XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 668 di mercoledì 30 marzo 2022

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO

La seduta comincia alle 9,30.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

MARZIO LIUNI, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Ascani, Baldelli, Butti, Cavandoli, Cirielli, Comaroli, Del Barba, Delmastro Delle Vedove, Galizia, Gebhard, Giachetti, Grande, Invernizzi, Magi, Marin, Molinari, Mura, Perantoni, Romaniello, Andrea Romano, Tasso e Tateo sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente 122, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,35).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta avranno luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

La seduta, sospesa alle 9,35, è ripresa alle 9,55.

Trasferimento a Commissione in sede legislativa del disegno di legge n. 1939-B.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'assegnazione di un disegno di legge a Commissione in sede legislativa.

Propongo alla Camera l'assegnazione in sede legislativa del seguente disegno di legge, del quale la sotto indicata Commissione ha chiesto il trasferimento in sede legislativa, ai sensi dell'articolo 92, comma 6, del Regolamento:

alla VIII Commissione (Ambiente):

S. 1571 - “Disposizioni per il recupero dei rifiuti in mare e nelle acque interne e per la promozione dell'economia circolare (“legge SalvaMare”) (approvato dalla Camera e modificato dal Senato) (1939-B) (La Commissione ha elaborato un nuovo testo).

Se non vi sono obiezioni, così rimane stabilito.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Piccoli Nardelli. Prego.

FLAVIA PICCOLI NARDELLI (PD). Grazie Presidente. Volevo ricordare brevemente in quest'Aula una persona che credo sia stata cara a molti di noi. Questa notte è mancata Maria Romana Catti De Gasperi, la figlia più grande di Alcide De Gasperi. Era molto anziana, aveva 99 anni, era però una persona lucidissima e attentissima a quello che accadeva intorno a lei. Era presidente onoraria della Fondazione De Gasperi. Ha vissuto accanto al padre i momenti più difficili della nostra storia e nei molti racconti che rimangono e che, con grande disponibilità, ha fatto della vita che il padre aveva vissuto, compare sempre questa attenzione al nostro Paese, a una vita fatta di semplicità e di rigore che ha caratterizzato la famiglia De Gasperi sempre e tutta una classe dirigente che ha aiutato questo Paese ad uscire dalla dittatura e a ritrovare una via nella Repubblica di questo Paese.

Desidero ricordarla, perché Maria Romana aveva avuto tre figli, ne aveva persi due, uno in giovanissima età, e si era davvero dedicata alla figura del padre e al suo ricordo. Ha pubblicato molte memorie e la ricordiamo in molte fotografie a Sella Valsugana, anche nell'ultimo periodo della vita di De Gasperi. Voglio solo ricordare che Alcide De Gasperi è morto il 19 agosto del 1954, in un momento drammatico in cui cadeva la CED, in un momento in cui torna tutta una serie di suggestioni e di ricordi sull'esercito che la Comunità europea avrebbe voluto avere in quel momento. Ecco, mi sembra emblematico che Maria Romana muoia e lasci questo mondo in questo momento. Sono sicura che rimarrà il ricordo di lei e il ricordo che è riuscita a costruire della figura di suo padre. Grazie Presidente (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Baldelli. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI (FI). Grazie Presidente. Ci uniamo alle parole della collega Piccoli Nardelli nel ricordo di Maria Romana De Gasperi, che è stata staffetta partigiana, che ha dedicato gran parte della sua vita alla diffusione preziosa dell'attività culturale e politica di suo padre, di Alcide De Gasperi. Nel 1982 ha contribuito alla costituzione della Fondazione della quale, nel 2016, è divenuta presidente onorario.

Il 12 gennaio del 2002 il Presidente Mattarella le ha conferito il titolo di Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine al Merito della Repubblica e, pochi mesi fa, Papa Francesco le ha conferito il titolo di Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine di San Gregorio Magno. L'impegno nella diffusione dei valori democratici attraverso l'opera di De Gasperi è stata una stella polare per Maria Romana De Gasperi. Per questo, la gratitudine e il ricordo anche da parte del gruppo di Forza Italia (Applausi).

Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge: Bruno Bossio e Magi; Ferraresi ed altri; Delmastro Delle Vedove ed altri; Paolini ed altri: Modifiche alla legge 26 luglio 1975, n. 354, al decreto-legge 13 maggio 1991, n. 152, convertito, con modificazioni, dalla legge 12 luglio 1991, n. 203, e alla legge 13 settembre 1982, n. 646, in materia di divieto di concessione dei benefici penitenziari nei confronti dei detenuti o internati che non collaborano con la giustizia (A.C. 1951​-3106​-3184​-3315-A​) (ore 10).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge nn. 1951-3106-3184-3315-A: Modifiche alla legge 26 luglio 1975, n. 354, al decreto-legge 13 maggio 1991, n. 152, convertito, con modificazioni, dalla legge 12 luglio 1991, n. 203, e alla legge 13 settembre 1982, n. 646, in materia di divieto di concessione dei benefici penitenziari nei confronti dei detenuti o internati che non collaborano con la giustizia.

Ricordo che, nella seduta del 28 febbraio, si è conclusa la discussione generale e il relatore è intervenuto in sede di replica, mentre il rappresentante del Governo vi ha rinunciato.

(Esame degli articoli - Testo unificato - A.C. 1951-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del testo unificato delle proposte di legge e degli emendamenti presentati (Vedi l'allegato A).

Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A), che sono in distribuzione.

In particolare, il parere della Commissione Bilancio reca una condizione volta a garantire il rispetto dell'articolo 81 della Costituzione, che sarà posta in votazione ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.

Informo l'Assemblea che, in relazione al numero di emendamenti presentati, la Presidenza applicherà l'articolo 85-bis del Regolamento, procedendo, in particolare, a votazioni per principi o riassuntive, ai sensi dell'articolo 85, comma 8, ultimo periodo, ferma restando l'applicazione dell'ordinario regime delle preclusioni delle votazioni a scalare. A tal fine, la deputata Giusi Bartolozzi è stata invitata a segnalare gli emendamenti da porre comunque in votazione.

Avverto che la Commissione ha presentato gli emendamenti 1.700, 1.701 e 2.0700, che sono in distribuzione (Vedi l'allegato A), in relazione ai quali risulta alla Presidenza che i gruppi abbiano rinunciato alla fissazione del termine per la presentazione dei subemendamenti.

Ha chiesto di parlare il relatore, presidente della Commissione giustizia, deputato Mario Perantoni. Ne ha facoltà.

MARIO PERANTONI, Relatore. Grazie Presidente. La Commissione giustizia ha lavorato fino a stamattina per limare alcuni aspetti non secondari del testo. Ha lavorato in modo estremamente orizzontale con il coinvolgimento di tutti i gruppi. Ciò ha comportato, quindi, l'approvazione in sede di Comitato dei nove di alcuni emendamenti che devono essere sottoposti al vaglio della Commissione Bilancio che, ovviamente, ha necessità di un certo margine di tempo per fare le valutazioni dovute. Per questo, chiedo che venga invertito l'ordine del giorno e che il provvedimento su cui stiamo discutendo venga trattato successivamente alla votazione per schede per l'elezione di un componente dell'Autorità per le garanzie delle comunicazioni.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Varchi. Ne ha facoltà.

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Grazie Presidente, intervengo per corroborare la dichiarazione del relatore e presidente, nella sua duplice veste, poiché abbiamo condotto un lavoro che potremmo definire, secondo un termine molto in voga, di sintesi che, per quanto riguarda Fratelli d'Italia, ovviamente, non soddisfa pienamente, però, oggettivamente, i temi che oggi abbiamo affrontato nel Comitato dei nove necessitano di un ulteriore approfondimento, che venga condotto anche con l'ausilio degli uffici. Quindi, per questa ragione abbiamo aderito alla proposta illustrata poc'anzi dal relatore (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Se non ci sono obiezioni, si procede in tal senso, quindi.

Sui lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Dovremmo ora passare al seguito della discussione del testo unificato della proposta di legge n. 1870-A recante delega al Governo per la revisione dello strumento militare nazionale. Poiché, tuttavia, non è stata ancora trasmessa la relazione tecnica richiesta dalla Commissione bilancio, tale Commissione non ha potuto esprimere il prescritto parere. Il seguito dell'esame del provvedimento si intende rinviato ad altra data.

Anche sul successivo argomento iscritto all'ordine del giorno, ovvero il seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge nn. 243-3357-A, recante misure per la prevenzione dei fenomeni eversivi di radicalizzazione violenta, la Commissione bilancio non ha espresso il prescritto parere, in ragione della mancata trasmissione della relazione tecnica.

Il seguito dell'esame del provvedimento si intende, pertanto, rinviato ad altra data.

Seguito della discussione della proposta di legge costituzionale: S. 865 – D'iniziativa popolare: Modifica all'articolo 119 della Costituzione, concernente il riconoscimento delle peculiarità delle Isole e il superamento degli svantaggi derivanti dall'insularità (Approvata, in prima deliberazione, dal Senato) (A.C. 3353​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge costituzionale, già approvata, in prima deliberazione, dal Senato, n. 3353: Modifica all'articolo 119 della Costituzione, concernente il riconoscimento delle peculiarità delle Isole e il superamento degli svantaggi derivanti dall'insularità.

Ricordo che nella seduta del 14 marzo si è conclusa la discussione generale e il rappresentante del Governo è intervenuto in sede di replica, mentre la relatrice vi ha rinunciato.

Avverto che, consistendo la proposta di legge costituzionale di un solo articolo, non essendo stati presentati emendamenti, non si procederà alla votazione dell'articolo unico ma, dopo l'esame dell'unico ordine del giorno presentato, si procederà direttamente alla votazione finale, ai sensi articolo 87, comma 5, del Regolamento.

(Esame di un ordine del giorno - A.C. 3353​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'unico ordine del giorno presentato, Siracusano n. 9/3353/1 (Vedi l'allegato A). Se la presentatrice non chiede di intervenire per illustralo, invito la rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

DEBORAH BERGAMINI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Grazie, Presidente, il parere su questo ordine del giorno è favorevole, a condizione che al terzo capoverso delle premesse si sostituisca la parola: “scarsa” con la parola: “limitata”; al quarto capoverso delle premesse si sostituiscano le parole: “del Ponte sullo Stretto” con le seguenti: “collegamento stabile”; il primo impegno sia riformulato come segue: “ad assumere ogni opportuna iniziativa necessaria ad assicurare un collegamento stabile tra Sicilia e Continente”; il secondo impegno sia riformulato come segue: “a promuovere ogni opportuna iniziativa volta a favorire i collegamenti aerei tra i vari aeroporti della Sicilia e/o del resto dell'Italia”.

PRESIDENTE. Quindi, ordine del giorno n. 9/3353/1 Siracusano, con parere favorevole con riformulazione da parte del Governo: è accettata? Non è accolta. Passiamo ai voti. Ha chiesto di parlare il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Chiedo scusa, Presidente, ma stiamo parlando di un tema costituzionale, chiederei la cortesia alla sottosegretaria, considerato che solo adesso abbiamo il testo, di poter rileggere la riformulazione.

PRESIDENTE. Prego, sottosegretaria Bergamini.

DEBORAH BERGAMINI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Allora, leggo le condizioni: al terzo capoverso delle premesse bisogna sostituire la parola: “scarsa” con la parola: “limitata”; al quarto capoverso delle premesse sostituire le parole: “del Ponte sullo Stretto” con le seguenti: “collegamento stabile”; il primo impegno va riformulato come segue: “ad assumere ogni opportuna iniziativa necessaria ad assicurare un collegamento stabile tra Sicilia e Continente”; il secondo impegno è da riformulare come segue: “a promuovere ogni opportuna iniziativa volta a favorire i collegamenti aerei tra i vari aeroporti della Sicilia e/o del resto d'Italia”.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Varchi. Ne ha facoltà.

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Grazie, Presidente, io chiedo di sottoscrivere questo ordine del giorno, a prima firma della collega Siracusano. Devo dire, però, che è un ordine del giorno talmente semplice, talmente essenziale, talmente vero nel fotografare una realtà assolutamente danneggiata dal divario infrastrutturale che separa la Sicilia da tante altre regioni d'Italia, che non comprendo davvero, per questa ragione, la necessità di una riformulazione che escluda un riferimento chiaro, netto, specifico, al ponte sullo Stretto di Messina; anche perché non vedo quale altro potrebbe essere il collegamento stabile di cui parla il Governo nella sua riformulazione, se non il ponte sullo Stretto di Messina. Quindi, la ritengo francamente una riformulazione ultronea, nella misura in cui è un ordine del giorno che spiega esattamente cosa occorre alla Sicilia per colmare quel divario infrastrutturale che arreca un danno economico costante alle nostre imprese. L'alta velocità, di fatto, per noi resterà una chimera, al netto di qualche entusiastica inaugurazione di un treno chiamato “Frecciabianca”, che io ho ribattezzato “Frecciastanca”, visti i tempi di percorrenza tra Palermo e Catania. Quindi, io Presidente chiedo di sottoscrivere questo ordine del giorno della collega Matilde Siracusano che, naturalmente, avrà il voto favorevole di tutto il gruppo di Fratelli d'Italia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Paita. Ne ha facoltà.

RAFFAELLA PAITA (IV). Grazie, Presidente. Condivido l'obiettivo della realizzazione del Ponte sullo Stretto, anche perché le cose non stanno come stavano solo pochissimo tempo fa. Noi abbiamo oggi una realtà, che è quella dell'alta velocità in Calabria e stiamo lavorando sul tema dell'alta velocità Sicilia, queste sono opere previste, lo ricordo, all'interno del PNRR. Quindi, l'argomento principe, attraverso cui si è sempre evitato di collegare stabilmente le due regioni, è venuto meno, perché non si tratta più, come dire, di realtà che non hanno collegamenti ferroviari rapidi, ma di realtà che stanno lavorando per cercare di colmare il deficit infrastrutturale che in questi anni, purtroppo, è prevalso. Avrei un suggerimento per il Governo, nel caso in cui volesse confermare il tema della riformulazione, cioè di utilizzare la stessa formulazione che abbiamo utilizzato in tutti gli altri documenti e che hanno anche visto una larghissima maggioranza prevalere in quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva). Faccio riferimento a quella del collegamento stabile e veloce. Infatti, nella parola “velocità” c'è una descrizione della tipologia infrastrutturale che si vuole scegliere per quest'opera e non si lascia spazio a fraintendimenti, a dilazioni nelle decisioni, che in questa realtà devono essere prese quanto prima. Quindi, io propongo che oltre a “stabile” ci sia anche la parola “veloce”. Non so se questo può contribuire a far cambiare atteggiamento da parte del gruppo di Fratelli d'Italia, ma sicuramente quello che sto proponendo è il modo in cui noi abbiamo descritto quest'opera in tutti i documenti principali votati da quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Colletti. Ne ha facoltà.

ANDREA COLLETTI (MISTO-A). Presidente, noi di Alternativa crediamo che alla Sicilia serva uno Stato presente, uno Stato che faccia davvero una lotta alla mafia, una politica che sia al servizio dei cittadini e che non sia a servizio delle consorterie locali; serve una politica migliore, quella che non c'è stata in tutti questi anni. Servono infrastrutture interne, stradali e ferroviarie; se c'è una cosa che non serve alla Sicilia, è il Ponte sullo Stretto. Ci sono solo due entità in questo Paese a cui fa comodo il Ponte sullo Stretto: sono le organizzazioni mafiose e la politica che ci può mangiare sopra (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Bucalo. Ne ha facoltà.

CARMELA BUCALO (FDI). Condivido quanto ha detto la collega Varchi: questo ordine del giorno non aveva bisogno di riformulazioni; era chiaro. Era chiaro perché queste due miglia, che isolano tutta l'area del Mediterraneo, hanno bisogno finalmente di una grande infrastruttura, cioè un ponte. Quindi, è inutile rimandare o rinviare o cercare altre parole: abbiamo bisogno del Ponte, del Ponte che lega queste due miglia e che, da tanto tempo, ha marginalizzato, ha tolto la competitività non solo della Sicilia, non solo della Calabria, ma di tutta la nostra Nazione. A oggi, tutti i collegamenti, tutti i commerci sono dirottati verso i porti del Nord: i nostri porti stanno morendo! Pertanto, noi, di Fratelli d'Italia, e, in particolare, chiedo di sottoscrivere l'ordine del giorno della collega di Forza Italia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Bruno Bossio. Ne ha facoltà.

VINCENZA BRUNO BOSSIO (PD). Fermo restando che, se la collega Siracusano accogliesse la riformulazione del Governo, voterei a favore e, naturalmente, sarei d'accordo con lei, voglio sottoscrivere questo ordine del giorno, perché c'è un punto fondamentale. Se diciamo “collegamento stabile” o “ponte sullo Stretto” non è esattamente la stessa cosa, per un motivo molto semplice, perché c'è uno studio in corso che non si capisce quando avrà fine. Io voglio ringraziare il Governo per aver lanciato, da qui al 2030, l'Alta velocità Salerno-Reggio Calabria, ma se poi non c'è il raccordo con la Sicilia, con 5 milioni di abitanti e con i porti della Sicilia, l'Alta velocità rimane monca. Quindi, condivido al 100 per cento il tema sollevato dalla collega Siracusano, perché c'è un problema di continuità territoriale che si può risolvere con due chilometri di collegamento stabile. Quindi, sottoscrivo questo ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia e di deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Morassut. Ne ha facoltà.

ROBERTO MORASSUT (PD). Grazie, Presidente. Quest'Aula ha affrontato, più volte, questa discussione in più occasioni e in più provvedimenti. Effettivamente, la riformulazione che ci propone il Governo è la riformulazione giusta per il Partito Democratico, per due ordini di motivi. Il primo è che - come sappiamo - il Ministero ha investito una quantità importante di risorse per un approfondimento scientifico e tecnico sul tema del ponte sullo Stretto che non è stato completato, le cui problematiche i colleghi conoscono approfonditamente: sono problematiche, sia di carattere infrastrutturale, che di carattere geologico e ambientale. Quindi, è opportuno che si completi questo approfondimento per poter fare un'analisi della situazione e poter eventualmente prendere decisioni di conseguenza. Nello stesso tempo, il Ministero ha promosso un programma importante e serrato di attraversamento dinamico, per così dire, cioè di accelerazione delle strutture e delle infrastrutture esistenti, per velocizzare l'attraversamento del ponte. Siamo in una situazione dinamica e in corso di evoluzione. Penso che la riformulazione proposta dal Governo, espressa dalla sottosegretaria Bergamini, sia la riformulazione giusta, perché ci consente di mantenere un punto di vista, che è stato condiviso ampiamente dall'Aula, in attesa che gli esiti tecnici e scientifici delle valutazioni del Ministero e dei comitati scientifici che sono stati costituiti ci diano gli elementi per poter fare eventualmente un avanzamento più forte sulla valutazione di merito, in particolare sul tema dello Stretto. Quindi, credo che la posizione del Governo espressa dall'ordine del giorno e dalla sua riformulazione sia quella giusta; noi la condividiamo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ferro. Ne ha facoltà.

Colleghi, per favore, lì, ai banchi del Governo. Non tutti quanti insieme! Prego, deputata Ferro.

WANDA FERRO (FDI). Grazie, Presidente. Siamo, ancora una volta, a discutere su un tema che, più volte, abbiamo sollecitato e sostenuto. Auspicavamo che, questa volta, da parte del Governo, ci fossero la giusta attenzione e la giusta sensibilità per quello che tanti colleghi hanno precisato prima del mio intervento. Noi, da parte nostra, ovviamente sposiamo questo ordine del giorno della collega Matilde Siracusano sulla necessità esposta. L'Alta velocità - che non nasceva come Alta velocità, ma che poi è stata ampiamente corretta rispetto ai presupposti iniziali - non vedrebbe la possibilità di esprimersi, se non attraverso un collegamento tramite il Ponte sullo Stretto con la vicina Sicilia, un investimento che, in qualche modo, creerebbe la giusta sinergia in un territorio, che, troppo spesso, è tenuto ai margini ed è difficilmente raggiungibile. A questo, ovviamente, si aggiunge, ancora una volta, la sollecitazione del gruppo di Fratelli d'Italia a rivedere questo parere e soprattutto ad esprimere parere favorevole su questo ordine del giorno.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Pagano. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO PAGANO (LEGA). Presidente, noi siamo profondamente dispiaciuti per questa richiesta di riformulazione avanzata dal Governo.

Siamo dispiaciuti non per partito preso, ma perché riteniamo che, mai come in questo momento, dovrebbero convergere gli interessi complessivi di tutto il Paese su qualcosa che non è considerata soltanto un'opera, ma un'opera indispensabile e primaria per poter far sì che l'euromediterraneo possa continuare a definirsi tale. Il ponte sullo Stretto assume questo tipo di dimensione ed è evidente che qualsiasi riformulazione, che potrebbe anche assurgere a una motivazione diversa - come mi permetterò di osservare tra qualche secondo -, suona male, perché è evidente che c'è un partito del “no ponte”, un partito anche trasversale del “no ponte”, un partito che, per decenni, ha bloccato quest'opera, che doveva essere realizzata negli anni Novanta e che, tutt'oggi, avendo smarrito completamente le argomentazioni - perché non ne esistono più, perché ,da un punto di vista scientifico e tecnico, tutto è stato detto e tutto è stato dimostrato -, non va più nella logica di dire: siamo contrari per pseudo motivi di qualunque tipo e specie, ma si ancora all'interno di un ragionamento volto a tirare la palla avanti, per usare un gergo calcistico, per cercare di allungare il più possibile i tempi, per far passare qualche altro anno. Va in questa logica questo pseudo-studio, che è stato ordinato dai precedenti Governi, vanno in questa logica i “progetti innovativi” - lo dico tra virgolette in maniera molto ironica - di realizzare il ponte a tre campate o a cinque campate! Per carità, a questo punto diciamo tutto e di più. Quindi, cari colleghi, siete di fronte a una responsabilità storica. La dobbiamo smettere di tirare a campare, qui bisogna affrontare il tema in maniera seria. Questo provvedimento A.C. 3353​ fa chiarezza su questo argomento. Vi preghiamo, per favore, di intervenire in maniera seria, attraverso una decisione che vada in questa direzione.

Pertanto, mi permetto di aggiungere anche la mia firma a questo ordine del giorno e so di parlare in questo momento anche a nome del mio intero gruppo. Quindi, Presidente, siamo contrari a qualsiasi riformulazione e sottoscriviamo in pieno il principio che è stato formulato testé dalla collega Siracusano (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la sottosegretaria Bergamini. Ne ha facoltà.

DEBORAH BERGAMINI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Grazie, Presidente. Vorrei integrare il testo della riformulazione che ho letto. Al quarto paragrafo delle premesse, sostituire le parole: “ponte sullo Stretto”, con le parole “collegamento stabile e veloce” (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Intanto, voglio capire se la riformulazione, così modificata, vada bene al deputato Siracusano. Sì, bene. Quindi, la proposta di riformulazione viene accettata dalla presentatrice e, pertanto, non porrò in votazione l'ordine dl giorno.

È così esaurito l'esame dell'unico ordine del giorno presentato.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 3353​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Ermellino. Ne ha facoltà.

ALESSANDRA ERMELLINO (MISTO-CD). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghe e onorevoli colleghi, io oggi sostituisco la collega Mara Lapia, che sicuramente avrebbe dato un tocco molto più colorito a questa importantissima riforma, che oggi stiamo per approvare, proprio per la sua appartenenza e il suo legame con la regione Sardegna. Il passo storico che stiamo per compiere oggi in quest'Aula ripagherà solo in parte tutti i danni subiti da quei territori, caratterizzati dalla loro naturale condizione di insularità, una condizione che, con il passare del tempo, ha generato gravi conseguenze in termini economici e sociali e che oggi, alla luce dell'attuale situazione di instabilità internazionale, creatasi a causa della guerra in Ucraina e delle sanzioni imposte alla Russia, palesa ancor di più l'esistenza di pesanti svantaggi tra due Italie diverse, la penisola principale da un lato e le due isole maggiori dall'altro. Una divisione che si fa ancora più netta se si pensa a quanto sta accadendo proprio in queste ore, a causa dell'aumento indiscriminato dei prezzi dei carburanti e delle più necessarie materie prime, una situazione drammatica che rischia di generare profonde spaccature sociali e pericolose tensioni all'interno, fra la popolazione. Infatti, ancora una volta, è la Sardegna, Presidente, come già accaduto puntualmente in passato, a pagare il prezzo più alto di una guerra che nessuno di noi ha voluto, ma i cui effetti si fanno sentire soprattutto in quei territori, laddove ancora oggi manca la garanzia del rispetto del principio di uguaglianza di tutti i cittadini. Inserire dunque il principio di insularità in Costituzione, non appena questa proposta di legge costituzionale vedrà la sua definitiva approvazione - mi auguro, Presidente, prima che termini la legislatura per non disperdere il lavoro fatto finora -, non dovrà essere un punto d'arrivo ma, senza ombra di dubbio, un punto di partenza.

Tale principio, infatti, era già conosciuto dal vecchio assetto della nostra Carta costituzionale, ma, nei fatti, non è mai stato applicato e, in alcuni casi, oserei dire, per nulla tenuto in considerazione dalle istituzioni, ad ogni livello.

Per la prima volta, nello scorso 2020, l'Istituto Bruno Leoni ha quantificato in termini economici gli svantaggi derivanti dalla condizione di insularità e dal suo mancato riconoscimento. Parliamo di un danno al PIL della regione Sardegna pari a 5.700 euro per ogni cittadino, un costo che è causa ed effetto di una serie di squilibri economici e sociali che, solo per citare una conseguenza fra le tante possibili, influiscono direttamente ed in maniera negativa sullo sviluppo economico di tutta la Sardegna, una regione dalle mille potenzialità, che ha sempre avuto la necessità di liberare le sue energie e che, invece, è stata costantemente costretta a rimanere imprigionata nelle fallaci logiche di potere di chi l'ha amministrata e nella mancata lungimiranza da parte di una classe politica troppe volte miope e lontana dalle reali esigenze dei sardi.

In questo lavoro, oggi, risiedono le speranze di migliaia e migliaia di cittadini sardi, siciliani, ma non solo. Operai che faticano ad arrivare a fine mese, studenti costretti a scappare altrove, medici e operatori sanitari spinti a trasferirsi in altre regioni per l'impossibilità di operare in zone già fortemente disagiate. Parliamo di persone che hanno sottoscritto non semplicemente una proposta di revisione costituzionale, ma una richiesta di aiuto per fare in modo che anche alla loro terra spettassero gli stessi diritti garantiti al resto dei cittadini italiani. A loro va il mio primo grazie e quello, giustamente, della collega Lapia.

PRESIDENZA DELVICEPRESIDENTE ETTORE ROSATO (ore 10,28)

ALESSANDRA ERMELLINO (MISTO-CD). Per loro oggi voteremo convintamente a favore di questa proposta di revisione costituzionale. Un grazie va anche a tutti coloro che si sono prodigati in Sardegna affinché tutto ciò diventasse possibile, aprendo i banchetti nelle piazze, invitando la gente alla mobilitazione, istituendo finanche una speciale Commissione per l'insularità all'interno del Consiglio regionale sardo, e per questo porto i ringraziamenti dell'onorevole Lapia al gruppo dei Riformatori Sardi, attivi in prima linea per questa importantissima riforma. Questa, oggi, è la prima vittoria di molti cittadini perbene, che hanno inteso coltivare il seme del loro futuro, spinti dalla voglia di costruire un futuro migliore per la loro terra, un futuro più giusto, più egualitario e più prospero.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Timbro. Ne ha facoltà.

MARIA FLAVIA TIMBRO (LEU). Grazie, Presidente. La proposta di legge n. 3353, di modifica della Costituzione, è un passaggio storico, lo diceva anche la collega. Devo dire che, da siciliana, a maggior ragione per me è un passaggio storico inevitabile, anche perché il testo che noi oggi andiamo ad approvare riporta al centro del nostro dibattito e al centro del dibattito nazionale il tema dell'insularità, degli svantaggi e delle disparità che chi nasce, cresce e vive su un'isola spesso è costretto a vivere. Un tema che era stato espunto dal dibattito, anche perché era stato erroneamente cancellato dalla riforma del Titolo V della Costituzione, nel 2001, che aveva eliminato ogni riferimento al Mezzogiorno e al Sud, alla necessità di ulteriori interventi di cui quei territori necessitano.

Oggi il testo che ci proponiamo di votare - che, peraltro, mi preme ricordare, è un testo di iniziativa popolare - restituisce e dispone finalmente che venga riconosciuta la peculiarità delle isole, a dispetto in particolare di un concetto, ossia il grave e permanente svantaggio naturale derivante dall'insularità. Si è scelto di inserire la peculiarità delle isole proprio per valorizzare questa connotazione geografica, che, in un certo senso, viene cristallizzata, ma serve non solo a descrivere le connotazioni geomorfologiche di un territorio e il suo collocamento geografico, ma anche e soprattutto a descrivere e a cristallizzare la necessità che certi territori hanno e le difficoltà che questi territori vivono da sempre.

Ecco perché, finalmente, il concetto di insularità non sarà un'accezione negativa, non sarà un indice di svantaggio, non indicherà una condizione minoritaria, ma tornerà ad indicare la necessità di valorizzare e sfruttare la specificità naturale, storica e culturale delle nostre isole, finalmente lavorando per ridurne il divario con il resto del Paese.

Un altro elemento che credo sia importante ribadire, con riferimento anche alle modifiche che sono state apportate al testo che noi oggi votiamo, è che finalmente si riconosce che deve essere la Repubblica, nella sua interezza, e non più soltanto lo Stato - come era previsto nel precedente dettato - a farsi carico di intervenire per rimuovere qualsivoglia condizione di svantaggio, per occuparsi di promuovere lo sviluppo economico, la coesione e la solidarietà sociale, necessarie ed inevitabili per garantire e per rimuovere ogni squilibrio economico, e per favorire il pieno esercizio dei diritti delle persone residenti nelle isole.

Lo si è detto più volte, questo era un passo doveroso, è un passo doveroso nei confronti di tutti coloro che nascono e crescono in un territorio che appare isolato, più che isolano. Lo dobbiamo a tutti coloro che vivono, oggettivamente e quotidianamente, problemi non di continuità, ma di discontinuità territoriale, non di mobilità, ma di immobilità, per cui mi verrebbe da dire che forse sarebbe bene occuparsi delle infrastrutture primarie e secondarie che sono dentro le isole, prima di pensare al ponte sullo Stretto. Sarebbe bene pensare alla coesione sociale che manca, sarebbe bene pensare a tutti i giovani che sono costretti, ogni giorno, a causa anche dell'indebolimento del tessuto sociale e della desertificazione industriale e culturale che vivono nel proprio territorio, a dover scegliere, necessariamente e obbligatoriamente, di andare altrove.

Questa è l'importanza di questa norma, che finalmente pone, non soltanto dal punto di vista formale, ma anche sostanziale, la nostra attenzione a questi territori. Tanto si dovrà fare ancora, perché oltre a rimuovere, verbalmente e formalmente, queste disparità e queste differenze, lo si faccia anche dal punto di vista sostanziale. Ma era un passo inevitabile, era un passo che dovevamo e che dobbiamo. E devo dire che sono grata a questo Parlamento che oggi farà questo passo e credo che sia la direzione giusta per consentire finalmente ai siciliani e ai sardi, ma non solo, di sentirsi e di essere orgogliosi di essere isolani, lo ripeto, senza doversi necessariamente sentire isolati. In quest'ottica e in questa direzione dichiaro il voto favorevole alla proposta di legge da parte del gruppo di Liberi e Uguali (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Corda. Ne ha facoltà. Mi scuso per averla saltata prima.

EMANUELA CORDA (MISTO-A). Grazie, Presidente. Questa proposta di modifica costituzionale arriva, a nostro avviso, un po' tardivamente. Io lo dico da sarda perché tutti noi sardi - e ce ne sono tanti in questo Parlamento - vivono il gravissimo disagio che crea il problema dell'isolamento. Ma è un isolamento che è stato accompagnato da politiche silenti, a tratti anche scellerate, nei confronti - parlo nello specifico della mia terra - della Sardegna.

Pensiamo, ad esempio, all'assenza totale di una organizzazione sul fronte della continuità territoriale. Se pensiamo ad altri Paesi come la Francia, che investe 200 milioni all'anno per la continuità marittima e aerea della Corsica e che ha un quinto degli abitanti della Sardegna, o come la Spagna, che investe 90 milioni di euro per le Baleari, allora una domandina ce la dobbiamo fare, visto che la Sardegna è ancora costretta ad accettare una situazione assurda, che ci penalizza sotto tutti i punti di vista. Se pensiamo alla continuità marittima, di recente sono state ridotte le tratte addirittura su Cagliari, capoluogo di regione: ci siamo ritrovati senza poter prendere una nave per arrivare - come lo chiamano alcuni sardi, soprattutto dell'entroterra - “in continente”, perché sembra di essere veramente in un altro pianeta, lo dico da sarda!

Stessa cosa per quanto riguarda la continuità aerea, che è un problema che viviamo da una vita, e questo pregiudica ovviamente la competitività del territorio, delle nostre imprese e dei nostri giovani, che sono costretti, comunque, a subire questo isolamento sotto tutti i punti di vista. Quindi, quello che dispiace è che negli anni nessuno si sia mai preoccupato di queste gravi carenze infrastrutturali che la Sardegna viveva. Tra l'altro, noi abbiamo uno statuto, siamo una regione a statuto speciale, e mai nessuno si è preoccupato di applicarlo, questo statuto, di farlo valere.

Abbiamo in statuto, all'articolo 13, il famoso Piano di rinascita: che cosa ha portato in Sardegna? Ha portato i poli petrolchimici, ha portato inquinamento, ha portato sperperi per lo Stato. Ma ai sardi che cosa ha portato? Qualcuno dirà un incremento occupazionale, per certi aspetti, però sicuramente non ha valorizzato le vocazioni della Sardegna, non ha valorizzato il territorio, non ha valorizzato le peculiarità ambientalistiche, non ha valorizzato le nostre specificità, ma, anzi, ha portato i soldi altrove, rendendo la Sardegna una delle regioni più inquinate d'Italia. Attenzione, questo non lo sa nessuno, perché è una terra bellissima, ma, ahimè, proprio a causa di questa insistenza di poli chimici, di bonifiche mai effettuate, di una negligenza da parte dello Stato italiano nei confronti dei sardi, adesso la Sardegna versa in questa condizione di difficoltà.

