XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 405 di giovedì 8 ottobre 2020

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO

La seduta comincia alle 11.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

ANDREA DE MARIA, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati De Menech e Tateo sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente centoquattordici, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Discussione del disegno di legge: S. 1925 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 14 agosto 2020, n. 104, recante misure urgenti per il sostegno e il rilancio dell'economia (Approvato dal Senato) (A.C. 2700).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 2700: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 14 agosto 2020, n. 104, recante misure urgenti per il sostegno e il rilancio dell'economia.

(Discussione sulle linee generali – A.C. 2700)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.

Avverto che il presidente del gruppo parlamentare Fratelli d'Italia ne ha chiesto l'ampliamento senza limitazioni nelle iscrizioni a parlare, ai sensi dell'articolo 83, comma 2, del Regolamento.

Avverto, altresì, che la V Commissione (Bilancio) si intende autorizzata a riferire oralmente.

Ha facoltà di intervenire il relatore.

RAPHAEL RADUZZI, Relatore. Grazie, Presidente. Io mi soffermerò brevemente un po' sui contenuti di questo decreto, che è veramente molto importante.

Noi abbiamo anche una relazione che è più esaustiva ed entra nel dettaglio di tutti gli articoli e anche dei numerosi emendamenti che sono stati approvati con il grande lavoro che c'è stato da parte dei colleghi del Senato, sia di maggioranza che di opposizione, e quindi la lasceremo agli atti. Dicevo che questo è un decreto importantissimo che stanzia 25 miliardi, che si aggiungono agli altri decreti e quindi arriviamo ad un ammontare complessivo che supera i 100 miliardi, stanziamenti che vanno a favore di imprese, di cittadini, di lavoratori e degli enti locali di questo Paese, che hanno sicuramente sofferto una crisi sanitaria, che poi è diventata immediatamente anche una crisi economica. Quindi abbiamo la proroga del blocco dei licenziamenti, che è sicuramente una misura che va a favore di quei lavoratori che altrimenti avrebbero un po' perso, molto probabilmente, quel posto di lavoro; c'è una proroga della cassa integrazione, ci sono stanziamenti importanti anche appunto per i comuni (parliamo di oltre 1 miliardo 700 milioni che vanno ai comuni, alle città metropolitane e alle province del nostro Paese), ma ci sono anche altri interventi emergenziali: penso, ad esempio, al mio territorio veneto, che è stato gravemente colpito dall'alluvione e dalle esondazioni nel territorio veronese e padovano e quindi anche qui il Governo interviene con 7 milioni. Ci sono interventi, diciamo così, per alcuni settori particolarmente segnati da questa crisi, quindi penso a un fondo da 600 milioni per i ristoratori, che possono usufruire di questo fondo perduto per acquistare beni alimentari; ci sono incentivi per il settore turistico e per il settore termale, che forse era rimasto un po' indietro negli scorsi decreti, e tanti stanziamenti anche per le nostre scuole e per l'edilizia scolastica. Noi abbiamo fatto una discussione che, per quanto sia stata costretta un po' dai tempi dettati dall'Aula, è comunque andata a toccare in Commissione molti di questi ambiti, quindi - come detto - noi lasciamo agli atti la relazione più esaustiva e siamo pronti qui a sostenere il dibattito con tutti i colleghi. Grazie.

PRESIDENTE. Deputato Mancini vuole intervenire? No, perfetto. Prendo atto che il rappresentante del Governo si riserva di intervenire nel prosieguo.

È iscritta a parlare la deputata Giuseppina Occhionero. Ne ha facoltà.

GIUSEPPINA OCCHIONERO (IV). Grazie, Presidente, Governo, colleghe e colleghi. Preliminarmente, mi corre l'obbligo morale di compiere un esercizio di onestà intellettuale e quindi di ribadire - come già avvenuto in Commissione Bilancio, sia ieri sera che questa mattina -, che anche questo passaggio parlamentare in fondo certifica un po' il rapporto di crisi e di disfunzione che c'è tra Parlamento e Governo. Questo perché noi riteniamo che, soprattutto a fronte di decreti importanti come quello di cui oggi discutiamo, che stanzia 25 miliardi di euro, sia assolutamente necessario mettere al centro dell'attività parlamentare quella che è la spina dorsale della democrazia, cioè la dialettica parlamentare. Dunque, mortificare, ridurre e comprimere i tempi e i modi di discussione rappresenta per noi, non solo la mortificazione dell'attività parlamentare delle opposizioni, ma dell'intero Parlamento. Detto questo, quindi, credo che sia assolutamente necessaria una riflessione seria e sincera su un pacchetto di norme che sia organico e, ad oggi, consentitemelo, le riforme avviate nel 2016 e suggerite da Matteo Renzi risultano ancora insuperate per risolvere quello che abbiamo evidenziato essere un rapporto di crisi tra Parlamento e Governo. Detto questo, con il decreto che oggi dobbiamo assolutamente convertire in legge, perché ce lo chiede il nostro Paese, si completa idealmente quel pacchetto normativo che in fondo è stato predisposto per fronteggiare e contenere le gravi conseguenze che il COVID ha proiettato sull'intero sistema economico e sociale, non solo dell'Italia, ma dell'Europa intera.

Fra “Cura Italia”, “Liquidità”, “Rilancio” e quello che oggi conosciamo meglio con il nome di “decreto Agosto” sono stati previsti degli interventi massicci, per 100 miliardi di nuovo indebitamento netto e 210 miliardi di saldo netto da finanziare. Sono numeri importanti che raccontano anche di uno sforzo immane che abbiamo compiuto - mai come prima nella storia della Repubblica - e che ha cominciato, tutto sommato, direi anche a maturare i suoi frutti, perché possiamo dire che i tassi di crescita dell'economia stanno tornando ad attestarsi a quelli che erano i livelli precedenti alla crisi.

È chiaro però che la proliferazione del debito pubblico rende assolutamente doveroso da parte delle istituzioni, ma anche della società civile, intraprendere un percorso che abbia soprattutto ad oggetto una visione chiara e nel quale il ruolo dell'Italia deve essere fondamentale e improntato alla crescita, alla modernizzazione e alla semplificazione. Io mi sento di dire che questa crisi sta mordendo tutti noi e unisce i destini nostri con quelli delle future generazioni sulle spalle delle quali peseranno non poco le misure che noi oggi adottiamo, anche con sacrificio e con coraggio. Per mettere in campo azioni come quella di cui oggi parliamo è assolutamente necessario un grande coraggio e noi di Italia Viva apprezziamo il Governo che ha manifestato fermezza e consapevolezza della grave missione a cui era chiamato a rispondere, in questa fase di difficoltà per l'intero Paese Italia. Quindi, noi ci saremo affianco al Governo cercando di far superare e di risolvere quelle che sono le disfunzioni ormai endemiche dell'Italia, da un lato; dall'altro, vi è la necessità di procedere alla valorizzazione delle nostre eccellenze, forse troppo spesso dimenticate. Io credo che il decreto di cui oggi parliamo individui queste priorità e mi soffermo brevemente su alcune di esse, ringraziando anche tutti i colleghi del Senato che hanno lavorato alacremente per arrivare a questo obiettivo.

Ecco, mi piace ricordare alcune misure, in particolare quella che possiamo dire essere un ripristino del Jobs Act - introdotto appunto dal Governo Renzi - che aveva previsto un incremento occupazionale di oltre 650 mila unità in un anno e mezzo. Mi riferisco, in particolare, alla decontribuzione delle imprese che assumono in modo stabile, soprattutto oggi: lo Stato si fa carico del versamento dei contributi previdenziali per tutti i neoassunti che le aziende occuperanno a tempo indeterminato. Questa è la giusta logica per rilanciare il nostro Paese perché è giusto che lo Stato aiuti le aziende quando investono sulle persone e, quindi, è giusto esonerare dal pagamento degli oneri contributivi le società e le aziende che vogliono investire per rilanciare la nostra economia e che assumono a tempo indeterminato. Questa, secondo me, è una formula vincente soprattutto per il Sud, dove le imprese grazie a questo decreto potranno godere di una detassazione del 30 per cento in caso di nuove assunzioni. Dico anche che è una svolta per il Mezzogiorno, perché dobbiamo uscire, soprattutto per il Sud, da quella logica di assistenzialismo che finisce solamente per affossare il nostro Mezzogiorno e per allargare quel gap che c'è tra Nord e Sud. È necessario invece - come stiamo facendo oggi - rilanciare le politiche attive a favore del lavoro e della crescita per, davvero, offrire prospettive di un futuro più certo a tutti i talenti del Sud Italia che, troppo spesso, sono stati costretti a lasciare il Sud e a intraprendere la difficile strada dell'emigrazione.

Questo decreto legge poi rafforza anche le tutele sociali soprattutto a favore delle famiglie e dei soggetti più vulnerabili. Prevede infatti l'estensione temporale del bonus babysitter, voluto dalla nostra Ministra Bonetti, che è una misura che aiuta soprattutto i genitori oggi a coniugare i tempi di lavoro con quelli della vita familiare, soprattutto alla luce delle difficoltà a cui il COVID, purtroppo, ci ha messo di fronte. I bambini, se non possono, purtroppo, andare a scuola, sono costretti a stare a casa e a non poter nemmeno avere accanto l'aiuto prezioso dei nonni. Ecco che questo bonus babysitter rappresenta un sollievo per tutte queste famiglie.

Così come voglio sottolineare l'importanza del bonus casalinghe, un contributo una tantum rivolto alle donne che vogliono qualificarsi, che vogliono qualificare la propria attività e che adesso sono costrette ad occuparsi dei lavori domestici o della cura dei figli o dei familiari malati. Si tratta di una somma che è stata messa a disposizione per frequentare dei corsi di formazione e, quindi, per conseguire delle qualifiche lavorative che consentono l'inclusione nel mondo del lavoro delle donne. Questo perché noi riteniamo che sia una scelta strategica puntare e investire sul lavoro delle donne, includere il lavoro delle donne nel mondo dell'attività produttiva dell'Italia: può essere davvero un'opportunità di crescita per l'intero Paese, puntare sull'emancipazione delle donne, sul loro ingresso nel mondo del lavoro, perché sono quelle che soprattutto, oggi, a fronte delle difficoltà del COVID, hanno sentito sulle loro spalle il peso maggiore di tutte le gravi esigenze che si sono verificate nell'ambito familiare a seguito del lockdown.

E poi questo decreto-legge prevede anche una serie di misure volte a favorire il rilancio di alcuni specifici comparti dell'economia. Mi piace sottolineare quelle legate al settore del turismo e della ristorazione che, soprattutto nei centri storici, è stato flagellato dalle difficoltà di non vedere le nostre piazze e le nostre città stracolme di turisti, che rappresentano poi il cuore e la linfa dell'attività produttiva di questi settori. Ecco perché vorrei sottolineare l'impegno della Ministra Bellanova che ha previsto l'istituzione di un fondo per la ristorazione: 600 milioni di euro per contributi destinati a ristoranti, pizzerie, trattorie e disponibile anche per mense, per agriturismi dotati di attività di ristorazione e per imprese che svolgono catering continuativo per gli eventi. Le risorse a fondo perduto dovranno essere chiaramente spese per acquistare prodotti alimentari del made in Italy. Questo perché, da una parte, si vuole sostenere l'attività produttiva della ristorazione ma, dall'altra, si vuole dare aiuto all'intera filiera agricola del nostro Paese, che è stata martoriata dal crollo dei consumi nel settore della ristorazione.

Si reintroduce anche la possibilità di devolvere il 2 per mille delle proprie tasse in sede di dichiarazione dei redditi a favore delle associazioni culturali. Sappiamo quanto, soprattutto oggi, è importante investire sulla cultura come forma di riscatto per la nostra attività produttiva dell'intero Paese. Il mondo dell'arte, della musica, dell'archeologia, del cinema e del teatro è stato lacerato dalle difficoltà della pandemia e quindi è giusto che lo Stato si faccia carico anche di questo e valorizzi la cultura come chiave di volta per il rilancio del nostro Paese, per renderlo ancora più attrattivo. In questo modo si può agevolare l'intero territorio, sviluppare anche l'accoglienza, la ristorazione e la valorizzazione di tutti i prodotti tipici del nostro Paese che fanno grande il nostro Paese.

Quindi, proprio per aiutare a superare queste difficoltà ci siamo battuti affinché si riconosca anche un beneficio fiscale alle imprese che operano nel settore dello spettacolo dal vivo: un credito di imposta nella misura del 30 per cento delle spese effettuate. Credo che sia un risultato assolutamente importante per un settore duramente colpito dalla pandemia.

Ecco, questo è stato fatto e ci rallegriamo per il lavoro che è stato finora svolto dal Governo e dal Parlamento. Adesso credo che però ci troviamo di fronte a due partite strategiche per il nostro Paese: l'accesso al MES, soprattutto oggi che si è riacutizzata la curva dei contagi, purtroppo, e l'uso del Recovery Fund. Anche qui credo che siano chiare le priorità. Io ritengo indispensabile rilanciare la politica energetica e infrastrutturale del nostro Paese declinandola chiaramente in uno sviluppo sostenibile. Immagino ambiente e sviluppo non come categorie concettuali contrapposte ma come principi sinergici, perché, in fondo, la scelta strategica è proprio quella di puntare sulla produttività attraverso però il rispetto dell'ambiente. Credo dunque che la trasformazione dei modelli di produzione e di consumo dell'energia rappresenteranno anche un'opportunità di crescita del nostro Paese, perché prevedono una trasformazione nel mondo del lavoro. E poi è assolutamente necessario rimanere in linea con le indicazioni del Piano nazionale integrato per l'energia e il clima, che rappresenta in fondo un progetto a lungo termine per l'Italia verso la sostenibilità. Ecco perché secondo me è assolutamente necessario che faccia riferimento a un pacchetto di regole certo e coerente con la realtà energetica e industriale del nostro Paese e che, quindi, garantisca anche un processo di governabilità coerente.

Ritengo che sia per questo motivo necessario pensare ad un approccio inclusivo e di neutralità tecnologica per consentire a tutte le fonti e le tecnologie energetiche una maggiore compatibilità ambientale e la possibilità di contribuire al processo di decarbonizzazione che poi si risolve anche in un aiuto effettivo alle famiglie italiane, perché vedrebbero ridurre il costo delle bollette. Dunque, una trasformazione del mondo del lavoro che oggi è assolutamente necessaria. E poi ritengo che sia fondamentale puntare sulla tecnologia, sulla formazione, sulla cultura, come abbiamo già detto. e quindi pensare che è necessario mettere in campo i processi per una rinascita delle competenze e in questo campo anche declinare un processo di formazione verso anche una professionalizzazione del settore terziario. In fondo, pensiamo che l'Italia è il secondo Paese manifatturiero d'Europa, ma purtroppo non solo registra un tasso crescente di disoccupazione giovanile, ma, nello stesso tempo, la difficoltà da parte delle aziende di reperire i tecnici specializzati. Ecco perché investire sulla cultura, come finora abbiamo fatto, può rappresentare davvero un'opportunità di crescita e anche una risposta a quello che definirei essere quasi un paradosso.

Poi chiudo con quest'ultima riflessione, perché tanto è stato già detto, e ritengo però che sia assolutamente necessario puntare anche su una modernizzazione del nostro Paese. Intendo dire, dunque, che, per coniugare lo sviluppo anche alla sostenibilità, è assolutamente prioritario agevolare sia dal punto di vista burocratico che fiscale le nostre imprese, quelle nuove o quelle già esistenti, e per fare questo credo che sia fondamentale, oggi più che mai, alla luce delle difficoltà che purtroppo il COVID-19 ci ha messo di fronte, puntare sui giovani, investire sui giovani. Anche in questo caso mi permetto di lanciare l'idea di pensare di coniugare i giovani con la sostenibilità, e quindi una produzione ecosostenibile. Quindi agevolazioni dal punto di vista fiscale e burocratico per tutte le attività di impresa avviate dai giovani fino a quarant'anni. Ecco, credo che ci sia ancora molto da fare anche soprattutto nel Sud, nel Mezzogiorno, rispetto per esempio ad un ammodernamento non solo delle infrastrutture stradali e viarie, ma anche idriche, anche per il rilancio dell'economia e per pensare di poter puntare davvero su un sistema inclusivo che possa aiutare la crescita del nostro Paese. Buon lavoro e grazie (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Grazie, Presidente Fico. Onorevoli colleghi, sottosegretaria Guerra, “DL Agosto”: sembra di vedere la replica di una serie TV. Il Governo e la maggioranza vanno avanti da soli, come hanno sempre fatto, a colpi di fiducia e con quell'arroganza che li ha contraddistinti finora e che li punirà quando agli italiani sarà consentito di tornare a votare per il Parlamento di questa nazione. L'attività economica mondiale ha segnato, tra aprile e giugno, una forte flessione, dovuta ai provvedimenti per il contenimento della pandemia intervenuti con tempistiche e intensità differenti nei vari Paesi. Gli indicatori a frequenza mensile, sottosegretario, tuttavia, hanno mostrato, con poche eccezioni, un progressivo miglioramento dopo il crollo di marzo e aprile, molto limitato. Nel secondo trimestre, il PIL italiano, in volume, ha registrato una contrazione senza precedenti, determinata dalla contemporanea caduta dei consumi e degli investimenti e da un contributo negativo della domanda estera netta. Il PIL, colleghi, è diminuito del 12,8 per cento rispetto al trimestre precedente e del 17,7 per cento rispetto al secondo trimestre del 2019.

In poche parole, quest'anno abbiamo perso il 10 per cento del PIL e, secondo il Ministro Gualtieri, nel 2021 al contrario avremo un più 6 per cento; chissà come, un mistero, non si sa come lo giustificherebbe.

Mentre, come ha detto Giorgia Meloni, il Governo PD e MoVimento 5 Stelle vara il “decreto clandestini, benvenuti in Italia”, non solo reintroduce pienamente la protezione umanitaria, denominata così perché sembra una cosa positiva, in realtà è un libera tutti e una festa per gli scafisti; un'anomalia tutta italiana pensata negli anni Novanta che permette di concedere il permesso di soggiorno anche agli immigrati illegali che non hanno diritto ad alcuna protezione internazionale, ma va addirittura oltre e allarga ulteriormente le maglie rispetto all'istituto originale.

L'Italia dovrà accogliere non solo chi fugge da un reale pericolo, da una guerra, il che sarebbe anche legittimo e comprensibile, ma anche chi rischia trattamenti degradanti. Una definizione indefinita e generica che si presta a qualsiasi interpretazione e che, di fatto, permetterà a qualsiasi clandestino di essere accolto in Italia. Siamo, colleghi, al liberi tutti, gli scafisti già festeggiano. È questo un segnale di arrendevolezza ai trafficanti di esseri umani, che porterà a un aumento degli sbarchi e isolerà l'Italia in Europa, che chiede, al contrario, serietà nella difesa dei confini esterni dell'Unione e non vuole essere coinvolta dalla furia immigrazionista della sinistra italiana. Con un paradosso nel paradosso, vedete: mentre, da una parte, il Governo restringe a colpi di decreto la libertà degli italiani, dall'altra dà piena libertà alle ONG e a chi specula sull'immigrazione illegale (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

Questo è il “DL Agosto”, un insieme non uniforme di misure, il più delle volte settoriali, rappresenta la conclusione di un ciclo.

Colleghi, rappresentanti del Governo, Presidente Fico, 100 miliardi di euro di scostamento di bilancio, votati anche dall'opposizione, a dimostrazione che l'opposizione è dalla parte del popolo e vuole sostenere gli italiani in questa tragedia mondiale. Se, da una parte, abbiamo assicurato un sostegno al reddito a milioni di lavoratori, compresi gli autonomi, attraverso il riconoscimento degli ammortizzatori sociali e di bonus monetari di diversa natura, con comunque difficoltà burocratiche, quando non distribuzione a pioggia anche a chi non ne aveva diritto, e ritardi inammissibili, dall'altra, non si è saputo favorire il rimbalzo tanto atteso del prodotto interno lordo e, con esso, la tenuta occupazionale.

Dobbiamo ripartire dal lavoro, dobbiamo rilanciare l'occupazione, dobbiamo incentivare le aziende ad assumere. Quante volte sentiamo queste frasi da esponenti del Governo; tuttavia, senza soffermarci su quella che dovrebbe essere la principale domanda: come, in che tempi. Ad oggi per i 22 decreti-legge emanati dal Governo i decreti attuativi richiesti sono 252 in totale, di cui 181, colleghi, ancora da adottarsi. Il 72 per cento dei decreti attuativi ancora non rendono operative le erogazioni di fondi. Dovreste un po' vergognarvi. Sono dati pubblici che il think tank Openpolis ha elaborato. Una macchina complessa, certo, che coinvolge 19 ministeri, a cui si aggiunge la Presidenza del Consiglio dei ministri, con il rischio che alcuni pezzi rimangano indietro; e sono rimasti indietro, colleghi. In base ai dati messi a disposizione dall'Ufficio per l'attuazione del programma – quindi, non è una fonte di Fratelli d'Italia - sappiamo che dei 22 decreti-legge emanati dall'inizio dell'emergenza 10 richiedono almeno un decreto attuativo per la loro implementazione, complessivamente ne sono richiesti 252, di cui adottati, come detto, solo 71. Il “DL Liquidità” prevede otto decreti attuativi, di cui nessuno ancora adottato, così come non è ancora stato adottato nessun decreto attuativo per quanto riguarda il “DL Semplificazioni”, che, ricordo, era di 171 pagine.

Senza l'adozione di questi provvedimenti, infatti, le misure messe in campo dal Governo rischiano di rimanere incomplete e non pienamente attuabili. Questo, peraltro, rende impossibile erogare a cittadini, enti e imprese le enormi risorse predisposte dai vari provvedimenti; di tutti questi miliardi la minima parte sono stati distribuiti. Il Ministero dell'Economia, infatti, deve emanare 43 decreti attuativi; di questi ne mancano all'appello ancora 25, il 50 per cento. Il Ministro Gualtieri che dice? Il Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti dei 35 decreti attuativi richiesti, infatti, non ne ha ancora adottato nemmeno uno! De Micheli che dice? Il Ministero dell'Interno deve ancora adottare 11 decreti attuativi su 20. Lamorgese che dice? Il MiBACT deve adottare 11 decreti su 16: Franceschini che dice? Pisano doveva emanare 3 decreti attuativi, soltanto 3. Quanti ne ha adottati? Zero, come zero sono le iniziative di successo del Ministero dell'Innovazione.

Alcuni decreti attuativi prevedono una specifica data entro la quale devono essere adottati; tra questi ce ne sono ben 35 già scaduti. Prendiamo degli esempi: due erano di competenza del MISE; uno avrebbe dovuto disciplinare le modalità di erogazione del Fondo destinato ai lavoratori dello spettacolo; un altro avrebbe dovuto definire agevolazioni fiscali per gli investimenti in start up innovative; un altro decreto, di competenza del Ministero dell'Interno, avrebbe dovuto definire i criteri di ripartizione del Fondo per i comuni particolarmente danneggiati dall'emergenza. Settantacinque su 266 articoli del “decreto Rilancio” richiedono provvedimenti attuativi. Il decreto-legge in esame ne ha 36 per essere operativo: chissà quando e che fine faranno. Alle conferenze stampa, signori del Governo, deve succedere anche l'attuazione delle norme; dovreste saperlo - almeno i più esperti fra voi -, cioè l'operatività delle norme. Che cos'è il “DL Agosto”, che già fa ridere solo dal nome perché siamo a metà ottobre? Per cosa sono serviti i 25 miliardi di scostamento? Vediamo: consulenze e posti di lavoro - molti a chiamata diretta e poi vedremo - e persino 900 mila euro per la Casa Internazionale delle Donne di Roma. La maggioranza pensava di condizionare le minoranze concedendo loro 25 milioni di euro - una mancia, una sorta di elargizione - da inserire sotto forma di emendamenti al decreto: Fratelli d'Italia ha rifiutato i 5 milioni di euro (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) che le erano stati concessi! Nei prossimi anni, vedete colleghi, arriveranno 209 miliardi dall'Unione Europea. Ci spaventa questa concezione proprietaria che avete delle finanze pubbliche. Intanto, il famigerato presidente dell'INPS, nonostante non sia arrivata una lira nelle casse degli italiani - un euro - si aumenta lo stipendio. Prezzolini metteva nero su bianco nel 1921, non oggi ma quasi cento anni fa, parole attualissime: l'italiano ha un tale culto per la furbizia, che arriva persino all'ammirazione di chi se ne serve a suo danno. Diciamo che chi è arrivato dalle lotte anti-casta, a pensare al proprio stipendio raddoppiato, è sicuramente un furbo, nel senso di Prezzolini. Colleghi, vedete la maggioranza ha sempre rifiutato le proposte di Fratelli d'Italia su ogni provvedimento; va sicuramente riconosciuto il recepimento di alcune delle nostre proposte per la cultura, lo sport, l'editoria, già avanzate nella risoluzione unitaria in Commissione Cultura negli emendamenti al “decreto Rilancio”, ma, ribadiamo, abbiamo “bypassato” il Parlamento. La Commissione, organismo parlamentare che rappresenta in sintesi il Parlamento, con un po' di buon senso, su proposta di Fratelli d'Italia, ha elaborato documenti di indirizzo al Governo, come il Parlamento prevede e permette, e alcuni di essi sono stati recepiti dal Ministro Franceschini (poi, senza metterci gli adeguati finanziamenti ma almeno i titoli sono stati inseriti nei provvedimenti). Lo stesso con il sottosegretario Martella per l'editoria; un po' timido in realtà nel richiedere la difesa del comparto, ma comunque lo abbiamo sostenuto. Avremmo voluto fare la stessa cosa anche con il Ministro Spadafora ma, in realtà, ha fatto finta di ascoltare le opposizioni e poi è andato dritto per la sua strada con una legge quadro che sta facendo ridere il mondo sportivo mondiale, con una pacca sulla spalla del CIO che gli ha detto: Italia, forse è il caso che modifichi questa ridicola legge-quadro, altrimenti non potrai neanche sfilare con la bandiera italiana alle prossime Olimpiadi di Cortina (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia e di deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)! Quindi, colleghi, fate un esame di coscienza, in particolare i rappresentanti del Governo. In particolare, il generale aumento dei fondi per il settore culturale è una richiesta storica di Fratelli d'Italia sin dall'inizio della legislatura, che sin dal “Cura Italia”, ha richiesto un impegno finanziario di almeno 1 miliardo l'anno per i prossimi tre anni. Già presentammo emendamenti al “DL Rilancio” per la proroga della CIG per l'aumento delle indennità ai lavoratori dello spettacolo ad almeno 1.200 euro, recepito nel decreto fino a 1.000 euro, e per l'esenzione dell'IMU per i luoghi dello spettacolo come cinema e teatri, e qui lasciatemi fare anche una chiosa, colleghi: che senso ha esentare i proprietari dell'immobile? Molti gestori di teatri sono gestori, appunto, lo dice la parola stessa; quindi, per carità, anche la proprietà va tutelata e noi siamo fra quelli che pensano che vada tutelata (in particolare, ad esempio, le dimore storiche), ma il termine “gestori dei teatri” vi suggerisce niente? Sono gestori e quindi forse tale iniziativa non è a loro favore!

