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CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 29 gennaio 2019
133.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
COMUNICATO
Pag. 24

ATTI DELL'UNIONE EUROPEA

      Martedì 29 gennaio 2019. — Presidenza del vicepresidente Paolo GRIMOLDI. – Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri e alla cooperazione internazionale, Ricardo Antonio Merlo.

      La seduta comincia alle 11.10.

Programma di lavoro della Commissione per il 2019 – Mantenere le promesse e prepararsi al futuro. (COM(2018)800 final).
Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea nell'anno 2019.
(Doc. LXXXVI n.  2).
Programma di diciotto mesi del Consiglio dell'Unione europea (1o gennaio 2019 – 30 giugno 2020) – Portare avanti l'agenda strategica, elaborato dalle future presidenze rumena, finlandese e croata.
(14518/18).
(Parere alla XIV Commissione).
(Esame congiunto e rinvio).

      La Commissione inizia l'esame congiunto dei provvedimenti in oggetto.

      Luis Roberto DI SAN MARTINO LORENZATO DI IVREA (Lega), relatore, sottolinea che il Programma di lavoro della Commissione europea contiene cinque allegati, che elencano rispettivamente: le nuove iniziative che si prevede di presentare (Allegato I); le iniziative REFIT, frutto di una valutazione dell'adeguatezza e dell'efficacia della legislazione in vigore (Allegato II); le proposte prioritarie in sospeso (Allegato III); le proposte ritirate (Allegato IV); le abrogazioni (Allegato V). Pag. 25Rileva che si tratta di un programma di fine mandato, in vista delle elezioni europee del prossimo maggio e del conseguente esaurimento del mandato della Commissione Juncker. Pertanto, osserva che si preannuncia la presentazione di un numero limitato di nuove iniziative concentrandosi invece sulle proposte pendenti, ritenute essenziali per realizzare appieno le dieci priorità che la Commissione in carica si era impegnata a realizzare nel momento della sua investitura.
      Tenuto conto della esiguità delle nuove proposte inserite nel programma di lavoro della Commissione europea, al fine di inquadrare il dibattito in una cornice più ampia, illustra preliminarmente le priorità indicate nella Relazione programmatica.
      Evidenzia che si tratta di un adempimento a cadenza regolare che ottempera il dettato della legge n.  234 del 2012, ma che in nessun modo può essere inteso come un passaggio meramente dovuto o protocollare.
      Segnala, infatti, che la Relazione programmatica indica gli orientamenti e le priorità che il Governo intende perseguire con riguardo al processo di integrazione europea, ai profili istituzionali e a ciascuna politica dell'UE, nonché in merito ai progetti specifici di atti inseriti nel programma di lavoro della Commissione europea.
      Con riferimento all'ambito istituzionale, richiama anzitutto i seguenti obiettivi prioritari della Relazione programmatica: promuovere un'Europa più forte, più solidale e più vicina ai suoi cittadini, dando impulso ai negoziati relativi alla proposta di riforma dell'istituto dell'iniziativa dei cittadini europei e alla proposta di accordo interistituzionale su un registro di trasparenza obbligatorio, volto a stabilire norme comuni per le interazioni tra rappresentanti di interessi e le istituzioni dell'UE; conseguire il più largo consenso possibile a sostegno delle candidature che saranno avanzate dall'Italia nell'ambito del rinnovo delle cariche istituzionali di vertice dell'Unione europea; al riguardo, ricorda che dal 23 al 26 maggio 2019 si svolgeranno le elezioni del Parlamento europeo, il 31 ottobre scade il mandato della Commissione europea così come quello del Presidente della Banca Centrale mentre il 1o dicembre 2019 scade il mandato del Presidente del Consiglio europeo; garantire, nell'ambito della Brexit la protezione degli interessi e la piena reciprocità dei diritti dei cittadini degli Stati membri dell'Unione europea a tutela anche dell'ampia comunità italiana nel Regno Unito; negoziare, nell'ambito del Quadro finanziario pluriennale 2021-2027, unitamente alle «nuove» priorità europee come i flussi migratori, la sicurezza, la difesa, la ricerca e il completamento del mercato interno, una ridefinizione degli stanziamenti destinati ai Fondi di coesione e alla Politica agricola comune (PAC), garantendo quantomeno il mantenimento dei livelli di finanziamento per l'agricoltura italiana.
      Con riferimento ai temi di più stretta competenza della commissione affari esteri, rileva che la Relazione programmatica sottolinea come il Governo intenda continuare ad assicurare il proprio sostegno alla Politica estera e di sicurezza comune (PESC), nel rispetto del Trattato di Lisbona e valutando con spirito di apertura la proposta della Commissione di rafforzarne l'efficacia attraverso l'introduzione del voto a maggioranza qualificata in alcuni settori (sanzioni, diritti umani, missioni civili della Politica di sicurezza e di difesa comune).
