passeggeri italiani provenienti anche da altri Stati (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Di Muro. Ne ha facoltà.

FLAVIO DI MURO (LEGA). Presidente, solo un rapido intervento sull'emendamento del collega Zoffili e per approfittare anche della presenza del Governo per segnalare un'altra specificità italiana. Noi ci stiamo domandando, sulla gestione del virus, relativamente agli aeroporti italiani di cui ne abbiamo competenza, però ci sono almeno altri due aeroporti che sono fuori dai confini nazionali, ma sono utilizzati dagli italiani. Ora non so l'aeroporto di Innsbruck quanto sia utilizzato dalla provincia di Bolzano, ma sicuramente l'aeroporto di Nizza è utilizzato da tanti soggetti stranieri e da tanti italiani che poi vengono nel Ponente Ligure. Io vorrei - chiedo formalmente al Governo, probabilmente farò anche una lettera domani al Ministro degli esteri Di Maio - sapere se il Governo italiano intende conoscere come sono oggi organizzati i controlli sanitari e di temperatura corporea per chi arriva all'aeroporto di Nizza e probabilmente anche all'aeroporto di Innsbruck (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.63 Zoffili, con parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

Passiamo all'emendamento 2. 9. Zoffili. Ha chiesto di parlare il deputato Ziello. Ne ha facoltà.

EDOARDO ZIELLO (LEGA). Grazie Presidente, per annunciare il ritiro dei seguenti emendamenti: il 2.9 Zoffili, il 3.05 Zoffili, il 3.051 Piastra, il 3.54 e il 3.04 Lazzarini, il 3.51 e 3.53 Di Muro e il 2.050 Boldi per accelerare il più possibile su questo decreto signor Presidente, grazie.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 2.10 Lucaselli. Ha chiesto di parlare la deputata Lucaselli. Ne ha facoltà.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Grazie Presidente, anche noi ritiriamo questo emendamento, rimarcando però la necessità evidenziata dall'emendamento, che abbiamo riportato e che riporteremo in un ordine del giorno e, quindi, auspichiamo ovviamente che l'impegno del Governo a recepire gli ordini del giorno sia concreto e si trasformi in realtà, perché riteniamo che sia assolutamente necessario a questo punto predisporre un piano nazionale di prevenzione per l'adozione di uniformi livelli di sicurezza e di controlli sanitari all'interno delle scuole di ogni ordine e grado e all'interno delle università, considerato che ad oggi ogni istituto scolastico su tutto il territorio nazionale sta adottando misure differenti.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 2.12 Gemmato. Ha chiesto di parlare il deputato Gemmato. Ne ha facoltà.

MARCELLO GEMMATO (FDI). Sì grazie Presidente, ora anche io per velocizzare i lavori ritirerei, ritiro anzi questo emendamento, però mi preme sottolineare l'importanza della possibilità di dare alle regioni che sono in piano di rientro dai deficit sanitari la possibilità di assumere in casi di emergenza. È evidente che ci troviamo in condizioni emergenziali e, quindi, la nostra produzione legislativa deve tendere a provvedimenti di emergenza, quindi dare la possibilità alle regioni, anche in piano di rientro, di poter assumere, facendo scorrere le graduatorie in essere ovvero espletando dei concorsi, è una misura che il legislatore in questo momento deve prendere, perché se ci trovassimo, lo ripeto, di fronte alla possibilità per cui c'è una decimazione del personale sanitario o c'è bisogno di figure mediche specifiche, le regioni, in particolare anche le regioni in piano di rientro, lo possano fare.

PRESIDENTE. Gemmato, anche il 2.15 quindi?

MARCELLO GEMMATO (FDI). Questo, Presidente, lo trasformerei in un ordine del giorno che vado a illustrare subito dopo.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.01 Fioramonti.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fioramonti. Colleghi, per favore! Ne ha facoltà.

LORENZO FIORAMONTI (MISTO). Grazie Presidente, proprio nello spirito della cornice di cui ha parlato la relatrice, abbiamo deciso di presentare questo emendamento perché consente di estendere quanto già previsto dal decreto, con il lavoro agile nelle zone, nelle aree e nelle regioni interessate dalle zone rosse, a tutto il territorio nazionale, per una serie di ragioni: uno, perché bisogna passare da una misura giusta reattiva ad una misura preventiva, diminuire la possibilità di contagio a regioni che ancora non sono state interessate dal fenomeno, venire incontro ai disagi dei pendolari e dei lavoratori anche delle nostre imprese, perché stiamo andando di fronte ad un calo della produttività in tantissime imprese italiane (i dati li vedremo nei prossimi mesi) e garantire lavoro agile per i lavoratori significa anche aumentare la produttività delle imprese in questo momento di difficoltà e poi perché abbiamo bisogno sempre di più di garantire che il nostro tessuto produttivo e il nostro contesto lavorativo sia sempre più in grado di fronteggiare emergenze future e la diffusione di questo nuovo modo di lavorare non è soltanto un segno di modernità, ma è anche un elemento di resilienza per le nostre imprese e per i nostri lavoratori. Questo emendamento non prevede costi aggiuntivi, perché semplicemente estende la cornice al territorio nazionale, sono le imprese e i lavoratori che debbono decidere quando attuarlo, quindi non capiamo il parere negativo della Commissione bilancio. Ci appelliamo a maggioranza e opposizione affinché lo sostengano, grazie.

PRESIDENTE. Deputato Fioramonti, non lo ritira quindi? Quindi lo pongo in votazione.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sgarbi. Ne ha facoltà.

VITTORIO SGARBI (M-NI-USEI-C!-AC). Onorevole Presidente, sentito questo ultimo intervento, di cui non capisco bene la resilienza, credo che vada detto esattamente l'opposto: non c'è in questo momento alcuna emergenza, non solo nelle regioni non colpite, ma anche in quelle colpite. Vorrei ricordare alla vostra attenzione la dichiarazione che in molte televisioni è passata, ma evidentemente qui non è arrivata, di una studiosa che si chiama Maria Rita Gismondo, che dice: a me sembra una follia: si è scambiata un'infezione appena più seria di un'influenza per una pandemia letale. Non è così, è una follia, uccide di più l'influenza.

Cerchiamo di ragionare: l'Italia è ferma e avrà un danno tragico nell'economia, se continuiamo a fingere che ci sia una epidemia che non c'è, non esiste e il Governo, per inseguire le regioni, sta facendo una cosa ancora più grottesca. Ogni voto che noi diamo è un voto contro l'Italia, contro i cittadini, contro l'economia. Ve ne pentirete, sarete maledetti, lo dico qui perché rimanga la voce che l'emergenza non c'è.

PRESIDENTE. Deputato Sgarbi! Deputato Sgarbi, moderi il linguaggio!

VITTORIO SGARBI (M-NI-USEI-C!-AC). Sarete maledetti (Commenti di deputati del gruppo Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Moderi il linguaggio! Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.01 Fioramonti, con parere contrario di Commissione, Governo e della V Commissione.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.03. Bellucci.

Ha chiesto di parlare la deputata Bellucci. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Grazie Presidente, per le ragioni che ho detto poc'anzi ritiro l'emendamento, lo presenterò attraverso un ordine del giorno, grazie.

PRESIDENTE. Passiamo allora alla votazione dell'emendamento 2.051 Rampelli.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.051 Rampelli, con parere contrario di Commissione, Governo e della V Commissione.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.52 Tiramani, con parere contrario di Commissione e Governo.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Tiramani. Ne ha facoltà.

PAOLO TIRAMANI (LEGA). Grazie, Presidente. Io chiedo di mettere in votazione questo emendamento, per un motivo molto specifico. È utile dal mio punto di vista, soprattutto per gli amministratori locali, affiancare all'articolo 650 del codice penale anche una sanzione amministrativa, che serva come deterrente per il contenimento. Nei giorni scorsi, da sindaco - infatti, lunedì non sono potuto essere qua - è capitato anche nella mia amministrazione locale che, tralasciando quella che era la quarantena nel comune di Codogno, un cittadino si è trasferito nel mio comune, generando il panico e facendo sì che io dovessi emettere una ordinanza di contenimento, mettendo in difficoltà tutto il sistema.

Credo che questo sarebbe un ulteriore deterrente e potrebbe servire alle amministrazioni locali. Soprattutto non costa nulla alla macchina dello Stato, ma favorisce gli enti pubblici. Quindi, chiedo una rivisitazione del parere e lo metterei ai voti.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.52 Tiramani, con parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.3 Ferrari, con parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Ferrari. Ne ha facoltà.

ROBERTO PAOLO FERRARI (LEGA). Grazie, Presidente, non sto a reillustrare gli emendamenti, questo e il successivo. È unicamente per sottolineare, però, il motivo per cui chiedo che venga messo in votazione. Infatti, da parte della maggioranza e del Governo non si può chiedere collaborazione, disponibilità, senso di responsabilità e poi, di fatto, non accogliere praticamente nessun emendamento, nessun suggerimento, peraltro di buonsenso, prodotto dalle opposizioni. Non ritengo che rinviare a successivi provvedimenti amministrativi ciò che può essere fatto, come si diceva, hic et nunc, quindi qui ed ora, in un momento così importante e grave, sia un qualcosa di utile. Accolgo, comunque, e apprezzo sempre gli interventi del collega Borghi, che stimo, per eventualmente arrivare a un qualcosa che possa dare compimento a quanto la Commissione difesa ha approvato in maniera unanime. Detto questo, comunque, chiedo la votazione degli emendamenti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Valbusa. Ne ha facoltà.

VANIA VALBUSA (LEGA). Grazie, Presidente, solo per sottoscrivere questo e il successivo emendamento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.3 Ferrari, con parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.4 Ferrari, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).

L'emendamento 3.54 Lazzarini è ritirato.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.057 Montaruli.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Montaruli. Ne ha facoltà.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Presidente, io invito il Governo a riflettere sull'opportunità di approvare questo emendamento, perché non vi saranno successivamente DPCM nei quali eventualmente poterlo inserire, sia per questioni di urgenza sia per questioni di contenuto. L'emendamento è suddiviso in due e potremmo definirlo un emendamento antispeculazione e antisciacallaggio.

La prima parte dell'emendamento è dedicata alla necessità di bloccare i prezzi dei beni di prima necessità, tra cui anche le mascherine e i prodotti igienici. Peraltro, questa necessità è stata avvertita anche da parte della maggioranza. Io adesso non la vedo seduta, ma l'ex Ministro Madia ha fatto un'interrogazione, interrogando proprio il suo stesso Governo su che cosa si volesse fare, per impedire la speculazione su questi beni.

La seconda parte dell'emendamento, in particolare l'ultimo comma, introduce un'aggravante generica per i reati commessi proprio a causa delle emergenze epidemiologiche, come quella che ci vediamo ad affrontare con il Coronavirus. Lo dico perché, mentre noi parliamo in quest'Aula, ci sono stati dei furti, dei furti nei pronto soccorso e negli ospedali di tutti i beni di prima necessità, che stanno mettendo a grave rischio i soccorsi. Ci sono tentativi di truffa soprattutto nei confronti degli anziani. Persone con veramente tanti pochi scrupoli vanno a giocare sulla paura delle persone più fragili.

Quindi, anche per le ragioni che ho anzi detto, invito il Governo quantomeno ad accantonare questo emendamento e a rifletterci seriamente, perché, preso atto della disponibilità ad affrontare i temi su un punto di vista del contenuto, noi sappiamo che successivamente sarà molto difficile poter introdurre in maniera efficacia questo emendamento altrove (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.057 Montaruli, con il parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.06 Boldi, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).

Passiamo adesso alla proposta emendativa 3.052 Foscolo.

Ha chiesto di parlare la deputata Foscolo. Ne ha facoltà.

SARA FOSCOLO (LEGA). Grazie, Presidente. Ritiro anch'io questo emendamento, anche qui, con l'auspicio, come aveva già detto prima la collega Bellucci di Fratelli d'Italia, di valutare il fatto che i medici di medicina generale per fare dei certificati medici devono andare a casa dei pazienti e, quindi, sono soggetti a un contagio e, quindi, ad un'eventuale quarantena (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Quindi, la proposta emendativa 3.052 è ritirata.

Siamo all'articolo 4, con l'ultimo emendamento 4.4 Rampelli.

A questo punto, come richiesto da alcuni deputati, sospendiamo la seduta per 50 minuti, al fine di consentire ai gruppi di presentare ulteriori ordini del giorno, alla Presidenza di valutarne l'ammissibilità e alla rappresentante del Governo di esaminarli per l'espressione del parere.

Invito i gruppi a far pervenire agli uffici presso la Presidenza gli ordini del giorno entro 30 minuti, a partire da ora, al fine di consentire lo svolgimento degli ulteriori adempimenti sopra richiamati.

La seduta è sospesa, riprenderà alle ore 18,05.

La seduta, sospesa alle 17,15, è ripresa alle 18,05.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ETTORE ROSATO

Sull'ordine dei lavori.

ENRICO BORGHI (PD). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). Grazie, Presidente. In considerazione del fatto che, in precedenza, i colleghi Tiramani e Fornaro hanno fatto alcune considerazioni sul grado di positività nella regione Piemonte, desidero comunicare all'Aula che la regione Piemonte ha appena comunicato che non sono tre, ma soltanto uno, i soggetti che hanno subito questo grado di positività. Credo sia un elemento che consente ai colleghi di farsi un quadro più oggettivo della situazione.

Si riprende la discussione.

(Ripresa esame dell'articolo unico - A.C. 2402-A)

PRESIDENTE. Siamo all'emendamento 4.4 Rampelli, a pagina 15 del fascicolo, l'ultimo.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.4 Rampelli, con il parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).

Avverto che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo unico, ma, dopo l'esame degli ordini del giorno, si procederà direttamente alla votazione finale.

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 2402-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A). Se nessuno chiede di intervenire per illustrarli, chiedo al rappresentante del Governo di esprimere il parere. Prego, onorevole Zampa.

SANDRA ZAMPA, Sottosegretaria di Stato per la Salute. Se lei fosse d'accordo, Presidente, e l'Aula fosse d'accordo, credo che potremmo procedere, dando parere favorevole a tutto ciò a cui siamo favorevoli e indicando le eccezioni.

PRESIDENTE. Sono certo che facciamo prima così.

SANDRA ZAMPA, Sottosegretaria di Stato per la Salute. Sugli ordini del giorno n. 9/2402-A/1 De Filippo e n. 9/2402-A/2 Spadoni, parere favorevole. L'ordine del giorno n. 9/2402-A/3 Pignatone si accoglie come raccomandazione. Sugli ordini del giorno n. 9/2402-A/4 Carbonaro, n. 9/2402-A/5 Grillo, n. 9/2402-A/6 Dori, n. 9/2402-A/7 Amitrano e n. 9/2402-A/8 Martinciglio parere favorevole; n. 9/2402-A/9 Cancelleri, favorevole; n. 9/2402-A/10 Mammì, favorevole; n. 9/2402-A/11 D'Uva, favorevole; n. 9/2402-A/12 Rizzo, favorevole; n. 9/2402-A/13 Giovanni Russo, favorevole; n. 9/2402-A/14 Siragusa, favorevole; n. 9/2402-A/15 Grimaldi, parere favorevole; n. 9/2402-A/16 Currò, favorevole; n. 9/2402-A/17 Cominardi, favorevole. Ordine del giorno n. 9/2402-A/18 Zolezzi: dunque, in questo caso è favorevole al primo impegno mentre chiediamo il ritiro del secondo impegno.

PRESIDENTE. Quindi, favorevole con una riformulazione.

SANDRA ZAMPA, Sottosegretaria di Stato per la Salute. Ordine del giorno n. 9/2402-A/19 Terzoni, favorevole; n. 9/2402-A/20 Alberto Manca, favorevole; n. 9/2402-A/21 Lattanzio, favorevole; n. 9/2402-A/22 Miceli, parere favorevole a condizione che sia inserita la formula: “a valutare la possibilità di”; n. 9/2402-A/23 Baldini, parere favorevole; n. 9/2402-A/24 Maschio, parere favorevole; n. 9/2402-A/25 Varchi, parere favorevole sul primo impegno e sul secondo è favorevole a condizione che sia inserita la formula: “a valutare la possibilità di” e così al terzo punto.

PRESIDENTE. Sta bene. Quindi, favorevole con una riformulazione al secondo e al terzo punto.

SANDRA ZAMPA, Sottosegretaria di Stato per la Salute. Ordine del giorno n. 9/2402-A/26 Ferro, favorevole; n. 9/2402-A/27 Rizzetto, favorevole; n. 9/2402-A/28 Lucaselli, favorevole; n. 9/2402-A/29 Gadda, favorevole; n. 9/2402-A/30 Moretto, al primo punto chiediamo che venga riformulato con l'introduzione e la premessa: “a valutare l'opportunità di” e per il resto favorevole; n. 9/2402-A/31 Rostan, favorevole; n. 9/2402-A/32 Carnevali, favorevole; n. 9/2402-A/33 Bellucci, favorevole; n. 9/2402-A/34 Meloni, favorevole; n. 9/2402-A/35 Gemmato, “a valutare la possibilità di” deve introdurre l'impegno del Governo.

PRESIDENTE. Sta bene. Ordine del giorno n. 9/2402-A/36 Rampelli?

SANDRA ZAMPA, Sottosegretaria di Stato per la Salute. Dunque, io qui ho un ordine del giorno n. 35…

PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/2402-A/35 Gemmato, parere favorevole.

SANDRA ZAMPA, Sottosegretaria di Stato per la Salute. Parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2402-A/36 Rampelli, “valutare la possibilità di”.

PRESIDENTE. Quindi, riformulazione.

SANDRA ZAMPA, Sottosegretaria di Stato per la Salute. Ordine del giorno n. 9/2402-A/37 Mollicone, “a valutare la possibilità di”; n. 9/2402-A/38 Belotti, “valutare la possibilità di”; n. 9/2402-A/39 Fioramonti, anche in questo caso chiediamo la riformulazione: “a valutare la possibilità di”; n. 9/2402-A/40 Costanzo, “valutare la possibilità di”; n. 9/2402-A/41 Aprea, parere favorevole; n. 9/2402-A/42 Foti, parere favorevole; n. 9/2402-A/43 Gagliardi, favorevole; n. 9/2402-A/44 Pedrazzini, favorevole; n. 9/2402-A/45 Silli, parere favorevole; n. 9/2402-A/46 Benigni, parere favorevole. Le chiedo la cortesia adesso di recuperare gli altri ordine del giorno.

PRESIDENTE. Siamo all'ordine del giorno n. 9/2402-A/47 D'Ippolito.

SANDRA ZAMPA, Sottosegretaria di Stato per la Salute. Sì, va bene. Prosegua pure.

PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/2402-A/47 D'Ippolito.

SANDRA ZAMPA, Sottosegretaria di Stato per la Salute. Parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2402-A/48 Lazzarini, parere favorevole con: “valutare la possibilità di”.

PRESIDENTE. Riformulazione.

SANDRA ZAMPA, Sottosegretaria di Stato per la Salute. Ordine del giorno n. 9/2402-A/49 Piastra, parere favorevole; n. 9/2402-A/50 Pella, favorevole; n. 9/2402-A/51 Ruffino, parere favorevole; n. 9/2402-A/52 D'Attis, parere favorevole; n. 9/2402-A/53 Novelli, favorevole con la formula: “compatibilmente con i vincoli di bilancio”; n. 9/2402-A/54 Marin, favorevole; n. 9/2402-A/55 Bagnasco, parere favorevole; n. 9/2402-A/56 Pittalis, parere favorevole a condizione che sia premessa: “valutare l'opportunità di”; n. 9/2402-A/57 Gelmini, “a valutare l'opportunità di” deve introdurre l'impegno del Governo; n. 9/2402-A/58 Mandelli, favorevole; n. 9/2402-A/59 Baratto, favorevole; n. 9/2402-A/60 Labriola, favorevole; n. 9/2402-A/61 Bond, favorevole; n. 9/2402-A/62 Versace, favorevole; n. 9/2402-A/63 Prisco, favorevole con la condizione: a valutare la possibilità di adottare le opportune iniziative; n. 9/2402-A/64 Di Muro, parere favorevole con la condizione: “a valutare l'opportunità di”; n. 9/2402-A/65 Deidda, parere favorevole al primo e al secondo impegno.

PRESIDENTE. Quindi, favorevole?

SANDRA ZAMPA, Sottosegretaria di Stato per la Salute. Favorevole.

Ordine del giorno n. 9/2402-A/66 Montaruli, parere favorevole; n. 9/2402-A/67 Zoffili, parere favorevole; n. 9/2402-A/68 Morrone, favorevole; n. 9/2402-A/69 Turri, parere favorevole; n. 9/2402-A/70 De Girolamo, parere favorevole; n. 9/2402-A/71 Rixi, parere favorevole; n. 9/2402-A/72 Sasso, parere favorevole; n. 9/2402-A/73 Foscolo, favorevole; n. 9/2402-A/74 Furgiuele, parere favorevole; n. 9/2402-A/75 Tasso, parere favorevole.

PRESIDENTE. La ringrazio, sottosegretario.

Quindi passiamo ai voti. Considero accolti tutti gli ordini del giorno con parere favorevole.

MARCELLO GEMMATO (FDI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARCELLO GEMMATO (FDI). Chiedo scusa, Presidente. Un chiarimento: c'è stata una sovrapposizione sul mio ordine del giorno n. 9/2402-A/35. Va riformulato o è favorevole?

PRESIDENTE. Favorevole, onorevole Gemmato. Ordine del giorno n. 9/2402-A/35 Gemmato, favorevole.

C'era stato un momento…comunque, lo verifichiamo quando ci arriviamo, onorevole Gemmato.

Ordine del giorno n. 9/2402-A/3 Pignatone, viene accolta la raccomandazione? Viene accolta?

DEDALO COSIMO GAETANO PIGNATONE (M5S). Sì, accolgo la raccomandazione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ciaburro. Ne ha facoltà.

MONICA CIABURRO (FDI). Grazie, Presidente. Voglio chiedere sull'ordine del giorno n. 63…

PRESIDENTE. Ci arriviamo, ci arriviamo.

MONICA CIABURRO (FDI). Va bene, ci arriviamo.

PRESIDENTE. Sull'ordine del giorno n. 9/2402-A/63 Prisco c'è una riformulazione e quando arriviamo al punto gliela faccio rileggere.

Allora, l'ordine del giorno n. 9/2402-A/3 Pignatone è accolto come raccomandazione.

Sull'ordine del giorno n. 9/2402-A/18 Zolezzi, c'è una riformulazione. Onorevole Zolezzi, va bene la riformulazione? Sì.

Ordine del giorno n. 9/2402-A/22 Miceli. Onorevole Miceli, va bene la riformulazione? Va bene.

Ordine del giorno n. 9/2402-A/25 Varchi. Va bene la riformulazione? Bene.

Ordine del giorno n. 9/2402-A/30 Moretto. Va bene la riformulazione? Bene.

Ordine del giorno n. 9/2402-A/34 Meloni: la riformulazione va bene.

Ordine del giorno n. 9/2402-A/35 Gemmato…il parere sull'ordine del giorno n. 9/2402-A/34 Meloni era favorevole. Quindi, non c'era nessuna riformulazione e, quindi, va bene. Perfetto.

Sull'ordine del giorno n. 9/2402-A/35 Gemmato invece c'era una riformulazione. Se la può riprendere, sottosegretaria.

SANDRA ZAMPA, Sottosegretaria di Stato per la Salute. Sull'ordine del giorno n. 9/2402-A/34 Meloni, “a valutare la possibilità di”.

PRESIDENTE. Quindi, c'era la riformulazione. Infatti, onestamente me l'ero scritta.

Con calma, con calma signori: stiamo parlando di un ordine del giorno e sicuramente ne verremo fuori.

Onorevole Zampa, scusi: un'assistenza. Sull'ordine del giorno n. 9/2402-A/34 Meloni c'è una riformulazione o no?

SANDRA ZAMPA, Sottosegretaria di Stato per la Salute. Signor Presidente, “a valutare la possibilità di”.

PRESIDENTE. C'è una riformulazione. È come avevo detto. Va bene? Viene accolta la riformulazione? Va bene.

Ordine del giorno n. 9/2402-A/35 Gemmato, favorevole.

Ordine del giorno n. 9/2402-A/36 Rampelli: viene accolta la riformulazione, onorevole Rampelli?

Ordine del giorno n. 9/2402-A/37 Mollicone. Mi aiutate? C'è qualcuno del gruppo di Fratelli d'Italia che mi assiste? Bene.

Ordine del giorno n. 9/2402-A/38 Belotti? È a posto. La Lega è a posto.

Ordine del giorno n. 9/2402-A/39 Fioramonti, favorevole con riformulazione.

Ordini del giorno n. 9/2402-A/40 Costanzo, n. 9/2402-A/48 Lazzarini, n. 9/2402-A/53 Novelli, n. 9/2402-A/56 Pittalis, n. 9/2402-A/57 Gelmini, n. 9/2402-A/63 Prisco, n. 9/2402-A/64 Di Muro, vanno bene.

È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 2402-A)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Michele Nitti. Ne ha facoltà.

MICHELE NITTI (MISTO). Grazie, Presidente. Ho pensato di utilizzare questo mio intervento per sottoporre all'attenzione dell'Aula un aspetto che non possiamo assolutamente permetterci di considerare marginale all'interno della situazione che affrontiamo con questo decreto. Era prevedibile che un certo tipo di narrazione mediatica degli eventi e di veicolazione frenetica delle notizie, unitamente ad alcune esternazioni politiche, amplificassero l'impatto emotivo di questa vicenda e attivassero nei cittadini alcuni processi istintivi: la paura, la psicosi, il panico.

Evidentemente ciò è accaduto e continua ad accadere - mi auguro ancora per poco - perché qualcuno continua a non comprendere o finge di non comprendere la differenza tra mestiere e missione. Purtroppo, importanti ripercussioni, ancora oggi non precisamente quantificabili, si stanno verificando anche a danno di settori strategici per l'Italia, come il turismo e la cultura, e sono certo che il Governo voglia prestare particolare riguardo anche a questi segmenti del nostro Paese, segmenti che rappresentano l'anima più profonda dell'Italia, probabilmente la più silenziosa, la più indifesa, ed è per questo che voglio prestare loro la mia voce con questo intervento. La chiusura di tutti i musei, i teatri, i luoghi della cultura, in diverse regioni, è un sacrificio che tutto il mondo della cultura sta facendo per cercare di rallentare la diffusione del Coronavirus. Tutte le fondazioni liriche e i principali teatri di tradizione del Nord hanno sospeso le rappresentazioni almeno per una settimana: concerti, tournée e festival annullati, spettacoli teatrali rinviati a data da destinarsi, produzioni cinematografiche in stallo. Il mondo della cultura e dello spettacolo è un settore strategico dell'economia italiana e della vita sociale del Paese già largamente e atavicamente sottovalutato in termini di investimenti rispetto alla media europea, che supera l'1 per cento di PIL; è dunque un settore che già in condizioni normali storicamente non gode di ottima salute. Lo svuotamento delle sale da concerto, dei cinema, dei teatri, anche laddove non sussistano al momento particolari indicazioni da parte delle autorità competenti, sta provocando gravi disagi all'intero comparto. L'alleanza delle cooperative italiane dei settori cultura, turismo e spettacolo ha sin da subito denunciato le pesanti conseguenze che stanno subendo moltissime cooperative di questi settori a seguito delle misure adottate per affrontare questa situazione emergenziale. Nei settori della cultura, del turismo, dello sport, dello spettacolo, si assiste già ai primi preoccupanti effetti, e i posti di lavoro qualificati minacciati sono migliaia. Questo, come ho detto, non solo nelle aree interessate dalle varie ordinanze di chiusura, ma orientativamente in tutto il territorio nazionale. Il calo delle presenze ha drammaticamente iniziato ad essere percepito anche in altre regioni italiane, per questo l'AGIS, l'Agenzia generale italiana dello spettacolo, e Federvivo, nel comunicare che l'impatto di questa sola settimana di chiusura ha causato l'annullamento di 7.400 spettacoli, con oltre 10 milioni di euro persi al botteghino, hanno chiesto al Ministro Franceschini la dichiarazione dello stato di crisi. L'etimologia stessa della parola “crisi”, dal greco, evoca, oltre che un discernimento, anche una separazione: per drastica necessità si è deciso di separare le persone, di impedire forzosamente il rito dell'incontro, il momento della condivisione, le occasioni di comunità, con lo spegnimento di ogni vitalità artistica. Tutto ciò impatta inevitabilmente sul settore, sia per il crollo dei ricavi di bigliettazione e del fatturato che per la riduzione drastica dei compensi corrisposti agli operatori del settore. Ed è per questo motivo che abbiamo presentato insieme ad alcuni colleghi anche un ordine del giorno per impegnare il Governo a stanziare adeguate risorse economiche integrative sull'esercizio di bilancio 2020, e ad adottare provvedimenti normativi atti a scongiurare qualsiasi penalizzazione nei confronti dei soggetti finanziati dal FUS, dal Fondo unico dello spettacolo, ai fini della rendicontazione del contributo pubblico. È doveroso infine ricordare anche i precari e i lavoratori autonomi: faccio appello che si varino immediate ulteriori misure straordinarie per loro; non siano ancora una volta i soggetti più deboli a pagare il prezzo più alto: le maestranze, le piccole compagnie, i lavoratori atipici. La norma di salvaguardia che tutela i lavoratori nel caso in cui gli spettacoli siano sospesi dalla pubblica autorità, l'articolo 19 del contratto nazionale, rischia di essere disattesa, proprio a causa dell'incertezza di poter procedere alla futura programmazione. Non si chieda a questi lavoratori di pagare un ulteriore costo e di rinunciare ai loro diritti.

