XVIII LEGISLATURA
Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 502 di giovedì 6 maggio 2021
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO
La seduta comincia alle 9,30.
PRESIDENTE. La seduta è aperta.
Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.
LUIGI IOVINO, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
(È approvato).
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Enrico Borghi, Casa, Maurizio Cattoi, Comaroli, Delmastro Delle Vedove, Dieni, Gebhard, Giachetti, Lapia, Lollobrigida, Lorefice, Lupi, Ruocco, Scoma, Silli, Tateo, Vito e Zoffili sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
I deputati in missione sono complessivamente 92, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).
Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,35).
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
Sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Lollobrigida. Ne ha facoltà.
FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Presidente, approfitto della sua presenza per parlarle direttamente rispetto ad alcune richieste che avevamo formalizzato e alle quali non abbiamo avuto risposta. In particolare, faccio riferimento alla richiesta di avere il Presidente Draghi in Aula sulla vicenda legata ai rapporti con la Russia, che incidono su tanti settori, primo dei quali, ovviamente, il clima di conflitto diplomatico emerso a seguito dell'arresto di un diplomatico russo e di un militare italiano per aver fornito alla Russia alcuni elementi sensibili in cambio di denaro. Quello però è stato solo il primo passaggio che poi ha visto crescere la conflittualità, portando anche all'espulsione di diplomatici italiani, un clima di carattere internazionale che noi vorremmo capire come va ad incidere sulle vicende di natura interna. Perché? Perché - come lei ha potuto appurare in questo periodo - esistono una serie di condizionamenti. Ieri, abbiamo ascoltato che, rispetto al riconoscimento dei vaccini e del cosiddetto patentino per circolare anche all'interno della nostra Nazione, con ogni probabilità non si accetteranno come validi vaccini come lo Sputnik, piuttosto che quello cubano o quello cinese. Quello che vorremmo capire è se si combatte sul piano vaccinale una lotta geopolitica, della quale noi non abbiamo nozione. E lo dico anche in relazione al ruolo menomato del Copasir: so che le è stata inviata una richiesta, da autorevoli costituzionalisti, di incontro - alla quale la Presidente del Senato, seppur per le vie brevi, ha dato parere favorevole -, per confrontarsi su quello che lei, nella lettera scritta a noi presidenti dei gruppi, di Camera e Senato, rimandava a un accordo politico che non c'è stato rispetto al Copasir e, quindi, alla necessità di capire se quell'organismo è funzionale e funzionante, come dovrebbe essere, seppur menomato di due autorevoli membri, dai quali la rappresentanza delle opposizioni, anche in relazione all'applicazione della legge n. 124 del 2007, che è una legge che prevede il rapporto corretto su un argomento sensibile, come quello dei servizi segreti, con il controllo del Parlamento sulle azioni degli stessi per evitarne degenerazioni. Come sa, fino a qualche anno fa, per esempio, le nomine dei servizi segreti venivano approvate in Parlamento, dopodiché si affidò alla riforma normativa la possibilità di un confronto diretto tra il Presidente del Consiglio Draghi e il presidente del Copasir, in quanto il presidente del Copasir rappresentava la minoranza. E allora si sta aprendo un vulnus di carattere generale, che può portare a delle degenerazioni del nostro sistema, sulle quali noi crediamo il Presidente Draghi abbia una normale necessità di relazionarsi con l'organismo elettivo e rappresentativo, che resta il Parlamento. Di farlo in funzione di chiarimento di alcuni aspetti anche per la convocazione, che abbiamo letto ieri, presso il Copasir, che incide quindi su una legittima volontà di quell'organismo di affermare la sua funzionalità. C'è poi il fatto di non aver ricevuto in questo Parlamento una risposta sulla stessa richiesta che è pervenuta dal Parlamento: una asincronia che davvero non è ad oggi comprensibile (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia e di deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
PRESIDENTE. La richiesta al Presidente del Consiglio l'ho avanzata di nuovo tramite il Ministro per i Rapporti con il Parlamento. Appena avrò una risposta, la informerò senza dubbio.
Nel quarantacinquesimo anniversario del terremoto del Friuli.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Bubisutti. Ne ha facoltà.
AURELIA BUBISUTTI (LEGA). Grazie, Presidente. Intervengo perché oggi ricorre il quarantacinquesimo anniversario del terremoto del Friuli. Desidero ringraziare i miei colleghi del Friuli, che mi hanno dato la possibilità di fare questo intervento, anche perché io c'ero allora e credo di essere veramente la persona che più ha vissuto dall'inizio quella terribile tragedia. In 59 secondi, quasi 1.000 vittime, 119 comuni coinvolti. È ricordato tra i cinque peggiori eventi sismici che hanno colpito l'Italia nel Novecento: 75.000 edifici danneggiati, 18.000 cancellati, 40.000 senzatetto. Noi ricordiamo Gemona del Friuli e Venzone, credo tutti quanti li ricordino, però vorrei ricordare anche i molti Paesi non conosciuti, piccole comunità che sono state devastate in quei 59 secondi.
Ma non soltanto in quei 59 secondi del 6 maggio. Ricordo che l'11 settembre e il 15 settembre ci furono altre scosse fortissime che minarono anche la forza e il coraggio che i friulani avevano ripreso in quei mesi.
Il mio intervento di oggi vuole innanzitutto ricordare e rendere omaggio, in quest'Aula della Camera, alle mille vittime di quei terribili eventi (Applausi). A loro e alle loro famiglie va il mio e - sono certa - il vostro pensiero più profondo. Vorrei ricordare anche i primi soccorsi. I primi soccorsi sono stati dati dagli alpini (voi sapete che il Friuli aveva un contingente fortissimo per la sua storia). Guai a chi pensa oggi di far togliere a quegli alpini la divisa e i loro cappelli (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia). Questa è anche un'occasione irripetibile per legare quell'esperienza alla tragedia che stiamo vivendo oggi e cercare di utilizzare quell'esperienza per dare un messaggio di positività. La ricostruzione del Friuli è considerata da tutti un esempio di efficienza e rapidità; si dice sia stata l'unica ricostruzione compiuta d'Italia. In pochi secondi un'intera comunità si trovò lacerata; migliaia di famiglie trascorsero anni lontano dalle proprie case, per rientrare nel 1980 in villaggi prefabbricati, costruiti comunque vicini ai rispettivi paesi.
Perché dico questo (e mi torna in mente Venzone)? Perché in Friuli c'è stato, in quegli anni, un grande dibattito sul come ricostruirlo e dove ricostruire. Ebbene, vi faccio l'esempio di Venzone, dove c'era un borgo medievale con un duomo del 1300 e con una fortezza, riconosciuti da tutti di valore inestimabile. Ebbene, durante le varie scosse, il duomo e anche la fortezza sono crollati. I paesani, la gente di quel paese, ha deciso di raccogliere tutte le pietre e ricostruire il duomo com'era e, con quasi 8 mila pietre, ha ricostruito il duomo e le mura. Oggi lo possiamo vedere: è una cosa meravigliosa (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia)! Scusate, sono un po' emozionata, perché quelle cose le ho vissute. Avevo 25 anni, le ho vissute e, credetemi, ricordarle oggi mi mette molta emozione.
Quello del Friuli è stato un terremoto come tanti altri. Lo fu nella tragedia, nella devastazione, nella lacerazione sociale. Ferite che non hanno avuto, purtroppo, il tempo per essere immediatamente affrontate, perché le priorità erano altre, ma non per questo dimenticate. Il dopo, invece, non fu come altri: fu qualcosa di unico. Nonostante una lunga serie di scosse di assestamento che continuarono per diversi mesi, la ricostruzione fu rapida e completa; la solidarietà fu enorme. Ricordo i molti friulani nel mondo - voi sapete che il Friuli è terra di migrazione - che hanno contribuito in maniera incredibile per aiutare il Friuli-Venezia Giulia. L'8 maggio il consiglio regionale del Friuli-Venezia Giulia stanziò 10 miliardi di lire. Il 15 settembre il Governo Andreotti nominò Zamberletti commissario straordinario del Governo - e straordinario lo fu davvero - per coordinare i soccorsi; ebbe carta bianca, salvo approvazione a consuntivo che il Parlamento approvò all'unanimità.
Ci furono nove decreti per il Friuli, per tutta la sua ricostruzione. Io credo che non ci possano essere commenti. Si dice che Zamberletti coordinò senza strafare. Vi ricordo che la Protezione civile nasce allora, nasce nel Friuli e oggi è vanto di tutto il Paese (Applausi). Scelta importante furono i sindaci, essi stessi commissari di Governo. Fondi statali direttamente gestiti da Zamberletti insieme al governo regionale, che si assunse la responsabilità politica delle scelte e ne fu garante.
È vero che il terremoto fu una sella, uno spartiacque sia socioeconomico che di partecipazione politica. Il Friuli del 1976 era considerato espressione geografica rurale, arretrato, sottosviluppato rispetto ad altre regioni d'Italia.
PRESIDENTE. Deve concludere.
AURELIA BUBISUTTI (LEGA). Sto chiudendo. Credo sia importante (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier); ho quasi finito.
PRESIDENTE. È chiaro, però ci sono anche gli altri interventi sullo stesso argomento.
AURELIA BUBISUTTI (LEGA). Divenne un grande cantiere di iniziative di artigiani, di piccole aziende, imprese, di uomini e donne abituati alla fatica e al lavoro non sempre facile. Una crescita economica che fu anche una crescita culturale. Nel 1978 nasce l'università di Udine, figlia di quel terremoto ma anche della volontà di movimenti autonomisti, sempre in prima linea per un riscatto di orgoglio e di consapevolezza del popolo friulano. Le elezioni del…
PRESIDENTE. Per favore, deve concludere.
AURELIA BUBISUTTI (LEGA). Io concludo. Io credo che quell'esperienza ci faccia riflettere e ci dica che se il popolo friulano è riuscito a ricreare un tessuto sociale devastato, questo non può impedire al nostro Paese di fare altrettanto (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). “Fare quello che va fatto” ha detto il Presidente Draghi: bene. Questo deve essere fatto e deve essere fatto con coraggio, con scelte coraggiose: semplificazione, fiducia, trasparenza, rigore, competenza, assunzione di responsabilità individuale.
PRESIDENTE. Deve concludere!
AURELIA BUBISUTTI (LEGA). Credo sia questa la chiave (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier - Congratulazioni)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sempre sull'ordine dei lavori il deputato Rizzetto. Ne ha facoltà.
WALTER RIZZETTO (FDI). La ringrazio, Presidente. Il 6 maggio di 45 anni fa io avevo un anno ed eravamo fortunatamente lontani dalla zona dell'epicentro; però ricordo i racconti di mia nonna, che mi disse che per centrare la porta per uscire di casa con me in braccio fece molta fatica, perché tremava tutto, perché ballava tutto. La terra, Presidente e sottosegretario, tremò attorno alle ore 21 in un maggio che, lo ricorderà anche la collega Bubisutti che è appena intervenuta, era un maggio molto strano per il Friuli; era un maggio molto caldo, era una serata molto afosa. L'Orcolat, ovvero l'orco che esce dalle caverne, come noi in Friuli chiamiamo il terremoto, sfiorò il nono grado della scala Mercalli e questo significava, all'epoca, distruzione ovunque. Un moto insieme sussultorio e ondulatorio: il Friuli in quel momento fu devastato da un terremoto incredibile; interi paesi - colleghi - furono rasi al suolo.
Nell'epicentro, vicino a Gemona del Friuli, la devastazione fu, di fatto, impressionante. Il bilancio alla fine, come ricordato, fu di quasi mille morti, con 40 mila sfollati, 20 mila abitazioni distrutte e quasi 80 mila abitazioni danneggiate. All'epoca, Presidente, non esisteva, non c'era la Protezione civile, non c'erano le colonne di pronto intervento di emergenza; furono i radioamatori che tennero vive le comunicazioni in quel momento. Aldo Moro, allora Presidente del Consiglio, in accordo con Francesco Cossiga, che era Ministro dell'Interno, nominò commissario straordinario Giuseppe Zamberletti. Penso che tutta l'Aula debba un applauso all'onorevole Zamberletti (Applausi), esempio morale e di rettitudine su come le cose si possono fare in modo onesto, sincero, in velocità.
In quel momento, ecco, in quel momento Aldo Moro, Francesco Cossiga fecero arrivare lo Stato in Friuli. E, ancora, l'Esercito - e mi avvio alla conclusione -, gli Alpini, quella sera, avevano subito addirittura 32 morti e 240 feriti. Mentre contavano i morti, l'Esercito inviava le colonne per poter aiutare la gente sotto le macerie e sotto gli ospedali (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Presidente, noi non abbiamo paura di quelle divise, noi dobbiamo rispettarle, sempre, ed alzarci il cappello ogni volta che una di queste divise passa (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!
Iniziarono, con i giovani del posto, a scavare a mani nude, senza aspettare e, da quel giorno, nacque il modello Friuli, un modello paziente, un modello morale, quel modello, che è meglio di tutti gli altri, ha risollevato le sorti di un intero popolo. In un famoso filmato - e veramente concludo, ringraziandola, Presidente – si vede una ragazza di allora, intervistata, se non ricordo male, da Gianni Minà; Gianni Minà chiese a questa ragazza: perché non piangi? E questa ragazza che, probabilmente, aveva poco più di vent'anni, disse: a che cosa serve piangere? Qui serve ricostruire, e farlo subito. Il Friûl al ringrazie e nol dismentee (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia): questo, in lingua friulana, significa che il Friuli ringrazia e non dimentica, non dimentica quando colonne da tutta Italia, dalla Sardegna, dal Lazio, dall'Abruzzo, da tutte le regioni d'Italia, vennero a dare una mano per restituire dignità ai morti, per cercare di ricostruire, per portare un modello che, ancora ad oggi, è invidiato in tutto il mondo rispetto ad una tragedia, che, tra l'altro, ricorda molto, purtroppo, la tragedia che oggi stiamo vivendo. E, quindi, il modello Friuli in quel caso, il modello Zamberletti sia un buon viatico, Presidente, anche per la nostra ripresa odierna.
Evviva il Friuli, lo rinnovo: il Friuli ringrazia e non dimentica quanto è successo e quanto è stato fatto (Applausi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Serracchiani. Ne ha facoltà.
DEBORA SERRACCHIANI (PD). Grazie, Presidente. Voglio ringraziare la collega Bubisutti e il collega Rizzetto, perché questa è una giornata per il Friuli-Venezia Giulia, per il Friuli in particolare, davvero importante, importante perché ricordiamo, a quarantacinque anni di distanza, quella terribile giornata che loro bene hanno ricordato, che non fu la sola, purtroppo, perché, poi, nel settembre successivo, una seconda scossa travolse quello che era rimasto in piedi e, oggettivamente, creò molto scoramento in un popolo che, però, aveva dato tutto quello che aveva ed aveva anche avuto molta di quella solidarietà che veniva ricordata e sulla base della quale nacque, appunto, la Protezione civile. C'era un motto, c'era un termine, c'era una frase che, in qualche modo, divenne quella di tutta la comunità. Il Friuli venne ricostruito perché si disse, tutti dissero: prima le fabbriche, poi le case, poi le chiese. Questo divenne il motto sulla base del quale quel modello Friuli ricostruì il Friuli e fu un esempio per tutto il Paese. E che, oggi, questo esempio sia - me lo consenta con queste poche parole, Presidente - l'esempio di un Paese che deve essere ricostruito, ricominciare a credere in se stesso, deve superare questa difficoltà e deve guardare a quel modello come a un modello che ce l'ha fatta. Rimboccandoci le maniche tutti, ce l'abbiamo fatta e torneremo a farcela, Viva il Friuli (Applausi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Sut. Ne ha facoltà.
LUCA SUT (M5S). Grazie, Presidente. Faccio questo breve intervento anch'io per ricordare un evento che ha colpito la mia regione, il Friuli-Venezia Giulia e, in particolare, della zona del Friuli con epicentro tra Gemona e Artegna. È un evento in cui - come i colleghi che sono intervenuti prima di me - io non ero ancora nato, quindi lo posso ricordare dal racconto della mia famiglia, dei miei parenti, dei miei amici. Un racconto importante - e si vede anche dalle loro facce quando lo raccontano - che ha che ha colpito la nostra comunità, ma che, come è stato ricordato anche prima, è un esempio per tutto il Paese, ma anche per tutto il mondo - la ricostruzione che è avvenuta - anche grazie - e mi unisco all'applauso che è stato fatto prima per il commissario nominato Zamberletti - al grande lavoro che è stato fatto, assieme a tutti i sindaci, assieme a tutte le comunità, assieme agli Alpini, a tutti quelli che sono intervenuti.
Faccio questo intervento, soprattutto, anche per ricordare i quasi mille deceduti di questa grande tragedia che ha colpito il Friuli, che, ricordo, è tra i primi cinque più pesanti eventi di terremoto in Italia, con più di 100 mila sfollati e 15 mila case che sono andate distrutte. Un evento - lo sottolineo ancora - che deve essere di esempio per tutto quello che potrà ancora succedere per il nostro Paese, perché è indubbio che i terremoti non sono prevedibili, non si possono controllare. Quindi, usiamo questa giornata per ricordare assieme tutto quello che è stato fatto, che ha dimostrato, la comunità del Friuli, di poter fare, che sia da esempio per tutto il nostro Paese (Applausi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Pettarin. Ne ha facoltà.
GUIDO GERMANO PETTARIN (FI). Grazie, Presidente. Colleghe, colleghi, era il 6 di maggio del 1976, erano le 21,03 e, a casa mia, la terra saltava; un metro e mezzo di ampiezza per quanto riguarda le linee telefoniche e le linee elettriche che, a causa della scossa, esprimevano in questa maniera l'energia devastante che l'orco, l'Orcolat, scatenava sul Friuli. Mille morti, ma l'inizio di una ricostruzione emblematica, esemplare, friulana. All'epoca si diceva che: un modon par omp e o' tornarin a plomp, che significa un mattone per uno e saremo in grado di aver ricostruito (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente, Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia). Abbiamo capito, tutti insieme, che non si può più fare da soli. Neanche noi friulani saremmo oggi in grado di riuscire a fare da soli ciò che sarebbe necessario per poter rimettere in piedi il nostro Paese. Ma, colleghe, colleghi, se noi friulani siamo riusciti a ricostruire dal terremoto la nostra terra, noi italiani riusciremo certamente, tutti quanti insieme, duč insiemit, a ricostruire l'Italia dopo la pandemia e il terremoto che questa ha portato. Grazie a tutti per la vostra presenza. Viva il Friûl e viva l'Italia (Applausi)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Moschioni. Ne ha facoltà.
DANIELE MOSCHIONI (LEGA). Grazie, Presidente. Mi associo anch'io a quanto detto da tutti i colleghi friulani e oggi, qui, vi vorrei fare una proposta, perché in Friuli sono morti, nella caserma di Venzone, degli Alpini. Oggi noi abbiamo una grande figura, il commissario Figliuolo, generale degli Alpini (Applausi) e, quindi, io credo che vada dato un ringraziamento a questa grande persona, perché ha preso per mano quello che è il popolo italiano, per portarlo fuori da questa pandemia. Quindi, io troverei corretto, per quanto fatto dagli Alpini nel 1976, per quanto sta facendo il generale Figliuolo al giorno d'oggi, che venga istituita la “Giornata dell'Alpino” il 6 maggio. Credo che lei, Presidente, possa farsi promotore di istituire questa “Giornata dell'Alpino” del 6 maggio per ricordare tutti gli Alpini morti e per quanto hanno fatto gli Alpini, non solo in Friuli, ma in tutta Italia (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
Seguito della discussione delle mozioni Lollobrigida ed altri n. 1-00469, Davide Crippa, Molinari, Serracchiani, Occhiuto, Boschi, Fornaro, Schullian, Silli, Lapia, Lupi, Magi, Tasso e Muroni n. 1-00476 e Maniero ed altri n. 1-00478 concernenti iniziative per il rilancio economico e produttivo della Nazione (ore 10).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione delle mozioni Lollobrigida ed altri n. 1-00469 (Ulteriore nuova formulazione), Davide Crippa, Molinari, Serracchiani, Occhiuto, Boschi, Fornaro, Schullian, Silli, Lapia, Lupi, Magi, Tasso e Muroni n. 1-00476 e Maniero ed altri n. 1-00478 concernenti iniziative per il rilancio economico e produttivo della Nazione (Vedi l'allegato A).
Avverto che, dopo la conclusione della discussione sulle linee generali che ha avuto luogo nella seduta di lunedì 3 maggio 2021, sono state presentate la mozione Maniero ed altri n. 1-00478 e una nuova formulazione della mozione Lollobrigida ed altri n. 1-00469, che sono già state iscritte all'ordine del giorno.
(Parere del Governo)
PRESIDENTE. Invito il rappresentante del Governo ad intervenire, esprimendo altresì il parere sulle mozioni all'ordine del giorno.
BRUNO TABACCI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Grazie, Presidente. Ho partecipato lunedì alla discussione generale e ho ascoltato gli interventi dei colleghi. Mi è parsa una discussione che richiamava quelle che abbiamo già avuto nel corso di queste settimane sia sul Documento di economia e finanza, sia sul PNRR; un supplemento di discussione sulla condizione economica e sociale del Paese e sulle opzioni per il suo rilancio, dopo quelle, appunto, che abbiamo già svolto insieme.
Osservo che la politica economica di questi mesi e anche la svolta europea del luglio scorso sono state conseguenza della pandemia che il mondo intero sta affrontando, essendosi trovato all'inizio totalmente impreparato. Gli schemi in essere prima della pandemia sono stati ampiamente sovvertiti e oggi viviamo in un tempo largamente carico di incertezze, pur con qualche speranza di uscirne e di guardare positivamente al futuro.
Venendo alle mozioni che sono state presentate, si deve osservare che in sé alcuni impegni sarebbero accettabili, ma senza una visione complessiva, anche finanziaria, di sostenibilità della finanza pubblica perdono logica e assumono un valore prevalentemente politico. Poi, di fronte alla recente approvazione da parte di entrambe le Camere prima del DEF e poi del PNRR, inviato entro il 30 di aprile come previsto in Europa, e con l'astensione apprezzata di gruppi importanti come quello di Fratelli d'Italia sul PNRR, il Governo e la maggioranza parlamentare hanno indicato con precisione il complesso delle iniziative necessarie per il rilancio economico, produttivo e sociale del Paese.
Il Governo non può che ribadire le posizioni espresse in Aula in quell'occasione dallo stesso Presidente del Consiglio Draghi. Per questo, mi vedo indotto ad esprimere un parere favorevole sulla mozione di maggioranza, Davide Crippa ed altri n. 1-00476, con i tre punti indicati che sono coerenti con l'attuazione del piano stesso, e, conseguentemente, un parere sfavorevole sulle mozioni delle opposizioni, Lollobrigida ed altri n. 1-00469 (Ulteriore nuova formulazione) e Maniero ed altri n. 1-00478.
(Dichiarazioni di voto)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di parlare il deputato Tasso. Prego, ne ha facoltà.
ANTONIO TASSO (MISTO-MAIE-PSI). Grazie, Presidente. Che la crisi pandemica continui a condizionare pesantemente la vita economica e sociale del nostro Paese lo diciamo e lo riscontriamo ogni giorno, da diversi mesi a questa parte. Per poter parlare in maniera circostanziata di questo tema non mi basta il tempo a disposizione, perciò focalizzerò il mio intervento su una semplice equazione. Ad oggi, il rilancio economico si basa ancora intensamente sugli aiuti, sui ristori, sui sostegni, che certamente sono indispensabili anche se spesso non esaustivi. Quindi, per pianificare un piano di rilancio dell'economia, non si può tralasciare la ripresa a pieno regime di tutte le attività produttive e lavorative, le quali, però, a loro volta, non possono prescindere dalla situazione sanitaria. Pertanto, perché il quadro sanitario non sia di ostacolo alla ripresa dell'attività produttiva, oltre ad una campagna vaccinale intensa e totale, serve che le strutture siano oltre che efficienti anche capienti come numero di posti, per evitare la saturazione in momenti di particolare picco dei contagi; infatti, poi, sostanzialmente è la mancanza di disponibilità dei ricoveri che detta le normative stringenti, che blocca o limita fortemente la circolazione e, di conseguenza, la ripresa dell'attività lavorativa.
Quindi, quando nella risoluzione di maggioranza che porta la mia firma e che la componente MAIE-PSI voterà si invita all'adozione di misure per il rilancio economico e produttivo del Paese, io auspico fortemente che si trovi riscontro anche nel potenziamento delle strutture ospedaliere e del personale sanitario, cosa che risolverebbe di fatto l'equazione che ho appena illustrato.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fioramonti. Prego, ne ha facoltà.
LORENZO FIORAMONTI (MISTO-FE-FDV). Grazie, Presidente. La componente Facciamo Eco-Federazione dei Verdi sosterrà la mozione di maggioranza. Siamo di fronte ad una sfida epocale, una sfida storica ed è fondamentale che si comprenda che la salute delle persone e dell'ambiente è indispensabile per qualunque tipo di rilancio economico. Ormai credo che sia un riconoscimento trasversale, dopo questa esperienza pandemica, da parte di tutte le forze politiche, il fatto che senza salute e senza sostenibilità non c'è alcun tipo di progresso. Noi dobbiamo evitare di pensare ad una normalità in cui le mascherine - che io, lei e il sottosegretario indossiamo, come tutti - vengano sostituite da quelle antismog, perché così rischiamo di produrre nel futuro prossimo se non prendiamo seriamente la questione della salute delle persone e dell'ambiente.
