XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 495 di martedì 27 aprile 2021

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA EDERA SPADONI

La seduta comincia alle 9.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

SILVANA ANDREINA COMAROLI, Segretaria, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Luigi Di Maio, Gebhard, Lapia, Lupi, Magi, Melilli, Muroni, Pastorino, Schullian, Silli e Tasso sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente 93, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 2120 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 5 marzo 2021, n. 25, recante disposizioni urgenti per il differimento di consultazioni elettorali per l'anno 2021 (Approvato dal Senato) (A.C. 3002​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 3002: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 5 marzo 2021, n. 25, recante disposizioni urgenti per il differimento di consultazioni elettorali per l'anno 2021. Ricordo che nella seduta del 26 aprile ha avuto inizio la discussione generale.

(Ripresa discussione sulle linee generali - A.C. 3002​)

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Massimiliano De Toma. Ne ha facoltà.

MASSIMILIANO DE TOMA (FDI). Buongiorno Presidente, buongiorno sottosegretario, buongiorno colleghi. L'articolo 1 della Costituzione: “L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.” La democrazia è il governo del popolo: questo sacrosanto diritto è il primo ad essere insegnato nei corsi di diritto costituzionale e voi che sedete su questi scranni dovreste ben saperlo, o forse no. È da lungo tempo che, come gruppo di Fratelli d'Italia, proponiamo misure volte a garantire il rispetto del diritto al voto dei cittadini, sancito nella nostra Costituzione. Le nostre non sono critiche sterili, abbiamo sempre teso la mano per il bene dell'Italia e continueremo a proporre soluzioni razionali, logiche e ponderate, nonostante voi continuiate ad ignorarle. I vostri capricci politici stanno costando caro all'intera Nazione e non smetteremo mai di ripeterlo, oltre che a batterci dentro e fuori dal Parlamento. Forse non è chiaro, non siamo in tempo di guerra, anche se un Premier precedente lo sosteneva. Oggi, ad oltre un anno dallo scoppio della pandemia, non possiamo più parlare di emergenza. Come direbbe l'attuale Presidente del Consiglio, Mario Draghi, è un rischio calcolato; ma se è calcolato, dovreste predisporre le misure tali per rendere possibile il ritorno alle urne quanto prima. Non è giustificabile rinviare le consultazioni al mese di settembre del 2021. Come sostiene il professor Fabrizio Pregliasco, virologo e docente dell'Università Statale di Milano, ci sarà una convivenza endemica. Il presidente e amministratore delegato di Pfizer afferma che lotteremo per anni con il virus, che resterà anche dopo il 2022. L'unica arma restano i vaccini per poter raggiungere l'immunità di gregge. Inoltre, la disposizione del comma 1-ter dell'articolo 2, diversamente dal comma 1-bis, non fa espressamente richiamo all'anno 2021, pertanto si valuti l'opportunità di chiarire l'ambito temporale di applicazione delle relative previsioni, che, richiamando l'emergenza COVID-19 e inserendosi nel decreto-legge riguardante le consultazioni elettorali per l'anno 2021, sembrerebbero trovare applicazione con riguardo all'anno 2021. Quindi, cosa accadrà per le prossime legislative del 2023? Continuerete a rinviare l'appuntamento elettorale? Nonostante la vostra sia un'apertura approssimativa e liberticida, il trend è proteso verso l'uscita dalla crisi sanitaria. Per tali ragioni, il differimento temporale delle elezioni continua ad essere, alla stregua del coprifuoco, una scelta politica priva di alcun fondamento scientifico. Non possiamo continuare a procrastinare, dobbiamo ripartire e ricominciare a vivere, coerentemente con tutte le libertà e i diritti costituzionalmente garantiti, che voi avete sospeso o soppresso. Ci sarebbe da parlare di democrazia illiberale, perché anche questo Governo è palesemente contrario alla volontà popolare. Avete privato e continuate a privare la democrazia della sua anima. L'elemento distintivo e costitutivo del modello democratico sono le elezioni libere. Lo abbiamo detto e continueremo a ripeterlo: le elezioni anticipate hanno rappresentato, rappresentano e rappresenteranno l'unica soluzione possibile, perché gli italiani hanno il diritto di votare, come tutto il gruppo di Fratelli d'Italia sostiene da tempo. No, noi non ce ne siamo dimenticati e neanche loro. Da anni ci battiamo per una riforma strutturale più ampia delle istituzioni, noi siamo la destra italiana che difende la Patria e i suoi patrioti. In questa sede è opportuno riportare quanto è accaduto al collega Prisco in Commissione affari costituzionali circa il rinvio in oggetto: a seguito della discussione di appena due articoli e nonostante un comportamento non ostruzionistico di Fratelli d'Italia, la maggioranza ha dato mandato al relatore per impedire di discutere gli emendamenti proposti al testo e di svolgere il nostro lavoro di opposizione; l'ennesimo affronto alla libertà e alla democrazia. Sono sotto gli occhi di tutti la nostra coerenza e la nostra lealtà, ci stanno premiando, siamo grati a tutti quei cittadini che credono in noi, perché ci danno la forza per sostenere le nostre battaglie. La supermedia della scorsa settimana conferma una tendenza che va avanti da mesi ormai: Fratelli d'Italia continua a crescere. Sarà forse questo che temete così tanto? State costruendo le vostre scelte politiche discutibili sulle percezioni e sulle macchinazioni, abbandonando la funzione primaria della democrazia, che è proprio il momento elettorale. Da qui emerge la poca stima degli elettori rispetto al proprio voto, dato durante le elezioni. State perdendo di vista l'importanza del senso della fiducia di cui l'elettore ha bisogno, oltre ad impedire l'esercizio di un diritto fondamentale.

La simmetria dei tempi elettorali delle forme di Governo presidenziali dei soggetti istituzionali, quali Camera, Senato e Presidente, lascia aperto il rapporto con gli elettori. Per ovvie ragioni, gli eletti non si adagiano e gli elettori sono parte attiva che concorre alla gestione della cosa pubblica. Questo meccanismo, negli Stati Uniti d'America, funziona in maniera eccellente, ecco perché ci battiamo per l'elezione a suffragio universale e diretto del Presidente della Repubblica, con poteri di nomina e revoca dei Ministri, che guiderà la politica generale dell'Esecutivo sul modello francese, oltre ad introdurre nel nostro ordinamento la sfiducia costruttiva, in linea con gli ordinamenti tedeschi e spagnoli. Ma è necessario lavorare sulla sburocratizzazione e sulla semplificazione. La finalità del provvedimento è di evitare assembramenti di persone e condizioni di contiguità, che sarebbero in contrasto con le misure di profilassi sanitaria, incluso il distanziamento e di far sì, dunque, che le consultazioni elettorali avvengano in totale sicurezza. Nello specifico riguardano: le elezioni suppletive della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica per i seggi dichiarati vacanti entro il 31 luglio 2021; elezioni ordinarie delle amministrazioni comunali conseguenti alla scadenza naturale del mandato degli organi comunali; elezioni per il rinnovo dei consigli comunali sciolti per mafia; elezioni per il rinnovo delle consigli comunali in alcune sezioni, ove annullate, anche se già indette; elezioni per il rinnovo del consiglio comunale cui debba provvedersi per motivi diversi dalla scadenza del mandato, quando le condizioni che rendono necessario il rinnovo si siano verificate entro il 27 luglio 2021; elezioni degli organi elettivi delle regioni a statuto ordinario, anche se già indette, relative agli organi elettivi per i quali, entro il 31 luglio 2021, si verifichino le condizioni che ne rendano necessario il rinnovo con la proroga della durata del mandato.

Il comma 1-ter dell'articolo 2 stabilisce che per le elezioni del sindaco e del consiglio comunale nei comuni sino a 15 mila abitanti, per la determinazione del numero degli elettori iscritti nelle liste elettorali del comune, non si tiene conto degli elettori iscritti all'AIRE, che non esercitano il diritto di voto. La disposizione mira, dunque, a scomputarli ai fini della determinazione del quorum cui è subordinata la validità delle elezioni dei comuni con meno di 15 mila elettori in cui sia stata ammessa e votata una sola lista. In merito alle fonti giuridiche che dispongono di includere i cittadini iscritti all'AIRE nelle liste elettorali comunali, vi è il combinato disposto tra l'articolo 13 del decreto del Presidente della Repubblica 16 maggio 1960, n. 570, ai sensi del quale sono elettori i cittadini italiani iscritti nelle liste elettorali compilate ai termini della legge 7 ottobre 1947, n. 1058, e successive modificazioni, e l'articolo 11, secondo comma, della legge 7 ottobre 1947, ai sensi del quale i cittadini italiani residenti all'estero, purché in possesso dei requisiti, possono chiedere di essere iscritti nelle liste elettorali o di esservi reiscritti se già cancellati o di conservare l'iscrizione nelle liste, anche quando non risultino compresi nel registro della popolazione stabile del comune. L'inclusione delle liste elettorali di cittadini residenti all'estero fa sì che, specie nei comuni di minori dimensioni e con alto tasso di emigrazione, si renda arduo il raggiungimento del quorum strutturale richiesto per la validità delle elezioni amministrative, con conseguente nullità della procedura elettorale che comporterebbe un commissariamento. L'articolo 48 della Costituzione sancisce il principio dell'universalità del suffragio, inserisce la Repubblica italiana fra gli ordinamenti a vocazione democratico-pluralista e stabilisce l'uguaglianza del valore del voto. È un diritto, oltre che un'esigenza, del cives concorrere alla gestione della cosa pubblica; si tratta della manifestazione del principio della sovranità popolare e della partecipazione politica tipica di un ordinamento democratico costituzionale. Le cause ostative poste dal provvedimento sono, pertanto, inutili, oltre che incostituzionali, perché si escludono i residenti all'estero iscritti all'AIRE che non possono rientrare in patria per esercitare il proprio diritto al voto. Non sono giustificabili tali restrizioni e limitazioni all'esercizio dei diritti fondamentali. Ciò si colloca, a maggior ragione, in un contesto in cui è possibile viaggiare all'estero, ma viene impedito il diritto di esercitare il proprio voto. Si negano trasparenza, imparzialità e onore. Lo Stato deve perseguire l'interesse generale, garantendo e tutelando anche i cittadini residenti all'estero, che non sono figli di un'Italia minore. Ciononostante, nel 2020, si sono concentrate decine di elezioni in tutti i continenti. Oltre alle presidenziali negli Stati Uniti del 3 novembre, il 6 dicembre, in Venezuela, si sono tenute le elezioni legislative; il 18 ottobre, in Colombia, le elezioni presidenziali. Altri Paesi andati alle urne sono stati: Israele, con le parlamentari, il 2 marzo; Singapore, parlamentari, il 10 luglio; Sri Lanka, parlamentari, il 5 agosto; Myanmar, elezioni generali, l'8 novembre; Giordania, parlamentari, il 10 novembre; e diverse Nazioni africane, tra cui Tanzania e Costa d'Avorio. In Nuova Zelanda, il 17 ottobre, si sono tenute le elezioni generali. In Europa, le elezioni municipali si sono tenute in Francia: il primo turno il 15 marzo, il secondo turno il 28 giugno, in 4 mila comuni, nonostante l'altissimo tasso dei contagi. Il 29 febbraio si sono svolte le elezioni politiche in Slovacchia. In Serbia, le elezioni politiche sono avvenute il 26 giugno; il 5 luglio, la Croazia è andata alle urne; il 12 luglio, la Polonia; il 15 luglio, la Macedonia del Nord; il 9 agosto, la Bielorussia. Si sono tenute le elezioni: il 30 agosto in Montenegro, l'11 e il 25 ottobre in Lituania le elezioni legislative e in Moldavia il 15 novembre. L'11 aprile, in Perù, si sono svolte le elezioni presidenziali per l'elezione del Presidente della Repubblica, di due Vice Presidenti, di 130 membri del Congresso della Repubblica e di 5 parlamentari andini. Anche gli stranieri all'estero sono tenuti al voto nelle sedi indicate negli Stati di residenza e l'Italia, che conta una comunità peruviana molto numerosa (91.662 persone nel 2020) non ha fatto eccezioni. Si è votato anche al Forum di Assago nell'hinterland milanese. Secondo fonti consolari, sono stati circa 25 mila andini alle urne, sempre in zona rossa. Ma non sono mancati altri seggi sparsi per l'Italia in città come Genova, Bologna, Perugia. Non ci sarebbe nulla di strano, se gran parte dell'Italia non fosse stata in zona rossa e il Governo non avesse impedito e continuasse ad impedire ai soli italiani di andare a votare. Fratelli d'Italia ha prontamente denunciato l'accaduto, sottolineando come ci siano differenti pesi e misure.

Il voto in Italia per il rinnovamento delle amministrazioni comunali è stato rinviato all'autunno per evitare, forse, assembramenti e ridurre il rischio di contagio, ma gli stranieri sono andati al seggio. Su questo punto si sono battuti i colleghi di Fratelli d'Italia, Augusta Montaruli e il Vice Presidente della Camera dei deputati, Fabio Rampelli, che hanno denunciato quanto accaduto a Torino e a Roma. Le restrizioni sui distanziamenti e lo stop all'esercizio del voto valgono solo per gli italiani? Tutto questo è avvenuto in zona rossa, in un Paese in cui il COVID-19 è stato considerato un ostacolo alle urne e, poche settimane dopo, la decisione di rinviare le elezioni amministrative. L'unico Paese al mondo che non ha rispettato le scadenze elettorali è l'Italia e ci sarebbe seriamente da chiedersi il perché. Ritengo lecito sottolineare che gli italiani si sono, comunque, recati alle urne il 20 e il 21 settembre 2020 per il referendum costituzionale confermativo sul taglio dei parlamentari in piena pandemia, rispettando tutti i protocolli sanitari. Nelle stesse giornate, gli italiani si sono recati alle urne per le elezioni regionali che hanno interessato sei regioni a statuto ordinario: la Campania, la Liguria, la Puglia, la Toscana, il Veneto, le Marche, strappate alla sinistra dal presidente Acquaroli, e una regione a statuto speciale, la Valle d'Aosta. In 962 comuni italiani, si è votato per le elezioni di nuovi sindaci e consiglieri comunali e l'affluenza degli elettori è stata notevole, basti riportare alcuni esempi: Venezia 62,24 per cento, Matera 70,92 per cento, Trani 68,24 per cento, Fermo 67,91 per cento, Reggio Calabria 67,03, Macerata 65,35, Arezzo 66,96, Crotone 67,64. Il 53 per cento degli aventi diritto al voto lo ha esercitato per decidere le sorti dei nostri territori. Il vostro approccio, però, non ha fatto altro che fomentare un fenomeno ormai dilagante e preoccupante: l'astensionismo crescente. Gli italiani sono sfiduciati, perché credono che la propria voce non conti nulla. Come dargli torto se impedite loro di recarsi alle urne? Perché non poter votare ora per le elezioni comunali e circoscrizionali, per le elezioni suppletive della Camera e del Senato, per le elezioni degli organi elettivi delle regioni a statuto speciale?

Complessivamente, i numeri della consultazione elettorale nel 2021 sono i seguenti: comuni al voto, 1.316 su 7.904 comuni italiani, il 16,6 per cento; appartenenti a regioni a statuto ordinario, 1.131 su 1.316, l'85,9 per cento; appartenenti a regioni a statuto speciale, 185 su 1.316, il 14,1 per cento; comuni superiori a 15 mila abitanti, 130 su 1.316, il 9,9 per cento; comuni inferiori ai 15 mila, 1.186 su 1.316, il 90,1 per cento; capoluoghi di provincia 20, di cui 6 capoluoghi di regione. L'elenco dei comuni che si accingeranno ad eleggere i propri sindaci è ancora provvisorio, perché a questi si aggiungeranno altre eventuali amministrazioni i cui consigli comunali saranno sciolti entro il 27 luglio 2021. Prendiamo l'esempio di Roma capitale, la mia città. Perché non è stata commissariata in attesa di indire nuove elezioni? Questi cinque mesi in più non possono essere giustificati in virtù della crisi sanitaria; sono palesemente l'espressione di una scelta politica, quindi, l'amministrazione dovrebbe essere solo di natura ordinaria.

La nostra non è un'opposizione sterile, offriamo sempre proposte al servizio del Governo; la pandemia ha radicalmente cambiato le nostre vite e le nostre abitudini; le restrizioni in termini di movimenti e contatti fisici con le persone hanno avuto un impatto notevole sulla società. In un mondo dove si devono limitare il più possibile i contatti umani è stato necessario trovare nuovi punti di riferimento e tra questi figurano gli strumenti offerti dal mondo della rete. La flessibilità del lavoro agile, la possibilità di gestire in modo idoneo la vita lavorativa e quella privata hanno permesso di aumentare la produttività e la possibilità di lavorare nel minor tempo possibile. Il dottor Marco Schirripa, assegnista di ricerca del diritto pubblico comparato presso l'Università degli studi Mediterranea, di Reggio Calabria, ha svolto un eccellente ed interessantissimo lavoro di ricerca al riguardo; dall'inizio del nuovo secolo, lo sviluppo della rete è diventato sempre più importante e il voto elettronico una necessità sempre più frequente. L'esercizio in modalità elettronica sta prendendo sempre più piede, anche nei Paesi di tradizione democratica, seguendo varie modalità. L'esplicazione del diritto con la matita copiativa e i verbali di centinaia di pagine da compilare non assicurano alcuna certezza assoluta; non è garantita l'affidabilità dei risultati, come emerge dalle contestazioni che spesso nascono all'indomani dello spoglio delle schede, oltre ai casi di brogli elettorali denunciati negli anni.

Anche il voto elettronico necessita del rispetto di determinati principi e standard internazionali per potersi ritenere democratico, così come quello esercitato in forma cartacea. È chiaro che l'adozione del voto elettronico richieda un adeguato investimento economico, e non, iniziale.

Per la buona riuscita bisogna valutare diversi aspetti: la votazione elettronica non può affermarsi in Paesi in cui non vi sia una adeguata cultura digitale, pertanto, il ricorso a questo strumento dovrebbe avvenire all'interno di una strategia generale di digitalizzazione, anche, della pubblica amministrazione e di snellimento delle procedure burocratiche, come si evidenzia nel PNRR che rappresenta un'importante opportunità in questi ambiti. Tra i Paesi europei, l'Estonia è esemplare, in qualità di Stato tecnologicamente avanzato, grazie soprattutto all'informatizzazione dei servizi, per aver messo in atto l'innovativo processo del sistema al voto elettronico. La Svizzera, poi, è la Nazione in cui l'impiego della modalità di voto elettronico ha ricevuto più consensi; l'approccio al voto elettronico è stato molto graduale; anche qui, come in Estonia, si è mantenuto il metodo del doppio binario, consentendo cioè agli elettori di votare anche presso il seggio elettorale con buoni risultati, dove vi siano speciali procedure crittografiche che il meccanismo di verificabilità individuale, che offre all'elettore maggiore trasparenza sul corretto svolgimento dello scrutinio. Nel panorama europeo va menzionato anche il Belgio in cui la tecnologia elettronica è stata adoperata per le consultazioni elettorali, da molto tempo. Si tratta, infatti, di uno dei primi Paesi ad aver applicato un sistema di voto elettronico di tipo “presidiato”.

In linea generale i vantaggi registrati sono stati diversi: l'impossibilità di esprimere un voto nullo; i risultati sono stati ottenuti più rapidamente; si sono evitati i ritardi tipici dei voti espressi per corrispondenza; è stata garantita la possibilità di esercizio autonomo del diritto degli elettori con esigenze particolari, ad esempio, le persone fragili. Per la buona riuscita bisogna necessariamente affidarsi ai sistemi di ultima generazione, oltre ad investire su piattaforme che assicurino trasparenza e fiducia nelle operazioni elettorali.

Gli scopi dell'utilizzo del voto elettronico sono stati indicati in una raccomandazione del Consiglio d'Europa del 2017, ossia: consentire agli elettori di esprimere il proprio voto da un luogo diverso dal seggio elettorale nel loro distretto di voto; facilitare la votazione da parte dell'elettore; facilitare la partecipazione alle elezioni e ai referendum dei cittadini aventi diritto di voto e di residenza o di soggiorno all'estero; ampliare l'accesso al processo di voto per gli elettori con disabilità o coloro che hanno altre difficoltà ad essere fisicamente presenti in un seggio elettorale e a utilizzare dispositivi disponibili lì; aumentare l'affluenza alle urne, fornendo canali di voto aggiuntivi; allineare il voto ai nuovi sviluppi della società e al crescente utilizzo delle nuove tecnologie, come mezzo di comunicazione e impegno civico, nel perseguimento della democrazia; ridurre nel tempo i costi complessivi delle attività elettorali, per lo svolgimento di elezioni o referendum; fornire risultati di voto in modo affidabile e più rapido; fornire all'elettorato un servizio migliore, offrendo una varietà di canali di voto.

Sarebbe auspicabile intraprendere un percorso graduale, per step successivi e non nascondersi dietro al sistema di voto tradizionale cartaceo, a cui siamo tutti abituati, in quanto non scevro da falle del sistema. Basti pensare alla tracciabilità del voto cartaceo, ai brogli dello scrutatore, come il classico caso di riempimento di schede bianche, all'errore nell'esprimere la propria preferenza e alle operazioni di scrutinio che arrivano spesso in differita. L'impegno deve essere quello di rendere il più agevole possibile il processo di innovazione, al fine di prepararsi al futuro e adattarsi alle nuove generazioni.

Oserei dire che si teme l'esito delle elezioni; rimandare le elezioni nella finestra temporale che va dal 15 settembre al 15 ottobre non è stato un buon segnale di rispetto verso i nostri concittadini. Possono festeggiare il 25 aprile o il prossimo 1° maggio senza i controlli e i protocolli sanitari, mentre le libere elezioni non possono essere organizzate in piena sicurezza. In tutto questo contesto, come verrà svolta la campagna elettorale e con quali protocolli? Questo è uno dei punti che bisogna toccare, perché ci troveremo ad affrontare, nei prossimi mesi, nelle settimane davanti a noi, una campagna elettorale importante, determinata e, soprattutto, con obblighi che necessariamente tutti noi dovremo rispettare e far rispettare ai nostri cittadini. Soprattutto, bisogna pensare anche all'utilizzo delle scuole, perché ovviamente la scuola, in tutto ciò, con i suoi locali, le riaperture, con tutto quello che si potrebbe creare, presenta difficoltà di cui bisogna tener conto. Come dicevo precedentemente, ci sono determinati punti che vanno svolti e pensati per il prossimo futuro, perché le prossime generazioni dovranno avere davanti a loro un obiettivo, un obiettivo di una crescita che molte volte qui in quest'Aula viene discussa, ma mai applicata.

Quindi, è questo il motivo che mi spinge, più che altro, ad evidenziare i motivi suesposti, per le posizioni espresse dalla presidente di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni: noi saremo sempre al fianco della democrazia per migliorare le istituzioni e il futuro delle generazioni presenti e future (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Paolo Trancassini. Ne ha facoltà.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Presidente, sottosegretario - paziente - Scalfarotto, relatrice e sparuti colleghi che mi accompagnate in questo racconto del rinvio della democrazia, di un decreto che, di fatto, sospende, ancora una volta la democrazia in questa Nazione e la rinvia. La rinvia per adesso al 15 settembre, al 15 ottobre, in barba alla Costituzione, in barba a quello che sono i dettati principali della nostra Nazione. Siamo, come vede, sottosegretario, in un'Aula vuota, ma lo dico con tranquillità, con serenità. Lo dico, però, per denunciare una deriva, alla quale ci siamo prestati un po' tutti, la deriva al qualunquismo grillino, perché in questo momento noi non stiamo lavorando, non risulta, non è censito da nessuna parte. In questo momento nessuno di noi presenti, né io che parlo né voi, risultiamo che stiamo facendo il nostro lavoro, che stiamo adempiendo al nostro mandato. Così come non risulta quando incontriamo la gente, quando stiamo per strada, quando riceviamo le persone, quando parliamo con le associazioni di categoria e così come quando scriviamo emendamenti o, magari, ci cimentiamo con la bellissima azione di scrivere addirittura una legge. Non esiste tutto questo, esiste soltanto quando pigiamo un tasto. E quel tasto farà la differenza fra chi è stato e chi è bravo parlamentare e chi invece non lo è stato. Una bugia enorme, una rappresentazione falsa e clamorosa, alla quale questo Parlamento si è prestato e si presta. Io mi auguro che non si presterà più, per restituire credibilità a tutti noi, per dare spessore a chi interpreta nel modo migliore il ruolo di parlamentare, ci si dedica, ci si appassiona, rispetto a coloro che invece scaldano una sedia e, poiché però non hanno altro da fare e soprattutto non hanno altro da dire, pigiano quel tasto, con una puntualità tale che li fa diventare i più bravi rispetto a tutti quanti noi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Perché dico questo? Perché il tema centrale, sempre, è la credibilità della politica. Io sono entrato in Parlamento, passando dal ruolo di sindaco a parlamentare, e mi sono svegliato una mattina e non ero più credibile, perché il sindaco è credibile per definizione, il sindaco la gente lo vede, lo tocca, ci parla, va a casa. Il sindaco è uno che sta in prima linea e, quindi, il sindaco è un politico buono, un politico pratico, un politico serio, un politico che non pigia tasti, ma fa tutti i giorni e pensa tutti i giorni alla sua comunità, chi bene, chi male, chi più, chi meno, ma comunque ci pensa. E, invece, il parlamentare no. Il parlamentare non è credibile; il parlamentare è un raccomandato, una persona che entra in un palazzo dorato. E questo spiega perché nelle ultime elezioni la metà della gente non ha votato. La metà della gente non ha votato perché non crede più nella politica e poi, di quella metà, gran parte, un 30 per cento, ha votato per l'antipolitica, sperando e pensando che quel partito venisse qua dentro a scardinare tutto, a rompere la famosa scatoletta di tonno. Però, se noi partiamo da questo presupposto, cioè che il tema è la credibilità della politica, noi dobbiamo essere credibili, non dobbiamo essere strategici in quello che facciamo. Dobbiamo pensare che ogni atto, ogni nostra esternazione deve essere percepita all'esterno come qualcosa che abbia un filo conduttore, che abbia una sua razionalità, che abbia una sua credibilità. Invece, se siamo strategici, se siamo altro, se cerchiamo di aggirare l'ostacolo, continuiamo a favorire la scarsa credibilità della politica e l'assenza della credibilità della politica. Questo decreto, questo tergiversare, questo non voler votare, mi dispiace, ma va in quella direzione. Come fa un cittadino a fidarsi di una classe politica che decide di non farlo votare? Che si riempie la bocca magari di grandi concetti, roboanti concetti, della Costituzione, della democrazia parlamentare, della sovranità che appartiene al popolo, però, poi, di fatto, non glielo fa fare. Di fatto, non lo fa e non lo fa strategicamente. Infatti, usciamo fuori dall'ipocrisia: non si vota perché non vi conviene, non si vota perché avete paura delle urne. Perché, altrimenti, non si spiegherebbe perché non avete condannato in maniera feroce le elezioni che ci sono state negli Stati Uniti. Vi sareste dovuti indignare e la sera avremmo dovuto trovare in prima serata, tutti insieme appassionatamente, tutti i virologi che ci riempiono le serate, a condannare questa follia di questa democrazia statunitense, che decide di votare in un momento in cui non si può, non si deve! E invece no, in quella occasione abbiamo assistito al coro unanime di soddisfazione, di felicità perché Biden aveva sconfitto Trump e la pandemia, di colpo, è sparita dagli orizzonti dei politici italiani e, per la verità, anche dei virologi. Il tema della credibilità della politica è un tema centrale. Lo abbiamo visto ieri, perché io, sottosegretario, mi sono fatto un'idea del fatto che il PNRR non è venuto in Parlamento. Voi d'Italia Viva siete stati molto abili - glielo dico con simpatia - a fare un discreto gioco delle tre carte, nel senso che Conte è stato mandato a casa perché non condivideva con il Parlamento questo Piano. Eppure qualcosa ci aveva fatto vedere, eppure il Piano lo abbiamo discusso in Commissione. Draghi non ce l'ha proprio portato. Quindi, io ieri mi sarei aspettato almeno una piccola critica da parte vostra, ma da parte di tutti i cultori della democrazia parlamentare, sul fatto che il PNRR, di fatto, non ha trovato ospitalità, perché il fatto non è portarlo all'interno del Parlamento. Noi qui non siamo dei passacarte, noi siamo dei parlamentari che devono discuterlo, che devono avere la possibilità di emendarlo, che devono avere la possibilità di portare quelle proposte che gli provengono dai mondi che ognuno di noi rappresenta, siano essi associazioni di categoria oppure più semplicemente cittadini. Ebbene, io mi son fatto un'idea sul fatto che Draghi non lo abbia portato in Parlamento. Draghi non l'ha portato in Parlamento, non perché non c'era tempo e nemmeno perché temeva il confronto con le opposizioni, perché noi siamo un'opposizione costruttiva. Il presidente Meloni ha incontrato Draghi e ha portato delle proposte sensate a nostro avviso, ma che possono essere prese in considerazione o meno dal confronto. Non credo che Draghi si sarebbe sottratto, perché comunque un confronto costruttivo avrebbe stanato tutti e avrebbe messo tutti in condizioni di dover essere seri, perché, quando parliamo di 220 miliardi e del futuro dei nostri nipoti, non si può scherzare. Draghi non ha portato il PNRR in Parlamento perché non si fida della sua maggioranza, perché ritiene che la sua maggioranza non è più maggioranza nel Paese. Ma me lo spiega, sottosegretario Scalfarotto, che senso ha venire qui e confrontarsi con una forza che è apparentemente del 30 per cento e che nel Paese è del 10? Perché io debbo interfacciarmi con una forza politica che, di fatto, è sgretolata in mille rivoli e non esiste più? Draghi ieri ha sancito, con questo fugace passaggio, la poca credibilità del Parlamento. Non ha soltanto, a mio avviso - quello l'ha fatto più Fico -, dato uno schiaffo alla democrazia parlamentare: ha semplicemente certificato che con questo Parlamento non ha senso confrontarsi, perché non è più maggioranza nel Paese. Peccato che tutto questo normalmente si fa con le elezioni. Quando si prende atto che un Parlamento non risponde più alle maggioranze e alla maggioranza del popolo, si dà la parola al popolo. Questo però non è avvenuto. E la credibilità della politica non la recuperiamo quando c'è la ricerca affannosa della vittoria, perché anche questo va sistematicamente in scena in Italia. Adesso c'è la grande novità del rinvio, che il virus vi permette, ma in precedenza ci sono state una serie infinita di riforme elettorali e, cioè, noi facciamo i sondaggi, cerchiamo di capire come possiamo vincere e, poi, cambiamo le regole: una volta possiamo prendere la palla con le mani, un'altra volta la possiamo prendere solo con i piedi, una volta si fa la squadra, un'altra volta non si fa la squadra. Infatti, questo fa il Partito Democratico in questa Nazione e mi dispiace che voi del MoVimento 5 Stelle vi prestate a questi giochi e giochetti, che di fatto hanno sempre di più allontanato la gente dalla politica, perché la gente non capisce, perché una volta si metteva la preferenza e adesso non si mette più, perché si va in coalizioni e poi non ci si va più, perché c'è il maggioritario e poi il proporzionale. E assistiamo agli stessi soggetti, persino coloro che danno il nome alla legge, che poi vanno in televisione a dire che quella legge non va più bene. Non va più bene, perché i sondaggi non sono più positivi. Ma come fa oggi un cittadino a credere a questa politica? Come fa a credere a questo mondo che noi in qualche modo rappresentiamo?

La continua ricerca del modo per vincere. In tutto questo la perversione, sottosegretario Scalfarotto, è che in realtà, poi, diventa un atto clamoroso di masochismo, perché, se si fosse votato due anni fa - quando dicevamo noi - il Partito Democratico avrebbe avuto più voti e il MoVimento 5 Stelle avrebbe avuto più voti. Perché poi, alla fine, la gente, la maggioranza silenziosa di questa Nazione, le opinioni se le fa, ci arriva alla conclusione che si balla sul Titanic. Si pensa che tutto quello che succede qua dentro fuori non arriva e non arriverà mai, non naufragheremo mai, non arriverà mai la resa dei conti. Noi ci auguriamo che questa resa dei conti arrivi, arrivi quanto prima, per restituire credibilità, serietà a questa nostra classe politica. Troppo facile - l'hanno fatto i colleghi - dirvi quanto si è votato in Europa, nel mondo, in Germania, in Croazia, Slovacchia, Polonia, Regno Unito, in Giordania, Nuova Zelanda, Francia, Israele, Colombia, Singapore, Montenegro, e così via. Ma - io dico - come si fa a sostenere che bisogna rinviare le elezioni con tutto quello che ci succede intorno? Vede, relatrice, anche su questo emerge una arroganza della dialettica politica, cioè la verità è che io faccio quello che voglio, perché io sono maggioranza e non ho bisogno di argomentarla. Guardi, questo - glielo dico con sincerità - mi ha veramente sorpreso, del MoVimento 5 Stelle, e cioè la spregiudicatezza, la consapevolezza che, avendo un numero alto si può fare tutto, si può essere spregiudicati al punto di sostenere che non si vota solo in Italia. Ebbene sì, lo decido io, non si vota solo in Italia. Mi ricordate, simpaticamente, i Blues Brothers, che dicevano che erano in missione per conto di Dio, ogni volta che li fermavano, e cioè voi pensate di essere in missione per conto di Dio, per cui potete fare quello che volete. Però, in questo modo - glielo dico - ogni giorno avvalorate una tesi devastante, e cioè che esiste una forma, gravissima, di disonestà intellettuale, che è disonestà. Perché quando si dice di fare una cosa e poi non la si fa, quando si prendono degli impegni con gli elettori e poi non si mantengono, mi dispiace, ma si è disonesti.

PRESIDENTE. Collega, si rivolga alla Presidenza, grazie.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Sì, Presidente, suo tramite, sottolineo questo aspetto, perché secondo me è dirimente. Guardi, io penso che la crisi politica dei partiti di maggioranza derivi sostanzialmente da questo: dalla mancanza di una correttezza, di una onestà intellettuale. Perché qualcuno glielo dovrà spiegare agli italiani che vogliono votare perché in tutte queste Nazioni si è votato e noi non votiamo. Non può essere semplicemente un decreto, un'alzata di mano e un atto di arroganza politica, deve essere argomentato e, se non lo argomentiamo - come voi normalmente fate -, vuol dire che siete disonesti intellettualmente. Vede, le elezioni le avete volute evitare anche quando non c'era la pandemia. Quel passaggio lì non è che ce lo possiamo dimenticare, perché c'è stato un passaggio chiaro, dopo la fine del Governo Conte, in cui questa Nazione non aveva un Governo, non c'era, diciamo, all'orizzonte nessuna possibilità di formarlo quel Governo; eppure, con una alchimia incredibile, alla quale voi stessi avete fatto fatica a credere prima e a digerire poi, avete fatto una conversione a U rocambolesca, incredibile, innaturale, e avete fatto un Governo, il Governo giallorosso, che aveva un solo scopo - lo avete detto -: non si può andare a votare. Guardate, questo concetto veramente va sottolineato, è il concetto della massima espressione dell'arroganza politica, e cioè voi avete argomentato qui dentro, sui social e con la vostra gente: noi l'accordo col Pd l'abbiamo dovuto fare, mica potevamo far vincere le destre. Come se, come se il popolo non può decidere quello che è il suo Governo. Ma che stiamo scherzando? Il popolo va bene, se vota per me. Il popolo va bene, se dà il suo consenso per un Governo fatto da me, fatto anche da me. E lo avete fatto diventare un argomento dialettico. Io sono rimasto sinceramente sorpreso di questo, cioè l'arroganza vi ha preso la mano, non ve ne siete nemmeno resi conto. Ma come si fa a dire: “Noi dobbiamo fare per forza un Governo con il Partito Democratico, con il quale ci siamo querelati fino a ieri, perché altrimenti vincono la Lega, Fratelli d'Italia e Forza Italia”. Come dire: lavoriamo per cercare di convincere questa gente a cambiare idea; se non ci riusciamo, cambieremo legge; se non ci riusciamo con le leggi, non faremo votare. Quello che state facendo. Poi, ripeto, ci domandiamo perché la gente non vota, perché la gente si allontana dalla politica. Questo vostro tergiversare, questo vostro cercare in tutti i modi di mettere la palla in fallo laterale, in una sorta di melina, che, probabilmente, speriamo, non andrà oltre il 2023 - perché poi alla fine, insomma, la resa dei conti ci sarà - certo è che non restituisce credibilità alla politica. Eppure, a seguire il vostro ragionamento - che noi rinviamo perché siamo l'unica Nazione che pensa che il virus si trasmetta nelle urne -, basterebbe mettere i seggi sull'autobus, nei vagoni della metropolitana. Potrebbe essere una proposta, perché questo ormai il Governo Conte 2 e Draghi lo hanno certificato: l'unico posto dove non c'è il virus, dove non si trasmette il virus, è sul servizio pubblico, e allora mettiamoci i seggi all'interno del servizio pubblico. Perché, vede Presidente, anche questo non è credibile, non è credibile poter entrare in un piccolo negozio di un Bangladesh di due metri per due in 4-5 persone e non poter prendere un caffè al bancone del bar, dover andare a casa a chiudersi in coprifuoco alle 22, però poi salire su un vagone della metropolitana strapieno di gente, in uno schizofrenico, incredibile, illogico approccio a questa materia, per cui si sostiene tutto e il contrario di tutto. Questo certamente non aiuta, rispetto alla credibilità della politica. In realtà queste - come dicevo - sono semplicemente delle scorciatoie, è una strategia, la vostra. Vi siete fatti due conti, avete guardato le città che vanno al voto - poi diremo anche di quella più importante - e avete deciso che non conveniva e quindi, intanto, prendiamo tempo. Questo è un po' il filo conduttore di tutta la vostra politica: non siamo in condizione di affrontare la pandemia, chiudiamo la gente dentro casa; non riusciamo a fare la campagna vaccinale, lasciamo il coprifuoco; abbiamo delle difficoltà rispetto alla gestione delle persone e gli assembramenti, eliminiamo il problema alla radice, chiudiamo la gente dentro casa alle 22, e cioè una strategia al ribasso, di chi non ha la capacità, la maturità e la competenza per misurarsi con i problemi. Perché andare a votare lo capisco che è un problema, ma va affrontato, va affrontato, come hanno fatto tutte le altre Nazioni, va affrontato con il distanziamento, va affrontato magari spalmandolo in tre giorni anziché due, affrontandolo con una serie di correttivi. Non si può pensare che, di fronte a un problema, noi lo aggiriamo e non lo affrontiamo, perché, altrimenti, il sospetto che tutto questo avvenga per convenienza diventa reale. Perché io sono convinto che, se in questo momento le grandi città fossero governate dal centrodestra, avreste fatto votare in primavera e avreste ovviamente sostenuto le vostre ragioni in linea con tutte quelle che sono le altre Nazioni europee e non solo. Si vota questo decreto, che rinvierà molte elezioni, tra cui quella per la capitale. Roma esce già umiliata dal PNRR: una vergogna, una pagina brutta, anche qui una pagina di demagogia.

Quando abbiamo proposto l'ordine del giorno su Roma Capitale, che hanno sottoscritto tutti i partiti, è stata protocollata una serie di leggi a sostegno di Roma. Roma ha bisogno di una sua normativa precisa, Roma ha bisogno di uno strumento, di una legge costituzionale. Sì, Roma ha bisogno di fondi come tutte le altre capitali, Roma ha bisogno di fondi maggiori per essere la locomotiva d'Italia perché il tema non è Roma, il tema è la capitale d'Italia. Lo abbiamo posto con forza, lo abbiamo posto veramente con la massima forza politica e pensavamo di esserci riusciti nella prima stesura del PNRR, facendo inserire un capitolo che slegasse Roma dal Giubileo e dagli eventi. Non si deve intervenire su Roma perché ci sarà il Giubileo, si deve intervenire su Roma perché è la Capitale, perché tutte le Nazioni, soprattutto quelle europee, per la Capitale hanno fondi diversi, maggiori, attenzioni diverse dal momento che ne riconoscono, non solo il ruolo politico ma anche il ruolo di traino, di forza, di credibilità.

Voi l'avete umiliata perché avete di fatto cancellato nel PNRR le attenzioni verso Roma, l'avete svilita con una mancia che è stata inserita all'ultimo momento e che certamente non restituisce alla città quella credibilità di cui avrebbe bisogno. Oggi la umiliate per la seconda volta, ha ragione il collega De Toma: una politica seria avrebbe commissariato Roma perché i cittadini hanno dato un mandato che è scaduto; eppure, permettete alla Raggi di governare per altri mesi. Lo dico da romano, sapendo di non poter essere smentito: noi abbiamo avuto un pessimo sindaco e consentire alla Raggi di mantenere quella carica per altri mesi è un danno che si arreca alla città, un danno che si arreca ai cittadini. Abbiamo perso credibilità, abbiamo perso la stima generale, mondiale, non siamo stati capaci di gestire eventi, anche quelli banali. Io penso che, se dovessi definire, raccontare e spiegare l'incapacità della Raggi, lo farei con il seguente esempio: noi non siamo stati capaci di vedere l'arrivo del Giro d'Italia, nonostante il circuito fosse ben delineato, chiaro, di pochi chilometri. I ciclisti, a metà del primo giro, si sono fermati perché le buche non erano state tappate; eppure, si sapeva che il Giro d'Italia - non Paolo Trancassini con la sua macchina - il Giro d'Italia sarebbe passato in quel mini circuito; nonostante ciò, nessuno si è preso la briga di chiudere le buche; una sciatteria, un anonimato della città più bella del mondo, la città più importante del mondo dal punto di vista della cultura e dei monumenti non meritava questo anonimato e soprattutto non merita questo rinvio. Credo che questo sia un danno che si sovrappone all'ipocrisia - lo dico con molta decisione e anche con molta serenità - all'ipocrisia di tutti i partiti politici che hanno chiesto una legge per Roma capitale e, alla prova dei fatti, il PNRR non sono stati capaci di essere vicini a Fratelli d'Italia per far arrivare a Roma Capitale quelle risorse di cui una capitale - non Roma, una capitale - ha bisogno. Allora qual è il fine di questa legge?

Prima di avviarmi a concludere, vorrei innanzitutto ringraziare il collega Prisco per il lavoro svolto in Commissione, l'instancabile collega che si è caricato sulle spalle questi e altri provvedimenti. Vorrei inoltre ringraziare anche tutto il gruppo di Fratelli d'Italia perché noi oggi siamo l'unica voce fuori dal coro e a me sembra che tutto quello che dicono i parlamentari di Fratelli d'Italia abbia sempre un senso. C'è sempre una ricerca dietro ad ogni intervento, anche quello di un minuto, e io penso che tutto questo faccia il bene del Parlamento. Può essere stancante - sicuramente per il paziente sottosegretario Scalfarotto lo è - però credo che un Parlamento muto, silenzioso e silenziato non darebbe credibilità alla politica; e grazie a tutti gli interventi che ci sono stati e che ci saranno da parte dei colleghi. Su questo tema, ma anche su altri temi, continueremo ad essere quella voce fuori dal coro che fa la differenza, soprattutto quando il coro è stonato, come in questo in questo caso. Non abbiamo avuto paura e difficoltà di stare all'opposizione e proprio per questo continuiamo a sollecitare il dibattito nella speranza che qualcuno ci risponda e che abbia la voglia e il coraggio di confrontarsi con noi. Anche questo, Presidente, è un altro elemento che secondo me oggi manca alla politica: il coraggio. Infatti, ci vuole coraggio per affrontare certi temi, per rompere certi schemi, per avere anche la forza di dire: andiamo a votare perché è ciò che vuole il popolo. Non utilizziamo la solita strategia, non chiudiamoci all'interno delle logiche del Palazzo che fino a ieri sono state prese in considerazione. Ci vuole coraggio per fare le riforme, ci vuole coraggio per rompere gli schemi, ci vuole coraggio per dire ad un dirigente: questa legge la faccio da solo. Il tema del coraggio è un tema sicuramente centrale e noi oggi non lo sosteniamo se scegliamo la brutta scorciatoia del rinvio, scegliendo di non votare, scegliendo di non lasciare al popolo quella sua prerogativa. Ho sentito che uno dei temi evidenziati rispetto a questa problematica è quello del distanziamento: non si può votare perché oggi dobbiamo fare attenzione al distanziamento. Sono convinto tuttavia che l'unico distanziamento che raggiungiamo in questa ottica sia il distanziamento dal popolo, ce ne stiamo rendendo conto in questi giorni.

Credo che a tutti quanti voi la gente faccia più o meno sempre la stessa domanda: vi rendete conto di quello che sta succedendo fuori? Avete la consapevolezza di come siamo ridotti? Avete la consapevolezza di come stanno le aziende? Lo dico tramite lei, signor Presidente, ai rappresentanti del Movimento 5 Stelle e lo dico veramente con molta serenità: il Palazzo da quando siete entrati voi si è allontanato dal popolo, non si è avvicinato e questa è la più grande responsabilità che avete.

Voi dovevate aprirlo, dovevate mettere le porte di cristallo, invece siete stati molto abili. Infatti, se ci fate attenzione, siete stati abili a rappresentare all'esterno tutto quello che accadeva qui dentro, quando eravate opposizione, e siete altrettanto abili oggi a non fare arrivare all'esterno tutto quello che fate qui dentro adesso, con una straordinaria capacità di invertire la vostra comunicazione. Lo vedo, seguendo anche sui social: mi capita spessissimo di avere vicino persone che non dicono mezza parola e poi magari sui social vedo che si spacciano per coloro che hanno passato nottate di sofferenza nell'approvazione di questo o di quel decreto.

Ecco, credo che questa sia una grande responsabilità che avete ed è una grande responsabilità che vi caricate sulle spalle anche con questo decreto: il distanziamento rispetto al popolo. Dovevate avvicinare l'istituzione al popolo, ma in realtà, anche con questo decreto ribadite la vostra vocazione in base alla quale l'importante è che tutto questo vada avanti, l'importante è che si rimanga chiusi qui dentro e, se il popolo anche questa volta rimane distante, non cambia nulla e noi continueremo ad andare avanti.

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Concludo, signor Presidente. Ci sarà sempre Fratelli d'Italia che vi richiamerà alla vicinanza al popolo e soprattutto al rispetto della nostra Costituzione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il deputato Ciro Maschio. Ne ha facoltà.

CIRO MASCHIO (FDI). Grazie, Presidente. Credo sia opportuno ricordare ancora una volta cosa dice l'articolo 1 della Costituzione: “L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”.

