XVIII LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Martedì 18 gennaio 2022

ATTI DI INDIRIZZO

Mozione:


      La Camera,

          premesso che:

              la «Terra dei fuochi» è una vasta area situata nell'Italia meridionale che si estende in Campania a cavallo tra la zona sud-occidentale della provincia di Caserta e la Città metropolitana di Napoli. Nello specifico, il territorio comprende una superficie di 1.076 chilometri quadrati, nel quale sono situati 90 comuni, di cui 56 nella provincia di Napoli e 34 nella provincia di Caserta;

              in tale area da decenni si consuma uno dei delitti ambientali più atroci: il proliferare di discariche abusive e/o dell'abbandono incontrollato di rifiuti urbani e speciali. L'interramento di questi è a sua volta associato, il più delle volte, alla loro combustione;

              lo sversamento illegale, incessante e continuo, di rifiuti industriali pericolosi e tossici, dopo aver colmato ogni fossa naturale ed ogni cavità presente sul territorio, ha dato vita a delle piramidi di immondizia diffuse in tutta la Campania. Tali enormi ammassi di rifiuti nati prima nelle aree agricole per poi lambire i centri abitati, sono in seguito oggetto di roghi dolosi, che amplificano l'inquinamento e cancellano le prove che permetterebbero di risalire ai responsabili che alimentano tale fenomeno;

              l'innesco di numerosi roghi di pattume, che ardendo diffondono diossina ed altri gas inquinanti nell'atmosfera per riversarsi poi sui terreni agricoli, è correlato ad un incremento significativo nell'area interessata dell'incidenza di specifiche patologie, in particolare oncologiche, e della mortalità;

              tale fenomeno attenta allo Stato di diritto ed apre le porte all'illegalità e ai commerci connessi, comportando una condanna per gli abitanti, per l'economia, il territorio e beni primari come l'acqua e l'aria, violando così principi costituzionalmente garantiti, in primo luogo dall'articolo 9 e 32 della Costituzione, sulla difesa del patrimonio paesaggistico-naturale e sulla tutela, quale diritto fondamentale, della salute e dell'ambiente salubre;

              lo smaltimento a bassissimo costo per chi compie questi atti illeciti comporta danni enormi ed un costo altissimo in termini di salute per chi lo subisce. La combustione di materiali eterogenei e pericolosi, infatti, sprigiona una ingente quantità di fumi tossici che, oltre ad avvelenare l'aria di tutta la zona e dei territori limitrofi, ricadendo al suolo compromette irrimediabilmente le colture e gli allevamenti presenti, immettendo nella catena alimentare un'enorme quantità d'inquinanti tossici, incontrollati e incontrollabili, fortemente nocivi per la salute umana. Molti di questi prodotti alimentari, sottoposti a controlli insufficienti, sono poi commercializzati su tutto il territorio nazionale, con conseguenze nocive per la salute di chi li mangia e per le economie sane della Campania;

              tali incendi hanno destato una sempre maggiore preoccupazione nelle popolazioni locali da indurre il Governo nazionale e quello regionale ad adottare numerosi provvedimenti o iniziative. Questi però si sono rilevati il più delle volete inefficaci, basta considerare che nell'ultimo anno i roghi tossici sono quasi triplicati;

              gli abitanti dell'intera area, una delle più densamente popolate d'Europa, in molti casi senza percepire il reale pericolo, sono costretti a vivere in un luogo altamente inquinato da sostanze tossiche (diossine, pcb, pcbdl et similia) e ad altissime percentuali. Come ha dimostrato la letteratura scientifica, tali sostanze procurano una serie di malattie, sia fisiche come patologie oncologiche, Sla, sclerosi, lupus e altro, sia mentali, a partire dalla depressione;

              l'inquinamento ambientale, infatti, procura uno stress ossidativo cellulare e mitocondriale che a sua volta produce una serie di danni seri ed irreversibili all'organismo umano. Recenti studi statunitensi, del professor Martin Pall della Washington State University, avrebbero accertato che gli agenti inquinanti innestano un circolo vizioso in cui le sostanze tossiche con le quali l'organismo viene in contatto a livello «locale» (attraverso la cute, gli occhi, nel tratto delle alte vie respiratorie o anche di quello gastrico-intestinale), e cioè molte sostanze chimiche o anche altri fattori, stressogeni di tipo «naturale» come i virus o i batteri e le muffe, attivando a più livelli i ricettori Nmda (N-Metil-D-Aspartato), molecole presenti in diversi organi, portano alla trasformazione continua di NO (Ossido nitrico) in ONOO (perossinitrito). Tale trasformazione – sempre secondo il professor Pall – una volta «cronicizzatasi», genera, poi, processi di tipo infiammatorio e ossidativo, nonché la diminuzione delle capacità «detossificante» negli organi deputati allo smaltimento delle scorie metaboliche. Questi sono processi difficili da arrestare e che scatenano meccanismi di sensibilizzazione locale, che agiscono, di fatto, «aprendo la porta» a pesanti patologie di tipo sistemico; in altre parole, tali reazioni – denominate ciclo NO-ONOO – deteriorerebbero la membrana cellulare che da impermeabile diviene permeabile, permettendo, in questo modo, di far entrare nella cellula sostanze che non dovrebbero essere presenti, alterando il funzionamento della cellula stessa, formando mutazioni epigenetiche e bloccando il funzionamento di alcuni geni. Tali mutazioni epigenetiche si trasformerebbero in mutazioni genetiche per le future generazioni causando nascite di bambini già ammalati o predisposti ad una serie di gravi patologie. Sono pochissime le famiglie della zona risparmiate da malattie e soprattutto le percentuali di tumori, cancri, leucemie e linfomi sono aumentate in maniera considerevole: è sufficiente controllare l'incidenza di casi in tutto il territorio per rendersi conto che nella zona c'è il più alto tasso di questi tipi di patologie e una riduzione della vita media rispetto al resto d'Italia;

              al riguardo, uno studio del 2012 sul Registro tumori infantili della Campania ha evidenziato un aumento statisticamente significativo del numero di casi di neoplasie tiroidee. Nel 2019 è stata confermata la presenza di metalli pesanti (dall'acclarato nesso causale con lo sviluppo di tumori) nei malati di tumore residenti a Giugliano, Qualiano, Castel Volturno e nel quartiere Pianura di Napoli in quantità superiori che nei soggetti sani. Lo studio chiamato «Veritas» è stato condotto dallo Sbarro Institute for Cancer Research and Molecular Medicine della Temple University di Philadelphia e dall'istituto nazionale tumori (Fondazione Giovanni Pascale);

              una mappatura del territorio di competenza della procura di Napoli nord è stata condotta, tra il 2016 e il 2020, da un gruppo di lavoro indipendente dell'Istituto superiore di sanità, su commissione della stessa procura. Si è calcolato che un terzo dei residenti vive a meno di 100 metri da un sito inquinante. L'area è stata analizzata in relazione a due fattori: il primo è la presenza di siti di stoccaggio rifiuti (legali o no), inclusi quelli oggetto di roghi, per un totale di 2.767 siti; il secondo riguarda le informazioni di carattere sanitario, ad esempio diagnosi ospedaliere e dati dell'Air-Tum, Associazione italiana registri tumori (per i comuni ricadenti nella provincia di Caserta, i dati utilizzati sono soltanto quelli tra il 2010 e il 2012). Per ognuno di essi, lo studio ha ripartito i comuni dell'area in quattro fasce di rischio. L'incidenza di numerose patologie è molto più alta nei comuni nelle fasce 3 e 4 (maggiore rischio di presenza di rifiuti inquinanti): in particolare, l'incidenza di leucemie, l'incidenza e la mortalità per tumore alla mammella, le malformazioni congenite, patologie asmatiche, il parto pretermine. Lo studio dimostra «una correlazione con il rischio di esposizione a rifiuti» al punto che «alcuni comuni, infatti, presentano eccessi di specifiche patologie»;

              in base alle indagini svolte in questi anni dalle varie procure, dietro il fenomeno dei diversi incendi dei siti di stoccaggio di rifiuti nella provincia di Caserta vi sarebbe un'unica regia di stampo camorristico. Gli inquirenti avrebbero seguito ed analizzato la strategia dei piromani che avrebbero un obiettivo preciso, quello di far saltare la catena del riciclo e dello smaltimento dei rifiuti per far fiorire, probabilmente, nuovi impianti;

              la «Terra dei fuochi» comprende una popolazione di quasi 3 milioni di abitanti ossia il 52 per cento dell'intera popolazione della regione Campania; appare quindi necessario un celere e risolutivo intervento;

              è ormai dalla dottrina universalmente riconosciuto lo stretto e tragico rapporto direttamente proporzionale tra deprivazione socio-economica e influenza sulle condizioni di salute, in primis nelle patologie oncologiche. Nella «Terra dei fuochi» si sono poi evidenziate ulteriori e maggiori criticità per l'assenza di flussi informativi, nonché di un inadeguato sistema di assistenza;

              al fine di contrastare tale fenomeno è stata avviata la procedura amministrativa secondo gli indirizzi assegnati dal Ministero per il sud e la coesione territoriale in data 5 agosto 2021 del tavolo di concertazione orientato alla sottoscrizione del «Cis Terra dei Fuochi», con la definizione delle linee guida di azione ed il cronoprogramma;

              il Ministero per il sud e la coesione territoriale, in linea con quanto avviene per gli altri Cis attivati e da attivare, si avvale dell'Agenzia per la coesione territoriale nel ruolo di «Autorità che gestisce», oltre ad assicurare le funzioni del «Responsabile unico del contratto» e di Invitalia nel ruolo di «soggetto attuatore» e di supporto tecnico al tavolo;

              in tale contesto, tutti i soggetti coinvolti trasmetteranno le proposte progettuali in merito al Cis, avendo cura di svolgere una preselezione che tenga conto degli ambiti di intervento già condivisi dal Ministro suddetto, della coerenza con le priorità regionali e con quanto previsto dagli strumenti di programmazione e pianificazione territoriale, quali coordinate di azione;

              gli ambiti di intervento selezionati sono i seguenti: in primo luogo l'ambiente (con particolare riferimento alle fragilità ambientali presenti nella zona, e con esclusione degli interventi di bonifica in senso stretto e delle infrastrutture per i rifiuti); in secondo luogo la rigenerazione urbana e sociale (con particolare riferimento alle linee di azione che conducano ad una maggiore inclusività sociale per territori che quotidianamente convivono con un rilevante livello di disagio e di ingerenza della criminalità); in terzo luogo la cultura (con interventi mirati al rilancio culturale, inteso come volano per la rinascita;

              la valutazione delle proposte progettuali, da sottoporre al Tavolo istituzionale per la verifica e successiva approvazione degli interventi da inserire nel Cis, tiene conto dei criteri di eleggibilità, già declinati dal Ministro per il Sud e la coesione territoriale: il primo è la complementarietà e l'integrazione rispetto ad altri investimenti già finanziati, in corso di realizzazione o già realizzati; il secondo è la cantierabilità, da intendersi come tempi stimati per l'effettivo avvio dei lavori. Più in particolare, le proposte potranno avere ad oggetto sia interventi già dotati di livello di progettazione, definitivo o esecutivo, sia nuovi interventi. La scheda di rilevazione, anche attraverso il cronoprogramma, fornirà tutte le informazioni utili per individuare il diverso grado di cantierabilità e le più efficaci soluzioni di accelerazione per le due tipologie di proposte; il terzo è la strategicità: in coerenza con i recenti indirizzi e le priorità definiti nell'ambito della programmazione (Pnrr);

              il rapporto Ecomafia 2021 ha evidenziato come fra le peggiori regioni, in base ai reati ambientali, vi siano ancora ai primi posti quelle in cui si segnala una maggiore presenza della criminalità organizzata. Con 5.457 reati totali accertati di illegalità ambientale nel 2020, al ritmo di 15 reati al giorno, seppure con una leggerissima flessione degli illeciti (92 in meno rispetto al 2019), si registra un incremento delle persone denunciate (ben 654, pari al 15,5 per cento in più), degli arresti, più che raddoppiati (50 contro i 24 del 2019) e dei sequestri (131 in più nel corso del 2020) in Campania, che si conferma la regione dell'ecomafia a livello nazionale. A livello provinciale la maglia nera per illegalità ambientale spetta a Napoli con 1.615 reati. La Campania registra il numero più alto di reati in applicazione della legge 68 del 2015 sugli ecoreati, nel 2020 raggiungono quota 280 (+77 per cento rispetto lo scorso anno), con 216 persone denunciate e 3 arrestate, coinvolgendo 7 persone giuridiche e con un valore di beni sequestrati di oltre 25 milioni di euro;

              la Campania con 2.054 reati (+6,4 per cento, rispetto allo scorso anno), in merito al ciclo dei rifiuti quasi un quarto di quanto verbalizzato in tutto il Paese, guida la classifica degli illeciti accertati nel 2020. Sono state 1947 le persone denunciate, 17 gli arresti e ben 896 i sequestri. Anche in questa filiera, la provincia di Napoli con 522 reati accertati si conferma prima a livello nazionale. Non si sono fermati gli incendi agli impianti di trattamento, smaltimento e recupero con numeri da codice rosso: da quando Legambiente ha iniziato questa specifica attività di monitoraggio, nel gennaio del 2013, di incendi se ne sono contati 165. Un numero rilevatore delle fragilità del sistema, dovute soprattutto alla mancanza di impianti di trattamento e riciclo, in particolare al Sud, sostituiti da capannoni industriali presi in affitto o recuperati da procedure fallimentari, riempiti illegalmente di rifiuti e poi sistematicamente incendiati, con gravi danni ambientali e seri rischi per la salute dei cittadini;

              destano particolare preoccupazione le dichiarazioni del direttore generale dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli, Marcello Minenna, il quale nel corso della sua audizione alla Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere, del 9 marzo 2021, ha dichiarato: «nel 2020 sono state sequestrate 7300 tonnellate di rifiuti, un numero impressionante che dimostra che il tema è tutt'altro che di scarso rilievo [...] legato alla malavita e alla criminalità organizzata.». Lo stesso Minenna ha affermato, nel corso dell'audizione presso la Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati del 9 giugno 2021: «Dobbiamo valutare questo dato anche alla luce della contrazione della logistica derivante dalla crisi pandemica. [...] Dalle nostre analisi vediamo che le quantità principali di sequestri derivanti dall'attività di Campania e Calabria»;

              la mancanza di impianti in Italia e l'alto costo per lo smaltimento dei rifiuti fa sì che essi vengano portati all'estero. Per l'Arma dei carabinieri il ciclo illegale di smaltimento dei pannelli fotovoltaici e dei rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (Raee) costituisce senza dubbio – sopratutto per la regione Campania – la maggior parte delle attività di indagine. Infatti, tra gli impianti alimentati da fonti rinnovabili, particolare interesse destano quelli fotovoltaici che, secondo recente analisi statistica, risultano essere 730 mila in funzione in Italia, per oltre 100 milioni di moduli fotovoltaici installati. Una volta giunti a fine vita, gli stessi devono essere smaltiti adeguatamente come richiesto dalla direttiva europea sui Raee recepita in Italia dal decreto legislativo 14 marzo 2014, n. 49, divenendo di fatto necessario garantire il loro corretto smaltimento, recuperando e rimettendo nel ciclo della produzione tutti i materiali di cui sono composti, con evidenti ritorni economici anche notevoli per aziende, consorzi ed operatori della filiera del riciclo dei rifiuti nonché il rischio concreto di smaltimenti illegali,

impegna il Governo:

1) ad adottare ogni iniziativa di competenza volta ad escludere qualsiasi ipotesi di realizzazione di nuovi impianti per la combustione dei rifiuti nella regione Campania;

2) a considerare, con riferimento alla regione Campania, l'adozione di iniziative normative volte a prevedere una moratoria del conferimento di rifiuti, provenienti da altre regioni, destinati all'incenerimento e allo sversamento in discarica, nonché la sospensione delle procedure per l'apertura di nuovi impianti impattanti dal punto di vista ambientale e di nuove discariche, promuovendo un monitoraggio di tutti i siti compromessi sia quelli censiti sia quelli non ancora noti;

3) a valutare, per quanto di competenza e in collaborazione con la regione Campania, l'adozione di iniziative per una nuova programmazione del ciclo dei rifiuti, che vada verso la completa realizzazione dei dettami dell'economia circolare, attraverso la realizzazione di ambiti territoriali più piccoli e omogenei, affidando agli enti locali la gestione a monte della raccolta differenziata e, a valle, la realizzazione e la gestione di mini impianti di compostaggio anaerobico, che potrebbero determinare il salto di qualità della raccolta differenziata;

4) ad adottare le iniziative di competenza per realizzare, in collaborazione con la regione Campania, attraverso lo stanziamento di congrue risorse, tramite il Sistema nazionale per la protezione dell'ambiente, una nuova mappatura su vasta scala dei terreni, a partire dalla «Terra dei Fuochi», in considerazione dell'attività delle procure, dei controlli ambientali, delle denunce dei cittadini e delle associazioni ambientaliste, e alla luce dei recenti incendi dolosi anche in discariche abusive;

5) ad adottare iniziative, per quanto di competenza, per completare, in collaborazione con la regione Campania e prevedendo lo stanziamento di risorse congrue e nuove assunzioni di personale, la bonifica dei siti inquinati;

6) a realizzare, in collaborazione con la regione Campania, l'istituto superiore di sanità e l'Ispra, una indagine epidemiologica per aggiornare i dati relativi allo stato di salute della popolazione, a partire dalla «Terra dei Fuochi», anche alla luce dei nuovi fatti di cronaca;

7) ad adottare le iniziative di competenza, anche normative, per introdurre, ai fini dell'individuazione di nuovi impianti di trattamento e smaltimento di rifiuti, un fattore di pressione che non consideri solo le volumetrie delle discariche, ma sia inteso quale massima concentrazione di aree e di volume di rifiuti conferibili su unità di superficie territoriale;

8) ad assumere le iniziative di competenza, anche normative, per subordinare la realizzazione di nuovi impianti o l'ampliamento di impianti per lo smaltimento di rifiuti, ovvero di impianti la cui realizzazione potrebbe determinare un peggioramento della qualità dell'aria, ad una concreta diminuzione del predetto fattore di pressione;

9) a favorire e promuovere forme di coinvolgimento delle popolazioni interessate dalla realizzazione di nuovi impianti di smaltimento dei rifiuti, anche nella modalità del dibattito pubblico, al fine di favorire la partecipazione dei cittadini;

10) a promuovere, in collaborazione con il Servizio sanitario nazionale e l'Ispra e i competenti organi regionali, la redazione con cadenza annuale di un rapporto di valutazione del danno sanitario anche sulla base dei dati del registro tumori e delle mappe epidemiologiche sulle principali malattie derivanti da inquinamento ambientale;

11) ad assumere iniziative di competenza per estendere la possibilità di avvalersi dell'impiego delle forze armate, in operazioni di sicurezza e di controllo per la prevenzione dei delitti di criminalità ambientale, anche ai prefetti delle città colpite dai fenomeni di cui in premessa, al fine di tutelare le popolazioni residenti e l'integrità ambientale;

12) ad adottare iniziative per disporre misure per la videosorveglianza dei territori interessati, a supporto della tutela del territorio, dell'ambiente, della salute e delle attività produttive, al fine di individuare i responsabili dei roghi, e ad assumere iniziative affinché le forze armate possano realizzare dei blocchi all'ingresso dei campi per sequestrare la refurtiva e gli oggetti provenienti dal rovistaggio destinati ad essere bruciati, favorendo, in tale contesto, protocolli con centri di ricerca e imprese per lo sviluppo e l'impiego di nuove tecnologie aerospaziali per il monitoraggio attivo del territorio;

13) ad intraprendere, per quanto di competenza, iniziative volte a garantire l'efficace perseguimento del reato di combustione illecita di rifiuti, in maniera tale che siano assicurati alla giustizia gli autori dei reati;

14) in particolare, ad assumere iniziative normative affinché, nei confronti dei responsabili del reato di combustione illecita di rifiuti previsto dal codice dell'ambiente, sia disposto l'arresto in flagranza;

15) a valutare l'opportunità di intensificare i controlli per la repressione di qualsiasi attività illecita e non controllata di smaltimento di rifiuti e prevedere iniziative di accelerazione e semplificazione degli interventi di bonifica dei siti con rifiuti e delle aree limitrofe contaminate, al fine di tutelare la salute pubblica e garantire la riqualificazione delle aree della Campania interessate dall'inquinamento;

16) a valutare l'opportunità di intraprendere iniziative, anche di carattere normativo, idonee al contrasto effettivo dello smaltimento illegale dei rifiuti, al fine di tutelare la salute della popolazione, l'ambiente e l'ecosistema tramite un maggiore controllo del territorio;

17) a valutare l'opportunità di adottare iniziative normative per disciplinare l'abbandono di rifiuti pericolosi da parte di privati, attualmente configurato come mero illecito amministrativo, in maniera tale da configurarlo come illecito penale contravvenzionale, assoggettato alle pene alternative dell'arresto da tre mesi a un anno o dell'ammenda;

18) ad adottare iniziative, in primis mediante il celere stanziamento di fondi, con riferimento alle aree della Terra dei Fuochi dove l'ormai tragico rapporto fra disagio socio-economico e incidenza delle malattie sta causando una vera e propria crisi sanitaria.
(1-00574) «Buompane, Maraia, Micillo, Maglione, L'Abbate, Del Sesto, Cadeddu, Villani, Barzotti, Torto, Ianaro, Donno, Lovecchio, Manzo, Del Grosso, Di Stasio, Del Monaco, Caso, Adelizzi».

