XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 482 di giovedì 8 aprile 2021

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO

La seduta comincia alle 9,30.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

ALESSANDRO COLUCCI, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Davide Crippa, Gebhard, Giachetti, Liuni, Lollobrigida, Muroni, Perantoni, Serracchiani, Tasso, Viscomi e Zoffili sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente 97, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,35).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori il deputato Montaruli. Ne ha facoltà.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Grazie, Presidente. Con questo mio intervento, voglio chiedere l'intervento, a sua volta, del Governo in quest'Aula affinché venga a riferire se non si è deciso rispetto ad un'azione per interrompere l'ingresso della Turchia in Europa, dopo il gravissimo episodio avvenuto ieri nel vertice di Ankara (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Lo chiedo perché quello che è avvenuto ieri nei confronti della Presidente della Commissione europea è un gesto - quello di un Capo di Stato, un sultano, lo abbiamo tante volte chiamato -, che non può essere liquidato come il semplice gesto di un cafone misogino, ma è un gesto invece che rivela un alto contenuto geopolitico che l'Italia e l'Europa non possono accettare.

Ci sono tanti motivi per dire “no” alla Turchia in Europa, ma ancora di più, dopo ieri, il fatto di aver messo anche la Presidente della Commissione in una situazione di imbarazzo di fronte al Ministro degli Esteri turco dimostra come ci sia un tentativo, da parte della Turchia, di supremazia rispetto all'Europa e di affronto rispetto alle sue istituzioni, che deve interessare l'Italia, visto che l'Italia è il primo Paese che si affaccia nei confronti della Turchia e che ne subisce tutte le conseguenze dirette e indirette di una politica scellerata, che ormai è inaccettabile.

Pertanto, credo che questo Governo debba, ancora una volta, intervenire per dire “no” all'ingresso della Turchia in Europa, e “no” alle azioni del sultano Erdoğan, che sono deleterie per la nostra tenuta istituzionale, per gli interessi dell'Italia e anche, ancora una volta, per gli interessi dell'Italia in ambito europeo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Lorenzin. Ne ha facoltà.

BEATRICE LORENZIN (PD). Questa poltrona qui, vuota, al centro dell'Aula (La deputata Lorenzin indica una poltrona vuota del banco del Comitato dei nove posizionata al centro dell'emiciclo – La poltrona viene successivamente riposizionata da un assistente parlamentare), rappresenta quello che è accaduto ieri in Turchia e quello che è accaduto, attraverso la persona del nostro Commissario, alle donne del mondo e alle donne turche. In questo momento, le donne turche stanno soffrendo e non possiamo noi far finta di non vedere quello che sta accadendo in Turchia e in altri Paesi del mondo a milioni e milioni di donne, private dei loro diritti civili, private dei diritti politici, private dei diritti umani.

Ieri, c'è stata un'offesa grave all'Europa, un'offesa all'Unione, attraverso un gesto. La forma è sostanza e io immagino che cosa sarebbe accaduto in altre epoche, quando anche donne molto importanti che rappresentavano i loro Paesi si trovavano - e si sono trovate - a confronto con altri Capi di Stato.

Offendere Ursula von der Leyen vuol dire aver offeso l'Unione europea e non solo: aver offeso l'Unione europea, o quello che l'Europa rappresenta nel mondo e quello che la nostra civiltà rappresenta nella difesa dei diritti umani e nella difesa dei diritti delle donne.

Io spero - e speriamo, come Partito Democratico - che questa sia un'occasione anche per spingere politicamente la tutela dei diritti delle donne anche in Turchia. Essere usciti dalla Convenzione di Istanbul è un fatto gravissimo e, tra l'altro, è un esempio per altri Paesi che potrebbero decidere di seguire questa linea.

Ogni giorno spariscono donne, ogni giorno viene leso il loro diritto e l'Europa rimane, anche in questo momento così complesso e così difficile, un faro, un faro per miliardi di persone, per tante donne che nei loro Paesi stanno lottando per conquistare dei diritti che per noi sono assodati, sono qualcosa di scontato.

Allora, in queste ore, in questi giorni, vedremo la diplomazia all'opera, vedremo il tentativo di cercare di dare altre spiegazioni a quello che è accaduto, cioè quindi incidenti diplomatici, problemi di protocollo, tematiche legate alla quotidianità degli affair, ma questo invece è un atto più profondo, più grave; e non è un atto fatto con ingenuità, è un atto fatto con premeditazione e l'Europa deve essere capace di rispondere con la forza delle sue azioni, ma soprattutto della sua storia.

Ci attendono dei mesi complessi, degli anni difficili, anche nei rapporti internazionali. Io spero che la Turchia riesca a rimanere nell'alveo di una democrazia, di una “storia” più occidentale, anche grazie a un dibattito parlamentare come questo, in cui noi facciamo sentire la nostra voce e facciamo sentire che chi ha a cuore i principi democratici e i diritti umani in Turchia non è solo, c'è una solidarietà tra i popoli che è una solidarietà anche culturale e anche formale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Fregolent. Ne ha facoltà.

SILVIA FREGOLENT (IV). Signor Presidente, anche Italia Viva vuole stigmatizzare ciò che è successo ieri alla Presidente Ursula von der Leyen. Offendendo la Presidente, Erdoğan non soltanto ha offeso tutte le donne europee, ma ha dimostrato di non avere sensibilità nei confronti delle istituzioni europee, mettendo in imbarazzo anche il Presidente Michel che, forse, avrebbe dovuto a quel punto rimanere in piedi e non accettare la poltrona, perché i gesti sono forti e quando si manca di rispetto alle istituzioni europee si manca di rispetto non agli uomini e alle donne, ma si manca di rispetto alle democrazie. Io penso che, prima o poi, un dibattito serio sulla Turchia dovremo farlo, perché è da tempo che la Turchia riceve dei soldi per tenere fuori dalle porte, per esempio, gli immigrati nella rotta balcanica, però, allora, a questo punto, bisogna interrogarsi se è sufficiente questo per considerare la Turchia un partner europeo o, invece, bisogna analizzare quel che succede sui diritti civili in quel Paese per considerarlo all'altezza dell'Unione europea (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Silli. Ne ha facoltà.

GIORGIO SILLI (MISTO-C!-PP). Presidente, io ho appreso di quanto avvenuto ieri mentre ero in Tunisia ad un incontro con un ex Ministro e sono francamente trasecolato. Sono trasecolato perché mi sono girato intorno e ho visto delle bellissime ragazze, tranquillamente con il velo; qui, il problema non è quello che una donna vuole o non vuole fare, perché comunque le convinzioni religiose sono un qualcosa da analizzare con grande attenzione, in ogni Paese, compreso il nostro, e in Occidente, la riflessione però che corre l'obbligo fare tutti quanti in quest'Aula, mettendo da parte l'ipocrisia di tutti quanti, è: chi è il vero colpevole di ieri? Non mi sembra una novità che Erdoğan stia cercando di fare tutto pro domo sua, negli ultimi mesi lo sta facendo in politica estera e noi glielo permettiamo. Arriva Michel, arriva Ursula von der Leyen, ci sono due sedie e Michel si siede. Allora, signor Presidente, non si può essere dei paladini dei diritti delle donne quando siamo in Europa, salvo poi arrivare in Turchia e lucrare su uno sgarbo istituzionale come quello che ha fatto Erdoğan . Sicuramente, il comportamento di Erdoğan è assolutamente da condannare, e credo che siamo tutti d'accordo qui dentro, ma mi permetta di dire, anche con un po' di rabbia e di acredine, che io, fossi stato Michel, anche se von der Leyen fosse stata la mia peggiore nemica politica, mi sarei alzato e avrei ceduto il posto a Ursula von der Leyen (Applausi di deputati del gruppo Misto e di deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Presidente, ringrazio la collega Montaruli, perché credo che sia giusto oggi riflettere su quello che è accaduto ieri ad Ankara. Siamo di fronte a un doppio sgarbo: uno sgarbo istituzionale e nei confronti del genere. Infatti, è del tutto evidente che non è stata una casualità, non è stato un incidente involontario, c'è stata una precisa volontà che sta dentro un quadro inaccettabile di regressione nei confronti della condizione della donna in Turchia e un'idea assolutamente sbagliata e inaccettabile dei rapporti tra i generi. Credo, però, che vada sottolineato allo stesso modo, io credo con altrettanta forza, il comportamento altrettanto inaccettabile del Presidente Michel. Credo che, da questo punto di vista, il suo comportamento avrebbe dovuto essere non accondiscendente nei confronti di Erdoğan, ma assolutamente solidale nei confronti di Ursula von der Leyen. Credo che Michel debba trarre anche le conseguenze di questo suo comportamento che ritengo sia assolutamente inaccettabile. Questo porta a una riflessione più generale, ma credo porti, con forza, dal Parlamento italiano, a esprimere solidarietà a Ursula von der Leyen e anche a sottolineare la gravità di quello che è accaduto ieri, che non può essere sottaciuto e non può essere ridotto a un banale incidente diplomatico, ma che necessita di una risposta del nostro Paese e dell'intera Europa (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Valentini. Ne ha facoltà.

VALENTINO VALENTINI (FI). Presidente, ho ascoltato i colleghi, ho letto la stampa di quest'oggi e mi permetto di offrire il mio contributo a questo dibattito. Forse, sarò tacciato di ingenuità, ma, sa, avendo letto profondamente lo Sgrelli, che è il testo del protocollo più famoso in Italia, Sgrelli era il capo del protocollo di Palazzo Chigi, avendo preparato nei due lati, sia all'estero che in Italia, gli incontri diplomatici, mi pare che la questione sia stata posta fuori dal suo contesto, per ovvie ragioni politiche. Verrò, prima, alla questione e, poi, passerò all'interpretazione politica.

PRESIDENTE. Colleghi per favore, per favore!

VALENTINO VALENTINI (FI). Innanzitutto, farebbe bene, visto che abbiamo i social media, seguire i social media degli interessati che ci consentono di seguire in diretta ciò che accade e vi leggo cosa scrive il Presidente del Consiglio europeo Charles Michel sul suo Facebook, parole del Presidente del Consiglio e non di Erdoğan - scusate la traduzione impromptu -; scrive nella sua pagina: Il Trattato di Lisbona prevede che all'estero il Presidente del Consiglio abbia la precedenza sulla Presidente o il Presidente della Commissione; queste sono le parole che scrive Charles Michel. La Presidente della Commissione e il Presidente del Consiglio hanno lo stesso rango protocollare, ma non all'estero, prosegue Mamer. Ora, che cosa accade? Quando ci sono delle missioni di questo tipo, come voi immaginate, Erdoğan ha fatto di tutto per avere questo incontro, Erdoğan ha bisogno dell'appoggio dell'Unione europea per continuare a ottenere sia il danaro che serve per tenere 4 milioni di siriani dentro la Turchia, sia perché in questo momento sicuramente la situazione economica non è delle più floride; come non sarà sfuggito ai nostri colleghi, è stato appena cambiato per la terza volta il Presidente della Banca centrale, la lira turca è schiacciata ed Erdoğan quindi cosa fa? Chiama il Presidente della Commissione, chiama Ursula von der Leyen e, non avendo altro da fare, chiama il suo protocollo che normalmente nei dettagli concorda con l'altro protocollo ogni cosa; vorrei farvi presente, allora, come funzionano le visite internazionali: c'è l'advance team che va e negozia con l'altro protocollo, sulla base di quello che abbiamo sentito sono le regole protocollari, fino all'ultimo dettaglio. Quindi, un advance team c'è stato, c'era l'ambasciatore in questo caso, l'ambasciatore che rappresentava l'Unione europea, era l'ex ambasciatore tedesco che è stato ambasciatore a Parigi, quindi un uomo di una certa esperienza, va e negozia fino all'ultimo dettaglio. Non è che un protocollo si mette d'accordo e decide esso stesso che cosa fare. In secondo luogo, se questo non fosse, allora Erdoğan ha pensato, sottilmente, di fare saltare tutta questa operazione con carattere economico, politico, eccetera, con uno sgarbo alla Presidente e dice al suo protocollo: guarda, cambia le sedie. E le prove le abbiamo, i giornali italiani ci fanno vedere un incontro ad Ankara del G20 e anche lì il Presidente Erdoğan non pensa ai temi da affrontare, non pensa alle questioni in gioco, ma chiama il protocollo e dice: guarda, questi me li metti di fianco, quello lo metti di là. Io sono ingenuo, ma forse non hanno tempo il Presidente o i Presidenti di andare a guardare queste questioni di cui si occupano intere schiere di personaggi. In secondo luogo, la von der Leyen rimane interdetta, ma, forse, questo deve essere riportato anche a quelle che sono spesso le guerre tra protocolli che chiunque abbia avuto opportunità anche di svolgere mansioni nel nostro Paese ha potuto vedere: ranghi, chi passa prima da una porta, chi va dopo.

Stranamente, poi, la stampa, soprattutto quella che ha cercato di creare il “sofagate”, come l'hanno chiamato, io qui lo chiamerei “poltronopoli”, non so come definirlo, e, quindi, lo schiaffo della poltrona, non sa che cos'è accaduto nel pranzo successivo. Dov'era seduto il Presidente Erdoğan? Che cosa è successo tra i protocolli?

Chiudendo, credo che di questa cosa si sia fatto un simbolo per andare a colpire il Presidente Erdoğan per alcune decisioni, che anche noi abbiamo deplorato e speriamo che la Turchia non voglia più seguire, quali quella dell'abbandono del Protocollo di Lisbona oppure l'atteggiamento forte (Commenti della deputata Lorenzin)

PRESIDENTE. Colleghi! Deputata Lorenzin, per favore!

VALENTINO VALENTINI (FI). …del Presidente in politica estera. Ma credo che questa volta si voglia trarre da un vero incidente diplomatico (ne potrei citare tanti) il casus belli o l'esempio di un atteggiamento da parte del Presidente Erdoğan nei confronti della donna, in questo caso verso la von der Leyen. Credo che siano interpretazioni esagerate, siano interpretazioni di carattere giornalistico. Dovremmo riportare tutto nel suo contesto e sperare che i protocolli facciano meglio il loro lavoro la prossima volta (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Formentini. Ne ha facoltà.

PAOLO FORMENTINI (LEGA). Grazie, Presidente. Ho sentito parole giustamente di sdegno in quest'Aula per il comportamento inqualificabile nei confronti di Ursula von der Leyen di Erdoğan, ma non fermiamoci solo a questo. La Turchia oggi rappresenta la negazione di ciò che noi crediamo sia l'Europa, di ciò che noi crediamo sia l'Occidente. Non c'è più Stato di diritto, gli avvocati vengono incarcerati, non c'è più qualsiasi segno tangibile di vera democrazia. Pensiamo ai curdi, ma pensiamo anche agli armeni.

Il 24 aprile prossimo ricorrerà il l'anniversario del Metz Yeghern, del “Grande Male”, del genocidio degli armeni; quel genocidio che quest'Aula ha fatto così fatica a riconoscere, ci ha messo trent'anni di battaglie della Lega per arrivare a riconoscerlo, e questo perché le pressioni commerciali sono state tali sulla Farnesina, sui nostri imprenditori, da spaventare il Parlamento italiano.

Noi non accettiamo minacce, noi non accettiamo intimidazioni. Noi vogliamo che la Turchia, se desidera rimanere nell'Alleanza atlantica, scelga tra i vaccini cinesi e la libertà, scelga tra i missili russi e quell'esercito a difesa delle libere democrazie. Qui bisogna fare una scelta di campo, non è possibile osservare, ancora proni, quello che succede nel Mediterraneo orientale, laddove le prospezioni turche si sono spinte in acque territoriali europee, al largo di Cipro. Non è possibile tollerare oltre una potenza che disegna una linea obliqua che taglia tutto il bacino del Mediterraneo orientale, dicendo che quella è zona economica esclusiva. Non lo è, non lo sarà mai. Noi qui siamo a difesa delle donne, dello Stato di diritto, della nostra libertà e delle nostre democrazie contro ogni dittatura (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Provenza. Ne ha facoltà.

NICOLA PROVENZA (M5S). Grazie, Presidente. Prendo la parola anche per partecipare in maniera sentita a questo dibattito, perché ho sentito parlare di sgarbo istituzionale, di imbarazzo. In realtà, anche alcuni colleghi hanno provato a precisare anche condizioni di protocollo relative, come abbiamo sentito, a determinate dinamiche che sono state osservate da tutti. Mi permetto di aggiungere una considerazione, sottolineando l'importanza che in quest'Aula si dibatta di questi temi e soprattutto si faccia sentire la voce del Parlamento su dinamiche che qualche volta possono correre il rischio anche di essere strumentalizzate. Tengo a sottolineare che anche nella politica, sia a livello nazionale che europeo, sono molto importanti non solo le gesta, che sono quelle più significative, quelle che vengono poi etichettate come epocali, ma sono importanti i gesti e le parole.

E qualche volta, come in questa occasione, in un contesto europeo, penso che dobbiamo ritenere inaccettabili determinati comportamenti e determinati gesti che mettono in discussione a volte anche la dignità delle persone, e in questo caso anche delle istituzioni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Gebhard. Ne ha facoltà.

RENATE GEBHARD (MISTO-MIN.LING.). Grazie, Presidente. Anch'io giudico gravissimo quanto accaduto ieri ad Istanbul; si tratta di un affronto inaccettabile sia nei confronti di tutte le donne che nei confronti dell'Europa. Sia Erdoğan che Michel hanno sbagliato e quanto hanno fatto non ha giustificazioni e richiede una risposta ferma dall'Europa.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fusacchia. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO FUSACCHIA (MISTO-FE-FDV). Grazie, Presidente. Anch'io volevo intervenire molto brevemente su questo tema. Noi ci stiamo molto concentrando, ovviamente abbiamo discusso su quello che è successo ieri ad Ankara; tutti i colleghi hanno stigmatizzato il comportamento e l'atteggiamento, ovviamente c'è un'attenzione in primis su come si stanno comportando e si sono comportate le autorità turche. Però voglio dire, Presidente, che in quella stanza noi ieri eravamo rappresentati – lo dico da cittadino italiano e da cittadino europeo - non da Erdoğan, ovviamente. Quindi, va stigmatizzato l'atteggiamento e il comportamento, e ovviamente dobbiamo farci sentire come Italia e come Europa, ma credo che sia stato un po' più inaccettabile quello che è successo sul fronte europeo, francamente, perché io sono rappresentato da Charles Michel e da Ursula von der Leyen in quella stanza.

C'erano due o tre cose che poteva fare il Presidente del Consiglio europeo: una era, ovviamente, pretendere che fosse aggiunta una poltrona di pari livello, di pari rango; la seconda era, si immagini che effetto avrebbe fatto, cedere la sua di poltrona alla Presidente della Commissione, anche per dare un segnale simbolico, al netto di quello che è il protocollo formale, diplomatico, in un Paese che pochi giorni fa è uscito dalla Convenzione di Istanbul. La terza poteva essere andarsi a sedere sulla poltrona insieme alla Presidente della Commissione. Ha fatto l'unica cosa che non andava fatta, cioè sedersi. Questo la dice molto lunga sull'inadeguatezza del Presidente del Consiglio europeo.

Ritengo che ci sia anche un ragionamento da fare perché, se non abbiamo e non possiamo contare su istituzioni europee forti in questo momento di difficoltà, non solo per questioni simboliche, ma per questioni che, partendo dalla simbologia, danno una dimensione sostanziale, noi siamo tutti in difficoltà, non c'è Recovery Plan che tenga da questo punto di vista.

E lo dico perché quest'anno sarà un anno importante per il Piano di ripresa e resilienza, per il Next Generation EU, ma sarà un anno importante perché andiamo verso un potenziale rinnovo di un mandato alla fine dell'anno. I Capi di Stato valuteranno quello che dobbiamo fare, ma per noi, come Parlamento italiano, credo che sarà interessante avere un dibattito anche con il Presidente del nostro Consiglio dei Ministri e con il Governo italiano. Vedo che possiamo rinnovare Charles Michel o magari possiamo anche andare in una direzione diversa.

Tra l'altro, segnalo che un'importante leader europea di un altro Paese finirà il suo mandato alla fine dell'anno: mi piacerebbe essere molto di più rappresentato in quella sede da una donna e da una donna di grande spessore e di grande qualità, come è stato dimostrato nella storia dell'Europa recente, piuttosto che continuare a essere rappresentato da chi non si accorge e non ha un riflesso naturale in una situazione come quella di ieri ad Ankara, dove sono in gioco i valori dell'Europa e non solo pochi interessi o interessi puntuali di altra natura.

Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 1° marzo 2021, n. 22, recante disposizioni urgenti in materia di riordino delle attribuzioni dei Ministeri (A.C. 2915-A​) (ore 10).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 2915-A: Conversione in legge del decreto-legge 1° marzo 2021, n. 22, recante disposizioni urgenti in materia di riordino delle attribuzioni dei Ministeri.

Ricordo che nella seduta del 7 aprile si è concluso l'esame degli emendamenti presentati.

Avverto che, consistendo il disegno di legge in un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo unico, ma, dopo l'esame degli ordini del giorno, si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 2915-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).

Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibile, ai sensi dell'articolo 89, comma 1, del Regolamento, in quanto estraneo rispetto ai contenuti del provvedimento, l'ordine del giorno n. 9/2915-A/27 Montaruli, relativo alla pubblicazione mensile dei verbali di lavoro del tavolo di salute mentale istituito presso il Ministero della Salute.

La deputata Ferro ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2915-A/19.

C'è un cambio. Il deputato Silvestroni ha facoltà di illustrare l'ordine del giorno n. 9/2915-A/3 Meloni.

Colleghi, colleghi, per favore!

MARCO SILVESTRONI (FDI). Grazie, Presidente. Questo è un ordine del giorno che vuole impegnare il Governo su una questione molto importante che è quella dell'istituzione del Ministero del mare. Infatti, in una Nazione come la nostra, che è una penisola, che è una piattaforma nel Mediterraneo, puntare sullo sviluppo futuro, che riguarda la logistica e riguarda la ristrutturazione e il riordino dei porti italiani, dove noi oggi in realtà siamo bypassati dalla Grecia, dalla Spagna e da Nazioni che non hanno una posizione importante e strategica come la nostra, e impegnare il Governo a capire che questo può essere il futuro e lo sviluppo prossimo dell'Italia è importante. Allora, con questo ordine del giorno noi vogliamo impegnare il Governo a garantire che le funzioni e i compiti spettanti allo Stato in materia di protezione del mare, intesi come tutela, difesa, vigilanza e controllo dell'ecosistema marino e costiero, navigazione marittima, pesca e acquacoltura nonché valorizzazione e implementazione dell'intero sistema marittimo nazionale, siano adeguatamente gestiti attraverso l'istituzione di un unico Ministero, che se ne occupi in modo esclusivo. Credo che questo sia un ordine del giorno di buonsenso, un ordine del giorno che, al di là degli steccati ideologici che si possono avere in questa sacra Aula di Parlamento, debba essere ragionato e condiviso. Quindi, chiedo l'approvazione di questo ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Il deputato Prisco ha facoltà di illustrare l'ordine del giorno n. 9/2915-A/4 Lollobrigida.

EMANUELE PRISCO (FDI). Grazie, Presidente. Dopo che è stato cancellato, con questo decreto, il Ministero dello Sport, dopo che è stato di fatto estromesso dalla discussione, con una scelta più politica che tecnica, i nostri emendamenti sono per la reistituzione dello stesso Ministero che è stato cancellato e forse dimenticato nella composizione di questo Governo. Poi, a fronte di una sollevazione di massa del mondo dello sport, si è rimediato, dopo un po' di tempo e con grave ritardo, conferendo le deleghe di sottosegretario all'onorevole Vezzali, anche se non eletta in questa legislatura; così evitiamo incomprensioni con qualcuno che vuol fare il fenomeno, riprendendo magari i deputati. Quello che chiediamo con questo ordine del giorno, in sede di futuri riassetti della compagine ministeriale, è di tenere conto, di avere rispetto e di dare centralità al mondo dello sport, restituendogli dignità e ricostituendo un Ministero che abbia l'esclusivo compito di occuparsi di questo tema, di intrattenere i rapporti internazionali, di mantenere i rapporti con gli organismi sportivi, di dare a tutti i soggetti operatori del settore dello sport una copertura - lo dicevo anche in sede di discussione generale - quasi sindacale. Infatti, il mondo dello sport ha pagato, come altri mondi, in maniera feroce e forte questa pandemia. L'ha pagata dal punto di vista dell'impossibilità di svolgere l'attività, soprattutto quella dilettantistica. L'ha pagata perché intorno a questo mondo, che dà occupazione a migliaia di persone, gira anche gran parte del futuro della nostra Nazione in termini di educazione e in termini di prevenzione, di salute e di coesione sociale, soprattutto nelle aree più difficili, nelle periferie più difficili, dove lo sport rappresenta un'ancora di salvezza rispetto alla malavita organizzata. Le famose esperienze della palestra di Scampia, piuttosto che altre, raccontano anche quanto lo sport sia argine e riscatto per una comunità. C'è un mondo importante di cui spesso non si parla, che magari non si vede la domenica sera alla televisione, ma che è un grandissimo patrimonio nazionale di volontariato, di coesione sociale e di generosità civile, che merita rispetto e che, alla fine di questo momento difficile, alla fine di questo tunnel, si troverà nell'incertezza di sapere se potrà riaprire o se non potrà farlo. Troveremo, in fondo a questo tunnel, probabilmente le macerie di molte società sportive, soprattutto quelle che gestiscono l'impiantistica sportiva. Penso, per esempio, agli impianti natatori, i cui costi fissi sono stati permanenti nel corso di questo lunghissimo anno e mezzo e che non sanno se potranno riaprire e con che forza gestionale potranno farlo. Tutte queste società sportive, questo mondo del volontariato garantisce il funzionamento degli impianti scaricando questo peso dai bilanci degli enti locali, ma anche e soprattutto garantisce ai più giovani di far sport e immette qualcosa che è un po' più della semplice gestione. Le società sportive - lo sappiamo - rappresentano un baluardo anche nella coesione sociale e nell'educazione. Ecco, questi vari, tanti profili di questo variopinto mondo dello sport meritavano e meritano, a nostro avviso, ancora un interlocutore unico, che sappia difenderlo in ogni circostanza, che sappia portarne le istanze – concludo, Presidente - direttamente sul tavolo del Consiglio dei Ministri, quando ogni provvedimento viene adottato e immaginato. …

PRESIDENTE. Deve concludere.

EMANUELE PRISCO (FDI). Il rischio - concludo veramente, Presidente - è proprio che la dimenticanza del mondo dello sport possa diventare una dimenticanza nei molti provvedimenti. Un mondo che può e che deve riaprire con protocolli…

PRESIDENTE. Grazie, grazie…

EMANUELE PRISCO (FDI). …con protocolli sicuri, concludo, Presidente, veramente, …

PRESIDENTE. No, deve concludere.

EMANUELE PRISCO (FDI). ..ma deve farlo, perché sul mondo dello sport si costruisce il futuro delle nuove generazioni, il futuro della nostra Nazione, il futuro di un'Italia che rischia di non esserci più (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Lucaselli. Ne ha facoltà.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Grazie, Presidente. Con questo ordine del giorno, il n. 9/2915-A/15, a mia firma, poniamo l'attenzione su un tema che sta molto a cuore a Fratelli d'Italia ma che dovrebbe stare a cuore, in realtà, a tutti quanti. Noi sappiamo che con questo decreto viene istituito il Ministero della Transizione ecologica e che a questo Ministero è demandata una serie di competenze in ambito energetico. Ad esempio, c'è la competenza sull'autorizzazione di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili, ma questa è soltanto una delle nuove missioni di questo Ministero. In generale ritroviamo, nella nomenclatura di queste nuove funzioni, anche i compiti di pianificazione in materia di emissioni nei diversi settori dell'attività economica.

In particolare, si pone l'accento sulle procedure di sburocratizzazione dell'impianto Ilva. Sappiamo che il Consiglio di Stato, con l'ordinanza n. 1482, ha sospeso la sentenza del TAR di Lecce che obbligava il partner privato ArcelorMittal, ex Ilva, a spegnere entro metà aprile gli impianti dell'area a caldo del siderurgico di Taranto, ritenendo prevalente l'esigenza di evitare il grave e irreparabile danno che sarebbe derivato dalla sospensione dell'attività, a cui si sarebbe dovuto comunque procedere entro la scadenza dei termini stabiliti dall'ordinanza stessa.

A seguito della statuizione del Consiglio di Stato, pochissimi giorni fa, il sindaco di Taranto ha chiesto una sospensione cautelare dell'impianto siderurgico, a seguito di una esplosione. Purtroppo, questi sono fatti che troppo poco spesso vengono riportati sui giornali nazionali, ma sono fatti con i quali, invece, i cittadini di Taranto, i lavoratori di Taranto, si confrontano quotidianamente. Per fortuna lo scoppio che c'è stato nella colata continua 2 dello stabilimento di Taranto non ha determinato alcun decesso, ma soltanto perché fortunatamente i lavoratori si trovavano nei gabbioni di attesa e non hanno subito conseguenze a causa di questo scoppio. Questo, però, riporta all'attenzione nazionale il tema importantissimo dello stabilimento Ilva di Taranto, che troppo spesso ha riempito i dibattiti, senza però poi arrivare mai veramente ad una soluzione. E allora con questo ordine del giorno noi chiediamo che, attraverso i fondi del Next Generation EU e il Piano nazionale di ripresa e resilienza, si dia un'attenzione particolare al Mezzogiorno e, in particolare, ovviamente, al risanamento dello stabilimento Ilva di Taranto. E credo che l'impegno debba essere inevitabilmente un impegno corale, perché l'Ilva non è soltanto un problema di Taranto, l'Ilva è un problema nazionale, non solo perché da quello stabilimento viene determinata la produzione dell'acciaio in Italia, ma perché da quello stabilimento dipende la vita di milioni di lavoratori e milioni di famiglie, ma contemporaneamente dobbiamo saper tutelare l'ambiente e tutelare la salute; e proprio in questo momento, in cui i temi della salute vengono riportati all'attenzione quotidiana anche di quest'Aula, mi sembra doveroso che ci sia un'attenzione particolare a quello che succede a Taranto e nella sua provincia. Pertanto, con questo ordine del giorno noi chiediamo che ci siano interventi di messa in sicurezza, ovviamente nel rispetto delle prescrizioni della tutela ambientale e sanitaria, che i fondi vengano utilizzati per implementare programmi e interventi di bonifica e che venga, soprattutto, integrato anche il trattamento economico dei dipendenti, che sono stati sino a questo momento utilizzati in Cassa integrazione. Io lo ribadisco - e spero di riuscire ad ottenere l'attenzione del rappresentante del Governo su un tema così delicato, ma mi pare che, invece, ci sia un po' di distrazione -: il tema dell'Ilva non è soltanto un tema di Taranto, non è soltanto un problema dei tarantini (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Questa Nazione deve farsi carico delle migliaia di vittime che lo stabilimento fa quotidianamente (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. La deputata Albano ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2915-A/22.

LUCIA ALBANO (FDI). Grazie, Presidente. Per illustrare l'ordine del giorno n. 22, a mia firma. Come sappiamo il decreto-legge Ministeri, nel riorganizzare le competenze e le strutture di alcuni Dicasteri, ha determinato la nascita del Ministero della Transizione ecologica, il MiTE, che sostituisce quindi il Ministero dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare. È ampio, come sappiamo, l'ambito di azione del nuovo Dicastero, che assorbe tutte le competenze dell'ex Ministero dell'Ambiente e nuove competenze chiave nel processo di transizione ecologica. Questa transizione, chiaramente, è inerente principalmente al settore dell'energia, ma in quest'ottica sono stati previsti passaggi alle nuove strutture di diverse direzioni del Ministero dello Sviluppo economico. Abbiamo avuto modo, ieri, già durante la discussione degli emendamenti, di considerare come l'approvvigionamento energetico sia una importante questione strategica e geopolitica, perché tutto passa per la capacità di interessare i rapporti commerciali e politici tra le diverse forze in gioco per un sostegno e uno sviluppo economico dell'Italia e come sia importante che queste funzioni siano assegnate ad un Ministero strategico. Infatti, non solo l'Italia, ma l'intera Europa è costretta ad importare risorse energetiche, come petrolio e gas; e già questo ci fa comprendere quanto sia importante, fondamentale e strategico questo tema. Ma, per tornare all'ordine del giorno, l'articolo 4 istituisce, presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il CITE, Comitato interministeriale per la transizione ecologica, che ha il compito di coordinare le politiche nazionali e tale CITE è presieduto dal Presidente del Consiglio dei Ministri o dal Ministro della Transizione ecologica, ed è composto, tra gli altri, dal Ministro dell'Economia e delle finanze, dal Ministro dello Sviluppo economico, dal Ministro delle Infrastrutture e dal Ministro delle Politiche agricole. Ora, da questo assetto, derivano e scaturiscono delle riflessioni, che appaiono suscettibili di approfondimenti. L'ordine del giorno tratta anche il tema della riconversione economica, della valorizzazione e del risanamento ambientale delle aree industriali in crisi, tema che ha appena trattato la collega Lucaselli, soprattutto nei territori più colpiti dalla transizione energetica. In primo luogo, il tema che tratta è quello della competenza in tema di riconversione delle aree di crisi complessa. Assistiamo quotidianamente a gravi situazioni di crisi, che stanno devastando non solo l'ambiente economico, l'ambiente sociale ma proprio l'ambiente. Quindi, il tema della riconversione diventa fondamentale; deve crearsi una sinergia nella riqualificazione delle aree interessate, una formazione del capitale umano, una riconversione delle aree di crisi, un recupero ambientale, un efficientamento e anche la realizzazione di infrastrutture funzionali agli interventi di riqualificazione. Penso alla recente crisi che si è aperta nel fabrianese la settimana scorsa, la crisi occupazionale dell'elica, che insiste su un territorio già indebolito e fiaccato da crisi industriali pregresse, oltre che da terremoto e pandemia. Penso anche ad altre aree, l'area dell'ascolano, per rimanere nelle Marche, o altre aree come l'area di Piombino, per considerare altri territori. C'è poi nell'ordine del giorno il tema del cofinanziamento regionale e della necessità di chiarire con precisione le diverse competenze in capo al Ministero, al CITE, e, in maniera concorrente, alle regioni. Vi è, quindi, necessità di guardare e di porre attenzione alle aree di crisi e sulla relativa riqualificazione economica, sociale e ambientale. Per questo chiedo al Governo di poter, in qualche modo, meglio trattare, meglio sviscerare questi argomenti ed intervenire in maniera sostanziale, perché queste aree ne hanno veramente estremo bisogno (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. La deputata Ciaburro ha facoltà di illustrare l'ordine del giorno Caretta n. 9/2915-A/23.

MONICA CIABURRO (FDI). Grazie, Presidente. L'ordine del giorno n. 23 riguarda il neo Ministero del Turismo, che naturalmente accogliamo con molto favore, dal momento che, a cominciare dalla nostra Giorgia Meloni, la battaglia affinché questo fosse possibile è stata fatta già da molto tempo. Il Presidente Draghi, nel suo intervento al Parlamento, ha dedicato particolare enfasi sul ruolo strategico del settore turistico in quella che sarà la fase di ripresa economica nazionale, di cui, ad oggi, non riusciamo ad immaginare i tempi e, soprattutto, il modo in cui questa ripartenza potrà avvenire. Secondo i dati del Centro studi turistici di Firenze, negli ultimi dodici mesi l'emergenza pandemica ha fatto svanire oltre 258 milioni di presenze turistiche, riportando la nostra Nazione a dati di presenze paragonabili a quelle del 1969. Inoltre, la stima dei consumi turistici perduti ha raggiunto una cifra superiore ai 50 miliardi di euro, di cui 36 miliardi di consumi turistici da parte degli stranieri ed oltre 17 di spesa interna da parte dei cittadini.

Il settore turistico nazionale, per sua importanza, grandezza e varietà, occupa una dimensione trasversale, per cui il ruolo del neonato Ministero del Turismo nei confronti delle altre strutture dicasteriali nazionali necessita di ulteriori riconoscimenti per poterne rendere più efficace la sua azione. Purtroppo c'è anche da considerare che la riforma del Titolo V della Costituzione italiana in materia di potestà legislativa Stato-regioni ha frastagliato ulteriormente il ruolo centrale dello Stato nella governance della politica turistica nazionale, che così risulta del tutto inesistente.

Quindi, con questo ordine del giorno noi chiediamo che il Governo si impegni a valutare l'opportunità di incrementare la centralità del Ministero del Turismo nell'elaborazione di politiche e piani strategici nazionali per il rilancio del turismo nazionale. Inoltre, chiediamo il coinvolgimento del Comitato interministeriale per la transizione ecologica, il CITE anche ai fini del potenziamento e di una estensione del superbonus 110 per cento, per estenderlo a tutte quelle attività ricettive e turistiche; chiediamo anche che il Ministero del Turismo sia attore istituzionale privilegiato nell'elaborazione di qualunque politica di natura economico-competitiva elaborata da altri Ministeri, ma con aderenze ad aree di interesse per il settore turismo. Abbiamo anche presentato un ordine del giorno per quello che riguarda l'istituzione, della misura del superbonus 110 per cento. Ecco, rispetto a questo sono stati spesi fiumi di parole, perché, nel “decreto Rilancio”, l'articolo 119 ha istituito questa misura, che sicuramente ha una possibilità, una potenzialità davvero straordinaria per il nostro Paese, ma che ha manifestato sin da subito moltissime criticità. Le proiezioni e le simulazioni rispetto alle ricadute positive di questa misura sono davvero molto entusiasmanti, ma, se non si apportano dei correttivi e, soprattutto, delle semplificazioni e una univocità nella interpretazione, nella stesura delle norme, chiaramente risulterebbe poi non perseguibile e tantomeno applicabile. Quindi, dobbiamo in qualche modo raggiungere una semplificazione burocratica e, altresì, andare ad intervenire su norme attuali che diventano troppo pesanti per poterlo rendere attuabile. Le categorie hanno espresso in tutti i modi, in tutte le sedi, in tutte le audizioni, compresa l'ANCI, che la documentazione necessaria per l'avvio dei lavori prevede delle ricerche, dei procedimenti che richiedono un lasso di tempo che va dai sei ai dodici mesi, e questo senza considerare, poi, tutto quello che riguarda le difformità edilizie che ci sono nel nostro Paese con riguardo ai nostri fabbricati. Inoltre, va considerato anche che il patrimonio immobiliare dei nostri italiani è il primo al mondo.

Quindi, con questo ordine del giorno, ribadiamo la necessità e l'impegno da parte del Governo ad attivare subito una cabina di regia che coinvolga tutti i Ministeri, che in quota parte convergono rispetto a questa misura, proprio per semplificarla e dare un'unica voce in uscita per cittadini, imprese e pubbliche amministrazioni.

PRESIDENTE. Il deputato Zucconi ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2915-A/28.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Grazie, Presidente. L'ordine del giorno è finalizzato a ribadire un concetto, cioè che attraverso interventi normativi si metta in grado di far esistere una competenza legislativa concorrente fra Stato e regioni al fine di realizzare una regia nazionale in questo campo. Stamattina abbiamo fatto, in Commissione X (Camera e Senato), un'audizione con il Ministro Giorgetti. Al di là della stima personale che abbiamo nei confronti di questo Ministro, quella che è venuta fuori è una cosa abbastanza disarmante, cioè proposte pochissime e, probabilmente, non era neppure in grado di farlo, perché la nostra convinzione - ed è per quello che siamo all'opposizione - è che questo Governo non abbia la sufficiente omogeneità ideale e politica per poter fare proposte concrete. In Italia avremmo bisogno di una rivoluzione vera e propria in questo momento, avremmo bisogno di rimuovere tutte le cause che deprimono la nostra economia: avremmo bisogno di andare ad agire sui costi fiscali, energetici, burocratici, giudiziari, salariali. Per fare questo ci vorrebbero delle innovazioni normative che, politicamente, questa compagine governativa non può esprimere. Questa è una nave, quella dell'Italia, in mezzo alla tempesta e che ha molti, molti capitani: uno dice di issare le vele e l'altro di ammainarle, uno dice di andare da una parte e uno dice di andare dall'altra. In queste condizioni, non si possono realizzare riforme serie, vere, concrete, delle quali ci sarebbe, invece, un estremo bisogno. Quella che riguarda il Ministero del Turismo, sul quale noi abbiamo fatto battaglie storiche e quindi siamo contenti che finalmente siamo arrivati alla sua istituzione definitiva, è solo una delle riforme epocali di cui l'Italia avrebbe bisogno. Direi che Fratelli d'Italia continuerà, quindi, a cercare di realizzare e di portare al Governo dell'Italia a una compagine politica coesa, ma omogenea (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. La deputata Frassinetti ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2915-A/29.

PAOLA FRASSINETTI (FDI). Presidente, colleghi, questo provvedimento, che ha ovviamente come contenuto anche la ridefinizione dei Ministeri e soprattutto un'attenzione particolare per il Ministero al Turismo e quello per l'Innovazione e digitale, contiene anche delle modifiche; abbiamo parlato anche ieri della modifica del Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, che diventa delle “mobilità sostenibili”. Quindi, c'è sicuramente un'intenzione di ristrutturare un impianto, che deve avere, però, una sua armonizzazione e un suo collegamento, anche attraverso la mobilità del trasferimento del personale nelle varie direzioni generali.

All'articolo 4, in maniera specifica, si istituisce - ieri gli emendamenti di Fratelli d'Italia hanno avuto ad oggetto proprio questo punto - presso la Presidenza del Consiglio, il CITE, coordinamento, quindi, tra il Comitato interministeriale per la transizione ecologica e la programmazione ecologica. Abbiamo visto che è importante un'intesa che possa anche raccordarsi con la Conferenza Stato-regioni e, purtroppo, questo emendamento, come altri che avrebbero agevolato e semplificato questa situazione, è stato in quest'Aula respinto. Questo ordine del giorno si innesta in maniera coerente con gli emendamenti presentati da Fratelli d'Italia, purtroppo ieri respinti. Si innesta in maniera coerente perché chiede di valutare l'opportunità di un ampliamento dei compiti attribuiti al Comitato interministeriale per la transizione digitale e, conseguentemente, chiede una modifica della sua composizione. In particolare, ci si concentra sul fatto che ci debba essere, attraverso l'inclusione del Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, anche l'appartenenza a questi settori così importanti, proprio per considerare aspetti della transizione digitale riferiti non solo alle iniziative delle pubbliche amministrazioni, ma anche - come si chiede nell'impegno - alle attività di soggetti privati, che sono importanti e sarebbero importanti per l'organicità di questa composizione del Comitato.

PRESIDENTE. Il deputato De Toma ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2915-A/30.

