XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 717 di giovedì 30 giugno 2022

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI

La seduta comincia alle 9.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

ANNA RITA TATEO, Segretaria, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 116, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,07).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Matteo Dall'Osso. Ne ha facoltà.

MATTEO DALL'OSSO (FI). Grazie, Presidente. Vorrei ricordare a me stesso, a quest'Aula, al Ministro Brunetta e al Ministro Orlando che, dal 1° luglio, per le persone fragili non sarà più possibile lavorare in smart working nel settore pubblico, come previsto dalla legge n. 52 del 2022. Oggi è il 30 giugno, il 1° luglio sarà domani. Questi lavoratori fragili già lavoravano in smart working, quindi estendere questa modalità di lavoro non avrebbe alcun costo, anzi per la PA rappresenterebbe un risparmio. Oggi, i contagi stanno anche risalendo: ieri erano 100 mila. Se non prorogherete la misura dello smart working come tutela per i lavoratori fragili, se qualcuno di loro dovesse ammalarsi di COVID o subire danni alla salute conseguenti al contagio da COVID, come parlamentare vi riterrò direttamente responsabili e prenderò in considerazione di essere promotore di una class action ad hoc. Inoltre, il Consiglio dei Ministri è convocato per oggi e so che il Ministro Brunetta ha già pronto un emendamento per la proroga dello smart working nella pubblica amministrazione per le persone fragili. Sono quattro giorni che formulo questo stesso appello e - come ho sempre fatto - consegno al Governo lo speech di questi discorsi. Grazie, Ministro Brunetta (Applausi di deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sullo stesso argomento, il deputato De Toma. Ne ha facoltà.

MASSIMILIANO DE TOMA (FDI). Grazie, Presidente. Mi associo alle parole dell'onorevole Dall'Osso. Ieri abbiamo votato in quest'Aula un ordine del giorno con un impegno “a valutare l'opportunità di”. Credo che la valutazione dell'opportunità di prendere un impegno in tal senso sia ovviamente un obbligo per il Governo, vista la scadenza impellente odierna; è necessario prevedere tutele per i lavoratori fragili. Mi viene anche da ricordare all'Aula che, all'interno di queste tutele, non sono comprese quelle che riguardano i militari in servizio, i soggetti fragili delle Forze armate. Chiediamo quindi di tutelare anche costoro e non solo il personale civile. Visto l'impegno che necessariamente dobbiamo mettere in atto per quello che sta accadendo, credo che sia giusto che il Governo intervenga immediatamente, proprio per l'impellente scadenza, perché si tratta di una tutela importante e dovuta per questi lavoratori fragili.

Ricordo anche i militari fragili in servizio che sono stati esclusi da queste tutele. Quindi, l'impegno che chiediamo al Governo - per suo tramite, ovviamente, Presidente - è quello di applicare questo ordine del giorno non nel senso di una “valutazione dell'opportunità di”, ma di mettere in atto immediatamente queste tutele.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Pino Cabras. Ne ha facoltà.

PINO CABRAS (MISTO-A). Grazie, Presidente. C'è una cosa importante, su cui il Governo dovrebbe essere chiamato a riferire quanto prima al Parlamento che riguarda gli esiti e le discussioni che ci sono stati in questi giorni in sede di Summit NATO, perché hanno implicazioni profonde sulla sovranità italiana e sugli equilibri dell'Italia nel Mediterraneo…

PRESIDENTE. Chiedo scusa, deputato Cabras, c'è un microfono acceso nel quinto settore. Non so se si possa disattivare. Mi dicono sia solo il LED. Prego, prosegua.