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazione a risposta in Commissione:


      IEZZI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. — Per sapere – premesso che:

          la società A2A gestisce 20 centrali idroelettriche e un sistema di 10 dighe per una potenza installata di 1.200 mw;

          la multi-utility italiana A2A sta portando avanti il progetto di joint venture con la società d'investimento francese Ardian;

          nel mese di giugno 2021 due aziende hanno firmato un accordo non vincolante nel quale venivano delineati i termini generali di una partnership su una nuova società, controllata da A2A, attiva nel mercato della produzione e della distribuzione di elettricità;

          Ardian, secondo quanto riportato, investirà fino a 1,5 miliardi di euro in questa nuova società, alla quale A2A trasferirà alcuni asset: centrali eoliche, idroelettriche e solari; strutture per la produzione di idrogeno e lo stoccaggio; le attività di fornitura dell'energia. Avrà un valore d'impresa di circa 4,1 miliardi di euro;

          A2A deterrà il 55 per cento delle quote della nuova società; Ardian il restante 45 per cento;

          a parere dell'interrogante l'operazione presenta alcune criticità; un soggetto estero prende possesso delle concessioni idroelettriche e secondariamente l'operazione si configura formalmente come un conferimento, ma in realtà il fatto che Ardian conferisca anche del denaro, ad avviso dell'interrogante, configura la stessa come una compravendita;

          i rapporti con Ardian, colosso europeo delle infrastrutture, sollevano inoltre molte perplessità. Come rivelato dalla stampa, infatti, il partner è stato scelto da A2A senza alcuna gara. Inoltre come advisor dell'operazione franco-italiana è stata scelta la banca d'affari Nomura, di cui Marco Patuano, presidente di A2A, è senior advisor Europe per telecomunicazioni e infrastrutture;

          una questione di opportunità avrebbe suggerito di recidere quel legame che potenzialmente poteva dare adito a un conflitto di interessi, oppure di scegliere un altro advisor;

          le funzioni di vigilanza e di sicurezza delle dighe sono di competenza dello Stato, con specifica attribuzione alla direzione generale per le dighe e le infrastrutture idriche ed elettriche del Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili –:

          se gli elementi citati in premessa possano rappresentare un rischio per la sicurezza nazionale e quali iniziative, per quanto di competenza, il Governo intenda assumere in merito alla gestione delle concessioni idroelettriche e del sistema delle dighe.
(5-07374)

Interrogazione a risposta scritta:


      BALDINO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro per le politiche giovanili. — Per sapere – premesso che:

          con avviso pubblico del 31 dicembre 2020 sono state avviate le attività di selezione dei programmi e dei progetti di servizio civile universale di cui all'articolo 5 del decreto legislativo n. 40 del 6 marzo 2017;

          con decreto del Capo dipartimento per le politiche giovanili e il Servizio civile universale n. 738 adottato solo il 3 dicembre 2021 sono stati individuati, definitivamente, i programmi di intervento di servizio civile universale da finanziare a valere sulle risorse del Fondo nazionale per il servizio civile, nonché con gli stanziamenti previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) e con quelli del Programma operativo nazionale «Iniziativa Occupazione Giovani», che attua la Garanzia Giovani in Italia, definiti dal documento di programmazione finanziaria per il 2021;

          dal decreto dipartimentale n. 723 del 1° dicembre 2021, con il quale sono state approvate le graduatorie definitive relative ai programmi, risulta che è stato positivamente valutato un numero complessivo di 857 programmi, corrispondenti a 77.848 operatori volontari, così distinti:

              810 programmi da realizzarsi in Italia per l'impiego di n. 76.639 operatori volontari;

              45 programmi da realizzarsi all'estero per l'impiego di 1.172 operatori volontari;

              2 programmi da realizzarsi nell'ambito del Pon-log per l'impiego di 37 operatori volontari;

          il bando pubblicato il 14 dicembre 2021 per 56.205 giovani operatori volontari tiene conto delle somme complessivamente disponibili per il Servizio civile universale per l'anno 2021 per programmi selezionati a seguito dell'avviso pubblicato in data 31 dicembre 2020;

          il Pnrr contiene un progetto apposito dedicato al Servizio civile universale nella Missione 5, componente 1, attribuendo un forte significato al contributo del Servizio per i percorsi di emancipazione dei giovani e per il rafforzamento delle loro competenze ai fini dell'accesso all'occupazione –:

          se il Governo intenda, per quanto di competenza, valutare ogni possibile soluzione al fine di reperire ulteriori risorse necessarie per estendere ad altri giovani candidati l'opportunità di svolgere il servizio civile;

          se si intendano fornire notizie in merito al periodo intercorso dal 31 dicembre 2020, data di pubblicazione dell'avviso agli enti, fino al 26 gennaio 2022, data di scadenza dell'ultimo bando per i giovani, così come all'elevato numero di mancati avvii, rinunce ed abbandoni da parte dei giovani operatori;

          se si intendano adottare iniziative per prevedere ulteriori misure che favoriscano l'inserimento dei giovani operatori nel mercato del lavoro, il rafforzamento delle loro competenze, come indicato dallo stesso Governo nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), e il rafforzamento e la semplificazione dell'istituto.
(4-11121)

AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INTERNAZIONALE

Interrogazione a risposta orale:


      DELMASTRO DELLE VEDOVE. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

          dal 16 al 21 gennaio 2022, il Vice Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale Marina Sereni si trova in una visita istituzionale a Cuba e in Costa Rica;

          nel corso dei vari appuntamenti, il Vice Ministro Sereni incontrerà i vertici governativi del regime comunista cubano e co-presiederà la VI Sessione del dialogo politico Italia-Cuba;

          secondo quanto riportato da una nota stampa della Farnesina, il Vice Ministro Sereni firmerà un Memorandum sulla cooperazione allo sviluppo per un contributo triennale di 12 milioni di euro;

          a giudizio dell'interrogante, prima di consegnare risorse alle autorità cubane o alla rete di ong che gravitano attorno al regime comunista, sarebbe stato opportuno fare una riflessione sulla situazione dei diritti umani e delle libertà fondamentali del popolo cubano;

          giova ricordare che l'Italia è parte dell'Unione europea anche quando la difesa dello stato di diritto riguarda nazioni diverse dalla Polonia e dall'Ungheria. In particolare, tra Unione europea e Cuba vige un accordo di dialogo politico e di cooperazione (Pdca) firmato nel 2016, in cui il Governo cubano si impegna a rispettare i diritti umani e il Parlamento europeo ha condannato, a più riprese, le ripetute violazioni da parte del regime comunista cubano;

          giova ricordare, inoltre, che il 5 luglio 2017 il Parlamento ha dato la sua approvazione al Pdca, con chiare condizioni legate al miglioramento dei diritti umani e della democrazia a Cuba, tra cui figura una clausola sospensiva in caso di violazione delle disposizioni in materia di diritti umani;

          l'11 luglio 2021, in più di 50 città dell'isola, si sono svolte importanti manifestazioni per protestare pacificamente contro la grave crisi socio-economica, la carenza cronica di medicinali e altri beni essenziali nonché contro le restrizioni sistematiche dei diritti umani;

          tali rivendicazioni, parallelamente alla situazione causata dalla pandemia di Covid-19, hanno intensificato le richieste di diritti civili e politici e di democrazia e, in risposta alle manifestazioni, il Governo cubano ha sistematicamente preso di mira semplici manifestanti, dissidenti politici, leader religiosi, attivisti per i diritti umani, artisti indipendenti e giornalisti;

          centinaia di persone, vittime dell'ingiustizia e della repressione imposte dal regime cubano, sono state arbitrariamente arrestate, detenute o poste agli arresti domiciliari sotto costante sorveglianza e devono rispondere di accuse penali;

          molti di quanti sono stati arbitrariamente incarcerati sono soggetti a isolamento continuo, compresi periodi in celle di punizione, torture crudeli e trattamenti disumani e degradanti, senza avere accesso ai propri avvocati né a cure mediche adeguate. Alcuni di essi sono detenuti in carceri molto lontane dalle loro abitazioni, il che impedisce ai familiari di fare loro visita e alcuni presentano problemi di salute, il che rende particolarmente urgente il loro rilascio;

          tutto questo rappresenta una plastica violazione dei diritti umani e delle libertà fondamentali da parte del regime comunista cubano –:

          se il Governo abbia posto al regime comunista cubano il tema della condizionalità tra l'erogazione delle risorse promesse e il rispetto delle libertà e dei diritti fondamentali del popolo cubano;

          se i 12 milioni di euro impegnati nella cooperazione allo sviluppo saranno gestiti dalle autorità statali cubane e dalle organizzazioni della società civile direttamente o indirettamente controllate dal regime cubano.
(3-02719)

ECONOMIA E FINANZE

Interrogazione a risposta in Commissione:


      PEZZOPANE, BRAGA, BURATTI, MORASSUT, MORGONI, PELLICANI e ROTTA. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

          il comma 28, lettera f), dell'articolo 1 della legge di bilancio 2022, attraverso l'inserimento del comma 8-ter all'articolo 119 del decreto-legge n. 34 del 2020 (relativo al cosiddetto Superbonus del 110 per cento) stabilisce che, per gli interventi effettuati nei comuni dei territori colpiti da eventi sismici verificatisi, a far data dal 1° aprile 2009, dove sia stato dichiarato lo stato di emergenza, la detrazione per gli incentivi fiscali di cui ai commi 1-ter, 4-ter e 4-quater, spetta, in tutti i casi disciplinati dal comma 8-bis, per le spese sostenute entro il 31 dicembre 2025, nella misura del 110 per cento;

          si rammenta il contenuto dei commi 1-ter, 4-ter e 4-quater dell'articolo 119:

              1-ter: nei comuni dei territori colpiti da eventi sismici, l'incentivo di cui al comma 1 (detrazione del 110 per cento) spetta per l'importo eccedente il contributo previsto per la ricostruzione;

              4-ter: i limiti delle spese ammesse alla fruizione degli incentivi fiscali eco bonus e sisma bonus, sostenute entro il 30 giugno 2022, sono aumentati del 50 per cento per gli interventi di ricostruzione riguardanti i fabbricati danneggiati dal sisma nei comuni di cui agli elenchi allegati al decreto-legge 17 ottobre 2016, n. 189, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 dicembre 2016, n. 229, e di cui al decreto-legge 28 aprile 2009, n. 39, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 giugno 2009, n. 77, nonché nei comuni interessati da tutti gli eventi sismici verificatisi dopo l'anno 2008 dove sia stato dichiarato lo stato di emergenza. In tal caso, gli incentivi sono alternativi al contributo per la ricostruzione e sono fruibili per tutte le spese necessarie al ripristino dei fabbricati danneggiati, comprese le case diverse dalla prima abitazione, con esclusione degli immobili destinati alle attività produttive.

          4-quater: nei comuni dei territori colpiti da eventi sismici verificatisi a far data dal 1° aprile 2009 dove sia stato dichiarato lo stato di emergenza, gli incentivi di cui al comma 4 spettano per l'importo eccedente il contributo previsto per la ricostruzione;

          con riferimento al comma 8-ter si stanno determinando due linee interpretative differenti: la prima, a quanto consta agli interroganti, prevederebbe l'attuazione degli interventi eco-bonus e sisma-bonus, estesi fino al 31 dicembre 2025, nella misura del 110 per cento, su «immobili» ubicati nei territori comunali, inseriti nella dichiarazione dello Stato di emergenza a far data dal 1° aprile 2009, «a prescindere dalla presenza di un esito di danno dell'immobile oggetto di intervento»;

          la seconda prevede l'attuazione degli interventi eco-bonus e sisma-bonus, estesi fino al 31 dicembre 2025, nella misura del 110 per cento su «immobili» ubicati nei territori comunali, inseriti nella dichiarazione dello stato di emergenza a far data dal 1° aprile 2009, a condizione che l'immobile abbia un esito di danno accertato da scheda Aedes (esito b, c, e) –:

          se, al fine di favorire il processo di ricostruzione delle aree colpite dal sisma, intenda confermare la correttezza dell'interpretazione in base alla quale il nuovo comma 8-ter dell'articolo 119 del decreto-legge n. 34 del 2020 si applica agli immobili ubicati nei territori comunali, inseriti nella dichiarazione dello stato di emergenza a far data dal 1° aprile 2009, a prescindere dalla presenza di un esito di danno dell'immobile oggetto di intervento.
(5-07391)

Interrogazione a risposta scritta:


      RIXI e CAPITANIO. — Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

          la legge di bilancio 27 dicembre 2017 n. 205, in riferimento agli indennizzi/ristori erogati alle emittenti locali, ai sensi dell'articolo 1, comma 1039, lettera b), ha previsto la rottamazione delle frequenze attualmente in uso alle emittenti locali in anticipo di circa 10 anni rispetto alle concessioni a suo tempo rilasciate alle medesime;

          dette frequenze sono state assegnate agli operatori telefonici per l'implementazione del «5G», generando un introito allo Stato pari a 6.5 miliardi di euro, mentre, a tutte le emittenti locali, sono stati riconosciuti complessivi 301 milioni di euro e detta situazione creerà notevoli disagi alle emittenti stesse in termini di riduzione della capacità trasmissiva, problematiche trasmissive, cambio di frequenza con disagi notevoli per la ricezione, perdita degli introiti derivanti da affitto della banda a terzi; si fa presente che non si conosce, a oggi, come detto «ristoro/indennizzo» vada contabilizzato e come trattato sotto il profilo fiscale;

          considerato il notevole danno che viene causato al settore dell'emittenza televisiva locale sarebbe opportuno chiarire detto aspetto, prevedendo che gli importi che saranno riconosciuti a titolo di indennizzo/ristoro alle attuali emittenti locali, saranno esenti da tassazione, in quanto atti a compensare la perdita anticipata della risorsa frequenziale e i danni correlati;

          in alternativa, occorrerebbe chiarire che gli importi che sono riconosciuti a titolo di indennizzo o ristoro alle attuali emittenti locali saranno soggetti a tassazione dilazionata in un periodo di dieci anni corrispondente alla durata residua della concessione oggetto di rottamazione –:

          se e quali iniziative di competenza i Ministri interrogati intendano adottare per chiarire la problematica esposta in premessa, in particolare se intendano precisare che gli importi che saranno riconosciuti a titolo di indennizzo/ristoro alle attuali emittenti locali saranno esenti da tassazione, in quanto atti a compensare la perdita anticipata o, in alternativa, se intendano chiarire che gli importi riconosciuti a titolo di indennizzo o ristoro alle attuali emittenti locali saranno soggetti a tassazione dilazionata in un periodo corrispondente alla durata residua della concessione oggetto di rottamazione.
(4-11120)

GIUSTIZIA

Interrogazione a risposta scritta:


      CIRIELLI, LOLLOBRIGIDA, DELMASTRO DELLE VEDOVE e VARCHI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

          la vicenda giudiziaria che nel 2019 ha coinvolto Luca Palamara, conducendo alla sua radiazione dalla magistratura, continua a distanza di due anni a ripercuotersi sulla credibilità, del sistema giudiziario e dei suoi rappresentanti;

          sin dall'inizio molte testate giornalistiche hanno divulgato le intercettazioni delle conversazioni presenti sul telefono di Palamara, smascherando un vero e proprio sistema in cui magistrati di rilievo ed esponenti politici dialogano per decidere le più importanti nomine dell'amministrazione giudiziaria e ministeriale;

          molti componenti del Consiglio superiore della magistratura (Csm) i cui nomi erano emersi nel corso delle intercettazioni, si sono dimessi o sono stati sospesi, altri, invece, continuano a ricoprire ruoli di rilievo, come il dottor Giuseppe Cascini, ex segretario generale dell'Associazione nazionale magistrati (Anm), esponente di spicco di Magistratura Democratica (Md), e attuale componente della sezione disciplinare del Csm, il cui nome sarebbe emerso più volte dalle chat di Palamara, con riguardo tra l'altro alla sua nomina a procuratore aggiunto di Roma e al trasferimento del fratello presso la procura di Roma;

          inoltre, nel corso del procedimento disciplinare a carico dell'onorevole Cosimo Ferri per l'incontro avuto nel 2019 all'Hotel Champagne di Roma con Palamara e l'onorevole Luca Lotti, il dottor Cascini è stato ricusato dall'incolpato per aver espresso sul medesimi giudizi in un incontro con Palamara invitandolo a «non frequentare Ferri, non te lo dico più»;

          al riguardo, Cascini interrogato dalla sezione disciplinare avrebbe asserito che l'incontro era avvenuto su richiesta di Palamara per parlare dell'elezione del vicepresidente del Csm; versione smentita dalla testata giornalistica «Il Riformista» che ha pubblicato le chat con Palamara a testimonianza che gli incontri sarebbero stati richiesti da Cascini;

          siffatta vicenda getta ulteriori ombre su un importante esponente del Csm, nonché componente della sezione disciplinare, sollecitando dubbi e legittimi interrogativi;

          l'ex Presidente di sezione della Cassazione, dottor Antonio Esposito, in un recente articolo su «Il Fatto» ha affermato che «Cascini non è più compatibile con il suo ruolo di componente del CSM e in particolare della commissione disciplinare», sollevando incertezze anche sui silenzi serbati dal Procuratore generale della Cassazione, dottor Giovanni Salvi, anche lui esponente di spicco di Magistratura democratica e titolare, unitamente al Ministro della giustizia, dell'azione disciplinare nei confronti delle toghe;

          Salvi, secondo quanto riportato da Palamara nel libro «Il Sistema», avrebbe organizzato un pranzo su una terrazza di un prestigioso hotel della Capitale per perorare la propria nomina a Procuratore generale della Cassazione e, a seguito della nomina, avrebbe adottato un provvedimento stabilendo che «l'autopromozione» non è passibile di sanzione disciplinare;

          i gravi fatti emersi sin dal 2019 hanno condotto l'Anm ad avviare un procedimento disciplinare nei confronti dei magistrati che avrebbero interloquito con Palamara per ottenere promozioni, incolpati di aver violato il codice deontologico interno; sebbene per l'Anm le condotte di Salvi e Cascini sarebbero anch'esse sanzionabili, tuttavia ad oggi non risulterebbero tra i settanta nominativi verso cui si intenderebbe procedere –:

          se, a fronte della gravità dei fatti esposti in premessa, non intenda promuovere ogni iniziativa utile, per quanto di competenza, anche, ove ne sussistano i presupposti, di carattere ispettivo, o comunque di carattere normativo, volta a salvaguardare i principi costituzionali posti a fondamento del sistema di autogoverno della magistratura e, in definitiva, a tutela del prestigio dell'ordine giudiziario.
(4-11130)

INFRASTRUTTURE E MOBILITÀ SOSTENIBILI

Interrogazione a risposta in Commissione:


