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XVIII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati

Resoconto stenografico



Seduta n. 63 di Lunedì 2 marzo 2020

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Vignaroli Stefano , Presidente ... 3 

Audizione del direttore della Direzione rifiuti, risanamenti ed inquinamenti del Dipartimento tutela ambientale di Roma Capitale, Laura D'Aprile:
Vignaroli Stefano , Presidente ... 3 
D'Aprile Laura  ... 3 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 5 
D'Aprile Laura  ... 5 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 5 
D'Aprile Laura , Direttore della Direzione rifiuti, risanamenti ed inquinamenti del Dipartimento tutela ambientale di Roma Capitale ... 5 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 5 
D'Aprile Laura , Direttore della Direzione rifiuti, risanamenti ed inquinamenti del Dipartimento tutela ambientale di Roma Capitale ... 5 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 6 
D'Aprile Laura , Direttore della Direzione rifiuti, risanamenti ed inquinamenti del Dipartimento tutela ambientale di Roma Capitale ... 6 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 6 
D'Aprile Laura , Direttore della Direzione rifiuti, risanamenti ed inquinamenti del Dipartimento tutela ambientale di Roma Capitale ... 6 
Patassini Tullio (LEGA)  ... 6 
D'Aprile Laura , Direttore della Direzione rifiuti, risanamenti ed inquinamenti del ... 6 
Patassini Tullio (LEGA)  ... 7 
D'Aprile Laura , Direttore della Direzione rifiuti, risanamenti ed inquinamenti del Dipartimento tutela ambientale di Roma Capitale ... 7 
Patassini Tullio (LEGA)  ... 7 
D'Aprile Laura , Direttore della Direzione rifiuti, risanamenti ed inquinamenti del Dipartimento tutela ambientale di Roma Capitale ... 7 
Patassini Tullio (LEGA)  ... 7 
D'Aprile Laura , Direttore della Direzione rifiuti, risanamenti ed inquinamenti del Dipartimento tutela ambientale di Roma Capitale ... 7 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 8 
D'Aprile Laura , Direttore della Direzione rifiuti, risanamenti ed inquinamenti del Dipartimento tutela ambientale di Roma Capitale ... 8 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 9 
D'Aprile Laura , Direttore della Direzione rifiuti, risanamenti ed inquinamenti del Dipartimento tutela ambientale di Roma Capitale ... 9 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 9 
D'Aprile Laura , Direttore della Direzione rifiuti, risanamenti ed inquinamenti del Dipartimento tutela ambientale di Roma Capitale ... 9 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 9 
D'Aprile Laura , Direttore della Direzione rifiuti, risanamenti ed inquinamenti del Dipartimento tutela ambientale di Roma Capitale ... 9 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 9 
D'Aprile Laura , Direttore della Direzione rifiuti, risanamenti ed inquinamenti del Dipartimento tutela ambientale di Roma Capitale ... 9 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 9 
D'Aprile Laura , Direttore della Direzione rifiuti, risanamenti ed inquinamenti del Dipartimento tutela ambientale di Roma Capitale ... 9 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 9 
D'Aprile Laura , Direttore della Direzione rifiuti, risanamenti ed inquinamenti del Dipartimento tutela ambientale di Roma Capitale ... 10 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 10 
D'Aprile Laura , Direttore della Direzione rifiuti, risanamenti ed inquinamenti del Dipartimento tutela ambientale di Roma Capitale ... 10 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 10 
D'Aprile Laura , Direttore della Direzione rifiuti, risanamenti ed inquinamenti del Dipartimento tutela ambientale di Roma Capitale ... 10 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 10 
D'Aprile Laura , Direttore della Direzione rifiuti, risanamenti ed inquinamenti del Dipartimento tutela ambientale di Roma Capitale ... 10 
Briziarelli Luca  ... 10 
D'Aprile Laura , Direttore della Direzione rifiuti, risanamenti ed inquinamenti del Dipartimento tutela ambientale di Roma Capitale ... 11 
Briziarelli Luca  ... 11 
D'Aprile Laura , Direttore della Direzione rifiuti, risanamenti ed inquinamenti del Dipartimento tutela ambientale di Roma Capitale ... 11 
Briziarelli Luca  ... 12 
D'Aprile Laura , Direttore della Direzione rifiuti, risanamenti ed inquinamenti del Dipartimento tutela ambientale di Roma Capitale ... 12 
Briziarelli Luca  ... 12 
D'Aprile Laura , Direttore della Direzione rifiuti, risanamenti ed inquinamenti del Dipartimento tutela ambientale di Roma Capitale ... 12 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 13 
D'Aprile Laura , Direttore della Direzione rifiuti, risanamenti ed inquinamenti del Dipartimento tutela ambientale di Roma Capitale ... 13 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 13 
D'Aprile Laura , Direttore della Direzione rifiuti, risanamenti ed inquinamenti del Dipartimento tutela ambientale di Roma Capitale ... 13 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 13 
D'Aprile Laura , Direttore della Direzione rifiuti, risanamenti ed inquinamenti del Dipartimento tutela ambientale di Roma Capitale ... 13 
Briziarelli Luca  ... 13 
D'Aprile Laura , Direttore della Direzione rifiuti, risanamenti ed inquinamenti del Dipartimento tutela ambientale di Roma Capitale ... 14 
Briziarelli Luca  ... 14 
D'Aprile Laura , Direttore della Direzione rifiuti, risanamenti ed inquinamenti del Dipartimento tutela ambientale di Roma Capitale ... 14 
Briziarelli Luca  ... 14 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 14 
D'Aprile Laura , Direttore della Direzione rifiuti, risanamenti ed inquinamenti del Dipartimento tutela ambientale di Roma Capitale ... 14 
Briziarelli Luca  ... 14 
D'Aprile Laura , Direttore della Direzione rifiuti, risanamenti ed inquinamenti del Dipartimento tutela ambientale di Roma Capitale ... 14 
Briziarelli Luca  ... 14 
Zolezzi Alberto (M5S)  ... 14 
D'Aprile Laura , Direttore della Direzione rifiuti, risanamenti ed inquinamenti del Dipartimento tutela ambientale di Roma Capitale ... 14 
Patassini Tullio (LEGA)  ... 14 
D'Aprile Laura , Direttore della Direzione rifiuti, risanamenti ed inquinamenti del Dipartimento tutela ambientale di Roma Capitale ... 14 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 15 

Audizione del responsabile del Servizio 1 «Gestione rifiuti» della Città Metropolitana di Roma, Paola Camuccio:
Vignaroli Stefano , Presidente ... 15 
Camuccio Paola , Responsabile del Servizio 1 «Gestione rifiuti» della Città Metropolitana di Roma ... 15 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 16 
Camuccio Paola , Responsabile del Servizio 1 «Gestione rifiuti» della Città Metropolitana di Roma ... 16 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 16 
Camuccio Paola , Responsabile del Servizio 1 «Gestione rifiuti» della Città Metropolitana di Roma ... 16 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 16 
Camuccio Paola , Responsabile del Servizio 1 «Gestione rifiuti» della Città Metropolitana di Roma ... 16 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 16 
Camuccio Paola , Responsabile del Servizio 1 «Gestione rifiuti» della Città Metropolitana di Roma ... 17 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 17 
Camuccio Paola , Responsabile del Servizio 1 «Gestione rifiuti» della Città Metropolitana di Roma ... 17 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 17 
Camuccio Paola , Responsabile del Servizio 1 «Gestione rifiuti» della Città Metropolitana di Roma ... 17 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 17 
Camuccio Paola , Responsabile del Servizio 1 «Gestione rifiuti» della Città Metropolitana di Roma ... 17 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 18 
Camuccio Paola , Responsabile del Servizio 1 «Gestione rifiuti» della Città Metropolitana di Roma ... 18 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 18 
Camuccio Paola , Responsabile del Servizio 1 «Gestione rifiuti» della Città Metropolitana di Roma ... 18 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 18 
Camuccio Paola , Responsabile del Servizio 1 «Gestione rifiuti» della Città Metropolitana di Roma ... 18 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 18 
Camuccio Paola , Responsabile del Servizio 1 «Gestione rifiuti» della Città Metropolitana di Roma ... 18 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 18 
Camuccio Paola , Responsabile del Servizio 1 «Gestione rifiuti» della Città Metropolitana di Roma ... 18 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 18 
Camuccio Paola , Responsabile del Servizio 1 «Gestione rifiuti» della Città Metropolitana di Roma ... 18 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 18 
Camuccio Paola , Responsabile del Servizio 1 «Gestione rifiuti» della Città Metropolitana di Roma ... 18 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 19 
Camuccio Paola , Responsabile del Servizio 1 «Gestione rifiuti» della Città Metropolitana di Roma ... 19 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 19 
Camuccio Paola , Responsabile del Servizio 1 «Gestione rifiuti» della Città Metropolitana di Roma ... 19 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 19 
Camuccio Paola , Responsabile del Servizio 1 «Gestione rifiuti» della Città Metropolitana di Roma ... 19 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 19 
Camuccio Paola , Responsabile del Servizio 1 «Gestione rifiuti» della Città Metropolitana di Roma ... 19 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 19 
Camuccio Paola , Responsabile del Servizio 1 «Gestione rifiuti» della Città Metropolitana di Roma ... 19 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 19 
Camuccio Paola , Responsabile del Servizio 1 «Gestione rifiuti» della Città Metropolitana di Roma ... 19 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 19 
Camuccio Paola , Responsabile del Servizio 1 «Gestione rifiuti» della Città Metropolitana di Roma ... 19 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 19 
Braga Chiara (PD)  ... 19 
Camuccio Paola , Responsabile del Servizio 1 «Gestione rifiuti» della Città Metropolitana di Roma ... 19 
Benedetti Silvia (Misto)  ... 19 
Camuccio Paola , Responsabile del Servizio 1 «Gestione rifiuti» della Città Metropolitana di Roma ... 20 
Benedetti Silvia (Misto)  ... 20 
Camuccio Paola , Responsabile del Servizio 1 «Gestione rifiuti» della Città Metropolitana di Roma ... 20 
Benedetti Silvia (Misto)  ... 20 
Camuccio Paola , Responsabile del Servizio 1 «Gestione rifiuti» della Città Metropolitana di Roma ... 20 
Patassini Tullio (LEGA)  ... 20 
Camuccio Paola , Responsabile del Servizio 1 «Gestione rifiuti» della Città Metropolitana di Roma ... 20 
Patassini Tullio (LEGA)  ... 21 
Camuccio Paola , Responsabile del Servizio 1 «Gestione rifiuti» della Città Metropolitana di Roma ... 21 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 21 
Camuccio Paola , Responsabile del Servizio 1 «Gestione rifiuti» della Città Metropolitana di Roma ... 21 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 21 

Audizione del direttore della Direzione regionale politiche ambientali e ciclo dei rifiuti della Regione Lazio, Flaminia Tosini:
Vignaroli Stefano , Presidente ... 21 
Tosini Flaminia , Direttore della Direzione regionale politiche ambientali e ciclo dei rifiuti ... 22 
Patassini Tullio (LEGA)  ... 22 
Tosini Flaminia , Direttore della Direzione regionale politiche ambientali e ciclo dei rifiuti ... 22 
Patassini Tullio (LEGA)  ... 23 
Tosini Flaminia , Direttore della Direzione regionale politiche ambientali e ciclo dei rifiuti ... 23 
Patassini Tullio (LEGA)  ... 23 
Tosini Flaminia , Direttore della Direzione regionale politiche ambientali e ciclo dei rifiuti ... 23 
Briziarelli Luca  ... 23 
Tosini Flaminia , Direttore della Direzione regionale politiche ambientali e ciclo dei rifiuti ... 24 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 24 
Tosini Flaminia , Direttore della Direzione regionale politiche ambientali e ciclo dei rifiuti ... 24 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 24 
Tosini Flaminia , Direttore della Direzione regionale politiche ambientali e ciclo dei rifiuti ... 24 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 25 
Tosini Flaminia , Direttore della Direzione regionale politiche ambientali e ciclo dei rifiuti ... 25 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 25 
Tosini Flaminia , Direttore della Direzione regionale politiche ambientali e ciclo dei rifiuti ... 25 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 25 
Tosini Flaminia , Direttore della Direzione regionale politiche ambientali e ciclo dei rifiuti ... 25 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 25 
Tosini Flaminia , Direttore della Direzione regionale politiche ambientali e ciclo dei rifiuti ... 25 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 25 
Tosini Flaminia , Direttore della Direzione regionale politiche ambientali e ciclo dei rifiuti ... 25 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 25 
Tosini Flaminia , Direttore della Direzione regionale politiche ambientali e ciclo dei rifiuti ... 26 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 26 
Tosini Flaminia , Direttore della Direzione regionale politiche ambientali e ciclo dei rifiuti ... 26 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 26 
Tosini Flaminia , Direttore della Direzione regionale politiche ambientali e ciclo dei rifiuti ... 26 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 26 
Tosini Flaminia , Direttore della Direzione regionale politiche ambientali e ciclo dei rifiuti ... 26 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 26 
Tosini Flaminia , Direttore della Direzione regionale politiche ambientali e ciclo dei rifiuti ... 26 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 26 
Tosini Flaminia , Direttore della Direzione regionale politiche ambientali e ciclo dei rifiuti ... 27 
Briziarelli Luca  ... 27 
Tosini Flaminia , Direttore della Direzione regionale politiche ambientali e ciclo dei rifiuti ... 27 
Briziarelli Luca  ... 28 
Tosini Flaminia , Direttore della Direzione regionale politiche ambientali e ciclo dei rifiuti ... 28 
Briziarelli Luca  ... 28 
Tosini Flaminia , Direttore della Direzione regionale politiche ambientali e ciclo dei rifiuti ... 28 
Briziarelli Luca  ... 28 
Tosini Flaminia , Direttore della Direzione regionale politiche ambientali e ciclo dei rifiuti ... 28 
Briziarelli Luca  ... 28 
Tosini Flaminia , Direttore della Direzione regionale politiche ambientali e ciclo dei rifiuti ... 29 
Briziarelli Luca  ... 29 
Tosini Flaminia , Direttore della Direzione regionale politiche ambientali e ciclo dei rifiuti ... 29 
Patassini Tullio (LEGA)  ... 29 
Tosini Flaminia , Direttore della Direzione regionale politiche ambientali e ciclo dei rifiuti ... 29 
Battistoni Francesco  ... 29 
Tosini Flaminia , Direttore della Direzione regionale politiche ambientali e ciclo dei rifiuti ... 29 
Patassini Tullio (LEGA)  ... 30 
Tosini Flaminia , Direttore della Direzione regionale politiche ambientali e ciclo dei rifiuti ... 30 
Braga Chiara (PD)  ... 30 
Tosini Flaminia , Direttore della Direzione regionale politiche ambientali e ciclo dei rifiuti ... 30 
Battistoni Francesco  ... 31 
Tosini Flaminia , Direttore della Direzione regionale politiche ambientali e ciclo dei rifiuti ... 31 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 31 
Tosini Flaminia , Direttore della Direzione regionale politiche ambientali e ciclo dei rifiuti ... 31 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 31 
Tosini Flaminia , Direttore della Direzione regionale politiche ambientali e ciclo dei rifiuti ... 31 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 32 
Braga Chiara (PD)  ... 32 
Tosini Flaminia , Direttore della Direzione regionale politiche ambientali e ciclo dei rifiuti ... 32 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 32 
Tosini Flaminia , Direttore della Direzione regionale politiche ambientali e ciclo dei rifiuti ... 32 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 32 
Tosini Flaminia , Direttore della Direzione regionale politiche ambientali e ciclo dei rifiuti ... 32 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 32

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
STEFANO VIGNAROLI

  La seduta comincia alle 17.10

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante l'attivazione degli impianti audiovisivi a circuito chiuso e la trasmissione streaming sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione del direttore della Direzione rifiuti, risanamenti ed inquinamenti del Dipartimento tutela ambientale di Roma Capitale, Laura D'Aprile.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del direttore della direzione rifiuti, risanamenti e inquinamenti del dipartimento tutela ambientale di Roma Capitale ingegnere Laura D'Aprile che ringrazio per la presenza. L'audizione odierna rientra nell'ambito dell'approfondimento che la Commissione sta svolgendo sulla gestione del ciclo dei rifiuti nella regione Lazio, in particolare su Roma. Comunico che l'audito ha preso visione della disciplina relativa al regime di pubblicità del resoconto stenografico della seduta che informa l'audito che della presente seduta sarà redatto un resoconto stenografico e, su motivata richiesta, consentendo la Commissione, i lavori proseguiranno in seduta segreta; nel caso le dichiarazioni segrete entrassero a far parte di un procedimento penale, il regime di segretezza seguirà quello previsto per tale procedimento; si invita comunque a rinviare eventuali interventi di natura riservata alla parte finale della seduta. Invito quindi la nostra ospite a svolgere una relazione per quanto riguarda anche i criteri di scelta del sito della discarica di Roma e poi eventualmente faremo delle domande, prego.

