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CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 19 settembre 2018
60.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni (I)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

5-00459 Gebhard e Toccafondi: Sulle esigenze di sicurezza nella città di Firenze e sulla congruità dell'organico delle forze dell'ordine.

TESTO DELLA RISPOSTA

      Signor Presidente, Onorevoli Colleghi, Firenze rappresenta senza dubbio un polo di riferimento per la particolare natura di città d'arte con un centro storico patrimonio mondiale dell'Unesco e con un'altissima valenza turistica.
      In tal senso la domanda di sicurezza è forte e costante sia con riferimento alle potenziali minacce terroristiche che con riguardo alla necessità di adottare idonei provvedimenti sul piano della vivibilità e del decoro urbano.
      Calandoci nel contesto cittadino, si osserva che Firenze registra un'enorme differenza tra popolazione residente e popolazione «reale». Al di là degli abitanti censiti (382.258 al 1o gennaio 2017), ogni anno infatti si aggiungono, come pure riferito dall'Onorevole interrogante, 14 milioni di turisti, tra cui city users non sistematici e visitatori in daily trip.
      Il dato è fondamentale per comprendere come la città debba far fronte a bisogni di sicurezza assolutamente differenti tra i cinque quartieri che la compongono e le varie anime della popolazione.
      Questo specifico e atipico quadro impone, dunque, mirati e diversificati interventi sul territorio, anche in termini di presidio, che vengono costantemente valutati in sede di Comitato Provinciale per l'Ordine e la Sicurezza Pubblica.
      Negli ultimi mesi, il Comitato ha, ad esempio, deciso una nuova fase di controlli nell'area mercatale di San Lorenzo, ha potenziato l'azione di contrasto allo spaccio, concentrandosi nelle zone e piazze del centro storico cittadino cuore della movida (Piazza S. Croce, Piazza S. Spirito, Sant'Ambrogio), nonché nelle zone verdi della città (Parco delle Cascine in primis).
      Parallelamente, la Prefettura sta vagliando iniziative che, attraverso la stipula di specifici protocolli e accordi, coinvolgano gli Enti territoriali e le Associazioni di categoria. In questa direzione, l'intesa sul controllo di vicinato, già attiva in alcuni Comuni, sarà a breve estesa a tutto il territorio metropolitano, Firenze compresa; è inoltre al varo uno specifico progetto, presentato dall'Amministrazione fiorentina nell'ambito di «Scuole Sicure», che consente allo stesso Ente di beneficiare di un finanziamento di 96.000 euro per iniziative di contrasto al fenomeno dello spaccio nei pressi di istituti scolastici.
      Nello stesso ambito si rappresenta che, sul versante della realizzazione di modelli di sicurezza partecipata, il 12 febbraio 2018 è stato sottoscritto tra la Prefettura ed il Comune di Firenze il «Patto per Firenze Sicura» che mira alla valorizzazione di progetti sperimentali di sicurezza «modellati» sulle richieste dei cittadini dei diversi quartieri, questo per stimolare la partecipazione civica e rendere più mirati ed efficaci gli interventi operativi.
      Quanto alla consistenza degli organici delle Forze di polizia, nel ricordare che dal 2016 per gli stessi operatori delle Forze dell'ordine opera nuovamente il turn over al 100 per cento, si riportano qui di seguito i relativi dati.
      Per quanto riguarda la situazione dell'organico, la Polizia di Stato in servizio nella città di Firenze e in provincia consta di 2.083 operatori a fronte di una previsione organica pari a 2.064 unità. Sulla Pag. 21base delle assegnazioni disposte dal Ministero dell'interno per il 2018, è stato disposto un incremento pari a 34 unità (di cui 4 già assegnate, 9 da assegnare il prossimo ottobre, 5 a novembre e 16 a febbraio 2019).
      La forza organica del Comando Provinciale dell'Arma dei Carabinieri di Firenze è di 1105 unità, a fronte di una forza effettiva di 956. L'Arma opera con un Comando Provinciale, 8 Compagnie e 58 Stazioni.
      Infine, il numero delle risorse umane disponibili nell'ambito del Comando Provinciale della Guardia di Finanza (compreso anche il personale del Corpo in servizio presso la Compagnia di Empoli e le Tenenze di Borgo San Lorenzo, Castelfiorentino e Pontassieve) è pari a 557 militari, rispetto a una forza organica prevista di 664 unità.
      L'impegno delle Forze di polizia sul territorio della città di Firenze è quindi massimo sia nell'azione di prevenzione e controllo del territorio che nel mantenimento dell'ordine e della sicurezza pubblica. A questo proposito, voglio ricordare che presso il Capoluogo è attivo il dispositivo di vigilanza a siti e obiettivi sensibili denominato Operazione «Strade Sicure» con la presenza di 145 uomini delle Forze Armate in concorso e congiuntamente con le Forze di polizia.
      In conclusione, ci tengo a sottolineare che, pur in presenza di una particolare complessità e peculiarità del contesto territoriale fiorentino, l'attuale dispositivo delle forze di polizia operanti in quel territorio ha consentito di assicurare nel periodo gennaio-luglio 2018, rispetto all'analogo arco temporale del 2017, un incremento del numero dei delitti scoperti, pari al +3,6 per cento.

