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XVIII Legislatura

Comitato parlamentare di controllo sull'attuazione dell'Accordo di Schengen, di vigilanza sull'attività di Europol, di controllo e vigilanza in materia di immigrazione

Resoconto stenografico



Seduta n. 3 di Martedì 11 febbraio 2020

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Zoffili Eugenio , Presidente ... 3 

Audizione del Ministro della salute, Roberto Speranza, sulle misure di sicurezza, sotto il profilo sanitario, adottate alle frontiere esterne dello Spazio Schengen, con particolare riferimento alla diffusione del Coronavirus:
Zoffili Eugenio , Presidente ... 3 
Speranza Roberto (LeU) , Ministro della salute ... 3 
Zoffili Eugenio , Presidente ... 9 
Zuliani Cristiano  ... 10 
Zoffili Eugenio , Presidente ... 10 
De Luca Piero (PD)  ... 10 
Zoffili Eugenio , Presidente ... 11 
Galizia Francesca (M5S)  ... 11 
Zoffili Eugenio , Presidente ... 12 
Ruspandini Massimo  ... 12 
Iwobi Tony Chike  ... 12 
Zoffili Eugenio , Presidente ... 12 
Zuliani Cristiano  ... 12 
Zoffili Eugenio , Presidente ... 13 
Speranza Roberto (LeU) , Ministro della salute ... 13 
Zoffili Eugenio , Presidente ... 15 
Speranza Roberto (LeU)  ... 15 
Zoffili Eugenio , Presidente ... 15

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
EUGENIO ZOFFILI

  La seduta inizia alle 14.35.

  (La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente)

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Buon pomeriggio a tutti. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati e successivamente sul canale satellitare della Camera dei deputati.

Audizione del Ministro della salute, Roberto Speranza, sulle misure di sicurezza, sotto il profilo sanitario, adottate alle frontiere esterne dello Spazio Schengen, con particolare riferimento alla diffusione del Coronavirus.

  PRESIDENTE. Ringrazio il Ministro della salute per aver accolto il nostro invito e lo ringrazio anche per la disponibilità, perché quando abbiamo inviato la comunicazione della convocazione mi ha telefonato. L'abbiamo convocata, Ministro, per fare il punto rispetto alle competenze del Comitato di vigilanza e controllo in materia di immigrazione, oltre che su Europol e sull'attuazione del trattato di Schengen, in relazione all'emergenza che riguarda il Coronavirus e alle misure che sono state messe in campo dal punto di vista sanitario – che quindi riguardano il suo Ministero – riguardo a questa emergenza, con un focus sulla situazione dei nostri aeroporti, dei controlli che si stanno attuando. Personalmente ritengo opportuno che dei controlli a livello sanitario debbano esser fatti anche sui confini terrestri del nostro Paese, nell'ottica di una maggiore sicurezza dal punto di vista sanitario per tutti cittadini. Aggiungo un abbraccio da questa bicamerale ai nostri concittadini in Cina e ai nostri concittadini rimpatriati che si trovano alla Cecchignola riguardo ai quali le chiedo informazioni circa il loro stato di salute. Le do la parola e la ringrazio per il suo intervento. Grazie, Ministro.

