XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 354 di mercoledì 10 giugno 2020

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA ROSARIA CARFAGNA

La seduta comincia alle 9.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

ANNA RITA TATEO, Segretaria, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Battelli, Benvenuto, Brescia, Cirielli, D'Uva, Daga, Delmastro Delle Vedove, Delrio, Frusone, Gallinella, Gallo, Gebhard, Gelmini, Giaccone, Giachetti, Iovino, Liuni, Lollobrigida, Lorefice, Losacco, Maggioni, Maniero, Molinari, Parolo, Rizzo, Saltamartini, Sisto, Stumpo, Tasso e Zoffili sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente ottantanove, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,10).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sospendo pertanto la seduta, che riprenderà alle ore 9,30. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 9,10, è ripresa alle 9,30.

Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 20 aprile 2020, n. 26, recante disposizioni urgenti in materia di consultazioni elettorali per l'anno 2020 (A.C. 2471-A).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 2471-A: Conversione in legge del decreto-legge 20 aprile 2020, n. 26, recante disposizioni urgenti in materia di consultazioni elettorali per l'anno 2020.

Ricordo che nella seduta di ieri è stata da ultimo respinto l'emendamento 1.229 Prisco.

(Ripresa esame dell'articolo unico – A.C. 2471–A)

PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione e degli emendamenti riferiti agli articoli del decreto-legge.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.230 Prisco, a pagina 4 del fascicolo.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Prisco. Ne ha facoltà.

EMANUELE PRISCO (FDI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, diamo anche…

PRESIDENTE. Colleghi alle spalle del banco del Comitato dei nove, colleghi al banco del Comitato dei nove.

EMANUELE PRISCO (FDI). No, non c'è problema, Presidente, tanto do più fastidio io a loro che loro a me.

Riproponiamo il tema anche questa mattina, in questa maratona del buonsenso che Fratelli d'Italia ha iniziato con una serie di emendamenti che, ovviamente, non hanno l'ambizione di spostare in questi comuni, questi piccoli comuni, seppure perle della nostra Italia, che meriterebbero un'attenzione e una luce particolare non solo da parte di questo Parlamento ma anche in chiave di una riscoperta del turismo nazionale…Questo emendamento, dicevo, per la cronaca fa riferimento al comune di Castel Castagna e credo che il tema sostanziale che continuiamo a riproporre sia quello di poter scrivere le regole del gioco in maniera condivisa. Abbiamo detto e ripetuto - e continuiamo a farlo in questo appello alla maggioranza e al Governo - di scrivere le regole del gioco per le prossime elezioni in modo condiviso.

Non sfugge a nessuno che l'anticipazione e la ristrettezza dei tempi hanno portato, anche in conseguenza del lockdown, in favore dei presidenti delle regioni uscenti di tutti i colori politici (e quindi, ovviamente, a differenza della maggioranza non ne facciamo una questione di calcolo di parte ma di principio) e dei sindaci uscenti un vantaggio di esposizione perché - in alcuni casi anche brillantemente e in alcuni casi meno - hanno gestito l'emergenza COVID e hanno avuto un'esposizione mediatica durante il lockdown, quando tutti gli altri italiani erano chiusi in casa e quando anche i potenziali avversari dei presidenti uscenti piuttosto che dei sindaci erano chiusi in casa. Quindi, va ristabilita, in qualche modo, una sorta di par condicio politica di campo neutrale nella quale far ripartire la gara dallo stesso punto di partenza.

Ovviamente, siamo disponibili a ragionare sul come e sul quando. Noi abbiamo fatto una proposta, che era quella di fissare le elezioni a ottobre. La maggioranza, dopo, diciamo, un lungo peregrinare interno, è arrivata a una data differente, ma io credo che, al di là delle date, siano un po' le regole del gioco che vanno scritte in questa fase. Quindi, ci auguriamo che questa giornata di dibattito parlamentare possa portare a ristabilire regole chiare del gioco che consentano a tutti di presentarsi alle elezioni, di raccogliere le firme, di fare la campagna elettorale e, quindi, di spiegare programmi e istanze dei singoli candidati e ai cittadini di formarsi una piena coscienza per scegliere al meglio sui quattro quesiti, in alcune regioni, che vengono proposti, perché ricordiamo - e concludo, Presidente - che, oltre ai consigli comunali e ai sindaci, si rinnovano, in sei regioni, i presidenti e i relativi consigli e vi è anche il referendum costituzionale sul taglio dei parlamentari.

Quindi, credo che dobbiamo metterci di buona lena. Fratelli d'Italia è già quasi al completo ed è pronta a farlo anche questa mattina. Confidiamo che, ovviamente, medesime istanze vengano da tutte le forze politiche presenti in Parlamento. Credo, anzi mi auguro - se vi è, come ci è stato ripetuto in più circostanze e in alcuni interventi anche di ieri da parte della maggioranza, la buona fede nel voler scrivere queste regole del gioco e non truccare le carte mentre si dà il mazzo - che si possa addivenire ad un testo condiviso, tale da poter garantire, e concludo, Presidente, regole del gioco paritetiche tanto per chi è uscente quanto per chi si candida come sfidante nelle regioni come nei comuni.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Donzelli. Ne ha facoltà.

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Grazie, Presidente. Noi continuiamo a riflettere su questi emendamenti nella speranza di far riflettere la maggioranza. Mi auguro che la notte abbia portato consiglio. Spero che, a commento di questo emendamento e di altri emendamenti, intervenga magari qualcuno della maggioranza per dare segnali di disponibilità a condividere insieme un percorso e a non proseguire con la forzatura delle date e dei tempi.

Ieri dei segnali erano stati dati da alcuni esponenti della maggioranza, però sono stati, diciamo così, un po' isolati. Se arrivassero dei segnali più ufficiali potrebbe essere un tentativo di riportare la discussione in temi corretti nei confronti - ripeto - non tanto dei partiti politici, che devono fare, perché la democrazia impone questo, regolarmente la propria campagna elettorale, ma anche nei confronti degli operatori del turismo, delle scuole, delle nostre famiglie e dei ragazzi, che devono tornare a scuola e non sanno come, quando e perché rientreranno nelle scuole, per evitare che vi sia un'incertezza che si trascina per tutta l'estate anche per le famiglie sul ritorno a scuola. Non lo meritano; meritano dalla classe politica più attenzione e precisione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ceccanti. Ne ha facoltà. Colleghi, vi prego di indossare sempre le mascherine. Prego.

STEFANO CECCANTI (PD). I colleghi Prisco e Donzelli ci chiedono se la notte abbia portato consiglio, ma il consiglio lo ha portato ieri il collega Fassino. Ribadisco i due punti che ha spiegato il collega Fassino. Punto primo: non c'è una discussione sulla data. La data si pone al centro di due esigenze: il rapporto con l'opposizione e la leale collaborazione con le regioni. Non perché ci stia a cuore questa o quella maggioranza politica in una regione, ma perché l'articolo 122 della Costituzione ci dice che questa è materia concorrente e noi abbiamo già fatto degli interventi piuttosto forti sulla materia regionale, compresa una norma cedevole sulla raccolta di firme che è ai limiti della compatibilità costituzionale.

Quindi, la vera discussione è sul secondo punto che aveva spiegato il collega Fassino, che è quello della possibile anticipazione della raccolta di firme, perché quell'anticipazione consentirebbe esattamente quello che dice il collega Prisco. La legge sulla par condicio funziona con una scansione in due tempi. Fase uno: c'è una par condicio che si attiva col decreto di indizione, che vale per le forze politiche già rappresentate; fase due: si presentano le candidature e la par condicio scatta sulle candidature. Allora, è chiaro che, se noi spostiamo i termini della presentazione delle candidature, si espande la fase due e scatta la par condicio tra i candidati e non tra le forze rappresentate.

Se questo è il punto di ragionevolezza dell'insieme se ne può discutere, ma lo ha già spiegato ieri il collega Fassino.

Si tratta di verificare puntualmente le cose, ma siamo nell'ambito di cose ragionevoli. Quindi, il primo punto non c'è, il secondo c'è, c'è nei termini in cui lo aveva spiegato ieri il collega Fassino, con massima flessibilità poi sugli strumenti pratici e su come scriverlo, grazie.

PRESIDENTE. Onorevole Foti.

TOMMASO FOTI (FDI). Signora Presidente, il collega Ceccanti ha in questo momento tradotto e declinato in modo direi più appropriato quello che era stato un pensiero - vorrei ricordarle, collega Ceccanti - espresso a titolo personale, disse, dall'onorevole Fassino. Se questa declinazione dell'onorevole Ciccanti è una declinazione che viene a nome della maggioranza, sarebbe opportuno poter valutare la disponibilità della maggioranza e quindi, in questo caso, del relatore o della Commissione, alla presentazione di un emendamento, un emendamento che ovviamente dovrebbe poi essere discusso nel Comitato dei nove, per poter poi avere un suo percorso d'Aula. Quindi, mi pare che la questione da lui posta inizia ad avere un accenno di risposta, ma è evidente che va concretizzata in altro modo, perché dalle parole bisogna necessariamente passare ai testi e poi ai fatti, e cioè all'approvazione di un eventuale emendamento, torno a ripetere, della relatrice o della Commissione.

PRESIDENTE. Onorevole Fornaro.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signora Presidente, ma io credo, anche in qualche modo, per il suo tramite, rispondendo al collega Foti, che quello che ha prospettato il collega Ceccanti sia una soluzione praticabile, che risponde a un'esigenza oggettiva, che è quella di una campagna elettorale in un contesto assolutamente originale e differente rispetto al passato. La soluzione tecnica - peraltro, era stato oggetto anche di un emendamento, all'inizio dei lavori della Commissione, da parte della - è quella di anticipare il deposito delle candidature e delle liste al quarantacinquesimo e quarantaquattresimo giorno, invece che al trentesimo e al ventinovesimo. In questa maniera, concretamente si depositerebbero - adesso bisogna vedere il calendario esatto - attorno al 4 o 5 o 6 di agosto, quindi superando anche l'obiezione diciamo di un deposito in una settimana, con tutte le problematiche che i colleghi di Fratelli d'Italia - sia da un punto di vista turistico, eccetera, eccetera - hanno lungamente sottolineato. Quindi, credo che questa possa essere una strada praticabile, è una strada ragionevole, allunga sostanzialmente la campagna elettorale di una quindicina di giorni, allunga la par condicio di quindici giorni e consente, io credo, di avere un quadro che risponde anche a non tutto ovviamente, ma a molte delle obiezioni che i colleghi di Fratelli d'Italia, in questi due giorni, ci hanno sottoposto nei loro interventi. Quindi, credo che sia una strada che, per quel che mi riguarda e ci riguarda, ma credo possa incontrare ovviamente il favore anche degli altri colleghi della maggioranza, praticabile e anche tecnicamente io credo assolutamente fattibile, tenuto conto che torneremo al passato, perché già in passato c'erano i quarantacinque giorni, quindi in qualche modo riporteremmo in vigore una norma che, in passato, prevedeva diciamo un distanziamento maggiore tra il deposito delle liste e il giorno delle elezioni.

PRESIDENTE. Colleghi, le mascherine: è obbligatorio indossarle. Onorevole Maschio, l'onorevole Maschio è in Aula? è presente nelle tribune o in Transatlantico? No? Passiamo allora all'onorevole Deidda. Prego, onorevole Deidda.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente, ben trovato sottosegretario. Sembra che appunto la mattina porti a un clima molto più disteso e più collaborativo, anche perché a parlare del comune di Castel Castagna, un paese che ha visto, in quarant'anni, dimezzare la propria popolazione e che soffre lo spopolamento, è sicuramente importante il dover pensare di affrontare le comunali e sappiamo quanto è difficile organizzare delle comunali: può sembrare un paradosso, ma organizzare delle comunali un comune così piccolo abbisogna di direttive chiare, del tempo necessario, ma soprattutto delle garanzie per la sicurezza dei cittadini. Quindi, a questo proposito, speriamo che dalle parole si passi ai fatti, grazie.

PRESIDENTE. Onorevole Lollobrigida, prego.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Grazie, Presidente. Io volevo cercare di capire, bene, quello che il collega Ceccanti ha fatto risultare dal suo intervento, perché ovviamente cercare di migliorare questo decreto è lo scopo che ci siamo posti fin dall'inizio della discussione e quindi, se ci fosse una proposta, se ci fosse la possibilità di capire se il collega intendeva proporre una sospensione dei lavori per lavorare su un miglioramento del testo oppure quale potesse essere il percorso che lui, da esponente autorevole della maggioranza, immaginava per poter arrivare a un obiettivo che lui si pone e che noi anche ci poniamo, ricordando però al collega che, anche sulla prima parte, qui noi stiamo ragionando di poco o di nulla, nel senso che, anzi, sarebbe opportuno - lo dico con franchezza - che si affacciasse in quest'Aula il Ministro Boccia - Ministro Boccia - perché al Ministro Boccia più volte abbiamo chiesto di un confronto, anche a latere delle vicende parlamentari, per evitare tutto questo e non siamo riusciti ad ottenerlo. Quindi, se venisse qui sarebbe anche meglio, perché è quello che ha avuto i rapporti con le regioni. Mi scuso Presidente, solo per concludere: qui stiamo ragionando non di votare a ottobre o di evitare il voto a ottobre, perché a ottobre una parte degli elettori, anche se si dovesse votare il 20 per il primo turno, voterà lo stesso. Stiamo ragionando se votare il 20 o votare il 27, quindi anche il primo punto che Ceccanti metteva in discussione, insomma, è degno ancora di approfondimento e sarebbe il caso di farlo anche con la presenza del Ministro Boccia; la seconda parte, invece, siamo interessati a capire, perché mettere in condizioni tutti di svolgere una campagna equilibrata e partecipata credo possa essere un obiettivo comune dell'intero Parlamento.

PRESIDENTE. Onorevole Baldelli.

SIMONE BALDELLI (FI). Grazie, Presidente Carfagna, visto che la notte porta in qualche modo consiglio, volevo riuscire a capire, sempre partendo dal presupposto che stiamo parlando del consiglio comunale di Castel Castagna, se ci fosse stato un rinsavimento o una revisione di alcune posizioni, anche in relazione alla sovrapposizione tra le amministrative e le regionali e il referendum costituzionale, che nulla ha a che vedere con questa materia; se ci fosse un cambio di parere, ad esempio, sull'emendamento che prevede l'abbinamento almeno col secondo turno di ballottaggio, se ci fosse un cambio di parere, almeno, con l'emendamento che prevede che si debba fare una campagna elettorale dove si dà un'informazione chiara, coerente, vera, proporzionata, ma anche con rispetto delle varie posizioni tra il sì e il no, quindi un equilibrio agli elettori e ai cittadini italiani; se, insomma, in un Parlamento in cui tutti i gruppi parlamentari hanno votato a favore di quella scellerata riforma che taglia di un terzo la nostra rappresentanza e che ci lancerà verso la “fase 4” o la “fase 5” con un terzo dei rappresentanti politici in questo Parlamento, dopo che abbiamo ascoltato tutti riempirsi la bocca dell'importanza del Parlamento sotto il COVID-19, di chi lo voleva convocare 24 ore su 24, di chi lo voleva tenere aperto tutti i giorni, anche d'estate, eccetera, adesso arriveremo alla “fase 4” con un terzo del Parlamento in meno.

In questa follia, vi è balenata in testa anche l'idea di cercare di evitare di farla proprio così sporca, questa porcata dell'election day con il referendum consultivo oppure su questo siete rimasti determinati, perché la maggioranza l'ha imposto come ricatto, il MoVimento 5 Stelle? Perché credo che anche questa possa essere una riflessione che vada messa in campo in un certo modo. O siete solo sensibili alle questioni di equilibri interni? Perché vi ricordo che il vostro Governo è nato mettendo al primo punto quella scellerata riforma: al primo punto dell'agenda politica! E non per ragioni geopolitiche e istituzionali, ma perché a ottobre del 2019, il MoVimento 5 Stelle aveva l'Italia a 5 Stelle a Napoli, e allora bisognava dare a loro la possibilità di arrivare a quella data sbandierando il taglio dei parlamentari! Io credo che un centrodestra degno di questo nome, in questo momento, con una fase di drammaticità, di difficoltà economica del Paese, dovrebbe farla una riflessione su questo tema, e magari domandarsi se non sia il caso di cambiare registro e di dire che, se c'è la necessità o l'ipotesi di fare una riduzione del numero dei parlamentari, essa va fatta con una riforma che permetta ai cittadini italiani, così come oggi possono scegliere il loro sindaco e il loro presidente di regione, di poter scegliere finalmente da chi essere governati, e non di essere governati dal signor nessuno, messo dai partiti in un momento di comodità, che poi magari per mille ragioni ti rimane a vita piantato sulla poltrona di Palazzo Chigi!

Io questo credo che un centrodestra debba fare, così come credo che il Partito Democratico, che su quella proposta presentava la pregiudiziale di costituzionalità, almeno oggi, insieme a LeU, dovrebbe farsi una domanda e porsi in coscienza una risposta, di fronte alla “porcata” dell'accorpamento, e dovrebbe riflettere se forse non pesi di più, in questo Paese, il diritto degli elettori a vedersi coinvolti in una campagna referendaria veramente equa, giusta, bilanciata, o se non debba pesare, rispetto a questo, invece, il ricatto morale dei Cinquestelle, che, per pura convenienza politica, già a marzo, mentre l'Italia andava incontro alla pandemia e mentre noi del comitato promotore dicevamo: cancellate la data del 29, avevano ancora in mente - già in mente! - questa “porcata”, nascondendosi dietro al dito del risparmio di qualche decina di milioni di euro, mentre oggi votiamo sforamenti per decine di miliardi.

Questa è la domanda, ma forse non fa comodo a questo Parlamento discutere di questo, perché gli argomenti scomodi vanno messi da parte, come la campagna referendaria. Ci vorrebbe un po' più di dignità, perché, se ci fosse stato il voto segreto in questo Parlamento su quella riforma, si sarebbero contati sulle dita di due mani, forse, i favorevoli.

PRESIDENTE. Onorevole Rotelli.

MAURO ROTELLI (FDI). Grazie, Presidente. Io seguo il ragionamento, è chiaro che la questione non è esclusivamente una settimana in più o in meno per quanto riguarda le elezioni, ma al centro ci sono almeno tre tematiche sulle quali noi, come ha già espresso il capogruppo Lollobrigida, vorremmo capire se c'è la disponibilità a concretizzare, attraverso un percorso parlamentare, la difesa di quelle che sono le regole per quanto riguarda la par condicio e magari anche l'estensione delle stesse, il blocco magari della possibilità di modificare i sistemi elettorali per quanto riguarda le regioni e più tempo - come sottolineato dal collega Fornaro, mi sembra - per la presentazione delle liste stesse e delle firme a sostegno delle liste. Quindi, ritengo che tutto questo, che ormai sta al centro della discussione ed è stato focalizzato, Presidente, debba concretizzarsi in una proposta emendativa, in un atto parlamentare che permette a questo punto di sbloccare la situazione per poter arrivare ad una decisione unanime, che possa sostenere il provvedimento legislativo.

PRESIDENTE. Onorevole Ferro.

WANDA FERRO (FDI). Grazie, Presidente. Anche rispetto a quanto è avvenuto negli ultimi interventi qui in Aula, anche da parte di esponenti autorevoli della maggioranza, riteniamo che le questioni poste sul tavolo debbano trovare un minimo di possibilità di essere concretizzate attraverso un tavolo di lavoro, attraverso tutto ciò che verrà messo nero su bianco e, quindi, anche rispetto a quelle tre tematiche che diceva il collega Rotelli e che ha anticipato il capogruppo Lollobrigida, che da tempo stiamo cercando di portare avanti. Questo significa, in qualche modo, che è proprio vero che quando c'è la buona volontà non ci possono essere grandi difficoltà.

PRESIDENTE. Onorevole Frassinetti.

PAOLA FRASSINETTI (FDI). Grazie, Presidente. Penso che le riflessioni e gli interventi di stamattina possano auspicare una via per trovare un accordo, una soluzione praticabile, si diceva. Come giustamente ha detto nel suo intervento il collega Foti, e il capogruppo Lollobrigida, per poter trovare e attuare questa soluzione praticabile, è necessario un iter emendativo e penso che ci possano essere i tempi e i modi per poterlo individuare velocemente e, quindi, per poter riuscire ad arrivare ad una soluzione concreta. Chiedo al Governo di impegnarsi su questo.

PRESIDENTE. Onorevole Bucalo.

CARMELA BUCALO (FDI). Grazie, Presidente. Riassumendo, in queste ore con tenacia abbiamo fatto capire quanto sia importante trovare una condivisione su una un tema che è quello di una data, che sia un'espressione democratica, che realmente garantisca gli interessi di tutti. Oggi abbiamo visto che c'è un'ipotesi e ci auguriamo che questa si possa realmente concretizzare in un atto condiviso.

PRESIDENTE. Onorevole Caretta.

MARIA CRISTINA CARETTA (FDI). Grazie, Presidente. Io ringrazio il collega Baldelli per aver ricordato che ci sarà anche un referendum costituzionale, una delle più solenni espressioni di democrazia nella nostra storia repubblicana. Nei telegiornali non se ne sente parlare, i sondaggi tacciono, il tema sta passando sotto silenzio. Ci stiamo avventurando in un territorio molto pericoloso, senza campagna elettorale, senza informazione, senza dare spazio a quel civismo che è libertà e partecipazione. Questa maggioranza vuole veramente comprimere in due mesi la campagna elettorale? Me lo sto chiedendo, mi sto chiedendo se vuole veramente, questa maggioranza, comprimere i tempi della campagna elettorale nella stagione estiva più difficoltosa, mai affrontata dal dopoguerra. Permettetemi di dire che questi sono metodi da Repubblica popolare cinese (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Onorevole Ciaburro.

MONICA CIABURRO (FDI). Grazie, Presidente. Siamo ancora qui, sempre per sollecitare quello che potrebbe e dovrebbe - se vogliamo dare rispetto e dignità a questo giorno del voto, a tutte le comunità che saranno interessate da questa votazione - trovare un accordo su quelle che sono le modalità di una campagna elettorale, della costituzione delle liste e poi, finalmente, l'esercizio del voto in consapevolezza e partecipazione, nel rispetto di quelle che dovrebbero essere ancora, in questo Paese, democrazia e libertà. I comuni, purtroppo, molto spesso fanno fatica a trovare candidati sindaci per tutti quelli che sono problemi di gestione, anche e soprattutto nei comuni più piccoli, e andare a intercettare chi voglia ancora dedicarsi con passione e dedizione rinunciando alla propria vita è sempre più difficile. Serve del tempo, quel tempo che - ci speriamo - vogliate concordare e trovare una soluzione democratica per il giorno delle elezioni (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Onorevole Galantino.

DAVIDE GALANTINO (FDI). Sì, Presidente. Ringrazio il collega Prisco per aver illustrato questo emendamento, che, come tutti gli altri, intende portare delle modifiche risolutive al problema che si presenterà in agosto, quello della campagna elettorale.

Io penso che abbiamo compreso tutti quanto sia necessario stabilire un appuntamento elettorale che non sia nel pieno della stagione estiva, questo perché, come è stato anche ampiamente illustrato dai colleghi di Fratelli d'Italia, dobbiamo tutelare anche la nostra economia, che soprattutto in estate è rappresentata dal turismo.

Quindi, fate le vostre opportune valutazioni, ma troviamo una soluzione efficace per tutti.

PRESIDENTE. Onorevole Bignami.

GALEAZZO BIGNAMI (FDI). Presidente, in realtà abbiamo ascoltato con interesse le dichiarazioni dei colleghi che ci hanno preceduto, che hanno sottolineato anche le preoccupazioni - in particolar modo il collega Fornaro - in ordine all'effettiva sovrapponibilità della data delle elezioni con la ripresa dell'attività scolastica. Ci permettiamo di evidenziare come questa preoccupazione, che Fratelli d'Italia in più e più occasioni ha esposto, sia stata condivisa anche dal presidente della regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, che ha avuto modo di rilevare di essere un po' arrabbiato - che nel lessico del governatore Bonaccini, avendo avuto la possibilità di conoscerlo, significa già abbastanza -, affermando, sulla data delle elezioni regionali, “l'intenzione delle regioni interessate di utilizzare la prima domenica utile del mese di settembre per l'indizione delle regionali, anche al fine di garantire il regolare avvio dell'anno scolastico e di limitare l'eventuale nuovo rischio epidemiologico”, il che credo dimostri il buon senso della nostra argomentazione.

PRESIDENTE. Onorevole Osnato.

MARCO OSNATO (FDI). Presidente, abbiamo ascoltato, con la sua solita capacità e anche riconosciuta competenza, l'onorevole Ceccanti, che ci ricordava - o almeno così ho percepito - che questo decreto non sta a indicare la data delle elezioni, almeno non la data precisa, ma dà la possibilità di individuare una finestra sulla quale poter poi individuare la data precisa. Una finestra ampia, che quindi credo possa permettere al Governo e alla maggioranza di discutere insieme se sia opportuna una data piuttosto che un'altra e soprattutto che possa permettere di ascoltare tutto quel mondo, che noi abbiamo ricordato più volte, del turismo, delle attività riferite al mondo dei trasporti, della ricettività, chiamiamolo anche del divertimento (qui fuori oggi ci sono i rappresentanti dei sindacati dei locali da ballo), insomma tutto quel mondo che l'estate storicamente vede protagonisti di una attività economica rilevante, che può essere appunto - e concludo, Presidente - un'informazione in più per capire qual è la data più opportuna per arrivare a queste elezioni.

PRESIDENTE. Onorevole Bellucci.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Presidente, l'intervento del collega Ceccanti ci fa capire che la maggioranza finalmente si sta proponendo con quella modalità di dialogo, di interlocuzione e anche di ascolto delle opposizioni. Ci apre una speranza, ma non apre una speranza soltanto a Fratelli d'Italia: apre una speranza a tutti quegli operatori del turismo che si aspettano maggiore attenzione, in particolare a quelle regioni del Sud come la Sardegna, la Puglia, la Calabria e la Sicilia, che, in quel periodo dell'anno, cioè agosto e settembre, trovano risposte rispetto ad un'economia che è ancora più dissestata dalla pandemia. Allora, speriamo effettivamente che la maggioranza possa portare avanti questo lavoro di mediazione e rendere possibile la condivisione di una data che possa sollevare dalle sofferenze e dalle fatiche che sono state vissute in questi mesi dagli operatori del turismo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire l'onorevole Fiano. Prego.

EMANUELE FIANO (PD). Signora Presidente, intervengo solo per confermare ai colleghi del gruppo di Fratelli d'Italia e ai colleghi tutti che le parole che qui ha utilizzato l'onorevole Ceccanti sono parole serie. Sul tema che ha illustrato l'onorevole Ceccanti, rispondendo al presidente Lollobrigida sulle questioni specifiche che ieri ha anticipato anche l'onorevole Fassino, noi stiamo proponendo un'interlocuzione seria nel merito delle questioni sollevate per verificare se sia possibile una soluzione che venga incontro alle richieste - alcune delle quali noi consideriamo legittime - e che possono trovare una soluzione tecnica nella scrittura di un emendamento da tutti condiviso.

È in corso una riunione tecnica, Presidente, con i rappresentanti di tutti i gruppi presenti in Aula e con la rappresentanza ovviamente del Governo per verificare appunto se le questioni poste sulla durata e sull'inizio della par condicio, sulle modalità di candidatura e di raccolta delle firme possano trovare soluzione - come io sono certo che sarà - in un emendamento comune. Lo dico in particolare al presidente Lollobrigida perché questa nostra disponibilità è seria, vogliamo che si arrivi, su punti che consideriamo legittimamente sostenuti, ad una soluzione e mi auguro che la comprensione - che l'apertura non è di rito, ma è nel merito - possa aiutare nel prosieguo della conduzione dello svolgimento della discussione di oggi in maniera più tranquilla e reciprocamente rispettosa (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Onorevole Zucconi, ma non è in Aula. Passiamo all'onorevole Acquaroli.

FRANCESCO ACQUAROLI (FDI). Presidente, cogliamo sicuramente con interesse quest'apertura, perché le difficoltà, che abbiamo sollevato nella giornata di ieri e dell'altro ieri, sono sicuramente difficoltà che tutte le realtà, che andranno al voto, incontreranno. Credo quindi che quest'Aula debba farsene carico e cercare di fornire una risposta importante e pertinente alle criticità sottolineate. Siamo fiduciosi, perché le elezioni rappresentano l'elemento culmine della democrazia, l'elemento fondante e se la partecipazione non è garantita, come avrebbe dovuto e potuto essere garantita, sicuramente ci troveremo davanti ad un risultato che può essere viziato.

PRESIDENTE. Onorevole Silvestroni, ma non è presente in Aula. Onorevole Butti, prego.

ALESSIO BUTTI (FDI). Presidente, ho ascoltato, insieme ai miei colleghi, sia l'intervento dell'onorevole Ceccanti sia l'intervento dell'onorevole Fiano e ritengo che non sia più tempo di ammiccamenti più o meno pronunciati o palesi. Ogni tanto sembra che qualche collega della maggioranza apra a scenari innovativi nel merito di questo provvedimento, quindi della battaglia che sta conducendo Fratelli d'Italia, per poi richiudersi nuovamente nell'atteggiamento già più volte dimostrato dalla stessa maggioranza. Allora, Presidente, piuttosto che continuare con una riunione tecnica a latere rispetto ai lavori parlamentari, che il presidente della Commissione o la relatrice, o qualche presidente di gruppo, chieda la convocazione del Comitato dei nove. Il Comitato dei nove, se veramente c'è una disponibilità da parte della maggioranza nei confronti delle proposte dell'opposizione, e segnatamente di Fratelli d'Italia, ne discuterà, ma nel Comitato dei nove. Mi sembra veramente surreale: la Camera continua con un dibattito e qui sotto c'è una riunione tecnica in corso. Presidente, è francamente incomprensibile questo. Io mi appello al buon senso e all'intelligenza della presidente della Commissione piuttosto che della relatrice o di qualche presidente di gruppo della maggioranza perché si riunisca il Comitato dei nove e si decida se veramente ci sono le condizioni tecniche per proseguire.

PRESIDENTE. Onorevole Varchi.

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Presidente, credo che anche l'andamento dei lavori d'Aula di questa mattina dimostri che la notte, invece di portare consiglio, abbia portato confusione. Ciò perché ancora questa presunta apertura, rispetto alle legittime istanze dell'opposizione, che Fratelli d'Italia sta con tenacia rappresentando ormai da tre giorni, non trovano il requisito della concretezza, che è elemento essenziale affinché possano essere anche solo prese in considerazione.

Quindi, io credo che anche questo modus operandi di riunioni a latere, l'assenza del Ministro Boccia, invocata anche dal nostro capogruppo Lollobrigida, siano sintomatiche, in realtà, della non volontà di risolvere i problemi che noi abbiamo evidenziato, anche perché non comprendo come si possa pensare di anticipare la presentazione delle liste a tal punto da sovrapporla con quel divieto di riunioni politiche che ancora non è venuto meno. Non comprendo davvero come si dovrebbero affrontare queste campagne elettorali.

PRESIDENTE. Onorevole Fassino. La prego di indossare la mascherina correttamente.

PIERO FASSINO (PD). Mi rivolgo ai colleghi di Fratelli d'Italia: insomma, cerchiamo di non girare intorno e menare il can per l'aia. Noi vi abbiamo avanzato una proposta, molto semplice, che è quella di anticipare il deposito delle liste. È una proposta che il collega Ceccanti ha illustrato chiaramente, l'onorevole Fiano vi ha ribadito; si tratta di capire se siete interessati a questa proposta o no, e non mettere altre cose. C'è un vecchio proverbio che dice che se vuoi far scendere uno dalla pianta, devi portargli una scala. Noi la scala ve l'abbiamo portata: volete scendere o no (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)?

PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.230 Prisco, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.231 Prisco.

TOMMASO FOTI (FDI). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Presidente, il collega Fassino ci ha posto un problema chiaro, dicendo che vi è una scala e cosa vuole fare Fratelli d'Italia. Premesso che noi le scale le usiamo soltanto per salire e non per scendere, come dimostrano i sondaggi elettorali (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), però, al di là di questo, mi sia consentito, Presidente, di fare una minima riflessione: già nel mio intervento di prima avevo sottolineato la difficoltà di poter dialogare in corso di seduta, perché evidentemente questi tavoli, paralleli o meno, lasciano il tempo che trovano perché vi è anche un'organizzazione dei lavori di fronte alla quale siamo. Poiché Fratelli d'Italia non ha difficoltà a confrontarsi su un'eventuale proposta, noi ufficialmente chiediamo una sospensione dei lavori per 30-40 minuti, per dare modo alle forze politiche che sono nel Comitato dei nove di vedere se vi è una ipotesi di soluzione per quanto riguarda una parte dei problemi da noi sollevati che possa ovviamente portare ad un diverso atteggiamento da parte nostra. Penso che sia chiara la proposta, che qui formalizzo, affinché sia messa ai voti.

