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CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 18 ottobre 2018
76.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Finanze (VI)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

5-00756 Giacomoni: Rinvio dell'entrata in vigore dell'obbligo di fatturazione elettronica.

TESTO DELLA RISPOSTA

      Con il documento in esame, gli Onorevoli interroganti chiedono se il Governo intenda confermare l'entrata in vigore dell'obbligo di fatturazione elettronica a decorrere dal 1o gennaio 2019, valutando la possibilità di prorogare il suddetto termine al 1o gennaio 2020 e differenziandolo in base alle dimensioni delle imprese e/o all'ammontare del fatturato.
      Al riguardo, sentiti i competenti Uffici dell'Amministrazione finanziaria si rappresenta quanto segue.
      L'Italia è stata autorizzata con decisione di esecuzione (UE) 2018/593 del Consiglio del 16 aprile 2018 a introdurre, per il periodo dal 1o luglio 2018 al 31 dicembre 2021, in deroga agli articoli 218 e 232 della direttiva IVA, n.  2006/112/CE, l'obbligo di fatturazione elettronica per le operazioni che intervengono tra soggetti passivi stabiliti sul territorio italiano diversi dai soggetti passivi che beneficiano della franchigia per le piccole imprese.
      L'autorizzazione alla deroga è stata chiesta ai fini di lotta alla evasione fiscale, di semplificazione degli adempimenti e di efficientamento della riscossione nonché di modernizzazione del sistema produttivo con conseguente riduzione dei costi amministrativi per le imprese.
      Più in dettaglio, l'obbligo di fatturazione elettronica attraverso il Sistema di interscambio consente all'amministrazione di acquisire in tempo reale le informazioni contenute nelle fatture emesse e ricevute dagli operatori economici, offrendo così la possibilità di effettuare un controllo tempestivo e automatico della corrispondenza tra l'IVA dichiarata e pagata e le fatture emesse e ricevute.
      Per le medesime ragioni appena indicate, risulterà significativamente accresciuta la capacità dell'amministrazione di contrastare le frodi IVA.
      L'estensione dell'obbligo di fatturazione elettronica alle operazioni tra privati e verso i consumatori non rappresenta un aggravio di costi per gli operatori economici né per i consumatori stessi. Infatti in Italia è in vigore dal 2014 l'obbligo di fatturazione nei confronti della pubblica amministrazione e, dunque, molti soggetti sono già attrezzati e abituati alla fatturazione elettronica con le modalità che si intendono introdurre.
      Inoltre, l'Agenzia delle entrate ha già sviluppato i servizi necessari per la generazione della fattura, la trasmissione della fattura al sistema di interscambio, e l'archiviazione della stessa e li ha resi disponibili gratuitamente online.
      Tanto premesso, per quanto riguarda la richiesta di differenziazione in base alle dimensioni delle imprese e/o all'ammontare del fatturato, è opportuno evidenziare che la fatturazione elettronica integra un processo «simmetrico» che vincola – per norma comunitaria – non solo il soggetto emittente ma anche quello ricevente a gestire come elettronica la fattura.
      L'entrata in vigore «differenziata» per operatori IVA introdurrebbe elementi di notevole complessità per gli operatori stessi nella gestione quotidiana delle fatture e, quindi, nei processi amministrativi e contabili ad esse strettamente correlati, Pag. 66con la necessità di individuare – di volta in volta — se il soggetto emittente ovvero quello ricevente rientri nelle categorie per le quali decorre l'obbligo nonché trattare – sulla base delle norme sopra citate – alcune fatture come elettroniche altre come analogiche.
      Deve, comunque, precisarsi che i soggetti che applicano i regimi forfettari o di vantaggio, aventi ridotti volumi di ricavi, sono già esclusi dall'obbligo di fatturazione elettronica.
      Infine, si fa presente che un eventuale rinvio comporterebbe una riduzione del gettito connesso a tale adempimento, che, come anzidetto, è finalizzato a rendere più efficace il contrasto alle frodi attraverso controlli tempestivi e automatici in merito alla coerenza degli importi IVA dichiarati e versati.
      Pertanto, anche un rinvio parziale, nei termini prospettati dagli Onorevoli interroganti, necessiterebbe di copertura finanziaria.