  ROBERTO SPERANZA, Ministro della salute. Ringrazio io lei, presidente, per l'occasione di confronto con il Parlamento che ritengo essere sempre cosa positiva e utile da parte del Governo. Questa è anche l'occasione per illustrare gli aspetti relativi alle misure di sicurezza allo stato adottate per prevenire la diffusione del Coronavirus e il loro possibile impatto sul controllo delle frontiere esterne e sulla libera circolazione delle persone all'interno dello Spazio Schengen. Come è noto, con l'Accordo di Schengen firmato il 14 giugno 1985, Belgio, Francia, Germania Lussemburgo e Paesi Bassi hanno deciso di eliminare progressivamente i controlli alle frontiere interne e di introdurre la libertà di circolazione per tutti i cittadini dei Paesi firmatari e di altri Paesi dell'Unione europea e di alcuni Paesi terzi. La Convenzione di Schengen ha poi completato l'accordo e ha definito le condizioni e le garanzie inerenti all'istituzione di uno spazio di libera circolazione. L'Accordo e la Convenzione, nonché gli accordi e le regole connesse, sono stati integrati nel quadro dell'Unione europea e sono diventati legislazione dell'Ue, assicurando la gestione delle frontiere esterne degli Stati membri dell'Unione europea. Tutto questo è parte fondante del titolo quinto del trattato sul funzionamento dell'Unione europea, Pag. 4 dedicato allo spazio di libertà sicurezza e giustizia dell'Unione, uno spazio senza frontiere interne in cui deve essere assicurata la libera circolazione delle persone insieme a misure appropriate per quanto concerne i controlli alle frontiere esterne, l'asilo, l'immigrazione, la prevenzione della criminalità e la lotta contro quest'ultima. Come è noto, il Codice Schengen, nel prevedere l'assenza di controllo alla frontiera sulle persone che attraversano i confini nazionali tra gli Stati membri dell'Unione europea e nello stabilire, altresì, le norme applicabili al controllo, autorizza, in circostanze eccezionali, gli Stati membri a ripristinare temporaneamente i controlli alle frontiere interne dello Spazio Schengen. Accanto all'ipotesi della grave minaccia per l'ordine pubblico o la sicurezza interna (articoli 25, 26, 27 e 28) e al caso di eventi prevedibili (ad esempio importanti eventi sportivi, convegni o riunioni politiche di alto livello), la sospensione della libera circolazione è ammessa in caso di minaccia per la salute pubblica. Il ripristino dei controlli alle frontiere interne deve tuttavia rappresentare un'eccezione e, in ogni caso, può essere disposto nel rispetto del principio di proporzionalità: ciò significa che la sospensione della libera circolazione deve essere limitata nel tempo e corrispondere a una misura indispensabile per tutelare la salute pubblica. A tal proposito va evidenziato che in data 4 febbraio 2020 il direttore del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC), in sede di audizione, presso la Commissione ambiente dell'Europarlamento, ha affermato che la decisione di sospendere gli accordi di Schengen a causa dell'epidemia di Coronavirus, allo stato attuale non è giustificata dal punto di vista scientifico; ha aggiunto che l'impatto potenziale dell'epidemia è alto, ed esiste una probabilità da moderata a elevata di ulteriori importazioni di casi nei Paesi Ue, mentre la probabilità di un contagio diffuso da uomo a uomo in Europa è bassa. Sulla scorta di queste indicazioni, allo stato, non vi sono elementi tali da poter giustificare una limitazione della libertà di circolazione delle persone all'interno dell'Area Schengen. In relazione a questa valutazione mi preme sottolineare, anche in questa audizione, che le decisioni adottate dal Governo italiano derivano sempre ed esclusivamente da valutazioni di carattere scientifico. È la comunità scientifica a definire il livello di rischio sanitario, non altri. A noi, al Governo nazionale, spetta, in una chiara distinzione di ruoli e funzioni, il compito di garantire con i nostri provvedimenti un livello di prevenzione e controllo efficace e proporzionale allo stato di allerta indicato dai nostri scienziati e dalle autorità sanitarie. Situazione epidemiologica: il 31 dicembre 2019 la Cina ha segnalato all'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) un cluster di casi di polmonite ad eziologia ignota, poi identificata come un nuovo Coronavirus, nella città di Wuhan, nella provincia cinese di Hubei. I casi si sono verificati nella larghissima maggioranza nella Repubblica popolare cinese. L'epidemia si è rapidamente evoluta, colpendo altre parti della Cina e al di fuori del Paese. Sono stati rilevati casi in diversi Paesi in Asia, ma anche in Australia, Europa e Nord America. I primi casi nell'Ue/EEA sono stati confermati in Francia. Gli ultimi dati segnalati dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, al 10 febbraio – questo è l'ultimo rapporto a disposizione – sono in totale 40.554 casi confermati, di cui 40.235 dalla Cina, in 25 Paesi. I decessi sono stati 910, di cui 909 in Cina. Hubei è la provincia più colpita, avendo riportato oltre il 70 per cento dei casi notificati in Cina. Risultano tuttavia affette altre 33 province e territori cinesi. In Asia sono stati segnalati casi da: Giappone, Repubblica di Corea, Vietnam, Singapore, Malesia, Cambogia, Filippine, Thailandia, Nepal, India, Sri Lanka, generalmente importati dalla Cina o collegati a un caso cinese. Nelle Americhe, sia negli Stati Uniti che in Canada, sono stati segnalati casi. Alcuni sono stati segnalati in Australia e negli Emirati Arabi Uniti. In Europa, alla stessa data del 10 febbraio, 39 casi totali, 14 casi in Germania, 11 in Francia, 3 in Italia, 4 nel Regno Unito, un caso in Belgio, un caso in Finlandia, 2 casi in Spagna e un caso in Svezia. È probabile un'ulteriore diffusione globale. A livello europeo, Pag. 5 tramite il Sistema di Allerta e Risposta Rapida (EWRS), i Paesi Membri condividono e aggiornano le misure di sanità pubblica adottate. Questa mattina l'ECDC ha fornito i seguenti dati aggiornati: 43.118 i casi confermati di nuovo Coronavirus nel mondo, con 1.018 decessi (di cui uno al di fuori della Cina) e 41 contagi confermati in Europa. Al momento ci sono tre casi confermati in Italia: due cittadini di nazionalità cinese, ora in prognosi riservata, ricoverati dal 29 gennaio e un cittadino di nazionalità italiana attualmente in buono stato di salute che faceva parte del gruppo dei 56 rientrati con il volo dell'Aeronautica militare dalla città di Wuhan. Come riportato dal Centro Europeo per il Controllo delle Malattie, la probabilità di osservare casi a seguito di trasmissione interumana all'interno dell'Unione europea e del Regno Unito attualmente è stimata come bassa. In Italia, il Ministero della salute, in accordo con le regioni, ha messo in atto tutte le procedure per l'identificazione tempestiva e la gestione appropriata, con procedure omogenee su tutto il territorio nazionale. Azioni di prevenzione in Italia, porti e aeroporti: il Governo ha affrontato l'emergenza Coronavirus, muovendosi su un doppio livello di azione: massimo livello di prevenzione per la circolazione di persone all'interno dell'Area Schengen, provvedimenti, via via più incisivi, per quanto concerne i controlli alle frontiere esterne con particolare riferimento agli arrivi diretti dalle aree in cui il virus si è diffuso e segnatamente dalla Cina. L'azione del nostro Governo è ispirata al principio di massima precauzione. Vanno letti in questa chiave i provvedimenti adottati per aeroporti e porti. Abbiamo pianificato e implementato accurate misure di controllo, quali ad esempio: la misurazione della temperatura corporea in tutti gli aeroporti italiani, l'identificazione e l'isolamento dei malati, le procedure per il rintraccio e la quarantena dei contatti stretti che, unitamente ad un efficiente sistema di sorveglianza epidemiologico e microbiologico, possano garantire il rapido contenimento di eventuali casi. Nel ringraziare le donne e gli uomini del Servizio sanitario nazionale e della Protezione civile che rendono ogni giorno possibili controlli senza precedenti in tutti gli aeroporti italiani, informo il Comitato che ad oggi sono stati effettuati controlli a passeggeri con un enorme sforzo organizzativo, reso possibile dall'impiego di personale aggiuntivo costituito sia da volontari della Protezione civile, operativi ventiquattro ore al giorno, che da collaboratori contrattualizzati dal Ministero della salute. Ciò ha consentito il controllo di 5 mila voli per 620 mila passeggeri, dal 5 al 10 febbraio (dati forniti da Protezione civile). Per quanto riguarda il trasporto marittimo, è stata attivata ed è in fase di progressiva implementazione, una procedura di controllo presso tutti i porti italiani. È stato previsto l'obbligo di richiesta da parte di tutte le navi della «Libera pratica sanitaria». Secondo tale procedura una nave, prima di entrare in porto, comunica all'USMAF la situazione sanitaria di bordo e richiede una specifica autorizzazione allo sbarco di passeggeri, dell'equipaggio e a tutte le operazioni commerciali. Tale procedimento, di regola previsto per le sole provenienze extra Ue, è stato esteso a tutte e può comportare anche l'ispezione e la visita medica a bordo in tutti i casi sospetti; inoltre per le navi in arrivo in porti nazionali, dopo una navigazione di durata inferiore alle sei ore, è previsto l'obbligo di comunicazione via radio della situazione sanitaria di bordo contestualmente all'annuncio del loro arrivo e comunicazione del carico trasportato. Voglio in questa sede sottolineare, prima di riepilogare più nel dettaglio le circolari e le ordinanze adottate dal Governo italiano, che si tratta di misure rigorose per prevenire e controllare un possibile rischio sanitario in Italia. Infatti vengono effettuati controlli di carattere sanitario anche a tutti i passeggeri provenienti da aeroporti dell'Unione europea e anche una nave proveniente da un porto dell'Unione europea è sempre sottoposta a una preventiva autorizzazione di carattere sanitario prima di attraccare nel nostro Paese. Circolari e Ordinanze: la mia informazione sui provvedimenti da noi adottati non può che partire dalla riunione del Comitato di emergenza dell'OMS convocato Pag. 6nelle giornate del 22/23 gennaio 2020, dal Direttore generale dell'OMS, ai sensi del Regolamento sanitario internazionale (IHR) (2005). Vorrei sottolineare che nella stessa data di convocazione del Comitato di emergenza dell'OMS, il 22 gennaio 2020, presso l'Ufficio di gabinetto del Ministero della salute è stata istituita e si è contestualmente riunita la «task-force Coronavirus», composta da rappresentanti del Ministero, dai Carabinieri NAS, dai rappresentanti dell'Istituto Superiore di Sanità, dall'AGENAS, dell'Agenzia Italiana del Farmaco, dall'Istituto Nazionale Malattie Infettive «Lazzaro Spallanzani» di Roma, dalla Protezione civile, da un rappresentante delle regioni, dagli ordini dei medici e degli infermieri, dalle società aeroportuali SEA e ADR, dallo Stato Maggiore della Difesa – Ispettorato generale della sanità militare. Detta «task-force» è permanentemente operativa e si riunisce quotidianamente. Essa ha il compito di seguire in tempo reale l'evolversi della situazione determinata dal Coronavirus, supportando il Ministro nell'individuazione di ogni iniziativa idonea a fronteggiare le eventuali criticità emerse. La task-force sta verificando lo stato di approntamento di misure idonee a fronteggiare ogni ipotesi di evoluzione della situazione epidemiologica, quanto a risorse umane (attraverso la collaborazione con personale di altre strutture, anche militari), test di laboratorio e presidi sanitari, comunicazioni, e relative procedure. Nello stesso giorno di istituzione della task-force, in data 22 gennaio 2020, è adottata la circolare «Polmonite da nuovo Coronavirus (2019 nCoV) in Cina». Tale circolare ha permesso di attivare immediatamente una sorveglianza mirata a livello nazionale, individuando l'Istituto Superiore di Sanità come laboratorio nazionale di riferimento. Conseguentemente a questa circolare: la Federazione nazionale ordini medici chirurghi e odontoiatri (FNOMCEO) e la Federazione nazionale ordini delle professioni infermieristiche (FNOPI) hanno provveduto a diramare a tutti gli ordini provinciali la circolare ministeriale del 22 gennaio 2020. Lo Stato Maggiore della Difesa ha diramato la stessa ai propri servizi sanitari, per informare adeguatamente le forze armate nazionali. Il Centro nazionale sangue e il Centro nazionale trapianti hanno diramato circolari in cui forniscono istruzioni sulle misure di prevenzione della trasmissione del nuovo Coronavirus mediante trasfusione di emocomponenti labili e di trapianti. Nei giorni successivi al comitato di emergenza dell'OMS, che ricordi non ha deliberato il 23 gennaio la proclamazione dello stato di emergenza, noi abbiamo comunque emanato: il 24 gennaio 2020 la circolare del Ministero della salute 2019 «Indicazioni operative per il monitoraggio dello stato di salute dei passeggeri su voli con provenienza Cina», il 25 gennaio 2020 l'ordinanza su «Misure profilattiche contro il nuovo Coronavirus (2019 – nCoV)», il 27 gennaio 2020 il provvedimento del Ministero della salute «Epidemia cinese da Coronavirus nCoV: Misure urgenti a tutela della salute pubblica», recante il divieto di atterraggio di tutti i voli provenienti dalla Cina negli aeroporti di Ciampino, Roma urbe, Perugia, Ancona e il dirottamento dei suddetti voli sull'aeroporto di Fiumicino, il 27 gennaio 2020 è stata inviata alle regioni una nota circolare con un aggiornamento relativo alla definizione di «caso per la segnalazione» e alla diagnostica di laboratorio. Ricordo inoltre che in data 25 gennaio si è tenuta una riunione con i rappresentanti delle regioni volta al miglior coordinamento interistituzionale, e il successivo 28 gennaio ho partecipato personalmente alla riunione della Commissione salute della Conferenza delle regioni e delle province autonome sulla gestione delle attività di prevenzione sul Coronavirus (2019-nCoV), ritenendo fondamentale – d'intesa con gli assessori competenti – assicurare il massimo livello di coordinamento tra istituzioni. Il 30 gennaio 2020, l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha dichiarato l'epidemia da nuovo Coronavirus un'emergenza di sanità pubblica di rilevanza internazionale. Conseguentemente è stata adottata l'ordinanza 30 gennaio 2020 su «Misure profilattiche contro il nuovo Coronavirus (2019 – nCoV)», con la quale, al fine di garantire un adeguato livello di protezione sanitaria, è stato interdetto il traffico Pag. 7aereo dalla Cina, quale Paese comprendente aree in cui si è verificata una trasmissione autoctona sostenuta del nuovo Coronavirus (2019 – nCoV). Il giorno dopo, il 31 gennaio 2020, il Consiglio dei Ministri ha dichiarato lo stato di emergenza, per la durata di sei mesi, in conseguenza del rischio sanitario connesso all'infezione da Coronavirus.
  Al Capo del dipartimento della Protezione civile, Angelo Borrelli, è stato affidato il coordinamento degli interventi necessari a fronteggiare l'emergenza sul territorio nazionale. Mi sia consentito di ringraziare il commissario Borrelli per il lavoro straordinario svolto sinora. Le principali azioni coordinate dal Capo del dipartimento sono volte al soccorso e all'assistenza della popolazione eventualmente interessata dal contagio, al potenziamento dei controlli nelle aree aeroportuali e portuali, in continuità con le misure urgenti già adottate dal Ministero della salute, al rientro in Italia dei cittadini che si trovano nei Paesi a rischio e al rimpatrio dei cittadini stranieri nei Paesi di origine esposti al rischio. Il 31 gennaio 2020, è stata diramata la circolare su «Potenziali casi di Coronavirus (nCoV) e relativa gestione», il 1 febbraio 2020, è stata diramata quella su: «Indicazioni per la gestione degli studenti e dei docenti di ritorno o in partenza verso aree affette della Cina», poi aggiornata l'8 febbraio. È seguita l'adozione delle seguenti ulteriori circolari: Il 3 febbraio 2020, quella su «Indicazioni per gli operatori dei servizi/esercizi a contatto con il pubblico», il 3 febbraio 2020, la Protezione civile ha adottato l'ordinanza n. 630 che ha istituito il Comitato tecnico scientifico e disciplinato i primi interventi urgenti relativi «al rischio sanitario connesso all'insorgenza di patologie derivanti da agenti virali trasmissibili». Nella medesima data la task force attiva presso il Ministero della salute ha preso la decisione, insieme alla Protezione civile, di rafforzare sensibilmente e ulteriormente i controlli e il personale medico e sanitario in tutti gli aeroporti e i porti del nostro Paese. Il 4 febbraio 2020, è stata diramata la nota della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento della Protezione civile su «Interventi urgenti in relazione all'emergenza relativa al rischio connesso all'insorgenza di patologie derivanti da agenti virali trasmissibili n-CoV». Altre azioni messe in atto: una corretta informazione ai cittadini rappresenta un capitolo fondamentale delle nostre politiche di prevenzione. Vengono pubblicati regolarmente sul portale del Ministero della salute gli aggiornamenti inerenti all'evento. Sono state predisposte, pubblicate e vengono aggiornate regolarmente le domande e le risposte più frequenti (FAQ) relative all'evento epidemico. Già il 10 gennaio, prima di conoscere l'agente eziologico dell'infezione, è stato predisposto del materiale informativo, anche in lingua cinese, che è stato affisso negli aeroporti per informare i viaggiatori internazionali. Il materiale è naturalmente in costante aggiornamento. È stata effettuata una ricognizione delle scorte di dispositivi di protezione individuale (DPI) nei vari punti d'entrata (porti e aeroporti) ed è in corso una ricognizione della disponibilità generale del Paese di questi dispositivi. È stato rafforzato il personale operativo per il numero di pubblica utilità del Ministero della salute n. 1500, attivo 24 ore su 24. Esso opera sia da punto centralizzato di raccolta delle segnalazioni di casi sospetti da parte dei cittadini, per il successivo smistamento – ove necessario – alle strutture sanitarie delle regioni, che per fornire informazioni alla popolazione sul virus e sulle misure di prevenzione da adottare. A tal fine sono state assunte iniziative per il potenziamento del servizio con ulteriore personale che è stato sottoposto preliminarmente a un programma di formazione. Risulta molto importante la presenza, tra gli addetti alla risposta, dei mediatori linguistici che hanno supportato gli operatori nella gestione di diverse telefonate in lingua cinese, contribuendo ad eliminare la possibilità di fraintendimenti e migliorando la conoscenza dei casi e dell'esposizione al rischio di contagio. È stato stipulato un accordo con Twitter e poi con Facebook che indirizzeranno ogni ricerca e hashtag al Ministero della salute. In base agli obblighi internazionali, la Direzione generale della prevenzione informa costantemente Pag. 8 delle misure adottate a livello nazionale la Commissione Europea e i Paesi aderenti alla Global Health Security Initiative e partecipa alle teleconferenze organizzate per armonizzare la risposta a livello internazionale. Sono costanti i contatti con l'ambasciata d'Italia a Pechino, con l'unità di crisi del MAECI, la Commissione europea (anche a livello di scambio tra Ministro e Commissario per la salute), con l'European Center for Diseases Control, con l'Organizzazione Mondiale della Sanità, l'Organizzazione Mondiale della Sanità Animale, partecipando – ove previste – a teleconferenze o incontri organizzati da tali organismi.
  Credo risulti evidente che il principio di massima precauzione richiamato all'inizio della mia relazione sia stato applicato con scrupolo e tempestività. L'Italia è tra i Paesi europei e del mondo che hanno adottato il livello più alto di precauzione. Il rimpatrio dei cittadini italiani in Cina: una speciale menzione merita anche il ruolo del Ministero della salute nell'assistenza dei nostri connazionali all'estero, con particolare riferimento a quelli presenti in Cina al momento in cui le autorità cinesi hanno notificato all'OMS la presenza del nuovo virus. Il Ministero della salute ha coordinato insieme al Ministero della difesa e al Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale il rimpatrio dei cittadini italiani dalla città di Wuhan, in Cina, e ha definito protocolli operativi specifici per ogni rimpatrio. Il primo rimpatrio è avvenuto il 2 febbraio con volo dell'Aeronautica militare ed ha interessato 56 persone, compresi nuclei familiari con bambini e persone singole. Questo gruppo è stato ospitato nella struttura dedicata della città militare della Cecchignola. Il secondo rimpatrio è avvenuto il 9 febbraio con volo organizzato dal Governo inglese e ha riportato in patria 8 persone, prese in carico dalla missione italiana nella base militare inglese di Brize Northon e all'arrivo trasportate presso l'ospedale militare del Celio. Un terzo rimpatrio riguarderà un cittadino italiano impossibilitato a partire da Wuhan per condizioni cliniche non favorevoli. Ogni evacuazione è stata supervisionata da un coordinatore delle attività sanitarie, che si è recato in loco e ha accompagnato le persone evacuate a destinazione. I protocolli sanitari applicati, emanati di comune accordo fra il Ministero della salute – Direzione generale della prevenzione sanitaria e il Ministero della difesa, prevedono quanto segue: controllo dello stato sanitario delle persone da evacuare prima della partenza, con misurazione della temperatura corporea e valutazione clinica complessiva, ripetizione del controllo all'atterraggio, prima del trasferimento a destinazione con mezzi di trasporto militari dedicati, assegnazione e registrazione dei posti a sedere sulla mappa dell'automezzo e dotazione delle persone con mascherina. Le persone evacuate sono ora assegnate ai propri alloggi e sono state istruite sulle precauzioni da applicare per prevenire la trasmissione. L'eventuale insorgenza di sintomi deve essere prontamente segnalata e viene contattata immediatamente l'INMI per concordare le modalità di gestione clinica e di trasferimento presso la struttura ospedaliera, anche in questo caso con mezzi di trasporto dedicati. Ad oggi è stato confermato dal laboratorio un solo caso di 2019-nCoV fra le persone evacuate. Si tratta di un cittadino italiano di sesso maschile che il 6 febbraio è stato trasferito all'INMI dalla struttura dedicata della città militare della Cecchignola. Il soggetto è risultato positivo al test di screening per nuovo Coronavirus effettuato dal laboratorio militare. Successivamente il risultato è stato confermato dal laboratorio di virologia dell'INMI e poi dall'ISS come previsto dalle attuali procedure. Il paziente è in buone condizioni generali. Ha presentato in questi giorni lieve febbricola e lieve iperemia congiuntivale. Il quadro clinico e quello radiologico polmonare sono negativi. Il paziente ha iniziato una terapia antivirale. Nei giorni scorsi, a scopo precauzionale sono stati trasferiti all'INMI anche una donna e due bambini (accompagnati da un genitore), sempre appartenenti al gruppo della città militare della Cecchignola, che sono risultati tutti negativi ai test. Per quanto attiene alle misure intraprese da altri Paesi, il report dell'OMS alla data dell'8 febbraio Pag. 92020 riferisce che sono state riportate ufficialmente all'Organizzazione Mondiale della Sanità misure di restrizione ai viaggi da parte di 23 Stati Membri, che salgono a 72 includendo gli Stati per i quali sono disponibili informazioni raccolte tramite canali ufficiosi (report, dichiarazioni, media). In data 3 febbraio 2020 ho partecipato al vertice in teleconferenza dei Ministri della salute dei Paesi del G7 sul Coronavirus 2019-nCoV, illustrando ai colleghi del G7 le misure intraprese dall'Italia e i controlli sanitari in porti e aeroporti. Ho ribadito la necessità di un impegno comune a sostenere il Governo cinese nei suoi sforzi per affrontare l'emergenza. Ho anche sottolineato l'esigenza di collaborare e condividere tutte le informazioni scientifiche utili a contrastare il virus. Al vertice erano presenti in collegamento i Ministri della salute: Patricia A. Hajdu (Canada), Agnès Buzyn (Francia), Jens Spahn (Germania), Kato Katsunobu (Giappone), Matt Hancock (Regno Unito), Alex Michael Azar II (Stati Uniti). La riunione è stata aggiornata a domani mercoledì 12 febbraio. Il 13 febbraio, i Ministri della salute Ue su richiesta dell'Italia si riuniranno sotto la Presidenza Croata, in via straordinaria, a Bruxelles per fare il punto sulla diffusione del Coronavirus in Europa. In quella sede, ribadirò la posizione di tutto il Governo italiano: serve un coordinamento più forte dei Paesi dell'Unione. Di fronte ad un rischio globale per la salute dei nostri cittadini l'Europa è chiamata a lavorare insieme. In conclusione ribadisco che l'evoluzione della diffusione del Coronavirus va seguita con la massima attenzione. Sono sbagliati allarmismi oggi del tutto infondati, ma le istituzioni devono fare ogni sforzo per porre la priorità della difesa del diritto alla salute come garantito dall'art. 32 della Costituzione. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie, Ministro. La parola d'ordine ovviamente è «no agli allarmismi», massima attenzione e massima prevenzione. Prima di dare la parola ai colleghi avevo, rispetto alla sua relazione, anch'io delle domande e degli spunti di approfondimento. Questo Comitato bicamerale ha competenza di controllo e vigilanza in materia di immigrazione. Abbiamo ascoltato la relazione che riguarda le misure messe in campo sui porti, le misure messe in campo sugli aeroporti, dove dal 5 febbraio viene misurata la temperatura e vengono adottate le misure da protocollo e da disposizioni per i passeggeri in tutti gli aeroporti italiani. Anche oggi sono atterrato a Roma e sono stato controllato con il termoscanner. Non ho la febbre. Sto bene. Io una domanda gliela faccio: le nostre stazioni italiane, in particolare le grandi stazioni, sono un crocevia di arrivi e di partenze e sono un punto importante per quanto riguarda l'immigrazione nel nostro Paese e le migrazioni. Penso alla stazione Centrale. Penso alla stazione Termini. Le chiedo, Ministro, se il suo Ministero, il Governo, non ritengano utile e necessario – io personalmente lo ritengo – che vengano effettuati dei controlli sanitari anche nelle nostre stazioni. Io torno, Ministro, sul punto che riguarda i controlli sanitari ai confini terrestri e giustamente un Governo dice: «Per prendere la decisione di effettuare dei controlli e di sospendere il Trattato di Schengen mi baso su relazioni scientifiche, su un supporto scientifico rispetto a determinate scelte politiche che poi devono essere prese.» e viene citato nella sua relazione il parere del direttore del Centro europeo di controllo per la diffusione delle malattie, un parere datato il 4 febbraio. La mia domanda è questa: a supporto della decisione di non effettuare controlli (che io personalmente – sento assolutamente di dirlo – ritengo opportuni e utili sui confini terrestri a tutela della salute di tutti gli italiani e non italiani e di tutti i cittadini anche europei e non solo) il Governo dice: «Non si ritiene opportuno e utile sospendere Schengen.» Vi siete basati solo sul parere del Centro europeo di controllo e diffusione malattie o sono stati sentiti anche altri organi quali nostri studiosi, anche nostri medici italiani o altri aspetti del settore? Un'altra domanda in considerazione dei dati che provengono dalla Cina: come sappiamo la Cina è un regime ed è notizia di cronaca anche di questi giorni che le persone che esercitavano attività giornalistica sono sparite. Pag. 10Leggevo anche, proprio questo fine settimana, di due ragazzi che svolgevano un'attività giornalistica di relazione rispetto al fenomeno del Coronavirus e che non si trovano più. Leggevo che uno è stato arrestato e un altro – non ho letto gli aggiornamenti – spero che lo possano aver ritrovato. Questi dati che arrivano dalla Cina vengono reputati attendibili. La vita è fatta anche di passione e di cuore, credo. Io ho pianto in modo sincero la morte del medico cinese che aveva lanciato l'allarme e sono andato a leggermi varie rassegne stampa e articoli. Ho letto addirittura che questo medico era stato arrestato dal Governo, come per mettere a tacere quello che stava succedendo. Quello che mi sento, anche nel ruolo di rappresentanza che ho e che rivolgo al Governo dal fronte del Parlamento, è di avere sempre una massima attenzione anche rispetto a questi aspetti che hanno dei contorni nell'ambito di un'emergenza che riguarda la malattia. Hanno dei contorni che entrano nel campo dei diritti umani, che sono molto discutibili. Ci sono interventi, colleghi? Senatore Zuliani, prego.

