Sulla pubblicità dei lavori:
Vignaroli Stefano , Presidente ... 3
Audizione del sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico, Davide Crippa:
Vignaroli Stefano , Presidente ... 3
Crippa Davide (M5S) , Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico ... 3
Vignaroli Stefano , Presidente ... 15
Briziarelli Luca ... 15
Lorefice Pietro ... 15
Crippa Davide (M5S) , Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico ... 15
Muroni Rossella (LeU) ... 17
Crippa Davide (M5S) , Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico ... 18
Patassini Tullio (LEGA) ... 19
Crippa Davide (M5S) , Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico ... 19
Vianello Giovanni (M5S) ... 19
Crippa Davide (M5S) , Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico ... 19
Vignaroli Stefano , Presidente ... 20
Crippa Davide (M5S) , Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico ... 21
Vignaroli Stefano , Presidente ... 21
Crippa Davide (M5S) , Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico ... 21
Vignaroli Stefano , Presidente ... 22
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
STEFANO VIGNAROLI
La seduta comincia alle 10.20.
Sulla pubblicità dei lavori.
PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante l'attivazione degli impianti audiovisivi a circuito chiuso e la trasmissione streaming sulla web-tv della Camera dei deputati.
(Così rimane stabilito).
Audizione del sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico, Davide Crippa.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico, onorevole Davide Crippa, accompagnato dall'ingegnere Alessandra Fagiani. Ringrazio entrambi per la presenza.
L'audizione odierna rientra nell'ambito dell'approfondimento che la Commissione sta svolgendo sulla gestione dei rifiuti radioattivi.
Comunico che gli auditi hanno preso visione della disciplina relativa al regime di pubblicità del resoconto stenografico della seduta.
Invito, dunque, i nostri ospiti a svolgere una relazione. Al termine, i miei colleghi ed io le faremo qualche domanda di approfondimento.
DAVIDE CRIPPA, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Grazie, presidente. Buongiorno a tutti. Vi ringrazio per l'occasione di illustrare quanto il Governo sta facendo sul tema della disattivazione degli impianti nucleari, della gestione del combustibile esaurito e dei rifiuti radioattivi.
Durante l'audizione del 9 aprile 2019 presso la X Commissione industria, commercio e turismo del Senato ho condiviso con alcuni di voi lo stato di avanzamento delle attività legate a questi temi. Oggi intendo fornirvi un aggiornamento su ciò che è stato fatto, con una previsione sugli sviluppi futuri, e rispondere alle specifiche questioni che sono state da voi sollevate nella lettera di convocazione.
Qual è la competenza del MISE sul nucleare? La gestione sicura dei rifiuti radioattivi nel nostro Paese costituisce un tema di grande rilevanza cui il Ministero dello sviluppo economico dedica massima attenzione, anche attraverso un lavoro di confronto costante con gli altri dicasteri interessati, compresi gli enti territoriali.
Come previsto dall'articolo 11, comma 1, lettera f), del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri n. 158, il MISE svolge attività di indirizzo e monitoraggio sul programma di smantellamento degli impianti nucleari dismessi e deposito nazionale dei rifiuti industriali. Detta funzione è esercitata attraverso appositi decreti ovvero direttive ministeriali volte a garantire che le attività della SOGIN (Società gestione impianti nucleari), che si occupa del decommissioning degli impianti nucleari italiani e della gestione dei rifiuti radioattivi, siano coerenti con gli obiettivi generali del Governo per la gestione dei rifiuti radioattivi e del combustibile nucleare irraggiato.
I principali provvedimenti, che vi cito soltanto a livello di titolo, sono il decreto ministeriale 2 dicembre 2004, con i nuovi indirizzi strategici e operativi alla SOGIN; la direttiva n. 5023 del 28 marzo 2006, che Pag. 4dà indirizzi strategici per accedere alla SOGIN, per il trattamento e il riprocessamento all'estero del combustibile irraggiato proveniente dalle centrali nucleari dismesse; la direttiva n. 93432 del 10 agosto 2009, che fornisce indirizzi strategici e operativi alla SOGIN per il rientro in Italia dal Regno Unito dei residui prodotti dal riprocessamento del combustibile italiano.
Il MISE svolge un ruolo di impulso e coordinamento tra tutti i soggetti coinvolti (Ministero dell'ambiente, interno, lavoro, salute, trasporti, regione ed enti locali interessati) ed è principalmente coinvolto quale amministrazione procedente nell'emanazione dei provvedimenti di autorizzazione per le attività legate al decommissioning degli impianti nucleari, all'importazione, produzione, commercio, trasporto e detenzione di materie radioattive, all'impiego di sorgenti di radiazioni ionizzanti, all'attività di raccolta di rifiuti radioattivi, alle spedizioni, importazioni ed esportazioni di rifiuti radioattivi di combustibile nucleare esaurito per l'installazione di deposito temporaneo o di impianti di gestione dei rifiuti radioattivi ai fini dello smaltimento nell'ambiente, nonché per i trasporti terrestri, navali ed aerei di materie radioattive.
Tali provvedimenti, emanati su apposite istanze a seguito del parere tecnico fornito dalle altre amministrazioni competenti, danno luogo ad ulteriori attività regolatorie che rimangono di competenza esclusiva dell'Autorità nazionale per la sicurezza nucleare, l'ISIN (Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione).
Il secondo quesito riguardava i provvedimenti autorizzativi del MISE. Fino al 2012 il lento stato di avanzamento del decommissioning è stato legato al «no» delle autorizzazioni e alla frammentazione dei processi amministrativi. Un primo impulso di accelerazione delle attività autorizzative si è avuto con la nuova norma, l'articolo 24 del decreto-legge n. 1/2012, con la quale sono state ridefinite le procedure autorizzative sui progetti di disattivazione e smantellamento e sono stati previsti tempi massimi di valutazione e strumenti di intervento, Conferenze dei servizi convocate presso il MISE, per sbloccare la valutazione sulle domande presentate da oltre un anno.
Rispetto alla frammentazione amministrativa, che richiedeva l'acquisizione di numerose autorizzazioni a livello centrale e a livello locale, è stato, quindi, introdotto anche nel settore nucleare lo strumento dell'autorizzazione unica, con la partecipazione di comuni e regioni. Questi ultimi sono parti del procedimento e sono chiamati a dare un parere obbligatorio e non vincolante.
Le nuove norme sono state poste subito in attuazione e hanno dato risultati positivi. Sono state indette le Conferenze dei servizi, che hanno portato nel giro di pochi anni ad autorizzare parecchie attività. Tra le più rilevanti, vi cito quelle svolte da quando noi siamo operativi come Governo. Le altre ve le lascio come cronologia storica.
Parliamo dell'installazione del nuovo sistema di raccolta degli effluenti liquidi dell'impianto Eurex di Saluggia in data 8 febbraio 2019, dell'autorizzazione all'esercizio del deposito temporaneo di due degli impianti Eurex di Saluggia in data 13 marzo 2019, dell'autorizzazione alla modifica di impianti per operazioni di demolizione degli schermi delle condotte superiori dei circuiti primari della centrale nucleare di Latina, ritenute necessarie in quanto consentono di eliminare dall'edificio reattore cariche assai rilevanti poste nell'elevazione, migliorando le condizioni generali di sicurezza nucleare e stabilità sismica dell'edificio medesimo, concessa in data 27 marzo 2019. Recentemente, penso alla modifica della prescrizione temporale dell'impianto Eurex di Saluggia in data 21 giugno 2019, di cui vi parlerò più avanti.
Rimane ancora da autorizzare la disattivazione della ex centrale nucleare di Latina relativamente alla sola fase 1, che non riguarderà lo smantellamento del reattore, ma porterà la centrale a superiori livelli di sicurezza e ad una sostanziale diminuzione dell'impatto ambientale. Prima dell'emanazione del provvedimento autorizzativo è necessario avviare la fase di consultazione pubblica, ai sensi dell'articolo 56, comma 3-bis, del decreto legislativo n. 230 del 1995, Pag. 5secondo il quale il Ministero dello sviluppo economico assicura l'effettiva partecipazione da parte del pubblico ai processi decisionali. Pertanto, si prevede di emettere il decreto entro il corrente anno avendo l'ISIN trasmesso il 18 luglio 2019 l'atto di parere finale.
Andiamo alla terza richiesta, ossia la strategia italiana nel settore del decommissioning e della gestione dei rifiuti radioattivi. Sinora la strategia italiana di disattivazione degli impianti nucleari e della gestione del combustibile esaurito e dei rifiuti radioattivi si è basata sul riprocessamento all'estero del combustibile rimosso dalle ex centrali nucleari, il processo di ritrattamento del combustibile irraggiato, che genera rifiuti vetrificati e compatti, sul parallelo smantellamento dei siti, una volta allontanato il combustibile, e sulla realizzazione del deposito nazionale destinato allo smaltimento a titolo definitivo dei rifiuti radioattivi a bassa e media attività derivanti da attività industriali, di ricerca medico-sanitaria, della pregressa gestione di impianti nucleari e all'immagazzinamento a titolo provvisorio di lunga durata dei rifiuti ad alta attività e del combustibile irraggiato proveniente dalla pregressa gestione di impianti nucleari.
Sul punto della disattivazione degli impianti nucleari, le attività legate al decommissioning delle centrali nucleari e degli impianti del ciclo di combustibili nucleari dismessi, ivi inclusa la gestione dei rifiuti radioattivi derivanti sia dalle attività pregresse sia dallo smantellamento delle strutture, sono affidate alla SOGIN, che opera dal 2001 in ottemperanza agli indirizzi strategici di questo Ministero e sotto il controllo, dal punto di vista della sicurezza, dell'autorità nazionale ISIN, come ho già avuto modo di dirvi prima.