PINO CABRAS (MISTO-A). C'è una questione molto importante di equilibri che vengono messi in discussione proprio con riferimento all'assetto dell'Italia nell'Alleanza complessiva e al suo ruolo nel Mediterraneo. Se vogliamo essere coerenti con quello che si dice sull'utilità dell'Alleanza, viene sguarnito, di fatto, il fronte Sud con possibili ricadute di sicurezza sul Mediterraneo. Tutto l'interesse di pochi Paesi prevale in questo momento, giocando su equilibri che vanno a detrimento di altri Paesi. Dietro questo disegno, non c'è una reale esigenza umanitaria, anche se questo termine viene largamente usato, visto che le condizioni vengono dettate dalla Turchia. E quindi sta succedendo che si vogliono salvare gli ucraini, però si sacrificano i curdi e questo è un elemento di ipocrisia su cui vorremmo dire qualcosa in questo Parlamento. Si torna indietro nel passato. Da oggi siamo di nuovo in un clima di guerra fredda. C'è un effetto di ricomposizione delle forze dell'Eurasia, contrapposte al lato occidentale del grande continente euroasiatico, che può portare a una nuova contrapposizione e a nuovi pericoli. Si discute abbastanza di questo? Non mi pare. Molte decisioni sono state prese o secretate, ad esempio sulla questione dell'invio di armi, o comunque con una insufficiente discussione strategica sull'Italia. E il Governo su questo fa lo gnorri.

Vi sono costi che aumenteranno in questo contesto: si va ben oltre potenzialmente il 2 per cento del PIL. Una politica di riarmo, in cui vediamo una mobilitazione di interi battaglioni che si aggiungono rapidissimamente su interi fronti, può portare a un aumento incontrollato delle spese e, quindi, a un orientamento dell'economia verso un'economia di guerra. Credo che anche su questo il Parlamento debba discutere. E c'è l'altro elemento che non è stato discusso sicuramente in questo Parlamento, se non sporadicamente e per piccoli interventi, ossia il possibile ingresso di Finlandia e Svezia. Anche questo è qualcosa che sposta tutti gli equilibri, tutto l'asse della NATO e avrà conseguenze enormi. Chiudere il Baltico nei confronti della Russia significa intervenire su un aspetto storico importantissimo. La Russia aveva creato la città di San Pietroburgo proprio per aprirsi all'Occidente. Se si chiude il Baltico, si rigetta un intero territorio di grande importanza per l'Europa verso lidi asiatici. Di questo si è discusso sinora? Non mi pare. Sono conseguenze enormi che ricadono sul Parlamento. Quindi, come Alternativa, chiediamo che il Governo venga a riferire sugli ultimi sviluppi di questa corsa al riarmo e suoi nuovi equilibri che si vorrebbero assecondare nella NATO (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa)

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fratoianni. Ne ha facoltà.

NICOLA FRATOIANNI (LEU). Grazie, Presidente. In parte riprenderò le considerazioni appena svolte dal collega Cabras. Nel recente vertice NATO sono accadute molte cose ma, in particolare, a proposito dell'accordo ormai siglato sull'ingresso di Svezia e Finlandia nell'Alleanza atlantica, si è consumato - questo è il mio punto di vista - un passaggio molto grave.