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ALLEGATO 2

5-00757 Fregolent: Misure di ristoro in favore dei risparmiatori danneggiati da violazioni di obblighi da parte di istituti di credito.

TESTO DELLA RISPOSTA

      Con l'interrogazione in riferimento si chiedono notizie in merito all'avvio delle procedure di ristoro in favore dei risparmiatori che hanno subito un danno ingiusto a seguito della violazione di obblighi da parte degli Istituti di credito.
      Al riguardo occorre precisare, preliminarmente, che le procedure di ristoro in favore dei risparmiatori che hanno subito un danno ingiusto, sono già state avviate con il decreto-legge 25 luglio 2018, n.  91, convertito, con modificazioni, dalla legge 21 settembre 2018, n.  108 che all'articolo 11, comma 1-bis ha previsto che «i risparmiatori di cui al comma 1106 già destinatari di pronuncia favorevole adottata dall'ACF nonché i risparmiatori di cui al medesimo comma 1106, i cui ricorsi, già presentati, saranno decisi con pronuncia favorevole entro il 30 novembre 2018 dall'ACF, possono avanzare istanza alla CONSOB [...] al fine di ottenere tempestivamente l'erogazione, nella misura del 30 per cento e con il limite massimo di 100.000 euro, dell'importo liquidato».
      La CONSOB, già in data 24 settembre 2018 ha tempestivamente pubblicato sul proprio sito internet le modalità per ottenere il ristoro.
      Ha, quindi, fatto seguito il decreto del Ministro dell'economia e delle finanze per trasferire alla CONSOB l'importo occorrente per l'erogazione dei rimborsi a favore dei risparmiatori sopra individuati.
      Il decreto è ora al controllo della Corte dei conti, all'esito del quale, con l'effettivo trasferimento delle risorse alla CONSOB, saranno avviati i primi ristori a favore dei citati risparmiatori.
      Per quanto concerne poi lo stanziamento di risorse da destinare ai ristori dei medesimi risparmiatori, il Governo con il disegno di legge di bilancio, nell'ambito di una generale riscrittura delle disposizioni e delle procedure per agevolare la presentazione delle richieste da parte dei risparmiatori, attribuendo canali preferenziali alle categorie meno abbienti, includerà l'istituzione di un apposito Fondo per il ristoro dei risparmiatori danneggiati dalle Banche in violazione degli obblighi informativi (diligenza, correttezza e trasparenza).
      Le risorse stanziate su fondo ammonteranno a 525 milioni di euro annui per ciascun anno del triennio 2019-2021, per un totale di oltre 1,5 miliardi di euro.
      Le tabelle riportate nel DPB (documento programmatico di bilancio) indicano invece gli effetti delle previste erogazioni cassa (tenuto conto dei tempi tecnici per l'istruttoria delle richieste e il completamento delle procedure), aggiuntive rispetto a quanto già incluso nei tendenziali della nota di aggiornamento al DEF (200 milioni annui).
      Complessivamente per l'anno 2019 la previsione delle uscite di cassa (a fronte dei 525 milioni disponibili) è stata valutata in 250 milioni. Per gli anni successivi la previsione delle erogazioni si attesta a 500 milioni di euro annui.
      Il DPB indica esclusivamente la quota aggiuntiva «di cassa» dell'anno 2019 (50 milioni) che espressa in percentuali di PIL è approssimata a zero.
      Tutto ciò troverà attuazione nel disegno di legge di bilancio che a breve verrà presentato in Parlamento.
      Conclusivamente si evidenzia che le risorse ora messe in campo sono notevolmente più consistenti di quelle previste dal precedente Governo.

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ALLEGATO 3

5-00753 Osnato: Carenza organica dell'Agenzia delle Dogane presso la Regione Lombardia.