PRESIDENTE. Onorevole Foti, quindi lei propone di sospendere la seduta per quaranta minuti al fine di trovare, all'interno del Comitato dei nove, un accordo sulla proposta che pare sia stata avanzata dal Partito Democratico. Chiedo alla relatrice, onorevole Bilotti, cosa pensa della proposta, il suo parere.

ANNA BILOTTI, Relatrice. Parere favorevole, Presidente.

PRESIDENTE. Bene, se non ci sono obiezioni, a questo punto sospendo la seduta.

SIMONE BALDELLI (FI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI (FI). Presidente, chiedo per capire: il nostro blocco di lavori d'Aula era dalle 9 alle 12. Volevo capire se a questo punto ha senso riprendere alle 11 oppure no.

PRESIDENTE. Allora, riprendiamo alle 11, però è chiaro che slitta la chiusura della seduta e si può concludere la seduta 45 minuti dopo le 12.

SIMONE BALDELLI (FI). Allora, Presidente, mi permetto di rilevare per i lavori del Comitato dei nove che, siccome ci sono anche delle proposte che non riguardano soltanto la materia della par condicio e della presentazione delle liste, ma anche la materia referendaria, mi auguro che il Comitato dei nove colga l'occasione per fare un lavoro anche su questi temi, perché, così come finisce, magari, Fratelli d'Italia su una questione, se ne apre un'altra. Per cui lo faccio presente, dopodiché ognuno si prende le proprie responsabilità.

PRESIDENTE. Chiaro. Sospendo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 11. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 10,15, è ripresa alle 11.

PRESIDENTE. La seduta è ripresa.

Ha chiesto di intervenire la relatrice, onorevole Bilotti. Ne ha facoltà.

ANNA BILOTTI, Relatrice. Presidente, sono qui a formularle una richiesta di un'ulteriore sospensione di un'altra mezz'ora, perché il Comitato dei nove ne ha necessità per la prosecuzione dei suoi lavori.

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, sospendo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 11,30.

La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 11,02, è ripresa alle 11,30.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. La seduta è ripresa.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.231 Prisco, a pagina 4 del fascicolo.

Prima però ha chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori l'onorevole Provenza. Ne ha facoltà.

NICOLA PROVENZA (M5S). Presidente, ritengo opportuno, doveroso in questo momento esprimere la piena solidarietà al Ministro Di Maio per gli attacchi vergognosi, intollerabili che sta ricevendo in queste ore, minacce che addirittura invocano la morte per lui e per i napoletani (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Io penso che in quest'Aula dobbiamo sancire sempre un'azione che porti nella maniera più assoluta a far cessare questo clima di odio. E quindi al Ministro Di Maio diciamo di andare avanti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), diciamo di andare avanti nel suo impegno, perché noi saremo sempre al suo fianco e siamo convinti che saranno al suo fianco tutti coloro i quali credono che in questo momento storico le istituzioni e i valori fondanti della nostra Repubblica vadano difesi, senza “se” e senza “ma” (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Onorevole Fiano.

EMANUELE FIANO (PD). Signora Presidente, il Partito Democratico si unisce nella solidarietà al Ministro Di Maio per le minacce di morte ricevute (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Siamo vicini a lui. Denunciamo un clima di violenza e di odio che compare ogni giorno - anche lei, Presidente, ne sa purtroppo qualcosa - sui social. Ci auguriamo che questo clima possa finire e che, comunque, i responsabili di tali minacce, verso chiunque esse siano rivolte, siano individuati e consegnati alla giustizia (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Onorevole D'Alessandro.

CAMILLO D'ALESSANDRO (IV). Grazie, Presidente. Anche noi esprimiamo la massima solidarietà e vicinanza al Ministro, che non è solo, in questo momento di minacce odiose. Si arriva ad augurare la morte a lui e anche ai napoletani. Io credo che questo clima sia intollerabile e ci convoca tutti nel comprendere, nel capire che è necessario fare fronte comune a chiunque capiti, di qualunque schieramento politico, perché, se la politica non fa fronte comune, perdiamo tutti. E poi accade ciò che sta accadendo, per esempio, in queste ore all'onorevole Ministro Di Maio (Applausi dei deputati dei gruppi Italia Viva, MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Onorevole Baldelli.

SIMONE BALDELLI (FI). Grazie, Presidente Carfagna. La violenza, fisica, verbale, fuori e dentro i social, va sempre condannata, per cui anche il gruppo di Forza Italia esprime convintamente la solidarietà al Ministro Di Maio, in questo caso, e a tutti coloro che sono fatti oggetto di accuse, insulti e minacce di ogni tipo.

Forza Italia lo fa convintamente e lo fa con una coerenza di fondo. Noi non abbiamo mai pagato odiatori che sulla rete vanno a insultare coloro che hanno idee diverse dalle nostre (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), dandogli dei ladri, dei mafiosi, dei criminali o dicendo che loro debbono morire o essere presi e appesi al muro eccetera, eccetera, eccetera. Però, Presidente, mi permetta anche di dire che, se questo clima c'è, è perché non tutti hanno avuto in questo Paese la stessa coerenza, la stessa linearità (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente e di deputati del gruppo Italia Viva) e la stessa onestà intellettuale di Forza Italia, perché qualcuno, su questo clima, ci ha costruito consenso e odio verso l'avversario politico!

Per cui, Presidente, solidarietà al Ministro Di Maio, ma non siamo tutti uguali in questa solidarietà, perché questo clima ha anche delle responsabilità politiche (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente e di deputati del gruppo Italia Viva), da parte di chi l'ha voluto, di chi l'ha creato e di chi ci ha costruito un consenso sistematico (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Onorevole Lollobrigida.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Noi ci uniamo, come gruppo di Fratelli d'Italia, senza alcun dubbio, alla solidarietà espressa oggi nei confronti dell'onorevole Di Maio, del Ministro Di Maio. Così abbiamo fatto sempre nei confronti di chiunque sia stato oggetto di violenza fisica, come è normale, ma anche verbale, attraverso gli strumenti di una volta, ma anche attraverso gli strumenti che sono oggi a disposizione dei leoni da tastiera, che utilizzano questi strumenti per attaccare l'avversario politico e attaccare in genere chiunque vogliano combattere, utilizzando menzogne, fake news e altro.

Ovviamente, alcune delle affermazioni del collega Baldelli sono più che condivisibili. Questo clima, che si è scatenato negli ultimi anni, è frutto anche di un atteggiamento, del quale alcuni hanno beneficiato, poi magari pentendosi in corso d'opera (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Forza Italia-Berlusconi Presidente). E il pentimento, rispetto a questo, è un valore. È un valore che noi riconosciamo e speriamo che quest'Aula parlamentare torni ad essere il luogo del dibattito, il luogo nel quale, oltre il livello di guardia, ci si renda conto che le istituzioni vanno difese, che il Parlamento va difeso, che qui non c'era niente da aprire, che dovesse essere mostrato nelle sue perversioni, perché il dibattito democratico e la dialettica democratica sono cose alte, e smettere di usare i social come strumento di aggressione. Noi non condividiamo le censure e non condividiamo gli strumenti che impediscono l'espressione. Sarebbe sufficiente che le forze politiche, unitamente, come stanno facendo in questa occasione, condannassero sempre e comunque qualsiasi meccanismo di questa natura, per limitarne la portata, per rendere ininfluenti le affermazioni che vengono fatte, magari attraverso questi nuovi strumenti, che permettono di replicare per migliaia di volte lo stesso messaggio, inondando i social.

Quindi, la nostra solidarietà a Di Maio, sperando, per una volta, magari dal MoVimento 5 Stelle, di avere analogo trattamento verso l'aggressione di tanti esponenti politici, che in questi anni sono stati aggrediti, anche magari attraverso siti a loro riferibili (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Onorevole Formentini, prego.

PAOLO FORMENTINI (LEGA). Grazie, Presidente. Anche la Lega si unisce alla condanna di questi atti vergognosi e vili dei cosiddetti leoni da tastiera. Siamo solidali con il Ministro Di Maio, perché la democrazia non può tollerare questi attacchi e queste minacce di morte. Lo facciamo da persone che hanno appena vissuto il dramma della Lombardia, con un presidente di regione attaccato vilmente, quotidianamente, ed oggi sotto scorta (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente). Un abbraccio al Ministro Di Maio (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Onorevole Basini, lei ha chiesto la parola, ma l'orientamento della Presidenza è quello di rispettare la prassi precedente e, quindi, di concedere la parola soltanto a un rappresentante per ogni gruppo parlamentare. Quindi, darei la parola all'onorevole Conte.

FEDERICO CONTE (LEU). Grazie, Presidente. Voglio associarmi, a nome del mio gruppo e non soltanto con una formula di stile, alla solidarietà nei confronti del Ministro Di Maio, che rappresenta il Governo italiano e che, quindi, merita e ci chiama doverosamente a un'espressione di condanna e di stigmatizzazione dei comportamenti, quali quello che lo riguardano oggi, come persona e come membro delle istituzioni.

Occorre che non sia una formula di stile, che non si risolva in Parlamento in un giro di apprezzabili e sicuramente sincere dichiarazioni di solidarietà, ma che questo faccia da monito a ciascun gruppo parlamentare, affinché venga trasferita questa istanza di solidarietà in comportamenti concreti, successivamente, nelle piazze reali e virtuali, dove ciascun gruppo si impegni a svolgere la propria azione politica, la dialettica politica, anche in maniera serrata e dura, com'è giusto, ma senza poi tracimare in condotte che hanno la potenzialità di produrre le rotture che oggi qui stiamo condannando.

Il Paese è in una fase difficile. Attraversa la peggiore crisi sociale e economica dal dopoguerra in poi e ha bisogno, nella diversità, di unirsi. Questo passa attraverso comportamenti concreti.

Da campano, Presidente, poi, in particolare, mi associo, sul piano personale, alla mozione di solidarietà che riguarda l'onorevole Di Maio, perché viene attinto anche con riguardo alla sua origine territoriale. La Campania è una regione in grande difficoltà, è una regione meridionale, che sta soffrendo particolarmente - e da prima - una crisi sociale ed economica che, purtroppo, si predispone ad essere attraversata da forzature, da momenti di tensione e da rotture che devono allarmare tutti, soprattutto, riguardo all'argomento di oggi, alla vigilia di una tornata elettorale, che vedrà in discussione la guida della regione stessa e di moltissimi importanti comuni. Attenzione, quindi, e diamo seguito, con comportamenti reali, concreti e coerenti, al bello afflato che si è realizzato oggi (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Onorevole Tondo, prego.

RENZO TONDO (M-NI-USEI-C!-AC). Grazie, Presidente. Anche la componente Noi con l'Italia esprime la solidarietà al Ministro Di Maio per i pesanti attacchi che ha ricevuto, pericolosi e gravi.

Vorrei solo ricordare, nel 2013, la frase rivolta alla Presidente, allora onorevole Mara Carfagna: “Ti verremo a prendere a casa”; così disse qualcuno sui blog, dopo aver rilevato una polemica con Mediaset. Ecco, vorrei che quel clima, che oggi si ripete, venisse ricordato anche all'epoca e venisse cancellato.

Quindi, massima solidarietà a chi riceve queste offese, solidarietà al Ministro Di Maio, però la memoria è bene che ce la conserviamo tutti (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI-Cambiamo!-Alleanza di Centro).

Si riprende la discussione.

(Ripresa esame dell'articolo unico – A.C. 2471–A)

PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, riprendiamo l'esame dell'emendamento 1.231 Prisco.

Chiede di intervenire per illustrare l'emendamento l'onorevole Prisco? Prego, onorevole Prisco.

EMANUELE PRISCO (FDI). Grazie, Presidente. Nonostante la disponibilità di Fratelli d'Italia, nonostante la disponibilità anche del Governo e di parte della maggioranza a ragionare, purtroppo credo che si siano formulate, forse non volendo, addirittura norme peggiorative rispetto alla composizione delle regole del gioco, il che non consente, ovviamente, di centrare l'obiettivo che tutti noi ci eravamo dati nel tentativo di dirimere le questioni politiche emerse in questi giorni di discussione. Il tema rimane lo stesso, ossia quello di mettere nelle condizioni i cittadini di votare in sicurezza, di consentire agli operatori del turismo di dare benzina a questo importante comparto della nostra nazione, nonché di consentire ai candidati sfidanti, sindaci e governatori, di partire dagli stessi identici blocchi di partenza, dai quali partono gli uscenti che hanno beneficiato, ovviamente, di una sovraesposizione e anche di strumenti economici aggiuntivi rispetto agli eventuali sfidanti. Quindi, siamo sostanzialmente all'anno e al punto “zero”: chi dà le carte, le dà, addirittura, cercando di truccarne una in più rispetto a quelle che aveva già determinato con il provvedimento.

Quindi, immagino che la soluzione proposta sia peggio della volontà di chi la voleva scrivere - ho appreso una qualche volontà e disponibilità da parte della maggioranza -, ma sicuramente, ciò che ne è venuto fuori è addirittura peggio rispetto a quello che andiamo ad approvare con il presente decreto. Per cui, con lo stesso spirito collaborativo e cogliendo, se non altro, lo spirito, il motus e non l'azione, continuiamo ad invitare la maggioranza e il Governo a sedersi di nuovo ad un tavolo e scrivere regole del gioco terze ed imparziali, uguali per tutti, perché quei valori, che ho ricordato in apertura del mio intervento, possano essere valori condivisi, così come ci siamo tutti prefissati di fare.

PRESIDENTE. Onorevole Donzelli.

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Grazie, Presidente. Noi siamo convinti che sia importante provare a scegliere insieme la data del voto, provare a scegliere insieme come aiutare gli italiani in questo momento a non perdere nel mondo del turismo questa occasione; siamo altrettanto convinti che non abbia senso far tornare i nostri figli a scuola per due giorni, senza ancora sapere quanti giorni rimarranno poi, dopo, a casa per le elezioni.

Quindi, siamo a chiedere ancora nuovamente alla maggioranza di stabilire che la data del voto non è ancora chiara; che, prima di stabilire la data del voto, si aprirà un dibattito serio con il mondo della scuola, con il mondo del turismo, si ascolterà quanto è stato detto in Aula da parte dei parlamentari dell'opposizione e che questo decreto, come anche alcuni esponenti della maggioranza hanno fatto intendere, apre una finestra e non stabilisce una data del voto. Anche su questo, noi chiediamo delle risposte chiare in difesa delle famiglie italiane, prima ancora che della democrazia e della politica.

PRESIDENTE. Onorevole Ceccanti.

STEFANO CECCANTI (PD). Grazie, Presidente. Noi abbiamo sinceramente provato a vedere, a partire dalle osservazioni che ieri aveva svolto il collega Fassino, se fosse possibile trovare un punto d'incontro che renderebbe felici tutti, tuttavia i punti di incontro devono sempre essere compatibili con la Costituzione. Ora, può darsi che l'articolo 122 della Costituzione non sia felice nel dare una competenza concorrente in materia elettorale alle regioni, però, finché è quello lì, lo dobbiamo rispettare.

I colleghi dell'opposizione insistono su un'idea, che è quella di dire: separiamo le candidature a presidente di regione dalle liste; cioè, ci sarebbe un periodo in cui ci sarebbero dei candidati presidenti delle regioni indicati come tali dalle forze già rappresentate senza liste di appoggio. Però, noi andremmo a toccare non un dettaglio, ma il cuore delle leggi elettorali regionali, che si basano sull'idea che un candidato presidente di regione esiste perché ha delle liste di appoggio. Quindi, non sarebbe un intervento minimale, sarebbe un intervento che noi, dal centro, prendiamo le leggi elettorali regionali e le riscriviamo nel cuore: questo l'articolo122 non ce lo consente, questo è il punto chiave.

Segnalo che se il problema è la par condicio, la par condicio scatta comunque dal momento dell'indizione dei comizi e scatta tra le forze già rappresentate. Quindi, non è che non ci sia la par condicio per i candidati; la par condicio c'è, poi, ovviamente, tra i candidati scatta quando ci sono i candidati e candidato, per il cuore delle nostre elezioni regionali, è il candidato presidente con le sue liste. Questi sono vincoli che noi non possiamo rimuovere: non è che ce la possiamo cavare, dicendo che noi andiamo a toccare la legge sulla par condicio e non tocchiamo la legge elettorale, perché fare questo sulla legge della par condicio - dire che esistono dei candidati presidenti senza liste - vuol dire, anche se io formalmente intervengo solo sulla legge della par condicio, che io stravolgo le leggi elettorali regionali.

Io mi permetto, alla fine, di dire anche una cosa politica: ma se uno teme un eccesso di presenza dei candidati presidenti uscenti, scelga quanto prima il candidato che li sfida, perché, alla fine, la par condicio, la forza politica te la dà di scegliere quanto prima un candidato (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Non è che non riuscendo a scegliere prima un candidato rispetto allo sfidante - per carità, che è difficile per tutti con coalizioni composite -, la risolviamo invadendo la competenza elettorale regionale, cioè con una cosa incostituzionale. Noi siamo disponibili a qualsiasi sforzo per trovare soluzioni nel rispetto della Costituzione: quello è un vincolo che non è disponibile (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori, il deputato Baldelli. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI (FI). La ringrazio, Presidente. Più che altro, per un chiarimento, nel senso che noi abbiamo avuto due sospensioni dell'Assemblea che, complessivamente, hanno interrotto i nostri lavori per più di un'ora. Si è ripresa la seduta come se nulla fosse. Adesso noi stiamo intervenendo sull'emendamento Prisco e io avrei almeno gradito che ci fosse un intervento della relatrice che ci comunicasse a che punto eravamo, anziché sentire dal collega Ceccanti un intervento in dichiarazione di voto, per cinque minuti, sull'emendamento Prisco, che riguarda quello che si sono detti nel Comitato dei nove. Allora, vorrei capire se il Comitato dei nove ha risolto qualche cosa oppure no, perché diversamente facciamo degli interventi continuando a parlare degli emendamenti che sono all'attenzione dell'Assemblea. Diversamente, probabilmente, c'è stata qualche cosa che ci dovrebbe essere comunicata; oppure si decide ancora - è un'altra ipotesi, immagino - di continuare pubblicamente la discussione, che prima era all'interno del Comitato dei nove e ora si fa in Assemblea, però delle due, l'una; o si riprende sugli emendamenti, oppure si risospende e si continua a riunire il Comitato dei nove, oppure si decide che questa è una discussione che serve per prendere tempo per capire se poi c'è un accordo. In quel caso, io mi iscrivo a parlare sugli emendamenti e continuo anche la mia di battaglia.

PRESIDENTE. Non so se la relatrice vuole riferire all'Assemblea gli esiti della riunione del Comitato dei nove. Alla Presidenza risulta che nessuna mediazione è stata raggiunta in sede di Comitato dei nove.

A questo punto, darei la parola all'onorevole Sisto. Prego, onorevole Sisto.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Presidente, grazie. In stretta continuità a quanto detto da Simone Baldelli, volevo però, tecnicamente, in qualche modo precisare quanto il collega Ceccanti ha testé riferito perché rimanesse agli atti dell'Assemblea non soltanto la voce del collega Ceccanti, ma anche quello che è un parere dell'opposizione rispetto alla nuova maggioranza - fino a poco tempo fa eravate in opposizione - che si è creata. Qui deve essere chiaro che siamo di fronte ad un provvedimento emergenziale, quindi tutto quello che viene fatto vale solo per questa fase emergenziale. Questo è un dato fondamentale che priva di qualsiasi censura di incostituzionalità un provvedimento che, avendo le caratteristiche e la caratura dell'eccezionalità, si colloca anche in deroga a determinati principi.

Secondo, ho ascoltato un'applaudita parte dell'intervento del collega Ceccanti secondo cui basta presentare le candidature quanto prima, ma questo è in stridente contraddizione col ragionamento antecedente. Mi chiedo perché non sia possibile agire sulla legge della par condicio con una fattispecie a formazione progressiva. In altre parole, io prima stabilisco una candidatura, soprattutto se non ha bisogno di sottoscrizioni - e tutte le regioni hanno la possibilità di candidati presidenti che possano essere tali senza sottoscrizioni, se appartengono a partiti presenti nella consiliatura ovvero in un ramo del Parlamento - quindi, io posso presentare la candidatura ai fini della par condicio e completare la fattispecie a formazione progressiva col deposito delle liste nel trentesimo giorno. Non capisco perché questo è un ragionamento che non può essere preso in considerazione. Allora - e concludo, Presidente - le cose si possono fare e si possono voler fare, la mia impressione è che qui le cose non si vogliano fare (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Onorevole Maschio.

CIRO MASCHIO (FDI). Grazie, Presidente. Per una mancanza di volontà di dialogo vero da parte della maggioranza, al di là, quindi, dei castelli di carta di proposte improvvisate che sono crollate, poi, al primo tentativo di sedersi al tavolo, ci occupiamo di Castelli, invece, che è un comune che deve rinnovare il consiglio comunale e per il quale riteniamo, come per tutti gli altri, sia totalmente illogico e irragionevole costringere i cittadini, possibili candidati, a effettuare tutte le attività preparatorie e della campagna elettorale nel periodo sostanzialmente attorno a Ferragosto. È una cosa che non ha veramente nessun senso da nessun punto di vista e non è minimamente condivisibile.

Quindi, auspicando che si riprenda il dialogo e ci sia un atto di responsabilità da parte della maggioranza su quello che la nostra formazione ha proposto, nel frattempo, auspichiamo l'accoglimento dell'emendamento sul comune di Castelli.

PRESIDENTE. Onorevole Foti.

TOMMASO FOTI (FDI). Signora Presidente, io ho ascoltato l'intervento dell'onorevole Ceccanti con molta attenzione. Debbo dire che, al di là delle questioni che noi abbiamo già posto relativamente alle famiglie e al turismo sull'opportunità di scegliere una data del tutto non consona, se citiamo l'articolo 122, dobbiamo citarlo per tutto questo decreto-legge. Allora, anche l'election day con l'articolo 122 potrebbe confliggere (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e questo lei non lo può negare, così come non può negare che un conto sono i sistemi elettorali e i sistemi di elezione, di cui parla l'articolo 122, e un conto è quella parte che è propedeutica alla fase squisitamente elettorale, che è quella della preparazione e della presentazione delle liste, che è un altro argomento e che può essere tranquillamente disciplinato con norma nazionale, così come prevede l'ultimo periodo dell'articolo 122, comma 1.

PRESIDENTE. Onorevole Deidda, dalla tribuna.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Purtroppo, le nostre speranze sono state un po' vanificata. Come si suol dire e come si dice in Sardegna: l'asino sardo lo freghi solo una volta. Mi pare che, nonostante il tentativo di dialogo e la nostra buona volontà, come ha detto l'onorevole Sisto, non si voglia, forse, veramente raggiungere l'obiettivo, per poi magari scaricare le colpe su un'opposizione irresponsabile, come dall'inizio dell'emergenza siamo stati definiti.

La verità è che qui di irresponsabile c'è solo il tentativo, perché poi basta vedere cosa fanno i partiti a livello locale, i partiti della maggioranza, quelli che erano maggioranza e opposizione, ma cercano di brigare per cambiare le leggi elettorali, in un momento in cui anche questo Governo ancora non ha abrogato il divieto di assemblea per i partiti politici. Questo è un grave danno e indire elezioni con questo divieto è una chiara volontà di non voler far fare una campagna elettorale a quelle forze che sono maggioranza reale nel Paese.

PRESIDENTE. Onorevole Basini.

GIUSEPPE BASINI (LEGA). Onorevole Presidentessa, onorevoli colleghi, abbiamo sentito dagli interventi di Ceccanti e di Sisto l'ampiezza dei problemi che vengono toccati da questo provvedimento. Non è solo il fatto di una campagna elettorale per forza di cose ristretta, non è solo il fatto, che pure è più importante, di avere spostato la data delle elezioni con un decreto, ma, vedete, è tutta la situazione dello stato di emergenza che è ambigua. Primo, perché lo stato di emergenza non è previsto in Costituzione e, poi, perché è stato applicato in maniera semplificata.

Colleghi, stiamo molto attenti, parlo a me stesso e a tutti i colleghi, ma, ovviamente, di più alle forze di Governo, perché hanno il Governo in mano; stiamo attenti alle semplificazioni, stiamo attenti a non aver cercato e trovato una via sanitaria allo Stato di polizia (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Onorevole Rotelli.

MAURO ROTELLI (FDI). Grazie, Presidente. La straordinarietà della situazione dovrebbe aiutarci a provare a trovare delle soluzioni in linea con quelle che sono le esigenze; invece, Presidente, credo che qui il problema sia rimasto esattamente lo stesso. Molto probabilmente non siamo in grado, noi, di farci capire o non ci capiscono il Governo e la maggioranza. Quindi, proviamo a sottolineare nuovamente quelle che sono le necessità che abbiamo, da ormai un paio di giorni, sollecitato, affinché magari da parte del Comitato dei nove, della relatrice, del professor Ceccanti e degli altri colleghi ci sia la volontà di fare in modo che questa vicenda, che riguarda par condicio, blocco del cambio del sistema elettorale per quanto riguarda le regioni e la presentazione delle liste, non venga utilizzata, come detto dal collega Prisco, non solo per non superare queste difficoltà, ma addirittura per far partorire un testo addirittura peggiorativo, una proposta peggiorativa rispetto a quella della quale ci stiamo occupando in questa maniera. L'invito nuovamente, quindi, che rivolgo tramite lei, Presidente, è alla valutazione di questi aspetti.

PRESIDENTE. Onorevole Baldelli, ha chiesto di intervenire? Sì, a titolo personale.

SIMONE BALDELLI (FI). Presidente, vinco ancora una volta la mia nota ritrosia a intervenire in quest'Aula, perché mi domandavo se gli abitanti del comune di Castelli non rischiassero di confondersi tra le elezioni amministrative e il referendum consultivo. Cito su questo caso un precedente, Presidente, che è quello del 2006. Si tennero, allora, le elezioni amministrative, si tennero il primo turno e il secondo turno e il Governo di allora nel 2006 aspettò due settimane prima di mettere il referendum consultivo, all'interno del quale peraltro c'era la riduzione del numero dei parlamentari, perché come la Presidenza ricorderà e, forse, anche il Governo, c'era all'ordine del giorno la riforma costituzionale del centrodestra che fu respinta. Ma, in quel caso, nessuno pensò di fare la porcata, per tirare da una parte o dall'altra, di abbinare elezioni amministrative che ebbero un esito variegato: fu una tornata elettorale in cui vinse Walter Veltroni a Roma, vinse Rosa Russo Jervolino a Napoli, vinse Letizia Moratti a Milano, vinse anche De Luca a Salerno e tanti altri…

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

SIMONE BALDELLI (FI). Per cui, ci fu un esito incerto, ma nessuno pensò di strumentalizzare quella vicenda a fini di parte, perché si rispettò l'indipendenza della consultazione referendaria (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire l'onorevole Ferro.

WANDA FERRO (FDI). Sinceramente, dispiace molto vedere che non si è potuto raggiungere l'intesa rispetto a quello che in qualche modo si era messo in campo ma soprattutto rispetto all'aspetto tecnico sull'articolo 122 della Costituzione, che il collega Foti ha voluto ribadire con grande chiarezza. Credo che sia veramente un'occasione persa rispetto alla problematica che vede impegnati tanti comuni, che vede in qualche modo richieste legittime e certamente costituzionali rispetto all'impianto che la maggioranza ha già messo in campo che probabilmente, invece, forse andrebbe rivisto in più parti. Noi siamo ancora qui ovviamente a portare avanti le nostre tesi con la convinzione che rimodulare il testo per i punti che abbiamo più volte citato, più volte spiegato, più volte messo in campo possa essere per la maggioranza l'opportunità di non fare un ulteriore decreto che sia solo fatto di problemi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Onorevole Frassinetti.

PAOLA FRASSINETTI (FDI). Grazie, Presidente. Prima di entrare nel merito dell'intervento vi chiedo come mai non sia presente il Ministro per gli Affari regionali e le autonomie Boccia: sarebbe importante averlo qui perché lui è il Ministro competente. Quindi Fratelli d'Italia chiede che il Ministro Boccia raggiunga l'Aula per poter interloquire su tali questioni. Entrando nel merito, penso che il collega Foti abbia spiegato in maniera molto chiara l'articolo 122 della Costituzione che pone la riserva di legge regionale in materia di elezioni. È un articolo che naturalmente parla di incompatibilità dei consigli regionali, però, per quanto riguarda la fase procedurale, non significherebbe infrangere la Costituzione poter entrare nel merito di tale fase che è completamente diversa da quella che la norma invece descrive nella sua essenzialità nella prima parte. Quindi insistiamo per chiamare il Ministro Boccia in questa sede e rivendichiamo la possibilità di trattare l'articolo 122 sotto questo aspetto giuridico.

PRESIDENTE. Onorevole Bucalo.

CARMELA BUCALO (FDI). Presidente, apprendiamo con grande delusione che la maggioranza resta ancorata alle sue posizioni, quindi rifiuta un possibile incontro per trovare una soluzione condivisa da tutti e tutelare gli interessi di tutti e soprattutto permettere una campagna elettorale equilibrata.

PRESIDENTE. Onorevole Caretta.

MARIA CRISTINA CARETTA (FDI). Grazie, Presidente. Ho ancora modo di sottolineare come questa maggioranza sia estremamente sorda alle richieste legittime che arrivano dai cittadini e dal territorio. Nello specifico voglio riferirmi al comune di Castelli che è un famoso per la sua ceramica e famoso per il suo museo della ceramica che è meta di tanti turisti. Una delle entrate ovviamente è proprio quella che arriva dalle attività del turismo che purtroppo quest'anno, a causa dell'emergenza COVID, è mancato. Il turismo inizierà con forte ritardo e, proprio per tutelare il settore del turismo, con l'emendamento 1.231 presentato dai colleghi Prisco e Donzelli chiediamo ancora una volta di posticipare le elezioni. Il posticipo delle elezioni garantirà il tempo per la campagna elettorale, senza penalizzare in tal modo le attività del turismo, ma mi sembra che la maggioranza sia completamente indifferente alle necessità dei nostri cittadini e alle necessità del nostro Paese.

PRESIDENTE. Onorevole Ciaburro.

MONICA CIABURRO (FDI). Grazie, Presidente. Come ha già detto la collega Frassinetti, mi interrogo davvero sul motivo per il quale ci sia questa totale mancanza di interesse da parte del Ministro Boccia ad essere qua con noi oggi per cercare di trovare una soluzione nell'interesse di tutti i cittadini che possibilmente vorrebbero essere coinvolti nella vita elettorale del proprio Paese, coinvolti con la partecipazione ad una campagna elettorale equilibrata e consapevole, ma soprattutto per quale ragione si voglia dare uno schiaffo alle richieste di tutti gli imprenditori del mondo turistico.

Come diceva bene anche la collega Caretta, Castelli è una cittadina che vive di artigianato legato alla ceramica e che lega in qualche modo anche me, la provincia di Cuneo, e mi riferisco alla collezione di fischietti in terracotta: ci si muove anche per questo tipo di turismo. Quindi, perché non ascoltate le esigenze e i bisogni dei nostri concittadini (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Onorevole Galantino. Prego.

DAVIDE GALANTINO (FDI). Presidente, il tema è sempre lo stesso: una richiesta semplice di Fratelli d'Italia di cambiare la data delle elezioni. Adesso parliamo del comune di Castelli: anche tale comune rientra nel circuito dei borghi più belli d'Italia; anche tale comune rappresenta le realtà territoriali che vivono soprattutto di turismo. Ovviamente, c'è anche il tema della scuola che, come ben sappiamo, è già rientrata in modalità “pausa” e non vogliamo certamente mettere in difficoltà i docenti, i genitori, i dirigenti, gli alunni già dai primi giorni del nuovo anno scolastico (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Onorevole Bignami.

