XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 470 di mercoledì 17 marzo 2021

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ETTORE ROSATO

La seduta comincia alle 15.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

ALESSANDRO COLUCCI, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 3 marzo 2021.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno la Ministra per il Sud e la coesione territoriale, il Ministro della Difesa e il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali.

Invito gli oratori a un rigoroso rispetto dei tempi, anche considerata la diretta televisiva.

(Iniziative per l'implementazione delle zone economiche speciali, con particolare riferimento alla nomina dei relativi commissari straordinari – n. 3-02106)

PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Cannizzaro ed altri n. 3-02106 (Vedi l'allegato A).

Chiedo al deputato Cannizzaro se intenda illustrare la sua interrogazione o se si riservi di intervenire in sede di replica.

FRANCESCO CANNIZZARO (FI). Grazie, Presidente. Grazie, onorevole Ministro Carfagna, per la sua presenza in Aula. Signor Ministro, per rilanciare il Mezzogiorno servono risposte immediate e concrete, lo sappiamo entrambi, fatti concreti, per dare slancio soprattutto alle imprese, e quindi anche all'occupazione. Le zone economiche speciali, come sappiamo istituite oramai quattro anni fa, non sono state mai rese operative; pertanto siamo qui, assieme ai colleghi di Forza Italia, per chiederle di avviare e di mettere in campo tutte le necessarie attività affinché questo processo si possa velocizzare e concretizzare, soprattutto per la nomina dei commissari in quei contesti dove il ruolo ancora risulta vacante.

PRESIDENTE. La Ministra per il Sud e la coesione territoriale, onorevole Maria Rosaria Carfagna, ha facoltà di rispondere.

MARIA ROSARIA CARFAGNA, Ministra per il Sud e la coesione territoriale. Signor Presidente, onorevoli colleghi, desidero innanzitutto ringraziare l'onorevole Cannizzaro, che ha sollevato il tema delle ZES, consentendomi di riferire al Parlamento sulle iniziative ed azioni che sin da queste prime settimane di Governo ho assunto nella piena consapevolezza della centralità di questo istituto nell'ambito delle politiche di coesione.

Sebbene siano state istituite, come ricordato, nel 2017 e siano caratterizzate da una disciplina di vantaggio fiscale e di semplificazione amministrativa, che dovrebbe essere attrattiva per nuovi insediamenti imprenditoriali, le ZES di fatto non hanno soddisfatto le aspettative.

Ad oggi risultano istituite le ZES Calabria, Campania, Interregionale Ionica, Interregionale Adriatica, Sicilia occidentale, Sicilia orientale e Abruzzo. Tuttavia, sono stati nominati solo due commissari: per la ZES Calabria e per la ZES di Taranto. Nelle altre, oltre ai commissari, mancano anche i comitati di indirizzo; nella ZES interregionale Adriatica manca il rappresentante della Presidenza del Consiglio dei Ministri nel comitato di indirizzo.

Dinanzi a questo quadro, mi sono immediatamente attivata e ho avviato la procedura per la nomina del commissario ZES in Abruzzo, nonché le necessarie interlocuzioni con i presidenti delle regioni interessate per arrivare in tempi brevissimi a queste nomine, che vorrei fossero condivise e puntassero a qualità, competenza e capacità.

In proposito, tengo ad evidenziare che la scorsa settimana, grazie ad un'intensa interlocuzione che ho avviato con il presidente della regione, anche la Sardegna ha adottato una deliberazione con cui ha approvato l'aggiornamento del Piano di sviluppo strategico, così eliminando ogni ostacolo alla istituzione della predetta ZES.

In parallelo a questa azione politica, ne sto portando avanti un'altra ben più ambiziosa per elaborare un testo di riforma delle ZES, nella prospettiva di dare finalmente un forte impulso al decollo di questi importanti poli di attrazione imprenditoriale. Intendiamo eliminare ostacoli e lentezze con un intervento normativo volto, da un lato, a rafforzare la figura del commissario, dall'altro, a semplificare ulteriormente le procedure e rafforzare i benefici fiscali già esistenti per consentire alle ZES, dopo quasi quattro anni dalla loro introduzione, una operatività capace di portare nelle aree svantaggiate d'Italia sviluppo imprenditoriale, lavoro, riduzione del gender gap e nuove prospettive per i giovani e per le donne.

Allo stesso tempo, ritengo fondamentale potenziare gli investimenti infrastrutturali e, in questa ottica, abbiamo deciso di destinare 600 milioni di euro per l'infrastrutturazione delle ZES attraverso una rimodulazione degli interventi all'interno della missione 5 del PNRR, al fine di assicurare, per queste aree, opere di urbanizzazione primaria, di connessione alla rete stradale e ferroviaria e di eliminazione dei colli di bottiglia nel passaggio dalle aree portuali e retroportuali alla ZES. Sarà, però, necessario un maggior coordinamento progettuale strategico tra le regioni e il commissario stesso, così da garantire, a differenza di quanto accaduto in passato, coerenza e sinergia tra le diverse azioni.

Le potenzialità ci sono, occorre perseguirle con tenacia ed è quello che abbiamo intenzione di fare (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Il deputato Cannizzaro ha facoltà di replicare.

FRANCESCO CANNIZZARO (FI). Grazie, Presidente. Grazie, onorevole Ministro, le dico subito che ci riteniamo assolutamente soddisfatti rispetto a questa relazione, ma, conoscendo la sua velocità d'azione e il suo pragmatismo, non vi erano assolutamente dubbi.

Accogliamo favorevolmente e con grande entusiasmo l'annuncio dei 600 milioni destinati alla infrastrutturazione delle ZES: è una notizia bellissima, oltre che importantissima. Semplificare le procedure e rafforzare i benefici fiscali esistenti è il punto fondamentale da cui poter e dover partire per rendere operative le zone economiche speciali.

Il rafforzamento del ruolo dei commissari, magari anche con l'attribuzione attraverso un'attività normativa della figura del commissario che potrebbe acquisire maggiori poteri, credo che sia altrettanto significativo, perché va ad eliminare le lentezze burocratiche e tutti gli ostacoli che, fino adesso, si sono riscontrati.

La ringrazio per aver voluto mettere al centro della sua risposta, della sua relazione il ruolo fondamentale delle regioni, soprattutto, nel momento in cui saranno chiamate a coordinare la progettualità strategica rispetto all'operatività delle zone economiche speciali.

Signor Ministro, la ringrazio per questa esaustiva relazione e le anticipo che noi continueremo ad essere al suo fianco su quella che è l'azione anche rispetto alla velocità con cui lei intenderà avviare e concretizzare queste procedure. Lo faccio a nome e per conto del partito di Forza Italia, ma sono convinto dell'intero Parlamento, che oggi è chiamato, con grande dovere e senso di responsabilità, a dare maggiore forza, maggiore energia, maggiore concretezza ad una parte del Paese, evidentemente, quella del Mezzogiorno; e, rispetto alle zone economiche speciali, io credo che il Mezzogiorno potrà anche ripartire da questi punti cardine che lei, in maniera esaustiva, ha ben elencato.

