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Resoconti stenografici delle audizioni

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XVIII Legislatura

VII Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 7 di Mercoledì 6 novembre 2019

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Gallo Luigi , Presidente ... 3 

Seguito dell'audizione del sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega per l'editoria, Andrea Martella, sulle linee programmatiche dell'attività di Governo in materia di editoria (ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento della Camera dei deputati) :
Gallo Luigi , Presidente ... 3 
Mollicone Federico (FDI)  ... 3 
Palmieri Antonio (FI)  ... 4 
Ciampi Lucia (PD)  ... 5 
Colmellere Angela (LEGA)  ... 5 
Casa Vittoria (M5S)  ... 5 
Anzaldi Michele (IV)  ... 6 
Gallo Luigi , Presidente ... 6 
Martella Andrea , sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri ... 7 
Gallo Luigi , Presidente ... 14

Sigle dei gruppi parlamentari:
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Lega - Salvini Premier: Lega;
Forza Italia - Berlusconi Presidente: FI;
Partito Democratico: PD;
Fratelli d'Italia: FdI;
Italia Viva: IV;
Liberi e Uguali: LeU;
Misto: Misto;
Misto-Cambiamo!-10 Volte Meglio: Misto-C10VM;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Noi con l'Italia-USEI: Misto-NcI-USEI;
Misto-+Europa-Centro Democratico: Misto-+E-CD;
Misto-MAIE - Movimento Associativo Italiani all'Estero: Misto-MAIE.

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
LUIGI GALLO

  La seduta comincia alle 9.45.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata, oltre che dal resoconto stenografico, anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso, la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Seguito dell'audizione del sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega per l'editoria, Andrea Martella, sulle linee programmatiche dell'attività di Governo in materia di editoria .

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito dell'audizione del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Andrea Martella, sulle linee programmatiche dell'attività di Governo in materia di editoria. Saluto il sottosegretario Martella.
  Il sottosegretario ha svolto la sua relazione sulle linee programmatiche nella seduta del 29 ottobre; ricordo che per il dibattito successivo alla relazione del sottosegretario era stato previsto che ciascun gruppo potesse intervenire per otto minuti.
  È iscritto a parlare, per Fratelli d'Italia, l'onorevole Mollicone.

  FEDERICO MOLLICONE. Grazie, presidente. Grazie, sottosegretario, per essere tornato in Commissione. Il disegno di legge di bilancio 2020 introduce forme di sostegno alla domanda con l'estensione dell'applicazione dell’app18 all'acquisto di quotidiani, anche in formato digitale: sarebbe utile estenderla anche all'acquisto di periodici. Questo è più che altro un auspicio, un suggerimento.
  L'articolo 45 prevede la concessione di contributi alle scuole per l'acquisto di abbonamenti a quotidiani e periodici, al fine di sostenere la promozione della lettura dei giornali fra gli studenti. Sarebbe utile estendere tale misura ad altre categorie di persone, come ad esempio i giovani tra i diciannove e i venticinque anni (il target che legge di meno) e le persone anziane, ricomprendendo anche il circuito dei Centri anziani tra i beneficiari dei contributi per l'acquisto di quotidiani e periodici (il target che legge di più). Lo stesso articolo prevede un incremento del fondo pari a 20 milioni di euro annui, a decorrere dal 2020: si tratta di quelli derivanti dalla web tax, come annunciato? Sono fondi ulteriori rispetto ai 20 milioni previsti per l'incentivo di cui abbiamo parlato sopra?
  Rispetto alla web tax, nella sua relazione ha dichiarato che il 5 per cento del gettito, nel limite massimo di 20 milioni, verrà strutturalmente riservato al fondo per il pluralismo. Ci chiediamo – anche alla luce di stime ben differenti che individuano un perimetro di elusione fiscale per le multinazionali del web di 7 miliardi (dati tenuti in considerazione anche dal G20) – come venga fuori questa proiezione di 600 milioni, da cui poi la quota dei 20 milioni. Noi riteniamo che, in proporzione, la proiezione del ricavato sull'elusione fiscale della web tax dovrebbe ammontare a 200 milioni. Questo perché gli OTT (over the top) hanno causato nel settore editoriale una distorsione della concorrenza e Pag. 4non sono soggetti ad alcuna regolamentazione nazionale: eludono il fisco e si appropriano di contenuti editoriali (tutto il tema del copyright), senza riconoscere alcuna remunerazione agli editori. Non ci sembra che nella legge di bilancio sia previsto niente al riguardo e ci chiediamo se si pensa di prevederlo in qualche modo.
  Sulle edicole, che lei ha citato – e ne siamo contenti, perché a nostro giudizio sono un circuito importante – non ci sembra che ci siano disposizioni nel disegno di legge di bilancio: forse saranno inserite nella legge sull'editoria 5.0? O, se saranno inserite nella legge di bilancio, in quale punto? Quali saranno i tempi, gli interventi e il relativo sostegno economico? Il sistema delle edicole è oggettivamente – come ha evidenziato anche nella sua relazione – in grave difficoltà e ha sicuramente necessità di interventi urgenti che, se fossero presenti in legge di bilancio, risulterebbero più efficaci e più tempestivi.
  Sulla legge annunciata (Editoria 5.0) chiediamo che venga aperto il confronto, anche perché domani depositeremo la nostra risoluzione con impegni al Governo sull'editoria e con un appello a tutti i colleghi. Credo, infatti, che su questo argomento si possa non dico raggiungere l'unanimità, ma sicuramente una maggioranza di Commissione, trattandosi di un settore vittima della trasformazione dei costumi e, in particolare, dell'innovazione, che è sempre positiva ma che deve essere sostenuta nella conversione. Rispetto a questo, chiediamo la sua attenzione, sottosegretario, in particolare sugli ammortizzatori sociali: ci chiediamo se i fondi messi a disposizione per i prepensionamenti (il famoso rapporto 2:1) non siano insufficienti rispetto a un ammortizzatore sociale importante che tutto il settore aspetta, anche alla luce dei tre casi di crisi aziendali già aperte (Riffeser, Ascanews e altri). Quindi su questo in particolare le chiediamo la massima sensibilità e una risposta adeguata all'urgenza del tema.