Questa situazione di crisi giunge inaspettata e in un periodo dell'anno normalmente ricco e intenso di lavoro; si pensi alle visite didattiche, ai viaggi di istruzione. Ebbene, molteplici sono le disdette che si stanno susseguendo di ora in ora, e anche il comparto turistico rischia di vedere irrimediabilmente compromessa l'imminente stagione. È necessario che subito ci si attivi con misure di sostegno, senza dimenticare che esistono componenti del settore turistico - penso alle guide - che più di ogni altro operatore rischiano di essere danneggiati, perché privi di qualsiasi ammortizzatore sociale. Concludo, Presidente, augurandomi che presto questa situazione possa rientrare e i contorni complessivi possano apparirci meno angoscianti e drammatici di quanto ci appaiono adesso e si possa riprendere immediatamente lo svolgimento di tutte le regolari attività, incluse quelle culturali, con un impulso che i media spero vogliano sostenere almeno con la stessa intensità e solerzia con cui oggi stanno seguendo, non senza punte di colpevole e di irragionevole catastrofismo, questa fase emergenziale.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cecconi. Ne ha facoltà.

ANDREA CECCONI (MISTO-MAIE). Presidente, voglio iniziare questo mio intervento ringraziando tutte le parti dello Stato che in questi giorni si stanno adoperando per mantenere un ordine, una tranquillità e una serenità nel nostro territorio: i medici, gli infermieri, le forze dell'ordine e i militari. Credo anche che ci sia, unanimemente, da parte di tutta l'Aula, la nostra vicinanza rispetto ai nostri concittadini che in questo momento sono malati, hanno parenti malati o, purtroppo, hanno visto perdere un loro caro. Credo che oggi questo Parlamento possa essere orgoglioso di dare una risposta celere, immediata, nel più breve tempo possibile, e dimostrare ai cittadini una vicinanza che raramente avviene all'interno di quest'Aula. È una dimostrazione che, nonostante le divisioni politiche, i dissidi o i punti di vista differenti, quando il Paese ha bisogno di un intervento celere, della vicinanza delle istituzioni, il Parlamento è vicino a tutta la popolazione. Questo anche a dimostrazione del Governo - che forse a volte si lamenta di un'eccessiva burocratizzazione, di una farraginosità, di una lungaggine dei tempi parlamentari -, laddove, se un decreto è veramente necessario e urgente in questo Paese, il Parlamento unanimemente e con celerità risponde alle necessità e all'urgenza del Paese. Dispiace anche, a livello personale, per una conoscenza personale, non avere qui oggi con noi il collega Guidesi, che, a prescindere dalla discussione che c'è stata in quest'Aula - lungi da me voler far polemica in merito -, questo è un decreto che parla della sua terra, dei cittadini che lui rappresenta. Forse, Presidente, se posso, attraverso il suo tramite, poter inviare un messaggio al Presidente Fico, sarebbe opportuno che il Presidente faccia sentire questa vicinanza, non per dimostrare un attrito tra il potere esecutivo e potere legislativo di questo Paese, ma per dire che in questo Parlamento noi ci teniamo ad avere la voce dei rappresentanti del popolo, che in questo momento è più colpito da parte di questa epidemia, che sta colpendo non solo il nostro Paese ma il mondo intero. Ora, una nota rispetto a quello che sta succedendo in questi giorni nel nostro Paese. È il momento dell'unità, è il momento in cui tutti si deve lavorare assieme, e, mi duole dirlo, purtroppo, stiamo assistendo a una parte dei media - che per fare titoloni e vendere qualche copia in più riempiono pagine e trasmissioni televisive di notizie dai titoli roboanti, ma dal contenuto poco attendibile - che non fanno altro che aumentare l'allarme nel nostro Paese. Un allarme che, dal mio punto di vista, non dovrebbe esserci, perché quello che noi stiamo trasmettendo e stiamo cercando di trasmettere è che dal punto di vista sanitario, epidemiologico e delle strutture pubbliche sanitarie nel nostro Paese tutto è sotto controllo, tutto funziona esattamente come deve.

Abbiamo un ottimo servizio sanitario nazionale che sta dando risposte celeri e importanti per garantire tranquillità ai nostri concittadini e io credo che questa tranquillità non possa essere solo trasmessa dalle istituzioni, ma anche da chi in questo Paese ha il compito di diffondere le informazioni. Per altro verso, anche i dissidi o l'ordine sparso, a cui forse questo decreto sta cercando di porre rimedio, con cui i sindaci che magari si sono trovati in difficoltà o si sono sentiti soli, o come nel caso di presidenti di regione che, nonostante i rapporti stretti e continui con la task force e con il Governo, hanno fatto dei passi in avanti che forse non stanno contribuendo a riportare la normalità. Voglio concludere facendo un augurio di buon lavoro al Governo, alla task force e a tutte le forze che stanno lavorando in questo Paese per mantenere quel livello di tranquillità e di serenità necessario affinché si torni alla normalità delle attività nel nostro territorio, cioè di incominciare, con questo primo passo che è questo decreto e con i successivi passi che arriveranno in questi giorni, a trovare le soluzioni affinché non si debbano più vedere nel nostro territorio supermercati svaligiati o isterie collettive che non rappresentano la realtà del nostro territorio rispetto ai numeri e alla gravità che si sta verificando, che non è compatibile con il modo con cui i cittadini stanno rispondendo.

Oltre a questo augurio, mi aspetto da parte del Governo e da questo Parlamento che ci sia un rapporto continuo, che non si interrompa qui il rapporto istituzionale tra Governo e Parlamento. Già stasera il Ministro Speranza sarà qui in Aula e credo che questo sia il miglior modo di rapportarsi tra le istituzioni, affinché si possano dare anche informazioni certe e attendibili nel nostro Paese. In ultimo, rimarcando la nostra vicinanza a chi in questo momento sta attraversando un momento di dolore, credo che tutti dobbiamo dire, sia ai cittadini italiani, sia ai cittadini italiani che risiedono all'estero, sia a tutte le persone che in questo momento dall'incertezza non vengono nel nostro Paese, nonostante una situazione di discreta tranquillità, che tutto è sotto controllo, che non c'è niente da avere paura e che possiamo tranquillamente proseguire la vita del nostro Paese in maniera serena.

Una cosa, l'ultima prima di chiudere il mio intervento. È chiaro che dai dati disponibili che noi abbiamo le persone che sono più in difficoltà, che sono più intimorite, sono le persone che nel nostro Paese sono già attualmente più deboli, i più anziani, gli immunocompromessi, le persone che hanno una patologia sottostante che le può mettere a rischio. Ecco, credo che tutti i nostri sforzi debbano andare per tutelare quelle persone lì; bisogna adoperare tutti gli sforzi possibili ed educare la popolazione generale al fatto che tutto quello che si sta facendo, tutte le attività di contenimento, di vigilanza e di limitazione, anche della propria libertà personale, non vengono fatte perché si ha la paura di un'esplosione di epidemia nel nostro Paese, ma si fanno per tutelare le persone che nel nostro Paese sono più deboli e hanno più bisogno dell'unione di tutti noi.

PRESIDENTE. Mettiamo a verbale che l'ordine del giorno n. 2402-A/63 era a prima firma Ciaburro, così come si evince dal fascicolo distribuito.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rossini. Ne ha facoltà.

EMANUELA ROSSINI (MISTO-MIN.LING.). Gentile Presidente, onorevoli colleghi, desidero iniziare il mio intervento facendo un ringraziamento all'Aula, a tutti noi, al Governo e a tutte le istituzioni nazionali e territoriali coinvolte per lo straordinario impegno che ci ha visti coinvolti e che è stato profuso in queste giornate molto intense.

Ho trovato molto positivo il fatto che si sia trovato un compromesso sulla gestione della situazione attraverso un coordinamento unitario con le regioni autonome e le regioni a statuto ordinario. Oggi tutti noi siamo chiamati ad una chiarezza, ad una responsabilità della chiarezza e anche a una responsabilità di fare sintesi, per parlare con una voce sola. Questo perché i nostri cittadini hanno bisogno di indicazioni precise e hanno bisogno anche di sapere che stiamo remando verso la stessa direzione. Su questo, mi riferisco in particolare a ciascun livello dello Stato e al dovere di fornire informazioni equilibrate e coerenti con la realtà della situazione. Questa crisi credo possa rappresentare paradossalmente una straordinaria occasione perché il Paese ritrovi il suo più autentico e profondo spirito di collaborazione. Gli incontri internazionali che si sono tenuti ieri tra i Ministri della sanità di partner europei qui in Italia, così come i dialoghi sui territori di confine, come nella mia regione, con i nostri partner di vicinato, sono il segno tangibile della necessità di rafforzare il coordinamento europeo proprio partendo da emergenze come queste, rinnovandolo nello spirito costruttivo delle sue radici.

Abbiamo bisogno, oggi, di iniziare a comunicare al mondo che l'Italia sta rispondendo con grande forza e unità a questa situazione quanto mai inedita che ci troviamo ad affrontare. Stiamo tutti lavorando con molta attenzione e disponibilità, anche per farci carico delle paure legittime dei nostri concittadini, che non vanno mai né banalizzate né ridicolizzate; e ai nostri cittadini va ricordato, comunque, che le limitazioni e le regole che stiamo mettendo in atto sono di carattere preventivo, proprio per prevenire ulteriormente la diffusione del virus. Mai come in questa situazione, inoltre, la scienza ci permette di controllare fake news e dare oggettività ed evidenza ad una situazione che, altrimenti, sarebbe stata in balia di umori e di strumentalizzazioni molto pericolose.

Sono giorni, però, in cui non bastano raccomandazioni generiche e appelli alla calma, e per questo è necessario dare un voto positivo a queste ulteriori disposizioni attuative del decreto-legge del 23 febbraio 2020, n. 6, in materia proprio di contenimento e gestione dell'emergenza epidemiologica del COVID-19. Queste misure previste dal provvedimento su cui siamo chiamati a votare vanno intese e comunicate proprio non come limitazioni, ma come precauzioni necessarie; produrranno immediatamente il loro effetto e saranno efficaci fino al 1° marzo 2020 compreso. In ultima, non perdiamo mai di vista la visione umana di questa fase e il senso di solidarietà che deve scaturire anche attraverso un linguaggio corretto. Sono dodici le vittime, 378 i contagiati, una persona è guarita. I contagiati non sono numeri, ma sono storie e persone. Pratichiamo la compassione e la solidarietà, e pensiamo alle persone che rimangono giustamente in casa per quattordici giorni. Credo che, se sapremo sfruttare questa crisi anche per rinsaldare i legami tra le persone, avremo fatto qualcosa di potente per il nostro Paese, perché riusciremo a generare così quelle energie positive che serviranno a ricostruire quello che in questi giorni rischia di tracollare.

Penso all'economia dei territori colpiti, tutti territori ricchi di attività vitali per il Paese, ma anche a tutti gli altri territori del Paese, come la mia regione, il Trentino-Alto Adige, e le altre, dove l'impatto sul comparto turistico, per esempio, sarà negativo. Noi sappiamo che oggi approviamo misure necessarie al contenimento del contagio e presto approveremo ulteriori provvedimenti per far fronte alle necessità economiche che si vengono a determinare in queste settimane. Un Paese è forte se riesce a guardare lontano con occhi nuovi: utilizziamo questa crisi per farlo subito. Ringrazio l'Aula e il Presidente, e annuncio voto favorevole.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Colucci. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO COLUCCI (M-NI-USEI-C!-AC). Presidente, signori membri del Governo, onorevoli colleghi, in momenti di emergenza come questi non si può non essere uniti: lo devono essere le istituzioni, lo deve essere il Parlamento. Crediamo, quindi, sia sbagliata qualsiasi polemica, sia tra istituzioni che tra maggioranza ed opposizione e tra i diversi partiti. Affronteremo gli aspetti critici e valuteremo i possibili errori, che anche noi abbiamo rilevato, quando l'emergenza sarà superata. Crediamo però che affrontare tale questione in questo momento sia un errore, sia per il clima interno, perché dobbiamo responsabilmente tutti garantire il massimo della serenità (e sappiamo che purtroppo in queste ore nel nostro Paese si sta vivendo uno psicodramma), ma anche per la credibilità e l'autorevolezza che il nostro Paese deve avere agli occhi delle altre nazioni.

Piuttosto desidero in Aula rivolgere un sentito ringraziamento verso i presidenti delle regioni colpite e il personale sanitario, per lo straordinario lavoro che hanno fatto in questi giorni e che continuano a fare in queste ore. Mi è sembrato che con troppa timidezza si sia sottolineato questo aspetto, ma ci sono addirittura medici che hanno rinunciato ad andare in pensione in queste ore proprio per continuare a dare il loro servizio e il loro supporto.

Tanti di noi, che hanno fatto gli amministratori locali, sanno qual è l'impegno e quali sono le fatiche per riuscire a garantire un sistema sanitario efficiente. Allora, da lombardo ringrazio sentitamente e rivolgo un saluto particolare al presidente di regione Lombardia, Attilio Fontana, e alle strutture sanitarie lombarde (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), perché in queste ore si è sentito di tutto su questo tema, ma credo che possiamo vantare nella mia regione grandi professionalità, persone che con importanti sacrifici garantiscono un'eccellenza di cui può far vanto il Paese intero.

Credo anche che in queste ore la regione più colpita stia facendo uno sforzo straordinario, mettendo insieme forze, competenze, grande determinazione, anche davanti ai limiti che purtroppo la burocrazia presenta, persino in fasi di emergenza. Penso a tutto il codice degli appalti, penso al tema dell'anticorruzione: quanto è difficile in questo momento riuscire a rispondere all'emergenza facendo fatica anche in modo rapido ad acquistare tamponi e mascherine.

Gli operatori sanitari in Lombardia stanno rispettando i protocolli del Ministero, anzi, desidero sottolineare che stanno facendo di più. Proprio al contestato Ospedale di Codogno, da parte del Presidente del Consiglio, è stata utilizzata la procedura ministeriale e anche di più, perché è stato posto un quesito al paziente 1 che non è previsto dal protocollo, cioè proprio la richiesta se egli avesse avuto contatti con persone provenienti dalla Cina; ciò non era presente nel protocollo e l'ottimo personale ospedaliero di Codogno ha posto questo quesito; per quella ragione il paziente 1 è stato sottoposto a tampone e da lì si è iniziato a scoprire quello che conosciamo in questi giorni. Un plauso, quindi, agli operatori sanitari, e non credo infatti che sia un caso che proprio in regione Lombardia, nella regione all'avanguardia anche da un punto di vista sanitario, si siano scoperti i primi contagi.

Non è un caso che si sia scoperto in regione Lombardia, come non è un caso che annualmente più di 100 mila persone non lombarde vengano visitate dall'ottimo sistema sanitario lombardo; tante sono le persone provenienti dal Sud Italia, che noi accogliamo con grande orgoglio. Siamo quindi orgogliosi del sistema sanitario lombardo e siamo orgogliosi di essere lombardi (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Credo che ad un'emergenza come questa bisogna anche dare la giusta identificazione. Il Coronavirus COVID-19 è un'influenza che, come altre, può essere asintomatica, ma può essere anche particolarmente grave; può essere affrontata più tranquillamente da piccoli e giovani, è un po' più dura per anziani e cronici. La cosa più importante è che non si diffonda, perché sarebbe drammatico avere un numero di persone elevato contestualmente infettate dal virus. E allora è stato giusto porre in essere iniziative prudenziali, magari eccessive ma necessarie, sulla limitazione dei contatti, per evitare la congestione delle strutture sanitarie e lo stallo nel Paese.

Mi sembra - e qui credo che a nessun collega sfugga - che non siamo solo davanti a un'emergenza sanitaria: siamo di fronte a un reale pericolo per le conseguenze economiche che questa emergenza sanitaria può porre. E soprattutto possono essere ancora più gravi proprio perché la parte del Paese che viene colpita è quella più produttiva, e che rischia di trascinare nella crisi tutto il resto del Paese. Il settore del turismo ad esempio in questo momento è già in crisi: ci sono migliaia di prenotazioni annullate, e si prevede un crollo di prenotazioni per i prossimi mesi. La difficoltà del settore turistico è appesantita anche dall'annullamento o dal rinvio di alcune manifestazioni fieristiche in città come Milano, Verona, Bologna: sappiamo che è stata annullata la fiera degli occhiali ed è stata rinviata la fiera del mobile. Si prevede addirittura un danno economico per il turismo congressuale di oltre 1 miliardo 500 milioni. Col turismo a rischio c'è un'intera filiera: parliamo di agroalimentare, di musei, di alberghi, di ristorazione, di commercio. Oltre al settore turistico sono già in difficoltà altri ambiti, piccole e grandi imprese e il commercio.

Sono quindi necessari, oltre a questo decreto-legge, interventi di sostegno all'economia, urgenti misure che possano rapidamente intervenire con una risposta nell'ambito economico-sociale. Pertanto è necessaria l'attivazione degli ammortizzatori sociali, che già il presidente Fontana, come presidente di regione Lombardia, ha richiesto al Governo; e sempre dalla Lombardia sono arrivati degli spunti e delle idee molto interessanti proprio in un incontro che c'è stato nella giornata di ieri al Ministero dello Sviluppo economico fra il Ministro Patuanelli e l'assessore allo sviluppo economico, assessore Mattinzoli. Mi riferisco a interventi a costo zero, ad esempio la possibilità di riallineare i pagamenti della pubblica amministrazione pregressi e futuri a tempistiche di 15-20 giorni, alleggerire la valutazione di rating del Fondo centrale di garanzia soprattutto per le micro, piccole e medie imprese, per facilitare l'accesso al credito e consentire alle amministrazioni locali di trasferire risorse da conto capitale a spese correnti. Ma anche interventi a basso impatto economico: poche risorse ad esempio in Lombardia, qualche milione di euro, consentirebbero di riattivare misure come “Credito Adesso”, perché se regione Lombardia finanzia la parte conto interessi, per un accordo già in essere con la BEI l'Unione europea aggiungerà altri 100 milioni di euro. E incentivi al reddito per partite IVA, lavoratori autonomi e liberi professionisti.

Altro suggerimento che è stato dato al Governo da regione Lombardia, e condividiamo, è di evitare di prevedere aiuti sotto forma di sgravi fiscali, perché farebbe ricadere sulle spalle dei sindaci e dei comuni il peso dell'aiuto al mondo economico. Gli interventi di sostegno all'economia devono intervenire non solo sui territori definiti come zone rosse, ma è bene che si allarghino il più possibile, perché la crisi nelle zone rosse rischia di determinare degli effetti importanti anche altrove. Condividiamo inoltre la proposta di un programma di comunicazione dell'Italia: oggi, in queste ore l'Italia è considerata un Paese infetto. Dobbiamo dare un'immagine nuova e diversa, e raccontare che noi curiamo gli italiani, scopriamo i virus perché facciamo prevenzione, ma siamo in grado ancora di accogliere persone che arrivano dall'estero. In conclusione, Presidente, noi crediamo che unità e collaborazione siano gli atteggiamenti che i cittadini si aspettano dalla politica e dalle istituzioni in una situazione di emergenza come questa. Per questo, voteremo a favore del decreto-legge relativo al Coronavirus, COVID-19, anche se reputiamo che il Governo abbia sottovalutato gli allarmi lanciati dalle regioni e che il Governo si sia attivato male, soprattutto nella fase iniziale dell'epidemia, ma le polemiche le rinviamo a quando l'emergenza sarà terminata. Chiediamo, però, al Presidente del Consiglio di svolgere il compito del Presidente del Consiglio ovvero di essere il garante dell'unità. Nelle mie esperienze lavorative ho imparato che il capo, nei momenti difficili, è la guida, è il punto di riferimento e difende tutti. Crediamo che il Presidente del Consiglio, in qualità di Capo del Governo, debba essere all'altezza del suo ruolo, unisca e non divida, governi e non faccia polemiche (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI-Cambiamo!-Alleanza di Centro).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Stumpo. Ne ha facoltà.

NICOLA STUMPO (LEU). Presidente, io, innanzitutto, mi scuso con l'Aula e con chi ci ascolta se parlerò di questa vicenda che stiamo affrontando non, come ho sentito fare un po' troppo a sproposito, come se fossimo tutti degli epidemiologi, ma lo farò per il compito che ci è dato, quello di parlamentare, e cercherò di affrontare questa situazione da un punto di vista più politico che non dal punto di vista del virus, perché, e di questo dirò dopo, io credo che spetti alla politica fare il proprio mestiere, spetti alla scienza in questo momento fare il proprio mestiere e alla politica avere la capacità di seguire i percorsi che vengono indicati.

Voglio innanzitutto ringraziare, appunto, tutta la comunità scientifica, quella molto più visibile che in questi giorni va in televisione e quella meno visibile che lavora dentro gli istituti, tutto il personale medico, quello infermieristico, il personale sanitario. Voglio ringraziare le forze dell'ordine che in queste ore stanno contribuendo, con uno sforzo incredibile, anche fisicamente, ad evitare che si allarghino le zone del contagio, gli amministratori e tutti i cittadini presenti sul territorio italiano per le difficoltà che stanno vivendo, tutti i cittadini presenti. Voglio, altresì, porgere le condoglianze alle vittime di questa triste vicenda, a nome mio e di tutto il gruppo di Liberi e Uguali.

In queste ore sta prevalendo una parola più di tutte, da parte della politica: “unità”. La giornata di oggi lo rappresenta, questo decreto è stato discusso in Commissione in modo molto rapido, con pochi emendamenti, pochi ordini del giorno, accolti, e si sta per approvare, io mi auguro, dalle dichiarazioni, all'unanimità; ma unità deve essere un fatto politico vero, perché non si può dire “unita” e poi continuare ad usare una doppia modalità, quella di dire, fuori di qui o anche qui, qualcosa rispetto a quello che è stato detto anche stamattina nel dibattito generale, ed avere atteggiamenti, poi non conseguenti alla parola “unità”. Dico ciò perché questa mattina, per esempio, ma basterebbe, poi, guardare i social, che ormai sono diventati il punto di riferimento più ascoltato dai cittadini, spesso si vedono politici che hanno la capacità di accendere il video dello smartphone, ma non contemporaneamente il cervello, per evitare di dare il senso di un procurato allarme in diversi posti e, forse, se c'è una cosa che manca in questo decreto, ma perché era complicato farlo, è proprio l'inserimento nel decreto del tema del procurato allarme (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali e del deputato Renato Brunetta).

Ma è abbondantemente dentro la procedura penale nel nostro Paese, perché, guardate, la cosa più pericolosa di questi giorni è guardare la televisione e sentire come vengono alimentate le giuste paure dei singoli cittadini, da parte di persone che, invece, per mestiere, dovrebbero tranquillizzare i cittadini; non minimizzare, ma tranquillizzare, provando a dire le cose nel verso giusto. Allora, aver sentito oggi, lo dico perché è parte del dibattito che noi dovremmo provare a mettere da parte, cosa ne sa il Premier Conte e cosa ne sa il Ministro Speranza, dicendo che sono degli eroi, invece, delle persone che io ho appena ringraziato e che sono i presidenti di regione che hanno le stesse capacità, appunto, del Premier Conte e del Ministro Speranza, è una polemica spicciola che non aiuta il principio sul quale noi ci stiamo muovendo e sul quale noi dovremmo provare a muoverci.

Unità significa avere la capacità di affrontare insieme temi complessi e complicati come questi ed anche affrontare le vicende che dovremo affrontare in futuro, perché è chiaro che si sono potuti commettere degli errori da parte di tutti, ma perché, perché, io mi domando, è possibile che gli errori li abbia commessi il Governo e non è possibile che gli errori li abbia commessi qualcun altro? Perché? Ma è oggi il giorno in cui noi dobbiamo decidere se l'errore è stato chiudere i voli? Eppure, io ricordo il dibattito, in quelle ore in cui si sono chiusi i voli, del plauso per aver chiuso per primi i voli. O quelli che continuano a dire: bisogna chiudere le frontiere e, poi, facciamo finta di non vedere che, pur chiudendo le frontiere, stanno già in Italia e chiudiamo le frontiere regionali. Quali dobbiamo chiudere di frontiere? Oppure se l'errore è stato dentro un ospedale, ma è questa, oggi, la discussione che dobbiamo fare o questo sarà frutto di una discussione che dovremmo fare e che sarà non politica, lo ripeto, non politica, dovremo vederla per capire dove si sono verificati gli errori, perché se mai dovesse succedere di nuovo, bisognerà evitare di ripetere gli errori, non per accusare qualcuno, perché quello che sta succedendo non è una cosa che succede oggi e non sarà mai più un evento del quale bisognerà occuparsi, magari, in forme diverse, ma è possibile; le emergenze capitano e quando capitano queste emergenze bisogna imparare e fare esperienza per evitare di ripetere gli errori, non soltanto avere la capacità e la voglia di fare della propaganda.

Io non voglio andare molto oltre, però vorrei soltanto aggiungere alcune cose a questa nostra discussione. Ho detto prima del rischio del procurato allarme, condivido molto quello che ha detto il Governo, che ha detto il Premier, di chiedere al servizio pubblico di essere un servizio che dia informazione ai cittadini, non un luogo da talk show per dibattito politico su un tema che di politico ha poco. Per esempio, già questo potrebbe essere un passo di unità, se ognuno di noi si astenesse dall'andare in televisione per mezz'ora a parlare di cose che non sa, facendo finta di essere un tecnico, lo ripeto, facendo finta di essere un tecnico e, magari, andasse lì a parlare delle cose che dovremmo fare nei prossimi giorni e che ci riguardano più direttamente, sugli altri due decreti che il Governo sta preparando, che riguardano di più la politica, mentre questo è più un aspetto scientifico.

Vorrei che ci fosse anche un po' di unità in più, non nel dichiarare matrigna l'Europa oppure, nel dibattito, i Paesi europei che stanno nascondendo qualcosa; io penso e credo che tutti quanti dovremmo chiederci perché l'Europa non sia stata capace di dare un indirizzo comune, perché questo tema non si ferma in un Paese; se noi abbiamo avuto un focolaio - ce l'abbiamo, non possiamo negarlo, perché l'evidenza non è negabile - quel focolaio è partito da una cittadina del nostro Paese, ma non è detto che si fermi lì, io me lo auguro, mi auguro che fra pochi giorni questo sia solo un brutto ricordo, ma se non fosse così e questa vicenda si dovesse espandere verso nord, verso sud o non so dove, perché ogni singolo Stato e ogni singola regione devono essere lasciati soli? C'era bisogno di un'Unione europea capace di dare una direttiva comune. Allora, la questione dei voli, quando io sento parlare - mi avvio a concludere Presidente - delle frontiere e poi la discussione è: “Noi abbiamo bloccato i voli, ma arrivavano da Parigi, arrivavano di qua…”. Allora il tema è come si possa insieme non provare ad avere qualcosa in più degli altri per dare un ragionamento, per poter dire siamo “stati più bravi”, perché altrimenti c'era qualcuno che ci correva dietro. Infine - chiudo davvero, Presidente - io mi auguro che con i prossimi due decreti si possa dare risposte innanzitutto ai cittadini delle zone rosse, che sono quelli che stanno vivendo il maggiore disagio, le persone coinvolte dal virus e quelle che non lo sono, che stanno vivendo il maggior disagio, che si possa dare un impulso all'economia, lo discuteremo e penso che, per ultimo, un plauso vada fatto al Servizio sanitario nazionale pubblico che, come sempre, sta riuscendo a dare una risposta esemplare e forse meriterebbe un approfondimento maggiore sulla qualità e su cosa serve in più. L'Italia è un Grande Paese, ce la farà, ce la faremo insieme e per questo dichiaro il voto favorevole del gruppo di Liberi e Uguali, grazie (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole De Filippo. Ne ha facoltà.