Vi è poi il più recente Piano vita 2019-2022 del decommissioning, approvato dal CdA di SOGIN in data 14 novembre 2017, sul quale è stata richiesta una revisione indipendente che ha ridefinito le date di completamento in molte attività, elemento certamente critico, ma ritenuto dalla società realisticamente connesso allo stato effettivo dei progetti, con uno slittamento della conclusione dell'intero processo al 2036 e una stima complessiva di costo pari a 7,2 miliardi di euro, in aumento di circa il 6 per cento rispetto alle stime effettuate dalle precedenti gestioni. Secondo il suddetto piano, le condizioni di brown field dei siti nucleari saranno raggiunte con tappe diverse per ogni singolo impianto e comunque entro il 2036, mentre quelle in green field potrebbero essere attuate, nell'ipotesi di realizzazione, quindi di conferimento al deposito nazionale, tra il 2029 e il 2042.
Rispetto al piano complessivo, la società testa uno stato di avanzamento delle attività di disattivazione e smantellamento dei siti nucleari, al 31 dicembre 2018, pari a circa il 30,1 per cento dei costi a vita intera, calcolato sui costi commisurati della commessa nucleare. Il risultato rappresenta un limitato avanzamento rispetto al precedente consuntivo (27 per cento nel 2017), indicatore che rafforza la necessità di proseguire nell'azione e, contemporaneamente, di incidere anche su quei fattori abilitanti che hanno un impatto sull'andamento dei processi e sull'efficacia dei singoli.
Nell'ambito dell'iniziativa assunta dal nuovo Governo e considerata l'importanza ambientale, oltre che sociale ed economica, di un'efficace gestione dei rifiuti radioattivi, il Ministro Di Maio ha espresso alla SOGIN, con lettera del 9 agosto 2018, la necessità di intervenire su questa politica pubblica con specifiche azioni mirate a dare più efficacia e più efficienza all'intero processo in tutte le sue componenti nell'ambito dell'impegno del Governo per lo sviluppo sostenibile.
Inoltre, ribadendo quanto detto in apertura in merito al ruolo di indirizzo e direttiva del MISE, tra le ultime iniziative intraprese per la gestione efficace e omogenea delle attività svolte dai diversi soggetti istituzionali c'è stata, su mia indicazione, la costituzione presso il MISE di un tavolo permanente per il monitoraggio delle attività di decommissioning delle stazioni nucleari della SOGIN, con il MATTM (Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare), l'ISIN, l'ARERA (Autorità di regolazione per energia reti e ambiente) e la SOGIN stessa. Pag. 6
Perché ho ritenuto opportuno istituire questo tavolo? Innanzitutto, la commessa nucleare nel suo complesso, sulla base dell'attuale stato di avanzamento, ha accumulato nei diversi anni ritardi significativi, con una conseguente e continua crescita dei tempi e dei costi del programma «a vita intera». Risulta opportuno analizzare congiuntamente l'attuale situazione afferente allo stato delle attività di decommissioning della commessa nucleare. Al fine di individuare soluzioni condivise alle relative criticità, ho richiesto e acquisito sul tema elementi da SOGIN, ISIN e ARERA che depongono per una comune necessità di confronto volta ad efficientare l'intero processo autorizzativo di decommissioning nucleare. Pertanto, il tavolo è pensato nell'ottica di creare una sinergia tra le amministrazioni e i soggetti coinvolti, nel pieno rispetto di princìpi, competenze e regole disciplinate dalla legge. La finalità del tavolo è quella di attivare un confronto periodico e sistematico, allo scopo di monitorare lo stato autorizzativo ed esecutivo delle attività e di trovare soluzioni condivise alle problematiche riscontrate, al fine di migliorare l'efficienza e l'efficacia della commessa nucleare.
A tal fine si è tenuta una riunione di coordinamento il giorno 11 aprile 2019 volta a definire le più opportune modalità di funzionamento del tavolo. A seguito della riunione, si sono individuati due gruppi di lavoro: un gruppo di lavoro politico e un gruppo di lavoro tecnico, i cui componenti sono stati nominati da parte del MISE, del MATTM, dell'ISIN, dell'ARERA e della SOGIN.
Nell'ottica di far convocare la riunione operativa quanto prima del gruppo di lavoro tecnico, in questo ambito ho fatto richiedere all'ISIN di effettuare un aggiornamento della ricognizione sulle principali attività presso le installazioni SOGIN già autorizzate o approvate e in corso di attuazione, anche al fine di individuare le criticità in essere e determinare un elenco di attività prioritarie dove concentrare, ovviamente, un'azione e un'accelerazione del decommissioning; questo perché durante i vari colloqui che nel corso di quest'anno abbiamo avuto con tutti questi soggetti si ravvisava la necessità di aumentare un dialogo costante e continuo, al fine di evitare che piccoli intoppi nel processo autorizzativo potessero rimanere in stallo per mesi e mesi.
L'altro aspetto era stabilire un cronoprogramma operativo tutti insieme, in modo tale che fosse possibile per tutti avere un percorso chiaro, quindi che non venissero richieste autorizzazioni che, una volta rilasciate, rimanessero non operative nel loro stato di attuazione. In qualche modo, c'era questa problematica rispetto al fatto che SOGIN aveva delle autorizzazioni in pancia, ne richiedeva altre rispetto ad altri processi, ma quelle date non venivano ultimate. Quindi, al fine di individuare meglio un cronoprogramma operativo, abbiamo deciso di fare questo passaggio.
Risultato del 2018. Rispetto al preventivo del 2018, di circa 94 milioni di euro, per l'anno 2018 la SOGIN ha presentato costi commisurati, ossia legati esclusivamente alle attività di decommissioning, pari a 78,8 milioni di euro, a cui si devono aggiungere circa 2 milioni per attività di decommissioning svolte con personale interno. In questo quadro si inseriscono anche le attività conoscitive preliminari alla presa in carico del sito ISPRA 1 all'interno del CCR (Centro comune di ricerca) di ISPRA Varese.
Sul risultato, come anche riportato nella delibera dell'ARERA, hanno inciso - come è accaduto per il 2017 - i ritardi nella realizzazione degli impianti di cementazione Cemex di Saluggia, del valore di circa 100 milioni di euro, e il CPF presso Rotondella, del valore di 40 milioni di euro, nonché il ritardato perfezionamento della spedizione delle resine di Caorso verso la Slovacchia (30 milioni di euro) a causa della mancanza dell'autorizzazione delle autorità di controllo slovacche.
La delibera mette in evidenza l'esistenza, nell'ambito delle attività poste in essere dalla SOGIN, di criticità endogene ed esogene. Tra le criticità endogene, alla cui risoluzione sono chiamate a concorrere essenzialmente le scelte operative e gestionali della società, figurano, per l'appunto, i Pag. 7ritardi nell'attuazione dei suddetti importanti progetti relativi alla messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi derivanti da attività pregresse delle centrali e degli impianti. In proposito si segnala che, in relazione alla realizzazione dell'impianto Cemex all'interno del comprensorio Eurex di Saluggia, che ha lo scopo di effettuare il condizionamento dei liquidi attraverso la realizzazione di un impianto di cementazione, con annesso deposito di stoccaggio dei rifiuti reattivi condizionati, la SOGIN ha riferito che parte dei ritardi accumulati nella realizzazione dell'opera, interrotti a causa della risoluzione del contratto con l'appaltatore, erano dovuti all'impossibilità di risolvere alcune situazioni secondo modalità che non fossero in contrasto con il codice degli appalti, da cui è scaturito tutto il contenzioso, tuttora in corso.
In ragione dell'intervenuta risoluzione contrattuale, dopo aver verificato l'impossibilità di completare le opere entro il termine di quattro anni, considerata la richiesta del MISE di garantire che non ci fossero problemi legati alla sicurezza e tenuto conto dell'inattuabilità di soluzioni alternative all'emissione del nuovo bando di gara, la SOGIN nell'aprile 2018 ha chiesto al MISE un'ulteriore proroga temporale.
Nell'ambito di questo procedimento, a seguito della richiesta di parere all'ISIN da parte del MISE, l'autorità per la sicurezza nucleare, nella sua nota di risposta del 6 febbraio 2019, ha ribadito alla SOGIN di procedere con urgenza e con priorità assoluta a riavviare le procedure indispensabili per il celere completamento delle attività di realizzazione del complesso Cemex. Inoltre, considerato il differimento dei tempi realizzativi conseguenti alla situazione fattuale che si è determinata per motivi contrattuali, ha chiesto alla SOGIN, come già fatto con nota del 23 febbraio 2018, di procedere all'attività di verifica straordinaria sullo stato di conservazione dei serbatoi di stoccaggio dei rifiuti liquidi presenti nell'Area 800, al fine di valutare la necessità di eventuali e ulteriori prescrizioni tecniche idonee a garantire un elevato livello di tutela e mantenere in sicurezza il sito fino al completamento dei lavori del complesso Cemex.
La SOGIN ha comunicato di aver verificato la presenza di accesso nell'Area 800 e ha effettuato ispezioni visive dirette ai serbatoi in essa presenti, ad eccezione dell'Area 1W, perché bunkerizzata, e per alcuni di essi anche prove spessimetriche. Con riferimento all'ispezione visiva, la SOGIN ha dichiarato che le attività condotte all'interno delle celle della zona 800 hanno consentito di ispezionare visivamente una quantità significativa delle superfici esterne ai serbatoi, riscontrando il loro eccellente stato di conservazione, senza segni di corrosione. Le ispezioni hanno interessato sia i serbatoi in esercizio sia quelli disponibili come riserva, la cui capacità complessiva risulta più che adeguata agli scopi. Non sussistono, quindi, indicazioni relative a un deterioramento dei serbatoi di stoccaggio dei rifiuti radioattivi liquidi del sito SOGIN di Saluggia e, di conseguenza, non vi sono aspetti relativi alla sicurezza nucleare e alla radioprotezione su questa tematica degni di rilievo.
Per quanto attiene alle prove spessimetriche, le stesse sono state effettuate nella cella OGW, unica cella contenente i due serbatoi.
