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CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 29 aprile 2021
577.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni (I)
ALLEGATO
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ALLEGATO 1

5-05869 Iezzi: Iniziative per il rafforzamento dei presìdi di Polizia nelle località balneari della riviera romagnola in vista della prossima stagione estiva.

TESTO DELLA RISPOSTA

      Signor Presidente, Onorevoli deputati, con l'interrogazione in oggetto l'Onorevole Iezzi chiede iniziative per rinforzare i presidi di Polizia nei comuni della riviera romagnola in vista della prossima stagione estiva e tenendo conto dell'importanza dell'industria turistica per la ripartenza economica del Paese. Al riguardo, rappresento preliminarmente che, con l'approssimarsi della stagione estiva, il Dipartimento della Pubblica Sicurezza, ogni anno, avvia interlocuzioni con le Prefetture per la predisposizione di un piano coordinato delle risorse, concordato a livello interforze, per meglio fronteggiare le esigenze di ordine e sicurezza pubblica nelle località ove è prevista una maggiore affluenza turistica.
      L'attuazione di tale piano si è rivelata problematica nel 2020, in considerazione del fatto che le Forze di polizia hanno dovuto far fronte agli accresciuti impegni connessi al controllo del rispetto delle misure di contenimento.
      Peraltro, la rimodulazione delle attività didattiche presso gli Istituti e le Scuole delle stesse Forze di polizia, imposta anche in questo caso dalla pandemia, non ha consentito l'impiego dei frequentatori dei suddetti corsi per il potenziamento dei servizi di vigilanza estiva, come era avvenuto, invece, negli anni precedenti.
      Nondimeno, nel corso del 2020, è stata adottata ogni utile iniziativa finalizzata alla migliore razionalizzazione dei dispositivi ed al massimo coordinato impiego di tutte le risorse presenti in ambito provinciale.
      Venendo alle misure da adottarsi per la prossima estate, riferisco che, alla luce del miglioramento dell'attuale situazione epidemiologica e della progressiva ripresa delle attività economiche, il Dipartimento della Pubblica Sicurezza ha già avviato il ciclo di riunioni a carattere interforze volte ad una valutazione congiunta delle esigenze e a definire le possibili misure da attuarsi.
      Si è già svolta la prima di un ciclo di riunioni per definire il quadro delle unità di personale disponibili per il rinforzo estivo e degli interventi da attuarsi sulla base delle proposte formulate dalle Autorità provinciali di pubblica sicurezza.
      In questo contesto non si mancherà di valutare anche le istanze formulate dai Prefetti delle Province che si affacciano sulla «Riviera romagnola», nell'ambito di una pianificazione che dovrà comunque tenere conto delle necessità emergenti in altri distretti del territorio nazionale e delle risorse che potranno essere destinate alle misure in argomento.
      Va anche ricordato che, in generale, le Questure della «Riviera» hanno comunicato che attueranno, nella prossima stagione estiva, una serie di servizi sulla base dei moduli definiti da una direttiva del Dipartimento diramata il 23 febbraio 2021.
