Sulla pubblicità dei lavori:
Saltamartini Barbara , Presidente ... 3
Audizione del Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali e del Turismo, Gian Marco Centinaio, sugli indirizzi programmatici del suo dicastero, con riferimento alla materia del turismo
(ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento della Camera dei deputati)
:
Saltamartini Barbara , Presidente ... 3
Centinaio Gian Marco , Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali e del Turismo ... 3
Saltamartini Barbara , Presidente ... 11
Moretto Sara (PD) ... 11
Biasotti Sandro Mario ... 13
Alemanno Maria Soave (M5S) ... 14
Garnero Santanchè Daniela ... 15
Andreuzza Giorgia (LEGA) ... 16
Saltamartini Barbara , Presidente ... 18
Croatti Marco ... 18
Barelli Paolo (FI) ... 19
Marti Roberto ... 20
Bellanova Teresa ... 21
Saltamartini Barbara , Presidente ... 21
Ripamonti Paolo ... 22
Masi Angela (M5S) ... 22
Saltamartini Barbara , Presidente ... 23
Sigle dei gruppi parlamentari:
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Lega - Salvini Premier: Lega;
Partito Democratico: PD;
Forza Italia - Berlusconi Presidente: FI;
Fratelli d'Italia: FdI;
Liberi e Uguali: LeU;
Misto: Misto;
Misto-MAIE-Movimento Associativo Italiani all'Estero: Misto-MAIE;
Misto-Civica Popolare-AP-PSI-Area Civica: Misto-CP-A-PS-A;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Noi con l'Italia: Misto-NcI;
Misto-+Europa-Centro Democratico: Misto-+E-CD;
Misto-Noi con l'Italia-USEI: Misto-NcI-USEI.
PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE
DELLA X COMMISSIONE
DELLA CAMERA DEI DEPUTATI
BARBARA SALTAMARTINI
La seduta comincia alle 13.
Sulla pubblicità dei lavori.
PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.
Audizione del Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali e del Turismo, Gian Marco Centinaio, sugli indirizzi programmatici del suo dicastero, con riferimento alla materia del turismo.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento, l'audizione del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali e del turismo, Gian Marco Centinaio, sugli indirizzi programmatici del suo dicastero con riferimento alla materia del turismo.
Saluto e ringrazio il ministro, così come saluto il presidente Gianni Pietro Girotto e tutti i colleghi della X Commissione del Senato, con i quali abbiamo convenuto di svolgere l'audizione congiuntamente.
Comunico che per lo svolgimento della seduta odierna abbiamo convenuto due ore di tempo. Purtroppo, il Ministro ha avuto un imprevisto che ha rallentato l'avvio dell'audizione. La presidenza cercherà, laddove è compatibile con gli impegni del Ministro, di rispettare le due ore di tempo previste per l'audizione.
Prima di dare la parola al Ministro Centinaio, ricordo che gli Uffici di presidenza delle Commissioni X della Camera e 10a del Senato hanno convenuto sull'opportunità che all'intervento del Ministro segua un intervento per ciascun Gruppo parlamentare per ciascuna delle due Commissioni, della durata di circa cinque minuti ciascuno. Ovviamente, ove all'esito di tali interventi residuasse ancora del tempo disponibile, sarà cura della presidenza dare la parola ai deputati e senatori che eventualmente ne facciano richiesta per un breve giro di domande ulteriori.
Invito, pertanto, i Gruppi di ciascuna Commissione qui riunite, ove non lo abbiano già fatto, a comunicare il nome del deputato o del senatore che intenda intervenire, entro i primi quindici minuti della seduta a partire da ora, al fine di assicurare un ordinato svolgimento dei lavori.
Do la parola al Ministro Centinaio per lo svolgimento della sua relazione.
GIAN MARCO CENTINAIO, Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali e del Turismo. Grazie, presidente. Innanzitutto vi chiedo scusa per il ritardo. Non è mia consuetudine arrivare in ritardo agli appuntamenti, in particolar modo non è una mancanza di rispetto nei confronti dei colleghi deputati e senatori. Vi leggo immediatamente la relazione, in modo da poter avere il tempo necessario per le eventuali domande.
Signori presidenti, onorevoli deputati e colleghi senatori, ringrazio per l'opportunità che mi viene data, a pochi giorni dal conferimento della delega sul turismo al Ministero delle politiche agricole, alimentari, forestali e del turismo, di illustrare le linee di azione e gli obiettivi che mi propongo Pag. 4 di perseguire nel corso del mio mandato.
Il turismo è un settore industriale che genera il 10.4 per cento del PIL mondiale e sostiene 313 milioni di posti di lavoro (occupazione diretta e indiretta) con previsioni di crescita globale che viaggiano attorno al 3,4 per cento per anno in media, previsioni che solo in questo primo semestre del 2018 già si stanno rivelando più basse della realtà. La cosa è altrettanto valida per il nostro meraviglioso Paese, in cui, per cause complessive (vedi la grande sicurezza percepita dall'esterno) ma anche specifiche del settore, la percentuale di contributo totale al PIL ha raggiunto il 13 per cento nell'ultimo anno, con prospettive di crescita molto interessanti e sempre più solide e con impatti occupazionali che raggiungono il 14 per cento, rivelando un potenziale ancora più alto.
Queste cose non le dice il Ministro Gian Marco Centinaio, queste cose le dicono i numeri dei principali osservatori internazionali che monitorano il settore del travel e del turismo e che ci restituiscono una visione molto incoraggiante e foriera di stimoli per affrontare al meglio le sfide che una crescita e dei pesi così importanti ci ispirano.
Ho voluto aprire il mio intervento dandovi una panoramica quantitativa, anche e soprattutto per rendere chiara la visione che non stiamo parlando di un settore ancillare né parliamo di concetti astratti e generici. Il turismo è un settore industriale ad alta incidenza imprenditoriale, fortemente legato alle specificità territoriali, in senso ampio, ma inserito in un contesto internazionale, un settore trasversale per natura, che dialoga in una prospettiva multilivello con le autonomie regionali e con i trasporti, le infrastrutture, lo sviluppo economico, l'ambiente, il welfare, la cultura, le telecomunicazioni, gli esteri e l'agricoltura.
Il turismo, come voi sapete, è un punto importante del programma di governo Lega-Movimento 5 Stelle, nel quale abbiamo voluto definire le aree di azione prioritarie e i principali temi su cui intervenire.
Abbiamo innanzitutto posto il problema della governance pubblica del turismo, visto che consideravamo non soddisfacente il percorso che esso aveva vissuto nel corso degli anni e che nell'ultimo periodo lo aveva visto ridotto a mera direzione generale di un ministero gigantesco quale quello dei beni e delle attività culturali.
Volevamo, quindi, riportare il turismo, pur nel rispetto della norma costituzionale attuale, in una posizione centrale, che mettesse in grado l'amministrazione competente di essere efficace e di svolgere al meglio, ma in maniera più incisiva, le funzioni di coordinamento e indirizzo che la legge le affida, con l'intenzione di riuscire, negli anni a venire, a costituire un vero e proprio Ministero del turismo.
Nel farlo, abbiamo valutato molte possibilità e abbiamo compreso che quella che avrebbe consentito di porre le basi più solide per il futuro assetto dicasteriale era inserire il turismo all'interno di un ministero che avesse lo stesso tipo di problematiche e, dunque, un'impostazione simile anche e soprattutto in relazione alle autonomie regionali e territoriali. Un ministero solido che, come il turismo, affondasse le sue radici nell'essenza del territorio del nostro Paese e lavorasse per preservarne le identità, consolidarne i punti di forza e sostenerne gli operatori, generando reddito e occupazione e, dunque, contribuendo in maniera fortemente positiva all'economia italiana.
Questo ministero era ed è quello delle politiche agricole, alimentari e forestali, che ora è anche del turismo. Una novità amministrativa, politica e strutturale, una novità che intendo perseguire e implementare nel migliore dei modi e con l'umiltà e la pragmaticità che mi contraddistinguono, ascoltando tutti e agendo con consapevolezza, cognizione di causa e operatività.
Non era l'opzione più facile, specie da un punto di vista burocratico e amministrativo, ma per noi la più razionale ed efficace.
Innanzitutto ci sarà un passaggio di grado nella governance generale, che prevederà la creazione di un dipartimento e non la semplice migrazione di una direzione generale, dunque una maggiore dimensione ed efficacia amministrativa, cosa Pag. 5che renderà il turismo, in un futuro più che vicino – speriamo – non solo un soggetto di policy, ma anche un interlocutore operativo ed economicamente rilevante per le autonomie regionali e per il settore privato.
Questo dipartimento, nella mia visione, opererà anche fisicamente all'interno di un ambito dedicato, ma non separato dal resto delle politiche agricole, alimentari e forestali. Sarà, dunque, mio preciso impegno ricercare sinergie strategiche e operative tra questi due comparti, così diversi ma così simili, agendo proprio su ciò che li rende i veri motori di ripresa economica per questo Paese: gli assetti valoriali e il metodo.
Le sinergie le intendo sostanziali, comprendendo una visione più ampia del made in Italy, in cui il turismo sia il linguaggio giusto per una valorizzazione concreta, reale, dinamica e aggiornata e in cui l'agricoltura fornisca un contributo essenziale per la definizione del rapporto con i territori e delle dinamiche evolutive del tessuto imprenditoriale.
Tradizione e innovazione, in entrambi i settori, si fondono per riportare l'Italia al centro, non solo delle aspettative e dei desideri del mondo, ma anche delle scelte e azioni concrete di investimento e di creazione di occupazione.
Il nostro Paese è il regno delle biodiversità e dell'enogastronomia ed è sede delle più rinomate e numerose bellezze naturali, paesaggistiche e culturali nel mondo. Nel contesto integrato del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali e del turismo, sarà mia ferma intenzione rendere il lavoro sinergico tra i due settori quanto più concreto possibile, definendo una strategia di promozione organica, basata anche su un ruolo primario dell'enogastronomia; disegnando in ottica spaziale, normativa e amministrativa gli ambiti dei distretti del cibo accanto a quelli turistici; lavorando sulle specificità territoriali anche delle aree interne, in ottica di costruzione di un'offerta realmente efficace, oltre che economicamente efficiente.
L'azione sinergica intende porre una grande enfasi sulla sostenibilità della produzione, del territorio, ma anche delle zone costiere e delle montagne, introducendo nella visione anche le problematiche legate alla pesca, ai territori e alle foreste.