Credo che questo articolo fissi in modo chiaro e non opinabile che cosa significhi democrazia e sovranità. Oggi questo articolo, se dovessimo guardare a come voi state gestendo il potere in questa Nazione, dovrebbe essere riformulato in altro modo e cioè si dovrebbe dire che l'Italia è diventata una dittatura sanitaria, fondata sui verbali secretati del CTS e sul coprifuoco, perché questo è quello che sta avvenendo ormai da più di un anno. In una situazione di totale mancanza di trasparenza nella condivisione dei dati, Fratelli d'Italia ha dovuto fare ricorso al TAR per accedere a dei verbali che dovevano essere dati e trasmessi immediatamente e che dovevano essere a conoscenza del Parlamento. Quindi, anche i criteri in base ai quali vengono elaborati i dati, su cui qualcuno spesso, prima ancora di consultare il Parlamento, decide le chiusure. Si tratta di dati che non sono oggetto di informazione trasparente e di condivisione. Siamo a tutti gli effetti in una situazione di democrazia sospesa e anche quando il Presidente della Repubblica ha tentato di fornire una motivazione plausibile al fatto che, alla caduta del Governo giallorosso, non si sarebbe potuti tornare ad elezioni, ha argomentato affermando che non si possono creare situazioni di assembramento, non si possono svolgere le elezioni per il pericolo di far nuovamente aumentare il contagio e, quindi, la permanenza della situazione di pandemia in Italia. Si tratta di motivazioni che noi più volte abbiamo contestato, abbiamo ritenuto non fondate, che non fossero le vere motivazioni per le quali in Italia, da più di un anno a questa parte, vengono sospese sostanzialmente quasi tutte le consultazioni elettorali, con la sola parentesi del settembre scorso. E a dimostrazione del fatto che queste motivazioni sono motivazioni politiche e non ineccepibili motivazioni sanitarie, basta confrontare e osservare quello che sta accadendo in tutto il resto del mondo. Nel 2020 e nel 2021 si è votato in mezzo mondo, in tantissimi Paesi in situazioni di esposizione alla pandemia pari o anche superiore alla nostra; ovviamente, essendo una pandemia globale, non c'è nessuna Nazione che non è colpita dal contagio, quindi se noi guardiamo come si è votato in tutto il mondo, vediamo che si è votato in Israele, a Singapore, nello Sri Lanka, in Giordania, in Nuova Zelanda, in Tanzania, in Costa d'Avorio, in Myanmar. In Europa, si è votato in Olanda, in Germania, in Francia - in Germania e Francia ci sono state anche le elezioni dei Länder e le elezioni municipali, quindi non solo dei Parlamenti nazionali -, in Slovacchia, in Serbia, in Croazia, in Macedonia, in Polonia, in Montenegro, in Lituania, in Moldavia. Si è votato a novembre scorso - le più importanti elezioni probabilmente degli ultimi decenni - negli Stati Uniti, con un'affluenza elettorale senza precedenti. Si è votato sostanzialmente in tutto il mondo, si è votato perfino in Burundi. L'Italia ha un tasso di democrazia e una capacità di gestione dell'affluenza elettorale in una situazione di pandemia che è inferiore a quella del Burundi. Si è votato in quasi tutto il mondo, normalmente, disciplinatamente, organizzando con i giusti accorgimenti le elezioni e si ha ancora il coraggio di affermare che in Italia non si può votare. È una motivazione totalmente infondata ed è una motivazione esclusivamente politica. In Italia, la democrazia è sospesa non perché non ci sarebbe la capacità di organizzare delle elezioni, come hanno fatto perfino in Burundi, in Italia la democrazia è sospesa perché qualcuno non vuole che si vada a votare, perché, se si restituisse la parola agli elettori, ai cittadini, uscirebbe un Parlamento e uscirebbero delle maggioranze, in tutti i livelli amministrativi del Paese, che non piacciono a chi sta governando oggi. Questa è la vera e unica ragione per cui non si è votato nella primavera scorsa, per cui non si è votato prima ancora della pandemia, quando è caduto il Governo giallorosso, perché non si è votato in questa primavera, perché si impedisce agli italiani di poter scegliere il presidente della regione in Calabria, i sindaci e i consigli comunali nei principali capoluoghi della Nazione, compresa la capitale, e si impedisce agli italiani di poter esercitare la democrazia. Quindi, coprifuoco, chiusure prive di alcuna logica - perché si aprono le frontiere e si vanno a chiudere gli italiani in casa -, restano aperti ed affollati, perché mal gestiti, tutti i mezzi del trasporto pubblico e si chiudono tuttora moltissime attività, compresa la situazione tuttora incomprensibile delle chiusure imposte anche ai ristoratori - oltre che alle palestre e alle strutture sportive -, ai pub, ai bar e ai ristoranti che non abbiano spazi all'aperto, che dovranno restare chiusi ancora per tutto il mese di maggio. Quindi, coprifuoco, chiusure contraddittorie e ingiustificate, sospensione della democrazia. L'unica cosa che non è stata sospesa sono gli assembramenti vergognosi che abbiamo visto anche nei giorni scorsi, ad esempio, in occasione del 25 aprile, quelle specie di rave party fatti dai “punkabbestia” con la scusa del 25 aprile in alcune città italiane. Ecco in quel caso va bene, se gli assembramenti li fa la sinistra va bene, se invece gli italiani devono andare ordinatamente nei seggi elettorali a votare, quello non si può fare perché si rischia di diffondere il contagio. E allora la giustificazione del contagio è esclusivamente un salvavita per continuare a rimanere al potere senza sottoporsi al voto popolare, ad ogni ad ogni livello. E si utilizza la formuletta contenuta in diversi articoli della proposta di legge di conversione del decreto e in altre premesse e cioè: “In considerazione del permanere del quadro epidemiologico da COVID-19, complessivamente e diffusamente grave su tutto il territorio nazionale, e dell'evolversi di significative varianti del virus, che presentano carattere ulteriormente diffusivo del contagio”. Questa formuletta consente all'Italia, unico Paese al mondo, di non effettuare libere elezioni democratiche. È una cosa chiaramente inaccettabile e non ha alcuna fondatezza.

Questo dato è reso evidente anche dal fatto che, attualmente, ormai, siamo in “zona gialla” in quasi tutta Italia, quindi non ci sono nemmeno gli indici di contagio con i picchi più alti che potevano esserci nella fase più acuta del lockdown, quando tutta Italia era in “zona rossa”.

Oggi l'Italia sostanzialmente ha dei dati che consentono di aprire quantomeno la “zona gialla” in quasi tutto il territorio nazionale, quindi, a maggior ragione, non c'è alcuna motivazione che possa impedire lo svolgimento di attività fondamentali connesse ai diritti costituzionali fondamentali dei cittadini e, direi, al diritto costituzionale fondamentale più importante di tutti, che è quello dell'esercizio del proprio diritto di voto.

I dati sono oggettivi e non c'è alcun dubbio che le elezioni potessero essere disciplinatamente organizzate. A tal fine, si poteva ovviamente predisporre tutta una serie di accorgimenti per consentire il controllo, il monitoraggio e l'organizzazione dell'affluenza dei cittadini ai seggi, prevedendo spazi all'aperto, prevedendo percorsi che consentissero, in caso di code, di stare distanziati. Ci sarebbero stati tutti gli strumenti che altri Paesi hanno adottato.

Quindi, non era un problema di impossibilità, ma era un problema di mancanza di volontà che, fra l'altro, non impedisce di evidenziare quella che è un'altra grande responsabilità che proprio coloro che non vogliono sottoporsi al voto popolare ben conoscono, ossia la pessima gestione da parte sia dell'Unione europea che del Governo italiano di tutto il piano vaccinale.

Sia il reperimento dei vaccini sia l'organizzazione delle attività per consentire una rapida vaccinazione della popolazione sono totalmente – totalmente! - falliti e in grave e colpevole ritardo. E non c'è dubbio che, anche questa, sia una grave responsabilità di chi vuole tenere bloccate le attività degli italiani e vuole farlo senza mai assumersi le proprie responsabilità.

La campagna vaccinale è stata gestita in un modo finora totalmente deficitario, mentre ci sono altri Paesi - pensiamo in buona parte agli Stati Uniti, ma anche alla Gran Bretagna e a Israele per restare comunque in un'area territorialmente abbastanza vicina alla nostra - i quali sono già sostanzialmente usciti dalla fase più acuta della pandemia e hanno già sostanzialmente messo in sicurezza la gran parte della popolazione, soprattutto le categorie più deboli.

Invece qui ritardano i vaccini, si chiudono le attività economiche, si sospende la democrazia, cioè si vuole impedire agli elettori di poter esprimere il proprio diritto di voto e, al tempo stesso, si sospende la democrazia anche all'interno di questo Parlamento.

Abbiamo già più volte ribadito quest'anno - lo stesso anno nel quale era sospesa la democrazia elettorale - vi è stata di fatto una volontà di sospendere la democrazia anche all'interno dell'Aula del Parlamento. Ciò in quanto, fino a poche settimane fa, la gran parte delle decisioni assunte dal Governo nella gestione dell'emergenza della pandemia è stata assunta a mezzo dell'abuso dei DPCM e con l'abuso della pratica - fino a ieri contestata anche da quelli che oggi ne abusano -dei voti di fiducia.

La democrazia dei DPCM è una “non democrazia”; il Governo delle dirette Facebook, che abbiamo dovuto sopportare fino alla caduta del Governo Conte, era la negazione di come dovrebbe essere esercitata la democrazia in una Repubblica seria e in un grande Paese che fa parte del G8 e del G20, come dovrebbe essere l'Italia.

Anche da questo punto di vista, abbiamo avuto un altro esempio, ieri, di qual è la concezione di democrazia di questo Governo, che ha ereditato dal precedente Governo, che, come ripeto, da un lato, vuole impedire agli elettori di andare a votare, dall'altro, oltre a voler privare gli italiani del diritto di voto, vuole privare il Parlamento - seppure un Parlamento non rappresentativo oggi della maggioranza reale del Paese, ma almeno formalmente tuttora un Parlamento in carica, nell'esercizio dei suoi poteri - del diritto di discutere e di votare con cognizione di causa i provvedimenti più importanti.

Quello a cui abbiamo assistito ieri sulle comunicazioni del Premier Draghi, relativamente al PNRR, è veramente imbarazzante. Un documento sulla base del quale si deve decidere come spendere gli oltre 200 miliardi destinati all'Italia dal Recovery Fund, quindi il documento più importante degli ultimi vent'anni e dei prossimi vent'anni quasi sicuramente, sul quale si basano le decisioni per consentire la ripresa della nostra Nazione a fronte dell'emergenza pandemica; ebbene, un documento così importante è stato trasmesso e messo a disposizione del Parlamento solo poche ore, per non dire pochi minuti, prima della discussione in Aula.

Allora, io non so se questo metodo stia bene alla maggioranza che sostiene l'attuale Governo. Se alla maggioranza che sostiene l'attuale Governo sta bene che i parlamentari siano ridotti a dei semplici “schiaccia bottoni” di un documento trasmesso a scatola chiusa dal Governo al Parlamento pochi minuti prima dell'apertura della discussione, è un problema loro, contenti loro; a livello personale e politico è un problema loro. Ma è un problema, invece, della democrazia ed è un problema di tutti gli italiani se questo è il metodo con il quale si pensa di poter governare una Nazione come l'Italia.

E, allora, siccome noi di Fratelli d'Italia siamo l'opposizione, siccome il nostro essere all'opposizione costruttiva in questo Parlamento presuppone la consapevolezza di essere ancora in una democrazia, di essere ancora in un Parlamento che si vorrebbe potesse essere nell'esercizio delle sue funzioni e non ridotto ad un luogo di ratifica di decisioni altrui, ebbene a noi questo metodo non sta bene. A noi non sta bene il metodo della democrazia sospesa che non consente agli elettori di votare e a noi non sta bene il metodo della democrazia sospesa che impedisce al Parlamento di conoscere, discutere approfonditamente e votare i documenti fondamentali su cui si basano le possibilità di ripresa economica, e non solo, della nostra Nazione.

Quindi, anche per questo, continuiamo in quest'Aula a presentare le nostre proposte, i nostri emendamenti, a intervenire anche in un'Aula ormai sempre più spesso deserta e disinteressata, perché è un'Aula nella quale la maggioranza dei parlamentari che sostengono il Governo ha delegato sostanzialmente a pochi non eletti dagli elettori la facoltà di decidere quello che si deve fare.

E, allora, noi siamo garanti anche del rispetto delle regole democratiche in questo Paese e lo facciamo con un'opposizione costruttiva, propositiva, che entra sempre nel merito dei provvedimenti, e non con motivazioni demagogiche o ideologiche. Siamo un'opposizione costruttiva del buonsenso, il buonsenso che dice che si potevano tranquillamente e disciplinatamente organizzare elezioni democratiche nel nostro Paese, così come si poteva e si può disciplinatamente consentire alle attività economiche, attualmente chiuse, di svolgere il proprio lavoro, all'aperto o al chiuso, nel rispetto delle norme e dei protocolli fondamentali di igienizzazione e distanziamento che gli italiani, i cittadini - che sono spesso più responsabili di chi li sta governando - hanno ormai imparato perfettamente e hanno dimostrato, in tutto questo lungo periodo, di saper esercitare in modo ordinato, diligente e responsabile, caricandosi sulle spalle i sacrifici di poter svolgere le proprie attività in modo da non esporre a rischi gli altri cittadini. E quindi non si capisce perché si possa tranquillamente permettere che, ogni giorno, tutti i mezzi pubblici siano stipati di persone, le metropolitane, gli autobus. Tra l'altro, non si è neanche mai accettata la proposta di Fratelli d'Italia di riorganizzare radicalmente il trasporto pubblico, integrandolo anche con tantissimi altri mezzi di trasporto attualmente inutilizzati a causa del blocco sostanzialmente totale del turismo e che potevano tranquillamente raddoppiare l'offerta di mezzi di trasporto a disposizione, riducendo quindi anche la percentuale di presenze di utenti all'interno dei mezzi pubblici. Ecco, si permette che continuino, ogni singolo giorno, a circolare mezzi pubblici stipati di persone, che sono diventati il principale luogo di contagio, e non si vuole permettere che, in un giorno, in due giorni, si possano svolgere le elezioni per consentire ai cittadini di votare e di scegliere da chi essere amministrati o governati. È una decisione totalmente senza senso, che impedisce di fatto in questo momento di poter effettuare le elezioni suppletive alla Camera, che impedisce di poter effettuare le elezioni ordinarie nelle amministrazioni comunali, che impedisce di poter rinnovare i consigli comunali che sono stati sciolti per infiltrazioni mafiose, che impedisce agli elettori della Calabria di poter scegliere il nuovo presidente, il nuovo consiglio e la nuova giunta, conseguentemente, regionale, che impedisce alle città metropolitane e alle province di rinnovare i presidenti e i consigli provinciali, in modo del tutto incomprensibile. Teniamo conto, ad esempio, che i consigli provinciali e le province, di fatto, non si rinnovano da più di un anno, anche quelle già scadute. Ci sono amministrazioni provinciali che sono state prorogate, che sarebbero dovute andare a elezioni all'inizio del 2021, altre addirittura nel 2020, e tuttora sono bloccate.

Stiamo parlando di organi amministrativi nei quali, come ben sapete, si svolgono elezioni di secondo livello; purtroppo, per una riforma voluta a suo tempo dall'allora leader del PD, Renzi - che, pur essendo politico nato negli enti locali, nei comuni e nella provincia, quando è arrivato al Governo si è dimenticato come funzionano e quale sia l'importanza degli enti locali e con una riforma mal riuscita ha sfasciato di fatto gli assetti e gli equilibri delle province in tutta Italia - a causa di quella riforma, le elezioni provinciali non sono più elezioni nelle quali votano i cittadini. Ma, al di là del caos amministrativo che hanno seminato nel riparto di deleghe e nel funzionamento tra la provincia e gli altri livelli amministrativi, dal punto di vista elettorale, oggi, gli organi dei consigli provinciali sono rinnovati a mezzo di elezioni di secondo livello; il che significa che votano solo i sindaci e i consiglieri comunali dei comuni che ne fanno parte: il che - per fare l'esempio di una provincia come quella nella quale io risiedo, cioè Verona - significa 98 comuni, circa 2000 amministratori, che, convocati in una giornata elettorale, in un seggio nel quale si può accedere disciplinatamente, in poche ore, senza alcun rischio di assembramento, potevano e potrebbero tranquillamente rinnovare i propri organi. E quindi è assolutamente ingiustificato, non solo come si possa impedire ai cittadini di scegliere i loro sindaci, i loro consigli comunali, i loro consigli regionali e il presidente della regione, ma è ancor più ingiustificato che ciò non si consenta a 2000 persone identificate, organizzate, disciplinate, che possono anche essere scaglionate per distanza territoriale o per quozienti di quote di rappresentanza, per fasce di livello amministrativo tra i comuni più grandi e quelli più piccoli, e che possono essere tranquillamente organizzate. Quindi, tutti i consigli provinciali d'Italia non si rinnovano perché lo ha stabilito qualcuno per decreto, e anche in questo caso le motivazioni del rischio di assembramenti e di diffusione del contagio sono totalmente ingiustificate. E quindi si impone questo decreto, nel quale si sospende la democrazia per motivazioni discutibili e si introducono, invece, delle modifiche sulle modalità di raccolta delle sottoscrizioni e presentazione delle liste, che sono misure ovviamente solo eccezionali e relative a queste elezioni, che, salvo ulteriori proroghe che speriamo non avvengano mai, si dovrebbero svolgere tra il 15 settembre e il 15 ottobre, e si introducono delle modifiche sulle quote minime di sottoscrizioni necessarie alla presentazione della lista.

Ecco, questa misura temporanea introduce un tema più delicato, su cui credo che il legislatore dovrà ritornare, che è quello delle modalità di raccolta delle sottoscrizioni per la presentazione delle liste, della semplificazione burocratica e amministrativa delle modalità di raccolta delle sottoscrizioni, senza per questo togliere, al tempo stesso, invece, la selezione sulla certezza, ovviamente, e sull'autenticità delle sottoscrizioni stesse, e anche ovviamente sulla selezione anche numerica della possibilità di presentare le liste; cioè, non si può pensare che possano essere presentate liste sostanzialmente senza nessuna rappresentanza e capacità di presenza capillare sul territorio, ma ovviamente bisognerà mantenere un controllo adeguato affinché le presentazioni delle liste avvengano nel rispetto anche di una rappresentanza territoriale. Ma non c'è più il tempo di dilungarci su tanti altri aspetti di questo decreto, Presidente, che dovremmo analizzare…

PRESIDENTE. Ha quasi esaurito il suo tempo, collega.

CIRO MASCHIO (FDI). …quindi mi limito - purtroppo il tempo è quello che è - a ritornare al problema iniziale di fondo, ossia ricordarvi che l'Italia è (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)

PRESIDENTE. Grazie, collega.

È iscritto a parlare il deputato Bignami. Ne ha facoltà.

GALEAZZO BIGNAMI (FDI). Grazie, Presidente. È evidente che la decisione del Governo di presentare l'ipotesi di un rinvio delle elezioni poggi su valutazioni che, a loro volta, si fondano su una conduzione, da parte dell'Esecutivo e, segnatamente, da parte del Ministero della Salute, della gestione epidemica e pandemica che consiglia, secondo gli assunti che ci vengono presentati, il rinvio delle medesime. Ci permettiamo al riguardo, sommessamente, di ricordare che l'articolo 1 della Costituzione recita come l'Italia sia una Repubblica fondata sul lavoro e la sovranità appartenga al popolo, che la esercita nelle forme e nei modi previsti dalla Costituzione, e che, conseguentemente, la scelta di un rinvio del momento elettorale, già di per sé, costituisce una eccezione rispetto alla quale sarebbe significativo anche poter verificare l'effettiva fondatezza e, soprattutto, la condivisione.

Già nello scorso anno, quando si ritenne di andare in quella direzione, vi fu sostanzialmente una condivisione, essendo appena usciti da una situazione di lockdown duro e il confinamento era ancora in essere quando si sarebbero dovuti indire i comizi elettorali. Oggi questa situazione non c'è e, certamente, l'emergenza sanitaria, per quanto grave e severa, non costituisce nulla di paragonabile alla situazione di incertezza dello scorso anno. Al contrario, tuttavia, si ritiene di andare verso un rinvio che non trova alcuna giustificazione, tanto più laddove si ponga mente al fatto che il gruppo di Fratelli d'Italia, con forza, già aveva chiesto la possibilità di svolgere le elezioni anticipate, non sussistendo più alcuna rappresentatività da parte di queste Camere e, conseguentemente, anche da parte del Governo, che queste Camere hanno insediato.

Questo presupposto, di natura evidentemente logica, trova anche conforto in un dato, quando sentimmo parole importanti spese rispetto al fatto che non si sarebbe potuta svolgere alcuna elezione, giacché vi sarebbe stata un'interruzione anticipata e il rischio di consegnare l'Italia a una fase elettorale nel momento in cui, inevitabilmente, si sarebbe dovuta fronteggiare anche quella che allora veniva paventata come “seconda ondata”, non ritenendo che questo potesse essere un elemento oggettivamente sostenibile. Secondo noi non era così e, al contrario, non era soggettivamente sostenibile, ovvero quelle forze politiche che temevano il confronto con l'elettorato avevano deciso e preferito di non svolgere alcun momento elettorale. Questo benché chi adduceva un'impossibilità nello svolgimento delle elezioni avesse posto come base di ragionamento il dato che si erano verificati dei contagi delle nazioni che avevano affrontato le elezioni, fatto che, poi, in realtà, non ha trovato un riscontro oggettivo; anzi, importanti organi di stampa avevano ritenuto di verificare l'effettiva portata di quelle affermazioni, rilevando che non vi era stato alcun tipo di riscontro.

Non solo, ma quando Fratelli d'Italia aveva chiesto lo svolgimento di elezioni, si era appena usciti dall'esito dello svolgimento delle elezioni nella principale democrazia occidentale, vale a dire gli Stati Uniti d'America, dove avevano votato decine e decine, centinaia di milioni di persone, con il risultato che gli Stati Uniti hanno svolto - con tutto il rispetto per i comuni di cui oggi si chiede e si invoca lo spostamento del momento elettorale - le proprie elezioni, mobilitando un numero di persone e avviando una macchina amministrativa sicuramente più significativa rispetto a quella che andremmo a mobilitare noi, fermo restando che i comuni al voto sono, certamente, importanti e la vita democratica è un momento essenziale per ogni singola amministrazione e che, comunque, vi sono cinque capoluoghi di regione - Torino, Milano, Roma, Napoli e Bologna - che devono svolgere a propria elezione.

Questo, a nostro modo di vedere, già costituiva un vulnus per l'evidente lesione della rappresentatività delle Camere, come ci insegna a Costantino Mortati, costituzionalista che non credo si possa considerare in nessuna maniera tacciabile di simpatie per un'area politica piuttosto che per un'altra, sicuramente non per il centrodestra e ancor meno per l'attuale centrodestra.

Il noto costituzionalista aveva appunto ricordato come il Presidente Repubblica avrebbe dovuto, in una situazione, non quella contingente, ma quella in assoluto rilevante ai fini della Costituzione materiale, prendere atto di un'eventuale iato, di una eventuale cesura tra il Parlamento e il corpo elettorale. Invece, nel dicembre dello scorso anno, già quando Fratelli d'Italia chiedeva elezioni anticipate e, ancor più, a febbraio, quando si è prefigurata la non indizione delle elezioni, è apparso evidente che, in realtà, vi fosse il timore di svolgere le elezioni più per l'esito delle stesse che per le ragioni presupposte per le quali si affermava di non poter svolgere quelle elezioni. Tuttavia, venne detto che ciò non era ammissibile perché, soprattutto, avrebbe costituito un'interruzione della legislatura, con indizione di elezioni anticipate. Qui non siamo più in quel quadro, anzi noi non siamo in un quadro di interruzione di mandato, né di interruzione di legislatura, né di anticipo di svolgimento di fasi elettorali, che, al contrario, troverebbero naturale scadenza nel maggio di quest'anno. A nostro modo di vedere, con tutto il rispetto per le fasi interne di un movimento significativo e importante come il Partito Democratico certamente è, nel momento in cui il PD svolge le sue primarie, legittimamente, mobilitando decine e decine, migliaia di persone, come nei suoi auspici - noi crediamo che avverrà una mobilitazione assai inferiore -, non ci si capacita come quello stesso movimento, quello stesso partito, che oggi invoca lo svolgimento delle sue fasi, legittime e rispettabili, su cui noi non ci permettiamo di mettere becco, di selezione interna, con una mobilitazione degli elettori di quell'area, però sia contrario allo svolgimento delle elezioni per la scelta non del candidato di una fazione, ma del rappresentante di tutti i cittadini. Una contraddizione che, anche in questo caso, non viene risolta dal dibattito e, benché Fratelli d'Italia, con una certa insistenza - ce ne rendiamo perfettamente conto - stia cercando di invocare una qualche risposta, ancora nulla da parte delle forze maggioranze è giunto a riguardo.

Aggiungiamo su questa riflessione, che è basilare, che, al contrario, non si comprende il motivo per cui si deve allungare la vita di una amministrazione di cinque mesi. Cinque mesi non costituiscono una fase marginale e questo non solo perché le amministrazioni in carica hanno la possibilità di programmare interventi e gestione di bilancio e di spesa, oltre i piani esecutivi di gestione, anche con una prospettiva d'orizzonte assai più ampia, ma anche perché riteniamo che questo rischi, poi, di comprimere, in caso di un riallineamento della fase elettorale nel maggio della scadenza successiva, a uno sfasamento che non trova alcuna ragione d'essere. Ricorderemo tutti che tante fasi elettorali si svolgono in concomitanza delle europee, in concomitanza delle regionali, in concomitanza con altre fasi elettorali, per consentire l'introduzione e lo svolgimento del famoso election day, che, in questo caso, invece, si verrebbe a negare.

Tutto ciò porta a Fratelli d'Italia a una richiesta di valutazione in ordine al fondamentale esercizio democratico, anche perché è l'unica cosa che, ahimè, rimane agli italiani, i quali sono stati esautorati dalla possibilità di dire la propria sia in sede nazionale e, da oggi, a quel che si prefigura, anche in sede locale.

Questo approdo risulta ancor più difficile da comprendere, se rivolgendo lo sguardo, non per un torcicollo improprio, ma per l'esigenza di fissare delle responsabilità, si guarda al trascorso, si nota una responsabilità ben chiara da parte di colui che avrebbe dovuto operare non solo perché le elezioni si svolgessero nell'ovvia scadenza del termine, ma anche perché riteniamo che - ha ragione il gruppo di Fratelli d'Italia - sia importante fissare responsabilità politiche in capo ai singoli Ministri. Non è una induzione determinata dalla finalità di trovare a tutti i costi dei responsabili, ma, banalmente, dall'applicazione di quell'articolo 95, secondo comma, della Costituzione, che bisognerebbe ricordare sempre e non soltanto quando è comodo farlo, secondo il quale i Ministri sono responsabili collegialmente degli atti del Consiglio dei Ministri e, individualmente, degli atti dei loro Dicasteri.

Perché dico “individualmente degli atti dei loro dicasteri”, ai sensi dell'articolo 95, secondo comma, della Costituzione? Perché riteniamo che questo rinvio si intrecci profondamente con la cattiva gestione operata dal Dicastero presieduto dal Ministro Roberto Speranza ed è il motivo per il quale il gruppo Fratelli d'Italia ha avanzato una mozione di sfiducia individuale nei confronti del Ministro, ritenendolo responsabile di una serie di atti, sia lui personalmente in prima persona come soggetto politico, sia lui come, ai sensi dell'articolo 95, secondo comma, della Costituzione, responsabile degli atti compiuti dal suo Dicastero, “individualmente”, questo dice la Costituzione, per una serie di eventi sciagurati compiuti dal suo stesso Ministero e dal suo stesso apparato.

Perché diciamo questo? Il 5 gennaio del 2020, viene emanata una prima circolare a firma del direttore generale del settore prevenzione sanitaria del Ministero della Salute dall'oggetto: Polmonite di eziologia sconosciuta - Cina. In quella circolare si riferiscono le raccomandazioni dell'OMS e si afferma testualmente che era necessario, secondo le indicazioni dell'Organizzazione mondiale della sanità, attivare le misure di precauzione sanitaria interne ai singoli Stati, richiamando le linee di comunicazione del rischio di gestione delle epidemie e delle pandemie di cui alla regolamentazione sanitaria internazionale del 2014, aggiornata secondo le indicazioni del 2017: è il Ministero, quindi, che dice che ciò che si stava affacciando sul nostro Paese era da gestire come una pandemia influenzale. Noi abbiamo sentito il Ministro Speranza andare in tv, sempre da televisioni più o meno attente a non turbare e a non disturbare il conducente, e dire che non è assolutamente vero che avremmo potuto adottare strumenti di altro tipo, perché l'influenza non c'entra niente. Non è così, e a dirlo è il suo stesso Ministero, di cui lui, ai sensi della Costituzione, risponde individualmente per gli atti compiuti. Il 5 gennaio, quindi, questa circolare inizia a prefigurare quale sarebbe dovuto essere lo strumento mediante il quale fronteggiare la gestione e il contenimento della pandemia, tanto che, infatti, in quella stessa data - lo ribadisco -, il 15 gennaio e poi il 22 di gennaio, il Comitato d'emergenza dell'OMS emana delle raccomandazioni con cui avvia uno stato d'allerta rivolto a tutti gli Stati membri dell'OMS invitando a fare attenzione, perché bisogna attivare gli strumenti e le strutture interne per il contenimento della epidemia, che ancora non era divenuta pandemia. Quelle strutture e quei meccanismi interni consistono nella pianificazione della regolamentazione sanitaria internazionale adottata dalla quarantottesima Assemblea generale dell'OMS nel 2005, secondo la quale venne poi varato il Piano pandemico del 2006; in quel Piano c'è anche il riferimento allo svolgimento di fasi eventualmente coinvolgenti numerose persone, con indicazioni preziose su come garantire l'effettivo svolgimento delle medesime. Tuttavia quel Piano, come ormai è ben noto, non era aggiornato e non era aggiornato con conseguenze estremamente rilevanti, anche per la nostra Nazione. Il Ministro Speranza operò una scelta, riferita in quest'Aula - molti probabilmente non ricorderanno quelle parole -, ma che ancora echeggia nella sua portata. Era il 30 gennaio del 2020, quando il Ministro, da quei banchi, citò Ranieri Guerra, il quale si era presentato, in data 27 gennaio 2020, al tavolo della task force inaugurata in data 23 gennaio 2020, dicendo che l'Italia, tra i Paesi occidentali, era quello che aveva predisposto e approntato un quadro di sorveglianza interno migliore di tutti gli altri.

Uno potrebbe dire: è un relata refero, ma non è così. Il 29 gennaio, il giorno prima di quello in cui il Ministro Speranza venne in quest'Aula a riferire queste parole di Ranieri Guerra, che poi sarebbe divenuto noto alla cronaca per altri motivi che a breve vi illustrerò, il Ministro Speranza sedeva al tavolo della task force in cui era ospite il direttore scientifico dell'Istituto malattie infettive “Spallanzani”, il dottor Giuseppe Ippolito, che, rispondendo alla richiesta di adottare procedure omogenee per l'ospedalizzazione di persone che presentassero sintomatologia da Coronavirus, chiedeva di avere la possibilità di realizzare in sicurezza queste procedure di ospedalizzazione.

Il dottor Giuseppe Ippolito, rispondendo al generale Lusi, disse: dobbiamo far riferimento al Piano pandemico aggiornato - quindi, ben sapeva, lui, che non era aggiornato - secondo le recenti indicazioni dell'OMS. Il 30 gennaio il Ministro Speranza interviene in quest'Aula e dice cose molto gravi perché, benché lui il 27 gennaio abbia sentito Ranieri Guerra dire “siamo prontissimi”, benché lui il 29 gennaio abbia sentito il dottor Giuseppe Ippolito dire “attenzione, attiviamo il Piano pandemico”, benché lui abbia sentito entrambi al tavolo della task force, che è un tavolo che svolge un ruolo di supporto politico e amministrativo solo ed esclusivamente rivolto al Ministro, nonostante tutto ciò, egli decide non di seguire la strada delineata dal dottor Ippolito, ma di sposare la strada del dottor Ranieri Guerra! Il dottor Ranieri Guerra è stato direttore generale della prevenzione dall'ottobre 2013 fino all'autunno 2017 ed era il responsabile dell'aggiornamento di quel Piano pandemico che lui mise nero su bianco e avrebbe dovuto aggiornare, cosa che non fece, in una nota protocollata, appunto, nel settembre 2017, nella quale, rassegnando sostanzialmente i compiti da lasciare al suo successore, disse al Ministro Lorenzin di fare attenzione poiché le pandemie non sono un cigno nero…

PRESIDENTE. Collega, mi scusi, le ricordo che stiamo trattando del differimento…

GALEAZZO BIGNAMI (FDI). Sto arrivando a spiegare il motivo per il quale stiamo parlando di questo…

PRESIDENTE. Perfetto, grazie collega. Le chiedo, inoltre, dato che il suo intervento arriverà in prossimità delle undici, se possibile, se riesce, di abbreviarlo di qualche minuto, giusto per permettere all'Aula di poter proseguire con le comunicazioni.

GALEAZZO BIGNAMI (FDI). Mi era già stato comunicato e mi ero attenuto strettamente a quel tempo. In quel momento, introducendo, quindi, su quel bivio, una direzione ben chiara, il nostro Ministro ci consegna su una strada che inevitabilmente diventa pregiudizievole, perché il mancato aggiornamento di quel Piano ha comportato la negazione, l'infrazione sistematica delle misure che il Piano stesso aveva invece prefigurato per poter compiere una vita che sarebbe stata, per quanto possibile, in una fase di pandemia, compatibile con lo svolgimento delle fasi naturali del vivere di tutti i giorni.

Questo lo diciamo, perché la regolamentazione sanitaria internazionale del 2017 cita testualmente che l'assenza di una pianificazione può condurre anche a rotture di natura sociale e tra le rotture di natura sociale sussiste senz'altro anche il mancato svolgimento delle fasi elettorali. Così, Presidente, è contenta per la chiusura del cerchio, rispetto alla necessaria spiegazione del perché riteniamo che l'articolo 95, secondo comma, della Costituzione, richiamando la responsabilità individuale dei Ministri per gli atti compiuti dai propri dicasteri, fissi in capo al Ministro della Salute anche questa responsabilità, e riteniamo che anche di questa responsabilità egli dovrà rendere conto nella mozione di sfiducia che abbiamo presentato.

Ora, la ragione per la quale noi riteniamo che sia doveroso compiere questa riflessione, è perché altrimenti sembra che quello che sta capitando in Italia sia frutto di una congiunzione astrale, nella quale la responsabilità degli individui e degli esseri umani è soggetto del tutto estraneo. Non è così, ed è bene che coloro che quantomeno ci governano abbiano contezza del fatto che le loro azioni e le loro decisioni sono evidentemente fondamentali per l'influenza che hanno determinato sulla gestione della pandemia. Anche in questo caso è l'OMS che dice chiaramente che nelle scelte e nelle operazioni che i decisori politici pongono in essere nello svolgimento del contrasto alla pandemia si determina la sorte di una tenuta sociale e di un assetto, anche, istituzionale. Il Ministro Speranza ha fatto la differenza e l'ha fatta in negativo! Questa decisione, quindi, di rinviare le elezioni, che ormai si prefigura come certa visto che, al di là della posizione isolata di Fratelli d'Italia, pure su questo vi è una maggioranza eterogenea, evidentemente accomunata non dalla condivisione di obiettivi ma dalla condivisione di non raggiungere certi risultati (perché quei risultati, in quanto espressione della volontà popolare, sarebbero contrastanti rispetto alle esigenze e, dispiace dirlo, agli interessi di chi ci governa, ma non degli italiani), spiega il motivo per il quale, a nostro modo di vedere, quello che si sta per prefigurare è l'ennesimo sfregio, non solo alla vita democratica, ma anche istituzionale.

Ora qualcuno potrebbe dire che, in realtà, la scelta di rinviare le elezioni si pone lontano dalla traiettoria che il Ministro ha assunto all'inizio della gestione della pandemia. Ci dispiace dire che non è così e non è così non solo per il suo Ministero ma anche per le scelte compiute e operate dall'altro Ministro, che nella conferma dell'incarico ricevuto, vale a dire il Ministro Lamorgese, determina insieme al Ministro degli Esteri, Di Maio, la piena continuità tra l'Esecutivo precedente e l'attuale; una continuità - non ce ne vogliano gli esponenti di Governo che attualmente siedono in carica e che magari sono giunti a ricoprire l'incarico solo a febbraio di quest'anno - che purtroppo si riflette anche nel modo di operare. Non è un caso, infatti, che il rinvio delle elezioni che si è registrato nel maggio 2020, viene ribadito oggi anche in vista delle elezioni del maggio 2021. Tutto ciò per noi è evidentemente non sostenibile e non condivisibile, perché se esiste uno strumento per il quale gli italiani sono posti nelle condizioni di far sentire la propria voce, questo è dato dalle elezioni e la decisione di non compiere alcuna fase elettorale è chiaramente strumentale, non tanto alla sicurezza della popolazione quanto all'interesse e alla sicurezza del Governo, perché è chiaro che l'esito elettorale non sarebbe ininfluente sulla tenuta dell'Esecutivo.

Qualcuno potrebbe dire che la scelta di non svolgere le elezioni potrebbe in una qualche maniera essere ricondotta alla lentezza con cui procede il piano vaccinale. Non me ne voglia il Presidente se ritiene eccentrica questa osservazione, ma pur questa fase è prevista dal piano pandemico, che al paragrafo 7, punto 2, spiega come sarebbe stato possibile realizzare un censimento delle fasce di professionisti che potevano essere chiamati alla somministrazione del vaccino, realizzare un censimento delle fasce di popolazione, che invece erano prioritariamente individuabili come destinatarie del vaccino, individuare i siti entro cui poter svolgere lo stoccaggio del vaccino, individuare la logistica mediante la quale somministrare il vaccino e, così facendo, anticipando ampiamente quella fase di predisposizione e preparazione, che invece il generale Figliuolo sta faticosamente cercando di realizzare, recuperando, per ora con scarso successo, il lauto tempo che era stato concesso al precedente commissario Arcuri, che invece non è riuscito a predisporre una rete di pianificazione vaccinale adeguata e sufficiente. Questo per dire che, anche in questo caso, la costante assenza di riferimento alle prescrizioni della pianificazione della pandemia, contenute nella documentazione sanitaria internazionale, hanno avuto riflessi rilevanti, sulla base di quello che è stato, ahimè, l'esito della nostra gestione.

Mi permetto al riguardo, in conclusione, di riferire anche che queste situazioni, che ho sinteticamente espresso, erano già state abbondantemente prefigurate nella Decisione n. 1082/2013/UE del Parlamento europeo e del Consiglio d'Europa, che avevano sottolineato l'esigenza di una piena trasparenza nell'azione dei decisori politici al fine di consentire un coinvolgimento della popolazione, la quale deve essere considerata nella gestione della pandemia in tutte le fasi, compresa quella elettorale, come il principale partner nella gestione di una fase di pandemia. Questo per quale motivo riteniamo di dirlo? Perché è ovvio che se la regolamentazione sanitaria internazionale definisce il principio per il quale un'eventuale pandemia deve essere contrastata nella partnership precipua che si afferma tra istituzioni, decisore politico e popolazione, per converso la decisione del decisore politico di escludere totalmente lo svolgimento della fase elettorale - perché ciò comporterebbe evidentemente dei rischi più per il decisore politico che per gli elettori - trova un'ulteriore negazione di quelle prescrizioni, che invece sono ormai state superate dalle scelte sciagurate compiute da chi ha condotto il Dicastero della Sanità sino ad oggi.

Dunque, Presidente, nel tentativo anche di consentire l'anticipo della chiusura dell'intervento, benché avrei potuto proseguire a lungo nel sottolineare le carenze che hanno contraddistinto quanto finora è avvenuto, credo che sia importante evidenziare come in realtà l'operazione che si sta per consumare - sempre che qualcuno non ritenga finalmente di dar conto e di dar seguito alle posizioni che Fratelli d'Italia umilmente ma con decisione cerca di affermare - sia l'ennesimo sfregio condotto nei confronti del corpo elettorale e delle istituzioni democratiche, in un tentativo di autoconservazione del potere che non ci potrà mai trovare né compiacenti né complici, ma che, al contrario, ci troverà sempre fermamente convinti difensori di quello che - e concludo così dove avevo iniziato - è secondo noi la stella polare di ogni democrazia: l'articolo 1 della nostra Costituzione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Essendo giunti in prossimità delle ore 11, sospendo a questo punto l'esame del provvedimento, che riprenderà nella parte pomeridiana della seduta, dopo l'esame del decreto-legge recante misure urgenti per fronteggiare la diffusione da COVID-19.

Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 11 con il seguito delle Comunicazioni del Presidente del Consiglio dei Ministri in vista della trasmissione alla Commissione europea del Piano nazionale di ripresa e resilienza.

La seduta, sospesa alle 10,55, è ripresa alle 11,05.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO

Seguito delle comunicazioni del Presidente del Consiglio dei Ministri in vista della trasmissione alla Commissione europea del Piano nazionale di ripresa e resilienza, ai sensi dell'articolo 18 del regolamento RRF (UE) 2021/241.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito delle comunicazioni del Presidente del Consiglio dei Ministri in vista della trasmissione alla Commissione europea del Piano nazionale di ripresa e resilienza, ai sensi dell'articolo 18 del regolamento RRF (UE) 2021/241.

Ricordo che è stata disposta la ripresa televisiva diretta della replica del Presidente del Consiglio dei Ministri e delle dichiarazioni di voto sulle risoluzioni presentate.

Ricordo altresì che nel corso della discussione, svoltasi nella seduta del 26 aprile 2021, è stata presentata la risoluzione Lollobrigida ed altri n. 6-00188 (Vedi l'allegato A). Avverto, infine, che in data odierna è stata presentata la risoluzione Davide Crippa, Molinari, Serracchiani, D'Attis, Boschi, Fornaro, Silli, Lapia, Lupi, Magi, Schullian e Tasso n. 6-00189 (Vedi l'allegato A). I testi delle risoluzioni sono in distribuzione. E' stata anche presentata, in questo momento, la risoluzione Colletti n. 6-00190 (Vedi l'allegato A).

(Replica e parere del Governo)

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il Presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Draghi.

MARIO DRAGHI, Presidente del Consiglio dei Ministri. Grazie, Presidente. Vorrei intanto ringraziarvi per il contributo della discussione di ieri e cercherò di rispondere a tutte le osservazioni fatte, andando punto per punto.

Intanto, volevo semplicemente ribadire il profondo rispetto che il Governo ed io abbiamo per il Parlamento. Indubbiamente i tempi erano ristretti. La scadenza del 30 aprile non è mediatica, come si è detto: è che, se si arriva prima, si ha accesso ai fondi prima. La Commissione andrà sui mercati a fare la provvista per finanziare questo fondo intorno, credo, a maggio-giugno, poi la finestra si chiuderà temporaneamente per l'estate e quindi, se il Piano viene presentato subito, si ha accesso ad una quota della prima provvista. Non così, se invece si va più avanti.

Per cui mi dispiace molto per i tempi ristretti di questa discussione, abbiamo tenuto conto, però, di molti dei punti di vista del Parlamento, sia delle opinioni espresse prima, sia nel corso delle interlocuzioni stesse che il Parlamento ha avuto con parti sociali e - direi – con il vastissimo numero di attori che il Parlamento ha incontrato.

Un'altra osservazione concerne l'attuazione del Piano. Il dialogo non è finito qui. Il contributo che il Parlamento può dare al Piano è solo all'inizio. Infatti, tutte queste riforme che sono contenute nel Piano saranno adottate con provvedimenti e strumenti legislativi (disegni di legge, leggi delega, decreti-legge), nei cui procedimenti di adozione il Parlamento avrà, come è ovvio, un ruolo determinante nella discussione e nella determinazione del contenuto. Quindi, una collaborazione tra legislativo ed esecutivo è fondamentale ora, lo sarà ancora di più nei mesi a venire.

Vi sono state richieste di chiarimenti da parte di molti sull'attuazione del Piano e, in particolare, sul ruolo degli enti locali e delle autonomie. La vera sfida, non appena questo Piano viene consegnato, è quella di trovare un modo di attuazione dove amministrazioni locali, territoriali, Governo centrale, che sono chiamati a una mole di interventi, soprattutto investimenti pubblici, decisamente eccezionale, trovino uno schema di governo del Piano. Questo è il vero governo, non è tanto cosa fa Palazzo Chigi, cosa succede a Palazzo Chigi, che comitati si formano: questo è il punto nodale del piano. Il processo è relativamente chiaro per quel che riguarda la parte di attuazione dei ministeri; è invece molto più complesso per quanto riguarda il coordinamento del ruolo che avranno il Governo, da una parte, e i vari enti locali, dall'altra, che sono però appunto gli attuatori del Piano, a cui vengono destinati 90 miliardi, poco meno di 90 miliardi, cioè il 40 per cento del totale dei fondi viene destinato agli enti locali.

Perché devono avere un ruolo centrale nell'attuazione del Piano? Perché sono loro ad avere massima contezza dei bisogni del territorio, in particolare in ambiti quali la coesione sociale e la sanità, tra l'altro come previsto anche dalla Costituzione.

Quindi, non c'è Stato contro enti locali, ma esattamente il contrario: questo è il messaggio che abbiamo voluto dare sin dall'inizio di questo Governo e viene confermato in questo Piano. Oltretutto, il Governo prevede anche che, qualora sia necessario e gradito, vi siano anche gruppi di lavoro, squadre che possano rinforzare, aiutare l'azione degli enti locali, quando necessario.

Per quanto, comunque, questo è il governo del Piano e sarà definito in un provvedimento normativo che verrà adottato a breve.

Alcune osservazioni sulle poche risorse ai giovani, alle donne lavoratrici, al Sud e alle infrastrutture digitali. In generale, questo Piano - e credo che siamo tutti d'accordo su questo - permette investimenti che sarebbero stati impossibili e impensabili fino a pochi giorni fa.

Tutto il Piano è un investimento sul futuro e sulle nuove generazioni.

Primo: ho detto ieri che ai nostri giovani dobbiamo garantire welfare, una casa e un'occupazione sicura. Ieri in quest'Aula ho parlato delle misure del Piano per le famiglie giovani, quelle per le infrastrutture sociali e per le case popolari - ci arriverò tra un momento - e gli incentivi fiscali per i mutui. Inoltre, il Piano interviene per garantire in maniera equa e adeguata il diritto allo studio, stanzia quasi un miliardo per gli alloggi studenteschi, mezzo miliardo per le borse di studio per accedere all'università; prevede l'ampliamento dei dottorati attraverso un finanziamento cumulativo di circa un miliardo.

Ribadisco inoltre l'introduzione di una previsione per condizionare l'esecuzione dei progetti finanziati non solo dal PNRR ma anche dal REACT-EU e dal Piano complementare alla nuova occupazione giovanile e femminile, quello che ieri ho chiamato condizionalità trasversale del Piano.

Il Piano prevede importanti misure a sostegno delle donne lavoratrici: vi sono interventi a favore dell'imprenditoria femminile, ma soprattutto un corposo pacchetto per aiutare ad alleggerire il carico familiare che spesso grava sulle spalle delle donne. Il Piano asili nido, che è stato toccato da molti interventi, stanzia ben 4,6 miliardi per gli asili nido e le scuole d'infanzia. Questo investimento porta a creare 230 mila nuovi posti destinati ai bambini più piccoli e credo sia una stima, diciamo prudenziale. L'ambizione del Governo è raggiungere e superare gli obiettivi europei a questo riguardo, d'altronde abbiamo un tale arretrato che bisogna porsi obiettivi ambiziosi per recuperare un po' di quello che si è perso nel passato.

Si prevede, inoltre, il rafforzamento dei servizi di prossimità e di supporto all'assistenza domiciliare.

Anche sul Mezzogiorno ci sono stati molti interventi. Il Piano esplicita in maniera chiara come verranno spese le risorse inserite sia nei piani del dispositivo europeo sia nei fondi aggiuntivi. Come ho detto ieri, al Sud andrà il 40 per cento delle risorse a fronte del 34 per cento della popolazione e saranno ripartite con il criterio del territorio. Ho detto 80 miliardi, ma in effetti sono 82. È molto più alta anche ovviamente della quota di prodotto interno lordo.

Alcune Missioni del Piano prevedono poi investimenti in quote ancora maggiori: penso alla Missione 3, Infrastrutture per la mobilità sostenibile, dove la quota del Mezzogiorno arriva al 53 per cento, o alla Missione 4, Istruzione e ricerca, dove tocca il 46 per cento.

Inoltre, oltre il 45 per cento degli investimenti nella connettività a banda ultralarga sarà nelle regioni del Sud.

Rispetto ad altri commenti sono sul Sud, ribadisco che gli interventi in quest'area convergono su quattro priorità: il miglioramento dei servizi, la sostenibilità, le connessioni, i collegamenti e l'attrazione di nuovi investimenti. Sono tutte misure che si inseriscono nella nostra visione complessiva: far ripartire e poi accelerare la convergenza del Mezzogiorno, ferma ormai da mezzo secolo.

A proposito dell'osservazione sui livelli essenziali delle prestazioni, la loro definizione è molto importante per il Governo, infatti è contenuta nel Piano. Alcuni esempi: il programma per la garanzia e occupabilità dei lavoratori, la riforma delle politiche attive del lavoro, la riforma della non autosufficienza, che si basano proprio sulla definizione dei livelli essenziali delle prestazioni.

Il Governo sta anche lavorando, in particolare, sul tema degli asili nido, in modo da aumentare l'offerta delle prestazioni di educazione e cura della prima infanzia, nei territori più lontani dall'obiettivo europeo del 33 per cento di bambini che possono accedere al servizio.

Per quanto riguarda la banda larga, il Governo intende stanziare 6,31 miliardi per le reti ultraveloci, la banda larga e il 5G: l'obiettivo è portare entro il 2026 reti a banda ultralarga ovunque, senza distinzioni territoriali ed economiche. A maggio, quindi tra pochi giorni, avvieremo la mappatura dei piani di investimento previsti dai privati per identificare le aree del Paese che, senza interventi del Governo, resterebbero sfavorite. Per queste aree, è previsto un contributo statale per assicurarci che non si creino nuovi divari digitali da qui al 2026. Vogliamo che si evitino duplicazioni di investimento, che gli operatori di mercato scelgano le tecnologie più adatte ad ogni zona e che comunque la scelta dei cittadini e la concorrenza in questo settore vengano tutelate, perché in questo settore l'effetto di maggiore concorrenza - e si è visto negli ultimi venti, trent'anni - si riflette in prezzi più bassi per i cittadini e anche qualità migliore.

Non sostengo che la concorrenza sia il toccasana in tutte le situazioni, assolutamente no, nella maggior parte delle situazioni in effetti è una concorrenza regolata che va immaginata, non una concorrenza senza regole, ma queste sono cose che abbiamo imparato, purtroppo a nostre spese, negli ultimi anni.

Grazie a questa nuova e completa infrastruttura intendiamo investire per ammodernare la nostra amministrazione, connettere tutte le scuole e gli ospedali, incentivare le imprese a investire e a digitalizzarsi.

Poi abbiamo avuto delle osservazioni sul turismo e io sottolineo che a questi settori, essenzialmente cultura e turismo, sono destinati circa 8 miliardi di euro. Sono previsti interventi per la valorizzazione dei siti storici e culturali, volti a migliorare la sicurezza, l'accessibilità e la loro attrattività. Ci sono investimenti nel digitale per consentire il collegamento dell'intero ecosistema turistico e per migliorare la competitività delle imprese.