VITO DE FILIPPO (IV). Sì grazie Presidente, signora sottosegretaria, io vorrei dirvi, nel finale di questa discussione, che è stata devo dire molto seria, molto equilibrata e anche molto approfondita nella Commissione e anche in quest'Aula e ha, come dire, ancora una volta registrato, per molti aspetti, anche uno spread comunicativo tra quello che facciamo qui dentro e quello che succede poi, come diceva chi mi ha preceduto, sui social e sulla comunicazione politica, che a volte, devo dire, meno popolata del solito in questo caso, soltanto da alcune personalità, approfitta anche di queste circostanze per immettere diciamo elementi infettivi, anche in questo caso, nella vita politica e nella vita sociale del nostro Paese. Il gruppo che io rappresento in questa dichiarazione di voto ha scelto dal primo minuto, devo dire simultaneamente alla diffusione della notizia anche dell'espandersi del rischio e del contagio, ha scelto la linea della serietà, la linea del rigore, la linea della scienza, strenuamente. L'ha scelta strenuamente, non è un passaggio come dire protocollare quello che voglio comunicarvi, perché questa linea prevede alcuni comportamenti, alcune dizioni, anche alcune articolazione della comunicazione. Abbiamo scelto strenuamente la linea della scienza. La politica deve sapere, la scienza non è un pensiero unico, nemmeno la scienza è un pensiero unico, ma chi deve amministrare e chi deve decidere su questioni così delicate deve saper ascoltare la scienza, in maniera profonda, sempre. Lo dirò, non è stato sempre così, negli ultimi mesi, su alcune materie che riguardano la sanità, per esempio sui vaccini. Deve saperla ascoltare, la politica non è succube nemmeno della scienza, ma ci sono basi come dire epistemologiche, in alcune scelte, che non possiamo omettere di conoscere almeno prima di assumere alcune decisioni. Noi abbiamo scelto dal primo minuto, anzi simultaneamente questa linea, evitando accuratamente, anche quando ci poteva scappare come dire una parola di critica su alcune ordinanze un po' surreali, che alcune regioni del Mezzogiorno hanno compilato, surreali veramente, diciamo fuori da qualsiasi basi anche in termini istituzionali e scientifici. Anche in quei momenti abbiamo evitato il consumato e anche noioso dibattito sulle prerogative, sulle autonomie, sulle competenze, su tutto ciò che fa parte della discussione soprattutto nella sanità.

Potremmo aprire il dibattito: qualche anno fa, un criticatissimo referendum e una ben impostata, secondo me, riforma costituzionale proprio sulla sanità e proprio su queste materie, su queste differenze, in un Paese lungo qual è l'Italia, che prevede articolazioni e differenze sanitarie, certe volte così insopportabili, così inique, così distoniche anche dal dettato costituzionale e dall'articolo 32 della Costituzione, che vede i cittadini italiani uguali al di là del luogo geografico dove sono nati. Noi abbiamo evitato accuratamente, in questa circostanza, anche questo dibattito. Potevamo approfittare dicendo che c'erano meccanismi, anche in quella proposta costituzionale che avrebbero previsto una manovrabilità, in casi come questo, assolutamente più efficace e anche più incisiva. Certo, non possiamo non ricordare, anche in questa circostanza, a chi ha fatto questo dibattito sulle competenze e sulle prerogative, che mediamente le regioni italiane hanno risposto bene, hanno fatto un buon lavoro in questi primi giorni e siamo qui a riconoscerlo; ho fatto l'esempio di una regione, la mia regione, nel Mezzogiorno, proprio perché la conosco, di un'ordinanza che ha fatto devo dire sorridere innanzitutto i sostenitori di quel Governo, che sono notoriamente del centrodestra, ma evitiamo diciamo di riprendere questo dibattito. Certo, un'emergenza sanitaria globale - non serve in questo caso un'accurata bibliografia per dimostrarlo, non serve in questo caso una lettura profonda di testi che sarebbero disponibili anche sulla rete - pretende assolutamente una gestione unitaria e una regia nazionale. Viene da sé, è una cosa molto semplice da capire. Questo non significa non stare vicini, in quei momenti, ai problemi e alle difficoltà delle regioni, ai problemi e alle difficoltà dei comuni, alle scelte che quei comuni devono fare in questi in questi giorni; ci sono ambiti, mi consentirà il Governo, che so che stanno approfondendo, c'è una circolare della Presidenza del Consiglio che riguarda, per esempio, l'area della disabilità: c'è una prima circolare della Presidenza del Consiglio e secondo me bisogna fare ancora di più, perché la quarantena per i disabili mentali nei centri per l'handicap grave; bisogna, diciamo, applicare anche la positiva e rigorosa compilazione di questo decreto, e ciò, in quelle circostanze, è materia abbastanza complicata, che pretende sicuramente un affiancamento e anche una cura nella gestione dei rapporti istituzionali. Quindi, bisogna stare vicini sicuramente ai comuni, alle regioni in questo momento, ma con una necessaria, fondamentale, decisiva regia nazionale. Non possiamo fare a meno, è questo quello che ci convince di questo decreto, un tentativo molto serio, molto concreto di mettere in piedi e io devo dire le forze di maggioranza e di opposizione hanno credo compreso nel profondo quello che era il senso di questa decisione del Governo e di questo atto che noi stiamo approvando. Piuttosto, io mi permetto sommessamente, nella mia modestissima esperienza, di dire qual è la lezione anche di questa emergenza sanitaria: le malattie infettive e la globalizzazione sono un grande tema dei Paesi a livello planetario; lo sono state diciamo a salti di secoli, anche nella storia, perché la peste nel quattordicesimo secolo, la sifilide nel quindicesimo, la spagnola nel ventesimo secolo hanno già diciamo, in una condizione di transito e di rapporti economici e commerciali abbastanza ridotti, hanno già manifestato qual è il tema della globalizzazione. Quindi, su questo fronte, questa svolta mi sentirei di dire epidemiologica, purtroppo è di grande attualità nei Paesi; se, appena appena, volessimo approfondire quello che potrebbe succedere nei Paesi sottosviluppati, vedremmo che i sistemi sanitari sono di misura sicuramente minore e non hanno capacità, sia in termini di prevenzione, sia in termini di efficacia, nella cura e nella gestione di alcuni fenomeni. Tuttavia, la circolazione globale di queste malattie infettive e di queste infezioni che cosa pretende? È molto serio questo dibattito; spegniamo per qualche minuto le nostre valutazioni anche politiche e proviamo a riascoltare quello che abbiamo discusso qualche mese fa, pochi mesi fa anche in questo Parlamento, quando si parlava di coperture vaccinali. Registrate qual è la differenza, certe volte paradossale, tra quello che noi stiamo dicendo oggi, perché quella svolta epidemiologica globale, che purtroppo in questa circostanza stiamo conoscendo, pretende un Paese che è nei grandi organismi. Probabilmente, la stessa Organizzazione mondiale della sanità e l'ECDC - Europa, tutti questi organismi, devono avere funzioni ancora più incisive, perché solo il coordinamento è in uno dei grandi temi, che è proprio quello della copertura vaccinale. Immaginatevi quanto dovremmo impegnarci ancora di più sul fronte della ricerca nei prossimi anni a livello globale. Infatti, come ci spiegano e come dobbiamo da discenti disciplinati ascoltare i virologi, ci sono modificazioni assolutamente rilevanti su questo tema. Devo concludere. Noi abbiamo ascoltato il Ministro sin dal primo momento. I colleghi della Commissione, ma devo dire anche di quest'Aula, sono assolutamente di grande qualità. Ci sono, però, poi, comunicazioni che sono dei professori del giorno dopo. Questa storia dei transiti e dei voli, probabilmente è tutta da approfondire, ma noi eravamo a conoscenza di queste decisioni in tempi reali. Se guardate la registrazione delle Commissioni, ma nella stessa Aula, dopo l'audizione del Ministro, non ci sono stati professori contestuali in contemporanea: ci sono stati i professori del giorno dopo. Cari colleghi, questo atteggiamento, questo comportamento, si chiama cinismo, che è la parola più deteriore dopo il populismo, anche in epidemiologia. Si chiama cinismo, perché in questi casi, secondo me, Presidente, si dovrebbe fare in un altro modo: stare affianco al Governo, consiliare, criticando, ma stare affianco a chi deve assumere alcune decisioni. Perciò noi - me lo deve far dire Presidente - dobbiamo ringraziare sicuramente…

PRESIDENTE. Grazie, deve concludere.

VITO DE FILIPPO (IV). …gli operatori del sistema sanitario del nostro Paese e di tutte le strutture ospedaliere del nostro Paese e ringraziarli per il lavoro diuturno, faticoso, eccellente che stanno facendo in queste ore (Applausi dei deputati dei gruppi Italia Viva e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gemmato. Ne ha facoltà.

MARCELLO GEMMATO (FDI). Presidente, onorevoli colleghi, a nome del gruppo di Fratelli d'Italia, anticipo la dichiarazione di voto favorevole al decreto in conversione. Lo faccio con la credibilità di un gruppo politico, che con la maggioranza, con questa maggioranza e con le altre maggioranze, non ha mai avuto a che fare. Questa è la cifra della credibilità di Fratelli d'Italia. In questo momento, in un momento in cui il popolo italiano soffre, in un momento in cui il popolo italiano è sotto l'attacco virologico di un virus sconosciuto, che viene da lontano e che genera dei profili di incertezza, noi diamo certezza al nostro Paese, schierandoci, non con questa maggioranza ma col popolo italiano, perché una forza patriottica non può fare diversamente (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Questo, Presidente, lo dico anche con un pizzico di rammarico perché, a dispetto di questo atteggiamento coerente, maturo e politicamente rilevante di Fratelli d'Italia, c'è e fa da contraltare un atteggiamento di una parte della maggioranza, che noi in questo momento non possiamo non attaccare, pur esprimendo un voto favorevole al provvedimento. Evidentemente, mi riferisco a quelle che sono state, a mio avviso, le improvvide dichiarazioni del Presidente Conte, quando nel definire e nel ricercare una filiera forse di responsabilità, irresponsabilmente asserisce che un ospedale ha favorito il contagio. Un ospedale, una struttura dello Stato, che lui rappresenta, ha favorito il contagio (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

Ciò questo nuoce due volte al nostro Paese. Da un lato, nuoce a quello che a noi piace ricordare essere il quarto sistema sanitario nazionale al mondo (fonte Bloomberg), un dato che serve non a noi per riempirci la bocca, a noi patriottici nazionalisti: no, serve al nostro popolo, per dire che vi è un momento di difficoltà, ma noi l'affrontiamo con la forza del quarto sistema sanitario nazionale al mondo. A questo fa da contraltare un Presidente del Consiglio, che in evidente crisi di consenso, pensa di acquisire consenso, attaccando un pezzo dello Stato (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

È irresponsabile e, per questo, Fratelli d'Italia, pur essendo al fianco suo e della maggioranza, non può che censurare il comportamento. Presidente, è evidente che questo provvedimento, questa sciagura che ha colpito l'Italia, ci fa aprire un attimo gli orizzonti e, in una dichiarazione di voto, che è un atto politico, qualche considerazione va fatta. Una considerazione, per esempio, è che si percepisce che la riforma del Titolo V della Costituzione, sicuramente non voluta dal centrodestra, sicuramente non caldeggiata dal centrodestra, ha portato a delle storture in tema di sanità. Infatti, oggi, quello che ricordavo essere il quarto Sistema sanitario nazionale al mondo, che l'anno scorso ha celebrato il quarantesimo compleanno, sul territorio si declina in 20-21 sistemi sanitari regionali. E noi assistiamo all'ignominia per cui, in alcune aree della nostra nazione - penso evidentemente al Mezzogiorno - vi è una sanità pubblica che non è paragonabile a quella del nord. Assistiamo all'ignominia per cui l'articolo 32 della nostra Costituzione viene stralciato, nel momento in cui i cittadini non hanno pari livello di assistenza sanitaria. Vi assistiamo nel momento in cui i sindaci delle nostre città, colpite purtroppo dal focolaio dell'infezione virale, non hanno nella filiera del comando certezze. Per questo, Presidente, dal gruppo di Fratelli d'Italia, in primis, prima ancora che agli operatori sanitari, va il nostro ringraziamento agli amministratori locali, ai sindaci (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), che in questo momento, in assenza di una filiera di comando, tengono la barra dritta e servono le loro comunità, così come attiene a un uomo delle istituzioni. Però una riflessione a margine, rispetto al tema in analisi, va fatta. Immagino che una forza politica matura, qual è quella di Fratelli d'Italia, ma anche un Parlamento altrettanto autorevole, debba aprire una riflessione sul regionalismo in tema di sanità per declinarlo a favore dei cittadini. Presidente, l'occasione ci offre anche di aprire un altro tipo di riflessione, lo ricordavo oggi in discussione generale. L'impatto della crisi del Coronavirus porterà, molto probabilmente, di qui a 4-5 mesi, all'esaurimento di principi attivi farmacologici, degli eccipienti che vengono utilizzati per formulare i farmaci, di modo che noi fra 4-5 mesi non potremo disporre di farmaci salvavita. Questo introduce un altro argomento, che è quello dell'autosufficienza nazionale nella dispensazione di salute. L'insufficienza nazionale è rispetto al fatto che oggi noi abbiamo, per esempio, un grande istituto che probabilmente nel tempo si è mortificato, e parlo evidentemente dell'Istituto chimico farmacologico di Firenze (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), che potrebbe essere utilizzato in questi momenti per sopperire alle carenze che noi potremmo avere di qui a breve. Ma, a fianco a questo, serve in questo momento un investimento politico-strategico in tema di farmaceutica, per rendere indipendente il popolo italiano. Noi oggi ci rendiamo conto, a seguito di un'epidemia virale, che noi siamo nella condizione di dover dipendere dalla Cina per poter dispensare farmaci salvavita in Italia. Allora, faccio un appello a tutte le forze politiche, alla mia Commissione, e al presidente della mia Commissione XII, che si occupa anche di salute e di sanità: iniziamo ad immaginare e a tendere l'orizzonte verso una sanità che sia indipendente, che non ponga il profitto al centro della sua ragion d'essere, ma ponga in chiave strategica e in chiave di affiancamento alla salute del cittadino il valore immateriale della salute. Per questo, Presidente, Fratelli d'Italia ovviamente ci sarà. In questo decreto in conversione, che noi evidentemente, come ho detto, voteremo, però, ci sono degli elementi di imprecisione. Io lo ridico, il presidente, non so perché, non ha voluto produrre un proprio emendamento. L'articolo 1 è sbagliato, è sbagliato semanticamente, è sbagliato concettualmente, quando si dice il COVID-19. Coronavirus “Disease” significa malattia, appunto, da Coronavirus. Sostanzialmente, invece di essere identificato come malattia, viene identificato come virus; ricordo che il virus è il SARS-COV-2, è una cosa diversa. Quindi, questo ci rende evidente anche l'approssimazione con cui noi abbiamo steso un provvedimento. La stessa approssimazione la vedo alla lettera g), in cui, in maniera condivisibile, si parla di sospensione delle procedure concorsuali per l'assunzione di personale. È evidente che, con riferimento ai grandi concorsi - penso ai grandi concorsi pubblici, a cui, dal sud, partecipano migliaia di persone -, mettere insieme tutta questa gente può provocare e provocherebbe, qualora all'interno della fase concorsuale vi fossero dei malati di Coronavirus, dei problemi. Bene, sospendiamo i concorsi. Ma noi abbiamo suggerito di aprire una finestra semplice, chiara per le assunzioni in campo sanitario, perché non voglia Iddio - e io rassicuro tutti e sono tra i più convinti che questa sia una malattia altamente gestibile dal sistema Italia, dal Sistema sanitario nazionale -, che vi siano delle mancanze di operatori sanitari. Noi, con questa legge che andiamo ad approvare, impediamo di assumerne altri. Se si dovessero verificare, in una condizione migliore, le fattispecie per cui servissero dei profili sanitari specifici, che noi in questo momento non possiamo immaginare perché ci troviamo di fronte a una patologia nuova, sopperire la possibilità, impedire di assumere nuovi operatori sanitari mi sembra capotico. Però, avete bocciato un emendamento non di buonsenso, un emendamento vero, reale, che serviva alla stesura per rendere attuale e competitivo questo provvedimento, ma tanto è. Così come - e concludo - sulla possibilità di aprire la finestra vaccinale per l'influenza ordinaria, noi l'abbiamo detto la prima volta in Aula, lo abbiamo riportato al Presidente Conte e al Ministro Speranza, ma non ci è stata data risposta. L'influenza stagionale ha gli stessi sintomi dei sintomi da Coronavirus: ciò significa che persone che sono afflitte da una normale influenza, oggi, impanicati, nel panico di avere l'influenza da Coronavirus, vanno negli ospedali, vanno nei pronto soccorso, li affollano, ma, soprattutto, si sottopongono alla possibilità, stando a contatto con veri ammalati da Coronavirus, di contrarre la malattia. Allora, anche qui, io capisco che c'è una difficoltà politica all'interno del MoVimento 5 Stelle, che, fino a ieri, diceva e negava la possibilità di vaccinare i cittadini, immaginando e presagendo complotti anche rispetto al fatto che, appunto, i vaccini facessero male, ma, Presidente, oggi stiamo giocando con la vita e la salute degli italiani e, rispetto a questo, questa maggioranza, soprattutto rispetto al fatto che Fratelli d'Italia in maniera coerente sta supportando almeno una risposta, noi la volevamo. Perché oggi non si possa aprire una finestra vaccinale ed impedire che persone che hanno e che contraggono una normalissima, una banalissima influenza possano andare negli stessi siti che vengono occupati da persone afflitte e affette da Coronavirus: questo è il tema. Presidente, e concludo veramente, Fratelli d'Italia, con uno sforzo patriottico...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Gemmato.

MARCELLO GEMMATO (FDI). …si accinge a votare in maniera favorevole. Fratelli d'Italia c'è e Fratelli d'Italia ci sarà fin quando si tuteleranno i diritti degli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Siani. Ne ha facoltà.

PAOLO SIANI (PD). Grazie, Presidente. Grazie molte, grazie sottosegretaria, grazie per quello che fate in questi mesi e state facendo per noi. Il dibattito è molto interessante devo dire, perché è un dibattito che mette insieme e incrocia politica e scienza, due cose che vanno messe insieme. Il Sistema sanitario nazionale è un sistema molto complesso e che va governato sempre, perché in esso interagiscono molti fattori di varia natura. Anche qui, avete sentito, ognuno la dice in un modo - chi mette la mascherina, chi pensa che i farmaci stanno finendo, chi ritiene che la soluzione sua sia la migliore -, invece, in questi momenti, vanno governati tutti i processi. Io credo che stiamo vivendo una storia complessa, che è questa, perché è una storia nuova, che coinvolge tutti quanti noi e che necessita di soluzioni che non sono facili, sono complesse e complicate e sono in evoluzione, perché alcune cose, oggi, possono essere giuste e, domani, forse no.

E questa è una storia talmente complessa, che ha tantissimi attori dentro che si incrociano e si intrecciano. Il primo attore è un virus, che, sentivo qui, tutti ormai conoscete, è un virus che noi conosciamo dagli anni Sessanta, è una famiglia di virus ben conosciuta ai medici, che preoccupa poco. Ma questo, invece, è un virus del tutto nuovo, che noi non conoscevamo, di cui nessuno di noi ha gli anticorpi e nessuno di noi è vaccinato. Per cui, la difficoltà in questa situazione è che, se una persona si ammala di questa malattia, inevitabilmente, ognuno la passa ad altre due, tre persone e così via, via dicendo, e non c'è un argine, perché non c'è nessuno che l'abbia già avuta e nessuno che abbia il vaccino fatto. Quindi, voi capite che è una situazione nuova, complessa, che si interseca con tanti fattori.

Voi sapete che il morbillo, di cui abbiamo parlato due anni fa, quando ci battevamo perché tenessimo dentro alle vaccinazioni, è una malattia molto contagiosa, ma che si arresta a un certo punto, perché c'è chi l'ha già avuta - i genitori, in genere - o chi è vaccinato. In questo caso, questo non può accadere. Quindi, il primo attore è un virus nuovo, che non conosciamo e che non sappiamo come si comporterà.

Il secondo attore sono i pazienti. Dagli studi che in Cina stanno già arrivando, uno studio del 17 febbraio, quindi di nove giorni fa, su una casistica molto ampia di pazienti, ci dice che il 95 per cento delle persone guarisce, quindi è una malattia che non fa grandi danni. Ci dice, per esempio, che la popolazione pediatrica è poco colpita: non si capisce ancora perché, ma è un dato positivo che va messo in evidenza. E ci dice che chi è che, poi, sta male? Le persone fragili, quelle che stanno male con l'influenza normale, quindi gli anziani, i malati cronici o i diabetici, quindi che, anche normalmente, di fronte a un'influenza normale, possono star male. Quindi, sono i pazienti il secondo gruppo da considerare.

Poi c'è la task force, che è stata messa in campo molto precocemente, fatta da persone molto equilibrate e molto competenti, che sta dialogando con le regioni, perché sta provando a far capire che c'è bisogno di una regola che sia seguita da tutti, però, vi dico, sottosegretaria: ascolti i medici, andate a sentire i medici. Io, questa mattina, ne ho sentiti tre, in tre diverse zone d'Italia: che direste, oggi, voi al Ministro della Salute? Che cosa, in questo momento, state vivendo nei vostri ospedali che vi preoccupa? Devo dire che tutti e tre erano sereni, ma preoccupati; avevano tutti le cose di emergenza; stavano montando le tende per fare il pre-triage in alcuni ospedali e vivevano con preoccupazione un futuro che neanche loro sanno immaginare. Mi hanno detto, però, di chiedere che ci fossero dei protocolli e degli studi sui farmaci che useremo, in modo che possiamo capire quale farmaco funziona di più e quale di meno: questa è una cosa che può essere suggerita e che può essere facile. Il quarto attore sono tutti gli operatori sanitari, ma proprio tutti. Qui tutti li avete ringraziati, ma non è la prima volta che un medico va in ospedale e lascia a casa moglie, figli, bambini (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) e sa di potersi ammalare di qualche malattia che può prendere da un suo paziente, come la tubercolosi, l'HIV. Mica non lo sa, lo sa: questo è il suo lavoro, che fa ogni giorno e ogni notte, in qualsiasi giorno dell'anno e lo fa con dedizione e con passione. Nessun medico sbaglia perché vuole sbagliare, nessuno, perché è impossibile; può sbagliare per tanti motivi, ma ce la mette tutta per non sbagliare mai. Se sbaglia, forse, è il sistema che non lo ha aiutato. Ebbene, gli operatori sanitari che tutti avete ringraziato dobbiamo ringraziarli sempre, perché fanno sì che il nostro sistema sanitario complessivo funzioni e funzioni bene. E adesso stanno dando grande prova di serietà: non li vedete in televisione a raccontare le preoccupazioni, ma vanno, alle ore 8 di ogni mattina, negli ospedali, a lavorare preoccupati di avere un contatto con persone da cui possono ammalarsi. Il quinto attore è la paura. La paura è una cosa con cui conviviamo: la paura ce l'hanno i medici, gli infermieri, però si combatte la paura. Sapete con che cosa? Dicendo la verità. Si combatte con intelligenza, non nascondendo le notizie vere. Poi ci sono attori, purtroppo, molteplici, e sono gli incompetenti, quelli che parlano, quelli che pensano di sapere perché hanno letto sul giornale un articoletto e pensano di poter dire che la malattia non c'è o non ci sarà o sarà una scemenza. Questi sono purtroppo tanti, ma esistono nel mondo e li troviamo nella nostra vita. Quindi, le fake news: le fake news vanno combattute, sottosegretaria. Come? Dicendo le verità sempre, chiare e facili, e smentendo le scemenze che molti, purtroppo, dicono anche in televisione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), anche sui social o anche negli audio che passano su WhatsApp. Mi hanno fatto sentire un audio ieri lunghissimo di uno che diceva cose senza nessun senso scientifico o medico di nessun tipo, appunto, ma la gente gli credeva. Mi chiedevano: “Ma può essere mai che è questo?”. No, non può essere mai! Uno che non sa differenziare fra un tampone che individua il virus o gli anticorpi evidentemente non era un medico, non sapeva e diceva scemenze. Queste cose vanno bloccate. Va detto che sono false e vanno bloccate.

Poi abbiamo le mascherine, che vanno utilizzate in modo adeguato e non vanno sottratte a quelli a cui servono. Quella che serve è una mascherina che ha una sigla complicata che è “FFP2” - o “FFP3” - che ha un filtro avanti. Quella la usiamo in ospedale perché quella serve usarla ogni giorno e cambiarla ed evita il contatto col virus e, quindi, ci evita di prendercelo. Ma, poi, c'è un'altra misura molto economica che la Camera ha oggi messo in campo e che è la misura più scientificamente provata, vera e più economica, che è mettere, avanti a ogni lavandino, un foglietto dell'OMS su come ci si lava le mani (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Questa è la misura più semplice e più facile ma che nessuno racconta mai perché non costa nulla. Bisogna lavarle per almeno sessanta secondi. Vedrete, andando nei vari lavandini, come si fa. Guardate il foglietto e raccontatelo a casa, perché quello è il modo più sicuro per fermare un'epidemia. E, poi, c'è un altro attore interessante che è la quarantena, che fa paura - solo il nome evoca grandi stragi - ma è l'unica arma che abbiamo per arginare un qualcosa che non sappiamo come si svilupperà e, quindi, è necessaria perché abbassa certamente la contagiosità.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO (ore 19,30)

PAOLO SIANI (PD). Quanti attori, quante cose che si intersecano fra di loro. E che c'entra la politica in tutto questo? C'entra perché il Ministro e il Primo Ministro devono essere guidati da una scienza seria, affidabile, che si basi su evidenze scientifiche e possano comunicare ai medici e ai cittadini notizie vere, provate e scientificamente corrette, senza inventarsi nulla, senza trovare la voglia di fare lo scoop o di dire: “La colpa è di quello”. Io non so dare la colpa ai medici dell'ospedale di Codogno, non so dargliela perché è difficile identificare una malattia all'inizio. Poi qualcuno lo scoprirà, faranno gli audit interni, ma di certo è che qualche medico si è ammalato in quell'ospedale. Quindi, io onestamente in questo momento non so dare una colpa. La conclusione del discorso è che questa evenienza sanitaria mette alla prova un sistema politico. Occorre creare un sistema unitario in cui ci sia una guida che valga per tutte le regioni, che metta in campo un sistema di unità che faccia sì che la politica non si divida su cose banali ma scelga di stare insieme nell'interesse di tutti i cittadini. Infine, non è una malattia grave. È una malattia che guarisce quasi sempre ma, poiché è una malattia nuova, questo è grave perché non sappiamo dove ci porterà. È una malattia che se arriva in modo compatto può mettere in crisi il sistema. Io sottolineo, sottosegretario: i posti in terapia intensiva saranno sufficienti se dovessero arrivare troppi ammalati tutti contemporaneamente? Questo è il problema che si sta adesso provando ad affrontare e provando ad arginare. Ebbene, per tutti questi motivi io ringrazio molto il vostro impegno, dichiaro il nostro voto favorevole ma dichiaro anche la nostra disponibilità immediata a stare al vostro fianco per fare meglio e di più nell'interesse del Paese (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, MoVimento 5 Stelle e Italia Viva – Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Bergamini. Ne ha facoltà. Colleghi, colleghi, colleghi, grazie. Colleghi, così procediamo. Prego.

DEBORAH BERGAMINI (FI). Presidente, grazie. A nome di Forza Italia innanzitutto voglio unirmi al cordoglio verso i familiari delle dodici persone scomparse a causa di questo virus (Applausi). Loro non erano un numero, non erano casi clinici, come giustamente ha ricordato Vanessa Trevisan, figlia di una delle vittime, Adriano Trevisan, ma erano persone la cui morte è una perdita dolorosa per il Paese.

Voglio anche rivolgere un pensiero di vicinanza ai cittadini che hanno contratto il virus e di solidarietà agli abitanti e alle imprese delle regioni colpite da questa epidemia. È e sarà nostra priorità favorire tutte quelle misure volte ad attenuare il drammatico impatto socio-economico del Coronavirus sui singoli territori.

Un ringraziamento speciale va poi ai medici, agli operatori sanitari, ai militari, alla Protezione civile e a tutte le persone che in questi giorni - è già stato detto - sono chiamate a gestire le emergenze in prima linea, facendo doppi e tripli turni e assumendosi fortissimi rischi. Credo di interpretare un sentire comune nel dire a tutte queste persone che lo Stato non si dimenticherà di loro. Vigileremo ed interverremo affinché dopo il periodo del sacrificio venga quello della riconoscenza.

Le circostanze ci hanno preso alla sprovvista e un Governo ripiegato su se stesso e litigioso è stato costretto a riappropriarsi della propria funzione esecutiva e a mettere le mani nella realtà.