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ALLEGATO 2

5-00460 Sisto e Silli: Sull'adeguatezza delle misure di sicurezza disposte nei confronti del consigliere comunale di Avellino, Sabino Morano.

TESTO DELLA RISPOSTA

      Signor Presidente, Onorevoli Colleghi, il 9 agosto scorso ad Avellino veniva incendiata l'autovettura del signor Morano Sabino, consigliere comunale del capoluogo irpino, già candidato Sindaco alle elezioni amministrative del 10 giugno 2018 con la Lista del Movimento «Primavera Irpina».
      A seguito di tale episodio, il Prefetto ha convocato immediatamente in data 10 agosto il Comitato Provinciale per l'Ordine e la Sicurezza Pubblica e, contestualmente, su conforme ed unanime parere dei responsabili delle Forze di Polizia, ha disposto sino al 30 novembre 2018 nei confronti del signor Morano Sabino la misura di protezione consistente in un servizio di vigilanza generica radiocollegata presso la sua abitazione, misura, peraltro, già disposta dalla Questura nell'immediatezza dell'evento, proprio in ragione della carica politica rivestita dal signor Morano e nonostante sul luogo dell'evento non fossero stati rinvenuti elementi di innesco.
      In data 17 agosto 2018, alle ore 03.25 circa, presso l'abitazione del signor Morano Sabino, all'interno di un parco condominiale, sono state incendiate altre tre autovetture.
      L'incendio, dovuto probabilmente all'innesco di liquido infiammabile, contenuto in una bottiglietta di plastica rinvenuta sul posto, ha distrutto completamente due autovetture intestate a terze persone ed una di proprietà di Morano Antonio, padre del signor Morano Sabino.
      In considerazione di tale ulteriore episodio, il successivo 21 agosto è stato nuovamente convocato, presso la locale Prefettura, il Comitato Provinciale per l'Ordine e la Sicurezza Pubblica, al quale ha partecipato anche il consigliere Morano che, in quella sede, non ha escluso che l'episodio potesse essere riconducibile al proprio impegno contro la realizzazione di un impianto di bio-digestione nel Comune di Chianche, situato in quella provincia, iniziativa sostenuta insieme ad altre associazioni e a produttori vitivinicoli della zona di produzione del «Greco» di Tufo. Il consigliere Morano ha escluso, invece, l'ipotesi della ricollegabilità dell'evento alla sua attività di consigliere comunale.
      Il Prefetto, su conforme ed unanime parere dei responsabili delle Forze di Polizia espresso in seno al Comitato provinciale per l'ordine è la sicurezza pubblica, ha disposto quindi nei confronti del predetto consigliere comunale l'intensificazione della vigilanza generica radiocollegata presso l'abitazione sino al 31 dicembre 2018, estendendola anche allo studio professionale dello stesso e alla sede del movimento «Primavera Irpina», ubicati nel capoluogo irpino.
      Su entrambi gli episodi incendiari sono attualmente in corso indagini da parte dell'Autorità Giudiziaria e posso assicurare che le locali Autorità provinciali di Pubblica Sicurezza continueranno a mantenere alta l'attenzione nei confronti della vicenda e ad assicurare ogni più scrupolosa protezione nei confronti del signor Morano, per garantire ogni sua più adeguata tutela, anche in relazione all'esercizio della sua attività politica.