A questo punto vado oltre. A seguito della deliberazione del CdA di SOGIN del 18 dicembre 2018, volta all'accelerazione del riavvio dell'attività di completamento, la società ha indetto il 27 dicembre la procedura di gara telematica da albo per l'affidamento dei lavori di completamento delle opere strutturali. La stipula del relativo contratto è avvenuta il 19 aprile 2019. Inoltre, è esecutivo il cantiere per la conservazione delle opere già realizzate tramite l'installazione di idonea copertura.
Per quanto concerne la nuova gara, per il completamento delle rimanenti opere dell'impianto di cementazione, sono in corso tutti gli adempimenti affinché possa essere avviata nel secondo semestre 2019 e conclusa nel primo semestre 2020. Per il bando di gara per il completamento dell'opera, è in corso di definizione l'attivazione di un preventivo protocollo di vigilanza con ANAC finalizzato a supportare la SOGIN nella Pag. 8predisposizione degli atti di gara. La SOGIN stima che il completamento dell'impianto stesso, con l'esecuzione delle prove in bianco e delle prove nucleari, possa avvenire per la fine del 2024.
Come ho accennato in premessa, il Ministero dello sviluppo economico, dopo aver ricevuto il parere tecnico dell'ISIN, ha emesso in data 21 giugno 2019 il provvedimento autorizzativo di proroga nella prescrizione temporale, che sarebbe scaduto nel mese di giugno 2019, al fine di permettere alla SOGIN di procedere con urgenza e priorità al riavvio delle attività di realizzazione del complesso Cemex. Secondo quanto stabilito nel decreto ministeriale, la SOGIN è tenuta a provvedere al completamento della costruzione delle prove non nucleari, nonché alla presentazione del programma delle prove nucleari entro il 2023.
Pur non sussistendo ad oggi preoccupazioni per la sicurezza dello stoccaggio, secondo le verifiche effettuate è necessario provvedere al condizionamento dei rifiuti liquidi nel più breve tempo possibile. La necessità e l'urgenza scaturiscono sia dal rispetto delle prescrizioni delle autorità di controllo sia dalla necessità di effettuare continue verifiche di sicurezza e adeguamenti ai più elevati standard di sicurezza.
Andiamo alla parte di gestione del combustibile esaurito e dei rifiuti radioattivi. Il combustibile esaurito prodotto durante l'esercizio dalle centrali nucleari italiane è stato ormai quasi completamente inviato all'estero. Rimangono da definire le operazioni di trasferimento della quota rimanente inferiore all'1 per cento con l'invio in Francia dei 64 elementi di combustibile presenti nel deposito Avogadro di Saluggia.
In base all'accordo intergovernativo di Lucca per il trattamento di 235 tonnellate di combustibile nucleare utilizzato presso gli impianti nucleari italiani, la consegna agli impianti di La Hague sarebbe dovuta avvenire tra il 1° gennaio 2007 e il 31 dicembre 2015.
Con lo stesso accordo il Governo italiano si era impegnato a prendere tutte le misure necessarie per realizzare un sito di stoccaggio idoneo per il completamento del rientro in Italia dei rifiuti provenienti dal riprocessamento entro il 31 dicembre 2025 e informare il Governo francese sull'avanzamento di questa attività. Al momento sono state trasportate dall'Italia circa 222 tonnellate; restano da effettuare tre trasporti dal deposito Avogadro per circa 13 tonnellate. A seguito dei contatti intervenuti tra le amministrazioni preposte all'attuazione dell'accordo è emerso che le esecuzioni di aiuti nei trasporti è subordinata, da parte francese, a precise garanzie del Governo italiano di ripresa in carico dei rifiuti alla data prevista.
Da parte francese permangono un marcato timore di un mancato ritiro del materiale inviato, considerato il ritardo accumulato nel processo di localizzazione del deposito nazionale e la consapevolezza delle difficoltà che normalmente si riscontrano in un processo autorizzativo di questa rilevanza.
Il tema è stato nuovamente trattato nell'ultima lettera, il 6 dicembre 2018, del Ministro francese al Ministro Di Maio. Non vi è dubbio che questa situazione di perdurante blocco costituisce un problema anche per la parte francese.
La ripresa dei contatti con il Governo italiano è un evidente segnale nella ricerca di una soluzione che dia alla Francia una garanzia concreta sulle modalità e sui tempi del rientro in Italia dei rifiuti da riprocessamento.
Per dare probabilità di successo a un nuovo confronto stiamo pertanto dando un'accelerazione al processo di delocalizzazione del deposito che passa necessariamente per l'approvazione, ormai imminente, del programma nazionale di cui vi parlerò a breve e la pubblicazione della Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee (CNAPI).
Il MISE sta concordando un incontro a livello tecnico chiesto da parte francese da tenersi non appena sarà approvato il programma nazionale e pubblicata la CNAPI in modo da fornire necessarie rassicurazioni al Governo francese sul rispetto delle tempistiche finali previste dall'accordo di Lucca.
Vediamo lo stato dei procedimenti relativi al programma nazionale per la gestione Pag. 9del combustibile esaurito. Il programma nazionale per la gestione del combustibile esaurito e dei rifiuti nucleari, previsto dall'articolo 7 del decreto-legge n. 45/14, è da adottare con DPCM su proposta del MISE e del MATTM, sentito il Ministero della salute e la Conferenza unificata.
Il programma riguarda tutti i tipi di combustibile esaurito e dei rifiuti radioattivi soggetti alla giurisdizione nazionale e tutte le fasi della gestione del combustibile esaurito e dei rifiuti radioattivi dalla generazione allo smaltimento. Come è noto, il programma è stato posto alla procedura di VAS (valutazione ambientale strategica) rientrando per sua natura e per contenuti previsti nell'applicazione della direttiva.
Tale procedura, dopo una serie di consultazioni, si è conclusa con il decreto ministeriale n. 340 del 10 dicembre 2018 emesso dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare di concerto con il MIBACT.
Il MISE e MATTM, sentito l'ISIN (Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione), avrebbero dovuto trasmettere alla Commissione europea il programma nazionale entro il termine del 23 agosto 2015 informando di ogni successiva modifica. Sebbene lo schema del programma nazionale sia stato trasmesso il 18 febbraio 2016 dai suddetti Ministri alla Presidenza del Consiglio per il successivo inoltro agli uffici della Commissione europea, tale programma non è stato ancora formalmente inviato dall'Italia alla Commissione europea nella versione definitiva, poiché, come detto, è stato sottoposto a procedura di VAS.
Per tale ragione la Commissione europea nel 2016 ha avviato una procedura di infrazione. Successivamente, in data 17 maggio 2018, la Commissione europea, dopo alcuni mesi di attesa, ha deciso di adire la Corte di giustizia. Nel ricorso presentato la Commissione ha chiesto alla Corte di giustizia di constatare che l'Italia, non avendo trasmesso il programma, sia venuta meno agli obblighi di trasmissione previsti dalla direttiva. In occasione di tale situazione, a partire da ottobre 2018, parallelamente al processo di elaborazione dei documenti necessari all'approvazione del programma nazionale, ho proposto al MATTM una modifica dello schema di programma nazionale ancora da approvare, finalizzata a renderlo più flessibile e a prevedere che lo smaltimento in sicurezza dei rifiuti radioattivi generati in Italia possa avvenire sia nel territorio nazionale che parzialmente anche in impianti di smaltimento situati in uno Stato membro dell'Unione europea o in un Paese terzo sulla base di preventivi accordi conclusi con gli stessi. Detta modifica è stata proposta in applicazione di quanto stabilito dall'articolo 4, comma 4, della direttiva 2011/70/Euratom recepita dall'articolo 3, comma 6, del decreto legislativo 4 marzo 2014, n. 45, che è inserito dopo l'articolo 32, articolo 32-bis.
A gennaio 2019 si è pertanto concordato di apportare tale modifica sostituendo nello schema di programma nazionale l'avverbio «in via prioritaria» con l'avverbio «di preferenza» che non ha apportato alcuna modifica alle valutazioni di carattere ambientale effettuate nell'ambito della procedura di VAS.
L'introduzione di tale modifica nel programma nazionale potrà consentire l'avvio di contatti con Paesi esteri per capire, anche attraverso l'analisi costi-benefici, se è più conveniente trasferire i rifiuti di alta attività nel nostro deposito o gestirli attraverso contratti internazionali.
Per concludere con urgenza l'iter di approvazione, al fine di emanare il DPCM relativo al suddetto programma, sono state organizzate delle riunioni di coordinamento svolte presso la struttura di missione.
In esito a tali incontri, il 19 febbraio il MISE ha predisposto un cronoprogramma condiviso con il MATTM per l'approvazione del programma nazionale. Le tappe le lascio alla vostra visione e quindi vado alle ultime due, che sono quelle più importanti e rilevanti.
Data l'urgenza, in considerazione della procedura di infrazione pendente sull'Italia, è stata immediatamente organizzata una riunione tecnica della Conferenza unificata nella quale è stato dato parere favorevole dal programma nazionale con la Pag. 10proposta di alcuni emendamenti che, previa valutazione da parte delle amministrazioni proponenti, potranno essere accolti in occasione dell'aggiornamento triennale del programma.
Il parere politico richiesto ai sensi dell'articolo 7 del decreto legislativo 4 marzo 2014, n. 45 sullo schema di DPCM è stato iscritto all'ordine del giorno della seduta della Conferenza unificata che si terrà il 1° agosto prossimo venturo. Successivamente, il DPCM potrà essere approvato e la struttura di missione per le procedure di infrazione potrà immediatamente trasmetterlo alla Commissione europea al fine di prevenire ogni eventuale conseguenza negativa della sentenza della Corte di giustizia dell'11 luglio scorso.