      GALLO e DAVIDE AIELLO. — Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

          con il decreto legislativo n. 194 del 2021 «Attuazione della direttiva (UE) 2019/1159 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 20 giugno 2019, recante modifica della direttiva 2008/106/CE concernente i requisiti minimi di formazione per la gente di mare e che abroga la direttiva 2005/45/CE riguardante il reciproco riconoscimento dei certificati rilasciati dagli Stati membri alla gente di mare», non si è ritenuto di rivedere quella parte della disciplina in materia regolata dal decreto ministeriale n. 51 del 1° marzo 2016, con cui furono stabilite le procedure di rinnovo dei certificati di competenza, dei certificati di addestramento e delle prove documentali, con l'intento di rendere l'addestramento dei marittimi italiani conforme ai cosiddetti Emendamenti Manila 2010;

          la rivisitazione italiana del codice STCW, ossia il codice di formazione della gente di mare, del rilascio dei brevetti e della guardia, è più restrittiva del dispositivo internazionale, introducendo la necessarietà di rinnovare i certificati «prima» della naturale scadenza, imponendo ai marittimi di svolgere gli aggiornamenti dei corsi (refresher) in centri di addestramento privati, addossandone ai lavoratori tutti gli oneri;

          i corsi di «refresher», secondo quanto previsto nella sezione A-I/11 del codice STCW, «Riconvalida dei certificati» devono essere svolti solo dai marittimi che non riescono a dimostrare la loro «competenza professionale continua» di cui sono chiaramente indicati i parametri, e i corsi refresher sono indicati in alternativa a detta continuità professionale e non in aggiunta;

          la «continuità di competenza professionale» è tuttora fraintesa, anche nelle professioni equivalenti;

          infatti, il decreto ministeriale n. 51 del 2006, all'articolo 7, comma 1, indica le occupazioni alternative equivalenti al periodo di navigazione richiesto, stabilendo che tali occupazioni debbano essere svolte, per almeno trenta mesi, nei cinque anni di validità del certificato da rinnovare, mentre alla lettera a) del comma 3 del medesimo articolo, si richiede che tale periodo debba essere continuativo di servizio, escludendo, di fatto, i lavoratori stagionali che, evidentemente, con sei mesi di lavoro all'anno, raggiungerebbero il periodo prescritto;

          è bene sottolineare che il codice STCW e di riflesso la direttiva europea 2008/106/CE del 19 novembre 2008, sanciscono gli standard «minimi» di addestramento, secondo i quali, al di sotto, non possono essere concesse abilitazioni. Giacché ulteriori abilità non sono richieste dall'attuale normativa, sono ignote le motivazioni dell'applicazione di una normativa così rigida e restrittiva, considerato che gli altri Paesi appartenenti all'area Imo ritengono necessari i refresh solo per i marittimi che non dimostrino la continuità di competenza professionale;

          è altrettanto vero che gli Stati membri possono stabilire criteri più rigorosi della convenzione STCW e della direttiva europea, ma risulta palese che alzare l'asticella non giovi al lavoratore e dissuada dal proseguire o intraprendere tale professione, in considerazione del fatto che tutto il percorso è svolto in forma privata e a proprie spese, senza nemmeno la possibilità di detrazioni o deduzioni fiscali;

          infatti, come riportato da Shipping Magazine, le due maggiori associazioni armatoriali mondiali, Bimco (Baltic and International Maritime Council) e Ics (International Chamber of Shipping), con il loro rapporto «Seafarer Workforce», pubblicato nel luglio 2021, hanno affermato che, all'attualità, mancano 26.240 ufficiali all'appello e, nel giro di 5 anni, se il rapporto tra domanda e offerta dovesse rimanere costante, la quota potrebbe salire a 89.510 unità, mettendo a rischio la piena operatività della flotta mercantile mondiale –:

          quali siano le motivazioni che hanno portato a considerare l'imprescindibilità dei refresh nella riconvalida dei certificati abilitativi alla professione marittima;

          se si preveda di adottare iniziative per una riconsiderazione delle misure di cui in premessa nell'ottica di una fedele applicazione del codice internazionale STCW;

          se i Ministri interrogati prevedano di porre in essere iniziative per stabilire formule di detrazione o deduzione fiscale per i marittimi che abbiano svolto i corsi di aggiornamento, pur dimostrando con il periodo prescritto «competenza di continuità professionale».
(5-07372)

Interrogazione a risposta scritta:


      CONTE. — Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. — Per sapere – premesso che:

          con lettera del 6 febbraio 2017, il vice presidente della regione Campania, sulla base di esplicita richiesta avanzata dall'Alleanza delle Cooperative della Campania, ha formulato all'allora Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, e all'allora Vice Ministro, istanza affinché fosse modificato il decreto del Ministro delle infrastrutture e trasporti n. 2523 del 27 dicembre 2001 adottato ex lege n. 21 del 2001, «al fine di consentire la trasformazione del regime di utilizzazione degli alloggi, realizzati ai sensi della legge 21/2001, da locazione permanente a locazione a termine»;

          la stessa richiesta veniva formulata dalla regione Veneto;

          sulla base di dette richieste e di un parere reso dall'Avvocatura generale dello Stato concludente che «non risultano impedimenti di carattere legislativo a che la destinazione di detti alloggi per la locazione avvenga sulla base di rapporti obbligatori temporalmente definiti e cioè che si disponga con decreto ministeriale il passaggio della locazione permanente a locazione a termine in carenza con le istanze regionali», il direttore generale pro tempore del Ministero, con propria nota del 22 dicembre 2017, ha richiesto «a ciascuna regione di esprimere le proprie valutazioni in merito alla possibilità di consentire la trasformazione del regime di utilizzazione degli alloggi di edilizia agevolata...»;

          il 19 aprile 2018 la conferenza delle regioni e delle province Autonome, ha adottato un ordine del giorno di impegno per il Governo, volto ad ottenere un provvedimento «che consenta alle regioni la possibilità di autorizzare la trasformazione della destinazione degli alloggi da locazione permanente a locazione a termine...»;

          da allora, nonostante la disponibilità espressa dalla Conferenza delle regioni a partecipare a un tavolo tecnico, nulla è stato prodotto in merito –:

          quali siano i motivi che hanno del tutto bloccato il procedimento avviato dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, volto alla modifica del decreto ministeriale n. 2523 del 27 dicembre 2001, al fine di consentire la trasformazione del regime di utilizzazioni degli alloggi realizzati ai sensi della legge n. 21 del 2001, da locazione permanente a locazione a termine, e quali iniziative di competenza intenda adottare per rispondere alle istanze formulate dalle regioni Campania e Veneto, e dalla Conferenza delle regioni, attesa, peraltro, l'aspettativa di centinaia di famiglie interessate alla soluzione positiva della problematica sin qui rappresentata.
(4-11123)

INTERNO

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:

I Commissione:


      CECCANTI e ENRICO BORGHI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

          da notizie a mezzo stampa si è appreso che, nella giornata di sabato 15 gennaio 2022, nei pressi di Piazza della Libertà ad Alessandria, una ragazzina di soli tredici anni sarebbe stata brutalmente aggredita alle 16.30 da un gruppo di coetanee che l'avrebbero insultata prima, e spinta poi, nonché presa a calci e pugni, per futilissimi motivi legati alla statura della ragazza;

          secondo quanto riportato da Alessandria news, la giovanissima sarebbe stata accompagnata dai genitori – intenzionati a sporgere denuncia – all'ospedale infantile, dove i medici le avrebbero medicato le lesioni fisiche;

          sempre nella notte tra sabato 15 e domenica 16 gennaio 2022 per le vie di Alessandria si sarebbe verificata una rissa tra giovanissimi, documentata anche dalla diffusione di video via web;

          desta particolare preoccupazione il ripetersi di analoghi episodi di violenza ormai da diverse settimane, al punto che il centro di Alessandria appare ormai in balia di gruppi di ragazzi che terrorizzano coetanei e non solo;

          pur nella consapevolezza che si tratti di un fenomeno complesso e che tali episodi siano la spia dei diffondersi di un profondo disagio psichico specie tra i giovani e i giovanissimi provati da quasi due anni di pandemia, tali atti sono assolutamente inaccettabili, e impongono la necessità di una risposta immediata che possa ripristinare nel più breve tempo possibile un adeguato livello di sicurezza nella città di Alessandria –:

          se e quali iniziative urgenti di competenza intenda adottare per ripristinare quanto prima un livello adeguato di sicurezza nella città di Alessandria e per impedire in futuro il ripetersi di fatti analoghi, in particolare ai danni di persone così giovani.
(5-07378)


      SARRO e NOVELLI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

          la tutela delle minoranze linguistiche fa parte del nucleo dei princìpi fondamentali sanciti dalla Costituzione italiana;

          tra le regioni che vivono il fenomeno del multilinguismo, una particolare attenzione merita la realtà del Friuli-Venezia Giulia, da sempre una terra di confine e di incontro di popoli: oltre all'italiano, lingua ufficiale, la regione autonoma ha anche riconosciuto come lingue regionali il friulano, lo sloveno e il tedesco;

          in particolare, per la sola minoranza slovena sono state introdotte specifiche disposizioni dalla legge 23 febbraio 2001, n. 38, recante «norme a tutela della minoranza linguistica slovena della regione Friuli-Venezia Giulia»;

          tale legge, all'articolo 8, comma 4, stabilisce che nelle città di Trieste, Gorizia e Cividale del Friuli, le amministrazioni comunali devono istituire un ufficio per i cittadini che intendano: avvalersi del diritto di ricevere risposta in lingua slovena nelle comunicazioni verbali, di norma direttamente o per il tramite di un interprete ovvero nella corrispondenza, con almeno una traduzione allegata al testo redatto in lingua italiana; vedersi riconosciuto il diritta all'uso della lingua slovena nei rapporti con le autorità amministrative e giudiziarie locali; ottenere il rilascio di atti e provvedimenti di qualunque natura destinati ad uso pubblico e redatti su moduli predisposti, compresi i documenti di carattere personale quali la carta di identità e i certificati anagrafici, a richiesta dei cittadini interessati, sia in lingua italiana e slovena sia nella sola lingua italiana;

          al fine di garantire l'utilizzo della lingua slovena nella pubblica amministrazione il medesimo articolo autorizza la spesa massima di 5.805 milioni di Lire annue a decorrere dall'anno 2001 –:

          quanti servizi e di quale tipologia siano stati erogati e quante persone ne abbiano usufruito per ogni ufficio costituito ai sensi dell'articolo 8, comma 4, della legge 23 febbraio 2001, n. 38, negli ultimi 3 anni, nonché quale sia la percentuale di utilizzo di moduli redatti in lingua italiana e slovena e di quelli redatti solo in lingua italiana.
(5-07379)


      CORNELI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

          con legge regionale n. 26 del 24 agosto 2018, pubblicata sul bollettino ufficiale della regione Abruzzo, è stato istituito, con decorrenza al 1° gennaio 2023, il comune di Nuova Pescara (PE), mediante la fusione dei comuni contigui di Montesilvano, Pescara e Spoltore;

          l'iter, piuttosto articolato, avviato nel 2014, ha rappresentato il più grande processo di fusione mai realizzato in Italia; tuttavia, lo stesso risente di forti rallentamenti dovuti a motivazioni di carattere politico, campanilistico, procedurale e finanziario;

          la realizzazione di tale ambizioso progetto ha certamente bisogno di Un sostegno particolare ed orientato al pragmatismo, considerando le seguenti specifiche questioni:

              l'articolo 79 del Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali (Tuel) non prevede, per i consiglieri comunali impegnati nelle sedute delle commissioni consiliari istituite, la possibilità di avere permessi o licenze dal lavoro dipendente. Più volte, alla convocazione delle sedute, infatti, non vi erano i numeri minimi necessari per lo svolgimento delle stesse;

              al fine di favorire la fusione dei comuni, l'articolo 15, comma 3, del Tuel prevede che lo Stato eroghi appositi contributi straordinari per dieci anni decorrenti dalla fusione stessa, commisurati ad una quota dei trasferimenti spettanti ai singoli comuni che si fondono;

          la commisurazione del contributo spettante a ciascun comune è stata innalzata, nel 2016, al 40 per cento dei trasferimenti attribuiti nel 2010, al 50 per cento nel 2017 e, a decorrere dal 2018, al 60 per cento dei trasferimenti erariali attribuiti per l'anno 2010, nel limite massimo di 2 milioni di euro del contributo per ciascun beneficiario, che risulta tuttavia ancora insufficiente. considerato il numero di abitanti, pari a circa 194.000 unità;

          oltre a ciò, per superare il problema del personale in organico, le disposizioni introdotte dal comma 450 dell'articolo della legge n. 190 del 2014, prevedono un'applicazione più limitata dei vincoli relativi alle facoltà assunzionali e ai rapporti di lavoro a tempo determinato per i comuni che procedono alla fusione nei primi cinque anni dalla fusione stessa. Tale ipotesi potrebbe essere applicata anche ai comuni per i quali è stata approvata la fusione;

          sebbene l'articolo 9 della legge regionale 24 agosto 2018, n. 26 (Abruzzo) preveda l'intervento sostitutivo regionale mediante l'eventuale nomina di un commissario ad acta, è auspicabile che tale eventualità sia esclusa-;

          quali iniziative di competenza il Ministro interrogato intenda adottare in merito alle criticità riferite al procedimento di riorganizzazione dei servizi dei comuni coinvolti nel processo di fusione nel comune di Nuova Pescara.
(5-07380)


      RAVETTO. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

          la notte del 31 dicembre 2021, in piazza Duomo a Milano, si sono verificate plurime aggressioni e molestie ai danni di alcune donne da parte di gruppi di uomini di origine nordafricana;

          vale la pena di riportare nella sua crudezza il racconto di due delle ragazze aggredite, riportato dall'edizione online del quotidiano La Repubblica: «pensavamo di divertirci e invece a un certo punto siamo state circondate da un gruppo di persone. Parlavano tutti in arabo e ci spingevano; a un certo punto sono caduta per terra e continuavano a metterci le mani addosso. Non potevamo scappare eravamo bloccate. Piangevamo e urlavamo aiuto ma nessuno ci ha aiutate. Avevamo trenta persone attorno che ci toccavano dappertutto, nessuno parlava italiano e purtroppo nessuno parlava inglese quando siamo riuscite a uscire da li»;

          ci si chiede cosa sarebbe potuto succedere se non fossero intervenute rapidamente le forze dell'ordine;

          una delle donne aggredite, dopo essere stata derubata, è stata persino parzialmente spogliata;

          per la loro dinamica le aggressioni sono molto simili a quelle avvenute nella città di Colonia (Germania) nel 2016 e, pertanto, si può dire che esistesse un precedente che avrebbe dovuto fungere da avvertimento;

          stando alle informazioni note si è trattato di giovani immigrati di origine nordafricana, di seconda generazione e alcuni persino cittadini italiani; se ciò fosse confermato questo testimonierebbe il fallimento del nostro modello di integrazione;

          vi è poi il sospetto, confortato dalle dinamiche dell'azione, che vi sia stata una regia dietro questi atti, ovvero che bande di criminali nordafricani abbiano intenzionalmente voluto umiliare le donne che erano a festeggiare in piazza a Capodanno; se ciò fosse confermato, si imporrebbe un ripensamento integrale anche dei piani di sicurezza sul territorio, in particolare nelle periferie milanesi;

          alla luce di quanto riportato, è inspiegabile la tendenza di una certa ideologia di sinistra, in particolare nella città di Milano, a minimizzare questo tipo di fatti e a non voler vedere il grande problema di integrazione che esiste in alcune zone metropolitane –:

          come intenda rispondere il Ministro interrogato, in termini di strategia di sicurezza e integrazione, per assicurare che questi gravissimi fatti non si ripetano, anche eventualmente pensando ad iniziative che garantiscano un controllo più capillare delle forze dell'ordine nei quartieri in cui risiedono tali soggetti.
(5-07381)


      PRISCO, MELONI e MONTARULI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

          il 9 novembre 2021, con sentenza n. 240 del 2021, la Corte costituzionale si è pronunciata con un giudizio di legittimità in via incidentale sulla riforma delle città metropolitane operata con la legge 7 aprile 2014, n. 56, cosiddetta legge Delrio;

          in particolare, la questione era incentrata sulla legittimità delle modalità di elezione dei sindaci metropolitani, che, in base alla vigente normativa, sono di diritto i sindaci del comune capoluogo, eletti dai soli residenti in quella città;

          il sindaco metropolitano, quindi, pur governando un territorio molto più vasto di quello della sua elezione, non è il rappresentante diretto dei cittadini degli altri territori da lui amministrati, che non possono partecipare, neanche in via indiretta, all'elezione del sindaco metropolitano;

          in merito la Corte, pur pronunciandosi nel senso dell'inammissibilità della questione costituzionale sottopostale ha rilevato come «non sia in sintonia con le coordinate ricavabili dal testo costituzionale» il sistema previsto dalla legge Delrio, per quanto riguarda l'individuazione del sindaco metropolitano, e ha evidenziato che si «rende pertanto urgente un riassetto degli organi di queste ultime (le Città metropolitane), risultando del tutto ingiustificato il diverso trattamento riservato agli elettori residenti nel territorio della, Città metropolitana rispetto a quello delineato per gli elettori residenti nelle province»;

          la Corte ha altresì affermato che «La presa d'atto dell'esistenza di una pluralità di soluzioni astrattamente disponibili per porre rimedio a tale accertata situazione di incompatibilità con i richiamati parametri costituzionali (a partire dalla natura dell'elezione, diretta o indiretta, ovvero dall'introduzione di raccordi fiduciari tra organo consiliare e sindaco metropolitano), non può tuttavia esimere questa Corte dal sollecitare un intervento legislativo in grado di scongiurare che il funzionamento dell'ente metropolitano si svolga ancora a lungo in una condizione di non conformità ai richiamati canoni costituzionali di esercizio dell'attività politico-amministrativa»;

          i suddetti profili di incostituzionalità potrebbero, inoltre, riflettersi in un vizio su tutti gli appalti a cui partecipano le città metropolitane, con il conseguente pericolo di perdete fondi in ambiti di intervento quali l'edilizia scolastica o le strade provinciali, un pericolo quanto mai attuale a fronte dell'impiego da parte di tutti gli enti locali delle risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr);

          quali iniziative, anche normative, intenda assumere il Governò in merito alle criticità esposte in premessa, per garantire la rappresentanza di tutti i cittadini e per salvaguardare l'impiego delle risorse finanziarie delle città metropolitane.
(5-07382)


      D'ETTORE e MUGNAI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

          numerosi sono le cariche istituzionali e i governatori e gli amministratori locali oggetto di una virulenta campagna intimidatoria da parte dei No vax;

          il vice sindaco di Arezzo Lucia Tanti di recente ha formalizzato presso gli uffici della Digos della questura di Arezzo la denuncia per le minacce No Vax ricevute nei giorni scorsi, intimidazioni contenute nei volantini rinvenuti vicino alla sua abitazione e nelle centinaia di messaggi sulla sua pagina facebook, tutti che paiono riconducibili alla sigla ViVi che identifica la frangia estremista del gruppo anti-vaccino;

          il governatore della regione Toscana Eugenio Giani è stato a sua volta oggetto di minacce di morte da parte dei No vax, sempre in relazione al suo impegno nella campagna di vaccinazione, sfociate in un'inchiesta con 18 indagati per istigazione a delinquere, a disobbedire alle leggi, con l'aggravante terroristica;

          il presidente della regione Friuli Venezia Giulia e il presidente dell'Emilia Romagna Bonaccini sarebbero nel mirino di anonimi, anche a seguito della campagna a favore dell'obbligo vaccinale agli over 50 ora deciso dal Consiglio dei ministri;

          dopo le recenti minacce il Comitato per l'ordine e la sicurezza ha anche disposto la scorta per il governatore ligure Giovanni Toti; si tratta di una decisione presa non solo a causa delle ultime minacce scritte sui muri del quartiere di Oregina ma pure per quelle costanti che arrivano dal web anche per le sue posizioni a favore del vaccino anti covid e del green pass;

          anche per la sottosegretaria di Stato, Tiziana Nisini, non sono mancate, nei giorni scorsi, minacce e insulti attraverso i social –:

          quali iniziative di competenza il Ministro interrogato intenda assumere in via d'urgenza al fine di porre fine a una campagna intimidatoria nei confronti dei governatori regionali e delle cariche istituzionali da parte dei cosiddetti No vax anche con riguardo all'utilizzo dei social che risulta allo stato privo di efficaci controlli.
(5-07383)

Interrogazioni a risposta scritta:


      CABRAS. — Al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

          il Governo della Repubblica Bolivariana del Venezuela con nota dell'Ambasciata in Italia del 27 ottobre 2020 ha richiesto alla Repubblica Italiana la formale estradizione del cittadino venezuelano Rafael Darío Ramírez Carreño per poterlo processare in Venezuela per i reati di peculato doloso proprio, evasione della procedura di offerta (turbativa d'asta), associazione a delinquere;

