XVIII LEGISLATURA
Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 520 di martedì 8 giugno 2021
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ETTORE ROSATO
La seduta comincia alle 11,25.
PRESIDENTE. La seduta è aperta.
Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.
ANDREA DE MARIA, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
(È approvato).
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Lombardo e Melilli sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
I deputati in missione sono complessivamente 86, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).
Preavviso di votazioni elettroniche (ore 11,28).
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
In morte del deputato Ettore Guglielmo Epifani.
PRESIDENTE. (Si leva in piedi e, con lui l'intera Assemblea e i membri del Governo). Colleghi, comunico, come è noto, che è deceduto il deputato Ettore Guglielmo Epifani, membro della Camera dei deputati nella XVII e XVIII legislatura.
La Presidenza della Camera ha già fatto pervenire ai familiari le espressioni della più sentita partecipazione al loro dolore, che desidera ora rinnovare anche a nome dell'Assemblea.
Nei prossimi giorni il Presidente della Camera procederà alla commemorazione del collega Epifani e in quell'occasione sarà consentito, naturalmente, l'intervento di un rappresentante per gruppo e per componente politica del gruppo Misto.
Invito l'Assemblea ad osservare un minuto di silenzio (L'Assemblea osserva un minuto di silenzio - Applausi). Grazie, colleghi. Grazie anche al collega Fornaro e alla collega Serracchiani, che hanno ritenuto di depositare un mazzo di fiori a ricordo di Guglielmo sul suo posto (Applausi), nel banco da lui occupato con orgoglio e grande onore.
Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 22 aprile 2021, n. 52, recante misure urgenti per la graduale ripresa delle attività economiche e sociali nel rispetto delle esigenze di contenimento della diffusione dell'epidemia da COVID-19 (A.C. 3045-A).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 3045-A: Conversione in legge del decreto-legge 22 aprile 2021, n. 52, recante misure urgenti per la graduale ripresa delle attività economiche e sociali nel rispetto delle esigenze di contenimento della diffusione dell'epidemia da COVID-19.
Ricordo che nella seduta di ieri il Governo ha posto la questione di fiducia sull'approvazione, senza emendamenti, subemendamenti ed articoli aggiuntivi, dell'articolo unico del disegno di legge di conversione in legge del decreto-legge in esame, nel testo della Commissione.
(Dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia - Articolo unico - A.C. 3045-A)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto.
Ha chiesto di parlare il collega Fornaro. Ne ha facoltà. Pregherei un attimo di silenzio in Aula.
FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, Presidente, sottosegretario, in questi minuti è stata aperta la camera ardente nella camera mortuaria del Policlinico Gemelli per tutti quelli che vorranno onorare Guglielmo. Abbiamo ritenuto di mantenere ferma la dichiarazione di voto e credo che lui avrebbe voluto così. Il senso delle istituzioni lo ha caratterizzato sempre, in tutti i ruoli che ha svolto; ci sarà modo per ricordarlo come è giusto, nella maniera appropriata, nei prossimi giorni. Mi sia consentito, a inizio dell'intervento, solamente leggere la dichiarazione di cordoglio del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: “L'improvvisa scomparsa di Guglielmo Epifani mi addolora profondamente. Il suo impegno ha recato un contributo alla storia del movimento sindacale italiano e della CGIL in particolare, dove ha avuto modo di esprimere la propria visione riformista e le proprie qualità di dirigente impegnato, sempre attento agli interessi dei lavoratori. In Parlamento ha recato la sua grande esperienza e un bagaglio di cultura che mai indulgeva al settarismo. Esprimo i miei sentimenti di vicinanza e solidarietà alla famiglia e a quanti hanno condiviso con lui l'attività di questi decenni” (Applausi - L'intera Assemblea e i membri del Governo si levano in piedi). Grazie. Comprenderete la difficoltà di entrare nel merito della discussione. Guglielmo era proprio il mio compagno di banco e spesso e volentieri, finiti gli interventi, gli chiedevo se era andata bene. Questa volta non potrò più farlo.
Nel merito del provvedimento, poche parole; credo che soltanto se si legge questo decreto all'interno del puzzle di interventi che dall'inizio del 2020 il Governo ha portato avanti si riesce a coglierne il senso e il significato. Noi abbiamo sempre invitato il Governo a tenere la barra dritta; a tenere la barra dritta sul principio di precauzione e sulla prudenza. E credo che mai come in questo momento, a pochi tornanti dalla vetta, bisogna avere testardamente questo tipo di comportamento. Tenerla dritta vuol dire avere la consapevolezza che il virus circola ancora e che ci sono ancora possibili pericoli. Ma, al tempo stesso, proprio quella gradualità nella riapertura, la gradualità nei comportamenti, la continua e costante ricerca di una volontà di provare a dare al Paese la possibilità della ripartenza, è stata una linea giusta. Quindi, a nostro giudizio, questo provvedimento risponde a queste logiche, è un provvedimento che va nella direzione giusta; dobbiamo andare avanti con prudenza, siamo vicini al traguardo, ma non siamo ancora al traguardo.
E poi lasciatemi dire ancora una cosa, che avrebbe detto certamente Guglielmo: la ripartenza non può e non deve vedere abbassare l'asticella della sicurezza sui posti di lavoro (Applausi). È stato uno dei suoi ultimi interventi, proprio in un question time con il Presidente Draghi. Noi dobbiamo tutti ricordarci che la sicurezza sul lavoro è uno dei diritti fondamentali. Ogni lavoratrice e ogni lavoratore non può uscire di casa tutte le mattine col dubbio di non rientrarvi più. Credo che questo vada sottolineato e, quindi, una ripartenza graduale, con prudenza, avendo sempre chiaro che i diritti dei lavoratori non possono essere svenduti in una logica e in una ripartenza senza regole.
Per queste ragioni, anche a nome di Guglielmo, esprimo il voto favorevole alla fiducia (Applausi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Angiola. Ne ha facoltà.
NUNZIO ANGIOLA (MISTO-A-+E-RI). Grazie, Presidente. Riguardo lo specifico provvedimento “Riaperture”, sul quale è stata posta la questione di fiducia, diversi miglioramenti abbiamo contribuito ad inserire, nell'esame in sede referente in questa Camera. Cito, in particolare, l'articolo 4-bis, per la riapertura dal 22 maggio 2021, in zona gialla, anche nei giorni festivi e prefestivi, delle attività di esercizi commerciali presenti all'interno dei mercati e dei centri commerciali; la possibilità per il pubblico di presenziare, sempre in zona gialla, anche agli eventi e alle competizioni sportivi, diversi da quelli di livello agonistico di rilevante interesse nazionale, dal 1° giugno 2021, se svolti all'aperto, dal 1° luglio 2021, se si tengono al chiuso.
L'articolo 5-bis conferma, poi, nelle zone gialle, l'apertura al pubblico dei musei e degli altri istituti e luoghi della cultura, limitando la necessità di prenotazione preventiva, relativamente al sabato e ai giorni festivi, per l'accesso agli istituti e ai luoghi della cultura che nel 2019 hanno registrato un numero di visitatori superiori ad 1 milione.
L'articolo 6, a seguito delle modifiche introdotte in sede referente, detta disposizioni per la ripresa, in zona gialla, delle attività sportive, dapprima all'aperto e a seguire al chiuso, nonché delle attività dei centri benessere. Per le attività delle palestre la data di riapertura è stata il 24 maggio, mentre per le attività dei centri natatori e delle piscine in impianti coperti, nonché dei centri benessere la data è quella del 1° luglio.
Ci intestiamo il merito di aver sollecitato la ripresa dal 15 giugno 2021, in zona gialla, delle feste, anche al chiuso, conseguenti alle cerimonie civili o religiose, con la prescrizione che i partecipanti siano muniti di una delle certificazioni verdi.
Ciò posto, certamente sarebbe stato possibile accelerare ancor di più, ma Azione- +Europa sono forze politiche responsabili, che hanno a cuore la salute dei cittadini, oltre che ovviamente la ripresa dell'economia. Annuncio, pertanto, il voto favorevole della componente Azione-+Europa sulla questione di fiducia al provvedimento oggi in discussione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Colucci. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO COLUCCI (M-NCI-USEI-R-AC). Grazie, Presidente. Sottosegretario Costa, noi voteremo la fiducia al Governo e in questa occasione la voteremo con grande convinzione, perché il decreto sul quale è stata posta la fiducia ci vede assolutamente concordi. Si tratta del decreto ribattezzato “decreto Riaperture” e noi la ripartenza e le riaperture crediamo che possano essere la vera cura per la nostra economia in crisi. Non ci sono ristori, non ci sono sostegni che possano essere così efficaci quanto, in realtà, lo è il ritorno alla normalità.
Non abbiamo mai negato l'esistenza del virus, anzi abbiamo sofferto troppo e soffriamo ancora per la scomparsa di tante persone care. Purtroppo, conosciamo fin troppo bene il dolore e le privazioni provocate da questa maledetta pandemia, ma abbiamo sempre pensato che la conoscenza del virus e, soprattutto, la possibilità di stabilire regole chiare ci avrebbero potuto consentire di convivere col virus stesso.
Questo decreto finalmente dà certezza e indica date precise per le aperture di diverse attività, come le fiere, i convegni, la ristorazione, i congressi, la scuola, gli eventi sportivi e i centri commerciali. Questa è la discontinuità rispetto al Governo precedente: finalmente questo decreto permetti agli attori economici di programmare la loro attività, senza più improvvisi, senza chiusure imposte dall'oggi al domani e senza un cambio di date. Anzi, la situazione sanitaria, in positiva evoluzione grazie a una campagna vaccinale efficace, sta consentendo a tante regioni di diventare zona bianca e, quindi, di anticipare le date previste anche all'interno del decreto per le riaperture.
Concludo, Presidente, evidenziando che, anche da un punto di vista del metodo, c'è grande discontinuità tra il Governo Draghi e il Governo precedente. Questo decreto affida al Parlamento e al popolo italiano molti aspetti, che prima erano stabiliti da un punto di vista regolamentare dai DPCM di Conte. Quindi, concludo, Presidente, annunciando che siamo soddisfatti di aver sostenuto la nascita del Governo Draghi. Con questo decreto, si evidenziano agli occhi degli italiani i primi concreti effetti di questa importante scelta (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI-Rinascimento AdC).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ermellino. Ne ha facoltà.
ALESSANDRA ERMELLINO (MISTO-CD). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, le immagini dei maturandi, che in queste ore sono in fila negli hub vaccinali di molte regioni del Paese per accedere alla somministrazione della loro dose di vaccino, ci trasmettono un potente messaggio di rinascita e speranza. Il loro gesto diviene oggi ancora più significativo nei confronti di tutti quelli che ancora oggi si astengono dal prendere parte a questa importante fase per l'Italia, denigrando con ogni mezzo l'unica via possibile, quella della scienza, troppo spesso osteggiata da chi si affida ad inesistenti e fallaci alternative, che rischiano di vanificare gli sforzi, ma soprattutto il sacrificio delle perdite subite in questo ultimo anno. È proprio ai nostri ragazzi ed al loro futuro che la politica dovrà guardare con maggiore attenzione in questa fase di ricostruzione. Non è con le belle parole e i discorsi eloquenti che si sostiene la loro crescita, ma sarà con gli investimenti in istruzione, ricerca e formazione che si garantirà loro la possibilità di non dover continuare a fuggire altrove. Non esisteranno aste al ribasso ogni volta che sarà in gioco il futuro del Paese e dei nostri giovani. È per questo che al Governo chiediamo ancora uno sforzo maggiore.
Non dimenticate, signor Presidente, signori Ministri del Governo, di assicurare ai nostri giovani che lo Stato c'è e che è pronto a sostenerli con ogni mezzo a disposizione. Tutelando loro, tuteleremo il nostro futuro; proteggendo loro, proteggeremo gli anni che verranno; sostenendo le loro idee, daremo spazio ad un Paese più innovativo, più giusto e più vicino alle esigenze di tutti.
È il momento della rinascita, non lasciamoci sfuggire l'occasione di dimostrare che non esistono vie alternative, se non quella di dare linfa concreta alle energie di questo Paese. Oggi confermeremo ancora una volta la nostra fiducia a questo Governo. Lo faremo perché arde in noi il desiderio di ripartire presto e in sicurezza.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Plangger. Ne ha facoltà.
ALBRECHT PLANGGER (MISTO-MIN.LING.). Grazie, signor Presidente. Se nella fase più acuta le misure legislative adottate sono state essenzialmente restrittive, oggi dobbiamo intervenire in merito ad una transizione e ad un quadro il più possibile ordinato di riaperture, quale risultato in primo luogo della campagna vaccinale. Lotta alla pandemia e ripresa economica, in particolare per i settori più colpiti dalla crisi, come la montagna e il turismo, richiedono una particolare attenzione alle esigenze e specificità dei territori. Le disposizioni relative alla proroga termini in ordine al quadro finanziario e di bilancio degli enti locali sono evidentemente indispensabili, anche per effetto delle minori entrate determinate dalla crisi.
Come Autonomie, avevamo, ad esempio, indicato la necessità - accolta - che fossero prorogati i termini relativi ai giudici tavolari a capo degli uffici incaricati della conservazione dei libri fondiari, portando il termine per il passaggio delle competenze tavolari al 31 ottobre 2025, in analogia a quanto previsto per le nuove competenze civilistiche del giudice di pace. La proroga dei termini previsti dalla legge è stata indicata come necessaria dalla Giunta della regione Trentino-Alto Adige.
Per queste ragioni, esprimiamo voto favorevole alla questione di fiducia posta dal Governo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Sapia. Ne ha facoltà.
FRANCESCO SAPIA (MISTO-L'A.C'È). Grazie, Presidente. Il decreto-legge Riaperture è l'ennesimo provvedimento scritto in fretta e furia, frutto di un compromesso al ribasso, all'interno di una maggioranza disomogenea, felicemente assembrata, mescolata e fiera, unita soltanto dalla passione per le poltrone, il potere e la riconferma nella prossima legislatura. Avete svolto bene il compitino, avete previsto un percorso per riaprire le attività. Nel testo compaiono le annunciate variazioni di colore, misure di base per un progressivo ritorno alla normalità, proroghe volte a garantire alcuni servizi di tutela della salute, norme di profilassi per le Forze dell'ordine, l'utilizzo delle certificazioni verdi e slittamenti delle scadenze.
Sottosegretario Costa, però, di soldi voi non ne mettete, convinti che ora il COVID sia andato in vacanza, che l'andamento delle vaccinazioni ci tenga lontano dai pericoli, persuasi che il Piano nazionale di ripresa e resilienza ci salverà dall'Apocalisse e quindi avremo un autunno più tranquillo di quello del 2020. Tutto a posto, insomma. Del resto, obietterete, questo è un decreto specifico, nel quale non si poteva inserire nient'altro; eppure, sappiamo bene che i decreti-legge sono, da un trentennio, provvedimenti omnibus, in cui si ficca di tutto in relazione alle pressioni di Palazzo e delle varie lobby industriali, finanziarie, commerciali e bancarie.
Il decreto-legge Riaperture è sbagliato nel metodo e nel merito: ancora una volta, avete marginalizzato le opposizioni, lo avete fatto in solitudine, avete creduto di essere i migliori, i più bravi, i più capaci, i più titolati. Avete bocciato emendamenti, come uno che avevo presentato anche io per risolvere il problema della precarietà lavorativa in ambito sanitario, cioè dell'intollerabile sfruttamento interinale che si protrae da oltre 15 anni. Ma questo non importa al Governo dei migliori. Con alcuni colleghi de L'Alternativa c'è e di Fratelli d'Italia avevamo avanzato la proposta, utilissima per i servizi sanitari come quello della Calabria, in cui il lavoro interinale costa di più del lavoro stabile; avete deciso di non intervenire, di tenere l'opposizione all'esterno, di mettere la fiducia, che, come è noto, annulla il dibattito, il confronto e la democrazia. Il provvedimento non va bene nemmeno nel merito, perché avete fatto carta straccia di molti emendamenti utili, di cui, in alcuni casi, vi siete appropriati. Si poteva e si doveva intervenire con nuove risorse sul diritto all'istruzione, sgravi fiscali, agevolazioni per le imprese e per i lavoratori dipendenti, sburocratizzare e garanzie per le partite IVA.
Per tutto questo, dichiaro il voto contrario, anche per il senso di unità nazionale che dimostrate con la vostra allergia al confronto parlamentare (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è e di deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Occhionero. Ne ha facoltà.
GIUSEPPINA OCCHIONERO (IV). Grazie, Presidente. Prima di entrare nel merito della discussione, mi consenta di esprimere il mio più profondo e sincero dolore per la morte di Guglielmo. Ho avuto l'onore e il privilegio di iniziare il mio percorso politico in quest'Aula prestigiosa e questa difficile, ma affascinante esperienza accanto a un maestro come Guglielmo Epifani, a cui oggi voglio rivolgere il mio saluto e il mio sentito ringraziamento per tutti i consigli che mi ha sempre elargito, con grande generosità (Applausi).
Il decreto-legge che ci apprestiamo a convertire oggi, votando la fiducia al Governo Draghi, si pone in diretta successione, ma in netta e profonda discontinuità, con tutta una serie di provvedimenti che lo hanno preceduto e che hanno imposto misure restrittive per contenere l'epidemia da COVID-19.
Oggi, questo provvedimento - che si inserisce in una campagna vaccinale finalmente vigorosa e in un miglioramento complessivo e radicale della situazione pandemica ed epidemiologica - reca con sé il quadro delle misure da applicare e che, ne siamo certi, in maniera definitiva prevedranno una ripresa di tutte le attività economiche e sociali del nostro Paese.
Il perimetro di questo provvedimento, quindi, fino ad oggi, si pone in un'avviata riapertura, l'unico ristoro possibile per tutte le attività che finora hanno sofferto per le gravissime conseguenze della pandemia; ristori necessari e, come abbiamo detto, in sicurezza: sicurezza della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro. Le modifiche che il Parlamento fin qui ha apportato in fase di conversione, sono state rese possibili sotto la diretta conseguenza di un'importante e decisivo cambio di passo del Paese, in tutto il suo insieme, sia nell'ambito della gestione dell'emergenza pandemica, che fa registrare il calo dei contagi, sia delle vaccinazioni di massa e dei numerosi sacrifici che tutti gli italiani hanno compiuto in questo anno e mezzo e che, finalmente, questo Esecutivo è stato in grado di tradurre in risultati concreti, che ci stanno permettendo finalmente un graduale ritorno alla normalità.
La strategia del rischio calcolato si è rivelata vincente e senza la competenza e la lungimiranza del Presidente Draghi e la competenza e l'efficienza del commissario Figliuolo, questi provvedimenti sarebbero stati difficili da ipotizzare. Per questo dobbiamo ringraziare vivamente tutti gli autori di questo percorso virtuoso che ha tracciato la rotta, ormai definita, che, però, solo 4 mesi fa sembrava impossibile da tracciare o, addirittura, da ipotizzare. Senza polemiche, ricordo solo a me stessa quanto noi siamo stati contestati aspramente perché Italia Viva era stata considerata la forza politica che aveva agevolato e spinto, nonché accompagnato, questo rivoluzionario percorso che oggi si è rivelato vincente.
Un altro elemento importante da analizzare, seppur brevemente, è il cambio di passo che il Governo attuale ha posto in essere anche rispetto al merito degli strumenti normativi utilizzati. Abbiamo abbandonato i DPCM, in favore dei decreti-legge, ridando centralità, finalmente, al Parlamento. Anche in questo, l'Esecutivo in carica ha dimostrato grande sensibilità e coraggio, ha riconquistato la coesione e la visione nelle Camere e, prima ancora, la visione complessiva del nostro Paese. A seguito di tutto questo e in conseguenza di una situazione sanitaria in positiva evoluzione e con un rallentamento della curva dei contagi, il decreto prevede una serie di misure dirette ad allentare le limitazioni agli spostamenti sul territorio nazionale e la progressiva riapertura di tutte le diverse attività soggette a limitazioni. Inutile rappresentare quanto già qui avvenuto, sia in termini di cessazione del divieto di spostamenti in entrata e in uscita dei territori; abbiamo visto che, da ieri, 7 giugno, il coprifuoco si è spostato alle ore 24 e che dal 21 giugno cesserà di applicarsi ogni limite orario a tutti gli spostamenti.
Stiamo tornando, dunque, finalmente, alla normalità, alla vita, attraverso il rigore e il buonsenso. Voglio solamente ricordare l'emendamento di Italia Viva, a prima firma della collega Noja, profondamente impegnata per affrontare il difficile tema del mantenimento delle relazioni familiari anche in presenza di contagi e di malattie, attraverso un costante mantenimento e monitoraggio dei rapporti di comunicazione dei cari con il malato, ma anche con gli operatori sanitari. E voglio menzionare ancora la riapertura delle scuole: finalmente le nostre ragazze e i nostri ragazzi hanno potuto completare l'anno in presenza; nonché i ristoratori, che hanno potuto riprendere le loro attività, dapprima all'aperto, ma ora, finalmente, anche negli spazi interni: è uno dei risultati più importanti per questo settore, quello della ristorazione, che ha pagato in termini economici, ma non solo, l'aggravarsi della diffusione della pandemia. E poi, finalmente, riaprono i musei, le palestre, le piscine, tutti i luoghi di cultura e di socialità, fondamentali per la nostra formazione e il nostro benessere. Sono mancati a tutti noi, ai giovanissimi, ma anche a noi meno giovani. E, insieme ad essi, si torna finalmente nei centri commerciali, nelle gallerie, nei parchi, anche nei giorni festivi e prefestivi. Ma questo è già passato, pensiamo al prossimo futuro: dal 1° luglio riapriranno anche i centri termali, i parchi tematici, e dalla prossima settimana finalmente ritorneranno le cerimonie, i matrimoni e gli eventi. Quanto ha sofferto il settore del wedding? Tantissimo. Ebbene, grazie ad un emendamento della collega Gadda su questo tema, si è riusciti a riaprire i centri e a riattivare lo svolgimento delle feste e delle cerimonie. Certo, è consentito sempre e comunque, nel rispetto delle ordinanze del Ministero della Salute e delle linee guida per la ripresa delle attività economiche e sociali, elaborate dalla Conferenza delle regioni e delle province autonome, ma finalmente le attività sono riprese.
Un capitolo a parte va dedicato, secondo me, al green pass vaccinale, che ha addirittura anticipato quello europeo, la cui validità è stata estesa sin dai 15 giorni successivi alla somministrazione della prima dose di vaccino e fino ai 9 mesi a venire: un'altra iniziativa, che, pur nella prudenza e nella gradualità necessarie, ha dimostrato e dimostra anche il coraggio che il Governo e il Parlamento stanno mettendo nei provvedimenti e nell'attenzione che dedicano all'importanza del ritorno alla normalità.
Siamo tutti consapevoli che gli italiani, i cittadini, ma tutti quanti noi, abbiamo bisogno di un ritorno alla mobilità, ai rapporti sociali, a quello che, in fondo, per noi è la vita. Segue, poi, in questo provvedimento una serie di proroghe che garantiscono la continuità amministrativa degli enti locali, il sostegno al trasporto aereo e tutte quelle misure tese a fronteggiare il Coronavirus che, giorno dopo giorno, inoculazione dopo inoculazione, stiamo vincendo, ma non abbiamo ancora abbattuto e che, purtroppo, ancora uccide e rispetto al quale non dobbiamo mai abbassare la guardia. Ebbene, nel contesto, nel recinto di un metodo graduale, prudente, però anche coraggioso, bisogna affrontare i rischi calcolati e contemperare le esigenze. E qui - me lo lasci dire, Presidente -, anche nel merito di questo provvedimento, noi abbiamo contribuito, con i nostri emendamenti, a costruire un percorso di collaborazione, di consapevolezza, di serietà e di coraggio e abbiamo contribuito, dunque, alla scelta del Governo Draghi, l'unica scelta da compiere nel vero interesse del Paese. È, quindi, per tutti questi motivi, con convinzione e con orgoglio, che annuncio il voto favorevole, a nome del gruppo di Italia Viva, alla fiducia posta dall'Esecutivo su questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ferro. Ne ha facoltà.
WANDA FERRO (FDI). Presidente, onorevoli colleghi, signori del Governo, discutere di questo decreto-legge ci porta alla realtà di una Nazione allo stremo, schiacciata dal peso di provvedimenti restrittivi della libertà personale e, soprattutto, della libertà di impresa, del tutto ingiustificati, che, come ripetiamo ormai da mesi, nulla hanno a che vedere con la pandemia e con le esigenze di sicurezza sanitaria. Tante famiglie in difficoltà, tante attività in ginocchio, i sacrifici di una vita sfumati per le assurde indicazioni di Comitati tecnico-scientifici e di Ministri inadeguati, per ritrovarci al punto di partenza, mentre una sinistra, mai così lontana dai bisogni dai problemi della gente, come priorità, pensa alle leggi per cantare Bella ciao o allo ius soli o alla “legge Zan”, operazioni di distrazione di massa, che tracciano un solco profondo tra chi governa e gli italiani, che dal Governo si attendono risposte e soluzioni. Essi attendono provvedimenti di tanta, estrema ovvietà, e fa sorridere pensare a come questo cenacolo di scienziati alla corte del Ministro Speranza si affanni a inventare, giorno dopo giorno, regole senza senso, senza fondamento, senza utilità.
Noi di Fratelli d'Italia pensavamo di essere l'unica opposizione, e ci siamo ritrovati ad essere, più semplicemente, l'ultimo baluardo del buonsenso (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), gli unici in Parlamento a gridare ciò di cui tutti, fuori e in quest'Aula, sono consapevoli, sull'assurdità delle misure restrittive, di cui è grottesco calcolare pure il rapporto costi-benefici, nel senso che ai costi enormi, economici e sociali, non corrisponde alcun beneficio scientificamente dimostrato. Ne cito alcuni: l'obbligo delle mascherine all'aperto, quando sembra scientificamente provato che il contagio è praticamente irrilevante all'aria aperta; il coprifuoco, che, in zona gialla, il Governo ha generosamente spostato di un'ora e rimuoverà soltanto dal 21 giugno, che penalizza tantissime attività e impone una restrizione pesantissima alla libertà e al movimento dei cittadini, e una perdita di tanti miliardi; le limitazioni alle visite degli amici e dei parenti, con regole che sfiorano il ridicolo; le limitazioni ai posti per manifestazioni sportive, che non tengono conto degli spazi a disposizione, quindi 1.000 persone in un impianto di 4.000 posti, come in un posto che ne può recepire 40.000; l'impossibilità di fare la doccia in palestra; l'apertura beffa delle piscine al coperto il 1° luglio; ancora nessuna data per la riapertura delle discoteche, mentre l'intero settore del wedding, che riguarda intere filiere, è stato tenuto con il fiato sospeso fino a pochi giorni fa, con danni enormi economici e in termini di programmazione della stagione e, spesso, anche delle tante vite di coppia; e, ancora, e non per ultimo, il balletto dei posti a sedere ai ristoranti, ipotesi che hanno quasi del comico, come l'idea di imporre ai commensali di tirar su la mascherina tra un boccone e l'altro. Ad oltre un anno dal primo lockdown, si continua a brancolare nell'incertezza e sprofondare nell'assurdo.
Quello che doveva essere il Governo dei migliori, trainato da una sinistra marziana, non riesce a sciogliere il vincolo di continuità con la disastrosa esperienza del Governo Conte. Il cambio di passo atteso dagli italiani certamente non è avvenuto. Colleghi, questo decreto è l'emblema, la fotografia nitida di quanto il nostro Governo tenga in considerazione i suoi cittadini, concedendo, di volta in volta, un briciolo di libertà in più. Le libertà dei cittadini e delle imprese non possono più essere compresse con il pretesto dell'emergenza sanitaria. È stato lo stesso Ministro Speranza a rivelare, nel suo libro fantasma, la volontà di costruire, grazie alla pandemia, una nuova egemonia culturale, di fare, in poche parole, del post-COVID un'opportunità unica per radicare una nuova idea di sinistra.
Noi siamo dalla parte degli italiani che non si rassegnano a cedere le proprie libertà per la paura del virus, che non vogliono vedere svanire i loro sacrifici di una vita, mentre ricevono un sussidio, una mancetta o un ristoro. Siamo dalla parte degli italiani che vogliono, in questi tempi durissimi, rischiare, con coraggio, con tenacia e, soprattutto, con la voglia di fare. Continuiamo a ripetere che il Governo non può sospendere la democrazia e i diritti individuali per combattere il virus, ma deve stabilire regole chiare per prevenire il contagio e, soprattutto, grandi certezze. Chi fa impresa non vuole elemosine, ma solo la possibilità di programmare la propria attività e definire la propria organizzazione senza rincorrere provvedimenti schizofrenici e imbarazzanti, come le circolari che ora diminuiscono, ora aumentano i posti a tavola dei ristoranti.