È un passaggio che impatta sulla nostra politica estera, sulla politica internazionale e che mette radicalmente in discussione la narrazione prevalente che ha accompagnato e che accompagna i giorni e i mesi terribili che stiamo attraversando a proposito della guerra in Ucraina. Lo sappiamo, lo sapete tutti e tutte, in queste settimane il dibattito sulla guerra è stato accompagnato dalla retorica della guerra di civiltà, della difesa delle democrazie contro le autocrazie, della difesa dei nostri valori, dei valori della libertà. Bene, nell'accordo che accoglie nella NATO Svezia e Finlandia abbiamo svenduto i nostri valori, li abbiamo svenduti ad uno dei peggiori dittatori che occupano la scena mondiale, il Presidente turco Erdoğan, definito dittatore non solo da una grande parte degli attivisti per la libertà e per la democrazia in tutto il mondo, ma anche dal nostro Presidente del Consiglio, Mario Draghi. A quel dittatore sono stati svenduti i nostri valori, quelli che diciamo di voler difendere. Gli abbiamo venduto il popolo curdo. Erdoğan, con il secondo esercito più potente dell'Alleanza atlantica, massacra e reprime il popolo curdo in tutto il Medio Oriente. È una campagna fatta di massacri, di repressione, di violazione sistematica dei più elementari diritti umani e diritti civili. È una violazione che avviene in Turchia e fuori dalla Turchia. Erdoğan, con il secondo più potente esercito dell'Alleanza atlantica, massacra i curdi dell'area siriana di Kobane, i curdi che hanno combattuto per noi e per conto nostro contro l'ISIS. Credo che, di fronte a tutto questo, occorra una reazione e credo che questo Parlamento debba essere chiamato a discutere di quello che è successo, debba essere chiamato ad esprimersi su quello che è successo, perché non credo che l'Italia, il Governo italiano possa consentire che, in nome dell'allargamento dell'Alleanza, si consumi questa vergogna. Credo che, a prescindere da come la pensiamo sull'Alleanza atlantica e sul suo allargamento - non è questo il tema che metto qui in discussione -, di fronte a quello che è accaduto, serva una reazione. È stato messo per iscritto il via libera ad Erdoğan per continuare la sua infame campagna di massacro del popolo curdo e io credo che questo Parlamento abbia il dovere di alzarsi in piedi e di dire una parola chiara contro questa scelta (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la presidente Boldrini. Ne ha facoltà.

LAURA BOLDRINI (PD). Grazie, Presidente. Solo due parole per unire la mia voce a quella dei colleghi che mi hanno preceduto, per dire che siamo d'accordo, almeno molti di noi lo sono, a proposito dell'ingresso di questi due importanti Paesi, la Svezia e la Finlandia, nella NATO. Capiamo il momento storico, capiamo che questi due Paesi sentano il bisogno di unirsi a una famiglia più ampia, di essere protetti da uno scudo più ampio, ed è legittimo. Ma quello che emerge dalla lettura dei quotidiani e non solo e che sembrerebbe anche dal Memorandum stesso - che personalmente però non sono riuscita ad avere, né a leggere - è che c'è stato un baratto, un baratto che non è nobile, Presidente, abbiamo scambiato l'adesione all'Alleanza atlantica con i diritti umani e l'abbiamo fatto ai danni di un popolo, quello curdo, che ha difeso i diritti della democrazia in un momento molto difficile, in un momento in cui si temeva il peggio, in un momento in cui quella lotta ha rappresentato tutti noi. Il diritto d'asilo è un diritto identitario dell'Unione europea, è un diritto fondativo dell'Unione europea. Noi ce l'abbiamo nell'articolo 10 della Costituzione. Quindi è vero che, di fronte a questo ricatto, dovremo prendere una posizione come Parlamento, perché come si può dire a due Paesi: sì, va bene, voi potete entrare nell'Alleanza atlantica per sentirvi più sicuri, perché capiamo le vostre preoccupazioni ma, in cambio, consentire a un membro di quella stessa Alleanza di dire che i diritti umani di alcuni gruppi sociali debbano essere rimessi in discussione. Cedeteci quelle persone che hanno lottato nel loro Paese per affermare i loro diritti e anche, in alcuni frangenti, per affermare i nostri diritti, in cambio dell'adesione. Io non penso che Erdoğan possa veramente fare tutto quello che vuole. E noi che ci stiamo a fare nell'Alleanza atlantica? Le nostre condizioni sono queste o sono altre? Se sono altre, alziamo la nostra voce, non appiattiamoci sui ricatti di Erdoğan.

Quindi, Presidente, anch'io vivo con molto disagio - e credo, insieme a me, colleghe e colleghi del gruppo, ma anche di altri gruppi - questi termini della discussione e dell'accordo. Spero che ci sia una riflessione e che si riesca a prendere una posizione chiara su questo punto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sempre sull'ordine dei lavori, ma su un altro argomento, il deputato Fiano. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO (PD). La ringrazio, Presidente. Intervengo per chiedere il rinvio dei provvedimenti previsti all'ordine del giorno alla prossima settimana.