          Ramírez Carreño, in qualità di ex legale rappresentante dell'azienda di Stato PDVSA, era stato raggiunto da un ordine di cattura del giudice del Tribunale 10° di prima istanza del circuito giudiziario penale dell'area metropolitana di Caracas;

          l'autorità giudiziaria venezuelana ha presentato richiesta di estradizione nei confronti di Ramírez Carreño al fine di consentire lo svolgimento del processo alla presenza dell'imputato presso il competente tribunale di Caracas, non essendo prevista, nel sistema venezuelano, la possibilità di procedere in contumacia dell'imputato;

          in data 10 novembre 2020 il Ministero della giustizia ha inoltrato la suddetta istanza di estradizione al procuratore generale presso la corte di appello di Roma con la richiesta, alla corte di appello, di disporre, nei confronti del signor Ramírez Carreño, in caso di decisione favorevole all'estradizione, la misura coercitiva della custodia in carcere, ai sensi dell'articolo 704, comma 3, c.p.p.;

          la requisitoria della competente Procura generale è intervenuta in data 8 luglio 2021, ovvero 9 mesi dopo la trasmissione degli atti da parte dell'autorità ministeriale, con parere favorevole alla estradizione richiesta dall'Autorità della Repubblica Bolivariana del Venezuela, ritenendo che il procedimento non fosse frutto di attività persecutoria determinata da motivi politici;

          a seguito di tale decisione, prodromo della conseguente ed inevitabile sentenza di estradizione, Ramírez Carreño ha presentato richiesta di riconoscimento dello status di rifugiato alla Commissione territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale di Roma e in tempo record, in data 15 luglio 2021, la Commissione ha concesso lo status di rifugiato con un atto privo di motivazione;

          in data 14 settembre 2021 la Corte di Appello di Roma, Sezione IV, ha emesso sentenza di rigetto dell'estradizione in ragione dell'intervenuta protezione internazionale riconosciuta dalla commissione del Ministero dell'interno che, ai sensi dell'articolo 33 della Convenzione di Ginevra e in applicazione dell'articolo 698 c.p.p., preclude la possibilità di consegnare l'imputato al Paese di provenienza;

          la suddetta sentenza della corte di appello, valutata la gravità dei reati ascritti a Ramírez Carreño, ha disposto la trasmissione degli atti al Ministro della giustizia affinché, ai sensi dell'articolo 10 C.P., siano accertate e punite le eventuali responsabilità di Ramírez Carreño per i fatti ascritti di cui alla richiesta di estradizione –:

          se il Ministro dell'interno intenda chiarire:

              a) quali siano stati i tempi dell'istruttoria relativi all'istanza per il riconoscimento della protezione internazionale presentata da Ramírez Carreño, di cui in premessa, e se questi siano compatibili e in linea con procedimenti analoghi;

              b) se per il procedimento di riconoscimento dello status di rifugiato siano stati svolti approfondimenti specifici e personalizzati nei confronti di Ramírez Carreño per verificare la sussistenza dei presupposti per il riconoscimento della protezione principale, al di là delle valutazioni circa le generiche situazioni di difficoltà del Venezuela per cui possono essere concesse le prerogative di protezione sussidiaria;

              c) se tali approfondimenti, siano stati effettuati tenendo conto della requisitoria del procuratore generale della corte di appello di Roma che ha espresso parere favorevole all'estradizione in data 8 luglio 2021;

              d) quali siano i motivi a fondamento dell'accoglimento della istanza di rifugiato che hanno indotto la competente commissione territoriale a riconoscere una protezione specifica e non sussidiaria;

          se il Ministro della giustizia non intenda procedere senza alcun ritardo agli adempimenti di cui all'articolo 10 del codice penale in relazione a quanto previsto dalla sentenza del 14 settembre 2021 della corte d'appello di Roma, anche in considerazione della gravità dei reati ascritti a Ramírez Carreño, dell'impossibilità di procedere al processo in contumacia in Venezuela e della necessità di acclarare la sussistenza dei fatti contestati.
(4-11124)


      TRANO. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

          il 3 agosto 2021 il Ministro dell'interno, tramite emanazione di apposito decreto, ha fissato nei giorni di domenica 3 ottobre e lunedì 4 ottobre 2021 le consultazioni per l'elezione diretta dei sindaci previste nel periodo dal 15 settembre al 15 ottobre 2021 e l'eventuale turno di ballottaggio per l'elezione diretta dei sindaci nei giorni di domenica 17 ottobre e lunedì 18 ottobre 2021;

          il prefetto di Latina provvedeva alla convocazione dei comizi elettorali ed agli altri adempimenti di propria competenza per l'elezione diretta del sindaco e del consiglio comunale del comune di Formia e per l'eventuale turno di ballottaggio;

          il primo turno delle predette consultazioni si concludeva senza il raggiungimento del quorum utile all'elezione diretta e si rendeva necessario, quindi, procedere con l'ulteriore turno di ballottaggio tra i due candidati più votati: Amato La Mura e Gianluca Taddeo;

          a seguito del turno di ballottaggio – tenutosi nei giorni 17 e 18 ottobre 2021 – tra il primo ed il secondo classificato risultava uno scarto di soli 38 voti; sarebbero inoltre sorti dubbi sulla corrispondenza tra il numero di schede autenticate e la presenza di schede elettorali con indicazione di candidati diversi rispetto a quelli acceduti al ballottaggio;

          in ben 10 sezioni potrebbe essere stato violato il vincolo normativo previsto dall'articolo 47 del decreto del Presidente della Repubblica n. 570 del 1960, ovvero l'obbligo per le sezioni di autenticare un numero di schede corrispondente a quello degli elettori;

          in ben 7 sezioni sarebbe stata riscontrata una difformità rispetto alle schede pervenute al seggio dal Ministero dell'interno; (in talune ipotesi mancherebbe addirittura il riferimento al numero di schede pervenute);

          all'appello mancherebbero 24 schede autenticate su cui era stato posto il bollo dal presidente di ciascuna sezione –:

          di quali informazioni disponga il Ministro interrogato in merito a quanto rappresentato in premessa;

          se e quali iniziative intenda intraprendere, per quanto di competenza, in relazione alle criticità riscontrate, con particolare riguardo alla necessità di contrastare il diffondersi di pratiche come quella della cosiddetta «scheda ballerina», anche implementando e rendendo più chiare le istruzioni ministeriali per le operazioni elettorali.
(4-11128)

ISTRUZIONE

Interrogazione a risposta scritta:


      CONTE. — Al Ministro dell'istruzione, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

          con l'ordinanza n. 1 del 7 gennaio 2022 del presidente della giunta regionale della Campania è stata disposta, a causa dell'emergenza pandemica, la sospensione delle attività in presenza dei servizi educativi per l'infanzia e dell'attività scolastica e didattica in presenza della scuola dell'infanzia, della scuola primaria e della scuola secondaria di primo grado;

          contro tale ordinanza è stato proposto ricorso presso il Tar della Campania da un gruppo di genitori di minori e dall'avvocatura dello Stato;

          la quinta sezione del Tar Campania, con ordinanza n. 19 del 2022, emessa con decreto monocratico, ha accolto l'istanza cautelare proposta e ha sospeso l'esecutività dell'ordinanza 1/2022 della regione Campania, fissando la trattazione collegiale in Camera di Consiglio per l'8 febbraio 2022;

          a seguito dell'ordinanza regionale sopra menzionata, diversi sindaci dei comuni della Campania avevano, a loro volta, con ordinanze sindacali, sospeso le lezioni scolastiche in presenza, ampliando in taluni casi il provvedimento alle scuole secondarie di secondo grado presenti sui loro territori;

          risulta che, in alcuni comuni, come ad esempio quelli di Maiori e Minori, in provincia di Salerno, siano rimasti in essere le ordinanze sindacali di chiusura delle scuole dal momento che non tutte richiamavano esplicitamente l'ordinanza regionale annullata e dunque avrebbero richiesto apposito e nuovo ricorso al tribunale amministrativo;

          i sindaci della Costa d'Amalfi, secondo quanto riportato dalla stampa, hanno spiegato che «pur prendendo atto degli sviluppi giudiziari dell'ordinanza regionale di rinvio della didattica in presenza, la Conferenza dei sindaci della Costa d'Amalfi ritiene di confermare le decisioni già prese. Restano pertanto in vigore le 14 ordinanze sindacali per ciascuno dei comuni costieri»;

          tutto ciò avviene benché alcuni prefetti, tra cui quello di Salerno, abbiano invitato i sindaci a ritirare in autotutela le ordinanze per evitare di interrompere servizi essenziali;

          come ha adeguatamente motivato il Tar Campania, con la sua ordinanza, la dettagliata normativa, di rango primario, e dunque sovraordinata rispetto all'eventuale esercizio del potere amministrativo, disciplina in maniera specifica la gestione dei servizi e delle attività didattiche in costanza di pandemia, al fine di «prevenire il contagio» e di garantire, nel contempo, il loro espletamento «in presenza», il che esclude che possa residuare spazio, nei settori considerati, per l'emanazione di ordinanze contingibili che vengano a regolare diversamente i medesimi settori di attività;

          le ordinanze emergenziali si giustificano nell'ordinamento, e si fanno legge nel caso concreto, solo ove ricorra, oltre all'urgenza, la mancanza di altra regola che abbia previsto la fattispecie e l'abbia regolata;

          non può mantenersi – secondo il Tar Campania – l'efficacia di un provvedimento amministrativo palesemente contrastante rispetto alle scelte politiche operate a livello di legislazione primaria, peraltro incidente, in maniera così evidentemente impattante, sui livelli uniformi di fruizione di servizi pubblici tra i quali quello scolastico;

          a maggior ragione, ciò non può non valere anche per le analoghe ordinanze disposte dai sindaci che negano, così, un servizio primario operando scelte in totale difformità rispetto alla norma primaria e mancando le condizioni oggettive di emergenza stante la mancata collocazione del territorio regionale in zona rossa –:

          se il Governo intenda assumere iniziative, per quanto di competenza e quali, per l'immediato ripristino del servizio scolastico nei territori dove esso è attualmente negato a causa delle ordinanze di cui in premessa.
(4-11125)

LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interpellanza:


      I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, per sapere – premesso che:

          il quotidiano «Il Giorno» del 5 novembre 2019 riportava la notizia che un cittadino originario del Senegal aveva presentato richiesta per ottenere il reddito di cittadinanza (Rdc), ma avendo sospesa la domanda inoltrò un ricorso presso il tribunale di Bergamo. Il cittadino senegalese era assistito dall'Associazione per gli studi giuridici sull'immigrazione (Asgi) che stava portando avanti una serie di cause pilota anche a Milano sui requisiti come il permesso di lungo periodo e i 10 anni di residenza che avevano escluso gran parte degli stranieri dalla fruizione del reddito di cittadinanza;

          dal sito Italianetwork.it si legge il 25 novembre 2020 che l'Asgi, Avvocati per niente, Naga e «L'Altro diritto» hanno depositato una denuncia alla Commissione europea chiedendo a Bruxelles di aprire una procedura d'infrazione contro l'Italia in relazione al requisito di 10 anni di residenza in Italia per l'accesso al reddito di cittadinanza;

          in un'intervista al quotidiano «La Stampa» del 26 marzo 2021 il presidente dell'Inps Pasquale Tridico afferma che: «il reddito di cittadinanza è un argine importante contro la povertà assoluta che è aumentata con il Covid. Raggiunge 3 milioni di persone e l'importo medio è di 550 euro. Ora sono necessarie risorse aggiuntive soprattutto per le famiglie numerose e gli immigrati. Il reddito prevede un requisito di residenza in Italia di dieci anni, mi sembra eccessivo e non esiste in nessun Paese europeo»;

          nella sintesi della relazione del Comitato scientifico per la valutazione del reddito di cittadinanza dell'ottobre 2021, pubblicata sul sito del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, si legge che per ricevere il reddito di cittadinanza sono oggi necessari 10 anni di residenza in Italia, di cui gli ultimi 2 continuativi. Questa previsione produce una discriminazione nei confronti dei cittadini stranieri, limitandone fortemente la possibilità di accedere alla misura. Introdurre un requisito di durata minima di residenza è ragionevole. Ma imporre un intero decennio di attesa come soglia minima significa lasciare senza aiuto famiglie e individui, inclusi minorenni, in condizioni di grave disagio, con il rischio che la loro situazione peggiori in modo irreversibile laddove un aiuto più tempestivo potrebbe prevenire l'avvio di traiettorie verso l'esclusione sociale, quando non la devianza. Inoltre, il requisito della residenza prolungata non è previsto in nessun Paese d'Europa per prestazioni analoghe;

          il sito d'informazione «Openpolis», in un suo articolo del 27 ottobre 2021, riporta la notizia che la direzione generale delle politiche interne dell'Unione europea indica la permanenza di alcune criticità per quanto riguarda l'assegnazione in Italia del reddito di cittadinanza prendendo ad esempio le restrizioni per i cittadini stranieri, che per accedere al sussidio devono essere regolarmente residenti in Italia da almeno 10 anni;

          dai dati aggiornati al 7 dicembre 2021 dell'Osservatorio dell'Inps su reddito e pensione di cittadinanza si evince che il beneficio è stato revocato a 103.113 nuclei familiari;

          una lettera della Direzione generale per l'occupazione, affari sociali e inclusione della Commissione europea del 13 luglio 2021 conferma l'adozione per l'Italia di EU Pilot, con numero di riferimento EUP(2021)10017, a seguito della denuncia dell'Asgi, degli Avvocati per Niente, di Naga e de L'Altro diritto in merito al reddito di cittadinanza e alla condizione di residenza in Italia per almeno dieci anni –:

          quali siano gli intendimenti del Governo in merito alla procedura EU Pilot, numero EUP (2021)10017 applicata dalla Commissione europea nei confronti dell'Italia;

          se il Ministro interpellato sia a conoscenza dell'entità del numero delle istanze di revoca del reddito di cittadinanza a causa della mancanza del requisito di residenza decennale nel nostro Paese;

          se sia a conoscenza del numero delle indennità di reddito di cittadinanza recuperate dalla pubblica amministrazione poiché indebitamente attribuite e quante di queste operazioni siano riferite al mancato requisito dei dieci anni di residenza;

          se il Governo non ritenga d'intraprendere un'iniziativa normativa per ridurre il requisito degli anni di residenza per l'accesso al reddito di cittadinanza;

          se non ritenga di intraprendere ulteriori iniziative normative al fine di sospendere le richieste di restituzione del reddito di cittadinanza fino alla definizione della questione in sede europea, ipotizzando che un'eventuale procedura d'infrazione del diritto dell'Unione europea verso l'Italia possa influire sulle richieste di restituzione.
(2-01406) «Sarli, Suriano, Fratoianni, Muroni, Ehm».

Interrogazione a risposta scritta:


      CONTE. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

          dando seguito alle disposizioni di cui alla legge 27 dicembre 2019, n. 160, il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro della pubblica amministrazione ed il Ministero della salute, ha adottato un atto di Indirizzo per la stipula da parte dell'Inps, d'intesa con le organizzazioni sindacali rappresentative, delle convenzioni per il conferimento di incaricai professionali a medici per l'espletamento delle funzioni relative all'invalidità civile e alle attività medico-legali in materia previdenziali attribuite per legge all'istituto;

          nell'Allegato A al decreto di cui sopra si sancisce all'articolo 7 sub «c» l'inconferibilità dell'incarico ai titolari di trattamento di quiescenza nel rispetto della normativa vigente;

          l'Inps in data 23 dicembre 2021 ha sottoscritto una pre-intesa con le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative, con conferma dell'inconferibilità degli incarichi ai medici in pensione, riferendosi al citato articolo 7 sub «c» dell'atto di indirizzo;

          i medici in pensione sono stati, in passato, sempre ammessi a partecipare ai bandi dell'Inps per l'arruolamento di personale esterno da destinare alle attività delle commissioni per l'accertamento dell'invalidità civile, compreso il contenzioso, e di altre incombenze previdenziali di specifica erogazione e competenza;

          da diversi anni, dopo la formulazione di graduatorie per titoli, valide un triennio, i medici, compresi i pensionati senza alcuna preclusione o limitazione, sottoscrivevano un contratto a scadenza annuale;

          l'esclusione dei medici pensionati, in ragione della loro posizione di percettori di un legittimo trattamento di quiescenza, ricadrebbe nell'incompatibilità con attività che tutti, indistintamente, hanno prestato in alcuni casi per oltre un decennio e che tuttora prestano, scevri da qualsivoglia interferenza con possibili conflitti di interesse, fra l'altro proprio perché inattivi su altri fronti lavorativi potenzialmente in contrasto con le funzioni in materia di invalidità civile e previdenziale;

          deve farsi rilevare che è stato ampiamente chiarito che i medici pensionati convenzionati con l'Inps non rivestono alcun ruolo di natura dirigenziale, ma espletano solo un'attività che può dirsi coordinata e continuativa, in pratica sono dei prestatori d'opera professionale su indirizzo dell'istituto;

          va ricordata l'elevata professionalità nella specifica materia dell'invalidità civile e dell'invalidità previdenziale acquisita in anni di pratica da parte di medici che in notevole numero sono specialisti in medicina legale e delle assicurazioni o in medicina del lavoro; ciò ha consentito all'Inps di giovarsi delle prestazioni di medici di lunga carriera e di consolidata esperienza, evitando valutazioni improprie, con la conseguenza di elevato rischio di soccombenza nel contenzioso, tra l'altro con ampio travaso di conoscenze verso colleghi convenzionati giovani e privi di adeguate abilità nella materia medico-legale assicurativa;

          l'applicazione dell'inconferibilità dell'incarico ai medici pensionati rischia di innescare un esteso contenzioso giudiziario-amministrativo, con ricorsi nelle sedi competenti;

          il 22 dicembre 2021 è stata firmata la pre-intesa per l'accordo dei medici convenzionati; entro 60 giorni dovranno essere valutate osservazioni o integrazioni per poi passare alla firma finale del nuovo contratto –:

          se il Governo non intenda adottare un'iniziativa, nell'ambito delle sue competenze, al fine di rimuovere il criterio dell'inconferibilità per i medici in pensione degli incarichi di cui in premessa.
(4-11119)

POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI

Interrogazione a risposta scritta:


      MURONI. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

          l'articolo 224-bis del decreto «Rilancio» (decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34 convertito dalla legge 17 luglio 2020, n. 77) ha istituito uno schema volontario di certificazione pubblica denominato «Sistema di qualità nazionale benessere animale» (Sqnba), al fine di prevedere la certificazione e l'etichettatura volontaria di prodotti di origine animale che rispettano standard di benessere animale superiori a quelli delle pertinenti norme europee e nazionali;

          la norma in questione ha individuato in uno o più decreti del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali e del Ministro della salute, da adottarsi previa intesa in sede di Conferenza Stato-regioni, la fonte regolamentare che consentirà di avviare il Sqnba, nonché di istituire un organismo tecnico-scientifico con il compito di definire gli standard e le modalità di gestione del Sistema;

          la prima bozza del decreto interministeriale elaborata dagli uffici ministeriali non è però assolutamente idonea, secondo l'interrogante, ad un efficace raggiungimento delle finalità individuate dalla legge, disciplinando un Sistema che non garantisce una certificazione trasparente e pregiudicando un'efficace transizione verso sistemi produttivi che comportino un cambiamento positivo per animali, aziende e consumatori;

          l'attuale formulazione del decreto e dei suoi allegati consentirebbe, ad esempio, di etichettare con il claim «benessere animale» prodotti provenienti da allevamenti intensivi nei quali siano adottate pratiche quali la detenzione in gabbia delle scrofe e il taglio routinario della coda ai suinetti, una prassi, questa, in violazione della direttiva europea a protezione di questi animali. Considerata la priorità di accesso ai fondi Pac e Pnrr garantita dall'adesione al Sqnba tale disciplina favorirebbe di fatto gli allevamenti intensivi, con i loro impatti negativi sul benessere degli animali, sulla salute pubblica e sull'ambiente. Non solo: essa danneggerebbe anche le aziende che hanno fatto o intendono fare investimenti per accrescere veramente il benessere degli animali, traendo di fatto in inganno il consumatore;

          in assenza di un sistema di etichettatura multilivello che permetta di effettuare una comparazione efficace tra tutti i livelli di certificazione disponibili, ad avviso dell'interrogante non viene garantita al consumatore la possibilità di compiere scelte di acquisto pienamente consapevoli, tradendosi la fiducia che verrebbe da questi riposta in uno schema che, proprio in quanto pubblico, deve garantire massima credibilità e affidabilità –:

          se siano a conoscenza di quanto illustrato in premessa e intendano assumere concrete e urgenti iniziative affinché non siano certificati come conformi al benessere animale i sistemi di allevamento in gabbia (facendo sì che tali sistemi siano descritti in etichetta in quanto ancora presenti, senza che sia apposta l'indicazione Sqnba propria del benessere animale);

          se intendano assumere concrete ed urgenti iniziative a tutela del consumatore, prevedendo nell'adottando decreto almeno cinque livelli differenziati di benessere animale (di cui non meno di tre al coperto) stabiliti in modo specifico per ciascuna specie allevata;

          se intendano stralciare l'attuale allegato sugli standard di produzione di suini, peraltro non compilato dal Comitato tecnico che deve essere ancora istituito;

          se intendano garantire, a tutela del consumatore e delle aziende che si impegnano per l'effettivo benessere animale, che il citato decreto preveda che la certificazione Sqnba imponga controlli almeno annuali e non annunciati alle strutture certificate.
(4-11122)