Diciamocelo chiaramente: il PNRR è una grande opportunità per questo Paese ma non è la manna dal cielo; 240 miliardi non servono a nulla se il Paese non si adeguerà sulla base di quegli stessi principi nel modificare la spesa pubblica generale, la spesa dello Stato, che ammonta a 800 miliardi ogni anno. Solo quest'anno noi abbiamo fatto quasi 200 miliardi di deficit, in un anno: come possiamo pensare che 200 miliardi e poco più in sei anni possano stravolgere il Paese?
Quello che serve è adottare gli stessi principi e le stesse logiche per la prossima legge di bilancio, per una riforma fiscale che sia adeguata ai tempi, una riforma fiscale che metta al centro la salute e la sostenibilità. Non possiamo più permetterci di avere ancora 20 miliardi da pagare ogni anno per l'industria inquinante e poi ci riempiamo la bocca dicendo che vogliamo essere i fautori della sostenibilità.
E' bene investire sulle scuole e ha fatto molto bene il Governo Draghi a rivedere la parte sull'istruzione nel PNRR. Ma in quelle scuole dovranno andarci degli insegnanti di ruolo, dovranno essere formati, dovrà esserci un impegno pubblico nel garantire che quelle scuole siano nel rispetto del dettame della Costituzione. Questo significa superare il precariato nella scuola. Se noi vogliamo fare in modo che gli ospedali che ricostruiremo siano all'altezza dei tempi, dovremo avere dei medici formati: non possiamo più permetterci di avere pochi medici in questo Paese perché non bastano i soldi per le borse di studio!
Allora, siccome tutto questo nel PNRR non c'è, noi chiediamo con forza al Governo di compiere delle scelte coraggiose anche e soprattutto sulle riforme fiscali e di bilancio che dovremo fare nei prossimi mesi, con un completo allineamento. Non possiamo più permetterci di essere in contraddizione con le cose che pubblicamente diciamo quando si tratta di decidere cosa fare con il bilancio dello Stato, a partire come dicevo dai sussidi ambientalmente dannosi, da una riforma fiscale che faccia quello che abbiamo detto in questi giorni.
Abbiamo detto che è importante il cibo di qualità, la produzione locale, il made in Italy. Allora, dobbiamo spiegare ai cittadini come mai oggi il cibo di pessima qualità prodotto industrialmente, con metodi anche sospetti e sicuramente non tenendo la salute al centro della visione di produzione, costi di meno quando si va al supermercato di quanto, invece, costi un cibo prodotto con qualità - attenzione - da un'azienda locale, da un'azienda che si prende anche cura del territorio.
Ecco, questi sono tutti elementi che devono comporre una riforma fiscale che noi non possiamo rimandare ai prossimi decenni. Noi dobbiamo realizzarla adesso, nella prossima legge di bilancio e questo è il grande impegno di questo Governo: bisogna fare in modo che una fiscalità davvero verde, davvero sostenibile, cambi completamente lo scenario. A seguito di questa pandemia non hanno sofferto tutte le aziende, non hanno sofferto tutti i sistemi industriali. C'è chi si è molto arricchito in questa pandemia: grandi aziende multinazionali che operano nel nostro Paese, la grande distribuzione a scapito della piccola distribuzione; abbiamo invertito in molti casi i processi razionali.
Quindi, noi chiediamo con forza al sottosegretario, nella sua funzione di coordinamento della politica economica, di fare in modo che questo PNRR non sia un colpo nel vuoto, ma che sia l'inizio di una nuova politica di bilancio da parte dello Stato.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Colucci. Prego, ne ha facoltà.
ALESSANDRO COLUCCI (M-NCI-USEI-R-AC). Grazie, Presidente. Noi abbiamo sottoscritto una delle mozioni concernenti iniziative per il rilancio economico e produttivo della Nazione perché questa è una fase dove la crisi economica è diventata oramai la priorità per il Paese, quindi la priorità per un Governo che è nato proprio per affrontare con competenza e serietà questo momento molto difficile per l'Italia; ed è nato proprio perché il Governo precedente non è stato assolutamente in grado di affrontare questa crisi.
Il Governo Draghi, per noi che facciamo parte del centrodestra di Governo, deve innanzitutto dare certezze. La vera ricetta per il rilancio dell'economia sono le riaperture con date e scadenze certe. Basta incertezze: apri, chiudi; oggi sì, domani no. Su questo il Governo Draghi sta facendo quello per cui è nato.
Una delle recenti dimostrazioni è la dichiarazione del Presidente Draghi sul pass verde nazionale che sarà presente in Italia dal 15 maggio, un mese prima del green pass europeo. Questo dimostra che il Governo ha le idee chiare, è determinato e sa qual è la strada da seguire: quella di dare le informazioni giuste, per tempo, agli operatori economici. La campagna vaccinale è servita non solo per l'aspetto sanitario, ma anche per questo, perché oramai siamo arrivati a 500 mila dosi quotidiane, ed è la strada per riuscire a garantire una sicurezza sanitaria che ci permetta di tornare a lavorare con la serenità di prima. E permettetemi, su queste 500 mila dosi giornaliere, anche una nota di orgoglio, per il sottoscritto, che è lombardo: la tanto trattata male regione Lombardia, in questi mesi, in quest'Aula, su 500 mila dosi quotidianamente somministra più di 100 mila dosi (Applausi di deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Credo che sia un dato ogni tanto da ricordare quando le cose vanno bene e quando si riesce a riaggiustare la mira su alcune difficoltà.
Quindi, il rilancio dell'economia è certamente la priorità. Il presidente di Confcommercio, Sangalli, ieri, in un'intervista sul Corriere della Sera, ha fornito dati inquietanti: nel 2020 il terziario ha registrato una diminuzione del 9,6 per cento del valore e di un milione e mezzo di lavoratori in meno nel settore rispetto ai 2 milioni e mezzo in meno in tutto il Paese. Questo, purtroppo, dimostra che non è una legge che garantisce il lavoro, ma è dare sostegno al mondo economico che crea posti di lavoro. Anche noi abbiamo apprezzato le parole di Draghi quando si è espresso, in quest'Aula, dicendo che è vietato sbagliare e condividiamo le riflessioni di Sangalli che, oltre al rapporto che il Governo deve avere con gli enti locali, è necessario che ce l'abbia anche con le parti sociali e il Parlamento. Allora, alcuni suggerimenti sul tema; abbiamo 40 miliardi dallo scostamento e 235 miliardi dal Piano nazionale di ripresa e resilienza. Nel merito, ci sono due aspetti che consideriamo importanti: quello delle riforme, la semplificazione, la sburocratizzazione. È inutile fare il bonus del 110 per cento se sono necessari 95 adempimenti per ottenerlo. Il codice degli appalti è da semplificare, uniformandosi all'Europa, altrimenti i 32 miliardi di infrastrutture non verranno mai utilizzati. E, per concludere, è necessario intervenire in modo chiaro su settori come la ristorazione, che ha perso 38 miliardi, l'alberghiero, che ha perso 32 miliardi, il complesso delle fiere, congressi e hotel, meno 79 per cento. È necessario intervenire con una formula, è questo il suggerimento che diamo al Governo: prestiti garantiti dallo Stato. Costano meno delle risorse a fondo perduto, perché 2 miliardi nel turismo non sono sufficienti o non servono, e l'autorevolezza del Governo in Europa ci può consentire di dare questi prestiti in quindici o vent'anni, e non solo nei sei anni previsti.
Concludo, Presidente, dichiarando che oggi la vera sfida è quella economica; il Governo prosegua la strada intrapresa, della serietà e della competenza, che sono le ragioni per cui è nato. Insieme, riusciremo ad aiutare e a sostenere gli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI-Rinascimento AdC).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Maniero. Ne ha facoltà.
ALVISE MANIERO (MISTO-L'A.C'È). Grazie, Presidente. Una considerazione mi sento di fare: per il rilancio di un Paese che è strategicamente collocato come l'Italia certo sarà importante non essere ignavi e adottare tutte le iniziative attive necessarie a non rimanere indietro, ma altrettanto importante, a mia opinione, sarebbe smetterla di perseverare con gli errori che hanno concorso, non sono stati gli unici, ma hanno concorso e concorrono con la stagnazione economica che da 25 anni soffoca il nostro Paese. Degli esempi mi vengono in mente subito, perché già nel cuore della crisi, pochi mesi fa, a gennaio, abbiamo assistito a un ulteriore irrigidimento delle norme di supervisione bancaria a livello europeo; norme che saranno un ulteriore cappio riguardo al credito e riguardo ai prestiti di cui tanto avrebbero bisogno aziende e famiglie, proprio per il rilancio.
E poi, mi viene da pensare, ho ascoltato una quantità di discorsi sul cambiamento di paradigma a livello europeo portato da queste meravigliose riforme e, per esempio, da strumenti come il Next Generation EU. Ecco, l'incredibile volontà e capacità nell'incidere per cambiare il paradigma non riesco a notarla quando poi vedo, per esempio, di fronte al Ministro dell'Economia francese Le Maire, che dice chiaramente che prima del 2027 di un rapporto deficit/PIL del 3 per cento non vuole neppure sentir parlare, che noi già prevediamo di rientrare entro quei rapporti nel 2025, due anni prima, evidentemente perché crediamo di avere un vantaggio economico particolarmente marcato su altri Paesi europei.
Nonostante tutto, siamo ancora la seconda manifattura europea e la sua terza economia; non so per quanto lo rimarremo, se continueremo a perseverare in questa linea. Faccio presente che anche organi che sicuramente non sono “colorati”, come il Copasir, in tutta la correttezza e la prudenza delle forme che sono proprie di questo organo, hanno ripetutamente già dall'anno scorso, e certo anche da prima, sottolineato come il pieno e corretto utilizzo delle facoltà del Governo di usare il golden power sia opportuno e necessario per prevenire alcuni rischi. Rischi che sono chiaramente anche indicati dal Copasir, quando parla di potenze straniere che legittimamente, nel pieno perseguimento dei loro interessi, predano il nostro sistema industriale e anche bancario, e hanno divisioni specificamente dedicate a questo; il che è perfettamente legittimo, ma è altrettanto legittimo e, secondo me, doveroso da parte nostra difendere gli interessi del nostro Paese da penetrazioni economiche, industriali e finanziarie che hanno interessi diversi o opposti rispetto al nostro.
Mi viene anche da spendere una parola riguardo al Recovery Fund o al NGEU, che dovrebbe essere il principale strumento della ripresa per i prossimi sei anni, così viene presentato. Già in passato e certo figure ben più autorevoli di me hanno spiegato come, proprio per la sua dimensione quantitativa, non lo è; non lo è semplicemente perché non ha l'ordine di grandezza per farlo, per esserlo. Non solo qui, ma anche rispetto ad altri Paesi e agli interventi fiscali che stanno facendo. Mi duole anche rammentare che, se guardiamo il Recovery Fund, circa un terzo della sua dimensione non è neppure in risorse aggiuntive, ma è in risorse sostitutive, ossia non è che ci dà soldi in più, si sostituisce a risorse che già avremmo speso, e su questo mi dolgo ancora di sottolineare un altro errore che si poteva evitare: abbiamo chiesto e implorato in ogni modo, peraltro come stanno facendo la maggior parte degli altri Paesi europei, di, certo, utilizzare i grants, i fondi perduti tra virgolette - non sono realmente fondi perduti, ma facciamo finta lo siano, hanno condizioni vantaggiose che vengono date da questo strumento di finanziamento ai Paesi -, ma di non accedere ai prestiti previsti dal Recovery Fund. Perché? Forse lo potremmo chiedere alla maggior parte degli altri Stati d'Europa, tanto che a questi fondi, in pratica, accedono Italia, Grecia e Polonia, e, tanto per capirci, l'Italia accede all'80 per cento di questi finanziamenti erogati. Perché gli Stati non vogliono prendere questi prestiti? Ci sono delle ragioni: intanto siamo in un momento storico di eccezionale buon accesso ai mercati, quindi noi mai bene come ora possiamo piazzare i nostri BTP, che, certo, vanno a sommarsi al debito, proprio come vanno a sommarsi questi prestiti. Questi prestiti europei, però, hanno un profilo di credito e di privilegio superiore a quello dei BTP, e quindi possono avere degli effetti depressivi sul resto del nostro debito, ma non è questa la cosa più grave. La cosa più grave è che da regolamento, se lo leggessimo, questi prestiti richiedono che noi prima soggiacciamo a ulteriori accordi da conseguire con la Commissione europea, e quindi un ulteriore commissariamento delle facoltà politiche del nostro Stato di scegliere delle vie autonome e rapide per rispondere alla crisi nell'interesse del nostro Paese. Continuare a perdere sovranità non vuol dire perseguire una sovranità superiore, vuol dire cederla ad altri Paesi, che la trattengono molto meglio.
Ecco, a queste critiche noi facciamo sempre affiancare e seguire delle proposte. Una di queste, la ripetiamo sempre, è l'utilizzo della maggiore circolabilità, per esempio, di crediti fiscali. Anche oggi sento il dovere di dire quanto è buona la misura del 110, del superbonus al 110. Peccato non sia prorogata in questo Recovery Fund: ci sono promesse su altre proroghe future, staremo a vedere. Quella circolabilità dei crediti deve essere aumentata, deve essere resa strutturale. A me fa piacere vedere quanto si metta l'accento sugli investimenti nel Recovery Fund e in tutte le misure che vi vengono affiancate, ma mi viene anche da ricordare che dal 2007 al 2013 questo Paese ha tagliato qualcosa come il 30 per cento dei suoi fondi per gli investimenti pubblici. Se noi affianchiamo l'andamento di quel grafico a quello della disoccupazione, o meglio, al calo dell'occupazione, li vediamo praticamente paralleli, e questo non è una sorpresa certo per nessuno.
Ora, mi chiedo: riusciremo a invertire questi errori, quando non mettiamo in discussione le regole europee che li hanno resi una via obbligatoria e, di fatto, hanno programmato questa disoccupazione? La follia di quelle regole di cui nessuno parla, come l'output gap, cioè questa cosa pazzesca per cui l'opportunità di investire è legata a quanto storicamente un Paese ha investito, è che queste sono regole che, assieme ad altre, fanno sì che chi sta male va peggio e chi sta bene andrà meglio.
Da queste cose ci dobbiamo emancipare: le regole che non funzionano vanno cambiate, non vanno aggravate.
Ecco, questi sono solo alcuni degli appunti che mi sono sentito di fare, ma, capite, la mia angoscia, per correttezza, non la posso rivolgere solo verso il Governo; devo anche prendere coscienza delle responsabilità di questo organo, perché questo Parlamento, per esempio, nella presentazione del Recovery Fund e dell'NGEU ha visto un susseguirsi di forme e di documenti, che sono stati cambiati con la rapidità di ore, dall'uno o dall'altro, e su cui ancora stanotte, per esempio, la stampa aveva incertezze sull'effettiva corrispondenza tra i documenti votati in queste Aule e quelli inviati a Bruxelles. Io ho piena fiducia che queste incertezze verranno chiarite, ci mancherebbe, ma questo è indice della confusione giunta.
Mi duole anche rilevare che questo Parlamento ha approvato delle linee guida sul Recovery Fund, che riguardano l'impegno al Governo. Hanno un impegno singolo praticamente, che è quello di raccomandarsi di far sapere al Parlamento come va. Per me, questo non è l'approccio giusto e, siccome non bisogna credere che sia l'unico approccio possibile, noi abbiamo almeno la forza di testimoniare che un altro modo di procedere c'è. Per questo abbiamo depositato un'altra mozione, e testimoniamo che l'alternativa c'è (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fassina. Ne ha facoltà.
STEFANO FASSINA (LEU). Grazie Presidente. I colleghi di Fratelli d'Italia ci invitano, oggi, a una riflessione sul rilancio economico e produttivo della Nazione. È ovviamente il tema della fase che stiamo attraversando. “Rilancio” è stato il termine sotto il quale è stato rubricato, esattamente un anno fa, il decreto del Governo Conte che aveva come principale obiettivo quello di sostenere l'economia, dopo i primi decreti concentrati sulla cura e sugli interventi restrittivi ai fini di contenere la pandemia. Quindi, il rilancio è la questione di questa fase politica, non solo per noi ovviamente, per tutti.
Nella mozione che i colleghi di Fratelli d'Italia propongono vi è un passaggio, in cui è scritto che la ripresa economica è la sfida di oggi. Ecco, a me pare che dovremmo confrontarci su questo sostantivo, “ripresa”, perché a me pare che siamo invece in una fase che richiede radicali discontinuità, non ri-prendere una traiettoria che si è interrotta a causa della parentesi COVID. Quella traiettoria già non funzionava più prima del COVID. Era una traiettoria insostenibile, insostenibile su diversi piani, insostenibile sul piano economico-sociale. La ragione fondamentale è la svalutazione del lavoro; quella traiettoria si trascinava una drammatica svalutazione del lavoro, che è stata la questione dell'ultimo trentennio, il principale fattore di quella insostenibilità, che poi si è manifestata anche sul versante politico. Quella traiettoria, che non dobbiamo riprendere, ma dobbiamo abbandonare, era una traiettoria insostenibile sul piano ambientale e aveva portato a prime, timide e contraddittorie mosse. Quella traiettoria - e questo è il punto sul quale, a mio avviso, dovremmo riflettere tutti fino in fondo, perché forse siamo meno distanti di quello che sembrerebbe nella valutazione delle singole policy - aveva una subalternità della politica all'economia, che determinava appunto quegli squilibri. Quindi, quella traiettoria non è da ri-prendere; quella traiettoria è da archiviare, innanzitutto sul piano del rapporto tra politica ed economia. La politica democratica, attraverso il principale strumento che si è dato nell'ultimo secolo e mezzo, e cioè lo Stato democratico, deve riprendere il primato sull'economia, per intervenire e correggere quegli squilibri e quelle disuguaglianze di genere, di generazione, di territorio certamente, ma che sono innanzitutto disuguaglianze sociali, fondate appunto sulla svalutazione del lavoro, che poi si riflette a tutto tondo.
Ecco, a mio avviso, questa è la questione fondamentale. Abbiamo di fronte una sfida. Prima, il collega Maniero ricordava come ricorre, nelle nostre discussioni e nel dibattito pubblico, l'invocazione di un altro paradigma. Ed è vero che, a quell'invocazione, non corrisponde sempre una effettiva agenda di discontinuità. Questo si riverbera anche nelle nostre scelte. Ad esempio, nel PNRR, ci sono elementi importanti di discontinuità, ma permangono anche elementi di continuità preoccupanti, ad esempio, su tutto il capitolo della concorrenza, che viene riproposto in modo ideologico, come se meccanicamente producesse più benessere, mentre abbiamo visto, in questi trent'anni, che dipende da come si regola l'economia, perché quella concorrenza, in questi trent'anni si è scaricata innanzitutto sulle condizioni del lavoro, determinando gravissime disuguaglianze. Quindi, quella discontinuità di paradigma va declinata fino in fondo, con la consapevolezza – appunto Draghi li ha chiamati interessi costituiti - di interessi costituiti, che resistono a una ri-declinazione del paradigma. Noi abbiamo bisogno, invece, di portare quella discontinuità fino in fondo.
Ci sono tanti punti condivisibili nella mozione dei colleghi di Fratelli d'Italia. Ritengo, ad esempio, che sul golden power ci voglia maggiore coraggio, nel riconoscere l'esistenza di interessi nazionali, che vengono contraddetti da quelle logiche di presunta libera concorrenza. Ci sono altri che non condivido e che, a mio avviso, fanno parte di quella ri-presa, che non dobbiamo ri-prendere.
La flat tax: ma, in un mondo così diseguale, dove è così complicato riuscire a far contribuire, come dice la nostra Costituzione, ciascuno secondo le proprie possibilità, la flat tax - la vuoi mettere come ti pare - aggrava le disuguaglianze. Noi dobbiamo, invece, fare in modo che quelle enormi ricchezze, che si sono accumulate in questi trent'anni, dove la concorrenza ha squilibrato il rapporto innanzitutto tra capitale e lavoro, quelle enormi ricchezze contribuiscano a finanziare quegli istituti di welfare, che sono necessari a ricostruire le condizioni di uguaglianza e di pari opportunità.
Infine, Presidente, ritengo che, in questa offensiva per un'effettiva discontinuità di paradigma, ci sia un punto sul quale prestiamo poca attenzione, e riguarda gli squilibri territoriali. Abbiamo insistito, anche nella discussione sul PNRR, affinché vi sia una compiuta e completa definizione dei livelli essenziali delle prestazioni. Sono quelli i riferimenti rispetto ai quali misurare il fabbisogno di risorse. Il Presidente Draghi, alla nostra sottolineatura durante la discussione sul PNRR, ha replicato che per alcune policy i LEP sono previsti. Ma il punto è che noi li dobbiamo prevedere su tutti gli interventi fondamentali per i diritti di cittadinanza, non su alcuni. Quindi, la definizione dei LEP è la principale riforma strutturale di contesto, che dobbiamo realizzare affinché quegli obiettivi di giustizia sociale e territoriale possano essere raggiunti.
Infine, un punto decisivo in termini di discontinuità di paradigma e di affermazione del primato della politica sull'economia e sul mercato.
Perché l'Unione europea, perché il nostro Governo non si associano alla scelta - fatta dal Presidente degli Stati Uniti, non da un pericoloso estremista - di sospendere i brevetti sui vaccini? Oggi, questione fondamentale di giustizia sociale è la sospensione dei brevetti sui vaccini (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali). Noi chiediamo con forza, ancora una volta - l'abbiamo fatto testardamente in questi mesi - al Presidente Draghi di portare a Bruxelles, al Vertice dei Capi di Stato e di Governo, una posizione chiara dell'Italia. L'Unione europea si deve schierare a fianco degli Stati Uniti per la sospensione del brevetto sui vaccini: è condizione di giustizia sociale, ma, guardate, è anche condizione di recupero di crescita economica, perché, in un mondo interdipendente, quando è colpito uno, inevitabilmente poi si hanno effetti sistemici.
Chiudo, Presidente. Abbiamo un lavoro enorme da fare, innanzitutto sul piano della cultura politica, della cultura economica, passo dopo passo, con la capacità di ascoltarci e di riconoscere le necessarie discontinuità. Noi chiediamo, nella mozione della maggioranza, che il Governo acceleri per quanto riguarda il “decreto Sostegni-bis”: guardate che una settimana di ritardo fa la differenza per centinaia di migliaia di persone, di lavoratori autonomi, di partite IVA, di imprese, di professionisti. Fate presto e ricordate gli impegni chiesti dal Parlamento, affinché quegli indennizzi siano commisurati alle perdite effettive.
Con queste ragioni, e recuperando quanto ricordava prima il sottosegretario Tabacci, noi esprimiamo il nostro voto favorevole alla mozione di maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Del Barba. Ne ha facoltà.
MAURO DEL BARBA (IV). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, signori del Governo, con questa mozione il Parlamento riepiloga e ribadisce al Governo gli impegni da assumere per il Paese in questo delicatissimo momento in cui occorre ancora, contemporaneamente, combattere la pandemia e, nel contempo, operare profondamente per il rilancio post pandemia. Si potrebbe dire, in fondo, che chiediamo al Governo di fare il Governo, al Parlamento di fare il Parlamento, perché il Paese possa fare il Paese. Verrebbe quasi da sorridere di fronte a un passaggio tanto scontato, se non fosse che, in realtà, questa affermazione di principio, basilare, si rende oggi necessaria, per non dire fondamentale. Siamo troppo abituati, infatti, a che il dibattito politico si svolga in un contesto surreale, nel senso proprio del termine, che oltrepassa la realtà. Purtroppo, non la oltrepassa con una sorta di superamento positivo, ma semplicemente la ignora, preferendo alla realtà la comodità di dibattiti, di confronti, di scontri, entro cui ci si sente più a proprio agio, ma che rischiano di essere totalmente virtuali, disancorati dai fatti reali e, alla distanza, di allontanare il cittadino, che invece si intendeva catturare con queste semplificazioni eccessive. Ecco, questa è una grave degenerazione della politica, una malattia che l'ha colta da moltissimo tempo, in effetti, non solo nel nostro Paese, e che con l'arrivo del virus ha, purtroppo, avuto un tracollo, esattamente come un organismo che fosse già segnato da altre patologie.
Questo Governo, non ci stancheremo mai di ripeterlo, nasce per la precisa volontà di alcuni di superare la situazione appena descritta e porsi di fronte ad un grosso problema, la pandemia, e a una grossa opportunità, il Recovery Plan, con un piglio, con una postura, con un linguaggio totalmente diversi da quelli che l'hanno preceduto; è dunque politico per nascita, nasce dalla forte necessità di interrompere il flusso mediatico e le narrazioni tesi a trasformare il racconto della realtà a nostro piacimento, per mostrare un tratto della politica andato perso nel corso degli anni: la capacità di affrontare e risolvere i problemi.