      Nello specifico, alla luce della citata circolare e degli ottimi risultati raggiunti nello scorso anno, saranno attivati servizi di ricezione delle denunce nelle località balneari e saranno implementati piani straordinari di controllo del territorio, con lo sviluppo di iniziative alle quali parteciperanno anche aliquote dei Reparti Prevenzione Crimine.
      Tali iniziative saranno finalizzate al contrasto dei fenomeni criminosi più diffusi durante la stagione estiva nelle località balneari, e si svolgeranno, con particolare frequenza, durante i fine settimana ed il prossimo mese di agosto, in coincidenza con i maggiori afflussi di turisti.
      In questo contesto, sono stati già definiti alcuni target delle prossime operazioni straordinarie Pag. 25 di controllo del territorio che si svolgeranno nella riviera riminese – in particolare nel Comune capoluogo e in quelli di Bellaria-Igea Marina e Riccione – e nella Provincia di Ravenna, con particolare riguardo al Comune di Cervia, e nella nota località turistica di Milano Marittima.
      Inoltre, per la specifica situazione di Cesenatico, il Questore di Forlì-Cesena potrà attivare una serie di mirati servizi nell'esercizio dei poteri rientranti nelle proprie ordinarie attribuzioni volti ad agevolare la ricezione delle denunce nonché mirate forme di controllo del territorio.
      Per quanto concerne la situazione dell'aeroporto «L. Ridolfi» di Forlì, in via preliminare, preme evidenziare che, con la soppressione del relativo Posto di Polizia di Frontiera, avvenuta nel 2013, le relative funzioni sono state devolute alla Questura di Forlì-Cesena.
      Per effetto di ciò, furono trasferite alla Questura 37 unità di personale, mentre altre 5 furono assegnate al Compartimento della Polizia Stradale Emilia-Romagna, 3 unità al Compartimento Polizia Ferroviaria Emilia-Romagna e 2 al Centro Addestramento della Polizia di Stato di Cesena.
      Attualmente, secondo quanto emerge dal piano dei voli programmati, nell'aeroporto «L. Ridolfi» operano tre compagnie aeree. Nella prospettiva di un rilancio del volume del traffico aereo su quello aeroscalo, la Zona Polizia di Frontiera di Bologna ha assicurato, per le esigenze di polizia di frontiera nell'aerostazione, la formazione specialistica di un'aliquota di personale, pari a 12 unità, della Questura di Forlì-Cesena nei settori dei controlli di frontiera e della security aeroportuale.
      Tale personale, nella seconda decade dello scorso mese di marzo, ha effettuato una sessione di train on the job presso l'Ufficio Polizia di Frontiera aerea di Bologna.
      Inoltre, il Dipartimento della Pubblica Sicurezza ha assegnato 7 dispositivi informatici, dotati del Sistema Informativo di Frontiera - SIF per l'espletamento dei controlli presso l'aeroporto di Forlì.
      Con riferimento al quadro esigenziale appena delineato, informo che le Prefetture di Forlì-Cesena, Rimini, e Ravenna hanno affrontato recentemente, in diverse riunioni del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, nonché in riunioni tecniche di coordinamento delle Forze di polizia, i temi connessi al rafforzamento dei dispositivi e dei servizi di controllo del territorio.

