XVIII LEGISLATURA
ATTI DI INDIRIZZO
Mozione:
La Camera,
premesso che:
in Ucraina è attualmente in corso una guerra che sta provocando una fra le più grandi catastrofi umanitarie dal secondo dopoguerra, con migliaia di vittime, per la maggior parte civili, tra cui numerosi bambini;
l'evolversi della situazione sul campo rende altamente probabile – nel breve-medio termine – che il conflitto sia destinato a proseguire e ad intensificarsi, con conseguente rischio di un aumento esponenziale delle perdite di vite umane;
le fasce più deboli della popolazione ucraina sono già ora private dei servizi essenziali, come l'assistenza medico-sanitaria e l'istruzione, con ripercussioni sociali e psicologiche devastanti;
a meno di un mese dall'inizio delle operazioni di guerra, l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati stima che siano almeno 2 milioni, in maggioranza donne e bambini, le persone che hanno lasciato l'Ucraina per fuggire da questa disastrosa situazione e che tali numeri siano destinati ad aumentare;
la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, approvata dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite il 20 novembre 1989 e ratificata dall'Italia con legge 27 maggio 1991, n. 176, dispone, tra l'altro, che l'interesse dei minori debba essere preminente in tutte le decisioni – pubbliche o private – loro relative (articolo 3) e che gli Stati debbano assicurare, al massimo livello possibile, la sopravvivenza e lo sviluppo dei bambini (articolo 6);
considerato che:
il Consiglio dei ministri, nella riunione del 28 febbraio 2022, ha provveduto ad approvare il decreto-legge n. 16 del 2022, che, all'articolo 3, prevede misure per l'accoglienza dei profughi provenienti dall'Ucraina e stanzia, a tal fine, 91.864.260 euro per l'anno 2022 e 44.971.650 euro per ciascuno degli anni 2023 e 2024;
il Consiglio dei ministri ha, inoltre, stanziato ulteriori 10 milioni di euro per garantire soccorso e assistenza alla popolazione ucraina e ha dichiarato lo stato di emergenza umanitaria fino al 31 dicembre 2022;
con le ordinanze del Capo della protezione civile n. 872 del 4 marzo 2022 e n. 873 del 6 marzo 2022 sono state emanate le prime disposizioni urgenti per assicurare, sul territorio nazionale, l'accoglienza, il soccorso e l'assistenza alla popolazione proveniente dall'Ucraina;
il Consiglio europeo ha adottato la decisione di esecuzione (UE) 2022/382 del 4 marzo 2022 che accerta l'esistenza di un afflusso massiccio di sfollati dall'Ucraina, ai sensi dell'articolo 5 della direttiva 2001/55/CE, e che ha come effetto l'introduzione di una protezione temporanea;
il Ministro dell'interno, Luciana Lamorgese, da ultimo, in data 7 marzo 2022, ha dichiarato: «L'Agenzia Nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata ha avviato il censimento dei beni confiscati in gestione che possono essere destinati in tempi brevi, anche in via temporanea, per accogliere i profughi dall'Ucraina»;
ha aggiunto il Ministro che «Con la collaborazione delle prefetture l'Agenzia diretta dal prefetto Corda individuerà inoltre gli immobili trasferiti ai comuni ma non ancora utilizzati, idonei per essere impiegati nell'ambito della rete di protezione e tutela messa in campo per fronteggiare l'emergenza umanitaria»;
l'impegno del Paese per fornire risposte concrete rappresenta un momento fondamentale per supportare chi fugge dagli orrori della guerra, è un'assunzione di responsabilità soprattutto nei confronti delle persone più fragili come donne e bambini,
impegna il Governo:
1) a continuare a perseguire la strada del confronto diplomatico, con il contributo di tutta la comunità internazionale, per giungere ad un cessate il fuoco immediato è alla fine delle ostilità;
2) ad assicurare la rapida e completa implementazione degli interventi urgenti già deliberati con gli atti di cui in premessa per l'accoglienza dei rifugiati;
3) ad adottare iniziative per incrementare il personale degli uffici diplomatici nei Paesi di confine con i territori di conflitto della crisi ucraina e a valutare la possibilità di istituire uffici di collegamento per istruire le pratiche di reinsediamento;
4) ad adottare iniziative per supportare un coordinamento europeo per la gestione dei rifugiati, in particolare assicurando la creazione di una «piattaforma di solidarietà» europea dedicata ai trasferimenti tra gli Stati membri degli sfollati per la loro accoglienza;
5) a continuare a sostenere il dibattito in sede europea e il relativo negoziato teso a rivedere i meccanismi del regolamento di Dublino;
6) a predisporre iniziative aggiuntive, corredate dallo stanziamento delle ulteriori risorse necessarie, con un'attenzione specifica alle esigenze dei soggetti minori, anche al fine di assicurare la tutela dei diritti loro riconosciuti dalla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza e alle esigenze dei soggetti più fragili, tra cui anziani e disabili;
7) ad adottare iniziative per incrementare il Fondo nazionale per le politiche ed i servizi dell'asilo e potenziare il funzionamento del Sistema di protezione per titolari di protezione internazionale e per i minori stranieri non accompagnati volto all'attività di assistenza, al supporto psicologico, alla integrazione dei minori nelle istituzioni scolastiche, educative, sportive e ludico-ricreative, anche attraverso il rafforzamento della dotazione di personale degli enti coinvolti destinato ai servizi di supporto e mediazione culturale;
8) ad adottare iniziative per assicurare l'accoglienza dei minori non accompagnati in fuga dall'Ucraina, anche attraverso una semplificazione della vigente normativa in materia, supportando l'opera delle associazioni che operano in tale ambito e favorendo i ricongiungimenti familiari, anche in attuazione della citata decisione di esecuzione (UE) 2022/382 del Consiglio dell'Unione europea del 4 marzo 2022;
9) ad adottare iniziative per assicurare l'inserimento e l'integrazione culturale e lavorativa dei rifugiati, anche prevedendo l'organizzazione di percorsi di insegnamento della lingua italiana dedicati agli stessi, nonché procedure semplificate per l'accesso al lavoro;
10) ad adottare iniziative per favorire gratuitamente il tempestivo inserimento degli studenti ucraini negli istituti di ogni ordine e grado, nonché presso le università italiane, prevedendo l'affiancamento di mediatori culturali, ovvero di personale in possesso delle necessarie competenze linguistiche;
11) a comunicare tempestivamente le risultanze del censimento degli immobili confiscati e sequestrati alla criminalità organizzata trasferiti ai comuni, per consentire la destinazione in tempi brevi, anche in via temporanea, degli stessi per l'accoglienza dei profughi dell'Ucraina.
(1-00607) «Davide Crippa, Barzotti, Invidia, Baldino, Tuzi, Brescia, Maurizio Cattoi, Francesco Silvestri, Corneli, De Carlo, Dieni, Elisa Tripodi, Alaimo, Di Stasio, Olgiati, Spadoni, Emiliozzi, Buffagni, Fantinati, Azzolina, Giordano, Carbonaro, Bella, Casa, Cimino, Del Sesto, Iorio, Melicchio, Spadafora, Vacca, Valente, Ciprini, Segneri, Ruggiero, D'Arrando, Federico, Lorefice, Mammì, Misiti, Nappi, Penna, Provenza, Sportiello, Villani, Saitta, Perantoni, Ascari, Bonafede, Cataldi, Di Sarno, Ferraresi, Giuliano, Salafia, Sarti, Scutellà, D'Orso, Caso, Aresta, Torto, Lovecchio, Faro, Buompane, Manzo, Masi, Sut, Palmisano, Chiazzese, Carabetta, Orrico, Giarrizzo, Martinciglio, Cancelleri, Grimaldi, Migliorino, Grippa, Barbuto, Serritella, Luciano Cantone, Liuzzi, Ficara, Scagliusi, De Lorenzis».
ATTI DI CONTROLLO
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):
I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, il Ministro della transizione ecologica, il Ministro dello sviluppo economico, il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, per sapere – premesso che:
il conflitto in Ucraina ha provocato un aumento vertiginoso dei prezzi dei carburanti, che sono fondamentali per l'attività agricola;
alla crisi energetica si è aggiunta – in continuità con un trend già avviato per effetto della pandemia – un rialzo senza precedenti delle materie prime: in una sola settimana, nelle quotazioni della Borsa merci di Chicago il prezzo del grano è salito del 40 per cento arrivando ai suoi massimi da 14 anni, il mais è aumentato del 17 per cento, mentre la soia del 6 per cento;
nel 2020 il 6,6 per cento del fabbisogno italiano di grano – con netta prevalenza del grano tenero che serve alla pasticceria e alla panificazione – è stato garantito da importazioni provenienti dalla Russia e dall'Ucraina, i due Paesi coinvolti direttamente nel conflitto in corso;
il crollo della produzione nazionale di mais registrato nell'ultimo decennio (-30 per cento), evidenzia il ruolo strategico dell'Ucraina, Paese dal quale arriva più del 20 per cento del mais che l'Italia importa;
a tutto ciò si aggiunge l'annuncio del Governo ungherese di vietare le esportazioni di grano e mais: dal momento che l'Ungheria è il principale esportatore di mais verso l'Italia, il contemporaneo blocco rischia di creare gravissime conseguenze al nostro comparto zootecnico;
ogni anno l'Italia utilizza circa 2,5 milioni di tonnellate di fertilizzanti ma solo una percentuale ridotta, quella di origine organica, è reperibile sul mercato nazionale e nelle coltivazioni le imprese sconteranno l'effetto dello «stop» alle importazioni di nitrato di ammonio dalla Russia, principale fornitore al mondo di fertilizzanti a base di azoto e fosforo;
alcuni degli obiettivi della Strategia Farm to Fork (F2F) – in particolare l'impegno alla riduzione del 50 per cento di concimi chimici e pesticidi e la previsione del riposo obbligatorio di almeno il 10 per cento dei terreni – appaiono nell'attuale contesto controproducenti in termini di rese colturali e dannosi per la redditività delle imprese agricole, già assillate dall'aumento dei costi di produzione;
uno studio di ricercatori olandesi della Wageningen University & Research, infatti, ha rilevato come, se venisse pienamente attuata la Farm to Fork, si registrerebbe un calo tra il 10 per cento ed il 20 per cento della produzione media con un conseguente aumento dei prezzi del 30 per cento;
Ismea ha precisato che con la nuova politica agricola comune (Pac) per il periodo 2023-2027, se prima un agricoltore aveva la certezza di portare a casa il 55,8 per cento dei pagamenti diretti +30 per cento per il greening, oggi le due componenti sono conteggiate assieme e valgono il 48 per cento. Gli altri pagamenti (giovani, redistributivo e altro) sono selettivi e non certi. A ciò si aggiungono gli ecoschemi e le condizionalità nei pagamenti rapportati alla capacità dell'agricoltore di produrre servizi ambientali e sociali;
il 4 marzo 2022 si è svolta una riunione straordinaria dei Ministri dell'agricoltura dell'Unione europea, durante la quale il Commissario all'agricoltura, Janusz Wojciechowski ha dichiarato che la Commissione è pronta a rivedere la strategia Farm To Fork, eliminando il vincolo di destinazione del 10 per cento dei terreni agricoli, come già richiesto dalle associazioni di categoria del mondo agricolo –:
se il Governo abbia effettuato una valutazione dell'impatto che le conseguenze della crisi geopolitica in corso potrebbe avere sulla produzione agricola nazionale e – di riflesso – sull'offerta alimentare degli italiani;
se il Governo non ritenga opportuno aggiornare il Piano strategico nazionale (Psn) previsto dal regolamento (UE) n. 2021/2115, applicativo della Pac 2023-2027 in Italia, alla luce dei rischi di emergenza alimentare e di scarsità di approvvigionamenti delle materie prime necessarie alla produttività agricola;
se non si ritenga di dover promuovere in sede comunitaria una sollecita revisione degli obiettivi condizionali della Pac e del F2F, a cominciare dall'obbligo di rotazione colturale dei seminativi previsto dalla Pac 2023-2027;
se non si ritenga opportuno adottare iniziative per portare in sede comunitaria il tema della creazione di un sistema di stoccaggio comune di cereali e semi oleosi all'interno dell'Unione europea;
se non si ritenga opportuno adottare iniziative più incisive per salvaguardare i terreni agricoli, in considerazione della necessità di perseguire l'obiettivo europeo dell'autosufficienza alimentare;
se non si ritenga necessaria un'iniziativa in tema di accise e di Iva per alleggerire l'impatto dei rialzi del costo del gasolio utilizzato in agricoltura.