In passato, anche quello meno recente, non è andata così. Per fare un semplice esempio, siamo il Paese con una tra le minori natalità al mondo, con tutto ciò che ne consegue per le famiglie, l'economia e i conti pubblici. Ebbene, abbiamo forse mai avuto il coraggio di affrontare questo dibattito? No, lo abbiamo sostituito con il più comodo dibattito su un tema derivato: gli immigrati, necessari al sistema, dunque benvenuti, presenza ingombrante e non gestita, dunque strumentalizzabile. Andava, al contrario, affrontato il tema, mettendo al centro il lavoro femminile, la possibilità di conciliare lavoro e famiglia, il sostegno alla famiglia, andava cioè, da decenni, pensato un Family Act, che è arrivato e ora sembra già normale. Così come è parso improvvisamente normale, sebbene non lo fosse affatto, avere un Recovery Plan che cercasse di operare delle scelte concrete, inserendolo in una strategia complessiva; è parso normale che si volesse e si potesse rispettare una scadenza con l'Europa e si fosse nelle condizioni di farlo mettere sul tavolo dei risultati; è parso normale che si intervenisse prontamente di fronte ad una crisi che rappresentava un insulto alle nostre istituzioni, sapendosi rapportare con la Turchia e il suo Governo senza timori reverenziali e senza rimanere isolati o, peggio, in imbarazzo; è parso normale giungere a mezzo milione di vaccinati al giorno, pur nella medesima situazione di scarsità di forniture; è parso normale operare un radicale cambio sulla comunicazione della pandemia, una conferma di alcune misure e una contestuale possibilità di riaprire contro alcune vecchie evidenze; è parso normale un nuovo e potente scostamento di 40 miliardi…
PRESIDENTE. Deputata Pezzopane, per favore.
MAURO DEL BARBA (IV). …e l'approfondimento di nuove misure, che ci attendiamo sappiano sostenere chi dalla crisi è stato maggiormente penalizzato, anche se non rappresenterà un bacino di consenso. Questa straordinaria normalità oggi va ribadita e sostenuta, perché le parole della politica, gli sfavillanti dibattiti montati ad arte negli ultimi anni, non sono in grado di mostrare l'importanza fondamentale che questa apparente normalità riveste per il Paese.
Nel ribadire al Governo, in particolare, la necessità di perseguire con tenacia quanto contenuto nel Recovery Plan, intendiamo sottolineare e mantenere la centralità di questo importante fatto, che per noi deve caratterizzare l'intera parte di legislatura: la politica serve, si occupa della realtà, è l'unica via possibile per risolvere o, almeno, attenuare problemi di oggi; non ci sono scorciatoie populiste, non ci sono fascinazioni di influencer o aspiranti tali che siedono in Parlamento, vi è solida e funzionante la via maestra di chi legge il presente senza sconti, con la capacità di immaginare il suo futuro. Nel secolo scorso - lo ricordava anche chi mi ha preceduto, che, a giudicare da alcuni interventi, ogni tanto sembra essere rimasto ancora presente - la politica leggeva la realtà e la riassumeva nello scontro capitale-lavoro, attivando gli strumenti concertativi per moderare questa faglia e garantire quella mobilità sociale che, sola, poteva consentire di sciogliere positivamente le tensioni e le differenze.
Oggi tutte queste dinamiche sono inghiottite dai cambiamenti sociali e a nulla serve utilizzare i vecchi armamentari, lo abbiamo visto negli ultimi anni proprio sul tema del mercato del lavoro con il dibattito sul Jobs Act, che, se è vero che ha creato oltre un milione di posti di lavoro, è altrettanto vero quello che i suoi detrattori mai si sarebbero immaginati, ovvero che sarebbe servito a tutelare proprio quelle nuove categorie di lavoratori che sembravano sfuggire a ogni protezione con gli strumenti del passato. Abbiamo, cioè, già sperimentato, sebbene ci siano voluti anni per comprenderlo completamente, che, attraverso politiche riformiste, concrete e coraggiose, si possono cominciare a risolvere anche le nuove tensioni sociali, che, soprattutto per i giovani, si profilano come un muro verticale che si pone loro di fronte, costituito da rendite di posizione, economiche, professionali, politiche e sociali, apparentemente inscalfibili.
Ma non appena il riformismo si mette in moto, ecco che, instancabile, lui aggredisce i nuovi problemi e nel clima odierno subentra la distrazione di massa, l'oblio del passato fallimentare appena abbandonato, per riproporre di nuovo un conflitto virtuale, una polemica artificiale, una nuova seduzione che esorti a lasciare la via intrapresa per tornare a far vivere quel palcoscenico in cui gli urlatori di professione possano trovarsi a proprio agio. Accade così, per fare un esempio recente, che, se la realtà ci presenta una terribile pandemia, una conseguente gravissima crisi economica, una situazione sociosanitaria drammatica, la politica evade questa realtà e si rifugia in un dibattito surreale, semplificato, tra “aperturisti” e “chiusisti”, come se il tema, l'impegno politico riformista, potesse risolversi tra questo bianco o nero.
Per questo motivo noi di Italia Viva abbiamo sempre indicato il pericolo di chiusure protratte indefinitamente affiancandolo alla necessità di avere un piano vaccinale, di eseguire i tamponi a tappeto, di condividere i dati e i modelli matematici predittivi: più dati, meno slogan. Per questo, troviamo normale e straordinariamente necessario ribadire a questo Governo che la direzione imboccata è quella giusta, che non si esiti nemmeno un istante, che si prosegua con determinazione sia sulla via delle vaccinazioni, che su quella dei sostegni, che sulle prospettive di futuro offerte dal Piano. Tra le tante imprese che attendono il Governo - e che ribadiamo in questo provvedimento ancora una volta - vogliamo citare la riforma della pubblica amministrazione. Ci aspettiamo che la pubblica amministrazione diventi un reale sostegno ai bisogni di famiglie e imprese, uno strumento privilegiato in grado di agevolare l'impresa, semplificare la vita dei cittadini, che sono già sommersi da tante complessità. Per questo, saranno sicuramente utili le assunzioni, la digitalizzazione ma, accanto a una semplificazione normativa, dovrà nascere una nuova scuola del civil servant: chi ha l'onore di servire il Paese nel pubblico non si trovi ben presto fiaccato dalla cultura del “chi me lo fa fare”, ma sia aiutato da un sistema di regole chiare e responsabili ad agire instancabilmente per concorrere al raggiungimento di obiettivi dei suoi concittadini. A tale riguardo abbiamo chiesto che venga osservata e rispettata la centralità del Parlamento, anello fondamentale non solo per rispettare la Costituzione, ma per creare quella sana condizione di rappresentanza attraverso la quale ogni cittadino sappia ritrovare le proprie istanze e anche comprendere quando le stesse andranno mortificate. Sappiamo bene, però, che non basterà che il Governo rispetti questa nostra legittima pretesa. Sarà la buona politica, quella che discute dei problemi veri e non insegue finti servizi giornalistici della tv di Stato, a decretare o meno questa centralità. E' in corso il G20, con la Presidenza italiana. Siamo orgogliosi di poterci giocare questa opportunità in un momento difficile per tutto il mondo, sapendo di essere visti come un Paese faro per la sua guida politica. Crediamo che questa leadership vada esercitata collegialmente, nazionalmente, mettendo al centro il ruolo che l'impresa e la cultura italiana possono giocare nella transizione ecologica, che è fatta sicuramente di tecnologie e processi, ma è fatta anche di modelli di inclusione sociale, imprese sostenibili e terzo settore capillare. Nell'aprire la riunione ministeriale del G20 “Turismo”, il Presidente Draghi ha annunciato che l'Italia è pronta a ridare il benvenuto al mondo. Una notizia importante e tempestiva, a cui la politica riformista deve immediatamente far seguire le condizioni di certezza per poter viaggiare e soggiornare: siamo certi che il Governo lo farà. Nell'ascoltare questo annuncio, in molti, in realtà, abbiamo sentito anche le parole…
PRESIDENTE. Concluda.
MAURO DEL BARBA (IV). …l'Italia è pronta a ridare il benvenuto alla politica. E' questo l'auspicio, o meglio la convinzione, con cui annuncio il voto favorevole di Italia Viva alla mozione di maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Lollobrigida. Ne ha facoltà.
FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Grazie, Presidente. Colleghi, ascoltando le parole del sottosegretario Tabacci, mi viene in mente Marco Tullio Cicerone: quousque tandem abutere patientia nostra (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)? Quanto ancora abuserete della pazienza di questa Assemblea, nel proferire parole come quelle che lei ha usato, sottosegretario Tabacci, imputando un senso negativo alla politica ed indicando nella volontà di proporre a questa Assemblea alcuni punti precisi e puntuali sui quali discutere, la denigratoria affermazione che trattasi di posizioni politiche: evviva.
Io credo che in questa Assemblea dobbiamo riappropriarci del ruolo del Parlamento. Proprio conoscendo la sua storia, so che lei ne è consapevole e ne era consapevole quando la richiamava dai banchi nei quali è stato seduto a lungo, anche durante altri Governi che non l'hanno vista partecipare attivamente. Ho sentito la stessa affermazione da tutti i banchi di questo Parlamento a seconda se i suoi rappresentanti della forza politica che proferiva queste parole erano o meno al Governo. Noi lo diciamo sempre: in una Repubblica presidenziale, in una Repubblica che vede eleggere il Capo del Governo direttamente, è consentito al Governo dare indicazioni perentorie al Parlamento; in una Repubblica parlamentare è il Parlamento che dice al Governo quello che deve fare(Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
E' per questo che abbiamo voluto sollecitare, con questa mozione, un dibattito ampio, aperto, riconosciuto e riconoscibile anche da forze politiche a noi avverse. Ho apprezzato, negli interventi dei colleghi che mi hanno preceduto e sono certo che anche in quelli che verranno, gli spunti offerti, che saranno utili per entrare nel merito. Ho sentito il collega Fassina sottolineare come la necessità di rafforzare la protezione delle nostre imprese e del nostro sviluppo passi per il rafforzamento del golden power. Sottosegretario Tabacci, questo non incide, se non a vantaggio dell'economia nazionale, sui fondi di bilancio ed è quindi su questo che ci saremmo aspettati un ovvio, banale - visto che siamo tutti d'accordo - parere favorevole del Governo, che affida ad atti suoi propri - ricordiamo che il Recovery nasce poco dal Parlamento e molto dal Governo - delle azioni che sono state approvate sic et simpliciter dalla nostra Assemblea, con un dibattito molto ristretto, che stiamo tentando di ampliare. Ringrazio gli amici di Forza Italia, in quanto ieri, nella discussione generale, ho ascoltato il collega Novelli ringraziare per la presentazione di una mozione che serviva ad alimentare il dibattito, avendo ognuno le posizioni che ritiene più opportune esprimere in un luogo come questo, nel quale si costruisce un indirizzo che deve avere - è stato giustamente sottolineato da tutti i colleghi - una visione dell'Italia che sarà. Si tratta di una visione dell'Italia che divide - che divide - le forze politiche. Oggi questo Governo nasce da una emergenza. Noi abbiamo fatto scelte diverse dagli altri partiti del centrodestra, con i quali, però, sappiamo di condividere i valori fondanti, di condividere i programmi, di condividere le idee e le proposte. Nell'agosto di due anni fa noi apprezzammo e plaudimmo alla scelta di Matteo Salvini di lasciare un Governo con coraggio (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), lasciare poltrone con coraggio, perché non era più in grado, all'interno di quel Governo, di mantenere gli impegni che aveva assunto con i propri elettori. Sappiamo che ci sono momenti come questi in cui ci si può divaricare sui ruoli. La nostra mozione nasce come tentativo di rafforzare a livello parlamentare, perché su tanti di questi punti c'è un ampio trasversalismo tra le forze politiche, l'azione dei nostri Ministri di centrodestra - e dico “nostri” - all'interno di questo Governo perché possano portare avanti le loro battaglie che, siamo convinti, giornalmente stanno provando a mettere in campo. E' per questo che noi abbiamo presentato una mozione fatta di 26 punti e ne abbiamo tolto uno. Abbiamo tolto un punto che serviva a denunciare l'ipocrisia di un partito politico, il Partito Democratico, che ha enunciato tramite il suo segretario una priorità nazionale nello ius soli (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), mentre le imprese chiudono, mentre gli ospedali sono pieni! Una vergogna dover annunciare che una priorità nazionale come questa dovesse essere citata in Parlamento, ma lo hanno annunciato, per dirsi di sinistra, per far vedere che hanno anche delle priorità che rispondono al loro programma; tuttavia, in Aula, il coraggio di portare questo punto non ce lo hanno avuto. Noi abbiamo dimostrato che, se volessero, lo potrebbero fare, ma non hanno il coraggio di farlo; noi non abbiamo interesse a farlo e per questo abbiamo tolto questo punto dalla nostra mozione, lasciando gli altri 25, tutti puntualmente connessi alla sindemia che stiamo attraversando. Una sindemia che ha visto emergere all'inizio una questione che riguardava il COVID, a cui si sono sommate altre criticità di carattere sanitario. Quanti hanno visitato ospedali e hanno trovato reparti semichiusi con file enormi per chirurgia, per avere la possibilità di essere operati, di essere visitati perché c'è il COVID? Stanno aumentando le mortalità correlate a questo fenomeno, ma c'è un'altra mortalità sulla quale abbiamo voluto incidere con le proposte riassunte in questa mozione, cioè quella delle tante nostre imprese. Vedete, colleghi, io non ho alcun dubbio: quando si parla di questioni legate al coprifuoco possiamo decidere se levarlo tutto insieme. Per noi la risposta è sì, perché è un provvedimento, come il collega Zennaro della Lega ieri sosteneva, in nessun modo correlato con la vicenda di lotta al virus.
Possiamo ridurlo nei tempi e negli orari, andando incontro a quella legittima richiesta che l'ottimo Massimiliano Fedriga, in rappresentanza della Conferenza delle regioni, ha sostenuto in maniera pubblica. Però, io dubbi non ne ho per chiedere al Parlamento se scegliere le legittime posizioni della collega Serracchiani o quelle di Fedriga: io scelgo di scrivere in questa mozione quello che è sostenuto dal collega che rappresenta le regioni. Abbiamo parlato, in questi giorni, tanto di diritti: noi siamo per i diritti dei cittadini, quelli sanciti nella nostra Costituzione, sosterremo l'azione della Lega e di Forza Italia anche in opposizione ad una legge sbagliata, come la “legge Zan”, che entra nei principi di libertà: tutti devono essere liberi, ma liberi anche di dire cose che non vanno bene per il pensiero unico dominante (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Ed è per questo che, nella mozione, richiamiamo il nostro concetto di famiglia, che è il centro propulsore dell'economia nazionale del futuro, perché la soluzione per noi non è l'ingresso forzato di migranti, ma l'aumento dei figli fatti dagli italiani, permettendo alle donne di lavorare (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Ed è per questo che, all'interno della nostra mozione, richiamiamo un altro atto di coraggio fatto dal collega e segretario della Lega, Matteo Salvini, che ha affrontato processi e vere e proprie persecuzioni per aver agito in nome e per conto degli italiani. Ieri, guardavo il cruscotto del Ministero dell'Interno (Il deputato Lollobrigida mostra un grafico): questo è il dato della invasione migratoria di questi giorni. Nel 2019, grazie al “decreto Sicurezza”, che noi sostenemmo e votammo durante il “Conte 1”, avevamo un dato, che era sceso quasi a zero; si è triplicato lo scorso anno: dal 2019 al 2021, tredici volte in più il numero di immigrati clandestini che arrivano sulle nostre coste (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Allora, in questa mozione, chiediamo, anche con raziocinio, anche tenendo conto dei rischi connessi alla salute pubblica, di reinserire quelle norme che ideologicamente avete tolto dal “decreto Sicurezza”, andando a spiegare anche al Ministro Lamorgese come si fa il Ministro dell'Interno, anche avendo lo stesso coraggio che ha avuto, all'epoca, il segretario della Lega, Salvini. Abbiamo inserito in questa mozione alcune priorità. Non portate la guerra geopolitica che qualcuno vuole fare sulla vicenda dei vaccini, ma cerchiamo di arrivare al dunque: un vaccino o fa bene o non va bene, o è utile o non è utile. Se lo produce una Nazione piuttosto che un'altra, è un elemento di secondo piano. Per questo, abbiamo chiesto di eliminare il fattore politico dal giudizio sui vaccini, così come, sulla vicenda dei trasporti, di intervenire, in maniera massiccia, e considerare una priorità quello che è il primo centro di contagio: non sono i ristoranti, non sono le palestre, sono i mezzi pubblici quelli che vanno attenzionati (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! E, allora, colleghi, il mio invito al Parlamento, che ha visto erodere il suo ruolo negli anni, nel tempo, e, a maggior ragione, oggi, che c'è un Governo tecnico: non crediamo che ci sia un salvatore della patria, non lo pensiamo, né se ha preso quattro lauree, né se è stato presidente della BCE. Rispettiamo il Presidente Draghi, ma non lo ha eletto nessuno; non siamo una Repubblica presidenziale: né a lui, né a questo Governo possiamo affidare il futuro della Nazione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), eliminando quella correlazione funzionale che c'è tra il popolo e i suoi rappresentanti che siedono all'interno di questa assise. Per questo, chiediamo e chiederemo il voto per parti separate, perché quello sforzo, che lei non ha fatto, collega Tabacci, a nome del Governo, sia fatto dai singoli partiti. Leggete la mozione, votiamo i punti: su quelli in cui c'è coincidenza, al di là degli schieramenti politici, diamo segnali di unità, come Fratelli d'Italia ha fatto serenamente rispetto a tutti gli atti, dal “decreto Sicurezza”, durante il “Conte 1”, al - come lei ricordava - PNRR che, pur non essendo stato discusso, ha visto da parte nostra non un'ostilità preconcetta, mentre magari, leggendolo meglio nei giorni successivi, abbiamo scoperto alcune cose che un po' ci spaventano, e chiudo Presidente. Lì si parla di riforma del fisco: il centrodestra ha un'idea comune e chiara: abbattere la pressione fiscale; Forza Italia ne ha fatto una battaglia storica, che noi condividiamo e portiamo avanti. Nel PNRR si parla di aumentare le tasse, quando si parla della diminuzione delle detrazioni, della revisione degli estimi catastali che porteranno all'aumento dell'IMU (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia): sono cose che spaventano chi, come noi, ha una posizione diversa. Così come - e chiudo - sulla riforma della giustizia…
PRESIDENTE. Concluda, Lollobrigida.
FRANCESCO LOLLOBRIGIDA…una riforma che l'Europa ci chiede di produrre in termini organici qui, in questo Parlamento, cercando di eliminare le storture ideologiche per le quali le persone vengono processate senza avere la possibilità di veder concluse, grazie all'abolizione della prescrizione, le proprie vicende se innocenti…
PRESIDENTE. Deputato Lollobrigida, deve concludere.
FRANCESCO LOLLOBRIGIDA….ma se i colpevoli venissero condannati. Grazie, Presidente. Il mio invito alle forze politiche, tutte, è di scegliere secondo quello che è il testo e, quindi, voteremo per parti separate le premesse, che sono evidentemente di parte, mentre i punti credo siano oggettivamente riconoscibili come punti utili, per gran parte, a mio avviso e a nostro avviso, alla Nazione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Porchietto. Ne ha facoltà.
CLAUDIA PORCHIETTO (FI). Grazie, Presidente, Governo. Quando, alcuni mesi orsono, la crisi del Governo precedente fu evidente in tutta la sua pericolosità per il momento che viveva il Paese, Forza Italia e il presidente Berlusconi non hanno pensato, un solo minuto, a sostenere quello che il Presidente della Repubblica, Mattarella, stava chiedendo, ossia di avere un forte senso di responsabilità e di traghettare questo Paese fuori da una crisi epocale. E fu proprio il Presidente Berlusconi che, in un primo tempo, indicò nella figura del Presidente Draghi quella figura autorevole, quella figura al di sopra dei partiti che avrebbe potuto segnare la strada per uscire da una crisi, non solo sanitaria, ma da una forte crisi economica, che già stava erodendo le basi dell'economia italiana. E noi, in funzione di questa scelta del presidente e del partito, anche all'interno di queste Aule, decidemmo magari di fare qualche passo indietro, per farne molti più in avanti. Una scelta difficile, perché non nascondiamo che, molto spesso, ci ritroviamo, con una maggioranza variegata e con visioni diverse anche dell'economia, a dover condividere dei percorsi e non sempre è facile trovare le soluzioni. Ma fino ad oggi le abbiamo trovate, le abbiamo trovate per il bene del Paese, le abbiamo trovate perché abbiamo un'agenda che segna alcuni punti fondamentali, ma abbiamo detto, con molta chiarezza, che non sarebbero venuti meno i principi che hanno sempre caratterizzato il centrodestra unito, quando parla con una voce sola e quando governa tanti territori e tante regioni. È per questo che, ascoltando le parole del collega Lollobrigida, non possiamo che non riconoscerci in alcuni dei passaggi più significativi che ha fatto, così come ci siamo riconosciuti nei passaggi che hanno fatto altri colleghi che fanno parte di questa maggioranza, quando si parla di un impegno per la salute dei cittadini, quando si parla della tutela del bene economico che abbiamo su questo territorio: le imprese e i posti di lavoro. È chiaro che, quando noi, come in questo momento, leggiamo i numeri che tracciano non soltanto un incremento preoccupante del debito pubblico, ma un incremento preoccupante del debito delle imprese, ci rendiamo conto di quanto sia fragile l'economia in questo Paese ed è in funzione della fragilità di questa economia che noi dobbiamo immaginare di costruire un percorso che parte dall'approvazione, in quest'Aula e al Senato, dei principi del PNRR, che ricordo sono stati consegnati in tempo in Europa, che hanno ricevuto il plauso dell'Europa e che hanno, ancora una volta, segnato con quale autorevolezza siamo tornati sul panorama internazionale grazie ad un Governo che noi abbiamo fortemente voluto (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Ma aver fortemente voluto un Governo non vuol dire venire meno ai principi che sono sempre stati l'elemento fondante dell'alleanza con la Lega, con Fratelli d'Italia, con quelle forze moderate che vogliono che questo Paese si basi sul principio della libertà di impresa e della libertà della persona. E su questo - voglio essere chiara - non ci sarà un'azione di compromesso in un Governo, nel caso in cui il Governo abbia spinte esterne che non vanno in questo settore.
Vi vorrei solo dare alcuni numeri, ma veramente pochi, perché questo penso che sia il motivo per cui, con senso di responsabilità, nei prossimi mesi saremo chiamati a mettere a terra le misure del PNRR. Noi, oggi, con questa emergenza economica legata alla crisi e al lockdown, abbiamo delle industrie che ci metteranno il doppio del tempo rispetto al 2019 per restituire i debiti che hanno dovuto contrarre nel momento pandemico. L'industria passerà da due anni a sei anni per poter restituire i finanziamenti ottenuti; il commercio da due anni a undici anni. È lì che noi dobbiamo andare a incidere ed è su questi temi che noi dobbiamo trovare sintesi e dobbiamo costruire delle riforme, a partire da una riforma fiscale che veda nella leva fiscale un aiuto alle imprese e non un inutile orpello negativo, che frena, ancora una volta, l'evoluzione della nostra economia.
Su questo abbiamo lavorato, su questo abbiamo condiviso i contenuti di questa mozione, che è ultima rispetto alle risoluzioni che precedentemente hanno accompagnato gli scostamenti del bilancio, e abbiamo evidenziato con chiarezza, nel momento in cui siamo intervenuti in dichiarazione di voto dell'ultima risoluzione, quella dello scostamento dei 40 miliardi, quali dovevano essere i passaggi che avrebbero fatto sì che questi 40 miliardi sarebbero stati spesi come debito buono, come dice molto spesso il Presidente Draghi, e non come debito e spesa cattivi. Su questo dobbiamo basare la nostra azione, su questo dobbiamo intervenire (su alcuni dei punti che anche il collega Lollobrigida ha evidenziato). Sul tema del golden power - mi permetto, collega - lei sa molto bene che a inizio 2018 proprio Forza Italia lo segnalò come un tema dirimente, nel momento in cui doveva diventare uno strumento non di nazionalizzazione delle imprese ma uno strumento di tutela del patrimonio delle imprese. Mi permetto di sottolineare come definire l'elenco delle imprese strategiche sia impossibile, perché per noi italiani tutte le imprese sono strategiche, perché i posti di lavoro sono importanti, da quello dell'artigiano a quello che lavora nelle grandi utilities italiane: questo è il tema! Noi dobbiamo trovare un modo per patrimonializzare le imprese e non per conteggiare delle patrimoniali sulle imprese e sugli imprenditori (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia). Questi sono i temi su cui noi dobbiamo non fare una battaglia ma convincere quella parte della maggioranza che, probabilmente, non è l'azione di liberismo e di libertà ad essere al centro della azione politica delle parti più vicine al centrosinistra.