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ALLEGATO 2

5-05870 Prisco: Sui criteri utilizzati per determinare il punteggio nella selezione dei viceispettori della Polizia di Stato.

TESTO DELLA RISPOSTA

      Signor Presidente, Onorevoli deputati, gli On.li interroganti chiedono di conoscere quali iniziative si intenda adottare relativamente al bando del concorso a 1.141 posti di vice ispettore della Polizia di Stato, il quale, in difformità da quanto stabilito dall'articolo 7 del Decreto del Capo della Polizia del 20 settembre 2017, attribuisce un punteggio ai fini della graduatoria solo ai titoli di servizio e non anche ai titoli culturali.
      Al riguardo, premetto che il decreto legislativo n. 95 del 2017 (cosiddetto «riordino delle carriere») ha previsto una generale riforma dell'ordinamento del personale della Polizia di Stato e uno dei cardini della riforma è stato quello di riaprire la stagione concorsuale, sia per i candidati provenienti dalla vita civile, sia per i dipendenti, al fine di colmare le carenze organiche e di riattivare le progressioni di carriera.
      Nello specifico, la ratio delle procedure concorsuali interne è quella di aprire nuovi percorsi di carriera ai dipendenti della Polizia di Stato, valorizzandone soprattutto le capacità professionali dimostrate negli anni di servizio.
      Il decreto legislativo n. 95 del 2017 disciplina la materia di concorsi una volta che il riordino sia entrato a regime, prevedendo al contempo l'indizione di specifici concorsi straordinari per una lunga fase transitoria. Di conseguenza, limitatamente alla fase transitoria, il decreto legislativo n. 95 del 2017 ha, tra l'altro, previsto l'indizione di numerosi concorsi interni per l'accesso alla qualifica di vice ispettore.
      In particolare, il «riordino delle carriere» prevede che, dal 2017 al 2023, siano banditi ogni anno due concorsi interni straordinari, uno per soli titoli (senza distinzioni, quindi tra titoli di servizio e titoli di cultura) per la gran parte dei posti da bandire, e l'altro per titoli, ma solo di servizio, ed esami, per i posti restanti.
      La disciplina di questi concorsi «transitori» è demandata ad un apposito decreto del Capo della Polizia, adottato in data 20 settembre 2017 al fine di garantire uno svolgimento uniforme dei medesimi nel corso dell'intera fase transitoria.
      Anche prima del decreto legislativo n. 95 del 2017 la normativa di settore – racchiusa nell'articolo 27 del decreto del Presidente della Repubblica n. 335 del 1982 – prevedeva che l'accesso dall'interno al ruolo degli ispettori avvenisse attraverso la formula del concorso per titoli di servizio ed esami.
      Tale scelta, mantenuta ferma dal decreto legislativo n. 95 del 2017, è stata altresì ribadita dal decreto del Capo della Polizia del 5 marzo 2019, che ha rettificato il citato decreto del 20 settembre 2017, il quale, per mero errore nei richiami interni, non aveva esplicitamente escluso dai titoli valutabili i titoli di cultura.
      Di conseguenza, nei concorsi finora svoltisi non sono stati valutati i titoli di cultura, bensì i soli titoli di servizio, con l'effetto di valorizzare al massimo i meriti professionali del personale, conseguiti in anni di onorevole carriera al servizio del Paese.
      Il citato articolo 27 del decreto del Presidente della Repubblica n. 335 del 1982 è stato successivamente modificato dal decreto legislativo n. 172 del 2019, anche sulla base del parere espresso dalle Commissioni I e IV riunite del Senato della Repubblica in merito allo schema di articolato presentato dal Governo.
      Nella nuova formulazione la norma stabilisce che i concorsi interni per vice ispettore si svolgano a seguito di una valutazione Pag. 27 dei «titoli», genericamente indicati, senza limitarsi ai titoli di servizio.
      La novella si presta ad essere interpretata nel senso che essa sia riferita solo ai concorsi che saranno banditi nella fase a regime del riordino delle carriere e non anche a quelli che devono essere banditi nella fase transitoria, destinata a concludersi nel 2023.
      Un argomento a sostegno di tale interpretazione è offerto dal cennato parere reso dalle Commissioni I e IV riunite del Senato, che aveva segnalato la necessità di mantenere comunque – cito letteralmente: «ferma la disciplina disposta (anche per i concorsi in questione) per la fase transitoria dal riordino...»–.
      Anche sulla base di tale indicazione, l'articolo 2, comma 1, lettera c) del decreto legislativo n. 95 del 2017, che disciplina i concorsi interni in parola, richiama l'articolo 27 del decreto del Presidente della Repubblica n. 335 del 1982 – applicato dal 2017 per i tre concorsi transitori già espletati – effettuando un rinvio che va interpretato come «fisso», ossia all'articolo 27 vigente all'epoca dell'entrata in vigore del decreto legislativo n. 95 del 2017.
      Sulla scorta di questa interpretazione sistematica, è stato pertanto ritenuto che la modifica normativa non incida né sul decreto del Capo della Polizia del 20 settembre 2017, siccome modificato dal successivo decreto direttoriale del 5 marzo 2019, né sui bandi adottati dopo l'entrata in vigore del decreto legislativo n. 172 del 2019, incluso quindi anche il concorso interno, per titoli ed esami, ai fini della copertura di 1.141 posti per vice ispettore della Polizia di Stato.

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ALLEGATO 3

5-05871 Baldino: Iniziative per garantire il corretto svolgimento delle procedure elettorali amministrative nel comune di Nardò in provincia di Lecce.