Per quanto riguarda Roma, altro tema sollevato, il PNRR prevede un'iniziativa specifica che si chiama Caput Mundi, da 500 milioni di euro, per finanziare progetti che valorizzano il patrimonio storico e culturale della città di Roma; permettono la messa in sicurezza di luoghi pubblici ed edifici storici, digitalizzano i servizi culturali e rinnovano parchi e giardini storici, e spero anche non storici.

Nel complesso, intendiamo avviare un progetto che, muovendo dalla capitale, porti il turismo lungo i percorsi nazionali spesso meno noti ma non meno unici.

E' stato toccato anche il tema del made in Italy e uno degli obiettivi principali della Missione 1 è favorire l'internazionalizzazione e la crescita dimensionale delle imprese, soprattutto nei settori più innovativi e strategici. In questo senso vanno gli interventi nell'ambito del Fondo per l'internazionalizzazione, la cui dotazione è di circa 1,2 miliardi e quelli specifici sui settori ad alta tecnologia, come l'aerospazio. In generale, gli investimenti su ricerca e sviluppo continueranno un made in Italy improntato sempre di più sulla capacità innovativa.

Molti di voi hanno chiesto garanzie relativamente al superbonus, e qui ripeto quello che ho detto ieri. Tra PNRR e Fondo complementare sono previsti oltre 18 miliardi, le stesse risorse che erano state stanziate in precedenza. La misura è finanziata fino alla fine del 2022, con estensione al giugno del 2023 per le case popolari.

Per il futuro, il Governo si impegna a inserire nel disegno di legge di bilancio per il 2022 una proroga dell'ecobonus per il 2023, tenendo conto dei dati relativi alla sua applicazione nel 2021; sono completamente d'accordo: l'ecobonus tira poco perché le procedure sono troppo complesse (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Lega-Salvini Premier, Partito Democratico, Forza Italia-Berlusconi Presidente, Italia Viva, Liberi e Uguali, Misto-Noi con l'Italia-USEI-Rinascimento AdC, Misto-Azione-+Europa-Radicali Italiani e Misto-MAIE-PSI) e, quindi, con un DL che verrà presentato entro il mese di maggio, interveniamo con importanti semplificazioni per far sì che la gente lo possa usare.

Ci sono stati anche rilievi sull'agricoltura. Diversi progetti riguardano la sua digitalizzazione e stanziamo 500 milioni per l'innovazione e meccanizzazione nel settore agricolo e alimentare. Il progetto sostiene l'ammodernamento dei macchinari agricoli che permettano l'introduzione di tecniche di agricoltura di precisione e l'utilizzo di tecnologie di agricoltura 4.0, nonché l'ammodernamento del parco automezzi, al fine di ridurre le emissioni.

Ci sono state poi varie sollecitazioni sul tema dell'idrogeno. Prima di tutto, voglio sottolineare come il PNRR stanzi complessivamente 3,6 miliardi sullo sviluppo dell'idrogeno, dato significativamente superiore ai 2 miliardi della Francia e agli 1,6 miliardi della Spagna. E' evidente che la transizione debba tendere all'utilizzo dell'idrogeno verde. Questo - teniamolo a mente - richiederà un'efficacia senza precedenti nel raggiungimento degli obiettivi di generazione di elettricità da sorgenti rinnovabili, in assenza delle quali si dovranno considerare tecniche alternative per la generazione del vettore idrogeno. Il target previsto è il 72 per cento dell'elettricità globale da fonte rinnovabile nel 2030: vuol dire installare circa 70 gigawatt di potenza rinnovabile nei prossimi dieci anni; il ritmo attuale di installazione della potenza è 0,8 all'anno. Dunque, tutto dipenderà da quanto saremo in grado di rispettare la tabella di marcia del Piano, riducendo al minimo i ritardi nell'implementazione delle infrastrutture energetiche. O attuiamo queste riforme o la transizione energetica richiederà - fate voi i conti - più di trenta o quarant'anni.

In tema di punti di ricarica dei veicoli elettrici - un altro tema che è stato sollevato - nel Piano ci sono obiettivi puntuali e ambiziosi. L'obiettivo è sviluppare 7.500 punti di ricarica nelle superstrade e circa 13.700 punti di ricarica nei centri urbani.

Più in generale, noto che sono arrivate osservazioni apparentemente opposte circa la transizione ambientale: per alcuni si teme che possa far danno al nostro sistema industriale esistente, da altri si chiede che essa permei ogni ambito di intervento. Io credo che sia una contraddizione relativamente semplice da sciogliere: il Governo è convinto che la transizione ecologica debba riguardare tutti i settori produttivi, essa è una priorità trasversale per tutto il Piano.

Il PNRR alloca circa il 40 per cento delle risorse ad obiettivi climatici; oltre agli interventi previsti nella Missione 2, ci sono quelli sui trasporti e sull'efficienza energetica. Siamo, quindi, ben oltre l'obiettivo europeo del 37 per cento. Allo stesso tempo, siamo convinti che la transizione ambientale sia un motore di sviluppo e di occupazione, soprattutto per i giovani. Finora è stata vista come un ostacolo agli investimenti, un ostacolo al “progresso”, mettiamolo tra virgolette. Dobbiamo capire che, se è fatta bene, non è un ostacolo al progresso, genera occupazione, genera innovazione, genera produzione (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier, Partito Democratico, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Italia Viva). Faccio un esempio: la filiera dell'automotive e i cambiamenti che vengono ad essa apportati dalla mobilità elettrica; per questo sono presenti significativi, specifici investimenti nelle batterie.

Per quanto riguarda il tema della Commissione sulla valutazione di impatto ambientale, la durata media della conclusione dei procedimenti è di oltre due anni. Non sono tempi compatibili con le infrastrutture di cui abbiamo bisogno e che, ricordo, mettiamo in campo anche per andare incontro agli obiettivi ambientali. Le riforme che proponiamo portano a una riduzione dei tempi, anche con il rafforzamento delle capacità del nuovo Ministero della Transizione ecologica.

C'è poi stata un'osservazione sul consumo di suolo, che ha particolare rilievo nel Piano e su cui il Governo si impegna a presentare una legge; però, vorrei fare un esempio di questa attenzione e voglio citare l'investimento nel Parco AgriSolare, che sarà realizzato senza consumo di suolo.

Passo ora al tema dell'alta velocità. Il Piano e il Fondo complementare prevedono investimenti per oltre 15 miliardi: un esempio è la linea Alta Velocità Salerno-Reggio Calabria. Ho detto che è “vera” alta velocità (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier, Partito Democratico, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Italia Viva), dove i treni potranno viaggiare fino a 300 chilometri all'ora. Con questi investimenti ci si metterà lo stesso tempo da Roma a Torino e da Roma a Reggio Calabria. Tutte le linee ad alta velocità non sono progetti vecchi, ma sono progetti estremamente innovativi. La Roma-Pescara è una novità assoluta. Il raddoppio del binario sulla linea esistente della Palermo-Catania-Messina va incontro a un'esigenza avanzata dalla regione Sicilia. Per gli interventi ferroviari al Nord sono destinati 8,6 miliardi: consentono di potenziare i servizi di trasporto su ferro e stabiliscono per le merci connessioni efficaci con il sistema dei porti esistenti. In particolare, grazie ai lavori sul tratto Liguria-Alpi, i tempi di percorrenza sono dimezzati sia sulla tratta Genova-Milano sia su quella Genova-Torino (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente), e la capacità sarà aumentata da 10 a 24 treni per ora.

Diverse questioni sono state poste a proposito dell'housing sociale. I 500 milioni dell'housing sociale sono inseriti nel Programma innovativo della qualità dell'abitare. Attraverso questo progetto, investiamo 2,8 miliardi nella realizzazione di nuove strutture di edilizia residenziale pubblica per ridurre le difficoltà abitative, con particolare riferimento al patrimonio pubblico esistente e alla riqualificazione delle aree degradate, e puntiamo sull'innovazione verde e sulla sostenibilità.

Sono stati fatti anche degli interventi a proposito delle aree colpite da eventi sismici. Per queste aree sono previsti 1,78 miliardi di euro del Fondo complementare. Il PNRR, poi, prevede diversi interventi di riqualificazione di edilizia pubblica, nell'ambito dei quali sono previsti anche interventi di prevenzione antisismica.

C'è, poi, stata una osservazione sui fondi stanziati per la ricerca. Le risorse per la ricerca sono aumentate rispetto alla precedente versione del Piano, ma non basta. Oltre al PNRR, la ricerca di base deve ricevere un maggiore supporto con le politiche ordinarie ed essere sottoposta a valutazione, in modo da verificare l'efficacia degli investimenti (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Italia Viva).

Vi sono state, poi, numerose sollecitazioni sulla tassazione. La riforma del fisco fa parte di quell'insieme di riforme che, sebbene non ricomprese nel perimetro delle azioni previste dal Piano, devono accompagnarne l'attuazione. La riforma fiscale è tra le azioni chiave per dare risposta alle debolezze strutturali del Paese e, in tal senso, è parte integrante della ripresa che si intende innescare, anche grazie alle risorse europee.

Per fare la riforma fiscale occorre un'ampia condivisione politica. Il Governo si è impegnato a presentare una legge delega entro il 31 luglio del 2021, quindi, di nuovo, tra poco. Il Parlamento sarà pienamente coinvolto e svolgerà e ha già svolto un ruolo di primo piano attraverso l'indagine conoscitiva sulla riforma dell'IRPEF e altri aspetti del sistema tributario, avviata dalle Commissioni parlamentari e tuttora in corso di svolgimento. Le indicazioni che proverranno dal lavoro delle Commissioni saranno riflesse nel testo del disegno di legge delega.

È presto, pertanto, per dare risposte su quale sarà la riforma del fisco. Io ho enunciato alcuni principi che, secondo me, sono fondamentali nel discorso programmatico, ma, oltre a questo, è difficile poterlo fare ora. È essenziale che il lavoro del Parlamento giunga a compimento e che vengano fornite indicazioni politiche quanto più condivise e puntuali possibile. Per realizzare in tempi certi la riforma, definendone i decreti attuativi, il Governo, dopo l'approvazione della legge delega, istituirà una commissione di esperti.

Sui tempi di pagamento della pubblica amministrazione, il Governo si impegna ad attuare il monitoraggio già in corso con la piattaforma per i crediti commerciali gestita dal Ministero dell'Economia. Contestualmente, si provvede a rafforzare l'attività di sensibilizzazione nei confronti delle pubbliche amministrazioni e degli enti locali per il miglioramento dei processi necessari ad accelerare le procedure di pagamento. Ma anche le azioni di rafforzamento della pubblica amministrazione previste nel Piano contribuiranno a migliorare la situazione dei pagamenti.

Una osservazione ha giustamente toccato il volume del debito che si crea con questo Piano. In questo momento, però, credo sia necessario concentrarci sulla crescita, sulla crescita economica e sulla crescita sostenibile. Vogliamo rilanciare gli investimenti? Bisogna che la produttività aumenti e, a quel punto, avremo dei tassi di crescita più alti - ben più alti, speriamo, che in passato -, che porteranno a un declino del rapporto tra debito e prodotto interno lordo.

C'è, poi, stata un'osservazione sull'importanza del Terzo settore. Ci tengo a sottolineare che il valore del Terzo settore è parte integrante del Piano, in particolare la componente dedicata a infrastrutture sociali, famiglie, comunità e terzo settore. Ciascuno dei tre ambiti di intervento prevede proprio che ci sia coprogettazione e siano sfruttate le sinergie tra impresa sociale, volontariato e amministrazione. Siamo convinti che questo consenta di comprendere al meglio i disagi e i bisogni e, quindi, venire incontro alle nuove marginalità.

Nel Piano è anche presente l'impegno a completare la riforma del Terzo settore (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia Viva).

La semplificazione delle norme in materia di appalti pubblici e concessioni, per venire a un altro punto, è obiettivo essenziale per la riuscita del Piano e, più in genere, per il rilancio del settore delle costruzioni. In merito agli appalti, intendiamo riformare la disciplina nazionale sulla base delle tre direttive dell'Unione europea (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier, Partito Democratico, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Italia Viva). Occorre renderla più snella, rispetto a quella vigente, anche sulla base di una comparazione con la normativa adottata in altri Stati membri dell'Unione europea. A tal fine, si interverrà con una legge delega da presentare entro il 2021. Inoltre, intendiamo prorogare le semplificazioni adottate con il DL n. 76 del 2020 fino al 2023.

A prescindere dal PNRR, la semplificazione normativa e amministrativa è un obiettivo cruciale per il Governo. Il Piano contiene numerose misure per accelerare l'attuazione degli interventi. Le riforme previste nel Piano sono accompagnate da indicazioni sulle tempistiche; sarà approvato un DL già a maggio – certo, tanti, eh, a maggio - con gli interventi urgenti di semplificazione (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Lega-Salvini Premier, Partito Democratico, Forza Italia-Berlusconi Presidente, Italia Viva, Liberi e Uguali, Misto-Noi con l'Italia-USEI-Rinascimento AdC, Misto-Azione-+Europa-Radicali Italiani e Misto-MAIE-PSI). Naturalmente, questo lavoro di semplificazione continuerà in modo progressivo, continuo e costante fino al 2026.

Concludo, infine, con un riferimento allo sport. L'Italia, da anni, reclamava un piano sulle politiche sportive. Con un miliardo di investimenti nel Piano da oggi lo sport ha piena dignità nelle politiche pubbliche del nostro Paese (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente). C'è uno stretto legame tra l'attività sportiva, il benessere e la coesione sociale. Intendiamo potenziare le infrastrutture per lo sport e favorire le attività sportive, a cominciare dalle prime classi delle scuole primarie. Delle infrastrutture sportive scolastiche beneficerà, inoltre, l'intera comunità territoriale, al di fuori dell'orario scolastico, attraverso convenzioni e accordi con le stesse scuole (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente), con gli enti locali e con le associazioni sportive e dilettantistiche locali (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Lega-Salvini Premier, Partito Democratico, Forza Italia-Berlusconi Presidente, Italia Viva, Liberi e Uguali, Misto-Noi con l'Italia-USEI-Rinascimento AdC, Misto-+Europa-Centro Democratico, Misto-Azione-+Europa-Radicali Italiani e Misto-MAIE-PSI).

PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Vincenzo Amendola, per l'espressione del parere sulle risoluzioni presentate.

VINCENZO AMENDOLA, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Grazie, Presidente. Sulla risoluzione Lollobrigida ed altri n. 6-00188, il parere è contrario. Sulla risoluzione Crippa ed altri n. 6-00189, il parere è favorevole. Sulla risoluzione Colletti n. 6-00190, il parere è contrario.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 11,38).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Si riprende il seguito delle comunicazioni.

(Dichiarazioni di voto)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.

Ha chiesto di parlare il deputato Antonio Tasso. Ne ha facoltà.

ANTONIO TASSO (MISTO-MAIE-PSI). Grazie, Presidente. Il MAIE-PSI, che rappresento, ha firmato la risoluzione di maggioranza, in quanto siamo chiamati ad esprimerci su un documento a cui è legata la nostra sopravvivenza per il prossimo futuro, un documento corposo, complesso, a proposito del quale, nel pochissimo tempo a disposizione, farò qualche riflessione sul tema, a me molto caro, del Mezzogiorno, sul quale, ieri, lei, Presidente Draghi, anche oggi, devo dire, ha pronunciato parole condivisibili, quando ha detto tra l'altro che la crescita del Sud è prioritaria e impatterà positivamente sulla crescita dell'Italia.

Però, c'è qualche cosa che non capisco; la prima è come mai il 25 aprile, a Napoli, numerosi sindaci hanno contestato l'affidamento al Mezzogiorno del 40 per cento delle risorse europee e, poi, come mai la maggioranza delle Commissioni permanenti alla Camera ha espresso contrarietà a tale affidamento al Mezzogiorno, ritenendolo molto distante dalla percentuale necessaria per evidenziare una maturazione piena della visione del contributo che il Mezzogiorno può dare alla ricostruzione del Paese? Una distribuzione territoriale delle risorse più favorevole al Mezzogiorno - quindi più della percentuale prevista - ritengo sia più coerente con l'obiettivo europeo della coesione territoriale, per cui non solo avrebbe l'effetto di incrementare significativamente la crescita del PIL meridionale, ma determinerebbe ancor più una maggiore crescita complessiva dell'economia nazionale.

Io concludo con un ultimo rilievo interrogativo. Se i dati per riequilibrare i divari infrastrutturali di genere, di età, di reddito e di occupazione sono nel Mezzogiorno, perché destinare le maggiori risorse in altri contesti…

PRESIDENTE. Grazie.

ANTONIO TASSO (MISTO-MAIE-PSI). …senza tener conto, e concludo Presidente, di ciò che…

PRESIDENTE. Grazie.

Ha chiesto di parlare il deputato Costa. Ne ha facoltà. Colleghi, per favore, non avvicinatevi al banco del Governo e un po' di silenzio, perché ci sono gli interventi. Per favore, per favore, non sostate qui ai lati. Prego

ENRICO COSTA (MISTO-A-+E-RI). Signor Presidente del Consiglio, la componente Azione raccoglie il suo appello alla responsabilità e voterà favorevolmente il Piano che ci ha illustrato. Il nostro, però, è un giudizio in chiaroscuro e, come nel nostro stile, non rinunciamo a formulare osservazioni costruttive.

La strada delle riforme con cui accompagnare il Piano, Presidente, è corretta: è l'onesta presa di coscienza che il Paese oggi non è in condizioni di rispettare gli obiettivi senza una revisione strutturale. Quello che non ci convince, piuttosto, è un volare alto sui contenuti di queste riforme. Al di là dei titoli, spesso non si percepisce in quale direzione si intende procedere. Le riforme previste dal Piano non sono dettagliate, ma presentate come involucri dal contenuto indefinito, che ogni forza politica o sociale legge a modo suo.

Prendiamo la semplificazione normativa. Gli strumenti, i ferri del mestiere, con cui si dovrà dare attuazione alle misure del Piano, sono le leggi, le norme, il ginepraio burocratico, ingarbugliate da tratti inestricabili del nostro Paese, la pletora di enti e strutture pubbliche che si pestano i piedi. Le chiedemmo la madre di tutte le riforme: un drastico disboscamento della giungla normativa, in cui leggi complicate e equivoche nell'interpretazione portano spesso davanti al giudice. Il Piano riconosce il problema molto bene, ma propone una soluzione debole e riservata a poche righe, che possono sintetizzarsi con: un “non possiamo fare nulla, ci arrendiamo, per il futuro eviteremo di fare ulteriori danni”. Tagliare le leggi è complicato, ma aiuta la realizzazione di opere, aiuta le imprese, aiuta la legalità, migliora i conti pubblici, aiuta la giustizia, sgravando i tribunali.

Prendiamo poi la riforma della giustizia penale. In che direzione andrà questa riforma? Non è del tutto chiaro, giacché si rimanda alle proposte non ancora note…

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

ENRICO COSTA (MISTO-A-+E-RI). …che saranno formulate dalla Ministra Cartabia e dalla sua commissione. Gli obiettivi delineati dal Piano non sono né più né meno che quelli previsti dal Ministro Bonafede. La commissione stravolgerà…

PRESIDENTE. Grazie, ha finto il tempo.

Ha chiesto di parlare la deputata Gebhard. Ne ha facoltà.

RENATE GEBHARD (MISTO-MIN.LING.). Grazie, Presidente. Signor Presidente del Consiglio, siamo consapevoli di essere di fronte a scelte straordinarie. Così come l'Europa ha posto in essere politiche di condivisione del debito che non hanno precedenti, oggi il Paese ha l'opportunità e il dovere di affrontare le sue diseguaglianze e fragilità strutturali. Condividiamo i vincoli essenziali, secondo i quali sono delineati Missioni e contenuti del Piano. Individuazione delle riforme e dei tempi di attuazione, investimenti produttivi in grado di avere il massimo effetto espansivo e innovativo per la crescita economica, pari opportunità di genere e generazionali sono priorità della massima importanza per il nostro sistema economico e sociale. Come autonomie, riteniamo e ribadiamo come la tutela delle istanze territoriali e il ruolo dell'autonomia costituiscano, a nostro giudizio, un valore aggiunto che occorre preservare nell'attuazione dei progetti e delle Missioni strategiche del Piano. Anche in base a quanto da lei detto oggi in replica, come autonomie confidiamo di essere coinvolti nelle diverse fasi dei progetti, giacché ciò è coerente con l'obiettivo di garantire l'impiego efficace delle risorse, nell'interesse del territorio e dei cittadini. Concludo e annuncio il voto favorevole delle minoranze linguistiche alla risoluzione di maggioranza.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Muroni. Ne ha facoltà.

ROSSELLA MURONI (MISTO-FE-FDV). Grazie, Presidente. Presidente Draghi, poteva andare meglio sinceramente. Il PNRR redatto dal suo Governo ha qualche luce, diverse ombre e ancora troppi aspetti oscuri. E' mancato - e si vede - un serio dibattito pubblico che ne facesse davvero un Piano della Nazione, a partire da quelle schede progettuali, che sappiamo esistere, ma non abbiamo avuto la possibilità di vedere. Speriamo di averle presto. Un metodo non condivisibile anche nei confronti del Parlamento, che forse sarebbe stato prevedibile con un Governo tecnico, ma non con un Governo che vuole essere politico. Noi di Facciamo Eco abbiamo incontrato in questi ultimi giorni associazioni, partiti, movimenti, che sono rimasti esclusi dal confronto, e c'è stato chi, come i Verdi italiani, ha espresso contrarietà e delusione. Altri, invece, sospendono il giudizio e noi, Presidente, con loro, visto che oggi ci asterremo.

Le chiediamo, noi di Facciamo Eco un incontro urgente, perché siamo consapevoli che la consegna a Bruxelles è solo il primo passaggio. Ora inizia la fase più difficile, il Parlamento dovrà esprimersi sui singoli provvedimenti di attuazione e noi vogliamo esserci per fare la nostra parte, per continuare a chiedere più coraggio, più visione, un vero piano per il clima, per la ricerca, per il lavoro, per le donne. Le donne: lei ne ha parlato a lungo. Il network Donne per la salvezza chiede almeno il 5 per cento delle infrastrutture sociali, occupazione e imprenditoria femminile, indispensabili non solo alle donne italiane ma al Paese per la ripartenza. Siamo soddisfatti dell'assenza di finanziamenti diretti al progetto di stoccaggio della CO2 di Eni a Ravenna, dell'inserimento delle smart trade, delle bonifiche dei siti inquinati, delle comunità energetiche, del biometano, dell'agro-voltaico, della rigenerazione urbana; mai il nostro Paese ha visto investimenti così cospicui sul fronte ambientale e noi vigileremo perché a nessuno, ad esempio, Presidente venga la tentazione di finanziare nuovi inceneritori con i fondi allocati nella necessaria impiantistica del ciclo dei rifiuti. Siamo preoccupati dello sbilanciamento su idrogeno e Alta velocità, non perché contrari agli stessi, ma perché un vero piano per il clima dovrebbe puntare maggiormente sul trasporto pubblico locale e sullo sviluppo delle fonti rinnovabili. Le sto parlando di quantità delle risorse allocate, perché sui titoli ci siamo.

PRESIDENTE. Grazie.

ROSSELLA MURONI (MISTO-FE-FDV). Noi vigileremo sull'impatto di genere, generazionale e ...

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Lupi. Ne ha facoltà.

MAURIZIO LUPI (M-NCI-USEI-R-AC). Grazie, signor Presidente, signor Presidente del Consiglio. Noi voteremo convintamente a favore della risoluzione di maggioranza. Lei ha finalmente dato una visione, un sogno. Il PNRR non è solo un insieme di progetti, di numeri, ma è il più grande strumento di trasformazione dell'Italia. C'è il destino del Paese, a noi spetta una grande responsabilità, al Governo e al Parlamento: l'onere e l'onore di preparare in modo migliore l'Italia del domani. L'opera di rinnovamento - De Gasperi l'ha citato lei - fallirà senza la responsabilità di tutti. Allora la sfida è rappresentata dalle riforme e dagli investimenti. Per 25 anni abbiamo detto che non potevamo sostenere le riforme, perché non avevamo le risorse. Oggi abbiamo le risorse e la sfida sono le riforme e la prima grande riforma è la semplificazione e la sburocratizzazione, signor Presidente, non solo per le infrastrutture, ma per la vita sociale di cittadini che si rapportano con la pubblica amministrazione. Tre esempi. Per spendere 100 milioni - glielo dico da ex Ministro dei lavori pubblici - ci vogliono 15,7 anni di media: è evidente che l'Europa si chiede come si fanno a spendere 200 miliardi in sei anni. Il 110 per cento del bonus - lo ha detto lei - 95 pratiche burocratiche: è evidente che tre milioni di cittadini rinunciano. Abbiamo immaginato (vedi Governo Conte) norme visionarie, abbiamo 547 decreti attuativi in sospeso, il 57,3 per cento non è ancora stato realizzato. La riforma della giustizia: che cos'è l'abuso d'ufficio? Che cos'è il traffico di influenze? Perché un funzionario non si assume la responsabilità? Pubblico-privato - ritorniamo - il moltiplicatore pubblico-privato: le risorse pubbliche devono moltiplicare risorse private (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI-Rinascimento AdC).

PRESIDENTE. Concluda.

MAURIZIO LUPI (M-NCI-USEI-R-AC). E concludo. Oggi un noto giornalista ha detto che il Parlamento assomiglia alle anime morte. Io credo che non sia la verità. A noi spetta quella grande responsabilità, la grande responsabilità di sentire insieme la costruzione di questa cattedrale nuova, è quell'esempio medievale che dice: “Se sto portando un mattone, lo sto portando perché ho la coscienza di costruire la cattedrale”. L'Italia …(Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI-Rinascimento AdC)

PRESIDENTE. Grazie.

Ha chiesto di parlare il deputato Silli. Ne ha facoltà.

GIORGIO SILLI (MISTO-C!-PP). Grazie, Presidente. La componente Cambiamo! voterà ovviamente a favore. Non è un segreto che siamo stati tra i primi ad accogliere a braccia aperte, come dire, l'incontro da parte del Presidente della Repubblica con l'attuale Presidente del Consiglio.

Però vede, signor Presidente del Consiglio, noi voteremo a favore, ma le poniamo una condizione. Io ieri ho parlato utilizzando una metafora paragonando l'Italia a un cavallo deperito che aveva bisogno di foraggio, di biada per tornare a correre, ma questo foraggio e questa biada non sono sufficienti se il cavallo non può correre su una pista se il cavallo non può togliere gli zoccoli dalla palude che è il nostro sistema Paese e la nostra burocrazia.

La condizione, signor Presidente, è chiara: è quella della sburocratizzazione è quella della semplificazione. Ho sentito molti interventi tra ieri ed oggi fare giustamente degli appunti a questo comma, a questa virgola; ho sentito le parti più ambientaliste, come dire, fare un maggior riferimento alle spese per la green economy, altri cercare di orientare i propri interventi maggiormente verso le categorie che rappresentano. Ebbene signor Presidente io vedo il Recovery, vedo il Piano Nazionale di ripresa e resilienza come una sorta di gara tra cavalli e il cavallo Italia è indietro rispetto agli altri, è come se fosse partito più tardi perché negli anni passati abbiamo avuto inevitabilmente dei problemi. Non mi importa se il cavallo andrà a zig zag o metterà prima avanti il piede destro o quello sinistro, quello che importa è che il cavallo corra, corra forte nella direzione giusta e arrivi al traguardo e allora signor Presidente semplifichiamo e facciamo correre questo cavallo che sono sicuro sia ancora in grado di vincere.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Lapia. Ne ha facoltà.

MARA LAPIA (MISTO-CD). Grazie, Presidente. Signor Presidente del Consiglio, il nostro Paese è tra quelli che in tutta Europa hanno pagato e continuano a pagare un prezzo troppo alto per le conseguenze derivanti da questa pandemia sia in termini sanitari che in termini economici.

Il nostro sistema ha dimostrato una non eccellente capacità di reazione ad uno shock esogeno di tale portata e le cause vanno ricercate proprio in anni ed anni di mancate riforme strutturali, dispendio di risorse pubbliche senza reali obiettivi di crescita, incapacità di cogliere le più disparate opportunità di crescita.

Penso alla mancata rivoluzione digitale a quella transizione ecologica di cui oggi molto spesso si dice e poco ancora si fa e ad un sistema produttivo ancorato ed obbligato a rimanere su logiche oramai ampiamente superate in tutto il resto del mondo. Per reagire a tutto ciò e superare le macerie del COVID-19 l'Europa oggi ci offre una grande opportunità. Sembra essere terminato il tempo dell'austerity e del contenimento della spesa pubblica, quella spesa pubblica che si doveva fermare ad ogni costo a favore di un tempo in cui gli attori in ogni campo provavano a comprendere che, come ha più volte sottolineato proprio lei, Presidente Draghi, esiste un debito cattivo, ma esiste anche un debito buono ed è per questo che il programma del Next Generation EU, se ben strutturato e ben equilibrato, può essere una risposta di una portata storica per tutto il nostro continente e in particolare per la nostra Italia. Abbiamo dinanzi a noi reali possibilità di sviluppo, investimenti e riforme, va colta l'occasione di ammodernare l'intero sistema, creare una pubblica amministrazione smart ed efficiente, sostenere una sanità che sia prossima al cittadino con l'ausilio di una telemedicina all'avanguardia promuovendo l'inclusione sociale. Tutto ciò si fa rimuovendo gli ostacoli che hanno fermato il nostro Paese negli ultimi anni: mi riferisco alla necessità di una maggiore equità di genere che completi definitivamente quel processo di emancipazione della donna cominciato anni fa, ma che sembra non conoscere mai una fine.

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

MARA LAPIA (MISTO-CD). Concludo, Signor Presidente. Una condizione certamente mutata negli ultimi tempi, ma che richiede ancora un cambiamento radicale nella nostra società. L'auspicio è che queste risorse alle quali avremo accesso non siano meramente un numero e proporzioni matematiche, ma che il Piano nazionale di ripresa e di resilienza che oggi lei ci presenta in questo Parlamento possa rappresentare un'ambiziosa strategia di ripartenza per tutto il Paese. Oggi, Presidente Draghi, non dimentichiamoci quindi delle donne e dei giovani e del Sud in ugual misura perché qualsiasi azione positiva in tal senso ci vedrà sempre dalla parte di coloro che sapranno dire sì e soprattutto perché un'Europa senza donne, giovani e Sud, e Europa destinata a scomparire.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Colletti. Ne ha facoltà.

ANDREA COLLETTI (MISTO-L'A.C'È). Ultimamente si è usato, ed anzi abusato della parola “resilienza”. A due giorni dalla festa della Liberazione, dovremmo invece ritornare a utilizzare altre parole, seppure in contesti differenti, perché, colleghi, su determinati aspetti, più che essere resilienti, bisogna essere “resistenti”. Quando parliamo di cambiamento climatico, utilizzando il termine “resilienza” indichiamo che ci accontentiamo di adattarci ad un contesto che cambia e che muta, mentre invece la politica - quella che viene fatta in queste Aule - dovrebbe parlare apertamente di resistenza, perché per il nostro futuro e per il futuro del pianeta non possiamo accettare come ineluttabile il cambiamento climatico, perché bisogna lottare e resistere per opporsi a tale cambiamento. Ed è questo uno dei tanti esempi di questo Piano, dove il Governo semplicemente si accontenta: un Piano che parla di crescita minima del PIL, ma non parla di come risolvere concretamente i bisogni della popolazione, parla di prodotto quando invece dovrebbe parlare di benessere, perché le persone non possono essere considerate un prodotto. Non si parla di quelle che saranno le prossime battaglie di sopravvivenza, non si parla di acqua pubblica, non si parla di diritto ad un'aria salubre, non si parla di opporsi alla desertificazione, non solo economica dei nostri territori. Le prossime guerre e migrazioni non avverranno per petrolio e gas, ma per acqua, aria e terre coltivate, rischiamo noi di essere fra i prossimi popoli a migrare.

Quando si parla di aree, si deve poi parlare di progetti riferiti a determinate nostre città, Taranto e alcune zone della Campania in primis, dove è più alta l'incidenza di tumori infantili.

E tornando alle misure, chi ha redatto questo Piano non ha neanche avuto il buon gusto e il coraggio di prorogare il bonus del 110 per cento, nonostante tutti i proclami pubblici (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è), sebbene questo bonus potrebbe essere il volano dell'economia ed un'opportunità per riprogettare il patrimonio edilizio esistente.

Per non parlare del Mezzogiorno: lasciando al Sud solo il 40 per cento dei fondi si sta dicendo che il Meridione non potrà mai recuperare il divario con il Nord per crescere e svilupparsi, rimanendo il fanalino di coda in Europa. E basta guardare come questo Piano prevede di dare fondi alla portualità: Sud e porti commerciali minori tagliati fuori dalla ripartenza. È triste dirlo ma, a leggere il PNRR, pare che interi territori per questo Governo non esistano.

Ed un ultimo appunto bisogna farlo sulla legalità: con troppa facilità si parla di semplificazione dei contratti pubblici, degli appalti, dei controlli antimafia e dei protocolli di legalità, togliendo addirittura responsabilità erariale a coloro che si macchiano di condotte gravemente colpose che portano a spreco di risorse pubbliche. Facendo così, il rischio è che questi soldi serviranno a finanziare le imprese con più collegamenti nella burocrazia e nella politica - facendo fuori invece le imprese sane, che non scendono a compromessi, che non hanno padrini politici - oppure addirittura a dare direttamente soldi senza controlli ad hoc ad imprese in odore di mafia. E qui mi rivolgo a tutti i deputati di maggioranza: è davvero questo il Piano che volete approvare? Non sentite il dovere di un moto di orgoglio, di dover resistere all'obbligo di chi gestisce i vostri partiti, di voler contare di più, perché siete e siamo stati eletti qui per far sentire la nostra voce? Ciò che ci accomuna, almeno nella nostra piccola componente, è sapere ed essere consapevoli che serva una opposizione sana, costruttiva, ma che sappia resistere alle luci della gestione del potere, che non metta al primo posto le cariche pubbliche del potere, ma che metta davanti a tutti, con dignità e onore, l'interesse pubblico della nostra Nazione. Perché vogliamo dimostrare che c'è un'alternativa a questo Governo, c'è un'alternativa a questa maggioranza, in cui tutti i partiti hanno un solo interesse, il potere; c'è un'alternativa in questa società, di chi non vuole adattarsi al sistema, ma di chi vuole resistere per il bene del Paese. Siamo ancora pochi, ma siamo qui ad affermare un chiaro “no” alla volontà di questa maggioranza, di chi combatte culturalmente e socialmente per dare una possibilità ad un'area del Paese che dice “no” perché ama l'Italia, così come ama la terra…

PRESIDENTE. Concluda.

ANDREA COLLETTI (MISTO-L'A.C'È). …come luogo che dobbiamo preservare per i nostri figli e nipoti. Vogliamo dare voce a quell'Italia che resiste, a quell'Italia che non si arrende, a quell'Italia che non vuole adattarsi, che fa ciò che crede, che crede in ciò che fa, che resiste ai compromessi, che vuole ancora credere che un'altra politica sana e bella è possibile (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è).

PRESIDENTE. La ringrazio. Ha chiesto di parlare il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signor Presidente, signor Presidente del Consiglio, Ministri, colleghi. Lei ha parlato, all'inizio del suo intervento, di una rinnovata Italia protagonista, sì dobbiamo essere protagonisti del rilancio del nostro Paese, ma soprattutto di una nuova stagione dell'Europa, un'Europa solidale, capace di superare una logica tutta chiusa all'interno dei numeri e della stabilità monetaria e in grado di interpretare questa pandemia anche come un modo per rimettersi in discussione e ritornare alle sue origini e alla sua missione originale.

Lei ha parlato anche di sforzo comune, su questo siamo molto d'accordo, questo lo abbiamo detto a più riprese: non è una sfida soltanto di questo Governo, di questa maggioranza, è una sfida di tutto il sistema Paese.

Con la stessa forza, vogliamo però sottolineare che questo non può essere interpretato - come spesso abbiamo visto nel passato - come un assalto alla diligenza, non vogliamo rivedere sempre i soliti noti, i furbetti, attorno a una grande torta di spesa pubblica e siamo invece perché ci sia uno sforzo comune, forte, di costruzione di un'Italia nuova, di un'Italia più giusta, di un'Italia più digitale, di un'Italia più verde.

In questo - guardi, signor Presidente - il ruolo del Parlamento, lei lo ha sottolineato nella replica, non è un ruolo accessorio, è un ruolo fondamentale, sia nell'attuazione e quindi nel monitoraggio di quello che si farà, ma soprattutto anche rispetto al tema delle riforme. E non possiamo nasconderci che noi oggi ragioniamo attorno ai fondi del Recovery, essendo ancora dentro la pandemia, dentro l'emergenza sanitaria, e questa pandemia ha amplificato le disuguaglianze - questo è un dato su cui credo dovremmo essere tutti concordi -, disuguaglianze che arrivano da lontano, ma che sono state amplificate.

Sono disuguaglianze sociali, economiche, territoriali e - noi ne siamo fortemente convinti - non si può e non si deve uscire da questa pandemia come se nulla fosse successo, cioè tornare esattamente dove eravamo prima. Eravamo in un'Italia diseguale, questa pandemia ha amplificato le disuguaglianze e noi dobbiamo costruire un'Italia diversa. Da questo punto di vista, per noi i fondi del Recovery sono uno strumento fondamentale, per alcuni versi assolutamente unico, per ricucire. Il Paese ha bisogno di una ricucitura, il Paese è segnato da fratture profonde, sono fratture sociali,: un aumento della povertà, una lesione continua e costante in molte realtà e in molti territori della dignità del lavoro.

Lei ha ricordato Alcide De Gasperi nel suo intervento, ma mi lasci ricordare una figura, proprio parlando del lavoro, che non ha potuto essere uno dei padri della Repubblica e della Costituzione perché, nel giugno del 1944, fu ucciso dai nazisti in fuga da Roma ed è la figura di Bruno Buozzi. A quegli uomini, a quelle lotte noi dobbiamo continuare a fare riferimento perché la dignità del lavoro è soprattutto dignità dell'uomo. Abbiamo necessità di strumenti per ricucire la frattura economica, il gender gap: da questo punto di vista, noi vediamo favorevolmente ovviamente gli investimenti sugli asili nido, ricordando però che dobbiamo poi essere conseguenti nelle leggi di bilancio e accompagnare questo investimento con una spesa corrente che mette in condizioni poi queste strutture di funzionare, così come riteniamo centrale la scuola e la ricerca.

Un'altra frattura che sta attraversando pericolosamente il nostro Paese è quella territoriale, una frattura che non è soltanto quella storica Nord-Sud - e, da questo punto di vista, occorre che quel 40 per cento sia un 40 per cento speso bene, indirizzato nella maniera giusta - ma è una frattura territoriale tra le aree marginali e le città, tra la campagna e la città.

Abbiamo bisogno di unire e, da questo punto di vista, ad esempio, l'annullamento del digital divide, del divario tecnologico nell'accesso alla rete, è un elemento per noi fondamentale.

E poi la frattura ambientale: siamo un Paese che soffre - come lei ha ricordato - strutturalmente di problematiche legate al dissesto, che questi cambiamenti climatici in atto tendono anche essi ad amplificare.

C'è una questione su cui credo vada posto l'accento ed è il tema della governance: guardi, le dico chiaramente, c'è un tema che dovrà essere definito di governance centrale, ma siamo più preoccupati poi su come riuscire a fare una governance territoriale, che garantisca la selezione dei progetti, la qualità dei progetti, una programmazione. Ad aver visto alcuni dei progetti mandati dalle regioni vien da pensare che qualcuno pensa che questo sia il libro dei sogni, in cui ognuno può appendere la sua idea, invece dobbiamo avere coraggio, coraggio di fare delle scelte, anche di scontentare qualcuno, perché questa è una sfida assolutamente irripetibile. Quindi, si vuole - sì - il coinvolgimento dei territori, ma ognuno faccia il suo mestiere: le regioni ritornino a svolgere un ruolo di programmazione più che di gestione e i comuni siano, da questo punto di vista, attori fondamentali. E poi il Parlamento, e poi anche un'iniezione straordinaria di risorse nuove. Abbiamo bisogno di più tecnici. Guardate, in alcuni casi questa retorica sulla pubblica amministrazione sconta il fatto che, da troppi anni, noi non stiamo più sostituendo, stiamo perdendo esperienze, non stiamo immettendo dentro la pubblica amministrazione quello che ci vuole: creatività, professionalità, idee. E, guardi, la carenza di molta progettualità in arrivo dalle regioni e dai comuni sconta proprio questo. Abbiamo bisogno di fare un salto, da questo punto di vista.

E poi, avviandomi alla conclusione, vi è il tema delle riforme. Con chiarezza, signor Presidente: non cadiamo nel manicheismo dove, da una parte, c'è tutto il bene e, dall'altra, c'è tutto il male. Il male spesso è lo Stato, la sua lentezza, la sua burocrazia e il bene è il privato. Gli esempi e la storia ci dicono che la verità sta nel mezzo: abbiamo aziende pubbliche a tutti i livelli gestite in maniera efficiente con risultati positivi e - ahinoi - abbiamo visto disastri governati da aziende in una logica privatistica. Per cui, anche da questo punto di vista, la legge sulla concorrenza, la legge annuale deve guardare a questo spirito: cercare di mettere tutti - pubblico e privato, misto pubblico-privato - in questa logica dell'efficienza e dell'efficacia, indipendentemente dal marchio di origine.

Poi mi lasci dire che, per riuscire a fare tutto questo, signor Presidente, noi dobbiamo compiere uno scatto, dobbiamo in qualche modo riscrivere un nuovo patto di cittadinanza tra Stato, cittadini e imprese, che abbia ovviamente in cima il tema dei beni comuni. Da questo punto di vista, questa pandemia ci restituisce la sanità pubblica come un bene comune insostituibile.

Ma vi è anche la fedeltà fiscale, signor Presidente. La riforma del fisco deve andare nella direzione della progressività e del miglioramento della fedeltà fiscale perché è questo che vuole anche l'Europa. L'Europa ci guarda spesso con diffidenza perché su questi temi fa fatica a capire come noi possiamo continuare a essere quasi indifferenti rispetto a oltre 130 miliardi di euro sottratti alle casse dello Stato. E se pensiamo che tutto il Recovery fa poco più di 200 miliardi, ci rendiamo conto di che cosa potremmo fare, se avessimo una fedeltà fiscale almeno in linea con l'Europa.

Poi, ovviamente, il nuovo patto deve guardare ad uno Stato giusto. Lo Stato giusto per noi è quello che non lascia indietro nessuno nel momento del bisogno, sia esso rispetto alla salute sia rispetto al lavoro. Da questo punto di vista, il richiamo che noi abbiamo fatto ai LEP è quello verso una definizione sistematica. I LEP sono uno strumento per avere giustizia, giustizia sociale: vuol dire avere standard di servizi uguali dappertutto, indipendentemente dal luogo dove sei nato.

In ultimo, signor Presidente, lei ha richiamato lo spirito repubblicano, lo ha fatto in coerenza col suo intervento la prima volta in quest'Aula. Per noi spirito repubblicano oggi vuol dire collaborazione istituzionale, vuol dire che per vincere la sfida del Recovery, di costruzione di una nuova Italia questo Governo, innanzitutto, deve essere basato su rispetto e lealtà. E, a guardare le dichiarazioni di alcuni leader della maggioranza di questi giorni, facciamo seriamente fatica a vederli, il rispetto e la lealtà.

In ultimo, accettiamo la sfida. In qualche modo, lei ancora nella replica ha detto che questo è un work in progress e dobbiamo progressivamente migliorarlo, per noi però rimane chiaro l'obiettivo - e ho finito, signor Presidente - di lavorare con rispetto, lealtà e collaborazione istituzionale, con unità per un'Italia più giusta, più unita, più digitale e più verde (Applausi dei deputati dei gruppi Liberi e Uguali e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Marattin. Ne ha facoltà.

LUIGI MARATTIN (IV). Grazie, Presidente. E' una storia da raccontare quella del Recovery Plan, signor Presidente del Consiglio. Quintino Sella, alla cui scrivania si alternano i vari ministri dell'economia, diceva che il bilancio dello Stato raccoglie vizi e virtù di un popolo. Chissà, forse, se fosse qui, aggiornerebbe la sua celebre citazione con questa sigla aspra e impronunciabile che stiamo discutendo da un po' e direbbe forse che il PNRR, o meglio il modo in cui questo Paese ha approcciato il PNRR, è raccontare al meglio i nostri vizi e le nostre virtù. Sono in pochissimi in Italia, e forse sbagliano, a credere che a questo Paese in fondo non servano soldi ma solo le riforme per far funzionare meglio la macchina.

Sono in molti, invece, a credere che le riforme siano il punto cruciale, ma che non si possano fare senza soldi.

Tante volte, in questi vent'anni, abbiamo sentito ripetere che non si fanno le nozze con i fichi secchi. La storia del Recovery Plan è una storia di soldi, tanti soldi, che arrivano per fare le riforme, quello che tutti noi evocavamo da diversi decenni. Eppure, c'è ancora qualcosa che non va, anche per i tanti, signor Presidente, che non lo dicono espressamente.

La classe politica italiana - tutta e non solo l'opposizione il cui principale partito parlerà con la solita eloquenza dopo di me - ha a lungo creduto che questo Piano fosse o dovesse essere una gigantesca donazione da parte di qualche benefattore europeo. Un bancomat generosamente, anzi doverosamente messo a disposizione in nome di quella solidarietà dovuta e sempre richiamata, come sono sempre dovuti i diritti, veri o presunti, e quasi mai i doveri, anche i doveri derivanti dall'appartenenza all'unione monetaria. Questi 191 miliardi sono soldi di tutti, di tutti i cittadini europei, ma in questo Paese, anche quando si tratta di soldi solo italiani, “soldi di tutti” ha sempre significato “soldi di nessuno”; figuratevi, quindi, quando alziamo il livello di governo: si perde ancora di più il legame di legittimazione.

C'è stato, poi, un altro equivoco: si pensava che il Recovery Plan fosse una lista della spesa con attorno qualche riforma per tenere buoni quei rompiscatole di Bruxelles; soldi con riforme attorno, invece che riforme con soldi attorno (sembra un indovinello come quello del pennello “Cinghiale”, ma in realtà non è così). Molti di questi equivoci, signor Presidente, vivono ancora in quest'Aula.

Il Recovery Plan è il passo di condivisione dei rischi fiscali che aspettavamo fin dalla fondazione dell'Unione monetaria e che forse, senza lo shock della pandemia, sarebbe stato impossibile. Del resto, la storia dell'integrazione europea è una storia di strappi: nasce dopo lo strappo e la tragedia della Seconda guerra mondiale, si intensifica dopo la caduta del muro di Berlino. Quante volte abbiamo detto: “i cittadini tedeschi non accetteranno mai di pagare con le proprie tasse la spesa pubblica in Italia”. Invece è successo, sta succedendo: è quel passo avanti dell'integrazione europea che tutti consideravano indispensabile, tranne coloro che auspicavano l'integrazione europea ma intendevano solo Babbo Natale: dammi i soldi, al resto ci penso io. Un importante Ministro - spesso Ministro - pochi giorni dopo l'accordo a livello europeo esclamò festante: “dopo trent'anni finalmente si torna a spendere”. Pochi hanno capito che non era la fine di una nottata nella quale questo Paese ha dovuto fare i conti con il vincolo di bilancio, ma era l'occasione per mettere a posto qualcosa che, in questo Paese, si era rotto fin dalla fine degli anni Settanta. E ci voleva lei, signor Presidente, per iniziare un discorso economico, evidenziando il problema della produttività, quando nelle prime pagine del Recovery scrive che un Paese, che ha la crescita della produttività del lavoro pari a un quarto di quella europea oppure la produttività generale che, in 25 anni, è praticamente rimasta ferma, è una macchina con il motore ingrippato e una macchina con il motore ingrippato non serve a nulla se ci metti anche un sacco di benzina.

Nessuno è innocente da questi equivoci o, per dirla con Quintino Sella, da questi vizi. Non lo è chi pensa “dammi i soldi e basta, al resto ci penso io”; non lo è chi è convinto che questi soldi debbano essere tutti distribuiti sulla base dei criteri territoriali oppure politici: un po' a te, un po' a te e un po' a me; non lo è, signor Presidente, chi, sentendola elencare la parola “concorrenza”, ieri sussurrava: “ma io tengo famiglia”. Perché una seria politica di promozione della concorrenza significa rompere quegli interessi particolari che, in certe occasioni, si fanno molto sentire, dimenticando che concorrenza è libertà economica, è democrazia economica, è giustizia sociale; sono pari opportunità (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva). Frenare la concorrenza oggi può significare qualche voto in più per qualcuno di noi oggi, ma significa meno risorse domani. Ma una classe politica che guarda al sondaggio settimanale come bussola del proprio agire politico può far fatica a comprendere questo concetto.

Tempo fa in quest'Aula, signor Presidente, dissi che, se continuiamo così, si rafforzerà l'idea che ogni cosa che arriva qui dentro finisce in caciara e quindi vedrete che, prima o poi, qui dentro arriveranno sempre meno cose e le decisioni importanti verranno prese altrove. Mi fermo qui su questo, invitando a riflettere su questo concetto.