La ringrazio per il pragmatismo che già, da poche settimane, da capo del Ministero più importante per il rilancio del nostro Paese, per noi e il Mezzogiorno, ha voluto immaginare. Grazie e buon lavoro (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

(Iniziative volte a destinare alle aree del Mezzogiorno una quota superiore al 34 per cento delle risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza - n. 3-02107)

PRESIDENTE. La deputata Francesca Galizia ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02107 (Vedi l'allegato A).

FRANCESCA GALIZIA (M5S). Grazie, Presidente. Signora Ministra, il Piano nazionale di ripresa e resilienza è sicuramente uno strumento utilissimo, che dovrà essere utilizzato per ridurre quello che è lo storico divario infrastrutturale del nostro Paese. La crescita del nostro Sud deve essere un obiettivo prioritario nel Piano di ripresa e resilienza per diversi motivi: innanzitutto, per la significatività dei divari interni al Paese, che, di fatto, in base ai criteri comunitari con cui sono stati ripartiti i soldi, diventa un elemento importante; e poi, indubbiamente, per motivi di uguaglianza fra i cittadini, nel rispetto del dettato costituzionale; e non da ultimo, per motivi di efficienza economica, dato che gli investimenti nel Mezzogiorno, come sa, hanno un moltiplicatore più alto, che, ovviamente, ha un impatto più importante su quella che è la produttività nell'intero sistema economico nazionale. Se cresce il Sud, ovviamente, cresce tutto il nostro Paese. E quindi è fondamentale che, anche per le risorse del PNRR, si debba destinare almeno il 34 per cento degli investimenti nel Sud. Considerato che qui la popolazione è anche superiore al 34 per cento del totale della popolazione italiana e che la clausola impone alle amministrazioni centrali di destinare alle regioni meridionali una quota di spesa ordinaria superiore, le volevo chiedere quali iniziative lei intenda portare avanti affinché si spenda una quota superiore a quella del 34 per cento delle risorse complessive del PNRR.

PRESIDENTE. La Ministra per il Sud e la coesione territoriale, Maria Rosaria Carfagna, ha facoltà di rispondere.

MARIA ROSARIA CARFAGNA, Ministra per il Sud e la coesione territoriale. Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, come sottolineato ieri nel corso della mia audizione alle Commissioni riunite di Camera e Senato, nell'attuale bozza del PNRR non si rinviene un capitolo dedicato al Sud. Lo sviluppo del Mezzogiorno è stato considerato come un obiettivo di carattere trasversale, ma possiamo rischiare che questa impostazione del PNRR indebolisca nei fatti la misura degli interventi destinati al Sud. Per questa ragione, sin dai primi giorni del mio mandato, d'intesa con il MEF, ho deciso di svolgere un'operazione trasparenza per individuare, nell'ambito delle diverse missioni e con l'ausilio dei Ministri competenti, gli interventi e l'entità dei relativi finanziamenti destinati al Mezzogiorno. Si tratta di un'attività ricognitiva, propedeutica ad un attento e costante monitoraggio sulla ripartizione degli investimenti secondo il criterio che considero necessario, ma non sufficiente, del 34 per cento.

Sul punto, condivido appieno le parole del Ministro Franco, che, rispondendo alle domande in audizione, lo scorso 8 marzo, si è espresso nel senso che la quota del 34 per cento di risorse del PNRR per il Sud debba essere perseguita e che, anzi, occorrerebbe andare oltre.

Dalla verifica che è ancora in corso, abbiamo potuto verificare che, per esempio, sulle infrastrutture, tra opere ferroviarie, manutenzione stradale, investimenti nei porti e nella digitalizzazione dei sistemi logistici e degli aeroporti, il Sud dovrebbe intercettare circa il 50 per cento degli investimenti, oltre 15 miliardi e mezzo su 31, con una punta dell'83 per cento per la cosiddetta manutenzione stradale 4.0. Con riferimento alla transizione ecologica, risulta destinato al Sud il 48 per cento in ambito agricolo, il 50 per cento sul trasporto urbano sostenibile. Questi primi dati in nostro possesso mi rendono ottimista sull'effettiva possibilità di riuscire a superare la quota del 34 per cento delle risorse complessive stanziate nel Piano.

Ribadisco, tuttavia, che la vera svolta per il corretto impiego delle risorse al Sud deve discendere dalla definizione delle strategie ex ante, dall'innalzamento della qualità della progettazione e dall'effettiva capacità di realizzazione delle stesse: un approccio estremamente pragmatico, che ci deve indurre all'abbandono di logiche puramente rivendicazioniste, in un'epoca in cui, in luogo della contrapposizione, si deve privilegiare la ricerca dell'unità di intenti.

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il deputato Dedalo Cosimo Gaetano Pignatone.

DEDALO COSIMO GAETANO PIGNATONE (M5S). Grazie, Presidente. Grazie, Ministra, per la risposta esaustiva, chiara. Infatti, oggi è prioritario affrontare le emergenze, ma anche immaginare e progettare insieme il futuro dell'Italia, con le risorse previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza. Per progettare il futuro, dobbiamo avere chiara la visione del Paese che vogliamo ed elaborare le strategie migliori per far crescere le diverse aree. Ed è proprio all'interno di questo orizzonte che dobbiamo affrontare il tema dello sviluppo del Mezzogiorno. Ministro, io ritengo che ad affrontare il tema legato allo sviluppo del Mezzogiorno non debbano essere soltanto i parlamentari provenienti da quest'area, ma lo sviluppo del Meridione è un tema che deve coinvolgere tutti i parlamentari italiani: non esistono cittadini di “serie A” e di “serie B” (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Per far uscire l'Italia da questa crisi, dobbiamo investire su tutto il Paese. Gli stessi dati economici, così come confermati dallo Svimez, hanno evidenziato come la spesa di investimenti effettuata al Sud si caratterizza per un moltiplicatore economico più alto; quindi, per ogni euro investito al Sud, c'è un maggior vantaggio economico, rispetto a quelli investiti in altre aree.

Ministro, prendo atto della sua risposta, che va nel senso da noi auspicato, cioè sorreggere lo sviluppo economico dell'Italia intera, sia confermando l'investimento del 34 per cento delle risorse, ma, anzi, aumentandole. Dev'essere questo il nostro obiettivo, spingere per un aumento di questa percentuale, perché il Sud rappresenta la marcia in più che serve all'Italia per la rinascita, per la crescita, per mantenere i primi posti all'interno del manifesto economico globale.

Infine, Ministro, mi permetto di evidenziare come all'interno dello stesso Paese non è più tollerabile una disparità nei livelli essenziali delle prestazioni. Compito della Repubblica - di conseguenza nostro - è quello di garantire a tutti i cittadini in ugual misura parità di diritti nell'istruzione, sanità, servizi pubblici e trasporti…

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Pignatone…

DEDALO COSIMO GAETANO PIGNATONE (M5S). … nell'assistenza e nella disabilità. Sono indicatori collegati…

PRESIDENTE. Grazie, molte grazie.

DEDALO COSIMO GAETANO PIGNATONE (M5S). … al godimento di diritti civili e sociali.