Abbiamo presentato proposte per la sospensione delle scadenze dei mutui; per lo sport, in particolare, il riconoscimento del credito d'imposta per le sponsorizzazioni; un emendamento di Fratelli d'Italia al “Rilancio”, presentato con il collega Caiata, che garantirà linfa vitale per le leghe sia dei professionisti sia dei dilettanti. Quindi, vedete colleghi, non siamo l'opposizione che distrugge, siamo l'opposizione che, nonostante rimanga inascoltata, fa proposte che poi non accettate ufficialmente, per poi inserirle di notte nei decreti clonandole, così come quegli studenti somari che, non conoscendo il compito di matematica o di latino, copiano e poi si prendono i meriti con i professori.

Per l'editoria riconosciamo un impegno finanziario ulteriore, ma ancora non adeguato alle necessità della categoria dell'informazione, che è in ginocchio e che il MoVimento 5 Stelle vuole in ginocchio. Lo ha dichiarato Crimi, il coordinatore del MoVimento 5 Stelle, che ha detto: neanche una lira per l'editoria! E cosa dice il Partito Democratico, con cui facciamo battaglie trasversali? Cosa dice il sottosegretario Martella di fronte alla inaccettabile dichiarazione del capo del MoVimento - non si è capito se uno o due movimenti, ma comunque – Crimi? Come si fa ad oltraggiare l'informazione libera? C'è un fetore di oligarchia, di oligopolio, di dittatura digitale in questa nazione ormai. L'informazione deve essere libera, le voci devono essere libere (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), i giornali devono essere sostenuti, perché non se ne può più di questa doppia parte in commedia per cui dobbiamo assistere a giornali che cambiano di proprietà, che magari facevano la voce del territorio e partiti di maggioranza che hanno il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, che invece di aprire un tavolo di emergenza e mettere tutti i soggetti intorno a un tavolo e sbattere i pugni al Governo e chiedere fondi per salvare i posti di lavoro, per salvare i giornali, per garantire agli editori la transizione al digitale, che fa? Il Partito Democratico o Italia Viva intervengono in Aula nella fase dell'intervento sull'ordine dei lavori, quasi di nascosto, ed esprimono solidarietà ai lavoratori dell'editoria in crisi e alle dismissioni dei giornali: siete al Governo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Qualcuno vi vuole avvisare? Siete al Governo! Avete il sottosegretario all'editoria! Ma come non vi vergognate ancora! È venuta in audizione una rispettabilissima persona, per carità, che in audizione ha detto: non so quanti soldi chiedere al Recovery Fund; non lo so, forse 500, forse qualcosa di più. Qualcosa di più? Solo la Francia e la Germania andate a vedere quanto danno all'editoria: la Francia, oltre agli 800 milioni di euro ordinari, ha stanziato, motu proprio, mezzo miliardo senza Recovery Fund! E voi non sapete quanto chiedere per l'editoria sul Recovery Fund? Noi una proposta ve la facciamo: chiedete 1 miliardo. Sottosegretario Martella, chieda 1 miliardo all'anno per tre anni: forse completiamo la transizione digitale, forse salviamo i posti di lavoro, forse insegniamo ai giornalisti tradizionali come si gestisce il giornalismo digitale e ai nuovi giornalisti diamo la possibilità di essere assunti con contratti umani e dignitosi, e sosteniamo gli editori, che anche loro subiscono la crisi. Fratelli d'Italia avanza proposte oltre a fare critiche, talvolta feroci ma necessarie.

Il Governo riconosca che molte di queste iniziative quindi sono impulso dell'opposizione. Rivendichiamo il copyright europeo anche nazionale, visto che ancora anche su quello siete divisi tra Partito Democratico e MoVimento 5 Stelle. Al Senato avete mandato in scena una manfrina e adesso vi aspettiamo alla Camera sul copyright europeo; abbiamo presentato una risoluzione abbinata a quella del collega Vacca del MoVimento 5 Stelle per dire, come Commissione Cultura ed editoria, perché spesso ve ne dimenticate, che gli autori e gli editori vanno difesi dagli over the top: anche qui vogliamo vedere dove state, con chi state, MoVimento 5 Stelle. State con Google o con Facebook, di cui assumete i consulenti al Ministero e li mandate al Garante della privacy, o state con gli editori nazionali che vengono spremuti, vengono sfruttati dagli over the top, così come vengono chiamati?

Vi aspettiamo al varco, colleghi dei 5 Stelle, che fate due parti in commedia: nelle Commissioni difendete i diritti degli editori, degli autori; però poi misteriosamente le vostre politiche di Ministero, di Governo vengono fatte da consulenti che vengono da quell'esperienza. E noi non possiamo aspettare che accada qui in Italia quello che sta accadendo in America, dove due nazioni digitali, Facebook e Twitter, si permettono di censurare e sospendere la pagina del Presidente degli Stati Uniti eletto dal popolo perché aveva osato dire “per carità, fate attenzione, ma il virus si è depotenziato”, e per questo gli è stato sospeso l'account. Questa, colleghi, è una dittatura digitale, e dobbiamo insorgere; ma dobbiamo farlo insieme, come Parlamento, come nazione, perché non possiamo subire la soverchieria delle nazioni digitali.

Vedete, colleghi, la cultura, che non è solo il comparto cultura: cultura è tutto, anche essere qui oggi a rappresentarci è una forma di cultura, cultura istituzionale certamente. Ma quella di cui vivono milioni di persone purtroppo è al collasso. Chiediamo al Ministro Franceschini, sempre molto disponibile ad ascoltare, un po' meno a realizzare quello che ha ascoltato, di garantire con il comitato tecnico-scientifico ad esempio, proposta concreta, una revisione della capienza delle sale, così da tutelare la sostenibilità economica, o la garanzia della capienza totale con mascherine almeno per i due terzi della capienza. Come si fa, colleghi, ad accettare che un comitato scientifico non eletto da nessuno proponga la presenza di 200 posti di spettatori a sala? Come solo si fa a pensarla, una cosa del genere? Voi lo sapete che la maggior parte dei teatri ha una platea dai 100 ai 600 posti e che le fondazioni lirico-sinfoniche, le istituzioni culturali, gli auditorium hanno sale da 600, da 1.000, qualcuno fino a 2.000 posti: lo sapevate questo? E secondo voi con 200 posti e 200 spettatori a serata che cosa riaprono a fare i teatri, ce lo spiegate? Ma dove state col cervello? Per cui noi abbiamo detto al Ministro Franceschini in audizione: Ministro, questa cosa dei 200 posti è un oltraggio all'intelligenza umana, per favore! Il Ministro sapete cosa ci ha risposto? Io sono d'accordo, ma bisogna vedere cosa dice il Comitato tecnico-scientifico. Ancora con questa pantomima del Comitato tecnico-scientifico! Lo dice la parola stessa, la definizione stessa, e come diceva Moretti, le parole sono importanti: Comitato tecnico-scientifico, un organismo nominato dal Governo, che non ha alcun potere decisionale. Quindi, smettetela di prendere in giro il popolo italiano! Smettetela! Perché quando vi fa comodo ce lo dice il omitato tecnico-scientifico - questa cosa ci ricorda un po' “ce lo chiede l'Europa” -, quando non vi fa comodo decide Conte, con il solito decreto d'urgenza. Eh no, colleghi di maggioranza, dovete prendervi, assumervi la responsabilità del Governo; il Ministro Franceschini deve inserire nel prossimo decreto, o circolare, o atto di indirizzo, come riterrà lui, la previsione: in sicurezza, in prevenzione, ma i teatri, le sale, lo spettacolo dal vivo riaprono con i due terzi della platea. È comunque un ammanco di biglietteria, ma è un ammanco sostenibile, perché su 1.000 posti di platea ce ne sarebbero 700, perché a teatro ci si va in coppia, o ci si va in famiglia, e quindi in genere si va o in due o in quattro, e quindi è sostenibile creare una distanza di sicurezza. Così come va garantito il superamento del criterio quantitativo per i concerti: non possiamo permetterci, colleghi, una nazione senza teatri e cultura, senza musica e concerti, senza danza, senza giornali, senza spettacoli viaggianti, senza musica popolare, senza rievocazione storica. Vanno messe in campo ulteriori risorse a fondo perduto! Queste due parole non vi entrano in testa. Noi non siamo qui per farci spremere dalle banche, dal sistema bancario, che comunque è un sistema privato speculativo: noi siamo qui come nazione, come Governo, come Parlamento, per sostenere il nostro popolo, che tra un po' scenderà in piazza e verrà qui a cacciarci, perché non avrà più niente di cui mangiare. E quindi, colleghi, vi dovete mettere una mano sulla coscienza e abbandonare la vostra appartenenza politica. Noi siamo qui per rappresentare il popolo italiano e le sue istanze più profonde, e non possiamo continuare a giocare con le parole, a dire: investimenti, prestiti, andate in banca, vi daranno sicuramente un tasso conveniente. Ma chi siete, una finanziaria (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)? Voi siete il Governo italiano! Il popolo italiano ha bisogno di soldi, e di soldi veri, come accade in Germania, in Francia, in Inghilterra, dove lo Stato ha dato direttamente i soldi ai lavoratori dello spettacolo, ai lavoratori, alle imprese per farle ripartire! E voi no, voi state lì, a sostenere un sistema bancario moribondo, che per decenni ha speculato sulle imprese, sulle piccole e medie imprese che sono il cuore e il tessuto dell'Italia. Ebbene, noi chiediamo per la cultura ulteriori risorse a fondo perduto fino a un miliardo di euro l'anno per i prossimi tre anni, così da poter sostenere l'offerta nel settore culturale in maniera credibile. Vanno garantiti maggiori fondi per le indennità dei lavoratori dello spettacolo, va stimolata la domanda di cultura tramite l'introduzione di un meccanismo di detrazione fiscale dei consumi culturali, come l'acquisto di biglietti per musei e teatri. Se vale per le medicine, invece che il comprarsi un antidepressivo, è più antidepressivo andare a teatro, andare a sentire un bel concerto di musica classica, andare a vedere uno spettacolo di danza: la cultura fa bene all'anima, ci fortifica, ci fa rinascere, anche nei momenti di disperazione. In Inghilterra sotto i bombardamenti non chiusero i teatri; persino all'Eliseo, sotto i bombardamenti, a Roma, De Filippo decise di andare in scena. E avete chiuso anche l'Eliseo, avete fatto chiudere anche Eliseo, e ha chiuso il Salone Margherita, dove si esibirono Fregoli, Petrolini, Marinetti. Ma voi che ne sapete, colleghi, che ne sapete? Cosa vi interessa? Voi siete preoccupati soltanto di restare qui fino a fine legislatura; e intanto i nostri teatri chiudono, le nostre sale da danza chiudono, non ci saranno più risorse neanche per tenere aperte le scuole di danza, perché i genitori non avranno più i soldi per mandare i figli a scuola di danza, quindi anche l'offerta privata morirà. In Gran Bretagna, appunto, sono state messe a disposizione più di un miliardo e mezzo di sterline per contributi a fondo perduto.

Colleghi, valutiamo ora il provvedimento nei suoi aspetti. Con l'articolo 24 le sovrintendenze, ovvero gli organi periferici del Ministero per i Beni e le attività culturali e per il turismo posti a presidio del patrimonio culturale degli italiani, possono autonomamente e senza ricorso ad alcun concorso pubblico - ascoltate il labiale: senza ricorso ad alcun concorso pubblico - nominare singoli collaboratori esterni, anche privi della laurea e di ulteriori titoli accademici, al fine di assicurare lo svolgimento nel territorio di competenza delle funzioni di tutela e di valorizzazione del patrimonio culturale e del paesaggio. Gli incarichi - ascoltate - saranno a tempo e ben remunerati, fino a un massimo di 40 mila euro l'anno, arrivando a prevedere per i collaboratori l'attribuzione delle funzioni di responsabile unico del procedimento, del RUP, il famoso, famigerato RUP, basterà aver maturato una qualche esperienza in attività affini. E chi ha studiato? Poniamo il caso di interventi di edilizia privata in aree sottoposte a vincolo paesaggistico: il responsabile unico del procedimento è chiamato ad effettuare i dovuti accertamenti, a richiedere eventuali integrazioni della documentazione, a curare l'istruttoria, ad acquisire il necessario parere della commissione per il paesaggio. La responsabilità, le competenze e la perizia tecnica necessarie sono tali che una leggerezza nella valutazione comporterebbe modifiche irreparabili all'aspetto dei luoghi e dei paesaggi tutelati per legge. Ora, come spiegare ai tanti giovani, spesso ultra formati, fino a trent'anni a casa, in attesa che i concorsi, già banditi dal Ministero per i Beni e le attività culturali e per il turismo, siano espletati o che ne vengano banditi di nuovi, che i loro titoli di studio e i loro investimenti in conoscenza sono tenuti in così poca considerazione dai decisori politici? O che a livello burocratico si preferisce nominare collaboratori esterni, piuttosto che assumere personale qualificato per impinguare le fila degli sparuti funzionari tecnici delle sovrintendenze? Poi, colleghi, qualcosa di veramente indicibile: l'approvazione nel “decreto Agosto” dell'emendamento che prevede lo stanziamento di 900 mila euro per ripianare i debiti della Casa internazionale delle donne nei confronti di Roma Capitale.

Dovreste chiamarlo “Marchettibus”, “decreto-legge Marchettibus”, perché è questo, colleghi, e non entro nelle attività, alcune anche meritevoli di attenzione; abbiamo fatto iniziative trasversali a difesa delle donne, per i centri antiviolenza, sappiamo che lì ce ne sono alcuni. Ma non entriamo in questo, non contestiamo le attività che fa il Centro internazionale delle donne; non veniamo sul vostro terreno, non ci interessa cosa faccia. Si potrebbero occupare anche di tetrapiloctomia, citando Umberto Eco, dell'arte di tagliare il capello in quattro. A noi interessa un altro aspetto. Ci interessa un aspetto singolare, colleghi dei Cinque Stelle - che siete molto attenti alla trasparenza e all'erario pubblico - per cui una associazione storica nel panorama politico Romano, che occupò prima Palazzo Nardini, poi un palazzo del Cinquecento - non andò in periferia a occupare un hangar, ha occupato un palazzo del Cinquecento accanto alla Farnesina, accanto all'Orto Botanico, accanto all'Accademia dei Lincei; un palazzo del Cinquecento - decide poi di non pagare più neanche l'affitto, una volta regolarizzato sempre dal Partito Democratico con la famosa, famigerata, delibera Veltroni, decidendo di non pagare neanche più l'affitto, cumulando quasi 1 milione di debiti nei confronti dei cittadini romani; mi rivolgo ai colleghi dei Cinque Stelle, che siete così attenti all'erario pubblico: ebbene? Il sindaco Raggi li sfratta - e questo prima dell'accordo col Partito Democratico - e loro cominciano una mobilitazione. Qual è la risposta? Ci avete già approvato nel decreto-legge Rilancio ma ve l'abbiamo scardinata; adesso, con la logica del “Marchettibus”, siccome a ogni partito è stata data una quota e l'unico partito che ha rinunciato è stato Fratelli d'Italia, avete avuto la facoltà di presentare una marchetta da 900 mila euro. Questa marchetta crea un danno erariale, cioè voi state, con i soldi degli italiani, andando a sanare un danno erariale dei cittadini romani! Se questo non è un danno erariale, ditemi voi.

Mi avvio alle conclusioni. C'è un aspetto, colleghi, di questa pandemia, che oggi un autorevole virologo ha definito e declassificato in endemia, cioè un virus che si diffonde talmente con una carica virale talmente bassa e in maniera talmente estesa nella popolazione, da non essere più una pandemia; ma di questo voi ovviamente non volete sentir parlare, perché vi crea un problema politico, cioè quello di tenere insieme il Governo.

Tuttavia, va detto che nel Governo qualcosa non va; non a caso è mancato il numero legale qualche giorno fa; forse c'è un po' di risveglio in alcune coscienze. Al riguardo, vi invito ad andare a rileggervi Ernst Jünger nel suo “Trattato del Ribelle”, quando metteva in luce il pericolo di un'organizzazione capillare della sanità da parte del sistema politico, al quale contrapponeva il valore della libertà. Cito: le fabbriche della salute, con medici assunti e mal retribuiti, le cui cure sono assoggettate al controllo burocratico, sono sospette; da un giorno all'altro - e non soltanto in caso di guerra - potrebbero assumere un volto inquietante. Colleghi, questo è quello che sta succedendo in Italia. Ma noi, Fratelli d'Italia, interpreti delle istanze più profonde del popolo italiano, che è infuriato e che chiede risposte, chiediamo soldi, soldi veri. Vogliamo che vi mettiate la mano sulla coscienza e che capiate il momento. È un momento drammatico, non tanto per pandemia o endemia, è un momento drammatico perché tra un po' di tempo saremo nella fase tre e quattro e non ci sarà più niente per molte famiglie da mangiare o non ci sarà più lavoro, e di questo avrete responsabilità soltanto voi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Sodano. Ne ha facoltà.

MICHELE SODANO (M5S). Grazie, Presidente. Siamo ancora nel pieno di una difficile battaglia, contro una pandemia che - è inutile ripetere - ha stravolto completamente la nostra vita. Come maggioranza di Governo abbiamo reagito in modo repentino e con responsabilità, sia sul tema sanitario che su quello economico. Tutto il mondo, le organizzazioni internazionali, riconoscono all'Italia il grande lavoro fatto, per contrastare l'emergenza e trovare soluzioni, poi adottate anche negli altri Paesi. Il merito è da riconoscere anche a tutti i cittadini italiani, che si sono uniti nei maggiori momenti di difficoltà, per riemergere lentamente da un buio profondo in cui siamo piombati pochi mesi fa. Noi italiani abbiamo reagito con spirito di sacrificio e orgoglio nazionale e dovremmo continuare ad agire in questo modo. Anche oggi è il momento della prudenza e della responsabilità. Il Governo in ambito economico ha reagito subito, investendo 100 miliardi di euro, per estendere e rafforzare la rete di protezione intorno al nostro tessuto economico-produttivo, messo a dura prova dall'emergenza COVID-19, e di porre le condizioni per sostenere la nostra economia e rilanciare così tutto il Paese.

Fuori dai confini nazionali, il Premier Giuseppe Conte ha lavorato per ottenere gli aiuti più cospicui dall'Unione europea, riuscendo a raggiungere la cifra record di 209 miliardi, una cifra che dovremo spendere fino all'ultimo centesimo per dare vita a una nuova Italia, che sia all'altezza degli italiani e in linea con i Paesi più avanzati del mondo.

Il “decreto Agosto”, chiamato anche “decreto Rilancio 2” si pone in perfetta linea di continuità con il “decreto Cura Italia” e con il “decreto Rilancio”, introducendo però numerosi elementi di novità. Tante sono le misure di protezione e sostegno confermate ed estese. Su tutte, la proroga della cassa integrazione in deroga e il rifinanziamento per più di 7 miliardi del Fondo centrale di garanzia delle PMI. Ma numerose sono anche le nuove misure di sostegno ai settori in crisi, come l'indennità per i lavoratori marittimi, l'indennità per i lavoratori stagionali nel turismo, il sussidio per i lavoratori del settore sport, i contributi a fondo perduto per le aziende della ristorazione e per i negozi dei centri storici.

Allo stesso tempo, molte sono le disposizioni per il rilancio dell'economia di un Paese: maggiori risorse per il fondo, nuove competenze per la formazione dei lavoratori, per la progettazione delle opere e per gli investimenti in opere di efficientamento energetico nei comuni, per i contratti di sviluppo, per i progetti di comune interesse europeo nella ricerca e nello sviluppo.

Ecco, nel dettaglio alcune delle misure che abbiamo inserito in questo provvedimento. Aumentiamo di 200 milioni per il 2020 e di 300 milioni per il 2021 la dotazione del fondo nuove competenze. Lo strumento consente di finanziare la rimodulazione dell'orario di lavoro aziendale che dovesse essere decisa per consentire ai lavoratori di intraprendere un percorso di formazione. Non possiamo nasconderci che il COVID-19 ha accelerato alcuni processi già in atto, che molti lavori scompariranno e che nasceranno nuove opportunità occupazionali. Riconosciamo un'indennità di mille euro ai lavoratori dipendenti stagionali nel turismo impiegati in imprese che hanno cessato involontariamente un rapporto di lavoro, nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2019 e il 17 marzo 2020. Prevediamo un'indennità di 600 euro per ciascuno dei mesi di giugno e luglio 2020 a beneficio dei lavoratori marittimi che hanno cessato involontariamente il contratto di lavoro nel periodo compreso tra gennaio 2019 e 2020. Aumentiamo da 600 a mille euro un'indennità per il mese di maggio 2020 a favore dei liberi professionisti iscritti agli enti di previdenza obbligatoria. Introduciamo un sussidio di 600 euro per i lavoratori sportivi. Mettiamo mezzo miliardo in più per i comuni che nel 2021 investiranno in opere pubbliche, in materia di efficientamento energetico e di sviluppo territoriale sostenibile. Per le imprese nel settore turistico e termale, estendiamo dal 30 al 65 per cento il credito d'imposta, per le spese sostenute per l'ammodernamento e la riqualificazione delle strutture, al 60 per cento quello sui canoni di locazione ed istituiamo un fondo con una dotazione di 20 milioni di euro per l'anno 2020 e di 18 milioni per l'anno 2021 finalizzato a una concessione, fino ad esaurimento delle risorse, di buoni per l'acquisto di servizi termali. Mettiamo a disposizione delle imprese della ristorazione un fondo da 600 milioni di euro che garantirà contributi a fondo perduto per l'acquisto di prodotti agricoli e alimentari. Questi sono solo alcuni dei tanti interventi che abbiamo organizzato, per sostenere moltissime fasce produttive di un Paese che l'emergenza ha messo in ginocchio.

Ma abbiamo anche pensato a gettare le basi per ridurre il gap tra Nord e Sud del Paese, un problema strutturale che tutti in passato hanno detto di voler risolvere senza fare mai nulla di concreto per aiutare le aree più disagiate. Nel “decreto Agosto”, infatti, abbiamo previsto sgravi sul lavoro al Sud, una decontribuzione del 30 per cento per tutte le imprese che operano nel Mezzogiorno, una misura straordinaria per una situazione straordinaria. Con questo intervento, che vogliamo rendere strutturale grazie ai fondi dell'Unione europea, alziamo un muro contro il collasso occupazionale e moltiplichiamo la possibilità di creazione di posti di lavoro, sulla base degli investimenti del Recovery Plan, per evitare una crescita senza occupazione. In più, si avranno effetti indiretti, come l'emersione del lavoro nero e il rientro di aziende che precedentemente avevano delocalizzato; Recovery Plan, appunto.

Con tre decreti da 100 miliardi abbiamo costruito una rete di protezione per il sistema economico italiano. Ora è il momento di fare il passo successivo. Grazie al grande lavoro del Presidente Conte, del Governo e di questa maggioranza, abbiamo ottenuto dall'Europa 209 miliardi, da potere investire per portare il nostro Paese nel futuro.

Le raccomandazioni UE sono chiare: digitalizzazione, svolta ambientale, lotta alle diseguaglianze. Ci chiedono di portare a compimento i temi storici del MoVimento 5 Stelle, quelli per cui abbiamo sempre combattuto da soli contro tutti, quelli che abbiamo portato all'attenzione dei media italiani, quelli sempre inascoltati e ignorati. Sono le nostre battaglie storiche, quello per cui abbiamo sempre creduto per migliorare questo Paese e per fargli fare uno scatto in avanti dopo le politiche fallimentari del passato. Abbiamo un'occasione importantissima e non ci è concesso di fallire. Lavoriamo sui temi, lavoriamo su quello che interessa ai cittadini, lavoriamo sulla qualità della vita delle persone. Noi siamo qui per questo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Frassini. Ne ha facoltà.

REBECCA FRASSINI (LEGA). Grazie, Presidente. Oggi in quest'Aula finalmente arriva il “decreto Agosto”. Dico “finalmente” perché è evidente a tutti che siamo a metà ottobre ed è evidente anche che dico “finalmente” perché, ahimè, per l'ennesima volta abbiamo dovuto subire in Commissione il bavaglio di un intero ramo del Parlamento, perché, vede Presidente, il testo del “decreto Agosto” è arrivato in Commissione martedì notte, oggi è giovedì e, quindi, la Commissione Bilancio ha lavorato effettivamente un giorno e mezza mattina. Ditemi voi se questo è un percorso giusto da fare in termini di democrazia e di rispetto del lavoro dei parlamentari tutti! Vede, qui stiamo parlando di un decreto che prevede 25 miliardi di euro di risorse che sommati ai 55 miliardi di euro del “decreto Rilancio” e ai 20 miliardi di euro del “decreto Cura Italia” fanno 100 miliardi di indebitamento. Cento miliardi di indebitamento; indebitamento che andrà a impattare sul futuro, sul futuro delle nostre generazioni. Quindi, quando ci avete chiesto di votare lo scostamento di bilancio noi in ottica responsabile, perché abbiamo a cuore l'Italia e gli italiani, abbiamo dato il nostro voto per lo scostamento di bilancio. Vi abbiamo messi alla prova. Avevamo forse qualche speranza che si potesse risollevare questo Paese, ma avete fallito in un provvedimento dietro l'altro perché di rilancio anche qui non si parla praticamente per niente, perché avete perseguito nella solita logica di bonus e mancette a cui, purtroppo, ci avete abituati anche nei provvedimenti scorsi.

