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CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 14 novembre 2019
274.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Attività produttive, commercio e turismo (X)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

5-03126 Andreuzza: Sulle iniziative a favore delle microimprese localizzate nei territori dell'Emilia.

TESTO DELLA RISPOSTA

      Grazie Presidente. Grazie Onorevole interrogante,

      come ricordato dall'Onorevole interrogante, con circolare 24 novembre 2015 n.  90178 della DGIAI del MiSE, è stata data attuazione all'intervento per la concessione di agevolazioni, sotto forma di esenzioni fiscali, a favore delle microimprese localizzate nella Zona franca urbana istituita, ai sensi dell'articolo 12 del decreto-legge n.  78 del 2015, nei territori dell'Emilia colpiti dall'alluvione del 17 gennaio 2014 e nei comuni colpiti dal sisma del 20 e 29 maggio 2012.
      Con circolare 23 febbraio 2016 n.  16076 della stessa DGIAI, sono state apportate modifiche finalizzate a introdurre semplificazioni per la determinazione del reddito esente e a chiarire aspetti relativi alle modalità di recupero delle imposte.
      Con decreto direttoriale 12 aprile 2016 è stato approvato l'elenco delle imprese ammesse alle agevolazioni, per un importo complessivo pari all'intera dotazione di 39,2 milioni di euro.
      L'articolo 14 del decreto-legge n.  244 del 2016 (recante «Proroga e definizione di termini»), ha esteso la fruibilità delle esenzioni fiscali anche ai periodi di imposta 2017, 2018 e 2019.
      Per la ZFU Emilia, si è registrato un calo crescente delle fruizioni annue: si è passati da 14 milioni di euro nel 2016, a 4,6 milioni di euro nel 2017, a 1,5 milioni di euro nel 2018, a 177 mila euro fino ad agosto 2019 (per un totale di circa 20 milioni di euro).
      Allo stato attuale dunque, rispetto alla dotazione finanziaria, NON sono state fruite risorse da parte delle imprese per circa 19 milioni di euro. Visto che l'ultimo periodo di imposta previsto è il 2019, occorre dare tempo alle imprese di fruire delle agevolazioni per tutto il 2020. È però improbabile che si usufruisca dell'intera dotazione.
      In considerazione della diminuzione delle richieste agevolative, dunque, il Governo sta valutando le possibili soluzioni tecnicamente percorribili al fine di riutilizzare le risorse non fruite nel territorio emiliano, nell'ottica di salvaguardare tutti gli interessi in gioco. In tale prospettiva, si sta valutando anche l'apertura di un nuovo bando nella stessa ZFU.

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ALLEGATO 2

5-03127 Squeri: Sulla transizione dal regime di tutela al mercato libero nel settore energetico.