  ANTONIO PALMIERI. Grazie, presidente. Qualche anno fa per strada si vedevano persone con una patacca all'occhiello che portava la scritta «Vuoi perdere peso? Chiedimi come» (erano i venditori di «Herbalife», prodotto allora in voga per dimagrire). La domanda rispetto alla sua relazione è: non vogliamo perdere peso, però ci chiediamo come. Come intende realizzare gran parte della lista dei proponimenti che necessariamente, all'inizio di un mandato, si è costretti a fare, soprattutto essendo in questa compagnia che, ogni giorno che passa, sempre più assomiglia alla celeberrima Armata Brancaleone.
  In questo senso la legge di bilancio oggettivamente è un primo banco di prova per il come. Quindi, siamo in attesa di avere qualcosa di più definito e definitivo per poter avviare un'interlocuzione, come sempre, positiva. Come dicevo ieri al ministro Fioramonti, poiché ci chiamiamo Forza Italia, la nostra ragione sociale ci obbliga a lavorare per il bene di tutti.
  Tre cose ulteriori. Giornali a scuola. C'è da assicurare che non siano i soliti giornali, nel senso che anche in quel caso c'è un pluralismo di opinioni da salvaguardare, perché altrimenti il rischio è che siano i soliti giornaloni che finiscono a scuola, nel tentativo di recuperare quel controllo sociale che hanno già perso da tempo. Una recente indagine ha rilevato come (e ne parla su «Italia Oggi» il professor Luigi Curini) l'Italia sia il Paese dove il giornalismo è più spostato a sinistra e dove, paradossalmente (ma non troppo), il mercato elettorale è più solidamente spostato verso il centrodestra.
  Seconda questione, il tema della web tax, di cui ha parlato il collega Mollicone. La web tax giace da due anni oramai inapplicata; le ricordo che noi abbiamo praticato quella che ho definito, intervenendo in aula alla presenza dell'allora premier Gentiloni, la via italiana che è passata attraverso l'accordo con singoli over the top, che ha portato nelle casse dell'erario una cifra attorno al mezzo miliardo di euro, oltre all'accordo che sanava il pregresso e apriva una prospettiva per il futuro. In attesa di vedere se questa è la volta buona, ma soprattutto in attesa che il lavoro del G20 diventi un'azione comune e collegiale, forse anche riscoprire questa via italiana non sarebbe male. Pag. 5
  L'ultimo punto è sulle fake news. Naturalmente siamo tutti contro le fake news. Noi stiamo dibattendo in Commissione l'istituzione di una Commissione d'inchiesta, in merito alla quale non si hanno notizie circa l'atteggiamento del Governo. La Commissione è stata richiesta dal suo partito, la proposta di legge parte dal suo partito, quando era all'opposizione, con l'evidente intento di andare contro la maggioranza del tempo, accusata di essere quella che per prima diffondeva fake news in rete: sarebbe interessante sapere qual è la sua opinione personale, ma soprattutto in merito alla funzione che lei svolge, rispetto alla quale non possiamo, per antica amicizia, che augurarle buon lavoro.

  LUCIA CIAMPI. Grazie, presidente. Sottosegretario, prima di tutto la devo ringraziare per l'ampia e analitica relazione che ci ha presentato. Anch'io, come l'onorevole Palmieri, vorrei porre la questione della disinformazione, quella massiva che corre sui social e la vorrei informare – ma probabilmente lo è già – del fatto che questa Commissione sta incardinando una proposta di legge per l'istituzione di una Commissione d'inchiesta sulle fake news. L'Osservatorio sulla disinformazione e l'Autorità per la garanzia nelle comunicazioni certificano e, in maniera dettagliata documentano, il livello pericoloso della nostra disinformazione. Siccome l'informazione è un bene collettivo primario, indispensabile per il funzionamento della democrazia per integrare i principi fondamentali della libertà di pensiero e del pluralismo delle fonti, anch'io sono molto interessata a sapere come si pone lei, come si pone il Governo nei confronti di questo problema, dato che con interesse ho apprezzato la sua disponibilità a introdurre nell'ordinamento forme adeguate di controllo. Lei ha parlato di una legge 5.0 che deve assolutamente comprendere anche queste forme di informazione veicolate dai social. Quindi, vorrei conoscere la sua opinione e l'indirizzo del Governo relativamente all'introduzione nell'ordinamento di forme adeguate di controllo dell'informazione.

  ANGELA COLMELLERE. Grazie, presidente. Chiedo lumi in merito al fatto che i 14 milioni destinati all'editoria, al prepensionamento e ai poligrafici sembrano non essere inseriti nel disegno di legge di bilancio. Quindi, vista la problematica e la preoccupazione di tutti, vorremmo avere garanzie e conoscere la posizione del Governo al riguardo. Inoltre vorremmo capire se il Governo intenda svolgere un'azione incisiva circa i contratti FIEG-FNSI (scaduti nel 2016) e il contratto FNSI-USPI (disdettato nelle scorse settimane).
  Nella sua lunga relazione ha già affrontato in maniera importante la questione legata al copyright: in proposito vorrei sapere se e quando il Governo avrà intenzione di recepire la cosiddetta «direttiva Copyright» che scade nel giugno 2021.