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ALLEGATO 3

5-00462 Macina ed altri: Sull'adeguatezza delle misure di sicurezza disposte nei confronti dei testimoni di giustizia Ignazio Cutrò e Gianfranco Franciosi.

TESTO DELLA RISPOSTA

      Signor Presidente, Onorevoli Colleghi, gli onorevoli interroganti pongono l'attenzione sulla questione riguardante l'incolumità personale dei testimoni di giustizia ed in particolare sui provvedimenti disposti nei confronti del signor Ignazio Cutrò e del signor Gianfranco Franciosi.
      La delicatezza del tema in discussione mi impone di riferire i passaggi che le Autorità tecniche hanno posto in essere, sulla base degli elementi di valutazione raccolti, in relazione alle due vicende. Infatti, i provvedimenti che dispongono o revocano misure di protezione sono esclusivamente basati su valutazioni di ordine tecnico, ancorate ad analisi circa la sussistenza di rischi attuali e concreti, e, pertanto, sottratti a valutazioni di tipo discrezionale.
      Il 9 dicembre 2010, Ignazio Cutrò è stato proposto quale testimone di giustizia dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo per aver riferito su danneggiamenti e incendi subiti da lui e da altri imprenditori della c.d. bassa Quisquina, ed aver consentito in tal modo al GIP di quel Tribunale di emettere, il 14 luglio 2008, un'ordinanza di custodia cautelare in carcere per associazione mafiosa ed estorsione a carico del capomafia storico di Santo Stefano di Quisquina, Ferranti Vincenzo, nonché dei tre fratelli Panepinto e di altri congiunti.
      Con delibera dell'11 gennaio 2011 della Commissione Centrale per le speciali misure di protezione, il predetto è stato sottoposto alle speciali misure di protezione in località di origine, unitamente al suo nucleo familiare.
      Il 12 ottobre 2016, la stessa Commissione – vista la nota della D.D.A. di Palermo, a firma del Procuratore della Repubblica, con la quale si chiedeva la revoca delle speciali misure di protezione nei confronti del testimone e dei suoi familiari, per il venir meno delle condizioni che ne avevano portato all'adozione ma anche in ragione delle reiterate condotte in palese violazione delle disposizioni di sicurezza, e preso atto del concorde parere della Direzione Nazionale Antimafia – ha deliberato di non prorogare le speciali misure di protezione nei confronti di Cutrò e del suo nucleo familiare. Contestualmente è stato incaricato il Servizio Centrale di Protezione presso il Ministero dell'interno di segnalare la loro posizione alle competenti Autorità di Pubblica Sicurezza ai fini dell'adozione delle ordinarie misure di protezione ritenute adeguate al concreto livello di rischio.
      La decisione è stata impugnata innanzi al T.A.R. del Lazio che, nel gennaio del 2018, ha respinto il ricorso confermando la legittimità del provvedimento.
      Allo stato, a far data dal 4 aprile 2018, sono comunque attive le misure di protezione personali corrispondenti al 4o livello di rischio per il Cutrò integrate da altre misure di vigilanza disposte presso l'abitazione privata.
      Da ultimo, informo che l'interessato è stato convocato, in data 8 agosto 2018, dal Prefetto di Agrigento, al fine di persuaderlo a collaborare ai servizi predisposti per la sua tutela. Il Cutrò ha affermato di non desiderare alcun servizio di scorta, ritenendo del tutto improbabile il rischio Pag. 24di ritorsione ai suoi danni, richiedendo invece l'estensione della tutela a protezione anche dei suoi familiari, per il timore di una vendetta mafiosa.
      Per quanto riguarda invece la posizione tutoria del signor Gianfranco Franciosi, si rappresenta che con delibera del 13 marzo 2013, la predetta Commissione centrale, nel valutare la richiesta dell'interessato di uscire dallo «speciale programma di protezione» cui era sottoposto dal 21 novembre 2011 unitamente al suo nucleo familiare, e di capitalizzare le misure assistenziali, nonché il progetto di reinserimento, ha disposto la cessazione del dispositivo tutorio concedendo la relativa capitalizzazione.
      Nel giugno del 2013 sono state comunque disposte misure ordinarie di tutela consistenti nella vigilanza generica radiocollegata presso l'abitazione unitamente ad un sistema di videosorveglianza; misure periodicamente riesaminate nelle riunioni tecniche di coordinamento interforze svoltesi presso la competente Prefettura di La Spezia dalle quali, tuttavia, non sono emersi concreti pericoli per l'incolumità dell'interessato inducendo pertanto alla reiterazione nei suoi riguardi della citata misura di tutela.
      Premesso quanto sopra, agli atti del Dipartimento della Pubblica Sicurezza, non risultano pervenuti, fino alla data di ieri, da parte delle competenti Prefetture di Agrigento e La Spezia, aggiornati elementi informativi di rischio rilevanti sotto il profilo della sicurezza personale sul conto sia di Ignazio Cutrò, il cui nome sarebbe emerso nel corso di intercettazioni telefoniche da parte di un esponente della mafia agrigentina e pubblicate dai giornali, sia di Gianfranco Franciosi, riguardo alla distruzione dell'impianto di videosorveglianza, ad opera di ignoti, il 9 settembre 2018.