(2-01449) «Spena, Nevi, Anna Lisa Baroni, Bond, Caon, Dall'Osso, Sandra Savino, Paolo Russo, D'Attis».
Interrogazione a risposta orale:
MARCO DI MAIO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro del turismo, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:
l'Associazione italiana alberghi per la gioventù (Aig) è stata costituita con l'intervento, tra gli altri, dei rappresentanti del Ministero dell'interno, del commissario straordinario dell'Ente nazionale industrie turistiche, della direzione generale del turismo, del commissario nazionale gioventù italiana, con un apporto economico iniziale da parte dello Stato, come fondo di dotazione;
l'associazione è ente morale a seguito del decreto del Presidente della Repubblica 1° giugno 1948, nonché riconosciuto quale ente assistenziale a carattere nazionale con decreto del Ministro dell'interno 6 novembre 1959, n. 10.18404/12000°40; infine, con il decreto-legge n. 97 del 1995, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 203 del 1995, è stato riconosciuto definitivamente ente culturale;
inoltre, è inclusa tra le «organizzazioni non governative» segnalate dall'Onu tra gli enti di sviluppo sociale;
l'Italia è da sempre Paese membro qualificato della International Youth Hostel Federation, di cui fanno parte oltre 80 nazioni;
l'Associazione si è sempre occupata di agevolare la promozione della cultura italiana, dei siti paesaggistici, culturali e del patrimonio dell'Unesco, anche attraverso la rete della International Youth Hostel Federation;
dal 1° luglio 2019 l'Aig si trova in procedura fallimentare (n. 492/2019), avviata dal tribunale fallimentare di Roma;
il 26 giugno 2019 il tribunale fallimentare di Roma ha respinto la domanda di un'omologa di concordato in continuità avviata con ricorso ai sensi dell'articolo 161 della legge fallimentare, di cui al regio decreto n. 267 del 1942, e depositata in data 30 giugno 2017, nonostante l'approvazione del piano dalla maggioranza dei creditori, pronunciatisi a favore di Aig e della sua solvibilità, oltre che a favore della concreta possibilità di un suo pronto rilancio e sviluppo;
l'Agenzia delle entrate e l'Inps hanno espresso assenso all'omologazione del piano, anche in virtù dell'elevata patrimonializzazione dell'ente, delle sue funzioni e degli occupati coinvolti;
l'ente, per quanto risulta all'interrogante, si è opposto alla procedura fallimentare, depositando il reclamo in corte d'appello, in pendenza già di un ricorso per regolamento di giurisdizione presso la Corte di cassazione e di un secondo ricorso presso la stessa corte d'appello e che è, ad oggi, in attesa di una risolutiva e definitiva via d'uscita;
dopo quasi 75 anni di attività al servizio del turismo giovanile, scolastico e sociale, Aig rischia la definitiva chiusura;
la procedura fallimentare sta determinando il licenziamento di oltre 200 persone con relative famiglie;
vi sono ricadute per l'indotto dovute alla subitanea messa in vendita dell'ingente patrimonio immobiliare, nonché alla dismissione del suo importante «brand»;
in fase di conversione del decreto-legge «Salva Imprese», fu approvata all'unanimità dalle Commissioni 10a e 11a del Senato, su conforme parere del Governo, una norma che introduceva misure urgenti a salvaguardia del valore e delle funzioni dell'ente e tale norma fu stralciata dal maxi-emendamento, con l'impegno del Governo a ripresentarla in un successivo provvedimento;
con l'ordine del giorno n. 9/2305/99, la Camera ha impegnato il Governo ad adottare le misure necessarie a salvaguardia delle attività portate avanti dall'Aig;
la situazione è stata aggravata dalla pandemia da COVID-19, che mette a rischio la salvaguardia del patrimonio di Aig;
sarà necessario adottare misure di sostegno al turismo e, in particolare, delle categorie più svantaggiate, tra cui i giovani e le famiglie a basso reddito –:
se il Governo sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa;
se siano stati attivati gli ammortizzatori sociali per tutti i dipendenti non più in servizio;
quali iniziative di competenza siano state adottate a tutela di marchio e servizi dell'Ente;
se non si ritenga opportuno adottare iniziative, per quanto di competenza, per salvaguardare funzioni e posti di lavoro di un ente che lavora per offrire opportunità alle giovani generazioni.
(3-02815)
Interrogazione a risposta scritta:
GIARRIZZO e ALAIMO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:
la proprietà industriale costituisce un mercato in forte crescita nel nostro Paese e rappresenta un settore fondamentale per lo sviluppo delle imprese, nonché un importante volano per promuovere ricerca e innovazione tecnologica. Secondo i dati dell'Ufficio europeo dei brevetti, nel 2019 e per il quinto anno consecutivo, l'Italia ha registrato una crescita di richieste di brevetti ed è tra i primi Paesi nell'Unione per numero di domande di brevetto europeo, marchi EU e design EU;
in Italia, la rilevanza del comparto e l'elevato livello di specializzazione richiesto per operare al suo interno sono confermati dall'istituzione, con decreto ministeriale del 3 aprile 1981 – successivamente modificato con decreto ministeriale 30 maggio 1995, n. 342 – dell'Ordine dei consulenti in proprietà industriale (Ocpi), la cui disciplina è attualmente confluita negli articoli 201 e seguenti del nuovo codice della proprietà industriale (decreto legislativo 10 febbraio 2005, n. 30);
l'attuale normativa attribuisce agli iscritti all'Albo dei consulenti in proprietà industriale un importante ruolo di rappresentanza di terzi di fronte all'Ufficio italiano brevetti e marchi. In tal senso, l'Ordine ed i propri iscritti svolgono il proprio ruolo assistendo imprese e operatori economici nella protezione dell'innovazione e della creatività;
ulteriore conferma della strategicità del settore anche a livello europeo, è data dall'Accordo 2013/C175/01 – già ratificato da numerosi Stati membri, tra cui l'Italia – con il quale è stato avviato il processo per istituire, a livello eurounitario, il Tribunale unificato dei brevetti, la cui piena operatività – unitamente al nuovo sistema brevettuale unitario – potrebbe conseguirsi, secondo le stime del Ministero dello sviluppo economico, già nella seconda metà del 2022;
in questo contesto, il nostro Paese è in prima fila per ottenere il trasferimento di una delle sedi del Tribunale da Londra a Milano e questo importante obiettivo risulta essere sostenuto trasversalmente da tutto l'arco politico ed istituzionale;
la riforma della disciplina in materia di proprietà industriale è presente tra gli obiettivi della Componente 2 della Missione «Digitalizzazione, Innovazione, Competitività, Cultura e Turismo» del Piano nazionale di ripresa e resilienza trasmesso dal Governo alla Commissione il 30 aprile 2021, che espressamente afferma come «il sistema della Proprietà Industriale costituisce un elemento fondamentale per proteggere idee, attività lavorative e processi generati dall'innovazione e assicurare un vantaggio competitivo a coloro che li hanno generati»;
in tale ottica, con decreto del 23 giugno 2021, il Ministro dello sviluppo economico ha adottato il Piano strategico sulla proprietà industriale e le relative linee di intervento strategico volte a realizzare un pacchetto di interventi che consentano di promuovere e tutelare la proprietà intellettuale;
lo stesso Ministero, a seguito dell'adozione del predetto provvedimento, ha individuato come successiva tappa per la realizzazione del Piano, la predisposizione del disegno di legge di revisione del codice della proprietà industriale, emergendo altresì nei considerando del decreto citato «la necessità di dare immediato seguito alla riforma del sistema della proprietà industriale, così come indicato nel PNRR»;
il disegno di legge è stato, dunque, inserito dal Governo anche tra i provvedimenti collegati alla manovra finanziaria (legge 30 dicembre 2021, n. 234), come specificamente indicato a pagina 12 della Nota di aggiornamento al Def, in tal modo venendo confermata la primaria rilevanza attribuita allo stesso;
il predetto provvedimento, che dovrebbe essere approvato in uno dei prossimi Consigli dei ministri, a quanto consta agli interroganti sarebbe tuttavia ancora all'esame del Dipartimento per gli affari giuridici e legislativi (Dagl) –:
quali siano le motivazioni che non hanno ancora consentito di presentare alle Camere il disegno di legge governativo sulla proprietà industriale, a che punto sia l'istruttoria della riforma da parte dei competenti uffici e quali iniziative, per quanto di competenza, si intendano adottare per accelerarne l'iter, anche alla luce degli obiettivi fissati nel Piano nazionale di ripresa e resilienza.