Andiamo alla CNAPI. Con riferimento alla Carta nazionale, come è noto, il comma 1 dell'articolo 27 del decreto legislativo n. 71/2010 stabilisce che la SOGIN (Società Gestione Impianti Nucleari), tenendo conto dei criteri indicati dall'Autorità di regolazione competente, debba definire una proposta di CNAPI nella localizzazione del parco tecnologico ovviamente del suddetto deposito proponendo contestualmente un ordine di idoneità sulla base delle caratteristiche tecniche sociali e ambientali delle suddette aree nonché un progetto preliminare per la realizzazione delle strutture di deposito.
L’iter della pubblicazione della CNAPI è a buon punto se consideriamo il tempo perso nella scorsa legislatura su questo tema. Al riguardo mi permetto di richiamare le tappe principali. La prima proposta di CNAPI è stata inviata all'ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) il 2 gennaio 2015. Successivamente, il 20 luglio 2015, a seguito dell'istruttoria di verifica e validazione condotta a fronte dei criteri definiti nella guida tecnica n. 29, tenuto altresì conto delle richieste di chiarimento formulate dal MISE e dal MATTM, la CNAPI, in revisione 2, è stata trasmessa ai suddetti Ministeri corredata dalla relazione per il rilascio del nulla osta e la sua pubblicazione.
Da quel punto c'è stata una lunga fase di stasi, non solo legata a motivi di natura tecnica e procedurale, ma soprattutto politica. A gennaio 2018, in assenza del nulla osta da parte dei Ministeri, la SOGIN ha proposto all'ISPRA, per una nuova verifica e validazione, una versione della CNAPI risultante dagli aggiornamenti al 31 dicembre 2017 dei database utilizzati per la sua realizzazione. A questo punto la corrispondenza sul tema si intensifica e il 1° marzo 2018 l'ISPRA quindi ha trasmesso ai Ministeri la CNAPI aggiornata nella revisione 3 unitamente alla proposta di relazione.
Successivamente, in data 29 marzo, sono stati altresì trasmessi i chiarimenti ad alcune richieste del Ministero dell'ambiente e della tutela del mare. A seguito del sopravvenuto aggiornamento di un database di riferimento per l'elaborazione della CNAPI, pubblicato il 24 luglio 2018, la SOGIN ha fatto una nuova revisione, la revisione 4.
In relazione all'aggiornamento ricevuto, l'ISPRA, in data 21 maggio 2018, ha chiesto esplicite indicazioni procedurali al MATTM e al MISE, fornite al MATTM il 23 maggio e al MISE il 25 ottobre 2018.
Nel frattempo, con nota del 19 ottobre 2018, il MISE ha richiesto all'ISIN di esplicitare, per ciascuna area potenzialmente idonea, individuata nell'ultima versione della CNAPI validata dall'ISPRA, la specifica classe sismica secondo la normativa tecnica vigente.
Con nota del 3 dicembre 2018 l'ISIN ha fornito indicazioni della classe sismica di appartenenza. In una successiva nota del 5 dicembre 2018 l'ISIN, che ha assunto nel frattempo le funzioni e i compiti di Autorità, ha comunicato alla SOGIN di avere nuovamente avviato le attività di verifica e validazione previste dalla menzionata legge sulla proposta CNAPI, la n. 4 inviata a maggio.
La SOGIN ha dato seguito alla richiesta pervenuta e ha trasmesso all'ISIN, in data 11 febbraio 2019, la proposta di aggiornamento della CNAPI e le relative note descrittive con le quali comunicava di aver preso in carico la n. 4.
Il 5 febbraio 2019 il MISE ha comunicato all'ISIN di rilevare che tra le aree potenzialmente idonee alla localizzazione del deposito sono ricomprese anche quelle Pag. 11a cui è stata attribuita, secondo la riclassificazione non recentissima effettuata dalle regioni, la pericolosità di zona sismica 2 in cui forti terremoti sono possibili rappresentando in via preventiva di ritenere non opportuno che aree classificate in zona sismica 2 siano da inserire tra aree potenzialmente idonee alla localizzazione del deposito nazionale e chiedendo di apportare le conseguenti modifiche proposte dalla CNAPI.
L'ISIN ha precisato che, in qualità di Autorità nazionale di regolamentazione tecnica con indipendenza di giudizio, non ha competenze per effettuare valutazioni discrezionali di opportunità né per apportare modifiche alla CNAPI, la cui proposta rimane ovviamente predisposta da SOGIN.
Tuttavia, l'ISIN ha rilevato che la modifica richiesta dal MISE rimane comunque nell'ambito dei criteri prudenziali indicati dall'Agenzia e dalla guida tecnica in rapporto alla ricerca della massima sicurezza possibile. Il 1° aprile 2019 il MISE ha quindi chiesto alla SOGIN di avviare gli adempimenti necessari alla presentazione della proposta di CNAPI con le consequenziali modifiche e questo ha portato la SOGIN a inviare all'ISIN la revisione 5 della CNAPI e, in esito a interlocuzioni avute nell'ambito dell'istruttoria per le attività di verifica e validazione della CNAPI, la n. 4 al fine di stabilire la versione consolidata della proposta di CNAPI in base alla quale applicare la citata indicazione di opportunità tenendo conto degli aggiornamenti dei database pubblici intervenuti.
Sempre in esito all'istruttoria condotta dall'ISIN, la SOGIN, in data 24 giugno 2019, ha presentato la revisione 5 della proposta CNAPI predisposta a seguito dell'applicazione e delle indicazioni di opportunità concernenti la zona sismica 2, la revisione 7. Questa è, fino ad oggi, l'ultima che abbiamo in circolazione.
Salto alcuni passaggi e sintetizzo per semplicità. L'ISIN ha quindi concluso senza rilievi la verifica della coerenza delle aree della revisione 6 con i criteri della guida tecnica 29 e la validazione dei risultati. Tuttavia, la stessa SOGIN, solo in data 24 giugno 2019, a più di un anno rispetto alla revisione 4 della CNAPI trasmessa all'ISIN ha rilevato che la modifica della CNAPI, revisione 6, è stata elaborata senza procedere alla verifica su eventuali aggiornamenti di alcuni dati non pubblici che ai fini dell'elaborazione della prima versione della proposta di CNAPI furono acquisiti nel 2014 da soggetti pubblici, in particolare dall'Amministrazione della Difesa per potenziali interferenze con poligoni militari e con l'ENAC per la presenza di aeroporti mediante specifiche osservazioni sul territorio.
In questo contesto, pur essendo i suddetti dati non pubblici di entità limitata rispetto al complesso dei database disponibili in rete e utilizzati, l'ISIN ha ritenuto che la SOGIN debba provvedere all'individuazione e alla verifica dei nuovi eventuali aggiornamenti intervenuti dal 2014, che abbiano comunque rilevanza per la determinazione delle potenziali aree idonee.
Il 2 luglio scorso l'ISIN ha pertanto chiesto alla SOGIN di svolgere tale attività entro i prossimi tre mesi. Fatti salvi gli esiti della richiesta fatta da SOGIN sui dati non pubblici, sarà cura dell'ispettorato svolgere le correlate valutazioni sull'eventuale proposta della SOGIN di revisione che ne dovesse eventualmente derivare.
Pertanto, tenendo conto dei tempi necessari all'eventuale nuova validazione della CNAPI da parte dell'ISIN e di quelli previsti dall'articolo 27, ovvero 30 giorni per il rilascio del nulla osta da parte del MISE e MATTM, si prevede di concludere il suddetto iter a seconda che occorra o meno una seconda validazione entro la fine del corrente anno.
Appare evidente che i ritardi si sono accumulati per concludere tutte le fasi che portano alla realizzazione del deposito e richiedono un intervento dell'attuale Governo volto a cambiare passo rispetto alle scelte fatte nelle precedenti legislature.
Pertanto, riguardo ai rifiuti radioattivi ad alta attività, che rappresentano un problema più importante nel quadro della gestione di tutti i rifiuti radioattivi italiani, sia una mia proposta di ottobre 2018 di modifiche al Programma nazionale per rendere più flessibile il ricorso ad accordi Pag. 12internazionali, come già riferito in precedenza, sia lo schema di relazione sull'atto assegnato n. 60, depositato in X Commissione Senato, che intende verificare prioritariamente la fattibilità di accordi bilaterali, in coerenza con quanto stabilito dall'articolo 4, paragrafo 4, della direttiva 2011/70/Euratom, con Stati membri o Paesi terzi per utilizzare un impianto di smaltimento situato in uno di essi ai fini dello smaltimento dei rifiuti radioattivi di medio-alta e alta attività, perseguendo l'obiettivo di evitare l'immagazzinamento dei suddetti rifiuti a titolo provvisorio di lunga durata presso il deposito nazionale.
Questa strategia consentirebbe all'Italia, inoltre, di onorare comunque gli accordi presi a livello internazionale per il rientro dall'estero dei rifiuti derivanti dal riprocessamento del combustibile. Per quanto attiene alla comunicazione nulla osta, per collegarmi anche a quanto detto dal sottosegretario Gava, essa verrà data separatamente dal MISE e dal MATTM poiché potranno essere formulati eventuali rilievi di rispettiva competenza. A valle degli stessi nulla osta la SOGIN potrà, di conseguenza, provvedere alla pubblicazione della Carta sul proprio sito e sui quotidiani a diffusione nazionale.
La pubblicazione della proposta di CNAPI aprirà una fase di consultazione pubblica di condivisione che terminerà con un seminario nazionale al quale saranno invitati a partecipare tutti i soggetti coinvolti e interessati. L'esito delle consultazioni condurrà a una versione aggiornata della Carta nazionale delle aree idonee che, con il parere tecnico dell'ISIN, sarà approvata con decreto dei Ministri competenti.
Seguirà una procedura per acquisizione di possibili manifestazioni di interesse aperte a regioni ed enti. In assenza di manifestazioni spontanee saranno attivati dei comitati interistituzionali misti Stato-regioni come forma ulteriore di sollecitazione alla leale collaborazione e sarà ricercata l'intesa della Conferenza unificata, Stato-regioni ed enti locali.