Fondamento della mia azione sarà il dialogo con le autonomie regionali, iniziato formalmente già la scorsa settimana con un incontro ufficiale con gli assessori regionali del turismo, sotto il coordinamento tecnico della commissione speciale turismo e industria alberghiera all'interno della Conferenza delle regioni e delle province autonome.
Come ho detto agli assessori, la mia vicinanza come ministro, come ex operatore del turismo, come ex amministratore locale, la voglio dimostrare con un dialogo costante e informato, un dialogo che diventerà il cardine della mia operatività di Governo, incentrato sui temi più urgenti, così come su visioni di lungo periodo. Le strategie sono importanti, specie in questa nuova fase, ma altrettanto importanti sono le azioni operative che ne conseguono, azioni concrete, fatte di risultati misurabili, espressione di una nuova politica del turismo improntata sull'efficacia, ma anche sull'efficienza, che faccia del dialogo tra pubblico e privato il suo strumento quotidiano.
Dopo questa doverosa condivisione della mia visione d'insieme sul nuovo corso del turismo, specie per ciò che concerne l'approccio e il metodo, vorrei ora affrontare con voi alcuni punti programmatici cui mi dedicherò nel corso dei prossimi mesi.
Parto dalla promozione turistica nazionale e, quindi, parto da ENIT. ENIT è l'Ente nazionale italiano per il turismo e l'anno prossimo compirà esattamente cento anni. Nella visione di Nitti, nel 1919, doveva essere lo strumento principe per la promozione dell'Italia all'estero. Nell'attuale visione si fatica, ormai da molti anni, a capire quali siano i suoi reali obiettivi, si fatica a misurarli e soprattutto a stabilirne l'efficienza in termini di correlazione con i costi.
Anche in questo caso si tratta di temi spesso dibattuti, condivisi con tutti, dalle regioni agli operatori, temi che ho intenzione di affrontare con grande determinazione, ripartendo innanzitutto da quello della vigilanza, cercando di comprendere Pag. 6quanto è stato disatteso e omesso, oltre che quanto è stato fatto. Avremo necessità di individuare uno strumento giuridico che ci consenta di analizzare e sistemare una macchina che onestamente non funziona. Sono già al lavoro con un team di persone dedicate ed esperte che mi aiuteranno in questo percorso.
Durante la gestione Franceschini è stato fatto un lungo commissariamento, che ha trasformato l'ente in ente pubblico economico, senza una reale visione economica, un intervento che doveva cambiare l'anima dell'ENIT, oltre che ristrutturare l'organizzazione e la rete internazionale verso nuove direzioni e soprattutto con notevoli risparmi di costi.
I risultati, pur se sicuramente migliori degli anni precedenti – colleghi, non era difficile – non sono però stati all'altezza delle aspettative: si è svuotato l'ente (oltre ai costosi direttori delle sedi estere, infatti, si sono fatte andar via moltissime risorse umane con grande esperienza di turismo che lavoravano nella sede centrale) e si sono intraprese iniziative non all'altezza del potenziale né delle necessità. Si è sostanzialmente delineata una strategia di sopravvivenza che dura ormai da più di quattro anni, che ha prodotto risultati non sempre misurabili, campagne sui social media e sponsorizzazioni di fiere, come la WTM (World travel market) di Londra dell'anno scorso, che continuano a non restituire la reale contezza dei presunti effetti benefici per il turismo del nostro Paese. Questo, consentitemi, non perché le iniziative in sé non siano corrette, ma perché sembrano sempre avere quel carattere spot, senza programmazione reale che individui chiaramente gli obiettivi e misuri i risultati, consentendo di capire se le risorse pubbliche sono state ben spese oppure no.
Una situazione sinceramente inaccettabile in un settore, come quello turistico, che si muove con anni di anticipo; una situazione che ci sta impedendo di cogliere al meglio le opportunità a livello globale, specie indotte dalla rivoluzione digitale, oltre che di comprendere appieno i flussi da e verso i mercati potenziali.
ENIT deve essere il centro di una strategia focalizzata, deve essere in grado di fornire un piano strategico coerente, sviluppare una strategia di prodotto, attivare sinergie territoriali in pieno supporto alle autonomie regionali, il tutto in un'ottica di brand nazionale, che va affrontata una volta per tutte. Se è vero, infatti, che l'Italia è il prodotto delle sue diversità, è altrettanto vero che la costruzione del brand deve essere quanto più condivisa possibile. Comunicare con gli strumenti che abbiamo a disposizione ora nel mondo richiede regole chiare e messaggi condivisi.
ENIT, nella sua strategia, deve essere in grado di indicare e analizzare al meglio i mercati obiettivo, potendo di fatto supportare l'azione del settore privato e contribuire allo sviluppo delle destinazioni turistiche del nostro Paese.
In questo contesto, sono fermamente convinto che la rete internazionale debba recuperare credibilità, seguendo esempi di governance e di struttura di altri Paesi europei a noi vicini, sia geograficamente che come tipologia di mercato turistico. Questo deve avvenire sicuramente in raccordo con il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, ma con la prospettiva di individuare dei mercati Paese in cui investire di più rispetto ad altri, non privilegiando la presenza minimale in un possibile territorio come corollario di un'azione diplomatica di tipo più generale.
ENIT, in questa sua nuova veste, dovrà diventare la casa del turismo, ospitando all'interno dei suoi uffici di via Marghera anche il nuovo Dipartimento del turismo che creeremo in questi pochi mesi. Sono convinto che la prossimità tra vigilante e vigilato, tra strategia e operatività ci aiuterà a semplificare e a razionalizzare e a ottenere risultati importanti.
Passo ora all'aspetto che concerne l'uso dei dati e il digitale. Parlando di quanto sia strategico il turismo e soprattutto del suo contesto fortemente industriale, internazionale e operativo, non posso non menzionare la questione dei dati, dei numeri che narrano e descrivono questo settore, ne aiutano la comprensione e, dunque, coadiuvano Pag. 7 l'orientamento strategico pubblico e privato.
Recependo con grande attenzione anche quanto mi è stato comunicato dalle regioni, oltre che dagli operatori privati, ho intenzione di impegnarmi seriamente alla sistematizzazione della gestione dei dati nazionali, affrontando il problema delle fonti e lavorando sulla raccolta ed elaborazione, affinché i numeri siano veramente utili, oltre le analisi storiche, anche e soprattutto a livello previsionale; questo affinché siano la base non solo per il settore, ma anche per la programmazione di molti ambiti nella strategia dei territori e del Governo nel suo complesso, per le problematiche della sicurezza, dei trasporti, delle telecomunicazioni e per la gestione del congestionamento dei centri urbani. Per spiegarmi meglio, penso ai numeri dei flussi in entrata sulle grandi città e non solo, che provenendo da una pluralità di fonti, spesso non in tempo reale, non consentono di avere una valutazione reale e corretta dell'entità dei flussi (nel nostro Paese non si riesce neanche a stimare il sommerso) né tantomeno della loro composizione, impedendo de facto qualsiasi tipo di programmazione, previsione e soprattutto controllo.
L'approccio di sistematizzazione che intendo adottare e che intendo centralizzare nel ministero sarà, dunque, un approccio che necessariamente deve coinvolgere, oltre che le regioni, terminale primario di raccolta dati, e le fonti statistiche tradizionali (per esempio, l'Istat e la Banca d'Italia tra tutte), anche una serie di attori sia di Governo che di impresa (penso, ad esempio, al Ministero dell'interno, a quello degli esteri, agli operatori telefonici e ai loro big data) per la creazione finalmente di un sistema unitario di raccolta che operi su base nazionale e in tempo reale, secondo direttive di impostazione previsionale, un sistema che interagisca sulle fonti primarie, diventandolo esso stesso.
Ritengo che questo, sentite anche le esigenze di tutti gli operatori del turismo, sia uno dei punti essenziali di definizione della funzione di servizio pubblico del Ministero delle politiche agricole, alimentari, forestali e del turismo in ambito di turismo, un servizio che dobbiamo iniziare a restituire a un settore, ai territori e a una collettività.
Sono sicuro che, una volta intervenuti in questo ambito, ci renderemo conto di quanto l'Italia in realtà occupi posizioni di classifica completamente diverse da quelle sinora diffuse (quinto posto, settimo posto, certe volte non si riesce neanche a capire che posto occupiamo a livello internazionale) e soprattutto saremo in grado di entrare finalmente nella gestione dei flussi in entrata e in uscita con più profondità e cognizione di causa e potremo concentrarci più che sul quanto, sul quale, passeremo a occuparci del turismo di qualità più che di quantità.
Solo questo processo di trasformazione, affrontato in maniera consapevole e coordinata, sarà in grado di riportare il settore del turismo italiano al centro delle dinamiche mondiali come protagonista e – perché no? – come esempio da seguire.
Nell'agricoltura l'innovazione e la trasformazione digitale stanno avendo degli effetti dirompenti, che stanno cambiando le catene del valore di riferimento e stanno introducendo grandi opportunità di sviluppo. Il turismo in Italia deve riuscire a cogliere l'opportunità della trasformazione digitale in maniera più decisa.
Alcune iniziative, ad esempio quella del wi-fi nazionale, sono già state avviate, ma è necessario renderle reali ed effettive, con maggiore consapevolezza anche dell'ambito della privacy, ed è fondamentale intraprendere un percorso più ampio, che includa anche la distribuzione. Il fatto che il ricorso all’art bonus sulla digitalizzazione sia stato così scarso da parte delle imprese, inoltre, testimonia che in Italia c'è ancora molto lavoro da fare per aggiornare l'offerta e mettere gli operatori nelle condizioni di sfruttare le opportunità offerte da un'utenza, specie internazionale, che è sempre più connessa, digitale, veloce, i cui gusti e preferenze vanno, non solo intercettati, ma anche influenzati e guidati.
La trasformazione digitale è anche e soprattutto semplificazione burocratica e in questo senso lavorerò assieme ai miei Pag. 8colleghi di governo affinché, anche nel settore del turismo, possa servire a: creare circoli virtuosi di trasparenza e, dunque, contribuire fattivamente alla lotta all'abusivismo; favorire lo sviluppo delle imprese, sia a livello dimensionale che di network; interagire efficacemente con i sistemi di sgravio fiscale, sia vecchi che nuovi, ad esempio legati alle problematiche del tax refund; attivare sistemi innovativi di governance e di funzionamento a tutti i livelli; migliorare gli aspetti fondamentali del tessuto sociale.