  VITTORIA CASA. Grazie, presidente. Mi complimento prima di tutto con il sottosegretario per la relazione che ci ha fornito la volta scorsa, che ho trovato molto ampia e approfondita. Ho condiviso molti dei temi che ci ha illustrato, primo fra tutti la volontà di potenziare il pluralismo dell'informazione che è sicuramente sintomo di qualità. Sappiamo bene che un'informazione pluralistica non può che far bene all'informazione in generale. Così come ho apprezzato la lotta al precariato e, soprattutto, la difesa di quei giornalisti che vengono quotidianamente, in alcune zone, presi di mira anche con atti di querela.
  Ha parlato di patto culturale, attenzione ai giovani non solo attraverso l'attivazione di startup innovative e di campagne di informazione (vedi il patto per la promozione della lettura); ma mi piacerebbe sapere se all'ordine dei lavori è prevista la creazione di un protocollo d'intesa, soprattutto con il Ministero dell'istruzione e della ricerca, per lavorare sulla media education.
  La collega parlava poco fa di fake news. Sappiamo bene quanto sia importante e stia diventando sempre più grande il problema delle fake news e della disinformazione; credo che, proprio perché siamo in questa Commissione, sia necessaria un'attività di prevenzione e di educazione. Vorrei sapere se c'è allo studio un protocollo d'intesa, un patto culturale che comprenda Pag. 6non soltanto la Presidenza del Consiglio, in materia di editoria, ma anche il Ministero dell'istruzione affinché nei curricula della scuola, soprattutto di quella secondaria di secondo grado, vengano portati avanti obiettivi per il raggiungimento di traguardi di competenza in questo settore. Ritengo che i ragazzi debbano avere la capacità e la competenza per poter decifrare, decodificare i messaggi e capire qual è la giusta e la cattiva informazione. Auspico in questo senso che ci sia un'attenzione particolare nel voler portare avanti questo processo di media education, che non venga lasciato soltanto alla singola attenzione del docente o della scuola, ma che ci sia un'attività più organica da parte dei Ministeri in forma congiunta.

  MICHELE ANZALDI. Grazie, presidente. Provo a ripartire da dove mi ero fermato la volta precedente. Un tema ricorrente negli interventi è quello del bisogno di informazione; per questo bisogno di informazione la fonte primaria dove ci si approvvigiona (giornali, giornali on line, siti) sono le agenzie di stampa. Tutti i Governi, di qualunque colore, hanno provato a migliorare il settore (con dubbi risultati), perché bisognava unificarle, diversificarle e alla fine alcune si sono raggruppate e sono quelle adesso in maggior crisi; altre addirittura hanno chiuso: le prime che mi vengono in mente sono Omniroma, Omninapoli, Omnimilano e «Il Velino». Le chiederei di porre attenzione, perché quella è una fonte primaria di informazione che guida tutto il settore, che è stata vittima di diversi Governi che, in buonafede, hanno tentato di migliorare la cosa. Tuttavia, adesso ci sono disfunzioni che andrebbero sanate, soprattutto dal punto di vista economico.
  La seconda cosa che vorrei sottolinearle concerne l'editoria cosiddetta «minore», quella locale dei piccoli giornali che hanno un grosso ruolo di informazione sul territorio e soprattutto hanno un grandissimo ruolo di formazione: tutti i giovani imparano lì. Dove non ci sono le scuole di giornalismo, si formano sul campo. Secondo me, proprio per il loro ruolo di informazione e formazione, andrebbero garantite e forse addirittura aiutate dal Governo nella transizione verso il mezzo futuro: il giornale on line, il giornale sul web che ha un costo per chiunque, figurarsi per una piccola realtà come il giornale locale di una piccola valle, di una provincia o di una piccola frazione. Se il Governo pensa di non poter più sostenere contributi di quel tipo, forse occorre ragionare su una forma di transizione verso l’on line, verso quello che è il futuro. On line significa arrivare a piattaforme che possano andare sul telefonino che tutti teniamo in mano: noi adulti per gran parte della giornata, i giovani praticamente h24, ed è lì che loro leggono, si informano con informazioni vere o fake news. A mio avviso, il ruolo del Governo dovrebbe essere anche quello di indirizzare queste fonti di informazione, che fino adesso hanno svolto un loro ruolo e continuano a svolgerlo, verso una modernizzazione, per andare verso il futuro. Però rischiare che tutte queste realtà vengano penalizzate o addirittura siano costrette a chiudere, sarebbe una perdita gravissima per tutto il settore dell'informazione e della formazione.
  Mi permetto di nuovo di sollecitarla a prestare attenzione alle agenzie, la fonte primaria di informazione: la cosa più difficile in questo Paese. Lo dico da ex addetto stampa: oggi come oggi sono gli unici che non possono copiare, gli unici che vengono smentiti. Se c'è un errore su un giornale, la smentita può anche non arrivare, invece loro sono gli unici che non possono copiare e dopo un minuto vengono smentiti e devono correggere.

  PRESIDENTE. Voglio intervenire nel dibattito rispetto anche agli ultimi interventi che mi hanno stimolato una riflessione, a partire da quello di Palmieri che ha sollevato il tema della disinformazione, delle fake news, ma anche dell'editoria nelle scuole, parlando di uno sbilanciamento tra editoria di centrodestra ed editoria di centrosinistra, per continuare con l'intervento della collega Ciampi che, pure, ha fatto riferimento al tema del controllo dell'informazione e della disinformazione. Credo che in questo dibattito – quindi la mia domanda al sottosegretario è questa – si ragioni molto sulla produzione dell'informazione Pag. 7 da parte dell'editoria e su chi debba essere soggetto di controllo dell'informazione. Poco, a mio avviso, si è invece riflettuto sul problema grave di povertà educativa e culturale di questo Paese. Se abbiamo questo fenomeno per cui la realtà sembra non essere interpretata adeguatamente, significa che c'è uno sbilanciamento tra quello che si crede essere la realtà e quella autentica dei dati (questo lo dicono fonti di ricerca vere), abbiamo un problema grave. Quindi, dal momento in cui nel nostro Paese si parla tanto di industria 4.0, di editoria 5.0, che cosa si può prevedere per un'alfabetizzazione 4.0 o 5.0? È questo oggi, a mio avviso, uno dei temi su cui una compagine di governo dovrebbe accendere un grosso riflettore. Come Commissione cultura, ci abbiamo provato con una legge-quadro sulla lettura, inserendo primi elementi di attenzione di tutte le forze politiche sul tema. Quindi, come invertiamo la tendenza alla disinformazione, vista dal punto di vista del cittadino? Quali sono gli strumenti critici a disposizione dei cittadini per decodificare un'informazione che dovrebbe tendere verso la verità? E complesso, perché risulta più facile fare un giornale che si chiama «La Verità», piuttosto che tendere verso la stessa. Chiedo, pertanto, se questo rientra tra le attività che il sottosegretario all'informazione e all'editoria ha intenzione di svolgere.