In caso di mancato raggiungimento delle intese sui singoli siti, la decisione sarà assunta con deliberazione motivata del Consiglio dei ministri, a tal fine integrato con la partecipazione di ciascun presidente di regione interessato. Seguirà una fase di indagini tecniche su ciascun sito della durata di 15 mesi svolte da SOGIN sotto la vigilanza dell'ISIN per arrivare alla formulazione della proposta finale di localizzazione tenendo conto dell'ordine di idoneità delle valutazioni vincolanti.
Andiamo agli aggiornamenti in funzione delle direttive. Mi avete chiesto un aggiornamento in merito allo stato della normativa con particolare riferimento alle direttive Euratom. Il quadro normativo del settore nucleare in ambito Euratom ha registrato nel corso del decennio 2003-2014 un importante sviluppo per portare in sicurezza impianti nucleari nella gestione dei rifiuti radioattivi, così come le salvaguardie nucleari e la protezione della popolazione contro i rischi delle radiazioni ionizzanti a livelli anche superiori agli standard dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica.
Semplifico. Tali direttive sono state oggetto di recepimento nel nostro ordinamento e su alcune di esse sono in corso tre procedure di infrazione della Commissione europea per tre specifici adempimenti: procedura di infrazione 2016-2027 per la mancata trasmissione del programma nazionale della Commissione europea di cui vi ho già parlato; procedura di infrazione 2018-2021 per la non corretta trasposizione della direttiva 2011/70/Euratom che istituisce un quadro comunitario per la gestione responsabile e sicura del combustibile nucleare esaurito; procedura di infrazione 2018-2044 per la mancata attuazione della direttiva Euratom.
Riguardo alla procedura 2018-2021 per la non corretta trasposizione della direttiva 2011/70/Euratom, a seguito della lettera di costituzione in mora ex articolo 258 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea con la quale è stata avviata la procedura di infrazione 2018-2021 per la mancata attuazione della direttiva 2011/70/Euratom, la struttura di missione per le procedure di infrazione della Presidenza del Consiglio ha convocato una riunione di Pag. 13coordinamento che si è tenuta il 4 settembre 2018.
L'obiettivo era di valutare la disciplina nazionale pertinente per individuare disposizioni in grado di superare i rilievi della Commissione.
Per assicurare la piena conformità alla direttiva serviva la responsabilità ultima dello Stato italiano in relazione alla gestione dei rifiuti radioattivi, lo smaltimento sicuro e responsabile dei combustibili esauriti e rifiuti radioattivi spediti in Stati o Paesi terzi. La responsabilità primaria è dei rispettivi generatori per il combustibile esaurito e rifiuti radioattivi.
Relativamente a tali argomenti, dopo che la Presidenza del Consiglio ha assodato che vi era una lacuna normativa da colmare, il MISE ha elaborato le soluzioni più opportune trasmettendo alla struttura di missione le proposte di emendamento all'articolo 1 del decreto legislativo n. 45/2014.
Le modifiche proposte sono state recepite nella legge 3 maggio 2019, n. 37. Tale atto è il presupposto per chiudere la relativa procedura di infrazione in corso.
Per quanto attiene alle altre procedure, vi lascio la descrizione, perché riguardano anche altri dicasteri, quindi vi ho elencato l'iter, per semplificare anche un po’ la lettura. Andiamo all'iter di emissione dei decreti applicativi. Anche qua vi sono puntualmente elencati i decreti ministeriali, di cui vi lascio ovviamente traccia e memoria. Per cercare di velocizzare vorrei evitare di leggervi tutta la parte mancante. Andrei direttamente alla parte 9 «Ratifica di accordi e protocolli internazionali».
Ritengo utile darvi anche un aggiornamento in merito agli accordi e ai protocolli internazionali che hanno visto impegnato recentemente il Governo. È stato recentemente ratificato l'accordo transattivo fra il Governo della Repubblica italiana e la Comunità europea dell'energia atomica sui princìpi governanti le responsabilità di gestione dei rifiuti radioattivi nel sito del Centro comune di ricerca (CCR) ISPRA.
Il CCR di ISPRA è uno dei quattro centri di ricerca istituiti dalla Comunità europea, a valle del Trattato Euratom del 1957, per promuovere lo sviluppo dell'energia nucleare ai fini pacifici dei Paesi membri. La Commissione europea fin dal 1999 ha predisposto un programma tecnico, economico e temporale per la disattivazione degli impianti nucleari obsoleti e di gestione dei rifiuti radioattivi e dei combustibili nucleari derivanti dalle passate attività del CCR. Il CCR di ISPRA, sulla base dei contratti stipulati negli anni 1960-1980, ha coinvolto ufficialmente il Ministero dello sviluppo economico e gli enti italiani interessati per stabilire le responsabilità storiche da trasferire nelle attività di disattivazione degli impianti nucleari del CCR di ISPRA e di gestione dei relativi rifiuti radioattivi.
Al termine dei vari incontri di un gruppo di lavoro bilaterale, stante l'impossibilità della netta definizione dei rispettivi oneri economici e delle responsabilità storiche del sistema Italia, è stata individuata una soluzione che passa attraverso un'intesa tra le parti di tipo transattivo, mediante compensazione con la fornitura di servizi da parte dell'Italia. Tale fornitura è stata individuata nella partecipazione dell'Italia facendosi carico della disattivazione del reattore ISPRA 1, in modo che verrà meno ogni motivazione di rivalsa della Commissione sull'Italia.
L'accordo transattivo, fatto a Bruxelles il 27 novembre 2009 e ratificato con legge n. 40 dell'8 maggio 2019, è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana il 21 maggio 2019. Secondo quanto riportato al paragrafo 6 dell'accordo, sono stati altresì nominati i membri del comitato misto di gestione.
Riguardo alla ratifica dei protocolli di Parigi e Bruxelles sugli emendamenti delle convenzioni per responsabilità civile nel campo dell'energia nucleare, il disegno di legge 1476, che ha concluso l'esame il 3 luglio 2019, provvederà a dare esecuzione agli emendamenti sia della Convenzione sulla responsabilità civile nel campo dell'energia nucleare sia della Convenzione del 31 gennaio 1963 complementare alla Convenzione di Parigi. La conclusione del suddetto esame sta pertanto permettendo di avvicinarsi finalmente alla conclusione del Pag. 14processo che porterà alle ratifiche dei suddetti protocolli, che, com'è noto, necessitano per l'entrata in vigore della ratifica, accettazione e approvazione dei due terzi delle parti contraenti.
Attualmente l'Italia è l'unico Stato membro a non aver concluso le procedure interne per la ratifica del protocollo, impedendo così il deposito simultaneo deciso nel 2004 dal Consiglio europeo. La mancata ratifica da parte italiana aveva determinato l'apertura di una procedura di infrazione da parte della Commissione europea, chiusasi poi sulla base dell'assicurazione che si sarebbe proceduto con urgenza alla ratifica.
I protocolli ampliano il concetto di danno e prescrivono in linea di principio il risarcimento dei danni immateriali alle persone e ai beni, il costo delle misure di ripristino ambientale e delle misure preventive adottate dopo un incidente per prevenire e minimizzare i danni, nonché del reddito perduto a causa di una significativa degradazione dell'ambiente. Pertanto, in tema di responsabilità civile nel settore nucleare è prevista la copertura di una gamma più ampia di danni risarcibili e sono aumentati i massimali di indennizzo dei danni causati da un incidente nucleare.
In particolare, i danni risarcibili riguardano esplicitamente anche gli impianti in corso di smantellamento e tutti gli impianti per lo smaltimento di sostanze nucleari. L'ammontare destinato alla copertura dei danni stabiliti dal Protocollo di Parigi con responsabilità a carico dell'esercente dell'impianto, ove origina l'incidente, non deve essere inferiore ai 700 milioni di euro. Sui danni da incidenti negli impianti nucleari e da trasporto delle sostanze nucleari considerati a basso rischio si passa a massimali non inferiori rispettivamente a 70 e 80 milioni.
I termini per l'esercizio dell'azione, nell'ipotesi di decesso o di danno alle persone, sono fissati in trent'anni in luogo degli attuali dieci a decorrere dalla data dell'incidente nucleare, mentre per gli altri danni nucleari rimangano di dieci anni.
Infine, si stabilisce che la parte contraente sul cui territorio è situato l'impianto nucleare di cui l'esercente è responsabile provveda al pagamento del risarcimento del danno nucleare riconosciuto a carico dell'esercente, fornendo i fondi necessari di natura pubblica, qualora l'assicurazione o un'altra garanzia finanziaria non sia disponibile o sufficiente a pagare tale risarcimento, fino alla concorrenza di 700 milioni di euro.
Le misure del protocollo di Bruxelles intervengono a partire dai 700 milioni di euro, per cui fino a 1,2 miliardi devono essere resi disponibili fondi pubblici nazionali da stanziare a opera della parte contraente nel cui territorio è situato l'impianto nucleare dell'esercente responsabile, mentre, se il risarcimento è di ammontare compreso tra 1,2 e 1,5 miliardi, interviene una nuova forma di solidarietà interstatuale, con un riparto stabilito tra tutte le parti contraenti o aderenti alla convenzione.
In conclusione, onorevoli membri della Commissione, credo si stia procedendo sempre più rapidamente verso soluzioni condivise, che conducono in modo chiaro e trasparente verso la gestione responsabile e sicura del combustibile nucleare esaurito e dei rifiuti radioattivi provenienti dalla pregressa gestione nucleare, nonché di quelli derivanti dalle attività industriali di ricerca e di medicina nucleare.
Puntiamo molto sulla prossima approvazione del Programma nazionale e sulla pubblicazione della CNAPI per dare un'accelerazione al processo di approvazione e costruzione del deposito nazionale. Per garantire il rispetto degli accordi internazionali, il Governo è altresì determinato a perseguire prioritariamente la strada per creare le condizioni dello smaltimento dei rifiuti di altre attività, anche attraverso la stipula di accordi internazionali, previa un'opportuna analisi costi-benefici delle alternative percorribili.