Come se non bastasse, la confusione è ingigantita dal continuo scarico di responsabilità sulle regioni e dalle presunte decisioni del CTS, che spesso fornisce indicazioni incomprensibili e immotivate; d'altronde, la mancanza di trasparenza sembra essere la parola d'ordine nella gestione dell'emergenza pandemica.
Noi di Fratelli d'Italia abbiamo tentato di fare un'opposizione costruttiva, pragmatica, con l'unico obiettivo che è quello di tutelare l'interesse degli italiani. Posso richiamare l'ordine del giorno, puntualmente respinto dalla maggioranza, finalizzato ad abolire il coprifuoco e, ancora, la mozione “libertà e riaperture” presentata al Senato, con cui abbiamo tentato di restituire agli italiani tutte le libertà fondamentali e tutti i diritti calpestati in oltre un anno e mezzo. Ci battiamo ogni giorno per rimuovere tutte le insensate restrizioni che stanno compromettendo il nostro vivere e la nostra socialità - coprifuoco, obbligo di mascherina all'aperto, divieto di visita agli amici e ai parenti - e intervenire sulle situazioni a rischio completamente trascurate, una per tutte, quella dell'affollamento sui mezzi pubblici. Fratelli d'Italia, da mesi, chiede a gran voce la riapertura immediata delle attività imprenditoriali, commerciali, degli impianti sportivi, delle attività di ristorazione, dei luoghi di cultura, trattati per lungo tempo come capro espiatorio per coprire l'incompetenza del Governo nella gestione della ripartenza.
La nostra opposizione, costante e responsabile, spesso è stata di stimolo alla maggioranza, a dimostrazione del fatto che critiche costruttive e dialettica parlamentare - quando e se mai verrà concessa, considerato che, dall'insediamento del Governo, siamo alla terza richiesta di fiducia - potrebbero favorire e migliorare i provvedimenti.
Questo decreto è stato impropriamente chiamato “Riaperture”, perché i passi verso la ripartenza sono passi timidi e, in alcuni casi, del tutto privi di ogni logica: considerare, soprattutto, il fatto che per molti comparti, per chi parlava di pensare al futuro, non è prevista nemmeno una data di riapertura.
Non possiamo che essere delusi e bocciare, sulle riaperture, l'Esecutivo Draghi, che si è rivelato addirittura più rigido del Governo Conte. Gli italiani si aspettano da voi la responsabilità delle decisioni, il coraggio di affrontare i rischi, così come stanno facendo migliaia di imprenditori che, quotidianamente, lottano per difendere il proprio lavoro, mentre voi continuate ad aspettare che il virus passi.
Il gruppo di Fratelli d'Italia, con grande chiarezza, esprimerà un voto ovviamente contrario alla fiducia, ricordando anche l'impegno del Governo Draghi, che, nella discontinuità e nella promessa fatta agli italiani dal Governo dei migliori, aveva sempre sottolineato che non si sarebbe fatto ricorso, su alcuni atti importanti, a questo istituto, che esautora il Parlamento e, devo dire, con grande delusione anche di forze che accettano questo stato di cose.
Io sono convinta, se mi posso permettere, Presidente Rosato, che non c'è veramente alcuna impresa di successo che non sia nata da una decisione di coraggio. Ad oggi, anche questo Governo tutto ha dimostrato tranne che il coraggio di cambiare le cose e di voler aiutare gli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Novelli. Ne ha facoltà.
ROBERTO NOVELLI (FI). Grazie, signor Presidente. Signor sottosegretario, questo è un passaggio importante, è un passaggio importante per il Paese. Desidero iniziare questo mio intervento citando una locuzione latina che è stata attribuita all'imperatore Augusto e fatta propria, oltre 1500 anni più tardi, da Cosimo de' Medici. È una locuzione che ha un significato strano. La locuzione è: festina lente; il suo significato letterale è: affrettati lentamente. Apparentemente è un ossimoro, una contraddizione, ma si deve interpretare la frase nel senso più ampio, quindi agire senza indugi ma mantenendo la cautela. La cito perché credo che riassuma in maniera calzante la strategia adottata dal Governo nella pianificazione delle riaperture, una pianificazione che è stata difficile e lo è ancora, complessa, che non ha soddisfatto le lecite aspettative ed esigenze di tutte le categorie economiche, una riapertura graduale, che era ed è necessaria.
Un anno fa, ad oggi, eravamo alla vigilia dell'avvio della fase 3 e ce lo ricordiamo tutti. L'ennesimo, ma non ultimo, DPCM era datato 11 giugno e dettava le regole per la ripresa di molte attività. In tutti noi c'era la speranza, cresceva la speranza che alla fase 3 sarebbe seguito il definitivo ritorno alla normalità. Nel Paese si sentiva questo afflato, questa voglia di normalità e ci si credeva. Confidavamo di poter archiviare la pandemia nel cassetto dei ricordi, ricordi terribili, ma purtroppo così non è stato. Dopo la tregua estiva (è storia), il COVID è tornato a imperversare, causando molti, troppi morti e costringendo a nuove lunghe chiusure gran parte degli operatori economici. Oggi, però, a distanza di un anno, siamo chiamati a convertire in legge due decreti sulle riaperture. Già questo rappresenta un segnale di discontinuità con il passato. È chiaro che in queste situazioni rivangare gli errori del passato non è utile, non è utile oggi, soprattutto. Arriverà il momento in cui tutti saremo chiamati a fare il bilancio di questi difficili mesi, un bilancio definitivo, un bilancio che avrà davanti tutti gli elementi per giudicare in modo corretto e approfondito gli accadimenti di questo terribile anno e mezzo e sarà quando finalmente potremo dire che l'emergenza è finita. Non è finita oggi, lo sappiamo. Oggi è il momento di concentrare ogni risorsa su quel che conta veramente per l'Italia e per gli italiani, oltre alla salute naturalmente: far ripartire l'economia e continuare il percorso verso il ritorno alla normalità, senza, però, abbandonare le cautele, perché, come ho detto in precedenza, non dobbiamo replicare quanto accaduto l'anno scorso, perché una nuova ondata sarebbe esiziale. È chiaro che quando si va verso il meglio, quando si va verso la luce si tendono a dimenticare le sofferenze e i problemi a cui il Paese e le persone, in particolare, sono state sottoposte. Però, è importante che non ci dimentichiamo di quanto è accaduto. Allora, affrettiamoci lentamente, forti, rispetto all'anno scorso, della lezione che ci è stata impartita dal virus e forti soprattutto di 2 elementi determinanti ma tra loro interrelati, l'uno materiale e l'altro umano. Il primo è il vaccino. Gli scienziati sono riusciti a compiere un capolavoro mettendo a punto, in pochissimo tempo, vaccini in grado di annullare quasi totalmente i rischi conseguenti per chi contrae il virus e abbattendo la sua propagazione.
A dirlo, naturalmente, non sono io ma i numeri: quelli dei contagi, quelli dei ricoveri, quelli dei decessi. Qualcuno potrebbe dire che il 7 giugno dell'anno scorso si è registrato qualche decesso in meno rispetto a ieri, ma chi lo farà dovrà anche ricordare che nel giugno dell'anno scorso eravamo reduci da 2 mesi di lockdown totale; non è stato così quest'anno. Se i dati attuali stanno permettendo una progressiva ripresa di tutte le attività - e permettetemi di rivolgere un pensiero a chi, come i gestori dei locali da ballo, in questo momento specifico non sa ancora quando potrà riaprire - è evidente che in gran parte è merito dei vaccini. Lo dico con buona pace, ma anche con forza, di chi nega l'evidenza, di chi ancora dà credito a tesi antiscientifiche, di chi antepone le sue convinzioni all'interesse generale teorizzando complotti. Queste persone vanno emarginate, vanno allontanate, va stigmatizzato quello che raccontano che è pericoloso per la salute dei cittadini e per la tenuta sociale del Paese. Bisogna farlo con forza, non facendo sembrare che queste parole e quanto scrivono sui social non abbiano effetti che sono, in qualche caso, devastanti nei riguardi della salute dei cittadini. Su questo ancora possiamo fare qualcosa, ad esempio promuovendo una campagna di informazione rassicurante e trasparente, per far passare il messaggio che vaccinarsi non è più pericoloso che assumere ogni altro medicinale. Del resto, il precedente Governo - lo voglio ricordare - fece questa campagna di informazione per smentire il nesso tra i ristoranti cinesi e la diffusione del COVID. Perché non possiamo farlo oggi?
Veniamo al secondo elemento, quello umano, che potremmo definire fattore politico; ne ho vagamente accennato in precedenza. Se c'è un punto di svolta nell'approccio all'emergenza sanitaria ed economica causata dal COVID, questo ha un nome e un cognome: Mario Draghi. Se c'è un punto di svolta nell'efficacia della campagna vaccinale, questo ha un nome - anzi 2, a dire il vero - e un cognome: Francesco Paolo Figliuolo. A entrambi si deve un cambio di registro di cui l'Italia aveva estremo bisogno. Un approccio non più fumoso e paternalistico ma pragmatico e autorevole, in Italia e in Europa. Se Forza Italia ha deciso di sostenere questo Governo è perché conosceva le qualità del Presidente del Consiglio, la sua capacità di governare l'emergenza, la sua abilità nello scegliere le persone adatte e gestire questa fase. Un approccio, quello del Presidente del Consiglio e del Governo, che ha permesso di giungere oggi a convertire in legge un decreto che disegna un piano di riaperture con i piedi piantati per terra, con uno sguardo rivolto al futuro, pur con tutte le carenze e le difficoltà che si sono verificate e che si stanno verificando. Non dobbiamo dimenticarlo, ma dobbiamo anche ricordare sempre, ogni giorno, che dall'altra parte della barricata c'è qualcosa che ha portato morte e distruzione, che è il Coronavirus. Permettetemi in questa sede di ringraziare, in particolare, altri attori, solo apparentemente secondari, che stanno contribuendo alla ripartenza in sicurezza: i presidenti delle regioni e delle province autonome, riuniti in Conferenza e guidati da Massimiliano Fedriga, e un Ministro che sta ottenendo importanti risultati, con il suo delicato ruolo di interfaccia tra queste ultime, cioè le regioni, e il Governo, cioè il Ministro per gli Affari regionali, Mariastella Gelmini.
Mi avvio a concludere. Non era facile conciliare le esigenze degli operatori economici e le legittime aspirazioni dei cittadini. Il Governo, questo Governo ci sta riuscendo. Si sarebbe potuto fare di meglio? Insomma, è evidente: si può sempre fare di meglio. Ad esempio, riordinando in maniera organica le tante prescrizioni vigenti, così da sciogliere alcuni dubbi interpretativi emersi anche recentemente. Questo è un aspetto che andrebbe tenuto in debita considerazione, una chiarezza che gioverebbe a tutti gli operatori economici che vogliono lavorare nel rispetto di norme chiare e trasparenti, oltre che ragionevoli. Sono certo che il Governo, con i prossimi provvedimenti, risponderà a questa legittima domanda.
Quindi, ripartire per ingranare a breve rapporti sempre più lunghi e recuperare progressivamente le distanze.
Ripartire, rispettando i limiti imposti dalla pandemia, ma prestissimo verrà il giorno in cui sulle strade del rilancio avremo solo uno sbiadito ricordo di quello che è accaduto alle persone e al Paese. Quel giorno, Forza Italia sarà ancora a fianco del guidatore che ha permesso di riprendere il cammino in sicurezza. Quindi, annuncio il voto favorevole di Forza Italia sulla questione di fiducia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fiano. Ne ha facoltà.
EMANUELE FIANO (PD). La ringrazio, Presidente. Onorevoli colleghi, rappresentante del Governo, il decreto-legge n. 52, che ci apprestiamo a convertire con questo voto di fiducia, si pone in un rapporto di successione e di assoluta consequenzialità rispetto a molti DPCM precedenti e ad una serie di decreti-legge che hanno imposto misure restrittive alle persone, alle attività economiche e alle attività sociali ed educative del nostro Paese. Ricordo innanzitutto a me stesso che il quadro degli interventi che abbiamo stabilito nel corso di questa pandemia per fronteggiare l'emergenza sanitaria è stato definito, in primo luogo, da un insieme di decreti che hanno stabilito la cornice ordinamentale delle misure che abbiamo adottato, in particolare i decreti-legge n. 19 e n. 33 del 2020, oltre ad altri DPCM che hanno attuato - per una fase in maniera prevalente - le disposizioni di provvedimenti di urgenza, modulandole in relazione all'andamento epidemiologico. Vale qui la pena di ricordare, mentre operiamo con un voto di fiducia per convertire il decreto, che quella dell'abbandono dei DPCM, come strumento principale per la regolazione di questi interventi, è stata una scelta politica prioritaria, in particolare dovuta al Partito Democratico e al lavoro dell'onorevole, professor Ceccanti e siamo quindi di nuovo, oggi, di fronte alla conversione di un decreto-legge che ha permesso di consentire al Parlamento di continuare ad avere un ruolo centrale per tornare progressivamente alla normalità del procedimento legislativo. Con questo decreto, lo stato di emergenza viene prorogato al 31 luglio, con una scansione delle aperture che consente - come abbiamo fatto fino ad adesso - di continuare a contrastare l'evolversi della pandemia e che permette contemporaneamente la ripresa concreta e significativa delle attività economiche, sociali e culturali. Dunque, questa nuova conversione del decreto si inserisce in una strategia di rilancio del Paese che, da un lato, non poteva che attuare tutte le norme di sicurezza per rispondere alla crisi sanitaria e, dall'altra, intervenire in maniera concreta, non solo per la ripresa delle attività economiche, ma anche per il loro rilancio. Stiamo tutti vedendo il successo di un rallentamento dei contagi, dovuto al successo della campagna vaccinale e alle norme che abbiamo sin qui stabilito e dunque la possibilità di un calendario di riapertura delle attività e un continuo allentamento della limitazione negli spostamenti. La quantità di significative e utili modificazioni, introdotte nella discussione parlamentare, dimostra la validità del percorso che abbiamo seguito, al di là del fatto - e vi è soddisfazione per questo - che, finalmente, dal 21 giugno prossimo, saranno tolti i limiti di orario agli spostamenti nelle “zone bianche”. Giacché appunto rivendico il ruolo parlamentare del metodo scelto, vado ad elencare alcune delle modifiche introdotte. Ricordo, per esempio, la nuova disciplina degli accessi alle strutture sanitarie e sociosanitarie, il protocollo per le relazioni con i familiari dei pazienti affetti da COVID, l'articolo 2-quater, che riguarda le uscite temporanee degli ospiti dalle strutture residenziali, e ne so qualcosa. Ricordo, per esempio, all'interno delle attività dei servizi educativi, l'introduzione dell'articolo sui corsi di formazione. In Parlamento, in Commissione, si è anche intervenuto sugli orari relativi al funzionamento dei servizi di ristorazione, che - come è noto - stanno per fortuna attuando una progressiva e completa riapertura al pubblico e anche qui in Parlamento si è modificato il testo. Si è altresì lavorato sull'articolo 5-bis ossia sull'apertura al pubblico di musei e istituti di cultura, in questo caso per esempio limitando la necessità di prenotazione preventiva relativamente ai giorni festivi e al sabato. Si è lavorato anche per la riapertura delle attività sportive nelle “zone gialle”, dal 1° giugno all'aperto e poi anche al chiuso, e delle attività dei centri benessere. Vorrei ricordare anche - ma questo non riguarda l'attività parlamentare, ma il testo che ci è pervenuto dal Governo - l'articolo 9, che disciplina l'istituto delle certificazioni cosiddette verdi, introdotte con questo DL. Questa certificazione attesterà la sussistenza di una delle seguenti fattispecie: l'effettuazione fatta della vaccinazione anti-COVID, o la guarigione dalla malattia, oppure l'effettuazione di un test molecolare o antigenico rapido con risultato negativo.
Questa certificazione permetterà, per esempio, agli accompagnatori di pazienti affetti da COVID di permanere nelle sale d'attesa dei dipartimenti di emergenza o di accettazione dei pronto soccorso, permetterà l'uscita temporanea da alcune strutture residenziali, sarà utile nelle specifiche forme di spettacoli come eventi sportivi e fiere, per la possibilità di partecipazione alle feste conseguenti alle cerimonie civili e religiose, per la possibilità di accesso come visitatore ad alcune strutture di ricovero o di assistenza. Il comma 10-bis, inserito in Parlamento, specifica che questi certificati avranno valore esclusivamente per i fini elencati. Vorrei ancora ricordare il lavoro parlamentare che ha introdotto l'articolo 11-bis, che proroga il lavoro agile nelle pubbliche amministrazioni, e l'11-ter, che proroga la validità dei documenti di riconoscimento e di identità, così come è molto importante l'11-quater, introdotto in sede referente, che reca proroghe riguardanti adempimenti contabili degli enti territoriali e di organismi pubblici, che proroga il termine di approvazione dei documenti contabili da parte delle regioni, così come anche il termine di presentazione dei bilanci di enti del settore sanitario o la certificazione dei termini per il rispetto del vincolo di pareggio di bilancio delle regioni a Statuto ordinario. Ricordo anche l'articolo 11-quinquies che, introdotto in Parlamento, dispone in materia di poteri speciali del Governo: il cosiddetto golden power nel settore di rilevanza strategica, estendendo al 31 dicembre di quest'anno l'ambito di applicazione di quella procedura.
In conclusione, emerge un quadro di necessità ed urgenza delle norme che approviamo, che sono qui contenute, nonché un quadro molto significativo dell'attività parlamentare, utilizzata in senso positivo per arricchire il testo, migliorarlo e specificarlo, anche rispondendo alle domande che provengono dal Paese; al di là poi dell'attività parlamentare o dell'attività di Governo, emerge un tassello ulteriore dello sforzo che questo Paese e i suoi Governi e questo Parlamento hanno fatto per fronteggiare la più terribile crisi che ci sia capitato di affrontare dal dopoguerra ad oggi, così come tutti sappiamo: una crisi sanitaria e sociale. Lo abbiamo fatto in questi mesi con un clima complicato e difficile, addirittura per la stessa presenza fisica, per l'attività materiale del Parlamento, e lo facciamo oggi con un Governo che comprende la grande maggioranza delle forze politiche del Paese, una maggioranza per forza di cose eterogenea che sostiene il Governo Draghi non già sulla base di una condivisione ideologica delle proprie convinzioni generali, ma perché l'agenda del Governo Draghi per la riapertura e la ripresa del Paese - sicuramente perlomeno per il Partito Democratico - è a livello complessivo necessaria e fondamentale per uscire dalla crisi del Paese. Lo abbiamo fatto attraverso norme complesse - lo dico ai colleghi di Fratelli d'Italia e, per il suo tramite, alla collega Ferro, che ho sentito prima rivendicare ancora una battaglia contro la restrizione di libertà -, norme molto spesso difficili da digerire o da accettare da parte della popolazione, perché restrittive della propria libertà personale, ma che hanno dimostrato e che dimostrano proprio in questa settimana la loro efficacia e la loro giustificazione, anche rispetto ai risultati di Paesi con noi confinanti o alleati. Si tratta di restrizioni della libertà personale, signor Presidente, che nulla hanno a che fare con un oltraggio alla libertà e alla democrazia, a cui tutti teniamo, anzi che forse difendiamo da quando siamo nati, ma che hanno permesso di mantenere sana la democrazia, contemperando insieme - perché questa è l'attitudine che ci hanno trasmesso i maestri rispetto ai principi fondamentali della Carta - alcuni dei principi fondamentali della nostra Costituzione, principi fondamentali che riguardano sia la salute sia la libertà di impresa o la libertà di movimento, pur nelle inevitabili difficoltà. Giacché, se avessimo fatto prevalere soltanto uno dei principi istitutivi della prima parte della Carta costituzionale, avremmo commesso un grave errore, mettendo in pericolo gli altri principi; noi invece abbiamo agito per sostenerli tutti insieme. Chi oggi sostiene che in questo Paese si è calpestata la libertà - personale o generale - dovrebbe pensare che cosa sarebbe successo della nostra libertà se non avessimo difeso contemporaneamente la salute del Paese. E, mi consenta di dire, Presidente, in conclusione - anche se sarà fatta in altro giorno la commemorazione di Guglielmo Epifani da parte della nostra Carla, -, visto che parlo di principi fondamentali della Costituzione, che questo Paese è stato capace in questi mesi difficili di tenere insieme diritti e doveri.
Ciò senza far prevalere interessi di parte. Coloro che oggi criticano ancora, come se l'azione dei Governi che si sono succeduti avesse lavorato per calpestare qualche diritto, pensino a che cosa siamo riusciti a difendere in questo Paese, certamente con difficoltà e con misure migliorabili, di fronte alla più grave crisi attraversata dalla democrazia italiana e come possiamo uscirne adesso, insieme.
Anche per questo oggi, ovviamente, il gruppo del Partito Democratico conferma la propria fiducia al Governo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Paolin. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE PAOLIN (LEGA). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, sottosegretario Costa, mi unisco ai sentimenti di cordoglio per la scomparsa di Guglielmo Epifani, anche a nome del gruppo della Lega.
Per quel che riguarda il provvedimento, possiamo affermare con soddisfazione che il cambio di passo tanto invocato dalla Lega prende forma grazie anche al piano vaccinale predisposto dal generale Figliuolo e al lavoro fondamentale delle regioni. Il piano viaggia ormai sulle 700 mila iniezioni giornaliere e l'immunità di gregge potrebbe arrivare già per fine agosto. Ricordo che l'Italia occupa il secondo posto in Europa per popolazione vaccinata, dopo la Germania e davanti a Francia e Spagna. Abruzzo, Liguria, Umbria e Veneto si sono aggiunte a Sardegna, Molise e Friuli-Venezia Giulia in zona bianca; per queste regioni, finalmente, niente coprifuoco, nuove riaperture e nuove regole per i ristoranti. Se il trend attuale verrà riconfermato, con l'Rt a 0,68 e gli altri indicatori positivi, da lunedì 14 giugno Lombardia, Lazio, Emilia-Romagna, Piemonte, Puglia e la provincia di Trento si aggiungeranno alla zona bianca.
Far ripartire le attività economiche è decisamente il ristoro più efficace per cercare di far tornare alla normalità il Paese. Come ricordato in discussione generale, la Lega in Consiglio dei Ministri si era astenuta sul decreto-legge n. 52 del 2021, oggi oggetto di conversione in legge, ritenendolo troppo rigido nella sua versione originale. C'era l'eccessiva prudenza nel valutare le richieste di buon senso provenienti dall'economia reale del Paese, anche alla luce della mutata situazione epidemiologica. Non vi era equilibrio tra le esigenze sanitarie di contenimento della pandemia e quelle, altrettanto importanti, di numerosi settori economici tra i più colpiti dalle chiusure. Abbiamo cercato di raccogliere tutte queste richieste trasformandole in emendamenti, istanze e proposte costruttive. Siamo soddisfatti del lavoro fatto e dei risultati che abbiamo conseguito. Certamente, si poteva fare di più, soprattutto nei confronti di altre misure di contenimento che riteniamo ingiustificate o addirittura superate o archiviate. Abbiamo comunque cercato di imprimere un'ulteriore accelerazione al calendario delle riaperture. Dobbiamo semplificare questa babele di norme che rende complicato capire che cosa si può e che cosa non si può fare. Abbiamo bisogno di semplicità, coerenza e buonsenso (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
Per quanto riguarda i risultati che ritengo più importanti di questo decreto-legge, molti riprendono le richieste avanzate da tempo dal gruppo della Lega. Mi riferisco agli emendamenti che avevamo presentato per l'abolizione del coprifuoco, i cui contenuti sono stati recepiti in buona parte dal decreto-legge n. 65, confluito nel provvedimento odierno. Mi riferisco ai provvedimenti sulle RSA e sulle strutture sanitarie che finalmente rivedono la struttura dei DPCM, dove si scaricava integralmente la responsabilità sulle direzioni delle strutture in merito alle visite da parte dei familiari. Anche qui si recepiscono, almeno in parte, le nostre richieste oggetto di precedenti emendamenti.
Da considerare con favore sono anche le norme sulle riaperture, che costituiscono la spina dorsale del decreto in esame. Abbiamo ottenuto l'approvazione, diretta o indiretta, di importanti emendamenti riguardanti le attività di banqueting e catering, gli esercizi presenti nei mercati e nei centri commerciali, i parchi giochi, le ludoteche, gli spettacoli viaggianti, le piscine, i centri natatori in impianti coperti, i centri benessere, prima dimenticati e ora menzionati all'articolo 6, le feste conseguenti alle cerimonie civili e religiose - menzionate dal decreto-legge n. 65, come da nostra richiesta - e le attività in sale giochi, sale scommesse, sale bingo e casinò. Per ognuna di queste proposte approvate o comunque recepite nel decreto in esame ci sono migliaia di attività che potranno ripartire e dare il loro importante contributo alla ripartenza del Paese e di questo siamo estremamente soddisfatti.
Da sottolineare positivamente anche la modifica dei parametri per la collocazione delle regioni nelle zone a rischio. L'Rt tanto criticato e poco rappresentativo della situazione epidemiologica cede finalmente il passo a un nuovo indicatore: l'Rt ospedaliero, calibrato sul tasso di occupazione dei posti letto in area medica e in terapia intensiva per i pazienti COVID-19, come prevedeva l'emendamento a prima firma dell'onorevole Boldi. Anche qui, dopo tempo, abbiamo avuto la dimostrazione che stavamo spingendo nella direzione giusta. Anche questa proposta è infatti confluita nel decreto-legge n. 65 e la ritroviamo, adesso, all'articolo 10 del decreto-legge in esame.
Stessa sorte è toccata all'emendamento sulle aree di confine, a prima firma degli onorevoli Bianchi e Di Muro: avevamo richiesto la creazione di una zona franca sanitaria per dare respiro all'economia dei territori di frontiera, basata sugli spostamenti in questione. C'è voluto troppo tempo, verrebbe da dire al Ministro Speranza, e anche in questo caso avevamo ragione. Non si chiedeva nulla di irragionevole (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), tant'è che la proposta emendativa è stata recepita nell'ordinanza firmata dal Ministro.
C'è l'esigenza di accorciare i tempi di approvazione delle proposte perché non c'è davvero alcuna ragione di procrastinare le misure restrittive oltre il tempo strettamente necessario. I dati sui contagi sono in netto calo, i dati sui ricoveri lo sono altrettanto, le terapie intensive si stanno svuotando, la campagna vaccinale procede a ritmo serrato: tutto questo giustifica la fine della stagione delle chiusure, del coprifuoco e dei lockdown (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Questo non vuol dire abbassare la guardia nei confronti del virus ma, sicuramente, guardare al futuro con responsabilità e ottimismo. Dobbiamo ora concentrare la nostra azione su temi differenti, su provvedimenti che realmente contano. In questo momento, penso al tema del lavoro ovvero all'occupazione produttiva.
Infine, permettetemi di fare i complimenti alla XII Commissione, alla presidente, ai colleghi, ai funzionari per l'impegno e la professionalità che ho avuto modo di apprezzare.
Concludo, Presidente, confermando il voto favorevole alla fiducia posta dal Governo sul provvedimento e garantendo l'impegno della Lega per la rinascita del nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Barzotti. Ne ha facoltà.
VALENTINA BARZOTTI (M5S). Grazie, Presidente. Mi scusi, ma io non riesco a iniziare questo intervento senza rivolgere un pensiero e un saluto all'onorevole Guglielmo Epifani e fare le condoglianze a tutta la sua famiglia e ai suoi cari (Applausi). È stato un vero onore sedere nella medesima Commissione lavoro e lavorare fianco a fianco con Guglielmo. Ogni confronto e ogni parola spesa in quella Commissione sono stati, per noi e per me in particolare, un preziosissimo insegnamento. Quindi grazie, e adesso vado ad illustrare il provvedimento.
Questo voto di fiducia lo esprimiamo sul “decreto Riaperture”, che introduce misure urgenti per la graduale ripartenza delle attività economiche e sociali nel rispetto delle esigenze di contenimento della diffusione dell'epidemia da COVID-19. Nello stesso provvedimento prevediamo una serie di importanti proroghe che sono necessarie su alcuni istituti fino alla fine del periodo di emergenza. Il provvedimento si pone come l'ultimo tassello di una serie di interventi normativi che sono stati emanati dal Governo e convertiti dal Parlamento per la gestione della pandemia da COVID-19 e si pone un po' come uno spartiacque. Infatti, in questo decreto vediamo finalmente la luce, abbiamo un cronoprogramma preciso di riaperture e un progressivo ritorno alla normalità per alcune attività come bar, ristoranti, palestre, teatri, competizioni sportive, fiere, congressi e spettacoli dal vivo.