Prima ho citato lo statuto: qualcuno dice “sì, bellissimo, inseriamo il concetto di insularità così supereremo tutti i problemi”. Non è così, perché bisogna anche farli i provvedimenti, metterci i soldi, attuarli. Abbiamo anche riconosciuto - sempre nello statuto sardo - addirittura i porti franchi. Qualcuno ha mai visto l'attuazione di una benché minima idea di zona franca in Sardegna? Nulla di tutto ciò, il nulla assoluto; addirittura, esisteva la società per l'attuazione della zona franca, che ha preso fior di milioni e non ha mai operato. C'è stato anche, tra l'altro, un decreto per l'istituzione del porto franco a Cagliari nel 2001 e non è stato fatto assolutamente nulla. Quindi, quello che sorprende - al di là del fatto, ripeto, che adesso, magari, si stia cercando di sollevare un problema che, però, ormai è incancrenito, è diventato quasi parte del DNA di questa Nazione - è proprio il fatto di infischiarsene dei cittadini che vivono il problema dell'insularità e la Sardegna lo vive sicuramente molto più di altre regioni, probabilmente, perché, elettoralmente parlando, la Sardegna non pesa molto, quindi non conviene a nessuno qui dentro interessarsi della Sardegna.

La Sardegna fa comodo quando si deve venire, in estate, a farsi una bella vacanza, si va, magari, a Porto Cervo a sorseggiare un drink o a farsi un tuffo nei nostri mari meravigliosi, però io vi dico che la nostra terra ha molto da offrire dal punto di vista delle imprese locali, delle produzioni tipiche e potrebbe, tra l'altro, vivere anche delle sue caratteristiche, se fossero davvero valorizzate.

Questo gap infrastrutturale abnorme rispetto al resto d'Italia ci penalizza e, ripeto, non è stato fatto niente, non si riesce neanche a scrivere un bando in maniera decente, tant'è vero che adesso ci ritroviamo a farci gestire la continuità territoriale da una compagnia low cost che ha pochissimi voli durante l'arco della settimana e anche noi parlamentari abbiamo difficoltà a recarci a Roma quando dobbiamo andare e, talvolta, come ho detto poc'anzi, non abbiamo neanche la possibilità di muoverci in nave. Quando è stata applicata, poi, la misura del super green pass, una delle misure veramente più assurde e irrazionali che abbia mai visto, questa cosa l'abbiamo subita ancora di più. Infatti, noi eravamo, tra i penalizzati, quelli più penalizzati degli altri, poiché, mentre in Italia, giustamente, chi non aveva la carta verde per l'accesso ai servizi si poteva muovere in macchina, in Sardegna, invece, non avevamo neanche quella possibilità, perché a nuoto - vi do una notizia - non si arriva a Civitavecchia da Cagliari, è un po' difficile. Quindi, purtroppo questa è la situazione.

Ripeto, mi fa piacere che qualcuno adesso si sia svegliato e abbia deciso di dare attuazione a questa modifica costituzionale; è stato un parto e meraviglia anche il fatto che sia arrivata a buon fine, però io la vedo davvero una goccia nel mare. Ovviamente, non posso che essere favorevole, perché come potrei non esserlo?

È necessario riconoscere la penalizzazione che questa condizione di isolamento arreca, e a noi più di tutti, lo ribadisco, molto più degli altri, perché non abbiamo quel peso elettorale, quindi non siamo considerati utili per questo Paese.

Allora, dico che ci si è svegliati un pochino tardi e auspico che, oltre a questi provvedimenti di facciata - per cui si aggiunge una parolina in Costituzione, un “commino” all'articolo 119, si aggiunge questo comma 6 nel quale riconosciamo l'insularità, ossia lo stato di difficoltà vissuto dagli isolani - si attuino quei provvedimenti volti a dare efficacia a misure di natura fiscale, che possano agevolare davvero le attività all'interno e anche all'esterno per i sardi e, soprattutto, gli spostamenti. Infatti, ricordiamolo, la cosa che più di tutte ci penalizza è certamente la continuità territoriale, che dipende da una serie di concause che non sono mai state affrontate. E non c'era bisogno di inserire il concetto di insularità in Costituzione per superarle, sarebbe bastato un attimino di attenzione in più rispetto all'interesse dei cittadini, perché qui siamo tutti i cittadini italiani, non è che i sardi siano diversi o abbiano il sangue di colore diverso rispetto agli altri cittadini italiani, anche se valgono di meno elettoralmente.

Quindi, un po' mi vergogno, da sarda, di questo atteggiamento un po' ipocrita di chi, per anni, se ne è infischiato, non ha dato attuazione al Piano di rinascita, non ha mai dato attuazione allo statuto sardo, se ne è infischiato dei gravi gap di cui la Sardegna soffriva e, adesso, si sveglia e decide di inserire questa parolina in Costituzione. Ripeto, mi vedo impegnata a sostenere questa modifica, alla quale, ripeto, come si fa a dire “no”? È una cosa scontata, però, se non si dà attuazione ai provvedimenti che realmente incidono sulla nostra economia, sulla nostra piccola economia, allora tutto questo sarà la solita goccia nel mare e rimarrà una parola in più scritta nel nostro dettato costituzionale, che, tra l'altro, già non viene rispettato neanche per quello che c'è scritto. Quello che sorprende è che vogliamo anche modificarlo, ma non riusciamo neanche a rispettarlo per come è. Quindi, sarebbe interessante capire se, da parte di chi ha sostenuto questa proposta e ha fatto grande propaganda attorno a questa proposta, ci sia realmente la volontà di superare questa condizione penalizzante per i sardi e per tutte le isole.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Scanu. Ne ha facoltà.

LUCIA SCANU (CI). Grazie, Presidente. Colleghi, quest'Aula oggi ha la possibilità di completare un iter legislativo che possa, finalmente, incidere positivamente sulla vita di milioni di persone che abitano nelle nostre isole. Con il provvedimento oggi in discussione, infatti, si andrebbe a consolidare quanto già votato all'unanimità in Senato a novembre 2021: stiamo parlando della modifica all'articolo 119 della Costituzione, riguardante il riconoscimento delle peculiarità delle isole e il superamento degli svantaggi derivanti dall'insularità.

Il processo che ha dato vita alla proposta di legge di modifica costituzionale nasce anche e, soprattutto, dalla Sardegna. Come ricorderete, infatti, l'iter parlamentare della proposta di legge popolare, che ha raccolto oltre 200 mila firme, è stata sostenuta fortemente dal compianto Roberto Frongia, dai consiglieri regionali, dai parlamentari sardi e dai cittadini sui territori.

Abbiamo la responsabilità di concludere velocemente l'iter parlamentare, affinché nessun sardo possa più percepire l'insularità come un freno, come un impedimento, ma, al contrario, possa trarre da questa condizione la forza e i mezzi per crescere e far crescere la nostra isola. Lo dobbiamo ai nostri cittadini, in particolar modo ai nostri giovani, che si scontrano ogni giorno con i limiti causati dall'insularità, che frena fortemente le loro possibilità lavorative e la crescita personale.

Si stima infatti che, ogni anno, 3.500 giovani sardi - ripeto, 3.500 giovani sardi -, in gran parte laureati e diplomati, lascino l'isola perché non trovano lavoro. Questi sono davvero dei numeri allarmanti che devono farci riflettere profondamente.

L'introduzione in Costituzione del principio di insularità, quindi, rappresenta un segnale storicamente importante per il futuro della Sardegna. Dalla proposta di legge popolare siamo arrivati oggi al voto in Parlamento per l'introduzione in Costituzione del criterio di parità e il riconoscimento delle diversità, strategicamente decisivo per la crescita della Sardegna e per rafforzare il processo verso una vera unità, non solo nazionale ma anche europea. Affrontiamo, infatti, un tema che riguarda il diritto di tutti i cittadini dell'Unione alla libera circolazione e alla libertà di stabilimento, pilastri fondanti della Comunità europea. Questo perché lo svantaggio che deriva dalla condizione geografica di insularità incide non solo sulla possibilità di muoversi delle persone, ma sulla libertà di scegliere di vivere nella propria terra senza per questo dover rinunciare alle opportunità di studio, alle opportunità di esperienza di vita e di lavoro, alle opportunità di relazione sociale, culturale ed economica al di là del mare.

L'insularità è una ragione storica fondativa della nostra autonomia. Già i padri costituenti avevano indicato il termine “isole” nella nostra Carta, che poi la riforma del Titolo V ha cancellato dall'articolo 119. Poi il grave e permanente svantaggio naturale per essere geograficamente un'isola ha causato negli anni un gap infrastrutturale, certificato da una debole connessione nei trasporti all'interno dell'isola e tra questa e la terraferma, nei ritardi nelle reti energetiche e di comunicazione che ne frenano lo sviluppo socio-economico.

Sul piano della competitività, la Sardegna si pone in uno dei gradini più bassi nei settori chiave, quali le reti stradali, ferroviarie e le infrastrutture economico-sociali. Secondo le analisi del CRESME, riguardanti le risorse finanziarie pro capite e territoriali stanziate, la Sardegna è penultima nella graduatoria. La Sardegna risulta, inoltre, fra le regioni dell'Obiettivo 1 dell'Unione europea, ovvero quell'Obiettivo in cui vengono inserite le zone che hanno bisogno di maggiore aiuto da parte delle istituzioni europee, con un indice di competitività del 23 per cento contro quello medio europeo del 60 per cento e del 57 per cento della Lombardia. I dati elaborati, invece, dall'istituto “Bruno Leoni” registrano una perdita di PIL pro capite annuo pari a 5.700 euro. A questo si aggiungono i dati sconfortanti dello spopolamento. Le previsioni demografiche a trent'anni vedono la Sardegna come l'isola con la più bassa densità demografica del continente europeo, seconda soltanto all'Islanda. Un dato davvero allarmante!

Che cosa ci aspettiamo, dunque, da questo provvedimento che ci accingiamo ad approvare oggi? Ebbene, con il provvedimento attuale si sente finalmente un doveroso cambio di passo. Innanzitutto, è la Repubblica - e non soltanto lo Stato - a farsi carico dell'intervento pubblico in favore delle isole. La Repubblica promuove misure per rimuovere gli svantaggi derivanti dall'insularità. In nome della coesione nazionale sono necessarie poi risorse per fornire compensazioni infrastrutturali, come trasporti, energia e reti tecnologiche legate allo svantaggio dell'insularità, che consentano diritti di cittadinanza e punti di partenza uguali ai cittadini di qualsiasi altra regione italiana, ovviando, quindi, ad una storica discriminazione nei confronti dei sardi.

Colleghi, l'insularità in Costituzione non deve essere assolutamente considerata una mera bandierina fine a se stessa, ma deve essere strumento di parità. Questo concetto deve essere riempito subito di contenuti, deve essere tradotto nella pratica con un'azione sistematica, con interventi puntuali, tangibili e reali inseriti in un piano strategico che vada finalmente a trasformare quello che ad oggi risulta un grave e permanente svantaggio naturale dell'isola in una seria opportunità di sviluppo, affinché tutti i cittadini sardi possano finalmente godere, come sancito dalla Costituzione, di pari dignità e di pari servizi con il resto d'Italia. Abbiamo bisogno di un meccanismo di perequazione in favore dell'isola Sardegna, gravemente danneggiata dalla distanza con la terraferma. In questo momento storico così difficile abbiamo visto le difficoltà che si hanno per non aver riconosciuto questo diritto. Occorrono, dunque, risorse notevoli per superare gli svantaggi dell'insularità. Se parliamo di trasporti, abbiamo bisogno di una reale continuità territoriale, potenziando seriamente la logistica e i mezzi di trasporto aerei e marittimi. Parliamo poi di ridotta attività economica con poche attività specializzate, che impongono investimenti in infrastrutture per favorire settori a maggiore valore aggiunto. Parliamo anche di ambiente, con ecosistemi spesso fragili e molto vulnerabili ai cambiamenti climatici, che potrebbero migliorare con l'installazione di impianti FER e con misure di mitigazione dei fenomeni di dissesto idrogeologico, in linea con le politiche di sviluppo tracciate dall'UE. Ebbene, proprio il riconoscimento dell'insularità favorirebbe l'accesso ai programmi e ai fondi di sviluppo UE, oltre che incentivare un'azione nazionale per rilanciare le isole. Credo che tutti noi in quest'Aula ci aspettiamo che da questa riforma ci siano delle ricadute positive sull'economia e sulla tenuta sociale dei territori insulari, da cui dipende anche il benessere generale del nostro Paese. Pertanto, in rappresentanza del mio gruppo politico, Coraggio Italia, non posso che esprimere il mio voto favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Anzaldi. Ne ha facoltà.

MICHELE ANZALDI (IV). Grazie, Presidente. Rappresentanti del Governo, onorevoli colleghe e colleghi, oggi stiamo per approvare un importante provvedimento di modifica dell'articolo 119 della Costituzione concernente il riconoscimento delle peculiarità delle isole e il superamento degli svantaggi derivanti dall'insularità…

PRESIDENTE. Ha ragione, onorevole Anzaldi, a richiamare maggior silenzio in Aula. Prego.

MICHELE ANZALDI (IV). …una modifica tentata anche nelle passate legislature ma che, purtroppo, non è andata a buon fine. Oggi porremo all'attenzione del Parlamento il tema dell'insularità, così importante per i territori interessati, con tutto quello che comporta in termini di svantaggi e di mancato riequilibrio, ma anche perché questo testo è frutto di un'iniziativa popolare. Il testo propone di riconoscere e regolare quei costi aggiuntivi derivanti dalla condizione dell'insularità, in modo che vengano compensati in nome della coesione nazionale. La proposta di legge costituzionale al nostro esame cerca, dunque, di porre rimedio a un grave errore compiuto nel 2001 con la riforma del Titolo V della Costituzione che, con la nuova formulazione dell'articolo 119, ha portato alla scomparsa di qualsiasi riferimento alla valorizzazione del Mezzogiorno e delle isole come finalità prioritaria. Si pone, quindi, non solo il concetto di insularità, ma anche la questione forte e urgente del riequilibrio degli interventi a favore del Mezzogiorno e delle isole. Lo spirito del provvedimento vuole fare in modo che le isole, i loro abitanti e gli imprenditori abbiano le stesse condizioni di partenza degli altri italiani.

L'approdo in Aula di questo proposta di legge è sicuramente un primo passo importante in quel senso. È un passo atteso, richiesto a gran voce da anni. Lo Stato è chiamato a riconoscere le peculiarità dei territori insulari ma anche il connesso svantaggio da esse derivanti, promuovendo, quindi, tutte le misure necessarie per rimuovere tali svantaggi. Una necessità denunciata nelle isole ma che deve trovare la conclusione del problema con il consenso dell'intero Paese, in nome del principio di coesione territoriale. Un problema da tempo denunciato da soggetti istituzionali e da forze politiche e sindacali, anche con storie e culture molto distanti, che, però, hanno saputo condividere un percorso comune per giungere a una soluzione. Oggi in quest'Aula, con questa proposta di legge, abbiamo la possibilità di affrontare la questione in maniera definitiva. Il testo si compone di un solo articolo ed è accompagnato da una relazione che ne spiega le motivazioni, esprimendo la situazione di svantaggio in cui si trovano i cittadini italiani che vivono nelle isole e, nel contempo, manifesta l'esigenza che la comunità nazionale riconosca questa condizione e che, quindi, si attivi per garantire anche agli abitanti delle isole pari opportunità e pari diritti di cittadinanza. La condizione di insularità è sicuramente una realtà che riguarda direttamente le isole e chi ci vive, ma è giusto che l'intero Paese ne sia consapevole in modo da farsene carico convintamente con gli opportuni rimedi. Oggi riconosciamo che le regioni insulari presentano caratteristiche geografiche, economiche, demografiche e sociali specifiche, che comportano sfide più difficili e complesse nelle applicazioni delle politiche nazionali ed europee.

Solo per citarne alcune: limiti delle dimensioni territoriali, mercato locale limitato, difficoltà a realizzare economie di scala, costi di trasporto molto elevati, sono storici problemi quotidiani.

Nel Documento sulla programmazione economica del 2021-2027, approvato dalla Conferenza delle regioni, è stato evidenziato che la politica di coesione post-2020, non solo non può e non deve lasciare le isole, ma, al contrario, deve riconoscere il ruolo strategico delle isole stesse e creare le condizioni per uno sviluppo paritario e coerente con le altre aree d'Europa. In quella sede, era stato chiesto formalmente alle istituzioni europee di prevedere misure e normative programmatiche specifiche, per compensare la discontinuità per una continuità…

ROBERTO GIACHETTI (IV). Presidente, non è possibile!

PRESIDENTE. Ha ragione.

ROBERTO GIACHETTI (IV). … Andassero fuori!

PRESIDENTE. Onorevole Giachetti!

ROBERTO GIACHETTI (IV). È una cosa incredibile.

PRESIDENTE. Più volte, il gruppo del MoVimento 5 Stelle ha in corso una riunione, che immagino è anche abbastanza importante. Prego, onorevole Anzaldi.

MICHELE ANZALDI (IV). Stavo dicendo che, in quella sede, era stato chiesto formalmente alle istituzioni europee di prevedere misure e normative programmatiche specifiche, per compensare la discontinuità per una continuità, che invece è difficoltosa, in particolare in Sardegna. La Sardegna, come è evidente, è diversa dalle altre isole, in quanto isolata al centro del Mediterraneo e raggiungibile solo con aereo e nave. La stessa Corte costituzionale si è soffermata, più volte, sulla questione, evidenziando che lo Stato deve attuare una leale collaborazione con le autonomie territoriali nella gestione delle politiche di bilancio, sempre per ridurre quegli svantaggi. Non è e non sarà un trattamento di favore ad alcune regioni, piuttosto che ad altre, ma la presa d'atto delle caratteristiche e delle peculiarità permanenti che distinguono le regioni insulari da quelle continentali. Ciò deriva dal fatto incontrovertibile che l'insularità, intesa come discontinuità territoriale, implica specificità di natura economica, trasportistica, ambientale, sociale e demografica, che determinano problematiche assolutamente differenti rispetto alle altre regioni, facendo sì che le isole, per certi versi, si trovino in una condizione di difficoltà maggiore o addirittura - sia detto fra virgolette - di vera e propria “inferiorità” di opportunità. Per questo, occorre una modifica costituzionale, che colmi lo svantaggio quotidiano affrontato da chi vive nelle isole.

Negli indicatori adottati dalla Commissione europea per esprimere la competitività delle regioni europee, la Sardegna si trova collocata al 234° posto; nel 2019 al 268°, con valutazioni estremamente negative su alcune dimensioni cruciali, quali infrastrutture, capitale umano e innovazione. Se dovessimo entrare nel discorso delle infrastrutture, ci sarebbe molto da parlare e non solo di grandissimi ponti, ma anche di semplici viadotti o, addirittura, di strade di collegamento tra i principali snodi di trasporto. Con questo provvedimento, vogliamo che questo principio sia inserito in Costituzione, affinché si provveda a colmare lo svantaggio e la diversità fra territori, ponendo tutte le regioni d'Italia sul medesimo piano, con le medesime opportunità e garanzie.

Per questi motivi, voteremo molto convintamente a favore del disegno di legge in esame, in cui vi è davvero un impegno a sanare questa situazione di svantaggio (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Il gruppo di Fratelli d'Italia voterà convintamente a favore di questa proposta di legge e lo fa nella consapevolezza che è una di quelle proposte di legge d'iniziativa popolare - forse l'unica che sta arrivando a compimento -, frutto di una grande mobilitazione popolare, che ha visto, prima di tutto, protagonisti non solo i sardi che abitano nell'isola, ma anche gli emigrati sardi dei circoli della FASI.

Io ho firmato questa proposta di legge nel circolo “Su Nuraghe” di Biella, convinto che, se si è intrapreso questo percorso - come ha detto e avvalora qualche collega che mi ha preceduto - è perché si tratta di una richiesta non di assistenzialismo, ma di pari opportunità (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Infatti, chi vive nell'isola al centro del Mediterraneo è orgoglioso di essere su quell'isola, è orgoglioso di quella terra e se lo ricorda ogni giorno. Quando interveniamo in quest'Aula, non ci dimentichiamo mai da dove proveniamo, perché i sardi hanno abbracciato la causa italiana, dopo anche altre dominazioni, e hanno deciso di essere italiani, ma, prima di tutto, sono sardi: io sono sardo, lo porto nel nome e lo porto anche nell'animo e non chiederei mai assistenzialismo per le nostre richieste. Lo vivete anche voi ogni giorno, quando venite sull'isola: i trasporti, gli aerei, i costi. In tutte le regioni, c'è un provvedimento sull'energia, la super-interrompibilità, meno che in Sardegna e Sicilia, un progetto di legge nato in Sardegna, ma che riguarda tutte le isole, anche la Sicilia delle colleghe Varchi e Bucalo. Immaginate chi vive nelle isole delle isole, ovvero le isole minori, come La Maddalena, Carloforte, l'Isola d'Elba, Ustica: cosa vuol dire quando manca la nave per andare via, perché c'è il mare troppo mosso? Quando i biglietti sono troppo cari? Infatti, l'Unione europea ci impone un libero mercato, che da noi non può funzionare, perché, a volte, è più economico andare a New York, che fare Roma-Cagliari o Roma-Catania (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Immaginate che cosa proviamo, quando, nei bandi ministeriali, veniamo messi in competizione con le grandi regioni del Meridione e, ovviamente, ci sono condizioni diverse, perché da noi trasportare qualcosa costa. Oggi, c'è il rincaro dei prezzi, il rincaro dovuto al mercato, ma da noi costa il doppio - anche il doppio nelle spese di spedizione -, perché ci mette due giorni in più e ci indicano come “le isole”. Alcune ditte non trasportano nell'isola. Voi dite che con Internet si arriva ovunque, ma non è così: quando noi ordiniamo qualcosa su Internet, alcuni prodotti non arrivano, perché non fanno i trasporti nelle isole. Non è - ripeto - un piagnisteo, perché noi viviamo bene comunque e non rinnegheremo mai lo stare nelle isole. Incontrando i circoli dei sardi, il maggiore dispiacere è che, chi abita a Gorizia, deve andare a Milano prima di tornare in Sardegna e, spesso, nelle spese familiari, deve metterne in conto il costo. Allora, rinuncia a tornare nell'isola. Noi, oggi, con questa proposta di legge, vogliamo semplicemente compiere un primo passo nel rivendicare che, nei prossimi provvedimenti, non si possono applicare i criteri che vengono adottati per tutti. Anche nel caso della pandemia, chi era positivo non poteva tornare a casa in macchina da solo; ci sono stati casi - l'ho denunciato in quest'Aula - di persone che, purtroppo, non avevano il green pass attivo e sono dovute rimanere chiuse in stanza, perché non potevano salire in aereo, con costi aggiuntivi. Immaginatelo per tutto il resto. Immaginate che l'Unione europea non ci toglie l'embargo sulle carni suine, perché adesso la peste suina sta dilagando dappertutto. Noi abbiamo fatto notare che gli unici maiali che possono navigare nel Mediterraneo sono quelli della Marina militare, perché i cinghiali non possono passare dal continente alle isole (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Ma niente, tutto questo non viene indicato, non viene considerato. Qualcuno ha detto: “Perché avete la necessità di scriverlo in Costituzione? Lo sanno tutti che siete un'isola!”. Lo sappiamo benissimo, ma è evidente che in tutti i provvedimenti, a volte anche ministeriali, le isole non vengono considerate. Immaginate che, nel bando della continuità navale, è stata riportata una condizione, per cui c'erano sconti per il dipendente pubblico. E tutti gli altri? Tutti gli altri no. Chi era isolano era escluso da questi sconti.

Ma su tale condizione voglio andare fuori dalla Sardegna, voglio citare - ripeto - la Sicilia e anche quelle che sono le isole minori, perché chi vive nell'isola ha bisogno di un occhio particolare, ripeto, non per avere delle agevolazioni. Se fate delle ZES in tutt'Italia alle stesse condizioni, mi dite perché un'azienda dovrebbe venire in Sardegna se le condizioni sono le stesse di quello che noi chiamiamo il continente o la terraferma? Le ditte di trasporti non verranno mai perché hanno dei così abnormi. Quanti di voi sono venuti in Sardegna e si sono lamentati dicendo: ma quanto ci costa? Quali sono gli orari? Quali sono le condizioni? Lo vivete anche voi, imprenditori, turisti per un viaggio di piacere o di amicizia. Ed è questo il nostro piccolo momento, un primo passo, perché da domani quando sarà approvata - ci mancherà ancora un passaggio al Senato e di nuovo uno alla Camera, e dobbiamo farlo velocemente - in ogni provvedimento dobbiamo lavorare affinché ci si ricordi della condizione di insularità. Ne sono orgoglioso e ringrazio tutti i gruppi politici che in questo momento hanno dato un segno di sostegno alla causa della Sardegna, vi ringrazio veramente di cuore perché non ci sono state divisioni, non ci sono stati egoismi, non ci sono state questioni, e ringrazio prima di tutto, ripeto, i colleghi siciliani a cui questa battaglia ci unisce.

Ripeto, noi saremo sempre orgogliosi di essere isolani, saremo sempre orgogliosi di essere sardi. Spiegavo l'altro giorno che la parola “deidda” vuol dire “del paese” in italiano: nei nostri nomi c'è la nostra sardità, nel nostro cuore e nel nostro sangue, e per questo che con orgoglio ricordo anche Roberto Frongia , come ha fatto la collega Scanu, che era assessore dei Riformatori Sardi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), che purtroppo si è spento qualche anno fa ed è stato il padre di questa battaglia. Quindi grazie veramente a tutta l'Aula per questa grande dimostrazione d'affetto e di stima per la Sardegna e per il riconoscimento finalmente di quelli che sono i nostri problemi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pittalis. Ne ha facoltà.

PIETRO PITTALIS (FI). Signor Presidente, signora rappresentante del Governo, colleghe e colleghi, abbiamo già illustrato nel corso della discussione generale le ragioni per le quali il gruppo Forza Italia- Berlusconi Presidente sostiene convintamente e voterà a favore di questa proposta di legge costituzionale di iniziativa popolare.

Il primo aspetto che voglio sottolineare è che si tratta per l'appunto di una iniziativa popolare, frutto di una vasta mobilitazione che ha coinvolto tutta la comunità sarda: le associazioni di categoria datoriali e sindacali, il mondo agropastorale, il mondo della cooperazione, del volontariato, dello sport, della cultura, le università sarde, la Federazione delle associazioni sarde in Italia, la stessa Chiesa sarda. Protagonisti uniti come non mai nel promuovere e tutelare i valori della identità insulare. Si tratta di una iniziativa culminata, come è stato già ricordato, in una raccolta di firme e sostenuta da oltre 200 mila persone che ha coinvolto trasversalmente tutti gli schieramenti politici e resa possibile - lo voglio ancora ribadire in questa sede - grazie all'intenso e instancabile lavoro del comitato promotore e del suo presidente Massimo Fantola, leader dei Riformatori Sardi, della Commissione speciale per l'insularità, istituita presso il Consiglio regionale sardo e in particolare del suo Presidente Michele Cossa, ma soprattutto grazie anche al grande contributo di tanti Sindaci e amministratori locali della Sardegna.

Un doveroso ringraziamento va all'amico Roberto Frongia, già consigliere regionale e assessore della regione autonoma della Sardegna, che ci ha lasciato purtroppo prematuramente e che tanto si è speso per sostenere questa iniziativa che lui amava definire - e non a torto - la madre delle battaglie per i sardi. E, se oggi la proposta di legge viene esitata con una procedura straordinariamente celere, è anche perché, consentitemelo, il gruppo Forza Italia, prima al Senato con l'amico Emilio Floris, e poi alla Camera, grazie al nostro presidente di gruppo Paolo Barelli, si è fatta carico di inserire detta proposta nel calendario dei lavori dell'Aula nella prima seduta utile. La ragione qual è? La ragione è che scriviamo una bella pagina della politica, perché non solo non vengono deluse le aspettative delle comunità interessate, quella sarda e quella siciliana in particolare, ma la politica rinnova l'interesse per le politiche del sud e delle isole, e questo è un dato davvero non trascurabile. Ma questo traguardo, voglio ricordarlo, è stato condiviso anche e soprattutto dal collega Ugo Cappellacci che oggi avrebbe dovuto rendere la dichiarazione di voto e che non è presente in quanto impegnato nella nobile missione umanitaria in favore del popolo ucraino (Applausi) e in particolare dei minori. All'amico e collega Ugo Cappellacci va in questo momento il nostro saluto e il nostro augurio per l'impegno che, da sardo e da parlamentare, sta profondendo per questa nobile causa umanitaria.

Proprio con il collega Ugo Cappellacci, così come con tanti colleghi deputati sardi, non abbiamo lasciato cadere nel vuoto l'accorato appello che è stato rivolto soprattutto ai parlamentari sardi dal Comitato promotore: l'insularità, la specialità della Sardegna e della Sicilia sono parte dell'identità costituzionale nazionale e il Comitato promotore della Sardegna ritiene che sia venuto il momento di affrontare e risolvere il problema in modo netto con il vostro contributo. Oggi più che mai, proseguono gli amici del Comitato, è necessario fare presto perché, nonostante i Trattati comunitari e internazionali, i sardi, i siciliani e tutti i cittadini delle isole minori continuano ad avere uno svantaggio infrastrutturale e strutturale.

È in queste brevi ma lucidissime parole che è racchiuso il senso e il significato di questa iniziativa che pone il Parlamento davanti ad una assunzione di responsabilità per reintrodurre l'insularità in Costituzione. Eh sì, reintrodurre l'insularità in Costituzione; infatti occorre tenere presente che già nella Costituzione del 1948, prima della modifica del Titolo V, era presente il riferimento alla insularità e all'intervento dello Stato con misure appropriate per ridurne lo svantaggio. Si trattava di una norma voluta dai padri costituenti per garantire l'unità territoriale e la coesione sociale, attraverso la tutela speciale di alcune aree del Paese economicamente più svantaggiate in ragione della loro collocazione geografica. Il riconoscimento dello svantaggio territoriale nasceva dalla volontà di garantire a tutti i cittadini italiani, ovunque fossero residenti, una eguale prospettiva nel processo di crescita complessiva in campo economico, sociale e culturale, fattori determinanti per lo sviluppo e per il futuro del Paese.

Il legislatore costituzionale intendeva quindi favorire l'effettivo esercizio dei diritti fondamentali della persona e della collettività e la presente proposta di legge costituzionale ha dunque il pregio di rimettere al centro del dibattito politico nazionale la questione delle isole, elevando a rango costituzionale l'obbligo dello Stato di predisporre ogni utile misura che crei concretamente le condizioni per una effettiva integrazione con il restante territorio nazionale, rimuovendo le diseguaglianze che, consentitemi di testimoniare, solo chi vive in un'isola può comprendere appieno. In questo percorso riteniamo non solo di preservare, cara onorevole Corda, la nostra specialità e la nostra autonomia, ma noi con questo strumento andiamo addirittura a rafforzarla.

Allora, proprio perché abbiamo conosciuto le insidie, le resistenze, gli interessi contrari, questa iniziativa rappresenta una significativa tappa di lotta politica dei sardi e della sua classe dirigente, che non intende rassegnarsi. E non a caso il nostro Emilio Lussu diceva, già più di 70 anni fa, che la Sardegna sarebbe risorta e che i sardi sarebbero stati gli artefici del loro avvenire. Ma aggiungeva che senza la solidarietà dello Stato, una solidarietà non mendicata ma frutto di una conquista attraverso la lotta politica, non sarebbe possibile una rapida rinascita. Questo è senza dubbio vero, nel bene e nel male. Ed ecco perché riteniamo una tappa fondamentale il riconoscimento politico ed economico della insularità che storicamente nella quotidianità determina, nel nostro sistema, isolamento economico, limitazione nei trasporti, assenza di infrastrutture, minori opportunità commerciali, costi dell'energia più alti. E a proposito dei trasporti, io penso che finora la politica abbia affrontato il problema della mobilità delle persone, da e per la Sardegna, da e per la Sicilia, tenendo conto non già del diritto alla libera circolazione, ma inserendola nel contesto di un crescendo di norme e di decreti che sicuramente soddisfano e salvaguardano le regole sulla concorrenza e sul divieto degli aiuti di Stato alle imprese. Questioni che, come ben sapete, sono puntualmente e ossessivamente oggetto delle procedure di verifica da parte della Commissione europea, sempre pronta a porre la lente di ingrandimento su veri o presunti aiuti di Stato, con gli inevitabili ed eventuali procedimenti di infrazione. Io sono dell'idea che vengano definitivamente e completamente trasferite funzioni e risorse alle regioni insulari perché siamo in grado di poter decidere in casa nostra cosa vogliamo, ad iniziare dalle tariffe che devono essere fortemente ribassate per i residenti e calmierate per i non residenti (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente) con un'offerta dei voli e del trasporto marittimo da e per la Sardegna ampliata, ma soprattutto con la possibilità di scegliere quei vettori presenti nel mercato, rispettosi del sacrosanto diritto dei sardi alla libera circolazione. Consentitemi in conclusione di esprimere un pubblico applauso al Ministro per il Sud e la coesione territoriale, Mara Carfagna, che con la sua disponibilità e determinazione sta costruendo per il Sud e per le isole un progetto organico per ricreare le condizioni di una rinnovata e forte attenzione dello Stato verso il Sud e le isole. E io mi auguro che questa opportunità sia davvero condivisa da questo Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Frailis. Prego, ne ha facoltà.

ANDREA FRAILIS (PD). Grazie, Presidente. Colleghe e colleghi, signora rappresentante del Governo, quella che approviamo oggi è una riforma costituzionale che riveste un'importanza particolare, non solo perché attraverso di essa ci si propone di colmare quel gap che storicamente divide le isole del nostro Paese dal resto dell'Italia in termini economici ma non solo, ma anche perché si tratta di una riforma che parte da una iniziativa popolare e quindi sulla base della poderosa spinta dei cittadini. Io vengo dalla Sardegna e quindi da una delle isole maggiori del nostro Paese. E proprio della Sardegna è venuta quella spinta di cui parlavo poco fa, sotto forma di un referendum che ha visto una larghissima maggioranza di favorevoli al reinserimento del principio di insularità in seno alla nostra Carta fondamentale.