  ANDREA MARTELLA, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Grazie, presidente. Ringrazio tutti voi. Lo faccio non formalmente, perché la qualità delle domande che mi è stata rivolta e la profondità dei contenuti che spingono me ad un'ulteriore riflessione potranno essere di aiuto per migliorare le mie dichiarazioni programmatiche e il lavoro che si potrà fare nei prossimi tempi, a partire dalla legge di bilancio, anche in previsione di un altro appuntamento di confronto con l'altro ramo del Parlamento, che avverrà nelle aule del Senato nelle prossime settimane e che stiamo concordando con i presidenti delle Commissioni cultura e affari costituzionali.
  La seconda cosa in premessa è un ringraziamento, perché ciascuno, con il proprio punto di vista, ha messo in evidenza una condivisione di fondo attorno a questi problemi e alle scelte che possono essere prese attraverso un apprezzamento (largamente immeritato), di cui vi ringrazio, della mia relazione, che mi fa sperare nella possibilità di un lavoro collegiale in questa Commissione, in quel clima di positivo confronto unitario, richiamato anche da molti vostri interventi e che intendo praticare in un confronto costante tra il Parlamento e il Governo su questo tema e, mi auguro, anche su altri.
  Il fatto che abbiate considerato (poi vedremo come andrà, quali saranno gli esiti di tutto questo) l'impegno, la serietà e perfino la passione con cui ci stiamo accostando a questi temi, non può che farmi piacere e ritrovo in voi la stessa passione e lo stesso impegno, che in questa Commissione parlamentare ho avuto modo di verificare anche nel corso degli anni delle passate legislature.
  Per quanto riguarda le risposte, seguirò il filo delle domande dell'altra volta, partendo quindi dagli interventi che ci sono stati in quell'occasione. Poi cercherò di rispondere alle ultime domande.
  La volta scorsa l'onorevole Fratoianni ha posto il tema relativo ad alcune realtà editoriali e ha manifestato preoccupazione per le agenzie di stampa, che anche l'onorevole Anzaldi ha citato la volta scorsa e che ha ripreso oggi. Come ho detto, il Governo ritiene di dare stabilità e certezza alla contribuzione diretta. Ripeto che si tratta di una forma di sostegno presente in tutti gli altri Paesi europei e, pertanto, abbiamo deciso di prevedere nell'articolato della legge di bilancio, che voi avete visto, un differimento del taglio dei contributi diretti all'editoria, previsto nella precedente legge di bilancio. Questo al fine di ridisegnare l'intero sistema attraverso una legge organica e un confronto con il Parlamento e con tutti i soggetti che devono essere coinvolti. In questo senso credo di aver risposto all'onorevole Fratoianni precisamente in merito alla sua preoccupazione sulla possibilità che i Pag. 8contributi potessero essere ridotti già nel corso dell'anno prossimo, a valere su quello precedente.
  Per quanto riguarda la vicenda di Radio Radicale, richiamata dall'onorevole Fratoianni nello scorso intervento – come avrete visto dai giornali – abbiamo previsto, oltre a quanto si inquadra nel contesto della quota spettante al contributo diretto (con risorse che non sono quelle della Presidenza del Consiglio, del Dipartimento dell'editoria ma del Ministero dello sviluppo economico), di stanziare 8 milioni nell'anno 2020 per i servizi di trasmissione radiofonica delle sedute parlamentari, fino all'espletamento di una gara pubblica che dovrà completarsi entro il 30 aprile 2020. Quindi, a mio modo di vedere, abbiamo assunto una decisione saggia: c'è un servizio che è stato garantito nel corso di questi anni; ora è necessario segnare una pagina nuova e bandire una gara d'appalto. Siccome è un servizio pubblico e gli stanziamenti sono previsti, chi vincerà la gara svolgerlo dal 30 aprile 2020 in poi.
  Per quanto riguarda le agenzie di stampa, altro tema posto dall'onorevole Fratoianni che, avendo avuto la fortuna di intervenire per primo, ha posto una serie di questioni che adesso richiamo collegandole anche agli altri interventi, c'è un problema di conciliare il principio del pluralismo e della corretta competizione tra gli operatori. A questo proposito, il mio impegno sarà quello di verificare tutte quelle soluzioni tecniche, con un presupposto di carattere giuridico e, quindi, di natura legislativa, in grado di riconoscere le peculiarità del servizio erogato dalle agenzie di stampa, non considerando il servizio di informazione primaria alla stregua di un altro bene che possa essere acquisito sul mercato. Voglio dire che dovremmo studiare nel corso di questo periodo anche una forma diversa (se possibile) di soluzione giuridica che possa consentire, da parte dello Stato, l'acquisizione del servizio erogato dalle agenzie di stampa, che – come ho ricordato nella dichiarazione programmatica della volta scorsa – hanno una grandissima importanza e impegnano una cifra rilevante del bilancio della Presidenza del Consiglio, del Dipartimento editoria.
  Per quanto riguarda le sollecitazioni pervenute dall'onorevole Fusacchia la volta scorsa, tra le considerazioni di ordine più generale che mi sembra interessante, in prospettiva, tenere in considerazione, segnalo innanzitutto quella dell'interlocuzione con il MIUR per accompagnare, da un punto di vista formativo, la trasformazione di quelli che lui ha definito i «mestieri» dell'informazione. È un tema sul quale sicuramente dover riflettere e avviare con il Ministero dell'istruzione una collaborazione e un'interlocuzione.
  Circa gli incentivi alla costituzione di startup editoriali innovative (altro tema posto) promosse dai giovani, vorrei rassicurare che, per quanto mi riguarda dovrebbero essere uno dei cardini principali delle politiche di sostegno all'offerta, che dovremo individuare nella legge che vorrò proporre.