(4-11576)
AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
Interrogazione a risposta in Commissione:
EHM. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:
l'inasprirsi del conflitto tra Russia e Ucraina ha provocato, oltretutto, un elevato numero di cittadini ucraini in fuga nei Paesi di confine, nonché restituito sul suolo europeo tensione politica e rinnovati scenari di guerra;
in questo quadro, molte Ong italiane che operano attivamente sul territorio e lungo i suoi confini, Polonia e Moldavia, forniscono, peraltro, un supporto essenziale per le fasce più fragili donne, minori malati di cancro, supporto psicologico per bambini, fornitura di medicinali e beni di prima necessità; a fronte della grave emergenza, il Governo italiano ha stanziato un fondo di 110 milioni di euro in «budget support» al Governo ucraino;
per la reperibilità economica di tale fondo, il nostro Governo parrebbe avere attinto direttamente dal fondo per «l'Aiuto pubblico allo sviluppo – Aps, denaro rivolto direttamente, al finanziamento di interventi destinati nell'ambito della cooperazione internazionale delle Ong italiane nei Paesi più bisognosi» di cui alla legge n. 25 del 2014, fondo che, con ogni probabilità, nel prossimo futuro, dovrebbe arrivare, con le integrazioni alla legge di bilancio, a 300 milioni di euro;
il denaro elargito dal nostro Paese, attinto dal fondo, verrà consegnato direttamente al Governo ucraino e non sarà vincolato a progetti specifici. Tale contesto rileva perplessità sul «come» il Governo ucraino, in una situazione di conflitto, investirà quel denaro, non essendo chiari i meccanismi di monitoraggio;
tale condizione presuppone oltremodo che la decurtazione concreta del «fondo per gli aiuti umanitari» non gioverà a molte Ong italiane impegnate in altri scenari di guerra tra cui Siria, Mali, Etiopia e Yemen; quest'ultimo Paese sta affrontando una delle peggiori crisi economiche degli ultimi anni accentuata oltremodo dalla recente notizia resa nota dall'agenzia delle Nazioni unite, secondo cui il Programma alimentare mondiale si vedrà costretto a diminuire gli aiuti nel Paese a causa di una carenza strutturale di fondi;
i progetti inseriti nell'ambito della cooperazione internazionale italiana e sostenuti dall'Aps subiranno, di fatto, una decurtazione sostanziale, circa la metà, senza alcuna preventiva discussione delle rappresentanze del terzo settore, come denunciato dalla portavoce Aoi in un commento all'Agenzia Dire del 4 marzo 2022;
si rileva la recente applicazione della direttiva dell'Unione europea sulla protezione temporanea per le persone in fuga dal conflitto in Ucraina che consente di fatto l'accesso diretto per i cittadini ucraini a permessi di soggiorno, possibilità di accedere direttamente al mercato del lavoro, servizi scolastici e welfare dei Paesi ospitanti;
Si tenga presente che l'Ucraina, pur situata su suolo europeo, non è ancora Paese membro dell'Unione europea. Si evince, dunque, una condizione di parità rispetto a tutti gli altri profughi in fuga da situazioni di conflitto, Yemen, Siria e Afghanistan e la direttiva citata, applicata per la prima volta in occasione dello scoppio del conflitto, crea un grave precedente di «etnicizzazione dell'accoglienza» e diseguaglianza tra gli stessi profughi –:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti esposti e se intenda adottare iniziative per un riequilibrio concreto dei fondi dell'Aiuto pubblico allo sviluppo e se abbia intenzione di vincolare i futuri fondi che verranno stanziati per l'Ucraina in progetti di assistenza umanitaria;
se sia a conoscenza del fatto che i fondi finora erogati arrivano attraverso il canale multilaterale svilendo secondo l'interrogante le Ong e le organizzazioni della società civile presenti in Ucraina e nei Paesi confinanti;
se vi sia nelle intenzioni del Governo l'adozione di iniziative per reintegrare i fondi stanziati per i Paesi più bisognosi, e di confermare i fondi di supporto per lo Yemen, per il quale è prevista la High-Level Pledging Event on the Humanitarian Crisis il 16 marzo 2022.
(5-07698)
CULTURA
Interrogazione a risposta orale:
IORIO, GRIMALDI, DEL MONACO e DEL SESTO. — Al Ministro della cultura. — Per sapere – premesso che:
con deliberazione n. 79 del 26 giugno 2020, la giunta comunale di Caserta ha approvato il progetto definitivo per la realizzazione di un «impianto integrato di selezione di materiali riciclabili dal rifiuto indifferenziato e trattamento biologico del rifiuto organico» in località Ponteselice (CE), in prossimità della Reggia di Caserta;
l'area interessata, tuttavia, ricade nella sub zona P.C.M.3 («Protezione complessi e assi monumentali») del Piano Territoriale Paesistico di Caserta (decreto ministeriale 18 ottobre 2000) rispetto alla quale, nelle Norme di attuazione del Piano, è specificato che sono ammessi «interventi di localizzazione di insediamenti produttivi (industriale, artigianale, commerciale), se inclusi in piani A.S.I. e P.I.P. con un'altezza consentita fino e non oltre i m. 7»;
la zona è interessata da un vincolo paesaggistico e ambientale (decreto ministeriale 14 settembre 1962 e 28 marzo 1985); con D.D. n. 45 dell'11 dicembre 2017 il comune di Caserta, è stato ammesso a finanziamento provvisorio per la realizzazione dell'intervento per un importo onnicomprensivo di euro 26.499.980,00, finanziato a valere sul FSC 2014/2020 e ha successivamente aggiudicato la gara per l'affidamento della progettazione definitiva ed esecutiva dell'impianto;
trasmesso al comune di Caserta il progetto definitivo dell'impianto dall'aggiudicatario, è stato poi approvato il progetto definitivo per l'importo di euro 43.920.000,00, con mandato al responsabile unico del procedimento di affidare la redazione di due stralci funzionali, di cui il primo di importo pari a quello ammesso a finanziamento di euro 26.499.998,00;
con nota prot. n. 94769 del 14 settembre 2021, il comune ha trasmesso la documentazione da cui risulta la presentazione al competente ufficio regionale della istanza per la verifica di assoggettabilità a valutazione di impatto ambientale in data 10 settembre 2021;
a quanto consta agli interroganti, allo stato attuale, il progetto definitivo dell'impianto di compostaggio è in fase di screening di verifica di assoggettabilità a valutazione di impatto ambientale e si attende il parere da parte della Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Caserta e Benevento;
la zona su cui dovrebbe essere realizzato l'impianto, Ponteselice (CE), si ricorda che è collocata proprio di fronte al complesso monumentale Reggia di Caserta, una zona dall'altissimo valore storico archeologico il cui il valore paesaggistico deve essere garantito e preservato, oltre a ricadere nella cosiddetta buffer zone del sito Patrimonio dell'Unesco –:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e quali iniziative di competenza, anche con carattere di urgenza, intenda adottare in merito alla tutela e alla salvaguardia del valore paesaggistico del sito scelto per la realizzazione dell'impianto di smaltimento.
(3-02813)
DIFESA
Interrogazioni a risposta scritta:
CORDA, COLLETTI, SURIANO, SPESSOTTO, LEDA VOLPI e CABRAS. — Al Ministro della difesa, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
è stata portata avanti una compravendita tra aziende italiane e il Governo colombiano per la cessione di mezzi da guerra: nello specifico due sommergibili prodotti da Fincantieri e alcuni aerei di Leonardo;
nella trattativa, secondo le notizie riportate da varie testate giornalistiche, l'ex Presidente del Consiglio, Massimo D'Alema avrebbe svolto il ruolo di mediatore tra Leonardo s.p.a. e il Governo colombiano;
un affare saltato all'ultimo momento, che, stando alle intercettazioni pubblicate avrebbe fruttato un guadagno di circa 80 milioni di euro rivendicati dallo stesso D'Alema;
sempre da fonti di stampa si apprende che D'Alema si era presentato alla ambasciatrice della Colombia in Italia sostenendo di agire per conto di Leonardo s.p.a.;
Leonardo s.p.a., dalla primavera del 2021, si era affidata alla Aviatek group, società specializzata in energia, aviazione e ingegneria, per trattare la vendita di 5 aerei d'addestramento M-346 con l'Aeronautica militare colombiana per un totale di 350 milioni di euro;
due trattative parallele di cui l'amministratore delegato di Leonardo s.p.a., Alessandro Profumo sarebbe stato a conoscenza così come del ruolo dell'ex Presidente del Consiglio, ma il cui nome sarebbe dovuto restare segreto finalizzando la mediazione a nome dello studio Robert Allen Law di Miami –:
se il Governo sia a conoscenza della vicenda suesposta;
quale sia il ruolo di Massimo D'Alema in questa trattativa;
se, quali incarichi e a quale titolo gli siano stati affidati;
se siano state rispettate le procedure previste in tema di acquisto e vendita dei sistemi d'armamento.
(4-11580)
PETTARIN. — Al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:
sul territorio italiano, ad oggi, sono davvero pochi i monumenti in onore dei cosiddetti «Italiani d'Austria», ossia i tantissimi padri, mariti, fratelli, figli delle nuove province italiane caduti durante la Prima guerra mondiale con indosso la divisa dell'esercito austro-ungarico. Il loro numero è ad oggi incerto, ma quasi sicuramente superiore ai 30.000 uomini. Secondo i ricercatori, la causa della mancanza di informazioni deve essere ricondotta al regime fascista, il quale avrebbe imposto la classificazione di riservatezza allo «Schedario degli Italiani delle nuove provincie già militari nell'esercito austro-ungarico morti in seguito alla guerra» per occultare una realtà allora ritenuta incompatibile con le logiche di propaganda nazionalista, ossia la morte di decine di migliaia di italiani che combatterono nelle fila dell'esercito nemico contro l'Italia;
per quanto il tema possa apparire marginale rispetto ad altre problematiche, attuali e non, che coinvolgono tutti gli italiani, a quattro anni dalle celebrazioni per il centenario della fine della Grande guerra e a qualche mese dalle commemorazioni in ricordo del Milite ignoto non si può non pensare al fatto che non esiste famiglia isontina, triestina o trentina che non abbia avuto almeno un familiare o congiunto combattente nell'Esercito austro-ungarico che attende ancora di essere tratto dall'ingiusto oblio determinato dal ventennio successivo alla guerra. Tante madri, tante città, hanno perso i loro figli che combattevano con la divisa dell'impero austro-ungarico. La stessa Maria Bergamas, mamma cui spettò l'onore di scegliere la salma del Milite Ignoto, viveva sotto l'impero di Vienna e suo figlio Antonio disertò l'esercito imperiale per difendere il Regno d'Italia, mentre molti altri figli di queste terre risposero alla chiamata imperiale. Per questo appare importante ricordare anche i nostri caduti in divisa austro-ungarica, riconoscendo la riconciliazione che si è perfezionata, per porre fine all'oblio di molti goriziani, isontini, triestini, trentini che per diverse ragioni non sono volutamente mai stati commemorati con un monumento in loro ricordo, senza dare la possibilità alle loro famiglie e ai loro discendenti di deporre un fiore sulla loro tomba;
l'Europa, nel momento in cui si scrive, vive di nuovo la triste esperienza della guerra, ricordandoci che la «pace perpetua» non esiste neanche nel 2022, neanche nel nostro continente. E giungono immagini strazianti, di città devastate, di bambini e famiglie intere costrette a restare sottoterra, senza cibo, luce, acqua, riscaldamento, per tentare di sopravvivere ad un assedio ingiustificato. L'interrogante pensa a quelle madri che non sanno se il proprio figlio sia ancora vivo, penso a quei corpi che giacciono a terra e che non possono essere recuperati, per paura di un attacco imminente dal cielo. Purtroppo, sono immagini del 2022, di una storia che si ripete, e che le terre cui appartiene l'interrogante le terre del confine orientale, hanno conosciuto molto bene, e che riportano alla mente i nostri caduti in Galizia e a Leopoli;
ci si chiede perché sul territorio italiano siano così pochi questi monumenti e perché a Gorizia città non vi sia un monumento ufficiale, istituzionale, ai caduti austro-ungarici delle nuove province italiane, in segno di rispetto nei confronti della storia e di queste terre; un monumento di questo tipo, collocato in una città con una storia travagliata come Gorizia, sarebbe il perfetto segnale di unità, fratellanza e solidarietà, princìpi che devono diventare cardini della politica futura della nostra Nazione e di tutta l'Europa. In particolare, a Gorizia una tale iniziativa potrebbe suggellare la definitiva unione con Nova Gorica, abbattendo definitivamente confini storici e geografici che non hanno più ragione di esistere –:
se il Governo intenda adottare iniziative, per quanto di competenza, per favorire la realizzazione di un monumento ai caduti austro-ungarici, in particolare a Gorizia, in conformità a quanto esposto in premessa.