MASSIMILIANO DE TOMA (FDI). Grazie, Presidente. Come abbiamo già potuto vedere ieri nella giornata con i nostri emendamenti, Fratelli d'Italia cerca di dare un contributo a questo decreto di riordino dei Ministeri, che ovviamente è legato molto a una strategia, a una visione strategica. In modo particolare, il mio ordine del giorno parte da ciò che ci chiede la Costituzione: la Repubblica promuove lo sviluppo e la ricerca scientifica e tecnica. Ecco, l'Italia secondo i dati Istat del 2018, spende l'1,4 per cento del PIL in ricerca e sviluppo, di cui lo 0,9 è proveniente da privati. Il PNRR, prevede, appunto, alla quarta Missione “Istituzione e ricerca”, uno stanziamento di 11,77 miliardi per la ricerca.

La ricerca rappresenta, secondo numerosi studi, un fattore fondamentale per lo sviluppo economico di un Paese, in particolare modo nel lungo periodo. Proprio per questo motivo chiedo al Governo l'impegno ad attribuire al Ministero dello Sviluppo economico le competenze sulla ricerca, in modo da incentivare l'innovazione, la ricerca, lo sviluppo, sia nel settore pubblico, che in quello privato. Perché è proprio questo: il fatto anche di ripartire, rilanciare; ecco perché parlavo di strategia o di visione strategica.

Mi viene da pensare a un supporto anche attraverso le camere di commercio, che possono coniugare l'utilizzo di strumenti per migliorare l'attività delle piccole e medie imprese. Questa è una chiave di lettura, una chiave di lettura che il Governo dovrebbe cercare in questo momento di mettere in atto, proprio perché il Ministero, il MiSE, deve diventare quel motore, quello sviluppo importante per far ripartire l'economia, ma soprattutto le imprese, dando obiettivi, per vedere quella cosiddetta luce in fondo al tunnel. Un tunnel che, purtroppo, si allunga di giorno in giorno con tante incertezze, tante difficoltà; e queste difficoltà le possiamo affrontare coniugando la ricerca scientifica e tecnica, all'interno di un Ministero, quale è il MiSE.

Ecco perché il mio ordine del giorno tende più che altro a sensibilizzare e a dare un'opportunità a tanti ragazzi, a tante realtà che oggi stanno vedendo il loro futuro con difficoltà. Coniugando questa opportunità si può dare effettivamente una visione strategica che riguarda una Nazione, dove vuole andare, come vuole uscire da questa situazione; coniugando tutti questi settori importanti, come la digitalizzazione, appunto, e l'innovazione: ne parliamo in continuazione, ma le affrontiamo poco.

Forse è arrivato il momento, attraverso anche questo semplice ordine del giorno, di poter dare un segnale concreto a tutte le attività e a tutti quei ragazzi che oggi intendono avere un loro futuro, un futuro chiaro per se stessi e per le loro famiglie. La stessa cosa è rivolta a quelle imprese, all'interno delle quali risiede una famiglia, che, ovviamente, ha intenzione di andare avanti, di proseguire e di tornare alla normalità.

PRESIDENTE. La deputata Bucalo ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2915-A/31.

CARMELA BUCALO (FDI). Grazie, Presidente. uesto ordine del giorno a mia firma n. 9/2915-A/31, abbiamo l'obiettivo di valutare la possibilità di istituire un Comitato interministeriale tra il Ministero per la Pubblica amministrazione, il Ministero dell'Università e ricerca e il nuovo Ministero per l'Innovazione tecnologica e la transizione digitale, con l'obiettivo di migliorare la formazione qualitativa del personale, nell'ambito delle competenze digitali. Infatti, nella relazione del 2020 sull'indice di digitalizzazione dell'economia e della società, l'Italia è collocata al venticinquesimo posto su ventotto Paesi. Tutto ciò perché? Perché negli ultimi anni, nonostante siano stati varati numerosi piani per aumentare la competitività digitale dell'Italia e si sia molto puntato sulla possibilità di garantire agli studenti la conoscenza delle competenze digitali per ridurre il divario con i coetanei europei, non si è invece data una formazione qualitativa al personale.

Ecco, noi dobbiamo puntare su questo, puntare sulla formazione continua e, soprattutto, di alto livello del personale. Tutto questo perché? Perché diventa decisivo. Non si può pretendere di dare formazione e, quindi, possibilità ai nostri ragazzi, se non formiamo tutto il personale, e parlo non solo dal punto di vista didattico, quindi il personale docente, il personale universitario, ma anche di tutto il personale tecnico e amministrativo.

Quindi, il nostro obiettivo è quello di intervenire sulla formazione, su una formazione qualitativa, su una formazione continua, attraverso l'innovazione, che non è solo lo sviluppo della tecnologia e il miglioramento della qualità, ma soprattutto è garantire una formazione di alto livello. Tutto questo può avvenire solo attraverso una collaborazione sinergica tra questi Ministeri (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Il deputato Delmastro Delle Vedove ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2915-A/36.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Grazie, Presidente. Con il presente ordine del giorno Fratelli d'Italia interviene su un tema che gli è caro, cioè quello degli uomini in divisa e, segnatamente, degli agenti della Polizia penitenziaria all'interno dei nostri istituti carcerari.

Partiamo dai fatti gravissimi accaduti fra il 7 e il 9 marzo 2020, un anno fa, allorquando, in piena pandemia, i nostri istituti carcerari furono scossi da rivolte, certamente eterodirette, coordinate per via della sincronia con cui esplosero, per via delle medesime modalità con cui si consumarono, per via delle medesime richieste dei detenuti. Poi la storia si è incaricata di dirci cosa capitò quando il Ministro Bonafede rispose con quello sciagurato provvedimento “Svuotacarceri”, che condusse ai domiciliari centinaia di mafiosi esattamente in quei luoghi dove flagellavano e avevano flagellato intere popolazioni.

Di quelle rivolte ricordiamo 20 milioni di danni alle nostre strutture carcerarie, ricordiamo decine e decine di agenti della Polizia penitenziaria feriti, ricordiamo un Ministero balbettante, che aveva ceduto, sostanzialmente, alle rivendicazioni dei detenuti ma, soprattutto, oggi conosciamo e scopriamo decine e decine di azioni giudiziarie ai danni degli agenti della Polizia penitenziaria, e non sappiamo ancora nulla del trattamento nei confronti di quei delinquenti che saccheggiarono i nostri istituti carcerari (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Noi riteniamo che questo sia frutto di una politica di scarsa attenzione nei confronti delle nostre Forze dell'ordine, di scarsa attenzione nei confronti degli agenti della Polizia penitenziaria: uomini e donne abbandonati a loro stessi, uomini e donne che sono stati mortificati proprio in quell'anno per cui, mentre difendevano lo Stato, si sentivano abbandonati dallo Stato, uomini e donne che sono sottoposti allo sdrucciolevole perimetro troppo elastico del reato di tortura, uomini e donne che cercarono di sedare le rivolte in carcere, senza avere un protocollo antisommossa che li avrebbe garantiti nel loro operato; uomini e donne che si accorgono che, quando la politica parla di pianeta carcerario, interloquisce col Garante del detenuto e si pone il problema della riabilitazione, si pone il problema del detenuto, ma non si pone il problema degli agenti di Polizia penitenziaria reclusi con fine pena mai, senza colpa alcuna, sotto organico, senza i mezzi e senza alcuna protezione da parte di questo Stato. E' uno dei problemi che noi individuiamo e uno dei problemi che sta alla radice di tutto ciò è proprio il DAP.

Giacché parliamo di riordino dei Ministeri, noi ci chiediamo se non sia ora finalmente di spezzare il DAP. Il DAP è quel Dottor Jekyll e Mister Hyde che, da una parte, dovrebbe tutelare gli agenti della Polizia penitenziaria e, dall'altra, contestualmente tutelare i detenuti; cioè, con la mano sinistra fare una carezza agli agenti della Polizia penitenziaria e con la mano destra dar loro una sberla perché, invece, è al fianco dei detenuti. Allora, noi ci chiediamo se non sia il caso di dividere il Dipartimento e creare due Dipartimenti distinti, l'uno dedicato al trattamento dei detenuti e l'altro dedicato al corpo di Polizia penitenziaria perché ne sia il difensore strenuo, a prescindere, senza se e senza ma (Applausi del deputato Bond), e perché magari all'interno di quel Dipartimento, a presidio e a tutela dei nostri agenti della Polizia penitenziaria, vi sia - Presidente, che non venga colta come un'offesa - anche il Garante del personale della Polizia penitenziaria (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia e del deputato Bond) che scriva un libro bianco sulle condizioni della nostra Polizia penitenziaria. Siamo stanchi che esistano sempre e solo i garanti di Caino, perché nessuno deve toccare Caino. Noi vogliamo che anche Abele non sia più toccato, noi vogliamo che anche Abele abbia diritto di cittadinanza in questo emiciclo, noi vogliamo che anche Abele abbia uno che lo difende, noi vogliamo che le nostre Forze dell'ordine, dentro le carceri, non siano più sottoposte a minacce ed estorsioni da parte dei detenuti, che sanno che tramite il Garante del detenuto, da una parte, e…

PRESIDENTE. Concluda.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). …l'abominevole reato di tortura, dall'altra, possono fare ciò che vogliono all'interno delle nostre carceri. Solo in Italia può accadere una cosa del genere. Il Ministero si riorganizzi, dia un segnale agli agenti della Polizia penitenziaria…

PRESIDENTE. Grazie…

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). …e dica loro - e termino – che, come loro hanno difeso lo Stato, noi oggi…(Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia e del deputato Bond).

PRESIDENTE. Grazie. Il microfono, deputato Delmastro Delle Vedove.

La deputata Silvestri ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2915-A/39.

RACHELE SILVESTRI (FDI). Grazie, Presidente. In questo provvedimento, all'articolo 9, possiamo vedere che è stato istituito un Fondo nazionale per l'infanzia e l'adolescenza. Il Fondo ha, tra le sue priorità, la tutela e la promozione del benessere dei bambini e dei ragazzi, che è fondamentale, fondamentale per il nostro Paese. Però, purtroppo, nel nostro Paese abbiamo un problema molto, molto più grande: abbiamo il problema della scarsità delle nascite. Nel 2018 si è registrato il record negativo di nascite dall'unità d'Italia e, di nuovo, è stato superato nel 2019 e, ancora un'altra volta, è stato superato nel 2020.

Vede, Presidente, questo è un problema sociale. Il problema è il fatto che i nostri ragazzi under 40 non riescono a fare figli e hanno paura di fare figli, perché, purtroppo, attualmente viviamo una situazione di incertezza nel lavoro, soprattutto adesso con la pandemia. Però, questo non è un problema che riguarda solo le donne; è un problema che riguarda la famiglia. Dobbiamo tutelare la famiglia, perché quando due ragazzi iniziano a pensare di crearsi una famiglia, di mettere al mondo un figlio, attualmente l'unico punto fermo che hanno sono i nonni; i nonni che comunque sono lì vicini e che aiutano questi ragazzi per cercare di crearsi un futuro e una famiglia. Quindi, uno Stato che non c'è, uno Stato che, in questo momento, non aiuta questi ragazzi a creare un futuro, il nostro futuro perché i bambini sono il nostro futuro, Presidente, e questo non lo dobbiamo mai dimenticare.

Con questo ordine del giorno noi impegniamo il Governo a rivedere la ripartizione delle quote del Fondo e a dare un contributo fisso e diretto a sostegno della natalità nella fascia di popolazione under 40, perché è fondamentale. Noi dobbiamo puntare sul fatto che fare ed avere una famiglia non dovrebbe essere considerato un problema ma una risorsa sociale. Purtroppo, io e tanti miei coetanei lo vediamo, soprattutto noi donne: quando andiamo a fare un colloquio, purtroppo, la prima cosa che ci viene chiesta, se non vedono la fede al dito, è: “Sei fidanzata? Hai intenzione di sposarti?”; e poi la famosa domanda: “Vuoi avere dei figli?” Questa penso che, non solo per la donna ma proprio per la famiglia, sia la cosa più triste che si possa dire perché se adesso, nel 2021, avere figli è un problema questo è un problema per tutto il Paese, che noi qui dentro, in quest'Aula, dobbiamo affrontare, perché senza i bambini noi non andremo da nessuna parte.

Quindi, è con questo ordine del giorno che chiedo al Governo di impegnarsi per un punto di partenza, perché questo dev'essere un punto di partenza per creare, comunque, delle norme che aiutano i nostri ragazzi a fare più figli (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Il deputato Foti ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2915-A/40.

TOMMASO FOTI (FDI). Buongiorno, Presidente. Signor rappresentante del Governo, continuo a sottolineare, come avevo fatto ieri nel corso della discussione generale, l'importanza che vi sia quantomeno una precisazione di ordine legislativo in ordine all'espressione “finanza climatica”, che è stata introdotta in questo decreto-legge. Lo dico per la chiarezza che dobbiamo nei confronti dei destinatari dei provvedimenti che conseguiranno alla conversione in legge di questo provvedimento e lo dico anche nell'interesse più generale sia del Governo sia del Parlamento, perché è evidente che, se vengono introdotte espressioni che possono avere un significato equivoco o che addirittura possono avere un significato nullo sotto il profilo giuridico, in quanto né disciplinate né previste né argomentate, allora non soltanto non facciamo il nostro buon dovere di legislatori ma neppure siamo d'aiuto al popolo italiano. Ecco la ragione per la quale, signor rappresentante del Governo, penso che ieri il voto espresso in quest'Aula sia stato un voto di natura ideologica e di conservazione di un'espressione che, torno a ripetere, non ha fondamento giuridico più che una valutazione reale della necessità che noi avvertiamo, che Fratelli d'Italia avverte, cioè di dare certezza agli operatori, certezza anche al personale che dovrà poi gestire i rapporti all'interno di questo riordino dei Ministeri. Vedete, non basta parlare di transizione ecologica per risolvere la questione, non bastano le belle parole per affrontare le tematiche ambientali: bisogna affrontarle essendo coscienti che possiamo fare il passo che gamba consente, perché se si vuole fare qualcosa di diverso si finisce per fare della propaganda ma non amministrazione e, soprattutto, non delle scelte politiche che possono determinare scenari futuri. Personalmente, io faccio appello al Governo: Fratelli d'Italia ritiene che questa sia una battaglia importante. La finanza creativa è già stata a suo tempo ipotizzata ai tempi del Governo del centrodestra, quando la sinistra voleva denigrare l'operato del Ministro Tremonti. Debbo dire che passare dalla finanza creativa alla finanza climatica è soltanto una differenza di terminologia, perché nulla è più creativo della finanza climatica (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Il deputato Bignami ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno 9/2915-A/42.

GALEAZZO BIGNAMI (FDI). Grazie, Presidente. L'ordine del giorno che abbiamo ritenuto di sottoporre all'attenzione dell'Aula verte sulla valutazione, in termini di sicurezza e di difesa, di quella sovranità digitale che ieri ha parimenti formato oggetto di un emendamento col quale abbiamo ritenuto di sottoporre all'attenzione dell'Aula questa che è sicuramente una tematica che presenta confini nuovi e anche gli eventi di cronaca, recentemente balzati all'attenzione dell'opinione pubblica, dimostrano essere fondamentale e di assoluto rilievo, laddove si intenda perseguire un'effettiva tutela della sicurezza nazionale. Come evidenziato anche nell'intervento che ho svolto ieri, quest'ultima non è soltanto quella dei confini fisici ma anche quella riguardante i confini informatici, i confini interni. Questo anche alla luce di situazioni di cui abbiamo potuto avere riscontro nelle vicende elettorali, ma non solo, di tanti Paesi stranieri, che hanno subito, a detta di chi ne ha denunciato l'esistenza, tentativi di infiltrazione o di contaminazione che, evidentemente, richiedono la realizzazione di un sistema di difesa e di sicurezza nazionale digitale che passa, evidentemente, anche dalla realizzazione di una sovranità digitale.

È chiaro, infatti, che la detenzione di sistemi di sicurezza realizzata mediante strumentazioni e sistemi non nella diretta disponibilità degli Stati comporterebbe il rischio concreto di una esternalizzazione e di una cessione di porzioni di sovranità che, ancor più nel campo digitale, rischiano di essere determinanti sul versante della sicurezza.

Una serie di riflessioni che trovano riscontro anche in ordine ai dossier e agli elaborati degli uffici e dei centri, oltre che della stampa specializzata, che hanno avuto modo di verificare la sussistenza di queste esigenze che, proprio per questo, anche in queste ore, stanno formando oggetto di riflessioni approfondite da parte di Fratelli d'Italia sia sul versante della sovranità digitale, ma anche sul versante delle detenzioni delle reti e delle infrastrutture che devono assicurare questa sovranità. Tutti temi che, come ho detto poc'anzi, hanno formato oggetto di discussione e di attenzione nello specifico emendamento di cui ieri Fratelli d'Italia si è fatta promotrice e che, seppure in forma più tenue, possono trovare un riscontro e una valutazione positiva in un ordine del giorno che, certo, come vi è scritto, impegna il Governo - e non ha evidentemente la stessa tenuta di un emendamento -, ma che può, comunque, costituire un aspetto di valorizzazione e di considerazione utile per aprire una tematica, quella appunto della sovranità digitale, dell'autonomia e della sicurezza nazionale che attualmente, secondo noi, non è adeguatamente valorizzata nel tessuto legislativo.

PRESIDENTE. Il deputato Trancassini ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2915-A/45.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, pazientissimo sottosegretario Bergamini, a me il compito di illustrare l'ordine del giorno n. 45. Una breve riflessione però sul tema che noi oggi stiamo affrontando, cioè il riordino dei Ministeri. Una considerazione preliminare credo che valga la pena farla, cioè che il 26 gennaio si dimette il Governo “Conte 2”; è chiaro che non c'è una maggioranza coesa, è chiarissimo che il popolo italiano vuole nuove elezioni, però si decide di trovare il modo, in tutti i modi, per un nuovo Governo; però, sono passati oltre due mesi e mezzo e siamo qui a discutere del riordino dei Ministeri, come a dire che ancora la macchina non è ben partita, non sono chiare le competenze. Lo dicono non solo gli emendamenti e le proposte di Fratelli d'Italia, lo dicono gli emendamenti presentati dalla stessa maggioranza, le discussioni, anche le liti che vi hanno diviso.

Quindi, avete evitato le elezioni a tutti i costi. Diciamo che questo riordino è più il frutto di una transazione ideologica che non la nascita di un Ministero di transizione ecologica. Questo noi lo vediamo nelle competenze. Abbiamo provato a farvi ragionare ieri; è stato fatto un ottimo lavoro in Commissione, ma anche ieri abbiamo provato, con una serie di emendamenti, a parlare di cose importanti, pensiamo, Presidente. Io credo che ieri, chi ha avuto la pazienza di ascoltare il dibattito parlamentare dai banchi di Fratelli d'Italia, abbia sentito solo e soltanto proposte, le proposte per ribadire la centralità del Parlamento, le proposte per stabilire, in maniera molto chiara, le competenze, e anche proposte operative, chiare, per far sì che quei Ministeri, anche quelli nuovi, abbiano quella forza, quella capacità di incidere in un momento così difficile e drammatico per la nostra Nazione. Abbiamo anche parlato - e questo è stato l'unico acuto che ci avete permesso di fare - dello sperpero vergognoso in capo al Ministero guidato dall'onorevole Franceschini; e, grazie alla battaglia di Fratelli d'Italia, grazie all'emendamento dell'onorevole Zucconi, è stato scongiurato questo schiaffo alla miseria di 700 mila euro di incremento delle spese di staff del Ministro Franceschini, ma certo è che ci saremmo aspettati una dialettica migliore. Perché, guardi, questo, al netto della posizione di Fratelli d'Italia, è un malessere che personalmente ho provato anche nella discussione del Recovery. Noi facciamo sempre proposte costruttive e il fatto che oggi la maggioranza, in questo come in altri provvedimenti, alzi un muro nei nostri confronti e si chiuda all'interno della propria maggioranza, credo non renda un servizio né alla democrazia né alla Nazione. E allora ci restano gli ordini del giorno, ci resta solo questa possibilità per farvi ragionare. Sottosegretaria Bergamini, vedrà che il mio ordine del giorno è un ordine del giorno ancora più soft di quello che normalmente avviene. L'ordine del giorno sappiamo che non ha una grandissima efficacia, solitamente viene annacquato con una serie di parole “a valutare l'opportunità”. Il mio è ancora più semplice, perché mi riferisco all'errore - a nostro avviso - di aver spostato la competenza delle politiche energetiche dal Ministero dello Sviluppo economico al Ministero della Transizione ecologica: è un errore, a nostro avviso, perché le politiche energetiche debbono camminare insieme alle politiche economiche, alla politica industriale; la competizione della nostra Nazione si regge sulle politiche energetiche. E allora - e concludo, Presidente - il mio ordine del giorno vi chiede semplicemente di valutare gli effetti dell'applicazione di questa vostra scelta. In realtà, è un ordine del giorno che vuole coltivare la speranza che ci sia almeno il tempo di ragionare su questo errore, perché siamo convinti che, se ascoltate la ragione, sicuramente, rivedete questa decisione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. L'onorevole Gemmato ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno 9/2915-A/47.

MARCELLO GEMMATO (FDI). Presidente, l'ordine del giorno di Fratelli d'Italia n. 47, a mia prima firma, richiama il decreto in conversione e l'opportunità, rispetto al riordino dei Ministeri che stiamo operando con questo decreto, dell'inserimento nel CITE anche del Ministero della Salute, oltre quello della Transizione ecologica, dell'Economia e delle finanze, dello Sviluppo economico, delle Infrastrutture, del Lavoro, delle Politiche agricole. Evidentemente, c'è un refuso, perché immaginare in una tematica così importante di escludere il Ministero della Salute, atteso anche i tempi che stiamo vivendo, mi sembra un errore grossolano al quale io spero si possa porre rimedio. Ieri, nel dibattito d'aula, durante il voto sugli emendamenti, abbiamo cercato, come gruppo di Fratelli d'Italia, con quel tratto comune che è stato orizzontalmente definito dai nostri emendamenti, di migliorare il decreto in fase di conversione e l'oggetto dell'ordine del giorno era contenuto all'interno di un emendamento da noi presentato. Purtroppo, ci avete bocciato, inspiegabilmente, questo nostro contributo che non aveva chiaramente aumenti di spesa, che non portava chissà quale squilibrio nell'architettura del decreto in conversione, ma tant'è, ne prendiamo atto. Siamo a chiedervi, in questa occasione, di poter, quantomeno con un impegno, aprire un supplemento di riflessione rispetto alla possibilità di ridare al Ministero della Salute, in questo momento storico della nostra Repubblica - se dovesse questa situazione pandemica prolungarsi per via, un po', devo dirlo, anche della incapacità di questo Governo a gestire il momento e un po' per le varianti – centralità ed inserirlo nel CITE. Ritengo, Presidente, che questo possa essere accettato come semplice linea di indirizzo e quindi votato dall'aula (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. L'onorevole Osnato ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2915-A/49.

MARCO OSNATO (FDI). Grazie Presidente, c'è stato un periodo, anche abbastanza recente, anche abbastanza lungo, in cui la politica ha affrontato, con varie sfumature all'interno delle Assemblee elettive e nel dibattito all'esterno di esse, il tema del coinvolgimento e della responsabilizzazione dei territori nelle scelte amministrative.

Qualcuno ha parlato in modo più dettagliato di decentramento amministrativo, qualcuno di federalismo, qualcuno di autonomia, fuori e anche una volta dentro, si è parlato anche di forme più estreme; abbiamo visto anche nel contesto europeo che spesso alcune Nazioni si sono trovate anche - non voglio usare il termine “dilaniate” - sicuramente combattute per spinte appunto che i territori ponevano nel dibattito interno verso l'amministrazione centrale sul loro ruolo nelle scelte.

Oggi mi sembra che tutto ciò sia abbastanza sopito: non so se sia la giusta e legittima tensione dovuta appunto alla pandemia incombente e quindi alla priorità rispetto ad attenuare i danni gravi che, dal punto di vista sanitario e purtroppo anche da quello economico, essa sta dando alla nostra Nazione, o se sia una forma anche di opportunità politica che si è scelta tra coloro che sono più sensibili a questo tema per non enfatizzare differenze e distanze ma per essere più vicini a coloro con i quali si condividono le responsabilità politiche stesse.

Detto questo, però noi crediamo che sia giusto affrontare un tema importante come quello dell'energia, come quello delle scelte strategiche per la nostra Italia, che poi hanno un riverbero evidentemente anche sul tema dell'inquinamento, delle scelte per esempio sui gas che alterano il nostro clima, sulla mobilità sostenibile, quindi anche sul sistema delle infrastrutture e dei trasporti, che sono uno dei grandi temi che noi dobbiamo andare ad affrontare nell'idea di prospettiva di sviluppo della nostra Italia.

Infatti, se è vero che aspettiamo di ridurre il gap infrastrutturale tra il Sud del Paese e il Nord del Paese, ci sono Nord del Paese che aspettano di vedere riconosciuto anche il peso che hanno dal punto di vista delle risorse che danno al Paese. Io vivo a Milano, ma sono di origine veneta, sono bellunese, e il Nord-Est della nostra Nazione ha un PIL che è equivalente a quello di molte Nazioni europee, ma ancora aspetta l'alta velocità da troppo tempo, per esempio, e quindi evidentemente crediamo che quei territori rivendichino giustamente una dignità anche in queste scelte.

Si parla appunto di transizione ecologica: aspettiamo di capire come le zone di montagna, per esempio, non solo alpine ma anche appenniniche - rivendicando la mia origine bellunese parlo proprio di quelle zone -, possano avere una mobilità che eviti di trovare in alcuni weekend d'estate o d'inverno code di quattro o cinque ore per fare pochi chilometri, ma che allo stesso tempo contemperi un'esigenza di mantenimento del fantastico scenario paesaggistico e ambientale.

Allora, come possiamo noi dare una visione che contemperi l'interesse locale con quella che è la strategia nazionale? Cercando di coinvolgere all'interno di questi comitati coloro che appunto rappresentano democraticamente queste istituzioni locali. Allora, noi, l'avevamo chiesto con un emendamento, lo richiediamo a gran voce con un ordine del giorno, che all'interno dell'ormai straconosciuto Comitato interministeriale per la transizione ecologica, che appunto approverà il Piano per la transizione ecologica, con tutte queste implicazioni che ho appena raccontato, ci sia, racchiusa in una specifica norma e sia contemplata anche la presenza della Conferenza Stato-Regioni o della Conferenza unificata.

PRESIDENTE. Concluda.

MARCO OSNATO (FDI). Questo perché appunto – concludo, Presidente - credo che sia più utile dare concreta applicazione a una volontà di coinvolgimento dei territori, piuttosto che sventolare slogan, che poi rimangono tali (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Presento l'ordine del giorno n. 9/2915-A/51, dove chiediamo un impegno del Governo a presentare, entro il 31 maggio di ogni anno, una relazione sulla salvaguardia dei nostri mari, del nostro ambiente marino e delle nostre coste. Per dire che non è una proposta estemporanea, ricordo che da tempo l'Agenzia europea dell'ambiente ha lanciato un allarme per i nostri litorali e per le nostre coste e, da tempo, ho presentato anche un'interrogazione per parlare degli oltre 1.800 chilometri di coste della Sardegna, che sono soggette purtroppo a un fenomeno di erosione, di crolli, che stanno mettendo a rischio i nostri mari e i nostri litorali. L'ultimo episodio è stato a Porto Torres, nella costa di Abbacurrente, dove c'è stato il crollo della costa e c'è bisogno subito di 3 milioni per intervenire urgentemente, ma ovviamente, per salvaguardare tutta la costa, c'è bisogno di ben altre risorse. Ci sono altrettanti litorali che sono sofferenti: bisogna contrastare l'erosione e bisogna contrastare quello che è anche, a volte, l'azione dannosa dell'uomo, basti pensare a quello che è successo da poco, a chi pescava di frodo, addirittura con la dinamite, e rovinava dei monumenti naturali, questo in Campania.

Allora, dobbiamo cercare un attimo di lavorare e chiediamo abbastanza trasparenza al Governo nell'erudire il Parlamento su quello che sta facendo, su quella che è l'azione che porta avanti, anche per informare gli amministratori locali, che a volte si rivolgono all'istituzione principale non ottenendo le dovute risposte. Questo riguarda anche appunto gli atti parlamentari che noi presentiamo, perché sarebbe utile che questi venissero ovviamente attenzionati anche dal Governo e venissero date risposte nei modi dovuti e nei tempi dovuti, così da avere soddisfazione delle nostre richieste (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Hanno chiesto di parlare i deputati Bellucci e Rampelli, ma non sono presenti in Aula, quindi si intende che vi abbiano rinunciato.

Ha chiesto di parlare la deputata Paxia. Ne ha facoltà.

MARIA LAURA PAXIA (MISTO-L'A.C'È). Grazie, Presidente. Non vorrei che, ancora una volta, il grido di allarme del Sud rimanesse inascoltato e soprattutto non vorrei che - come sempre - al Sud si dedicassero delle mancette e noi ci dovessimo sempre accontentare.

Ho formulato questo ordine del giorno perché ritengo indispensabile che il Sud entri nei comitati interministeriali della transizione ecologica e digitale. Questi comitati interministeriali sono fondamentali perché rappresentano una saldatura, un collante tra quella che è l'azione politica e l'attuazione amministrativa, quindi avranno un ruolo molto, ma molto pratico e dovranno entrare direttamente nella gestione di tutte quelle che saranno le azioni svolte dai Ministeri. Ma questi due Ministeri, Transizione ecologica e Transizione digitale, sono fondamentali perché gestiranno il 72 per cento del Recovery Plan.

Vorrei ricordare a tutti noi che il Recovery Plan e le somme stanziate per l'Italia sono le più alte rispetto a tutti gli altri Paesi europei proprio perché l'Europa riconosce che il divario tra il Nord e il Sud e gli squilibri che ci sono a livello economico-sociale e soprattutto strutturale sono enormi. Quindi, questo è il motivo per cui all'Italia sono toccati tutti questi fondi, quindi direi grazie al Sud.

Ma è importante anche ricordare che in una recente analisi si è visto come negli ultimi vent'anni, dei nuovi occupati, solo uno su quattro trova lavoro al Sud: questo determina uno spopolamento delle regioni del Sud a favore del Nord.

Ciò nella migliore delle ipotesi, perché noi sappiamo che, nella maggior parte dei casi, i giovani italiani, i giovani ricercatori, comunque, tutte le persone del Sud in cerca di lavoro, nella migliore delle ipotesi, vanno al Nord, nella peggiore delle ipotesi devono trasferirsi al di fuori dell'Italia. Quindi, in generale, il Sud è sempre svantaggiato e quest'ultima analisi, che appunto mostra come negli ultimi vent'anni solo uno su quattro dei lavoratori del Sud trovi lavoro al Sud, mostra ancora una volta che chi viene danneggiato è soprattutto una categoria ed è la categoria dei giovani. Eppure, di giovani e di Sud se ne sente parlare molto, fino all'ultima conferenza stampa del Presidente Draghi dove si mostrava un'attenzione per il Sud. Io mi auguro che questa non sia un'attenzione mediatica, ma che realmente si faccia qualcosa per il Sud.

PRESIDENTE. Deve concludere.

MARIA LAURA PAXIA (MISTO-L'A.C'È). Per questa ragione io mi auguro che questo ordine del giorno abbia parere favorevole, perché solo ripartendo dal Sud tutta l'Italia potrà ripartire (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è).

PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il rappresentante del Governo ad esprimere i pareri.

DEBORAH BERGAMINI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Grazie, Presidente. Ordine del giorno n. 9/2915-A/1 Marco Di Maio, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2915-A/2 Paxia, favorevole, a condizione che nell'impegno siano espunte le parole da: “modificando l'articolo 4, comma 1, numero 2 e l'articolo 8, comma 3”. Ordini del giorno n. 9/2915-A/3 Meloni e n. 9/2915-A/4 Lollobrigida, parere contrario.

Ordine del giorno n. 9/2915-A/5 Prisco, favorevole a condizione che siano espunti il secondo e il quarto capoverso delle premesse. Ordine del giorno n. 9/2915-A/6 Casa, favorevole, a condizione che siano espunte le parole: “assolutamente imprescindibile” dall'impegno. Ordine del giorno n. 9/2915-A/7 Masi, favorevole, a condizione che l'impegno sia riformulato premettendo: “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/2915-A/8 L'Abbate, favorevole, a condizione che l'impegno sia riformulato premettendo: “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/2915-A/9 Gallinella, contrario. Ordini del giorno n. 9/2915-A/10 Ianaro e n. 9/2915-A/11 Daga, favorevole. Ordine del giorno n. 9/2915-A/12 Deiana, contrario. Ordine del giorno n. 9/2915-A/13 Licatini favorevole. Ordine del giorno n. 9/2915-A/14 Maraia, favorevole se l'impegno è riformulato premettendo: “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/2915-A/15 Lucaselli, favorevole se l'impegno è riformulato premettendo: “a valutare la possibilità di”. Ordine del giorno n. 9/2915-A/16 Rizzo, favorevole se l'impegno è riformulato premettendo: “a valutare la possibilità di”. Ordine del giorno n. 9/2915-A/17 Ruggiero, favorevole. Ordine del giorno n. 9/2915-A/18 Corda, contrario.

Ordine del giorno n. 9/2915-A/19 Ferro, favorevole a condizione che siano espunti il secondo e il terzo capoverso delle premesse. Ordine del giorno n. 9/2915-A/20 Amitrano, favorevole a condizione che siano espunte le parole da: “la cui competenza trasversale”, fino alla fine dell'impegno. Ordine del giorno n. 9/2915-A/21 Rizzetto, accolto come raccomandazione. Ordine del giorno n. 9/2915-A/22 Albano, accolto come raccomandazione. Ordini del giorno n. 9/2915-A/23 Caretta e n. 9/2915-A/24 Ciaburro, contrario. Ordine del giorno n. 9/2915-A/25 Mollicone, favorevole se l'impegno è riformulato premettendo: “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/2915-A/26 Silvestroni, contrario. L'ordine del giorno n. 9/2915-A/27 Montaruli, è inammissibile. Ordine del giorno n. 9/2915-A/28 Zucconi, contrario.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANDREA MANDELLI (ore 11,13)

DEBORAH BERGAMINI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Ordine del giorno n. 9/2915-A/29 Frassinetti, contrario. Ordine del giorno n. 9/2915-A/30 De Toma, contrario. Ordine del giorno n. 9/2915-A/31 Bucalo, contrario. Ordine del giorno n. 9/2915-A/32 Tartaglione, favorevole. Ordine del giorno n. 9/2915-A/33 D'Ettore, favorevole, a condizione che le parole da: “della promozione” fino alla fine dell'impegno, siano sostituite con le seguenti: “della promozione turistica del nostro Paese, ferme restando le competenze del Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale”. Ordine del giorno n. 9/2915-A/34 Paolo Russo, favorevole se è espunto il quinto capoverso delle premesse e riformulato l'impegno come segue: “a valutare l'opportunità di prevedere misure normative per la modifica della composizione della Commissione tecnica per i fabbisogni standard, al fine di includere un rappresentante designato dal Ministro per il Sud e per la coesione territoriale”.

Ordine del giorno n. 9/2915-A/35 Labriola, contrario. Ordine del giorno n. 9/2915-A/36 Delmastro Delle Vedove, contrario. Ordine del giorno n. 9/2915-A/37 Rotelli, favorevole se l'impegno è riformulato premettendo: “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/2915-A/38 Donzelli, favorevole. Ordine del giorno n. 9/2915-A/39 Rachele Silvestri, contrario. Ordine del giorno n. 9/2915-A/40 Foti, accolto come raccomandazione, a condizione che nell'impegno siano espunte le parole da: “non essendo”, fino a: “interpretative”. Ordine del giorno n. 9/2915-A/41 Butti, favorevole se l'impegno è riformulato premettendo a: “valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/2915-A/42 Bignami, contrario. Ordine del giorno n. 9/2915-A/43 Galantino, contrario. Ordine del giorno n. 9/2915-A/44 Baldini, favorevole, se l'impegno è riformulato premettendo: “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/2915-A/45 Trancassini, contrario. Ordine del giorno n. 9/2915-A/46 Vinci, favorevole, a condizione che sia riformulato come segue: “a valutare la possibilità di prevedere l'inserimento della partecipazione del Presidente” e, poi, continua. Ordine del giorno n. 9/2915-A/47 Gemmato, contrario.

Ordine del giorno n. 9/2915-A/48 Bordonali, favorevole se l'impegno è riformulato premettendo: “a valutare la possibilità di”. Ordine del giorno n. 9/2915-A/49 Osnato, contrario. Ordine del giorno n. 9/2915-A/50 Viviani, contrario. Ordine del giorno n. 9/2915-A/51 Deidda, accolto come raccomandazione. Ordine del giorno n. 9/2915-A/52 Covolo, favorevole. Ordine del giorno n. 9/2915-A/53 Bellucci, contrario. Ordine del giorno n. 9/2915-A/54 Caiata, favorevole, a condizione che l'impegno sia riformulato come segue: “a valutare l'opportunità di assicurare un adeguato coordinamento tra le attività del Comitato interministeriale per la transizione ecologica e quelle del Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile, tenendo in particolare conto gli effetti di tale transizione sul mondo del lavoro”. Ordine del giorno n. 9/2915-A/55 Mantovani, favorevole a condizione che l'impegno sia riformulato come segue: “a migliorare l'efficienza dell'infrastruttura idrica italiana, compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica, includendo nella misura massima possibile i comuni esclusi dal servizio di depurazione delle acque reflue e potenziando gli impianti operativi, al fine di migliorarne la prestazione e prolungarne la vita utile infine”. Infine, ordine del giorno n. 9/2915-A/56 Rampelli, favorevole.

PRESIDENTE. Avverto che, sentiti anche i rappresentanti dei gruppi parlamentari, procederemo, a questo punto, agli interventi per le dichiarazioni di voto sul complesso degli ordini del giorno, che si concluderanno entro le ore 13. La seduta sarà, quindi, sospesa fino alle ore 15. Alla ripresa si passerà alla votazione degli ordini del giorno, naturalmente senza dichiarazioni di voto, per poi passare alla dichiarazione di voto finale e alla votazione finale del provvedimento.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto sul complesso degli ordini del giorno il deputato Prisco. Ne ha facoltà.

EMANUELE PRISCO (FDI). Grazie, Presidente. Anche negli ordini del giorno mi pare che ci sia la stessa chiusura sui temi…

PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Prisco. Se manteniamo un po' di silenzio riusciamo a far intervenire anche l'onorevole Prisco, in una situazione migliore, se cortesemente potete abbassare un po' il tono di voce. Mi scusi, onorevole, ma volevo farla lavorare nella migliore condizione possibile.

EMANUELE PRISCO (FDI). La ringrazio per la sensibilità, Presidente. Dicevo, cercherò di fare un intervento sui principali temi trattati anche da questi ordini del giorno, che provano se non altro con questo strumento, che ha un valore meramente indicativo di strategia sui temi fondamentali che Fratelli d'Italia ha posto, su tutti quello del Ministero del Mare, che riteniamo sia una vocazione, un'opportunità, un'occasione su cui costruire una strategia più determinata e compatta da parte del nostro Stato e della nostra Nazione. Per non parlare, ovviamente, delle tematiche inerenti allo sport, inerenti al posizionamento del settore dell'energia sul neo costituito Ministero della Transizione ecologica, che ci desta non poca preoccupazione per quello che l'Italia può perdere in termini di competitività e di strategia rispetto a un know-how acquisito dal Ministero dello Sviluppo economico che invece ci avrebbe rassicurato. Abbiamo proposto varie soluzioni, cercando di portare un contributo costruttivo al miglior funzionamento dell'Italia, perché, se funziona lo Stato italiano, se i Ministeri riescono a dare le risposte che le imprese e i cittadini aspettano per la ripresa, allora vince l'Italia, e su questo Fratelli d'Italia c'è, dalla parte di chi veste la maglia dell'Italia. Per questo abbiamo cercato di migliorare anche le indicazioni strategiche con un contributo di ordini del giorno. Per non parlare finanche delle opportunità che possono offrire le strategie su molte altre questioni che abbiamo sollevato con i nostri ordini del giorno. Mi pare comunque un atteggiamento timido ad aprirsi a questo contributo che Fratelli d'Italia ha voluto offrire in questi giorni, sollevando delle questioni concrete con i suoi emendamenti e oggi con i suoi ordini del giorno. Noi continuiamo a fare la nostra parte per provare a rappresentare un'Italia che spesso non trova voce anche dentro quest'Aula. Ieri quello che è accaduto in Senato sulla proposta di Fratelli d'Italia di destinare i 5 miliardi del cashback alle attività in difficoltà grida vendetta anche in quest'altro ramo del Parlamento, perché un provvedimento inutile come quello del cashback, che non ha funzionato e non funziona, solo per presa di posizione del maggiore azionista di questo Governo, che è il MoVimento 5 Stelle, non consente di utilizzare quelle risorse per dare un ristoro a chi quel ristoro lo merita, perché se lo è meritato in anni di onesta attività (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) che ha costruito e che ha dato lavoro. Spesso le esigenze della politica, le esigenze di un accordo in una maggioranza disomogenea e disunita si fanno con compromessi al ribasso o al rialzo, come è successo per le poltrone del Ministero della Transizione ecologica, ma spesso in quelle transazioni politiche si dimentica chi la politica dovrebbe rappresentare, e per questo esiste fortunatamente l'opposizione patriottica, purtroppo unica, di Fratelli d'Italia, che sta qui anche oggi a ricordarvelo con coraggio, con pacatezza, ma con assoluta determinazione, perché prima di tutto per noi viene l'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Albano. Ne ha facoltà.