Sono molte le cose, signor Presidente, che tanti di noi riformisti, di Italia Viva soprattutto, andavamo ripetendo, ottenendo in cambio garbati inviti a non rompere troppo le scatole: infrastrutture, semplificazione, pubblica amministrazione, tante cose che troviamo in questo Piano, e sanità non solo come diritto sociale ma anche come opportunità di sviluppo di una filiera. E, signor Presidente, prendiamo sul serio l'impegno che ci ha fatto a ragionare con pragmatismo: il costo di un finanziamento a dieci anni del nostro debito pubblico si aggira sullo 0,7 per cento, il costo di accedere alla linea pandemica del MES sta attorno allo 0. In un anno non abbiamo cambiato idea e, come lo dicevamo al suo predecessore, lo diciamo a lei (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva): una volta capito cosa fare con la sanità, serve accedere alla linea pandemica del MES.

E poi, la riforma fiscale: il Parlamento è onorato del passaggio che ha fatto nel suo discorso, di ciò che ha scritto nel PNRR. Le Commissioni finanze stanno lavorando, qui alla Camera e quella del Senato presieduta dal collega D'Alfonso, in modo congiunto. Io ringrazio le forze politiche per il lavoro che stiamo facendo, è un fisco riformato per l'ultima volta prima dello sbarco sulla luna. Il pericolo più grande che abbiamo è far sì che la classe politica, che è stata abituata per vent'anni a parlare di fisco solo per trovare lo slogan più efficiente in campagna elettorale, abbandoni quell'impostazione e riesca a sedersi al tavolo per poter partecipare, per la prima volta dopo cinquant'anni, ad un'opera ordinata, seria e coerente di riforma del nostro fisco.

Per tutti questi motivi, signor Presidente, il PNRR è monco, manca un capitolo fondamentale, che però lei non può scrivere o, per lo meno, non può scrivere da solo: il PNRP, il Piano nazionale di riqualificazione della politica, perché l'ultimo equivoco, l'ultimo vizio è che sia finita qui; invece questo Piano, l'attuazione di questo Piano, richiederà almeno cinque anni e in mezzo ci sarà una nuova richiesta di consenso agli italiani. Su quali basi verrà fatta quella richiesta di consenso degli italiani con questo Piano in corso di svolgimento? Senza la riqualificazione della politica non ci potrà sempre essere un Mario Draghi a salvare il Paese: glielo dice, signor Presidente, un partito che, per favorire questo Governo, ha messo sul piatto tutto quello che aveva, forse non era tanto, ma ha messo sul piatto tutto, e proprio per questo credo che questa affermazione possa avere più valore. Italia Viva accoglie il suo appello non solo ora, sotto i flash dei fotografi, ma tra sei mesi, quando sarà il momento di passare dalle parole ai fatti nell'attuare i provvedimenti che abbiamo scritto in questo Piano.

Signor Presidente, e concludo, sono in pochi a ricordare da dove arrivi l'espressione fiscal compact: arriva da una sua citazione, quando citò Alexander Hamilton, che, nel momento fondativo degli Stati Uniti d'America, citò il voluntary compact fra i governanti e i governati, e quindi evocando anche per l'Europa quel momento fondativo che fu all'epoca quello degli Stati Uniti d'America. Lei disse: non serve il voluntary compact, serve un fiscal compact. Lei ricordò quel momento. Scommetto, Presidente, che non avrebbe mai pensato che quel momento fondativo della storia europea sarebbe arrivato con un virus passato dal pipistrello all'uomo, ma credo che quel vero patto fra rappresentanti e rappresentati lo dobbiamo scrivere, oltre che in Europa, anche qui in Italia, in un Paese in cui nel tempo si è ammalato il rapporto fra ottenimento del consenso e utilizzo del consenso. Il modo in cui noi andiamo fuori di qui a chiedere il consenso dei cittadini e il modo in cui utilizziamo quel consenso si è ammalato in questo Paese: è questa la vera riforma strutturale da fare e non la può fare nessuno seduto lì, la possiamo fare solo noi seduti da questa parte. Se la classe politica sarà all'altezza di questa sfida - questa sfida! -, questo Piano sarà un successo, altrimenti sarà soltanto l'ultimo dei nostri rimpianti, ma non l'ultimo in ordine cronologico, l'ultimo perché poi rischiamo di non averne altri.

Il voto favorevole di Italia Viva, signor Presidente, è il voto di chi crede che, nonostante tutto, gli anni migliori di questo Paese siano ancora davanti a noi e non alle nostre spalle (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Meloni. Ne ha facoltà.

GIORGIA MELONI (FDI). Presidente Draghi, nella sua relazione di presentazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, ieri, in quest'Aula, lei ha utilizzato toni molto altisonanti. Ha detto che in quei Piani è contenuto il destino del Paese. È vero: le risorse dei Recovery Plan, insieme alle altre, per un totale complessivo che arriva più o meno a 250 miliardi di euro, sono probabilmente l'ultima grande occasione che noi abbiamo di dare a questa Nazione il prestigio, lo sviluppo, la forza che merita. E quei Piani, che siano buoni oppure no, ci vincoleranno tutti per molti anni.

Allora, vede, Presidente, la domanda che io devo fare a lei, ma anche ai colleghi, ai Presidenti delle Camere, al Presidente della Repubblica, agli osservatori, alla stampa, è: davvero pensate che sia giusto e sia normale, o che sia responsabile, che il Parlamento della Repubblica italiana voti un documento di tale portata, senza avere avuto non dico la possibilità di formulare le proprie proposte, ma, ancora prima e ancora peggio, il tempo necessario per leggere questo Piano (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)? Pensate che sia normale votarlo a scatola chiusa (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)? Scusate, è giusto, è normale, è responsabile votarlo a scatola chiusa? Perché, Presidente Fico, la democrazia parlamentare non è che si può invocare solamente quando serve, diciamo così, a giustificare i giochi di palazzo che impongono Governi sui quali i cittadini non hanno potuto dire la loro. E questo Parlamento, scusatemi, su questo Piano, che forse è il documento più importante della nostra storia repubblicana, è stato ignorato, verrebbe da dire è stato deriso. Noi siamo stati, per mesi, impegnati a giudicare il pessimo documento di Giuseppe Conte, poi Giuseppe Conte è andato a casa, perché diceva Matteo Renzi - collega Marattin, mi consenta, con la mia abituale eloquenza - che era una vergogna che un Piano così importante fosse gestito da una oscura task force e non dal Parlamento della Repubblica italiana: toc, toc, dov'è Matteo Renzi? In Arabia Saudita (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)? Infatti, noi di Fratelli d'Italia, con serietà, con spirito costruttivo, ci rendiamo perfettamente conto della situazione drammatica nella quale versa l'Italia, abbiamo formulato le nostre proposte, come tutti qui dentro: sostegno alla natalità, ne abbiamo parlato tante volte; il rafforzamento della sicurezza, anche con un piano carcerario, perché la sicurezza è una precondizione per qualunque investimento; la ricostruzione dei territori colpiti dal terremoto, che questo Parlamento aveva deliberato, e sono totalmente spariti nel nuovo Piano; la riconversione di produzioni considerate mature verso il marchio Italia; il sostegno all'economia del mare, perché è surreale che una Nazione come la nostra, che è una piattaforma in mezzo al Mediterraneo, si comporti come se fosse la Svizzera; e poi, Roma Capitale: poteri e risorse speciali; mi consenta, Presidente Draghi, Roma caput mundi, con 500 milioni mi pare un obiettivo un po' difficile, se posso dire come la penso. Sono per gran parte cose che sono state cestinate, perché quando, giustamente, il Governo Draghi ha buttato il pessimo Piano di Conte, il problema è che, con il pessimo Piano di Conte, ha buttato pure tutto il lavoro che aveva fatto il Parlamento della Repubblica italiana (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). E questo non è normale, colleghi, permettetemelo, non è normale. E noi dovremmo votare un documento così strategico e così corposo in queste condizioni. E se lo facessimo, Presidente Draghi, si potrebbe dire che siamo persone serie? Io francamente penso di no, perché, vede, il ruolo dei parlamentari della Repubblica italiana non è fare il pubblico pagato – in questo caso, non pagante - alle sue relazioni, il ruolo dei parlamentari della Repubblica italiana è un altro.

Fratelli d'Italia aveva garantito, ha garantito e continua a garantire una opposizione patriottica e responsabile, ma è proprio quella responsabilità che oggi ci porta a dire che noi non siamo nella condizione di giudicare - in coscienza! - un documento di 330 pagine, che comporta una spesa di 250 miliardi di euro in tutti i settori vitali della Nazione, con una serie di riforme nevralgiche, in 24 ore (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Perché siamo persone serie! Per carità, forse siamo meno intelligenti dei nostri colleghi, forse qui siamo i meno intelligenti, non siamo abbastanza veloci a leggere, o forse semplicemente siamo gli unici che non sono costretti a dire che va sempre tutto bene, perché non va bene affatto, permettetemelo, non va bene affatto. E mi aspetto che la stampa, se esiste una stampa libera, interroghi i colleghi della maggioranza sui contenuti del Piano che avranno approvato, per sapere se hanno votato qualcosa coscienziosamente, oppure se hanno indebitato gli italiani per qualche decennio senza aver neanche letto il Piano con il quale li indebitavano (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), magari per barattare il loro ruolo di rappresentanti dei cittadini con la poltrona da parlamentari.

E la verità, Presidente Draghi, è che la scelta di esautorare il Parlamento è stata una scelta politica: voi non volevate trovarvi nella difficoltà di dover mettere insieme la vostra litigiosa maggioranza. E così abbiamo buttato il bambino con l'acqua sporca. E non si può fare, mi dispiace, ma non si può fare. E questa è la famosa unità nazionale che ci avete tanto decantato? Tutti uniti nel non contare assolutamente nulla? Beh, non mi pare una grande cosa, colleghi, sinceramente non mi pare una grande cosa. È stata una scelta politica perché, Presidente, lei dice: il 30 aprile non è una data mediatica; non era neanche una data perentoria, e lei lo sa bene. E la Commissione europea lo ha ampiamente ribadito. Noi avremmo potuto dare una settimana a questo Parlamento per entrare nel merito del Piano, magari per provare a migliorarlo, e Fratelli d'Italia, che è il partito d'opposizione, quindi quello che poteva creare qualche problema, aveva dato la sua disponibilità a stare qui 24 ore al giorno, se necessario, per lavorare bene e consegnare il Piano nei tempi. La scelta è stata una scelta politica, perché noi, invece, di questo Piano non abbiamo saputo niente e non possiamo fare niente. In compenso, però, ci viene detto che c'è il disco verde della Commissione europea, perché loro, invece, il Piano l'hanno potuto leggere, e speriamo che non lo abbiano scritto direttamente (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Per carità, Presidente Draghi, ci sono cose che io condivido, certo noi le condividiamo, sulla carta, nella sua relazione: la spesa sugli asili nido, le risorse sull'assistenza domiciliare agli anziani - la prima cosa che andava fatta, secondo Fratelli d'Italia, dall'inizio della pandemia, l'unica che non è stata fatta -, alcune scelte in materia di infrastrutture. Sono stata contenta di sentirla parlare di una garanzia statale sui mutui per le giovani coppie: una buona idea, io lo avevo fatto quando ero Ministro della Gioventù, poi è arrivato Mario Monti e il fondo è stato abolito perché le banche non volevano dare il mutuo ai precari. Per cui, se vuole, c'è una proposta già confezionata, che potete riprendere. Il punto, però, Presidente, è che l'impatto di alcuna proposta puntuale si può seriamente valutare in assenza di un contesto di sistema, esattamente come io non sono in grado di dire se sono d'accordo o non sono d'accordo su un Piano basato su alcuni titoli, che pure sono condivisibili - gli incentivi al lavoro femminile, il sostegno del Sud -, se non so come si intendono perseguire. Anche Conte diceva di credere nello sviluppo del Sud, l'ha risolto con il reddito di cittadinanza e lì io non sono più d'accordo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

E, allora, capisce, purtroppo ci sono troppe risposte che rimangono drammaticamente inevase, su alcune cose anche lei l'ha anche detto stamattina. Sulla riforma del fisco, dice “io non sono in grado di dirlo”. Capisce che non è una cosa secondaria? Cioè, le tasse noi intendiamo tagliarle oppure, atteso che, nella sua maggioranza, la parte del leone la fa la sinistra, continuiamo a colpire i professionisti e le categorie produttive, come piace fare a loro (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)? Come si fa a garantire una giustizia veloce e la certezza del diritto e della pena, quando lei ha una maggioranza che sostiene l'abolizione della prescrizione, che vuole inserire il principio del fine processo mai, ma che, intanto, lavora per cancellare il carcere ostativo, che è il principale strumento usato contro i boss mafiosi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)? Davvero è una vostra priorità salvare le aziende che stanno chiudendo, con i loro milioni di posti di lavoro? È certamente la nostra. Perché io continuo a vedere, Presidente Draghi, invece, una visione un po' ostile al mondo produttivo.

Mi ha molto colpito che, nella relazione introduttiva del PNRR, voi dite che, nel ventennio dell'euro, l'Italia è la Nazione che, in Europa, è cresciuta meno e, poi, però, giustificate questa assenza di crescita scaricando la responsabilità sulle nostre imprese, giudicate troppo piccole e troppo lente, il che però, mi consenta, Presidente Draghi, non spiegherebbe perché, fino al 1999, i dati di crescita del PIL italiano fossero, invece, in perfetta linea con quelli francesi e tedeschi. Perché non è stata colpa delle aziende italiane, è stata colpa della gestione di una moneta unica pessima (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) ed è stata colpa di una svendita sistematica delle nostre infrastrutture strategiche, che sono state trasformate in pozzi di petrolio da regalare a gruppi di potere privati, modello le concessioni autostradali (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). E, allora - e concludo, Presidente -, lei capisce, quando parlate di valorizzare la concorrenza e di abbattere i monopoli, significa che combatteremo i nuovi oligarchi, modello Benetton, o significa che ce la prendiamo con le attività produttive e i professionisti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)?

Allora, Presidente Draghi, un partito serio - e concludo, Presidente Fico - non vota un documento così imponente e importante in assenza di risposte a domande come questa, e a molte altre che potrei fare, e non accetta il metodo di un Piano volutamente tenuto chiuso in un cassetto e, poi, presentato al Parlamento con la formula del “prendere o lasciare”. E Fratelli d'Italia è un partito serio, e questa è la ragione per la quale, per rispetto a noi stessi e per rispetto agli italiani, noi dobbiamo astenerci da ogni giudizio, e le garantisco, però, che, quando il nostro giudizio sarà compiuto, sarà libero e consapevole, e non sarà, come quello di molti altri qui dentro, viziato dall'interesse, dalla poltrona o dalla viltà (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Occhiuto. Ne ha facoltà.

ROBERTO OCCHIUTO (FI). Presidente, oggi con il voto che il Parlamento esprimerà sulle comunicazioni del Presidente Draghi, finalmente, si avvia il percorso di uscita del Paese dalla crisi, la peggiore dal dopoguerra ad oggi - lo abbiamo detto altre volte - perché è stata una crisi che ha colpito la vita e la salute degli italiani, che ha compresso le loro libertà, come mai erano state compresse prima, e che ha colpito il diritto degli italiani al lavoro e ha messo in ginocchio la nostra economia. La risposta a questa crisi doveva essere una risposta straordinaria e il primo a invocarla fu proprio il presidente Berlusconi, qualche mese fa (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), che ha invocato il Governo di unità nazionale che noi abbiamo convintamente sostenuto e che anche oggi sosterremo, esprimendo il nostro voto favorevole sulle comunicazioni del Presidente Draghi. Il suo Governo, Presidente, rappresenta questa risposta eccezionale e il PNRR ne è il primo risultato, è il passaggio decisivo di questo itinerario di uscita dalla crisi, un passaggio che sarebbe stato impossibile senza l'Europa e senza la sua credibilità in Europa (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Non oso pensare a quello che sarebbe successo, nei giorni scorsi, quando questo Governo ha attivato un negoziato, informale ma sostanziale, con la Commissione europea sul PNRR, non oso pensare a quello che sarebbe successo se non ci fosse stato il Governo del Presidente Draghi e ci fosse stato il Governo precedente (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Onorevole Meloni, io ho grande rispetto di lei, ma come si fa a dire che nulla è cambiato rispetto al PNRR (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)? Se oggi ci fosse stato il Governo di prima, noi avremmo avuto un Piano scritto sotto dettatura dall'Europa, un Piano punitivo nei confronti del nostro Paese, viziato dai pregiudizi che pure noi, spesso, abbiamo costruito e che, però, tante volte l'Europa ha utilizzato contro l'Italia. Quindi, noi siamo grati al Governo Draghi e al Presidente Draghi e speriamo, siamo convinti che al Presidente Draghi sarà grata la storia del Paese, quando usciremo dalla crisi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Noi le siamo grati, Presidente, perché noi avvertiamo un legame di particolare affinità con lei per l'attenzione che ha sempre voluto rivolgere ai problemi della crescita economica, ai problemi dell'economia, per l'ancoraggio con il quale ha saldamente fissato il nostro Governo rispetto ai temi dell'atlantismo, dell'europeismo. Queste cose sono nelle corde di Forza Italia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente) e noi sentiamo il suo Governo come il nostro Governo. Siamo al Governo con lei, con i nostri Ministri, con l'onorevole Gelmini, con il Ministro Brunetta, con la Ministra Carfagna, per produrre insieme a lei, però, Presidente, quella discontinuità positiva e necessaria che deve esserci rispetto ai Governi precedenti. Non si preoccupi se questo sforzo di produrre discontinuità, spesso, nella dialettica parlamentare si esprime attraverso tensioni, attraverso frizioni. Ci sta, perché questa maggioranza è una maggioranza diversa, che ha culture profondamente diverse tra di loro e ciascuna di queste culture ha titolo ad essere rappresentata, ciascuna di queste culture deve invocare la dignità di essere rappresentata (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

Nessuno vuole mettere in difficoltà il Governo, anzi, ciascuno vuole arricchire il Governo della sua visione del Paese e del futuro. Noi di Forza Italia, per esempio, siamo liberali e vogliamo che i nostri contenuti liberali siano il nostro contributo al Governo di unità nazionale, lo pretendiamo, anche rispetto all'altra parte della maggioranza, perché siamo orgogliosi dei nostri contributi liberali (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Signor Presidente, noi affidiamo soltanto a lei il compito di portare a sintesi sensibilità così diverse e interessi rappresentati così diversi nell'azione di Governo. Sappiamo che lei, eccellente allievo di Federico Caffè, ha l'esperienza, la sensibilità e la cultura per operare questa sintesi tra gli interessi che noi di centrodestra rappresentiamo, quelli dei non garantiti e gli interessi che l'altra parte della maggioranza rappresenta (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Anche sul PNRR, Presidente, noi abbiamo molto apprezzato la sua relazione, in sintonia col nostro modo di vedere. Le risorse del PNRR sono importanti, sono epocali. Questo Piano rappresenta un nuovo Piano Marshall per il nostro Paese, ma la cosa più importante non è costituita dalle risorse, dai 250 miliardi, quelli del Recovery più quelli che, opportunamente, il Governo ha reso disponibili attraverso i fondi complementari, perché le risorse si possono spendere ma possono non produrre ricchezza; nell'ultimo anno abbiamo fatto scostamenti di bilancio per la metà dell'importo del PNRR e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Noi riteniamo che la parte più importante del PNRR sia costituita dall'accento alle riforme che lei ha voluto porre nel Piano (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), perché le risorse, per il nostro Paese, sono come il carburante necessario a farlo muovere, però, se questo carburante si inserisce in un motore che è vecchio, che è arrugginito e che perde pezzi allora nemmeno il carburante è sufficiente. Noi dobbiamo ricostruire questo motore e riformare il Paese e le riforme delle quali il Paese ha bisogno sono quelle riforme liberali che il Presidente Berlusconi ha indicato da tempo e che Forza Italia ha chiesto con decisione: un fisco favorevole alle imprese, al lavoro, ai consumi, vere e profonde liberalizzazioni, una riforma della pubblica amministrazione che ne faccia un'alleata e non un ostacolo allo sviluppo, una giustizia giusta, efficiente e trasparente (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

L'Italia non ripartirà se non mettiamo le imprese in condizione di tornare a fare utili e di competere sui mercati internazionali. Questo non può avvenire con un sistema di tassazione soffocante, che penalizza chi produce ricchezza, che scoraggia la crescita, che drena quella stessa liquidità che, grazie all'Europa, torniamo a far circolare nel sistema produttivo. Le imprese non ripartiranno neppure se dovranno continuare a fare i conti con una burocrazia asfissiante, inefficiente, macchinosa, fatta per scoraggiare gli investimenti e le iniziative. La presenza del nostro Ministro Brunetta nel Governo è garanzia di impegno su questi temi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Le imprese, infine, non ripartiranno senza un'adeguata infrastrutturazione materiale e immateriale, che rappresenta il vero tallone d'Achille del sistema Italia nel suo complesso, ma, in particolare, delle regioni del Mezzogiorno.

Signor Presidente, in Italia, certo, esiste una questione settentrionale, alla quale negli ultimi decenni il dibattito politico ha contribuito, ma c'è una questione meridionale che negli ultimi anni è stata presente ed è diventata ancora più impellente e più urgente per il nostro Paese; per questo abbiamo ottenuto, sostenendo il prezioso lavoro del Ministro Carfagna, che il Mezzogiorno avesse una parte essenziale nell'impiego delle risorse europee (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Onorevole Meloni, rispetto al Governo Conte noi abbiamo incrementato le risorse europee per il Mezzogiorno. Certo, non tutto può essere ricondotto al Recovery. Per esempio, il Governo, non ha previsto di finanziare il ponte sullo Stretto, un'infrastruttura che noi invece riteniamo strategica, non solo per le regioni del Sud, ma per il Paese (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), e ci dispiace che a volte la ritenga più strategica l'Europa, che l'ha messa nei suoi corridoi, e non il nostro Paese. Non la si vuole finanziare con le risorse del Recovery ma sappiate che questa è una battaglia alla quale Forza Italia non rinuncia. Si finanzi il ponte con le risorse del Fondo di coesione e con le risorse strutturali (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Concluda.

ROBERTO OCCHIUTO (FI). Ora, però, ci attendono altre sfide, Presidente. Una riguarda il nostro rapporto con l'Europa. Lo diceva nei giorni scorsi il presidente Tajani, noi dovremo essere capaci, e lei lo sarà, di dire all'Europa che questo Piano deve essere continuamente aggiornato, perché siamo in guerra, stanno cadendo le bombe, ci sono le macerie e dopo la guerra sapremo dove si sono posate le macerie. Magari noi riteniamo, oggi, che si siano posate su una parte del Paese oppure su un settore produttivo e, poi, ci renderemo conto che bisogna intervenire su altre questioni. Quindi, noi chiediamo una revisione dinamica del Piano e chiediamo che l'Europa ce lo consenta.

PRESIDENTE. Deve concludere.

ROBERTO OCCHIUTO (FI). Poi, Presidente, c'è un'altra sfida, quella di queste settimane; il PNRR è lo strumento straordinario per costruire il futuro di quelli che sopravvivranno. In queste settimane, in questi mesi, però, bisogna lavorare per consentire a tutti di sopravvivere. Per questo, bene, sui vaccini, sta facendo bene il Governo, però si deve fare ancor meglio sulle aperture, con più decisione (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). E non è un capriccio propagandistico: lo chiede una parte del Paese, quella parte del Paese che il centrodestra vuole rappresentare al Governo.

Per questo, signor Presidente, per fare queste cose, per dare voce a questa parte del Paese, noi col voto di oggi ribadiamo la nostra adesione convinta al Governo, secondo ciò che Berlusconi ci ha sempre insegnato, in nome dell'interesse nazionale, che è più importante di ogni interesse di parte (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). In questo spirito e per questa ragione, sono fiero di annunciare il voto favorevole di Forza Italia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Serracchiani. Ne ha facoltà.

DEBORA SERRACCHIANI (PD). Signor Presidente, signor Presidente del Consiglio, colleghe e colleghi, domenica abbiamo celebrato il settantaseiesimo anniversario della liberazione dal nazifascismo. La guerra aveva ridotto l'Italia in macerie, distrutto case, fabbriche, strade, scuole, ospedali e ferrovie, mancavano il cibo, l'energia elettrica e spesso l'acqua, era il 1945. Eppure, tre anni dopo, nel 1948, gli indici di produzione industriale tornavano ai livelli precedenti la guerra; la strada del boom economico sarebbe stata lunga e faticosa, ma le italiane e gli italiani si erano immediatamente rialzati e rimessi all'opera, con determinazione e tenacia, perché questa è, signor Presidente, l'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

E non è stata, la risalita dall'abisso della guerra, l'unica grande testimonianza della forza della nostra gente. Negli anni Settanta e Ottanta il Paese ha subito il feroce assalto del terrorismo neofascista e brigatista; il 16 aprile abbiamo ricordato l'omicidio, 33 anni fa, di Roberto Ruffilli, assassinato all'interno della sua amata università, tra i suoi studenti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico); era colpevole di voler riformare le istituzioni. Ma il Paese non si è piegato, ha retto, reagito e vinto, perché questa, signor Presidente, è l'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

E, poi, quattordici mesi fa, la comparsa di questo nuovo terribile nemico, il virus che così tanti lutti, così tanta sofferenza, così tanto dolore ha portato nelle nostre famiglie. Desidero rinnovare la sincera gratitudine per i medici, gli infermieri, gli operatori sanitari e della Protezione civile, ma anche per i volontari, le donne e gli uomini delle Forze dell'ordine a cui in particolare esprimo la vicinanza e la solidarietà mia e del mio gruppo per i recenti episodi di violenza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico); per le lavoratrici e i lavoratori dei settori che ci hanno consentito di andare avanti nei momenti di più rigide restrizioni, come pure, la gratitudine del mio gruppo va a tutti quegli imprenditori, grandi e piccoli, artigiani, commercianti e professionisti che con grandi sacrifici, stando chiusi, hanno aiutato ciascuno di noi, contribuendo a salvare vite umane (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), perché questa, signor Presidente, è l'Italia.

Il gruppo dei democratici ha apprezzato, signor Presidente, il suo intervento a cui non è mancato il coraggio della verità, la franchezza nel richiamare tutti e ognuno al compito e all'impegno doverosi, se vogliamo davvero sfruttare a pieno l'occasione irripetibile offerta dalle risorse del Next Generation EU e dal PNRR. È il momento della responsabilità e dell'unità. Chi cede alla convenienza politica compie un gravissimo errore e mina le stesse possibilità di riuscita di questo ambizioso e necessario progetto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Credo che ciò di cui oggi siamo chiamati a parlare meriti però una premessa; l'Europa del Next Generation EU è l'Europa che ci piace, quella casa comune che era stata sognata dai padri fondatori. Questa Europa ha vinto l'idea di un'Europa che insieme sceglie di uscire dalla crisi; hanno perso le idee delle piccole patrie e degli egoismi nazionalistici. Questa Europa che finalmente ha rotto il tabù, mettendo in comune il debito, emettendo titoli europei ancorati al bilancio dell'Unione per finanziare il programma varato lo scorso luglio dai 27 Paesi.

C'è stato un cambiamento in Europa e non era scontato, è stato il frutto di un lavoro tessuto per mesi dal precedente Governo che chiudeva così la negativa stagione del primo Esecutivo di questa legislatura (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). È stato il risultato dell'impegno europeista dei democratici italiani, quella scelta di campo che appartiene alla nostra identità e al nostro essere più profondo.

Abbiamo a disposizione complessivamente 248 miliardi di euro, da spendersi nei prossimi dieci anni, per ridisegnare il volto non solo produttivo del nostro Paese. È il più grande programma economico del dopoguerra, una opportunità irripetibile, una responsabilità straordinaria. Crescere deve essere il nostro obiettivo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Correttamente e nel rispetto dei tre assi strategici - digitalizzazione e innovazione, transizione ecologica e inclusione sociale - il Piano nazionale di ripresa e resilienza, che il suo Governo, signor Presidente del Consiglio, oggi presenta al Parlamento, integra e completa quello presentato lo scorso gennaio e fa proprie le sollecitazioni venute dal Parlamento, dandosi tra gli altri due obiettivi chiave: riparare i danni socio-economici causati dalla crisi pandemica e contribuire ad affrontare le debolezze strutturali dell'economia italiana. Il fine del PNRR non è solo mettere riparo alla recessione, ma andare ad aggredire i divari di genere e territoriali e rimuovere quegli ostacoli che costringono il nostro Paese nella parte bassa delle classifiche tra gli Stati europei.

Per questo il gruppo dei democratici esprime grande soddisfazione per la previsione della clausola che condiziona i progetti all'assunzione delle donne e dei giovani (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Per noi era una condizionalità irrinunciabile. Ci sono grandi aspettative, perché l'Italia ha fortissime diseguaglianze di genere da superare. Il tempo è adesso e le risorse del Recovery sono la grande occasione che l'Italia non può perdere, non solo per le donne ma per la qualità dello sviluppo del Paese. E non ci fermeremo al PNRR, signor Presidente, perché, come lei sa, serviranno ulteriori impegni e ulteriori risorse.

Allo stesso modo, sosteniamo lo sforzo del Governo per superare un'altra drammatica condizione, quella che riguarda i giovani. È un segnale di speranza leggere le stime che ci parlano di un significativo aumento dell'occupazione nei prossimi anni per effetto del Piano.

Per il gruppo dei democratici, signor Presidente, la questione delle infrastrutture sociali, per il cui finanziamento ci siamo fortemente impegnati, è certamente prioritaria. Crediamo che vada posta la massima attenzione ai progetti trasversali, finalizzati a combattere l'inverno demografico abbattutosi sul nostro Paese, dalle politiche per la famiglia a quelle per la parità di genere, al welfare, agli asili nido, al tempo pieno, al piano per l'infanzia, proseguendo nel percorso avviato con l'introduzione dell'assegno unico per i figli.

Osserviamo, inoltre, che il rafforzamento della domiciliarità allinea l'Italia alle migliori prassi europee, facendo della casa il primo luogo di cura. Riteniamo però che occorra puntare, se si vuole che la prossimità sia il paradigma del nuovo approccio alla salute, anche su un rafforzamento della sanità territoriale, attraverso le case di comunità (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), occasione per una vera e reale integrazione tra sanità e sociale. Crediamo, infatti, che mai come oggi sia evidente come la spesa per la salute sia un investimento e non un costo.

Apprezziamo l'attenzione destinata alla Missione sull'istruzione scolastica e universitaria, per rafforzare il sistema educativo e incentivare il progresso tecnologico, e sulla ricerca come motore di sviluppo. Ma vogliamo in questa sede ribadire la centralità, per noi, del sistema degli ITS (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), rispetto al sistema universitario e agli enti di formazione.

Riteniamo fondamentali le risorse destinate alle politiche del lavoro, che con un importante cambio di prospettiva finalmente disegnano un grande progetto di riforma delle politiche attive del lavoro, investendo su formazione, rafforzamento dei centri per l'impiego e competenze.

Consideriamo determinanti anche gli oltre 7 miliardi destinati ad incrementare e modernizzare il sistema turistico e culturale del Paese, assi fondamentali per la crescita.

Il gruppo del Partito Democratico inoltre apprezza il focus sulla transizione ecologica e la mobilità sostenibile, con particolare riguardo all'investimento sugli assi ferroviari e con particolare riguardo agli assi ferroviari del Sud e alle aree interne (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Riteniamo, inoltre, che la transizione digitale non sia solo una delle sei Missioni, ma rappresenti l'investimento trasversale e abilitante del nuovo modello di sviluppo ecosostenibile, che caratterizza ogni politica di riforma del Piano.

Infine, Presidente, se cresce il Sud, cresce l'Italia, ci ha detto ieri. È esattamente così. La previsione di una quota pari al 40 per cento degli investimenti destinati al Mezzogiorno è certamente decisiva; occorre però garantire un chiaro ancoraggio dei singoli progetti del Sud, per assicurare forte discontinuità ed effettiva inversione di rotta.

Signor Presidente del Consiglio, la centralità del Parlamento, per noi democratici, è un pilastro, un bene prezioso, un principio non negoziabile, si direbbe con un linguaggio in uso qualche anno addietro.

A questo proposito, quindi, raccogliamo con favore le sue parole sul costante rapporto con le Camere, rammentando che, proprio nella risoluzione votata lo scorso 31 marzo, la maggioranza impegnava il Governo al pieno coinvolgimento del Parlamento nelle fasi successive del Piano. Ora più che mai è necessario rimanere uniti in uno sforzo congiunto che ci permetta di rendere sempre più forti e riaffermare i valori e gli ideali che sono alla base del nostro vivere civile. Sono le parole del Presidente Mattarella il 25 aprile. Io credo che, entrando in un tempo in cui tutti siamo chiamati alla nuova rinascita del nostro Paese, dobbiamo sentirle rivolte a tutti noi, perché solo con l'unità, vera, intima, convinta, riusciremo a rendere la ripresa una missione collettiva. Ci riusciremo ancora una volta, perché questa, signor Presidente, è l'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) e per questo, Presidente, votiamo a favore (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Molinari. Ne ha facoltà.

RICCARDO MOLINARI (LEGA). Grazie, Presidente. Prima di iniziare la dichiarazione di voto, non voglio eludere il tema che è stato posto da tanti colleghi e, in particolare, dai colleghi di Fratelli d'Italia, sul poco tempo che abbiamo avuto per leggere e per studiare questo testo. È vero - non nascondiamoci dietro un dito - avremmo preferito anche noi avere più tempo per approfondire le tematiche, ma è necessario anche capire le esigenze del Governo e la serietà del Presidente Draghi, che vuole portare il Piano entro il 30 aprile a Bruxelles, perché l'Italia sarà il primo beneficiario di questo Piano. E il cambio di passo si denota anche dalla serietà che questo Governo sta dimostrando (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), essendo entrato ad opera in corso nella stesura del Piano.

Ma voglio anche ricordare che noi abbiamo già votato in quest'Aula il mandato al Governo per presentare il Piano a Bruxelles, qualche settimana fa, e che, se oggi il Governo è qui in Aula e se sarà in Aula per tutti i passaggi d'attuazione del PNRR, è proprio grazie alla risoluzione scritta dalla nuova maggioranza che imporrà al Governo di aggiornarci passo a passo. Quindi, questo sicuramente è un segno di grande discontinuità rispetto al passato. E aggiungo una cosa. Data la situazione di difficoltà che sta vivendo il nostro Paese, credo che tutti noi, come rappresentanti dei cittadini, siamo molto ben pagati per poter fare lo sforzo di leggere 300 pagine, scritte in grande (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), con l'interlinea e con le figure, in qualche ora, per poter dibattere del futuro del Paese. Anche perché, leggendo il testo, probabilmente lo si capirebbe meglio e si eviterebbe anche di dire cose sbagliate (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) e si coglierebbe la differenza tra questo testo e quello che avevamo in mano qualche mese fa.

Partiamo dal fatto che non è vero che il Parlamento è escluso, perché il testo si divide in due grandi filoni: una parte in cui già sono allocate le risorse e già si danno gli indirizzi e le attuazioni dei progetti e una parte molto ampia, su cui si demanda proprio al Parlamento di attuare le riforme che dovremmo fare. Quindi, si centralizza il lavoro che dovremmo fare in quest'Aula.

Dividendo i due settori, parlando delle parti più dettagliate, c'è una chiara immagine, un'idea su quelle che dovranno essere le politiche sociali, politiche sociali che sono fondamentali, perché, dopo la battaglia al virus, la battaglia che dovremo combattere tutti insieme è la battaglia alla nuova povertà e alla disoccupazione. La scelta di investire 11 miliardi per le politiche sociali, per l'housing, per le case popolari, per le periferie, per lo sport come inclusione sociale e territoriale, è una scelta giusta che condividiamo e per cui la ringraziamo, signor Presidente (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Come apprezziamo il fatto che sulla sanità si sia ammesso che negli anni passati sono stati fatti degli errori. Per anni è stato detto che dovevamo chiudere gli ospedali periferici; oggi nel PNRR si dice chiaramente che si deve investire sugli ospedali di prossimità (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), sulle case di cura, sulle basse intensità e usciamo da una logica ragionieristica, che è quella del decreto ministeriale n. 70 del 2015, che è l'origine di tutti i mali. Solo chi non ha letto il Piano non può vedere sul tema della sanità una forte discontinuità.

Apprezziamo gli sforzi sulla famiglia, l'assegno unico, gli asili nido, i congedi parentali agli uomini.

Apprezziamo il fatto che un tema divisivo come l'alta velocità sia invece apprezzato ora da tutto il Parlamento, come il principale motore di sviluppo del Paese (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Ditemi se non è una novità questa! Il fatto che sulle infrastrutture si punti tutto sulla TAV, sul Terzo valico dei Giovi, sulle infrastrutture veloci, sulla logistica. Un tema che ha bloccato per anni il Parlamento oggi è la carta con cui ci presentiamo in Europa. Scegliamo di investire sull'alta velocità per collegare il Sud al resto del Paese per far sì che quel gap infrastrutturale venga colmato e per far sì che il gap che il Nord ha con le aree più industrializzate d'Europa venga colmato. Le risorse che libereremo - perché le ferrovie inserite in questo Piano sono già finanziate da fondi statali - serviranno per quelle altre opere che i nostri amministratori locali aspettano e per quelle altre opere viarie che servono per adeguare la nostra viabilità anche su gomma (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Apprezziamo il grande investimento aggiuntivo che è stato fatto sull'agricoltura: sono state raddoppiate le risorse rispetto al piano di Conte, come avevamo chiesto noi. Si investe sulle filiere produttive, si investe sul rinnovo dei macchinari per l'agricoltura sostenibile. Vi indichiamo un'altra strada: serve anche un investimento sociale, perché purtroppo i cambiamenti climatici stanno facendo vedere già adesso la loro forza. I temi delle gelate, i temi delle alluvioni non sono più temi occasionali, ma purtroppo sono l'abitudine. Senza un intervento dello Stato, che garantisca un'assicurazione obbligatoria per le imprese agricole, non risolveremo questo problema. Questo è un altro filone su cui dobbiamo investire (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Venendo ora alla parte libera del Piano, ossia quella delle grandi riforme su cui il Parlamento avrà voce in capitolo, finalmente si dice in maniera chiara che la burocrazia, la lentezza dei processi, un sistema penale troppo stratificato sono fattori di decrescita del Paese, rappresentano il primo motivo per cui non si viene ad investire in Italia; e in questo Piano si indicano gli indirizzi su cui il Parlamento dovrà lavorare per risolvere finalmente il problema. Come si fa a dire che questo è il Governo che vuole la prescrizione, quando nel PNRR si dice che finalmente dobbiamo affrontare il nodo della prescrizione per velocizzare i processi (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)?

Come si fa a dire che questo Governo agisce in continuità con quello di prima, quando si dice che bisogna cambiare l'accesso alla magistratura, agevolare gli ingressi di nuovi giovani magistrati e si dice che dobbiamo tagliare i tempi dei processi, favorendo le misure alternative, sia nei processi penali che nei processi civili. Come si fa a dire che non c'è un cambiamento, quando si parla dell'ufficio del processo, che favorirà l'ingresso di nuove professionalità nei nostri tribunali, a contratto a tempo determinato, per agevolare poi l'ingresso di queste figure in magistratura. Presidente, le diamo un suggerimento: bene queste nuove figure, ma ci sono figure che già oggi fanno i magistrati, già oggi lavorano tutti i giorni nei nostri tribunali e sono un pilastro della nostra giustizia: i magistrati onorari. Sono 5 mila. Pensiamo prima a dare una soluzione a chi già oggi opera nel mondo della giustizia e poi a eventuali nuovi ingressi (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Sulla burocrazia è nota la nostra posizione sul codice degli appalti. E' chiaro che il modello Genova non può essere il modello sempre, ma può essere il modello per le infrastrutture strategiche contenute nel Piano in questo periodo di emergenza. Dobbiamo sburocratizzare bene gli investimenti per cercare di professionalizzare maggiormente la pubblica amministrazione, anche perché, dopo anni, come sulla sanità, abbiamo capito che la logica dei tagli lineari sul personale della pubblica amministrazione non ci ha dato una pubblica amministrazione più efficiente, ma ci ha dato una pubblica amministrazione più vecchia e meno pronta ad affrontare i cambiamenti e questa è una nuova discontinuità che rivendichiamo con orgoglio (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Ma sulla burocrazia bisogna cambiare l'approccio dello Stato rispetto ai cittadini. Noi abbiamo un sistema che presuppone la scorrettezza degli amministratori e dei privati; abbiamo un sistema che, nel nome del contrastare la corruzione, si è stratificato in maniera tale da far sì che ci sia la paura a fare proposte, la paura a portare avanti i progetti amministrativi. Quella è la riforma fondamentale da fare. Sburocratizzare vuol dire un rapporto tra cittadino, pubblico amministratore e Stato diverso, dove lo Stato ha fiducia nell'investimento privato e ha fiducia nei suoi amministratori e su questo bisogna cambiare anche le leggi Bassanini, signor Presidente (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Non è possibile che i dirigenti comunali siano i veri padroni degli enti, abbiano la facoltà di bloccare le scelte politiche, ma, quando poi ci sono conseguenze penali, quelle sono dei politici e non sono dei dirigenti. E allora questo è uno dei settori fondamentali da cambiare, se vogliamo una ripartenza degli investimenti nel nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

C'è poi il tema del fisco, che è un tema centrale, e sappiamo che la pressione fiscale è un altro dei motivi per cui non si investe in Italia. E' noto a tutti che noi abbiamo la proposta della flat tax. Non pretendiamo sia la proposta di tutti, ma il modello delle aliquote uniche, chiare, senza detrazioni e deduzioni; la semplificazione fiscale è la direzione in cui dobbiamo andare. Il fatto che nel PNRR sia indicato un testo unico delle normative fiscali, che finalmente semplifichi la stratificazione che abbiamo, è certamente un importante passo avanti. Quando noi parliamo di pace fiscale e stralcio delle cartelle - lo diciamo una volta per tutte - non lo facciamo perché vogliamo condonare le multe agli evasori. C'è stato detto che vogliamo stralciare le micro cartelle perché vogliamo fare i regali a chi ha parcheggiato la macchina in divieto di sosta.

La questione è una questione diversa, è una questione di efficienza del sistema, quelle micro cartelle rappresentano l'1,8 per cento del quantitativo fiscale da recuperare, ma il 50 per cento delle pratiche aperte. Ha senso che tutta la nostra macchina dell'Agenzia delle entrate debba lavorare per il 50 per cento su cartelle da mille euro, quando ci sarebbe altra evasione di andare a perseguire (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)? Questa è la ragione della nostra posizione. Come è impensabile dopo la crisi economica che abbiamo vissuto che non ci siano dei modelli di concordia fiscale per permettere a chi è stato colpito dalla crisi di potersi mettere a posto con il fisco. In ultimo, voglio chiudere sul tema che ci sta più a cuore, che è quello del lavoro. La transizione green sicuramente rappresenta una grande opportunità, perché è una quarta rivoluzione industriale, ma può essere un'opportunità come può essere la pietra tombale sul nostro sistema produttivo. Noi siamo convinti che soltanto con le fabbriche, con la produzione, con il lavoro di massa si possa creare ricchezza; non crediamo nella decrescita felice, non crediamo che tutti possiamo lavorare in smart working o lavorando nel terziario. E allora, per far sì che la svolta green sia un'opportunità di rilancio industriale è necessario investire sul reshoring, quindi riportare in Italia le fabbriche che hanno delocalizzato, cosa che la Francia fa nel suo Piano, che hanno fatto gli Stati Uniti, e che vorremmo fosse scritto in maniera più chiara in questo Piano. Ma è necessario anche un intervento dello Stato nella transizione green. Lei giustamente ha parlato delle batterie elettriche. Non possiamo avere un'offerta che darà soldi pubblici per la produzione di autobus e macchine elettriche senza avere in Europa, in Italia, una produzione delle batterie (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Se serve l'ingresso dello Stato, facciamolo, anche perché la fusione di Stellantis ha dimostrato come i nostri partner europei lo Stato lo usino, eccome, per fare politica industriale…

PRESIDENTE. Deve concludere.

RICCARDO MOLINARI (LEGA). … perché all'interno di Stellantis – e chiudo, Presidente - il 6,5 per cento del capitale è dello Stato francese. Cerchiamo di essere all'altezza di questa sfida. Noi abbiamo sempre detto che questo Recovery non è la soluzione a tutti i mali del Paese. Sono risorse per lo più a prestito e quelle non a prestito sono finanziate da maggiori contribuzioni dell'Italia all'Unione europea, ma sicuramente questo è un buon momento per fare uno screening dei problemi e decidere, come Parlamento, come affrontarli.

PRESIDENTE. Concluda Molinari.

RICCARDO MOLINARI (LEGA). E questo è stato fatto. La riforma principale, però, Presidente - e chiudo, Presidente Fico - è che questa tutela dell'uguaglianza di genere, dei diritti sociali, della sostenibilità, l'Europa non la pretenda soltanto al suo interno, ma ci difenda anche dalla concorrenza di quei Paesi che queste regole non le rispettano. Se lei seguirà questa linea, la Lega sarà sempre con lei (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Crippa. Ne ha facoltà.

DAVIDE CRIPPA (M5S). Grazie, Presidente. Oggi siamo chiamati a dare il via libera al Piano che dovrà profondamente cambiare l'Italia. Siamo lieti che le linee guida siano quei temi che sin dalla fondazione del MoVimento 5 Stelle abbiamo portato avanti, anche quando nessuno ne parlava e quando suscitavano sorrisi, spesso sarcastici. Oggi, invece, siamo qui tutti a parlare di rivoluzione verde – alcuni, anche poc'anzi, con parole quanto meno sorprendenti-, transizione ecologica, digitalizzazione, innovazione, mobilità sostenibile e inclusione sociale. Oggi, cosa impensabile fino a pochi mesi fa, siamo qui tutti d'accordo, o quasi. Samo riusciti, ad esempio, ad aumentare la quota delle risorse disponibili, destinate al Sud, come messo nero su bianco nei passaggi che il Piano ha fatto proprio alle Camere. Non le nascondiamo, Presidente, avremmo voluto di più, ma siamo riusciti perlomeno a far salire la quota fino al 40 per cento, perché è sul Sud che si vince la partita, colleghi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). E non neghiamo, Presidente, che sentirle ripetere: “Se vince il Sud, vince l'Italia” - parole che il MoVimento 5 Stelle aveva sottolineato a gran voce proprio durante i discorsi di approvazione delle linee guida del PNRR - ci ha fatto veramente piacere. Sappiamo tutti, infatti, quanto sia maggiore il moltiplicatore di investimenti in quelle zone che hanno ancora ampi margini di sviluppo rispetto ad aree più strutturate economicamente. A proposito di differenze territoriali, Presidente, accogliamo con soddisfazione le sue parole sugli asili nido. Lo spirito dei fondi stanziati nel PNRR deve essere però chiaro; non solo ampliare il numero dei posti, ma soprattutto eliminare i divari, anche territoriali, tra zone più sviluppate e quelle meno sviluppate. Lo abbiamo sottolineato nel corso dei nostri incontri e per noi questo tema è una priorità: bisogna garantire alle donne, tra le altre cose, la parità di accesso ai ruoli apicali, strumenti per rafforzare la partecipazione femminile al mercato del lavoro, per favorire il rientro al lavoro dopo la maternità. Signor Presidente, mi permetta, sui temi e i tempi di discussione sento di condividere quanto è già stato sostenuto da altri all'interno di quest'Aula: avremmo voluto che questo Piano avesse un maggiore contributo da parte del Parlamento. Come previsto nel testo della risoluzione per il nostro gruppo parlamentare è centrale il pieno coinvolgimento del Parlamento nella sua fase attuativa. Il Parlamento dovrà avere e dare un chiaro indirizzo di controllo, vigilanza e garanzia. Questo compito oltre alle Commissioni permanenti potrà, a nostro avviso, essere svolto anche mediante l'istituzione di una Commissione bicamerale speciale sul Recovery, che sia in grado di monitorare e controllare le modalità e i tempi di spesa dei progetti al fine di comprendere quali migliori soluzioni di semplificazione, per poter realmente spendere, dobbiamo mettere in campo nei prossimi anni, altrimenti quelle progettualità rischiano di rimanere solo sulla carta. Ora è importante portare a termine questo progetto, è troppo importante per le sorti del nostro Paese, e inviare questo Piano entro il termine previsto è un punto fermo che credo meriti di essere sottolineato. Tutti noi, ahimè, ci siamo sempre lamentati dei ritardi e delle lungaggini che spesso hanno portato a emanare, ad esempio, i decreti attuativi non nei 90, 60 giorni previsti, ma con tempi almeno tre volte tanto e spesso siamo ancora in attesa di quei decreti attuativi. E allora partiamo da qui rispettando il termine che ci è stato consigliato per presentare, come lei stesso ha detto, una richiesta quantomeno di anticipazione economica che possa dar subito al nostro Paese la prima tranche di risorse. Facciamolo per gli italiani, in primis. (Applausi dei deputati del gruppo Movimento 5 Stelle). Mi permetta però, signor Presidente, una riflessione sul tema delle liberalizzazioni e sulla rimozione delle barriere di accesso ai mercati. Ad oggi è possibile, ad esempio, passare al libero mercato per la fornitura di energia elettrica, perché però i cittadini decidono di non farlo? Solo per pigrizia e per rimanere all'interno della maggior tutela? No! Dai dati che la stessa Autorità per l'energia ha trasmesso al Parlamento si evince che il passaggio al libero mercato porterebbe a un potenziale aumento delle bollette dei cittadini del 26 per cento. Possiamo in periodo post pandemico, in pandemia, diciamo, oggi immaginare di esporre 15 milioni di utenze a un incremento tariffario del 26 per cento? Io credo di no e, quindi, occorre cautela sul processo di liberalizzazione dell'energia (Applausi dei deputati del gruppo Movimento 5 Stelle). Le vere barriere sono i costi non la convenienza di gestione dell'operatore: chi non cambia oggi per uscire dalla maggior tutela lo fa perché non è conveniente e stiamo parlando di un processo che riguarda milioni di cittadini italiani.