Il Coronavirus, come un missile che non siamo riusciti a intercettare, ha ricordato a chi ha responsabilità esecutive cosa significhi governare, scegliere e prendere decisioni in condizioni di drammatica urgenza e gli errori commessi in queste settimane sono stati molti, gravi e temo che non siano ancora finiti. Spiacciono, in particolare, le polemiche di questi giorni del Presidente del Consiglio Conte con alcune regioni, che sono le più colpite nella faticosa attività di contrasto alla diffusione del virus. Proprio in questa fase è, invece, indispensabile che il Governo centrale lavori fianco a fianco con le regioni e in totale concerto con loro. Sono le regioni che devono gestire quotidianamente questa crisi sanitaria e che sono ogni giorno in trincea; non dimentichiamolo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente e di deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Se Forza Italia non fosse Forza Italia, se non avessimo una lunga storia segnata dal senso di responsabilità nei confronti degli italiani, il mio intervento qui potrebbe essere un lungo elenco di lamentazioni. Siamo stati noi a chiedere la sospensione dei voli dalla Cina quando era chiaro, molto chiaro cosa stava accadendo a Wuhan; siamo stati noi a denunciare un maldestro tentativo del Ministro degli Affari esteri, Di Maio, di farli riprendere. In circostanze recenti ho e abbiamo criticato aspramente alcune scelte o non scelte di questo Governo nelle politiche di prevenzione dell'epidemia e, più in generale, nella natura dei rapporti con la Cina. Non riesco a togliermi dalla testa, infatti, che tante imprudenze o ritardi siano stati anche frutto di una qualche forma di sudditanza - chiamiamola psicologica - nei confronti della Cina, eletta da questo Governo e dal Governo precedente a partner più strategico sicuramente di quanto l'affidabilità di quel Paese e la sua democraticità consentissero. È inutile, però, parlarne adesso. Non abbiamo fatto e non faremo polemiche, non abbiamo speculato.

Il Presidente Berlusconi ha dato subito la sua disponibilità a discutere dei provvedimenti più utili. Abbiamo stilato un elenco di proposte che abbiamo poi presentato al Governo. Abbiamo chiesto di tutelare le strutture sanitarie e i medici, di scrivere un accordo con Protezione civile ed Esercito per predisporre centri di prima selezione per chi ha sintomi, in modo da evitare che tutti vadano in ospedale, di prevedere l'obbligo del tampone per chi si ricovera e per i loro familiari, un'anagrafe dei posti in terapia intensiva e di aumentare le unità di terapia intensiva, come fece il Governo di centrodestra quando si trovò a gestire l'allarme della SARS. Io stessa ho suggerito che si nominasse un commissario scientifico alla gestione dell'emergenza e alla comunicazione dell'emergenza: una sola voce, una personalità dalle capacità specchiate, riconoscibile e non divisiva. Alcune delle nostre proposte sono state tenute in considerazione, altre no.

I governatori di Forza Italia del centrodestra, che sono la maggioranza, hanno collaborato lealmente per fornire risposte chiare alle legittime preoccupazioni dei cittadini, senza drammatizzare ma anche senza sottovalutare. Bene le quarantenne, bene anche gli appelli all'unità che però - attenzione! - non dovrebbero mai trasformarsi in sopraffazione o violazione del sacrosanto principio della sussidiarietà o, addirittura, violazione dell'autonomia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Difenderemo a tutti i costi le prerogative dei governatori!

La salute pubblica è una priorità assoluta e resta tale, anche se Forza Italia è una forza di opposizione. Intendiamo questa nostra temporanea vicinanza al Governo sull'emergenza virus solo ed esclusivamente come un dovere che ci impone il senso di responsabilità verso le istituzioni della Repubblica, ma lo dico con grande chiarezza: siamo e saremo responsabili nei confronti della salute degli italiani, non della salute di questo Governo. Il decreto oggi al nostro esame altro non è che un provvedimento quadro, laddove il grosso degli interventi e delle misure verrà preso nei prossimi giorni e nelle prossime settimane con altri decreti. Uno di questi, che pare sarà presentato a breve dal Governo, riguarderà le misure economiche e fiscali volte a sostenere le migliaia di imprese e tutti i settori produttivi che già sono letteralmente in ginocchio a causa di questa emergenza sanitaria. Su questo dovrà concentrarsi ogni nostro sforzo, ma anche qui voglio essere chiara: su questo provvedimento del Governo, che spero venga varato il prima possibile, Governo e maggioranza dovranno garantire in Parlamento il massimo confronto e la massima disponibilità a recepire i contributi di tutte le forze politiche. Abbiamo proposto noi un iter super accelerato a questo decreto sull'emergenza sanitaria, ma sui prossimi provvedimenti d'urgenza vogliamo discutere e avere tutto il tempo che sarà necessario. Le forti misure restrittive finora intraprese, contenute anche in questo decreto che stiamo per votare, stanno inevitabilmente producendo drammatiche perdite per le economie, soprattutto nei territori colpiti, su commercio, imprese e, di riflesso, su occupazione e redditi. Su tutto questo il confronto dovrà essere totale. Forza Italia ha già le sue proposte e su queste vorremmo confrontarci nel merito. Così come auspichiamo un confronto nella gestione della delicata questione internazionale legata al Coronavirus. L'Italia dovrà riguadagnarsi il rispetto e la considerazione che aveva prima di diventare ed essere trattata come il malato d'Europa, oggetto di una rappresentazione chiaramente distorta. I casi di Coronavirus emersi negli altri Paesi al momento sembrano, chissà come mai, sempre connessi in un modo o nell'altro all'Italia. Mi aspetto, nella reazione a questa situazione, un'Italia risoluta, ferma e unita. Anche qui noi ci saremo, ma spetterà naturalmente al Governo coinvolgerci.

Io voglio sperare che questa fase drammatica nella nostra storia possa rappresentare per la politica un'occasione di rigenerazione, ed è nella capacità di decidere, e di decidere bene, che si rigenera la politica. Così come il Paese ha dovuto affrontare un cambiamento improvviso e profondo, anche noi qui dovremmo fare un cambiamento: è necessario anteporre adesso il rispetto gli uni per gli altri, ristabilire un principio e un canale di dialogo che deve esserci tra persone che in quest'Aula hanno il dovere di rappresentare l'intera nazione, e di farlo sempre con onore. Dietro una visione politica, dietro una visione della società, dietro un modo di concepire la funzione dello Stato, persino dietro un conflitto, c'è sempre la visione di essere umano che portiamo dentro di noi. Le cose che facciamo, le parole che usiamo, i toni che adottiamo mostrano di ciascuno di noi molto di più di quello che crediamo. Teniamolo a mente, soprattutto noi, qui, che siamo titolari di funzioni importanti di indirizzo e di rappresentanza. Forza Italia farà la sua parte nella gestione di questa crisi, lo faremo nell'interesse sovrano dei cittadini, delle famiglie e delle imprese, e lo faremo perché siamo convinti che così si esercita la funzione che la situazione e la Costituzione ci impongono. Annuncio quindi il voto favorevole di Forza Italia alle misure individuate dal Governo per affrontare l'emergenza del Coronavirus (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bagnasco. Ne ha facoltà.

ROBERTO BAGNASCO (FI). Presidente, colleghi, ovviamente mi associo alle parole dell'amica e collega Bergamini - che mi ha preceduto - nel porgere le più sincere e affettuose condoglianze alle famiglie degli undici italiani che hanno perduto la vita colpiti dal Coronavirus. La politica - e qui comincerò un pochino contro - deve fare un passo indietro e lasciare il passo ai tecnici: questa è una vulgata che tutti noi sentiamo, che si sente nel Paese, sui giornali. Io ritengo invece che quando ci sono temi come questo, di straordinaria importanza - non solo in questi casi, naturalmente - come il Coronavirus, la politica deve confermare la sua essenzialità, e non per ribadire solamente il suo ruolo preminente, che sarebbe ben poca cosa e cosa molto triste, ma per non tradire la sua missione.

La politica non può tradire la sua missione. Questo non vuol dire naturalmente non ascoltare gli scienziati, ma la guida deve essere di chi è istituzionalmente preposto a dettare le linee e ad indicare la strada. Questa è la breve ma necessaria premessa affinché nessuno possa sfuggire alle proprie responsabilità. Un compito difficile, per chi è al Governo nazionale, chi governa le regioni, per i sindaci, che sono il primo front office sul territorio, e che voglio ringraziare in maniera particolare. Parlare di epidemia zero del XXI secolo, come hanno fatto anche qualificati nomi di scienza, anche se basato evidentemente su alcune importanti considerazioni, rischia di farci valutare una situazione, sicuramente difficile e pericolosa, oltre la realtà, e soprattutto affrontare la stessa senza il necessario equilibrio che deve sovraintendere ai momenti più difficili - parlerò più volte in questo breve intervento di equilibrio -, momenti più difficili che devono partire dalla realtà drammatica dei quattro turni degli ospedali interessati in questi giorni. Qualche anno fa, quando mi occupavo di sanità in regione Liguria, ho avuto modo di confrontarmi con il console generale degli Stati Uniti a Milano, che stava svolgendo per il suo Governo un'analisi, su tutto il territorio nazionale - anche in Liguria, quindi -, sulla sanità delle regioni italiane. Non potrò mai dimenticare la frase che mi ha detto il console generale a Milano degli Stati Uniti, quindi una persona particolarmente qualificata: difendete il vostro Sistema sanitario, perché è un qualcosa che gli Stati Uniti non si potranno mai permettere. Questo naturalmente non deve nascondere i limiti di alcune situazioni, come il fatto che in Italia mancano - l'ho già ascoltato in alcuni interventi precedenti - migliaia di anestesisti e medici di terapia intensiva. Il blocco delle assunzioni, recentemente affrontato - devo dire - dal Ministro Speranza, deve lasciare il posto ad una rivisitazione complessiva del necessario organico ospedaliero. E poi, i posti letto in terapia intensiva non garantiscono purtroppo in caso di situazioni eccezionali come un'epidemia di proporzioni disastrose. Limiti quindi che ci sono - bisogna essere sereni nell'analisi - in un Sistema sanitario nazionale di livello assoluto. Grave l'errore del Presidente Conte, con la frase molto infelice: gestione non del tutto propria sull'ospedale. Ha innescato in questo modo polemiche con le regioni, fatto molto grave in un momento in cui si stava cercando un equilibrio doveroso, e messo sotto accusa chi ha fatto fino in fondo il proprio dovere, dando anche ai media esteri - e questo è un fatto molto grave - la possibilità di denigrare il nostro Paese. Un errore si è rivelato sicuramente il blocco dei voli diretti da e per la Cina, dimenticando chi arriva in Italia dopo due o più scali. Ma su questo sono d'accordo con Italia Viva, con l'intervento precedente: le critiche sono venute molto spesso a posteriori, quindi mi lasciano molto perplesso e ritengo che siano particolarmente pelose. Su oltre 8 mila tamponi, positivi poco più di 300, quindi i termini sono su una media importante ma non sicuramente eccezionale. Numeri importanti, dicevo, ma che dimostrano che la situazione è sotto controllo, anche se non bisogna allentare le misure di prevenzione, che devono essere modulate sull'evolversi della situazione. Chiediamo una comunicazione rigorosa, ma veritiera, ma che sappia rassicurare la popolazione, soprattutto la più indifesa. Esistono, poi, le implicazioni economiche naturalmente, e non bisogna essere docenti di economia sanitaria per capire che parlare solamente di una sospensione delle tasse nelle zone rosse è come voler fare la guerra oggi con le baionette. Quando si fermano le aree più produttive di un Paese si rischia la perdita di decine e decine di migliaia di posti di lavoro. Di questi giorni la sospensione - porto solo alcuni esempi - della Mido, della Cosmoprof, Venezia senza carnevale e chi più ne ha più ne metta, prenotazioni alberghiere in diminuzione, a seconda delle località, dal 30 al 40 per cento. Quindi, dati veramente preoccupanti. Moltissimi Paesi che invitano a non andare in Italia, l'elenco in questo senso aumenta ogni giorno. Occorre, quindi, un intervento dell'Europa e sull'Europa. Abbiamo chiesto il finanziamento per 100 milioni di euro del Fondo di emergenza nazionale, la riapertura, come è già stato in altre occasioni, della flessibilità e di una serie precisa di interventi che Forza Italia ha declinato con attenta e serena valutazione. Non ho parlato finora di atteggiamento collaborativo, come ho sentito in molti interventi, ma non abbiamo fatto neanche critiche pretestuose, ma solo dei problemi da affrontare senza pregiudizi o divisioni aprioristiche. Forza Italia è e rimane fiera oppositrice di questo Governo improvvisato e raccogliticcio, ma, come sempre, punto di riferimento per chi crede nel Paese e nel suo futuro. Non abbiamo, quindi, fatto mancare in Commissione, in Aula e ovunque la nostra sincera collaborazione, ma senza rivendicazioni particolari, senza volere meriti collaborativi o di senso di responsabilità. No, siamo in Aula e nel Paese per fare il nostro dovere fino in fondo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Boldi. Ne ha facoltà.

ROSSANA BOLDI (LEGA). Presidente, colleghe e colleghi, arriva in Aula oggi, a distanza di circa un mese da quando il Ministro Speranza è venuto a riferire sulla situazione Paese rispetto al Coronavirus, questo provvedimento. Ricordo che, se ne parliamo oggi e con urgenza, è solo per la pervicacia della Lega e dell'opposizione (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), che è riuscita ad ottenere l'inversione dell'ordine del giorno, perché per qualcuno era più importante approvare un pessimo provvedimento sulle intercettazioni, per il quale, ve lo dico, andrete tutti all'inferno il giorno che lo voterete (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier - Commenti)

PRESIDENTE. Deputata! Deputata, per favore!

ROSSANA BOLDI (LEGA). Sì, assolutamente sì!

PRESIDENTE. Deputata, usi un linguaggio moderato, grazie.

ROSSANA BOLDI (LEGA). Dichiaro subito che il nostro voto sarà favorevole al decreto in esame, lo dico prima, perché abbiamo accolto questo invito all'unità, ma il nostro voto sarà favorevole perché pensiamo che questo sia un modo per essere vicini ai cittadini, quelli, pochi fortunatamente, che sono mancati, quelli affetti da questa infezione e quelli che, per il bene di tutti gli altri cittadini, sono all'interno delle zone rosse, in isolamento, in pratica privati della libertà personale, che pure si sottopongono all'isolamento e alla quarantena perché hanno capito che è necessario per il bene di tutti gli altri. Voteremo a favore per testimoniare il nostro sostegno a tutto il personale sanitario della Protezione civile (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), delle forze dell'ordine, di tutti quelli che stanno lavorando H24 e sono in prima linea per rispondere a questa emergenza.

Voglio aggiungere alcune considerazioni proprio sul nostro sistema sanitario, giudicato dall'Organizzazione mondiale della sanità tra i migliori del mondo e che, sinceramente, non meritava di finire sulle pagine della CNN (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) come un sistema sanitario in confusione, grazie alle sconsiderate dichiarazioni di un Premier molto probabilmente portato a fare scaricabarile rispetto alle sue responsabilità, con molta voglia di protagonismo e nessuna capacità di comunicare su questi temi (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Un sistema sanitario sempre visto solo come un costo, ma credo che, ora più che mai, debba essere compreso che le spese per la sanità, per il personale, per la ricerca, per le attrezzature devono essere messe non nella colonna delle spese, ma nella colonna degli investimenti (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), perché è in queste situazioni che lo vediamo.

Il provvedimento di oggi vuole essere un provvedimento cornice, un atto di indirizzo cui attenersi come guida per l'emanazione dei successivi decreti e ordinanze. Concordiamo sul fatto che le azioni debbano essere coordinate con atti di indirizzo, ma, in ossequio alle norme costituzionali, è bene che sia assolutamente chiaro e non venga messo minimamente in dubbio né il principio di sussidiarietà né l'autonomia di ogni regione in materia sanitaria (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Voglio aggiungere che stamattina l'assessore della regione Lombardia ha annunciato - se ne parlava prima - l'aumento dei centri di elezione per la diagnosi e la cura sul Coronavirus e l'acquisto di altri macchinari per implementare il numero dei posti di terapia intensiva (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Quindi abbiamo a che fare con regioni che fanno tutto il loro dovere e di più.

Finalmente è passato un concetto basilare: in medicina deve valere sempre, e dico sempre, il principio di precauzione, specialmente quando si parla di una patologia della quale si conosce poco. Sono state già ricordate le parole di Walter Ricciardi, che ha ribadito come sarebbe stato meglio applicare da subito questo principio di precauzione e mettere in quarantena chiunque arrivasse dalle zone sede di focolaio in Cina; cosa che, mi dispiace per il collega De Filippo, forse non ha ascoltato bene il nostro intervento quando è venuto il Ministro Speranza in Aula la volta scorsa, ma noi avevamo proprio richiesto che venisse considerato anche il fatto che arrivavano delle persone con voli di triangolazione, con scali intermedi; ma, evidentemente, non è stato bene a sentire. Per una malattia infettiva, quando non esiste terapia, gli unici argini sono l'isolamento e la quarantena, che non sono provvedimenti razzisti, sono il minimo sindacale per passare l'esame di igiene e medicina preventiva (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Ma all'inizio questo Governo ha preso le sue decisioni guidato semplicemente da considerazioni ideologiche. Guardate, non mi posso dimenticare la richiesta dei governatori del Nord sul fatto di tenere in quarantena anche i bambini delle scuole, era solo tre settimane fa (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), e la Ministra dell'Istruzione che ha detto “ma la scuola è un luogo inclusivo, i bambini devono andare”. Ma certo che la scuola è un luogo inclusivo, ma non c'entra niente questo con i provvedimenti sanitari, non c'entra niente (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)! Certo che si va a scuola, certo che si va a scuola, ma si rispettano le indicazioni della scienza; tant'è vero che oggi le scuole sono chiuse e in questo provvedimento c'è proprio questo.

Ma torniamo all'oggi: abbiamo cercato di migliorare questo provvedimento con alcune proposte emendative riguardo proprio alla necessità, ad esempio, di incrementare il personale sanitario, perché, primo, sono sottoposti a dei turni massacranti, purtroppo si ammalano e sono già pochi, perché il personale sanitario è obiettivamente in carenza già di base, e quindi io mi auguro che venga poi presa in considerazione la necessità che si possa attingere allo scorrimento delle graduatorie, sia pubbliche che private, per incrementare il personale sanitario (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Poi c'è il problema dei presidi medici individuali: anche su questo penso che il Governo in un prossimo provvedimento, mi auguro, farà qualcosa, sia per il personale sanitario che per le forze dell'ordine, ci sono degli ordini del giorno in questo senso. E cercare anche di mettere un argine agli aumenti ingiustificati per il materiale sanitario, dai disinfettanti alle mascherine.

È inevitabile che ad una situazione di questo tipo, all'emergenza sanitaria, si aggiunga anche un'emergenza di tipo economico. E allora immediatamente bisogna mettere a disposizione non solo delle zone, che sono le zone rosse dove ci sono i focolai, ma pensare anche di allargare a tutto il Paese, perché a caduta sarà crisi per tutto il Paese, mettere a disposizione denaro e soprattutto provvedimenti che aiutino i nostri imprenditori, gli imprenditori agricoli, le piccole imprese, i liberi professionisti, gli artigiani, che usciranno massacrati da questa situazione.

Ci sono settori come il turismo, l'agricoltura, che bisogna assolutamente sostenere ed aiutare. La Lega ha già presentato, tramite il nostro segretario federale Matteo Salvini, una lista di proposte, e noi speriamo che il Governo ne tenga conto nel più puro spirito di collaborazione. Ripeto, questo nostro afflato collaborativo è naturalmente per gli italiani, non per questo Governo che riteniamo incapace, inadeguato e che dovrebbe andare a casa il più presto possibile (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Trizzino. Ne ha facoltà.

GIORGIO TRIZZINO (M5S). Presidente, io ritengo che il nostro sistema sanitario abbia preso un grande abbaglio, perché fino a due mesi fa ritenevamo che il grande problema del futuro di questo Paese fossero i malati fragili, i cronici, gli anziani: per loro dovevamo costruire una nuova sanità, un nuovo modo di assistere. Oggi ci accorgiamo che non è così: è caduto sulla nostra testa un altro grande evento, un grande problema, quello delle malattie infettive.

L'assurgere del Coronavirus a protagonista quasi esclusivo della vita del nostro Paese non è solo un fenomeno che riguarda la sfera della salute fisica, ma mette in luce patologie che si annidano a un livello profondo, quello dell'anima degli italiani, e che dovrebbero preoccuparci non meno dell'allarme sanitario. Purtroppo in questi giorni si stanno diffondendo due mali che travolgono la vita quotidiana di ciascuno di noi. Il primo riguarda la verità, il riacutizzarsi di una condizione conosciuta ma che in questa circostanza sta assumendo davvero gravi e preoccupanti dimensioni. Io voglio tranquillizzare tutti, perché non mi riferisco alla SARS, COVID-19, ma ad una recrudescenza incontrollata di una forma misteriosa di malattia che aggredisce ad ogni livello la nostra società, e che ancora una volta riguarda l'informazione: spettacolarizzare, urlare, aggredire, ridicolizzare, mentire, questi sono i sintomi di questa malattia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle e di deputati del gruppo Partito Democratico).

E non ha risparmiato nessuno, né giornali, né televisioni, né social: l'importante è apparire. Il contagio non risparmia veramente neanche i giovani, gli adulti, i politici, persone comuni: tutti vogliono essere presenti per raccontare la loro. Ma sulla base di quali conoscenze? Vede, Presidente, io questa mattina, come abitualmente faccio, ho fatto una lunga passeggiata per le vie di Roma e ho incontrato dei gruppi di giovani che andavano a scuola: alcuni di loro portavano la mascherina, e se la scambiavano fra di loro, se la toglievano, poi fumavano. E allora ho capito che questo faceva parte un po' di qualsiasi altro accessorio della loro vita, di cui ormai sono pieni, il vapo, il cellulare, la cuffia, il piercing, il tatuaggio, il motorino e altro ancora. Insomma, un accessorio come un altro in fondo, che hanno preteso magari dalla propria famiglia per emulare qualcuno della propria classe o l'hanno visto in TV. Ma senza andare lontano, anche in quest'Aula abbiamo assistito ad un uso improprio della maschera (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Eh sì, cari colleghi, perché io mi meraviglio che sia proprio un medico a utilizzarla in questo modo: la maschera ha una durata molto limitata nel tempo, non si può toccare, non si può togliere e poi parlare al proprio vicino senza la maschera; non ha alcun senso utilizzarla in questo modo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle e di deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia Viva).

Il secondo male riguarda il virus, che è stato utilizzato come strumento di polemica politica: un clima di esasperata conflittualità, che ha reso impossibile, perfino in questo momento di emergenza nazionale, una risposta solidale a questa difficile sfida sanitaria. Per averne un saggio basta leggere i titoli di prima pagina di alcuni quotidiani: “Strage di Stato”, titolava pochi giorni addietro un quotidiano nazionale. E allora voglio ricordare quello che diceva Camus nel suo saggio La peste: “Dico soltanto che ci sono sulla terra flagelli e vittime, e che bisogna, per quanto è possibile, rifiutarsi di essere col flagello” (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Ciò che più si deve sottolineare riguardo a questa citazione è il fatto che lo stare dalla parte del flagello piuttosto che da quello della vittima è una scelta personale e consapevole di ogni uomo e di ogni politico: per non essere un flagello, per non essere colui che provoca o auspica il male, bisogna rifiutarsi di esserlo; ed è quello che non è accaduto in questi ultimi giorni. Abbiamo compreso che non c'è, dunque, nessuna frontiera da chiudere: tanto più che il virus che ci aggredisce non ha nazionalità e non ha bisogno di chiedere a nessuno il permesso di soggiorno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle e di deputati del gruppo Partito Democratico), perché quale che sia la sua originaria provenienza sono degli italiani a esserne portatori, e non lo hanno preso in Cina ma al bar sotto casa loro. La netta contrapposizione tra noi dentro e gli altri fuori, che è stata il leitmotiv della campagna sull'opinione pubblica italiana in questi ultimi due anni, naufraga miseramente in una situazione in cui la minaccia può venire anche dal nostro vicino di casa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle e di deputati del gruppo Partito Democratico). Ma parliamo del virus. Qui le parole sono importanti, e quando parliamo di “letalità” e di “mortalità” dobbiamo fare la debita distinzione. Il tasso di letalità è il rapporto tra i morti e, per una malattia, il numero totale di soggetti che hanno quella malattia, mentre il tasso di mortalità è un'altra cosa: è il rapporto tra il numero di morti sul totale di tutta la popolazione media presente nello stesso periodo di osservazione. Quindi, parlare di una mortalità del 2 o del 3 per cento per il COVID-19 è un errore macroscopico e non può che generare disorientamento, confusione, paura. Rispetto alla normale influenza stagionale il COVID-19 è quindi un fenomeno con letalità più elevata ma con mortalità molto più bassa. Ma cosa sappiamo di questo virus? Che è un virus nuovo, è molto contagioso, che proviene dal mondo animale e riconosce il genere umano, che esistono dei portatori asintomatici, che nei bambini ha pochi effetti, che può diventare pandemico, e che nell'80 per cento dei casi si presenta in forma lieve e nel 20 per cento soltanto in forma grave, e soltanto il 5 per cento di questi sono quelli che vanno incontro a patologie ancora più letali. La letalità è passata dal 3 per cento allo 0,9 in Cina: questi sono i dati. Allora, abbiamo una buona notizia e una un po' più preoccupante: la buona è che anche nell'area di Hubei stanno calando i nuovi casi, mentre, meno buono è il fatto che ancora non diminuisce la mortalità, probabilmente a causa di malati da tempo, alcuni dei quali si aggravano e muoiono. Allora, io credo che anche il virus ci consegni anche un disaccordo tra gli stessi scienziati e io avrei evitato in fondo, da parte di alcuni, di paragonare la mortalità a quella dell'influenza spagnola del 1918 che fece milioni di morti in tutto il mondo, ma prendo atto che ci sono anche autorevoli scienziati che vedono la situazione in modo diverso e io sono con loro. Vedete, cari colleghi, le pestilenze del nostro secolo non hanno più la forma scomposta delle tragedie da lazzaretto di tanti secoli fa; può far bene ricordare che le efficaci misure di contenimento della peste di Milano ricordate da Manzoni furono adottate dai signorotti locali solo quando loro stessi si videro minacciati nel loro palazzo, poiché la peste smise di essere una calamità solo a carico della plebe; le bonifiche, le disinfezioni, le purificazioni degli ambienti malsani avvennero e riuscirono a risolvere il problema.

Signor Presidente, ciò a cui stiamo assistendo sta lasciando spazio a una considerazione che a noi sembra il più grande insegnamento: l'epidemia di una malattia infettiva impone l'allontanamento reciproco, il mantenimento di distanze di sicurezza, la creazione di barriere interumane, l'epidemia ha un andamento incline alla separazione degli individui tra loro, ma l'umano soffrire richiede l'esatto opposto, richiede solidarietà, richiede vicinanza, partecipazione, lo stabilirsi di relazioni forti che aiutino reciprocamente a sostenersi e a superare insieme la sofferenza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). L'Italia sta già dando manifestazione in questo e dobbiamo essere veramente grati non soltanto ai medici, ma a tutti gli italiani che stanno affrontando questo difficile momento.

PRESIDENTE. Concluda.

GIORGIO TRIZZINO (M5S). Qualche giorno fa sono state organizzate spedizioni umanitarie - e sto concludendo - verso la Cina, mentre il mondo scientifico, ad esempio, ha già trovato le risorse necessarie per coordinare ricerca, prevenzione e assistenza. C'è un barlume; oggi, abbiamo saputo che forse un vaccino sta per essere testato negli Stati Uniti. Mi avvio a concludere; abbiamo dunque già esempi di come, da un'apparente forza distruttiva e dispersiva, possa nascere il suo esatto opposto: l'adesione, la cooperazione, la solidarietà. È un certo paradosso, naturalmente, ma appartiene a noi uomini, dovremmo ricordarcene soprattutto quando tutto questo speriamo sarà finito. E deve essere chiaro al mondo intero che, parafrasando il discorso che fece Churchill alla Camera dei Comuni nel giugno del 1940, l'Italia e gli italiani non si arrenderanno mai e in considerazione di quanto ho detto prima annuncio il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle e di deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sgarbi. Ne ha facoltà.

VITTORIO SGARBI (M-NI-USEI-C!-AC). C'è poco da arrendersi, Presidente e collega Trizzino, davanti a un pericolo che non c'è; il discorso fatto dall'onorevole Trizzino dovrebbe condurlo esattamente all'opposto di un voto favorevole; mentre noi siamo qua a parlare, già in televisione smobilitano, dicono: beh, l'emergenza è passata, non sanno che stiamo votando per rincorrere le regioni del Nord, dando poca dignità a un Governo che finge un'emergenza che non c'è, non c'è quell'emergenza! Ed è il discorso che ha detto, fra le righe, Trizzino che, però, poi, vota a favore di quello che è un decreto voluto da un Presidente nato dal nulla, che per forza deve dare la dimostrazione di essere più bravo di Fontana e più bravo di Zaia. È tutto ridicolo, è un voto ridicolo, grottesco, è un procurato allarme che meriterà un esposto alla Corte costituzionale per dire: hanno mentito, Governo, regioni e stampa!