  CRISTIANO ZULIANI. Grazie, presidente. Grazie, Ministro. Intanto, ha giovato sicuramente ai membri di questo Comitato bicamerale la delucidazione che lei ha fatto qui anche circa l'evoluzione dei fatti che sono accaduti recentemente. Un dubbio che ho e che pongo a lei è il seguente: ha citato casi di cittadini francesi, tedeschi e di altri Stati che hanno contratto il virus. Quando parliamo di queste situazioni a livello sanitario, parliamo di individui tracciabili, quindi di persone di cui sappiamo dove sono nate, dove hanno avuto residenza, che viaggi hanno fatto. In alcuni casi, invece, – parlo dell'immigrazione su alcuni punti di confine dell'Europa e quindi anche dell'Italia – arrivano individui, persone che, come sappiamo, – già accade da qualche anno – arrivano senza documenti e non sono qualificabili. Non sappiamo nulla di loro; rilasciano dichiarazioni, ma non abbiamo alcuna certezza. È vero che il virus è sul continente asiatico e sulla Cina, però nulla garantisce che anche da altri Paesi ci siano stati contatti di individui con popolazioni asiatiche, magari cinesi, che vanno nel continente africano. Mi chiedo come noi possiamo avere la certezza di questi individui che arrivano con le barche e dei controlli che vengono fatti negli hot spot e se i tempi di incubazione della malattia danno la possibilità di scoprire, secondo le tempistiche adeguate, eventuali contrazioni del virus, con la paura che poi queste persone dagli hot spot fuggano, circolando nel nostro Paese. Volevo rassicurazioni in merito, sicuramente non per creare allarmismi, ma per valutazioni che questo Comitato dovrà fare. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie, senatore Zuliani. Abbiamo iscritti l'onorevole Galizia e il senatore Rusconi. C'era prima l'onorevole De Luca, prego.