Passando oltre Presidente, il dibattito sulla transizione energetica e la lotta al cambiamento climatico a livello europeo ha portato al centro temi come la rivoluzione del settore dell'automotive. Oggi apprendiamo con favore che i colleghi della Lega si sono accorti che anche in Italia produciamo automobili elettriche, dopo mesi in cui continuavano a rinfacciare che quegli incentivi non arrivavano nel territorio italiano! Bene non è mai tardi (Applausi dei deputati del gruppo Movimento 5 Stelle)! Ricordiamo, ad esempio, la discussione sul divieto di vendita di autovetture nuove a combustione a livello europeo: si ipotizza oggi un divieto al 2030 per l'autovettura a combustione e ibride al 2035. Dobbiamo iniziare a pensare adesso e a pianificare come il nostro Paese si approccerà a quelle scadenze e non a rincorrere come purtroppo abbiamo fatto negli anni passati e arrivare privi di una strategia industriale (Applausi dei deputati del gruppo Movimento 5 Stelle). Serve una revisione complessiva e armonizzata, anche tra gli Stati membri, del sistema di tassazione di produzione delle emissioni di anidride carbonica, serve farlo a livello europeo perché non possiamo pensare di tassare chi oggi produce un bullone per le emissioni che produce in Italia e poi però, ahimè, a livello europeo ci permettiamo di comprare lo stesso bullone che viene prodotto con centrali a carbone, in un altro Paese europeo. Questa condizione non può essere rispettata, serve un'incisività a livello europeo.

Nella sua replica ha ribadito lo stanziamento di 3 miliardi e mezzo di risorse sull'idrogeno. Vede, Presidente, qui si gioca una partita reale, di interessi economici estremamente pesanti. L'idrogeno è un vettore, non è un'energia, pertanto, come abbiamo detto da sempre, per noi, oggi, all'interno di quel Piano, le risorse stanziate devono essere stanziate per l'idrogeno verde (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Tutti gli altri sistemi di produzione possono stare sul mercato, non è un problema; noi, oggi, però, non possiamo pensare di creare delle modalità con cui andiamo - laddove abbiamo già una certezza, che la mobilità del futuro sarà la mobilità elettrica - a fare una finta concorrenza tra idrogeno ed elettrico, una soluzione folle! L'idrogeno servirà per quei settori di cui è difficile, oggi, prevedere la decarbonizzazione: stiamo parlando dei settori industriali.

Presidente, mi permetta adesso di fare una piccola chiusura sul tema dell'efficienza energetica e del superbonus. Sono state dette tante parole, noi riteniamo, però, che questo Piano non possa fare a meno di un impegno chiaro e concreto sulla proroga del superbonus 110 (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) a tutto il 2023. Siamo felici, Presidente, che lei lo abbia detto ieri in quest'Aula, prendendo un impegno chiaro davanti al Parlamento sulla necessità di una sua proroga. Noi ribadiamo che la proroga deve essere per tutto il 110 per cento e, soprattutto, fino al 2023, perché? Non per un capriccio personale del MoVimento 5 Stelle, ma perché oggi ce lo stanno chiedendo tutti gli operatori del settore, le filiere industriali, le associazioni dei costruttori, e continuano a dire che se non hanno un'idea di prospettiva certe lavorazioni non sarà possibile farle, ci sono delle difficoltà, abbiamo presentato degli emendamenti al “decreto Rilancio” al Senato per andare in corsa alla semplificazione delle procedure, ci saranno altre semplificazioni, ben vengano, e allora diamola questa prospettiva, perché il settore delle costruzioni è ripartito grazie al superbonus 110 per cento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

Poi, Presidente, lo ha chiesto questo Parlamento, all'unanimità, lo ha chiesto e lo ha messo nero su bianco con un impegno preciso; il tempo, ahimè, dell'approvazione, anche delle delibere condominiali, è purtroppo sempre lungo, ci sono percorsi decisionali che durano anni, a livello di programmazione, e, allora, non possiamo pensare di dire oggi a un condomino che vuole fare il “110”, che deve coinvolgere tutta l'assemblea, immaginare di creare tutto, di fare i lavori, approvare il progetto e la realizzazione, in pochi mesi. Allora, serve un percorso chiaro. Il MoVimento 5 Stelle, come fa da tempo, continua a rappresentare una garanzia di responsabilità…

PRESIDENTE. Concluda.

DAVIDE CRIPPA (M5S). Sì, Presidente, concludo. Certo, noi non faremo come altri, come quelli abituati a giocare su due tavoli, ieri, come oggi, a governare e a bombardare, nelle stesse ore, il Governo di cui fanno parte (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Prendiamo quanto di buono c'è in questo Piano, e non è poco, ripartiamo, partiamo, anzi, perché l'Italia ne ha estremamente bisogno. Saliamo in sella a questa bici nuovissima, fiammante, in carbonio, ma non elettrica, servono determinazione, grinta, e si vedrà chi, alla prima salita, si è allenato e chi si riempie ancora oggi la bocca di sola propaganda (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi a titolo personale, per un minuto.

Ha chiesto di parlare il deputato Trizzino. Ne ha facoltà.

Colleghi… colleghi… passiamo al prossimo intervento.

Prego, deputato Trizzino, ha un minuto.

GIORGIO TRIZZINO (MISTO). Grazie, Presidente. Ricordo a lei, Presidente Draghi, che già da Governatore della Banca d'Italia affermava che se non cresce il Sud non cresce l'Italia. Allora, non ci rimane che sperare che questo, prima o poi, accada veramente, anche se con un po' di disperazione, come diceva Leonardo Sciascia. Il mio sarà ovviamente un voto a favore, per disciplina di Paese, però, mi preme ricordarle che il malessere che monta dal Mezzogiorno è veramente molto grande. Il Sud è molto deluso per come è stato trattato, in questi ultimi anni e per i criteri di ripartizione delle risorse: ferrovie, ponti, porti, autostrade. Il Ponte sullo Stretto rimane il convitato di pietra, sia chiaro che non può rimanere un tabù, come non può esserlo l'alta velocità per la Sicilia.

PRESIDENTE. Concluda.

GIORGIO TRIZZINO (MISTO). Signor Presidente, le riforme che necessitano al Sud non possono essere le stesse che servono al Nord d'Italia. Il Sud è allo stremo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Paxia. Ne ha facoltà.

MARIA LAURA PAXIA (MISTO-L'A.C'È). Grazie, Presidente. Ancora una volta, ahimè, il Sud è stato penalizzato, e questo nonostante l'Unione Europea avesse riconosciuto il grande divario tra Nord e Sud e ci avesse indicato il 60 per cento per il Sud. Ma abbiamo avuto conferma ieri da lei, Presidente Draghi, che al Sud toccherà solo il 40 per cento e resta inascoltato il grido di allarme di 500 sindaci che si sono riuniti a Napoli per manifestare per quel 20 per cento, che rappresenta 60 miliardi di euro. Come sapete, io ho molto a cuore il Sud e il Mezzogiorno e questo è valso anche la mia espulsione dal gruppo parlamentare, e io continuerò a difendere gli interessi e i diritti del Mezzogiorno. Se è vero, come è vero, che - come diceva lei - il PNRR rappresenta il futuro di questo Paese, allora il futuro è già compromesso. Per questo voterò “no” alla risoluzione di maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, sempre a titolo personale, l'onorevole Fratoianni. Ne ha facoltà, per un minuto.

NICOLA FRATOIANNI (LEU). Grazie. Signor Presidente del Consiglio. Il 25 aprile lei ha pronunciato parole importanti, forti, giuste: “Noi italiani non fummo tutti brava gente”. Le ho molto apprezzate perché in quelle parole c'è la forza della scelta, il riconoscimento della differenza e il bisogno di prendere parte. Bene, avrei voluto che in questo PNRR ci fosse la stessa consapevolezza: prendere parte.

Questa pandemia ci ha insegnato molte cose, ma non ha inventato niente, non ha inventato la diseguaglianza, non ha inventato il mutamento climatico, non ha inventato la debolezza del nostro welfare, la pandemia li ha messi in evidenza. Ecco, per rispondere a questo dramma, avremmo dovuto avere il coraggio di indicare una svolta, di dire con chiarezza che la normalità di ieri non può essere l'approccio di domani. Per questo, avremmo avuto bisogno di scelte che dicano con chiarezza che, per fare transizione, bisogna abolire i sussidi alle sostanze nocive, che abbiamo bisogno, quando parliamo di fisco, di una patrimoniale che colpisca la diseguaglianza, che avremmo bisogno di una riduzione dell'orario di lavoro a parità di salario, per riorganizzare il futuro. Tutto questo manca, e questo è un gran peccato.

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.

Su un lutto del deputato Andrea De Maria.

PRESIDENTE. Comunico che il collega Andrea De Maria è stato colpito da un grave lutto: la perdita della madre.

Al collega la Presidenza della Camera ha già fatto pervenire le espressioni della più sentita partecipazione al suo dolore, che desidera ora rinnovare anche a nome di tutta l'Assemblea.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Lollobrigida. Ne ha facoltà.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Ecco, Presidente, io intervengo sull'ordine dei lavori perché ieri c'è stata una discussione, anche importante, rispetto a che cosa avremmo discusso nel dibattito generale; cioè, preso atto anche dai colleghi e dalla Presidenza stessa che si discuteva delle comunicazioni del Presidente - e non di altro - e che quindi non aveva senso, ad avviso di molti colleghi e, in particolare, della Presidenza, che si è assunta la responsabilità di non rinviare il dibattito nemmeno di alcune ore, discutere il contenuto del Piano, perché si ragionava delle comunicazioni. Però, prima di votare, volendo sempre assumerci delle responsabilità, nel leggere la risoluzione della maggioranza, vedo, al punto 1 degli impegni: “a trasmettere il Piano nazionale di ripresa e resilienza alla Commissione europea”.

Ora, se non si è discusso il Piano, ma solo le comunicazioni, aveva senso chiudere con la risoluzione con l'approvazione delle comunicazioni del Presidente - perché è di questo che mi avete detto si sarebbe discusso ed è per questo che lei non ha rinviato l'Assemblea - e non trasmettere un Piano, che non si è discusso per sua stessa ammissione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Allora, Presidente, siccome siamo in un posto serio che è il Parlamento, e qui il gioco delle tre carte non si può fare - non so se lei, più impegnato magari con la proiezione della campagna amministrativa napoletana, ha meno tempo di dedicarsi ai Regolamenti (Commenti di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) -, le ricordo che quello che è scritto qui è in dissonanza completa con quello che ci siamo detti ieri, perché noi trasmettiamo un Piano che, evidentemente, lei non ci ha permesso di approfondire, come è stato ricordato dalla presidente Meloni e come, bene o male, è stato detto anche dai colleghi che hanno giustificato l'assenza alla continuazione della seduta perché si discuteva solo di quello che il Presidente ci aveva cortesemente raccontato (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Intanto, deputato Lollobrigida, come da tre anni a questa parte, mi occupo 24 ore su 24 della Camera dei deputati e del mio ruolo, prima di tutto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), visto che ha voluto, sull'ordine dei lavori, anche citare una cosa che secondo me non c'entra. Ma, noi abbiamo detto nella Conferenza dei capigruppo che oggi, e ieri, c'erano le comunicazioni del Presidente del Consiglio dei Ministri in vista della trasmissione alla Commissione europea del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Questo è l'ordine del giorno, quindi è chiaro che anche la maggioranza, come l'opposizione, può presentare una risoluzione di quel tipo. Noi ieri abbiamo fatto la Conferenza dei capigruppo, e già ne avevamo svolta il 7 aprile e avevamo organizzato proprio queste giornate, e la Conferenza dei capigruppo, a larghissima maggioranza, tranne Fratelli d'Italia, ha deciso di andare avanti in questa direzione. Quindi, la discussione, da questo punto di vista, per me è già andata avanti. Capisco quello che dice lei, però non c'è dubbio che oggi le comunicazioni sono assolutamente un fatto deciso dalla Conferenza dei capigruppo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e manteniamo la direzione di quel calendario. Oggi è assolutamente legittimo votare le risoluzioni sulle comunicazioni del Presidente del Consiglio, come ho detto ieri in Conferenza dei capigruppo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Colletti. Ne ha facoltà.

ANDREA COLLETTI (MISTO-L'A.C'È). Sì, Presidente, volevo segnalare che, come L'Alternativa c'è, abbiamo chiesto la votazione per parti separate della nostra risoluzione. Ora, il parere del Governo è stato un parere di tipo complessivo e non sulle singole parti della risoluzione. Ritengo che, anche per tutelare i vari partiti di maggioranza che potrebbero concordare con parti della risoluzione su cui c'è il parere contrario del Governo (faccio l'esempio della proroga del superbonus 110 per cento, sul mantenere la riforma della prescrizione già votata da questo Parlamento), direi che il Governo dovrebbe dare un parere singolo per ogni punto della risoluzione.

PRESIDENTE. Deputato Colletti, se il Governo non ha niente da aggiungere, è chiaro che si intende parere contrario su tutto, anche sulle singole parti e sui singoli punti. Se il Governo quindi non aggiunge niente, procediamo così come ci siamo detti.

Si riprende il seguito delle comunicazioni.

(Votazioni)

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Come da prassi, le risoluzioni saranno poste in votazione per le parti non assorbite e non precluse dalle votazioni precedenti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Lollobrigida ed altri n. 6-00188, sulla quale il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Davide Crippa, Molinari, Serracchiani, D'Attis, Boschi, Fornaro, Silli, Lapia, Lupi, Magi, Schullian e Tasso n. 6-00189, sulla quale il Governo ha espresso parere favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 2) (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Lega-Salvini Premier, Partito Democratico, Forza Italia-Berlusconi Presidente, Italia Viva, Liberi e Uguali e di deputati del gruppo Misto).

Passiamo alla votazione della risoluzione Colletti n. 6-00190.

Avverto che il presentatore ha chiesto la votazione per parti separate, nel senso di votare distintamente ciascuna lettera di ciascun capoverso del dispositivo e - ove il dispositivo venga in tutto o in parte approvato - la premessa.

Ricordo che il parere del Governo è contrario alla risoluzione nella sua interezza.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Colletti n. 6-00190, limitatamente al primo capoverso, lettera a), del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Colletti n. 6-00190, limitatamente al primo capoverso, lettera b), del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Colletti n. 6-00190, limitatamente al primo capoverso, lettera c), del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Colletti n. 6-00190, limitatamente al primo capoverso, lettera d), del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Colletti n. 6-00190, limitatamente al primo capoverso, lettera e), del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Colletti n. 6-00190, limitatamente al primo capoverso, lettera f), del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Colletti n. 6-00190, limitatamente al primo capoverso, lettera g), del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Colletti n. 6-00190, limitatamente al primo capoverso, lettera h), del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Colletti n. 6-00190, limitatamente al secondo capoverso, lettera a), del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Colletti n. 6-00190, limitatamente al secondo capoverso, lettera b), del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Colletti n. 6-00190, limitatamente al secondo capoverso, lettera c), del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Colletti n. 6-00190, limitatamente al secondo capoverso, lettera d), del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Colletti n. 6-00190, limitatamente al secondo capoverso, lettera e), del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Colletti n. 6-00190, limitatamente al secondo capoverso, lettera f), del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Colletti n. 6-00190, limitatamente al secondo capoverso, lettera g), del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Colletti n. 6-00190, limitatamente al secondo capoverso, lettera h), del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Colletti n. 6-00190, limitatamente al secondo capoverso, lettera i), del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Colletti n. 6-00190, limitatamente al secondo capoverso, lettera l), del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Colletti n. 6-00190, limitatamente al secondo capoverso, lettera m), del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Colletti n. 6-00190, limitatamente al secondo capoverso, lettera n), del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Colletti n. 6-00190, limitatamente al secondo capoverso, lettera o), del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Colletti n. 6-00190, limitatamente al secondo capoverso, lettera p), del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Colletti n. 6-00190, limitatamente al terzo capoverso, lettera a), del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 25).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Colletti n. 6-00190, limitatamente al terzo capoverso, lettera b), del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 26).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Colletti n. 6-00190, limitatamente al terzo capoverso, lettera c), del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 27).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Colletti n. 6-00190, limitatamente al terzo capoverso, lettera d), del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 28).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Colletti n. 6-00190, limitatamente al terzo capoverso, lettera e), del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 29).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Colletti n. 6-00190, limitatamente al terzo capoverso, lettera f), del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 30).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Colletti n. 6-00190, limitatamente al terzo capoverso, lettera g), del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 31).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Colletti n. 6-00190, limitatamente al quarto capoverso, lettera a), del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 32).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Colletti n. 6-00190, limitatamente al quarto capoverso, lettera b), del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 33).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Colletti n. 6-00190, limitatamente al quarto capoverso, lettera c), del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 34).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Colletti n. 6-00190, limitatamente al quarto capoverso, lettera d), del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 35).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Colletti n. 6-00190, limitatamente al quarto capoverso, lettera e), del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 36).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Colletti n. 6-00190, limitatamente al quarto capoverso, lettera f), del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Deputato Giachetti, per favore.

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 37).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Colletti n. 6-00190, limitatamente al quarto capoverso, lettera g), del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 38).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Colletti n. 6-00190, limitatamente al quarto capoverso, lettera h), del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 39).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Colletti n. 6-00190, limitatamente al quarto capoverso, lettera i), del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 40).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Colletti n. 6-00190, limitatamente al quinto capoverso, lettera a), del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 41).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Colletti n. 6-00190, limitatamente al quinto capoverso, lettera b), del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 42).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Colletti n. 6-00190, limitatamente al quinto capoverso, lettera c), del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 43).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Colletti n. 6-00190, limitatamente al quinto capoverso, lettera d), del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 44).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Colletti n. 6-00190, limitatamente al quinto capoverso, lettera e), del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 45).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Colletti n. 6-00190, limitatamente al sesto capoverso, lettera a), del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 46).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Colletti n. 6-00190, limitatamente al sesto capoverso, lettera b), del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 47).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Colletti n. 6-00190, limitatamente al sesto capoverso, lettera c), del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 48).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Colletti n. 6-00190, limitatamente al sesto capoverso, lettera d), del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 49).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Colletti n. 6-00190, limitatamente al sesto capoverso, lettera e), del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 50).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Colletti n. 6-00190, limitatamente al sesto capoverso, lettera f), del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 51).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Colletti n. 6-00190, limitatamente al sesto capoverso, lettera g), del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 52).

In virtù della reiezione del dispositivo della risoluzione Colletti n. 6-00190, non si procederà alla votazione della relativa premessa.

Sono così esaurite le comunicazioni del Presidente del Consiglio dei Ministri, in vista della trasmissione alla Commissione europea del Piano nazionale di ripresa e resilienza, ai sensi dell'articolo 18 del Regolamento RRF (UE) 2021/241.

Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Foti. Ne ha facoltà. Prego di uscire con ordine.

TOMMASO FOTI (FDI). Presidente, solo perché relativamente all'ultima votazione, quella relativa alla lettera c), dove vi è stato evidentemente un difetto di comunicazione rispetto a quanto lei ha chiamato e noi abbiamo richiesto che lettera fosse, vogliamo far presente che il nostro voto è contrario.

PRESIDENTE. Perfetto, grazie, mi scusi.

Sospendiamo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 15,30. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 13,55, è ripresa alle 15,30.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ETTORE ROSATO

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Ascani, Boschi, Brescia, Brunetta, Casa, Cirielli, Colletti, Davide Crippa, D'Incà, D'Uva, Dadone, Delmastro Delle Vedove, Fassino, Gregorio Fontana, Frusone, Gallinella, Garavaglia, Gebhard, Gelmini, Giachetti, Giacomoni, Grande, Guerini, Invernizzi, Iovino, Lapia, Liuni, Lollobrigida, Lorefice, Lupi, Marattin, Melilli, Molinari, Mura, Muroni, Nesci, Occhiuto, Paita, Perantoni, Rizzo, Rotta, Ruocco, Scalfarotto, Schullian, Serracchiani, Carlo Sibilia, Silli, Tabacci, Tasso e Zoffili sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta. I deputati in missione sono complessivamente 94, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 13 marzo 2021, n. 30, recante misure urgenti per fronteggiare la diffusione del COVID-19 e interventi di sostegno per lavoratori con figli minori in didattica a distanza o in quarantena (A.C. 2945-A​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 2945-A: Conversione in legge del decreto-legge 13 marzo 2021, n. 30, recante misure urgenti per fronteggiare la diffusione del COVID-19 e interventi di sostegno per lavoratori con figli minori in didattica a distanza o in quarantena.

Ricordo che nella seduta del 22 aprile si sono conclusi, da ultimo, gli interventi per dichiarazione di voto sugli ordini del giorno. Passiamo quindi alla votazione degli ordini del giorno, ma c'è il Governo che ha chiesto di intervenire. Prego, Ministro D'Incà. Colleghi, cortesemente, se possiamo…

FEDERICO D'INCA', Ministro per i Rapporti con il Parlamento. Presidente, grazie, solo per chiedere un breve rinvio di quindici minuti dell'Aula per poter concludere l'analisi degli ordini del giorno.

PRESIDENTE. Se non ci sono obiezioni, rinviamo l'Aula, che riprenderà alle ore 15,45.

La seduta, sospesa alle 15,35, è ripresa alle 15,45.

PRESIDENTE. Riprendiamo la seduta. Per le vie brevi il Governo mi ha chiesto - è al lavoro anche con i gruppi parlamentari, peraltro - di avere ancora 30 minuti a disposizione per completare il lavoro. Quindi sospendiamo la seduta, che riprenderà alle ore 16,15. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 15,46, è ripresa alle 16,20.

(Ripresa esame degli ordini del giorno - A.C. 2945-A​)

PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A). Chiedo cortesemente ai colleghi di prendere posto, anche perché daremo seguito a votazioni.

Comunico, intanto, per facilitare i nostri lavori, che ci sono alcuni ordini del giorno che sono accantonati, perché oggetto di una verifica tra il Governo e i gruppi parlamentari. Sono gli ordini del giorno n. 9/2945-A/30 Silli, n. 9/2945-A/57 Fiorini, n. 9/2945-A/74 Carnevali, n. 9/2945-A/78 Meloni, n. 9/2945-A/79 Lollobrigida, n. 9/2945-A/80 Trancassini e n. 9/2945-A/83 Montaruli. Procederemo, nel frattempo, all'esame di tutti gli altri.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Lollobrigida. Ne ha facoltà.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Presidente, l'ordine del giorno Meloni n. 9/2945-A/78 ha avuto parere favorevole dal Governo e non è oggetto di alcuna interlocuzione.

Quindi, non so se….

PRESIDENTE. Io trovo scritto che il parere è “favorevole con riformulazione”. Evidentemente il Governo intende modificare; magari, trattandosi di un ordine del giorno importante a firma della presidente del suo partito, chiederei al Governo se abbia pronta la riformulazione, se l'abbia già comunicata al gruppo di Fratelli d'Italia, se questa è una cosa che vuole fare in maniera formale o informale, per verificare se la riformulazione è condivisa.

Il Governo mi dice che non c'è ancora la riformulazione.

Onorevole Lollobrigida, io andrei avanti con gli altri ordini del giorno, come lei ha suggerito.

Prego, onorevole Lollobrigida.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Sì, per noi va bene andare avanti, ma è inusuale che, rispetto ad una formulazione nella sostanza accettata da parte dei proponenti, si stia lavorando ad una nuova riformulazione; è una cosa che ci stupisce, non ne capiamo la ragione, se il Governo ce la potesse spiegare, magari riusciamo a comprenderla meglio.

Sapevamo di altri ordini del giorno oggetto di riformulazione, ma di questo non avevamo avuto modo di conoscere le ragioni per un ulteriore pronunciamento da parte del Governo. Questo è.

PRESIDENTE. La capisco, onorevole Lollobrigida, se lei concorda, in questa fase in cui il Ministro si è allontanato proprio su questi ordini del giorno che abbiamo appurato, sarà mia cura, appena arriva il Ministro, farlo intervenire con riferimento esplicito alla sua richiesta.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2945-A/1 Bologna, su cui c'è un parere favorevole, quindi non lo metterei in votazione.

Sull'ordine del giorno n. 9/2945-A/2 Plangger il parere è favorevole, quindi senza votazione; sull'ordine del giorno n. 9/2945-A/3 Epifani c'è una riformulazione, che viene accolta. L'onorevole Stumpo accoglie la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/2945-A/4? Sì; sugli ordini del giorno n. 9/2945-A/5 Zangrillo, n. 9/2945-A/6 Palmieri e n. 9/2945-A/7 Lattanzio c'è parere favorevole; viene accolta la riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/2945-A/8 Maraia; sugli ordini del giorno n. 9/2945-A/9 Davide Crippa e n. 9/2945-A/10 D'Uva il parere è favorevole; per quanto riguarda l'ordine del giorno n. 9/2945-A/11 Perantoni viene accolta la riformulazione; sugli ordini del giorno n. 9/2945-A/12 Noja, n. 9/2945-A/13 Barzotti, n. 9/2945-A/14 Gallinella, n. 9/2945-A/15 Casa, n. 9/2945-A/16 Tripiedi i pareri sono favorevoli; ordine del giorno n. 9/2945-A/17 Ascari la riformulazione è accolta; ordine del giorno n. 9/2945-A/18 Segneri, riformulazione accolta; ordine del giorno n. 9/2945-A/19 Amitrano, riformulazione accolta; ordine del giorno n. 9/2945-A/20 Ianaro, favorevole; ordine del giorno n. 9/2945-A/21 Mammì, favorevole; viene accolta la riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/2945-A/22 Corneli; sugli ordini del giorno n. 9/2945-A/24 Martinciglio, n. 9/2945-A/25 Grillo e n. 9/2945-A/26 Bruno i pareri sono favorevoli; sull'ordine del giorno n. 9/2945-A/27 D'Ippolito c'è un parere contrario.

Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Ippolito. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE D'IPPOLITO (M5S). Lo ritiro.

PRESIDENTE. Sull'ordine del giorno n. 9/2945-A/28 Zolezzi c'è parere favorevole con una riformulazione, che è accolta; sull'ordine del giorno n. 9/2945-A/29 Benigni il parere è contrario.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2945-A/29 Benigni.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 53).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2945-A/31 Ruffino, c'è una riformulazione. Viene accolta la riformulazione, onorevole Ruffino? Sì, grazie; ordine del giorno n. 9/2945-A/32 Gagliardi, c'è una riformulazione che viene accolta? Sì, bene; ordine del giorno n. 9/2945-A/33 Foti, con un parere favorevole; ordine del giorno n. 9/2945-A/34 Caretta, ha un parere favorevole con riformulazione, accolto; ordine del giorno n. 9/2945-A/35 Ciaburro, con riformulazione, accolto; ordine del giorno n. 9/2945-A/36 Ferro, con riformulazione, accolto.

Ordine del giorno n. 9/2945-A/37 Maschio, parere contrario.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2945-A/37 Maschio.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 54).

Ordine del giorno n. 9/2945-A/38 Varchi, parere favorevole; ordine del giorno n. 9/2945-A/39 Mantovani, parere contrario.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2945-A/39 Mantovani.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 55).

Ordine del giorno n. 9/2945-A/40 Silvestroni, parere favorevole con riformulazione, accolto; ordine del giorno n. 9/2945-A/41 Zucconi, parere favorevole; ordine del giorno n. 9/2945-A/42 Rizzetto, parere favorevole con riformulazione, accolto.

Ordine del giorno n. 9/2945-A/43 Giachetti, parere contrario. Ha chiesto di parlare l'onorevole Giachetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI (IV). La ringrazio, Presidente, vorrei annunciare e motivare le ragioni del ritiro dell'ordine del giorno, non perché non ritenga che questa sia una priorità, per quanto riguarda un'emergenza nell'emergenza, che è l'emergenza delle carceri. Con questo ordine del giorno si voleva sostanzialmente introdurre il regime della liberazione anticipata ordinaria con una variazione, ossia portando i 40 giorni a 75. Stiamo parlando di detenuti che sono a fine pena; stiamo parlando di detenuti che si sono comportati bene, con dichiarazioni che sono certificate anche dalle direzioni delle carceri e, spesso e volentieri, anche dai giudici di sorveglianza. Sono detenuti per cui lo si può fare tranquillamente, anche in base al principio che la stessa Ministra Cartabia ha ribadito di fronte alla Commissione giustizia della Camera - presumo anche del Senato - con riferimento al fatto che noi dobbiamo garantire la certezza della pena, ma non è che la nostra Costituzione prevede che ci sia la certezza della galera, soprattutto per reati minori, soprattutto per chi ha già magari scontato un periodo elevato all'interno del carcere, si è comportato secondo tutte le regole all'interno del carcere e, così, si è messo nelle condizioni, come prevede la Costituzione, di essere riconsegnato alla società e di essere reintegrato nella nostra società. E' il minimo che potremmo fare, Presidente, ma c'era un problema di cui ci siamo preoccupati con i colleghi di Italia Viva; ringrazio l'onorevole Annibali, ma ringrazio anche i colleghi del Senato e il senatore Cucca, perché, prima ancora che della libertà anticipata speciale, si sta ponendo il problema della libertà anticipata ordinaria, prevista nel “decreto Milleproroghe” che scade il 30 di aprile; rischiamo che persone in regime di libertà anticipata ordinaria, quella che prevede i 40 giorni, senza la proroga di quella norma, adesso debbano tornare in galera; persone, a cui mancano magari tre mesi, quattro mesi, cinque mesi per la conclusione e l'espiazione della pena, devono tornare in galera e, invece, magari, hanno trovato anche un lavoro e un'altra soluzione.

Mi pare che a questo si arrivi attraverso un correttivo che dovrebbe essere inserito nel Consiglio dei Ministri di oggi; se così non fosse, al Senato abbiamo predisposto un emendamento per prorogare la libertà anticipata ordinaria. Penso che il tema della libertà anticipata speciale, visto che dovremo discutere il provvedimento sulla riforma del processo penale, possa essere inserito, magari in forma strutturale e non come episodico rispetto all'emergenza COVID, in quel contesto, in quella discussione. Quindi, ritiro l'emendamento, perché non voglio che il Parlamento bocci questa proposta. Cercheremo di seguire e di far approvare questa proposta all'interno della riforma del processo penale (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ordini del giorno n. 9/2945-A/44 Bond e 9/2945-A/45 Fregolent, favorevole; ordine del giorno n. 9/2945-A/46 Moretto, con una riformulazione, che viene accolta; ordine del giorno n. 9/2945-A/47 Capitanio, con una riformulazione che viene accolta; ordine del giorno n. 9/2945-A/48 Tiramani, favorevole; ordine del giorno n. 9/2945-A/49 Paolin, è favorevole; ordine del giorno n. 9/2945-A/52 Di Muro, è favorevole; ordine del giorno n. 9/2945-A/53 Gastaldi, è favorevole con una riformulazione, che viene accolta; ordine del giorno n. 9/2945-A/ 54 Bucalo è favorevole con una riformulazione, che viene accolta; ordine del giorno n. 9/2945-A/55 Silvestri, favorevole; ordine del giorno n. 9/2945-A/56 D'Alessandro, favorevole, quindi non si vota; ordine del giorno n. 9/2945-A/58 Frassinetti, favorevole; ordine del giorno n. 9/2945-A/ 59 Lucaselli, favorevole; ordine del giorno n. 9/2945-A/60 Menga, favorevole; ordine del giorno n. 9/2945-A/61 Bignami favorevole; ordine del giorno n. 9/2945-A/62 Musella, favorevole; ordine del giorno n. 9/2945-A/63 Cantone, favorevole; ordine del giorno n. 9/2945-A/64 Lepri, c'è una riformulazione, che viene accolta, ordine del giorno n. 9/2945-A/65 Viscomi, favorevole; ordine del giorno n. 9/2945-A/66 Lacarra favorevole; ordine del giorno n. 9/2945-A/67 Gribaudo, favorevole; ordine del giorno n. 9/2945-A/68 Siani, favorevole; ordine del giorno n. 9/2945-A/ 69 Rizzo Nervo, favorevole; ordine del giorno n. 9/2945-A/ 70 De Filippo, con una riformulazione, che viene accolta; ordine del giorno n. 9/2945-A/71 Pini, con una riformulazione, che viene accolta; ordine del giorno n. 9/2945-A/72 Baroni, con una riformulazione che viene accolta, onorevole Baroni? Sì; ordine del giorno n. 9/2945-A/73 Toccafondi, è favorevole; ordine del giorno n. 9/2945-A/75 Mollicone, invito al ritiro o parere contrario. Ha chiesto di parlare l'onorevole Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Grazie, Presidente. Soltanto per ribadire quanto detto in discussione generale. Io chiedo ufficialmente…

PRESIDENTE. Onorevole Mollicone, le ricordo, solo perché la fase è stata complessa, che non ci sono dichiarazioni di voto, se vuole ritirare l'ordine del giorno lo può ritirare e lo motiva.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Sto chiedendo che venga cambiato il parere, perché la stessa identica richiesta è stata approvata dal Governo con il Conte-bis. Qui chiediamo semplicemente una proroga ed è scritto: “a valutare l'opportunità di”. Ci sono analoghi atti di maggioranza approvati anche al Senato. Non si capisce perché questa volta il Ministero del Lavoro abbia espresso un parere negativo su una cosa che è stata già approvata e accolta dal precedente Governo, in quest'Aula. Chiediamo, quindi, che si alzi il rappresentante del Governo e che venga riformulato il parere come favorevole, perché c'è scritto semplicemente “a valutare l'opportunità di prorogare l'efficacia del DURC”, che è stato già approvato dal precedente Governo, con atti trasversali alla Camera e al Senato.

PRESIDENTE. Vediamo se il Governo ritiene di intervenire su questo. Signori sottosegretari? Chiedete un accantonamento? Sottosegretaria, prego.

TIZIANA NISINI, Sottosegretaria di Stato per il Lavoro e le politiche sociali. Lo accantoniamo.

PRESIDENTE. Grazie, così lo inseriamo insieme agli altri accantonati. Ordine del giorno n. 9/2945-A/76 Baldini, ce è favorevole con una riformulazione, va bene; Ordine del giorno n. 9/2945-A/77 Delmastro Delle Vedove, è un parere contrario.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2945-A/77 Delmastro Delle Vedove.

Dichiaro aperta la votazione…

Revoco l'indizione della votazione, chiedo scusa. Prego, sottosegretaria.

TIZIANA NISINI, Sottosegretaria di Stato per il Lavoro e le politiche sociali. Accantoniamo anche questo.

PRESIDENTE. Sta bene. L'ordine del giorno n. 9/2945-A/77 Delmastro Delle Vedove viene quindi accantonato, probabilmente per materia analoga. Signora sottosegretaria, ce ne sono altri sulla stessa materia? No, non ce ne sono altri. Perfetto.

Passiamo dunque all' ordine del giorno n. 9/2945-A/81 Cavandoli, su cui c'è un parere favorevole con una riformulazione, viene accolta? Sì, bene; ordine del giorno n. 9/2945-A/82 Albano, favorevole con una riformulazione, che viene accolta.

Ordine del giorno n. 9/2945-A/84 Siragusa, c'è un parere contrario.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2945-A/84 Siragusa.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 56).

Ordine del giorno n. 9/2945-A/85 Butti, parere favorevole con una riformulazione; viene accolto. Ordine del giorno n. 9/2945-A/86 Rotelli (Nuova formulazione), parere contrario.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2945-A/86 Rotelli (Nuova formulazione).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 57).

Ordine del giorno n. 9/2945-A/87 Bianchi Matteo Luigi, favorevole. Ordini del giorno n. 9/2945-A/88 Gemmato, n. 9/2945-A/89 Bellucci e n. 9/2945-A/90 Pedrazzini: il parere è favorevole con riformulazione. Ordine del giorno n. 9/2945-A/91 Osnato (Nuova formulazione), favorevole. Ordine del giorno n. 9/2945-A/92 De Toma, favorevole con riformulazione. Ordine del giorno n. 9/2945-A/93 Deidda, favorevole con riformulazione. Onorevole Deidda, non le va bene la riformulazione?

SALVATORE DEIDDA (FDI). Mi va bene. Chiedo una votazione, però, se è possibile. È rafforzativa.

PRESIDENTE. Una votazione rafforzativa.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2945-A/93 Deidda, così come riformulato, e quindi con parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 58).

Sugli ordini del giorno n. 9/2945-A/94 Prisco, n. 9/2945-A/95 Donzelli, n. 9/2945-A/96 Vinci e n. 9/2945-A/97 Occhiuto, il parere è favorevole con riformulazione. Ordine del giorno n. 9/2945-A/98 Tasso, favorevole. Sugli ordini del giorno n. 9/2945-A/99 Borghese, n. 9/2945-A/100 Rampelli e n. 9/2945-A/101 Galantino, il parere è favorevole con riformulazione. Quindi, abbiamo esaurito l'esame degli ordini del giorno, tranne quelli accantonati. Per cui, se il Governo non ha risposte su quelli accantonati - ce l'ha le risposte? No - sospendo la seduta. Di quanto tempo ha bisogno il Governo?

TIZIANA NISINI, Sottosegretaria di Stato per il Lavoro e le politiche sociali. Mezz'ora.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lollobrigida. Ne ha facoltà.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). È per capire la dinamica del confronto. Il Governo ci chiede di interloquire su questi ordini del giorno, tra i quali ci sono gli ordini del giorno che in queste ore hanno coperto un po' le agenzie e riteniamo particolarmente rilevanti, perché riguardano la libertà degli italiani. Volevo solo sottolineare che alla fine quest'Aula sta chiedendo una nuova sospensione, un nuovo approfondimento e si entra nel merito. A noi piace questo modo di lavorare e lo volevo far notare. Gli ordini del giorno che, credo sia evidente, impegnano il Governo - e ringrazio anche i sottosegretari presenti per la costanza con la quale stanno approfondendo questi temi - sono fatti importanti ed evidentemente incidenti se addirittura sottosegretari, Ministri e, dice qualcuno, anche il Presidente Draghi si stanno occupando degli ordini del giorno che abbiamo accantonato, perché sono rilevanti per le scelte degli italiani e, ovviamente, la loro approvazione può cambiare la storia di quello che avverrà da qui ai prossimi giorni (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Quindi, sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 17,05.

La seduta, sospesa alle 16,40, è ripresa alle 17,05.

(Ripresa esame degli ordini del giorno - A.C. 2945-A​)

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la sottosegretaria Nisini. Ne ha facoltà.

TIZIANA NISINI, Sottosegretaria di Stato per il Lavoro e le politiche sociali. Grazie. Chiedo la sospensione per un'ulteriore ora (Commenti).

PRESIDENTE. Onorevole sottosegretaria, a mio modesto suggerimento, in questi casi, il Governo, visto che lei me lo aveva detto, motiva con il fatto che c'è uno sforzo in atto per cercare di intervenire sugli ordini del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) e, quindi, in questo senso si chiede di avere una nuova proroga ed io penso che il collega Foti proprio su questo voglia intervenire.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Presidente, la ringrazio per aver completato il parere della signora sottosegretario, che, peraltro, sotto il profilo dell'impegno, condividiamo pienamente, se ciò è volto a trovare una soluzione ai numerosi problemi ancora sul campo, molti dei quali, debbo dire, sono merito del gruppo di Fratelli d'Italia che ha presentato puntuali ordini del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Ma proprio sotto questo profilo mi sia consentito di dire alla signora sottosegretario che occorre anche mettersi d'accordo all'interno del Governo e forse anche all'interno dei partiti, perché leggiamo un'agenzia del sottosegretario per l'Istruzione Sasso che dice che gli ordini del giorno non servono a niente. Allora, o gli ordini del giorno servono, come noi riteniamo - e li discutiamo, li valutiamo e, quindi, rinviamo - o, se non servono a nulla, evidentemente non serve a nulla anche la richiesta del sottosegretario.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Giachetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI (IV). Presidente, io ho piacere di conoscere l'onorevole sottosegretaria, non so se onorevole, ma sottosegretaria. Intanto, visto che qui ci sono centinaia di persone che aspettano i tempi del Governo, magari la cortesia di non trattarci proprio come se fossimo l'ultimo scaffale dell'ultimo negozio che ha visitato (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva), per un fatto di stile, così ci abituiamo tutti a convivere qui dentro con un minimo di riguardo alla forma e magari anche all'educazione.

Dopodiché, signor Presidente, mi permetto di segnalare che non mi sfuggono i problemi politici, che sono enormi. Gli ordini del giorno probabilmente non contano nulla, poi, però, se sollevano dei temi politici che hanno un peso, evidentemente questi incidono nel nostro dibattito. Vorrei dirle sommessamente, signor Presidente, che non è che gli ordini del giorno, di cui stiamo discutendo, sono stati presentati cinque minuti fa, venti minuti fa, un'ora fa (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva). Sono ordini del giorno che sono stati presentati non alcune ore fa ma alcuni giorni fa. E' stato dato un parere, sono stati illustrati. Qui dentro ci sono centinaia di persone, signor Presidente, e glielo pongo anche dal punto di vista sanitario, che, dalle 15, non escono dall'Aula, perché non è che ci dite: “Ci vediamo tra due ore”; ci dite: “Ci vediamo tra un quarto d'ora”, ci dite: “Ci vediamo tra mezz'ora” e noi, ovviamente, cerchiamo di barcamenarci, ma qui dentro stiamo dalle 15. Quindi, adesso se si presenta tra un'ora, come ha detto la sottosegretaria per la seconda volta, alle 18,15, magari ci chiedete un altro quarto d'ora e poi magari ci sono le dichiarazioni di voto. Noi stiamo sconfinando anche sulle esigenze sanitarie che, in quest'Aula, non sono rispettate ed è arrivato il momento di rispettarle. Io capisco i problemi del Governo, capisco i problemi politici, ma qui (Commenti)…no, guardi, io già so cosa le stanno dicendo. La sanificazione in questo ambiente dove non ci sono finestre…Se chiediamo rigidità nel rispetto delle regole ai cittadini, con il coprifuoco e via dicendo (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva), è innanzitutto qui dentro, perché questo è un locale che, per quanto sia sanificato, è chiuso; ci stiamo in centinaia per ore e questo non è un problema mio ma è anche un problema di segnale che diamo all'esterno. Il Governo e le forze politiche tutte si facciano carico di trovare una soluzione politica e di farlo dentro le regole di certezza qui dentro della sicurezza sanitaria per tutti, non solo per chi entra ed esce ma anche per chi ci sta.

PRESIDENTE. Pregherei i colleghi, anche quelli che si sono accomodati un po' troppo stretti - vedo un paio di gruppi, in particolare - di rispettare le regole di stanziamento.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Fiano. Ne ha facoltà

EMANUELE FIANO (PD). Presidente, per ciò che riguarda il problema sanitario esposto dal collega Giachetti, concordo che si debba fare attenzione, nell'attesa della ripresa dei lavori alle (Commenti)…Io parlo al Presidente. Mi permetta il collega Giachetti e mi permetta il collega Foti, che ha fatto un intervento di segno diverso dal capogruppo che lo ha preceduto circa mezz'ora fa: se è in corso una discussione alla quale hanno partecipato poc'anzi - lo segnalo al collega Giachetti - nella sala parlamentare del Governo rappresentanti di tutti i partiti che appoggiano questo Governo, perché si giunga ad un accordo politicamente significativo sulla questione della rivalutazione degli orari di coprifuoco, è perché - questo per il collega Foti - si dà grande importanza all'utilizzo di questo ordine del giorno, perché l'ordine del giorno ha una grande rilevanza politica. Infatti, in maniera del tutto coerente, anche il vostro partito lo ha presentato perché pensa si debba dare un segnale in quella direzione. Un ordine del giorno, ovviamente, non è una norma di legge ma è un segnale di indirizzo significativo. Quindi, fatte salve le considerazioni sanitarie del collega Giachetti e fatto salvo che un continuo rinvio è questione molto antipatica nei confronti di centinaia di parlamentari, che non sanno esattamente di quale virgola si stia discutendo, lo si sta facendo per somma serietà nei confronti di un tema che è al centro del dibattito pubblico, quello degli orari di chiusura. Dopo una giornata nella quale, oltre ovviamente ai gruppi di opposizione, la maggioranza che appoggia il Governo ha trovato un consenso politicamente molto significativo sul PNRR, si vuole che anche su tale questione vi sia una formulazione possibile degli indirizzi al Governo che veda d'accordo tutte le forze di maggioranza. Sarebbe incomprensibile che su questa questione, che divide l'opinione pubblica, le forze che appoggiano il Governo fossero divise. A me pare che questa sia un'attività parlamentare precipua e che nella politica vi debba essere la ricerca di un punto di sintesi. Lo dico anche al collega Giachetti, per evitare l'ipotesi che lui non vuole, ovviamente, cioè che la sua questione sanitaria venga accomunata al fatto che si stanno facendo dei rinvii che non sono utili. Sono rinvii utili (Commenti del deputato Giachetti) perché uscire da qui oggi dicendo al Paese sul punto degli orari…Scusa, Giachetti, io non ti ho interrotto; se posso gentilmente concludere, te ne sarei grato. Dicevo che uscire da qui oggi con una decisione unitaria di coloro che appoggiano il Governo sulle questioni degli orari di chiusura sarebbe un punto politicamente significativo. Peraltro, mi pare che anche i colleghi dell'onorevole Giachetti, che hanno partecipato alla riunione precedente, fossero d'accordo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Invernizzi. Ne ha facoltà.

CRISTIAN INVERNIZZI (LEGA). La ringrazio, Presidente. Innanzitutto, penso sia necessario quantomeno esprimere un minimo di solidarietà al sottosegretario qui presente (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) che si è visto quasi scaricare addosso una responsabilità che obiettivamente non è responsabilità del sottosegretario o del Governo. Come ha giustamente rilevato la collega che mi ha preceduto, vi è una discussione interna alla maggioranza, di cui mi risulta faccia parte anche il partito dell'onorevole Giachetti, che sta imponendo, in questo momento, una serie di ripensamenti e di riflessioni sul tema che tutti noi ben conosciamo, un tema talmente importante che, secondo me, se anche richiedesse più tempo di quello al quale siamo abituati, possiamo concederlo al Governo e alle forze della maggioranza.

Non lo riusciamo a capire perché comunque un rinvio, per chi ha una certa esperienza parlamentare, non è così assurdo e non è che non sia mai capitato. Sappiamo tutti, anzi, che capita spesso, su questioni anche meno rilevanti, che si venga riconvocati in Aula e, poi, immediatamente congedati perché il Governo ritiene di dover riflettere maggiormente su alcuni argomenti; è già capitato.

In questo caso, il fatto che vi sia una forza di maggioranza che attacca un sottosegretario con toni che, sinceramente, non riusciamo nemmeno a comprendere ci fa pensare che forse ci sia la volontà di scaricare politicamente su una parte o sull'altra delle forze che compongono questo Governo, o che insomma un tentativo venga fatto. Lo comprendiamo, però riconduciamo cortesemente tutti coloro che fan parte di questa maggioranza alla discussione di merito, ribadendo che, se vi è la necessità di una riflessione, per quanto riguarda noi parlamentari del gruppo della Lega siamo anche disponibili a uscire un attimo per garantire a tutti - ci mancherebbe altro - di adottare i criteri che consentano la sicurezza sanitaria all'interno dell'Aula. Penso che siamo tutti d'accordo che il sottosegretario qui presente non è il responsabile unico di quello che sta avvenendo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Grazie, colleghi. Io penso che il sottosegretario faccia il suo lavoro; siamo tutti chiamati a questo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Zucconi, però ha già parlato l'onorevole Foti. È un'altra questione?

RICCARDO ZUCCONI (FDI). È una proposta operativa. Visto che Fratelli d'Italia di ordini del giorno, nel massimo rispetto delle procedure parlamentari, ne ha presentati tre su questo argomento, che riteniamo importantissimo, e visto che prendiamo atto, al di là delle dichiarazioni dei singoli sottosegretari, che la maggioranza si sta trovando su questo argomento in estrema difficoltà, allora noi, sempre in termini propositivi, vi invitiamo a valutare se riprendere in considerazione questo argomento domani mattina, perché anche in base alle dichiarazioni del collega Giachetti, che non ci sembrano peregrine, non si può andare avanti a botte di un quarto d'ora, venti minuti o mezz'ora. Non è neanche serio.