Nel dettaglio, la proposta di modifica che oggi esaminiamo si propone di superare quegli svantaggi che derivano alle isole italiane dalla loro insularità e di conseguenza ripristinare quelle condizioni di parità che stanno dentro la nostra Carta fondamentale. Il testo che stamani approviamo è stato licenziato dalla Commissione affari costituzionali senza alcuna modifica rispetto al testo approvato dal Senato in prima deliberazione e questo è, non solo a mio parere, un fatto di grande importanza e di assoluto valore positivo. Tecnicamente la proposta intende introdurre un comma aggiuntivo dopo il quinto dell'articolo 119 della Costituzione, comma con il quale la Repubblica riconosce la peculiarità delle isole e promuove le misure necessarie a rimuovere gli svantaggi derivanti dall'insularità. Vede, Presidente, noi sardi, noi siciliani - qui ringrazio il collega Fausto Raciti per il suo intervento in discussione generale - sappiamo bene cosa significhi essere isolani. Parlo dei trasporti delle persone e delle merci, da noi in Sardegna la continuità territoriale sui mari e nei cieli soffre ancora di qualche problema , ma anche di quel più generale problema di distanza che ci divide dal resto del Paese. Sarebbe, però, sbagliato e anche ingiusto a mio parere affermare che quello dell'insularità è un problema solo delle isole o al più del Sud del nostro Paese. Vede, Presidente, in realtà lo svantaggio derivante dalla condizione di insularità ha cominciato ad essere considerato e a godere di qualche possibilità di soluzione solo quando ha cominciato a essere considerata una questione nazionale, un elemento capace di riverberare effetti negativi su tutto il Paese. In effetti una delle cose che ha fatto capovolgere un paradigma che pareva ormai consolidato è quello per cui, con la forte spinta popolare che è partita dai territori, si è voluta declinare l'appartenenza alla Repubblica, quindi riconsiderando l'articolo 3 della Costituzione che non ammette differenze di qualsiasi tipo e si è agito ovunque con azione pedagogica, con l'affermazione necessaria delle pari opportunità. All'interno dell'Italia e dell'Europa non è consentito fare a meno delle opportunità, siano esse nell'accesso ai trasporti, alla cultura, alla salute, le pari opportunità quali principi fondanti della nostra Repubblica. La popolazione ha esattamente sostenuto questo, con un rapporto di forte coscienza e di collaborazione positiva e non solo di tipo risarcitorio, anche se - e questo è inutile negarlo - una componente del carattere di rivendicazione è stata giustamente avvertita. Da noi in Sardegna si è utilizzato lo strumento della consultazione popolare, si è partiti dal basso quindi, con comitati spontanei animati da esponenti della cultura e delle professioni, da tanta gente comune a cui va il mio ringraziamento e la mia doverosa stima. Centinaia di persone, di ogni tipo, ma permettetemi qui di ricordare la figura di Roberto Frongia, tra i primi e i più attivi nel sostenere la necessità di questa riforma che ci ha prematuramente lasciato. E oggi vorrei sottolineare anche l'importanza e il valore del contributo della professoressa Maria Antonietta Mongiu e di Michele Cossa. Come ha giustamente rilevato la relatrice in sede di intervento introduttivo, con le modifiche che questo provvedimento intende apportare è la Repubblica che si fa carico dell'intervento pubblico in favore delle isole, riconoscendo di conseguenza non solo gli svantaggi che derivano dalla condizione di insularità ma anche le peculiarità che questi meravigliosi territori sono in grado di offrire, peculiarità di tipo culturale, storico e naturalistico. Certo, tutti noi non ci nascondiamo il fatto che approvando oggi questa modifica costituzionale facciamo un passo importante, forse storico, nella direzione di cercare di colmare l'enorme differenza che ancora scava un fossato tra le isole e il resto del Paese. Ma è solo un passo e non certo l'ultimo. Ci vorranno le necessarie leggi attuative, ci vorranno le risorse per far sì che la riforma costituzionale non rimanga esclusivamente nelle righe di un corpus legislativo, che divenga insomma un corpo vivo nella testa e nel cuore della gente, in grado di cambiare sul serio la quotidianità di ogni italiano isolano. Dovrà per forza cambiare la qualità dei trasporti, della cultura, della conoscenza delle nostre isole. Lo dobbiamo ai nostri giovani troppo spesso penalizzati nella speranza del loro futuro. Lo dobbiamo doverosamente a tutti coloro che si sono espressi senza possibilità di equivoco affinché le cose finalmente prendano un'altra direzione. Insomma, ci vorranno ancora altri passaggi perché quel fossato storico e intollerabile venga definitivamente colmato, perché gli italiani isolani possano spostarsi, lavorare, studiare, curarsi come tutti gli altri. Noi del Partito Democratico siamo convinti però che siamo sulla strada giusta, che avendo ascoltato la voce della gente abbiamo iniziato qui in Parlamento, ma non solo, a porre le basi per risolvere una questione che per troppo tempo ha caratterizzato negativamente la vita del nostro Paese. Ecco perché noi democratici voteremo convintamente a favore di questa legge di riforma (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole De Martini, prego.

GUIDO DE MARTINI (LEGA). Presidente, Governo, onorevoli colleghi, vorrei fare un primo passaggio sul riassunto di cosa esaminiamo oggi. Oggi parliamo dell'atto Camera n. 3353 che prevede la modifica dell'articolo 119 della Costituzione concernente il riconoscimento delle peculiarità delle isole e il superamento degli svantaggi derivanti dalla insularità. Il provvedimento, che si basa su una proposta di legge costituzionale di iniziativa popolare, è stato già approvato dal Senato della Repubblica in prima deliberazione nella seduta del 3 novembre 2021. Sono stati 223 i votanti e 223 i voti favorevoli, nessun voto contrario e nessun astenuto. Il testo della proposta n. 3353 è stato approvato dalla Commissione Affari costituzionali della Camera al termine dell'esame in sede referente senza apportarvi alcuna modifica rispetto al testo già approvato dal Senato in prima deliberazione.

Entrando nel merito, la proposta di legge costituzionale è diretta ad introdurre un comma aggiuntivo dopo il quinto comma dell'articolo 119 della Costituzione, ai sensi del quale la Repubblica riconosce la peculiarità delle isole, promuove le misure necessarie a rimuovere gli svantaggi derivanti dall'insularità. La formulazione originaria della proposta di legge costituzionale di iniziativa popolare prevedeva che lo Stato fosse tenuto a riconoscere il grave e permanente svantaggio naturale derivante dall'insularità e a disporre le misure necessarie a garantire un'effettiva parità e un reale godimento dei diritti individuali e inalienabili.

Nel corso dell'esame in sede referente al Senato, il testo iniziale è stato oggetto di modificazioni i cui principali elementi di novità possono essere individuati come segue: è la Repubblica, e non soltanto lo Stato, a farsi carico dell'intervento pubblico in favore delle isole; il riconoscimento riguarda le peculiarità delle isole e non più il grave e permanente svantaggio naturale derivante dalla insularità; la Repubblica promuove - nel precedente testo lo Stato disponeva - misure per rimuovere gli svantaggi derivanti dall'insularità, e viene meno il riferimento alla finalità di effettiva parità e di un reale godimento dei diritti individuali e inalienabili. Nel dibattito svoltosi al Senato si è evidenziato come le modifiche siano volte ad evitare che il termine insularità in Costituzione sia considerato esclusivamente come fonte di svantaggio e di conseguenti ristori di tipo economico e finanziario. Per questo motivo, è stato inserito il riferimento al riconoscimento delle peculiarità delle isole, espressione che un'accezione ampia, inclusiva della promozione delle specificità, sottende anche a una valorizzazione di carattere culturale, storico e naturalistico di tali territori. È stato, inoltre, evidenziato, relativamente alla sostituzione del riferimento allo Stato con quello della Repubblica, come sarebbe stato limitativo circoscrivere allo Stato e non anche agli altri enti costituenti la Repubblica (comuni, province, città metropolitane e, soprattutto, le regioni, oltre allo Stato stesso) il compito di riconoscere le peculiarità delle isole. Ciò premesso, è evidente che non può che essere lo Stato ad assumere il compito principale di rimozione degli svantaggi derivanti all'insularità, specie nella misura in cui il territorio insulare coincide con quello regionale. Giova ricordare, a questo proposito, che il testo originario della Costituzione recava, al terzo comma dell'articolo 119, un puntuale riferimento alle isole, che, considerate in condizioni di svantaggio dal punto di vista geografico, economico e sociale, erano favorite da specifici contributi perequativi volti alla loro valorizzazione. Il testo recitava: per provvedere a scopi determinati e particolarmente per valorizzare il Mezzogiorno e le isole, lo Stato assegna per legge a singole regioni i contributi speciali. Il legislatore, nel 2001, nell'ambito delle modifiche apportate all'articolo 119 della Costituzione, secondo il principio del federalismo fiscale, ha eliminato ogni riferimento all'insularità, riferendosi soltanto ai territori con minore capacità fiscale per abitante, a prescindere dalle condizioni geografiche. Vorrei, a questo punto, fare alcune considerazioni. Ricordo con piacere il momento in cui i parlamentari sardi hanno partecipato alle riunioni della Commissione insularità, in regione Sardegna e anche in Aula, spogliandosi per una volta delle loro maglie di partito per indossare la maglia con i quattro mori, con un assoluto intento di idee che non è sempre frequente riuscire a vedere. In questo caso, ricordo anche il contributo del presidente della Commissione, Michele Cossa, e del compianto assessore, Roberto Frongia, che purtroppo non ha potuto vedere la fine dell'iter di questo provvedimento. Così come è da ricordare che questo provvedimento nasce su una grande iniziativa di mobilitazione popolare, con una raccolta firme che ha contato oltre 200 mila firme.

I colleghi che mi hanno preceduto hanno parlato dei problemi della Sardegna e uno dei problemi che sicuramente colpisce tutti, anche chi è stato in Sardegna in veste di turista o per viaggi anche per altre ragioni, è quello dei trasporti. Sicuramente, le navi e gli aerei per noi sono sempre un una nota dolente. Tra l'altro, nel caso della continuità aree aerea, a ottobre è terminato il rapporto della Sardegna con Alitalia, che durava da 74 anni, con l'ultimo volo che è stato effettuato il 14 ottobre 2021 e abbiamo avuto la possibilità di sperimentare, in questi mesi, da allora fino a oggi, come può operare una compagnia a basso costo che ha vinto la gara d'appalto con un ribasso. Tuttavia, abbiamo verificato che il ribasso ha avuto, come conseguenza, tutta una serie di servizi che non sono stati erogati. Quindi, auspico che, a breve, possa ritornare Alitalia, col nuovo nome ITA, in Sardegna, o, comunque, anche più compagnie, sempre con lo scopo di riuscire a fornire un servizio valido per i sardi, considerando l'importanza che esso ha. L'altro punto riguarda le navi. Anche qui, dopo che non c'è stato più il trasporto effettuato dalla Tirrenia, abbiamo verificato varie situazioni, non sempre favorevoli. Quindi, questi sono punti per noi sempre molto importanti.

Voglio ringraziare il capogruppo della Lega, Molinari, per la velocissima calendarizzazione di questo provvedimento in aula ed esprimo, quindi, il voto favorevole della Lega. Non posso che chiudere l'intervento dicendo: Fortza Paris! (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pignatone. Ne ha facoltà.

DEDALO COSIMO GAETANO PIGNATONE (M5S). Signor Presidente, gentile rappresentante del Governo, gentili colleghe e colleghi, stiamo per votare questo importante provvedimento che comporta una modifica della nostra Costituzione, concernente il riconoscimento delle peculiari condizioni che accompagnano lo stato di insularità, sul quale dichiaro sin da subito che il MoVimento 5 Stelle voterà convintamente in maniera favorevole. Con questa norma si sana una svista, un errore del passato. Infatti, la legge costituzionale n. 3 del 2001, legislatore soppresse un comma dell'articolo 119 della Costituzione, che prevedeva appunto un'attenzione speciale per valorizzare il Mezzogiorno e le isole, portando alla scomparsa di qualsiasi riferimento alla valorizzazione di tali luoghi geografici. Si pone quindi non solo il concetto di insularità, ma anche la questione forte e urgente del riequilibrio, degli interventi a favore di questi territori. Il riferimento esplicito, infatti, era voluto dal costituente, che volle in questo modo valorizzare le isole e anche un modo di essere di vari milioni di cittadini italiani. Voglio essere chiaro: sono un siciliano e ritengo che vivere in un'isola sia veramente un'esperienza meravigliosa. Cito così una frase di Federico II di Svevia: Non invidio a Dio il Paradiso perché sono ben soddisfatto di vivere in Sicilia. Tuttavia, è giusto ammettere che questo comporta anche degli svantaggi: dimensioni ridotte, mercato locale limitato e difficoltà a realizzare economie di scala, costi di trasporto e spostamento molto elevati. Per chi vive nelle isole sono noti questi problemi, con cui abbiamo a che fare direi anche quotidianamente. Il fenomeno di insularità si manifesta anche come distanza dai principali mercati europei. Pensiamo, ad esempio, alle aziende siciliane e sarde, al fatto di dover sostenere i costi di trasporto. Pensiamo come, soprattutto in questo momento, caratterizzato da uno spropositato aumento del costo dei carburanti, sia più difficile fare impresa, espropriare i prodotti o acquistare il costo delle materie prime, che risentono appunto del costo del trasporto. È chiaro che lo stesso prodotto, proveniente da zone centrali e settentrionali del nostro Paese, avrà un costo di trasporto inferiore, con la conseguenza di avere un costo più alto rispetto ai nostri competitor, oltre all'handicap territoriale, all'handicap temporale: cioè, le merci, per arrivare, chiaramente hanno necessità di 12-24 ore di trasporto. Comprendo bene le difficoltà e le ragioni delle proteste che in questo momento si levano da varie parti delle isole, da agricoltori, allevatori e da tutte le altre attività produttive. Oggi possiamo dire, con orgoglio, che la Sicilia, la Sardegna e tutte le isole italiane sono rappresentate.

Penso, ad esempio, al documento sulla programmazione economica 2021-2027, approvato dalla Conferenza delle regioni italiane, dove è stata evidenziato che la politica di coesione post 2020, non solo non può e non deve lasciare le isole, ma anzi, al contrario, deve riconoscere il ruolo strategico delle isole stesse e creare le condizioni per uno sviluppo paritario e coerente con le altre zone d'Europa. In quella sede, era stato chiesto formalmente alle istituzioni europee di prevedere misure normative e programmatiche specifiche per compensare la discontinuità territoriale. Certamente, legato al fenomeno dell'insularità, vi è anche il tema delle grandi infrastrutture, Alta velocità e sistema viario nel suo complesso che, nella penisola, hanno costi ammortizzati comunque dalla continuità territoriale che manca oggettivamente nelle realtà insulari. Occorre dare esecutività, ad esempio, alla risoluzione del Parlamento europeo del 4 febbraio 2016 che, al punto 4, recita: “il Parlamento europeo chiede che la Commissione avvii uno studio, un'analisi approfondita sui costi supplementari che la condizione di insularità determina a livello dei sistemi di trasporto di persone e merci e dell'approvvigionamento energetico, nonché in termini di accesso al mercato, in particolare per le piccole e medie imprese”. Questa risoluzione per ora non ha avuto seguito, nonostante numerosi studi di enti pubblici e privati abbiano dimostrato i reali svantaggi derivanti dalla condizione di insularità. Bene, anche queste riflessioni oggi avranno una copertura costituzionale. La Sicilia, ad esempio, lo scorso agosto ha lanciato un progetto sperimentale, denominato “Sicilia vola”, mettendo a disposizione ben 75 milioni di euro che hanno consentito a quattro categorie di siciliani di volare e di spostarsi a prezzi calmierati. Questo genere di progetti è fondamentale per incentivare il settore, l'economia e, soprattutto, per evitare che l'abitare in un'isola si traduca in un isolamento, come se il mare fosse un muro e, invece, deve diventare un ponte, un anello di congiunzione. Dunque, con questo disegno di legge, non solo vogliamo porre un freno a queste limitazioni, ma vogliamo anche sensibilizzare il legislatore ad assumere comportamenti e scelte legislative virtuosi e quindi norme promozionali per lo sviluppo strutturale delle isole e per la specialità insulare.

Oggi, quindi approviamo una norma molto importante, che apre anche a un nuovo concetto territoriale e a rapporti tra le varie aree geografiche. La Repubblica è chiamata a riconoscere la peculiarità, positiva e negativa, che deriva dall'abitare nelle isole. Si tratta di una battaglia che certamente è nata nelle isole, ma è corretto - e segno anche di unità nazionale - che questo percorso si concluda a Roma.

Voglio fare un'ulteriore riflessione che ritengo sempre attuale, ma mai come adesso: valorizzazione dell'insularità significa anche adeguata valorizzazione della posizione geografica delle isole. Mi auguro che finalmente lo Stato inizi a valorizzare il fatto che le nostre isole più grandi si trovino al centro dello scenario internazionale più importante al mondo e mi riferisco al Mediterraneo, sempre più centrale da un punto di vista economico, energetico e militare. Mi riferisco, ad esempio, alla possibilità di rafforzare le autostrade del mare, alla centralità sempre crescente delle forniture energetiche, ai rigassificatori, al ponte tra Occidente e Oriente e al fatto che la Sicilia, ad esempio, si trovi in una posizione ideale rispetto al canale di Suez e potrebbe diventare il porto di sbocco naturale e una porta d'ingresso alle merci in Europa.

Ecco, oserei dire che dobbiamo avere il coraggio di valorizzare politicamente il ruolo centrale che già le isole hanno geograficamente. Per questo, ribadisco il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Colleghi, vi pregherei di fare maggior silenzio in Aula. Colleghi! Colleghi inviterei a tenere maggior silenzio in Aula, anche alla fine della famosa riunione…

Ha chiesto di parlare il collega Trizzino. Ne ha facoltà.

GIORGIO TRIZZINO (MISTO). Grazie, Presidente. Certo, dobbiamo rilevare che, comunque, continuiamo a trattare in modo analogo situazioni che sono differenti, con gli stessi sconti ed aiuti dati alle diverse parti del Paese. E non c'è cosa più ingiusta - come diceva don Milani - che fare parti uguali tra disuguali, considerato, peraltro, che ai costi dell'insularità, lo ricordo, vanno aggiunti quelli dell'inquinamento nelle nostre aree per la presenza di alcune raffinerie che portano alcune zone della Sicilia ad avere tassi di mortalità molto più elevati di quanto non vi siano in altre parti del Paese; oltre ovviamente al danno ambientale che, spesso, è irreparabile. Insomma, questa marginalità e la mancanza di collegamenti- che vedono nel ponte sullo Stretto una rappresentazione plastica della superficialità con la quale trattiamo i problemi della Sicilia ma anche del Mezzogiorno, in generale, nel quale si prevede un'Alta velocità farlocca, senza scadenze temporali - mi fanno pensare che bisognerebbe fare molto di più.

Questa riforma è un primo passo in avanti e per questo voterò a favore, ma i costi di trasporto incidono in modo diverso se ci troviamo nella pianura padana, collegata con tutto il mondo in maniera veloce, con costi molto contenuti, o se, invece, dobbiamo partire da Mazara del Vallo o da Ragusa per andare al centro dell'Europa. Non abbiamo bisogno tanto di una legge ad hoc sulle isole, ma di un pacchetto di misure sulle zone a sviluppo ritardato, come la Sicilia e il Mezzogiorno. È indispensabile destinare risorse aggiuntive rispetto a quelle destinate al resto del Paese. L'obiettivo non può essere quello di compensare i disagi derivati dall'insularità, ma di andare oltre le condizioni di stato minimo che evidentemente in queste aree d'Italia non determinano l'attrazione di investimenti. È questa l'unica vera condizione per promuovere lo sviluppo delle isole e del Mezzogiorno.

Dobbiamo riconoscere al più presto l'importanza strategica della Sicilia, come piattaforma logistica che va integrata nel sistema portuale del Mediterraneo e va collegata con infrastrutture moderne, quali il ponte sullo Stretto che penso sarebbe più opportuno elevare al ruolo di ponte del Mediterraneo verso l'Europa.

Concludo con una frase di chiusura del libro del professor Pietro Busetta sul tema del Mezzogiorno e dell'insularità: “Hanno provato a seppellirci…non sapevano che eravamo semi” (Applausi di deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bartolozzi. Ne ha facoltà.

GIUSI BARTOLOZZI (MISTO). Grazie, Presidente. Governo e onorevoli colleghi, ruberò pochi minuti, ma sento il dovere in questa sede di dare merito al Governo in carica della mia regione, della regione siciliana, per il percorso intrapreso e che ha in qualche modo precorso il tema che oggi ci occupa. La giunta della regione siciliana, con delibera del 18 luglio 2018, ha infatti chiesto al Governo italiano la puntuale individuazione dei costi dell'insularità, affinché fosse data piena e integrale applicazione alla questione territoriale. Da quella delibera di giunta viene l'accordo del 19 dicembre del 2018, siglato dal Presidente Musumeci con il Ministro dell'Economia e delle finanze. In quell'accordo, al punto 7, si prevedeva proprio che, al fine di favorire l'insediamento di imprese e cittadini europei ed extra europei nel territorio della regione siciliana, Stato e regioni si impegnavano a verificare la possibilità di individuare forme di fiscalità e sviluppo nel territorio, tenuto conto proprio della condizione di insularità. Ed ancora, dopo questi lavori, l'assessorato all'Economia della regione Siciliana, nella primavera del 2018, istituì un tavolo tecnico proprio per quantificare i costi correlati allo svantaggio che deriva dalla condizione di insularità. Quei costi ammontavano e ammontano a 6,5 miliardi l'anno per la regione siciliana, cioè ad una spesa e un carico di 1.400 euro per ogni siciliano.

Quei costi, che furono elaborati dal tavolo tecnico istituito dall'assessore Armao, sono stati poi validati pienamente in sede di Conferenza Stato-regioni, quindi dalla Commissione paritetica. Questi lavori a cosa hanno portato per la regione siciliana? Alla “legge voto”. E da qui, Presidente, lo devo dire con orgoglio, alla presentazione di una PDL di revisione costituzionale, a mia prima firma, che è datata febbraio 2020, quindi concomitante alla legge di iniziativa popolare che prevedeva l'inserimento nello statuto dell'articolo 38-bis, volto a riconoscere la condizione di insularità.

Chiudo, ricordando a me stessa e a voi tutti che la Commissione europea, dopo la risoluzione del 2016, ha investito nuovamente il Parlamento europeo, da ultimo con una proposta di risoluzione che porta la data del novembre 2021, per il cosiddetto Patto delle isole. Quindi, è un percorso intrapreso dalla regione siciliana, dall'attuale Governo e, devo dire, anche portato pienamente a termine dall'ARS, che vede oggi finalmente licenziare un testo in maniera favorevole, sottoscritto e votato da tutti i gruppi parlamentari. Questo non può che inorgoglirmi e per questi motivi, Presidente, dichiaro il mio voto favorevole (Applausi di deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 3353​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.      

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sulla proposta di legge costituzionale n. 3353:

S. 865 - “Modifica all'articolo 119 della Costituzione, concernente il riconoscimento delle peculiarità delle Isole e il superamento degli svantaggi derivanti dall'insularità” (Approvata, in prima deliberazione, dal Senato).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 1) (Applausi).

Ha chiesto di parlare la relatrice, Roberta Alaimo. Ne ha facoltà.

ROBERTA ALAIMO, Relatrice. Grazie, Presidente. Le chiedevo la parola in qualità di relatrice del provvedimento di riforma costituzionale e anche da siciliana: volevo semplicemente ringraziare tutti i colleghi per l'ampio consenso.

PRESIDENTE. La prassi vuole che si ringrazi prima del voto, ma anche il ringraziamento dopo il voto è sicuramente ben accetto.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signor Presidente. Viste le problematiche che ci sono sui successivi punti all'ordine del giorno, vorrei chiedere di anticipare il punto relativo alla discussione sulla Relazione del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica.

PRESIDENTE. Ci sono interventi contro? No. Ci sono interventi a favore? No.

Se su tale proposta non ci sono obiezioni, la stessa si intende accolta dall'Assemblea.

(Così rimane stabilito).

Seguito della discussione della Relazione sull'attività svolta dal 1° gennaio 2021 al 9 febbraio 2022, approvata dal Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica (Doc. XXXIV, n. 8) (ore 11,50).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della Relazione sull'attività svolta dal 1° gennaio 2021 al 9 febbraio 2022, approvata dal Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica (Doc. XXXIV, n. 8).

Ricordo che nella seduta del 28 marzo si è conclusa la discussione ed è stata presentata la risoluzione Dieni, Maurizio Cattoi, Raffaele Volpi, Enrico Borghi, Vito, Foti e Rosato n. 6-00217.

(Intervento e parere del Governo - Doc. XXXIV, n. 8)

PRESIDENTE. Invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sulla risoluzione presentata.

FRANCO GABRIELLI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Grazie, Presidente. Nell'esprimere il parere favorevole del Governo riguardo la discussione odierna, consentitemi anche di ringraziare la Camera dei deputati, come già fatto al Senato, per essersi dedicata a questo importante momento - la Relazione dell'organo di controllo sui servizi, quindi, un pezzo importante, strategico e delicato anche nella sua percezione pubblica - e di aver destinato una parte significativa dell'attività parlamentare alla discussione di questa attività. Così come non posso che ringraziare il Comitato, il suo presidente e i suoi commissari, per il rapporto che si è instaurato anche in questo frangente di legislatura, che ha consentito di conseguire importanti risultati, efficacemente riportati nella stessa Relazione.

Consentitemi, infine, di rivolgere un invito, così come ho fatto nelle varie circostanze in cui mi sono trovato a confrontarmi con il Comitato. La legge che regolamenta questo particolare e delicato settore è del 2007. È una legge approvata alla unanimità dai due rami del Parlamento, ma che, per la responsabilità che mi è data e anche interpretando il sentire del Governo, ha bisogno o avrebbe bisogno di un importante intervento manutentivo. Ovviamente, ciò non può essere rimesso a un'iniziativa governativa e, dunque, stante la delicatezza della materia e le modalità con le quali nel 2007 il Parlamento arrivò all'approvazione unanime, l'invito che rivolgo in questa sede, in questo scampolo di legislatura è quello di mettervi mano, anche perché, come è emerso significativamente dalla relazione del Copasir, vi è una serie di incongruenze e di difficoltà organizzative. Seppure la legge del 2007 avesse significativamente innovato rispetto alla legge n. 801 del 1977, l'esperienza di questi quindici anni evidenzia la necessità di un intervento significativo.

PRESIDENTE. Ringrazio il Sottosegretario Gabrielli, che ha espresso parere favorevole sulla Relazione.

(Dichiarazioni di voto - Doc. XXXIV, n. 8)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.

Ha chiesto di parlare il collega Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signor Presidente. Rappresentanti del Governo, colleghe e colleghi, come è noto, a differenza di tutti gli altri gruppi, per ragioni oggettivamente numeriche, noi non abbiamo nostri rappresentanti all'interno del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica. Pongo questo problema a futura memoria, per la prossima legislatura, ma oggettivamente credo che occorra garantire, in qualche modo, la presenza di almeno un rappresentante per gruppo, perché il lavoro di questo Comitato è troppo importante e troppo delicato. Ringrazio, pertanto, sinceramente i colleghi, deputati e senatori, per il prezioso lavoro svolto.

Condividiamo anche la scelta innovativa di discutere di questa Relazione, che normalmente viene semplicemente depositata agli atti di Camera e Senato. Questa decisione, questa richiesta, che era avvenuta già prima delle vicende legate alla guerra, ovviamente viene rafforzata nella motivazione proprio per le questioni legate all'attuale situazione di conflitto.

Ci troviamo di fronte - e tutta la Relazione ne è impregnata - a una situazione molto complessa, molto intricata, che non ha aspetti riguardanti la normale attività classica dell'intelligence. L'evoluzione che c'è stata in questi anni, l'interdipendenza, i processi di globalizzazione, le tensioni crescenti hanno portato il Comitato ad occuparsi di materie che prima erano sostanzialmente estranee a questa attività; cito per tutti le questioni, ad esempio, degli asset strategici e del golden power.

È altrettanto vera - e noi la condividiamo - la delicatezza che sta dentro la complessità di un equilibrio che bisogna sempre trovare tra la tutela dei valori costituzionali, in estrema sintesi la sfera delle libertà individuali e collettive, e le esigenze di sicurezza. È un equilibrio che, anche nel passato, se rivediamo il passato, ha avuto momenti di difficoltà. La storia d'Italia è intrisa anche di questi elementi di criticità.

Per noi, però, questo deve essere l'elemento guida, sostanzialmente, del lavoro del Comitato.

È altrettanto vero che questa Relazione è stata scritta prima del 24 febbraio - mi si consentirà un'iperbole -, in un altro mondo, in un mondo di relazioni internazionali più equilibrate, in un mondo in cui si era ritrovato un equilibrio di stabilità.

Oggi ci troviamo a discutere di questa Relazione in un altro mondo, in un mondo che, con la guerra di invasione russa dell'Ucraina, oggettivamente ci porta in un altro territorio, per molti versi inesplorato, perché è vero che abbiamo vissuto per lungo tempo situazioni di disequilibrio, ma, oggettivamente, oggi gli elementi e i fattori che sono in campo sono molto differenti proprio perché legati a quell'interdipendenza che è stata ricordata prima.

Quindi, accanto all'osservazione, all'attenzione rispetto a tematiche quali il terrorismo e il cyberterrorismo, dobbiamo oggi cimentarci in un tema di sicurezza globale, con un quadro di instabilità e con il possibile tentativo di intelligence straniere di invadere - tra virgolette - i territori classici e quelli più innovativi. Ecco perché condividiamo l'attenzione che il Comitato ha posto rispetto proprio alle questioni della tutela degli asset strategici (sono citati nella Relazione quello bancario e quello assicurativo), ai temi relativi all'utilizzo da parte del Governo italiano, durante il 2020 e il 2021, in alcune trattative, della golden power.

Alle questioni di sicurezza sanitaria rispetto alla pandemia, aggiungiamo quella legata al cloud dei dati sensibili nazionali e, quindi, al tema più generale dei big data e, quindi, da un lato, vi è la tutela della privacy del cittadino e, dall'altro, però, l'attenzione a che questi dati non possano essere utilizzati per altri fini.

Poi, non ultima - mi rivolgo anche ai colleghi, richiedendo attenzione -, la questione che abbiamo visto su un altro versante, quello più economico, ma che ha un impatto molto forte in termini di sicurezza, ossia il tema della cosiddetta rete unica, la questione infrastrutturale. Le autostrade informatiche, dove noi facciamo passare le informazioni, detenendo le chiavi di accesso ai caselli, - tra virgolette, mi si passi questa metafora -, sono un elemento che certamente incide sulla sicurezza globale.

La questione della guerra ci riporta a temi che abbiamo già discusso in occasione delle informative del Presidente del Consiglio e anche durante il “decreto Ucraina”, anche con riferimento all'obiettivo, cui credo dobbiamo lavorare - ieri e, a maggior ragione, dobbiamo farlo oggi -, di un modello di difesa comune europea. Questo è l'obiettivo vero, quindi, da questo punto di vista, non condividiamo alcuni di richiami che, spesso, si fanno in termini di sicurezza a una logica sovranista o nazionalista.

È una risposta, se mi è consentito, d'impulso, ma, se si ragiona, la questione della difesa, ma anche del coordinamento delle intelligence almeno a livello europeo è la risposta più giusta e più corretta sia in una logica di breve termine, ma, soprattutto, in una logica di medio e lungo termine. L'Europa, che è un grande player mondiale e un gigante dal punto di vista economico, in termini di difesa, di politica estera e, aggiungerei un tema a noi caro, di politica fiscale è oggettivamente un nano, quindi, dobbiamo lavorare in questa direzione.

Apprezziamo il passaggio problematico della Relazione, ma che guarda favorevolmente al tema del coordinamento di una intelligence europea e affronta, devo dire in maniera corretta, il tema della difesa comune europea che credo possa e debba essere oggetto di una discussione vera, non a colpi di ordini del giorno, perché, ormai, sembra diventato lo strumento principale con cui si discute e si determinano questioni fondamentali e strategiche. Rigettiamo con forza questo modo propagandistico di affrontare problematiche serie, fondamentali, come quelle della difesa.

Vorrei aggiungere un paio di elementi di riflessione, di contesto. È ovvio che questa Relazione si inserisce in un quadro complesso, come dicevo all'inizio, che è quello della fragilità delle democrazie. È una fragilità doppia, legata anche a tutti i disequilibri internazionali, una fragilità dettata proprio dalla rivoluzione digitale. La rivoluzione digitale, con questa enorme possibilità di utilizzo delle informazioni, impensabile fino a qualche anno fa, e questa dimensione numericamente quasi impronunciabile di dati, pone, in realtà, a rischio le democrazie, anche con riferimento al tema delle infrastrutture, più a rischio di qualche tempo fa; impone anche un modo diverso di pensare alla sicurezza nazionale e alle attività di intelligence.

Abbiamo apprezzato, infine, che sia stato dato ampio spazio alla questione a cui noi teniamo molto, che è quella della desecretazione degli atti relativi alla storia d'Italia. Una democrazia non può e non deve avere paura della verità e, quindi, da questo punto di vista, sollecitiamo che venga data piena attuazione alla direttiva del Governo Renzi, prima, e ribadita dal Governo Draghi.

Sulla questione che, in ultimo, ha posto il sottosegretario poc'anzi - ho chiuso, signor Presidente -, c'è da parte nostra la disponibilità a provare a verificare se ci sono le condizioni per mettere mano alla legge del 2007, sapendo che manca poco tempo alla fine della legislatura.

Per queste motivazioni, il nostro gruppo, pur non sottoscrivendo, non avendo rappresentanti, la Relazione, voterà a favore (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Marco Di Maio. Ne ha facoltà.

MARCO DI MAIO (IV). Grazie, Presidente. Sottosegretario, per noi è importante questo appuntamento, perché, forse, in maniera inedita, per la prima volta, il Parlamento, nella sua espressione più importante, quella dell'Aula di Montecitorio, discute di questi argomenti.

E' certamente un fatto positivo che ci auguriamo, in futuro, possa diventare sistematico e, quindi, possa essere anche decodificato con un apposito iter parlamentare che dia la possibilità, fermi restando, ovviamente, i vincoli di segretezza di molte attività che vengono svolte dal Copasir, di discutere in maniera ampia di sicurezza nazionale che intreccia tantissime tematiche, tantissimi argomenti, come testimonia la Relazione stessa; soprattutto, intreccia l'interesse del nostro Paese, che è composito, esposto - come si legge da questa Relazione e come si può leggere anche dalla Relazione del DIS che ci è stata consegnata circa un mese fa - a molteplici rischi e a molteplici attacchi.