Su questi temi io voglio rassicurare i colleghi. Noi ci saremo sempre e sicuramente non verremo meno all'impegno che abbiamo preso con i nostri elettori (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), ma abbiamo la necessità di traghettare un Paese che non si può fermare ai testi delle mozioni e perdere tempo, che deve individuare le azioni che il Governo porterà a conoscenza delle Camere (che saranno le sei azioni figlie di quegli oltre 200 miliardi che arriveranno sul territorio), che dovranno avere la forza e la velocità di ricadere sul territorio. La nostra preoccupazione è che il tempo per poter intervenire sia terminato e che le nostre imprese siano in balia dei fondi internazionali, che vedono la scarsa liquidità, la scarsa struttura patrimoniale delle imprese, l'incapacità di generare innovazione, ricerca e sviluppo (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia), l'incapacità di accompagnare i nostri ragazzi a una formazione e a un'istruzione al passo con i tempi e l'incapacità di riformare le forze lavoro, che oggi - ricordo - si trovano in una condizione e in un limbo che preoccupano tutte le famiglie, perché prima o poi il divieto di licenziamento - signori, noi lo sappiamo - dovrà terminare. Abbiamo drogato il mercato del lavoro, lo abbiamo dovuto fare per necessità, ma, proprio perché senza questo venir meno della sospensione dei licenziamenti il mercato del lavoro non potrà ripartire, noi dovremo farci trovare, nell'autunno, con gli strumenti necessari per aiutare a cambiare lo skill professionale a tantissimi lavoratori, con efficacia, competenza e velocità (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
Queste non sono cose che si inventano. Sappiamo benissimo quanto sarà difficile, perché la prima riforma epocale che noi dovremo fare sarà nella mentalità della pubblica amministrazione, nella capacità di essere efficiente, nella capacità dei dipendenti pubblici di capire quale privilegio hanno avuto in questi mesi. Penso alla serenità di sapere che il loro posto di lavoro era tutelato anche nel momento in cui erano in smart working, cosa che i dipendenti delle imprese private non avevano, perché sapevano di essere a casa a lavorare ma non sapevano se sarebbero tornati a lavorare nelle loro aziende. Allora, su questo ci vuole un forte senso di responsabilità, da parte di quest'Aula, nel capire che ci sono temi che vanno toccati e vanno risolti, che ci sono diatribe - permettetemi - di logica politica che devono rimanere in questo momento fuori dall'Aula, che c'è un non annientare la propria provenienza e la propria convinzione e c'è anche un mettere da parte, molto spesso, alcuni punti, che possono essere in questo momento meno significativi, per il bene del Paese. Forza Italia, con convinzione, ha condiviso la mozione di maggioranza e l'ha condivisa senza venir meno ai propri principi, che sono l'elemento fondante della coalizione di centrodestra, ma sapendo che, per poter gestire una situazione complessa, ci deve essere senso di responsabilità, capacità di appartenenza a un Governo difficile, lealtà nei confronti del Governo Draghi e nei confronti del Paese (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Lorenzin. Ne ha facoltà.
BEATRICE LORENZIN (PD). Presidente, onorevoli colleghi, oggi abbiamo aperto questa giornata in Aula ricordando un evento tragico per il nostro Paese, quale è stato il terremoto del Friuli nel 1976. Un evento che ha segnato la nostra storia in negativo: la distruzione, il crollo, di un'intera regione in una tragedia immane, con circa mille morti, ma che ha segnato anche un momento straordinario della vita civica dell'Italia. Penso alla capacità di dare vita a un'enorme ondata di solidarietà, la capacità di mettere in campo un modello nuovo di ricostruzione, che ha dato poi vita alla Protezione civile, e da lì ripartire per rendere una regione, che sembrava martoriata, in poco tempo nuovamente ricca e produttiva. Sempre oggi apriamo i giornali e ci troviamo di fronte a una notizia straordinaria per il suo impatto: il Presidente degli Stati Uniti, Biden, apre alla liberalizzazione dei brevetti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), cioè alla possibilità di dare il vaccino ai Paesi in via di sviluppo e di vaccinare la popolazione mondiale in breve tempo, liberandoci così dalla pandemia. Sembrano due notizie distanti da loro ma, in realtà, sono collegate da un filo che ci deve servire a capire cosa stiamo vivendo e dove stiamo andando. Il COVID è piombato su di noi come una specie di meteorite che è caduto nel sistema mondiale, sconvolgendolo, ribaltando e mandando in frantumi schemi consolidati sia dal punto di vista economico che sanitario che pensavamo essere la strada e il binario, a volte anche comodo, in cui eravamo dentro, in cui eravamo istruiti e formati anche. Io stessa in questa stessa Aula, poco più di un anno fa, ho fatto la prima dichiarazione di voto del mio partito per votare a favore di uno scostamento di bilancio straordinario. Era dicembre e sembrava impossibile, nella storia dell'economia degli ultimi vent'anni di questo Paese, che noi potessimo aprirci a una nuova fase di indebitamento che, come disse all'epoca quello che oggi è il nostro Presidente del Consiglio, era un debito buono. Quindi, scoprimmo che esistevano debiti buoni e debiti cattivi e oggi andiamo verso un deficit del 12 per cento, con uno sforzo collettivo enorme che ha fatto questo Paese.
Noi passiamo le giornate, anche molte serate, a vedere tutte le cose che non sono andate durante la gestione di questo COVID, ma non ci ricordiamo di aver speso 160 miliardi di euro, soldi di tutti quanti - che, anzi, non abbiamo, perché ci siamo indebitati - per dare la Cassa integrazione a milioni di persone.
E ciò, per sostenere chi un reddito non l'aveva, chi era fuori da un sistema anche di verifica e per sostenere, certamente non in modo sufficiente ma facendo tutto quello che potevamo, le categorie più colpite da questo virus, da questo cataclisma mondiale, ossia quelle del commercio, dei servizi, delle attività produttive e del turismo, su cui vogliamo puntare per ripartire. Questo, però, è stato anche un segno di grande capacità di resilienza della nostra comunità, che è potuto avvenire anche per due fattori: uno, per un grande sistema di welfare, che ha resistito e c'è, nonostante tutto, nonostante i tentativi degli ultimi vent'anni di demolirlo, a picconate, pezzo per pezzo, definanziandone interi pezzi, dalla sanità alla previdenza, dal sostegno al lavoro all'istruzione, alla cultura, alla ricerca, che fanno parte di un meccanismo più complesso, che sono i nostri beni immateriali, sui quali, tra l'altro, dobbiamo puntare per la ricrescita del Paese. Dall'altro lato, abbiamo resistito e siamo stati capaci anche di puntare alla resilienza e al rilancio di questo Paese, ciò di cui parleremo oggi, perché non siamo soli e isolati, perché il sovranismo ha perso in Europa (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), perché ci troviamo in un continente che finalmente è anche un'espressione politica e, grazie all'Europa, ha messo in campo misure straordinarie che sembravano impossibili e, fortunatamente - lo dico a chi mi ha anticipato nel dibattito -, un anno e mezzo fa, due anni fa, è cambiato il colore del Governo; altrimenti, i sovranisti sarebbero stati più forti in Europa e non è detto che l'Italia avrebbe potuto giocare il ruolo che ha giocato in prima persona e che ci ha permesso, scostamento di bilancio su scostamento di bilancio, di reggere un urto che sembrava impossibile, grazie ad una solidarietà che abbiamo avuto e che rivendichiamo, nel senso che non ci è stata regalata; l'abbiamo conquistata pezzo per pezzo, così come, pezzo per pezzo, ci siamo conquistati questo Piano nazionale di resilienza, questo piano di crescita del Paese. Però, signori, sentivo oggi - lo voglio citare, perché parleremo anche di pubblica amministrazione - il Ministro Brunetta affermare una cosa molto giusta: ha detto che nel passato volevamo fare le riforme, ma non avevamo le risorse per portarle avanti. Oggi abbiamo le risorse, ma, se non facciamo le riforme, le risorse le perdiamo. Ed è questo il senso di questo Parlamento. Il nostro ruolo principale, oggi e nei prossimi due anni, sarà quello di vigilare sullo straordinario capitale di risorse che abbiamo a disposizione per rispettare un mantra: crescere, crescere e crescere; per tornare a produrre, risolvere il gap occupazionale, riuscire a fare nel nostro Paese un sistema di infrastrutture, materiali e immateriali, che ci renda nuovamente ipercompetitivi in Europa e fuori l'Europa, con un sistema della giustizia che ci permetta di avere processi veloci e rendere, quindi, il nostro sistema giusto e attrattivo anche per il mondo dell'impresa. Sono riforme di cui parliamo da anni, da decenni. Bene, abbiamo i soldi adesso per farle, abbiamo più di 220 miliardi - dalle infrastrutture, alla logistica, al sostegno al credito, alla liquidità per le imprese, al tema della risoluzione dei problemi dei debiti in sofferenza, alle questioni che riguardano la scuola, l'università, la ricerca la sanità -, ma, se non facciamo le riforme che devono accompagnare l'impiego di queste risorse, rischiamo di perdere questo treno.
Allora, se c'è un motivo per cui forze, anche così diverse, che hanno punti fortunatamente divergenti, stanno insieme al Governo in questo momento storico, è proprio per superare questa linea Maginot che ci ha sempre fermato per riuscire a superare le difficoltà, gli interessi, le rendite di posizione, i meccanismi di protezione, di conservazione che non ci vogliono e non ci permettono di andare avanti, ed è questo il ruolo del Parlamento.
Non mi stupisco che il Governo abbia fatto proprio il PNRR, è successo così in tutti gli Stati, saremo noi qui, però, i responsabili del monitoraggio, punto per punto, dell'applicazione di queste misure. E, signori, non c'è chi è pro o contro l'impresa: senza l'impresa, senza l'impresa che costruisce e crea lavoro, non si cresce. Rompere i meccanismi di blocco del sistema produttivo italiano significa anche avere il coraggio di mettere mano, come è previsto anche dal nostro Piano di ripresa, ai sistemi regolatori che, spesso, sono lacci e lacciuoli (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico); è il tema della concorrenza, una visione del Paese, una visione che non contrasta.
Fatemi dire, però, qualcosa anche in merito ad una materia che ho avuto l'onore e l'onere di guidare per parecchio tempo e che è parte integrante di questo sistema, che è quella sanitaria e, permettetemi, anche dei livelli essenziali delle prestazioni. Qualcuno ha citato i LEP prima, giustamente. Il Piano nazionale di resilienza è anche una straordinaria occasione per risolvere e per eliminare quei nodi amministrativi, burocratici, a volte costituzionali, che impediscono all'Italia di essere una, che impediscono all'Italia di avere uguali livelli essenziali di assistenza in tutto il Paese, che fanno la differenza ancora oggi (se ti prendi il COVID in una regione oppure in un'altra, in una città oppure in un'altra), un sistema di infrastrutture sanitarie che, l'abbiamo visto oggi, sono essenziali per il nostro futuro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
Allora, il mio timore è che, finito il COVID, ci dimentichiamo che cos'è la salute e che cos'è il Sistema sanitario nazionale, che non è una prestazione, è una complessità di fattori, che vanno dalla formazione del personale alla remunerazione del personale, perché è inutile che ci lamentiamo della fuga dei cervelli, se poi i cervelli non li paghiamo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), il che vuol dire che non tutti sono uguali, vuol dire che, oltre ai bisogni, ci sono anche i meriti. C'è un sistema della ricerca che produce una leva di 1.146 persone e, quando c'è da investire sulla ricerca e i ricercatori, sapete qual è il tema? Che i risultati si vedono a 10-15 anni. E, allora, dobbiamo avere la capacità di investire su cose su cui noi non prenderemo mai i voti e questo è il tema della prevenzione. Ritornare ad investire in prevenzione significa spendere risorse che tu ti auguri di non dover mai utilizzare.
PRESIDENTE. Concluda.
BEATRICE LORENZIN (PD). Allora, signori, la sanità è un investimento, la ricerca è un investimento, i giovani e le donne sono un investimento, e lo dico ai colleghi: possiamo pensare alla crescita del Paese, ma anche alla tutela dei diritti umani e civili, soprattutto, di quei bambini che sono nati in Italia…
PRESIDENTE. Deve concludere.
BEATRICE LORENZIN (PD). …che studiano qui, che sono il nostro futuro, quelli su cui dovremo investire, a prescindere dal colore della loro pelle o di quella dei loro genitori, ma che sono, invece, i nostri bambini, i bambini di tutti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico - Commenti). Solo così potremo avere anche una società, scusatemi, un po' più buona, che non è essere buonisti, ma è avere un po' di visione anche ottimistica per il futuro del nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Rixi. Ne ha facoltà.
EDOARDO RIXI (LEGA). Signor Presidente, gentili colleghi, premetto che a noi dispiace che Fratelli d'Italia non abbia avuto il coraggio di rispondere all'appello del Presidente della Repubblica per dare vita ad un vero Governo di unità nazionale (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), per aiutare tutti gli italiani, tutte le imprese e per far vedere che si possono mettere da parte gli interessi delle singole forze politiche per contribuire fattivamente agli interessi di una grande Nazione. Io credo che questa mozione ci dimostri come alcuni contenuti, che sono sicuramente condivisibili, sarebbero stati importanti all'interno di questo Governo, perché avrebbero dato forza a quei Ministri che oggi affrontano l'emergenza delle imprese, l'emergenza dei lavoratori, l'emergenza delle famiglie (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Bene, a volte, cari amici, ci vuole anche il coraggio di scegliere l'interesse generale, invece di quello particolare (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
Lo dico, perché alcune citazioni dell'amico e collega capogruppo di Fratelli d'Italia vanno contestualizzate.
I “decreti Sicurezza” non sono venuti fuori da un Governo dove c'era dentro Fratelli d'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), la ricostruzione del ponte di Genova non era di un Governo dove c'era dentro Fratelli d'Italia.
Se noi fossimo stati sempre all'opposizione, non avremmo fatto i “decreti Sicurezza”, non avremmo ricostruito il ponte di Genova. Allora, ci sono momenti - e questo è uno di questi - in cui la Lega sceglie di stare al Governo, perché il momento storico impone una presa di coscienza, un atto di maturità per uscire dalle secche provocate dalla pandemia sanitaria. In mezzo alla tempesta - e lo dico da genovese -, bisogna remare tutti dalla stessa parte (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), ognuno con le proprie sensibilità e i propri valori, non rinunciando a questi, ma sapendo che dalla tempesta si esce tutti assieme; e quando poi si esce dalla tempesta, se l'equipaggio è unito, può contribuire al benessere e contribuire a andare avanti oltre la tempesta (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Dividersi in una tempesta, ammutinarsi in una tempesta non è mai segno di lealtà. Io lo dico, perché mi sarebbe piaciuto che questo Governo fosse stato un Governo di centrodestra, che ci fosse un altro Parlamento, che ci fossero stati altri risultati alle elezioni. I numeri erano questi e le condizioni attuali erano quelle di far andare avanti un Governo di centrosinistra o di cercare, in un momento di difficoltà, di portare ciascuno il proprio contributo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), ciascuno con i propri valori, ciascuno con le proprie idee. Noi abbiamo intrapreso questo percorso più difficile, con un metodo che è basato sulla concretezza: noi lo chiamiamo “il metodo Salvini”. E' vero, ci ha portato anche di fronte a processi su scelte che abbiamo preso e, se non fossimo stati al Governo, non saremmo finiti sotto processo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Sono state approvate in Commissione al Senato le proposte della Lega sui soldi per i genitori separati in difficoltà, sul riconoscimento ufficiale (dopo dieci anni di attesa) della lingua italiana dei segni, sull'abolizione del canone RAI per bar, ristoranti e alberghi per tutto il 2021, sui fondi per le associazioni sportive; e, a metà da maggio, se i dati sanitari continueranno, dopo una nostra fortissima battaglia, finalmente potremo portare avanti le riaperture in maniera forte e concreta, dando spazio a quelle categorie che soffrono (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Questo è il metodo Salvini: leali in maggioranza, critici all'interno, portando avanti quei valori all'interno di una leale collaborazione di maggioranza. Noi preferiamo i fatti alle mozioni e agli ordini del giorno, ai like e ai sondaggi (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Oltretutto, mozioni destinate, in partenza, a non passare perché i numeri di questo Parlamento non lo consentono, e non condivise prima con gli altri alleati anche della coalizione di centrodestra; quindi, giuste nei contenuti, ma, come posso dire, abbastanza provocatorie nella forma (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
Facile stare fuori a guardare e a lamentarsi: ma io lo dico, perché – lo ripeto - avrei preferito avere qualche ministro, magari di Fratelli d'Italia, all'interno del Governo e magari qualche ministro in meno della sinistra estrema. Però, questo non è stato possibile, caro Presidente. Facile star fuori a guardare e a lamentarsi. La lega concretamente, in poche ore, ha raccolto più di 110 mila firme. Siamo stati anche accusati all'interno del Governo di tenere due pesi e due misure: Lega di lotta e Lega di Governo. No, cari amici, noi non siamo Lega di lotta e di Governo, noi siamo la Lega che parla con la gente, che porta qui le istanze della gente, perché noi facciamo politica per la gente, per il popolo italiano e per la nostra Nazione (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Siamo disposti a perdere voti, ma non a perdere gli ideali. Quindi, su questo noi facciamo battaglie e chiediamo a tutti gli alleati del centrodestra di portare avanti con noi le battaglie, di dar forza ai nostri Ministri all'interno del Governo, di non dividersi ogni volta, di condividere se ci sono delle proposte e delle mozioni, di aiutare la formazione dei decreti, di non fare ostruzionismo parlamentare, perché la Nazione ha bisogno di correre, di viaggiare, di dare risposte (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
Questo è un momento in cui l'Italia può scrivere una nuova pagina della propria storia con basi comuni e regole comuni, dopo tantissimi anni. Dopo la fine della Seconda guerra mondiale, oggi, si è creato un clima in cui si può guardare nuovamente al futuro. E guardate che la gente fuori di qua - io lo dico da convinto sostenitore del centrodestra - si aspetta che, un domani, alle elezioni ci sia un Governo di centrodestra (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Ma se oggi non creiamo i presupposti per fare una base solida - che non è contro qualcuno o contro qualcosa, ma è per l'Italia -, non andremo da nessuna parte. Questa è la nostra preoccupazione. Quindi, io lo faccio, portando avanti le istanze che noi abbiamo potuto portare e con una leale collaborazione all'interno del Governo, che si manifesta anche con partiti politici che la pensano, su molti temi, in maniera completamente diversa dalla nostra, ma che hanno la responsabilità di trovare soluzioni percorribili in un momento difficile del Paese. Questo è uno dei temi su cui credo che questo Governo abbia trovato la sua forza e per cui ha la forza di andare avanti. Certo, non è il Governo migliore che ci saremmo aspettati, se avessimo avuto una situazione di normalità. Tutti volevamo le elezioni e volevamo dare la possibilità agli italiani di votare. Oggi, gli italiani hanno l'esigenza di superare la pandemia e di vedere finalmente approvati provvedimenti che possano rimettere in campo risorse per il nostro sistema economico.
L'approvazione del PNRR, la sua definizione, i “decreti Semplificazioni”, andare a modificare alcune norme che bloccano completamente gli appalti in questo Paese sono temi fondamentali da affrontare oggi, non domani (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), da affrontare insieme, perché quando si cambierà il Governo non si potrà riscrivere tutto daccapo.
Allora, vado a concludere perché – lo ripeto - mi voglio trovare in altri luoghi, in altri tavoli, a fare altre discussioni tutti insieme, per cercare di trovare un elemento che ci accomuni tutti per sostenere le nostre imprese e le nostre famiglie che soffrono fuori da questo Parlamento. Ma è evidente: io potrei citare cosa abbiamo inserito nel “decreto Sostegni”, cosa andrà nel provvedimento “Semplificazioni”, cosa è stato fatto anche nel PNRR, che non sarebbe stato fatto, se tutti avessimo deciso di non assumerci responsabilità. Però, vorrei aprire un dialogo e cercare di superare questo stato di cose e chiedere a tutti, a tutto il Parlamento, di non lavorare per dividere, ma per unire in questo momento; di lavorare per un futuro comune che veda in questo Governo la possibilità di creare una base per i futuri Governi; di condividere scelte di fondo e di farlo insieme, con tutto il centrodestra, per essere uniti alle prossime scadenze elettorali. Lo dico, perché, per me, è fondamentale che ci siano alternative in questo Paese, è fondamentale superare la situazione attuale, è fondamentale far vedere che, di fronte agli appelli, siamo tutti uniti (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), perché ciascuno, oggi, qui, ha nel cuore e nella mente il fatto di non vedere più ristoranti chiusi alle dieci di sera, di non avere più attività turistiche che non sanno se tra tre mesi potranno aprire o meno.
Noi vogliamo dare certezze, lo stiamo facendo e stiamo impegnandoci per questo. Facciamo quello che riusciamo, ma è nostro compito cercare di trovare soluzioni pragmatiche. E cerchiamo di farlo con lealtà nei confronti degli alleati storici, ma anche nei confronti di un Governo; per cui non ci è possibile, un giorno, sostenere il Governo e, il giorno dopo, approvare mozioni che, di fatto, muovono una critica sterile nei confronti di un Governo che ha cercato di adottare misure economiche, facendo un nuovo scostamento di bilancio, nel quale, probabilmente, ci sarebbe stato da condividere, in maniera globale, alcune misure. Certo, si può fare sempre qualcosa di più, sicuramente si possono dare più soldi; però bisogna trovare la misura in cui i soldi si possono erogare e trovare il modo di garantire che quei soldi non ricadranno sulle tasche degli italiani che saranno costretti a pagare i debiti in cui finirà questo Paese. Dobbiamo trovare un giusto equilibrio e lo si può fare in una serena dialettica tra le forze politiche che deve superare l'ostruzionismo parlamentare e i distinguo del giorno dopo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI (ore 11,30)
EDOARDO RIXI (LEGA). Noi siamo pronti ad assumerci la responsabilità di fare in modo che il centrodestra sia protagonista, ma lo dobbiamo fare in una normale convivenza parlamentare, dove nessuno è meglio degli altri, ma tutti cercano, con la fatica di ogni giorno, di portare il Paese fuori dalle difficoltà in cui è finito e in cui un precedente Governo l'ha lasciato per un anno. Perché, se oggi siamo qui, è per cercare di rimediare a una serie di errori fatti e lo facciamo con fatica, con sudore e con determinazione (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
PRESIDENTE. Concluda.
EDOARDO RIXI (LEGA). Per cui noi voteremo contro la mozione di Fratelli d'Italia, in quanto la riteniamo strumentale e, in questo momento, inutile (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Torto. Ne ha facoltà.
DANIELA TORTO (M5S). Presidente, colleghi, la mozione che stiamo per votare favorevolmente in realtà è un grande impegno per il Governo. Quando siamo stati colpiti dalla pandemia, la condizione economica e sociale dell'Italia era già precaria; siamo arrivati alla caduta dell'8,9 per cento del PIL, che però si andava ad aggiungere a una crisi finanziaria iniziata già prima, iniziata nel 2008. Ora, è inutile nasconderci che la gestione di questa pandemia è stata difficile per tutti, però voglio ribadire oggi in quest'Aula che, in realtà, questo Esecutivo sta operando in maniera continuativa sulle soluzioni già adottate dal precedente Governo Conte (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), nonostante questa maggioranza sia più allargata ed eterogenea. Adesso sono due le soluzioni principali su cui crescerà l'economia dei prossimi anni: abbiamo il Documento di economia e finanza 2021, abbiamo il Piano di ripresa e resilienza; l'uno su una programmazione triennale e l'altro con una visione più ampia, fino al 2026. I due piani risultano collegati tra di loro perché, da una parte, il Documento di economia e finanza rappresenta la presa d'atto che questa pandemia, questa emergenza, è di una complessità tanto rara quanto singolare, tanto che abbiamo dovuto fare ricorso ad un nuovo “decreto Sostegni-bis”; dall'altra parte, il PNRR costituisce l'atto concreto di quello che è l'investimento di 237 miliardi, che, tuttavia, vanno spesi tutti ma vanno spesi bene, vanno spesi con intelligenza, vanno spesi con trasparenza e soprattutto con efficienza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Accennavo poco fa all'adozione del “decreto Sostegni-bis”. Ebbene, Presidente, dobbiamo essere chiari su questo, perché andremo ad apportare ulteriori misure di sostegno oltre a quelle già discusse nel “decreto Sostegni”, ancora in discussione al Senato. A questo andrà accostata, però, una serie di riforme: penso alla riforma della pubblica amministrazione, penso alla riforma della giustizia, penso a un'importante riforma fiscale. In quest'ottica, ovviamente, bisogna lasciare da parte quelle che sono le posizioni ideologiche e fare più spazio alle azioni concrete, perché nasce per questo un Governo di unità nazionale; nasce perché delle forze politiche, seppur ideologicamente distanti, si uniscono per far fronte a un nemico comune, che è quello della pandemia. Allora, non si attenda più oltre per un ammodernamento della pubblica amministrazione, per un ripensamento di quello che è il modello di rapporto tra Stato e cittadini; ci si coordini immediatamente tra Parlamento e Governo affinché tutti ci sentiamo ugualmente impegnati, affinché tutti ci sentiamo ugualmente responsabili e, forse, anche un po' meno avversari, perché l'Italia - colleghi - ha bisogno di certezze e di punti di riferimento, e soprattutto gli italiani oggi hanno bisogno di poter contare sui loro rappresentanti nelle istituzioni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Presidente, il MoVimento 5 Stelle è al lavoro con tante altre forze politiche di questa maggioranza, in modo particolare per venire incontro ancora ad altre categorie, come quelle dei ristoratori; penso ai provvedimenti che verranno, come l'esenzione di TOSAP e COSAP, come il bonus affitti per gli esercenti, come l'aiuto per il pagamento delle bollette e la Tari, che va calcolata sicuramente in modo diverso da come è stato fatto finora, perché andrà parametrata in base ai giorni di chiusura delle nostre attività. Ovviamente, abbiamo proseguito anche sugli aiuti in ambito sanitario e ci tengo a ricordare, oggi in quest'Aula, che il MoVimento 5 Stelle è stata la prima forza politica a proporre e richiedere la sospensione temporanea dei brevetti dei vaccini (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), grazie a una mozione della collega Ianaro. Poi c'è il Piano di ripresa e resilienza, Piano in cui ci sono numerosi interventi per le infrastrutture, per la transizione ecologica, per la digitalizzazione, per la ricerca, per la parità di genere e, non da ultimo, per il divario territoriale. Presidente, tutte le forze politiche, fortunatamente, in questi anni si sono spese per far notare che tra Nord e Sud non ci sono differenze: ebbene, dobbiamo dimostrarlo. Non fa parte del mio discorso il campanilismo e credo non debba far parte di nessuno dei discorsi in quest'Aula, però va ricordato che il Sud, che il Meridione e il Mediterraneo svolgono un ruolo centrale nella politica internazionale che si sta configurando in questi anni. Il MoVimento 5 Stelle ha sempre saputo bene che il bene del Sud è il bene dell'Italia intera (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ed è per questo motivo che ci siamo spesi affinché una buona parte delle risorse del Recovery Fund fossero investite per le infrastrutture e per il tessuto meridionale del Mezzogiorno.