(Iniziative volte a sospendere le procedure di recupero forzoso relative agli alloggi di servizio del Ministero della Difesa – n. 3-02108)

PRESIDENTE. Il deputato Andrea Frailis ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02108 (Vedi l'allegato A).

ANDREA FRAILIS (PD). Signor Ministro, questa interrogazione, di cui sono primo firmatario, intende dare continuità ed efficacia all'ordine del giorno accolto dal Governo il 23 febbraio del 2021. In pratica, estende agli alloggi militari una sospensione degli atti di recupero forzoso fino al 30 giugno 2021 anche nei confronti di conduttori titolari di concessione scaduta. Le do atto, signor Ministro, che, accogliendo il nostro ordine del giorno, il Governo ha riconosciuto la necessità di questo intervento.

Stiamo parlando di categorie socialmente molto deboli, vedove, familiari a basso reddito, portatori di gravi handicap nel nucleo familiare e nessuna proprietà immobiliare nel territorio nazionale. La ringrazio, signor Ministro, per l'attenzione che ha dimostrato di voler riservare a queste problematiche, venendo a riferirne con sollecitudine in Aula.

PRESIDENTE. Il Ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, ha facoltà di rispondere. Prego, signor Ministro.

LORENZO GUERINI, Ministro della Difesa. Grazie, Presidente. Come evidenziato nelle premesse dell'atto dell'onorevole interrogante, la Camera dei deputati ha approvato l'ordine del giorno n. 9/2845-A/1, con il quale si è inteso impegnare il Governo a procrastinare alla data del 30 giugno 2021 l'esecuzione delle procedure di recupero degli alloggi di servizio nei confronti dei conduttori, di cui all'articolo 306 del decreto legislativo n. 66 del 2010. L'indirizzo espresso dal Parlamento è finalizzato a prevenire condizioni di emergenza abitativa, derivanti dalle criticità sociosanitarie, causate dal protrarsi della pandemia.

Appare necessario in questa sede enunciare, seppure per sommi capi, gli articoli di interesse per una migliore comprensione dei fatti, nonché per avere un quadro di riferimento normativo certo. Nel caso oggi in discussione, infatti, occorre precisare che la norma chiave è l'articolo 286, comma 3, del decreto legislativo n. 66, che stabilisce, relativamente alle categorie degli utenti non aventi titolo alla concessione dell'alloggio, cioè i cosiddetti sine titulo non protetti, un generale obbligo di rilascio, pur consentendo all'amministrazione la facoltà di concedere proroghe temporanee, secondo le modalità definite con il regolamento. In questo ambito, altra norma di interesse è l'articolo 333 del testo unico dell'ordinamento militare, che, relativamente alla tempistica degli alloggi condotti da utenti sine titulo non protetti, non prevede che la data di rilascio sia predeterminata per legge. In buona sostanza, da quanto esposto, è la stessa legge a prevedere la possibilità per l'amministrazione di concedere proroghe, ancorché dettate da condizioni di eccezionalità, quali quelle appunto riconducibili all'attuale fase di emergenza pandemica.

Fatto questo doveroso inquadramento giuridico, per quel che riguarda il merito del quesito posto, in considerazione della chiarezza del dettato normativo, tenuto conto altresì dell'orientamento espresso dalla Camera dei deputati nella seduta del 23 febbraio citata attraverso l'approvazione dell'ordine del giorno e considerato altresì che la particolarità delle norme di settore assegna alle Forze armate un'esclusiva e diretta competenza in materia, ho già trasmesso le opportune direttive agli stati maggiori di Forza armata, impegnandoli ad effettuare una approfondita valutazione dei casi che possono rientrare nell'emergenza sociosanitaria di cui trattasi, prevedendo la proroga fino al 30 giugno 2021 degli atti di recupero forzoso degli alloggi di servizio, in piena attuazione di quanto stabilito dal Parlamento.

PRESIDENTE. Il deputato Andrea Frailis ha facoltà di replicare.

ANDREA FRAILIS (PD). Grazie, Presidente. Grazie signor Ministro, io mi ritengo soddisfatto della sua risposta. Vorrei aggiungere una precisazione: il Ministero della Difesa ha facoltà per legge di aggiornare periodicamente - al momento ogni due anni - con un proprio decreto ministeriale, i criteri con cui gestire il patrimonio abitativo del Ministero. Mi auguro che il prossimo decreto sia in grado di migliorare la situazione, dandosi l'obiettivo di realizzare una politica abitativa che risponda alle esigenze del personale da ogni punto di vista.

Sul patrimonio abitativo è necessario investire di più e meglio, signor Ministro, per realizzare una vera politica abitativa, costruita su numeri significativamente più grandi. Di fatto, nel nostro Paese, molti enti pubblici e di diritto pubblico, ma anche privati, hanno messo in campo interventi di varia natura. La Difesa non dispone attualmente di un patrimonio abitativo in grado di corrispondere compiutamente alle esigenze del personale.

La situazione è resa ancora più grave considerando che un terzo del patrimonio esistente, di per sé già largamente insufficiente (cioè 5.364 alloggi su un totale di circa 16.000) sono vuoti e non assegnabili per mancanza di manutenzione. I cosiddetti sine titulo di cui abbiamo parlato corrispondono un canone di occupazione sufficiente, se destinato al ripristino degli alloggi vuoti e a sostenere il fabbisogno finanziario per renderli tutti assegnabili nell'arco di un biennio.

(Iniziative volte a rivedere la disciplina dei contratti di lavoro, con particolare riferimento alla possibilità di ricorrere a forme contrattuali a progetto – n. 3-02109)

PRESIDENTE. Il deputato Camillo D'Alessandro ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02109 (Vedi l'allegato A).

CAMILLO D'ALESSANDRO (IV). Grazie Presidente, grazie Ministro. In nome della “politica del balcone”, Ministro, si voleva abrogare la povertà, così come, con il “decreto Dignità”, si volevano trasformare in contratti a tempo indeterminato tutti i contratti a termine. I dati reali, purtroppo, hanno dimostrato il contrario e stiamo in un passaggio complicato, ma carico anche di opportunità per il processo di trasformazione al digitale e di trasformazione energetica ed ecologica del nostro sistema produttivo. Anche questa norma non ha trovato rispondenza e ha creato piuttosto l'effetto contrario - oggi segniamo, con l'ultimo dato Istat, 456.000 posti di lavoro -, quindi noi le chiediamo quali iniziative intende assumere per superare il “decreto Dignità”.

PRESIDENTE. Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali, Andrea Orlando, ha facoltà di rispondere.

ANDREA ORLANDO, Ministro del Lavoro e delle politiche sociali. Grazie, signor Presidente. Onorevole D'Alessandro, il quesito posto da lei affronta un tema di indubbia centralità e di evidente delicatezza che riguarda essenzialmente gli effetti della crisi pandemica sull'occupazione.