  PIERO DE LUCA. Grazie a nome di tutti i componenti, a nome di tutti quanti noi per le delucidazioni chiare e precise che il Ministro Speranza ci ha fornito. Io credo che sia corretto e noi riteniamo assolutamente giusta la strada che è stata perseguita di ispirare ogni azione complessiva da parte del nostro Governo, da parte della nostra macchina amministrativa, al principio della massima precauzione. Da questo punto di vista, siamo assolutamente in linea con lei, Ministro, e condividiamo in pieno anche la linea guida, ossia seguire le indicazioni derivanti da valutazioni scientifiche nel mettere in campo tutte le misure utili e necessarie a salvaguardare la salute dei nostri cittadini. Da questo punto di vista, noi, come Partito democratico, ma credo sia un'opinione condivisa e diffusa nel nostro Paese, siamo assolutamente su questa linea e con lei. Mi sento di approfittare di quest'occasione per ribadire la nostra vicinanza e i complimenti alla nostra struttura complessiva della macchina del Ministero della salute e di tutte le strutture coinvolte anche dalla task force che lei ha prontamente istituito. Stanno consentendo davvero di tenere alta l'attenzione, evitando però allarmismi e isterismi che potrebbero anche talvolta verificarsi ed evitando episodi di intolleranza, che nei primi minuti della diffusione di questa epidemia abbiamo purtroppo riscontrato nel Pag. 11nostro Paese e che ci sentiamo di deprecare, di stigmatizzare con grande nettezza. Il lavoro di serietà e rassicurazione che il nostro Governo sta portando avanti, e lei in prima persona, ha dato sicurezza e serenità, sicuramente tenendo alta l'attenzione al nostro Paese. Che cosa possiamo fare di più e che cosa, nel caso, si dovrebbe fare di più? Lei si è fatto promotore di un incontro che ha ricordato, il prossimo 13 febbraio, con i Ministri della salute a livello europeo. Si può andare avanti sul coordinamento europeo? Ci sono delle misure ulteriori che potrebbero essere prese? Lei promuoverà qualche misura rafforzata al riguardo? Sono stati stipulati già degli accordi ad hoc, per esempio legati ai cosiddetti «contatti diretti», cioè ai cosiddetti «viaggiatori intracomunitari», che però arrivano dalle zone a rischio. Sappiamo bene che la misura di cui lei ha parlato, ispirata al principio di cautela, di precauzione e di prevenzione della chiusura dei voli e l'interruzione dei voli dalla Cina non è stata adottata in pieno da tanti altri Stati. Ci sono varie compagnie – leggevamo della British Airways, Lufthansa, Swiss Air France che hanno limitato o interrotto alcune tratte, ma i Governi non hanno bloccato nel loro complesso i voli, così come noi invece, per alzare il livello massimo dell'attenzione, abbiamo fatto. È possibile quindi che un viaggiatore che venga da una zona a rischio della Cina possa giungere in Italia via Francoforte o via Monaco o comunque attraverso altre capitali europee, altri Stati europei. Si sta facendo qualcosa per attivare una rete di vigilanza intra Europa su questi temi? Arrivo a concludere: ispirandoci al principio di proporzionalità che lei ha citato, legato alle misure già adottate al nostro interno, può darci delle indicazioni? C'è un monitoraggio costante sulla necessità di tenere ancora attive alcune misure, quali quella della chiusura degli aeroporti o della non chiusura degli spazi Schengen? Potrebbe verificarsi l'ipotesi, se monitorate comunque costantemente la situazione, di una chiusura straordinaria, di una sospensione straordinaria degli accordi di Schengen legate a eventuali esplosioni ulteriori – speriamo di no – di quella che diventerebbe una vera e propria pandemia? Da questo punto di vista, vorrei qualche delucidazione in più, nella piena consapevolezza da parte nostra che si sta facendo un lavoro straordinario, importante, che porta il nostro Paese a essere al primo posto al mondo per le misure di sicurezza adottate finora. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole De Luca. Onorevole Galizia, prego.