  LAURA D'APRILE. Direttore della Direzione rifiuti, risanamenti ed inquinamenti del Dipartimento tutela ambientale di Roma Capitale. Grazie, Presidente. Ringrazio e saluto i commissari. Comincio dal lavoro tecnico che è stato svolto nell'ambito dell'ordinanza del 27 novembre 2019 n. 3 del presidente della regione Lazio. L'ordinanza è stata emanata il 27 novembre 2019 e notificata il giorno successivo. Al punto 1A l'ordinanza del presidente Zingaretti prevedeva la costituzione di una struttura tecnica composta da tre rappresentanti individuati dalla regione Lazio, dalla Città Metropolitana di Roma Capitale e da Roma Capitale. I rappresentanti avevano il mandato di predisporre, entro cinque giorni dalla notifica, un documento tecnico contenente gli elementi preordinati all'individuazione di uno o più siti ovvero impianti sul territorio comunale di Roma Capitale, da destinare a operazioni di smaltimento per i rifiuti derivanti dal trattamento dei rifiuti solidi urbani aventi i codici europei 191212, 190501 e 190503 prodotti da impianti contrattualizzati per il trattamento dei rifiuti urbani prodotti da Roma Capitale. L'ordinanza è stata notificata il giorno successivo alla firma, il 28 novembre. Il 28 novembre sono stati comunicati i nominativi dei rappresentanti tecnici per ciascun ente. In particolare per la regione Lazio è stata individuata l'ingegner Flaminia Tosini, per la Città Metropolitana di Roma Capitale è stata individuata la dottoressa Paola Camuccio e la sottoscritta è stata individuata dal capo di gabinetto di Roma Capitale. Prima dell'insediamento della commissione Pag. 4 tecnica ha visto la definizione di criteri di lavoro. Il mandato era piuttosto ambizioso. Entro cinque giorni dalla notifica dell'ordinanza occorreva individuare dei siti e comunque degli elementi dei siti che potessero potenzialmente essere destinati al conferimento di quei codici dei rifiuti solidi urbani e questo prevedeva un lavoro tecnico piuttosto intenso. I criteri sono stati stabiliti all'insediamento della commissione, il 29 novembre 2019. Chiaramente sia i verbali delle sedute che si sono tenute che il documento tecnico sono stati poi pubblicati sul sito della regione Lazio e sul sito di Roma Capitale. Il 29 novembre sostanzialmente abbiamo condiviso una metodologia. In particolare abbiamo stabilito di verificare gli impianti già autorizzati in capo alle tre amministrazioni regione Lazio, Città Metropolitana e Roma Capitale con indicazione delle autorizzazioni in essere, dei codici autorizzati e di altri eventuali elementi specifici derivanti dagli atti autorizzativi di ciascun ente. Un altro criterio tecnico che era indispensabile era quello di verificare questi impianti sulla cartografia fornita dalla Città Metropolitana di Roma Capitale, in coerenza con i criteri di localizzazione per gli impianti di trattamento. C'è stata una sovrapposizione tra l'impiantistica esistente autorizzata e la cartografia della Città Metropolitana di Roma Capitale. Sostanzialmente tra questi impianti nel verbale del 29 novembre 2019 si è inoltre stabilito un quadro di massima per armonizzare le informazioni messe a disposizione dai tre enti. In particolare l'indicazione della titolarità dell'autorizzazione in esercizio, se in esercizio, decaduta o in corso di procedimento; l'individuazione del sito con indicazione della località e delle informazioni disponibili dagli atti autorizzativi reperibili; i codici autorizzati e l'elenco delle autorizzazioni pregresse relative a ciascuna area; la volumetria residua e la capacità, la titolarità e proprietà dell'area e l'eventuale conoscenza di specifiche problematiche. Io non mi soffermerò sui criteri di localizzazione della Città Metropolitana e sulla cartografia predisposta e ulteriormente messa a disposizione perché immagino lo farà la dottoressa Camuccio a seguito dell'audizione che si terrà tra poco. Per quanto riguarda le informazioni fornite da Roma Capitale dobbiamo dire che abbiamo chiesto il 29 novembre, quindi nella seduta di insediamento, di non inserire tra questi impianti oggetto di valutazione le cave dismesse.
  Questa proposta era stata avanzata dalla regione Lazio in quanto, in considerazione dei tempi ristretti per la valutazione tecnica, non era possibile acquisire sufficienti elementi amministrativi e sullo stato dei luoghi per valutare un'eventuale idoneità ancorché potenziale. Abbiamo cercato di circoscrivere il lavoro tecnico, e quindi le informazioni da produrre, agli atti autorizzativi facilmente reperibili delle autorizzazioni in essere a disposizione dell'amministrazione. Non abbiamo considerato le cave dismesse sulle quali magari c'è uno storico di tutti gli enti, non solo nostro, ma anche di Città Metropolitana e della regione Lazio, che però può essere di difficile ricostruzione in merito alla successione delle proprietà e alla suddivisione delle particelle. Si sono stabiliti questi criteri. Nel successivo incontro del 3 dicembre sono state definite tutte le informazioni a disposizione per poter finalizzare il documento ultimo che poi è stato inviato dal direttore ingegner Flaminia Tosini, referente coordinatore della regione Lazio di questo gruppo tecnico. Il documento è stato inviato il 4 dicembre 2019 al capo di gabinetto per essere sottoposto all'attenzione del presidente Zingaretti. Il documento va a individuare con la sovrapposizione tra gli impianti in esercizio dei tre enti e la cartografia messa a disposizione della Città Metropolitana di Roma Capitale una serie di impianti esistenti con i relativi provvedimenti autorizzativi necessari per poter accogliere i codici indicati in ordinanza. Si tratta dei codici 191212, 190501 e 190503.
  La sostanza del documento tecnico che ripercorre i criteri di massima che la Commissione tecnica si è data e che è stato fatto rispetto all'individuazione è la tabella riportata a pagina 9 e 10, nel paragrafo 5 della relazione tecnica pubblicata. In questa tabella viene indicata una serie di impianti con la tipologia di autorizzazione e Pag. 5l'ente procedente, la tipologia di modifiche necessarie per poter accogliere i codici riportati in ordinanza, la necessità o meno di procedimenti di valutazione di impatto ambientale, l'esistenza o meno di presìdi ambientali e di quali presìdi necessari alla gestione dei rifiuti solidi urbani, la necessità di nuovi presìdi e soprattutto una stima delle tempistiche autorizzative per poter accogliere quella tipologia di rifiuti. In questa tabella venivano riportati per ciascun impianto individuato quale potenzialmente autorizzabile, potenzialmente, ci tengo a sottolinearlo, per quei codici indicati in ordinanza, sono riportati quali tipi di ulteriori autorizzazioni fossero necessarie e quali fossero i tempi necessari stimati dall'ente procedente che è la regione Lazio. È evidente che a ciascuno di questi impianti potenzialmente autorizzabili per quei codici corrisponde un procedimento autorizzativo che deve essere incardinato presso l'ente competente che è la regione Lazio. Nell'ambito del procedimento autorizzativo e quindi della conferenza di servizi che viene aperta per il procedimento autorizzativo vengono acquisiti i pareri di tutti gli enti competenti per poter chiudere positivamente o negativamente il procedimento relativo all'autorizzazione di quei codici. Com'è noto l'esito di una conferenza di servizi non è mai scontato perché l'ente procedente convoca tutte le amministrazioni, tutti gli enti che devono esprimersi sulla fattibilità della realizzazione l'opera e sui vari vincoli esistenti e che devono esprimere parere. Nell'ambito della conferenza dei servizi ogni ente rappresenta le proprie motivazioni e l'ente procedente valuta quali sono gli interessi prevalenti per poi chiudere il procedimento e dare o non dare l'autorizzazione all'impianto. In linea generale questa è la rappresentazione del lavoro tecnico che è stato fatto. Regione Lazio e Città Metropolitana rappresenteranno nel dettaglio quello che è di interesse di ciascun ente.

  PRESIDENTE. Nella delibera del 31 dicembre c'è scritto: «Regolarità tecnica della proposta di deliberazione» Che si intende?

  LAURA D'APRILE. Direttore della Direzione rifiuti, risanamenti ed inquinamenti del Dipartimento tutela ambientale di Roma Capitale. Il testo unico degli enti locali stabilisce che la direzione competente per materia esprima il proprio parere in termini di regolarità tecnica del provvedimento. La struttura competente per materia, ai sensi del testo unico enti locali, non esprime il proprio parere solo quando si tratta di atti di mero indirizzo perché su un atto di mero indirizzo, quindi di valenza meramente politica non è dovuto il parere di regolarità tecnica. È un mero adempimento ai sensi del testo unico degli enti locali.

  PRESIDENTE. In pochi giorni si è cercato un elenco dei siti. Inizialmente si era scelto Tragliatella che non rispettava le distanze, ma neanche Monte Carnevale rispetta le distanze perché le case sparse sono a 84 metri. Questi parametri perché non sono stati presi in considerazione?

  LAURA D'APRILE, Direttore della Direzione rifiuti, risanamenti ed inquinamenti del Dipartimento tutela ambientale di Roma Capitale. Nella relazione tecnica è specificato molto chiaramente che si tratta di idoneità potenziale e che non sono stati presi in considerazione tutti i criteri specifici di autorizzazione che ricadono nell'ambito dell'acquisizione dei pareri della conferenza di servizi. Anche la delibera del 31 dicembre è una delibera di indirizzo che dà mandato sostanzialmente agli uffici di fare degli approfondimenti relativamente alla localizzazione che viene individuata con la delibera. Sostanzialmente c'è una serie di valutazioni che necessita di ulteriori approfondimenti rispetto a tutti i siti che sono indicati nella tabella 9.

  PRESIDENTE. Perché per Tragliatella questi approfondimenti sono stati fatti e quindi la delibera non è stata emessa, mentre per Monte Carnevale non sono stati fatti?

  LAURA D'APRILE, Direttore della Direzione rifiuti, risanamenti ed inquinamenti Pag. 6del Dipartimento tutela ambientale di Roma Capitale. Presidente, io sono in condizioni di rispondere riguardo all'attività tecnica svolta dagli uffici della mia direzione. Su Tragliatella so che c'è stato un approfondimento da parte del dipartimento urbanistica, ma dovreste sentire il dipartimento.

  PRESIDENTE. Su Monte Carnevale c'era comunque il parere negativo del comune di Roma. Voi avete detto che le cave dismesse non sono state considerate, ma Monte Carnevale è una cava dismessa tant'è vero che il comune stesso aveva fatto ricorso perché non è stato fatto il ripristino ambientale. Com'è la situazione?

  LAURA D'APRILE, Direttore della Direzione rifiuti, risanamenti ed inquinamenti del Dipartimento tutela ambientale di Roma Capitale Il sito denominato Monte Carnevale era stato già oggetto di parere. Il sito di proprietà della società NGR era stato già oggetto di parere negativo da parte della direzione rispetto all'autorizzazione per rifiuti inerti per tutta una serie di motivazioni che attengono a un provvedimento del 2010, se non erro, di un ordine di ripristino della ex cava che era rimasto privo di riscontro. Sostanzialmente noi abbiamo ribadito quest'ordine di ripristino. Tutto questo così come altre osservazioni che sono state formulate nell'ambito dei singoli procedimenti da parte di Roma Capitale. Tutto questo trova riscontro all'interno della relazione tecnica ultima che è stata licenziata il 4 dicembre. Si tratta di tutte le osservazioni che sono state formulate da Roma Capitale nell'ambito dei singoli procedimenti della regione Lazio. C'è da dire che, come rappresentavo, l'ente procedente sulla base dell'interesse pubblico prevalente e di tutti i pareri acquisiti può decidere, ancorché ci siano dei pareri negativi, di chiudere favorevolmente il procedimento autorizzativo.

  PRESIDENTE. Per l'altro sito il dipartimento urbanistica ha detto di no ed è stato cassato. Per questo sito un altro dipartimento che è quello ambiente, il suo dipartimento, ha detto di no perché è stato fatto ricorso, ma non è stato preso in considerazione. Questo di fatto è successo?

  LAURA D'APRILE, Direttore della Direzione rifiuti, risanamenti ed inquinamenti del Dipartimento tutela ambientale di Roma Capitale. Per quanto riguarda il lavoro tecnico effettuato e gli approfondimenti svolti dalla direzione, il risultato è quello riportato all'interno della relazione del 4 dicembre. Trovano sede in questa relazione tutti gli impianti che lei ha nominato. Le valutazioni di carattere strategico e politico non attengono ai compiti della direzione, quindi non sono io a poter rispondere su questo. Noi abbiamo svolto un lavoro tecnico.

  TULLIO PATASSINI. Grazie per la sua presenza qui oggi pomeriggio che è importante perché ritorniamo un'altra volta a parlare di Roma e di argomenti che sono importanti per i cittadini. Io vorrei tornare indietro. Ho seguito con attenzione quello che lei diceva a proposito della costituzione di questa struttura tecnica. A seguito del vostro insediamento il 29 novembre, l'individuazione dei criteri, la scelta di non utilizzare cave dismesse, la scelta di privilegiare alcuni siti anziché altri, è stata una scelta autonoma o vi erano stati dati degli atti di indirizzo precedenti? In un giorno riuscire a fare un lavoro importantissimo di verifica degli impianti, cartografia, di sovrapposizione, è stato un lavoro importante. Inoltre quando lei parla di impianti, parla solo di discariche o parla di impianti di trattamento rifiuti in genere? Questa struttura tecnica formalmente come si è costituita? Era una vera e propria conferenza dei servizi o un organo di indirizzo a cui sono seguiti atti amministrativi?
  Se sono seguiti questi atti amministrativi, quali sono quelli di cui è a conoscenza che sono stati poi messi in piedi dalle singole amministrazioni che hanno contribuito alla struttura tecnica?

  LAURA D'APRILE, Direttore della Direzione rifiuti, risanamenti ed inquinamenti delDipartimento tutela ambientale di Roma Capitale. Rispondo prima alla sua domanda sull'eventuale indirizzo rispetto alle scelte Pag. 7tecniche. Non c'è stato un indirizzo rispetto alle scelte tecniche. Ci siamo insediati il 29 di novembre e, come risultava dal verbale sottoscritto da tutti e tre i componenti, abbiamo autonomamente deciso quali potevano essere dei criteri di lavoro, compatibilmente con le tempistiche che ci venivano assegnate dall'ordinanza. Posso parlare per quanto riguarda Roma Capitale, poi le colleghe parleranno per i rapporti con i rispettivi organi di indirizzo politico. L'organo di indirizzo politico di Roma Capitale è venuto a conoscenza solo della relazione ultima, quindi quella del 3 dicembre. Non c'è stata un'interlocuzione di indirizzo, almeno per quanto ci riguarda, sui criteri che ci siamo dati come termini di lavoro. La struttura tecnica, questa è la dizione esatta dell'ordinanza del 27 novembre 2019, n. 3, è composta dai tre rappresentanti e si è costituita con delle lettere di individuazione dei vertici degli enti. Per quanto riguarda Roma Capitale la mia designazione è stata formalizzata dal capo di gabinetto e lo stesso è avvenuto per la regione e per la Città Metropolitana. C'è stata questa designazione formalizzata dal presidente della regione Lazio come sottoscrittore e promotore dell'ordinanza e quindi c'è stata la costituzione e il primo incontro convocato dall'ingegner Flaminia Tosini, come rappresentante dell'ente promotore dell'ordinanza, il 29 novembre alle ore 13. Questo è...

  TULLIO PATASSINI. Voi avete scelto i criteri?