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ALLEGATO 4

5-00461 Migliore: Su alcune manifestazioni di razzismo e vandalismo ad opera di esponenti dell'organizzazione politica Forza Nuova.

TESTO DELLA RISPOSTA

      Signor Presidente, Onorevoli Colleghi, lo    scorso 15 settembre personale della Questura di Padova, nel corso di un ordinario servizio di controllo del territorio, ha notato la presenza in via delle Melette, nel quartiere Palestre di quel Capoluogo, di un gruppo di 9 persone, attivisti e simpatizzanti di Forza Nuova, alcuni dei quali indossavano una maglietta nera con la scritta del movimento. Gli agenti hanno dato subito avvio alla procedura di identificazione accertando la presenza, tra gli altri, del segretario provinciale del movimento.
      La presenza degli appartenenti a Forza Nuova è stata notata da alcuni esponenti dei locali movimenti antagonisti di sinistra, circa una quarantina, del Centro Sociale Occupato Pedro e del Centro Popolare Gramigna, che immediatamente sono scesi in strada, determinati ad allontanare gli estremisti di destra dal quartiere notoriamente ritenuto «di sinistra», tentando più volte di avvicinarsi a questi ultimi, minacciandoli con gesti, slogan e frasi. Le Forze dell'ordine presenti hanno impedito lo scontro e dopo un paio d'ore hanno allontanato i predetti militanti di Forza Nuova dal quartiere.
      Il successivo 17, da un monitoraggio della rete internet, si è appreso che il coordinatore regionale veneto di Forza Nuova ha postato un rilancio delle iniziative denominate «passeggiate di sicurezza», nel quartiere Palestre, allo stato non attuate.
      Per quanto riguarda i motivi della presenza degli esponenti di Forza Nuova, si è accertato che il segretario provinciale del movimento era stato contattato nella circostanza da una signora residente del quartiere che vive con la madre in un appartamento dell'ATER sito nella medesima via, dove peraltro il medesimo segretario provinciale si era già recato qualche giorno prima.
      La signora avrebbe chiesto all'esponente di Forza Nuova un aiuto a fronte dei pessimi rapporti di vicinato con una famiglia di cittadini nigeriani, che abita con regolare contratto d'affitto nello stesso condominio con quattro figli minori, lamentando continui rumori molesti.
      A seguito del fatto, risulta che i 17 attivisti dei Centri sociali Pedro e Gramigna, identificati nella circostanza, verranno deferiti, proprio nella giornata di oggi, alla locale Procura della Repubblica con apposita informativa per i reati di minacce gravi – legate a generici slogan di morte scanditi verso i militanti di Forza Nuova – nonché per violenza privata, per aver specificatamente impedito a questi ultimi di allontanarsi dal quartiere a bordo delle proprie autovetture.
      Nel deprecare questo episodio e tutti gli altri citati dagli onorevoli interroganti, posso assicurare che le Forze di Polizia, come testimoniato dal pronto intervento effettuato nella circostanza, svolgono sull'intero territorio nazionale una costante ed accurata attività di monitoraggio verso i contesti e gli ambienti connotati da estremismo di qualunque orientamento politico, e che questo Governo è seriamente intenzionato a neutralizzare eventuali Pag. 26iniziative che possano sfociare in episodi di violenza o di aggressività anche a sfondo discriminatorio.
      In quest'ottica nessun episodio, neppure quelli a minor impatto dimostrativo, verrà sottovalutato o trascurato e le Autorità di pubblica sicurezza continueranno a monitorare gli episodi di estremismo politico ogni qualvolta verranno assunte iniziative con carattere di illegalità provvedendo a informare l'Autorità giudiziaria per la verifica degli eventuali estremi di reato.
      L'impegno del Governo è di tenere ben viva l'attenzione sul fenomeno e, senza alcuna sottovalutazione, di utilizzare tutti gli strumenti previsti dall'ordinamento per contrastare le attività di simili sodalizi.