Cari colleghi, vi ho esposto in apertura del mio intervento alcuni numeri relativi all'importanza economica del settore del turismo. Tra essi quelli che rivestono grande rilevanza per me sono le percentuali relative a quanta occupazione si può generare con e attraverso il turismo. Parliamo di cifre attorno al 14 per cento, cifre che si devono migliorare, innanzitutto agevolando le imprese che operano nel settore affinché siano incentivate ad assumere e a formare professionalità nel turismo.
Sostenere le imprese vuol dire in primo luogo intervenire sugli strumenti che agevolino il loro sviluppo e la loro crescita e in alcuni casi preservino la loro integrità. Sulla direttiva Bolkestein, per esempio, mi esprimerò tra poco. Nello specifico, affronterò, assieme al collega Di Maio nella sua doppia veste di Ministro dello sviluppo economico e Ministro del lavoro, un dialogo con il Ministero dell'economia e delle finanze, per verificare la possibilità di costituzione di un fondo di garanzia che intervenga sia negli ambiti di accesso al credito da parte delle imprese che per le iniziative di investimento, ammodernamento, ristrutturazione, al fine di rendere l'offerta realmente adeguata al potenziale della domanda di Italia da parte dei turisti internazionali e nazionali.
Lo schema di intervento finanziario va di pari passo con le iniziative legate alla fiscalità delle imprese, seguendo un percorso che da una parte tolga inutili appesantimenti e dall'altra introduca dei sistemi di incentivazione che integrino le azioni individuate nell’Art bonus anche nella direzione di stimolo alla creazione di posti di lavoro.
Questo deve essere fatto ovviamente nel rispetto della peculiarità del settore del turismo, che è ancora territorialmente legato a stagionalità. In questo senso stiamo lavorando, come sapete, alla possibilità di reintrodurre i voucher nel turismo, oltre che nell'agricoltura, con forme di tutela maggiori. Riteniamo, infatti, che non è lo strumento che è foriero di abuso, ma è la mancanza di controlli e tutele che rende l'abuso la pratica dominante in molti settori della nostra vita produttiva e sociale.
È, in conclusione, nostro preciso obiettivo individuare meccanismi che non puniscano le possibilità assunzionali delle imprese, anche legate alla stagionalità, ma le stimolino e siano foriere di iniziative di formazione veramente estese e accessibili, per dare concretamente un futuro ai nostri giovani attraverso questo fondamentale settore del nostro Paese.
Per la formazione sarà di nuovo importante l'approccio, che deve essere quanto più esteso e aggiornato possibile. Sarà importante che tra le nuove professioni siano contemplate tutte quelle che hanno a che fare con il digitale, non solo in ambito di comunicazione ma anche e soprattutto di programmazione. Il turismo, come già detto, è sicuramente un settore digital-intensive e l'aggiornamento professionale è quanto di più necessario per il nostro Paese.
Le professioni turistiche in genere, inoltre, sono sempre state considerate una scelta di serie B. Ebbene, la mia ambizione è di fare in modo che la scelta di una professione nel turismo sia dai primi momenti una scelta di alto profilo. Lavorerò per contribuire alla creazione di percorsi formativi ad hoc, così come a una migliore valorizzazione degli istituti alberghieri esistenti. Dedicherò molta attenzione alle professioni legate all'enogastronomia, secondo un piano di intervento omogeneo e organico che consideri i nostri territori, anche da un punto di vista agricolo, i veri punti di forza per il rilancio di questo Paese.
In questo ambito non posso dimenticare le problematiche relative alla tutela delle professioni turistiche, prime tra tutte le Pag. 9guide turistiche. Come in molti altri ambiti, il problema è innanzitutto normativo e regolamentare. Tutto parte, infatti, dal fatto che il Codice del turismo ha abrogato le precedenti norme inerenti le professioni turistiche e poi è stato a sua volta cassato dalla Corte costituzionale perché adottato in assenza di un'intesa con le regioni. Oggi il Paese è di fatto sprovvisto di una normativa di riferimento chiara, che sarà nostra ferma intenzione realizzare, essendo la materia delle professioni demandata anche alla competenza statale. Intendiamo lavorare a una legge-quadro che dovrà consentire alle regioni di legiferare in maniera chiara e non solo attraverso meccanismi di intesa.
Sulle guide turistiche, in particolare, avevamo già espresso in sede di programma la necessità di porre particolare attenzione a una categoria così delicata e intendiamo tener fede ai nostri impegni e procedere nella direzione della tutela, innanzitutto identificando regole chiare relativamente al percorso di studi e al legame con il territorio scelto o di provenienza. Con questi strumenti e agendo sui singoli territori verranno scoraggiate e punite tutte le modalità abusive di tale professione (oggi, ahimè, molto diffuse) da parte di soggetti improvvisati e non qualificati, che arrecano danno sia per l'economia che per il prestigio del nostro Paese. Stesso approccio adotteremo per tutte le professioni turistiche per le quali è necessaria una definizione normativa esauriente e aggiornata.
Altro tema a me molto caro è la difesa del demanio marittimo nell'azione di recepimento della direttiva Bolkestein. Ho avuto occasione di esprimere in ogni possibile contesto l'opinione, condivisa con molte altre forze politiche e con il Governo, che l'interpretazione autentica è quella che per noi è valida. «Le concessioni demaniali sono beni e non servizi» diceva il dottor Bolkestein e, di conseguenza, non possono essere soggette alla direttiva UE sui servizi. In virtù della concessione i concessionari demaniali possiedono suolo e strutture, quindi la concessione è un bene e non un servizio.
Parlando di concessioni demaniali, lacuali e fluviali a uso turistico-ricreativo, con oltre 30.000 concessionari solo per le spiagge, ci stiamo riferendo a un ambito di piccola-media impresa tra i più importanti nel settore del turismo, soggetti imprenditoriali nazionali che hanno costruito nel tempo un sistema economico e generato intere destinazioni. È nostra ferma intenzione intervenire per tutelarli al meglio e per farlo agiremo in pieno accordo con le regioni, che ci chiedono anche interventi normativi più estesi in ambito di demanio marittimo.
Il lavoro che abbiamo davanti non sarà poco, ma sarà un lavoro connotato dalla forte determinazione a far prevalere la nostra posizione. La mia, per la difesa del made in Italy nel dibattito in Europa è molto chiara, anche in ambito turistico oltre che in ambito agricolo.
Onorevoli colleghi, conoscete molto bene la mia posizione rispetto alla tassa di soggiorno, un'imposta introdotta nel 2011 a seguito della riforma sul federalismo fiscale per dare la possibilità ai comuni di istituire i cosiddetti «tributi comunali di scopo». I proventi della tassa di soggiorno per legge dovrebbero essere reinvestiti dal comune solo ed esclusivamente nell'ambito turistico. «Il relativo gettito – si legge al secondo periodo del comma 1 dell'articolo 4 del decreto legislativo n. 23 del 14 marzo 2011 – è destinato a finanziare interventi in materia di turismo, ivi compresi quelli a sostegno delle strutture ricettive, nonché interventi di manutenzione, fruizione e recupero dei beni culturali e ambientali locali, nonché dei relativi servizi pubblici locali».
Nella realtà, questo spesso non avviene, poiché il comune decide in autonomia lo scopo e lo fa non sempre rispettando questo vincolo di contenuto, ma seguendo le sue priorità di bilancio o strutturali. Il risultato è che in molti comuni, specie i più grandi, dove la tassa di soggiorno genera gettiti di svariate decine milioni di euro, il reinvestimento nell'ambito turistico è praticamente nullo, lasciando albergatori, turisti, residenti e fisco, in ultima istanza, con un palmo di naso. Pag. 10
La situazione va, a mio avviso, rivista completamente, ma resta inteso che il percorso da fare per raddrizzare la direzione è quello di creare un ambito di riflessione assieme ai comuni e alle regioni, che abbia la finalità innanzitutto di riuscire a delimitare in maniera chiara lo scopo, rendendo la tassa parte di un circolo virtuoso di informazioni, oltre che di finanze.
Se è vero, infatti, che una migliore finalizzazione di questa tassa potrebbe rappresentare un passaggio importante verso una possibile ridefinizione normativa complessiva, rimane chiaro che bisogna introdurre nello scopo anche un sistema di rilevazione che, unitamente al monitoraggio dei flussi attraverso un sistema di data intelligence turistico più ampio, consenta di contribuire in maniera fattiva all'emersione dell'illegale e al contrasto dell'abusivismo.
In questo ultimo ambito, cioè la lotta all'abusivismo, intendo muovermi, assieme con i colleghi dei ministeri competenti (penso, per esempio, al Ministero dell'interno, ma non solo), per contrastare in maniera estesa, profonda e risolutiva la questione, intervenendo su vari piani e coinvolgendo in maniera autorevole i principali attori del problema, a iniziare dalle grandi OLTA (online travel agency), Booking, Airbnb e da tutti coloro che operano sul nostro territorio godendo di vantaggi economici legati a economie di scala e a residenze fiscali lontane e facilitate.
Sono fermamente convinto che uno dei principali strumenti per contrastare l'abusivismo è quello di introdurre una struttura normativa e dei regolamenti forti che agiscano, per iniziare: sull'applicazione di un codice identificativo maggiormente dialogante a livello regionale, ma anche, in prospettiva, nazionale; su una maggiore chiarezza regolatoria per le locazioni brevi, che prevedano un sistema sanzionatorio chiaro e realmente efficace per contrastare tutte le pratiche che stanno inutilmente danneggiando l'industria turistica del nostro Paese e contraendo le possibilità di sviluppo dei nostri territori e delle destinazioni.
Sottolineo che è ovviamente essenziale che i diversi soggetti siano disponibili a collaborare per il meglio dell'operatività di tutti e magari comprendano che un reinvestimento sul territorio è una soluzione economicamente migliore di un'elusione.
Passo ora al Piano per il Sud e alla mobilità. Nella visione del turismo come motore dello sviluppo e della ripresa economica, unitamente all'agricoltura, il Sud rappresenta una delle principali sfide che voglio affrontare con questa nuova impostazione strategica. Sempre per evitare inutili ricorrenze lessicali o banalità, come qualcuno potrebbe dire, il Sud è e rimane il bacino potenziale più interessante e non sfruttato di questo Paese. Per me, però, sarà molto più di un oggetto di interesse, per me rappresenterà un obiettivo definito, un'area di verifica delle sinergie tra turismo e politiche agricole, alimentari e forestali.
Intendo, quindi, definire una serie di iniziative coordinate, di ampio respiro, imperniate sulla valorizzazione delle specificità territoriali, fondate sul binomio enogastronomia e turismo, sul mare, sulle coste, ma anche e soprattutto sulle aree interne che, se sviluppate adeguatamente, diventerebbero uno dei fattori di maggiore attrattività del nostro Paese.