  LAURA D'APRILE, Direttore della Direzione rifiuti, risanamenti ed inquinamenti del Dipartimento tutela ambientale di Roma Capitale. I criteri ce li siamo definiti da soli. Abbiamo cercato di identificare impianti con autorizzazioni in essere o relativamente recenti che non comportassero una ricostruzione storica. Voi sapete come, negli enti di prossimità in generale, ma soprattutto su enti vasti come può essere Roma Capitale, tra successioni di proprietà, successioni patrimoniali, suddivisioni di particelle, la ricostruzione storica può essere piuttosto problematica, quindi noi volevamo focalizzare su autorizzazioni recenti. Per questo c'è stata l'esclusione delle cave storiche dismesse, per evitare di scegliere aree su cui c'erano poche informazioni che in cinque giorni non saremmo riusciti a reperire.

  TULLIO PATASSINI. Cortesemente può dirmi se il riferimento è solo alle discariche o ad altre strutture di trattamento rifiuti in genere, quando parla di impianti?

  LAURA D'APRILE, Direttore della Direzione rifiuti, risanamenti ed inquinamenti del Dipartimento tutela ambientale di Roma Capitale. Facendo riferimento agli impianti nella titolarità dei tre enti, Roma Capitale ha delegate le competenze sull'impianto di trattamento soltanto dei rifiuti inerti. Ci sono anche gli impianti di autodemolizione, ma quelli li abbiamo esclusi a priori. Noi abbiamo portato questo come contributo.

  TULLIO PATASSINI. Fondamentalmente un impianto inerte che non è buono per gli inerti, è buono per l'organico. Mi sta dicendo questo? Lei sta dicendo questo alla Commissione?
  Io non sono un esperto di diritto amministrativo, ma non riesco a capire la formalità giuridica di questa struttura. Non capisco se è un organo di consulenza, se è un organo che risponde a qualcuno, se è un organo il cui giudizio deve essere sottoposto al vaglio di un consiglio comunale, consiglio regionale, consiglio della Città Metropolitana. Mi lascia nel dubbio, poi magari lei mi può chiarire questa cosa. Specifico le domande perché le ho mescolate. Da una parte lei mi dice che la commissione ha escluso una cava di inerti o una struttura che non può trattare inerti, ma può trattare organico e noi sappiamo quali sono i rischi ambientali di un organico rispetto agli inerti. Dall'altra parte lei dice che questa struttura tecnica, questa organizzazione tecnica è svincolata, sia in fase decisoria che in fase di definizione dei criteri, da qualunque organo politico.

  LAURA D'APRILE, Direttore della Direzione rifiuti, risanamenti ed inquinamenti Pag. 8del Dipartimento tutela ambientale di Roma Capitale. Sulla definizione giuridica della struttura tecnica a mio avviso occorre sentire l'ente promotore dell'ordinanza e cioè la regione Lazio. Nell'ambito dell'ordinanza, per il superamento di una criticità, è stato individuato quale strumento anche la costituzione di questa struttura tecnica. Non c'è una formalizzazione ulteriore perché non è una commissione consiliare, non è una commissione straordinaria. È una struttura tecnica a supporto dell'attuazione di un'ordinanza del testo unico ambientale, questo per quanto riguarda la formalizzazione giuridica. Per quanto riguarda le altre osservazioni c'è da dire che all'interno del documento tecnico viene specificato quali sono impianti autorizzati e/ o in fase di autorizzazione da parte della regione Lazio per rifiuti inerti e in fase di autorizzazione per rifiuti speciali che potrebbero essere adibiti alla gestione dei rifiuti urbani con i codici indicati all'interno dell'ordinanza con una serie di presìdi. Faccio un esempio, li leggo tutti sennò sembra che ne leggo uno e gli altri non li leggo perché non voglio, nella tabella in ordine il primo nome è Ecofer che è un sito autorizzato per rifiuti pericolosi; con una modifica non sostanziale e l'inserimento di nuovi presìdi ambientali viene data una stima all'interno della tabella di trenta giorni per poter accogliere quei codici. Ovviamente si tratta sempre di una stima di massima da sottoporre poi alla conferenza di servizi e a tutti i pareri.
  Cortac è un impianto di rifiuti inerti con un'autorizzazione ex articolo 208 da parte di Roma Capitale. L'impianto necessiterebbe di modifiche sostanziali e della valutazione di impatto ambientale con un'integrazione di presìdi ambientali e una tempistica stimata di duecento giorni per poter accogliere quei codici.
  Adrastea ha una situazione ancora più particolare perché questo sito non è stato valutato per un D1, cioè non per la discarica, ma per un D15. La regione ha rappresentato che ha delle capacità, delle baie per poter accogliere degli stoccaggi provvisori. Anche in questo caso con un D15 «modifiche non sostanziali», senza necessità di VIA, ci sono i presìdi ambientali già precostituiti per poter accogliere quei codici.
  4A, impianto di rifiuti inerti, articolo 208 del decreto legislativo 152 del 2006; modifica sostanziale, assoggettabilità a VIA da integrare con rete del biogas, quarantacinque giorni di tempistica amministrativa indicata.
  Cerchio Chiuso, rifiuti inerti, articolo 208; modifica sostanziale, necessità di VIA, integrazione della rete di biogas necessaria per poter accogliere, tempistica 180 giorni.
  NGR, rifiuti inerti, in autorizzazione, poi la regione Lazio ha chiuso l'iter autorizzativo a dicembre; modifica sostanziale, assoggettabilità a VIA, da integrare con la rete di biogas, sessanta giorni per il rilascio di autorizzazione idonea.
  DAF, rifiuti inerti, articolo 208, modifiche sostanziali, necessità di VIA da integrare con rete di biogas, duecento giorni stimati per poter pervenire ad un'autorizzazione.
  Questa è la logica con cui è stato predisposto il lavoro ed elaborata questa tabella.

  PRESIDENTE. Premesso che Monte Carnevale, lo ripeto, è una cava dismessa, c'è una cosa che non riesco a capire: lei ha detto che su Tragliatella è stato fatto, da parte dei dipartimenti, un ulteriore approfondimento e che il dipartimento urbanistica ha rilevato delle incongruenze che hanno portato ad un parere negativo. Su Monte Carnevale qual è stato l'esito dell'approfondimento? Se c'è stato un approfondimento, anche dal punto di vista del dipartimento tutela ambientale.

  LAURA D'APRILE, Direttore della Direzione rifiuti, risanamenti ed inquinamenti del Dipartimento tutela ambientale di Roma Capitale. Per chiarezza, la direzione rifiuti oltre ad aver partecipato a questo lavoro tecnico non ha fatto ulteriori approfondimenti per quanto riguarda Tragliatella. Per Tragliatella c'è stato un approfondimento di carattere meramente urbanistico. Per quanto riguarda Monte Carnevale in riscontro alla delibera del 31 dicembre la direzione Pag. 9 rifiuti non ha fatto altro che confermare le proprie valutazioni negative già fornite nell'ambito del procedimento regionale. Del resto c'è un parere agli atti fornito nell'ambito del procedimento della regione Lazio che, per una serie di motivazioni, non valutava positivamente l'apertura del procedimento: perché noi abbiamo chiesto, come risulta a pagina 8 della relazione ultima della commissione, l'improcedibilità dell'istanza in quanto vi è già un procedimento per il recupero ambientale del sito.
  Nel rispondere a quello che era il mandato agli uffici di approfondimenti rispetto alla delibera del 31 dicembre, noi abbiamo confermato quello che già avevamo scritto alla regione Lazio nella relazione e che riflette la nostra posizione. A nostro avviso un quel sito sussiste la necessità di un'attività di recupero ambientale da portare avanti.

  PRESIDENTE. Quindi è corretto dire che non è stato preso in considerazione questo parere negativo da parte della direzione rifiuti per il secondo sito, mentre per il primo sito il parere della direzione urbanistica è stato preso in considerazione e la direzione urbanistica non si è espressa per quanto riguarda il secondo sito mentre sul primo sì?

  LAURA D'APRILE, Direttore della Direzione rifiuti, risanamenti ed inquinamenti del Dipartimento tutela ambientale di Roma Capitale. La delibera del 31 dicembre dava mandato a tutti gli uffici di esprimersi rispetto a quella proposta di localizzazione. Così come l'ha fatto la direzione i rifiuti, credo che si sia espressa anche l'urbanistica a seguito della delibera del 31 dicembre.

  PRESIDENTE. Però sul primo sito non è stata fatta proprio la delibera, quindi l'approfondimento è stato fatto prima di fare la delibera. Invece su Monte Carnevale è stata fatta direttamente la delibera, dicendo poi di approfondire. Non so quali siano gli approfondimenti dell'urbanistica, ma quelli della direzione rifiuti continuano, da come ho capito, a essere negativi, ma non sono stati presi in considerazione fino a ora. Giusto?

  LAURA D'APRILE, Direttore della Direzione rifiuti, risanamenti ed inquinamenti del Dipartimento tutela ambientale di Roma Capitale. Il procedimento a seguito della delibera deve essere incardinato nell'ambito di una conferenza di servizi, quindi in questa conferenza di servizi...

  PRESIDENTE Per Tragliatella non è stata fatta la conferenza di servizi?

  LAURA D'APRILE, Direttore della Direzione rifiuti, risanamenti ed inquinamenti del Dipartimento tutela ambientale di Roma Capitale. Ma non è Roma Capitale l'ente procedente per la conferenza.

  PRESIDENTE. Infatti io mi rivolgo al comune. Su Tragliatella sono stati fatti degli approfondimenti e non è stata fatta la delibera. Su Monte Carnevale invece è stata fatta la delibera senza fare gli opportuni approfondimenti prima di fare la delibera. È giusto?

  LAURA D'APRILE, Direttore della Direzione rifiuti, risanamenti ed inquinamenti del Dipartimento tutela ambientale di Roma Capitale. Posso solo richiamare quelli che sono gli atti. A seguito della delibera del 31 dicembre è stato dato mandato agli uffici di approfondire alcuni aspetti, che sono stati approfonditi dalle varie direzioni.

  PRESIDENTE Appunto, dopo aver fatto la delibera, mentre con Tragliatella è stato fatto prima di fare la delibera, quindi c'è una diversità di trattamento. Perché proprio il 31 dicembre?

  LAURA D'APRILE, Direttore della Direzione rifiuti, risanamenti ed inquinamenti del Dipartimento tutela ambientale di Roma Capitale. Io su questo non le so rispondere. Sono atti di Giunta, quindi non posso rispondere.

  PRESIDENTE. Il commissario ai rifiuti Sottile dichiarò che a Roma non esistono Pag. 10siti idonei. La situazione quindi è cambiata? Visto che aveva detto che non c'erano siti idonei e invece lì ne sono stati trovati diversi e ne è stato scelto anche uno? Sbagliava Sottile a dire che non ci sono siti idonei?

  LAURA D'APRILE, Direttore della Direzione rifiuti, risanamenti ed inquinamenti del Dipartimento tutela ambientale di Roma Capitale. Sulla idoneità dei siti non si esprime Roma Capitale, ma si esprime la Città Metropolitana con la cartografia e la vincolistica. Chiaramente, parliamo dei nuovi siti, non degli impianti esistenti, che possono essere o non essere adeguati. La cartografia di Città Metropolitana riporta, per quanto riguarda i criteri di localizzazione di nuovi siti di smaltimento, alcune zone con una potenziale ammissibilità. Successivamente in Conferenza di servizi si verifica se c'è una convergenza di pareri tale da poter consentire il rilascio dell'autorizzazione. Nella cartografia della Città Metropolitana sono individuate pochissime zone, pochissime aree potenzialmente esenti da vincoli escludenti, però su questo e sulla costruzione della cartografia dirà la Città Metropolitana.

  PRESIDENTE. Anche Monte Carnevale era stato bocciato perché era stato già preso in considerazione durante l'epoca della struttura commissariale. Come si comporterà adesso il suo Dipartimento in Conferenza dei servizi? Manterrà il parere negativo?

  LAURA D'APRILE, Direttore della Direzione rifiuti, risanamenti ed inquinamenti del Dipartimento tutela ambientale di Roma Capitale. Penso che l'amministrazione viva di coerenza di atti. Se c'è una motivazione tecnica, e nel caso di specie c'è, per cui noi abbiamo rilasciato un parere negativo nel primo procedimento della regione Lazio e successivamente abbiamo confermato, all'esito degli approfondimenti istruttori richiesti dalla delibera del 31 dicembre, il parere già rilasciato alla regione Lazio, è evidente che diremmo sempre la stessa cosa.

  PRESIDENTE. Sulle discariche di inerti il comune non ha potere di autorizzare? È la regione che autorizza le discariche di inerti?

  LAURA D'APRILE, Direttore della Direzione rifiuti, risanamenti ed inquinamenti del Dipartimento tutela ambientale di Roma Capitale. Gli impianti di gestione degli inerti vengono autorizzati su delega da Roma Capitale a meno degli impianti sui quali ci siano dei procedimenti di valutazione di impatto ambientale, perché non abbiamo alcuna delega sulla valutazione d'impatto ambientale.

  PRESIDENTE. A Monte Carnevale, gli inerti, li ha la regione?

  LAURA D'APRILE, Direttore della Direzione rifiuti, risanamenti ed inquinamenti del Dipartimento tutela ambientale di Roma Capitale. Sì.

  LUCA BRIZIARELLI. Noi avevamo già sentito la dottoressa l'11 giugno del 2019 in occasione dall'audizione del sindaco Raggi. Ora, credo che il suo incarico sia rimasto lo stesso, quindi la funzione che svolge è identica ad allora. Dato che l'audizione era, in generale, sulla situazione della gestione dei rifiuti su Roma, io mi permetto di fare alcune domande di carattere generale partendo da quello che ci era stato dichiarato in quella sede dal sindaco e poi in particolare da lei per gli aspetti tecnici. Visto che la situazione, almeno agli occhi di chi passa qualche giorno a Roma o in qualche zona di Roma, non è migliorata in questo lasso di tempo, la prima domanda riguarda la raccolta differenziata. Al tempo ci era stato fatto un quadro per il quale l'inizio di raccolta differenziata porta a porta aveva riguardato i municipi VI e X con una copertura del 70 per cento delle utenze pari a circa 500 mila. Su 3 milioni complessivi se ne era coperto il 70 per cento. Sia il Sindaco sia anche poi i tecnici, confermando, avevano detto che si stava lavorando alacremente per andare avanti. In questi dieci mesi che sono passati, la percentuale di copertura è cambiata in questi Pag. 11due municipi? Si era estesa a macchia d'olio – utilizzavate questa espressione nel corso dell'audizione – ai municipi confinanti, anche per evitare quel turismo dei rifiuti al quale facevate riferimento? In quella sede parlavate anche di una gara che era in corso di espletamento per la fornitura di cassonetti, vorrei sapere se la gara è stata espletata. In quel contesto ritenevate fondamentale, relativamente alla raccolta stradale, eliminare quanto prima la raccolta stradale per le utenze non domestiche per l'incidenza che avevano sulla complessiva organizzazione. Su questo vorremmo sapere se nel lasso di tempo si sia effettivamente concretizzato questo lavoro. Dopodiché, un passaggio molto importante fu dedicato a quello dei controlli, relativo all'abbandono dei rifiuti, tanto che era stata illustrata l'attività di una task force specifica e di un gruppo denominato «PICS», di una ventina di persone addette a questo lavoro; qual è il risultato di questa attività?. Per chiudere la parte relativa all'impiantistica e alla raccolta, visto che si è parlato degli impianti e della situazione autorizzativa e del problema della vincolistica, la collega Braga chiese al tempo quante delle trentadue isole ecologiche previste fossero state realizzate e fu detto che ne erano state realizzate quattro su trentadue. Nel rispondere fu fatto un passaggio in cui fu detto che uno dei problemi principali, a pagina 12 delle audizioni dell'11 di giugno del 2019, era dovuto proprio alla mancanza di un'analisi preventiva della vincolistica. Si diceva che l'impegno, da quel momento, sarebbe consistito, da parte di tutti i soggetti coinvolti, nel procedere a un'analisi preventiva della vincolistica, proprio per evitare che poi si facesse un piano o un progetto che di fatto non era possibile realizzare per questo aspetto. Vorrei capire quale è stata l'evoluzione dell'analisi.
  Sulla raccolta differenziata: il sindaco in quella sede confermò con l'appoggio dei tecnici l'obiettivo del 50 per cento di raccolta differenziata per il 2019, sottolineando che quello del 70 per cento era previsto per il 2021. Volevamo capire se avevate a disposizione i dati relativi al 2019, quindi se era stato raggiunto e magari superato l'obiettivo del 2019 e quale fosse quello del 2020. Nell'audizione fu dato l'obiettivo per il 2019 e per il 2021, ma non si era parlato del 2020.
  Lei personalmente aveva fatto un quadro sui contenziosi, dicendo che ce ne erano presenti trentacinque e che proprio all'indomani avrebbe avuto un incontro con AMA per avere un quadro complessivo; quindi se potesse aggiornarci il quadro relativo ai contenziosi in essere e dirci che fine hanno fatto quei trentacinque contenziosi che dieci mesi fa ci aveva illustrato.