PRESIDENTE. Sulla richiesta di rinviare alla prossima settimana gli argomenti iscritti all'ordine del giorno della seduta di oggi, darò la parola, ai sensi dell'articolo 41, comma 1, del Regolamento ad un deputato contro e ad uno a favore, per non più di cinque minuti ciascuno.

Ha chiesto di parlare contro la deputata Wanda Ferro. Ne ha facoltà. Non l'avevo vista, le chiedo scusa.

WANDA FERRO (FDI). Presidente Rampelli, signori del Governo, colleghi, ovviamente, è un intervento contro la richiesta fatta dal collega della maggioranza che sostiene questo Governo, con un'ulteriore sottolineatura, in linea con l'andazzo. Siamo reduci da una recentissima - credo la quarantasettesima - fiducia posta dal Governo dei migliori Draghi. Oggi, troviamo uno strumento in più, l'ennesima volta, soltanto per contingentare i tempi, per comprimerli e, soprattutto, per non dare spazio al Parlamento di espletare quello che dovrebbe essere il ruolo per il quale siamo tutti qua, per poter incidere e migliorare. Quindi, la richiesta di rinvio vede il voto contrario del gruppo di Fratelli d'Italia; soprattutto, con l'ennesima sollecitazione, anche se sarà ancora una volta fiato sprecato, sollecitiamo quest'ampia maggioranza, in alcune sottolineature che più volte facciamo, a dare sostanza nella forma, nei tempi e soprattutto nella dignità di un Parlamento che, fino ad oggi, è stato esautorato dai propri compiti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare a favore il deputato Ziello. Ne ha facoltà.

EDOARDO ZIELLO (LEGA). Grazie Presidente. Non possiamo che essere favorevoli alla proposta di rinvio degli argomenti iscritti all'ordine del giorno della seduta odierna perché, tra questi argomenti rientrano due provvedimenti che trovano la nostra netta contrarietà, che sono lo ius soli (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), mascherato da ius scholae, e il provvedimento sulla cannabis, che per noi della Lega non sono assolutissimamente le priorità per il nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Il nostro Paese sta vivendo una crisi che sta soffocando milioni di famiglie italiane; la povertà è sempre più dilagante, la disoccupazione sta crescendo, il tasso d'inflazione è sempre più elevato e, con lo scenario drammatico che si registra a livello geopolitico e internazionale, il nostro Paese deve concentrarsi sulle priorità degli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) che sono l'energia, il lavoro e le pensioni e non la cittadinanza e la cannabis! Ecco perché voteremo favorevolmente al rinvio, con la speranza che questi provvedimenti possano essere totalmente tolti da ogni calendario (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), perché è un'umiliazione per la Camera dei deputati, in uno scenario di questo tipo, avere semplicemente questi due provvedimenti iscritti all'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Trattandosi di una votazione meramente procedurale ed essendo già decorso il termine di preavviso di cinque minuti, previsto dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento, passiamo ai voti.

Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico, senza registrazione di nomi, la proposta di rinviare alla prossima settimana gli argomenti iscritti all'ordine del giorno della seduta di oggi.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva per 206 voti di differenza.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Passiamo, dunque, agli interventi di fine seduta.

Ha chiesto di parlare la deputata Di Giorgi. Ne ha facoltà, per due minuti.

ROSA MARIA DI GIORGI (PD). Grazie Presidente, vorrei parlare della scomparsa di Raffaele La Capria che chiude simbolicamente un secolo che ha dato tanto al nostro Paese, un secolo in cui dal disastro delle guerre mondiali l'Italia è risorta e ha costruito la propria democrazia, anche grazie all'apporto di una generazione di intellettuali straordinari, come Calvino, Pasolini, Sciascia, Fenoglio, Ortese e Natalia Ginzburg, personalità orgogliose delle proprie origini, radicate nella propria cultura che, tuttavia, hanno saputo parlare al mondo con la forza delle proprie idee e del proprio stile.