Il perpetuarsi della pandemia ha, infatti, determinato la necessità di prevedere deroghe normative all'impianto vigente in materia di contratto di lavoro, al fine di garantire un perimetro di protezione dei lavoratori e dei livelli occupazionali il più ampio possibile. Con la legge di bilancio 2021 è stata prevista la proroga della misura contenuta nell'articolo 93 del “decreto Rilancio”, che stabilisce la possibilità di rinnovare o prorogare i contratti di lavoro subordinato a tempo determinato anche in assenza delle causali previste dal decreto cosiddetto Dignità. Di fatto, quindi, questa agevolazione è stata prorogata al 31 marzo del 2021.

In queste ore, è oggetto di valutazione da parte del Governo l'ipotesi di un'ulteriore proroga di tale misura, che consenta alle imprese e ai lavoratori di continuare a usufruire di un'agevolazione per i contratti a termine, coincidente con il perdurare dello stato di emergenza in coerenza con le altre misure emergenziali adottate a protezione dell'occupazione.

In un'ottica di medio periodo e di lungo periodo certamente occorre soffermarsi sulla disciplina concernente il mercato del lavoro e le relative tipologie contrattuali, anche al fine di un efficace adattamento delle trasformazioni strutturali in atto.

Certamente, uno dei principali meriti del Jobs Act è stato quello di ridurre la selva contrattuale e il tentativo di superare il lavoro a progetto, offrendo delle soluzioni diverse. Per questo, nutro delle riserve, anche sul piano del metodo, circa una reintroduzione spot, al di fuori di un contesto di riforma sistemica, di singole tipologie contrattuali.

Terminata la pandemia, occorre invece fare una valutazione più complessiva, il più possibile ragionata, sulle nuove dinamiche del mercato del lavoro e sulle sue esigenze. È necessario, insomma, allargare il sistema delle protezioni dei lavori in un'ottica di tutela della dignità della persona che garantisca, al contempo, all'impresa l'utilizzo flessibile della manodopera. Proprio su questo è necessario concentrare gli indirizzi di riforma, auspicando in questo modo che il Parlamento contribuisca alla definizione di proposte organiche di soluzioni efficaci e quanto più possibile condivise.

Per quanto riguarda il tema prioritario dell'occupazione giovanile evocato nel quesito dall'onorevole D'Alessandro, ritengo che il programma Next Generation EU possa essere il vettore principale per facilitare gli investimenti in capitale umano, precondizione indispensabile per l'ingresso dei giovani nel mondo del lavoro e per garantire loro la prospettiva di un lavoro di qualità all'altezza delle loro prospettive. Il tema dell'occupazione giovanile è, peraltro, connesso alle politiche attive della creazione di un circuito virtuoso tra istruzione e formazione e mondo produttivo, tanto più decisivo in questo momento storico così critico.

PRESIDENTE. Il deputato, onorevole Gianfranco Librandi ha facoltà di replicare.

GIANFRANCO LIBRANDI (IV). Ringrazio il Ministro per la sua risposta. Apprezziamo l'impegno del Governo con il quale intendiamo collaborare e trovare soluzioni per favorire l'occupazione e, in particolare, tutelare i giovani lavoratori.

Bisogna superare gli ostacoli di un impianto normativo troppo rigido, non adeguato alla velocità delle nuove azioni tecnologiche, alle trasformazioni del mercato del lavoro, alle esigenze delle aziende italiane che stanno affrontando con tenacia e coraggio la crisi in corso. Pertanto, chiediamo un aggiornamento del “decreto Dignità”, al fine di correggerne le lacune con maggiori garanzie e tutele.

Il simultaneo calo di occupazione e disoccupazione pone questioni che riguardano al contempo lavoratori e datori di lavoro, perché per ogni cittadino senza lavoro e non inserito in un percorso di formazione c'è un'impresa che perde un pezzo di produttività immediata o potenziale.

In questa situazione di crisi, offrire alle aziende la possibilità di assumere a progetto risulta uno dei pochi metodi per stimolare il lavoro senza gravare eccessivamente sulle esigenze di bilancio, incentivando le nuove assunzioni e sostenendo il sistema produttivo.

La riforma Fornero aveva modificato la disciplina del lavoro a progetto per evitarne un utilizzo improprio. Tuttavia, in una situazione in cui i mutamenti del lavoro spingono sempre di più la prestazione lavorativa verso un progetto di lavoro, si ritiene utile una reintroduzione di questa forma contrattuale - io sono un imprenditore e le garantisco che un progetto di un anno, anche con le proroghe, non va bene, non è in sintonia con i lavori, con le nuove attività e con le nuove idee delle aziende -, recuperando le maggiori garanzie e tutele di cui disponevamo rispetto ai contratti di collaborazione coordinata e continuativa, in particolare in materia di retribuzioni, gravidanza, malattia e infortuni.

Questa proposta, la settimana corta di lavoro a parità di salario, proposta di legge presentata l'11 maggio 2020, e la condivisione degli utili con i lavoratori per aumentare la produttività e l'efficienza costituiscono le nostre priorità per il rilancio del lavoro, attraverso le quali vogliamo dare il nostro contributo alle iniziative del Ministro e del Governo.

(Iniziative finalizzate a modificare le disposizioni in tema di contratto di lavoro a tempo determinato recate dal decreto-legge n. 87 del 2018 (cosiddetto decreto Dignità) – n. 3-02110)

PRESIDENTE. Il deputato Federico Mollicone ha facoltà di illustrare l'interrogazione Lollobrigida ed altri n. 3-02110 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Presidente, Ministro Orlando, onorevoli colleghi, la disoccupazione è salita al 9,7 per cento, chiuderanno quasi 70 mila aziende, sono stati persi migliaia di posti di lavoro e il cosiddetto decreto Dignità ha aggravato questa situazione, lo dice l'INPS non Fratelli d'Italia. Le norme sui contratti a tempo determinato hanno reso più difficile garantire l'occupazione e i datori di lavoro sono spinti a stipulare contratti che non vanno oltre i 12 mesi.

Chiediamo, quindi, quali iniziative urgenti intenda adottare il Governo per modificare le norme sul contratto a tempo determinato previste nel cosiddetto decreto Dignità, alla luce di un altro assurdo lockdown che rischia di essere il colpo di grazia all'economia italiana (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali, Andrea Orlando, ha facoltà di rispondere.

ANDREA ORLANDO, Ministro del Lavoro e delle politiche sociali. Credo che il tema sia già stato, onorevole Mollicone, in parte affrontato rispondendo al precedente quesito, ed è un tema di assoluta qualità e di evidente delicatezza, anche perché riguarda essenzialmente gli effetti della crisi pandemica. Le misure già adottate nel corso della pandemia e quelle che il Governo si appresta ad emanare hanno contribuito a ridurre l'impatto della crisi dal punto di vista occupazionale al fine di salvaguardare il più possibile la capacità produttiva e tutelare i livelli occupazionali esistenti e il reddito dei lavoratori. Queste misure hanno in parte, seppure temporaneamente, attenuato gli effetti della crisi. A fronte di una riduzione del PIL, nel 2020, di poco meno del 9 per cento, il tasso di occupazione, infatti, è calato a dicembre di meno di un punto rispetto all'anno precedente; naturalmente, questo non può sollevarci e chiaramente vanno assunte altre iniziative. È, tuttavia, chiaro che, nel perdurare di misure di carattere eccezionale, anche l'attuazione del “decreto Dignità” non possa che essere messa tra parentesi, per poi consentire, alla luce anche degli effetti sul mercato del lavoro, quelli strutturali, all'indomani della pandemia, di fare una ricognizione, una riflessione di carattere più complessivo, che non è precluso che possa incominciare da subito ma che non può che esplicarsi soltanto nel momento in cui avremo chiaro l'insieme dei fattori che si sono modificati nel corso di questi mesi.