  FRANCESCA GALIZIA. Grazie, presidente. Anche io tenevo a ringraziare il Ministro per l'importante contributo che ha portato qui oggi, soprattutto perché è stato molto dettagliato, molto preciso e attento. Si vede quanto il Ministro si sia impegnato per poter affrontare questa situazione nei migliori di modi e soprattutto in maniera preventiva, perché questo è l'aspetto più importante: la precauzione, quando ci sono questi tipi di problematiche. Io tenevo a ringraziare anche tutti gli uomini e le donne del Servizio sanitario nazionale, che stanno facendo un eccellente lavoro; inoltre, volevo ringraziare anche il commissario Borrelli per l'ottimo lavoro della Protezione civile. Come il collega De Luca, volevo evidenziare la questione dei voli intermedi. Questo è un aspetto che non dovremmo trascurare perché magari possiamo, dati i tempi di incubazione, poter perdere il controllo di alcuni casi, che, come L'OMS stesso ha dichiarato, potrebbero essere solo la punta di un iceberg. Questo ovviamente senza allarmismi, ma sempre mantenendo alta l'attenzione, soprattutto perché gli ultimi casi di contagio sono avvenuti tra persone che comunque non provenivano direttamente dalla Cina. Questo dato ci fa riflettere. Le volevo chiedere, inoltre, se erano previsti dei protocolli particolari per il personale navigante, come gli assistenti di volo e gli stewart che lavorano nel settore della navigazione. Inoltre, le volevo chiedere se dobbiamo temere qualcosa dall'Africa, nel senso che, come hanno sollevato i colleghi della Lega, si ha timore che gli immigrati provenienti dagli sbarchi possano essere portatori del virus. Onestamente, in base a quello che ho avuto Pag. 12la possibilità di leggere, ho notato che effettivamente ci sono dei forti scambi tra l'Africa e la Cina. Noi sappiamo tutti che la Cina è un grande investitore nell'Africa, però prevalentemente nell'Africa orientale, centrale e meridionale. Infatti, c'è una grande presenza cinese in questi territori: più di un milione di cinesi sono presenti in Africa. Tuttavia, molti studiosi affermano che l'aspetto del caldo è un grande freno per la diffusione dell'epidemia. Le volevo chiedere se c'era qualcosa al riguardo e se i timori dei miei colleghi della Lega erano fondati oppure no. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie. Senatore Ruspandini, prego.