Il tutto avviene ovviamente in conformità con i protocolli e le linee guida del Comitato tecnico-scientifico e nel rispetto del principio di precauzione e del principio di prudenza, in un'ottica di tutela massima della salute dei nostri concittadini.
Finalmente queste attività, che fanno parte della nostra socialità e del nostro tessuto produttivo, riaprono in sicurezza. Presidente, è nostro preciso dovere, quando esprimiamo un voto, pesarlo e comprenderlo fino in fondo. In questo caso non ci sono dubbi sull'esprimere la fiducia a questo Governo: da un lato, il quadro epidemiologico è in veloce e costante miglioramento. I dati della campagna vaccinale sono molto positivi ed è bellissima la risposta dei ragazzi agli open day: 600 mila vaccinazioni nell'arco di 24 ore, superando un milione di dosi in due giorni.
C'è voglia di vita e di normalità, e questo provvedimento va nella giusta direzione. Se oggi le attività del Paese stanno ripartendo lo dobbiamo proprio agli effetti delle misure di contenimento del contagio adottate dal Governo e da questo Parlamento, che hanno sempre seguito tutti quei principi fondamentali di tutela della salute e della vita. Il COVID però c'è ancora e la strada da fare per ottenere una protezione di comunità non è finita. Sul testo oggetto di attenzione oggi vi è stato un grande lavoro dei parlamentari del nostro gruppo per portare proposte e risposte, così come della Commissione referente e della nostra relatrice, Angela Ianaro, che ringrazio. Abbiamo portato una serie di emendamenti che hanno significativamente migliorato il testo e faccio solo qualche esempio. Come MoVimento 5 Stelle, abbiamo prestato attenzione alla realtà delle residenze per anziani, dando voce alle richieste di moltissime famiglie che chiedevano di assicurare lo svolgimento delle visite dei propri cari.
Gli anziani e i soggetti fragili hanno pagato più di tutti gli effetti di questa pandemia, sia a livello fisico che a livello affettivo e di solitudine. Abbiamo lavorato per assicurare, attraverso un protocollo uniforme su tutto il territorio nazionale, l'accesso per i parenti dei pazienti affetti da COVID in ambienti dedicati individuati dalla struttura e in condizioni di sicurezza per almeno un familiare. Si consentono, inoltre, le uscite temporanee degli ospiti non affetti da COVID da queste strutture per le persone anziane o non autosufficienti, per lenire la sofferenza di molti di loro, per i quali questi incontri rappresentano un unico momento di serenità, in grado di garantirne il benessere relazionale e affettivo; provvedimenti che abbiamo voluto fortemente per restituire a queste persone un graduale ritorno alla normalità.
In questo provvedimento si tratta anche di misure per il settore del wedding e per gli ambulanti, che finalmente possono ripartire dopo oltre un anno di stop. Ci sono interventi sulle certificazioni verdi e, proprio grazie a un emendamento del MoVimento 5 Stelle, i dati e le informazioni da riportare nei certificati dovranno essere rispettosi di privacy, senza che siano fornite informazioni eccedenti quelle necessarie. Proporzionalità, adeguatezza e precauzione sono sempre quei principi che hanno guidato tutta la nostra azione sin dall'inizio della pandemia.
Il “decreto Riaperture” porta con sé anche una serie di proroghe e una di queste riguarda il lavoro agile nella pubblica amministrazione, un tema molto sentito nel nostro gruppo parlamentare. Bene che si mantenga a regime, dunque fuori dal contesto emergenziale, il POLA, il Piano organizzativo per il lavoro agile, ma non possiamo tornare indietro. È da tempo che chiediamo che questo modo di lavorare venga disciplinato a livello normativo in modo più strutturato perché troppa semplificazione può portare a distorsioni che possono avere un impatto negativo sulla dignità dei lavoratori e sulla salute.
Noi c'eravamo durante le fasi più acute della pandemia e vogliamo essere protagonisti anche della ripartenza; lo saremo, lo saremo in modo leale e costruttivo, senza rinunciare però ai valori e alle nostre battaglie. Lo dobbiamo fare perché la stabilità in questo frangente è fondamentale.
Oggi per oltre 500 mila studenti di terza media è giornata di esami, che quest'anno avverranno in presenza. Sappiamo quanto il MoVimento 5 Stelle si sia sempre speso per questo ritorno in presenza e quindi apprezziamo questo risultato in modo veramente di cuore. A questi studenti va il nostro pensiero e il nostro in bocca al lupo.
Per tutti questi motivi, confermo la fiducia del MoVimento 5 Stelle a questo Governo e il nostro voto favorevole (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Modifica nella composizione di gruppi parlamentari.
PRESIDENTE. Comunico che, con lettera pervenuta in data 8 giugno 2021, il deputato Emilio Carelli, già iscritto al gruppo parlamentare Misto, ha dichiarato di aderire al gruppo parlamentare Coraggio Italia.
La presidenza di tale gruppo, con lettera pervenuta in pari data, ha comunicato di aver accolto la richiesta.
Si riprende la discussione del disegno di legge di conversione n. 3045-A.
(Ripresa delle dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia – Articolo unico - A.C. 3045-A)
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Carelli. Ne ha facoltà.
EMILIO CARELLI (CI). Presidente, colleghi, innanzitutto anch'io, a nome del gruppo Coraggio Italia, vorrei unirmi ai sentimenti di cordoglio per la scomparsa del collega Guglielmo Epifani, che ho avuto occasione di conoscere personalmente, di incontrare e di intervistare numerose volte nel mio percorso professionale e del quale ho apprezzato moltissimo le qualità, soprattutto come sindacalista prima ancora che politico.
Il decreto per il quale stiamo per votare la fiducia segna sicuramente un passo importante verso la normalità del nostro Paese. L'Italia riparte oggi perché finalmente la campagna vaccinale ha preso piede, con risultati importanti dal punto di vista della riduzione dei contagi, ma le cose da fare sono ancora molte per arrivare alla piena normalità che tutti auspichiamo.
Il decreto stabilisce la graduale riapertura di tutte le attività, ma ora dobbiamo avere anche il coraggio di aiutare il più possibile la nostra economia; il coraggio di mettere mano a quelle riforme essenziali per l'attuazione del PNRR, Piano che è stato scritto sostanzioso e ambizioso, ma che non è ancora partito e che rischia di fermarsi ai nastri di partenza se non troverà una corretta attuazione insieme a quel Piano di transizione ecologica che dovrebbe segnare l'avvio dell'economia circolare, i punti qualificanti del programma di questo Governo.
Ma le riforme da attuare con urgenza sono molte altre, e qui cito quella che consideriamo la più urgente anche per la credibilità all'estero del nostro Paese, e cioè la riforma della giustizia, in modo da garantire ai cittadini tempi ragionevoli invece di quelli inaccettabili che oggi, per quanto riguarda la giustizia civile, allontanano gli investimenti stranieri dall'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia). Una riforma che dovrà mettere mano anche alle modalità di elezione degli organi di autogoverno dei magistrati e alle norme che ne regolano le carriere.
Impossibile parlare di sviluppo senza affrontare anche i nodi della burocrazia, e fra i tanti ostacoli cito l'urgenza di riformare al più presto il codice degli appalti, che, così come è oggi, si è trasformato in una sorta di blocco, di ostacolo per le imprese. È inutile continuare ad invocare il modello Morandi se poi non si mette mano al codice degli appalti (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).
Questa pandemia non si combatte con annunci, con la pancia o con la propaganda; dobbiamo continuare a usare come metodo di lavoro quello dell'ascolto, dell'analisi dei numeri, del confronto con la scienza, perché la politica deve venire incontro alle esigenze delle persone senza esimersi dalla responsabilità di operare le scelte nell'interesse comune.
Da moderati non abbiamo mai alimentato il gioco di chi vuole dividere il Paese tra rigoristi e aperturisti, ma oggi finalmente possiamo dire che tutti gli sforzi che sono stati fatti, senza mai dimenticare le migliaia di persone che per colpa della pandemia hanno perso la vita, ci hanno permesso di arrivare dove siamo, con la speranza in volto e la tenace voglia di ricominciare. Torniamo a vivere le nostre città, torniamo a riabbracciare la normalità.
Continuiamo a vaccinare i nostri giovani, sosteniamoli nella battaglia contro la depressione o i traumi; cominciamo a lavorare fin da ora al rientro in classe a settembre in presenza (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia). Aiutiamo le persone a trovare lavoro, discutiamo di come concretamente rilanciare il nostro Paese dal punto di vista produttivo e sociale.
Presidente, mi permetterà di aggiungere anche una breve riflessione più politica, che esce dal tema e dalle discussioni in Aula: questa mattina, per la prima volta, anche il neonato gruppo parlamentare Coraggio Italia, che rappresento, prende la parola, fa la sua dichiarazione di voto e conferma convintamente la fiducia al Governo (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).
E non è una scelta disallineata con il nostro percorso, anzi. Coraggio Italia sostiene e prende la parola fa la sua dichiarazione di voto e conferma convintamente la fiducia al Governo (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia). Non è una scelta disallineata col nostro percorso, anzi Coraggio Italia sostiene e sosterrà convintamente il Governo Draghi, lavorando al suo fianco, confrontandosi con i Ministri e continuando a supportare l'Esecutivo, offrendo contributi e idee per il rilancio del Paese e per la corretta applicazione del PNRR. Con una precisazione, però: noi sosteniamo questo Governo, pur non essendo rappresentati nella squadra che lo compone, ragion per cui saremo ancora più vigili, perché - lo ribadisco - la vera sfida sarà sulla attuazione (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia). Per noi, i veri nodi da sciogliere restano il sostegno al lavoro e il sostegno all'impresa, perché senza sostegno al lavoro e all'impresa non ci può essere sostegno ai lavoratori. Quindi, l'auspicio di Coraggio Italia è che nelle prossime iniziative di Governo ci sia un cambio di rotta nei confronti di chi questo Paese lo deve ricostruire davvero, cioè di chi fa impresa, e qui escludo l'assistenzialismo e alludo, invece, agli aiuti veri.
Il mio pensiero, però, in questo momento va anche ai lavoratori più giovani e alle donne, fortemente penalizzati da questa crisi senza precedenti, e obiettivi trasversali del PNRR. La disoccupazione giovanile in Italia è tornata a crescere a marzo, arrivando al 33 per cento, seconda solo alla Spagna, e, con questa, anche la disoccupazione femminile, che è cresciuta in controtendenza rispetto alla maggioranza dei Paesi OCSE, dati allarmanti, che evidenziano la necessità di misure urgenti e importanti da parte del Governo.
Presidente, l'occasione di questa dichiarazione di fiducia al Governo vuole essere, anche per Coraggio Italia, l'occasione preziosa per rivolgere un saluto riconoscente al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia), per l'impegno e l'alto senso delle istituzioni con cui ha ricoperto il suo ruolo in questi mesi difficili di pandemia, ma anche per la fermezza e la sensibilità politica con cui ha risolto una delicata crisi di Governo, nei mesi scorsi (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia.
C'è una richiesta di intervento della collega Lucaselli, sull'ordine dei lavori. Prego, collega Lucaselli.
YLENJA LUCASELLI (FDI). Grazie, Presidente. Anche il gruppo di Fratelli d'Italia si unisce al cordoglio per la perdita del collega Epifani, ma non è questo l'oggetto del mio intervento.
Oggi il gruppo di Fratelli d'Italia vuole riportare all'attenzione fatti terribili, quelli di Saman Abbas, rispetto ai quali troppo poco si è parlato. Una ragazza di 18 anni, che voleva semplicemente vivere in Italia da cittadina libera. Riteniamo che sia importantissimo riportare all'attenzione di quest'Aula il fallimento di una concezione sbagliata di multiculturalismo. È inammissibile che l'ideologia dell'integrazione si traduca nella possibilità, per nuclei familiari avvolti dal fondamentalismo religioso, di privare delle giovani donne delle libertà fondamentali e tutto questo sul territorio italiano. L'Italia non ha potuto salvare la vita della povera Saman e adesso, invece, deve necessariamente fare giustizia sul suo aguzzino. Non esiste integrazione senza rispetto della Costituzione. L'Italia non ha bisogno dello ius soli (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). L'Italia ha bisogno di integrazione e ha bisogno che questa integrazione parta dalla condivisione della nostra cultura e dal rispetto delle nostre regole (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Grazie, poi magari mi racconterà l'ordine dei lavori.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 13,05, come concordato
La seduta, sospesa alle 12,50, è ripresa alle 13,05.
PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 3045-A.
(Votazione della questione di fiducia - Articolo unico - A.C. 3045-A)
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione sulla questione di fiducia.
Indico la votazione per appello nominale sull'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia.
Ricordo che l'estrazione a sorte del nome del deputato dal quale la chiama avrà inizio è stata effettuata dalla Presidenza nella seduta di ieri. La chiama avrà quindi inizio dalla deputata Gebhard.
Sulla base di tale estrazione, sono state stabilite e comunicate apposite fasce orarie per regolare l'accesso dei deputati, i quali - all'orario stabilito per ciascuna fascia - faranno ingresso in Aula dal lato sinistro della Presidenza, dichiareranno il voto dalla fila dei banchi del Governo riservata ai sottosegretari e quindi lasceranno l'Aula dall'ingresso del lato destro.
Avverto che la Presidenza accoglierà un numero di richieste di anticipazione del voto fino ad un massimo del 3 per cento della consistenza numerica di ciascun gruppo, oltre a quelle dei membri del Governo.
Invito i deputati segretari a procedere alla prima chiama.
(Segue la chiama).
È finita la prima chiama.
Informo i colleghi che è stata raggiunta un'intesa e che dopo il voto di fiducia si procederà solo all'illustrazione degli ordini del giorno, in maniera da poter organizzare i nostri lavori.
Invito i deputati segretari a procedere alla seconda chiama.
(Segue la chiama).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione sull'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, nel testo della Commissione, sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia:
Presenti: ………………514
Votanti: ………………513
Astenuti: ………………...1
Maggioranza: …………257
Hanno risposto sì: ……466
Hanno risposto no: …….47
La Camera approva.
Si intendono così precluse tutte le proposte emendative presentate.
Hanno risposto sì:
Acunzo Nicola
Adelizzi Cosimo
Alaimo Roberta
Alemanno Maria Soave
Amitrano Alessandro
Andreuzza Giorgia
Angiola Nunzio
Annibali Lucia
Aprea Valentina
Aprile Nadia
Aresta Giovanni Luca
Ascani Anna
Avossa Eva
Azzolina Lucia
Badole Mirco
Bagnasco Roberto
Baldelli Simone
Baldini Maria Teresa
Baldino Vittoria
Baratto Raffaele
Barbuto Elisabetta Maria
Barelli Paolo
Baroni Annalisa
Bartolozzi Giusi
Barzotti Valentina
Basini Giuseppe
Battelli Sergio
Battilocchio Alessandro
Bazoli Alfredo
Bazzaro Alex
Bella Marco
Belotti Daniele
Benamati Gianluca
Bendinelli Davide
Benvenuto Alessandro Manuel
Berardini Fabio
Bergamini Deborah
Berlinghieri Marina
Bersani Pier Luigi
Berti Francesco
Bianchi Matteo Luigi
Biancofiore Michaela
Billi Simone
Bilotti Anna
Binelli Diego
Bisa Ingrid
Bitonci Massimo
Boccia Francesco
Boldi Rossana
Bologna Fabiola
Bonafede Alfonso
Bond Dario
Boniardi Fabio Massimo
Bonomo Francesca
Bordo Michele
Bordonali Simona
Borghi Enrico
Boschi Maria Elena
Braga Chiara
Brescia Giuseppe
Brunetta Renato
Bruno Raffaele
Bubisutti Aurelia
Buffagni Stefano
Buompane Giuseppe
Buratti Umberto
Businarolo Francesca
Cadeddu Luciano
Caffaratto Gualtiero
Calabria Annagrazia
Cancelleri Azzurra Pia Maria
Cannizzaro Francesco
Cantalamessa Gianluca
Cantini Laura
Cantone Carla
Cantone Luciano
Caon Roberto
Caparvi Virginio
Capitanio Massimiliano
Cappellacci Ugo
Carabetta Luca
Carbonaro Alessandra
Carè Nicola
Carelli Emilio
Carnevali Elena
Carrara Maurizio
Casa Vittoria
Casciello Luigi
Caso Andrea
Cassese Gianpaolo
Cassinelli Roberto
Castiello Giuseppina
Cataldi Roberto
Cattaneo Alessandro
Cattoi Maurizio
Cattoi Vanessa
Cavandoli Laura
Ceccanti Stefano
Cecconi Andrea
Cenni Susanna
Centemero Giulio
Cestari Emanuele
Chiazzese Giuseppe
Ciagà Graziella Leyla
Ciampi Lucia
Cillis Luciano
Cimino Rosalba
Coin Dimitri
Colaninno Matteo
Colla Jari
Colmellere Angela
Colucci Alessandro
Comaroli Silvana Andreina
Comencini Vito
Conte Federico
Corneli Valentina
Cortelazzo Piergiorgio
Costa Enrico
Covolo Silvia
Crippa Andrea
Crippa Davide
Cristina Mirella
Critelli Francesco
Cubeddu Sebastiano
Currò Giovanni
Daga Federica
Dal Moro Gian Pietro
D'Alessandro Camillo
Dall'Osso Matteo
Dara Andrea
D'Arrando Celeste
D'Attis Mauro
De Angelis Sara
De Carlo Sabrina
De Filippo Vito
De Giorgi Rosalba
De Girolamo Carlo Ugo
De Luca Piero
De Maria Andrea
De Martini Guido
De Menech Roger
Deiana Paola
Del Barba Mauro
Del Basso De Caro Umberto
Del Monaco Antonio
Del Re Emanuela Claudia
Delrio Graziano
D'Ettore Felice Maurizio
Di Giorgi Rosa Maria
Di Maio Marco
Di Muro Flavio
Di Sarno Gianfranco
Di Stasio Iolanda
Dieni Federica
D'Incà Federico
D'Ippolito Giuseppe
Donina Giuseppe Cesare
Donno Leonardo
Dori Devis
D'Orso Valentina
D'Uva Francesco
Emiliozzi Mirella
Ermellino Alessandra
Fantuz Marica
Faro Marialuisa
Fassina Stefano
Fassino Piero
Federico Antonio
Ferrari Roberto Paolo
Fiano Emanuele
Ficara Paolo
Fioramonti Lorenzo
Fiorini Benedetta
Fitzgerald Nissoli Fucsia
Flati Francesca
Fogliani Ketty
Fontana Lorenzo
Formentini Paolo
Fornaro Federico
Foscolo Sara
Fragomeli Gian Mario
Frailis Andrea
Frassini Rebecca
Frate Flora
Fregolent Silvia
Frusone Luca
Furgiuele Domenico
Fusacchia Alessandro
Gadda Maria Chiara
Gagliardi Manuela
Gagnarli Chiara
Galizia Francesca
Galli Dario
Gallinella Filippo
Gariglio Davide
Gastaldi Flavio
Gebhard Renate
Germanà Antonino
Giaccone Andrea
Giachetti Roberto
Giacometti Antonietta
Giacometto Carlo
Giacomoni Sestino
Giannone Veronica
Giarrizzo Andrea
Giglio Vigna Alessandro
Giordano Conny
Giorgis Andrea
Giuliano Carla
Gobbato Claudia
Golinelli Guglielmo
Grande Marta
Gribaudo Chiara
Grillo Giulia
Grimaldi Nicola
Grimoldi Paolo
Grippa Carmela
Gualtieri Roberto
Gubitosa Michele
Gusmeroli Alberto Luigi
Ianaro Angela
Iezzi Igor Giancarlo
Incerti Antonella
Invernizzi Cristian
Invidia Niccolò
Iorio Marianna
L'Abbate Giuseppe
Labriola Vincenza
Lacarra Marco
Lattanzio Paolo
Lazzarini Arianna
Legnaioli Donatella
Lepri Stefano
Librandi Gianfranco
Licatini Caterina
Liuni Marzio
Lolini Mario
Lorefice Marialucia
Lorenzin Beatrice
Lorenzoni Eva
Lorenzoni Gabriele
Losacco Alberto
Loss Martina
Lotti Luca
Lovecchio Giorgio
Lucchini Elena
Lucentini Mauro
Lupi Maurizio
Maccanti Elena
Madia Maria Anna
Maggioni Marco
Magi Riccardo
Maglione Pasquale
Mammì Stefania
Manca Alberto
Manca Gavino
Mandelli Andrea
Manzato Franco
Maraia Generoso
Marattin Luigi
Marchetti Riccardo Augusto
Mariani Felice
Marin Marco
Marino Bernardo
Marrocco Patrizia
Martinciglio Vita
Martino Antonio
Marzana Maria
Masi Angela
Maturi Filippo
Mauri Matteo
Mazzetti Erica
Melicchio Alessandro
Miceli Carmelo
Micheli Matteo
Migliore Gennaro
Migliorino Luca
Milanato Lorena
Minardo Antonino
Misiti Carmelo Massimo
Molinari Riccardo
Mor Mattia
Morani Alessia
Morassut Roberto
Moretto Sara
Morgoni Mario
Moschioni Daniele
Mugnai Stefano
Mulè Giorgio
Murelli Elena
Musella Graziano
Napoli Osvaldo
Nappi Silvana
Nardi Martina
Navarra Pietro
Nesci Dalila
Nevi Raffaele
Nitti Michele
Nobili Luciano
Noja Lisa
Novelli Roberto
Occhionero Giuseppina
Occhiuto Roberto
Olgiati Riccardo
Orfini Matteo
Orlando Andrea
Orrico Anna Laura
Pagani Alberto
Pagano Alessandro
Pagano Ubaldo
Paita Raffaella
Palazzotto Erasmo
Pallini Maria
Palmisano Valentina
Panizzut Massimiliano
Paolin Giuseppe
Paolini Luca Rodolfo
Papiro Antonella
Parentela Paolo
Parisse Martina
Parolo Ugo
Pastorino Luca
Patassini Tullio
Patelli Cristina
Paternoster Paolo
Pedrazzini Claudio
Pella Roberto
Pellicani Nicola
Penna Leonardo Salvatore
Pentangelo Antonio
Perantoni Mario
Perego Di Cremnago Matteo
Pettarin Guido Germano
Pettazzi Lino
Pezzopane Stefania
Piastra Carlo
Picchi Guglielmo
Piccoli Nardelli Flavia
Piccolo Tiziana
Pignatone Dedalo Cosimo Gaetano
Pini Giuditta
Pittalis Pietro
Pizzetti Luciano
Plangger Albrecht
Pollastrini Barbara
Polverini Renata
Porchietto Claudia
Portas Giacomo
Potenti Manfredi
Prestigiacomo Stefania
Prestipino Patrizia
Pretto Erik Umberto
Provenza Nicola
Quartapelle Procopio Lia
Racchella Germano
Raciti Fausto
Raffaelli Elena
Ravetto Laura
Ribolla Alberto
Ricciardi Riccardo
Ripani Elisabetta
Rixi Edoardo
Rizzo Gianluca
Rizzo Nervo Luca
Rizzone Marco
Romano Andrea
Rospi Gianluca
Rossello Cristina
Rossi Andrea
Rossini Emanuela
Rossini Roberto
Rosso Roberto
Rotondi Gianfranco
Rotta Alessia
Ruffino Daniela
Ruggieri Andrea
Ruggiero Francesca Anna
Russo Paolo
Saccani Jotti Gloria
Saitta Eugenio
Salafia Angela
Saltamartini Barbara
Sangregorio Eugenio
Sani Luca
Sarro Carlo
Sarti Giulia
Savino Elvira
Savino Sandra
Scagliusi Emanuele
Scalfarotto Ivan
Scanu Lucia
Scerra Filippo
Schullian Manfred
Scoma Francesco
Sensi Filippo
Serracchiani Debora
Serritella Davide
Siani Paolo
Sibilia Cosimo
Silli Giorgio
Silvestri Francesco
Siracusano Matilde
Sisto Francesco Paolo
Snider Silvana
Soverini Serse
Sozzani Diego
Spadafora Vincenzo
Spadoni Maria Edera
Spena Maria
Sportiello Gilda
Squeri Luca
Stefani Alberto
Stumpo Nicola
Sut Luca
Sutto Mauro
Tabacci Bruno
Tarantino Leonardo
Tartaglione Annaelsa
Terzoni Patrizia
Tiramani Paolo
Toccafondi Gabriele
Toccalini Luca
Tofalo Angelo
Tomasi Maura
Tombolato Giovanni Battista
Tondo Renzo
Tonelli Gianni
Topo Raffaele
Torromino Sergio
Torto Daniela
Traversi Roberto
Tripodi Elisa
Tripodi Maria
Trizzino Giorgio
Troiano Francesca
Tucci Riccardo
Turri Roberto
Tuzi Manuel
Ungaro Massimo
Vacca Gianluca
Valbusa Vania
Valentini Valentino
Vallotto Sergio
Varrica Adriano
Vazio Franco
Verini Walter
Versace Giuseppina
Vianello Giovanni
Vietina Simona
Vignaroli Stefano
Villani Virginia
Viscomi Antonio
Vitiello Catello
Vito Elio
Viviani Lorenzo
Zan Alessandro
Zanella Federica
Zanettin Pierantonio
Zangrillo Paolo
Zanichelli Davide
Zardini Diego
Zennaro Antonio
Zicchieri Francesco
Ziello Edoardo
Zolezzi Alberto
Zordan Adolfo
Hanno risposto no:
Albano Lucia
Baroni Massimo Enrico
Bellucci Maria Teresa
Benedetti Silvia
Bignami Galeazzo
Bucalo Carmela
Butti Alessio
Caiata Salvatore
Cirielli Edmondo
Cunial Sara
De Toma Massimiliano
Deidda Salvatore
Delmastro Delle Vedove Andrea
Donzelli Giovanni
Ferro Wanda
Foti Tommaso
Frassinetti Paola
Fratoianni Nicola
Galantino Davide
Gemmato Marcello
Giuliodori Paolo
Lollobrigida Francesco
Lucaselli Ylenja
Mantovani Lucrezia Maria Benedetta
Meloni Giorgia
Menga Rosa
Mollicone Federico
Montaruli Augusta
Osnato Marco
Prisco Emanuele
Raduzzi Raphael
Rampelli Fabio
Rizzetto Walter
Rotelli Mauro
Russo Giovanni
Sapia Francesco
Sarli Doriana
Silvestri Rachele
Silvestroni Marco
Sodano Michele
Termini Guia
Trancassini Paolo
Trano Raffaele
Vallascas Andrea
Villarosa Alessio
Vinci Gianluca
Zucconi Riccardo
Si sono astenuti:
Sgarbi Vittorio
Sono in missione:
Campana Micaela
Carfagna Maria Rosaria
Carinelli Paola
Castelli Laura
Colletti Andrea
Dadone Fabiana
Di Maio Luigi
Di Stefano Manlio
Durigon Claudio
Fontana Gregorio
Fontana Ilaria
Franceschini Dario
Gava Vannia
Gerardi Francesca
Giorgetti Giancarlo
Guerini Lorenzo
Lapia Mara
Lombardo Antonio
Melilli Fabio
Molteni Nicola
Morelli Alessandro
Mura Romina
Muroni Rossella
Ruocco Carla
Sasso Rossano
Sibilia Carlo
Speranza Roberto
Tasso Antonio
Tateo Anna Rita
Testamento Rosa Alba
Varchi Maria Carolina
Zoffili Eugenio
PRESIDENTE. Come preannunciato, sospendiamo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 16 solo con l'illustrazione degli ordini del giorno e il parere da parte del Governo.
Pregherei tutti i colleghi di uscire dall'Aula per consentire la sanificazione.
La seduta riprenderà alle ore 16, quindi usciamo subito dall'Aula. La seduta è sospesa.
La seduta, sospesa alle 14,25, è ripresa alle 16.
PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA EDERA SPADONI
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Amitrano, Ascani, Battelli, Bergamini, Boschi, Brescia, Brunetta, Casa, Cavandoli, Cirielli, Colucci, Comaroli, Davide Crippa, D'Incà, D'Uva, Delmastro Delle Vedove, Fassino, Frusone, Gallinella, Gebhard, Gelmini, Giachetti, Giacomoni, Grimoldi, Invernizzi, Iovino, Lollobrigida, Lorefice, Losacco, Lupi, Maggioni, Magi, Marattin, Molinari, Mulè, Nardi, Nesci, Occhiuto, Orlando, Paita, Parolo, Pastorino, Perantoni, Ribolla, Rizzo, Rotta, Scalfarotto, Schullian, Serracchiani, Sisto, Tabacci, Vignaroli e Zanettin sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
I deputati in missione sono complessivamente 89 come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.
Si riprende la discussione del disegno di legge di conversione n. 3045-A
PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 3045-A.
Avverto che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo unico ma, dopo l'esame degli ordini del giorno, si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.
(Esame degli ordini del giorno - A.C. 3045-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).