PRESIDENTE. L'onorevole Walter Rizzetto ha facoltà di replicare.

WALTER RIZZETTO (FDI). Grazie, Presidente. Grazie, Ministro Orlando, e buon lavoro rispetto a quanto vorrà fare. Con questo però, Ministro, le ricordo: le pare normale un Paese laddove il rinnovo del contratto sia oneroso, come dice il “decreto Dignità”? Le pare normale che il “decreto Dignità” vada a colpire il tempo determinato e non favorisca di fatto - lei lo sa - la stabilizzazione? Vede, Ministro, i precari non sono soltanto dentro al contratto a tempo determinato; i precari sono ovunque. Ricordiamo - apro e chiudo parentesi, Presidente - giovani che oggi guadagnano 2,5 euro grazie alle gare al massimo ribasso, Ministro (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Il problema del “decreto Dignità” non è bloccare il tempo determinato ma favorire la transizione al tempo indeterminato. Invece, questi lavoratori, grazie, purtroppo, al “decreto Dignità”, dopo 12-24 mesi vanno a casa; un'Europa sempre più ingiusta perché un lavoratore in Ungheria e in Polonia costa esattamente il 70 per cento in meno rispetto a casa nostra. Un'Italia completamente ingiusta visto che continuate a fare accordi con la Cina che va a massacrare le nostre aziende in questo senso (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Ministro, io capisco la sua buona fede, ma andiamo fuori dai cancelli di Whirlpool e della Bekaert, che vanno a delocalizzare in Europa; andiamo a fare questi discorsi a loro visto che qualcuno da un balcone, qualche tempo fa, aveva detto di avere abolito la povertà. È un insulto ai lavoratori! Gli utili delle multinazionali diamoli, condividiamoli a questo punto - facciamolo subito - con i lavoratori. Per poi parlare, Ministro, della confusione, delle clausole che il “decreto Dignità” reca in suo seno, considerato il fatto che ci saranno e ci sono molti contenziosi. Chi crea lavoro - e concludo, ringraziandola - in Italia, Presidente, Ministro, sono le piccole e medie imprese, sono i nostri imprenditori (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), non sicuramente oggi, purtroppo, i centri per l'impiego, con il “decreto Dignità” che mette loro un bastone fra le ruote. Allora, Ministro, il “decreto Dignità” deve essere modificato oggi. Corra assieme ai nostri piccoli e medi imprenditori. Tutti quanti gliene saremo grati (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

(Iniziative di competenza per consentire la fruizione degli ammortizzatori sociali ai lavoratori della società Officine meccaniche Giovanni Cerutti – n. 3-02111)

PRESIDENTE. Il deputato Federico Fornaro ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02111 (Vedi l'allegato A).

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, Presidente. Signor Ministro, le Officine meccaniche Cerutti è una società per azioni con sedi produttive sia a Casale Monferrato, in provincia di Alessandria, sia a Vercelli. Il 31 agosto 2020 il tribunale di Vercelli, a seguito delle istanze depositate da due società in concordato, le Officine meccaniche e la Cerutti Packaging, ha autorizzato la costituzione di una newco. Da quattro settimane i lavoratori sono in presidio permanente all'interno dell'azienda. Il 18 marzo 2021 scadrà la cassa integrazione per cessazione d'azienda per 160 dipendenti, che non sono passati alla nuova società, e il 27 marzo scadrà la cassa integrazione per 130 dipendenti che sono nella newco, la quale ha attivato l'articolo 47 della legge n. 428 per recedere dall'affitto del ramo d'azienda e ha bloccato il completamento di una macchina già ordinata. Le chiediamo, quindi, quali iniziative di sua competenza intenda assumere per permettere l'accesso alla cassa integrazione per COVID-19 o a qualunque ammortizzatore sociale che consenta ai 290 lavoratori di attendere eventuali manifestazioni di interesse nei confronti di un'azienda specializzata che rappresenta un grande patrimonio per l'intera Nazione.

PRESIDENTE. Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali, Andrea Orlando, ha facoltà di rispondere.

ANDREA ORLANDO, Ministro del Lavoro e delle politiche sociali. Grazie Presidente. Onorevole Fornaro, la vicenda del gruppo Cerutti di Casale Monferrato e dei circa 300 dipendenti è da tempo all'attenzione delle istituzioni regionali e locali di quel territorio, delle parti sociali, nonché delle forze politiche, come conferma la sua un'interrogazione in Parlamento. Il Ministero, pertanto, è già stato informato e sta seguendo con preoccupazione l'evoluzione di questa complessa crisi aziendale. Come è noto, negli ultimi anni la situazione del gruppo è stata caratterizzata da frequenti momenti di crisi di carattere finanziario che hanno comportato, dapprima, l'utilizzo degli ammortizzatori sociali, fino alla decisione di cessare ogni attività. In passato, a quanto risulta, sono state rivolte al gruppo manifestazioni di interesse da parte di investitori internazionali che, però, poi non si sono concretizzate.

Per quanto riguarda gli ammortizzatori già erogati al gruppo, ricordo che l'impresa Officine meccaniche Giovanni Cerutti Spa, a seguito di verbali di accordo sottoscritti con le rappresentanze sindacali dei lavoratori presso il Ministero il 4 febbraio 2020 e il 24 marzo 2020, ha chiesto l'autorizzazione al trattamento straordinario di integrazione salariale per crisi aziendale, per cessazione di attività, per la durata di dodici mesi, ai sensi dell'articolo 44 del decreto-legge n. 109 del 2018. Successivamente, a seguito delle dichiarazioni di fallimento della società, la curatela ha presentato richiesta di subentro del fallimento nel programma CIGS per la cessazione di attività, a far data dalle dichiarazioni di fallimento e fino alla scadenza di questo ammortizzatore. L'impresa Cerutti Packaging Equipment Spa, anch'essa appartenente al gruppo Cerutti, ha ugualmente usufruito, a seguito di un accordo sottoscritto in data 4 febbraio 2020 presso il Ministero, del trattamento CIGS per crisi aziendale. Le società hanno altresì attivato la cassa integrazione per COVID per la durata complessiva di sei settimane, per effetto della quale vi è stata una dilazione temporale del termine della CIGS fino al 18 marzo 2021. Ad oggi, non risultano pervenute al Ministero ulteriori richieste di esame congiunto per l'eventuale ricorso ad ammortizzatori sociali, tenuto conto che le imprese sopramenzionate hanno già usufruito dei periodi di cassa integrazione straordinaria attualmente consentite dalla normativa vigente. Il 9 giugno 2020 si è giunti alla sottoscrizione di un accordo tra l'azienda e le parti sociali, dopo il quale risultavano esuberi per circa 160 lavoratori. Successivamente, si è costituita, con base operativa presso la sede di Casale, una newco, la cui proprietà è in quota parte delle precedenti società del gruppo, che ha consentito il reimpiego di 130 lavoratori. In data 15 febbraio 2021, si è tenuto il consiglio di amministrazione della newco, in occasione del quale la curatela ha comunicato di dover procedere alla messa in liquidazione del gruppo Cerutti Srl. Risulta che, in data 25 febbraio 2021, sia stata inviata alle organizzazioni sindacali la comunicazione di retrocessione dell'azienda. Assicuro in ogni caso la massima disponibilità a sostenere eventuali iniziative del Ministero dello Sviluppo economico al fine di avviare un confronto con le parti sociali e con i commissari per poter valutare tempestivamente ogni possibile percorso utile a tutelare la posizione dei lavoratori e delle loro famiglie.