LUCIA ALBANO (FDI). Presidente, colleghi e rappresentanti del Governo, siamo qui a commentare e a riflettere sull'operato e su quanto il Governo ci ha risposto attraverso i pareri che sono stati dati sugli ordini del giorno. Ebbene, effettivamente devo dire che non abbiamo avuto un grande accoglimento dei nostri temi, delle tematiche importanti che in questa tornata abbiamo scelto di sottoporre al Governo perché possa semplicemente “valutare l'opportunità di”. Per molti abbiamo avuto parere contrario, per alcuni richieste con riformulazione e qualcun altro anche accolto solo con riformulazione. Certo è che questo decreto sui Ministeri ha destato diverse perplessità da parte di Fratelli d'Italia, che sono state chiaramente espresse negli emendamenti e negli ordini del giorno che abbiamo discusso ieri ed oggi, perché solo questo ci resta, discutere e parlare degli ordini del giorno per far sentire una voce, la voce dell'opposizione, la voce di un'opposizione costruttiva e patriottica. Siamo partiti dal Ministero del Mare, un'antica battaglia di Fratelli d'Italia; per l'economia del mare servirebbe un Dicastero apposito, ma tutto questo non viene minimamente preso in considerazione. L'economia del mare ha bisogno di una visione omnicomprensiva, che riguardi tutto il mondo del mare; ha bisogno di poter valutare, analizzare e rispondere ai bisogni del complesso mondo che è formato di cantieristica, turismo, pesca, infrastrutture portuali. Ebbene, tutto questo non viene considerato, tutto questo non viene in alcun modo accolto, anche se parliamo anche di protezione del mare, anche se parliamo anche di tutela dell'ecosistema marino, tutela dell'ambiente. Anche su questo c'è stato un no. Sviluppo del turismo, turismo relativo al mare, e anche su questo c'è stato un no. C'è un altro tema che in questi giorni abbiamo toccato, che è importante per il rilancio del nostro Paese. Abbiamo anche parlato della richiesta di una cabina di regia, per esempio, per il superbonus. Ebbene, anche qui sappiamo molto bene come le categorie, come i professionisti che collaborano e lavorano per rispondere ai bisogni dei cittadini relativamente a questo incentivo abbiano chiesto di poter avere uno snellimento, sia dal punto di vista degli enti locali sia dal punto di vista dei professionisti, e quindi la necessità di avere una possibilità di una cabina di regia che possa permettere lo snellimento. Anche su questo abbiamo avuto una risposta negativa, e sono assolutamente questioni importanti e questioni significative. C'è un altro tema che mi preme sottolineare e che non è stato accolto nella visione di questi giorni, ed è il tema della musica. Sappiamo che abbiamo proposto ieri un emendamento che riguarda la richiesta della direzione generale del Ministero della Musica, ed è una incredibile mancanza quella che in un Paese come l'Italia non ci sia una direzione per questo. Quasi stentavamo a crederlo, quando abbiamo visto la richiesta che era stata fatta. La musica, infatti, rappresenta, e lo sappiamo, un grande prestigio per la nostra Nazione; fa parte a pieno titolo di tutti gli aspetti che riguardano la cultura e l'arte nel nostro Paese. Quindi, che importanza riveste una direzione generale per la promozione, lo sviluppo e la diffusione della musica. Anche questo tema non è stato accolto, anche per questo tema abbiamo avuto un mancato accoglimento da parte del Governo. Noi continuiamo per far sentire la nostra voce, che è la voce di chi vuole costruire, di chi vuole apportare delle proposte importanti e significative per tutta la nostra Nazione, perché quello che abbiamo veramente a cuore è il bene dell'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. A volte mi chiedo se chi va a governare viene preso da qualche morbo autolesionista, dopo che una forza di opposizione, come quella di Fratelli d'Italia, impegna il Parlamento in una discussione su argomenti, contenuti e non, quindi, su una posizione ostruzionistica fine a se stessa. Però, arrivano gli ordini del giorno, che sono uno strumento, un impegno, semplicemente per studiare l'argomento in oggetto nell'ordine del giorno e viene espressa una raccomandazione, a valutare l'opportunità di, come se poi quelli che sono stati invece approvati avessero un seguito positivo.

Ma, allora, se l'atteggiamento di chi è nell'Esecutivo è una manifesta dimostrazione di forza verso l'opposizione, poi non c'è da lamentarsi se questa forza di opposizione usa tutti gli strumenti che ha per far sentire la propria voce. Non mi pare che abbiamo fatto richieste impossibili, non mi pare che abbiamo fatto richiesta di andare sulla Luna, richieste miliardarie, richieste impossibili, che ovviamente sarebbero giustificate agli occhi di tutti nello spiegare “le abbiamo dovute rifiutare”. Sono proposte di buon senso, a volte a costo zero. Semplicemente la volontà politica di riconoscere che l'opposizione ha a volte delle proposte giuste, motivate e dare una voce a quei cittadini che fuori da questo palazzo si aspettano delle risposte e si chiedono di che cosa parliamo qua dentro.

Allora, anche una collega mi ha detto: vi rendete conto che forse qua fuori aspettano altre risposte? Sì, esatto, aspettano altre risposte. Come chiedersi perché impegnare il Parlamento in un dibattito su un riordino dei Ministeri, che era semplicemente una questione per giustificare agli occhi di tutti un'alleanza, che è fuori da ogni pensiero: 5 Stelle con PD, 5 Stelle di nuovo con la Lega e con Forza Italia, quando erano poi nemici storici.

Allora, tutto questo gran lavoro è finalizzato a giustificare e darci una giustificazione. E, poi, ce la si prende con la forza di opposizione di Fratelli d'Italia, che presenta degli argomenti negli ordini del giorno che dovrebbero essere accolti – perché, ripeto, fatti di buon senso - e non con il prefisso della raccomandazione o con quel “a valutare l'opportunità di” che sappiamo benissimo che poi, come è successo in tutti gli altri casi, finiscono nel cassetto.

Noi ci stiamo mostrando molto disponibili rispetto a quelle che sono le nostre proposte, anche nell'atteggiamento. E si vede anche perchè noi non continueremo in questa nostra maratona oratoria, come qualcuno ipotizzava, nei prossimi giorni. Ci mostriamo disponibili a lavorare insieme, ognuno nei propri ruoli, nel cercare di trovare delle soluzioni accettabili. Di certo, non rinunciamo ai nostri valori e non rinunciamo alla nostra possibilità di dare voce ai nostri cittadini. Si aspettano questo da noi, ci hanno scritto, ci hanno chiesto di far sentire la loro voce, la voce delle proteste delle piazze. Quante volte prima, nei giorni scorsi, nelle altre discussioni dei provvedimenti, avevamo avvertito che la rabbia stava crescendo? Di certo non giustifichiamo atti violenti a volte di infiltrati, che vogliono rovinare il buon senso delle manifestazioni, ma di certo noi saremo sempre in piazza con quei cittadini che non ce la fanno più. A questo proposito, confido che - ripeto - almeno gli ordini del giorno approvati vengano tenuti in considerazione e vengano applicate le norme che sono contenute in essi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ferro. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Grazie, Presidente. Anche in questa occasione, questo provvedimento è stato affrontato dal gruppo di Fratelli d'Italia con spirito costruttivo e con la volontà ovviamente di contribuire a migliorare il testo in discussione, fin dal lavoro che si è svolto in Commissione dove, grazie ai colleghi del gruppo, abbiamo presentato pochi ma puntuali emendamenti, senza un atteggiamento ostruzionistico.

Lo spirito di responsabilità, che continuiamo a dimostrare come unica opposizione - nell'unico interesse degli italiani, che in questo momento vive un drammatico periodo - è sempre di più sotto gli occhi di tutti. E in qualche modo distingue questa giornata, con una ulteriore conferma di una politica lontana dal Paese reale, inspiegabilmente prigioniero da quella che sembra una continuità irresponsabile col disastroso Governo che lo ha preceduto, il Governo Conte.

Davvero siamo sempre più convinti della scelta fatta di rimanere all'opposizione, perché l'incapacità del Governo di sintonizzarsi con il Paese reale e intervenire sulle reali priorità è dimostrata anche da questo decreto, che rischia di determinare pesanti inefficienze amministrative, in un momento in cui servirebbe spingere al massimo i motori del Paese e portarli in revisione, e il cui punto nodale è la creazione di un Ministero della Transizione ecologica, che è stata la foglia di fico per risolvere i problemi di coscienza e giustificare la scelta dei pentastellati di entrare all'interno del Governo sostenuto da Mario Draghi.

Ecco, come il MiTE è nato in maniera frettolosa e, secondo noi, schizofrenica e raffazzonata, il prezzo pagato da una parte politica per la disinvolta conversione sulla via dei banchieri. Un Ministero costituito da strutture, in realtà, già esistenti, che non comporta novità sostanziali, ma risponde essenzialmente alle esigenze propagandistiche di far quadrare gli equilibri interni alla stessa maggioranza, accontentando il gruppo dei 5 Stelle.

Auspichiamo che, nella concreta definizione di un Ministero, non ci sia un'impostazione ideologica, che, contrapponendo la tutela ambientale allo sviluppo, rischia ancora una volta che le competenze in materia di politiche energetiche siano un freno per l'Italia, più che una ripresa. E certamente questa sarà un'altra pagina buia, perché auspicavamo la nascita, per esempio, delle tante iniziative messe in campo da Giorgia Meloni, come quella della nascita del Ministero del Turismo, una storica battaglia di Fratelli d'Italia. Ovviamente, non ci arrendiamo e speriamo che in futuro ci possa essere maggiore ascolto, anche perché riteniamo che è un settore certamente importante per la ripartenza della nostra Nazione nel post pandemia.

Avevamo inoltre proposto, sempre attraverso emendamenti e non ultimo l'ordine del giorno, respinti entrambi, a prima firma Giorgia Meloni, di dare vita al Ministero del Mare, per valorizzare quell'immenso patrimonio italiano dei 150 mila chilometri di costa (e non vorrei sbagliare qualche chilometro, per dare lo spunto a qualche collega), su cui insistono - e non sono poche - oltre 200 mila imprese italiane. Imprese, che lavorano in quel circuito, ma soprattutto che non vedranno le risposte tanto auspicate. Ancora una volta, si rileva quell'ottusità politica, che in qualche modo prevede le bocciature e il non ascolto, rispetto a degli emendamenti e all'ordine del giorno.

Insomma, anche questo decreto è un'occasione perduta per il Paese e la prova di un Governo del compromesso, chiaramente guidato con un socio di maggioranza, che è rappresentato ovviamente dal PD, che rappresenta solo una minima parte degli italiani e difficilmente potrà dare la risposta che i cittadini aspettano.

Una delle molteplici schizofrenie tra le tante riscontrabili è la gestione dello sviluppo sostenibile. Con il decreto-legge “Clima” il Governo Conte aveva attribuito tale competenza al CIPE, che dal 1° gennaio di quest'anno, in ragione di tali nuove competenze, ha cambiato denominazione con “Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile”. Anche questa volta si è tornati indietro in qualche modo, cercando di annullare quanto quella precedente maggioranza aveva fatto. È assurdo affidare un settore tanto importante e cardine della transizione ecologica - circa 64 miliardi di euro nel PNRR - ma soprattutto ciò fatto attraverso anche le critiche del Ministro, che velatamente le ha rappresentate.

Chiudo dicendo che Fratelli d'Italia ancora una volta, forse ancor più di ieri, è convinta di questa scelta di non far parte di questo Governo, perché siamo convinti che manca sicuramente una proiezione e una visione per il futuro. Ma questo gli italiani lo hanno già compreso da tempo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bignami. Ne ha facoltà.

GALEAZZO BIGNAMI (FDI). Grazie, Presidente. Le proposte che Fratelli d'Italia da ieri sta sottoponendo all'attenzione dell'Aula sono tutte ispirate, in termini di concretezza, a un miglioramento dell'azione del Governo, non solo evidentemente nello sviluppo dell'azione politica stessa, che - è chiaro - compete all'Esecutivo, quanto nell'evidenza della denominazione e delle competenze che nei dicasteri devono essere racchiuse. La nostra azione ha evidenziato, da un lato, un'esorbitanza nelle attribuzioni, che sembra essere più finalizzata a realizzare delle “foglie di fico” funzionali all'accontentare qualche forza politica su effetti denominativi più che sostanziali, e al contempo, però, una lacunosità e carenza nell'individuazione di alcune competenze che, a nostro modo di vedere, invece, dovevano essere chiaramente individuate all'interno dei dicasteri, rafforzandone e irrobustendone complessivamente l'azione e anche la portata. Questo ha anche ispirato non solo, quindi, nell'azione che ha evidenziato, sull'articolo 1, la proposta di Fratelli d'Italia, ma anche la proposta politica complessiva che ha riguardato gli emendamenti successivi, cercando di innervare nel complesso le strutture, i dipartimenti, i comitati, gli organismi tecnici di supporto all'attività del Governo, cercando anche di valorizzare, da un lato, le strutture parlamentari, con la richiesta più volte formulata di andare a realizzare una forte sinergia con le Commissioni parlamentari, oltre che evidentemente a dotare le strutture dipartimentali della necessaria e doverosa competenza e supporto da parte delle strutture dei Ministeri stessi e anche della Presidenza del Consiglio dei Ministri, ma anche nel dialogo con le Commissioni parlamentari medesime, al fine di irrobustire quel rapporto, che, a nostro modo di vedere, già nel precedente Governo si era perduto e che attendiamo di vedere se l'attuale Governo intenderà prossimamente dare con maggior concretezza, anche se - mi sia permesso l'inciso - lo sviluppo dell'azione e il dipanare dell'istruttoria sul Recovery Plan lascia in realtà pochi auspici al riguardo. Tutti questi emendamenti, in larga parte respinti, hanno successivamente, quindi, trovato accoglimento negli ordini del giorno che abbiamo illustrato questa mattina e su cui il Governo ha riferito i pareri. Devo dire che ha un po' sorpreso, in un momento di forte esposizione al rischio di infiltrazioni e di permeazioni, soprattutto di livello straniero, sulla struttura digitale della sicurezza nazionale italiana, il parere contrario espresso dall'Esecutivo rispetto all'ordine del giorno presentato da Fratelli d'Italia al riguardo. Riteniamo che questo, purtroppo, costituisca un po' il punto di riferimento, il segno dell'azione di questo Governo, che ha già perso numerose e rilevanti opportunità per segnare quella discontinuità, che, a nostro modo di vedere, anche e soprattutto nell'assetto complessivo dell'organizzazione dei dicasteri, avrebbe potuto ricevere una rilevante ed effettiva evidenza. In questa individuazione dei Ministeri, sulla transizione ecologica, sull'innovazione tecnologica e su quegli assi che dovrebbero teoricamente ispirare soprattutto la realizzazione e il recupero del Recovery Plan, in realtà, a nostro modo di vedere, si è consumata l'assenza di quell'irrobustimento tecnico, che, invece, avremmo auspicato, anche con recepimento dei nostri emendamenti e oggi con gli ordini del giorno, di poter contribuire a rafforzare.

Un quadro, quindi, che ci porta ad una valutazione purtroppo non positiva, non solo e non tanto del decreto, quanto dell'azione complessiva del Governo: al di là del recepimento di qualche modesto ordine del giorno da parte dell'Esecutivo, rimane quindi un giudizio purtroppo non positivo. Riteniamo che questo, contrariamente a quello che si era affermato fin dall'inizio, segni anche un'assenza di volontà, di dialogo e di collaborazione, che, invece, l'Esecutivo, a parole, aveva affermato all'inizio di voler perseguire. Nonostante questo, Fratelli d'Italia continuerà a qualificare, su ogni singolo punto, su ogni singolo provvedimento, su ogni singola proposta, la sua posizione, nel tentativo di realizzare concretamente quell'opposizione patriottica, non solo nei posizionamenti politici che già stiamo realizzando, ma anche nella volontà di contaminare, appunto, positivamente l'azione di un Esecutivo, che, ad oggi, pare davvero scarsa nei risultati realizzati (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Trancassini. Ne ha facoltà.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Grazie, Presidente. Mi prendo alcuni secondi più per un intervento sull'ordine dei lavori, quindi mi auguro che mi vengano scalati dal computo finale. Si fa molta fatica a parlare in un'Aula in cui non c'è la minima attenzione, ma questo ci sta. Si fa molta fatica a parlare in un'Aula in cui c'è un continuo brusio, però, mi creda, parlare dai primi banchi, come facciamo io e il collega Deidda, con il via vai delle persone che ci passano davanti, a tratti è quasi impossibile (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Detto questo, faccio una domanda al sottosegretario ma anche alla maggioranza: quanto durerà ancora questo vostro ostruzionismo? Perché, quello che sta andando in scena, sottosegretario, è il vostro ostruzionismo, perché questa è la prova: cioè, se noi avevamo bisogno della prova del nove, questa è data dai pareri su questi ordini del giorno. Per la verità, noi, da quando è nato il Governo Draghi, del sentore che non ci fosse alcuna volontà di prendere in considerazione le più elementari proposte che sono venute dai banchi di questa forza politica, abbiamo avuto più di qualche certezza, abbiamo avuto la prova con il Recovery, quando vi abbiamo tolto qualunque alibi con una mozione che diceva semplicemente, che richiamava il Parlamento, impegnava il Parlamento a far sì che, sul Recovery, il Parlamento rimanesse centrale: una cosa banale, come l'elenco delle stagioni, come il sorgere del sole, una cosa scontata. Eppure, nemmeno quella mozione è passata perché c'era e ci deve essere l'ostruzionismo, l'ostracismo, nei confronti delle proposte sensate di Fratelli d'Italia. Allora io vi domando, visto quelle che sono domande inutili che fate a noi, la domanda vera è: quanto durerà il vostro ostruzionismo? Perché noi siamo sempre gli stessi, siamo qui per proporre. Abbiamo, ieri, fatto proposte sensate negli emendamenti e oggi, negli ordini del giorno che le vado ad elencare, faccio veramente fatica a capire la ragione di una chiusura così totale. Abbiamo chiesto di valutare l'opportunità - valutare l'opportunità! - di fare attenzione alla tutela della sovranità digitale, che credo che sia un tema mondiale, un tema che si pongono tutte le nazioni; quella supremazia e quella tutela che sta alla radice di tante problematiche; eppure il parere è contrario, non c'è nemmeno una riformulazione su questo tema. Vi è stato posto un tema negli emendamenti, ribadito nell'ordine del giorno, sulla semplificazione: prendere l'impegno per semplificare la procedura del superbonus 110 per cento: pensi che rivoluzione che vi abbiamo proposto! Il parere è contrario a valutare l'opportunità di semplificare! Il tema della semplificazione, sottosegretario, è un tema abusato da un punto di vista dialettico, ma mai preso giustamente in considerazione e oggi non lo prendete in considerazione nemmeno attraverso un banale impegno di un ordine del giorno. Vi abbiamo chiesto valutare l'opportunità di pensare a un Ministero del Mare, perché, voglio dire, si fa fatica a dover dimostrare l'importanza del mare per la nostra Nazione; vi abbiamo chiesto di valutare l'opportunità di prendere in considerazione un Ministero per lo Sport; vi abbiamo chiesto - pensi che rivoluzione! - di valutare l'opportunità di considerare di fare un'unica regia per il rilancio del turismo insieme alle regioni, a valutare semplicemente l'opportunità di questo, e avete detto di “no”. Così come di valutare l'opportunità di creare un dipartimento dedicato al trattamento della Polizia penitenziaria, come ha spiegato benissimo il collega Delmastro: si fa fatica a capire perché c'è questa chiusura. C'è un vecchio adagio, che noi neoparlamentari abbiamo imparato appena siamo entrati qui, e cioè che un ordine del giorno non si nega a nessuno. Non è vero! Un ordine del giorno si nega a Fratelli d'Italia quando gli si deve dare un messaggio chiaro: tu, in questo Governo, non devi avere voce; tu non devi proporre perché tanto non verrai preso mai in considerazione. Allora, sottosegretario, il mio intervento, invece, è finalizzato a dire che questa voce fuori dal coro continuerà a parlare (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e continuerà a parlare soprattutto ogni volta, come oggi, che il coro è totalmente stonato (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Maschio. Ne ha facoltà. Non vedo l'onorevole Maschio, non so se per caso è in Transatlantico; magari andiamo avanti con il successivo e lo recupero dopo, se può andare bene.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Silvestri. Ne ha facoltà.

RACHELE SILVESTRI (FDI). Grazie, Presidente. Anche oggi, come ieri, abbiamo assistito allo stesso spettacolo, al fatto che il gruppo di Fratelli d'Italia, ieri con gli emendamenti e oggi con gli ordini del giorno, ha portato in quest'Aula proposte di buonsenso, proposte concrete, proposte volte a migliorare, comunque sia, questo testo, quindi ad aiutarvi a portare un miglioramento a questo provvedimento. Faccio qualche esempio, qualcuno è stato fatto già dai miei colleghi, come il Ministero del Mare, fondamentale per una Penisola come la nostra, per cercare di aiutare a migliorare questo settore che, dal nostro punto di vista, deve avere un Ministero tutto per sé, come è stato per il turismo, una grandissima battaglia del gruppo di Fratelli d'Italia, portata avanti dall'onorevole Zucconi in Commissione attività produttive; finalmente siamo stati ascoltati e, di conseguenza, è stato portato a compimento il lavoro del collega. Ma ce ne sono state altri, altre misure, altri emendamenti e faccio un esempio. Ieri, l'onorevole Ciaburro aveva illustrato un emendamento molto importante, a mio parere, volto ad inserire all'interno del Comitato interministeriale per la transizione digitale anche l'Associazione dei piccoli comuni, perché è fondamentale. Questo è un emendamento che non è stato preso in considerazione e che, dal mio punto di vista, è molto, molto importante, perché, attualmente, stiamo vivendo uno spopolamento dei piccoli comuni, che si stanno appunto spopolando a vantaggio delle grandi città; quindi inserire all'interno di questo Comitato anche l'Associazione dei piccoli comuni sarebbe stato molto importante. E questa non mi sembra una proposta così ostruzionistica, anzi, mi sembra una proposta valida, che poteva essere presa in considerazione. Ma, come questa, abbiamo presentato tante altre proposte, come ordini del giorno, che non sono stati presi in considerazione. Questa cosa è veramente - come diceva il collega Trancassini - deprimente, perché, comunque, Fratelli d'Italia ha fatto questo lavoro per cercare di migliorare questo provvedimento, ma non siamo stati ascoltati. Noi continueremo a portare proposte, continueremo a portare avanti le nostre idee, sperando che, prima o poi, ci ascolterete (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Maschio. Ne ha facoltà.

CIRO MASCHIO (FDI). Grazie, Presidente. Siamo totalmente insoddisfatti sull'esito dei lavori in merito agli emendamenti, perché, su questo provvedimento, Fratelli d'Italia ha presentato diversi emendamenti assolutamente costruttivi, che andavano a chiarire i metodi più corretti per legiferare su alcune norme e a conferire la giusta importanza ad alcuni Ministeri, come, ad esempio, il neocostituito Ministero del Turismo, che è stato istituito grazie a un'iniziativa forte chiesta da molto tempo da Fratelli d'Italia e recepita dal nuovo Governo, ma che non è ancora stato consolidato con adeguati contenuti. Ma l'esito del lavoro sugli emendamenti è stato quello di non vedere accolta alcuna delle proposte di Fratelli d'Italia. Pensavamo che almeno sugli ordini del giorno ci potesse essere una disponibilità diversa, perché, come si dice, un ordine del giorno non si nega a nessuno; si tratta di documenti che hanno una valenza politica, ma che non determinano, dal punto di vista formale, una modifica sostanziale del provvedimento. Quindi, non c'era motivo di non aprire a un dialogo con Fratelli d'Italia su diversi ordini del giorno assolutamente costruttivi che sono stati presentati su diversi temi che già avevamo toccato negli emendamenti, come la tutela del turismo, la tutela del mare, la tutela della polizia penitenziaria, la tutela della sovranità digitale del nostro Paese, un metodo corretto di legiferare di intervenire e di regolamentare, non tramite i DPCM, di cui state abusando, ma utilizzando la legge n. 400 del 1988. Insomma, tutte proposte assolutamente di buonsenso, non ostruzionistiche, costruttive, ma vediamo che, oltre a dover far reparto da soli, come unica opposizione costruttiva e patriottica in questo Parlamento, vediamo anche che dobbiamo fare un dialogo a senso unico, perché da parte della maggioranza di Governo continua la stessa sordità che si vedeva ai tempi del Governo Conte. Quindi, auspichiamo che, almeno in chiusura, possiate rimediare a tutto questo, accogliendo e votando a favore gli ordini del giorno da noi presentati.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Montaruli. Ne ha facoltà.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Grazie, Presidente. Tutti gli ordini del giorno presentati da Fratelli d'Italia sono ordini del giorno di buonsenso, che ripercorrono, sostanzialmente, gli emendamenti che voi avete voluto rifiutarci senza appello, ovviamente dando, dal vostro punto di vista, un rifiuto netto a quello è che il tentativo di dialogo dell'unica opposizione presente in quest'Aula, in Italia. È evidente, quindi, come Fratelli d'Italia torni a chiedere, anche in questo provvedimento, che è un provvedimento che voi avete presentato per l'organizzazione e la riorganizzazione dei Ministeri, e si presenti, in questo momento, con questi ordini del giorno, al fine di dare una vocazione organizzativa e una visione di questa vostra riorganizzazione.

Ma non dimentichiamo perché noi siamo arrivati a questo provvedimento, facciamo dei passi indietro. Facciamo dei passi indietro a quando si è formato il Governo Draghi, quando il tragicomico Beppe Grillo invocava il Ministero della Transizione ecologica come la panacea di tutti i mali e la grandissima svolta dell'Italia. Beh si è formato, sì, il Governo Draghi con una maggioranza trasversale, ma questa svolta dell'Italia ancora non l'abbiamo vista, perché non basta un Ministero, peraltro, costruito su un Dipartimento già esistente, su competenze già consolidate, già distribuite all'interno dei palazzi, non basta un Ministero a dare quell'impulso di cui l'Italia ha bisogno. Forse voi non vi rendete conto che, al di fuori di questo palazzo, in cui voi siete asserragliati, esistono intere categorie che vi stanno lanciando un estremo grido di allarme e di disperazione, non di aiuto, perché gli italiani non vi stanno chiedendo il reddito di cittadinanza, gli italiani vi stanno chiedendo di lavorare. Quindi, mentre voi vi occupate di dove collocare le varie strutture dei vostri apparati, esiste un'Italia, all'esterno, che vi chiede soltanto una cosa: di lavorare.

Probabilmente, il dibattito sordo di quest'Aula risulterà incomprensibile a tanti italiani che sono qui fuori: incomprensibile, perché è incomprensibile il vostro silenzio, incomprensibile la vostra passività. Ancora adesso ci avete detto che il piano vaccinale doveva essere la panacea di tutti i mali e, invece, ci svegliamo stamattina scoprendo - suggerimento dell'Italia - che le dosi del principale vaccino che avete opzionato non saranno utilizzabili per gran parte della popolazione. E in tutto questo, noi siamo fermi qui, a chiedere semplicemente una cosa: di organizzarvi meglio, di dare un senso alla riorganizzazione del Governo, affinché abbia una minima - dico minima - corrispondenza ai problemi reali che ha la Nazione, ai problemi reali che hanno gli italiani. E, allora, diventa veramente incomprensibile come mai voi abbiate reiterato in questo silenzio assordante, rifiutando ogni singola proposta di Fratelli d'Italia. Non lo scopriamo oggi, è evidente: voi, nonostante vi siate posti come il Governo dei nuovi e dei migliori, siete in totale continuità con i Governi precedenti. Dire “no” ad alcuni nostri ordini del giorno è un atto incomprensibile sia dal punto di vista del metodo, sia dal punto di vista del merito.

E, allora, Fratelli d'Italia vuole, continua e sarà sempre qui, su questi banchi, a tenere alta l'attenzione, ad inchiodarvi, non tanto nel tempo, ma nelle vostre responsabilità, così come stiamo facendo in questi giorni, perché saremo qui fino a quando non sentirete le nostre richieste, non tanto su questo provvedimento, ma sui tanti provvedimenti che, invece, questo Governo dovrebbe adottare per rispondere agli italiani che, fuori, vi chiedono un cambio di passo reale e non, invece, quello a cui abbiamo assistito in queste ore. Io devo solo ancora fare una puntualizzazione, perché un ordine del giorno, che vede me come primo firmatario, è stato ritenuto incomprensibilmente inammissibile. Voglio qui contestare questa inammissibilità, perché questo ordine del giorno prendeva le premesse da un atto, un decreto sottoscritto e firmato dal sottosegretario Zampa, che aveva a che fare sulla salute mentale. Se la salute mentale non è il tema di questi giorni che deve affrontare questo Parlamento, mi chiedo se non dovete fare una riflessione ulteriore sui gravissimi danni che la vostra azione sta causando all'Italia e agli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Montaruli. Solo per chiarezza, la sua contestazione sull'ammissibilità potevamo discuterla, magari più ampiamente, se l'avesse fatta immediatamente alla declaratoria che è stata fatta. Se vuole, nello speech, ho la possibilità di dirle esattamente le motivazioni. Se vuole gliela posso comunicare per le vie brevi o ufficialmente, come desidera.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Il mio è stato un atto di eleganza, che non si dica che noi stiamo facendo ostruzionismo.

PRESIDENTE. Se le fa piacere…

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Sì, grazie.

PRESIDENTE. Sono state sollevate obiezioni in ordine alla dichiarazione di inammissibilità dell'ordine del giorno Montaruli n. 27.

Tale ordine del giorno, nel riguardare la pubblicazione mensile dei verbali di lavoro del tavolo di salute mentale istituito presso il Ministero della Salute, presenta contenuti estranei rispetto alle materie oggetto del provvedimento in esame.

Desidero, al riguardo, precisare che sono stati ritenuti ammissibili, oltre agli ordini del giorno che incidono sulle materie del decreto-legge in esame, anche quelli che, pur concernendo Ministeri o dicasteri ministeriali che non sono oggetto di specifiche modifiche previste nel provvedimento, fanno comunque riferimento ad eventuali futuri riassetti delle competenze dei Ministeri medesimi o della loro organizzazione.

Tale ordine del giorno, volto ad incidere su uno specifico profilo dell'attività di un tavolo istituito presso il Ministero della Salute, non risponde ad alcuno di tali requisiti, non concernendo materie oggetto del provvedimento, né tantomeno facendo riferimento ad un futuro riassetto di competenze ministeriali.

Alla luce di tali considerazioni, l'ordine del giorno deve ritenersi inammissibile e, come tale, non può essere sottoposto all'esame dell'Assemblea.

Così, giusto per avere la chiarezza necessaria, che lei, giustamente, aveva chiesto.

Ha chiesto di intervenire l'onorevole Delmastro Delle Vedove. Ne ha facoltà.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Grazie, Presidente. Eccovi qui, in un emiciclo semivuoto, deserto, stanco, a recitare tutti voi, ad eccezione di Fratelli d'Italia, una parte in commedia già scritta. La parte in commedia di cui levatrice fu, come dire, il divin giullare, allorquando scese a Roma a far da levatrice al Governo dei migliori, al Governo Draghi. Scese con i migliori auspici, urlando come un ossesso col cappello vaporoso e bianco, un po' imbolsito: le fragole sono mature, le fragole sono mature. E noi cittadini normali ci chiedevamo che cosa volesse dire quel linguaggio criptico, allusivo e giullaresco.

Subito dopo il giullare divino, levatrice, ostetrica vera di questo Governo, lo precisò: vogliamo il Ministero della Transizione ecologica e, al posto di fare quello che avrebbe fatto qualunque altra Nazione saggia, cioè disporre un TSO a un uomo che vagava (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) per questi territori urlare le fragole sono mature, nacque il Governo dei migliori. Ed oggi siamo qui con voi, stanchi a recitare la parte in commedia, di fare una rivoluzione galileiana della pubblica amministrazione, perché ci sono disposizioni urgenti in materia di riordino delle attribuzioni dei Ministeri.

La prima è, finalmente, quella di fare il Ministero della Transizione ecologica, perché a nessuno di voi è venuto in mente di dire al divin giullare: guarda ti carichiamo nel Governo, intanto i tuoi son così affamati di poltrone che ci stanno di sicuro, ma non dire buffonate sul Ministro della Transizione ecologica, giacché il tuo Ministro dell'Ambiente dell'epoca, Sergio Costa, grillino, ha il Dipartimento della transizione ecologica e, quindi, se non ti sei accorto, se tu ritieni, se denunci che nulla sia stato fatto in termini di transizione ecologica, guardati a casa tua e non inchiodare un Governo a discutere del Ministero della Transizione ecologica; perché solo di questo noi oggi parliamo, in piena pandemia, mentre il turismo soffre, mentre il turismo è chiuso, quello italiano, perché siete bravissimi ad alimentare il turismo di tutte le altre Nazioni del mondo, tranne quello italiano. Mentre siamo in difficoltà nelle carceri, lo vedremo dopo, mentre manca un Ministero del Mare a presidio dello sfruttamento del sottosuolo marino, a presidio della nostra sicurezza nazionale, a presidio delle nostre linee di pesca nel Mediterraneo, dove ogni due per tre qualche predone libico ci porta via qualche marinaio, accusandolo dei delitti più incredibili.

Non abbiamo il Ministero del Mare, non abbiamo il Ministero dello Sport, che rappresenta il 4 per cento del PIL, ma abbiamo il Ministero della Transizione ecologica, abbiamo soddisfatto il divin giullare, abbiamo pagato la cambiale al divin giullare, vera ostetrica del Governo dei migliori, che pare un ossimoro perché, se il miglior Governo dei migliori viene sfornato dal divin giullare, è veramente una cosa che in termini buffoni può accadere solo in Italia.

E ancora, siete stanchi e avete fatto altre operazioni di maquillage perché l'altro grande mirabile esempio di rivoluzione galileiana è aver chiamato il Ministero dei Trasporti Ministero della mobilità sostenibile, cosa che ci terrorizza perché, mentre noi riteniamo che le infrastrutture trasportistiche che il Nord, il Centro e il Sud abbiano fame di infrastrutture trasportistiche, mentre la collega Wanda Ferro ci ricorda, ogni giorno che Dio ci ha regalato, il porto di Gioia Tauro, uno dei più profondi d'Italia, ma che non riusciamo a sfruttarlo, perché quando le merci arrivano nel porto, poi non possono essere più trasportate via terra, perché mancano le infrastrutture, mentre io vi ricordo che il Nord ha fame di Pedemontana, oggi parlate del Ministero della mobilità sostenibile. Spero che non vogliate sostituire queste opere, che servono al futuro dell'Italia, con qualche pista ciclabile (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) in giro per l'Italia.

Ancora vi abbiamo cercato di nobilitare, dicendovi il Ministero del Mare, difendiamo le nostre coste nel Mediterraneo, un luogo ove si produce più storia di quanta ne riesca a digerire. Si scontrano potenze regionali ai danni dell'Italia in termini di sicurezza nazionale, di approvvigionamento energetico. Il Ministero del Mare non c'è. Ci metterete qualche anno, come ci avete messo per il turismo, a capire che ha ragione Fratelli d'Italia a rivendicare quel Ministero.

Ancora - e termino - sottrarre la politica energetica al MiSE per darla al Ministero della Transizione ecologica disegna uno scenario fosco, a nostro modo di giudicare, perché la politica energetica deve essere saldamente nelle mani del MiSE, perché deve essere ancella per le nostre industrie - e termino Presidente - perché io non smetterò mai di ricordarlo, a nome di Fratelli d'Italia, a quei pauperisti e declinisti del Movimento 5 Stelle: quando parliamo di energia, rispettiamo il fatto che stiamo governando la settima potenza industriale del mondo, la seconda potenza manifatturiera d'Europa che, prima ancora di ireniche favole sull'energia green, ha bisogno di energia per far girare le sue manifatture, per far girare le sue imprese, per rilanciare questa Nazione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bucalo. Ne ha facoltà.

CARMELA BUCALO (FDI). Grazie, Presidente. Presidente, con i pareri dati agli ordini del giorno presentati da Fratelli d'Italia, molti contrari o riformulati, vi è la continua dimostrazione che nulla è cambiato al precedente Governo sia sui metodi e sia sui contenuti. Continuate ancora a respingere le nostre proposte; proposte di buonsenso, proposte che hanno un unico obiettivo: quello di migliorare i provvedimenti, quello di dare risposte concrete alla gente, al popolo che c'è fuori, ad un popolo che in questo momento grida, perché non riesce ad andare avanti; voi continuate sempre, continuate ad essere scollati da questo momento così drammatico per il nostro Paese. Ebbene, cosa avevamo chiesto di così eclatante per ottenere tutti questi pareri contrari o riformulati?

Parlate di questo nuovo Ministero, il Ministero per l'Innovazione tecnologica e la transizione digitale. Quindi parlate del digitale, di questa innovazione. Noi vi avevamo chiesto, con il mio ordine del giorno, solo di valutare l'opportunità di istituire una sinergia tra il Ministero per la Pubblica amministrazione, il Ministero dell'Università e la ricerca e questo nuovo Ministero. Per fare cosa? Per dare programmi concreti di formazione del personale, di alta formazione. Cosa c'è di così drammatico per ottenere un parere negativo? Parlate tanto di innovazione tecnologica, che i ragazzi devono avere la conoscenza e le competenze digitali. Cosa avevo chiesto di così drammatico per ottenere sull'ordine del giorno un parere negativo? Solo un coordinamento, un coordinamento tra i tre Ministeri per avere finalmente una formazione degna di questo nome?

E continuiamo. Avete dato un parere negativo sull'altro ordine del giorno a firma della collega Frassinetti, cioè quello volto ad ampliare i compiti attribuiti al Comitato interministeriale sempre per la transizione digitale e ad avere l'inclusione del Ministero del Lavoro e delle politiche sociali. Vi sembra così assurda la richiesta? Io credo di no, perché è sempre importante avere questa sinergia tra i vari Ministeri.

Infine, avete detto di no a uno degli ordini del giorno - lo ribadisco - più importanti, cioè quello sulla creazione del Ministero del Mare. L'obiettivo è quello di rafforzare le politiche su questa importante infrastruttura che per noi è essenziale, visto che siamo al centro del Mediterraneo. Siamo il balcone sul Mediterraneo, eppure in questi anni non abbiamo avuto una politica, una logistica che ha intensificato i nostri porti, che sono invidiati da tutto il mondo. E, invece, ci ritroviamo con una logistica che è all'ultimo posto.

E, allora, io concludo. Tutti questi “no”, questi “no” portano solo a un'unica risposta. Voi pensate di chiuderci la bocca? No, sbagliate! Noi continueremo sempre a essere qui, sempre a combattere a ogni provvedimento, sempre a dare risposte alla gente che c'è fuori (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ricordo a tutti di indossare la mascherina sempre nella migliore delle maniere.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Lucaselli. Ne ha facoltà.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Grazie, Presidente. Una prima riflessione su quello che abbiamo visto in questi giorni e su quello che Fratelli d'Italia ha iniziato a contestare sin da subito. A noi è parso quanto mai inopportuno che in queste ore, in questi momenti in cui l'Italia si trova in una situazione drammatica per quanto riguarda la vaccinazione, in un momento in cui l'Italia si trova in una situazione drammatica da un punto di vista economico, noi tornassimo in Aula per discutere del riordino dei Ministeri. Ecco, questa non ci sembrava una priorità, non ci sembrava un'esigenza degli italiani. E, probabilmente, se qualcuno del Governo si preoccupasse di interloquire con gli italiani che si sono ritrovati da un giorno all'altro a dover fare la fila alle mense dei poveri perché sono sprovvisti di sostegni, sono sprovvisti di ristori, sono sprovvisti della possibilità di dare un futuro ai loro i figli, probabilmente avrebbe capito che questo era un provvedimento inutile in questo momento per l'Italia.

È inutile talmente tanto che siamo arrivati in quest'Aula cercando di far capire quali siano oggi le esigenze dell'Italia, esigenze dalle quali evidentemente questo Governo è scollegato. Ma abbiamo cercato, come sempre facciamo, di migliorare anche un testo che, evidentemente, si è preoccupato più di allocare risorse e favori da un Ministero all'altro piuttosto che rendere l'apparato organizzativo del Governo italiano più fungibile per gli italiani stessi e per le loro esigenze.

Siamo partiti mettendo in evidenza una serie di questioni, e lo hanno già ampiamente detto i colleghi che mi hanno preceduto. Abbiamo parlato del Ministero del Mare, abbiamo parlato dell'inutilità tecnica di spostare alcune deleghe dal MiSE ad altro Ministero, abbiamo spiegato perché per noi il Ministero della Transizione ecologica è assolutamente inutile e abbiamo raccontato perché, secondo noi, aumentare le risorse economiche al Ministero della Cultura in questo momento è quanto mai inopportuno e irriverente nei confronti dei milioni di italiani che non riescono più a sfamare le proprie famiglie.

Tutto questo lo abbiamo fatto anche cercando di migliorare il testo da un punto di vista tecnico. Abbiamo chiesto, per esempio, che finalmente una serie di decisioni venissero prese attraverso il regolamento e non attraverso i DPCM, che ci pare una forma istituzionale e giuridica non corretta rispetto a moltissime delle decisioni che devono essere prese per il bene collettivo. Nonostante questo, ovviamente non siamo stati ascoltati. Ovviamente, siamo certi che prima o poi, così come è successo nel caso della istituzione del Ministero del Turismo, verremo ascoltati e prima o poi anche questo testo, sul suggerimento e sulle pressioni di Fratelli d'Italia, verrà migliorato.

Tutto questo, però, ovviamente non ci lascia sereni rispetto all'azione di Governo, rispetto alle linee guida che questo Governo vuole adottare per risolvere i veri problemi degli italiani. A noi non pare che l'istituzione di nuovi Ministeri sia, in realtà, dedicata all'utilità della collettività ma che sia, invece, semplicemente un fatto tecnico.

Un ultimo inciso me lo faccia dire sull'ordine del giorno di cui ho fatto l'illustrazione prima e, quindi, sulla possibilità di utilizzare i soldi del Recovery per la messa in sicurezza dell'Ilva di Taranto. Mi permetta solo di dire: io capisco che il Governo abbia delle difficoltà a parlare di Ilva, a parlare di Taranto, a parlare di quello stabilimento, e accolgo, ovviamente, la riformulazione che è stata proposta dal Governo. Mi permetta, però, di dire che io ancora non capisco che cosa ci sia, ancora oggi, da dover valutare su un fatto che è certo, che è conosciuto, un fatto noto. L'Ilva va risistemata da un punto di vista strutturale e va messa in regola, per la tutela di ambiente e salute (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole De Toma. Ne ha facoltà.

MASSIMILIANO DE TOMA (FDI). Grazie, Presidente. Poco fa vedevo sul cellulare una cosa curiosa e, anzi, magari la consiglio anche a lei, perché parla di un App per una segnalazione, Sistema unico di segnalazione di Roma Capitale per gli assembramenti. Ecco, pensavo di scaricarla e utilizzarla, ma poi mi sono detto: che la utilizzo a fare, per segnalare un'Aula vuota (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)? Un'Aula dove la maggioranza dovrebbe essere presente per difendere un decreto, un decreto di riordino dei Ministeri che definirei più frullato o frappè (magari scegliete voi quale dei due vi piace di più).

Però, nel mio intervento sull'ordine del giorno parlavo di strategia o visione strategica. La strategia è chiara: era quella del Ministero della Transizione ecologica, l'abbiamo capito. Bisognava fare questo Ministero perché giustamente il Ministero dell'Ambiente ha fallito precedentemente, negli anni a guida MoVimento 5 Stelle. Però, dobbiamo andare avanti, dobbiamo andare avanti e, quindi, ne facciamo un altro.

Gli diamo più poteri, gli diamo più forza, che poi abbiamo notato questi poteri e questa forza, secondo il mio punto di vista, il nostro punto di vista di Fratelli d'Italia, ci sembra abbastanza inequivocabile che siano confusi. Ma aspettiamo. Vediamo cosa succederà nei prossimi giorni, nelle prossime settimane. Le nostre proposte emendative prima e gli ordini del giorno di oggi, fatte dal nostro gruppo di Fratelli d'Italia, sono andate nella direzione di contribuire a un'opposizione costruttiva, però, attenzione, siamo fermi, fermi nei nostri principi fondanti, proprio perché riteniamo che l'opposizione si possa fare in diversi modi: ci si può precipitare ad occupare i banchi del Governo oppure buttare all'aria le carte, senza rispetto per quest'Aula. Noi invece intendiamo fare un'opposizione che abbia un senso, un senso legato ad un'opposizione costruttiva di visione strategica, quella visione strategica che io continuo a non vedere, soprattutto su questo decreto - già in Commissione attività produttive avevo evidenziato delle perplessità, non perché sia un conservatore, però sicuramente da lì parto -, magari si può migliorare e su questo sarò sempre ben disposto a farlo.