Il deputato Patassini ha facoltà di illustrare l'ordine del giorno n. 9/3045-A/45.
TULLIO PATASSINI (LEGA). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghe e colleghi, porgo ancora all'attenzione di quest'Aula l'esigenza di sostenere lo sviluppo socioeconomico delle aree interne del nostro territorio, in particolare delle aree interne dell'Appennino. C'è una ricostruzione urbanistica che sta ripartendo, da un punto di vista di edilizia religiosa, di edilizia scolastica e di edilizia privata. Questo è veramente il momento di scommettere su questi territori da un punto di vista economico. Un territorio, quello del Centro Italia, quello colpito dal sisma del 2016 e, ancor prima, dal sisma del 2009, già esprimeva una sua vivacità economica, una sua vivacità industriale e per questo va sostenuto e, soprattutto, va fatto in modo che questo Parlamento e questo Governo si impegnino affinché le giovani coppie rimangano sui territori e chi, purtroppo, si è dovuto allontanare, perché ha avuto la casa distrutta o, comunque, gravemente lesionata, possa rientrare. Per questo è necessario proseguire su un aspetto fondamentale: il sostegno al mondo delle imprese, perché solo attraverso il nostro tessuto imprenditoriale potranno nascere occasioni di lavoro per tanti, tanti giovani. In questo momento, dopo quattro anni di difficoltà derivanti dal sisma, è importante intervenire su una misura che già sta avendo successo in altre regioni, in particolare nelle regioni del Sud Italia: il sostegno alle imprese che vogliono fare investimenti, quindi reddito produttivo che produce altro reddito. Già in legge di bilancio abbiamo prorogato, come Parlamento, il credito d'imposta per l'acquisto di beni strumentali nel Sud Italia. È il momento di colmare questo gap, prorogando la norma anche per le aree terremotate del Centro Italia. Il sostegno al mondo delle imprese va anche legato alla perdita di fatturato perché, oltre all'emergenza derivante dal sisma, tutta l'Italia ha subito l'emergenza COVID, come tutta l'Europa e come tutto il mondo. Nel caso specifico, un'emergenza si è sommata ad un'altra emergenza. Quindi, vi è proprio l'esigenza di fare, come è già stato fatto precedentemente, un calcolo del fondo perduto, calato sulle esigenze del territorio. Questo è l'obiettivo dell'impegno che, come parlamentari della Lega delle quattro regioni, stiamo portando avanti, cioè sostenere il mondo delle imprese affinché le imprese creino lavoro, si crei occupazione e con questo si ripopolino quei territori, che meritano non solo di tornare ai fasti di una volta ma di vedere una nuova via di sviluppo che può nascere anche dal turismo, dalla tutela dei beni ambientali visti in modo globale. La ricchezza delle nostre montagne, delle nostre colline e dei nostri borghi storici è veramente un'occasione di turismo, di turismo importante non solo per noi italiani, che abbiamo apprezzato ancora di più il nostro Paese, ma anche per il turismo straniero che si sta avvicinando a situazioni meno affollate, a situazioni di nicchia, a situazioni di qualità, a situazioni in cui si possa conciliare l'aspetto culturale, l'aspetto enogastronomico e l'aspetto ambientale. Questo è l'obiettivo che ci diamo. È l'obiettivo che ci siamo dati come gruppo Lega, che stiamo perseguendo in particolare qui a Roma e in regione Marche, dove stanno operando i nostri assessori, e sull'intero territorio dei nostri tanti e belli comuni marchigiani, abruzzesi, laziali e umbri (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
PRESIDENTE. Il deputato Domenico Furgiuele ha facoltà di illustrare l'ordine del giorno n. 9/3045-A/18.
DOMENICO FURGIUELE (LEGA). Grazie, Presidente. Signori colleghi, giorni fa il Consiglio di Stato ha sentenziato che nella città di Lamezia Terme si deve tornare a votare soltanto in 4 sezioni, su 78 complessive, nel mese di ottobre. La sentenza ha confermato quanto stabilito dal TAR in precedenza, cioè una sentenza che ha annullato un ricorso presentato da un candidato sindaco che mirava a portare a nuove elezioni amministrative. Vi saranno, dunque, soltanto elezioni parziali, anzi parzialissime, il cui esito non andrà a sovvertire l'esito originario. Si dovrà votare, quindi, in sole 4 sezioni, coinvolgendo poco più di 1.000 elettori in una città che è la seconda per estensione territoriale della regione Calabria; stiamo parlando di 72 mila abitanti. È un'elezione che non andrà, come dicevo prima, a ribaltare l'esito cristallizzato, per il quale il sindaco sospeso, Paolo Mascaro, nei fatti aveva già vinto con uno scarto di 5.000 voti di preferenza sul suo diretto avversario al ballottaggio. Capite bene che si tratta di una situazione paradossale, una bizzarria che sta arrecando danni irreparabili alla città di Lamezia Terme, danni inenarrabili perché quella città, per via della sentenza del TAR, vive una condizione di sospensione, un commissariamento che si protrae da quasi un anno. Tutto ciò comporta che la città non possa programmare il suo futuro, non possa dare il via ad un consiglio comunale legittimamente eletto, che si era appena insediato e che dovrebbe governare in un contesto storico nel quale arriveranno provvidenze europee - ne abbiamo discusso tanto e continuiamo a discuterne in quest'Aula - che devono essere progettate e programmate da un consiglio comunale e da una giunta legittimamente eletti, così come la Costituzione prevede. Spostare le elezioni di Lamezia Terme, relativamente a 4 sezioni, per una mera formalità, al mese di ottobre, in corrispondenza delle elezioni regionali significherebbe semplicemente tenere la città di Lamezia Terme in regime di commissariamento e privarla della possibilità di avere anche una rappresentanza in seno al consiglio provinciale di Catanzaro, capoluogo di regione, che andrà al voto attraverso il voto ponderato; quindi, senza i consiglieri comunali Lamezia Terme non avrà la sua rappresentanza. In ragione di ciò, avevo presentato un emendamento al decreto in discussione che richiedeva un minimo di buonsenso, al fine di anticipare le elezioni entro la fine di giugno solo per mere 4 sezioni a Lamezia Terme. Lo ritenevo necessario, perché la città di Lamezia Terme è in grave difficoltà, ha bisogno dello Stato, ha bisogno del Governo e vi sono iniziative di carattere sociale, politico e amministrativo che devono essere prese immediatamente.
Allora, chiedo che questo ordine del giorno - lo chiedo al Governo - venga approvato pienamente e che possa diventare un impegno al quale dare seguito immediatamente, nel primo provvedimento possibile. Lamezia Terme dovrebbe andare a votare, al massimo, 10 giorni dopo il passaggio della regione Calabria in “zona bianca”.
Signor Presidente, in conclusione, non lo dico da deputato ma da figlio di quella terra, affinché rimanga agli atti: Lamezia Terme, per chi ancora non l'abbia voluto comprendere, è Italia e lo Stato dovrebbe riservarle il rispetto che, negli ultimi 20 anni, non le ha riservato (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
PRESIDENTE. Il deputato Matteo Dall'Osso ha facoltà di illustrare l'ordine del giorno n. 9/3045-A/66.
MATTEO DALL'OSSO (CI). Grazie, Presidente. Presidente, come sa, come sappiamo, stiamo vivendo in uno stato di pandemia dovuto al COVID-19, ossia al virus SARS-CoV-2. Presidente, abbiamo vissuto in uno stato di emergenza, ma quello che io, molte persone con disabilità e molte altre persone abbiamo notato è che questo stato di pandemia ha fatto sì che i luoghi pubblici sono sempre più affollati e sempre meno percorribili, soprattutto i marciapiedi. Cosa succede? In questo ordine del giorno chiedo che venga approfondita questa tematica e che vengano fatti un piano e una coordinazione fra Stato e città al fine di permettere il passaggio, nei marciapiedi o nei luoghi pubblici all'aperto, alle persone con disabilità e ai mezzi di soccorso e di primo intervento (penso alle ambulanze o alle Forze dell'ordine in generale). Io mi auguro che questo ordine del giorno venga accolto al fine di permettere il passaggio delle persone, perché è veramente impossibile camminare e passeggiare tra le strade e tra i negozi (sempre meno percorribili). Quindi, è per questo che chiedo al Governo di approvare questo piano per la coordinazione Stato-città (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).
PRESIDENTE. La deputata Maria Teresa Baldini ha facoltà di illustrare l'ordine del giorno n. 9/3045-A/47.
MARIA TERESA BALDINI (CI). Grazie, Presidente. Siamo arrivati a un momento della pandemia dove sarà importantissima questa certificazione, questo cosiddetto “certificato verde”, un certificato che, come è pubblicato sul sito del Ministero della Salute, dovrà contenere l'avvenuta vaccinazione contro il SARS-CoV-2, la guarigione dall'infezione di SARS-CoV-2, che è praticamente la data di fine isolamento prescritto a seguito proprio del riscontro di un tampone positivo, e il referto di un test molecolare o antigenico rapido per la ricerca del virus SARS-CoV-2, eseguito nelle 48 ore antecedenti, che riporti un risultato negativo.
Allora, che cosa si chiede al Governo? Si chiede al Governo di cercare subito un protocollo tra le regioni e le province autonome volto all'interscambio informatico dei dati relativi alle certificazioni verdi, consentendo così che ogni soggetto abbia la copertura su tutto il territorio, isole maggiori e minori comprese, proprio nel rispetto delle norme in materia di privacy e garantendo una digitalizzazione sicura e certa - che è possibile - per permettere alle persone di non avere ulteriori difficoltà per questa certificazione verde (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).
PRESIDENTE. Il deputato Paolo Giuliodori ha facoltà di illustrare l'ordine del giorno n. 9/3045-A/106.
PAOLO GIULIODORI (MISTO-L'A.C'È). Grazie, Presidente. Vado ora ad illustrare il mio ordine del giorno, che purtroppo è l'unico debole strumento rimasto a noi parlamentari per dire la nostra, vista la brutta deriva, poco democratica, del Governo nel mettere la fiducia ed impedire al Parlamento di mettere bocca sui provvedimenti: niente di nuovo sotto il sole. Dunque, tornando nel merito, il “decreto Riaperture” introduce il meccanismo perverso delle certificazioni verdi COVID-19 per la circolazione dei cittadini sul territorio italiano, il cosiddetto green pass, un documento che certifica la condizione sanitaria dei cittadini, quindi, in base a un tampone negativo, a un'avvenuta guarigione dal COVID o all'avvenuta vaccinazione.
La certificazione è espressamente citata in diversi articoli del decreto. Partiamo dall'articolo 1, che consente la libera circolazione fra le regioni in fascia rossa e arancione se in possesso del certificato verde; gli articoli 5 e 7 attribuiscono al Governo la facoltà di inserire nelle linee guida il possesso delle certificazioni verdi come requisito per l'accesso a eventi pubblici; l'articolo 8-bis, inserito con un emendamento del Governo, amplia l'utilizzo del green pass rendendolo obbligatorio anche per coloro che intendono partecipare a un banchetto nuziale; l'articolo 9 stabilisce i criteri e le procedure di rilascio per ottenere la certificazione. Ebbene, se ad inizio pandemia tutto questo aveva un senso, quindi aveva un senso limitare le libertà costituzionali, adesso non credo che ciò sia più accettabile, dopo più di un anno di restrizioni (molte delle quali, tra l'altro, sono secondo me senza senso). La Costituzione, la nostra legge suprema, tutela i diritti e le libertà dei cittadini e li protegge dagli abusi di potere. In particolare, l'articolo 3 garantisce che tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali, e stabilisce che è compito dello Stato rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese. Infine, l'articolo 16 stabilisce che ogni cittadino può circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale, salvo le limitazioni che la legge stabilisce in via generale per motivi di sanità o di sicurezza; lo ripeto, “in via generale” e non discriminando le persone sulla base della disponibilità e della possibilità, o meno, a sottoporsi a una sorta di sperimentazione vaccinale, perché è di questo purtroppo che stiamo parlando. C'è poi tutto il tema sollevato dal Garante per la protezione dei dati personali, che ha rivolto un ammonimento anche abbastanza grave, secondo me, formale al Governo e ha lanciato un suo allarme. Il Garante, infatti, ha rilevato numerose criticità nel sistema delineato come green pass, che non rispetta i principi fondamentali per la tutela dei dati personali. Parliamo del principio di tassatività, ossia per quali finalità vengono raccolti e trattati i dati; parliamo del principio di minimizzazione del dato, per cui vengono raccolti solo i dati strettamente necessari? Poi abbiamo il principio di trasparenza: chi è il titolare del trattamento dei dati? Chi è che controlla? Infine, vi è il principio di limitazione della conservazione dei dati: per quanto tempo verranno conservati i dati? Ebbene, tutto questo non si capisce e non è chiaro nel decreto. Inoltre, il Garante ha espresso il proprio disappunto per la procedura con cui sono stati predisposti i certificati, non essendo stato nemmeno consultato prima dell'emanazione dell'atto legislativo, come invece prevede la normativa, e non essendo stata effettuata la valutazione di impatto sulla protezione dei dati, prevista anche dai regolamenti europei. Sappiamo, inoltre, da varie dichiarazioni, che il Ministero della Salute considera addirittura di estendere il sistema del green pass ad altri ambiti, come per esempio quello per l'accesso alle discoteche. Un meccanismo, quindi, che di fatto può diventare un mezzo per imporre per vie traverse un obbligo vaccinale, mentre l'imposizione di un trattamento sanitario dovrebbe essere stabilita espressamente dalla legge con una chiara assunzione di responsabilità politica da parte del Governo e del Parlamento, che dovrebbero spiegare ai cittadini il perché di una simile imposizione. Quindi, con questo ordine del giorno, voglio impegnare il Governo ad abolire questa grave violazione dei diritti dei cittadini italiani, questa sorta di lista di proscrizione sanitaria, questo meccanismo di imposizione dispotica che è la certificazione verde: aboliamo questa assurdità (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è)!
PRESIDENTE. Il deputato Massimo Enrico Baroni ha facoltà di illustrare l'ordine del giorno n. 9/3045-A/71.
MASSIMO ENRICO BARONI (MISTO-L'A.C'È). “Consapevole dell'importanza e della solennità dell'atto che compio e dell'impegno che assumo, giuro di prestare, in scienza e coscienza, la mia opera con diligenza, perizia e prudenza e secondo equità”. È una delle regole morali del giuramento di Ippocrate, a cui il medico giura fedeltà prima di iniziare ad esercitare la professione. Il presidente della fondazione GIMBE, Nino Cartabellotta, spiega che, per il principio della beneficenza, i medici devono sempre bilanciare il dovere di apportare benefici, evitando o riducendo al minimo i danni (principio di non-maleficenza); il medico, quindi, dovrà sempre operare nell'attento bilanciamento di questi due principi complementari. È per queste ragioni, signor sottosegretario, che le chiediamo di porre veramente attenzione, innanzitutto al più importante degli impegni di questo ordine del giorno, ovvero istituire tempestivamente un tavolo di lavoro, anche a titolo oneroso, i cui componenti, anche di livello internazionale e diversi dall'attuale Comitato tecnico scientifico, abbiano competenza specifica in materia di eventi avversi in tema di vaccinazione pediatrica. Si richiede anche che la loro condizione sia assente da legami di interesse con le case farmaceutiche produttrici a livello mondiale e si chiede un impegno a che i verbali di discussione del suddetto Comitato siano pubblicati in maniera integrale e trasparente sul sito del Ministero della Salute.
In secondo luogo, le chiediamo, signor sottosegretario, di prevedere, nel più breve tempo possibile, la pubblicità di una sezione separata sul sito dell'Aifa per la segnalazione degli eventi avversi in tema vaccinale anti COVID-19 per quanto riguarda soggetti in età pediatrica, distinta dal sistema di vigilanza per la segnalazione degli eventi avversi rispetto a tutti gli altri farmaci autorizzati in commercio, perché l'utilizzo, al momento, del sito www.vigifarmaco.it è molto difficile e non tutti riescono a fare le segnalazioni, in maniera corretta, degli eventi avversi. Un esempio su tutti: per segnalare eventi avversi del vaccino AstraZeneca bisogna digitare in maniera completa la parola AstraZeneca, altrimenti il campo a tendina non viene illuminato e non è possibile segnalare correttamente l'evento avverso per quel dato tipo di vaccino. Ne ho fatto io le spese, rimanendo due ore al telefono con il responsabile IT dell'Aifa, il quale ha dovuto ammettere che effettivamente il sistema non è molto usable, per usare un termine che dovrebbe riguardare il PNRR.
Infine, prevediamo di chiedere anche a “Mr. Hope”, al Ministero di Lungotevere Ripa, di sollecitare una relazione, da parte dell'Istituto superiore di sanità, sulla base dei dati internazionali disponibili al fine di escludere una correlazione significativa tra miocardite, pericardite e somministrazione dei vaccini Pfizer e Moderna, così intraprendere tutte le ulteriori azioni regolatorie sanitarie necessarie, nel rispetto dei principi cardine della prudenza, della beneficenza e della non-maleficenza, richiamati in premessa.
Ebbene, signor sottosegretario, io non credo che ve la potrete cavare con una semplice raccomandazione: qui chi ha voluto questi posti e chi li ha mantenuti nel corso dei decenni ha una responsabilità morale più alta delle persone che stanno cercando di portare un contributo e, all'interno di questa legge di conversione che converte tre decreti - io credo che questo sia veramente il minimo sindacale nella compressione dei diritti costituzionali che ora stiamo tutti subendo, tutti i parlamentari stanno subendo in questa fase, perché questo decreto verrà blindato in Senato a causa dei tempi -, e veramente, anche per i pochi deputati di opposizione, io credo che richieda un ulteriore sforzo, da parte delle direzioni generali del Ministero e da parte del Capo di Gabinetto del Ministero, nel sollecitare un'attenta valutazione di questi punti (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è).
PRESIDENTE. La deputata Doriana Sarli ha facoltà di illustrare l'ordine del giorno n. 9/3045-A/15.
DORIANA SARLI (MISTO). Grazie, Presidente. Chiaramente questo ordine del giorno nasce da emendamenti presentati in Commissione, tutti bocciati, che purtroppo, vista la posizione del voto di fiducia, non è neanche possibile discutere in Aula. Quindi, l'unico strumento che resta è l'ordine del giorno, debole strumento, ma l'unico a nostra disposizione. La mia richiesta, con questo ordine del giorno, è di evitare che nascano sul territorio nazionale green-pass anche per partecipare ad eventi, fiere o altri spettacoli, creando ulteriori discriminazioni tra i cittadini e limitando ulteriormente le libertà costituzionali. Inoltre - come spesso avviene in materia di sanità -, ogni regione poi segue un suo personale percorso e così, in Campania, il presidente della regione ha emanato un'ordinanza che prevede un sistema di rilascio di certificazione di avvenuta vaccinazione ulteriore rispetto a quello previsto dal DL in discussione e che, a detta del Garante per la protezione dei dati personali, non è neanche garantito sia interoperabile con la piattaforma nazionale. Questa situazione del green pass anche a livello nazionale ha portato volontariamente molti ragazzi, con il legittimo desiderio di libertà e di libertà di movimento, agli hub vaccinali, sottoponendosi a qualsiasi tipologia di vaccino sia stata loro offerta. E, anche qui, differenze tra regione e regione fanno sì che, mentre in Veneto si rispetta la raccomandazione che il vaccino AstraZeneca venga somministrato soltanto agli over 60, in Campania sono stati organizzati hub vaccinali con AstraZeneca per tutte le età e i ragazzi, in virtù del miraggio della libertà garantita dalla green pass, ne accettano senza riserve la somministrazione, cosa a mio avviso molto grave.
Inoltre, nell'ordine del giorno chiedo che tutte le prestazioni sanitarie richieste obbligatoriamente ai fini delle certificazioni siano esclusivamente a carico del Servizio sanitario nazionale.
Il COVID, Presidente, non ci ha migliorati, né ci ha uniti, né ha uniformato le diseguaglianze in ambito nazionale: un cittadino sarà tutelato in maniera diversa da regione a regione e, soprattutto, acquisirà diritti diversi se verrà permesso che, in maniera autonoma, possano essere emanate linee guida che prevedono, oltre alle normali misure di distanziamento, mascherine o un limitato numero di partecipanti, ulteriori pass o restrizioni al fine di accedere a eventi.
Per questo chiedo, in particolare, di adottare ulteriori iniziative normative volte ad escludere che il green pass sia applicato nel territorio nazionale e a valutare l'opportunità di prevedere che tutti i tamponi e gli esami sanitari previsti obbligatoriamente per il rilascio delle certificazioni verdi siano a carico del Servizio sanitario nazionale.
PRESIDENTE. Il deputato Mauro Rutelli ha facoltà di illustrare l'ordine del giorno n. 9/3045-A/40
MAURO ROTELLI (FDI). Grazie, Presidente. Buon pomeriggio, sottosegretario Costa. Nell'illustrare il mio ordine del giorno n. 9/3045-A/40 inizierei, se è possibile, leggendo con lei direttamente l'impegno. Infatti, in questo ordine del giorno, a firma mia e del collega Marco Silvestroni, chiediamo al Governo l'impegno a valutare l'opportunità di promuovere ogni iniziativa, nel quadro delle proprie competenze, anche individuando le risorse finanziarie necessarie, che possa favorire il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro degli autoferrotranvieri, dando riscontro alle legittime aspettative delle lavoratrici e dei lavoratori del trasporto pubblico locale.
Perché abbiamo presentato questo ordine del giorno, sottosegretario? Perché il 1° giugno, cioè praticamente una settimana fa, c'è stato uno sciopero nazionale che ha riguardato tutto il trasporto pubblico locale e che - da dati diffusi dai sindacati - ha bloccato addirittura fino al 100 per cento della forza di lavoro.
Il contratto è fermo da tre anni e sappiamo - visto che stiamo parlando di un provvedimento sul quale è stata posta la questione di fiducia e che riguarda la graduale ripresa delle attività economiche - che, per quanto riguarda i trasporti, ed in maniera particolare quelli pubblici locali, il TPL, in molti casi questo trasporto e questo lavoro non si sono mai fermati. Infatti, i lavoratori e le lavoratrici hanno continuato a fare il loro dovere anche in momenti nei quali non erano neanche dotati dei dispositivi di protezione individuali, dei gel sanificanti e via dicendo. Sappiamo che un po' di tempo fa i NAS dei Carabinieri hanno fatto una serie di rilevazioni all'interno del TPL, trovando delle tracce di COVID. I mezzi pubblici, garantendo uno degli elementi fondamentali della libertà, ossia il movimento, non si sono mai fermati, se non, credo, esclusivamente nel caso del primo lockdown, quello nel quale si fermarono, tanto per essere chiari, anche il TPL e le metropolitane nelle grandi città.
Riteniamo che questo sia un passaggio importante. Chiediamo al Governo di prendersi un impegno e riteniamo che impegni come questo debbano passare naturalmente attraverso quest'Aula.
Lei sa perfettamente che, per quanto ci riguarda, purtroppo c'è una certa difficoltà nel non poter presentare emendamenti nel momento in cui viene posta la questione di fiducia. Pertanto, tramite lei, Presidente, ci rivolgiamo al sottosegretario attraverso questi ordini del giorno - in maniera particolare questo - perché riteniamo che, se si vuole ripartire come nel testo del decreto, con una certa forza e provando a mantenere saldi non soltanto tutti i servizi importanti ed essenziali riguardanti l'organizzazione economica e non solo della nostra società, ma anche a mantenere integri e intatti i diritti dei lavoratori, si debba passare nel più breve tempo possibile a rinnovare il contratto di un settore tra i tanti che abbiamo individuato come assolutamente strategico.
Il trasporto pubblico locale e, in generale, i trasporti di questa nazione hanno mantenuto la macchina e il motore del Paese accesi anche nei momenti più bui che abbiamo attraversato in questa emergenza pandemica. (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Il deputato Alessio Butti ha facoltà di illustrare l'ordine del giorno n. 9/3045-A/29.
ALESSIO BUTTI (FDI). Grazie, Presidente. Illustro l'ordine del giorno n. 9/3045-A/29 che ho sottoscritto con la collega Wanda Ferro. Questo provvedimento, come si sa, reca misure urgenti per la graduale ripresa delle attività economiche e delle attività sociali, ovviamente nel rispetto delle esigenze di contenimento della diffusione dell'epidemia da COVID-19. Certo, si poteva sperare in qualche misura un pochino più coraggiosa. Probabilmente se Draghi spegnesse il coprifuoco, sarebbe anche un inedito interessante - per dirla con una battuta - per la cinematografia, che peraltro è un'industria seriamente in crisi dopo aver vissuto i postumi economico-finanziari di questa emergenza sanitaria; quindi, si poteva fare certamente qualcosa in più. Del resto, ci sono dei protocolli di sicurezza che nello specifico impongono per ogni attività delle restrizioni, delle misure anche rigorose a tutela della salute individuale. Ad esempio - cito testualmente - devono essere usati da parte dei lavoratori “dispositivi di protezione delle vie aeree finalizzati alla protezione dal contagio e deve essere obbligatoria la frequente pulizia e igienizzazione delle mani”; sono tutte cose che sappiamo essere trite e ritrite e, a proposito dell'igienizzazione delle mani, ormai anche Ponzio Pilato al nostro cospetto risulta un dilettante. Però il provvedimento in esame sancisce anche l'allentamento di alcune restrizioni imposte a suo tempo per il contenimento della pandemia da Coronavirus. Allora, a tal proposito, occorre ribadire la nostra posizione, cioè la necessità di riaprire su tutto il territorio nazionale e durante tutta la settimana anche i negozi che operano nei centri commerciali e nei mercati, che, come gli altri, sono stati colpiti pesantemente da questa emergenza sanitaria e, quindi, anche dagli esiti economico-finanziari ad essa strettamente collegati.
Riscontriamo che c'è anche una grande confusione per quanto riguarda queste restrizioni e alcune sono oggettivamente prive di senso e si applicano più che altro anche a macchia di leopardo: in zona bianca nei ristoranti all'aperto sono consentiti sei commensali, in zona gialla sono quattro all'aperto e quattro al chiuso, e poi, nella confusione e nelle contraddizioni, noi ci troviamo nella mensa o al ristorante della Camera dove, ancora oggi, chi ha potuto ha pranzato a una distanza l'uno dall'altro di due metri e in tavolini, diciamo così, riservati. Nella confusione di cui parlavo poco fa, sottosegretario, c'è anche questa contraddizione: nella cosiddetta buvette provvisoria hanno fatto capolino, ad esempio, delle barriere in plexiglass. A distanza di diciotto mesi dal primo lockdown, ci sembra quanto mai un provvedimento urgente, insomma, che ha colto l'immediatezza, per cui dopo diciotto mesi abbiamo messo le barriere in plexiglass. Ma questo si riconduce a quanto dicevo poco fa, cioè…
PRESIDENTE. Si avvii alla conclusione.
ALESSIO BUTTI (FDI). Ho solo un minuto, Presidente?
PRESIDENTE. Sì.
ALESSIO BUTTI (FDI). Allora, vado alla conclusione. Quindi, con questo ordine del giorno noi chiediamo di disporre su tutto il territorio nazionale l'apertura delle attività commerciali all'interno di mercati e di centri commerciali, impedendo le possibili discriminazioni rispetto ai negozi che operano fuori dai centri commerciali e quindi non sono soggetti a restrizioni. Qui, in effetti - e vado alla conclusione - si parla di discriminazioni. Come lei sa, sottosegretario, a Milano sono già nate le prime ordinanze anti-movida, per cui un bar posto dieci metri prima dell'inizio del luogo deputato alla movida gode di determinati benefici, mentre un bar che invece opera 10 metri dopo no. Tutto questo è sempre frutto della confusione. Noi chiediamo…
PRESIDENTE. Concluda.
ALESSIO BUTTI (FDI). …che nei centri commerciali - ho concluso, Presidente - possano riaprire tutti i negozi, in particolare quelli di elettronica (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Il deputato De Toma ha facoltà di illustrare l'ordine del giorno n. 9/3045-A/44.