  In merito all'intervento dell'onorevole Mollicone, vorrei partire dal tema centrale, che ho considerato nelle mie dichiarazioni programmatiche: quello della web tax, che poi è stato richiamato anche dall'onorevole Palmieri. Nelle mie dichiarazioni ho parlato di una nostra proposta, che dovrebbe essere vagliata dall'intero Consiglio dei ministri (come è avvenuto), circa la destinazione di una quota del gettito al sistema dell'informazione, per introdurre una sorta di compensazione per la digital disruption, che ha penalizzato il sistema editoriale negli ultimi anni. La legge di bilancio non recepisce esattamente questa proposta, prevedendo una parte del gettito della web tax a favore dell'editoria e dell'informazione, anche perché il regime fiscale della web tax è tuttora oggetto di definizione a livello OCSE. Se a questo livello non si raggiungerà un accordo, comunque il MEF e la Ragioneria hanno ritenuto di assicurare le risorse all'editoria. Aggiungo però che, se non si dovesse raggiungere questo livello di definizione in sede OCSE, il tema sarà affrontato dalla nuova Commissione europea in via normativa, se possibile, o attraverso la cooperazione rafforzata. Ne ho parlato ieri in un incontro con il commissario Pag. 9 degli affari economici Paolo Gentiloni che, avendo la delega delle politiche fiscali, presiederà anche questo tema della web tax. Quindi credo che potremmo, una volta che ci sia una definizione o a livello di OCSE o a livello europeo o con la cooperazione rafforzata con un intervento normativo, avere ben chiaro l'importo di questo tipo di gettito e stabilire una destinazione più precisa anche delle nostre risorse.
  La proposta avanzata dall'onorevole Mollicone la volta scorsa in merito all'istituzione di un indirizzo di rete internet a fini fiscali per assegnare ad ogni piattaforma digitale un'identità fiscale non rientra nel mio perimetro di competenza. Ritengo comunque che questo tema, come in generale il tema della web tax – per le ragioni che ho detto prima – dovrebbe essere affrontato su scala sovranazionale.
  Per quanto riguarda le edicole, il credito d'imposta introdotto nell'ultima legge di bilancio è tuttora finanziato e attivo per il 2020, perché è una misura 2019-2020, quindi è una sperimentazione tuttora attiva. Condivido l'esigenza di stabilizzarlo a decorrere dal 2021 con gli opportuni correttivi che potranno essere suggeriti dall'esperienza diretta (sto verificando attraverso una serie di incontri che sto avendo con i soggetti interessati); probabilmente va ricalibrato e reso più efficace, prevedendo alcuni correttivi quali, ad esempio, la deducibilità delle spese di locazione. Questo è uno dei temi che mi è stato segnalato come problematico per la difficoltà delle edicole ad accedere a questo credito d'imposta previsto dal precedente Governo. Io penso che si tratti di andare avanti su questa linea e che per il 2020 dovremo cercare di dare maggiore visibilità alla misura perché sia più conosciuta, più efficace e magari perché possa essere corretta per renderla più estesa. Siccome ho parlato complessivamente di una legge editoria 5.0 che deve tenere conto di tutta la filiera, ritengo che quella delle edicole, a partire dagli editori, passando per i giornalisti e arrivando alla distribuzione attraverso le edicole, dovrà essere uno dei cardini fondamentali di questa legge. Quindi vorrei rassicurarlo sulla mia intenzione di proseguire con l'applicazione di questo credito d'imposta, anzi di rafforzarlo rendendolo più efficace.
  Per quanto riguarda le altre questioni poste dall'intervento odierno dell'onorevole Mollicone, abbiamo previsto nell’app Cultura la possibilità per i giovani di poter avere anche un abbonamento digitale o cartaceo, quindi è un'ulteriore facilitazione. Devo essere molto sincero, lo stanziamento delle risorse dell’app Cultura è diminuito rispetto all'anno scorso, quindi è stato possibile introdurre questa misura a favore dei giovani diciottenni per i quotidiani. Magari verifichiamo, durante l’iter parlamentare, se è possibile estenderla anche ai periodici. È un tema su cui si può sicuramente ragionare, tenendo conto delle risorse che saranno disponibili.
  L'ultima questione è quella relativa alle agenzie di stampa. Concordo con la vostra intenzione di proporre una risoluzione in Commissione alla quale il Governo risponderà. Mi auguro (come spesso è avvenuto per le risoluzioni) di trovare punti di convergenza per lavorare su obiettivi comuni. Non so se poi questo avverrà unitariamente, per parti separate, con premesse diverse. Credo che dovremmo avere la capacità – voi – di stare in questa Commissione e – per quanto mi riguarda – al Governo, con l'idea che su alcune questioni di fondo si possa raggiungere una convergenza.
  Per quanto riguarda i fondi per i prepensionamenti – così rispondo all'onorevole Mollicone e all'onorevole Colmellere che ha posto questo tema insieme ad altri due, a cui invece risponderò dopo – la misura è in fase di perfezionamento. Le risorse a valere sul fondo dell'editoria per rifinanziare la legge n. 416 ci sono; si sta perfezionando la questione, perché non è solo di competenza del sottoscritto ma anche del Ministro del lavoro. Ci saranno comunque emendamenti da porre all'esame del Parlamento, vedremo in quali forme. Visto che le risorse a disposizione ci sono, credo che si potrà trovare un'intesa tra tutte le forze politiche e fare in modo che questo intervento (meno innovativo degli altri ma sicuramente necessario per le Pag. 10difficoltà che ci sono nel settore) possa essere fatto. Tendenzialmente rimarrei, però, con l'idea che ad un prepensionamento di un grafico, di un poligrafico o di un giornalista debba corrispondere un turnover consistente. Ho detto che dovrebbe essere nel rapporto di 2:1. Se poi vogliamo discutere anche su questo, possiamo farlo, però non possiamo prevedere misure per il prepensionamento senza pensare che ci siano anche misure per l'ingresso dei giovani nel mondo del lavoro, di giovani giornalisti, e non solo (abbiamo detto anche di professionisti del digitale), che possano quindi consentire quel necessario turnover, di cui tutti quanti conosciamo la necessità.