Resta inteso che la criticità primaria per lo sviluppo di destinazioni su ampio raggio nel nostro Paese è la raggiungibilità delle destinazioni stesse. In questo senso, sono consapevole che bisogna continuare a lavorare con grande proazione, assieme a tutti i soggetti coinvolti, primo tra tutti il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, nell'ambito della mobilità turistica. Considero che valga sicuramente la pena proseguire nel percorso già intrapreso dai miei predecessori, disegnato nel Piano straordinario della mobilità 2017-2022, intervenendo in maniera più strutturata e ampia possibile.
È chiaro che questo lavoro, di concerto con il mio collega delle infrastrutture e dei trasporti, non può prescindere dalla questione dei vettori aerei, elemento primario della direzione dei flussi e, dunque, anche degli accordi bilaterali con i Paesi obiettivo. Pag. 11Per ciò che mi compete, sono a disposizione dei miei colleghi per contribuire al meglio sulle questioni più importanti, come quella di Alitalia, facendomi portavoce di quell’expertise turistico che deve poter aiutare a comprendere l'importanza per il nostro Paese di mantenere il controllo di un vettore aereo nazionale.
Passiamo al turismo accessibile. L'accessibilità è un concetto di ampio respiro, ma che per me ha una grandissima importanza: tutti i turisti, anche con disabilità e con esigenze specifiche, hanno diritto all'inclusione e alla partecipazione, al comfort e al divertimento, alla sicurezza e soprattutto all'informazione. Questi diritti devono essere garantiti attraverso la realizzazione di un sistema turistico Paese in grado di accogliere e ospitare tutti. Per poter fare questo è necessario agire su più fronti, sviluppando una serie di azioni che ne favoriscano la realizzazione.
Il turismo accessibile non è un turismo di nicchia, è un concetto trasversale rispetto a tutti i tipi di turismi, che si concretizza in un mercato universale, per interagire con il quale dobbiamo necessariamente mettere a sistema una visione fatta di conoscenze e competenze che oggi sono patrimonio di pochi e farla diventare, invece, patrimonio condiviso, prima di tutto dagli operatori turistici e dagli imprenditori italiani, i quali potranno con ciò accedere a nuove quote di mercato in Italia e nel mondo.
Un'operazione di questa portata e con questi obiettivi mette in campo risorse e strategie che sono anche strumento utile per ottenere una vera inclusione proattiva delle persone con disabilità in tutti i comparti della società civile, dando di fatto applicazione ai princìpi sanciti in carte fondamentali quali la Costituzione italiana, la Dichiarazione di Madrid e la Convenzione dell'ONU sui diritti delle persone con disabilità.
Vorrei, quindi, che gli interventi economici e finanziari per la fiscalità agevolata, gli incentivi alle imprese, l'ampliamento del fondo di garanzia vengano utilizzati anche e soprattutto in questa direzione, così come intendo includere la parametrazione dell'accessibilità nel nuovo sistema di classificazione alberghiera che ho in mente di promuovere assieme alle autonomie locali e regionali.
Lavorerò ovviamente a fianco del Ministro Fontana per iniziative comuni nell'ambito sia della formazione che dell'occupazione legata alla disabilità e proporrò la realizzazione di campagne di comunicazione coordinate nell'ambito del turismo accessibile.
In conclusione, onorevoli colleghi, il piano d'azione per il turismo che ho in mente è ampio, trasversale e dettagliato. È un piano che richiederà tempo, dedizione e squadra, una squadra composta non solo dai colleghi di Governo, ma anche e soprattutto da tutte le persone che lavoreranno al mio fianco per raggiungere questi importanti obiettivi, a partire dal nuovo assetto di governance assieme alle politiche agricole, fino a includere le regioni, i comuni, gli operatori, le imprese e i cittadini.
Il turismo – ci credo profondamente – è veramente il settore chiave per la crescita economica del Paese e del mondo intero. Solo nel dire queste cose il mio cuore si riempie di entusiasmo e di voglia di fare. Sappiate che non intendo lasciare che queste rimangano solo parole, perché per me, per noi di questo Governo, l'unica alternativa possibile non è il fare generico, ma il fare bene e una volta per tutte. Grazie.
PRESIDENTE. Grazie a lei, ministro. Do la parola ai colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni. Avverto che cercherò di alternare un deputato e un senatore, anche per dovere di ospitalità.
SARA MORETTO. Cercherò di rispettare i tempi, perché mi auguro che, nonostante il ritardo di inzio dell'audizione, ci sia la possibilità di avere almeno una prima replica da parte del ministro, se ci sarà il tempo.
Ovviamente, ministro, la ringrazio per questa occasione di confronto ed esprimo apprezzamento per le tante buone volontà e auspici che ho sentito nella sua relazione. Devo dire, però, che mi attendevo risposte Pag. 12ad alcune questioni più specifiche; ovviamente il ministro nella sua relazione ha posto tante questioni, non sarà possibile affrontarle tutte, ma su alcune credo ci sia bisogno di una risposta concreta.
Mi fa specie che lei, ministro, sia partito criticando ovviamente, come è legittimo che sia, la gestione del precedente ministro, ma di fatto abbia riconosciuto sia i risultati che la bontà di alcune scelte fatte.
Se io parto dal contratto di governo al quale lei oggi ha fatto ovviamente delle integrazioni, ma se posso permettermi anche delle modifiche, pare che la scelta fondamentale per questo nuovo corso del turismo, come lei lo definisce, sia la scelta di cambiare la struttura, come se l'efficacia delle politiche e il successo del nostro turismo dipendessero da dove vengono collocate le strutture.
Nel contratto di governo si parlava di istituzione di un nuovo ministero, si diceva che questo sarebbe passato per una gestione transitoria presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, mentre poi abbiamo scoperto che, in base a spinte di diversa natura, questa gestione è stata affidata al ministero che lei dirige.
Se il successo delle politiche del turismo fossero legate alle scelte relative alla struttura, non si spiega perché questa debba essere tolta al ministero al quale, dopo anni di girovagare, è stata assegnata. Infatti, nel 2017 – lei l'ha riconosciuto – vi è stato il record di presenze, con 122 milioni di arrivi, 427 milioni di presenze gestite e una spesa turistica degli stranieri che è aumentata del 7,2 per cento. Noi siamo preoccupati che questo passaggio di struttura rappresenti un blocco o un rallentamento per le politiche e le attività legate al turismo, ma soprattutto non ci convince il fatto che un settore che lei eredita con segno positivo abbia un rilancio solo da una modifica di struttura.
Il nostro turismo non ha problemi di domanda. Mi spiego meglio: ci sono sicuramente quote di mercato da conquistare, ma l'urgenza non è trovare nuovi turisti. L'Italia fortunatamente e meritatamente è una destinazione già molto desiderata. Il problema sta nell'offerta. Lei ha toccato alcuni dei punti che riguardano la nostra offerta e la nostra capacità di gestire il turismo e di farlo in maniera efficace ed efficiente.
Lei ha parlato di trasporti e di logistica, ha fatto riferimento alle grandi infrastrutture, alle grandi compagnie. La informo che il suo collega ministro Di Maio su Alitalia non ha detto proprio le stesse cose che ha detto lei, nel senso che ha affermato che prima si preoccuperà di trovare i responsabili e solo in un secondo momento verificherà se ci sono scelte e politiche di sviluppo che consentano alla compagnia di svolgere fino in fondo il ruolo che ha.
Io le pongo anche altre questioni che riguardano le infrastrutture, perché ovviamente, come lei ha ben detto, il nostro turismo è diverso e diversificato e ci sono molte offerte differenziate. I problemi di logistica e di infrastruttura sono diversi. Mi riferisco all'accessibilità delle nostre coste, ma anche ai sistemi di collegamento con le nostre montagne. È necessario che su questo ci sia un lavoro intenso, che consenta fino in fondo ai nostri luoghi vincenti di esserlo per davvero.
Ovviamente è necessario che vi sia in questo senso anche un lavoro stretto con l'ambiente. Io vengo da un territorio di grande turismo balneare e il problema dell'erosione delle coste è per i nostri territori, per i nostri sindaci e per i nostri operatori una grande urgenza, sulla quale è necessario avere delle risposte concrete.
Rispetto alla governance e ai soggetti pubblici, lei ha giustamente affrontato la questione dell'ENIT, che anche nel contratto di governo viene enunciata. Io, ministro, ho bisogno di capire come intende svilupparla, perché ho sentito parlare di vigilanza, di scelte sbagliate del passato, però abbiamo bisogno di capire come intende trasformare questo soggetto, cosa intende farlo diventare e quali nuovi compiti intende affidargli.
Rispetto, invece, alla questione del digitale, lei ha parlato da un lato di gestione dei dati, che ovviamente deve essere efficace ed efficiente, ma che ci deve portare anche a delle scelte. Lei ha parlato di gestione dei flussi. Noi vorremmo capire Pag. 13che idea ha lei rispetto alla gestione dei flussi, soprattutto nelle grandi città, in alcune città che soffrono particolarmente questo fenomeno.
Inoltre, nella sua relazione ha fatto dei passaggi sulla fiscalità. Io le faccio delle domande specifiche, perché vorremmo capire se lei intende confermare le misure fiscali e di sostegno che in questi ultimi anni hanno accompagnato le politiche del turismo. Mi riferisco agli iperammortamenti di impresa 4.0, ma anche a tutti gli incentivi per gli investimenti nelle strutture alberghiere, sia di ammodernamento, a cui ha fatto cenno, sia di digitalizzazione. Le chiedo, quindi, se riconfermerà il credito d'imposta. Credo che non ci sia bisogno di grandi approfondimenti con il suo collega Di Maio su questo, ma di una risposta secca.
Arrivo a due questioni scottanti e chiudo. Rispetto alla direttiva Bolkestein lei ci dice che la sua posizione è chiara, che secondo lei le concessioni demaniali non sono soggette alla normativa europea. Le chiediamo se secondo lei, quindi, non dovranno essere indette le gare, se queste gare dovranno tenersi con i privilegi per i titolari attuali di concessioni o se semplicemente si intende non fare nulla.
Un'altra questione riguarda la tassa di soggiorno. Nel vostro contratto di governo c'è scritto che la tassa di soggiorno verrà abolita. Oggi, invece, lei ci viene a dire che va rimodulata, che i sindaci vanno controllati perché non fanno bene il loro mestiere. Io le assicuro che dalle nostre parti un depuratore in più o una pista ciclabile in più rappresentano una leva importante per il turismo nei comuni, quindi anche su questo attendo delle risposte puntuali.