GALEAZZO BIGNAMI (FDI). Grazie, Presidente. Io approfitto della presenza sia del sottosegretario Variati che del Ministro D'Incà, a cui mi permetto di rivolgere la richiesta già formulata anche dal nostro presidente Lollobrigida, ovvero che sia presente il Ministro Boccia che ci duole rilevare ed evidenziare che è rimasto del tutto assente durante la discussione, benché sia stato evocato più e più volte un presunto accordo con le regioni stesse. Al contempo, ieri, abbiamo potuto leggere comunicati di agenzia che ribadiscono come invece il presidente Bonaccini si sia definito addirittura un po' innervosito per la vicenda, un po' arrabbiato, perché non vi era stata una indicazione concorde rispetto all'individuazione della data. Quindi, senza voler togliere nulla al sottosegretario Variati e al Ministro D'Incà, chiederemmo intanto se il sottosegretario gentilmente ci può dire qualcosa al riguardo e poi se è possibile sollecitare nuovamente, come ha già fatto il nostro capogruppo Lollobrigida, la presenza del Ministro Boccia affinché ci spiegasse da dove deriva l'individuazione di una data condivisa dal momento che il presidente della Conferenza Stato-regioni, Stefano Bonaccini, che non credo essere dello schieramento di centrodestra, ha chiaramente detto che è una scelta non condivisa con le regioni (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Onorevole Lucaselli. Ne ha facoltà.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Grazie, Presidente. Noi continuiamo a credere che vi sia la possibilità, soprattutto la voglia di capire che portiamo avanti convintamente la discussione in Aula e lo facciamo perché riteniamo che i termini stabiliti dal decreto per portare gli elettori al voto non siano termini corretti né da un punto di vista temporale né per ciò che concerne il rispetto delle normative vigenti. E, allora, noi continuiamo a sostenere che il modo migliore per portare gli elettori al voto in questa tornata elettorale particolarmente complessa, tra l'altro nuova perché nuove saranno le modalità che ci porteranno al voto e che quindi porteranno i cittadini ad esprimere la propria preferenza, sia quello - ne siamo assolutamente convinti - di posticipare la data delle elezioni e lo facciamo soprattutto perché riteniamo che, ad oggi, gli strumenti e i luoghi deputati ad essere utilizzati per le elezioni non siano rispondenti alle normative vigenti.

PRESIDENTE. Onorevole Bellucci.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Grazie, Presidente. L'onorevole Sisto prima e l'onorevole Foti dopo, in maniera sapiente, in punta di tecnica, hanno illustrato alla maggioranza come le motivazioni di anticostituzionalità che vengono addotte sono assolutamente inesatte. Probabilmente, bisogna smetterla di utilizzare la Costituzione e piegarla a proprio piacimento. Se di misura straordinaria si tratta, si deve parlare di intervento straordinario e il decreto deve prenderlo in considerazione e, poiché la nostra discussione si sta inchiodando e incagliando su materie anche regionali, allora continuiamo a chiedervi convintamente di chiedere al Ministro Boccia di essere qui con noi, di poterci chiarire quella confusione rispetto al dialogo con Bonaccini che, evidentemente, non ha portato a una visione comune e che è stato smentito dallo stesso Bonaccini pubblicamente. Aspettiamo, quindi, qui che il Ministro Boccia ci possa chiarire e fare lumi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Onorevole Trancassini.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Sì, grazie Presidente. Io mi permetto di dissentire dalle considerazioni dell'onorevole Ceccanti, perché credo nella politica e penso che ci siano sempre e ci debbano essere sempre margini. La politica ci ha insegnato che c'è la possibilità di trovare delle soluzioni anche quando queste soluzioni possono sembrare lontane e impensabili. Io credo che soprattutto questo momento storico e questo recente passato ci possano insegnare che, appunto, la politica può arrivare dove è impensabile. Lo dice questo Governo, cioè il fatto che avete superato tonnellate di palate di fango che vi siete buttati addosso negli ultimi anni, tanto per ricollegarmi alla solidarietà di questa mattina al Ministro Di Maio, che, ovviamente, faccio anch'io. Dunque, un Governo che riesce a mettere insieme tutti gli insulti che vi siete detti io non credo che non abbia la capacità di risolvere una questione come questa.

PRESIDENTE. Onorevole Acquaroli.

FRANCESCO ACQUAROLI (FDI). Grazie, Presidente. È di tutta evidenza che, con il non raggiungimento dell'accordo, si continua ad evidenziare i rischi e i pericoli che sono connessi allo svolgimento delle elezioni nella seconda metà del mese di settembre, senza preoccuparsi per niente di tutti i risvolti sia dal punto di vista burocratico sia dal punto di vista politico sia dal punto di vista economico. Burocratico, perché tutti gli adempimenti che gravano per la presentazione delle liste, quelli necessari alla presentazione delle liste per il sindaco e il candidato presidente della regione, sono e coincidono con il periodo più importante dal punto di vista economico e turistico.

E poi vi sono i risvolti, che non sono solo quelli dal punto di vista burocratico ma anche quelli dal punto di vista politico, perché svolgere le elezioni in quel periodo significa non garantire la più ampia partecipazione ai lavori politici ai cittadini e a tutte quelle realtà che dovrebbero, invece, credere - soprattutto in un momento come quello attuale - nella possibilità che la politica possa dare risposte serie e concrete.

PRESIDENTE. Colleghi, vi ricordo che, anche all'interno delle tribune, è obbligatorio indossare la mascherina.

Onorevole Varchi, prego. Aspetti, onorevole Varchi; non la sentiamo. Riprovi.

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Ci siamo. Grazie, Presidente. Io intervengo, ancora una volta, auspicando che il sensibile sforzo fatto dal Ministro D'Incà - che da molte ore ormai è in Aula e resiste alla tentazione di porre la fiducia su questo provvedimento, come, invece, ha fatto sistematicamente finora su tutti gli altri - possa essere un buon viatico per la soluzione di questo problema, attesa la volontà, finora soltanto labiale, manifestata dalla maggioranza, di accogliere le osservazioni definite non peregrine e non prive di pregio nel corso dei contatti con la stampa.

Ecco, noi chiediamo sommessamente che a queste valutazioni, condivise con gli organi di stampa, si aggiunga una concreta azione in Aula. Le nostre sono richieste che ascoltano le istanze del mondo del turismo e del mondo della scuola e che ascoltano la logica e il buonsenso di chi, da decenni, è impegnato nella propria militanza politica con un contatto continuo e costante con il territorio.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.231 Prisco, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Ne approfitto, colleghi, per ricordarvi di indossare sempre correttamente la mascherina a coprire naso e bocca, e di rispettare le distanze di sicurezza. Vedo che ci sono diversi colleghi che siedono l'uno accanto all'altro. Vi prego, invece, di mantenere le distanze di sicurezza.

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.232 Prisco.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Prisco. Ne ha facoltà.

EMANUELE PRISCO (FDI). Grazie, Presidente. Ovviamente, non avrei mai mancato di introdurre l'emendamento su un magnifico e meraviglioso comune, che è Isola del Gran Sasso d'Italia, un paese in provincia di Teramo con delle bellezze particolarissime e uniche, per il quale chiediamo una data differente, che possa valorizzare anche in questo comune il suo comparto turistico. Il tema è ancora in discussione, per cui è complesso intervenire e relazionarsi con i colleghi, ma lo facciamo pubblicamente. Il tema rimane sempre quello di scrivere delle regole del gioco che abbiano anche un senso. Siamo partiti dal dover mettere in condizione i comuni e i governatori di dover partire dalla stessa linea di partenza, per arrivare al traguardo secondo la capacità di convincimento dei propri programmi e dei propri candidati a supporto; siamo arrivati al paradosso di scrivere in una norma che, visto che abbiamo motivato l'intero decreto sul rischio di contagiabilità da COVID-19, invece di diluire il termine per la presentazione delle liste - quindi consentire, invece che due giorni, più di due giorni, quindi dieci giorni - siamo arrivati a spostare indietro il termine al primo di agosto. Di fatto, con l'emergenza che ancora non è finita, stando alle attuali normative vigenti, quindi che finisce il 31 luglio, qualcuno dal Governo o dalla maggioranza mi spieghi quale organo, nel rispetto delle leggi di partito, o quale riunione di partito si può svolgere per decidere e determinare le candidature. Se noi scriviamo la norma così come ci viene proposta, di fatto significhiamo che vi debbono essere riunioni clandestine dei partiti per poter presentare le candidature, a meno che non si lascia all'insindacabile giudizio del presentatore della lista di decidere chi è candidato e chi non è candidato. Siamo al paradosso più assurdo e per questo, nel precedente intervento, ho sicuramente colto lo spirito propositivo della proposta che ci è stata avanzata dalla maggioranza, ma, forse, tra lo spirito e l'azione nello scrivere la proposta si è inceppato qualcosa. Confidiamo che ovviamente qualche ulteriore passo in avanti si possa fare e ovviamente manteniamo la disponibilità a ragionare di Fratelli d'Italia, come abbiamo fatto sino a questo momento. E' evidente che bisogna stare anche all'interno di un sistema di realtà, oltre a quello di lealtà, tra le parti. Quindi, continua questa maratona del buonsenso da parte di Fratelli d'Italia per tutti i comuni che vanno al voto, da qui ai prossimi emendamenti, ma anche e soprattutto per ristabilire la necessità di regole del gioco condivise e soprattutto sensate, grazie.

PRESIDENTE. Onorevole Giachetti, prego.

ROBERTO GIACHETTI (IV). Presidente, volevo capire una cosa sull'ordine dei lavori: ho capito bene o alle 13 dovremmo interrompere?

PRESIDENTE. Sì.

ROBERTO GIACHETTI (IV). Volevo fare una proposta, ovviamente la improvviso qui; è semplicemente questa. Noi - lo dico soprattutto ai colleghi di Fratelli d'Italia, ma ovviamente anche agli altri colleghi - signor Presidente, praticamente, adesso riusciamo a fare un altro voto, perché con il numero dichiarazione di voto che ci sono a titolo personale, arriviamo a ridosso delle 13 e poi bisogna sospendere. La proposta che farei, atteso che non vi è nessun giudizio sulla legittimità dell'ostruzionismo che sta facendo Fratelli d'Italia, ma atteso che abbiamo un solo voto, se i colleghi di Fratelli d'Italia fossero d'accordo, noi potremmo, come dire, superare le dichiarazioni di voto a titolo personale, che chiaramente hanno una portata ostruzionistica, legittimissima, e metterci d'accordo che votiamo subito questo emendamento, rinviando tutto a dopo il question time, onde evitare che tutti quanti continuiamo a stare qui altro tempo a dare assolutamente legittimità all'ostruzionismo di Fratelli d'Italia; forse, sapendo che va così, potremmo chiudere qui la seduta con il voto che avremmo fatto tra venti minuti e magari fare altre cose che sono anche più utili, visto che ci sono anche riunioni e visto che ci sono riunioni in cui si sta cercando di andare avanti in un ragionamento. E' semplicemente questa la proposta, grazie Presidente.

PRESIDENTE. Immagino anche per consentire una sanificazione dell'Aula più completa. Onorevole Foti.

TOMMASO FOTI (FDI). Il gruppo di Fratelli d'Italia ritiene che la proposta del collega Giachetti sia pienamente accoglibile, oltretutto in questa mezz'ora, che diversamente avremmo impegnato, può andare avanti quel confronto che, evidentemente, nel Comitato dei nove c'è stato, ma non si è esaurito (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Italia Viva). Quindi, per quanto ci riguarda, pienamente disponibili a votare subito e poi sospendere la seduta.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Foti. Quindi, a questo punto io non ho nessuno iscritto a parlare sull'emendamento 1.232, giusto? Onorevole Baldelli, prego.

SIMONE BALDELLI (FI). Va bene, Presidente, mi sembra una proposta ragionevole, per cui anche noi non interveniamo su questo. è evidente che, a questo punto, ci auguriamo che questo anticipo venga utilizzato col maggior buonsenso possibile da parte di coloro che, in questo momento, hanno la responsabilità - mi rivolgo alla relatrice e al Governo - di dover cercare di comporre delle diverse esigenze rappresentate da diversi gruppi. Mi auguro che su questo venga tenuta in debita considerazione anche la questione dell'abbinamento col referendum consultivo e ricordo all'Assemblea che c'è sempre la possibilità, da parte dei colleghi, di sottoscrivere una richiesta di voto segreto sull'emendamento che prevede la par condicio per la consultazione referendaria, grazie.

PRESIDENTE. Grazie a lei. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.232 Prisco, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).

Sospendiamo, a questo punto, la seduta, che riprenderà alle ore 15 per lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata. Onorevole Lollobrigida, prego, su cosa desidera intervenire?

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Prego. Colleghi… colleghi…

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Io rinnovo al Governo, senza nulla togliere alla presenza autorevole del sottosegretario e del Ministro D'Incà, noi rinnoviamo formalmente la richiesta che in quest'Aula il Ministro Boccia, che è convenuto di pietra, perché fino adesso i partiti hanno sostenuto di non poter condizionare - ed è giusto così - i presidenti di regione nello stabilire le date, però è vero pure che noi siamo qui, in questo dibattito, condizionati da una Conferenza delle regioni, presieduta dal Ministro Boccia, che non ci ha raccontato come stanno le cose davvero. Allora, venisse in Parlamento, con rispetto, a raccontarci le posizioni delle regioni e a dirci, su questo, che tipo di volontà è stata espressa dai presidenti di regione e su questo il Parlamento potrà adeguarsi. Quindi, la richiesta formale è che alla riapertura dei lavori possiamo avere in Aula, potremo avere in Aula il Ministro Boccia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Questa richiesta è stata avanzata ripetutamente nel corso degli interventi del suo gruppo, il Governo era presente e l'ha ascoltata e quindi adesso lei la formalizza.

Sospendiamo, a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 15 per lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata e alle ore 16 per il seguito della discussione del disegno di legge in esame. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 12,35, è ripresa alle 15.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, il Ministro dell'Università e della ricerca e il Ministro per gli Affari regionali e le autonomie. Invito i relatori a un rigoroso rispetto dei tempi, anche considerata la diretta televisiva in corso.

(Iniziative di competenza volte alla salvaguardia dei diritti umani, civili e politici in Turchia – n. 3-01588)

PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno, l'interrogazione Fassino ed altri n. 3-01588 (Vedi l'allegato A).

Il deputato Andrea Romano ha facoltà di illustrare l'interrogazione di cui è cofirmatario.

ANDREA ROMANO (PD). Presidente, signor Ministro, l'Italia è e deve restare un Paese amico della Turchia, per questo noi oggi chiediamo l'intervento del Ministero degli Affari esteri su quello che è l'ultimo atto repressivo messo in atto dal regime di Erdogan. Parliamo dell'arresto di tre deputati dell'opposizione, due dei quali appartenenti al partito HDP, e ricordo che il leader del partito HDP, Demirtas giace nelle galere turche da tre anni in attesa di giudizio. D'altra parte, in Turchia, negli ultimi anni, oltre 150 mila funzionari pubblici sono stati epurati, oltre cinquanta sindaci eletti dai cittadini nel 2019 sono stati sostituiti da commissari, oltre 20 sindaci, prevalentemente di etnia curda, sono stati arrestati. È un quadro estremamente preoccupante, che denota lo scivolamento del regime di Erdogan verso uno Stato di polizia repressivo. Per questo noi oggi chiediamo che il Ministero degli Affari esteri si attivi, perché siamo in presenza di una violazione clamorosa dei principi che ispirano la politica estera italiana, ma anche degli standard minimi per quanto riguarda il rispetto dei diritti civili e umani, tra l'altro sanciti dal Consiglio d'Europa, a cui la stessa Turchia appartiene dal 1949. Proprio perché intendiamo restare amici di quel Paese, è fondamentale che la nostra politica estera si attivi per tutelare i diritti civili e umani anche in Turchia.

PRESIDENTE. Il Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, Luigi Di Maio, ha facoltà di rispondere.

LUIGI DI MAIO, Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale. Signor Presidente, deputate e deputati, ringrazio il deputato Fassino, il deputato Romano e gli altri colleghi per aver attirato l'attenzione su un caso importante, che ha a che fare con la tutela delle libertà politiche e dei diritti umani in Turchia. Seguiamo con attenzione gli sviluppi dei provvedimenti adottati dalla Grande Assemblea nazionale turca per tre parlamentari dell'opposizione, uno appartenente al Partito Popolare Repubblicano CHP e due del Partito Democratico dei Popoli, l'HDP. La vicenda rientra nel più generale tema del rispetto della democrazia, dello Stato di diritto e delle libertà fondamentali in Turchia, aspetti che affrontiamo nei contatti bilaterali con le autorità turche e che hanno influenzato negli ultimi anni l'andamento dei rapporti tra Turchia e Unione europea. L'impegno dell'Italia su questi temi si sviluppa anche in ambito Unione europea. Le conclusioni del Consiglio del 17 febbraio scorso sulle priorità dell'Unione in materia di diritti umani, inseriscono infatti la Turchia tra i Paesi oggetto di particolare preoccupazione in materia di funzionamento delle istituzioni democratiche e dello Stato di diritto, rispetto dei diritti di partecipazione alla vita pubblica, delle libertà di assemblea e riunione, di opinione e di espressione.

In occasione della 43esima sessione del Consiglio diritti umani delle Nazioni Unite dello scorso marzo, l'Unione europea ha espresso particolare preoccupazione per la situazione dei diritti umani in Turchia, citando la libertà di espressione, gli arresti e le accuse contro i difensori dei diritti umani, i giornalisti e gli accademici. La stessa dichiarazione invita anche a proteggere lo Stato di diritto e a rispettare l'indipendenza della magistratura, il giusto processo, i diritti umani e le libertà fondamentali, conformemente agli impegni presi a livello internazionale. Nel gennaio scorso la Turchia si è sottoposta alla revisione periodica universale del Consiglio diritti umani delle Nazioni Unite, esercizio di monitoraggio periodico che coinvolge a turno tutti gli Stati membri ogni quattro-cinque anni. In tale occasione l'Italia ha raccomandato alla Turchia di adottare misure adeguate per proteggere la libertà di espressione e di riunione, di associazione, di garantire un ambiente sicuro e favorevole per l'organizzazione della società civile, difensori dei diritti umani e giornalisti, di disciplinare le limitazioni alle libertà fondamentali nel rispetto degli obblighi internazionali e altre disposizioni. La Turchia indicherà la propria posizione rispetto alle raccomandazioni ricevute entro la fine del mese, non appena il Consiglio diritti umani adotterà il suo rapporto finale. In generale, l'Italia attribuisce prioritaria importanza al tema della protezione e promozione della libertà di opinione. Sosteniamo numerose iniziative internazionali in materia. A titolo di esempio, ricordo che l'Italia, nel dicembre 2019, ha cosponsorizzato due risoluzioni dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite, una in materia di sicurezza dei giornalisti e questioni di impunità e l'altra sulla protezione dei difensori dei diritti umani, argomento prioritario nel nostro attuale mandato al Consiglio diritti umani dell'ONU. Portiamo avanti lo stesso sforzo anche in ambito Consiglio d'Europa e OSCE. Sulla base di questa nostra azione a tutto campo e nell'ambito dell'interlocuzione con la Turchia, il Governo continuerà a seguire il caso dei tre deputati dell'opposizione turca con la massima attenzione.

PRESIDENTE. Il deputato Piero Fassino ha facoltà di replicare.

PIERO FASSINO (PD). Presidente, ringrazio il Ministro e intanto rinnovo, a nome del nostro gruppo, la solidarietà al Ministro per le minacce che ha ricevuto, minacce che credo tutti abbiamo il dovere di cercare non solo di condannare ma stroncare ogni fenomeno di questo tipo.

Venendo al tema, noi abbiamo presentato quest'interrogazione partendo da una convinzione, cioè che l'Italia è un Paese amico della Turchia, con la Turchia noi abbiamo relazioni economiche e politiche molto strette, quindi gli amici hanno il dovere della sincerità e anche il dovere di dire delle cose scomode. E oggi ci sono in Turchia degli atteggiamenti, dei comportamenti e dei fatti che destano la nostra preoccupazione. L'arresto dei tre parlamentari di cui si è parlato e si parla è soltanto l'ultimo episodio, altri parlamentari nei mesi scorsi sono stati destinatari di stesse misure; gran parte dei sindaci curdi che sono stati eletti qualche mese fa sono stati d'autorità sostituiti dal Governo centrale turco; giornalisti, funzionari pubblici, militari, docenti universitari allontanati perché sospettati di dissenso; si usa la categoria del terrorismo con un'interpretazione così lata che qualsiasi manifestazione di dissenso viene ricondotta alla categoria del terrorismo. Tutto questo ci preoccupa molto, e noi pensiamo che si debba agire. Il Ministro ha ricordato gli impegni che la Turchia ha assunto: bene. Io credo che sia dovere del nostro Governo agire perché quegli impegni siano effettivamente ottemperati e perché appunto ci sia al più presto la liberazione dei tre parlamentari che sono stati arrestati, che si rispetti la volontà dei cittadini turchi, quindi i sindaci che sono stati rimossi siano reintegrati, e che più in generale ci sia il rispetto dei diritti fondamentali dei diritti civili e politici, previsti, come ha ricordato anche il collega Romano, da quel Consiglio d'Europa a cui la Turchia aderisce dal 1949. Sottolineo infine che l'Italia è sempre stata un Paese, con tutti i Governi che si sono succeduti, che si è sempre battuto per mantenere un fortissimo ancoraggio europeo della Turchia, e siamo forse il Paese che più ha lavorato e continua a lavorare perché non ci sia un'irreversibile distanziamento tra la Turchia e l'Europa, e considero questo un grande valore, ma tutto questo richiede, a maggior ragione, che le autorità turche sappiano che stare in Europa, o comunque avere un forte ancoraggio europeo, significa praticare gli standard democratici e politici che in Europa e in tutti i Paesi democratici si applicano. Quindi, auspico che il Governo, come ha detto il Ministro, continui, in un'azione di sollecitazione alle autorità turche, a ottemperare a questi impegni.

(Iniziative volte a contrastare i flussi migratori irregolari verso l'Italia, con particolare riferimento all'adozione di accordi bilaterali con i Paesi d'origine, di transito e di imbarco dei migranti – n. 3-01589)

PRESIDENTE. Il deputato Formentini ha facoltà di illustrare l'interrogazione Molinari ed altri n. 3-01589 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

PAOLO FORMENTINI (LEGA). Grazie, Presidente. Innanzitutto, mi conceda di esprimere di nuovo, di rinnovare la nostra solidarietà al Ministro Di Maio per i vili attacchi subiti. Venendo al tema odierno, ben 5.472 gli arrivi via mare da inizio anno: numeri di gran lunga superiori a quelli dell'anno scorso nello stesso periodo. Quale ricetta avete per fermare le morti in mare, la tratta di esseri umani? Negli ultimi giorni altri venti morti al largo della Tunisia e trenta dispersi. Tornano le ONG e sfidano apertamente lo Stato e tutto il popolo italiano. Cosa annunciamo noi oggi in quest'Aula ai nostri marinai, nel giorno della festa della Marina militare, ai marinai che difendono i confini da infiltrazioni terroristiche e traffici di ogni genere? Forse nuovi speronamenti? Lascerete ripartire impunemente il business degli sbarchi, abolendo i decreti sicurezza del Ministro Salvini e procedendo a colpi di quelle sanatorie che sono, lo ricordiamo, uno straordinario fattore di attrazione? Le chiediamo quali azioni diplomatiche abbia intrapreso per addivenire ad accordi bilaterali con gli Stati d'origine, di transito e di imbarco (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Il Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, Luigi Di Maio, ha facoltà di rispondere.

LUIGI DI MAIO, Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale. Grazie, signor Presidente, e, per il suo tramite, vorrei ringraziare l'Aula per le manifestazioni di solidarietà di oggi. Ringrazio il deputato interrogante. L'instabilità creata dall'emergenza pandemica ha accentuato sicuramente i flussi migratori verso l'Europa. Guardiamo, però, il fenomeno nel suo complesso da un'angolatura più ampia: i flussi nel Mediterraneo e gli sbarchi sulle nostre coste rimangono oggi drasticamente ridotti rispetto agli anni precedenti. Nel primo semestre del 2016 gli arrivi irregolari furono 49 mila, nei primi sei mesi del 2017 furono 61 mila; una cifra diversa dai 5.400 giunti dall'inizio dell'anno, ma non per questo meno preoccupante. La Libia si conferma il primo Paese di partenza delle imbarcazioni dirette in Italia. Bisogna però chiarire che la stima di 650 mila migranti presenti in Libia indicata dall'interrogazione scritta non si riferisce a tutti gli stranieri che intendono venire in Italia, ma al totale di quelli presenti nel Paese nordafricano a vario titolo, prevalentemente per lavoro.

Solo una ridotta percentuale di questi ha un effettivo interesse a venire in Europa; la grande maggioranza punta a tornare nel proprio Paese d'origine, con il ricavo del lavoro svolto in Libia. Se è vero che quella tunisina è la seconda nazionalità per numero dei migranti giunti in Italia in questo primo semestre, non dimentichiamo che nel 2019 i tunisini sono stati di gran lunga la prima nazionalità. Se proiettiamo sui dodici mesi del 2020 il numero dei migranti che sta giungendo dalla Tunisia, ne ricaviamo la tendenza ad una sostanziale riduzione. Uno sviluppo complessivamente positivo rispetto ai quasi 2.700 tunisini arrivati irregolarmente nel 2019.

In questo contesto, il Governo ha adottato lo scorso ottobre una lista di Paesi di origine sicuri, che include, ad esempio, la Tunisia. Questo provvedimento riduce i tempi di esame delle domande di protezione internazionale, facilitando le successive procedure di rimpatrio forzato. Quanto alla dimensione esterna del fenomeno migratorio, l'impegno del Governo resta incentrato sulla cooperazione con i Paesi di origine, transito e destinazione dei flussi, essenziale alla lotta al traffico di migranti. L'Italia ha accordi di riammissione in vigore con diversi Paesi di interesse prioritario, a partire proprio dalla Tunisia, e continua a dialogare con i partner principali per rafforzare la collaborazione in materia di rimpatri.

Io stesso sono andato negli ultimi mesi in Marocco a novembre, poi in Algeria e Tunisia a gennaio, e ancora in Libia a febbraio, proprio per rilanciare il dialogo in ambito migratorio e migliorare le procedure di gestione dei rimpatri. Se ci sarà bisogno di nuovi accordi bilaterali, come auspicato dall'interrogante, il Governo non si sottrarrà. Aspetto che continuiamo a promuovere anche a Bruxelles, dove da tempo, e specialmente in vista della redazione del nuovo patto su migrazioni e asilo, sosteniamo la necessità di rafforzare il dialogo dell'Unione europea con i Paesi di transito e origine dei flussi.

A tal fine sono necessarie adeguate risorse finanziarie ed è importante che l'Unione europea sfrutti le sue leve negoziali per ottenere una più efficace collaborazione in materia di rimpatri, sia con un sistema comune nella gestione delle riammissioni, sia applicando il principio di condizionalità, laddove possibile.

PRESIDENTE. Il deputato Iezzi ha facoltà di replicare.

IGOR GIANCARLO IEZZI (LEGA). Innanzitutto mi unisco alla solidarietà espressa dal mio collega, ma purtroppo non possiamo di certo dirci soddisfatti: non lo siamo noi e non lo sono i cittadini italiani, che vedono sgomenti riprendere gli sbarchi e l'invasione del Paese. Noi abbiamo sentito il solito elenco di accordi bilaterali che, come un libro dei sogni, lei ci ha raccontato, però purtroppo, negli ultimi mesi quella pochissima credibilità che avevate si è completamente persa. Il numero dei clandestini sbarcati è aumentato dai 2.033 registrati nei primi cinque mesi dell'anno scorso ai 5.472 dell'inizio del 2020: un aumento smisurato, considerato che per circa 2-3 mesi il mondo si è completamente bloccato a causa del Coronavirus.

Purtroppo le notizie sembrano peggiorare se pensiamo all'allarme lanciato dai servizi segreti su una possibile ondata di 20 mila clandestini pronti ad entrare nel nostro Paese. C'è un turismo, però, che nel nostro Paese sembra riprendersi subito, ed è quello degli scafisti, ai quali voi aprite le porte e stendete tappeti rossi (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Mentre lei continua a dormire, il suo Governo annuncia sanatorie per tutti che non aiutano l'agricoltura italiana, che infatti aveva chiesto ben altro, però sembrano andare nella direzione auspicata dalla criminalità organizzata.

Se a questo aggiungiamo, poi, la scarcerazione dei boss mafiosi, il passo per trasformarsi da incapaci a complici è vicinissimo. Ministro Di Maio, ancora ci ricordiamo quando il 23 settembre avete firmato l'accordo di Malta, con cui dovevate risolvere il problema dei ricollocamenti; da allora avete spostato solo 464 migranti sui 12 mila arrivati. Eppure ricordiamo cosa ci diceva allora il Presidente Conte: “vince la solidarietà, svolta epocale; abbiamo fatto di più in un giorno che Salvini in un anno”. Menzogne, nelle quali, devo dire, siete bravissimi. A voi non interessa nulla degli italiani e lo dimostra il “decreto Rilancio”, che stanzia per l'accoglienza 900 milioni e per la sanatoria 1,2 miliardi. Si tratta di oltre 2 miliardi di euro per cui Mafia Capitale credo vi ringrazierà a vita. Ringraziano meno i disabili, ai quali però destinate solo le briciole, 150 milioni di euro (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Arriverà il momento delle urne, Ministro; il momento delle urne sarà un momento della verità anche per voi. Quel giorno gli italiani si riprenderanno le chiavi di casa, cacciandovi (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

(Iniziative volte a modificare il Memorandum d'intesa con la Libia, in considerazione della guerra in atto e delle prospettive di tale Paese nel contesto internazionale – n. 3-01590)

PRESIDENTE. Il deputato Ungaro ha facoltà di illustrare l'interrogazione Migliore ed altri n. 3-01590 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

MASSIMO UNGARO (IV). Grazie Presidente, onorevole Ministro, dal 4 aprile 2019 in Libia c'è una guerra conclamata. In questi ultimi quattordici mesi Russia, Egitto ed Emirati Arabi sono stati a sostegno del generale Haftar, mentre la Turchia si è schierata dalla parte del Governo di unità nazionale di Tripoli, guidato da al-Sarraj. Un coinvolgimento crescente di potenze straniere che ha esasperato il confronto bellico, portando i due contendenti ad essere convinti di poter prevalere militarmente. Allo stato, l'embargo delle forniture di armi è stato sistematicamente violato e rimane preoccupante la crescente ingerenza turca. La situazione dei profughi presenti nei campi è sempre più drammatica e lo stesso Segretario generale delle Nazioni Unite ha ammonito a non considerare la Libia un porto sicuro verso il quale riportare i migranti salvati in mare. Le chiedo, Ministro, quindi se non ritenga di dover radicalmente modificare il Mou siglato nel 2017 e di tutelare l'interesse dell'Italia, intraprendendo un'iniziativa più incisiva, di concerto con i partner europei e in prosecuzione della Conferenza di Berlino, affinché la Libia non diventi o un protettorato di potenze interessate a stabilire un'egemonia militare ed economica nel Mediterraneo orientale o uno Stato fallito, sul modello della Somalia, nel quale guadagnino spazio le organizzazioni terroriste (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, Luigi Di Maio, ha facoltà di rispondere.

LUIGI DI MAIO, Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale. Grazie, signor Presidente. Il conflitto in Libia ha recentemente acquisito una nuova pericolosa intensità, esacerbata dal crescente sostegno esterno a favore dell'una o dell'altra parte. Nelle ultime settimane abbiamo assistito ad un mutamento degli equilibri sul terreno a favore del Governo di accordo nazionale di Tripoli, con il parallelo ridimensionamento politico e militare di Haftar a Bengasi. Su questo sfondo si è registrata un'iniziativa politica, favorita dalla mediazione dell'Egitto, che ha portato il 6 giugno a un'intesa fra il generale Haftar e il Presidente della Camera dei rappresentanti di Tobruk, Aguila Saleh.

Non si tratta di un vero e proprio accordo, che peraltro riguarderebbe una parte sola, ma di una proposta di percorso che ricalca in larga parte il piano recentemente presentato dallo stesso Presidente della Camera di Tobruk. Abbiamo preso nota dell'accordo fra Haftar e Aguila Saleh.

Rimaniamo al contempo convinti che ogni iniziativa politica debba essere pienamente inclusiva, accettata da tutte le parti e collocata nel quadro del processo di Berlino, unica strada percorribile. Per questo abbiamo accolto con favore la recente ripresa dei negoziati tra le parti a guida UNSMIL per un accordo sul cessate il fuoco duraturo in seno alla Commissione militare congiunta 5+5. Al contempo, continua il lavoro politico-diplomatico dell'Italia per favorire il dialogo, attraverso costanti contatti con i principali attori libici regionali e internazionali: tra i più recenti, autorità libiche e i Ministri degli esteri di Turchia, Tunisia, Algeria, Russia, Stati Uniti ed Egitto, e poi abbiamo anche ospitato una videoconferenza con l'Alto rappresentante Borrell e i Ministri di Francia e Germania sul tema.

La risoluzione della crisi libica è per noi una priorità in termini di contrasto alla minaccia terroristica, sicurezza energetica, instabilità regionale, gestione dei flussi migratori e tutela dei diritti umani. Siamo impegnati a rafforzare la collaborazione con la controparte libica, partendo proprio dalla revisione del Memorandum di intesa in materia di cooperazione migratoria concluso nel 2017. Il 9 febbraio abbiamo formalmente trasmesso alla controparte libica una proposta di emendamento del testo per migliorarne l'efficacia, frutto di un coordinamento fra le diverse amministrazioni italiane interessate e le organizzazioni internazionali che si occupano di diritti umani. Siamo in attesa di una risposta del Governo di Tripoli, che abbiamo più volte sollecitato.