Questo è bene tenerlo in considerazione, al di là dell'emergenza che stiamo vivendo. Ora, infatti, stiamo vivendo un'emergenza profonda e drammatica, con ripercussioni di carattere sociale ed economico che spaventano e fanno tremare anche le coscienze di fronte a decisioni che abbiamo dovuto prendere e che dovremo prendere, rispetto alle quali non dobbiamo tirarci indietro, ma dobbiamo inserire il tema della nostra sicurezza anche in un contesto più ampio che vada oltre l'emergenza attuale. Questo credo sia molto importante.

Così come è rilevante che il Copasir abbia sempre più una connotazione puramente istituzionale, tenuta alla larga da logiche di appartenenza, da diatribe politiche interne alla coalizione o tra partiti (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva), perché il Comitato di controllo sui servizi segreti deve caratterizzarsi per questo approccio puramente e unicamente istituzionale. Noi pensiamo che questo elemento vada sottolineato, perché non sempre è stato così e ci auguriamo, invece, che in futuro lo sia.

Abbiamo diverse minacce con cui misurarci, non solo di sicurezza in senso tradizionale, ma anche attinenti ad altre tematiche, quali, ad esempio, la crisi dei semiconduttori che, per il nostro comparto produttivo, sta avendo una ripercussione molto pesante e negativa, in termini sia occupazionali, sia di possibili esposizioni a ingressi nei capitali delle nostre società, piccole e grandi che siano, di compagnie straniere che magari perseguono altri obiettivi. Quindi, quello del rafforzamento dello strumento del golden power su alcuni settori, quali quelli della salute, del cloud computing, della microelettronica, della sensoristica, del settore chimico, del settore energetico, così come quello siderurgico e quello aerospaziale, è un tema che dobbiamo prendere in considerazione. Infatti, si tratta di settori strategici non solo per l'economia, ma anche per l'indipendenza del nostro Paese e ce ne stiamo accorgendo in questo momento in cui i venti di guerra, anzi la guerra guerreggiata sul territorio ucraino sta producendo pesanti ripercussioni in campo energetico.

C'è poi un grande argomento che riguarda la sicurezza cibernetica, la cybersecurity. L'Italia è un Paese molto esposto agli attacchi informatici e cibernetici. La gran parte di questi riguarda le pubbliche amministrazioni, con un'impennata, negli ultimi tempi, di attacchi alle amministrazioni centrali, ma anche a imprese private che lavorano in settori strategici per la sicurezza nazionale. Se pensiamo, ancora una volta, al settore dell'energia, al settore delle infrastrutture, al settore delle telecomunicazioni e se andiamo a vedere i dati, questi ci dicono che siamo di fronte a un'esplosione di tentativi di attacchi veri e propri, in alcuni casi andati anche a segno, su questo tipo di imprese. Dunque, dobbiamo rafforzare il ruolo dell'Agenzia nazionale per la cybersecurity, che è stata istituita; una scelta virtuosa che siamo contenti di aver contribuito a realizzare e che, certamente, ha consentito all'Italia di fare un passo in avanti sul comparto della sicurezza che è quanto mai fondamentale, soprattutto se consideriamo che gli attacchi informatici di matrice statuale, cioè che provengono da soggetti riconducibili a potenze straniere, sono aumentati dal 5 al 23 per cento. Quindi, questo è un elemento che deve far riflettere molto su una cyberwar, su una guerra informatica in cui l'Italia è pienamente dentro. Ovviamente, se ne parla molto di meno ed è meno evidente e tangibile rispetto ad altri conflitti, ma è ugualmente importante e dobbiamo rafforzare le nostre difese in questo comparto.

Una grande attenzione deve essere posta sul tema della criminalità organizzata, sia interna, sia esterna. Anche qui, le penetrazioni di organizzazioni malavitose straniere sono segnalate da più parti come un rischio per la nostra sicurezza, tanto più in un momento in cui l'Italia sta distribuendo e assegnando ingenti risorse pubbliche legate al PNRR, che ha una funzione fondamentale per rilanciare la nostra economia, ma, d'altra parte, si stanno organizzando diverse attività con i cosiddetti professionisti facilitatori, così come sono stati chiamati, che, appunto, hanno lo scopo di aiutare le organizzazioni ad intercettare questi fondi. Quindi, anche in questo caso è importante rafforzare le difese e l'attenzione che dobbiamo prestare a quello che sta avvenendo e soprattutto ai tentativi di organizzazioni italiane e straniere di intercettare queste risorse, con particolare attenzione ad alcune tipologie di organizzazioni malavitose che sfruttano, in altri ambiti, la manodopera clandestina, facendo dumping sulle nostre imprese, creando danni all'economia e forti lacerazioni anche nel nostro tessuto sociale.

La sicurezza interna non può prescindere anche da un'attenzione forte sulle tematiche dell'antiterrorismo e, quindi, un'attenzione anche agli scenari internazionali. Si parla pochissimo ormai di Afghanistan. L'Afghanistan, però, può essere una nuova potenziale minaccia importante per la nostra sicurezza e per quella europea. Ci auguriamo che l'Italia possa essere protagonista in Europa di una nuova politica di approccio verso l'Afghanistan che metta al centro due temi, sicuramente quello principale del riconoscimento dei diritti umani, ma anche quello del contrasto al terrorismo, perché, se non lo facciamo noi, arriveranno altri Stati - già sono arrivati in Afghanistan - a mettere lo zampino nelle dinamiche interne a quel Paese, benché, in questo momento, sia profondamente difficile farlo e, potenzialmente, quel Paese può diventare un nuovo serbatoio di terroristi che potrebbero rivolgere le loro attenzioni sul bersaglio occidentale, sull'Europa e, quindi, anche sul nostro Paese. Abbiamo le competenze e le esperienze diplomatiche nel settore dei servizi per poter prevenire e lavorare insieme a livello europeo per contrastare questo fenomeno, di cui oggi si parla poco, ma che, in futuro, può essere un'ulteriore nuova minaccia.

La Cina è un altro capitolo della nostra questione che riguarda la sicurezza, affrontata nella relazione, affrontata nella relazione del DIS; soprattutto, deve essere affrontata in termini politici. È un avversario sistemico, è un regime non liberale ed aggressivo dal punto di vista economico. È un partner da cui certamente non possiamo prescindere sotto il profilo economico, ma dobbiamo essere consapevoli anche delle minacce che le tipologie di approccio di questo partner rappresentano per il nostro Paese (e non solo, ovviamente).

Ora si parla moltissimo di Russia, ma ci avrebbe fatto piacere che, anche in passato, si fosse affrontato questo tema con maggiore attenzione. Tuttavia, per il futuro dell'attività del Copasir, dobbiamo accendere maggiormente i riflettori su quello che ha fatto la Russia nel nostro Paese negli anni passati. Infatti, è evidente a tutti ormai - credo che questa guerra lo abbia rivelato, soprattutto per come viene trattata da alcune frange dell'opinione pubblica, del sistema dei media e dei sistemi politico-istituzionali nel nostro Paese - che la Russia ha lavorato intensamente nel nostro Paese per penetrare nei suoi gangli vitali, per condizionarlo, per condizionare l'attività politica e istituzionale del Governo e del Parlamento italiano.

Chiediamo che venga fatta piena luce su quella missione realizzata, all'inizio della pandemia, durante il primo lockdown, quando un convoglio di mezzi militari, prevalentemente militari russi, ha scorrazzato nel nostro Paese. Non è ancora stata fatta piena luce e chiediamo che venga fatta nei termini più rapidi possibili, così come chiediamo che, su tutta la gestione dell'emergenza COVID, al netto degli aspetti di carattere sanitario e organizzativo, ci possa essere un supplemento - e vado a chiudere, Presidente - di indagine e di approfondimento, perché è evidente che, al di là degli aspetti sanitari, c'è qualche cosa che non ha funzionato nelle forniture e nelle relazioni anche estere, che qualche Paese ha sfruttato per motivazioni diverse da quelle sanitarie (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Signor Presidente, il gruppo di Fratelli d'Italia ha chiesto nella Conferenza dei presidenti di gruppo che il tema della relazione del Copasir fosse discusso in Aula e inizialmente si voleva attribuire al nostro gruppo l'argomento nell'economia dei lavori. Debbo dare atto che, a fronte delle rimostranze, perché il Comitato, ovviamente, è composto, secondo legge, ma ha una funzione di terzietà nei suoi lavori, si è compreso che era una discussione che interessava tutto il Parlamento e non era su impulso di una parte.

Ciò detto, mi pare significativo quanto diceva prima il sottosegretario Gabrielli in relazione alle modifiche della legge vigente. La relazione dedica 12 pagine a queste possibili modifiche.

Io penso che non vi siano, proprio perché è una relazione che è stata approvata da tutti i suoi componenti, dei motivi particolarmente ostativi al fatto di poter andare anche in sede legislativa ed approvare, entro la fine di questa legislatura, modifiche che servono soltanto a rendere attuale il Comitato rispetto alla situazione politica, parlamentare e, se me lo consentite, anche di politica internazionale che nel frattempo si è venuta a creare. Mi pare estremamente positivo che la chiusura dei lavori di questo nostro punto all'ordine del giorno avvenga con una risoluzione, che sarà una risoluzione unitaria che approva questa relazione, il che significa anche una maturità nel considerare i problemi rappresentati, non come problemi di una parte della Nazione, ma dell'intera Nazione. Quindi, prima la Nazione e poi la fazione e io penso di poter dire: prima, viene quello che noi definiamo l'interesse nazionale e, poi, l'interesse elettorale.

Andando ai punti che più rilevano, io non so se sia questo periodo l'inizio del disordine, cui faceva riferimento recentemente l'ex Ministro Tremonti. So soltanto che la situazione politica e geopolitica è profondamente mutata in pochi giorni. Questa relazione metteva in guardia, per tempo, da alcune situazioni che oggi sono state solo rappresentate nella loro possibile e più evoluta dimostrazione, ma che già erano nei fatti. Non possiamo negare che la nostra dipendenza energetica non l'abbiamo scoperta, solo perché la Russia ha invaso l'Ucraina: noi sapevamo perfettamente qual era la nostra situazione da tempo e sappiamo perfettamente che a questa situazione per tempo non si è posto rimedio (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Noi sapevamo perfettamente che importare gas dalla Russia, nella misura di circa il 42 per cento dell'intero fabbisogno di gas naturale, ci esponeva ad avere un interlocutore privilegiato, ma anche un interlocutore che alla fine poteva decidere di metterci, tra virgolette, in ginocchio. Sotto questo profilo l'argomento è vasto, ma non possiamo negare che vi sia una corresponsabilità nel fatto che negli ultimi vent'anni, nel nostro Paese, si sia passati dai 15 miliardi di estrazione di metri cubi di gas naturale ai 3 miliardi dei giorni nostri.

Le indicazioni che fornisce il Comitato sono anche molto chiare rispetto al golden power. È vero che anche in questa legislatura sono stati fatti dei passi avanti attraverso l'estensione al sistema finanziario e al sistema bancario della possibilità di porre il tema del golden power; però, altrettanto chiaramente, dobbiamo dire che abbiamo una miriade di piccole e medie imprese, anche di startup, che sono attive e che realizzano delle politiche industriali importanti, che non sono minimamente tutelate dal golden power. Il golden power agisce ex post, ma noi abbiamo necessità di un monitoraggio di certe attività ex ante, perché diversamente non riusciamo a tutelare fino in fondo l'interesse nazionale e l'interesse delle nostre imprese. La fotografia che ci viene resa è quella di una situazione energetica piegata, non solo per le vicende politiche internazionali, ma anche, in molti casi, come sottolinea la relazione, per un eccesso di burocrazia, che impedisce di poter realizzare attività anche perfettamente conformi alla norma, alla legge e a quanto si è deciso sotto il profilo della pianificazione, con incagli insormontabili che ritardano l'esecuzione delle opere di alcuni anni.

Sotto questo profilo, penso che le raccomandazioni che rivolge il Copasir al Parlamento siano fondamentali. Sono fondamentali anche rispetto alla data in cui sono state assunte, perché venivano indicate alcune possibili soluzioni di breve, medio e lungo periodo: nel breve periodo, guardando alle importazioni di gas da Algeria, Qatar e Azerbaigian; nel medio periodo, si sottolinea la necessità dell'efficientamento energetico; nel lungo periodo, viene prospettata come una soluzione da vagliare attentamente quella di puntare sull'idrogeno. Quindi, sotto questo profilo, non è che il Copasir non ci dia delle indicazioni o non dia delle indicazioni possibili, sia al Parlamento sia all'Esecutivo. Penso che questo tipo di indicazione sia fondamentale anche in relazione ad un principio che è caro alla destra politica, che qui rappresentiamo: per Fratelli d'Italia non ci può essere indipendenza politica, se prima non c'è indipendenza energetica (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). È un must, a cui abbiamo dedicato gran parte della nostra azione, anche nelle scelte fatte in questi anni.

Signor sottosegretario, colleghi, la declinazione diversa del concetto di sicurezza che esce da questa relazione è profondamente diversa da quella del passato. Nel passato noi pensavamo ad una sicurezza interna e ad una sicurezza esterna, che era basata molto più sulla forza degli eserciti che su altro. Se noi pensiamo, invece, al programma di difesa comune europeo - 5 mila uomini rapportati ai 10-11 mila uomini che solo l'Italia ha in operazioni di peacekeeping nel mondo -, ci rendiamo conto che vi è qualcosa che non torna. Probabilmente, dobbiamo anche fare uno sforzo in più per andare oltre alcuni luoghi comuni. Oggi si parla di guerra ibrida, oggi si parla di sicurezza cibernetica, oggi noi abbiamo vissuto e stiamo vivendo sulla nostra pelle la superiorità della Russia, per quanto riguarda la minaccia alla sicurezza delle nostre pubbliche amministrazioni. Per questo penso che anche l'indicazione che viene dal Copasir della creazione di un cloud nazionale sia fondamentale per la difesa dello Stato.

Voglio fare un'ultima riflessione. La situazione politica internazionale in questo momento ci ha distratto anche da altri fenomeni, ma la radicalizzazione jihadista è ben presente in questa relazione, così come sono ben presenti le indicazioni che il Copasir dà. Una sola, in conclusione, voglio citarne: non creiamo altri organismi che si vadano a sovrapporre all'attività del Copasir, perché creiamo soltanto confusione anziché chiarezza. È con questo spirito che il gruppo di Fratelli d'Italia, ringraziando il senatore, presidente Urso, per la sua attività e tutti i componenti del Copasir, voterà a favore della risoluzione che è stata presentata (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Vito. Ne ha facoltà.

ELIO VITO (FI). Presidente, colleghi, non posso esaminare in pochi minuti tutti gli aspetti della corposa relazione del Copasir al Parlamento, che invito comunque tutti i colleghi a leggere. Ne analizzerò quindi alcuni. Il primo riguarda una novità legislativa, che ha previsto che un'apposita sezione della Corte dei conti riferisca al Copasir sui contratti secretati delle amministrazioni dello Stato. Il Copasir ha rilevato una certa criticità da parte delle amministrazioni, nel comunicare tali contratti e le motivazioni stesse della secretazione. Tale criticità diventa una vera e propria problematicità, per quanto riguarda la comunicazione dei contratti stipulati per le intercettazioni. Il Comitato, nel riferire al Parlamento, ha auspicato che tali problemi possano essere risolti.

Nella Relazione del Copasir si denunciano, poi, con chiarezza i rischi per la sicurezza del nostro Paese derivanti da una eccessiva dipendenza, energetica dalla Russia e tecnologica dalla Cina, due grandi Paesi che certo però non rientrano nella sfera delle nostre alleanze. Le ragioni di queste dipendenze sono politiche e sono risalenti a scelte effettuate, nei decenni scorsi, da diversi Governi, ma ora è venuto il momento di porvi definitivamente rimedio e devo dire che la consapevolezza e la fermezza della postura assunta dal Governo Draghi, da questo punto di vista, mi fanno guardare con un certo ottimismo al futuro.

La motivazione di una supposta convenienza economica alla base della nostra dipendenza tecnologica dalla Cina non può prevalere sulle ragioni della sicurezza di tali tecnologie, sicurezza che, con aziende che sono tenute a corrispondere, direttamente o indirettamente, informazioni al loro Paese, evidentemente non può essere assicurata. La Cina, inoltre, ha una forte politica di penetrazione e influenza nel nostro Paese attraverso rapporti con media, università, società e soggetti pubblici e privati. Certo la normativa sul golden power che, anche su spinta del Copasir, i Governi che si sono succeduti in questa legislatura hanno modificato e intensificato, è significativa, ma, come il sottosegretario Gabrielli sa, non è priva di limiti. Per questo il Comitato ha proposto al Governo di valutare la esclusione delle aziende cinesi dalla tecnologia del 5G, una esclusione che si è visto essere ancora oggi tecnicamente ed economicamente possibile.

Per quanto riguarda la dipendenza energetica dalla Russia, da tempo il Comitato ne aveva denunciato i rischi, da un punto di vista geopolitico, rischi che ora si stanno manifestando in tutta la loro gravità. Anche se era da tempo che la Russia ha assunto un atteggiamento più assertivo in varie zone del mondo - penso alla Siria, alla Libia o anche nel cosiddetto settore delle minacce ibride - le ragioni che hanno portato a questa dipendenza sono state di presunti vantaggi economici, di contratti a lungo termine che, da una parte, apparivano affari vantaggiosi, ma che, dall'altra, hanno compromesso la nostra sicurezza. La strada da seguire è, evidentemente, quella di una diversificazione dei fornitori e delle fonti energetiche, una strada da intraprendere subito, che magari non sarà breve, ma che deve essere assolutamente necessario intraprendere.

Voglio anche dire, signor Presidente e colleghi, che non è possibile, oggi, tutelare la sicurezza del nostro Paese a prescindere o al di fuori di una cornice di sicurezza europea ed atlantica. Nessun Paese oggi è sicuro da solo, l'Italia può essere sicura solo rafforzando e integrando la propria collaborazione e sicurezza con i Paesi dell'Unione europea e del Patto Atlantico. Questa consapevolezza non crea dipendenza, ma crea maturità rispetto alla complessità e all'ampiezza e alla profondità delle minacce che stiamo subendo.

Vorrei, poi, avviarmi alla conclusione dicendo un'altra cosa: voglio naturalmente ringraziare i Presidenti Guerini, Volpi, Urso con i quali il Comitato ha lavorato. Voglio naturalmente ringraziare il prefetto Gabrielli, il Presidente Conte, con il quale il Comitato ha sempre potuto contare su un rapporto di grande collaborazione istituzionale; voglio ringraziare il prefetto Vecchione, voglio ringraziare l'ambasciatrice Belloni, i vari direttori delle Agenzie che si sono susseguiti in questi anni. Ma voglio ringraziare, permettetemelo, tutte le donne e gli uomini dell'intelligence (Applausi). Noi siamo abituati a vedere in televisione consoli e ambasciatori, militari e poliziotti, e volgiamo a loro un tributo di riconoscenza, anche rispetto alle ultime, drammatiche crisi che ci sono state in Afghanistan o sono tuttora in corso in Ucraina. È giusto farlo, ma è bene sapere che le donne e gli uomini della nostra intelligence non sono gli ultimi ad andarsene, no, sono quelli che quando tutti se ne vanno sono costretti, per il loro lavoro - e lo fanno come adempimento del dovere - a restare. Sono quelli che noi non vediamo in televisione, che non rilasciano interviste, che non si fa fanno selfie, ma che garantiscono la nostra sicurezza, che hanno assicurato la partenza di migliaia di persone dall'Afghanistan e anche, in queste settimane, di centinaia di nostri concittadini dall'Ucraina. Questo tributo di ringraziamento gli va rivolto da parte del Parlamento, perché purtroppo - e condivido le parole del sottosegretario Gabrielli - la politica, anche recentemente, penso alle vicende della votazione per il Quirinale, ha contribuito a diffondere presso la nostra opinione pubblica un'immagine distorta, superata e sbagliata del personale dei servizi di intelligence, quasi come se potessero fare trame o essere pericolosi per le istituzioni del nostro Paese. Negli altri Paesi c'è la consapevolezza della necessità di un tributo di ringraziamento e di una scuola di formazione anche per le istituzioni dei vari Paesi occidentali ; solo da noi, invece, questo tributo non viene rivolto e la stessa politica contribuisce a far guardare con sospetto ai servizi, come se tramassero, o potessero tramare, per una parte dello Stato, o addirittura contro lo Stato, e non essere i primi servitori dello Stato. Dico questo per l'esperienza che ho accumulato in questi anni al Copasir.

Concludo con la consapevolezza che è stato fatto un lavoro importante in questi anni al Copasir che non sarebbe stato possibile senza la collaborazione delle Agenzie e dei rappresentanti del Governo, con uno spirito di unità e di unanimità politica che ha contraddistinto l'attività del Copasir che ha cercato di tenere fuori le polemiche politiche che pure ci pressavano, riconoscendo che problemi politici - hanno ragione il collega Fornaro e il sottosegretario Gabelli - ce ne sono, nella stessa legge del 2007, ma che questi problemi politici potranno essere risolti con lo stesso spirito che ci fu nel 2006 e nel 2007 quando fu varata la legge di riforma dei servizi di intelligence e del controllo parlamentare sui servizi di intelligence, ovvero con uno spirito di collaborazione fra Governo e Parlamento, fra maggioranza e opposizione, sottraendo questo settore strategico del nostro Paese alle polemiche politiche, alle polemiche giornalistiche, senza seguire gli scandalismi che, di volta in volta, leggiamo sui giornali.

Se noi, oggi, viviamo più sicuri in Italia, anche rispetto alle minacce cibernetiche che ci sono, lo dobbiamo - diciamo anche in gran parte - alle persone dell'intelligence che lavorano per noi, a volte ce ne dimentichiamo nell'elencare consoli, ambasciatori, militari, poliziotti. Dobbiamo abituarci ad avere una cultura politica e, quindi una cultura nel Paese, in cui invece è presente questo riconoscimento, questa appartenenza al senso dello Stato e al senso della difesa e della sicurezza dello Stato, che è un valore complessivo, perché non può esistere una sicurezza armata, militare dello Stato senza la sicurezza economica, la sicurezza energetica, la sicurezza cibernetica. Questa sentimento di sicurezza si deve diffondere comprendendo anche il personale delle agenzie dell'intelligence e quindi riservando loro maggiori risorse, maggiore personale, maggiore possibilità di operare al meglio, come le sfide di oggi, purtroppo, richiedono (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente e di deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Enrico Borghi. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). Signor Presidente, mi consenta, in apertura di intervento, di sottolineare l'importanza di questo momento e l'esigenza di rendere ordinario un momento di confronto e di dibattito nell'Aula attorno ai temi della sicurezza interna ed esterna perché, come i fatti di cronaca si stanno incaricando di dimostrare, questo tema è sempre più decisivo per il nostro Paese. Quindi, ringrazio tutte le forze parlamentari, sia di maggioranza che di opposizione, in particolare le forze che non sono rappresentate all'interno del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, per avere condiviso la Relazione. Oggi la politica italiana dà un buon segnale nell'esprimere unitariamente una valutazione positiva non solo rispetto al lavoro contenuto in questa Relazione, ma soprattutto alle donne e agli uomini che, in questo momento, stanno svolgendo, in Italia e all'estero, per noi delicatissime attività (Applausi). Quelle donne e quegli uomini hanno dietro tutto il Paese e credo che questo sia, per oggi e per il domani, un segnale importante, perché noi dobbiamo avere la consapevolezza di vivere un momento storico delicato.

Le nostre generazioni sono chiamate a dover vivere contemporaneamente quattro momenti di cesura. Le generazioni precedenti, al più, ne vivevano uno. Noi stiamo ancora pagando le conseguenze economiche, sociali, geopolitiche della grande crisi economico-finanziaria della fine degli anni Dieci, sulla quale si è innestata la pesante crisi economica, produttiva, sociale, geopolitica innescata dalla pandemia, sulla quale si sta innestando la grande crisi economica, sociale, produttiva, geopolitica per la sciagurata azione putiniana di invadere l'Ucraina, sulla quale si innesta una grande crisi che noi non viviamo, se non nei momenti di tensione e di sfrido, che è la grande crisi climatica, della trasformazione del nostro modo di vivere e del nostro rapporto tra l'uomo e l'ambiente. Quattro crisi che si intrecciano fra di loro e che danno effetti evidenti sulla sicurezza collettiva e individuale. Questo spiega perché i titoli di questa relazione annuale si potrebbero riassumere in una sorta - la potremmo definire - di evoluzione ecosistemica del concetto di sicurezza. Proviamo a scorrere molto rapidamente di che cosa si è parlato: protezione cibernetica; i profili di sicurezza connessi con l'emergenza da COVID; gli asset strategici nei settori bancario e assicurativo; la disciplina per l'utilizzo dei contratti secretati con particolare riferimento ai temi delicatissimi delle intercettazioni; la radicalizzazione di matrice jihadista; la sicurezza energetica; il dominio aerospaziale; la difesa comune europea, tema su cui dobbiamo ancora rilanciare con più forza il ruolo e la presenza del nostro Paese e introdurre in questo concetto anche il dibattito di questi giorni; infine, la desecretazione degli atti. Insomma, ho citato solo alcuni punti per cercare di spiegare che questo elemento di ecosistema conosce in questo momento di cesura una fortissima accelerazione che ha a che fare con un dato che, se non lo cogliamo, rischiamo di andare fuori traiettoria: noi viviamo una fase storica nella quale, nelle aree di interesse strategico dell'Italia, si esprimono altre politiche di potenza da parte di altre Nazioni. Quello che fino a ieri poteva essere letto come soltanto un elemento che afferiva ad una carta geografica oggi invece costituisce punti da unire per costruire la tela della nostra sicurezza. È il concetto del Mediterraneo allargato, il raccordo e le conseguenze che esistono, anche nel rimbalzo sugli effetti della guerra in Ucraina, fra la Libia, la Tunisia, il Libano, la Siria, l'Iraq, il Golfo Persico, il Corno d'Africa, il Sahel e i Balcani. La nostra sicurezza si costruisce anche e soprattutto lì e quindi serve una politica estera, serve una capacità di intervento militare, serve una rete di intelligence, serve un sistema Paese che si relazioni con una vicenda che, oltre a far conoscere purtroppo gli effetti bellici, è anche caratterizzata - bisogna dirlo in questa fase e in questa sede - da un'altra guerra. Guardiamo in faccia, signor sottosegretario, la realtà: noi siamo sotto attacco di una guerra economica; non solo noi ma anche noi, soprattutto noi, perché siamo uno dei Paesi più deboli, più fragili d'Europa, perché abbiamo un peso sulle nostre spalle di un debito pubblico che si trascina, che si alimenta, che si perpetua, perché non abbiamo fatto le riforme strutturali che consentono al Paese di essere competitivo, perché siamo tornati ad essere il confine, il limes tra democrazia e autocrazia, tra Est e Ovest, tra Nord e Sud. L'Italia è tornata ad avere un ruolo centrale e dentro questo ruolo centrale il livello della interdipendenza globale è tale che una rottura dello status quo porta alla ricerca di un nuovo equilibrio. Bene, con l'Ucraina lo status quo si è rotto. Quindi, dobbiamo lavorare per sapere che ci saranno conseguenze geopolitiche, conseguenze economiche, conseguenze sociali. Dobbiamo sapere che vi è chi lavora oggi, entità statuali ed identità organizzate, per sfruttare l'intercapedine di questa rottura dello status quo, perché nulla dopo sarà più come prima e perché il mondo che arriverà quando finalmente arriverà la pace e quando ci sarà il cessate il fuoco in Ucraina non sarà più il mondo precedente al 24 febbraio. Noi non possiamo rimanere fermi, inerti, passivi, in attesa che scorra il grande flusso della storia, perché altrimenti il fiume della storia ci porterebbe lontano rispetto a quei valori che siamo chiamati a dover difendere ed inverare. È per questo che gli strumenti a cui il Governo faceva riferimento sono importanti. Certo, c'è il tema dell'adeguamento della legge ma anche il tema del rafforzamento dell'intelligence economica - abbiamo a che fare con Paesi, anche alleati, che hanno istituito delle scuole di guerra economica - e anche il tema del potenziamento e della qualificazione degli organici. Vorrei dire che si inserisce all'interno di questi elementi la discussione rispetto alla dotazione e alla strumentazione e alle risorse che noi mettiamo a disposizione per la nostra sicurezza. Infatti, uno dei temi su cui noi dobbiamo lavorare in questo momento - la relazione lo dice bene - è quello della tutela degli asset strategici del nostro Paese nell'era del capitalismo politico, nell'era nella quale le autocrazie utilizzano il peso e le risorse degli Stati per intervenire in maniera impropria nei mercati e appropriarsi degli asset di altri Paesi. Non è un caso se vi è un ricorso esponenziale al golden power nel corso di questo anno; non è un caso se le nostre aziende stanno ricorrendo sempre di più alle attività della neo costituita Agenzia per la pubblica sicurezza; non è un caso, signor sottosegretario, se noi crediamo che anche il tema della definizione della natura e del ruolo delle aziende sottoposte a golden share debba essere inserito all'interno di un ragionamento di strategia e di cultura della sicurezza nazionale. Insomma, in conclusione si potrebbe dire, con una battuta, signor Presidente, una battuta utilizzata molto nel mondo anglosassone, che in tema di sicurezza ma, in generale, nella vita non esistono pasti gratis e se c'è qualcuno che pensa di mangiare gratuitamente in realtà aumenta il proprio debito e aumenta la propria dipendenza dagli altri, perché prima o poi l'ora di pagare il conto arriva sempre. Se non si è attrezzati, si finisce in cucina a lavare le stoviglie. Noi non vogliamo che l'Italia finisca in cucina ed è per questo che noi riteniamo che questa sia una relazione importante, che ci richiama anche un altro principio. Pochi giorni fa abbiamo ricordato una grande figura, che ci manca molto, che quindici anni fa ci ha lasciato: Nino Andreatta (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Nino Andreatta da questi banchi nel 1995 disse una frase che vale per allora e per oggi: ci accendiamo per chiedere gli interventi, ma non siamo disposti a pagare i costi di questi interventi e la pace vive sul campo e nelle responsabilità. Sono parole che parlano all'oggi per costruire il nostro domani (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Borghi. Onorevole Volpi, prego.

RAFFAELE VOLPI (LEGA). Grazie Presidente. Innanzitutto, ringrazio i colleghi per l'opportunità che abbiamo oggi e ringrazio il sottosegretario. Prima di tutto, sottosegretario, vorrei che lei trasmettesse dall'Aula un forte abbraccio e un riconoscimento alle donne agli uomini del comparto. Mi permetto - credo a nome di tutti - di ricordare quello che abbiamo ricordato pochi giorni fa, quei caduti silenziosi del comparto che hanno aiutato nell'interesse nazionale a tenere alta la bandiera del Paese (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Credo che questi siano i momenti opportuni anche per questi ricordi. Sicuramente è inusuale perché è la prima volta che la si porta all'interno dell'Aula parlamentare, la relazione del Copasir.

Non so se sia giusto o sbagliato, ma ritengo che, comunque sia, il Comitato, prima, in questa legislatura e anche dopo, avrà modo di fornire al Parlamento uno strumento particolare, perché è indiscutibile non tanto per le parti geopolitiche, rispetto alle quali ognuno di noi può esprimere delle valutazioni, ma per l'oggettività di quello che c'è scritto, colleghi. Non prendetevela a male se, qualche volta, sentendovi discutere di alcune cose, i colleghi del Comitato vi guardano, diciamo, con curiosa perplessità, perché il Comitato ha questa caratteristica. Trattando materie che riguardano la segretezza del sistema di sicurezza nazionale non ha modo di rispondere, né di confermare, né di contestare. Il massimo che può fare il Comitato è rimettere al Parlamento questo documento che è sicuramente importante, perché può essere utilizzato nelle varie Commissioni, nella Commissione esteri, nella Commissione difesa; può essere utilizzato per quelle discussioni che, poche volte, purtroppo, si svolgono in quest'Aula sulla politica estera generale, sulla postura del Paese, anche a con riferimento a quelle che dovrebbero essere consuetudini, ma che, purtroppo, non lo sono.

Colleghi, attraverso i Presidenti delle Camere, voi ci avete consegnato - e voglio ringraziare tutti i colleghi del Comitato con i quali abbiamo lavorato e continuiamo a lavorare - un dato fiduciario. Abbiamo un dato fiduciario nel trasmettervi il massimo che possiamo trasmettere, che è quello scritto nella relazione, e qualcosa di più per qualcuno che vuole capirlo. Noi cerchiamo di trasmettere dei sentiment che non sono dati segreti, ma sono sensibilità che riportano a tutti noi, che facciamo politica attiva all'interno delle Aule parlamentari, situazioni che andrebbero maggiormente spesso valutate.

Certo, qualche volta - devo dire, sottosegretario - c'è qualcuno che eccede in dichiarazioni, ma questo fa parte del nostro difetto di politici: cosa vuole, spero che anche lei non prenda questo vizio, ma, mi pare, per ora non ancora! Questa terzietà, però, deve essere chiara. Noi cerchiamo di rappresentare situazioni oggettive in termini di pericolosità, preoccupazioni, a volte anche intuizioni che possono arrivare dal mondo dell'intelligence. La ricostituzione dell'organigramma complessivo credo consenta anche al decisore politico finale, attraverso l'autorità delegata, di avere il maggior numero di informazioni e notizie possibili e questo credo sia stato un passaggio utile ed importante.

Sul lavoro svolto dal Comitato, devo anzitutto dire che, da questa legislatura, vi è stata una scelta innovativa, che non è solo quella di portare qui in discussione la relazione. È stata fatta una scelta che ha portato il Comitato ad essere più proattivo, quindi a non essere semplicemente certificatore o, comunque, dato di analisi sulle attività del comparto, ma a svolgere un'attività che ha portato anche un contributo diverso ai decisori; sono già state citate prima alcune cose, dal 5G, all'energia, alle banche.

In questo contesto, però, voglio precisare una cosa a merito del Comitato, ossia che mai si è messo al posto dei regolatori e mai ha fatto un'attività che potesse in qualche modo influenzare i mercati; semplicemente, ha svolto un lavoro di analisi da portare all'attenzione pubblica e all'attenzione della politica. L'interesse era quello nazionale, senza intercettare interessi di parte e questo credo sia un dato centrale; anche questo è terzietà. Così come è stata profetica - mi permetto di dire - l'indagine che abbiamo svolto sulle infodemie.