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ALLEGATO 5

5-00003 Foti: Carenza di personale operativo presso il Comando dei Vigili del fuoco di Piacenza.

TESTO DELLA RISPOSTA

      Signor Presidente, Onorevoli Colleghi, l'interrogazione dell'Onorevole Foti mi consente di ribadire, anche in questa sede, i sentimenti di profonda stima e di rispetto nei confronti del Corpo dei vigili del fuoco per l'impegno e la dedizione assoluta dimostrati in ogni circostanza e, in particolare, nei frangenti più drammatici per i cittadini e per l'intera comunità.
      La tempestività dei soccorsi in ogni situazione di crisi e l'efficacia degli interventi assumono ancor maggior rilievo ove si ponga l'attenzione sulla dimensione organica del Corpo nazionale che, a fronte di una previsione di 37.481 dipendenti, soffre, al momento, di una significativa carenza di poco più di 3.000 unità.
      Va, inoltre, considerato che il Corpo è stato chiamato a fronteggiare, nell'ultimo periodo, sempre più gravosi oneri funzionali in virtù di recenti interventi normativi come, ad esempio, la lotta attiva agli incendi boschivi dopo l'assorbimento del Corpo Forestale dello Stato nell'Arma dei Carabinieri, unitamente anche all'assunzione di un fondamentale ruolo di coordinamento tecnico-operativo negli interventi di soccorso pubblico più complessi, sancito anche nel nuovo codice della protezione civile.
      E non trascurabili, da questo punto di vista, sono anche i più onerosi impegni che per il Corpo scaturiscono dalle nuove direttive sulla sicurezza integrata in occasione di pubbliche manifestazioni.
      Ciò premesso, sono già in corso di attuazione alcune misure dirette a mitigare l'incidenza di tale deficit di organico.
      Vorrei ricordare, al riguardo, in primis l'autorizzazione a bandire una nuova procedura selettiva per l'immissione di 250 giovani nella qualifica di vigile del fuoco, procedura concorsuale che avrà termine entro la fine dell'anno corrente.
      Un'ulteriore misura in tale direzione è l'assunzione straordinaria di 1300 unità, nel quadro di una programmazione quinquennale, a decorrere dal 1o ottobre di ogni anno, che prevede entro il 2018 l'assunzione di 50 unità.
      In tale ambito va ricordata anche l'assunzione di 400 unità nei ruoli iniziali del Corpo nazionale, già avvenuta in data 7 maggio scorso, a valere sulle facoltà assunzionali del 2018 relative al cento per cento delle cessazioni avvenute nel 2017: gli allievi vigili hanno, infatti, già iniziato l'83o corso di formazione che avrà termine entro la fine dell'anno.
      Va, infine, segnalato il previsto incremento della dotazione organica della qualifica di vigile del fuoco di 300 unità, con decorrenza 1o ottobre 2018.
      Per quel che attiene, invece, alla specifica situazione del Comando dei vigili del fuoco di Piacenza, faccio presente che, a fronte di una dotazione organica del personale operativo pari a 190 unità, di cui 16 capi reparto, 54 capi squadra e 120 vigili del fuoco, le effettive presenze del citato personale operativo corrispondono a 11 capi reparto, 28 capi squadra e 137 vigili.
      Si registra, dunque, presso quel Comando una carenza nel profilo dei capi reparto del 31,25 per cento, maggiore rispetto alla media nazionale che è del 24,94 per cento, mentre nel profilo dei capi squadra la carenza si attesta al 48,15 per cento, risultando notevolmente superiore rispetto alla media nazionale del Pag. 2813,65 per cento. Carenze in parte compensate in quanto, per la qualifica di vigile del fuoco, si riscontra un'eccedenza del 14,17 per cento superiore alla carenza media nazionale attestata allo 0,3 per cento.
      A fronte delle criticità riscontrate, informo che, in occasione delle assegnazioni avvenute al termine dell'81o corso di formazione, si è, comunque, già provveduto a destinare a quel Comando 16 vigili del fuoco, che hanno preso servizio il 7 maggio 2018.
      Inoltre, proprio in ragione della necessità di assicurare ogni migliore funzionalità del citato reparto, questo Ministero ha già provveduto a disporre l'ulteriore l'assegnazione dal 6 agosto scorso a Piacenza di altri 11 vigili del fuoco provenienti dall'82o corso, mentre entro il corrente mese di settembre saranno avviate le procedure per la ricognizione e la successiva assegnazione su tutto il territorio nazionale dei vigili provenienti dai corsi 83o e 84o.
      Assicuro, comunque, che la situazione è oggetto di costante attenzione e sarà cura considerare, con ogni migliore predisposizione, l'ulteriore rafforzamento della operatività del Comando di Piacenza in occasione delle future assegnazioni di personale.