Insomma, il MoVimento 5 Stelle ha sempre portato avanti le vere priorità degli italiani. Tuttavia, Presidente, ho avuto modo di leggere la mozione di Fratelli d'Italia e cito testualmente: è necessario uscire dall'emergenza da COVID, superando la psicosi creata dai modelli adottati, anche a livello comunicativo, nell'ambito della prassi della decretazione d'urgenza, utilizzata con particolare frequenza all'epoca dei Governi Conte I e Conte II, per tutelare la salute dei cittadini, eccetera, eccetera. Presidente: come se gli italiani, anziché essere alle prese con una pandemia mondiale, si vedessero minacciati nella loro salute mentale da un post o da una conferenza stampa del Presidente Conte (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Assurdo! Ci tengo a rassicurare quest'Aula e a rassicurare tutti coloro che sono incappati in questo capovolgimento della realtà che gli italiani sanno ben distinguere tra una leale comunicazione per rendere consapevoli i cittadini di un grave problema e una comunicazione che continua a travestirsi da opposizione a tutti i costi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Ovviamente, non voglio spendere più parole per chi evidentemente le parole non le ha trovate. Voglio ricordare, Presidente, che, grazie al Presidente Giuseppe Conte, l'Italia è stata protagonista nella lotta a questa pandemia e un merito oggi ce lo riconosce anche la Presidente Ursula von der Leyen (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Mi avvio alla conclusione. Come dicevo, bisogna affrontare una riforma fiscale: penso al superbonus 110 per cento; una norma fiscale che va a vantaggio della ristrutturazione dei privati, ma - perché no - anche delle piccole e grandi strutture alberghiere. Ebbene, parliamo sempre di turismo, parliamo di quanto il settore turistico possa rilanciare l'Italia: facciamolo, apprezziamole, prendiamole le proposte utili per il rilancio del turismo; mettiamo da parte gli slogan e diamo più parola ai fatti. Presidente, il percorso è stato già iniziato, però ora questi ambiziosi progetti vanno resi realtà. Le premesse ci sono, i buoni intenti ci sono, ma rimarranno tali se non saremo noi per primi a dare un contributo forte al nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Voglio concludere, Presidente. Se davvero vogliamo dare una mano agli italiani, partiamo dalla consapevolezza che ora bisogna lavorare su questi due pilastri su cui si fonda la crescita dell'economia: il Documento di economia e finanza 2021 e il Piano di ripresa e resilienza, che si associa anche al “decreto Sostegni-bis”. Concludo con un auspicio, con un appello a tutti i colleghi oggi in quest'Aula: ritroviamo lo spirito di unità.
Ritroviamo quella sinergia che ci ricorda quali sono le priorità del nostro Paese, che ci ricorda quali sono le priorità della politica e, soprattutto, ci ricorda qual è il compito che noi, come deputati e come senatori, siamo chiamati ad adempiere (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare, sull'ordine dei lavori, il presidente Lollobrigida. Ne ha facoltà.
FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Presidente, intervengo perché noi abbiamo chiesto la votazione per parti separate dell'intero atto. Però, proprio perché non abbiamo alcuna velleità ostruzionistica, abbiamo immaginato di accorpare alcuni punti, per evitare un numero di votazioni eccessive, anche per rispondere agli interventi parlamentari sui quali crediamo sia utile dare la possibilità a tutti di fare delle scelte, in linea con quelle che, per esempio, noi facciamo abitualmente, ritenendo il Parlamento sovrano rispetto agli altri. Per cui, quando il sottosegretario Rixi propose il “decreto Genova” e ci chiese di votarlo, noi lo votammo, proprio come contributo, immaginando che il commissario Bucci non lo facesse in nome e per conto di una forza politica in particolare, ma lo facesse in nome degli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Quindi, non vogliamo rivendicarlo come atto individuale di una forza politica, ma di tutti. Così come per il “decreto Sicurezza” votammo senza infingimenti, perché? Perché ritenevamo quel provvedimento giusto! Come il collega Rixi, ha fatto adesso, dicendo che il contenuto della maggior parte delle proposte della mozione - che io mai avrei osato dire strumentale - di Fratelli d'Italia è giusto. Noi siamo abituati a votare le cose giuste: è difficile per noi, all'interno del Parlamento, dire che una cosa è giusta e non votarla (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Deputato Lollobrigida, questo senso di responsabilità, sicuramente apprezzato, rischia di confliggere con l'organizzazione dei tempi per rimodulare le votazioni. Quindi, se lei è d'accordo, siccome già avevamo fatto accorpamenti su parti separate convergenti, anzi identiche, nelle varie mozioni, io lascerei le cose come stanno, perché altrimenti saremmo costretti a fare una sospensione. Perfetto, il deputato Lollobrigida è d'accordo; quindi, andiamo avanti, secondo lo schema originario.
(Votazioni)
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Come da prassi, le mozioni saranno poste in votazione per le parti non assorbite e non precluse dalle votazioni precedenti.
Avverto che i presentatori delle mozioni Lollobrigida ed altri n. 1-00469 (Ulteriore nuova formulazione) e Maniero ed altri n. 1-00478 hanno chiesto la votazione per parti separate, nel senso di votare distintamente ciascun capoverso del dispositivo e, a seguire - ove il dispositivo venga in tutto o in parte approvato -, la premessa.
Avverto, altresì, che, in virtù dell'identità dei capoversi terzo, quarto, decimo e ventunesimo nel dispositivo della mozione Lollobrigida ed altri n. 1-00469 (Ulteriore nuova formulazione) rispettivamente con i capoversi undicesimo, nono, decimo e quattordicesimo della mozione Maniero ed altri n. 1-00478, la Presidenza, al fine di dare chiarezza e ordine alle votazioni, porrà in votazione congiuntamente tali identici capoversi.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Lollobrigida ed altri n. 1-00469 (Ulteriore nuova formulazione), limitatamente al primo capoverso del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Lollobrigida ed altri n. 1-00469 (Ulteriore nuova formulazione), limitatamente al secondo capoverso del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul terzo capoverso del dispositivo della mozione Lollobrigida ed altri n. 1-00469 (Ulteriore nuova formulazione), congiuntamente all'undicesimo capoverso del dispositivo della mozione Maniero ed altri n. 1-00478. Il Governo ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul quarto capoverso del dispositivo della mozione Lollobrigida ed altri n. 1-00469 (Ulteriore nuova formulazione), congiuntamente al nono capoverso del dispositivo della mozione Maniero ed altri n. 1-00478. Il Governo ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Lollobrigida ed altri n. 1-00469 (Ulteriore nuova formulazione), limitatamente al quinto capoverso del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Lollobrigida ed altri n. 1-00469 (Ulteriore nuova formulazione), limitatamente al sesto capoverso del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Lollobrigida ed altri n. 1-00469 (Ulteriore nuova formulazione), limitatamente al settimo capoverso del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Lollobrigida ed altri n. 1-00469 (Ulteriore nuova formulazione), limitatamente all'ottavo capoverso del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Lollobrigida ed altri n. 1-00469 (Ulteriore nuova formulazione), limitatamente al nono capoverso del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul decimo capoverso del dispositivo della mozione Lollobrigida ed altri n. 1-00469 (Ulteriore nuova formulazione), congiuntamente al decimo capoverso del dispositivo della mozione Maniero ed altri n. 1-00478. Il Governo ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Lollobrigida ed altri n. 1-00469 (Ulteriore nuova formulazione), limitatamente all'undicesimo capoverso del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Lollobrigida ed altri n. 1-00469 (Ulteriore nuova formulazione), limitatamente al dodicesimo capoverso del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Lollobrigida ed altri n. 1-00469 (Ulteriore nuova formulazione), limitatamente al tredicesimo capoverso del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Lollobrigida ed altri n. 1-00469 (Ulteriore nuova formulazione), limitatamente al quattordicesimo capoverso del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Lollobrigida ed altri n. 1-00469 (Ulteriore nuova formulazione), limitatamente al quindicesimo capoverso del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Lollobrigida ed altri n. 1-00469 (Ulteriore nuova formulazione), limitatamente al sedicesimo capoverso del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Lollobrigida ed altri n. 1-00469 (Ulteriore nuova formulazione), limitatamente al diciassettesimo capoverso del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Lollobrigida ed altri n. 1-00469 (Ulteriore nuova formulazione), limitatamente al diciottesimo capoverso del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Lollobrigida ed altri n. 1-00469 (Ulteriore nuova formulazione), limitatamente al diciannovesimo capoverso del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Lollobrigida ed altri n. 1-00469 (Ulteriore nuova formulazione), limitatamente al ventesimo capoverso del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Lollobrigida ed altri n. 1-00469 (Ulteriore nuova formulazione), limitatamente al ventunesimo capoverso del dispositivo, congiuntamente al quattordicesimo capoverso del dispositivo della mozione Maniero ed altri n. 1-00478, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Lollobrigida ed altri n. 1-00469 (Ulteriore nuova formulazione), limitatamente al ventiduesimo capoverso del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Lollobrigida ed altri n. 1-00469 (Ulteriore nuova formulazione), limitatamente al ventitreesimo capoverso del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Lollobrigida ed altri n. 1-00469 (Ulteriore nuova formulazione), limitatamente al ventiquattresimo capoverso del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Lollobrigida ed altri n. 1-00469 (Ulteriore nuova formulazione), limitatamente al venticinquesimo capoverso del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 25).
In virtù della reiezione del dispositivo della mozione Lollobrigida e altri n. 1-00469 (Ulteriore nuova formulazione), non si procederà alla votazione della relativa premessa.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Davide Crippa, Molinari, Serracchiani, Occhiuto, Boschi, Fornaro, Schullian, Silli, Lapia, Lupi, Magi, Tasso e Muroni n. 1-00476, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 26).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Maniero ed altri n. 1-00478, limitatamente al primo capoverso del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 27).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Maniero ed altri n. 1-00478, limitatamente al secondo capoverso del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 28).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Maniero ed altri n. 1-00478, limitatamente al terzo capoverso del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 29).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Maniero ed altri n. 1-00478, limitatamente al quarto capoverso del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 30).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Maniero ed altri n. 1-00478, limitatamente al quinto capoverso del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 31).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Maniero ed altri n. 1-00478, limitatamente al sesto capoverso del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 32).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Maniero ed altri n. 1-00478, limitatamente al settimo capoverso del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 33).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Maniero ed altri n. 1-00478, limitatamente all'ottavo capoverso del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 34).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Maniero ed altri n. 1-00478, limitatamente al dodicesimo capoverso del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 35).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Maniero ed altri n. 1-00478, limitatamente al tredicesimo capoverso del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 36).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Maniero ed altri n. 1-00478, limitatamente al quindicesimo capoverso del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 37).
In virtù della reiezione del dispositivo della mozione Maniero ed altri n. 1-00478, non si procederà alla votazione della relativa premessa.
Dobbiamo ora passare al seguito dell'esame delle mozioni concernenti iniziative volte al superamento delle barriere architettoniche.
Data l'ora, mi pare si sia raggiunta un'intesa, nel senso di limitare la durata degli interventi, al fine di concludere l'esame delle mozioni entro le 13,15 per stare nei termini delle nostre regole. Se non ci sono osservazioni procediamo in questa direzione.
Seguito della discussione delle mozioni Novelli, Panizzut, Noja, D'Arrando, Lepri, De Lorenzo, Rospi, Lapia, Gebhard ed altri n. 1-00212 e Lollobrigida ed altri n. 1-00481 concernenti iniziative volte al superamento delle barriere architettoniche (ore 12,05).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione delle mozioni Novelli, Panizzut, Noja, D'Arrando, Lepri, De Lorenzo, Rospi, Lapia, Gebhard ed altri n. 1-00212 (Nuova formulazione) e Lollobrigida ed altri n. 1-00481 concernenti iniziative volte al superamento delle barriere architettoniche (Vedi l'allegato A).
Avverto che, dopo la conclusione della discussione sulle linee generali, che ha avuto luogo nella seduta di lunedì 3 maggio 2021, sono state presentate una nuova formulazione della mozione n. 1-00212 e la mozione Lollobrigida e altri n. 1-00481, che sono già state iscritte all'ordine del giorno. La nuova formulazione della mozione n. 1-00212 è stata sottoscritta, tra gli altri, anche dai deputati Panizzut, Noja, D'Arrando, Lepri, De Lorenzo, Rospi, Lapia e Gebhard che, con il consenso degli altri sottoscrittori, ne diventano rispettivamente il secondo, il terzo, il quarto, il quinto, il sesto, il settimo, l'ottavo e il nono firmatario e contestualmente sono state ritirate le mozioni Noja ed altri n. 1-00471 e Panizzut e altri n. 1-00473.
(Parere del Governo)
PRESIDENTE. Invito la rappresentante del Governo ad esprimere il parere sulle mozioni all'ordine del giorno.
ERIKA STEFANI, Ministra per le Disabilità. Grazie, sulla mozione n. 1-00212 (Nuova formulazione) il parere è favorevole.
PRESIDENTE. Sulla mozione Lollobrigida, Ministra?
ERIKA STEFANI, Ministra per le Disabilità. Sulla mozione Lollobrigida ed altri n. 1-00481 il parere è favorevole condizionato a riformulazioni. Quanto all'impegno n. 1, si chiede di espungere le parole: “immediatamente”; sull'impegno n. 2, si chiede di riformulare nel seguente modo: “ad adottare ogni iniziativa di competenza affinché gli enti locali possano dotarsi dei PEBA in tempi brevi e ottenere i relativi fondi pubblici; quanto all'impegno n. 7, inserire in premessa le parole: “a valutare la possibilità di”.
PRESIDENTE. Il resto è favorevole quindi?
ERIKA STEFANI, Ministra per le Disabilità. Sì, Presidente.
(Dichiarazioni di voto)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di parlare il deputato Tasso. Ne ha facoltà.
ANTONIO TASSO (MISTO-MAIE-PSI). Grazie, Presidente l'accessibilità agli spazi da vivere e l'abbattimento delle barriere architettoniche sono obiettivi di primaria importanza che trova conforto nell'articolo 3 della Costituzione italiana. L'ampia ed articolata mozione che, tra le altre, porta anche la mia firma e che verrà votata dalla componente MAIE-PSI, che qui rappresento, si pone in maniera propositiva e risolutiva in merito alla problematica della disabilità ed, in particolare, ai processi di inclusione/esclusione sociale e del riconoscimento/disconoscimento dei diritti di tante persone. Io auspico che questa mozione contribuisca a promuovere narrazioni non stereotipate sul tema della disabilità. Ritengo sia l'occasione, oltre che di proposta anche di ulteriore riflessione, sulla tutela dei diritti, la piena accessibilità dei servizi, l'abbattimento delle barriere che, spesso, vanno oltre quelle meramente architettoniche. Io credo fortemente che, in accordo con le regioni e gli enti locali, si debba procedere, così come previsto in un punto della mozione, ad un censimento non solo delle criticità delle strutture, ma anche delle necessità delle persone con disabilità. In autunno si andrà a votare in diverse città, anche la mia si trova in questa condizione dal momento che sono…
PRESIDENTE. La ringrazio.
ANTONIO TASSO (MISTO-MAIE-PSI). …parte attiva nel cimento elettorale. Concludo, Presidente. Un punto preciso del programma del soggetto politico che sosterrò prevede la costituzione di un assessorato dedicato esclusivamente alla disabilità che, occupandosi delle problematiche di cui dibattiamo oggi…
PRESIDENTE. La ringrazio.
ANTONIO TASSO (MISTO-MAIE-PSI). … possa far conseguire notevoli passi avanti a questo percorso di civiltà.
PRESIDENTE. Ricordo l'impegno preso da parte di tutti i gruppi a contenere gli interventi. Questo è, per quello che mi riguarda, categorico, perché altrimenti devo sospendere la seduta prima della votazione. Quindi, c'è stato un impegno, mi è stato rappresentato, adesso ciascun gruppo parlamentare deve dimostrare di essere coerente con l'impegno preso.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Rospi. Ne ha facoltà.
GIANLUCA ROSPI (MISTO-C!-PP). Presidente, io consegnerò il testo del mio discorso, però cercherò di dire qualcosa in maniera velocissima e di ridurre il tempo a mia disposizione. Voglio iniziare con le parole che ha detto il Presidente Mattarella il 3 dicembre scorso, nella Giornata internazionale dei diritti delle persone disabili: “Il livello di civiltà di un popolo e di uno Stato si misura anche dalla capacità di assicurare alle persone con disabilità inclusione, pari opportunità, diritti e partecipazione a tutte le aree della vita pubblica, sociale ed economica”. Allora, colleghi, uno Stato che non riesce a garantire un'adeguata accessibilità a tutti i suoi cittadini, non solo viola i diritti umani, ma preclude uno dei valori fondamentali della nostra Carta costituzionale, quello di garantire la dignità umana.
Nel nostro ruolo di legislatori, abbiamo il dovere morale di lavorare con forza a iniziative che vadano nella direzione di abbattere ogni forma di barriera e garantire pari dignità a tutti i cittadini della Repubblica italiana.
Bene, signor Presidente, oggi l'approvazione di questa mozione è solo un piccolo, anzi un piccolissimo passo: c'è ancora molto da fare affinché le persone con disabilità possano vivere una vita veramente indipendente.
Colleghi, dobbiamo lavorare con più forza, tutti insieme, per annullare ogni vincolo, ogni impedimento e mettere le persone con disabilità e le loro famiglie nella condizione di vivere la vita sociale nel miglior modo possibile. Faccio fatica purtroppo a pensare che ancora oggi in uno Stato come il nostro ci siano dei limiti all'accesso ai servizi, o che esistano ancora dei luoghi fisici non accessibili alle persone con disabilità.
Infine, Presidente, entrando un po' nel merito della mozione, esprimo la soddisfazione mia e del mio gruppo per il lavoro fatto con i colleghi delle altre forze politiche di maggioranza nell'elaborare un testo unico oggi in votazione. La mozione recepisce anche alcune delle nostre proposte, in primis, quella di estendere il superbonus 110 per cento e le opzioni di cessione del credito e dello sconto in fattura anche agli interventi di eliminazione delle barriere architettoniche, indipendentemente dal fatto - e questa è la novità - che gli stessi vengano eseguiti congiuntamente o meno ad altre tipologie di intervento, svincolandoli totalmente dagli interventi trainanti.
Ugualmente importante è stata anche l'introduzione del censimento degli immobili e degli edifici non ancora adeguati alla normativa sul superamento delle barriere architettoniche.
Non esistono, però, Presidente, solo barriere fisiche, esistono purtroppo oggi, nella società odierna, altri tipi di barriere forse ancora più importanti: mi riferisco alle barriere virtuali o sociali, che ogni giorno negano l'accesso a servizi essenziali, come la salute, l'istruzione, l'informazione, la cultura e le nuove tecnologie. Oggi occorre lavorare anche per annullare tutte queste barriere: qualcosa è previsto nel Piano nazionale di ripresa e resilienza, ma ancora altro c'è da fare per raggiungere un adeguato livello di inclusione e garantire a tutti i cittadini i servizi essenziali e soprattutto piena dignità.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Rina De Lorenzo. Mi corre l'obbligo di rammentare anche alla collega che sta per prendere la parola degli accordi sull'autoriduzione dei tempi. Prego, a lei la parola.
RINA DE LORENZO (LEU). Grazie, Presidente. La pandemia da COVID-19 ha colpito al cuore la nostra società, aumentando le diseguaglianze preesistenti ed esponendo a rischi maggiori le persone più fragili. È, dunque, obiettivo prioritario di questo Parlamento dare attuazione alla Costituzione materiale ed affermare il principio di eguaglianza, espresso dall'articolo 3 della Costituzione, perché nessuno sia lasciato indietro.
Il diritto all'accessibilità degli spazi fisici, ma non solo, e di quelli virtuali in cui si dispiega ogni aspetto della vita sociale, è assicurato anche dalla Convenzione delle Nazioni Unite ratificata dal nostro Paese nel 2009, una Convenzione che afferma il diritto all'accessibilità universale e il principio di eliminazione di ogni ostacolo e barriera che si presenta nello spazio fisico, ma anche in quello virtuale. Un accesso generalizzato ai beni e ai servizi, che può realizzarsi soltanto con il superamento di quelle barriere, che sono anche mentali.
L'inclusione delle persone disabili come risposta all'emergenza COVID servirà a tutti quanti noi per combattere il virus e per ricostruire un mondo post COVID inclusivo della disabilità, che non dipende esclusivamente dalla funzionalità dei cinque sensi. Del resto, la disabilità è una condizione ordinaria che ogni essere umano ha vissuto almeno una volta nel corso della propria esistenza e non costituisce un limite, se l'organizzazione sociale è orientata al superamento delle barriere materiali e virtuali dell'ambiente circostante, che si frappongono al pieno esercizio dell'autonomia e della crescita individuale di ogni cittadino.
Le persone con disabilità, in realtà, sono l'espressione della nostra stessa umanità e manifestano una condizione che è propria di tutti: ci offrono l'opportunità per fare verità sulla nostra identità di esseri fragili. Gli stessi interventi normativi approvati nella recente legge di bilancio per il mondo della disabilità hanno seguito una strategia complessiva che segna il passaggio da un approccio emotivo, ma poco attento in termini di pianificazione degli interventi, ad un'azione di sistema, all'insegna di un percorso di sviluppo della cultura e della solidarietà, una cultura dell'inclusione e della solidarietà che si realizza prioritariamente nelle scuole.
Ma è proprio dall'analisi degli edifici scolastici presenti sul territorio nazionale che emergono dati estremamente allarmanti sulla presenza di barriere architettoniche, che di fatto ledono il diritto all'accessibilità: solo due scuole su dieci sono a norma. Dunque, il Piano nazionale di ripresa e resilienza rappresenta un'occasione straordinaria per porre l'attenzione sugli investimenti in edilizia scolastica, per impedire che la mancanza di accessibilità pregiudichi la formazione, le relazioni interpersonali, dentro e fuori le Aule.
Il futuro dei giovani con disabilità non può essere pregiudicato dallo stigma e dall'isolamento. Ogni ostacolo fisico all'accessibilità, ogni barriera ideologica va dunque superata attraverso un capovolgimento del pensiero, che pone la condizione di disabilità non come derivante da qualità soggettive della persona, bensì dalla relazione tra le caratteristiche delle persone e gli interventi nello spazio attraverso i quali la società organizza l'accesso e il godimento dei diritti, dei beni e dei servizi.
È dunque necessario un cambio di passo, che riconosca la disabilità non nella persona che si muove grazie ad un ausilio sanitario, ma negli edifici costruiti senza rampe di accesso, non nella persona che comunica attraverso l'uso della vista, ma con tecnologie informatiche e di software dedicate ai non udenti nelle scuole.
L'inclusione delle persone disabili, come risposta all'emergenza COVID, servirà a tutti noi per combattere il virus e per ricostruire, rappresenta una sfida senza precedenti per la ricostruzione di una società inclusiva, non discriminante, in grado di rispondere alle situazioni complesse, capace di arrivare prima alle persone più in difficoltà.
Il processo di inclusione è un processo faticoso, di crescita e di consapevolezza che riconosce dignità alle donne e agli uomini più fragili.
È un processo coraggioso che favorisce lo sviluppo di anticorpi contro la subcultura che considera alcune vite di serie A e altre di serie B, nel rispetto della vita e della biografia di ciascuno. È in questo senso e per questi motivi che, a nome del gruppo LEU, io esprimo voto favorevole sulla mozione di maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Lisa Noja. Ne ha facoltà.
LISA NOJA (IV). Grazie, Presidente. Desidero, anzitutto, ringraziare l'onorevole Novelli e i proponenti della prima mozione, da cui hanno preso le mosse gli atti di indirizzo che ci apprestiamo a votare. Italia Viva ha voluto contribuire presentando un proprio testo, poi confluito nella mozione di maggioranza, che è il frutto di un lavoro svolto tutti insieme al Governo e, in particolare, con la Ministra Stefani, che voglio ringraziare per il sostegno e la collaborazione di questi giorni.