MASSIMILIANO DE TOMA (FDI). Grazie, Presidente. Sottosegretario, le illustro il mio ordine del giorno, il n. 9/3045-A/44, perché, nello specifico, parlo di un settore - forse l'ultimo - che ancora resiste, ma che resiste, purtroppo, in una situazione disperata. Parliamo dei locali di intrattenimento, delle discoteche e delle sale da ballo. Oggi vi è un articolo su un quotidiano nazionale che riporta l'intervento del presidente di SILB-Fipe Confcommercio, che parla proprio di come i proprietari dei locali insistano ora su due punti e uno in modo particolare è proprio quello della programmazione. Sottosegretario, so che ci sono delle interlocuzioni e si sta cercando di decidere per le riaperture, però, nello specifico, l'ordine del giorno che vado a proporre è sicuramente per dare più che altro uno spiraglio a una delle categorie più martoriate e colpite degli ultimi 16 mesi. Quindi, è un impegno che chiedo, ovviamente per un prossimo provvedimento, e le spiego anche perché ho deciso di presentarlo in questa maniera. Erano state decise due date, in modo particolare per due città, Milano e Gallipoli, per fare un esperimento con due discoteche, date che poi sono state rimandate. Ovviamente, quell'esperimento avrebbe consentito di capire meglio come poter riaprire eventualmente i locali, appena sarà possibile, anche in virtù del fatto che il 21 giugno verrà abolito il coprifuoco. Ora, noi parliamo di categorie, soprattutto di giovani, che nello specifico si stanno adunando o si ritrovano in determinate vie e piazze delle nostre città creando assembramenti, movida, quindi creano comunque delle problematiche anche di natura sanitaria. Nello specifico, le discoteche, comunque, alla fine diventano un luogo sicuro per loro e possono sicuramente dare delle risposte e, magari, contingentando o trovando delle soluzioni appropriate, permettono a un'intera categoria e tutta la filiera che ne consegue di poter riprogrammare il proprio futuro.
Infatti, quando in questi giorni ho sentito le varie proposte, fra cui quella di riaprire le discoteche, ovviamente eliminando la musica da ballo, penso che ciò sia praticamente assurdo: andare in un locale che non è nient'altro che un qualsiasi bar o ristorante (anzi, nel ristorante magari puoi mangiare, ma in una discoteca neanche quello puoi fare, a meno che, ovviamente, non abbiano la possibilità della somministrazione); tuttavia, nei locali per la musica, quindi di intrattenimento, soprattutto per i giovani e i meno giovani, l'aspetto sociale è importante. Ecco il perché chiedo un impegno, un impegno in un prossimo provvedimento non tanto per la riapertura, che lascio, ovviamente, nelle vostre - spero - magari immediate decisioni, ma perché ciò che vado a chiedere è proprio un beneficio fiscale o contributivo per questa categoria, che serve proprio anche al conseguimento dell'adeguamento dei locali. Penso all'acquisto, per esempio, dei dispositivi di protezione individuale, di tamponi antigenici da somministrare all'ingresso dei locali e, soprattutto, all'avvio anche di una campagna di comunicazione per sensibilizzare i giovani a sottoporsi alla vaccinazione. Questo non è nient'altro che un ordine del giorno, un semplice ordine del giorno, che va nella direzione di sensibilizzare il Governo nello specifico a prendere in esame questa proposta, con questo ordine del giorno, proprio perché va a dare un segnale nei confronti di questa categoria vessata ormai da 16 mesi. Quindi, auspicando una riapertura che avverrà, spero e mi auguro, nell'immediato, qui stiamo parlando di una delle ultime categorie che ormai è estremamente - così potremmo definirla - alla frutta, perché una discoteca su tre purtroppo non riaprirà più. Quindi, questo è il tema importante e dare un segnale su un ordine del giorno come questo, per quanto mi riguarda e per quanto riguarda il gruppo di Fratelli d'Italia, è estremamente essenziale e importante (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Il deputato Delmastro Delle Vedove ha facoltà di illustrare l'ordine del giorno n. 9/3045-A/62.
ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Grazie, Presidente. Con questo ordine del giorno Fratelli d'Italia impegna il Governo ad archiviare definitivamente l'infausta, tragica, esiziale stagione dei codici Ateco e delle chiusure per decreto delle nostre imprese qualunque sia il decorso della pandemia. Non è un mistero che Fratelli d'Italia abbia frontalmente contrastato la gestione della pandemia di Speranza, l'uomo i cui neuroni concepivano, quale unica strategia, le chiusure, l'uomo paralizzato dal terrore, fermo nella sua incapacità di intervenire radicalmente per oltrepassare la pandemia. Non è un mistero che già dopo la prima ondata e più insistentemente nel corso della seconda ondata Fratelli d'Italia insistesse sulla necessità di studiare protocolli di sicurezza per mantenere aperte le imprese piuttosto che evocare marziani e lunari codici Ateco per chiuderle ed inginocchiarle. Abbiamo sempre ritenuto fallimentare la strategia delle chiusure, ma soprattutto abbiamo sempre ritenuto immorale e - consentitemelo - a tratti criminale la narrazione per cui i monatti e gli untori erano baristi, ristoratori, parrucchieri ed estetiste (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), e non chi stava al Governo e nulla faceva su scuola, su sanità, su trasporti. La storia si è incaricata, ahimè, di dare ragione a noi, perché nella contabilità della mortalità manca la mortalità delle imprese: 400 mila imprese hanno chiuso i battenti, flagellate più dalle politiche scellerate di Speranza che dal COVID-19. E allora perché non c'è stata questa contabilità? Perché avrebbe comportato fatalmente l'ammissione del fatto che la mortalità delle imprese era colpa, come dire, delle scelte miopi e folli di un Governo il cui rappresentante era quel ragazzo esteticamente bullizzato che, per contrappasso dantesco, doveva bullizzare intere categorie con le chiusure.
La fine della pandemia, la speranza della fine della pandemia coincide, con gioia e tripudio di gioia per gli italiani, con l'evaporazione della figura politica di Speranza. Ciò non toglie, però, che non possiamo abbassare la guardia rispetto a non sperate e non credute nuove ondate pandemiche legate ad eventuali variazioni. Allora l'impegno che chiediamo a questo Governo come Fratelli d'Italia è quello di studiare protocolli di sicurezza per contrarre un patto d'acciaio con le categorie economiche che, nonostante Speranza, hanno resistito in trincea. In ogni caso, a prescindere, comunque, mai più lunari e marziani codici Ateco per chiudere le nostre imprese, ma protocolli di sicurezza per garantire loro l'esercizio in piena sicurezza. Il professor Ioannidis dell'Università di Stanford ha dimostrato scientificamente che tutte le vostre chiusure sarebbero equivalse, come strategia per contrastare la pandemia, a un nuovo piano dei trasporti. Voi avete scaricato, il Governo di cui Speranza ha sempre fatto parte ha scaricato sull'economia reale le colpe proprie, della propria inattività, del proprio terrore, della propria paralisi, della mancanza di visione, dell'incapacità di affrontare la pandemia, se non scrivendo un libro in cui diceva che l'aveva contrastata e l'aveva vinta nel pieno momento in cui esplodeva in Italia. E allora con questo ordine del giorno impegniamo il Governo quest'estate a studiare, categoria per categoria, protocolli di sicurezza perché, qualunque sia il decorso della pandemia, non si pensi più a folli, lunari e marziane chiusure che non ci consentirebbero più di rialzare la testa. Sottosegretario, lo dobbiamo a chi ha resistito, lo dobbiamo a chi è stato inginocchiato con la scelta delle chiusure e che ora sta rialzando la testa, lo dobbiamo a chi è stato tacciato di essere un untore-monatto, mentre, ogni volta che prendeva un tram, un bus o una metropolitana, sapeva che i monatti stavano al Governo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Lo dobbiamo a quell'Italia che, nonostante Speranza, continua a coltivare la speranza di vivere del proprio lavoro e non di sussidi tardivi, inadeguati, irrisori, vergognosamente inferiori anche al reddito di cittadinanza (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Il deputato Tommaso Foti ha facoltà di illustrare l'ordine del giorno n. 9/3045-A/43.
TOMMASO FOTI (FDI). Signora Presidente, signor rappresentante del Governo, testé il collega Delmastro Delle Vedove ha illustrato un problema reale che hanno attraversato migliaia e migliaia di imprese in Italia, in questo difficile momento della pandemia. Noi sappiamo che, nei momenti di difficoltà, la speculazione spesso e volentieri si appropria proprio di questi momenti, per cercare di sottrarre, ad esempio, a delle realtà nazionali come la nostra, anche delle imprese e delle aziende, che sono leader in alcuni segmenti di mercato importanti e determinanti, ma che evidentemente, in momenti di difficoltà, accusano il colpo. Non a caso, fin dal 2012, era stata presentata e approvata in questa sede una legge che in alcuni settori, definiti strategici per il Paese, consentiva al Governo di poter utilizzare la cosiddetta golden share, per impedire che vi fossero dei passaggi di proprietà su aziende e riferiti ad aziende che, proprio per la loro specificità, rappresentavano un interesse nazionale ancora superiore a quello che evidentemente la Nazione deve a tutte le imprese. Alcune erano imprese del settore della difesa, imprese del settore delle telecomunicazioni, dell'energia e dei trasporti. Ecco, proprio per queste ragioni, era stato previsto in quelle norme di legge che ogni anno, entro il 30 giugno, venisse rassegnata al Parlamento una relazione su quanto accaduto l'anno precedente. Ora il 2021 è un anno particolare, perché siamo ormai ai primi giorni di giugno, ma quanto accaduto nell'anno 2020 e soprattutto quanto accaduto negli ultimi mesi 2020 è una storia che non è stata ancora rappresentata al Parlamento. Allora, sono certo che il Governo voglia adempiere a questo termine di legge, però è vero anche che il termine, ahimè, è un termine ordinatorio, quindi può essere anche un termine che va oltre il 30 giugno, proprio perché penso che questo Parlamento ormai si sta occupando di pochissime cose, signor rappresentante del Governo. Infatti un colpo di fiducia oggi, un colpo di fiducia domani, un decreto-legge di semplificazione di 238 pagine assegnato alle Commissioni I e VIII, che ribalta i due terzi dell'ordinamento, ad esempio, degli appalti, della legge n. 241, di quanto prevede il mondo delle telecomunicazioni e quant'altro, lei capirà e converrà con me che rappresentano un dato molto preoccupante. Infatti, rischiamo che questo Parlamento, anziché fare le leggi, si limiti a parlare sugli ordini del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), che non è propriamente la posizione naturale e il naturale scopo, per cui lo stesso è stato costituito. Allora, signor rappresentante del Governo, penso che accogliere questo ordine del giorno sia il minimo sindacale, cioè che il Governo almeno accolga l'invito a rispettare i termini di legge. Dico “a rispettare i termini di legge”, perché il 30 giugno scade un altro termine di legge, quello dei commissariamenti delle grandi opere e vorrei far presente che, a tutt'oggi, la Commissione deputata, cioè la VIII Commissione, non è stata minimamente investita della questione e ci risulta che le regioni interessate non siano state consultate. Non vorremmo scoprire il 7-8 luglio che nel frattempo è uscito un decreto che commissaria e che distribuisce commissari per l'Italia, su opere pubbliche delle quali siamo totalmente ignari nelle loro individuazioni. Allora, penso sia anche giunto il momento di riportare in Parlamento una centralità, di consegnare le relazioni possibilmente non l'ultimo giorno, ma soprattutto di evitare scappatoie affinché le relazioni, che sono e devono essere presentate entro certi termini, vedano disattesi quei termini e, quindi, si renda del tutto inutile il loro esame (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Il deputato Zucconi ha facoltà di illustrare l'ordine del giorno n. 9/3045-A/36.
RICCARDO ZUCCONI (FDI). Grazie, signor Presidente, sottosegretario Bergamini, vorrei segnalare e illustrare questo ordine del giorno, il n. 9/3045-A/36 presentato dai Fratelli d'Italia e che riguarda l'estensione al settore ricettivo, alberghiero e extralberghiero, delle agevolazioni previste dall'articolo 119 del decreto-legge n. 34 del 2020, cioè del superbonus.
È un ordine del giorno che certo impegna il Governo, ma è filogovernativo come ordine del giorno, in qualche modo. Diciamo che andrebbe ad aiutare l'attività di un Governo, dimostrandone un minimo di senso di orientamento nel promuovere una ripresa economica. Infatti, il fatto di avere escluso le strutture ricettive, che rappresentano certamente un settore importante dell'economia italiana, dagli incentivi in ambito di efficienza energetica, di interventi antisismici, di installazione di impianti fotovoltaici o di infrastrutture per la ricarica dei veicoli elettrici, non dimostra un grande senso di orientamento. Tra l'altro, nonostante i numerosi appelli di imprenditori, professionisti e associazioni di categoria, dopo un anno dall'introduzione di questa norma, ad oggi, le strutture ricettive alberghiere ed extralberghiere risultano essere ancora escluse dall'applicazione di questa misura. Lo sottolineiamo perché a fronte di numerosi appelli e dopo un'interlocuzione fra il Governo e le varie realtà associative, sembrava che questa norma fosse inserita nel cosiddetto disegno di legge sulle semplificazioni, che era allegato al PNRR. Alla prova dei fatti, invece, il testo definitivo ha visto espunta tale estensione, che invece era prevista nelle bozze iniziali. C'era stata anche più di una dichiarazione del Ministro Garavaglia in merito, che aveva fatto qualche promessa e aveva detto che questa norma sarebbe stata inserita.
Ora non andiamo a ricordare la perdita che abbiamo avuto nel 2020, circa 228 milioni di presenze in meno in Italia di turisti, con una perdita enorme nei bilanci delle aziende. Quello che ci piace sottolineare, però, nel chiedervi di dare un parere favorevole, è che Fratelli d'Italia già alla fine del 2018 aveva previsto una specie di Fondo per il turismo, che andava a incentivare e a dare dei contributi o dei finanziamenti agevolati per tutte le strutture ricettive che volessero riqualificarsi, mettersi a norma ed eliminare il gap di qualità che esiste con tanti altri sistemi e strutture europei. Quella proposta rispondeva più o meno all'attuale proposta e siccome - lo sottolineo - dal sistema delle misure dei ristori sono avanzati circa 5 miliardi, è da lì, per esempio, che si potrebbe attingere, per includere nelle agevolazioni previste dal superbonus anche le strutture ricettive appunto. Intendiamo alberghi, intendiamo anche i bed and breakfast e includiamo anche i camping, ossia una potente leva di ristrutturazione e di riqualificazioni energetiche, che darebbero sicuramente una boccata di ossigeno, ma sicuramente permetterebbero una riqualificazione e una migliore offerta delle nostre strutture turistiche, nel momento in cui si va ad una ripresa.
Tra l'altro, noi sappiamo che il superbonus ha avuto qualche problema. Il primo problema è che è rimasto accessibile soltanto per gli edifici sui quali possa essere attestata una conformità amministrativa. Ebbene, le strutture aziendali e quelle alberghiere - faccio soltanto un esempio - hanno dovuto seguire in tutti questi anni corsi di aggiornamento continui di attestazioni e, quindi, sarebbero facilmente deputate a usufruire di questa misura. Poi le aziende hanno interesse a migliorare l'impatto dei costi energetici. A volte si fanno investimenti per strutture non aziendali e non si arriva al risparmio energetico; le aziende sarebbero motivate. Per questo motivo - e riprenderemo questo ordine del giorno anche con emendamenti sul prossimo “Sostegni-bis” - vi chiediamo di porre in essere…
PRESIDENTE. Concluda.
RICCARDO ZUCCONI (FDI). …stante la disponibilità di risorse, una misura di questo tipo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Il deputato Galeazzo Bignami ha facoltà di illustrare l'ordine del giorno n. 9/3045-A/51.
GALEAZZO BIGNAMI (FDI). Grazie, Presidente. l'ordine del giorno che ho presentato, sottoscritto anche dal collega Trancassini, affronta un tema di cui Fratelli d'Italia ha potuto riscontrare l'emergenza e l'importanza nel corso di una delle audizioni che si sono realizzate in questa Camera, in particolar modo per quello che concerne un comparto, quello degli spettacoli pirotecnici, che è stato fortemente, com'è facilmente intuibile, penalizzato dall'adozione delle misure che sono state introdotte dal Governo fin dall'inizio della pandemia e che non hanno, tuttavia, trovato alcun tipo di riscontro in ordine al sostegno e al supporto che potevano essere dati a questo settore.
Anche in questa fase, riguardo al provvedimento inerente i sostegni che dovrebbero essere accordati ai vari settori, Fratelli d'Italia ha ritenuto necessario provvedere alla predisposizione e presentazione di emendamenti che potessero andare nella direzione appunto di trovare un riscontro alle loro giuste e legittime richieste; giuste e legittime richieste che, come dicevo poc'anzi, si sono materializzate nelle espressioni che, durante il corso della Commissione all'uopo predisposta per audire i vari soggetti interessati, hanno reso evidenti la criticità di un settore che coinvolge 2 mila imprese, che ha un indotto diretto di circa 10 mila persone occupate e che ha un fatturato annuo di diversi miliardi di euro; un settore che rappresenta, soprattutto per quello che concerne la nostra Nazione, un'eccellenza, visto che spesso si tratta di operatori che vengono anche chiamati all'estero e che, tuttavia, sono stati del tutto pretermessi da qualsiasi forma di sostegno e di supporto in ordine alla possibilità di ricevere un effettivo sostegno da parte dello Stato.
Questa situazione, che già può apparire, e a noi appare, oggettivamente sorprendente, è ancora più surreale nella sua dinamica, laddove si ponga mente al fatto che questo settore ontologicamente si presta per essere svolto all'aperto e che, conseguentemente, in una fase in cui da più parti, non ultimo il CTS, ma non solo il CTS, anche illustri esperti, sicuramente più autorevoli di chi parla, hanno avuto modo di rilevare come le attività all'aperto siano sostanzialmente, non posso dire immuni, ma raramente foriere di contagio. In questo senso, riteniamo che, pertanto, proprio per l'attitudine congenita a questo tipo di attività, proprio per la totale assenza di riscontri nelle precedenti misure adottate dal Governo per sostenere questo settore, proprio per la rilevanza di un comparto che comunque coinvolge migliaia di aziende e migliaia di persone e che rappresenta, come ho avuto modo di illustrare in questa presentazione, un settore che ha comportato e che comporta ancora un'eccellenza per la nostra Nazione, abbiamo ritenuto di presentare questo ordine del giorno, con cui si impegna il Governo a garantire la ripresa dell'esecuzione degli spettacoli pirotecnici, in quanto assolutamente compatibili con i protocolli di sicurezza anti-COVID attuati per altre attività. E se volessimo dirla tutta, dovremmo anche aggiungere che proprio la realizzazione di questo tipo di spettacoli comporta endemicamente un distanziamento, che opera a prescindere anche dalle norme anti-COVID e che, pertanto, presenta, nel momento di svolgimento, una sicurezza e un distanziamento che sono ancora maggiori rispetto agli altri tipi di spettacolo, che, invece, vediamo, in queste settimane, dopo lunga attesa, stanno iniziando a riprendere.
È, il nostro, un auspicio che si coniuga anche, come dicevo prima, con la speranza che nel prossimo provvedimento, nel “decreto Sostegni”, vengano considerati gli emendamenti di Fratelli d'Italia finalizzati a dare risposte concrete al settore e che auspichiamo, già dall'accoglimento di questo ordine del giorno, possano trovare un primo riscontro, per poi andare nella direzione dell'emendamento sul tessuto legislativo, di un accoglimento delle giuste istanze di ristoro che fino ad oggi sono state frustrate dal Governo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. La deputata Maria Teresa Bellucci ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3045-A/54.
MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Grazie, Presidente. Sottosegretario Bergamini, questo provvedimento ha delle pieghe davvero incomprensibili. Abbiamo cercato, durante i lavori di Commissione, di sottolineare aspetti discriminatori che facevano esistere delle attività di “serie A” e delle attività di “serie Z”, potremmo dire, cioè all'ultimo posto della vostra attenzione. In particolare, ne sono dimostrazione le procedure che avete immaginato per le riaperture del terzo settore e dell'associazionismo di promozione sociale e culturale, in quanto avete immaginato di riaprire queste attività per ultime, come ultime, avete immaginato di aspettare fino al 1° luglio per permettere ai circoli culturali, sociali, ricreativi, di ritornare ad offrire il giusto supporto e la giusta attenzione, in particolare, alle persone a volte più fragili. Non c'è davvero senso perché il senso di certo non sta nella protezione della salute nella misura in cui molte altre attività hanno visto, invece, nel vostro provvedimento, l'apertura il 1° giugno oppure il 15 giugno; attività analoghe che magari, invece, non vengono proposte all'interno dei centri sociali, culturali e ricreativi, cioè dell'associazionismo in Italia. Questo ci stupisce e ci stupisce perché, durante la pandemia, chi vi ha aiutato di più ad essere luogo di protezione, di sicurezza e d'aiuto e chi ha fatto sì che le stazioni ma anche gli aeroporti potessero ricevere le giuste professionalità sono stati gli stessi volontari, che andavano a verificare la temperatura, a dare informazioni. Il terzo settore è stato caratterizzato da milioni di volontari che hanno portato aiuto nelle case, che hanno portato generi alimentari e che, nel momento in cui c'erano condizioni di particolare fragilità, disabili o anziani, andavano a soccorrere quelle persone. Quello stesso mondo del volontariato e dell'associazionismo è quello che poi, in un provvedimento come quello delle riaperture, voi avete dimenticato, lasciandolo all'ultimo posto della vostra attenzione e prevedendo, quindi, una riapertura addirittura al 1° luglio.
Vi abbiamo fatto riflettere su questa totale illogicità. Non era possibile per voi immaginare altro? Eppure quelli sono luoghi ai quali accedono gli iscritti, quindi è ancor più facile poterli controllare, monitorare, verificare una percentuale di presenza che potesse essere congrua con un adeguato distanziamento fisico. Avreste potuto immaginare mille regole per permettere loro di continuare ad essere aperti sia nei mesi passati sia, soprattutto, anche tempestivamente nei giorni che stiamo vivendo. E invece no, perché per voi o esistono i codici Ateco, cioè chi apre e chi deve invece rimanere chiuso, o altrimenti esiste una totale cecità. Voi chiedete a quei 5 milioni di volontari, chiedete a 1 milione di operatori sociali e chiedete a oltre 300 mila organizzazioni del terzo settore di potersi subito impegnare nelle situazioni di emergenza, come sempre fa il mondo dell'associazionismo e del terzo settore in Italia, ma poi ve ne dimenticate quando dovete garantire loro l'esistenza e l'apertura. Sembra quasi - viene un dubbio - che per voi il terzo settore sia degno d'attenzione soltanto quando la sua denominazione è ONG. Quando si tratta di un'organizzazione non governativa e, magari, quella organizzazione non governativa si trova sul mar Mediterraneo allora i vostri cuori e le vostre orecchie si aprono ma quando, invece, quei milioni di volontari, in Italia oppure all'estero, nei luoghi di emarginazione, di disagio e di grave difficoltà portano aiuto allora i vostri cuori, le vostre orecchie, i vostri occhi si chiudono. Questo è un modo assolutamente fazioso e ideologico di trattare e di attenzionare il mondo del terzo settore.
Per questo, Fratelli d'Italia ha presentato un ordine del giorno per chiedervi un impegno, una cosa giusta, di buonsenso: permettere all'associazionismo di promozione sociale e culturale in Italia di continuare ad operare. Vi hanno chiesto da tempo: non fermateci. Vogliono questo, non essere fermati, perché nel vostro supporto ormai non hanno più alcun tipo di speranza. Quindi, vi chiediamo di accogliere il nostro ordine del giorno così com'è per dimostrare, almeno in questa occasione, attenzione, buon cuore e dignità (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. La deputata Mantovani ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3045-A/95.
LUCREZIA MARIA BENEDETTA MANTOVANI (FDI). Grazie, Presidente. Questo ordine del giorno n. 9/3045-A/95 si occupa della prima grande manifestazione sportiva che si terrà in Italia dall'inizio della pandemia. Gli Europei di calcio, che avrebbero dovuto aver luogo lo scorso anno, sono ormai alle porte ma sono un evento la cui attrattività è annacquata dalle misure di prevenzione che, ci auguriamo ancora per poco, siamo costretti a rispettare per limitare il contagio. Il ritorno alla socialità è un obiettivo che corre in parallelo con quelli che riguardano l'economia poiché non vi è vera normalità senza ripristino di tutte quelle condizioni relative al vivere insieme, relative all'essere comunità.
Sappiamo bene che riempire adesso uno stadio potrebbe essere una scelta dissennata e poco lungimirante ma questo non deve impedirci di far tesoro di quanto è avvenuto in situazioni speculari a quelle che avremo all'Europeo. Il 4 giugno 2021, il sottosegretario allo Sport Vezzali ha firmato il decreto che stabilisce i criteri per la presenza del pubblico alle partite dei campionati europei nella misura del 25 per cento rispetto alla capienza massima e non oltre i 15.900 spettatori: un numero e una percentuale inferiori rispetto a quanto avvenuto a Oporto durante una manifestazione calcistica rilevante come la finale di Champions League. Questa difformità, anche alla luce della maggiore capienza dell'impianto romano, è facilmente sanabile e permetterebbe di dare anche un messaggio di discontinuità rispetto agli ultimi mesi, senza spingersi in sperimentazioni ma utilizzando quel buonsenso che il 29 maggio, in Portogallo, ha visto la presenza di 16.500 tifosi.
Il calcio è, sì, uno sport ma è anche un settore che, prima della pandemia, generava 4,7 miliardi di euro e che non è fatto solo di grandi società quotate ma anche di realtà medie e piccole che necessitano davvero di una speranza in più in vista della ripartenza dei campionati. L'Europeo 2020, un'occasione persa dal punto di vista turistico a causa degli arrivi dall'estero che sono pressoché nulli, può e deve essere un'opportunità per avviare un processo di riapertura controllata degli eventi sportivi che deve andare oltre quell'atteggiamento confuso e contraddittorio che ha caratterizzato le scelte sulle riaperture. In Spagna, ad esempio, altro Paese che ospiterà la manifestazione calcistica europea, è prevista una quota d'accesso allo stadio pari al 30 per cento della capienza totale dell'impianto di Siviglia, il cui numero di posti a sedere, in condizioni normali, è pari a 60 mila. Quindi sia l'UEFA, di concerto con le autorità portoghesi, in occasione della finale tenutasi il 29 maggio 2021, sia le autorità spagnole hanno consentito l'accesso a una quota superiore di pubblico, seppur in impianti dalle dimensioni inferiori rispetto a quello italiano.
Partendo da queste premesse, il mio ordine del giorno intende impegnare il Governo a valutare l'opportunità di innalzare al 33 per cento sul totale della capienza la quota di pubblico autorizzato ad assistere alle partite dell'Europeo 2021, attuando quel buonsenso che deve cominciare a trovare spazio in protocolli di riapertura che sono risultati spesso contraddittori (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. La deputata Montaruli ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3045-A/41.
AUGUSTA MONTARULI (FDI). Grazie, Presidente. Questo ordine del giorno tratta di uno dei tanti argomenti che il presidente Meloni ha sottoposto all'attenzione del Premier Draghi nel recente incontro avuto con Fratelli d'Italia ed, in particolare, del green pass utilizzato, e strumento obbligato, per poter partecipare ai matrimoni e alle cerimonie. Noi riteniamo questa misura assolutamente vessatoria, una misura che è contraria alle nostre libertà fondamentali, una misura che va a restringere la libertà degli individui alla vita sociale in un momento in cui, peraltro, la campagna vaccinale è pienamente in corso e, di conseguenza, lo strumento obbligatorio è assolutamente sproporzionato rispetto all'esigenza reale.
Ma ciò che più ci preoccupa, in realtà, sono due aspetti: il primo aspetto è fortemente discriminatorio, perché il “green pass” nazionale - perché stiamo parlando del “green pass” applicato dal Governo all'interno dei confini nazionali per partecipare alle cerimonie - richiede una dose di vaccino avvenuta prima, oltre i quindici giorni, un tampone e, richiedendo, quantomeno, il tampone obbligatorio, crea sicuramente una discriminazione nei confronti di quelle persone per le quali il tampone è un costo e, quindi, si fa una discriminazione oggettiva nei confronti delle fasce più deboli, a cui viene detto: tu puoi partecipare alla vita sociale solo se hai i soldi per poter accedere continuamente alla possibilità di farti un tampone in attesa di fare il vaccino e di completare il percorso del vaccino.