Vede, Presidente, oltre a questo, per l'ennesima volta c'è un esempio plastico della non visione che ha questo Governo, soprattutto su temi che sono veramente molto caldi. Stiamo parlando di rilanciare la nostra economia e il nostro Paese, per dare un Paese migliore alle future generazioni. Qui non stiamo facendo niente in termini di investimenti pubblici, non stiamo avendo una visione strutturale, non avete la minima idea davvero di come investire per far uscire il nostro Paese dalla crisi. Non ne avete la minima idea e lo vediamo adesso nel merito perché, peraltro, vi abbiamo chiesto di semplificare, di tagliare un po' la burocrazia, ma non ci avete ascoltato perché per l'ennesima volta questo è un provvedimento pieno di decreti attuativi da realizzare. Openpolis ci dà i dati chiari: sui 252 decreti attuativi previsti, Openpolis ha evidenziato che ne mancano all'appello ben 181. Stiamo parlando di oltre il 70 per cento dei decreti attuativi necessari per dare concretezza a quelle che sono le norme che voi avete previsto. Capite bene che questo significa solo una cosa: immobilismo e non risposte serie; solo parole, parole, parole! Parole a cui avete, purtroppo, abituato gli italiani e di cui avete, peraltro, stancato, perché si continua ad andare avanti così e non vediamo miglioramenti. Io vi faccio un esempio, parlando, appunto, di decreti attuativi: c'era questo decreto riguardante i contributi previsti per valorizzare i prodotti italiani nella ristorazione e questo decreto avrebbe dovuto essere emanato entro il 14 settembre, ma siamo a metà ottobre e i ristoratori non hanno ancora visto un centesimo. Diteci voi se è possibile andare avanti così! Ma parliamo dei tanto cari amati bonus, perché ci avete propinato, spesso e volentieri, che la vera misura di rilancio necessaria per questo Paese sia investire sui bonus, perché, appunto, ci avete propinato per molte ore, sia in Commissione Bilancio sia negli interventi dei colleghi parlamentari, soprattutto del MoVimento 5 Stelle qui in Aula, della funzionalità di questo bonus monopattino. Ma andiamo a vedere i dati, perché siamo abituati a ragionare su dati certi e, dunque, vediamo un po'. Bonus monopattino: tra l'altro, io lo chiamo anche “bonus Cina”, perché ricordiamo che è una palese marchetta alla Cina e l'abbiamo ribadito più volte anche nei nostri scorsi interventi sugli altri provvedimenti e lo sappiamo bene. Vede, sul bonus monopattino, a fronte di 200 milioni di euro stanziati, sono stati distribuiti ad oggi zero euro: un fallimento proprio certificato! Ma non solo, non solo, Presidente. Andiamo a vedere il bonus vacanze, perché anche sul bonus vacanze ci dicevate che era necessario per far ripartire il settore, uno dei settori più strategici del nostro Paese, proprio perché è il biglietto da visita dell'Italia nel mondo. Il bonus vacanze, dove voi avete stanziato 2,4 miliardi di euro, a oggi è stato utilizzato solo per l'8 per cento. L'8 per cento! Questo perché? Perché ve l'avevamo detto in sede anche di “decreto Rilancio”. Abbiamo speso ore e ore in Commissione a cercare di farvi capire che la richiesta delle associazioni di categoria era quella di creare un fondo ad hoc da destinare alle aziende in crisi. Come potevate pensare che dopo i mesi di lockdown le aziende potessero anticipare di tasca loro i soldi del bonus e poi, tramite credito d'imposta, lo Stato forse glieli restituiva l'anno dopo? Siete veramente fuori dal mondo, Presidente! Poi, guardi, dobbiamo fare per forza un passaggio, ahimè dolente anche in questo caso, sia per quanto riguarda i lavoratori sia per quanto riguarda l'impresa, perché anche qui i dati sono allarmanti, perché dal lato del lavoro ovviamente apprezziamo il fatto che il Governo abbia contribuito sulla cassa integrazione, e questo ci trova ovviamente d'accordo a causa del momento che stiamo vivendo, però ci spiegate come mai praticamente la maggior parte degli imprenditori ha dovuto di tasca propria anticipare i soldi della cassa integrazione? Lo Stato si è dimostrato anche stavolta nemico degli imprenditori, prenditore con gli imprenditori e non a sostegno di imprenditori e impresa. Non solo, avete aggravato la situazione ancora di più, perché adesso - il 15 ottobre - ricordiamo che arriveranno 9 milioni di cartelle esattoriali. Questo significa che sarà l'ennesimo macigno per le famiglie e per le imprese. Noi avevamo proposto, come Lega, di sospendere l'invio di tutte le cartelle esattoriali, perché è evidente che se gli italiani non avevano soldi prima del lockdown è ovvio che non li hanno adesso per pagare. Lo Stato deve stare dalla parte degli italiani, non l'avete ancora capito e non lo state facendo. Svegliatevi! Io vi dico di svegliarvi ma purtroppo ci cadono le braccia, perché anche qui non si può non fare un passaggio ancora più doloroso, perché stiamo parlando di un decreto che dovrebbe rilanciare l'economia di questo Paese e, ahimè, vediamo che ci sono interi riferimenti a palesissime marchette e mancette (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Io leggo qui di 4 milioni di euro stanziati che vanno in questo decreto, sommati ai 4 milioni di euro già stanziati nel “decreto Rilancio”, per i centri contro le discriminazioni sessuali e di genere. Adesso qualcuno mi spieghi che cosa c'entra con il rilancio economico di questo Paese, perché noi non lo capiamo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)! E non solo, e non solo. Non solo questo, perché se andiamo ancora a fondo vediamo un'altra marchetta, perché così bisogna chiamarle, Presidente, le cose, perché ci avete proprio stancato. Qui vediamo 900 mila euro per la Casa delle donne di Roma. Ma chi volete prendere in giro? Chi volete prendere in giro? Qui stiamo parlando che un decreto deve sanare un contenzioso di un'istituzione con il Campidoglio. Ditemi voi che relazione c'è tra questo e il rilancio, un decreto cioè che dovrebbe pensare al rilancio economico di questo Paese. Noi non ne vediamo assolutamente il nesso e siamo però, aggiungo, veramente molto preoccupati di questa deriva che state prendendo. Presidente, io mi avvio alla conclusione, dove, però, sono doverosi dei passaggi. Come ho detto prima, quando ho iniziato il mio intervento, noi stiamo assistendo veramente a una deriva pericolosa. Mi ricordo, quando la Lega era al Governo, gli autorevoli, all'epoca, rappresentanti dell'allora opposizione che urlavano alla deriva autoritaria che stava prendendo il nostro Paese.

Beh, noi siamo abituati a parlare con i fatti: qui si sta andando avanti con DPCM del Presidente del Consiglio, andate avanti a far passare provvedimenti a colpi di fiducia, mettete bavagli a interi rami del Parlamento, azzerate la democrazia e soprattutto azzerate la dialettica parlamentare, diteci voi questo che cos'è. Da noi si chiama deriva autoritaria.

Adesso concludo, Presidente: io mi auguro veramente che voi vi guardiate in faccia, vi guardiate in faccia perché avete collezionato un fallimento dietro l'altro nei vostri provvedimenti, vi dovete guardare in faccia, perché se vi sono rimasti un minimo di dignità e un minimo di rispetto per gli italiani, che non arrivano alla fine del mese, voi dovreste veramente abbandonare questo Governo (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Pellicani. Ne ha facoltà.

NICOLA PELLICANI (PD). Grazie, Presidente. I mesi addietro e quelli a venire hanno lasciato e lasceranno ancora, purtroppo, cicatrici profonde nella memoria del nostro Paese e in tutto il mondo. La crisi pandemica, tanto inaspettata quanto sconvolgente, ha scosso gli equilibri globali e la quotidianità di tutti, obbligandoci a cambiare abitudini e spingendoci a una serie di riflessioni intorno al nostro modello di sviluppo. Quando l'Europa tutta ha preso coscienza della gravità di quanto stava accadendo, il primo, sacrosanto, pensiero è stato quello di salvaguardare prima la salute e poi il lavoro delle persone, a partire dai più deboli, i più fragili, i più bisognosi d'aiuto e nel momento più complesso della storia repubblicana - e lo dico con orgoglio - l'Italia si è dimostrata un grande Paese: da primo grande Paese d'occidente ad essere duramente colpito dal virus a esempio di reazione efficace e tempestiva, sia sul piano dell'emergenza sanitaria che nelle misure di protezione sociale in favore delle famiglie, dei lavoratori, delle imprese. Oggi non sono solo gli attestati di stima dell'Organizzazione mondiale della sanità e di altri organismi internazionali a confermare le nostre capacità, ma anche i recenti dati dell'Istat ci raccontano di un'Italia che, nonostante tutto, malgrado le limitazioni, sta ripartendo. Ovviamente ci vuole cautela, non possiamo essere tanto incoscienti da accontentarci degli encomi e mollare la presa, semmai è l'esatto contrario. Il “decreto Agosto”, signor Presidente, prevede complessivamente misure per oltre 25 miliardi e si aggiunge ai decreti approvati nei mesi scorsi, mi riferisco anzitutto al “decreto Rilancio”, per un valore di 500 miliardi, e del “cura Italia”, altri 25 miliardi, cifre enormi, non solo per far ripartire il Paese, ma per riformarlo e compiere finalmente quel salto nel futuro che aspettiamo da troppo tempo.

Abbiamo una grande responsabilità, che è anche l'unico motivo per cui possiamo pensare di lasciare un simile debito in eredità ai nostri figli e ai nostri nipoti. Stiamo adottando misure straordinarie, mai assunte prima d'ora, che si sommano alle risorse messe a disposizione dall'Europa, che finalmente ha saputo dimostrare spirito di squadra e una solidarietà finora inedita, mettendo a punto un mix di interventi per sostenere i Paesi più duramente colpiti dalla crisi economica scatenata dal COVID. Penso, in primo luogo, al Recovery Fund, che per l Italia vale 209 miliardi, oppure al MES, a cui credo che l'Italia debba attingere per poter investire nelle politiche sanitarie ovvero per realizzare nuovi ospedali, assumere personale medico, infermieri, potenziare la sanità territoriale, che si è dimostrata uno dei punti di forza del nostro Paese.

Questo, signor Presidente, è perciò il momento di tenere la barra dritta e continuare con le azioni di contrasto al COVID da un lato, e dall'altro, prevedere misure per riaccendere il motore della crescita e progettare con coraggio il prossimo futuro. Il decreto-legge n. 104 del 2020 va esattamente in questa direzione: tutelare le imprese e i lavoratori, sostenere la scuola e la sanità nelle difficili sfide che già stanno affrontando, gettare le fondamenta dell'Italia che sarà domani, quando del Coronavirus resterà solo - ci auguriamo presto - un doloroso ricordo.

E allora, mi permetto di ripercorrere brevemente i passaggi essenziali del decreto, partendo da quanto si fa per il mondo del lavoro, complessivamente considerato. Sono 8 miliardi e mezzo le risorse dedicate ai lavoratori e imprese, da un lato per rafforzare il sistema di protezione sociale, incentivare la crescita dell'occupazione con agevolazioni per le nuove assunzioni e per prorogare tutte quelle misure di supporto che servono a non lasciare indietro professionisti e lavoratori autonomi. A ciò si aggiunge un'ampia serie di interventi, per dare un sostegno concreto a tutto il mondo dell'impresa e soprattutto alle aziende medie e piccole, che vivono con più apprensione le difficoltà di questa fase. Per loro, è stato disposto il rafforzamento patrimoniale e l'incremento del Fondo di garanzia, la proroga della moratoria sui prestiti e mutui e gli sgravi contributivi per le aree svantaggiate.

Essenziale è anche l'intervento per il sostegno ai servizi pubblici, in primis sanità e scuola, a cui sono state affidate importanti risorse per affrontare le insidie del contagio ed essere all'altezza del grande compito che è richiesto in questa fase: riuscire a coniugare normalità e salute pubblica, in un contesto che ovviamente è tutto fuorché ordinario.

E ancora: importantissime sono le misure per gli enti locali e l'infrastrutturazione del Paese; era indispensabile dare un segnale di supporto concreto ai comuni, che hanno fatto un lavoro grandioso sul fronte del contrasto alle conseguenze del virus, mantenendo alta l'attenzione sul territorio e dando un aiuto quotidiano a tutti i cittadini, a tutte le famiglie che hanno patito di più e più a lungo di altri gli effetti della crisi. Oggi, questo decreto prevede risorse ingenti per fronteggiare le minori entrate e far ripartire la macchina amministrativa, anche sul fronte infrastrutturale. Oltre all'anticipo dei 3 miliardi, altri fondi saranno investiti per le opere pubbliche e di efficientamento energetico, per lo sviluppo territoriale sostenibile, per la messa in sicurezza di strade e ponti e per la progettazione di nuove e importanti opere pubbliche.

Voglio, però, evidenziare anche l'importanza del decreto per Venezia, la mia città: proprio all'indomani del superamento del test del MOSE, prende forma l'Autorità per la laguna di Venezia, che avrà il compito di governare le acque della laguna e di provvedere alla gestione e alla manutenzione del sistema MOSE. In sostanza, con la nascita dell'Autorità, non si fa altro che ripristinare l'ex magistrato alle acque, la più antica istituzione della città, che risale ai tempi della Repubblica Serenissima. Sarà arricchito di funzioni, sarà dotato di nuovi strumenti, di personale e di risorse adeguate. Anche per questo, credo si dovrebbe ripristinare l'antico nome di un'istituzione storica, in cui si riconoscono tutti i cittadini veneziani. Contestualmente, signor Presidente, il decreto, come da tempo auspicato, chiude finalmente al Consorzio Venezia Nuova, che è stato alcuni anni fa protagonista di uno scandalo che ha tanto umiliato e ferito la città e l'intero Paese. Il Consorzio verrà messo in liquidazione, chiudendo definitivamente con il passato e aprendo una nuova stagione. Voglio segnalare, inoltre, che con il decreto finalmente si accoglie anche la volontà dei cittadini di una città come Chioggia, che da tempo chiedono di impedire la messa in funzione dell'impianto GPL, un intervento considerato a rischio di incidente rilevante, posizionato in un sito UNESCO, ai bordi della laguna, ma soprattutto a poca distanza da una zona densamente abitata.

Per concludere, signor Presidente, questo provvedimento riesce a mettere insieme due azioni di importanza fondamentale per il presente e il futuro del nostro Paese: combattere le difficoltà di oggi e preparare il terreno per l'economia e la società di domani. Il decreto-legge n. 104 del 2020 rimette al centro il lavoro e si inserisce in un progetto chiaro e di ampio respiro, che parte dalle criticità del nostro sistema economico e dalle politiche economiche dell'ultimo decennio, per lanciare un'idea nuova di sviluppo. L'Italia, insieme all'Europa, sta avviandosi verso un nuovo modello di economia e di sviluppo, un modello fondato sull'innovazione, sull'equità e sulla sostenibilità ambientale e intergenerazionale. Non è un caso, infatti, che il programma dell'Unione Europea prende il nome di Next Generation: il ciclo che si sta aprendo dovrà rivolgersi a loro, alle nuove generazioni e dovrà avere la forza e la lungimiranza di offrire opportunità e benessere, in un contesto di rispetto dell'ecosistema e attenzione maggiore alle disuguaglianze economiche e sociali. Noi vogliamo che l'Italia faccia parte di quel futuro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Barelli. Ne ha facoltà.

PAOLO BARELLI (FI). Grazie signor Presidente, rappresentante del Governo e onorevoli colleghi, il decreto-legge n. 104 del 2020 il cosiddetto “decreto Agosto”, sul quale vi accingete a porre l'ennesima questione di fiducia, utilizza gli ulteriori 25 miliardi di euro di scostamento di bilancio che il Parlamento ha autorizzato lo scorso mese di luglio e che si sono aggiunti ai 75 miliardi autorizzati in precedenza. Complessivamente, quindi, dallo scoppio della pandemia, questo Parlamento ha autorizzato un indebitamento di 100 miliardi di euro nel 2020, 31 miliardi di euro nel 2021 e 35,6 miliardi di euro nel 2022; si tratta di somme considerevoli - ci troviamo di fronte ad un importo corrispondente alle ultime cinque manovre di bilancio - che sono servite ad affrontare una situazione certamente emergenziale e senza precedenti. Anche il provvedimento al nostro esame alloca quasi i due terzi delle risorse a finanziare e rifinanziare misure emergenziali, a cominciare dagli interventi sul lavoro e sugli ammortizzatori sociali che da soli assorbono quasi 10 miliardi di euro di saldo netto da finanziare.

Avremmo voluto, l'abbiamo sottolineato più volte, poter dare un nostro contributo per migliorare questo provvedimento che, accanto ad alcune misure condivisibili, ancora una volta, come i decreti che lo hanno preceduto, persevera nella sola logica emergenziale e, purtroppo, dei sussidi, con interventi frammentati e senza una visione organica del futuro, rimandando sempre al provvedimento che verrà il rilancio del Paese. Senza parlare, poi, di tutta una serie di interventi e misure che sembrava maggiormente legata alla scadenza elettorale del 20 e del 21 settembre scorsi. Per fortuna, grazie alla Commissione europea, il tempo concesso per tergiversare ulteriormente sta finendo e dovremo vedere la realtà con oggettività; è giunta l'ora delle scelte per passare dalle linee guida del Piano nazionale per la ripresa e la resilienza allo schema sul tema che verrà poi discusso con la Commissione europea, per portare alla sua versione finale nei primi mesi del 2021 e, quindi, si spera - lo sottolineo: quindi, si spera, - accedere alle risorse del Recovery Fund, quei 191,4 miliardi di cui 65,4 miliardi di sovvenzioni e 121 miliardi di prestiti di cui abbiamo assoluto bisogno.

Il provvedimento che stiamo esaminando, oltre a essere, a nostro avviso, del tutto insufficiente e oltre a non prendere in adeguata considerazione numerose categorie, richiederà per la sua puntuale attuazione un'ulteriore mole di decreti attuativi che si sommeranno a quelli relativi ai precedenti decreti-legge ancora da emanare e indispensabili per rendere efficaci numerose misure che, altrimenti, rischiano di rimanere solo sulla carta. Siamo di fronte a un ennesimo provvedimento omnibus che complica e non semplifica. Sia chiaro, non bisogna aspettare decreti ad hoc, dai nomi roboanti quali “sburocratizzazione” o “semplificazione” per mettere imprese, artigiani, professionisti e semplici cittadini nelle condizioni di poter comprendere e applicare immediatamente una norma, richiedere in modo semplice un contributo, un supporto soprattutto in situazioni di difficoltà come quelle che stanno vivendo molti dei nostri concittadini ed imprenditori. Invece, questo non accade; mi vengono in mente l'ecobonus e il sisma bonus, al 110 per cento del decreto-legge Rilancio. Dopo mesi in cui i committenti hanno atteso indicazioni specifiche, oggi, si scopre che il provvedimento richiede così tanta burocrazia nella fase di certificazione delle attività connesse all'ecobonus che molti rinunceranno. Se non si interviene con efficacia, condividendo le misure necessarie correttive anche tali provvedimenti si riveleranno inefficaci.

In tema di lavoro con questo decreto si arriva a più di 36 miliardi di stanziamenti per lavoro e ammortizzatori sociali dallo scoppio dell'emergenza del COVID-19, interventi di emergenza, assistenziali, ma secondo noi mancano completamente iniziative sulle politiche attive che, rimandate vagamente a uno dei 23 disegni di legge collegati alla manovra di bilancio, rischiano quindi di poter mandare nel nulla anche le buone intenzioni descritte nei decreti testé menzionati. Vengono prolungati per un massimo di 18 settimane complessive i trattamenti di cassa integrazione ordinaria, l'assegno ordinario e la cassa integrazione in deroga previsti per l'emergenza, vengono bloccati fino a fine anno i licenziamenti e dopo? Rifinanziamo e blocchiamo tutto per altre 18 settimane in legge di bilancio? E dopo, insisto a dire? Ricordo che nonostante gli interventi posti in essere, più di un milione di posti di lavoro è stato già perso e quando finirà il blocco dei licenziamenti la situazione potrebbe diventare insostenibile, con ricadute sociali della pandemia che rischiano di essere maggiori nelle aree meno sviluppate del Mezzogiorno, con circa 600 mila, 800 mila posti di lavoro in meno, secondo quanto sottolineato da SVIMEZ. I dati elaborati dall'Associazione artigiani e piccole imprese di Mestre sono drammatici; entro la fine dell'anno potrebbero essere a rischio circa 3,6 milioni di posti di lavoro, facendo contestualmente esplodere l'esercito degli abusivi e dei lavoratori in nero.

In tutto questo il Governo appare paralizzato, non vi sono investimenti shock sulle imprese e il mondo del lavoro continua a essere ingessato. Come Forza Italia, in ogni occasione, noi qui alla Camera e i nostri colleghi al Senato, non ci stanchiamo mai di portare le nostre proposte volte a rendere più snello e flessibile il mercato del lavoro, dall'abolizione delle causali all'addizionale per le proroghe dei contratti a tempo determinato, all'inserimento di voucher, ad una forte spinta alla formazione continua. Forse, a qualcuno della maggioranza appare strano, ma il posto di lavoro non si può mantenere per legge, magari fosse così. Compito del Governo è semmai mettere in atto misure concrete per fare in modo che sia possibile la ripresa dell'attività economica e che questa produca e conservi posti di lavoro. A questo proposito, lo sgravio del 30 per cento dei contributi pensionistici per le aree svantaggiate del Mezzogiorno per il periodo ottobre-dicembre 2020, prorogabile previo via libera della Commissione europea, è una misura che lascia forti perplessità se si trasforma in un mero strumento assistenzialistico, se non affiancato da un progetto di crescita strutturale del Mezzogiorno. Il Ministro Provenzano cerca di rassicurarci, affermando che si tratta di una misura, di un tassello di una strategia complessiva per il recupero del divario e per la liberazione del potenziale di sviluppo del Sud, ma non ci basta, come non ci basta sentirci dire che la priorità resta quella di modificare il contesto per renderlo maggiormente produttivo, soprattutto quando, nel contempo, si fa poco o nulla per tentare di colmare il cronico divario infrastrutturale del Mezzogiorno e delle isole.

In tema di misure spot, ma rivelatesi praticamente inutili, non si può non ricordare, per quanto riguarda il turismo, il bonus vacanze introdotto in pompa magna dal “decreto Rilancio”. A fine stagione possiamo trarre delle conclusioni e darne un giudizio fallimentare. Non è piaciuto né ai turisti né ai gestori delle strutture ricettive; dei 2,4 miliardi di euro stanziati ne è stato utilizzato sì e no il 10 per cento. Si poteva cogliere l'occasione per tornare sui vostri passi, per farvi tornare sui vostri passi e dare finalmente retta, non dico a noi, ma quantomeno agli operatori del settore che invocano un fondo ad hoc da destinare alla filiera turistica che è stata ed è tra le più colpite dalla crisi economica causata dalla pandemia.

Nulla, anche per i professionisti: avete prorogato al 30 ottobre i contributi ISA e forfettari con un calo di fatturato superiore al 33 per cento e il termine di versamento delle imposte dovute in autotassazione il 20 agosto scorso, ma con una maggiorazione dello 0,8 per cento; questo mentre le categorie, in primis i commercialisti, vi avevano chiesto di prevedere per tutte le partite IVA soggetti agli indici sintetici di affidabilità la possibilità di non incorrere in sanzioni. Come pure non avete voluto sentire ragione della richiesta di prorogare al 30 novembre la sospensione della riscossione coattiva, così, dal prossimo 16 ottobre, 9 milioni di cartelle esattoriali raggiungeranno i contribuenti italiani. Proprio in un momento dove in Italia e ancor più in altri Paesi europei si assiste alla seconda ondata di infezioni da COVID-19, con tutto ciò che questo potrebbe comportare in termini di riduzione o blocco di attività, voi pensate a drenare liquidità dalle tasche di imprese e cittadini.

Di tutto e di molto altro avremmo voluto discutere con il Governo e con la maggioranza, sia in Commissione che in Assemblea, questo ci è stato negato per l'ormai consueto stravolgimento dell'iter legislativo previsto dalla Costituzione: si impedisce, di fatto, ad un ramo del Parlamento di poter intervenire sui decreti o provvedimenti governativi. Ormai siamo ben oltre il patologico, noi continueremo a ribadirlo ogni volta, in ogni occasione, perché rimanga agli atti qual è il vostro modo di operare, che deve fare anche i conti con i vostri precari equilibri di maggioranza. Questa ormai consuetudine di svilire alternativamente, con il ricorso al voto di fiducia, una delle due Camere è politicamente inaccettabile. A parole, si chiede la collaborazione delle opposizioni, poi, nei fatti, o ci si preclude ogni possibilità di incidere costruttivamente sui provvedimenti o, come è accaduto in Senato, pensate di accontentare l'opposizione, destinando poche risorse all'attività emendativa dei parlamentari.

Per tutte queste motivazioni di metodo e di merito, preoccupati per il prossimo futuro che sarà, quindi, riservato, purtroppo, ai nostri cittadini e al nostro Paese, il nostro giudizio non può che essere negativo sul provvedimento che, con grande fretta, ci chiedete oggi di licenziare (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Fusacchia. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO FUSACCHIA (MISTO-CD-RI-+E). Grazie, Presidente. Io volevo fare alcune considerazioni di merito e puntuali specifiche sul decreto che stiamo esaminando e discutendo e, poi, anche riprendere alcuni passaggi, però, che ho sentito da alcuni colleghi e, in generale, provare un po' ad alzare la testa e ragionare sul quadro più generale di quello che ci sta capitando in questi mesi e che sta capitando alle nostre istituzioni.

Allora, partendo da alcune considerazioni di merito, questo è un decreto molto importante, ovviamente, per la vastità dei temi che tocca, la quantità delle misure su cui interviene, i capitoli l'ammontare delle risorse finanziarie che sono messe a disposizione. Io mi terrei a due o tre punti, che riguardano questioni che seguo anche in Commissione e che mi stanno particolarmente a cuore, collegate, ovviamente, a come questo provvedimento si inserisce in quello che sta succedendo, a più ampio raggio, su alcuni ambiti, su alcuni pezzi della nostra società. Il primo è quello della scuola. Qui ci sono alcune misure molto importanti che sono intervenute per rafforzare il trasporto scolastico, per finanziare apparecchiature e dispositivi, sulla possibilità, ulteriore e rafforzata, per gli enti locali di affittare locali per poter gestire la riapertura dell'anno scolastico e questo periodo, alla luce del fatto che, ovviamente, ci sono delle regole di distanziamento fisico; ci sono delle misure per pagare il personale da sostituire quando questo personale scolastico si trova in condizioni di rischio di salute o nuove depressioni.

Ci sono due punti che io sollevo qui e vorrei portare all'attenzione anche dei colleghi. Il primo: è prevista, un po' en passant, la possibilità di derogare al numero degli alunni per classe, per venire incontro a esigenze di continuità didattica, di distanziamento fisico e tutto quello che sappiamo. Io credo che questo punto sia un punto dirimente, sia un punto fondamentale, che non ha a che fare con un piccolo intervento puntuale, per quanto opportuno e necessario adesso, con il decreto che stiamo esaminando, e di cui noi ci dimentichiamo una volta che, speriamo, sia superata l'emergenza COVID.

La questione del numero di alunni per classe è una questione dirimente su cui costruire o non costruire una scuola diversa per il futuro, perché questo aspetto noi lo abbiamo affrontato anche prima del COVID, ma sempre con questo riferimento alle cosiddette classi pollaio. Cioè, abbiamo sempre pensato - e già lì è molto difficile - di intervenire sulla patologia vera del livello di insostenibilità di un numero di alunni per classe rispetto a quella che, poi, è la capacità di un insegnante di gestire una classe, ma credo che vada fatto un ragionamento molto più ambizioso e molto più radicale su questo. Perché? Perché non c'è solo una questione, adesso, per cui scopriamo che abbiamo le classi e dobbiamo tenere i bambini, le bambine, le studentesse e gli studenti a distanza, e che dobbiamo un po' ridurre. Sapevamo che c'è una questione didattica di fondo, ma quello che, forse, non ci siamo detti fino in fondo è che siamo in un'epoca storica in cui i nostri giovani - le bambine, i bambini, gli studenti e le studentesse - sono così talmente sollecitati dalla complessità del mondo là fuori, che crescerli ed educarli dentro una classe è diventato un esercizio molto più difficile, non perché sono meno capaci gli insegnanti o, necessariamente, sono più svegli i bambini e le bambine, ma perché è cambiato il mondo e, quindi, bisogna assolutamente ridurre il quoziente, il rapporto, la ratio fra docente e numero di alunni, perché, altrimenti, passerà il COVID, ma non avremo superato la questione dirimente per cui ogni singolo insegnante non ce la fa ad accompagnare e a seguire, come sarebbe giusto, il singolo studente.

Questo lo dico, Presidente e colleghi, perché, ovviamente, la questione pone delle domande di risorse finanziarie, di ripensamento dell'organico delle scuole, degli spazi della scuola, ma se non approfittiamo di questa grande riflessione, che mi auguro sia partita nel Paese, alla luce di quello che ci sta succedendo con il COVID, quando lo facciamo? Cioè, quando ci diciamo che non dobbiamo tornare al mondo di prima, ma dobbiamo inaugurare un mondo nuovo? Questo è uno dei punti da cui partire: può sembrare molto specifico, ma credo che sopra ci si possa costruire molto.