È una mozione importante non solo per la serie articolata di impegni concreti che chiede al Governo sul tema dell'accessibilità, della progettazione universale, dell'accomodamento ragionevole, ma è anche - e forse prima ancora - importante perché si fonda su due pilastri tra loro strettamente collegati: il primo è che la mancanza di accessibilità costituisce una violazione dei diritti umani. Il diritto all'accessibilità, infatti, è un diritto in sé e per sé, ma è anche e soprattutto un diritto fondamentale funzionale, in quanto è il presupposto imprescindibile per il godimento di tutti gli altri diritti della persona umana. Per capirlo basta riferirsi alla Convenzione ONU che definisce la disabilità come il risultato di un'interazione tra la condizione di salute in senso stretto della persona e un ambiente fisico e sociale escludente. Presidente, scusi. C'è un rumore veramente… credo che l'argomento meriti silenzio.
PRESIDENTE. Chiedo ai colleghi deputati di fare silenzio, anche se abbiamo comunque assistito a rumori peggiori.
LISA NOJA (IV). Certo, al peggio non c'è mai limite!
PRESIDENTE. Prego, prosegua.
LISA NOJA (IV). Cosa può esserci di più escludente dell'impedire a una persona di accedere a un ambiente fisico, a un museo, a un treno, a una scuola o a un ambiente virtuale, a un servizio informatico o a un contenuto digitale? Nella mozione citiamo alcuni numeri che danno conto di questa esclusione. Ad esempio, quando Istat ci dice che soltanto il 31 per cento delle scuole italiane ha abbattuto le barriere architettoniche e solo il 17,5 per cento quelle senso-percettive, questo significa che migliaia di bambini e bambine, ragazzi e ragazze del nostro Paese subiscono ogni giorno l'umiliazione di non poter partecipare appieno al luogo di socialità e di crescita per eccellenza dell'infanzia e dell'adolescenza. Ginott scrisse: “I bambini sono come cemento fresco. Qualunque cosa passi su di loro lascia un'impronta”. Che impronta può lasciare in un bambino con disabilità non potersi muovere liberamente a scuola o non poter partecipare a una gita scolastica con i suoi compagni?
E, ancora, in queste settimane abbiamo tante volte ripetuto quanto fosse importante riaprire i luoghi della cultura, perché lì avremmo potuto ritrovare un alimento dell'anima indispensabile per elaborare il dolore di quest'anno. Ebbene, se solo il 37,5 per cento dei musei pubblici e privati del nostro Paese è attrezzato per ricevere le persone con limitazioni gravi e appena il 20,4 per cento di essi offre percorsi tattili o pannelli esplicativi in braille, di quanta bellezza stiamo privando tanti cittadini (non nell'anno della pandemia, sempre)? E quando il Comitato ONU sui diritti delle persone con disabilità registra su tutto il territorio nazionale casi di inaccessibilità dei centri antiviolenza e delle case rifugio, degli ambulatori e dei macchinari per i servizi di ginecologia e ostetricia, cosa significa in termini di negazione del diritto alla salute, alla prevenzione e alla protezione dalla violenza di migliaia di donne con disabilità del nostro Paese? Allo stesso modo, quando ANCI accerta che l'obbligo di adottare i piani per l'abbattimento delle barriere architettoniche, in vigore dal 1986, e quello di redigere i piani di accessibilità urbana, esistente dal 1992, nel 2018 erano stati adempiuti da meno del 10 per cento dei comuni italiani, ebbene quanto dice questo del senso di esclusione di migliaia di cittadini che nel nostro Paese non hanno accesso a edifici pubblici, strade, piazze, parchi, trasporti pubblici?
La mancanza di accessibilità per una persona con disabilità è di fatto un'apartheid non dichiarata. Già questo basterebbe a richiamare tutte le istituzioni e ciascuno di noi, in quest'Aula e nel Governo, al dovere costituzionale di assicurare la costante crescita del grado di accessibilità di tutti gli ambienti fisici e virtuali del nostro Paese.
Ma vi è di più, e vengo al secondo pilastro della mozione che stiamo per votare. La mancanza di accessibilità priva la società del contributo di tante persone che hanno talenti, idee e competenze da mettere a disposizione dell'Italia e produce ingenti perdite economiche, specie in un Paese come il nostro a vocazione turistica e culturale. Per dare un'idea, la Commissione europea ha stimato, con riferimento al patrimonio naturale e paesaggistico, museale e archeologico del nostro Paese, una perdita secca per mancanza di accessibilità di una cifra pari ad almeno il 20 per cento del fatturato annuale del settore. Nel momento in cui stiamo lavorando al più grande piano di rilancio del Paese dal dopoguerra, possiamo permetterci di rinunciare a un investimento su questo?
La sfida dell'accessibilità, dunque, è una sfida di civiltà, di uguaglianza, di crescita economica, ma è anche una sfida di bellezza anzitutto per architetti e designer, perché, se come diceva Gropius, “il vincolo rende inventiva la mente creativa”, mi chiedo quanta inventiva possa scatenare la realizzazione dei nostri ambienti fisici e virtuali secondo i principi dello Universal Design, ossia secondo un nuovo paradigma rivoluzionario e inclusivo della progettazione che sia inclusivo non soltanto delle persone con disabilità ma di tutte e di tutti, qualunque sia la loro complessità identitaria, qualunque siano le loro caratteristiche e i loro bisogni.
Non esiste l'uomo vitruviano dalle proporzioni ideali; esistono tanti esseri umani diversi tra di loro e questa è una ricchezza da non perdere. Margaret Mead scrisse: “Affrontiamo costantemente enormi opportunità perfettamente mascherate da problemi insolubili”. Quello dell'accessibilità può apparire un problema insolubile per un Paese con un patrimonio architettonico e urbanistico antico come il nostro, ma in realtà è una delle grandi ed enormi opportunità di cui parlava la Mead. Noi vogliamo coglierla con determinazione e con tanta, tanta concretezza. Per questo annuncio il voto favorevole di Italia Viva sulla mozione di maggioranza (Applausi dei deputati dei gruppi Italia Viva, MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico e di deputati del gruppo Misto).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Monica Ciaburro. Ne ha facoltà. Ricordo anche a lei gli accordi sulla autoriduzione dei tempi. Prego.
MONICA CIABURRO (FDI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, la mozione su cui siamo portati a votare oggi nel solco del dibattito avvenuto lunedì scorso, ci pone di fronte a un tema che purtroppo - e dico “purtroppo” - è stato anche messo forse eccessivamente in secondo piano dalla stessa crisi pandemica da COVID-19. La libertà di circolazione è un diritto costituzionalmente garantito dall'articolo 16 della Costituzione e contemperato dall'articolo 3, che stabilisce chiaramente che: “È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.
Basta aggirarsi per Roma e per molte città italiane o anche solo in quest'Aula, colleghi, per rendersi conto che in realtà c'è ancora molto, molto, moltissimo da fare rispetto a questo tema.
La qualità di una Nazione, di una democrazia, si vede soprattutto nel modo in cui opera per portare avanti chi è rimasto indietro, i più fragili, i più deboli. Sotto questo punto di vista, condividiamo con favore le varie iniziative di ordine sovranazionale che, negli anni, sono state poste a favore e a tutela delle persone con disabilità. Oltre alla nostra Costituzione, il supporto ed il pieno sostegno contro ogni forma di discriminazione, inclusa quella nei confronti delle persone con disabilità, sono tutelati anche dalla Carta fondamentale dei diritti dell'Unione europea e dal Trattato di Lisbona, documenti fondanti l'attuale Unione europea come la conosciamo. Queste Carte fondamentali sono, quindi, accompagnate da documenti di indirizzo, come la Strategia europea sulla disabilità 2010-2020 e la successiva versione 2021-2030, di cui ad apposita comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio ed al Comitato economico e sociale dello scorso marzo. Il documento, per quanto di indirizzo, si concentra su autonomia, indipendenza e pari opportunità, in attuazione della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, approvata nel 2006, ratificata dall'Italia nel 2007 e, per quanto importante, rimasta grandemente inattuata. C'è molta strada da fare sul tema delle barriere architettoniche e delle tutele alle persone disabili, è inutile che ce lo nascondiamo, ma non solo in Italia, anche fuori, soprattutto, se consideriamo che, in tutto il territorio dell'Unione europea, 87 milioni di persone - il 20 per cento della popolazione europea - vivono con qualche forma di disabilità. Oltre la metà delle persone con disabilità in Europa afferma di essersi sentita personalmente discriminata nel 2019. Secondo i dati Istat, nel 2019, in Italia, sono 3 milioni 150 mila - oltre il 5 per cento della popolazione - i cittadini con disabilità che soffrono di gravi limitazioni che impediscono loro di svolgere attività abituali. Se consideriamo, poi, che solo il 14 per cento delle persone con disabilità si sposta con mezzi pubblici urbani rispetto al 25 per cento del resto della popolazione e che solo il 34 per cento degli istituti scolastici è completamente accessibile per i disabili, la situazione è fortemente drammatica. Vedete, onorevoli colleghi, nel momento in cui, su venti regioni italiane, soltanto in una le scuole accessibili sono più della metà e, in sette, non si arriva neanche al 30 per cento degli istituti accessibili, vuol dire che abbiamo un problema, un grandissimo problema. Di fronte ad una realtà disarmante - perché di questo si tratta -, credo, allora, che sia doveroso ringraziare per la presenza di un presidio ineludibile di sicurezza, più forte di ogni forma di welfare, che Fratelli d'Italia sosterrà sempre e comunque ed in ogni forma possibile, e questo è la famiglia. Onorevoli colleghi, sono circa 7 milioni e mezzo i cittadini italiani affetti da disabilità e la quasi totalità di questi vive all'interno di un nucleo familiare. Di fronte ad una realtà dove almeno un terzo della popolazione nazionale, ogni giorno, si confronta con tutte le problematiche legate alla condizione di disabilità dei propri congiunti, sopperendo spesso alla mancanza di servizi pubblici dedicati, su questo dobbiamo impegnarci. Sono questi numeri, queste testimonianze che ci dicono davvero quanto valga la famiglia, che qualcuno cerca, anche in questi giorni, di attaccare e demolire, quando, invece, è la nostra forza, la forza della nostra società, la forza delle nostre comunità (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Andando al tema in esame, le barriere architettoniche costituiscono degli ostacoli, fonti di disagio per la mobilità di chiunque e, soprattutto, per chi ha una ridotta capacità motoria permanente, ma anche temporanea. Sono barriere tutte quelle mancanze di quegli accorgimenti idonei a permettere l'orientamento e la riconoscibilità dei luoghi e delle fonti di pericolo per chiunque ed in particolare per i non vedenti, gli ipovedenti ed i sordi. Sono barriere tutte quelle criticità che, di base, trasformano la quotidianità in una persistente fonte di disagio e di discriminazione. La nostra Nazione, in ogni caso, dispone di una solida struttura normativa a tutela delle persone invalide, composta da tutte quelle normative per favorire il superamento e l'eliminazione delle barriere architettoniche, negli ambiti privati e pubblici, che ci hanno fornito, tra i vari, lo strumento dei PEBA, i Piani di eliminazione delle barriere architettoniche, che permettono di monitorare, progettare e pianificare i giusti ed opportuni interventi per garantire un ottimale fruibilità degli edifici a tutti i cittadini.
Nonostante l'obbligatorietà della relazione dei PEBA abbia il termine di un anno dall'entrata in vigore della legge che risale al 1986, i tempi di attuazione sono, purtroppo, ad oggi, largamente disattesi. A distanza di trentacinque anni dall'attuazione di questa legge, la maggioranza dei comuni italiani ancora non si è dotata di un PEBA, privandosi di uno strumento di per sé insostituibile per superare le barriere architettoniche. Sono numerosi, in Italia, i comuni condannati per discriminazione nei confronti delle persone con disabilità e che continuano a perseguire condotte inadempienti nei confronti delle normative nazionali.
Queste discriminazioni colpiscono tutti noi e dobbiamo adoperarci, anche con iniziative accorate in quest'Aula, a trovare nuovi strumenti per poterle superare e debellare. Per questo il PNRR, il Piano nazionale di ripresa e resilienza riconosce sia i grandi sforzi fatti dal nostro Paese, che le grandi necessità per poter rimuovere tutte le barriere, materiali ed immateriali, che colpiscono i nostri cittadini. Proprio per questo ci sarà bisogno, tuttavia, di importanti riforme e semplificazioni, per permettere alle amministrazioni di adeguarsi rapidamente, aiutando in modo particolare anche quelle amministrazioni che, per dimensioni o difficoltà finanziarie, non dispongono delle risorse umane ed economiche necessarie per adeguarsi in modo conforme alle normative vigenti. C'è bisogno di riformare e semplificare il codice degli appalti, prevedere il criterio della progettazione universale tra i criteri di valutazione nell'ambito dei procedimenti di selezione pubblica per la realizzazione o la modifica di spazi pubblici.
PRESIDENTE. Deve concludere, deputata Ciaburro.
MONICA CIABURRO (FDI). Presidente, in quest'Aula, oggi, diamo un segnale rispetto a un tema che condivide tutta l'Aula, e questo è un bel segnale che ci porta, ovviamente, a votare anche la mozione di maggioranza, così come, negli accordi, ci sarà un parere favorevole anche per la nostra. Questa, ripeto, è una bella pagina proprio perché ci vede uniti rispetto a una tematica verso la quale non possiamo chiudere gli occhi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Versace. Ne ha facoltà. Ricordo sempre l'autoriduzione dei tempi, nella speranza che venga rispettata. Prego, a lei la parola.
GIUSEPPINA VERSACE (FI). Grazie, Presidente. È importante che oggi l'Aula si trovi a discutere e votare le mozioni su un tema davvero importante che riguarda non solo l'eliminazione delle barriere, ma, allo stesso tempo, quel diritto inalienabile di tutti i cittadini più fragili a poter vivere in maniera indipendente e di poter svolgere in piena autonomia anche quei semplici atti di vita quotidiana; mozioni che impegnano il Governo ad accelerare la sua iniziativa per un reale abbattimento delle tante barriere architettoniche. Sotto questo aspetto, la normativa europea, così come anche la Convenzione ONU del 2006 sui diritti delle persone con disabilità già citata, che l'Italia ha ratificato ormai più di dieci anni fa, in qualche modo, impongono agli Stati membri l'obbligo di garantire alle persone con disabilità, al pari del resto dei cittadini, proprio l'accesso generalizzato ai beni e ai servizi. Questa Convenzione deve essere un faro per noi legislatori. Purtroppo l'Italia è uno di quei Paesi che, per prima, l'ha voluta sottoscrivere, ma, poi, è anche rimasta in coda ed è uno degli ultimi Paesi che l'ha applicata. Quindi, questo deve farci riflettere e invito tutti a rileggerla.
La mozione a prima firma del collega Novelli, che io ho chiaramente sottoscritto, è una mozione che nella sua stesura definitiva ha visto il contributo di gran parte dei gruppi che siedono in quest'Aula e questo è un grande segnale. Il risultato di questo lavoro è una mozione importante, assai articolata e che chiede all'Esecutivo uno scatto da velocista, per usare una metafora sportiva, proprio perché la sua azione di governo necessita di questo e serve, soprattutto, per sciogliere i tanti nodi che ancora, purtroppo, permangono e ci vedono ancora lontani da quella piena applicazione della Convenzione che ho appena citato. Riguardo alle barriere architettoniche, come abbiamo già evidenziato nella mozione presentata, il finanziamento degli interventi di edilizia privata e residenziale pubblica è davvero complesso: è articolato su tre livelli - nazionale, regionale e comunale -, con notevoli oneri burocratici e con risorse, purtroppo, ancora troppo insufficienti, specie se si pensa alla condizione di difficoltà in cui versano molte famiglie con parenti con disabilità. Infatti, va ricordato che la concessione del contributo ai privati è subordinata all'antecedente realizzazione degli interventi e, poi, solo in seguito, all'espletamento di un complesso iter amministrativo. I numeri ci dicono che oltre il 50 per cento dei palazzi in centri storici sono privi di ascensore, rendendo critico e, a volte, impossibile l'accesso alle abitazioni ai piani medio-alti, in particolare, ai disabili e agli anziani (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
E devo anche aggiungere una cosa: non lo dicono solo i numeri, lo posso testimoniare io stessa insieme a milioni di persone che si sono trovate o si trovano costrette, per brevi o lunghi periodi, a usare una sedia a rotelle o delle stampelle. Noi legislatori abbiamo il dovere di agire concretamente e rapidamente (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), tenendo sempre accesi i riflettori su queste tematiche che non sono certamente meno prioritarie di altre. Ancora c'è troppo da fare anche in materia di eliminazione delle barriere architettoniche, soprattutto se si pensa agli edifici pubblici. Ma su questo mi compiaccio che il nostro Ministro, Renato Brunetta, abbia già iniziato a lavorare rapidamente, da vero velocista, avviando un censimento degli immobili e degli edifici pubblici ancora non in regola con le norme relative al superamento delle barriere architettoniche. E' chiaro che, su questo, serve anche il contributo delle regioni e degli enti locali. Nonostante gli sforzi, va detto che la normativa attuale rimane comunque un punto di debolezza. In effetti, ad esempio, dobbiamo pensare alle spese per l'abbattimento delle barriere architettoniche, che possono beneficiare del superbonus solo se trainate da quelle sostenute per l'efficientamento energetico e l'adeguamento antisismico; bisogna, invece, prevedere che anche le spese per i lavori di rimozione delle barriere siano esse stesse trainanti e che possano quindi beneficiare automaticamente del 110 per cento. E, quindi, è chiaro che è indispensabile snellire le procedure di accesso al superbonus. Anche su questo importante aspetto, la mozione contiene un impegno preciso del Governo. Ma non c'è solo il problema delle barriere fisiche, ci sono anche quelle sensoriali e cognitive. Almeno sotto questo aspetto, il Piano nazionale di ripresa e resilienza, nei suoi obiettivi di inclusione, fa un costante e ripetuto riferimento alle necessità di eliminare questo tipo di barriere. Ma dobbiamo considerare anche quelle digitali: l'innovazione e la digitalizzazione non possono che arrivare in soccorso a questo importante processo. Il PNRR è una grande opportunità ma è chiaro che è necessario vigilare anche sull'attuazione effettiva. Io voglio ringraziare anche tutti i colleghi che hanno contribuito alla stesura di questa mozione unitaria che fa ben sperare e voglio anche ricordare che tutto ciò che ha valore nella società dipende dalle opportunità di progredire che vengono accordate ad ogni individuo. Ovviamente, Presidente, concludo, visti i tempi accordati, annunciando il voto favorevole del gruppo di Forza Italia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Stefano Lepri, sempre con la raccomandazione della autoriduzione dei tempi. Prego, ne ha facoltà.
STEFANO LEPRI (PD). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, signor Presidente, signor Ministro, questa nostra mozione, anzitutto, è utile. É utile per due ragioni. Perché il tema è condiviso - oggi plasticamente lo vediamo - dall'intera Aula parlamentare e da tutte le forze politiche; quindi, lei, Ministro, che ha il coordinamento su questa materia, ha un grande slancio, ha un mandato pieno, dettato dall'unanimità nel consenso verso questa grande sfida. La seconda ragione è che abbiamo chiara l'esigenza di una grande condivisione da parte del Governo perché questa materia rappresenta, come in altri casi, un paradosso: il fatto che sia materia trasversale finisce spesso per essere materia trascurata, e non può più essere così. Più che altre leggi - quindi, lo dico come suggerimento al Ministro - su questa materia abbiamo bisogno di un grande lavoro operativo, esecutivo da parte del Governo. Quindi, lei ha una doppia sfida, un doppio mandato: da un lato, agire in applicazione delle tante leggi (non mancano) oggi esistenti, dall'altro, fare anche un grande lavoro di regia, che spesso è mancato, verso gli enti locali, verso le organizzazioni, le categorie, i cittadini, eccetera. Che ci sia un grande lavoro ancora da fare lo hanno già detto i colleghi e ce lo dicono molti dati: ad esempio, il fatto che solo il 10 per cento dei comuni abbia il piano per l'eliminazione delle barriere architettoniche oppure che solo il 20 per cento delle scuole oggi sia effettivamente a norma o che l'enorme nostro patrimonio artistico e architettonico sia ancora in larga parte inaccessibile. Ebbene, nell'elenco grande e sicuramente esaustivo che il Parlamento ha voluto consegnare al Governo, segnalo solo alcune delle sfide, non necessariamente le più importanti, almeno per quanto riguarda prima il pubblico; poi, mi riferirò, invece, alle sfide che riguardano il privato. La prima: l'accessibilità può essere garantita attraverso la diffusione negli enti locali degli accessibility o disability manager. Laddove è stata prevista e opera questa figura, in molti casi vediamo che le cose si muovono, che c'è una maggiore attenzione. Quindi, occorre che il Governo metta risorse anche su questa opportunità, incentivando gli enti locali a promuovere questa figura. La seconda: il Piano nazionale di ripresa resilienza. Lei ha ricordato che, mettendo insieme le varie risorse, avremo a disposizione, nei prossimi 5-6 anni, addirittura 6 miliardi per l'abbattimento delle barriere architettoniche nei vari comparti. Una grandissima sfida. Dobbiamo fare in modo che la bellezza dell'Italia si possa guardare, si possa vivere, non solo si possa immaginare. C'è la sfida dell'arredo urbano, tornando alle cose più semplici, gli attraversamenti pedonali; il diritto di potersi muovere nel proprio isolato, nel proprio quartiere è davvero una condizione basilare e, purtroppo, in moltissimi casi, in Italia ancora non riconosciuto. C'è il diritto alla mobilità, anche attraverso l'uso di un'autovettura: una delle questioni aperte, che lei ben conosce, è il fatto che i cittadini che hanno il contrassegno per la mobilità nella propria città quasi sempre non vedono riconosciuto questo diritto se si muovono in altre città, soprattutto nelle ZTL e con riferimento al diritto di parcheggiare negli spazi riservati, proprio perché non c'è ancora una regia nazionale che consenta un pass elettronico per questa possibilità. Così come c'è la grande sfida - non la posso dettagliare - in riferimento alle misure che riguardano le persone con disabilità sensoriali, le persone non vedenti e sorde.
Passiamo alle sfide del privato, che sono almeno altrettanto importanti. Altri colleghi hanno già ricordato molto bene la difficile applicazione della legge n. 13 del 1989, una legge storica che però ha dimostrato quante volte il legislatore finisce per fare norme troppo complesse, magari per tutelarsi eccessivamente, che finiscono per rendere inapplicata la stessa legge. E' una legge barocca ed elitaria, che consente di fare pochi lavori, e oggi ci sono anche poche risorse; bisogna anticipare le spese e attendere molti anni se abbiamo la fortuna di poter essere poi rimborsati. Fortunatamente, ci sono misure più moderne e semplici, come quelle introdotte negli ultimi anni: penso alla possibilità di avere un incentivo fiscale attraverso la ristrutturazione e anche il Sisma bonus. Qui, forse, c'è bisogno comunque di fare un lavoro, signor Ministro, cioè prevedere modi per far sì che il 50 per cento restante a carico della persona che fa i lavori possa in qualche modo essere, almeno in parte, oggetto di un ulteriore aiuto: penso alla possibilità di crediti agevolati, penso alla possibilità di attivare le fondazioni bancarie per costituire dei fondi che possano, come dire, anticipare almeno in parte il restante onere a carico di chi ristruttura.
C'è poi l'importantissima misura del superbonus 110 per cento, che è stata ricordata, grazie anche in particolare al lavoro del nostro gruppo parlamentare, del Partito Democratico. Oggi noi possiamo dire orgogliosamente che i lavori per l'abbattimento delle barriere architettoniche possono essere ricompresi, naturalmente dentro le opere trainanti, nel pieno utilizzo di questo superbonus al 110 per cento. Di più: è stata prevista, grazie alla nostra azione parlamentare, in particolare confermata anche da un recente interpello, la possibilità dello sconto in fattura, della cessione del credito di imposta, e questo lo si potrà fare anche in assenza di persone avanti negli anni dentro il condominio o di persone con disabilità. Quindi, questa è una grande spinta davvero, anche per favorire la ristrutturazione degli immobili e consentire una piena accessibilità.
PRESIDENTE. Deve concludere, per favore!
STEFANO LEPRI (PD). In conclusione, oggi il Parlamento consegna al Governo un puntuale elenco di azioni. Vigileremo, convinti che si possa vincere questa grande sfida, e per queste ragioni annuncio il voto favorevole del gruppo del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Mauro Sutto. Ne ha facoltà. Ricordo l'autoriduzione dei tempi.
MAURO SUTTO (LEGA). Presidente, Ministro Stefani, colleghe e colleghi, oggi siamo in Aula per la mozione concernente il superamento delle barriere architettoniche; una mozione che ha un'uniformità a livello nazionale e che, visto il tema importante, ha trovato la convergenza di tutti i partiti che compongono la maggioranza. Nel merito, la Lega ha contribuito nella sua stesura, portando osservazioni, portando impegni, proprio per ribadire quanto importante sia il tema suddetto. Qualsiasi elemento costruttivo che ci troviamo davanti - una scala, un gradino, una rampa ripida - è considerato barriera architettonica. È abbastanza chiaro che chi paga il prezzo più alto sono le persone con disabilità o con difficoltà motoria o sensoriale. Tra le fonti di rango primario ricordo, andando in ordine cronologico; la legge n. 41 del 1986, con la quale sono stati introdotti i PEBA, cioè i Piani per l'eliminazione delle barriere architettoniche; la legge n. 13 del 1989, contenente disposizioni per favorire il superamento e l'eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici privati; nel 1992 nasce la legge n. 104 che ha previsto l'obbligo di integrare i PEBA e di definire i Piani di accessibilità urbana, con particolare riferimento all'individuazione e alla realizzazione di percorsi accessibili e all'installazione di semafori acustici per i non vedenti. Esiste poi il decreto del Presidente della Repubblica del 24 luglio 1996, n. 503, che all'articolo 4, recita: “I progetti relativi agli spazi pubblici e alle opere di urbanizzazione a prevalente fruizione pedonale devono prevedere almeno un percorso accessibile in grado di consentire […] l'uso dei servizi, le relazioni sociali e la fruizione ambientale anche alle persone con ridotta o impedita capacità motoria o sensoriale”. C'è poi la legge 3 marzo 2009, n. 18, ratifica ciò che è stato stabilito nella Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, che non riconosce "nuovi" diritti alle persone con disabilità, intende piuttosto assicurare che queste ultime possano godere dei principi generali di pari opportunità per tutti. In particolare, la Convenzione definisce, tramite articoli, la vita indipendente, l'inclusione sociale e, soprattutto, la cosa più importante, la mobilità personale.