Oggi siamo diventati attenti: attenzione a che cosa vi raccontano (l'abbiamo detto un anno fa che cosa ci raccontavano) e quanti attori lavoravano in maniera massiva all'individuazione dei canali di condizionamento di quella che era l'opinione pubblica. Come hanno citato anche i colleghi, gli attori sono grandi potenze, medie potenze, potenze che hanno l'aspirazione di diventare grandi potenze. Però, anche in questo dobbiamo ragionare ed è stato fatto in alcuni passaggi importanti che sono quelli relativi alla collaborazione. Noi abbiamo sicuramente una collocazione valoriale, prima che strategica, all'interno di un'alleanza atlantica ed in Europa. Però voglio riportare una frase di un collega, il collega Vigna, che mi ha colpito. Chiacchierando con lui, mi ha detto: ma l'Europa vuole essere una grande potenza regionale o una grande potenza mondiale? Io credo che in questo perimetro ci si muova in quella individuazione che è l'interesse nazionale.

Mi permetto una digressione più generica e non voglio fare interventi di geopolitica che ho già sentito e che trovo assolutamente importanti. L'interesse nazionale, fino al secolo scorso, in buona parte si racchiudeva in infrastrutture evidenti, palesi, all'interno di confini nazionali. Oggi l'interesse nazionale è molto più ampio: è globale; i mercati diventano globali. Quindi, in questo, inevitabilmente, c'è anche la sicurezza nazionale, perché l'interesse nazionale, quindi l'industria e la ricerca, e la sicurezza nazionale sono interscambiabili. La sicurezza nazionale è ciò che si propone in questo contesto. Il comparto è fatto da questi uomini e donne, silenziosi, che lavorano e analizzano.

A questo proposito, mi sia permesso di dirlo: onorevole sottosegretario, non sopporto più di vedere “retroscenismi” allucinanti ed assurdi sui nostri servizi di intelligence, perché abbiamo persone serie e corrette.

Se qualche ombra ci fu - e può essere che ci sia stata - non riguarda le persone che oggi lavorano nel comparto. Così come le posso aggiungere che non accetto attività che possano individuare spazi di revisionismi storici che, in questo momento, sono assolutamente inutili e inattuali. Ci sono delle verità: punto! Lei ha parlato anche, come tanti colleghi, di una revisione della legge di riferimento ma, vede, non so se ci sono le condizioni politiche. La necessità ci sarebbe, io però ho un sogno, sottosegretario Gabrielli (e lei lo sa perché è capitato modo di confrontarci). Io penso che vada rivalutato il sistema dello spazio politico e istituzionale della sicurezza nazionale, che non passa da una o due figure, ma passa da un sistema più coeso, più partecipativo, che lasci in maniera assolutamente asettica il comparto e che sia attuale, perché, evidentemente quello che c'era fino a 15 anni fa non è quello che c'è oggi. Ciò, senza mai dimenticare il fattore umano, come scriveva Graham Greene, perché alla fine c'è stata forse anche la grande illusione che tutto passasse sulle reti, ma lei sa meglio di me che gli stivali nella polvere son quelli che poi portano a casa davvero le notizie. L'intelligenza è quella dell'analisi: vogliamo costruire il Paese di domani? Siamo obbligati. Vogliamo costruire l'Europa di domani? Siamo obbligati. Ebbene, noi abbiamo un dovere: difendere le strutture dello Stato e difendere lo Stato da chi non vuole questo Stato! Viva l'Italia, viva gli uomini del comparto (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Maurizio Cattoi. Ne ha facoltà.

MAURIZIO CATTOI (M5S). Grazie, signor Presidente, Autorità delegata, colleghi e colleghe, è stato già rilevato come la presentazione in Aula della relazione annuale del Copasir è in qualche modo un'occasione storica, essendo la prima volta che si esce dallo schema, fin qui adottato, del semplice deposito e poi del corrispondente affidamento alla consultazione volontaria e volonterosa degli atti parlamentari.

In questo senso, in quanto membro del Comitato, voglio ringraziare il presidente Urso e anche i colleghi, e testimoniare il grande impegno profuso per aver voluto valorizzare il lavoro del Comitato attraverso la presentazione della relazione con un passaggio formale davanti alle Camere.

La relazione che abbiamo potuto leggere abbraccia obbligatoriamente uno spettro molto ampio di argomenti oggetto di indagine, nello sforzo di descrivere e ricomprendere il perimetro applicativo del concetto di sicurezza nazionale, attraverso quindi le sfide e le minacce portate dall'esterno al Paese, alle infrastrutture, alle reti tecnologiche e alle funzioni democratiche costituenti l'ordinato vivere del nostro sistema nazionale. A me preme, in particolare, però sottolineare in questa occasione quanto possa essere importante l'esperienza, se non addirittura la lezione appresa, dello stretto e proficuo contatto tra il Parlamento e la grande sensibilità del comparto dell'intelligence, ai cui uomini e alle cui donne oggi siamo deferenti, li ringraziamo e diamo loro il sostegno pieno per il lavoro insostituibile che fanno sui teatri del mondo a favore del nostro Paese. Sensibilità nel fornire analisi e informazioni che, elaborate poi in forma ristretta e riservata, prendono forma esplicita, sia nelle relazioni, che nelle indicazioni e nei suggerimenti posti all'attenzione del Governo, come del Parlamento stesso, nel caso di interventi legislativi volti a potenziare strumenti di difesa e resilienza del nostro sistema Paese. In ogni approccio al problema noi abbiamo cercato di fornire una lettura anticipata delle tendenze in atto sul fronte geopolitico rispetto alle potenziali minacce. Naturalmente la profondità dell'analisi fa in genere riferimento a fenomeni di breve e medio periodo, che però, in qualche caso, si dilatano obbligatoriamente verso orizzonti molto più ampi e vorrebbero accompagnare l'azione di Governo con suggerimenti e indicazioni tese ad assicurare efficaci difese nel lungo periodo. Ciò è avvenuto, per esempio, in materia di intelligence economico-finanziaria, con le sollecitazioni sul golden power già ricordato, che è stato già oggetto di un grande rafforzamento nel corso di questa legislatura e che però dovrà essere ancora, a nostro parere, sottoposto ad un'ulteriore calibrazione rispetto alle emergenze riscontrate, specialmente riguardo alla penetrazione economica statuale estera nei settori tecnologici più avanzati e delle piccole e medie imprese, creando un danno permanente per il Paese.

Lo stesso dicasi per il settore aerospaziale, sul quale si sta conducendo un approfondimento specifico da parte del Comitato e che presenta, proprio a seguito della sospensione dei rapporti con la Federazione russa, aspetti di altissima complessità per il grado assolutamente elevato di collaborazioni istituzionali esistenti nel campo della ricerca scientifica, dell'industria componentistica e della fruizione di servizi provenienti da attività comuni nello spazio con la Federazione russa. Soprattutto poi l'ultima delle relazioni, quella in tema di sicurezza energetica, specialmente se letta in combinato disposto con la relazione annuale, non è solo caratterizzata da un forte profilo di attualità - come è stato fatto già rilevare -, ma è una proiezione quasi paradigmatica dei lavori svolti dal Copasir ed ha anticipato scenari che, considerabili solo criticità embrionali fino all'autunno scorso, si stanno rivelando invece tragicamente concreti e dalle dimensioni inimmaginabili. Abbiamo messo in evidenza il problema dell'affrancamento dalla dipendenza energetica, sotto il profilo della pressione geopolitica che viene esercitata nel nostro sistema, in questo caso, dalla Federazione russa. Sotto questo profilo - ed è un'esperienza che stiamo vivendo tutti in presa diretta - stiamo subendo un vero e proprio shock inaspettato, al limite dell'incredulità. Abbiamo parlato fino a poco tempo fa di sviluppo green e di nuove speranze di sviluppo proprio in questo senso. Adesso invece la domanda che ci facciamo è: come abbiamo fatto a non accorgerci, non solo da italiani, ma da europei, di quello che stava succedendo. Dico da europei perché basta riflettere, ad esempio, sul cono d'ombra che, nella vicina Germania, sta annebbiando la figura fulgida e vincente di una governance, per oltre vent'anni saldamente al comando della locomotiva economica europea e che ora rischia di non trovare giustificazione ad un'esposizione energetica verso la Russia, uguale se non peggiore della nostra. È in previsione anche di questa durissima prova che il Paese dovrà affrontare - in una situazione per molti versi del tutto nuova - che il Copasir ha rimarcato che deve essere riservata un'attenzione particolare all'intelligence economica perché è chiaro che, una volta compresa la direzione di marcia da intraprendere sul piano energetico e produttivo, ogni sforzo deve essere diretto verso il potenziamento delle capacità di contrasto complessivo. Qui vorrei riprendere un passaggio della relazione annuale, che mi sembra molto significativo, dell'impegno che dovrà essere profuso. Si dice, infatti, che è indubbio che vada accelerato il processo di superamento di alcuni ritardi e divari nella concezione della nostra cultura della sicurezza che, per certi versi, è ancora ancorata ad un approccio sostanzialmente difensivo e protettivo. Per realizzare questo obiettivo si potrebbe immaginare la predisposizione di un Piano nazionale per la sicurezza economica, che delinei una visione strategica complessiva e indichi delle precise linee guida, in una logica obbligata di integrazione tra settore pubblico e privato, che includa altresì il mondo delle imprese e della ricerca. Un combinato disposto che per l'Italia è ancora in fieri. Questo, difatti, è un richiamo a guardare verso esperienze più strutturate all'estero, sia in area europea, in Francia e Svezia, che extraeuropea, dove la cultura dell'intelligence costituisce una matrice comune di riferimento per gli apparati pubblici, come per le imprese strategiche, non necessariamente dispiegate e limitate ad una postura passiva quando si tratta di difendere gli interessi nazionali.

Andando verso la conclusione, vorrei ancorare quanto detto ad uno dei fronti che già è considerato caldo e che diventerà poi caldissimo con lo spostamento del baricentro delle fonti di approvvigionamento energetico a cui ci stiamo rivolgendo - penso all'Africa - per compensare e/o sostituire il gas russo. Questo non solo per le dinamiche conosciute nell'ambito a noi più familiare del Mediterraneo allargato, ma soprattutto per la presenza lì, su questi teatri, ben più radicata della nostra, di forti competitor quali la Cina, la Russia e la Turchia. Ecco, su questi teatri così delicati per la nostra transizione energetica, sarà necessario più che mai andare ad operare con un ampio spettro di strumenti economici, culturali, di intelligence e anche di stabilizzazione istituzionale, che solo una grande sintonia tra tutti i soggetti pubblici e privati, ivi compreso il comparto di un'intelligence rinnovata e multilivello, può garantire.

Dalla nostra parte, abbiamo la forza di un grande e generoso Paese e l'esperienza di un profilo storico estremamente collaudato di accompagnamento delle collettività nazionali a cui ci rivolgiamo, rappresentato dalle nostre politiche di sviluppo e di cooperazione internazionale. È questo un approccio che ci ha contraddistinto, ma che deve ancor più differenziarci nel prossimo futuro da quell'approccio economicistico, mercantile o prettamente militare dei Paesi, che prima ho nominato, nostri competitor, e con i quali ci troviamo in una competizione geostrategica, che incide nella carne, nel tessuto della nostra stabilità nazionale con le immigrazioni. Concludo, quindi, cogliendo l'occasione per ricordare che, accanto al necessario riallineamento agli impegni internazionali già assunti sul piano della difesa, secondo le indicazioni di spesa che il Parlamento definirà nel dettaglio dei tempi e dei modi, sarà a maggior ragione importante anche il riallineamento delle spese destinate alla cooperazione e allo sviluppo, in particolare per recuperare il differenziale sulla quota già concordata a livello internazionale dello 0,7 per cento sul reddito nazionale lordo - da raggiungere entro il 2030 -, che si attesta oggi poco al di sopra dello 0,2 per cento.

Concludendo, Presidente, il quadro della relazione annuale ha come faro la valorizzazione di una forte postura nazionale degli assetti di sicurezza, pur in grande sintonia con il coinvolgimento dell'Unione europea, che resta ed è l'orizzonte fondamentale entro il quale riconoscere la comune vocazione alla pace e alla convivenza democratica. Naturalmente, per questo, dichiaro il voto favorevole alla risoluzione unitaria da parte del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto. Ha chiesto di parlare la vicepresidente Dieni. Ne ha facoltà.

FEDERICA DIENI, Vicepresidente del Comitato Parlamentare per la sicurezza della Repubblica. Grazie, Presidente. Solo per fare dei ringraziamenti, doverosi ma sicuramente sentiti, a tutti i colleghi che sono intervenuti in quest'Aula, soprattutto a coloro i quali non sono rappresentati all'interno del Comitato, perché tutti i vostri contributi sono necessari per avviare un percorso di modifica della legge che è doveroso. Vediamo se ci sono i presupposti politici per portarlo avanti, soprattutto durante lo scorcio di questa legislatura ormai alla fine.

Ringrazio il sottosegretario Gabrielli per la collaborazione istituzionale che abbiamo instaurato in questo lungo anno. Ringrazio i Ministri del CISR che collaborano con noi, gli uffici che lavorano con noi e che hanno dovuto far fronte a una mole di lavoro veramente molto alta: abbiamo portato avanti tante relazioni e tante ne depositeremo nei prossimi giorni in quest'Aula. E ringrazio - questo lo faccio veramente in maniera sentita - tutto il personale, a partire ovviamente dai direttori di DIS, AISE e AISI, ma soprattutto il personale della nostra intelligence e del nostro comparto, che vi dedicano la propria vita, in silenzio.

Qualche giorno fa, il 4 marzo, abbiamo celebrato e ricordato i caduti della nostra intelligence, che vorrei ricordare in quest'Aula (Applausi). E vorrei dare, ovviamente, il massimo riconoscimento a tutti coloro che stanno lavorando nei teatri operativi rischiando la propria vita, mettendo al servizio la propria vita per tutelare l'interesse nazionale e la nostra libertà. Quindi, un ringraziamento sentito a tutto il personale del nostro comparto. E ringrazio i colleghi per la massima attenzione portata avanti su questo tema.

PRESIDENTE. Grazie a lei, onorevole Dieni. Naturalmente al suo ringraziamento si associa tutta l'Aula.

(Votazione - Doc. XXXIV, n. 8)

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Dieni, Maurizio Cattoi, Raffaele Volpi, Enrico Borghi, Vito, Foti e Rosato n. 6-00217, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 2).

Sospendiamo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 15 con lo svolgimento del question time. Ricordo che alle 16,30 è prevista la votazione per schede per l'elezione di un componente dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni.

La seduta, sospesa alle 13,10, è ripresa alle 15.

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno la Ministra dell'Interno, il Ministro per l'Innovazione tecnologica e la transizione digitale, la Ministra per le Disabilità e il Ministro per i Rapporti con il Parlamento. Invito gli oratori a un rigoroso rispetto dei tempi, tenuto conto della diretta televisiva in corso.

(Iniziative volte a garantire la sicurezza dei cittadini in relazione all'aumento degli episodi di violenza nei centri urbani - n. 3-02851)

PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Lollobrigida ed altri n. 3-02851 (Vedi l'allegato A).

Chiedo al deputato Davide Galantino se intenda illustrare la sua interrogazione o se si riservi di intervenire in sede di replica.

DAVIDE GALANTINO (FDI). Grazie, Presidente. Ministro Lamorgese, il suo Dicastero è nel caos, perché, oltre ai fenomeni di violenza tradizionali, si stanno aggiungendo le azioni criminali delle cosiddette baby-gang, che hanno portato nel 2021 ad un aumento di minori denunciati o arrestati. Ha destato grande scalpore l'aggressione, da parte di due minorenni tunisini, ad un giovane e alla sua povera mamma nella zona romana di Centocelle.

La vostra idea di integrazione e il modo di concepire la sicurezza sono un disastro completo, Ministro, perché la variante criminalità ha infettato la nostra Nazione. E lei declassa donne e uomini, addestrati per contrastare i crimini di alto rilievo, a controllare un inutile certificato verde, mentre nell'ordine delle priorità lei dovrebbe provare a contrastare i crimini peggiori, non i cittadini che escono a svagarsi con la famiglia o con gli amici.

Ministro, ammiro il suo coraggio di venire qui, in Aula, in diretta televisiva, a giustificare le sue inadempienze, ma a questo punto della legislatura ci dica solo quale eredità vuole lasciare alle future generazioni e al Governo successivo, visto che il suo è prossimo ad andare definitivamente a casa (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. La Ministra dell'Interno, Luciana Lamorgese, ha facoltà di rispondere.

LUCIANA LAMORGESE, Ministra dell'Interno. Desidero in primo luogo precisare, in merito ai fatti avvenuti a Roma lo scorso 20 marzo, evocati dagli onorevoli interroganti, che i responsabili delle gravi condotte criminose, due minorenni di nazionalità tunisina, sono stati arrestati dalle Forze dell'ordine nella stessa giornata del 20 marzo e nei loro confronti sono in corso indagini volte ad accertare il coinvolgimento in altri episodi delittuosi avvenuti nella capitale.

Per quanto riguarda il fenomeno delle baby gang, che presenta aspetti connessi al disagio sociale e alla dispersione scolastica, entrambi accentuati dalle restrizioni legate alla pandemia, informo che nelle grandi città metropolitane sono state assunte dai prefetti mirate iniziative di contrasto, in raccordo con la magistratura minorile.

A Milano, città nella quale ho presieduto il 7 febbraio scorso il Comitato dell'ordine e della sicurezza pubblica, le Forze dell'ordine hanno dato avvio ad una vasta azione di contrasto delle baby gang che ha interessato anche i luoghi della cosiddetta mala movida. Nel 2021 sono stati arrestati 228 autori del reato di rapina sulla via pubblica, nella fascia di età 14-24 anni, di cui 122 in flagranza di reato, 106 a seguito di attività investigative, mentre sono stati deferiti all'autorità giudiziaria 147 soggetti.

Sono stati emessi, sempre nei confronti di appartenenti alla stessa fascia d'età, 23 ammonimenti per atti persecutori, 30 per violenza domestica e 2 per cyberbullismo. Tale attività di contrasto si è avvalsa di un significativo incremento di risorse, come preannunciato nel predetto Comitato, sia della Polizia di Stato che dell'Arma dei carabinieri, complessivamente per 140 unità, equamente suddivise tra le due Forze a competenza generale.

Tengo a precisare che l'invio delle aliquote aggiuntive che ho appena citato è al netto delle coperture del turnover e riguarda precipuamente il territorio della città metropolitana di Milano.

Anche la Guardia di finanza, sempre nel mese di febbraio, è stata interessata da un incremento di risorse che ha visto l'assegnazione, nel capoluogo lombardo, di altri 65 militari. Si tratta di un primo contingente, a cui seguirà l'invio di ulteriori operatori della Polizia di Stato entro il prossimo mese di giugno.

Attenzione è stata riservata anche a Napoli, città interessata da episodi di delinquenza minorile e il capoluogo campano potrà contare anche su consistenti integrazioni di personale delle Forze di polizia.

Ricordo che, a livello nazionale, sono stati previsti quattro piani assunzionali, finalizzati al ripianamento delle carenze di organico, in attuazione dei quali verrà autorizzato per quest'anno il reclutamento nella Polizia di Stato di 961 unità, circa un quinto delle 5.251 unità programmate a partire dal 2018 e destinato a concludersi nel 2025. Sarà così possibile ammortizzare il progressivo ridimensionamento dell'operazione Strade Sicure, inserita nella legge di bilancio e determinata anche dalla necessità, per le nostre Forze armate, di fronteggiare gli impegni derivanti dalla partecipazione alle diverse missioni internazionali di pace.

Le attività di controllo del territorio si gioveranno anche di una migliore organizzazione - ho concluso - dei presidi dello Stato, grazie all'istituzione di 42 distretti, corrispondenti agli ambiti territoriali dei municipi delle quattro grandi città (Roma, Milano, Napoli e Torino), destinati a svolgere, con riguardo agli stessi ambiti, una funzione di riferimento.

PRESIDENTE. Il deputato Galeazzo Bignami ha facoltà di replicare.

GALEAZZO BIGNAMI (FDI). Grazie, Presidente. Signor Ministro, abbiamo ascoltato con attenzione la sua risposta nel tentativo di vedervi elementi, non solo di concretezza, ma anche di prospettiva, con la finalità di risolvere problemi che evidentemente sono sotto gli occhi di tutti. Ma, ancora una volta, come per gli sbarchi, da lei difesi ed elogiati, così per le manifestazioni di Roma, in cui lei candidamente è venuta in quest'Aula a dirci che sapeva che cosa stava per avvenire ma ha deciso di non fare nulla, per quanto avvenuto in Piazza del Duomo a Milano, a capodanno, con riferimento al quale la sua minimizzazione è stata semplicemente sconcertante, o per il rave party a Viterbo, a proposito del quale lei ha deliberatamente scelto di non intervenire, anche oggi, rispetto a ciò che è, purtroppo, capitato a Centocelle, non possiamo che prendere atto di una stanca litania burocratica. E ciò, rispetto a fatti, signor Ministro, che potevano avvenire e sono accaduti anche in tante altre realtà: a Milano, a Bologna, in realtà meno centrali, come Merano o Riccione. Nonostante questo, lei continua nel tentativo burocratico di appropriarsi di meriti di altri, di scaricare barili quando le cose non vanno bene e di lavarsene completamente le mani.

In confronto a lei, signor Ministro, Ponzio Pilato era un decisionista.

Fratelli d'Italia, nonostante la sua condotta, ha cercato sempre di farle delle proposte, cercando di contribuire alla risoluzione del problema. Abbiamo proposto il blocco navale e lei ci ha detto che non era possibile farlo perché non era legislativamente supportabile; abbiamo proposto un piano di assunzioni ben superiore rispetto a quello povero che lei ha poco fa citato, ma ha detto che non c'erano i soldi; abbiamo chiesto che venissero dislocati gli agenti in altre attività, ma lei ci ha detto che c'era la pandemia.

Il problema, signor Ministro, è che quel che manca è la volontà politica e la competenza da parte sua di rispondere a questi problemi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Allora, signor Ministro, ciò che rimane è quel vincolo che lei ha contratto quando è diventato funzionario pubblico nei confronti degli italiani.

Fratelli d'Italia ha il coraggio di guardare gli italiani negli occhi perché non ha tradito quel giuramento che anche lei ha prestato. Lei, signor Ministro (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)?

(Iniziative volte a potenziare l'innovazione tecnologica e gli strumenti digitali nell'ottica di favorire l'accoglienza e l'integrazione di profughi e rifugiati – n. 3-02852)

PRESIDENTE. L'onorevole Pettarin ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02852 (Vedi l'allegato A).

GUIDO GERMANO PETTARIN (CI). Grazie, Presidente. Signor Ministro, secondo dati del Viminale, al 28 marzo, sono circa 72.000 le persone di cittadinanza ucraina finora arrivate in Italia e, tra queste, circa 28.000 minori. Grande parte dell'accoglienza in questa fase è stata realizzata mediante la rete di parenti e amici ucraini già residenti in Italia (la comunità ucraina in Italia somma più di 230.000 persone) e dalla generosa iniziativa delle famiglie italiane e dei comuni del nostro Paese.

Per l'attivazione delle misure previste dai decreti varati dal Governo è naturalmente necessario più tempo, ma soprattutto nuovi strumenti e strategie innovative.

In riferimento a questo contesto sono quindi a chiederle e ad interrogarla su quali iniziative intenda assumere per contribuire, mediante l'innovazione tecnologica e gli strumenti digitali, all'inclusione sociale delle comunità di profughi, in particolare nelle scuole, nei servizi offerti dalla PA, nella sanità, nella giustizia e ciò in opportuno coordinamento con le amministrazioni dello Stato e gli enti locali e territoriali della nostra Nazione.

PRESIDENTE. Il Ministro per l'Innovazione tecnologica e la transizione digitale, Vittorio Colao, ha facoltà di rispondere.

VITTORIO COLAO, Ministro per l'Innovazione tecnologica e la transizione digitale. Grazie, Presidente. Ringrazio l'interrogante che, in questo scenario così drammatico, pone l'attenzione su un tema di grande rilevanza, quello della condizione della popolazione civile dei profughi, offrendomi così l'opportunità di esprimere anche in quest'Aula la profonda solidarietà e vicinanza a tutto il popolo.

L'impegno del Governo è teso a supportare tutte le cittadine e i cittadini ucraini, anche coloro che in questi giorni stanno raggiungendo il nostro Paese, riducendo il più possibile i disagi di una condizione tanto drammatica. Gli strumenti digitali, in particolare, possono certamente - come lei indica - giocare un ruolo importante nelle diverse forme di aiuto che si stanno mettendo in atto, offrendo nuove e più immediate modalità di accesso ai diritti e servizi di accoglienza, favorendo l'inclusione sociale, ma anche riducendo le distanze con il Paese di origine.

In una primissima fase, quella degli aiuti immediati, abbiamo già messo in campo alcune iniziative. Proprio alcuni giorni fa, con il nostro sostegno, pagoPA ha lanciato una funzionalità per consentire ai cittadini, tramite l'App IO, di effettuare donazioni online in modo semplice e immediato, senza commissioni di alcun genere. In questo contesto di emergenza, le piattaforme pagoPA e l'App IO sono state messe a disposizione per sostenere la raccolta fondi, in collaborazione con realtà come la Croce rossa, la Fondazione ARSI, Soleterre, Save the Children e l'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati. Altre iniziative, di più ampio respiro, potranno essere messe in campo dalle amministrazioni competenti, con il nostro supporto tecnologico, per consentire un più diffuso accesso alla rete e ai servizi della pubblica amministrazione per la gestione dell'accoglienza, l'integrazione, la scolarizzazione e la mediazione linguistica. Per esempio, si segnala che, per agevolare i servizi scolastici sul territorio, il Ministero dell'Istruzione ha già curato una rilevazione digitale dell'accoglienza scolastica degli studenti ucraini, volta a tutte le scuole di ogni ordine e grado del territorio, con il fine di monitorare il numero di studenti ucraini accolti nelle diverse scuole dal 24 febbraio 2022. I risultati dell'indagine hanno consentito di predisporre un cruscotto che permette di monitorare e facilitare l'accoglienza nell'istruzione degli studenti ucraini. L'architettura tecnologica permette, infatti, di disporre tempestivamente dei dati statistici necessari per indirizzare le politiche educative di inclusione. Allo stesso modo, possiamo ipotizzare di sfruttare la tecnologia dell'App IO e l'enorme bacino di utenza che accoglie per eventuali iniziative da intraprendere o sostenere per organizzare la prima accoglienza, l'assistenza medica, l'alloggio, il sostegno umanitario ai rifugiati e ai profughi o attraverso piattaforme che incrocino domanda e offerta di servizi, alloggi, beni di prima necessità, che tutte, di nuovo, potrebbero essere collegate tramite l'App IO. Avremo, poi la possibilità, di orientare iniziative di inclusione e formazione digitale già esistenti - penso alla Repubblica digitale o al Servizio civile digitale -, costruendo progetti dedicati anche ai profughi e alle persone che hanno più bisogno di integrarsi con la nostra comunità, così come penso alla possibilità di agevolare l'accesso alla rete per consentire una migliore integrazione dei profughi ucraini in un contesto sociale di riferimento per loro diverso. Ho concluso. In via generale, quindi, in piena sintonia con lo spirito della sua interrogazione, intendiamo valutare e sostenere ogni iniziativa utile a fronteggiare l'emergenza e in generale a rendere più efficienti le politiche di accoglienza, grazie al sostegno delle soluzioni tecnologiche.

PRESIDENTE. Il deputato Pettarin ha facoltà di replicare.

GUIDO GERMANO PETTARIN (CI). Grazie, Presidente e grazie Ministro. Esprimo soddisfazione, mia personale e del gruppo di Coraggio Italia, che rappresento, per le sue risposte, adeguate, puntuali e soprattutto coscienti del momento, particolarmente importante, che stiamo vivendo. Quale sia lo sforzo gigantesco che la nostra Nazione e, in questo contesto, alcuni luoghi in maniera particolare, stanno affrontando è sotto gli occhi di tutti. La mia regione, il Friuli-Venezia Giulia e le soglie di accesso di Trieste, di Gorizia e di Tarvisio sono testimonianza evidente di questa situazione. Naturalmente, lo sviluppo tecnologico e la digitalizzazione sono strumenti importantissimi, senza i quali probabilmente non riusciremmo ad assicurare, nel medesimo contesto e nel medesimo modo, immediatezza di risposta, perché credo che il tema più importante sia esattamente questo, l'immediatezza o la migliore immediatezza possibile di una risposta essenziale a bisogni di persone che fuggono da una situazione che non pensavamo di poter mai più rivedere e che, invece, vediamo e siamo ben coscienti di cosa comporti in queste persone. Quindi, l'innovazione tecnologica e gli strumenti digitali sono essenziali. Ciò che sta accadendo, però, è forse anche un'occasione importantissima per ripensare a tutto tondo la nostra modalità operativa, quindi non solo e semplicemente rispetto - e non è certo cosa da poco - alle esigenze di questa ondata di profughi, assolutamente importante, ma anche rispetto a tutto il contesto della nostra Nazione e dei nostri cittadini. L'occasione che ci si propone è fare veramente un balzo in avanti grazie alla digitalizzazione; è l'occasione che abbiamo di fronte agli occhi. A questo proposito, Ministro, la digitalizzazione è - e ne siamo perfettamente coscienti - assolutamente importante, anzi essenziale e ci permettiamo di confidare in lei e nella sua struttura perché questo venga portato avanti ed a buon fine.

(Iniziative volte a sostenere la produzione nazionale delle fibre ottiche di qualità e a promuoverne l'utilizzo nell'ambito delle attività di digitalizzazione del Paese – n. 3-02853)

PRESIDENTE. L'onorevole Acunzo ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02853 (Vedi l'allegato A).

NICOLA ACUNZO (MISTO-CD). Grazie, Presidente. Gentile Ministro, la realizzazione di una rete ben strutturata in fibra ottica è certamente centrale per il Paese, tant'è che abbiamo destinato circa 4 miliardi di euro - 3,6 miliardi, per l'esattezza - con il bando “Italia a 1 Giga”. Tra i produttori di questa tecnologia - abbiamo diverse eccellenze in Itali -, spicca sicuramente la FOS (Fibre ottiche Sud), appartenente alla multinazionale Prysmian Group, che dà lavoro, nella città di Battipaglia, a 900 persone, tra dipendenti e indotto, le quali sono attualmente in agitazione e vedono a rischio il loro futuro. In altri Paesi dell'Unione europea, come la Francia, l'ente che si occupa delle telecomunicazioni ha stabilito requisiti precisi per il cablaggio nazionale in fibra, privilegiando la qualità A2 - la stessa prodotta dalla FOS di Battipaglia -, migliore in termini di sicurezza, soprattutto rispetto alle alternative economiche estere. Il bando italiano non ha queste specifiche, inducendo l'azienda Prysmian a spostare gli investimenti all'estero. Per cui le chiedo quali saranno le misure del suo Ministero.

PRESIDENTE. Il Ministro per l'Innovazione tecnologica e la transizione digitale, Vittorio Colao, ha facoltà di rispondere.

VITTORIO COLAO, Ministro per l'Innovazione tecnologica e la transizione digitale. Grazie, Presidente. Ringrazio, anche per questo atto, l'interrogante, che mi offre l'occasione di fare il punto e informare il Parlamento su uno dei principali progetti di trasformazione digitale del PNRR affidati alla mia competenza.

Ricordo, innanzitutto, che la strategia italiana per la banda ultralarga si compone di 5 piani di sviluppo delle reti, finanziate con fondi PNRR per circa 6,7 miliardi di euro, e che sono in corso di svolgimento le procedure di gara per tutti questi piani. Nel dettaglio, il bando “Italia a 1 Giga”, pubblicato il 15 gennaio 2022 e tuttora in corso, ha come obiettivo di garantire connettività a circa 7 milioni di civici, con uno stanziamento totale di 3,7 miliardi di euro, come richiamati, e un contributo statale fino al 70 per cento del costo delle opere, nel rispetto della normativa italiana ed europea e del principio di neutralità tecnologica. Il 21 marzo sono stati pubblicati i due bandi per lo sviluppo delle reti 5G in Italia, anche questi finalizzati a ri-legare in fibra ottica più di 10.000 siti radiomobili esistenti e a realizzare nuovi siti 5G per più di 2.000 aree del Paese, includendo il ri-legamento in fibra ottica. Il finanziamento pubblico è di 2 miliardi e arriverà a coprire fino al 90 per cento del costo delle opere.

Venendo al cuore dell'interrogazione, per la valutazione delle offerte dei bandi di gara, sono previsti specifici criteri per premiare soluzioni di rete che siano adeguatamente dimensionate e scalabili, con l'obiettivo di incentivare i partecipanti a fare le offerte in cui la componente tecnologica - inclusa la fibra di cui mi si chiede - sia di massima qualità e sicurezza e, specificamente, è previsto il rispetto della normativa in materia della sicurezza delle reti, a ulteriore tutela della qualità delle tecnologie e della tipologia di fibra che verrà proposta in gara. Le scelte tecnologiche specifiche verranno effettuate dagli operatori di mercato e continueranno, naturalmente, ad essere soggette ai requisiti di sicurezza, raccomandati dall'Agenzia nazionale per la cybersicurezza, nonché alle previsioni di sicurezza nazionale espresse dalla normativa golden power, che è stata oggetto di un recente rafforzamento da parte del Governo, anche con particolare riferimento al settore delle telecomunicazioni. I piani sono, dunque, pienamente coerenti con gli interessi nazionali e con le normative in materia di tutela della sicurezza e puntano a valorizzare le soluzioni di maggiore qualità tecnologica.

Quelli descritti sono i bandi che prevedono gli stanziamenti di maggiore rilevanza. A questi si aggiungono altri tre interventi. Il primo riguarda la progettazione, fornitura e posa in opera di cavi sottomarini - in fibra ottica anche questi - e la relativa manutenzione per le isole minori di Lazio, Puglia, Sicilia, Toscana e Sardegna (circa 45 milioni di euro). Gli altri due bandi riguardano due procedure di gara per connettere più di 12 mila strutture sanitarie e 10 mila sedi scolastiche in tutta Italia, e anche per questi bandi è prevista, ove necessario, la fornitura e la posa della rete di accesso in fibra, 600 milioni di euro. Da questa panoramica - concludo - si deduce che i bandi della strategia italiana per la banda ultralarga, per il loro impianto, non solo tutelano la fibra e la sua utilizzazione sicura, ma saranno un importante sostegno e di stimolo alla produzione di fibra di alta qualità - quale quella di cui Prysmian, giustamente, ambisce ad essere un principale fornitore -, che potranno beneficiare dei rilevanti investimenti previsti dal complesso di tutte queste iniziative previste, e non solo di quella citata.

PRESIDENTE. L'onorevole Acunzo ha facoltà di replicare.