Il secondo passaggio, veloce, sulla scuola riguarda quello che sta succedendo fuori da questo decreto e, quindi, sulle procedure di immissione in ruolo e sulle procedure di completamento degli organici delle scuole. Qui bisogna dirsi con un po' di serenità e un po' di sobrietà che, però, non sta ancora tutto andando perfettamente e ci dobbiamo anche dire che quella data, fissata nella pietra, del 15 settembre è stata una data in cui, più o meno, abbiamo ricominciato a mandare i nostri studenti in classe, ma ci sono scoperture di cattedre, di supplenze in giro per l'Italia che sono ancora molto significative. Questo lo dico perché ogni anno questo succede, ma quest'anno è stato aggravato, in parte, dal COVID, ma, in parte, è stato aggravato anche da procedure che abbiamo deciso di far partire quest'anno - la chiamata veloce, che non ha sortito gli effetti che tutti pensavano, le GPS, le graduatorie provinciali - senza una valutazione - come al solito, questo è un enorme problema del mondo della scuola - di quello che succede nella reazione dall'altra parte. Cioè, noi facciamo delle procedure che sulla carta girano, ci immaginiamo anche dei cronoprogrammi specifici e, poi, ci accorgiamo che certe cose non funzionano. Diversi uffici regionali scolastici stanno avendo difficoltà, in questo momento, a completare le supplenze nelle scuole, perché devono, per procedura, completare le chiamate dalle GPS, quindi, da queste graduatorie provinciali. La maggior parte dei docenti stanno rinunciando, perché, magari, fanno fatica ad andare dall'altra parte dell'ambito provinciale. E perché rinunciano? Perché sanno che, quando saranno esaurite queste graduatorie provinciali, interverranno gli istituti, le scuole a chiamare direttamente e potranno andare, invece, su un rapporto più bilaterale e, quindi, potranno riavere, magari, il contratto che hanno avuto l'anno scorso per una supplenza lunga, nella stessa scuola e, quindi, gestendo con più facilità questo. Nel frattempo, gli uffici scolastici regionali, però, per fare questa procedura, impiegano tre-quattro settimane, perché possono chiamare centinaia di persone al giorno, ma se cominciamo a chiamarne un po' di più, come sta succedendo in diverse regioni d'Italia, si presentano le Forze dell'ordine a dire che sono gli uffici scolastici regionali che stanno grande assembramento fuori dai palazzi dove devono far firmare questi contratti.

Quindi, questo lo dico, perché cerchiamo di velocizzare quello si può velocizzare adesso, ma cerchiamo di far tesoro di tutto questo, in prospettiva. La scuola è uno degli ambiti dove quello che funziona in teoria, nella pratica deve essere misurato anticipando le reazioni e i comportamenti del mondo della scuola, perché, altrimenti, poi le cose non si incastrano.

Sempre sulla scuola, altra cosa che io non posso non ricordare e non possono dire in quest'Aula, perché ha a che fare con come noi gestiamo, rafforziamo la nostra pubblica amministrazione, riguarda i collaboratori scolastici. Era stata fatta una norma, in tempi non sospetti, qualche mese fa, per dire che chi era stato internalizzato e aveva avuto un contratto part-time, alla luce della necessità di garantire una continuità salariale e di avere, poi, ovviamente, più personale a disposizione per gestire il COVID nelle scuole, avrebbe avuto un contratto fino al 31 dicembre da part-time a full-time. Abbiamo messo i soldi, è stato fatto un bel lavoro all'interno di tutta la maggioranza su questo, i contratti stanno iniziando adesso, quelli part-time, siamo a metà ottobre. Che cosa sta succedendo? Che, ovviamente, per recuperare, di fatto, settembre, non avendo avuto la prestazione lavorativa, ma avendo, questi lavoratori, diritto per legge, gli verrà chiesto di fare degli straordinari.

Lascio in sospeso il giudizio sul fatto che, forse, le scuole, in termini di organizzazione, ne avevano già bisogno a settembre e potrebbero non aver bisogno necessariamente di tutti questi straordinari adesso; ovviamente, lo facciamo perché la priorità è assicurare la continuità reddituale a questi lavoratori che hanno, con questa norma di legge, diritto a un contratto full-time. E, quindi, stiamo chiedendo a questi lavoratori di passare dal part-time agli straordinari compresi. Questo perché succede? Perché c'è qualche cattivo che vuole che questo non succeda?

No, è una norma e vi assicuro - anche per esperienza personale - che quando c'è una norma il Ministero fa quello che deve fare, al netto delle valutazioni pre norme e delle diverse visioni di quello che si deve fare o non si deve fare, prima di fare la norma. Succede perché i nostri uffici sono ingolfati, soprattutto quelli del Ministero dell'istruzione, inevitabilmente; riaprire la scuola è un esercizio complesso in tempi normali, figuriamoci quest'anno. Allora, lo dico perché quando poi ritornano dei provvedimenti o delle proposte in cui si dice che bisogna tornare ad assumere bene dentro la pubblica amministrazione e che bisogna rafforzare i nostri uffici soprattutto nelle articolazioni territoriali, quando abbiamo dei servizi pubblici da fornire e i nostri uffici e la nostra pubblica amministrazione per troppi anni sono stati considerati un luogo dove stavano solo fannulloni, scappati di casa, gente raccomandata e tutto il resto, bisogna smetterla con questa storia; bisogna cominciare a dire serenamente ai cittadini e alle cittadine italiane che lo Stato, se deve fornire dei servizi - e andiamo verso una stagione in cui lo Stato sarà più presente inevitabilmente per il COVID - ha bisogno di una macchina che gira, che riesce a fare le cose, in cui il direttore generale di turno non può dire: “Non ce la faccio” - legittimamente - “perché devo fare tre cose e siamo in due”, ma deve avere a disposizione risorse umane, oltre che finanziarie, per poter completare tutte le procedure nei tempi che servono. Ho preso questo esempio dei collaboratori scolastici per capire il danno che noi stiamo facendo e l'inaccettabilità nel dire: “Non ce la facciamo, perché dobbiamo fare tante cose”. Credo che, dal punto di vista democratico e di funzionamento di uno Stato che gira bene, siamo arrivati ai limiti di quello che è tollerabile. Un'altra cosa sulla scuola. Ci sono delle norme importanti sui DSGA e c'è una norma, una bella norma che prevede che nelle regioni che purtroppo non hanno finito la parte concorsuale entro il 31 agosto (anche qui per varie vicissitudini), se terminano entro il 31 dicembre, si potranno assumere, senza aspettare il 1° settembre dell'anno prossimo, queste nuove figure, questi vincitori di concorso, che sono figure-chiave all'interno delle scuole. Anche su questo credo che un ripensamento - ma non voglio aprire questo capitolo adesso - su come facciamo i concorsi, nel mondo della scuola in particolare, e nella pubblica amministrazione in generale, sia un altro pezzo che noi, come Parlamento, dobbiamo mettere sul tavolo all'interno della discussione generale di che Italia vogliamo costruire. A me - volevo dirlo dopo, ma lo dico adesso - va benissimo che discutiamo, decidiamo e allochiamo potenzialmente molte risorse, a partire da tutte le risorse europee che si spera arriveranno, ma se abbiamo sempre la stessa maniera di reclutare nella pubblica amministrazione (ammesso che questi concorsi li facciamo), quindi di reclutare le stesse figure (mentre probabilmente a noi servono figure diverse nella pubblica amministrazione, non solo nuove e non solo magari più giovani e non solo magari con esperienze diverse), e non ci occupiamo di come lavorano, delle condizioni in cui li mettiamo a lavorare e con quali regole del gioco li mettiamo a lavorare, siamo sicuri che la maniera in cui abbiamo costruito il modo di funzionare della pubblica amministrazione regga con l'arrivo di tutte queste risorse? Questo è un Paese che non sa gestire e spendere bene i fondi strutturali europei “normali”, quelli ordinari; adesso noi siamo contenti che probabilmente arriveranno una quantità di risorse ingenti, ma che succede se banalmente la percentuale di spesa di queste risorse è la stessa di quella che noi abbiamo dimostrato storicamente rispetto ai fondi europei? Io insomma qualche brivido comincio a sentirlo, quindi lo dico perché questo aspetto della pubblica amministrazione vi è una questione sempre laterale e latente: non è la priorità mai di nessuno, a parte probabilmente - me lo auguro - della Ministra Dadone, ma credo debba diventare la seconda priorità di tutti, cioè tutti noi che ci occupiamo, Parlamento e Governo, nelle varie Commissioni, delle varie questioni molto verticali, molto settoriali e molto specifiche; ciascuno di noi deve cominciare a fare un ragionamento serio su che cosa succede quando quello che abbiamo deciso in Parlamento, che ha deciso il Governo, arriva in un Ministero, perché altrimenti continueremo qui a stare a lamentarci del fatto che le cose non succedono. Al netto del fatto che condividiamo quella norma, o non la condividiamo nel merito, le cose non succedono e si fermano.

Sulla cultura due ultime cose, Presidente. Sulla cultura, io credo sia stato fatto un buon lavoro con il Fondo emergenze, che è stato anche incrementato di 60 milioni (siamo passati da 170 circa a 230 milioni); il Ministero ha fatto quasi tutti i decreti in tempi molto veloci, quindi di questo va dato merito sicuramente al MiBACT; ce ne sono alcuni, forse ce n'è uno che non è ancora stato fatto, ma so che è imminente e che riguarda i lavoratori della filiera di produzione del libro, quindi ci tenevo a sollecitare, anche da quest'Aula, questi ultimi interventi attuativi che servono per rispondere a delle esigenze molto importanti di alcuni pezzi del mondo della cultura del libro che sta là fuori, nel Paese reale. Ci sono delle misure per favorire l'accesso dei giovani alle professioni culturali, quindi c'è il rifinanziamento del Fondo giovani per la cultura - anche questo è importante - e poi volevo spendere un minuto sulle dimore storiche. Perché volevo spenderlo? Perché le dimore storiche sono dei beni culturali molto importanti, privati e vincolati dalla sovrintendenza, di proprietà privata (ce ne sono circa 10 mila in Italia), e qui è stata fatta una norma per estendere il super bonus per l'efficientamento energetico e antisismico ai beni che rientrano nella categoria A9 (quindi stiamo parlando di castelli, di palazzi storici, artistici e così via). Questo è sicuramente un primo segnale molto importante, io però volevo dire, anzitutto alla rappresentante del Governo, che non basta e che bisogna fare di più su questo, perché questa misura toccherà solo una percentuale minima di tutti questi beni e di queste dimore storiche e che anche quelle non aperte al pubblico sono parte del patrimonio e possono essere utili nel momento in cui noi dobbiamo fare una politica - come il Ministro Franceschini ci è venuto a dire in Commissione - di valorizzazione dei molti borghi. Quindi, il sistema integrato deve funzionare e - ultimo pezzo su questo - abbiamo bisogno, ovviamente, che le misure non siano solo strutturali; è bene che ci sia l'ampliamento e l'estensione del super bonus, ma noi abbiamo bisogno di aiutare queste dimore, in generale i nostri borghi, soprattutto le aree interne e in generale il mondo della cultura in Italia a capire come ripartire. Noi possiamo pure aiutarli a fare l'efficientamento energetico, ma se poi i turisti non ci sono e non ci vanno perché sta cambiando il fenomeno turistico nel mondo e sta cambiando in Italia, che cosa facciamo? Quindi, tutta una serie di misure che incrocino nuove forme di imprenditorialità, il digitale, la cultura e la valorizzazione del nostro patrimonio credo che in maniera più proattiva debbano essere poi inserite in ulteriori provvedimenti. Ultima cosa - e chiudo veramente, Presidente -, anch'io voglio fare un veloce ragionamento generale. Capisco che in questa legislatura, quando vediamo il sistema complessivo, la misura più importante che forse passerà alla storia è il taglio del numero dei parlamentari, ma io sospetto che qualche storico più accorto ricorderà questa legislatura per una modifica ancora più sostanziale di revisione, de facto costituzionale, che non è mai passata per una revisione formale costituzionale: noi siamo diventati - ce lo dobbiamo dire serenamente, dalla maggioranza all'opposizione, tutti - un monocameralismo alternato. Allora, io capisco la difficoltà di gestire, soprattutto in fase COVID, però, oggettivamente, non è più tanto tollerabile che in maniera strutturale e sistemica la regola sia diventata che i decreti-legge vadano in una Camera - Camera o Senato alternativamente - e l'altra Camera, come sta succedendo a noi in questa occasione, non abbia la possibilità, se non di venire qui, all'interno dell'emiciclo, e commentare. I commentatori fanno un altro mestiere: i commentatori sono gli editorialisti, sono i think tank, sono tutti gli stakeholder là fuori. Noi abbiamo il diritto e il dovere - perché questo viene dalla nostra Costituzione - di poter intervenire sui provvedimenti, nel rispetto del Regolamento della Camera e del Senato, però all'interno di questo quadro. L'ultima cosa - e chiudo veramente, Presidente, e la ringrazio per la disponibilità - è che non solo c'è un problema ultimamente, di questo passaggio Camera e Senato, ma noi stiamo per alcuni aspetti inevitabilmente facendo sempre grandi e importanti, da un punto di vista finanziario, “decreti omnibus”. Questo si capisce ed è ovvio che sia così, ma è ovvio finché noi stiamo tutti con la testa immersi nell'emergenza: si capisce a marzo, si capisce ad aprile, si capisce a maggio, ma quanto ancora continuiamo così? Perché dentro questo provvedimento stiamo toccando tante cose che hanno anche poco a che fare con l'emergenza e, se noi pensiamo di continuare a fare solo “decreti omnibus”, quello che succede è che abbiamo la percezione che dobbiamo solo intervenire per sanare delle toppe, dei buchi, delle emergenze, gente che non arriva a fine mese, aziende che stanno chiudendo; va benissimo questo, ma quand'è che cominciamo a strutturare dei provvedimenti per filiere e per ambiti…

PRESIDENTE. Concluda.

ALESSANDRO FUSACCHIA…che si preoccupano, Presidente, di costruire la visione futura? Quindi, l'invito che faccio anche al Governo sui prossimi decreti-legge è di lavorare per decreti importanti anche finanziariamente, ma cominciamo a prendere settore e per settore e a capire che Italia vogliamo costruire.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Rampelli. Ne ha facoltà.

FABIO RAMPELLI (FDI). Grazie, Presidente, colleghi deputati, sottosegretario, ci troviamo ancora una volta a discutere di decretazione d'urgenza, di decretazione impropria; ci troviamo a discutere senza che, appunto, come veniva ricordato poco fa, questa Camera abbia avuto la possibilità di approfondire il provvedimento che ci viene sottoposto all'attenzione e poi al voto.

Ma, anche fosse stato diversamente - lo ricordo sempre a chi mi ha preceduto nella sua relazione, ma in realtà è notizia ormai risaputa -, non c'è alcuna possibilità di interazione del Parlamento con il Governo. Le decisioni fondamentali, anche in una fase di crisi e, quindi, di eccezionalità come quella che stiamo attraversando, vengono prese in maniera unilaterale, e con strumenti che sono collocati ai bordi della Costituzione italiana, dal Governo, talvolta anche con degli strumenti discutibili. Uno di questi - lo abbiamo più volte detto e lo sottolineo perché l'attualità mi aiuta - è quello del DPCM. L'altro strumento assurdo che gli fa da eco è la proroga dello stato d'emergenza: non perché non ci siano delle condizioni di eccezionalità ma perché queste condizioni di eccezionalità non rappresentano più un'emergenza. Il fatto emergenziale è già accaduto, è dietro le nostre spalle, si è stratificato e ha messo in condizione tutte le Istituzioni preposte, avendo preso le distanze, le misure rispetto alla pandemia, di agire attraverso l'uso degli strumenti ordinari, come Costituzione prevede e impone.

Quindi, ormai a mesi di distanza dalla emergenza sanitaria, ci viene il dubbio che il Governo e, in fondo, anche la maggioranza che lo asseconda, stia utilizzando pretestuosamente - lo abbiamo già detto, ma più passa il tempo, più non si modificano le procedure, gli approcci, i rapporti, e più quel che diciamo è assai vicino alla verità - stia utilizzando strumentalmente questa crisi sanitaria e la conseguente crisi economica per fare tutto in piena solitudine; e lo fa in modo irresponsabile. Vedete, qui abbiamo delle forze politiche che si sono materializzate all'interno del Parlamento italiano pochi anni fa. Nascevano quasi per caso, andavano in piazza a urlare e a insultare “la qualunque” e appartengono probabilmente a una storia che si è già consumata. Io li chiamo movimenti biodegradabili e penso che anche il MoVimento 5 Stelle si sia ampiamente biodegradato. Ma il MoVimento 5 Stelle quando è balzato agli onori della cronaca lo ha fatto per porre in evidenza che tutti coloro i quali sono stati in posizioni di governo e di responsabilità a gestire il potere nel corso dei decenni, dal secondo dopoguerra ai giorni nostri, hanno avuto poteri e responsabilità; e loro si sono accreditati per poter essere, diciamo così, i salvatori della Patria, coloro i quali portavano una ventata di novità nel Palazzo delle istituzioni, nel Palazzo d'Inverno, potremmo dire con una battuta.

Oggi ci troviamo, in buona sostanza, a impegnare le istituzioni repubblicane e il portafoglio dello Stato italiano, in prima battuta e quello dello Stato italiano delle future generazioni, per decenni. Vale a dire che da oggi fino alla notte dei tempi nessuno tra il Partito Democratico, il MoVimento 5 Stelle e coloro i quali comunque sostengono, nella maggioranza, questo Governo potrà più permettersi di accreditarsi come fonte di rinnovamento e cambiamento. Fine dei giochi o, se preferite gli anglicismi, game over, giù la maschera. Voi siete, cari colleghi che sostengono questo Governo, peggio di chiunque altro ci sia stato prima di voi e non avete fatto tesoro, nonostante gli scioglilingua, la partecipazione popolare, la condivisione dei progetti, addirittura la condivisione dei bilanci, le riunioni in streaming e quant'altro. Oggi avete perduto ogni credibilità e vi trovate di fronte a utilizzare le peggiori scorciatoie. Ma lo dicono anche i parlamentari della maggioranza. Alcuni addirittura hanno la sfrontatezza di poterlo dichiarare, a microfono aperto, qui, nei loro interventi. Ci vengono appunto a ricordare che siamo di fronte a un monocameralismo alternato. Noi lo abbiamo detto prima di loro ma, insomma, non fa niente, abbiamo perso la primazia. Ci sta bene anche seguire chi ci ha copiato. Ma questo è un problema. Io ho la fortuna di parlare al cospetto della terza carica dello Stato e quindi mi permetto di sottoporle, come uditore incidentale, una vicenda che ha una rilevanza istituzionale e costituzionale e che coinvolge tutti gli attori: coinvolge il Parlamento italiano, coinvolge, quindi, i Presidenti delle Camere, di Camera e Senato, coinvolge il Governo della Repubblica italiana. Non si può più andare avanti così. Questa situazione incresciosa si verifica per esempio - è successo ieri l'altro - dal punto di vista regolamentare, ma il Regolamento è un aspetto della politica, è un aspetto della Costituzione, è una sua declinazione, in buona sostanza: ci vediamo arrivare le richieste di presentare gli emendamenti su un provvedimento, per esempio questo, il “decreto Agosto”, quando ancora il provvedimento non è stato neanche depositato, perché ancora il Senato non lo ha trasmesso. Quindi, siamo proprio a delle procedure kafkiane, che sono delle prese per i fondelli conclamate. Io non so, penso che si possa scherzare fuori da qui, se ci si fa una passeggiata a piazza del Pantheon - perché no? - ci può essere tutto lo spazio possibile e immaginabile per farsi battute, prendersi in giro, ma quando si sta qui non si può passare da un bicameralismo perfetto a un monocameralismo alternato, non si può passare da rapporti regolamentati dai nostri codicilli alle prese in giro, cioè che devono essere presentati emendamenti entro una determinata ora di un determinato giorno su un provvedimento che ancora non è stato depositato alla Camera. È questo che è accaduto.

Chi ci ascolta, anche attraverso Radio Radicale, sappia che non è una battuta, che quello che io ho appena detto è accaduto, accade, è la norma. In rare circostanze si riesce a correggere, quando qualcuno si accorge che c'è questa discussione e protesta, si ribella, diciamo così. Ma nella maggior parte dei casi invece è la normalità, è la normalità. Voi state facendo altro che aprire la scatoletta di tonno, cari colleghi del MoVimento 5 Stelle, voi state sgretolando la democrazia italiana, la state uccidendo.

Ma io mi rivolgo in questo caso sempre al Presidente della Camera e, quindi, alla terza carica dello Stato, ma mi rivolgo innanzitutto al Governo, alla sottosegretaria Malpezzi, che è appena intervenuta, che era già presente qui stamane, appena rientrata, sui banchi del Governo, e mi rivolgo ovviamente a tutti i deputati presenti e a quelli che avranno la bontà di ascoltare, anche attraverso le televisioni e la radio.

Cari colleghi, tutti più o meno, parlando e partecipando a questa discussione generale, hanno fatto la somma di quanti miliardi sono stati messi per tentare di arginare, contenere e gestire questa crisi, la crisi infettiva. Lo hanno fatto tutti. Io non la faccio questa somma, pure che fossero, che ne so, 150 miliardi fino a dicembre. Ci arriveremo? Probabilmente li oltrepasseremo. Ma poi ci saranno i fondi del Recovery Fund e poi chissà come finirà la partita sul MES.

Presidente Fico, io le riconosco una onestà intellettuale obiettivamente difficilmente riscontrabile in altri soggetti che hanno attraversato la politica di questo tempo e, in particolare, che rappresentano il suo partito. Però, poi l'onestà intellettuale si deve tradurre in azioni di responsabilità. Ma si rende conto della eccezionalità del periodo che stiamo attraversando? Si rende conto che non progettare insieme le modalità attraverso le quali si deve tentare di far uscire l'Italia da questo baratro - perché è un baratro - si rende conto che non riuscire a mettere in campo questi strumenti di partecipazione è davvero un peccato mortale? È davvero contro qualunque tipo di sensibilità istituzionale, per coloro i quali non si sono trovati per sbaglio qui ma magari hanno fatto comunque un percorso di militanza, di impegno civile, culturale, politico sociale.

Ma vi rendete conto che non è possibile gestire 200, 250, 300, 350 miliardi di euro in un anno solare coi DPCM, con le ordinanze, con la proroga dello stato d'emergenza, con il monocameralismo alternato, con il bavaglio messo comunque alle due Camere e con pieni poteri a un Governo che, di fatto, non è neanche un Governo collegiale perché tutto comunque si restringe nel rapporto diretto e preferenziale tra un Presidente del Consiglio, che fino a due anni fa non sapeva probabilmente neanche dove fosse collocato Palazzo Chigi o largo Chigi, e le sue immaginifiche task force, perché anche di questo dobbiamo parlare: MoVimento 5 Stelle sveglia, sveglia! Da un lato voi proponete, anzi avete ottenuto la riduzione del numero dei parlamentari e noi vi abbiamo anche assecondato in questo, però poi bisogna essere consequenziali. Fratelli d'Italia ha sostenuto in quattro votazioni su quattro la battaglia per la riduzione del numero dei parlamentari, con tutte le perplessità del caso perché un conto è metterla in un quadro di riforma costituzionale e un conto è invece una sorta di atteggiamento punitivo teso ad andare a raccattare quattro voti per strada, abbaiando alla luna; sono due misure diverse, molto diverse. Se voi ritenete che i parlamentari siano troppi, tanto che li riducete di un certo numero, importante, poi non è che potete consentire la realizzazione di altri mini parlamenti, che possano chiamarsi task force oppure comitati scientifici o altro; una pletora di consulenti, che vengono comunque esibiti senza ritegno e senza misura anche in questo decreto, che dovrebbe parlare delle modalità per rilanciare l'economia italiana e invece scivola - lo dirò tra breve, anzi lo dirò subito - sulle 315 assunzioni per 13 milioni di euro all'Arsenale militare di Taranto, sui 500 incarichi di collaborazione per Franceschini al MiBACT, sui 75 mila euro di consulenze al Ministero dell'economia per il riassetto del gruppo SACE, sui 900 mila euro di mega marchetta planetaria - altro che sprechi, dove sta la battaglia agli sprechi o la battaglia per la legalità? - per la Casa internazionale della donna, che ha intrapreso questo debito con Roma capitale, cioè con il comune di Roma, perché non ha pagato gli affitti. Qui i campioni del mondo della legalità, più volte citati come candidati ad accreditarsi come numero uno in testa alla classifica del Guinness dei primati della legalità, accettano che una senatrice del Partito Democratico….immancabilmente il Partito Democratico ha utilizzato i soldi degli italiani così sempre, cioè dal Partito Comunista in poi, in tutte le forme possibili e immaginabili, ha alimentato questa catena clientelare di strutture parallele con i soldi dello Stato. Mi pare che fosse comunque una delle ragioni per le quali il MoVimento 5 Stelle addirittura è nato, invece il MoVimento 5 Stelle oggi si trova, in parte con la sindaca di Roma Virginia Raggi, in parte con il supporto dei suoi senatori e oggi dei suoi deputati qui a Montecitorio, a foraggiare questo tentativo di premiare l'illegalità e di intervenire per ripianare i debiti. Vi assicuro che, di grazia, non è una cosa facile. Io vengo dalla destra e vi assicuro che era impossibile penetrare il perimetro dei diritti e dire da destra: “scusate, c'è un patrimonio pubblico immobiliare; possiamo avere un contratto d'affitto pure noi per una determinata attività o per una sede di partito?”. No, era tutta roba della sinistra! Si poteva chiamare Rifondazione Comunista piuttosto che Partito Socialista, piuttosto che Partito Socialdemocratico, piuttosto che Partito Comunista, piuttosto che PDS, piuttosto che DS, piuttosto che Arci, piuttosto che Lega delle cooperative, e giù una pletora di associazioni, fondazioni: per loro c'era tutto! Sveglia, cari colleghi del MoVimento 5 Stelle, è suonata la campana dell'ultimo giro. Avete fallito su tutto, anche la bandiera della legalità, non è che ve la siete fatta strappare: l'avete presa e gettata alle ortiche! Questo per quello che attiene gli sprechi sostenuti dal movimento che doveva combatterli.

Poi, non possiamo che ammettere che, insomma, sia un provvedimento impegnativo, con 115 articoli, 100 pagine; i soldi che ci stanno sopra, i 25 miliardi di scostamento di bilancio, già li abbiamo citati. A questo punto uno si aspetta che, comunque, con tanta roba che c'è, ci sia anche qualche legittimo spunto. Lo dicevano i colleghi della maggioranza: noi siamo dei replicanti; l'opposizione in questo momento fa da eco ad alcuni autorevoli esponenti della maggioranza che dicono - noi lo abbiamo detto dal “Cura Italia” in poi - che non si può mica campare di assistenzialismo e di bonus. Dico: mica vorrete veramente - siamo seri - impegnare tutti i fondi dello scostamento di bilancio, indebitare le future generazioni e aprire, diciamo così, un contenzioso con l'Europa, ricevendo tanti miliardi dal Recovery Fund, per fare quello che avete fatto fin qui? Interventi tardivi, parzialmente utili e inefficaci.