      Evidenzia che rilievo prioritario continuerà a essere assegnato all'area mediterranea, in considerazione della sua instabilità e delle gravi minacce che ne conseguono per la sicurezza dell'Unione. In tale ambito, osserva che sarà posto l'accento sul sostegno che la PESC potrà fornire all'elaborazione di efficaci politiche migratorie, sul rafforzamento della posizione unitaria dell'UE sulla Libia, valorizzando la prospettiva italiana per la stabilizzazione del Paese, e sulla collaborazione con i Paesi africani maggiormente interessati al fenomeno migratorio – con particolare riferimento alla rotta del Mediterraneo centrale –, nel quadro di una strategia improntata a un approccio complessivo e orientata verso la Pag. 26lotta ai traffici e alle cause della migrazione, in particolare in Corno d'Africa, Sahel e Nord Africa. Segnala che tra gli obiettivi evidenziati dalla Relazione meritano particolare menzione: il contrasto al terrorismo, all'estremismo violento e ai fenomeni correlati (quali quello dei foreign fighters); il sostegno alle azioni dell'Alta Rappresentante e del Servizio europeo per l'azione esterna in tema di disarmo, controllo degli armamenti e non proliferazione, con particolare riferimento alla preservazione dell'accordo sul nucleare iraniano e alle iniziative volte a dissuadere la Corea del Nord a proseguire il proprio programma nucleare; la promozione in sede europea dell'approccio italiano alla Siria, basato sull'attuazione della Risoluzione del Consiglio di sicurezza n.  2254 e sul sostegno agli sforzi dell'Inviato Speciale delle Nazioni Unite, nella consapevolezza che una soluzione duratura del conflitto deve necessariamente passare anche per un confronto con i componenti del cd. «Processo di Astana», in primis la Russia; l'incoraggiamento all'azione dell'Alto Rappresentante finalizzata a favorire la ripresa del dialogo tra le parti nell'ambito del Processo di pace in Medio Oriente; il supporto all'azione europea per rafforzare le relazioni con i Paesi del Consiglio di cooperazione del Golfo, anche al fine di rilanciare gli sforzi internazionali per una soluzione diplomatica della crisi in Yemen; l'impegno a mantenere alta l'attenzione dell'UE sulla situazione del Venezuela, vista la presenza di una vastissima comunità di origine italiana, e in considerazione dei pesanti risvolti umanitari, economici e regionali della crisi politica del Paese; il massimo sforzo sul fronte dei diritti umani, in particolare quanto all'attuazione del Piano d'azione per i diritti umani e la democrazia 2015-2019 e alla riflessione su un nuovo Piano d'azione dell'Unione in materia.
      Sottolinea che la Relazione programmatica, in ambito di cooperazione allo sviluppo, rileva la necessità di rafforzare queste politiche, che costituiscono una delle priorità anche del programma di lavoro della Commissione europea, che in tale ambito intende portare avanti l'attuazione della nuova alleanza Africa-Europa, rendendo maggiormente operativo il piano per gli investimenti esterni dell'UE con l'obiettivo di mobilitare fino a 44 miliardi in investimenti sostenibili entro il 2020.
      Osserva che tra le proposte legislative prioritarie della Commissione vengono incluse la proposta di regolamento sul vicinato, la cooperazione allo sviluppo e la cooperazione internazionale, che introduce elementi di forte razionalizzazione, ricomprendendo in un unico regolamento gli strumenti – anche finanziari – di azione esterna, ivi incluso il Fondo europeo di sviluppo (attualmente posto fuori dal bilancio dell'Unione). Rileva che in questo ambito il Governo intende profondere il massimo impegno per confermare la centralità, rispetto all'agenda europea, della lotta alle cause profonde delle migrazioni, puntando ad un incremento dal 10 al 30 per cento delle risorse destinate alle politiche migratorie.
      Evidenzia che la Relazione programmatica si occupa anche di allargamento, riportando come nell'ambito delle priorità del programma di lavoro della Commissione europea un posto di rilievo viene riservato all'attuazione della politica di vicinato e dell'allargamento, valutando e adottando, tra l'altro, un parere sulla richiesta della Bosnia-Erzegovina di diventare un Paese candidato all'adesione.
      Su questo tema, segnala che nella Relazione programmatica il Governo conferma il proprio tradizionale sostegno ai negoziati di adesione in corso e all'assistenza pre-adesione. Più nello specifico, il Governo si impegna a: proseguire l'opera di sostegno al percorso europeo di Serbia e Kosovo e alla progressiva normalizzazione delle loro relazioni bilaterali; sollecitare l'apertura dei negoziati di adesione dell'Albania entro la fine dell'attuale legislatura europea, qualora il Paese registri i necessari progressi nella lotta alla corruzione e al crimine organizzato e nella tutela dei diritti fondamentali; appoggiare il negoziato di adesione con il Montenegro; rilanciare il processo di integrazione europea della ex Repubblica jugoslava di Macedonia, anche alla luce del recente Pag. 27accordo con la Grecia sulla denominazione del Paese; sostenere le autorità della Bosnia-Erzegovina a mettere in atto le riforme richieste da parte europea, nella prospettiva di un rilancio della candidatura del Paese, bloccata dal febbraio del 2016; promuovere la via del dialogo e della cooperazione con la Turchia, senza tuttavia sottacere la preoccupazione per il deterioramento della situazione dei diritti fondamentali nel Paese, ma preservando le intese raggiunte con la dichiarazione congiunta UE-Turchia del 18 marzo 2016, che ha dato buoni risultati in termini di riduzione del numero delle vittime di naufragi e del flusso di migranti irregolari.