Il passo successivo sarà la convocazione del Comitato misto previsto dall'articolo 3 del Memorandum per avviare il negoziato con i libici, non appena le condizioni sanitarie lo consentiranno. Gli aspetti salienti della revisione riguardano: il richiamo esplicito a trattati e norme di diritto umanitario; l'impegno a migliorare le condizioni dei migranti, nell'ottica di un progressivo superamento dei sistemi dei centri di accoglienza; e l'agevolazione delle attività delle organizzazioni delle Nazioni Unite sul terreno al fine di conseguire il rispetto dei diritti umani. A conferma del nostro impegno ricordo che l'Italia finanzia con 9 milioni di euro del Fondo delle migrazioni il piano congiunto presentato da OIM e UNHCR per l'assistenza a migranti, rifugiati ed altri soggetti vulnerabili.

PRESIDENTE. Il deputato Migliore ha facoltà di replicare.

GENNARO MIGLIORE (IV). Signor Presidente, mi associo anche io innanzitutto alla solidarietà nei confronti del Ministro Di Maio, esprimendo il nostro totale disprezzo nei confronti degli odiatori in rete che la minacciano, così come minacciano tante persone e minacciano la democrazia con questi atti vili. Relativamente alla nostra interrogazione, io faccio una considerazione: lei ha, e la ringrazio, risposto indicando quali sono le priorità per gli emendamenti del Memorandum of understanding che è stato sottoposto alle autorità libiche. Io vorrei svolgere però una discussione che riguardi innanzitutto qual è il ruolo dell'Italia in questo momento rispetto alla Libia. Che sia una nostra priorità è storicamente accertato; che l'Italia sia oggi sostanzialmente ai margini, così come lo è l'intera Unione europea, è un dato che ci preoccupa e che potrebbe consolidarsi nel corso dei prossimi mesi ed anche delle prossime settimane. Abbiamo bisogno in questo senso di un'iniziativa che non parli solamente agli interlocutori libici, ma che vada direttamente all'origine della questione, e cioè al rapporto con la Turchia. Precedentemente lei ha risposto ad un'interrogazione sulla violazione dei diritti umani, ma oggi il tentativo egemonico della Turchia sul Mediterraneo orientale rappresenta una grave minaccia di instabilità per tutta la regione, e il fatto che vi siano stati anche un via libera e una violazione sistematica dell'embargo delle armi rende ancora più importante l'iniziativa della missione Irini che dovrebbe in qualche modo consentire la definizione dell'embargo.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

GENNARO MIGLIORE (IV). Sto concludendo, Presidente. Ritengo però che, allo stesso tempo, ci debba essere un'iniziativa più forte, perché lei ha detto che la strada dell'intesa raggiunta a Berlino è l'unica possibile. Io non penso sinceramente che sia l'unica possibile: ritengo che si debba fare di più e ritengo che oggi si debba individuare qualcosa che possa superare un paradosso. E il paradosso è che l'amico del mio amico, cioè Erdogan che è amico del nostro amico Sarraj, non è nostro amico, e in virtù di questo noi dovremmo atteggiarci rispetto a quelle che sono le minacce che concretamente abbiamo illustrato nella nostra interrogazione, a partire dal fatto che vi sono un concreto problema ed una concreta minaccia di una escalation terroristica in un territorio che, attualmente, non ha né sovranità né unità nazionale (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

(Intendimenti in ordine alla revisione della politica sulle forniture militari al Governo egiziano, anche in relazione alla ripetuta violazione dei diritti umani in Egitto, con particolare riferimento al caso Regeni – n. 3-01591)

PRESIDENTE. Il deputato Fornaro ha facoltà di illustrare l'interrogazione Fratoianni n. 3-01591 (Vedi l'allegato A).

FEDERICO FORNARO (LEU). Signor Presidente, signor Ministro, innanzitutto desidero esprimere la solidarietà umana e politica del gruppo di Liberi e Uguali per le vili minacce che ha ricevuto.

Come denunciato dalla Rete italiana per il disarmo e dalla Rete della pace, dalla lettura dei dati aggregati dell'export militare italiano per il 2019 emerge che l'Egitto è diventato il Paese con il maggior numero di autorizzazioni all'export militare; ed è di questi giorni la notizia di un'intera commessa relativa alla vendita di forniture militari che comprenderebbe, oltre alle due fregate Fremm, un totale complessivo di un valore compreso tra i 9 e gli 11 miliardi di euro.

È noto e, credo, indiscutibile che, durante il Governo di al-Sisi, l'Egitto si sia reso protagonista di pesanti violazioni dei diritti umani, sparizioni, arresti di massa, sequestri e torture. L'Egitto poi continua, come tutti sappiamo, a rifiutare ogni collaborazione politica e giudiziaria con il nostro Paese nella ricerca della verità sul terribile omicidio di Giulio Regeni. Quello che le chiediamo, signor Ministro, è che si debba tenere in considerazione, oltre a queste motivazioni, anche un espresso divieto di esportazione di armi verso Paesi in guerra o che violino i diritti umani come l'Egitto: questa è la legge n. 185 del 1990. E, quindi, le chiediamo se il Governo, alla luce di quanto esposto e sulla base di specifiche disposizioni della legge n. 185 del 1990, non ritenga di rivedere la politica sulle forniture militari al Governo egiziano (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Il Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, Luigi Di Maio, ha facoltà di rispondere.

LUIGI DI MAIO, Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale. Signor Presidente, il tema delle vendite di armamenti all'Egitto va affrontato, a mio parere, tenendo presente due ordini di valutazione, entrambi importanti: le regole e la sensibilità politica. Proprio sulla base della legge n. 185 del 1990 il Governo, tramite l'autorità nazionale UAMA, esamina caso per caso le richieste delle imprese italiane di autorizzazione a trattative contrattuali di fornitura e poi all'esportazione. Oltre alla normativa nazionale, si guarda naturalmente alle deliberazioni dell'Unione europea in materia di rapporti con l'Egitto. Il Governo valuta la specifica natura dei materiali, il destinatario, l'utilizzatore e la loro possibile destinazione d'uso. Il controllo viene effettuato anche attraverso il contributo di pareri tecnico-militari. Il rilascio delle autorizzazioni è subordinato all'applicazione rigorosa di questi criteri. Viene inoltre verificata l'inesistenza di impedimenti sia per quanto riguarda le aziende coinvolte sia con riferimento ad eventuali dichiarazioni di embargo totale o parziale delle forniture belliche da parte di ONU, Unione europea e OSCE.

Questo è il quadro normativo in vigore. Sono in discussione in Parlamento proposte di riforma della legge n. 185, su cui il Governo è pronto alla piena collaborazione con il Parlamento.

È bene precisare che la procedura autorizzativa citata alla conclusione delle trattative per le fregate Fremm Fincantieri è tuttora in corso. Oltre al vaglio di natura tecnico-giuridica, il Governo ovviamente ha ritenuto di svolgere una valutazione politica, che è in corso a livello di delegazione di Governo sotto la guida del Presidente del Consiglio dei ministri.

Vorrei peraltro sottolineare in questa sede come l'Egitto resti uno degli interlocutori fondamentali nel quadrante mediterraneo, nell'ambito di importanti dossier come: il conflitto in Libia, la lotta al terrorismo e ai traffici illeciti, nonché la gestione dei flussi migratori e la cooperazione in campo energetico.

Resta ferma la nostra incessante richiesta di progressi significativi nelle indagini sul caso del barbaro omicidio di Giulio Regeni: il Governo e le istituzioni italiane continuano ad esigere la verità dalle autorità egiziane attraverso una reale, fattiva ed efficace cooperazione. La verità per Giulio è un'aspettativa fortemente radicata nella nostra pubblica opinione, e che il nostro Governo reitera con determinazione ad ogni occasione di contatto con le istituzioni egiziane a tutti i livelli; l'ho ribadito anche nel corso della mia più recente conversazione telefonica con il Ministro degli esteri Shoukry. I nostri sforzi proseguiranno per facilitare la fissazione di un incontro di persona tra i due procuratori di Roma e de Il Cairo, dando così seguito alla prima riunione tecnica tra le procure avvenuta lo scorso 14 gennaio dopo circa un anno di silenzio.

Al contempo, resta alta la preoccupazione rivolta anche per il caso di Patrick Zaki, il ricercatore egiziano dell'Università di Bologna, arrestato all'aeroporto del Cairo il 7 febbraio 2020. La nostra ambasciata al Cairo continua con costanza a monitorare l'evolversi delle udienze e, ricordo, abbiamo anche chiesto, come Ministero degli Esteri, l'inserimento del caso all'interno del meccanismo di monitoraggio processuale, coordinato dalla delegazione dell'Unione europea in loco, il che consente ai funzionari delle ambasciate dell'Unione europea di monitorare l'evoluzione del processo e presenziare alle udienze. L'Italia continuerà a seguire il caso, sia tramite il coordinamento con i partner internazionali che attraverso gli altri canali rilevanti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Il deputato Nicola Fratoianni ha facoltà di replicare. Prego.

NICOLA FRATOIANNI (LEU). Signor Presidente, signor Ministro, ho ascoltato con attenzione la sua risposta. Conosco bene la legge n. 185 del 1990. Quanto alle ipotesi di una sua revisione, vorrei dire in premessa che mi auguro che non arrivino revisioni peggiorative di una legge molto importante per questo Paese, che ha, a un certo punto della nostra storia, introdotto alcuni principi assai rilevanti, riguardo al modo con cui regolare un settore assai delicato, come quello del commercio delle armi, in funzione del rispetto di alcuni principi fondamentali. Quella legge vieta il commercio di armi con Paesi attualmente impegnati in conflitti armati e, come tutti sappiamo, l'Egitto è impegnato in un drammatico e sanguinoso conflitto armato, quello in Yemen, al fianco di una coalizione internazionale a baricentro saudita. Anche questo dovrebbe essere motivo di riflessione, non solo sul piano etico e politico, ma anche e soprattutto sul terreno che riguarda la costruzione della nostra politica estera. Rafforzare così significativamente, dal punto di vista militare, un Paese che oggi in quell'area gioca quel ruolo, dal punto di vista della politica estera e militare, a noi, signor Ministro, sembra pericoloso e sbagliato.

Segnalo su questo punto, proprio sulla legge n. 185 del 1990, che l'anno scorso, nell'ambito delle autorizzazioni all'esportazione, sono state autorizzate esportazioni che riguardano anche armi leggere, armi che vanno in dotazione alle forze di sicurezza e che, dunque, diventano strumento principale per quell'esercizio così odioso, come quello della violazione sistematica dei diritti umani, che in un Paese come l'Egitto è, purtroppo, accertata ormai da molto tempo, sotto il regime di al-Sisi.

A questo naturalmente si aggiungono le questioni, che sono state citate nell'illustrazione: la drammatica vicenda Regeni e la vicenda di Patrick Zaki. Lungi da me pensare che il Governo voglia in qualche modo rimuovere quel problema, segnalo, però, signor Ministro, che, se noi mettiamo in campo un'operazione commerciale così pesante, in qualche modo si indebolisce la nostra posizione dentro una normalizzazione irragionevole.

Prendo atto, infine, - sto per concludere, Presidente - che lei ci ha detto, però, una cosa importante e cioè che la vendita di quelle fregate non è conclusa. Bene, signor Ministro, lo dico a lei e, tramite lei, a tutto il Governo, a cominciare dal Presidente del Consiglio: non si concluda quella vendita, si ripensi rapidamente a questa partita di armi verso l'Egitto e questa sarà una scelta di dignità e di buon senso per il nostro Governo e per il nostro Paese (Applausi dei deputati dei gruppi Liberi e Uguali e Italia Viva).

(Posizione del Governo in merito al cosiddetto blocco navale al largo delle coste della Libia, anche al fine del contrasto della tratta di esseri umani – n. 3-01592)

PRESIDENTE. Il deputato Delmastro Delle Vedove ha facoltà di illustrare l'interrogazione Lollobrigida ed altri n. 3-01592 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Grazie. Presidente. Vede, Ministro, mentre lei è affaccendato improvvidamente a distribuire 450 milioni per la cooperazione internazionale, il sultano Erdogan, dapprima è intervenuto in Siria, disarticolando un delicato equilibrio nel suo più assordante silenzio, poi ha proceduto a Cipro, entrando nella zona esclusiva economica di una nazione europea e sloggiando ENI con delle navi militari, per poi approdare in Libia, marginalizzando lei, marginalizzando l'Italia, divenendo il miglior alleato di al-Serraj.

Nella migliore retorica e nella migliore grammatica ricattatoria di Erdogan, oggi sappiamo dai nostri servizi segreti che ci sono 20 mila migranti, pronti ad imbarcarsi verso l'Italia, ad essere utilizzati come arma di ricatto di massa nei confronti dell'Italia e dell'Europa. La risposta che lei oggi giornalisticamente sta dando è di una inconsistenza disarmante, evocando la favoletta irenica dei ricollocamenti, invocando una solidarietà europea che non arriverà mai. E, allora, la domanda è: a quando una missione per il blocco navale? Unica risposta seria, per disarticolare i trafficanti di esseri umani e quei traffici immondi e immorali. Se le rimane qualche rimasuglio di tempo dalle sue trame notturne, in cui pensa a piazzare 70 fedelissimi fra banche, Ministeri e uffici popolari,…

PRESIDENTE. Delmastro Delle Vedove, deve concludere.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). …noi saremo al suo fianco, al fianco, eventualmente, di un Ministro giusto degli esteri, che vuole contrastare Erdogan (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Il Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, Luigi Di Maio, ha facoltà di rispondere.

LUIGI DI MAIO, Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale. La ringrazio, Presidente. Il rafforzamento del ruolo e della coesione dell'Unione europea sul dossier libico è fondamentale per il nostro interesse nazionale. È quello che abbiamo sempre sostenuto, in considerazione dei rischi in tema di sicurezza, traffico di esseri umani, immigrazioni e approvvigionamento energetico, posti dalla crisi in Libia.

L'Italia ha per questo fortemente sostenuto l'istituzione della nuova missione Irini nel Mediterraneo. L'operazione ha, come fine prioritario, l'attuazione dell'embargo sulle armi verso la Libia imposto dall'ONU, utilizzando mezzi aerei, satellitari e marittimi. Gli obiettivi secondari sono quelli di prevenire le importazioni illecite di prodotti petroliferi dalla Libia e di favorire la formazione della guardia costiera e della marina libiche, fornendo sostegno per l'individuazione e il controllo delle reti di traffico di esseri umani.

Non si tratta, tuttavia, di un blocco navale. Il quadro normativo internazionale include il blocco navale tra i metodi di guerra. Quindi, il blocco rappresenta una misura adottabile solo nel corso di conflitti armati internazionali. Irini prevede esclusivamente misure selettive, legittime e pienamente rispettose del diritto internazionale, finalizzate a promuovere il ritorno della pace e della sicurezza in Libia. La missione trova la cornice giuridica di riferimento nelle risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, che dal 2011 hanno riconosciuto la necessità di contrastare i traffici di armi diretti verso la Libia, prevedendo la possibilità di svolgere ispezioni a bordo di navi ove siano fondati motivi di ritenere che trasportino armamenti da o verso il Paese nordafricano. Come già ho avuto modo di sottolineare qui in Parlamento, l'operazione dovrà essere equilibrata e imparziale, volta a registrare le violazioni dell'embargo commesse da entrambe le parti, apportando così un contributo fondamentale al rispetto dell'embargo ONU, e alla cessazione di tutte le interferenze che alimentano pericolosamente il conflitto.

Obiettivo ultimo è avere una fotografia realistica delle numerose violazioni in atto in Libia, far cadere il muro dell'ipocrisia, colmando il divario tuttora esistente fra la retorica pubblica di alcuni attori regionali e internazionali coinvolti nel conflitto e il loro effettivo comportamento sul terreno, che causano l'instabilità in Libia e provocano i flussi migratori. L'Italia, oltre ad assumere la responsabilità del comando della forza navale nella fase di lancio dell'operazione, ha confermato l'offerta di assetti per la componente navale e aerea della missione, una fregata e due velivoli, in attesa dell'approvazione della delibera sulle missioni internazionali, già all'esame del Parlamento in questi giorni. Noi ci auguriamo che l'operazione possa ricevere contributi adeguati e bilanciati da parte dei nostri partner UE e vengano presto attivate le capacità del Centro satellitare dell'Unione europea, necessario al monitoraggio dell'intero territorio libico. Irini, se riuscirà nella sua missione di far rispettare l'embargo, sicuramente contribuirà ad una stabilità della Libia, che riuscirà a rallentare, se non a fermare, i flussi migratori (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Il deputato Cirielli ha facoltà di replicare. Prego.

EDMONDO CIRIELLI (FDI). Grazie, signor Presidente, e grazie, signor Ministro. Noi non siamo soddisfatti. In maniera molto equilibrata, le voglio segnalare che, al di là di tutta la vicenda di politica estera che vede esclusa l'Italia da ogni possibilità di influenza - per gravi errori dei precedenti Governi, ma anche di questo -, di fatto, la nostra sicurezza nazionale è al rischio con questa possibilità di una nuova ondata migratoria, in una nazione già stremata economicamente dalla vicenda dell'epidemia.

Il dato specifico che le voglio rappresentare è che il blocco navale diventa un'azione militare, se viene svolto in maniera indiscriminata in acque territoriali di uno Stato, se viene fatto verso tutte le navi. Quindi, insomma, il blocco classico militare navale non è certamente né quello che chiediamo noi, né quello ovviamente possibile sulla base delle leggi internazionali. Di fatto, la nostra Marina e le nostre Forze di polizia possono, in acque internazionali, bloccare tutte le navi sospette, le navi che non hanno una bandiera, che non battono una bandiera riconosciuta, le navi che fanno traffico di persone e tratta di persone.

E, quindi, noi potremo agevolmente intervenire e svolgere anche quella che l'Unione europea aveva previsto come una possibile fase: quella di sequestrare le navi e affondarle. È una questione anche di leggi nazionali, è una forma di sicurezza e di difesa nazionale; anche l'ONU riconosce il diritto alla legittima difesa. Queste navi mettono a repentaglio la nostra sovranità e possono essere catturate e affondate (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

(Iniziative volte a garantire il diritto allo studio universitario, con particolare riferimento agli studenti che versano in stato di disagio socio-economico – n. 3-01593)

PRESIDENTE. La deputata Emanuela Rossini ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01593 (Vedi l'allegato A).

EMANUELA ROSSINI (MISTO-MIN.LING.). Gentile Ministro, il rischio che in questa fase, quest'anno soprattutto, molti giovani possano trovarsi nella difficoltà a proseguire gli studi universitari proprio per la crisi che ha toccato le loro famiglie è alta. Tra questi, c'è anche una fascia particolarmente vulnerabile, sono i care leavers, che sono i ragazzi neo-maggiorenni che fuoriescono da percorsi di affido o da comunità per allontanamento su procedimento giudiziario. Questi ragazzi non possono appoggiarsi ad una famiglia neanche per l'alloggio, pertanto è encomiabile l'investimento che ha fatto il vostro Ministero, con 290 milioni dedicati per garantire il diritto allo studio. Sono qui a chiedervi quale può essere anche un rafforzamento degli strumenti e delle facilitazioni per studenti, nuovi poveri, vulnerabili e per questa fascia particolare dei ragazzi care leavers.

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Università e della ricerca, Gaetano Manfredi, ha facoltà di rispondere.

GAETANO MANFREDI, Ministro dell'Università e della ricerca. Grazie, signor Presidente. Ringrazio l'onorevole interrogante, perché mi consente di illustrare quanto finora è stato fatto dal Governo in tema di diritto allo studio universitario. Preliminarmente, va detto che in questa materia la gestione è di competenza regionale: dico questo non per sminuire il ruolo che è stato finora svolto dal Governo, ma, anzi, per sottolineare come, in questo periodo così difficile, ci sia stata una fortissima comunione di intenti tra l'attività del Ministero dell'università e della ricerca e delle regioni, che su questo tema hanno agito in piena sintonia. Se è vero, infatti, che compete al Governo nazionale la definizione dei livelli essenziali delle prestazioni da assicurare sull'intero territorio nazionale, non può sfuggire come l'emergenza che stiamo vivendo è purtroppo in grado di originare nuove diseguaglianze che non possono essere tollerate.

Proprio in quest'ottica, il Governo ha deciso di intervenire in maniera importante sul diritto allo studio con il “decreto Rilancio”: da una parte, nell'ambito dei nuovi fondi stanziati per l'emergenza, 20 milioni di euro saranno destinati allo specifico fine di sostenere quegli studenti che necessitino di un contributo economico per l'acquisto di dispositivi digitali e di servizi digitali per la didattica, dall'altra parte, con 165 milioni di euro, si intende riconoscere ad un considerevole numero di studenti l'esonero totale o parziale dalle tasse universitarie, in tal modo estendendo la “no tax area”; per le medesime finalità, altri 8 milioni di euro saranno riservati anche agli studenti delle istituzioni AFAM, di alta formazione artistica e musicale, per avere lo stesso beneficio.

Sempre nell'ottica della promozione del diritto allo studio universitario, abbiamo incrementato di 40 milioni di euro il fondo integrativo statale per la concessione delle borse di studio agli studenti capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi. Tale incremento è destinato, prioritariamente, a sostenere gli interventi ordinari delle regioni in funzione degli studenti idonei che, sulla base delle risorse del fondo, non sarebbero stati capaci di poter fruire delle borse. Peraltro, va detto che tale incremento renderà possibile anche ulteriori interventi delle regioni in funzione degli studenti che, in conseguenza dell'emergenza epidemiologica, dovessero risultare esclusi dalle graduatorie regionali per carenza di requisiti di eleggibilità collegati al merito, con un intervento di modifica normativa. Proprio la concessione di borse di studio agli studenti capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, rappresenta uno strumento per poter garantire il diritto allo studio non solo agli studenti per merito, ma anche tenendo conto, poi, di situazioni particolari, come quella dei care leavers. Naturalmente, questi primi risultati ottenuti non ci esonerano dal continuare a lavorare affinché siano individuate nuove risorse da mettere a disposizione degli studenti, in special modo per quelli che si trovano in stato di disagio socio-economico ed elaborare nuove forme di sostegno in modo da garantire, sempre meglio e più efficacemente, il diritto allo studio per tutti.

In questo solco, peraltro, voglio segnalare l'iniziativa che intendiamo portare avanti in piena intesa con le regioni, al fine di venire incontro alle esigenze degli studenti fuori sede che, in ragione dell'emergenza COVID, possono non detenere tutti i requisiti per essere qualificati come “fuori sede” - ad esempio, la durata della permanenza fuori sede - per poter fruire, dunque, delle borse di studio ad essi riservate. Anche su questo tema servirà una appropriata ed espressa disposizione normativa, che confido potrà essere approvata in sede di conversione del “decreto Rilancio”.

PRESIDENTE. La deputata Emanuela Rossini ha facoltà di replicare.

EMANUELA ROSSINI (MISTO-MIN.LING.). Grazie. Grazie, innanzitutto, perché dobbiamo effettivamente superare gli strumenti tradizionali di sostegno e di rintracciabilità delle vulnerabilità, perché ci sono nuove vulnerabilità; inoltre, questa strada di riconoscere una sorta di pacchetto di facilitazioni agli studenti, perché non è solo l'accesso, ma è la continuità agli studi. Noi dobbiamo mirare proprio a far sì di avere più laureati e, in Italia, noi scontiamo un gap: abbiamo il 4 per cento della popolazione 25-64 anni laureata, il 4 per cento rispetto al 17 dei Paesi OCSE. Quindi, è molto importante sostenere. La ringrazio in particolare per questa fascia, perché le voglio dire una cosa: la povertà più grave per un giovane è quella percepita, è quella di sentire, anche quando si è giovani, in età scolare, che non ci si può permettere di immaginare una strada, una professione, come i propri coetanei. I ragazzi care leavers possono avere delle misure mirate di sostegno: oggi, su 2.300 all'anno, 150 di loro vanno all'università e noi vogliamo, nella condizione post-Coronavirus, almeno mantenere questa percentuale, se non incrementarla. E aiutarli con un pacchetto di misure aiuterebbe a motivare i giovani, che oggi sono in affido e non hanno alle spalle una famiglia, a proiettarsi, a immaginarsi una vita in cui, anche loro, possano esprimere, come tutti, il talento e anche quella voglia di riscatto che questi ragazzi hanno, nel rispetto di un destino che sembra sfortunato, ma che può, invece, dargli una marcia in più (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Minoranze Linguistiche).

(Iniziative volte a rendere più rapide ed efficienti le procedure di acquisto di beni e servizi destinati all'attività di ricerca in ambito universitario – n. 3-01594)

PRESIDENTE. IL deputato Bella ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01594 (Vedi l'allegato A).

MARCO BELLA (M5S). Presidente, Ministro, la prova che tutti noi abbiamo affrontato in questi mesi ci ha fatto capire quale sia l'importanza del tempo e, in particolare, quanto sia prezioso il tempo dei nostri ricercatori. Per un reale rilancio e una maggiore competitività dell'intero sistema dell'università e della ricerca italiana, è necessario dotarlo non solo delle risorse finanziarie di cui necessita, ma anche di rendere più efficienti, efficaci, tempestive e snelle le procedure di acquisto di beni e servizi. Il tempo dei nostri ricercatori è una risorsa troppo preziosa per sprecarla in farraginose procedure. Considerato che il decreto del 29 ottobre 2019 ha proprio introdotto semplificazioni normative a favore delle università e degli enti di ricerca riguardo alle procedure per ottenere quanto necessario all'attività di ricerca, le chiediamo: quando il Ministero intenda emanare la circolare interpretativa che consenta agli atenei di ricevere le indicazioni operative su queste procedure, ma, soprattutto, quali ulteriori iniziative intenda adottare per snellire e velocizzare tutto il sistema degli acquisti, anche attraverso la rimodulazione della normativa del codice degli appalti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Università e della ricerca, Gaetano Manfredi, ha facoltà di rispondere.

GAETANO MANFREDI, Ministro dell'Università e della ricerca. Grazie, signor Presidente. Preliminarmente, intendo ringraziare l'onorevole interrogante, poiché, grazie alla sua interrogazione, mi consente di illustrare quanto abbiamo fatto e quanto intendiamo fare sul tema, che è davvero cruciale per il futuro dell'università e della ricerca, della semplificazione delle attività amministrative in questo settore.

Nel quesito si fa riferimento a una specifica disposizione inserita in sede di conversione del decreto-legge n. 126 del 2019 in tema di acquisti di beni e servizi, grazie alla quale si è reso possibile esentare le università, gli enti pubblici di ricerca e le istituzioni di alta formazione artistica, musicale e coreutica dall'applicazione delle regole valide per le altre pubbliche amministrazioni in tema di obbligatorietà di ricorso alle convenzioni quadro, al MEPA e agli strumenti di CONSIP, in quest'ultimo caso limitatamente ai beni e servizi informatici e di connettività. Debbo precisare, tuttavia, che questo intervento normativo era limitato agli acquisti di beni e servizi funzionali alla sola attività di ricerca.

L'improvviso deflagrare dell'emergenza COVID ha evidenziato, tra le altre cose, la necessità di raccogliere la sfida della riconfigurazione della didattica secondo le nuove modalità. In tale scenario, si è dunque reso indispensabile estendere le misure di semplificazione a cui facevo riferimento anche alle attività di didattica, cosa che abbiamo fatto subito attraverso una specifica disposizione normativa nel “decreto Rilancio”. Su queste ed altre disposizioni di simile tenore, gli indirizzi applicativi, tuttavia, dovranno essere forniti dal Ministero dell'economia e delle finanze, competente in materia, che, peraltro, è già in parte intervenuto con la circolare n. 9 del 2020.

Non vi è dubbio, in ogni caso, che dovranno essere messi in campo molti altri interventi in questa materia, affinché gli atenei, le istituzioni AFAM e gli enti di ricerca possano assolvere con la migliore efficacia possibile ai compiti e alle sfide sempre più elevate che gli si pongono innanzi in questa nuova fase, in cui sono chiamati, più di altri soggetti, ad accompagnare lo sviluppo, anche economico, del nostro Paese. Per questo motivo, dunque, è mia intenzione proporre, nell'ambito del prossimo decreto sulle semplificazioni, misure specifiche che per la prima volta si rivolgano indistintamente sia al sistema dell'alta formazione, quindi, università e istituzioni AFAM, che a quello della ricerca, in maniera eguale. Ciò, peraltro, nel fermo convincimento che gli operatori di questi settori siano davvero accomunati dall'obiettiva esigenza di non poter disperdere energie preziose nell'esercizio di un'attività amministrativa che è obiettivamente caratterizzata da peculiarità tali che non possono che non avere un regime differente da quello di un qualunque altro ente pubblico.

Nell'ambito di questo pacchetto, confido, dunque, che potranno essere inserite sia le misure che auspicano gli onorevoli interroganti, sia le altre che il Parlamento, una volta aperta questa strada, vorrà aggiungere, in un percorso che dovrà veder sempre più valorizzato il ruolo dell'Alta formazione e della ricerca quali componenti strategici per la crescita del Paese.

PRESIDENTE. Il deputato Melicchio ha facoltà di replicare.

ALESSANDRO MELICCHIO (M5S). Grazie, Presidente, grazie, Ministro. Mi ritengo soddisfatto della risposta. L'Italia viene da decenni in cui l'università è stata colpita da un ridimensionamento delle risorse, un ridimensionamento sia in termini assunzionali, con un impoverimento del corpo docente e del personale della ricerca, che in termini di controllo quasi oppressivo delle spese per beni e servizi destinati alla ricerca. Ciò ha creato circostanze sfavorevoli per tutto il mondo universitario e della ricerca. Come ben sa, la ricerca si misura in un panorama internazionale e in questo contesto quella italiana risulta svantaggiata; per intenderci, è come se partecipassimo a una competizione con il freno a mano tirato. Questo Governo ha già dimostrato di invertire la tendenza aumentando le risorse economiche, e il decreto-legge “Rilancio” ne è l'ultimo ottimo esempio, ma anche dal punto di vista della sburocratizzazione. Il decreto-legge “Istruzione”, il n. 126 del 2019, prevede l'esenzione dell'obbligo del MEPA per acquisti funzionali alla ricerca, come ha ricordato, e quello che ha annunciato oggi rappresenta un ulteriore passo in avanti per quanto riguarda il “decreto Semplificazioni” (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

(Elementi in merito all'attività delle province e delle città metropolitane istituite con la legge n. 56 del 2014 e intendimenti in ordine alla revisione della medesima legge – n. 3-01595)

PRESIDENTE. Il deputato Battilocchio ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01595 (Vedi l'allegato A).

ALESSANDRO BATTILOCCHIO (FI). Grazie, Presidente, grazie, Ministro. Sono stato sindaco di Tolfa, la mia cittadina, per dieci anni e, anche a nome di tanti colleghi da tutta Italia, rivolgo una richiesta: tracciamo un bilancio, numeri alla mano, della legge n. 56 del 2014, che ha ridefinito l'ordinamento delle province e istituito le città metropolitane. Per esperienza personale, girando per il territorio della provincia di Roma, riscontro una serie crescente di criticità e di conflitti di attribuzione tra i comuni e la città metropolitana, con conseguenti problemi quotidiani. Il tutto condito con dosi massicce di nuova, ulteriore burocrazia che crea disfunzioni e squilibri che danneggiano i sindaci e, quindi, i cittadini. Ministro, mi chiedo se non sarebbe opportuna una riflessione per correggere la rotta (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Il Ministro per gli affari regionali e le autonomie, Francesco Boccia, ha facoltà di rispondere.

FRANCESCO BOCCIA, Ministro per gli Affari regionali e le autonomie. Signor Presidente, onorevole Battilocchio, ringrazio tutti gli onorevoli interroganti perché consentono al Governo di ribadire con chiarezza quello che era già indicato nel documento programmatico di bilancio. Ci sarà un disegno di legge di revisione del testo unico degli enti locali e io penso che abbia molto senso che il Parlamento concentri la propria attenzione e avvii un dibattito sulla legge n. 56, legge che, come l'onorevole Battilocchio ricorderà, aveva avviato un percorso nella prospettiva di un'abolizione delle province dalla Costituzione. Quella prospettiva è venuta meno con il referendum costituzionale del 4 dicembre 2016 e quel processo di superamento è oggettivamente fallito. Pertanto, oggi è necessario e urgente intervenire sul piano istituzionale, organizzativo e finanziario per garantire la piena funzionalità a tutti gli enti di governo e di area vasta. Personalmente ho incontrato più volte il coordinamento dei sindaci metropolitani, ho preso atto che hanno fatto un lavoro straordinario senza avere alcuni strumenti: non possono nominare assessori, non possono far riferimento a funzioni che avrebbero, ma, in realtà, non sono ancora state codificate. Mi consentirà, Presidente, qui, in Aula, di dare atto a tutti i sindaci, a quelli metropolitani di aver gestito le risorse sulle periferie; per esempio, quella potrebbe essere una sperimentazione che con l'aiuto del Parlamento potremmo accelerare e dare direttamente come competenze alle città metropolitane, così come chiedono i sindaci; la stessa cosa, oggi, abbiamo il dovere di dire e fare con le province: 2 milioni e 500 mila ragazzi dei licei hanno bisogno di certezze, certezze che ora con le risorse del “decreto Rilancio” avranno, ma è evidente che i temi connessi alle procedure amministrative sono temi che sono sotto gli occhi di tutti e per i quali dobbiamo sentire la responsabilità per un'accelerazione; così come i 130 mila chilometri di strade e gli oltre 30 mila ponti che hanno bisogno di certezze. Anche qui le risposte sono arrivate; sulle risorse è necessario che queste responsabilità che i nostri amministratori hanno, poi, vengano codificate con funzioni chiare. Chiudo, signor Presidente, ricordando ancora una volta le parole del Presidente della Repubblica: autonomia e sussidiarietà rafforzano l'unità nazionale, non la indeboliscono e le regioni, le città metropolitane, le province e i comuni sono pilastri della nostra architettura istituzionale e garantiscono quei diritti e quella solidarietà che gli italiani, indipendentemente dai colori politici, rivendicano con grande orgoglio. Noi, penso, abbiamo il dovere su questi temi di raccogliere la sfida costruttiva che lanciano gli onorevoli interroganti per avviare una fase di seria riflessione e di adeguamento rispetto alle prospettive attuali che la legge n. 56 aveva ipotizzato.