  MASSIMO RUSPANDINI. Grazie, signor Ministro. Grazie, presidente. Le domande dei colleghi sono anche le mie domande, per cui ascolterò la risposta relativa all'Africa. Se ci fosse l'esplosione di un focolaio in territori dove probabilmente, anzi sicuramente, le condizioni igienico sanitarie non sono in linea con i parametri occidentali, quelli che noi conosciamo, è chiaro che le criticità sarebbero probabilmente superiori. Oltre a questo, capisco che il suo compito è particolarmente gravoso per le criticità stesse della nostra contemporaneità. Un mondo che quotidianamente produce fake news sicuramente non consente di svolgere con attenzione un lavoro di comunicazione e probabilmente non agevola il suo ruolo. Non agevola nemmeno quello che, secondo me, però serve, cioè fornire una comunicazione adeguata più dettagliata rispetto alle cose che si sentono dire. Se ne sentono dire di tutte: l'incubazione del virus, la sopravvivenza del virus... Anche siti scientifici di un certo livello si contraddicono. Aggiungo anche un altro fatto, che sicuramente è l'ennesima boutade di questi giorni, ma che è particolarmente indicativo: voi sapete che ci sono comunità di cinesi in Italia molto ben integrate, che hanno un modo di comunicazione, anche per quanto riguarda i social network e per quanto riguarda i mezzi di comunicazione, molto particolare. Loro utilizzano anche programmi diversi dai nostri. Il loro grado di preoccupazione, proprio perché hanno i parenti nella madrepatria, è altissimo, le posso assicurare. La complessità della questione sta proprio nel fatto che noi abbiamo a che fare con un continente, come quello cinese, che è sotto un regime dittatoriale e che non consente facilmente la comunicazione dei dati, non consente il veicolo delle informazioni; per cui capisco la complessità, ma l'attenzione deve restare molto alta. Stando, per esempio, a quello che traspare, da quello che so, in Cina è bloccato Internet in questo momento. Ci sono intere zone completamente isolate e la comunicazione delle comunità locali fa arrivare dei messaggi di grandissima preoccupazione.