Openpolis, non Fabio Rampelli, dice che il 70 per cento dei decreti attuativi non sono stati realizzati. Questo “decreto Agosto” verrà approvato non ad agosto, quindi siete anche poco originali perché lo avete fatto ad agosto però dovevate sapere che l'avremmo approvato a ottobre, quindi perché vi dovete far prendere in giro gratuitamente quando lo potevate chiamare “decreto Ottobre” già ad agosto? Almeno avreste dato un minimo l'idea della lungimiranza, della capacità previsionale. La Corte dei conti prevede, per declinare questo “decreto Agosto”, ventotto decreti attuativi: per 19 di questi non c'è alcuna scadenza e finiranno, insieme a tutti gli altri, cioè ai 181 decreti attuativi non emessi su 252 necessari. Quindi, tanto per cominciare, quando i decreti attuativi sono così tanti significa che voi non sapete fare il vostro mestiere e ve ne dovreste andare a casa subito: subito! Non perché la destra, la sinistra, gli alti, i bassi, i ciccioni e i magri, ma perché non siete capaci. I decreti, quando si fanno e quando sono oltretutto coperti da una tale mole di quattrini, devono essere, il giorno dopo l'approvazione della seconda Camera, accessibili alle esigenze sociali, soprattutto della parte più fragile del nostro popolo. Se abbiamo bisogno di 252 decreti attuativi da febbraio a oggi, da marzo a oggi, anzi, da aprile più esattamente, perché il primo decreto, se la memoria non mi tradisce, è stato emesso ad aprile…no, anzi, prima c'era il “decreto Rilancio”. Faccio confusione, lo sapete perché? Perché l'opposizione è stata presa per i fondelli sempre, nel senso che le nostre proposte non è che siano state mai contestate, perché alcune di queste sono talmente di buonsenso che poi, incidentalmente, la maggioranza e il Governo ce le hanno rubate, quindi figurarsi. Però, quando ci siamo messi a tavolino dicendo “capiamo perfettamente la situazione generale e vogliamo collaborare, presentare le nostre proposte e fare squadra” - squadra Italia, non squadra Conte, sia chiaro -, ci è sempre stato detto “guardate, ormai è tardi; lo faremo al “decreto Aprile”, che poi è diventato maggio, che poi è diventato giugno, che poi è diventato “Cura Italia”, “Rilancio”, con tutti questi nomi altisonanti, suggestivi, talvolta persino esotici.

Vi suggerisco, magari per il prossimo decreto, un nome di sicuro successo: “decreto Mamma”, così avrete altro consenso da provare a rovistare nel bidone della spazzatura dei vostri scarti politici. Non è possibile fare questo sforzo, coinvolgere le future generazioni, andare a saccheggiare il bilancio dello Stato, chiedere fondi all'Europa e poi non saper fare un decreto e dover rimandare tutto ai decreti attuativi.

È vero - lo dico al collega che mi ha preceduto - che bisogna poi controllare quello che fanno i ministeri, perché i ministeri - parlo delle strutture, in questo caso - evidentemente hanno un deficit di ritardi, però è anche vero che questi decreti sono troppi e quindi non si sa legiferare: non siete capaci di legiferare.

Questo è un problema perché, quando sui giornali, dopo le immancabili conferenze stampa dell'uomo ormai più famoso d'Italia, l'avvocato del popolo dico, dopo le conferenze stampa, un cittadino si aspetta di poter dire: ho l'ecobonus, adesso vado e faccio il cappotto termico alla mia abitazione. No, quando mai, ma di che parliamo? Non si può fare niente di questa cosa qui. La Cassa integrazione è diventata una barzelletta, una favola: ancora se ne parla, c'è gente che non sa se ridere o piangere perché non l'ha percepita, perché una parte non l'ha ancora ricevuta; fortunatamente, una parte residuale ma, fino a luglio, era la parte maggioritaria di chi aveva diritto alla Cassa integrazione, che non riusciva a percepirla, e coloro che l'hanno percepita oltretutto l'hanno percepita, spesso e volentieri, perché gliel'hanno anticipata le loro aziende. Quindi, voi dovete imparare ad essere seri; non lo siete neanche quando ci sono 35 mila morti in Italia (la classifica è rassicurante rispetto a marzo ma ancora ci sono decine di persone ricoverate in terapia intensiva con i respiratori), e quando ci sono medici e infermieri in trincea che fanno il loro lavoro e che vengono investiti dalle vostre idiozie (per idiozie intendo provvedimenti che escono da una mente che non riesce a fare i conti con la realtà). Voi sapete che questa specie di escrescenza, di iperbole, di accelerazione sui tamponi, sui test sierologici o quelli molecolari non comporta soltanto la necessità di approvvigionamento economico, ma anche quella di mettere in campo le risorse umane perché non c'è nessun ospedale, nessun centro COVID, nessun presidio sanitario che sia nelle condizioni di moltiplicare per dieci o per cento la propria capacità di effettuare tamponi e non ci sono laboratori a sufficienza per fare i test, gli esami, le analisi e poi emettere il verdetto e consegnarlo al paziente, all'utente interessato. Quindi, la dovete piantare di fare propaganda, abbiate pietà, li abbiamo vissuti anche noi (e quindi faccio pure autocritica) i tempi della propaganda ma c'è un momento in cui ci si deve fermare e si deve provare ad essere seri. Avete avuto anche la fortuna di avere un'opposizione che vi ha teso la mano: una mano che voi avete lasciato lì a mezz'aria, perché non vi siete sentiti addosso il peso della sfida in merito a ciò e non vi siete sentiti addosso neanche il peso di una prospettiva perché, da un lato, avete detto che bisogna convivere con la pandemia, con l'infezione, con il Coronavirus e, dall'altro, avete messo in campo provvedimenti ridicoli. Guardate, ne dico uno fra tanti perché mi ha particolarmente impressionato: avrei voluto al riguardo intervenire con un richiamo all'ordine dei lavori, invece lo inserisco nel contesto di questo intervento anche per facilitare i lavori dell'Aula e concludo. Ma, secondo voi, ha un senso obbligare, come ha fatto il capo del Partito Democratico, all'uso delle mascherine all'esterno, anche se ti stai facendo una passeggiata da solo o se stai uscendo con la tua famiglia che, in casa, non si propone con le mascherine? Ha un senso chiudere discoteche, locali da ballo, luoghi vari di aggregazione? Ha un senso imporre tali obblighi come nel coprifuoco? Perché il passaggio successivo allo stato di emergenza è il coprifuoco, alla faccia delle vostre, come le vogliamo chiamare, elucubrazioni intellettuali sulla democrazia. Ripeto a me stesso che era democratica nominalisticamente anche la Repubblica Democratica Tedesca ma non mi pare che ci fosse democrazia. Quindi usate meno la parola “democrazia” e praticatela di più: ci farete una migliore figura. È normale imporre l'orario di chiusura ai ristoranti? Si dice: sì, certo che è normale perché dobbiamo comunque tutelarci. Ma, allora, se si va nelle stazioni della metropolitana di tutte le grandi città (non è un problema soltanto romano), in tutte le grandi città, se sali sugli autobus, sali sui vagoni della metropolitana, sali da pendolare sopra i treni regionali, stai nelle stazioni di riferimento c'è un assembramento bestiale. Dove stanno i soldi per impedire che ci sia questo assembramento e per utilizzare anche con un po' di creatività altri strumenti di trasporto pubblico collettivo per evitare che ci siano queste folle che, spesso e volentieri, in alcune parti d'Italia, senza mascherina, finiscono per assembrarsi? E voi che fate? Affrontate la pandemia sulle spalle, per non dire altro, dei ristoratori e dei gestori di locali da ballo? Voi avete delle responsabilità: il trasporto pubblico appartiene al pubblico, come dice la parola stessa, e quindi, prima di rompere le scatole ai privati e di colpevolizzarli per ciò che non fanno, basterebbe che voi vi metteste in testa che, in quanto pubblico, dovete soltanto garantire che le norme, che vengono protocollate, siano rispettate. Questo dovete fare: non dovete essere dirigisti, non dovete mettere il bavaglio, non dovete proclamare lo stato di emergenza, non dovete arrivare al coprifuoco de facto. Dovete dire quello che si può fare per tutti, per ogni categoria e per ogni persona e dovete mettere qualcuno che controlli che le indicazioni vengano rispettate a beneficio della salute di tutti. E, invece no, non vi interessate del trasporto pubblico che viene gestito dai governi, centrali e regionali o locali; non siete così sensibili al rischio del contagio; siete sensibili soltanto al rischio del contagio per le attività private produttive che qui avrebbero dovuto trovare invece ristoro e che non hanno ristoro. Non siete stati capaci neanche di dichiarare il fallimento del bonus vacanze e di riconvertirlo, secondo le indicazioni date da tutte le associazioni che operano nel campo del turismo, in contributi a fondo perduto per realtà, aziende che non ce la fanno più e che stanno chiudendo e, quando chiudono queste aziende, se ne va via un pezzo d'Italia perché tutte le aziende sono importanti ma quelle che operano nel campo del turismo aprono un varco nel quale si mettono dentro le multinazionali. È come se noi stessimo - involontariamente mi auguro - con la vostra distrazione, svendendo la nostra identità, perché, attraverso la promozione e la messa a reddito del nostro patrimonio naturalistico e culturale, passa un pezzo dell'identità italiana. Non siete stati capaci neanche di fare questo. Allora, dovete uscire fuori dalla logica assistenzialista, delle marchette, dei bonus, della Casa internazionale delle donne, dei consulenti di Franceschini, delle assunzioni qui e là, a seconda del decreto che passa per il Parlamento, e dovete approfittare di questa disponibilità dell'opposizione per fare un piano cinquantennale per far rinascere l'Italia, investire sulle infrastrutture, andare anche al cospetto dell'Europa a dire che noi siamo assolutamente dalla parte dell'Europa quando l'Europa ci chiede di fare sforzi e sacrifici per abbattere le emissioni di anidride carbonica in atmosfera e, quindi, collaborare a sconfiggere le alterazioni climatiche. Siamo dalla parte dell'ecologia e dell'ambiente ma tale mestiere si può fare anche infrastrutturando il Sud, portando l'alta velocità a Palermo invece di fermarla da Torino a Lione, portando su ferro il traffico su gomma, realizzando il ponte sullo Stretto di Messina o il tunnel che dir si voglia perché una buona parte del traffico di collegamento tra la Sicilia e la penisola genera una quantità mostruosa sia di emissioni di anidride carbonica sia di emissioni di residui di piombo e via discorrendo. Quindi, dovete essere - questa è la morale - seri.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ETTORE ROSATO (ore 13,20)

FABIO RAMPELLI (FDI). Se sulla strada della serietà, in nome e per conto del popolo italiano, per servirlo meglio, volete provare a incrociare le vostre intelligenze, le vostre capacità e le vostre incapacità con quelle dell'opposizione, del centrodestra, è bene che tutti i cittadini italiani lo sappiano, che ascoltino per l'ennesima volta ciò che dicono i nostri leader.

Noi siamo pronti a farlo ma se i risultati sono questi, se le proposte sono queste, allora a noi non rimane altro da fare che tenere alta la bandiera e mostrarci come alternativa etica prima che politica, alla vostra malagestione. Speriamo che possiate andare via presto, perché prima andrete via, prima sarà possibile far rinascere l'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole Lucaselli. Ne ha facoltà.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Presidente, io credo che la discussione su questo decreto-legge, sul testo di questo decreto-legge, sul senso di questo decreto-legge non possa prescindere da due valutazioni diverse, una di metodo e una di merito. Partirei ovviamente da quella di metodo: perché vedete, quando lo scorso 29 luglio questa maggioranza mise ai voti e approvò lo scostamento di bilancio di 25 miliardi, che è quello sulla base del quale è stato poi stilato tutto il testo del decreto-legge “Agosto”, il gruppo di Fratelli d'Italia, in maniera consapevole e coerente rispetto all'azione che abbiamo sempre cercato di portare avanti in quest'Aula, si astenne dal voto. E lo facemmo nell'assoluta consapevolezza che era importante, soprattutto perché i temi che venivano trattati erano importanti, perché il momento che stava attraversando l'Italia, che sta attraversando l'Italia è un momento che richiede serietà da parte di tutti, anche all'interno del dibattito politico. E quindi noi ci astenemmo da quel voto perché abbiamo avuto l'onestà intellettuale di metterci in discussione, di non dire “no” a prescindere, di voler ascoltare quello che la maggioranza ci avrebbe portato all'interno di questo decreto-legge, nella certezza che la stessa volontà di dialogo ci sarebbe stata da parte della maggioranza e da parte del Governo; e che quindi avremmo potuto insieme scrivere una bella pagina per l'Italia, soprattutto perché in questo momento è quello di cui l'Italia ha veramente bisogno, quello che gli italiani si aspettavano da noi. E invece ci siamo ritrovati nella sostanza all'impossibilità oggettiva, concreta e reale di discutere questo provvedimento in Commissione bilancio, e quindi poi ovviamente di discuterlo in quest'Aula.

E vedete, io devo dire che ho apprezzato moltissimo l'onestà intellettuale di alcuni colleghi, che in Commissione bilancio - l'onorevole Giachetti, la Fregolent, l'onorevole Tabacci - hanno riconosciuto che i tempi di discussione in Commissione non erano tempi consoni rispetto a un provvedimento di questa portata, rispetto a un decreto-legge che ha oltre 111 articoli, per i quali i tempi emendativi sono stati ristrettissimi; eppure le opposizioni hanno cercato di contribuire anche attraverso la produzione emendativa, ma non abbiamo avuto la possibilità neanche di discutere uno di quegli emendamenti. E allora dicevo, ho apprezzato l'onestà intellettuale di quei colleghi che hanno riconosciuto che tutto questo non fa parte del principio democratico, perché si è superato ormai, con una prassi che è parecchio deludente, il fatto che i provvedimenti vengano trattati soltanto in una delle Camere, e quando arrivano alla seconda Camera sostanzialmente sono chiusi e immodificabili, e questo non fa parte dei princìpi costituzionali sui quali si fonda la nostra democrazia.

Al profilo del metodo, cioè all'impossibilità delle opposizioni di discutere, si aggiunge poi il profilo di merito. Il profilo di merito è quello che abbiamo ritrovato all'interno del testo. Vedete, questo decreto-legge fa parte di quel filone, chiude la serie dei decreti-legge che secondo questo Governo devono aiutare l'Italia; ed è un decreto-legge che, nel racconto che è stato fatto, avrebbe dovuto portare quella spinta economica, non solo di aiuto, ma anche di programmazione del futuro delle aziende, di cui in questo momento il Paese ha bisogno. E invece ci siamo ritrovati ancora una volta di fronte a un decreto-legge pieno di sprechi, di regalie; ci sono bonus e indennità a pioggia, e questo non aiuta la nostra economia. Non la aiuta perché qualunque manager di qualunque azienda venisse ad analizzare un testo come questo, direbbe che manca di elementi fondamentali di qualunque testo economico e di programmazione: manca la lungimiranza del provvedimento, manca la posizione dell'obiettivo, il come quell'obiettivo vuole essere raggiunto, in quali tempi e quali sono le risorse economiche messe a disposizione per quel provvedimento. Perché vedete, uno degli elementi essenziali che è mancato alla lettura di questo decreto-legge è proprio il dato economico. Parto da questo, perché vedete, anche qui c'è la buona prassi (ovviamente lo dico in tono ironico) di costituire dei fondi. E questa cosa l'abbiamo già vista nei decreti-legge precedenti, l'abbiamo vista nel “Cura Italia”, l'abbiamo vista nel “rilancio”: quando non si sa cosa fare si costituiscono dei fondi, e si dice nella sostanza: “chiunque abbia bisogno di quelle risorse ne faccia richiesta, e poi quello che succede succede”. Perché? Perché ovviamente mancano gli elementi di fondo di un calcolo economico come questo: cioè manca il numero della platea alla quale questo fondo si rivolge, molto banalmente. E tra l'altro sono tutti fondi destinati ad esaurirsi, il che vuol dire che chiunque ne abbia bisogno dovrà sottoporsi a quella pratica del click day che abbiamo già visto fallire più volte e in più settori, per cui chi prima arriva riesce forse, con qualche preghiera, ad ottenere qualcosa, e invece chi arriva dopo non troverà più niente all'interno di quel fondo. Questa è una prima bugia che viene raccontata agli italiani: non basta la costituzione di un fondo sul quale vengono messe risorse economiche, quel fondo poi va gestito nella praticità, affinché possa arrivare ed essere realmente utile per le aziende e per i cittadini e per le famiglie italiane. Dicevo quindi, anche questo decreto-legge segue un po' il solco degli altri. Ve l'hanno già detto molto bene i colleghi che mi hanno preceduto: questo è un decreto-legge che fa una serie di regalie a questo o a quell'ente, per questa o quell'altra causa, ma di fondo manca la progettualità rispetto a come rilanciare la nostra economia; eppure quando si parla del decreto-legge “agosto” il Governo parla del decreto-legge che rilancerà l'economia italiana. E allora io mi chiedo se all'interno di questo rilancio non ci sia in realtà un rigetto, cioè il rigetto rispetto alla realtà che stiamo vivendo: forse c'è proprio l'assenza di conoscenza della realtà che i nostri cittadini stanno vivendo. Perché vedete, non possiamo parlare di rilancio dell'economia, non possiamo raccontare che questo provvedimento si occupa del rilancio dell'economia, e che sicuramente migliorerà lo stato di salute dell'economia italiana, se poi all'interno del testo troviamo ipotesi variopinte, variegate e burocraticamente complesse, per esempio sui licenziamenti e sulla cassa integrazione. Vedete, fino a questo momento quando si è parlato del blocco dei licenziamenti negli altri decreti-legge, lo si è fatto prevedendo una proroga rispetto a una data certa. In questo decreto-legge invece si è pensato di fare diversamente. E che cosa si è introdotto? Si è introdotta una durata mobile. Cioè, nella sostanza, in base alla ratio dell'articolo 14, che è quello proprio sulla proroga delle disposizioni in materia di licenziamenti, viene previsto il divieto di licenziare in linea generale fino al 31 dicembre, dopodiché però questo divieto decade quando si verificano una serie di ipotesi.

La normativa che prevede questa serie di ipotesi, la normativa di riferimento, è una normativa - lo avete sicuramente letto e, se non lo avete fatto, ve lo racconto - assolutamente farraginosa. Infatti, tutte le fattispecie, che sono previste proprio in tema di licenziamento e il fatto che manchi una data di sblocco certa, che invece è stata sostituita, come dicevo, dalle date mobili, presuppongono in tutti i casi, in moltissimi casi, una serie di calcoli, che sono molto delicati, che sono incerti e che, ancora una volta, ricadono nella responsabilità degli imprenditori, nella responsabilità delle aziende, che quindi potranno vedersi e sicuramente si vedranno rischiare di incorrere - chi conosce la prassi italiana sa quello che accadrà - in una serie di ricorsi. Potranno vedersi, per esempio, obbligati al reintegro dei lavoratori licenziati, in caso di errori nell'applicazione e nell'interpretazione della normativa.

Questo non fa che portarci a quello che dicevamo prima, cioè che, invece di aiutare realmente le aziende e l'economia, invece di immaginare quello che succederà dopo lo sblocco dei licenziamenti, invece di preoccuparsi se il problema dei licenziamenti esisterà o meno, perché magari non esisteranno più le aziende e, quindi, forse non ci sarà più neanche il problema di dover licenziare, noi creiamo ulteriore burocrazia, creiamo ulteriori procedure. Eppure, ci siamo raccontati che uno dei temi fondamentali, da trattare nel corso di questa legislatura, era la semplificazione. Abbiamo fatto un decreto, avete fatto un decreto, che si chiama “Semplificazioni”, però, evidentemente non è semplice nella sua messa in pratica, perché, piuttosto che snellire, continuate ad aggravare la situazione, la quale è davvero molto grave. Basti pensare che ci siamo preoccupati, in questo “decreto Agosto”, di inserire, per esempio, i procedimenti di accorpamento delle camere di commercio e non ci siamo, invece, preoccupati del fatto che la situazione nelle terapie intensive, da sei mesi a questa parte, non è assolutamente cambiata, che ci sono gare e appalti che non sono andati avanti, che non hanno ancora avuto alcun risultato e che ancora oggi la situazione delle terapie intensive italiane è uguale a quella di sei mesi fa. Ci siamo preoccupati, come vi hanno detto bene i colleghi prima, di stanziare fondi per le discriminazioni di genere, ma non ci siamo preoccupati del problema dei trasporti pubblici che, ancora oggi, è nel caos e non è stato risolto. Ci siamo preoccupati di aiutare con 900 mila euro la Casa delle donne, per sanare un debito della società che la gestisce, ma non ci siamo preoccupati di risolvere il problema delle procedure per i tamponi, delle lunghe attese, delle code che ci sono a Roma: per fare un tampone, un bambino di 8 anni deve aspettare in fila nove ore. Ecco, ci preoccupiamo di tutte queste inezie, ma non ci preoccupiamo della sostanza e questo non va bene. Questo non va bene, non è onesto, non è corretto. All'interno di questo decreto le anomalie sono veramente tante e per raccontarle tutte servirebbero due giorni, articolo per articolo. Anche quando si parla di aiuto e sostegno alle imprese, quando si parla di aiuto e sostegno ai piccoli centri, che hanno necessità vitale di aiuto serio e concreto perché i nostri piccoli borghi stanno morendo - alcuni sono già morti per la verità -, quando parliamo di tutto questo e, poi, creiamo, ancora una volta, una sequela di richieste di documenti, di burocrazia, che appesantirà e allungherà i tempi per il raggiungimento di quell'aiuto, noi non stiamo facendo gli interessi degli italiani, non stiamo facendo gli interessi di quella nazione che noi, più di altri, meglio di altri, prima di altri, dovremmo amare e difendere.

Noi - devo dire la verità - in qualche caso, leggendo il testo, abbiamo anche ritrovato degli spunti che la maggioranza e il Governo hanno recuperato da emendamenti di Fratelli d'Italia. Penso all'esonero dal versamento dei contributi previdenziali per le aziende che non richiedono trattamenti di cassa integrazione. Fratelli d'Italia aveva presentato già a marzo, in sede di conversione del “decreto Cura Italia”, e lo aveva poi riproposto successivamente, con il “decreto Rilancio”, un emendamento che prevedeva di riconoscere ai datori di lavoro che non ricorressero alla CIG una riduzione del carico fiscale sul lavoro pari all'80 per cento. Questo perché abbiamo sempre ritenuto che chi voleva continuare a lavorare, chi aveva la forza economica per continuare a lavorare, andasse in qualche modo premiato e, tutto sommato, c'era poi un rientro anche sul carico della cassa integrazione. Siamo stati contenti di vedere che per grandi linee questa idea, la ratio della nostra proposta, è stata sostanzialmente ripresa nell'articolo 3 del “decreto Agosto”, nonostante il nostro emendamento fosse stato bocciato a più riprese. Devo dire la verità, con la gentilezza istituzionale che credo si possa riconoscere al gruppo di Fratelli d'Italia, tutto sommato siamo contenti che sia stata rubata la ratio di un nostro provvedimento; certo, sarebbe stato meglio riconoscere all'opposizione la paternità dell'idea, ma, anche se così non è, meglio di niente è il raggiungimento comunque dell'obiettivo. Quindi, vi prestiamo le nostre idee e lo facciamo serenamente. Lo facciamo perché crediamo fortemente nella necessità in questo momento di dibattere e discutere.

Qualcuno in Commissione ha detto che noi volevamo fare ostruzionismo; devo dire la verità, onestamente, con i tempi che ci sono stati dati era impossibile anche fare ostruzionismo. Noi avremmo voluto discutere nel merito. Avremmo voluto trovare, all'interno di questo decreto, per esempio, le schede tecniche, che ci dicessero quanto andava destinato ad ogni misura e, soprattutto, la platea alla quale quella misura si rivolgeva. Quando si parla degli aiuti ai ristoratori, quando si parla degli aiuti al turismo, quando si parla degli aiuti ai professionisti, quando si parla di tutte queste categorie, noi, all'interno del decreto, troviamo un generico riferimento alle somme che devono essere destinate, ma non viene mai specificato a chi quelle somme finiranno. Se io non so qual è la platea alla quale mi sto rivolgendo, vuol dire che non so neanche esattamente chi beneficerà e di cosa. Credo che questo sia un principio economico di base che chi ha stilato questo decreto conosce bene e conosce sicuramente meglio di me.

Non abbiamo ritrovato neanche una vera attenzione nei confronti degli eventi sismici e, quindi, della ricostruzione. Infatti, anche lì, quando si parla della ricostruzione, quando si parla delle zone terremotate, noi abbiamo il dovere, non di preoccuparci di risolvere il problema nell'immediato e quindi cercare di mettere delle toppe. Noi oggi, rispetto a quei territori, abbiamo un dovere, che è il dovere di indicare la strada per la ricostruzione. Ancora una volta, questo elemento manca nel “decreto Agosto”. Ci sono procedure complessissime per ottenere qualunque tipo di bonus.

Ancora una volta ritroviamo la ratio assistenzialista, che è esattamente quello di cui l'Italia non ha bisogno in questo momento. Troviamo poca chiarezza nel testo, e io sfido chiunque lo abbia letto a dirmi il contrario. È un testo molto poco chiaro, molto arzigogolato, che rende le cose più difficili e, devo dire la verità, siccome non è la prima volta che questo Governo produce atti di questo genere, così complessi anche da un punto di vista grammaticale e così dubbi anche da un punto di vista grammaticale, mi sorge il dubbio che forse quella complessità viene utilizzata volutamente per far sì che il minor numero possibile di persone riescano a capire quello che c'è scritto, ma questa, ovviamente, rimane una mia considerazione personale.

Noi abbiamo provato a raccontare un modo diverso per aiutare l'economia italiana, abbiamo provato a raccontare un modo diverso per aiutare le imprese, per aiutare le famiglie, per aiutare gli autonomi, abbiamo provato a raccontare un modo diverso per venire fuori da quella che probabilmente sarà una crisi economica per l'Italia senza eguali. Lo leggiamo già e lo abbiamo già letto nella NADEF. I dati sono sconcertanti: avremo 194 miliardi di debito in più e, ancora una volta, ci preoccupiamo della spesa corrente ma non della spesa per gli investimenti. Ancora una volta con questo decreto ci si preoccupa di gratificare e di sistemare i problemi legati all'ideologia piuttosto che a situazioni più vicine a questo o a quel partito, piuttosto che risolvere davvero i problemi degli italiani.

Noi abbiamo provato a raccontare un modo diverso, per esempio, di far fronte ai problemi del Sud, perché il rilancio dell'economia passa attraverso le regioni del Meridione non soltanto attraverso quei minimi sgravi che sono stati introdotti all'interno di questo decreto, ma con una politica che abbia una visione globale e che possa finalmente dare la possibilità alle regioni del Sud di essere parimenti concorrenziali come quelle del Nord. Eppure, anche in questo caso abbiamo trovato soltanto degli inserimenti spot che, di fatto, non risolveranno il problema; danno forse una boccata d'ossigeno per un paio di mesi ma non risolvono il problema e fra due mesi noi saremo ancora qui a discutere di questioni come queste, solo che fra due mesi, nel frattempo, avremo già impiegato - e già succede - con questi tre decreti oltre 100 miliardi e quei 100 miliardi, vedete, li pagheranno i nostri figli, lo sappiamo: è debito.