SALUTE

Interrogazioni a risposta in Commissione:


      VALLASCAS. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

          l'azienda farmaceutica BioMarin ha sviluppato un farmaco sperimentale (vosoritide) per il trattamento dei bambini affetti da acondroplasia, la forma più comune di bassa statura sproporzionata nell'uomo;

          il 21 novembre 2021, Pharma Star, giornale online di informazione medico-scientifica sui farmaci, ha riferito che la Fda (Food and Drug Administration) ha concesso l'approvazione accelerata del farmaco Voxzogo, mentre l'Ema (Agenzia europea per i farmaci), nel mese di agosto, ha approvato il farmaco per il trattamento dei bambini con acondroplasia dai 2 anni fino alla chiusura delle placche di crescita;

          l'Aisac (Associazione per l'informazione e lo studio dell'acondroplasia) ha riferito che il 19 novembre 2021 la casa farmaceutica ha presentato il dossier ad AIFA, avviando in tal modo l'iter ordinario di approvazione per commercializzazione in Italia del farmaco;

          il farmaco sperimentare rappresenta un'importante svolta nelle terapie per i pazienti affetti da acondroplasia, essendo considerato, il primo trattamento in Europa per questa forma di nanismo di origine genetica;

          l'approvazione da parte della Fda «si è basata sui dati di uno studio di fase III, che ha incluso 121 bambini dai cinque ai 14,9 anni con acondroplasia, così come l'estensione open-label della sperimentazione. I risultati hanno mostrato che il trattamento con vosoritide ha avuto un miglioramento significativo nella velocità di crescita annualizzata (AGV) di 1,57 cm/anno rispetto al placebo. BioMarin ha notato che 58 soggetti che originariamente avevano ricevuto vosoritide nello studio sono stati arruolati nell'estensione open-label»;

          questi dati hanno destato notevole interesse da parte della comunità medico-scientifica e, soprattutto, hanno creato legittime aspettative da parte di pazienti, famiglie e associazioni;

          il farmaco può essere somministrato a soggetti di età inferiore ai 18 anni (periodo entro il quale le placche di crescita sono ancora aperte), che rappresentano il 25 per cento della popolazione affetta dalla patologia;

          il fatto che l'efficacia del trattamento si esplichi solo nel corso dell'infanzia e dell'adolescenza, finché le placche di crescita sono ancora aperte, ha determinato ulteriori attese da parte dei soggetti interessati, unitamente alla legittima speranza che le procedure di immissione nel mercato e la conseguente somministrazione finale possano compiersi con sollecitudine, considerato che, anche un ritardo di pochi mesi, abbreviando il tempo di durata del trattamento, può inficiare significativamente i risultati finali;

          per questi motivi, destano preoccupazione i tempi stimati per il completamento dell'iter presso l'Aifa, che potrebbero rallentare la commercializzazione del farmaco, con un differimento di oltre un anno rispetto all'inizio della procedura; è il caso di riferire che hanno ottenuto parere «non favorevole» le procedure avviate, su impulso della Clinica pediatrica ed endocrinologia Irccs Istituto «G. Gaslini», per inserire il medicinale nell'elenco istituito con la legge n. 648 del 1996;

          l'Aifa ha dichiarato di «essere disponibile ad una valutazione rapida del dossier registrativo» che non si è ancora conclusa;

          in assenza di terapie alternative e visto il periodo limitato di somministrazione, è auspicabile anticipare la commercializzazione ovvero la somministrazione del trattamento, anche ricorrendo a soluzioni alternative come una nuova istanza ai sensi della legge n. 648 del 1996 ovvero il ricorso ad altri strumenti come «l'uso compassionevole» del trattamento, proprio in considerazione del fatto che, allo stato attuale, non vi sono valide alternative –:

          quali iniziative intenda adottare, per quanto di competenza, anche di natura normativa, per abbreviare i tempi di commercializzazione ovvero di somministrazione del farmaco per la cura dell'acondroplasia (Vosoritide), in considerazione del fatto che esso ha ottenuto già le autorizzazioni da parte dell'Agenzia europea per i farmaci, che non ci sono valide alternative al farmaco e che sussiste l'urgenza di renderlo disponibile visto che l'efficacia del trattamento è limitata alle sole fasi dell'infanzia e dell'adolescenza.
(5-07376)


      GEMMATO. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

          in data 15 dicembre 2021, l'Ema nello specifico il comitato per i medicinali per uso umano dell'Ema (CHMP), in un suo comunicato stampa, ha reso pubblica una «raccomandazione» in merito al vaccino Janssen. In particolare, il comitato ha dichiarato che «... una dose di richiamo del vaccino COVID-19 Janssen può essere considerata almeno due mesi dopo la prima dose nelle persone di età pari o superiore a 18 anni...»;

          nel testo del comunicato stampa, si specifica che: «...La raccomandazione segue i dati che mostrano che una dose di richiamo del vaccino COVID-19 Janssen somministrata almeno due mesi dopo la prima dose negli adulti ha portato a un aumento degli anticorpi contro SARS- CoV-2 (il virus che causa COVID-19). Il rischio di trombosi in combinazione con trombocitopenia (TTS) o altri effetti indesiderati molto rari dopo un richiamo non è noto ed è oggetto di un attento monitoraggio...»;

          il CHMP ha inoltre reso noto che «...una dose di richiamo con il vaccino COVID-19 Janssen può essere somministrata dopo due dosi di uno dei vaccini mRNA autorizzati nell'UE, Comirnaty (di Pfizer/BioNTech) o Spikevax (di Moderna)...»;

          la nota stampa di Ema, inoltre, evidenzia che «...A livello nazionale, gli enti sanitari pubblici possono emanare raccomandazioni ufficiali sull'uso di dosi di richiamo, a seguito di una dose di vaccino COVID-19 Janssen o di due dosi di vaccini mRNA, tenendo conto della situazione epidemiologica locale, della disponibilità di vaccini e dell'emergere efficacia e i dati di sicurezza limitati per la dose di richiamo...»;

          attualmente, e contrariamente alle raccomandazioni di Ema, pare che Aifa non abbia ancora raccomandato l'uso di una dose booster del vaccino Janssen;

          in un comunicato del 3 novembre 2021, Aifa specifica che: «...Le evidenze più recenti confermano l'efficacia di una dose booster (soprattutto con vaccino a mRNA) nel potenziare la risposta immunitaria al vaccino Covid-19 Janssen»;

          si evidenzia che: «Si ritiene, pertanto, che per i soggetti vaccinati con Covid-19 Janssen sia opportuna la somministrazione di una dose booster eterologa con vaccino a mRNA (nei dosaggi autorizzati per la dose booster) a partire da 6 mesi dalla prima dose...»;

          contrariamente a quanto accade in Italia, la United States Food and drug administration, in un comunicato dell'11 gennaio 2022, ha autorizzato la somministrazione del vaccino Janssen Covid-19, anche «... come singola dose di richiamo per gli individui di età pari o superiore a 18 anni almeno due mesi dopo aver completato la vaccinazione primaria con il vaccino...». FDA ha autorizzato anche l'uso del vaccino Janssen «... come dose di richiamo singola eterologa per individui di età pari o superiore a 18 anni dopo il completamento della vaccinazione primaria con un diverso vaccino COVID-19 disponibile...»;

          la rivista Milano finanza, in data 6 gennaio 2021, ha riportato i dati relativi ai presunti costi delle singole dosi dei diversi vaccini in commercio. In particolare Risulterebbe, che «... una dose del vaccino di AstraZeneca costi 1,78 euro, seguita da Johnson & Johnson (6,92), Sanofi-Gsk (7,56), Curevac (10) Pfizer-Biontech (12) e Moderna (18)...» –:

          quali siano le evidenze scientifiche sottese alla scelta di Aifa di non raccomandare la somministrazione di una dose booster del vaccino Janssen, nonostante la raccomandazione di Ema citata in premessa;

          se i dati relativi ai costi delle singole dosi pubblicate da Milano Finanza corrispondano al vero e, in caso affermativo – e considerato che l'Ema ha raccomandato l'uso del vaccino Janssen per la dose booster che avrebbe un costo sensibilmente inferiore rispetto ai vaccini attualmente somministrati per le dosi booster, ovvero Pfizer e Moderna – se il mancato acquisto e utilizzo del vaccino Janssen sia stato opportuno anche in relazione ai possibili effetti a carico del bilancio dello Stato.
(5-07377)

Interrogazioni a risposta scritta:


      CUNIAL. — Al Ministro della salute, al Ministro dell'istruzione. — Per sapere – premesso che:

          in data 23 settembre 2021 il Garante per la protezione dei dati personali ha chiarito che nessuno può richiedere informazioni sullo stato vaccinale degli studenti, né la conoscenza del medesimo può determinare una difformità di trattamento nei confronti degli studenti. L'Autorità garante ricorda che, secondo il quadro normativo vigente, agli istituti scolastici non è consentito conoscere lo stato vaccinale degli studenti del primo e secondo ciclo di istruzione, né a questi (a differenza degli universitari) è richiesto il possesso e l'esibizione della certificazione verde per accedere alle strutture scolastiche;

          la nota 11 dell'8 gennaio 2022 «nuove modalità di gestione dei casi di positività all'infezione da SARS-CoV-2 in ambito scolastico – articolo 4, del decreto-legge 7 gennaio 2022, n. 1» riporta: «L'istituzione scolastica, per effetto dell'intervento legislativo, è abilitata a prendere conoscenza dello stato vaccinale degli studenti in questo specifico caso. Ai sensi di quanto previsto dalla norma di legge, infatti, nell'ipotesi in cui si siano verificati due casi positivi nella classe, è consentito proseguire la didattica in presenza solamente “per coloro che diano dimostrazione di avere concluso il ciclo vaccinale primario o di essere guariti da meno di centoventi giorni oppure di avere effettuato la dose di richiamo (...)”» A parere dell'interrogante questa risulterebbe una possibile violazione della privacy su dati sensibili di minori;

          in data 10 gennaio 2022 il Ministero dell'istruzione ha emanato un'ulteriore nota con maggiori dettagli e specificando che «il trattamento (dei dati inerenti lo stato vaccinale, ndr) dovrà essere espletato dalle singole istituzioni scolastiche, nella loro qualifica di “Titolari del trattamento (...) in ottemperanza ai principi di cui all'articolo 5 del GDPR”»;

          risulta all'interrogante che le quarantene in base allo stato vaccinale erano già state previste dalla circolare del 6 novembre, ma finora non risulta che sia stata autorizzata dal Garante nessuna comunicazione diretta fra famiglie e scuola di questi dati. Il dato veniva trattato dalle aziende sanitarie locali nel momento dell'invio del provvedimento di quarantena come unici soggetti autorizzati alla conoscenza dello stato vaccinale degli alunni nel rispetto della privacy di alunni e famiglie;

          il decreto-legge n. 1/2022 non fa nessuna menzione del fatto che questo dato debba essere comunicato direttamente dai genitori o dagli alunni stessi alle scuole;

          a parere dell'interrogante vi è il concreto rischio che, qualora le scuole richiedano l'informazione senza che vi sia uno specificato protocollo di trasmissione e gestione del dato, questo diventi consultabile anche da chi non espressamente autorizzato in segreteria scolastica e che vi sia il concretarsi di condotte volte a conoscere lo stato vaccinale dello studente e/o, peggio ancora, volte ad obbligarlo (anche indirettamente o con persuasioni o pressioni psicologiche) a vaccinarsi, o a discriminarlo pubblicamente, che possono integrare, secondo l'interrogante, gravi reati, quali ad esempio la violenza privata. Inoltre, va ricordato che ogni reato commesso da docente e personale scolastico è aggravato ai sensi dell'articolo 61, primo comma, numero 9, del codice penale per l'aver commesso il fatto con abuso dei poteri, o con violazione dei doveri inerenti a una pubblica funzione o a un pubblico servizio, ovvero alla qualità di ministro di un culto –:

          se non si intendano modificare le note di cui in premessa al fine di risolvere il problema relativo alla possibile violazione della privacy, come sopra riportato;

          se i ministri interrogati non intendano adottare iniziative, affinché il dirigente scolastico e gli insegnanti evitino di compiere indagini, o facciano pressioni sugli studenti, in ordine allo stato vaccinale degli alunni e si astengano quindi dal fare pressioni su scelte che devono rimanere circoscritte all'alveo familiare.
(4-11126)


      CORDA, APRILE, SAPIA, SPESSOTTO, VALLASCAS e LEDA VOLPI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

          una donna 25enne di Sassari, incinta di cinque settimane, a seguito di dolori addominali e perdite, si è recata, sabato 8 gennaio 2022, presso il pronto soccorso di ginecologia e ostetricia dell'ospedale San Pietro di Sassari per ricevere le cure necessarie;

          all'entrata del pronto soccorso, accolta dall'ostetrica, le viene richiesta la Certificazione verde «rafforzata», regolarmente esibita, nonché, dopo aver atteso per più di venti minuti, le viene richiesto il certificato negativo di un tampone molecolare di cui, invece, era ovviamente sprovvista;

          non potendo effettuare il tampone molecolare nella struttura ospedaliera è stata respinta e rimandata a casa con l'invito a ripresentarsi il lunedì successivo;

          la donna non ha dunque ricevuto cure mediche per quanto sopra descritto. Una volta a casa, tra atroci dolori, ha subito un aborto spontaneo. Un terribile evento che non può non destare indignazione alla luce delle norme attualmente in vigore, evidentemente in contrasto con l'esigenza primaria di tutela della salute della persona in situazioni di eccezionale urgenza, applicate, peraltro, pedissequamente dagli operatori sanitari che avrebbero comunque agito in maniera superficiale considerata la grave situazione della donna. Alla giovane, arrivata al pronto soccorso è stata richiesta l'esibizione di un referto di tampone molecolare negativo quale requisito fondamentale per essere sottoposta a visita, senza una valutazione tempestiva dell'urgenza della sua condizione e senza proporre una soluzione alternativa, ovvero un percorso dedicato, oppure l'effettuazione del tampone in loco –:

          se ritenga, per quanto di competenza, di avviare iniziative ispettive per accertare le dinamiche e le responsabilità di quanto sopra descritto.
(4-11127)

SVILUPPO ECONOMICO

Interrogazione a risposta in Commissione:


      INCERTI. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

          il comparto della ristorazione collettiva, commerciale e delle mense e dei pubblici esercizi è fra i più colpiti dalla crisi economica connessa all'applicazione delle necessarie misure di contenimento adottate per fronteggiare la pandemia da COVID-19;

          da una recente indagine di Oricon svolta a dicembre 2021 emerge che un terzo degli occupati nel settore della ristorazione aziendale si trova ancora in cassa integrazione (circa 8.000 addetti);

          nonostante le imprese si siano adeguate alla situazione per rimanere sul mercato sviluppando nuove modalità di erogazione dei loro servizi (smartlocker, app e delivery), a causa dell'incertezza legata alla situazione attuale dei contagi, con le assenze dal lavoro destinate a crescere esponenzialmente e conseguenti minori presenze nelle mense, e un nuovo ricorso di massa allo smart working, la ristorazione aziendale subirà ancora una volta uno stop. Si tratta di una situazione che, se si dovesse protrarre nel tempo, darebbe al settore una forte spallata con conseguenze molto negative per imprenditori e lavoratori;

          tutto ciò rischia di compromettere la ripresa avviata nella seconda parte del 2021, quando la ristorazione collettiva aveva recuperato un 25 per cento rispetto al -40 per cento del 2020. I ricavi del segmento aziendale si andrebbero così a consolidare sui 896 milioni di euro del 2021 e volumi di vendite sui o 148 milioni di pasti, un quarto in meno rispetto ai livelli pre-pandemia, quando i valori si attestavano sui 200.589.000 di pasti e 1.198.000.000 di ricavi;

          un primo aiuto al settore è stato definito con il decreto che rende operativa l'erogazione di 100 milioni di euro di contributi a fondo perduto alle imprese dei servizi di ristorazione collettiva, mense e catering, che nell'anno 2020 hanno subito una riduzione del fatturato non inferiore al 15 rispetto al fatturato del 2019;

          la perdurante emergenza impone l'adozione di ulteriori misure di sostegno per il settore della ristorazione collettiva che svolge, con la sua attività quotidiana di mensa nei luoghi di lavoro e nelle strutture scolastiche e ospedaliere, una funzione anche sociale –:

          quali iniziative il Ministro interrogato intenda adottare per garantire un adeguato e immediato sostegno economico lungo tutta la filiera al fine di salvaguardare l'economia e l'occupazione.
(5-07375)

TRANSIZIONE ECOLOGICA

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):


      I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della transizione ecologica, il Ministro dello sviluppo economico, per sapere – premesso che:

          il Green Deal europeo ha l'obiettivo di decarbonizzare il settore energetico. A tal finale azioni da intraprendere dovranno portare al 2030 ad un 70 per cento dei consumi elettrici lordi che dovrà essere soddisfatto da energie rinnovabili rispetto all'attuale quota del 38 per cento;

          se entro il 2030 il 70 per cento dei consumi elettrici italiani dovrà essere coperto da energie pulite, va comunque ricordato che le energie rinnovabili non saranno sufficienti per i prossimi anni, in quanto potranno contare solamente per il 20-30 per cento del mix energetico;

          sotto questo aspetto il gas naturale è la risorsa-ponte tra mondo dei combustibili fossili ed energia pulita, e va sfruttata in forma sostenuta, in quanto può avere un ruolo importante nella fase della transizione energetica verso un'economia più sostenibile;

          il gas in Europa copre la maggior parte della domanda di energia, e nella prospettiva della transizione energetica al 2050 rappresenterà comunque il 20 per cento dei consumi energetici, assicurando flessibilità al sistema a fronte di una domanda molto variabile a seconda delle stagioni;

          i forti rincari dell'energia di questi mesi stanno colpendo fortemente le famiglie e le attività produttive e le imprese del nostro Paese. Queste ultime vedono conseguentemente indebolita la propria competitività sui mercati esteri, e questo aumento dei prezzi delle materie prime energetiche rischia seriamente di frenare la ripresa economica in atto;

          a partire dai giorni immediatamente successivi a Natale scorso, l'Italia sta esportando gas naturale, sia verso la Francia sia in direzione dell'Olanda;

          non è la prima volta che il nostro Paese esporta gas verso i Paesi vicini, ma mai in queste proporzioni. I casi di esportazione di gas in questi anni erano stati finora sostanzialmente limitati;

          nel frattempo, si moltiplicano gli appelli al Governo da parte del nostro sistema delle imprese per predisporre nuovi interventi volti a limitare l'impatto dei rincari delle bollette, oltre agli 8 miliardi stanziati negli ultimi sei mesi. Gli interventi messi in campo dall'Esecutivo non hanno però toccato il 70 per cento delle imprese;

