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CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 28 ottobre 2020
460.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni (I)
ALLEGATO
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ALLEGATO 1

5-04851 Fornaro: Sulle attività dei movimenti di estrema destra volte ad alimentare la tensione sociale e a favorire atti di violenza e vandalismo nel quadro dell'emergenza Covid.

TESTO DELLA RISPOSTA

      Signor Presidente, Onorevoli deputati, nell'interrogazione si fa riferimento al coinvolgimento di gruppi dell'estrema destra in scontri e violenze e, in particolare, a loro infiltrarsi nelle manifestazioni organizzate dalle categorie colpite dalla crisi emergenziale scaturita dall'emergenza sanitaria in corso.
      A seguito delle più recenti disposizioni adottate e delle conseguenti restrizioni legate alla gestione dell'epidemia da Covid-19, si è registrata un'intensificazione dei fenomeni di protesta che, mirando a cavalcare il malcontento di alcune fasce sociali, contestano le misure, da ultimo, adottate dal Governo nei giorni scorsi.
      Già da alcuni mesi diversi movimenti di estrema destra hanno intrapreso una strategia volta a strumentalizzare il disagio economico derivante dal contesto emergenziale, al fine di acquisire proseliti e popolarità.
      In tale contesto, il movimento di Forza Nuova, a partire dallo scorso giugno, ha preso parte a diverse manifestazioni per lo più a carattere estemporaneo che, in numerosi casi, hanno trovato sostegno nell'ambito dei social network più diffusi.
      Più di recente lo scorso 24 ottobre è stata effettuata una manifestazione di protesta non preavvisata, nel corso della quale si sono verificati disordini e danneggiamenti. Al termine dell'iniziativa sono stati arrestati quattro manifestanti ed altrettanti sono stati segnalati all'Autorità Giudiziaria in stato di libertà; sono tuttora in corso ulteriori accertamenti da parte delle Forze di polizia finalizzati ad identificare gli altri responsabili.
      Nella serata di ieri, tra diverse iniziative di protesta svolte nella Capitale, quella organizzata in Piazza del Popolo è stata pubblicizzata su facebook da compagini di estrema destra. Tra le circa 200 persone radunatesi vi erano numerosi aderenti al movimento di Forza Nuova ed esponenti delle tifoserie ultras locali.
      Alcuni manifestanti, la cui consistenza numerica è gradualmente aumentata, hanno iniziato i disordini accendendo fumogeni e petardi e intonando cori contro le Forze di polizia presenti. Nella circostanza, a seguito dei diversi interventi di alleggerimento condotti dal personale operante, i manifestanti hanno reagito con un fitto lancio di oggetti contundenti e petardi all'indirizzo degli operatori di polizia, nonché attuando, nel dileguarsi, ripetuti danneggiamenti a cassonetti ed arredi urbani.
      Al termine della manifestazione, sono stati identificati ed accompagnati in Questura complessivamente 16 soggetti, ritenuti tra i responsabili dei disordini, tra i quali due noti appartenenti a Forza Nuova, e 5, gravitanti nel contesto ultras, trovati in possesso di vari artifizi pirotecnici di notevole potenza ed armi improprie. Tutti sono stati deferiti all'A.G. in stato di libertà.
      Per quanto riguarda, invece, la «Rete dei Patrioti», richiamata nell'interrogazione, risulta che, sorta lo scorso mese di maggio nell'ambito di Forza Nuova, si sarebbe poi affrancata dal movimento madre, assumendo un'autonomia politica ed organizzativa all'interno dell'area di estrema destra.
      Voglio sottolineare che, con riferimento alle azioni di protesta organizzate nell'ambito dei movimenti di estrema destra, le Forze di polizia effettuano un costante monitoraggio e un intenso lavoro di intelligence e di polizia giudiziaria, anche a fini di prevenzione. Tale attività è svolta anche Pag. 35attraverso una mirata attività di osservazione delle tifoserie ultras.
      È stato, pertanto, impresso il massimo impulso all'attività infoinvestigativa nei confronti degli ambienti della destra radicale, al fine di contrastare a perseguire ogni illegalità e ogni comportamento che si ispiri ai principi del nazi-fascismo e della discriminazione razziale.
      Una particolare attenzione è rivolta dalla Polizia Postale e delle Comunicazioni, all'utilizzo del web ove l'attività informativa ha registrato il crescente tentativo dei movimenti d'estrema destra d'infiltrare numerosi gruppi d'opinione.
      Dall'inizio dell'anno, le indagini svolte su soggetti gravitanti negli ambienti di estrema destra hanno consentito di trarre in arresto 6 militanti d'area e di deferirne 322 all'Autorità Giudiziaria.
      In ogni caso quindi, come emerge anche dai dati illustrati, il Ministero dell'interno, presta la massima attenzione alle diverse forme in cui si manifesta la protesta e ad eventuali forme di degenerazione in violazione dei principi costituzionali.