TESTO DELLA RISPOSTA

      La legge 4 agosto 2017 n.  124, nel disporre il superamento del regime di tutela dei prezzi di energia elettrica e gas, ha collocato tale passaggio come punto di arrivo di una serie di pre-condizioni sullo stato dei mercati retail e della messa in campo di strumenti a tutela dei consumatori.
      A tal riguardo, molteplici azioni sono state nel frattempo intraprese.
      Per quanto attiene all'elenco dei venditori di energia elettrica, si fa presente che il Ministero dello sviluppo economico, congiuntamente con l'ARERA e l'AGCM, ha intrapreso una revisione dello schema di provvedimento sul quale era stato acquisito il parere del Consiglio di Stato, con l'obiettivo di rafforzare gli strumenti a disposizione per prevenire il verificarsi di episodi di condotte opportunistiche e scorrette e di comportamenti violativi della concorrenza.
      L'elenco dei soggetti abilitati alla vendita di energia elettrica ai clienti finali rappresenta infatti un tassello importante del processo di liberalizzazione, che contribuisce a garantire stabilità e certezza nel mercato dell'energia elettrica.
      Contestualmente all'istituzione dell'elenco dei venditori di energia elettrica, si provvederà anche all'aggiornamento dell'analogo elenco, già in vigore, relativo al mercato finale del gas naturale, al fine di assicurare l'armonizzazione dei criteri di iscrizione dei soggetti abilitati alla vendita e rafforzare così l'efficacia dello strumento vigente.
      Per quanto concerne l'attività regolatoria, l'ARERA, al fine di accrescere la trasparenza e la confrontabilità delle offerte così da renderle più comprensibili, ha introdotto la disciplina delle cosiddette offerte PLACET, vale a dire offerte di mercato libero che ogni venditore è obbligato a inserire nel proprio portafoglio di offerte rivolte ai clienti di piccole dimensioni.
      Inoltre, per favorire la maggiore consapevolezza dei clienti finali, la medesima Autorità ha completato la regolazione relativa alle clausole inderogabili che tutti i contratti di mercato libero devono contenere.
      È stato, altresì, reso operativo il Portale per la confrontabilità delle offerte presenti nei mercati retail di energia elettrica e gas naturale, con l'obiettivo di fornire ai clienti di minori dimensioni uno strumento informativo in grado di aiutarli nella comparazione delle offerte.
      Il 26 settembre scorso, l'ARERA ha adottato il documento di consultazione 379/2019 finalizzato all'acquisizione di primi elementi informativi utili alla predisposizione della regolazione del servizio di salvaguardia, previsto dalla legge 124/2017, per la fornitura di energia elettrica per i clienti domestici e le piccole imprese che dovessero rimanere senza fornitore. Tale documento costituisce un punto di partenza per una riflessione più generale sulla fine del vigente regime di tutela dei prezzi e sulla maturità degli strumenti a disposizione. Percorso che sfocerà nell'elaborazione delle disposizioni attuative.
      Il Ministero dello sviluppo economico sta considerando la possibilità di proseguire il Tavolo di confronto con l'ARERA e l'Autorità garante della concorrenza e il Pag. 276mercato (AGCM, aperto anche alle associazioni dei consumatori e alle imprese del settore, al fine di valutare il raggiungimento degli obiettivi previsti dalla citata legge 124 del 2017 e l'efficacia delle azioni messe in campo.
      Successivamente, si potrà stabilire un programma concreto ed efficace che individui tempi e azioni necessarie da porre in essere per accompagnare gli utenti tutelati verso il mercato libero, anche attraverso adeguate campagne informative, con l'obiettivo di rispettare l'attuale scadenza prevista dalla legge, al fine di addivenire ad una soluzione quanto più possibile condivisa per la cessazione dei regimi di tutela e garantire adeguati strumenti a sostegno dei consumatori.
      Le campagne informative dovranno valorizzare la dimensione locale, la prossimità e il contatto diretto con i consumatori e potranno essere realizzate con modalità differenziate.
      Attualmente, si rappresenta che sono in atto le attività preliminari relative all'avvio della campagna di comunicazione, il cui effettivo inizio è previsto per l'anno 2020, tenendo conto delle tempistiche di fine tutela e delle connesse attività necessarie per la conclusione della transizione in esame.

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ALLEGATO 3

5-03128 Benamati: Su questioni relative al «capacity market».

TESTO DELLA RISPOSTA

      Il 6 e 7 novembre scorsi si è svolta la prima asta del mercato della capacità avente ad oggetto il periodo di consegna 2022, in attuazione di quanto previsto dal decreto del Ministro dello sviluppo economico 28 giugno 2019.
      Come noto, il mercato della capacità, strumento essenziale per assicurare l'adeguatezza del sistema elettrico nel medio-lungo periodo e per garantire in condizioni di sicurezza la de-carbonizzazione del settore elettrico entro il 2025, si articola in aste annuali per aree territoriali, aventi ad oggetto l'approvvigionamento da parte di Terna della disponibilità della capacità richiesta, con riferimento a futuri periodi di consegna.
      A tali aste partecipano, secondo principi di neutralità tecnologica e di non discriminazione, tutte le risorse utili, in funzione della relativa capacità tecnica di contribuire all'obiettivo di adeguatezza, ivi incluse la capacità di generazione da fonti rinnovabili, i sistemi di accumulo, la capacità di generazione localizzata all'estero e le unità di consumo.
      Il meccanismo è a partecipazione volontaria e i soggetti aggiudicatari in esito alle aste si obbligano, a fronte del premio riconosciuto, a offrire sui mercati elettrici il quantitativo di energia elettrica sotteso alla capacità contrattualizzata e a restituire al sistema parte dei ricavi delle vendite di energia, laddove il prezzo giornaliero dei mercati elettrici risultasse superiore ad un prezzo soglia di riferimento.
      Lo svolgimento delle aste è governato da specifici parametri tecnico-economici, in particolare dai limiti massimi ai premi riconoscibili in esito all'asta, individuati dall'ARERA, con l'obiettivo di contenere il rischio di esercizio di potere di mercato da parte degli operatori, tenuto conto della pressione competitiva nelle aree territoriali interessate. I valori massimi dei premi sono individuati in modo da contenere il costo complessivo per il sistema, differenziando tra capacità di nuova realizzazione e risorse esistenti.
      Come ricordato dagli Onorevoli Interroganti, in esito alla prima asta, sulla base dei primi dati pubblicati da Terna, risultano accettati 36.525 Gw di capacità sul territorio nazionale, di cui circa 1,8 Gw riguardante capacità di nuova realizzazione, cui si aggiunge la capacità relativa alle frontiere estere per 4.394 Gw. Circa 1 Gw di capacità accettata riguarda la generazione da fonti rinnovabili non programmabili (eolico, fotovoltaico e idro ad acqua fluente), confermando la capacità del meccanismo di valorizzare le tecnologie rinnovabili in grado di contribuire all'adeguatezza del sistema.
      Il costo complessivo dell'asta, che sarà regolato durante l'annualità 2022, è stato di circa 1,3 miliardi di euro. Tale somma risulta ragguardevole ma, dato il funzionamento del sistema, potrà essere più che compensata da benefici per il sistema elettrico nei termini di:
          a) riduzione dei costi di approvvigionamento nel mercato dell'energia e dei servizi;
          b) eliminazione a partire dal 2022 degli attuali corrispettivi del capacity payment;
          c) riduzione delle ore attese con interruzioni programmate di carico che si sarebbero verificate in conseguenza delle condizioni di inadeguatezza del sistema.