L'ultima questione che pongo è quella del lavoro. Anche su questo c'è bisogno di chiarezza all'interno del Governo. Mi pare che ci siano, come spesso accade ultimamente, posizioni diverse. Abbiamo bisogno di capire cosa intende fare sul fronte dei contratti stagionali e dei voucher per il turismo. In queste ore mi pare che sentiamo voci molto contrastanti.
SANDRO MARIO BIASOTTI. Signor ministro, grazie per l'esposizione. Per quanto concerne il riordino dei ministeri, noi riteniamo che l'ipotesi che lei ha ventilato, quella di fare a medio tempo solo il Ministero del turismo, sia da fare immediatamente. Oggi il Ministero del turismo è accorpato alle attività culturali. Credo che sia molto più affine lasciare le cose come sono oggi, in un modo autonomo, oppure dare la delega alle attività produttive piuttosto che alle attività agricole, perché credo che ci sia poco rispetto a tutta la complessità del turismo che, come lei ha detto, è molto centrale rispetto a tanti altri ministeri. Dunque, il nostro gruppo presenterà al disegno di legge sul riordino dei ministeri, in corso di esame al Senato, un emendamento in tal senso.
Chiaramente lei non ha potuto parlare delle crociere, che sono uno dei fattori più importanti del turismo, soprattutto perché è un turismo invernale. Io le faccio alcuni esempi. A Genova arrivano il sabato diversi aerei charter che vanno sulle navi della MSC e della Costa. Sono turisti mordi e fuggi, cioè sbarcano, vengono portati sulle navi e vengono riportati il sabato successivo a bordo degli aerei. Non ne abbiamo un minimo vantaggio. Credo che sia molto importante la possibilità di farli fermare un giorno, quindi fare delle convenzioni con i grandi gruppi armatoriali (sono tre o quattro, non sono decine) per fare ciò.
Sul discorso della materia esclusiva, oggi il turismo è una materia esclusiva delle regioni. Certamente lei ha puntato molto sul fatto che ci sarà un coinvolgimento. Io credo che forse sia opportuna una rivisitazione, se capiterà, anche proprio dell'articolo 117, con una modifica della Costituzione e riportare il turismo – lo dico io che sono sempre stato un federalista – al centro.
Lei ha parlato di Alitalia. Le faccio un altro esempio concreto. Io sabato scorso, 21 luglio, ero a un convegno a Genova e sono andato a Olbia. Ho speso 483 euro con Alitalia da Genova a Olbia. Se questa è una promozione con fondi pubblici dell'Alitalia, forse è meglio che la chiudiamo, perché è una cosa inaccettabile.
Veniamo ai voucher. Bene, apriamo al turismo, però come si fa ad aprire solo al Pag. 14turismo? Dietro al turismo ci sono una serie di attività, che sono il commercio, che sono i trasporti, che sono i ristoranti, che sono la fornitura di materie per i ristoranti stessi, per la pulizia, per la cultura. Non si può agevolare un settore turismo generico e non agevolare il commercio e tanti altri settori che sono settori che lavorano quando c'è il turismo.
Passo alla tassa di soggiorno. Io le posso portare l'esempio delle multe. Come lei saprà e tanti colleghi sanno, le multe sono destinate per legge ad attività di sicurezza delle strade, i comuni hanno l'obbligo di rendicontare, ma non c'è nessuno centralmente che controlla, quindi o lei trova un sistema diverso, oppure siamo punto e a capo e il prossimo ministro tra cinque anni ci dirà che rimetterà la tassa di soggiorno, ma non funziona.
Per quanto concerne l'informatica, il turismo è stato uno dei primi settori che l'ha utilizzata, già dieci-quindici anni fa. Non c'è turista che non guarda i siti prima di venire in Italia. Se lei digita sulla rete, cosa che ho fatto pochi minuti fa per curiosità, «viaggio turistico in Italia», lei non trova traccia di un sito pubblico (ENIT, governo del turismo). Niente, trova solo privati e pubblicità. Trova al ventesimo posto il Touring club. Bene, merito al Touring club. Credo che sia legittimo che un turista straniero o italiano digiti e abbia un servizio ufficiale, un servizio governativo, un servizio regionale.
Per quanto riguarda le attività in nero, con la flat tax adibita alle case vacanze e agli affitti a breve è emerso l'80 per cento del nero, per esempio, a Roma nelle attività turistiche. È un nostro e un vostro cavallo di battaglia, ma mi sembra che si stia declinando su «vedremo»,Dunque, io invito a fare la flat tax su tutti i settori, perché quello è l'unico modo di poter evitare il nero.
Passo alle infrastrutture. Noi italiani abbiamo la pessima abitudine di andare all'estero, perché preferiamo andare a Cuba o alle Seychelles che visitare l'Italia, che, come sappiamo tutti, è il posto più bello del mondo. Come si fa a visitare l'Italia se non abbiamo infrastrutture? Anziché venire in Liguria un milanese fa prima ad andare a Venezia, ad andare in Croazia.
Dunque, il tema del turismo, a lei caro e a noi caro, è imprescindibile da un piano infrastrutturale serio, a prescindere dai costi e ricavi. Parliamo del turismo fra cinquant'anni, della mobilità fra cinquant'anni.
MARIA SOAVE ALEMANNO. Gentile ministro, l'eccezionale patrimonio artistico e ambientale italiano rappresenta una risorsa fondamentale cui attingere per ideare e attuare percorsi turistici alternativi, storico-artistici, naturalistici e percorsi enogastronomici ricchi di riferimenti culturali che rappresentano un modo alternativo e sostenibile di valorizzare una grande ricchezza, ad esempio prevedendo percorsi paralleli che leghino i luoghi alla nostra letteratura, a brani del nostro repertorio musicale, alla vita dei nostri negozi e botteghe storiche, con la promozione e lo sviluppo del commercio e dell'artigianato tipico locale.
È innegabile la potenzialità di sviluppo e di appeal turistico delle zone rurali, che potrebbero, dunque, rinascere insieme all'economia del luogo. Infatti, sempre più turisti ogni anno rivolgono la propria attenzione a luoghi suggestivi, zone ancora incontaminate, posti speciali in cui l'identità della cultura locale fa ancora sentire con decisione la propria presenza. Questi luoghi fanno vivere al turista un'esperienza nuova e soprattutto a contatto con la natura e con le attività commerciali e artigianali del luogo.
Inoltre, il turismo rurale, che ha il suo periodo più favorevole in autunno e in primavera, è un'alternativa valida, che potrebbe ridistribuire il turismo e le varie attrazioni turistiche durante tutto l'arco dell'anno.
È importante cogliere anche le opportunità derivanti da una forma di turismo sostenibile, con minimo impatto ambientale. L'Italia è, infatti, il Paese più ricco di luoghi di attrazione turistica di altissimo valore economico, in grado di generare reddito e occupazione per le attività imprenditoriali.
Ogni iniziativa deve, però, sempre tenere conto della tutela del paesaggio e Pag. 15dell'ambiente, che purtroppo spesso vediamo cedere, come è successo con l'ennesimo crollo delle falesie a Ponza, ma la stessa cosa succede nella regione Puglia, ad esempio ad Otranto, a Castro e in tutta la costa sia ionica che adriatica e in tanti altri posti bellissimi dell'Italia, che, essendo zone di pregio, non solo ambientale ma soprattutto turistico, richiedono importanti interventi di messa in sicurezza, ma anche di rilancio e di promozione.
Considerata, dunque, la tendenza sempre più richiesta di turismo sostenibile e la volontà di perseguire un'economia turistica ambientale a impatto zero, chiedo, ministro, come intende favorire lo sviluppo di questo settore turistico sostenibile rurale, a tutela dei territori e delle attività commerciali della tradizione e di artigianato locale. Chiedo inoltre quali sono le misure, anche a tutela delle zone soggette a fenomeni di dissesto idrogeologico, le azioni e gli investimenti programmati dal ministero al fine di incentivare questo specifico settore del nostro Paese.
DANIELA GARNERO SANTANCHÈ. Anch'io naturalmente ringrazio il ministro per la possibilità che ci ha dato oggi di poter conoscere in modo più approfondito il suo programma per quanto riguarda il turismo e la possibilità di confrontarci o di capire meglio alcuni punti che, anche dopo la sua relazione, a me personalmente non sono così chiari.
Credo che certamente faccia bene all'Italia come sistema Paese se abbiamo un ministro che crede nel turismo e mi pare che dal suo intervento, snocciolando i dati che lei ci ha fornito, ma anche dalle sue linee programmatiche, capiamo l'intenzione o almeno la volontà di mettere al centro il turismo, non soltanto come crescita del nostro prodotto interno lordo – perché, come si evince dai dati, è forse uno dei pochi settori in crescita nel nostro Paese – ma anche per la riorganizzazione di una governance che forse per troppi anni è stata mal organizzata.
L'ENIT dovrebbe essere il punto centrale sul quale poter poggiare tutta quell'azione di divulgazione e di promozione, attività che, però, nel nostro Paese è più difficile, signor ministro, rispetto ad altri. Infatti, come lei ha ben ricordato, la competenza sul turismo è regionale e questo ci danneggia, perché, invece, noi dovremmo promuovere un sistema Paese.
In maniera semplice le dico: secondo lei, signor ministro, un turista australiano che vuole venire nel nostro Paese conosce Camerino o Cuneo? Conosce le nostre città o conosce la nostra capitale e le città più importanti e, quindi, vuole sentire parlare dell'Italia?
Sa bene ministro quanto noi, come opposizione, crediamo nelle autonomie e abbiamo appoggiato tutta una parte del federalismo, però sulla questione del turismo è un modello da ripensare, perché io credo che nella vita non si possa aspirare a fare il meglio da soli, ma molto spesso si può copiare e fare meglio.
Noi abbiamo due esperienze di turismo a livello europeo che sono la Spagna e la Grecia, che oggi sono leader nella maniera più assoluta se andiamo a vedere i dati. Io credo che il nostro modello, il suo modello, signor ministro, dovrebbe proprio essere questo: vedere che cosa hanno fatto gli altri Paesi. Lei vedrà che sia in Grecia che in Spagna la promozione del turismo non è locale, ma è un sistema Paese.