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ALLEGATO 2

5-04852 Sisto e Vietina: Sulle modalità di svolgimento delle riunioni dei consigli comunali, delle giunte e delle commissioni a seguito delle disposizioni contenute nel DPCM 24 ottobre 2020.

TESTO DELLA RISPOSTA

      Signor Presidente, Onorevoli deputati,
      Come evidenziato dagli Onorevoli interroganti, al fine di contrastare e contenere la diffusione del virus Covid-19, l'articolo 73 del decreto-legge n. 18 del 2020, convertito con la legge n. 27 del 2020, ha previsto la possibilità per i consigli dei comuni, delle province e delle città metropolitane e per le giunte comunali, di effettuare le sedute in videoconferenza, nel rispetto di specifiche modalità idonee a garantirne il corretto svolgimento.
      Ciò fino alla data di cessazione dello stato di emergenza deliberato dal Consiglio dei Ministri il 31 gennaio 2020.
      Con successivi provvedimenti d'urgenza e, da ultimo, con il decreto-legge n. 125 del 2020, le disposizioni previste nel citato articolo 73 sono state prorogate al 31 gennaio 2021.
      Pertanto, fino a tale data le riunioni degli organi collegiali di governo degli enti locali possono essere tenute in modalità da remoto, anche qualora tale modalità non sia disciplinata dal relativo regolamento.
      Come noto, il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri dello scorso 18 ottobre ha stabilito che, nell'ambito delle «pubbliche amministrazioni» le riunioni si svolgono in modalità a distanza, salvo la sussistenza di motivate ragioni; tale previsione è stata confermata anche nel successivo decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 24 ottobre scorso, al quale si fa riferimento nell'atto di sindacato ispettivo.
      Al riguardo, va evidenziato che nell'espressione «riunioni delle pubbliche amministrazioni» non si ritengono annoverabili quelle degli organi collegiali di governo degli enti locali. Infatti, ai fini dell'individuazione del perimetro applicativo della disposizione contenuta nei decreto del Presidente del Consiglio dei ministri richiamati, vanno tenuti presenti i principi di separazione tra le funzioni di indirizzo politico-amministrativo e quelle di gestione attraverso cui si svolge l'azione della pubblica amministrazione degli enti locali. Ai consigli e alle giunte di questi ultimi sono, evidentemente, attribuite esclusivamente funzioni deliberative, nonché di indirizzo e di controllo.
      Conseguentemente, la disciplina emergenziale cui deve farsi riferimento al fine di stabilire le modalità con le quali possono svolgersi tali riunioni, resta quella recata nella disposizione del citato articolo n. 73 del decreto-legge n. 18 del 2020 che come già evidenziato consente agli enti locali di svolgere le sedute in videoconferenza, anche laddove ciò non sia previsto dal relativo regolamento di funzionamento dell'organo collegiale, purché sia assicurata l'osservanza delle misure tecniche indicate nella medesima disposizione, idonee a garantire la trasparenza, la tracciabilità, la pubblicità e la regolarità delle riunioni, attraverso la regolamentazione provvisoria demandata al presidente del consiglio dell'ente, ove previsto, ovvero al sindaco.
      In tale direzione, il Ministero dell'interno ha predisposto una circolare con la quale sono state date indicazioni alle Prefetture affinché forniscano alle amministrazioni locali le opportune informazioni al riguardo.