  Per quanto riguarda l'onorevole Michele Anzaldi, condivido la preoccupazione di seguire contemporaneamente la salvaguardia del cartaceo e l'attenzione alle nuove tecnologie. Penso che si debba consolidare la produzione cartacea ed essere ancora più attenti all'evoluzione delle nuove tecnologie. È visibile a occhio nudo che ormai molte persone, soprattutto giovani, si informano, lavorano e talvolta studiano attraverso lo smartphone. Penso che però dovremmo tentare, per parte nostra, di trovare un equilibrio tra il sostegno alla produzione cartacea e le nuove forme on line. Questo mi pare un punto di equilibrio che deve essere mantenuto.
  Per quanto riguarda il meccanismo di erogazione dei contributi diretti, di cui parlava l'onorevole Anzaldi, penso che con la legge editoria 5.0 dovremmo ricalibrare la forma dei contributi diretti e indiretti con un approccio sistemico, differenziato per tutto il sistema dell'informazione, a partire da quella vasta, variegata, estesa infrastruttura di informazione che è data dall'editoria locale che, per volumi e per diffusione, costituisce un patrimonio informativo fondamentale per il nostro Paese e per il pluralismo dell'informazione. Quindi per la legge, secondo me, si dovrà pensare una strada diversa per nuove forme di contributi diretti e indiretti; ma il tema dell'editoria locale, il sostegno all'editoria locale con forme di contribuzione diretta e indiretta dovrà essere un punto cardine della prossima editoria, perché – come ha ricordato anche la Corte costituzionale – l'informazione è una condizione preliminare per il nostro assetto democratico, prima ancora che una scelta di indirizzo politico o governativo.
  Per quanto riguarda le agenzie di stampa, la domanda dell'onorevole Anzaldi è un po’ diversa da quelle poste in precedenza. Prima si chiedeva se è possibile ipotizzare per la fornitura del servizio primario delle agenzie forme diverse dalla gara d'appalto, utilizzata nel corso degli ultimi anni. Ho già spiegato che possiamo verificare se ci sono soluzioni diverse da adottare. L'onorevole Anzaldi invece ha parlato, come anche l'onorevole Fratoianni, di una situazione peculiare del nostro Paese rispetto al contesto europeo e internazionale, avendo noi un elevato numero di agenzie nazionali rispetto agli altri Paesi. Qui rispondo dicendo che, da parte del Governo, non è possibile introdurre misure di stampo dirigista che impongano l'aggregazione delle agenzie. Tuttavia, penso – e lo potremmo fare insieme – che nell'ambito della legge di sistema che intendiamo adottare possano essere individuate alcune forme di stimolo, anche indiretto, per quella che può essere un'ottimizzazione organizzativa e dimensionale.
  L'onorevole Casciello, nel suo intervento della volta scorsa, ha fatto un incipit particolarmente critico rispetto al tema dei rapporti all'interno della maggioranza sulle scelte che riguardano l'editoria. Vorrei dire che nella mia esperienza parlamentare mi sono ritrovato sia tra le fila della maggioranza che tra quelle dell'opposizione, quindi capisco le critiche e le premesse politiche fatte dall'onorevole Casciello (e dall'onorevole Belotti). Vorrei quindi rassicurarli che non esistono problemi irrisolvibili; che di queste questioni abbiamo parlato all'interno della maggioranza e nel Governo; abbiamo raggiunto un'intesa che è quella che ho anticipato, che è presente nel testo del disegno di bilancio, negli articoli che riguardano l'editoria, come ho anticipato. Questo è avvenuto perché c'è stato un confronto, perché c'è stata una scelta comune che ritroviamo nel testo. Quindi vorrei rassicurare l'onorevole Casciello circa la tenuta e il prosieguo di queste scelte. Pag. 11
  L'altro tema posto era relativo al fatto che il margine di un anno poteva essere troppo breve per una legge nel settore dell'editoria. Indubbiamente può essere breve, però è un tempo che ci potremmo dare, se ci lavoreremo seriamente, per ottenere dei risultati; anche perché non si tratta proprio di partire da zero, ma di coordinare tutta una cornice di interventi di sostegno già sperimentati anche in passato, magari ricalibrandoli sulla base della natura e dei bisogni nuovi di tutti i soggetti della filiera. Quindi è un lavoro certo difficile, sicuramente ha bisogno di tempo, ma è anche vero che potremmo farlo sulla base degli interventi già pensati, già sperimentati nel corso degli ultimi anni.
  Quanto alla distribuzione (terza questione trattata dall'onorevole Casciello, terza ma non ultima), è vero che c'è bisogno di un'adeguata regolazione dei rapporti economici tra tutti i soggetti della filiera distributiva e, per quanto mi riguarda, l'azione del Governo sarà orientata per rendere più incisiva ed efficace l'integrazione degli operatori economici, attraverso una serie di interventi concertati con tutti gli attori del sistema. Se parliamo di una legge di sistema, per prima cosa dobbiamo fare in modo che ci sia un assetto equilibrato tra tutti i soggetti e tutte le componenti della filiera.
  Infine, preciso che il tema delle cosiddette «querele bavaglio» (posto dall'onorevole Casciello) non è di mia competenza. È un tema di competenza del Parlamento e della Commissione giustizia dove sono pendenti varie proposte di legge, provenienti anche da forze politiche diverse, alcune delle quali hanno avuto quattro letture nella precedente legislatura. Auspico che questo intervento legislativo possa essere fatto. Come ho detto, per quanto mi riguarda, la risposta non può essere quella della repressione penale, come ha recentemente affermato la Corte costituzionale: deve essere semmai un sistema di sanzioni civili più congruo, adeguato ai nuovi mezzi di informazione, accompagnato da un rafforzamento del codice deontologico e da una maggiore responsabilizzazione di tutti i soggetti coinvolti nella produzione di contenuti giornalistici, dagli editori ai direttori e, ovviamente, ai giornalisti.