  LAURA D'APRILE, Direttore della Direzione rifiuti, risanamenti ed inquinamenti del Dipartimento tutela ambientale di Roma Capitale. Su alcuni dei temi che sono stati proposti, se possibile, mi riservo di inviare una relazione aggiornata, perché il tema odierno era forse più incentrato sulla questione dell'individuazione dei siti. Quindi rispondo su alcuni aspetti; su altri, per avere i dati aggiornati, magari mi riservo di inviare la relazione.

  LUCA BRIZIARELLI. Mi scuso. Mi era stato detto che il tema era complessivamente la gestione dei rifiuti. Diversamente non avrei posto queste domande.

  LAURA D'APRILE, Direttore della Direzione rifiuti, risanamenti ed inquinamenti del Dipartimento tutela ambientale di Roma Capitale. Su alcune cose ci tengo a rispondere. Vado un po’ in ordine sparso. I centri raccolta: partiamo da quattordici centri di raccolta operativi. Nell'audizione di giugno dello scorso anno avevamo dato una rappresentazione rispetto al fatto che la delibera che individuava i nuovi centri raccolta, denominata «delibera tronca», non trovava corrispondenza rispetto ai vincoli urbanistici che poi sono stati riscontrati per la realizzazione di questi centri di raccolta. Sostanzialmente, ad oggi, possiamo dire che abbiamo chiuso le conferenze di servizi e quindi c'è una progettazione già consegnata. È una progettazione già esecutiva, già avviata, per le conferenze di servizi, che si sono chiuse positivamente per sei nuove aree. Quindi siamo in uno Pag. 12stato avanzato. Abbiamo chiesto ad AMA di avviare il prima possibile la realizzazione di questi nuovi centri di raccolta che andranno a coprire anche dei municipi che erano completamente privi di centri di raccolta, come il VI municipio. Contestualmente, è stato avviato un tavolo tecnico congiunto tra le direzioni rifiuti e urbanistica, e sono state individuate diciannove nuove aree. A breve noi andremmo a sottoporre alla Giunta una nuova delibera in sostituzione alla delibera tronca con individuazione complessiva di quaranta localizzazioni di nuove aree per i centri raccolta. Quindi passiamo dai quattordici ai quaranta.

  LUCA BRIZIARELLI. Lei diceva: quattro erano, sei approvati, dieci; diciannove sono le aree nuove individuate?

  LAURA D'APRILE, Direttore della Direzione rifiuti, risanamenti ed inquinamenti del Dipartimento tutela ambientale di Roma Capitale. Ci sono i quattordici esistenti; gli ulteriori in progettazione sono sette; complessivamente sono quaranta aree, però magari vi diamo proprio l'elenco di tutte le aree, perché l'abbiamo declinato per ogni municipio per una relazione complessiva. Per quanto riguarda la raccolta differenziata e l'estensione del porta a porta, abbiamo un dato consuntivo riferito al primo semestre 2019, con una percentuale di raccolta differenziata del 45,87 per cento. La fonte è il report trimestrale di AMA. Per quanto riguarda invece la popolazione raggiunta al porta a porta, abbiamo al momento 941 mila 663 abitanti complessivamente serviti al porta a porta e un milione 917 mila 424 serviti dalla raccolta stradale. Questi sono gli ultimi numeri. Poi forniremo una relazione complessiva con i numeri e i dati riportati per annualità, in modo tale da avere poi un confronto con le annualità precedenti.
  Un altro aspetto che mi sembra lei avesse sottolineato riguardava il discorso del turismo dei rifiuti dai comuni limitrofi. L'amministrazione ha emanato il 5 agosto 2019 un'ordinanza che comprende due aspetti: uno è il divieto di conferimento di rifiuti da extra territoriali e l'altra è il divieto di utilizzo dei sacchi neri. Questa ordinanza, anche in tema di controllo sia della migrazione dei rifiuti che degli errati e illeciti conferimenti – perché nei sacchi neri la nostra polizia locale trova un po’ di tutto – è stata ulteriormente reiterata. Avendo dato dei buoni risultati, riteniamo che abbia raggiunto degli obiettivi di repressione del fenomeno sperati.
  L'altra domanda riguardava le utenze non domestiche. Sulle utenze non domestiche, come è noto anche dalla stampa, è stato fatto un lavoro di controllo degli appalti che sono stati conferiti dalla municipalizzata e della strutturazione della gara per l'attribuzione di questo appalto, che probabilmente è stata progettata – ma non sono parole mie; sono parole che sono a verbale di una commissione capitolina – per una città un po’ diversa da Roma. Preso atto di questo, sono state intraprese da AMA una serie di misure correttive e soprattutto di controlli sui subappaltatori. Alcuni contratti sono attualmente in scadenza e AMA sta predisponendo i nuovi bandi prendendo atto di tutte le criticità che si sono manifestate nell'ambito di questo sistema di raccolta così strutturato. L'obiettivo, chiaramente, era quello di dare un forte contributo all'aumento complessivo della raccolta differenziata.

  LUCA BRIZIARELLI. Lei mi sta dicendo che su questo, al di là dell'affermazione nell'assemblea capitolina, AMA ha introdotto dei correttivi sul servizio in essere che però non è quello relativo al bando che di fatto è stato pubblicato ma non esperito. Ci sarà un nuovo bando? Un servizio attualmente reso da chi e come?

  LAURA D'APRILE, Direttore della Direzione rifiuti, risanamenti ed inquinamenti del Dipartimento tutela ambientale di Roma Capitale. Sul servizio reso, per quanto possibile, nell'ambito dei capitolati di gara – perché comunque ci sono degli affidamenti –, AMA ha apportato tutti i correttivi che poteva apportare. Per il nuovo bando la costruzione terrà conto di tutte le criticità che si sono riscontrate. Questo è il ragionamento.

Pag. 13

  PRESIDENTE. La nuova discarica dovrà accogliere 500 tonnellate al giorno. Colleferro, che ha chiuso, anche se a volumetria residua, ne prendeva mille e cento. Come pensate di fare fronte a questo deficit?

  LAURA D'APRILE, Direttore della Direzione rifiuti, risanamenti ed inquinamenti del Dipartimento tutela ambientale di Roma Capitale. In questo momento, come sapete, ci sono degli accordi interregionali in essere. In particolare, attualmente è operativo l'accordo con la regione Abruzzo. È stato implementato recentemente dalla regione Lazio un ulteriore accordo, per quantità non grandissime, con la regione Toscana. Per quanto ci riguarda, le ultime comunicazioni che AMA ha formalizzato non rappresentano una criticità in termini di gestione dei flussi. In questo momento AMA ci ha rappresentato che non ha una criticità in tema di gestione dei flussi; potrebbe invece avere una criticità in termini di sbocchi indotta rispetto agli impianti di trattamento ai quali conferisce in caso di chiusura degli impianti di smaltimento attualmente in essere. Faccio riferimento – perché questa è l'ultima comunicazione di AMA – alla discarica di Roccasecca di Frosinone.

  PRESIDENTE. Quando ci sarà il picco dei rifiuti verso Pasqua, giugno cosa intendete fare? È previsto un altro momento di crisi oppure è tutto sotto controllo?

  LAURA D'APRILE, Direttore della Direzione rifiuti, risanamenti ed inquinamenti del Dipartimento tutela ambientale di Roma Capitale. Il sistema, fino a stabilizzazione della rete impiantistica che indubbiamente avverrà con l'approvazione definitiva del piano regionale, è un sistema molto fragile; altrimenti non saremmo arrivati a quattro ordinanze. Adesso da AMA, al di là della preoccupazione per l'eventuale chiusura dell'impianto di smaltimento di Roccasecca in provincia di Frosinone, non abbiamo elementi di allarme. Non siamo in condizioni in questo momento di poter dire se tra un mese o tra quindici giorni ci sarà una crisi; non abbiamo elementi per dire una cosa del genere. Faccio un esempio recente: nei giorni scorsi, come sapete, sempre nella zona dell'Ardeatina, c'è stato un incendio in un impianto di gestione di carta e plastica. Ogni volta che c'è un danneggiamento di un qualsiasi tipo in un impianto – anche un nastro che si rompe, non voglio arrivare a dire l'incendio – c'è un rallentamento del sistema. La fragilità dipende dall'assenza di una capacità tampone degli impianti di filiera e degli impianti di smaltimento; questa situazione è sempre un po’ sul filo di lana.

  PRESIDENTE. Si stanno ricercando siti alternativi o complementari a Monte Carnevale sia all'interno del comune di Roma che in provincia?

  LAURA D'APRILE, Direttore della Direzione rifiuti, risanamenti ed inquinamenti del Dipartimento tutela ambientale di Roma Capitale. Per competenza non sono in condizione di poter dire se si stanno cercando altri siti nell'ambito della Città Metropolitana o comunque fuori dal territorio del comune di Roma. Prescindendo dal fatto che il comune ha delle competenze specifiche che sono connesse all'affidamento del servizio di raccolta, come Direzione non abbiamo avuto indicazione in tal senso.

  LUCA BRIZIARELLI. Solo per sapere, se le quattro domande alle quali non mi ha risposto sono quelle alle quali invierà risposta. Gliele rielenco solamente. La prima riguardava l'obiettivo per il 2020 per la raccolta differenziata, perché c'era stato dato l'obiettivo 2019 e 2021. Non so se è in grado oppure ce lo fa sapere. Poi, la situazione dei trentacinque contenziosi di cui lei ci parlava fra Roma Capitale e AMA, che erano emersi nel corso dell'audizione. Se vuole le do il riferimento della pagina dell'audizione. Le due più banali: il bando di gara per la fornitura dei cassonetti condominiali che era in fase di espletamento e se ha una relazione sul lavoro della task force, le foto trappole, tutti i materiali che avete utilizzato per combinare multe relativamente a chi scaricava i rifiuti.

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  LAURA D'APRILE, Direttore della Direzione rifiuti, risanamenti ed inquinamenti del Dipartimento tutela ambientale di Roma Capitale. Mi riserverei di mandare una relazione. L'unico chiarimento sui contenziosi: erano contenziosi AMA; non vorrei che magari fosse...

  LUCA BRIZIARELLI. Non è che tutto quello che chiediamo è colpa per forza di Roma...

  LAURA D'APRILE, Direttore della Direzione rifiuti, risanamenti ed inquinamenti del Dipartimento tutela ambientale di Roma Capitale. Mi ricordavo i contenziosi degli impianti di demolizione ma non quelli di AMA; quindi sono un po’ in difficoltà per questo.

  LUCA BRIZIARELLI. Se vuole poi le do la copia della pagina dell'audizione.

  PRESIDENTE. Le invieremo una richiesta scritta.

  LAURA D'APRILE, Direttore della Direzione rifiuti, risanamenti ed inquinamenti del Dipartimento tutela ambientale di Roma Capitale. Per quanto riguarda l'obiettivo 2020, direi che l'obiettivo che può essere indicato è quello del piano finanziario tariffa del 50 per cento.

  LUCA BRIZIARELLI. Da quello del 2019 non vi muovete. Nel 2019 al primo semestre lei ci dava il 45,88 per cento. Non sappiamo quale sarà il dato a fine anno. Quindi voi vi immaginate di stare al 50 per cento nel 2020 e poi fare il salto al 70 per cento di 20 punti, tutto nell'arco del 2021? Perché l'obiettivo del sindaco per il 2021 è il 70 per cento, così ha riferito. Quindi, se lei mi dice che l'obiettivo per il 2020 è il 50 per cento, significa che poi come uffici avete messo il sindaco in condizione di dire che può fare un salto di venti punti percentuali in un anno.

  LAURA D'APRILE, Direttore della Direzione rifiuti, risanamenti ed inquinamenti del Dipartimento tutela ambientale di Roma Capitale. Probabilmente lei si riferisce alla delibera dei materiali post consumo, che poneva come obiettivo nel 2021 il 70 per cento.

  LUCA BRIZIARELLI. Sono dichiarazioni del Sindaco, che ha detto: «mi sento di confermare per il 2019 il 50 per cento; raggiungeremo il 70 per cento nel 2021».

  ALBERTO ZOLEZZI. Lei ci ha parlato di 941 mila abitanti serviti da PAP, ci può dire da quanto si partiva pressappoco all'arrivo del sindaco Raggi? Volevo anche ricordare, per la cronaca, che in questo momento, dai dati esposti, Roma è diventata, tra Londra, Parigi, Berlino, la capitale che ha la raccolta differenziata più elevata di tutta Europa.

  LAURA D'APRILE, Direttore della Direzione rifiuti, risanamenti ed inquinamenti del Dipartimento tutela ambientale di Roma Capitale. I dati che abbiamo sono questi: nel 2015 sostanzialmente partivamo da due municipi, il primo e il secondo con porta a porta; quindi un totale di 125 mila abitanti coinvolti. Nel 2018 eravamo a 882.800 e siamo arrivati a 941.663 abitanti coinvolti.

  TULLIO PATASSINI. Un semplice chiarimento, poi chiaramente ringraziamo l'onorevole Zolezzi, ma lei è così brava che non ha bisogno di supporti politici. Una domanda per tornare invece alla scelta degli accordi interregionali: ci può dire a che punto sta l'accordo con la regione Marche? Se sono già ripartiti i flussi, se ancora vi sono dei tagli in corso? Per tornare invece all'aspetto più meramente tecnico, se dalla Giunta capitolina o dal suo assessore di riferimento le sono giunti degli indirizzi in termini di gestione del gap di trattamento rifiuti, perché, come diceva prima il presidente Vignaroli, c'è un gap storico di Roma, e chiaramente, visto che lei mi ha detto che al momento non sta lavorando su altri dossier, volevo sapere se avevate un input alla Giunta.

  LAURA D'APRILE, Direttore della Direzione rifiuti, risanamenti ed inquinamenti Pag. 15del Dipartimento tutela ambientale di Roma Capitale. L'accordo con la regione Marche è un accordo formalizzato e deliberato da tutte e due le regioni, che però non ha avuto attuazione perché sostanzialmente prevedeva il solo trattamento e non il conferimento in discarica; quindi si poneva sempre il discorso dello smaltimento dei residui di trattamento. AMA ci ha detto che tra le Marche e gli altri accordi in essere non ravvisa criticità. Poi l'anagrafe degli impianti ai quali AMA conferisce rifiuti è pubblica e la trovate sul sito di Roma Capitale dove progressivamente andiamo a pubblicare gli aggiornamenti sull'impiantistica utilizzata. Il mio assessore di riferimento è l'onorevole sindaca Raggi, che ha una delegata sui rifiuti che però non ha la qualifica di assessore, ma una delega di coordinamento, la dottoressa Valeria Allegro. Per quanto riguarda il sistema di trattamento e la prospettiva del sistema di trattamento, noi riteniamo che possa essere decisiva la valutazione e approvazione del piano industriale di AMA. AMA ha predisposto delle linee guida di piano industriale che sono attualmente in fase di valutazione secondo quanto disposto dalle procedure capitoline sul controllo analogo delle partecipate, che sono state deliberate molto recentemente: a marzo 20019. Si tratta di una valutazione congiunta di ambiente, partecipate e bilancio e ragioneria. Rispetto agli indirizzi programmatici della Giunta, siamo in fase di valutazione come controllo analogo delle linee di indirizzo di AMA che poi daranno luogo al piano industriale che indicherà le prospettive di valorizzazione della filiera.