PRESIDENTE. Il deputato Fornaro ha facoltà di replicare.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signor Ministro. È vero, la crisi della Cerutti arriva da lontano e lei ha correttamente esposto tutti i passaggi che hanno portato a questa situazione di difficoltà e di enorme preoccupazione per il futuro lavorativo e produttivo. Quello che le chiediamo ancora, con forza, è che non siano solo i lavoratori a pagare questa crisi, perché questo è il rischio vero che abbiamo di fronte. Quindi, credo che, al di là degli aspetti strettamente normativi, sia necessario convocare un tavolo ministeriale o interministeriale, anche col MiSE, e far sedere attorno a quel tavolo tutti i soggetti, compresi i curatori, per cercare delle soluzioni. Credo che lo dobbiamo ad oltre 290 famiglie, alla storia di questa azienda, che ha quasi cento anni e, soprattutto, lo dobbiamo ad un intero territorio. Quindi, quello che mi sento di ribadire in fase di replica, nel ringraziarla per la risposta e contando, certamente, sulla sua attenzione, è uno sforzo ulteriore, perché proprio in questi giorni scadranno tutti i termini e rischiamo di trovarci in una situazione di non ritorno che credo non possa ricadere, come dicevo prima, soltanto sui lavoratori.

(Iniziative di competenza per la salvaguardia dei livelli occupazionali e per la tutela reddituale dei lavoratori dell'azienda Officine meccaniche Giovanni Cerutti – n. 3-02112)

PRESIDENTE. Il deputato Giaccone ha facoltà di illustrare l'interrogazione Molinari ed altri n. 3-02112 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

ANDREA GIACCONE (LEGA). Grazie, Presidente. Beh, vediamo, come dire, che il tema è all'ordine del giorno, all'interesse di diverse forze politiche e del territorio, sostanzialmente. Parliamo di un'azienda, di un marchio storico, cent'anni nel 2020. Dopo varie vicissitudini, c'è stata la possibilità di fondare una newco, Gruppo Cerutti Srl, con sede a Casale Monferrato; dei 300 dipendenti occupati nelle sedi di Vercelli e di Casale precedentemente, 134 avrebbero dovuto operare nella nuova società. Bene, lo scorso 15 febbraio è giunta la comunicazione, da parte delle organizzazioni sindacali, che di fatto l'avventura di questa newco era già terminata. Quindi, le sorti dei dipendenti sono incerte.

Chiediamo al Governo se e quali iniziative di propria competenza intenda adottare con riguardo alla salvaguardia dei livelli occupazionali e alla tutela reddituale.

PRESIDENTE. Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali, Andrea Orlando, ha facoltà di rispondere.

ANDREA ORLANDO, Ministro del Lavoro e delle politiche sociali. Sì, credo di avere risposto in parte con l'interrogazione precedente, ma riprendendo il concetto, come lei ha ricordato, le organizzazioni sindacali hanno dato questa notizia, perché il 15 febbraio è stato il giorno in cui il consiglio di amministrazione ha comunicato che la newco era già finita, e risulta che il 25 febbraio sia stata inviata la lettera conseguente alle organizzazioni sindacali, dove la decisione veniva formalizzata. Il 2 marzo scorso si è tenuto il tavolo di crisi a livello regionale, nel quale la curatela ha confermato la volontà di procedere alla retrocessione d'azienda e di non poter richiedere ulteriori ammortizzatori sociali, stante l'onerosità degli stessi. è del tutto evidente che il Ministero del Lavoro, in assenza di iniziative proprie che attivino gli ammortizzatori sociali, non ha alcuno strumento diretto di intervento, anche se questo non significa disinteressarsi della vicenda: noi siamo per verificare ogni possibile strumento di legge a tutela dei lavoratori interessati e naturalmente per dare tutta la nostra collaborazione al Ministero dello Sviluppo economico al fine di avviare un confronto con le parti sociali e i commissari, per tutelare la posizione dei lavoratori ove si colgano le occasioni e le possibilità di interventi e di investimenti che consentano la ripresa dell'attività produttiva. Faremo la nostra parte e saremo sicuramente al fianco del Ministero dello Sviluppo economico su questo fronte.

PRESIDENTE. Il deputato Andrea Giaccone ha facoltà di replicare.

ANDREA GIACCONE (LEGA). Grazie, Presidente. Ringrazio il Ministro, per la risposta. Conosciamo, del resto, anche l'importante interessamento che è stato dato dalla regione Piemonte nel passato, per seguire le vicissitudini di questa situazione. è chiaro che occorre stabilire dei tavoli e puntare sugli stessi per far sì in primo luogo che vengano tutelate le 130 persone che rischiano di rimanere senza ammortizzatori e senza futuro, unitamente ai 170 lavoratori che sono già rimasti a casa dopo la chiusura dello stabilimento di Vercelli; e questo è un aspetto, ossia quello di tutelare i lavoratori per far sì che nessuno rimanga indietro; d'altro canto, occorre lavorare, in prospettiva, sostanzialmente in collaborazione con il Mise, e verificare quali possano essere tutte le soluzioni per rilanciare questo marchio storico, importantissimo per l'economia del casalese e del vercellese, due territori che già in passato sono stati duramente colpiti dalla crisi, e non meritano di avere altre crisi che si vanno a sommare a un pregresso già pesante.

(Iniziative volte a estendere agli enti del Terzo settore la disciplina di cui all'articolo 106 del decreto-legge n. 18 del 2020, in materia di svolgimento delle assemblee per l'approvazione dei bilanci di società e fondazioni – n. 3-02113)

PRESIDENTE. La deputata Emanuela Rossini ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02113 (Vedi l'allegato A).

EMANUELA ROSSINI (MISTO-MIN.LING.). Grazie, Presidente. Ministro, la questione che desidero porle riguarda il Terzo settore, in particolare tre tipologie di enti no-profit, quali le APS, le ONLUS e le organizzazioni di volontariato che sono rimaste escluse dalla possibilità di posticipare l'approvazione del bilancio entro 180 giorni dalla chiusura dell'esercizio, così come stabilito dal comma 8-bis dell'articolo 106 del decreto-legge n. 18 del 2020, che estende a tutte le fondazioni e le associazioni questa facoltà. Ora si è creata una disparità all'interno dello stesso mondo degli enti.