Benissimo il Ministero del Turismo, questo è fondante, però poi penso al MiSE, il Ministero di riferimento delle attività produttive. Penso che, dato che ormai si occupa prevalentemente delle cosiddette grane, continuerà a trattarle, però quali? Praticamente saranno i danni creati dagli altri Dicasteri, che sicuramente metteranno in difficoltà le attività produttive perché non c'è una visione strategica per farle ripartire. Dispiace - lo dico da deputato - vedere un'Aula che ormai si accinge forse all'ora del pranzo e, quindi, ci si avvicina più a mangiare che a pensare di risolvere i problemi degli italiani che, invece, per quello che ci riguarda, noi di Fratelli d'Italia non intendiamo abbandonarli, anzi saremo al loro fianco quotidianamente per far fronte a tutte le criticità che ci stanno dimostrando, e noi li stiamo ascoltando. Ma voi, li state ascoltando? Secondo me, no. L'intervento dell'onorevole Trancassini l'ho trovato giusto nel passaggio in cui fa riferimento al fatto che questo Governo sta facendo ostruzione, ostruzionismo; l'ostruzionismo ha una forza politica che, in questo momento, è la forza politica che rappresenta di più gli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli D'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ciaburro. Ne ha facoltà.

MONICA CIABURRO (FDI). Grazie Presidente, ci troviamo qua, in quest'Aula vuota a discutere ancora su questo disegno di legge per il riordino delle attribuzioni dei Ministeri. Ecco, la parola in sé, riordino, porta implicitamente un miglioramento, un fare in modo che questo ordine nuovo messo in campo possa essere più efficace, efficiente e funzionale per l'attività di questi Ministeri. Noi, da ieri, stiamo cercando di interloquire col Governo e con l'Aula per apportare dei piccoli suggerimenti e modifiche al testo, non per farne una bandiera o per fare ostruzionismo - anzi, si verifica esattamente il contrario -, ma proprio per fare servizio agli italiani e all'Italia, perché riteniamo che il nostro impegno, qua, debba essere dignitosamente a servizio degli italiani, e non, come si sta comportando, con un atteggiamento davvero di alzata di un muro, il Governo. Vediamo anche il sottosegretario che, nonostante sia unica a rappresentare il Governo, ben venga, con questa distrazione costante e continua mostra quale e quanto sia l'interesse nei confronti di ciò che stiamo cercando di farvi capire e che probabilmente arriverete a capire solo dopo anni, così come è dimostrato dall'istituzione del Ministero del Turismo, assolutamente opportuno, utile e necessario ma che, rispetto a quando Fratelli d'Italia e Giorgia Meloni parlavano di quanto fosse necessario, i tempi di reazione per poterlo attuare sono diventati davvero lunghi. Parliamo proprio di tempi, perché, in questa Italia, c'è un bisogno assoluto di certezze nei tempi e nelle azioni, cosa che non sta avvenendo e, quando avviene, avviene con una lungaggine infinita e incredibile che fa sì che questo Governo non sia tempestivo sui bisogni reali di questo Paese. E lo dimostra anche il fatto di essere qua a discutere di questo disegno di legge che, sebbene, abbiamo detto, non sia prioritario rispetto al momento che stiamo vivendo, drammatico per tutta l'Italia, per le attività produttive, per le famiglie, per le categorie produttive, per le partite IVA, per tutta l'Italia, noi siamo qua a discutere di questo, e non ci siamo tirati indietro non ritenendone la priorità di discuterne oggi, ma, anzi, ieri abbiamo cercato di dare un contributo con tutti gli emendamenti presentati da Fratelli d'Italia e solo uno è passato. E perché è passato quell'emendamento? Perché era vergognosamente una marchetta: 700 mila euro, non alla cultura, e ce ne sarebbe davvero bisogno, ma allo staff personale del Ministro. Questo è davvero vergognoso e, forse, su questo, visto che siete stati smascherati, avete dovuto necessariamente dare parere favorevole. Le altre proposte ieri le avete bocciate; oggi, in qualche modo, riuscite a negare anche gli ordini del giorno - diceva bene l'onorevole Trancassini, quando, da neoparlamentari si diceva che “un ordine del giorno non si nega a nessuno” -, e soprattutto li infarcite, laddove date parere favorevole, con riformulazioni “a valutare l'opportunità di”. Ma non è più il tempo di valutare. E' il tempo dell'agire, agire in funzione dei bisogni della nostra Italia. Non mi soffermo a pensare anche all'ennesimo ordine del giorno con parere contrario rispetto a quello che noi riteniamo essere utile e funzionale per velocizzare passaggi e interpretazioni normative riguardo a quella misura che è stata istituita con il “decreto Rilancio”, all'articolo 119, cioè il superbonus. Noi immaginiamo su ogni provvedimento le ricadute sul nostro Paese, le ricadute sull'interpretazione da parte dei nostri cittadini, da parte delle professioni che vengono coinvolte, delle partite IVA, delle categorie produttive e, immaginando queste ricadute, cerchiamo anche di suggerire strumenti operativi e funzionali affinché queste ricadute, potenzialmente molto virtuose e moltiplicatori di PIL, di ripartenza, di rinascita, possano essere davvero efficaci. Ma anche su questo avete detto nuovamente no. Abbiamo anche chiesto banalmente che il Comitato interministeriale per la transizione digitale avesse, tra i suoi rappresentanti, il portavoce nazionale dei piccoli comuni, perché se si parla di transizione digitale e di innovazione tecnologica, non possiamo prescindere da quelli che oggi sembrano i figli di un Dio minore (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Osnato. Ne ha facoltà.

MARCO OSNATO (FDI). Grazie, Presidente. Siamo un po' amareggiati dall'atteggiamento che il Governo ha voluto tenere nei confronti delle nostre proposte, anche in ordine, scusate il gioco di parole, agli ordini del giorno. Già durante la discussione sugli emendamenti mi era parso che ci fosse una chiusura eccessiva - i pareri dei relatore e del Governo sono stati quasi sempre negativi - e, quindi, speravamo che almeno all'interno della discussione degli ordini del giorno ci fosse, non dico una resipiscenza, ma almeno una valutazione più positiva, più attenta a quelle che erano delle proposte, non di carattere di scontro politico, ma di carattere di valutazione politica. E in un Governo che nasce tecnico, in un Governo che si dichiara di salvezza nazionale, in un Governo che dice che è qui perché deve rispondere alle emergenze della Nazione, ci sembra strano che la chiusura sia su tutto, su tutto quello che, in beata solitudine, purtroppo o quasi, Fratelli d'Italia ha proposto. Allora qui viene a cadere la prima ipocrisia che volete fare passare, ovvero che questo sia un Governo che risponde alle esigenze primarie dei cittadini.

Questo è un Governo che risponde alle esigenze politiche dei partiti che ne fanno parte e che tiene in ostaggio un Presidente del Consiglio che sfruttate per la sua autorevolezza, meritata sicuramente negli anni, che però evidentemente non ha ragion d'essere in questa Aula e nelle azioni dei Ministeri, che appunto vorremmo riordinare con questo decreto. Lo dico anche perché, per esempio nel mio caso, mi sembra che la chiusura totale data dal Governo su un ordine del giorno con cui si chiede soltanto il coinvolgimento degli enti locali, degli enti territoriali e delle regioni nelle scelte relative alla transizione ecologica, sia abbastanza strana; una chiusura così evidente - lo ripeto - mi sembra strana da parte di un Governo che è sostenuto da una maggioranza che ha al suo interno il Partito Democratico, il partito che si è sempre vantato di aver modificato in senso decentrato la Costituzione. Mi sembra strano dato che, peraltro, questo partito esprime tuttora il presidente della Conferenza Stato-Regioni, che è appunto il presidente Bonaccini, che quindi poteva anche essere un elemento in più di considerazione in questo senso. Mi sembra strano che il “no” venga anche dagli amici della Lega, che evidentemente - non devo spiegarlo a nessuno - hanno fatto dei temi del decentramento, del federalismo, talvolta dell'autonomia e talvolta anche di più, il loro cavallo di battaglia, ma che oggi invece ritengono che non sia giusto che la Conferenza Stato-Regioni partecipi alla Conferenza interministeriale sulla transizione ecologica. Mi sembra strano che, allo stesso modo, gli amici di Forza Italia dicano “no”, quando sono stati in Veneto i primi sottoscrittori del referendum sull'autonomia. Siamo un po' perplessi perché io sono il primo, e Fratelli d'Italia è la prima forza politica, a dire che certe materie - evidentemente, l'energia, le infrastrutture, i trasporti, le comunicazioni sono tra queste - debbono essere di assoluta preminenza dello Stato, però crediamo che all'interno di un comitato che deve poi presentare un piano, forse - lo ripeto: forse - la presenza degli enti territoriali, almeno a titolo consultivo possa avere una sua funzione. Qui mi sembra che invece questo sia il Governo dell'ineluttabile e non della salvezza nazionale, il Governo dell'ineluttabilità di alcune vicende, e noi qui purtroppo temiamo il peggio. Oggi, abbiamo letto che il Fondo monetario internazionale già invita le Nazioni alla patrimoniale. Questo è un tema sul quale - lo dico subito - non venite tra qualche tempo, dopo aver detto a tutti che la patrimoniale è sbagliata, che non la volete, che non bisogna farla, che non bisogna penalizzare ulteriormente gli italiani, a dirci che ce lo dice il Fondo monetario internazionale e quindi bisogna farlo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia): no!

Non venitecelo a dire, perché non lo accetteremo noi e non lo accetteranno gli italiani. Noi vogliamo che, tramite anche un documento di revisione e di riordino dei Ministeri, si possa finalmente mettere in campo tutta quella serie di procedure che portino al ristoro, al sollievo e al sostegno vero degli italiani, delle imprese italiane e delle famiglie italiane. Noi vogliamo più incentivi: non vogliamo ancora tasse ulteriori (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Frassinetti. Ne ha facoltà.

PAOLA FRASSINETTI (FDI). Grazie, Presidente. Io incentrerò questo mio breve intervento sugli ordini del giorno rigettati - che erano naturalmente emendamenti che abbiamo discusso ieri - che mi sembrano più significativi e importanti. Il primo, a firma della nostra presidente Meloni, concerne l'istituzione del Ministero del Mare: mi sembra davvero assurdo e inspiegabile il rigetto dell'emendamento ieri e dell'ordine del giorno oggi. Non è difficile spiegare come il mare sia un elemento fondamentale in Italia; non è difficile spiegare come, attorno al mare, ci sia un proliferare di attività economiche, di attività lavorative; che ci sia da proteggere un ecosistema marino minacciato, che ci sia la problematica dei porti, porti italiani che storicamente sono stati al centro delle attività commerciali di tutta Europa e di tutto il mondo e che devono essere potenziati. Mi riferisco alla mia città di nascita, Genova, che dovrebbe sicuramente avere l'opportunità di ritornare a brillare come ha fatto in passato. Quindi, non si capisce come il Ministero del Mare non sia stato preso in considerazione e non si capisce quali siano le motivazioni, che poi non vengono date in questo contesto, che hanno spinto a questo diniego. Un altro punto, un altro ordine del giorno non ha accettato è quello del Ministero dello Sport. È incredibile come a un settore così importante - e non mi riferisco naturalmente soltanto agli sport più famosi e professionistici, ma a tutto quel reticolato di associazioni sportive, di palestre che sono in difficoltà ormai da un anno, chiuse, anche se molte sono state messe in sicurezza secondo le normative e i protocolli - non sia stata data l'opportunità di riaprire. Lo sport è importante, lo sport è importante per la crescita, per l'educazione dei giovani, per le attività motorie degli anziani, fa parte di una di quelle attività di un popolo che uniscono anche il popolo, che difficilmente spesso si riesce ad unire, attorno a una bandiera (e che, oltretutto, dal punto di vista olimpico era stata minacciata, ma per fortuna siamo riusciti a recuperarla) e attorno a una coscienza che spesso solo per lo sport va in piazza insieme, trova coesione e trova pathos. Quindi, è davvero assurdo che non ci sia stata attenzione su questo punto.

Andando ad analizzare la questione da un punto di vista più tecnico, lo sport genera il 4 per cento del PIL, ha una funzione sociale, ha sicuramente una importanza nel quadro internazionale, sono tante le interlocuzioni internazionali che noi dobbiamo su questo settore effettuare senza avere un Ministero competente che lo può fare. Ancora, parlo di un altro ordine del giorno molto significativo, presentato dalla collega Ciaburro, che chiede semplicemente una cabina di regia del superbonus al 110 per cento. Questa è una misura spesso incomprensibile per la gente; ci sono richieste da parte di tantissimi cittadini, di tantissimi condomini e non si riesce, molte volte, a capire e a spiegare come mai un'attività che poteva essere una risorsa, diventa incomprensibile e difficile da attuare. Vado e concludo con l'ordine del giorno da me presentato, che ho illustrato in precedenza e che semplicemente chiedeva di ampliare i compiti attribuiti al Comitato interministeriale per la transizione digitale, aggiungendo anche i soggetti come il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali. Non è possibile escludere il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali da questi compiti attribuiti a questo Comitato interministeriale. È inutile che stia a dire quanto è importante il lavoro e quanto sono importanti le politiche sociali, però, anche qui, silenzio e nessuna risposta, e questa è la cosa che veramente fa male, perché almeno rispondeste, almeno spiegaste le motivazioni; si potrebbe instaurare un dibattito, invece c'è solo il gelo e il silenzio (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Signor Presidente, signor rappresentante del Governo, da più parti si potrebbe pensare che quello che Fratelli d'Italia ha posto in essere sia stato ostruzionismo. Bene, vorrei essere molto chiaro: l'ostruzionismo è altra cosa. Non avremmo presentato venticinque emendamenti, soprattutto venticinque emendamenti, sui quali non vi è stata la possibilità da parte della maggioranza di parlare perché ha deciso di chiudersi in se stessa; ciò è avvenuto soprattutto perché la maggioranza non aveva argomentazioni, perché erano emendamenti sotto il profilo tecnico e politico, ineccepibili.

Perché, vedete, noi siamo all'opposizione, orgogliosamente all'opposizione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), ma perché di fronte non abbiamo una maggioranza, abbiamo un'accozzaglia, che è cosa diversa, perché non possiamo dimenticare che quando gli opposti si attraggono, ebbene, evidentemente un problema c'è, ma non è un problema di fisica, è un problema di commistione politica e questo decreto ne è la più bella espressione, perché ogni volta che è stato cambiato un Governo in questa legislatura, all'improvviso, si è deciso di cambiare le competenze dei vari Ministeri, a seconda della sedia che qualcuno doveva occupare; non vi erano le competenze, vi era un problema di sedie e di coloro i quali su quelle sedie si andavano a sedere (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Allora, orgogliosamente all'opposizione, ma intelligentemente all'opposizione, perché da questi banchi non vengono delle contestazioni giusto per perdere tempo, vengono delle argomentazioni, rispetto alle quali il vostro silenzio è la più bella dimostrazione dell'incapacità di reazione che avete.

Allora, anche rispetto a questi ordini del giorno, voi state negando quella che è stata una politica che fino a ieri alcune forze hanno portato avanti; non è che il passo in maggioranza significa mettersi alle spalle tutto quello che si è sostenuto, magari in una orgogliosa carriera politica, e sacrificare tutto questo sull'altare del potere, sull'altare di un Ministero, sull'altare di un sottosegretariato, sull'altare di uno status symbol quale, evidentemente, ancora oggi, è l'auto di servizio, tra l'altro non elettrica, visto che avete creato il Ministero per la Transizione ecologica. Invece, i problemi di questo Paese sono altri; voi oggi pensate, avendo sbrindellato il Ministero dello Sviluppo economico, di aver fatto probabilmente l'interesse di qualche forza politica; certo, avrete fatto l'interesse di qualche forza politica ma avete sicuramente danneggiato l'Italia, perché chiunque abbia un minimo di cognizione sa che i due Ministeri, il Ministero dell'Ambiente e il Ministero dello Sviluppo economico, potevano essere riportati sotto l'unica conduzione politica di un Ministro, ma sicuramente non si poteva pensare di parcellizzare il Ministero dello sviluppo economico, tra l'altro, dividendo male le competenze e, soprattutto, dopo un mese di entrata in vigore di questo decreto, neppure preoccupandosi che non vi è stato ancora un dipendente dello sviluppo economico che sia riuscito ad operare a favore del nuovo Ministero a cui è stato trasferito e cioè quello della Transizione ecologica.

Allora, è fin troppo evidente che, invertendo l'ordine delle poltrone, il prodotto non cambia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Non eravate i migliori e non sarete i migliori, anche perché, anche sotto questo profilo, avete una strana ambizione: volete battere l'unico vero migliore che la storia ricorda, cioè Ercole Ercoli, alias Palmiro Togliatti, detto “il Migliore”. Voi siete lì ancora, in una politica di superamento gli uni tra gli altri, non avendo ancora compreso che non avete una base comune, non avete idee comuni, avete solo poltrone in condominio.

E proprio perché noi non abbiamo bisogno né di poltrone in condominio, né di poltrone fuori dal condominio, possiamo orgogliosamente rivendicare che il nostro ruolo di opposizione è e rimarrà quello di un'opposizione istituzionale che pretende il rispetto delle regole a partire dalla presidenza del Copasir, che non è una poltrona, ma una carica istituzionale che per legge appartiene all'opposizione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ricordo ai colleghi che è vietato fare fotografie in Aula. Quindi, vi raccomando di attenervi al Regolamento, che conoscete meglio di me.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Zucconi. Ne ha facoltà.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Grazie, Presidente. La prima cosa che vorrei fare è esprimere molta solidarietà al Ministro Garavaglia, il quale è Ministro di un dicastero che non ha un portafoglio, quindi è già abbastanza limitato, e, con la bocciatura di un ordine del giorno, udite, udite, gli si vogliono anche disconoscere precise competenze per poter operare. Noi siamo molto sorpresi dalla bocciatura di questo ordine del giorno che era, sia nelle premesse che negli impegni, abbastanza pacifico.

È chiaro che il percorso iniziato con l'istituzione di un Ministero del Turismo non può proseguire se non attribuendo delle competenze concorrenti a quelle delle regioni da parte del Ministero stesso. Come Fratelli d'Italia non lo diciamo per un motivo partitico o fazioso; noi abbiamo sei assessori regionali al turismo, non vogliamo metterci in competizione, ma se non diamo gli strumenti al neonato Ministero del Turismo facciamo della propaganda fine a se stessa. È un po' come se dicessimo al Ministro Garavaglia che deve essere entro un'ora a Firenze e, poi, gli mettiamo a disposizione una bicicletta, magari anche senza catena, cioè lo facciamo pedalare a vuoto, sostanzialmente, con una politica di annunci. Siccome, invece, stimiamo la persona, l'esortazione che avevamo fatto a questo Governo è di cominciare ad iniziare un percorso per dotarlo di qualche possibilità.

Del resto, l'immagine della bicicletta senza catena è un po' l'immagine delle aziende di oggi che pedalano a vuoto; non sono messe nelle condizioni di lavorare un po' come il Ministro, praticamente, mentre invece è evidente a tutti che si dovrebbe avere un po' di coraggio, un po' di dignità anche, qualche volta, ma il coraggio di fare delle riforme in qualche modo eccezionali, per come eccezionale è il momento che viviamo. Se noi non riusciamo a rimuovere i gap che sono addosso alle aziende, di tutti i tipi, e sono gap sui costi fiscali, su quelli energetici, su quelli burocratici, sui costi giudiziali, sui costi salariali, che penalizzano le aziende italiane rispetto a quelle di tutto il resto del mondo, ormai, che competizione vogliamo avere con la Cina, ma anche con gli altri Paesi europei? Non siamo assolutamente attrezzati per competere e non ci stiamo attrezzando e la dimostrazione di ciò è l'avversione a un ordine del giorno del tutto pacifico, che pensavamo avrebbe riunito l'Aula in un'indicazione politica che potesse supportare e anche sostenere, in qualche modo, l'opera del Ministro.

Io vorrei essere ascoltato; ai banchi del Governo, per cortesia, non ci si può avvicinare, credo, Presidente, glielo segnalo.

PRESIDENTE. Onorevole Carnevali, se gentilmente lascia…

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Fate pure come vi pare, se volete fare anche un pic-nic, domani (Commenti)

È già stato segnalato, queste rivoluzioni culturali… buonasera, io, poi, non ho poteri di gestione d'Aula, però è antipatico, già è faticoso per tutti…

PRESIDENTE. Prosegua, onorevole…

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Ma questo Governo, evidentemente, ha un tasso di disomogeneità - è stato chiamato “accozzaglia” prima - così alto che rivoluzioni di questo tipo non si fanno, le normative non si possono andare a cambiare quando non c'è il minimo accordo, una base politica, culturale, per poterlo fare. E ci chiediamo che ne sarà, qual è la posizione del Governo su argomenti importanti come la carbon border tax, i dazi doganali per i prodotti importati da quei Paesi che non rispettano le norme ambientali che vigono in Europa; cosa si pensa di fare per frenare le vendite, le delocalizzazioni che affliggono le aziende italiane, come ci si vuole comportare, si vuole sospendere o non sospendere in tempi così eccezionali, per favorire la realizzazione di infrastrutture, il codice degli appalti?

Allora, è chiaro che in questo modo non ci si attrezza per ripartire e per competere; questo è soltanto un piccolo segnale di una posizione governativa che in questo senso sta andando (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Si è così concluso lo svolgimento degli interventi per dichiarazioni di voto sul complesso degli ordini del giorno.

Prima di sospendere la seduta, ha chiesto di intervenire la sottosegretaria Caterina Bini, per rendere alcune precisazioni sui pareri relativi agli ordini del giorno. Prego, sottosegretario.

CATERINA BINI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Grazie, Presidente. Volevo comunicare agli onorevoli deputati che il Governo modifica il parere sui seguenti ordini del giorno: il n. 9/2915-A/9 Gallinella è accolto come raccomandazione, purché ci sia la riformulazione premettendo all'impegno le seguenti parole: “a valutare la possibilità di”; e, conseguentemente a questo, mutano anche i pareri dell'ordine del giorno n. 9/2915-A/12 Deiana, che è accolto come raccomandazione, e dell'ordine del giorno n. 9/2915-A/50 Viviani, che, analogamente al n. 9/2915-A/9 Gallinella, è anch'esso accolto come raccomandazione, purché le parole “a valutare l'opportunità di” siano sostituite con: “a valutare la possibilità di”.

TOMMASO FOTI (FDI). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Presidente, come ricorderà, nella seduta di ieri il collega Gemmato ha posto il problema di un'audizione in quest'Aula, in tempi rapidissimi, del Ministro della Salute in relazione ai cambi di umore e di idee rispetto al vaccino AstraZeneca, ora consigliato ai cinquantacinquenni, ora al di sopra dei 60. Non si capisce bene a chi debba essere somministrato. In compenso, risulta che oggi alcune aziende sanitarie territoriali abbiano ricevuto disposizioni per somministrare nella giornata di oggi solo il vaccino Pfizer.

Allora vorremmo avere, a maggior ragione, un immediato chiarimento da parte del Ministro Speranza, perché è evidente che stiamo facendo perdere agli italiani la speranza nel vaccino (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Onorevole Foti, ho riferito la richiesta di informativa urgente dell'onorevole Gemmato ieri al Presidente Fico; peraltro, era presente il sottosegretario Bergamini, oggi c'è il sottosegretario Bini, quindi sarà mia premura reiterare la sua richiesta di informativa urgente.

Trasmissione dal Senato di un disegno di legge di conversione e sua assegnazione a Commissione in sede referente.

PRESIDENTE. La Presidente del Senato, con lettera pervenuta in data 8 aprile 2021, ha trasmesso alla Presidenza il seguente disegno di legge, che è assegnato, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 1, del Regolamento, in sede referente, alla I Commissione (Affari costituzionali):

S. 2120 - "Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 5 marzo 2021, recante disposizioni urgenti per il differimento di consultazioni elettorali per l'anno 2021" (Approvato dal Senato) (A.C. 3002​) – Parere delle Commissioni II, V, VII e XII e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

Il suddetto disegno di legge, ai fini dell'espressione del parere previsto dal comma 1 del predetto articolo 96-bis, è altresì assegnato al Comitato per la legislazione.

Come convenuto, sospendiamo a questo punto l'esame del provvedimento, che riprenderà alle ore 15 per la votazione degli ordini del giorno e per le dichiarazioni di voto finale, cui seguirà la votazione finale. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 12,55, è ripresa alle 15.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Enrico Borghi, Maurizio Cattoi, Dieni e Vito sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.

I deputati in missione sono complessivamente 101, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Modifica nella composizione di gruppi parlamentari.

PRESIDENTE. Comunico che, con lettera pervenuta in data odierna, il deputato Antonino Salvatore Germanà, già iscritto al gruppo parlamentare Misto, componente Noi con l'Italia-USEI-Rinascimento AdC, ha dichiarato di aderire al gruppo parlamentare Lega-Salvini Premier.

La presidenza di tale gruppo, con lettera pervenuta in pari data, ha comunicato di aver accolto la richiesta.

Si riprende la discussione del disegno di legge di conversione n. 2915-A.

PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge n. 2915-A: Conversione in legge del decreto-legge 1° marzo 2021, n. 22, recante disposizioni urgenti in materia di riordino delle attribuzioni dei Ministeri.

Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta si sono conclusi gli interventi per dichiarazione di voto sul complesso degli ordini del giorno.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Deidda, su cosa onorevole?

SALVATORE DEIDDA (FDI). Presidente, sull'ordine dei lavori e anche in parte sul Regolamento, articoli 130 e seguenti. Presidente, come molti miei colleghi, stasera e domani speriamo di prendere il mezzo aereo. Ma c'è un problema: a differenza di tutte le altre regole che vengono imposte nei trasporti, negli aerei si viaggia a pieno carico, perché si diceva che fosse un mezzo sicuro. A me è capitato, grazie anche ai controlli che la Regione Sardegna sta facendo, che venisse trovato all'aeroporto di Cagliari un positivo che viaggiava nel mio stesso aereo. Mi è stata imposta una quarantena di quattordici giorni, che è diventata di sedici giorni, nonostante due tamponi negativi e ho scoperto che è stata modificata la legge; infatti, nonostante un tampone dopo cinque giorni, nonostante un tampone il quattordicesimo giorno, sono rimasto a casa anche a Pasqua e Pasquetta, confinato. Questo perché negli aerei, non so perché - e vengo al Regolamento perché non mi è stato mai risposto a più interrogazioni che ho posto, nonostante il Regolamento imponga quattordici giorni per la risposta - nonostante molte Nazioni, come la Grecia, la Spagna e le varie grandi isole europee, prevedano controlli non agli arrivi, ma alle partenze degli aerei, in Italia ciò non avviene. Questo avrebbe evitato a tanti passeggeri di essere confinati in casa solamente per la colpa o la necessità di prendere l'aereo; per noi è un mezzo indispensabile, non possiamo prendere la macchina, non possiamo prendere il treno, per noi l'aereo è vitale. Stiamo chiedendo dall'estate scorsa che vengano previsti dei controlli preventivi alle partenze, come fanno tutti; lo chiediamo ancora più forte, come Regione Sardegna, adesso, in previsione dell'estate.

Non c'è stato mai risposto e adesso il rischio è che io stasera prendo l'aereo, domani scoprirò magari che c'era un positivo a bordo - perché scopriamo che ci sono viaggiatori positivi in ogni volo, in ogni nave - e ogni due settimane rischio di andare in quarantena, come molti miei colleghi che prendono l'aereo, quindi di fare una vita in quarantena, perché non si fanno i controlli alle partenze, come fanno le più grandi Nazioni (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Noi stiamo chiedendo questa misura e chiedo che intervengano, anche in Aula, il Ministro della Salute e il Ministro dei Trasporti a spiegarci perché non si adottano queste misure, che anche l'Europa chiede, che le società degli aeroporti chiedono, cioè di fare dei controlli preventivi. Le dico, Presidente, che per me è stata una sofferenza, ma una sofferenza è stata per tante famiglie che erano su quell'aereo e sono state costrette alla quarantena obbligatoria, una misura che poteva essere evitata facendo, ripeto, dei controlli preventivi. Lo ha fatto Alitalia per i voli Roma-Milano, per i voli Roma-New York o Milano-New York. Non vedo perché il Governo non stia autorizzando il Ministero della Salute, con le società degli aeroporti, questi controlli preventivi, rispondendo, come previsto dal Regolamento, agli atti parlamentari. Ci dia una risposta e ci venga incontro, perché non voglio più stare in quarantena ingiustificatamente per delle misure che non vengono prese (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Approfitto anche della presenza del sottosegretario Bergamini, per far sì che sia riferita al Governo la sua richiesta di informativa.

Si riprende la discussione.

(Ripresa esame ordini del giorno – A.C. 2915-A​)

PRESIDENTE. Passiamo, quindi, alla votazione degli ordini del giorno.

Ordine del giorno n. 9/2915-A/1 Marco Di Maio, favorevole, va bene. Ordine del giorno n. 9/2915-A/2 Paxia, favorevole con riformulazione, credo che l'accetti. L'accetta? Sì. Ordine del giorno n. 9/2915-A/3 Meloni, con il parere contrario del Governo.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2915-A/3 Meloni.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2915-A/4 Lollobrigida, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

Ordine del giorno n. 9/2915-A/5 Prisco, favorevole con riformulazione: accetta?

EMANUELE PRISCO (FDI). Se può rileggere cortesemente la riformulazione.

PRESIDENTE. Sottosegretario Bergamini, può rileggere gentilmente per l'onorevole Prisco la riformulazione? Grazie.

DEBORAH BERGAMINI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Sì, Presidente. A condizione che siano espunti il secondo e il quarto capoverso delle premesse; non cambia invece l'impegno.

PRESIDENTE. Non accoglie la riformulazione? Allora, lo pongo in votazione.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2915-A/5 Prisco, con il parere contrario del Governo

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).

Ordine del giorno n. 9/ n. 9/2915-A/6 Casa, favorevole con riformulazione: accetta onorevole? Sì. Ordine del giorno n. 9/2915-A/7 Masi, favorevole con riformulazione: va bene? Sì. Ordine del giorno n. 9/2915-A/8 L'Abbate, favorevole con riformulazione: va bene? Sì. Ordine del giorno n. 9/2915-A/9 Gallinella, raccomandazione con riformulazione: va bene, onorevole Gallinella? Sì. Ordine del giorno n. 9/2915-A/10 Ianaro, favorevole: va bene. Ordine del giorno n. 9/2915-A/11 Daga, favorevole.

Ordine del giorno n. 9/2915-A/12 Deiana, accolto come raccomandazione: accetta? Sì. Ordine del giorno n. 9/2915-A/13 Licatini, favorevole. Ordine del giorno n. 9/2915-A/14 Maraia, favorevole con riformulazione: accetta, onorevole Maraia? Sì. Ordine del giorno n. 9/2915-A/15 Lucaselli, favorevole con riformulazione: è accettata? Grazie, onorevole Lucaselli. Ordine del giorno n. 9/2915-A/16 Rizzo, favorevole con riformulazione: è accettata? Sì. Ordine del giorno n. 9/2915-A/17 Ruggiero, favorevole.

Ordine del giorno n. 9/2915-A/18 Corda, parere contrario.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2915-A/18 Corda.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

Ordine del giorno n. 9/2915-A/19 Ferro, favorevole con riformulazione: accetta, onorevole Ferro?

WANDA FERRO (FDI). Presidente, se gentilmente il Governo mi può rileggere la riformulazione.

PRESIDENTE. Onorevole Bergamini?

DEBORAH BERGAMINI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Sì, Presidente. Favorevole, a condizione che siano espunti il secondo e il terzo capoverso delle premesse; non cambia invece il tasto dell'impegno.

PRESIDENTE. Accetta, onorevole Ferro? Grazie.

Ordine del giorno n. 9/2915-A/20 Amitrano, favorevole con riformulazione: è accettata? Va bene.

Ordine del giorno n. 9/2915-A/21 Rizzetto, accolto come raccomandazione: va bene. Ordine del giorno n. 9/2915-A/22 Albano, anche questo accolto con riformulazione: onorevole Albano, va bene? Sì, perfetto.

Ordine del giorno n. 9/2915-A/23 Caretta, parere contrario del Governo.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2915-A/23 Caretta.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2915-A/24 Ciaburro, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

Ordine del giorno n. 9/2915-A/25 Mollicone, favorevole con riformulazione: accetta? Bene.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2915-A/26 Silvestroni.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2915-A/26 Silvestroni, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2915-A/28 Zucconi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2915-A/29 Frassinetti, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2915-A/30 De Toma, parere contrario del Governo…

IOLANDA DI STASIO (M5S). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

IOLANDA DI STASIO (M5S). Presidente, solo per dire a quest'Aula che poco fa la Commissione affari esteri ha concluso un'audizione, quindi, per la fase pomeridiana, molti di noi erano ancora impegnati in audizione in Commissione esteri. Si è proceduto al voto, nonostante fosse convocata.

PRESIDENTE. Purtroppo, bisognava sospendere la seduta. Mi dispiace, noi chiaramente abbiamo rispettato la programmazione che avevamo annunciato con gli accordi d'Aula. È la Commissione che deve uniformarsi.

MIRELLA EMILIOZZI (M5S). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Su che cosa?

MIRELLA EMILIOZZI (M5S). Sempre sull'ordine dei lavori. Informo che la Commissione deve ancora concludersi, quindi, io vi chiedo… noi abbiamo perso otto voti, non ci sembra assolutamente giusto: avvertite magari il presidente Fassino.

PRESIDENTE. Abbiamo verificato che è sconvocata. A noi risulta che la Commissione è stata sconvocata.

MIRELLA EMILIOZZI (M5S). Io sono corsa che eravamo ancora in collegamento con la Commissione turca.

PRESIDENTE. Avevamo chiamato un quarto d'ora fa la Commissione che aveva garantito di essere sconvocata.

EDOARDO ZIELLO (LEGA). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Su che cosa?

EDOARDO ZIELLO (LEGA). Sul Regolamento, Presidente, articolo 30, quinto comma. Semplicemente, per rispondere alla collega: ogniqualvolta vi è seduta, non ci possono essere attività di Commissione, salvo che il Presidente le autorizzi. In questo caso, non c'è stata alcuna autorizzazione e pertanto la Commissione si sarebbe dovuta sconvocare (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

TOMMASO FOTI (FDI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Su che cosa?

TOMMASO FOTI (FDI). Presidente, il problema è leggermente diverso. Siamo perfettamente d'accordo che le Commissioni vadano sconvocate; il problema è che è stato impedito ad alcuni colleghi di poter votare perché la Commissione era in corso, questo è il ragionamento diverso. Noi possiamo capire perfettamente che, a un certo punto, è stata sconvocata la Commissione e meno male che è stata sconvocata, ma i colleghi che correttamente hanno fatto il loro dovere, stando in Commissione, non possono essere penalizzati per non aver votato in Aula (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). È evidente che questo è il vulnus.

Oltretutto, scusatemi, in questo momento va bene perché c'è una maggioranza bulgara e, quindi, tutto funziona, ma se per caso vi fossero stati tre voti di differenza, con otto o dieci persone di uno schieramento magari piuttosto che dell'altro che erano in Commissione, cosa avremmo fatto?

Allora, io penso, scusatemi, che sia indubbiamente un dovere dei presidenti sconvocare prima e non in concomitanza con l'avvio dell'Aula, perché oggi, tra parentesi, il voto era immediato, alle ore 15: quindi, dovevano provvedere anche per dare il tempo di poter raggiungere l'Aula, sconvocando ben prima. Però, è anche doveroso che, da parte della Presidenza, mi scusi, si accerti se tutte le Commissioni nel frattempo sono state sconvocate, perché, lo dico anche per i colleghi che non hanno votato, abbiamo avuto anche un richiamo sull'ordine dei lavori, quindi, non abbiamo iniziato immediatamente. Ciononostante, lei vede che alcuni hanno perso 8 o 9 voti e io penso che questo non sia in alcun modo giustificabile (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Lei ha perfettamente ragione, la Presidenza ha chiamato la Commissione perché fosse sconvocata immediatamente, ma ovviamente la Presidenza richiama tutti i presidenti affinché ci sia il rispetto del lavoro dell'Aula che, ovviamente, essendo la seduta fissata alle 15 con votazioni immediate, ha esattamente compiuto il suo iter. Però, è evidente che tutti i presidenti di Commissione devono prendersi cura di considerare che ovviamente quando l'Aula è convocata non c'è altra soluzione.

Torniamo alle votazioni sugli ordini del giorno. Eravamo rimasti all'ordine del giorno n. 9/2915-A/30 De Toma.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2915-A/30 De Toma, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2915-A/31 Bucalo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).

Sull'ordine del giorno n. 9/2915-A/32 Tartaglione, parere favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/2915-A/33 D'Ettore, parere favorevole con riformulazione. La accetta? Sì.

Sull'ordine del giorno n. 9/2915-A/34 Paolo Russo, parere favorevole con riformulazione. La accetta? Sì.

Sull'ordine del giorno n. 9/2915-A/35 Labriola c'è il parere contrario del Governo. Onorevole Labriola, lo votiamo? Lo ritira.

Sull'ordine del giorno n. 9/2915-A/36 Delmastro Delle Vedove, c'è il parere contrario del Governo.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2915-A/36 Delmastro Delle Vedove, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione…Un attimo, revoco l'indizione della votazione. Ha chiesto di parlare, onorevole Foti? Non ho capito su che cosa? No, dunque, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2915-A/36 Delmastro Delle Vedove, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

Sull'ordine del giorno n. 9/2915-A/37 Rotelli, c'è un parere favorevole con riformulazione. La accetta? No. Passiamo, quindi, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2915-A/37 Rotelli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).

Sull'ordine del giorno n. 9/2915-A/38 Donzelli, il parere è favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/2915-A/39 Rachele Silvestri c'è il parere contrario del Governo. Lo poniamo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2915-A/39 Rachele Silvestri, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).

L'ordine del giorno n. 9/2915-A/40 Foti, se riformulato, è accolto come raccomandazione. Onorevole Foti? No. Lo pongo, quindi, in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2915-A/40 Foti, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).

Sull'ordine del giorno n. 9/2915-A/41 Butti, il parere è favorevole con riformulazione. Onorevole Butti, accetta la riformulazione? No. Lo pongo, quindi, in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2915-A/41 Butti, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2915-A/42 Bignami, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2915-A/43 Galantino, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).

Sull'ordine del giorno n. 9/2915-A/44 Baldini, il parere è favorevole con riformulazione. La accetta? Sì. Ha chiesto di parlare l'onorevole Snider. Ne ha facoltà.

SILVANA SNIDER (LEGA). Vorrei sottoscrivere quest'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Va bene.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2915-A/45 Trancassini, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2915-A/46 Vinci: parere favorevole con riformulazione. Accetta la riformulazione? No. Lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2915-A/46 Vinci, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2915-A/47 Gemmato, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).

Ordine del giorno n. 9/2915-A/48 Bordonali, favorevole con riformulazione: Accetta? Sì. Ordine del giorno n. 9/2915-A/49 Osnato, con parere contrario del Governo.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2915-A/49 Osnato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).

Ordine del giorno n. 9/2915-A/50 Viviani, riformulato e accolto: va bene. Ordine del giorno n. 9/2915-A/51 Deidda, accolto come raccomandazione. No?

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2915-A/51 Deidda, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).

Ordine del giorno n. 9/2915-A/52 Covolo, favorevole: va bene. Ordine del giorno n. 9/2915-A/53 Bellucci, con parere contrario del Governo.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2915-A/53 Bellucci.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).

Ordine del giorno n. 9/2915-A/54 Caiata, favorevole, con riformulazione. Accetta la riformulazione? No.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2915-A/54 Caiata, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 25).

Ordine del giorno n. 9/2915-A/55 Mantovani, favorevole con riformulazione. Accetta la riformulazione? Sì. Ordine del giorno n. 9/2915-A/56 Rampelli, favorevole: va bene.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 2915-A​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Emanuela Rossini. Ne ha facoltà.

EMANUELA ROSSINI (MISTO-MIN.LING.). Presidente, nell'annunciare il voto favorevole della componente Minoranze Linguistiche, desidero sottolineare la funzione propulsiva che ha questo riordino dei Ministeri. Il fatto di istituire un nuovo Ministero, di cambiare la denominazione e di aggiungere funzioni in materia di innovazione tecnologica e digitale, non solo comporta un riordino di competenze fondamentali per poter mirare agli obiettivi del PNRR, ma anche sottende un concetto di sostenibilità molto più esteso, che sarà il nuovo paradigma sul quale noi lavoreremo. Quindi, non solo una sostenibilità e un'attenzione alla salute e al benessere dell'essere umano, ma anche tutela ambientale e attenzione alle fonti energetiche. Un'ultima nota. Chiaramente, l'impatto che avrà sulle pubbliche amministrazioni locali non è indifferente, perché dovremo trainare un equivalente riordino di competenze, un'apertura a nuove professionalità per far sì che si instauri quel coordinamento funzionale e sinergico tra le amministrazioni locali e i Ministeri.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fioramonti. Ne ha facoltà. Prego, onorevole.

Se, magari, i colleghi fanno un po' di silenzio per permettere all'onorevole Fioramonti di fare il suo intervento, vi siamo tutti grati e facciamo il nostro lavoro più velocemente. Scusate, se possiamo fare un po' di silenzio, altrimenti l'onorevole Fioramonti non comincia e, quindi, siamo tutti qui in attesa.

LORENZO FIORAMONTI (MISTO-FE-FDV). Grazie, Presidente. Per annunciare il voto favorevole della nostra componente, Facciamo eco-Federazione dei Verdi; siamo molto lieti che questo Governo abbia deciso di porsi come un Governo decisamente ambientalista. Abbiamo salutato con favore la decisione di rinominare alcuni Ministeri e di creare un Ministero specifico, con un compito rivoluzionario e estremamente attuale, quello della transizione ecologica. Vede, Presidente, le scienze cognitive dimostrano che i nomi contano nell'influenzare il comportamento delle persone, nell'influenzare il comportamento dei giocatori di qualunque situazione, di qualunque contesto, quindi è importante e fondamentale che i Ministeri abbiano una nuova missione, un nuovo orientamento: la mobilità e le infrastrutture sostenibili, la transizione ecologica. È fondamentale che ci sia un approccio anche nelle parole, un approccio diverso. Questo ha un'importanza, ma a questo, ovviamente, noi ci auguriamo seguano dei fatti, fatti concreti e in tempi estremamente rapidi.