Il principio fondamentale che si pone alla base della politica nazionale in tema di gestione dei rifiuti radioattivi e del combustibile esaurito vede come principale obiettivo, non solo la protezione della popolazione, dei lavoratori e dell'ambiente dal rischio di esposizione alle radiazioni ionizzanti, Pag. 15 ma soprattutto l'indebito trasferimento alle future generazioni dell'onere di gestione dei rifiuti radioattivi oggi presenti, assicurando l'adozione delle necessarie soluzioni senza più ingiustificati ritardi.
PRESIDENTE. Grazie per la relazione, che ovviamente in forma più dettagliata verrà acquisita e messa agli atti.
Do la parola ai colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.
LUCA BRIZIARELLI. Vorrei scusarmi con il sottosegretario, perché abbiamo una Commissione e, quindi, dovremo lasciare. Avrei una domanda specifica – poi per la risposta ovviamente resta il collega, che è anche il capogruppo – in particolare relativamente a una notizia uscita su Il Corriere della Sera sulla vendita per 200 milioni di euro alla Gran Bretagna di materiale radioattivo derivante dalle precedenti lavorazioni, che però ha un valore di mercato. Vorrei capire perché l'Italia di fatto spenda una cifra di questo tipo a fronte della commercializzazione di materiale arricchito che ha un valore e perché addirittura si debba pagare per qualcosa che poi ricadrà ovviamente sui costi dei cittadini in bolletta, ma che potrebbe essere positivamente commercializzato.
Ci sono altre domande che sicuramente il capogruppo farà a nome di tutti.
PIETRO LOREFICE. Ringrazio il sottosegretario Crippa per la relazione. Vorrei qualche approfondimento, se possibile.
Ho capito che avremo la carta CNAPI entro fine anno più o meno e le nuove aree non prevedranno tutte le zone a rischio sismico di tipo 2. Perciò, 1 e 2 sono escluse dalla CNAPI?
Inoltre, i tre mesi dati alla SOGIN sempre per la CNAPI prevedono delle tappe intermedie di verifica, perché ho visto dalla relazione che c'è stata una dilatazione dei tempi negli anni. È chiaro che non è attribuibile a questo Governo, però troppo tempo è passato nel mancato rispetto dei tempi dati anche dalle direttive comunitarie. Noi come Governo, come Ministero, stiamo provvedendo a monitorare il rispetto dei tempi, anche con verifiche intermedie?
Lei ha detto nella sua relazione che si faranno delle manifestazioni di interesse a regioni o altri soggetti o enti che vorranno in qualche modo ricevere o gestire i rifiuti nucleari. Le chiedo se ci può dare qualche altro dettaglio in merito.
È chiara la direttrice, almeno quella che è stata seguita finora, di cercare anche Stati terzi dove andare a lavorare e a stabilizzare i rifiuti nucleari. Le chiedo se ci può dare qualche altro dettaglio in merito. Per ora mi fermo, presidente.
DAVIDE CRIPPA, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Per quanto riguarda la questione emersa – presumo – dall'articolo di giornale, non avendo l'articolo sottomano, provo a fare un collegamento di memoria rispetto alle notizie di stampa sul caso inglese. Presumo si stia facendo riferimento al caso NDA, quindi alla questione, finita sui giornali, che prevedeva un accordo con l'NDA inglese per una corresponsione economica di un valore prossimo ai 200 milioni di euro per l'impegno e la messa in carico definitiva dei rifiuti oggi depositati temporaneamente in Gran Bretagna.
Si era sottoposti a un processo di velocizzazione di questo iter, perché qualche mese fa era un periodo storico in cui c'era il tema della Brexit imminente, quindi si pensava che, se non si fossero conclusi i contratti prima della ratifica della Brexit, in qualche modo poi i regolamenti successivi sarebbero dovuti essere frutto di accordi, non più sotto un comune cappello, che era quello delle direttive europee e dei regolamenti europei. Pertanto, c'era stata la richiesta di velocizzare, poi noi abbiamo deciso di prendere tempo rispetto al percorso in atto sulla Brexit, che ancora oggi ha portato a slittare il tempo, e contemporaneamente, però, a verificare quali fossero le alternative.
All'epoca non ci erano state presentate delle soluzioni alternative a quello stanziamento, con la finalità di mettere una parola definitiva alla gestione di quei rifiuti. Stiamo parlando in alcuni casi di uranio e di plutonio, dei quali in alcuni casi non è così Pag. 16semplice immaginare la vendita e anche il trasporto. Pertanto, abbiamo chiesto di fare delle valutazioni anche con soggetti diversi, per avere quantomeno un quadro comparativo di quali possano essere le soluzioni a livello internazionale per la presa in carico di quella problematica, consci che 200 milioni comunque rappresentano un importante contributo caricato sulle bollette.
C'è da dire anche che oggi il contratto che prevede lo stanziamento a NDA è un contratto fatto tantissimi anni fa, che espone il nostro Paese a cifre molto più alte prima della costituzione di SOGIN, e a considerazioni economiche molto più elevate nel corso del tempo. È evidente che si accorciano i tempi e c'è un impatto molto più rapido, però tendenzialmente bisogna fare un bilancio costi-benefici complessivo rispetto a un impegno in più anni e un impegno immediato nel corso dei prossimi anni.
Per quanto riguarda le altre domande sulla parte della carta CNAPI, la classe sismica 1 era già esclusa dalla carta. Ci siamo resi conto che in alcuni contesti, proprio in maniera semplicissima, cioè guardando un po’ alla mappatura, alcune delle zone individuate figuravano in classe sismica 2. La classe sismica 2 è definita come zona ad alto rischio sismico. Metto davanti la premessa ingegneristica: è evidente che un deposito progettato anche in classe sismica 2 non ha nessun tipo di problema di tenuta o di struttura, nel senso che da un punto di vista progettuale e ingegneristico siamo in grado – anche con il presidente ne abbiamo parlato diverse volte – di affrontare la sfida tecnica e la sfida costruttiva di un impianto in classe sismica 2.
Riteniamo non opportuno oggi immaginare di allertare anche quelle popolazioni che sono in classe sismica 2 con l'idea che in quel sito possa esserci un deposito nucleare, perché evidentemente è meglio, visto che ci sono le alternative in classe 3 e 4, ubicare questo deposito in situazioni che possono generare un messaggio un po’ più di garanzia rispetto alla mediaticità del tema di mettere un deposito in zona ad alto rischio sismico.
L'altro aspetto sono i tre mesi dati dall'ISIN alla SOGIN per le ulteriori verifiche. Non vi nascondo che personalmente abbiamo mandato ieri una lettera in cui quantomeno lamentavamo a SOGIN questo aspetto, perché io ritengo che, se un ente ha il compito di avere e di predisporre una mappa, quella mappa deve essere aggiornata in real time e non è immaginabile che un'autorità dopo il controllo mi segnali che alcune delle mappe risalgono al 2014. Oggi l'interferenza che viene posta in essere da parte di ISIN giustamente lamenta il fatto che si fa riferimento a una valutazione del 2014 per quanto riguarda il rischio interferenziale di aeroporti e strutture di natura sensibile militare. Visto anche l'evolversi che hanno avuto strutture sensibili militari, con una serie di ipotetici smantellamenti o dismissioni di beni militari a patrimonio demaniale, questa situazione ovviamente potrebbe essere oggetto di qualche variazione, ma tendenzialmente potrebbe anche portare a un nulla di fatto.
Rimane la perplessità che SOGIN non abbia adempiuto fino a quel momento a questa verifica, mantenendo delle carte del 2014. Speriamo che il percorso vada molto più rapidamente nei 90 giorni e sicuramente saremo abbastanza pressanti ogni mese per capire a che punto siamo, anche eventualmente facilitando il rapporto tra gli enti, perché si parla da un lato del Ministero della difesa e dall'altro di ENAV e di strutture di coordinamento pubblico.
La modalità di condivisione pubblica è il nodo importante. Questa carta nel momento in cui verrà pubblicata sui siti dovrà essere apertissima. Il dibattito non deve avere un velo che nasconda e non sia trasparente. Tutto deve essere pubblico e trasparente, perché il dibattito deve essere vero e reale. Ovviamente immaginiamo anche di accompagnare questo con un percorso importante di informazione su cosa voglia dire avere un sito di deposito, anche ovviamente portando le esperienze che sono già in atto in altri Paesi europei a testimoniare come avere un deposito in alcuni siti oggi, a mio avviso, rappresenti una garanzia di sicurezza rispetto a come ipoteticamente sono, non in condizioni di sicurezza, Pag. 17rispetto ai criteri previsti dal deposito di messa in sicurezza definitiva, perché oggi sono considerati sicuri come depositi temporanei dove sono depositati i rifiuti. È evidente che questo possa essere un elemento di garanzia ulteriore per andare a risolvere molte di quelle criticità che oggi caratterizzano l'Italia.
Lancio questo messaggio: sarà importantissimo stabilire e mettere sul piatto i criteri in base ai quali individuare il sito, che dovranno tenere in considerazione, a mio avviso, anche dove sono oggi i rifiuti. Il costo associato ai trasporti è estremamente rilevante, oltre ad avere una componente di rischio molto più pesante.
Credo, quindi, che sarà importantissimo aprire un dibattito, e prevediamo sicuramente di farlo, con tutte le regioni coinvolte, per cercare di trovare una soluzione migliore all'ubicazione del deposito.
È evidente che ci sarà da correre per il rispetto degli accordi presi negli anni passati. Il 2025 è dietro le porte rispetto a una progettazione così lunga e così complicata come quella che può esserci dopo l'approvazione. Quindi, la nostra intenzione è cercare di aumentare il più possibile la condivisione e conteremo anche sulle vostre osservazioni e sulle vostre conclusioni che ovviamente potranno scaturire dopo un percorso di audizioni come quello che avete avviato.