Elegante nella prosa e nei sentimenti, mai banale, innamorato della vita, acuto osservatore della sua Napoli e del mondo intero, La Capria, non soltanto ci ha regalato capolavori letterari che ancora oggi suscitano ammirazione e riscoperte, ma ha anche rappresentato un costante punto di riferimento intellettuale. Roma era stata la sua città di adozione e ne racconta immagini, vizi e virtù nell'opera La bellezza di Roma in cui, con sagacia e acuto senso di osservazione, dipinge un quadro indimenticabile della città e dei suoi abitanti.

Scrittore di altissimo livello, ricordiamo, tra gli altri, Ferito a morte, con cui vinse il Premio Strega. La Capria, soprattutto con Le mani sulla città e Uomini contro, ci ha regalato sceneggiature indimenticabili, che hanno saputo raccontare i drammi e le contraddizioni del nostro Paese. Bellissima e struggente anche la sua storia d'amore con Ilaria Occhini, compagna di vita da lui adorata cui ha dedicato passaggi memorabili nelle sue opere. È giusto, dunque, ricordare anche in questo luogo, Presidente, nel tempio della nostra democrazia, la figura di La Capria, tributandogli quell'omaggio che merita una figura come la sua, che ha arricchito davvero la cultura italiana (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Braga. Ne ha facoltà, per due minuti.

CHIARA BRAGA (PD). Grazie Presidente. Questa notte, all'età di 94 anni, ci ha lasciato Marte Ferrari. Marte Ferrari fu dirigente del Partito Socialista Italiano, cui si iscrisse nel 1945. Componente di questa Camera dal 1976 al 1994, eletto nel collegio di Como, fu sottosegretario di Stato prima ai Lavori pubblici e poi al Ministero del Bilancio e della programmazione economica e, prima ancora, importante esponente della CGIL, di cui fu segretario generale della camera del lavoro di Como dal 1965 al 1976. Fu vicesindaco della città dal 1990 nelle giunte a guida DC e, dal 2006 al 2011, consigliere comunale in un piccolo comune della provincia. Marte Ferrari fu tutto questo e molte altre cose. Fu un punto di riferimento per la sinistra comasca e non solo. Non posso dimenticare il suo affetto, i suoi consigli, la sua costante vicinanza e il suo interessamento alle necessità e ai problemi delle persone, la sua dedizione verso le istituzioni democratiche, la sua capacità di interpretare fino all'ultimo l'essenza di una politica capace di tessere e alimentare un legame quasi personale con ciascuno dei suoi elettori e, insieme, di perseguire gli ideali di giustizia sociale e costruzione del bene comune, che hanno ispirato l'intera sua vita. A sua moglie Erminia, alla figlia Rossella, alla sua famiglia e ai compagni socialisti, la vicinanza e l'affetto mio e del Partito Democratico (Applausi).

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Lunedì 4 luglio 2022 - Ore 10:

1. Discussione sulle linee generali del disegno di legge:

Conversione in legge del decreto-legge 17 maggio 2022, n. 50, recante misure urgenti in materia di politiche energetiche nazionali, produttività delle imprese e attrazione degli investimenti, nonché in materia di politiche sociali e di crisi ucraina. (C. 3614​)

2. Discussione sulle linee generali della proposta di legge:

GELMINI, APREA; INVIDIA; BUCALO, FRASSINETTI; TOCCAFONDI; COLMELLERE, TOCCALINI, CAPARVI; SOVERINI, DI GIORGI, PICCOLI NARDELLI, ROSSI, PRESTIPINO, LATTANZIO, NITTI, ORFINI, CIAMPI, CARNEVALI: Istituzione del Sistema terziario di istruzione tecnologica superiore (Approvata, in un testo unificato, dalla Camera e modificata dal Senato). (C. 544​-2387​-2692​-2868​-2946​-3014-B​)

Relatore: TOCCAFONDI.

La seduta termina alle 9,30.