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      A tali benefici di carattere economico si aggiungono gli effetti di accelerazione del processo di decarbonizzazione in condizioni di sicurezza, che pure costituisce una priorità per il Governo.
      In merito agli esiti delle aste, così come rappresentato dagli Interroganti, in base ai criteri e condizioni per la disciplina del sistema di remunerazione della disponibilità di capacità produttiva di energia elettrica, previsti dalla deliberazione ARERA 261/2018/R/eel, Terna è tenuta a comunicare al Ministero dello sviluppo economico e all'ARERA, entro 30 giorni dal termine della procedura concorsuale, un rendiconto dettagliato degli esiti delle aste e a pubblicare i dati, tenuto conto delle eventuali indicazioni di riserbo espresse dal Ministero dello sviluppo economico o dall'Autorità.
      Pertanto, nel momento in cui il Ministero dello sviluppo economico avrà la disponibilità dei dati di dettaglio, potrà essere considerata in modo completo l'esigenza di mantenere provvisoriamente il riserbo su taluni dati.
      Concludendo, in linea generale l'orientamento è favorevole a rendere note le risorse selezionate, per trasparenza nei confronti del sistema e dei consumatori, come peraltro è stato fatto anche per altre tipologie di strumenti.

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ALLEGATO 4

5-03129 Sut: Sulla riconversione industriale della Ferriera di Servola a Trieste.

TESTO DELLA RISPOSTA

      Le problematiche della Ferriera di Trieste (del gruppo Arvedi) sono state affrontate dallo stesso Ministro dello sviluppo economico, che – lo scorso settembre – ha presieduto «il tavolo permanente» istituito presso il MiSE.
      Il 25 settembre e il 21 ottobre scorso è stato convocato il Gruppo di Coordinamento e Controllo (GdCC) di cui all'Accordo di Programma per il «Progetto di Riconversione e Riqualificazione industriale (PRRI) per l'area di crisi industriale complessa di Trieste» sottoscritto nel luglio 2017, che coinvolge istituzioni pubbliche centrali e territoriali.
      Nel percorso condiviso, di accompagnamento delle decisioni assunte da Arvedi ma che ha anche prospettive di rilancio, riconversione e di riqualificazione dell'area di crisi industriale di Trieste, si è deciso, quindi, di procedere tenendo presenti tre direttrici:
          1. tutela occupazionale;
          2. tutela ambientale e bonifiche;
          3. sviluppo delle attività portuali e logistica portuale.

      Per gli aspetti legati alla messa in sicurezza e bonifica dell'area, il MISE con ruolo di coordinamento, sta seguendo le fasi di realizzazione relative ai due Accordi di Programma in essere, e in particolare;
          l'Accordo di programma che ha disciplinato gli interventi a carico di Siderurgica Triestina s.r.l. che è in via di conclusione;
          l'Accordo finalizzato al progetto integrato di messa in sicurezza, bonifica e di reindustrializzazione dello stabilimento della Ferriera di Servola, da realizzare con finanziamento pubblico, con dotazione finanziaria di 39 milioni di euro (anch'esso in itinere).