(4-11582)
ECONOMIA E FINANZE
Interrogazione a risposta in Commissione:
CENTEMERO. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
a causa della continua evoluzione dell'economia globale, influenzata anche dallo sviluppo delle tecnologie digitali, risulta necessario definire un più completo e specifico quadro normativo e regolamentare in materia di valute virtuali, con l'obiettivo di accrescere i livelli di competitività del nostro Paese nel settore della finanza internazionale;
in tale direzione si è posto, da ultimo, il decreto del Ministero dell'economia e delle finanze del 13 gennaio 2022 – pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 17 febbraio 2022, n. 40 – che, nell'ottica di garantire un efficiente popolamento della sezione del registro di cui all'articolo 17-bis, comma 8-bis, del decreto legislativo 13 agosto 2010, n. 141, disciplina le modalità e la tempistica con cui i prestatori di servizi relativi all'utilizzo di valuta virtuale e i prestatori di servizi di portafoglio digitale sono tenuti a comunicare la propria operatività sul territorio nazionale, nonché forme di cooperazione tra il Ministero dell'economia e delle finanze e le forze di polizia;
tuttavia, un altro importante aspetto che necessita ancora di essere più specificamente disciplinato a livello normativo e regolamentare riguarda la custodia delle valute virtuali: l'offerta dei servizi di crypto custody è divenuta fondamentale per soddisfare le esigenze dei vari stakeholders di mercato interessati all'utilizzo di tali servizi e per cogliere le nuove opportunità di business di un mercato con ampi margini di crescita, anche in considerazione dei recenti sviluppi che lo circondano;
a tal proposito, si evidenzia che, tra i Paesi europei che hanno già provveduto a disciplinare alcuni aspetti relativi alle operazioni di scambio di criptovalute, in Germania, ad esempio, la legge n. 589 del 2019, che ha dato attuazione alla direttiva (UE) n. 2015/849 (quarta direttiva EU sull'antiriciclaggio), e ha consentito agli istituti bancari tedeschi di vendere e conservare in custodia le valute virtuali, al pari di quanto avviene con le azioni e le obbligazioni;
anche nella legislazione americana, la Regola 206(4)-2 «Custody Rule») dell'Investment Advisers Act e successive modificazioni interviene in materia di custodia di asset finanziari, prevedendo espressamente che per «custodia» si intende l'attività di «detenere, direttamente o indirettamente, fondi o titoli dei clienti, o avere qualsiasi autorità per ottenerne il possesso» –:
se intenda adottare iniziative di carattere normativo al fine di disciplinare nel dettaglio la custodia delle criptovalute, tenuto conto dell'esigenza di aggiornare l'attuale quadro normativo di riferimento per la tutela degli aspetti di salvaguardia del sistema, delle adeguate verifiche e della protezione dei consumatori ed investitori.
(5-07701)
Interrogazione a risposta scritta:
ANZALDI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
il prezzo dei carburanti in queste settimane ha raggiunto il suo record storico, superando i 2 euro al litro sia per la benzina che per il gasolio;
come informa un articolo del «Sole 24 Ore» dell'11 marzo 2022, le tasse incidono per il 55 per cento sul prezzo della benzina e per il 51 per cento sul prezzo del gasolio. Tra le accise che ancora oggi pesano sul costo dei carburanti ci sono quelle introdotte nel 1935 per la guerra d'Etiopia, nel 1963 per il disastro del Vajont, nel 1980 per il terremoto in Irpinia;
sui carburanti pesa l'Iva al 22 per cento che come imposta percentuale aumenta al crescere del costo in valori assoluti dei carburanti, moltiplicando gli introiti per lo Stato;
intervenendo in Aula alla Camera, i| Presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha detto a proposito della revisione del catasto che non è giusto «applicare un coefficiente fisso su valori che non hanno senso», visto che «l'impianto del catasto è del 1939» e «gli estimi sono del 1989 (...)». Il Presidente ha ribadito che «questa procedura deve finire. Vogliamo trasparenza» –:
quali iniziative il Governo intenda assumere per calmierare il costo dei carburanti, arrivato al massimo storico e che colpisce quindi in particolare le fasce più deboli, oltre ad avere gravi conseguenze economiche su tutta la filiera della distribuzione, dei prodotti e sugli autotrasportatori;
se il Governo non ritenga opportuno adottare iniziative per sterilizzare gli introiti aggiuntivi che arrivano dall'aumento dell'Iva, derivati dall'aumentare dei costi dei carburanti;
se il Governo, in linea con il principio enunciato dal Presidente Draghi in merito alla revisione del catasto, ovvero che non ha senso pagare in base a valori vecchi di decine di anni, non ritenga doveroso adottare iniziative per eliminare le accise dovute a emergenze ormai ampiamente superate come la guerra in Etiopia del 1935 o il disastro del Vajont del 1963.
(4-11575)
INFRASTRUTTURE E MOBILITÀ SOSTENIBILI
Interrogazione a risposta in Commissione:
FASSINA e GARIGLIO. — Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
con la lettera del 10 settembre 2021 (C(2021) 66 final), la Commissione europea – per la firma della Commissaria alla concorrenza Margrethe Vestager – ha autorizzato l'Italia, quale Stato membro dell'Unione europea a finanziare, con un'iniezione di capitale fresco di 1 miliardo e 350 milioni di euro, la Ita spa;
affinché tale finanziamento fosse compatibile con l'articolo 107 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, l'Italia ha dovuto dimostrare che esso non fosse un aiuto di Stato per l'Alitalia, nel frattempo messa in amministrazione straordinaria, né per l'Ita;
sotto questo aspetto, l'Italia ha dovuto provare che tra le due società non vi fosse continuità giuridica ed economica, tale per cui l'Ita avrebbe, di fatto, ereditato aiuti di Stato passati già dichiarati illegittimi in capo all'Alitalia; e che nel conferire l'apporto finanziario all'Ita, essa si è comportata secondo i criteri di un operatore di mercato;
per tali motivi, l'Ita ha potuto acquistare a trattativa privata (direct negotiation) solo il ramo d'azienda di Alitalia attinente al volo (aviation) e non anche i rami manutenzione e maneggio bagaglio i quali, viceversa, sono dovuti andare all'asta, cui Ita ha potuto partecipare a parità di condizioni con altri operatori (si vedano al proposito il paragrafo n. 170 della lettera della Commissione sopracitata, e l'articolo 11-quater del decreto-legge n. 173 del 2021, come modificato dall'articolo 7, comma 2, del decreto-legge n. 121 del 2021 –:
se i Ministri interrogati intendano rendere noto – anche informando in proposito compiutamente le competenti Commissioni parlamentari – il testo del contratto tra Alitalia in amministrazione straordinaria e Ita spa con cui quest'ultima ha acquisito i cespiti del ramo aviation.
(5-07699)
INTERNO
Interrogazione a risposta in Commissione:
QUARTAPELLE PROCOPIO. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
l'articolo 103 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34 ha previsto due procedure di emersione per la regolarizzazione dei lavoratori stranieri:
a) emersione rapporti di lavoro: una procedura di regolarizzazione di rapporti di lavoro con cittadini italiani e stranieri presenti sul territorio nazionale prima dell'8 marzo 2020;
b) regolarizzazione soggiorno: la possibilità per cittadini stranieri con permesso di soggiorno scaduto dal 31 ottobre 2019 di richiedere un permesso temporaneo della durata di 6 mesi a partire dalla richiesta;
le domande presentate durante la finestra stabilita – dal 1° giugno al 15 agosto 2020 –, erano state 207 mila, ma nel dicembre 2021, le domande da allora prese in carico dalle amministrazioni competenti sono state soltanto circa poco più di un terzo di quelle presentate, e, secondo l'Asgi, Associazione per gli studi giuridici sull'immigrazione, considerati i lavoratori stranieri arrivati al dicembre del 2021, sono stati pochi i permessi di soggiorno effettivamente rilasciati in tutta Italia;
la macchina burocratica è stata lentissima, nonostante il provvedimento per l'emersione dal lavoro nero fosse stato deciso soprattutto per intervenire rapidamente nel mezzo dell'emergenza coronavirus. Secondo l'associazione milanese che aiuta le persone immigrate, Todo Cambia, «a Milano, in prefettura sono state assunte dieci persone a tempo determinato per smistare le pratiche. Su 26.000 domande presentate, cioè oltre il 10 per cento di quelle di tutto il territorio nazionale, solo la metà è stata vagliata»;
tra le 207 mila persone che avevano chiesto l'emersione dall'irregolarità e le cui pratiche sono ancora in sospeso c'è chi, nel frattempo, ha perso il lavoro a causa della pandemia. In altri casi, più semplicemente, il datore di lavoro ha cambiato idea riguardo all'assunzione. Per badanti e colf, c'è anche la possibilità che il datore di lavoro intanto sia morto;
tra le domande presentate, molte sono di cittadini ucraini, che aggiungono dunque, ulteriore incertezza e precarietà alla loro situazione già fragile;
l'Unione europea ha dato il via libera per applicare, per la prima volta nella storia, la direttiva 2001/55/CE del Consiglio, del 20 luglio 2001, sulle norme minime per la concessione della protezione temporanea in caso di flusso massiccio di sfollati e sulla promozione dell'equilibrio degli sforzi tra gli Stati membri che ricevono gli sfollati e subiscono le conseguenze dell'accoglienza degli stessi: la direttiva garantisce – come detto dal Presidente Draghi – «agli ucraini in fuga di soggiornare nell'Unione europea per un periodo di un anno rinnovabile», evitando «di dover attivare onerose procedure di asilo dopo i 90 giorni di soggiorno senza visto» –:
quali iniziative siano previste per favorire una più rapida evasione delle procedure di regolarizzazione del lavoro in ordine alle richieste già presentate dai cittadini ucraini, anche alla luce della recente decisione assunta in sede europea di attivazione della protezione temporanea in applicazione della direttiva 2001/55/CE.
(5-07702)
Interrogazioni a risposta scritta:
ASCARI e GRIPPA. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
si apprende da fonti di stampa che, a causa del perdurare del conflitto in Ucraina, in seguito all'iniziativa bellica russa, sempre più ucraini sono costretti a lasciare il Paese e scappare verso il confine e i Paesi europei:
5 milioni sarebbero i profughi ucraini diretti in Europa, secondo Josep Borrel, Alto rappresentante della politica estera dell'Unione europea;
tra 500 mila e 750 mila, secondo il Viminale, sono quelli diretti in Italia, ove già insiste la comunità ucraina più grande d'Europa;
infatti, in Italia, risultano circa 236.000 residenti ucraini pronti ad accogliere i propri in fuga dal Paese natio;
in base ai dati Eurostat (2020), su circa 800 mila ucraini residenti nella unione europea a 27, oltre un quarto si trova in Italia;
l'Italia è il primo Paese europeo per presenza di cittadini ucraini;
secondo Unhcr, dall'Ucraina si sta verificando l'esodo di profughi più veloce in Europa dal dopoguerra ed in Italia siamo a 3 mila arrivi in un solo giorno;
a tutti costoro dovranno essere assicurati domicilio e assistenza sociale, sanitaria, economica; dovrà essere garantito il diritto all'istruzione e un titolo di soggiorno;
il Consiglio europeo, su proposta della Commissione, ha dato attuazione alla direttiva 55/2001, al fine di garantire una «protezione temporanea», agli ucraini in fuga;
tale procedura, mai attuata finora, a carattere eccezionale, garantisce, nei casi di afflusso massiccio di sfollati da Paesi terzi una tutela immediata e temporanea, superando le lungaggini procedurali dell'accesso al sistema d'asilo;
l'aspetto amministrativo della procedura di accoglienza, una mole di lavoro mai affrontata prima in Italia, dovrà essere evasa dalle questure e dalle prefetture, attualmente sotto organico e oberate dall'esame delle 207.870 pratiche per «Emersione 2020», delle quali solo il 60,24 per cento già esaminate;
a ciò va aggiunto l'esame delle pratiche – da presentare entro la data del 17 marzo – relative ai permessi di soggiorno dei 69.700 ingressi stimati dal decreto flussi 2022;
per la gestione ed evasione di tali pratiche, si è già proceduto all'assunzione di 800 unità di personale amministrativo a tempo determinato;
il loro contratto è già scaduto una volta ed è stato prorogato fino al 31 marzo 2022;
con decreto-legge n. 34 del 2020 sono state già stanziate le risorse economiche per la proroga dei contratti di tali lavoratori;
è di tutta evidenza, a fronte dell'eccezionale situazione, che ha indotto le istituzioni europee a predisporre l'introduzione del permesso di soggiorno per «protezione immediata temporanea», che le già poche risorse assunte in ausilio degli uffici competenti alla gestione delle procedure connesse alla regolarizzazione degli stranieri, siano assolutamente insufficienti;
alla data del 9 febbraio 2022, secondo quanto riferito dai sindacati confederati di settore Cisl, Cgil, Uil, i lavoratori somministrati presso il Ministero dell'interno (questure prefetture e commissioni e territoriali per il diritto d'asilo) ammontavano a circa 1.400 unità per i progetti «Emersione» ed «Asilo»; i contratti di alcuni di questi sono già scaduti alla data del 28 febbraio 2022;
appare, pertanto, assolutamente necessario non solo il rinnovo del contratto dei lavoratori già impiegati presso gli uffici immigrazione, ma anche un loro decisivo incremento numerico per poter fronteggiare le nuove e numerose richieste di protezione;
tali risorse si sono rivelate e sono indispensabili per garantire il corretto funzionamento degli uffici territoriali del Governo e delle questure. Il loro impiego ha, di fatto, consentito che il personale di polizia non venisse sottratto alla tutela della sicurezza nazionale e dell'ordine pubblico –:
se il Ministro interrogato, per quanto di competenza, sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa;
se e quali iniziative di competenza, anche di carattere normativo, ritenga opportuno adottare al fine di risolvere le criticità rappresentate in premessa, anche alla luce dell'eccezionale e grave situazione umanitaria.