ROSSELLA MURONI. Ringrazio il sottosegretario che ci dà questa opportunità di approfondimento, anche perché abbiamo capito dall'audizione che abbiamo avuto con la sottosegretaria Gava che è il Ministero dello sviluppo economico che in qualche maniera tiene le redini del processo, tanto che nell'audizione della sottosegretaria più volte si è ristabilito l'asse tra Ministero dello sviluppo economico e Ministero dell'ambiente e la divisione delle responsabilità.
La cosa mi preoccupa un po’ perché, al di là del processo di deindustrializzazione, un processo necessario di cui io credo tutti ci dobbiamo far carico, al di là delle appartenenze, naturalmente c'è un tema ambientale e di sicurezza che è fortissimo, trattandosi di rifiuti radioattivi.
Io le faccio una segnalazione. Sicuramente sono casi che il Ministero dello sviluppo economico già conosce. Io direttamente e anche questa Commissione siamo state interessate da un episodio che è avvenuto a Saluggia e abbiamo avuto due segnalazioni, una a Saluggia e una a Bosco Marengo, di interramento, naturalmente non autorizzato, di rifiuti nucleari. A Bosco Marengo in particolare dal 2014 non si hanno le analisi relative al grado di radioattività, mentre a Saluggia si è scavato per trovare rifiuti e se ne sono trovati altri, ma non quelli segnalati. L'incalzare dei fatti dimostra anche l'urgenza di prendere decisioni scomodissime come quella della carta nazionale sui siti. Bisogna trovare un luogo dove stoccare questi rifiuti.
Vengo alla domanda. Vorrei capire se il Ministero dello sviluppo economico è a conoscenza di questi episodi. Per quanto riguarda la carta nazionale, prima si parlava di processo di partecipazione. Mi chiedo se, una volta pubblicata, si intenda in qualche maniera dar seguito a una serie di iniziative volte a tranquillizzare la cittadinanza e ad informare, perché il fatto che non esce la carta, ma invece emergono gli episodi che dicevo prima, non fa che aumentare la tensione e la preoccupazione.
Per quanto riguarda la SOGIN, sottosegretario, dal 2001 al 2018 la SOGIN è costata ai consumatori elettrici 4 miliardi di euro, di cui solo 780 milioni sono stati per il condizionamento dei rifiuti pregressi e per lo smaltimento e 2 miliardi per il funzionamento della società stessa. Le snocciolo questi dati in questa maniera perché sto seguendo da tempo le vicende della SOGIN e io credo che il Ministero dovrebbe prendere seriamente in considerazione il commissariamento della SOGIN, se non si sblocca la situazione rispetto ai deficit funzionali che abbiamo registrato fin qui e che lei giustamente nella sua relazione riportava.
La relazione, mi deve perdonare, è stata un po’ lunga e immagino che ci verrà ridata in forma scritta. Quali sono i prossimi passi? Ci tengo, perché, siccome trovo che sia opportuno come tavolo, vorrei capire come intendete farlo funzionare.
DAVIDE CRIPPA, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Grazie. Provo a risponderle su alcune questioni. Innanzitutto noi abbiamo appreso notizie degli interramenti dalla stampa e abbiamo chiesto alle direzioni un approfondimento storico sui siti. Dalle relazioni che ci hanno mandato, oggi è chiaro che ISIN e la procura sono parti strettamente operative in quel campo.
Io non tendo ad accostare il fatto che manca la carta CNAPI al fatto che hanno depositato i rifiuti, perché tendenzialmente stiamo parlando di epoche molto diverse, per cui l'interramento di quei fusti risale a periodi strettamente molto più datati rispetto anche soltanto alla discussione sul periodo della carta CNAPI.
Comprendo, però, la necessità che la carta debba uscire, perché ovviamente anche come sistema Paese a livello internazionale noi dobbiamo dare una risposta e la dobbiamo dare anche per ragioni strettamente economiche, nel senso che la componente tariffaria A2 in bolletta incide parecchio e ovviamente, se questa ha un orizzonte temporale sempre più shiftato nel tempo, i consumatori si troveranno obbligati a pagare sempre più oneri.
Devo dire che nel corso dell'ultimo periodo l'Autorità per l'energia elettrica e il gas, che ha il compito di valutare la congruità tra le componenti addizionali A2 e il lavoro svolto dalla SOGIN stessa, ha chiesto una valutazione dello stato di avanzamento del decommissioning.
Le faccio questa esemplificazione. In passato si valutava rispetto ai costi, nel senso che il decommissioning veniva messo in stato di attuazione in base al costo, quindi, se il costo veniva affidato tramite gara esterna a una società esterna e quotava – dico un numero per fare un esempio – 100, quello mi quotava come 100 su un totale di 7,2 miliardi di decommissioning complessivo e, quindi, mi avanzava un gradino. Se io scegliessi di fare quella stessa lavorazione internamente, considerando anche le professionalità che SOGIN, ma soprattutto NUCLECO, che è un braccio operativo della SOGIN, può svolgere in determinati ambiti, ovviamente avrebbe un costo minore, perché lo sto facendo in house e in qualche modo quel costo di 100 è 70, ma è 70 su 7 miliardi. Dunque, quella stessa operazione rischiava di avere una valutazione in termini di avanzamento del decommissioning più bassa. L'autorità in questo caso ha chiesto di mettere lo stato di effettiva valutazione, quindi stiamo anche cercando di analizzare, insieme all'autorità, il percorso migliore atto a valorizzare anche l'utilizzo di risorse proprie e interne, al fine di aumentare la capacità operativa anche di società pubbliche come NUCLECO.
A proposito del commissariamento, parlare di commissariamento oggi che stiamo nominando i nuovi vertici credo sia poco opportuno. Ovviamente bisogna dare – questo lo condivido – delle linee di indirizzo operative chiare su come portare avanti questa attività. Il tavolo fatto sul decommissioning non è un tavolo per sedersi e discutere in generale, ma per programmare e comprendere, rispetto a un piano operativo di decommissioning, quali iniziative ogni Ministero, ogni struttura pubblica di controllo e ogni autorità deve mettere in campo, nel limite delle sue competenze e attribuzioni, per raggiungere quello stesso piano. Non è un'invasione di campo, come qualcuno ha cercato di dipingerla in passato, ma è una struttura di coordinamento soltanto di operatività per ogni attività, quindi ognuno poi da quella riunione prende le proprie parti e cerca di velocizzare i percorsi che vanno in un'unica direzione.
Banalmente spesso mancava l'autorizzazione finale del singolo comune in un processo che era da un anno e mezzo in stato di avanzamento. In altri casi mancava un parere semplice di uno dei Ministeri e tutto l'iter di una pratica che era di due anni operativa non riusciva a trovare la sua conclusione. Vorremmo evitare che nel caso di problematiche, dimenticanze o errori nella trasmissione di un documento, perché magari non è arrivata la persona giusta – e capita, ahimè, spesso – questa sottrazione possa essere quantomeno discussa intorno a un tavolo e possano essere verificate e risolte le criticità in maniera più rapida.
TULLIO PATASSINI. Grazie, signor sottosegretario, per la relazione esaustiva, che poi avremo modo anche di leggere e di studiare con attenzione, soprattutto in merito finalmente a un avvio di una tempistica: cronoprogrammi, attività e iniziative che sono in corso e che verranno fatte. Questo è importante, perché, come diceva lei, il Ministero dello sviluppo economico arriverà a definire una serie di attività che poi indirettamente andranno anche ad incidere su un minor costo della bolletta energetica per i cittadini.
Con l'occasione, quando è venuto il sottosegretario Gava, che è l’alter ego al Ministero dell'ambiente dell'attività che lei svolge al Ministero dello sviluppo economico, si parlava della necessità – non so se l'ha già espresso in relazione, magari mi dà solo conferma – di arrivare alla conclusione dei decreti per quanto riguarda i depositi temporanei di rifiuti radioattivi. Vorrei chiederle se questi decreti sono in fase di studio, in fase di approvazione o sono stati ultimati. Mi dica lei, grazie.
DAVIDE CRIPPA, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Ahimè, mi ha chiesto l'unico comma che ho saltato all'interno della relazione. Lo trova esplicitato all'interno della relazione consegnata nel paragrafo 7.C, dove abbiamo il nulla osta per l'installazione di depositi temporanei e impianti di gestione dei rifiuti.
Quello che lei pone è sicuramente uno dei temi importanti, perché è stato visto da più parti che spesso si ottengono procedure autorizzative allo smantellamento, ma poi manca il deposito temporaneo, il decreto attuativo. Da qui nasce l'esigenza del tavolo: quelle autorizzazioni sono autorizzazioni «dormienti». Io potrei operare, ma fino a quando non ho il deposito dove mettere, non inizio a smantellare una struttura, perché non saprei dove metterli, quindi conseguentemente quell'attività viene bloccata. Anche in questo caso il tavolo potrebbe dare un ulteriore stimolo a risolvere questa criticità.
GIOVANNI VIANELLO. Ringrazio anch'io il sottosegretario Crippa per la puntualità e la competenza. Prendo anche atto di alcune notizie positive che ci vengono riferite oggi, come ad esempio l'esclusione delle zone a rischio sismico di livello 2 e anche la questione del tavolo. Questo tavolo è davvero molto importante, anche perché in questo settore è necessario armonizzare tutti i procedimenti e soprattutto procedere con trasparenza, così come nelle intenzioni che ha poc'anzi enunciato.
Vorrei, però, comprendere meglio il passaggio che ha descritto su come viene calcolato l'avanzamento per il decommissioning. Se ho compreso bene – e vorrei capire anche quando è stato inserito questo criterio per questo metodo di calcolo – il decommissioning veniva calcolato in base alla spesa e non in base agli effettivi progressi. Questo significa chiaramente che con delle operazioni svolte in house si è avuto un risparmio, un avanzamento, ma così non veniva calcolato. Può anche chiarirmi quando sono stati decisi questi criteri?