Fino a ieri la stampa mostrava tutte persone con le mascherine, quelle negate da lui, in una situazione di pericolo che non c'è, ve ne do un esempio: la più grande comunità di cinesi non sta a Codogno, sta a Prato, e la Toscana non ne ha uno solo in pericolo, perché dei 2.500 cinesi, 1.500 sono stati messi in un albergo e tenuti sotto protezione per volontà del Governo comunista (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico)

PRESIDENTE. Colleghi…

VITTORIO SGARBI (M-NI-USEI-C!-AC). Quindi, dov'è il pericolo per chiudere le scuole, i musei, i teatri? È una violenza contro la cultura, contro la civiltà, contro il buonsenso e noi votiamo questo, chi vota sarà responsabile di essere stato complice di procurato allarme, di una grande finzione, di una presa per il culo del mondo, umiliando l'Italia davanti al mondo per cui alla mostra di Raffaello i cinesi non potranno entrare, se mai aprirà quella mostra (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico)…. È una cosa totalmente ridicola! E il compagno di partito, già, Nitti, regista, che ha raccontato quanti uomini di teatro, quanti spettacoli, quanti cinema, quante persone non possono più esercitare il loro lavoro, perché? Perché c'è un vecchio di 88 anni che forse è morto di influenza. Questa è la realtà oggettiva indicata dal CNR e dalla Gismondo una settimana fa, proprio così, proprio così (Proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Colleghi…

VITTORIO SGARBI (M-NI-USEI-C!-AC). E lo sapete benissimo, lo sapete benissimo (Proteste del deputato Fiano)

PRESIDENTE. Deputato Fiano…

VITTORIO SGARBI (M-NI-USEI-C!-AC). Lo sapete benissimo (Proteste del deputato Fiano)

PRESIDENTE. Deputato Fiano….

VITTORIO SGARBI (M-NI-USEI-C!-AC). E' una finzione!

EMANUELE FIANO (PD). No! Non si può parlare così!

PRESIDENTE. Deve far finire Sgarbi (Proteste del deputato Fiano)… deve far finire Sgarbi…

VITTORIO SGARBI (M-NI-USEI-C!-AC). E' una finzione! E' una finzione! E' una finzione! E' una finzione! E' una finzione (Proteste del deputato Fiano)!

PRESIDENTE. Deputato Fiano, facciamo concludere… Deputato Fiano, la richiamo all'ordine (Proteste del deputato Fiano)! Deputato Fiano!

VITTORIO SGARBI (M-NI-USEI-C!-AC). In questo momento, chi accenda La7 sentirà che alla televisione più secolare, quella che si chiama Otto e mezzo dice: ma allora c'è stato un procurato allarme finto. Guarda che il Governo vota adesso, mentre noi parliamo, stanno votando quello che tu ritieni già superato, dal buonsenso, dalle persone che non vogliono stare chiuse in casa, che vorrebbero andare a vedere le mostre, che vorrebbero andare a Milano. Perché al Museo Egizio nessuno può entrare e al Mart entrano persone a una distanza di un metro una dall'altra? Ma che roba è? Ma quale finzione è? Ma quale ridicolo discorso dovete fare, fingendo voi, che lo sapete perfettamente, che ci sia una peste che non c'è…

PRESIDENTE. Deputato Sgarbi, si rivolga a me… deputato Sgarbi, si rivolga a me…

VITTORIO SGARBI (M-NI-USEI-C!-AC). Non c'è quella peste! Presidente, lei lo sa meglio di me, la peste non c'è. Il suo amico De Magistris o mezzo amico che sia, vuole chiudere le scuole anche in Campania per fare le pulizie, approfittando dell'epidemia a Codogno; questo vuol fare De Magistris, questa è la follia (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico e applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). L'ex Ministro Fioramonti vuole estendere l'emergenza, lo ha detto, dalle regioni appestate a quelle sane; nelle Marche non c'è nessun appestato e hanno chiuso le scuole lo stesso; ma chi dobbiamo prendere in giro, dico “giro” per non dire quella parte del corpo che non piace a Fiano... Non ci dobbiamo prendere per l'ano, allora, possiamo dire questo (Commenti)?

PRESIDENTE. Deputato Sgarbi, l'avrei richiamata sul finale, su questa parola…

VITTORIO SGARBI (M-NI-USEI-C!-AC). Allora, io credo che tutti voi qua sapete che qui l'epidemia non c'è e stiamo votando una norma, un decreto-legge che dice le stesse cose di Veneto e Lombardia, perché non sia scoperto, il Governo giallorosso, rispetto alle regioni della Lega. Siete caduti nel tranello di Salvini e lo sapete perfettamente. Avete rincorso Salvini che ve l'ha messo nell'ano ancora una volta (Proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Deputato Sgarbi, la richiamo ad un linguaggio consono a quest'Aula.

EMANUELE FIANO (PD). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO (PD). Presidente, è del tutto evidente che qui non è assolutamente in discussione il diritto all'opinione del deputato Sgarbi o di chiunque di noi su quello che sta succedendo, sulle misure che vengono prese, sulle scelte dei Governi, del Governo, dei sanitari, dei medici o dei governatori delle regioni, ci mancherebbe altro; io l'ho richiamata su due questioni: primo, il linguaggio in quest'Aula. Lei mi scuserà, ma la mia opinione è diversa dalla sua, secondo me, il Presidente della Camera dei deputati, mentre piangiamo 11 morti, non dovrebbe permettere, durante il discorso, non alla fine, che uno usi le parole che ha usato il deputato Sgarbi (Applausi del gruppo Partito Democratico), durante! Nella mia opinione, siccome io stimo il suo lavoro, il Presidente della Camera lo interrompe mentre parla (Applausi del gruppo Partito Democratico). Abbiamo 100 mila persone bloccate a casa, quel linguaggio non è accettabile (commenti del deputato Sgarbi).

PRESIDENTE. Deputato Sgarbi… deputato Sgarbi, la richiamo all'ordine.

EMANUELE FIANO (PD). Abbiamo centomila persone bloccate, metà del Paese è bloccato, ci sono undici morti, il deputato Sgarbi (Commenti del deputato Sgarbi)...

PRESIDENTE. Deputato Sgarbi…

EMANUELE FIANO (PD). Decide il Presidente Fico chi parla, prima hai parlato tu, adesso parlo io, perché la parola me l'ha data il Presidente, Sgarbi (Commenti del deputato Sgarbi).

PRESIDENTE. Deputato Sgarbi, deve avere un altro linguaggio. Andiamo avanti.

EMANUELE FIANO (PD). Mi perdoni, ma non è questa la cosa che io considero più offensiva: io ho stima di molte delle cose che dice il deputato Sgarbi, anche se non sono d'accordo, le ascolto con attenzione, ma il deputato Sgarbi - mi correggerà lei, Presidente, se la mia memoria non sarà identica al verbale stenografato - ha detto: “Non è che perché uno di 88 anni è morto, allora dobbiamo fare questo e quello”. La mia solidarietà alla famiglia della persona di 88 anni che è morta (Applausi) (Commenti del deputato Sgarbi).

PRESIDENTE. Deputato Sgarbi, su questo passaggio, che vedremo poi chiaramente nel verbale, va anche la mia solidarietà, se il deputato Sgarbi l'ha detto. (Commenti del deputato Sgarbi). Deputato Sgarbi! Deputato Sgarbi, la richiamo all'ordine, le faccio un richiamo formale.

Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Correzioni di forma – A.C. 2402-A)

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire, ai sensi dell'articolo 90, comma 1, del Regolamento, la relatrice. Ne ha facoltà.

MARIALUCIA LOREFICE, Relatrice. Sì grazie Presidente, ai sensi dell'articolo 90, comma 1, del Regolamento, propongo le seguenti correzioni di forma, riferite agli articoli del decreto-legge: all'articolo 1, comma 2 lettera, d), dopo le parole “di istruzione e” inserire le seguenti: “degli istituti”.

Presidente, se mi permette mi vorrei anch'io aggiungere ai ringraziamenti che sono stati fatti dai diversi gruppi parlamentari al personale medico sanitario, alla task-force e io aggiungo anche un ringraziamento a questo Parlamento e alla Commissione per il modo in cui ha lavorato, in un clima di grande unità, che è molto importante in un momento difficile come questo, grazie (Applausi).

PRESIDENTE. Grazie, se sulla proposta di correzioni di forma avanzata dalla relatrice non vi sono obiezioni, la stessa si intende accolta dall'Assemblea. Così rimane stabilito.

(Coordinamento formale - A.C. 2402-A)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 2402-A)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale. Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 2402-A : Conversione in legge del decreto-legge 23 febbraio 2020, n. 6, recante misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell'emergenza epidemiologica da COVID-19.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 19) (Applausi).

In ricordo dell'onorevole Enzo Fragalà.

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il deputato Federico Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Grazie Presidente, per unire quest'Aula in un ricordo: il 26 febbraio di dieci anni fa, dopo tre giorni di sofferenza, scomparve Enzo Fragalà. Fu penalista di fama, assistente di storia contemporanea dell'Università degli Studi di Palermo (Applausi), parlamentare di Alleanza Nazionale per tre legislature, cresciuto politicamente nel Movimento Sociale. Alcuni colleghi condivisero con me e con lui un percorso di vita professionale e politica: Varchi, Foti, Butti e Cirielli tra i nostri banchi, solo per citarne alcuni, ma molti altri ovviamente lo ricordano infaticabile deputato e militante dei nostri colori. Fui onorato di lavorare con lui. Era un uomo impegnato in miriadi di attività, di grande coraggio, stile e cultura. Lo ricordiamo infatti con il suo solito intercalare, che forse in pochi ricorderanno, quando, con la sua cortesia da gentiluomo siciliano, si rivolgeva a qualche amico, a qualche collega, a qualche avventore con “mii, complimenti”.

Come avvocato seguiva moltissimi processi di mafia. La sua lotta fu un doppio binario, il primo verso la cupola e contro la cupola mafiosa, il secondo verso chi, con la scusa dell'antimafia da vetrina, ci costruì una carriera. Proprio in un contesto di mafia ha perso la vita. Ci auguriamo finalmente, dopo dieci anni, un'adamantina soluzione del processo, così da dare giustizia all'uomo, al politico e ai suoi cari. Grande esperto di terrorismo, fu componente delle più importanti e prestigiose Commissioni parlamentari d'inchiesta: la Commissione Stragi, la Commissione parlamentare d'inchiesta concernente il dossier Mitrokhin, cosiddetto dossier Impedian. Noti e temuti i suoi interventi in audizione, sempre volti alla ricerca della verità e soltanto della verità per le stragi che hanno insanguinato il nostro Paese e la nostra Nazione, una battaglia che abbiamo condiviso e che continuiamo, in un filo che ci lega alla sua attività parlamentare. Condividiamo quindi con Marzia Fragalà e la sua famiglia quest'ansia di verità, che possa ristabilire l'onore, quella verità che per tutta la vita Enzo Fragalà ha sempre cercato. Ciao Enzo, noi siamo qui anche in tuo nome e per le tue battaglie (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Giachetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI (IV). La ringrazio Presidente, io penso di essere tra i pochi colleghi in quest'Aula di avere avuto la fortuna di conoscere Enzo Fragalà, per lui era l'ultima legislatura, per me era la prima e io, siccome penso che ogni volta che facciamo delle commemorazioni il rischio è sempre quello poi di parlare di noi stessi, invece che delle persone interessate, vorrei semplicemente consegnare all'Aula e al ricordo quello che io ho avuto conoscendo Enzo Fragalà, cioè l'immagine di una straordinaria persona perbene, di una persona che consente di utilizzare delle espressioni che sono ormai desuete, cioè non solo un gentiluomo, come ha ricordato il collega Mollicone, ma anche un galantuomo. Io ho avuto la possibilità di scambiare con lui parole in momenti diversi, quando all'inizio ero un po' spaesato qua dentro, perché ero appena entrato e poi verso la fine della legislatura, quando invece ero un po' più combattivo e devo dire che ho sempre trovato una persona di grande sensibilità e di grande disponibilità, una persona che peraltro apparteneva alla maggioranza di allora, alla quale mi opponevo, ma che non ha mai mancato di darmi dei consigli, a volte di prudenza, a volte incalzandomi, esprimendo tutta la sua straordinaria umanità. Peraltro, mi è utile e mi fa piacere anche ricordarlo perché nel partito in cui militava a suo tempo, diciamo aveva dei tratti e anche una cultura - lo dico perché spesso riecheggia in questi giorni e in queste settimane il concetto di garantismo, che per qualcuno è equiparabile in contrapposizione al giustizialismo - una persona con delle grandi qualità dal punto di vista dell'interpretazione garantista del nostro diritto e della vita democratica nel nostro Paese e sicuramente in quei tempi non era qualcosa di particolarmente diffuso. L'ultima considerazione che vorrei fare, Presidente, è che noi spesso, quando pensiamo e ragioniamo sui morti per mafia, pensiamo ovviamente a stragi che ci sono state, a cose molto grandi, molto importanti e magari non abbiamo l'occasione di ricordare anche figure che sono vittime della mafia, perché il processo - lo ricordava il collega Mollicone: a distanza di dieci anni sembra che si stia per arrivare a una prima sentenza - ha messo in evidenza una cosa, oltre alla barbarie attraverso la quale è stato ucciso Enzo Fragalà (che, è crudo dirlo, è stato ucciso a bastonate, è stato ucciso, se non erro, uscendo dal suo studio) e dagli atti del processo emerge una cosa tra le altre e sicuramente l'utilità del processo sarà anche quella di capire cosa ha mosso la mano degli assassini; però, in una regione dove il problema è grande, sembra che una delle cose negative, secondo chi lo ha ucciso, fatte da Fragalà sia stata quella di indirizzare i suoi clienti verso un'apertura nei confronti della magistratura, cioè di collaborare con la magistratura. Questo, secondo me, è molto probabile che sia accaduto e che sia una delle ragioni per le quali Enzo Fragalà è stato ucciso, perché ne nobilita anche la persona, rispetto a quello che ha sempre pensato delle istituzioni, del vivere in questo Paese e anche, per quello che dicevo all'inizio, del suo essere una persona perbene e un galantuomo. E forse, quando continuiamo a sentire parlare di casta, riferito a chi è stato qui dentro, forse ogni tanto ci si potrebbe fermare a pensare che questo Parlamento, quest'Aula, ha consentito anche al Paese il servizio di tante persone perbene, galantuomini, che non necessariamente fanno parte della casta (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Saltamartini. Ne ha facoltà.

BARBARA SALTAMARTINI (LEGA). Grazie, Presidente. Non è mai semplice ricordare un uomo che si è conosciuto, dal quale si è avuto tanto e si è imparato molto. Non lo è mai, perché, come diceva il collega Giachetti, si rischia poi di parlare di noi e non della persona, dell'uomo che invece si vuole ricordare.

Ma per chi, come me e come tante altre persone della mia generazione, ha avuto l'onore di conoscere Enzo Fragalà, sicuramente ricordarlo non è facile, perché lui ci ha insegnato che si può morire per difendere i propri ideali, per portare avanti le proprie battaglie, nella convinzione, per esempio, che la lotta alla mafia si deve fare senza “se” e senza “m” e non si deve avere paura di combatterla nel profondo, ogni giorno, non solo nella professione che si svolge, quale quella che svolgeva Enzo, ma proprio come persona, come uomo, come quel gentiluomo che Enzo Fragalà è stato, quel gentiluomo che ha sempre anteposto prima il bene della nazione, prima il bene dell'Italia, e poi e solo dopo il bene del partito nel quale militava, in cui anche io ho avuto l'onore di stare.

Enzo Fragalà ci ha insegnato - e credo che possa lasciare a quest'Aula non solo il ricordo delle azioni che ha svolto da parlamentare - Enzo ci ha insegnato che la lotta alla mafia, la lotta alle mafie, la lotta alla criminalità organizzata non può terminare con un atto parlamentare, seppure importante, seppure autorevole, ma deve proseguire in una battaglia culturale. Deve proseguire nelle battaglie che lui stesso e molti dei giovani che seguirono Enzo in quell'avventura hanno fatto e continuano a fare nelle strade delle città, dove la mafia regna più che in altri posti, dove quei giovani ancora oggi continuano a ricordare il sacrificio di uomini di Stato: penso a Falcone e Borsellino, ma purtroppo l'elenco è ancora più lungo. Quei giovani continuano, senza venir mai meno, a portare avanti il loro ricordo, da una parte, ma allo stesso tempo anche il loro impegno da militanti, ma anche da persone normali, nel non voler piegare la testa, piegare la testa a chi cerca di farcelo fare con le peggiori e più atroci infamie. Come quelle mani che hanno fatto sì che Enzo non fosse più tra noi, dieci anni fa, come quelle mani sporche di sangue, che in altre occasioni hanno tolto uomini come Enzo Fragalà al bene comune, a questo Parlamento, alla propria città, alla propria famiglia.

Bene, io credo che, oggi più che mai, per rendere meritevole il ricordo del collega, dell'amico, del dirigente che io ho avuto, Enzo Fragalà, si debba continuare, con la stessa determinazione e con la stessa volontà, l'azione politica contro chi non ha a cuore l'interesse di niente e di nessuno, se non quello di se stesso e di portare avanti azioni criminali, atti mafiosi e chi più ne ha più ne metta.

Enzo, in conclusione, Presidente, ci ha insegnato che si può fare politica con la cortesia, con la gentilezza, con il sorriso, senza perdere di vista l'obiettivo da voler raggiungere. Ecco forse quest'Aula, anche con l'esempio di Enzo Fragalà, un po' di quello stile di fare politica lo potrebbe recuperare, nel momento in cui lo ricorda proprio oggi, a dieci anni dalla sua morte (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Prestigiacomo. Ne ha facoltà.

STEFANIA PRESTIGIACOMO (FI). Grazie, Presidente. Quello di Enzo Fragalà è un ricordo che non si scolora negli anni, una mancanza che non si attenua, un'amicizia che non si dimentica per chi l'ha conosciuto, chi ha avuto il privilegio della sua consuetudine. Chi ha trascorso con lui tante ore di lavoro e di impegno politico non si potrà rassegnare mai per averlo perso, quando aveva solo 61 anni ed in quel modo atroce.

Enzo era una persona pulita, integra, intelligente, allegra. Ce l'ho davanti agli occhi, con il suo sorriso contagioso, con il quale riusciva ad addolcire ogni situazione, anche la più ostica, con quell'arguzia con la quale dipanava, anche grazie alla sua grande cultura giuridica, le questioni più complicate. Enzo Fragalà è stato una grande risorsa per il centrodestra. Alla politica ha dedicato gran parte della sua vita, della sua passione e della sua generosità. Era un grande liberale di destra, Enzo, un intellettuale brillante, che arricchiva la politica e chi gli stava accanto. Era un uomo di diritto e delle istituzioni. Era un uomo che si batteva per la giustizia. Memorabili le sue battaglie da parte civile nel processo sull'omicidio di Marta Russo. Memorabile il suo impegno nel processo sulla strage di Bologna. Ed è amaro - e chi gli ha voluto bene l'ha vissuto come una ingiusta offesa intollerabile - che sul suo selvaggio assassinio siano state sparse per anni ombre di sospetto, che poi, per fortuna, la giustizia ha tutte pienamente spazzato via. Enzo Fragalà era una persona che della verità e dell'onore aveva fatto le sue stelle polari, che aveva il culto sacro dell'amicizia, che stava sempre dalla parte della giustizia e delle istituzioni, fino all'ultimo. Per questa sua coerenza e per questa sua integrità è stato ucciso brutalmente. Enzo ci manca, oggi come il primo giorno, quel terribile giorno di dieci anni fa, quando è scomparso. Enzo ci manca e siamo tutti più poveri d'affetto, di intelligenza e anche più soli (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fassino. Ne ha facoltà.

PIERO FASSINO (PD). Grazie, Presidente. Voglio anch'io unirmi al ricordo del collega Fragalà, che ho avuto la fortuna di conoscere in passate legislature. Lo ricordo, come è stato qui già sottolineato, come un parlamentare scrupoloso, come un uomo aperto sempre al confronto, come un garantista vero, come un uomo che portava la sua esperienza professionale ogni giorno dentro questo Parlamento. E la portava con passione, con rigore, con la volontà e la determinazione di contribuire, insieme ai suoi colleghi, alla migliore produzione legislativa di questo nostro Parlamento. Lo ricordo come un uomo soprattutto sempre disponibile ad ascoltare le ragioni altrui, a capirne le ragioni e a confrontarsi e a discutere.

Per me, che ovviamente esprimevo opinioni politiche e convincimenti molto lontani dai suoi, è stato però sempre un interlocutore, non solo apprezzato e stimato, ma stimolante, nella sua curiosità e nella sua capacità di sollecitare la ricerca comune di sintesi dei punti, che consentissero di approdare a delle soluzioni utili ai cittadini e al Paese.

Ricordo, come lui, anche un altro esponente della destra di altri tempi, del Movimento Sociale e poi di Alleanza Nazionale, il collega Mirko Tremaglia (Applausi), che aveva anche lui questa caratteristica, di essere un uomo di profonde e assolute convinzioni, che rivendicava con orgoglio, ma di essere un uomo appassionato, sincero nelle sue determinazioni, disponibile alla ricerca sempre non solo del confronto, ma anche dell'intesa. Ricordo che insieme elaborammo e facemmo approvare da questo Parlamento la legge per il voto degli italiani all'estero.

Ecco, Fragalà e Tremaglia sono due uomini politici che, rivendicando un'appartenenza culturale e politica molto forte e senza alcun timore, avevano però la capacità di riconoscere gli interlocutori, di riconoscere agli avversari, di avere una visione e una concezione alta della politica, di applicare quel criterio che spesso, oggi, invece, è smarrito secondo cui si è forti delle proprie convinzioni, se si è anche capaci di comprendere e di scoprire le ragioni altrui. Per questo mi unisco al ricordo degli altri colleghi, sperando, appunto, che la giustizia arrivi a quelle determinazioni che dipanino definitivamente le ombre con cui si è voluto oscurare e contaminare la sua figura (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato D'Uva. Ne ha facoltà.

FRANCESCO D'UVA (M5S). Grazie, Presidente. Io non ho conosciuto personalmente Enzo Fragalà, la nostra forza politica non era presente nell'arco parlamentare quando se ne è andato, ma sentire il suo nome mi ha ricordato, nel 2011 - quindi, nove anni fa -, quando cercavo notizie su mio nonno, che era un avvocato penalista - non ne parlo molto spesso e mai in quest'Aula - ed ero sconvolto di come, tutto sommato, se ne parlasse così poco. Cercando su Internet trovai “I Quaderni de L'ora”, in cui c'erano diversi nomi: scoprii che c'era un altro avvocato penalista, una morte più recente, un avvocato che era morto sempre per mano mafiosa.

Lo Stato è sempre molto attento, ed è giusto che lo sia, a ricordare tutte le persone che sono morte nella lotta alla mafia: nella maggior parte delle volte si parla di magistrati, si parla di poliziotti, si parla di giornalisti, preti - tante categorie, purtroppo, le vittime di mafia sono trasversali -, si parla molto poco degli avvocati; anzi, se ci pensate, io l'ho scoperto da un opuscolo quasi, cioè una persona di ventidue anni, ventitré, non ne aveva sentito parlare, non c'è stato quel bombardamento.

Io voglio dire questo: quello che apprezzo molto di Enzo Fragalà è che, evidentemente, aveva la schiena dritta, perché, se un avvocato penalista, che comunque, ha a che fare con imputati per associazione mafiosa, finisce per essere ucciso, e si scopre nel 2017, secondo le ipotesi, perché appunto cercava di convincere i propri clienti a collaborare con la giustizia, è evidente che la lotta alla mafia è trasversale. Dico una cosa quasi scontata, però, in realtà, non lo è, perché molto spesso si tende a demandare, a dire “va bene, la lotta alla mafia la fai tu; io tifo per te, mi faccio lo striscione, mi faccio la manifestazione, ma pensaci, tu te ne devi occupare”. Non è così: ognuno di noi può farlo, semplicemente tenendo la schiena dritta. Questo è stato Enzo Fragalà, quindi voglio ricordarlo semplicemente in questo modo (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Sgarbi. Ne ha facoltà.

VITTORIO SGARBI (M-NI-USEI-C!-AC). Onorevole Presidente, per me che sono in Parlamento da tempi lontani e ho visto la parabola di Mirko Tremaglia e quella di Enzo Fragalà e sono stato amico di entrambi e più vicino al secondo per posizione ideale, il ricordo dell'onorevole Fassino mi sembra generoso nell'avere riconosciuto alla parte avversa valori ideali e alti.

Ma vorrei, comunque, distinguere tra chi, come Tremaglia, è stato il più attento e convinto amico del corruttore della democrazia del nostro tempo, se lo posso dire, un magistrato che, poi, ha fondato un partito e ha fatto saltare tutta la filiera dei partiti tradizionali, di cui non voglio neppure ricordare il nome, e Fragalà che, invece, era un garantista vero e si era sospinto fino a sostenere la legittimità della posizione di Bruno Contrada, in tempi in cui non c'erano trojan, intercettazioni e, quindi, c'era in lui la visione nobile e vera di chi non crede a chi pensa che l'onestà sia l'unica soluzione per affrontare la politica.

Croce diceva “il vero politico onesto è il politico capace”: in questo Parlamento, troppi sono figli di quella ideologia in cui l'onestà è solo di se stessi e gli altri sono disonesti, in cui noi siamo buoni e gli altri sono cattivi. Credo che, da questo punto di vista, Fragalà sia stato un uomo laicamente lucido nel riconoscere i diritti di chiunque e difendere cause difficili, essere più innocentista che colpevolista. Noi abbiamo un Parlamento che, come sappiamo, è prevalentemente colpevolista, a fronte di garanzie che vengono date a magistrati che fanno arresti così, a man bassa, per poi scoprire, ad un certo punto, che quelle persone erano innocenti. Abbiamo arrestato, in questo momento, un collega di Forza Italia che si chiama Pittelli, che sicuramente è innocente: lo dico qui nella certezza che, quando sarà liberato, qualcuno non pagherà per averlo sequestrato. E da questo punto di vista, Fragalà è stato un uomo talmente limpido, che il suo nome non può essere accostato se non a quello, forse, di Marco Pannella, cioè di persone pronte a combattere perché sia meglio libero un colpevole che un innocente in galera. È esattamente l'opposto di quello che questo Parlamento, e anche la parte politica a cui lei appartiene, vuole e conduce avanti (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ricordo che, alle ore 21, avrà luogo, con ripresa televisiva diretta, l'informativa del Ministro della Salute sull'evoluzione della situazione relativa all'emergenza COVID-19.

Sospendiamo, pertanto, la seduta fino a tale ora. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 20,45, è ripresa alle 21.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Amitrano, Ascani, Battelli, Benvenuto, Boccia, Boschi, Brescia, Cirielli, Colletti, Colucci, Corda, D'Incà, D'Uva, De Menech, Delmastro Delle Vedove, Gregorio Fontana, Gallo, Gebhard, Gelmini, Giaccone, Giachetti, Liuni, Lollobrigida, Lorefice, Losacco, Lupi, Parolo, Rizzo, Ruocco, Paolo Russo, Saltamartini, Schullian, Carlo Sibilia, Tasso, Villarosa, Raffaele Volpi e Zoffili sono in missione a decorrere dalla ripresa notturna della seduta.

I deputati in missione sono complessivamente ottantanove, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Informativa urgente del Governo sull'evoluzione della situazione relativa all'emergenza COVID-19.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di un'informativa urgente del Governo sull'evoluzione della situazione relativa all'emergenza COVID-19 che, come convenuto in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo, avrà luogo con ripresa televisiva diretta.

Dopo l'intervento del rappresentante del Governo interverranno i rappresentanti dei gruppi in ordine decrescente, secondo la rispettiva consistenza numerica, per dieci minuti ciascuno. Un tempo aggiuntivo è attribuito al gruppo Misto.

(Intervento del Ministro della Salute)

PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire il Ministro della Salute, Roberto Speranza.

ROBERTO SPERANZA, Ministro della Salute. Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, considero non rituale questa possibilità di riferire alla Camera dei deputati. Oggi più che mai, serve una relazione stretta tra Governo e Parlamento capace di superare i vincoli ordinari delle relazioni tra maggioranza e opposizione. A rispondere all'emergenza del nuovo Coronavirus dev'essere tutto il nostro Paese: non una parte, non un'istituzione nazionale o territoriale, ma la Repubblica nel suo complesso, in una relazione positiva con i cittadini italiani che possono svolgere un ruolo fondamentale anche con i loro comportamenti individuali.