PRESIDENTE. Il deputato Battilocchio ha facoltà di replicare.

ALESSANDRO BATTILOCCHIO (FI). Grazie, Presidente. Mi dichiaro non soddisfatto, ma spero che questo possa essere l'avvio di una proficua interazione. Io vi chiedo di ascoltare su questo tema anche i vostri sindaci, il sindaco Sala che dichiara che la città metropolitana è in una situazione indefinita ed incompiuta.

Il sindaco de Magistris, che afferma che la città metropolitana va rivista completamente, perché crea conflitti istituzionali e rallentamenti; financo, la non certo iperattiva e solerte sindaca Raggi è intervenuta, dicendo che la città metropolitana è un ente in cerca di autore. Tra l'altro, i cittadini della provincia di Roma hanno paradossalmente la sfortuna, a causa di questo subdolo meccanismo elettorale, di doversi sorbire la sindaca di Roma anche come sindaco metropolitano (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). La Raggi, che ha messo Roma in ginocchio, abbandonando ogni municipio, ogni quartiere, ogni angolo della città più bella del mondo, con equiparazione - va riconosciuto - il livellamento, tendente al basso, di centro e periferia, accumunati nel degrado e nell'incuria generali (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Cerchiamo di rimanere sul tema del question time.

ALESSANDRO BATTILOCCHIO (FI). Una sindaca metropolitana che si ricorda della provincia di Roma solo quando deve parlare di immondizia, di nuovi impianti per i rifiuti, di servitù da imporre ai territori.

PRESIDENTE. Si deve attenere maggiormente al question time per favore.

ALESSANDRO BATTILOCCHIO (FI). Quindi, mi auguro che possa partire una rivisitazione e soprattutto si possano dare strumenti e risorse ai sindaci che, anche in questa fase particolare della vita del nostro Paese, rappresentano degli eroi moderni a difesa e a tutela delle loro comunità locali (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente) e noi abbiamo il compito e il dovere di stare al loro fianco non con le parole ma con i fatti (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata. Sospendiamo a questo punto la seduta che riprenderà alle ore 16.

La seduta, sospesa alle 15,58, è ripresa alle 16,05.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Battelli, Cirielli, Delmastro Delle Vedove, Delrio, Gallinella, Gallo, Gebhard, Gelmini, Giaccone, Giachetti, Iovino, Liuni, Lollobrigida, Lorefice, Maggioni, Parolo, Saltamartini, Sisto, Tasso e Vignaroli sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.

I deputati in missione sono complessivamente ottantanove, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Affidamento dei poteri attribuiti dal Regolamento nell'ambito di un gruppo parlamentare.

PRESIDENTE. Comunico che, con lettera pervenuta il 10 giugno 2020, il presidente del gruppo parlamentare Fratelli d'Italia ha reso noto che è stato affidato al deputato Davide Galantino (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) l'esercizio dei poteri attribuiti in caso di assenza o impedimento del presidente, secondo quanto previsto dall'articolo 15, comma 2, del Regolamento della Camera.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori la deputata Francesca Businarolo. è presente? Prego, a lei la parola, deputata Businarolo.

FRANCESCA BUSINAROLO (M5S). Grazie, Presidente. È solo per una richiesta di verifica, in quanto dai tabulati risulta un errore sulla votazione della fiducia di giovedì scorso: risulta che io ero presente; in realtà, ero in missione e il voto che mi è stato attribuito è contrario. Io fisicamente non ero presente. Quindi, chiedo che resti a verbale e che comunque, se ci fossi stata, il mio orientamento sarebbe stato favorevole.

PRESIDENTE. La ringrazio per la precisazione. Ovviamente, la Presidenza ne prende atto.

Si riprende la discussione del disegno di legge di conversione n. 2471-A.

PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge n. 2471-A: Conversione in legge del decreto-legge 20 aprile 2020, n. 26, recante disposizioni urgenti in materia di consultazioni elettorali per l'anno 2020.

Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta è stato, da ultimo, respinto l'emendamento 1.232 Prisco.

(Ripresa esame dell'articolo unico – A.C. 2471–A)

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 1.233 Prisco, a pagina 5 del fascicolo. Ha chiesto di parlare su questo emendamento il deputato Deidda. Ne ha facoltà. Prego, a lei la parola.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Nell'attesa di avere buone notizie dal fronte governativo, mi era parso di vedere durante il question time il Ministro Boccia e mi pare che una delle richieste del gruppo di Fratelli d'Italia era quella di audire il Ministro Boccia. E mi domando se non era molto più comodo, visto che era qui durante il question time, che potesse rimanere per almeno dare significato a quelle che erano le nostre richieste. Purtroppo, evidentemente, aveva altri impegni e, quindi, continuiamo a lavorare, continuiamo a portare avanti i nostri emendamenti e continuiamo a portare avanti la nostra azione. Anche per una questione di educazione, poteva almeno dire: “Forse tornerò, forse non tornerò” ma, purtroppo, questo mi sembra di capire che non è lo stile del Ministro per gli Affari regionali, anche perché, se si dice che non possiamo entrare in merito ad alcune regioni, allora mi domando - e l'avevo già sollevato nelle sedute scorse e, quindi, non lo sto facendo polemicamente - come mai il Ministro Boccia è entrato in merito a dei diritti che avevano le regioni a statuto speciale, scavalcando e minacciando ricorsi e controricorsi? Oggi, invece, non può trattare.

Ma parliamo dell'emendamento, relativo al comune di Accettura, andiamo in Basilicata, un comune montano, un comune di forte emigrazione, conosciuto all'estero proprio per la presenza, per la massiccia presenza soprattutto in Germania, dei cittadini di Accettura, ma rientra anche - questo visto come comune montano - che, al di là di tutto, ha diritto che magari vengano spostate le elezioni, visto che in quel periodo ci sarà un forte ritorno dei cittadini emigrati. Ma in più, come Fratelli d'Italia ha chiesto nel “decreto Rilancio” con degli emendamenti, i comuni montani devono avere dei diritti, e non è quello di votare d'estate, ma devono avere il diritto a ottenere una fiscalità di vantaggio, una fiscalità che metta fine alla disparità con territori che hanno geograficamente e morfologicamente dei vantaggi rispetto ai comuni montani. I comuni montani devono godere di una zona franca, devono godere di una fiscalità di vantaggio. Le montagne devono poter vivere e non devono soffrire – attenzione, Silvestroni - tutti quei disservizi, con lo Stato che fugge, con lo Stato che taglia i servizi, con lo Stato che si dimentica che uno Stato vero tutela tutte le zone d'Italia, tra cui la montagna.

Ribadiamo ancora una volta - e continueremo a ribadirlo - che non siamo qui per un ostruzionismo cieco; siamo qui per una battaglia che dev'essere sacrosanta in questo Parlamento; le riforme devono essere condivise con l'opposizione. Una forza politica come quella di Fratelli d'Italia ha diritto di richiedere di essere ascoltata, ha diritto di vedersi riconoscere le proprie richieste, ha diritto di non avere un muro contro muro, perché noi non abbiamo altri strumenti: abbiamo quello delle parole, abbiamo quello dei nostri valori, quello delle nostre idee, e siamo qui a mostrarveli, siamo qui con rispetto, anche davanti al Governo, a rimarcare, sempre e ancora una volta, che le nostre richieste non si basavano solo su una data, non si basavano solamente su richieste impossibili, non tenendo conto del comitato tecnico-scientifico, che per noi, però, non può rappresentare un dogma invalicabile. Prima, ogni riforma che veniva fatta in Italia dai Governi di centrosinistra aveva sempre questa caratteristica: “Ce lo chiede l'Europa”, come se la Commissione europea fosse un santone, un santo che non poteva essere smentito. Anche in questo caso il comitato tecnico-scientifico, come rimarcato dal collega Trancassini, non ha mai detto che non si può votare a ottobre, non ha mai detto che non si può votare a fine settembre; ha dato un autorevole parere su quello che per loro poteva essere… già finito? Io? Un minuto… un periodo dove l'influenza può crescere, il periodo influenzale. Ma, allora, perché non ci venite incontro? Prima richiesta: eliminate dai DPCM il divieto di assemblea per i partiti politici, perché non si può fare campagna elettorale se noi non ci riuniamo. Certo, è facile fare campagna elettorale per movimenti che non sanno che cosa vuol dire avere una sede politica, avere degli iscritti, avere delle assemblee e dei comizi. Se noi convochiamo un comizio siamo sicuri di portare le persone in piazza, altri non sono così sicuri, perché non ci vanno più in piazza. Soprattutto richiediamo quello che è necessario.

PRESIDENTE. Concluda.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Se il Ministro Boccia ha piacere sempre di parlare tramite la stampa e parlare alle regioni tramite la stampa e viola sempre i diritti delle regioni a statuto speciale, non vedo perché non possa venire qui a riferire su quelle che sono le richieste di Fratelli d'Italia, cioè dei diritti sacrosanti dei cittadini…

PRESIDENTE. Concluda.

SALVATORE DEIDDA (FDI). …soprattutto di una coalizione - sì, sto concludendo - che, ripeto, nel Paese è maggioranza e non, invece, questo Governo, che è di minoranza (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Montaruli. Ne ha facoltà.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Grazie, Presidente. Io voglio riprendere sinceramente il discorso del collega Deidda sul Ministro Boccia, perché francamente vedo offensivo il fatto che si sia presentato qui per il question time e non sia rimasto ad ascoltare le ragioni dell'opposizione su un tema che ha toccato anche lui (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), perché noi non dimentichiamo che qualche giorno fa il Ministro Boccia ha sollecitato le regioni a modificare le leggi elettorali per la vicenda delle quote rosa e le ha sollecitate in attesa che questo provvedimento che stiamo discutendo venisse approvato, in attesa della tornata elettorale che questo provvedimento sta fissando. Guardi, lo voglio dire da eletta proveniente da un collegio uninominale, non paracadutata, collegio in cui ho vinto contro un'altra donna.

PRESIDENTE. Concluda.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Noi non abbiamo bisogno di quote rosa - Fratelli d'Italia, peraltro, ha un leader donna e, quindi, non accetta lezioni sul tema da nessuno -, ma avremmo voluto confrontarci con il Ministro Boccia su questo tema e su altri temi inerenti a questo decreto.

Quindi, mi dispiace che il Ministro Boccia, che è persona che comunque stimo…

PRESIDENTE. La ringrazio.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). …sia scappato dopo il question time, perché questo è avvenuto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia): ha preso le sue carte e se ne è andato.

PRESIDENTE. Concluda!

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Poteva rimanere qui ad ascoltare le ragioni dell'opposizione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Ciro Maschio. Ne ha facoltà, per un minuto.

CIRO MASCHIO (FDI). Grazie, Presidente. L'emendamento precedente a questo, che era relativo al comune di Isola del Gran Sasso d'Italia, è stato respinto ma il collega Deidda, più noto come “Sasso”, ha ripreso, sul comune successivo, la battaglia giusta che stiamo conducendo sui singoli comuni al voto, perché riteniamo realmente assurdo che ci si ostini a voler costringere i cittadini a votare il 20 settembre e a preparare tutte le attività propedeutiche alla campagna elettorale nel periodo di Ferragosto, non solo sui singoli comuni, in quanto il ragionamento vale in generale. Questo Governo, da una parte ignora il dialogo con le regioni, come ha dimostrato sulle questioni sanitarie, dall'altra fa finta di voler andare incontro alle regioni su questo election day, ma in realtà non lo fa, tant'è vero che non dialoga non solo con le altre regioni, ma neppure con quelle amministrate dai propri presidenti. Sarebbe ora di finire questa commedia, di sedersi al tavolo seriamente e di trovare un'intesa di buon senso, perché le regole del gioco si scrivono assieme (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Grazie a lei. Ha chiesto di parlare il deputato Mauro Rotelli. Ne ha facoltà.

MAURO ROTELLI (FDI). Grazie Presidente, la ritrovo bene in Aula, Presidente Rampelli, però le volevo far notare che stiamo superando ogni record: ogni volta che c'è un'interruzione per la sanificazione, noi torniamo in Aula sperando che ci possano essere delle buone notizie rispetto a quella che è la discussione, l'interdizione tra quelli che sono i gruppi. Purtroppo, Presidente, ancora così non è stato. Poco fa, insieme ai colleghi del gruppo, stavamo contando circa 20-25 emendamenti ancora a firma Prisco e Donzelli - non so se mi sbaglio, insomma - che sono utili per la discussione. Io mi rivolgo a lei per parlare anche con il sottosegretario: il record delle prime tre ore di questa mattina non so se riusciremo a batterlo, ma siamo riusciti a votare credo non più di tre emendamenti in tre ore, forse quattro, perché con l'intervento del collega Giachetti poi abbiamo interrotto la nostra attività qualche minuto prima, votando il quarto. Io non so se questo sia normale; mi sembra assolutamente non normale che ogni volta che c'è una sanificazione e quindi si potrebbe chiudere la discussione con una sintesi, si ritorni in Aula invece da capo a dodici (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia); invece che usare questo tempo per poter risolvere la questione, ci si incarta ancora di più. Presidente, mi rivolgo a lei, affinché lei possa essere da tramite per trovare un percorso utile per tutti, grazie (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Grazie a lei, faremo del nostro meglio, ma il sottosegretario è qui in presenza e quindi potrà eventualmente accogliere il suo appello e fare la sua parte nei confronti delle forze politiche che sostengono il Governo stesso.

Ha chiesto di parlare la deputata Bartolozzi, prego.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Presidente, ne approfitto subito dopo il collega, che chiedeva il suo aiuto sull'ordine dei lavori, perché diceva che dopo le interruzioni, ci aspettiamo sempre che qualcosa di buono accada. Ebbene, io vorrei che l'Aula, che tutti noi fossimo consapevoli di quello che appena si è concluso e si è appena consumato in Commissione giustizia, Presidente, facendole un appello.

PRESIDENTE. Chiedo scusa, due raccomandazioni: la prima è a tenere la mascherina sul volto.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Subito.

PRESIDENTE. La ringrazio. Poi immagino che lei stia facendo, a questo punto, un intervento sull'ordine lavori e non sull'emendamento.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Sì.

PRESIDENTE. Prego.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Allora, il tema è questo, colleghi: in Commissione Giustizia, che si è appena conclusa, la presidenza, anzi l'ufficio di presidenza ci ha annunciato che la prossima settimana dovrebbero in teoria arrivare - ma così non sarà - i decreti n. 28 e n. 29. Parliamo del decreto n. 28, cosiddetto “Intercettazioni”, e del n. 29, il cosiddetto “Acchiappatutti”, era il decreto cosiddetto “Scarcerazioni”, che poi è stato modificato come emendamento e trasfuso in un emendamento al 28. Ebbene, Presidente, questo decreto è fermo all'esame della Commissione Giustizia al Senato.

PRESIDENTE. Se possibile, magari venga al dunque così cerchiamo di capire se ci sono i margini per un intervento sull'ordine dei lavori; porti pazienza.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Presidente, un minimo di storia; Presidente, la richiesta la comprenderà appena arrivo alla richiesta. Il decreto, dicevo, è fermo alla Commissione Giustizia al Senato, quindi è verosimile che non giunga a noi prima di giorno 20 e il decreto scade il 29. Allora, Presidente, parliamo di un decreto-legge in materia penale e per di più che tratta di materia de libertate, cioè di libertà personale delle persone, e la Camera sarà ancora una volta esautorata dall'analisi di questo provvedimento, non solo in Commissione giustizia, ma il Parlamento.

PRESIDENTE. Quindi lei, sull'ordine dei lavori, sta chiedendo cosa?

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Io le sto chiedendo, per il suo tramite, di rivolgere al Presidente Fico una richiesta formale, perché il decreto giunga all'esame della Camera e della Commissione giustizia prima possibile, cioè nell'arco di un paio di giorni, non di più, perché altrimenti sarà, per l'ennesima volta, Presidente, impedito a questa Aula di porre mano ad un decreto in materia penale.

PRESIDENTE. D'accordo, il messaggio è chiaro; hanno ascoltato anche i capigruppo; la Conferenza dei capigruppo, presieduta dal Presidente Fico, è il luogo più idoneo per assorbire le richieste che lei ci ha testimoniato qui.

Ha chiesto di parlare la deputata Wanda Ferro. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Grazie Presidente, devo dire che ritrovarci alla ripresa dei lavori ancora una volta senza una risposta da parte della maggioranza, avendo seguito e avendo avuto la possibilità di poter seguire il question time, dove il Ministro Boccia era presente, auspicavamo questa presenza; auspicavamo, anche rispetto a quello che è successo, se vogliamo fare un passo indietro, dall'intervento del collega Fassino a quello dei capigruppo della maggioranza di stamattina, che si potesse trovare quella sintesi che da più ore - da tante ore - stiamo chiedendo rispetto al fatto di rivedere quelle regole, non soltanto nei tempi e nelle date, ma in quei tre punti che avevamo messo in campo stamattina. Noi continueremo fino a quando avremo ovviamente voce, fino a quando avremo la speranza che qualcuno ci ascolti e che rimedi a tutto questo, grazie (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Grazie a lei. Ha chiesto di parlare la deputata Paola Frassinetti. Ne ha facoltà.

PAOLA FRASSINETTI (FDI). Grazie Presidente, dobbiamo ricordare il motivo della richiesta di proroga di queste elezioni, motivo noto a tutti ma è bene ripeterlo: è la pandemia da COVID-19. Formalmente, l'emergenza finisce il 31 luglio, ma allora mi chiedo: le tempistiche idonee a effettuare tutto il lavoro propedeutico all'inizio della campagna elettorale, quando potranno essere svolte? I candidati vanno trovati, vanno riuniti, le liste vanno formate. Ecco, c'è il rischio che tutta questa attività anticipatoria formale avvenga in un periodo nel quale formalmente non potrebbe avvenire. Questa già è una domanda che ha il suo senso, quindi, in questa situazione di emergenza, penso che queste elezioni abbiano anche la particolarità di unire il referendum alle elezioni amministrative. Noi sappiamo - se ne è parlato poco in quest'Aula - che esiste un problema dell'astensionismo; tutti parlano di come ci sia questa piaga dell'astensionismo. Ecco, certamente strozzare i tempi e non poter spiegare agli elettori, ai cittadini, che ci sarà un referendum unito alle amministrative, non potrà che accrescere questo fenomeno dell'astensionismo. Quindi, questo è sicuramente un altro valido motivo per concedere quel poco tempo, però molto significativo nel merito, in più, che Fratelli d'Italia chiede, grazie.

PRESIDENTE. Grazie a lei. Ha chiesto di parlare la deputata Bucalo. Ne ha facoltà.

CARMELA BUCALO (FDI). Grazie Presidente, apprendiamo con grande delusione che non solo è la maggioranza che continua a non voler avere un vero dialogo per trovare una soluzione condivisa, ma apprendiamo anche che il Ministro Boccia non ha dato assolutamente nessuna apertura. Noi continueremo convintamente in questo percorso, perché siamo sicuri di portare avanti gli interessi di tutti i cittadini, perché vogliamo la garanzia di avere una campagna elettorale che sia espressione del principio democratico, che tuteli tutti, tuteli soprattutto i candidati, che possano in tutta tranquillità presentarsi al proprio elettorato in un periodo che non sia il mese di agosto, grazie.

PRESIDENTE. Grazie a lei. Ha chiesto di parlare la deputata Caretta. Ne ha facoltà.

MARIA CRISTINA CARETTA (FDI). Grazie Presidente, beh, non mi sembra che questa maggioranza sia attenta alle esigenze dei nostri cittadini e del nostro Paese. E allora concentriamoci a spiegare: il comune di Accettura, un comune immerso nel verde, dove troviamo maestri artigiani che lavorano la paglia, il vimini, il legno, il ferro battuto; maestri artigiani che tengono viva la nostra storia, cultura, tradizione.

E' inutile dire che questi tasselli importanti del nostro Paese rimangono vivi grazie al turismo e all'indotto del turismo, un indotto che non deve essere ostacolato, come invece ha deciso di fare questa maggioranza, con la scelta che ha fatto di comprimere i tempi della campagna elettorale, e spiego ancora una volta l'importanza di posticipare tra il 13 ottobre e il 15 dicembre queste elezioni. Spiego ancora una volta l'importanza di organizzare una campagna elettorale che permetta un confronto sereno, una partecipazione con i cittadini. Ma credo, come ho detto all'inizio di questo mio intervento, che questa maggioranza abbia ampiamente dimostrato di fregarsene dei cittadini, fregarsene della ripartenza del nostro Paese.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ciaburro. Ne ha facoltà.

MONICA CIABURRO (FDI). Presidente, siamo qui dopo una pausa che sembrava dovesse essere in qualche modo conciliante, in qualche modo dialogante, in qualche modo risolutiva rispetto alla questione importante che ci trova a dibattere rispetto a questo decreto-legge, su quella che è una giornata importantissima per moltissimi territori della nostra nazione: la giornata del voto. Ecco, ci ritroviamo ancora qui purtroppo a dovervi ricordare l'economia reale, non quella virtuale, la scuola reale, non quella virtuale, ma sembra quasi che vogliate portare tutto, anche la politica e le elezioni, a qualcosa di reale, per non dire surreale, molto poco vicino alle esigenze e ai bisogni dei nostri cittadini e delle comunità, che devono trovare i loro governi, soprattutto quelle comunità più piccole, che a fatica trovano ancora persone che abbiano voglia di dedicare tempo, passione ed energie e rinunciare alla loro vita per dedicarsi a una comunità. Io mi chiedo davvero perché, e anche perché il Ministro Boccia se ne sia andato senza dare dignità a questo oggetto di discussione, che dovrebbe riguardarlo da vicino (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Galantino. Ne ha facoltà.

DAVIDE GALANTINO (FDI). Presidente, voglio continuare a credere che ci sia anche una sola possibilità di poter interloquire con questa maggioranza, perché, come diceva anche il collega Deidda, che ha illustrato questo emendamento, stiamo parlando di uno dei tanti piccoli comuni che spesso vengono dimenticati dalla politica. Io penso che sia questo il momento di dimostrare che ci sia anche una piccola volontà di ascoltare l'opposizione e votare favorevolmente a questo emendamento di Fratelli d'Italia, che prevede il rinvio della data delle elezioni per il rinnovo del consiglio comunale (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Presidente, penso che le questioni che abbiamo illustrato non abbiano trovato ancora un'udienza degna della tipicità del momento. Dico questo perché pare che si voglia a tutti i costi cercare di non voler comprendere come queste saranno le prime elezioni, dopo una grave emergenza sanitaria, che tuttavia, a seconda delle regioni, avranno un andamento diverso; pertanto, non si può pensare che una regola generale, che può andar bene per un comune, che non è stato minimamente toccato dal Coronavirus, possa andare bene allo stesso modo e con la stessa tempistica per i comuni che, ancora oggi, sono praticamente chiusi. Sicché, le nostre richieste, anche di allargamento dei tempi per la presentazione delle liste, vanno incontro alle esigenze complessive di tutti coloro i quali saranno chiamati a votare, soprattutto di tutti coloro i quali saranno incaricati di dover presentare le liste, di dover produrre la documentazione necessaria, di poter autenticare le firme, che mi pare essere argomento abbastanza delicato, senza correre pericoli. Sotto questo profilo il nostro appello rimane (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Bignami. Ne ha facoltà.

GALEAZZO BIGNAMI (FDI). Presidente, in realtà, l'atteggiamento abbastanza sprezzante del Ministro Boccia - che abbiamo avuto modo di vedere qui durante il question time e che, francamente, ritenevamo potesse spendere una parola anche per favorire un dialogo che proprio, in quelle ore, si stava consumando - rappresenta di per sé un elemento che aggrava la speranza di pervenire ad una riflessione comune; una riflessione comune che, è bene ricordarlo, nasce dal fatto che la maggioranza non ha ritenuto di ascoltare una parte certamente rilevante della minoranza, vale a dire Fratelli d'Italia, la quale, quindi, si trova sostanzialmente sguarnita di altri mezzi se non quello di portare ad una discussione, ad un dialogo - da aprire non su fatti particolarmente eclatanti o particolarmente distanti dalla ratio complessiva del provvedimento, ma che, al contrario, potrebbero costituire un elemento di qualificazione e di miglioramento di quel provvedimento stesso - a riflettere, anche con riferimento alle stesse considerazioni che venivano prima espresse dai miei colleghi, sul dato, ad esempio, che non è possibile avere un DPCM che vieta i momenti di ritrovo elettorale e politico e che, al contempo, invece, nel vietare impone la realizzazione di una raccolta firme in tempi assai brevi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Lucaselli. Ne ha facoltà.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Presidente, Fratelli d'Italia sta portando avanti questa lunghissima maratona nella convinzione davvero che, in questo momento, sia fondamentale riprendere un po' le linee di quello che è lo spirito democratico che porta i nostri cittadini alle elezioni; e deve farlo in maniera consapevole, dando loro la possibilità di scegliere i propri candidati, di potersi confrontare con i candidati sugli argomenti, su quelli che sono e saranno i temi delle campagne elettorali. Ciò vale, ovviamente, per i comuni più grandi ma, a maggior ragione, per i comuni più piccoli. Allora, noi avvertiamo assoluta l'esigenza e la necessità di ribadire questo spirito e questa volontà di Fratelli d'Italia di mettere al centro del dibattito di quest'Aula, in questo momento, non l'interesse politico e partitico ma l'interesse dei cittadini.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Bellucci. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Presidente, ci abbiamo creduto. Per l'ennesima volta ci abbiamo creduto e, per l'ennesima volta, siamo stati delusi. Abbiamo creduto che la presenza qui del Ministro Boccia fosse una presenza che lo portava a confrontarsi con quest'Aula e a fare chiarezza finalmente sulle parole di Stefano Bonaccini, perché Bonaccini dice: non lo condivido ma mi adeguo. Queste sono le sue parole rispetto al 20 settembre: non lo condivido. Allora, rispetto a questa espressione del presidente della Conferenza delle regioni e delle province autonome, che quindi, rappresentando le regioni, dialoga insieme allo Stato, pensavamo che il Ministro Boccia ci potesse illuminare, perché non è di certo la volontà delle regioni, sembrerebbe non essere la volontà delle regioni quella del 20 settembre. Invece, il Ministro Boccia se ne va via, sgattaiola e, probabilmente, evita di confrontarsi e di fare chiarezza su una questione che voi proponete come dirimente.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Acquaroli. Ne ha facoltà.

FRANCESCO ACQUAROLI (FDI). Presidente, riprendiamo i lavori anche oggi pomeriggio concentrati sul trattamento di un argomento centrale: nel prossimo mese di settembre, si dovranno votare per le elezioni amministrative e noi riteniamo che queste elezioni debbano vedere la partecipazione più ampia possibile, non solo nel momento elettorale ma soprattutto nel momento della preparazione. Per questo, chiediamo una riflessione al Governo e alla maggioranza, perché riteniamo il 20 ottobre un tempo prematuro rispetto a ciò che ha attraversato il Paese e rispetto a quello che, normalmente, accade da noi nel mese di agosto. Per questo, vi chiediamo una riflessione ulteriore, un'apertura, un dialogo, un confronto che possano essere importanti per permettere a quest'Aula di addivenire al miglior provvedimento possibile, che possa anche raccogliere le prerogative che tantissime amministrazioni locali, categorie, ma soprattutto i cittadini italiani chiedono.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Alessio Butti. Ne ha facoltà.

ALESSIO BUTTI (FDI). Grazie, Presidente. Noi vorremmo essere ancora più chiari, se ciò fosse possibile, perché il tentativo di mediazione, ancorché timido, offerto all'Aula questa mattina e anche ieri nel pomeriggio da parte del collega Fassino era per noi non tanto un punto di arrivo, come probabilmente qualche collega ha frainteso, ma era un punto di partenza. Cioè, noi su quello che un autorevole rappresentante di questa maggioranza ha detto avremmo volentieri intavolato un ragionamento complessivo, che potesse andare a scrivere in modo, direi, comunitario, collettivo, le regole che devono sovrintendere a un appuntamento importante come qualsiasi appuntamento elettorale.

Poi, per carità, la Costituzione, e abbiamo ascoltato anche la lectio magistralis dell'onorevole Ceccanti, va evidentemente sempre rispettata, però anche in questo caso avete sempre due pesi e due misure, per il semplice fatto che la riforma del Titolo V, e concludo, della Costituzione, delle materie concorrenti e delle materie esclusive, la usate un po' a vostro piacimento, e questo oggettivamente non è possibile.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Varchi, che non è presente; si intende che vi abbia rinunziato.

Ha chiesto di parlare il deputato Trancassini. Ne ha facoltà.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Grazie, Presidente. Anch'io, devo dire, sono molto sorpreso, perché c'era l'occasione, questo a testimonianza che non c'è volontà da parte della maggioranza, c'era qui il Ministro; tra l'altro, mi sembra anche di averlo incontrato qualche minuto fa, ovviamente molto più attento a discutere con i propri rappresentanti di partito, sicuramente non di come trovare la quadra con Fratelli d'Italia, ma sicuramente in tutt'altre faccende affaccendato. È un peccato perché, nel momento in cui era qui, poteva con una parola e con un intervento pubblico magari indirizzare questa ormai stancante trattativa nel verso giusto, anche per evitare a noi di ripetere all'infinito quelli che sono ormai concetti che dovrebbero esservi chiari, ma che purtroppo non lo sono, e cioè che in questo modo danneggiate il turismo, danneggiate la ripresa economica del comparto più in difficoltà, quello che ha chiuso per primo e riaprirà per ultimo.

E comunque poi tutto questo aspetto, questo esaltare, questo ripetere che ci sarà nuovamente la pandemia ad ottobre, non solo non c'è una riga scritta da nessuna parte su questo, ma credo che non faccia bene alla nazione e non faccia bene al Paese, perché è un messaggio negativo, un messaggio di paura, mentre invece credo che l'Italia abbia bisogno in questo momento di messaggi in controtendenza.

Noi dobbiamo insegnare al popolo italiano in questo momento a convivere con questa pandemia, ma, soprattutto, a riprendere un po' tutte le attività. Ripetere che non si può votare e si deve fare la campagna elettorale a ferragosto solo e soltanto per i comodi e per le problematiche del Partito Democratico e del MoVimento 5 Stelle, non solo è scorretto da un punto di vista politico, ma è scorretto anche da un punto di vista psicologico nei confronti di tutto il popolo italiano.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.233 Prisco, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

Ha chiesto di parlare il Ministro D'Incà. Ne ha facoltà.

FEDERICO D'INCA', Ministro per i Rapporti con il Parlamento. Presidente, solo perché nei minuti precedenti e nelle ore precedenti abbiamo avuto molti interventi nei quali è stata richiamata la presenza in Aula del Ministro Boccia. Intervengo soltanto per dire ai colleghi di Fratelli d'Italia che la competenza, per quanto riguarda il decreto n. 26, che stiamo in questo momento seguendo in Aula, è del Ministro dell'Interno Lamorgese ed è stato seguito in Commissione da parte del sottosegretario Achille Variati. Quindi volevo soltanto indicare questa situazione per chiarire una posizione che mi pare stesse seguendo un iter non corretto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Presidente, grazie di avermi concesso la parola sull'ordine dei lavori. Voglio ringraziare il Ministro D'Incà di avere fatto questo chiarimento e voglio anche ringraziare, per suo tramite, il collega Boccia, che ha avuto la compiacenza di informarmi prima che lui non era competente in materia, e quindi evidentemente non ha avuto un ruolo importante, come si mormorava, sulla vicenda delle elezioni regionali. Noi avevamo chiesto la presenza del Ministro Boccia semplicemente perché c'è un convitato di pietra all'interno di questa discussione, che sono i presidenti di regione, e quindi ritenevamo naturale che l'interlocutore privilegiato all'interno del Governo per competenza fosse il Ministro Boccia.