          Confindustria ha chiesto di riattivare le riserve strategiche e di consentire lo sfruttamento dei giacimenti di gas al momento inutilizzati, così come è necessario mettere in campo interventi congiunturali immediati e strutturali di medio termine;

          per Anima Confindustria, l'aumento delle bollette sta provocando un «pesante rallentamento» della produzione e delle vendite, frenando la ripresa. Le aziende si sono viste raddoppiare i costi;

          nel 2000 il nostro Paese produceva 20 miliardi di metri cubi di gas, oggi se ne producono solo 4,5, a fronte di un consumo pari a 72 miliardi di metri cubi. Questo significa, che l'Italia è più vulnerabile perché importa quasi tutto;

          in previsione di nuovi picchi al rialzo che potrebbero avvenire tra fine gennaio e febbraio 2022, è indispensabile farsi trovare pronti. Sotto questo aspetto è necessario potenziare l'accesso e la distribuzione del gas. Il gas, come indicato dall'Europa, è essenziale per la transizione ecologica e anche per questo andrebbero sfruttati maggiormente i giacimenti italiani;

          la stessa recente Relazione del Copasir sulla sicurezza energetica, ha segnalato un allarme relativo agli approvvigionamenti e come l'Italia si trovi «in una situazione di vulnerabilità». La tempesta dei prezzi energetici che da mesi scuote i mercati europei può colpire con particolare violenza il comparto italiano e avere ripercussioni sulla sicurezza;

          sempre il Copasir, ha sottolineato come l'Italia debba dotarsi di un «Piano di sicurezza energetica nazionale» che «riconosca le sue specificità e tenda al decremento della dipendenza energetica del Paese e all'incremento della sua competitività in questo ambito». Dall'altra, l'invito è a puntare sulle proprie risorse per navigare la crisi energetica e mettere al sicuro la filiera. A partire dal gas naturale, che «grazie alla flessibilità degli stoccaggi può garantire continuità nella produzione di energia elettrica»;

          risulta necessario evitare di commettere ancora gli errori del passato, ovvero la mancata o non completa diversificazione delle fonti di energia, investendo e incentivando anche altre risorse e tecnologie, geotermia, bioenergia, termovalorizzatori che producono energia da una frazione dei rifiuti e che possono essere sbloccati con i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) così come è importante investire sui nucleare di nuova generazione e idrogeno, la cui ricerca è da sostenere –:

          quali iniziative congiunturali e strutturali urgenti si intendano mettere in atto per dare un sostegno alle tante filiere industriati e alle tante imprese a rischio in conseguenza dei forti e crescenti rincari energetici;

          se non si ritenga necessario aprire un tavolo di confronto con il mondo imprenditoriale e quei settori produttivi maggiormente colpiti dai rincari dell'energia;

          quali iniziative urgenti si intendano avviare al fine di ridurre la dipendenza energetica del nostro Paese;

          se non si reputi necessario autorizzare un incremento della produzione nazionale di gas naturale negli impianti di estrazione esistenti, sino alla quota massima consentita dalle misure di sicurezza relative a ciascun impianto, garantendo l'immissione del prodotto al consumo nazionale sino al termine dell'emergenza relativa agli approvvigionamenti;

          se non si ritenga di metter in campo tutte le iniziative utili ad aumentare la produzione italiana di gas, anche prevedendo a tal fine di sfruttare maggiormente e riattivare i pozzi offshore, per l'estrazione del gas medesimo;

          se non si reputi necessario adottare iniziative per favorire una rapida sostituzione del carbone con il gas, aumentare i gassificatori e comunque completare le infrastrutture strategiche per gli approvvigionamenti dall'estero, che hanno una sempre crescente rilevanza geostrategica;

          quali iniziative si intendano adottare per incrementare la diversificazione delle fonti di energia, investendo e incentivando anche a altre risorse e tecnologie, geotermia, bioenergia, termovalorizzatori che producono energia da una frazione dei rifiuti e che possono essere sbloccati con i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr);

          se non si intendano adottare iniziative per aumentare le risorse per la ricerca investendo con maggiore determinazione sul nucleare di nuova generazione e sull'idrogeno.
(2-01405) «Mazzetti, Squeri, Cortelazzo, Polidori, D'Attis, Torromino».

Interrogazioni a risposta immediata:


      SQUERI e D'ATTIS. — Al Ministro della transizione ecologica. — Per sapere – premesso che:

          il prezzo del gas è quintuplicato in tre mesi e decuplicato in dodici, trainando il prezzo dell'elettricità. Con questi aumenti esponenziali della materia prima nell'ultimo anno, le società di vendita che acquistano all'ingrosso hanno serie difficoltà con gli affidamenti, altrettanto decuplicatisi. Diciannove fornitori italiani di energia sono già andati in default, coinvolgendo oltre 300.000 utenze;

          l'inasprimento della quantità di garanzie richieste dagli operatori istituzionali (Terna, Snam e Gestore dei mercati energetici) – che crescono assieme ai prezzi, nel caso del Gestore dei mercati energetici addirittura su base quotidiana e con temporaneo trattenimento della precedente garanzia – si somma alle difficoltà crescenti di rispetto delle tempistiche di pagamento da parte dei consumatori finali (non solo domestici, ma anche piccole e medie imprese e industriali);

          sono crescenti le difficoltà per i venditori nel rispettare le tempistiche di pagamento «a monte» verso Terna, Snam, i distributori e il Gestore dei mercati energetici;

          il reperimento di linee di credito/garanzia sul mercato diventa sempre più difficoltoso per gli operatori che non possono far fronte da soli alle esigenze di cassa e a quelle fideiussorie senza un sostegno delle banche, le quali, a loro volta, necessitano di garanzie ulteriori rispetto a quelle che i fornitori possono di fatto offrire;

          in un contesto estremamente fragile, nel quale non possono più trovare spazio ulteriori appesantimenti della finanza per le imprese e nel quale occorre scongiurare il ricorso alla salvaguardia e ai conseguenti aumenti per i clienti finali, appare necessario introdurre misure urgenti per contenere la crisi in atto;

          sarebbe auspicabile – al superamento di determinate soglie di prezzo dell'energia elettrica o del gas identificate da Arera – l'intervento di Sace come garante per gli istituti bancari (con riferimento a quelli con rating investment grade) in modo che questi ultimi possano aprire le linee di credito necessarie agli operatori per approvvigionarsi e fornire i propri clienti;

          sarebbe inoltre auspicabile la soppressione della franchigia del 3 per cento, oltre la quale l'Arera attiva, a favore degli esercenti la vendita, il meccanismo di anticipazione degli importi rateizzati ai clienti finali aventi diritto, previsto dal comma 510 dell'articolo 1 della legge di bilancio per il 2022 –:

          quali siano gli intendimenti del Governo in merito a quanto esposto in premessa, con particolare riguardo alla possibilità di introdurre le due suddette misure al fine di tutelare le imprese sane e i clienti finali e non vanificare oltre dieci anni di sforzi fatti per la liberalizzazione del mercato.
(3-02723)


      MORASSUT, BRAGA, PEZZOPANE, BURATTI, MORGONI, PELLICANI, ROTTA, BERLINGHIERI, LORENZIN e FIANO. — Al Ministro della transizione ecologica. — Per sapere – premesso che:

          la recente impennata delle bollette dell'energia elettrica e del gas è senza precedenti per rapidità e intensità e necessita di interventi urgenti per scongiurare ricadute negative sulla ripresa per imprese e famiglie, anche a causa del probabile impatto sull'inflazione al consumo;

          Governo e Parlamento già dall'inizio dell'estate 2021 hanno risposto attraverso provvedimenti d'urgenza che hanno impegnato ingenti risorse per avviare una riduzione dei prezzi e, da ultimo, con la legge di bilancio per il 2022, si è intervenuti attraverso una serie di misure;

          tali interventi hanno confermato l'azzeramento degli oneri generali di sistema applicato alle utenze elettriche domestiche e alle utenze non domestiche in bassa tensione, per altri usi, con potenza disponibile fino a 16,5 kilowatt e la sostanziale riduzione degli oneri per le restanti utenze elettriche non domestiche; hanno ridotto l'Iva al 5 per cento per il gas naturale, per tutte le utenze; hanno previsto l'annullamento, già previsto nel IV trimestre 2021, degli oneri di sistema per il gas naturale, per tutte le utenze, domestiche e non domestiche; hanno potenziato il bonus applicato ai clienti domestici del settore elettrico e del gas naturale in condizione economicamente svantaggiata ed ai clienti domestici in gravi condizioni di salute;

          i rincari inducono ad accelerare nella transizione verso un sistema energetico sempre più basato sulle fonti rinnovabili, ma anche ad adottare immediate misure di sostegno per limitare l'impatto su imprese e famiglie;

          il contenimento del costo dell'energia è da sempre una priorità su cui il Partito democratico chiede un impegno rapido del Governo –:

          come intenda intervenire, per quanto di competenza, per contenere quanto più possibile l'aumento dei prezzi dell'energia elettrica e del gas e per mitigare l'impatto, in particolare sui soggetti più vulnerabili e in generale per le famiglie e le imprese.
(3-02724)


      LOLLOBRIGIDA, MELONI, ALBANO, BELLUCCI, BIGNAMI, BUCALO, BUTTI, CAIATA, CARETTA, CIABURRO, CIRIELLI, DE TOMA, DEIDDA, DELMASTRO DELLE VEDOVE, DONZELLI, FERRO, FOTI, FRASSINETTI, GALANTINO, GEMMATO, LUCASELLI, MANTOVANI, MASCHIO, MOLLICONE, MONTARULI, OSNATO, PRISCO, RAMPELLI, RIZZETTO, ROTELLI, GIOVANNI RUSSO, RACHELE SILVESTRI, SILVESTRONI, TRANCASSINI, VARCHI, VINCI e ZUCCONI. — Al Ministro della transizione ecologica. — Per sapere – premesso che:

          da mesi la crescita dei prezzi di gas ed energia elettrica si presenta costante e quella che il Governo aveva descritto come una fase transitoria si è rivelata una crescita stabilizzata: l'aumento dei prezzi era in realtà preventivabile per una pluralità di fattori, quali il persistere di tensioni geopolitiche, l'ovvia crescita della domanda a seguito del calo del 2020, gli annunci dell'Unione europea su tempi e modi di attuazione della transizione ecologica che disincentivano investimenti significativi in settori oggi strategici come il gas, l'assenza di risposte strutturali interne; elementi che avevano portato Fratelli d'Italia già in precedenza a presentare un'interrogazione per sapere se il Governo intendesse riprendere e incrementare l'attività estrattiva in Adriatico;

          per rimediare alla propria carenza pianificatoria, il Governo ha proceduto nei mesi di settembre e dicembre 2021 a uno stanziamento di circa 9 miliardi di euro per mitigare il costo delle bollette delle famiglie, ottenendo secondo l'Arera solo una modesta riduzione degli aumenti: dal 65 al 55 per cento per elettricità e dal 59 al 42 per cento per gas;

          l'aumento dei costi energetici è stimato in oltre 400 euro a famiglia, cui si deve aggiungere un incremento inflattivo annuo del 3,9 per cento, con un'evidente erosione del potere di acquisto delle famiglie;

          alcuna iniziativa sostanziale è stata assunta in favore del sistema produttivo, che pur vedrà crescere la propria spesa energetica da 8 miliardi di euro nel 2019 a 39 miliardi di euro nel 2022;

          le organizzazioni imprenditoriali e produttive hanno presentato un composito pacchetto di proposte per fronteggiare sia la fase congiunturale che di medio lungo termine, senza ottenere alcuna risposta dal Governo, nonostante l'impatto sulla filiera energetica coinvolga diversi settori;

          Fratelli d'Italia ha proposto l'utilizzo di Sace come garante verso gli istituti bancari per allentare la pressione sui player energetici, esposti sia alle fluttuazioni di mercato che ai maggiori oneri fideiussori avanzati da Gestore dei mercati energetici, Terna, Snam, con costi che si ribaltano sull'utilizzatore finale;

          questa situazione rischia di portare a chiusure aziendali e all'espulsione del sistema produttivo italiano da rilevanti segmenti di mercato, a beneficio di economie extra Unione europea;

          sino ad oggi il Governo ha ipotizzato in via teorica una pluralità di risposte, comunque a parere degli interroganti insufficienti, senza tuttavia percorrere in concreto alcuna strada; pesa l'assenza non solo di un piano per l'immediata urgenza, ma anche e soprattutto di un piano di sviluppo energetico per il medio-lungo periodo –:

          quali iniziative il Governo intenda assumere in concreto, e con quali tempi, per affrontare le difficoltà di famiglie, sistema produttivo, filiera energetica dovute al caro energia.
(3-02725)


      DE LORENZO. — Al Ministro della transizione ecologica. — Per sapere – premesso che:

          l'area marina protetta parco sommerso di Gaiola, riserva naturale di interesse comunitario, con i suoi banchi di coralligeno, falesie di tufo giallo napoletano e costoni rocciosi ricoperti di macchia mediterranea, rappresenta uno dei paesaggi più suggestivi del Golfo di Napoli;

          la sua istituzione unitamente al parco di Bagnoli è funzionale non solo alla protezione, al recupero e alla valorizzazione di aree della costa di Napoli, ma allo sviluppo turistico della città;

          nel 2001 fu attivato l'impianto di pretrattamento delle acque reflue di Coroglio che, nonostante le problematicità, è riuscito a controllare gli scarichi che si riversavano a mare dal collettore Arena Sant'Antonio;

          nell'ambito del Programma di risanamento ambientale e rigenerazione urbana di Bagnoli (Praru), Invitalia ha indetto la conferenza di servizi sulla riqualificazione di Bagnoli-Coroglio che ha espresso parere favorevole all'approvazione dello stralcio urbanistico dello stesso programma;

          dall'analisi della documentazione è emerso che gli interventi relativi alla riconfigurazione del sistema fognario dell'area non solo non elimineranno l'attuale scarico di troppo pieno di Cala Badessa, ma prevedranno la realizzazione di un secondo scolmatoio fognario che scaricherà sempre sulla linea di costa in prossimità dell'attuale spiaggia di Coroglio;

          da decenni è stata posta l'attenzione sulla problematica per l'adozione di interventi strutturali in grado di risolvere l'annosa questione del già esistente troppo pieno dell'impianto di primo trattamento e sollevamento di Coroglio, ubicato all'interno della zona speciale di conservazione e adiacente l'area marina protetta parco sommerso di Gaiola, la cui presenza rappresenta un paradosso sia per la tutela e la valorizzazione dell'immenso patrimonio ambientale e culturale dell'area, sia per gli ovvi motivi di carattere igienico-sanitario e le ripercussioni sulla naturale propensione turistica del territorio, come dimostrato dallo sversamento dal troppo pieno avvenuto nel luglio 2021, a causa di intense piogge, che ha provocato l'interdizione alla balneazione dell'area;

          tale decisione, oltre ad impattare sull'ambiente e sullo sviluppo turistico-culturale dell'area, danneggia anche l'industria della mitilicoltura che vede la presenza di uno più importanti stabilimenti della zona –:

          quali iniziative di competenza il Ministro interrogato intenda adottare per salvaguardare la riserva marina del Parco di Gaiola, nonché per garantire la tutela dell'ecosistema del Parco di Gaiola, già messo a rischio dagli scarichi di bypass in mare delle acque reflue provenienti dall'antico collettore fognario di Arena Sant'Antonio, ulteriormente pregiudicata dall'attivazione di un secondo scolmatoio sulla linea di costa.
(3-02726)


      LUPI, COLUCCI e TONDO. — Al Ministro della transizione ecologica. — Per sapere – premesso che:

          gli ambiziosi progetti dell'Unione europea per uno sviluppo sostenibile e gli impegni di Cop 26 prevedono in tempi brevi un forte abbattimento delle emissioni di anidride carbonica, difficilmente raggiungibile nei tempi previsti con il solo utilizzo di energie da fonti rinnovabili;

          con riferimento all'energia da fissione nucleare, molti Paesi proseguono l'investimento in energia atomica, tra cui Gran Bretagna, Russia, India, Cina e Francia, che ha annunciato la costruzione di sei nuovi reattori nucleari epr (ad acqua pressurizzata), oltre all'entrata in servizio del reattore di Flamanville, prevista per il 2024, e all'impegno di un miliardo di euro per la realizzazione di reattori di piccole dimensioni;

          la società Commonwealth fusion systems, nata dal Mit di Boston e che ha come maggiore azionista privato il gruppo italiano Eni, ha condotto con successo il primo test di un supermagnete, fondamentale per la gestione del plasma, composto da isotopi di idrogeno: un passo importante verso la produzione di energia nucleare pulita, con l'impegno a costruire il primo impianto sperimentale entro il 2025;

          la Commissione europea ha avviato all'inizio del 2022 consultazioni con il gruppo di esperti degli Stati membri sulla finanza sostenibile e con la Piattaforma sulla finanza sostenibile su un progetto di testo di atto delegato complementare alla «Tassonomia degli investimenti verdi», che comprende determinate attività del gas e del nucleare, annunciando il termine delle consultazioni degli esperti in data 21 gennaio 2022;

          i Governi di Germania, Austria, Spagna, Portogallo, Lussemburgo e Danimarca hanno espresso posizioni contrarie all'inclusione dell'energia nucleare all'interno della «Tassonomia degli investimenti verdi»;

          il Ministro interrogato ha dichiarato a dicembre 2021: «Sono sicuro che vadano studiati i piccoli reattori modulari, che sono in pratica motori di navi nucleari, sono piccoli e più sicuri. Da lì potrebbero arrivare ottime notizie in termini di costi e benefìci»;

          l'Italia sfrutta solo in parte la propria capacità estrattiva di gas, anche a causa del «Piano per la transizione energetica sostenibile delle aree idonee» che ha rallentato le trivellazioni sul territorio nazionale, mentre i recenti aumenti dei costi dell'energia determinano conseguenze gravi e importanti per aziende e privati del nostro Paese –:

          quale posizione intenda assumere il Governo italiano in merito all'inclusione dell'energia nucleare e del gas all'interno della «Tassonomia degli investimenti verdi».
(3-02727)


      MARAIA, SUT, DAGA, DEIANA, D'IPPOLITO, DI LAURO, FEDERICO, MICILLO, TERZONI, TRAVERSI, VARRICA, VIGNAROLI, ZOLEZZI, ALEMANNO, CARABETTA, CHIAZZESE, FRACCARO, GIARRIZZO, MASI, ORRICO, PALMISANO e PERCONTI. — Al Ministro della transizione ecologica. — Per sapere – premesso che:

          il 5 gennaio 2021, con la pubblicazione della proposta di Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee (Cnapi), si è aperta la consultazione pubblica finalizzata a coinvolgere tutti i soggetti interessati nel processo di localizzazione del deposito nazionale che dovrebbe consentire di completare il decommissioning degli impianti nucleari italiani e di gestire tutti i rifiuti radioattivi;

          il 14 gennaio 2022 si è chiusa la seconda fase, avviata con la pubblicazione degli atti conclusivi del Seminario nazionale, di invio di osservazioni e proposte tecniche;

          gli esiti della consultazione pubblica, compreso il Seminario nazionale, sono funzionali alla successiva fase della procedura di localizzazione, la predisposizione della Carta nazionale delle aree idonee (Cnai) e ad oggi non sono emerse autocandidature da parte delle località indicate nella Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee;

          recentemente diversi quotidiani online (tusciaweb.eu, staffetta quotidiana) hanno riportato la notizia che la Sogin, Società gestione impianti nucleari, è sotto indagine da parte della Guardia di finanza;

          l'iter in corso per arrivare all'individuazione del sito idoneo a ospitare il deposito nazionale di stoccaggio dei rifiuti radioattivi potrebbe subire un brusco rallentamento;

          alla società, istituita nel 1999, lo Stato ha affidato il compito di gestire lo smantellamento degli impianti nucleari entro il 2019, ma a più di vent'anni dalla sua istituzione solo il 30 per cento dei lavori di smantellamento nucleare risulta concluso e la società si avvia al commissariamento –:

          quali improcrastinabili iniziative, per quanto di competenza, ritenga di adottare per scongiurare che la vicenda riguardante la Sogin, di cui in premessa, rallenti i lavori di individuazione del deposito nazionale per il combustibile nucleare irraggiato e i rifiuti radioattivi.
(3-02728)

Interrogazioni a risposta in Commissione:


      MURONI. — Al Ministro della transizione ecologica. — Per sapere – premesso che:

          nel 2019 Eni ha di fatto ammesso di aver causato lo sversamento di idrocarburi in prossimità del pozzo dismesso n. 16 di sua proprietà, in prossimità del torrente Mongillè (affluente dell'Irminio), in agro di Ragusa, vicino alla «Riserva naturale macchia foresta del fiume Irminio», comunicandolo agli enti proposti al controllo ambientale;

          le sostanze sversate nel terreno rendono l'intera area, le falde e il fiume Irminio a forte rischio di inquinamento, mettendo a repentaglio la salute dei cittadini, nonché quella di tutta la biodiversità della zona, e l'economia turistica in una zona tra le più visitate grazie anche alla eco mediatica ottenuta grazie alle serie tv dedicata al commissario Montalbano;

          è inaccettabile che dopo due anni dal blitz di Goletta Verde organizzato da Legambiente, il 22 luglio 2019, sulla foce del fiume Irminio per denunciare lo sversamento di petrolio prosegua ancora oggi come è inammissibile la mancanza di trasparenza e informazione sulla situazione;

          è vergognoso che in Italia un'azienda come Eni, che dice di operare con la massima sicurezza, sia responsabile di una perdita di idrocarburi da anni, tuttora in corso, nonostante l'intervento di messa in sicurezza di emergenza; .