E allora, però, proprio per questo motivo dovremmo avere la coscienza di chiederci se tutti stiamo facendo il meglio, il meglio che possiamo, ma soprattutto se tutti ci siamo messi nelle condizioni di poter dialogare gli uni con gli altri, perché in questo momento l'unica soluzione è la vera condivisione dei principi. Si può rinunciare a qualcosa, si può non prescindere, invece, da altro, ma dobbiamo in qualche modo parlare, dobbiamo in qualche modo capire che in questo momento abbiamo tutti la responsabilità di aiutare l'Italia e di aiutare la nostra economia, perché fra qualche mese, quando si sbloccheranno i licenziamenti, quando non ci saranno più risorse per la CIG, quando avremmo utilizzato i soldi per regalie e bonus di tutti i tipi, e invece le nostre aziende continueranno a chiudere e le famiglie non sapranno più come andare a fare la spesa. Ecco, quando arriveremo a quel punto avremo già un debito tale per cui l'Italia non potrà farne altro, e questo sarà il vero dramma sociale.

E, allora, il gruppo di Fratelli d'Italia non condivide la logica che sottende il “decreto Agosto”. Noi non condividiamo l'approccio metodologico alle questioni che dovevano essere affrontate attraverso questo decreto e voteremo sicuramente in modo contrario su un decreto rispetto al quale non c'è stata data la possibilità di partecipare. Anche questa volta lo facciamo con senso di responsabilità e la responsabilità è nei confronti degli italiani, perché si sappia che se c'è qualcuno che l'Italia la vuole distruggere c'è sempre anche qualcuno che l'Italia la vuole proteggere (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Zucconi. Ne ha facoltà.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Grazie, signor Presidente. Onorevoli colleghi, io cercherò di condensare alcune riflessioni, perché in modo particolare i colleghi di Fratelli d'Italia le hanno già svolte e, quindi, non mi ripeterò. Però, non credo che possa passare sotto silenzio e che vada rimarcato il fatto che anche per questo decreto si è verificato quello che si è verificato spesso in passato, cioè una lettura da parte di una delle due Camere estremamente ridotta e condensata. In pratica - non formalmente, ma sostanzialmente sì - si viola la Costituzione, che prevede, evidentemente, una lettura e un sistema bicamerale. Io, quindi, faccio nuovamente appello al Presidente della Camera - anche del Senato, però, naturalmente; mi fa piacere che sia presente la sottosegretaria Malpezzi - perché su questo si accenda un faro e ci siano delle considerazioni, anche tenendo conto che, in pratica, la lunga permanenza in una Camera di un decreto deriva non tanto dall'opposizione ma dal fatto che i partiti della maggioranza devono mettersi d'accordo fra di loro e spesso non riescono a farlo. Quindi, in generale, questa è un una critica su questo iter che si è venuto instaurando. Il provvedimento arriva oggi, viene messa la fiducia e la Camera, praticamente con queste tre ore, esaurisce il suo compito, cosa, credo, non accettabile e per la quale, appunto, sollecito un intervento, che, del resto, il Presidente Fico aveva già anche annunciato.

Direi che sul decreto c'è da notare che è un po' una fotocopia, per lo meno nell'impostazione, del “decreto Cura” e del “decreto Rilancio”. Quindi, si interviene senza un piano, senza una visione generale, e si vanno ad affrontare settorialmente - ma micro-settorialmente - tutta una serie di indicazioni generali, senza tenere il conto, come è stato già detto e lo richiamo brevemente perché lo ritengo grave, che poi si infarcisce il decreto stesso di una serie di misure quali l'articolo 11, sull'arsenale militare di Taranto, la misura del Ministro Franceschini che stanzia 4 milioni di euro per incarichi di collaborazione per un totale di ben 500 collaborazioni, i 75 mila euro destinati alle consulenze del MEF per il riassetto del gruppo SACE e infine, ma non per ultimo, i 900 mila euro stanziati per saldare il debito della Casa internazionale delle donne, che è un emendamento particolarmente incongruo e passato silenziosamente presso la Commissione bilancio del Senato.

Quindi, in tutto il decreto in generale, a parte queste particolarità, mancano, secondo noi, gli sviluppi essenziali, una visione essenziale. Negli articoli dall'1 all'8 si fanno degli interventi che giudichiamo positivi, assolutamente positivi, perché vanno a mettere in tutela una serie di categorie di lavoratori; però, a fronte di questo, poi non si passa al versante delle aziende. Del resto, avevamo presentato - mi pare anche a mia firma - nel “decreto Liquidità” un emendamento che poteva essere riassunto col “più assumi meno paghi”. È un concetto ripreso nell'attuale decreto, proposto da Fratelli d'Italia, ma poi bocciato dalla maggioranza.

Io direi, però, che in particolare su un settore mi vorrei soffermare, che è probabilmente il settore più colpito dal COVID, che è quello del turismo. In un recente studio effettuato da Demoskopika, l'Italia ha visto bruciare nei primi otto mesi del 2020 oltre 16 miliardi di spesa turistica e ha registrato una contrazione di presenze pari al 52 per cento rispetto al 2019. Una volta appurato questo, mi chiedo un'altra cosa, senza voler essere offensivo, naturalmente, ma lasciatemelo dire, non è che l'insostenibile leggerezza dell'essere un Ministro del Turismo la debbano pagare le aziende e sarei veramente curioso di sapere cosa si fa in quel Ministero del Turismo a giornate.

Il Ministro Franceschini, a luglio, ci aveva detto che se ne riparlava a settembre, perché volevasi monitorare la stagione estiva. Quindi, di fronte alle richieste dell'opposizione di sapere cosa avesse in mente per il settore del turismo, ci rimandava a settembre. Recentemente, in un'altra audizione, ci ha detto che sta predisponendo un piano per il turismo e ci ha chiesto delle proposte, quindi trasformando noi in auditi e trasformando se stesso in un auditore. Ecco, se fosse stato più presente gli avremmo voluto sottolineare, ad esempio, che questa poteva essere l'occasione per eliminare una misura che si è rivelata inefficace, cioè quella del bonus vacanze, riversando i soldi stanziati per questo strumento e rimasti disponibili verso altre progettualità legate al settore, qualcosa di più concreto e diretto verso le migliaia di aziende che costellano uno dei settori più prolifici del nostro Paese. Ad esempio, come chiedevano tante associazioni di settore, gli avremmo chiesto l'istituzione di un fondo ad hoc da destinare alle aziende in crisi del turismo. Gli avremmo ricordato che già da mesi chiediamo, come Fratelli d'Italia, la dichiarazione dello stato di crisi per il settore del turismo, rispetto alla quale il Ministro ha da sempre opposto un netto quanto assurdo rifiuto. Quella della filiera del turismo infatti è una situazione emblematica dell'ormai grave incapacità di aver pensato un piano complessivo della messa in sicurezza delle imprese fatto di misure semplici, certe e generalizzate. Allora, se noi mettiamo in sicurezza giustamente i lavoratori, cerchiamo di sostenerli, poi non possiamo rimanere a questa fase dell'intervento, perché i lavoratori sono tali in quanto lavorano in un'azienda, quindi se noi non facciamo seguire a questo primo intervento un intervento verso le aziende, purtroppo non abbiamo risolto niente. Ad esempio, non è stato affrontato assolutamente - e non ne sento neppure parlare - il tema dell'abbattimento dei costi fissi per le aziende: se le imprese del turismo hanno uno spiccato andamento stagionale, si poneva e si pone il problema di farle sopravvivere fino al prossimo periodo, in cui si presume che i ricavi ritorneranno naturalmente a crescere, ragionevolmente fino al prossimo maggio, cercando di limitare i costi fissi, a fronte del settore lavoro, con misure comunque anche un po' farraginose, fra detrazione dei contributi e prolungamenti un po' cervellotici della cassa integrazione, ecco, noi vogliamo sottolineare che quello comunque riguarda costi variabili per le aziende, non costi fissi e si doveva quindi pensare, ad esempio, a interventi generali quali quelli che abbiamo proposto, ad esempio la riduzione fino a maggio dei costi per gli affitti. Quello degli affitti, attualmente - e vi ricordo che gran parte delle aziende della filiera del turismo sono in affitto - ecco, è un nodo scorsoio al collo delle aziende. Si poteva per esempio cercare di promuovere un patto fra privati, con un intervento dello Stato. Qui io devo assolutamente entrare nello specifico: se un'azienda come un ristorante o un albergo qui vicino paga 20.000 euro al mese di affitto, lo fa a fronte di un fatturato di un paio di milioni, come esempio. Se questo fatturato viene meno, ma quel costo fisso permane, l'azienda chiuderà, non ci sono alternative, perché fra i costi fissi l'affitto è quello particolarmente pesante. Allora, dove si doveva intervenire? Non con un credito d'imposta, come è stato fatto, perché se un'azienda non fattura non matura neanche un imponibile. Andava promosso, attraverso magari le camere di commercio di tutta Italia, un patto fra privati, quindi fra gestori e proprietari, che attraverso l'intervento fattivo dello Stato riducesse questo costo, desse una prospettiva all'azienda di poter sopravvivere fino a quando i ricavi avrebbero cominciato a riaversi. Voi avete visto quanti alberghi hanno chiuso a Roma? Avete visto quanti alberghi hanno aperto, ma hanno richiuso poi, perché non riescono a sostenere le spese, soprattutto quelle dei costi fissi.

Avevamo chiesto, anche qui nel “decreto Liquidità”, la predisposizione di un cassetto fiscale per le aziende, che rimandasse nel tempo gli obblighi e i pagamenti e questo anche per quanto riguarda il problema delle cartelle esattoriali. Mettere a disposizione un cassetto fiscale virtuale delle aziende, al quale attingere non per rimandare, perché rimandare non serve, per far fronte alle spese da restituire allo Stato in maniera congrua e rateizzata, ci sembrava una buona idea, ma anche questo presuppone una visione un pochino più complessiva. In ultima, ma non ultima, l'esclusione degli aumenti tariffari delle bollette per le aziende, perché anche questo rappresenta spesso, con gli oneri di sistema, un costo fisso e quindi c'è stato invece proprio in questi giorni un aumento medio del 15 per cento.

Ma ancora ci siamo chiesti: perché non si è approfittato di questa lunga pausa estiva per predisporre un piano di intervento straordinario per la messa in sicurezza delle scuole? Abbiamo avuto mesi, ci dovevamo dare degli strumenti celeri, magari quantificando un massimale di importo, per intervenire in questi mesi nei quali le scuole sono state chiuse, dando linfa vitale a tutte quelle ditte dell'edilizia e non solo che sono in estrema difficoltà. Ancora: perché non si è approfittato dell'enorme aumento dei ricavi dell'e-commerce, per una revisione della web tax? C'è una proposta di legge precisa, che vuol fare chiarezza sul fatto che anche l'e-commerce debba pagare le tasse e le debba pagare in Italia. Anche qui si è lasciato passare i mesi senza intervenire. Salto le considerazioni che riguardano la burocrazia, il problema dei decreti attuativi che sono veramente però ormai un problema endemico della decretazione d'urgenza che viene fatta, perché insomma, in totale, su 252 decreti attuativi da emanare, ne mancano all'appello ancora 181. Sono numeri enormi, che bloccano le risorse stanziate, è inutile stanziare se poi non si riesce a spendere. Insomma, diamo una valutazione negativa al decreto, perché si reiterano interventi disorganici e parziali, non si dà il via a un piano di intervento dello Stato nell'economia nazionale, non si dà alcuna visione di messa in sicurezza e rilancio del settore per settori dell'economia nazionale e perché si rinviano ulteriormente le proposte utili per dare un senso all'azione dello Stato. Oggi, con questo provvedimento, ci avete fatto capire che probabilmente rinvieremo ancora la redazione di un piano generale per la ripresa e che tutto sarà fatto, forse, se e quando, con i soldi dei Recovery Fund. Ma se la mentalità è questa e cioè la stessa con cui avete speso già purtroppo 100 miliardi derivanti dai decreti emergenziali, continueremo ad andare nella direzione sbagliata, grazie (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.

(Repliche - A.C. 2700)

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il relatore, il deputato Claudio Mancini. L'onorevole Mancini non c'è. Ha facoltà di replicare il relatore, il deputato Raduzzi, che non ritiene di replicare. Ha facoltà di replicare il rappresentante del Governo, che rinuncia.

(Esame dell'articolo unico - A.C. 2700)

PRESIDENTE. Passiamo quindi all'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione e degli emendamenti riferiti agli articoli del decreto-legge approvato dal Senato della Repubblica il 6 ottobre 2020, avente per oggetto: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 14 agosto 2020, n. 104, recante misure urgenti per il sostegno e il rilancio dell'economia (Vedi l'allegato A).

(Posizione della questione di fiducia - Articolo unico - A.C. 2700)

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, il deputato Federico D'Incà. Grazie Ministro, ha facoltà di intervenire.

FEDERICO D'INCA', Ministro per i Rapporti con il Parlamento. Signor Presidente e onorevoli deputati, a nome del Governo, autorizzato dal Consiglio dei ministri, pongo la questione di fiducia sull'approvazione, senza emendamenti, subemendamenti e articoli aggiuntivi, dell'articolo unico del disegno di legge n. 2700: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 14 agosto 2020, n. 104, recante misure urgenti per il sostegno e il rilancio dell'economia, nel testo della Commissione, identico a quello approvato dal Senato.

PRESIDENTE. Grazie a lei Ministro. C'è una richiesta di intervento, dopodiché c'è il collega Zucconi. Prego, collega Baldelli. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI (FI). La ringrazio Presidente, a volte si dice: “Si comincia bene per finire meglio”; in questo caso si comincia male per finire peggio.

Questa settimana, Presidente, è cominciata con una mancanza del numero legale da parte della maggioranza - anzi, con due, nel caso specifico - e termina con una questione di fiducia, la trentesima; 30 è un numero evocativo per tutti quelli che abbiano fatto l'università; anche il Ministro D'Incà, a differenza di alcuni suoi colleghi, ha fatto l'università.

Ecco, questa volta non l'avete preso il “30”, lo avete dato, ma, ahimè, lo avete dato a un Parlamento che non rispettate, perché, vedete, noi stiamo ormai in un regime di monocameralismo a senso unico alternato, in cui un solo ramo del Parlamento esamina i provvedimenti, i decreti nel caso specifico, e l'altro se li prende con la fiducia, senza la possibilità di emendarli, di fare un dibattito vero, né in Commissione, né in Aula.

Allora, Ministro, avete proposto e propinato al Paese riforme inutili, dannose, restrittive della nostra democrazia, come il taglio dei parlamentari; le avete fatte passare nel Paese facendo leva su vent'anni di retorica anti-casta e raccontando balle sul fatto che queste riforme migliorerebbero - non si è ancora capito come - il funzionamento del nostro Parlamento, della nostra istituzione parlamentare. Ecco, è di tutta evidenza che, probabilmente, avreste dovuto mettere in campo altri tipi di riforme per far funzionare meglio il Parlamento rispetto ad oggi, non per farlo funzionare peggio rispetto a come funziona oggi. Avreste dovuto, quanto meno, introdurre delle buone prassi, come quella di evitare di mettere la fiducia ad ogni piè sospinto e per fare questo, Ministro D'Incà - ne abbiamo anche parlato - probabilmente non sarà più il caso di continuare a fare dei decretoni, perché se fate dei decreti con decine, decine, decine e decine di articoli, molto probabilmente è impossibile che qualsiasi ramo del Parlamento abbia l'occasione di avere questo decreto nell'esame in prima lettura lo molli prima di 45, 50 o 55 giorni. Allora, non fate i decretoni: fate dei decreti, magari più piccoli, omogenei per materia; evitate di infilarci cose, non come Governo ma come maggioranza, che non c'entrano niente, per poi prendersi anche il rimprovero del Presidente della Repubblica quando modificate il codice della strada attraverso un emendamento al Senato in un decreto che parla di tutt'altro! Cominciate almeno a dare un segnale di portare avanti delle buone prassi: invece, no! Non solo fate cattive riforme, fate anche cattive prassi e questo è il motivo per cui io, finché posso, continuo a prendere la parola ogni volta che mettete questa formuletta, che ancora non avete imparato a memoria, malgrado le tante volte che l'avete ripetuta, ogni volta che ponete la fiducia in questo Parlamento e ogni volta che, in contrasto con tutte le balle, la demagogia, l'antipolitica e l'antiparlamentarismo che per anni abbiamo sopportato qui dai colleghi del MoVimento 5 Stelle e a cui pure si opponevano i colleghi del Partito Democratico, che erano quelli che sedevano al suo posto, Ministro D'Incà, quando mettevano la fiducia e venivano insultati. Oggi, con questo bel sodalizio che avete fatto, mettete insieme la fiducia, ed eccolo qui il numero dei parlamentari che va tagliato: io al posto vostro mi vergognerei (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Zucconi. Ne ha facoltà.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Approfitterei anche della presenza del Ministro D'Incà per ribadire quello che ho detto già nell'intervento, anche se in modo telegrafico, ricordando, tra l'altro, che il 4 dicembre del 2016, il popolo italiano ha bocciato un referendum costituzionale su una proposta che, di fatto, chiudeva l'epoca del bicameralismo. Ebbene, allora, quello che gli italiani hanno bocciato voi lo state mettendo in pratica, non formalmente, lo ripeto, ma sostanzialmente. Quindi, io mi appello ancora al Presidente Fico, perché intervenga per bloccare questo stravolgimento effettivo e concreto della Costituzione.

PRESIDENTE. A seguito della posizione della questione di fiducia, la Conferenza dei presidenti è convocata immediatamente presso la Sala della Regina, al fine di stabilire il prosieguo dell'esame del provvedimento. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 14,05, è ripresa alle 15,30.

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA EDERA SPADONI

Sui lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Comunico che, a seguito dell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di Gruppo, è stato convenuto che le dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia posta dal Governo sull'approvazione dell'articolo unico del disegno di legge n. 2700 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 14 agosto 2020, n. 104, recante misure urgenti per il sostegno e il rilancio dell'economia (approvato dal Senato – scadenza: 13 ottobre), avranno luogo nella seduta di lunedì 12 ottobre, a partire dalle ore 12. Seguirà, a partire dalle ore 13,30, l'appello nominale, che si svolgerà con accesso in Aula dei deputati programmato secondo specifiche fasce orarie predisposte in base all'iniziale del cognome.

Al termine, si procederà all'esame degli ordini del giorno, che dovrà concludersi entro le ore 19,30.

A partire dalle ore 19,30, avranno luogo le dichiarazioni di voto finale. Il voto finale è previsto entro le ore 21 della stessa giornata.

Il termine per la presentazione degli ordini del giorno è fissato alle ore 13 di domani, venerdì 9 ottobre.

Comunico altresì che è stata convenuta la seguente rimodulazione del calendario dei lavori per la prossima settimana:

Lunedì 12 ottobre (ore 12 e pomeridiana, con prosecuzione notturna)

Seguito dell'esame del disegno di legge n. 2700 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 14 agosto 2020, n. 104, recante misure urgenti per il sostegno e il rilancio dell'economia (approvato dal Senato - scadenza: 13 ottobre 2020) (per le dichiarazioni di voto sulla fiducia, l'appello nominale, l'esame degli ordini del giorno e la votazione finale, entro le ore 21, con inizio delle dichiarazioni di voto a partire dalle ore 19,30).

È stato convenuto che la Commissione Bilancio possa riunirsi durante lo svolgimento dell'appello nominale.

Discussione sulle linee generali della mozione Invidia ed altri n. 1-00377 concernente iniziative volte all'introduzione di appositi indicatori del livello di digitalizzazione e innovazione (indice “Desi”) nell'ambito del Documento di economia e finanza.

Discussione sulle linee generali della mozione Prestigiacomo ed altri n. 1-00355 concernente iniziative per la realizzazione del Ponte sullo stretto di Messina, nell'ambito di un più ampio programma di rilancio infrastrutturale ed economico.

Martedì 13 ottobre (ore 10)

Discussione sulle linee generali della proposta di legge costituzionale n n. 1511-1647-1826-1873-B - Modifica all'articolo 58 della Costituzione, in materia di elettorato per l'elezione del Senato della Repubblica (approvata, in prima deliberazione, in un testo unificato, dalla Camera e dal Senato).

Martedì 13 ottobre (ore 16, con eventuale prosecuzione notturna)

Esame della Relazione della V Commissione sull'individuazione delle priorità di utilizzo del Recovery Fund, ai sensi dell'articolo 143, comma 1, del Regolamento.

Eventuale prosecuzione della discussione sulle linee generali della proposta di legge costituzionale n. 1511-1647-1826-1873-B recante modifica all'articolo 58 della Costituzione, in materia di elettorato per l'elezione del Senato della Repubblica (approvata, in prima deliberazione, in un testo unificato, dalla Camera e dal Senato).

Mercoledì 14 ottobre (ore 9,30)

Comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri in vista del Consiglio europeo del 15 e 16 ottobre

Mercoledì 14 ottobre (ore 15)

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata

Mercoledì 14 ottobre (ore 16)

Esame della Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza (LVII, n. 3-bis) e della Relazione al Parlamento ai sensi dell'articolo 6 della legge 24 dicembre 2012, n. 243 (Doc. LVII, n. 3-bis Annesso) (per l'approvazione della risoluzione riferita alla relazione al Parlamento è necessaria la maggioranza assoluta dei componenti la Camera).

Giovedì 15 ottobre (ore 9,30 – 13 e 15 – 19,30, con eventuale prosecuzione notturna dalle 21,30 alle 24)

Seguito dell'esame della proposta di legge costituzionale n. 1511-1647-1826-1873-B recante modifica all'articolo 58 della Costituzione, in materia di elettorato per l'elezione del Senato della Repubblica (approvata, in prima deliberazione, in un testo unificato, dalla Camera e dal Senato)

Seguito dell'esame della mozione Invidia ed altri n. 1-00377 concernente iniziative volte all'introduzione di appositi indicatori del livello di digitalizzazione e innovazione (indice “Desi”) nell'ambito del Documento di economia e finanza.

Seguito dell'esame della mozione Prestigiacomo ed altri n. 1-00355 concernente iniziative per la realizzazione del Ponte sullo stretto di Messina, nell'ambito di un più ampio programma di rilancio infrastrutturale ed economico.

Venerdì 16 ottobre (ore 9,30)

Svolgimento di interpellanze urgenti.

Avverto che nell'Allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna sarà pubblicato il contingentamento dei tempi della discussione generale della proposta di legge costituzionale n. 1511-1647-1826-1873-B (Vedi l'allegato A).

Estraggo, quindi, il nominativo dal quale comincerà l'appello nominale nella seduta di lunedi 12 ottobre.

(Segue il sorteggio)

La chiama avrà inizio dal deputato Furgiuele.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Lunedì 12 ottobre 2020 - Ore 12:

1. Seguito della discussione del disegno di legge:

S. 1925 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 14 agosto 2020, n. 104, recante misure urgenti per il sostegno e il rilancio dell'economia (Approvato dal Senato). (C. 2700)

Relatori: MANCINI e RADUZZI.

2. Discussione sulle linee generali della mozione Invidia ed altri n. 1-00377 concernente iniziative volte all'introduzione di appositi indicatori del livello di digitalizzazione e innovazione (indice "Desi") nell'ambito del Documento di economia e finanza .

3. Discussione sulle linee generali della mozione Prestigiacomo ed altri n. 1-00355 concernente iniziative per la realizzazione del Ponte sullo stretto di Messina, nell'ambito di un più ampio programma di rilancio infrastrutturale ed economico .

La seduta termina alle 15,35.

TESTI DEGLI INTERVENTI DI CUI È STATA AUTORIZZATA LA PUBBLICAZIONE IN CALCE AL RESOCONTO STENOGRAFICO DELLA SEDUTA ODIERNA: RAPHAEL RADUZZI (A.C. 2700)

RAPHAEL RADUZZI, Relatore. (Relazione – A.C. 2700). Il decreto-legge n.104 del 2020, recante misure urgenti per il sostegno e il rilancio dell'economia, è stato approvato in prima lettura dal Senato il 6 ottobre.

Nel corso dell'esame al Senato il testo del decreto ha subito varie modifiche ed integrazioni. In particolare, nel provvedimento sono stati trasfusi i contenuti di tre decreti-legge adottati successivamente alla pubblicazione del decreto-legge n.104, al contempo disponendo che rimangono validi gli atti e i provvedimenti adottati e siano fatti salvi gli effetti e i rapporti giuridici dispiegatisi in tempo di loro vigenza. I tre decreti-legge sono il decreto-legge 14 agosto 2020, n. 103, recante Modalità operative, precauzionali e di sicurezza per la raccolta del voto nelle consultazioni elettorali e referendaria dell'anno 2020; il decreto-legge 8 settembre 2020, n. 111, recante Disposizioni urgenti per far fronte a indifferibili esigenze finanziarie e di sostegno per l'avvio dell'anno scolastico, connesse all'emergenza epidemiologica da COVID-19; e il decreto-legge 11 settembre 2020, n. 117, recante Disposizioni urgenti per la pulizia e la disinfezione dei locali adibiti a seggio elettorale e per il regolare svolgimento dei servizi educativi e scolastici gestiti dai comuni.

Il testo del decreto è ripartito in 8 Capi.

Il Capo I (Articoli 1-26-ter) reca Disposizioni in materia di lavoro.

Il Capo II (Articoli 27-28) reca Disposizioni in materia di coesione territoriale.

Il Capo III (Articoli 29-31-quater) reca Disposizioni in materia di salute.

Il Capo IV (Articoli 32-38-bis) reca Disposizioni in materia di scuola, università ed emergenza.

Il Capo V (Articoli 39-57-bis) reca Disposizioni concernenti regioni, enti locali e sisma.

Il Capo VI (Articoli 58-96-ter) reca Disposizioni per il sostegno e il rilancio dell'economia.

Il Capo VII (Articoli 97-113-bis) reca Misure fiscali.

Il Capo VIII (Articoli 114-115) reca Disposizioni finali e copertura finanziaria.

Di seguito si dà conto delle principali disposizioni contenute nel decreto-legge, nel testo trasmesso dal Senato, avvertendo che io illustrerò gli articoli relativi ai Capi dal I al V, mentre il collega Mancini si occuperà degli articoli relativi ai capi dal VI all'VIII.

L'articolo 1 prevede - con riferimento ai trattamenti ordinari di integrazione salariale, agli assegni ordinari di integrazione salariale e ai trattamenti di integrazione salariale in deroga, già riconosciuti secondo la disciplina transitoria posta in relazione all'emergenza epidemiologica da COVID-19 - la concessione di diciotto settimane di trattamento, collocabili esclusivamente nel periodo intercorrente tra il 13 luglio 2020 e il 31 dicembre 2020.

L'articolo 1-bis, introdotto al Senato, prevede la concessione di un'indennità pari al trattamento di mobilità in deroga, comprensiva della contribuzione figurativa, fino al 31 dicembre 2020 ai lavoratori delle aree di crisi industriale complessa ubicate nel territorio della regione Sicilia i quali abbiano cessato di percepire l'indennità di disoccupazione denominata Nuova prestazione di Assicurazione Sociale per l'impiego (NASpl) nel 2020.

L'articolo 1-ter, introdotto al Senato, consente la concessione di un'indennità pari al trattamento dell'ultima mobilità ordinaria percepita, comprensiva della contribuzione figurativa, a decorrere dalla entrata in vigore della disposizione e fino al 31 dicembre 2020, in favore dei lavoratori delle aree di crisi industriale complessa ubicate nel territorio della Regione Campania i quali abbiano cessato la mobilità ordinaria dal 1º gennaio 2015 al 31 dicembre 2016.

L'articolo 2 opera una revisione della disciplina che estende ai lavoratori dipendenti (atleti ed altre figure) iscritti al Fondo Pensione Sportivi Professionisti l'applicabilità delle norme che consentono, in via transitoria, il riconoscimento di trattamenti di integrazione salariale in deroga.