Mi sia permesso, in apertura, di esprimere la gratitudine mia, del Governo e, sono convinto, di tutta la comunità nazionale nei confronti delle donne e degli uomini che, senza sosta, da giorni stanno fronteggiando l'emergenza a tutti i livelli (Generali applausi - L'Assemblea e i membri del Governo si levano in piedi), in modo particolare sui territori più colpiti. Penso, prima di tutto, ai nostri medici, infermieri, professionisti sanitari, penso alla Protezione civile, ai volontari, alle forze dell'ordine, ai nostri amministratori locali di tutti i livelli. Penso, in modo particolare, ai cittadini delle aree coinvolte dalle misure di prevenzione più dure. Grazie a tutti loro per lo straordinario spirito di collaborazione. Questa sfida si può vincere solo insieme e non dovremo mai dimenticarlo nei prossimi giorni.

Vorrei inizialmente sottolineare che le nostre scelte di queste settimane sono state sempre adottate a partire da valutazioni di carattere tecnico-scientifico. È la scienza, non la politica, a orientare la nostra battaglia per arginare la diffusione del nuovo Coronavirus, è la comunità scientifica a definire il livello di rischio sanitario e non altri. A noi spetta, in una chiara distinzione di ruoli e funzioni, il compito di garantire, con i nostri provvedimenti, un livello di prevenzione e controllo efficace e proporzionale allo stato di allerta indicato dai nostri scienziati e dalle autorità sanitarie. In Italia possiamo vantare scienziati di altissimo profilo. L'Istituto superiore di sanità è al lavoro in queste ore per ricostruire il tracciato epidemiologico di quanto accaduto. Si tratta di un'istituzione che mette le radici nella storia antica della ricerca scientifica del nostro Paese. In istituto hanno lavorato, tra gli altri, personalità come Enrico Fermi e Rita Levi Montalcini. Fatemelo dire con forza: dobbiamo fidarci di loro, dobbiamo fidarci dei nostri scienziati (Applausi). Sono loro che stanno lavorando alla ricostruzione della catena del contagio. I primi riscontri evidenziano che in Italia si sono sviluppati due focolai, che inizialmente sembravano distinti ma che poi si sono dimostrati connessi: uno in Lombardia, più vasto, e un altro, puntiforme, in una piccola realtà del Veneto. Da questi, allo stato di avanzamento della ricerca, derivano in massima parte i casi segnalati in altri centri del nord Italia, ma anche in Sicilia. È stato ovviamente avviato per ogni caso, dopo un'accurata indagine epidemiologica, il contact tracing a tutti e sono stati eseguiti tamponi orofaringei. Il virus coltivato viene in queste ore sequenziato per definire puntualmente l'origine e le sue specifiche caratteristiche. Ad oggi non hanno trovato conferma le ipotesi attorno al caso zero che ha infettato il primo paziente nell'area del Lodigiano in Lombardia.

Sulla base dei dati che provengono anche da altri Paesi europei, risulta evidente che aumentano quotidianamente sia le aree di contagio che il numero dei soggetti risultati positivi al nuovo Coronavirus. È un quadro in continua evoluzione, non solo nel nostro Paese, che non si presta a facili previsioni. A questa incertezza di prospettiva fa, però, da contraltare un'evidente certezza: gli studi finora effettuati - il più autorevole su 44 mila casi in Cina - hanno dimostrato che il nuovo Coronavirus nella stragrande maggioranza dei casi comporta sintomi molto lievi. Il paragone anche con altre epidemie è eloquente: la SARS ha un tasso di letalità del 9,6 per cento; il virus Ebola, la cui epidemia è in corso in Congo ed è tuttora un'emergenza internazionale di salute pubblica dell'OMS, ha un tasso di letalità stimato intorno al 50 per cento. Si guarisce rapidamente e spontaneamente nell'80 per cento dei casi, nel 15 per cento dopo regolari cure sanitarie, solo il 5 per cento presenta problemi molto gravi e il tasso di letalità è poco sopra il 2 per cento e in larghissima parte legato alle preesistenti condizioni morbose di soggetti anziani. Perché allora ci preoccupiamo così tanto del nuovo Coronavirus? Perché a un basso tasso di letalità corrisponde, invece, un tasso significativo di contagio che, in presenza di una diffusione incontrollata del virus, potrebbe colpire soprattutto la popolazione più debole e più anziana e sovraccaricare in modo molto, molto significativo i nostri presidi sanitari. Per questo bisogna continuare a fare tutto ciò che è necessario per limitare con energia la diffusione del contagio.

Non essendo disponibili al momento farmaci o vaccini, per cui comunque la comunità scientifica è al lavoro, l'isolamento dei contagiati è l'unica strada che garantisce efficacemente la riduzione della diffusione del virus. Per questa ragione il lavoro fatto in questi giorni in Italia ha avuto l'obiettivo di isolare i casi positivi e tracciare i contatti stretti. Oggi in conferenza stampa a Roma la responsabile del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, Andrea Ammon, ha affermato che il numero significativo di casi riscontrati in Italia va correlato al numero molto alto di tamponi eseguiti rispetto a quelli fatti al di fuori del nostro Paese. Nella stessa sede, il responsabile dell'OMS, Hans Kluge, ha affermato che bisogna fidarsi pienamente delle azioni messe in campo dall'Italia e la stessa Commissaria europeo per la salute, Stella Kyriakides, sempre oggi ha pubblicamente sostenuto che il nostro Paese ha adottato misure molto risolute e tempestive.

Proprio qui alla Camera è stato discusso e approvato pochi minuti fa, col consenso importante di tutte le forze politiche, il decreto che dà la facoltà alle autorità competenti di adottare ogni misura finalizzata al contenimento della diffusione del nuovo Coronavirus.

Come sapete, tra queste c'è la possibilità di isolamento dei comuni interessati dal contagio - misura adottata solo per dieci comuni della Lombardia e uno per il Veneto -, la possibilità di sospensione di qualsiasi manifestazione ed evento pubblico o privato, la possibilità di sospensione dei servizi scolastici e universitari e dei viaggi di istruzione, la possibilità di sospensione delle attività degli uffici pubblici e delle procedure concorsuali, la possibilità di sospensione delle attività di trasporto di merci e persone, e, ancora, la possibilità di sospensione dell'attività lavorativa e la chiusura delle attività commerciali.

Il decreto consente di adottare le richiamate misure di contenimento sia nei comuni oggetto del contagio sia in aree limitrofe. Tutte le misure di contenimento sopra citate sono state tempestivamente adottate dal Governo: lo stesso 23 febbraio, il Presidente del Consiglio dei ministri, a seguito della mia proposta, sentiti gli altri Ministri competenti per materia, ha applicato le prime misure citate. Sempre al fine di contenere la crescita e il numero di nuovi focolai, con apposita circolare sono state ulteriormente precisate sia le procedure di sicurezza per il personale sanitario che le norme di prevenzione e sicurezza da adottare per i cittadini che si recano ai pronto soccorso, alle strutture ospedaliere, agli studi dei medici di medicina generale, aggiornando le circolari precedenti. I provvedimenti che abbiamo prontamente assunto d'intesa con le regioni, sia quelle con cluster, sia quelle senza cluster, perseguono un obiettivo prioritario: adottare tempestivamente tutte le misure necessarie volte ad arginare la diffusione del contagio e ridurre il numero dei nuovi focolai. È con questo spirito che in questi giorni abbiamo lavorato e ho personalmente lavorato, gomito a gomito, con i presidenti e con gli assessori alla sanità delle nostre regioni, che voglio ancora una volta ringraziare pubblicamente (Applausi).

Lo stesso possiamo e dobbiamo fare anche in Parlamento, in un rapporto di chiara e limpida sinergia istituzionale tra chi ha la responsabilità del Governo nazionale e chi, opposizione in Parlamento, guida una parte significativa delle regioni italiane. L'articolo 117 della nostra Costituzione definisce competenze concorrenti tra Stato e regioni nel governo del servizio sanitario, che a maggior ragione, in una situazione di emergenza nazionale, richiedono una solida ed efficiente collaborazione con un asse di comando chiaro e determinato. Non è il momento di localismi, di inutili egoismi, di divisioni o di protagonismi particolari (Applausi dei deputati dei gruppi Liberi e Uguali, MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico e Italia Viva).

Una leale e proficua collaborazione istituzionale è indispensabile per battere il Coronavirus nei prossimi mesi. Per me, unità significa abbassare le bandierine di parte e privilegiare sempre e anzitutto gli interessi generali. Serve responsabilità e unità: questo è il mio appello a tutti. Descrivere l'Italia come un Paese colpito e travolto da un'incontrollata emergenza sanitaria, come è noto, è un danno grave alla nostra immagine, alle nostre imprese, al turismo, al nostro sistema Paese. Il Presidente del Consiglio e il Ministro dell'economia stanno lavorando ad un altro piano straordinario di rilancio per affrontare le ricadute economiche di questa emergenza. Voglio dirlo con determinazione: l'Italia è forte, siamo una potenza del G7 ascoltata e rispettata nel campo della tutela della salute pubblica, siamo tra i primi al mondo come servizio sanitario nazionale, abbiamo delle aspettative di vita più alte del pianeta, siamo all'avanguardia nella cura di tantissime malattie. Lo dico sinceramente, con il cuore prima che con la testa: non si può un giorno esaltare le ricercatrici dello Spallanzani, la serietà dell'Istituto superiore di sanità, il contributo fondamentale di tanti nostri scienziati e poi mettere in discussione le loro indicazioni (Applausi dei deputati dei gruppi Liberi e Uguali, MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico e Italia Viva). Noi, tutti insieme non dobbiamo avere paura. Ripeto: nessuna sottovalutazione, nessuno facile ottimismo, perché la situazione è seria, ma insieme agli altri Paesi possiamo affrontare questa emergenza.

Ho grande rispetto per le opinioni pubbliche di tutti, ma attenzione a non dare dell'Italia una rappresentazione sbagliata. Ieri ho ricevuto a Roma i Ministri della salute di Francia, Germania, Austria, Svizzera, Croazia e Slovenia; sono i Paesi più vicini per prossimità all'Italia. L'Italia è un Paese credibile, come è apparso evidente nel documento finale che abbiamo approvato all'unanimità. È una credibilità che abbiamo consolidato anche con il lavoro svolto negli ultimi mesi. Abbiamo approvato provvedimenti cautelativi dal 22 gennaio, ben prima che il 30 gennaio l'OMS dichiarasse il Coronavirus emergenza di sanità pubblica; già il 31 gennaio abbiamo proclamato lo stato di emergenza per il Coronavirus e nominato commissario Angelo Borrelli, che ringrazio per il lavoro importante che sta svolgendo (Applausi dei deputati dei gruppi Liberi e Uguali, MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico e Italia Viva). Francia, Germania, Inghilterra e Paesi scandinavi hanno abbattuto i loro collegamenti diretti con la Cina attraverso atti di sospensione dei voli da parte delle loro compagnie di bandiera (Air France, Lufthansa, British Airways e SAS), proprio come noi abbiamo ridotto gli oltre 12 mila arrivi a settimana attraverso la sospensione dei 25 voli su Malpensa e dei 35 voli su Fiumicino alla settimana, che è avvenuto il 30 gennaio. Ogni giorno vengono ancora controllati con termoscanner 1.400 voli e 150 mila passeggeri provenienti da rotte internazionali, anche per intercettare i voli indiretti dalla Cina. Voglio ricordare che, a differenza di come alcune volte è stato riportato, nessun Paese in Europa prevede la sorveglianza domiciliare o forme di quarantena per chi viene dall'area a rischio ancora oggi. Noi lo abbiamo fatto per gli studenti dall'8 febbraio e per tutte le persone dal 21 febbraio. A questi controlli vanno aggiunti quelli effettuati mediamente su 16 navi al giorno, con circa 5 mila passeggeri e 1.700 membri di equipaggio. Credo in questo lavoro e ringrazio tutte le persone che si sono impegnate per realizzarlo.

In conclusione, voglio rivolgermi ai cittadini che ci stanno ascoltando: nelle prossime settimane sarà decisivo, insieme al lavoro delle istituzioni, che è chiaramente essenziale, il comportamento individuale di ciascuno di noi: seguire le regole di igiene e le raccomandazioni dell'Istituto superiore di sanità è fondamentale per vincere questa sfida. In conclusione, voglio dire che con la piena fiducia della nostra comunità scientifica, con una solida collaborazione istituzionale, con determinazione e tempestività nella realizzazione dei provvedimenti necessari, supereremo tutti insieme questa emergenza. L'Italia, il nostro Paese, è più forte del nuovo Coronavirus (Applausi dei deputati dei gruppi Liberi e Uguali, MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico, Italia Viva e di deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia).

(Interventi)

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Crippa. Ne ha facoltà.

DAVIDE CRIPPA (M5S). Presidente, signor Ministro, colleghi, in un momento come questo, fortunatamente inedito per molti italiani delle ultime generazioni, è estremamente importante essere razionali, concreti e, soprattutto, responsabili. Il 30 gennaio 2020, l'Organizzazione mondiale della sanità ha dichiarato l'epidemia da COVID-19 un'emergenza di sanità pubblica di rilevanza internazionale. Un virus nuovo, poco conosciuto, molto contagioso, che può prevedere anche forme asintomatiche e per cui al momento non vi è alcun vaccino, ma su cui i trattamenti basati sui sintomi dei pazienti risultano essere molto efficaci. Esattamente il giorno dopo - lo ha detto poc'anzi il Ministro Speranza -, il 31 gennaio, il Governo ha dichiarato lo stato di emergenza per sei mesi in conseguenza del rischio sanitario connesso. Sono stati stanziati 5 milioni di euro, a cui proprio con il decreto odierno ne vanno aggiunti altri 20. In considerazione dell'evolversi della situazione sul territorio italiano, il Governo ha ritenuto di intervenire d'urgenza per contrastare, adottando misure di contrasto e contenimento, la diffusione del virus COVID-19.

In questo senso, vorrei ricordare a tutti che l'articolo 120 della Costituzione prevede che il Governo possa sostituirsi a organi delle regioni, delle Città metropolitane, delle province e dei comuni nel caso di pericolo grave per l'incolumità e la sicurezza pubblica.

Da questo punto di vista credo che possiamo dire, senza paura di essere smentiti, che dal Governo in particolare, buona parte delle autorità dello Stato coinvolte e competenti in materia si sono assolutamente rivelate all'altezza. L'Italia sta dimostrando una volta di più l'altissimo livello di tutti i suoi organi sanitari e di pubblica sicurezza. Proprio in quest'ottica, il Governo ha emanato due diversi decreti nell'ultima settimana con cui, in via del tutto precauzionale, è andata a prevedere, nelle regioni colpite dal virus o a rischio di isolamento e nei comuni colpiti per primi, la chiusura delle scuole di ogni ordine e grado, la sospensione dei viaggi di istruzione studenteschi, la chiusura dei musei, il divieto a eventi, oltre a misure di cautela nei confronti dei soggetti provenienti dalle zone a rischio, l'apertura di un cordone sanitario in tutti gli aeroporti e la chiusura delle rotte aeree da e per la Cina.

Abbiamo, inoltre, provveduto a sospendere il versamento nelle zone a rischio di imposte, di ritenute e adempimenti tributari per cittadini e imprese che vivono e lavorano negli undici comuni della zona rossa. Sì, perché un aiuto è doveroso a tutte quelle comunità e persone che oggi stanno già affrontando questa grande difficoltà. Una grande attenzione di Governo e Parlamento si è poi concentrata anche sull'argomento della scuola; lo dico da genitore di due bimbe che in questo momento sono a casa dall'esercizio dell'attività scolastica, in Piemonte, in via precauzionale; non posso che essere estremamente sensibile all'argomento. A tal proposito, ringrazio la Ministra Azzolina per l'attenzione che sta dedicando alla vicenda, con l'importante istituzione di una task force dedicata anche alla didattica a distanza.

Importante è l'impegno da parte del Governo di garantire il rimborso anche ai genitori per quanto riguarda le cifre già versate riferite ai viaggi scolastici. È inutile nasconderlo, colleghi, questo è un momento difficile per il nostro Paese; una prova severa con cui tutti noi dobbiamo oggi responsabilmente confrontarci. Tuttavia, questo non giustifica gli allarmismi che si sono susseguiti nelle ultime settimane. Signori, i cittadini sono estremamente confusi; si sono infatti trovati nel mezzo di una narrazione bipolare che vede protagonisti politici, giornali e scienziati specializzati in materia divisi nettamente sullo stesso argomento. Abbiamo letto titoli di giornali o annunci sui social network che, irresponsabilmente, da una parte tendevano a una prossima apocalisse, dall'altra a un'eccessiva superficialità, che declassava questa emergenza alla stregua di una semplice banalità. Sembra l'ennesima occasione persa per alcuni media nazionali per dare ai cittadini un'informazione seria e corretta, evitando spettacoli e catastrofi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Vorrei riportare un dato che dovrebbe tranquillizzarci tutti; lo ripeto, lo ha già detto il Ministro, quasi l'80 per cento dei contagiati ha sviluppato effetti simili a quelli di un'influenza, con l'accentuarsi di difficoltà respiratorie. I casi più gravi, sviluppatisi poi in polmonite, sono osservati con cura dal nostro sistema sanitario nazionale, che, una volta ancora di più, se ce ne fosse bisogno, al di fuori di chiacchiere da bar o delle classifiche internazionali, sta dando una grande prova di essere fra i migliori al mondo.

Vorrei, a nome di tutto il MoVimento 5 Stelle, ringraziare lei, Ministro, l'intero Esecutivo e portare qui in Aula il plauso nei confronti di tutti gli operatori sanitari e della Protezione civile e di tutti i volontari per avere adottato tempestivamente i provvedimenti necessari a mettere in sicurezza le zone dove si sono registrati i focolai. Grazie (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Una notizia importante di oggi è senz'altro il fatto che tutti i pazienti ricoverati dal 29 gennaio allo Spallanzani di Roma siano guariti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Ne approfitto per dare una volta di più delle informazioni utili ai cittadini, mi perdoni, Presidente. In caso di sintomi sospetti, contattate il 112 o il 1500, nuovo numero di pubblica utilità messo in campo proprio dal Ministero della salute e dedicato al Coronavirus. Non andate al pronto soccorso, cittadini, o dal medico di famiglia, né in farmacia. È importante, inoltre, concentrarsi su un punto imprescindibile: senza un vaccino il virus non si può eradicare dall'oggi al domani, ma è necessario circoscriverlo. Di fatto l'azione del Governo, più che un'operazione sanitaria su larga scala, diventa una grande operazione sociale, andando a monitorare i focolai e limitare gli assembramenti nelle aree coinvolte.

Infine approfitto dell'occasione per ringraziare anche il Ministro degli Affari esteri, Luigi Di Maio, che ha varato un piano specifico per informare correttamente tutti gli Stati esteri sul reale andamento della situazione all'interno dei nostri confini, al fine di arginare la diffusione all'estero di fake news, quelle sì estremamente importanti soprattutto per la nostra condizione economica e per la nostra economia, che potrebbero provocare ulteriori e ingenti danni al nostro sistema Paese. Chiamo, infine, tutti a un senso di responsabilità: dobbiamo evitare di speculare politicamente su questa situazione e di strumentalizzare questa che è un'emergenza. È necessario in questo momento un atteggiamento più maturo, in modo da favorire il coordinamento fra tutte le istituzioni, di qualsiasi colore politico e appartenenza politica (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), da tutti i livelli, dal livello locale al livello nazionale, per uscire dalla situazione tutti al più presto: lo dobbiamo al nostro Paese e ai nostri cittadini (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Locatelli. Ne ha facoltà.

ALESSANDRA LOCATELLI (LEGA). Presidente, Ministro Speranza, ministri, sottosegretari, onorevoli colleghi. La ringrazio, Ministro, perché lei ci mette tanta buona volontà. Questo era un racconto completo, più o meno dettagliato, che abbiamo anche già sentito in Commissione a fine gennaio, poi di nuovo in Aula e anche adesso. C'è qualche dettaglio e qualche particolare in più, c'è la vita di alcune persone di mezzo e penso che questo vada ricordato. È un'emergenza grave, che abbiamo tutti sulle spalle, e stiamo facendo grandi sacrifici, ogni persona nel suo piccolo sta facendo un grande sacrificio personale, lavorativo, di famiglia; quindi, l'applauso lo vorrei fare per tutte le persone, anche per quelle che stanno a casa per un giorno dal lavoro, perché quel giorno gli costa molto e per tutti i sacrifici che ognuno deve fare nella vita quotidiana (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Cerchiamo di capirlo tutti insieme, perché è un momento di emergenza, non bisogna andare in panico, però forse il messaggio che doveva lanciare questo Governo era diverso. Oggi mi sono presa cura di guardare tutti i comunicati stampa che sono stati lanciati anche da lei, dalla task force; ho visto che ogni giorno vi siete ritrovati, poi però queste riunioni si sono tramutate in nulla, non c'è stata una preparazione reale e le nostre regioni, improvvisamente, pur essendosi accorte prima di voi di quello che stava accadendo, si sono sentite abbandonate (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Tre settimane fa i nostri governatori hanno lanciato un appello, un appello sentito, per chiedere: per favore, guardate, la situazione sta un po' degenerando, prendete qualche provvedimento in più. Niente, zero, non avete voluto ascoltare! Il problema, poi, è anche questo, che lei, Ministro, fino al 20 è stato anche abbastanza attivo; poi la palla, appena è scoppiata l'emergenza, è passata al Presidente Conte, perché forse pensava di tranquillizzare meglio la popolazione, e per farlo, il Presidente Conte, per tranquillizzare meglio la popolazione, si è sorpreso del boom dei casi che sono scoppiati; oppure ci ha detto che non è una catastrofe o ancora ha pensato di criminalizzare un ospedale, perché secondo lui non ha usato tutte le precauzioni. In questo ospedale ci è andata la procura (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)! Stiamo parlando di un ospedale dove i medici, il personale sanitario si è ammazzato di lavoro in queste ore, dove l'emergenza non è ancora finita, perché purtroppo dobbiamo anche tenere conto che siamo in continua evoluzione. Non lo sappiamo cosa accadrà, ma dobbiamo essere preparati, pronti. Imparate almeno dagli errori che avete fatto e non avete preparato per tempo, perché, secondo me e secondo la Lega, si dimostra la vicinanza e la presenza di uno Stato con le misure pratiche. Ringraziamoli pure i nostri sindaci, tutti i medici, perché ci stanno guardando e perché ci teniamo veramente, anche con il cuore; sono sicura che lei, Ministro Speranza, li ringrazia con il cuore, però poi hanno bisogno delle mascherine, hanno bisogno del gel per disinfettare le mani!

Questo compito, che è anche delle regioni, uno Stato che vuole addirittura arrogarsi i poteri delle nostre regioni, deve essere in grado di portarlo a termine (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), vicino alle nostre regioni, non lasciandole da sole, perché mi risulta che dovevano arrivare 400 mila mascherine in Lombardia e il presidente Fontana mi ha detto che non sono ancora arrivate. Lo sappiamo che siamo in un'emergenza e che da sole le regioni, per quanto brave, capaci, competenti, con un sistema sanitario importante, non possono reggere il carico di questo lavoro senza le adeguate protezioni, senza che le industrie italiane producano e le mascherine possano essere reperibili sul mercato.

Questo è un problema che è stato sollevato più volte da tutti. Noi non vogliamo parlare di grandi sistemi, di tutte le riunioni che ogni giorno avete fatto per monitorare quello che succedeva in Cina: dovevate parlare di quello che non doveva capitare in Italia (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)!

Io credo che questa emergenza stia colpendo tutti. Abbiamo provato anche a dare delle risposte, che spero possano essere recepite nei prossimi decreti-legge che emanerete, perché in quello attuale noi, ripeto, abbiamo votato in coscienza per essere al fianco dei cittadini in un momento così drammatico. Però voi dovete anche ascoltare, non solo dire che volete che tutti stiamo insieme uniti e d'amore e d'accordo, affinché anche i cittadini vedano che c'è un comando, come dite voi, non incerto, non frammentato, una posizione concreta, che non vuol dire “all'ultimo momento trovo una soluzione”, vuol dire “mi riunisco e penso a cosa fare tra un mese”, non adesso o domani. Io vi chiedo veramente di mettervi a lavorare seriamente su questa questione, perché hanno bisogno di un supporto concreto i sindaci, i nostri governatori, il personale medico. Il supporto di cui hanno bisogno non è quello della letterina che leggiamo qui, ma è quello di essere operativi e di fare in modo di stanziare dei fondi, risorse economiche e organizzazione, col potere dello Stato per sbloccare questo stallo nelle misure anche di prima necessità rispetto all'autoprotezione, ma soprattutto per garantire anche per voi che ci sia un Governo forte, che dia un segnale, ma senza dare le colpe agli altri, senza scaricarle sulle spalle delle nostre regioni e dei nostri cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Io mi auguro che voi riusciate in questo, anche se devo dire che le proposte della Lega sul piano economico, quelle che abbiamo fatto oggi nel decreto-legge per le misure igienico-sanitarie, sono state trascurate. Io mi auguro che le prossime vengano ascoltate, perché questo Paese ha bisogno di qualcuno che comanda, che prende le decisioni, che abbia cuore ma anche coraggio e che dia sicurezza ai cittadini che ci sono a casa (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), perché noi supereremo anche questo momento e lo supereremo con la forza dei cittadini, dei sindaci, dei medici, anche di quelli che avete insultato (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Gelmini. Ne ha facoltà.

MARIASTELLA GELMINI (FI). Presidente, Ministro Speranza, abbiamo ascoltato con grande attenzione e con molto rispetto il suo intervento, perché ci rendiamo conto che la situazione è grave, e soprattutto gli italiani hanno diritto ad un approccio serio e concreto. Anche il gruppo di Forza Italia è vicino a coloro che sono stati colpiti negli affetti più cari, alle famiglie che hanno al loro interno persone contagiate, magari anche bambini piccoli; e vogliamo associarci al ringraziamento per tutti gli operatori sanitari (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), i medici, gli infermieri, le associazioni di volontariato, i volontari della Protezione civile, le Forze dell'ordine, l'Esercito e anche lo straordinario mondo della ricerca e le ricercatrici dello Spallanzani, che ci hanno reso davvero orgogliosi per aver isolato il virus (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

A tutti questi eroi del quotidiano va' non solo la nostra gratitudine, ma un sincero plauso per la dedizione e lo spirito di servizio che stanno dimostrando in un frangente molto delicato. Possiamo solo inchinarci, perché con il loro lavoro ci rendono non solo orgogliosi, ma ci consentono e ci consentiranno di tornare ad essere il Paese che siamo sempre stati: un Paese sicuro, con un Sistema sanitario nazionale di eccellenza e con una capacità di risposta alle emergenze che tutti ci hanno sempre invidiato.

Però devo dire che abbiamo anche rischiato che questa settimana l'Aula di Montecitorio si occupasse di tutt'altro: per una volta è prevalso il buon senso, e la proposta di Forza Italia e delle opposizioni di anteporre il decreto-legge sull'emergenza sanitaria del Coronavirus rispetto alle intercettazioni ha avuto la meglio. Credo che questo sia un fatto importante, perché per una volta quest'Aula parlamentare ha dato prova di buona politica, abbiamo dato una risposta di efficienza e di compattezza, convertendo in meno di 48 ore per una volta un decreto-legge veramente urgente (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Tante volte è stata messa la fiducia su decreti-legge che urgenti non erano, in questo caso credo che sia stato dato un segnale importante al Paese. E d'altra parte, Forza Italia per stile e per DNA non si è mai tirata indietro di fronte alla difesa dell'interesse nazionale.

Per questo noi questa sera non solleveremo polemiche, non avanzeremo critiche all'operato del Governo, perché abbiamo imparato dal Presidente Berlusconi la regola che in momenti come questo deve prevalere il buon senso e l'interesse del Paese (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Avremmo potuto polemizzare su tante cose: lo abbiamo già detto, non vogliamo dimenticare le parole di Conte che, in un momento probabilmente di sbandamento, ha rischiato di isolare le regioni più contagiate e di penalizzarle. Avremmo potuto dire che per coprire errori di valutazione compiuti nella fase iniziale c'è stato un tentativo maldestro di screditare regioni che vantano performance ottime del proprio sistema sanitario. E forse dovremmo anche sottolineare, accanto alla profonda gratitudine verso tutti i volontari della Protezione civile, che in questo contesto si rischia di pagare anche il progressivo smantellamento di una Protezione civile che sotto la gestione Bertolaso aveva raggiunto livelli di efficienza che erano portati ad esempio nel mondo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Insomma avremmo potuto strumentalizzare, ma non lo abbiamo fatto e non lo faremo; e ci confortano le parole del Ministro Speranza, perché ci auguriamo che anche il Governo non lo faccia.