Le chiedo se non ritenga di poter intervenire, in un prossimo provvedimento, per eliminare tale disparità.

PRESIDENTE. Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali, onorevole Andrea Orlando, ha facoltà di rispondere.

ANDREA ORLANDO, Ministro del Lavoro e delle politiche sociali. Signor Presidente, onorevole Rossini, nella sua originaria formulazione, l'articolo 106 del decreto-legge n. 18 del 2020, e successive modificazioni, e con riferimento all'approvazione dei bilanci per l'anno 2019, prevede esclusivamente per le società, in deroga ai termini previsti dal codice civile, la possibilità, come lei ricordava, di convocare l'assemblea ordinaria per l'approvazione del bilancio entro 180 giorni dalla chiusura dell'esercizio.

L'articolo 35, comma 3, dello stesso decreto-legge dispone che per l'anno 2020 le organizzazioni non lucrative di utilità sociale, di cui all'articolo 10 del decreto legislativo n. 460 del 1997, iscritte negli appositi registri, le organizzazioni di volontariato iscritte nei registri regionali, e le associazioni di promozione sociale iscritte nei registri nazionali, regionali e delle province autonome di Trento e Bolzano, per le quali la scadenza del termine di approvazione dei bilanci ricade all'interno del periodo emergenziale, come stabilito dalla delibera del Consiglio dei Ministri del 31 gennaio 2020, possono approvare i propri bilanci entro il 31 ottobre 2020 anche in deroga alle previsioni di legge, regolamento o statuto. Al fine di evitare la disparità di trattamento tra gli enti del Terzo settore e gli altri enti disciplinati dal codice civile non ricadenti nella previsione di cui all'articolo 35, è stata approvata, in sede di conversione del decreto-legge n. 18 del 2020, una disposizione emendativa dell'articolo 106, comma 8-bis, in virtù della quale anche le associazioni e le fondazioni possono convocare l'assemblea di approvazione del bilancio entro 180 giorni dalla chiusura dell'esercizio. Effettivamente, questo allineamento dei termini tra società da una parte e le associazioni e le fondazioni dall'altra, esclude gli enti del Terzo settore disciplinati da una norma ad hoc - il citato articolo 35 - che è rimasta, invece, nell'originaria formulazione. Tali enti non possono pertanto usufruire della medesima agevolazione prevista per le associazioni e le fondazioni.

Nel ringraziare l'onorevole Rossini per la segnalazione, assicuro che il Ministero si farà parte attiva, con interventi di carattere normativo, al fine di superare questa irragionevole disparità di trattamento, consentendo agli enti no-profit di potere usufruire, tanto più in considerazione del perdurare del contesto emergenziale, della disciplina agevolata.

PRESIDENTE. L'onorevole Emanuela Rossini ha facoltà di replicare.

EMANUELA ROSSINI (MISTO-MIN.LING.). Grazie, Ministro. Mi sento di ringraziarla a nome di tutto il Terzo settore, in particolare di queste tre tipologie di organizzazioni che sono in attesa di poter allinearsi e quindi di poter organizzare meglio la convocazione delle loro assemblee, sia in presenza, laddove si ritenga opportuno, sia per via telematica, spostando più avanti i tempi.

La ringrazio molto e la nostra attenzione per questo settore sarà sempre molto alta, e molto vicino sarà il mio lavoro - e anche, credo, di tutta la maggioranza - al suo Ministero, perché andremo a chiedere molto al Terzo settore nei prossimi mesi, quindi sarà nostro dovere sempre facilitare il lavoro degli appartenenti a tale settore e stare loro vicino, perché il compito che avranno è di aiutarci proprio ad una ripartenza, anche proprio di tutte le nostre comunità. Grazie dell'impegno preso e la saluto.

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, il deputato Currò è in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente 70, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Modifica nella composizione della Commissione parlamentare di inchiesta sui fatti accaduti presso la comunità “Il Forteto”.

PRESIDENTE. Comunico che in data 15 marzo 2021 la Presidente del Senato ha chiamato a far parte della Commissione parlamentare di inchiesta sui fatti accaduti presso la comunità “Il Forteto”, il senatore Stefano Corti, in sostituzione della senatrice Tiziana Nisini, entrata a far parte del Governo.

Modifica nella composizione della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

PRESIDENTE. Comunico che la Presidente del Senato della Repubblica, con lettera in data 15 marzo, ha chiamato a far parte della Commissione parlamentare per le questioni regionali il senatore Paolo Tosato, in sostituzione della senatrice Erika Stefani, entrata a far parte del Governo.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Rossi. Ne ha facoltà.

ANDREA ROSSI (PD). Grazie, Presidente. Voglio portare in quest'Aula, a nome del gruppo del Partito Democratico, un messaggio di cordoglio e vicinanza alla moglie Pina e ai figli Mirna, Carolina e Mirko per la scomparsa la settimana scorsa di Raoul Casadei. Lo faccio in quest'Aula perché, come è stato ricordato da tanti protagonisti della musica, del giornalismo, delle istituzioni e della politica, Raoul Casadei è stato in Italia un artista che ha segnato non solo la sua Romagna, ma anche il nostro Paese, accompagnando quella che è la rinascita del dopoguerra con i suoi passi di uomo e di musicista. Quando, ancora sedicenne, imbracciò la chitarra sulle orme della più famosa tradizione dell'Orchestra Casadei, rappresentata da suo zio Secondo, decise di continuare quella profonda tradizione di musica popolare del ballo liscio che per la Romagna ha rappresentato una forma d'arte, di intrattenimento e, addirittura, un modo di vivere e di pensare.

Una tradizione che però lui è stato capace di innovare e far evolvere con una contaminazione pop che l'ha proiettata sul palcoscenico nazionale e l'ha fatta, appunto, diventare patrimonio popolare di tutto il Paese. Riuscì a impersonare, come accade nelle situazioni più felici, un'epoca. È stato un artista che con la sua musica ha seguito il passaggio dell'Italia profondamente scossa del dopoguerra a quella finalmente rinata e prospera, che amava ritrovarsi nelle piazze, nelle balere, nelle aie e nelle case. E con questo ballo di coppia, come ci ha ricordato Aldo Cazzullo sul Corriere, Raoul ha accompagnato l'Italia spensierata e ha addirittura aiutato con la musica popolare, che trova la sua essenza nello stare insieme e nel condividere, a costruire quelle comunità solidali e coese di cui, come rappresentante di queste terre vivaci, vado particolarmente orgoglioso e fiero.

Ci lascia quindi un artista solare, come lui amava definire la sua musica, profondamente legato alle sue origini, alla sua Romagna e alla sua famiglia. Sono stato tra i tanti che hanno avuto la fortuna di poterlo conoscere, e lo dico anche da profondo estimatore del liscio tradizionale, che è un po' un fatto insolito per la mia generazione e di cui serberò, però, per lui un caldo ricordo. Sono quindi orgoglioso di portare qui questo saluto e questo pensiero. C'è un brano, Presidente, che è risuonato in tanti eventi dell'Orchestra Casadei. Si chiama La mia gente e dice: la mia gente che mi vuole bene, la mia gente che mi sa capire, la mia gente che mi aspetta ancora, la mia gente ce l'ho qui nel cuore. Ecco, quest'oggi siamo noi che nel cuore portiamo questo grande artista, perché i grandi artisti rimarranno eterni (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Frate. Ne ha facoltà.