      Osserva che nell'ambito più ampio della Politica europea di vicinato, il Governo annette particolare rilevanza ai seguenti tempi: promuovere l'azione dell'Unione nella dimensione meridionale, nella convinzione che proprio dalla sponda Sud del Mediterraneo vengano i principali rischi sistemici per l'UE, ribadendo la necessità che sia mantenuta l'attuale proporzione dell'allocazione delle risorse finanziarie dello Strumento europeo di vicinato (due terzi ai vicini meridionali e un terzo ai vicini orientali); seguire con attenzione le evoluzioni del Partenariato orientale, visto il contesto particolarmente critico provocato dalla perdurante crisi ucraina e dagli squilibri nella situazione interna moldava; garantire la piena attuazione alle strategie macroregionali cui l'Italia partecipa, con particolare riferimento alla Strategia UE per la regione alpina (EUSALP), anche in vista del turno italiano di Presidenza, che sarà gestito dalla Regione Lombardia in concerto con le altre regioni e province partecipanti.
      Sottolinea che un capitolo importante riguarda il commercio internazionale, di particolare delicatezza ed attualità, nel cui ambito la Relazione programmatica del Governo individua le seguenti priorità: per quanto riguarda i rapporti con la Russia, che restano condizionati dalla perdurante crisi in Ucraina, il Governo intende continuare a sostenere la politica europea del doppio binario – che consiste nel calibrare fermezza nelle ipotesi di violazione del diritto internazionale e dialogo sui temi di comune interesse – e riaffermare l'esigenza di un approccio strategico che vada al di là dello strumento delle sanzioni e punti al sostegno della società civile russa e del settore privato; consolidare il partenariato strategico UE-Cina attraverso l'attuazione della cooperazione rafforzata prevista dall'Agenda strategica 2020; assicurare che, nell'ambito della revisione degli accordi tra Unione europea e Paesi dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico, siano introdotti efficaci strumenti di sostegno allo sviluppo; avviare una riflessione sulle modalità per rispondere alle crescenti preoccupazioni dell'opinione pubblica sull'impatto di taluni accordi commerciali, accompagnata da un'attività di monitoraggio e di partecipazione negoziale ai principali dossier di settore (Accordo CETA con il Canada; Accordo con i Paesi del MERCOSUR; Accordo di libero scambio con il Giappone; Accordi di libero scambio con Marocco, Tunisia, Egitto, Giordania, Georgia, Moldova e Ucraina; Accordi di libero scambio con alcuni Paesi dell'ASEAN, con l'Australia e con la Nuova Zelanda); normalizzare il conflitto commerciale con gli Stati Uniti, nell'ottica di disinnescare una potenziale escalation che avrebbe un grave impatto sulle imprese e le esportazioni italiane.
      Con riferimento al Servizio europeo per l'azione esterna (SEAE), segnala che la Relazione programmatica ricorda come, con ventuno Capi delegazione, l'Italia sia a tutt'oggi lo Stato membro più rappresentato a livello apicale all'interno del SEAE, oltre a contare su alcune altre posizioni senior tra cui il Capo di Gabinetto dell'Alto Rappresentante, il Direttore generale per il bilancio e la programmazione, il Direttore esecutivo per Medio Oriente e Nord Africa, il Vice direttore generale Asia e Pacifico. Evidenzia che risulta invece ancora sottodimensionato il numero di Agenti temporanei e ne consegue l'esigenza di proseguire nel 2019 l'azione volta ad accrescere la presenza di funzionari italiani anche in posizioni intermedie.
      Riguardo al programma di diciotto mesi del Consiglio europeo per il periodo 1o gennaio 2019 – 30 giugno 2020, segnala Pag. 28che la presidenza del Consiglio dell'UE è esercitata a turno da ciascuno degli Stati membri dell'UE ogni 6 mesi. A seguito dell'entrata in vigore del Trattato di Lisbona, nel 2009, gli Stati membri che esercitano la presidenza collaborano strettamente a gruppi di tre, chiamati «trio», che fissa obiettivi a lungo termine e prepara un programma comune per un periodo di 18 mesi. Sulla base di tale programma, ciascuno dei tre Paesi prepara un proprio programma semestrale più dettagliato. Rileva che il trio di presidenza attuale è formato dalle presidenze rumena, finlandese e croata.
      Osserva che nel programma viene riportato come le tre presidenze si adopereranno al massimo per garantire una gestione efficace e tempestiva di tutti i lavori necessari nel quadro del processo della Brexit, promuovendo l'unità fra i 27 Stati membri e come, in linea con la Dichiarazione di Roma, si proseguiranno i lavori in vista dell'adozione di un'agenda strategica al Consiglio europeo di giugno 2019.
      Tutto ciò premesso, si riserva di formulare una proposta di parere sui provvedimenti in titolo al termine del dibattito.