  PRESIDENTE. Ringrazio la nostra ospite e dichiaro conclusa l'audizione

Audizione del responsabile del Servizio 1 «Gestione rifiuti» della città metropolitana di Roma, Paola Camuccio.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del responsabile del Servizio gestione rifiuti della città metropolitana di Roma Paola Camuccio, che ringrazio per la presenza. L'audizione odierna rientra nell'ambito dell'approfondimento che la Commissione sta svolgendo sulla gestione del ciclo dei rifiuti nella regione Lazio, in particolare del comune di Roma Capitale. Comunico che l'audito ha preso visione della disciplina relativa al regime di pubblicità del resoconto stenografico della seduta che informa l'audito che della presente seduta sarà redatto un resoconto stenografico e, su motivata richiesta, consentendo la Commissione, i lavori proseguiranno in seduta segreta; nel caso le dichiarazioni segrete entrassero a far parte di un procedimento penale, il regime di segretezza seguirà quello previsto per tale procedimento; si invita comunque a rinviare eventuali interventi di natura riservata alla parte finale della seduta.

  PAOLA CAMUCCIO, Responsabile del Servizio 1 «Gestione rifiuti» della Città Metropolitana di Roma. Buonasera. Io ho fatto parte del gruppo di lavoro che, secondo l'ordinanza del presidente della regione Lazio di novembre, doveva essere formato per individuare dei siti o degli impianti che potessero essere utilizzati al fine di smaltire i rifiuti provenienti dai diversi impianti di TMB del comune di Roma Capitale. Sono stata individuata tramite una delega della sindaca della città metropolitana. Abbiamo avuto due incontri con il gruppo di lavoro, formato, oltre che da me, anche dalla dottoressa D'Aprile del comune di Roma e dall'ingegner Tosini della regione Lazio. I due incontri si sono svolti il 29 novembre e il 3 dicembre. Nel primo incontro si è decisa un po’ la struttura del lavoro che si voleva svolgere, perché l'ordinanza del presidente prevedeva dei tempi strettissimi per l'individuazione di questi siti. I criteri che ci siamo dati sono stati poi verbalizzati, sono pubblici, e sono i seguenti: innanzitutto, tutti gli enti che hanno competenze in materia di rilascio di autorizzazione per gli impianti di smaltimento rifiuti dovevano fornire un elenco di tutti quegli impianti che potessero essere immediatamente utilizzabili o utilizzabili previa modifica della struttura e dell'autorizzazione vigente. La città metropolitana non ha competenze in materia di smaltimento di questa tipologia di rifiuti; pertanto noi Pag. 16non abbiamo fornito elenchi. Gli elenchi sono venuti dalla regione Lazio e da Roma Capitale. Oltre a questi impianti già esistenti, si è valutato, rispetto alla mappa delle aree bianche, cioè delle aree idonee e non idonee a smaltire rifiuti, redatta dalla città metropolitana. Sulla base di queste cartografie sono stati individuati anche quegli impianti, come le cave dismesse e le cave non dismesse, che potessero rientrare all'interno delle aree cosiddette «idonee». Da un lato sono stati visionati tutti gli impianti ed è stata fatta una tabella per ciascuno di essi, che prevedeva – se non ricordo male – la tipologia di modifica dell'autorizzazione che era necessario fare, le tempistiche previste e naturalmente le modifiche impiantistiche che dovevano essere apportate agli impianti esistenti.
  L'altro punto riguarda la sovrapposizione sulla cartografia delle aree idonee di tutte le cave dismesse e in esercizio. Durante la seconda seduta del 3 dicembre sono stati portati tutti i dati e sono stati elaborati in un documento che poi è stato emesso e consegnato alla sindaca e al presidente della regione Lazio perché prendessero gli opportuni provvedimenti. Come diceva l'ordinanza, la sindaca doveva individuare un sito all'interno del suo comune, e poi sapete come è andata; quindi non ha apportato ulteriori benefici alla valutazione. Il mio lavoro si è affermato con la redazione di questo elenco di siti. Per quello che riguarda la città metropolitana, chiaramente voi sapete che il nostro compito è quello di effettuare la ricognizione delle aree idonee e non idonee alla realizzazione di impianti di smaltimento e di impianti di recupero sulla base dei criteri che sono stati definiti dal Piano regionale vigente, che è quello del 2012. È stata valutata la situazione sulla base di questa cartografia che è stata adottata ed è oggetto di presa d'atto, da parte mia, del marzo 2018, la prima versione, e di dicembre 2018 nella sua seconda versione.

  PRESIDENTE. Non ho capito la questione delle cave dismesse. Avete preso in considerazione le cave dismesse?

  PAOLA CAMUCCIO, Responsabile del Servizio 1 «Gestione rifiuti» della Città Metropolitana di Roma. Il comune di Roma Capitale ha effettuato un elenco delle cave dismesse, alcune delle quali sono state inserite all'interno del documento e altre no, a seconda della situazione, perché l'obiezione del comune di Roma era che non tutti i proprietari erano conosciuti, non tutte le autorizzazioni erano ancora vigenti e quindi si sarebbe dovuto impiegare molto più tempo di quello che avevamo a disposizione per effettuare una ricognizione fatta in modo più approfondito.

  PRESIDENTE. Perché prima è stato detto invece che il comune di Roma ha detto che le cave dismesse...

  PAOLA CAMUCCIO, Responsabile del Servizio 1 «Gestione rifiuti» della Città Metropolitana di Roma. Non le voleva proprio vedere, però comunque l'elenco lei lo ha fatto, l'ha consegnato agli atti del tavolo, però non sono stati inseriti nel documento finale perché il comune di Roma...

  PRESIDENTE. Monte Carnevale è una cava dismessa che non è neanche stata ripristinata; quindi è corretto riempire delle cave con i rifiuti senza aver fatto il ripristino?

  PAOLA CAMUCCIO, Responsabile del Servizio 1 «Gestione rifiuti» della Città Metropolitana di Roma. Realizzare un impianto di discarica prevede una serie di requisiti che sono stabiliti da un decreto, che è il 36. Il Piano regionale dei rifiuti dice che siti preferenziali per la realizzazione di discariche sono le cave dismesse. Ora, quella di Monte Carnevale, io non lo so a che punto sia con l'autorizzazione e a che punto sia il ripristino perché non è competenza nostra; è una cosa che stanno seguendo la regione Lazio per quanto riguarda l'impianto e il comune di Roma per quanto riguarda la cava.

  PRESIDENTE. Lei ha detto che è stato fatto in cinque giorni, quindi lascia un po’ perplessi, tant'è vero che il primo sito scelto Pag. 17non rispettava le distanze urbanistiche. Io credo che anche il secondo non le rispetti; quindi voi, questi criteri, con i vincoli di servitù militari, le distanze delle case, non li avete proprio presi in considerazione?

  PAOLA CAMUCCIO, Responsabile del Servizio 1 «Gestione rifiuti» della Città Metropolitana di Roma. La prima che era stata indicata è situata in un luogo sul quale noi non avevamo notizie. Le cartografie che noi avevamo fatto sono le carte che derivano dal PTPR, dal PTPG, quello della vecchia provincia che è del 2010 e non è stato ancora modificato, e dai criteri stabiliti dal Piano della regione Lazio; dopodiché la legge prevede che noi redigiamo questa cartografia sulla base delle osservazioni fatte dai comuni. Quando è stata interpellata Roma Capitale, non ha fornito osservazioni particolari sulla carta; quindi la prima versione della carta, quella che non riportava i vincoli che lei diceva, era quella che a noi risultava come Città Metropolitana e che non è stata mai messa in dubbio da Roma Capitale. Successivamente è intervenuta un'analisi più approfondita fatta dall'urbanistica, che noi non avevamo a disposizione quando abbiamo approvato le carte, tant'è che abbiamo fatto un avvio del procedimento amministrativo per la modifica di quella cartografia proprio sulla base delle nuove risultanze che ci sono state fornite da Roma. Per quanto riguarda la servitù militare, è stata inserita, perché quelli sono dati che noi abbiamo. Se la servitù militare, cioè l'area militare, è cartografata precisamente così com'è, vuol dire che è quella che risulta agli atti; e il Ministero della difesa non ci ha fatto osservazioni, neanche nelle ultime occasioni in cui ci siamo visti.

  PRESIDENTE. Come no? il Ministero della difesa ha fatto ricorso.

  PAOLA CAMUCCIO, Responsabile del Servizio 1 «Gestione rifiuti» della Città Metropolitana di Roma. Non contro la cartografia. La cartografia riporta il confine dell'area militare; il ricorso, lui è stato fatto su altre questioni: sul fatto che vogliono ampliare, che ci sono delle valutazioni che deve fare il Ministero della difesa per quel sito, che però non sono attuali. Quello che noi abbiamo cartografato è il vincolo attuale, posto in questo momento attuale.

  PRESIDENTE. Monte Carnevale per esempio ricade su quel vincolo attuale. È stato ampliato due mesi fa.

  PAOLA CAMUCCIO, Responsabile del Servizio 1 «Gestione rifiuti» della Città Metropolitana di Roma. Noi abbiamo fatto la cartografia a dicembre 2018. La cartografia dei vincoli non è una cosa fissa; è una cosa che si evolve. Nel momento in cui ci arrivano notizie di nuovi vincoli o di vincoli modificati noi provvediamo alla modifica.

  PRESIDENTE. Quindi, se dovesse arrivare il vincolo che è esteso e comprende quell'area, cosa succede?

  PAOLA CAMUCCIO, Responsabile del Servizio 1 «Gestione rifiuti» della Città Metropolitana di Roma. Ne prenderemo atto e modificheremo la cartografia. La cartografia delle aree idonee è una cartografia di studio, non è un vangelo, non è un piano sulla base dal quale non ci si può discostare. La cartografia è una carta di studio che dice: in quelle aree a me non risultano vincoli; se qualcuno vuole proporre la realizzazione di un impianto fa uno zoom specifico sull'area e vede se effettivamente sussistono altre problematiche, altri vincoli eccetera. Quindi non è che, se l'area risulta idonea sulla nostra cartografia, è idonea tout court; è un'area su cui possono essere proposti degli impianti, però primo bisogna verificare se tutti i vincoli sono stati cartografati, perché, se poi i singoli comuni magari hanno notizie in più rispetto a quelle che noi abbiamo e non ce le comunicano, è chiaro che noi non le possiamo conoscere, quindi non le cartografiamo. Se il Ministero della difesa modifica il vincolo nel corso del tempo, ce lo dovrebbe comunicare anche per questo motivo, oltre che per la modifica del PTPG, se è il caso di farla. Quindi, nel momento in cui vengono apposti i nuovi vincoli, ci sono degli iter, Pag. 18per cui noi poi li recuperiamo e li reinseriamo nella nuova cartografia.

  PRESIDENTE. Tempo fa l'ex commissario rifiuti Sottile – anche prima Pecoraro – dissero, a conclusione dei loro mandati, che a Roma e provincia non ci sono siti idonei. Le cose sono cambiate?

  PAOLA CAMUCCIO, Responsabile del Servizio 1 «Gestione rifiuti» della Città Metropolitana di Roma. Noi ci siamo limitati a fare la ricognizione dei vincoli. Io non lo so da cosa derivasse questa indicazione del commissario. Non conosco il lavoro istruttorio che è stato fatto prima; quindi non so su che base lui dicesse questo.

  PRESIDENTE. Ci sono state delle notizie che riguardano un recente allargamento a 15 siti. È vero questo?

  PAOLA CAMUCCIO, Responsabile del Servizio 1 «Gestione rifiuti» della Città Metropolitana di Roma. No. Sempre durante il tavolo di lavoro fatto post ordinanza del presidente della regione, abbiamo fatto una ricognizione ulteriore. La città metropolitana ha approvato una cartografia che prevede un buffer, cioè una fascia di mille metri dalle case sparse in mille e cinquecento metri dai centri abitati per poter realizzare impianti di smaltimento. In realtà il Piano della regione Lazio è un po’ meno restrittivo, perché prevedeva cinquecento metri per le case sparse a fronte dei nostri mille e mille per i centri abitati a fronte dei nostri mille e cinquecento; quindi sono state fatte due simulazioni: una con le nostre valutazioni e una invece con i criteri puri del Piano regionale. In questo secondo caso le aree sono risultate un pochino di più, perché, restringendo i buffer, quindi le fasce di inedificabilità degli impianti, è chiaro che si allargano un po’ le zone idonee. Questa notizia a cui lei fa riferimento non corrisponde assolutamente al vero, a parte che non sono quindici i siti perché sono sette o otto, se non ricordo male. Li ho qui, se volete li contiamo. Comunque, non è una carta nuova, è la carta del tavolo di lavoro che non è quella approvata dalla Città Metropolitana; era uno strumento in più da consegnare alla sindaca per le sue valutazioni politiche. Quindi non esiste una carta che non sia quella approvata da noi e quella simulazione che è stata fatta a valle dei due incontri del tavolo.

  PRESIDENTE. Quindi lei ha questi siti ulteriori?

  PAOLA CAMUCCIO, Responsabile del Servizio 1 «Gestione rifiuti» della Città Metropolitana di Roma. Sì.

  PRESIDENTE. Se ce lo può consegnare.

  PAOLA CAMUCCIO, Responsabile del Servizio 1 «Gestione rifiuti» della Città Metropolitana di Roma. Ma non sono siti ulteriori ma sono aree che si sono allargate in virtù del fatto che abbiamo ristretto la fascia di rispetto.

  PRESIDENTE. Non ho capito una cosa. Voi avete detto che avete trovato le aree prendendo i parametri delle case sparse a mille metri; a Monte Carnevale, però, che è stata scelta e inserita nell'elenco dei siti, ci sono le case sparse a 84 metri.

  PAOLA CAMUCCIO, Responsabile del Servizio 1 «Gestione rifiuti» della Città Metropolitana di Roma. Monte Carnevale un impianto esistente e quindi si sono seguite due strade....

  PRESIDENTE. Monte Carnevale non è un impianto esistente, è una cava dismessa.

  PAOLA CAMUCCIO, Responsabile del Servizio 1 «Gestione rifiuti» della Città Metropolitana di Roma. È un impianto per quello che mi riguarda.

  PRESIDENTE. È una cava dismessa come ce ne sono migliaia in provincia di Roma.

  PAOLA CAMUCCIO, Responsabile del Servizio 1 «Gestione rifiuti» della Città Metropolitana di Roma. Questa è la carta con i siti che sono stati fatti restringendo il Pag. 19buffer: sono questi verdi. Monte Carnevale non so dove sia perché non lo conosco.

  PRESIDENTE. Continuo a non capire il limite dalle case sparse.

  PAOLA CAMUCCIO, Responsabile del Servizio 1 «Gestione rifiuti» della Città Metropolitana di Roma. Noi abbiamo solo fatto una sovrapposizione tra quello che a noi risultava come case sparse. Se poi a noi non risultano case sparse... probabilmente è un altro problema ancora.

  PRESIDENTE. Quindi a voi non risultano case sparse.

  PAOLA CAMUCCIO, Responsabile del Servizio 1 «Gestione rifiuti» della Città Metropolitana di Roma. Nel tavolo di lavoro io ho consegnato la cartografia.

  PRESIDENTE. Comunque sia, i limiti urbanistici delle case sparse valgono per gli impianti; quindi a maggior ragione, se consideriamo Monte Carnevale un impianto varrebbe anche lì. Mi domando perché non sono state considerate visto che avete anche ribadito che avete rifatto la cartografia addirittura aumentando la distanza...

  PAOLA CAMUCCIO, Responsabile del Servizio 1 «Gestione rifiuti» della Città Metropolitana di Roma. La scelta di Monte Carnevale non l'ho fatta io.

  PRESIDENTE. Ma lei ha firmato un documento nel quale ci sono degli impianti con delle case a 84 metri di distanza.

  PAOLA CAMUCCIO, Responsabile del Servizio 1 «Gestione rifiuti» della Città Metropolitana di Roma. Noi abbiamo fatto una ricognizione dell'esistente. Io stabilisco dei vincoli e vengono localizzati tutti gli impianti tra cui Monte Carnevale, successivamente la Sindaca individua quello, questa è una scelta politica; io ho solo fornito la cartografia.

  PRESIDENTE. A prescindere dalla scelta del Sindaco. L'elenco delle scelte viene dalla cartografia. Avete parlato di vincoli ancora più ampi e tra i siti inclusi c'era Monte Carnevale che aveva case sparse a 84 metri. Lo avete inserito voi. Perché?

  PAOLA CAMUCCIO, Responsabile del Servizio 1 «Gestione rifiuti» della Città Metropolitana di Roma. Sono stati localizzati tutti gli impianti... forse non ho capito il problema.