  TONY CHIKE IWOBI. Presidente, devo segnalarle un'esigenza.

  PRESIDENTE. La ringrazio, senatore Iwobi. Il senatore Iwobi mi aveva anticipato che, per ragioni di salute, non può svolgere direttamente il suo intervento, pertanto il collega Zuliani ne darà lettura.
  Do quindi la parola al senatore Zuliani.

  CRISTIANO ZULIANI. Leggo l'intervento del senatore Iwobi: «Per cercare di contenere nuove infezioni da Coronavirus, le autorità italiane hanno sospeso i collegamenti con la Repubblica popolare cinese. Su disposizione del Ministro della salute, l'ENAC ha provveduto a sospendere tutti i collegamenti aerei tra Italia e la Cina fino al prossimo 28 aprile, azione che reputo importante e doverosa. L'ENAC ha esteso arbitrariamente tale divieto, oltre a Hong Kong e a Macao, anche alla Repubblica di Cina Taiwan, non avendo il Ministro della salute fatto comunicazioni in merito, nella consapevolezza che Taiwan è un'entità territoriale con propria personalità giuridica internazionale diversa dalla Repubblica popolare cinese, come è specificato in una nota dell'ottobre 2009 dal Capo dell'unità per contenzioso diplomatico. Taiwan non è una provincia cinese, ma è un Paese con una propria sovranità e un proprio Governo democraticamente eletto. Questa azione, signor Ministro, rende l'Italia l'unico Pag. 13 Paese a compiere tale azione nei confronti di Taiwan. Ci domandiamo quale sia la motivazione che ha spinto la sospensione dei voli fra Italia e Taiwan. Grazie».

  PRESIDENTE. Grazie al senatore Zuliani, che ha letto l'intervento del senatore Iwoby. Ci sono altri interventi? Do la parola al Ministro, grazie.