Presidente, sono intervenuto citando convenzioni, leggi, decreti, ma sappiamo benissimo che la strada è lunga, perché vengono applicate solo in parte. Tramite questa mozione, vogliamo dare le giuste risposte nel merito. Nel contesto nazionale, così come, purtroppo, accade in altri ambiti di legislazione, il quadro normativo risulta essere disomogeneo e, a tratti, anche obsoleto. Giustamente, noi abbiamo citato le categorie dei disabili, le categorie con difficoltà motorie o sensoriali; non dimentichiamo, però, come un ostacolo possa essere difficoltoso anche per un bambino, per un anziano, per gli stessi genitori che spingono i passeggini e le carrozzine o per gli stessi lavoratori che devono movimentare merci e sono impossibilitati a farlo. Allo stesso tempo, è evidente l'esigenza di conferire alle politiche in materia di accessibilità una nuova connotazione, di modo che le prescrizioni e gli adempimenti burocratici siano percepiti dai destinatari - per esempio, gli enti locali, le amministrazioni - non solo più come un onere, ma soprattutto come un'opportunità per lo sviluppo della nostra economia colpita dalla pandemia da COVID-19. La mancanza di accessibilità, in effetti, costituisce indubbiamente un freno alle potenzialità di numerosi settori economici, precludendo, di fatto, l'accessibilità a milioni di persone. Dobbiamo avere un quadro di riferimento chiaro e completo per capire tutte le normative in materia, sia in riferimento all'edilizia pubblica, sia in riferimento agli spazi di mobilità urbana. Occorrerà, dunque, promuovere un cambio di prospettiva nelle politiche in materia di accessibilità, allargando il focus dalla protezione alla promozione e facilitando l'incontro tra la domanda e l'offerta di beni e servizi universalmente accessibili in tutti gli ambiti, dai trasporti agli esercizi commerciali di somministrazione, alle strutture ricettive, ai luoghi della cultura e dello spettacolo, in generale ad ogni attività aperta al pubblico. Puntiamo ad un obiettivo unico, ovvero garantire l'accessibilità universale a tutti e in tutti gli ambiti. Togliere gli ostacoli significa maggiore libertà e uguaglianza dei cittadini e l'effettiva partecipazione di tutti alla vita economica, sociale e politica del Paese. Non dimentichiamo, poi, come gli ostacoli possano incidere nei rapporti sociali tra studenti con disabilità e non, sia dentro che fuori dalla classe.
Il ripristino, anche per volontà della Lega, di un Ministero dedicato specificatamente alla disabilità rappresenta indubbiamente un presidio fondamentale per le persone con disabilità e potrà, sicuramente, garantire un contributo importante – e di questo ringrazio il Ministro Stefani per l'apporto che sta dando, di concerto con altri Ministeri competenti - anche al raggiungimento di questi riconosciuti e condivisi obiettivi, attesi da molti anni, dei quali occorre conseguire prontamente la piena attuazione. Accessibilità - mi permetto di dire - non solo fisica, ma anche, dal punto di vista dell'informazione; includere l'accessibilità in senso più ampio, come lo stabilisce anche la Convenzione dell'ONU. Qui trova importanza la lingua dei segni italiana, riconosciuta come lingua ufficiale tramite proprio un emendamento della Lega, per restituire libertà e dare inclusione vera a migliaia di non udenti, a disabili, a bambini e anziani e, anche grazie al riconoscimento delle figure dell'interprete LIS e LIST.
Il nostro dovere, Presidente, è dare giuste risposte a chi, ogni giorno, oltre a combattere con gli ostacoli della vita, non debba più farlo contro gli ostacoli della strada. Per tutti questi motivi, confermo il voto favorevole del gruppo della Lega (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Celeste D'Arrando. Ne ha facoltà.
Ricordo anche a lei l'autoriduzione dei tempi.
CELESTE D'ARRANDO (M5S). Grazie Presidente. Gentili colleghi e gentili colleghe, intanto un ringraziamento al collega Novelli e a tutte le forze politiche che hanno lavorato a questa mozione. È un atto importante, perché ogni barriera, prima di essere un ostacolo fisico ad uno spostamento, è un ostacolo culturale. Proprio per questo è necessario affrontare questo tema da un punto di vista più ampio e trasversale, che è quello dell'accessibilità universale, un presupposto imprescindibile per comprendere come procedere, anche dal punto di vista legislativo, per innescare davvero un cambiamento, che ci faccia uscire dalla logica semplicistica dell'inclusività. Quando si parla di mettere in atto iniziative che siano inclusive nei confronti delle persone con disabilità, infatti, siamo implicitamente ammettendo che, al momento, queste persone non trovano completamente spazio nel nostro sistema e nella nostra società, quasi fossero dei corpi estranei che dobbiamo sforzarci di integrare. Una concezione che chiaramente non riconosce il valore di queste persone, la loro dignità, le loro abilità, il contributo che, come qualsiasi altro, già danno alla nostra società. Il valore di fondo, quando si parla di disabilità, è quello dell'uguaglianza, che risuona in maniera così chiara anche nella nostra Costituzione, che, all'articolo 3, sancisce: “È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana […]”. Nella Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità si fa esplicito riferimento all'importanza di promuovere, proteggere e assicurare il pieno godimento dei diritti umani e di tutte le libertà fondamentali alle persone con disabilità, introducendo proprio il concetto di diritto all'accessibilità. Ciò significa garantire alle persone con disabilità il diritto alla vita indipendente. In altre parole, ognuno deve poter avere a sua disposizione tutti i servizi di sostegno, di cui può aver bisogno, a prescindere dalla sua condizione o dal luogo in cui abita, e sta allo Stato garantire questo diritto. È importante lavorare per il rispetto delle leggi che già esistono per l'abbattimento effettivo di tutte le barriere architettoniche presenti sul nostro territorio nazionale. Soprattutto è importante sottolineare che non è solo l'ambiente fisico ad essere spesso precluso alle persone con disabilità. Esistono barriere implicite, invisibili, anche nell'ambiente virtuale, che, di fatto, rendono impossibile a molti di fruire di servizi essenziali in modo autonomo. Questo perché, nell'elaborazione di ogni politica, spesso non si è tenuto conto delle esigenze delle persone con disabilità. È stata a lungo ignorata la loro prospettiva, nella progettazione e nell'elaborazione di nuovi beni e servizi, laddove, invece, princìpi come, per esempio, lo Universal design, avrebbero aiutato nella progettazione. Ecco, perché, come MoVimento, abbiamo lavorato, insieme alle altre forze politiche, alla mozione unitaria, ritenendo fondamentale porre l'attenzione su due aspetti. Vi è il Disability manager, una figura che con le sue competenze è in grado di supportare le pubbliche amministrazioni, ma anche gli enti privati, nella progettazione di ogni iniziativa, tenendo sempre nella debita considerazione il principio dell'accessibilità. Nei comuni in cui il Disability manager è presente si riscontrano importanti passi avanti nella progettazione universale, contribuendo a cambiare radicalmente quello che è l'approccio e il lavoro nell'ambito della disabilità, attraverso competenze specifiche.
Esistono diverse dimensioni della disabilità, che necessitano di interventi e strumenti differenziati. Importante è anche valutare l'istituzione dell'Agenzia nazionale per l'accessibilità universale, perché quando si parla di disabilità, è naturale occuparsi di ogni aspetto della vita delle persone, dal lavoro alla salute, dai trasporti all'ambiente. Istituire questo ente può essere un modo per avere un punto di raccordo tra i diversi livelli istituzionali e anche tra i diversi Ministeri. L'Agenzia potrà lavorare come organismo di supporto ai disability manager e a tutti gli enti pubblici e privati che si avvalgono di tale figura, come ad esempio per i PEBA, o per l'erogazione dei servizi, o per la realizzazione di infrastrutture. L'Agenzia può avere anche il ruolo di divulgare e informare, sui temi di propria competenza, le altre amministrazioni e gli enti, per mettere in campo le strategie più adeguate a raggiungere questi obiettivi.
L'accessibilità universale e ogni iniziativa che, anche grazie a questa mozione, verrà messa in campo per raggiungerla disegnano un orizzonte di cambiamento e di sviluppo, che è ciò a cui deve tendere in particolar modo il nostro Paese in questa fase e in questo momento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Ecco perché è importante e lungimirante impiegare le risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza anche su questa direttrice, in modo che in ogni ambito, culturale, scolastico e sociale, ogni euro investito abbia la possibilità di generare valore per tutti, senza discriminazione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Per tutti questi motivi, io dichiaro il voto favorevole alla mozione unitaria del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.
(Votazioni)
PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Come da prassi, le mozioni saranno poste in votazione per le parti non assorbite e non precluse dalle votazioni precedenti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Novelli, Panizzut, Noja, D'Arrando, Lepri, De Lorenzo, Rospi, Lapia, Gebhard ed altri n. 1-00212 (Nuova formulazione), su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 38).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Lollobrigida ed altri n. 1-00481, come riformulata su richiesta del Governo e per la parte non assorbita dalla precedente votazione, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 39).
Ha chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori il deputato Emanuele Fiano. Prego, a lei la parola. A fine seduta? Perfetto. Sospendiamo a questo punto la seduta, che riprenderà al termine della riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, convocata per le ore 13,30. La seduta è sospesa.
La seduta, sospesa alle 13,05, è ripresa alle 15,15.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANDREA MANDELLI
Modifica del calendario dei lavori dell'Assemblea per il periodo 10-28 maggio 2021.
PRESIDENTE. Comunico che, a seguito dell'odierna riunione della Conferenza dei Presidenti di gruppo, è stata stabilita, ai sensi dell'articolo 24, comma 2, del Regolamento, la seguente riarticolazione dell'organizzazione dei lavori dell'Assemblea per il periodo 10-28 maggio 2021.
Lunedì 10 maggio (ore 12 e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna)
Discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 3072 - Conversione in legge del decreto-legge 1° aprile 2021, n. 45, recante misure urgenti in materia di trasporti e per la disciplina del traffico crocieristico e del trasporto marittimo delle merci nella laguna di Venezia (approvato dal Senato – scadenza: 31 maggio 2021)
Discussione sulle linee generali del Doc XXII n. 47-49-51 - Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle cause del disastro della nave «Moby Prince»
Discussione sulle linee generali dei seguenti disegni di legge di ratifica:
n. 2575 - Protocollo di modifica della Convenzione tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica dell'Ecuador per evitare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e sul patrimonio e per prevenire le evasioni fiscali, con Protocollo, firmata a Quito il 23 maggio 1984, fatto a Quito il 13 dicembre 2016 (approvato dal Senato)
n. 2576 - Accordo sui servizi di trasporto aereo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica dell'Ecuador, con Allegati, fatto a Quito il 25 novembre 2015 (approvato dal Senato)
n. 2577 - Trattati: a) Trattato di estradizione tra la Repubblica italiana e la Repubblica dominicana, fatto a Roma il 13 febbraio 2019; b) Trattato tra la Repubblica italiana e la Repubblica dominicana di assistenza giudiziaria reciproca in materia penale, fatto a Roma il 13 febbraio 2019 (approvato dal Senato)
n. 2413 - Accordo sui servizi aerei tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica del Ruanda, con Allegati, fatto a Kigali il 20 agosto 2018
n. 2414 - Accordo sui servizi aerei tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica delle Filippine, con Allegati, fatto a Roma il 30 ottobre 2017
n. 2416 - Accordo sui servizi aerei tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di Seychelles, con Allegati, fatto a Victoria il 1° aprile 2016
Martedì 11 maggio (ore 9.30)
Svolgimento di interpellanze e interrogazioni
Martedì 11 (ore 12-15.30 e 17 - 20, con prosecuzione notturna dalle 21.30 alle 24), mercoledì 12 (ore 9.30 – 13 e 16 - 19, con prosecuzione notturna dalle 20.30 alle 23.30), giovedì 13 maggio (ore 9.30 – 13 e 15 - 18, con prosecuzione notturna dalle 20 alle 23 e nella giornata di venerdì 14 maggio )
Esame e votazione della questione pregiudiziale n. 1 Lollobrigida ed altri riferita al disegno di legge n. 3075 - Conversione in legge del decreto-legge 30 aprile 2021, n. 56, recante disposizioni urgenti in materia di termini legislativi (da inviare al Senato – scadenza: 29 giugno 2021)
Seguito dell'esame del disegno di legge n. 3072 - Conversione in legge del decreto-legge 1° aprile 2021, n. 45, recante misure urgenti in materia di trasporti e per la disciplina del traffico crocieristico e del trasporto marittimo delle merci nella laguna di Venezia (approvato dal Senato – scadenza: 31 maggio 2021)
Seguito dell'esame delle mozioni Giarrizzo ed altri n. 1-00424, Lollobrigida ed altri n. 1-00466, Capitanio ed altri 1-00467 e Bruno Bossio ed altri 1-00468 in materia di infrastrutture digitali efficienti e sicure per la conservazione e l'utilizzo dei dati della pubblica amministrazione
Seguito dell'esame del Doc XXII n. 47-49-51 - Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle cause del disastro della nave «Moby Prince»
Seguito dell'esame dei seguenti disegni di legge di ratifica:
n. 2575 - Protocollo di modifica della Convenzione tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica dell'Ecuador per evitare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e sul patrimonio e per prevenire le evasioni fiscali, con Protocollo, firmata a Quito il 23 maggio 1984, fatto a Quito il 13 dicembre 2016 (approvato dal Senato)
n. 2576 - Accordo sui servizi di trasporto aereo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica dell'Ecuador, con Allegati, fatto a Quito il 25 novembre 2015 (approvato dal Senato)
n. 2577 - Trattati: a) Trattato di estradizione tra la Repubblica italiana e la Repubblica dominicana, fatto a Roma il 13 febbraio 2019; b) Trattato tra la Repubblica italiana e la Repubblica dominicana di assistenza giudiziaria reciproca in materia penale, fatto a Roma il 13 febbraio 2019 (approvato dal Senato)
n. 2413 - Accordo sui servizi aerei tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica del Ruanda, con Allegati, fatto a Kigali il 20 agosto 2018
n. 2414 - Accordo sui servizi aerei tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica delle Filippine, con Allegati, fatto a Roma il 30 ottobre 2017
n. 2416 - Accordo sui servizi aerei tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di Seychelles, con Allegati, fatto a Victoria il 1° aprile 2016
Nella seduta di giovedì 13 maggio, al termine delle votazioni, avranno luogo le discussioni sulle linee generali:
della proposta di legge n. 1825-1968-2905 - Disposizioni per la tutela e la valorizzazione dell'agricoltura contadina
della mozione Meloni ed altri n. 1-00391 concernente iniziative normative a tutela del pluralismo delle fonti di informazione
Mercoledì 12 maggio (ore 15)
Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata (con la partecipazione del Presidente del Consiglio dei ministri)
Venerdì 14 maggio (ore 9.30)
Svolgimento di interpellanze urgenti
Lunedì 17 maggio (ore 10, con votazioni non prima delle ore 15, con eventuale prosecuzione notturna)
Esame del disegno di legge S. 2144 - Conversione in legge del decreto-legge 22 marzo 2021, n. 41, recante misure urgenti in materia di sostegno alle imprese e agli operatori economici, di lavoro, salute e servizi territoriali, connesse all'emergenza da COVID-19 (ove trasmesso dal Senato – scadenza: 21 maggio 2021)
Martedì 18 (ore 12-15.30 e 17 - 20, con prosecuzione notturna dalle 21.30 alle 24), mercoledì 19 (ore 9.30 – 13, 16-18, 19 – 20.30 e con eventuale prosecuzione notturna dalle 22 alle 24) e giovedì 20 maggio (ore 9.30 – 13 e 15 - 18, con prosecuzione notturna dalle 20 alle 23 e nella giornata di venerdì 21 maggio)
Seguito dell'esame del disegno di legge S. 2144 - Conversione in legge del decreto-legge 22 marzo 2021, n. 41, recante misure urgenti in materia di sostegno alle imprese e agli operatori economici, di lavoro, salute e servizi territoriali, connesse all'emergenza da COVID-19 (ove trasmesso dal Senato – scadenza: 21 maggio 2021) (avendo il Governo preannunciato la posizione della questione di fiducia, è stato convenuto che la votazione finale del provvedimento avrà luogo entro le ore 20.30 di mercoledì 19 maggio, previo svolgimento delle dichiarazioni di voto finale in diretta televisiva a partire dalle ore 19)
Eventuale seguito degli argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi
Seguito dell'esame della proposta di legge n. 1825-1968-2905 - Disposizioni per la tutela e la valorizzazione dell'agricoltura contadina
Seguito dell'esame della mozione Meloni ed altri n. 1-00391 concernente iniziative normative a tutela del pluralismo delle fonti di informazione
Seguito dell'esame della proposta di legge costituzionale n. 1511-1647-1826-1873-B – Modifica all'articolo 58 della Costituzione, in materia di elettorato per l'elezione del Senato della Repubblica (approvata, in prima deliberazione, in un testo unificato, dalla Camera e dal Senato)
Discussione della Relazione della Giunta per le autorizzazioni sulla richiesta di deliberazione in materia di insindacabilità, ai sensi dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione, nell'ambito di un procedimento penale nei confronti del deputato Emanuele Fiano (doc. IV-ter, n. 14).
Mercoledì 19 maggio (ore 15)
Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata
Venerdì 21 maggio (ore 9.30)
Svolgimento di interpellanze urgenti
Lunedì 24 maggio (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna)
Discussione sulle linee generali del disegno di legge S. 2167 - Conversione in legge del decreto-legge 1° aprile 2021, n. 44, recante misure urgenti per il contenimento dell'epidemia da COVID-19, in materia di vaccinazioni anti SARS-CoV-2, di giustizia e di concorsi pubblici (ove trasmesso dal Senato – scadenza: 31 maggio 2021)
Discussione sulle linee generali delle proposte di legge nn. 208, 1608 e abbinate - Disposizioni in materia di reclutamento e stato giuridico dei ricercatori universitari e degli enti di ricerca, nonché di dottorato e assegni di ricerca
Discussione sulle linee generali delle proposte di legge nn. 1218, 2399 e abbinate - Disposizioni per il risanamento dei nuclei abitativi degradati nella città di Messina
Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 164-1317-1666-1907-2272 – Norme per il sostegno della ricerca e della produzione dei farmaci orfani e della cura delle malattie rare
Martedì 25 (ore 12-15.30 e 17 - 20, con prosecuzione notturna dalle 21.30 alle 24), mercoledì 26 maggio (ore 9.30 – 13 e 16 - 19, con prosecuzione notturna dalle 20.30 alle 23.30)
Seguito dell'esame del disegno di legge S. 2167 - Conversione in legge del decreto-legge 1° aprile 2021, n. 44, recante misure urgenti per il contenimento dell'epidemia da COVID-19, in materia di vaccinazioni anti SARS-CoV-2, di giustizia e di concorsi pubblici (ove trasmesso dal Senato – scadenza: 31 maggio 2021)
Eventuale seguito degli argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi
Seguito dell'esame delle proposte di legge nn. 208, 1608 e abbinate - Disposizioni in materia di reclutamento e stato giuridico dei ricercatori universitari e degli enti di ricerca, nonché di dottorato e assegni di ricerca
Seguito dell'esame delle proposte di legge nn. 1218, 2399 e abbinate - Disposizioni per il risanamento dei nuclei abitativi degradati nella città di Messina
Seguito dell'esame della proposta di legge Proposta di legge n. 164-1317-1666-1907-2272 – Norme per il sostegno della ricerca e della produzione dei farmaci orfani e della cura delle malattie rare
Seguito dell'esame della proposta di legge n. 1008-1009-1636 - Interventi per il settore ittico e in materia di politiche sociali nel settore della pesca professionale. Delega al Governo per il riordino e la semplificazione normativa nel medesimo settore
Giovedì 27 maggio (ore 9.30 – 13 e 15 - 18, con prosecuzione notturna dalle 20 alle 23 e nella giornata di venerdì 28 maggio)
Eventuale seguito dell'esame del disegno di legge S. 2167 - Conversione in legge del decreto-legge 1° aprile 2021, n. 44, recante misure urgenti per il contenimento dell'epidemia da COVID-19, in materia di vaccinazioni anti SARS-CoV-2, di giustizia e di concorsi pubblici (ove trasmesso dal Senato – scadenza: 31 maggio 2021)
Esame del disegno di legge n. 3045 - Conversione in legge del decreto-legge 22 aprile 2021, n. 52, recante misure urgenti per la graduale ripresa delle attività economiche e sociali nel rispetto delle esigenze di contenimento della diffusione dell'epidemia da COVID-19 (da inviare al Senato – scadenza: 21 giugno 2021)
Eventuale seguito degli ulteriori argomenti previsti nelle giornate di martedì 25 e mercoledì 26 maggio
Mercoledì 26 maggio (ore 15)
Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata
Venerdì 28 maggio (ore 9.30)
Svolgimento di interpellanze urgenti.
Interventi di fine seduta.
PRESIDENTE. Passiamo ora agli interventi di fine seduta. Ha chiesto di parlare l'onorevole Covolo. Ne ha facoltà.
SILVIA COVOLO (LEGA). Presidente, onorevoli colleghi, il Piano nazionale di ripresa e resilienza e lo scostamento di bilancio di 40 miliardi di euro serviranno a finanziare un Recovery fatto di cospicui investimenti pubblici, volti a favorire la ripresa del nostro Paese.
Apprezziamo molto l'impegno del Governo a garantire tempi certi per aggiudicare i contratti e per sburocratizzare le procedure, anche attraverso una riforma del codice degli appalti. Il pieno coinvolgimento delle regioni e degli enti locali nell'attuazione delle predette opere dimostra ciò che il gruppo Lega ha sempre sostenuto, ovvero che le risorse devono essere assegnate e gestite a livello locale, per conseguire più alti livelli di efficienza. Per questo sarebbe necessario concedere quell'autonomia differenziata tanto invocata dalle regioni a statuto ordinario, in primis dal Veneto, da cui provengo, secondo quanto previsto dall'articolo 116 della Costituzione.
Fa ben sperare che nelle risoluzioni al DEF 2021 approvate dalle Camere figuri, tra gli impegni prioritari, anche la definizione organica dei livelli essenziali delle prestazioni. Aiuti e ristori a famiglie e imprese, oggetto dei decreti-legge “Sostegni” e “Sostegni-bis”, da soli non bastano ad assicurare il rilancio della nostra economia. La ripresa dovrà passare necessariamente attraverso effettive e stabili riaperture, in particolare per le categorie più colpite dalla pandemia, come baristi e ristoratori, che ancora non possono disporre degli spazi interni ai locali, e come coloro che lavorano nei settori dello sport, della cultura e del turismo.
Ci aspettiamo l'imminente superamento del limite del coprifuoco alle ore 22, in linea con l'andamento dei dati epidemiologici e della campagna vaccinale, secondo un preciso impegno assunto dal Governo.
Infine, pensiamo che non ci potrà essere crescita se non prestando attenzione alle famiglie, incentivando la natalità e puntando sull'istruzione delle nuove generazioni. Abbiamo apprezzato molto la sensibilità del Premier Draghi sul tema. Abbiamo a disposizione un vero e proprio bazooka di risorse: non sprechiamo inutilmente l'occasione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Nappi. Ne ha facoltà.
SILVANA NAPPI (M5S). Grazie Presidente. Con questo intervento voglio sottolineare e sollecitare una risposta ad un'interrogazione fatta mesi fa sulle procedure dei defunti da COVID. Chiedo pochi attimi di attenzione per farvi conoscere il dramma di tanti cittadini.
La procedura dei defunti COVID è la seguente. Il corpo viene sanificato con abbondanti dosi di disinfettante, la testa coperta da un cappuccio, il corpo infilato in due sacchi di quelli che si usano per i cadaveri sulle strade da incidente stradale; così viene consegnato agli operatori delle onoranze funebri per la sepoltura o per la cremazione.
Questo è un dramma nel dramma, uno strazio aggiuntivo per i parenti che si sono visti portare via i loro cari in ospedale e non gli sono stati più vicini, e, dopo il tempo della separazione, non poterlo vedere neanche per l'ultimo saluto. L'interruzione del rapporto rende più lacerante il lutto e, oltretutto, è un procedimento che non permette neanche il riconoscimento del defunto. Procedura standard: sono le parole che si sono sentite dire i parenti delle vittime; una condizione atroce e disumana, che peggiora il dolore e che non permette l'elaborazione del lutto da parte dei familiari. Nel silenzio di queste morti, che fanno rumore nei programmi televisivi, c'è la sofferenza e la solitudine di tutti i parenti, ai quali basterebbe rivedere in maniera protetta, anche per un solo momento, il loro caro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Del Monaco. Ne ha facoltà.