DAVIDE CRIPPA, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Preciso che su questo è stata chiesta una relazione da parte dell'Autorità per l'energia alla SOGIN, che doveva essere trasmessa a giugno, sulla quale oggi l'autorità ha in fase un'attività di verifica rispetto ai contenuti che SOGIN ha mandato.
È un tema che stiamo discutendo ed è aperto un dibattito su come valorizzare meglio le parti in house, perché in effetti le attività in house hanno una problematica di riconoscibilità della tariffa. Questo è un elemento oggettivo, a cui si sta cercando di dare percorsi, con dei nuovi criteri di valutazione.
Quanto alla storicità, da dove nasca il livello è un tema che non mi sono posto, nel senso che da adesso in avanti è compito nostro ed evidentemente mi pongo oggi la problematica di come agire e di come trovare eventualmente le soluzioni più opportune per far sì che questi percorsi, in caso di valutazioni di lavori in house, abbiano una valorizzazione paritaria, come se l'attività fosse svolta e, quindi, conseguentemente fosse remunerata. Pag. 20
Infatti, il vero problema era che, essendo spesso personale interno, questo non potesse essere messo nella componente A2 come costo addizionale, mentre, se davo la stessa attività in esterno, lo potevo sostenere come costo. Se utilizzo personale interno, va nelle spese generali – sto banalizzando, per estremizzare il concetto –, se invece lo do in appalto esterno, lo mette come costo e l'autorità mi riconosce la copertura dei costi. Questo è un tema ovviamente da valutare, anche perché si rischia di impoverire competenze che in alcuni casi sono operative. NUCLECO è un braccio estremamente operativo della SOGIN. Pertanto, stiamo cercando di migliorare questo aspetto.
PRESIDENTE. Grazie per la relazione. Come già ci siamo detti più volte, mi auguro che non ci siano ulteriori rimpalli, anche perché escludendo una zona a rischio sismico 2, quando le tecniche ci sono per supportare questo, magari si escludono delle aree che però hanno altre caratteristiche e sono migliori rispetto ad altre in zona sismica minore.
Io ho incontrato la NEA, l'Agenzia europea nucleare, e andremo anche a Parigi dove hanno sede. Lì mi è stato detto che c'è un tavolo tra i Paesi europei e i Paesi dell'est per quanto riguarda anche la condivisione della gestione dei rifiuti ad alta radioattività. Lei ha parlato della volontà di trovare accordi con altri Paesi. Io ho segnalato anche questo, perché l'Italia ancora non faceva parte di questo tavolo. Ci sono già delle possibilità? Noi quando siamo andati in Francia e in Inghilterra ci hanno detto chiaramente di no, quindi immagino che ci siano Paesi dell'Est probabilmente. Quanto questa scelta andrà a influenzare le tempistiche e le caratteristiche del deposito nazionale?
Per quanto riguarda le garanzie che chiedono Francia e Inghilterra per lo scambio di combustibile riprocessato, sicuramente la carta darà una scossa alla mancanza di fiducia, però vi risulta che per quanto riguarda una piccola parte di combustibili già inviati o da inviare manca proprio, sia in Francia che in Inghilterra, la tecnica giusta per il processamento? C'è, quindi, anche un problema tecnico, non solo di fiducia, per quanto riguarda la nostra gestione dei rifiuti radioattivi?
Visto che spesso la normativa sui radioattivi è abbastanza frammentaria, ci sono vari decreti un po’ sparsi e manca una sorta di uniformità, se ho capito bene le parole che ha pronunciato, c'è la volontà di fare un testo unico che riveda tutta la normativa. Se è così, che tempistiche si prevedono?
Per quanto riguarda il dialogo tra gli enti e i Ministeri, non so se c'è un po’ di mancanza di condivisione. Com'è la situazione soprattutto tra i Ministeri e soprattutto per quanto concerne il personale specializzato? Infatti, essendo una materia molto tecnica, la specializzazione e l'esperienza del personale si stanno via via perdendo. Com'è la situazione da questo punto di vista?
Quanto ai ritardi sui decreti attuativi, che generano anche un po’ di carenze normative, qual è la causa di questa mancata emanazione? Magari alcuni decreti sono visti come inutili oppure semplicemente c'è una mancanza di personale o di tempo?
Per quanto riguarda il tavolo, ben venga il tavolo con una condivisione. Mi chiedo se sia previsto un tavolo anche per monitorare l'attuazione del piano nazionale.
Riguardo all'articolo 25 del decreto legislativo n. 31 del 2010, cioè la redazione di un programma per l'attività di ricerca e sviluppo, ci sono vari enti (università, Ministeri, enti di ricerca), ma non partecipa l'ISIN. Mi chiedo come mai, visto che magari potrebbe dare un contributo per quanto riguarda la sicurezza. Invece, l'ISIN è presente nel tavolo di cui ha parlato lei. Mi domando se, invece, la presenza in questo tavolo possa in qualche modo minare i requisiti di indipendenza dell'ISIN.
Per quanto concerne l'impianto Cemex, le chiedo se ci fa un piccolo approfondimento rispetto a quello che ha detto. Visto che da quello che ho capito bisogna ricominciare un po’ daccapo, vorrei sapere i tempi del bando e soprattutto, visto che chi partecipa dovrebbe avere esperienza nel settore, se c'è già un'idea di chi potrebbe Pag. 21partecipare all'effettiva realizzazione di questo impianto.
DAVIDE CRIPPA, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor presidente, cerco di rispondere in maniera generica su alcuni temi, mentre su altri, se per lei va bene, io le fornirei eventualmente una memoria aggiuntiva, qualora sulla parte di Cemex non sia sufficiente quello che abbiamo scritto. Anche su chi siano gli operatori dovremo ovviamente interfacciarci con i tecnici della SOGIN, che gestiscono una parte dei bandi di gara.
Per quanto riguarda i contatti con gli altri Paesi, i contatti ci sono e devo dirvi che generalmente la politica negli anni passati si è un po’ disinteressata del tema nucleare e anche questo probabilmente ha portato a trascurare l'emanazione dei vari decreti attuativi, che non sono mai stati emanati oppure sono stati emanati con dei ritardi mostruosi.
Quello che possiamo dire è che da quando siamo operativi abbiamo chiesto di smaltire gli arretrati rispetto a tutte le fasi obbligatorie attuative anche della parte nucleare, quindi su questo dovremmo riuscire in fretta a metterci in pari con gli adempimenti normativi assegnati.
Noi parlavamo di autorizzazione unica, ovvero che il percorso sia unico. Il fatto che sia necessario un testo unico è un tema che eventualmente lascio, ma non era menzionato all'interno della nostra memoria.
Per rispondere rispetto ai progetti europei, partecipo al gruppo di lavoro ERDO/Arius con ENEA e da poco abbiamo chiesto la partecipazione di un membro dell'ISIN sempre all'interno di questo processo. Seguiamo anche con interesse l'evolversi di queste situazioni a livello europeo, con progetti europei, anche perché siamo abbastanza convinti che, non essendo attenti alla questione oggi, rischieremmo poi di pagare con un gap di costo e competitività rispetto a eventuali soluzioni adottate a livello europeo.
Rispetto alla considerazione che faceva su Cemex, anche in questo caso c'è un contenzioso legale che si sta risolvendo, quindi alla fine verrà stabilito il contendere tra la ditta appaltante precedente e la SOGIN. Anche questo sarà un ulteriore elemento aggiuntivo rispetto a un costo o alla risoluzione delle problematiche relative al Cemex. È evidente che l'appalto oggi ha dovuto seguire quella strada per dare continuità operativa alla questione, quindi non si poteva attendere la risoluzione del nodo giudiziario e poi ripartire, dovevamo farlo in maniera contestuale. Andremo avanti con l'idea di appaltare quei lavori e chiudere più in fretta possibile anche quella progettazione e quella risoluzione.
Anche sull'altro aspetto, ovvero quali siano le incapacità gestionali e tecnologiche all'estero, mi riservo ovviamente di chiedere ai tecnici, perché non ne ho contezza al momento.
PRESIDENTE. Per quanto riguarda il testo unico non ho ben capito e soprattutto, poiché noi ci occupiamo di rifiuti in generale, rifiuti urbani eccetera, la competenza è regionale. Per il principio di precauzione, ci sono determinate categorie che in teoria sono potenzialmente a rischio di essere radioattive. Il controllo su quali sono le categorie a rischio potenziale è effettuato dalle regioni. In alcuni impianti ho visto che c'è il controllo sulla radioattività, in altri no.
Visto che per quanto riguarda questi rifiuti di potenzialmente bassa radioattività c'è una sorta di disomogeneità tra una regione e l'altra, mi chiedo se a livello centrale il Ministero ha un controllo, se mette dei paletti o delle linee guida, se c'è in previsione di dare una sorta di testo unico sui radioattivi che possa dare un'uniformità legislativa e, se sì, in che tempi.
DAVIDE CRIPPA, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. I rifiuti nucleari, come ovviamente ben sa, sono esclusi dalla legge n. 152, il testo unico, quindi hanno una normativa specifica a se stante, che oggi c'è ed è in vigore, per cui noi ci rifacciamo a quelle normative specifiche del settore, che sono di carattere nazionale.
C'è il tema importante con cui il nostro Ministero sta interfacciandosi rispetto alla rintracciabilità dei rifiuti nucleari. È partito un progetto di sperimentazione con Pag. 22SOGIN. Si tratta di progetti di tracciabilità della filiera nucleare su tecnologia blockchain. Con il Ministero dello sviluppo economico e SOGIN stiamo lavorando per realizzare questa tracciabilità blockchain del rifiuto del nucleare, in modo tale da avere poi una mappatura ben chiara dei flussi e delle quantità, anche a livello di produzione e di gestione, affinché sia tutto tracciabile. Partirà ovviamente in via sperimentale, però potrebbe essere poi esteso normativamente come soluzione.
PRESIDENTE. Ringrazio il sottosegretario Crippa e dichiaro conclusa l'audizione.
La seduta termina alle 11.45.