Però, se lui dice “non ho parlato io di questo con le regioni, perché la Ministra competente è la Ministra Lamorgese”, ritengo altrettanto corretto da parte mia, e anche a seguito delle spiegazioni che ha appena dato il Ministro D'Incà, che sia la Ministra Lamorgese a venire a fare quello che il Ministro Boccia non può fare, non perché non fosse giusto venire a farlo, perché non è stata questa la motivazione addotta, ma perché non era competente.

Allora chiediamo che la Ministra Lamorgese venga a fare quello che il Ministro Boccia non può fare, cioè spiegarci le ragioni per le quali sia così rilevante una data piuttosto che un'altra e sia così rilevante il coinvolgimento delle regioni nella scelta della data. Sono questioni che in un dibattito parlamentare siffatto, nel quale i partiti non possono assumersi la responsabilità di prendere una decisione, perché sono condizionati dalle regioni, ma nessuno rappresenta in quest'Aula in maniera esplicita le posizioni delle regioni. Non lo possono fare i partiti per le ragioni che ho spiegato prima, che non sono due elementi intercambiabili.

Lo può fare l'istituzione Governo, che li ha ascoltati e per questo può rappresentarli all'interno di quest'Aula, raccontandoci esattamente le loro posizioni, che altrimenti assumiamo solo dalle agenzie di stampa. Non credo che sia corretto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Simone Baldelli. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI (FI). La ringrazio, Presidente Rampelli. Ringrazio per il suo intervento il Ministro D'Incà. Per la questione che principalmente interessa il sottoscritto, mi è abbastanza chiara la competenza del Ministro Lamorgese in relazione alla decisione di stabilire la data del referendum. La questione che io volevo capire - e, in questo senso, va bene anche l'operoso e attento sottosegretario, che già dai lavori in Commissione ha seguito con competenza e attenzione questo provvedimento - dal Governo, è quale fosse l'interpretazione autentica della norma inserita dall'emendamento Macina: nel senso che qualcuno, del MoVimento 5 Stelle segnatamente, sostiene che con l'emendamento Macina sia stata certificata la facoltà del Governo di abbinare il referendum costituzionale con il primo turno delle elezioni amministrative. Ho come la sensazione che, invece, questa non sia una facoltà per la quale il Governo può scegliere se passare tra il primo o il secondo turno delle elezioni amministrative, quanto più che altro un obbligo. Allora, mi piacerebbe che il sottosegretario su questo mi desse un'interpretazione autentica da parte del Governo, perché poi è competenza del Governo la fissazione della data, e chiaramente su questo dobbiamo riuscire a capire se abbiamo un'interpretazione vincolante della norma oppure no. Credo che contribuirebbe diciamo ad un dibattito un po' più chiaro sull'argomento, e a permettere di capire, anche attraverso gli emendamenti che sono stati presentati, se e come si può chiarire ulteriormente, migliorare o definire questo genere di iniziativa. Cioè, è una facoltà o è un obbligo? E, se è una facoltà o un obbligo, è sul primo o sul secondo turno? Premesso che, come anche il Ministro D'Incà sa bene, il comitato promotore è stato ricevuto dal Presidente del Consiglio a Palazzo Chigi, e al Presidente del Consiglio ha rappresentato l'esigenza di distinguere le date di celebrazione del referendum costituzionale da quelle di altre scadenze elettorali, che segnatamente non riguarderebbero neanche soltanto le elezioni amministrative, ma anche la coincidenza con le elezioni regionali.

Quindi, da questo punto di vista, se non dal Ministro Lamorgese, mi aspetto però almeno dal Governo, in questa sede - scegliete voi da chi, il Ministro D'Incà o il sottosegretario - una parola chiara su questo.

PRESIDENTE. Non vedo mani alzate, quindi non credo che ci siano altri interventi sulle dichiarazioni del Ministro.

Passiamo all'emendamento 1.234 Prisco.

Il primo intervento, del gruppo Fratelli d'Italia, è della deputata Lucaselli. Prego, a lei la parola, deputata Lucaselli.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Grazie Presidente, vede, il presidente di gruppo, l'onorevole Lollobrigida, a nome del gruppo di Fratelli d'Italia, ha fatto una richiesta che ovviamente non può che essere ribadita fortemente in questo momento. Noi abbiamo l'assoluta necessità di avere il Ministro Lamorgese in quest'Aula, e abbiamo questa necessità perché, secondo Fratelli d'Italia, ci sono delle questioni che sono ancora assolutamente irrisolte, e vorremmo avere la possibilità di parlarne direttamente con il Ministro e di ascoltare direttamente dal Ministro le sue risposte.

E allora, fra queste questioni che il gruppo di Fratelli d'Italia pone, ce n'è una, ed è la par condicio: iniziamo da questo. Non sfuggirà a nessuno che in questo periodo di COVID-19, in questo periodo di esposizione mediatica da parte dei presidenti di regione e da parte dei sindaci all'interno delle amministrazioni, è inevitabilmente compromesso il diritto di par condicio per tutti coloro i quali vogliono competere all'interno di una competizione elettorale democratica e libera. E allora noi dobbiamo porci questo problema, perché la fretta nel volere le elezioni necessariamente in quella data secondo noi può derivare, e accende in questo senso un campanello d'allarme, dalla necessità per i presidenti di regione uscente di capitalizzare l'esposizione mediatica che c'è stata sino a questo momento. E siccome noi non facciamo distinzione, per noi il punto si pone nei confronti di tutti i presidenti di regione uscenti, noi vogliamo fortemente chiedere al Ministro se, secondo la Lamorgese, questa questione sulla par condicio può essere rispettata nelle condizioni in cui questo decreto è.

Una seconda questione che, secondo il gruppo di Fratelli d'Italia, è veramente importante, e su questo ci teniamo davvero a porre l'accento, è la libertà di riunione. Non sfuggirà a nessuno dei presenti che sono abituati a fare campagne elettorali sui territori che è impossibile fare una campagna elettorale ed essere pronti per rappresentare le proprie idee e i propri programmi, se c'è il divieto di far riunire le persone anche all'interno dei comizi elettorali. Perché vedete, noi ci troveremmo nell'assurdo che i candidati possono portare a cena delle persone, ma se quello poi viene individuato come comizio elettorale allora non si può fare. Questa è un'assurdità e un paradosso che quest'Aula non può lasciar passare. E questo è davvero fondamentale, perché è la base della democrazia, la base della politica, che non si basa soltanto sui social, sui canali di comunicazione moderni: noi siamo abituati a fare la politica come si faceva tantissimi anni fa, cioè in mezzo alla gente e per la gente, e per poterlo fare dobbiamo avere la libertà e la serenità di poterci riunire e di poter parlare di politica.

E allora questo per noi è un altro punto fondamentale, sul quale non si può soprassedere. Ed è una delle altre domande che vorremmo porre direttamente al Ministro Lamorgese e che abbiamo il diritto di porre direttamente al Ministro Lamorgese, competente a darci delle risposte che noi aspettiamo: o meglio, che noi pretendiamo, perché siamo in quest'Aula per far valere i nostri diritti, ma soprattutto i diritti di tutti gli elettori, che fra un po' si troveranno a dover scegliere le amministrazioni delle proprie città e l'amministrazione delle proprie regioni.

E c'è poi un'altra questione che parimenti rispetto alle altre dovrebbe interessare i colleghi della maggioranza, dovrebbe interessare il Governo, e cioé la questione dei tempi. Noi cerchiamo di essere assolutamente realisti rispetto alla presentazione delle liste, alla scelta dei candidati, ma tutto questo ha anche un onere burocratico. E allora in un Paese in cui la burocrazia ormai imperversa sovrana, in cui si dice di voler eliminare burocrazia, ma di fatto non lo si fa, non possiamo non ricordare a noi stessi che quando si presentano le liste elettorali ci sono anche degli adempimenti amministrativi. E allora capite bene che abbiamo la necessità ovviamente di prolungare i termini, di ampliare questi termini per la presentazione delle liste; e questo per una serie di cose.

PRESIDENTE. Concluda.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Voi sapete che quando si presentano le liste si allegano i certificati di iscrizione alle liste elettorali, il casellario giudiziario.

Ecco, questi sono adempimenti amministrativi che possono serenamente essere svolti anche nel periodo di agosto, ma che devono essere svolti.

PRESIDENTE. Concluda.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Quindi dobbiamo dare il tempo, a chi presenta le liste, di poter svolgere serenamente il proprio lavoro.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Montaruli. Ne ha facoltà. Chiedo scusa, c'era una richiesta di intervento sull'ordine dei lavori, che penso convenga a tutti ascoltare, del presidente Fornaro. Prego, a lei la parola, deputato Fornaro.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, Presidente e mi scuso con la collega. Io mi rivolgo a voi tutti e, ovviamente, ai presidenti di gruppo. Credo che, come tutti sanno, in relazione all'evoluzione del dibattito, il provvedimento non si chiuderà oggi, come era nelle previsioni dell'ultima Conferenza dei presidenti di gruppo. Quindi, credo che sia opportuno e, quindi, per il suo tramite, rivolgo l'invito al Presidente Fico, affinché valuti l'opportunità di convocare una Conferenza dei presidenti di gruppo sia per verificare il calendario di oggi e, quindi, l'eventuale prosecuzione nella fascia serale, e sia il prosieguo di questa trattazione con l'approvazione del decreto.

Anche per rispetto per i colleghi e per la programmazione dei lavori, in considerazione del fatto che i trasporti in questo periodo sono molto rigidi, credo sia giusto - nel rispetto ovviamente dei regolamenti e nulla togliendo né criticando l'attività che stanno facendo tutti i colleghi -, sia necessaria la capigruppo per capire come ci orientiamo nella prosecuzione di questo provvedimento.

PRESIDENTE. La ringrazio, deputato Fornaro. Non ci sono altre richieste di intervento. Io trasferirò questa richiesta di convocazione della Conferenza dei presidenti di gruppo in tempo reale al Presidente Fico, che, quindi, ci farà sapere se intende accoglierla e con quali tempi. Quindi, restituisco la parola alla deputata Augusta Montaruli, per il suo intervento di un minuto. Prego.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Grazie, Presidente e grazie al collega Fornaro, per la galanteria col quale ha preso la parola e lo dico senza polemica, ma realmente, per apprezzamento nei suoi confronti.

Io vorrei sottoporre all'attenzione di quest'Aula e della maggioranza la necessità di convocare degli effettivi comizi elettorali. Questo io lo vedo fortemente compromesso dalle restrizioni alla libertà individuale, al diritto di assemblea, che subiscono, in questo periodo, i partiti, le associazioni e i liberi cittadini. Mi chiedo come sia possibile garantire una campagna elettorale reale, nel momento in cui abbiamo ancora compressi questi diritti. Evidentemente - e ne siamo tutti consapevoli - c'è parte della maggioranza, che è stata eletta alla gara del click o del “mi piace” su una piattaforma. Ma la politica è un'altra cosa: la politica è territorio, la politica è presenza, la politica è confronto, la politica è confronto fisico…

PRESIDENTE. Concluda.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). …la politica è assemblea, la politica è comizi, la politica è riunioni, la politica è volantinaggi, banchetti.

PRESIDENTE. Concluda, per favore.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Come sarà possibile garantire il più alto valore della politica, in una campagna elettorale con queste restrizioni. Quindi, io prego veramente e nuovamente il Governo a riflettere, anche sul piano dei diritti individuali e delle associazioni.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Bellucci. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Grazie, Presidente. Ringraziamo il Ministro D'Incà, perché, come auspicavamo, in alcuni momenti, diventano dirimenti i suoi interventi. Ci ha illuminato e ci ha detto che il Ministro competente è il Ministro dell'Interno, Lamorgese. Ebbene, allora, ovviamente si impone e si richiede la presenza del Ministro Lamorgese, perché è, sotto gli occhi di tutti, che c'è una questione a livello regionale e c'è una Conferenza delle regioni che ha un'idea ben diversa di come possa essere esercitato il diritto al voto, nella piena libertà e nella piena consapevolezza.

Questo, quindi, non può escludere che il Ministro competente, che si occupa di stabilire rapporti e relazioni - in questo caso il Ministro Lamorgese - venga qui in quest'Aula, ad ascoltare le ragioni del Parlamento, le ragioni dell'opposizione e anche della maggioranza.

Non credo che si possa andare avanti, se non si supera questa assenza clamorosa e continua del Ministro, che è competente a poter aiutarci a dirimere questo impasse che sta diventando del tutto imbarazzante per noi tutti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Butti. Ne ha facoltà.

ALESSIO BUTTI (FDI). Grazie, Presidente. Come noi abbiamo più volte sottolineato, la questione che stiamo ponendo non è relativa esclusivamente alla data di svolgimento della prossima tornata elettorale. Anche se lo abbiamo detto, ribadito e dimostrato, il mese prossimo settembre sarà un mese molto delicato, perché sarà il mese del post emergenza, così almeno noi tutti quanti auspichiamo. Ci dovremo misurare con la ripresa, non solo della vita normale o più simile alla normalità, ma anche con la ripresa dell'economia, di quella vera, non basata su quello che stiamo leggendo oggi sui giornali, sugli algoritmi o sulle previsioni, ma sui dati di fatto. E, ovviamente, a settembre, i dati di fatto poggeranno sull'esperienza che avremo maturato, sotto il profilo imprenditoriale, commerciale e industriale, nei tre mesi precedenti, cioè giugno, luglio e agosto. Ecco perché sarà un mese sensibile: perché noi dovremo pensare a come e dove ricollocare al proprio posto di lavoro coloro i quali sono rimasti in cassa integrazione, coloro i quali sono rimasti a casa, coloro i quali sono stati licenziati. Quindi, sarà un mese estremamente delicato, perché poi inizierà anche l'anno scolastico, pur nella confusione che abbiamo ascoltato anche dalla Ministra Azzolina, con i divisori in plexiglass e con le merende da portare a casa.

PRESIDENTE. Concluda.

ALESSIO BUTTI (FDI). Concludo. Il mese di settembre, questo settembre, è il meno indicato per andare al voto.

PRESIDENTE. La ringrazio. Nel frattempo prego i deputati che sono in Transatlantico a rispettare le postazioni assegnate ai propri gruppi, perché le postazioni che sono lato Posta e lato buvette non sono libere, ma c'è un'assegnazione specifica per ogni gruppo. Quindi, questa assegnazione va rispettata, altrimenti i colleghi dei vari partiti, ogni volta che devono votare, si trovano a navigare tra un banco e l'altro alla ricerca di una postazione. In questa maniera si rende anche più agevole il lavoro dei segretari d'Aula.

Ha chiesto di parlare il deputato Caiata. Ne ha facoltà.

SALVATORE CAIATA (FDI). Grazie, Presidente. Mi permetta, Presidente, di tornare nuovamente, di riporre l'accento e di sottolineare un aspetto che ho scoperto con stupore, un aspetto di cui molti colleghi in Aula ignorano l'esistenza, vale a dire il divieto di riunioni politiche, presente nell'ultimo DPCM, divieto che persiste fino alla data del 31 luglio prossimo venturo. Questo vuol significare che, fino a quella data, nel rispetto della legge e nel rispetto della norma, non possiamo riunirci per discutere, programmare e pianificare le prossime elezioni amministrative o, quantomeno, non lo possiamo fare dal punto di vista della presenza fisica.

Com'è possibile pensare, poi, nell'arco di solamente otto giorni chiudere le liste e presentarle? È veramente scellerato. Forse, la parola giusta è “scellerato”. Mi lasci concludere semplicemente…

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

SALVATORE CAIATA (FDI). …citando il paese a cui fa riferimento questo emendamento, Craco, uno splendido paese della provincia di Matera, paese fantasma, il cui nome è di origine greca e che significa “piccolo campo arato”.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Signor Presidente, la richiesta di una presenza del Ministro dell'interno non è dovuta solo ad un chiarimento in ordine alle competenze che ci erano già chiare, ma anche e, soprattutto, rispetto ad un fatto: tutti gli organi con elezioni di primo grado - i comuni, le regioni, le Camere -, tradizionalmente, stanno al massimo in carica cinque anni. Questo decreto-legge, in ragione della vicenda COVID, prevede un'estensione della durata in carica degli organi delle regioni a statuto ordinario che devono andare alle elezioni, per scadenza, al 2 di agosto, di altri tre mesi. Ora, quello che non può essere minimamente neppure pensato è che, dopo che si è dato alle regioni tre mesi in più per poter governare, qualcuno pensi anche di mettere mano alle leggi elettorali, così da sovvertire quelle che erano le leggi precedenti e in vigore con le quali si doveva votare (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Gemmato. Ne ha facoltà.

MARCELLO GEMMATO (FDI). Grazie, Presidente. Indubbiamente, le tematiche incardinate dai due colleghi che mi hanno preceduto hanno un profilo che merita attenzione. La data del 30 di luglio quale limite massimo per svolgere riunioni e assemblee, evidentemente, è per una forza politica come Fratelli d'Italia, ma immagino sia la cifra che debba contraddistinguere tutte le forze politiche che fanno del contatto di prossimità, delle riunioni, delle assemblee, dello scambio viso a viso, la cifra distintiva del proprio fare politica. Fino a quella data noi non possiamo fare riunioni e dovremmo presentare le liste di lì a qualche giorno. È evidente che c'è un corto circuito nella liturgia democratica, che noi non possiamo in quest'Aula non contestare - e concludo, Presidente - e non attenzionare. Per questo il gruppo di Fratelli d'Italia chiede in maniera forte che, appunto, si possa rivedere la data e porre risoluzione a quanto detto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Mantovani. Ne ha facoltà.

LUCREZIA MARIA BENEDETTA MANTOVANI (FDI). Grazie, Presidente. Il comune di cui si parla nell'emendamento rappresenta l'esempio emblematico del piccolo municipio italiano: un centro abitato, un luogo periferico lontano da tutti quei sistemi che, spesso, fanno perdere di vista la realtà. I comuni come questo hanno pari dignità ed è anche attraverso una campagna elettorale dignitosa e rispettosa della par condicio che si può garantire quell'informazione che merita ogni cittadino italiano. Le elezioni sono una cosa seria e anticipare il termine elettorale rispetto a quanto indicato in questo emendamento significa davvero indebolire le liste.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Grazie, Presidente. È evidente che questo provvedimento va a umiliare il momento più alto della rappresentanza e della celebrazione della democrazia: lo fa con la par condicio, lo fa con mille furbizie. Mentre noi stiamo decidendo quando dovrà iniziare la par condicio, nel frattempo, i presidenti uscenti delle regioni di maggioranza vanno in televisione, vanno in pellegrinaggio nelle grandi trasmissioni, nei grandi contenitori, con interviste inginocchiate, con sponsorizzazioni inaccettabili e scandalose. È questo il concetto di par condicio che questa maggioranza ha e rappresenta e lo dico anche, Presidente, da componente della Commissione di vigilanza RAI.

Quindi, saremo attentissimi che ogni minuto, ogni secondo, possa essere dato a tutti i presidenti candidati, perché riteniamo che la democrazia sia anche questo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Rizzetto. Ne ha facoltà.

WALTER RIZZETTO (FDI). Presidente, stiamo continuando, evidentemente, questa fase, che alcuni colleghi hanno definito “non ostruzionistica”; secondo alcuni può essere definita, invece, “ostruzionistica”, possiamo anche essere d'accordo, ma è proprio perché, ad esempio - e in questi interventi cercheremo di evidenziare quanto sto per dire -, ci sono delle differenze, in termini di par condicio rispetto alla campagna elettorale, che sono evidenti. E anche se il Ministro non ha l'accortezza ancora di ascoltarci poiché è impegnato in una telefonata, dico che, ad esempio, ci sono alcuni governatori di regione uscenti che hanno evidentemente, al netto delle dure prove che hanno sopportato in questi due o tre mesi, in questa fase drammatica del nostro Paese, accresciuto la loro popolarità - chi più, chi meno, ovviamente - rispetto ad altri che sfiderebbero gli stessi governatori uscenti proprio su un terreno elettorale.

E, quindi, il fulcro del ragionamento che Fratelli d'Italia oggi, e per molte ore ancora, porterà in quest'Aula è la democrazia rispetto a quanto, in campagna elettorale, un governatore o i candidati possono o non possono fare. Questo immagino, Presidente, che sia un evidente vulnus di quanto anche… anche… sto attendendo il Ministro, Presidente… le forze politiche possono portare…

PRESIDENTE. Concluda, perché sta molto al di sopra del tempo consentito. Mi sono distratto io, le chiedo scusa.

WALTER RIZZETTO (FDI). Va bene, concludo. Quindi, lo rinnovo: noi stiamo qui a fare una battaglia che riguarda una sorta di democrazia che deve essere applicata, anche e, soprattutto, in seno ad una fase elettorale di vitale importanza per il nostro Paese.

PRESIDENTE. Sono costretto a ricordare a tutti i parlamentari presenti che devono tenere la mascherina sul volto e mantenere la distanza di sicurezza. Lo faccio dopo che diversi vostri colleghi si sono lamentati perché alcuni non avevano la mascherina (Applausi). Quindi, siete pregati cortesemente di rispettare le regole che ci siamo dati.

Ha chiesto di parlare il deputato Silvestroni. Ne ha facoltà.

Colleghi, ho appena invocato il rispetto delle norme sul distanziamento. Deputato Sisto, deputato D'Ettore, se non c'è posto, lo trova altrove, a parte che ce ne sono di posti, io li vedo da qui, quindi, li cerchi e troverà sicuramente una postazione per lei. Deputato Silvestroni.

MARCO SILVESTRONI (FDI). Grazie, Presidente. Nel continuare questa nostra battaglia, come abbiamo detto di libertà, oggi voglio anche io, come hanno fatto i miei colleghi ieri, dedicare una canzone. Allora ho trovato una canzone, l'ultima canzone di Masini, che s'intitola “Il confronto”, quel confronto che manca proprio in quest'Aula di Parlamento: la dedico chiaramente al Partito Democratico, a LeU, al MoVimento 5 Stelle, che non vogliono un confronto, che dovrebbe servire a una nazione che sta uscendo, ci auguriamo, da questa pandemia, che rientrerà - e ci auguriamo con un confronto di non arrivarci - in una grave crisi economica. Quel confronto che chiediamo è quello di poter effettuare delle legittime, in par condicio, elezioni: è quello che voi non volete dare agli italiani.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il Governo; do la parola al sottosegretario Variati.

Colleghi, le norme sul distanziamento, per cortesia…

ACHILLE VARIATI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Grazie, Presidente. Sono state rivolte dagli onorevoli deputati alcune domande; mi sembrerebbe corretto rispondere ed è per questo che ho preso la parola. La prima domanda è venuta dall'onorevole deputato Baldelli, che mi chiede come e se, con l'articolo 1-bis, così come uscito dalla Commissione, dopo un emendamento Macina, per capirci, questa concentrazione, detta anche election day, rappresenta per il Governo un obbligo o una facoltà. Ma, francamente, per come è scritto l'articolo e pensando anche che questo era sempre stato il pensiero del Governo e cioè quello che la situazione sanitaria è tale, al di là dei giudizi che sono stati dati sull'opinione del Comitato tecnico-scientifico che è stata resa pubblica, che fosse opportuna la concentrazione delle elezioni, compresa anche quella referendaria, ma, per come è scritta la norma, noi pensiamo che sia un obbligo per quanto riguarda la competenza statale, quindi, la competenza statale sta nelle suppletive nazionali, sta nelle amministrative, sta nelle referendarie. Ovviamente, per quanto riguarda, invece, le regionali, di cui al sistema elettorale di autonomia rispetto all'articolo 122 della Costituzione, questo è un orientamento che è ovviamente in un'ottica di compatibilità con i rispettivi ordinamenti regionali, anche se l'emendamento già approvato da quest'Aula, l'1.231 dell'onorevole Sisto, presentato appunto dall'onorevole Sisto, va nell'idea che questa concentrazione possa francamente avvenire, perché ha in qualche modo posizionato la stessa finestra per le elezioni regionali, che prima partiva con il 6 di settembre, al 15 di settembre.

E quale è stata - rispondo, se posso, da semplice sottosegretario, poi, dirò rispetto alle richieste del gruppo di Fratelli d'Italia di avere in Aula il Ministro - la posizione delle regioni che è stata espressa sia in Conferenza Stato-regioni sia nei collegamenti diretti che la Ministra Lamorgese ha avuto con il presidente, in particolare, della Conferenza delle regioni? L'orientamento delle regioni che vanno al voto era di votare il prima possibile, possibilmente a luglio o, comunque, all'inizio della finestra, cioè dal 6 settembre in poi. Questo è stato l'orientamento che le regioni hanno assunto ed è per questo che, se mi consentite, l'accusa al Governo di piegarsi sulla volontà regionale non è esattamente corretta, perché la data che qui tanto si discute, che è una data che già è stata oggetto di un primo cambiamento in seno al dibattito della Commissione affari costituzionali, passò dal 13 al 20 di settembre per cercare di venire incontro ad una esigenza che non è solo quella del rispetto delle condizioni epidemiologiche del Paese, ma, anche e soprattutto, dei tempi della democrazia, che sono altrettanto importanti.

Infine, ma quali sono le norme che regolano la socialità? Sono compatibili con l'attivazione di una campagna elettorale? Faccio presente ai deputati che il DPCM con le norme attualmente in essere vale fino al 14 di questo mese, al 14 giugno, dopodiché resta valido il decreto-legge n. 33 del 16 maggio del 2020, che ha una norma di carattere generale e che varrebbe fino alla fine dell'emergenza epidemiologica prevista, come loro sanno, per il 31 di luglio. Tuttavia, questa norma generale, in realtà, obbliga al distanziamento, in manifestazioni che si svolgano in pubblico, in luoghi pubblici o aperti al pubblico, di un metro, il che vuol dire che qualsiasi attività può essere eseguita con questa attenzione, a un distanziamento di un metro, e questo fino al 31 di luglio, perché, poi, successivamente, sempre che non ci siano riprese, che ovviamente nessuno di noi si augura, dell'infezione, cadono completamente tutte le norme.

Infine, certamente, io avrò modo di informare il più presto, ho anche tentato da subito, la mia Ministro per riportare le richieste che sono state fatte da parte di un gruppo parlamentare per averla qui; sono convinto che compatibilmente con i suoi impegni non si sottrarrà di certo a una presenza, anche se, molto immodestamente, aveva delegato, me sia nel lungo percorso della Commissione affari costituzionali sia in Aula, per tenere i rapporti. Vi assicuro che per quanto riguarda me e per quello che io rappresento nel Governo non sono stato assolutamente sordo ai tanti interventi che ci sono stati e penso anche che il grande ruolo della politica si chiami mediazione, si chiami confronto e incontro, più che scontro e, quindi, ritengo che ancora ci siano margini per un ragionamento che possa essere utile all'interno di questo dibattito e per la sintesi che quest'Aula farà.

PRESIDENTE. La ringrazio, sottosegretario Variati, mi pare ovvio che il suo intervento è stato un intervento di carattere generale. Se il Governo chiede la parola, ovviamente la Presidenza non può che accogliere la sua richiesta, tuttavia diciamo che l'intervento si può considerare ultroneo rispetto all'emendamento 1.234 Prisco. In modo particolare, c'erano varie risposte alle osservazioni fatte dal deputato Baldelli, che infatti chiede di poter replicare e io gli lascio la parola. Deputato Baldelli, prego.

SIMONE BALDELLI (FI). Presidente, io ringrazierei il Governo, anziché sottolineare che l'intervento è ultroneo rispetto all'emendamento, insomma, perché mi è sembrato un intervento che va nella direzione di chiarire alcuni punti. Io mi riservo di intervenire sul merito di quello che ha detto il Governo, ma vorrei far presente al Governo stesso che su una delle questioni che ho posto ho ancora necessità di avere un chiarimento, nel senso che mi è abbastanza chiaro che il Governo ha detto che, per come è scritta la norma, interpreta come un obbligo l'abbinamento tra il referendum costituzionale e le elezioni amministrative; altro capitolo è chiaramente rappresentato, nell'autonomia costituzionale che viene riconosciuta alle regioni, dalla data di voto di ciascuna delle regioni interessate dalla scadenza.

La cosa che però non mi è chiara è se il Governo abbia facoltà di scegliere - e questa è una domanda che io pongo al Governo, alla quale chiaramente basta un “sì” o basta un “no” oppure una spiegazione più elaborata - se questo abbinamento debba cadere necessariamente con il primo oppure con il secondo turno di tali elezioni perché, come dire, tra 0 e 100 ci sono diverse distanze di lunghezza. Allora, vogliamo capire se, tra la proposta del comitato promotore di farlo a novembre e l'emendamento Macina, che impone l'obbligo di farlo insieme, c'è la possibilità almeno di capire se il Governo si senta vincolato da come è scritta la norma a farlo cadere sul primo turno o se abbia la facoltà e se la riservi e magari si impegni in questo senso a farlo cadere sul secondo. Questo onestamente dall'intervento del sottosegretario non l'ho compreso, però sono certo che non ne farà mistero se, sollecitato sul punto, chiedo una ulteriore precisazione.

PRESIDENTE. Intanto comunico che la Conferenza dei presidenti di gruppo è convocata per le ore 19 anche per valutare la prosecuzione della seduta e l'ulteriore corso della stessa.

Ha chiesto di parlare il deputato Foti sulle dichiarazioni del sottosegretario Variati. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Signor Presidente, ringraziamo innanzitutto il sottosegretario per l'intervento che ha svolto e anche per essersi impegnato rispetto alla presenza del Ministro in Aula. Debbo soltanto dire che alcune delle questioni che noi abbiamo posto hanno avuto comunque una risposta. Rimane il fatto che penso debba essere fortemente chiarito che, nel momento in cui vengono pubblicati i decreti di indizione dei comizi elettorali, vi deve essere la possibilità vera che i comizi elettorali siano tali perché, se i comizi elettorali poi rimangono soltanto un principio affisso su un manifesto e non si può dare agli stessi un contenuto pratico cioè la partecipazione dei cittadini al momento elettorale, evidentemente non soddisfiamo non solo una norma di legge ma neanche l'esigenza di far partecipare i cittadini al momento elettorale.

PRESIDENTE. Non ci sono altre richieste di intervento sulle valutazioni del Governo, quindi si torna all'emendamento 1.234 Prisco.

Ha chiesto di parlare il deputato Trancassini. Ne ha facoltà per un minuto.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Grazie, Presidente. Ci avete detto qualche mese fa, quando era chiaro che l'Italia voleva andare al voto soprattutto per dimezzare la presenza parlamentare del MoVimento 5 Stelle, che non si poteva votare perché siamo una Repubblica parlamentare. Poi avete accorpato il referendum costituzionale ad un'elezione amministrativa, in barba anche alla storia del Paese; ci avete chiuso a casa con i DPCM senza farli passare per il Parlamento; avete adottato tre decreti-legge su un paio dei quali avete chiesto la fiducia tra Camera e Senato; ci fate votare d'estate e permettete ai presidenti di regione di cambiare le regole del gioco affinché vi sia maggiore probabilità che vincano le elezioni. Ecco credo che questa breve storia di quanto è accaduto in questo Paese negli ultimi sei mesi - che va dalla volontà di non permettere al popolo italiano di votare fino a quest'ultima vergogna di non prendere l'impegno per far sì che le regioni non possano cambiare le regole del gioco a due mesi dalle elezioni - ci dà la dimensione di quella che è la democrazia oggi in Italia.

PRESIDENTE. Concluda.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Chiedo a tutti i grandi cultori della materia, a tutti coloro che ci hanno dato lezioni fino ad oggi se questa è ancora una democrazia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Delmastro Delle Vedove. Ne ha facoltà.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Grazie, Presidente. Continuiamo ad insistere non già e non solo e non più solo sulla data elettorale, che è una sciagura per le motivazioni che vi abbiamo già illustrato e che vedono dalla nostra parte della barricata il mondo dell'economia reale, della scuola e il comparto turistico.

Ora siamo qui a sollecitarvi anche una profonda riflessione sul significato più intimo della legge sulla par condicio che è stata elaborata in Italia dopo faticosi scontri anche di natura culturale e giuridica e che oggi rischia di essere sfilacciata e mortificata dall'atteggiamento del Governo che non comprende quanto indirettamente e retroattivamente si incida su quella normativa, falsando clamorosamente le consultazioni elettorali prossime se fissate in questa data e se non vi è un arco temporale importante della par condicio che intervenga sulle elezioni. Anche per questo motivo vi ricordiamo…

PRESIDENTE. Concluda.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). …che queste elezioni potrebbero costituire un clamoroso e pericolosissimo precedente.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Luca De Carlo. Ne ha facoltà.