      Il sottosegretario Ricardo Antonio MERLO si riserva di intervenire nel prosieguo del dibattito.

      Paolo GRIMOLDI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame congiunto ad altra seduta.

      La seduta termina alle 11.25.

COMITATO PERMANENTE SUI DIRITTI UMANI NEL MONDO

INDAGINE CONOSCITIVA

      Martedì 29 gennaio 2019. — Presidenza della presidente Iolanda DI STASIO.

      La seduta comincia alle 11.45.

Sull'impegno dell'Italia nella comunità internazionale per la promozione e tutela dei diritti umani e contro le discriminazioni.
Audizione di rappresentanti dell'Ufficio dell'Alto Commissariato ONU per i diritti umani.
(Svolgimento e conclusione).

      Iolanda DI STASIO, presidente, avverte che la pubblicità dei lavori sarà assicurata anche attraverso la web-tv della Camera dei deputati. Introduce, quindi, l'audizione.

      Roanna TAY, responsabile per l'Italia dell'Ufficio dell'Alto Commissariato ONU per i diritti umani, svolge una relazione sui temi oggetto dell'indagine conoscitiva.

      Intervengono, quindi, per porre quesiti e formulare osservazioni, Laura BOLDRINI (LeU) a più riprese, Ivan SCALFAROTTO (PD), Emilio CARELLI (M5S), Paolo GRIMOLDI (Lega), Paolo FORMENTINI (Lega), Maurizio LUPI (Misto-NcI-USEI) e Cristian ROMANIELLO (M5S).

      Claude CAHN, responsabile dell'ufficio per i rapporti con l'UE dell'Alto Commissariato ONU per i diritti umani, Maria Belen RODRIGUEZ DE ALBA FREIRIA, responsabile del dipartimento per la tutela delle minoranze dell'Alto Commissariato ONU per i diritti umani, e Tania GUEORGUIEVA NAYDENOVA, responsabile dell'Ufficio anti-discriminazioni dell'Alto Commissariato ONU per i diritti umani, replicano ai quesiti posti e forniscono ulteriori precisazioni.

      Iolanda DI STASIO, presidente, dichiara conclusa l'audizione.

      La seduta termina alle 13.05.

      N.B.: Il resoconto stenografico della seduta è pubblicato in un fascicolo a parte.