TESTO DELLA RISPOSTA

      Con il documento in esame, l'Onorevole interrogante, dopo aver manifestato il timore che la funzione di controllo esercitata dall'Agenzia delle dogane possa risultare deficitaria per ragioni oggettive di carenza di personale, chiede di conoscere quali interventi si intendano adottare al fine di supportare l'attività dell'Agenzia medesima con particolare riferimento alle strutture doganali della Lombardia. Ciò soprattutto in vista dell'aumento dei carichi di lavoro derivanti dalle operazioni extracomunitarie conseguenti alla Brexit.
      Al riguardo, sentiti gli uffici competenti, si rappresenta quanto segue.
      Come noto, in caso di «hard Brexit», il maggior flusso di merci da e verso il Regno Unito dovrà essere gestito e sottoposto a controllo analogamente a quello delle merci da e verso Paesi Terzi. Le dogane italiane dovranno, quindi, gestire i rischi e le opportunità originate dalla nuova configurazione dei traffici.
      L'Agenzia ha, pertanto, in programma di razionalizzare la distribuzione delle risorse già presenti sul territorio e di intensificare le azioni di formazione per potenziare, ove occorra, le attività di presidio e di controllo. Non è tuttavia da escludere che per far fronte alle esigenze operative che verranno via via meglio delineandosi vadano anche incrementate le attuali dotazioni e con esse gli attuali programmi di reclutamento, ovviamente delineati in aderenza a stringenti vincoli di legge che non consentono di tener conto delle esigenze operative derivanti dalla Brexit.
      L'Agenzia sta, inoltre, verificando la complessiva coerenza e la sostenibilità delle modifiche organizzative già definite in corso d'anno anche sotto il profilo della rispondenza delle stesse alle sollecitazioni operative che scaturiranno dalla Brexit. Al contempo si stanno definendo azioni informative e programmi formativi mirati utili a far fronte alle ricadute operative della Brexit. Nel breve termine si valuterà anche se potenziare o attrezzare diversamente le strutture logistiche già disponibili tenendo conto dei cambiamenti prevedibili.
      Tra le iniziative utili a fronteggiare i cambiamenti operativi che potrebbero derivare dalla Brexit, potrebbe rivestire importanza prioritaria l'acquisizione di risorse ulteriori rispetto a quelle possibili in virtù delle ordinarie facoltà assunzionali. Ciò in modo da potenziare le strutture dell'Agenzia che più di altre saranno direttamente investite da incrementi di traffico passeggeri e merci extracomunitarie.
      A fine settembre 2018 il tasso di scopertura delle strutture territoriali dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli risulta elevato e pari, in media, al 17 per cento. Effettivamente più alto della media è il livello di scopertura che si registra nella regione Lombardia: a fronte di una dotazione organica pari a 1.613 per le strutture doganali, le unità effettivamente presenti nella regione ammontano a 1.300 circa per un livello di scopertura pari al 19,5 per cento. Non dissimile è tuttavia la situazione in molte altre regioni del Centro-Nord (Trentino Alto Adige, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Toscana e Marche).Pag. 69
      Nell'ultimo decennio, alle limitazioni di acquisizione di personale dovute agli interventi normativi di contenimento della spesa pubblica si è cercato di supplire con l'ampio ricorso alla mobilità da altre amministrazioni che ha, però, contribuito all'innalzamento dell'età media del personale in servizio e al decremento di competenze tecnico specialistiche. È evidente che le azioni di formazione, per quanto mirate e costanti, possono risultare utili ma non decisive nel recupero di una maggiore capacità operativa.
      Nel corso dell'ultimo quinquennio, essendo stata fortemente limitata dal legislatore la possibilità di effettuare concorsi, l'Agenzia ha fatto, poi, più volte ricorso all'istituto del comando attraverso procedure para concorsuali che hanno consentito l'acquisizione di 107 unità nella regione Lombardia e di altre 23 unità tramite ricollocazione del personale delle province, degli enti di area vasta e di altri enti.
      Da ultimo, l'Agenzia ha potuto ottenere autorizzazioni a bandire concorsi per un totale di circa 750 unità a livello nazionale, che consentiranno, quantomeno in parte, di colmare le forti carenze attualmente registrate. La maggior parte delle nuove acquisizioni di personale sarà destinata a potenziare le strutture dell'Agenzia dislocate nel Centro-Nord, notoriamente le più carenti, così come anche le azioni di mobilità prescritte per poter avviare i menzionati concorsi.