L'altra parte che ci preoccupa è quella legata al mondo delle cerimonie, un mondo delle cerimonie che avete bistrattato, di cui vi siete completamente dimenticati nella stesura dei vari provvedimenti, tanto che siete dovuti arrivare in corsa a specificare che doveva essere immaginata una data per la loro ripartenza, perché ve li eravate dimenticati, semplicemente dimenticati e, peraltro, ci siete arrivati solo perché Fratelli d'Italia, in quest'Aula, ha sempre rivendicato il diritto di lavoratori che, lavorando in quel settore ed essendo stati da voi dimenticati, sono stati messi in ginocchio, perché, da oltre un anno e per tutta la pandemia, queste persone non sono mai state messe nella condizione di programmare la propria attività lavorativa, di svolgere la propria attività imprenditoriale, di lavorare con serenità, molte delle quali, peraltro, senza aiuti, senza contributi, senza quelli che voi avete chiamato “ristori”. Persone lasciate completamente alla mercé di se stesse, molte delle quali non hanno potuto fatturare neanche un euro in 14 mesi, messe in ginocchio da un continuo cambiamento delle regole e, infine, dalle vostre dimenticanze, che abbiamo richiamato in maniera tempestiva, sempre; ci sono fior fior di emendamenti di Fratelli d'Italia per questo settore, in ultimo proprio quello sulla data delle ripartenze legato a questo provvedimento. Ma sta di fatto che oggi, dopo 14 mesi di dimenticanza del Governo Conte e anche del Governo Draghi, dopo 14 mesi di lassismo, dopo 14 mesi di latitanza delle istituzioni nei loro confronti, che cosa fa il Governo? Ancora una volta, applica un provvedimento discriminatorio e vessatorio nei confronti di questo comparto, di queste categorie, di questi lavoratori, che meritano certamente di più che avere delle risposte tramite i cosiddetti “green pass”. Li state mettendo nuovamente in ginocchio, li state mettendo nuovamente in difficoltà, li state mettendo nuovamente di fronte alla necessità di fronteggiare un clima di sfiducia, ovviamente, della loro utenza per le richieste malsane che voi fate agli italiani, prive di un fondamento reale e di un'esigenza, perché, ripetiamo, siamo nel bel mezzo di una campagna vaccinale in corso, e voi state continuamente applicando provvedimenti ancor più restrittivi di quelli che aveva applicato il Governo Conte. Ci chiediamo dove sia la vostra discontinuità. Questa è la nostra richiesta che abbiamo fatto al Governo, questa è la richiesta che ha fatto il presidente Meloni al Premier Draghi, ci auguriamo che questo ordine del giorno venga accolto positivamente (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. La deputata Frassinetti ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3045-A/27.
PAOLA FRASSINETTI (FDI). Grazie, Presidente. Questo ordine del giorno pone all'attenzione le problematiche relative ai dirigenti scolastici vincitori del concorso 2017 che sono collocati fuori dalla loro regione di residenza e, conseguentemente, si chiede di impegnare il Governo a prevedere una mobilità straordinaria per l'anno scolastico 2021-2022 proprio per dare la possibilità a questi dirigenti di tornare vicino alla loro famiglia. Noi pensiamo che queste figure così importanti nel mondo della scuola, che hanno retto l'impatto della pandemia, abbiano sicuramente la voglia di poter tornare vicino alle loro persone care, alla loro famiglia, dove ci possono essere anziani, figli, persone fragili. Direi che le situazioni che si sono prodotte con questa pandemia determinano una situazione dove questa mobilità straordinaria non è una grossa anomalia e non ci sono costi aggiuntivi penso, sottosegretario, che questa non sia una rilevazione di poco conto. Fratelli d'Italia ha sempre avuto molta attenzione per i dirigenti scolastici. I dirigenti scolastici sono figure complesse, perché devono essere la guida del loro istituto e, quindi, avere l'onere e l'onore di provvedere all'andamento della scuola, che è un andamento complesso, che riguarda la progettazione, che riguarda gli orientamenti, che riguarda la formazione e anche il coordinamento degli insegnanti e delle classi, soprattutto in una situazione dove bisognava essere molto preparati per poter dare le norme di sicurezza necessarie agli studenti per effettuare la didattica alternata: un po' a distanza e un po' in presenza. Quindi, immaginiamo, a questo punto, che questa mobilità straordinaria sia un diritto per questi presidi che hanno vinto il concorso e che sono - alcuni da 5 o 6 anni - fuori dalle loro abitazioni. Non è stato sicuramente un periodo facile per la scuola e, quindi, direi che è significativo che Fratelli d'Italia presenti un ordine del giorno anche in questo settore, anche in questo campo e anche sulla mobilità straordinaria per dare proprio un'opportunità di tutela alla famiglia e al riguardo che si deve avere per il raggiungimento dell'unità familiare di persone lontane da casa che svolgono, comunque, un servizio molto utile alla Nazione. Quindi, ci auguriamo che con questi presupposti e con questa motivazione, che è di ordine giuridico ma è soprattutto anche di ordine personale e affettivo, il Governo possa accogliere quest'ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. La deputata Carmela Bucalo ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3045-A/25.
CARMELA BUCALO (FDI). Grazie, Presidente. Questo ordine del giorno, a mia firma, ha uno scopo nobile, perché tiene conto della costante richiesta e soprattutto del disagio palesato in questi mesi da tanti lavoratori del mondo della scuola. Parliamo di docenti, educatori, personale ATA, che, per una disposizione illogica e solo perché sono stati immessi in ruolo nell'anno scolastico 2020-2021, non possono presentare domanda di assegnazione provvisoria. Non dimentichiamo che questo istituto ha uno scopo preciso: di permettere al lavoratore di avvicinarsi ai propri affetti anche temporaneamente, per un anno, e, come ribadisco, solo per ragioni familiari, quali il ricongiungimento o il riavvicinamento al coniuge, ai figli, ai figli minori, ai genitori, diritti sanciti dalla Costituzione agli articoli 29, 30 e 31. Mai prima questo diritto alla mobilità annuale era stato precluso a una sola categoria di personale, quella immesso in ruolo nell'anno scolastico 2020-2021. Che peccato ha commesso questo personale da essere precluso da questo diritto? Questa preclusione viene giustificata dal Governo per garantire la continuità didattica degli alunni.
Questa cosa non è vera, perché la materia che riguarda l'assegnazione dei docenti alle classi è per legge di competenza del dirigente scolastico, quindi è possibile che in questo momento un docente, a cui viene precluso il diritto di potersi ricongiungere alla propria famiglia, possa invece, dall'oggi al domani, avere una disposizione da parte del suo dirigente scolastico e cambiare una classe rispetto a un'altra! Questa non è violazione della continuità didattica? No? Questa non è una violazione? Perché questa disposizione solo per una categoria di personale, cioè quello immesso in ruolo nell'anno scolastico 2020-2021? Questa è invece una vera punizione! È una vera ingiustizia in una situazione così complessa come questa, cioè una situazione in cui viviamo una fragilità psicologica quale conseguenza degli effetti devastanti della crisi pandemica. Allora, comprimere ancora di più la tutela verso la famiglia significa che questa disposizione sta negando a tanti lavoratori della scuola di svolgere le proprie funzioni genitoriali, di assistere i genitori anziani o malati. Tanti, purtroppo, sono quelli che stanno pensando di fare una scelta drammatica: il licenziamento; il licenziamento per stare accanto alla propria famiglia e ai propri figli. Tutto ciò è assurdo!
Allora, concludo, Presidente, dicendo che questo ordine del giorno è fondamentale, perché chiede al Governo un impegno, l'impegno di concedere a questo personale di poter presentare domanda di assegnazione provvisoria per sanare i tanti errori fatti da chi ha imposto una disposizione illogica, che non regge sulla tesi della continuità didattica elevata a pilastro dell'azione educativa, un pilastro a cui state sacrificando i diritti garantiti dalla Costituzione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!
PRESIDENTE. Il deputato Marcello Gemmato ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3045-A/85.
MARCELLO GEMMATO (FDI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, rappresentanti del Governo, discuto l'ordine del giorno n. 9/3045-A/85, da me presentato e sottoscritto anche dai colleghi Ferro, Galantino e Zucconi, nel quale sostanzialmente si può intellegere quello che è il posizionamento di Fratelli d'Italia rispetto all'approccio pandemico, in particolare rispetto alla determinazione delle zone bianche, gialle e rosse, quindi delle restrizioni che ne conseguono a danno degli italiani.
Questo ordine del giorno è la risultanza, è la trascrizione, come spesso avviene, di un emendamento che io ho presentato durante la fase di dibattito in Commissione e che, poi, conseguentemente, con la posizione della fiducia è evidentemente decaduto; io lo ripresento e l'ho ripresentato sotto forma di ordine del giorno per rappresentare, come dicevo, il posizionamento di Fratelli d'Italia rispetto alla gestione del momento pandemico. Mi sento di dire che la stessa gestione non è stata una gestione oculata, lungimirante, che ha prodotto dei risultati, se è vero, come è vero, che stiamo riuscendo a uscirne grazie a una vaccinazione tardiva. Altri Stati - voglio ricordare la Serbia, voglio ricordare l'Inghilterra e Israele - ben prima di noi, grazie a un approccio che non è stato determinato dalla contrattazione europea (quindi dall'acquisto unicamente in cordata con altri Stati dell'Europa bensì un acquisto determinato dall'essere uno Stato sovrano), sono stati portati a vaccinare prima le popolazioni e quindi a uscire prima dall'incubo del Coronavirus. In questo ordine del giorno si capisce, poi, anche la linea di Fratelli d'Italia rispetto a quello che dovrebbe essere l'approccio non ad una pandemia bensì ad una sindemia, cioè alla coesistenza di diverse patologie (fra di esse, anche quella economica che sta attanagliando in ultimo, e non per ultimo, il popolo italiano). Con questo emendamento che è diventato poi ordine del giorno, noi vogliamo ridefinire la strategia che, se fossimo stati noi al Governo della Nazione, avremmo tenuto. Oggi noi diciamo che si è “zona bianca” se per tre settimane consecutive si è avuta un'incidenza inferiore a 50 casi per 100.000 abitanti. È un parametro - se vogliamo - condivisibile, ma noi vorremmo introdurre, o vorremmo che il Governo introducesse, un altro parametro, ovvero quello dell'occupazione della terapia intensiva e dei posti di ricovero ordinario. In particolare, noi vogliamo ricordare - non mi voglio dilungare in un una trattazione di carattere batteriologico, virologico, per cui non avrei, peraltro, forse neanche le capacità scientifiche - molto banalmente il fatto che abbiamo assistito, già dall'anno scorso, alla fattispecie per cui durante l'estate l'incidenza del virus si è abbassata, grazie al caldo, alla luce e anche al fatto che gli italiani stessero all'aperto; soprattutto, noi abbiamo avuto un crollo della mortalità e un crollo dell'occupazione dei posti di terapia intensiva e di ricovero ordinario. Bene, questo è stato dovuto al fatto che d'estate notoriamente il virus si inattiva: è meno contagioso, è meno virulento e non determina ospedalizzazione e morte, proprio perché ci troviamo di fronte a un virus inattivato. Vi faccio una domanda, la faccio al Governo, all'Aula e la lascio al dibattito anche di questa sera: che cos'è un vaccino? Il vaccino standard, il vaccino classico - per intenderci, attualmente l'AstraZeneca o il Janssen (Johnson & Johnson) - sono praticamente dei virus inattivati. Ora, il fatto che non ci si contagi d'estate è proprio questo: ci troviamo di fronte a un virus inattivato. Allora, l'assunto qual è? Noi vorremmo che per determinare le “zone bianche” si tenesse conto anche della presenza e dell'occupazione delle terapie intensive, perché se noi abbiamo delle terapie intensive non occupate e, parallelamente, abbiamo però dei contagi alti (quindi superiori ai 50 per 100.000), paradossalmente invece di favorire il contagio - perché ci troviamo di fronte a un virus inattivato e quindi di fronte al vaccino - noi andiamo a chiudere e faremmo un danno alla sanità e all'economia. Per questo, e veramente concludo, io chiedo che questo emendamento trasformato in ordine del giorno possa essere accolto e per questo chiediamo un approfondimento da parte del Governo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Il deputato Salvatore Deidda ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3045-A/65.
SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Il mio ordine del giorno, il nostro ordine, il n. 9/3045-A/65, chiede sostanzialmente di venire incontro alle esigenze delle Forze di polizia ma anche degli amministratori locali, perché con i provvedimenti adottati finalmente in “zona gialla” e soprattutto nelle “zone bianche” la popolazione è ritornata a vivere e di questo noi non possiamo che essere felici. Non ci sono stati fenomeni, nella gran parte, che hanno visto disordini o - come qualcuno diceva - chissà quali assembramenti, però io ho portato l'esempio di quanto accaduto a Cagliari in questo fine settimana: 20.000 persone si sono riversate nel centro di Cagliari e c'erano in servizio quattro pattuglie della Polizia, quindi con un massimo di 12 uomini, per affrontare e controllare un flusso di 20.000 persone. In questo senso, noi con questo ordine del giorno chiediamo, come primo punto, di prendere l'impegno - come ci eravamo detti in Aula con il Partito Democratico - dello scorrimento di una graduatoria di candidati allievi della Polizia. Sulla base di un precedente provvedimento, a seguito di un emendamento dell'onorevole Fiano, ci si aspettava uno scorrimento della graduatoria, poi mai avvenuto nei fatti e anche oggi gli interessati erano qui in piazza. Noi non scriviamo di quante posizioni debba scorrere la graduatoria, né tanto meno indichiamo le modalità, ma chiediamo al Governo di rispettare l'impegno preso nel provvedimento.
Come secondo punto, chiediamo che, visto che la Brigata Sassari ha sede in Sardegna, per andare incontro alle Forze di polizia, che soffrono di una carenza d'organico - come i sindacati denunciano da tempo -, sia attivato per il prossimo anno l'ausilio dell'Esercito della stessa Brigata Sassari, non - come qualcuno ha detto - per andare a controllare la movida, ma per alleggerire il compito della Polizia e delle altre Forze dell'ordine nel controllo di determinate zone che hanno bisogno di controllo perché c'è sempre qualcuno che evidentemente non si sa divertire in maniera sana e c'è un grave disagio, anche giovanile. Noi capiamo l'entusiasmo di ritornare a vivere, capiamo tutto, ma non ci possono essere risse, come ci sono state a Cagliari, a Nuoro, a Olbia, di minorenni che si atteggiano a volte anche a bulli, a grandi bulli con gli esercenti e i proprietari dei locali che devono intervenire. Quello che mi dispiace è che, quando ho annunciato questa proposta, qualche parte politica locale, per esempio del Partito Democratico, ha subito detto che vogliamo militarizzare le città, come se utilizzare l'operazione “Strade Sicure” sia militarizzare: a tale parte politica ho ricordato che devo ringraziare il Ministro Guerini, ma anche tutte le forze politiche che elogiano i ragazzi e i militari che svolgono un importante servizio di ordine pubblico e di ausilio alle Forze di polizia. Quindi, non si tratta di militarizzare le città, ma si tratta semplicemente di tutelare l'ordine, aiutare gli esercenti a fronteggiare queste nuove riaperture e i cittadini tutti che si vogliono divertire. Io spero veramente che, in tal senso, ci sia, riguardo alla graduatoria, il rispetto dell'impegno assunto trasversalmente da tutte le forze politiche, che hanno promesso a questi ragazzi di poter sostenere le prove per poi diventare poliziotti, ma anche questo della Brigata Sassari, che è una proposta che porterà anche un risparmio, perché i militari appartenenti a tale Brigata non saranno impegnati in altre missioni nel resto del continente, ma saranno a casa ad operare.
PRESIDENTE. Il deputato Walter Rizzetto ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3045-A/23.
WALTER RIZZETTO (FDI). La ringrazio, Presidente. Buonasera ai sottosegretari. Dunque, sottosegretari, questo che abbiamo illustrato, rispetto ed in pancia al nostro ordine del giorno, potrebbe essere un tema mediaticamente poco spendibile - questo è evidente –, però anche sulla scorta di quanto ho ascoltato prima dal collega del gruppo Misto, mi pare della componente L'Alternativa c'è, e rispetto alla collega Montaruli, voglio esprimere un concetto riguardo alle cosiddette certificazioni verdi; io non discuto sul fatto che queste certificazioni debbano o non debbano esserci rispetto a questa proposta dell'ordine del giorno - certificazioni verdi che evidentemente vanno incontro a spostamenti in sicurezza rispetto a quelli che si fanno proprio sul nostro suolo nazionale, piuttosto che in entrata o in uscita dal nostro Paese, certificazioni quali l'avvenuta vaccinazione, la guarigione dal virus, l'effettuazione di un test molecolare antigenico rapido con un risultato negativo -; quello che contestiamo e che cerchiamo di risolvere con questo minimo impegno che si chiama ordine del giorno è quanto già segnalato anche dall'Autorità garante rispetto alla normativa sulla privacy, ed è un tema enorme rispetto a tutto quanto è in pancia ai cosiddetti certificati verdi. Perché dopo - vede, sottosegretario - non vorremmo essere obbligati ad andare addirittura a geolocalizzarci rispetto a vaccinazioni fatte o a certificazioni verdi che dovranno essere necessariamente istituzionalizzate, nel nostro Paese. Il ricorso ai predetti pass rischia, tra l'altro, oltre che di determinare un vulnus notevole - lo ribadisco - rispetto alla garanzia di privacy, che per ogni cittadino deve essere intoccabile, di andare a pesare in termini economici nei confronti dei nostri concittadini. Al riguardo, si pensi, ad esempio, alle spese che dovrebbe affrontare un nucleo familiare con bambini non ancora vaccinabili per eseguire periodicamente dei tamponi: sono spese di milioni di euro. E quando si parla di spese di milioni di euro rispetto agli stessi - scontato quanto già affermato rispetto ad una tutela della privacy che deve essere assolutamente intoccabile - forse anche il Governo italiano dovrebbe accorgersi che qualcuno prima o poi molto probabilmente - uso un periodo ipotetico - dovrebbe addirittura pagare questo tipo di passaggi. E quando dico che qualcuno dovrebbe pagare questo tipo di passaggi, intendo dire che dovremmo andare a citofonare a qualche Paese dell'Est del mondo che a suo tempo ha mentito spudoratamente - e mi riferisco alla Repubblica Popolare Cinese - rispetto all'inizio di questa pandemia, tenendo i dati nascosti per mesi.
Quindi, l'osservanza della disciplina rispetto alla protezione dei dati è una cosa assolutamente sacrosanta, per cui - come già ricordato prima - il Garante ci ha detto di fare qualcosa e, in questo caso il Governo, il legislatore, dovrà fare qualcosa. Peggio ancora mi sento quando il Ministro Colao dichiara – come ha fatto qualche giorno fa - che oltre il 92 per cento dei siti della pubblica amministrazione è costituito da siti vulnerabili, hackerabili, “bucabili” sotto questo punto di vista.
Quindi, con questo ordine del giorno, noi invitiamo, in modo molto importante, questo Esecutivo a fare qualcosa rispetto a quanto appena affermato, che si dimostrerebbe evidentemente un vulnus notevole rispetto alla garanzia dei dati personali dei nostri concittadini (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Il deputato Marco Silvestroni ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3045-A/38.
MARCO SILVESTRONI (FDI). Grazie, Presidente. Il decreto in esame è volto chiaramente a delineare le misure da applicare dal 1° maggio al 31 luglio 2021 per la ripresa delle attività economiche e sociali che vanno contenute nella direzione di garantire il rilancio economico, sociale e l'allentamento delle restrizioni relative agli spostamenti sul territorio nazionale e la progressiva riapertura delle diverse attività soggette alle limitazioni o alle chiusure avvenute durante l'emergenza da COVID-19.
Come è stato riportato dagli organi di stampa, nell'incontro di giovedì 3 giugno 2021 con il Presidente del Consiglio dei Ministri, Draghi, Giorgia Meloni ha proposto tra le priorità che sono state condivise con il Presidente anche quella di non sottovalutare, per il prossimo autunno, il potenziamento dei mezzi pubblici. Infatti, abbiamo paura che possa avvenire quello che è successo con il “Conte-bis” dove, tra l'altro, avevamo votato uno scostamento di bilancio proprio per intervenire durante il periodo estivo, cosa che non fu fatta; e ci siamo trovati, con la ripresa delle scuole, in una situazione di estrema gravità.
Inoltre, durante una campagna di controlli, a livello nazionale, per la corretta applicazione delle misure di contenimento epidemico sui servizi di trasporto pubblico, nel mese di aprile 2021 i NAS hanno trovato tracce di Coronavirus sulla superficie di bus e treni. I militari dei NAS hanno controllato 756 tamponi di superficie sui mezzi di trasporto e sulle stazioni: sono stati riscontrati 32 casi di positività per la presenza di materiale genetico riconducibile al virus all'interno di autobus, metropolitane, vagoni metro e su linee di trasporto pubblico; parliamo di Roma, Viterbo, Rieti, Latina, Frosinone, Varese, Grosseto, ed altre località.
Sono stati interessati 693 veicoli e 65 hanno evidenziato irregolarità principalmente connesse all'inosservanza delle misure prescrittive per quanto riguarda i protocolli di sicurezza.
Ora, invece di continuare a sanzionare ristoranti, bar e soprattutto palestre e piscine, visti i risultati dei controlli fatti dai NAS è inequivocabile che forse è necessario intervenire immediatamente sul potenziamento dei mezzi pubblici, visto che nel decreto stiamo parlando proprio di riuscire a far uscire da questo momento di crisi tutto il nostro apparato sociale ed economico.
Quindi, con questo ordine del giorno chiedo di adottare, durante i mesi estivi ed entro il mese di settembre 2021, provvedimenti recanti misure urgenti connesse all'emergenza da COVID-19 per il potenziamento dei mezzi pubblici, prioritariamente nella capitale e in tutte le città metropolitane d'Italia. Chiedo al sottosegretario se possa accogliere favorevolmente questo ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. La deputata Lucia Albano ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3045-A/24.
LUCIA ALBANO (FDI). Grazie, Presidente. Rappresentanti del Governo, realizziamo un sogno ma viviamo un incubo: così gli operatori del settore dei matrimoni e degli eventi descrivono la situazione che stanno vivendo e la descrivono decisamente bene. Certo, nel provvedimento in esame oggi in Aula si prevedono sicuramente le riaperture, ma mancano alcuni elementi, elementi importanti, in questo decreto che qui mi accingo ad illustrare e che ho provveduto a delineare nell'ordine del giorno a mia prima firma.
Il disegno di legge di conversione del “decreto Riaperture”, che reca misure urgenti per la ripresa delle attività economiche e sociali, contiene diverse misure volte alla ripresa e allo svolgimento di tante attività: la ristorazione, gli spettacoli, gli eventi sportivi, le fiere, i convegni e anche i congressi nonché i centri termali e i parchi tematici. Ma si rileva un'assenza: l'assenza di specifiche previsioni normative a sostegno di un settore che sta ripartendo, sì, ma che risulta avere subìto, ad oggi, a causa della pandemia, gravissime perdite. Mi riferisco al settore dei matrimoni e a tutta la filiera dei matrimoni che ha subito perdite stimabili in circa il 95 per cento del proprio fatturato in quanto, in questo periodo, sono stati annullati circa 200 mila matrimoni. Anche il settore degli eventi e degli spettacoli ha fatto registrare una perdita pari al 70 per cento del proprio fatturato, con circa 67 miliardi di euro di perdite e 185 miliardi di perdite con l'intero indotto.
Ebbene, le previsioni normative che mancano in questo decreto e che possono essere a sostegno di questo settore potrebbero essere di natura anche fiscale. È interessante porre uno sguardo attento su quanto sta accadendo in questi giorni sul versante imposte, tasse e, comunque, versamenti. Infatti, questo mese di giugno, signor Presidente, si preannuncia piuttosto infuocato, se non dal punto di vista meteorologico, sicuramente dal punto di vista dei versamenti. Potremmo dire che una tempesta di tasse si abbatterà sugli italiani già provati dalla crisi pandemica: nei prossimi giorni, infatti, contribuenti e professionisti dovranno onorare ben 144 scadenze fiscali, di cui l'86 per cento di soli versamenti, e questi adempimenti e queste scadenze sono quasi tutti concentrati tra il 16 e il 30 giugno (59 il 16 giugno, 65 il 30 giugno). Per esempio, il 16 giugno è previsto il pagamento dell'acconto dell'IMU, dell'IVA e delle ritenute da lavoro; il 30 giugno, che è normalmente conosciuto come il tax day, è il giorno in cui i contribuenti dovranno versare il saldo delle imposte sul 2020 e l'acconto per il 2021. Non dimentichiamo che il giorno dopo ripartirà la macchina della riscossione, scatteranno di nuovo le notifiche, i pagamenti e i pignoramenti sospesi verranno riattivati e ripartiranno. Sarebbero circa 35 milioni le notifiche degli atti di riscossione bloccati nel 2021. Non solo: chi aveva in corso una dilazione ordinaria per un debito fiscale prima di marzo si troverà a pagare il 31 luglio, in un'unica soluzione, tutte le rate arretrate. Un duro colpo anche per coloro che hanno aderito alla rottamazione saldo e stralcio. In questo caso il peso dell'arretrato è un po' meno, perché verrà pagato il 30 novembre. Cambiano un po' le date ma il risultato è sempre lo stesso: denaro, tanto denaro che esce dalle tasche dei cittadini in un momento così difficile. E allora, per sostenere le imprese, le imprese del settore dei matrimoni e degli eventi così come tutte le imprese che in qualche modo, in un periodo così buio, devono ripartire in questo scorcio di primavera che si avvia verso l'estate, è importante prevedere degli interventi fiscali volti a sostenere il tema della carenza di liquidità e, quindi, il differimento delle imposte. Inoltre, è importante prevedere interventi specifici quali l'esenzione IMU e TaRi per le imprese che locano immobili per eventi oppure la maggiorazione del credito d'imposta o, ancora, interventi volti a riliquidare le imposte versate negli esercizi precedenti rispetto a quelle di realizzo della perdita. Tutti interventi che vanno nella direzione di considerare il periodo che stiamo vivendo un unico anno fiscale. Quindi, con uno sguardo attento sul mondo delle imprese e dei contribuenti, Fratelli d'Italia, con questo ordine del giorno a mia prima firma, impegna il Governo a valutare l'opportunità di prevedere interventi di natura fiscale a sostegno del settore degli eventi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Il deputato Vinci ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3045-A/61.
GIANLUCA VINCI (FDI). Buonasera Presidente e buonasera signori sottosegretari. Con questo ordine del giorno n. 9/3045-A/61 - ci tengo a sottolineare anche il numero e andrò ad esplicarlo perché anche chi segue i lavori fuori da quest'Aula possa essere edotto esattamente dei lavori che stiamo facendo e di cosa sta trattando in questo momento - sto cercando di sollevare un problema importante, perché con le normative che questo Governo e il Governo precedente hanno fatto si sono chiuse ripetutamente diverse attività nel corso dell'anno. Si sono chiuse delle attività, si è spesso utilizzato per chiuderle il codice Ateco. Prima della pandemia nessuno o pochi di noi sapevano l'importanza che avrebbe poi avuto, nell'anno 2020 e nell'anno 2021, l'inquadramento del singolo codice Ateco della propria attività perché questo ha fatto la differenza tra chiudere, e magari fallire, oppure tenere aperta la propria attività.
C'è un'attività dimenticata dal Governo, che è l'attività dei bowling. Un'intera categoria che è disseminata su tutto il territorio nazionale, la cui unica colpa è stata quella di non sollevare con forza il problema perché in numero probabilmente ridotto, almeno per quello che riguarda le imprese, ma con un numero elevato di utilizzatori. Qual è il problema di questa attività? Che per un intero anno e ancora oggi non si capisce se debbano essere riconosciute come attività totalmente ludiche e quindi riconducibili unicamente al regolamento per le sale da gioco - il che ha comportato essere le prime nella chiusura e le ultime nella riapertura - oppure essere considerate anche, come giustamente dovrebbe essere, attività sportive. Non si capisce per quale motivo questo Governo continui a non esaminare, dopo un anno, dopo che si è avuto tutto il tempo di farlo, le specificità di questo settore, in quanto sicuramente si tratta di un'attività ludica ma con delle particolarità, nel senso che è un'attività che viene svolta, sì, al chiuso ma in ampissimi ambienti e si possono mantenere le distanze.
Questo comporta che ci possa essere la possibilità di tenere aperto in massima sicurezza anche al chiuso ma comporta anche che, se invece il Governo non esamina e non prende atto delle specificità di queste attività, questi grandi ambienti hanno dei costi eccessivi tenendo chiusa la propria attività. L'attività di bowling viene svolta dentro delle strutture che hanno destinazione commerciale, quindi non industriale, con affitti elevatissimi, con un dispendio molto elevato per quanto riguarda le tasse sui rifiuti e tutte le altre tassazioni.
Si chiede con questo ordine del giorno non di prendere provvedimenti specifici, ma di prendere finalmente in considerazione all'interno dei propri provvedimenti l'esistenza di questo gioco/sport molto particolare, che ha delle caratteristiche uniche, che non si può lasciare andare, che già da un anno ormai è sottoposto a una legislazione che di fatto spesso non lo riguarda, ma riguarda delle categorie molto più ampie, che sicuramente non lo possono ricomprendere in senso ampio. L'ordine del giorno è molto semplice, ricordatevi che esistono anche i bowling; non fateli fallire perché è da un anno che stanno soffrendo proprio perché ci si è dimenticati di loro (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. La deputata Silvestri ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno 9/3045-A/70.