      Per gli aspetti di riconversione e di riqualificazione dell'area di crisi industriale complessa di Trieste, di cui all'AdP del 2017 sopra richiamato, per dare attuazione al progetto di riqualificazione riconversione industriale, si precisa che il MISE ha stanziato risorse pari a 15 milioni di euro, a valere sulla legge n.  181 del 1989, ma all'esito del Bando dedicato all'area di crisi industriale complessa di Trieste non sono state impegnate le risorse in dotazione.
      Pertanto, il MISE ha proposto, come peraltro richiesto dalla regione Friuli-Venezia Giulia, di riaprire l'avviso pubblico. Al riguardo, si è ritenuto opportuno attendere l'entrata in vigore del decreto di riforma dello strumento della 181 del 1989, che ha portato semplificazioni nell'accesso e nei tempi. Il decreto ministeriale 30 agosto 2019 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale ed è in corso di predisposizione la Circolare attuativa.
      Nel frattempo, come è noto, Arvedi ha presentato per l'esame del MISE il nuovo Piano industriale.
      Il nuovo assetto produttivo permetterà alla Centrale di continuare la produzione di energia elettrica dai gas siderurgici per il sostentamento dello stabilimento e di dedicare il nuovo Turbogas alla produzione Pag. 280di energia elettrica per inserirsi, così, nel nuovo mercato della capacità.
      Attualmente il progetto è in fase di valutazione di impatto ambientale.
      Le attività prospettate dall'azienda, inoltre, comporteranno circa 230 milioni di investimenti, in parte autofinanziati da Arvedi e in parte rientranti nell'ambito di un nuovo Accordo di programma che dovrà essere sottoscritto dall'azienda e dalle istituzioni nazionali e locali.
      Relativamente alla tematica occupazionale, premesso che l'Arvedi in uno degli incontri al Mise ha garantito «la salvaguardia di tutti i lavoratori», vorrei evidenziare comunque che, per gli aspetti legati agli ammortizzatori sociali, in aree di crisi industriale complessa, con legge di bilancio 2019, all'articolo 1, comma 282, sono stati destinati ulteriori 117 milioni di euro a carico del Fondo sociale per occupazione e formazione, da ripartire proporzionalmente tra le regioni in base alle rispettive esigenze. La regione Friuli-Venezia Giulia è in elenco.
      Si è infine stato stabilito di procedere con ulteriori riunioni operative per verificare i tempi e gli strumenti funzionali al percorso di riconversione del sito siderurgico triestino, la prossima delle quali è prevista per il prossimo 20 novembre.
      Il Ministero dello sviluppo economico, quindi, ritengo stia seguendo in modo attento l'evoluzione di questa vicenda.

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ALLEGATO 5

5-03130 Mor: Sull'operatività del Fondo nazionale innovazione.

TESTO DELLA RISPOSTA

      Come noto il Fondo Nazionale Innovazione (FNI) è una delle leve strategiche per la realizzazione della Smart nation, in quanto punta ad abilitare investimenti ad alto moltiplicatore occupazionale per creare nuove opportunità di lavoro e nuove professioni, con focus sui settori a maggior potenziale di crescita tecnologica che spaziano dall'intelligenza artificiale, alla blockchain fino al Made in Italy.
      Il citato fondo ha una dotazione finanziaria di partenza, prevista nella Legge di Bilancio 2019 (articolo 1, comma 206 e successivi), di circa 1 miliardo di euro e verrà gestito dalla Cassa Depositi e Prestiti, attraverso una cabina di regia che ha l'obiettivo di riunire e moltiplicare risorse pubbliche e private dedicate al tema strategico dell'innovazione.
      Lo strumento operativo di intervento del Fondo Nazionale è il venture capital, ovvero investimenti diretti e indiretti, in minoranze qualificate nel capitale di imprese innovative, con Fondi generalisti verticali o Fondi di Fondi a supporto di startup, scaleup e PMI innovative. Persegue lo scopo di difendere l'interesse nazionale, contrastando la costante cessione e dispersione di talenti, proprietà intellettuale e altri asset strategici che, nella migliore delle ipotesi, vengono «svenduti» all'estero con una perdita secca per il sistema Paese.
      Gli investimenti sono effettuati dai singoli Fondi del FNI in modo selettivo, in conformità con le migliori pratiche del settore, in funzione della capacità di generare impatto e valore sia per l'investimento sia per l'economia nazionale. La selettività, flessibilità e rapidità degli investimenti sono gli elementi che consentono al VC la natura di strumento chiave di mercato per lo sviluppo dell'innovazione. Oltre che il modo migliore per allineare gli interessi di investitori e imprenditori verso il comune obiettivo della crescita economica.
      Tutto ciò premesso, per quanto attiene allo stato di attuazione dell'intervento in argomento, si rappresenta che:
          è stato emanato il decreto interministeriale (decreto 27 giugno 2019) previsto dall'articolo 1, comma 208, della legge di bilancio, con il quale sono state definite le modalità di investimento pubblico per il sostegno del venture capital;
          è stata sottoscritta, in data 26 luglio, la convenzione tra Ministero, Invitalia e la SGR con la quale, in conformità con quanto previsto dall'articolo 1, comma 118, della legge di bilancio, sono stati ridefiniti i termini e le condizioni di gestione delle attività e delle risorse pubbliche già allocati per precedenti interventi e poi confluite nel Fondo Nazionale Innovazione;
          si è perfezionata la cessione del 70 per cento delle quote di Invitalia Venture SGR S.p.A. da Invitalia e Cassa depositi e prestiti.

      Pertanto, allo stato attuale, per la completa attuazione dell'intervento previsto dalla legge di bilancio, si attende l'adozione dei regolamenti di funzionamento del Fondo che saranno predisposti dalla SGR, previa approvazione ministeriale.

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