Presidente, noi non abbiamo più il lusso che avevano le generazioni prima di noi di poter attendere, di poterci di dettare in attività seminariali, discutendo di quale fosse l'atteggiamento più idoneo. Noi stiamo imparando, in questi mesi, in questo anno, che i problemi non attendono l'agenda politica, non aspettano e, soprattutto, non riconoscono le competenze ministeriali. La pandemia da Coronavirus non è soltanto un problema di salute pubblica, ma è diventato un problema di socialità, un problema economico, un problema di gestione della mobilità di un intero sistema planetario, della comunità internazionale.

I problemi, che siano i cambiamenti climatici, che siano i problemi migratori, che siano i problemi delle disuguaglianze o delle epidemie, non bussano ai portoni dei Ministeri, non timbrano il cartellino, non chiedono permesso ai capi di gabinetto se possono o meno verificarsi; quindi è davvero fondamentale che ci siano delle vocazioni, anche nella governance, diverse.

I Ministeri continuano ad operare in maniera verticale, ognuno con le sue competenze, come se la realtà rispettasse quelle competenze. Noi abbiamo bisogno sempre di più di Ministeri trasversali e per questo vediamo con favore l'istituzione di un Comitato interministeriale per la transizione ecologica. Però non possiamo fare a meno di ricordare come, già nel 2019, il primo Governo Conte abbia istituito una cabina di regia dedicata proprio alla trasversalità delle politiche, denominata “Benessere Italia”, che noi oggi ci chiediamo che fine abbia fatto in questi anni. Poi, giustamente, io da Ministro del Governo “Conte 2” mi sono adoperato affinché il Comitato interministeriale per la programmazione economica cambiasse la sua denominazione in qualcosa di più attuale, che avesse a che fare con lo sviluppo sostenibile; così è stato fatto e ora siamo passati dal CIPE e al CIPESS. Però, anche qui, la domanda è: in che modo questo Comitato interministeriale si interfaccerà con il nuovo Comitato interministeriale per la transizione ecologica?

Se i nomi sono importanti e le vocazioni sono essenziali, è anche fondamentale che in questo proliferare di cabine di regia si eviti il paradosso per cui il film, poi, lo gira qualcun altro. Diciamocelo chiaramente: la motivazione per creare degli assetti trasversali è proprio quella di evitare un problema storico del nostro Paese, cioè che le decisioni vengono sempre prese in un Ministero che si occupa solo di economia e di finanza. È lì il problema, perché la radice di ogni paradosso che viviamo non riconosce soltanto le competenze dei ragionieri, ma ha bisogno dell'intervento di tutti. È quindi fondamentale - e io lo dico al Governo con totale trasparenza - che in questi Comitati interministeriali ci siano i Ministeri di peso e che si dica chiaramente che non è soltanto il MEF a gestire la politica economica, la politica di sviluppo di un Governo all'altezza delle sfide. Questo è davvero centrale, quindi noi faremo di tutto per far sì che il Parlamento svolga il suo ruolo, il suo ruolo di garanzia e di controllo, affinché, dietro queste ridenominazioni, che - ripeto - sono molto importanti, ci siano dei fatti e delle azioni concrete. Questo è davvero, davvero fondamentale. Come dicevo, noi siamo, forse, l'ultima generazione che può fare qualcosa. Ieri abbiamo, a livello planetario, raggiunto un nuovo record: la più alta concentrazione di anidride carbonica nella storia dell'umanità; forse di livelli simili di anidride carbonica ce ne saranno stati quando gli uomini e le donne non esistevano ancora su questo pianeta. Questo significa che non abbiamo decenni davanti di tempo per sperimentare ed imparare, noi non possiamo permetterci di avere una transizione ecologica al 2050, al 2040. La transizione ecologica va fatta adesso e va fatta una transizione ecologica non una transazione ecologica. Dobbiamo evitare che a decidere cosa fare e come svilupparsi siano sempre gli stessi, in buona parte coloro che hanno creato i problemi di questi ultimi anni, che ora rischiano di far deragliare completamente il nostro modello industriale, questo è davvero fondamentale.

In questi mesi sono ormai proliferati molti aggettivi e questo ci preoccupa, perché in questa foga di diventare tutti ecologisti, si comincia a parlare sempre più insistentemente di idrogeno blu, che non esiste, che è un modo per ripresentare la vecchia logica dei combustibili fossili, in particolar modo del gas, del metano. Si parla di nucleare pulito: il nucleare pulito non c'è e noi lo sappiamo, perché questo Parlamento non riesce ancora a mettersi d'accordo su una mozione di maggioranza che decida cosa fare di anni e anni di rifiuti nucleari radioattivi, che abbiamo seppellito sotto un tappeto e questo tappeto non solo non è mai esistito, ma ormai è così evidente che stia costando miliardi di gestione al Governo e allo Stato. Noi non abbiamo ancora risolto i problemi della radioattività di trent'anni fa, di quarant'anni fa e ora immaginiamo di fare un nucleare pulito, che non esiste!

Quindi, l'attenzione alle parole è fondamentale. E' fondamentale che i Ministeri cambino, cambino missione, che si impongano, che dicano al Ministro dell'Economia: non decidi solo tu, dobbiamo essere tutti allineati in una visione diversa. E' fondamentale che queste parole non siano utilizzate come un escamotage per ripresentare vecchie ricette, magari con una spennellata di verde. Su questo, la nostra componente, Facciamo Eco –Federazione dei Verdi, non farà sconti a nessuno. Siamo in questa maggioranza con il compito di far sì che la transizione ecologica sia davvero una transizione radicale e soprattutto tempestiva. Su questo noi contiamo molto e ci speriamo davvero che questo Governo, a differenza dei Governi che l'hanno preceduto, sia capace di immaginare una narrazione e un linguaggio diverso, e che dietro queste parole si nascondano, per la prima volta, forse, in tanti anni, dei fatti concreti e soprattutto tempestivi (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Facciamo Eco –Federazione dei Verdi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Colucci. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO COLUCCI (M-NCI-USEI-R-AC). Grazie, Presidente. Oggi la Camera è chiamata ad esprimersi sulla conversione in legge del decreto sul riordino della attribuzioni dei Ministeri e preannuncio il nostro voto favorevole su un provvedimento che interviene certamente sull'aspetto ordinamentale, ma permette anche la riorganizzazione di alcuni Ministeri.

Per il lavoro che è stato svolto in Commissione e per quello che è stato fatto in Aula, noi crediamo che questa ridefinizione riflette il programma, gli obiettivi, le finalità per cui nasce il Governo Draghi e a cui noi diamo fiducia e sostegno. Noi diamo il nostro sostegno in ragione della discontinuità rispetto al Governo Conte, perché era necessario cambiare rotta e atteggiamento rispetto alla campagna vaccinale e alla rinascita economica. Il Governo Conte non ha saputo gestire l'emergenza sanitaria, ma neanche le grandi difficoltà economiche conseguenti all'emergenza sanitaria. Era necessario un profondo cambiamento e una chiara e decisa discontinuità sull'aspetto sanitario.

Abbiamo visto le grandi novità che hanno interessato anche l'aspetto emergenziale. Il cambio alla guida della Protezione civile con il dottor Curcio, il cambiamento del commissario straordinario per l'emergenza COVID, individuato nella figura di Figliuolo, hanno consentito, queste iniziative del Governo, di lanciare un vero e proprio piano vaccinale deciso, che oggi permette di annoverare 11 mila vaccinati, rispetto al piano di vaccinazioni, che sono stati determinati dal cambio di passo che il Governo Draghi ha impresso, rispetto all'emergenza sanitaria. Basti pensare che siamo passati da 60 mila vaccinazioni al giorno a 250 mila, a quattro volte quanto avveniva qualche mese fa, e l'obiettivo è quello di raggiungere 500 mila vaccinazioni al giorno. In sintesi, a gennaio e febbraio del 2021 erano stati vaccinati 4 milioni di italiani, solo nel mese di marzo sette milioni di italiani.

E' stato anche ampliato il paniere dei vaccinatori: i medici di famiglia, gli odontoiatri, i farmacisti, gli specializzandi; è stata consentita la vaccinazione anche all'interno delle aziende, prevedendo anche il sollevamento dalle responsabilità penali da parte dei vaccinatori.

Altro aspetto da mettere in evidenza, che è stato rafforzato e sviluppato dal Governo Draghi, sono proprio i punti di vaccinazione, che sono arrivati a 2000 in totale in tutto il Paese, con un incremento del 30 per cento.

Tutto questo è avvenuto in un mese: il Governo Draghi ha giurato il 13 febbraio e sul tema sanitario credo che possiamo veramente essere soddisfatti: è un lavoro che deve proseguire, deve rafforzarsi. I dati che ho fornito sono dati che arrivano direttamente dal Ministero e ringrazio il sottosegretario Andrea Costa, non solo per le informazioni fornite, ma anche per il lavoro che sta svolgendo.

E' necessario dare la massima copertura in tema di vaccinazioni, è importante non solo per la salute dei cittadini, ma anche per il rilancio dell'economia.

Proprio sul tema dell'economia, io credo, che sia stato fatto troppo poco dal Governo Conte: con bonus e assistenzialismo abbiamo sprecato 109 miliardi. Anche su questo aspetto è necessaria la discontinuità, i ristori sono stati risibili. Crediamo da sempre che sia necessario dare veri e propri risarcimenti proporzionali ma, soprattutto, siamo convinti sia necessario dare prestiti garantiti dallo Stato con scadenza a quindici, vent'anni, chiedendo all'Europa un prolungamento per la restituzione dei prestiti, che possa essere superiore ai limiti oggi previsti, anche perché queste categorie e queste attività hanno il problema anche degli affitti: i locatari pretendono e gli affittuari non hanno le risorse. Bisogna mettersi una mano sul cuore e intervenire su questi temi. Concludo, Presidente, affermando un principio: è necessaria una vera programmazione, graduale e credibile per riaprire, proprio perché oggi il Ministro Speranza ci ha annunciato che, a fine giugno, ci saranno 30 milioni di vaccinati. Entro fine estate gli italiani saranno vaccinati, quindi individuando settori, criteri…

PRESIDENTE. Concluda.

ALESSANDRO COLUCCI (M-NCI-USEI-R-AC). … date certe, sanzioni, controlli, bisogna riaprire gradualmente, perché è l'unico modo per rilanciare l'economia e tornare alla normalità per ristoratori, albergatori, fiere, congressi e in tutti i settori che sono in crisi.

Concludo, Presidente, affermando che la politica deve prendersi una responsabilità. Non bastano i dati del CTS: una volta che i tecnici ci danno le opinioni, che la politica faccia le sue scelte con coraggio! E' per questo che votiamo il decreto e, soprattutto, che sosteniamo il Governo Draghi, che deve fare un vero cambiamento rispetto al passato.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Sgarbi. Ne ha facoltà.

VITTORIO SGARBI (M-NCI-USEI-R-AC). Onorevoli colleghi, mi pare impressionante l'indifferenza con cui questo Parlamento tradisce la volontà del popolo che, con un referendum, abolì il Ministero del Turismo, tanto che esso si ridusse ad un sottosegretariato che, per le ansie della sottosegretaria, Berlusconi, con grande abilità, trasformò in Ministero senza che vi fosse. Parlo del Ministro Brambilla, che arrivò a sede vacante di un Ministero che non c'era più. Poi, arrivò Monti che, senza saper nulla del referendum, nominò Ministro del Turismo Gnudi. Quando, poi, ci si rese conto che erano nomine irregolari di un Ministero abolito, divenne una “t”, divenne MiBACT, un pezzetto del Ministero dei Beni culturali, come avrebbe logica che fosse.

Dopodiché, però, arrivò il Ministero dell'Agricoltura, a sua volta abolito e cambiato il nome da un referendum e lì il Ministro Centinaio ottenne un braccio di ferro con Bonisoli, il Ministro della Cultura, per avere lui il turismo. Quindi, due Ministeri aboliti andarono insieme.

Di fronte a queste ridicolaggini, oggi rinasce un Ministero fasullo che è stato abolito da un referendum, che evidentemente non interessa a nessuno di quelli che pensano che uno vale uno, tanto il Parlamento fa quello che vuole, il Governo fa quello che vuole; i nomi cambiano, i Ministri aumentano, i soldi sono gli stessi, la cultura deve dividere i propri danari con il turismo, che ha un buon Ministro ed è cosa che va bene, ma è tutto insensato.

Per non dire, poi, del fatto che improvvisamente nascono dei Ministeri dalle denominazioni improbabili, del genere Ministero delle Infrastrutture (un tempo era Trasporti) e della mobilità sostenibili. Mi dovete spiegare: esiste la lingua italiana nell'anno di Dante oppure la mobilità sostenibile è un'enorme bugia che non significa nulla? Cosa vuol dire mobilità sostenibile? Andare più lentamente, andare in modo diverso? È un sintagma inventato da un mondo di persone che non pensano e si coprono delle parole.

Non parliamo, poi, del Ministero dell'Ambiente, che era un Ministero che ha sempre funzionato con buoni Ministri, che si chiamava in realtà inizialmente Ministero dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare, che aveva un suo significato concettuale. No! Diventa, dopo vari Governi in cui sempre sono presenti i grillini, Ministero della Transizione ecologica, che è una grande urgenza “grillesca”, ma non lo era nel Conte 1 e nel Conte 2. Improvvisamente ci rendiamo conto, nel 2021, che abbiamo bisogno di transizione ecologica e non di ambiente. Ma cosa vuol dire “transizione ecologica”? È un cambiamento di sesso dell'ecologia? È un cambiamento di sesso dell'ambiente? È una parola insensata, inventata da menti deboli per pensieri che non hanno.

Naturalmente, il collega Fioramonti ama moltissimo questa parola, ma non è diversa da “ambiente”. Non c'è bisogno di cambiare le parole per cambiare l'azione. L'azione dev'essere giusta rispetto alla difesa di un paesaggio che è violentato, stuprato da pale eoliche, da fotovoltaico, macchine ferme in nome di un'energia green. Altra follia!

Quindi, invece di proteggere la bellezza d'Italia nell'anno di Dante, la lingua italiana nell'anno di Dante, noi cerchiamo, con le parole, di violentare meccanizzando il Meridione attraverso orripilanti pale eoliche di 200 metri, fingendo che esse servano. E hanno distrutto quel paesaggio che il grande Cesare Brandi riteneva il più bello d'Italia, quello da Palermo a Mazara del Vallo, da Palermo a Mozia, con 850 pale eoliche, metà delle quali ferme.

Questi sono i crimini, questa è la mafia di Stato, questo è un Governo che con le parole cerca di cambiare il senso della propria inettitudine, pensando che, siccome nasce il Ministero della Cultura… che vuol dire “Ministero della Cultura”? Un Ministero di un Paese con un regime dittatoriale, perché la cultura non ha bisogno di un Ministro: si espande da sola, vive da sola. Il Ministero dei Beni culturali era il Ministero del patrimonio, voluto da Spadolini, nome per molti dei giovani deputati forse troppo lontano, ma si chiamò “Beni culturali” per intendere la protezione del patrimonio, non della cultura, perché il signor Franceschini, persona anche colta, debba indirizzare la cultura del Paese. Tant'è che si scopre un capolavoro di Caravaggio, che io trovo a Madrid, e non risulta che nessuno di questo Governo dica: “Torni in Italia, lo compriamo noi”. Perché? Perché non gliene frega niente a nessuno. Solo parole, parole, parole!

La parola “transizione ecologica”, la più brutta mai concepita, la parola “ambiente” uccisa e tutto questo per “mobilità sostenibile”. Che dovete sostenere? Sostenete l'intelligenza, le idee, difendete il vostro Paese, difendete il paesaggio, difendete il patrimonio, non inventate parole senza senso che piacciono a tutti perché consolano dalla inettitudine! Tant'è vero che il Ministero della Sanità tale dev'essere e non della Salute, se nessuno è in grado di curarla. Quindi, ritorniamo alle denominazioni ormai perdute e pensiamo alla sciocchezza di questo decreto, che piace solo ai gonzi, ai falsari e ai bugiardi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Berardini. Ne ha facoltà.

FABIO BERARDINI (MISTO-CD). Grazie, Presidente. Come Centro Democratico sicuramente valutiamo favorevolmente l'istituzione del nuovo Ministero della Transizione ecologica. Il nuovo Ministero, così come denominato, rivestirà un ruolo strategico anche in materia di politica energetica e mineraria, figurando, tra le altre materie di sua competenza, le misure in materia di combustibili alternativi, le reti e le strutture di distribuzione per la ricarica dei veicoli elettrici e le politiche per il contrasto ai cambiamenti climatici e per la finanza climatica sostenibile. Condivisa da Centro Democratico è anche l'assegnazione in capo al MiTE della pianificazione in materia di emissioni nei diversi settori dell'attività economica e delle strategie di contenimento degli effetti dei cambiamenti climatici attraverso la riduzione delle emissioni di gas serra. Tuttavia, vorremmo manifestare qualche riserva riguardante la consistente modifica di competenze in capo al Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile, chiamato ora CIPESS. L'odierno decreto in conversione istituisce, infatti, presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri un nuovo Comitato interministeriale per la transizione ecologica, cosiddetto CITE. Detto Comitato, presieduto dal Presidente del Consiglio dei Ministri, avrebbe il compito di assicurare il coordinamento delle politiche nazionali, la transizione ecologica e la relativa programmazione. In pratica, una valida cabina di regia per il Recovery Plan. Il Comitato coordina altresì le politiche in materia di riduzione delle emissioni di gas climalteranti, di mobilità sostenibile, di tutela della qualità dell'aria e dell'economia circolare nonché di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici. Le nostre riserve si riferiscono più che altro alla norma che attribuisce al CITE le competenze nell'adozione della delibera per l'aggiornamento della Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile, precedentemente in capo al CIPESS. Il CITE sostituirebbe il CIPESS anche nelle prerogative afferenti alla promozione dei sussidi ambientalmente favorevoli e all'elaborazione di proposte per la riduzione dei sussidi ambientalmente dannosi. Per questo motivo il Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile sarebbe chiamato a un cambiamento non nominalistico ma sostanziale. Confidiamo, quindi, in un chiarimento in tempi brevi da parte del Governo sulle rispettive competenze di CITE e CIPESS, in una fase come questa, molto delicata, in cui è necessaria la piena chiarezza e condivisione di ogni azione.

In conclusione, voglio sottolineare che l'odierno decreto disciplina la composizione del CITE, a cui prendono parte, oltre che il Presidente del Consiglio, altri sette Ministri. È stato altresì istituito un comitato tecnico di supporto al CITE che avrà il delicato compito, con circa otto esperti nominati dai Ministeri, di istruire le questioni all'ordine del giorno. In sostanza, con questo decreto, oggi in conversione, si creano due organi snelli, ristretti e funzionali. Quindi, solo otto Ministri da una parte e otto tecnici dall'altra, i quali potranno celermente sviluppare e attuare i progetti del Recovery Plan. Qualcuno, un tempo, avrebbe parlato di task force ma siamo felici che tutti oggi abbiano compreso la necessità e l'urgenza di queste strutture, se vogliamo le stesse strutture che magari un tempo l'ex Premier Giuseppe Conte aveva ipotizzato e che forse molti avevano avversato. È necessario, però, fare presto, Presidente, ed è per questo motivo che Centro Democratico voterà a favore di questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Centro Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Forciniti. Ne ha facoltà.

FRANCESCO FORCINITI (MISTO-L'A.C'È). Grazie, Presidente. La prima cosa che mi sento di rilevare a proposito di questo provvedimento è il fatto che un decreto in pratica annunciato come lo strumento ideale per razionalizzare, per efficientare e per fondere dei ministeri, quindi per mettere in piedi un superministero, nella realtà dei fatti sia in pratica un decreto che, invece, aumenta il numero dei ministeri con portafoglio da 14 a 15. Questo è il primo paradosso che mi balza all'occhio quando vado a studiare nel merito quello che c'è davvero in questo provvedimento, al di là di quella che poi è la propaganda di facciata. Questo perché il superministero di cui si è tanto parlato, quello per la Transizione ecologica, che l'ha fatta da mattatore durante le faticose trattative che hanno portato alla composizione del Governo Draghi, di fatto in questo provvedimento non c'è perché il vero Ministero per la Transizione ecologica, prendendo spunto anche da altre realtà internazionali, quali per esempio la Svizzera, avrebbe dovuto inglobare completamente il Ministero dell'Ambiente, il Ministero dello Sviluppo economico e anche quello dei Trasporti. In realtà, in questo provvedimento c'è una blanda riorganizzazione di alcuni uffici e di alcune competenze fra questi Ministeri che, però, rimangono tutti e tre in piedi; in particolare, il Ministero dell'Ambiente cambia anche denominazione, diventando Ministero per la Transizione ecologica, ma, di fatto, rimarranno in piedi tre strutture ministeriali distinte e separate, che poi avranno anche bisogno di Comitati interministeriali. Anche in questo, c'è una proliferazione di comitati interministeriali che, in realtà, non sarebbero stati effettivamente necessari se davvero si avesse avuto il coraggio di metterlo in piedi questo superministero di cui si è parlato tanto; in realtà, è stato forse solo un messaggio promozionale per rendere più digeribile la pillola di questo Governo Draghi agli elettorati delle rispettive forze politiche.

Sempre con riferimento a questi comitati interministeriali, la cui composizione, secondo noi, è anche un po' discutibile, abbiamo provato, con degli emendamenti, a fare in modo che all'interno di questo Comitato potessero entrare anche figure importanti quali, per esempio, un rappresentante del Ministero della Salute, trattandosi di materie strettamente connesse quelle legate alla sostenibilità ambientale, ecologica ed energetica e il tema della tutela della salute. Non è stato possibile perché, ovviamente, i nostri emendamenti non hanno avuto accoglimento.

È stato bocciato anche un altro emendamento che avevamo presentato con l'idea di fare in modo che il costituendo CITE, il Comitato interministeriale per la transizione energetica, potesse farsi promotore anche della valutazione di impatto sanitario, ovviamente prima dell'autorizzazione di opere o impianti; anche questo non ha avuto l'esito che noi speravamo.

Si tratta di un provvedimento che viene ritenuto decisivo per imprimere una svolta fondamentale nel senso della transizione ecologica, ma io mi chiedo, a questo punto, se davvero questo provvedimento, questa riorganizzazione ministeriale debba essere considerata così necessaria e così importante per raggiungere tale obiettivo e mi chiedo perché non lo si sia fatto già tre anni fa, quando c'erano condizioni politiche ben più congeniali di quella attuale per mettere in piedi un superministero, quando c'erano Governi sicuramente più omogenei di questo. In realtà, penso che, al di là delle riorganizzazioni amministrativo-burocratiche di cui un Governo, peraltro legittimamente, decide di dotarsi, ciò che è veramente importante e fa veramente la differenza è la visione che questo Governo è capace di esprimere, di mettere sul campo; altrimenti, puoi fare tutte le riorganizzazioni più belle del mondo, ma poi se non hai un'idea, una direzione chiara da prendere, sarà tutto vano, sarà tutto inutile. Allora, io mi chiedo, in un Governo così eterogeneo che comprende forze politiche così diverse fra di loro, come gli ambientalisti, anzi i sedicenti ambientalisti, gli amanti delle trivellazioni, i fan degli inceneritori e chi ancora è nostalgico del nucleare, quale possa essere la direzione chiara, netta e distinguibile su questo tema. Io non la ravviso, io non la rilevo. Per questo penso che, al di là di questo provvedimento che, tra l'altro, è blando e non è coraggioso, perché rinuncia a mettere in piedi veramente quel superministero che era stato promesso, non ci sia, in realtà, una chiara visione politica, una chiara connotazione, una sensibilità ambientale che sia meritevole di avere la fiducia da parte della nostra componente politica.

C'è anche la questione dello spacchettamento del MiBACT che viene suddiviso in due Ministeri autonomi. Da una parte, c'è il Ministero della Cultura, quindi non più dei beni culturali; definizione questa che può prestarsi sicuramente a un eccessivo pericolo di dispersività perché, nel momento in cui si tratta non più del Ministero dei Beni culturali ma di Ministero della Cultura, tutto può essere inteso come cultura e c'è anche il rischio che poi di una eccessiva dispersività nell'azione di questo nuovo Esecutivo. Dall'altra parte, c'è il ritorno del Ministero del Turismo che, di per sé, potrebbe anche essere considerata come una notizia positiva; ma mi chiedo, per lo stesso discorso di cui sopra, con un Governo così eterogeneo, così diviso, composto da forze politiche che hanno sensibilità molto diverse, quale poi possa essere la concreta direzione da imprimere al Paese con questo Ministero. Certamente, voglio auspicare che non ci sia più la rincorsa a fare errori o anche strafalcioni quale quello di solo pochi giorni fa, quando si è permesso ai nostri concittadini, per chi se lo poteva permettere, di andare a fare le vacanze alle Canarie o andare in Bahrain a vedere il Gran Premio di Formula 1, per poi vietare magari ad altri cittadini di andare a visitare un borgo a dieci chilometri di distanza dalla propria residenza.

Perché se questa è la linea sul turismo, possiamo anche metterne in piedi due Ministeri del Turismo, ma non ci sarà mai nulla di buono all'orizzonte da augurarci per il nostro Paese. L'Alternativa c'è, dunque, esprimerà voto contrario rispetto a questo provvedimento, non certo perché è una contrarietà legata all'obiettivo della transizione ecologica, che noi appoggiamo e sosteniamo con forza - proveniamo dal Movimento 5 Stelle che ha fatto delle questioni, delle vertenze, delle rivendicazioni ambientali la sua bandiera -, ma perché pensiamo che questo provvedimento non porterà a nulla di concreto, di decisivo alla causa della transizione ecologica: manca di coraggio, e non mette in piedi quel super ministero di cui si è tanto parlato e che davvero avrebbe ricevuto il nostro favore convinto e deciso. Anzi, alla fine, si riduce ad una proliferazione di ulteriori cabine di regia, l'una sconnessa dall'altra, con difficoltà ad individuare le rispettive funzioni e competenze. Sembra quasi un provvedimento fatto per aggiungere posti a tavola, visto che la maggioranza delle grandissime intese ha bisogno di aumentare, di moltiplicare i posti, gli incarichi da assegnare, da attribuire. Manca, quindi, quella vera volontà di razionalizzare, di ottimizzare e di rendere più efficiente l'azione dell'Esecutivo. Noi pensiamo che questo provvedimento rischierà, da una parte, di non essere efficace nel portare avanti l'obiettivo di andare verso una transizione ecologica, e, dall'altra, di rendere ancora più difficile, più frammentata l'azione dell'Esecutivo, che noi valuteremo di volta in volta, senza pregiudizi, ma, per ora, possiamo certamente non ritenerci soddisfatti di quello che abbiamo visto in queste prime settimane, in questi primi mesi di Governo Draghi, sia dal punto di vista politico, sia dal punto di vista mediatico e sociale. C'è difficoltà, a volte, anche a percepirla l'azione di questo decreto; la stessa presenza rassicurante, che prima c'era, di chi era nella stanza dei bottoni, adesso non è palpabile, non esiste nel territorio. Noi ci auguriamo un cambio di passo, lo auspichiamo e lo chiediamo con forza a questo Esecutivo, con meno provvedimenti spot, meno propaganda, più presenza, più concretezza, più aiuti concreti alle persone che stanno soffrendo (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie Presidente, arriviamo, dopo un lungo dibattito in Aula, all'approvazione di questo provvedimento in materia di riordino delle attribuzioni dei Ministeri. Durante il dibattito, il collega Foti ha sottolineato una tendenza degli ultimi Governi a modificare la composizione, quindi modificare il decreto legislativo che provava a riordinare il tema e a dare una struttura sostanzialmente numericamente definita; il problema lo ha sollevato anche il collega Forciniti prima di me. Credo però che oggettivamente questa modifica risponda ad un'esigenza reale e non strumentale. Da un lato, era da tempo che si ragionava sulla necessità di rimettere in piedi una competenza specifica e mirata, come quella del turismo, e dargli dignità ministeriale, e, dall'altro, vi era la necessità di superare - e qui dissento da alcune osservazioni fatte dai colleghi in precedenza -, non soltanto in termini terminologici, la dicitura Ministero dell'Ambiente e della tutela del territorio con quella che viene proposta, cioè Ministero della Transizione ecologica. Qui dobbiamo essere attenti: non c'è soltanto una modifica di nome, ma c'è una modifica di sostanza. Da questo punto di vista, alcuni rilievi messi in evidenza poc'anzi dal collega Fioramonti sono sicuramente da accogliere.

In Italia siamo spesso stati maestri - il ricordo va a Tomasi di Lampedusa - a modificare, salvo che tutto cambi perché nulla cambi, quindi, cambiamo il nome, perché, alla fine, poi continui ad andare avanti tutto come prima. Viceversa, quello della transizione ecologica è un tema in qualche modo epocale; non è un caso che nel Recovery Plan, nel Recovery Fund europeo la transizione ecologica è indicata insieme alla transizione digitale come una delle due grandi questioni del nostro futuro. Era giusto essere coerenti con molte enunciazioni di principio e trovare, quindi, anche una soluzione ministeriale adatta. Non è solo un cambio di nome. Nell'articolato si mettono in evidenza le parti e gli spostamenti in particolare dal Ministero dello Sviluppo economico. Queste modifiche, se rimanessero tali, rischierebbero - sì, questo è vero - di essere semplici cambi di etichetta. Credo che questi due cambi, turismo e soprattutto transizione ecologica, contengano una sfida: una sfida culturale, e vale per la politica, ma anche una sfida per la nostra burocrazia ministeriale. Se l'approccio ai temi della transizione ecologica fosse lo stesso avuto in passato su altri temi, rischieremmo una clamorosa sconfitta, cosa che noi non possiamo permetterci. Allo stesso tempo bisogna stare molto attenti che sotto il termine transizione ecologica non finiscano interventi, progetti e azioni lobbistiche che nulla hanno a che fare con la transizione ecologica stessa. Dobbiamo porre molta attenzione, ma, credo, sia stata giusta questa scelta del Governo. Non è stata fatta seguendo una logica spartitoria; la stessa opposizione, gli stessi colleghi di Fratelli d'Italia hanno riconosciuto che sul tema della costituzione del Ministero del Turismo c'era un consenso ampio, anche precedente, e quella della transizione ecologica è una delle grandi sfide, credo, non solo di questo Governo, ma del sistema Paese. Per queste ragioni, il gruppo di Liberi e Uguali voterà a favore del provvedimento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Marco Di Maio. Ne ha facoltà.

MARCO DI MAIO (IV). Grazie, Presidente, anche per la precisazione sul nome. Spesso i decreti di riordino dei Ministeri vengono contestati perché vanno a modificare gli assetti e le composizioni dei Ministeri, però è chiaro ed evidente che la nascita di un Governo è frutto di scelte politiche e dietro le scelte politiche ci sono anche delle priorità che nell'agenda di quel Governo vengono fissate. Per cui consideriamo ovviamente del tutto legittimo da parte del nuovo Esecutivo mettere mano alla denominazione, agli obiettivi, alla composizione del Governo; e riteniamo l'assetto che è stato individuato con la formazione del Governo Draghi più corrispondente ai bisogni di oggi, delle scelte coraggiose e necessarie che ci aspettano per il futuro, ma anche delle scelte difficili e pesanti che andranno compiute nel presente. Con la conversione di questo decreto prepariamo quindi l'Italia alla sfida del Recovery Plan e si cerca di dare un segnale ben preciso, un orizzonte chiaro su quelle che sono le parole chiave che devono in qualche modo disegnare il futuro del nostro Paese. Transizione ecologica, mobilità sostenibile, innovazione tecnologica, turismo, sviluppo economico, sono alcune delle parole chiave da cui bisogna ripartire e che devono essere le pietre sulle quali si va a costruire l'Italia del futuro. La forte centralità del tema della transizione ecologica, che da sempre per noi di Italia Viva è non solo un obiettivo, ma anche una ragione costitutiva di questo partito, si trova anche nell'approvazione di un emendamento che abbiamo fortemente voluto e che solo in apparenza può risultare secondario, perché va a ribadire e a sottolineare come il neonato Ministero della Transizione ecologica sia al centro non solo delle politiche strategiche di investimento e di sviluppo per il futuro, ma anche cuore della sicurezza nazionale. Infatti, grazie a un emendamento che abbiamo fortemente voluto, il nuovo Ministero entra nel Comitato interministeriale per la sicurezza della Repubblica. Una scelta necessaria, e ringraziamo il Governo e la Commissione per averla condivisa, in ragione delle competenze e delle deleghe assegnate al nuovo Ministero a proposito di sicurezza del sistema energetico nazionale nel suo complesso. Giova ricordare come la legge sulla golden power inserisca nelle priorità di sicurezza nazionale anche la protezione e il funzionamento delle reti e degli impianti e la continuità degli approvvigionamenti nel settore energetico. La legge consente al Governo di attivare, per la salvaguardia degli interessi nazionali, i poteri speciali previsti da questa disciplina.

Fino ad oggi le competenze che in campo energetico sono a questo punto assegnate al Ministero della Transizione ecologica erano in capo al solo Ministero dello Sviluppo economico. Con la nascita del nuovo Ministero e le sue rilevantissime competenze che gli sono affidate era giusto aggiungerlo nel Comitato interministeriale per la sicurezza della Repubblica. La riorganizzazione dei Ministeri rappresenta un passo importante per preparare le nostre istituzioni a una sfida dalla portata epocale. La fase post pandemica è tutta da scrivere e le sue possibili insidie sono note ad ogni livello; ne abbiamo avuto prova anche in questi giorni. Per questo, bisogna cominciare con l'assicurarci una pubblica amministrazione preparata, organizzata, funzionale, che si dimostri all'altezza della sfida, ovvero investire più di 200 miliardi di euro per dare ai nostri figli e ai nostri nipoti un Paese più forte, un futuro in cui credere e di cui sentirsi parte fin da subito.

La riorganizzazione dei Ministeri non esime in alcun modo il Parlamento dal proprio compito sovrano e di indirizzo, che è quello di rappresentare la volontà dei cittadini e perseguire l'interesse generale. Sbaglia chi dice che queste Aule sono depotenziate e svuotate di significato; ce lo dimostrano anche i fatti degli ultimi giorni. Sono fatti molto gravi sotto il profilo dell'ordine pubblico, ma che non devono far passare in secondo piano uno stato d'animo molto diffuso nella nostra società per la perdurante crisi sanitaria, ma anche per gli effetti che la crisi sanitaria sta producendo sul campo delle relazioni umane, soprattutto per le sue ripercussioni in ambito sociale, psicologico e ovviamente, soprattutto, dal punto di vista economico dell'incertezza che questa genera per il futuro delle famiglie, delle imprese e dei nostri ragazzi.

Quindi noi ci auguriamo e siamo convinti che questo nuovo assetto, definito dal decreto che ci accingiamo a convertire in legge, possa dare al Governo la possibilità di dare risposte efficaci, tempestive, più tempestive, ai bisogni delle imprese e delle famiglie, sappia interpretare il disagio sempre più evidente che percorre la società italiana e sappia anche programmare le riaperture, ovviamente di pari passo con l'andamento migliorativo, che ci auguriamo essere migliorativo, dei dati epidemiologici e con l'avanzamento della campagna vaccinale.

È però innegabile che oggi è prioritario prima di tutto sconfiggere il virus, ma anche dare una prospettiva ragionevole di ripartenza di molte attività. Quindi, poiché conveniamo e confidiamo che questo nuovo assetto dei Ministeri possa dare la possibilità di offrire queste risposte e questa prospettiva, dichiaro il voto favorevole del mio gruppo, del gruppo di Italia Viva (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Butti. Ne ha facoltà.

ALESSIO BUTTI (FDI). Grazie, Presidente. Il gruppo di Fratelli d'Italia non aveva una pregiudiziale avversione nei confronti di questo decreto-legge che a breve convertiremo e lo dimostra anche la qualità degli interventi dei colleghi, non solo in Aula ma anche nelle Commissioni di merito. Certo, dobbiamo dire che, ancora una volta, c'è stato un uso spropositato, forse anche spregiudicato, dello strumento del DPCM, che è stato stigmatizzato anche dal Comitato per la legislazione e che è stato bollato addirittura dal Consiglio di Stato come una fuga dal regolamento. Ora, cambiano i Governi ma evidentemente non cambiano le pratiche peggiori. Noi comprendiamo anche la necessità di riordinare le attribuzioni dei Ministeri strategici: è una cosa che si fa abitualmente, ma avremmo gradito più lucidità e qualche contraddizione in meno. Uno dei chiodi fissi di Fratelli d'Italia, di Giorgia Meloni, delle delegazioni che andavano a incontrare a Palazzo Chigi Giuseppe Conte nel periodo di massima emergenza, un Giuseppe Conte fintamente interessato alle proposte dell'opposizione, era proprio l'istituzione del Ministero del Turismo.

Il turismo, del resto, così importante per l'economia del Paese - lo abbiamo detto e ripetuto tutti quanti, per il prodotto interno lordo, per l'occupazione - è però veramente in uno stato di prostrazione per il combinato disposto dell'incapacità del secondo Governo Conte, ma anche e soprattutto per quello che è accaduto nell'emergenza sanitaria. Allora, se abbiamo contribuito a restituire dignità al comparto del turismo, istituendo nuovamente il Ministero del Turismo, va anche detto che la restante parte della dignità a quel settore, ora che c'è un Ministero, gliela dovete conferire voi con gli aiuti, con gli incentivi e con gli indennizzi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), perché chiaramente non si può andare avanti in queste condizioni. Così come speravamo che lo sport potesse tornare alla normalità, dopo una delle parentesi più inutili e, forse, dannosa anche della storia repubblicana, culminata con la gestione del Ministro per caso, Spadafora, che era lì, faceva il Ministro dello sport, ma non lo sapeva (così almeno ci ha raccontato sulle agenzie). Ebbene, oggi lo sport, con ciò che si prospetta e cioè una serie di eventi internazionali, mondiali, di straordinaria importanza, con la penuria economica di cui è oggetto - lo dico con tutto l'affetto per Valentina Vezzali - non può essere certamente gestito con il fioretto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia): occorre ben altro.

Ancora, stupisce la nuova denominazione del Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti. L'aggiunta delle parole gentili “mobilità sostenibile” lascia esterrefatti. Ci lascia esterrefatti perché viene espunta, invece, la definizione “trasporti”, termine che ci sembrava un po' meno ideologico ma certamente molto più concreto, come peraltro se nelle Commissioni competenti non ragionassimo già in termini di mobilità sostenibile. Ma qui non c'è una questione semantica, qui c'è invece una questione politica, perché va da sé che la maggioranza che sostiene questo Governo è spaccata sulle grandi infrastrutture, le opere strategiche per il Paese: c'è una parte che le sostiene e le vorrebbe costruire fisicamente e personalmente e una parte che, invece, vi è completamente ostile. Stiamo parlando di infrastrutture ferroviarie ed infrastrutture autostradali, viarie e logistiche. Queste non sono certamente contraddizioni di carattere squisitamente semantico, come se stessimo giocando a Scarabeo: sono questioni politiche importanti.

Da tempo, poi, a proposito di mobilità sostenibile, noi chiediamo di capire il motivo per cui ENEL, che è un colosso ormai riconosciuto nel mondo, del quale andiamo ovviamente orgogliosi anche per quanto riguarda l'energia rinnovabile, sta investendo indovinate dove? In America Latina, in Centro America, per il trasporto pubblico elettrico, un po' come i general contractor - passatemi il termine - chiavi in mano. Non lo fa in Italia ed è una cosa veramente pazzesca. Per cui, invece di pensare alle nuove definizioni, risolvete i problemi di questa natura (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Un altro termine che va molto in voga a Bruxelles è il termine “transizione”, ad esempio, la transizione ecologica. Insomma, al posto del termine “ecologica”, forse un po' abusato, direi anche inflazionato, io personalmente avrei utilizzato il termine “ambientale”, perché mi dà meno il senso di raccolta differenziata, per dirla in termini abbastanza poveri e abbastanza concreti e forse raccoglie anche un po' le ambizioni del Ministro; del resto, le scienze dei corsi di laurea sono più propriamente quelle ambientali e non ecologiche, ma questo è un altro ragionamento. Io vorrei dire che vi siete accapigliati, per sottrarre la competenza in materia di energia allo sviluppo economico e attribuirla alla transizione ecologica. Poi però pensate di implementare le politiche di cooperazione internazionale in materia energetica, senza coinvolgere all'interno del CITE il Ministero degli Esteri! Guardate: tutto vogliamo tranne che fare un assist al Ministro Di Maio, ma questa è veramente una cosa priva di senso (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

È veramente una cosa priva di senso lasciare fuori dal tavolo del CITE il Ministero della Salute. È evidente che ambiente e salute vadano da sempre strettamente connessi o meno: ciò che non va bene nell'ambiente è strettamente connesso alla salute; eppure, anche il Ministero della Salute non fa parte del Comitato interministeriale.

Inoltre - e questo è paradossale - sulla transizione digitale: noi tutti quanti sappiamo che tutto ciò che avverrà in materia di transizione ecologica partirà e passerà proprio dalla transizione digitale. Ebbene, nemmeno la transizione digitale è stata ammessa al tavolo del CITE, come se Internet non inquinasse. È evidente che Internet inquina. Le emissioni di CO2 per l'uso di Internet (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) sono tali per cui addirittura nel 2021 - nel 2021! -, se vorremo compensare le emissioni di CO2, noi dovremmo avere a disposizione una foresta addirittura delle dimensioni di mezza Italia, di mezzo Paese.

Per non parlare poi dell'acqua necessaria per raffreddare i data farm o per non parlare del suolo e il consumo del suolo, perché naturalmente le infrastrutture di rete occupano suolo. Però, la pregherei di richiamare l'onorevole Bergamini e il Ministro, perché io sto parlando con loro e stanno facendo salotto. Questo è intollerabile.

PRESIDENTE. Scusate, se sgombrate l'emiciclo e lasciate i banchi del Governo, perché giustamente l'onorevole Butti ha diritto di farsi ascoltare dal Governo.

ALESSIO BUTTI (FDI). Tra l'altro, ci terrei tantissimo che l'onorevole Bergamini, esperta anche di materie sul digitale e tecnologiche ascoltasse. Dicevo, non potete esimervi anche dal coinvolgimento, ad esempio, del Ministero della Cultura, perché - lo abbiamo detto ieri con i colleghi e le colleghe di Fratelli d'Italia - dal Ministero della Cultura dipendono le soprintendenze e le soprintendenze localmente rappresentano quasi sempre un ostacolo, ad esempio, per la costruzione e lo sviluppo dell'impiantistica fotovoltaica, che noi sappiamo essere strategica per l'evoluzione economica del Paese, oppure per le fonti energeticamente rinnovabili e pulite. Questo tipo di transizione - l'abbiamo spiegato anche questa mattina al Ministro Cingolani - è trasversale. Questo vuol dire che ogni provvedimento dovrà essere accuratamente negoziato in Consiglio dei Ministri e, poi, in sede di maggioranza o viceversa. Altro che CITE! Perché non avete una maggioranza così omogenea, in grado di sostenere le vostre scelte: dal nucleare alle rinnovabili, alla qualità delle risorse idriche, al dissesto idrogeologico, non avete una posizione comune, un denominatore comune.