  PRESIDENTE. Voi avete detto che avete fatto delle aree, e c'è la sovrapposizione tra gli impianti e le aree della provincia. Voi avete detto che per fare queste aree avete allargato i vincoli di legge. Come è finito questo impianto o cava visto che avete affermato che il vincolo delle case sparse è stato fissato a 1.500 metri?

  PAOLA CAMUCCIO, Responsabile del Servizio 1 «Gestione rifiuti» della Città Metropolitana di Roma. In queste carte della provincia le case indicate a 84 metri non esistono.

  PRESIDENTE. Quindi nelle carte della provincia le case che si trovano a 84 metri non ci sono?

  PAOLA CAMUCCIO, Responsabile del Servizio 1 «Gestione rifiuti» della Città Metropolitana di Roma. No, saranno probabilmente abusive.

  PRESIDENTE. A me non risulta, faremo degli accertamenti.

  CHIARA BRAGA. La cartografia che voi avete fornito è una cartografia ricognitiva di una serie di documenti di programmazioni e di vincoli apposti dalle amministrazioni e che vi sono state comunicate; quindi la cartografia prodotta da voi non ha nessun aspetto di scelta discrezionale?

  PAOLA CAMUCCIO, Responsabile del Servizio 1 «Gestione rifiuti» della Città Metropolitana di Roma. Assolutamente no.

  SILVIA BENEDETTI. Essendo una cartografia che richiede le osservazioni delle Pag. 20amministrazioni, per esempio dei vari comuni; potrebbe anche essere che un comune non dica niente perché nemmeno lui è aggiornato oppure perché non fa le segnalazioni che invece andrebbero fatte?

  PAOLA CAMUCCIO, Responsabile del Servizio 1 «Gestione rifiuti» della Città Metropolitana di Roma. La scelta del comune sul motivo per cui non manda le osservazioni, chiaramente non la conosco.

  SILVIA BENEDETTI. Sto chiedendo se è possibile anche che un comune non invii i dati rispetto ai cambiamenti che sono stati fatti urbanisticamente e quindi voi non abbiate una ricognizione corretta.

  PAOLA CAMUCCIO, Responsabile del Servizio 1 «Gestione rifiuti» della Città Metropolitana di Roma. Sì.

  SILVIA BENEDETTI. C'è una tempistica massima entro la quale fare le comunicazioni?

  PAOLA CAMUCCIO, Responsabile del Servizio 1 «Gestione rifiuti» della Città Metropolitana di Roma. Sì, era di novanta giorni entro l'approvazione del Piano regionale dei rifiuti. Entro i tre mesi è stata fatta questa ricognizione. Questa cartografia è una stesura più leggibile di quella che c'era. Io ho anche quella vecchia, quella del 2012, in cui non si leggeva molto; però, sovrapponendola, sono praticamente le stesse; e quindi la provincia allora fece questa ricognizione entro i novanta giorni previsti dal Piano regionale. Però successe che all'epoca non ci fu il dialogo con i comuni. Con la nuova amministrazione, che arrivò nel 2015 o 2016, mi è stata data l'indicazione di sentire i comuni sulla base di quella cartografia, quindi di rivederla eventualmente per aggiornarla, cosa che noi abbiamo seguito in questi termini; quindi abbiamo aggiornato la vecchia cartografia del 2012 con osservazioni di alcuni dei comuni. Non tutti hanno risposto; anzi direi che una minima parte ha risposto; altri non hanno indicato nulla. Quindi noi abbiamo recuperato il silenzio assenso sulla cartografia esistente.

  TULLIO PATASSINI. Io ho un dubbio iniziale sulla sua relazione, che afferisce alla composizione di questa struttura tecnica. Quando siete stati convocati, dal punto di vista amministrativo, come è stata individuata la struttura tecnica? Se è stata fatta una Conferenza dei servizi? È possibile considerarla una Conferenza dei servizi? Chiaramente avete emanato un documento che poi sarà sottoposto a non so quali atti amministrativi; poi magari mi dirà lei quali sono gli ulteriori passaggi dell'iter amministrativo. Nella costituzione di questa struttura tecnica fatta chiaramente dai responsabili di settore delle varie amministrazioni interessate, sono state date delle indicazioni, degli indirizzi di carattere politico, delle linee guida, delle informative informali, per esempio, dobbiamo trovare questa soluzione entro tot tempo? Se sì, magari anche se c'è stato il contributo positivo degli assessori, regionali, metropolitani, nella fase di predisposizione di questo piano, perché chiaramente diventa una relazione importante dalla parte dei criteri, da parte della collaborazione, da parte di tutti gli organi politici.

  PAOLA CAMUCCIO, Responsabile del Servizio 1 «Gestione rifiuti» della Città Metropolitana di Roma. La struttura è stata definita dall'ordinanza che stabiliva che fosse composta da tre rappresentanti individuati rispettivamente dalla regione, dalla Città Metropolitana e da Roma Capitale. Ora, la scelta dei rappresentanti, non lo so come sia stata individuata; non so neanche come sia stata individuata io, perché io mi sono ritrovata semplicemente il decreto; quindi non lo so sulla base di che cosa sia stato deciso chi dovesse partecipare. Non si configura come Conferenza dei servizi perché non arriviamo a un provvedimento finale; è semplicemente uno studio che abbiamo consegnato poi ai decisori politici. Anche il documento tecnico che abbiamo fatto non è un provvedimento, non svolge alcun effetto, non è efficace su nulla; quindi non è una Conferenza dei servizi. Per quanto Pag. 21riguarda le indicazioni che abbiamo ricevuto: io personalmente non ho ricevuto alcuna. Dal dottor Giuliano Pacetti, che è consigliere delegato all'ambiente della Città Metropolitana, ho avuto solo la richiesta di collaborare al massimo, di fornire tutti i dati richiesti, ma mi pare normale e scontato; non ho avuto indicazioni specifiche. È passato durante i lavori del tavolo, e sono passati un paio di volte il segretario generale della regione e una volta anche l'assessore, però in quelle sedi non è stato detto nulla; quindi io non ho avuto sentore di indicazioni particolari.

  TULLIO PATASSINI. Era solo per capire nell'elaborazione di un piano se vi sono stati dei criteri: includere o escludere le cave dismesse, se tenere in considerazione le case a cento metri anziché a duecento, se chi rappresenta i cittadini in qualche modo abbia espresso dei desiderata.

  PAOLA CAMUCCIO, Responsabile del Servizio 1 «Gestione rifiuti» della Città Metropolitana di Roma. Non durante la fase della stesura del documento. Questo è stato fatto in un tempo successivo. Il coordinamento è stato fatto comunque dalla regione Lazio, dall'ingegner Tosini, che ha coordinato i lavori, e abbiamo deciso con lei la struttura del documento. Dal punto di vista della rappresentanza dei cittadini, non è intervenuta in questa sede, ma successivamente, nel momento in cui poi ha avuto modo di vedere i risultati tecnici.

  PRESIDENTE. Ricapitolando, queste aree sono state prese prendendo in considerazione le case sparse a mille metri e i centri abitati a mille e cinque. Visto che a Monte Carnevale da quanto ho capito non vi risultano queste case sparse a ottantaquattro metri, se invece dovessero risultare con un ulteriore approfondimento e non dovessero risultare abusive, che succederebbe? Voi darete parere negativo in un'eventuale Conferenza dei servizi?

  PAOLA CAMUCCIO, Responsabile del Servizio 1 «Gestione rifiuti» della Città Metropolitana di Roma. In un'eventuale Conferenza dei servizi noi dovremmo dare il parere per quello che riguarda la carta che noi abbiamo. Nel momento in cui ne veniamo a conoscenza in Conferenza dei servizi, o magari si spera anche prima, in modo tale che uno possa anche rivedere la cartografia, è chiaro che il parere non sarà positivo. È chiaro che il nostro parere sarà negativo, anche se sulla carta ancora non è stata riportata la questione delle case sparse. In questo momento, così com'è, se non dovessero esserci indicazioni da parte del comune sull'esistenza di queste case sparse non abusive, il parere sarebbe favorevole, per quanto riguarda solo la localizzazione, perché poi ci sono da vedere gli aspetti idrogeologici, micro climatici...

  PRESIDENTE. La ringrazio e dichiaro conclusa l'audizione.

Audizione del direttore della Direzione regionale politiche ambientali e ciclo dei rifiuti della Regione Lazio, Flaminia Tosini.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del direttore della direzione regionale politiche ambientali e ciclo dei rifiuti della regione Lazio, l'ingegner Flaminia Tosini che ringrazio per la presenza. L'audizione odierna rientra nell'ambito dell'approfondimento che la commissione sta svolgendo sulla gestione del ciclo dei rifiuti nella regione Lazio e in particolare a Roma. Comunico che l'audito ha preso visione della disciplina relativa al regime di pubblicità del resoconto stenografico della seduta che informa l'audito che della presente seduta sarà redatto un resoconto stenografico e, su motivata richiesta, consentendo la Commissione, i lavori proseguiranno in seduta segreta; nel caso le dichiarazioni segrete entrassero a far parte di un procedimento penale, il regime di segretezza seguirà quello previsto per tale procedimento; si invita comunque a rinviare eventuali interventi di natura riservata alla parte finale della seduta. Invito la nostra ospite quindi a fare una relazione sull'ordinanza che ha portato alla scelta del Pag. 22sito della discarica e poi eventualmente le faremo qualche domanda.

  FLAMINIA TOSINI, Direttore della Direzione regionale politiche ambientali e ciclo dei rifiutidella Regione Lazio. Buonasera. Io non ho preparato relazioni, perché immaginavo che questo potesse essere l'argomento, ma non volevo presentare una relazione non pertinente. Mi riservo eventualmente di presentarla qualora fosse necessario. La situazione legata alla gestione dei rifiuti del Lazio è una situazione che più volte è stato affrontato anche in questa Commissione. La difficoltà principale che ha il Lazio relativamente alla gestione rifiuti non è tanto il trattamento che complessivamente nella regione può essere assicurato da più impianti, quanto piuttosto lo smaltimento in discarica. Questa situazione ha determinato in tutti i territori, specialmente quelli delle province, una forte avversità alla gestione di rifiuti di Roma; tanto che per garantire il fluire dei rifiuti prodotti nella città di Roma anche negli altri impianti sono state necessarie le ordinanze di luglio 2019, la numero 1, e la proroga fino al 15 ottobre, in attesa della ripresa parziale dell'impianto di Giovi. Successivamente rimaneva un problema di chiusura del ciclo legato alla vicenda dello smaltimento e pertanto è stato firmata dal presidente della regione l'ordinanza n. Z00003 legata a una stabilizzazione del gestore dei rifiuti su Roma, perché mentre quella di luglio era un'ordinanza di tipo urgente, più legata alle situazioni che si erano create in quel giorno, era necessaria una stabilizzazione, tanto che le indicazioni che erano previste erano indicazioni di diverso tipo per realizzare una struttura che fosse duratura e avesse una ricaduta temporale tale da poter garantire questo. Tra l'altro erano previste l'individuazione di aree di trasferenza per i rifiuti e la predisposizione di una gara da parte di AMA per trovare sbocchi nel breve, medio e lungo termine, tra le altre in direzione di aree idonee. Per questo è stato individuato un tavolo di lavoro tra i soggetti competenti a vario titolo così come previsto dalla normativa nazionale sulla gestione dei rifiuti a Roma, quindi Città metropolitana, Roma Capitale e la regione Lazio per individuare dei siti che potessero essere utilizzati dal comune di Roma per la gestione di diverse tipologie di rifiuti, che potessero essere utilizzati per varie funzioni. In quell'occasione contattammo precedentemente anche il Ministero della difesa per sapere se potessero essere utilizzate delle aree nelle loro disponibilità, per cui erano stati fatti anche una verifica e dei sopralluoghi sulle aree che aveva fornito l'ufficio competente del Ministero e poi c'è stato questo tavolo che ci ha visto riuniti in più incontri per definire quelle che potevano essere le aree idonee all'interno.
  La partenza delle aree idonee era stata stabilita sulla base del documento che aveva predisposto Città metropolitana già l'anno precedente con una determina di dicembre 2018 e trasmesso poi a tutti quanti gli enti a gennaio del 2019. Quindi sulla base delle aree idonee o comunque oggetto di attenzione sono state valutate le aree disponibili, gli impianti che erano già esistenti e censiti quelli che erano in quel momento o già autorizzati o in corso di autorizzazione. Quindi il tavolo ha semplicemente individuato gli impianti esistenti, gli impianti di cui era in corso un procedimento e contemporaneamente ha individuato le aree idonee in base alla cartografia di Città Metropolitana. In quelle aree Roma Capitale ha inteso individuare anche le attività estrattive in corso, intuendo che potrebbero essere delle zone già in qualche modo utilizzate dal punto di vista ambientale e quindi potenzialmente idonee. Questo è stato il lavoro che è stato fatto e questa è stata la griglia che è stata prodotta dal tavolo. Per le specificazioni logicamente ci sono i verbali che sono pubblici e sono stati resi noti al termine del lavoro.

  TULLIO PATASSINI. Iniziamo con la questione meramente tecnica di questo tavolo che è diventato determinante. Lei sta dicendo che era stata la Città metropolitana che ha predisposto il documento che vi ha sottoposto per poter individuare poi l'area idonea di Monte Carnevale?

  FLAMINIA TOSINI, Direttore della Direzione regionale politiche ambientali e ciclo Pag. 23dei rifiutidella Regione Lazio. La normativa nazionale prevede che le province sulla base dei criteri che danno le regioni le città metropolitane o le province debbono elaborare le aree idonee e non idonee alla gestione degli impianti e delle discariche. Città metropolitana ha fatto questo lavoro con una determinazione di dicembre 2018, trasmessa a noi a gennaio 2019. Quel documento è la base cartografica su cui si è lavorato.

  TULLIO PATASSINI. Solo perché chiaramente ha fatto questo riferimento prima alla Città metropolitana. Non aveva espresso questa specifica, quindi era un elemento utile nella valutazione. Visto che tutti ci parlano della regione Lazio che ha individuato i criteri, che ha individuato gli orientamenti, che ha dato un indirizzo tecnico, che ha dato un indirizzo politico sull'argomento, vorrei capire come si era concretizzata; ci è stato detto da chi l'ha preceduta che è stata l'ordinanza della regione Lazio che ha individuato i criteri, le possibilità, cosa si poteva fare, cosa non si poteva fare e come questa attività di decisione politica si sia poi trasmessa alla decisione tecnica.

  FLAMINIA TOSINI, Direttore della Direzione regionale politiche ambientali e ciclo dei rifiutidella Regione Lazio. Non ho l'ordinanza sottomano, ma non mi sembra che questa sia la narrativa corretta di quello che è accaduto. La narrativa è che l'ordinanza ha disposto sicuramente che un tavolo realizzasse una griglia da sottoporre al comune di Roma – questo è indubbio e c'è scritto chiaramente – ma i criteri di localizzazione sono stabiliti in un piano regionale dei rifiuti della regione Lazio che risale al 2012, questo è il piano vigente e quelli sono i criteri che sono stati adottati. Anche la provincia di Latina ha adottato quei criteri per definire le proprie aree idonee o non idonee. Gli impianti esistenti erano quelli che c'erano. Gli impianti in corso sono quelli per cui c'erano le istanze, quindi lì non c'è nessuna discrezionalità. Erano impianti esistenti o impianti per cui c'era una procedura in corso, quindi sulla parte impiantistica c'era un database che era non modificabile. Rispetto a questi le valutazioni che noi abbiamo fatto erano relative alla possibilità di utilizzarli per rifiuti urbani, la coerenza con il piano della Città metropolitana e soprattutto con i tempi di allestimento che potevano essere potenzialmente utili in base alle procedure amministrative corrette per la realizzazione; quindi se c'era da fare una valutazione di impatto ambientale piuttosto che un'assoggettabilità, piuttosto che un'AIA. Troverà in quel documento anche una tempistica proprio su questi aspetti che non significava che erano prioritari e non prioritari. Erano degli elementi che erano stati messi nella valutazione da sottoporre a chi doveva decidere, quindi non c'erano criteri, perché in realtà era molto oggettivo tutto quello su cui si è lavorato. Si è semplicemente messa insieme una serie di dati sparsi come le cave, che per esempio ce li aveva Roma Capitale e altro, messi insieme parametrati su situazioni. Alcune delle situazioni non sono state rilevate, non sono state nemmeno messe, perché non erano attuabili in base all'idoneità delle aree della Città metropolitana in base ad altri parametri o situazioni. Quelli che sono stati elencati in quella tabella erano siti potenzialmente utilizzabili, ma non c'erano altri criteri di preferenza o di altri elementi.