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ALLEGATO 3

5-04853 Iezzi ed altri: Sull'utilizzo come luogo di culto islamico e come scuola araba di un locale sito nello stabile di via Ricciarelli 43 a Milano.

TESTO DELLA RISPOSTA

      Signor Presidente, Onorevoli deputati, nello scorso mese di luglio il portavoce del Coordinamento delle Associazioni Islamiche di Milano e Monza Brianza (C.A.I.M.), ha segnalato alla Questura di Milano la costituzione di una nuova associazione di cittadini egiziani, con sede in uno stabile sito in via Ricciarelli.
      In data 17 luglio, personale della citata Questura, si è ivi recato per una verifica accertando che, effettivamente, in quel luogo ha sede l'associazione denominata «AISHA APS», senza scopo di lucro, che promuove l'insegnamento della lingua e della cultura araba, realizzando progetti di sostegno umanitario rivolto a persone in situazione di bisogno.
      Oltre all'attività di insegnamento, nella sede si svolge, di fatto, anche attività di culto, tutti i giorni in fasce orarie diversificate e prestabilite e, comunque, non oltre le ore 21.30, con un numero massimo di accessi consentiti in ottemperanza alle regole sul distanziamento sociale.
      Peraltro nel mese di luglio la sede dell'associazione, a seguito di un esposto, è stata oggetto di sopralluoghi sia da parte dei Vigili del fuoco che della Polizia locale.
      Il personale dei Vigili del fuoco ha rilevato il rispetto di misure antincendio e per la prevenzione della diffusione del virus Covid-19.
      In tale occasione è stata, inoltre, acquisita e valutata la documentazione di cui al decreto legislativo n. 81 del 2008, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, e sono stati prescritti limiti sulla compresenza delle persone nel locale, richiedendo, altresì, che venga assicurata la presenza di personale formato per la gestione di eventuali emergenze.
      Inoltre, la Polizia locale ha successivamente effettuato un sopralluogo le cui risultanze sono al vaglio dei competenti uffici comunali, con particolare riferimento al cambio di destinazione d'uso del locale posto che nel contratto d'affitto lo Stesso viene indicato come «ad uso arti e mestieri».
      In relazione allo specifico quesito relativo alle iniziative per la verifica dell'assenza di collegamenti con organizzazioni di estremismo e integralismo islamico, assicuro la costante attenzione del Ministero, dell'interno verso i luoghi fisici e virtuali che potrebbero favorire eventuali processi di radicalizzazione religiosa ed il massimo impegno nelle attività volte ad individuare possibili infiltrazioni estremiste nelle realtà associazionistiche presenti sul nostro territorio.

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ALLEGATO 4

5-04854 Ceccanti ed altri: Sull'infiltrazione della criminalità organizzata, di frange di ultras e di gruppi di estrema destra nelle manifestazioni di protesta contro le misure di prevenzione della pandemia da Sars-Cov-2.