LUCA DE CARLO (FDI). Grazie, Presidente. Ormai penso che chi ci guarda da casa da ieri a oggi nei due blocchi di interventi si sia reso conto che, da una parte, ci sono coloro che devono difendere rendite acquisite cioè coloro che devono difendere i governatori uscenti, coloro che in questi mesi hanno goduto, contrariamente alla grandissima parte degli italiani, di una visibilità che è assolutamente sproporzionata rispetto al loro ruolo; dall'altra parte, invece ci sono coloro che credono nella democrazia e ve lo hanno dimostrato. Vi hanno dato la possibilità di mettere una pezza al provvedimento, vi hanno dato la possibilità di dire: lavoriamo sulla par condicio - perché oggettivamente è impossibile oggi pensare che uno sfidante parta dallo stesso punto in cui parte un governatore - e che la libertà di riunione, per chi fa politica, è l'essenza stessa della politica. Noi non vogliamo arrenderci al fatto che si possa fare o si debba fare politica solo su un blog perché quella è una politica effimera, è un consenso effimero come direbbe qualcuno…

PRESIDENTE. Concluda.

LUCA DE CARLO (FDI). …e non è invece un consenso reale come quello che noi vorremmo che fosse applicato a tutta la democrazia, a maggior ragione quando parliamo di comuni o quando parliamo di regioni che sono enti assolutamente prossimi al cittadino (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Donzelli. Ne ha facoltà.

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Grazie, Presidente. Aspettiamo ancora che ci sia la consapevolezza delle cose dette finora. Ho sentito da parte del Governo riferimenti alla possibilità di riunirsi dopo metà giugno ovviamente rispettando le distanze di sicurezza. Però anche questa è una concessione fino al nuovo DPCM, cioè noi vorremmo che la campagna elettorale fosse garantita per principi democratici, per chiarezza, per termini. Come è stato fatto un DPCM che ha stabilito determinati metri, potrebbe uscire un altro DPCM che il 15 giugno stabilisce che per riunirsi nelle stanze chiuse, come normalmente fanno i partiti nelle sedi di partito, non ci si può riunire in più di venti, in più di trenta. O si chiarisce quali sono le modalità per garantire la campagna elettorale o si rischia di dare lo strumento al Governo di impedire il regolare svolgimento della campagna elettorale nella preparazione della stessa, cioè vietare e stabilire i criteri con cui si possono riunire i partiti politici…

PRESIDENTE. Concluda.

GIOVANNI DONZELLI (FDI). …è di una pericolosità inaudita. Si deve stabilire che i partiti politici si possono riunire punto, senza alcun criterio diverso perché, altrimenti, si vanno a viziare le regole della preparazione della campagna elettorale. Concludo. Ci immaginiamo cosa può accadere: in un comune, dove c'è l'opposizione che si riunisce, i vigili urbani possono arrivare a fare le multe all'opposizione che si sta riunendo.

PRESIDENTE. Concluda, per favore, ha finito il suo tempo.

GIOVANNI DONZELLI (FDI). È una follia insostenibile.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Prendo le parole del sottosegretario sicuramente come un'apertura ma, come ho detto, abbiamo bisogno di vedere fatti concreti che ci permettano di cancellare ciò a cui assistiamo, ciò a cui leggiamo nelle agenzie di stampa, nei giornali ma non nei giornali di destra ma per esempio ne il manifesto. Governatori con opposizioni che poi riflettono la maggioranza in questo Governo e che vogliono cambiare le leggi elettorali; par condicio che non vengono rispettate nei TGR.

Insomma, tutti problemi che ci permettono o ci spingono ad intervenire e a continuare questa maratona nell'Aula per convincervi che non è una battaglia ostruzionistica, anche perché poi…

PRESIDENTE. Concluda.

SALVATORE DEIDDA (FDI). …bisogna chiarire questo: se non stessimo qui, non ci sarebbero altri provvedimenti in quest'Aula, tranne i trattati. Questa è una grande battaglia che noi stiamo facendo per rimarcare un principio sacrosanto: il Governo non può decidere sopra la testa dei cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Wanda Ferro. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Grazie, Presidente. Intanto colgo l'occasione per ringraziare il garbo dell'intervento del sottosegretario, che anche con grande pazienza, ma soprattutto puntualizzando che non è stato un semplice sentire, ma un ascolto rispetto alle istanze che sono provenute dai banchi dell'opposizione di Fratelli d'Italia, e questa sinceramente è una cosa che ci gratifica. Nello stesso tempo, sollecito che ci sia questa apertura, perché è proprio vero - no? - scrivere le regole per gli altri e non delle eccezioni per se stessi, in qualche modo, mette in campo la possibilità di realizzare quello che stiamo chiedendo: poter fare la campagna elettorale attraverso la possibilità di indire comizi, manifestazioni e riunioni; la possibilità effettiva di poter avere i tempi per presentare le liste e con le liste, ovviamente, i vari adempimenti che vanno fatti, dalla raccolta firme, piuttosto che la certificazione all'iscrizione alle liste elettorali, il casellario giudiziale; quindi poter, in qualche modo, non sancire un cambio di rotta rispetto a quella tradizione di una campagna elettorale, di una politica che deve, sempre di più, stare tra la gente e con la gente, e non soltanto farsi votare attraverso remoto o attraverso i social (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.234 Prisco, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

Passiamo all'emendamento 1.235 Prisco.

Ha chiesto di parlare il deputato Foti. Ne ha facoltà. Deputato Butti, al posto del deputato Tommaso Foti.

ALESSIO BUTTI (FDI). Sì, ci sarà un'inversione, grazie Presidente. Questi minuti vorrei dedicarli a un riassunto di quelle che sono le questioni di fondo poste dal gruppo di Fratelli d'Italia in questi tre giorni intensi e attivi sotto il profilo dell'attività parlamentare. La prima cosa che dobbiamo rimarcare è un fatto - e lo diciamo senza polemica, perché è un dato di fatto - che i Ministri di questo Governo generalmente disdegnano i lavori dell'Aula e molto spesso anche delle Commissioni.

Ora, il Ministro Boccia - è stata aperta una querelle e anch'io desidero esprimere il mio parere in merito - era presente poco fa al question time in favore di telecamere, dopodiché è sparito, ma è stato molto gentile e ha rispettato il bon ton parlamentare; ha informato il Ministro per i rapporti col parlamento, D'Incà, che il Ministro competente per questo provvedimento non è il Ministro Boccia, ma è il Ministro dell'Interno, Lamorgese.

Ora, il gruppo che in questo momento io rappresento, il gruppo di Fratelli d'Italia, ha un vizio che, secondo me, può essere anche un vezzo evidentemente, quello di leggere con molta attenzione non solo il frontespizio dei decreti e dei disegni di legge che trattiamo e che votiamo in quest'Aula, ma di leggerne anche il contenuto; e abbiamo dimostrato di conoscerlo in modo assai approfondito, cercando di presentare anche delle modifiche sostanziali a questo testo. Ebbene, nel frontespizio si legge, caro Ministro D'Incà, che questo disegno di legge è presentato dal Presidente del Consiglio e dal Ministro dell'Interno Lamorgese: quindi, fin qui, noi ovviamente sappiamo leggere; dopodiché, si legge: di concerto con il Ministro Boccia, il Ministro Bonafede e il Ministro Gualtieri. Di concerto significa che non vengono, ovviamente, ad allietarci con un quartetto di arpa e violoncello, significa che lo fanno in accordo con altri Ministri; anche perché, vede, la competenza delle consultazioni elettorali è da sempre del Ministro dell'Interno, questo è un fatto a tutti quanti assai noto. Forse il Ministro D'Incà pensava di essere, nella sua breve allocuzione, ad una riunione del gruppo dei 5 Stelle, a cui spiegare l'ABCD, ho aggiunto anche la “D”, delle procedure parlamentari. Diversamente, il gruppo di Fratelli d'Italia può contare sull'apporto, sulla collaborazione, sulla competenza di colleghe e colleghi, che hanno fatto della politica una vocazione: quindi studiano, quindi approfondiscono e, quindi, sanno benissimo chi è il Ministro competente, provvedimento per provvedimento. La presenza del Ministro Boccia, così come è stato ricordato dal presidente Lollobrigida, noi l'abbiamo richiesta e sarebbe stata utile nel momento più acuto, diciamo così, del dibattito, quando cioè tutti dissertavano circa le competenze delle regioni, le competenze dei governatori e ovviamente delle giunte regionali. Ebbene, il nostro ragionamento non cambia di molto, perché il Ministro Lamorgese - ci è stata poco fa comunicata dal gentile sottosegretario la sua presenza non appena riuscirà a conciliare i propri impegni con quelli dell'Aula - sarà presente tra noi. Ma resta il fatto che in questi tre giorni il Ministro dell'Interno competente del provvedimento non si è visto, probabilmente si è smarrito nei meandri dei corridoi.

C'è un'altra questione che noi abbiamo sollevato - e vado a concludere - a proposito di regole, che è quella relativa alla par condicio. Allora, noi vi abbiamo chiesto di disciplinare diversamente, onorevole sottosegretario, non solo la questione del distanziamento durante le riunioni di partito, ma di disciplinare diversamente anche la questione della par condicio, perché è del tutto evidente che qualcuno parta molto avvantaggiato e la par condicio è sistematicamente infranta. Parlo della legge n. 28 del 2000. Dobbiamo capire che la par condicio non disciplina la comunicazione politica solo nel periodo di campagna elettorale, ma in genere, e che siamo in una fase delicata di pre-campagna elettorale, e che i presidenti delle giunte regionali uscenti, che siano di centrodestra o di centrosinistra, ne stanno beneficiando. In più, il centrosinistra - e concludo, Presidente, e la ringrazio - ha appena fatto una ennesima infornata di nomine in RAI, quindi è del tutto evidente che sulla questione della par condicio noi accenderemo un focus sul Governo e sulla campagna elettorale, questo sia chiaro per tutti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Simone Baldelli. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI (FI). La ringrazio, Presidente Rampelli. Le indicazioni che ci ha dato il Governo non mi sono parse per nulla confortanti in relazione alle questioni che abbiamo posto. Mi auguro che ci sia un ulteriore riflessione da parte del Governo stesso, anche in relazione al parere da dare su proposte emendative che verranno affrontate nel corso del provvedimento e che prevedono non solo l'impegno ad ascoltare il comitato promotore prima di fissare la data, ma anche di concordare con il comitato promotore la data. Infatti, vedete, c'è una situazione piuttosto singolare: mentre le elezioni amministrative e le elezioni regionali vedranno una contrapposizione, che è di natura politica, tra centrodestra e centrosinistra, segnatamente, quella del referendum è una contrapposizione tra il comitato per il No e tutti gli altri movimenti che per amore, per timore, per vocazione o per convenienza hanno scelto di intraprendere la strada del sostegno alla riduzione del numero dei parlamentari.

Allora, da questo si capisce bene che l'autonomia della consultazione viene pregiudicata: schiacciata dallo scontro tra parti politiche, schiacciata da una campagna elettorale che serve a trasformare voti in seggi sia per i municipi, sia per i comuni, sia per i consigli regionali, sia per le elezioni dei presidenti di regione. Congiuntamente a questo, ovviamente, lo spazio di confronto tra le opinioni del “sì” e le opinioni del “no” scompare, diventa un foglietto di carta che si confonde nel libro mastro di questo appuntamento.

Per cui, non c'è soltanto la malafede di chi ha voluto inserire questa norma, che non ha precedenti. Ricordavo prima che non ci sono precedenti di referendum costituzionali nei quali ci sia stato mai un abbinamento con le elezioni amministrative. Noi abbiamo avuto referendum costituzionali nel 2001, nel 2006 e nel 2016. Nessuno si è mai sognato di fare una “porcata” del genere e, guardate, a me non conforta il fatto che la maggior parte dei colleghi di quest'Aula fuori da quest'Aula vengano a darmi pacche sulle spalle dicendo che ho ragione. A me inquieta il fatto che avere ragione qui ma non poter avere un sostegno parlamentare a quella che è una richiesta legittima di un comitato promotore io lo trovo inquietante. Poi, che il Governo faccia da scaricabarile dicendo: “ha deciso il Parlamento”, senza assumersi la responsabilità politica di una regia di gestione di questo tema, quando il comitato promotore è andato a parlare con il Presidente del Consiglio e a lui ha fatto presente le proprie richieste, mi fa credere che ci sia qualcosa di davvero storto in questo meccanismo.

Poi, dovremmo fare una riflessione a parte anche - e l'abbiamo in qualche modo toccato all'inizio della seduta, all'inizio del seguito dell'esame di questo provvedimento l'altro giorno - sul tema dei cittadini italiani residenti all'estero che, con il taglio dei parlamentari, vedrebbero ridotta la loro rappresentanza. Ma non è questo il tema: il tema è il metodo. Entro il 2 settembre a quei cittadini dovranno essere inviati i plichi con le schede di voto, cioè le nostre ambasciate e le nostre cancellerie dovranno fare questo lavoro ad agosto (non so se questo vi è chiaro). Per fare che cosa? Per assecondare la volontà del MoVimento 5 Stelle che ha imposto un emendamento a mio avviso incostituzionale - ma questo lo deciderà la Corte costituzionale - che impone quella che, come ho detto già altre volte in quest'Aula, in altri tempi qualcuno, più autorevole di me, in questo momento avrebbe definito una “porcata eclatante”.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Augusta Montaruli. Ne ha facoltà per un minuto.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Grazie, Presidente. Lo dico a lei, Presidente, ma lo dico anche a tutta la maggioranza. Fratelli d'Italia e l'opposizione sono qui a battagliare per garantire una campagna elettorale vera, perché riteniamo che, mai come oggi, sia importante che i cittadini vadano al voto in maniera consapevole dopo un'emergenza così grave.

Rimango un po' di stucco, però, quando, dopo aver visto in questa nazione il MoVimento 5 Stelle che diceva che doveva aprire il Parlamento come una scatoletta di tonno, lo vedo attaccarsi alle poltrone per evitare il voto, la prima volta, giocare con le poltrone per le nomine, la seconda, e oggi assistere anche a un'agenzia per cui il grande interesse del MoVimento 5 Stelle sarebbe accaparrarsi i seggi prenotati in Transatlantico, perché questa sarebbe la vera preoccupazione di una forza di maggioranza: dove si collocano i deputati negli scranni del Parlamento e fuori (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Concluda.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Noi qui stiamo facendo una battaglia seria. Capisco che alcuni possano essere annoiati dal sentirci. Stiamo ripetendo anche più volte le stesse cose…

PRESIDENTE. Concluda, per favore.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). …ma le stiamo ripetendo perché abbiamo un interlocutore che non sente o non capisce o cerca di non capire e, quindi, continuiamo a dirle. Se qualcuno è annoiato non si preoccupi del seggio che deve andare ad occupare; si preoccupi del perché dovrebbe essere qui e di che cosa dovrebbe difendere.

PRESIDENTE. La ringrazio.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Dovrebbe difendere il diritto dei cittadini di votare.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Bellucci. Ne ha facoltà. Vi chiedo di contenervi nel minuto previsto dal Regolamento negli interventi a titolo personale. Prego.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Grazie, Presidente. Grazie per la sua capacità di condurre così tanta parte di questa trattazione del decreto-legge che si occupa delle elezioni.

Io apprezzo molto le parole del sottosegretario, apprezzo il fatto che sia stato con noi da questa mattina, apprezzo le sue parole quando dice che ci ha ascoltato e mi sono sembrate davvero sincere. Allora aggiungo: sa, sottosegretario, cosa si rischia? Si rischia che la nostra Italia offra l'immagine di una nazione in cui le elezioni sono l'ultima possibilità che rimane quando proprio non se ne può fare a meno. È l'immagine di una nazione in cui le elezioni, se fatte, vengono fatte rispettando la possibilità degli italiani di svolgere serenamente sia la campagna elettorale che il giorno del voto, ma ignorando di poter garantire che questo avvenga nel migliore dei modi. Questo è il rischio: il rischio che le elezioni siano qualcosa di forma e non di sostanza…

PRESIDENTE. Concluda.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). …e, quindi, perdano quell'alto livello democratico che, invece, dovremmo garantirgli (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Salvatore Caiata. Ne ha facoltà per un minuto.

SALVATORE CAIATA (FDI). Grazie, Presidente, eccomi. Ho ascoltato con attenzione le parole del sottosegretario anche in riferimento al divieto di riunioni persistente fino al 31 luglio prossimo venturo previsto nel DPCM. Però, le pongo un'altra questione: la consegna delle liste delle candidature dovrebbe avvenire, diciamo, nei giorni immediatamente successivi a Ferragosto, da quello che capiamo in questo momento. Bene, mi faccio una domanda: poiché per candidarsi è necessario avere i certificati di iscrizione nelle liste elettorali ed è importante avere il casellario giudiziario, allora siamo sicuri che saremo in grado di garantire che nella settimana di Ferragosto gli uffici saranno aperti per dare a tutti la possibilità di avere questi documenti fondamentali per l'iscrizione?

PRESIDENTE. Concluda.

SALVATORE CAIATA (FDI). Grazie, Presidente. Ultima nota: come prima, semplicemente per ricordare che questo emendamento si riferisce al comune di Irsina, uno splendido paese nella provincia di Matera in cui un nostro vicesindaco fa un grandissimo lavoro.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ylenja Lucaselli. Ne ha facoltà. Non è in Aula, viene dal Transatlantico, avete comunque la tabella, quindi vi prego di prepararvi con un minimo di tempestività, grazie.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Presidente, ritorniamo sugli argomenti che per noi sono argomenti fondamentali, cioè quelli della par condicio, quelli relativi alla possibilità e alla libertà di riunirsi e fare campagna elettorale, per raccontare agli elettori quelli che saranno i programmi, quello che si vuole sviluppare, soprattutto in un momento difficile come quello che abbiamo attraversato. E allora, capisce sicuramente - e per suo tramite lo dico ai colleghi dell'opposizione, ma soprattutto al Governo - che il confronto su questi temi non può essere soltanto un esercizio dialettico, ma deve necessariamente trasformarsi nell'esercizio della democrazia e noi di Fratelli d'Italia in questo crediamo fortemente ed è per questo che siamo qui, da due giorni, a cercare di puntare i fari su queste questioni. Ovviamente, abbiamo la necessità assoluta, ma non noi, i nostri elettori, gli elettori italiani hanno la necessità assoluta di essere messi nelle condizioni di poter scegliere il candidato migliore per i propri territori e questo vale tanto per le amministrative, quanto per le regionali. Abbiamo detto ieri che andremo a votare in oltre 1.000 comuni italiani e quindi capite l'importanza di questo momento elettorale, grazie.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Maria Lucrezia Mantovani. Ne ha facoltà.

LUCREZIA MARIA BENEDETTA MANTOVANI (FDI). Grazie Presidente, le elezioni coinvolgono un grande numero di comuni: sono 1.133 quelli interessati dal voto, di cui 146 con popolazione superiore ai 15.000 abitanti e 987 inferiori. Il comune di cui si parla nell'emendamento è tra questi e pensare di indire i comizi elettorali nei mesi di luglio e agosto significa escludere un'ampia fetta di popolazione dalla possibilità di essere coinvolta nelle consultazioni. Le elezioni, anche quelle dei piccoli comuni, meritano davvero una grande attenzione e ci auguriamo che il Governo dedichi appunto la dovuta attenzione alle tante osservazioni di merito che stiamo presentando su questo provvedimento, grazie.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Osnato. Ne ha facoltà.

MARCO OSNATO (FDI). Grazie Presidente, è chiaro che, se stiamo discutendo di questo decreto è perché c'è una situazione particolare, emergenziale e nelle situazioni emergenziali, ancora di più, le regole della democrazia devono servire a stabilire un percorso equo, verso le elezioni stesse. Lo dico perché è chiaro a tutti che la campagna elettorale e le elezioni non devono servire, come mi sembra che qualcuno abbia interpretato, a occupare delle poltrone di potere, devono servire a spiegare come si intendono governare i territori e ambire a governarli secondo quel programma. A mio modo di vedere, qui qualcuno ha capito che invece le elezioni sono un orpello un po' fastidioso che ogni tanto capita e che bisogna sopportare, in attesa che, con manovre di palazzo e con artifizi della peggior politica, poi si trasformino in occupazione di poltrone di potere. Io credo che sia ora, invece, di tornare a una situazione normale, a una situazione di normalissima e assolutamente lineare democrazia, dove chi, in questo momento, magari si candida a governare abbia anche il diritto di tribuna, magari anche un pelino più strutturato rispetto a chi invece sta governando e possa diciamo spiegare bene quali sono le sue - concludo Presidente - prospettive di governo dei territori, altrimenti prego continuiamo con un grave vulnus per la democrazia stessa, grazie.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Grazie Presidente, anche io vorrei riprendere la cortesia istituzionale: finalmente un bagliore di cortesia istituzionale del sottosegretario Variati e anche una certa umiltà che gli fa onore e nobiltà. Però, sottosegretario, il tema è sostanziale, per cui, per tagliare il nodo di Gordio di questa impasse istituzionale, forse il Ministro non dovrebbe avere nulla di più urgente che essere qui a parlare delle elezioni, visto che qui è il nodo da sciogliere. E poi concludo con un raffronto: in un precedente intervento avevo detto che, in nessuna parte al mondo, si poteva verificare una simile situazione, ossia una situazione nella quale si vota durante l'estate. No, mi sono sbagliato colleghi, è stato adesso annunciato il voto a Hong Kong più o meno lo stesso periodo, con la stessa campagna elettorale, quindi evidentemente abbiamo anche delle storie parallele di democrazie sotto tutela, grazie.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Walter Rizzetto. Ne ha facoltà.

WALTER RIZZETTO (FDI). Grazie Presidente, molti temi sono già stati enumerati e snocciolati; prima, qualche collega di Fratelli d'Italia, sottosegretario, ricordava l'importanza di una sorta di intervallo giusto, virtuoso, etico, sotto questo punto di vista, per quanto riguarda la presentazione, ad esempio, delle liste elettorali e dello stesso casellario. Mi meraviglia che forze di Governo, in questo caso, che fanno giustamente - lo sottolineo: giustamente - anche della bontà e della inattaccabilità, sotto un certo punto di vista, degli stessi candidati, non riescano a capire che serve un territorio ed un momento congruo in termini di tempistica, proprio per garantire non la fretta - che molto spesso fa dei danni notevoli alla politica - ma fondamentalmente una fretta che non dovrebbe esserci rispetto a fasi evidentemente molto, molto delicate, quelle tra la presentazione delle liste e l'accettazione delle candidature stesse; e, se fatte in seno ad un partito, ebbene, questo partito, questo movimento devono garantire essere le migliori, per quanto riguarda i cittadini che si presentano innanzi ai propri elettori. Vedo - e me ne rammarico - che comunque le modalità, la stessa prossemica voglio dire del Governo sono sconsolate; la vedo piuttosto triste, sottosegretario, perché questi sono degli argomenti che noi siamo sicuri lei sente in cuor suo, ma, purtroppo, anche questo Esecutivo è obiettivamente sotto smacco, sotto scocca di questa maggioranza, che, in modo granitico e completo, continua a dire di “no” ad una qualsiasi forma di democrazia parlamentare che dovrebbe essere - chiudo ringraziandola Presidente - il fulcro del valore di quest'Aula, grazie.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Marco Silvestroni. Ne ha facoltà.

MARCO SILVESTRONI (FDI). Grazie Presidente, io voglio fare, dopo questi giorni così intensi, un complimento di gratitudine al sottosegretario Variati che ha fatto questa intelligente e democratica apertura di confronto. Purtroppo, sottosegretario, questo dovrebbe anche raccontarlo e spiegarlo alla sua maggioranza, al Partito democratico, al MoVimento 5 Stelle, che non sono preoccupati, in questo momento di Coronavirus, dei portafogli vuoti degli italiani, della mancanza di lavoro, della cassa integrazione, dei flussi di cassa degli autonomi, ma sono preoccupati solo di pensare a come salvaguardare le loro poltrone.

E questo probabilmente non li fa dormire, Presidente, non li fa dormire. Allora io credo che la sua apertura sia importante e io confido nel lavoro che sta facendo lei a nome di tutta la maggioranza.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Mauro Rotelli. Ne ha facoltà.

MAURO ROTELLI (FDI). Grazie, Presidente. Intanto anch'io mi associo ai ringraziamenti nei confronti del sottosegretario, perché, comunque sia, va sempre bene per una serie di chiarimenti, anche e soprattutto riviste le numerose sollecitazioni che ci sono state da parte dell'Aula rispetto a quello che è il testo del decreto. Sottosegretario, è nuovamente un invito alla collaborazione, quello che le faccio, che le muovo da parte mia e naturalmente di tutto il gruppo. So che gliene sono arrivati un po' di questi inviti, ed è per questo che ritengo opportuno che lei, o chi per lei, possa darsi da fare per fare in modo che questa maratona oratoria possa trovare pieno accoglimento in un'iniziativa che possa riguardare una parte di questo decreto migliorativa rispetto allo stesso. Credo che la finalità sia la stessa da parte di tutti. Non si parla più relativamente a quelle che sono la questione delle date, che forse non sono state neanche mai al centro della discussione, ma si parla di una serie di particolari, che invece andrebbero limati, per permettere un miglior e un pieno svolgimento del turno elettorale prossimo, che è già straordinario, ma che diventerebbe problematico se non fosse migliorato. Le sollecitazioni sono tante, i suggerimenti anche, io credo che ci siano tutte le caratteristiche per poter fare un buon lavoro, e mi auguro che questo possa avvenire (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Delmastro Delle Vedove. Ne ha facoltà.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Grazie, Presidente. Mi associo anch'io, come già fatto dal deputato Rotelli, nel ringraziare il sottosegretario, che in questo momento sta cercando di aprire titanicamente, nonostante forse anche la tendenza della sua maggioranza, un dialogo con l'opposizione per addivenire all'appuntamento elettorale per il tramite di un percorso condiviso. Ecco, sottosegretario, ci dimostri che lei non è come la particella dell'acqua Lete, che è straordinariamente sola e isolata all'interno di quella bottiglia. Ci dimostri che dietro di lei c'è una maggioranza che ha intenzione di dialogare, e certamente Fratelli d'Italia percorrerà la strada di un percorso condiviso, condiviso per arrivare a definire un momento elettorale, un modello elettorale dove vincerà il migliore, ma con regole certe e condivise, nell'interesse della partecipazione dei cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Luca De Carlo. Ne ha facoltà.

LUCA DE CARLO (FDI). Guardi, sottosegretario, se oggi siamo ancora qui con qualche speranza è proprio perché lei rappresenta quella parte della politica che si è sempre spesa nei comuni e negli enti locali, a cui noi guardiamo quindi sempre con una certa fiducia, altrimenti veramente la nostra maratona oratoria sarebbe fine a se stessa, solo per farle perdere qualche ora del suo tempo e perdere qualche ora del nostro lavoro. Invece, noi crediamo che lei alla fine possa essere la cinghia di trasmissione con il Ministro per fare in modo che le tre questioni che abbiamo posto sul tavolo vengano risolte, ma che vengano risolte non perché diventino una vittoria di Fratelli d'Italia, ma vengano risolte perché sono tre questioni che migliorano questo provvedimento, che mettono nelle condizioni i tanti amministratori locali di poter in qualche maniera affrontare una campagna elettorale, ma anche tanti militanti ancora non disillusi magari da una politica che li vede sempre distanti e lontani, che possano ancora credere che, attraverso proprio la partecipazione nelle istituzioni, si possa essere utile alle proprie comunità. Per cui, il mio è, caro sottosegretario, un vero e proprio appello che viene dal territorio e che arriva a una persona che so essere sensibile a questi temi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Giovanni Donzelli. Ne ha facoltà.

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Grazie, Presidente. Noi siamo convinti che ovviamente ognuno di questi comuni di cui stiamo parlando abbia la sua importanza strategica nel provare a rimettere in discussione quella che a parole è una scelta già fatta ma che, nonostante le promesse fatte pubblicamente, non ha tenuto conto non solo dell'opposizione, non solo dei presidenti di regione, ma nemmeno degli italiani. Non ha parlato con i sindaci, non ha parlato con gli enti locali, non abbiamo nemmeno notizie certe al momento, dal Ministro dell'Istruzione, su quanti giorni, precedenti al voto e a seguito del voto, serviranno per ri-igienizzare e riadeguare le scuole per poterle tenere aperte. Quindi non sappiamo quando le scuole dovranno chiudere prima del voto e quando potranno riaprire dopo il voto. In tutto questo, però, l'unica certezza che finora avete comunicato pubblicamente è la data del voto. Ma come è possibile ragionare, quando ancora non si sanno le condizioni in cui sarà possibile votare, quando sarà possibile igienizzare le scuole, quando andranno chiuse, quando andranno riaperte, quanti giorni saranno previsti? L'unica cosa che di cui siete certi è la data del voto, perché a voi comunque interessa solo quello, e non il bene degli italiani.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Salvatore Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Ribadiamo, vista la disponibilità, tramite anche il nostro capogruppo, il vicecapogruppo Foti e Wanda Ferro, abbiamo superato la questione del voto, che era un falso problema, perché nessuno di noi aveva chiesto il 27 settembre, ma chiedevamo altro. Abbiamo superato tutto questo andando avanti su delle richieste che tutelino tutti: non un vantaggio per Fratelli d'Italia o il centrodestra, ma che tutelino tutti i partecipanti alla tornata elettorale.

Presidente, solo trenta secondi, sull'ordine dei lavori, le faccio un appello non solo per i sardi ma penso anche per i colleghi del Nord. Da domani non ci sono più voli di nessun tipo per tornare in Sardegna. Ma non che devo tornare, questo è un grave problema della continuità in Italia, perché se è finito il lockdown, la quarantena, i mezzi di trasporto devono tornare a funzionare correttamente (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Ma soprattutto, Presidente - ripeto, sull'ordine dei lavori, e parlo da parlamentare -, non è che bisogna essere costretti a rimanere in un posto perché non ci sono mezzi di trasporto. Il presidente della regione ha chiesto un intervento del Governo su Alitalia perché Alitalia svolga il suo servizio di funzione pubblica e metta più voli per collegare l'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Wanda Ferro. Ne ha facoltà, per un minuto.

WANDA FERRO (FDI). Presidente, è proprio vero che bisogna somigliare un po' alle parole che si dicono. Ovviamente mi riferisco al decreto in questione, rispetto a quel senso di par condicio che, se applicata alla politica, significa mettere tutti nelle stesse condizioni, condizioni che oggi sarebbero impari rispetto a quanto prospettato, per la grande esposizione mediatica, ahimè, purtroppo, per lo più fatta sulla base del COVID-19, dei candidati uscenti, la maggiore facilità nel comporre le liste per chi esce da un Governo. E soprattutto credo che ci dovrebbe essere quello scatto di orgoglio, sottosegretario, anche da parte della maggioranza nello scrivere un documento che possa essere in qualche modo non soltanto importante verso coloro che si candidano, i partiti e gli schieramenti, ma i cittadini, perché sono i cittadini che allontanerete sempre di più dalla politica, perché non metterete in condizioni la politica e i partiti di avere sempre un contatto tra la gente. Io questo lo sottolineo, perché, secondo me, questa è la vera debolezza di quest'atto e la vera debolezza della politica che governa questo nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. La ringrazio…

WANDA FERRO (FDI). Certamente non mi arrenderò… Presidente, altri 30 minuti… nel dire che in qualche modo ci vuole…

PRESIDENTE. Trenta minuti mi sembrano eccessivi…

WANDA FERRO (FDI). Dieci, Presidente, facciamo uno sconto.

PRESIDENTE. Erano secondi e non minuti.

WANDA FERRO (FDI). C'è la possibilità da parte del sottosegretario di fare questo ragionamento, perché tra i tanti compiti forse il nostro compito è anche quello di formare tante coscienze, coscienze critiche per quanto riguarda la politica stessa (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Mi riferivo al fatto che lei ha citato il termine minuti invece che secondi, deputata Ferro, non intendevo farle affrettare la conclusione del suo intervento più di tanto.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.235 Prisco, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.236 Prisco.

Ha chiesto di parlare il deputato Zucconi. Ne ha facoltà.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Grazie, Presidente. Ricapitolando e trattando questo blocco di emendamenti, che si rifanno tutti alla medesima ratio, dobbiamo sottolineare nuovamente che il decreto in qualche modo coarta uno svolgimento partecipato e regolare delle prossime elezioni, che, ricordiamo, sono già state rinviate per i noti motivi. Danneggia in parte, e anche su questo ci siamo dilungati in questi minuti di confronto, la scuola, costretta ad iniziare di nuovo un percorso e a interromperlo subitaneamente, e in parte anche l'economia. Viene assunto poi in base a generiche indicazioni del comitato tecnico-scientifico, il quale si è ad oggi limitato a far notare che i ceppi influenzali nelle stagioni invernali tendono a essere più attivi, e quindi più dannosi. Ora, a titolo personalissimo, vorrei far notare anche la mia delusione nei confronti di un mondo scientifico dal quale, in effetti, ci saremmo aspettati delle indicazioni più cogenti; quindi non si tratta adesso di chiederci perché siamo stati e siamo contrari alle linee generali di questo decreto.