  TULLIO PATASSINI. Che cos'era una conferenza dei servizi, questo tavolo tecnico? Era uno strumento di supporto? Quindi seguiranno ulteriori atti amministrativi rispetto a...

  FLAMINIA TOSINI, Direttore della Direzione regionale politiche ambientali e ciclo dei rifiutidella Regione Lazio. Sicuramente qualsiasi atto che dovrà arrivare su qualsiasi impianto, dovrà essere oggetto delle normali procedure autorizzative.

  LUCA BRIZIARELLI. Ora io non avrei infierito, però visto che lei stessa ci ha confermato che il piano di gestione è quello ancora del 2012 dell'allora presidente Polverini, la domanda è: rispetto alla stima dei tempi della procedura per l'approvazione Pag. 24del nuovo piano di gestione che abbiamo ascoltato in audizione dal Presidente Zingaretti e dai tecnici che l'accompagnavano, quando si è intrattenuto con noi l'ultima volta in Commissione, quale è lo stato dell'arte? E la previsione aggiornata che ovviamente è già stata superata nel tempo, cioè dieci mesi fa, già ci portano a essere oltre quella che era stata la decisione...

  FLAMINIA TOSINI, Direttore della Direzione regionale politiche ambientali e ciclo dei rifiutidella Regione Lazio. Il piano è stato approvato dalla giunta, sottoposto a valutazione ambientale strategica il cui esito è stato emesso a dicembre del 2019 e successivamente, recepite tutte quelle che erano osservazioni dei vari stakeholder nel procedimento di VAS, il progetto è stato approvato dalla giunta comunale il 5 dicembre del 2019 ed è stato inviato alla Commissione consiliare competente per l'iter consiliare. L'iter consiliare è già iniziato, perché sono già tre audizioni che la Commissione rifiuti sta facendo sul piano. Ne sono previste altre nei prossimi giorni. Verosimilmente credo che vada in Aula per l'approvazione a fine aprile. Adesso non mi occupo dei lavori consiliari. Sto partecipando alle sedute delle Commissioni, alle audizioni dei vari soggetti che hanno chiesto di essere auditi. Ne abbiamo già fatte tre. Ce ne sono programmate altre nelle prossime settimane, ma ormai l'iter consiliare è iniziato. La Commissione consiliare, non ho detto... Mi sono sbagliata. Chiedo scusa, chiedo venia. In consiglio regionale e l'ha approvato la giunta regionale.

  PRESIDENTE. Proprio perché lei diceva che sono stati presi in considerazioni anche siti con procedure autorizzative in corso – mi riferisco ovviamente a Monte Carnevale – ci sono delle cose che mi hanno colpito. Innanzitutto il primo: nella VIA risultava che il titolo fosse «discarica di inerti». Dall'articolo 2, comma 1, lettera E del 2003 un rifiuto inerte è un rifiuto solido proprio per definizione. Nel procedimento autorizzativo invece ci sono stati una serie di elenchi tra cui anche i fanghi, in particolare i fanghi di depurazione delle acque, che tutto sono tranne rifiuti inerti. La scelta di fare una discarica di rifiuti inerti ha anche avuto come conseguenza delle agevolazioni, per esempio non andare in AIA, ma utilizzare l'articolo 208. Perché questo?

  FLAMINIA TOSINI, Direttore della Direzione regionale politiche ambientali e ciclo dei rifiutidella Regione Lazio. La discarica è stata presentata come discarica di inerti con cella dedicata all'amianto. L'amianto è stato escluso dalla valutazione di impatto ambientale ed è proceduta nella valutazione di impatto ambientale esclusivamente «discarica di inerti», quindi la categoria è quella di «inerti». La domanda presentata dal proponente era relativa alla discarica di inerti che proprio per la tipologia del rifiuto è autorizzata ai sensi del 208 e non ha procedura di autorizzazione integrata ambientale. Quello che è previsto nel decreto 36 sulla direzione delle discariche di inerti e soprattutto nel decreto ministeriale 27 settembre 2010, che è quello di ammissibilità dei rifiuti in discarica, è che alcuni rifiuti tipicamente inerti – è un allegato che sta a questo decreto ministeriale – sono rifiuti che possono essere conferiti indiscriminati senza alcuna caratterizzazione, mentre sono ammessi anche altri rifiuti, purché rispondano alle caratteristiche previste da test di eluato, cessione e così via, quindi le prescrizioni fatte rispetto ai codici sono relative all'ammissibilità di verifica dei rifiuti inerti. Questa è l'istruttoria fatta su questa autorizzazione. Sinceramente adesso non ce l'ho sottomano – non me la ricordo – però le prescrizioni dell'autorizzazione sono legate a questa tipologia di ammissibilità in discarica, quindi è legata al decreto ministeriale 27 settembre 2010 e alle ammissibilità in discarica per rifiuti inerti.

  PRESIDENTE. Ma di fatto questa non è una discarica di rifiuti inerti, perché dentro ci sono diversi codici, tanti codici che tutto sono tranne rifiuti inerti.

  FLAMINIA TOSINI, Direttore della Direzione regionale politiche ambientali e ciclo dei rifiutidella Regione Lazio. Quelli inerti Pag. 25sono quelli che sono nell'allegato 1 e sono una serie di codici, per gli altri il fatto di essere o non essere inerti è legato alla verifica di presenza o meno dei parametri che potrebbero non renderli inerti. Allegato alla determinazione c'è un protocollo di verifica per stabilire l'effettiva natura inerte di quei codici piuttosto che non. Non è detto che tutti i fanghi abbiano caratteristiche organiche. Ci possono essere dei fanghi che non sono organici. Sono fondamentalmente...

  PRESIDENTE. Gli inerti devono essere solidi. I fanghi non sono solidi, quindi non rientrano nella classificazione di inerte.

  FLAMINIA TOSINI, Direttore della Direzione regionale politiche ambientali e ciclo dei rifiutidella Regione Lazio. Non credo di entrare nello specifico. Non ho nemmeno l'autorizzazione sotto mano, ma il protocollo di ammissibilità che sta allegato alla determinazione dà indicazioni su quelli che possono essere le situazioni. Adesso non ricordo esattamente i parametri, ma ritengo che siano stati valutati in quella sede. Non ero pronta a...

  PRESIDENTE. Tant'è vero che questo poi ha aperto la strada a un percorso accelerato per cui non si è fatto l'AIA, ma si è fatto l'articolo 208, quindi procedura unica semplificata. Tra l'altro, lei ha detto che ci sono stati dei parametri presi in considerazione anche con la cartografia della provincia, anche la questione delle case sparse. Lì ci sono case a 84 metri, quindi visto che anche la provincia ha detto di aver considerato mille metri. Come è possibile che non si sia preso in considerazione e che sia rientrato nella cartografia della provincia?

  FLAMINIA TOSINI, Direttore della Direzione regionale politiche ambientali e ciclo dei rifiutidella Regione Lazio. Deve chiamare la provincia. Non posso certo rispondere io per loro. La valutazione fatta sulla discarica o le discariche per inerti è fatta per quella tipologia. Qualora sia presentata ancora o non c'è nessuna istanza di valutazione per quanto riguarda un'eventuale discarica per rifiuti speciali, sarà approvato in quella sede. Quella valutazione era legata a una discarica di rifiuti inerti.

  PRESIDENTE. Questi vincoli riguardano anche le discariche di rifiuti inerti, non solo per le discariche di rifiuti urbani.

  FLAMINIA TOSINI, Direttore della Direzione regionale politiche ambientali e ciclo dei rifiutidella Regione Lazio. Le case sparse sono indicate come fattori di attenzione, non come elemento di non realizzabilità dell'impianto.

  PRESIDENTE. Sì, ma comunque sia non sono derogabili. Nel senso che bisogna fare attenzione per rispettare queste distanze, quindi non è che comunque è derogabile.

  FLAMINIA TOSINI, Direttore della Direzione regionale politiche ambientali e ciclo dei rifiutidella Regione Lazio. Mi dispiace, non condivido: o sono fattori escludenti o sono fattori di attenzione. I fattori di attenzione vanno valutati come fattori di attenzione. La localizzazione delle aree della città metropolitana non può chiederla a me, perché non l'ho fatta io. In quella sede non ho fatto l'istruttoria. Se avessi saputo che era questo il tema... mi riservo di rispondere meglio, ma la valutazione fatta nei dintorni non dava queste indicazioni, di cui lei mi sta parlando in questo momento, però ripeto mi riservo di mandarlo...

  PRESIDENTE. Quale sarebbe l'attenzione progettuale dedicata in sede di autorizzazione per queste case sparse?

  FLAMINIA TOSINI, Direttore della Direzione regionale politiche ambientali e ciclo dei rifiutidella Regione Lazio. A fattori relativi al mitigare eventuali effetti che ci possano essere.

  PRESIDENTE. Un conto però è con i rifiuti inerti, un conto è con i fanghi che non sono inerti e un conto ancora di più è con i rifiuti urbani.

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  FLAMINIA TOSINI, Direttore della Direzione regionale politiche ambientali e ciclo dei rifiutidella Regione Lazio. Questa discarica è per i rifiuti inerti e di questo stiamo parlando. Per quanto riguarda...

  PRESIDENTE. Ci sono anche i fanghi che non sono inerti.

  FLAMINIA TOSINI, Direttore della Direzione regionale politiche ambientali e ciclo dei rifiutidella Regione Lazio. Non tutti i fanghi non sono inerti. Facciamo l'ipotesi di un'azienda che produce patate fritte e lava le patate e la terra che si determina è un fango. Questo non significa che non sia inerte, però credo che non sia questo il momento di stare a discutere, né di andare a valutare questo aspetto. Non credevo che fosse questo l'elemento di valutazione. Al momento che sarà presentata la valutazione di impatto ambientale o comunque sia quando saranno presentate le procedure per – ripeto, in questo momento non abbiamo ancora nessun procedimento in corso – valuteremo per quello che riguarda l'aspetto specifico.

  PRESIDENTE. Infatti io mi riferivo a tutte e due: sia per quella di inerti con i fanghi che quella per quanto riguarda eventuale futura conferenza di servizi. Invece per quanto riguarda i vincoli militari che valgono sia per gli inerti che per i non inerti, per tutto, perché non è stata presa in considerazione?

  FLAMINIA TOSINI, Direttore della Direzione regionale politiche ambientali e ciclo dei rifiutidella Regione Lazio. Ripeto: non sapevo che questo fosse l'argomento di oggi, quindi mi dispiace di non aver appresso la determinazione e mi riservo eventualmente di rappresentare questi aspetti. Quello che è stato valutato era relativo al vincolo militare. I militari hanno espresso un parere che riguarda da una parte, che è l'elemento principale, che l'approvazione di questo impianto non poteva determinare un aumento di costo per eventuali attività di esproprio e di apposizione del vincolo e questo elemento è stato chiaramente specificato nella determinazione. L'altra parte del parere era indicativa riguardo a ipotetici disturbi legati all'attività. Su questo aspetto c'è una valutazione espressa in quel sito che comunque sia l'attività estrattiva presente e quella che poteva essere esercitata per il ripristino della cava erano coerenti e in continuità. Fermo restando che tutta questa operazione è legata alla discarica di inerti che è stata autorizzata, non a elementi diversi che saranno valutati.

  PRESIDENTE. Il ripristino ambientale doveva essere fatto prima. Non è stato fatto. All'epoca non c'era quel vincolo. Adesso il vincolo c'è. Comunque sia il vincolo è contingente, quindi non è derogabile, visto che è stato pagato, è aumentato e ricade lì. Un'altra cosa pure che abbiamo notato è che nelle tabelle ci sono delle deroghe per dei valori, il che è normale però – a parte che è il triplo di questi valori – queste deroghe, se devono essere autorizzate, vanno anche motivate e non c'è la motivazione. Come mai manca la motivazione di queste deroghe ai valori?

  FLAMINIA TOSINI, Direttore della Direzione regionale politiche ambientali e ciclo dei rifiutidella Regione Lazio. Ripeto: mi riservo di rispondere specificamente, perché è una determinazione fatta ormai da diversi mesi e non ho veramente memoria di questi aspetti. Ricordo che c'è una richiesta di deroga prevista sempre dal DM 27 settembre 2010 motivata con analisi di rischio e le motivazioni sono allegate alla determina.

  PRESIDENTE. Magari allora le chiederò ulteriori specifiche tra cui anche quella della post gestione che è di dieci anni e mentre la legge indica trenta...

  FLAMINIA TOSINI, Direttore della Direzione regionale politiche ambientali e ciclo dei rifiutidella Regione Lazio. Per i rifiuti inerti no.

  PRESIDENTE. Anche per quanto riguarda invece le garanzie fideiussorie, le chiederò alcune specifiche e anche del fatto Pag. 27che nella VIA del 2016 non c'era nessun riferimento alla proprietà, perché chi ha avanzato la richiesta di fare questa discarica non era proprietario. Questa cosa è stata sanata solo nel 2018, due anni dopo, come mai?

  FLAMINIA TOSINI, Direttore della Direzione regionale politiche ambientali e ciclo dei rifiutidella Regione Lazio. La disponibilità delle aree quando viene fatta l'analisi di impatto ambientale non è mai chiesta come priorità ma come disponibilità. Questo accade spesso, perché non sempre gli impianti vengono presentati sistematicamente su aree di proprietà: o ci sono affitti o altre forme di disponibilità dell'area. In questo caso c'era una disponibilità dell'area che era stata presentata dal proponente che poi si è trasformata in atto di proprietà; se non ricordo male, ma sto andando veramente a memoria, prima dell'immissione dell'aria della valutazione dell'impatto ambientale, però non ricordo esattamente.

  LUCA BRIZIARELLI. Io tornerò a un piano un po’ più ampio e generale, ancorché sia importantissimo questo aspetto puntuale che il presidente ha così ampiamente approfondito. Faccio riferimento alla seduta del 26 giugno del 2019, l'audizione del presidente Zingaretti che era accompagnato da lei e dall'assessore regionale. In quella sede il presidente in apertura fece un quadro ampio molto interessante, anche evocativo, sui grandi obiettivi. Due in particolare mi colpivano e vorrei capire in questi dieci mesi che son passati quale sia la situazione. Al di là dell'approvazione del piano, ci ha detto dei tempi – almeno speriamo che questa volta siano rispettati – ma passando ai contenuti, in particolare relativamente all'impiantistica che è anche strettamente collegata alla terza missione che, cito, il Presidente diceva che «fosse quella di porre fine al fenomeno dell'export dei rifiuti: ogni territorio, come avviene se non in tutta Italia, in tutta Europa come prevedono le leggi..., deve avere la propria impiantistica». In particolare le vorrei chiedere: uno, se la percentuale di rifiuti della raccolta differenziata dei rifiuti conseguita nel Lazio complessivamente e la percentuale di Roma rispetto al resto del territorio, visto che per la prima volta purtroppo l'anno scorso credo che il territorio esterno a Roma abbia fatto una raccolta differenziata superiore a quella della capitale del 2019 definitivo, abbia centrato gli obiettivi che vi eravate dati? Qual è la situazione dell'impiantistica, in particolare la situazione di Colleferro, visto che si citava che era un po’ il fulcro del piano di gestione che sarebbe stato approvato, considerato che è l'unico che è di diretta competenza e proprietà della regione? Relativamente all'altra impiantistica. Può dirci qualcosa di preciso sulla rete dei TMB e sulla rete dei termovalorizzatori e degli impianti che quindi avete previsto? C'è stata una forte polemica relativa a Civitavecchia in particolare, quindi su questi due aspetti.