FLORA FRATE (MISTO-A-+E-RI). Presidente, onorevoli colleghe e colleghi, pochi giorni fa è stata ammazzata brutalmente dal suo ex compagno una donna di 39 anni, Ornella Pinto di Napoli, un'insegnante di filosofia. È stata uccisa con 15 coltellate dall'ex compagno nel sonno, mentre il figlio di appena tre anni si trovava terrorizzato nella stanza accanto. “Sto morendo, salvami”, sono state le ultime parole di Ornella, chiamando agonizzante la sorella per cercare aiuto. È stata uccisa perché il compagno non accettava la separazione. Presidente, questa immane tragedia non può rimanere senza voce. Come ha detto il Presidente della Repubblica, ogni femminicidio deve scuotere le nostre coscienze.

Sì, Presidente, perché le donne come Ornella non devono morire due volte: la prima per mano del loro aguzzino, la seconda a causa della nostra indifferenza. Un atto violento e inumano che non trova spiegazione, se non nel fatto che gli stereotipi di genere sono alimentati da un paradigma patologico fatto di virilità come manifestazione di potere, di denigrazione, di discriminazione, di possesso. Un terribile e inaccettabile retaggio culturale, che rifiuta l'idea della donna autonoma ed emancipata.

Ornella è la quattordicesima vittima dall'inizio dell'anno e la pandemia purtroppo ha reso ancora più intenso il fenomeno del femminicidio. Abbiamo quindi il dovere di intervenire per contrastarlo e prevenirlo, perché oggi è facile rimpiangere Ornella, Presidente, ma domandiamoci cosa stiamo facendo per la comunità affinché episodi come questi non si ripetano di nuovo. È con questa domanda, Presidente, che esprimo tutta la rabbia per quello che è accaduto; che esprimo il mio più sincero cordoglio ai familiari della vittima, che chiedono giustizia e non vendetta. È prima come donna, come concittadina, e poi come rappresentante delle istituzioni, che esprimo, infine, la mia più totale vicinanza agli abitanti del mio quartiere, scossi profondamente e moralmente da questa tragica scomparsa (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Migliorino. Ne ha facoltà.

LUCA MIGLIORINO (M5S). Grazie, Presidente. Cari colleghi, oggi vorrei parlare di un esempio di buona politica, sì, la buona politica che è derivata dai cittadini della città di Siena. Sapete perché? Perché quando hanno visto l'assalto alle attività commerciali più redditizie e storiche di piazza del Campo, delle vie principali dell'immediata provincia hanno capito che qualcosa poteva non andare e, quindi, che bisognava fare luce. I senesi hanno reso noto le loro preoccupazioni alle autorità ed anche ad alcuni politici. Attenderemo il prosieguo delle indagini: per ora, lo scenario degli indagati e degli arrestati è sconvolgente. Tutti i territori possono essere “attenzionati” dal fenomeno del riciclaggio.

Da portavoce del MoVimento 5 Stelle ho sempre seguito gli avvenimenti con riunioni ed ascolto. Ringrazio l'attuale prefetto, la dottoressa Maria Forte, e i precedenti che vi hanno lavorato, Maurizio Piccolotti e Armando Gradone, e le forze dell'ordine che, con i protocolli di legalità, hanno ascoltato i cittadini. In particolare, è doveroso fare i nomi di coloro che lavorano su un territorio - in particolare, il comandante provinciale della Guardia di finanza, Giuseppe Antonio Marra -, perché la vicinanza tra le istituzioni, una parte della politica e i cittadini ha raggiunto ottimi risultati. Se arriviamo alle indagini, alle condanne, agli arresti, ai sequestri, vuol dire che la parte buona del Paese sta reagendo. Concludo, Presidente, con un appello a tutti gli italiani: seguite l'esempio di Siena e denunciate, perché bisogna rendere difficile la vita ai criminali.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Provenza. Ne ha facoltà.

NICOLA PROVENZA (M5S). Grazie, Presidente Rosato. Anche il mondo del calcio conosce, purtroppo, la tragedia di una prima vittima del COVID e lo fa con la scomparsa di un giovane allenatore, Antonio Vanacore, che, a soli 45 anni, ha perso la vita dopo l'aggravarsi delle sue condizioni in seguito al contagio da SARS-CoV-2.

Dopo una carriera da calciatore professionista, nella quale le nostre strade si sono incrociate, Antonio ha voluto intraprendere la carriera di allenatore, spinto dalla sua passione, dalla sua determinazione, dalla sua tenacia, caratteristiche che si accompagnavano sempre al sorriso e alla giovialità che egli poneva al servizio del ruolo che svolgeva: l'allenatore in seconda. Forse, un ruolo spesso lontano dai riflettori, ma essenziale nelle dinamiche di gruppo e di spogliatoio che, nello sport, rappresentano un valore essenziale per la crescita collettiva di una squadra, soprattutto, nella dimensione della Lega Pro, dove Antonio, anche in questa occasione, aveva mostrato di non volersi arrendere, di non voler rinunciare alla propria passione e a ciò che il calcio rappresenta nelle tante comunità di provincia che animano quel mondo. Un mondo lontano dalla realtà di un calcio spettacolo, adesso purtroppo soltanto televisivo, che lo scorso anno è ripartito, come voi ricorderete, tra tante resistenze, legittime esigenze, ma anche con protocolli e garanzie certamente più attuabili in un contesto di quel tipo.

Il mondo della serie C di calcio, invece, continua a vivere una fase delicatissima che, peraltro, affonda le radici in tempi molto lontani: protocolli a volte discutibili, una gestione non sempre puntuale, la sensazione di non essere tutelati e, magari, essere considerati figli di un dio minore. Verrà il tempo anche delle valutazioni di queste problematiche e sui riflessi sociali delle stesse; oggi purtroppo è il tempo del dolore di questa perdita e, soprattutto, di porgere un saluto ad un giovane allenatore, ad uno sportivo autentico, che, pagando un prezzo altissimo, come quello della vita, nel pieno di una pagina drammatica per il nostro Paese, ci ricorda i valori della passione autentica legati allo sport e, in particolare, al calcio. Ciao Antonio (Applausi).

Modifica nella composizione dell'ufficio di presidenza di un gruppo parlamentare.

PRESIDENTE. Comunico che, con lettera pervenuta in data 17 marzo 2021, il presidente del gruppo parlamentare MoVimento 5 Stelle, Davide Crippa, ha reso noto che l'assemblea del medesimo gruppo ha eletto vicepresidente il deputato Giuseppe L'Abbate, in sostituzione della deputata Ilaria Fontana.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Venerdì 19 marzo 2021 - Ore 9,30:

1. Svolgimento di interpellanze urgenti.

La seduta termina alle 16.