TESTO DELLA RISPOSTA

      Signor Presidente, Onorevoli deputati, come evidenziato dagli Onorevoli interroganti negli ultimi giorni abbiamo assistito ad una serie di manifestazioni di protesta in diverse città italiane, sfociate anche in gravi episodi di violenza e danneggiamenti, a seguito dei provvedimenti restrittivi adottati per far fronte all'emergenza epidemiologica in atto.
      Dagli elementi acquisiti risulta che in diversi casi tra i manifestanti si siano infiltrati alcuni gruppi di estremisti, riconducibili principalmente agli ambienti di estrema destra o ai settori degli ultras.
      Più in particolare, per quanto riguarda le manifestazioni tenutesi recentemente nelle piazze delle principali città italiane, richiamate nell'interrogazione, va menzionato quanto avvenuto a Napoli, dove il 23 ottobre scorso si è tenuta una manifestazione che ha visto la partecipazione di circa 1.200 persone. Alcuni manifestanti più facinorosi hanno dato luogo a diversi incidenti con il lancio di oggetti, bombe carta e bottiglie contro le Forze di polizia. Al termine della manifestazione sono stati arrestati in flagranza 2 partecipanti con precedenti per violazione della normativa sugli stupefacenti e porto d'armi improprie e sono state identificate altre 10 persone. Sui fatti sono tuttora in corso indagini. La Prefettura partenopea ha immediatamente convocato il Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica dove è stata accertata la presenza nella manifestazione di componenti estranee alle ragioni della protesta e attive in azioni violente e preordinate. Nell'occasione è stato disposto un ulteriore rafforzamento dei dispositivi di prevenzione e controllo del territorio, per far fronte alle criticità connesse alla situazione in atto e garantire le legittime manifestazioni di espressione di dissenso dalle infiltrazioni di elementi violenti.
      Anche a Roma, lo scorso 24 ottobre, è stata effettuata una manifestazione di protesta, nella quale è stata registrata la partecipazione di diversi esponenti del movimento di Forza Nuova, nel corso della quale si sono verificati disordini e danneggiamenti.
      L'iniziativa è stata esaminata nell'ambito di un Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, convocato nella stessa giornata, al fine di disporre attenti servizi di vigilanza e controllo nei confronti di eventuali forme degenerate di protesta, estranee alla legittima libertà di manifestazione di pensiero.
      In tale sede le Forze dell'ordine sono state altresì invitate a intensificare l'attività info-investigativa preventiva e di osservazione.
      Di seguito agli scontri sono stati identificati 22 manifestanti, 4 dei quali arrestati ed altrettanti sono stati segnalati all'Autorità Giudiziaria in stato di libertà; sono tuttora in corso ulteriori accertamenti da parte delle Forze di polizia, finalizzati ad identificare gli altri responsabili. Anche nella giornata di ieri si sono svolte nella Capitale tre diverse iniziative di protesta, tra le quali una in Piazza del Popolo e pubblicizzata su facebook da compagini di estrema destra. In serata, sul posto si sono radunate circa 200 persone, tra cui numerosi aderenti al movimento di Forza Nuova ed esponenti delle tifoserie ultras locali.
      Alcuni manifestanti, la cui consistenza numerica è gradualmente aumentata, hanno iniziato ad accendere fumogeni e petardi intonando cori contro le Forze di polizia ivi Pag. 39presenti. Nella circostanza, a seguito dei diversi interventi di alleggerimento condotti dal personale operante, i manifestanti hanno reagito con un fitto lancio di oggetti contundenti e petardi all'indirizzo degli operatori di polizia, nonché attuando, nel dileguarsi, ripetuti danneggiamenti a cassonetti ed arredi urbani.
      Al termine della manifestazione, sono stati identificati ed accompagnati in Questura complessivamente 16 soggetti, ritenuti tra i responsabili dei disordini, tra i quali due noti appartenenti a Forza Nuova, e 5, gravitanti nel contesto ultras, trovati in possesso di vari artifizi pirotecnici di notevole potenza ed armi improprie Tutti sono stati deferiti all'A.G. in stato di libertà.
      Parimenti, nella città di Torino, nella serata del 26 ottobre, si sono concentrati diversi gruppi di manifestanti, principalmente in piazza Vittorio e in piazza Castello, dove, in particolare in quest'ultima, è stata evidenziata la presenza di alcuni ultras delle tifoserie locali. Nel corso della manifestazione alcuni gruppi di violenti si sono aggiunti ai presenti, rendendosi responsabili di danneggiamenti e diversi episodi di violenza nei confronti delle Forze dell'ordine. A seguito di accertamenti sono state tratte in arresto 10 persone e denunciati 2 appartenenti a un gruppo ultras per vari reati; tra di essi quasi tutti risultano gravati da precedenti penali, nonché, in un caso, anche di un provvedimento di DASPO. Ulteriori attività investigative sono in corso.
      In conclusione voglio assicurare che la situazione è costantemente seguita dal Ministero dell'interno sia nelle sue articolazioni a livello centrale, che sul territorio.
      In tale contesto massima è la comprensione verso le legittime preoccupazioni delle fasce sociali più colpite dalla crisi economica legata all'emergenza sanitaria in atto, tuttavia non può essere in alcun modo tollerata alcuna degenerazione violenta delle forme di protesta. Sotto questo profilo massima fermezza sarà assicurata per evitare ogni possibile strumentalizzazione del disagio da parte delle frange estremiste a di gruppi criminali.