RACHELE SILVESTRI (FDI). Presidente, sottosegretario, il decreto-legge in esame stabilisce, all'articolo 11-ter, la proroga al 30 settembre 2021 del termine di validità dei documenti di riconoscimento e di identità con scadenza fissata al 31 gennaio 2020, estendendo inoltre al 31 luglio 2021 la validità di permessi di soggiorno di cittadini di Paesi terzi, nonché di altri titoli e documenti in materia di immigrazione, in scadenza sino alla medesima data. Questa disposizione riproduce il contenuto dell'articolo 2 del decreto-legge 30 aprile 2021, n. 56. Già con il decreto-legge n. 18 del 2020 si era prorogata la validità dei documenti di riconoscimento fino al 31 agosto 2020, poi posticipata al 31 dicembre 2020, così da arrivare ad aprile 2021. Questa misura è stata definita dal Governo necessaria al fine di non aggravare i comuni di ulteriori adempimenti ad essi connessi, nonché ad evitare l'aggregazione di persone negli spazi degli uffici aperti al pubblico che non consentono di rispettare agevolmente un'adeguata distanza interpersonale. Ed è proprio in questa direzione che va l'ordine del giorno, perché in merito alla proroga, che è stata inserita durante l'iter in Commissione, fino al 30 settembre, che chiede di spostarla al 31 dicembre 2021. Visto che stiamo andando verso l'estate, verso il periodo delle vacanze, con la proroga fino al settembre 2021 gli uffici sicuramente potrebbero avere alcune difficoltà, e, quindi, andare proprio incontro alla necessità che ha portato a questa proroga. Per questo chiedo al Governo di ripensare, di prorogare, perché è importante dare la questa possibilità alle persone, soprattutto alle tante persone che devono rinnovare permessi perché lavorano nel nostro Paese o a ragazzi che magari vengono a studiare nel nostro Paese. Ciò renderebbe tutto più agevole. In aggiunta, una scadenza talmente effimera, come abbiamo detto, può aggravare i lavori della stessa pubblica amministrazione, alla quale è deputato il compito di far fronte a una mole di pratiche molto elevata. Sicuramente, dopo l'ennesima proroga, sono convinta che il Governo penserà di prorogare di nuovo. Chiediamo di accogliere questo ordine del giorno in modo da aiutare quegli uffici e soprattutto di non mettere le persone nelle condizioni di ritrovarsi nell'ultimo mese a disposizione - vista anche la volontà, penso, spero, anche per il Paese e per il turismo italiano che molte persone nei mesi di luglio e agosto vadano in vacanza - a prorogare, a settembre, i loro documenti di identità. In tal modo ci sarebbe la possibilità di avere dei mesi a disposizione e non si creerebbero problemi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Il deputato Galantino ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno 9/3045-A/49.
DAVIDE GALANTINO (FDI). Grazie Presidente per la parola, onorevoli colleghi, sottosegretario Costa, buonasera. Il disegno di legge in esame disciplina il quadro delle misure da applicare per la graduale ripresa delle attività economiche e sociali, e sappiamo che tale ripresa è legata a stretto giro con l'andamento della campagna vaccinale, decisiva per comparti economici fondamentali come, ad esempio, il turismo. E se inizialmente la campagna vaccinale ha proseguito a rilento per la scarsità delle dosi disponibili, oltre che, diciamolo, per l'evidente incapacità della vecchia gestione commissariale, in questa seconda fase la vera partita si gioca sul Piano nazionale adottato dal generale Figliuolo, per utilizzare meglio le dosi e soprattutto utilizzarle tempestivamente. Su questo aspetto non possiamo che ringraziare il generale per il lavoro svolto sino ad oggi. Ricordo, infatti, che la sua nomina è arrivata soltanto il 1° marzo 2021, in sostituzione di Domenico Arcuri. Noi di Fratelli d'Italia, in Commissione difesa, insieme ai colleghi Deidda e Ferro, facevamo notare già lo scorso anno le altissime competenze delle nostre Forze armate, che potevano e dovevano essere messe a disposizione da subito per uscire dalla pandemia. Consideriamo anche che, come ha dichiarato lo stesso Figliuolo, abbiamo già risparmiato 189 milioni di euro di soldi pubblici, che sarebbero stati di fatto sprecati con l'acquisto delle “primule”. Ovviamente non è che sto qui a fare polemica riguardo la vecchia gestione, ma è bene ricordare ogni tanto gli scandali legati soprattutto al Governo rossogiallo, come - ed è notizia che ho letto stamani sulla rassegna stampa - questi 1.600 milioni di euro, 1,6 miliardi di euro, da saldare e senza nessun consuntivo delle spese sostenute. Questa - mi sia consentito, Presidente - è una cosa scandalosa. Quindi, possiamo dire che abbiamo visto sin dal primo momento un concreto cambiamento in fase gestionale, con una catena di controllo molto più snella. I due pilastri per condurre una rapida campagna sono infatti la distribuzione efficace e puntuale dei vaccini, oltre all'incremento delle somministrazioni giornaliere. L'obiettivo prestabilito dal generale era quello di raggiungere a regime il numero di 500 mila somministrazioni al giorno su base nazionale, vaccinando almeno l'80 per cento della popolazione entro il mese di settembre. Oggi apprendo, anche con un certo orgoglio, essendo un appartenente delle Forze armate, che l'obiettivo è stato addirittura superato. Siamo alla media di 600 mila somministrazioni giornaliere e questa è sicuramente una buona notizia, che dovrebbe fare riflettere sul fatto che tante inutili e costose task force, create ad hoc per l'eccezionalità della pandemia, potevano essere evitate, visto che i nostri militari nel silenzio (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) riescono, come sempre, a mostrarsi un passo avanti, rispetto a tanti esperti capaci solo di parlare. Ovviamente non mancano regioni in cui si registrano ancora delle criticità, legate alla disponibilità dei vaccini. In Puglia, ad esempio, l'hub dell'ASL BAT di San Valentino, ad Andria, è rimasta aperta per le sole somministrazioni riservate a coloro che dovevano effettuare la seconda dose, compromettendo di fatto il raggiungimento dell'obiettivo minimo giornaliero assegnato alla regione. Come dicevo prima, la campagna vaccinale è strettamente legata alla ripartenza del nostro Paese, considerando anche ciò che sta accadendo nella sanità: mi vengono in mente i 30 mila morti in più non attribuibili al COVID; i numeri dei ricoveri del 2020, che ci fanno notare un decremento di attenzione, un milione di ricoveri in meno rispetto al 2019; sono triplicati i morti per infarto; abbiamo un milione di pazienti psichiatrici in più; non si parla quasi più del cancro, anche se la gente continua a morire. È ovvio che occorre accelerare con la campagna vaccinale, aprendo tutti gli hub 24 ore su 24, incrementando le vaccinazioni anche a domicilio per i soggetti più fragili. Per tali ragioni, sottosegretario, chiedo un impegno concreto del Governo per incrementare in maniera stabile il numero di dosi da inviare alle regioni per favorire la vaccinazione sui luoghi di lavoro e a domicilio per i soggetti più fragili, oltre a prevedere un piano nazionale di sorveglianza attiva con uno screening capillare e gratuito della popolazione rivolto principalmente ai più giovani, sia nelle scuole quanto nelle università, evitando che i costi dei tamponi acuiscano, come sta accadendo, le diseguaglianze sociali (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Il deputato Sapia ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3045-A/64.
FRANCESCO SAPIA (MISTO-L'A.C'È). Grazie, Presidente. Premesso che il provvedimento in esame dispone di misure di proroghe di termini in molteplici materie, va detto che dal 2010 la sanità della regione Calabria è commissariata dal Governo per l'attuazione del piano di rientro dal disavanzo sanitario regionale. Nelle aziende del servizio sanitario regionale della Calabria si registra una grave ed irrisolta carenza di personale sanitario e amministrativo, il che rende problematica la garanzia dei livelli essenziali di assistenza all'interno del territorio regionale. Durante le fasi critiche dell'emergenza pandemica, molti reparti ospedalieri della Calabria sono stati riconvertiti per la cura di pazienti affetti da COVID-19 e l'assistenza territoriale ha risentito delle predette carenze di organico, con conseguente sospensione e rinvio dell'erogazione delle prestazioni sanitarie ordinarie, con effetti sulle già lunghe liste d'attesa per visite ed esami diagnostici.
Inoltre, da oltre 15 anni, in vari uffici e unità operative delle aziende del servizio sanitario calabrese, sono impiegate numerose unità di personale, attraverso un ricorso continuativo a forme di lavoro interinale. Il suddetto personale versa in una condizione di logorante precariato, pur avendo operato per assicurare servizi pubblici essenziali alla tutela della salute dei residenti in Calabria, dalle prenotazioni alla manutenzione, alle necessità sociosanitarie. Dal prossimo 1° luglio, lo stesso personale si troverà in stato di disoccupazione, se non vi sarà una proroga temporanea dei loro contratti, tecnicamente possibile, anche considerato lo stato di emergenza nazionale, prorogato fino al termine del prossimo luglio a causa della pandemia da COVID-19. Secondo le informazioni rese dai sindacati, il costo di questo personale sarebbe inferiore, ove fosse anche in parte stabilizzato attraverso procedure concorsuali, che privilegino l'esperienza lavorativa dal medesimo acquisita negli anni di servizio. Appare, dunque, necessario ridurre le spese delle aziende del servizio sanitario regionale, che presentano difficoltà di bilancio e, in diversi casi, bilanci non approvati, relativi ad esercizi degli anni scorsi. Appare, dunque, necessario garantire la continuità dei servizi, anche consentendo, a tal proposito, la proroga dei contratti a termine del personale in argomento.
Presidente, con questo ordine del giorno, sottoscritto anche dal collega Massimo Enrico Baroni e dalla collega Sarli, si impegna il Governo ad intervenire in tempi utili con iniziative di carattere normativo, al fine di procedere alla proroga temporanea dei contratti in questione e di quelli analoghi che vi fossero in altre regioni italiane, così salvaguardando la continuità dei servizi e i livelli di occupazione, nonché ad autorizzare procedure concorsuali, che, nell'anno corrente, permettano di risolvere in maniera legittima il problema del lungo precariato degli interinali impiegati nelle aziende pubbliche della salute e di valorizzarne le competenze e le professionalità acquisite.
PRESIDENTE. Il deputato Gusmeroli ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3045-A/97.
ALBERTO LUIGI GUSMEROLI (LEGA). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghe e colleghi. Il 2020 e questi primi cinque mesi del 2021 sono stati caratterizzati, oltre che dalla terribile crisi sanitaria pandemica, anche da un'enorme crisi economica. È inutile che citi il calo del prodotto interno lordo, ma a pagarne le spese sono state soprattutto famiglie e attività economica. Attività economiche che, in Italia, sono caratterizzate dalla polverizzazione in milioni di piccole e medie imprese, artigiani, commercianti e professionisti, che si distinguono in grandi eccellenze e si distinguono anche, proprio per la dimensione, da tutto il resto delle attività economiche in Europa. È una caratteristica peculiare italiana e, quindi, è fondamentale, in questo momento, essere vicini a queste categorie.
Nel 2020, queste categorie hanno avuto un'enorme difficoltà a star dietro alle scadenze, quindi Irpef, INPS, IVA - ricordiamo che la tassazione in Italia è opprimente, come opprimente è la complicazione fiscale -, e, giustamente, sono state rinviate tantissime scadenze, scadenze che, adesso, vengono al dunque e, quindi, queste piccole e medie imprese, artigiani, commercianti e professionisti si trovano in enorme difficoltà.
Chiediamo, in primo luogo, una rateizzazione lunga di tutto ciò che non si è riusciti a pagare nel 2020 e nei primi cinque mesi del 2021. Per ciò che riguarda gli anni pregressi - il 2018 e il 2019 - chiediamo non un condono, ma una rottamazione-quater, cioè la possibilità di pagare le imposte rateizzate che non si è riusciti a pagare negli anni precedenti in almeno 5 o, ancora meglio, in 10 anni. Questo cosa darebbe? Darebbe respiro; si potrebbe ripartire da zero. Ma adesso siamo a giugno e incombono 144 scadenze di pagamento. Tra il 16 giugno e il 30 giugno, sono tantissime le scadenze, a cui sono sottoposte piccole e medie imprese, artigiani, commercianti e professionisti. Con questo ordine del giorno, chiediamo che venga prorogata la scadenza del saldo e del primo acconto delle imposte, cosa già fatta nel 2019 nel “decreto Crescita” a cura del Governo “Conte 1”, in particolare del Vice Ministro Garavaglia e del sottosegretario Bitonci, che erano all'Economia: un'operazione che, spostate le scadenze al 30 di settembre, non costò nulla allo Stato, perché la Ragioneria generale dello Stato la valutò a zero in termini di costo, e si può tranquillamente riproporre oggi. Oltretutto, si evita il tema di essere a ridosso delle scadenze, chiedere le proroghe, ottenere le proroghe di 20 giorni, oppure vedere vanificata la richiesta di proroga; si potrebbe, già da subito, prorogare al 30 di settembre, a costo zero per lo Stato e a favore di liquidità per le piccole e medie imprese, artigiani, commercianti e professionisti. Con questo ordine del giorno, chiedo che il Governo valuti attentamente questa proposta, che non fa nient'altro che riprendere un analogo provvedimento fatto nel 2019, che non costò nulla allo Stato e andò a beneficio, allora, di un'economia che non era nello stato in cui si trova adesso; quindi, a maggior ragione, oggi come allora, prorogate le scadenze.
PRESIDENTE. Il deputato Manfredi Potenti ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3045-A/16. Ne ha facoltà.
MANFREDI POTENTI (LEGA). La ringrazio, Presidente. Con la presentazione di questo ordine del giorno, continuo idealmente la proposta che il collega, onorevole Gusmeroli, stava poc'anzi illustrando, cioè quella di una normativa di favore nei confronti dei contribuenti. Qui mi voglio, invece, occupare del tema dei protesti sui titoli di pagamento. Il protesto è, chiaramente, un atto pubblico, con il quale un pubblico ufficiale attesta che un determinato titolo è stato recato al debitore e il debitore ha rifiutato oppure non ha potuto adempiere all'obbligo. È intervenuto, su questa materia, proprio per la necessità di far fronte agli effetti del lockdown e della pandemia, l'articolo 11 del decreto-legge n. 23 del 2020, convertito in legge n. 40 del 2020, introducendo un primo rinvio dei termini di scadenza dei protesti. Il protesto è oggi una gogna mediatica, il protesto è oggi un elemento di esclusione sociale dal sistema creditizio, da qualunque rapporto con gli intermediari finanziari. Stanno subendo, purtroppo, questa terribile gogna, migliaia e migliaia di piccoli imprenditori, commercianti, attività che, ancora oggi, non sono riaperte. Io vorrei solo ricordare che, nel mese di marzo, alcune delle nostre città italiane erano ancora sottoposte a un regime di cosiddetta zona rossa, ad esempio la città di Prato, un luogo sensibile proprio all'utilizzo di mezzi di pagamento, che sappiamo benissimo in Italia sono ormai divenuti promesse di pagamento; si utilizza l'assegno per pagare qualcosa che ora non siamo in condizioni di pagare, ma che viene intanto consegnato al creditore in attesa della provvista. Lo sappiamo, non è un segreto, magari non è troppo legale, ma purtroppo accade. E dobbiamo anche riconoscere che ci sono cambiali, che, invece, sono state regolarmente emesse a favore di creditori e che, purtroppo, alcuni commercianti, alcuni esercenti, a causa dell'impossibilità di avere disponibilità economiche liquide per la pandemia, non sono in condizioni di onorare, benché lo vogliano. Noi qui chiediamo semplicemente di poter fare qualcosa che, già con la legge di bilancio nel dicembre 2020, avevamo sicuramente accettato tutti, cioè quella di prorogare il termine di scadenza dei titoli di pagamento per garantire a coloro i quali si sono trovati esposti a un protesto o che sono in procinto di subirne uno, di vedere sanata questa situazione in virtù di un'emergenza nazionale, uno tsunami, qual è stato il terribile lockdown dovuto al COVID.
Siamo sicuri che questo Governo non sarà certamente sordo a questo accorato appello, che mi sento di fare, a nome di tutto il gruppo della Lega, perché questa è una necessità che, ancora oggi, tantissimi contribuenti sentono il bisogno di ricevere da uno Stato che un domani potrà aspirare e certamente potrà contare di vedere gettito tributario provenire da questi soggetti che oggi chiedono semplicemente di evitare di dover veramente fallire; perché questo non è tanto un fallimento giuridico, quanto un fallimento morale, un insuccesso nei confronti della comunità nella quale si vive, il fatto di essere esclusi dai rapporti con una banca, non poter fare un assegno, non poter avere una carta di debito, non poter avere un normale conto corrente, perché si è, purtroppo, tacciati e timbrati, come a volte è stato fatto nella storia, lasciamo perdere quando questo avveniva, ma questo è veramente oggi un elemento di danno per tanti, tanti imprenditori. Quindi, chiedo umilmente che il Governo valuti - abbiamo formulato l'ordine del giorno nel senso di “valutare l'opportunità” - di adottare qualche provvedimento per i nostri commercianti e le nostre imprese.
PRESIDENTE. Il deputato Paolo Trancassini ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3045-A/37. Ne ha facoltà.
PAOLO TRANCASSINI (FDI). Grazie, Presidente, grazie paziente sottosegretario. Non è un vero e proprio ordine del giorno, è una storia assurda che noi le raccontiamo, nella speranza che domani non ci sia soltanto il parere positivo, ma addirittura la risposta che questa storia merita. Tempo fa, con la legge n. 205 del 2017, è stato istituito un Fondo presso la Presidenza del Consiglio per aiutare le aziende commerciali e artigiane che operano nell'entroterra; un Fondo che poi è andato via via a sistema, un sostegno a queste attività che prevedeva anche il ruolo attivo da parte dei comuni: parliamo di un bacino di utenza di 10 milioni di persone e di un Fondo di 210 milioni. Pensate, sottosegretario, Presidente, in un momento storico come questo, su un tema centrale che voi stessi avete poi sviluppato all'interno del PNRR, cioè il tema delle aree interne, il tema dei piccoli centri, quanto possa essere importante e di straordinaria attualità mettere a sistema questi 210 milioni. E questa assurda storia va avanti, i comuni si rendono parte diligente, fanno i bandi, a pena di decadenza, una serie di imprese partecipano a questi bandi e, quindi, oggi, in realtà, sarebbe tutto quanto pronto, se non mancasse la piattaforma informatica dove inserire i dati. Ad oggi, 210 milioni per lo sviluppo e l'aiuto alle imprese delle aree interne sono fermi perché manca la realizzazione della piattaforma informatica dove materialmente inserire i dati. Io penso che questa sia anche una storia che, di per sé, può rappresentare un male enorme dell'Italia: è un paradosso, in un momento di grande difficoltà, avere delle somme ferme. Perché? Perché la burocrazia è questa, perché evidentemente la macchina è una macchina enorme, ma anche più semplicemente, sottosegretario, perché a nessuno viene l'idea di farla, materialmente. E allora io, indipendentemente dalle sue competenze, dalle sue deleghe, perché non le conosco in concreto, le chiedo di attivarsi immediatamente per fare in modo che, magari, domani ci possa dire che questa piattaforma è stata messa in cantiere, è stata realizzata - parliamo di una piattaforma informatica, non di una piattaforma nell'oceano per l'estrazione di petrolio, quindi di una cosa anche abbastanza semplice - in modo da poter far arrivare i predetti stanziamenti ai nostri territori, nelle aree decentrate, in quei territori sui quali tutti quanti abbiamo un po' messo la nostra attenzione; a parole, tutti sono disponibili ad aiutare le aree interne, tutti ritengono che i comuni dell'entroterra siano una grande risorsa, però poi la differenza per poterci vivere la fanno il lavoro e l'economia. Questo è uno strumento che rende fattibile tutto questo e, in un momento di grandissima difficoltà, metterebbe a sistema una somma di 210 milioni di euro. Quindi, cancelliamo questa bruttissima storia dalla storia d'Italia e dalla storia del commercio e dell'artigianato. Quindi, non solo mi auguro che venga approvato il mio ordine del giorno, ma che venga immediatamente posta in essere questa piattaforma informatica (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Il deputato Novelli ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3045-A/73.
ROBERTO NOVELLI (FI). Grazie, Presidente. Signor sottosegretario, ho avuto modo prima, nel mio intervento sulla fiducia, di sottolineare come l'azione del Governo sia un'azione positiva, progressiva, che sta rimettendo il Paese nelle condizioni di ripartire. È abbastanza normale che quando si attuano iniziative che coinvolgono attività economiche e persone non tutto riesca secondo le aspettative di chi, in qualche modo, ha subito queste restrizioni. Quindi, ci sono degli aspetti che vanno ancora affinati: ad esempio, l'articolo 8-bis consente, dal prossimo 15 giugno, la ripresa, in zona gialla, delle feste, anche al chiuso, anche organizzate mediante servizi di catering o banchetti, conseguenti alle cerimonie civili e religiose, con la prescrizione che i partecipanti siano muniti di una delle certificazioni verdi da COVID-19 e che vengano rispettate le linee guida vigenti.
Per come è scritta, questa norma dà adito a diverse interpretazioni e sappiamo che, quando ci sono diverse interpretazioni, queste ricadono non sempre in termini positivi verso gli operatori economici in particolare. Ad esempio, ad una cerimonia civile o religiosa, si fa riferimento ai partecipanti, partecipanti a una festa conseguente, per esempio, a una cerimonia, lo ripeto, civile o religiosa, piuttosto che agli ospiti della medesima. È un distinguo non da poco, perché non abbiamo ben compreso se la certificazione verde da COVID-19 valga anche per i lavoratori stessi che sono impegnati nell'organizzazione e nella gestione della festa. Tutti noi capiamo che, se la certificazione verde dovesse riguardare anche i lavoratori, potrebbero accadere delle situazioni non propriamente plausibili: un lavoratore che, magari, nell'arco di una settimana, è impegnato in diversi eventi potrebbe essere costretto, ad esempio, a sottoporsi, a sue spese, a ripetuti tamponi; così come andrebbe previsto che il controllo e la verifica del previsto obbligo del possesso di una delle certificazioni verdi dovrebbe rimanere non in carico al gestore o organizzatore di un qualunque evento previsto dal provvedimento in esame, ma alle Forze dell'ordine, di polizia e alle autorità sanitarie. Risulta difficile pensare che il gestore, ad esempio, di un ristorante possa intervenire rispetto agli ospiti della cerimonia, chiedendo e imponendo l'esibizione del certificato verde. Questo è un aspetto che andrebbe chiarito.
Quindi, quest'ordine del giorno interviene su questi aspetti, chiedendo al Governo che si possa fare chiarezza, prevedere anche l'esclusione dal suddetto obbligo di possesso del certificato verde dei bambini di età inferiore ai 12 anni, che il controllo venga fatto dalle forze deputate, dalle Forze dell'ordine e non dai gestori dei locali e anche, visto che non è esplicitamente riferito alla zona bianca, che siano applicabili esclusivamente in zona gialla le modifiche che abbiamo letto nel decreto.
Credo che questi chiarimenti possano essere utili per tutti gli operatori del settore e anche per gli eventuali ospiti (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Il deputato Caiata ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3045-A/52.
SALVATORE CAIATA (FDI). Grazie, Presidente; buon pomeriggio, sottosegretario. Noi, come sempre, lo diciamo ormai in ogni occasione, in realtà riduciamo la nostra attività, riduciamo la nostra presenza, riduciamo il nostro parlare esclusivamente agli ordini del giorno. Questo è inevitabilmente spiacevole perché è un Parlamento ridotto così, eccolo, vuoto, silenzioso, che non trova più neanche la forza di discutere pochi emendamenti, che non trova più la forza di discutere nessun provvedimento, perché ormai abbiamo solo provvedimenti che arrivano sotto forma di decreto e abbiamo solo decreti su cui viene posta la fiducia. Questo è anche un po' grottesco se pensiamo che, in realtà, all'opposizione siamo solamente in 35 di Fratelli d'Italia, però siamo costretti a questa situazione. Allora, come sempre, parliamo degli ordini del giorno e degli impegni che chiediamo al Governo di assumere. Sappiamo anche che la media statistica degli impegni che vengono assunti e che poi si trasformano in realtà, cioè in azione di Governo, è ridotta alle dita di una mano; questo non ci dà grande tranquillità, ma esercitiamo l'unico strumento che abbiamo a disposizione.
Allora, questo mio emendamento, questo mio ordine del giorno - non mi voglio proprio rassegnare all'idea che non si possa parlare degli emendamenti - tratta il tema dei pubblici esercizi. Sappiamo tutti che i pubblici esercizi sono stati massacrati dalla pandemia, che sono stati massacrati dai provvedimenti che i vari Governi che si sono succeduti hanno voluto adottare nei confronti di queste attività imprenditoriali. Si tratta di provvedimenti che sono stati penalizzanti nei confronti dei pubblici esercizi, da un lato, forse, per impostazioni ideologiche come quelle dei colleghi del MoVimento 5 Stelle, che continuano a pensare che chi fa impresa, chi lavora o chi intraprende debba necessariamente essere un evasore e quindi in questa occasione vada assolutamente penalizzato e perseguitato; dall'altro lato ci viene il sospetto che questi provvedimenti non siano stati solo frutto di impostazione ideologica ma anche di una sorta di calcolo, perché sappiamo bene che in questo anno chiudono 5 mila pubblici esercizi. Molti di questi pubblici esercizi vengono rilevati da grandi multinazionali, che con due soldi possono entrare sul nostro mercato e possono portarsi a casa quelli che sono nostri gioielli; poi, in realtà, i pubblici esercizi non sono nient'altro che un modo per esprimere la nostra capacità di essere italiani, il nostro made in Italy, la nostra eleganza, il nostro savoir-faire, i nostri prodotti, i nostri giacimenti gastronomici; tutto quello che noi abbiamo di buono lo mettiamo insieme nell'accoglienza e nell'ospitalità. Invece, molti di quelli che hanno sofferto di più, quindi nelle grandi location turistiche, nelle grandi piazze, sono in gravissima difficoltà e vengono rilevati per due soldi soprattutto da multinazionali del food, che possono entrare in grandi location facendo piccolissimi investimenti. Tutto questo chi penalizza? Penalizza moltissimo i giovani, che tendenzialmente…
PRESIDENTE. Concluda.
SALVATORE CAIATA (FDI). Un minuto solamente. Ciò penalizza i giovani, che tendenzialmente lavorano all'interno di queste attività; però, come qualcuno ha detto, questi sarebbero lavoretti e quindi, forse, per questo sono un po' penalizzati; per noi, invece, questi non sono lavoretti, ma sono lavori importanti, per cui chiediamo che abbiano fine le limitazioni (orari, aperture, chiusure, numeri). Siamo al ridicolo: non possiamo contarci in 4, però con il tavolo messo a 5 centimetri diventa da 6; oppure dentro si è in 6 però dobbiamo investigare se si tratta di 2 nuclei familiari, insomma, basta alle limitazioni. Chiediamo che i fondi del PNRR vengano utilizzati nell'ambito delle attività ricettive e in genere dell'accoglienza per creare quello che oggi non c'è…
PRESIDENTE. Concluda.
SALVATORE CAIATA (FDI). …ma che potrebbe servire domani, con impianti di areazione e impianti di filtraggio dell'aria, che possano permettere di lavorare anche all'interno qualora ci dovesse essere un ritorno della pandemia. Noi siamo quelli che pensano…
PRESIDENTE. Collega, deve concludere!
SALVATORE CAIATA (FDI). …che le cose vanno pensate oggi perché non manchino domani (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. La deputata Giuseppina Versace ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3045-A/108.
GIUSEPPINA VERSACE (FI). Grazie, Presidente. Con questo ordine del giorno voglio porre l'attenzione sul fatto che il lungo lockdown ha messo a dura prova la sopravvivenza di 100.000 centri sportivi presenti in Italia, 1 milione di addetti ai lavori, con 20 milioni di frequentatori obbligati a oltre 9 mesi di chiusura totale e a 5 mesi di apertura contingentata. Molte strutture hanno già cessato definitivamente la propria attività. Tra i motivi principali delle chiusure ci sono, ovviamente, i costi di gestione particolarmente elevati in questa fase e, forse, anche la mancanza di adeguati e tempestivi aiuti dallo Stato; in aggiunta, vi è anche la riduzione gravosa degli iscritti. Per il 2021, quasi l'80 per cento delle ASD e delle SSD prevede perdite di ricavi e nella metà dei casi si parla addirittura di una misura superiore al 50 per cento. Noi abbiamo il dovere di impedire con tutte le nostre forze che questo triste presagio si realizzi e abbiamo il dovere di restituire fiducia nel futuro. Certo, il Governo non ha la bacchetta magica - ne sono consapevole - e le risorse fin qui stanziate, seppure complessivamente importanti, comunque non sono sufficienti a colmare gli oltre 10 miliardi di perdite registrate in quest'anno, con danni ingenti sul piano economico e sociale. In particolare, voglio anche ricordare i gestori delle piscine, che hanno dovuto sostenere spese importanti per il mantenimento e la funzionalità delle strutture in relazione anche alle complessità che tali impianti comportano. Certo è che, se non interveniamo adesso, il danno economico già rilevante si trasformerà in un danno insanabile in termini sociali, oltre che sanitari. Questo ordine del giorno va, quindi, in questa direzione e chiede al Governo un ulteriore sforzo: chiede al Governo di prevedere un ulteriore fondo di sostegno di 200 milioni di euro a favore di associazioni e società sportive dilettantistiche iscritte al registro del CONI e affiliate alle federazioni sportive nazionali, alle discipline associate e agli enti di promozione sportiva, proprio per aiutarli a sostenere i costi che hanno dovuto inevitabilmente affrontare per la gestione e il mantenimento delle strutture.