ANTONIO DEL MONACO (M5S). Signor Presidente, onorevoli colleghi, da almeno tre decenni vaste aree della provincia di Napoli e Caserta, nella regione Campania, sono state oggetto di un'attività illecita costituita da sversamenti incontrollati di rifiuti industriali, urbani e tossici. L'abbandono di questi rifiuti, spesso dati alle fiamme per cancellarne le tracce, ha dato origine all'espressione che tutti conosciamo della “Terra dei Fuochi”. Nell'ambito del progetto “Campania trasparente”, cinque anni fa è stata condotta da parte dell'Istituto zooprofilattico sperimentale del Mezzogiorno, in tutta la regione Campania, un importante programma di monitoraggio delle diverse matrici ambientali e biologiche, quali l'acqua, il suolo, l'aria, i prodotti alimentari di origine animale e vegetale. Fu messo a punto uno studio innovativo sull'epigenetica e sui biomarkers, proprio a seguito della complessità della patologia oncologica riscontrata in quelle zone. Lo studio SPES è uno studio su 4.200 soggetti volontari, con l'obiettivo di individuare le sorgenti di contaminazione, le vie di migrazione dei contaminanti e gli effetti sugli organismi. Lo studio, su tre diverse aree di impatto ambientale, fu fatto ma nulla si è saputo. Dove sono, dunque, finiti i risultati di quel test, fondamentale per la salute e il futuro di coloro che vivono nella Terra dei Fuochi, considerando anche l'impegno economico profuso? Nessuno dei volontari ha ricevuto comunicazione sull'esito dei test fatti. Faccio appello a lei, signor Ministro della Salute, affinché un suo intervento possa rendere pubblici gli esiti del test dei volontari, che attendono da cinque anni di conoscere il loro stato di salute (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bartolozzi, che però non vedo, quindi si intende vi abbia rinunciato. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ianaro. Ne ha facoltà.
ANGELA IANARO (M5S). Grazie Presidente. Voglio utilizzare questi pochi minuti per sottolineare l'importanza storica di ciò che è avvenuto ieri sera, quando l'amministrazione Biden, attraverso la rappresentante per il commercio Katherine Tai, ha annunciato che gli Stati Uniti sono a favore della revoca della protezione della proprietà intellettuale per i vaccini anti-COVID. Le sue parole sono state: “È una crisi eccezionale, che richiede misure eccezionali”. Oggi il direttore generale dell'Organizzazione mondiale della sanità, Tedros Ghebreyesus, ha definito la scelta americana come un atto monumentale nella lotta al COVID. Il MoVimento 5 Stelle ha condotto questa battaglia sin dal primo momento, a tutti i livelli. In quest'Aula è stata approvata una mozione a mia prima firma che chiedeva un impegno forte del Governo a rappresentare nelle opportune sedi europee, affinché ci fosse una sospensione temporanea dei brevetti. In questi giorni, i capigruppo di Camera e Senato del MoVimento 5 Stelle, Davide Crippa ed Ettore Licheri, hanno chiesto alle altre forze politiche di sottoscrivere una richiesta al Presidente Draghi, affinché, in sede europea, si chieda la sospensione temporanea dei brevetti. E' fondamentale che in questa battaglia, che grava sugli Stati con pesanti ripercussioni sociali ed economiche del tutto inedite per periodi di pace, l'Europa giochi un ruolo determinante, perché l'unico antidoto, Presidente, per uscire dalla pandemia, deve essere un bene accessibile a tutti e non un diritto di pochi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Iovino. Non c'è, quindi si intende che vi abbia rinunciato. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ferri. Ne ha facoltà.
COSIMO MARIA FERRI (IV). Grazie Presidente, una richiesta per la Ministra Cartabia. Torno su un tema, quello dell'esame da avvocato e l'accesso alle professioni. La Ministra ha firmato un decreto ministeriale il 13 aprile 2021, ha fissato le date nel 20 maggio e, all'articolo 2, comma 5, ha previsto di comunicare la data dell'orale a ciascun candidato venti giorni prima. Siamo fuori tempo massimo, 26 mila persone sono in attesa di notizie e penso che sia giusto che il Ministro intervenga, che dica qualcosa, che giustifichi i ritardi e dia delle risposte a queste 26 mila persone, che sono mesi che attendono di potersi organizzare e misurare di fronte a una Commissione d'esame.
Altro tema, e chiudo. Il concorso da funzionario del Ministero della Giustizia, bandito dalla presidenza del Ministero della Funzione pubblica, per 2.329 posti: abbiamo ben 8 mila persone, 8 mila candidati, per il concorso da funzionario del Ministero della Giustizia, che hanno svolto le prove preselettive e le hanno superate in 7 mila, più 1.000 che erano esonerati; in 8 mila sono in attesa da un anno e mezzo di poter svolgere le altre prove. Anche qui, dobbiamo decidere se eliminare la prova scritta, farne una orale rinforzata, ma bisogna dire qualcosa a questi giovani, che si devono organizzare, che studiano da anni e che hanno superato le prove preselettive del concorso da funzionario del Ministero della Giustizia, per posti 2.242 (tra l'altro, risorse fondamentali per far funzionare il servizio giustizia).
Rimetto queste due richieste alla Ministra Cartabia e mi auguro che presto possa dare delle risposte certe.
PRESIDENTE. Aveva chiesto di intervenire anche l'onorevole Fiano, ma essendo l'onorevole Ferri l'unico presente in Aula, si intende che vi abbia rinunciato.
Ordine del giorno della prossima seduta.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.
Venerdì 7 maggio 2021 - Ore 9,30:
1. Svolgimento di interpellanze urgenti .
La seduta termina alle 15,35.
TESTI DEGLI INTERVENTI DI CUI È STATA AUTORIZZATA LA PUBBLICAZIONE IN CALCE AL RESOCONTO STENOGRAFICO DELLA SEDUTA ODIERNA: GIANLUCA ROSPI E MONICA CIABURRO (MOZIONI CONCERNENTI INIZIATIVE VOLTE AL SUPERAMENTO DELLE BARRIERE ARCHITETTONICHE)
GIANLUCA ROSPI (MISTO-C!-PP). (Dichiarazione di voto su mozioni concernenti iniziative volte al superamento delle barriere architettoniche). Signor Presidente, onorevoli colleghi, vorrei iniziare il mio intervento citando le parole del nostro Presidente della Repubblica Sergio Mattarella: “Il livello di civiltà di un popolo e di uno Stato si misura anche dalla capacità di assicurare alle persone con disabilità inclusione, pari opportunità, diritti e partecipazione a tutte le aree della vita pubblica, sociale ed economica”. Parole pronunciate in occasione della Giornata internazionale per i diritti delle persone con disabilità:
Proprio per questi motivi uno Stato che non riesce a garantire un'adeguata accessibilità a tutti suoi cittadini, non solo viola i diritti umani ma preclude un valore fondamentale della nostra carta costituzionale: quello di garantire la dignità umana.
La mancanza di accessibilità ha ripercussioni anche nel mondo del lavoro, perché non permette a tutti i cittadini italiani con disabilità di avere un adeguato lavoro e di contribuire a produrre reddito nel Paese.
Nel nostro ruolo di legislatori abbiamo il dovere morale di lavorare con forza a iniziative che vadano nella direzione di abbattere ogni forma di barriera e garantire pari dignità a tutti i cittadini della Repubblica.
Bene, signor Presidente, oggi l'approvazione di questa mozione è solo un piccolo passo, c'è ancora molto da fare affinché le persone con disabilità possano vivere una vita indipendente.
Dobbiamo lavorare tutti insieme per annullare ogni vincolo, ogni impedimento per mettere le persone con disabilità e le loro famiglie nella condizione di vivere la vita sociale nel miglior modo possibile.
Le barriere architettoniche rappresentano il fallimento della civiltà di un Paese. Non possiamo pensare che un Paese avanzato, come il nostro, abbia, ancora oggi, limiti all'accesso ai servizi, o che ci sono ancora luoghi fisici non accessibili alle persone con disabilità.
Infine, Signor Presidente, entrando nel merito del provvedimento, vorrei esprimere la soddisfazione mia e del mio gruppo per il lavoro fatto con i colleghi della maggioranza nell'elaborazione del testo unitario posto oggi in votazione.
La mozione recepisce molte delle osservazioni che abbiamo avanzato, in primis quella per estendere il Superbonus 110% e le opzioni di cessione del credito o dello sconto in fattura anche agli interventi di eliminazione delle barriere architettoniche, indipendentemente dal fatto che gli stessi vengano eseguiti congiuntamente, o meno, ad altre tipologie di interventi cosiddetti «trainanti».
Ugualmente importante è il punto riguardante il censimento degli immobili e degli edifici pubblici non ancora in regola con le norme relative al superamento delle barriere architettoniche e all'accessibilità.
Solo realizzando una mappatura completa degli edifici, infatti, possiamo intervenire in maniera adeguata e puntuale per eliminare le barriere architettoniche ancora presenti.
Le barriere di cui parliamo però non sono solo quelle fisiche negli edifici esistenti, esistono altri tipi di barriere che negano l'accesso alle persone affette da disabilità.
Mi riferisco alle barriere virtuali che ogni giorno negano l'accesso a servizi essenziali come la salute, l'istruzione, l'informazione, la cultura e le nuove tecnologie.
Tutte queste barriere vanno rimosse al più presto e in questa direzione va anche il PNRR (Piano Nazionale Ripresa e Resilienza), che dedica una parte all'eliminazione delle barriere architettoniche sia fisiche che cognitive in modo da permettere a tutte le persone il pieno accesso a tutti gli ambiti della vita quotidiana, dalla salute, all'istruzione, all'informazione, alla comunicazione, alle nuove tecnologie e ai luoghi della cultura.
Concludo, Presidente, con le parole di Papa Francesco: “Una società è veramente accogliente nei confronti della vita quando riconosce che essa è preziosa anche nell'anzianità, nella disabilità, nella malattia grave”. Grazie.
MONICA CIABURRO (FDI). (Dichiarazione di voto su mozioni concernenti iniziative volte al superamento delle barriere architettoniche). Grazie Signor Presidente, Onorevoli Colleghi. La mozione su cui siamo a portati a votare oggi, nel solco del dibattito di lunedì scorso, ci pone di fronte ad un tema che purtroppo, e dico purtroppo, è stato messo forse eccessivamente in secondo piano dalla crisi pandemica da COVID-19.
La libertà di circolazione è un diritto costituzionalmente garantito dall'articolo 16 della Costituzione, e contemperato dall'articolo 3, che stabilisce chiaramente che è compito della Repubblica “rimuovere tutti gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l'uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.
Basta aggirarsi per Roma e per molte delle città italiane, o anche solo in quest'Aula, per rendersi conto che in realtà c'è ancora molto, molto da fare.
La qualità di una Nazione, di una Democrazia, si vede soprattutto nel modo in cui opera per portare avanti chi è rimasto indietro. Sotto questo punto di vista condividiamo con favore le varie iniziative di ordine sovranazionale che negli anni sono state poste a favore e tutela delle persone con disabilità.
Oltre alla nostra Costituzione, il supporto ed il pieno sostegno contro ogni forma di discriminazione, inclusa quella nei confronti delle persone con disabilità, sono tutelati anche dalla Carta fondamentale dei diritti dell'Unione europea e dal Trattato di Lisbona, documenti fondanti l'attuale Unione europea come la conosciamo.
Queste carte fondamentali sono quindi accompagnate da documenti di indirizzo come la strategia europea sulla disabilità 2010-2020, e la successiva versione 2021-2030, di cui ad apposita Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio ed al Comitato sociale ed economico dello scorso marzo.
Il documento per quanto di indirizzo, si concentra su autonomia, indipendenza e pari opportunità, in attuazione della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, approvata nel 2006, ratificata dall'Italia nel 2007, e, per quanto importante rimasta grandemente inattuata.
C'è molta strada da fare sul tema delle barriere architettoniche e della tutela alle persone disabili, è inutile nascondercelo. E non solo in Italia, ma anche fuori, soprattutto se consideriamo che in tutto il territorio dell'Unione europea 87 milioni di persone, il 20% della popolazione europea, vivono con qualche forma di disabilità.
Oltre la metà delle persone con disabilità, in Europa, afferma di essersi sentita personalmente discriminata nel 2019.
Secondo i dati ISTAT nel 2019, in Italia, sono 3 milioni e 150 mila, oltre il 5% della popolazione, i cittadini con disabilità che soffrono di gravi limitazioni che impediscono loro di svolgere attività abituali.
Se consideriamo poi che solo il 14% delle persone con disabilità si sposta con mezzi pubblici urbani, rispetto al 25% del resto della popolazione, che solo il 34% degli istituti scolastici è completamente accessibile per i disabili motori la situazione è fortemente drammatica.
Vedete, onorevoli colleghi, nel momento in cui su 20 regioni italiane soltanto in una le scuole accessibili sono più della metà e in 7 non si arriva neanche al 30% degli istituti accessibili, vuol dire che abbiamo un problema.
Di fronte ad una realtà disarmante, perché di questo si tratta, credo allora che sia doveroso ringraziare per la presenza di un presidio ineludibile di sicurezza, più forte di ogni forma di welfare, che Fratelli d'Italia sosterrà sempre e comunque ed in ogni forma possibile: la famiglia.
Onorevoli colleghi, sono circa 7 milioni e mezzo i cittadini italiani affetti da disabilità, e la quasi totalità di questi vive all'interno di un nucleo familiare. Ed allora, di fronte ad una realtà dove almeno un terzo della popolazione nazionale ogni giorno si confronta con tutte le problematiche legate alla condizione di disabilità dei propri congiunti, sopperendo spesso alla mancanza di servizi pubblici dedicati.
E sono questi numeri, queste testimonianze che ci dicono davvero quanto valga la famiglia, che qualcuno cerca, anche in questi giorni, di attaccare e demolire.
Andando al tema in esame, le barriere architettoniche costituiscono degli ostacoli, fonti di disagio, per la mobilità di chiunque, e soprattutto per chi ha una ridotta capacità motoria, temporanea o permanente che sia.
Sono barriere tutte quelle mancanze di quegli accorgimenti idonei a permettere l'orientamento e la riconoscibilità dei luoghi e delle fonti di pericolo per chiunque, ed in particolare i non vedenti, gli ipovedenti ed i sordi.
Sono barriere tutte quelle criticità che di base trasformano la quotidianità in una persistente fonte di disagio e di discriminazione.
La nostra Nazione, in ogni caso, dispone di una solida struttura normativa a tutela delle persone invalide, composta da tutte quelle normative per favorire il superamento e l'eliminazione delle barriere architettoniche, negli ambiti privati e pubblici, che ci hanno fornito, tra i vari, lo strumento dei PEBA, i Piani di eliminazione delle barriere architettoniche, che permettono di monitorare, progettare e pianificare i giusti interventi per garantire un'ottimale fruibilità degli edifici a tutti i cittadini.
Nonostante l'obbligatorietà della redazione dei PEBA abbia il termine di un anno dalla entrata in vigore della legge 41 del 1986, i tempi di attuazione sono, purtroppo, ad oggi largamente disattesi. A distanza di 35 anni dall'attuazione di questa legge, la maggioranza dei Comuni italiani ancora non si è dotato di un PEBA, privandosi di uno strumento di per sé insostituibile per superare le barriere architettoniche.
Sono numerosi, in Italia, i Comuni condannati per discriminazione nei confronti delle persone con disabilità e che continuano a perseguire condotte inadempienti nei confronti delle normative nazionali. Queste discriminazioni colpiscono tutti noi, e dobbiamo adoperarci, anche con iniziative accorate in quest'Aula, a trovare nuovi strumenti per poterle superare e debellare.
Per questo il PNRR, Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, riconosce sia i grandi sforzi fatti dal nostro Paese che le grandi necessità per poter rimuovere tutte le barriere, materiali ed immateriali, che colpiscono i nostri cittadini.
Proprio per questo ci sarà bisogno, tuttavia, di importanti riforme e semplificazioni, per permettere alle amministrazioni di adeguarsi rapidamente, aiutando, in modo particolare, anche quelle amministrazioni che, per dimensioni o difficoltà finanziarie, non dispongono delle risorse umane necessarie per adeguarsi in modo conforme alle normative vigenti.
Ci sarà bisogno di stabilire un termine perentorio entro il quale gli enti locali debbano dotarsi dei PEBA, di utilizzare il PNRR anche per prolungare e semplificare lo strumento del Superbonus 110%, che può e deve costituire un fondamentale presidio a tutela dei privati per incrementare la fruibilità delle proprie abitazioni, anche a tutela di tutti quegli anziani che tanto hanno dato e continuano a dare al nostro Paese.
Occorre lavorare sul trasporto pubblico locale, perché una Nazione considerata tra le prime potenze economiche del mondo, una Nazione fondatrice dell'Unione europea non può e non deve permettere che la fruibilità dei mezzi pubblici discrimini nessun cittadino, in alcun modo.
C'è bisogno di riformare e semplificare il codice degli appalti e prevedere il criterio della progettazione universale tra i criteri di valutazione nell'ambito dei procedimenti di selezione pubblica per la realizzazione o la modifica di spazi ed edifici.
Bisogna lavorare a tutela dei nostri giovani, dei più piccoli, garantendo il diritto al gioco, il diritto all'infanzia, inalienabile diritto naturale che tutti noi, come legislatori, dovremmo tutelare nel modo più accorato possibile.
Sono infatti solo 234 i parchi gioco inclusivi, in tutta Italia, e sono concentrati unicamente nel centro-nord, e spesso non sono comunque accessibili a ragazzi con disabilità intellettiva o disturbi dello spettro autistico. Il tema non è da sottovalutare, perché il gioco è un'attività umana insostituibile ed inalienabile nella formazione e nella crescita dei bambini, rappresenta un elemento fondamentale nello sviluppo delle potenzialità di tutti i fanciulli.
A riguardo, il terzo Rapporto supplementare alle Nazioni unite sul monitoraggio della Convenzione sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza in Italia ha evidenziato enormi criticità rispetto alla tutela del diritto al gioco dei minori, indicando la mancanza di una cultura del diritto al gioco e la carenza di offerta di spazi in cui giocare e fare sport liberamente e a titolo gratuito.
Questo ci insegna e ci mostra che, con un po' di empatia e capacità di visione, possiamo comprendere che le barriere non sono solo quelle architettoniche propriamente dette, ma anche tutti quegli ostacoli che impediscono la conduzione di una vita normale ai nostri cittadini.
Fratelli d'Italia è ancora una volta a disposizione, con questa mozione e con le sue proposte, del Paese e del Governo per poter affrontare tutti questi problemi, per poter rimuovere tutte quelle barriere, materiali ed immateriali, che così pervicacemente impediscono la conduzione di una vita normale.
C'è ancora molto da fare, dobbiamo fare qualcosa e dobbiamo farlo insieme, Fratelli d'Italia c'è stata, c'è e ci sarà, e per questo voterà favorevolmente alle iniziative a tutela dei disabili presentate in quest'Aula.
SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA
Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):
nelle votazioni nn. 6 e 8 la deputata Termini ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;
nella votazione n. 26 la deputata Termini ha segnalato che ha erroneamente votato a favore mentre avrebbe voluto astenersi dal voto.
VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO
INDICE ELENCO N. 1 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
1 | Nominale | Moz. 1-469 unf - I p. | 434 | 431 | 3 | 216 | 51 | 380 | 75 | Resp. |
2 | Nominale | Moz. 1-469 unf - II p. | 441 | 437 | 4 | 219 | 50 | 387 | 75 | Resp. |
3 | Nominale | Moz. 1-469 unf e 1-478 - I p. | 437 | 434 | 3 | 218 | 53 | 381 | 75 | Resp. |
4 | Nominale | Moz. 1-469 unf e 1-478 - II p. | 432 | 432 | 0 | 217 | 53 | 379 | 75 | Resp. |
5 | Nominale | Moz. 1-469 unf - III p. | 440 | 437 | 3 | 219 | 51 | 386 | 75 | Resp. |
6 | Nominale | Moz. 1-469 unf - IV p. | 431 | 426 | 5 | 214 | 47 | 379 | 75 | Resp. |
7 | Nominale | Moz. 1-469 unf - V p. | 436 | 429 | 7 | 215 | 46 | 383 | 75 | Resp. |
8 | Nominale | Moz. 1-469 unf - VI p. | 433 | 429 | 4 | 215 | 46 | 383 | 75 | Resp. |
9 | Nominale | Moz. 1-469 unf - VII p. | 435 | 432 | 3 | 217 | 50 | 382 | 75 | Resp. |
10 | Nominale | Moz. 1-469 unf e 1-478 - III p. | 442 | 440 | 2 | 221 | 50 | 390 | 75 | Resp. |
11 | Nominale | Moz. 1-469 unf - VIII p. | 442 | 439 | 3 | 220 | 57 | 382 | 75 | Resp. |
12 | Nominale | Moz. 1-469 unf - IX p. | 440 | 436 | 4 | 219 | 50 | 386 | 75 | Resp. |
13 | Nominale | Moz. 1-469 unf - X p. | 436 | 430 | 6 | 216 | 48 | 382 | 75 | Resp. |
F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.
INDICE ELENCO N. 2 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
14 | Nominale | Moz. 1-469 unf - XI p. | 441 | 438 | 3 | 220 | 53 | 385 | 75 | Resp. |
15 | Nominale | Moz. 1-469 unf - XII p. | 440 | 438 | 2 | 220 | 50 | 388 | 75 | Resp. |
16 | Nominale | Moz. 1-469 unf - XIII p. | 439 | 437 | 2 | 219 | 45 | 392 | 75 | Resp. |
17 | Nominale | Moz. 1-469 unf - XIV p. | 441 | 439 | 2 | 220 | 53 | 386 | 75 | Resp. |
18 | Nominale | Moz. 1-469 unf - XV p. | 443 | 440 | 3 | 221 | 50 | 390 | 75 | Resp. |
19 | Nominale | Moz. 1-469 unf - XVI p. | 442 | 435 | 7 | 218 | 49 | 386 | 75 | Resp. |
20 | Nominale | Moz. 1-469 unf - XVII p. | 441 | 438 | 3 | 220 | 52 | 386 | 75 | Resp. |
21 | Nominale | Moz. 1-469 unf e 1-478 - IV p. | 445 | 444 | 1 | 223 | 59 | 385 | 75 | Resp. |
22 | Nominale | Moz. 1-469 unf - XVIII p. | 436 | 432 | 4 | 217 | 48 | 384 | 75 | Resp. |
23 | Nominale | Moz. 1-469 unf - XIX p. | 439 | 433 | 6 | 217 | 48 | 385 | 75 | Resp. |
24 | Nominale | Moz. 1-469 unf - XX p. | 440 | 432 | 8 | 217 | 40 | 392 | 75 | Resp. |
25 | Nominale | Moz. 1-469 unf - XXI p. | 430 | 425 | 5 | 213 | 49 | 376 | 75 | Resp. |
26 | Nominale | Moz. Davide Crippa e a. 1-476 | 441 | 432 | 9 | 217 | 381 | 51 | 75 | Appr. |
INDICE ELENCO N. 3 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
27 | Nominale | Moz. Maniero e a. 1-478 - I p. | 439 | 437 | 2 | 219 | 60 | 377 | 75 | Resp. |
28 | Nominale | Moz. Maniero e a. 1-478 - II p. | 437 | 432 | 5 | 217 | 53 | 379 | 75 | Resp. |
29 | Nominale | Moz. Maniero e a. 1-478 - III p. | 434 | 426 | 8 | 214 | 47 | 379 | 75 | Resp. |
30 | Nominale | Moz. Maniero e a. 1-478 - IV p. | 439 | 431 | 8 | 216 | 47 | 384 | 75 | Resp. |
31 | Nominale | Moz. Maniero e a. 1-478 - V p. | 438 | 433 | 5 | 217 | 23 | 410 | 75 | Resp. |
32 | Nominale | Moz. Maniero e a. 1-478 - VI p. | 440 | 438 | 2 | 220 | 55 | 383 | 75 | Resp. |
33 | Nominale | Moz. Maniero e a. 1-478 - VII p. | 436 | 432 | 4 | 217 | 50 | 382 | 75 | Resp. |
34 | Nominale | Moz. Maniero e a. 1-478 - VIII p. | 431 | 424 | 7 | 213 | 47 | 377 | 75 | Resp. |
35 | Nominale | Moz. Maniero e a. 1-478 - IX p. | 430 | 428 | 2 | 215 | 53 | 375 | 75 | Resp. |
36 | Nominale | Moz. Maniero e a. 1-478 - X p. | 430 | 428 | 2 | 215 | 54 | 374 | 75 | Resp. |
37 | Nominale | Moz. Maniero e a. 1-478 - XI p. | 430 | 426 | 4 | 214 | 46 | 380 | 75 | Resp. |
38 | Nominale | Moz. Novelli e a. 1-212 n.f. | 361 | 361 | 0 | 181 | 361 | 0 | 73 | Appr. |
39 | Nominale | Moz. Lollobrigida e a. 1-481 rif. | 360 | 360 | 0 | 181 | 358 | 2 | 73 | Appr. |