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ALLEGATO 5

5-04855 Marco Di Maio: Sul mantenimento dei distaccamenti di polizia stradale di Rocca San Casciano nella provincia di Forlì-Cesena e di Lugo di Romagna nella provincia di Ravenna.

TESTO DELLA RISPOSTA

      Signor Presidente, Onorevoli deputati, con l'atto di sindacato ispettivo in esame si richiama l'attenzione su un tema, quello dei distaccamenti di polizia stradale di Rocca San Casciano e di Lugo, già affrontato recentemente, così come ricordato dallo stesso Onorevole interrogante, e che si riconduce al più ampio progetto di riorganizzazione e razionalizzazione dell'intero assetto della polizia stradale.
      Si tratta del risultato di approfondite valutazioni sulle complessive mutazioni del quadro della mobilità, dello sviluppo sulla circolazione su alcune arterie, dell'analisi dei dati sull'infortunistica, nonché sulla necessità di ottimizzare le risorse umane disponibili.
      Il Ministero dell'interno, in tale contesto, ha ispirato la propria azione a criteri che consentano di garantire, nel modo più efficace, adeguati sistemi di controllo sul territorio, in particolare sotto il profilo dei flussi viari e dell'incidentalità.
      Il raggiungimento dell'obiettivo di un'ancora più adeguata e funzionale attività di vigilanza e controllo da parte delle Forze dell'ordine, soprattutto negli ambiti territoriali con maggiore impatto emergenziale, non può che essere perseguito anche attraverso la razionalizzazione e l'ottimizzazione delle risorse disponibili, presenti sul territorio e dei relativi organici, in considerazione anche del necessario concorso che le altre Forze di polizia sono tenute ad assicurare.
      Con particolare riferimento al Distaccamento Polizia Stradale di Rocca San Casciano, rilevo come quest'ultimo svolga l'attività di vigilanza sulla Strade Statali n. 9 e n. 67, con una dotazione effettiva di personale pari a 5 unità e con l'impiego di 1 equipaggio al giorno.
      In relazione al Distaccamento di Lugo, si tratta di un Reparto che opera con un organico di 6 unità, con competenza sulla Strada Statale n. 16 Adriatica, nel tratto compreso fra le località di Casal Borsetti (RA) e Cesenatico (FC), ove riesce a contribuire al piano di vigilanza stradale con una sola pattuglia giornaliera.
      Va, altresì, evidenziato che nel territorio riconducibile ai due anzidetti Distaccamenti insistono più Comandi delle altre Forze di polizia.
      La possibile ri-collocazione del personale presso i vicini reparti della Specialità di Polizia stradale costituisce un'opzione nell'ottica di migliorare le potenzialità operative, garantendo il presidio di legalità e di sicurezza del territorio.
      In tale contesto, mi preme assicurare che il Ministero dell'interno è costantemente impegnato nell'attività di monitoraggio delle esigenze emergenti sul territorio, al fine di individuare, con il massimo scrupolo, le priorità di intervento, anche attraverso le opportune rimodulazioni del personale delle Forze di polizia.

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ALLEGATO 6

5-04856 Prisco ed altri: Sulle misure per tutelare il personale delle Forze di polizia da aggressioni in occasione del servizio prestato presso centri di accoglienza o istituti penitenziari.