È importante restituire un segnale di fiducia, quindi auspico che il Governo prenda seriamente la richiesta attraverso l'approvazione di questo mio ordine del giorno. Grazie, Presidente; ho concluso (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Il deputato Pino Cabras ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3045-A/20.
PINO CABRAS (MISTO-L'A.C'È). Ci sono tanti ordini del giorno che ho fatto in modo seriale in questi anni, nonché un'interpellanza alla quale aveva risposto positivamente a suo tempo il Vice Ministro Misiani, dicendo che avrebbe fatto qualcosa su questo fatto che andavo a segnalare. Ho fatto ciò all'interno della maggioranza, l'ho fatto all'opposizione e mi trovo eternamente a quel punto di partenza, perché su alcuni fatti pesanti dell'economia italiana, che esistevano prima del COVID e che adesso si sono aggravati, non c'è mai una mossa da parte del Governo per cercare di risolverli. Sto parlando di una vicenda che ha dei contorni incredibili e che avevo raccontato a suo tempo nell'interpellanza in Parlamento, laddove 5.000 aziende sarde avevano beneficiato di leggi di agevolazione che avevano consentito loro di fare degli investimenti o di risolvere certe questioni difficili date dalle avversità climatiche, con un abbattimento dei tassi di interesse che a quel tempo erano molto elevati (stiamo parlando di 40-30 anni fa ma questa vicenda si sta trascinando ancora oggi).
Quelle imprese avevano fatto conto su delle provvidenze da parte della regione, quindi da parte della sfera pubblica, che a un certo punto vennero meno, perché l'Unione europea decise di cassare quel tipo di aiuto, perché non era stato notificato, perché c'erano state delle questioni burocratiche che non andavano bene per questa vicenda. Improvvisamente, 5.000 aziende, che significano 5.000 famiglie e 5.000 imprese che facevano il tessuto connettivo dell'agricoltura in Sardegna, si sono trovate a dover pagare dei mutui che valevano anche un tasso di interesse del 20 per cento e, quindi, sono andate facilmente in una situazione di default. Gli stessi imprenditori sono stati nominati come curatori e tutori di quel bene e in qualche modo, anche se sovraindebitati, per anni hanno tenuto in piedi quelle imprese, perché avevano cura degli animali, delle piante e delle piantagioni che avevano realizzato. Nel corso del tempo si scopre che le banche avevano subito incassato l'intero ammontare degli interessi agevolati e questa cosa, nonostante fosse un provvedimento che l'Unione Europea aveva cassato, non ha fatto pagare pegno alle banche. Gli unici a pagare sono stati gli imprenditori agricoli e le famiglie degli agricoltori.
Una vicenda dai contorni definibili per quanto complicati, sulla quale c'è stato, anche da parte del Governo, un provvedimento legislativo, una decina d'anni fa, affinché si istituisse una commissione che ricostruisse tutta la vicenda. Questa commissione non è mai stata realizzata e sono qui sempre a chiedere una cosa semplice: che il Governo, innanzitutto, sospenda questi provvedimenti esecutivi, i pignoramenti che stanno riempiendo le pagine dei giornali locali, con delle imprese che vengono liquidate per un tozzo di pane, imprese che invece varrebbero molto. Questa è una cosa che dall'opposizione ci sentiamo di denunciare come una situazione che si sta aggravando in tutti i settori italiani. C'è il rischio di un pre-default selettivo dell'Italia e avviene in tutte queste circostanze di imprese che vengono lasciate sole, in difficoltà, sovraindebitate e non si interviene. Quindi, innanzitutto sospendere queste procedure. Secondo, nominare un commissario ad acta che ricostruisca l'intera vicenda.
Io credo che su questa storia bisogni agire pienamente, senza paura di dover accontentare quei referenti dell'Unione europea che vogliono procedure rapide, pignoramenti facilissimi. Non bisogna accontentare questo tipo di referenti: bisogna accontentare l'economia italiana nelle sue esigenze profonde, in questo caso l'economia di questi imprenditori che meritano un'attenzione. Quindi, io spero che questa volta il Governo accolga pienamente l'impegno.
PRESIDENTE. Si sono così conclusi gli interventi per l'illustrazione degli ordini del giorno.
Invito il rappresentante del Governo a esprimere… un momento: che succede? La lista degli interventi per me era conclusa.
La collega Ferro ha facoltà di illustrare l'ordine del giorno n. 9/3045-A/42.
WANDA FERRO (FDI). Chiedo scusa al sottosegretario e chiedo scusa, Presidente. Probabilmente sarà sfuggito di inserire il mio nome, però per noi, come gruppo di Fratelli d'Italia, era giusto intervenire su questo ordine del giorno non soltanto perché la prima firmataria è il presidente Meloni ma soprattutto perché riguarda uno dei temi su cui ci siamo impegnati: mi riferisco alle limitazioni, di cui parlavamo oggi anche in dichiarazione di voto sulla fiducia, su temi importanti come la libertà di impresa, le libertà personali, la possibilità di tornare a vivere in condizioni reali di ripartenza, cosa che onestamente in questo decreto non riusciamo a intravedere.
In modo particolare, quest'ordine del giorno parla di una specificità che ha visto l'integrazione di un ulteriore decreto rispetto alle postazioni a sedere nei ristoranti, sia al chiuso sia all'aperto. Certamente parliamo di cose sensate, che riguardano la libertà dei cittadini, ma anche l'economia. Le imprese devono essere aperte. Quindi, quello che si chiede è di abolire immediatamente qualunque vincolo numerico rispetto a quelle prescrizioni che, se funzionano, dovrebbero tutelare tutti. Infatti, se si mangia all'esterno, se si cena e si pranza all'aperto, i contagi sono veramente pochi, pari quasi allo zero; mentre all'interno, se si appartiene a due nuclei familiari, il limite è salito a otto persone, quando col distanziamento non si comprende il perché otto non possano diventare quattordici.
Quindi, si ribadisce quel concetto per il quale noi continuiamo a esortare il Governo, convinti e speranzosi che questo ordine del giorno venga accolto. Infatti, è un ordine del giorno che parla di un'economia piegata su se stessa e di ciò che in qualche modo dovrebbe vedere premiate, soprattutto nelle zone dove il contagio è ormai quasi sparito (e parliamo delle zone bianche), le tante imprese che vogliono lavorare, con la possibilità di attuare ciò che avete sancito col blocco dei licenziamenti. Ma se c'è il blocco dei licenziamenti e il 40 per cento delle aziende, tantissime che riguardano la ristorazione, andranno a chiudere, non abbiamo capito quale sia questa soluzione sensata che il Governo ha trovato.
Io auspico ovviamente che, come abbiamo chiesto, queste limitazioni vengano in qualche modo cancellate, soprattutto insieme a quelle, per esempio, che riguardano anche altri ordini del giorno; penso a quello a prima firma Lollobrigida sullo spostamento che riguarda anche la parte affettiva delle persone, che è stata particolarmente colpita in questa pandemia rispetto al fatto di poter andare a trovare amici e parenti, piuttosto che avere la libertà, nel proprio domicilio, nella propria abitazione, di poter vivere una vita fatta di normalità e di libertà.
Io sono convinta che, non appena avremo i pareri, che auspichiamo possano in qualche modo riconoscere le ragioni di queste battaglie di Fratelli d'Italia, si metta in qualche modo al bando quell'idea che credo un po' tutti gli italiani iniziano a farsi: che spesso l'arroganza genera tirannia e che, quando si limita quella libertà per la quale tanti hanno conquistato i galloni con i tanti sacrifici nel passato, non si può rimanere spettatori inconsapevoli in attesa che il virus passi.
Quindi, siamo ovviamente per tenere le imprese aperte, siamo per le libertà personali, siamo per tutto ciò che in qualche modo possa dare un senso a questo decreto, non soltanto nel titolo ma nella sostanza, e quindi parlare di riaperture (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Credo si possa confermare che si sono così conclusi gli interventi per l'illustrazione degli ordini del giorno, lascio quindi la parola al rappresentante del Governo, sottosegretario Costa.
Qual è il parere del Governo?
ANDREA COSTA, Sottosegretario di Stato per la Salute. Grazie, Presidente. Procedo alla comunicazione dei pareri. Sugli ordini del giorno n. 9/3045-A/1 Termini e n. 9/3045-A/2 Rizzo Nervo il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/3045-A/3 Carnevali il parere è favorevole, a condizione che sia inserita la riformulazione “compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”. Ordine del giorno n. 9/3045-A/4 Noja, parere favorevole a condizione che sia inserita la formula “compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica”. Ordine del giorno n. 9/3045-A/5 Rosato, parere favorevole a condizione che sia inserita la formula “compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica”. Ordine del giorno n. 9/3045-A/6 Gadda, parere favorevole a condizione che l'impegno sia riformulato come segue: “a valutare l'opportunità di differenziare l'entità del nuovo importo del canone minimo annuo per l'utilizzazione delle concessioni demaniali marittime, lacuali e fluviali, in maniera tale da salvaguardare le attività espletate dagli enti del terzo settore che, per le specifiche finalità perseguite, non possono in alcun modo essere equiparati agli altri operatori economici in regime di concessione”. Sugli ordini del giorno n. 9/3045-A/7 Moretto e n. 9/3045-A/8 Mor il parere è favorevole. L'ordine del giorno n. 9/3045-A/9 Fregolent è accolto come raccomandazione. Ordine del giorno n. 9/3045-A/10 Occhionero, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/3045-A/11 Ferri, parere favorevole a condizione che, dopo le parole “l'opportunità di”, sia inserita la formula: “nel rispetto delle indicazioni dell'organismo tecnico scientifico”.
Sull'ordine del giorno n. 9/3045-A/12 Marco Di Maio il parere è favorevole, a condizione che l'impegno sia riformulato come segue: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, di prorogare per le regioni Lazio, Marche e Umbria, in quanto colpite dagli eventi sismici del 24 agosto, del 26 e del 30 ottobre 2016 e del 18 gennaio 2017, le misure di cui all'articolo 244, comma 1, del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020, n. 7. Ordine del giorno n. 9/3045-A/13 Ungaro parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/3045-A/14 Belotti, parere favorevole, a condizione che, in fine, sia aggiunta la seguente frase: “tenuto conto della situazione epidemiologica generale, dell'andamento della campagna vaccinale e in ogni caso previo parere del CTS”.
Ordine del giorno n. 9/3045-A/15 Sarli, parere contrario ai primi due impegni, favorevole al terzo impegno se inserito: “compatibilmente con i vincoli di bilancio”. Ordine del giorno n. 9/3045-A/16 Potenti, parere favorevole, inserendo la formula: “valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/3045-A/17 Longo, parere favorevole, a condizione che, dopo le parole: “a valutare l'opportunità”, sia inserita la seguente frase: “nel rispetto delle autonomie e della programmazione regionale”. Ordine del giorno n. 9/3045-A/18 Furgiuele, invito al ritiro o parere contrario. Ordine del giorno n. 9/3045-A/19 Tombolato, parere favorevole, a condizione che, in fine, sia aggiunta la seguente frase: “tenuto conto della situazione epidemiologica generale, dell'andamento della campagna vaccinale e in ogni caso del parere del CTS”.
PRESIDENTE. Mi scusi, sottosegretario Costa, nell'ordine del giorno n. 9/3045-A/16 Potenti c'è già: “a valutare l'opportunità di”. Quindi, per quanto riguarda l'ordine del giorno…
ANDREA COSTA, Sottosegretario di Stato per la Salute. Parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/3045-A/20 Cabras, invito al ritiro o parere contrario. Accantono un attimo il n. 9/3045-A/21 e passo al n. 9/3045-A/22 Lupi, su cui il parere è favorevole, se dopo la parola: “garantire” sono inserite le parole: “compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”. Ordine del giorno n. 9/3045-A/23 Rizzetto, parere favorevole, a condizione che, dopo le parole: “e a provvedere”, sia inserita la seguente frase: “nel rispetto dei vincoli di bilancio”. Ordine del giorno n. 9/3045-A/24 Albano, parere favorevole, ordine del giorno n. 9/3045-A/25 Bucalo parere contrario, ordine del giorno n. 9/3045-A/26 Testamento, parere favorevole, ordine del giorno n. 9/3045-A/27 Frassinetti, parere contrario. Ordine del giorno n. 9/3045-A/28 Osnato, parere favorevole, con la formula: “a valutare la possibilità di”.
Ordine del giorno n. 9/3045-A/29 Butti, parere favorevole, con la formula: “a valutare l'opportunità di, tenuto conto del quadro epidemiologico complessivo, previo parere degli organi tecnico-scientifici competenti”. Ordine del giorno n. 9/3045-A/30 Lollobrigida, parere contrario. Ordine del giorno n. 9/3045-A/31 Mollicone, parere favorevole per quanto riguarda il primo impegno, favorevole al secondo e al terzo impegno con la formula: “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/3045-A/32 Comaroli, parere favorevole, premettendo: “a valutare l'opportunità di, compatibilmente con i vincoli di bilancio”. Ordine del giorno n. 9/3045-A/33 Plangger, parere favorevole, se aggiunte, in fine, le seguenti parole: “relativamente alle concessioni, escluse quelle stradali”.
Ordine del giorno n. 9/3045-A/34 Colletti, parere favorevole, a condizione che l'impegno sia riformulato come segue: “a valutare, in prossimità della scadenza prevista dal periodo di proroga fissata al 14 settembre 2022, l'opportunità di un ulteriore differimento della soppressione dei predetti uffici giudiziari”. Ordine del giorno n. 9/3045-A/35 Costa, parere favorevole, a condizione che l'impegno sia riformulato come segue: “a valutare, in prossimità della scadenza prevista dal periodo di proroga fissata al 14 settembre 2022, l'opportunità di un ulteriore differimento della soppressione dei predetti uffici giudiziari”. L'ordine del giorno n. 9/3045-A/36 Zucconi è accolto come raccomandazione. Ordine del giorno n. 9/3045-A/37 Trancassini, parere contrario.
Ordine del giorno n. 9/3045-A/38 Silvestroni, accolto come raccomandazione. Ordine del giorno n. 9/3045-A/39 Vallascas, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/3045-A/40 Rotelli, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/3045-A/41 Montaruli, parere favorevole, con la seguente formula: “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/3045-A/42 Meloni, parere contrario. Ordine del giorno n. 9/3045-A/43 Foti, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/3045-A/44 De Toma, accolto come raccomandazione. Ordine del giorno n. 9/3045-A/45 Patassini, accolto come raccomandazione. Ordine del giorno n. 9/3045-A/46 Zennaro, parere favorevole con l'aggiunta: “a valutare l'opportunità di” e “nel rispetto dei vincoli di bilancio”.
Ordine del giorno n. 9/3045-A/47 Baldini, parere favorevole con l'aggiunta: “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/3045-A/48, Cirielli parere favorevole con l'aggiunta: “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/3045-A/49 Galantino, parere favorevole a condizione che al terzo impegno, dopo le parole: “a prevedere”, siano introdotte le seguenti: “compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica”.
Ordine del giorno n. 9/3045-A/50 Maschio, parere favorevole con l'aggiunta, in entrambi gli impegni: “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/3045-A/51 Bignami, parere favorevole con l'aggiunta: “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/3045-A/52 Caiata, parere favorevole con l'aggiunta: “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/3045-A/53 Caretta, parere favorevole con l'aggiunta: “a valutare l'opportunità di” e “nel rispetto delle indicazioni dell'organismo tecnico-scientifico”. Ordine del giorno n. 9/3045-A/54 Bellucci, parere favorevole con l'aggiunta: “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/3045-A/55 Ciaburro, parere favorevole con l'aggiunta: “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/3045-A/56 Lucaselli, parere favorevole con l'aggiunta: “a valutare l'opportunità di” e “nel rispetto delle indicazioni dell'organismo tecnico scientifico”. Ordine del giorno n. 9/3045-A/57 Donzelli, parere favorevole con l'aggiunta: “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/3045-A/58 Varchi, parere favorevole a condizione che l'impegno sia riformulato come segue: “a valutare, in prossimità della scadenza prevista del periodo di proroga fissato al 14 settembre 2022, l'opportunità di un ulteriore differimento della soppressione dei predetti uffici giudiziari”. Ordine del giorno n. 9/3045-A/59 Rampelli, parere favorevole a condizione che, dopo le parole: “al fine”, siano aggiunte le seguenti: “di valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/3045-A/60 Ferro, parere favorevole al primo impegno a condizione che, dopo le parole: “al fine”, siano aggiunte le seguenti: “di valutare l'opportunità di”; favorevole al secondo impegno a condizione che sia aggiunta la formula: “a valutare l'opportunità di”.
Ordine del giorno n. 9/3045-A/61 Vinci, parere favorevole a condizione che sia aggiunta la formula: “a valutare l'opportunità di” Ordine del giorno n. 9/3045-A/62 Delmastro Delle Vedove, parere contrario. Ordine del giorno n. 9/3045-A/63 Costanzo, parere favorevole a condizione che sia aggiunta la formula: “a valutare l'opportunità di” e “alla luce del quadro epidemiologico complessivo”. Ordini del giorno n. 9/3045-A/64 Sapia e n. 9/3045-A/65 Deidda, parere contrario. Ordine del giorno n. 9/3045-A/66 Dall'Osso, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/3045-A/67 Prisco, parere contrario. Ordini del giorno n. 9/3045-A/68 Stumpo e n. 9/3045-A/69 Fassina, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/3045-A/70 Rachele Silvestri, parere contrario. Ordine del giorno n. 9/3045-A/71 Massimo Enrico Baroni, accolto come raccomandazione. Ordine del giorno n. 9/3045-A/72 Bagnasco, parere favorevole a condizione che sia inserita la formula: “compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica”. Ordine del giorno n. 9/3045-A/73 Novelli, parere favorevole al primo impegno; contrario al secondo impegno; favorevole al terzo impegno con l'aggiunta: “a valutare l'opportunità di”.
Ordine del giorno n. 9/3045-A/74 Spena, parere favorevole a condizione che sia aggiunta la formula: “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/3045-A/75 D'Attis, parere favorevole a condizione che sia aggiunta la formula: “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/3045-A/76 Mazzetti, accolto come raccomandazione. Ordine del giorno n. 9/3045-A/77 Martino, parere favorevole a condizione che l'impegno sia riformulato come segue: “a valutare, in prossimità della scadenza prevista del periodo di proroga fissato al 14 settembre 2022, l'opportunità di un ulteriore differimento della soppressione dei predetti uffici giudiziari”.
Ordine del giorno n. 9/3045-A/78 Sportiello, favorevole aggiungendo le seguenti parole: “nel rispetto dei vincoli di bilancio”. Ordine del giorno n. 9/3045-A/79 Carbonaro, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/3045-A/80 Amitrano, parere favorevole aggiungendo: “a valutare l'opportunità di” e in ogni caso con esclusione dello svolgimento di feste in zona arancione e in zona rossa. Ordine del giorno n. 9/3045-A/81 Maraia, accolto come raccomandazione.
Ordini del giorno n. 9/3045-A/82 Galizia, n. 9/3045-A/83 Bruno e n. 9/3045-A/84 Villani, parere favorevole.
Ordine del giorno n. 9/3045-A/85 Gemmato, parere contrario. Ordini del giorno n. 9/3045-A/86 Casa e n. 9/3045-A/87 Chiazzese, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/3045-A/88 Penna, accolto come raccomandazione. Ordine del giorno n. 9/3045-A/89 Corneli, parere favorevole con l'aggiunta: “nel rispetto dei vincoli di bilancio”. Ordine del giorno n. 9/3045-A/90 Iovino, parere favorevole a condizione di inserire le parole: “valutare la possibilità di”, dopo le parole: “al fine di”.
Sull'ordine del giorno n. 9/3045-A/91 Grippa, parere favorevole a condizione che l'impegno sia riformulato come segue: “a valutare, in prossimità della scadenza prevista del periodo di proroga fissato al 14 settembre 2022, l'opportunità di un ulteriore differimento della soppressione dei predetti uffici giudiziari.”
Sull'ordine del giorno n. 9/3045-A/92 Palmisano, parere favorevole a condizione che nell'impegno siano inserite le seguenti parole: “a valutare l'opportunità, non appena l'evoluzione del quadro epidemiologico lo renderà possibile e con le opportune misure di sicurezza, di prevedere (…)”.
Sull'ordine del giorno n. 9/3045-A/93 Deiana, parere favorevole.
Sull'ordine del giorno n. 9/3045-A/94 Ianaro, parere favorevole a condizione che nel secondo impegno la parola “prevedere” sia sostituita con la parola “considerare”…
PRESIDENTE. Ci risulta che la parola “prevedere” sia già inclusa nell'ordine del giorno n. 9/3045-A/94 Ianaro.
ANDREA COSTA, Sottosegretario di Stato per la Salute. Sì, infatti ho detto parere favorevole a condizione che nel secondo impegno la parola “prevedere” sia sostituita con la seguente: “considerare”. Si chiede il cambio di questa parola.
PRESIDENTE. D'accordo.
ANDREA COSTA, Sottosegretario di Stato per la Salute. Sull'ordine del giorno n. 9/3045-A/95 Mantovani, parere favorevole a condizione di inserire le parole: “valutare la possibilità” dopo le parole “al fine di”.
Sugli ordini del giorno n. 9/3045-A/96 Corda e n. 9/3045-A/97 Gusmeroli, parere favorevole.
Sull'ordine del giorno n. 9/3045-A/98 Nevi, parere favorevole a condizione che sia inserita la formula: “compatibilmente con gli equilibri di bilancio”.
Sull'ordine del giorno n. 9/3045-A/99 Barelli, parere favorevole a condizione che, dopo le parole “al fine” siano aggiunte le seguenti “della possibilità”.
Sull'ordine del giorno n. 9/3045-A/100 Porchietto, parere favorevole.
Sull'ordine del giorno n. 9/3045-A/101 Ruffino, parere favorevole a condizione che sia inserita la formula: “compatibilmente con gli equilibri di bilancio”.
Sull'ordine del giorno n. 9/3045-A/102 Gagliardi, parere favorevole a condizione che sia inserita la formula: “compatibilmente con gli equilibri di bilancio”, in entrambi gli impegni.
Sull'ordine del giorno n. 9/3045-A/103 Rospi, parere favorevole.
Sull'ordine del giorno n. 9/3045-A/104 Vanessa Cattoi, parere favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di”.
Sull'ordine del giorno n. 9/3045-A/105 Panizzut, parere favorevole.
Sull'ordine del giorno n. 9/3045-A/106 Giuliodori, parere contrario.
L'ordine del giorno n. 9/3045-A/107 Leda Volpi è accolto come raccomandazione.
Sull'ordine del giorno n. 9/3045-A/108 Versace, parere favorevole a condizione che sia inserita la formula: “a valutare l'opportunità di (…) compatibilmente con gli equilibri di bilancio”.
Infine, era rimasto accantonato l'ordine del giorno n. 9/3045-A/21 Iezzi, su cui il parere è contrario.
PRESIDENTE. Interrompiamo a questo punto l'esame del provvedimento, che, secondo le intese intercorse tra tutti i gruppi, riprenderà nella seduta di domani, a partire dalle ore 9, per lo svolgimento delle ulteriori fasi di esame. La seduta sarà, comunque, sospesa alle ore 11, al fine di rendere possibile recarsi ai funerali del deputato Guglielmo Epifani, per riprendere poi alle ore 15 con lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
Interventi di fine seduta.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Francesco Sapia. Ne ha facoltà.
FRANCESCO SAPIA (MISTO-L'A.C'È). Grazie Presidente, la procura di Torino ha chiesto il rinvio a giudizio per l'assistente del filosofo italiano Gianni Vattimo, padre del pensiero debole. Nello specifico, l'accusa è di circonvenzione di incapace: essa si fonda su una perizia psichiatrica, secondo la quale, però, il filosofo resta, comunque, lucido e razionale. Vattimo ha precisato che il suo assistente ha un regolare contratto e, da tempo, lo aiuta nelle pratiche quotidiane. Vattimo è una persona molto generosa, un intellettuale di fama mondiale. Egli ha il diritto di essere libero, di compiere le proprie scelte e di vivere la sua vita in maniera dignitosa, come ogni altro anziano. L'autorità giudiziaria basa le sue valutazioni sulla base dell'applicazione delle norme e della logica giuridica, ma l'animo e lo spirito umano sono liberi per natura; allora, è necessario comprendere le persone, senza credere che la legge e il diritto possano entrare ovunque. Il Parlamento, Presidente, deve ribadire, al di là della sfera penale, il diritto degli individui di vivere e scegliere secondo il loro giudizio autonomo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Rachele Silvestri. Ne ha facoltà.
RACHELE SILVESTRI (FDI). Grazie Presidente, sono qui, oggi, per riportare un fatto molto, molto grave: l'ennesima aggressione avvenuta verso gli agenti della Polizia penitenziaria del carcere di Marino del Tronto. Questo è un argomento che, purtroppo, non viene mai affrontato e queste persone è come se fossero dimenticate- Oggi, nelle carceri italiane, per aggressioni, risse, colluttazioni, sono decine e decine a farne le spese e, quasi sempre, sono gli agenti della Polizia penitenziaria, che vengono dimenticati, si sentono dimenticati. Quindi, a loro va la mia solidarietà, la mia e del gruppo di Fratelli d'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), a queste persone, a questi agenti che, la scorsa settimana, davanti alla casa circondariale di Marino del Tronto, di Ascoli Piceno, hanno fatto una manifestazione per chiedere delle tutele e, due giorni dopo, hanno subito l'ennesima aggressione. Quindi, noi siamo qui a chiedere attenzione verso le varie carceri: abbiamo avuto anche otto feriti a Piacenza, quindi, purtroppo, è un dato che ritroviamo in tutta Italia.
La situazione all'interno delle carceri, soprattutto in quella di Marino del Tronto, è diventata insostenibile: loro chiedono più tutele e noi, questo Parlamento ed il Governo dobbiamo lavorare per andare a colmare la carenza di personale che, come possiamo vedere anche dal sito del Ministero della Giustizia, è enorme in tutte le carceri italiane e, soprattutto, per ridare la giusta serenità lavorativa e le dovute tutele a chi esercita il proprio compito istituzionale all'interno delle sezioni detentive, perché, soprattutto, quelle sono persone che hanno famiglie e non devono avere paura di andare a lavorare e paura di non poter tornare a casa. Quindi, siamo vicini agli agenti della Polizia penitenziaria per cercare di aiutarli a svolgere al meglio il loro lavoro (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
Ordine del giorno della prossima seduta.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.
Mercoledì 9 giugno 2021 - Ore 9:
(ore 9 e ore 16)
1. Seguito della discussione del disegno di legge:
Conversione in legge del decreto-legge 22 aprile 2021, n. 52, recante misure urgenti per la graduale ripresa delle attività economiche e sociali nel rispetto delle esigenze di contenimento della diffusione dell'epidemia da COVID-19.
(C. 3045-A)
Relatrice: IANARO.
2. Seguito della discussione della proposta di legge costituzionale:
BRUNO BOSSIO; CECCANTI; BRESCIA ed altri; MELONI ed altri: Modifica all'articolo 58 della Costituzione, in materia di elettorato per l'elezione del Senato della Repubblica (Approvata, in un testo unificato, in prima deliberazione, dalla Camera e approvata, senza modificazioni, in prima deliberazione, dal Senato). (C. 1511-1647-1826-1873-B)
Relatori: CECCANTI e CORNELI.
3. Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge:
L'ABBATE e PARENTELA; D'ALESSANDRO ed altri; VIVIANI ed altri: Interventi per il settore ittico e in materia di politiche sociali nel settore della pesca professionale. Delega al Governo per il riordino e la semplificazione normativa nel medesimo settore. (C. 1008-1009-1636-A)
Relatori: GALLINELLA e VIVIANI.
(ore 15)
4. Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata .
La seduta termina alle 19.