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ALLEGATO 6

5-00041 Foti: Iniziative per garantire la sicurezza pubblica in alcune aree del Comune di Parma.

TESTO DELLA RISPOSTA

      Signor Presidente, Onorevoli Deputati, proprio nella giornata di ieri ho incontrato al Viminale, insieme al Vice Capo della Polizia Vicario, Prefetto Savina, il Sindaco di Parma, Pizzarotti, e l'assessore alla sicurezza, Casa, per discutere delle problematiche di sicurezza della città.
      Nell'occasione, ho informato il Sindaco che il Ministero riserverà la massima attenzione sulle questioni dell'ordine e della sicurezza pubblica a Parma.
      In particolare, gli è stato comunicato che, entro febbraio del 2019, sarà ultimato il dispiegamento di 20 unità di rinforzo per la Questura, già avviato ad inizio del corrente anno. È stato precisato che è in corso una revisione dei presidi di polizia sul territorio nazionale e che, dopo la necessaria interlocuzione con le OO.SS. della Polizia di Stato, è previsto un ulteriore sensibile aumento di unità da destinare alla Questura.
      È previsto, inoltre, un ulteriore sensibile incremento di operatori della Polizia di Stato per le esigenze della Polizia ferroviaria nonché l'assegnazione di personale di rinforzo, per controlli straordinari, come avvenuto nella settimana scorsa, a cura della Questura e dei Reparti Prevenzione Crimine e del Reparto Mobile.
      Inoltre, è stato comunicato che, nei primi sei mesi dell'anno in corso, sono state poste a disposizione delle locali Autorità di Pubblica Sicurezza 1.600 unità (Polizia di Stato e Arma dei Carabinieri) per eventi di ordine pubblico. Nel medesimo periodo, sono state ugualmente poste a disposizione di quelle Autorità 100 unità della Polizia di Stato e dell'Arma dei Carabinieri per attività di prevenzione in chiave antiterrorismo.
      È stata, infine, assicurata la disponibilità ad istituire tavoli periodici per condividere e raccogliere le istanze di sicurezza provenienti dall'Amministrazione comunale.
      L'incontro si è svolto in un clima cordiale e di proficua collaborazione ed ha consentito di rassicurare il primo cittadino di Parma sull'attenzione e sugli impegni che il Governo intende realizzare per quel territorio.
      Con specifico riguardo alle richieste dell'Onorevole interrogante, segnalo che dall'analisi della delittuosità registrata a Parma nel corso del triennio 2015/2017, si può rilevare un incremento ancorché non costante per alcuni reati, con una inversione sostanziale di tendenza nell'anno in corso, che ha visto, al 31 agosto, una riduzione del 21,7 per cento del totale dei delitti rispetto allo stesso periodo del 2017.
      In particolare, nei mesi scorsi l'attenzione delle Forze di Polizia è stata rivolta alle zone di maggiore frequentazione (parchi cittadini, Stazione Ferroviaria) o aree del territorio dove i cittadini hanno segnalato problematiche di sicurezza fondamentalmente legate allo spaccio di sostanze stupefacenti (quartiere San Leonardo e Piazzale Pablo, Oltretorrente e Piazzale della Pace, Viale dei Mille), nonché a tutti i luoghi di aggregazione, compresi gli istituti scolastici.