Lei bene ha detto quando ci ha ricordato che il turismo è sempre più globale. Allora, l'ENIT in questo caso può essere fondamentale nell'essere a supporto della promozione, anche perché non dobbiamo scordare e non devo ricordare a lei, che ha un passato come tour operator, che purtroppo non abbiamo più i tour operator italiani. Si potrebbe replicare che è cambiato il modello di business e, quindi, che i tour operator sono meno importanti. Io personalmente ritengo, dalla mia esperienza, che un tour operator italiano forse nel nostro turismo potrebbe aiutarci e potrebbe fare la differenza. Dunque, ben venga la riorganizzazione dell'ENIT, perché non sfuggirà a nessuno la sua importanza.
Ben venga che lei si occupi della qualità del nostro turismo e non della quantità. Non che non ci voglia la quantità, ma credo che la qualità, sempre prendendo come Pag. 16modello i Paesi che funzionano meglio del nostro, sia estremamente importante.
Non voglio dilungarmi più di tanto, ma avrei tre o quattro precisazioni da chiedere, innanzitutto quella sui voucher, perché è uno strumento fondamentale in questo settore. Se ne parla da molto, ma risultati concreti ancora non ne abbiamo visti. Lei sa che, se non ci sono i voucher in questo settore, non si fa altro che alimentare il nero. Tutto il resto sono bugie.
L'altra questione riguarda la direttiva Bolkestein. Non ricordo a lei, che rappresenta anche un movimento politico, quante sono state le battaglie della Lega, di noi di Fratelli d'Italia, battaglie comuni di tutto il centrodestra, ma oggi dalla sua spiegazione non riesco a capire dove andremo a finire, perché lei dice «non siamo soggetti alle direttive europee». Benissimo, ma allora, se non siamo soggetti alle direttive europee, il bando di gara non c'è. Allora, che cosa succederà?
Inoltre, le voglio ricordare che c'è una fattispecie che vorrei veramente che lei, ministro, si appuntasse. Lei ha parlato di 30.000 imprese nel reale, ma le ricordo che su queste 30.000 ce ne sono circa 4.000, se non vado errato, che io chiamo «parassiti», che sono quelle persone che hanno avuto la concessione, ma non gestiscono e non hanno la gestione degli stabilimenti balneari, che pagano pochissimo come concessione e poi prendono tanti soldi come affitto della concessione senza nulla fare.
Io credo che questi parassiti, per una forza politica che mette al centro – o almeno dice di mettere al centro – il merito e la capacità siano una tipologia che bisogna assolutamente non dimenticare quando voi andrete a normare questa fattispecie.
L'altra questione che le vorrei porre concerne il Sud. Noi siamo assolutamente d'accordo che la vera sfida concerne il Sud, ma parlare di turismo forse è prematuro nel Sud, perché manca tutto il resto, perché mancano le infrastrutture, mancano i porti, mancano gli aeroporti, ma soprattutto mancano le catene internazionali degli alberghi. Va benissimo la «pensione Mariuccia» e tanto di rispetto a chi la mette in piedi, in quanto sono imprese familiari, ma, signor ministro, se noi non portiamo al Sud le catene internazionali degli alberghi, dimentichiamoci di poter far partire il Sud per il turismo, perché non c'è da Roma in giù il turismo di qualità. Le barche da diporto di una certa dimensione non hanno un porto dove attraccare. Allora, se lei giustamente vuole portare il turismo di qualità, deve confrontarsi a fondo col ministro referente, che a volte mi sembra abbia delle visioni discordanti.
Vorrei fare ancora una domanda sulla tassa di soggiorno, che mi sembra molto importante, perché ricordo che nel programma di governo del centrodestra, come lei ben saprà – glielo ricordo, visto che avevamo un programma di governo condiviso – c'era l'eliminazione della tassa di soggiorno. Dunque, siccome di fronte agli italiani quando uno fa campagna elettorale prende degli impegni, poi se va al Governo le azioni devono essere consequenziali.
GIORGIA ANDREUZZA. Grazie, ministro, per questa sua relazione, che devo dire è stata piena di entusiasmo, quello che fa bene al turismo in questo momento.
Io, anche per l'esperienza che ho avuto – mi sono occupata della provincia di Venezia come assessore al turismo – ho sempre sentito la mancanza di un ministero forte, presente e incisivo. Il turismo è sempre stato considerato la Cenerentola come materia. In realtà, vedo dai punti che lei ha presentato che finalmente la riportiamo al centro dell'economia di questo Paese, dello sviluppo e soprattutto, come diceva lei, con una strategia lungimirante.
Sul turismo oggi bisogna essere effettivamente veloci. La competizione mondiale è sempre più elevata. Lo ha detto lei e lo dicono i numeri. I numeri a livello mondiale vedono l'economia del turismo come quella più in crescita, per cui noi su questo dobbiamo assolutamente essere competitivi e qui sta la sfida.
Pertanto, penso che il connubio tra turismo e agricoltura sia vincente. Io vengo da un'esperienza, che è quella della regione Veneto, dove turismo e agricoltura sono stati un'abbinata vincente, leader, appunto perché l'agricoltura è territorio, è ambiente, Pag. 17 è tipicità, è made in Italy. In questo connubio io vedo un connubio di esperienza. Credo che l'esperienza e l'emozione siano gli attrattori più importanti che possiamo dare ai turisti provenienti ovviamente da tutto il mondo.
Sappiamo che l'Italia ha delle bellezze infinite, spaziamo tra mari, monti e laghi, possiamo praticare il turismo sostenibile, lo sport. C'è veramente una vastità di possibilità e forse le tante bellezze che abbiamo e la tanta diversificazione sono quello che a volte rende difficile promuovere un brand unico. In alcuni Paesi è più facile, perché hanno meno, per cui il brand diventa quello che hanno.
La sfida importante sotto il suo ministero, come diceva prima, sarà effettivamente quella della governance, per cui un coordinamento e un'armonizzazione con le regioni, che credo debbano promuovere le loro tipicità e i loro territori, però sotto una cabina di regia unica.
Pertanto, se, come ho inteso, il suo ministero veramente si dimostrerà capace di interfacciarsi con tutti gli altri, il suo ruolo diventerà importante e diventerà una cabina di regia. Ogni scelta legata al turismo deve assolutamente confrontarsi con l'ambiente e con le infrastrutture. Diventano tutti valori importanti che si trasferiscono da un lato in numeri, però dall'altro lato nel fattore più importante, che è appunto quello della qualità.
Più che fare delle domande, io pongo delle questioni che sembrano molto importanti e che possono aiutare il nostro Paese. Turisti ne abbiamo molti, possiamo averne di più, però sicuramente il mordi e fuggi è una questione che dobbiamo considerare. In altre mete europee i turisti si fermano qualche giorno in più. Io vengo, per esempio, da Venezia, che è una città bellissima, dove i tour operator internazionali fanno fermare i turisti un giorno, mentre magari quando vanno a Parigi si fermano per tre giorni.
Pertanto, occorre riuscire a dare un'immagine del nostro Paese, il quale ha bisogno di tempo per essere scoperto. La scoperta del territorio abbinata all'enogastronomia e alle bellezze che abbiamo è un qualcosa che probabilmente il ministero può promuovere: venire nel nostro Paese e cominciare a viverlo più lentamente, non come una tappa tra le sette che vengono fatte a livello europeo e magari quella più veloce.
Inoltre, abbiamo un problema legato alla destagionalizzazione, che riguarda prevalentemente le regioni del Nord Italia, che comunque a oggi fanno quasi il 70 per cento dei turisti tra Veneto, Emilia-Romagna, Lombardia e Trentino-Alto Adige. Abbiamo dei motori molto forti, che però potremmo assolutamente valorizzare tutto l'anno. Anche su questo c'è da attuare una sinergia con altri settori e soprattutto con le imprese.
L'accessibilità è fondamentale. È fondamentale lavorare, dal mio punto di vista – e ho sentito che lei lo ha detto – sulle rotte aeree, cioè intercettare i mercati che a noi interessano.
Lei ha sottolineato giustamente l'importanza di verificare i dati. A oggi il sistema del rilevamento dei dati è molto tardivo e superficiale. Io ricordo che in provincia, quando ero assessore al turismo, mi arrivavano i dati quando ormai erano passati a volte anche due mesi. Inoltre, abbiamo solo i dati delle presenze. Le presenze sono riferite a coloro che dormono negli alberghi, mentre il numero dei turisti che viaggiano, che frequentano, che visitano il nostro territorio è di vario genere e non necessariamente solo ricettivo.
Pertanto, i dati devono essere effettivamente mirati e dobbiamo fare un lavoro per intercettare il mercato che può rilasciare sul nostro territorio una buona ricaduta economica, non solo il turista che mangia il panino al volo. Sappiamo benissimo che il turista che potremmo chiamare «culturale» o «esperienziale» è anche quello che ha una capacità di spesa più elevata e dobbiamo fare in modo che venga qui da noi, perché di esperienze da offrire e di emozioni ne abbiamo davvero tante. La sinergia su questo sarà fondamentale e penso che potrà essere la chiave di successo del suo importante ministero.
Passo alla questione dell'ENIT e della sua governance. ENIT deve avere una presenza Pag. 18 incisiva, va ristrutturata, dobbiamo dare all'ente un ruolo che venga compreso, perché è strano che in Italia a qualsiasi livello, anche amministrativo pubblico, si parla di ENIT, che ancora fa promozione, ma non è chiaro bene di cosa. Pertanto, occorre renderlo assolutamente efficiente.
Sulla direttiva Bolkestein faccio un cenno importante. Penso che condividiamo tutti e abbiamo tutti segnali dai nostri territori. In particolare io parlo del settore balneare. Credo che se ne parli ormai dal 2006. Serve velocizzare questo percorso, perché ci sono degli operatori che hanno bisogno di intervenire nelle proprie strutture e che hanno la possibilità di intervenire con risorse importanti – penso ai campeggi e alle nostre spiagge – però non fanno queste operazioni se non c'è una certezza della situazione. Il rischio, anzi quasi la certezza, è che queste risorse vengano investite all'estero. Penso alla vicina Croazia, dove tendenzialmente alcuni operatori possono avere anche altri margini.
Sugli standard qualitativi sottolineo che la competizione dell'Italia, secondo me, avviene se riusciamo a dare degli standard di qualità di alto livello su tutti i servizi che possiamo offrire.
PRESIDENTE. Prima di dare la parola al collega Croatti avverto che ovviamente sarà premura delle segreterie delle due Commissioni, non appena trasmessa, inviare la relazione scritta del ministro a tutti i colleghi. Do la parola al senatore Croatti.