  Vorrei, per le sue considerazioni fatte la volta scorsa, ringraziare l'onorevole Piccoli Nardelli, e lo faccio con stima e amicizia particolare avendo avuto modo di conoscerla e di lavorare nella scorsa legislatura con lei. Ritengo che ci siano tutte le condizioni per svolgere in Commissione quel lavoro nel merito delle questioni, a cui lei ha fatto riferimento e a cui anche io ho fatto riferimento all'inizio di questo intervento, sulla necessaria collaborazione fra Governo e Parlamento su questa materia (e mi auguro non solo su questa). Mi fa piacere che l'onorevole Nardelli abbia evidenziato come il metodo di lavoro possa essere una scelta qualificante per lo svolgimento del mio mandato. Vi ho spiegato quale intende essere il metodo che voglio adottare.
  Quanto alle forme di sostegno all'editoria (altra considerazione fatta dall'onorevole Piccoli Nardelli) ritengo che nella nuova legge organica si dovranno ricondurre tutte le forme di aiuto diretto e indiretto senza preclusioni per l'uno o per l'altro sistema di sostegno e, anzi, prevedendo la possibilità (tema posto dall'onorevole Lattanzio) di un ulteriore ampliamento del perimetro, sempre sulla base del disegno che daremo a questa nuova legge sull'editoria.
  Infine, l'onorevole Piccoli Nardelli ha suggerito di assumere l'esperienza del credito d'imposta per le librerie per modellare un sistema strutturale di incentivi fiscali per le edicole. È un tema molto giusto sul quale penso che dovremmo lavorare, magari omogeneizzando le scelte che potremmo fare sulle edicole con quanto è stato già prodotto in materia di credito d'imposta per le librerie.
  L'onorevole Daniele Belotti ha posto il tema del credito d'imposta per le edicole, di cui ho già detto. Ha poi posto il tema dell'INPGI. Ribadisco che l'autonomia e la solidità finanziaria dell'Istituto rivestono un'importanza cruciale ai fini dell'indipendenza della professione giornalistica. Ritengo che la questione debba essere tenuta in grande considerazione ed è per questa ragione che nei giorni scorsi ho scritto una Pag. 12lettera al presidente del Consiglio Conte per invitarlo a monitorare questo percorso di risanamento finanziario dell'Istituto, proponendo anche di fare un tavolo tecnico con la partecipazione di tutte le amministrazioni competenti per verificare e accompagnare questo tipo di percorso. Credo di averle risposto con la massima attenzione, perché anche in questo caso è un tema di competenza non solo della mia parte, ma che prevede il coinvolgimento di tutte le amministrazioni competenti.
  Per quanto riguarda la richiesta, sempre dell'onorevole Belotti, di programmi per le lingue minoritarie non riconosciute, oggi le convenzioni si riferiscono esclusivamente alle lingue che la legge individua come minoritarie. Quindi, a prescindere dal merito della proposta, non c'è margine in questo momento per l'ammissione di nuove lingue, se non quelle già riconosciute.
  L'onorevole Lattanzio nel suo intervento (che ho molto apprezzato, anche per il lavoro di confronto che ho avviato con lui nelle settimane precedenti) ha posto l'esigenza di un sostegno pubblico indirizzato alla stampa locale e all'editoria di prossimità, fondamentale per il nostro Paese. È un auspicio che condivido, di cui ho già detto prima. Del resto già i giornali locali e quelli diocesani sono, per numero di testate ammesse, i principali soggetti beneficiari dei contributi diretti e ritengo che non si possa arretrare dal livello di investimento pubblico che oggi raggiunge le realtà editoriali locali e quelle in forma cooperativa. Questo per dire quanto condivida l'auspicio di un sostegno pubblico indirizzato alla stampa locale e all'editoria di prossimità.
  Quanto al secondo tema posto relativamente al novero dei soggetti ammessi, come ho detto in precedenza rispondendo a un'altra domanda, non ritengo che sia un perimetro chiuso. Anzi, ferma restando la natura giornalistica delle testate e la tutela dell'informazione professionale di qualità, il contributo diretto dovrebbe avere l'ambizione di poter raggiungere anche nuovi soggetti editoriali con vocazione civica, territoriale o tematica, di cui ha parlato l'onorevole Lattanzio e di cui ha parlato nell'intervento poco fa l'onorevole Casa. Quindi, ferme restando la natura giornalistica e la tutela della formazione professionale di qualità, dovremmo promuovere nuovi soggetti editoriali che, con queste caratteristiche, possono rientrare in questo perimetro che può essere allargato, anche perché le forme di sostegno pubblico diretto da parte del nostro Paese sono sicuramente inferiori a quelle di altri Paesi europei. Quindi, se noi lavoriamo per una innovazione della legge che possa consentire forme diverse di aiuto diretto o indiretto, credo che questo possa comportare anche un ampliamento dei soggetti editoriali che possono essere raggiunti.