      Sul fronte dei risultati ottenuti, si illustrano, di seguito, alcuni elementi sintetici, riguardanti le attività condotte dalla Polizia di Stato e dall'Arma dei Carabinieri. Pag. 30
      Dai dati forniti dalla Questura, nell'intero anno 2017, il dispositivo di prevenzione attuato ha consentito di identificare 76.405 persone e di controllare 47.289 automezzi, con un incremento, rispettivamente, dell'1,3 e dell'1,5 per cento rispetto all'anno precedente, oltre che trarre in arresto 182 persone (il 62,2 per cento extracomunitari) e denunciarne in stato di libertà 900.
      Più nel dettaglio, nel primo semestre del 2018, nell'area della stazione ferroviaria e del quartiere San Leonardo, la Questura ha attuato 70 servizi straordinari con l'impiego di 150 pattuglie. Nel corso dei suddetti servizi sono stati attivati 75 posti di controllo, identificate 1.400 persone e controllati 450 veicoli. Inoltre, sono state denunciate 21 persone, sequestrati 2800 grammi di marijuana e 400 gr. di hashish.
      I    Carabinieri, nel solo anno 2017, hanno svolto 251 servizi specifici di ordine pubblico ed effettuato 163 pattuglie appiedate e 2551 automontate. Sono state controllate 12.405 persone in SDI. Sempre nel 2017, i Carabinieri hanno arrestato 56 persone in flagranza di reato nonché eseguito 21 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di soggetti dediti allo spaccio di sostanze stupefacenti, a seguito di specifiche attività investigative.
      Nel corso del 2018 sono stati attuati, poi, servizi dedicati nelle aree potenzialmente soggette a degrado urbano ed a rischio di spaccio minuto di stupefacenti con il sistematico concorso delle unità specializzate del Nucleo Cinofili e del 5o Reggimento di Bologna. Sul fronte dei risultati, nel 1o semestre del 2018 l'Arma dei Carabinieri ha arrestato 25 persone in flagranza del reato di detenzione o spaccio di sostanze stupefacenti con il contestuale sequestro di 136 grammi di eroina, 760 grammi di hashish, 1.345 grammi di marijuana, 193 grammi di cocaina.
      A seguito, poi, di specifiche attività d'indagine, sono state eseguite dai militari 16 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di altrettanti soggetti ritenuti responsabili di concorso in spaccio di sostanze stupefacenti.
      L'attività di contrasto del fenomeno dello spaccio delle sostanze stupefacenti ha evidenziato che il traffico è gestito quasi esclusivamente da cittadini extracomunitari, in particolare nigeriani e maghrebini.
      Ribadisco che il quadro fin qui descritto è comunque sottoposto ad una costante azione di controllo da parte delle forze dell'ordine attraverso iniziative volte a prevenire e contrastare ogni forma di illegalità.