MARCO CROATTI. Ministro, innanzitutto congratulazioni per la delega del turismo che le è stata affidata. Tutti noi veniamo da regioni dove il turismo è una componente centrale. La conosciamo bene tutti. Io vengo dalla Romagna, però penso che chiunque dei miei colleghi sappia quanto è fondamentale e questa delega per noi è veramente molto importante.
Il turismo è cresciuto in questi anni, ma è cresciuto grazie alla forza del nostro Paese e delle persone che hanno lavorato in maniera molto seria e, secondo noi come Gruppo, non tanto per una governance. Il referendum che ha abrogato il ministero ha lasciato, secondo me, abbastanza in difficoltà il settore.
I nostri competitor stanno crescendo tanto. In realtà, quella è una visione lungimirante. La lungimiranza di cui parlava lei prima è fondamentale. Se si fosse pensato quindici anni fa che 100 milioni di cinesi potessero diventare dei turisti, ci sarebbe stata un'accoglienza completamente differente. Se si fosse pensato che nove persone su dieci comprano un viaggio e si auto-organizzano in vacanza controllando i posti dove vogliono andare e cosa vogliono vedere, ci sarebbe stata una visione completamente nuova del turismo.
In realtà, il turismo è un'onda che passa, o continuiamo a guardarla passare e ci facciamo travolgere, come spesso succede in città come Venezia e come Roma, che sono invase in maniera molto forte dal turismo solo in certi momenti, oppure si prova a cavalcarla.
Sono stati toccati diversi punti, come quello dell'ENIT. Lo faceva anche presente il senatore Biasotti. Se si va a cercare su internet, si trovano inspiegabilmente siti molto lontani da noi, quindi probabilmente c'è qualcosa che non funziona. Siamo molto d'accordo sul fatto che è una questione che si può affrontare.
Una delle domande che ci premono di più concerne il brand Italia. Il marchio made in Italy è una delle cose più importanti che possiamo costruire nei prossimi anni. Ci deve essere una visione lungimirante, attraverso sia il discorso turistico sia quello dei prodotti, che potrebbe dare una marcia più forte e nuova.
Ha parlato dei dati da unire, da controllare, da verificare. Questa è una cosa importantissima. Penso che da questi dati Francia e Spagna abbiano fatto un salto di qualità. Da questi dati sicuramente molti guardano avanti, perché non sistemiamo il turismo in una settimana, ma con una visione lungimirante. Da tutti questi dati, che potremmo utilizzare e incrociare, si possono veramente fare delle valutazioni rilevanti sui flussi e sul movimento.
Su Alitalia penso che si siano già spese molte parole, ed è sicuramente centrale affrontarlo come tema. Pag. 19
Concordo su quello che ha detto sulla tassa di soggiorno, quando ho parlato di una giusta riflessione con i comuni, perché deve essere affrontata in maniera più concreta. Infatti, spesso e volentieri questi fondi nei comuni vengono utilizzati a livello cittadino senza riversarli sul turismo. Questa è una riflessione che è giusto che il ministero faccia con i comuni: togliere completamente la tassa di soggiorno oppure fare in modo che sia finalizzata per il turismo. Questa è una giusta riflessione, che il ministro ha detto che avrebbe fatto.
Chiudo sul tema della direttiva Bolkestein. In realtà, ci piacerebbe dare insieme una risposta agli operatori che da anni sono fermi e attendono una risposta. Ci piacerebbe tracciare insieme una linea, per dare la possibilità a questo comparto di crescere e prendere una direzione libera e di avere delle risposte concrete dal suo ministero. Questo è uno dei punti che vorremmo che si potessero costruire in maniera più concreta.
Siamo comunque molto felici di questa sua presentazione, perché siamo il primo Paese desiderato nel mondo dai turisti, siamo il quinto Paese per arrivi e siamo il settimo per introiti. Dunque, sicuramente le spetterà un buon lavoro.
PAOLO BARELLI. Grazie, signor ministro. Anche da parte mia in bocca al lupo per un lavoro molto importante per lo sviluppo del nostro Paese. Lei ha snocciolato – nel senso buono del termine ovviamente – dei dati che sottolineano quanto sia importante per l'economia e per le finanze del nostro Paese, delle nostre imprese e dei nostri lavoratori il settore del turismo.
Il settore del turismo – lo ha sottolineato anche il collega Biasotti, ma nelle sue parole si è potuto comprendere in maniera molto chiara – è collegato a tanti altri importanti settori della vita economica del Paese. Si è parlato del commercio, si è parlato delle infrastrutture. Il sistema turismo ovviamente è un qualcosa di molto più organico e di molto più strutturale dal punto di vista delle componenti che giocano a favore o contro lo sviluppo di un settore importante.
Non voglio anch'io snocciolare dati, ma gli oltre 223 miliardi del 2017, che quest'anno si intravedono aumentare di un paio di punti in percentuale – almeno queste sono le prospettive del World travel tourism council – lo dimostrano, anche se noi non ne avevamo bisogno. Lei, peraltro, proviene da questo settore, quindi da questo punto di vista ne sa molto più di me. Questo è un fattore molto importante. Bisogna passare in maniera inesorabile dalle buone intenzioni ai fatti e qui sono problemi, per cui gli auguri sono doppi o tripli.
Ciò che è preoccupante è la volontà che lei ha espresso e che, peraltro, sta anche nel DNA del suo partito, che ha tradizioni in importanti ambiti territoriali, dove il buon sviluppo del turismo può dare e ha dato dei risultati rilevanti, che contrasta con alcuni aspetti che sta attraversando la coalizione del Governo, che caratterizzano le soluzioni e i processi attuali e prossimi in ambito parlamentare.
Lei sui voucher ha sottolineato quanto siano importanti nel settore specifico che riguarda il suo ministero, che è quello del turismo e dell'agricoltura. Su questo prendiamo atto che anche l'altra forza di maggioranza all'interno del Governo sta cambiando o ha cambiato – vedremo poi fino in fondo quanto cambierà – atteggiamento, perché venivano esclusi in assoluto dalla prima stesura del decreto dignità.
Su questo argomento occorre assolutamente, invece, dare dei segnali chiari e positivi, perché è un settore che evidentemente ha già delle problematiche che hanno necessità di estrema chiarezza e non di tentennamenti. Vedremo alla fine del lavoro parlamentare nei due rami del Parlamento come si concluderà la problematica dei voucher, che noi sosteniamo assolutamente all'interno ovviamente di un sistema corretto, che non deve nascondere altre cose, come lei ha puntualmente detto in precedenza.
Anche sul problema della direttiva Bolkestein bisogna passare dalle buone intenzioni, che sono state sostenute da tutti coloro i quali sono intervenuti prima di me e da lei stesso, ministro, ai fatti, anche in questo caso ovviamente tutelando la correttezza. Pag. 20 Il problema esiste anche in altri Paesi, che non è detto che siano più «fessi» di noi; magari sono più appropriati nelle valutazioni e anche nella distinzione che lei ha sottolineato fra concessione di un bene e concessione di servizi. Bisogna operare.
Forza Italia ha presentato un emendamento, che non è stato dichiarato ammissibile nel corso della discussione del decreto dignità in sede referente. Questo ci lascia molto perplessi, perché alla fine bisogna risolvere il problema, non soltanto dire che c'è un problema e noi ci muoviamo in un modo non consono alla non corretta interpretazione della direttiva Bolkestein che ha fatto a torto qualcuno e che in chiave di Commissione europea ha portato a questo equivoco.
I lavoratori e le imprese di questi importanti settori del turismo, quindi del suo ambito ministeriale, hanno bisogno di risposte immediate. È stato sottolineato come queste concessioni, che hanno necessità di una procedura di carattere legale, sono completamente ferme o bloccate per interpretazioni che le autorità competenti e le amministrazioni locali fanno, bloccando delle procedure, bloccando degli affidamenti e dei rinnovi, che devono essere sempre svolti nell'ambito del rispetto delle leggi. Tutto questo impedisce, in realtà, lo sviluppo in un settore così importante.
Io, rinnovando i miei complimenti e gli auguri per il lavoro ingente che dovrà fare, credo che, però, lei già adesso su questo decreto, come ministro e come rappresentante importante di una delle due formazioni che guidano il Governo del Paese, debba dare assolutamente un segnale. Questo argomento in parte è veramente una responsabilità del suo ministero e sua come ministro. Credo, quindi, che, nell'ambito della discussione in Aula, attraverso il relatore e attraverso i meccanismi d'Aula, si possa riuscire a trovare il modo di sanare l'inammissibilità di questo emendamento che Forza Italia ha presentato.
ROBERTO MARTI. Ringrazio la presidente Saltamartini, il presidente Girotto e il nostro ministro per questa relazione, che è una relazione fatta con molto entusiasmo. Non lo dico perché il ministro è del nostro stesso partito, ma perché ha delineato l'effettiva esigenza di unire la delega al turismo con la delega dell'agricoltura, spiegando che lo si fa perché è connessa realmente col valore della nostra terra, di quello che può produrre con l'agricoltura e di quello che può produrre il nostro turismo col nostro mare, con le nostre coste, con quello che esiste.
È una relazione realmente impeccabile. Siccome nella politica le cose si apprezzano per fasi e noi siamo nella fase di una relazione programmatica importante in audizione presso le due Commissioni di Camera e Senato, io chiedo ai colleghi, anche dell'opposizione, di poterne apprezzare l'incisività dei temi.
Io quando sento parlare di direttiva Bolkestein, che non è chiara a qualche collega, tendo a valutare le parole e sono parole pronunciate con una relazione ufficiale. Quando il ministro afferma che la concessione è un bene e non un servizio, io ritengo che abbia già tolto, cara collega, molti temi dai nostri convegni e dai nostri dibattiti. Infatti, ha messo forse la parola fine, senza neanche più affaticarci nei lavori di Commissione, sulla direttiva Bolkestein e su quello che di fatto negli ultimi undici anni sta attanagliando il problema del turismo balneare e dei 30.000 operatori, parlando di bene e non di servizio. Infatti, ognuno di loro ha quel bene e lo ha in custodia e chi ha in custodia un bene deve renderlo fruttuoso e renderlo agibile, poter lavorare senza l'angoscia di dover smontare e rimontare, creando situazioni di danno sia per la costa, che viviamo e che apprezziamo, sia per i turisti, che non sanno se possono ritornarci, sia per gli stessi operatori, che non sanno quanto possono investire. Io ritengo che con queste poche parole che lei ha utilizzato su questo tema abbia messo una parola fine alla questione, almeno così abbiamo inteso, quindi c'è poco da capire.