  ROBERTO SPERANZA, Ministro della salute. Grazie a voi per gli interventi e anche per le richieste di chiarimento che mi consentono di offrire al Comitato ulteriori elementi di merito. Provo a essere telegrafico, ma molto netto e chiaro, sulle questioni che sono state poste. Primo: il principio essenziale che ci ha guidato in queste settimane, come ho provato a dire con grande fermezza, è il principio della massima precauzione. Lo abbiamo adottato sin dall'inizio. Provo a sottolinearlo ancora una volta: anche quando il 22 e il 23 gennaio l'OMS decise di non deliberare lo stato d'emergenza, cosa che poi ha deciso di fare sette giorni dopo, sostanzialmente il 30 gennaio, noi comunque siamo stati tra i primi Paesi del mondo a mettere in atto tutta la serie di provvedimenti che vi ho esplicitato in maniera puntuale e di cui c'è traccia nelle circolari che vi ho indicato. Nel momento in cui il 30 di gennaio l'OMS ha fatto questa scelta formalmente – era in serata, intorno a 19.30 – noi abbiamo scelto immediatamente di adeguare il nostro ordinamento alla nuova fase, alla nuova delibera che era stata assunta dall'OMS. Siamo stati tra i primi Paesi a dichiarare lo stato d'emergenza. Gli Stati Uniti lo hanno fatto poche ore dopo di noi; era la mattina dopo in Italia. La Gran Bretagna mi risulta che nella mattinata di ieri abbia dichiarato lo stato di emergenza. Si può discutere di tante cose, ma la tempestività e il principio di massima prudenza e di massima precauzione credo che ci abbia guidato. Secondo punto fondamentale: aver costituito un tavolo tecnico scientifico permanentemente riunito ci mette nelle condizioni di poter avere specifiche professionalità e competenze che possono leggere l'evolversi quotidiano di questa vicenda. Le misure adottate finora hanno sempre avuto in questo Comitato tecnico scientifico il punto fondamentale di tenuta. Io penso che dobbiamo fidarci dei nostri scienziati; penso che l'Italia possa rivendicare di avere tra i migliori scienziati del mondo. Voglio sottolinearlo, è stato già fatto pubblicamente: non è un caso che i nostri ricercatori – in modo particolare si tratta di tre ricercatrici dello Spallanzani – siano riusciti a isolare il virus, la sequenza genomica del Coronavirus, in sole quarantotto ore. Se ricorderete, l'arrivo di questi pazienti cinesi – se non ricordo male – è avvenuto venerdì sera e la domenica mattina è stato completato il percorso che ha portato all'isolamento della sequenza genomica del Coronavirus. Anche in questo caso, non è solo il risultato, ma anche la velocità con cui questo risultato è stato conseguito. Ripeto: abbiamo tra i migliori scienziati del mondo. È chiaro che questi sono quelli che devono mettere, come stanno facendo – io voglio esprimere gratitudine nei loro confronti – le loro intelligenze e le loro competenze e anche il loro sistema di relazioni internazionali, che non è cosa banale, al servizio del Paese e delle scelte che dobbiamo assumere. Con grande nettezza, le scelte fatte finora, che ci collocano tra i primi Paesi come livello di sicurezza e come approccio prudenziale, sono tutte passate da un vaglio di questa natura. Al momento, è quel tavolo che non riscontra necessità di misure di natura aggiuntiva. Tutte le altre cose che sono state riportate io penso che debbano essere analizzate da quel tavolo ed è quel tavolo che valuterà. Evidentemente, siamo dentro a un'evoluzione di questa vicenda. L'auspicio di noi tutti è che da qui a poco i dati possano avere una tendenza più confortante. Noi dobbiamo riconoscere le misure messe in campo nelle ultime settimane dal Governo cinese come misure molto determinate. Io spero – questo è l'auspicio della Comunità internazionale che queste misure ci portino in un tempo, che ci auguriamo sia il più breve tempo possibile a una riduzione di questo avanzamento e dell'allargamento dell'area del contagio. Il tavolo tecnico scientifico è riunito permanentemente e ogni mattina analizza e studia i Pag. 14report ufficiali dell'OMS che vengono inviati. C'è un confronto scientifico su di essi e sui rapporti che arrivano dalle CDC, che è la struttura europea competente in materia. È chiaro che sulla base di queste analisi e dell'evoluzione dei dati, ci potrà essere, nelle prossime settimane, un graduale adeguamento. Noi ci auguriamo che questo adeguamento sia dal lato di un abbassamento, perché significherebbe che le condizioni globali stanno migliorando. È chiaro che sarà questo organismo di natura e di connotazione scientifica a guidare le scelte che il Governo, sempre nel rispetto del principio di massima prudenza, dovrà compiere. Anche sulla vicenda di Schengen, io confermo che la valutazione scientifica che ci viene riportata è che al momento non ci sono le condizioni per immaginare una sospensione di quegli accordi. Voglio, inoltre, rispondere rispetto ad alcuni altri punti. La collaborazione interistituzionale è stata fondamentale. Il rapporto con le regioni è decisivo proprio perché è decisivo il funzionamento pieno del Servizio sanitario nazionale – come è noto, il nostro Servizio sanitario nazionale riconosce una funzione essenziale alle regioni – così come è fondamentale la relazione con tutte le istituzioni internazionali. La relazione tra Stati diversi dentro la gestione di questa vicenda è veramente determinante. Non si può immaginare che le misure di un solo Paese siano sufficienti, perché le interconnessioni globali sono ormai molto significative. È chiaro che a livello europeo noi lavoreremo per provare a costruire il massimo del coordinamento. Io vedo questo coordinamento internazionale su almeno due fondamentali questioni. La prima è quella dei controlli, della sorveglianza, delle misure. Ho dato alcuni numeri. Sono molti i Paesi che hanno adottato misure di restrizione. L'altro lato, che è altrettanto decisivo, ha a che fare esattamente con la ricerca scientifica. La prima cosa che è stata decisa, una volta isolato il virus in Italia, è stata la messa a disposizione della nostra banca dati rispetto alla Comunità scientifica internazionale. In questo momento è evidente che i migliori scienziati del mondo sono al lavoro su una sfida che è naturalmente di portata globale. Io penso che l'Italia, dentro questa sfida, debba starci fino in fondo. L'Unione europea, il coordinamento dei Paesi del G7, il coordinamento con la stessa Cina sono fondamentali anche da questo punto di vista. Il risultato che tutti noi auspichiamo, cioè di velocizzare il più possibile la definizione di un vaccino e quindi di dare una risposta organica e strutturale al problema di cui stiamo discutendo può arrivare dentro un coordinamento internazionale. Su questo stanno lavorando chiaramente l'OMS, le CDC e noi siamo pienamente dentro questa rete. Tra l'altro, proprio oggi, c'è stata una riunione a Ginevra e una rappresentanza del mondo della scienza italiana era presente per provare a stare dentro questa discussione. Anche sulla questione Africa noi assumiamo tutte le informazioni dai rapporti ufficiali. Il rapporto ufficiale dell'OMS, in questo momento, certifica che non c'è nessun caso in Africa controllato, verificato dalle autorità. Questo è ad oggi nei dati ufficiali dell'OMS. È chiaro che dobbiamo monitorare con la massima attenzione e, per la collocazione geografica dell'Italia, è una materia che seguiremo con tutta l'attenzione possibile. Riguardo la domanda sulla possibilità che temperature più elevate possano avere un'influenza sulla capacità espansiva di questo virus, sono argomentazioni che vengono riportate pubblicamente; su questo c'è un dibattito. A tale proposito, ieri ho letto un'autorevole dichiarazione del Presidente degli Stati Uniti d'America e ho chiesto al nostro tavolo tecnico scientifico un approfondimento. Fino a quando non ci sarà una risposta più puntuale su questa materia, io penso che dobbiamo limitarci a evitare valutazioni che in questo momento non sarebbero evidentemente mature. Altro punto che ritengo interessante: si è fatto cenno al problema della comunicazione. Io penso che sia un tema importante e penso che sia uno dei punti veramente nuovi di questa epidemia. Ci sono state altre epidemie di natura globale, ma in tempi in cui la comunicazione era diversa. Forse questa è la prima grande epidemia globale al tempo dei social, al tempo dei network aperti ed è questo che Pag. 15ha portato il Governo italiano a fare alcune cose. Io rivendico – l'ho detto nella relazione – come un fatto molto positivo che due social network molto importanti, come Twitter e Facebook, abbiano fatto un accordo formale con il Governo italiano. Quando si fa una ricerca su Twitter e su Facebook con la parola «Coronavirus», c'è il suggerimento di andare al sito del Ministero della salute, perché è nel sito del Ministero della salute che ci sono le risposte più adeguate. È un lavoro che ho fatto in prima persona, che credo sia utile, che va esattamente in quella direzione. Penso che la corretta informazione sia un pezzo della prevenzione e che sia fondamentale insistere su questo terreno. Abbiamo a che fare con una novità; la presenza molto significativa e pervasiva dei social network rischia di veicolare messaggi sbagliati. Lo facciamo con la modalità moderna di un accordo con due social network e stiamo provando a farlo anche con altri. Lo facciamo col numero verde e vi segnalo di aver attivato il numero 1500, attivo ventiquattr'ore su ventiquattro, con personale medico. Ci sono tantissime domande, di tutti i tipi, che arrivano dal nostro Paese e il sito del Ministero è il luogo più idoneo. Rispetto all'ultima domanda, io posso limitarmi semplicemente a dire qual è la comunicazione che ho firmato personalmente. Era relativa ai voli con la Cina. Questa è l'unica risposta che posso dare. In conclusione, permettetemi di dire che ritengo fermamente che nella gestione di una vicenda che ha connotati di questa natura – quindi legato all'interesse del Paese, alla salute e alla difesa del diritto alla salute ai sensi dell'articolo 32 della Costituzione – ritengo molto importante il rapporto tra Governo e Parlamento. Quindi, sono contento di esser potuto venire qui e confrontarmi con voi. Permettetemi di dire che ritengo anche molto importante che ci sia un primato anche di interesse nazionale capace di superare i limiti e i confini del nostro dibattito politico, che è spesso naturalmente vincolato alle questioni di maggioranza e di opposizione.
  Per quanto mi riguarda, in questa vicenda, da Ministro della salute, farò tutto il possibile perché non esista maggioranza e opposizione, ma perché il sistema Paese sia unito per difendere al meglio la salute dei nostri concittadini. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie, Ministro. Io avevo l'ultima domanda sulle stazioni ferroviarie.

  ROBERTO SPERANZA. Ho risposto: ho detto che al momento le misure adottate sono sufficienti.

  PRESIDENTE. Chiudiamo l'audizione. Grazie, Ministro, grazie a voi tutti.

  La seduta termina alle 15.40.