Allora, mi avvio alla conclusione. Al di là del riordino delle attribuzioni, voi dovete riordinare le idee. Dobbiamo tutti riordinare le idee e capire che, bandendo le ipocrisie, il settore green e quello digitale, ovviamente connessi, strettamente connessi, rappresentano il driver per il futuro, per l'economia, per l'occupazione, per il PIL e per lo sviluppo. Questo è fondamentale. Oppure ci state dicendo che credete davvero che quelle migliaia di imprese, che hanno investito e stanno investendo in green e in tecnologia, lo stiano facendo perché convinti da Greta Thunberg o particolarmente ansiosi per la questione del clima? Non è così! Lo fanno - ho concluso, Presidente - perché è un business. Allora, queste imprese, queste start up, le dovete coccolare, vezzeggiare, cullare, dovete incentivarle. Ci sono due modi: o le sostenete finanziariamente, sfrondando ovviamente l'albero della burocrazia…Anzi, un modo: le dovete sostenere finanziariamente, sfrondando l'albero della burocrazia! Il nostro voto sarà contrario (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire l'onorevole Ferro. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Grazie, Presidente. Intanto devo dire, dopo il dibattito della mattinata, siamo arrivati alla conclusione di questo atto che credo andrà in linea totalmente differente da quella che avevamo auspicato. Quindi, mi rivolgo a lei, ai colleghi e alla rappresentante del Governo, avendo già ribadito più volte, negli interventi di ieri e di questa mattina, che questo provvedimento è stato affrontato dal nostro gruppo, da Fratelli d'Italia, con la volontà di portare un contributo nel migliorare il testo, fin dal lavoro in Commissione, dove, grazie ai colleghi, abbiamo presentato tanti emendamenti e ordini del giorno qui in Aula, senza avere un atteggiamento assolutamente ostruzionistico. Il nostro spirito di responsabilità, che continuiamo a dimostrare quotidianamente dalla nostra parte - quindi, dalla parte dell'opposizione - è solo e esclusivamente rivolto all'unico interesse, quello dell'Italia e degli italiani, che, in questo momento, ahimè, vivono in una Nazione, con un problema di grande instabilità, generato dalla pandemia, in cui avvertono questa grande distanza tra chi governa e i loro bisogni e le politiche distanti dai territori e soprattutto dal Paese reale, inspiegabilmente, secondo noi, prigioniero di questa ostinata volontà di continuare sulla linea del precedente Governo Conte. Davvero siamo sempre più convinti della bontà della nostra scelta di non partecipare ad un'operazione di Palazzo che appare, giorno dopo giorno, senza senso. Abbiamo cambiato tutto, facendo perdere mesi preziosi alla soluzione dei problemi, quasi perché tutto rimanesse com'era, per non consentire probabilmente agli italiani di scegliere liberamente da chi essere governati, mettendo sul campo con chiarezza le proposte per superare, non soltanto in questa occasione, il dramma del COVID, per costruire insieme la ripartenza dell'Italia. E invece no, la rimozione di Arcuri per noi è stata l'unica buona nota positiva da quando si è insediato il Governo. Sta procedendo, ribadisco, in termini di continuità, e mi dispiace dirlo, senza l'apporto, oltretutto, in molti casi, dei nostri amici del centrodestra, che, purtroppo, temevamo, hanno tracciato in alcuni settori un cambio di direzione. Posso citare, da ultima, la scelta della maggioranza di bocciare ieri, in Senato, la nostra mozione per recuperare i 5 miliardi dal cashback dell'assurda lotteria degli scontrini e di non destinarli a risarcire le tante attività messe in ginocchio dalla politica, dalle chiusure del Governo; e la piazza dell'altro giorno, pur condannando ogni forma di violenza, credo ve lo abbia fatto capire con grande chiarezza. Soldi buttati, in spregio alle sofferenze dei ristoratori, delle gestioni di chi ha palestre, dei commercianti, dei lavoratori nell'ambito della cultura, dei servizi alla persona: attività un po' ridotte, quasi tutte, sul lastrico dall'incapacità del Governo di dare un'alternativa alle chiusure. Mentre continuiamo da questi banchi a chiedere di consentire a queste attività di lavorare in sicurezza, mentre molte aziende chiudono e molte altre finiscono nelle mani della criminalità organizzata, continuiamo a sperperare risorse, anche con riferimento alla contrarietà dell'uso del contante o al reddito di cittadinanza, e lo leggiamo quotidianamente sulla nostra stampa, dove indiscriminatamente si eroga questa mancetta.

E l'incapacità del Governo di sintonizzarsi con il Paese reale, di cui parlavo prima, e di intervenire quindi sulle reali priorità è dimostrata anche da questo decreto che rischia di determinare, per quanto ci riguarda, pesanti inefficienze amministrative, in un momento in cui servirebbe veramente al Paese un cambio di rotta. Per cui, c'è un punto nodale: la creazione di questo Ministero della Transizione ecologica è stato solo ed esclusivamente un paravento per giustificare la scelta dei pentastellati di entrare nel Governo Draghi; un Ministero costituito da strutture che già in realtà esistono e che comporta poche novità sostanziali, ma risponde essenzialmente alle esigenze propagandistiche, anche a quella volontà di far quadrare gli equilibri interni della stessa maggioranza; un organismo dove, probabilmente, le regole appaiono confuse e, soprattutto, poco lineari. Auspicavamo, ma così non è stato, che, nella concreta definizione di un Ministero, vi fosse un'impostazione al di fuori delle varie ideologie, ma così non è stato, contrapponendo quindi la tutela ambientale allo sviluppo e, invece, rischia di avvenire che, rispetto alle competenze delle politiche energetiche, deve riprendere a correre, ma soprattutto sarà sempre più grande il divario con i competitor europei e mondiali. Inoltre, auspicavamo la nascita di quel Ministero, che è nato, del Turismo: una grande battaglia portata da sempre avanti da Giorgia Meloni e da Fratelli d'Italia, che potesse diventare il punto stabile e definitivo, un punto di riferimento di un settore decisivo e trainante per la nostra Nazione, ma questo, ad oggi, è soltanto un Ministero che rappresenta un buon titolo senza nessun contenuto, essendo privo degli strumenti economici e, quindi, privo di portafoglio. Siamo delusi per la scelta di non prevedere il Ministero per lo Sport, ridotto ad una “delega”, lo dico tra virgolette, attribuita ad un sottosegretario, nei confronti del quale ci aspettavamo, come ha detto già il collega Butti, delle grandi iniziative mentre, spesso, invece, vediamo lavorare nella continuità del pregresso e precedente Governo, dove lo sport è stato più volte messo da parte, in un momento in cui rappresenta, non soltanto dal punto di vista economico e occupazionale, un punto di forza, ma lo dovrebbe essere soprattutto dal punto di vista sociale.

Sport significa educazione, significa benessere, significa solidarietà, ma soprattutto significa anche contrasto a tutti quei fenomeni di devianza giovanile. Oggi più che mai sarebbe stato necessario, e mi dispiace che non sia presente il sottosegretario, un interlocutore unico, autorevole, per programmare la ripartenza di un settore che avete messo in ginocchio.

Avevamo, inoltre, proposto con Giorgia Meloni, di dare vita al Ministero del Mare, di valorizzare quell'immenso patrimonio che consta in 155 mila chilometri di costa e che, ovviamente, vede attorno al suo indotto operare oltre 200 mila aziende.

Insomma, anche questo decreto è un'occasione perduta, la prova di un Governo basato sul compromesso, chiaramente guidato da una parte consistente del PD, che rappresenta una minima parte degli italiani e che difficilmente potrà dare quelle risposte efficaci ed immediate ai nostri cittadini.

Una delle molteplici contraddizioni, tra le tante schizofrenie riscontrate, è la gestione dello sviluppo sostenibile con il “DL Clima”. Il Governo Conte aveva attribuito tale competenza al CIPE. Dal 1° gennaio di quest'anno, in ragione di tali nuove competenze, a un certo punto ha cambiato denominazione in Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile. Gli stessi 5 Stelle, che avevano fatto di tale modifica una loro bandiera, oggi hanno spostato tale competenza nel neo Comitato costituito col nome di CITE. Come spesso accade e avviene ormai da tanto tempo, un modo di agire sconclusionato e inconfondibile, quel marchio di fabbrica che, in qualche modo, ne rende la causa del fallimento.

A questo voglio aggiungere, ovviamente, che questa confusione di governance è quanto mai inopportuna ed è soprattutto opportuno, da parte nostra, sottolineare che non giova a nessuno. Parliamo di un settore che costerà, nel PNRR, 64 miliardi; il Ministro Cingolani ha voluto sottolineare, anche attraverso un'ultima intervista, la necessità dei pareri ambientali, ma soprattutto di rivedere alcuni aspetti.

Avevamo proposto, in qualche modo - e vado a chiudere, Presidente - che ci si potesse avvalere, per un risparmio, anche delle strutture che fanno parte del Consiglio dei Ministri: anche in questo caso ci è stato detto di “no”, probabilmente in continuità anche con quello che è avvenuto precedentemente per le varie nomine di consulenti dall'esterno.

Chiudo, manifestando amarezza, manifestando ovviamente delusione per ciò che poteva essere e non è stato. Arriva sempre un momento - e questo è ciò che voglio dire al Governo - in cui devi scegliere tra correre il rischio o, in qualche modo, pentirtene, o, altresì, addirittura avere un rimpianto per non averci provato.

Signor Presidente, io credo che alla fine sarà la categoria di chi non ci ha provato (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori l'onorevole Lollobrigida. Ne ha facoltà.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Grazie, Presidente. Noi di Fratelli d'Italia abbiamo discusso, in questi giorni, in maniera abbastanza solitaria di temi importanti, come quello della riorganizzazione di un Governo, che, fin dall'inizio, a nostro avviso, ha delle difficoltà che risolve spesso aumentando spazi, poltrone, emolumenti, e dà poche risposte. Però, noi riteniamo che la priorità sia dare risposte ai cittadini.

Ieri abbiamo svolto una riunione dei presidenti di gruppo, insieme ai colleghi che rivendicavano, come vogliamo fare noi, il diritto di parlare delle priorità degli italiani. Bene, per noi quello che si discute in Parlamento è sempre una priorità. E, allora, proponiamo a quest'Aula di discutere prioritariamente il tema della scuola, che è un tema a cui i cittadini tengono, che è all'ordine del giorno con mozioni di maggioranza e di opposizione molto rilevanti, ma che riteniamo non rinviabile.

Anche ieri i colleghi di maggioranza hanno posto la stessa questione, dicendo: Fratelli d'Italia ritarda la discussione di un tema così importante. Noi abbiamo risposto: noi siamo disponibili a lavorare il giorno di Pasqua, di Natale, la notte, a Ferragosto, restando qui in Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

E, allora, qual è la proposta? Noi interrompiamo qui la discussione sul decreto, interrompiamo qui i nostri interventi, ne abbiamo fatti tanti; chiediamo, però, al Parlamento di discutere oggi le mozioni sulla scuola per dare certezze alle famiglie che aspettano di sapere quale sarà il destino dei loro figli ed ogni mattina si chiedono che cosa avverrà il giorno dopo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Ovviamente noi, dopo le mozioni sulla scuola, abbiamo iscritti in calendario altri argomenti: noi li riteniamo altrettanto importanti e chiediamo alla maggioranza di proseguire i lavori nella giornata di oggi, di domani, finché sarà necessario. Sarà della maggioranza la scelta di determinarsi in un senso o nell'altro, ma noi riteniamo che anche le altre mozioni, sulla Borsa italiana, per esempio, ma anche altre sull'infanzia iscritte all'ordine del giorno, abbiano rilevanza di importanza.

Quindi, da adesso, Fratelli d'Italia mette a disposizione i suoi interventi, ritirandoli, per poter parlare di questo argomento e auspichiamo che la maggioranza accetti questa inversione dell'ordine del giorno, come ieri proponeva anche il collega Crippa dei 5 Stelle, per ragionare di questo argomento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Sospendo cinque minuti per valutare la proposta con i capigruppo. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 16,50, è ripresa alle 16,55.

PRESIDENTE. La seduta è ripresa. Mi risulta che vi sia un'intesa tra i gruppi sulla proposta avanzata dal deputato Lollobrigida, nel senso di passare, una volta concluso l'esame del decreto-legge, direttamente all'esame del punto 6 dell'ordine del giorno, recante il seguito della discussione delle mozioni in materia di riapertura degli istituti scolastici.

Se non vi sono obiezioni, la stessa si intende accolta dall'Assemblea.

Non ci sono obiezioni. Dopo il voto finale, passeremo, pertanto, all'esame di tali mozioni.

In considerazione del termine dei lavori previsti dal vigente calendario per la seduta odierna, invito i rappresentanti dei gruppi ad adoperarsi affinché gli interventi per dichiarazione di voto sulle mozioni siano ridotti in modo da rispettare, tendenzialmente, l'orario delle ore 18.

Si riprende la discussione.

(Ripresa dichiarazioni di voto finale - A.C. 2915-A​)

PRESIDENTE. Riprendiamo, quindi, le dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare il deputato Sarro. Ne ha facoltà.

CARLO SARRO (FI). Grazie, Presidente. Recependo anche la sollecitazione che lei ha rivolto all'Assemblea, limiterò questo intervento per dichiarazione di voto ad alcune considerazioni fondamentali, anche alla luce di quanto è emerso nel lungo e articolato dibattito che ha preceduto la fase terminale del procedimento e, quindi, l'approvazione del testo, osservando che il provvedimento relativo al riordino delle attribuzioni ad alcuni Ministeri che sono valutati come strategici rispetto agli indirizzi programmatici che il Governo ha sottoposto al Parlamento e dal quale, appunto, ha ricevuto il voto di fiducia, costituisce un segnale importante per quanto riguarda l'azione successiva. Perché, al di là delle denominazioni utilizzate, non potendosi, certamente, la valutazione del provvedimento circoscrivere soltanto ad un mutamento nominalistico dei Ministeri e, soprattutto, al di là di qualche, forse, eccesso enfatico nella utilizzazione delle nuove delle denominazioni, quello che conta, esaminando il testo normativo, è che c'è un ridisegno complessivo e una razionalizzazione nell'ambito dell'attribuzione delle competenze dei Ministeri proprio finalizzati non solo ad ottimizzare i risultati dell'azione di Governo, ma, soprattutto, a rendere più efficace e coerente, con le indicazioni programmatiche, l'attività del Governo.

Va segnalato in questa direzione come competenze prima ripartite e frazionate, oggi siano accorpate nella titolarità, ovviamente, del Dicastero che è ritenuto più pertinente in ordine, appunto, alla materia trattata; e, soprattutto, in termini di metodo, sono stati adottati degli accorgimenti molto importanti da un punto di vista operativo e da un punto di vista applicativo, sia con l'istituzione del Comitato interministeriale per la transizione ecologica, che con l'altro comitato interministeriale, che è quello della transizione digitale. Cioè, le due scelte strategiche che sono state poste a base, non solo di questo provvedimento, ma che hanno rivestito un ruolo centrale nel programma di Governo, ricevono, in una visione collegiale, un supporto e un coinvolgimento anche da parte degli altri dicasteri, che conservano competenze affini o che, comunque, nell'esercizio delle loro funzioni, possono interferire con il processo relativo alla transizione digitale o a quella ecologica. Questo, naturalmente, per evitare quelle sfasature, quelle contraddizioni e anche quelle anomalie che, in passato, hanno contraddistinto situazioni analoghe, proprio per la mancanza di un coordinamento effettivo, come pure, sempre in capo a questi organismi collegiali, che vengono introdotti dal decreto in esame, vi è una funzione di controllo sull'andamento dell'attività di Governo. Un controllo che riguarda, ovviamente, l'attuazione non solo nei tempi, ma anche nei contenuti.

Questo sempre per ottimizzare al massimo l'azione amministrativa e l'azione di Governo, in ragione del fatto che queste due scelte di fondo, la transizione ecologica e quella digitale, rappresentano e rivestono una importanza fondamentale, nella prospettiva di crescita del Paese e nella costruzione di un futuro, ovviamente, diverso per la nostra Nazione. Ciò tenendo conto che, attraverso lo stesso provvedimento, si è tentato anche di correggere qualche stortura del passato a partire dalla mortificazione di un settore, come quello del turismo, che ha una importanza fondamentale nell'economia del nostro Paese, perché non solo vi è il tema del turismo, ma vi è il tema della cultura e, quindi, si è deciso di restituire autonomia e, diciamo, piena efficienza istituzionale, con il ripristino del Dicastero del Turismo che, forse, in passato, troppo velocemente e troppo superficialmente, era stato abrogato.

Quindi, in questo campo noi avremo sicuramente un miglioramento e un potenziamento, rispetto ad un settore che, torno a dire, ha una importanza rilevantissima nel panorama economico nazionale.

Lo stesso, dicasi, per quanto riguarda il Ministero della Cultura. Il rafforzamento al suo interno delle funzioni e dei compiti e la scissione, rispetto al Ministero del Turismo, risponde anche ad una logica di sistema, che tende a valorizzare le specificità dei due ambiti operativi, che sono e restano profondamente diversi, ma che comunque, proprio nella fusione dell'azione collegiale del Governo, trovano la loro giusta composizione e soprattutto la possibilità di perseguire risultati sempre migliori e sempre più efficienti.

Riteniamo che l'approccio che il Governo riserva attraverso anche queste misure di organizzazione sia un approccio corretto. Riteniamo che l'attenzione riservata anche alle soluzioni organizzative sia necessaria proprio per consentire e restituire anche quel supporto logistico necessario a rendere più efficace e più efficiente il risultato della stessa azione di Governo e, quindi, riteniamo che rendere coerente l'impianto organizzativo, l'architettura organizzativa del Governo con quelle che sono le dichiarazioni programmatiche e con gli intenti e le finalità che il Governo si prefigge, rappresenti anche un elemento di novità nel panorama dell'azione politica italiana.

Salutiamo con favore questo metodo e riteniamo che, sicuramente, i risultati che auspichiamo non tarderanno ad arrivare. Speriamo soprattutto che tutti questi settori, nella ormai da tutti auspicata e anche immaginata ricrescita e rinascita del Paese dopo questa difficilissima stagione della pandemia e dell'emergenza sanitaria, possano davvero trovare avvio e soluzione, per consentire al nostro Paese una ripresa significativa per la quale Forza Italia farà di tutto, e garantirà il proprio sostegno a partire appunto da questo provvedimento con il voto favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ceccanti. Ne ha facoltà.

STEFANO CECCANTI (PD). Grazie, Presidente. Tre rapidi punti, il primo è questo: un “decreto Ministeri” è il biglietto da visita con cui un nuovo Esecutivo modifica la sua struttura, perché corrisponde alla sua strategia; questo accade regolarmente ogni volta. In questo caso specifico, però, si risponde anche alla strategia che abbiamo votato qui la settimana scorsa del PNRR e, in particolar modo, lo sono la creazione del Ministero per la Transizione ecologica e la nuova figura del Ministro per la Transizione, diciamo in generale, alla vita digitale, che tanto ci assorbe. Quindi, vi sono delle ragioni di fondo che ci spingono a votare a favore di questo testo. Secondo punto, ulteriori chiarimenti sono venuti dall'esame in Commissione: il ruolo del MiTE sulla produzione di energia, sulle infrastrutture relative agli idrocarburi, le competenze del CIPESS ed è stato introdotto il parere parlamentare sul Piano della transizione, che è una cosa molto importante per l'istituzione parlamentare.

Terzo e ultimo punto, un punto delicato e su cui gli interventi dell'opposizione hanno degli elementi di ragione. Cerco di spiegarlo nella maniera meno tecnica possibile: l'organizzazione interna dei Ministeri è regolata dalla legge n. 400 del 1988 con una procedura che è obiettivamente barocca. Per evitare questa procedura barocca, dal 2012 si ricorre a uno strumento di semplificazione, un po' violenta, che sono i DPCM in deroga. Questi DPCM in deroga, che sono riprodotti anche in questo testo, hanno il merito di semplificare drasticamente e di rendere molto flessibile l'organizzazione dei Ministeri, però questa tecnica salta il Parlamento, perché, nella procedura della legge n. 400, per quanto barocca, c'è il parere delle Commissioni parlamentari. Allora, fermo restando che, in questo caso, non si poteva fare diversamente, perché era giusto adeguare i Ministeri, se dal 2012 ad oggi siamo costretti a derogare, inventiamoci una terza via, che consenta di non essere barocchi come nella legge n. 400, ma di non saltare il parere delle Commissioni parlamentari. Tutto si può e si deve semplificare, nulla deve sfuggire al Parlamento, vale per i DPCM tradizionali, vale per i DPCM in deroga, vale per le deliberazioni del Consiglio dei Ministri introdotte nel decreto n. 44, che è all'esame del Senato. Il Governo deve, comunque, garantire che qualsiasi testo passi in Parlamento, perché il Parlamento contribuisce ad un equilibrio complessivo e può, talora, correggere degli errori. Perché non è infallibile il Parlamento, non è infallibile il Governo, è nel gioco tra le istituzioni che si migliorano i testi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico e di deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire l'onorevole Bordonali. Ne ha facoltà.

SIMONA BORDONALI (LEGA). Grazie, Presidente, sottosegretario, colleghi deputati. Oggi siamo chiamati a votare non solo un decreto….

PRESIDENTE. Onorevole Bordonali, mi scusi se la fermo, cambi microfono, le azzeriamo il tempo, così sentiamo bene.

SIMONA BORDONALI (LEGA). Spero si senta. Presidente. Grazie ancora Presidente, sottosegretario colleghi deputati. Oggi siamo chiamati a votare non solo un decreto ma, come diceva chi mi ha preceduto, l'onorevole Ceccanti, quell'atto fondante del nuovo Governo Draghi, l'atto del cambiamento, l'atto della volontà politica di più partiti, molto eterogenei tra di loro nell'ideologia, nella visione politica, però con una volontà unica: risolvere le urgenze nate da questa pandemia, come ci ha richiesto il Presidente Mattarella, ma come, soprattutto, ci chiedono i nostri cittadini. Ritengo, quindi, Presidente, necessario spendere alcuni minuti sulle motivazioni che hanno spinto Matteo Salvini e la Lega ad entrare in questa maggioranza e sostenere il governo Draghi.

Era il 13 gennaio quando si è aperta la crisi di Governo con l'uscita della componente di Italia Viva dal Conte 2. In quel momento, abbiamo perso ben tredici giorni, in un momento tragico come quello in cui viviamo, prima che il professor Conte rimettesse il mandato. Una serie di giri di consultazioni per provare a galleggiare hanno fatto perdere altro tempo fino a che, finalmente, il 3 febbraio viene dato l'incarico al Presidente Draghi. A quel punto, siamo stati obbligati a una scelta: potevamo restare all'opposizione ed era un'opportunità sicuramente più facile. Anche dal punto di vista elettorale sarebbe stato probabilmente più redditizio. È più facile stare all'opposizione e lo sanno bene i colleghi del 5 Stelle quando erano all'opposizione, quando minacciavano di aprire il Parlamento come una scatoletta di tonno, ovviamente finché sono stati all'opposizione. Poi si governa, ci si rimangia parte del programma, si rimangiano i progetti, i decreti che vengono approvati (cambia maggioranza), vedi quello sull'immigrazione, prima si approvano e poi vengono cancellati pur di mantenere la poltrona. Quindi, la Lega poteva restare all'opposizione e avrebbe racimolato forse anche qualche voto in più di protesta, oppure poteva entrare al Governo, come ha fatto, ma non per le poltrone (tengo a sottolineare visto che è un argomento abbastanza caldo, perché sono tante care ad altri partiti). Lo abbiamo dimostrato che non siamo attaccati alle poltrone quando abbiamo abbandonato il Governo Conte 1 e lo abbiamo dimostrato quando abbiamo rinunciato alle cariche di Vicepresidente della Camera ancora nel 2018 e di Questori che ci spettavano all'interno dell'Ufficio di Presidenza della Camera, lasciandoli a partiti più piccoli (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Quindi, abbiamo scelto di entrare in questo Governo perché ha predominato il senso di responsabilità. Avremmo lasciato il Paese alla stessa squadra che aveva governato negli ultimi 17 mesi, la stessa squadra che, pur trovando un'opposizione costruttiva e produttiva come è stata la Lega insieme agli altri partiti di opposizione, aveva proseguito sorda a ogni proposta. Concedetemelo: forse il peggior Governo della storia della Repubblica. Voglio ricordare a voi e a me stessa i numerosi problemi emersi nell'emergenza della prima ondata di pandemia: problemi nelle forniture di mascherine, dei respiratori, problemi ad avviare le terapie intensive mentre la gente, soprattutto nel mio territorio, a Brescia, continuava a morire. Eppure, lo sport preferito del Governo era quello di incolpare le regioni, lo sport preferito di alcuni Ministri di quel Governo era incolpare le regioni, salvo poi scoprire, attraverso le inchieste soprattutto giornalistiche, i numerosi scandali relativi a quelle forniture. Per non parlare di ciò che è accaduto, invece, tra la prima e la seconda ondata. Nel periodo estivo l'assenza totale di preparazione, di organizzazione per fronteggiare quello che, tra l'altro, era già previsto da tutti e l'incapacità nella gestione della riorganizzazione dei trasporti, da un lato, e delle scuole, dall'altro, ha portato a questo anno scolastico di fatto perso per i nostri ragazzi. Però, ci siamo attrezzati con i banchi a rotelle.

La stessa cosa per non parlare degli aiuti alle nostre attività. La Cassa integrazione è arrivata dopo mesi, quando è arrivata, e i vostri “Ristori”, l'uno, il due, il tre e il quattro (abbiamo perso il conto di quanti ne avete e dovuti fare per non dimenticare sempre qualche categoria). Forse incapacità o forse malafede, visto che la Lega vi indicava strade diverse per aiutare concretamente le famiglie e le imprese. Ma la ciliegina sulla torta? È stata quando, a fine anno, durante l'emergenza della seconda ondata, avete deciso di inserire, facendo ritardare il bilancio dello Stato, la cancellazione dei “decreti Salvini” e l'approvazione della legge sull'omofobia. Ecco, colleghi, amici di Fratelli d'Italia, voi avete fatto una scelta diversa, sicuramente più facile. Ma cosa sarebbe successo se la Lega non fosse entrata in questo Governo? Sicuramente sarebbe continuato ciò a cui abbiamo assistito per un anno. Problemi ne abbiamo ancora oggi e non lo possiamo negare. La Lega vuole fortemente tornare alla normalità e preme perché ciò avvenga, ma ricordiamo che non si possono risolvere in un mese danni creati in oltre un anno del passato Governo. Quindi, immaginate cosa sarebbe stato questo Governo senza di noi.

Probabilmente, anziché concentrarsi sulla produzione del vaccino nel nostro Paese, come sta facendo il Ministro Giorgetti, staremmo pensando a dove posizionare le Primule di Arcuri, oppure staremmo parlando dello ius soli, come vorrebbe il segretario Letta, della liberalizzazione delle droghe o dell'approvazione definitiva della legge sull'omofobia. Colleghi, abbiamo assistito, anche nella giornata di martedì, a proteste infuocate fuori da Montecitorio, proteste sfociate nella violenza, che continuiamo a condannare, manifestando ancora una volta la vicinanza e la solidarietà alle Forze dell'ordine. Però, colleghi tutti, se non viene data priorità alle legittime richieste delle categorie, se si sceglie di parlare di ius soli, come vorrebbe il PD, o se perdiamo due giorni parlando del riordino dei Ministeri, per un ostruzionismo di Fratelli d'Italia, per rivendicare una poltrona, anziché procedere da subito alla mozione sulla scuola (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), come è voluto da chi è al di fuori di questo palazzo, rischiamo che la protesta precipiti. La prossima volta, colleghi, rischiamo che, chi manifesta esasperato al di fuori di qui, entri a Montecitorio con i forconi e sarebbe legittimato per quello di cui si parla qui, anziché procedere a risolvere i problemi. Colleghi del PD, informate il segretario Letta che i giovani stranieri, ai quali è già garantita la cittadinanza al compimento del diciottesimo anno, sono più preoccupati di poter tornare a scuola in presenza, avere insegnanti che seguono e una struttura che li accolga. Pensate realmente che pensino alla cittadinanza anziché ad avere servizi efficienti? Pochi minuti, Presidente, per annunciare il nostro voto favorevole a questo provvedimento, che conferma la nostra volontà di aderire a questo Governo. Siamo il primo partito del Paese e sentiamo la responsabilità di dare impulso a un cambio di direzione. In questo decreto è contenuto l'inizio di quel cambio di direzione che la Lega ha voluto e vuole. Parlo della tanto attesa istituzione del Ministero del Turismo. L'intero comparto del turismo, che abbiamo audito in Commissione, ha accolto con soddisfazione questo cambiamento. Il settore del turismo rappresenta il 13 per cento del PIL nazionale e in alcune regioni il PIL raggiunge addirittura il 25 per cento. Ciò, di fatto, certifica come il turismo meriti maggiore attenzione. È stato uno dei settori più penalizzati dal COVID, dove le perdite sono state tra le più ingenti: per il 2020 si parla di 53 miliardi. Crollo medio dell'81 per cento nel 2020, ma il 2021 non è iniziato meglio. Il turismo, inoltre, traina degli altri settori e oggi i dati ci preoccupano. Il settore della ristorazione, con 2 milioni di occupati, prevede un crollo di 667 mila unità; quello della ricettività alberghiera nel 2019 aveva 416 mila occupati, con un calo di 150 mila unità; il mondo del turismo organizzato ha in previsione un calo di 37 mila unità. Solo in questi settori oltre 900 mila posti di lavoro. Dietro a questi numeri - e concludo, Presidente - ci sono imprese e famiglie, di fatto c'è il nostro Paese, e si deve trovare una ripartenza da questo e la ripartenza la stiamo trovando con l'istituzione di questo Ministero ma, soprattutto, con il fatto che questo Ministero abbia come Ministro una persona competente e preparata come il Ministro Garavaglia. Voglio ricordare uno dei primi provvedimenti del Ministro, un provvedimento atteso dal comparto, ovvero sbloccare le risorse che erano ancora bloccate, oltre 500 milioni. Concludo, Presidente, ribadendo che per ogni provvedimento volto a migliorare il nostro Paese ci siamo e ci saremo; ci opporremo, invece, con forza a tutto ciò che è ideologico ma, soprattutto, inutile e dannoso (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Elisa Tripodi. Ne ha facoltà.

ELISA TRIPODI (M5S). Grazie, Presidente. Quello che ci apprestiamo a convertire oggi non è un semplice decreto ma è il risultato concreto di un cambiamento profondo che guarda verso il futuro. E allora, colleghe e colleghi, qual è il significato che vogliamo dare a questo futuro? E, prima ancora, dobbiamo chiederci quale futuro vogliamo dare alle generazioni che verranno, quale sarà la loro eredità. Parte da adesso una vera e propria rivoluzione ambientale, una rivoluzione gentile, mite, appunto. Però concedetemi di fare un piccolo appunto, perché questo è il risultato concreto di anni di battaglie del Movimento 5 Stelle, un risultato che continueremo a rivendicare, così come rivendichiamo, per l'Italia, un Paese più sostenibile, più competitivo, più equo e più giusto. Ma tutto questo non succede solo da oggi, perché, in questi ultimi tre anni, abbiamo lavorato per portare avanti dei cambiamenti davvero rivoluzionari, bistrattati ieri, però oggi sono stati fatti propri da altri. Ma a noi va bene così, perché le idee, quando sono buone, quando sono positive, quando sono azioni concrete, appartengono a tutti. Quindi noi, Presidente, ci riteniamo entusiasti di questo. Abbiamo imposto un tema, abbiamo imposto una visione di società, una visione di comunità, abbiamo imposto un punto fondamentale nelle politiche attive di questo Governo, politiche che abbiamo portato avanti, anche come Movimento 5 Stelle, assieme al Ministro Costa e assieme al Presidente Conte, però riordinare le attribuzioni dei Ministeri non significa esclusivamente cambiare loro il nome, non significa cambiare le loro sigle. Questo non è un semplice fatto lessicale, non è neanche solo buone intenzioni. Modificare le attribuzioni dei Ministeri significa programmare determinate politiche, significa dare una direzione a determinate azioni politiche, azioni che poi avranno delle ricadute sui cittadini e sul Paese. Molte prerogative che prima appartenevano al Ministero dello Sviluppo economico, oggi, appartengono al Ministero della Transizione ecologica, a cominciare da tutto ciò che ruota attorno al tema dell'energia. Mi riferisco, per esempio, all'autorizzazione di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili, di competenza statale, all'attuazione dei processi di liberalizzazione dei mercati energetici e la promozione della concorrenza nei mercati dell'energia, alla ricerca e coltivazione di idrocarburi, alla sicurezza nucleare e alla disciplina dei sistemi di stoccaggio del combustibile irraggiato e dei rifiuti radioattivi. Le sfide dunque sono tante e partono da un cambiamento radicale del paradigma con cui l'essere umano si è sempre approcciato a determinate tematiche e in numerosi settori fino ad ora. Abbiamo la necessità di fare bene e siamo chiamati ad una sfida epocale che viene ben descritta anche all'interno del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Il cambiamento però non è solo circoscritto all'ambiente, ma riguarda anche il benessere di noi cittadini, riguarda innanzitutto la salute, riguarda la possibilità di creare nuovi posti di lavoro, riguarda un nuovo futuro, l'unico possibile. Noi siamo orgogliosi di avere colto questa necessità già in tempi passati e di averla tradotta anche in tempi più recenti, come, per esempio, l'approvazione di un provvedimento come il superbonus 110 per cento, che è l'esempio concreto di cosa sia transizione ecologica. Oggi compiamo un passo importante da noi fortemente voluto e sul quale abbiamo fondato il nostro stesso sostegno a questo Governo, un Governo che però ha un compito difficile, esattamente come ce lo aveva quello precedente, e che riguarda soprattutto il presente, un presente, quello che stiamo vivendo oggi, profondamente segnato da una pandemia che dura da più di un anno e che ci ha portato e che ci sta portando via tanto, che ha modificato completamente il volto dell'Italia e, non solo, il volto dell'Europa e del mondo intero. Questa pandemia ha innescato una crisi dopo l'altra, sanitaria, economica, sociale, culturale e soprattutto, purtroppo, ha accentuato le differenze sociali, colpendo ancora più pesantemente i più deboli, allargando i divari già esistenti. Questa pandemia ha costretto tutti noi a fare delle scelte dolorose, delle scelte che mai, mai avremmo pensato di dover essere costretti a fare, mai avremmo pensato di essere ad un bivio e di dover scegliere quali diritti sacrificare. Però tante altre scelte si devono fare, si dovranno fare adesso, per contrastare con efficacia gli effetti devastanti di questa pandemia e di tutte le crisi che ha innescato.

Ciascuna forza politica, che dà il sostegno a questo Governo, ha sicuramente una sua visione, ha delle sue specificità, ma c'è un particolare importante che accomuna tutti noi ed è quello di fare tutto il necessario per sconfiggere la pandemia, utilizzando tutti i mezzi possibili che abbiamo a disposizione per affrontare e dare risposte a queste crisi che la pandemia ha innescato.

Quindi, dare risposte immediate è necessario, ma altrettanto indispensabile è la capacità di dare soluzioni concrete per lo sviluppo del Paese e rendere l'Italia davvero sostenibile, davvero competitiva, all'avanguardia anche attraverso l'innovazione tecnologica e la transizione digitale. Parliamo dell'attuazione dell'Agenda digitale italiana ed europea, della strategia italiana per la banda ultra larga, della digitalizzazione delle pubbliche amministrazioni e delle imprese, della trasformazione, crescita e transizione digitale del Paese in ambito pubblico e privato, dell'accesso ai servizi in rete, della connettività, della possibilità di avere servizi più efficienti, strumenti più veloci per comunicare e per lavorare. Stiamo parlando di un Paese che finalmente entra nel futuro.

Centrale poi è l'istituzione del Ministero del Turismo che dovrà valorizzare appieno le inestimabili ricchezze del nostro Paese. La ripresa dell'Italia nascerà proprio dal rilancio delle nostre peculiarità e dalle nostre bellezze, quindi da Nord a Sud, passando per il Centro, dalla montagna, dal mare, dalle migliaia di aree interne, piccoli borghi, fino alle province, però lo dobbiamo fare tutti insieme, perché l'Italia riparte davvero solo se è unita ed è per questi motivi che dichiaro il voto favorevole del Movimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare a titolo personale l'onorevole Sodano. Ne ha facoltà.

MICHELE SODANO (MISTO). Grazie Presidente, io voterò favorevolmente su questo provvedimento, sia perché voglio dare un senso a questi due giorni che abbiamo trascorso qui in Parlamento, sia perché, comunque, è un provvedimento di ordine ordinamentale e non politico, non ci sarebbe alcun motivo per non votarlo.

Ma c'è un punto: non possiamo pensare che, nei giorni in cui le proteste montano in tutta Italia, dal Sud al Nord, nei giorni in cui le aziende chiudono, i commercianti non ce la fanno più, ancora non arrivano ai ristori del 2020, si spendano due giorni a capire se il Ministero debba chiamarsi x, y, x-beta, o robe del genere, perché, oggi, noi tutti sappiamo quello che bisogna fare: oggi bisogna dare risposte a sostegno dell'economia. E sappiamo tutti in questo Parlamento che, fino a quando non si fa uno scostamento di bilancio, nuovo, di almeno 50, 100 miliardi di euro, non riusciremo a mettere in piedi nessun provvedimento, non solo per dare una mano a chi non vuole chiudere la propria attività - il bar o il ristorante -, ma anche a pensare a nuove forme e misure di Cassa integrazione. Quindi, questi due giorni a capire il nome dei Ministeri mi fanno riflettere molto su quello che noi stiamo facendo concretamente per aiutare un Paese in enorme difficoltà. L'ho già detto: secondo me non c'è una reale percezione dell'urgenza che in questo momento vivono i cittadini del nostro Paese. Allora, rimaniamo qui a lavorare, financo la domenica, financo due settimane di fila, ma facciamo qualcosa di concreto, perché, in questo momento, il Paese ha bisogno di risposte. Era giusto riordinare i Ministeri, ma era una cosa che andava fatta in due ore e non in due giorni e non credo giusto che oggi finiamo di lavorare e la Camera è riconvocata a martedì prossimo. Questo lo dico con grande spirito costruttivo. Diamoci una mano a vicenda per aiutare il Paese.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cattoi per un breve ringraziamento. Ne ha facoltà.

MAURIZIO CATTOI (M5S). Relatore. Grazie Presidente, solo per ringraziare tutti i deputati della I Commissione, il Governo nella persona della gentilissima sottosegretaria Bergamini e soprattutto il personale di segreteria di Commissione per la sollecita e preziosa collaborazione.

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Coordinamento formale - A.C. 2915-A​)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 2915-A​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 2915-A: "Conversione in legge del decreto-legge 1° marzo 2021, n. 22, recante disposizioni urgenti in materia di riordino delle attribuzioni dei Ministeri".

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 26).

Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il sottosegretario Bergamini. Ne ha facoltà.

DEBORAH BERGAMINI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Grazie, Presidente. Chiedo una sospensione di quindici minuti in vista del prossimo tema all'ordine del giorno della seduta.

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, sospendiamo la seduta per 15 minuti…

Ha chiesto di parlare l'onorevole Foti. Mi scusi onorevole, non l'avevo proprio vista. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Scusi, Presidente, dato che è stata chiesta una sospensione, che capiamo per ragioni tecniche sia anche dovuta, volevo però far presente che noi non abbiamo perso tempo in questi due giorni. Saremmo stati molto più lieti se ieri, in VIII Commissione, quando si votava il problema delle moschee, che è un problema serio, soprattutto nei locali abusivi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), non fossimo stati gli unici del centrodestra a sostenere quella battaglia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Sospendo la seduta fino alle ore 17,45. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 17,30, è ripresa alle 17,45.

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori il Ministro D'Incà. A lei la parola, signor Ministro.

FEDERICO D'INCA', Ministro per i Rapporti con il Parlamento. Presidente, sono a richiedere ancora un quarto d'ora di tempo per poter chiudere gli ultimi lavori sulla mozione che discuteremo a breve. Quindi, le chiederei ancora una sospensione fino alle 18,05.

PRESIDENTE. Signor Ministro, lei è sicuro di questo quarto d'ora? Prendiamo il tempo che giustamente possa risolvere il momento.

FEDERICO D'INCA', Ministro per i Rapporti con il Parlamento. Presidente, facciamo fino alle ore 18,10, allora (Commenti).

PRESIDENTE. Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 18,10. Nel frattempo, inviterei i colleghi a lasciare l'Aula sgombra, in maniera da poter avere almeno un ricambio d'aria un po' più preciso e un po' più attivo. Se lasciamo l'Aula, così possiamo cercare di favorire un po' di più l'arieggiamento.

La seduta è sospesa e riprenderà alle 18,10.

La seduta, sospesa alle 17,50, è ripresa alle 18,20.

Seguito della discussione delle mozioni Bella, Aprea, Belotti, Fusacchia, Piccoli Nardelli, Toccafondi, Fornaro, Lupi ed altri n. 1-00449 e Lollobrigida ed altri n. 1-00455 concernenti iniziative volte alla riapertura in sicurezza degli istituti scolastici di ogni ordine e grado.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito dell'esame delle mozioni Bella, Aprea, Belotti, Fusacchia, Piccoli Nardelli, Toccafondi, Fornaro, Lupi ed altri n. 1-00449 (Nuova formulazione) e Lollobrigida ed altri n. 1-00455 concernenti iniziative volte alla riapertura in sicurezza degli istituti scolastici di ogni ordine e grado (Vedi l'allegato A).

Avverto che, dopo la conclusione della discussione sulle linee generali, che ha avuto luogo nella seduta di martedì 6 aprile, è stata presentata una nuova formulazione della mozione Bella, Aprea, Belotti, Fusacchia, Piccoli Nardelli, Toccafondi, Fornaro, Lupi ed altri n. 1-00449, che è già stata iscritta all'ordine del giorno.

Avverto, altresì, che in data odierna è stata presentata una ulteriore nuova formulazione della mozione n. 1-00449 (Vedi l'allegato A). Il relativo testo è in distribuzione.

Avverto, infine, che è stato presentato l'ordine del giorno Ruffino ed altri n. 9/1-00449/1 (Vedi l'allegato A). Il relativo testo è, anch'esso, in distribuzione.

(Parere del Governo)

PRESIDENTE. Invito il Ministro Bianchi ad esprimere il parere sulle mozioni e sull'ordine del giorno che è stato presentato.