(4-11573)
FRATOIANNI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
i consiglieri di maggioranza del consiglio comunale di Orbetello hanno approvato una mozione per intitolare il parco dell'ex idroscalo a Italo Balbo;
a parere dell'interrogante tale mozione delle forze di centrodestra del consiglio comunale di Orbetello rappresenta un'operazione di revisionismo storico del regime dittatoriale fascista e non rende lustro alla città;
la motivazione di tale intitolazione, peraltro ricorrente in alcuni ambienti politici, consisterebbe nel celebrare l'Italo Balbo aviatore, come se fosse possibile distinguerlo dall'italo Balbo gerarca, quadrumviro della marcia su Roma, comandante generale della Milizia volontaria per la sicurezza nazionale, feroce ras delle squadre fasciste ferraresi che mise a ferro e fuoco sedi sindacali, sedi di quotidiani, colpendo democratici e antifascisti in tutta l'Emilia e la Romagna, pur di conquistare il potere con la violenza;
la legge n. 1188 del 1927 prevede che l'intitolazione di nuove strade e piazze pubbliche, la variazione del nome di quelle già esistenti, nonché l'approvazione di targhe e monumenti commemorativi a persone decedute da oltre dieci anni, può avvenire soltanto previa autorizzazione del prefetto, al quale quindi spetterà la decisione finale qualora gli organi competenti del comune di Orbetello dovessero dare seguito all'atto del consiglio comunale;
a parere dell'interrogante, il Governo e tutte le sue articolazioni territoriali, per quanto di loro competenza, non dovrebbero consentire in alcun modo che possano essere onorati e celebrati personaggi come Italo Balbo espressione e protagonista in prima persona delle pagine più buie del nostro Paese, quelle del ventennio fascista e iniziative come quella del comune di Orbetello rappresentano, sempre secondo l'interrogante, apologia del fascismo –:
quali iniziative di competenza intenda assumere affinché il prefetto di Grosseto manifesti, sin da ora, la contrarietà al comune di Orbetello ad intitolare il parco dell'ex idroscalo a Italo Balbo per le motivazioni esposte in premessa e comunque neghi l'eventuale autorizzazione a tale intitolazione qualora la richiesta venisse formalizzata.
(4-11578)
ISTRUZIONE
Interrogazioni a risposta in Commissione:
FERRI. — Al Ministro dell'istruzione. — Per sapere – premesso che:
il comma 3-quinquies dell'articolo 5 del decreto-legge 30 dicembre 2021, n. 228, recante disposizioni urgenti in materia di termini legislativi, convertito dalla legge 25 febbraio 2022, n. 15, ha sostituito il comma 9-bis dell'articolo 59 del decreto-legge 25 maggio 2021, n. 73. Con tale modifica si istituisce una procedura concorsuale straordinaria per regioni e classi di concorso, per un numero di posti pari a quelli vacanti e disponibili per l'anno scolastico 2021/2022, riservata a quei docenti che, entro il termine della presentazione delle istanze, abbiano conseguito almeno tre annualità di servizio negli ultimi 5 anni scolastici, valutati ai sensi dell'articolo 11, comma 14, della legge 3 maggio 1999, n. 124, presso istituzioni scolastiche statali;
il decreto-legge 25 maggio 2021, n. 73, ha modificato il bando del concorso ordinario della scuola secondaria sostituendo la prova preselettiva e la prova scritta con un'unica prova scritta con quesiti a risposta multipla, nonché il concorso straordinario dedicato ai docenti presenti in prima fascia «GPS» prevedendo un'unica prova orale non selettiva;
i docenti con almeno tre annualità di servizio hanno maturato un'esperienza professionale sul campo e molti di loro hanno accumulato contratti a tempo determinato, stante quella «necessità duratura» enunciata in non poche pronunce giurisprudenziali anche in termini di indennizzo a fronte del reiterato impiego di contratti a tempo determinato;
le caratteristiche della prova disciplinare in questione saranno definite in un successivo decreto del Ministero dell'istruzione –:
quali siano i tempi di emanazione del bando di concorso straordinario, quali saranno le caratteristiche della prova disciplinare che i docenti dovranno sostenere e se la stessa sarà considerata in termini selettivi.
(5-07697)
MICELI e CASU. — Al Ministro dell'istruzione. — Per sapere – premesso che:
la commissione d'inchiesta e vigilanza sul fenomeno della mafia e della corruzione in Sicilia, istituita presso l'assemblea regionale siciliana ha condotto una inchiesta sulla condizione dei minori disagiati nell'isola, partendo dai dati di uno studio della fondazione Openpolis, secondo il quale in Sicilia, nel 2020, la dispersione scolastica ha raggiunto il 19,4 per cento;
secondo quanto riportato dalla relazione finale dell'inchiesta, nel corso del ciclo di audizioni (seduta n. 243 del 14 settembre 2021), il direttore dell'ufficio di servizio sociale per i minorenni di Palermo e referente dell'associazione «Libera» della provincia di Trapani, Salvatore Inguì, ha segnalato la presenza, presso l'Istituto comprensivo «Sturzo-Asta» del quartiere Sappusi di Marsala (Trapani), di una classe di scuola primaria composta interamente da ventidue bambini «tutti figli di soggetti con gravi pregiudizi penali»;
secondo la relazione, in una successiva audizione sulla vicenda (seduta n. 248 del 12 ottobre 2021), il direttore dell'ufficio scolastico regionale per la Sicilia, Stefano Suraniti, ha dichiarato alla commissione regionale antimafia che «nella formazione delle classi tutte le scuole adottano dei criteri che sono poi quelli di creare classi al loro interno eterogenee. In alcune scuole, però, questo obiettivo è difficilmente raggiungibile perché probabilmente siamo nella condizione in cui c'è una più alta percentuale con svantaggio socio-economico, quindi nelle periferie ci può essere una maggiore incidenza di famiglie in difficoltà o di fatto assenti. E dove c'è una più alta incidenza di disagio e questo ovviamente incide anche sulla formazione, nel senso che sono classi più complesse da gestire. Ciò non toglie naturalmente che i nostri docenti abbiano gli strumenti relazionali, comunicativi ed anche didattici per cercare di gestire una classe complessa: ciò non toglie che il successo formativo di quella classe o di una parte della classe non è detto che sia raggiunto, proprio perché ci sono delle dinamiche esterne che influenzano il rendimento»;
la vicenda sarebbe stata smentita dal dirigente scolastico dell'Istituto «Sturzo-Asta», Anna Maria Alagna, che ha dichiarato alla stampa di aver «adito le vie legali, a difesa del buon nome dell'Istituzione scolastica, del gruppo di lavoro che si occupa di formare le classi nel rispetto di obiettivi e deliberati criteri, oltre che mio personale, per querelare Inguì per le dichiarazioni false, tendenziose e prive di fondamento rese alla Commissione regionale antimafia»;
ad avviso degli interroganti, il ruolo educativo, culturale e sociale della scuola deve essere un punto fermo del nostro Paese, una certezza che non può mai venire meno e che, se la circostanza di una «classe-ghetto» per religione, razza o trascorso criminale dei genitori trovasse conferma, ci si troverebbe davanti a una intollerabile selezione in forza della vita personale dei genitori dei bambini o, peggio, di una raccapricciante presunzione «genetica» di delinquenza da fermare immediatamente –:
di quali elementi disponga il Ministro interrogato ai fatti esposti in premessa;
se e quali iniziative di competenza intenda intraprendere nell'immediato, anche di carattere ispettivo, in relazione alla vicenda di cui in premessa;
se e quali iniziative di competenza, anche di carattere normativo, intenda intraprendere per garantire effettiva eterogeneità nella formazione delle classi scolastiche, evitando che si possano verificare episodi di discriminazione nella fase di formazione delle stesse.