L'articolo 3 prevede, in favore dei datori di lavoro del settore privato, con esclusione di quello agricolo, un esonero parziale dal versamento dei contributi previdenziali a loro carico, per un periodo massimo di quattro mesi, fruibile entro il 31 dicembre 2020 e a condizione che i medesimi datori non richiedano gli interventi di integrazione salariale.

L'articolo 4 riconosce anche per il 2021 la possibilità - finora disposta per il solo 2020 - per i contratti collettivi di lavoro di secondo livello, di stipulare apposite intese per la rimodulazione dell'orario di lavoro per mutate esigenze organizzative e produttive dell'impresa, con le quali parte dell'orario di lavoro viene finalizzato a percorsi di formazione e di ricollocazione dei lavoratori.

L'articolo 5 proroga di due mesi, a determinate condizioni, la fruizione delle indennità di disoccupazione NASpI e DIS-COLL che terminano nel periodo compreso tra il 1° maggio 2020 e il 30 giugno 2020, nonché di quelle che sono terminate nel periodo compreso tra il 1° marzo 2020 e il 30 aprile 2020, già oggetto di una prima proroga di pari durata disposta dal decreto Rilancio.

L'articolo 6 prevede, in favore dei datori di lavoro, con esclusione del settore agricolo, che assumano, successivamente al 15 agosto 2020 (data di entrata in vigore del presente decreto) ed entro il 31 dicembre 2020, lavoratori subordinati a tempo indeterminato, con esclusione dei contratti di apprendistato e dei contratti di lavoro domestico, l'esonero dal versamento dei contributi previdenziali a loro carico, con esclusione dei premi e contributi dovuti all'INAIL, per un periodo massimo di sei mesi (decorrenti dall'assunzione) e nel rispetto di determinati limiti.

L'articolo 7 prevede il riconoscimento dell'esonero contributivo, con le medesime modalità e nel medesimo arco temporale, ma limitatamente al periodo dei contratti stipulati e comunque sino ad un massimo di tre mesi, per le assunzioni a tempo determinato (ivi comprese quelle per lavoro stagionale) nei settori del turismo e degli stabilimenti termali.

L'articolo 8 consente che i contratti di lavoro dipendente a termine nel settore privato siano rinnovati o prorogati, per un periodo massimo di 12 mesi e per una sola volta, mediante un atto intervenuto entro il 31 dicembre 2020, anche in assenza delle condizioni poste dalla legislazione vigente (sussistenza di esigenze temporanee e oggettive, estranee all'ordinaria attività, o di esigenze di sostituzione di altri lavoratori, o di esigenze connesse a incrementi temporanei, significativi e non programmabili, dell'attività ordinaria). Inoltre, viene introdotta una modifica alla disciplina della somministrazione di lavoro, sopprimendo, nel caso in cui il contratto tra agenzia di somministrazione e lavoratore sia a tempo indeterminato, i limiti di durata complessiva della missione (o delle missioni) a tempo determinato presso un soggetto utilizzatore.

L'articolo 9 riconosce un'indennità onnicomprensiva, pari a 1.000 euro, in favore di: lavoratori dipendenti stagionali nei settori del turismo e degli stabilimenti termali e lavoratori in regime di somministrazione nei suddetti settori; lavoratori dipendenti stagionali negli altri settori; lavoratori intermittenti ed alcune categorie particolari di lavoratori autonomi; lavoratori dello spettacolo; lavoratori dipendenti a tempo determinato nei settori del turismo e degli stabilimenti termali. Le indennità non concorrono alla formazione del reddito (ai fini delle imposte sui redditi) e sono erogate dall'INPS, previa domanda, nel limite di spesa complessivo di 680 milioni di euro per l'anno 2020.

L'articolo 10 prevede un'indennità, pari a 600 euro per ciascuno dei mesi di giugno e luglio 2020, in favore di alcune categorie di lavoratori marittimi.

L'articolo 10-bis, introdotto al Senato, dispone la applicazione del regime previdenziale e assistenziale di cui alla legge 250/1958 ai soci di cooperative della pesca iscritte nell'apposita sezione dell'Albo nazionale degli enti cooperativi

L'articolo 11 autorizza, nel triennio 2020-2022, il Ministero della Difesa all'assunzione, presso l'Arsenale militare marittimo di Taranto, con contratto di lavoro a tempo indeterminato e permanenza nella sede di almeno cinque anni, di un contingente complessivo di n. 315 unità di personale civile non dirigenziale con profilo tecnico.

L'articolo 12 prevede un'indennità per il mese di giugno 2020, pari a 600 euro, in favore di titolari di rapporti di collaborazione presso il CONI (Comitato Olimpico Nazionale Italiano), il CIP (Comitato Italiano Paralimpico), le federazioni sportive nazionali, le discipline sportive associate, gli enti di promozione sportiva e le società e associazioni sportive dilettantistiche.

L'articolo 12-bis, introdotto al Senato, istituisce il Fondo per il professionismo negli sport femminili.

L'articolo 13 dispone la erogazione in via automatica, per il mese di maggio, della indennità di sostegno al reddito in favore di alcune categorie di professionisti iscritti ad enti di diritto privato di previdenza obbligatoria, aumentandone l'importo da 600 a 1000 euro.

L'articolo 14 preclude la possibilità di avviare le procedure di licenziamento collettivo e di esercitare la facoltà di recedere dal contratto per giustificato motivo oggettivo, salvo specifiche eccezioni, ai datori di lavoro che non abbiano integralmente fruito dei trattamenti di integrazione salariale riconducibili all'emergenza epidemiologica da COVID-19. Sono, altresì, dichiarate sospese di diritto le procedure di licenziamento già avviate successivamente al 23 febbraio 2020 e le procedure già avviate inerenti l'esercizio della facoltà di recesso dal contratto per giustificato motivo oggettivo.

L'articolo 15 è volto a dare compiutamente seguito alla sentenza della Corte Costituzionale n.152/2020, in materia di assegno mensile in favore degli invalidi civili totali

L'articolo 16 incrementa di 500 milioni di euro le risorse a carico del bilancio dello Stato per l'erogazione dell'assegno ordinario di integrazione salariale da parte dei Fondi di solidarietà bilaterali alternativi.

L'articolo 17 incrementa di 20 milioni di euro le risorse destinate all'erogazione dei compensi spettanti ai Centri di assistenza fiscale e ai professionisti abilitati per lo svolgimento dell'assistenza fiscale per l'anno 2019, da erogare nel 2020.

L'articolo 18 incrementa di 20 milioni di euro annui a decorrere dal 2020 le risorse destinate al finanziamento degli istituti di patronato e di assistenza sociale.

L'articolo 19 riconosce ai datori di lavoro delle regioni Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto che, nel periodo intercorrente tra il 23 febbraio 2020 e il 30 aprile 2020, hanno sospeso, in tutto o in parte, l'attività lavorativa a causa dell'impossibilità da parte dei lavoratori alle proprie dipendenze di raggiungere il luogo di lavoro (perché residenti o domiciliati nelle cosiddette zone rosse) la possibilità di accedere, per un massimo di 4 settimane, ai trattamenti di integrazione salariale ordinario e in deroga e all'assegno ordinario di integrazione salariale, introdotti dalla normativa vigente a seguito della sospensione o riduzione dell'attività lavorativa in conseguenza dell'emergenza da Covid-19.

L'articolo 20 estende il trattamento di integrazione salariale per crisi aziendale alle aziende operanti nel settore aereo, rispondenti a determinati requisiti, che hanno cessato o cessano l'attività produttiva nel corso dell'anno 2020 e che non sono sottoposte a procedure concorsuali.

L'articolo 21 incrementa di 169 milioni di euro per il 2020 le risorse per l'erogazione del voucher per servizi di babysitting e per altri servizi, riconosciuto per l'assistenza dei figli fino a 12 anni in favore del personale dipendente del settore sanitario, pubblico e privato accreditato, e del personale del comparto sicurezza, difesa e soccorso pubblico, in alternativa al congedo parentale speciale introdotto dalla normativa vigente in conseguenza dell'emergenza da Covid-19.

L'articolo 21-bis, introdotto al Senato, riconosce, a determinate condizioni, il diritto per i genitori lavoratori dipendenti, pubblici e privati, allo svolgimento della prestazione di lavoro in modalità agile o ad un congedo straordinario, con relativa indennità, per il periodo corrispondente alla durata della quarantena del figlio, convivente e minore di anni quattordici, disposta a seguito di contatto verificatosi all'interno del plesso scolastico.

L'articolo 21-ter, introdotto al Senato, riconosce, fino al 30 giugno 2021 e in presenza di determinate condizioni, il diritto allo svolgimento del lavoro in modalità agile anche in assenza degli accordi individuali in favore dei genitori lavoratori dipendenti privati con almeno un figlio con disabilità grave.

L'articolo 22 istituisce il “Fondo per la formazione personale delle casalinghe e dei casalinghi”, con una dotazione di 3 milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2020, finalizzato alla formazione, tenuta da enti pubblici e privati, di coloro che svolgono attività in ambito domestico (in via prioritaria dalle donne), senza vincolo di subordinazione e a titolo gratuito, per la cura delle persone e dell'ambiente domestico.

L'articolo 23, ferme restando le erogazioni già concesse del Reddito di emergenza (Rem) ai sensi dell'articolo 82 del D.L. 34/2020, riconosce l'erogazione di una ulteriore singola quota del Rem ai nuclei familiari in possesso dei requisiti già richiesti per accedere alle due precedenti quote. La domanda può essere presentata all'INPS entro il 15 ottobre 2020.

L'articolo 24 detta una serie di disposizioni relative al personale del Ministero per i Beni e le attività culturali e per il turismo.

L'articolo 24-bis, introdotto al Senato, attribuisce al Consorzio Casa Internazionale delle donne di Roma un finanziamento di 900.000 euro per l'anno di 2020.

L'articolo 25 dispone modifiche al decreto-legge 34/2020 al fine di semplificare le procedure concorsuali nella pubblica amministrazione, ridurne i tempi di svolgimento e tutelare la salute dei candidati e del personale preposto alla organizzazione e allo svolgimento delle relative procedure.

L'articolo 25-bis, introdotto al Senato, detta disposizioni volte a semplificare la procedura di selezione di candidati per l'accesso alla carriera di segretari comunali per il triennio 2020-2022, con la duplice finalità di accelerare il reclutamento e di assicurare il rispetto del distanziamento sociale.

L'articolo 26 detta una serie di disposizioni in materia di trattamento dei lavoratori in quarantena o in permanenza domiciliare obbligatoria e assenze dal servizio in relazione ad alcune condizioni di disabilità o di rischio per la salute.

L'articolo 26-bis, introdotto dal Senato, detta ulteriori norme in tema di prevenzione e contrasto della violenza per motivi legati all'orientamento sessuale e all'identità di genere, nonché per il sostegno delle vittime.

L'articolo 26-ter, introdotto dal Senato, estende fino al termine dello stato di emergenza epidemiologica da Covid-19 il periodo di operatività della disciplina emergenziale prevista con riguardo alla giustizia contabile dal decreto-legge c.d. cura Italia.

L'articolo 27 prevede, per il periodo 1° ottobre 2020-31 dicembre 2020, un esonero contributivo parziale in favore dei datori di lavoro del settore privato operanti in alcune regioni e reca una norma procedurale relativa all'eventuale riconoscimento di sgravi contributivi in alcune aree territoriali nel periodo 2021-2029. L'esonero relativo ai suddetti mesi del 2020 è riconosciuto con riferimento alla contribuzione a carico del datore relativa a rapporti di lavoro dipendente aventi sede in determinate regioni - con esclusione del settore agricolo e dei contratti di lavoro domestico -, nella misura del 30 per cento dei contributi medesimi (con esclusione dei premi e contributi dovuti all'INAIL). Inoltre, si consente al Ministero dell'economia e delle finanze, ai fini dei propri contributi al cd. Patrimonio Rilancio, istituito presso Cassa Depositi e Prestiti S.p.A. e regolato dal decreto-legge n. 34 del 2020, oltre ad assegnare titoli di Stato a Cassa Depositi e Prestiti, anche di apportare liquidità.

L'articolo 28 incrementa di 110 milioni, di cui 10 milioni per il 2020 e 100 milioni per il 2021, le risorse nazionali destinate alla “Strategia nazionale per lo sviluppo delle Aree interne del Paese”.

L'articolo 29 reca disposizioni transitorie, fino al 31 dicembre 2020, intese alla riduzione delle liste di attesa relative alle prestazioni ambulatoriali, screening e di ricovero ospedaliero, non erogate nel periodo di emergenza epidemiologica da COVID-19.

L'articolo 29-bis, introdotto al Senato, prevede l'istituzione, nello stato di previsione del Ministero dello sviluppo economico, di un Fondo con una dotazione di 20 milioni di euro per l'anno 2020 e di 18 milioni per l'anno 2021, finalizzato alla concessione, fino ad esaurimento delle risorse, di buoni per l'acquisto di servizi termali.

L'articolo 29-ter, introdotto al Senato, prevede il potenziamento e la riorganizzazione della rete di assistenza territoriale per fronteggiare l'emergenza pandemica in corso, stabilendo l'adozione da parte delle Regioni e delle Province autonome di appositi piani, a partire dal distretto sanitario di base.

L'articolo 30 modifica le disposizioni che consentono alle regioni e province autonome di elevare - con l'utilizzo di proprie risorse, disponibili a legislazione vigente - gli stanziamenti statali aggiuntivi destinati per il 2020 ad incentivi per il personale degli enti ed aziende del Servizio sanitario nazionale (stanziamenti da destinare prioritariamente al personale direttamente impiegato nelle attività di contrasto all'emergenza epidemiologica determinata dal diffondersi del COVID-19).

L'articolo 30-bis, introdotto al Senato, estende ai dirigenti sanitari degli enti ed aziende del Servizio sanitario nazionale e ai dirigenti medici e sanitari del Ministero della salute delle norme transitorie vigenti per i dirigenti medici dei suddetti enti ed aziende in materia di limiti massimi di età per il collocamento a riposo.

L'articolo 31 incrementa la dotazione organica dell'Agenzia nazionale per i servizi sanitari (Agenas).

L'articolo 31-ter, introdotto al Senato, incrementa di 10 milioni di euro per l'anno 2020, la dotazione del Fondo per la cura dei soggetti con disturbo dello spettro autistico.

L'articolo 31-quater, introdotto al Senato, detta norme per il potenziamento dei distretti sanitari territoriali.

L'articolo 32 incrementa il Fondo per l'emergenza epidemiologica da COVID-19 di 400 milioni di euro nel 2020 e 600 milioni di euro nel 2021 destinando quota parte delle risorse a determinate finalità quali: l'acquisizione di ulteriori spazi per l'attività didattica; il sostegno finanziario ai patti di comunità per l'ampliamento della permanenza a scuola degli studenti; la stipula di contratti a tempo determinato, consentendo sostituzioni dal primo giorno di assenza; lo svolgimento di prestazioni straordinarie e l'incremento del Fondo per il miglioramento dell'offerta formativa. Viene prorogata (dal 30 settembre 2020) al 30 settembre 2021 il termine di validità delle graduatorie approvate negli anni dal 2012 al 2017 limitatamente alle graduatorie comunali del personale scolastico, educativo e ausiliario destinato ai servizi educativi e scolastici gestiti direttamente dai comuni. Viene incrementato di 10 milioni di euro, per ciascuno degli anni 2020 e 2021, il Fondo per la ricostruzione a seguito degli eventi sismici del 2016 e 2017, destinando tale quota incrementale alla messa in sicurezza, l'adeguamento sismico e la ricostruzione degli edifici scolastici delle zone interessate. Infine, si dispone il potenziamento dei centri estivi diurni, dei servizi socioeducativi territoriali e dei centri con funzione educativa e ricreativa destinati alle attività dei minori di età inferiore a 17 anni.

L'articolo 32-bis, introdotto al Senato, detta norme urgenti per l'avvio e il regolare svolgimento dell'anno scolastico. In particolare, si istituisce un Fondo nello stato di previsione del Ministero dell'istruzione con una dotazione di 3 milioni di euro per il 2020 e 6 milioni di euro per il 2021 in favore degli enti locali (anche in dissesto o in fase di riequilibrio finanziario), al fine di facilitare le procedure per il reperimento di spazi per lo svolgimento dell'attività didattica e per far fronte alle relative spese di conduzione e adattamento. Un ulteriore importo, pari a 10 milioni di euro per ciascuno degli anni 2020 e 2021, è destinato agli enti locali per la realizzazione di interventi strutturali o di manutenzione straordinaria finalizzati all'adeguamento e all'adattamento a fini didattici degli ambienti e degli spazi, anche assunti in locazione.

L'articolo 32-ter, introdotto dal Senato, detta norme per garantire la funzionalità amministrativa delle istituzioni scolastiche.

L'articolo 33 equipara a tutti gli effetti, a regime, le attività formative e di servizio agli studenti svolte nel sistema terziario con modalità a distanza a quelle svolte in presenza. Reca, quindi, disposizioni relative agli studenti universitari e delle Istituzioni di Alta formazione artistica, musicale e coreutica (AFAM) fuori sede e alle borse di studio da erogare agli stessi. Si consente, poi, alle istituzioni del sistema di alta formazione artistica, musicale e coreutica (AFAM) - previ accordi di programma con il Ministero - di derogare alle norme generali relative all'organizzazione interna, sperimentando propri modelli funzionali e organizzativi. Infine, viene modificata la disciplina per la determinazione delle dotazioni organiche e per l'inquadramento nei ruoli dello Stato del personale degli Istituti superiori di studi musicali e delle Accademie di belle arti non statali, nell'ambito del processo di statizzazione delle medesime istituzioni, il cui (nuovo) termine di conclusione viene ora fissato in via legislativa.

L'articolo 34 dispone un incremento - pari a 580 milioni per l'anno 2020 e a 300 milioni per l'anno 2021 - del Fondo per le emergenze nazionali. Tali risorse aggiuntive sono destinate, per il 2020, ad attività del Commissario straordinario per l'attuazione e il coordinamento delle misure occorrenti per il contenimento e contrasto dell'emergenza epidemiologica COVID-19, ivi incluse quelle connesse all'avvio dell'anno scolastico 2020/2021 e - nella quota riservata di 80 milioni - quelle relative alla ricerca, sviluppo e acquisto di vaccini e anticorpi monoclonali. Le risorse aggiuntive per il 2021 sono per intero destinate alle suddette attività del Commissionario relative alla ricerca, sviluppo e acquisto di vaccini e anticorpi monoclonali. Si prevede altresì che queste ultime attività possano comprendere l'acquisizione di quote di capitale, a condizioni di mercato, delle industrie operanti nel settore dei vaccini, secondo modalità disciplinate con decreto ministeriale.

L'articolo 35 dispone l'ulteriore proroga, fino al 15 ottobre 2020, del contingente di 753 di unità di personale militare facente parte del dispositivo “Strade sicure”.

L'articolo 36 autorizza, per l'anno 2020, il Ministero della difesa ad avviare le procedure straordinarie di stabilizzazione - nel limite di 145 unità - del personale civile, assunto con contratto di lavoro a tempo determinato, operante presso i reparti Genio campale dell'Aeronautica militare con almeno 3 anni di esperienza presso i suddetti reparti.

L'articolo 37 autorizza lo stanziamento di risorse per la prosecuzione delle misure volte ad assicurare la funzionalità del personale delle Forze di polizia e per la sanificazione delle strutture e l'acquisto di dispositivi di protezione individuale.

L'articolo 37-bis, introdotto al Senato, reca alcune modifiche alla legge n. 74 del 2001, relativa alla disciplina del Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico.

L'articolo 38 proroga di un anno, fino al 31 giugno 2021, la disciplina transitoria semplificata concernente i requisiti formativi per lo svolgimento del servizio di protezione del naviglio mercantile italiano da atti di pirateria internazionale.

L'articolo 38-bis, introdotto dal Senato, incrementa a partire dal 2020 di un milione di euro, il “Fondo per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità”.

L'articolo 39 integra di 1.670 milioni di euro la dotazione del fondo istituito dal D.L. n. 34/2020 per assicurare a comuni, province e città metropolitane le risorse necessarie per l'espletamento delle funzioni fondamentali, in relazione alla perdita di entrate locali connesse all'emergenza epidemiologica da COVID-19. Il riparto delle risorse integrative del fondo è demandato ad un decreto del Ministro dell'interno, da adottare entro il 20 novembre 2020, sulla base di criteri e modalità che tengano conto delle risultanze del tavolo tecnico, istituito presso il Ministero dell'economia e delle finanze. Inoltre, si autorizzano i comuni a finanziare i servizi di trasporto scolastico aggiuntivi, nel limite complessivo di 150 milioni di euro e nel limite, per ciascun comune, del 30% della spesa sostenuta per le medesime finalità nel 2019, attraverso le risorse del fondo per assicurare l'esercizio delle funzioni fondamentali degli enti locali.

L'articolo 40 incrementa di 300 milioni di euro il fondo per il ristoro parziale dei comuni a fronte delle minori entrate derivanti dalla mancata riscossione dell'imposta di soggiorno o del contributo di sbarco, demandando ad un decreto ministeriale la ripartizione di tali risorse aggiuntive.

L'articolo 41 detta disposizioni in linea con gli accordi sanciti in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano, in data 20 luglio 2020, in materia di finanza pubblica per assicurare le risorse necessarie per l'espletamento delle funzioni istituzionali degli enti territoriali. In particolare, si prevede l'incremento di 2,8 miliardi della dotazione del Fondo destinato alle regioni e alle province autonome per il ristoro della perdita di gettito connessa all'emergenza epidemiologica da Covid-19.

L'articolo 41-bis, introdotto al Senato, stabilisce che la garanzia a valere sul Fondo di garanzia per i mutui per acquisto e ristrutturazione prima casa sia concessa in relazione a finanziamenti connessi all'acquisto oppure ad interventi di ristrutturazione e accrescimento dell'efficienza energetica di unità immobiliari, "esclusivamente" per l'accesso al credito da parte delle giovani coppie o dei nuclei familiari monogenitoriali con figli minori, da parte dei conduttori di alloggi di proprietà degli Istituti autonomi per le case popolari, comunque denominati, nonché dei giovani di età inferiore ai trentacinque anni titolari di un rapporto di lavoro atipico.

L'articolo 42 estende alle Regioni a statuto speciale e alle Province autonome la disciplina, che l'art.111 del D.L. n.18 del 2020 nella sua formulazione originaria riservava alle Regioni ordinarie, relativa alla sospensione della quota capitale dei prestiti contratti con il Ministero dell'Economia e delle finanze o con la Cassa Depositi e prestiti prima della sua trasformazione in S.p.a..

L'articolo 42-bis, introdotto al Senato, differisce al 21 dicembre 2020 tutti i versamenti tributari, contributivi e assistenziali che scadono entro il 21 dicembre 2020 medesimo dovuti dai soggetti con domicilio fiscale, sede legale o sede operativa nel territorio del comune di Lampedusa e Linosa. Inoltre, si estende alle imprese del settore turistico, agricole e della pesca con domicilio fiscale nel Comune di Lampedusa e Linosa, le agevolazioni introdotte nel 2019 in favore delle imprese agricole ricadenti nei comuni interessati dai terremoti occorsi il 24 agosto 2016, il 26 e 30 ottobre 2016 e il 18 gennaio 2017. Si prevede, poi, la modifica della disciplina relativa all'accollo da parte dello Stato del prestito obbligazionario di Roma Capitale denominato RomeCity 5,345.

L'articolo 43 riguarda il contenzioso sorto tra la regione Campania e lo Stato per il mancato versamento alla regione del gettito derivante dall'attività di recupero fiscale riferita all'IRAP e all'addizionale regionale all'IRPEF e deciso in primo grado dalla Corte dei conti in favore della regione. Il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato a stipulare un'intesa con la regione per il pagamento di una quota non superiore al 90 per cento di quanto accertato dalla sentenza di primo grado, suddiviso in due rate di 120 e 90 milioni di euro, da attribuire alla regione rispettivamente entro il 31 ottobre 2020 e il 30 giugno 2021.

L'articolo 44 interviene in materia di sostegno al trasporto pubblico locale, incrementando di 400 milioni di euro la dotazione, per l'anno 2020, del Fondo per compensare le imprese di trasporto pubblico locale e ferroviario regionale che abbiano subito riduzione dei ricavi tariffari in conseguenza dell'emergenza Covid-19.

L'articolo 44-bis, introdotto al Senato, detta norme in materia di contributo alle imprese ferroviarie per i servizi di trasporto passeggeri e merci in regime di libero mercato per compensare gli effetti economici subiti direttamente imputabili dall'emergenza COVID-19.

L'articolo 44-bis, introdotto al Senato, autorizza per l'anno 2020 la spesa di oltre 6 milioni di euro per il pagamento delle prestazioni di lavoro straordinario del contingente di 7.050 unità delle Forze armate impiegato nell'operazione “Strade Sicure”, al fine di sostenere la prosecuzione dello svolgimento dei maggiori compiti connessi al contenimento della diffusione del COVID-19.

L'articolo 45 novella le norme della legge di bilancio 2020 in materia di risorse per progettazione degli enti locali.

L'articolo 46 interviene sulle disposizioni, introdotte dalla legge di bilancio 2019, relative alla concessione di contributi per la realizzazione di opere pubbliche per la messa in sicurezza degli edifici e del territorio, al fine di operare una rimodulazione delle risorse (prevedendo, in particolare, un incremento di 2.650 milioni di euro per gli anni 2021-2022), disciplinare l'utilizzo delle risorse aggiuntive, nonché prorogare di 3 mesi i termini di affidamento dei lavori da parte dei comuni beneficiari dei contributi riferiti agli anni 2019 e 2020.

L'articolo 46-bis, introdotto al Senato, prevede l'istituzione di un fondo, presso il Ministero dell'interno, con una dotazione di 7 milioni di euro per l'anno 2020, finalizzato all'adozione di misure in favore dei territori delle province di Verona, Vicenza e Padova, colpiti dagli eventi atmosferici calamitosi del 22 e del 23 agosto 2020.

L'articolo 46-ter, introdotto al Senato, integra di 1 milione di euro il c.d. Fondo demolizioni.

L'articolo 47 incrementa di 500 milioni di euro le risorse assegnate ai comuni per il 2021 per investimenti destinati ad opere pubbliche in materia di efficientamento energetico e di sviluppo territoriale sostenibile.

L'articolo 48 rimodula l'autorizzazione di spesa prevista dalla legge di bilancio 2020 per finanziare interventi di manutenzione straordinaria e di incremento dell'efficienza energetica delle scuole di province e città metropolitane – in particolare anticipando al periodo 2021-2024 la disponibilità delle risorse previamente previste per il periodo 2030-2034 – e include tra i destinatari delle risorse anche le scuole degli enti di decentramento regionale (presenti in Friuli Venezia Giulia).

L'articolo 48-bis, introdotto al Senato, consente di non computare, nel calcolo del limite finanziario per le forme di lavoro flessibile, la maggiore spesa sostenuta - per l'anno scolastico 2020/2021 - dai comuni e dalle unioni di comuni per la stipula di contratti di lavoro subordinato a tempo determinato con il personale educativo, scolastico e ausiliario.

L'articolo 48-ter determina nel 100 per cento delle spese ammissibili la misura degli incentivi per gli interventi di produzione di energia termica da fonti rinnovabili e di incremento dell'efficienza energetica di piccole dimensioni, realizzati su edifici pubblici adibiti a uso scolastico e su edifici di strutture ospedaliere del servizio sanitario nazionale.