PATRIZIO BIANCHI, Ministro dell'Istruzione. Grazie, Presidente. Sulla prima mozione Bella, Aprea, Belotti, Fusacchia, Piccoli Nardelli, Toccafondi, Fornaro, Lupi, Carbonaro, Casa, Cimino, Del Sesto, Iorio, Mariani, Melicchio, Spadafora, Tuzi, Vacca, Valente, Villani e Gallo n. 1-00449 (Ulteriore nuova formulazione), il Governo esprime parere favorevole (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Sulla seconda mozione, Lollobrigida ed altri n. 1-00455, invece, devo procedere sui diversi punti. Il Governo esprime: parere favorevole sul punto 1; parere contrario sul punto 2; favorevole con riformulazione sul punto 3, quindi: “a valutare l'individuazione di nuovi spazi in modo da ridurre il numero di alunni per classe, scongiurando il sovraffollamento delle classi”; sul punto 4 il parere è contrario; sul punto 5 vi è la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di favorire iniziative, tenendo in considerazione la competenza regionale, volta ad istituire un presidio medico o di infermeria” e poi prosegue; sul punto 6 il parere è favorevole; sul punto 7 il parere è contrario; sul punto 8 il parere è favorevole con l'introduzione del termine “ad adottare iniziative per quanto di competenza”; sul punto 9 il parere è favorevole.

PRESIDENTE. E sulle premesse, signor Ministro?

PATRIZIO BIANCHI, Ministro dell'Istruzione. Sulle premesse siamo contrari.

Per quanto, invece, riguarda l'ordine del giorno Ruffino, Della Frera, Gagliardi, Napoli e Silli n. 9/1-00449/1, il Governo è favorevole.

(Dichiarazioni di voto)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Alessandro Fusacchia Ne ha facoltà.

ALESSANDRO FUSACCHIA (MISTO-FE-FDV). Grazie, Presidente. Saluto il Ministro. Noi avevamo presentato una mozione, come componente Facciamo Eco, che abbiamo volentieri ritirato per convergere su una mozione unitaria di maggioranza. Questa mozione di maggioranza è tutta preziosa, Ministro. Ci sono sei punti importanti, che richiamo, che abbiamo travasato dalla nostra, insieme al contributo dei colleghi, dentro questa.

Il primo è il consolidamento degli apprendimenti e il recupero del disagio psicologico-emotivo, questo non vuol dire recuperare qualche ora o qualche giorno di lezione; l'altro punto importante della mozione è sul monitoraggio, sugli Invalsi: in queste ore c'è il CSPI che si sta anche pronunciando; andiamo avanti velocemente, Ministro, su questo.

Secondo punto, i dati: c'è un passaggio importante, che dice che dobbiamo mettere a disposizione delle scuole e di tutti, in formato aperto, i dati sui contagi, le quarantene e altri dati epidemiologici.

Punto tre, informazione alle scuole sul contagio in ambienti chiusi e linee guida sulla ventilazione, Ministro: aiutiamo le scuole a capire come contrastare il virus.

Punto quattro, povertà alimentare: c'è un punto sulle mense scolastiche, c'è un grave problema, con le scuole chiuse, ovviamente, è saltata anche la dimensione dell'educazione alimentare e del sostegno alimentare e dobbiamo lavorare in prospettiva anche per un cibo di maggiore qualità a scuola.

Punto cinque, educazione civica ambientale all'aperto: facciamo in modo che i nostri studenti, Ministro, possano avere esperienza diretta col territorio, chiaramente rispettando le condizioni di cautela.

Ultimo punto, e chiudo, Presidente: non c'è, in questa mozione, un punto importante, Ministro, a mio avviso, che riguardi i protocolli per la DAD. Abbiamo visto che cosa è successo con l'hackeraggio del registro elettronico; assicuriamo che ci siano le condizioni perché i dati di milioni di minori vengano gestiti correttamente dal Ministero, dal Governo e da questo Paese.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Sgarbi. Ne ha facoltà.

VITTORIO SGARBI (M-NCI-USEI-R-AC). Al Ministro dell'Istruzione chiederei, anche se inutilmente, di farsi difensore della lingua italiana, stuprata in questo Parlamento attraverso la mutazione genetica dei nomi dei ministeri, perdendo i trasporti, che diventano mobilità sostenibile, eliminando l'ambiente, che diventa transizione ecologica; non si può consentire che nell'anno di Dante la lingua sia così umiliata. Detto questo, vedo che in Austria, in Belgio, in Francia, con due soli mesi di chiusura, in Svezia, in Svizzera, in Germania, con due soli mesi di chiusura, nei Paesi Bassi, in Polonia con un mese di chiusura, in Spagna, le scuole sono sempre state aperte. Il Ministro della Salute spagnolo ha riferito che, nell'80 per cento dei casi, un alunno positivo non contagia nessuno, e quando succede, in media, non contagia che l'1,8 per cento di persone. Allora, davanti a dati reali, dico, smettetela con i procurati allarmi, non dite che all'aperto occorre portare una mascherina a chi ha avuto il vaccino o a chi ha avuto il COVID. Non continuiamo a fingere e a non sapere quello che in Irlanda hanno scoperto: che solo lo 0,1 per cento delle persone si contagia all'aperto. Ricominciano a vivere. Si insegna ai giovani che non possiamo farli diventare malati, indicando per loro una condizione che è dei vecchi come me: io conosco la malattia da quando ho più di 65 anni, quando ero ragazzo non la conoscevo, non facciamoli vivere nell'incubo di quello che non li riguarda. Un ragazzo che prende il COVID guarisce, un vecchio può morire. Cominciamo a dare ai giovani quello che è dei giovani, non impediamo loro di vivere, di stare all'aperto, di circolare, di camminare, di andare a scuola e di incontrare i docenti.

Vacciniamo i docenti perché possano non correre rischi dai giovani che non possono trasmettere nulla di male. Ecco, di fronte a questo vi chiedo: abbiamo vissuto un anno di incubo per un Governo che non è stato capace di dare risposte a problemi reali, come hanno fatto in molti Paesi stranieri? A lei, che è persona intelligente e ironica, il compito in quel Consiglio dei Ministri di far capire la verità, di dire ai giovani cosa è salute e cosa è malattia, di non ammalarli di un procurato allarme per una malattia che non li riguarda (Applausi).

PRESIDENTE. Ricordo a tutti di indossare sempre bene la mascherina.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Testamento. Ne ha facoltà.

ROSA ALBA TESTAMENTO (MISTO-L'A.C'È). Grazie, Presidente. Ministro dell'Istruzione, pochi giorni fa ho letto una sua intervista nella quale ha affermato che, per trent'anni, sulla scuola si è sbagliato tutto, non solo per l'emergenza pandemica, che non si può continuare a risparmiare laddove bisogna investire, che tutte le scuole devono tornare in presenza dal 1° settembre 2021 e anche che i docenti meritano uno stipendio più dignitoso. Che dire? Nonostante la nostra convinta avversione a questo Governo dei migliori devo riconoscere che le sue parole, Ministro, sono giuste ma, forse, meritano anche un'approfondita riflessione, proprio perché la pandemia e le gravi conseguenze da essa prodotte devono rappresentare un insegnamento per allontanare il rischio di ripetere gli errori del passato.

Partiamo brevemente da oltre un anno fa, quando siamo stati travolti da un virus imprevedibile, che ha limitato la nostra libertà, modificato le nostre abitudini e cambiato la nostra vita, un virus di cui non sapevamo nulla e di cui, forse, ancora oggi sappiamo molto poco. Con decisioni immediate si doveva tutelare la salute di un'intera comunità nazionale, contenere la diffusione del COVID-19, impedire contatti, relazioni, occasioni di socializzazione e, quindi, anche la didattica in presenza. Certo che, allora, non avremmo forse pensato che potesse durare così a lungo anche il ricorso alla didattica a distanza e oggi, ormai, tutta la letteratura scientifica ha evidenziato chiaramente che i danni psicologici, sociali, formativi, educativi subiti dai nostri studenti e dalle nostre studentesse con la chiusura delle scuole sono notevoli e a pagarne le conseguenze sono soprattutto gli studenti più deboli, le fasce più deboli e gli alunni in condizione di disabilità. A fronte di autorevoli studi che individuano la scuola come uno dei luoghi più sicuri rispetto a eventuali possibilità di contagio, vi è la contestuale necessità di evitare il perseverare di situazioni di chiusura degli istituti scolastici, che hanno gli unici effetti di pregiudicare il diritto allo studio sancito dall'articolo 34 della Costituzione, acuire le differenze socioculturali tra i ragazzi e alimentare la dispersione scolastica. Questo per dire che siamo tutti d'accordo, anche in quest'Aula, sulla necessità di riaprire in sicurezza gli edifici scolastici di ogni ordine e grado.

Ma sui problemi strutturali che affliggono la scuola italiana, che sono - come ha giustamente dichiarato lei - il risultato dei tagli lineari del passato e di trent'anni di politiche sbagliate, in questa mozione siamo di fronte ad una generica assunzione di impegni da parte del Governo; anzi, a dire il vero su alcuni di questi problemi non c'è neppure quella. C'è sicuramente nelle scuole la necessità di installare impianti di ventilazione per il costante cambiamento dell'aria; in alcune scuole che conosco le famiglie hanno provveduto autonomamente, anche con collette, e questo, ovviamente, non è giusto. C'è la necessità di potenziare il trasporto pubblico, vero punto dolente della strategia di contenimento dei contagi di questi mesi. Ci sono poi gli storici problemi della scuola: la riduzione del numero di alunni per classe, la necessità conseguente di assumere più docenti, l'adeguamento - di cui ha parlato anche lei - degli stipendi dei docenti italiani a quelli europei. Obiettivi che richiedono cospicui investimenti e rispetto ai quali, pur parlandosene non solo da oggi ma da molti anni, non si è andati mai al di là dei buoni propositi. Molti si sono chiesti con quali risorse si intenda far fronte a queste ingenti spese. Leggo che lei ha risposto che questo Governo dei migliori si distingue dai precedenti perché sa imparare dagli errori del passato e ha aggiunto che, negli anni precedenti, si è spesa una quantità enorme di miliardi in armamenti e bisogna tornare ad impiegare le risorse in scuola, sanità, trasporto pubblico e ambiente. Parole belle, giuste, peccato però che, pochi giorni fa, la Rete italiana per la pace e il disarmo l'abbia immediatamente smentita e, in un documento ufficiale che riprende i pareri espressi dalle Commissioni difesa di Camera e Senato sul Piano nazionale di ripresa e resilienza, ha evidenziato che la maggioranza che sostiene questo Governo ha chiesto che una parte dei fondi del Recovery Plan siano assegnati all'industria degli armamenti, considerata strategica per la ripartenza post-pandemia. Questa è la realtà dei fatti: purtroppo si pensa ad arricchire ulteriormente l'industria delle armi, peraltro già profumatamente finanziata, invece di utilizzare risorse, ad esempio, per la soluzione, già dal prossimo anno scolastico, dei problemi di continuità didattica, di immissione in ruolo di docenti specializzati sul sostegno e di tanto altro di cui c'è bisogno. Forse c'è uno scarso interesse del Governo dei migliori a proposito del sostegno? Sembrerebbe, dato il ritardo che si sta accumulando nell'adozione del decreto attuativo che dovrebbe rendere più rapidi i concorsi per l'immissione in ruolo degli insegnanti di sostegno specializzati.

Mi avvio a conclusione, con un breve passaggio sulle aree interne e le scuole dei piccoli e piccolissimi comuni che, quotidianamente, affrontano molte difficoltà nell'organizzare e garantire l'offerta scolastica perché la diminuzione, annunciata dalla Ministra per il Sud, dei fondi destinati, nell'ambito del PNRR, alla Strategia nazionale per le aree interne rischia seriamente di concretizzarsi in un peggioramento della qualità dei servizi scolastici in aree del Paese che sono già fortemente penalizzate per le loro caratteristiche orografiche e la collocazione geografica. Quindi, chiediamo su questo che ci sia un passo indietro del Governo…

PRESIDENTE. Onorevole, c'era un accordo a contenere gli interventi.

ROSA ALBA TESTAMENTO (MISTO-L'A.C'È). …e si ripristini la quota di un miliardo e mezzo di euro. In conclusione, noi voteremo favorevolmente per questa mozione, perché siamo senz'altro d'accordo sulla necessità che le scuole riaprano in piena sicurezza e in modo omogeneo su tutto il territorio nazionale. Però questa mozione è, obiettivamente, un tentativo goffo di mettere insieme visioni della scuola che, fino a qualche settimana fa, erano agli antipodi (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è).

PRESIDENTE. Mi dispiace, onorevole, ma c'era una intesa tra i gruppi per contenere le dichiarazioni di voto.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signor Presidente. Signor Ministro, per un caso di eterogenesi dei fini avevamo un po' tutti caldeggiato di poter discutere la mozione sulla scuola anticipandola rispetto a tutte le altre e ci troviamo, invece, in una condizione oggettiva, anche legata alla praticabilità di quest'Aula, di dover fare interventi brevissimi. Io, quindi, mi atterrò assolutamente a questa indicazione nel confermare, per quel che ci riguarda, il voto favorevole alla mozione di maggioranza, sottolineando, però, anche un aspetto, credo, positivo nel parere del Governo nei confronti della mozione presentata dai colleghi di Fratelli d'Italia. Credo che ci siano il tentativo e la ricerca su questo tema, più che su altri credo, di un accordo più vasto e ampio di tutto il Parlamento. La scuola e i nostri ragazzi sono un patrimonio comune, non sono un patrimonio di una parte, certamente sono stati i nostri ragazzi e gli insegnanti quelli tra i più colpiti, non dalle restrizioni del Governo, ma dal virus e, conseguentemente, dalla scelta, giusta, di ridurre attraverso le restrizioni i contagi, i morti e tutte le problematiche che sono connesse.

Io auspico che ci possa essere una seduta dedicata interamente ai temi della scuola. Credo che ne abbiamo bisogno, credo che ci sia la necessità di avere un confronto aperto di questo Parlamento nella speranza - e questo è anche il nostro auspicio - che, abbandonando posizioni di parte e aprioristicamente chiuse, si possa, invece, provare a considerare la scuola per quello che è: un grande bene comune. Per queste ragioni, noi voteremo a favore (Applausi dei deputati dei gruppi Liberi e Uguali e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Toccafondi. Ne ha facoltà.

GABRIELE TOCCAFONDI (IV). Grazie, Presidente. Le chiedo di consegnare l'intervento in forma integrale, ma qui, brevemente, vorrei solo ricordare che, ieri, 5 milioni e mezzo di bambini e di ragazzi sono tornati a scuola, finalmente, ed è stata una festa.

È paradossale festeggiare un ritorno in classe quando siamo ai primi di aprile, ma questo paradosso ci fa comprendere sia l'utilità di questa mozione oggi, sia l'utilità dell'unica scuola vera, che è quella in presenza, sia le difficoltà che stanno passando, da un anno a questa parte, i tre milioni di ragazzi più grandi delle superiori e di seconda e terza media. In un anno abbiamo chiuso le scuole con una facilità, mi lasci dire, disarmante, anche da parte delle regioni: si metta fine all'anarchia delle ordinanze dei presidenti di regione e dei sindaci. La scuola è un percorso educativo e si fa solo e soltanto in presenza (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

Come ricordava Pasolini, se qualcuno ti ha educato, lo ha fatto con il suo essere non con il suo parlare. Questa mozione e il voto che ne seguirà dimostra la volontà politica di riaprire tutti i percorsi scolastici ed educativi e mantenerli in presenza. Questa volontà non vuole essere una negazione, ma un'affermazione. Non neghiamo il tema sanitario, l'importanza delle norme sanitarie e di sicurezza, o l'importanza dei vaccini, ma affermiamo l'importanza della scuola in presenza quale percorso educativo. Per queste ragioni dichiaro il voto favorevole del gruppo di Italia Viva (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Grazie onorevole Toccafondi. Si intende che lei è autorizzato a consegnare l'intervento scritto. Ha chiesto di parlare l'onorevole Frassinetti. Ne ha facoltà.

PAOLA FRASSINETTI (FDI). Grazie, Presidente, colleghi. Anch'io vorrei consegnare poi l'intervento integrale. Queste mozioni, che oggi noi discutiamo, sono importantissime perché parlano di riapertura della scuola. Fratelli d'Italia non può che essere felice che finalmente tutti siano arrivati a questa conclusione. Noi, da un anno, siamo stati il primo partito, anche nello scorso lockdown, a chiedere l'apertura delle scuole in sicurezza, con gradualità ma l'apertura delle scuole. Troppi giovani hanno sofferto questa mancanza, questa lontananza, questa mancanza di comunità e di didattica in presenza. Troppi ragazzi hanno dovuto subire una didattica a distanza che abbiamo capito non essere adeguata all'insegnamento. Una didattica a distanza che evidenzia le disuguaglianze tra i giovani. Non crediamo che la scuola sia un ascensore sociale, che bisogna partire tutti nelle stesse condizioni che, poi, il merito farà la differenza (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia): non devono essere i soldi, il portafoglio dei genitori a fare la differenza. Questo è nel nostro DNA e lo è sempre stato e lo ribadiamo con orgoglio.

Già un anno fa, in un question time al Ministro Azzolina, avevamo chiesto di riaprire le scuole, avevamo chiesto che i genitori avessero anche la possibilità di avere dei messaggi chiari. Voglio qui ringraziare gli insegnanti, i docenti che si sono impegnati ad usare anche metodi informatici che non erano sicuramente nelle loro corde prima di questa pandemia. Noi non voteremo la premessa, anche se molti impegni, quasi tutti gli impegni della mozione di maggioranza, sono condivisibili. Nella premessa, però, abbiamo trovato delle contraddizioni. Non si può dire che l'Italia è stata la Nazione che ha chiuso meno le scuole, perché non è così, anzi, è la Nazione che le ha tenute che chiuse di più. Non si può arrivare ad accorgersi adesso che le mascherine non erano adeguate, perché noi abbiamo fatto battaglie per chiedere che le mascherine fossero adeguate e, invece di investire i soldi - lasciatemelo dire - sui banchi a rotelle, si poteva fare di più naturalmente sulla sicurezza (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Quindi, investimenti sbagliati, messaggi poco chiari, mancanza di determinazione nel trovare gli spazi: Fratelli d'Italia lo dicevo allora e Fratelli d'Italia lo ribadisce ora. Volevo anche ringraziare, anche se vedo che non c'è più, il collega Fornaro, che propone una discussione in Parlamento, che propone che si possa discutere mettendo il Parlamento al centro, senza bisogno di maggioranze determinate dalle poltrone (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Questo è auspicabile (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), è auspicabile che succeda e noi lo ribadiamo. Per il resto, ringrazio il Ministro per aver accolto alcuni degli impegni. Accetto le riformulazioni dei punti 3, 5 e 8 proposte. Rimaniamo fermi, invece, sui punti 2, 4 e 7, che riguardano le scuole paritarie che per noi sono importanti, che vanno sostenute e che hanno sofferto tanto in questo anno, che hanno rischiato di chiudere. Noi chiediamo anche che ci sia una predisposizione dei tamponi veloci per cercare di evitare alcune quarantenne e rivendichiamo il modello Marche. Voglio ringraziare il Presidente Acquaroli (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) per aver investito sull'areazione, con l'installazione dell'areazione nelle classi: non era possibile avere le finestre aperte, soprattutto nei mesi invernali. Quindi, nuovi spazi, areazione, patti educativi con le paritarie, presenza del medico, dell'infermeria, dello psicologo, perché la didattica a distanza ha creato tantissimi casi di disagio e tantissimi ragazzi hanno dei problemi: hanno dei problemi con l'alimentazione, hanno delle forme di depressione e questo è veramente molto, molto grave e ci deve far riflettere. Quindi, chiediamo anche che la vaccinazione, per quanto di competenza, del personale scolastico venga ultimata con velocità. Chiediamo un tracciamento che sia collegato al territorio, per poter naturalmente cercare di evitare questi contagi. Siamo anche sollevati dal fatto che le indagini fatte abbiano dimostrato che non è a scuola che ci si contagia, che bisognava, magari, pensare ai mezzi pubblici, di trasporto pubblico, perché non si può cercare di eliminare il contagio a scuola quando poi ci sono gli autobus zeppi, che magari da un comune all'altro trasportano gli studenti.

Ecco, Fratelli d'Italia mette al centro la scuola, mette al centro i giovani, mette al centro ovviamente, parlando di giovani, il nostro futuro. Un pensiero va anche ai genitori, ai tanti genitori che hanno rinunciato al lavoro senza avere i sussidi adeguati, alle donne, a quelle donne che hanno dovuto in molti casi lasciare l'occupazione per seguire i figli a casa: non tutti avevano un computer a testa e non tutti avevano appartamenti grandi e adeguati per poter fare la lezione insieme. Quindi, ribadisco questo aspetto molto importante: noi pensiamo che la scuola debba essere in presenza, noi pensiamo che la didattica a distanza sia solo un rimedio, uno strumento di emergenza e speriamo di tornare presto a vedere i nostri ragazzi nelle aule, perché i nostri ragazzi sono un tesoro, sono il nostro futuro (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Frassinetti. Si intende che anche lei è autorizzata a depositare il suo intervento.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Aprea. Ne ha facoltà.

VALENTINA APREA (FI). Presidente Mandelli, Ministri, devo confessare all'Aula che non era questo il dibattito parlamentare che mi aspettavo quando ho depositato la mozione; un dibattito sacrificato nei tempi, mortificato nella discussione, solo perché ci sono delle mozioni presentate. Decido per questo di consegnare il lungo e dettagliato intervento scritto, che spero che almeno lei, Ministro Bianchi, voglia leggere e vorrà leggere, perché ci sono indicazioni, come un Parlamento deve confrontarsi con il Governo per risolvere il problema delle scuole (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Noi siamo autorizzati a fare questo, dobbiamo farlo; non possiamo accontentarci di lasciare delle memorie, che lascerò comunque a futura memoria. Allora, mi limito a ricordare, Ministro, che lei è appena arrivato e non ha, diciamo, ancora delle colpe, però attenzione: siamo al secondo anno scolastico pandemico e ritornare ad apprendere in presenza si può. Occorre, però, un grande lavoro per trasformare i luoghi, i modi, i tempi dell'apprendimento; occorre una grande concertazione con i servizi sanitari, assenti, mancati nella scuola. Questo è un qualcosa di cui vi dovrete fare carico! Ministro Bianchi, lei può dire che non è di sua competenza, ma è avvenuto questo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), con gli enti locali e con il CTS che dev'essere in grado, una volta per tutte, di fornire in tempo reale i dati del contagio: non li abbiamo! Non li abbiamo mai avuti e continuiamo a non averli.

E, infine, occorre che agli istituti Indire e Invalsi sia affidato il compito - lo faccia stasera stesso, ministro, glielo stiamo dicendo da quando si è insediato - di monitorare, giorno per giorno, l'andamento e la qualità degli apprendimenti degli studenti in situazione di emergenza! Non possiamo fare preghiere, pregare - poi lo facciamo se siamo fedeli, per carità - che tutto vada bene. No, dobbiamo seguire e capire dove va particolarmente male, dove i ragazzi non sono mai andati a scuola! Questo è importante. Se non abbiamo il dato, noi non potremo intervenire per l'emergenza educativa, ma si parte dai dati. Non si può perdere altro tempo. Aprire o chiudere non è una questione di scelta ideologica, ma di contagi - e ne abbiamo già parlato - e di interventi che devono essere assicurati per ritornare ad apprendere in sicurezza.

E soprattutto, ministro - questo glielo dico, proprio perché ho tanta esperienza e lei lo sa e lo sa anche quest'Aula, che mi vede, come dire, chiedere interventi tutti i giorni -, non possiamo ripetere gli stessi errori dell'anno scorso. E siamo al secondo anno scolastico, in fase pandemica! Ma lei che dirà se a settembre si ripeterà quello che è successo l'anno scorso, quando le scuole hanno riaperto senza insegnanti? Non varrà più la sua buona fede, perché noi glielo stiamo dicendo oggi, tanti mesi prima, che lei, se continua a fare quello che hanno fatto tutti gli altri ministri, quando la pandemia non c'era, lei non riaprirà le scuole con gli insegnanti al loro posto.

Allora, si legga la posizione di Forza Italia, i suggerimenti e le indicazioni che da Forza Italia vengono, parlano di scuola estiva, parlano di recupero degli apprendimenti, parlano di formazione degli insegnanti, parlano di cose che vanno fatte ora, ministro, ora. Ricordiamoci questa data, ce lo ricorda l'Aula: è giovedì 8 aprile. Io voglio capire, almeno prima di giugno, che cosa avrà fatto, rispetto alle indicazioni contenute nella mozione di maggioranza - e ringrazio tutte le forze della maggioranza -, se sarà cambiato qualcosa.

Non abbiamo più tempo peri i riti. Il rito. Non è un rito la mozione sulla scuola nel Parlamento italiano. Non sarebbe mai dovuto avvenire questo, ma oggi non ce lo possiamo proprio permettere. Faccia in modo che non si trasformi in un rito parlamentare, questo io non lo accetterò mai. Grazie e buon lavoro (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Aprea, si intende che anche lei è autorizzata a depositare il suo intervento.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Di Giorgi. Ne ha facoltà.

ROSA MARIA DI GIORGI (PD). Grazie Presidente, anch'io consegnerò l'intervento scritto, perché è chiaro che siamo tutti delusi dai tempi terribili in cui siamo costretti.

Io volevo introdurre il tema di questa mozione. Perché è così importante signor ministro e perché noi ci teniamo molto? Perché tutto il Parlamento e le commissioni di merito hanno monitorato con attenzione, in questo anno, il grave disagio determinato dall'allontanamento dei nostri bambini e ragazzi dalla scuola, a causa dei vari lockdown; ci siamo confrontati con tutti, con il CTS, con i ministri di riferimento, con le regioni, i comuni, con le istituzioni scientifiche e i soggetti professionali di qualsiasi natura, così da mettere bene a fuoco alcune indicazioni e pensare a tutti gli aspetti necessari per contribuire, come Parlamento, a trovare soluzioni che tenessero conto della grave situazione di cui i nostri giovani stavano soffrendo.

Senza la scuola in presenza la vita è molto più complicata per i giovani, più povera. Le relazioni cadono, il disagio cresce nelle forme più varie oltre a determinare una disuguaglianza di base, difficilmente recuperabile, determinata dalla diversa condizione economica e sociale delle famiglie. Il sistema della didattica a distanza - l'hanno detto i colleghi, lo ripeto qui anch'io, ce lo diciamo da mesi -, sebbene abbia dato esempi di eccellenza in varie parti del territorio nazionale, grazie all'impegno di docenti e famiglie, si è dimostrato, tuttavia, insufficiente a coprire quello che io qui non esito a chiamare un vuoto di vita, perché di questo si è trattato.

Siamo, quindi, giunti a questa mozione condivisa e per questo è importante, ministro, perché è il frutto di un grande lavoro delle Commissioni di merito e di tutto questo Parlamento. E l'abbiamo elaborata fra tutti i gruppi politici di maggioranza.

Io ringrazio l'onorevole Bella che ha fatto un enorme lavoro su questo. E quindi siamo arrivati a questo punto, ritenendo che sia ineludibile ormai quella riapertura delle scuole di ogni ordine e grado, garantendo agli studenti e al personale scolastico tutte quelle misure di sicurezza che il Governo, il sistema scolastico, le regioni e i comuni devono mettere in atto, attraverso la necessaria collaborazione istituzionale. Secondo noi, siamo nel momento in cui le scuole si possono aprire, certo garantendo il massimo della sicurezza, perché nessuno vuole fare avventure qui dentro. La scuola in presenza, quindi, qualora vengano utilizzati in maniera rigorosa tutti i protocolli, è possibile ed è una grande sfida per tutti. Lo abbiamo detto e anche gli altri colleghi qui l'hanno detto, è una grande sfida, perché deve vedere tutti i livelli istituzionali. Ma devono anche fare in modo veloce e devono lavorare con convinzione, perché i mesi volano e i ragazzi hanno diritto alla priorità negli interventi. Ecco, quindi, che la chiusura delle scuole - signor Ministro, noi siamo d'accordo su questo, lo so, anche lei ce lo ha detto tante volte - deve essere l'estrema ratio cui ricorrere, quando tutte le altre misure di contenimento del contagio siano state esperite senza successo. La scuola, l'ultima a chiudere!

Il Partito Democratico sta accanto alle famiglie e ai giovani di questo Paese, sente su di sé tutta la responsabilità di questo momento così difficile per l'Italia intera. Noi non vogliamo che i bambini e gli adolescenti paghino il prezzo più alto della pandemia, perché strappiamo loro la conoscenza, le relazioni, il loro equilibrio e le loro opportunità, cui invece hanno molto diritto. La scuola, quindi, è un diritto intangibile e nostro dovere è garantire il più possibile, nella modalità più efficace, la didattica in presenza. Questo è l'impegno che noi le chiediamo e l'impegno che sta in tutta la nostra mozione. Quindi, alla luce di tutte queste considerazioni, annuncio il voto favorevole del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Di Giorgi, si intende che anche lei è autorizzata a depositare l'intervento scritto.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Colmellere. Ne ha facoltà.

ANGELA COLMELLERE (LEGA). Signor Presidente, onorevoli colleghi, la mozione che oggi discutiamo porta all'attenzione di quest'Aula una delle maggiori criticità emerse con la diffusione della pandemia COVID, di cui poi, purtroppo, vedremo gli effetti ancora nei prossimi anni. Parlo della chiusura delle scuole e dell'introduzione della didattica a distanza, che incidono fortemente, purtroppo, sulla formazione e sullo stato psicologico dei nostri studenti. Ora è necessario non perdere più tempo, ne è stato perso fin troppo nei mesi scorsi, con una programmazione talvolta inesistente e una gestione insufficiente, non tanto nella pandemia nei suoi aspetti sanitari, bensì in quelli sociali. Ci si è preoccupati di chiudere le scuole un anno fa, senza però elaborare per i ragazzi la compensazione tra la didattica perduta e la socialità azzerata.

Ora, però, siamo dinanzi a una stagione nuova, ad un cambio di passo. È fondamentale oggi, come l'abbiamo sentito ricordare, riprendere l'indispensabile attività in presenza, che significa assicurare il massimo sostegno e l'effettiva attuazione delle scelte nazionali nei contesti regionali. Significa definire criteri validi su tutto il territorio nazionale, prima di procedere alla temporanea chiusura dei singoli plessi, ma significa anche far sì che si uniformino le azioni delle aziende sanitarie locali rispetto al tracciamento dei contagi, per non lasciare soli i dirigenti scolastici e i referenti COVID di ciascuna scuola. È poi necessario garantire a tutti gli studenti un supporto psicologico negli istituti, pensare all'effettuazione di test antigenici rapidi, dotare aule, laboratori e uffici di dispositivi di ventilazione e sanificazione, ma soprattutto impegnarsi per il completamento del piano vaccinale di tutto il personale scolastico.

Guardando il prossimo anno, è necessario lavorare fin da subito su misure strutturali, come per esempio ridurre il numero degli studenti per classe. Infatti, ci chiediamo come possa essere che una classe funzioni con 27-30 ragazzi per classe, come vediamo oggi in molte scuole italiane. Questa misura, secondo noi, è da rivedere, misura rivista che aiuterebbe sicuramente e notevolmente anche l'apprendimento, soprattutto in un momento dove c'è da colmare un gap dovuto ad un anno e mezzo di scuola intermittente, e recuperare così anche la didattica degli studenti con bisogni educativi speciali. Sarebbe opportuno valutare la possibilità di utilizzare spazi disponibili già attrezzati, nelle scuole paritarie per esempio.

Infine, gli studenti devono arrivare a scuola in sicurezza. Bisogna potenziare il sistema del trasporto scolastico, non solo nelle grandi città, ma soprattutto nei tanti comuni e nelle tante province, dove le corse dei mezzi pubblici sono ovviamente limitate. Il bacino di utenza degli istituti superiori, ad esempio, è provinciale, ma anche interprovinciale, il che richiede il raccordo con gli enti territoriali per garantire a studenti più autobus e più corse.

E questo potenziamento non deve avvenire a settembre su iniziativa, e, magari, anche a risorse, delle regioni, aprendo il campo così a disparità evidenti tra territori a maggiore e minore capacità programmatoria economica. Vanno previsti fondi adeguati per le regioni affinché possano prevedere un piano trasporti già finanziato e attuabile già fin dai primi giorni di lezione. È fondamentale che tutte le misure individuate siano applicate tanto nelle scuole statali quanto nelle scuole paritarie (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), e che siano funzionali alla presenza a scuola degli studenti, presenza sia dal punto di vista formativo sia dal punto di vista sociale, intesa quest'ultima come capacità di relazionarsi tra i ragazzi che la scuola contribuisce a formare. Per quanto riguarda l'apprendimento è necessario valutare sia quanto si è perso in termini di competenze rispetto alle indicazioni nazionali e sia quanto invece è stato acquisito in termini di competenze digitali, per poi finanziare interventi strutturali pluriennali a supporto della loro formazione. Dal punto di vista educativo è necessario trasmettere informazioni sanitarie sulla vaccinazione, nonché regole di comportamento che limitino la diffusione del contagio prevedendo magari specifiche attività nell'ambito dell'insegnamento di educazione civica. Va creata la consapevolezza negli studenti dell'utilità del rispetto delle regole di sicurezza sanitaria perché in questo consistono il senso civico e la responsabilità civile. Sarà necessario prevedere risorse specifiche per incrementare dispositivi e materiali destinati al potenziamento delle attività di inclusione degli studenti con disabilità, disturbi di apprendimento e anche altri bisogni educativi speciali.

Con riguardo al Piano sociale voglio ricordare alcuni dati rispetto agli effetti che il lockdown scolastico ha causato ai ragazzi e alle ragazze: i disturbi del comportamento alimentare, anoressia, bulimia nervosa, fame emotiva e altri squilibri nel rapporto quotidiano con il cibo registrano un aumento dei casi del 30 per cento circa e ora riguardano anche i soggetti di sesso maschile dove l'aumento è di ben quattro volte in un anno, stando ai dati diffusi dal Ministero della Salute. Inoltre, sempre secondo gli esperti, si stanno verificando nei pazienti già in cura dei peggioramenti della malattia dovuta all'isolamento sociale, alla permanenza forzata a casa, alla chiusura delle scuole, in generale al distacco dagli amici.

Cari colleghi, in un contesto pandemico invece di pensare allo ius soli, che diventa soltanto una bandierina da sventolare in qualche congresso di partito, mettiamoci a lavorare a vantaggio di tutti gli studenti che trovano nella scuola il primo luogo di integrazione. Per questo risulta indispensabile rendere stabili e strutturali iniziative a tutela della sfera emotiva, psicologica e pedagogica attraverso l'utilizzo di figure professionali quali educatori, pedagogisti e psicologi all'interno di istituti che operino a sostegno dell'intera comunità di studenti, studentesse, famiglie e personale. In considerazione dell'impegno del Governo a considerare tutti questi fattori fin qui descritti, esprimo il voto favorevole da parte della Lega (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bella. Ne ha facoltà.

MARCO BELLA (M5S). Grazie Presidente, Ministro, colleghe e colleghi, in quest'Aula noi abbiamo idee diverse, siamo un po' come una classe, veniamo da esperienze diverse e a volte abbiamo una dialettica accesa; però c'è un momento in quest'Aula nel quale tutti ci uniamo ed era quando lassù c'erano gli studenti, in quel momento applaudivamo tutti agli studenti. In questo spirito abbiamo scritto, nella nostra diversità di idee, questa mozione sulla riapertura delle scuole. Questo è quello che ci è stato chiesto dal nostro Presidente Mattarella: collaborate per il bene comune e mettete da parte le differenze in questo momento difficile per il Paese. La scuola non è solo edificio, è studenti, studentesse, personale che si impegna; è tante cose, istruzione, ma è soprattutto educazione. L'educazione, però, è capire che la propria libertà finisce dove inizia quella degli altri. L'educazione è saper comprendere, saper valorizzare le differenze; l'educazione è rispettare gli insegnanti e i compagni che magari rimangono un pochino più indietro. L'educazione è anche educazione alimentare ed educazione motoria. L'educazione non si può fare che in presenza; abbiamo bisogno della presenza per fare educazione, per questo abbiamo presentato questa mozione. Con la dovuta cautela io penso che le scuole le possiamo riaprire. Mi permetta soltanto un attimo perché in quest'Aula abbiamo ringraziato tanto gli eroi, i nostri medici, ma anche gli insegnanti, le nostre insegnanti, veramente li dobbiamo ringraziare (Applausi), perché loro hanno avuto un impegno incredibile e hanno fatto di tutto per tenere i nostri figli, fargli passare questo momento difficile. Non sono certo la persona qualificata per dare consigli agli insegnanti, però dico, quando arriveranno i nostri ragazzi, accoglieteli prima di tutto. Magari ci sono esami, interrogazioni: sono importanti, però è importante soprattutto lo stare insieme. Cerchiamo di valorizzare questo aspetto, così a settembre potremo finalmente ripartire alla grande.

Presidente, volevo ringraziare ovviamente i capigruppo, tutte le persone che hanno lavorato a questa mozione, magari dietro le quinte hanno fatto un lavoro incredibile, prezioso. Grazie, grazie veramente. Speriamo che la rinascita del nostro Paese inizi proprio da qui, dalla scuola, dai nostri giovani. Ma che cosa è mai il futuro se non sono i giovani! Allora, chiudo un attimo gli occhi e immagino che su quei posti vuoti, lì, ci siano tornati i nostri studenti. E a nome loro, degli studenti che vogliono tornare nelle loro aule, a nome del MoVimento 5 Stelle dichiaro il voto favorevole alla mozione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Bella. Auguriamoci davvero che gli studenti possano presto tornare a trovarci. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.

(Votazioni)

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Come da prassi, le mozioni e l'ordine del giorno saranno posti in votazione per le parti non assorbite e non precluse dalle votazioni precedenti.

Avverto che il gruppo di Fratelli d'Italia ha chiesto la votazione per parti separate della mozione Bella, Aprea, Belotti, Fusacchia, Piccoli Nardelli, Toccafondi, Fornaro, Lupi ed altri n. 1-00449 (Ulteriore nuova formulazione), nel senso di votare: dapprima il dispositivo, ad eccezione del dodicesimo capoverso; a seguire, il dodicesimo capoverso del dispositivo; infine, ove il dispositivo venga in tutto o in parte approvato, la premessa.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Bella ed altri n. 1-00449 (Ulteriore nuova formulazione), limitatamente al dispositivo, ad eccezione del dodicesimo capoverso. Il parere del Governo è favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 27).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Bella ed altri n. 1-00449 (Ulteriore nuova formulazione), limitatamente al dodicesimo capoverso del dispositivo. Il parere del Governo è favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 28).

A seguito dell'approvazione del dispositivo della mozione Bella ed altri n. 1-00449 (Ulteriore nuova formulazione), ne verrà ora posta in votazione la premessa.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Bella ed altri n. 1-00449 (Ulteriore nuova formulazione), limitatamente alla premessa, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 29).

Passiamo alla votazione della mozione Lollobrigida e altri n. 1-00455.

Avverto che i presentatori ne hanno chiesto la votazione per parti separate, nel senso di votare: dapprima il dispositivo, come riformulato su richiesta del Governo, ad eccezione dei capoversi secondo, quarto e settimo; a seguire, ciascuno dei capoversi secondo, quattro e settimo del dispositivo; infine, ove il dispositivo venga in tutto o in parte approvato, la premessa.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Lollobrigida e altri n. 1-00455, limitatamente al dispositivo, come riformulato su richiesta del Governo, ad eccezione dei capoversi secondo, quarto e settimo. Il parere del Governo è favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 30).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Lollobrigida ed altri n. 1-00455, limitatamente al capoverso secondo del dispositivo. Il parere del Governo è contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 31).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Lollobrigida ed altri n. 1-00455, limitatamente al capoverso quarto del dispositivo. Il parere del Governo è contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 32).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Lollobrigida ed altri n. 1-00455, limitatamente al capoverso settimo del dispositivo. Il parere del Governo è contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 33).

A seguito dell'approvazione di parte del dispositivo della mozione Lollobrigida ed altri n. 1-00455, ne verrà ora posta in votazione la premessa.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Lollobrigida ed altri n. 1-00455, limitatamente alla premessa, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 34).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Ruffino e altri n. 9/1-00449/1, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Prego i colleghi di rimanere al posto perché abbiamo ancora un ultimo adempimento che richiederà un voto.

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 35).

Sui lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Fiano. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO (PD). Presidente, la ringrazio e chiedo, a questo punto, il rinvio ad altra data degli ulteriori argomenti che erano previsti all'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Onorevole, intende alla prossima settimana? Come prevede il calendario, quindi: come prevede il calendario, alla prossima settimana.

Sulla proposta di rinviare alla prossima settimana il seguito della discussione delle restanti mozioni iscritte all'ordine del giorno ha chiesto di intervenire contro il deputato Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Signor Presidente, come si è dimostrato poc'anzi su temi importanti, quale quello delle scuole private, è stata respinta una parte della nostra mozione, perché, evidentemente, vi è una maggioranza nel Governo attuale di sinistra che boccia le scuole private, nonostante la ricomposizione politica su questo tema del centrodestra (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). E proprio perché siamo…

PRESIDENTE. Onorevole Foti, contro la proposta.

TOMMASO FOTI (FDI). …e proprio perché siamo non avvezzi a perdere tempo, come qualcuno ha detto senza essere richiamato - perché qui dentro nessuno perde tempo, signor Presidente - noi riteniamo che all'ordine del giorno, oltre a quello della scuola, che è un tema che si è discusso grazie a Fratelli d'Italia, che, in tal senso, ha ritirato i propri iscritti a parlare su altro provvedimento, vorrei far presente che vi sono altri temi importanti.

Perché voi pensate che il non prendere posizione in ordine al tema della vendita della Borsa italiana non sia un tema di interesse nazionale e che questo Parlamento deve affrontare (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)? Perché dobbiamo pensare che le mozioni, tutte di maggioranza, relativamente all'individuazione del Deposito nazionale dei rifiuti non sia un tema importante che il Parlamento deve affrontare? Perché non deve essere un tema importante? È un tema che riguarda il rinvio e sono perfettamente in argomento e, quindi, signor Presidente, dica a chi alza la voce che sappiamo alzare la voce molto di più (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Facciamo finire l'intervento, ha 5 minuti…

TOMMASO FOTI (FDI). Perché il Piano nazionale per l'adolescenza e l'infanzia, forse, non è un tema che proprio, anche in occasione di questo drammatico momento di pandemia, è fondamentale per la Nazione e di cui questo Parlamento si deve occupare? E perché l'occupazione, la formazione e l'emancipazione giovanile non sono, forse, temi di cui questo Parlamento si deve occupare? Bene, se volete abbandonare queste poltrone per andare a casa, fatelo. Noi non abbiamo problemi di poltrone e votiamo contro questa proposta di rinvio (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. C'è qualcuno che chiede di parlare a favore? No.

Passiamo dunque ai voti.

Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta di rinvio alla prossima settimana del seguito della discussione delle restanti mozioni iscritte all'ordine del giorno.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva per 206 voti di differenza.