Ha parlato dell'ENIT, valutando le gravi criticità nell'ente che dovrebbe promuovere il nostro turismo in Italia e che di fatto ha qualche lacuna, che abbiamo notato negli ultimi anni e che lei ha delineato in maniera chiara. Ritengo che dopo queste parole Pag. 21 così ferme il ministro non possa che proseguire in una riorganizzazione efficace ed efficiente di quello che è il motore propulsivo per il nostro turismo, legato all'agricoltura e alla nostra terra.
Da meridionale le ho sentito parlare di un turismo del Sud e questo non può che farmi piacere, perché si sono sentite molte critiche sul contratto di governo che non parla del Sud e sentire parlare un ministro, che rappresenta il Nord, ma che è ministro dell'Italia dell'agricoltura e del turismo, come primo punto della grande salvaguardia del turismo verso il Sud ci fa molto piacere. Forse ci siamo veramente resi conto – ed è apprezzabile – che il turismo può realmente esprimere qualcosa per l'intera Italia. La nostra missione è poterla servire integralmente, prendere come spunto tutti i benefici che il Nord è riuscito a dare nella gestione e nei governi delle varie regioni, che hanno portato anche molte positività, per quanto ci riguarda. Nel contratto di governo era poco citato, invece vedo che il suo contratto di governo, che ripercorre un programma importante della Lega, parla del Sud, parla di turismo, parla di agricoltura, parla di benessere, parla di servizi, intreccia con le infrastrutture un ministero che ritengo chiave ormai.
Dunque, da parte nostra in bocca al lupo. Noi ci saremo, seguiremo il suo percorso e lo coadiuveremo.
TERESA BELLANOVA. Sarò breve, perché la collega Moretto ha fatto una riflessione più ampia e da me assolutamente condivisa. Vorrei soltanto avere nella sua risposta, ministro, degli elementi di maggiore chiarezza, perché non ho colto questo nella sua ampia e lunga introduzione.
Per ciò che riguarda la tassa di soggiorno, siccome molti operatori e anche amministratori locali, sia al Nord che al Sud, ci pongono questa questione, voi eliminerete la tassa, come avete previsto nel contratto di governo? Se rispetterete quello che avete previsto nel contratto di governo, come saranno coperte le risorse per gli enti locali? Questo è un tema che non riguarda solo una parte del Paese, ma ovviamente, come lei ben sa, essendo competente della materia, riguarda tutto il territorio nazionale.
Inoltre, nella sua ampia introduzione e nel programma che ha illustrato mi è sfuggita una riflessione su Roma capitale. Eppure, Roma rappresenta gran parte del patrimonio e delle bellezze che fanno conoscere l'Italia nel mondo, insieme ad altri luoghi, ma sicuramente Roma non è un di cui. Questa assenza nella sua relazione è dovuta alla gestione attuale della capitale e, quindi, alle difficoltà che abbiamo di presentare un grande patrimonio come quello che sta in questa città, invaso da sporcizie e da servizi totalmente inefficienti?
Un'altra domanda concerne i voucher. Io l'ho ascoltata oggi e l'ho ascoltata in altre occasioni, comprese altre audizioni che lei ha fatto, così come i suoi colleghi di Governo. Se i voucher per il turismo e per l'agricoltura sono per voi così fondamentali, avevate lo strumento del decreto, che si fa appunto perché c'è un'urgenza da affrontare. Nel decreto i voucher non ci sono, ma continuate a parlare di inserimento dei voucher. Vorremmo capire come, quando e per quale stagione lavorativa voi volete dotare le imprese di questo strumento che considerate così fondamentale, visto che al momento non ci risulta presentato alcun emendamento nelle Commissioni di merito.
Un'ultima domanda è su Alitalia. Io l'ho ascoltata con attenzione. Lei ha affermato che dobbiamo mantenere Alitalia sotto la gestione pubblica. Vedo una comunicazione della commissaria Vestager che dice: «Nessun problema sul mantenimento del controllo pubblico, ma non con risorse dello Stato». Se non la volete chiudere, lei ci può far capire come, con quali risorse e chi dovrà gestire questa importante infrastruttura, che non è assolutamente secondaria rispetto ai flussi turistici?
PRESIDENTE. Credo che stiamo ponendo domande al Ministro Centinaio che vanno oltre il confine delle deleghe che lui stesso ha.
Sono le 14,30. Avevamo dato ovviamente il tempo per poter fare anche altri interventi, vista l'importante relazione che il ministro ha fatto. Io ho due richieste di Pag. 22interventi, che ovviamente invito a fare rapidamente, anche perché il ministro ci aveva comunicato la necessità di dover chiudere l'audizione in tempi certi per altri impegni istituzionali precedentemente presi. Do la parola al senatore Ripamonti.
PAOLO RIPAMONTI. Cercherò di essere il più breve possibile, anche perché abbiamo sentito molti interventi, tutti autorevoli. Innanzitutto vorrei ringraziare Gian Marco Centinaio con cui 28 anni fa abbiamo deciso di intraprendere questo percorso nella Lega federalista e autonomista, e ora abbiamo un riscontro.
Io vengo dalla Liguria, dalla provincia di Savona in particolare. Sono laiguegliese, quindi vivo in un paese sulla spiaggia, pertanto di turismo di fatto ci sono nato. In qualche modo ho trascorso ogni giorno della mia vita in mezzo al mondo che fa parte del turismo, tutto quello che riguarda spiagge, alberghi, commercio. Finalmente la sua relazione di oggi, ministro, rincuora coloro che in qualche modo hanno vissuto e continuano a vivere di turismo nelle sue sfaccettature.
Cominciamo nel dire che probabilmente questo miglioramento dei dati, oltre che, come giustamente diceva il senatore Croatti, avviene nonostante chi ci fosse prima, nasce anche da un momento storico particolare. Il mondo non è così accogliente, o comunque non lo è stato, quindi probabilmente il turismo in Italia era forse quello più rassicurante da questo punto di vista.
Un dato sul quale vorrei farla riflettere, ministro, è il dato interno. Non occorre solo intercettare il turismo dall'estero, che per l'amor del cielo è fondamentale, ma anche il turismo interno. Molti dei nostri cittadini non conoscono le nostre città, i nostri luoghi di villeggiatura. Lo dico io per primo, che non ho – ed è una mia pecca – mai visitato, per esempio, la Sicilia, che è una terra splendida, straordinaria. Dunque, occorre un'attenzione particolare anche alla promozione interna dei flussi turistici, non solo a quella esterna.
La possibilità di rimettere mano a uno strumento che possa garantire la promozione in questo Paese è fondamentale, ministro. Lei fa benissimo a fare quello che sta facendo e quello che ha in mente, anche perché ricordo spot pubblicitari imbarazzanti in un inglese tentennante a promuovere siti web dell'Italia che, come diceva giustamente il senatore Biasotti, non sono neanche all'onore del mondo, neanche nei primi cento. Credo che lei voglia far venir meno questo imbarazzo e di questo la ringrazio.
Un dato secondo me fondamentale è il seguente. Lei fa una cosa che ritengo innovativa. Lei quando parla di turismo non parla solo da ministro con la delega al turismo, ma dice: «Io devo fare sistema con il Ministro degli interni, con il Ministro degli esteri, con il Ministro delle comunicazioni e col Ministro dei trasporti», perché in qualche modo la raggiungibilità dei luoghi turistici – e su questo il senatore Biasotti, che è di Genova e, quindi, lo sa bene, ha perfettamente ragione – è una prerogativa fondamentale. Ieri ho fatto 16 chilometri di coda per fare 30 chilometri. Questo è qualcosa che non aiuta di certo lo spostamento del turista interno.
ANGELA MASI. In merito all'ENIT direi che è veramente arrivata l'ora di metterci mano, perché dopo le risorse che sono state vanificate in questo strumento, considerando la legislazione in ambito turistico che delega molto in questo settore alle regioni, l'ENIT doveva avere un ruolo centrale, invece questo non è successo. Dunque, dobbiamo metterci subito al lavoro come forza di governo per rivedere questo ente.
Per quanto riguarda la formazione, è sicuramente importante spingere sul digitale, ma anche sul discorso dell'accoglienza, perché quando parliamo di abusivismo parliamo di assenza di capacità di accogliere e, quindi, di poca qualità nel turismo. Dunque, formazione nell'ambito dell'accoglienza, del digitale, della sostenibilità e dell'esperienzialità, perché, come diceva bene il ministro, puntare sull'enogastronomia e sull'artigianato significa puntare a un turismo che è diverso da quello di massa, ma più legato alle identità e alle tradizioni dei territori.
Per quanto concerne la tassa di soggiorno, ben venga una rivisitazione di questa Pag. 23 tassa, perché, come diceva bene il ministro, attualmente è stata spesa dai comuni come spesa corrente, quindi poco o nulla è finito negli investimenti di questo settore. Dall'altro lato, abbiamo territori che ne hanno fortemente necessità, quindi cambiare la finalità di questa tassa potrebbe essere un buon punto di partenza e soprattutto occorre vigilare affinché questo avvenga.
Mi soffermo brevemente sul turismo responsabile. Il turismo responsabile, al di là di quello sostenibile, non punta solo all'aspetto dell'ambiente, ma anche agli aspetti dell'economia, delle società e dell'identità dei territori. Dunque, vorrei capire come si intende coinvolgere maggiormente le comunità in un discorso di sinergie tra i vari livelli istituzionali, in un discorso di partecipazione dal basso, affinché si abbia una visione di turismo che prenda in considerazione sia i cittadini permanenti che i cittadini temporanei di un territorio.
Chiudo dicendo che dissento in parte da quello che diceva la senatrice Santanchè. È vero che bisogna aumentare gli investimenti nel Sud sulle infrastrutture, ma bisogna fare attenzione al discorso delle catene alberghiere. Venendo dal Sud, credo che bisogni porre più attenzione agli alberghi diffusi, che ti fanno vivere di più l'identità di un territorio, però dall'altro lato bisogna portare gli investimenti di stranieri, perché si crea un investimento interno ed esterno che fa bene ai nostri territori.
PRESIDENTE. Noi abbiamo terminato lo spazio che avevamo a disposizione in base alla disponibilità del ministro, quindi, se il ministro è d'accordo, direi che per il tramite degli uffici potremmo concordare un seguito dell'audizione per dare seguito alle risposte alle tante interessanti domande che sono state poste.
Ringrazio tutti, ringrazio ancora il ministro e ovviamente il presidente Girotto. La prossima volta andremo ovviamente al Senato per rispetto dell'altro ramo del Parlamento.
Rinvio il seguito dell'audizione ad altra seduta.
La seduta termina alle 14.40.