TESTO DELLA RISPOSTA

      Signor Presidente, Onorevoli deputati, in merito agli episodi segnalati dagli Onorevoli interroganti, avvenuti presso alcuni centri di accoglienza per migranti, si rappresenta che il 10 settembre scorso presso il C.A.R.A. di Isola Capo Rizzuto (KR), alcuni cittadini di origine tunisina sono fuggiti dalla struttura e, successivamente, sono stati quasi tutti rintracciati nelle vicinanze, e poi rimpatriati.
      Mi preme evidenziare come la predetta struttura, dotata di un sistema di videosorveglianza, costituito da più di 100 telecamere, è stata oggetto, a seguito dell'episodio in esame, di un'implementazione dei dispositivi di sicurezza impiegati.
      La Prefettura di Crotone, in merito all'organizzazione dei servizi di vigilanza, ha rappresentato che per gli stessi è previsto l'impiego di non meno di 25-30 operatori per turno.
      L'altro episodio richiamato nell'interrogazione, è avvenuto lo scorso 21 ottobre a Siculiana, in provincia di Agrigento, dove un gruppo di circa quindici migranti di origine tunisina ha tentato di allontanarsi dalla struttura di temporanea accoglienza. Nonostante l'intervento del personale preposto alla vigilanza, sette tunisini sono riusciti ad allontanarsi, dirigendosi verso la vicina strada statale.
      Nella circostanza, un operatore della Polizia di Stato è rimasto ferito ed il responsabile dell'atto è stato arrestato per i reati di resistenza, violenza e lesioni a pubblico ufficiale.
      Per quanto riguarda la presenza del personale della Polizia di Stato, nelle citate Province, informo che entrambe le Questure nel prossimo dicembre potranno contare su un incremento di 10 unità.
      Per quanto attiene il potenziamento delle dotazioni strumentali, a breve, la Commissione paritetica per la qualità e la funzionalità del vestiario per il personale della Polizia di Stato, determinerà l'adozione di un nuovo kit di protezione passiva per i servizi di ordine pubblico, tra quelli già sperimentati positivamente presso i Reparti mobili di Roma, Milano e Taranto.
      Informo, inoltre, che in relazione alla tutela contro il rischio di contagio del virus Covid-19, sono state adottate specifiche misure – tra cui la fornitura di idonei dispositivi di protezione individuali – finalizzate a garantire la salute di tutti gli operatori della Polizia di Stato e del personale impiegato nei servizi correlati alla gestione dei migranti.
      Per quanto attiene alla situazione degli istituti penitenziari, anch'essi oggetto di attenzione da parte degli Onorevoli interroganti, il Ministero della Giustizia ha comunicato che è stata diramata, lo scorso 22 luglio, un'apposita circolare con la quale, nei casi di aggressioni consumate ai danni del personale, si disciplinano i casi di trasferimento dei detenuti coinvolti ovvero di applicazione del regime di sorveglianza speciale ai sensi dell'art. 14 dell'ordinamento penitenziario. Inoltre tutti i provveditori regionali, i direttori penitenziari e i comandanti di reparto sono stati sensibilizzati ad assumere ogni necessaria iniziativa a tutela dell'ordine e della sicurezza all'interno degli istituti di pena.
      Per quanto attiene, infine, all'alto tasso di affollamento delle carceri, il Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria è impegnato in un programma teso all'aumento del numero di posti detentivi, mediante il recupero d'agibilità di quelli indisponibili per carenze manutentive, nonché Pag. 42attraverso l'edificazione di nuovi padiglioni in penitenziari già attivi; è, inoltre, operativo un tavolo tecnico con il Ministero della difesa e l'Agenzia del demanio per la riconversione a uso detentivo di caserme dismesse o in corso di dismissione.

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ALLEGATO 7

Ratifica ed esecuzione degli emendamenti allo Statuto istitutivo della Corte penale internazionale, ratificato ai sensi della legge 12 luglio 1999, n. 232 (C. 2332 Governo, approvato dal Senato).