PRESIDENTE. Colleghi, io proporrei questo, anche per organizzare al meglio i nostri lavori. Sono consapevole che c'è una fase in cui, dopo la valutazione del Governo su questi ordini del giorno, essi verranno legittimamente valutati dal Parlamento. Basta un quarto d'ora al Governo, adesso? Per le vie brevi, ci dicono che il Governo ha bisogno solo di un quarto d'ora. Se il Governo ha bisogno di un quarto d'ora, non sarò certo io a negarglielo. Quindi, sospendiamo la seduta che riprenderà alle ore 17,40, con un'elasticità sul quarto d'ora.

La seduta, sospesa alle 17,20, è ripresa alle 17,40.

PRESIDENTE. Ricordo che, prima della sospensione della seduta, sono stati accantonati gli ordini del giorno n. 9/2945-A/30 Silli, n. 9/2945-A/57 Fiorini, n. 9/2945-A/74 Carnevali, n. 9/2945-A/75 Mollicone, n. 9/2945-A/77 Delmastro Delle Vedove, n. 9/2945-A/78 Meloni, n. 9/2945-A/79 Lollobrigida, n. 9/2945-A/80 Trancassini, n. 9/2945-A/83 Montaruli.

Il Governo, però, ci sta chiedendo un altro quarto d'ora (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Devo dire che l'esperienza me lo aveva suggerito prima, ma sono stato redarguito. Quindi, sospendiamo la seduta che riprenderà - perché mi sembra naturale riconoscere al Governo il tempo per finire le sue interlocuzioni - alle ore 18. Facciamo venti minuti e sono certo che sarà la volta buona. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 17,42, è ripresa alle 18.

PRESIDENTE. Riprendiamo la seduta.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Giachetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI (IV). Sì, Presidente, così diamo il tempo al Governo di rientrare in Aula. E' un richiamo al primo comma dell'articolo 8. Siccome, signor Presidente, ho sentito lezioni che sono sempre interessato a prendere, avendo poca esperienza di come funzionano le cose qui dentro, approfitto della sua presenza e, purtroppo, sono costretto in qualche modo a scaricare su di lei il tema. Ma glielo scarico perché io pretendo una risposta formale dal Presidente della Camera rispetto a come funziona l'organizzazione dei lavori qui dentro, in presenza dell'emergenza COVID.

Noi, questa mattina, abbiamo cominciato la seduta con una discussione generale, ma le porte di quest'Aula sono state aperte alle ore 9. Si è svolta la discussione generale: per essere chiari, in discussione generale vi sono meno persone, ma è presente tutto il personale della Camera che andrebbe tutelato sicuramente almeno quanto ciascuno di noi qui dentro e che, dalle 9 di questa mattina, a turno, tiene aperta l'aula della Camera. Dalle 11 alle 14, signor Presidente, ci sono state tre ore di seduta - ci sono state tre ore di seduta - in cui i banchi erano pieni. Ci sono state tre ore di seduta, dalle 11 alle 14, in cui i banchi erano pieni ed era peggio di come sono le sedute quando si vota in talune occasioni. Poi, c'è stata un'ora e mezza di interruzione, signor Presidente, e abbiamo ripreso alle 15,30 - e sono le 18 - con interruzioni. Vi sono state cinque interruzioni di 15 minuti, di 35 minuti, di 30 minuti, di 20 minuti e di 20 minuti. Io ho contato, nelle ultime due volte, almeno 200 persone presenti in Aula. Quindi, abbiamo fatto tre ore ininterrotte di seduta con l'Aula piena, abbiamo fatto un'ora e mezza di interruzione e adesso, dalle 15,30 alle 18, abbiamo fatto altre due ore e mezza di Aula piena; poiché non si interrompe per due ore ma per un quarto d'ora o venti minuti, noi siamo dalle 9 di questa mattina a regime minimo e dalle 11 a regime pieno, con un'interruzione di un'ora e mezza, siamo chiusi qui dentro in sovrannumero rispetto a qualunque protocollo avessimo immaginato.

Io non pongo un problema politico, Presidente. Pongo un problema e vorrei sapere almeno se sono cambiate le regole sulla sanificazione e via dicendo: spiegatecelo. Però, io vorrei sapere quali sono i limiti di sicurezza nella durata delle sedute possibilmente senza ipocrisia e senza prenderci in giro dicendo che c'è stata una discussione generale e che c'era meno gente. Io vedo che gli uffici accoratamente cercano…Non sto attaccando nessuno: le sto ponendo un problema reale.

I protocolli anti-COVID non vengono rispettati in quest'Aula nella sostanza; non mi interessa nella forma, ma nella sostanza. E siccome, francamente, che questo accada nella giornata di oggi… Io ho molto rispetto del collega Fiano e anche del collega Invernizzi. Io ho una storia qui dentro abbastanza lunga e vedere una seduta sospesa sei volte per un ordine del giorno (Applausi di deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), Presidente, le assicuro che nella mia memoria non è una cosa che capiti tutti i giorni: l'abbiamo visto sul bilancio e su altre cose. Sei volte per un ordine del giorno: c'è qualche problema, che magari si cerca di risolvere in altro modo e prima. Dico all'onorevole Invernizzi: i miei richiami al Regolamento sulle cose che per me non vanno li faccio, a prescindere se appartengo alla maggioranza o all'opposizione. Li faccio perché penso che il rispetto delle regole sia interesse di tutti: mio che ora sono in maggioranza e anche mio se fossi all'opposizione. Infatti, qui dentro innanzitutto siamo delle persone e se ci sono dei limiti sanitari che rivendichiamo all'esterno - e addirittura siamo particolarmente severi - penso che avremmo il dovere di assumerli anche al nostro interno. Ciò non solo per un problema di tutela personale - che vivaddio ci sta pure quella - ma anche per il segnale che si vuole dare all'esterno. Quindi, ho semplicemente fatto presente al sottosegretario che c'è un modo anche di operare in quest'Aula e non credo che abbia offeso nessuno, e, dal punto di vista politico, non è che, se la maggioranza deve trovare una soluzione, ciò può andare in deroga alle regole che ci siamo dati qui dentro, perché non può essere prevalente l'interesse della maggioranza. Pongo un problema di salute, ok?

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Giachetti. Comunico che, nel rispetto delle normative e dei protocolli che ci siamo dati, è previsto intorno alle ore 18,30, con il meccanismo che ci siamo sempre dati di elasticità intelligente, di interrompere per la sanificazione e così accadrà. Quindi rispetteremo tutte le norme che abbiamo concordato; dopodiché continuo a raccomandare ai colleghi - lo faccio veramente sapendo che stare in quest'Aula non è sempre semplice dal punto di vista logistico - di rispettare tutte le norme di sicurezza.

Passerei la parola al Governo per dare i pareri agli ordini del giorno che sono stati accantonati.

ANDREA COSTA, Sottosegretario di Stato per la Salute. Grazie, Presidente. In considerazione dell'approvazione del decreto-legge n. 52 del 2021, che sostanzialmente ha modificato il contesto della discussione in atto, e considerato gli ordini del giorno, nello specifico n. 9/2945-A/30 Silli, n. 9/2945-A/57 Fiorini, n. 9/2945-A/79 Lollobrigida, n. 9/2945-A/80 Trancassini e n. 9/2945-A/83 Montaruli, che sostanzialmente trattano delle solite tematiche, il Governo propone la seguente riformulazione per quanto riguarda il dispositivo, l'impegno: “impegna il Governo, nel mese di maggio, a valutare, sulla base dell'andamento del quadro epidemiologico oltre che dell'avanzamento della campagna vaccinale, l'aggiornamento delle decisioni prese con il decreto-legge n. 52 del 2021, anche rivedendo i limiti temporali di lavoro e di spostamento”.

Per quanto riguarda le premesse, nello specifico, in riferimento all'ordine del giorno n. 9/2945-A/30 Silli il parere è favorevole, senza nessuna modifica.

Per l'ordine del giorno n. 9/2945-A/57 Fiorini si propone di espungere l'ultimo capoverso delle premesse. Per l'ordine del giorno n. 9/2945-A/78 Meloni si propone di espungere il quarto capoverso e di espungere nell'ultimo capoverso dalle parole: “ancor più” fino a: “24”. Per quanto riguarda l'ordine del giorno n. 9/2945-A/79 Lollobrigida, sulle premesse c'è un parere negativo, e quindi si propone la riformulazione per quanto riguarda il dispositivo. Per quanto riguarda l'ordine del giorno n. 9/2945-A/80 Trancassini, parere favorevole anche sulle premesse. Per quanto riguarda l'ordine del giorno n. 9/2945-A/83 Montaruli, si chiede di espungere dalle premesse gli ultimi tre capoversi. Poi abbiamo l'ordine del giorno n. 9/2945-A/74 Carnevali con parere favorevole, a condizione che le parole: “a predisporre in relazione alle indicazioni del CTS misure volte ad una riapertura” siano sostituite con le seguenti: “a rafforzare in relazione alle indicazioni del CTS meccanismi che favoriscano le riaperture”, e il resto rimane così.

Poi abbiamo l'ordine del giorno n. 9/2945-A/75 a firma Mollicone, su cui viene confermato il parere contrario da parte del Ministero del Lavoro. Per quanto riguarda l'ordine del giorno n. 9/2945-A/77, si propone di sostituire il quarto capoverso nelle premesse con: “gli operatori di Polizia penitenziaria sono esposti, in ragione del loro servizio, a possibili contagi” e di sostituire l'impegno con la seguente riformulazione: “a garantire nel più breve tempo possibile la vaccinazione di tutto il personale della Polizia penitenziaria al fine di evitare la diffusione del contagio da COVID-19”.

PRESIDENTE. Grazie, sottosegretario.

Sull'ordine del giorno n. 9/2945-A/75 il parere si intende contrario da parte del Governo.

Bene, passiamo quindi alla valutazione degli ordini del giorno.

Il primo è il n. 9/2945-A/30 Silli: si accetta la riformulazione, quindi l'ordine del giorno viene così approvato.

Sull'ordine del giorno n. 9/2945-A/57 Fiorini si accetta la riformulazione?

Ha chiesto di parlare l'onorevole Bordonali. Ne ha facoltà.

SIMONA BORDONALI (LEGA). Volevo essere sicura della riformulazione. Se non sbaglio, è togliere l'ultimo capoverso delle premesse e riformulare l'impegno come quello dell'onorevole Silli.

PRESIDENTE. Perfetto.

SIMONA BORDONALI (LEGA). Allora accettiamo la riformulazione.

PRESIDENTE. Sull'ordine del giorno n. 9/2945-A/74 Carnevali si accetta la riformulazione.

Sull'ordine del giorno n. 9/2945-A/75 Mollicone, invece, c'è un parere contrario.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2945-A/75 Mollicone, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 59).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2945-A/77 Delmastro Delle Vedove: accetta la riformulazione, onorevole Delmastro?

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Viene accettata la riformulazione.

PRESIDENTE. L'onorevole Morrone chiede di sottoscriverlo.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2945-A/78 Meloni. A lei, onorevole Meloni.

GIORGIA MELONI (FDI). Dunque, sottosegretario, Ministro D'Incà, se ho capito bene, la riformulazione che voi state proponendo su uno degli ordini del giorno che Fratelli d'Italia ha presentato in tema di coprifuoco è a prendere in considerazione l'ipotesi di valutare tra un mese l'aggiornamento delle decisioni che sono state prese sulla base dell'andamento del quadro epidemiologico. Scusi, Ministro D'Incà, ma che riformulazione è? Mi spiego: lei sta in buona sostanza dicendo che finora il coprifuoco che voi avete deliberato alle ore 22 fino al 31 luglio è una misura che non tiene conto dell'andamento epidemiologico? Perché questo voi state dicendo con questa riformulazione. Altrimenti, do per scontato che, sulla base dell'andamento dell'epidemiologia e dell'andamento del COVID, dovrete rivedere la scelta sul coprifuoco (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia); oppure voi state dicendo implicitamente che abbiamo ragione noi quando sosteniamo che il coprifuoco è una misura, diciamo così, inutilmente punitiva, che serve ad abituare i cittadini a Governi che dispongono liberamente delle regole democratiche. Questo voi state dicendo con questa riformulazione.

Credo e continuo a ritenere che il coprifuoco sia una misura pienamente illegittima (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), una misura inutile ai fini del contrasto della pandemia, una misura che devasta le nostre imprese, che massacrerà il nostro turismo e chiediamo che venga abolito.

E non ho ragione di accettare questa riformulazione, Ministro D'Incà, perché do per scontato che dovrete rivedere questa scelta folle che state facendo; e, quindi, non avete bisogno di un ordine del giorno per rivedere una scelta che evidentemente dovrete prendere in considerazione di rivedere tra qualche settimana.

Quello che noi chiediamo oggi, adesso, qui, è di abolirla adesso questa misura inutile (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), perché non serve a contrastare la pandemia, non serve a fare altro che non sia educare la gente che c'è un Governo che decide sulle libertà fondamentali al posto della democrazia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Meloni. Deduco che lei chieda il voto sull'ordine del giorno.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Meloni n. 9/2945-A/78.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 60).

Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori l'onorevole Serracchiani. Ne ha facoltà.

DEBORA SERRACCHIANI (PD). Grazie, Presidente. Questa mattina, alla presenza del Presidente Draghi, abbiamo fatto un intervento credo importante, dove abbiamo segnalato quanto fosse necessario, in questo momento così delicato e difficile per il Paese, che vi fosse una maggioranza unita, coesa, ambiziosa nel raggiungimento degli obiettivi che ci siamo dati.

Io penso, quindi, che, di fronte anche a una situazione come quella determinatasi poc'anzi, non possa esserci una maggioranza à la carte (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, MoVimento 5 Stelle, Italia Viva e Liberi e Uguali), non possa esserci una maggioranza che, in qualche modo, decida se stare dentro o fuori, non possa esserci una maggioranza che, di fronte al momento difficile che attraversa il Paese, non affronti con coraggio, con fiducia, unita e coesa il difficile momento che stiamo attraversando (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, MoVimento 5 Stelle, Italia Viva e Liberi e Uguali)!

Mi auguro, ci auguriamo che questa maggioranza comprenda quanto l'unità e la coesione non si possano, non si debbano e non vadano mai messe davanti se non all'interesse collettivo e non all'interesse di questo o quel partito (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, MoVimento 5 Stelle, Italia Viva e Liberi e Uguali)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Crippa. Ne ha facoltà.

DAVIDE CRIPPA (M5S). Grazie Presidente, intervengo sul medesimo argomento. Ci tengo a precisare che è quanto mai paradossale che questa maggioranza, dopo aver portato un provvedimento che, magari, in passato, arrivava dal Governo precedente, quindi, c'erano ancora dei momenti di assestamento… qua c'è un provvedimento che è stato preso da questo Governo e, pertanto, su un ordine del giorno che riguarda un provvedimento preso da questo Governo, una parte della maggioranza, oggi, decide, per mero tornaconto personale (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico), di dire in Aula che, forse, decide di votare un ordine del giorno strumentale. Perché, in questo momento, non capiamo come si possa sentir dire dall'onorevole Meloni che un ordine del giorno può cambiare le sorti dei ristoranti dalle 22 alle 24 (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico)! E' una stupidità! Non si può raccontare agli italiani questa storia! Tutti vogliamo far riaprire i ristoranti, le attività commerciali, ma non ci rendiamo conto che, comunque, anche oggi, ci sono centinaia di morti in questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Allora, serve la prudenza! La prudenza e le aperture programmate.

Abbiamo dato una linea di visione che è quella per cui abbiamo davanti delle tempistiche. Sull'ordine del giorno precedente, la collega Meloni ha fatto bene a sottolineare quanto l'ordine del giorno che il Governo ha riformulato sia paradossale, perché, di fatto, cari colleghi della maggioranza, vi ha detto che facciamo - così il Ministro D'Incà nella riformulazione - quello che facevamo ieri, facendo finta che oggi sia attribuibile a Salvini o a qualcun altro (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico)!

E' questo che io non capisco! Questo Paese ha bisogno di un sistema unito, non diviso (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico)!

Gli italiani sono smarriti, non possono continuamente essere sotto ricatto: 22, 24, partiamo e diamo una speranza. Oggi, qualcosa ha riaperto: lavoriamo, cari colleghi (Commenti Fratelli d'Italia)! Il provvedimento sarà assegnato probabilmente alla Camera; lavoriamo lì dentro, nel merito di come le riaperture dovranno essere: evitiamo propagande inutili per noi e per gli italiani (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico e Liberi e Uguali)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signor Presidente, credo che, nella democrazia parlamentare, ci sia un gioco dei ruoli; l'opposizione fa il suo e io non ho nulla da dire al riguardo. C'è però una questione vera ed è la questione di come si sta in una maggioranza di Governo. Non più tardi di questa mattina ho detto - chi ha avuto il buon cuore di ascoltarmi - che rispetto e lealtà devono essere le basi, le fondamenta dello stare insieme in una maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e io lo ribadisco perché qui c'è un problema che non è superabile con le dichiarazioni, con i tweet, con i post. Non ci può essere una logica per cui in Consiglio dei Ministri si assume una decisione e, trenta secondi dopo, sui social si dice l'opposto. Do atto alla Lega che nell'ultimo Consiglio dei Ministri i suoi Ministri non hanno partecipato, ma mi stupisce, devo dire, da parte del gruppo di Forza Italia, perché col loro voto stanno dicendo esattamente l'opposto di quello che i loro ministri hanno fatto in Consiglio dei Ministri (Applausi dei deputati dei gruppi Liberi e Uguali, MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico). Allora, io credo e mi domando nell'interesse di tutti noi, di tutte le parti, della credibilità della politica: a chi giova questo gioco? Da sempre le opposizioni cercano di incunearsi, cercano di far scoppiare le contraddizioni e, da sempre, nelle maggioranze, si trova una sintesi, ognuno mette da parte qualcosa, ricercando una sintesi e, come dire, si va avanti.

Se vogliamo andare avanti, lo si fa nella lealtà e nel rispetto, sapendo che fuori ci sono gli italiani, che fuori ci sono problemi enormi, che bisogna cercare di trovare delle soluzioni. Nel merito mi vien da sorridere, perché - molti di voi non c'erano - quando il Ministro Speranza è venuto qui per l'informativa, ha detto esattamente quello che sarebbe successo, cioè che, sulla base dei dati epidemiologici, si sarebbero valutate ulteriori aperture con progressività. Noi dobbiamo avere in testa che, prima di tutto, c'è la salute e questo è un punto basico, se vogliamo andare avanti come maggioranza; lo dobbiamo fare con rispetto, con lealtà reciproca e soprattutto avendo a cuore fondamentalmente il fatto che la politica deve provare a dare risposte, ascoltare le proteste - perché dobbiamo ascoltare - e ricercare soluzioni. Qui nessuno può pensare di trarre anche un solo voto in più, in una logica per cui bisogna chiudere tutto. Io credo che, da questo punto di vista, il Paese e la politica renderebbero un servizio al Paese se, insieme, ricercassimo soluzioni, anche con le opposizioni. L'unica cosa che non si può fare è fare una cosa in Consiglio dei Ministri e un'altra in Parlamento: questo è inaccettabile (Applausi dei deputati dei gruppi Liberi e Uguali, MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lupi. Ne ha facoltà.

MAURIZIO LUPI (M-NCI-USEI-R-AC). Io credo, signor Presidente che l'appello alla responsabilità comune, per combattere le due grandi sfide che abbiamo, quella della pandemia e quella della crisi economica, sia un appello che vada condiviso, così come - mi permetta l'onorevole Serracchiani e l'onorevole Crippa - non sono certamente interventi come i vostri che ci aiutano ad affrontare questa sfida (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), e vorrei semplicemente spiegare perché. E' evidente, lo sappiamo tutti, che siamo in una situazione straordinaria, altrimenti non avremmo come Presidente del Consiglio Draghi. Un Governo è stato sconfitto ed ha perso nella lotta alla pandemia e nella lotta al risanamento economico, perché su quello è venuto meno il Governo Conte. Stiamo facendo un passaggio straordinario che, come ha detto il Ministro Franceschini - autorevole esponente del Partito Democratico e della maggioranza attuale e passata -, oggi siamo avversari, non nemici. Avversari vuol dire portare con lealtà e con concretezza il proprio contributo per cercare di risolvere entrambe le strade. Non è possibile il gioco del cerino di chi si mostra - lo dico con affetto e stima al nuovo segretario del Partito Democratico - con la felpa Open Arms e poi attacca (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Noi con l'Italia-USEI-Rinascimento AdC, Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente) dall'altra parte chi, ovviamente, cerca di dare il suo contributo, perché se la mettiamo in questo modo, non andiamo da nessuna parte. Noi, alla nascita di questo Governo, avevamo chiesto - lo dico al collega Fornaro - discontinuità nelle persone o discontinuità nell'azione di Governo, altrimenti non saremmo in questa situazione. Allora, se il Presidente del Consiglio ci dice che ci assumiamo un rischio ragionato e che il migliore sostegno all'economia non sono i sostegni o l'assistenzialismo, ma sono le riaperture, mi sembra legittimo e doveroso dare il proprio contributo, nelle modalità con cui ognuno di noi del centrodestra sta partecipando a questa fase delicata del Paese, chi come noi, Lega e Forza Italia, al Governo, chi coerentemente, come Fratelli d'Italia, all'opposizione. E' il tema delle riaperture, il tema degli stop and go che non funzionano, il tema di non far comprendere le scelte che si fanno, perché non sono comprensibili: è' un tema reale. L'ordine del giorno della Meloni, lo dico da un punto di vista al di là degli scontri politici, dice: valutate l'opportunità, nel momento in cui si riaprono le “zone gialle”, di valutare ciò se sono riaperte le zone gialle; è quello che poniamo da un anno. Il virus fino alle 22 contagia e alle ventiquattro no? Allora, è un problema reale (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), lo si può affrontare in un modo o nell'altro, noi in maggioranza ne stiamo discutendo insieme, sappiamo che ci saranno verifiche quindicinali perché il piano vaccinazione deve andare avanti e va altrettanto avanti il tema dei contagi, abbiamo insieme alla maggioranza concordato che questa verifica si farà entro la fine del maggio, come concordato nel Consiglio dei Ministri, addirittura dopo quindici giorni. Allora, non si può contestare che il centrodestra, che sostiene questa maggioranza, non partecipa al voto, nel senso che non può votare, né astenersi, né votare contro un ordine del giorno il cui contenuto sta portando, lealmente con responsabilità e con serietà, stando al Governo, il proprio contributo. Se questa è la sfida che abbiamo davanti, è difficile, perché è evidente che siamo avversari, è evidente che stiamo tentando insieme di fare la sfida più difficile e oggi il PNRR lo ha dimostrato, compresa l'astensione di Fratelli d'Italia. Se andiamo avanti in un clima di questo genere non si va da nessuna parte (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), perché ovviamente si perde lo scopo del Governo, che è quello del bene comune, che è quello del lavorare insieme, sapendo che siamo diversi. Allora, ci si aiuta nei passaggi parlamentari - perdonatemi, dando anche il peso ai passaggi parlamentari - perché stiamo parlando - e su questo ha ragione Giachetti - di un ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI-Rinascimento AdC) e non si è mai visto che sull'ordine del giorno sì ottengono queste cose.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Occhiuto. Ne ha facoltà.

ROBERTO OCCHIUTO (FI). Grazie, Presidente. Beh, io ho rispetto di tutti i colleghi che sono intervenuti, ma vorrei che avessero lo stesso rispetto di noi. Come si sta in una maggioranza di Governo? Qual è il grado di lealtà e di responsabilità di una forza politica alleata del Governo? Non è compito vostro stabilirlo. Noi non accettiamo (Applausi dei deputati dei gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente e di deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) le defezioni di lealtà e di responsabilità, né ricatti sulla salute! Né ricatti sulla salute, che va tutelata.

Abbiamo favorito e promosso la formazione di questo Governo proprio perché c'era un'emergenza sanitaria di questa dimensione, ma c'è anche la libertà, che deve essere garantita dove si può garantire in sicurezza (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)! Su questo tema, sul tema del coprifuoco voi sapevate che c'era una discussione aperta, non tra un pezzo della maggioranza e Salvini, perché nessuno vuole utilizzare il coprifuoco come una clava, né il centrodestra contro di voi, né voi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente) contro una parte del centrodestra, però c'era un problema aperto, un problema che riguarda la libertà dei cittadini, un problema, peraltro, condiviso all'interno del centrodestra, sia fra quelli che hanno deciso di sostenere il Governo, sia tra quelli che stanno legittimamente all'opposizione del Governo.

I nostri Ministri, lo dico all'onorevole Fornaro, quelli di Forza Italia in Consiglio dei Ministri hanno votato a favore del decreto e lo hanno fatto (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico) giustamente per un atto di responsabilità, aggiungendo subito dopo, e insieme a loro lo ha aggiunto il sottoscritto - io ho fatto una dichiarazione in questo senso - che siccome il coprifuoco era un tema sul quale secondo noi necessitava un approfondimento da parte della maggioranza e del Governo, noi di Forza Italia ci saremmo impegnati in Parlamento per modificare e migliorare quella norma. Così abbiamo fatto, perché oggi la riformulazione Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente) che ha impegnato molti di noi per tante ore nel pomeriggio, è una riformulazione che non ha proposto Forza Italia, non ha proposto il centrodestra, ma che ha proposto il Governo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente – Proteste del deputato Enrico Borghi), dicendo di essere disponibile, il Governo, a confermare ciò che già aveva detto qualche giorno fa…

PRESIDENTE. Colleghi, colleghi, colleghi.

ROBERTO OCCHIUTO (FI). Che a maggio si sarebbe fatta una riflessione sulla possibilità di…(Commenti del deputato Enrico Borghi)

PRESIDENTE. Collega Borghi…

ROBERTO OCCHIUTO….eliminare il coprifuoco, se i dati epidemiologici lo avrebbero consentito. Oggi, quindi, noi abbiamo conseguito questo obiettivo, siamo riusciti, in Parlamento, a fare chiarezza su una norma che, evidentemente, non era chiara. Lo abbiamo fatto con una riformulazione che ha proposto il Governo, il nostro Governo, il vostro Governo (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico) e il nostro Governo.

Allora, unità e coesione, vorrei che fosse davvero chiaro a tutti, unità e coesione non si costruiscono soltanto sui temi di una parte di una parte della maggioranza, unità e coesione si costruiscono sulla sintesi dei temi di una parte e dell'altra parte, perché anche le nostre ragioni (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente) hanno diritto di cittadinanza all'interno della maggioranza e del Governo. Allora noi non rinunceremo ad affermare le nostre ragioni, non rinunceremo a difendere gli interessi che vogliamo difendere nel Governo, che sono gli interessi di quelli che non sono garantiti (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), che il 27 del mese non ricevono lo stipendio e che hanno bisogno di tenere alzate le saracinesche per poter lavorare. Noi non rinunceremo a difendere questi interessi! La ricchezza di un Governo, come quello che abbiamo composto, è proprio nella sintesi tra questi interessi diversi e solo a Draghi affidiamo il compito di fare sintesi, non a voi, perché lezioni non ne accettiamo da nessuno. Fatevene una ragione (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente – Commenti del deputato Enrico Borghi).

PRESIDENTE. Colleghi, mi sembra che ci sia una giusta dialettica lasciamo concludere mi sembra che gli interventi siano ultimati e quindi possiamo procedere

Ha chiesto di parlare l'onorevole Osvaldo Napoli. Ne ha facoltà.

OSVALDO NAPOLI (MISTO-C!-PP). Grazie, Presidente. Io credo che dobbiamo tutti quanti, dopo l'approvazione del Piano, moderare i toni, perché noi dobbiamo trasmettere all'opinione pubblica, che ci vede e ci ascolta, che abbiamo portato a casa - fra virgolette - un grande risultato che può rilanciare in termini economici il nostro Paese, dalle parole dette dal Presidente Draghi e dette da tutti i partiti. Roviniamo quello che abbiamo fatto questa mattina.

Allora aggiungo - e sono estremamente veloce, Presidente - che io credo che dobbiamo tenere presenti alcuni dati. Oggi i dati sono che il tasso di positività è sceso al 3,4 per cento. Allora, dobbiamo pensare di continuare su questa strada e se questa strada continua siamo obbligati automaticamente a smetterla di dire “i locali dentro e fuori a mangiare, dentro e fuori”, perché al Nord non c'è nessuno che mangia fuori di questi tempi, non c'è nessuno che nelle nostre montagne mangia fuori e dobbiamo tenerlo presente (non dobbiamo metterci la fetta di salame davanti). La stessa cosa è il discorso delle 22. Dobbiamo sapere mediare tutti quanti insieme senza dover fare quello schiamazzo che abbiamo fatto quest'oggi qui, che abbiamo rovinato quanto di bello si è fatto questa mattina.

Allora, io credo che tutti noi dobbiamo fare un passo indietro e fare un po' di autocritica. Stiamo tutti calmi, guardiamo i risultati effettivi. Oggi i risultati effettivi sono che abbiamo un tasso del 3,4 che è da almeno un anno che non succede. Guardiamo questo aspetto e lavoriamo su questo. Sicuramente sotto questo aspetto qui avremo risolto molti problemi che il mondo economico ci chiede, specialmente il mondo della ristorazione.

PRESIDENTE. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2945-A/79 Lollobrigida.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Lollobrigida. Ne ha facoltà.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Allora, Presidente, intanto chiedo la votazione per parti separate dell'ordine del giorno, in quanto il Governo ha dato parere contrario sulle premesse, però il dispositivo è molto sintetico ed è un dispositivo molto chiaro.

Io credo, anche per il valore che questo Parlamento dà ai suoi regolamenti e alle sue norme, che sia davvero brutto sentir dire che un atto è insignificante, è inutile, non serve. Io ricordo un ordine del giorno, che presentammo in quest'Aula sul Global Compact, che, passato, impedì la firma di quello strumento che avrebbe consegnato l'Italia a una visione immigrazionista che fortunatamente, grazie a quel voto di ordine del giorno, impedì al Governo giallo-verde la sottoscrizione. Quindi, non consegniamo gli atti parlamentari al girone degli ignavi e delle questioni inutili, così come qualcuno ha fatto. Orgogliosamente difendiamo gli strumenti che ci diamo oppure cambiamoli, modifichiamoli se riteniamo non abbiano valore.

Io credo che abbia un grande valore la scelta di Fratelli d'Italia di aver portato in quest'Aula alcuni ordini del giorno su temi concreti, perché intanto ha permesso di aprire un dibattito che si è evoluto, anche in questi minuti, e ha fatto capire come, al di là del posizionamento rispetto al Governo Draghi, gli avversari sono quelli lì, perché hanno un'altra visione del mondo, hanno un'altra visione della libertà, hanno un'altra visione dell'impresa, hanno un'altra visione delle cose rispetto al centrodestra (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e ogni volta che hanno la possibilità di saltare al collo degli amici del centrodestra non mancano nell'occasione di farlo. Lo dico al collega Fornaro troppo esperto: l'opposizione non si insinua. Certo, lo fa, quando è possibile, anche con tattiche, ma, su temi che riguardano la libertà degli italiani, l'opposizione in Parlamento, come la maggioranza, apre un confronto ed è per questo che quando si hanno visioni diverse sul tema concreto ci si divide, perché siamo diversi, siamo avversari, non perché ci siamo antipatici o indossiamo maglie di squadre diverse. Lo facciamo e lo siamo su programmi, su idee e su valori fondanti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). È per questo che siamo su banchi diversi ed è per questo che non crediamo che un Governo di siffatta natura possa affrontare e risolvere i problemi degli italiani.

Allora, l'ordine del giorno incide su un fatto - così sgombriamo il campo dalla strumentalizzazione dei morti- : noi abbiamo una Costituzione che prevede la libertà di impresa e la libertà di circolazione, lo sappiamo tutti e lo ricordo a me stesso;

Se decidiamo di limitarla, dobbiamo farlo sulla base di oggettivi dati scientifici che permettano di comprendere che quello che limitiamo è indispensabile e necessario. Ora si è fatto il contrario: si limita la libertà di impresa, si limita la libertà di circolazione fissando un orario e non si spiega quale sia la connessione tra questo orario e la pandemia. Anzi, introduco una questione che forse aleggia ormai nelle nostre discussioni: la pandemia è una singola malattia che colpisce una Nazione improvvisamente e la stiamo combattendo. Non siamo più in pandemia: siamo in sindemia. Vi è una serie di criticità che questo popolo sta affrontando, alcune di natura sanitaria (e dico alcune). Una è il COVID, una sono tutte le malattie che non riusciamo a curare perché gli ospedali hanno avuto una saturazione di interventi, le altre sono le malattie correlate alle cure che abbiamo attribuito alla vicenda COVID, le depressioni, l'aumento dell'obesità dovuto all'assenza di possibilità di svolgere attività sportive, la minore capacità di cura di alcune malattie prevenendole (come il tumore al seno delle donne: le statistiche sono allarmanti). Poi, c'è un altro fattore: il fattore depressivo che sta colpendo la nostra popolazione e le nostre generazioni, un fattore che pagheremo per anni e che non è meno grave di altri fattori di questa sindemia. Poi, c'è il fattore economico, che sta colpendo le imprese e le sta conducendo a morte certa; decine di migliaia di imprese.

Allora, questo ordine del giorno interviene chiarendo il posizionamento di una forza politica e io credo in potenza anche di tutti quelli che, come noi, condividono l'analisi della situazione, sanno darsi delle priorità, non sfruttano la pandemia per tenere le poltrone, non per racimolare i voti, come qualcuno - non certo in questi banchi - ha fatto restando al Governo pur perdendo le elezioni da dieci anni a questa parte (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

E allora - e chiudo su questo - noi rivolgiamo un invito. Dalla votazione precedente abbiamo potuto appurare che più o meno se votassimo tutti, se tutto il centrodestra votasse questo ordine del giorno che parla di abolizione del coprifuoco nel primo provvedimento utile, cioè la soluzione a un problema che abbiamo indicato essere decisivo per gli italiani, questo ordine del giorno potrebbe passare (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul dispositivo dell'ordine del giorno n. 9/2945-A/79 Lollobrigida, come richiesto dal collega Lollobrigida nel voto per parti separate.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 61).

Essendo stato respinto il dispositivo, non mettiamo in votazione le premesse, naturalmente.

Ordine del giorno n. 9/2945-A/80 Trancassini. Accoglie la riformulazione, onorevole Trancassini?

PAOLO TRANCASSINI (FDI). No, grazie, Presidente. Volevo innanzitutto capire che tipo di riformulazione è, perché ha nominato il mio ordine del giorno all'inizio, mettendolo insieme a tutti gli ordini del giorno che andavano riformulati, però, poi, quando è arrivato al mio ordine del giorno, ha usato questa espressione: “Esprimo parere favorevole anche sulle premesse”. Quindi, volevo capire se è parere favorevole completamente, se è solo sulle premesse e, se è così, come viene riformulato l'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Prego, sottosegretario.

ANDREA COSTA, Sottosegretario di Stato per la Salute. In merito al suo ordine del giorno c'è il parere favorevole anche sulle premesse senza modifiche. Per quanto riguarda il dispositivo, viene fatta la proposta di rimodulazione, come per i precedenti ordini del giorno. Quindi, “impegna il Governo nel mese di maggio a valutare sulla base dell'andamento (…)”, così come riformulato per i precedenti ordini del giorno, ma sulle premesse non c'è nessuna modifica.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Grazie, Presidente. Non posso accettare questa riformulazione, perché il mio ordine del giorno, se letto attentamente, è banale, è di legge, è previsto. Io chiedo semplicemente che si possano mettere i ristoratori in condizione di utilizzare lo spazio all'interno. Non abbiamo messo vincoli, non abbiamo messo colori.

Abbiamo semplicemente detto che il Governo deve prendere l'impegno di fare utilizzare gli spazi all'interno, una banalità, una ovvietà.

Però, questo è il tema, anche per rispondere, per suo tramite, al collega Crippa. A che cosa servono gli ordini del giorno? Servono a dar voce a tutti coloro che la voce non ce l'hanno, servono a porre interrogativi come questi, perché la gente, fuori da questo palazzo, non capisce il linguaggio che viene parlato con gli atti che state mettendo in campo adesso. Un ristoratore fa fatica a capire che la parte interna del ristorante ora non la può utilizzare e che non c'è nemmeno un impegno a fargliela utilizzare domani. Come si fa a dire questo? È impossibile, è contro legge, è contro la proprietà privata, è contro la possibilità di esercitare un'impresa. Eppure, tutto questo avviene perché vi siete ostinati a mantenere un punto.

Il problema non è quello che Fratelli d'Italia fa, il problema non è quello che il centrodestra dice, il problema è la vostra ostinazione, l'incapacità, la volontà di non accettare il contraddittorio su temi banali come questi.

Questo ordine del giorno - l'abbiamo detto anche l'altra sera con i sottosegretari – ne è la dimostrazione, perché l'ordine del giorno è banale. Per questo, Presidente, chiedo che venga messo ai voti e anche per parti separate, visto che almeno le premesse credo che dovrebbero incontrare il favore di questa maggioranza, nella speranza che, al contrario, venga approvato anche il dispositivo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2945-A/80 Trancassini, limitatamente al dispositivo, con parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 62).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2945-A/83 Montaruli. Non è accettata la riformulazione, quindi passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2945-A/83 Montaruli, con parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 63).

Si è così concluso l'esame degli ordini del giorno.

Sospendiamo, a questo punto, l'esame del provvedimento, che riprenderà alle ore 20,15 dopo la sanificazione dell'Aula. Proseguiremo con le dichiarazioni di voto. Seguirà l'esame del disegno di legge di conversione del decreto-legge recante disposizioni urgenti per il differimento di consultazioni elettorali per l'anno 2021.

Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori l'onorevole Giachetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI (IV). Presidente, per ribadirle quello che le ho detto all'inizio. Lei aveva detto che alle 18,30 avremmo sospeso; come è del tutto evidente, abbiamo prolungato la seduta di altri 20 minuti. Capisco che gli uffici cerchino di darle spiegazioni, ma io torno a porre…

PRESIDENTE. Colleghi, chiederei…

ROBERTO GIACHETTI (IV). Non si preoccupi, Presidente, abbiamo finito la seduta. Non c'è problema.

PRESIDENTE. Onorevole Giachetti, mi lasci chiedere ai colleghi di uscire dall'Aula per consentire la sanificazione.

ROBERTO GIACHETTI (IV). Ecco, Presidente, io mi permetto di contestare a lei e, formalmente, alla Presidenza della Camera che la sanificazione a cui lei fa riferimento, tra che noi usciamo e rientriamo, è una finzione. Noi stiamo qui dalle 9 di questa mattina, con tutti i passaggi che io le ho sottolineato. La prego di informare il Presidente della Camera perché se si andrà avanti con questo andazzo - con tutto il rispetto, lei dice che alle 18,30 interrompiamo e, invece, interrompiamo alle 18,50, cioè 20 minuti dopo - io ad ogni seduta porrò il problema formale al Presidente della Camera perché pretendo che mi spieghi, e spieghi a tutti noi, quali sono i criteri e i paletti all'interno dei quali noi viviamo in sicurezza qui dentro.

Diversamente, o anche per questo, tutte le forze politiche si devono organizzare esattamente con i limiti che conosciamo, sapendo che, per esempio, non si va oltre la mezzanotte se non avendo scelto la seduta fiume. Si deve sapere qual è la regola perché la regola non può essere violata né esplicitamente né surrettiziamente, come stiamo facendo da questa mattina.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Giachetti. Sospendiamo la seduta, che riprenderà alle ore 20,15.

La seduta, sospesa alle 18,50, è ripresa alle 20,15.

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA EDERA SPADONI

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Brescia, Casa, D'Incà, Delmastro Delle Vedove, Gebhard, Giachetti, Invernizzi, Lapia, Liuni, Lollobrigida, Lorefice, Losacco, Lupi, Molinari, Mura, Nardi, Occhiuto, Perantoni, Schullian, Serracchiani, Silli, Tasso, Vignaroli e Zoffili sono in missione a decorrere dalla ripresa notturna della seduta.

I deputati in missione sono complessivamente 93, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Modifica nella composizione della Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza.

PRESIDENTE. Comunico che, in data 27 aprile 2021, il Presidente della Camera ha chiamato a far parte della Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza il deputato Paolo Lattanzio in sostituzione della deputata Patrizia Prestipino, dimissionaria.

Si riprende la discussione del disegno di legge di conversione n. 2945-A.

PRESIDENTE. Riprendiamo la discussione del disegno di legge di conversione n. 2945-A.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 2945-A​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha facoltà di intervenire per dichiarazione di voto il deputato Gianfranco Librandi. Ne ha facoltà.

GIANFRANCO LIBRANDI (IV). Grazie, Presidente. Gentili colleghi, da più di un anno siamo alle prese con un nemico tremendo. Oggi, dopo tanta trincea, possiamo guardare con cauto ottimismo ai prossimi mesi. L'accelerazione della campagna vaccinale ci sta rendendo orgogliosi del Governo Draghi e della nuova gestione commissariale del generale Figliuolo. Nella scorsa settimana si è registrato il record di 393 mila vaccinazioni giornaliere, con una media, nei sette giorni, superiore alle 340 mila dosi somministrate, per un totale di 18 milioni di somministrazioni. Sono numeri che fanno ben sperare per il raggiungimento della quota di 500 mila vaccinazioni al giorno e, soprattutto, dell'immunità di gregge entro l'autunno. È l'orizzonte verso cui è diretto il nostro Paese guidato dal nostro Marco Aurelio, Mario Draghi, un leader di straordinaria levatura umana, culturale e politica che ha restituito entusiasmo, fiducia ed autorevolezza all'Italia, soprattutto a livello internazionale. Come detto dal Dalai Lama, ci sono solo due giorni all'anno in cui puoi fare niente, uno si chiama ieri e l'altro si chiama domani. Perciò, oggi è il giorno giusto per amare, credere, fare e principalmente vivere. Dal punto di vista pratico, oggi è stato il 26 aprile, giorno in cui è iniziato un processo di graduali riaperture e rischio ragionato. Da tempo insistevamo sulla necessità di riaprire in sicurezza ed in particolare di far ripartire la scuola in presenza e le attività all'aperto. Siamo sulla strada giusta e ci sentiamo in mani sapienti. Non è solo un auspicio ma una considerazione oggettiva. Nel decreto-legge in discussione furono introdotte restrizioni severe che, come sappiamo, sono ad oggi superate. Oggi riteniamo che si debba lavorare per un ulteriore passo in avanti, rendendo più agevoli gli spostamenti tra le regioni e, probabilmente, promuovendo il pass vaccinale a livello europeo e mondiale. Inoltre, sul tanto dibattuto coprifuoco alle 22 chiediamo al Presidente Draghi un supplemento di riflessione, sulla base dei dati epidemiologici e dell'avanzamento delle vaccinazioni. Nei fatti questa misura costituirebbe, nei prossimi mesi, un freno alla ripartenza e alla ripresa della ristorazione e del turismo. Ulteriori considerazioni meritano i ristoratori che non hanno spazi all'aperto e alcune attività sportive ancora bloccate ma che, nei fatti, potrebbero operare ed effettuarsi in sicurezza. Il COVID e le restrizioni hanno fatto emergere nuove esigenze di welfare familiare e del cosiddetto work-life balance, ovvero l'equilibrio tra vita privata e lavoro. La pandemia ha cambiato la percezione in relazione ad alcuni temi quali lo smart working, i congedi parentali straordinari e il bonus babysitter. Il decreto-legge in discussione ha introdotto nuove misure a sostegno delle famiglie con figli costretti a stare a casa per la chiusura delle scuole o in quarantena, proprio con lo smart working, i congedi parentali straordinari e il bonus babysitter, per uno stanziamento complessivo di circa 300 milioni di euro.

Dopo la pandemia lo smart working rientrerà sempre di più tra i servizi di welfare aziendale, non solo al fine di conciliare in maniera flessibile tutti i momenti della giornata ma anche per garantire ai lavoratori una maggiore autonomia temporale nell'espletamento dei propri compiti e delle proprie mansioni. Si parla sempre di più di smart welfare per definire le nuove esigenze dei lavoratori con le quali dovremo continuare a confrontarci per offrire soluzioni e l'adeguato supporto. Il gruppo di Italia Viva esprime voto favorevole al decreto in discussione, oggi convertiamo in legge un altro decreto urgente anti-COVID. Sappiamo che non si tratta dell'ultimo atto di questo tipo, ma sappiamo anche che la fine della pandemia è sempre più vicina soprattutto grazie all'avanzamento della campagna vaccinale. Le sfide che ci attendono non sono meno gravose: prima di tutto c'è la crescita, questa è la vera discriminante tra debito buono e debito cattivo ed è a tal proposito che il Parlamento è chiamato a vigilare sul Piano nazionale di ripresa e resilienza e ad avviare il percorso delle riforme che l'Europa si aspetta e che servono al Paese (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Tondo. Ne ha facoltà.

RENZO TONDO (M-NCI-USEI-R-AC). Grazie, signora Presidente. Il decreto COVID di oggi si articola in due parti significative: una parte che, di fatto, consideriamo già superata, in quanto si riferiva alla “zona rossa” di Pasqua e alle limitazioni previste per quel periodo; e una seconda parte importante che fa riferimento alle misure di tutela e di sostegno in tema di lavoro, di permessi retribuiti e di congedi parentali per i genitori con minori in quarantena. Ma è di tutta evidenza il tema della ripartenza, la ripartenza dell'economia, la fine di questa situazione di difficoltà - da rendere più vicina possibile - pur sapendo che, con il COVID, dovremo in qualche modo coesistere a lungo. Il Premier Draghi con due parole fondamentali - rischio ragionato - ha definitivamente optato per una cesura con il precedente Governo. Mi piace sottolineare innanzitutto un'importante diversità di stile: a fronte dell'incongruente verbosità di Conte, l'austera rigorosità di Mario Draghi e sappiamo quanto in politica la forma sia sostanza.

Il Presidente Draghi ci ha comunicato sostanza e attenzione verso la comunità economica. Ma vi è poi, appunto, la sostanza: non è quanto avremmo voluto, avremmo voluto norme più ragionevoli, a cominciare dal coprifuoco, su cui oggi abbiamo fermato anche per un paio d'ore i lavori, ma comunque consideriamo la sostanza delle scelte fatte e indicate dal Governo Draghi sufficiente per dare con fiducia un voto favorevole a questo decreto e per dire che l'Italia può ripartire. Confesso, signora Presidente, che la comunicazione di qualche giorno fa, di una decina di giorni fa, del Ministro Speranza mi aveva lasciato senza speranza. La scorsa settimana ci aveva completamente deluso perché l'ottusa rigidità e la retorica dell'unità - “unità, unità, unità”, diceva Speranza - sono state per fortuna spazzate via dalla scelta del Presidente del Consiglio. La svolta imposta dal centrodestra e accolta dal Premier ha indicato e indica una strada: non una sterile “unità, unità, unità”, ampollosamente evocata dal Ministro, ma più semplicemente ed efficacemente - dovrebbero saperlo anche gli amici di sinistra - un richiamo al lavoro. Il Paese vuole fare, il nostro Paese vuole fare la cosa che sa fare meglio: lavorare, lavorare e lavorare. E il lavoro oggi, signor Ministro della Salute che non è presente, è anche quello che fa vivere milioni di famiglie con la partita IVA, famiglie che in molti casi non hanno avuto la fortuna di infilarsi nel grembo protettivo del posto pubblico a tempo indeterminato, famiglie che non hanno scelto di fare gli artigiani e i commercianti, ma che hanno dovuto farlo perché alternative non ce n'erano.

Ed è per questo che è semplicemente assurdo il tentativo che qualcuno sta facendo, e ha fatto anche in quest'Aula, di dividere il Paese: da una parte, i responsabili, quelli che avrebbero il coraggio di prendere decisioni impopolari, e dall'altra, gli irresponsabili, che vorrebbero aprire a tutto. Non di questo si tratta; si tratta della volontà di capire che le situazioni sono quelle che viviamo tutti i giorni. Stamattina ho avuto una situazione particolare, personale: in una pizzeria un signore dignitoso mi ha avvicinato e mi ha detto: “può offrirmi un pezzo di pizza?”; un signore che, da un anno e mezzo, era senza lavoro. Il vero problema è che con il COVID dovremo convivere a lungo e nulla sarà come prima. Con le varianti è come nel gioco degli scacchi: ci saranno continue varianti e dovremo rassegnarci a convivere con il COVID ed è per questo che è assolutamente inutile aspettare una sorta di big bang positivo per riprendere le attività.

Dobbiamo fare come ha fatto il Regno Unito: fissare prescrizioni, farle rigorosamente rispettare e riprendere con responsabilità e fiducia il lavoro che ci possa consentire di creare un'economia che dia servizi ai nostri cittadini e soprattutto di creare una situazione finanziaria ed economica che ci consenta di non lasciare troppi debiti alle future generazioni, perché con gli scostamenti di bilancio che stiamo assumendo è evidente che la scala del debito si sposta sempre di più.