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ALLEGATO 7

5-00133 Braga: Inserimento nella lista dei familiari delle vittime del dovere dei familiari del tenente dei vigili urbani di Acerra, Michele Liguori.

TESTO DELLA RISPOSTA

      Signor Presidente, On.li Deputati, il signor Michele Liguori, deceduto a seguito di un tumore il 19 gennaio 2014, ha prestato servizio in qualità di sottotenente presso il Comando di Polizia Municipale di Acerra (NA) dal 5 gennaio 1981 al 19 gennaio 2014.
      Dopo il decesso, la moglie e il figlio hanno inoltrato domanda di riconoscimento per malattia professionale all'INAIL di Nola (NA) che, in data 5 marzo 2015, ha riconosciuto la morte del Liguori come derivante da malattia professionale.
      Il 14 aprile 2015, i familiari del Sottotenente Liguori hanno chiesto al Dipartimento della Pubblica Sicurezza la concessione dei benefici previsti dalla normativa vigente in favore dei soggetti equiparati alle «Vittime del Dovere», dichiarando che l'infermità che ha causato il decesso del proprio congiunto era da ricollegarsi al servizio prestato nella Polizia Municipale, con esposizione agli inquinanti patogeni della cosiddetta «Terra dei Fuochi».
      Il Servizio Assistenza e Attività Sociali della Direzione Centrale per gli Affari Generali del Dipartimento della Pubblica Sicurezza ha, quindi, avviato l'istruttoria e richiesto al competente Comitato di Verifica per le Cause di Servizio (C.V.C.S.) di esprimersi, ai sensi dell'articolo 6 del decreto del Presidente della Repubblica n.  243 del 2006, in ordine alla riconducibilità del decesso alle particolari condizioni ambientali ed operative del servizio prestato dall'interessato presso l'Ufficio Ambiente del Comune di Acerra per aver operato in siti contaminati da sostanze tossiche e cancerogene.
      Il Comitato ha espresso parere negativo con riferimento al solo riconoscimento della causa di servizio, non esprimendosi, tuttavia, in quella occasione, sulla specifica valutazione richiesta dal citato decreto del Presidente della Repubblica n.  243 del 2006. Per tale motivo, si è ritenuto di dover nuovamente interessare l'Organo competente per la rettifica/integrazione dello stesso.
      Anche in tale sede, il Comitato di verifica ha tuttavia confermato il proprio parere negativo in ordine alla riconducibilità del decesso del Liguori alle particolari condizioni ambientali ed operative.
      Successivamente, a seguito delle osservazioni presentate dai legali di parte nell'ambito del procedimento amministrativo, è stato richiesto il riesame dei suddetti giudizi.
      Il    Servizio Assistenza del Dipartimento della Pubblica Sicurezza ha, pertanto, nuovamente interessato il predetto Comitato, invitandolo ad esaminare, per la seconda volta, l'intero carteggio relativo agli specifici servizi svolti dall'interessato, comprensivo delle osservazioni pervenute.
      In data 17 maggio scorso, il Comitato, tenuto conto della documentazione aggiuntiva presentata, ha deliberato che «l'infermità (...) PUÒ RICONOSCERSI DIPENDENTE DA FATTI DI SERVIZIO, (...) in quanto dall'esame della documentazione sanitaria e degli atti allegati è dato ravvisare, nel caso di specie, il nesso di causalità utile tra l'infermità denunciata dal richiedente e riscontrata dalla Commissione Medica con l'attività di servizio Pag. 32prestata. Inoltre, tale infermità (...) può ritenersi riconducibile alle particolari condizioni ambientali od operative di missione».
      Il nominativo del Sottotenente Liguori sarà, pertanto, inserito nella prossima Graduatoria Unica Nazionale (30 settembre 2018), con conseguente predisposizione del decreto di riconoscimento dello status di «vittima del dovere» dello stesso e relativa erogazione agli aventi causa dei benefici previsti per legge.