  Un altro tema segnalato dall'onorevole Lattanzio è quello della lotta al precariato nella professione giornalistica. È una questione di cui ho parlato anch'io nella relazione. C'è sicuramente un abuso nel ricorso alle collaborazioni coordinate e continuative per i giornalisti, per i quali valgono le norme applicabili a tutte le professioni ordinistiche. Personalmente ritengo che sia una criticità da affrontare, in primo luogo, nell'ambito dell'istituzione della commissione sull'equo compenso, di cui ho parlato e che ho deciso di ricostituire, e anche di un eventuale tavolo tecnico di confronto sul ruolo e sui perimetri dei contratti collettivi nel settore giornalistico. In questo senso colgo la palla al balzo per rispondere a una delle tre domande dell'onorevole Colmellere relativa ai contratti scaduti. Non è compito diretto del Governo entrare in questo, però sarà mio compito, accanto a un tavolo che possa ragionare su nuovi contratti collettivi nel settore, accanto al tavolo che possa ragionare dell'equo compenso, anche tenere in considerazione questo tema che qui è stato posto.
  Infine (altro tema sollevato sempre dall'onorevole Lattanzio) condivido la necessità di monitorare strettamente il rischio di infiltrazioni mafiose nelle imprese editoriali e di vigilare sulle intimidazioni e i condizionamenti sull'attività giornalistica. A questo fine ritengo utile il contributo dell'apposito Comitato previsto dalla Commissione antimafia.
  Vengo alle domande poste oggi. C'è un'ultima questione della quale voglio parlare, Pag. 13che mi consente di rispondere anche ad alcune domande che qui sono state poste. Noi abbiamo inserito nell'articolo 45, commi 1 e 2, del disegno di legge di bilancio 2020, una norma che riconosce alle scuole statali di ogni ordine e grado un contributo pari all'80 per cento della spesa sostenuta per l'acquisto di abbonamenti a giornali, periodici e riviste in forma cartacea o digitale, quindi una scelta che in questo caso è più ampia rispetto a quella della «18app», a cui prima faceva riferimento l'onorevole Mollicone, perché qui si parla di giornali, periodici e riviste. Questo mi consente anche di rispondere all'amico e onorevole Palmieri che non si tratta dei «giornaloni»; le scuole possono partecipare a un bando e potranno essere periodici, riviste, riviste scientifiche. Rientrerà nell'ambito delle scelte che potrà fare la scuola partecipando a quel bando. L'obiettivo, per quanto mi riguarda, è quello di avvicinare i giovani alla lettura e di sensibilizzarli, fin dalla scuola primaria, all'acquisizione di informazioni anche di carattere scientifico da fonti professionali e da fonti accreditate. In questo senso colgo e apprezzo il tema posto dal presidente della Commissione: si tratta di lavorare sulla formazione e questa misura che abbiamo proposto per sensibilizzare i giovani alla lettura rientra in un'educazione all'utilizzo critico e consapevole dei contenuti informativi, anche in funzione di contrasto alle fake news. A questo, a mio avviso, si deve ritenere profondamente collegato anche il tema, recentemente introdotto con la legge statale, dell'insegnamento dell'educazione civica. È quindi un intervento possibile per la formazione dei giovani, degli studenti, a partire dalle scuole primarie, anche per il contrasto alle fake news. Il disegno di legge di bilancio prevede 20 milioni di euro a decorrere dal 2020; considerato che le istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado sono 8.600, cui fanno capo, nel complesso, circa quarantamila plessi scolastici: se tutti i plessi scolastici facessero domanda, ne deriverebbe un contributo medio di 500,00 euro per scuola. Ho detto 8.600 scuole e quarantamila plessi scolastici di ogni ordine e grado. Non siamo in grado adesso di sapere quale sarà la risposta, ma le modalità di erogazione del contributo saranno definite in una sede attuativa, anche a seguito del confronto che presto attiveremo con il MIUR e con gli esponenti del mondo scolastico, che potranno contribuire a costruire un bando efficace.
  Rispetto alla scelta di istituire una Commissione d'inchiesta sulle fake news, è una scelta della Commissione e poi del Parlamento, su cui il Governo (non credo io) darà il proprio parere. Si tratta di una Commissione d'inchiesta sul fenomeno: io vorrei che potessimo intervenire sul fenomeno delle fake news nel merito e non solo con una Commissione d'inchiesta.
  Per rispondere anche al presidente Gallo, non c'è dubbio che vi sia la necessità di un patto culturale e formativo che coinvolga tutti i soggetti della filiera, tutte le istituzioni scolastiche e le università. È questo in fondo il vero tema che secondo me dobbiamo porci riguardo all'editoria (ma non solo), il vero obiettivo sul quale si innestano queste linee programmatiche, su cui dovremo lavorare.
  Con questi temi ho risposto all'onorevole Casa. All'onorevole Palmieri ho risposto citando prima il tema della web tax, anche in riferimento a un colloquio con il presidente Gentiloni. Sul tema del copyright, invece, devo un'ultima risposta all'onorevole Colmellere. Come sapete, la direttiva europea è stata adottata nel giugno 2019: ci sono ventiquattro mesi per approvarla: vuol dire che lo dovremo fare entro giugno del 2021. Credo che sia un lavoro da iniziare, da fare con equilibrio, con attenzione; è molto importante per riuscire ad arrivare ad un bilanciamento del tema della produzione dei contenuti editoriali, della remunerazione dei contenuti editoriali, del lavoro giornalistico, dell'incidenza degli over the top in tutta la vicenda. Voi sapete che è di competenza di questa Commissione e della Commissione affari europei; dovrà esserci un voto del Parlamento dopo quello del Consiglio dei ministri. Quindi, c'è un percorso da fare, che mi auguro si possa iniziare già nel 2020, sapendo che ci sono competenze che riguardano anche il ministro Franceschini Pag. 14 e il ministro Amendola (oltre al sottoscritto). Faremo un tavolo di coordinamento per lavorare in tempi rapidi al recepimento anche da parte del nostro Paese della direttiva europea.
  Non so se ho risposto a tutto, credo di sì, e sono ovviamente a disposizione per qualsiasi altra domanda in qualsiasi altro momento.

  PRESIDENTE. Ringrazio il sottosegretario per la sua presenza e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 10.55.