          è assurdo che una multinazionale come Eni non sia ancora stata in grado di dare spiegazioni e delucidazioni sulle cause dello sversamento, ed anzi sostenga pubblicamente che la fuoriuscita di greggio sia dovuta a fenomeni naturali;

          la potenziale contaminazione dell'area attorno al pozzo dismesso n. 16 di Eni, era stata più volte denunciata da Legambiente, e in particolare dai circoli iblei: il carrubo di Ragusa, Il melograno di Modica, Kiafura di Scicli, Sikelion di Ispica;

          Legambiente ha presentato nel 2019 un primo esposto alla procura della Repubblica per chiedere l'applicazione della legge sugli ecoreati, chiedendo di compiere gli accertamenti demandati istituzionalmente e di indagare per il reato di inquinamento ambientale, disastro ambientale, di danneggiamento di acque pubbliche con rilevante danno ambientale e avvelenamento di acque o sostanze alimentari (e un secondo esposto nell'ottobre 2021 nel quale si chiede di conoscere lo stato di salute dei luoghi e le azioni che sono state intraprese da Eni per il ripristino dei luoghi);

          «Com'è possibile che un'azienda della portata di Eni non riesca a mettere in sicurezza un pozzo sulla terra ferma per tutto questo tempo, tanto più che non si tratta di una piattaforma petrolifera nella fossa oceanica delle Marianne? – chiedeva il presidente nazionale di Legambiente Stefano Ciafani in occasione della tappa di Goletta Verde del luglio 2019 – Chiediamo con forza informazioni sul quantitativo di petrolio fuoriuscito e sui danni ambientali già provocati, che dovranno essere bonificati a spese dell'azienda»;

          «La totale mancanza di trasparenza nei confronti dei cittadini siciliani è a nostro avviso intollerabile – affermava Gianfranco Zanna, presidente di Legambiente Sicilia – suggerisce la volontà di non far emergere il problema, e anzi di sottacerlo. Chiediamo il blocco delle trivellazioni in regione, la riconversione del sistema energetico regionale fondata su efficienza e rinnovabili, perché i piccoli giacimenti come quello di Ragusa rappresentano un accanimento terapeutico per il nostro territorio» –:

          se si sia a conoscenza di questa pluriennale perdita di petrolio nel pozzo dismesso da Eni in provincia di Ragusa;

          quali iniziative siano state intraprese per velocizzare la risoluzione di un problema che potrebbe creare seri danni ambientali, alla salute dei cittadini e all'economia turistica del territorio;

          cosa sia emerso dagli accertamenti tecnici, che anche Ispra ha contribuito a realizzare, per valutare gli ulteriori rischi che potrebbero generarsi in futuro;

          se si intendano adottare iniziative nei confronti di Eni per il risarcimento dell'evidente danno ambientale.
(5-07373)


      VIANELLO. — Al Ministro della transizione ecologica, al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

          il fiume Lato (ubicato nei territori dei comuni di Laterza e Castellaneta, in Provincia di Taranto) è stato interessato «da eventi alluvionali che hanno generato ingenti danni agli abitati, al sistema economico, infrastrutturale e dei beni culturali e ambientali» (cfr. delibera della giunta della regione Puglia n. 495 del 27 marzo 2018);

          in estrema sintesi, la vicenda «comincia nel settembre del 2003 con l'esondazione del Lato che porta al cedimento degli argini presenti nei 7 chilometri che portano alla foce nel Golfo di Taranto. L'alluvione risente di criticità idrogeologiche riguardanti l'insieme del bacino del fiume che, nel suo tratto di pianura, raccoglie le acque provenienti da diverse gravine a monte. Seguono negli anni successivi primi lavori di ripristino degli argini, la cui inadeguatezza viene però evidenziata dall'alluvione del dicembre 2013: gli argini vengono travolti in più punti e per lunghi tratti e viene colpita la stessa viabilità della zona, con smottamenti che rendono impercorribili segmenti importanti delle due strade provinciali 16 e 14 determinandone la chiusura al traffico» (cfr. articolo apparso Corriere del Mezzogiorno del 23 settembre 2018, intitolato «Storia d'amore per la propria terra. Il “Presidio” del Fiume Lato»);

          secondo associazioni come il «Tavolo Verde», le iniziative intraprese sarebbero state caratterizzate da un grave sperpero di fondi pubblici che avrebbero finanziato interventi non correttamente eseguiti;

          infatti, risultano all'interrogante le seguenti problematiche:

              a) l'incompiuta realizzazione di due vasche di accumulo dell'acqua (appaltata dal Consorzio di Bonifica Stornara e Tara) che è costata euro 3.136.000;

              b) l'innalzamento (dopo l'evento del 2003) di circa un metro del ponte sul fiume Lato (costato euro 900.000,00 alla provincia di Taranto) che provocherebbe danni ai veicoli;

              c) il compimento di svariati interventi sugli argini del fiume Lato che sono stati affidati dal comune di Castellaneta alla Lato S.c.a.r.l. dopo l'alluvione del 2003 (tramite un appalto costato euro 18.403.363,53), ma che sono stati realizzati senza criterio (come nei casi del taglio delle canne poi ricresciute o della posa in opera di un sistema di tubi non idonei ad impedire il passaggio della piena sulla S.P. 12 e sui campi limitrofi) e che non sono riusciti a fronteggiare l'esondazione del 2013;

              d) la liquidazione alla Lato S.c.a.r.l. di un saldo di euro 255.000,00 per gli interventi sugli argini sopra menzionati, nonostante il mancato collaudo delle opere (comunicato con nota del 12 dicembre 2016) a seguito dell'evento del 2013;

              e) la sottovalutazione del rischio nonostante la lettera raccomandata del 20 novembre 2012, relativa alla pericolosa presenza di una folta vegetazione di canneti;

              f) la viabilità stradale impedita dal 2003, nonostante la costruzione di un ponte inutilizzato che impedisce di ricongiungere le strade provinciale 14 e 16;

              g) gli ingenti danni all'agricoltura a causa delle periodiche esondazioni;

          inoltre, le associazioni (come «Tavolo Verde»), alcuni consiglieri comunali e molti cittadini hanno presentato numerose denunce alla procura della Repubblica presso il Tribunale di Taranto che non risulta agli interroganti avere intrapreso azioni significative;

          a causa dell'inerzia delle autorità, un gruppo di cittadini ha organizzato il 20 ottobre 2017 un presidio di ben 285 giorni, ottenendo solo la costituzione di un tavolo tecnico per il monitoraggio delle criticità del fiume Lato –:

          se i Ministri interrogati siano a conoscenza della situazione sopra descritta e quali iniziative di competenza intendano adottare al fine di risolvere definitivamente le problematiche riscontrate, considerata anche l'inerzia delle autorità competenti sopra evidenziata.
(5-07390)

Interrogazione a risposta scritta:


      FEDERICO. — Al Ministro della transizione ecologica. — Per sapere – premesso che:

          nel comune di Montenero Val Cocchiara in provincia di Isernia risultano censiti numerosi allevamenti della razza equina autoctona della regione Molise individuata con il nome di «cavallo Pentro» dal nome Samnium Pentrum che ne distingue anche il territorio regionale di provenienza;

          il cavallo Pentro, allevato allo stato semi brado, rappresenta una delle 15 «razze di cavallo a distribuzione limitata» riconosciuta dall'Aia (associazione allevatori italiani) ed è una delle razze che viene anagraficamente schedata attraverso l'inserimento in appositi registri, secondo sistema di identificazione (microchip o tatuaggio);

          è inoltre una specie considerata a rischio di estinzione e il maggior numero di esemplari insistono nell'area Sic di Pantano della Zittola, un'ampia pianura che si estende per circa 2200 ettari, in territorio molisano, ai margini del Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise;

          nell'ambito del PAR FSC Molise 2007-2013 Asse III «Ambiente e territorio» – Linea di intervento III B «Difesa del suolo» la regione Molise ha finanziato, tra le altre cose, anche il Piano di gestione silvo-pastorale del Comune di Montenero Valcocchiara, redatto, in bozza, dai professionisti incaricati, nel mese di ottobre 2020;

          tale documento, oltre agli indirizzi gestionali dei boschi, fornisce anche importanti indicazioni da adottare per l'utilizzo ecosostenibile dei pascoli del pantano della Zittola, di proprietà del Comune di Montenero Valcocchiara, individuati proprio come habitat di interesse comunitario, in cui è presente, allo stato brado e semibrado, anche il «cavallo Pentro»;

          la regione Molise, con nota protocollo n. 199293/2021 del 9 dicembre 2021, ha segnalato ad una serie di enti in indirizzo, tra i quali la Prefettura di Isernia, il Comando regionale dei carabinieri forestali ed il Ministero della transizione ecologica, alcune circostanze per le quali il Comune di Montenero Valcocchiara, nelle more dell'approvazione dei rispettivi regolamenti comunali di fida pascolo, non avrebbe attivato le procedure di valutazione d'incidenza per il rilascio degli attestati di fida pascolo;

          successivamente il comune ha trasmesso documentazione integrativa, ritenuta però non esaustiva da parte della regione che ha confermato le lacune con due distinte missive –:

          se il Ministro interrogato sia a conoscenza della situazione esposta e se non ritenga di assumere iniziative, per quanto di competenza, per il tramite del Comando dei carabinieri per la tutela ambientale, al fine di supportare la regione per le operazioni di verifica di eventuali danni ambientali sulle acque ed i terreni del pantano o di altre circostanze che possano inficiare la tutela del «cavallo Pentro».
(4-11129)

TURISMO

Interrogazioni a risposta immediata:


      MOLINARI, ANDREUZZA, BADOLE, BASINI, BAZZARO, BELLACHIOMA, BELOTTI, BENVENUTO, BIANCHI, BILLI, BINELLI, BISA, BITONCI, BOLDI, BONIARDI, BORDONALI, CLAUDIO BORGHI, BUBISUTTI, CAFFARATTO, CANTALAMESSA, CAPARVI, CAPITANIO, CARRARA, CASTIELLO, VANESSA CATTOI, CAVANDOLI, CECCHETTI, CENTEMERO, CESTARI, COIN, COLLA, COLMELLERE, COMAROLI, COMENCINI, COVOLO, ANDREA CRIPPA, DARA, DE ANGELIS, DE MARTINI, D'ERAMO, DI MURO, DI SAN MARTINO LORENZATO DI IVREA, DONINA, DURIGON, FANTUZ, FERRARI, FIORINI, FOGLIANI, LORENZO FONTANA, FORMENTINI, FOSCOLO, FRASSINI, FURGIUELE, GALLI, GASTALDI, GERARDI, GERMANÀ, GIACCONE, GIACOMETTI, GIGLIO VIGNA, GOBBATO, GOLINELLI, GRIMOLDI, GUSMEROLI, IEZZI, INVERNIZZI, LAZZARINI, LEGNAIOLI, LIUNI, LOLINI, EVA LORENZONI, LOSS, LUCCHINI, LUCENTINI, MACCANTI, MAGGIONI, MANZATO, MARCHETTI, MARIANI, MATURI, MICHELI, MINARDO, MORRONE, MOSCHIONI, MURELLI, ALESSANDRO PAGANO, PANIZZUT, PAOLIN, PAOLINI, PAROLO, PATASSINI, PATELLI, PATERNOSTER, PETTAZZI, PIASTRA, PICCHI, PICCOLO, POTENTI, PRETTO, RACCHELLA, RAFFAELLI, RAVETTO, RIBOLLA, RIXI, SALTAMARTINI, SCOMA, SNIDER, STEFANI, SUTTO, TARANTINO, TATEO, TIRAMANI, TOCCALINI, TOMASI, TOMBOLATO, TONELLI, TURRI, VALBUSA, VALLOTTO, VIVIANI, RAFFAELE VOLPI, ZANELLA, ZENNARO, ZICCHIERI, ZIELLO, ZOFFILI e ZORDAN. — Al Ministro del turismo. — Per sapere – premesso che:

          il decreto-legge n. 152 del 2021 ha introdotto una serie di misure urgenti finalizzate alla realizzazione degli obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza in materia di turismo, quali contributi e credito d'imposta destinati alle imprese turistiche, l'istituzione di una «sezione speciale turismo» per la concessione di garanzie alle imprese del settore turistico e ai giovani fino a 35 di età che intendono avviare un'attività nel settore turistico, con una riserva del 50 per cento dedicata agli interventi volti al supporto degli investimenti di riqualificazione energetica;

          l'articolo 3 ha disciplinato la concessione di contributi diretti alla spesa per gli interventi di riqualificazione energetica, sostenibilità ambientale e innovazione digitale di importo non inferiore a 500.000 euro e non superiore a 10 milioni di euro realizzati entro il 31 dicembre 2025, in combinazione con i finanziamenti agevolati con durata fino a quindici anni, comprensivi di un periodo di preammortamento massimo di trentasei mesi, nei limiti delle risorse disponibili, a valere sulla quota delle risorse del Fondo rotativo per il sostegno alle imprese e gli investimenti in ricerca di cui all'articolo 1, comma 354, della legge n. 311 del 2004;

          l'articolo 4 riconosce alle agenzie di viaggi e ai tour operator con codice Ateco 79.1, 79.11, 79.12 un contributo sotto forma di credito d'imposta, nella misura del 50 per cento dei costi sostenuti fino al 31 dicembre 2024, per investimenti e attività di sviluppo digitale;

          l'articolo 8, comma 6, ha istituito, nell'ambito del «Fondo ripresa resilienza Italia», una sezione denominata «Fondo per il turismo sostenibile» con dotazione di 500 milioni di euro per l'attuazione della linea progettuale «Sviluppo e resilienza delle imprese del settore turistico» (Fondo dei fondi della Banca europea per gli investimenti), con riserva del 50 per cento dedicata agli interventi volti al supporto degli investimenti di riqualificazione energetica per quanto attiene alle linee progettuali riferite al settore turistico;

          il decreto-legge n. 152 del 2021 attribuisce al Ministero del turismo il compito di emanare la disciplina necessaria all'attuazione di queste misure;

          occorre che tale disciplina sia adottata nel rispetto della tempistica prevista dalla norma, sia per ottemperare alle indicazioni provenienti dall'Unione europea in materia di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, sia per offrire al settore turistico le risorse necessarie per fronteggiare le criticità riconducibili alla situazione emergenziale e per consentire allo stesso di rendersi parte attiva del conseguimento degli obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza –:

          quali iniziative il Ministro interrogato abbia adottato per l'attuazione delle predette misure relative alla realizzazione degli obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza in materia di turismo.
(3-02720)


      RIZZONE. — Al Ministro del turismo. — Per sapere – premesso che:

          contestualmente al decreto-legge approvato dal Consiglio dei ministri sulla proroga dello stato di emergenza, il 14 dicembre 2021 il Ministro della salute ha emanato un'ordinanza che ha imposto restrizioni ai viaggi, anche per i passeggeri in arrivo dall'Unione europea; l'ordinanza prevede che anche i turisti europei devono presentare un tampone molecolare negativo effettuato entro le 48 ore o antigenico rapido entro le 24 ore, insieme a green pass da vaccinazione o guarigione e passenger locator form; chi non ha un green pass valido da vaccinazione o guarigione, oltre al tampone, ha l'obbligo di sottoporsi ad isolamento fiduciario di 5 giorni; sono state inoltre prorogate le misure già previste per gli arrivi dai Paesi extraeuropei; le misure restrittive sono giustificate dall'elevata capacità di contagio della variante omicron, nettamente superiore alle precedenti, molto diffusa in Paesi dai quali provengono intensi flussi turistici;

          da notare che il regolamento introdotto dalla Commissione europea sul green pass prevede che i cittadini europei siano autorizzati a viaggiare in tutta l'Unione senza restrizioni nel caso in cui siano vaccinati, oppure siano in possesso di un risultato negativo a un tampone o di un certificato che ne attesti l'avvenuta guarigione da COVID, fermo restando il diritto dei singoli Stati di introdurre requisiti aggiuntivi al green pass;

          le restrizioni in vigore sono un duro colpo al settore del turismo, in particolare perché intervenute pochi giorni prima delle festività e dopo un prolungato periodo di crisi: per effetto della pandemia da COVID-19, il settore del turismo, dopo anni di crescita costante, ha più che dimezzato il volume di attività; secondo i dati Istat nel 2020 si è registrato un netto calo dei flussi turistici rispetto al 2019, con punte del 74,6 per cento, in particolare per i turisti stranieri; nel 2021 c'è stata una ripresa del settore ma con dati ben distanti rispetto a quelli registrati nel 2019 –:

          considerata la rilevanza del turismo sulla ricchezza del Paese – secondo i dati Istat, il calo dell'attività turistica ha inciso per oltre il 25 per cento sulla perdita complessiva di valore aggiunto registrata in Italia nel 2020 – e la crisi profonda di tutto il settore, in particolare del comparto alberghiero, quali urgenti iniziative intenda assumere di sostegno a tutta la filiera turistica, in particolare per garantire continuità alle imprese che cercano di fronteggiare la crisi, mantenendo gli occupati.
(3-02721)


      MORETTO, D'ALESSANDRO, FREGOLENT, UNGARO, MARCO DI MAIO, OCCHIONERO e VITIELLO. — Al Ministro del turismo. — Per sapere – premesso che:

          il rafforzamento delle misure di contrasto alla diffusione del COVID si sta riflettendo su attività turistiche, imprese recettive e indotto: per gli alberghi italiani il 2021 si chiude con un passivo peggiore del 2020. Secondo l'Osservatorio Confindustria alberghi il tasso di occupazione camere ha fatto registrare il –48,6 per cento, con punte nelle città d'arte, che toccano –58 per cento a Roma e –56,1 per cento a Firenze e con Venezia e Napoli rispettivamente –57 per cento e –43 per cento. Sul fronte dei ricavi la perdita media è arrivata al –55 per cento, con le città d'arte che si attestano al –65 per cento;

          il timore dei contagi, nonché la diffusa applicazione della quarantena precauzionale, incidono profondamente sul settore turismo e sul tessuto socio-produttivo collegato: gli arrivi internazionali si sono fermati nel 2021 a 36 milioni, contro gli oltre 60 milioni del 2019, con una perdita di circa 25 miliardi di euro di spese turistiche;

          il «caro energia» poi, pesando sulle famiglie, limita i flussi del turismo nazionale, che, in assenza di quello straniero, può rappresentare l'unica fonte di reddito per le imprese turistico-ricettive italiane;

          con il decreto-legge 6 novembre 2021, n. 152, sono stati riconosciuti, in favore del settore turistico, ricettivo e fieristico-congressuale, un credito d'imposta e un contributo a fondo perduto a fronte di spese sostenute per interventi in materia edilizia e per la digitalizzazione;

          tali risorse rappresentano senz'altro un primo passo verso un sostegno utile e strumentale, ma appaiono necessarie ancora molte e altre risorse, evitando che l'accesso ai benefìci sia limitato da criteri cronologici della richiesta;

          il difficile momento produce grave pregiudizio anche al settore ludico, dei teatri, delle sale da ballo, degli eventi, del turismo e delle strutture ricettive e si riversa pesantemente sui livelli occupazionali di tali settori;

          le preoccupazioni dei lavoratori sono aggravate dalla mancata proroga della cassa integrazione COVID, anche a fronte del forte rischio di non rientrare negli aumenti di ore previsti dagli strumenti ordinari contenuti nella riforma degli ammortizzatori sociali della legge di bilancio per il 2022;

          il sostegno al settore turistico-ricettivo deve passare attraverso una serie di investimenti, che sono in gran parte previsti del Piano nazionale di ripresa e resilienza, prevedendo anche ristori e ammortizzatori sociali capaci di garantire, nell'immediato, la sopravvivenza delle aziende e il mantenimento dei livelli occupazionali –:

          se non ritenga di dover adottare iniziative di competenza volte a introdurre con urgenza nuovi periodi di cassa integrazione COVID e nuove forme di ristoro diretto, dedicati espressamente ai comparti maggiormente colpiti e danneggiati dal perdurare della diffusione pandemica e dai considerevoli aumenti delle bollette energetiche, con specifico riferimento al comparto del turismo.
(3-02722)

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:

X Commissione:


      VALLASCAS e SCHULLIAN. — Al Ministro del turismo. — Per sapere – premesso che:

          l'articolo 10 del decreto-legge 31 maggio 2014, n. 83, riconosce un credito d'imposta del 65 per cento per gli interventi di riqualificazione delle strutture ricettive turistico-alberghiere, a vantaggio delle imprese esistenti dalla data del 1° gennaio 2012, al fine di migliorare la qualità dell'offerta ricettiva e di accrescere la competitività delle destinazioni turistiche;

          oltre che dall'articolo 79, comma 2, del decreto-legge 14 agosto 2020, n. 104, che ha esteso le agevolazioni anche agli agriturismi e agli stabilimenti termali, i soggetti beneficiari sono individuati dal decreto ministeriale 20 dicembre 2017, emanato ai sensi dell'articolo 10, comma 4, del suddetto decreto-legge 31 maggio 2014, n. 83;

          l'articolo 2 del succitato decreto ministeriale definisce «struttura alberghiera» ammessa al beneficio quale struttura aperta al pubblico, a gestione unitaria, con servizi centralizzati che fornisce alloggio, eventuale vitto e altri servizi accessori, in camere situate in uno o più edifici. Tale struttura è composta da non meno di sette camere per il pernottamento degli ospiti. Sono strutture alberghiere gli alberghi, i villaggi albergo, le residenze turistico-alberghiere, gli alberghi diffusi, nonché quelle individuate come tali dalle specifiche normative regionali;

          al fine di migliorare ulteriormente la qualità dell'offerta ricettiva e in attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), l'articolo 1 del decreto-legge 6 novembre 2021, n. 152, attribuisce alle imprese del settore turistico, come definite dal comma 4, un credito di imposta fino all'80 per cento delle spese sostenute e un contributo a fondo perduto un importo massimo di 40.000 euro a fronte di specifiche spese sostenute per interventi in materia edilizia e per la digitalizzazione d'impresa;

          nella provincia autonoma di Bolzano l'attività di affittacamere è regolata dalla legge provinciale 11 maggio 1995, n. 12, che la definisce come il servizio di alloggio in non più di otto camere o cinque appartamenti ammobiliati, ubicati in uno stesso edificio non classificato come bene strumentale –:

          quali iniziative di competenza il Ministro intenda adottare per rilanciare il settore turistico, anche verificando se tra i beneficiari delle agevolazioni di cui all'articolo 10 del decreto-legge 31 maggio 2014, n. 83, ovvero di cui all'articolo 1 del decreto-legge 6 novembre 2021, n. 152, possano rientrare anche i soggetti che esercitano l'attività di affittacamere di cui alla legge provinciale di Bolzano 11 maggio 1995, n. 12.
(5-07384)


      ZUCCONI, DE TOMA e CAIATA. — Al Ministro del turismo. — Per sapere – premesso che:

          l'aggravarsi dell'emergenza epidemiologica, palesatasi con brutalità nell'ultimo periodo, ha comportato, segnatamente per le aziende operanti in alcuni comparti quali il turismo, un crollo drammatico del fatturato in ragione del blocco operativo legittimato dall'assenza di clienti, dal ridimensionamento del flusso di turisti nazionali e internazionali, dal moltiplicarsi di quarantene e isolamenti che di fatto rendono indisponibili lavoratori e ospiti e da recenti misure di dubbia utilità attuate da questo Governo, che non avevano nulla di scientifico e che hanno solo ulteriormente complicato la vita di tante aziende del settore;

          in assenza di lavoro, la chiusura definitiva o la sopravvivenza nei prossimi mesi di migliaia di aziende legate al turismo dipenderà dagli aiuti che arriveranno dalle Istituzioni. Mentre il settore crollava infatti, le aziende del comparto hanno visto venir meno una ad una le misure di sostegno messe precedentemente in piedi: il credito d'imposta sugli affitti, l'esonero dal pagamento dell'Imu, la moratoria sui mutui e la «cassa integrazione Covid»;

          in particolar modo, si dovrebbe provvedere alla proroga della cassa integrazione (cosiddetta «Cassa Covid») riconosciuta alle imprese turistiche, compresi i pubblici esercizi e le strutture ricettive alberghiere ed extralberghiere, e alla proroga del credito d'imposta per i canoni di locazione per le strutture turistico-ricettive, di cui all'articolo 28 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020, n. 77;

          stando all'attuale scenario sarebbe prioritario prorogare almeno al 31 marzo 2022 il termine degli ammortizzatori sociali di emergenza al fine di salvaguardare la tenuta delle aziende e l'occupazione;

          per il secondo anno di fila, si sono registrati dati negativi per quanto riguarda il turismo italiano: nel 2021, infatti, sono andate in fumo 148 milioni di presenze turistiche. Facendo un raffronto con il 2019, ultimo anno pre-covid, è come se si fosse cancellato un pernottamento su tre. Analizzando solo il turismo straniero, la perdita diventa di uno su due per un totale di 115 milioni di presenze estere perse –:

          quali iniziative, per quanto di competenza, il Ministro interrogato intenda adottare per ristorare gli imprenditori e i lavoratori del turismo, anche attraverso la proroga delle misure di cui in premessa, al fine di garantire la sopravvivenza di migliaia di aziende ormai sull'orlo del fallimento e sempre più oggetto di depredazione estera.
(5-07385)


      BENAMATI, BONOMO, GAVINO MANCA, SOVERINI e ZARDINI. — Al Ministro del turismo. — Per sapere – premesso che:

          la pandemia di Covid-19 ha determinato un'intensa flessione dei flussi turistici in tutto il territorio nazionale con un calo che ha riguardato in misura più pronunciata la componente internazionale e le aree maggiormente orientate al turismo culturale per la presenza delle principali città d'arte o alle vacanze di tipo naturalistico come quelle legate alla montagna ed agli sport invernali;

          secondo una recente indagine, anche il 2021 si chiuderà con dati disastrosi. Rispetto al 2019, si sono perduti almeno 60 milioni di arrivi e 120 milioni di presenze in Italia, oltre a 13 milioni di viaggi degli italiani all'estero: solo per le vacanze tra Natale, Capodanno ed Epifania, rispetto ai 25 milioni di partenze programmate dagli italiani appena pochi mesi fa, 5 milioni sono state già cancellate e 5,3 milioni modificate, riducendo i giorni di vacanza o scegliendo una destinazione più vicina;

          per quanto riguarda il settore dei turismo della montagna, già lo scorso inverno il fatturato è stato nullo considerate le restrizioni dovute al lockdown che non hanno consentito l'apertura della stagione;

          anche in questa stagione, appena iniziata, il settore del turismo invernale parte in sofferenza e sarà ancora peggio a causa degli effetti, sull'arrivo dei turisti stranieri, della differente durata che il super Green pass ha, nei vari Paesi europei, dove un certificato varia dai nove ai 12 mesi: in Italia dal 1° febbraio 2022, la validità del certificato da vaccino o da guarigione è valida sei mesi;

          gli sciatori stranieri delle settimane bianche rappresentano il 65 per cento, in talune skiarea il 70 per cento delle presenze, come ad esempio nel sistema Superski Dolomiti e sono quindi irrinunciabili;

          non disporre di un Green pass condiviso fra tutti i Paesi dell'Unione europea è un grave vulnus: è necessaria l'adozione di un certificato dai medesimi contenuti e scadenze temporali, e, nel frattempo occorre riconoscere la durata del certificato verde degli altri Paesi europei, altrimenti si corre il rischio di un lockdown di fatto nel settore turistico;

          per sostenere il settore sono stati presi vari provvedimenti con agevolazioni fiscali e contributiva fondo perduto, ma è necessario il rinnovo della cassa integrazione guadagni «Covid Turismo» scaduta nel mese di dicembre 2021 –:

          se il Ministro sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e se e quali iniziative di competenza intenda adottare, per assicurare il sostegno al settore e tutelare l'attività ed il lavoro delle imprese colpite, anche attraverso la proroga delle misure di cui in premessa.
(5-07386)


      MASI, ORRICO, SUT, ALEMANNO, CARABETTA, CHIAZZESE, FRACCARO, GIARRIZZO, PALMISANO e PERCONTI. — Al Ministro del turismo. — Per sapere – premesso che:

          il settore dei turismo dopo quasi due anni di pandemia stenta a manifestare una ripresa omogenea e strutturale;

          alcuni comparti hanno potuto lavorare ad intermittenza pur non recuperando le perdite intercorse: si pensi al calo registrato nelle città d'arte e al turismo di montagna che fa registrare anche quest'inverno numeri decisamente inferiori alle aspettative;

          l'emergenza sanitaria ha poi completamente bloccato la vendita dei pacchetti turistici con conseguenze drammatiche per l'economia e il lavoro dei tour operator e delle agenzie di viaggio: secondo una stima delle Associazioni di categoria, dopo 22 mesi di blocco pressoché totale dell'attività, di 11.890 agenzie di viaggio attive nel 2019, nel 2021 ne sono rimaste 8.200 e si prevede la chiusura di altre 2.460;

          gli operatori turistici dall'inizio della pandemia sono stati costretti a fare un uso massiccio degli ammortizzatori sociali;

          la quasi totalità delle imprese ha messo il personale in cassa integrazione al 100 per cento tuttavia la cassa integrazione guadagni «Covid» ha cessato la sua efficacia a fine dicembre 2021: si stima che senza proroga il 98 per cento delle aziende non coprirà il costo del lavoro e più dell'80 per cento ricorrerà ai licenziamenti;

          nella legge di bilancio 2022 il comma 486 dell'articolo 1 ha istituito un fondo unico per più settori, con una dotazione limitata a 150 milioni di euro per l'anno 2022, da destinare al sostegno degli operatori economici dei settori del turismo, dello spettacolo e dell'automobile, gravemente colpiti dall'emergenza epidemiologica da Covid-19;

          al comma 366 dell'articolo 1 della citata legge di bilancio per il 2022 è stato istituito il fondo unico nazionale per il turismo di parte corrente, con una dotazione pari a 120 milioni di euro per ciascuno degli anni 2022 e 2023 e a 40 milioni di euro per l'anno 2024, anche al fine di sostenere gli operatori del settore nel percorso di attenuazione degli effetti della crisi, adottando misure di salvaguardia come specificato al comma 367, lettera a);

          di recente il Ministro interrogato ha annunciato massimo impegno per sostenere la ripresa del settore, accennando alla necessità di prorogare la cassa integrazione «Covid» al giugno 2022 e bonus vacanze, di prorogare ed estendere i corridoi turistici e di applicare al turismo organizzato alcuni interventi previsti nel Pnrr per il turismo –:

          quali iniziative di competenza nello specifico, oltre a quelle citate in premessa, intenda adottare, e con quali tempistiche, per supportare la ripresa strutturale del turismo.
(5-07387)


      MORETTO e MARCO DI MAIO. — Al Ministro del turismo. — Per sapere – premesso che:

          i 7.485 chilometri di costa del nostro Paese rendono il turismo balneare una delle componenti trainanti dell'intero comparto piazzando l'Italia ai primi posti in Europa per le presenze turistiche nelle località marittime;

          da anni l'incertezza normativa sulle concessioni demaniali a fini turistici ostacola gli investimenti nell'ambito di un comparto strategico per il nostro Paese e per la sua economia, lasciando imprese e lavoratori in una situazione di costante precarietà;

          con la legge di bilancio 2019 si è estesa la proroga delle concessioni demaniali marittime sino al 31 dicembre 2033, prolungamento confermato anche dall'articolo 182 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34 (cosiddetto decreto rilancio), come convertito dalla legge 17 luglio 2020, n. 77;

          il 9 novembre 2021 il Consiglio di Stato si è espresso con due articolate pronunce sulla proroga delle concessioni demaniali marittime per finalità turistico-ricreative, sottolineando come la proroga automatica delle concessioni collida con la direttiva europea «Bolkestein» sul libero mercato dei servizi;

          il Consiglio di Stato, dichiarando nulla la validità delle proroghe, ha indicato il 31 dicembre 2023, quale termine ultimo entro il quale istruire le nuove procedure di gara per le concessioni marittime;

          il 3 dicembre 2021 il Governo ha trasmesso al Parlamento il disegno di legge annuale per il mercato e la concorrenza 2021 che, all'articolo 2, introduce una delega all'Esecutivo per la mappatura e la trasparenza dei regimi concessori di beni pubblici definendo principi e criteri direttivi sulla base dei quali il decreto legislativo deve essere adottato;

          in attesa della riforma del sistema concessorio del demanio marittimo, la Conferenza dei sindaci del litorale veneto ha istituto un tavolo di lavoro con il fine di individuare una linea unitaria e caratteristiche comuni dei bandi di gara, in modo da tutelare gli imprenditori che hanno investito sul territorio e, nel contempo, rispettare i principi di concorrenza imposti dall'Unione europea;

          tale iniziativa intende far sì che enti locali e imprese si trovino pronti alle future decisioni, in particolare sul fronte della tutela degli investimenti fatti dai concessionari uscenti e della definizione del giusto indennizzo –:

          se il Governo, anche a seguito dei numerosi tavoli attivati sul tema e nelle more della definizione delle norme riguardanti il nuovo sistema concessorio, intenda fornire ai comuni uno strumento legislativo normativo che consenta agli stessi, nel rispetto dei principi di concorrenza, di garantire e valorizzare gli investimenti fin qui fatti dagli imprenditori del turismo sul territorio.
(5-07388)


      SQUERI, PORCHIETTO, SORTE, TORROMINO e SPENA. — Al Ministro del turismo. — Per sapere – premesso che:

          l'onda d'urto dell'emergenza sanitaria ha colpito in particolare le aree a maggior afflusso turistico, dove molte imprese turistico ricettive, ma anche commerciali, della ristorazione e dell'intrattenimento si sono viste costrette a chiudere per sempre;

          le restrizioni adottate da fine novembre 2021 hanno generato il crollo del turismo di Natale con oltre 17 milioni di vacanze cancellate e una perdita di oltre 4 miliardi di euro;

          quanto al primo trimestre 2022 la frenata del turismo comporterà una perdita di 3,1 miliardi di euro, connessi alla mancanza di viaggiatori stranieri e alle limitazioni della circolazione derivanti dai necessari controlli per l'accesso alle attività e ai luoghi;

          sarebbe quindi opportuna una specifica misura in favore del turismo invernale;

          l'articolo 1 del decreto-legge n. 152 del 2021 ha introdotto un credito d'imposta pari all'80 per cento delle spese sostenute per la riqualificazione di strutture alberghiere, a cui si aggiunge un contributo a fondo perduto slegato dal tax credit. Tuttavia la misura, disponendo di risorse prefissate (100 milioni nel 2022). si risolve in un click day nel quale le domande sono accolte in ordine di presentazione – come la precedente misura similare ex articolo 10 del decreto-legge n. 83 del 2014 – , escludendo la gran parte degli aventi diritto;

          il Conto satellite del turismo in Italia del settembre 2021, che individua anche i consumi connessi al settore, riferisce che il relativo shopping è crollato tra il 2019 e il 2020 del 38,4 per cento, la ristorazione addirittura del 51 per cento;

          un intervento strutturale, consistente nell'attribuzione di un codice Ateco specifico per le attività economiche operanti nelle aree ad alta densità turistica di cui al comma 2 dell'articolo 182 del decreto-legge n. 34 del 2020 non è ancora andato a buon fine. L'Istat ha concluso gli adempimenti di competenza già nel settembre 2020 e da allora si attende il completamento della procedura;

          nel ringraziare il Governo per i numerosi interventi già posti in essere, si fa presente che la perdurante emergenza impone l'adozione di ulteriori misure di sostegno per tutti i comparti colpiti dalla crisi del turismo –:

          quali ulteriori iniziative, per quanto di competenza, si intendano adottare a sostegno dei settori turistici o legati al turismo maggiormente colpiti dagli effetti della pandemia, anche con riferimento al turismo invernale e alle due misure citate in premessa, assicurando una sollecitata attuazione dell'una e incrementando le risorse dell'altra.
(5-07389)

UNIVERSITÀ E RICERCA

Interrogazione a risposta in Commissione:


      DEL BASSO DE CARO, DI GIORGI, CAPPELLANI, MICELI, RACITI e TOPO. — Al Ministro dell'università e della ricerca, al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, al Ministro per la pubblica amministrazione, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

          si apprende, anche da notizie di stampa («Ristrutturazioni e grandi opere all'Unime, il Piano triennale a un passo dall'approvazione» Messinatoday, 27 dicembre 2021), che l'università degli studi di Messina, da alcuni mesi, ha avviato le procedure per l'affidamento di lavori e forniture per un importo complessivo di quasi 40 milioni di euro;

          in particolare, le delibere del consiglio di amministrazione del 24 settembre 2021, del 27 ottobre 2021, del 29 novembre 2021 e le due delibere del 28 dicembre 2021 hanno in comune la caratteristica della scelta diretta del contraente, senza alcuna procedura ad evidenza pubblica, la misura del ribasso praticato da tutti gli aggiudicatari (25 per cento) e, soprattutto, il riferimento improprio, a parere degli interroganti, alla normativa introdotta dal decreto-legge 76 del 2020 (articolo 2, comma 4);

          tale ultima disposizione, la cui ratio è certamente rinvenibile nella necessità di incentivare gli investimenti pubblici in relazione all'aggiudicazione dei contratti pubblici sopra soglia, consente, in alcuni settori, di derogare ad ogni disposizione di legge diversa da quella penale, «fatto salvo il rispetto delle disposizioni del codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione, di cui al decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 159, nonché dei vincoli inderogabili derivanti dall'appartenenza all'Unione europea, ivi inclusi quelli derivanti dalle direttive 2014/24/UE e 2014/25/UE, dei principi di cui agli articoli 30, 34 e 42 del decreto legislativo 18 aprile 2016 n. 50 e delle disposizioni in materia di subappalto»;

          sul punto, l'Anac ha reso un parere sull'ambito applicativo dell'articolo 2, comma 4 del decreto-legge n. 76 del 2020, evidenziando che le disposizioni predette debbano essere lette nel combinato disposto con le previsioni dei commi 2 e 3 della stessa norma, consentendo, quindi, alle stazioni appaltanti, per l'affidamento degli appalti nei settori ivi indicati, di procedere alternativamente: ai sensi del comma 2, mediante le procedure ordinarie ivi indicate: ai sensi del comma 3, con procedura negoziata ex articolo 63 del codice, nella misura strettamente necessaria, per ragioni di estrema urgenza derivanti dagli effetti negativi dell'emergenza sanitaria in corso; ai sensi del comma 4, per ragioni di urgenza ex comma 3 e nei settori ivi indicati, in regime di deroga;

          il direttore generale dell'università di Messina ha sostenuto che sono state eseguite gare d'appalto nel rispetto della legge. Tuttavia, a parere degli interroganti, le summenzionate delibere sembrerebbero non rispondere a ragioni di urgenza, direttamente e/o indirettamente legate all'emergenza sanitaria, e la procedura adottata sembrerebbe violare i princìpi di trasparenza, di libera concorrenza, di non discriminazione previsti dalla normativa espressamente non derogabile dall'articolo 2, comma 4 del decreto-legge n. 76 del 2020, che richiama specificamente gli articoli 18, 57, 58, 59 della direttiva 2014/24/UE e l'articolo 30 decreto legislativo 50 del 2016;

          a titolo meramente esemplificativo, si cita la delibera del 27 ottobre 2021 di affidamento degli interventi di efficientamento energetico del patrimonio immobiliare dell'ateneo, unitamente alla progettazione esecutiva per un importo di 10.170.780.25 euro ad una ditta la cui offerta era stata richiesta dall'università ed inoltrata, con lodevole tempismo, il 27 ottobre 2021, il medesimo giorno della deliberazione;

          identiche violazioni, se non più gravi, si rilevano, ad avviso degli interroganti, anche nelle altre deliberazioni indicate in premessa –:

          se i Ministri interrogati abbiano conoscenza dei fatti esposti in premessa; se intendano per quanto di competenza fornire ulteriori elementi conoscitivi, anche valutando il ricorso all'ispettorato per la funzione pubblica e ai servizi ispettivi di finanza pubblica, per contribuire a far luce sull'intera vicenda che, ad avviso degli interroganti, integra profili di responsabilità amministrativa e contabile, oltre che penale.
(5-07392)

Ritiro di documenti del sindacato ispettivo.

      I seguenti documenti sono stati ritirati dai presentatori:

          interrogazione a risposta scritta Ravetto n. 4-11051 del 10 gennaio 2022;

          interrogazione a risposta orale Squeri n. 3-02705 dell'11 gennaio 2022;

          interrogazione a risposta scritta Novelli n. 4-11069 dell'11 gennaio 2022.