Però dobbiamo dire francamente all'Aula e anche agli italiani che ci ascoltano che il nostro giudizio complessivo su questo Esecutivo non è cambiato. Questa emergenza ha e avrà purtroppo gravi ripercussioni su una situazione economica del Paese già estremamente preoccupante; e vedremo presto, quando si tratterà di discutere, speriamo il prima possibile, del decreto-legge economico sul Coronavirus, di mettere in campo progetti importanti per sostenere i settori economici più colpiti dalla crisi. Anche qui, Forza Italia ha già avanzato con il Presidente Tajani, con Renato Brunetta e con tutto il gruppo parlamentare, delle proposte: siamo ansiosi di dare un contributo perché questa emergenza è anche un'emergenza economica che rischia di gravare pesantemente sul benessere dei cittadini, sul PIL, sulla crescita e su moltissime attività.

Pensiamo di dare il nostro contributo anche però ad una grande campagna di comunicazione che deve essere fatta, per spiegare agli italiani e al mondo che l'Italia è un Paese sicuro e non è un lazzaretto (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Questo credo sia il primo punto dal quale partire per risollevarci da questa emergenza.

E lo dico da esponente di un gruppo profondamente europeista, ci spiace constatare come in tutto questo dibattito ci sia un convitato di pietra: l'Unione europea. Da sempre ci battiamo con il Presidente Berlusconi, con Tajani per una difesa e una politica estera comune, per una armonizzazione delle politiche fiscali, per una regolamentazione europea del diritto d'asilo. Credo però sia giunto il momento di chiederci che cosa sia diventata l'Unione, se di fronte alle decisioni da prendere non per rispettare i parametri di Maastricht, non relativamente alla libertà di circolazione delle merci, ma per difendere la salute dei cittadini europei, non c'è stato uno straccio di coordinamento (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

L'Italia è stata lasciata sola (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Abbiamo chiuso gli aeroporti ai voli provenienti dalla Cina, giustamente, ma a cosa serve se poi ogni Stato dell'Unione europea procede in ordine sparso? Come è possibile che nei vari Stati dell'Unione si adottino standard di controllo e prevenzione così divergenti? Spiace dirlo, da convinti europeisti: se l'Unione europea è questa, non va semplicemente cambiata, ma va rivoluzionata perché deve tornare ad essere l'Europa dei popoli e l'Europa dei cittadini, non l'Europa delle burocrazie (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). C'è un lato positivo, forse l'unico di questa triste e difficile vicenda: l'Italia sta riscoprendo il valore della competenza. Mentre il mondo intero e non solo il nostro Paese aspetta con ansia il vaccino anti Coronavirus, ci chiediamo che fine abbiano fatto i movimenti no-Vax (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Italia Viva): dove sono finiti quelli che pensavano che i vaccini rappresentassero un modo per finanziare le multinazionali, una speculazione economica? Milioni di italiani spaventati stanno intasando di chiamate i centralini delle aziende sanitarie, dei nostri medici e dei nostri scienziati. Non si affidano più solo ai social, ma cercano nella scienza, nella ricerca le risposte e si augurano che arrivi presto un vaccino. Il sistema Paese deve farsi carico di questo, deve farsi trovare pronto. E se finalmente tornerà il valore della competenza e si comprenderà che l'uguaglianza è certamente un diritto costituzionale, ma non significa che uno vale uno, il vostro Governo, signori, dopo questa emergenza, avrà le ore contate (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Adesso affronteremo uniti, con senso di responsabilità e con serietà, il Coronavirus, ma un minuto dopo non saremo solo noi a chiedervi conto delle vostre azioni, ve lo chiederanno gli italiani e sono certa che non vi faranno sconti (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare intervenire la deputata Carnevali. Ne ha facoltà.

ELENA CARNEVALI (PD). Grazie signor Presidente, colleghi e Ministri, ci sono momenti della storia in cui l'unità nazionale è la cifra che deve distinguere un Paese. Questo invito il Ministro Speranza lo fece già quando venne in Aula nell'informativa precedente e l'ha reiterato oggi. Non era un semplice appello, ma era la richiesta di quel profilo istituzionale che la politica deve assumere in momenti come questi, una sfida inedita per le sue dimensioni, a livello globale, perché stiamo ancora attendendo quello che in gergo chiamiamo vaccino, ma anche per la sua severità, perché colpisce soprattutto le persone fragili, perché mette alla prova una coesione sociale e il nostro sistema di protezione. Che cosa abbiamo fatto e che cosa stiamo facendo? Facciamo in modo che la direzione sia unica, un'unica cabina di regia, un unico comando, con decisioni collegiali, con tutti i livelli istituzionali, dai presidenti di regioni ai sindaci, che sono la catena più vicina ai cittadini. Ciò che serve e ciò che è altrettanto necessario è una voce univoca nella comunicazione, nelle tv, nei mezzi di informazione pubblica, nessuno escluso. Controproducenti sono le divisioni, le fughe in avanti, le scelte in ordine sparso, alimentano il senso di precarietà, il disorientamento. Al sorgere del primo caso italiano all'ospedale di Codogno, il Ministro e la task force erano già in Lombardia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), lo dico da lombarda, lo dico da cittadina italiana, lo dico da membro di questo Parlamento e del Partito Democratico. Mai abbiamo lasciato sole le istituzioni territoriali (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), nelle scelte, nelle decisioni, anche nei momenti di straordinario lavoro chiesto alle regioni, come sta avvenendo; mai le abbiamo lasciate sole e qui lo dico da lombarde da bergamasca, quando abbiamo affrontato altre situazioni di virulenza come è accaduto nel nostro territorio, con un'infezione da meningococco C. Anche nel decreto che abbiamo votato oggi: è frutto di quella unità nazionale, d'intenti, di quell'azione condivisa, riconoscendo alle regioni le loro prerogative, essendo una materia concorrente.

Abbiamo una missione unica: dare informazioni certe, far agire e fare scelte razionali nei comportamenti, proporzionali e arginare la diffusione del virus, dare al Paese la certezza che ognuno si sta assumendo tutte le responsabilità e le conseguenti azioni, guidati dagli esperti, dalla medicina e dalla scienza. A chi dobbiamo essere grati? Dobbiamo essere grati a lei, al Governo, ai presidenti di regioni, ai sindaci, alla protezione civile, alle Forze dell'ordine, alle Forze armate, ai volontari, alle comunità scientifiche, agli ordini e alle federazioni professionali. Va il nostro ringraziamento all'Istituto superiore di sanità: con loro abbiamo preso queste scelte. La nostra e più immensa gratitudine va agli operatori della sanità, uomini e donne che senza sosta stanno dimostrando abnegazione, stanno organizzando con il Governo e le regioni nuove modalità di accesso al pronto soccorso, nuovi posti letto per le urgenze, rimodulando le attività delle aziende sanitarie locali. La scienza: le scelte e le decisioni, anche le più dure, anche le più drastiche, ma circoscritte in alcune aree, 11 comuni tra Lombardia e Veneto, sono state prese non sulla base di valutazioni o di convenienze politiche, ma dettate dagli indirizzi delle comunità scientifiche, le scelte che ci hanno sostenuto nell'esigenza della più grande campagna vaccinale che abbiamo messo in campo a partire dal 2019. La cooperazione e il coordinamento tra i diversi livelli istituzionali e territoriali è imprescindibile, se vogliamo essere efficaci negli esiti di contenimento, rassicuranti e credibili con i cittadini, che stanno vivendo in questo momento la limitazione di un bene, del bene più prezioso, che è quello della libertà, la libertà di lavorare, di istruirsi, di formarsi, di muoversi, di socializzare, di fare e di essere impresa. Così nelle zone rosse, così molte restrizioni nelle zone limitrofe, quelle che abbiamo definito con il DPCM. Questi focolai endemici - per fortuna non sono un'epidemia - ci stanno mettendo in prova su due fronti: quello della salute e quello dell'economia. Mai come in questa circostanza il nesso tra la vita individuale e quella collettiva si è reso evidente, tangibile, come la sua interdipendenza: lo è stato nelle grandi epidemie che abbiamo sconfitto, ma per fortuna noi non siamo in questa circostanza. Sono 400 le persone che sono coinvolte su 60 milioni di italiani. Di SARS-CoV 2000 si guarisce nel 95 per cento dei casi, otto su dieci, come dichiarato dall'OMS. Anche il professor Bussetti, in questi giorni, ci ricorda che è molto più simile a un'infezione virale, virulenta nella sua attività, ma che nulla ha a che vedere con la peste bubbonica. Diamo quindi dunque una giusta dimensione ad un'emergenza che è grave, che giustamente mette angoscia e paura, ma che nulla ha a che vedere con quello che nella storia abbiamo curato e governato. Isoliamo le persone per isolare il virus e per tornare al più presto alla normalità. Bene, lo ha fatto il Governo, l'hanno detto i presidenti di regioni e molti sindaci, senza banalizzare mai le preoccupazioni e le paure dei cittadini. Allora toni apocalittici e catastrofici vanno banditi: mai come ora le parole sono pietre. Non abbiamo mai detto all'Italia che noi saremmo stati indenni, abbiamo detto all'Italia, invece, quello che doverosamente abbiamo fatto da subito, a partire dal 23 di gennaio, abbiamo fatto e abbiamo informato i cittadini di tutto quello che stavamo facendo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Abbiamo per fortuna in Italia due grandi certezze: l'universalità del sistema sanitario, che molti ci invidiano, perché la nostra salute non è condizionata né dalla carta di credito né da un'assicurazione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Noi abbiamo messo risorse e personale forse come mai abbiamo potuto vedere negli ultimi tempi. Siamo tra i Paesi che hanno effettuato i cosiddetti screening primari e secondari, riconosciuta l'azione tempestiva anche dalle Comunità europee. Siamo un Paese che è in grado di far fronte, di garantire assistenza e di dare risposte adeguate. L'altra prova, ardua, è quella sul fronte economico: l'impatto di questa sfida ha riflessi economici non solo sul nostro Paese, ma su scala mondiale.

Abbiamo valutato con favore, invece, gli interventi dell'Unione europea con il primo stanziamento di 232 milioni di euro per la ricerca e per il sostegno ai Paesi dell'Unione nelle azioni di prevenzione. Così come le dichiarazioni del Commissario degli affari economici Paolo Gentiloni sulla necessità di misure anticicliche, per favorire l'espansione ed evitare i rischi, sono per noi molto importanti. Chiedere la sospensione del Trattato di Schengen, oltre che inutile e dannoso, provocherebbe un ingente danno economico, con il rallentamento del passaggio ai confini settentrionali, che danneggia la nostra già economia.

I nostri Paesi vicini: Francia, Germania, Svizzera, Slovenia, Austria e Croazia; i più saggi, non chiuderanno le frontiere e hanno dichiarato l'apprezzamento per quelle scelte che abbiamo fatto e messo in campo.

I nostri cambi commerciali hanno subito una diminuzione e, a questa prima fase, dove giustamente è primario l'interesse per la salute, seguirà anche una seconda fase, che avrà effetti sul piano economico. Servirà una cura energica, fatta di buon senso e non di un gioco al rialzo. Il Governo è già al lavoro anche su questo. Sono stati annunciate, anche nelle prossime ore, misure urgenti, come quelle che sono già state varate, il sostegno per la cassa integrazione e il sostegno al settore terziario. Nessuno vuole sottovalutare o dare false rassicurazioni. Il turismo del nord ha lanciato un allarme già raccolto dal Ministro Franceschini. Disdette in Lombardia e in Veneto riguardano non i prossimi giorni o le prossime settimane, dall'estero arrivano fino all'estate.

Siamo davanti a una sfida complessa e difficile per questo Paese, ma abbiamo la consapevolezza di essere un Paese con un sistema sanitario pubblico universalistico e di qualità. Siamo un popolo che sa reagire di fronte alle difficoltà e non si arrende. Siamo un popolo credibile e non possiamo ledere il rispetto che a questo Paese si deve. E, soprattutto, continuiamo ad operare con responsabilità ed unità (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico e di deputati di Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Meloni. Ne ha facoltà.

GIORGIA MELONI (FDI). Grazie, Presidente. Preliminarmente vorrei esprimere, a nome di Fratelli d'Italia, il cordoglio per le vittime di questi giorni, la solidarietà con le famiglie, con tutte le persone, direttamente o indirettamente colpite, coinvolte, con coloro che in queste ore devono rinunciare o vedere limitata la propria libertà personale. Voglio ringraziare tutti gli operatori del servizio sanitario nazionale, della Protezione civile, delle forze dell'ordine, tutti coloro che hanno dato una mano in questa vicenda. E voglio anche mandare un pensiero particolare a una vicenda positiva, se vogliamo, che m'ha colpito, oggi, di una mamma che era stata riscontrata positiva al Coronavirus, che ha partorito un bambino risultato negativo (Applausi). È stata una giornata e un fatto positivo di speranza, che mi pareva giusto ricordare in quest'Aula.

Ministro Speranza, lei sa che Fratelli d'Italia, dall'inizio, ha offerto la propria piena e totale disponibilità per affrontare questa questione. Sa che abbiamo dato la nostra disponibilità ad affrontare questa questione in modo serio, senza fare polemica. Qualcuno ci ha ringraziato, qualcuno si è stupito, ma per noi l'Italia viene sempre prima del partito. Cerchiamo di dimostrarlo in ogni occasione e a maggior ragione non potevamo non dimostrarlo in questa occasione. Speriamo anzi che in futuro il nostro comportamento possa essere contagioso, perché a parti invertite, non so, se ci fosse stato un Governo di centrodestra, non so, se avremmo avuto dalla sinistra la stessa comprensione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e la stessa capacità di collaborazione che Fratelli d'Italia sta dimostrando. Però, questo è il Parlamento della Repubblica, e nel Parlamento della Repubblica ci si confronta, proprio perché si possano condividere le proposte e eventualmente anche le critiche, se quelle critiche possono risultare utili e costruttive.

Allora, una cosa la dobbiamo dire. In tutta questa vicenda il grande problema è stato, dal nostro punto di vista, un'assenza di informazioni chiare e certe. Noi siamo passati senza soluzione di continuità dalla minimizzazione del fenomeno alla psicosi totale e questa schizofrenia è stata, secondo me, frutto di una comunicazione non esattamente puntuale.

All'inizio una totale minimizzazione del fatto: non c'è un problema. Addirittura, a chi poneva le questioni, a chi chiedeva, come noi, che si mettessero in quarantena coloro che rientravano dalla Cina, che si facessero dei controlli anche per i minori - è stato ricordato dai colleghi - venivamo tacciati di allarmismo, in alcuni casi addirittura di razzismo, perché ormai c'è questa psicosi ideologica della sinistra, per cui tu non puoi parlare di niente, perché tutto viene ricondotto al razzismo o al nazionalismo o al populismo a tutte cose che non c'entrano niente, perché quando ti occupi della salute dei cittadini lo fai indipendentemente dalla loro etnia o dalla loro nazionalità: lo fai per tutti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Quindi, hai voglia a dire andiamo tutti ad abbracciare i cinesi. Per cui ci siamo ritrovati dalla psicosi dell'”andiamo tutti ad abbracciare i cinesi, abbracciate i cinesi anche voi”, all' “oddio, è finita l'Amuchina!”. No, scusate, una via di mezzo, se qualcuno ci può dare qualche informazione chiara.

Allora, all'inizio: non vi preoccupate, abbracciamo i cinesi, non si può essere infetti, non si può essere contagiati da persone asintomatiche, non ci sono grandi problemi. E, però, il racconto che arrivava da queste parti un po' cozzava con le immagini che vedevamo arrivare dalla Cina, dove 90 milioni di persone venivano isolate con l'esercito e il Presidente cinese, che in teoria ne sa qualcosa più di noi, diceva: sconfiggeremo il demone. Insomma, il “demone” è una cosa importante. E, infatti, a un certo punto si è cambiato registro. A un certo punto siamo entrati nella trama di un romanzo di Stephen King. Ci siamo ritrovati nella piena psicosi, con la gente che, anche qui a Roma, insomma un po' in tutta Italia, fa scorta di acqua al supermercato. Perché, anche qui la gente è pazza? Non lo so. Però, a un certo punto, noi abbiamo visto il Presidente del Consiglio che faceva i collegamenti in TV dalla sede della Protezione civile. È una cosa che normalmente si fa quando ci sono i terremoti e le alluvioni, i cataclismi. È quello che volevamo dire, perché sono messaggi importanti alla popolazione, cioè volevamo dire che c'è un cataclisma oppure è stato un errore di comunicazione, dettato dal fatto che bisognava un po' recuperare terreno e dare l'impressione che si stava facendo molto, perché magari si era un po' sottovalutato il fenomeno prima, e allora bisognava dare un segnale diametralmente opposto, senza magari preoccuparsi di quali potessero essere sul piano della comunicazione le conseguenze di questo atteggiamento.

Lo stesso Ministro Speranza dice stasera una frase molto bella. Viene qui e dice: non vi preoccupate, niente di grave, noi siamo più forti del Coronavirus. Ebbene, ma se il Coronavirus è una influenza che contagia parecchio, ma tutto sommato, insomma, non è una cosa così grave, l'Italia è parecchio, parecchio più forte, Ministro. Per cui, attenzione, perché la frase è molto bella, ma per chi ascolta da casa, se l'Italia è più forte, il virus è fortissimo comunque, perché io considero che la mia nazione sia molto forte. Quindi credo che si siano dati dei messaggi un tantino schizofrenici, Il fatto stesso - voglio dire anche questo - di vedere il Presidente del Consiglio italiano che a un certo punto si mette a dire, davanti al mondo intero, che in buona sostanza il problema è stato che c'è stata una falla nel nostro sistema sanitario, trasformando in un secondo l'Italia, da nazione che aveva fatto il più alto numero di controlli in Europa, alla nazione untrice d'Europa (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Perché? Non lo so. Forse nella foga di attaccare un avversario interno, forse nella foga di dire che era più bravo lui, rispetto ai presidenti delle regioni di centrodestra. Ma ti puoi rendere conto che, quando fai un'affermazione del genere, nel tentativo di fare o di giocare al dibattito con l'opposizione interna, tu screditi un'intera nazione che rappresenti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Per cui noi siamo finiti sulla CNN: il Presidente del Consiglio ammette, c'è stata una falla nel sistema sanitario nazionale.

Certo, io sono d'accordo con lei, Ministro Speranza, bisogna avere rispetto per il nostro sistema sanitario nazionale, per i nostri ricercatori, ma temo che lei lo debba spiegare al Presidente Conte, perché, rispetto al lavoro che noi abbiamo fatto, poi rovinare tutto così dispiace. A me è dispiaciuto parecchio, proprio perché, come si sa, di polemica noi non ne abbiamo fatta, però il Governo un pochino sì e non ha aiutato, perché poi è il Governo e, quindi, è una fonte considerata certa su certe tematiche.

Io non sono un virologo, io non ho la presunzione di dire che cos'è il Coronavirus; non lo so, lo devono dire gli scienziati, però quello che chiedo sono informazioni certe. Se il Coronavirus è un pericolo grave, allora le misure devono essere delle misure ferme, decise e coerenti: scusate, ma che senso ha chiudere gli stadi e tenere aperte le discoteche? Che al virus gli piace il calcio e non gli piace la musica ad alto volume (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)? Ci sono stati dei segnali un po' incomprensibili, diciamo, e difficili da comprendere per la popolazione: se il Coronavirus è grave, noi dobbiamo prendere misure rigide; se il Coronavirus è, per carità, un'influenza importante ma non c'è un particolare motivo di allarmarsi, allora servono semplici misure di contenimento e si deve fare una campagna, secondo me, per smontare la psicosi che si è creata. Io non ho gli elementi per dire quale delle due si debba fare, ma si deve fare una delle due cose. Non si possono fare le due cose insieme, perché se si fanno le due cose insieme si fa molta confusione e i risultati, purtroppo, noi li vediamo non solo nella psicosi dei cittadini, ma, signori, sulle conseguenze economiche drammatiche che l'Italia sta avendo in queste giornate (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

L'altra cosa che voglio dire è che l'Unione europea merita una parolina: Ministro, il Governo italiano dice che da noi ci sono più contagi perché facciamo più controlli degli altri Stati europei. Io ci credo, però, allora, siamo noi che dobbiamo porre il problema in Europa. A monte c'è il tema, scusatemi, di un'Unione europea - e vado a concludere, Presidente - che ha la libera circolazione delle persone ma non utilizza un protocollo unico quando c'è un rischio di contagio. Come sempre, uno si dice: “Ma sulle grandi questioni questa Europa non c'è mai, non c'è mai, non serve mai, non risolve mai”. Però, diciamo, affrontando la questione, Fratelli d'Italia ieri ha presentato al Parlamento europeo una richiesta alla Commissione europea perché agli Stati membri venga chiesto di fare dei test per il Coronavirus su tutte le persone che sono decedute per cause, diciamo, “naturali”. È possibile che quelle cause non fossero naturali e che anche negli altri Paesi ci siano delle persone che per la stessa patologia sono morte ma non ce lo dicono o per negligenza o perché, magari, non si vogliono rischiare gli stessi danni economici che sta avendo l'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)? Possiamo chiedere ai nostri partner europei la stessa responsabilità che dimostriamo noi, atteso che non mi pare che ci stiano aiutando molto, atteso che i 200 milioni che hanno stanziato sono ridicoli e sono meno di quanto si spende per l'inutile sede di Strasburgo? Ecco, io penso che si possano fare e si debbano fare alcune cose.

Come, sul piano economico - e dico l'ultimissima cosa, Presidente, e mi taccio - noi abbiamo presentato una serie infinita di proposte e le mettiamo a disposizione open source, diciamo, senza diritto d'autore, al Governo. Però, una cosa sola voglio dire: qui ci sono intere imprese che rischiano di chiudere. Il tema non è rinviare i pagamenti dei tributi, perché se io chiudo perché qualcuno mi dice che devo chiudere e ci sono dei soldi che mancano, allora il tema non è che devo pagare le stesse tasse ad aprile; il tema è che a me i tributi vanno diminuiti considerando quello che ho perso a causa del Coronavirus (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Queste sono le cose per le quali noi siamo a disposizione e continueremo a lavorare. Chiaramente chiediamo dal Governo la stessa responsabilità; l'unica cosa che non accetteremo è di valutare un domani, a fronte della nostra responsabilità, che qualcuno ha usato il Coronavirus per fare qualche passerella personale (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato De Filippo. Ne ha facoltà.

VITO DE FILIPPO (IV). Presidente, membri del Governo, Ministro Speranza, se volessimo uscire dal rituale che certe volte quest'Aula ci impone, direi immediatamente che abbiamo avuto in una parte del dibattito di questa sera un saggio di come si devono affrontare le emergenze e di come non si devono affrontare le emergenze. Sono cambiati palesemente i toni della nostra discussione, e non mi riferisco all'intervento ultimo della collega Meloni che, devo dire, ha avuto fino a oggi un atteggiamento e anche una comunicazione che ho riconosciuto, anche dalla distanza del gruppo che io rappresento, consona all'evento che stiamo vivendo nel nostro Paese. Sono cambiati i toni e io voglio, invece, riferirvi come noi abbiamo fatto una promessa: ci siamo consegnati a un virtuoso contagio, come gruppo di Italia Viva, che è quello di mantenere la linea della serietà, della scientificità e del rigore in una partita così delicata come questa. Nemmeno di fronte a 100 telecamere o forse a una diretta televisiva noi dovremo modificare comportamenti e atteggiamenti, perché esattamente la caduta nella trappola ipercomunicativa è forse uno dei grandi danni che stiamo consumando in questi giorni.

In questo senso l'incipit del nostro pensiero non può che essere, innanzitutto, rivolto alle vittime e ai familiari di questa prima complicata e difficilissima fase di epidemia, e anche a quelle comunità che stanno in quarantena. La “quarantena” è una parola obbligatoria in questo momento ma, come è noto, evoca storicamente una dimensione umana e di libertà assolutamente difficile. A quelle comunità noi dobbiamo riferirci con i toni, con il rigore e con la serietà che anche questa sera io ho potuto ascoltare nel messaggio e nella comunicazione del Ministro Speranza. Per la verità, nei giorni precedenti - e sarebbe molto utile mettere le telecamere in quelle circostanze - ho visto colleghi della maggioranza e della minoranza operosi, seri, diligenti, poco inclini all'evocazione di dimensioni che certe volte la politica si incarica di rappresentare e che non c'entrano niente con le difficoltà di questi di questi giorni, con la grande risposta che questo Parlamento, con l'approvazione di questo primo decreto, ha saputo sicuramente dare rispetto a una fase importante.

Siamo molto d'accordo con la linea del Governo: l'unità della Repubblica. Si era aperto, a un certo punto, Ministro Speranza, un desueto e inutile dibattito sulle competenze e sulle funzioni. Si era ripresa la discussione sul federalismo e sull'autonomia anche delle regioni. Per la verità, le parole del Ministro Speranza - mi consentirà soltanto una battuta politica - sono molto sintonizzate a quello che diceva un referendum qualche anno fa (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva), dove questa dimensione dei doppi livelli della Repubblica nella gestione della sanità, soprattutto nelle emergenze, si manifesta in tutta la sua debolezza e in tutta la sua difficoltà. Noi ci siamo trattenuti - vorrei dirlo soprattutto ai colleghi dell'opposizione - anche di fronte a “disordinanze”, non ad ordinanze. Ci sono state alcune regioni italiane - non quelle del nord: purtroppo la mia e la sua regione, Ministro - che hanno prodotto in questi giorni “disordinanze”, che hanno fatto sorridere, devo dire, mezzo mondo. Anche quelle forse sono andate sulla CNN che citava la collega Meloni e anche rispetto a questi eventi abbiamo mantenuto la barra dritta, ci siamo messi a disposizione come parlamentari e come gruppo parlamentare, perché sappiamo che in questa fase la serietà e la disciplina sono innanzitutto quelle di affidarsi alla scienza.

Ha ragione il Ministro: c'è stato un dibattito in questi giorni che, guardato in retrospettiva a quello che è successo qualche mese fa sul tema dei vaccini, ci fa capire qual è la dimensione che ha di fronte il sistema sanitario del nostro Paese e del nostro continente. Si difende il cortile di casa se si ha la capacità di avere orizzonti vasti. La globalizzazione e le malattie infettive sono, purtroppo, un binomio costante e saranno un binomio costante nella storia delle comunità e dei sistemi sanitari, non solo del nostro continente. La lezione che ci viene da questa emergenza è esattamente questa. Quindi, io spero che il Governo e il Ministro si facciano ancora di più, dopo questa lezione, protagonisti, chiedendo all'Organizzazione mondiale della sanità di trasformarsi da istituto certe volte meramente statistico delle patologie o dei nuovi agenti patogeni in qualcosa di più incisivo. È vero: l'Europa può fare e deve fare ancora di più e ha fatto bene.

Lo dicemmo noi anche nella prima informativa del Ministro che serviva esattamente questo coordinamento a livello europeo, perché ci rendiamo conto che questa svolta epidemiologica che stiamo vivendo in questo momento nel nostro Paese non sarà un'evenienza saltuaria, come è stata la peste nel XIV secolo, o la sifilide nel XV secolo, o la spagnola nel XX secolo.

Dicono gli scienziati - non noi, umili discenti - che questa interrelazione e questa denazionalizzazione dei rapporti e delle relazioni è una delle grandi sfide dei sistemi sanitari.