PARERE APPROVATO

      Il Comitato permanente per i pareri della I Commissione,

          esaminato il disegno di legge C. 2332, recante «Ratifica ed esecuzione degli emendamenti allo Statuto istitutivo della Corte penale internazionale, ratificato ai sensi della legge 12 luglio 1999, n. 232, adottati a Kampala il 10 e l'11 giugno 2010»;

          evidenziato, dunque, come il contenuto del provvedimento consista nella ratifica da parte dell'Italia di modifiche allo Statuto della Corte penale internazionale incentrate soprattutto sulla definizione del crimine di aggressione;

          rilevato, per quanto concerne il rispetto delle competenze legislative costituzionalmente definite, come il provvedimento si inquadri nell'ambito della materia «politica estera e rapporti internazionali dello Stato», riservata alla competenza legislativa esclusiva dello Stato ai sensi dell'articolo 117, secondo comma, lettera a), della Costituzione,

      esprime

PARERE FAVOREVOLE

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ALLEGATO 8

Ratifica ed esecuzione della Convenzione del Consiglio d'Europa sulla coproduzione cinematografica (rivista), con Allegati (C. 1766 Governo).

PARERE APPROVATO

      Il Comitato permanente per i pareri della I Commissione,

          esaminato il disegno di legge C. 1766, recante «Ratifica ed esecuzione della Convenzione del Consiglio d'Europa sulla coproduzione cinematografica (rivista), con Allegati, fatta a Rotterdam il 30 gennaio 2017»;

          evidenziato come la Convenzione di cui si propone la ratifica, la quale sostituisce la precedente Convenzione europea sulla coproduzione cinematografica del 2 ottobre 1992, miri a definire una cornice normativa che regoli le coproduzioni che coinvolgono almeno tre Stati diversi, garantendo a ciascuno di beneficiare degli aiuti economici e degli eventuali sgravi fiscali previsti dalla normativa nazionale;

          rilevato, per quanto concerne il rispetto delle competenze legislative costituzionalmente definite, come il provvedimento si inquadri nell'ambito della materia «politica estera e rapporti internazionali dello Stato», riservata alla competenza legislativa esclusiva dello Stato ai sensi dell'articolo 117, secondo comma, lettera a), della Costituzione,

      esprime

PARERE FAVOREVOLE

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ALLEGATO 9

Misure per contrastare il finanziamento delle imprese produttrici di mine antipersona, di munizioni e submunizioni a grappolo (Esame C. 1813, approvata dal Senato, e abb.).

PARERE APPROVATO

      Il Comitato permanente per i pareri della I Commissione,

          esaminata la proposta di legge C. 1813, approvata dal Senato, recante «Misure per contrastare il finanziamento delle imprese produttrici di mine antipersona, di munizioni e submunizioni a grappolo», adottata quale testo base dalla VI Commissione Finanze, cui è abbinata la proposta di legge C. 445 Fornaro;

          evidenziato come il provvedimento intervenga sulla disciplina vigente in materia di divieto di impiego, stoccaggio, produzione e trasferimento delle mine antipersona, nonché sulle norme riguardanti la messa al bando delle munizioni a grappolo, al fine di vietare il finanziamento di imprese che producono o commercializzano mine antipersona e munizioni (o submunizioni) a grappolo, cosiddette «cluster», e di sanzionare le banche e gli altri soggetti operanti nel settore finanziario che svolgano tali attività;

          evidenziato come la materia sia attualmente disciplinata dalla legge n. 374 del 1997, recante norme per la messa al bando delle mine antipersona, dalla Convenzione di Ottawa del 1997 sul divieto di impiego, di stoccaggio, di produzione e di trasferimento delle mine antipersona e sulla loro distruzione, ratificata dall'Italia con la legge n. 106 del 1999, e dalla Convenzione di Oslo del 2008 sulla messa al bando delle munizioni a grappolo, ratificata dall'Italia con la legge n. 95 del 2011;