TESTO DELLA RISPOSTA

      Signor Presidente, Onorevoli deputati, la vicenda sulla quale l'Onorevole interrogante pone l'attenzione trae origine da una segnalazione fatta pervenire a due consiglieri del Comune di Nardò, relativa a delle firme apposte sui moduli per la sottoscrizione della dichiarazione di accettazione della candidatura alla carica di consigliere comunale nella tornata elettorale delle elezioni amministrative del 2016, che, a dire del segnalante, sarebbero state falsificate e che, ciononostante sarebbero state autenticate dall'allora consigliere comunale Giuseppe Mellone, attuale sindaco in carica del Comune.
      A fronte di tale segnalazione, nel periodo compreso tra novembre e dicembre 2020, alcuni candidati alle elezioni del 2016 hanno effettuato una verifica mediante accesso agli atti depositati presso il Comune, constatando che la firma presente sui moduli in parola sarebbe stata apocrifa. A seguito di ciò essi hanno presentato denuncia presso la locale compagnia della Guardia di Finanza in merito all'accaduto.
      Dai primi riscontri è emerso che i candidati citati avevano bensì firmato la accettazione della candidatura, ma utilizzando un modulo non conforme alla normativa. Successivamente un soggetto allo stato ancora non identificato avrebbe compilato i nuovi moduli, questa volta corretti, ma apponendo su di essi le firme falsificate dei candidati, facendole poi autenticare.
      In seguito alla denuncia formalizzata presso la Guardia di Finanza, è stato instaurato un procedimento penale attualmente in corso.
      È da sottolineare che nel febbraio 2021 è stata sporta denuncia contro ignoti per un furto avvenuto all'interno dell'ufficio elettorale del Comune di Nardò dal quale sarebbero stati trafugati i fascicoli delle candidature delle elezioni amministrative del 2016.
      Anche in questo caso il procedimento penale risulta in corso.
      Alla luce della situazione appena delineata, assicuro che la Prefettura mantiene costante l'attenzione e che non mancherà di valutare ogni ulteriore elemento rilevante circa le misure da adottare per i profili di propria competenza in relazione all'esito dei procedimenti penali in corso.

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ALLEGATO 4

5-05872 Gebhard: Sui mancati controlli di polizia di frontiera in relazione alla partenza, nell'agosto del 2020, di tre minori cinesi portati in Cina dai nonni paterni senza l'autorizzazione della madre.

TESTO DELLA RISPOSTA

      Signor Presidente, Onorevoli deputati, l'atto Parlamentare in argomento si riferisce alla denuncia di una cittadina cinese residente a Prato, madre di tre figli minori, conviventi – con il suo consenso – presso il padre, di nazionalità cinese, anch'egli residente a Prato e dal quale la cittadina cinese in questione è di fatto separata.
      Nello scorso mese di luglio la cittadina cinese avrebbe appreso da un conoscente l'intenzione del marito di portare con sé i figli in Cina, e insospettita dal fatto di non riuscire ad avere più contatti, neppure telefonici, con figli, la medesima ha diffidato formalmente, mediante un legale, il coniuge dal portare i propri figli minorenni fuori dall'Italia. Poi, a causa del persistere dell'impossibilità di contattare i figli e i suoceri, la cittadina cinese interpellava alcuni parenti nel Paese d'origine, apprendendo da essi che i suoi tre figli si trovavano effettivamente in Cina.
      A quel punto, il 20 agosto 2020, la donna sporgeva denuncia alla locale Questura.
      Dalle prime verifiche effettuate è emerso che i nonni patemi e i tre minori erano stati registrati al posto di frontiera dell'aeroporto di Malpensa in data 6 agosto 2020.
      All'atto controllo, da quanto riferito dagli uffici della pubblica sicurezza, non sarebbe emersa alcuna criticità anche in considerazione del fatto che nessuna evidenza suscettibile di farsi apprezzare quale sottrazione di minori era possibile desumere dalla banca-dati interforze (SDI) a disposizione delle Forze di polizia, nella quale infatti la denuncia di sottrazione di minore, a carico dei nonni paterni, risulta essere stata presentata ed inserita il 20 agosto, e quindi in data successiva alla partenza dei minori.
      Informo infine che il 21 agosto 2020 la Questura di Prato provvedeva a trasmettere la citata denuncia della cittadina cinese all'autorità giudiziaria competente.