Vorrei fare alcune considerazioni ancora e mi avvio alla conclusione: la nostra gente è paziente, signora Presidente e signor rappresentante del Governo, l'Italia non è un Paese di rivoluzionari, accetta anche le rinunce e i sacrifici, ma questi devono essere spiegati e soprattutto devono essere ragionevoli. A malincuore i nostri cittadini lo faranno, ma devono essere ragionevoli; non ci possono essere situazioni come quelle che abbiamo vissuto, per cui diventa incomprensibile il fatto che si possa salire sulla metro e non si possa andare al teatro, che si possa pranzare e non cenare, che ci siano regole diverse per la città di Roma e per il comune di Drenchia, che è il più piccolo comune del Friuli-Venezia Giulia, che ci possa essere il tabacchino aperto e a fianco il negozio di scarpe chiuso, che ci siano all'interno degli stessi negozi scaffali in cui la merce può essere venduta e a fianco uno scaffale in cui quella merce non può essere venduta, che ci sia un coprifuoco alle 22 e non si possa stare a tavola mezz'ora di più.

Sono cose che non riusciremo a spiegare e i cittadini se la prendono per questo, perché non riusciamo a spiegare queste cose che sono francamente inspiegabili. Non ne faccio una questione di costituzionalità, che pur ci sarebbe - ci sarebbe molto da dibattere su questo e lo farà qualcuno più attrezzato di me a parlare in termini giuridici - ma ne faccio semplicemente una questione di buonsenso, ed è quello che a mio avviso è mancato in questa fase iniziale, da un anno a questa parte, nell'operatività del Governo e nelle prescrizioni che spesso il Ministro Speranza ci ha imposto.

Il Regno Unito ha scelto una strada diversa, ha tracciato una roadmap per l'uscita dal lockdown: calendario, verifiche, scuole, negozi, aziende, curarsi a casa. Pensate che alle famiglie inglesi vengono recapitati a casa ogni settimana, per ogni famiglia, due tamponi antigenici e i medici di famiglia sono presenti, a differenza di tanti, come nella nostra realtà, che si sono eclissati in questa situazione.

Non ho nessuna difficoltà a dire che in molti posti, soprattutto nelle comunità rurali, i farmacisti sono stati più attenti e più disponibili di fronte alla comunità di tanti medici di famiglia. E, infatti, il Presidente Draghi ha parlato di nuova sanità che dia una chiara indicazione ai cittadini. Nessuna promessa o nessuna suggestione di normalità, ma semplicemente tornare alla possibilità di ragionare, di riprendere faticosamente un percorso; un percorso che, ripeto, il Presidente Draghi ha avuto il coraggio di denunciare in due parole: il rischio ragionato. Il nostro consenso - e chiudo - a questo provvedimento, signora Presidente, altro non è che un voto di fiducia pieno alla persona e al lavoro del Presidente del Consiglio.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ruffino. Ne ha facoltà.

DANIELA RUFFINO (MISTO-C!-PP). Signora Presidente, Governo e colleghi, alcune considerazioni sul decreto che l'Aula si accinge a votare. Certamente, possiamo dire che sono stati fatti dei passi, anche se il bonus babysitter è stato limitato, come tutto sommato sono stati limitati i vari decreti che hanno messo delle toppe e non sono sicuramente stati risolutivi.

Sul bonus per l'acquisto dei servizi di babysitting o integrativi per l'infanzia c'è una scadenza prevista; la vera, la reale scadenza deve essere quella del mese di agosto, perché - lo motivo - il servizio non può essere legato alla scadenza dell'anno scolastico, ma al lavoro dei genitori, che non si ferma, come l'attività didattica, per il periodo estivo, ma continua, e devo dire che, se è possibile, ancora con maggiori difficoltà proprio perché le scuole saranno nuovamente chiuse. Di conseguenza debbono essere certe le coperture finanziarie almeno sino alla ripresa del nuovo anno scolastico.

I problemi nella lunga pandemia li ha avuti la più ampia e straordinaria comunità italiana, ed è la comunità familiare, la comunità delle famiglie. Da questo provvedimento in poi occorre guardare oltre, con l'umiltà di intercettare e rimediare agli errori fatti, errori che sono ricaduti sulle categorie più fragili e preziose, i ragazzi, i bambini, e mi soffermo sui ragazzi con disabilità. La mancata frequenza nei centri diurni, l'impossibilità di frequentare la scuola, il 50 per cento della retribuzione riconosciuta ai genitori che non possono fruire di attività agile, e sono gli operai, le operaie e tantissime altre categorie che devono garantire il lavoro in presenza con la gestione dei figli disabili. Mi permetto di dire che questa è assolutamente una misura iniqua ed ingiusta; è la penalizzazione sulla penalizzazione. Si parla di disabilità grave e accertata e di disabilità lieve, ma sono disabilità che, in ogni caso, richiedono presenza, competenza, aiuto, sostegno e riferimenti per i ragazzi.

Al Governo voglio ricordare che una famiglia su tre non è riuscita a seguire i propri figli in didattica a distanza, che il 27 per cento delle famiglie non aveva e non ha le tecnologie adatte a tutt'oggi per i propri figli, che il 6 per cento - una percentuale tutt'altro che bassa - non ha potuto partecipare alla DAD. Questo è un dato agghiacciante: bambini a casa, lontani dai compagni, dalla classe, dai docenti, isolati. E mancava e manca la connettività, mancano i dispositivi. E se la DAD dovesse - io spero di no, che non sia così - rimanere una strategia, le famiglie dovranno poter beneficiare di un sostegno finanziario per permettere ai propri figli di collegarsi.

E poi ancora qualche altro elemento, qualche altra percentuale che è interessante. Il 46 per cento delle famiglie ha ricevuto i dispositivi dagli istituti (se così non fosse stato, i figli non avrebbero potuto partecipare alle lezioni) e il 30 per cento dei genitori non ha avuto tempo o possibilità di sostenere i propri figli. Ed è per questo che io ritengo che, oggi, il Governo debba identificare le aree geografiche con maggiori criticità e migliorare in quei luoghi la didattica per il futuro, perché una delle prime battaglie da vincere è contrastare le disuguaglianze.

Ora più che mai serve un piano nazionale per sostenere i bambini e i ragazzi per il recupero alla socialità, alle competenze scolastiche e per non scontare, ora e in futuro, le conseguenze. Non abbiamo assolutamente idea di quali saranno le conseguenze, perché ora siamo ancora nel momento della gestione del problema.

Non siamo neppure insensibili alla necessità di regolamentare le visite ai detenuti, è prevista nel testo. Sottolineo che la misura è a salvaguardia della salute fisica del detenuto e credo - ed aggiungo - assolutamente anche degli operatori di sicurezza delle carceri. Sono necessari, quindi, chiarimenti per stabilire in quale misura possa essere considerato necessario il colloquio in presenza e quale autorità sia chiamata ad accertare la necessità del colloquio.

E poi, non dimentichiamo sicuramente le RSA, le visite ai congiunti in ospedale; non si può più attendere, occorre agire, agire in sicurezza, ripartire. Gli anziani sono morti per COVID, ma anche per solitudine. Ed è per questo che ribadisco che il Governo deve avere un piano che vada in parallelo con le vaccinazioni.

Per questo Cambiamo! accoglie l'appello del Presidente Draghi che dice: ricostruiamo l'Italia. Bene, ci siamo, ripartiamo, lavoriamo. Lavoriamo perché la fiducia nel popolo italiano che ha fatto sacrifici in questi quasi 18 mesi è tanta e questo popolo italiano sa che dovrà ancora fare sacrifici, tanti altri, non si sa bene per quanto tempo. Per questo occorre spendere, spendere bene. Una delle priorità è il lavoro, l'occupazione e il provvedimento che ci accingiamo a votare avrà il voto favorevole del gruppo di cui faccio parte, perché c'è una grande riconoscenza ai medici, agli infermieri, agli operatori sanitari, alle Forze dell'ordine, ai commessi, ai volontari e ai tanti italiani che, ininterrottamente, ci hanno erogato cure e servizi.

Mi rivolgo ancora al Governo per quanto riguarda l'estate e il ritorno alla socialità dei nostri ragazzi. Servono risorse per le attività estive e le attività estive devono essere gratuite. Moltissime famiglie non se le potranno permettere, non potranno mandare i loro figli alle varie “Estate ragazzi”, nuovamente non ci sarà la possibilità di seguirli per fare i compiti piuttosto che per le attività di recupero, assolutamente da non sottovalutare.

E allora, a fronte di tutto questo, credo siano necessarie soluzioni, intanto i trasporti, per una frequenza in presenza, al 100 per cento, per evitare una DAD che sta diventando eterna, e poi ancora l'auspicio dell'intraprendenza di fare oggi le grandi scelte e le grandi scelte, se pensiamo alla scuola, devono essere: più tempo pieno, più asili nido gratuiti, più fondi per la parità. Questa è la via per permettere agli italiani di riappropriarsi del futuro e della normalità.

Io credo davvero che ci voglia del coraggio e credo che quest'Aula sia disponibile ad accogliere proposte e leggi che vadano in questa direzione, proprio perché, come dicevo in apertura, i sacrifici degli italiani sono stati tanti. Ora fare per costruire.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Lapia. Ne ha facoltà.

MARA LAPIA (MISTO-CD). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghe e onorevoli colleghi, in un report diffuso, lo scorso dicembre, dalla Confcommercio è stata stimata, per tutto il 2020, la chiusura definitiva di oltre 300 mila imprese a causa delle conseguenze della pandemia, conseguenze che si sono abbattute inevitabilmente su tutto il settore produttivo del nostro Paese. Questi sono numeri, a dir poco, drammatici dietro ai quali si celano storie parimenti dolorose di famiglie, imprenditori e lavoratori ai quali questa emergenza sanitaria ha sottratto i sacrifici di una vita e, al tempo stesso, la voglia di guardare al futuro con ottimismo.

A fronte di quanto è accaduto, è il caso di chiedersi se la politica, ad ogni livello e nell'ultimo anno, sia stata realmente capace di assolvere ai propri doveri.

Un anno fa eravamo impreparati, è indubbio, adesso, colleghi, a distanza di un anno, non possiamo più permetterci di dire di non avere le armi, i mezzi, gli strumenti e tutto quello che serve per guidare l'Italia verso una immediata ripartenza in sicurezza. Una ripartenza che, in molte aree del Paese, è ancora fortemente in ritardo a causa di scelte adottate in maniera discutibile e soprattutto distante dagli obiettivi che insieme ci siamo posti, scelte le cui conseguenze contrastano anche con quegli indirizzi che il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha già indicato, annunciando le prime date per le riaperture delle attività e presentando, oggi, in Aula, il Piano nazionale di ripresa e resilienza.

Molte regioni, ad oggi, sono ancora in ostaggio di una campagna vaccinale affidata a figure che, troppo spesso, si sono dimostrate totalmente inadeguate. Penso a quelle regioni del Paese in cui si fa ancora fatica, ad esempio, a garantire la somministrazione delle vaccinazioni a soggetti fragili. Abbiamo regioni dove ancora non si sono vaccinati i malati oncologici. E se, da un lato, corrisponde al vero che molte decisioni, a livello regionale, si siano rivelate fallimentari, dall'altro, è pur vero che molte di quelle stesse regioni, signor Presidente, attendono ancora che le aziende farmaceutiche rispettino gli impegni assunti con la Comunità europea, consegnando al nostro Paese le dosi previste e ponendoci in condizione di ridurre ai minimi termini la diffusione del contagio. E' un passaggio obbligatorio, perché il nostro sistema produttivo non può e non potrà più reggere ulteriori settimane di chiusure.

Cari colleghi, provo un senso di speranza nel sentir parlare il Governo finalmente di riaperture, provo vicinanza e solidarietà verso tutti quei lavoratori che non aspettano altro, non chiedono elemosina, non l'hanno mai chiesta, non hanno bisogno che lo Stato dia loro semplicemente dei ristori che garantiscono la sopravvivenza; vogliono tornare a lavorare, vogliono tornare a vivere e, per farlo, chiedono di rialzare le saracinesche delle loro attività e ritornare così a lavorare, a produrre il loro reddito. Chiedono di farlo in sicurezza, consapevoli del rischio che continuano ancora a correre e che continuiamo a correre tutti, fiduciosi, tuttavia, che, in pochi mesi, se gli impegni saranno rispettati, anche nel nostro Paese potrà essere raggiunta l'immunità di gregge, come già è avvenuto altrove.

Auguro, quindi, a tutto il nostro Paese, a tutti i cittadini che, in queste ore, commossi e speranzosi, hanno riaperto le loro attività, un buon lavoro. Però ricordo ancora che ci sono regioni completamente rosse, che esiste una regione completamente rossa, e ora è il momento di permettere che anche tutti gli altri riescano a vedere una prospettiva di rinascita, glielo dobbiamo, la politica glielo deve. Con questa convinzione il Centro Democratico oggi darà il suo voto favorevole.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Francesco Sapia. Ne ha facoltà.

FRANCESCO SAPIA (MISTO-L'A.C'È). Grazie, Presidente. Il disegno di legge, all'attenzione dell'Aula, riguarda la conversione del decreto-legge n. 30 del 13 marzo scorso. La Camera deve, quindi, esprimersi su un provvedimento che si riferisce a una situazione di oltre un mese fa. Mentre noi pensiamo alla conversione del decreto, lo scenario immaginato dal Governo è quello dell'imminente riapertura a partire dalle scuole, senza l'indicazione di un chiaro percorso, per quanto possibile, di graduale ritorno o un minimo di normalità. Soprattutto il Governo, che è in perfetta continuità con il precedente, continua a gestire l'emergenza pandemica per puri tentativi, ciò significa che naviga a vista e, nonostante gli alti profili dei Ministeri, l'esecutivo non ha la capacità di prevenire l'avanzata del COVID e di riorganizzare le attività con realismo. Anche alla luce delle mutazioni di SARS-CoV-2 vanno ripensate radicalmente le regole del lavoro pubblico e privato e, direi, vanno perfino riviste la didattica e la valutazione scolastica nel loro complesso. Il punto, a tale ultimo riguardo, non è se e quando debba esserci la DAD, ma è la presa di coscienza che l'impostazione della scuola non va più bene per come l'abbiamo visto negli ultimi anni. Chiaramente il pensiero unico che la maggioranza incarna alla perfezione obietterà che questo è un momento di crisi, che ora bisogna pensare alla vaccinazione, che siamo in emergenza e che non ha senso parlare fuori traccia. Ecco, Presidente, il vero problema è proprio la traccia, il Parlamento è stato marginalizzato, i compiti, tra virgolette, li ha segnati e svolti il Governo e noi siamo stati chiamati a ratificare delle scelte infiocchettate, senza alcun ruolo propositivo e di controllo. Nemmeno sulla scandalosa vicenda del mancato aggiornamento del Piano pandemico nazionale, che Report ha fatto emergere in tutta la sua gravità, Presidente, è caduta la foglia di fico.

Torno subito all'aspetto politico. In sintesi si tratta di una continua proliferazione di decreti-legge, che sono già vecchi e superati nel momento in cui ci ritroviamo a convertirli in legge. Per questa via non ci sarà mai un dibattito politico sulle grandi questioni da affrontare e il Governo avrà sempre e comunque tutta l'iniziativa, tenendo sotto il giogo il Parlamento che, in larghissima misura, ne legittima le decisioni, data l'entità numerica della maggioranza. Quindi, non c'è posto per il dissenso, il Governo ha sempre ragione in nome dell'emergenza perpetua, bisogna soltanto accettare queste verità dogmatiche, oppure si può restare all'angolino dell'opposizione, senza ascolto, senza poter incidere e senza l'accusa permanente di essere oscurantisti, cioè di non voler collaborare e di produrre puro rumore. Noi di L'Alternativa c'è non ci stiamo a questa narrazione e impostazione, perciò serviamo e scaldiamo con forza che non vediamo risposte sui sostegni, non vediamo risposte sulla riorganizzazione della scuola, al di là della riapertura, non vediamo aiuti alle famiglie, non vediamo misure significative per gli autonomi, le partite IVA e le piccole e medie imprese, che ristorano lo Stato pagando tasse altissime e insostenibili. In questo provvedimento in conversione non c'è niente, non c'è nulla di profondo sulla scuola, sulle tasse, sull'estensione dei sostegni, sull'assistenza degli studenti diversamente abili, sulla riduzione delle tasse, sul futuro che ci attende, niente sui trasporti, nessuna misura urgente sui servizi sanitari regionali in ginocchio, nessun allentamento delle restrizioni per gli italiani che si sono già immunizzati, nessuna volontà di guardare avanti, nessun intervento a favore delle famiglie e di chi produce e fa girare l'economia.

Sappiamo già che direte che non c'entra, perché il vostro alibi è l'emergenza grazie a cui l'intero Paese è stato posto in una condizione peggiore di quella degli arresti domiciliari, che sono una misura cautelare prevista dalla legge in caso di inquinamento delle prove e possibilità di reiterare il reato. Per tutti questi motivi concreti e politici annuncio il voto contrario di L'Alternativa c'è al disegno di legge di conversione in legge del decreto dello scorso 13 marzo. Vedremo se le mie argomentazioni saranno un monito per la vostra coscienza politica, oppure se costituiranno profezia, l'ennesima, destinata purtroppo ad avverarsi in virtù della vostra sordità rispetto alle voci delle minoranze (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Nicola Stumpo. Ne ha facoltà.

NICOLA STUMPO (LEU). Grazie, Presidente, membri del Governo. Io cercherò di tenere fede all'accordo che si è preso ossia di parlare in tempi ristretti per proseguire poi i lavori successivamente. Vorrei innanzitutto ricordare all'Aula (ho sentito discorsi completamente fuori dal contesto del decreto e mi riferisco ai primi interventi): il nostro decreto di oggi prevede due punti: uno, le chiusure, che sono state disposte con efficacia fino al 6 aprile. Di questo abbiamo trattato, di questo abbiamo discusso. Poi c'è stata una discussione, che è andata oltre, sugli ordini del giorno. L'altro, sul lavoro. Grazie alla sottosegretaria che ha seguito i lavori, si sono fatti notevoli passi in avanti rispetto al punto di partenza e penso soprattutto agli impegni presi dal Governo per migliorare alcuni temi - non essendo stato in grado in questa fase di realizzare per oggettive situazioni finanziarie - che riguardano le famiglie con partita IVA e figli a scuola, a cui va dato un giusto aiuto, come era stato richiesto innanzitutto dal Movimento 5 Stelle (l'emendamento e poi l'ordine del giorno a tale riguardo era stato sottoscritto da tutti i gruppi): è uno dei punti aperti, insieme ad altri, che resterà per dare una risposta sul lavoro. Però nell'avviarmi a concludere il ragionamento, ci terrei a rimettere in ordine alcuni aspetti di discussione, anche di oggi, sugli ordini del giorno, in merito a quanto abbiamo discusso. Il Governo ha avanzato una proposta di modifica sugli ordini del giorno, su una discussione che era venuta fuori dalla comunicazione, non dalle proposte del Governo, ovvero se la situazione, che si era scelta, delle aperture per step, così come ha avanzato il Governo - lo ha fatto il Ministro Draghi, lo hanno fatto tutti i componenti del Governo, tranne quelli che si sono astenuti nel decreto successivo, che tratteremo - non era fino al 31 luglio, come qualcuno aveva lasciato intendere, ma al 31 luglio si è prorogato lo stato di crisi. Per quanto riguarda le chiusure, se così posso definirle, invece, era del tutto evidente che la discussione era mirata ed era conseguente alla situazione epidemiologica che stiamo vivendo. Allora, e mi avvio a concludere Presidente, andando anche io fuori dalla discussione stretta del decreto, ma dentro gli ordini del giorno che abbiamo approvato, sarebbe bene e salutare da parte di tutti attenersi rigidamente alle cose che si fanno e non alla comunicazione che diventa stucchevole, soprattutto quando si governa; non correre dietro ai tweet, non correre dietro ai post e anche avere - lo dico tra di noi - una certa lealtà e compostezza. Quello che è successo oggi, secondo me, ha una sua gravità. Quando un Governo ha una posizione, la sua maggioranza dovrebbe avere la correttezza di mantenerla, lo ha detto il mio capogruppo, intervenendo prima. Noi riteniamo che prima di tutto c'è l'Italia, prima di tutto c'è la correttezza, c'è anche la lealtà di chi sostiene con difficoltà - ognuno di noi lo fa con difficoltà a partire da me a titolo personale - una maggioranza, che non è una maggioranza politica, ma è una maggioranza numerica in questo Parlamento e, fino a quando decideremo che negli interessi degli italiani questa maggioranza deve andare avanti, è giusto che tutti facciano la propria parte fino in fondo, senza cercare di nascondersi dietro qualcuno. Questo non fa bene né al Paese, né a quelli che lo fanno (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Sara Cunial. Ne ha facoltà.

SARA CUNIAL (MISTO). Grazie, Presidente. Giovanni Falcone disse: “La mafia non è un cancro proliferato per caso su un tessuto sano, vive in perfetta simbiosi con la miriade di protettori, complici, informatori, debitori di ogni tipo, grandi e piccoli maestri cantori, gente intimidita o ricattata che appartiene a tutti gli strati della società. Questo è il terreno di coltura della mafia, con tutto quello che comporta di implicazioni dirette e indirette, consapevoli o no, volontarie o obbligate, che spesso godono del consenso della popolazione”. Allora chi è, che cos'è mafia? La mafia trasforma i diritti in privilegi, rinchiude le persone, tortura i suoi figli, ghettizza i suoi cittadini. La mafia è ricatto occupazionale, è l'accordo di guadagno e la promessa di protezione a chi esegue bene gli ordini. La mafia è corruzione, è oppressione, è omertà, è patto con le lobby finanziarie. La mafia compra competenze ai professionisti per sostenere la sua verità. La mafia è quella che ti deruba dei diritti fondamentali e te li rivende come generosi privilegi. La mafia sequestra le persone per ricattarle e usarle per riscuotere i suoi riscatti. La mafia è resistente e resiliente quanto più le istituzioni sono incompetenti e colluse. La mafia ti toglie il respiro, ti imbavaglia, perché il silenzio è mafia. La mafia si compra i garanti della Costituzione e attacca la magistratura per denigrarla e screditarla quando fa il suo lavoro e omaggiarla quando, zitta, zitta, si fa zerbino. La mafia è quella che ti crea un'emergenza e poi ti vende le soluzioni che peggiorano il problema. La mafia è emergenza, perché nell'emergenza la mafia si arricchisce, sempre. La mafia compra e svende i territori ai migliori offerenti con la scusa di difenderci dai nemici. La mafia traffica con gli esseri umani, vivi e morti. La mafia invoca e usa la guerra e il terrore per giustificare se stessa, cancella le democrazie e obbliga i suoi Parlamenti a stare dalla parte sbagliata della storia, affamando il suo popolo. La mafia è paura, è riverenza, è compiacenza, omertà sociale e intellettuale. È quella che ti regala i soldi provenienti da accordi con altre mafie per migliorare la tua vita, dice, ma solo secondo i suoi canoni: un prestito che dovrai pagare con i debiti dei tuoi figli e che ti farà schiavo ogni giorno di più. La mafia impone trattamenti sanitari con farmaci sperimentali inutili e dannosi. Sono i morti senza nesso di causalità, dice la mafia, perché i morti per mafia devono essere dimenticati, sempre. La mafia sono numeri truccati per continuare a lucrare sulla pelle degli uomini e di questa terra. La mafia distrugge i sogni e le speranze delle persone per sostituirli con ricatti e sacrifici. La mafia è tutto ciò che mette uomo contro uomo, lavoratore contro lavoratore, genitori contro figli, uomo contro natura, perché si nutre di odio e di delazione. La mafia è la sanità pubblica stremata, le persone malate e abbandonate, le cure negate, le vigili attese. La mafia è quella che dice di controllare gli inquinanti mentre lavora con le istituzioni per innalzare i limiti e diffonderli ovunque. La mafia è la distruzione della scuola, della conoscenza del futuro e della coscienza dell'umanità, è la strage di innocenti. La mafia abbandona i giusti e scende a patti per sedersi sugli scranni del potere. È disuguaglianza; ti fa credere che, in un mondo in cui c'è chi ha un patrimonio di 900 miliardi e chi muore di fame, la classe dominante si preoccupi della salute di quanti sfrutta e tiene nella miseria. La mafia progetta a lungo termine la distruzione della società e dell'economia dei nostri Paesi; aspetta pazientemente, collabora con tutti, anche con gli Stati, perché la mafia stringe patti che poi tradisce a suon di stragi. La mafia promette di farti diventare più forte e sicuro, mentre ti deruba il futuro. La mafia è menzogna, fa sparire le carte per farti credere che ciò che viviamo sia una questione di salute piuttosto che dirti la verità, che si tratta di controllo e il controllo si regge sulla paura, non sulla cultura e sulla conoscenza. La mafia giustizia i deboli, gli innocenti e gli onesti e libera i criminali, invocandone i diritti umani. La mafia è terrore che rende inermi e immobili le persone che, per la paura di difendere la propria libertà, svendono persino la vita dei propri figli. La mafia è patto sporco tra mafia e Stato, come dice Di Matteo. E proprio di Giulietto Chiesa, al convegno dal titolo “Io sto con Di Matteo” del novembre 2015, vi riporto le parole…

PRESIDENTE. Mi scusi. Colleghi, scusate: vi sento da qui. Vi chiedo di abbassare il tono della voce, altrimenti non si riesce a sentire. Prego.

SARA CUNIAL (MISTO). Riporto le parole di Giulietto Chiesa al convegno dal titolo “Io sto con Di Matteo” del novembre 2015: “Tutto si tiene. Dobbiamo esserne tutti consapevoli. Per esempio, si tiene la banda di lanzichenecchi che ha occupato il Parlamento italiano e che ci sta portando via la Costituzione.

Noi avremo contro tutto il sistema dei media, tutte le televisioni, tutti i giornali, perché questi lanzichenecchi hanno in mano tutta l'informazione. E allora vuol dire che la nostra bocca, il nostro cervello, le nostre orecchie, i nostri amici e la nostra famiglia devono diventare gli strumenti della controffensiva popolare, democratica e unitaria. Non bisogna avere paura. L'unico modo possibile per difenderci è dire loro che ci siamo e che non ci potranno portare via i nostri diritti, la nostra libertà, la nostra possibilità di incidere sul futuro del Paese, perché ci difenderemo, ci difenderemo a tutti i costi e in tutti i modi”. Signori, presto arriverà la condanna da parte del più libero e giusto giudice di tutti i tempi, il popolo italiano, per questa emergenza COVID, che è mafia, e chi la sostiene è il suo mandante (Commenti).

PRESIDENTE. Collega Cunial, cerchiamo di moderare i toni, soprattutto in questo momento e soprattutto dato l'ordine del giorno che stiamo trattando adesso (Commenti). Colleghi, colleghi!

Ha chiesto di parlare la deputata Carmela Bucalo. Ne ha facoltà.

CARMELA BUCALO (FDI). Grazie, Presidente. Sottosegretario, onorevoli colleghi, entro subito nel merito di questo decreto, un decreto contenente solo misure parziali che non è riuscito a dare risposte soddisfacenti alle famiglie italiane, ai lavoratori e al tessuto economico e produttivo. Ma argomento subito e inizio da un tema attualissimo, quello del sostegno ai lavoratori con i figli minori in DAD o in quarantena.

È sempre impegnativo prendersi cura dei propri figli, soprattutto se questi sono ancora in età scolare, e a maggior ragione lo è per un lavoratore. Pertanto, anche se si ha la possibilità di lavorare in remoto, non è certo facile fare contemporaneamente e bene tutte le due cose. Una delle maggiori criticità, quindi, di questo decreto è proprio questo: l'aver mantenuto una rigida alternatività, ovvero non aver lasciato ai genitori la scelta autonoma di decidere se ricorrere al lavoro in modalità agile oppure al congedo parentale; e in questo periodo, proprio in questo periodo così difficile, quotidianamente le famiglie devono affrontare dei veri e propri tour de force. La cosa più complicata è gestire e incastrare tutti gli impegni lavorativi con la scuola digitale dei propri figli e considerare il lavoro in modalità agile come meno gravoso rispetto al lavoro in presenza, quindi compatibile con gli impegni familiari, è stato veramente azzardato. Un errore gravissimo, come la regola prevista in questo decreto: niente permessi se sei in lavoro agile. Le due misure, sottosegretario, non possono essere alternative, perché lavorare da casa è lavorare, quindi è incompatibile con la cura e con l'assistenza ai figli, soprattutto se sono minori.

Insomma, in questo decreto non si è tenuto conto della realtà, della modalità in cui il lavoro agile è stato utilizzato proprio in questo contesto pandemico, spesso con limitati margini di flessibilità.

Non si tutelano così i lavoratori, il diritto dei minori ad essere accompagnati in questa fase così critica. Avete leso, con questo decreto, il diritto alla genitorialità e minacciato la crescita dei ragazzi proprio in un momento così particolare, in un momento in cui questa pandemia li ha segnati profondamente, le famiglie e anche i nostri ragazzi. Chi si occupa di loro? Dei traumi che stanno vivendo, reduci anche da questa pandemia?

E allora tutti questi sono dei limiti grossi che ci sono, insormontabili, in questo decreto. Restiamo ancora critici soprattutto sulla esiguità del contributo, 100 euro alla settimana, troppo pochi per far fronte alle spese del babysitting. Questi sono genitori che devono pagare una persona per prendersi cura per diverse ore al giorno e chi ha dei figli sa che questa cifra è irrisoria.

Come Fratelli d'Italia, siamo convinti che la risposta non può essere rappresentata solo da un bonus estemporaneo e legato soprattutto alla disponibilità finanziaria dello Stato. Un figlio, sottosegretario, è per sempre e chi si assume questa meravigliosa responsabilità di metterlo al mondo non ha bisogno di un contributo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), in altri casi anche precario, che assomiglia più a una mancetta: ha bisogno di un reale sostegno.

Ma non è tutto. Indennizzare solo al 50 per cento i congedi rappresenta un ulteriore danno e - ancora lo ripeto - soprattutto in questo momento così critico per la nostra Nazione. I lavoratori già stanno pagando e continuano a pagare troppo.

Allora, questo è un Paese che vive da oltre un anno e mezzo una difficoltà enorme e, a maggior ragione, non avete pensato a tutti i genitori singoli, separati, divorziati o che hanno dei figli, dei ragazzi con disabilità. Per questi la vita quotidiana è diventata ancora più complicata e senza il supporto dell'unico reddito - e lo volete ridurre al 50 per cento -, voi costringete veramente le famiglie alla povertà.

Ormai è passato oltre un anno e in questo lungo periodo ci avete detto tutto e il contrario di tutto, un periodo che resterà indelebile nella memoria di tutti noi, perché ha creato incertezza e disorientamento, ha segnato negativamente e pesantemente tutti i settori economici, produttivi e commerciali, costretti a subire continui cambi di regole anche con pochissimo preavviso.

Fratelli d'Italia aveva presentato diverse proposte di buonsenso, che ovviamente non sono state prese in considerazione. Vogliamo parlare dei ristoratori, presi in giro con orari improponibili e finte riaperture? Oppure delle palestre chiuse da tempo? Ma ci sono anche tutti quegli esercenti che hanno rispettato le regole, che hanno obbedito inserendo protocolli sanitari e che hanno speso soldi per misure di sicurezza inutili. Sì, sottosegretario, sono inutili, perché tanto sono chiusi e resteranno chiusi. Per non parlare di quelli che hanno avuto dei ristori irrisori, ridicoli. I nostri emendamenti erano a supporto proprio di queste categorie e, purtroppo, continuano ancora a non essere presi in considerazione.

Ancora una volta, oggi - e mi avvio alla conclusione -, questa maggioranza e questo Governo sono nell'incertezza totale e l'ennesima prova - come se ci fosse stato bisogno - quando l'Aula è stata sospesa per ben sei volte su un ordine del giorno! Alcuni ordini del giorno che erano di Fratelli d'Italia. E questo perché? Perché si doveva trovare una mediazione. Ordini del giorno che puntavano a far slittare, nelle zone gialle, la chiusura delle attività alle 24 ore. Ordini del giorno che chiedevano quella che è l'abolizione del coprifuoco, incostituzionale, che, dopo il Governo Conte, anche questo Governo Draghi ha confermato (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). E tiene prigionieri gli italiani!

Sì, questo Governo, il Governo dei migliori, il Governo che doveva fare miracoli, quello che invece non è riuscito, con questo provvedimento, a trovare soluzioni adeguate da dare a quell'Italia che continua a gridare e a scendere in piazza, chiedendo lavoro, sicurezza e libertà.

Per questi motivi, oggi, in quest'Aula, annuncio il voto contrario di Fratelli d'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Palmieri. Ne ha facoltà.

ANTONIO PALMIERI (FI). Gentile Presidente, sottosegretari, annuncio il voto favorevole a questo provvedimento da parte del gruppo di Forza Italia e mi limito ad aggiungere una sola considerazione di metodo. Quello che è successo nelle Commissioni, riunite nelle settimane di lavoro su questo provvedimento, ha dimostrato una cosa, cioè che il Parlamento c'è. Abbiamo lavorato insieme. Abbiamo lavorato insieme noi, che componiamo questa, per così dire, strana maggioranza, e abbiamo lavorato anche con i colleghi dell'opposizione, come possono testimoniare il collega Stumpo e il collega Rizzetto, dei quali sono stati accolti degli emendamenti. Abbiamo dimostrato che in questo Parlamento, nel Parlamento, ci sono idee, intelligenze e passione.

Allora, mi rivolgo ai rappresentanti del Governo e soprattutto alla gentile sottosegretaria, che ha seguito i lavori e quindi può testimoniare che quello che sto dicendo non è inventato. Per fare quella che io ritengo essere la terza missione che spetta al nostro Governo, che spetta a questa nostra maggioranza e che spetta, direi, anche all'opposizione, patriottica o meno che sia, come patriottica naturalmente è la maggioranza, perché non può essere diversamente (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), c'è una terza missione, che si pone accanto a quelle volte a uscire dall'emergenza sanitaria e a uscire dall'emergenza economica. Penso, infatti, che spetti a noi tutti, ma in primo luogo al Governo, il compito di ridare ruolo e dignità al Parlamento: ridare ruolo e dignità al Parlamento. Perché questo sia possibile, occorrono tre condizioni: la prima, quella per cui, compatibilmente con le necessità e l'urgenza, come abbiamo chiesto con un ordine del giorno, a firma del nostro presidente Occhiuto, il Governo non faccia e non proponga provvedimenti complessi con all'interno scadenze temporali troppo ravvicinate, che impediscano al Parlamento di poter fare il proprio lavoro in modo compiuto.

Il secondo punto, che nuovamente coinvolge il Governo, è quello che, proprio in forza di quello che è successo, io chiamerei un illustre precedente, cioè di poter mantenere aperti i provvedimenti per poter accogliere i miglioramenti che vengono dalle intelligenze, dal lavoro e dalla passione delle Camere.

Il terzo punto riguarda la Camera, quindi mi rivolgo alla Presidente Spadoni, e riguarda il fatto che anche noi dobbiamo adeguarci ai tempi. Forse, certe lentezze nelle procedure che rallentano l'arrivo all'attività emendativa in Commissione, che è il luogo dove realmente si fanno le leggi, forse anche queste dovrebbero essere riviste (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), anche per aiutarci a raggiungere un obiettivo che da troppi anni non è più raggiunto, cioè rispettare pienamente la Costituzione e, quindi, rispettare il fatto che i provvedimenti si esaminino in due Camere e non solo in una.

Ecco, io ho finito. Ho finito sottolineando nuovamente questa opportunità, questa necessità, questa terza missione, cioè ridare ruolo e dignità al Parlamento, che spetta - lo ripeto per la seconda, ma anche ultima volta -, che spetta al Governo, che spetta alla strana maggioranza, che spetta all'opposizione: se non ora, quando? Un'occasione così è realmente irripetibile. Allora, credo che tutti insieme dobbiamo fare questo sforzo e noi di Forza Italia garantiamo non solo, come detto in premessa, il voto a questo provvedimento, a questo decreto, ma anche lo sforzo per andare in questa direzione, come peraltro il lavoro dei relatori Novelli e Mura hanno potuto mostrare e testimoniare nella loro attività in queste settimane. Quindi, Forza Italia c'è e ci sarà, in questa direzione, sotto questi auspici, per fare un lavoro patriottico (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Lacarra. Ne ha facoltà.

MARCO LACARRA (PD). Signora Presidente, onorevoli colleghi, membri del Governo, questo provvedimento, in piena continuità con quanto è stato fatto negli ultimi dodici mesi, affronta importanti aspetti delle emergenze in corso e si pone nella prospettiva di una gestione efficace delle ripercussioni dirette ed indirette della pandemia. Se, da un lato, è infatti necessario mantenere alta l'attenzione sull'andamento dei contagi, dall'altro, è indispensabile anticipare per quanto possibile le avversità che si presenteranno domani. Tuttavia, il COVID non smetterà di mietere vittime con l'arresto dei contagi; una volta cessata l'emergenza sanitaria, ci sarà un'emergenza sociale, economica e psicologica da affrontare. Decine, centinaia di migliaia di imprese stanno pagando caro il prezzo di questa pandemia e domani potrebbero non essere più in grado di reggerne il peso; 2 milioni di lavoratori rischiano di perdere il lavoro e il numero di famiglie in condizioni di indigenza si allarga sempre di più. La nostra economia è in condizioni di grande sofferenza e la politica deve saper dare risposte rapide e risolutive.

La popolazione è stanca e sempre più provata da oltre un anno di sacrifici. Il nuovo scostamento di bilancio potrà senza dubbio contribuire a sostenere ancora le attività con aiuti economici, anche più consistenti rispetto ai precedenti, ma dopo bisognerà affrontare tutte le criticità strutturali emerse in questi mesi e sciogliere quei nodi che stringono il collo della nostra economia. Il lavoro: bisogna ripartire dal lavoro, rimettere al centro dello sviluppo del nostro Paese il lavoro e i lavoratori (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), cominciando a sciogliere una per una le questioni decisive che da tempo attendono una svolta. Occorre superare la storica disparità di tutele tra lavoro autonomo e lavoro dipendente, rivedere in maniera organica gli strumenti di protezione sociale dei lavoratori, anche dando seguito e migliorando la sperimentazione delle misure in favore di professionisti e autonomi che abbiamo di recente introdotto. Ancora, occorre portare a compimento una riforma organica del fisco a partire dall'assegno unico e universale, per costruire un sistema che favorisca la semplicità del rapporto tra lo Stato e le imprese e che incoraggi la libera iniziativa e la lealtà fiscale. Poi, occorre guardare con spirito costruttivo alle tante novità che si sono affermate durante l'emergenza, a cominciare dalle modalità di lavoro agile, cercando di sfruttarne al meglio le opportunità e limitare al massimo il rischio di abusi e riduzione delle tutele. Infine, trovare soluzioni strutturali a un problema endemico del sistema lavoro nel nostro Paese. La disoccupazione femminile: non ci avvicineremo mai a una reale parità tra donne e uomini fin tanto che non solo la cultura prevalente, ma persino l'ordinamento giuridico non saranno adeguati a sostenere una condivisione reale dei carichi di cura familiari, che oggi, incombono quasi esclusivamente sulle donne (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Lo Stato deve adottare ogni misura utile a promuovere un'eguale suddivisione delle responsabilità genitoriali e un adeguato investimento in quelle infrastrutture sociali che oggi sono ancora insufficienti in tante aree del territorio nazionale.

Contestualmente, dobbiamo rafforzare gli strumenti che rendono effettiva la parità tra generi sul posto di lavoro. L'emergenza sanitaria e sociale che stiamo vivendo rischia di esasperare le insopportabili disuguaglianze che colpiscono le donne e farci fare pericolosi passi indietro. Una delle risposte che è necessario dare alla svelta è proprio sul divario retributivo che ancora sfavorisce le lavoratrici del nostro Paese. Sarebbe un grande segnale se con i fatti e non solo a parole si approvasse al più presto la proposta di legge che dal Partito Democratico è già stata fatta pervenire in Commissione e che attende ora l'esame in Aula, della nostra collega Gribaudo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). La parità salariale è uno step fondamentale per cancellare le discriminazioni e favorire l'emancipazione femminile. Allora, diamoci una mossa e approviamo questa legge. Insomma, la politica deve animare un grande cambiamento culturale su questi temi e lo Stato deve dotarsi dei mezzi per accompagnare la società attraverso queste trasformazioni.

I contenuti del provvedimento oggi in esame, seppure limitati a fronteggiare circostanze contingenti, vanno esattamente nella direzione sperata, quella di maggiori tutele per i lavoratori con figli minori o con disabilità, a prescindere che siano dipendenti o autonomi. L'articolo 2, ampiamente integrato dal lavoro delle Commissioni, reintroduce fino al 30 giugno 2021 una serie di misure in favore dei lavoratori con figli, per fronteggiare un'evenienza che, con la riapertura delle scuole, potrebbe verificarsi non di rado: la sospensione delle attività didattiche educative in seguito a un contagio o alle misure preventive di quarantena.

Per i lavoratori dipendenti pubblici e privati con figli minori di anni 16 viene innanzitutto riabilitata la possibilità di ricorrere allo smart working fino a tutto il periodo di sospensione delle attività scolastiche, in caso di infezione da COVID o di quarantena. Questa possibilità è prevista per ambedue i genitori di figli di qualsiasi età con disabilità accertata o con disturbi specifici di apprendimento o anche di alunni con bisogni educativi speciali.

Ancora, per i lavoratori dipendenti con figli minori di 14 anni è riconosciuta, sempre nello stesso caso di contagio o quarantena, la possibilità di fruire di un congedo straordinario, per tutto o per parte del periodo di sospensione delle attività del figlio, con il riconoscimento di un'indennità del 50 per cento della retribuzione e il versamento della contribuzione figurativa relativa all'intera retribuzione. In più, si prevede la possibilità di convertire i congedi fruiti dal 1° gennaio al 13 marzo 2021 in congedi straordinari negli stessi termini appena esposti. Anche l'astensione dal lavoro in caso di impossibilità di lavoro agile sarà una delle possibilità riconosciute ai genitori con figli da 14 a 16 anni, sempre nella circostanza di un figlio obbligato in casa.

Ma con questo provvedimento prevediamo anche un ritorno del bonus babysitting fino al 30 giugno per tutti i lavoratori iscritti alla gestione separata, per i lavoratori autonomi, per il personale del comparto sicurezza, difesa, polizia locale e soccorso pubblico; finalmente, poi, si estende questa possibilità a tutte le professionalità del settore sanitario, pubblico e privato, riparando una irragionevole disparità tra professioni e professioni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Mi scusi, collega. Colleghi, è possibile non urlare?

MARCO LACARRA (PD). Con questo intervento si riconosce, quindi, un massimo di 100 euro settimanali per l'acquisto di servizi di babysitting o di servizi integrativi per l'infanzia per i figli minori di 14 anni a cui è stata sospesa l'attività scolastica educativa.

Infine, si ribadisce un concetto già in parte espresso in passato: il diritto alla disconnessione per i lavoratori dipendenti, una questione non di poco conto per far sì che il lavoro agile non si trasformi in un rapporto di lavoro non stop, senza orari e senza alcuna tutela; insomma, senza più rispetto per i tempi da dedicare alla famiglia, al riposo, allo svago o al proprio benessere fisico e mentale.

Signor Presidente, onorevoli colleghi, c'è molto lavoro da fare e ce ne sarà ancora di più quando il COVID sarà solo un brutto ricordo. I cittadini hanno bisogno di rassicurazioni, è vero, ma come Partito Democratico riteniamo che il Paese abbia bisogno di un deciso cambio di passo: rimettere al centro il lavoro e le famiglie, dunque, quali elementi indefettibili del benessere economico e sociale come ci indica la nostra Costituzione, ripartire dai diritti e dai valori dell'Italia dinamica e laboriosa, riaccendere la speranza che molti concittadini stanno perdendo e dare una prospettiva di rinascita a un Paese che ha estremo bisogno di ritrovare coraggio e fiducia in se stesso.

Questo provvedimento getta il primo seme di quello che presto tornerà ad essere uno splendido giardino di opportunità. Per queste ragioni dichiaro il voto favorevole del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Rossana Boldi. Ne ha facoltà.

ROSSANA BOLDI (LEGA). Presidente, sottosegretario, colleghi, mi è stato chiesto di stringere sulla dichiarazione e lo faccio ben volentieri, perché l'ora è tarda, però, alcune cose bisogna dirle. Io non parlerò dei massimi sistemi, parlerò insieme nel merito di questi due articoli. E partiamo dall'articolo 2 che è quello che, tutto sommato, ci piace di più: potenziamento del lavoro agile per i genitori, diritto allo smart working per entrambi i genitori in caso di disabilità grave, accesso al congedo garantito per uno dei due genitori anche quando l'altro sta lavorando in modalità agile, una rimodulazione in chiave più flessibile dello stesso congedo, ampliamento della platea dei beneficiari del bonus babysitter, insomma, tutto ciò per semplificare e migliorare la vita di tante persone con disabilità.

Direi che il lavoro che è stato fatto su questo articolo testimonia la bontà e la necessità, che noi abbiamo sempre sostenuto, che i provvedimenti passassero dalle Commissioni e dal Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). E poi direi che non siamo completamente soddisfatti naturalmente di questo risultato e lo dico con pacatezza; il Parlamento dovrebbe ricordarsi, almeno su questi argomenti, che tutti insieme possiamo superare i divieti del Governo, i divieti della Commissione bilancio e fare i legislatori (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), perché questo è il compito che ci spetta! Qui si sta rovesciando completamente quella che era l'idea costituzionale: il Parlamento è il legislativo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), il Governo è l'Esecutivo, noi non dobbiamo essere meri esecutori d'ordine del Governo!

E parliamo, invece, dell'articolo 1. L'articolo 1 vede delle disposizioni che ormai sono completamente superate, ha esaurito completamente i suoi effetti, ma d'altra parte li ha esauriti anche il decreto-legge n. 44, che era quello che veniva dopo e che è adesso al Senato, almeno per quello che riguarda le riaperture.

Noi avevamo presentato degli emendamenti, che ponevano proprio il tema del ritorno alla zona gialla e che, naturalmente, ci è stato detto di ritirare. Non l'abbiamo fatto e abbiamo fatto bene, perché la prova è che, ahimè, con buona pace del Ministro per i Rapporti con il Parlamento, dei relatori e di quella parte di maggioranza che voleva che li ritirassimo, la zona gialla è ricomparsa (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier): non ancora come la vogliamo noi, con ancora dei problemi, ma la zona gialla è ricomparsa!

D'altra parte, siamo abbastanza abituati a questo, perché la modifica dei criteri della quarantena e dell'isolamento, il superamento del doppio tampone negativo, l'inclusione delle professioni sanitarie tra i vaccinatori sono tutte proposte inizialmente respinte, che poi sono regolarmente diventate norma di legge.

Noi, la sfida della ripresa, la vogliamo vincere. Noi vogliamo curare le persone e la campagna vaccinale ha subito una forte accelerazione da quando è stata affidata al generale Figliuolo; c'è stato un forte incremento, rispetto allo scorso anno, della capacità di curare il COVID a casa, salvo poi i ricorsi del Ministero contro chi, il COVID, a casa lo cura, però di questo parleremo in altra sede.

L'azzardo calcolato di cui ha parlato il Presidente Draghi nella sua conferenza stampa, noi lo abbiamo sicuramente stimolato e assecondato. Vedete, colleghi, noi abbiamo deciso di entrare in questo Governo proprio perché pensavamo che questo Governo non è e non sarà mai un “Conte-ter(Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). È inutile che voi continuiate a pensare che possa essere questo. Con l'ingresso della Lega e di Forza Italia in maggioranza, questo non può essere e non sarà mai (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)! E non accettiamo in nessun modo da voi lezioni su come si sta in maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), perché noi prima di tutto dobbiamo dire delle cose alla gente: alla gente che non ne può più, alla gente che è disperata, alla gente che non lavora! A loro dobbiamo rispondere e dovreste anche voi rispondere a quelle persone (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)!

PRESIDENTE. Colleghi…

ROSSANA BOLDI (LEGA). Noi ci fidiamo, ci fidiamo del Presidente Draghi, siamo sicuri che lui troverà il modo, sicuramente, di tenere insieme questa maggioranza. Lo sappiamo, è difficile, perché partiamo da concetti e da atteggiamenti completamente diversi, però noi ce la mettiamo tutta. L'unica cosa, sinceramente, che non accettiamo sono lezioni spocchiose su quello che possiamo fare (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Detto questo, naturalmente voteremo questo decreto-legge, nella speranza che, da qui in avanti, si facciano cose che servano veramente a stimolare il lavoro, la crescita del Paese, la cura delle persone.