Abbiamo sottolineato più volte che in corso d'opera si sarebbe potuto, sia in sede di Commissione che in sede di Aula, apportare delle modifiche, magari prevedendo un diverso arco temporale nel quale fare le elezioni; avevamo suggerito il mese di ottobre, nella fascia dall'11 al 18. Sarebbe stato un provvedimento che avrebbe risolto sicuramente i problemi che abbiamo evidenziato. Invece c'è stata una volontà ad ora, abbastanza dichiarata, di non avere dialogo, di non andare incontro alle critiche che venivano evidenziate. Tra l'altro, questo atteggiamento di mancato confronto, in una situazione che riconosciamo assolutamente complicata da risolvere, ha fatto seguito a tutta un'altra serie di provvedimenti dei quali non ci dobbiamo scordare.

Tutti hanno sottolineato il comportamento corretto e l'attenzione con la quale il sottosegretario Variati ha seguito questo dibattito, che stona, evidentemente, e contrasta con la mancata disponibilità a una presenza qualsiasi dei Ministri interessati, quindi quello dell'Interno, ma anche quello per gli Affari regionali, quindi Lamorgese e Boccia, i quali avrebbero dovuto prestare, secondo noi, massima attenzione a un dibattito che cerchiamo di svolgere con la caratteristica della massima imparzialità.

Dicevo, questo decreto si sovrappone a tanti altri atti che il Governo ha emanato; ricordiamo i DPCM che sono andati a incidere sulle libertà costituzionali. Ringrazio il collega Ceccanti che tenta di distrarre inutilmente il sottosegretario. La ringrazio, professore. Ai DPCM si sono poi aggiunte varie decretazioni, le quali si sono poi risolte con la posizione di una fiducia che è stata tranchant rispetto a un dibattito in Aula. C'è stata una sequenza di conferenze stampa attraverso le quali si è creato o si è tentato di creare un rapporto diretto fra il Presidente del Consiglio e i cittadini italiani, però venendo meno a quel rapporto di mediazione e di confronto con le altre forze politiche, e segnatamente fra le forze politiche che, pur rappresentando milioni di cittadini, non sono però rappresentate sui banchi del Governo.

Quindi tutta questa sequenza di provvedimenti del Governo e il non voler neppure entrare oggi nel merito di un confronto, che pure avevamo offerto con tante proposte, per eliminare quelle che, oltre a quelle già ricordate, sono ulteriori difficoltà. È stata ricordata più volte una sostanziale mancanza di par condicio nello svolgimento delle elezioni, nelle fasi preliminari e nelle elezioni stesse, perché risulta di tutta evidenza che chi ha potuto governare comuni e regioni in questo periodo, con una prorogatio di fatto che li ha investiti di responsabilità, ma gli ha dato anche una certa visibilità, doveva essere risolta. Potevamo lavorarci ancora sopra e noi la disponibilità l'avevamo data.

Il fatto che i cittadini ancora ad oggi, e chissà per quanto, non potranno ancora svolgere quelle normali operazioni elettorali, i confronti, gli incontri con i candidati, è un altro problema. L'avere poi voluto andare a prevedere che in alcuni casi i ballottaggi si andranno a svolgere in un mese nel quale oggettivamente la scienza, il comitato tecnico-scientifico ci dice non esserci sicurezza…

PRESIDENTE. Concluda, per favore, ha esaurito il suo tempo.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Quindi abbiamo ancora uno scampolo sicuramente di discussione per trovare una forma per migliorare il decreto: chiunque sia chi se ne avvantaggia o meno, questa è un'occasione che non va persa (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Montaruli. Ne ha facoltà.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Grazie, Presidente. Probabilmente questo sarà l'ultimo mio intervento prima della pausa e, come auspicato dal collega Fornaro, probabilmente ci sarà un nuovo incontro tra le forze politiche. Quindi mi corre l'obbligo di fare un ultimo appello, un ulteriore appello a questo Governo affinché venga incontro alle esigenze non delle opposizioni, ma dei cittadini, espresse dalle opposizioni; esigenze che rispecchiano la necessità, dopo un periodo così duro, così importante, come quello dell'emergenza Coronavirus, un periodo, devo dire, senza precedenti, di far credere nella politica, nella buona politica, i cittadini, nell'importanza del voto, nel diritto di voto, nel valore del voto.

Quale valore vogliamo dare, invece, ad un voto che viene espresso a seguito di una campagna elettorale che si consumerà, secondo la vostra impostazione, sotto gli ombrelloni, tra una gara di pedalò e la mangiata di un'anguria? Non potete assolutamente credere che con questo vostro provvedimento stiate dando un contributo allo sforzo necessario per tutti noi, allo sforzo a cui sono chiamate tutte le forze politiche di far credere nuovamente i cittadini il fatto che il loro voto conta qualcosa.

PRESIDENTE. Concluda.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). È evidente che questo spirito è andato man mano ad affievolirsi, quando quest'estate hanno assistito ad un cambio di Governo senza passare delle urne. Non passiamo un'altra estate ad uccidere il desiderio di andare a votare degli italiani.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Maria Teresa Bellucci. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Presidente, sottosegretario, lei conoscerà benissimo l'articolo 1 della nostra Costituzione, che dice che la sovranità appartiene al popolo e che l'Italia è una Repubblica democratica. La nostra democrazia si esprime proprio direttamente con il voto dei cittadini, un voto che è un dovere, un dovere civico; ma questo dovere è anche caratterizzato da un diritto che deve essere rispettato soprattutto da parte delle istituzioni: quel diritto che hanno i cittadini di poter arrivare al voto con serenità, con la piena consapevolezza della loro scelta, perché quel giorno, quando si recheranno alle urne ed avranno quella matita in mano e potranno tracciare un segno e indicare un nome, lì eserciteranno il ruolo più alto che la democrazia conferisce loro, quello di decidere del destino della propria nazione, della propria regione, del proprio comune. E allora noi non possiamo liquidare…

PRESIDENTE. Concluda.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). …le elezioni nel mese di agosto, sotto gli ombrelloni, non potendo fare una degna campagna elettorale, e quindi non potendo offrire quella dignità, quell'onore alla politica, ai cittadini, a tutti di poter arrivare alla migliore scelta che garantisca appieno la Costituzione e la democrazia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Musella. Ne ha facoltà.

GRAZIANO MUSELLA (FI). Presidente, intanto anch'io ringrazio il sottosegretario per l'illustrazione che ha dato precedentemente a tutti noi: credo che sia un elemento di chiarificazione, chiarezza importante; tuttavia, mantenendo il 20 settembre, credo che il Governo e la maggioranza stiano dimostrando un profondo disinteresse per i ragazzi in età scolare e per le loro relative famiglie, che saranno costrette a passare il mese di settembre tra i loro problemi lavorativi, che sono tanti e importanti, e la difficoltà di gestire i loro figli, perché le scuole saranno chiuse a settembre. Alcune regioni aprono il 4, altre il 14; conseguentemente, se si tiene conto dei giorni per allestire i seggi e disinstallarli successivamente, di fatto, si perde un mese: il mese di settembre.

Si dimostra oltretutto disinteresse anche per le centinaia di amministratori che hanno ben rappresentato lo Stato nella crisi del COVID e che, insieme a Protezione civile, forze dell'ordine e personale medico, hanno fortemente contribuito a reggere all'ondata della pandemia, che almeno nel nostro Paese, ora sembra lentamente sfumare. Amministratori, ai quali, anziché premiarli, stiamo consegnando una tornata elettorale assurda e piena di difficoltà. Considerando poi che, con la data del 20 settembre, si rischia di aumentare la difficoltà di un settore, quale quello turistico, già in ginocchio da mesi, e che si dà un ulteriore gravissimo colpo alla democrazia rappresentativa, intervenendo, in modo pesante, accorpando referendum, amministrative, regionali. E ciò, dopo tre giorni in cui il Parlamento è bloccato su una discussione che si poteva tranquillamente evitare, se vi fosse stata la volontà di tutti di risolvere, rapidamente e con buonsenso, il problema elettorale; Parlamento bloccato, che naturalmente non viene compreso dai cittadini, i quali, fuori, aspetterebbero le soluzioni urgenti rispetto ai loro gravi problemi quotidiani.

Rispetto a tutto questo, mi permetto di suggerire alla maggioranza, in base anche a quello che il collega Fassino l'altro giorno aveva indicato all'Aula, che almeno venga presa in considerazione una flessibilità nella presentazione delle liste, variando quindi da 45 a 30 giorni prima della tornata elettorale la possibilità di consegnarle, di modo che si eviterebbe di andare a raccogliere le firme sotto l'ombrellone o in spiaggia e si darebbe magari maggiore facoltà ai nostri militanti - tutti i militanti, di tutti i partiti - di organizzare il consenso. Io credo che questo sia un elemento di buonsenso e mi auguro che il Governo, qui rappresentato dal sottosegretario, ne possa prendere atto (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Alessio Butti. Ne ha facoltà.

ALESSIO BUTTI (FDI). Presidente, noi speriamo di aver convinto i colleghi che la nostra non è meramente una forma di ostruzionismo, perché stiamo intervenendo con proposte concrete, svolgendo anche delle analisi, e rivolgendo ovviamente anche delle critiche all'atteggiamento del Governo; però stiamo usando - rispettosi delle regole - quello che è uno strumento previsto dal Regolamento della Camera, e che è stato usato negli anni, nei decenni da tutti i gruppi parlamentari che intendevano manifestare, anche con la forma dell'ostruzionismo, la propria opinione e la propria rabbia, a volte anche il proprio disagio per il fatto che le proprie richieste non venivano accolte o peggio venivano ignorate. Però lo stiamo facendo democraticamente, lo stiamo facendo molto serenamente. Abbiamo evidenziato una serie di problemi, ma non ci siamo limitati ad evidenziare i problemi: abbiamo per ogni problema anche proposto…

PRESIDENTE. La invito a concludere.

ALESSIO BUTTI (FDI). ..e concludo, delle soluzioni. E ci siamo confrontati anche con gli stakeholder dell'economia, del turismo, del commercio, per capire con loro quali sarebbero le conseguenze nefaste…

PRESIDENTE. Concluda.

ALESSIO BUTTI (FDI). Ho concluso. …di un voto nel mese di settembre.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Salvatore Caiata. Ne ha facoltà.

SALVATORE CAIATA (FDI). Questo emendamento si riferisce al comune di Montalbano Jonico, che è un paese della provincia di Matera a prevalente vocazione agricola. E allora questo mi fa ricordare e mi fa giungere a quello che abbiamo detto fino a questo momento (ascoltavo i colleghi), che la scuola e il turismo sono sicuramente due valide motivazioni per posticipare la data delle elezioni, ma un'altra motivazione altrettanto valida è l'agricoltura, e questo paese ne è la testimonianza evidente. Il mese di agosto è a totale dedizione agricola, le persone che si occupano a titolo prevalente di agricoltura vivono nei campi dalla mattina alla sera e sicuramente sarebbe preclusa loro la possibilità di esercitare un diritto politico.

PRESIDENTE. Concluda.

SALVATORE CAIATA (FDI). Me lo segnala, e lo segnalo quindi all'Aula, un nostro grande militante, Rocco Tauro, che fa di questa cosa veramente un motivo importante di democrazia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ylenja Lucaselli. Ne ha facoltà.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Presidente, siamo davvero agli ultimi minuti prima di questa pausa, e prima poi di ricominciare ovviamente a raccontare la posizione di Fratelli d'Italia in quest'Aula. E allora credo sia assolutamente necessario ribadire quelli che per noi sono i punti fondamentali, che sono la par condicio, quindi dare la possibilità ai nuovi candidati di competere ad armi pari con gli amministratori uscenti; la libertà di riunione, e quindi la possibilità di garantire a tutti i gruppi politici di fare comizi e di far partecipare i propri elettori ai comizi; e ovviamente il termine per la presentazione delle liste elettorali. Per noi questi tre punti sono fondamentali, e lo sono nel rispetto della democrazia, nel rispetto dei cittadini, che dovranno confrontarsi con il voto elettorale, dopo un momento che, ricordiamo, è stato particolarmente terribile e difficile per la nostra nazione e per tutti gli elettori italiani.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Marco Osnato. Ne ha facoltà, per un minuto.

MARCO OSNATO (FDI). Presidente, il collega Caiata ci ha illustrato anche la caratteristica tipica del comune di Montalbano Jonico, e quindi abbiamo anche maggior contezza di cosa stiamo raccontando con questo emendamento.

Stiamo raccontando quelli che sono i territori quotidiani delle nostre comunità, dove lavoriamo, dove viviamo, dove i nostri figli vanno a scuola, dove i nostri anziani hanno lavorato, sono cresciuti e adesso sono, magari, a godersi un meritato riposo, dove quotidianamente si affrontano i problemi di tutti i giorni e che, evidentemente, necessitano di una struttura amministrativa e politica che risponda alle esigenze proprio delle istanze di queste genti. Quindi, è evidente che non è una semplice impuntatura di un Governo su una data, su una modalità che può risolvere questi problemi. Alla fine, le difficoltà che noi oggi stiamo esprimendo con molta serenità, ma con la stessa puntualità, sono nodi che verranno al pettine e sono nodi che si riverbereranno sul buon andamento di quelle comunità, che siano al Nord, che siano al Centro, che siano al Sud, che siano piccole o grandi città, che siano le regioni. E noi crediamo che sia meglio, oggi, perdere qualche minuto in più e fare qualche approfondimento in più e risolvere preventivamente - concludo - questi problemi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Mantovani. Ne ha facoltà.

LUCREZIA MARIA BENEDETTA MANTOVANI (FDI). Grazie, Presidente. Dopo due giorni di dibattito, sono a chiedermi come possiamo pensare di sconfiggere l'astensionismo, se decidiamo di indire le elezioni calpestando i più banali criteri di partecipazione e come possiamo pensare di informare correttamente quei cittadini che, a causa di una cronica assenza di opportunità lavorative, sono costretti ad emigrare al di fuori dei comuni di residenza. L'emendamento in discussione è un atto di buonsenso, soprattutto, per quei comuni che, a maggior ragione nei periodi estivi, rischierebbero di vedere protagonisti delle elezioni lo spopolamento estivo e, ovviamente, l'astensionismo che ne deriverebbe (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Grazie, Presidente. Per sottolineare un concetto semplice: siamo ormai alla fine di questo nuovo blocco della giornata, ci sarà la riunione dei capigruppo e non mi sembra che ci siano stati avanzamenti concreti, né nel senso della sintesi o degli accordi, né nel senso del rispettoso - rispettoso del Parlamento - intervento del sottosegretario Variati, che ha esaltato il concetto di election day. Ma se davvero questo Governo è così appassionato, così grande sostenitore dell'election day, perché non regalate agli italiani, visto il sacrificio di comprimere le vacanze, di comprimere la stagione turistica, di comprimere nuovamente la scuola appena iniziata, anche le elezioni politiche all'Italia? Così finalmente daremo un Governo nuovo, autorevole e capace all'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Rizzetto. Ne ha facoltà.

WALTER RIZZETTO (FDI). Grazie, Presidente. Sulla scorta di quanto ricordato prima dalla collega di Fratelli d'Italia, che parlava, ad esempio, di un tema che è stato toccato, secondo me, poco in quest'Aula, ma è un tema di evidente importanza e ha trattato il tema del dell'astensionismo. Vede, sottosegretario, questo è un tema, il tema dell'astensionismo lo è, perché noi pretendiamo da parte di cittadini che, di fatto, qualcuno dovrà quasi inseguire per farli firmare, per la presentazione delle liste, per cercare, insomma, di applicare quanto in termini di democrazia molti colleghi di Fratelli d'Italia, ma non solo - prima ho ascoltato anche un collega di Forza Italia che l'ha ricordato -, devono andare a garantire. Ecco, quello potrebbe essere un tema importante per cercare di capire che se, eventualmente, in quei giorni - e chiudo, Presidente - ci fosse qualcuno che vuole, che ne so, prendersi qualche giorno con i figli - cosa che non riuscirà a fare quest'estate, perché ricordiamo che, in Italia, c'è ancora gente che non ha la cassa integrazione -, penso che il tema dell'astensionismo possa essere un tema su cui questo Governo debba riflettere.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Silvestroni. Ne ha facoltà.

MARCO SILVESTRONI (FDI). Grazie, Presidente. Vede, sottosegretario, io mi rifaccio sempre a lei, perché è stato come un raggio di luce, oggi, quando è intervenuto, perché questo Parlamento, fino a quel momento, non era un Parlamento più libero, perché il partito o, meglio, il Partito diversamente Democratico, il MoVimento 5 Stelle, sapevano fino al suo intervento, che questa era una battaglia di libertà per Fratelli d'Italia e che noi saremmo andati avanti finché il dibattito non fosse diventato un dibattito democratico. Per cui noi continueremo, Presidente, sottosegretario, finché il Parlamento non tornerà ad essere quel faro parlamentare che dovrebbe essere (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Rotelli. Ne ha facoltà.

MAURO ROTELLI (FDI). Grazie, Presidente. Presidente, io ritengo che la differenza continuino a farla assolutamente contenuti, la fanno i contenuti in questo dibattito e la faranno i contenuti nella prossima campagna elettorale, che riguarderà i comuni che vanno a rinnovo, le sette regioni, oltre alla campagna elettorale, naturalmente, referendaria. Voi ci state regalando, sottosegretario, membri e colleghi della maggioranza, una serie di questi contenuti, ce li state veramente regalando: partiremo parlando di come non sarà stata rispettata la par condicio, perché governatori e sindaci che hanno avuto la possibilità di gestire questa fase molto difficile, ma che l'hanno gestita avendo grande difficoltà, avranno una marcia in più nella visibilità e nella popolarità rispetto ai candidati nuovi che gli si contrapporranno; la convocazione reale, effettiva dei comizi elettorali, con la libertà effettiva di riunione e di manifestazione che, invece, in questo momento, è preclusa; e, per concludere, l'adeguato intervallo per la presentazione delle liste elettorali, cosa che mi sembra fosse stata anche già sottolineata da altri colleghi della maggioranza. Concludo, Presidente, sottolineando che questi saranno gli aspetti con i quali inizieremo la campagna elettorale.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Delmastro Delle Vedove. Ne ha facoltà.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Grazie, Presidente. Ancora una volta, torniamo sul tema delle garanzie condivise per addivenire ad un percorso elettorale che non sia la strada tracciata in termini tracotanti, arroganti, unilaterali da una maggioranza che interpreta la materia elettorale come materia propria di saccheggio, nel neanche tanto più, ormai, velato e segreto tentativo di fissare una data a proprio uso e consumo e di fissare modalità a proprio uso e consumo, violando garanzie che sono state patrimonio stratificatosi nel tempo di questa nazione, che ha costruito sulle garanzie elettorali un percorso decisamente importante. Ci fate tornare indietro anni luce, anche perché introducete nella materia elettorale un atteggiamento di protervia che noi non replicheremo mai, ma che è un precedente pericolosissimo, di cui dovete assumervi la responsabilità.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato De Carlo. Ne ha facoltà.

LUCA DE CARLO (FDI). Presidente, dopo una primavera con una forte limitazione delle nostre libertà, anche dei nostri diritti costituzionali, per certi versi, giustificata da una pandemia, che cercheremo di capire se, poi, si è esaurita oppure se serve a qualcuno per continuare in questo regime di assoluto - diciamo così - oscurantismo, dopo una primavera come questa, ci aspetta un'estate altrettanto particolare, con gente che dovrà adempiere a tutti gli adempimenti, appunto, elettorali: casellario giudiziario, liste, presentazione di liste, firme, il tutto in un contesto assolutamente diverso da quello a cui siamo abituati ormai da anni e cioè in un contesto democratico che consente a tutti di correre alla pari. Ecco, io credo che sia una forzatura; credo che sia una forzatura avere scelto la data e scelto di dover fare in questa maniera, ma credo che sia una forzatura non ascoltare anche quelli che sono i tre correttivi che vi abbiamo chiesto di inserire e che sono la base assoluta della democrazia e del confronto e che consentono, poi, di non creare, come diceva il collega Delmastro, un precedente che poi andremo a pagare tutti in termini di democrazia e di agibilità politica.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Giovanni Donzelli. Ne ha facoltà. Diamo voce al microfono dell'emiciclo. No, non ci siamo, riprovi ancora… tamburelli sul…

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Grazie, Presidente. Non so se era un attentato per l'amore che sento diffuso in quest'Aula nei confronti della mia voce, ma il microfono comunque adesso è partito. Crediamo che il tema della continuità sollevato dai colleghi che mi hanno preceduto sia importante, crediamo che sia necessario dare la tranquillità che, comunque vadano le elezioni, una volta uno vince, una volta uno perde, comunque, le regole del gioco si scelgono insieme. Non dare una garanzia nemmeno su questo ci preoccupa da più punti di vista. Noi crediamo che in questo momento non abbia proprio senso far vedere una politica incapace anche di mettersi d'accordo su come scegliere i propri rappresentanti, quando e perché. È stata presa una strada incomprensibile ai più, si tratta di un capriccio ormai senza alcuna spiegazione logica, probabilmente qualche voto, ma credo che nessun analista potrebbe scommetterci sopra, anche perché, come abbiamo detto altre volte, quando qualcuno cerca di piegare le regole del gioco democratico a suo vantaggio, per l'eterogenesi dei fini, poi, finisce sempre che perde le elezioni e, quindi, con questa logica noi siamo sicuri che dovrebbe essere interesse prioritario della maggioranza cercare, il prima possibile, una soluzione con i presidenti di regione, con i partiti dell'opposizione per arrivare a trovare insieme, non solo la data del voto, ma anche le regole dedicate alla par condicio, dedicate a tutto lo svolgimento della campagna elettorale (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Salvatore Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Come ha detto il mio collega Caiata, Montalbano è un comune prettamente agricolo e, allora, devo ringraziare Maria Cristina Caretta, Monica Ciaburro e il responsabile dell'agricoltura De Carlo che su questi comuni denunciano il ritardo dei pagamenti AGEA, ritardi di molti anni che aggravano le condizioni dei cittadini.

Ma riponiamo su questo decreto il grande problema dei trasporti; come diavolo possono arrivare i cittadini e gli emigrati su quel comune, come si possono spostare se, ad oggi, i trasporti sono in uno stato decadente, carente e insufficiente (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)? Su questo nessuno parla, nessuno interviene; il Ministro De Micheli, come il resto del Governo, non risponde mai alle interrogazioni ed è questo il motivo che ci porta a protestare, perché un Governo che non rispetta le opposizioni e i suoi deputati e viola sempre il Regolamento della Camera non merita nessun tipo di rispetto. Ciao (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

PRESIDENTE. Deputato Deidda, il suo invito al rispetto del Regolamento diventa improvvisamente un assist per me, perché stavo giustamente e giustappunto richiamando i deputati al mantenimento delle nostre regole di distanziamento. Ricordo anche che abbiamo la fortuna di avere una chiostrina interna, dove si può conversare all'aria aperta, ma non lo si può fare qui. Chiedo scusa, deputati, sto parlando con voi, vediamo un po'…

Non è colpa di nessuno se abbiamo queste regole, una volta che le regole sono state sancite dalla Conferenza dei capigruppo e, quindi, da tutti i gruppi rappresentati in Conferenza, noi dobbiamo soltanto rispettarle. È la regola del distanziamento, bisogna avere la distanza di sicurezza (Commenti del deputato Giachetti). Mi scusi, se la prenda col suo capogruppo e se ritiene di poterlo convincere faccia portare in Conferenza dei capigruppo una decisione uguale e contrapposta, finché questa è la norma io sono chiamato a farla rispettare (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Wanda Ferro. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Grazie, Presidente. Rispetto a quanto è stato detto, forse anche in modo ripetitivo, ma nella speranza che alla fine si possa raggiungere quell'obiettivo, riflettevo che molti seduti in quest'Aula o che come me hanno ricoperto cariche a livello di pubblica amministrazione o le ricoprono tuttora, abbiamo tanti sindaci presenti, abbiamo assessori e la riflessione maggiore rispetto a tutti questi emendamenti, che poi riguardano il rinnovo dei tanti consigli comunali oltre che delle regioni, in qualche modo, vedono un decreto che non ha tenuto presente le province, che in qualche modo non tiene in considerazione le ragioni dei comuni che per vocazione turistica, per vocazione culturale in qualche modo necessitano di tempi differenti, ma, soprattutto, di quello che da ore stiamo chiedendo e lo stiamo facendo in modo, devo dire, abbastanza accorato. Allora, parto dal presupposto che oggi in qualche modo non è neanche chiaro su questi temi chi e quando è stato sentito - cioè mi riferisco a coloro che in qualche modo dovranno scendere in campo come istituzioni uscenti, a chi deciderà di ricandidarsi - rispetto all'idea dell'indizione dei comizi elettorali, rispetto a tutte le procedure per presentare le liste, rispetto alla par condicio. Io credo che ancora una volta ci sia quella volontà di non ascoltare se non se stessi e, quindi, quella regola che quando si arriva in un posto si cambia totalmente idea rispetto al passato (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Non ho altre richieste di intervento, pertanto passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.236 Prisco, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Qui mi pare che ci sia il lato buvette… mi pare che il segretario Pastorino sta cercando di capire se hanno votato tutti… direi che possiamo chiudere, se non ci sono controindicazioni… non vedo segnali, ecco apposto.

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

Ha chiesto di parlare il deputato Giachetti immagino per richiamo al Regolamento. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI (IV). Presidente, sfrutto il richiamo al Regolamento semplicemente per dirle che non è che io non rispetto le regole che ci siamo dati, però è del tutto evidente che ci vuole anche una certa duttilità, perché, se io stessi seduto vicino ad un'altra persona a votare o a fare qualunque altra cosa, capisco che lei intervenga. Ma, mentre io stavo parlando accanto al collega Anzaldi, contemporaneamente c'era il Ministro D'Incà che stava parlando attaccato ad un deputato al Comitato dei nove, che era molto più vicino di quanto non fossi io, come accade inevitabilmente, in un'Aula dove siamo in quattrocento, che, per parlare, ci dobbiamo avvicinare. Se abbiamo la mascherina e non è strutturale lo stare accanto a una persona, è necessaria un po' di duttilità, Presidente, perché altrimenti è complicato vivere in quest'Aula. Dobbiamo camminare a un metro dai muri? Non lo so che cosa dobbiamo fare. Abbiamo la mascherina, parliamo con la mascherina, stiamo a distanza, stiamo dentro, fuori, sopra e sotto, almeno dieci secondi se uno sta parlando. La ringrazio perché so che lei sicuramente, pur non potendolo magari dire, condivide quanto sto dicendo: usiamo un minimo di duttilità nella vita dentro quest'aula altrimenti diventa una vita impossibile (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Deputato Giachetti, intanto l'ho ascoltata con l'usuale attenzione. Vorrei precisare che non ce l'avevo con lei, non ho fatto il suo nome, anche se guardavo in quel settore lì ma non era lei la persona con la quale intendevo parlare perché la persona, in particolare, con cui ce l'avevo, era voltata di spalle; quindi, non ho potuto riconoscere dal volto il suo nome e cognome e comunque era un intervento che richiamava altri deputati perché si erano formati diversi capannelli, come accade solitamente quando si abbassa un po' la tensione. Per il resto, purtroppo, sono qui a rammentarle che queste regole non sono completamente campate per aria, altrimenti non avremmo allestito, occupandolo, l'intero Transatlantico e tutte le tribune. Poi ogni tanto, quando capitano episodi di questo tipo, purtroppo, bisogna intervenire. Però, l'uso della mascherina non è alternativo al distanziamento: allo stato, le regole, che ci sono state comunicate dalla Conferenza dei presidenti di gruppo, prevedono che si debba avere la mascherina e, insieme, mantenere il distanziamento almeno di un metro. Poi, qui sappiamo tutti che ci sono i negazionisti del COVID, i negazionisti del distanziamento, gli appassionati delle norme rigide di sicurezza, quindi ce n'è per tutti i gusti ma il punto di caduta è la Conferenza dei presidenti di gruppo a cui tutti ci dobbiamo attenere e che, comunque, stabilisce un percorso e noi - lei ha fatto questo mestiere prima di me - non abbiamo titolo per disattendere quelle regole ma dobbiamo soltanto farle rispettare. Quindi, mi dispiace e immagino di essere odioso ogni volta che richiamo al rispetto delle regole, però è quanto sono costretto a fare.

Deputato Foti, prego, su cosa?

TOMMASO FOTI (FDI). Scusi, Presidente, solo per un chiarimento. Nel caso si dovesse riprendere, si riprenderà dalle ore 22? Perché la sanificazione dovrebbe essere tre ore a questo punto.

PRESIDENTE. Di norma dovremmo riprendere alle 22, salvo diverse decisioni da parte della Conferenza dei presidenti di gruppo perché ci vogliono tre ore per la sanificazione e quindi dalle 19 alle 22. È ovvio che occorre, pur non avendo assolutamente nessuna anticipazione da fare al riguardo, mettere in preventivo che potremmo proseguire la seduta fino alle ore 24.

Poi ci rivedremo alla fine della Conferenza dei presidenti di gruppo per le comunicazioni di rito. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 19,05, è ripresa alle 20,05.

Sui lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Comunico che, a seguito dell'odierna riunione della Conferenza dei Presidenti di gruppo, è stato convenuto che l'esame in Assemblea del disegno di legge n. 2471 - Conversione in legge del decreto-legge 20 aprile 2020, n. 26, recante disposizioni urgenti in materia di consultazioni elettorali per l'anno 2020 (da inviare al Senato – scadenza: 19 giugno 2020), proseguirà nella seduta di domani, a partire dalle ore 14 e fino alle ore 17, per la conclusione dell'esame degli emendamenti e degli ordini del giorno.

L'esame del provvedimento riprenderà nella seduta di lunedì 15 giugno, alle ore 16 per lo svolgimento delle dichiarazioni di voto finale. La votazione finale avrà luogo alle ore 18 della stessa giornata.

È stato altresì convenuto che il seguito dell'esame dei disegni di legge di ratifica e l'esame delle mozioni Meloni ed altri n. 1-00274 e Zanella ed altri n. 1-00354 concernenti iniziative a sostegno del settore delle telecomunicazioni e per l'efficienza e la sicurezza delle reti di comunicazione elettronica e delle mozioni Formentini ed altri n. 1-00350, Rampelli ed altri n. 1-00352 e Valentini ed altri n. 1-00353 concernenti iniziative volte alla promozione di un'indagine internazionale sulle origini dell'epidemia da COVID-19 e di indirizzi unitari nell'ambito dell'Unione europea per la gestione delle emergenze epidemiologiche, previsti all'ordine del giorno della seduta odierna, è differito ad altra data da stabilirsi.

Trasmissione dal Senato di un disegno di legge di conversione e sua assegnazione a Commissione in sede referente.

PRESIDENTE. La Presidente del Senato ha trasmesso alla Presidenza il seguente disegno di legge, che è assegnato, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 1, del Regolamento, in sede referente, alla XII Commissione (Affari sociali):

S. 1800 – “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 10 maggio 2020, n. 30, recante misure urgenti in materia di studi epidemiologici e statistiche sul SARS-COV-2” (Approvato dal Senato) (2537) - Parere delle Commissioni I, II, IV, V, VIII, IX, XI, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

Il suddetto disegno di legge, ai fini dell'espressione del parere previsto dal comma 1 del predetto articolo 96-bis, è altresì assegnato al Comitato per la legislazione.

Passiamo agli interventi di fine seduta. Non vedo alcun deputato tra coloro i quali avevano chiesto di poter svolgere l'intervento di fine seduta: s'intende che vi abbiano rinunciato.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Giovedì 11 giugno 2020 - Ore 9,30:

1. Comunicazioni del Ministro della salute sul contenuto dei provvedimenti di attuazione delle misure di contenimento per evitare la diffusione del virus COVID-19, ai sensi dell'articolo 2, comma 1, del decreto-legge n. 19 del 2020, come modificato dalla legge di conversione n. 35 del 2020.

(ore 14)

2. Seguito della discussione del disegno di legge:

Conversione in legge del decreto-legge 20 aprile 2020, n. 26, recante disposizioni urgenti in materia di consultazioni elettorali per l'anno 2020.

(C. 2471-A)

Relatrice: BILOTTI.

La seduta termina alle 20,10.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nella votazione n. 1 il deputato Marco Di Maio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 6 il deputato Serritella ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 1 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 7)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale Ddl 2471-A - em. 1.230 463 457 6 229 198 259 69 Resp.
2 Nominale em. 1.231 479 475 4 238 210 265 67 Resp.
3 Nominale em. 1.232 467 462 5 232 202 260 67 Resp.
4 Nominale em. 1.233 472 465 7 233 208 257 70 Resp.
5 Nominale em. 1.234 473 464 9 233 210 254 68 Resp.
6 Nominale em. 1.235 455 447 8 224 199 248 68 Resp.
7 Nominale em. 1.236 456 450 6 226 195 255 67 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.