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ALLEGATO 5

5-05873 Pollastrini: Sullo stato di attuazione delle norme introdotte dal decreto-legge n. 34 del 2020 per favorire l'emersione dei rapporti di lavoro irregolari relativi a lavoratori immigrati.

TESTO DELLA RISPOSTA

      Signor Presidente, Onorevoli deputati, con l'atto di sindacato ispettivo in esame gli Onorevoli interroganti fanno riferimento alla procedura di emersione dei rapporti di lavoro irregolari, prevista dal decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, che è gestita dagli Sportelli Unici per l'immigrazione presso le Prefetture, chiedendo iniziative per velocizzare la definizione delle relative istanze.
      Con riguardo alla procedura di emersione citata, occorre precisare che i requisiti per accedere al procedimento e le fasi della procedura sono disciplinati da due decreti interministeriali, il primo dei quali adottato il 27 maggio 2020 su iniziativa del Ministero dell'interno, alla vigilia dell'inizio della procedura, ed il secondo l'8 settembre 2020, su iniziativa del Ministero del lavoro.
      In origine il termine per la presentazione delle domande era stato fissato al 15 luglio 2020, ma successivamente esso è stato prorogato al 15 agosto. Risultano essere state complessivamente presentate 207.542 domande.
      Per la gestione di tale procedimento è stato predisposto uno specifico applicativo informatico, mentre sul sito ministeriale è stato pubblicato materiale informativo di carattere giuridico e tecnico-operativo sull'emersione dei rapporti di lavoro.
      Occorre anche rilevare, su un piano generale, che rallentamenti nella trattazione delle istanze sono stati determinati da diverse cause. In primo luogo, va considerata la complessità degli adempimenti procedurali, che investono le competenze di più Amministrazioni (Prefettura, Questura, Ispettorato territoriale del lavoro, INPS), articolandosi in plurime fasi endo-procedimentali. In secondo luogo, c'è da tenere presente l'impossibilità tecnica di gestire la procedura esclusivamente in via telematica, atteso che il datore, di lavoro e il lavoratore devono, dopo la loro identificazione, sottoscrivere il contratto di soggiorno e deve essere consegnata al lavoratore la richiesta di permesso di soggiorno da inoltrare, tramite gli uffici postali, alla Questura. Infine, non vanno dimenticati gli effetti della pandemia che ha limitato la funzionalità delle strutture periferiche, il cui personale ha dovuto (quando possibile): lavorare da remoto, riducendo gli appuntamenti con gli utenti. In ogni caso, alla data del 26 aprile scorso, risultano fissate 24.008 convocazioni e sono stati richiesti alle Questure complessivamente 19.771 permessi di soggiorno, a seguito della definizione di altrettante pratiche di emersione da parte degli Sportelli Unici.
      Per far fronte all'ingente carico di lavoro, il decreto-legge n. 34 del 2020 ha previsto, inoltre, un apposito procedimento volto ad utilizzare, per un periodo non superiore a sei mesi, prestazioni di lavoro a termine tramite un'agenzia di somministrazione di lavoro. Esaurita la relativa procedura, sono state selezionate le 800 unità destinate a svolgere attività amministrativa di supporto agli Sportelli Unici per l'immigrazione. Nello specifico le assunzioni hanno avuto inizio il 22 marzo scorso con un primo blocco di 328 unità. Allo stato hanno preso servizio complessivamente 650 lavoratori. I rimanenti 150 saranno assegnati alle sedi di destinazione non appena effettuata la preassunzione a cura della citata agenzia e la sottoscrizione dei contratti da parte dei lavoratori.

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