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ALLEGATO 4

5-00719 Martinciglio: Applicazione del principio della obbligatoria rotazione degli incarichi dirigenziali ai dirigenti delle Commissioni tributarie.

TESTO DELLA RISPOSTA

      Si fa riferimento all'interrogazione, con la quale si chiede al Ministro dell'economia e delle finanze di accertare se siano stati banditi interpelli per la rotazione della figura del dirigente delle Commissioni tributarie e quali iniziative intenda intraprendere per sanare l'eventuale violazione del principio della obbligatoria rotazione.
      Al riguardo, in via preliminare, si rappresenta che il numero complessivo delle Commissioni tributarie è pari a 124, di cui 21 Commissioni regionali e 103 Commissioni provinciali.
      Sulla base delle vigenti disposizioni organizzative del Ministero, le posizioni dirigenziali previste sono 17, di cui 15 di Commissioni regionali, alle quali si aggiungono le Commissioni provinciali di Roma e di Napoli.
      Pertanto, circa l'80 per cento degli Uffici è retto da personale non dirigenziale, per il quale sono state previste misure volte a garantire la rotazione degli incarichi mediante l'introduzione di procedure di interpello aperte a funzionari del Ministero nonché di altre Amministrazioni ai fini dell'attribuzione della funzione, oltre che l'introduzione di limiti al numero di rinnovi.
      La procedura di interpello per l'attribuzione di incarichi non dirigenziali di Direttore degli Uffici di Segreteria prevede una apposita clausola secondo cui «i candidati che hanno consecutivamente rivestito nei sei anni precedenti l'incarico di direttore di ufficio di segreteria di una commissione tributaria non possono presentare domanda per la medesima commissione tributaria» risultando così assicurato il principio generale della temporaneità degli incarichi e della loro rotazione.
      Il conferimento degli incarichi dirigenziali per le commissioni tributarie, è del resto soggetto alle ordinarie procedure di interpello, indette dall'Amministrazione, che consentono la partecipazione di tutti i dirigenti interessati.
      Ad oggi, pertanto, la titolarità della maggior parte degli incarichi dirigenziali presso le Commissioni tributarie è di durata inferiore a sei anni; cinque posizioni dirigenziali sono state riconfermate due volte e una soltanto è stata oggetto di ripetute conferme.
      Ciò premesso, si precisa ulteriormente che, ai sensi del regolamento interno del MEF (decreto ministeriale 5 agosto 2009 «Individuazione dei criteri per il conferimento, mutamento e revoca degli incarichi dirigenziali nell'ambito del Ministero dell'economia e delle finanze»), la «rotazione» rappresenta un principio generale da osservare nel conferimento degli incarichi, anche al fine di garantire la più efficace ed efficiente utilizzazione delle risorse in relazione ai mutevoli assetti funzionali ed organizzativi e ai processi di riorganizzazione e al fine di favorire lo sviluppo della professionalità dei dirigenti.
      Inoltre, come risulta dal piano triennale di prevenzione della corruzione e della trasparenza 2018-2010, sotto il profilo della regolazione, le strutture competenti del Ministero dell'Economia e delle Finanze hanno elaborato linee guida, da adottare con successivo provvedimento del Pag. 71Ministro, recante i criteri generali e la disciplina della rotazione nelle aree maggiormente esposte a rischio corruttivo, con particolare riferimento alla periodicità della rotazione, alla individuazione delle modalità di attuazione della stessa (anche al fine di programmarne l'attuazione per assicurare il rispetto dei principi di buon andamento e continuità dell'azione amministrativa) e al coordinamento della rotazione cosiddetta «straordinaria» (articolo 16, comma 1, lettera l-quater, del decreto legislativo n.  165 del 2001) con la normativa sul conferimento degli incarichi dirigenziali.
      L'iter per l'adozione delle predette linee guida è attualmente in fase avanzata di definizione.