(5-07700)
POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI
Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, il Ministro per l'innovazione tecnologica e la transizione digitale, il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere – premesso che:
nell'ottobre 2016, è stata bandita da Consip s.p.a. una gara a procedura aperta, suddivisa in 4 lotti per l'affidamento dei servizi di sviluppo e gestione del Sistema informativo agricolo nazionale (Sian);
nel 2018, al fine di rafforzare e riorganizzare le competenze in materia di erogazione degli aiuti comunitari cui è preposta l'Agenzia per le erogazioni in agricoltura (Agea), con il decreto legislativo n. 74 del 2018, recante la «Riorganizzazione dell'Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura – AGEA e per il riordino del sistema dei controlli nel settore agroalimentare, in attuazione dell'articolo 15, della legge 28 luglio 2016, n. 154», ha disposto una serie di modifiche all'ordinamento prevedendo anche la soppressione di Agecontrol s.p.a. e il trasferimento delle relative funzioni e del personale in Agea;
successivamente, con il decreto legislativo n. 116 del 2019, all'articolo 3, comma 2, si dispone che «fino alla sottoscrizione dell'ultimo degli accordi quadro affidati a seguito della procedura di gara di cui all'articolo 1, comma 6-bis, del decreto-legge 5 maggio 2015, n. 51, convertito, con modificazioni, dalla legge 2 luglio 2015, n. 91, e al definitivo completamento delle relative operazioni di subentro, il Ministero e AGEA, tramite SIN s.p.a., garantiscono la continuità nella gestione e sviluppo del SIAN»; con il successivo comma 3, Sin s.p.a. garantisce al Ministero, all'Agea, alle regioni e province autonome di Trento e di Bolzano e agli organismi pagatori, il supporto tecnico e amministrativo nella gestione e sviluppo del Sian nella fase di transizione e, al termine delle operazioni di subentro delle attività relative all'ultimo accordo quadro sottoscritto;
i suddetti decreti legislativi modificano sostanzialmente la gara bandita da Consip del 2016 ed in particolare il lotto 4 (avente ad oggetto la fornitura di servizi di assistenza e supporto alla pianificazione, governo, monitoraggio, controllo e consulenza nella gestione e sviluppo del nonché a supporto delle attività istituzionali di Agea);
oggi Sin, garantisce con il suo personale la continuità nella gestione e sviluppo del Sian sovrapponendosi completamente al lotto 4 che rappresenta essere un duplicato anche di costi;
le incongruenze e contraddizioni della gara indetta da Consip sono relative non solo ai lotti assegnati, ma anche a quelli in corso di assegnazione. Per il lotto 2 infatti, la stessa Agea, per corrispondere alle mutate esigenze della politica comunitaria ha avviato nel 2018 attività svolte con metodologie altamente innovative e strategiche. Ciò ha determinato un ridisegno funzionale del sistema complessivo di controllo degli aiuti nell'ottica di garantire, da un lato, la piena coerenza con il mutato assetto della normativa comunitaria derivato dall'introduzione sistematica degli strumenti di osservazione del suolo da satellite e dall'utilizzo di strumenti geospaziali per la dichiarazione delle superfici e, dall'altro, l'utilizzo ottimizzato delle risorse pubbliche, mediante il perseguimento delle massime sinergie possibili tra i soggetti attori e l'utilizzo di metodologie innovative oggi disponibili e nemmeno immaginate al momento di predisposizione del bando di gara del 2016. Tra queste attività, si possono citare tra le altre: la Carta dei suoli nazionale, il monitoraggio satellitare e l'applicazione digitale Geotag –:
quali elementi intenda fornire il Governo in relazione alle procedure di gara di cui in premessa, alla luce del trasferimento delle funzioni e del personale di Agecontrol in Agea;
se le nuove metodologie di controllo introdotte già dal 2018, e a mano a mano applicate ad altre regioni italiane, siano comprese nel capitolato tecnico, lotto 2, della gara indetta da Consip e se quelle comprese nel lotto 2 non si possano considerare, alla luce di queste nuove modalità di controllo, ormai obsolete;
se, alla luce delle innovazioni normative introdotte dal 2016, delle modifiche nella politica comunitaria e delle nuove metodologie richieste dagli stessi servizi tecnici della Commissione europea e sperimentate durante la «pandemia», non si ritenga inadatto il capitolato di gara bandita da Consip per l'affidamento dei servizi di sviluppo e gestione del Sian, relativamente ai lotti 1, 2 e 4;
se il Governo, al fine di evitare un eventuale danno erariale e di frenare il processo di modernizzazione e digitalizzazione dei servizi, non ritenga necessario, adottare le iniziative di competenza per interrompere la gara in corso, dal momento che le sopravvenute modifiche normative e tecnologiche determinano una rilevante marginalizzazione delle attività oggetto di gara, con la conseguenza di proseguire con varianti del capitolato per servizi per cui il fornitore selezionato potrebbe non essere preparato e sicuramente ad un prezzo che non risulterebbe congruo.
(2-01450) «Germanà, Minardo, Alessandro Pagano, Bubisutti, Gastaldi, Golinelli, Liuni, Lolini, Loss, Manzato, Tarantino, Billi, Caffaratto, Cantalamessa, Caparvi, Castiello, Cestari, Comaroli, Ferrari, Frassini, Legnaioli, Mariani, Picchi, Piccolo, Ribolla, Scoma, Tateo, Tomasi, Zanella, Zennaro».
SALUTE
Interrogazione a risposta scritta:
ASCARI, GRIPPA e NAPPI. — Al Ministro della salute, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:
si apprende da fonti di stampa che, nonostante l'endometriosi sia estremamente diffusa nel nostro Paese, soprattutto nelle donne in età riproduttiva, vi è ancora una limitata consapevolezza della patologia, con gravi ritardi diagnostici e conseguenti ripercussioni sulle condizioni di vita delle pazienti affette;
l'endometriosi è una malattia cronica e invalidante che può provocare infertilità e colpisce più di centosettantasei milioni di donne nel mondo, di cui tre milioni in Italia. Riguarda il 10-15 per cento delle donne in età riproduttiva e interessa circa il 30-50 per cento delle donne infertili o che hanno difficoltà a concepire. Può colpire dalla comparsa della prima mestruazione fino alla menopausa con dolori pelvici cronici e persistenti, soprattutto durante il periodo mestruale e dell'ovulazione, nonché con stanchezza fisica, fino ad amnesie e disturbi di attenzione;
tale malattia presenta forti implicazioni di carattere emotivo, psicologico e sessuale. La grave e acuta sintomatologia comporta forti limitazioni nella vita delle pazienti, incidendo, altresì, sull'attività lavorativa e abbassando notevolmente la qualità di vita;
è inserita nell'elenco delle patologie croniche e invalidanti, negli stadi clinici più avanzati («moderato o III grado» e «grave o IV grado»);
ciò comporta il riconoscimento del diritto ad usufruire in esenzione di alcune prestazioni specialistiche (visite di controllo, varie tipologie di ecografia e clisma opaco (esame radiologico che studia il grosso intestino (colon e retto) sfruttando le proprietà dei raggi X mediante l'utilizzo di un mezzo di contrasto);
tuttavia, le prestazioni garantite sono secondarie, con esclusione degli stadi iniziali della malattia, a totale carico delle pazienti;
questa circostanza rischia di precludere la possibilità di effettuare una diagnosi precoce che, ad oggi, è stimata in media in circa sette anni dall'insorgenza dei primi sintomi;
ad oggi, mancherebbe un'adeguata assistenza per tutti gli stadi della malattia e un programma di prevenzione volto a rallentare il processo degenerativo di questa patologia;
una costante attività di informazione, sensibilizzazione e specifica e periodica formazione del personale sanitario sicuramente consentirebbe una pronta diagnosi con notevole riduzione delle sofferenze, con miglioramento delle condizioni e qualità di vita, nonché prevenzione dell'infertilità. A tal fine, il Ministro della salute, Roberto Speranza, con decreto del 22 marzo 2021, ha autorizzato lo stanziamento di 3 milioni di euro, ripartiti sugli esercizi finanziari 2021-2022-2023, per lo studio, la ricerca e valutazione dell'incidenza della malattia da parte tutti i ricercatori che operino in enti afferenti al Servizio sanitario nazionale (regioni, province autonome, Istituto superiore di sanità, Inail, Agenas, istituti zooprofilattici sperimentali e istituti di ricovero e cura a carattere scientifico pubblici e privati);
le interroganti ritengono che occorrano, altresì, specifiche tutele economiche e lavorative delle pazienti, spesso costrette a lunghe assenze dal posto di lavoro –:
se il Governo sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa;
se il Governo intenda indicare criteri e modalità di impiego e distribuzione delle risorse finanziare stanziate citate in premessa e quali siano i destinatari che ne hanno beneficiato;
se il Governo intenda indicare quali iniziative siano state predisposte per ricerca, prevenzione, diagnosi precoce e cura della malattia, soprattutto nei confronti delle adolescenti;
se il Governo intenda adottare iniziative per istituire un registro nazionale dell'endometriosi con relativa attività di monitoraggio dell'andamento della patologia nel nostro Paese;
quali iniziative di competenza il Governo abbia adottato o intenda adottare al fine di garantire adeguate assistenza sanitaria e tutele lavorative alle pazienti affette da endometriosi.
(4-11572)
SVILUPPO ECONOMICO
Interpellanza:
Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro dello sviluppo economico, il Ministro della transizione ecologica, per sapere – premesso che:
la legge n. 98 del 2009, all'articolo 51 comma 1, stabilisce che «al fine di favorire la più ampia diffusione delle informazioni sui prezzi dei carburanti praticati da ogni singolo impianto di distribuzione di carburanti per autotrazione sull'intero territorio nazionale, è fatto obbligo a chiunque eserciti l'attività di vendita al pubblico di carburante per autotrazione per uso civile di comunicare al Ministero dello sviluppo economico i prezzi praticati ...». Il comma 3 dispone che in caso di omessa comunicazione o quando il prezzo praticato sia superiore a quello comunicato, si applica la sanzione ex articolo 22, comma 3, del decreto legislativo n. 114 del 1998;
la norma prevede che il Ministero dello sviluppo economico, con proprio decreto, definisca le modalità per la comunicazione delle informazioni di prezzo da parte dei gestori degli impianti dei suddetti prezzi dei carburanti, nonché per la loro pubblicazione sul sito internet del Ministero ovvero anche attraverso altri strumenti di comunicazione per favorire la più ampia diffusione delle informazioni;
il decreto del 15 ottobre 2010, ha attuato tale previsione stabilendo che l'obbligo di comunicazione al Ministero dello sviluppo economico dei prezzi è individuato esclusivamente con riferimento: a) alla comunicazione iniziale; b) a comunicazioni successive con cadenza almeno settimanale, da effettuare in ogni caso di variazione di prezzo, anche in assenza di variazioni di prezzo in aumento, entro l'ottavo giorno dall'ultima comunicazione inviata; c) alla comunicazione, contestuale all'applicazione, di tutte le variazioni in aumento praticate rispetto all'ultimo prezzo comunicato, anche se anteriori alla decorrenza del periodo settimanale ordinario di comunicazione;
la norma così formulata indicherebbe che la comunicazione al Ministero dello sviluppo economico è prevista in caso di variazione di prezzo in diminuzione, entro l'ottavo giorno dall'ultima comunicazione inviata ovvero, in caso di variazione di prezzo in aumento, contestualmente all'applicazione del nuovo prezzo;
ne consegue che il gestore non ha alcun obbligo di comunicazione del prezzo nel caso in cui questo rimanga invariato rispetto all'ultima comunicazione. Tuttavia, il Ministero, con circolare n. 75532 del 6 maggio 2014, ha dato indicazioni inspiegabilmente diverse, sostenendo che la comunicazione del prezzo, con cadenza almeno settimanale, sia sempre obbligatoria, anche in assenza di variazione di prezzo;
di tale interpretazione lo stesso Ministero dello sviluppo economico nella citata circolare ammette che «...in caso di totale assenza di variazioni di prezzo, l'obbligo di comunicazione settimanale appare utile...», dunque non obbligatoria, ma prevede lo stesso «sia pure se con minore grado di priorità, la violazione dell'obbligo di comunicazione almeno settimanale deve essere, a regime, oggetto di contestazione e di eventuale conseguente sanzione, anche in caso di variazioni di prezzo in diminuzione (...) e solo in totale assenza di variazioni, l'omissione di tale comunicazione, che comunque resta obbligatoria, potrebbe essere oggetto di diversa valutazione nelle prime occasioni in cui viene rilevata...»;
è divenuto una prassi un modus operandi da parte degli organi di vigilanza consistente nell'applicazione di sanzioni multiple retroattive per presunte violazioni pregresse ed in serie, laddove nel corso di una verifica ispettiva, abbiano riscontrato una mancata comunicazione – anche di un giorno – del prezzo dei carburanti in periodi precedenti e distanti anche di alcuni mesi, a prescindere dalla mancata variazione del prezzo, e che non hanno rilievo riguardo dal mancata comunicazione alla clientela;
gli stessi organi di vigilanza hanno contestato ai gestori la non congrua «dimensione» dell'ultima cifra esposta nel prezzario rivolto al pubblico rispetto alla quale non esiste alcuna prescrizione e, comunque, riferita ad attrezzature che sono di proprietà dei titolari di impianto sulle quali il gestore non può effettuare alcuna operazione di dimensionamento;
le associazioni di categorie, maggiormente rappresentative dei gestori carburanti – Faib Confesercenti, Fegica Cisl e Figisc Confcommercio – hanno rivolto ai competenti uffici del Ministero dello sviluppo economico istanze per la riformulazione della circolare in coerenza con la norma;
le stesse associazioni, allo scopo di evitare oneri eccessivi e non giustificati, oltre che possibili contenziosi, hanno chiesto alla competente direzione generale del Ministero di mutare avviso rispetto alla precitata circolare, sia chiarendo che l'obbligo di comunicazione vige solo nel caso di variazione del prezzo del carburante in diminuzione o in aumento, e mai nel caso in cui il prezzo non sia variato, come d'altronde previsto espressamente dal decreto ministeriale 15 ottobre 2010, sia esprimendosi in merito all'applicazione di sanzioni multiple;
tali richieste non hanno avuto risposta –:
se il Ministro dello sviluppo economico non ritenga opportuno adottare iniziative per rivedere l'indirizzo finora impresso in materia di comunicazione dei prezzi in ragione delle criticità rilevate;
se non si ritenga di adottare iniziative per modificare la disciplina di cui all'articolo 51, comma 3, della legge n. 99 del 2009, posto che l'applicazione di una sanzione amministrativa corrispondente alla somma prevista per la singola violazione moltiplicata per il numero delle violazioni contestate risulta eccessivamente penalizzante per il gestore, al quale, semmai, andrebbe applicata un'unica sanzione, aumentata in una ragionevole percentuale, come ad esempio previsto, in materia di tenuta del registro rifiuti, dall'articolo 258 del decreto legislativo n. 152 del 2006.