NICOLA ACUNZO (MISTO-CD). Grazie, Presidente. Ministro, tengo a sottolineare che non si tratta di una questione meramente tecnica. È chiaro che le scelte incidono sempre sul lavoro e sulla pace sociale. È, però, una questione di principio e, forse, di metodo.

Io la ringrazio per la risposta, ma la pertinenza della domanda era su un quesito: potevamo anche noi in Italia utilizzare questo tipo di bando, come quello francese, per una tutela da questo punto di vista? È soltanto un caso estremo, o quantomeno l'esempio concreto, quello della FOS-Prysmian di Battipaglia perché è un caso esemplare che tra l'altro - e mi rivolgo anche alla Presidenza - io avevo già posto all'attenzione del Ministro Patuanelli nel 2020, senza purtroppo avere quantomeno una sorta di risposta. Parliamo di innovazione tecnologica, andiamo verso l'innovazione e la transizione digitale e immaginavo una sorta di passaggio di consegne. Io non riesco a immaginare transizione digitale e innovazione se non lavoriamo ad una transizione verso una stagione di pianificazione anche tra i Ministeri e tra i diversi Governi, per avere il testimone su cui magari già lavorare. Forse anche lei si sarebbe trovato nella situazione di potere coprire un vulnus, che noi avevamo in qualche modo già evidenziato nel Governo precedente ma che ovviamente non incide e non mette in cattiva luce il buon lavoro del suo Ministero.

(Iniziative per potenziare le misure di sostegno rivolte alle persone con disabilità grave, con particolare riferimento alle agevolazioni per le apparecchiature elettromedicali salvavita – n. 3-02854)

PRESIDENTE. La deputata Timbro ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02854 (Vedi l'allegato A).

MARIA FLAVIA TIMBRO (LEU). Grazie, Presidente. Signora Ministra, il conflitto ucraino ha fatto registrare un aumento esponenziale dei prezzi dell'energia, aumento che ha reso proibitivi per tutte le famiglie italiane i costi per le utenze di forniture elettrica e gas, in particolare tra le fasce più deboli. Povertà e disabilità sono spesso facce di una stessa medaglia ed ecco che, nell'ambito di molte di quelle famiglie, sono presenti persone affette da disabilità gravi, persone che necessitano quotidianamente del sostegno di apparecchiature elettromedicali salvavita, persone che oggi rischiano di subire un ulteriore processo di emarginazione sociale. Siamo, dunque, a richiederle se, alla luce di questa situazione, non intenda valutare l'incremento e la messa a regime delle risorse fino ad oggi stanziate a sostegno di persone con queste gravi disabilità che, oggi più che mai, hanno bisogno del nostro interesse e dell'interesse del Governo.

PRESIDENTE. La Ministra per le Disabilità, Erika Stefani, ha facoltà di rispondere.

ERIKA STEFANI, Ministra per le Disabilità. Grazie, Presidente e grazie, onorevole Timbro. In premessa, devo segnalare che la tematica delle agevolazioni sui prezzi dell'energia esula dalle mie competenze. Risponderò sulla base degli elementi che sono stati forniti anche dalle amministrazioni competenti. Il bonus sociale elettrico per disagio fisico è una misura volta a ridurre la spesa sostenuta per la fornitura di energia elettrica dai nuclei familiari in cui è presente un componente che si trovi in condizioni di disagio fisico. È stato introdotto dal decreto del Ministero della Salute del 13 gennaio 2011 e successivamente attuato con vari provvedimenti di regolazione della Autorità. Possono ottenere, quindi, i bonus i clienti domestici affetti da grave malattie e i clienti domestici con fornitura elettrica presso i quali vive un soggetto affetto da grave malattia che richieda l'utilizzo di apparecchiature elettromedicali per il mantenimento della vita. Il valore del bonus elettrico per disagio è determinato dalle autorità in base ai criteri previsti dalla normativa. Le apparecchiature elettromedicali salvavita che danno diritto al bonus sono state individuate nel citato decreto del Ministero della Salute. Il bonus sociale per disagio fisico è, quindi, cumulabile con il bonus per disagio economico, legato a determinati valori ISEE. Con il decreto-legge n. 130 del 2021 il Governo ha perfezionato alcune manovre che tendono ad alleviare le difficoltà delle fasce più fragili della popolazione. Si spiega così l'aumento del bonus energia, che si profila come una rivisitazione del bonus sociale per disagio economico. Il bonus viene erogato in favore di precise fasce di popolazione, tra cui gli utilizzatori di apparecchiature elettromedicali. L'importo del bonus può variare, a seconda dell'ampiezza del nucleo familiare, ed è aumentato per cittadini con disabilità che necessitino di trattamenti con macchinari elettromedicali. Anche la legge di bilancio 2022 ha previsto il rafforzamento del bonus sociale elettrico e gas, al fine di minimizzare gli incrementi della spesa per la fornitura prevista per il primo trimestre 2022 per i clienti domestici svantaggiati. Proprio in considerazione degli eventi che hanno determinato un fortissimo incremento delle bollette, il decreto-legge 1° marzo 2022, n. 17, ha previsto tra le misure principali il riconoscimento, per il secondo trimestre dell'anno 2022, del bonus sociale elettrico e gas. Inoltre, in fase di conversione del decreto-legge n. 4 del 2022, è stato istituito un fondo, con una dotazione di 500.000 euro per l'anno 2022, volto a fornire un ulteriore contributo alle famiglie e alle persone che utilizzino presso la propria abitazione apparecchiature mediche necessarie per il mantenimento in vita. Infine, con il decreto n. 21 del 2022, contenente misure urgenti per contrastare gli effetti economici e umanitari della crisi ucraina, il valore ISEE al di sotto del quale è riconosciuto il bonus sociale elettricità e gas è aumentato a 12 mila euro.

Quindi, già molte sono le iniziative che sono state attivate, come abbiamo illustrato. Tuttavia, nella consapevolezza della situazione complessa che il Paese sta vivendo, come Governo stiamo costantemente monitorando la situazione e valutando eventuali misure. Non mancherà da parte mia la dovuta attenzione alle difficoltà che dovessero incontrare le famiglie al cui interno vi sono persone con disabilità.

PRESIDENTE. La deputata Timbro ha facoltà di replicare.

MARIA FLAVIA TIMBRO (LEU). Grazie, Presidente. Io la ringrazio, signora Ministra, per la sua risposta e la ringrazio anche per il tempo che il suo Dicastero ha dedicato e dedicherà, non solo al tema posto, ma alla tematica della disabilità in generale. Lo ha detto lei stessa, sono tantissimi gli interventi che sono stati fin qui fatti dal Governo, ma è chiaro che non sono sufficienti e anche in questa direzione, sebbene non di sua espressa e diretta competenza, andava la nostra interrogazione, quella di comprendere in che modo si possa calare il tema della disabilità in un clima, in una situazione così grave di emergenza, anche economica. Non possiamo, infatti, nasconderci che i rincari del costo di gas ed energia e dei principali beni di consumo rappresentino un'ulteriore ragione di emarginazione sociale, consolidando quasi una cultura dello scarto sociale che si pone in assoluta antitesi con i principi di inclusione, di pari opportunità e di uguaglianza su cui si fonda il nostro Paese.

Lo abbiamo detto, sono stati messi a disposizione certamente ingenti fondi che, tuttavia, non sono sufficienti, anche perché, a fronte dell'esponenzialità soprattutto dei rincari dei costi energetici, il bonus che viene riconosciuto ad ogni famiglia - ammesso che, poi, venga riconosciuto, perché va fatta la richiesta, vanno effettuati dei controlli sui requisiti - sulla scorta di questo contributo è irrisorio, è infinitesimale, è impalpabile. Non dobbiamo, quindi, commettere l'errore di considerare questo un problema emergenziale, occasionale, straordinario. Dobbiamo necessariamente ragionare e trovare soluzioni affinché nessuno, neanche un solo cittadino, sia costretto, perché non può permetterselo, a dover scegliere se mangiare o curarsi, se scaldarsi o, piuttosto, alzarsi dal letto perché deve utilizzare la carrozzina elettrica.

Io credo che in questa direzione debbano andare gli interventi di cui lei ci ha parlato, ma che debbano essere immaginate alcune misure di ulteriore rafforzamento dell'inclusione sociale, proprio perché queste famiglie ne hanno bisogno per non soffrire, oltre che della loro patologia, anche di un'indifferenza istituzionale, che credo sarebbe eccessiva.

(Chiarimenti in ordine alle criticità emerse in sede di applicazione della disciplina relativa all'assegno unico e universale con riferimento alla situazione dei nuclei familiari con persone disabili – n. 3-02855)

PRESIDENTE. La deputata D'Arrando ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02855 (Vedi l'allegato A).

CELESTE D'ARRANDO (M5S). Grazie, Presidente, e grazie, Ministra. Con il decreto legislativo 21 dicembre 2021, n. 230, abbiamo attuato l'assegno unico e universale, che sostituisce, in parte, le detrazioni fiscali per carichi di famiglia e l'assegno per il nucleo familiare.

L'assegno è assicurato a tutti fino a 21 anni di età, dal settimo mese di gravidanza e, per quanto riguarda figli a carico con disabilità, non vi sono limiti di età. Inoltre, dall'applicazione emerge, purtroppo, che questo nuovo sistema di assegno unico e universale sta rischiando di penalizzare maggiormente i nuclei familiari sia con figli a carico sia con persone con disabilità diverse dai figli, che riceveranno un importo con l'assegno unico inferiore rispetto a quanto percepivano con l'assegno per il nucleo familiare.

Con questo atto di sindacato ispettivo vogliamo chiederle, Ministro, se intende intervenire per fare chiarezza affinché gli elementi di debolezza della riforma emersi in fase di applicazione non penalizzino, di fatto, un gran numero di nuclei familiari con persone con disabilità, che, quindi, rischiano di vedersi diminuire l'importo.

PRESIDENTE. La Ministra per le Disabilità, senatrice Erika Stefani, ha facoltà di rispondere.

ERIKA STEFANI, Ministra per le Disabilità. Grazie, Presidente. Onorevole D'Arrando, in merito all'assegno unico e universale, prima di entrare nel merito dei benefici previsti, occorre svolgere alcune precisazioni, sulla base degli elementi che sono stati forniti dai colleghi dei Ministeri per le Pari opportunità e la famiglia, del Lavoro e dell'Economia e delle finanze, che è il titolare della riforma.

Il decreto legislativo che, come lei anche ha ricordato, ha istituito l'assegno unico può considerarsi anche un primo passo verso la piena attuazione della legge delega ed è in direzione di un completo riassetto anche del sistema di sostegno alla famiglia. Infatti, vi è stato un cambio di prospettiva nell'erogazione dei benefici a favore della famiglia, prendendo come riferimento l'ISEE familiare e non la situazione reddituale.

Come è noto, l'ISEE, nel determinare la situazione economica familiare, tiene conto anche del patrimonio e del cumulo dei redditi. Questo nuovo strumento economico di sostegno è di natura assistenziale e non più previdenziale e ha un carattere di universalità, come aveva anche ricordato, in quanto viene garantito in misura minima a tutte le famiglie - quasi 7 milioni di famiglie italiane - e mette ordine in un campo fino ad oggi affidato a una molteplicità di istituti regolati da diversi funzionamenti. Il modello di micro simulazione del Dipartimento delle finanze ha riferito che, in effetti, in alcuni casi, vi sia una perdita registrata negli esercizi di simulazione. Pare, negli esercizi di simulazione, che questo sia imputabile anche alla presenza di prestazioni temporanee, tipo l'assegno di maternità, che esauriscono nell'arco di pochi anni la loro portata, mentre l'assegno unico è una misura strutturale. Va evidenziato, inoltre, che il decreto entra in vigore contemporaneamente a un importante intervento di riforma dell'Irpef che redistribuisce risorse anche alla platea di soggetti a basso reddito. In considerazione di ciò, è stato introdotto l'articolo 5, all'interno del decreto legislativo, che garantisce una maggiorazione perequativa per i nuclei con ISEE inferiore a 25 mila euro, proprio per salvaguardare i nuclei familiari che potrebbero avere pregiudizi con il nuovo meccanismo dell'ISEE e, quindi, non è rivolto esclusivamente ai nuclei con persone con disabilità.

Per le famiglie, in particolare, nelle quali ci sono persone con disabilità, preme sottolineare che è stato fatto il massimo consentito dalla delega legislativa, anche per la sensibilità dei colleghi Ministri, che si sono dimostrati attenti. Le differenze degli importi base sono variabili e le maggiorazioni per le persone con disabilità sono fisse e costanti: parliamo di 105 euro in caso di non autosufficienza, di 95 euro per disabilità grave e di 85 euro per quelle medie. Anche l'importo per i figli maggiori di 21 anni, che spetta solo ai figli con disabilità, è stato portato al massimo possibile consentito dalla delega, cioè a 85 euro. Ad ogni modo, l'articolo 9 del decreto legislativo istituisce l'Osservatorio nazionale per l'assegno unico e universale, nel quale siede anche un rappresentante nominato dall'Osservatorio per le persone con disabilità. Qui è stata prevista una fase di monitoraggio in prima applicazione della misura proprio per valutare tutti gli effetti e, nel caso in cui venissero riscontrati anche effetti negativi, la rassicuro che interverremo prontamente.

PRESIDENTE. L'onorevole D'Arrando ha facoltà di replicare.

CELESTE D'ARRANDO (M5S). Ringrazio la Ministra, mi ritengo parzialmente soddisfatta, perché capisco assolutamente quanto lei ha detto nella sua risposta. Anche l'Ufficio parlamentare di bilancio, in occasione delle audizioni proprio durante l'esame del decreto legislativo, aveva segnalato la possibilità di alcune distorsioni in fase applicativa ed è anche vero che esiste la possibilità che dovrà essere istituito questo Osservatorio per la fase di monitoraggio.

Quello che ci sentiamo di chiedere come MoVimento 5 Stelle, anche alla luce delle differenti segnalazioni che ci arrivano sul territorio, è di prestare maggiormente attenzione proprio a quei nuclei familiari che hanno persone con disabilità. Sappiamo la sensibilità della Ministra, ma sottolineiamo che, proprio quando si ha un figlio con disabilità, con esigenze, bisogni economici e ausili, aventi spesso costi non sempre accessibili, diventa molto più difficile gestire l'economia della famiglia, soprattutto dare supporto ai propri figli, ai propri familiari con disabilità. Auspico, quindi, una sempre maggiore attenzione su questo aspetto e si riesca, nella fase di monitoraggio, a porre rimedio alle distorsioni attualmente emerse dalle segnalazioni che ci sono state fatte (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

(Iniziative per garantire la piena accessibilità ai prodotti e ai servizi di cui alla direttiva (UE) 2019/882, al fine di favorire l'inclusione sociale delle persone con disabilità – n. 3-02856)

PRESIDENTE. Il collega Paolin ha facoltà di illustrare l'interrogazione Panizzut ed altri n. 3-02586 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

GIUSEPPE PAOLIN (LEGA). Grazie, Presidente. Ministro Stefani, la nostra interrogazione parte dalla premessa che prodotti e servizi di frequente utilizzo, anche quelli offerti dalla pubblica amministrazione, dovrebbero essere accessibili a tutti, incluse, naturalmente, le persone con disabilità. A questo scopo, la, cosiddetto European Accessibility Act, ha stabilito i requisiti che questi prodotti e servizi devono possedere per poter essere definiti accessibili. È interessata dalla direttiva una lunga serie di strumenti, tra cui computer, smartphone, tablet, ma anche servizi di comunicazione elettronica, servizi bancari per i consumatori, applicazioni funzionali al trasporto di passeggeri e altri. Il Consiglio dei Ministri ha approvato lo schema del decreto legislativo attuativo della direttiva europea attualmente all'esame delle competenti Commissioni parlamentari. Le chiediamo, pertanto, Ministro Stefani se può fornirci maggiori dettagli in merito alla strategia intrapresa dal Governo al fine di dare concreta attuazione a questa direttiva.

PRESIDENTE. La Ministra per le Disabilità, Erika Stefani, ha facoltà di rispondere.

ERIKA STEFANI, Ministra per le Disabilità. Grazie, Presidente. Ringrazio gli onorevoli interroganti per il quesito posto, perché mi consente proprio di illustrare i contenuti di un provvedimento che è stato anche fortemente sentito e voluto da questo Governo, in considerazione dell'importanza degli obiettivi a cui lo stesso provvedimento ambisce, ovvero rendere la società più inclusiva. Il provvedimento recepisce la direttiva (UE) 2019/882 del Parlamento europeo e del Consiglio sui requisiti di accessibilità dei prodotti e dei servizi e questo con particolare riguardo alle persone con disabilità. La direttiva prende quale termine di recepimento per gli Stati membri il 28 giugno 2022 e il nostro Paese può ritenersi veramente orgoglioso di essere tra i primi ad averla recepita.

Lo scopo della direttiva è quello di contribuire all'armonizzazione a livello comunitario delle disposizioni legislative in materia di requisiti di accessibilità per determinati prodotti e servizi; per esempio, servizi di comunicazione elettronica, del trasporto passeggeri, del commercio elettronico o dell'accesso ai contenuti audiovisivi. In tema di accessibilità dei servizi informatici e telematici della pubblica amministrazione, già la legge n. 4 del 2004, la cosiddetta legge Stanca, aveva segnato un passo; di recente la normativa era stata estesa anche a grandi aziende private, quelle con fatturato superiore ai 500 milioni di euro, penso alle banche o alle assicurazioni. Dunque, per proseguire il percorso intrapreso per un'effettiva accessibilità delle persone con disabilità abbiamo ritenuto necessario intervenire recependo appieno quanto previsto nella nuova direttiva. L'intervento normativo contempla i requisiti di accessibilità che devono avere i prodotti e i servizi immessi nel mercato ed è rivolto agli operatori economici, quali produttori e fornitori di servizi, ma anche distributori e importatori. In questo modo, si prevede un aumento della disponibilità di prodotti e servizi accessibili nel mercato interno ed un miglioramento dell'accessibilità delle pertinenti informazioni. Inoltre, il ravvicinamento delle disposizioni normative in vigore negli Stati membri incentiverà anche le iniziative imprenditoriali in materia di accessibilità, ampliando i mercati di destinazione dei prodotti accessibili, creando anche delle economie di scala.

Al Ministero dello Sviluppo economico spetterà la sorveglianza del mercato dei prodotti, mentre l'attività di vigilanza è stata affidata all'Agenzia per l'Italia digitale, cosiddetta AgID. Le disposizioni avranno effetto a decorrere dal 29 giugno 2025; per consentire anche ai piccoli operatori economici di adeguarsi, fino al 28 giugno 2030 i fornitori di servizi potranno continuare a prestare i loro servizi utilizzando i prodotti che utilizzavano in modo legittimo prima di tale data per fornire quindi servizi analoghi.

Consentitemi, anche di esprimere la mia soddisfazione per l'approvazione di questo provvedimento, che veramente pone al centro la persona con le sue esigenze e i suoi desiderata e promuove una società che potrà essere in futuro finalmente inclusiva.

PRESIDENTE. L'onorevole Paolin ha facoltà di replicare.

GIUSEPPE PAOLIN (LEGA). Grazie, Presidente. La ringrazio, Ministro, per la sua risposta esauriente e completa di tutti i dettagli sulla strategia che il Governo sta seguendo nel dare attuazione a questa importante direttiva. È una risposta che conferma, una volta di più, il suo impegno per l'inclusione delle persone con disabilità e arricchisce l'elenco delle cose fatte in appena un anno dal suo insediamento; un elenco di azioni e riforme concrete, molte delle quali erano attese da tanti anni dal mondo della disabilità e dalle associazioni che lo rappresentano, penso al riconoscimento della LIS e della LIS tattile, penso alla Carta europea della disabilità, alle iniziative sul turismo accessibile, al Fondo per l'inclusione delle persone con disabilità, penso anche alla legge delega sulla disabilità che ha segnato un momento fondamentale per avvicinare il nostro Paese al rispetto dei principi della Convenzione ONU.

È chiaro che la maggior parte di questi provvedimenti non avrebbe visto la luce senza un Ministero dedicato specificatamente alla disabilità; è un dato di fatto ed è per questo che il gruppo Lega ha insistito fortemente per il suo ripristino, per dare centralità alle politiche in materia di disabilità che spesso venivano trattate in maniera occasionale, sporadica e senza la visione unitaria che meritano.

Mi consenta, quindi, di esprimere, a nome dei parlamentari del mio gruppo, ma credo anche di rappresentare il sentimento di molti altri colleghi, il nostro apprezzamento per le molte iniziative adottate e per la sua presenza costante che sta diventando un punto di riferimento (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

(Chiarimenti e iniziative in ordine all'attuazione degli interventi previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza in materia di istruzione, con particolare riferimento al sistema di orientamento per gli studenti – n. 3-02857)

PRESIDENTE. La collega Prestipino ha facoltà di illustrare l'interrogazione Di Giorgi ed altri n. 3-02857 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.

PATRIZIA PRESTIPINO (PD). Grazie, Presidente. Ministro, l'obiettivo degli interventi previsti dal PNRR è sicuramente quello di dare ai giovani gli strumenti necessari per una partecipazione attiva alla vita sociale, economica e culturale del Paese, consentendo a capaci e meritevoli di raggiungere i gradi più alti degli studi e facilitandone l'ingresso nel mondo del lavoro. La maggior parte delle risorse destinate all'istruzione, si sa, finanzia investimenti e anche riforme presenti nella Missione 4. In particolar modo, tra le sei riforme da adottare entro il 2022 che contribuiranno a mettere il sistema scolastico al centro della crescita del Paese c'è il sistema di orientamento. Da quanto anticipato, sappiamo che questa riforma introdurrà moduli di non meno di 30 ore per le studentesse e gli studenti del quarto e quinto anno della scuola secondaria di secondo grado e verrà anche realizzata una piattaforma digitale di orientamento.

Ecco, in base a questo, chiediamo pertanto quali siano i princìpi guida che si intende seguire nella condivisione e attuazione della riforma del PNRR in oggetto e, in particolare, quali metodologie, obiettivi, nonché risorse aggiuntive si intendano attivare, al fine di introdurre il sistema di orientamento a partire dagli studenti delle scuole secondarie di primo grado.

PRESIDENTE. Il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, l'onorevole D'Inca', ha facoltà di rispondere.

FEDERICO D'INCA', Ministro per i Rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, colleghi deputati, rispondo agli onorevoli interroganti sulla base degli elementi forniti dal Ministro dell'Istruzione, impossibilitato a partecipare alla seduta odierna. L'interrogazione presentata consente di tornare su un tema molto rilevante; progettare e realizzare percorsi di orientamento efficaci sul piano sia formativo che professionale costituisce, oggi, ancora più che in passato un'azione necessaria a consentire alle nuove generazioni valutazioni consapevoli nelle scelte per il loro futuro. Per questa ragione l'orientamento rappresenta un processo formativo continuo, un'educazione alla scelta che accompagna la persona lungo tutto il corso della sua vita.

Alla luce di queste considerazioni, la riforma dell'orientamento riveste un ruolo strategico nelle riforme previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza; quest'ultimo mira, infatti, a potenziare la qualità del sistema educativo attraverso l'innalzamento degli indicatori di successo e la riduzione dei divari territoriali di genere, anche nella prospettiva di innalzare il tasso di occupazione giovanile. Un obiettivo prioritario e imprescindibile del Piano è quello di contrastare il fenomeno dell'abbandono scolastico che, secondo una recente indagine, raggiunge il 3,8 per cento nelle scuole secondarie di primo grado. Il contrasto alla dispersione scolastica pone rimedio conseguentemente al fenomeno dei cosiddetti NEET, Not in Education, Employment or Training, ovvero dei giovani che non studiano, non lavorano e non sono inseriti in un percorso di formazione.

La riforma del PNRR prevede l'introduzione di moduli di orientamento di almeno 30 ore annue rivolti alle classi quarte e quinte della scuola secondaria di secondo grado. Non di meno, l'aspetto maggiormente qualificante dell'intervento riformatore che il Ministero dell'Istruzione sta elaborando nell'attuazione del PNRR è una rilevante estensione di questi moduli di orientamento anche alla scuola secondaria di primo grado. È alla conclusione del primo ciclo di istruzione che le ragazze e i ragazzi sono chiamati a una scelta complessa che avrà ricadute su tutto il corso della loro vita. L'idea di fondo è di spiegare le filiere della formazione che attraversano e connettono le scuole secondarie di secondo grado e l'istruzione terziaria; a titolo esemplificativo la riforma e il potenziamento degli istituti tecnici superiori richiede che i nostri ragazzi conoscano questo sbocco formativo terziario e, se interessati ad esso, scelgano un percorso secondario di secondo grado il più attinente ed appropriato. Questo salto di paradigma potrà anche beneficiare degli ingenti investimenti che l'Unione europea ha approvato per la Missione 4 del PNRR; nell'ambito di tale linea di investimento anche le scuole del primo ciclo potranno realizzare azioni di orientamento, al fine di consentire l'introduzione di moduli di orientamento curriculari ed extracurriculari relativi, in particolare, alle discipline delle carriere scientifiche, tecnologiche e multi linguistiche. Tali moduli dovranno essere gestiti con l'utilizzo di metodologie didattiche orientative innovative, in grado di far emergere e valorizzare i talenti personali delle studentesse e degli studenti, grazie a laboratori esperienziali, di coprogettazione, di educazione all'imprenditorialità, di produzione scientifica e creativa, di esperienze di lavoro simulato e immersivo, con l'utilizzo di tecnologie digitali di mobilità e scambio a livello nazionale ed europeo. Si ricorda, tuttavia, che l'86 per cento delle scuole già realizza attività di orientamento finalizzate principalmente all'attivazione dei percorsi per la comprensione di sé e delle proprie inclinazioni, nonché la presentazione di alunni dei diversi indirizzi di scuola secondaria di secondo grado. La riforma, e concludo, Presidente, sarà attuata entro dicembre 2022 mediante specifiche linee guida e l'attuazione di tali misure sarà sostenuta dalla realizzazione di una piattaforma digitale dedicata alla formazione specifica dei docenti sulle metodologie innovative per l'orientamento.

PRESIDENTE. La deputata Di Giorgi ha facoltà di replicare.

ROSA MARIA DI GIORGI (PD). Grazie, Presidente. Grazie, Ministro. Sono soddisfatta di questa risposta perché mi sembra che vada incontro alle esigenze alla base di questo nostro question time, perché in Italia la situazione è ancora molto pesante rispetto a quel fronte di cui parliamo. L'orientamento quindi è necessario, perché troppi ragazzi ancora abbandonano le nostre scuole. Abbiamo una percentuale del 13,1 per cento, sicuramente migliorata rispetto al passato, ma ancora fortemente deficitaria. Siamo i quarti peggiori d'Europa ancora rispetto a Malta, Spagna e Romania. Noi abbiamo un obiettivo, quello di arrivare al 9 per cento di abbandono scolastico nel 2030; c'è oltretutto uno scarto tra il Nord e il Sud, e quindi nei corsi che penserete e che metterete in campo c'è bisogno di dare molta attenzione al Sud.

Abbiamo la Sicilia con il 19 per cento dell'abbandono scolastico e abbiamo ancora il Sud tra il 16 e il 17; ovviamente, in Lombardia il quadro è migliore. C'è oltretutto anche una dispersione scolastica implicita, per cui ci sono ragazzi che non abbandonano, ma si diplomano e, nello stesso tempo, però non hanno le competenze adatte e, per quanto riguarda il loro futuro, tutto questo sicuramente non è positivo. Vogliamo che questo orientamento parta il prima possibile perché è la scuola il luogo dove si capisce che cosa vogliamo fare della nostra vita e ai nostri ragazzi va offerta questa opportunità. Benissimo che nel PNRR ci sia il tema dell'orientamento pensato in modo così serio. Rispetto alle osservazioni che lei faceva, credo che si possa fare davvero un ottimo lavoro. Quindi la ringrazio e mi ritengo soddisfatta di questa risposta.

(Iniziative in relazione al rientro in servizio del personale scolastico non vaccinato contro il COVID-19 – n. 3-02858)

PRESIDENTE. La collega Baldini ha facoltà di illustrare l'interrogazione Toccafondi ed altri n. 3-02858 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.

MARIA TERESA BALDINI (IV). Grazie, Presidente. Si interroga il Ministro per chiarire la scelta fatta verso il personale della scuola non vaccinato, dirigenti scolastici e personale non docente, di essere riammesso in servizio per lo svolgimento di tutte le attività ordinarie, ma essere impossibilitato a svolgere attività didattica a contatto con gli alunni. La scelta appare contraddittoria, andare in una scuola non vaccinato e non poter insegnare, ma soprattutto è importante perché non tutela le altre persone, soprattutto i bambini, e non è rispettoso verso coloro che hanno fatto il ciclo vaccinale. Abbiamo l'esempio di altre categorie, medici, infermieri, Forze dell'ordine, dove l'obbligo è stato rispettato.

Chiediamo al Ministro di poter rivedere questa scelta alla luce di queste evidenti criticità, mancanza di protezione della salute di tutti, maggiori costi per lo Stato, e poi il problema si presenterà ad ottobre, quando ricomincerà la scuola, e quindi prendere una decisione al termine proprio dell'anno scolastico è una decisione da fare con molta attenzione.

PRESIDENTE. Il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico D'Inca', ha facoltà di rispondere.

FEDERICO D'INCA', Ministro per i Rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, colleghi deputati, rispondo agli onorevoli interroganti sulla base degli elementi forniti dal Ministro dell'Istruzione, impossibilitato a partecipare alla seduta odierna. Il decreto-legge n. 172 del 2021, convertito con modificazioni dalla legge n. 3 del 2021, ha esteso a partire dal 15 dicembre 2021 l'obbligo di vaccinazione contro il COVID-19 anche al personale scolastico e ha disposto che l'inadempimento dell'obbligo vaccinale avrebbe comportato fino al 15 giugno 2022 per il personale interessato la sospensione dell'attività lavorativa e la mancata corresponsione della retribuzione e di altro compenso o emolumento comunque denominati. Lo scopo principale della misura era quella di incentivare il più possibile la campagna vaccinale in corso, anche a costo di una conseguenza molto pesante per il personale che avesse scelto di non vaccinarsi.

Con il miglioramento del quadro epidemiologico, testimoniato dall'uscita dallo stato di emergenza, il Governo ha valutato l'opportunità di rivedere le misure di contenimento e, soprattutto, le loro molteplici conseguenze. Con il decreto-legge 24 marzo 2022, n. 24, il Consiglio dei Ministri ha unanimemente deciso di mantenere fino al 15 giugno 2022 l'obbligo vaccinale. Nello stesso tempo, però, ha ritenuto di eliminare la sospensione dal servizio per coloro che non ottemperano all'obbligo, superando la severa implicazione di non riconoscere neppure il cosiddetto assegno alimentare. Peraltro, sottrarsi all'obbligo vaccinale per gli insegnanti ha una peculiare conseguenza: la vaccinazione costituisce un requisito essenziale per lo svolgimento delle attività didattiche a contatto con gli alunni. Di qui l'utilizzazione del docente non vaccinato in attività di supporto alle istituzioni scolastiche, quali, a titolo esemplificativo, le attività, anche a carattere collegiale, di programmazione, progettazione, ricerca, valutazione, documentazione, aggiornamento e formazione, e la conseguente sostituzione per l'attività didattica con supplenti. La motivazione di tale disposizione risiede nella speciale rilevanza che la figura del docente ricopre all'interno della comunità educante. La disposizione coniuga, infatti, due esigenze: quella di attenuare le conseguenze di inadempimento all'obbligo vaccinale senza deflettere, però, rispetto al principio di responsabilità dei docenti dinanzi agli alunni. Come correttamente osservato dall'interrogante, la violazione di un obbligo non può restare priva di conseguenze. Si tratta, dunque, di un messaggio forte e coerente, che si è voluto dare ai nostri giovani. Gli insegnanti inadempienti disattendono il patto sociale ed educativo su cui si fondano le comunità nelle quali sono inseriti. Il puro e semplice rientro in classe avrebbe comportato un segnale altamente diseducativo; per questo si è dovuto trovare un ragionevole equilibrio tra il diritto dei docenti non vaccinati di sostenersi e il loro dovere di non smettere mai di fornire il corretto esempio.

Tale decisione risponde peraltro anche all'esigenza di garantire il diritto alla salute agli alunni e alle alunne delle classi non vaccinati e ai fragili e agli stessi docenti non vaccinati, nonché di meglio preservare la continuità didattica. In ultimo, relativamente alla copertura finanziaria delle sostituzioni dei docenti non vaccinati, quantificati in circa 3.800 unità, in questa prima fase abbiamo dovuto utilizzare quota parte del Fondo per la valorizzazione dei docenti e vi è l'impegno dell'Esecutivo per integrare le risorse di tale Fondo.

PRESIDENTE. Il collega Toccafondi ha facoltà di replicare.

GABRIELE TOCCAFONDI (IV). Grazie, Presidente. Ringrazio il Ministro D'Inca' e saluto il Ministro Bianchi, augurando una pronta guarigione. Il “decreto Riaperture”, all'articolo 8, nella parte su scuola e docenti no-vax, è paradossale e diseducativo, Ministro. Nel 2021 il Ministero, come lei ha ricordato, decise di sospendere immediatamente il personale scolastico non vaccinato; adesso lo stesso Ministero conferma l'obbligo vaccinale, conferma la necessità di vaccinarsi, ma reintegra il personale no-vax anche nello stipendio, facendolo tornare a scuola, ma non in classe. La relazione tecnica della Ragioneria in merito all'articolo 8 ci dice che sono 3.812 i docenti sospesi, e ci dice anche che, per sostenere l'impegno economico di pagare i supplenti che faranno lezioni in classe, dal 1° aprile al 15 giugno occorrono quasi 30 milioni di euro. Dicevamo paradossale e diseducativo. Paradossale perché paghiamo quasi 4 mila docenti per non fare i docenti, perché, non essendo vaccinati, non possono stare a contatto con bambini e ragazzi, non è opportuno per la salute, loro e degli alunni. A fronte di questo, paghiamo supplenti per prendere il loro posto e, in ultimo, per trovare le risorse, utilizziamo i fondi per l'aumento stipendiale agli insegnanti. È diseducativo perché, mentre la grandissima maggioranza dei docenti ha protetto se stessa, i colleghi e soprattutto i bambini e i ragazzi con il vaccino, mentre tantissimi, la stragrande maggioranza dei docenti ha fatto insieme a loro, ai ragazzi, un percorso realmente educativo in un momento difficilissimo per i giovani, mentre tantissimi hanno risposto alla richiesta di vaccinarsi perché il vaccino è l'unica arma per uscire dalla pandemia, una piccola minoranza ha detto sempre e solo “no”. Adesso il Ministero fa rientrare questa minoranza di docenti no-vax, come se niente fosse. Quale messaggio educativo mandiamo ai docenti che, da mesi e vaccinati, lavorano tutti i giorni? E quale messaggio educativo mandiamo ai nostri ragazzi, dopo due anni di privazioni, di sofferenze e quasi 160 mila decessi?