L'articolo 49 accelera le fasi di riparto delle risorse finanziarie per la messa in sicurezza dei ponti e dei viadotti esistenti, nonché per la realizzazione di nuovi ponti in sostituzione di quelli che presentano problemi strutturali di sicurezza. A tal fine viene istituito, nello stato di previsione del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, un Fondo con una dotazione pari a 200 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2021 al 2023.

L'articolo 50 modifica le modalità procedurali, disciplinate dal comma 43 della legge di bilancio 2020, per addivenire all'assegnazione di contributi ai comuni per investimenti in progetti di rigenerazione urbana.

L'articolo 51 autorizza a decorrere dal 2021, nello stato di previsione del Ministero dell'interno, l'avvio di un programma pluriennale per potenziare gli investimenti per la messa in sicurezza di scuole, strade, edifici pubblici e patrimonio comunale e per l'abbattimento delle barriere architettoniche a beneficio della collettività, per gli interventi di efficientamento energetico e sviluppo territoriale sostenibile, nonché per il miglioramento della qualità dell'aria.

L'articolo 52 sopprime alcuni adempimenti che interessano i tesorieri degli enti locali nell'ambito dei procedimenti riguardanti l'esercizio provvisorio e la variazione del bilancio di previsione.

L'articolo 53 detta una serie di norme volte al sostegno degli enti in deficit strutturale, In particolare, istituisce un fondo per gli anni 2020-2022 da ripartire fra i comuni che hanno deliberato la procedura di riequilibrio finanziario, il cui piano di riequilibrio risulti approvato e in corso di attuazione, anche se in attesa di rimodulazione a seguito di pronunce della Corte dei conti e della Corte costituzionale", e che registrino un indice di vulnerabilità sociale e materiale (IVSM) superiore a 100, la cui capacità fiscale pro capite, determinata con DM 30 ottobre 2018, risulti inferiore a 395. Inoltre incrementa di 200 milioni di euro la dotazione del Fondo di rotazione per assicurare la stabilità finanziaria degli enti locali, destinando tali risorse al pagamento delle spese per il personale, per la produzione di servizi in economia e per l'acquisizione di servizi e forniture.

L'articolo 54 dispone un ulteriore differimento, al 30 novembre 2020, del termine di adozione della deliberazione di controllo a salvaguardia degli equilibri generali di bilancio, da parte dell'organo consiliare degli enti locali, già posticipato al 30 settembre 2020 dal D.L. n. 34/2020, a causa della situazione straordinaria di emergenza sanitaria derivante dall'epidemia da COVID-19.

L'articolo 55 riapre, esclusivamente per gli enti locali, i termini della procedura per la concessione delle anticipazioni di liquidità per far fronte ai debiti della pubblica amministrazione previsti dall'art.116 del decreto-legge n.34 del 2020.

L'articolo 56 interviene sulla disciplina relativa al pagamento dei debiti contratti dal comune di Campione d'Italia con enti e imprese aventi sede legale in Svizzera, esigibili al 31 ottobre 2019.

L'articolo 57 detta una serie di disposizioni a favore delle zone colpite da eventi sismici.

L'articolo 57-bis, introdotto al Senato, prevede che ai comuni dei territori colpiti dagli eventi sismici a far data dal 24 agosto 2016, la detrazione al 110% delle spese relative a specifici interventi di efficienza energetica e di misure antisismiche (cd Superbonus) spetta per l'importo eccedente il contributo riconosciuto per la ricostruzione. La detrazione, inoltre, è aumentata del 50 per cento per gli interventi di ricostruzione riguardanti i comuni colpiti dagli eventi sismici del 2016 e 2017 e del 2009 (in alternativa al contributo per la ricostruzione).

L'articolo 57-ter, introdotto al Senato, dispone, con riferimento alla gestione degli Uffici speciali per la ricostruzione delle aree colpite dal sisma del 6 aprile 2009, che il controllo sulla compatibilità dei costi della contrattazione collettiva con i vincoli di bilancio - nonché con altre norme inderogabili di legge - sia effettuato, per ciascuno dei suddetti Uffici, da un magistrato della Corte dei conti.

L'articolo 58 istituisce un Fondo dotato di 600 milioni di euro, per l'anno 2020, al fine di erogare un contributo, a fondo perduto, a favore degli operatori della ristorazione che acquistino prodotti agricoli e alimentari.

L'articolo 58-bis, introdotto al Senato, istituisce nello stato di previsione del MIPAAF il Fondo per la promozione dei prodotti di quarta gamma, con una dotazione finanziaria di € 20 mln per il 2020.

L'articolo 58-ter, introdotto al Senato, modifica alcuni profili normativi relativi alla disciplina del settore apistico e contempla anche la vendita al dettaglio di prodotti agricoli su superfici ''destinate alla produzione primaria'' tra le ipotesi per le quali non è richiesta la comunicazione di inizio attività.

L'articolo 58-quater, introdotto al Senato, detta misure a favore del settore vitivinicolo.

L'articolo 59 riconosce un contributo a fondo perduto ai soggetti esercenti attività di impresa di vendita di beni o servizi al pubblico, svolte nei centri storici.

L'articolo 60 rifinanzia una serie di misure a sostegno delle imprese. In particolare: rifinanzia di 64 milioni di euro per il 2020 la cd. Nuova Sabatini, misura di sostegno volta alla concessione – alle micro, piccole e medie imprese - di finanziamenti agevolati per investimenti in nuovi macchinari, impianti e attrezzature, compresi i cd. investimenti in beni strumentali “Industria 4.0”, con un correlato contributo statale in conto impianti rapportato agli interessi calcolati sui predetti finanziamenti; rifinanzia di 500 milioni di euro per il 2020 lo strumento agevolativo dei Contratti di sviluppo, istituito dall'articolo 43 del D.L. n. 112/2008 (L. n. 133/2008); rifinanzia ed estende l'ambito di intervento del “Fondo per la salvaguardia dei livelli occupazionali e la prosecuzione dell'attività d'impresa”, istituito dall'articolo 43 del D.L. n. 34/2020; rifinanzia di 50 milioni di euro per l'anno 2021 l'autorizzazione di spesa per il c.d. “Voucher Innovation Manager”, contributo a fondo perduto, in forma di voucher, per l'acquisizione di consulenze specialistiche in innovazione rifinanzia il Fondo per la crescita sostenibile di 10 milioni di euro per l'anno 2020, destinando le risorse alla promozione della nascita e dello sviluppo delle società cooperative di cui al decreto del Ministro dello sviluppo economico 4 dicembre 2014 (cd. “Nuova Marcora”); incrementa di 950 milioni di euro per l'anno 2021 la dotazione del Fondo IPCEI (Importanti progetti di interesse comune europeo).

L'articolo 60-bis, introdotto al Senato, concede, in relazione ai finanziamenti nella forma di credito agevolato, già concessi dal MIUR a valere sul Fondo per le agevolazioni alla ricerca (FAR), ai soggetti beneficiari delle agevolazioni, la possibilità di estinguere il debito attraverso la definizione di un nuovo piano d'ammortamento decennale, decorrente dalla data di presentazione della domanda di accesso al beneficio.

L'articolo 61 stabilisce che tutti i procedimenti di accorpamento delle Camere di commercio, pendenti alla data di entrata in vigore del provvedimento in esame, si concludono con l'insediamento degli organi della nuova camera di commercio entro e non oltre il termine di 60 giorni dalla data di entrata in vigore dello stesso provvedimento.

L'articolo 61-bis, introdotto al Senato, prevede talune esenzioni dal versamento dei diritti camerali e dal pagamento di tasse e bolli, nonché semplificazioni burocratiche a favore dei giovani al di sotto dei 30 anni di età, nei primi tre anni di attività.

L'articolo 62 detta una serie di norme relative agli aiuti alle piccole e micro imprese.

L'articolo 63 prevede che le deliberazioni condominiali aventi per oggetto l'approvazione degli interventi di efficienza energetica e delle misure antisismiche sugli edifici, sono valide se approvate con un numero di voti che rappresenti la maggioranza degli intervenuti e almeno un terzo del valore dell'edificio.

L'articolo 63-bis, introdotto al Senato, sospende fino alla cessazione dello stato di emergenza il termine per la redazione e la convocazione dell'assemblea per l'approvazione del rendiconto consuntivo e rinvia al 31 dicembre 2020 il termine per gli adempimenti ed adeguamenti antincendio previsti per gli edifici di civile abitazione.

L'articolo 64 rifinanzia il Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese di 3.100 milioni di euro per l'anno 2023, di 2.635 milioni di euro per il 2024 e di 1.600 milioni di euro per il 2025; assegna all'ISMEA una somma pari a 200 milioni di euro per l'anno 2023, a 165 milioni di euro per il 2024 e a 100 milioni per il 2025, per le attività di garanzia sul credito agrario; estende la garanzia del Fondo al 100% sui finanziamenti di importo non superiore a 30 mila euro di durata decennale, riconosciuta in via straordinaria e transitoria sino al 31 dicembre 2020, alle persone fisiche esercenti le attività finanziarie e assicurative”; amplia l'ambito delle operazioni finanziarie mediante utilizzo delle risorse assegnate ad INVITALIA, in origine destinate al sostegno alle imprese del Mezzogiorno tramite l'intervento di Mediocredito Centrale; interviene sulla norma che destina, sino al 31 dicembre 2020, una quota parte delle risorse del Fondo di garanzia PMI (fino a 100 milioni euro) agli enti del Terzo settore, per la concessione a loro favore della citata garanzia del Fondo al 100% sui finanziamenti di importo non superiore a 30 mila euro di durata decennale; estende, a date condizioni, le garanzie del Fondo di garanzia PMI previste dall'articolo 13 del D.L. n. 23/2020 anche alle imprese che abbiano ottenuto, su operazioni finanziarie garantite dal Fondo, un prolungamento della garanzia per temporanea difficoltà.

L'articolo 64-bis, introdotto al Senato, interviene sulla norma che ammette, sino al 31 dicembre 2020, all'accesso alla garanzia del Fondo di garanzia PMI, le imprese con numero di dipendenti non superiore a 499 (imprese cd. “mid cap”). L'articolo specifica che i 499 dipendenti sono determinati sulla base delle unità di lavoro-anno rilevate per l'anno 2019.

L'articolo 65 dispone un prolungamento fino al 31 gennaio 2021 della moratoria straordinaria, già prevista sino al 31 settembre 2010, dall'articolo 56 del decreto legge n. 18 del 2020, sulle esposizioni debitorie delle microimprese e delle PMI. La moratoria è accompagnata da garanzia pubblica, di natura sussidiaria, a valere su una apposita sezione del Fondo di garanzia per le PMI che copre parzialmente le esposizioni interessate.

L'articolo 66 autorizza il Ministro dell'economia e delle finanze a sottoscrivere aumenti di capitale e strumenti di patrimonializzazione di società controllate dallo Stato per un importo complessivo fino a 1,5 miliardi di euro per l'anno 2020.

L'articolo 67 dispone in ordine al riassetto del Gruppo SACE.

L'articolo 68 aumenta a 300.000 euro le somme o valori che gli investitori possono destinare annualmente ai piani di risparmio a lungo termine costituiti a decorrere da 1° gennaio 2020.

L'articolo 69 introduce alcune norme volte a regolamentare l'eventuale permanenza delle amministrazioni pubbliche negli immobili conferiti o trasferiti ai Fondi comuni di investimento immobiliare.

L'articolo 70 differisce di un anno, al 31 dicembre 2021, il termine di riferimento per il rinnovo degli inventari dei beni mobili dello Stato.

L'articolo 71 chiarisce che alle assemblee delle società di capitali, cooperative e mutue assicuratrici si applicano le modalità di svolgimento semplificate previste dall'articolo 106 del decreto legge n. 18 del 2020. Inoltre, stabilisce la possibilità per i Fondi di investimento alternativi (FIA) italiani riservati di prorogare il periodo di sottoscrizione per ulteriori 3 mesi, ai fini del completamento della raccolta del patrimonio.

L'articolo 72 estende fino al 15 ottobre 2020 l'ambito temporale di applicazione delle norme relative alla sottoscrizione semplificata di contratti bancari, finanziari, assicurativi, nonché di collocamento dei Buoni fruttiferi postali dematerializzati, introdotte dai decreti n. 23 e n. 34 del 2020.

L'articolo 72-bis, introdotto al Senato, prevede una modifica del D.P.R n. 633 del 1972, per effetto della quale, nel rispetto di specifiche condizioni relative all'ammontare delle detrazioni, le prestazioni di servizi effettuate nei confronti di un gruppo IVA da consorzi, ivi comprese le società consortili e le società cooperative con funzioni consortili, non partecipanti al medesimo gruppo IVA, sono esenti dall'applicazione dell'IVA, laddove il committente delle prestazioni sia un consorziato che partecipa al gruppo IVA.

L'articolo 73 incrementa la dotazione del fondo per il finanziamento delle misure premiali per utilizzo strumenti di pagamento elettronici previste dalla legge di bilancio 2020.

L'articolo 74 rimodula il contributo, introdotto dal decreto-legge n. 34 del 2020, per l'acquisto di autoveicoli nuovi, elettrici e ibridi con emissioni fino a 60 g/km di CO2 nonché con emissioni di CO2 fino a 110 g/km, con o senza rottamazione.

L'articolo 74-bis, introdotto al Senato, prevede, in via sperimentale, un incentivo economico per coloro che, entro il 31 dicembre 2021, installano un sistema di riqualificazione elettrica su alcune categorie di veicoli e procedono alla relativa omologazione del veicolo modificato.

L'articolo 75 autorizza, in deroga alle procedure previste dalle norme a tutela della concorrenza e del mercato di cui alla legge n. 287 del 1990, le operazioni di concentrazione di dimensione non comunitaria che rispondono a rilevanti interessi generali dell'economia nazionale e riguardano imprese operanti in mercati caratterizzati dalla presenza di servizi ad alta intensità di manodopera, ovvero di interesse economico generale, le quali abbiano registrato perdite di bilancio negli ultimi tre esercizi e, anche a causa degli effetti derivanti dall'emergenza sanitaria, potrebbero cessare le loro attività.

L'articolo 76 dispone la sospensione fino al 31 agosto 2020 dei termini di scadenza, relativi a vaglia cambiari, cambiali e altri titoli di credito, nonché ad ogni altro atto avente efficacia esecutiva.

L'articolo 77 detta una serie di disposizioni urgenti per il settore turistico, in particolare estendendo alle strutture termali il credito d'imposta già riconosciuto dall'articolo 28 del decreto "Rilancio" alle strutture alberghiere e agrituristiche, alle agenzie di viaggio e turismo e ai tour operator.

L'articolo 78 prevede l'esenzione dal pagamento della seconda rata dell'imposta municipale propria (IMU) per alcune categorie di immobili, quali gli stabilimenti balneari marittimi, lacuali e fluviali, gli stabilimenti termali, alberghi, pensioni e immobili destinati alle attività turistiche, a condizione che i relativi proprietari siano anche gestori delle attività ivi esercitate. La norma riconosce la stessa agevolazione anche per gli immobili utilizzati per eventi fieristici o manifestazioni, nonché per quelli destinati a spettacoli cinematografici e teatrali e a discoteche e sale da ballo.

L'articolo 78 bis, introdotto al Senato, reca alcune norme di interpretazione autentica volte a sostenere l'esercizio delle attività imprenditoriali agricole, estendendo alcune agevolazioni in materia di imposta municipale propria (IMU).

L'articolo 79 riconosce, per i due periodi di imposta 2020 e 2021, il credito di imposta per la riqualificazione delle strutture ricettive turistico alberghiere istituito dal decreto legge n. 83 del 2014. L'agevolazione è prevista nella misura del 65 per cento ed è estesa anche alle strutture che svolgono attività agrituristica, agli stabilimenti termali, nonché alle strutture ricettive all'aria aperta.

L'articolo 80, in particolare, incrementa di 60 milioni per il 2020 la dotazione del Fondo per le emergenze delle imprese e delle istituzioni culturali, ampliando, altresì, le possibilità di utilizzo dello stesso; incrementa di 65 milioni per il 2020 le risorse da destinare al funzionamento dei musei e dei luoghi della cultura statali, tenuto conto delle mancate entrate da vendita di biglietti di ingresso, conseguenti all'adozione delle misure di contenimento del COVID-19; incrementa complessivamente di 90 milioni di euro la dotazione dei Fondi destinati al sostegno delle emergenze dei settori dello spettacolo, del cinema e dell'audiovisivo; incrementa di 25 milioni di euro, per l'anno 2020, l'autorizzazione di spesa relativa alla realizzazione del Piano strategico "Grandi Progetti Beni culturali";

L'articolo 81 istituisce per le imprese, lavoratori autonomi ed enti non commerciali, un credito d'imposta pari al 50% delle spese di investimento in campagne pubblicitarie, effettuate a decorrere dal 1° luglio 2020 e fino al 31 dicembre 2020, a favore delle leghe che organizzano campionati nazionali a squadre nell'ambito delle discipline olimpiche e paraolimpiche ovvero società sportive professionistiche e società ed associazioni sportive dilettantistiche iscritte al registro CONI operanti in discipline ammesse ai Giochi olimpici e paraolimpici e che svolgono attività sportiva giovanile.

L'articolo 82 reca disposizioni relative all'evento sportivo "Mondiali di Sci Cortina 2021".

L'articolo 83 incrementa di 20 milioni di euro per l'anno 2020 gli stanziamenti in favore del Fondo nazionale per il servizio civile.

L'articolo 84 incrementa di 5 milioni di euro per il 2020 l'autorizzazione di spesa per la deduzione forfettaria di spese non documentate da parte degli autotrasportatori.

L'articolo 85 detta disposizioni in materia di imprese di trasporto di passeggeri con autobus non soggetti a obblighi di servizio pubblico e di trasporto aereo.

L'articolo 86 modifica le disposizioni della legge di bilancio 2020 in materia di risorse per l'autotrasporto ed il rinnovo del parco veicoli.

L'articolo 87 modifica le disposizioni relative alla costituzione di una nuova compagnia aerea a totale partecipazione pubblica prevista dall'articolo 79 del decreto-legge n. 18 del 2020.

L'articolo 88 estende, a decorrere dal 1° agosto 2020 e fino al 31 dicembre 2020, alle imprese armatoriali delle unità o navi iscritte nei registri nazionali che esercitano attività di cabotaggio, di rifornimento dei prodotti petroliferi necessari alla propulsione ed ai consumi di bordo delle navi, nonché adibite a deposito ed assistenza alle piattaforme petrolifere nazionali, l'esenzione dagli oneri previdenziali e assistenziali prevista per gli armatori e il personale iscritti nei registro internazionale

L'articolo 89 istituisce un Fondo, con una dotazione di 50 milioni di euro, volto a compensare le imprese armatoriali che operano con navi di bandiera italiana, iscritte nei registri alla data del 31 gennaio 2020, impiegate nei trasporti di passeggeri e combinati di passeggeri e merci via mare, anche in via non esclusiva, per l'intero anno, con riferimento alla riduzione dei ricavi tariffari relativi ai passeggeri trasportati nel periodo dal 23 febbraio 2020 al 31 dicembre 2020.

L'articolo 89-bis, introdotto al Senato, detta norme relative ai collegamenti via mare tra la Sicilia e la Penisola.

L'articolo 90 modifica il regime del buono viaggio.

L'articolo 91 istituisce un'apposita sezione del Fondo di rotazione per la concessione di finanziamenti a tasso agevolato per l'internazionalizzazione delle imprese, volta al supporto ai processi di internazionalizzazione degli enti fieristici italiani, costituiti in forma di società di capitali.

L'articolo 92 incrementa di 11 milioni di euro per l'anno 2020 il Fondo missioni internazionali e dispone la proroga di alcune norme riguardanti la partecipazione italiana all'Esposizione universale di Dubai.

L'articolo 93 novella l'articolo 199 del decreto-legge rilancio in materia di lavoro portuale e di trasporti marittimi, in particolare aumentando da 30 a 50 milioni le dotazioni del fondo ivi previsto.

L'articolo 94 proroga al 29 dicembre 2020 il termine per la sottoscrizione degli atti convenzionali di concessione relativi all'infrastruttura autostradale A22 Brennero-Modena.

L'articolo 95 istituisce l'Autorità per la Laguna di Venezia con sede in Venezia, attribuendo all'Autorità la natura di ente pubblico non economico di rilevanza nazionale; l'Autorità è sottoposta ai poteri di indirizzo e vigilanza del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti.

L'articolo 95-bis, introdotto al Senato, è volto a consentire alle imprese agricole - che hanno subito danni per le gelate avvenute nel periodo 24 marzo/3 aprile 2020 e che non hanno sottoscritto polizze assicurative agevolate - di richiedere in deroga l'intervento del Fondo di solidarietà nazionale, aumentato a tal fine di 10 milioni di euro per l'anno 2020.

L'articolo 95-ter, introdotto al Senato, reca disposizioni per favorire i processi di riciclaggio del polietil-entere-ftalato utilizzato negli imballaggi per alimenti.

L'articolo 96 dispone il rifinanziamento di alcune misure emergenziali già previste dai decreti-legge n. 18 e n. 34 del 2020, come il credito d'imposta per le imprese che effettuano investimenti pubblicitari e il credito d'imposta riconosciuto alle imprese editrici di quotidiani e periodici iscritte al registro degli operatori di comunicazione per l'acquisto della carta utilizzata per la stampa. Reca inoltre vari interventi relativi ai contributi diretti erogabili a determinate imprese editrici di quotidiani e periodici.

L'articolo 97 prevede la possibilità di beneficiare di un'ulteriore rateizzazione del pagamento di una serie di versamenti già sospesi da precedenti decreti legge recanti misure urgenti per fronteggiare l'emergenza epidemiologica da COVID-19. La norma introduce la possibilità che gli importi sospesi possano essere versati per il 50% in un'unica soluzione entro il 16 settembre o mediante rateizzazione, fino ad un massimo di quattro rate di pari importo a partire dal 16 settembre 2020. Il versamento del restante 50% può essere effettuato, senza applicazione di sanzioni e interessi, mediante rateizzazione, fino ad un massimo di ventiquattro rate mensili di pari importo, con il versamento della prima rata entro il 16 gennaio 2021.

L'articolo 97-bis, introdotto al Senato, prevede che per il 2021, con riferimento al precedente periodo d'imposta, i contribuenti possono destinare il 2 per mille della propria IRPEF a favore di una associazione culturale iscritta in un elenco appositamente istituito presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri.

L'articolo 98 proroga al 30 aprile 2021 il termine di versamento della seconda o unica rata dell'acconto delle imposte sui redditi e dell'IRAP, dovuto per il periodo d'imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2019, per i soggetti tenuti all'applicazione degli indici di affidabilità fiscale (ISA), per i contribuenti che applicano i regimi forfetari o di vantaggio, per coloro che partecipano a società, associazioni e imprese con redditi prodotti in forma associata, nonché a quelle che consentono di optare per il regime di cd. trasparenza fiscale. La proroga è limitata ai soli contribuenti che hanno subito una diminuzione del fatturato o dei corrispettivi di almeno il 33 per cento nel primo semestre dell'anno 2020 rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.

L'articolo 98-bis, introdotto al Senato, riconosce ai soggetti tenuti all'applicazione degli Indici di affidabilità fiscale (Isa), che hanno subito una diminuzione del fatturato o dei corrispettivi di almeno il 33 per cento, di poter regolarizzare, senza sanzioni, entro il 30 ottobre 2020 i versamenti dovuti e non versati.

L'articolo 99 proroga dal 31 agosto al 15 ottobre 2020 i termini di sospensione di versamenti di somme derivanti da cartelle di pagamento, accertamenti esecutivi, accertamenti esecutivi doganali, ingiunzioni fiscali degli enti territoriali e accertamenti esecutivi degli enti locali.

L'articolo 100 detta una serie di disposizioni relative alle concessioni del demanio marittimo, lacuale e fluviale.

L'articolo 101 dispone la proroga dei termini del pagamento della seconda restante rata, una tantum, dell'offerta economica a carico della società aggiudicatrice della gara per la concessione della gestione dei giochi numerici a totalizzatore nazionale. La data per la stipula della nuova convenzione viene fissata al 1° dicembre 2021.

L'articolo 102 attribuisce all'Agenzia delle dogane e dei monopoli il potere di ordinare ai fornitori di connettività alla rete internet ovvero ai gestori di altre reti telematiche o di telecomunicazione, o agli operatori che forniscono servizi telematici o di telecomunicazione, la rimozione delle iniziative di chiunque offra o pubblicizzi prodotti o servizi, secondo modalità non conformi a quelle definite dalle norme vigenti nei citati settori.

L'articolo 103 autorizza la costituzione, con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, di una apposita società in house - avente come socio unico l'Agenzia delle dogane e dei monopoli - per lo svolgimento di alcuni servizi con criteri imprenditoriali, in particolare la certificazione di qualità dei prodotti e l'uso del certificato del bollino di qualità.

L'articolo 104 apporta una serie di modificazioni all'articolo 110 del Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza (TULPS), aventi l'obiettivo di rendere gli apparecchi da divertimento senza vincite in denaro non utilizzabili fraudolentemente come apparecchi con vincita in denaro.

L'articolo 105 stabilisce che le risorse già previste per l'istituzione di premi speciali associati alla lotteria degli scontrini siano interamente destinate alle spese amministrative e di comunicazione connesse alla medesima lotteria.

L'articolo 106 detta norme in materia di rivalutazione agevolata dei beni delle cooperative agricole.

L'articolo 107 proroga dal 31 luglio al 31 ottobre 2020 il termine per il versamento della tassa automobilistica, senza l'applicazione di sanzioni e interessi, per i veicoli concessi in locazione a lungo termine senza conducente.

L'articolo 108 chiarisce che la maggiorazione dell'IMU sulle abitazioni principali di lusso, sui fabbricati merce e sui fabbricati appartenenti al gruppo catastale D, per i comuni che l'hanno già adottata e confermata negli anni precedenti, non può eccedere lo 0,08 per cento.

L'articolo 110 prevede, a favore delle società di capitali e degli enti commerciali che non adottano i principi contabili internazionali, la possibilità di effettuare la rivalutazione dei beni d'impresa e delle partecipazioni risultanti dal bilancio dell'esercizio in corso al 31 dicembre 2019.

L'articolo 111 modifica la disciplina del versamento diretto delle entrate degli enti locali, ai sensi della quale tutte le somme a qualsiasi titolo riscosse appartenenti agli enti locali affluiscono direttamente alla tesoreria dell'ente.

L'articolo 112 prevede il raddoppio, per il solo periodo di imposta 2020, del limite di esenzione dall'IRPEF per i beni ceduti e i servizi prestati al lavoratore (da 258,23 euro a 516,46 euro).

L'articolo 113 modifica l'articolo 3, comma 3, del decreto legislativo n. 49 del 2020, chiarendo che l'istanza di apertura di procedura amichevole di risoluzione delle controversie in materia fiscale nell'Unione europea non può essere presentata qualora sulla questione controversa sia intervenuta una sentenza passata in giudicato.

L'articolo 113-bis reca la consueta clausola di salvaguardia per le regioni a statuto speciale e le province autonome di Trento e di Bolzano, prevedendo che le disposizioni del decreto-legge si applicano compatibilmente con le norme dei rispettivi statuti e le relative disposizioni di attuazione.

L'articolo 114 reca le norme di copertura finanziaria.