(2-01451) «Squeri».
Interrogazione a risposta orale:
SURIANO, LEDA VOLPI e BENEDETTI. — Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:
la decisione annunciata dal gruppo svizzero Ronal di chiudere entro il prossimo anno lo stabilimento della Speedline di Tabina di Santa Maria di Sala, in provincia di Venezia, per delocalizzare la produzione porterà la perdita di 600 posti di lavoro diretti e di altre centinaia nell'indotto;
l'imminente chiusura della Speedline, stabilimento specializzato nella produzione di cerchi in lega, è ormai l'ennesimo episodio di un progressivo smantellamento di parti essenziali del settore dell'automotive in atto nel nostro territorio e nel resto del Paese come testimoniato da molti esempi, Giannetti, Timken, Gkn, e altro;
il processo di desertificazione industriale interessa, in realtà, da anni, diversi settori e sta privando il nostro Paese di imprese importanti che per competenze lavorative, know how e capacità produttive rappresentano una base di partenza obbligata nella necessaria transizione verso la mobilità sostenibile;
è stata depositata alla Camera una proposta di legge contro le delocalizzazioni, elaborata da diversi giuristi insieme ai lavoratori dell'azienda Gkn con l'obiettivo di dare continuità occupazionale e sanzionare i comportamenti illeciti delle aziende –:
quali iniziative il Governo intenda concretamente intraprendere per impedire che si proceda alla delocalizzazione, la quale sarebbe disastrosa non solo per i dipendenti diretti ma per i gravi danni che la chiusura arrecherebbe al tessuto economico e produttivo dell'intera provincia di Venezia e del Veneto;
quale sia la posizione dei Ministri interrogati circa le questioni poste in premessa e quali iniziative intendano adottare al fine di fermare l'emorragia di nostre aziende verso altri Paesi.
(3-02816)
Interrogazioni a risposta scritta:
AMITRANO e ASCARI. — Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
dai dati emersi dall'Osservatorio di Confesercenti risulta che le imprese italiane che hanno richiesto la moratoria al 31 dicembre 2021 in relazione alle esposizioni debitorie sono oltre un milione e 300 mila e solo in Campania sono circa 320 mila, su 508 mila imprese attive, quelle che hanno richiesto prestiti e finanziamenti per sostenere la crisi economica dovuta alla pandemia nel periodo 2020-2022; nel medesimo biennio circa il 78 per cento delle imprese del Mezzogiorno si è indebitato per poter pagare i costi fissi, quali affitti, utenze, tasse e dipendenti, ed evitare la chiusura dell'attività;
le 320 mila imprese campane, già da inizio anno, sono costrette a pagare delle rate altissime per i prestiti che hanno contratto con le banche e l'imprenditore si ritrova in una vera e propria morsa, poiché da un lato deve far fronte ai debiti precedenti, dall'altro deve pagare quelli maturati durante gli anni di pandemia;
l'economia nel Mezzogiorno non è ripartita, poiché l'aumento esponenziale dell'inflazione, il forte rincaro delle bollette di energia e gas e la crisi internazionale dovuta alla guerra in Ucraina, stanno amplificando le perdite;
dai dati pubblicati dall'Osservatorio risulta che in Italia il valore economico degli scambi commerciali import/export con i Paesi russofoni pesa per un fatturato di 12,5 miliardi di euro (2,5 solo per il turismo) e la regione Campania ha numerose imprese che lavorano con tali Paesi e molte imprese rischiano il fallimento;
dai dati emerge altresì che sono più di 70 mila le aziende che non hanno pagato i mutui di gennaio e febbraio 2022, con la conseguenza che le banche, per legge, hanno dovute iscrivere le stesse alla Centrale rischi d'intermediazione finanziaria (Crif) società privata che gestisce il Sistema d'informazioni creditizie (Sic) e il circolo vizioso di tale iscrizione è noto; tali imprenditori vengono considerati come «cattivi pagatori» presso tutte le banche e le finanziarie e dunque le loro aziende sono esposte al fallimento;
dai dati elaborati dall'Osservatorio, risulta inoltre che il caro energia è aumentato in media dell'80-90 per cento, ossia le 508 mila imprese attive in Campania pagano 150 milioni di euro al mese in più, ovvero 2 miliardi di euro l'anno, dei quali 440 milioni di Iva;
dall'analisi emerge che la situazione delle imprese del Mezzogiorno, in particolar modo in Campania, è destinata a peggiorare in considerazione della forte congiuntura caratterizzata da elementi diacronici e sincronici che hanno inciso sulla crisi delle imprese, per la situazione pandemica; per la crisi internazionale a seguito della guerra in Ucraina, per l'aumento del tasso di inflazione che in alcuni Paesi ha già raggiunto i massimi storici, per l'incremento dei costi dell'energia e delle materie prime, per la difficoltà di approvvigionamento molte imprese, oltre al blocco delle proprie linee produttive, rischiano il fallimento e, in un momento come questo, sarà indispensabile mettere in atto misure necessarie per la salvaguardia delle imprese e dei lavoratori –:
se il Governo non ritenga opportuno valutare la possibilità di assumere ulteriori iniziative di competenza, oltre a quelle già intraprese, volte a sostenere le imprese a rischio di chiusura, valutando anche una eventuale proroga, nel primo provvedimento utile, della moratoria già prevista dall'articolo 56 del decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 aprile 2020, n. 27, come da ultimo prorogato al 31 dicembre 2021 dal decreto-legge 25 maggio 2021, n. 73, convertito, con modificazioni, dalla legge 23 luglio 2021, n. 106, misura necessaria per le imprese e le aziende, al fine di scongiurare la chiusura delle stesse che, tra l'altro, coinvolgerebbe, soprattutto in Campania, numerosi lavoratori che rischierebbero di perdere i propri posti di lavoro.
(4-11574)
CAON, MILANATO, BOND, NOVELLI, ZANETTIN, POLIDORI, SQUERI e PORCHIETTO. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:
la Speedline, nata nel 1975, è specializzata nell'ambito dell'equipaggiamento di serie e in quello dei cerchioni per automobili sportive, in particolare quelli realizzati con tecnologia flow forming (ruote forgiate). Attualmente, è insediata nel sito produttivo di S. Maria di Sala (VE), occupando 605 lavoratori. Fra i suoi clienti, Ferrari, Lamborghini, Porsche e Aston Martin, ma anche numerosi altri produttori di automobili;
dopo travagliate vicende, il 26 settembre 2007, il Ronal Group (RG), con sede in Svizzera, ha acquisito la maggioranza del capitale della Speedline. Ronal Group occupa circa 7.550 dipendenti, ha un fatturato di circa 1 miliardo di euro e 15 sedi in tre continenti. Dal sito della Ronal si apprende che «con l'acquisizione di Speedline “... il Gruppo ...” potenzia il know-how nel settore flow forming», ruolo che si rafforza ulteriormente con l'acquisizione nel 2010 dell'azienda produttrice di ruote forgiate App-Tech di Padova;
a inizio dicembre 2021, i|Ronal Group ha annunciato la chiusura del sito di S. Maria di Sala, motivandolo con gli alti costi generali e del lavoro. Il gruppo ha altresì manifestato l'intenzione di trasferire la produzione specializzata in altro Paese dell'Unione, Germania o Polonia;
devono ritenersi inaccettabili le modalità con cui l'azienda ha manifestato le sue intenzioni, (tramite avvocati esterni e una comunicazione di un dirigente locale), gettando lo spettro della disoccupazione su 600 lavoratori diretti e circa 200 dell'indotto. Inaccettabile è anche il fatto che abbia disertato il confronto coi sindacati. Il 7 dicembre 2021 si è tenuto un incontro tra le rappresentanze dei lavoratori e le autorità locali, in primis il sindaco della città metropolitana di Venezia e Confindustria. Il Consiglio regionale ha votato un ordine del giorno nel quale chiede al Governo di costituirsi immediatamente parte attiva nella mediazione per la risoluzione della crisi; l'8 dicembre 2021 si è svolto un picchetto dinanzi alla fabbrica;
nemmeno appare accettabile la mera ipotesi di lavoro in base alla quale nei prossimi nove mesi si dovranno individuare eventuali soluzioni alternative, come la riconversione del sito. Il reale problema è che una multinazionale priva il settore automotive italiano di una tecnologia ci eccellenza, esportando competenze, know how e macchinari;
la paventata chiusura della Speedline rientra nella più generale crisi del settore automotive che si sta allargando a macchia d'olio. Una situazione complessa nella quale si registrano chiusure di diversi stabilimenti legati al settore come Gkn, Timken e Gianetti Ruote. Si tratta di aziende che non erano in crisi, anzi avevano delle commesse e avrebbero potuto continuare a produrre;
sul sito del Ronal Group, ci si vanta delle eccellenze Speedline: «Gli 86 titoli mondiali FIA in Formula 1, nel Campionato del mondo di rally, nel Super Touring e nel GT Racing fino ad oggi ottenuti testimoniano la competenza del servizio e l'affidabilità della Speedline in fatto di performance dalle massime prestazioni»;
nel medesimo sito, alla voce «sostenibilità» vi sono delle parole che suonano quasi come una beffa; «promuoviamo una cultura aziendale in cui i collaboratori... sono valorizzati e possono sviluppare il proprio potenziale». Ronal Group intende pure abbattere le proprie emissioni del 50 per cento al 2030 e lo fa trasferendosi nella Polonia che va a carbone –:
se non ritenga necessario e urgente adottare iniziative per costituirsi immediatamente parte attiva nella mediazione per la risoluzione della crisi della Speedline, invitando il Ronal Group a sedersi ad un tavolo di concertazione per discutere un nuovo piano industriale;
se non ritenga opportuno adottare tutte le iniziative necessarie perché l'eccellenza tecnologica e il know how della Speedline rimangano sul territorio nazionale e precisamente nel sito dove si sono sviluppate.