Noi, signor Ministro, proveremo a modificare questo articolo, perché a scuola si fa educazione, non altro; perché un decreto che si occupa di istruzione non può essere né paradossale né tanto meno diseducativo (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

(Iniziative per fronteggiare la crisi del settore delle costruzioni determinata dal rialzo dei prezzi – n. 3-02859)

PRESIDENTE. La deputata Erica Mazzetti ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02859 (Vedi l'allegato A).

ERICA MAZZETTI (FI). Grazie, Presidente, grazie signor Ministro. Il decreto-legge n. 17 del 2022 ha introdotto la disciplina compensativa. Dunque, vi è stata attenzione da parte del Governo, ma si è rilevata insufficiente, confusa e lenta, oltre che con prezzari già non più attuali. È necessario trovare un sistema per mettere al sicuro le opere in essere, ristabilendo l'equilibrio contrattuale e introducendo, sia per i lavori pubblici che per i lavori privati, un riconoscimento come causa di forza maggiore per sollevare l'appaltatore da responsabilità di decadenza o da penali connesse ai ritardi e individuare le condizioni per i nuovi appalti da assegnare, soprattutto in previsione del PNRR.

Ministro, il caro materiale sta facendo morire i cantieri in essere e potrebbe mettere a repentaglio il PNRR. Noi questo non lo vogliamo, come siamo certi che nemmeno il Governo Draghi lo voglia. Pertanto, le chiediamo che tipo di iniziative intenda intraprendere immediatamente per porre rimedio a questo dannoso problema (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico D'Inca', ha facoltà di rispondere.

FEDERICO D'INCA', Ministro per i Rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, colleghi deputati, rispondo agli onorevoli interroganti sulla base degli elementi forniti dal Ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, impossibilitato a partecipare alla seduta odierna.

Con l'articolo 1-septies del decreto-legge n. 73 del 2021 si è disposto in via eccezionale l'obbligo per le stazioni appaltanti di riconoscere alle imprese aggiudicatrici i maggiori costi derivanti dall'incremento dei materiali da costruzione impiegati nella lavorazione nel primo semestre 2021, come individuati da apposito decreto ministeriale. A tale fine, le stazioni appaltanti sono state autorizzate a utilizzare, nei limiti del 50 per cento, le risorse appositamente accantonate per imprevisti nel quadro economico di ogni intervento, nonché le eventuali ulteriori somme a disposizione della stazione appaltante per lo stesso intervento e stanziate annualmente, le somme derivanti dai ribassi d'asta e quelle ancora disponibili e relative ad interventi ultimati. Per le medesime finalità, le stazioni appaltanti possono anche accedere ad un Fondo istituito presso il Ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, con una dotazione iniziale di 100 milioni di euro e incrementato di ulteriori 100 milioni di euro dall'ultima legge di bilancio, per la compensazione dei maggiori costi per le lavorazioni effettuate nel secondo semestre del 2021.

Per gli aumenti rilevati nel primo semestre del 2021, con un valore medio del 19 per cento, sono pervenute al Ministero richieste di erogazione dei fondi da parte di 398 stazioni appaltanti, per un totale di 52,5 milioni di euro. È in corso il pagamento del 50 per cento dell'importo richiesto dalle stazioni appaltanti e si prevede di effettuare il relativo saldo entro la metà del mese di aprile. Quanto al secondo semestre 2021, il nuovo decreto ministeriale di rilevazione delle variazioni dei prezzi verrà pubblicato entro il previsto termine del 31 marzo 2022 ed è stata attivata una nuova procedura informatica che permetterà di ridurre i tempi dell'istruttoria. I dati disponibili evidenziano una variazione percentuale media dei materiali, oggetto di rilevazione, del 36 per cento. Con il decreto-legge n. 17 del 2022 il meccanismo compensativo è stato esteso al primo semestre del 2022 ed è stato previsto un contestuale incremento della dotazione del Fondo di 150 milioni di euro. A detto importo si aggiungono gli ulteriori 120 milioni di euro stanziati con il decreto-legge n. 21 del 2022.

Quanto ai nuovi appalti, il decreto-legge n. 4 del 2022 ha previsto l'obbligo di inserimento nei bandi di gara delle clausole di revisione prezzi e un meccanismo compensativo di maggior favore per le imprese, fondato su una nuova metodologia di calcolo delle variazioni e di aggregazione delle informazioni. In particolare, è stato ridotta dal 10 al 5 per cento la variazione percentuale annuale dei costi dei materiali a carico delle imprese ed è stata aumentata dal 50 all'80 per cento la copertura dei costi aggiuntivi a carico della stazione appaltante. Per garantire la realizzazione delle opere del PNRR e del PNC sono stati stanziati complessivi 280 milioni di euro, quali risorse aggiuntive per il riconoscimento da parte delle stazioni appaltanti dei maggiori costi.

Termino, Presidente. Da ultimo, il disegno di legge delega sui contratti pubblici, attualmente all'esame di questo ramo del Parlamento, dopo il passaggio al Senato, prevede l'introduzione di un regime obbligatorio di revisione dei prezzi al verificarsi di condizioni di natura oggettiva e non prevedibili al momento della formulazione dell'offerta.

PRESIDENTE. La deputata Mazzetti ha facoltà di replicare.

ERICA MAZZETTI (FI). Grazie, Presidente. Signor Ministro, quanto da lei espresso è tutto vero. Il problema è che non è sufficiente assolutamente, anche perché nel 2021, quando è stato fatto questo provvedimento, la pandemia era ancora in corso, certo, però non c'era ancora una guerra alle porte e, soprattutto, il costo del materiale non era a questo livello, come non era a questo livello il costo dell'energia, perché nel settore delle costruzioni serve anche l'energia. Per cui, i prezzi sono cambiati e non è più sufficiente assolutamente: sono inadeguati rispetto a quelli che sono gli aumenti.

Per quanto riguarda poi l'ultimo decreto-legge n. 17 del 2022 - che anch'io prima ho rammentato e che lei ha ricordato di nuovo - non è nemmeno questo sufficiente. Intanto, scade a giugno 2022, cioè fra due mesi, e ancora da parte delle imprese non è stato visto un soldo. Le imprese hanno bisogno di liquidità immediata, non possono aspettare la legge delega e il codice degli appalti, che adesso abbiamo in Commissione, perché è troppo tardi. Forse non si è compreso bene che nella vita reale delle imprese, ma anche delle amministrazioni comunali e regionali, dobbiamo dare una risposta oggi, perché domani può essere troppo tardi.

Sul PNRR, anche se sono stati messi dei soldi a disposizione per compensazioni alle imprese, il problema è che queste imprese al PNRR non ci arriveranno (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

Sospendo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 16,30.

La seduta, sospesa alle 16, è ripresa alle 16,30.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Baldelli, Battelli, Enrico Borghi, Brescia, Butti, Cantalamessa, Cirielli, Comaroli, Davide Crippa, Delmastro Delle Vedove, Dieni, Gebhard, Giachetti, Invernizzi, Magi, Marin, Mura, Parolo, Perantoni, Schullian, Silli, Tasso, Tateo, Testamento, Vito, Raffaele Volpi e Zoffili sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.

I deputati in missione sono complessivamente 122, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Modifica nella composizione di una componente politica del gruppo parlamentare Misto.

PRESIDENTE. Comunico che, con lettera pervenuta in data 30 marzo 2022, la deputata Rosa Menga, già iscritta al gruppo parlamentare Misto, ha dichiarato di aderire alla componente politica “Europa Verde-Verdi Europei” del gruppo parlamentare Misto.

Il rappresentante di tale componente, con lettera pervenuta in pari data, ha comunicato di avere accolto la richiesta.

Votazione per schede per l'elezione di un componente dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la votazione per schede per l'elezione di un componente dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni.

Ricordo che, a norma dell'articolo 1, comma 3, della legge 31 luglio 1997, n. 249, e successive modificazioni e integrazioni, “in caso di morte, di dimissioni o di impedimento di un commissario, la Camera competente procede all'elezione di un nuovo commissario che resta in carica fino alla scadenza ordinaria del mandato dei componenti l'Autorità”.

Ricordo, altresì, che, ai sensi del medesimo comma 3, dell'articolo 1, della citata legge n. 249 del 1997, i commissari sono scelti sulla base del merito, delle competenze e della conoscenza del settore, tra persone di riconosciuta levatura ed esperienza professionale, che abbiano manifestato e motivato il proprio interesse a ricoprire tale ruolo e inviato il proprio curriculum professionale.

I curricula dei candidati, pervenuti nell'ambito dell'avviso del 9 febbraio 2022, sono pubblicati sul sito Internet della Camera dei deputati.

Ciascun deputato riceverà una scheda, sulla quale potrà indicare un solo nominativo.

Le schede recanti più di un nominativo saranno dichiarate nulle. Saranno, altresì, dichiarate nulle le schede recanti nominativi diversi rispetto a quelli dei soggetti che hanno presentato la propria candidatura, ai sensi del comma 3, dell'articolo 1, della citata legge n. 249 del 1997.

Saranno, infine, considerate nulle le schede recanti segni di riconoscimento.

Risulterà eletto colui che otterrà il maggior numero di voti.

Indìco la votazione segreta per schede e invito i deputati segretari a dare inizio alla chiama.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione e invito i deputati segretari a procedere allo spoglio delle schede. Sospendo la seduta, che riprenderà per la lettura del risultato delle votazioni, una volta ultimate le operazioni di scrutinio.

La seduta, sospesa alle 18,15, è ripresa alle 18,40.

PRESIDENTE. Comunico il risultato della votazione per l'elezione di un componente dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni.

Presenti e votanti……. 431

Hanno ottenuto voti:

Capitanio…………….. 221

Voti dispersi……………10

Schede bianche………..170

Schede nulle……………30

Proclamo eletto Massimiliano Capitanio (Applausi).

Hanno preso parte alla votazione:

Acunzo Nicola

Aiello Davide

Aiello Piera

Alaimo Roberta

Albano Lucia

Alemanno Maria Soave

Andreuzza Giorgia

Angiola Nunzio

Annibali Lucia

Anzaldi Michele

Aprea Valentina

Aprile Nadia

Aresta Giovanni Luca

Ascari Stefania

Avossa Eva

Azzolina Lucia

Badole Mirco

Bagnasco Roberto

Baldelli Simone

Baldini Maria Teresa

Baldino Vittoria

Baratto Raffaele

Barbuto Elisabetta Maria

Barelli Paolo

Baroni Annalisa

Bartolozzi Giusi

Barzotti Valentina

Battelli Sergio

Battilocchio Alessandro

Bazoli Alfredo

Bella Marco

Bellucci Maria Teresa

Belotti Daniele

Benedetti Silvia

Benvenuto Alessandro Manuel

Berardini Fabio

Berti Francesco

Biancofiore Michaela

Bignami Galeazzo

Billi Simone

Bilotti Anna

Binelli Diego

Bisa Ingrid

Boldi Rossana

Bologna Fabiola

Bonafede Alfonso

Bond Dario

Boniardi Fabio Massimo

Bonomo Francesca

Bordo Michele

Bordonali Simona

Borghi Claudio

Borghi Enrico

Boschi Maria Elena

Braga Chiara

Brescia Giuseppe

Bruno Raffaele

Bruno Bossio Vincenza

Bubisutti Aurelia

Bucalo Carmela

Buffagni Stefano

Buompane Giuseppe

Buratti Umberto

Businarolo Francesca

Cadeddu Luciano

Caffaratto Gualtiero

Campana Micaela

Cannizzaro Francesco

Cantini Laura

Cantone Carla

Cantone Luciano

Caon Roberto

Caparvi Virginio

Capitanio Massimiliano

Carabetta Luca

Carelli Emilio

Caretta Maria Cristina

Carinelli Paola

Carnevali Elena

Casciello Luigi

Caso Andrea

Cassese Gianpaolo

Cassinelli Roberto

Castiello Giuseppina

Casu Andrea

Cataldi Roberto

Cattaneo Alessandro

Cattoi Vanessa

Cavandoli Laura

Ceccanti Stefano

Cecchetti Fabrizio

Cecconi Andrea

Cenni Susanna

Centemero Giulio

Cestari Emanuele

Chiazzese Giuseppe

Ciaga' Graziella Leyla

Cillis Luciano

Ciprini Tiziana

Cirielli Edmondo

Coin Dimitri

Colaninno Matteo

Colla Jari

Colmellere Angela

Colucci Alessandro

Comaroli Silvana Andreina

Comencini Vito

Conte Federico

Corneli Valentina

Covolo Silvia

Crippa Andrea

Crippa Davide

Cristina Mirella

Cubeddu Sebastiano

Curro' Giovanni

Dal Moro Gian Pietro

D'Alessandro Camillo

Dall'Osso Matteo

Dara Andrea

D'Arrando Celeste

De Angelis Sara

De Carlo Sabrina

De Filippo Vito

De Giorgi Rosalba

De Luca Piero

De Maria Andrea

De Martini Guido

De Toma Massimiliano

Deiana Paola

Deidda Salvatore

Del Barba Mauro

Del Basso De Caro Umberto

D'Elia Cecilia

Delmastro Delle Vedove Andrea

Delrio Graziano

D'Ettore Felice Maurizio

Di Giorgi Rosa Maria

Di Maio Marco

Di Muro Flavio

Di Sarno Gianfranco

Di Stasio Iolanda

D'Inca' Federico

D'Ippolito Giuseppe

Donina Giuseppe Cesare

Donno Leonardo

Donzelli Giovanni

Dori Devis

D'Orso Valentina

Durigon Claudio

Ehm Yana Chiara

Fantinati Mattia

Faro Marialuisa

Fassina Stefano

Federico Antonio

Ferraioli Marzia

Ferraresi Vittorio

Ferrari Roberto Paolo

Ferri Cosimo Maria

Ferro Wanda

Ficara Paolo

Fiorini Benedetta

Flati Francesca

Fogliani Ketty

Fontana Lorenzo

Formentini Paolo

Fornaro Federico

Foscolo Sara

Foti Tommaso

Fragomeli Gian Mario

Frailis Andrea

Frassinetti Paola

Frassini Rebecca

Frate Flora

Fregolent Silvia

Furgiuele Domenico

Fusacchia Alessandro

Gadda Maria Chiara

Gagliardi Manuela

Gagnarli Chiara

Galantino Davide

Galizia Francesca

Galli Dario

Gallo Luigi

Gariglio Davide

Gastaldi Flavio

Gebhard Renate

Gemmato Marcello

Gentile Andrea

Gerardi Francesca

Germana' Antonino

Giaccone Andrea

Giachetti Roberto

Giacometti Antonietta

Giacometto Carlo

Giacomoni Sestino

Giarrizzo Andrea

Giglio Vigna Alessandro

Giordano Conny

Giorgis Andrea

Giuliano Carla

Golinelli Guglielmo

Grillo Giulia

Grippa Carmela

Gubitosa Michele

Gusmeroli Alberto Luigi

Ianaro Angela

Iezzi Igor Giancarlo

Incerti Antonella

Invernizzi Cristian

Invidia Niccolo'

Iorio Marianna

L'Abbate Giuseppe

Labriola Vincenza

Lacarra Marco

Lattanzio Paolo

Lazzarini Arianna

Legnaioli Donatella

Librandi Gianfranco

Licatini Caterina

Liuni Marzio

Liuzzi Mirella

Lolini Mario

Lollobrigida Francesco

Lombardo Antonio

Lorenzin Beatrice

Lorenzoni Eva

Lorenzoni Gabriele

Losacco Alberto

Loss Martina

Lovecchio Giorgio

Lucaselli Ylenja

Lucchini Elena

Lucentini Mauro

Lupi Maurizio

Maccanti Elena

Madia Maria Anna

Magi Riccardo

Manca Alberto

Manca Gavino

Mandelli Andrea

Mantovani Lucrezia Maria Benedetta

Manzato Franco

Manzo Teresa

Maraia Generoso

Marchetti Riccardo Augusto

Mariani Felice

Marin Marco

Marino Bernardo

Marrocco Patrizia

Martinciglio Vita

Masi Angela

Mauri Matteo

Mazzetti Erica

Melicchio Alessandro

Menga Rosa

Miceli Carmelo

Micheli Matteo

Micillo Salvatore

Migliorino Luca

Milanato Lorena

Minardo Antonino

Misiti Carmelo Massimo

Molinari Riccardo

Mollicone Federico

Montaruli Augusta

Morani Alessia

Morassut Roberto

Morgoni Mario

Morrone Jacopo

Mule' Giorgio

Mura Romina

Murelli Elena

Musella Graziano

Napoli Osvaldo

Nappi Silvana

Nesci Dalila

Nitti Michele

Noja Lisa

Novelli Roberto

Occhionero Giuseppina

Olgiati Riccardo

Orfini Matteo

Orrico Anna Laura

Orsini Andrea

Osnato Marco

Pagani Alberto

Pagano Alessandro

Pagano Ubaldo

Paita Raffaella

Pallini Maria

Palmieri Antonio

Palmisano Valentina

Panizzut Massimiliano

Paolin Giuseppe

Papiro Antonella

Parentela Paolo

Parolo Ugo

Pastorino Luca

Patassini Tullio

Patelli Cristina

Pella Roberto

Pellicani Nicola

Pentangelo Antonio

Perantoni Mario

Perconti Filippo Giuseppe

Perego Di Cremnago Matteo

Pettarin Guido Germano

Pettazzi Lino

Piastra Carlo

Piccoli Nardelli Flavia

Piccolo Tiziana

Pignatone Dedalo Cosimo Gaetano

Pittalis Pietro

Pizzetti Luciano

Plangger Albrecht

Polidori Catia

Polverini Renata

Porchietto Claudia

Potenti Manfredi

Prestigiacomo Stefania

Prestipino Patrizia

Prisco Emanuele

Provenza Nicola

Raciti Fausto

Raffa Angela

Raffaelli Elena

Rampelli Fabio

Ravetto Laura

Ripani Elisabetta

Rixi Edoardo

Rizzetto Walter

Rizzo Gianluca

Rizzo Nervo Luca

Rizzone Marco

Romaniello Cristian

Rospi Gianluca

Rossello Cristina

Rossi Andrea

Rossini Emanuela

Rossini Roberto

Rosso Roberto

Rotelli Mauro

Ruffino Daniela

Ruggieri Andrea

Ruggiero Francesca Anna

Russo Giovanni

Saccani Jotti Gloria

Saitta Eugenio

Salafia Angela

Saltamartini Barbara

Sarli Doriana

Sarro Carlo

Sarti Giulia

Sasso Rossano

Savino Sandra

Scagliusi Emanuele

Scanu Lucia

Scerra Filippo

Schiro' Angela

Schullian Manfred

Scoma Francesco

Scutella' Elisa

Segneri Enrica

Sensi Filippo

Sessa Rosella

Siani Paolo

Sibilia Cosimo

Silli Giorgio

Silvestri Francesco

Silvestri Rachele

Silvestroni Marco

Siracusano Matilde

Siragusa Elisa

Snider Silvana

Soverini Serse

Sozzani Diego

Spena Maria

Sportiello Gilda

Stefani Alberto

Sutto Mauro

Tarantino Leonardo

Tartaglione Annaelsa

Tateo Anna Rita

Terzoni Patrizia

Timbro Maria Flavia

Tiramani Paolo

Toccafondi Gabriele

Toccalini Luca

Tofalo Angelo

Tomasi Maura

Tombolato Giovanni Battista

Tondo Renzo

Tonelli Gianni

Topo Raffaele

Torromino Sergio

Torto Daniela

Trancassini Paolo

Traversi Roberto

Tripodi Elisa

Tripodi Maria

Troiano Francesca

Tucci Riccardo

Turri Roberto

Tuzi Manuel

Ungaro Massimo

Vacca Gianluca

Valbusa Vania

Valente Simone

Vallotto Sergio

Varchi Maria Carolina

Varrica Adriano

Vazio Franco

Verini Walter

Versace Giuseppina

Vietina Simona

Villani Virginia

Villarosa Alessio

Vinci Gianluca

Vitiello Catello

Viviani Lorenzo

Zan Alessandro

Zanella Federica

Zanettin Pierantonio

Zangrillo Paolo

Zanichelli Davide

Zardini Diego

Zicchieri Francesco

Ziello Edoardo

Zoffili Eugenio

Zolezzi Alberto

Zucconi Riccardo

Sono in missione:

Adelizzi Cosimo

Amitrano Alessandro

Ascani Anna

Bergamini Deborah

Boldrini Laura

Brunetta Renato

Butti Alessio

Cancelleri Azzurra Pia Maria

Cantalamessa Gianluca

Carbonaro Alessandra

Carfagna Maria Rosaria

Casa Vittoria

Castelli Laura

Cattoi Maurizio

Colletti Andrea

Critelli Francesco

Dadone Fabiana

Daga Federica

D'Attis Mauro

Del Sesto Margherita

Di Maio Luigi

Di Stefano Manlio

Dieni Federica

D'Uva Francesco

Fantuz Marica

Fassino Piero

Fiano Emanuele

Fitzgerald Nissoli Fucsia

Fontana Gregorio

Fontana Ilaria

Franceschini Dario

Frusone Luca

Gallinella Filippo

Garavaglia Massimo

Gava Vannia

Gelmini Mariastella

Giorgetti Giancarlo

Gobbato Claudia

Grande Marta

Grimaldi Nicola

Grimoldi Paolo

Guerini Lorenzo

Iovino Luigi

La Marca Francesca

Lapia Mara

Lorefice Marialucia

Macina Anna

Maggioni Marco

Maglione Pasquale

Marattin Luigi

Melilli Fabio

Migliore Gennaro

Molteni Nicola

Morelli Alessandro

Nardi Martina

Orlando Andrea

Paolini Luca Rodolfo

Pretto Erik Umberto

Racchella Germano

Ribolla Alberto

Romano Andrea

Rotta Alessia

Ruocco Carla

Sani Luca

Scalfarotto Ivan

Serracchiani Debora

Serritella Davide

Sibilia Carlo

Sisto Francesco Paolo

Speranza Roberto

Suriano Simona

Sut Luca

Tabacci Bruno

Tasso Antonio

Testamento Rosa Alba

Valentini Valentino

Vignaroli Stefano

Viscomi Antonio

Vito Elio

Volpi Leda

Volpi Raffaele

Sui lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Secondo le intese intercorse tra i gruppi, si passerà ora al seguito dell'esame della proposta di legge in materia di divieto di concessione dei benefici penitenziari nei confronti dei detenuti o internati che non collaborano con la giustizia, che sarà interrotto entro le ore 20,30, per riprendere nella seduta di domani, a partire dalle ore 9.

Si riprende la discussione del testo unificato delle proposte di legge n. 1951-A (ore 18,42).

PRESIDENTE. Si riprende la discussione del testo unificato delle proposte di legge n. 1951-A.

Avverto che l'emendamento 1.701 della Commissione è stato ritirato.

Passiamo all'esame dell'articolo 1 e dei relativi emendamenti…

GIUSI BARTOLOZZI (MISTO). Presidente, chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIUSI BARTOLOZZI (MISTO). Grazie, Presidente. Mi dispiace, devo intervenire sull'ordine dei lavori, ma avevo preannunciato al presidente della Commissione giustizia e ai colleghi del Comitato dei nove la questione, sperando che trovasse un accoglimento e un'apertura. Fino a due minuti fa, mi hanno detto di sì, adesso no.

Presidente, il tema è che ritengo che il Parlamento non sia pronto nell'esame di un provvedimento, stiamo parlando dell'ergastolo ostativo, che non ha ancora trovato una sua quadratura, e vi dico perché, colleghi. Quindi, Presidente, chiedo in maniera corale al presidente Perantoni, per il suo tramite, almeno di riconvocare un Comitato dei nove, per far esprimere tutti i gruppi politici sulla necessità di un rinvio. Allora, colleghi, brevemente, il tema qual è? E' giusto che lo sappiano: la Corte Costituzionale, ha statuito, prima con sentenza e poi con ordinanza, in merito alla concessione dei permessi premio ai detenuti o internati per uno dei delitti di cui al 4-bis dell'ordinamento penitenziario; cioè parliamo, al primo comma, di associazione mafiosa, di associazioni criminali e di tutte le associazioni di cui agli articoli 416-bis e collaterali e, al secondo comma, di reati plurisoggettivi di una particolare rilevanza. Tra l'altro, il secondo comma è integrato a seguito della “Spazzacorrotti” anche di alcuni reati contro la pubblica amministrazione.

Quindi, cosa dice la Corte? Che la presunzione assoluta che vigeva sulla impossibilità di ottenere il permesso premio non è costituzionalmente legittima, perché in contrasto con il disposto dell'articolo 3 e, soprattutto, dell'articolo 27, che prevede, al secondo comma, la risocializzazione del reo, cioè la pena avrebbe anche la funzione rieducatrice. E la Corte cosa dice? Dice che deve essere data possibilità a tutti i detenuti di un nuovo vaglio - quindi, una presunzione che non è più assoluta, ma è relativa - differenziando l'onere della prova.

Allora, il tema che pongo qual è? L'ordinanza della Corte del 2021 pronunciata per un detenuto ergastolano per fatti di mafia (quindi, aggiungo, ristretto al regime del 41-bis, perché non c'è un capomafia che non sia ristretto al regime del 41-bis, in quanto il capomafia è colui che coordina e dirige e, quindi, ha la permanenza del vincolo con il sodalizio criminoso che lui stesso dirige e non c'è un capomafia che non sia in regime di 41-bis), pur non pronunciandosi sul 41-bis, cosa dice, incidenter tantum? Dice: giudice, devi rivalutare; Parlamento, devi intervenire dal punto di vista normativo per attualizzare il pericolo non solo del ripristino di quei collegamenti, ma della sussistenza dei collegamenti con l'associazione mafiosa.

Se questo è, ma potrei sbagliarmi, sebbene è questo ciò che ritengo che sia, cosa ho detto ai colleghi, Presidente? Nel caso pratico, in assenza di un disposto normativo chiaro (e in questa legge il disposto normativo chiaro non c'è) io, da avvocato di un detenuto ergastolano al 41-bis, che cosa faccio? Vado al tribunale di sorveglianza collegiale e chiedo la concessione di un permesso premio. Colleghi, tenete conto che l'autorità competente a decidere sull'applicazione o sulla revoca del 41-bis è l'autorità amministrativa, cioè il Ministero della Giustizia, unica autorità competente nel merito.

Però, siccome sembrerebbe, secondo me, che un'apertura alla rivisitazione sull'attualità di questo collegamento con l'associazione criminale anche per i mafiosi vada fatta - quindi, la competenza la spostiamo, anzi la conferiamo anche al tribunale di sorveglianza -, io avvocato cosa faccio, Presidente, del tutto legittimamente, aggiungo, perché nell'incertezza della norma…

PRESIDENTE. Onorevole Bartolozzi, lei ha finito il tempo.

GIUSI BARTOLOZZI (MISTO). No, Presidente, sto finendo. Mi perdoni: cinque minuti e finisco.

PRESIDENTE. No, non cinque minuti. Lei cinque minuti ha!

GIUSI BARTOLOZZI (MISTO). Un minuto…

PRESIDENTE. No, cinque secondi per dire che cosa vuole sull'ordine dei lavori.

GIUSI BARTOLOZZI (MISTO). Però, Presidente, se non mi dà la possibilità di spiegarlo, i colleghi non capiscono l'importanza. Chiudo, chiudo…

PRESIDENTE. Chiuda!

GIUSI BARTOLOZZI (MISTO). Cosa fa l'avvocato - aggiungo io - del tutto legittimamente? Va al tribunale di sorveglianza e gli chiede la concessione del permesso premio. Il tribunale di sorveglianza, anche se sa che è un detenuto sottoposto al regime del 41-bis, può, anzi deve, rivalutare i presupposti…

PRESIDENTE. Onorevole Bartolozzi, deve dire, se è sull'ordine dei lavori, in che cosa si concretizza.

GIUSI BARTOLOZZI (MISTO). Sull'ordine dei lavori chiedo - l'avevo anticipato - che sia nuovamente convocato il Comitato dei nove adesso…

PRESIDENTE. Perfetto.

GIUSI BARTOLOZZI (MISTO). Però, Presidente, posso concludere? Mi lasci concludere, perché è a vantaggio dell'Assemblea…

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Bartolozzi.

Ha chiesto di parlare il relatore, su una richiesta di sospensione della seduta per convocazione del Comitato dei nove.

L'onorevole Bartolozzi ha motivato le sue ragioni e il relatore ci esprime se sia favorevole o meno.

MARIO PERANTONI, Relatore. Grazie, Presidente. Il tema che ha posto la collega Bartolozzi è un tema di estrema importanza e di estrema rilevanza.

È stato portato all'attenzione della Commissione solo questa mattina, tant'è vero che noi siamo stati costretti, pur a malincuore, a chiedere l'inversione dell'ordine dei lavori. È un tema estremamente delicato, è un tema che merita ogni approfondimento. Io credo che tutti i gruppi possano condividere la richiesta della collega Bartolozzi; quindi, possiamo accedere a questa richiesta, convocare il Comitato dei nove e chiedere una sospensione dell'Aula…

PRESIDENTE. Di quanto tempo ha bisogno?

MARIO PERANTONI, Relatore. Direi di mezz'ora.

PRESIDENTE. Di mezz'ora. Sono le 18,45 e io le dico che saranno tre quarti d'ora, per esperienza.

MARIO PERANTONI, Relatore. Benissimo! Presidente, io non volevo…

PRESIDENTE. Dunque, le ore 19,30. Però, alle 19,30 l'Aula verrà riconvocata senza… Vediamo e verifichiamo se siamo tutti d'accordo. C'è qualcuno che non è d'accordo?

Ha chiesto di parlare l'onorevole Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Signor Presidente, non è questione di essere d'accordo o non essere d'accordo. Questa mattina, in sede di Conferenza dei capigruppo, è stato chiesto specificatamente di iniziare alle 18,30 di oggi per finire i lavori alle 20,30. L'argomento posto è sicuramente importante e peraltro - lo dico al Presidente - mi sorprende che il gruppo proponente della riunione di questa sera alle 18,30 non si sia attivato per sapere dal Presidente se vi fossero o meno problemi.

A questo punto, Presidente, anche iniziando alle 19,30, mi pare che - non vorrei sbagliarmi - sia difficile che si riesca a risolvere e a dipanare questa situazione in 45 minuti, senza poi dover avere o una reazione, nel caso di una reiezione delle osservazioni poste dall'onorevole Bartolozzi, oppure avere degli emendamenti per i quali si apre poi il termine dei subemendamenti e quant'altro.

Io lascio a lei la valutazione sull'opportunità di avere la certezza che, se torniamo alle 19,30, si riprendano i lavori, nel senso che si inizia l'esame del provvedimento, o meno. Ragioni di prudenza vorrebbero che si andasse direttamente a domani mattina alle ore 9.

PRESIDENTE. Onorevole Foti, anch'io ho la stessa impressione. Però, vorrei un conforto dal relatore, prima di tutto. Prego, onorevole relatore.

MARIO PERANTONI, Relatore. Scusi, Presidente. C'è un po' di movimento e insomma…

PRESIDENTE. Noi governiamo anche il movimento. Ha sentito l'intervento dell'onorevole Foti?

MARIO PERANTONI, Relatore. Chiede di andare a domani ed io accedo alla richiesta con estremo piacere (Applausi).

PRESIDENTE. Se non ci sono obiezioni, allora così resta stabilito e rinviamo tutti i provvedimenti all'ordine del giorno a domani mattina.

Calendario dei lavori dell'Assemblea per il mese di aprile 2022 e programma dei lavori per i mesi di maggio e di giugno 2022.

PRESIDENTE. Comunico che, a seguito dell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, è stato stabilito, ai sensi dell'articolo 24, comma 2, del Regolamento, il seguente calendario dei lavori per il mese di aprile 2022:

Lunedì 4 aprile (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna)

Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 3200 - Modifica all'articolo 18-bis del testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell'immigrazione e norme sulla condizione dello straniero, di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, in materia di rilascio del permesso di soggiorno alle vittime del reato di costrizione o induzione al matrimonio

Discussione sulle linee generali della mozione Murelli ed altri n. 1-00563 concernente iniziative in materia di allergie e intolleranze alimentari, con particolare riferimento alla celiachia

Martedì 5 aprile (ore 11)

Interpellanze e interrogazioni

Martedì 5 aprile (ore 15-20)

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 3200 - Modifica all'articolo 18-bis del testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell'immigrazione e norme sulla condizione dello straniero, di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, in materia di rilascio del permesso di soggiorno alle vittime del reato di costrizione o induzione al matrimonio

Seguito dell'esame della mozione Murelli ed altri n. 1-00563 concernente iniziative in materia di allergie e intolleranze alimentari, con particolare riferimento alla celiachia

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 1951-3106-3184-3315-A – Modifiche alla legge 26 luglio 1975, n. 354, al decreto-legge 13 maggio 1991, n. 152, convertito, con modificazioni, dalla legge 12 luglio 1991, n. 203, e alla legge 13 settembre 1982, n. 646, in materia di divieto di concessione dei benefici penitenziari nei confronti dei detenuti o internati che non collaborano con la giustizia (ove non concluso nel calendario di marzo)

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 1870-1934-2045-2501-2802-2993-A -Disposizioni di revisione del modello di Forze armate interamente professionali, di proroga del termine per la riduzione delle dotazioni dell'Esercito italiano, della Marina militare, escluso il Corpo delle capitanerie di porto, e dell'Aeronautica militare, nonché in materia di avanzamento degli ufficiali. Delega al Governo per la revisione dello strumento militare nazionale (ove non concluso nel calendario di marzo)

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 243-3357-A - Misure per la prevenzione dei fenomeni eversivi di radicalizzazione violenta, inclusi i fenomeni di radicalizzazione e di diffusione dell'estremismo violento di matrice jihadista (ove non concluso nel calendario di marzo)

Seguito dell'esame della proposta di legge costituzionale n. 716-A - Modifiche alla parte II della Costituzione concernenti l'elezione diretta del Presidente della Repubblica (ove non concluso nel calendario di marzo)

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 875-B - Norme sull'esercizio della libertà sindacale del personale delle Forze armate e delle Forze di polizia a ordinamento militare, nonché delega al Governo per il coordinamento normativo (approvata dalla Camera e modificata dal Senato) (ove non concluso nel calendario di marzo)

Seguito dell'esame delle mozioni Scerra ed altri n. 1-00586 e Valentini ed altri n. 1-00610 concernenti iniziative in materia di disciplina di bilancio e governance economica dell'Unione europea (ove non concluso nel calendario di marzo)

Martedì 5 (al termine delle votazioni pomeridiane dell'Assemblea)

Discussione sulle linee generali del disegno di legge S. 2533 - Conversione in legge del decreto-legge 17 febbraio 2022, n. 9, recante misure urgenti per arrestare la diffusione della peste suina africana (PSA) (approvato dal Senato - in corso di trasmissione - scadenza: 18 aprile 2022)

Mercoledì 6 (ore 9.30-13.30 e 16-20, con prosecuzione notturna dalle 21.30 alle 24) e giovedì 7 aprile (9.30-13.30 e 15-20, con prosecuzione notturna dalle 21.30 alle 24 e nella giornata di venerdì 8 aprile)

Seguito dell'esame del disegno di legge S. 2533 - Conversione in legge del decreto-legge 17 febbraio 2022, n. 9, recante misure urgenti per arrestare la diffusione della peste suina africana (PSA) (approvato dal Senato - in corso di trasmissione - scadenza: 18 aprile 2022)

Seguito dell'esame degli argomenti previsti nella seduta di martedì 5 aprile e non conclusi.