Guardate, stamattina, o poco fa, qualcuno ha parlato di morti: ecco, forse su questo dovremmo interrogarci, perché, a distanza di un anno, quando si conoscono molte cose di questa malattia, continuiamo ad avere tutti questi morti. Qualcosa che non va, e non è andato nell'anno scorso, ci deve essere per forza (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Alessandro Amitrano. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO AMITRANO (M5S). Colleghi, nella discussione che abbiamo appena intrapreso, cercherò di rispettare, come abbiamo sempre fatto come MoVimento, gli accordi, anche quelli sui tempi. È emerso che ci troviamo di fronte ad un decreto che può sembrare anche in parte superato, però ci tengo a sottolineare un aspetto: questo decreto ci ha permesso di salvaguardare la salute dei cittadini in un momento estremamente delicato come quello della Pasqua e, dico io, per fortuna, in continuità con quello che si era deciso di fare anche in passato. Però, oggi dobbiamo anche focalizzare, Presidente, la nostra attenzione su una parte importante, che è l'articolo 2 di questo decreto, perché, purtroppo, questa terribile pandemia ha determinato enormi cambiamenti nelle nostre abitudini di vita, ma anche nelle nostre abitudini di lavoro. Tra questi cambiamenti, c'è sicuramente il tema dello smart working, che è un tema che sicuramente non possiamo dire sia dovuto esclusivamente alla pandemia, perché probabilmente le nuove tecnologie si sarebbero imposte lo stesso nel nostro Paese, però tutto ciò ha sicuramente determinato un'accelerazione di queste tecnologie e questa accelerazione ha avuto riflessi importanti soprattutto nella conciliazione dei tempi di vita e di lavoro. Presidente, quando ci troviamo di fronte ad una conciliazione tempi di vita e di lavoro, non possiamo non parlare delle donne lavoratrici, non possiamo non tenere in considerazione che 99 mila donne hanno perso il lavoro nell'ultimo anno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), parliamo del 98 per cento delle persone che hanno perso il lavoro. È un dato che ci deve far riflettere, perché nel nostro Paese vigono ancora troppe disparità in campo lavorativo tra l'uomo e la donna e per nostra cultura troppo spesso alla donna sono affidati i compiti di gestione della famiglia in via del tutto esclusiva.

Ci sono tre temi su cui voglio brevemente soffermarmi, perché sono temi che per noi del MoVimento 5 Stelle sono stati importanti, che abbiamo affrontato e che abbiamo anche inserito, con alcuni emendamenti, all'interno di questo decreto.

Il primo è quello del bonus babysitter, che è stato esteso a tutte le categorie socio-sanitarie del nostro Paese. È un tema fondamentale. Abbiamo sempre detto, durante la durata di tutta la pandemia, che gli operatori sanitari e tutti coloro che lavoravano in questo campo sono i nostri eroi, lo sono ancora tutt'oggi e lo saranno sempre. È per questo che io ringrazio le colleghe di Commissione, che hanno voluto affrontare questo tema e hanno voluto estendere il bonus babysitting anche a tutte le altre categorie socio-sanitarie.

Il secondo tema, Presidente, riguarda lo smart working. Quando parliamo di smart working, per alcuni può sembrare che non stiamo parlando di lavoro uguale a quello in presenza; in realtà, non è solo uguale, ma spesso è addirittura più gravoso del lavoro in presenza, perché si associano i carichi del lavoro ai carichi della casa e della famiglia. È per questo che c'è un tema, che ha affrontato il collega Niccolò Invidia, che ringrazio, che è quello del diritto alla disconnessione. Il diritto alla disconnessione è fondamentale perché rappresenta la possibilità, da parte del lavoratore, di applicare, anche in tema di smart working, quello che succede normalmente in qualsiasi attività lavorativa, cioè la possibilità, ad un certo punto, di interrompere la propria attività, senza avere ripercussioni sul proprio posto di lavoro.

Se questi sono sicuramente temi fondamentali e, soprattutto, alla luce dei nuovi modelli che ci sono oggi nell'era digitale del lavoro, diventano temi ancora più importanti, c'è un tema che dobbiamo sicuramente affrontare e che, come MoVimento, abbiamo proposto in Commissione, grazie ai colleghi Barzotti e Crippa, che è quello dell'aiuto agli autonomi: non si possono fare distinzioni tra i lavoratori dipendenti ed i lavoratori autonomi. Noi abbiamo più volte evidenziato questo tema, a partire da una interrogazione a risposta immediata al Ministro Orlando per quanto riguardava l'anno bianco delle partite IVA e la necessità di applicare immediatamente il decreto attuativo per l'anno bianco alle partite IVA. In Commissione abbiamo evidenziato anche come il bonus per gli autonomi di 100 euro a settimana fosse oggettivamente poco, per cui, Presidente, abbiamo proposto di estenderlo ad almeno 1.000 euro al mese. È una proposta che noi ci aspettiamo che il Governo nel primo provvedimento utile - e so che la sottosegretaria si è impegnata in questo - possa portare a realizzazione, perché noi dobbiamo una risposta a tutti gli autonomi che in questo momento di pandemia si sono trovati in difficoltà; e non è un caso se quasi 1.000 partite IVA al giorno sono state chiuse nel 2020. Questi sono sicuramente temi fondamentali nell'ambito di quello che, purtroppo, è stato questo periodo pandemico estremamente severo. E vorrei evidenziare un ultimo tema, se mi è concesso, Presidente, che è emerso durante il dibattito in Aula ed è un tema, secondo me, estremamente importante: in una pandemia non si possono fare previsioni, servono delle misure graduali e di buonsenso per poterla affrontare. Per cui, anche quando abbiamo affrontato temi sicuramente importanti nel nostro dibattito, in quel sottile equilibrio che esiste oggi tra la salute, da una parte, e il lavoro, dall'altra - e questo decreto riunisce questi due temi in maniera importante -, anche temi come il coprifuoco e come altri rappresentano misure che devono essere sempre vagliate con continuità, con attenzione e valutate alla luce dei dati epidemiologici delle riduzioni del rischio. Nessuno può pensare, in questo momento, che ci sia qualcuno che tifi a favore delle chiusure delle attività commerciali (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), questo è qualcosa di assolutamente insensato. Quello che, invece, è importante è capire che questo equilibrio tra la nostra salute, la salute di tutti i cittadini e quella delle nostre attività lavorative si affronta con il buonsenso e fare vincere il buonsenso, come ho letto ultimamente da qualche parte, significa, appunto, questo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Sgarbi. Ne ha facoltà.

VITTORIO SGARBI (M-NCI-USEI-R-AC). In conclusione di questo dibattito, voglio ricordare che qualunque azione noi veniamo intraprendendo, è fuori delle leggi elementari della democrazia il concetto di coprifuoco. In una città d'Italia, alle 10 di sera, le persone sono tutte a casa: l'idea di bloccarle non dicendo non puoi andare in un luogo, ma non puoi uscire, è un atto di delitto contro i diritti di libertà delle persone. Dobbiamo riprendere la nostra vita contro leggi che sono limitative delle libertà elementari.

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Coordinamento formale - A.C. 2945-A​)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 2945-A​)

PRESIDENTE. Passiamo al voto finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 2945-A: "Conversione in legge del decreto-legge 13 marzo 2021, n. 30, recante misure urgenti per fronteggiare la diffusione del COVID-19 e interventi di sostegno per lavoratori con figli minori in didattica a distanza o in quarantena".

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 64).

Si riprende la discussione del disegno di legge di conversione n. 3002.

PRESIDENTE. Riprendiamo la discussione del disegno di legge di conversione n. 3002.

Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta è proseguita la discussione sulle linee generali.

Ha chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori il deputato Antonio Federico. Ne ha facoltà.

ANTONIO FEDERICO (M5S). Grazie, Presidente. Nel massimo rispetto del lavoro svolto dall'opposizione durante la fase di illustrazione di questo decreto che ci accingiamo a convertire, anche per riuscire a portare a termine nel miglior modo possibile i provvedimenti più importanti che avevamo previsto in calendario per questa settimana, chiedo l'interruzione della discussione generale.

PRESIDENTE. È stato chiesto di procedere alla chiusura della discussione sulle linee generali ai sensi dell'articolo 44 del Regolamento.

Essendone stata fatta richiesta, la votazione avrà luogo con procedimento elettronico con registrazione dei nomi.

Sulla richiesta di chiusura della discussione sulle linee generali, darò la parola, a norma dell'articolo 44, comma 1, del Regolamento, ad un oratore contro e uno a favore, per non più di cinque minuti ciascuno.

Chi chiede di parlare contro? Bellucci o Foti? Collega Foti, prego.

TOMMASO FOTI (FDI). La collega Bellucci dovrà fare, poi, un richiamo sull'ordine dei lavori, Presidente. Vede, Presidente, quando Fratelli d'Italia, penso di poter dire con lungimiranza, con coerenza, con realismo, ha deciso di non partecipare alla maggioranza delle larghe intese, in molti ci hanno chiesto perché.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANDREA MANDELLI (ore 21,37)

TOMMASO FOTI (FDI). Ma i fatti ci danno ragione, perché cambiano le maggioranze, ma i metodi rimangono esattamente gli stessi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). E quando qualcuno, a fronte delle nostre scelte, forse, ci richiamava una frase nota, almeno nella Prima Repubblica, cioè che il potere logora chi non ce l'ha, noi abbiamo dimostrato, invece, con un gruppo di 35-36 parlamentari, alcuni dei quali, tra l'altro, impossibilitati a partecipare ai lavori per ragioni di salute, che l'opposizione logora chi non la fa (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Ed è talmente vero questo, che siete costretti a chiedere questo dopo poche ore dall'inizio di una discussione, che, vorrei ricordarlo, è una discussione che riguarda il rinvio di elezioni per le quali, in passato, sullo stesso provvedimento, sullo stesso oggetto, noi, da soli, ci battemmo concretamente per impedire la conversione in legge di un decreto volto a togliere agli italiani la libertà di decidere e di eleggere il presidente della regione, il sindaco, i consigli comunali nei tempi che la legge richiedeva.

Allora, noi non possiamo non prendere atto che la più vasta maggioranza parlamentare che vi sia mai stata in quest'Aula dall'inizio della storia repubblicana, non trova altro che un mezzo per impedirci di continuare una battaglia d'opposizione, che è quello di toglierci la libertà di parola, così come con il coprifuoco avete tolto agli italiani la libertà di movimento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Allora, se qualcuno pensa di silenziarci, noi diciamo che continueremo nella nostra battaglia di opposizione, di un'opposizione concreta, di un'opposizione che, come ha dimostrato oggi, con un solo ordine del giorno riesce a far rinviare dalla maggioranza per sei volte i lavori della Camera, perché questa maggioranza variopinta non riesce a trovare una risposta ad una esigenza reale, sentita dagli italiani, cioè quella dell'abolizione del coprifuoco. Allora, a fronte dei fuochi fatui che abbiamo avvertito in queste ore, io penso di poter dire che Fratelli d'Italia non si piega a queste arroganze sotto molteplici vesti, perché qui non siamo di fronte solo alla chiusura della discussione: qui siamo di fronte alla chiusura della discussione, che è l'anticipo di un'altra richiesta, cioè la richiesta del voto di fiducia. La maggioranza più grande che ha mai avuto in quest'Aula una coalizione politica, deve chiedere il voto di fiducia a fronte dell'opposizione di 35 parlamentari della destra politica italiana (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Allora, chiedetevelo, chiedetevelo se è questo il modo di procedere e qualcuno si chieda se questi atti, che non sono atti di eleganza parlamentare - atti che sicuramente il regolamento consente - ma sono atti che quando sono portati nei confronti dell'unico gruppo di opposizione, che è anche un gruppo che numericamente non è sicuramente numeroso, beh, allora, tutto ciò significa che nella volontà di questa maggioranza c'è quello di calpestare le idee. Tuttavia, le idee, con buona pace di qualcuno che qui dentro vorrebbe farlo, non riuscirete a calpestarle. Noi faremo fino in fondo il nostro ruolo con stile di maggioranza, ma anche con la fermezza di un'opposizione della quale siamo legittimamente orgogliosi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

PRESIDENTE. C'è qualcuno che chiede di parlare a favore? No.

Indico la votazione nominale mediante procedimento elettronico con registrazione dei nomi della richiesta di chiusura della discussione sulle linee generali del disegno di legge in esame.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 65).

Ricordo che, essendo stata deliberata la chiusura della discussione sulle linee generali, ha facoltà di parlare, a norma dell'articolo 44, comma 2, del Regolamento e per non più di trenta minuti, un deputato fra gli iscritti non ancora intervenuti nella discussione. Ha chiesto di parlare l'onorevole Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Temevo voi…il gruppo del PD mi applaudirà (Applausi ironici dei deputati del gruppo Partito Democratico); non troppi che altrimenti mi emoziono; grazie, comunque, per il clima disteso. Devo dire che ero preoccupato di non poter intervenire dopo che mi ero preparato su un argomento come quello delle elezioni. Il rinvio delle elezioni è un tema che veramente ci ha toccato. Qualcuno dovrebbe ricordare che quando non si riusciva a formare nessun Governo ad inizio legislatura, il gruppo di Fratelli d'Italia, composto per la maggior parte di tanti deputati al loro esordio, alla loro prima esperienza, questi deputati non temevano di tornare a casa, ma chiedevano la celebrazione di nuove elezioni. Questo per dimostrare che non lo facciamo per convenienza, non lo facciamo perché i sondaggi ci premiano, ma chiedevamo libere elezioni anche quando eravamo al 4 per cento. Non pensiamo che sia pericoloso votare, non pensiamo che sia fonte di contagio, fonte di pericolo per i cittadini andare alle urne. Abbiamo celebrato delle elezioni amministrative, un referendum quando c'era ancora la pandemia e nessuno si è mai lamentato, o nessuno ha mai denunciato che abbia preso il COVID nelle cabine elettorali. Devo dire che l'anno scorso, quando si parlava di rinviare le elezioni, si diceva che ad ottobre fosse impossibile votare, perché sarebbe arrivata la seconda ondata.

Oggi, a distanza di un anno, le stesse forze che ci dicevano che a ottobre sarebbe stato impossibile votare fissano delle altre elezioni, elezioni importanti a Milano, a Roma, in quel mese. Io capisco benissimo. Io non entro mai nei fatti dei miei colleghi nelle città, ma certo devo dire che ci dev'essere difficoltà a formare una coalizione a Roma, dove c'è il sindaco Raggi che sta tenendo a fatica la propria maggioranza, fra dimissioni, fra fallimenti, fra proteste, fra sfiducie che arrivano dal Partito Democratico come dallo stesso MoVimento 5 Stelle e, purtroppo, Roma, la capitale, sta decadendo in questa sofferenza perché non avete avuto il coraggio di commissariare, invece di lasciare un sindaco che politicamente è ormai defunto e ormai tutti gli hanno messo una croce sopra.

Devo dire che è difficile formare una coalizione o cercare di formare una coalizione tra Partito Democratico, MoVimento 5 Stelle, Italia Viva, con Calenda che si è già candidato e che richiama pezzi di sinistra per non andare in quella coalizione. Devo dire che è difficile trovare anche motivazioni per giustificare tutto ciò.

Allora, ci chiediamo come possiate chiedere la fiducia su un decreto che all'esterno sta veramente creando tanti interrogativi. Le elezioni si indicono per convenienza, le elezioni si indicono solamente quando il Partito Democratico e il MoVimento 5 Stelle avranno trovato la quadra di questa neonata coalizione. Cosa dovremmo dire? Cosa dovremmo fare? Dovremmo stare zitti davanti a questo sfacelo, quando, invece, si vota in Israele, quando si vota negli Stati Uniti, quando gli immigrati, come è successo a Roma e a Torino, sono andati a votare per il proprio Stato, per il proprio Governo.

Dovremmo dire che forse questa maggioranza sta cercando in tutti i modi di trovare il modo di sopravvivere ai tanti provvedimenti. Oggi non vi rendete conto che il voto che avete fatto sul coprifuoco sta generando nelle città e nelle varie società tanti problemi, tanti problemi agli operatori, agli albergatori così come nei ristoranti. Continuate ad avanzare, con provvedimento dopo provvedimento, senza capire che - e l'ha detto magistralmente il mio collega di banco Trancassini - andate avanti pensando, comunque, di riuscire prima o poi a mettere una toppa in tutto questo lavoro, cercando, quindi, di migliorare, ma state solamente peggiorando. Più vi agitate, più andate avanti, più state affondando e più generate rabbia nel cittadino. Vi agitate e cercate di migliorare, quando, invece, dovreste agire con la coerenza che spesso in passato avete avuto il coraggio di usare: la coerenza di andare sempre da soli, la coerenza di denunciare a volte dei vizi che danneggiavano la politica. Avete perso tutto questo, entrando in un Governo e non riuscendo più a staccarvi da quel potere. Purtroppo, questo è il virus che ha attaccato anche la sinistra. Un tempo eravamo fieri avversari nelle università, nelle scuole, dove c'era un confronto fra scuole ideologiche. Purtroppo, di ciò non c'è più traccia, e questo ci fa rimpiangere come un tempo riuscivamo a dibattere sulle idee e sui valori, ma oggi c'è un fronte che vuole mantenere a tutti i costi il potere, riuscendo anche a rinviare le elezioni, e invece un fronte che forse… Voi ci insegnavate la democrazia, e ce l'avete insegnata talmente bene che forse oggi siamo noi a dovervela insegnare. Continuo, a fatica a volte, perché vedo che non c'è interesse. Però, capisco che, dopo giorni, non sia semplice seguire…

PRESIDENTE. Scusi, onorevole Deidda. Le chiedo scusa e le tengo fermo il tempo. Se magari sciogliamo quell'assembramento lì e lasciamo parlare l'onorevole Deidda, che è stanco anche lui, come tutti, e, quindi, ha diritto a fare un intervento in una condizione decente (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Prego, onorevole Deidda.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Mi avvio alla conclusione ricordando, appunto, che la sovranità appartiene al popolo, e prima o poi il popolo se la riprenderà (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Si è così concluso l'intervento svolto ai sensi dell'articolo 44, comma 2, del Regolamento.

Prima di passare alla replica, l'onorevole Bellucci mi pare abbia chiesto un intervento sull'ordine dei lavori.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Sì, la ringrazio. Presidente Mandelli, segnalo a lei, perché poi possa farsi tramite con il Presidente Fico, una questione particolarmente sensibile e delicata, perché parliamo di affidi, di minori e di una proposta di legge che è stata assegnata in sede referente alla Commissione giustizia. Beh, io, insieme alla mia collega Varchi, capogruppo della Commissione giustizia, ed io, come capogruppo della Commissione affari sociali, mi sono rivolta al Presidente Fico per chiedere l'assegnazione in trattazione congiunta, affari sociali e giustizia. Ho presentato la questione anche durante i lavori di Commissione alla mia presidente, che aveva anche accolto e compreso le ragioni della mia richiesta. Entro nel merito: l'Italia vive una situazione drammatica in termini di tutela dei minori fuori famiglia, e i motivi sono davvero tanti.

Abbiamo addirittura approvato una legge sull'istituzione della Commissione d'inchiesta sugli affidi illeciti e le case famiglia proprio perché condividevamo, in Parlamento, la necessità di comprendere ciò che non va, perché affidi illeciti esistono, perché case famiglia che accolgono bambini e poi li maltrattano, dal punto di vista fisico e anche psicologico, sono una drammatica realtà. E allora, rispetto a questo, posto il fatto che la Commissione d'inchiesta non si è ancora avviata nei suoi lavori e sono trascorsi nove mesi, oggi la Camera vede affrontare il tema dell'affido dei minori in maniera monca, perché è assurdo occuparsi di tutela dei minori e dei più piccoli pensando che soltanto la Commissione giustizia possa trattare la materia senza avere il supporto, senza avere la presenza, senza avere le competenze qualificate che riguardano il sociale e che riguardano, quindi, la tutela dei minori.

Allora, veramente chiedo a tutti di fermarsi a riflettere, perché qui stiamo parlando del diritto ad essere tutelato del minore. Il minore è un soggetto di diritto, che ha bisogno più di chiunque altro di vedere gli adulti presenti nell'esercizio delle sue tutele e della sua piena tutela. E, allora, mi chiedo come si possa pensare di affrontare una modifica della legge n. 184 del 1983, che disciplina proprio l'affido dei minori, senza vedere in maniera congiunta la Commissione affari sociali e la Commissione giustizia. D'altronde, lo abbiamo visto con la proposta di legge sull'eutanasia: le Commissioni affari sociali e giustizia hanno affrontato in sede referente la trattazione di questi lavori. Vogliamo pensare che il fine vita abbia più motivi della trattazione in forma congiunta, e in forma quindi referente, della vita dei minori e di quei minori che sono più fragili, perché sono minori allontanati dai genitori? Trovo questo assolutamente inaccettabile, trovo grave che oggi, nell'ufficio di presidenza congiunto della XII e della II Commissione vi sia stato un parere contrario da parte dei partiti di maggioranza, da parte della maggioranza. Quindi, mi appello ancora una volta al Presidente Fico, e quindi chiedo a lei, Presidente Mandelli, di potergli sottoporre la questione, perché è atto fondamentale affrontare la tutela dei minori e l'affido dei minori ponendo in essere tutte le necessarie condizioni perché questo avvenga nel migliore dei modi.

Se leggi devono essere fatte, devono essere leggi giuste, corrette e che abbiano tutte le competenze, tutte le capacità e tutte le sensibilità ancora di più in una questione così delicata che riguarda il supremo interesse del minore, ancora di più a trent'anni dalla sottoscrizione da parte dell'Italia della Convenzione internazionale sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza nel 1991, che abbiamo certamente sottoscritto. E allora su questa cosa non smetterò di fare richiesta e la farò sempre in maniera chiara, forte, appellandomi alle vostre coscienze, alle vostre sensibilità, alle vostre capacità di legislatori (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Onorevole Bellucci, innanzitutto le voglio dare una notizia che spero accolga con favore, perché mi sono informato e le ultime designazioni sono arrivate in giornata. Quindi, i presidenti da domani potranno procedere celermente a soddisfare la sua richiesta: spero di averle dato una buona notizia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

(Repliche - A.C. 3002​)

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare la relatrice, onorevole Sabrina De Carlo, che rinuncia.

Ha facoltà di replicare il rappresentante del Governo, che rinuncia.

(Esame dell'articolo unico - A.C. 3002​)

PRESIDENTE. Passiamo ora all'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione e degli emendamenti riferiti agli articoli del decreto-legge.

(Posizione della questione di fiducia - Articolo unico - A.C. 3002​)

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, onorevole D'Incà. Ne ha facoltà.

FEDERICO D'INCA', Ministro per i Rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, onorevoli deputati, a nome del Governo, autorizzato dal Consiglio dei Ministri, pongo la questione di fiducia sull'approvazione, senza emendamenti, subemendamenti e articoli aggiuntivi, dell'articolo unico del disegno di legge n. 3002: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 5 marzo 2021, n. 25, recante disposizioni urgenti per il differimento di consultazioni elettorali per l'anno 2021, nel testo della Commissione, identico a quello approvato dal Senato.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori l'onorevole Donzelli. Ne ha facoltà.

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Grazie, Presidente. Reputiamo particolarmente grave e oltraggioso per quest'Aula che si sia arrivati a porre la fiducia su un atto così importante come quello del rinvio delle elezioni, quando si aveva a disposizione una maggioranza molto ampia e c'era un solo partito che stava provando a fare interventi migliorativi, tra l'altro in un numero - 260 emendamenti - che non è certo un numero ostruzionistico, ma un numero di emendamenti che entravano nel merito e provavano a migliorare, ovviamente, un provvedimento che ha dei seri limiti.

Guardate che non si scherza sulle regole del gioco, cioè stabilire di rinviare le elezioni, anche se con un consenso più o meno condiviso delle forze politiche, è una forzatura del consenso democratico che merita un'attenzione e una sensibilità che dovrebbero essere superiori alla media. E pensare di limitarne il dibattito in quest'Aula ponendo la fiducia, perché non si vuole rinunciare al fine settimana a casa (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), secondo noi è particolarmente grave e lesivo di quella democrazia e di quella Costituzione che troppe volte avete sbandierato contro la destra, contro Fratelli d'Italia, pensando di esserne gli unici custodi. Dimostrate che era strettamente strumentale perché volevate soltanto utilizzare come una clava, invece, un documento importante come quello che sancisce i criteri base della nostra democrazia.

Guardate che, tra l'altro, c'erano anche emendamenti al Senato, che non avete approvato e che noi avremmo riproposto, anche di buonsenso. C'erano emendamenti dei colleghi di Forza Italia, per esempio, che intervenivano sulle modalità per raccogliere i casellari giudiziari, erano stati presentati al Senato emendamenti interessanti, da parte nostra c'erano emendamenti migliorativi sulla raccolta delle firme.

Se c'è la pandemia per cui, secondo voi, è impossibile votare per le politiche, ma possibilissimo votare per le suppletive di Siena, per la regione Calabria e per i comuni, ma mai per le politiche, ovviamente, se la pandemia limita il diritto degli elettori nella possibilità di votare liberamente quando scade il mandato e seguendo le prassi solite, quando rinvieremo a ottobre e rinvierete a ottobre queste elezioni, guardate che le regole, poi, di queste elezioni rinviate andrebbero decise tutti insieme. E, se c'è un solo partito all'opposizione, mettere la fiducia per impedire a quell'unico partito di opposizione di provare a contribuire e rendere più civile un decreto che limita la democrazia è un fatto di una gravità inaudita (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Noi lo diciamo non solo per noi, perché poi la ruota gira. Oggi, il MoVimento 5 Stelle e il PD fanno gli arroganti, perché si sentono in maggioranza, ma presto non sarete più in maggioranza. Prima o poi dovremo tornare alle elezioni politiche e la Costituzione non la potete cambiare, mettendo la fiducia con un DPCM e, a meno che non dichiariate, fra un anno, guerra a San Marino e, quindi, non decidiate che non si possono fare più le elezioni politiche perché siamo in stato di guerra, rivoteremo per le elezioni politiche che cambieranno la maggioranza e l'opposizione.

E, allora, conviene a tutti stabilire che ci sono regole del gioco comuni e che le regole del gioco, quando si modificano, si modificano senza strappi. La posizione della questione di fiducia, nel cambiare le regole del gioco, perché siamo in un'emergenza sanitaria, è un fatto gravissimo, dimostra, tra l'altro, che questa maggioranza è molto più spaccata di quanto, oggi, abbia dimostrato in quest'Aula, perché, altrimenti, un'Aula con una maggioranza così schiacciante, non dovrebbe avere alcuna necessità di limitare il dibattito, anzi, dovrebbe incoraggiare il dibattito. E rispetto a un partito che, per carità, quando andremo a votare sarà più ampio, ma Fratelli d'Italia è entrato qui, rappresentando meno del 5 per cento di quest'Aula; allora, se non riuscite a controllare e a gestire il 5 per cento di quest'Aula, come pensate di governare e gestire dignitosamente l'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)?

PRESIDENTE. A seguito della posizione della questione di fiducia, la Conferenza dei presidenti di gruppo è convocata immediatamente presso la Sala della Regina, al fine di stabilire il prosieguo dell'esame del provvedimento.

La seduta è sospesa fino al termine della riunione della Conferenza dei capigruppo.

La seduta, sospesa alle 22, è ripresa alle 22,25.

Sui lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Comunico che, a seguito dell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, è stato convenuto che le dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia posta dal Governo sull'approvazione dell'articolo unico del disegno di legge n. 3002, di conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 5 marzo 2021, n. 25, recante disposizioni urgenti per il differimento di consultazioni elettorali per l'anno 2021, avranno luogo nella seduta di domani, mercoledì 28 aprile, a partire dalle ore 20.30. L'appello nominale, che si svolgerà con accesso in Aula dei deputati programmato secondo specifiche fasce orarie predisposte in base all'iniziale del cognome, avrà luogo a partire dalle ore 21.57. Le ulteriori fasi di esame si svolgeranno nella giornata di giovedì 29 aprile a partire dalle ore 8.30, con votazioni a partire dalle 10.30 e conclusione dei lavori entro le ore 13.30 con la votazione finale sul decreto-legge e, a seguire, la discussione e la votazione della questione pregiudiziale Lollobrigida ed altri n. 1, riferita al disegno di legge n. 3045, di conversione del decreto-legge n. 52 del 2021, recante misure urgenti per la graduale ripresa delle attività economiche e sociali nel rispetto delle esigenze di contenimento della diffusione dell'epidemia da COVID-19.

Estraggo a sorte il nominativo dal quale inizierà l'appello nominale. La chiama inizierà dal deputato Prisco.

Il termine per la presentazione degli ordini del giorno è fissato alle ore 12 di domani 28 aprile. È stato, altresì, convenuto che, nella giornata di domani, lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata, previsto alle ore 15, abbia comunque luogo. È stato, infine, convenuto il rinvio ad altra seduta di tutti gli altri argomenti iscritti all'ordine del giorno delle sedute di questa settimana.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Di Sarno. Ne ha facoltà, per due minuti.

GIANFRANCO DI SARNO (M5S). Grazie, Presidente, Colgo l'occasione per portare all'attenzione di quest'Aula la grave crisi che sta affrontando il settore dei matrimoni e dei ricevimenti, la cui filiera coinvolge circa un milione di lavoratori e più di 90 mila aziende, fermi ormai da oltre un anno e a rischio fallimento, con perdite di fatturato superiori al 90 per cento.

Proprio ieri ho presentato un'interrogazione parlamentare indirizzata ai Ministri della Salute, degli Affari regionali e dell'Economia, affinché venga comunicata una data certa, Presidente, per la ripartenza dei matrimoni, soprattutto in vista dell'imminente stagione delle cerimonie che rischia di essere compromessa dalla mancanza di regole certe. Il “decreto Riaperture”, Presidente, non menziona alcuna data che consenta di programmare la ripartenza dei matrimoni e degli eventi privati, lasciando in difficoltà le aziende dell'indotto e le centinaia di migliaia di coppie di sposi italiani, gran parte delle quali hanno già rinviato tre o quattro volte le proprie nozze.

Le associazioni di categoria chiedono, a gran voce, di poter lavorare come prima, nel rispetto dei protocolli sanitari e delle misure anti-contagio, posto che il matrimonio è un evento circoscrivibile, tracciabile e gestibile in piena sicurezza, molto più di quanto possa avvenire in altri settori. Anche il matrimonio è un diritto, Presidente, è una tappa importante nella vita di una comunità, una formazione sociale menzionata nella Carta costituzionale, per cui non è possibile ignorare le legittime istanze di tante coppie già duramente provate.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Melicchio. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO MELICCHIO (M5S). Grazie, Presidente. Voglio portare all'attenzione dell'Aula la difficile situazione dell'ufficio scolastico di Cosenza. Mi sono occupato a lungo, purtroppo, dei ritardi e delle inefficienze di quest'ufficio, quando era provveditore il dottor Luciano Greco, intervenendo con un'interrogazione nel settembre 2018 e con un'altra, la n. 5-04640 del 22 settembre 2020, a cui ancora deve essere data risposta e che, in questa sede, le chiedo di sollecitare, Presidente.

L'intento è stato quello di porre un freno a una situazione caotica e alle gravi anomalie riscontrate nella gestione di quell'ambito territoriale. Il dirigente, infatti, era stato sospeso, ma adesso, inspiegabilmente, è stato riassegnato allo stesso ufficio, nonostante, durante la sua amministrazione, fossero evidenti le mancanze e le irregolarità sulla definizione degli organici, sulla mobilità, sulle graduatorie e su tutto quello che riguarda la gestione amministrativa.

È necessario, adesso, dare un segnale al mondo della scuola della mia provincia, che ha bisogno, quest'anno più degli altri anni, di personale qualificato e messo in grado di concentrarsi con serenità sul difficile lavoro che lo aspetta nei prossimi mesi. Se il provveditorato sarà guidato con la stessa condotta, ho paura, invece, che sia a repentaglio la prossima definizione degli organici…

PRESIDENTE. Concluda.

ALESSANDRO MELICCHIO (M5S). …e così la regolare ripresa delle lezioni - ho concluso, Presidente - a causa di questa discutibile scelta fatta dal nuovo Ministro, cui chiedo di rimediare, a maggior ragione per la situazione in cui versa l'ufficio scolastico regionale della Calabria, terremotato dalle indagini giudiziarie e in grosse difficoltà organizzative.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Terzoni. Ne ha facoltà.

PATRIZIA TERZONI (M5S). Grazie Presidente. Sono qui per sollecitare un'interrogazione, la n. 4-08173, che ho già depositato a febbraio, ma anche quella che ho depositato oggi, che riguarda il canile di Tre Castelli - che è un piccolo comune nelle Marche -, che è un canile lager. È un canile autorizzato per sessanta cani e ci sono più di mille cani, è un canile sotto sequestro, è un canile che è il focolaio più grande d'Europa di Brucella canis, che è una malattia rarissima nel cane e solo nelle Marche ne abbiamo più di 600 casi, proprio in questo canile. I cani, purtroppo, non sono gestiti bene e la magistratura ha messo sotto sequestro e ha dato in gestione tutto al sindaco, che, poverino, non può continuare a gestire questo canile da solo. La gestione sanitaria è data in mano all'ASUR, che non ha messo neanche un veterinario fisso. Abbiamo due congelatori pieni di cani morti, abbiamo cani che si sono riprodotti in dei trasportini e i cuccioli stessi ora si stanno riproducendo da soli, non sono mai usciti da questi trasportini. Parliamo di mille cani confinati in delle piccole ceste. Addirittura, sono stati messi dentro gli armadi, dentro le vetrinette degli armadi. La Brucella canis è una zoonosi, come il COVID. Non è trasmissibile come il COVID, ma anche la Brucella può essere trasmessa all'uomo in casi molto rari. Il Ministero deve assolutamente intervenire: o manda degli ispettori o, comunque, deve fare un controllo. Abbiamo anche proposto, visto che è una malattia molto rara, poco conosciuta e poco studiata, di utilizzare anche questi cani, sempre nella tutela della salute e del benessere animale, per fare delle ricerche su questa malattia. Ma questo comune, questo sindaco, questo canile non possono essere abbandonati dalle istituzioni, e bisogna che il Ministero accenda subito un faro, perché questi animali stanno veramente soffrendo e addirittura si stanno azzannando fra di loro. Questo non può più succedere e deve assolutamente esserci un intervento da parte del Ministero.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Paolo Russo. Ne ha facoltà.

PAOLO RUSSO (FI). Grazie, Presidente, per rappresentare una vicenda che riguarda il comune di Procida. Sì, il comune di Procida, un'isola campana, nella quale un manufatto abusivo, che rappresentava la prima ed unica abitazione del titolare, è stato quest'oggi abbattuto. Eppure, quel manufatto era stato oggetto di condono, quello del 1994. Il Consiglio di Stato, che ha accolto le ragioni del ricorrente in sede cautelare, si sarebbe espresso in via definitiva nell'udienza del 6 maggio prossimo, fra qualche giorno. Si era chiesto null'altro che attendere quella data. Eppure, nonostante l'invito, che opportunamente, in quest'Aula, il Ministro della Giustizia Cartabia, interrogata, aveva sollevato - ad essere solerti sì, ma essere anche attenti, in periodo di COVID, alle sensibilità sociali, alle fragilità, alle condizioni tipiche e alle particolarità che si potevano celebrare rispetto alle unicità fragili di questioni singole -, nonostante l'alto invito che il Ministro ha saputo elevare, nonostante questa condizione, quest'oggi proprio è stato abbattuto quel manufatto. Ora mi chiedo, Presidente, quella famiglia, in epoca COVID, dove andrà a vivere? Dove celebrerà la sua esistenza ordinaria? Probabilmente in una condizione di maggiore commistione, in condizione di ulteriore fragilità.

Per questa ragione, la prego di sollecitare il Ministro che in quest'Aula ha voluto, con la sua sensibilità, la sua competenza e anche il suo garbo, rappresentare questa unica esigenza; invito lei ad informarla che, purtroppo quella sollecitazione non ha trovato il riscontro in una vicenda tipica rispetto alla sua sollecitazione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Berti. Ne ha facoltà.

FRANCESCO BERTI (M5S). Grazie, Presidente. Oggi, il tribunale di Arezzo ha assolto Walter De Benedetto. Sapete chi è Walter De Benedetto? È un malato, un cittadino italiano malato di artrite reumatoide a cui, per lenire il suo dolore, è stata prescritta la cannabis, ma lo Stato non ne produce abbastanza, allora, prima di rivolgersi al mercato criminale, all'illegalità o anche alla mafia, Walter se l'è coltivata a casa, la cannabis, nelle sue quattro mura. Per questo, Walter è stato indagato, imputato per coltivazione e spaccio, come un delinquente. Allora, Walter non è fuggito, è andato fisicamente in tribunale, sulla sedia a rotelle, a farsi giudicare.

Oggi, lo Stato lo ha assolto. L'assoluzione ha stabilito che coltivare per fini medici non è un reato. Walter, oggi, ha dato alle istituzioni italiane una lezione di dignità. Perché c'è stato bisogno di un tribunale, colleghi? Perché quando si parla di cannabis, anche medica, la politica è intossicata dal pregiudizio, è intossicata dallo snobismo, è intossicata dal moralismo, è persa nei fumi della propaganda. La politica, quasi sempre di destra, quando parla di cannabis ascolta se stessa e non ascolta i milioni di cittadini italiani che ci chiedono di regolare questo mercato.

Noi del MoVimento 5 Stelle ci siamo. Presidente, colleghi, non voltatevi dall'altra parte, perché il dolore non aspetta. Grazie, Walter De Benedetto, noi siamo con te (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Comencini. Ne ha facoltà.

VITO COMENCINI (LEGA). Grazie, Presidente. Nei giorni scorsi, ho avuto occasione di visitare l'hub vaccinale della caserma “G. Duca” a Montorio di Verona. È stato molto interessante; l'hub è gestito e coordinato dall'85° RAV dell'Esercito Italiano assieme alla Croce Verde di Verona. Ho constatato un ottimo livello organizzativo e una collaborazione proficua al servizio dei cittadini. Ci sono una sala polifunzionale, un ambulatorio ed un'infermeria di supporto. In particolar modo, la Croce Verde ha messo a disposizione otto soccorritori, tra cui tre infermieri ed un medico.

Voglio, quindi, ringraziare per l'impegno che ci stanno mettendo il comandante dell'85° RAV, il colonnello Ingala, il coordinatore dell'hub, colonnello Cardone, e appunto la Croce Verde, perché, insieme, dimostrano come si può mettere a disposizione un efficiente servizio nei confronti dei cittadini, per la questione vaccini. Resta, naturalmente, la problematica, lo sappiamo, dell'approvvigionamento dei vaccini e delle gravi carenze, delle lacune e dei dubbi. Da questo punto di vista, resta anche la problematica, sollevata anche dal nostro leader Matteo Salvini, riguardo al vaccino Sputnik, rispetto al quale, purtroppo, l'EMA non ha ancora dato una risposta. Sembra che gli ispettori, a maggio, quindi, tra qualche settimana, tra qualche giorno, andranno a visitare i siti produttivi, finalmente; speriamo che a breve arrivi una risposta, perché i dati dimostrano, hanno dimostrato che, in particolar modo in Ungheria, dove già è stato utilizzato, è il vaccino più efficace, più sicuro e anche più valido e che quindi risolve al meglio la problematica del COVID. Altrettanto, è quello che vediamo qui vicino, qui in Italia, in un Paese che si chiama San Marino, un piccolo Paese dove, proprio grazie alle forniture di Sputnik, da oggi hanno abolito di il coprifuoco e sono tornati alla normalità. Quindi, ci chiediamo il perché ancora adesso non si sblocchi questa questione e non si vadano invece a risolvere semplicemente i problemi dei cittadini, superando questioni inutili dal punto di vista politico, perché la salute dei cittadini dovrebbe essere coinvolta in queste questioni.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Sarro, che non vedo, quindi si intende che vi abbia rinunciato.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Bartolozzi. Ne ha facoltà.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Grazie, Presidente Mandelli. Ritorno sulla Commissione d'inchiesta, è la terza settimana, e il dato nuovo, Presidente, colleghi, è che le Commissioni riunite I e II hanno deciso di calendarizzare, dopo 30 uffici di presidenza, nei quali Forza Italia ha richiesto reiteratamente l'esame di questa PDL, della PDL a prima firma Gelmini, e oggi, Occhiuto; la novità è che i lavori inizieranno la prima settimana di maggio.

Presidente, però, noi non vorremmo che fosse la solita occasione persa. Lo dico perché… E qui vorrei stigmatizzare le parole del presidente dell'ANM, il presidente Santalucia, che ha definito farlocche le ricostruzioni fatte da Luca Palamara. Ora, Presidente, a me non risulta, e a noi non risulta, che Luca Palamara sia stato querelato, né dal presidente Santalucia, né da altri giudici, giudici importanti, che, in quelle chat hanno trovato spazio e modo di esprimersi. E vede, Presidente, la cosa più assurda è che trovo le dichiarazioni del presidente Santalucia gravi; gravi perché esse, sì, possono comportare quel conflitto di poteri dello Stato, che, proprio a questa Assemblea, proprio a questo Parlamento, viene attribuito, con la costituzione della Commissione d'inchiesta. Allora vorrei rispondere - e chiudo, Presidente - al presidente Santalucia in maniera molto rispettosa, ma, da una parte, ricordando le parole del giudice emerito Sabino Cassese, che ricorda e dice che l'istituzione di questa Commissione è assolutamente doverosa e opportuna, perché l'articolo 82 della nostra Costituzione lo prevede; e, d'altra parte, vorrei ricordare sempre al presidente Santalucia di rileggere quella lettera che sessantasette magistrati indipendenti di tutta Italia hanno inoltrato, già nel luglio dello scorso anno, al Presidente Mattarella, proprio per chiedere la Commissione d'inchiesta.

Presidente, noi non arretreremo di un passo, andremo avanti finché la Commissione sarà istituita e porterà fino in fondo il proprio lavoro (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Mercoledì 28 aprile 2021 - Ore 15:

1. Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata .

(ore 20,30)

2. Seguito della discussione del disegno di legge:

S. 2120 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 5 marzo 2021, n. 25, recante disposizioni urgenti per il differimento di consultazioni elettorali per l'anno 2021. (Approvato dal Senato). (C. 3002​)

Relatrice: SABRINA DE CARLO

La seduta termina alle 22,40.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nella votazione n. 2 la deputata Tateo ha segnalato che ha erroneamente votato contro mentre avrebbe voluto votare a favore;

nella votazione n. 2 la deputata Raffa ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 23 il deputato Bonafede ha segnalato che si è erroneamente astenuto mentre avrebbe voluto votare contro;

nella votazione n. 34 il deputato Centemero ha segnalato che ha erroneamente votato a favore mentre avrebbe voluto votare contro;

nella votazione n. 36 il deputato Migliorino ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 59 il deputato Miceli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 64 il deputato Giaccone ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale Ris. Lollobrigida e a. 6-188 512 503 9 252 47 456 43 Resp.
2 Nominale Ris. Crippa D. e a. 6-189 512 461 51 231 442 19 42 Appr.
3 Nominale Ris. Colletti 6-190 - 1° p. 508 470 38 236 21 449 43 Resp.
4 Nominale Ris. Colletti 6-190 - 2° p. 508 469 39 235 16 453 43 Resp.
5 Nominale Ris. Colletti 6-190 - 3° p. 507 469 38 235 19 450 43 Resp.
6 Nominale Ris. Colletti 6-190 - 4° p. 508 470 38 236 14 456 43 Resp.
7 Nominale Ris. Colletti 6-190 - 5° p. 507 469 38 235 17 452 43 Resp.
8 Nominale Ris. Colletti 6-190 - 6° p. 505 500 5 251 51 449 43 Resp.
9 Nominale Ris. Colletti 6-190 - 7° p. 506 468 38 235 17 451 43 Resp.
10 Nominale Ris. Colletti 6-190 - 8° p. 507 502 5 252 51 451 43 Resp.
11 Nominale Ris. Colletti 6-190 - 9° p. 503 466 37 234 18 448 43 Resp.
12 Nominale Ris. Colletti 6-190 - 10° p. 508 502 6 252 17 485 43 Resp.
13 Nominale Ris. Colletti 6-190 - 11° p. 506 470 36 236 20 450 43 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale Ris. Colletti 6-190 - 12° p. 506 470 36 236 19 451 43 Resp.
15 Nominale Ris. Colletti 6-190 - 13° p. 501 465 36 233 19 446 42 Resp.
16 Nominale Ris. Colletti 6-190 - 14° p. 503 470 33 236 20 450 42 Resp.
17 Nominale Ris. Colletti 6-190 - 15° p. 509 471 38 236 18 453 42 Resp.
18 Nominale Ris. Colletti 6-190 - 16° p. 506 469 37 235 18 451 42 Resp.
19 Nominale Ris. Colletti 6-190 - 17° p. 507 499 8 250 15 484 42 Resp.
20 Nominale Ris. Colletti 6-190 - 18° p. 503 468 35 235 18 450 42 Resp.
21 Nominale Ris. Colletti 6-190 - 19° p. 507 470 37 236 19 451 42 Resp.
22 Nominale Ris. Colletti 6-190 - 20° p. 500 494 6 248 50 444 42 Resp.
23 Nominale Ris. Colletti 6-190 - 21° p. 499 492 7 247 50 442 42 Resp.
24 Nominale Ris. Colletti 6-190 - 22° p. 494 490 4 246 19 471 42 Resp.
25 Nominale Ris. Colletti 6-190 - 23° p. 509 472 37 237 19 453 42 Resp.
26 Nominale Ris. Colletti 6-190 - 24° p. 502 463 39 232 17 446 42 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nominale Ris. Colletti 6-190 - 25° p. 507 468 39 235 17 451 42 Resp.
28 Nominale Ris. Colletti 6-190 - 26° p. 504 499 5 250 52 447 42 Resp.
29 Nominale Ris. Colletti 6-190 - 27° p. 502 499 3 250 18 481 42 Resp.
30 Nominale Ris. Colletti 6-190 - 28° p. 505 468 37 235 18 450 42 Resp.
31 Nominale Ris. Colletti 6-190 - 29° p. 497 457 40 229 16 441 42 Resp.
32 Nominale Ris. Colletti 6-190 - 30° p. 503 465 38 233 18 447 42 Resp.
33 Nominale Ris. Colletti 6-190 - 31° p. 495 459 36 230 16 443 43 Resp.
34 Nominale Ris. Colletti 6-190 - 32° p. 501 493 8 247 18 475 43 Resp.
35 Nominale Ris. Colletti 6-190 - 33° p. 497 460 37 231 16 444 43 Resp.
36 Nominale Ris. Colletti 6-190 - 34° p. 500 465 35 233 18 447 43 Resp.
37 Nominale Ris. Colletti 6-190 - 35° p. 505 470 35 236 19 451 43 Resp.
38 Nominale Ris. Colletti 6-190 - 36° p. 498 463 35 232 18 445 43 Resp.
39 Nominale Ris. Colletti 6-190 - 37° p. 502 466 36 234 18 448 43 Resp.


INDICE ELENCO N. 4 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nominale Ris. Colletti 6-190 - 38° p. 496 459 37 230 15 444 43 Resp.
41 Nominale Ris. Colletti 6-190 - 39° p. 500 496 4 249 19 477 42 Resp.
42 Nominale Ris. Colletti 6-190 - 40° p. 488 453 35 227 18 435 42 Resp.
43 Nominale Ris. Colletti 6-190 - 41° p. 490 454 36 228 18 436 42 Resp.
44 Nominale Ris. Colletti 6-190 - 42° p. 488 454 34 228 19 435 42 Resp.
45 Nominale Ris. Colletti 6-190 - 43° p. 493 457 36 229 19 438 42 Resp.
46 Nominale Ris. Colletti 6-190 - 44° p. 491 457 34 229 19 438 42 Resp.
47 Nominale Ris. Colletti 6-190 - 45° p. 483 450 33 226 19 431 42 Resp.
48 Nominale Ris. Colletti 6-190 - 46° p. 490 462 28 232 18 444 42 Resp.
49 Nominale Ris. Colletti 6-190 - 47° p. 494 462 32 232 17 445 42 Resp.
50 Nominale Ris. Colletti 6-190 - 48° p. 490 486 4 244 48 438 42 Resp.
51 Nominale Ris. Colletti 6-190 - 49° p. 484 479 5 240 48 431 42 Resp.
52 Nominale Ris. Colletti 6-190 - 50° p. 479 475 4 238 51 424 42 Resp.


INDICE ELENCO N. 5 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 65)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nominale Ddl 2945-A - odg. n. 29 444 438 6 220 53 385 76 Resp.
54 Nominale odg 9/2945-A/37 439 432 7 217 46 386 76 Resp.
55 Nominale odg 9/2945-A/39 449 442 7 222 46 396 76 Resp.
56 Nominale odg 9/2945-A/84 452 448 4 225 48 400 76 Resp.
57 Nominale odg 9/2945-A/86 450 445 5 223 45 400 76 Resp.
58 Nominale odg 9/2945-A/93 rif. 457 452 5 227 435 17 76 Appr.
59 Nominale odg 9/2945-A/75 435 430 5 216 43 387 70 Resp.
60 Nominale odg 9/2945-A/78 289 281 8 141 48 233 70 Resp.
61 Nominale odg 9/2945-A/79 p. I 270 266 4 134 44 222 70 Resp.
62 Nominale odg 9/2945-A/80 p. I 416 414 2 208 43 371 69 Resp.
63 Nominale odg 9/2945-A/83 416 415 1 208 42 373 69 Resp.
64 Nominale Ddl 2945-A - voto finale 332 329 3 165 309 20 73 Appr.
65 Nominale Ddl 3002 - Chiusura DG 337 336 1 169 316 20 73 Appr.