(4-11579)
TURISMO
Interrogazione a risposta orale:
CASU e PICCOLI NARDELLI. — Al Ministro del turismo, al Ministro dell'istruzione. — Per sapere – premesso che:
dopo due anni in cui la didattica tradizionale è stata stravolta dall'emergenza sanitaria, le lezioni sono finalmente riprese in presenza al 100 per cento grazie all'avanzamento della campagna vaccinale;
come indicato nel Piano scuola del 5 agosto 2021, i viaggi di istruzione e le uscite didattiche sono autorizzati, purché si permanga in aree del medesimo colore bianco;
molti istituti scolastici, considerata la recente proroga dello stato d'emergenza fino al 31 marzo 2022, anche a causa della nuova diffusione della variante Omicron, nonostante siano autorizzate seguendo scrupolosi protocolli, per l'anno scolastico in corso sono orientati a pianificare uscite didattiche giornaliere, escludendo la possibilità di organizzare viaggi di istruzione;
sono 1.000 le agenzie italiane che propongono viaggi d'istruzione nella loro offerta. Di queste, 150 hanno come attività prevalente l'Education (viaggi d'istruzione, corsi di lingua all'estero, stage e altro). Il fatturato è stimato in 1 miliardo di euro l'anno; il comparto occupa circa 8.000 lavoratori diretti e circa 40.000 se si considera l'intera filiera;
i dati prima dell'emergenza sanitaria dimostrano come il nostro Paese sia capofila per quanto riguarda «l'education abroad»; risultano più di 250.000 gli studenti che nel 2019 hanno studiato una lingua straniera all'estero per ottenere certificazioni internazionali sia a livello professionale che linguistico;
le agenzie del settore Education sono state le prime ad essere bloccate per decreto dal Covid-19 (dal 23 febbraio 2020, c'è stato il divieto di viaggi d'istruzione) e sono le uniche per decreto ad essere state bloccate fino al 31 agosto 2021, e l'assenza di programmazione da parte delle scuole sta ulteriormente penalizzando l'intero settore;
in occasione del Ttg, tenutosi a Rimini il 14 ottobre 2021, il Presidente della Commissione Turismo Education di AIDiT, come si legge nella nota pubblicata sul sito di Federturismo, ha illustrato i problemi del settore: (...) Abbiamo in primo luogo evidenziato l'incertezza che pervade molti istituti scolastici riguardo alle modalità con cui far ripartire i viaggi d'istruzione nonostante ci sia un diffuso desiderio di ripartire e le norme lo consentano. Inoltre, è stata rappresentata l'esigenza di ricercare una soluzione per i viaggi assegnati più di un anno e mezzo fa e ancora non effettuati. Materia che ha determinato da subito un clima di contenzioso fra scuole e agenzie. Le stesse scuole e agenzie che dovrebbero invece essere partner per il continuo progresso del turismo e dei piani educativi. Infine, è stata sottolineata la necessità di un aiuto per innovare agenzie che sono ferme a causa della «pandemia»;
il Ministro del Turismo si sarebbe impegnato, coinvolgendo anche il Ministero dell'istruzione, a creare entro ottobre un tavolo di lavoro urgente di concertazione tra tutte le parti, raccogliendo la preoccupazione espressa dal settore;
la cancellazione delle partenze dei progetti Pon con mobilità ha lasciato molti fondi non spesi, che è necessario riattivare e concentrare nelle modalità e nelle tempistiche più opportune in considerazione dell'evoluzione del quadro pandemico e del fatto che proprio i progetti con mobilità nazionale e internazionale si sono rivelati cruciali per attivare le competenze trasversali e combattere l'abbandono scolastico, ancora di più dopo oltre un anno di chiusura –:
quali iniziative urgenti, anche attraverso adeguate forme di ristoro, i Ministri interrogati intendano avviare – in considerazione degli impegni assunti in occasione del Ttg e, altresì, in seguito alla proroga dello stato di emergenza fino al 31 marzo 2022 – al fine di tutelare un settore, quello delle agenzie specializzate in turismo Education, penalizzate dalle difficoltà legate alla pandemia.
(3-02814)
UNIVERSITÀ E RICERCA
Interrogazioni a risposta scritta:
FASSINA. — Al Ministro dell'università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:
con l'interpellanza n. 1248 del giugno 2021, gli interroganti hanno rappresentato gravi e reiterati problemi in relazione alle iniziative prese dalla direzione del Conservatorio «Santa Cecilia» di Roma;
rispondendo per conto del Ministro, il viceministro delegato alla seduta del 18 giugno 2021, on. Morelli, testualmente definiva la situazione del Conservatorio connotata da «disordine amministrativo». A seguito di pregresse ispezioni, infatti, erano «emerse significative criticità in merito a diversi ambiti relativi alla gestione». Secondo il rappresentante del Governo, è stata accertata «la sussistenza di svariate disfunzioni gestionali che hanno determinato, inevitabilmente, una compromissione del buon andamento del Conservatorio»;
il comma 7 dell'articolo 64-bis del decreto-legge cosiddetto «Semplificazioni» (decreto-legge n. 77 del 2021) prevede che: «Gli organi delle istituzioni dell'alta formazione e specializzazione artistica e musicale previsti dall'articolo 4 del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 28 febbraio 2003, n. 132, possono essere rimossi, con decreto del Ministro dell'università e della ricerca, previa diffida, nei seguenti casi: a) per gravi o persistenti violazioni di legge; b) quando non possa essere assicurato il normale funzionamento degli organi o dei servizi indispensabili dell'istituzione; c) in caso di dissesto finanziario, quando la situazione economica dell'istituzione non consenta il regolare svolgimento dei servizi indispensabili ovvero quando l'istituzione non possa fare fronte ai debiti liquidi ed esigibili nei confronti dei terzi. Con il decreto di cui al presente comma si provvede alla nomina di un commissario, che esercita le attribuzioni dell'organo o degli organi rimossi nonché gli ulteriori eventuali compiti finalizzati al ripristino dell'ordinata gestione dell'istituzione»;
data la gravità della situazione, il Ministro interrogato ha attuato il disposto dell'articolo 64-bis, comma 7 del decreto-legge n. 77 del 2021 e ha inviato la diffida in data 3 dicembre 2021;
la risposta alla diffida è stata inviata dal Conservatorio al Ministero il 3 gennaio 2022 e – a parere degli interpellanti – è del tutto evasiva e inconsistente;
da gennaio 2022 ad oggi il direttore pro tempore prosegue in quello che il Governo ha già definito «disordine amministrativo» e in «significative criticità». In particolare, delle riunioni del Consiglio Accademico 2021 non sono mai stati pubblicati i verbali, da come risulta dal sito del Conservatorio e l'unico verbale del consiglio di amministrazione risale al 3 febbraio 2021;
dal sito mancano ancora i verbali delle votazioni del novembre 2020 per gli incarichi di Capo dipartimento, di capo area, di presidente di scuola e di presidente di corso per l'anno accademico 2020/2021;
in data 15 gennaio 2022 il direttore pro tempore ha comunicato – senza che vi sia una norma a sorreggere la decisione – che gli incarichi suddetti sono stati prorogati ipso facto per l'anno accademico 2021/2022, solo in ragione del «permanere dello stato di emergenza e dell'aumento della curva pandemica, considerati i ritardi causati dalle procedure ministeriali richieste», conculcando il diritto di elettorato attivo e passivo dei docenti per quelle posizioni, i cui titolari sono scaduti-:
se non intenda valutare di adottare le iniziative di competenza per procedere all'improcrastinabile commissariamento del Conservatorio «Santa Cecilia» di Roma, ai sensi dell'articolo 64-bis del decreto-legge n. 77 del 2021.
(4-11577)
BIGNAMI. — Al Ministro dell'università e della ricerca, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro per l'innovazione tecnologica e la transizione digitale. — Per sapere – premesso che:
in data 17 febbraio 2022 sul quotidiano nazionale www.laverità.info è apparsa la notizia della nomina del dottor Natale Monsurrò, già dirigente di 2a fascia del Ministero dell'economia e finanze, a direttore amministrativo (incarico dirigenziale di 1a fascia) dell'Agenzia spaziale italiana (Asi);
il giornalista rappresenta una situazione di conflitto di interessi venutasi a creare dal momento che il dottor Natale Monsurrò ha ricoperto nel periodo 1° giugno 2015-29 luglio 2021 l'incarico di presidente del collegio dei revisori dei conti dell'Asi e, quindi, trovandosi a validare il bando di concorso di direttore amministrativo nella sua funzione di organo di controllo; avrebbe così reso l'incarico di direttore amministrativo a lui inconferibile ex lege;
l'articolo 4 del decreto legislativo 8 aprile 2013, n. 39, dispone che a coloro che, nei due anni precedenti, abbiano svolto incarichi e ricoperto cariche in enti di diritto privato o finanziati dall'amministrazione o dall'ente pubblico che conferisce l'incarico, ovvero abbiano svolto in proprio attività professionali, se queste sono regolate, finanziate o comunque retribuite dall'amministrazione o ente che conferisce l'incarico, non possono essere conferiti:
a) gli incarichi amministrativi di vertice nelle amministrazioni statali, regionali e locali;
b) gli incarichi di amministratore di ente pubblico, di livello nazionale, regionale e locale;
c) gli incarichi dirigenziali esterni, comunque denominati, nelle pubbliche amministrazioni, negli enti pubblici che siano relativi allo specifico settore o ufficio dell'amministrazione che esercita i poteri di regolazione e finanziamento;
il tenore della normativa sopra richiamata, che ridonda nei canoni costituzionali della imparzialità e del buon andamento dell'amministrazione pubblica, sembrerebbe escludere la possibilità per il dottor Natale Monsurrò di esercitare le funzioni relative all'incarico conferito dall'Asi -:
se i Ministri interrogati siano al corrente dei fatti sopra descritti e se abbiano, ciascuno per quanto di competenza, avallato tale iniziativa esprimendo il proprio nulla osta;
se il Ministro dell'università e della ricerca, nell'esercizio del proprio potere di vigilanza sull'Agenzia spaziale italiana abbia rilevato l'insussistenza di cause di inconferibilità e incompatibilità.
(4-11581)
Apposizione di una firma ad una mozione.
La mozione Trizzino e altri n. 1-00606, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 9 marzo 2022, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Varchi.
Apposizione di firme ad una interpellanza.
L'interpellanza Rampelli n. 2-01448, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta dell'11 marzo 2022, deve intendersi sottoscritta anche dai deputati: Giovanni Russo, Albano, Ferro, Galantino, Maschio.
Ritiro di un documento del sindacato ispettivo.
Il seguente documento è stato ritirato dal presentatore: interrogazione a risposta in Commissione Piccoli Nardelli n. 5-03976 del 13 maggio 2020.
Trasformazione di documenti del sindacato ispettivo.
I seguenti documenti sono stati così trasformati su richiesta dei presentatori:
interrogazione a risposta scritta Marco Di Maio n. 4-07246 del 26 ottobre 2020 in interrogazione a risposta orale n. 3-02815;
interrogazione a risposta orale Caon e altri n. 3-02670 del 9 dicembre 2021 in interrogazione a risposta scritta n. 4-11579;
interrogazione a risposta in Commissione Suriano e Leda Volpi n. 5-07250 del 13 dicembre 2021 in interrogazione a risposta orale n. 3-02816;
interrogazione a risposta in Commissione Casu e Piccoli Nardelli n. 5-07287 del 17 dicembre 2021 in interrogazione a risposta orale n. 3-02814;
interrogazione a risposta scritta Fassina n. 4-11569 dell'11 marzo 2022 in interrogazione a risposta in Commissione n. 5-07699.