Mercoledì 6 aprile (ore 15)

Interrogazioni a risposta immediata

Venerdì 8 aprile (ore 9.30)

Interpellanze urgenti

Lunedì 11 aprile (ore 10, con votazioni non prima delle 14, e con prosecuzione notturna), martedì 12 (ore 9.30-13.30 e 15-20, con prosecuzione notturna dalle 21.30 alle 24), mercoledì 13 (ore 9.30-13.30 e 16-20, con prosecuzione notturna dalle 21.30 alle 24) e giovedì 14 aprile (ore 9.30-13.30 e 15-20, con prosecuzione notturna dalle 21.30 alle 24)

Esame del disegno di legge n. 3495 - Conversione in legge del decreto-legge 1 marzo 2022, n. 17, recante misure urgenti per il contenimento dei costi dell'energia elettrica e del gas naturale, per lo sviluppo delle energie rinnovabili e per il rilancio delle politiche industriali (da inviare al Senato – scadenza: 30 aprile 2022)

Eventuale seguito degli argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi

Seguito dell'esame delle mozioni Gadda ed altri n. 1-00573, Baldino ed altri n. 1-00611 e Bonomo ed altri n. 1-00612 concernenti iniziative in materia di Servizio civile universale (ove non concluso nel calendario di marzo)

Seguito dell'esame della proposta di legge costituzionale n. 2238-A - Modifica dell'articolo 57 della Costituzione, in materia di base territoriale per l'elezione del Senato della Repubblica (ove non concluso nel calendario di marzo)

Seguito dell'esame delle mozioni Lupi e Schullian n. 1-00540, Vianello ed altri n. 1-00545 e Masi ed altri 1-00614 concernenti iniziative in materia di energia nucleare di nuova generazione (ove non concluso nel calendario di marzo)

Mercoledì 13 aprile (ore 15)

Interrogazioni a risposta immediata

Martedì 19 aprile (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna)

Discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 2681 e abbinate - Deleghe al Governo per la riforma dell'ordinamento giudiziario e per l'adeguamento dell'ordinamento giudiziario militare, nonché disposizioni in materia ordinamentale, organizzativa e disciplinare, di eleggibilità e ricollocamento in ruolo dei magistrati e di costituzione e funzionamento del Consiglio superiore della magistratura

Discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 3343 - Delega al Governo per la riforma fiscale (collegato alla manovra di finanza pubblica)

Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 2298 e abbinate - Modifiche al codice penale, al codice di procedura penale e alla legge 21 aprile 2011, n. 62, in materia di tutela del rapporto tra detenute madri e figli minori

Discussione sulle linee generali delle proposte di legge n. 1779 e 1782 - Disposizioni in materia di accertamento e controllo dell'idoneità fisica e psico-attitudinale del personale addetto ai pubblici servizi di trasporto

Discussione sulle linee generali della mozione Cillis ed altri n. 1-00609 concernente iniziative a sostegno del settore agroalimentare in relazione alla crisi ucraina

Discussione sulle linee generali della mozione Biancofiore ed altri n. 1-00557 concernente iniziative normative volte al ripristino della festività nazionale del 4 novembre per la celebrazione della Giornata dell'Unità nazionale e delle Forze armate

Mercoledì 20 (ore 9.30-13.30 e 16-20, con prosecuzione notturna dalle 21.30 alle 24) giovedì 21 aprile (ore 9.30-13.30 e 15-20, con prosecuzione notturna dalle 21.30 alle 24 e nella giornata di venerdì 22 aprile)

Eventuale seguito dell'esame degli argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi

Seguito dell'esame del disegno di legge n. 2681 e abbinate - Deleghe al Governo per la riforma dell'ordinamento giudiziario e per l'adeguamento dell'ordinamento giudiziario militare, nonché disposizioni in materia ordinamentale, organizzativa e disciplinare, di eleggibilità e ricollocamento in ruolo dei magistrati e di costituzione e funzionamento del Consiglio superiore della magistratura

Seguito dell'esame del disegno di legge n. 3343 - Delega al Governo per la riforma fiscale (collegato alla manovra di finanza pubblica)

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 2298 e abbinate - Modifiche al codice penale, al codice di procedura penale e alla legge 21 aprile 2011, n. 62, in materia di tutela del rapporto tra detenute madri e figli minori

Seguito dell'esame delle proposte di legge n. 1779 e 1782 - Disposizioni in materia di accertamento e controllo dell'idoneità fisica e psico-attitudinale del personale addetto ai pubblici servizi di trasporto

Seguito dell'esame della mozione Cillis ed altri n. 1-00609 concernente iniziative a sostegno del settore agroalimentare in relazione alla crisi ucraina

Seguito dell'esame della mozione Biancofiore ed altri n. 1-00557 concernente iniziative normative volte al ripristino della festività nazionale del 4 novembre per la celebrazione della Giornata dell'Unità nazionale e delle Forze armate

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 1059-A/R - Modifica all'articolo 71 del codice del Terzo settore, di cui al decreto legislativo 3 luglio 2017, n. 117, in materia di compatibilità urbanistica dell'uso delle sedi e dei locali impiegati dalle associazioni di promozione sociale per le loro attività

Mercoledì 20 aprile (ore 15)

Interrogazioni a risposta immediata

Venerdì 22 aprile (ore 9.30)

Interpellanze urgenti

Martedì 26 aprile (antimeridiana e pomeridiana)

Discussioni sulle linee generali delle proposte di legge n. 306 e 2599 - Modifica all'articolo 12 della legge 19 febbraio 2004, n. 40, in materia di perseguibilità del reato di surrogazione di maternità commesso all'estero da cittadino italiano

Discussioni sulle linee generali della proposta di legge n. 1972 e abbinate- Interventi per la prevenzione e la lotta contro l'AIDS e le epidemie infettive aventi carattere di emergenza

Discussioni sulle linee generali della proposta di legge n. 2805 - Disposizioni in materia di statistiche in tema di violenza di genere (Approvata dal Senato) (ove concluso dalle Commissioni)

Martedì 26 (ore 16-20, con eventuale prosecuzione notturna dalle 21.30 alle 24) mercoledì 27 (ore 9.30-13.30 e 16-20, con eventuale prosecuzione notturna dalle 21.30 alle 24) e giovedì 28 aprile (9.30-13.30 e 15-20, con prosecuzione notturna dalle 21.30 alle 24 e nella giornata di venerdì 29 aprile)

Eventuale seguito dell'esame degli argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi

Seguito dell'esame delle proposte di legge n. 306 e 2599 - Modifica all'articolo 12 della legge 19 febbraio 2004, n. 40, in materia di perseguibilità del reato di surrogazione di maternità commesso all'estero da cittadino italiano

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 1972 e abbinate - Interventi per la prevenzione e la lotta contro l'AIDS e le epidemie infettive aventi carattere di emergenza

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 2805 - Disposizioni in materia di statistiche in tema di violenza di genere (Approvata dal Senato) (ove concluso dalle Commissioni)

Mercoledì 27 aprile (ore 15)

Interrogazioni a risposta immediata

Venerdì 29 aprile (ore 9.30)

Interpellanze urgenti

L'articolazione dei lavori della settimana 19-22 aprile potrà essere integrata con la previsione della discussione del Documento di economia e finanza (DEF) per il 2022 (ove trasmesso alle Camere entro il termine previsto dalla legge). L'organizzazione dei tempi per il relativo esame sarà definita dopo la sua presentazione.

Il Presidente si riserva di inserire nel calendario dei lavori l'esame di progetti di legge di ratifica deliberati dalle Commissioni e di documenti licenziati dalla Giunta per le autorizzazioni.

L'organizzazione dei tempi per la discussione degli argomenti iscritti nel calendario sarà pubblicata nell'Allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna.

L'organizzazione dei tempi per l'esame dei progetti di legge n. 2681e abb., n. 3343, n. 2298 e abb., n. 1779 e abb., n. 1059-A/R, n. 306 e abb., n. 1972 e abb. e n. 2805 sarà definita dopo la conclusione dell'esame in sede referente.

Comunico che è stato altresì stabilito, ai sensi dell'articolo 23, comma 6, primo periodo, del Regolamento, il seguente programma dei lavori per i mesi di maggio e di giugno:

Mese di MAGGIO

Disegno di legge n. 3533 – Conversione in legge del decreto-legge 24 marzo 2022, n. 24, recante disposizioni urgenti per il superamento delle misure di contrasto alla diffusione dell'epidemia da COVID-19, in conseguenza della cessazione dello stato di emergenza (da inviare al Senato – scadenza: 23 maggio 2022)

Disegno di legge S. 2564 - Conversione in legge del decreto-legge 21 marzo 2022, n. 21, recante misure urgenti per contrastare gli effetti economici e umanitari della crisi ucraina (ove trasmesso dal Senato - scadenza: 20 maggio 2022)

Disegno di legge n. 3475 - Delega al Governo per il riordino della disciplina degli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico, di cui al decreto legislativo 16 ottobre 2003, n. 288 (collegato alla manovra di finanza pubblica)

Proposta di legge n. 3387 - Riduzione del numero dei componenti di organi parlamentari bicamerali

Proposta di legge n. 183-B - Norme per la valorizzazione e la promozione dei prodotti agricoli e alimentari a chilometro zero e di quelli provenienti da filiera corta (approvata dalla Camera e modificata dal Senato)

Proposta di legge n. 1714 e abbinate. - Disposizioni in materia di esercizio del diritto di voto da parte degli elettori temporaneamente domiciliati fuori della regione di residenza

Proposta di legge n. 1295 e abbinate - Disposizioni in materia di impiego delle guardie giurate all'estero

Disegno di legge di ratifica n. 3423 - Ratifica ed esecuzione del Trattato tra la Repubblica italiana e la Repubblica francese per una cooperazione bilaterale rafforzata, fatto a Roma il 26 novembre 2021

Disegno di legge di ratifica n. 3418 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra la Repubblica italiana e il Canada in materia di mobilità giovanile, fatto a Roma e a Ottawa l'11 dicembre 2020, a Roma il 20 gennaio 2021 e a Toronto il 3 febbraio 2021

Disegno di legge di ratifica n. 3441 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e l'Organizzazione europea di diritto pubblico riguardante lo stabilimento di un Ufficio in Italia, con Allegato, fatto a Roma il 23 giugno 2021 (approvato dal Senato)

Disegno di legge di ratifica n. 3440 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Centro internazionale per l'ingegneria genetica e la biotecnologia (ICGEB) relativo alle attività del Centro e alla sua sede situata in Italia, con Allegato, fatto a Roma il 21 giugno 2021 (approvato dal Senato)

Disegno di legge di ratifica n. 3324 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e la Commissione europea sulla sede del Centro di controllo Galileo in Italia, con Allegati, fatto a Roma il 19 novembre 2019 e a Bruxelles il 28 novembre 2019 (approvato dal Senato)

Disegno di legge di ratifica n. 3323 - Ratifica ed esecuzione del Protocollo alla Convenzione relativa alla costruzione e all'esercizio di un impianto laser europeo a elettroni liberi a raggi X riguardante l'adesione del Governo del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord, con Allegati, fatto a Berlino il 19 marzo 2018 (approvato dal Senato)

Disegno di legge di ratifica n. 3040 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica dell'Ecuador in materia di cooperazione di polizia, fatto a Quito il 21 luglio 2016 (approvato dal Senato)

Mozione Crippa ed altri n. 1-00607 concernente iniziative relative al conflitto tra Russia e Ucraina

Mozioni Spena e altri n. 1-00601 e Grippa ed altri n. 1-00602 concernente iniziative in materia di accoglienza dei rifugiati provenienti dall'Ucraina, con particolare riferimento ai minori

Proposte di legge n. 105 – 194 – 221 – 222 - 717 – 920 – 2269 – 2981 - Modifiche alla legge 5 febbraio 1992, n. 91, recante nuove norme sulla cittadinanza

Proposta di legge n. 745, 864 e abbinate - Disposizioni in materia di prestazioni di lavoro accessorio

Mozione Nappi ed altri n. 1-00618 concernente iniziative per la riorganizzazione dell'assistenza sanitaria territoriale

Proposta di legge n. 2098 - Disposizioni concernenti la conservazione del posto di lavoro e i permessi retribuiti per esami e cure mediche in favore dei lavoratori affetti da malattie oncologiche, invalidanti e croniche

Proposta di legge n. 1239 – 2411 - 2739 Disposizioni per la promozione delle start-up e delle piccole e medie imprese innovative mediante agevolazioni fiscali, incentivi agli investimenti e all'occupazione e misure di semplificazione

Mozioni Bologna e altri n. 1-00444, Lapia ed altri n. 1-00427 e Vanessa Cattoi ed altri n. 1-00464 concernente iniziative in materia di prevenzione e cura delle malattie oncologiche, anche nel quadro del Piano europeo di lotta contro il cancro

Proposta di legge n. 2514 - Modifica all'articolo 315 del codice di procedura penale, in materia di trasmissione del provvedimento che accoglie la domanda di riparazione per ingiusta detenzione, ai fini della valutazione disciplinare dei magistrati

Mese di GIUGNO

Disegno di legge n. 3514 - Delega al Governo in materia di contratti pubblici (approvato dal Senato)

Proposta di legge n. 3157 - Modifiche alla disciplina dell'istituto del cinque per mille dell'imposta sul reddito delle persone fisiche, di cui al decreto legislativo 3 luglio 2017, n. 111 (approvata, in un testo unificato, dal Senato)

Proposta di legge costituzionale n. 3531 - Modifica all'articolo 33 della Costituzione, in materia di attività sportiva (approvata, in un testo unificato, in prima deliberazione, dal Senato)

Proposta di legge n. 954-1831-1844-1848-1849: Conferimento del titolo di «città già capitale d'Italia» alle città di Brindisi, Salerno e Torino

Proposta di legge n. 2493-2804: Disciplina del volo da diporto o sportivo

Doc. XXII, n. 63 - Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sull'uso dell'amianto e sulla bonifica dei siti contaminati

Proposte di legge 2307-2965 - Modifiche al testo unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, prevenzione, cura e riabilitazione dei relativi stati di tossicodipendenza, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n. 309, in materia di coltivazione, cessione e consumo della cannabis e dei suoi derivati

Proposte di legge n. 2282-2417-2667-2685-2817-2851-2870-2908-3027-3150: Disposizioni in materia di lavoro agile

Proposta di legge n. 3443: Modifiche agli articoli 604-bis del codice penale e 2 del decreto-legge 26 aprile 1993, n. 122, convertito, con modificazioni, dalla legge 25 giugno 1993, n. 205, nonché introduzione dell'articolo 25-terdecies.1 del decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231, in materia di repressione della propaganda fondata sull'esaltazione dei metodi eversivi dell'ordinamento democratico propri dell'ideologia fascista o nazifascista

Proposta di legge n. 2565, 2586 e abbinate: Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta su eventuali condizionamenti dell'organizzazione giudiziaria e dell'esercizio delle funzioni giurisdizionali

Proposta di legge n. 3338: Disposizioni per la riorganizzazione del servizio sanitario di emergenza-urgenza

Proposta di legge n. 1874: Modifica all'articolo 5 della legge 3 marzo 1951, n. 178, in materia di revoca delle onorificenze dell'Ordine al merito della Repubblica italiana

Mozione Gallo ed altri 1-00206 concernente iniziative in materia di prevenzione e contrasto della criminalità minorile

Disegno di legge di ratifica n. 3322 - Ratifica ed esecuzione del Protocollo emendativo dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica di Armenia sull'autotrasporto internazionale di passeggeri e di merci, firmato il 7 agosto 1999, fatto a Jerevan il 31 luglio 2018 (approvato dal Senato)

Disegno di legge di ratifica n. 3325 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di partenariato strategico tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e il Giappone, dall'altra, fatto a Tokyo il 17 luglio 2018 (approvato dal Senato)

Disegno di legge di ratifica n. 3043 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di cooperazione culturale, scientifica e tecnologica tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo dello Stato plurinazionale di Bolivia, fatto a La Paz il 3 marzo 2010 (approvato dal Senato)

Disegno di legge di ratifica n. 3044 - Adesione al Protocollo addizionale alla Carta europea dell'autonomia locale sul diritto di partecipare agli affari delle collettività locali, fatto a Utrecht il 16 novembre 2009 (approvato dal Senato)

Disegno di legge di ratifica n. 3039 - Ratifica ed esecuzione delle seguenti Convenzioni: a) Convenzione sulla salute e la sicurezza dei lavoratori, n. 155, fatta a Ginevra il 22 giugno 1981, e relativo Protocollo, fatto a Ginevra il 20 giugno 2002; b) Convenzione sul quadro promozionale per la salute e la sicurezza sul lavoro, n. 187, fatta a Ginevra il 15 giugno 2006 (approvato dal Senato)

Disegno di legge di ratifica n. 3301 - Ratifica ed esecuzione del Protocollo aggiuntivo alla Convenzione contro il doping, fatto a Varsavia il 12 settembre 2002

Disegno di legge di ratifica n. 3307 - Adesione della Repubblica italiana alla Convenzione sul controllo e la marchiatura degli oggetti in metalli preziosi, con Allegati, fatta a Vienna il 15 novembre 1972

Proposta di legge n. 1339: Disposizioni concernenti l'integrazione della composizione della Commissione medico-ospedaliera per il riconoscimento della dipendenza delle infermità da causa di servizio e le funzioni di rappresentanza dell'Unione nazionale mutilati per servizio

Proposta di legge n. 1321: Modifiche alla legge 8 marzo 2017, n. 24, al codice di procedura civile e alle disposizioni per la sua attuazione nonché alle norme di attuazione, di coordinamento e transitorie del codice di procedura penale, in materia di responsabilità sanitaria

Disegno di legge S. 2469 - Legge annuale per il mercato e la concorrenza 2021 (collegato alla manovra di finanza pubblica) (ove trasmesso dal Senato)

Comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri in vista della riunione del Consiglio europeo del 23 e 24 giugno 2022

Proposta di legge n. 2497 - Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sull'operato del Governo e sulle misure da esso adottate per prevenire e affrontare l'emergenza epidemiologica da COVID-19

È stato altresì convenuto che, ove l'esame della proposta di legge n. 1951-3106-3184-3315-A – Modifiche alla legge 26 luglio 1975, n. 354, al decreto-legge 13 maggio 1991, n. 152, convertito, con modificazioni, dalla legge 12 luglio 1991, n. 203, e alla legge 13 settembre 1982, n. 646, in materia di divieto di concessione dei benefici penitenziari nei confronti dei detenuti o internati che non collaborano con la giustizia si concluda nel calendario di marzo:

- l'esame della proposta di legge n. 183-B - Norme per la valorizzazione e la promozione dei prodotti agricoli e alimentari a chilometro zero e di quelli provenienti da filiera corta (approvata dalla Camera e modificata dal Senato), previsto nell'ambito del programma dei lavori per il mese di maggio, sarà anticipato al calendario di aprile (nella seduta antimeridiana di martedì 26, per lo svolgimento della discussione generale e, a partire dalla seduta pomeridiana di martedì 26 aprile, per il seguito dell'esame);

- l'esame della proposta di legge n. 2282-2417-2667-2685-2817-2851-2870-2908-3027-3150: Disposizioni in materia di lavoro agile, previsto nell'ambito del programma dei lavori per il mese di giugno, sarà anticipato al mese di maggio;

- sarà inserito nel programma dei lavori per il mese di giugno l'esame della proposta di legge n. 1752, relativa all'introduzione sperimentale del metodo del budget di salute per la realizzazione di progetti terapeutici riabilitativi individualizzati.

Nell'ambito del programma per il periodo maggio-giugno, potrà essere inserito, in relazione all'andamento dei lavori della Giunta per il Regolamento, l'esame degli adeguamenti regolamentari conseguenti alla riforma costituzionale sulla riduzione del numero dei parlamentari.

Nell'ambito del programma è altresì previsto lo svolgimento di atti di sindacato ispettivo e potranno essere inseriti ulteriori progetti di legge di ratifica deliberati dalle Commissioni e documenti licenziati dalla Giunta per le autorizzazioni.

Modifica nella composizione dell'ufficio di presidenza di un gruppo parlamentare.

PRESIDENTE. Comunico che, con lettera pervenuta in data 30 marzo 2022, il presidente del gruppo parlamentare Liberi e Uguali ha reso noto che l'assemblea del gruppo, in data 29 marzo 2022, ha deliberato di nominare tesoriere il deputato Nicola Stumpo.

Sui lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Comunico la modifica dell'orario d'inizio della seduta di domani, che comincerà alle ore 9,30.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Siracusano. Ne ha facoltà.

MATILDE SIRACUSANO (FI). Grazie Presidente. Intervengo a seguito di quanto accaduto oggi, nell'ambito dell'esame della proposta di legge di revisione costituzionale che riconosce l'insularità come condizione particolare svantaggiata. Quanto è accaduto nel corso dell'esame del mio ordine del giorno è bizzarro, ridicolo, paradossale e surreale, perché il Governo - in particolar modo il Ministro Giovannini - ha deciso di cambiare le parole “ponte sullo Stretto”, per l'ennesima volta, con le parole: “collegamento stabile e veloce”, perché si è scandalizzato di aver letto le parole “ponte sullo Stretto”.

Da questa mattina ad oggi, io ed altri colleghi siciliani, la collega Stefania Prestigiacomo, abbiamo ricevuto una serie di messaggi di siciliani, preoccupati e inorriditi. Infatti, se qualche giorno fa il Governo, per bocca del Ministro Giovannini, ha dichiarato che sta investendo 50 milioni di euro di soldi pubblici per fare un ennesimo studio di fattibilità sul progetto “Ponte sullo Stretto” a più campate, cancellando il vecchio, è strano che poi si scandalizzi e decida di cambiare le parole “ponte sullo Stretto” su un ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Siccome il tempo delle prese in giro per i siciliani è concluso, vogliamo una parola di chiarezza da parte del Governo, perché il Governo è chiamato a una missione, quella di superare il gap infrastrutturale tra Sud e Nord. Se non lo vuole fare, il Governo ha il dovere di dirlo. Basta con le prese in giro! Non è più tempo di prese in giro per i messinesi e per i siciliani (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ci sono adesso delle commemorazioni: pregherei, quindi, l'Aula di osservare un po' di silenzio.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Anna Lisa Baroni. Ne ha facoltà.

ANNA LISA BARONI (FI). Grazie, Presidente. Questa mattina abbiamo appreso qui in Aula della scomparsa di Maria Romana De Gasperi, figlia del Presidente del Consiglio, dello statista e padre della Patria che trasformò il nostro Paese da luogo di macerie e di miseria in una delle prime economie mondiali. Ho personalmente conosciuto Maria Romana De Gasperi in Pieve Tesino, dove ogni anno, d'estate, vi sono delle celebrazioni. Infatti, il 19 agosto 1954, a Borgo Valsugana morì Alcide De Gasperi e tali celebrazioni ricordano la figura dello statista e ci insegnano, ci ispirano al suo pensiero e alla sua azione politica.

Nel 2016, il Presidente Mattarella pronunciò una lectio magistralis in quella sede, nella quale parlò - richiamandosi a Maritain - di De Gasperi come uomo integro ma non integralista. Pochi giorni dopo, sempre nel 2016, il Presidente Draghi ricordò la figura di De Gasperi, ricevendo a Trento il premio De Gasperi. In particolare, ricordò come in Europa si vada avanti insieme, nella libertà, ispirandosi al suo pensiero.

Maria Romana De Gasperi la notte del 3 gennaio 1947 accompagnò il padre in quel viaggio - anche pericoloso per l'incolumità personale, ma che trasformò le sorti del nostro Paese - verso gli Stati Uniti dove il Presidente De Gasperi ricevette un importante contributo economico che fu il primo tassello della ripresa del nostro Paese verso la ricchezza.

Mi piace ricordare quella donna che, così giovane, da segretaria del padre, ebbe modo di incontrare la storia, in un momento così importante per il nostro Paese (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Loss. Ne ha facoltà.

MARTINA LOSS (LEGA). Grazie, Presidente. A poche ore dalla scomparsa di Maria Romana De Gasperi, figlia dello statista trentino Alcide De Gasperi, ne ricordiamo la vita spesa al servizio del nostro Paese, prima, a fianco del padre e, poi, attraverso le attività della Fondazione a lui dedicata. Trentina di nascita, grazie anche all'esperienza vissuta in gioventù a fianco del padre, è stata una lucida interprete dei nostri tempi, presente nel panorama politico e sociale del territorio, sia trentino sia italiano, a fianco delle istituzioni in molti ambiti nazionali e internazionali, senza risparmiarsi, anche negli ultimi anni, nonostante fosse ultranovantenne. Attraverso i suoi libri e la descrizione della vita e delle azioni di suo padre, negli anni ci ha saputo ispirare sui temi dell'Europa e della politica come servizio, rimarcando l'idea del padre di una democrazia come rifiuto del sensazionalismo o dei giochi di astuzie, ma fatta di rigore e di concretezza.

Se è vero che il tempo ci toglie inesorabilmente la presenza fisica di persone che hanno attraversato la storia, come Maria Romana De Gasperi, il loro esempio è ancora moderno e ci accompagna nelle scelte lungimiranti che siamo chiamati a intraprendere, passando dalla puntuale verifica del progetto evolutivo della nostra autonomia. In questi giorni, vi è un forte segnale e monito a far comprendere che basta abbassare la guardia e l'inevitabile declino sociale vince le sue battaglie.

L'esempio di Maria Romana De Gasperi, donna forte che ha raccolto e sostenuto la visione del padre per il nostro territorio, e non solo, ci sia sempre innanzi, dunque, per migliorare la coesione politica e sociale non solo del nostro Paese, ma di tutto il continente europeo (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Rossini. Ne ha facoltà.

EMANUELA ROSSINI (MISTO-MIN.LING.). Desidero ricordare questa figura, Maria Romana De Gasperi, molto legata al suo territorio, il Trentino, dove aveva mantenuto la casa di Sella Valsugana e trascorreva, come faceva il padre, le vacanze estive.

La sua figura è molto importante per tutto il Paese, è stata l'anima della Fondazione De Gasperi, con una sua instancabile e costante attività di informazione e di confronto che ha interessato la storia della nostra Repubblica, del pensiero e dell'azione di Alcide De Gasperi. Lei stessa ha contribuito quindi alla formazione di una insostituibile e fondamentale memoria storica e civile.

La sua passione politica era testimoniata dalla capacità di raccontare e di ascoltare, dalla sensibilità intellettuale e umana. Accanto al padre Alcide fin dalle fasi più delicate e complesse della formazione della Repubblica italiana, Maria Romana De Gasperi ha operato affinché i valori dell'azione politica del padre fossero preservati e diffusi, un compito essenziale giacché quei valori sono in primo luogo nella Costituzione. L'attenzione alla storia del Trentino e dell'autonomia speciale né è stata parte consapevole. A lei va quindi il nostro pensiero oggi, un tributo civile a chi, come Maria Romana De Gasperi, ha saputo essere nel contempo guida e parte della comunità civile e del confronto politico e storico della nostra Repubblica (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Formentini. Ne ha facoltà.

PAOLO FORMENTINI (LEGA). Grazie, Presidente. Faccio appello, tramite lei, al Presidente della Camera Fico e a tutto l'Ufficio di Presidenza perché oggi, incontrando l'onorevole Volodina della Verkhovna Rada ucraina, tra la documentazione ho potuto leggere che, nel 2017, è stato sottoscritto tra la Camera dei deputati e il Parlamento monocamerale ucraino un memorandum d'intesa. Questo memorandum, che prevede un protocollo di collaborazione tra i due Parlamenti, però, non è mai stato reso operativo. Visto il momento drammatico che vive l'Ucraina, con un popolo che sta soffrendo, questo è un modo, a mio parere, di far sentire la vicinanza di tutta l'Italia nella forma più alta di collaborazione interparlamentare. Conosco bene il funzionamento dei protocolli siglati tra la Camera dei deputati ed altre Assemblee, perché presiedo il protocollo tra Camera dei deputati e Knesset: è uno strumento utilissimo per scambiare esperienze, per condividere, anche a livello di Commissioni, le pratiche dei due Paesi. In questo momento, a nostro avviso, è uno strumento essenziale per essere vicini veramente all'Ucraina. Quindi, il mio invito, con forza, da quest'Aula è ad istituire il protocollo, che sarà composto da cinque deputati di questa Camera e cinque deputati della Verkhovna Rada (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Raduzzi. Ne ha facoltà.

RAPHAEL RADUZZI (MISTO-A). Grazie, Presidente. Prendo solo un minuto per tentare di fare una piccola operazione verità, per far sapere a quei cittadini che ci guardano da fuori cosa succede in queste Aule parlamentari. In questi giorni, ci sono partiti e leader di partiti politici che se ne vanno in TV, sui social e ovunque a dire che essi sono contrari alla guerra, contrari alle armi e, soprattutto, contrari all'aumento delle spese militari. A noi di Alternativa tocca ricordare che il 16 marzo scorso - quindi, meno di due settimane fa - questa Camera ha approvato un ordine del giorno che, letteralmente, chiede di incrementare fino al 2 per cento del PIL la spesa per la Difesa, inclusa la necessità di acquisire nuovi sistemi missilistici da crociera. Questo ordine del giorno, a prima firma del leghista Ferrari, è stato sottoscritto da Aresta, Rizzo, Di Sarno e D'Uva, che sono componenti del MoVimento 5 Stelle, che ha votato e sottoscritto un ordine del giorno che chiede di aumentare per 12 o 13 miliardi all'anno la spesa militare. Noi di Alternativa siamo l'unica componente, o, meglio, la componente più grande, oltre a singoli colleghi encomiabili del gruppo Misto, che ha votato no e che è fermamente contraria all'invio di armi e a nuova spesa militare quando le nostre imprese e i nostri cittadini hanno innumerevoli altri problemi (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Giovedì 31 marzo 2022 - Ore 9,30:

1. Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge:

BRUNO BOSSIO e MAGI; FERRARESI ed altri; DELMASTRO DELLE VEDOVE ed altri; PAOLINI ed altri: Modifiche alla legge 26 luglio 1975, n. 354, al decreto-legge 13 maggio 1991, n. 152, convertito, con modificazioni, dalla legge 12 luglio 1991, n. 203, e alla legge 13 settembre 1982, n. 646, in materia di divieto di concessione dei benefici penitenziari nei confronti dei detenuti o internati che non collaborano con la giustizia. (C. 1951​-3106​-3184​-3315-A​)

Relatore: PERANTONI.

2. Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge:

FERRARI ed altri; DEIDDA ed altri; GIOVANNI RUSSO ed altri; DEL MONACO ed altri; DEL MONACO ed altri; FERRARI ed altri: Disposizioni di revisione del modello di Forze armate interamente professionali, di proroga del termine per la riduzione delle dotazioni dell'Esercito italiano, della Marina militare, escluso il Corpo delle capitanerie di porto, e dell'Aeronautica militare, nonché in materia di avanzamento degli ufficiali. Delega al Governo per la revisione dello strumento militare nazionale. (C. 1870​-1934​-2045​-2051​-2802​-2993-A​)

Relatori: ARESTA e FERRARI.

3. Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge:

FIANO ed altri; PEREGO DI CREMNAGO ed altri: Misure per la prevenzione dei fenomeni eversivi di radicalizzazione violenta, inclusi i fenomeni di radicalizzazione e di diffusione dell'estremismo violento di matrice jihadista. (C. 243​-3357-A​)

Relatore: FIANO.

4. Seguito della discussione della proposta di legge costituzionale:

MELONI ed altri: Modifiche alla parte II della Costituzione concernenti l'elezione diretta del Presidente della Repubblica. (C. 716-A​)

Relatori: BRESCIA, per la maggioranza; PRISCO, di minoranza.

5. Seguito della discussione della proposta di legge:

CORDA ed altri: Norme sull'esercizio della libertà sindacale del personale delle Forze armate e delle Forze di polizia a ordinamento militare, nonché delega al Governo per il coordinamento normativo (Approvata dalla Camera e modificata dal Senato). (C. 875-B​)

Relatore: ARESTA.

6. Seguito della discussione delle mozioni Scerra ed altri n. 1-00586 e Valentini ed altri n. 1-00610 concernenti iniziative in materia di disciplina di bilancio e governance economica dell'Unione europea .

7. Seguito della discussione delle mozioni Gadda ed altri n. 1-00573, Baldino ed altri n. 1-00611, Bonomo ed altri n. 1-00612 e Bellucci ed altri n. 1-00619 concernenti iniziative in materia di Servizio civile universale .

8. Seguito della discussione della proposta di legge costituzionale:

FORNARO ed altri: Modifica all'articolo 57 della Costituzione, in materia di base territoriale per l'elezione del Senato della Repubblica. (C. 2238-A​)

Relatore: FORNARO.

9. Seguito della discussione delle mozioni Lupi e Schullian n. 1-00540, Vianello ed altri n. 1-00545 e Masi ed altri 1-00614 concernenti iniziative in materia di energia nucleare di nuova generazione .

La seduta termina alle 19,15.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 1 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 2)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale Pdl 3353 - voto finale 426 425 1 213 425 0 101 Appr.
2 Nominale Doc. XXXIV, n. 8 - Ris. 6-217 442 430 12 216 421 9 95 Appr.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.