Io penso che abbiamo reagito bene, d'altronde il Ministro ha informato su tutte le scelte, devo dire la verità. L'ho detto nell'intervento precedente e mi ripeto: ci sono i professori del giorno dopo, quelli che non commentano le scelte, non contribuiscono alle scelte, non emendano le scelte; i commentatori del giorno dopo, per la verità poco presenti in questa parte del Parlamento, più presenti forse in un'altra parte del Parlamento, che utilizzano questo tono che ha un parola che può essere utilizzata per specificarlo: quello non è populismo, quello è cinismo (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva), l'elemento peggiore e più deteriore del cinismo, perché molti colleghi avrebbero potuto correggere, informare. Oggi abbiamo fatto un bellissimo dibattito, e non è vero, come ho sentito da qualche collega, che le proposte della minoranza non sono state accolte: sono state totalmente accolte - questa è la mia opinione -, perché fare una legge sui DIP, sui dispositivi individuali di protezione, sanno bene i colleghi che, se vogliono andare alla sostanza della soluzione del problema, non servivano emendamenti a quella legge, un ordine del giorno è stato sufficiente, perché sono sicuramente adempimenti che con le prossime ordinanze e con i prossimi DPCM il Governo garantirà a chi sta su quella frontiera, che possono essere militari, agenti, infermieri, medici, operatori, che noi dobbiamo ringraziare. E se c'è stata anche lì una caduta comunicativa di qualche autorevole rappresentante istituzionale, noi, come gruppo, vogliamo confermare, avendoli visti all'opera anche nell'esperienza che abbiamo fatto nella nostra attività amministrativa, che abbiamo straordinari medici, straordinari infermieri, straordinari operatori, straordinari volontari della Protezione civile, che fanno diventare questo Paese grande, perché quell'aggettivo è stato possibile utilizzarlo nella storia nazionale, e anche nel futuro nel nostro Paese, grazie allo straordinario lavoro di queste donne e di questi uomini, che meritano totalmente il nostro sostegno (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva). Continuiamo con questa dedizione, Ministro, sono convinto che, al di là delle telecamere e di qualche microfono in più, il Parlamento, come ha saputo dimostrare oggi, sarà diligentemente affianco all'azione del Governo, che sicuramente sarà efficace e contribuirà ancora una volta a confermare che siamo un grande, grande Paese (Applausi dei deputati dei gruppi Italia Viva, MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Signor Presidente, signor Ministro, rappresentanti del Governo, colleghi, credo che il primo pensiero debba andare alle famiglie dei dodici nostri connazionali che, anche a causa del Coronavirus, hanno perso la vita in questi giorni. Lo dobbiamo fare perché mai, in nessun momento, la politica e le istituzioni devono dimenticare che dietro le statistiche epidemiologiche ci sono persone in carne ed ossa, ci sono affetti, ci sono storie personali. Allo stesso modo, mi associo al ringraziamento non formale ai volontari, ai medici, agli infermieri, ai ricercatori, alle forze dell'ordine, agli amministratori regionali e locali, alla Protezione civile, impegnati in una sfida e in una prova tanto inattesa quanto severa. Dobbiamo avere - credo tutti - la consapevolezza, credo anche l'umiltà, di riconoscere che ci ritroviamo tutti, maggioranza e opposizione, politica e opinione pubblica, Stato e regioni, dentro un territorio per molti aspetti inesplorato. Una situazione come questa, con queste caratteristiche, ha pochi precedenti. E sono anche inevitabili - lo dico subito -, in un territorio inesplorato, anche possibili errori. Credo anche, allo stesso modo, con convinzione - e forse il mio intervento potrebbe finire qui, perché condivido davvero, dalla prima all'ultima parola, l'intervento del Ministro Speranza -, che il Governo abbia fatto fino ad oggi il possibile, che debba farlo per il domani, e soprattutto, oltre al tema dell'emergenza sanitaria, perché ci sarà da affrontare da domani anche un'emergenza di carattere economico che in queste dimensioni, in questa portata, anche qui, ha pochi precedenti in un'economia di pace.

Credo anche che dobbiamo riconoscere - e voglio darne atto alle opposizioni - che pochi minuti fa questo Parlamento ha dato al Paese e all'opinione pubblica un messaggio giusto, un messaggio degno di un grande Parlamento e di una grande nazione come l'Italia, votando in modo unanime il primo decreto sull'emergenza sanitaria, che è stato più volte ricordato in quest'Aula.

Credo anche che oggi dobbiamo avere tutti, nessuno escluso, la consapevolezza che la scelta è obbligata: dobbiamo rallentare il contagio, dobbiamo limitare la diffusione del Coronavirus, del COVID-19. E credo anche che debba essere apprezzato, anche se questo potrà farci pagare nel breve dei prezzi, il principio di trasparenza, che il Governo ha seguito in ogni momento. Siamo l'unico Paese europeo che ha fatto circa 10 mila tamponi, e più tamponi fai più aumenti la possibilità, ovviamente, di riconoscere la presenza dell'infezione anche in soggetti cosiddetti asintomatici.

E dobbiamo anche dire, ma senza gettare la croce su nessuno, né su quei territori né su quegli operatori, che oggi un unico solo focolaio ha generato più dell'80 per cento del complesso delle persone risultate positive. Lo dico in un altro modo: se non ci fosse stato quel focolaio - e non do responsabilità a nessuno, tanto meno ai medici e alle persone che operano in quel territorio - noi saremmo assolutamente nella media degli altri Paesi europei. Questo va detto, perché altrimenti ci giochiamo… Così come è giusta l'osservazione, lo riconosco, che faceva prima la collega Meloni: c'è stato e c'è ancora oggi una sorta di cortocircuito comunicativo, perché da un lato si dice la verità, si dicono i numeri che sono stati detti delle ricerche rispetto alla pericolosità del COVID-19, e dall'altro si prendono misure drastiche, come se la pericolosità fosse molto, ma molto più elevata. Il problema qual è, evidentemente? Il problema è la dimensione numerica potenziale del contagio. Provo a dare due numeri, credo che questo ci possa aiutare: a ieri l'influenza tradizionale ha colpito 5,6 milioni di italiani; se noi ci trovassimo di fronte non a 400 contagiati, ma a 400 mila contagiati, che è meno di un decimo di quello dell'influenza tradizionale, ci troveremmo banalmente, stando anche alle previsioni più semplici, a una dimensione di richiesta di posti letti in rianimazione di oltre 20 mila! E questi posti letto il Sistema sanitario nazionale non ce l'ha! Ecco perché è fondamentale circoscrivere, rallentare, mettere davanti, pur consapevoli delle difficoltà e dei problemi che questo comporta nella vita quotidiana di milioni di persone e di imprese, la sanità, il rallentamento del contagio, rispetto a tutto il resto.

Ed è vero, lo dico da europeista: questa volta è stata l'ennesima occasione mancata per dimostrare che non ci sono confini nazionali, che l'Europa non è semplicemente la somma di egoismi nazionali, ma che esistevano ed esistono confini europei, perché è giusto e sarebbe stato giusto avere eguali misure di controllo e di prevenzione superando i confini nazionali, perché questa questione è una questione assolutamente centrale (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

Quindi, oggi è stato detto, devo dire, gli apprezzamenti del Commissario europeo, dell'OMS, proprio all'azione del Governo credo che da questo punto di vista dobbiamo viverli come un apprezzamento complessivo, così come ribadisco la solidarietà a chi sta in prima linea oggi, a chi ha subito danni economici: dovrà essere fatto uno sforzo gigantesco per far ripartire l'economia in molti territori. Su questo l'Europa, sono d'accordo anche su questo, devo dire, con chi mi ha preceduto, non può limitarsi a 200 milioni: qui si tratta di fare uno sforzo straordinario di solidarietà. C'è anche un'altra riflessione che vorrei fare, cioè il tema del servizio sanitario pubblico. Mai come in questo momento mi sento orgoglioso di essere italiano e di un servizio sanitario pubblico universale che non guarda in faccia le questioni economiche (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali)!

Guardate, abbiamo denunciato da questi banchi, a Governi alterni, la necessità che si ponesse fine, come si è fatto con questo Governo, alla stagione dei tagli, ma si deve fare di più, molto di più. Che cosa è venuto fuori? Una debolezza strutturale di uno dei settori più difficili, quello che ha maggiormente contatto con la popolazione, cioè quello dei presidi di pronto soccorso. Quello è un problema, Ministro, lei lo sa benissimo, che va affrontato e ci vogliono risorse. Anche sul ruolo dell'informazione, credo che come mai in questo momento il ruolo dell'informazione e del servizio pubblico debba distinguersi rispetto al resto dell'informazione, perché credo che la gente vada aiutata a comprendere. Si tratta non di tranquillizzare di per sé, non di minimizzare, ma di spiegare, perché credo che alla fine le persone, la gente comune sia in grado di comprendere.

Concludo. In questi momenti - ma credo che sia capitato a tutti, nei momenti di difficoltà - si va a guardare anche al passato. C'è un testo della cultura antica, un testo che ci ricorda - è l'Ecclesiaste - che c'è un tempo per gettare sassi e un tempo per raccoglierli, un tempo per abbracciare e un tempo per astenersi dagli abbracci, un tempo per cercare e un tempo per perdere, un tempo per conservare e un tempo per buttare via, un tempo per strappare e un tempo per cucire, un tempo per tacere e un tempo per parlare, un tempo per amare e un tempo per odiare, un tempo per la guerra e un tempo per la pace.

Noi crediamo che oggi non sia il tempo delle polemiche, non sia il tempo della propaganda strumentale, ma sia, invece, il tempo, nell'interesse nazionale, nell'interesse dei nostri concittadini, dell'unità, della responsabilità e della solidarietà nazionale (Applausi dei deputati dei gruppi Liberi e Uguali, MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico e Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Lupi. Ne ha facoltà.

MAURIZIO LUPI (M-NI-USEI-C!-AC). Grazie, signor Presidente. Signor Ministro, c'è un'urgenza sanitaria e lei ha fatto bene a sottolineare con forza che, di fronte a un'urgenza sanitaria c'è in gioco la salute dei nostri cittadini: l'unico modo per rispondere è la responsabilità e l'unità dell'azione e degli intenti. Ha fatto bene a sottolineare ciò, ma proprio per questo, proprio per arrivare a svolgere insieme questo lavoro, dobbiamo anche chiederci se in questa settimana o in queste settimane non solo qualcosa sia andato bene, le eccellenze che noi abbiamo ancora una volta messo in campo e dimostrato, ma qualcosa non abbia funzionato, perché c'è stato questo corto circuito, perché il panico, il senso di disorientamento nei nostri cittadini è accaduto. Infatti, solo comprendendo questo, capendo anche se si sono commessi degli errori, si individua ancora di più la modalità con cui lavorare insieme. È evidente a tutti che se abbiamo avuto, per esempio, i medici e l'Ordine dei medici che dicono “non abbiamo i guanti o le mascherine per lavorare” e, ancora una volta, ci scontriamo con una burocrazia cieca che deve rispettare sempre il centralismo e non ha la responsabilità e non affida la responsabilità a chi ha il compito di decidere (i presidenti di regione, i direttori sanitari); se i virologi iniziano a discutere tra di loro e nei talk-show dicono uno che è una banale influenza e l'altro che è una pandemia; se - mi permetta - chi deve garantire l'unità dell'azione, che è il Presidente del Consiglio, magari stressato - gli do questo alibi - si lascia andare a polemiche e mette in discussione l'eccellenza delle eccellenze che lei oggi ha sottolineato nuovamente - e ha fatto bene a sottolineare - che è la sanità italiana, ma, mi perdoni, la sanità lombarda e la sanità veneta, la sanità del Nord (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Noi con l'Italia-USEI-Cambiamo!-Alleanza di Centro, Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente); se, ricordo a tutti, ancora una volta, quello è l'esempio dell'accoglienza perché tanti cittadini da tutte le parti d'Italia vengono e sono venuti a curarsi nei nostri ospedali; se è questo il grande segno dell'unità del nostro Paese (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Noi con l'Italia-USEI-Cambiamo!-Alleanza di Centro, Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente), ebbene, allora richiamarci all'unità vuol dire anche riconoscere questo.

Seconda urgenza, voglio soffermarmi su questo, l'urgenza economica e sociale che sta scoppiando: 7 o 8 miliardi di perdita di prodotto interno lordo. Il Nord del Paese che è stato colpito rappresenta il 60 per cento del nostro prodotto interno lordo. La meccanica, la manifatturiera, le fiere, Milano, Bologna, Verona: 60 miliardi di fatturato, due mesi che non si svolgeranno le principali fiere. Il Salone del mobile che viene spostato: 40 miliardi, 15 mila imprese che rischiano di chiudere. Meno 40 per cento del turismo: questa è l'altra urgenza che dovremo affrontare con serietà e non servono pannicelli caldi; servirà un grande investimento in Italia e nel dialogo con l'Europa.

Concludo, Presidente, perché oggi ci è venuta una lezione a tutti in questa situazione da un preside, il preside di un liceo scientifico statale di Milano, il Liceo scientifico “Volta”. Voglio, se me lo permette il Presidente, leggere in conclusione le parole che lui ha rivolto ai propri studenti di Milano che sono a casa e lo ha fatto nella maniera più semplice - dovremmo forse imparare noi dalle parole di questo preside -, citando il capitolo 31 de I Promessi Sposi, la peste del 1630. Costui diceva: cari ragazzi, niente di nuovo sotto il sole, mi verrebbe da dire, eppure la scuola chiusa mi impone di parlare. Non sta a me valutare l'opportunità del provvedimento, non sono un esperto, né fingo di esserlo. Rispetto e mi fido delle autorità e ne osservo scrupolosamente le indicazioni. Quello che voglio però dirvi è di mantenere il sangue freddo, di non lasciarvi trascinare dal delirio collettivo, di continuare con le dovute precauzioni a fare una vita normale. Non c'è alcun motivo per prendere d'assalto i supermercati e le farmacie: le mascherine lasciatele a chi è malato, servono solo a loro. La velocità con cui una malattia può spostarsi da un capo all'altro del mondo è figlia del nostro tempo: non esistono muri che possano fermarlo. Secoli fa si spostavano ugualmente, solo un po' più lentamente: ce lo insegnano Manzoni e forse ancora di più Boccaccio. È l'avvelenamento della vita sociale, dei rapporti umani, l'imbarbarimento del vivere civile. L'istinto atavico, quando ci si sente minacciato da un nemico invisibile, è quello di vederlo ovunque; il pericolo è quello di guardare ad ogni nostro limite come ad una minaccia, come a un potenziale aggressore. Rispetto - e concludo, signor Presidente - alle epidemie del XIV e del XVIII secolo noi abbiamo dalla nostra parte - e lo ha sottolineato il Ministro - la medicina moderna. Non è poco, credetemi. I suoi progressi, le sue certezze. Usiamo il pensiero razionale di cui è figlia per preservare il bene più prezioso che possediamo: il nostro tessuto sociale, la nostra umanità. Se non riusciremo a farlo, la peste avrà vinto davvero. Vi aspetto presto a scuola. Una lezione di scuola vera, di pensiero e di educazione alla persona. Credo una lezione a tutti noi (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Emanuela Rossini. Ne ha facoltà.

EMANUELA ROSSINI (MISTO-MIN.LING.). Presidente, Ministro Speranza e colleghi tutti, desidero innanzitutto ringraziare il Governo per l'impegno profuso in queste settimane nel trovare risposte unitarie e condivise con le regioni: è stato molto importante, ma anche quello di mettere in campo uno spirito di unità di cui c'era bisogno; il Paese ha bisogno di questo. Noi tutti ci sentiamo investiti di una responsabilità della chiarezza a tutti i livelli dello Stato, proprio per fornire risposte e informazioni equilibrate, non tanto rassicuranti, ma corrispondenti alla reale situazione.

Credo siano stati molto importanti per il Paese gli incontri internazionali che lei, Ministro, ha fatto ieri con altri ministri della sanità, e questo perché ha fatto percepire ai nostri cittadini cos'è l'Europa e il bisogno e la necessità di rafforzare il coordinamento a livello europeo. Ora, io credo che se da questa emergenza uscirà un protocollo unitario su come affrontare emergenze simili, con fenomeni transnazionali come eventuali pandemie, questo è il regalo che l'Italia farà all'Europa. Facciamolo, Ministro, usiamo il lavoro che stiamo facendo, la ricerca, il nostro sistema, per regalare all'Europa il protocollo; e ribaltiamo immediatamente la situazione, perché noi a brevissimo tempo dobbiamo comunicare al mondo questo: l'Italia è forte e unita, ma perché ha messo a punto con metodo e utilizzando proprio… Usiamoci come laboratorio, proprio perché ci sono stati Paesi che hanno ritardato a comunicare, che non sono stati trasparenti. Allora il nostro Paese lavora anche a beneficio degli altri Paesi. Ribaltiamo la comunicazione. Noi tutti siamo sul territorio, facendoci carico anche di rassicurare i nostri cittadini dalle loro paure. Le paure sono parte del nostro essere umani, quindi non vanno né banalizzate e né ridicolizzate; però dobbiamo dire ai nostri cittadini, come è stato chiaramente detto anche da lei, Ministro, che tutto il lavoro che stiamo facendo e le misure in atto sono precauzionali, sono a scopo preventivo. E anche il decreto-legge approvato oggi è per contenere l'eventuale diffusione del virus, questo è molto importante.

PRESIDENTE. Deve concludere.

EMANUELA ROSSINI (MISTO-MIN.LING.). Grazie, grazie del lavoro di tutto il Governo (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Tasso. Ne ha facoltà.

ANTONIO TASSO (MISTO-MAIE). Presidente, Ministro Speranza, io mi associo al ringraziamento che altri colleghi hanno espresso al Governo e a tutti i soggetti che si sono prodigati nel contrasto di questa emergenza; così come esprimo il cordoglio per chi ha subito delle perdite dolorose. Di questa breve analisi non posso non riprendere i dati che lei, Ministro, ci ha fornito, e che indicano che la situazione è seria, assolutamente da non sottovalutare, così come infatti non l'avete sottovalutata e non l'abbiamo sottovalutata, ma che non giustifica l'allarmismo drammatico a cui abbiamo assistito, sfociato negli assalti ai supermercati, alle farmacie, agli ospedali, intasando i numeri telefonici con chiamate anche quando non ve n'era reale necessità, e che sta causando danni economici di enorme portata. Il nostro Paese sta affrontando in maniera responsabile e competente questa emergenza; sono state divulgate informazioni in maniera trasparente e senza calcoli pregressi. Non sono certo però che nei nostri confronti sia stata utilizzata pari trasparenza, perché nessuno mi convincerà del fatto che il nostro Paese è un Paese infetto, mentre i nostri vicini europei, stando ai pochissimi dati che sono trapelati, sono praticamente immuni, quasi immacolati. Così come non posso accettare le agenzie di stampa che ci arrivano, e dipingono i nostri concittadini che si recano all'estero come i nuovi untori, discriminati ingiustamente e incomprensibilmente negli scali portuali e aeroportuali, perché è stato passato un messaggio errato e distorto da un catastrofismo che, mi permetto di dire, in alcuni casi è stato “tafazziano”. La mia esortazione al Governo, esplicitata in un ordine del giorno accolto oggi, è che al primario interesse di debellare e risolvere questo problema si affianchi anche una massiccia opera informativa che rimetta questa vicenda nel suo giusto perimetro. Nell'ambito sanitario l'Italia è un Paese serio e responsabile, e chi vorrà onorarci con la sua presenza correrà né più e né meno i rischi che si corrono negli altri Paesi europei (Applausi di deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. È così esaurita l'informativa urgente.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Giovanni Russo. Ne ha facoltà. Si intende che vi abbia rinunziato. Ha chiesto di parlare il deputato Rizzetto. Ne ha facoltà. Si intende che vi abbia rinunziato. Ha chiesto di parlare il deputato Zanichelli. Ne ha facoltà.

DAVIDE ZANICHELLI (M5S). Presidente, io ho deciso di intervenire perché questi giorni che ha passato la mia terra, ma in generale, a parte l'Emilia-Romagna, tutta la Pianura Padana e forse ancora di più, tutta l'Italia, sono stati giorni difficili, e questo lo sappiamo. Io ci tenevo a ringraziare tutti gli operatori che con il loro tempo hanno rischiato anche in prima persona in questi giorni, in cui l'emergenza Coronavirus si è fatta sentire. Io desidero ringraziare i medici, i sanitari, gli infermieri, ed in generale tutti, anche i volontari, che si sono spesi in questi giorni, e sinceramente rischiando anche del loro.

E non solo, perché anche le istituzioni sono state quelle maggiormente a contatto con i cittadini quando chiedevano risposte e chiedevano informazioni: i sindaci, i prefetti, le forze dell'ordine, anche la Presidenza del Consiglio e la Protezione civile, con Angelo Borrelli. Sono stati giorni difficili perché il sistema dell'informazione… Sostanzialmente bastava accendere la televisione e si sapeva già che si sarebbe parlato in TV di Coronavirus, perché le TV e i giornali da giorni non parlano d'altro. Ed è normale a questo punto che poi le persone, soprattutto quelle più fragili, si preoccupino e succeda quello che abbiamo visto coi nostri occhi: la grande distribuzione presa d'assalto, le strade svuotate, un sacco di prenotazioni… Io ho parlato con Federalberghi, perché a Parma c'è Parma 2020, io ho parlato coi sindacati, coi lavoratori, come molti dei nostri colleghi stanno facendo. Ci sono state reazioni… Presi dal panico, i clienti hanno disdetto alberghi per ottobre, cosa che francamente… Ovviamente, è chiaro, è la preoccupazione, però sta creando problemi. Ed è stato un bel gesto il voto unanime di questo pomeriggio al decreto-legge sul Coronavirus.

Quello che però secondo me quest'Aula deve apprendere, e in generale la politica, soprattutto per il futuro, è che quello che ci è capitato come Paese, oltre a rinsaldarci, ci deve insegnare una lezione. Anzi, in realtà è più di una lezione: in particolare a mettere nella giusta dimensione il fenomeno quando capita. Io vengo da una terra in cui oltre 200 morti ci sono quotidianamente, per l'aria respirata. Ricordiamoci che il sistema sanitario pubblico è importante e dobbiamo tutelarlo. E infine ultimo, ma non meno importante, il telelavoro: abbiamo una proposta di legge sullo smart working, e credo che sia l'occasione a questo punto di darle un impulso (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Emiliozzi. Ne ha facoltà.

MIRELLA EMILIOZZI (M5S). Presidente, il Coronavirus ha fatto suonare la sveglia più forte che l'Italia abbia sentito negli ultimi 10 anni: tra le 17 e le 20 di sabato scorso ciò che fino a quel momento era un problema sanitario di un Paese tutto sommato lontano, la Cina, è diventato di colpo il pensiero ricorrente di ogni cittadino italiano, un incubo domestico, un disastro sociale ed economico, oltre che sanitario. Qualcuno adesso vuole insinuare che qualcosa non ha funzionato nei dispositivi di contenimento approntati fin dall'inizio di questa emergenza planetaria. Io credo invece che il nostro Governo abbia fatto tutto quanto era possibile e anche di più, ma che purtroppo nel mondo globalizzato non sia davvero possibile contenere un virus che come vettore ha una goccia di saliva, o un semplice starnuto di una persona che non mostra altri sintomi di malattia. Qualcuno purtroppo sta cercando di speculare su un'emergenza che rischia di travolgere tutti, compresi gli stessi speculatori; qualcuno, con operazioni politiche o commerciali, sta proditoriamente cercando di rompere il fronte dell'unità nazionale, l'unica barriera che possiamo porre tra noi stessi e il disastro. Qualcuno, e penso a un governatore regionale in particolare, una persona che per provenienza geografica ed impegno politico io conosco, si sta qualificando per ciò che è: un personaggio più preoccupato per il proprio avvenire che per la sua regione; qualcuno che parla di prudenza ma rifugge il confronto; qualcuno che usa un'espressione come “staremo a vedere chi ha fatto bene, noi o il Governo” o “il Governo che si oppone”, piuttosto che spiegare i motivi di certe scelte.

Il suo eloquio, oltre alle sue azioni, lo qualificano per ciò che è. Non varrebbe nemmeno la pena di parlarne, se non fosse che è un ottimo esempio per illustrare tutto quanto un Governatore non dovrebbe fare. Agire in solitaria per consenso elettorale, ignorando che il Coronavirus è un problema di tutti e che le decisioni devono essere prese con una visione d'insieme. I dati che ha illustrato stasera il Ministro della salute sono stati chiari e completi. Le misure sanitarie, i presidi medici, le misure applicative vanno nella giusta direzione: si poteva fare di più? Onestamente non penso.

PRESIDENTE. Concluda.

MIRELLA EMILIOZZI (M5S). Ma solo il tempo può dirci se è così. Quel che so è che ora dobbiamo lavorare tutti insieme per fronteggiare questa emergenza nel modo più efficace, a tutti i livelli. A livello sociale il Coronavirus è la prima epidemia dell'era dei social e dell'always online.

PRESIDENTE. Deve concludere.

MIRELLA EMILIOZZI (M5S). Sì. È a questa emergenza che tutti noi, come Parlamento, dobbiamo far fronte. Dobbiamo superare ogni divisione ideologica e lavorare tutti nella stessa direzione, sostenendo la nostra economia, le nostre aziende, chi rischia di perdere un anno di lavoro o una stagione turistica intera per colpa di un virus che fa paura.

PRESIDENTE. Ha finito il tempo.

MIRELLA EMILIOZZI (M5S). Credo che il nostro Governo lo stia facendo e credo che sia compito di quest'Aula sostenere e potenziare le sue iniziative. Ringrazio tutti gli addetti che si sono prodigati per far fronte a questo difficile momento, grazie (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Billi. Ne ha facoltà.

SIMONE BILLI (LEGA). Grazie Presidente Fico, girano voci, rumors, indiscrezioni giornalistiche sul fatto che misure precauzionali estreme, nel caso in cui il numero dei contagi per il Coronavirus possa aumentare ancora nelle prossime settimane, che si possa rinviare il voto sul referendum costituzionale, già previsto a fine marzo. Presidente Fico, la rete consolare sta già lavorando per preparare il materiale elettorale. Ricordo che entro metà marzo dovrebbe essere inviato a tutti gli italiani residenti all'estero, che dovranno votare e poi dovranno reinviare il plico votato al proprio consolato di riferimento entro il 26 marzo. Quindi, Presidente Fico, ottimizziamo le risorse, evitiamo spese inutili a carico dei già magri budget dei nostri consolati. Le faccio un appello, Presidente Fico: avvisi in tempo la rete consolare, in caso di rinvio del referendum, grazie mille.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Angiola. Ne ha facoltà.

NUNZIO ANGIOLA (MISTO). Grazie Presidente, sul territorio della Murgia e dell'Alta Murgia barese è molto diffusa, come in numerose altre parti d'Italia, la pratica dell'apicoltura, ossia dell'allevamento delle api allo scopo di sfruttare i prodotti dell'alveare. La specie animale delle api è in declino, minacciata com'è da pesticidi, dalla perdita di habitat, dalla diffusione indiscriminata della monocultura, dai parassiti, dalle malattie e, soprattutto, dai cambiamenti climatici. Tutti sanno, infatti, che le api non producono solo miele: dalla loro opera d'impollinazione dipende un terzo degli alimenti che si consumano abitualmente, come le mele, le fragole, i pomodori e le mandorle, e la produttività del 75 per cento delle principali colture agricole. Ma parliamo dei pesticidi; recenti studi hanno confermato che i neonicotinoidi danneggiano non solo le api, ma anche i bombi, le farfalle, gli insetti acquatici e persino gli uccelli, con possibili ripercussioni su tutta la catena alimentare. Il 27 aprile 2018 l'Unione europea ha approvato il bando permanente di tre insetticidi di questo tipo, dannosi per le api. È ancora consentito l'uso di altri neonicotinoidi, tutti insetticidi potenzialmente pericolosi per le api e gli altri insetti impollinatori. Ecco, Presidente e cari colleghi, ritengo che il Governo debba adottare le necessarie iniziative per bandire l'uso di tutti i pesticidi dannosi per le api e gli altri insetti impollinatori. Ritengo che il Governo debba adottare tutte le necessarie iniziative per predisporre rigidi standard per la valutazione dei rischi derivanti dall'utilizzo di pesticidi. Auspico, infine, l'aumento dei finanziamenti per la ricerca, lo sviluppo e l'applicazione di pratiche agricole ecologiche, in modo tale da salvaguardare l'agricoltura del nostro Paese e del territorio murgiano, tanto importante anche per la tutela dell'ambiente, grazie Presidente (Applausi di deputati del gruppo Misto).

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Giovedì 27 febbraio 2020 - Ore 9,30:

1. Seguito della discussione del disegno di legge:

S. 1659 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 30 dicembre 2019, n. 161, recante modifiche urgenti alla disciplina delle intercettazioni di conversazioni o comunicazioni (Approvato dal Senato). (C. 2394)

Relatrice: SARTI.

La seduta termina alle 22,45.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nella votazione n. 12 il deputato Casciello ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 18 i deputati De Lorenzis e Magi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale Ddl 2402 - em. 1.100 478 478 0 240 477 1 57 Appr.
2 Nominale em. 1.52 483 483 0 242 209 274 56 Resp.
3 Nominale em. 1.39 482 482 0 242 206 276 55 Resp.
4 Nominale em. 1.14 485 485 0 243 207 278 55 Resp.
5 Nominale em. 1.22 480 480 0 241 207 273 54 Resp.
6 Nominale em. 1.40 481 481 0 241 205 276 54 Resp.
7 Nominale em. 1.53 481 481 0 241 208 273 54 Resp.
8 Nominale em. 1.41 479 479 0 240 207 272 54 Resp.
9 Nominale em. 1.28 478 478 0 240 207 271 54 Resp.
10 Nominale em. 2.63 469 468 1 235 199 269 54 Resp.
11 Nominale art. agg. 2.01 475 441 34 221 182 259 54 Resp.
12 Nominale art. agg. 2.051 482 481 1 241 203 278 54 Resp.
13 Nominale em. 3.52 480 477 3 239 201 276 54 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 19)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale em. 3.3 478 477 1 239 202 275 54 Resp.
15 Nominale em. 3.4 472 471 1 236 199 272 54 Resp.
16 Nominale art. agg. 3.057 474 473 1 237 204 269 54 Resp.
17 Nominale art. agg. 3.06 474 473 1 237 201 272 54 Resp.
18 Nominale em. 4.4 414 414 0 208 172 242 54 Resp.
19 Nominale Ddl 2402 - voto finale 464 464 0 233 462 2 50 Appr.