Modifiche nella composizione dell'Ufficio di presidenza di un gruppo parlamentare e affidamento dei poteri attribuiti dal Regolamento nell'ambito del medesimo gruppo.

PRESIDENTE. Comunico che, con lettera pervenuta in data 8 aprile 2021, la presidente del gruppo parlamentare Partito Democratico ha reso noto che l'assemblea del gruppo medesimo ha proceduto, in data 7 aprile, al rinnovo dell'ufficio di presidenza, che risulta ora così composto: vicepresidenti: Marina Berlinghieri, Piero De Luca, Roberto Morassut; segretari: Emanuele Fiano, Beatrice Lorenzin, Stefania Pezzopane, Flavia Piccoli Nardelli, Barbara Pollastrini, Diego Zardini; tesoriere: Andrea De Maria.

Ai deputati Emanuele Fiano e Beatrice Lorenzin è, inoltre, affidato l'esercizio dei poteri attribuiti in caso di assenza o impedimento del presidente, secondo quanto previsto dall'articolo 15, comma 2, del Regolamento della Camera. A tutti, ovviamente, buon lavoro.

Nuova organizzazione dei tempi di esame degli argomenti iscritti in calendario.

PRESIDENTE. Avverto che, a seguito della modifica della composizione dei gruppi parlamentari intervenuta nella giornata di oggi, nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna sarà nuovamente pubblicata l'organizzazione dei tempi per l'esame degli argomenti iscritti nel calendario dei lavori per il periodo 12-30 aprile, in sostituzione di quella pubblicata nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta di ieri.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta. Vorrei, magari, che l'Aula un po' defluisse, così chi ha un intervento da fare lo può fare in una situazione meno disordinata.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Pezzopane. Ne ha facoltà.

STEFANIA PEZZOPANE (PD). Grazie, Presidente. Il 6 aprile, in piazza Duomo abbiamo ricordato le 309 vittime del terremoto de L'Aquila. Era il 6 aprile, erano le 3.32, la terra ha tremato, ha tremato forte, fortissimo, sono venute giù le case, le chiese, si sono spezzati i ponti, si sono aperte le strade e, purtroppo, in quelle case che sono crollate, sono rimaste vittime 309 persone: madri, padri, figli, sorelle, fratelli. Persone che conoscevamo e amavamo. A dodici anni di distanza, la ferita sanguina ancora e il tempo, in alcuni momenti, sembra un tempo eterno, ogni giorno scandito da un problema e dalla ricerca della soluzione del problema. Ma sembra anche oggi, sembra ora quel 6 aprile. Si sentivano e si sentono ancora le grida, il dolore, la paura, la fuga. Questo Parlamento più volte è intervenuto per lenire quelle ferite, più volte ha preso provvedimenti e tante cose sono state fatte. Però, a distanza di dodici anni, c'è ancora molto da fare, e io chiedo a questo Parlamento e al Governo di continuare a fare, a L'Aquila e in tutti i terremoti e in tutte le zone che sono state colpite, allora e dopo, da terremoti così drammatici (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

I nomi delle persone morte quella notte sono stati letti, uno per uno, il 6 aprile, in piazza Duomo. Io li vedo qui intorno a noi, ricostruiamo anche per loro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Pezzopane. Ovviamente, la ferita è ancora aperta per questo terremoto e per tutti gli altri eventi sismici del Paese. Ricordo che avete interventi da un minuto, ma non volevo interrompere l'intervento dell'onorevole Pezzopane.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Avossa, per un minuto. Ne ha facoltà.

EVA AVOSSA (PD). Grazie, signor Presidente. Per il quarto anno consecutivo oggi ricorre la notte europea della geografia, promossa da Eugeo e supportata dall'Unione geografica internazionale. Quest'anno, nell'ambito dell'evento, anche il WWF la AIG (Associazione italiana insegnanti di geografia), lanciano un censimento degli spazi all'aperto presenti nelle scuole italiane, affinché possano essere utilizzati dai docenti e dagli studenti, per lo svolgimento di attività educative e formative. L'obiettivo è acquisire adeguati elementi di conoscenza, per valorizzare tali spazi come ambienti di apprendimento e luoghi da valorizzare in una prospettiva ambientale ed educativa, sensibilizzando le istituzioni competenti agli interventi necessari sul piano normativo, di cura e di gestione. Madre Terra è il tema scelto per questa edizione. Essa è pensata per avvicinare il grande pubblico ai temi della geografia e alle sue potenzialità scientifiche e formative, con un'iniziativa in tutta Italia e in altri Paesi europei (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Romano, per un minuto. Ne ha facoltà.

ANDREA ROMANO (PD). Dopodomani, il 10 aprile saranno trascorsi trent'anni dalla strage del Moby Prince: 140 vittime innocenti, perite davanti al porto di Livorno. La più grave catastrofe della marineria civile italiana, ma anche la più grave strage sul lavoro, visto che di quelle 140 vittime ben 65 erano lavoratrici e lavoratori del traghetto della Moby Prince. Il punto è che trent'anni dopo noi ancora non conosciamo le cause, le circostanze e le responsabilità di quella strage. Non sono state sufficienti le sentenze della magistratura, quella di assoluzione e quelle di archiviazione, anche perché sappiamo che quelle sentenze poggiavano su ipotesi che oggi possiamo ritenere del tutto infondate. Non è stato sufficiente nemmeno il lavoro, pur preziosissimo, della Commissione d'inchiesta varata dal Senato nella scorsa legislatura. Un lavoro che ha permesso di ribaltare le ipotesi su cui poggiavano quelle le sentenze, ma che non ha costruito un quadro preciso di quegli eventi.

Noi abbiamo, Presidente, un dovere di verità verso quelle 140 vittime, verso i loro familiari, ma anche verso la coscienza civile del Paese, che non può sopportare che rimanga aperta questa ferita. È un dovere di verità - e concludo, Presidente - verso il quale questa Camera dei deputati può svolgere una funzione fondamentale se approveremo, come è possibile ed auspicabile, una seconda Commissione d'inchiesta, che finalmente ricostruisca nel dettaglio le cause e le circostanze di quella strage, perché questa ferita intollerabile possa essere finalmente sanata, nella storia del nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Sensi. Ne ha facoltà.

FILIPPO SENSI (PD). Grazie, Presidente. Francesca Barbieri è una travel blogger, come si dice oggi, una viaggiatrice, una pescatrice di perle, e dico “è”, Presidente, anche se dovrei dire “era”, perché Francesca, anzi Fraintesa, come è nota sulla rete, ci ha lasciati qualche giorno fa. Dovrei dire “era” ma non ci riesco. Non mi arrendo, non mi rassegno a questa assenza ingiusta: 38 anni, una malattia come un mostro che la voleva fermare, voleva impedirle di andare, di partire e raccontarci cosa vedeva, cosa capiva e amava, cosa faceva capire e amare a noi di ciò che capiva e amava. Con un post su Instagram svelò a tutti quanto sia fatuo e ingannevole il mondo dei social, dove spesso la luce oscura il dolore.

Ora che Francesca non è - e la raccolta di fondi per l'AIRC per la lotta contro il cancro, che le amiche hanno lanciato in suo nome, in poche ore ha raggiunto i 130 mila euro - la ringrazio qui per il sorriso mai spento, la condivisione dell'altrove, le patatine fritte come metafora del carpe diem, il senso di una vita, Presidente, anche la più maledettamente breve, che alla fine sono sempre gli altri quelli che magari si salveranno dal mostro grazie alla generosità del suo ultimo viaggio. Hai vinto tu, Fra (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole De Filippo. Ne ha facoltà. Non c'è?

Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Alessandro. Ne ha facoltà.

CAMILLO D'ALESSANDRO (IV). Grazie, Presidente. È stato ricordato in quest'Aula, da abruzzese, che non c'è solo il dovere che ti convoca e il sentimento di quei giorni che non svanisce, ma il 6 aprile ha cambiato la storia non solo di una città, ha cambiato la storia di una regione. Ci siamo svegliati drammaticamente feriti, impotenti, in una terra devastata, quella de L'Aquila e dell'aquilano, con troppi morti, troppi feriti, troppi bambini, troppi innocenti.

Da quel giorno è partita una riflessione e soprattutto una consapevolezza: il dovere della ricostruzione fisica, della ricostruzione economica, della ricostruzione sociale. Siamo stati, a L'Aquila, anche esempio di come si fa a ricostruire. A volte è servito che la popolazione urlasse, gridasse, si mobilitasse. Altre volte le istituzioni - e fino a oggi è così - sono riuscite a incrociare il dovere della ricostruzione e il sentimento dei cittadini, però non è finita. Ecco, io credo che, a distanza di anni, non si può cancellare il dolore, non si deve cancellare il dolore, ma si può assumere ancora un ulteriore impegno: che ciò che è accaduto non possiamo dire che non riaccada più, perché abbiamo a che fare con la natura, ma possiamo dire che il Governo, lo Stato compie ogni sforzo quotidiano perché quella pagina sia una lezione straordinaria per come dev'essere manutenuto e tutelato il territorio, a partire dalle aree interne, a partire dalle zone più sismiche - e concludo, Presidente - e a partire da dove vivono gli studenti, perché uno dei simboli crollati fu proprio la Casa dello studente, dove rimasero vittime troppi ragazzi che stavano lì a studiare anche per noi (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Venerdì 9 aprile 2021 - Ore 9,30:

1. Svolgimento di interpellanze urgenti .

La seduta termina alle 19,25.

TESTI DEGLI INTERVENTI DI CUI È STATA AUTORIZZATA LA PUBBLICAZIONE IN CALCE AL RESOCONTO STENOGRAFICO DELLA SEDUTA ODIERNA: GABRIELE TOCCAFONDI, PAOLA FRASSINETTI, VALENTINA APREA E ROSA MARIA DI GIORGI (MOZIONI CONCERNENTI INIZIATIVE VOLTE ALLA RIAPERTURA IN SICUREZZA DEGLI ISTITUTI SCOLASTICI)

GABRIELE TOCCAFONDI (IV). (Dichiarazione di voto su mozioni concernenti iniziative volte alla riapertura in sicurezza degli istituti scolastici). 5,6 milioni di bambini e ragazzi rientrano in classe, e sarà una festa. Paradossale ma reale. Paradossale perché a metà aprile festeggiare il rientro a scuola in presenza significa che fino ad ora qualcosa non è andato bene. Reale perché i ragazzi sono contenti, segno che forse questa assenza ci abbia chiarito l'importanza della scuola, percorso educativo.

Da oltre un anno i 2,5 milioni di ragazzi delle scuole superiori ma anche 1 milione di ragazzi di seconda e terza media, hanno svolto scuola davanti ad un video anche per 2/3 del loro tempo scuola. C'è chi è arrivato a contare le settimane di scuola in presenza sul palmo di una mano.

I dati elaborati da Save the Children il 2 di marzo sono impressionanti.

Da settembre 2020 a marzo 2021, i bambini delle scuole dell'infanzia a Bari, per esempio, hanno potuto frequentare di persona 48 giorni, contro i loro coetanei di Milano che sono stati in aula tutti i 112 giorni in calendario. Per quanto riguarda le scuole superiori, i ragazzi di Reggio Calabria hanno potuto partecipare di persona alle lezioni in aula per 35 giorni, i loro coetanei di Firenze sono andati a scuola 75 giorni.

Siamo il paese che ha chiuso la scuola in presenza per più tempo. In lockdown totale, durante la fase dei colori, con il nuovo governo e con quello precedente. Inoltre la scuola ha chiuso ancora di più con le decisioni di singole regioni e in un periodo anche per decisioni di singoli sindaci.

Si è chiuso a tratti, per categorie, per colori, per periodi, a zone, ad orari, a settori ma la scuola si è chiusa sempre, a prescindere dalle altre decisioni.

Dando spazio ed interpretazione alle regioni si è dato sfogo alle ordinanze regionali che si accanivano sulla scuola. Qualche presidente di regione si è inventato il “diritto alla ad”, non più il “diritto alla scuola”.

Questa fase pensavamo fosse terminata soprattutto con il decreto COVID del 1 aprile: “le disposizioni non possono essere derogati da provvedimenti dei Presidenti di regione e sindaci”. (poi in CdM si aggiunge) “la predetta deroga è consentita solo in casi di eccezionale e straordinaria necessità”.

Puntuale è arrivata il 3 aprile con decorrenza 7 aprile, l'ordinanza della Puglia che prevede la DAD per chi la richiede: “le istituzioni scolastiche devono garantire la didattica digitale integrata a tutti gli alunni le cui famiglie richiedano espressamente di adottarla…”.

Ci sono elementi di buonsenso che ci fanno ribadire che la scuola in presenza è necessaria e sicura:

- Non sono un esperto, leggo e mi fido degli esperti, dei ricercatori, dei medici. Però le scuole le conosco e le visito: tra tutti i luoghi di aggregazione dei ragazzi, sono di gran lunga il luogo più sicuro di tutti.

- Ad oggi l'80% del personale scolastico è vaccinato, almeno con una dose.

- La DAD non è scuola. Formalmente si, praticamente manca tutto tranne le nozioni.

Paradossale che in questi mesi a ricordarci dell'importanza della didattica in presenza siano stati i ragazzi, gli insegnanti e le famiglie. “Priorità alla scuola” e tante associazioni in questi mesi ci hanno chiesto scuole in presenza, richiamando le coscienze e non dimenticando la sicurezza.

Abbiamo chiuso per prima la scuola, delle volte solo la scuola, e più di una volta la scuola è stata l'ultima a riaprire. Abbiamo chiuso le scuole con una semplicità disarmante.

La didattica, la scuola, è un percorso educativo, non semplicemente un insieme indistinto di lezioni, verifiche e valutazioni. La scuola non è un insieme di nozioni. Sono rapporti, relazioni, domande, dubbi, scoperte.

Come ricordava Pasolini: “Se qualcuno ti ha educato, lo ha fatto con il suo essere non con il suo parlare”.

Questa mozione e il voto che ne seguirà, dimostra la volontà politica di riaprire i percorsi educativi, tutte le scuole e mantenerle in presenza.

Questa volontà non vuole essere una negazione ma una affermazione.

Non nega il tema sanitario, l'importanza delle norme sanitarie e di sicurezza, o l'importanza dei vaccini.

Ma afferma. Afferma l'importanza della scuola in presenza, quale percorso educativo.

PAOLA FRASSINETTI (FDI). (Dichiarazione di voto su mozioni concernenti iniziative volte alla riapertura in sicurezza degli istituti scolastici). Oggi all'attenzione dell'Aula ci sono due mozioni dove in entrambe si chiede la riapertura della scuola.

Anche gli impegni della maggioranza sono quasi tutti condivisibili. Per onestà intellettuale e obiettività non si possono spiegare le differenze e i contrasti che ci sono stati tra FdI e la maggioranza in questo anno. Noi non voteremo la premessa in quanto si legge che l'Italia sarebbe il Paese dove le scuole sono state più aperte e invece non è stato così. FdI ha chiesto per prima la riapertura delle scuole già dallo scorso anno. Ha criticato la DAD perché crea disuguaglianze sociali tra chi ha possibilità economiche e chi no. Il merito deve fare la differenza e non Il portafoglio. FdI chiede che le scuole siano aperte in sicurezze con tamponi veloci, con Patti educativi con le paritarie che tanto hanno sofferto in questo anno, chiediamo che venga adottato il modello Marche installando i sistemi di areazione, chiediamo tracciamento e infermerie nelle scuole e ovviamente le vaccinazioni al personale scolastico. Ringrazio il ministro per aver accettato alcuni nostri impegni e accettiamo le riformulazioni dei punti 3 - 5 e 8.

Ringrazio il collega Fornaro per aver chiesto una discussione in aula sulla scuola perché in questo modo ha inteso valorizzare il Parlamento e non una maggioranza tenuta insieme dalle poltrone.

Ringrazio i docenti che hanno usato la DAD anche se non esperti con i mezzi informatici, ringrazio i genitori che hanno seguito i figli rischiando di perdere il lavoro soprattutto le donne.

Concludendo auspichiamo la riapertura delle scuole perché i giovani sono il nostro futuro.

VALENTINA APREA (FI). (Dichiarazione di voto su mozioni concernenti iniziative volte alla riapertura in sicurezza degli istituti scolastici). Grazie Presidente Mandelli, Colleghi, Ministri, è ormai trascorso un anno dall'emergenza sanitaria conseguente alla diffusione del COVID-19 e le misure di contenimento del contagio richiederebbero un approccio capace di coniugare l'aspetto della tutela della salute pubblica con lo svolgimento delle normali attività produttive, scolastiche e culturali dei cittadini e delle imprese, insomma, forme di vera e propria convivenza con la situazione pandemica, almeno fino a quando la totalità della popolazione adulta non sarà stata vaccinata in modo da raggiungere la famosa “immunità di gregge”.

Rispetto alla prima e alla seconda ondata, tuttavia, con riferimento alla chiusura o riapertura delle scuole, è intervenuto il fattore delle varianti del virus (in particolare la cosiddetta variante inglese del virus) che espongono al contagio da COVID-19 anche i bambini e i giovani.

Per queste ragioni, mentre occorre massima prudenza dove il contagio è diffuso, come indica il CTS, nella misura del numero di 250 contagiati su 100mila abitanti, in tutti gli altri territori occorre fare di tutto perché le scuole possano riaprire e con esse anche tutti i corsi regionali di Formazioni Professionali ed i percorsi di Istruzione Tecnica Superiore (ITS) ed i rispettivi laboratori.

Anche perché, è ormai un dato di fatto che la sospensione delle attività scolastiche e le misure restrittive stanno certamente dispiegando sui bambini e sui giovani i loro effetti negativi per quanto riguarda i danni educativi, psicologici e culturali di lungo periodo.

Numerose associazioni che si occupano di infanzia, studiosi e professionisti dell'età evolutiva richiamano, infatti, l'attenzione sulle ripercussioni che le misure restrittive stanno determinando sull'equilibrio psicofisico dei bambini e dei ragazzi sui quali, non solo ricadono le conseguenze del divieto di socialità (sia dentro che fuori le istituzioni scolastiche), ma anche le difficoltà economiche e comportamentali che le famiglie hanno dovuto affrontare da un giorno all'altro: spazi compressi, clausura forzata, difficoltà economiche cui si sono affiancate problemi di natura organizzativa che hanno, sicuramente, esacerbato le convivenze nelle case, soprattutto nelle famiglie numerose.

Così pure, la Didattica a Distanza, adottata dallo scorso anno in un'ottica meramente emergenziale, come risposta e come strumento per tentare di dare una sorta di continuità educativa, ha sopperito solo parzialmente all'interruzione delle attività didattiche, ma non ha tenuto, e ancora non tiene conto, delle difficoltà di natura economica e sociale con le quali si sono confrontati genitori e alunni e, nonostante gli interventi istituzionali adottati finora, hanno ampliato le disuguaglianze tra studenti, a danno degli allievi che provengono da situazioni svantaggiate (la cosiddetta povertà educativa).

La scuola, insomma, rischia di essere sacrificata più di altri settori in questo difficile momento di emergenza, l'unica per la quale sembra si possa derogare, per la seconda volta, il ritorno alla funzionalità fino a settembre, in virtù del fatto che si continua a prevedere esclusivamente un modello di didattica in presenza, tradizionalmente svolta nelle classi rigidamente organizzate.

Al contrario, è questo il momento di piegare l'avversità dell'emergenza e tramutarla in occasione da cogliere per favorire un'autentica rivoluzione organizzativa, culturale e didattica: per i docenti, per le famiglie, per gli studenti.

I prossimi mesi risultano, perciò, strategici per poter innanzitutto recuperare gli apprendimenti perduti e poter contemporaneamente costruire un nuovo modo di fare scuola e non giungere impreparati alle nuove sfide legate all'emergenza sanitaria da un lato e l'emergenza educativa dall'altro.

Rispetto alla prima, vanno finalmente previsti veri e propri presìdi sanitari territoriali di natura scolastica, a partire dal medico scolastico, capaci di monitorare l'eventuale diffusione del contagio e prevenirlo ed occorre completare nel più breve tempo possibile il Piano di vaccinazione degli insegnanti e predisporre tracciamenti e tamponi, anche a campione, per gli studenti.

Ma soprattutto, vanno definitivamente organizzati gli ambienti scolastici superando le classi e prevedendo laboratori per far sì che si rispetti in ogni momento della giornata scolastica il distanziamento fisico, evitando la permanenza di gruppi di alunni nello stesso ambiente per molte ore. Vanno infine sempre garantiti i dispositivi di sicurezza.

E se tutto questo può bastare nelle scuole dell'infanzia e del primo ciclo, come si sa per la frequenza degli studenti delle scuole superiori va garantita una maggiore sicurezza nei servizi del trasporto da e per la scuola. È di oggi la conferma che sui mezzi di trasporto nazionali e regionali sono state rilevate tracce del virus.

Occorre intervenire, allora, con interventi seri di sanificazione: non si può continuare a far finta di nulla.

Insomma, le scuole devono ripartire ma in sicurezza.

Altrettanto complesso è far fronte all'emergenza educativa che è venuta a determinarsi con le tante chiusure delle scuole e/o sospensioni delle lezioni causate dalla diffusione del contagio da COVID-19 nelle diverse aree del Paese. Il ricorso alla DAD, intesa come didattica d'emergenza, ha solo affievolito, e non poteva essere diversamente, il disagio e la demotivazione degli alunni cui è stata negata la frequenza scolastica in presenza.

Tra l'altro, ribadisco, un'alta percentuale di studenti ha partecipato alla DAD in condizioni non ottimali per l'apprendimento e, benché non sia stata ancora effettuata nessuna misura sul cosiddetto learning loss, perché non è stata colpevolmente condotta alcuna rilevazione generalizzata sugli apprendimenti degli studenti.

Così pure, nel primo ciclo di istruzione solo 1 allievo su 2 ha potuto partecipare alla DAD in buone condizioni materiali.

Per queste ragioni, Forza Italia rinnova la richiesta avanzata già nei mesi scorsi di affidare all'INVALSI e all'INDIRE la misurazione degli apprendimenti perduti in questi due anni scolastici, rispetto ai dati del 2019, a prescindere dagli ammessi e bocciati che ci saranno alla conclusione di questo anno scolastico.

Tra l'altro, in questa situazione così critica ed eccezionale nella sua negatività, le scuole hanno dovuto affrontare nel primo trimestre di lezioni il solito vorticoso cambio di docenti e la mancata assegnazione, soprattutto al Nord, di docenti delle discipline scientifiche.

In tutto il territorio nazionale sono stati inoltre tardivamente assegnati gli insegnanti di sostegno, aggravando di molto la condizione già così precaria degli alunni fragili con disabilità.

Può far testo il caso della Lombardia, a Milano per la scuola dell'Infanzia e Primaria il termine di chiusura delle nomine GPS è stato il 23 ottobre 2020 (con esaurimento graduatorie), per la scuola Secondaria di Primo Grado il termine di chiusura delle nomine GPS è stato il 1° dicembre 2020 (al terzo scorrimento sulla base delle rinunce), per la scuola Secondaria di Secondo Grado il termine di chiusura delle nomine da GPS è stato il 15 dicembre 2020 (al quarto scorrimento della graduatoria), e le ultime deroghe per il sostegno sono state autorizzate a fine gennaio.

Ancora sempre in Lombardia la fotografia dei dati al 1° febbraio 2021 evidenzia che sono in servizio 152.561 docenti di cui 94.695 a tempo indeterminato e 57.866 a tempo determinato. Pur considerando piccole fluttuazioni nel corso dell'anno, il dato che emerge è quello di 62% di docenti a tempo indeterminato e 38% di docenti a tempo determinato. In sostanza un rapporto di 2/3 e 1/3.

Così pure, in Campania l'entità del ricorso al personale a tempo determinato è stato: 15% supplenze annuali; 6,3% mobilità regionale ordinaria; 6,7% mobilità annuale.

Chiediamo, per questo, con forza al Governo di adottare tutte le iniziative necessarie a garantire la continuità didattica a settembre al fine di limitare i danni che il cambiamento dei docenti può determinare per le studentesse e gli studenti, già provati dal prolungamento dell'attività scolastica a distanza, sia sul piano della motivazione che del metodo di apprendimento.

E mentre si lavora per riaprire le scuole di ogni ordine e grado con il personale scolastico interamente vaccinato e speriamo con la diminuzione che il contagio del virus, c'è qualcosa di più che possiamo fare per i nostri bambini e i nostri ragazzi: organizzare dal prossimo mese di giugno in avanti il format di una scholé estiva con interventi volti a: sviluppare azioni di welfare in coordinamento con i Comuni e con il privato sociale, prevedendo l'organizzazione di una scholé estiva, che accolga i bambini e i ragazzi interessati per l'intera giornata, rispettando tutti i presidi sanitari necessari per offrire alle famiglie e agli studenti, se lo vogliono e ne hanno bisogno, l'opportunità di un servizio qualificato sul piano educativo e didattico;

- organizzare i LARSA (Laboratori di Approfondimento, Recupero e Sviluppo degli Apprendimenti) per permettere ai bambini e ai ragazzi che ne facciano richiesta di recuperare la dimensione qualitativa degli apprendimenti perduti, attraverso percorsi personalizzati nella progettazione, nell'esecuzione e nella valutazione, predisposti da docenti tutor appositamente selezionati in maniera adeguata dalle scuole per piccoli gruppi di studenti, per il recupero dei cosiddetti debiti formativi previsti in tempi normali con la frequenza dei corsi di recupero a settembre utilizzando le misure e le risorse previste dal Ministero dell'Istruzione con il Decreto Sostegni;

- avviare, per questo, trattative per la modifica temporanea del Contratto di lavoro (CCNL) dei docenti, in modo da: a) rendere obbligatoria l'erogazione della scholé estiva; b) garantire subito il riconoscimento delle coperture assicurative per attività extracurriculari e garantire premialità e riconoscimento delle coperture assicurative per le attività extra curriculari per i docenti reclutati su base volontaria; c) rendere fattibile la co-progettazione della scholé estiva con le Aziende Sanitarie, con le Regioni, con i Comuni e il privato sociale, a partire dalle scuole paritarie;

- avviare un Piano straordinario di formazione dei docenti delle scuole dell'infanzia, primarie, secondarie e della formazione professionale sulle competenze di didattica innovativa personalizzata e digitale, nella logica dell'innovazione educativa e didattica anche in regime di sicurezza dopo COVID-19;

- monitorare le buone pratiche già in atto nel Paese attivate grazie anche a politiche regionali e all'autonomia scolastica e, sulla base di queste, sviluppare protocolli e consolidare modelli di didattica innovativa che utilizzino sia la didattica digitale che la didattica in presenza da implementare a partire dall'inizio del prossimo anno scolastico nel mese di settembre;

- prevedere tempestivamente, infine, interventi di edilizia scolastica per le scuole statali e paritarie del sistema pubblico nazionale volti a garantire nuovi sistemi di aereazione ed di efficientamento energetico e a rivedere l'organizzazione degli spazi scolastici per la predisposizione di ambienti ampi e modulari e di laboratori per rispettare le disposizioni di sicurezza dopo COVID-19 e per l'introduzione di nuove metodologie didattiche fondate non più sull'organizzazione per classi, ma per piccoli gruppi di compito, di progetto, di competenza e/o elettivi con docenti che non siano solo insegnanti, ma anche tutor di 10-12 studenti fissi, per l'intera durata del percorso formativo.

Insomma, ritornare ad apprendere in presenza si può, ma occorre un grande lavoro, per trasformare i luoghi, i modi e i tempi dell'apprendimento ed una grande concertazione con i servizi sanitari, con gli enti locali, con il CTS che deve essere in grado una volta per tutte di fornire in tempo reale i dati del contagio e infine, occorre che all'INDIRE e all'INVALSI sia affidato il compito di monitorare, giorno per giorno, l'andamento e la qualità degli apprendimenti degli studenti in situazione di emergenza.

Non si può perdere altro tempo, aprire o chiudere non è una questione di scelta ideologica, ma di contagio e di interventi che devono essere assicurati per ritornare ad apprendere in sicurezza.

MARIA ROSA DI GIORGI. (Dichiarazione di voto su mozioni concernenti iniziative volte alla riapertura in sicurezza degli istituti scolastici). Signor Presidente, onorevoli colleghi. Il passaggio che abbiamo di fronte in queste ore è senza ombra di dubbio particolarmente delicato.

L'incidenza del contagio, nonostante gli accorgimenti e le misure messe in campo, risulta ancora alta nella gran parte del territorio italiano.

La vaccinazione, che stiamo incentivando, non ha raggiunto ancora percentuali tranquillizzanti in particolar modo per ciò che riguarda le fasce più fragili della popolazione, quelle cioè dove si concentrano la maggior parte dei ricoveri e dei decessi, come sappiamo.

Allo stesso tempo abbiamo di fronte un Paese provato da mesi di confinamento più o meno rigoroso che ha comportato la chiusura prolungata di numerose attività economiche, con effetti pesanti sull'occupazione ed il benessere della popolazione.

In questo contesto così difficile e preoccupante particolare attenzione merita la scuola.

Il Parlamento e le Commissioni di merito hanno monitorato con attenzione in questo anno il grave disagio determinato dall'allontanamento dei nostri bambini e ragazzi dalla scuola a causa dei vari lockdown e ci siamo confrontati con il CTS, con i ministri di riferimento, con le Regioni e i Comuni, con istituzioni scientifiche e soggetti professionali che studiano effetti, limiti e vantaggi delle misure, con le associazioni delle famiglie e degli studenti, con medici, pediatri, pedagogisti, psicanalisti e sociologi, così da mettere bene a fuoco tutti gli aspetti per contribuire, come Parlamento, a trovare soluzioni che tenessero conto della grave situazione che si stava determinando nelle giovani generazioni.

Il dibattito pubblico ha seguito e affrontato tutto questo, anche se con un certo ritardo, e abbiamo potuto assumere e discutere gli studi scientifici che si sono susseguiti e che ci hanno consegnato un quadro di estrema criticità, ossia di un vero e proprio danno che si veniva determinando nei confronti dei bambini e dei ragazzi italiani.

Senza la scuola in presenza la vita è più complicata, più povera, le relazioni cadono, le solitudini macerano e il disagio cresce nelle forme più varie, oltre a determinare una disuguaglianza di base, difficilmente recuperabile, determinata dalla diversa condizione economica e sociale delle famiglie. Il sistema della Didattica a distanza, sebbene abbia dato esempi di eccellenza in varie parti del territorio nazionale, grazie all'impegno di docenti e famiglie, si è dimostrata tuttavia insufficiente a colmare “il vuoto di vita”.

Siamo quindi giunti a questa mozione condivisa, elaborata da tutti i gruppi politici della maggioranza e per la quale ringrazio in particolare il collega Bella, nella quale indichiamo una strada che ormai riteniamo ineludibile, ossia quella della riapertura delle scuole di ogni ordine e grado garantendo a studenti e personale scolastico tutte quelle misure di sicurezza che il Governo, il sistema scolastico, le Regioni e i Comuni devono mettere in atto attraverso la necessaria collaborazione istituzionale.

Ad oggi come sappiamo, l'Italia risulta essere uno dei Paesi che nella prima fase della pandemia ha tenuto le scuole chiuse più lungamente, anche perché è stata la prima nazione europea ad essere investita dall'infezione da SARS-Cov-2.

Il sistema scuola ha reagito a una situazione assolutamente inedita e qui dobbiamo ringraziare i docenti, i dirigenti, tutto il personale scolastico e la struttura del Ministero, la Ministra Azzolina, che hanno dovuto fronteggiare un nemico sconosciuto in un contesto fatto da milioni di persone, perché questi sono i numeri in campo quando si parla di scuola.

Abbiamo mantenuto aperti i nidi e le scuole per i più piccoli fino alla secondaria di primo grado, ma le superiori sono state fortemente penalizzate con chiusure determinate soprattutto dall'inefficacia delle misure relativamente ai trasporti pubblici.

A nostro parere la questione della riapertura in presenza delle scuole è dunque un obiettivo non più procrastinabile e verso cui bisogna tendere con decisione, assumendosi il peso della responsabilità politica di una scelta che, come affermato dal presidente Draghi all'atto della richiesta di fiducia alle Camere, ponga la scuola e l'istruzione al centro delle nostre strategie di rinascita e sviluppo del Paese.

Questi terribili mesi che abbiamo alle spalle, ci hanno dimostrato che il ‘rischio zero' non esiste, anche laddove vengano messe in campo, come è stato e tuttora viene fatto, chiusure rigorose ed estensive.

Dobbiamo dunque riflettere su come si possano e debbano conciliare le indispensabili tutele della salute collettiva - e quindi la minimizzazione dei rischi di contagio- con la ripartenza del Paese nei suoi settori fondamentali, a partire, appunto, dalla scuola.

Ad oggi ciò che sappiamo in merito alla diffusione del virus SARS-Cov-2 esclude che gli istituti scolastici siano un luogo di diffusione del contagio.

Se è vero infatti che la malattia generata dal contagio del Coronavirus può manifestarsi anche nei bambini e adolescenti, sono oramai numerosi gli studi scientifici che dimostrano come in generale ciò avvenga con sintomi meno gravi rispetto a quelli manifestati dagli adulti, soprattutto al di sotto dei 12 anni d'età.

A supporto di queste ricerche vengono anche i risultati dei numerosi screening di massa realizzati nelle scuole durante gli ultimi mesi.

Nella mozione si citano studi dell'Unesco, dell'OCSE, di Istituti di ricerca a livello internazionale e tutti concordano nel dire che la scuola non rappresenta un focolaio e che il rapporto costi-benefici è indubbiamente a favore delle riaperture.

Secondo i dati dell'Istituto superiore di sanità diffusi il 30 dicembre 2020, solo il 2 per cento dei focolai avrebbe origine all'interno del contesto scolastico.

A fronte di questi dati, sappiamo invece che la chiusura delle scuole genera, sui nostri bambini e ragazzi, pesanti ricadute negative in termini di apprendimento, di relazioni sociali, di crescita equilibrata ed anche di salute.

Anche in questo senso la letteratura scientifica è praticamente univoca ed oramai particolarmente abbondante, con decine e decine di studi che dimostrano gli effetti preoccupanti della chiusura prolungata di scuole ed asili.

Nella mozione citiamo l'”Indagine sull'impatto psicologico e comportamentale sui bambini delle famiglie in Italia” – promossa dall'Irccs Giannina Gaslini di Genova – che ha evidenziato come le restrizioni imposte purtroppo dalle misure governative abbiano determinato e determinino nei bambini e negli adolescenti disturbi di «componente somatica» come disturbi d'ansia e disturbi del sonno.

Particolarmente allarmanti sono poi i dati diffusi dall'Ospedale pediatrico Meyer di Firenze che evidenziano che i casi di anoressia e di ideazione suicidaria nella fascia di età 12-18, nei mesi gennaio-febbraio 2021 siano quadruplicati rispetto ai mesi gennaio-febbraio 2020;

Altra criticità è l'emergenza alimentare correlata alla chiusura delle mense delle scuole statali e paritarie: il monitoraggio effettuato da Save the Children per il tramite dei suoi Punti luce sparsi sul territorio, stima un danno per oltre 160 mila alunni rimasti senza un'alimentazione corretta e con particolare disagio alimentare.

In questo scenario la didattica a distanza, che pure nella prima fase dell'emergenza ha svolto un ruolo fondamentale, ha dimostrato, a lungo andare, di non essere una soluzione adeguata sia sotto il profilo educativo che, soprattutto, per quel che concerne la dimensione della socialità e dunque del benessere psicofisico dei nostri bambini e ragazzi.

Né possiamo dimenticare che la sospensione delle attività didattiche in presenza ha colpito maggiormente chi si trovava già in una condizione di povertà educativa nonché le fasce meno abbienti, impossibilitate ad accedere a dispositivi elettronici e di connessione digitale. Nelle famiglie più disagiate, negli appartamenti di piccole dimensioni, nelle famiglie numerose la contemporaneità dell'orario nei collegamenti, la difficoltà nel seguire i ragazzi da parte di genitori non scolarizzati, ha fatto sì che le disuguaglianze emergessero in maniera prepotente. E di questo siamo tenuti, tutti noi, a rendere conto.

Danno a studenti e studentesse, in particolare ai ragazzi con disabilità, e danno alle madri lavoratrici, allontanate dal lavoro e non sufficientemente supportate, nonostante le misure a loro destinate in termini di smart working e di part time messe in campo dal Governo.

Sulla base di quanto detto possiamo concludere che la scuola in presenza, qualora vengano utilizzati in maniera rigorosa tutti i protocolli di sicurezza è possibile da subito. Certo garantendo la sicurezza, lo abbiamo detto tutti. Quindi test antigenici rapidi, screening della popolazione studentesca come da accordo Stato Regioni del dicembre 2020, installazione di termo scanner, di sistemi per la ventilazione meccanica, mascherine FFP2 per gli studenti e mascherine adatte ai bambini più piccoli.

Vedo quindi le Regioni protagoniste, le Asl e tutti i soggetti che sul territorio possono garantire queste misure. È una grande sfida per tutti la riapertura della scuola, una sfida che deve vedere tutti i livelli istituzionali coinvolti con convinzione e velocità, perché i mesi volano e i ragazzi hanno diritto alla priorità negli interventi.

La scuola in presenza è un presidio fondamentale per la loro salute psicofisica e per la tranquillità dei loro genitori, così provati dal contesto economico e spesso dalla perdita del lavoro

Aggiungo un altro aspetto. Abbiamo vaccinato buona parte dei docenti italiani e del personale scolastico. Questo investimento induce ad una coerenza obbligata, ossia alla riapertura in presenza, per non rendere inutile la priorità data a questa categoria di soggetti rispetto a tanti altri cittadini fragili o in età più avanzata.

Il nostro impegno dunque deve essere quello di supportare tutte le iniziative delle regioni e degli enti locali per implementare il più possibile i protocolli di sicurezza, favorire il potenziamento del trasporto scolastico e del trasporto pubblico, trovare dove possibile ulteriori spazi per decongestionare le classi e favorire la riduzione dei gruppi classe e delle interazioni fra questi.

Dobbiamo tendere quanto prima alla riapertura delle scuole di ogni ordine e grado, anche nelle zone rosse, stabilendo anche, sulla base di esperienze già attive, criteri di flessibilità e tavoli provinciali che garantiscano la sicurezza, sulla base di condizioni che ci aspettiamo vengano fissate al più presto in maniera chiara e con criteri definiti e sostenibili dal punto di vista delle evidenze scientifiche.

La chiusura delle scuole deve essere insomma l'estrema ratio cui ricorrere quando tutte le altre misure di contenimento del contagio siano state esperite senza successo.

Il Partito Democratico sta accanto alle famiglie e ai giovani di questo paese e sente su di sé tutta la responsabilità di questo momento così difficile per l'Italia intera. Non vogliamo che i bambini e gli adolescenti paghino il prezzo più alto della pandemia perché strappiamo loro la conoscenza, le relazioni, il loro equilibrio e le loro opportunità.

La scuola è un diritto intangibile, nostro dovere è garantirla nella modalità più efficace, ossia in presenza.

Alla luce di tutte queste considerazioni annuncio il voto favorevole del Partito Democratico.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nella votazione n. 20 la deputata Cunial ha segnalato che ha erroneamente votato contro mentre avrebbe voluto votare a favore;

nella votazione n. 26 il deputato Saitta ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

nelle votazioni nn. 27 e 35 il deputato Sgarbi ha segnalato che si è erroneamente astenuto dal voto;

nella votazione n. 29 la deputata Lucaselli ha segnalato che non è riuscita a votare contro.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale Ddl 2915-A - odg 9/2915-A/3 364 351 13 176 29 322 94 Resp.
2 Nominale odg 9/2915-A/4 364 354 10 178 29 325 93 Resp.
3 Nominale odg 9/2915-A/5 365 358 7 180 30 328 93 Resp.
4 Nominale odg 9/2915-A/18 374 370 4 186 15 355 91 Resp.
5 Nominale odg 9/2915-A/23 374 373 1 187 31 342 91 Resp.
6 Nominale odg 9/2915-A/24 377 373 4 187 39 334 91 Resp.
7 Nominale odg 9/2915-A/26 381 370 11 186 31 339 91 Resp.
8 Nominale odg 9/2915-A/28 376 370 6 186 30 340 91 Resp.
9 Nominale odg 9/2915-A/29 386 381 5 191 29 352 91 Resp.
10 Nominale odg 9/2915-A/30 399 396 3 199 31 365 91 Resp.
11 Nominale odg 9/2915-A/31 399 397 2 199 31 366 90 Resp.
12 Nominale odg 9/2915-A/36 405 264 141 133 34 230 89 Resp.
13 Nominale odg 9/2915-A/37 398 391 7 196 32 359 88 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale odg 9/2915-A/39 399 390 9 196 33 357 88 Resp.
15 Nominale odg 9/2915-A/40 405 352 53 177 32 320 88 Resp.
16 Nominale odg 9/2915-A/41 402 395 7 198 30 365 88 Resp.
17 Nominale odg 9/2915-A/42 391 387 4 194 40 347 88 Resp.
18 Nominale odg 9/2915-A/43 397 391 6 196 42 349 88 Resp.
19 Nominale odg 9/2915-A/45 407 404 3 203 31 373 88 Resp.
20 Nominale odg 9/2915-A/46 407 403 4 202 32 371 88 Resp.
21 Nominale odg 9/2915-A/47 403 390 13 196 33 357 88 Resp.
22 Nominale odg 9/2915-A/49 403 398 5 200 39 359 88 Resp.
23 Nominale odg 9/2915-A/51 396 392 4 197 33 359 88 Resp.
24 Nominale odg 9/2915-A/53 399 390 9 196 32 358 88 Resp.
25 Nominale odg 9/2915-A/54 398 393 5 197 38 355 88 Resp.
26 Nominale Ddl 2915-A - voto finale 327 320 7 161 285 35 86 Appr.


INDICE ELENCO N. 3 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 35)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nominale Moz. Bella e a. n. 1-449 p.I 286 285 1 143 285 0 83 Appr.
28 Nominale Moz. Bella e a. n. 1-449 p.II 288 286 2 144 260 26 83 Appr.
29 Nominale Moz. Bella e a. n. 1-449 p.III 290 287 3 144 263 24 83 Appr.
30 Nominale Moz.Lollobrigida e a n1-455 rif. pI 288 283 5 142 283 0 83 Appr.
31 Nominale Moz. Lollobrigida e a. n 1-455 p.II 288 283 5 142 122 161 83 Resp.
32 Nominale Moz.Lollobrigida e a. n 1-455 p.III 291 287 4 144 130 157 83 Resp.
33 Nominale Moz. Lollobrigida e a. n.1-455 p.IV 288 285 3 143 129 156 83 Resp.
34 Nominale Moz. Lollobrigida e a. n 1-455 p.V 289 284 5 143 28 256 83 Resp.
35 Nominale odg Ruffino e a. 9/1-00449/1 288 284 4 143 280 4 83 Appr.