          segnalato come il provvedimento fosse stato approvato da entrambi i rami del Parlamento nella XVII legislatura e sia stato rinviato alle Camere dal Presidente della Repubblica ai sensi dell'articolo 74 della Costituzione, con messaggio del 27 ottobre 2017, in ragione degli «evidenti profili di illegittimità costituzionale» – in relazione al rispetto dell'articolo 3 della Costituzione – derivanti dalla mancanza della cosiddetta «clausola di salvaguardia penale» (in virtù della quale la sanzione amministrativa si applica salvo che il fatto costituisca reato) per le condotte dolose di finanziamento poste in essere da soggetti qualificati (soggetti che occupano posizioni apicali all'interno degli enti intermediari abilitati), e perciò determinando, per la medesima condotta di finanziamento, due regimi punitivi diversi – l'uno penale, già previsto dall'articolo 7 della legge n. 374 del 1997, l'altro amministrativo, previsto dall'articolo 6 della proposta di legge approvata – in ragione soltanto dell'incarico ricoperto dal soggetto agente nell'ambito di un intermediario abilitato o della natura del fruitore (società e non imprenditore individuale);

          rilevato come, al fine di superare i profili di illegittimità costituzionale sopra richiamati, il comma 2 dell'articolo 6 del provvedimento in esame preveda che le sanzioni amministrative ivi previste a carico delle persone fisiche per la violazione dei divieti di cui all'articolo 1 si applichino «salvo che il fatto costituisca reato»;

          segnalato come il comma 1 dell'articolo 1 abbia solo parzialmente portata innovativa rispetto al quadro normativo vigente, in quanto alcuni dei divieti da esso sanciti sono già previsti dalla legge n. 95 del 2011;

          rilevato altresì come il comma 1 dell'articolo 1 ponga divieti aventi efficacia erga omnes, non diretti a una specifica categoria, mentre il comma 4 del medesimo articolo aggiunge che tali divieti «valgono Pag. 46per tutti gli intermediari abilitati» come definiti dall'articolo 2 e ponga uno specifico divieto di investimento, nelle attività di cui al comma 1, per le fondazioni e i fondi pensione;

          sottolineata l'esigenza di assicurare la coerenza del quadro sanzionatorio per la violazione dei divieti in materia;

          rilevato in particolare come, in virtù del quadro sanzionatorio risultante dalla proposta di legge, il finanziamento di imprese produttrici di munizioni a grappolo (o cluster) sia sempre, chiunque lo effettui, sanzionato penalmente (ai sensi dell'articolo 7 della legge n. 95 del 2011), e sia corredato di sanzione amministrativa quando l'illecito è commesso dagli intermediari abilitati (ai sensi dell'articolo 6 della proposta di legge C.1813), mentre il finanziamento di imprese produttrici di mine antipersona non sia mai sanzionato penalmente, ma costituisca illecito amministrativo quando il fatto è commesso dai soli intermediari finanziari abilitati (ai sensi dell'articolo 6 della proposta di legge C. 1813);

          rilevato, per quanto concerne il rispetto delle competenze legislative costituzionalmente definite, come il provvedimento sia riconducibile alla materia «tutela del risparmio e mercati finanziari», attribuita alla competenza esclusiva dello Stato ai sensi dell'articolo 117, secondo comma, lettera e), della Costituzione,

      esprime

PARERE FAVOREVOLE

      con la seguente condizione:

          provveda la Commissione di merito a coordinare il contenuto del comma 1 dell'articolo 1, che sembra introdurre un divieto di finanziamento per «chiunque», nello spirito delle Convenzioni internazionali in materia, con il contenuto del comma 4 del medesimo articolo, che sembra limitare tali divieti agli intermediari finanziari e a fondazioni e fondi pensione;

      e con le seguenti osservazioni:

          a) valuti la Commissione di merito l'opportunità di modificare le disposizioni in materia di sanzioni di cui all'articolo 6, nel senso di uniformare, nello spirito delle Convenzioni internazionali in materia, il quadro sanzionatorio penale applicabile al finanziamento di imprese che producono mine antipersona, da una parte, con quello applicabile al finanziamento di imprese che producono munizioni a grappolo, dall'altra;

          b) valuti la Commissione di merito l'opportunità di modificare il comma 1 dell'articolo 1, nella parte in cui replica in parte divieti già vigenti.