  FLAMINIA TOSINI, Direttore della Direzione regionale politiche ambientali e ciclo dei rifiutidella Regione Lazio. Per quanto riguarda la sezione «raccolta differenziata», i dati sono stati resi noti da ISPRA e quindi inseriti nell'aggiornamento ultimo del piano. Rispetto a questo aspetto una delle azioni di rafforzamento di cui parlavamo prima era proprio quella di sostenere la raccolta differenziata nel territorio di Roma Capitale che incide in maniera importante come percentuali, come peso, perché in una media è evidente che il peso che ha una città come Roma è diverso rispetto anche ai risultati migliori che raggiungono le province ma con numero di popolazione residente molto inferiore. Quindi da questo punto di vista si è rafforzato con finanziamenti che noi stiamo dando ai comuni per sostenere tutte le azioni possibili, in particolare una delle azioni di cui parlava il Presidente che sarà nel piano è quella di finanziare impianti pubblici proprio per incrementare il più possibile sia la gestione pubblica del sistema dei rifiuti, che tutte quelle attività che possono portare a un incremento della facilitazione della raccolta differenziata. Per quanto riguarda i TMB...

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  LUCA BRIZIARELLI. Quindi il 3,5 per cento medio di aumento annuo che prevedevate di raggiungere nei prossimi sei anni compreso il 2019 è stato raggiunto o meno come incremento? Voi immaginate di passare dal 44,5 per cento conseguito dal 22,5 nel periodo del 2012 al 2018 a un 70 per cento da conseguire con un aumento medio annuale del 3,5 per cento per i prossimi sei anni. Per il 2019 è stato raggiunto o meno?

  FLAMINIA TOSINI, Direttore della Direzione regionale politiche ambientali e ciclo dei rifiutidella Regione Lazio. Per le province sì, per Roma Capitale no: quello che stavo dicendo prima. Quindi per esempio abbiamo alcune province che hanno incrementato molto le proprie performance, ma non Roma Capitale che anzi riteniamo una piccolissima perdita di qualche punto, zero virgola, però c'è stato un rallentamento legato a tante motivazioni. Per quanto riguarda i TMB: nel 2019 è stata definitivamente chiusa l'autorizzazione integrata ambientale per l'impianto Salario, fermo restando i previsti interventi di ripristino dell'area e la produzione di rifiuti, è in linea con la disponibilità regionale degli impianti. Logicamente laddove ci possono essere manutenzioni o altri fermi ancora siamo in difficoltà, ma la situazione ha questo tipo di equilibrio. Abbiamo puntato tantissimo all'autorizzazione laddove ci sono state richieste...

  LUCA BRIZIARELLI. Dire che è in equilibrio significa che voi per il 2020 ritenete di non avere un export di rifiuti extra Lazio? Mi sta dicendo che la produzione rispetto alla possibilità di trattamento, salvo casi di problemi sugli impianti, dà l'autosufficienza del Lazio. Ho capito bene?

  FLAMINIA TOSINI, Direttore della Direzione regionale politiche ambientali e ciclo dei rifiutidella Regione Lazio. Gli accordi che abbiamo fatto che sono anche sui giornali... Immaginate che la Toscana ha un accordo per 13.000 tonnellate e considerate che Roma ne produce anche 5.000 al giorno, quindi è veramente un accordo che serve per coprire eventuali difficoltà, momenti di disagio. Non è un accordo strutturalmente sostitutivo. La stessa cosa con la regione Abruzzo che prevede un accordo sempre non eccessivo rispetto alla produzione di rifiuti di Roma. Questo va accompagnato ad altre tipologie di impianti che nel frattempo abbiamo autorizzato, quindi AMA ha proposto due impianti di compostaggio che sono Casal Selce e Cesano. Di altri impianti che erano in procedura è stata portata a termine l'autorizzazione laddove possibile, quindi da questo punto di vista esiste una crescita soprattutto per il trattamento della frazione organica che era quella più sofferente oltre alle discariche. Per le discariche: la situazione è quella che invece è più difficoltosa e come ho detto all'inizio è il primo tema da affrontare nella regione Lazio, con le difficoltà di autorizzare una discarica, perché è difficilissimo trovare da parte dei territori un'accettazione di queste tipologie di impianto, quindi è veramente difficile riuscire a trovare amministrazioni nelle province che abbiano la consapevolezza e la forza di sostenere questo tipo di impianto.

  LUCA BRIZIARELLI. Lei citava, mi ha colpito questa cosa, gli impianti di Cesano e Casal Selce rispettivamente XV e XVI Municipio. Ora non nella vostra audizione, ma nell'audizione del sindaco Raggi dell'11 giugno del 2019 si faceva riferimento al fatto che erano già stati autorizzati nel 2018, quindi io pensavo che nel frattempo fossero stati in ampia fase di realizzazione, vorrei comprendere la procedura, si è conclusa nel 2018 o...

  FLAMINIA TOSINI, Direttore della Direzione regionale politiche ambientali e ciclo dei rifiutidella Regione Lazio. L'ultima conferenza di servizi c'è stata il 9 settembre del 2019. C'è stata una richiesta di sospensione da parte di AMA di sei mesi per approfondimenti legati anche alla condivisione sul territorio di questi impianti. Il progetto è stato ripresentato in maniera coerente a marzo del 2019 e da lì si è aperta la conferenza di servizi che si è chiusa a settembre.

  LUCA BRIZIARELLI. Quindi per la sua esperienza, quando saranno cantierabili?

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  FLAMINIA TOSINI, Direttore della Direzione regionale politiche ambientali e ciclo dei rifiutidella Regione Lazio. Non lo so. Questo lo dovrebbe chiedere ad AMA.

  LUCA BRIZIARELLI. Infatti chiedevo per la sua esperienza, non perché fosse la sua competenza.

  FLAMINIA TOSINI, Direttore della Direzione regionale politiche ambientali e ciclo dei rifiutidella Regione Lazio. Quello di Cesano ha delle difficoltà legate all'accesso su prescrizioni dettate dal MiBAC, per la necessità di effettuare dei sondaggi, perché c'è un vincolo archeologico-culturale, l'altro impianto invece è più di immediata realizzazione. Immagino che nel prossimo anno o nell'anno in corso partiranno gli aspetti relativi a questo.

  TULLIO PATASSINI. La tempistica diventa difficile, perché mi ricordo che nell'audizione del suo assessore qualche tempo fa, insieme al presidente Zingaretti si parlava di un piano regionale dei rifiuti, dicendo che era pronto, cioè che era terminato, che era emanato addirittura. È passato del tempo, ma io vorrei chiedere a lei che è la responsabile del servizio, questo piano regionale dei rifiuti a che punto, se è in fase di ultimazione, se verrà sottoposto alla giunta...

  FLAMINIA TOSINI, Direttore della Direzione regionale politiche ambientali e ciclo dei rifiutidella Regione Lazio. Le faccio tutto lo spelling temporale: a gennaio 2019 sono state approvate le linee guida da parte della Giunta, il 2 agosto 2019 è approvato il piano. È partita la procedura di VAS con la consultazione degli stakeholder che ha dei tempi tecnici obbligatori. La VAS è stata emanata ai primi di dicembre. Il 5 dicembre è stato approvato il piano in maniera definitiva dalla giunta, e inviata al consiglio. La commissione consiliare ha iniziato le audizioni sul piano. La settimana scorsa ne ha fatte tre alle quali ho partecipato e immagino che presumibilmente dovrebbe andare in aula finite queste audizioni forse a fine marzo o aprile. Questi sono i tempi della commissione consiliare.

  FRANCESCO BATTISTONI. Io vorrei riprendere l'ultima parte della domanda di Briziarelli sul fatto della chiusura del ciclo con valorizzazione, perché sempre in quella famosa audizione ci aveva detto il presidente, confermato poi da lei, che ogni provincia sarebbe stata autosufficiente. Ora, per quanto riguarda gli impianti di termovalorizzazione cosa prevede questo piano? Poi le iniziative dei privati che stanno venendo fuori che sbocco avranno? Ricordava le polemiche su alcuni siti, però capire qual è lo stato dell'arte.

  FLAMINIA TOSINI, Direttore della Direzione regionale politiche ambientali e ciclo dei rifiutidella Regione Lazio. Infatti questa è la parte della domanda alla quale non avevo risposto, ma che a questo punto riprendo in maniera complessiva. Nelle previsioni della produzione e della gestione dei rifiuti gli impianti attualmente esistenti sono stimati sufficienti da qui a tre anni, quindi avremo un gap di sovrapproduzione di CDR rispetto alla capacità di trattamento per i prossimi anni, quindi se le previsioni sono confermate, non serviranno nuovi impianti. In realtà è stato previsto un possibile ampliamento della capacità di incenerimento, soprattutto legata alla gestione dei fanghi, perché i fanghi prodotti della depurazione comunale hanno avuto, nel 2018, una difficoltà di smaltimento legata a vicende commerciali dovute al fatto che il grosso di questi fanghi venivano smaltiti in agricoltura nelle regioni del nord, dove a seguito di alcuni atti della regione Lombardia, c'era stato un blocco. Questo fatto ha dato consapevolezza alla gestione dei servizi idrici del bisogno di trovare possibilità di smaltimento o di recupero diverse dei fanghi e quindi una delle ipotesi che hanno proposto i soggetti gestori del servizio idrico integrato della regione Lazio era quella di realizzare un impianto che, specialmente per i fanghi che provengono da zone con vulcani e quindi con alcuni analiti già in ingresso superiori rispetto a quelli che possono essere utilizzati per lo smaltimento su Pag. 30suolo, consenta per queste tipologie di fanghi una valorizzazione termica piuttosto che altre forme di recupero. Quindi nel piano è prevista un'ipotesi di una certa disponibilità legata fondamentalmente a questo tipo di trattamento. Nel frattempo, come è noto, alcuni mesi fa una società ha presentato un impianto di termovalorizzazione nel comune di Tarquinia. Il procedimento è un 27-bis, quindi un PAUR che ha i suoi tempi di procedimento e che vede la prima conferenza dei servizi convocata per il prossimo 5 marzo, quindi è imminente. Giovedì ci sarà la prima conferenza dei servizi. Nella valutazione che avviene all'interno di un PAUR che prevede le valutazioni circa tutti gli elementi che incidono per una valutazione di questo impianto, sicuramente anche la revisione del piano è una previsione che diventa importante nella valutazione della necessità o meno di questo impianto. Logicamente non si dice quale impianto, ma è prevista una capacità di trattamento che in parte è già soddisfatta, quindi questo impianto così come è impostato, è in esubero rispetto alle previsioni di piano.

  TULLIO PATASSINI. Visto che lei mi sta dicendo: «Sperando che la capacità di trattamento della regione Lazio sia autosufficiente»...

  FLAMINIA TOSINI, Direttore della Direzione regionale politiche ambientali e ciclo dei rifiutidella Regione Lazio. Non lo è adesso, ma se le previsioni sono confermate tra circa tre anni dovremmo essere autosufficienti per le attuali capacità, non per i fanghi.

  CHIARA BRAGA. Una domanda sola: per quanto riguarda il trattamento dei rifiuti urbani dai dati che sono in vostro possesso risulta che anche in altre province ci sono situazioni di non autosufficienza o soltanto a Roma?

  FLAMINIA TOSINI, Direttore della Direzione regionale politiche ambientali e ciclo dei rifiutidella Regione Lazio. Per il trattamento solamente Roma. Sono dati abbastanza noti. Per Viterbo: l'impianto di trattamento di Viterbo in questo momento garantisce il trattamento per i rifiuti della provincia di Viterbo, della provincia di Rieti – questo è storia – e praticamente tutta la provincia di Roma – chiamiamola Nord – da fondamentalmente Santa Marinella a destra del Tevere, quindi Campagnano; quindi tutta quella fascia sopra di Roma va su Viterbo. In più si somma una parte di trattamento che è assicurata, in virtù delle ordinanze che ci sono state, AMA conferisce una parte dei propri rifiuti a Viterbo per un certo quantitativo che sarebbe il quantitativo residuo rispetto a quello che non viene utilizzato dai comuni che sono sede e quindi i destinatari principali dell'impianto. L'impianto di SAF si trova a Colfelice per l'ATO di Frosinone e praticamente gestisce i rifiuti di Frosinone e parte dei rifiuti di Roma che vengono conferiti presso questo impianto. Altri impianti che prendono i rifiuti di Roma fuori ATO sono: l'impianto CSA di Castelforte che prende parte della raccolta secca del comune di Roma, gli altri impianti che orbitano sulla Città metropolitana che sono i due impianti attualmente gestiti dall'amministratore giudiziario che è Giovi, l'impianto di AMA, l'impianto che sta vicino a Rocca Cencia di Porcarelli, e un impianto TM di Ecosystem Pomezia sono gli altri impianti che garantiscono. In più c'è l'impianto di Rida che è un impianto che ha grosse potenzialità perché è autorizzato per 400.000 tonnellate all'anno; questo impianto però non tratta i rifiuti di Roma, perché non ha sbocchi in discarica. Tra l'altro una delle esigenze del Lazio è trovare discariche. Abbiamo anche una condanna del TAR che ci impone di trovare queste aree per le discariche entro 180 giorni, quindi la difficoltà vera è riuscire ad assegnare a ogni ATO la discarica di riferimento. In questo momento le discariche in esercizio della regione Lazio sono soltanto tre e sono: la discarica di Viterbo che è a servizio di Viterbo e di tutti gli altri territori che confluiscono a Viterbo, Civitavecchia che prende parte dei rifiuti che sono prodotti nella Città metropolitana e la discarica di Roccasecca che prende i rifiuti della provincia di Frosinone e alcuni Pag. 31che vengono prodotti a Roma. Latina ha un procedimento in corso per un ampliamento veramente piccolo, ma è carente di discarica e Città metropolitana, parte di Civitavecchia, ha bisogno un'altra discarica. Questi sono i due focus che dovremo affrontare e a seguito del piano si darà seguito...

  FRANCESCO BATTISTONI. Civitavecchia ha bisogno di un'altra discarica?

  FLAMINIA TOSINI, Direttore della Direzione regionale politiche ambientali e ciclo dei rifiutidella Regione Lazio. No, dicevo che l'unica discarica è a Civitavecchia, però la Città metropolitana ha bisogno un'altra discarica complessivamente. Abbiamo 3 milioni di abitanti che dovranno trovare...

  PRESIDENTE. Premesso come le dicevo prima che su certe cose io non sono d'accordo su quello che ha detto, quindi le chiederò maggiori dettagli per iscritto, comprese anche le garanzie finanziarie che non erano totalmente presenti nell'atto, alcune cose sul parere dell'ARPA, alcune cose che poi le chiederò per iscritto. Lei ha elencato le discariche esistenti e la cosa che mi colpisce è il fatto che fanno tutte capo allo stesso proprietario che devo dire si è mosso anche bene ed è stato anche fortunato, perché una volta autorizzata la discarica di inerti, qualche giorno dopo si è comprato anche la discarica a Monte Carnevale e qualche giorno dopo è stata scelta anche come sito per i rifiuti urbani. Questo in qualche modo non è preoccupante dal punto di vista di un monopolio, di dare a un unico privato, com'era Cerroni, tutti i siti di discarica?

  FLAMINIA TOSINI, Direttore della Direzione regionale politiche ambientali e ciclo dei rifiutidella Regione Lazio. Non è una domanda da fare a me, perché la risposta è quella che abbiamo già messo nel piano, cioè creare le condizioni per l'impiantistica pubblica. Nel piano è fortemente promossa, se leggerete il documento, l'attivazione reale della gestione degli ATO che saranno poi i soggetti che andranno a realizzare nelle forme previste la gestione.

  PRESIDENTE. Prima ha parlato dell'impiantistica. C'è anche la questione della bonifica di Malagrotta, esiste un EU Pilot in corso, so che siete stati contattati, com'è la situazione? Inoltre, avevamo già parlato la volta scorsa della questione del gassificatore che non rispetta alcuni vincoli urbanistici e mi domando se AIA e VIA siano ancora valide; com'è la situazione, visto che c'è stato anche un tavolo a settembre, ci potrebbe aggiornare?

  FLAMINIA TOSINI, Direttore della Direzione regionale politiche ambientali e ciclo dei rifiutidella Regione Lazio. Per quanto riguarda la bonifica di Malagrotta: dal punto di vista delle autorizzazioni e delle attività che potevano essere fatte dagli enti, sono state tutte fatte nei tempi e nei modi. In questo momento l'attività è sospesa o per lo meno non sta procedendo su certi aspetti per effetto di un incidente probatorio che è in corso presso la discarica del quale noi non abbiamo alcun tipo di possibile intervento. So che è stato oggetto di argomento nella riunione che c'è stata questa presidenza proprio per effetto dello EU Pilot; quindi c'è questa attenzione, ma non dipende da strutture amministrative. Per quanto riguarda il gassificatore di Malagrotta: c'è stato un tavolo con una serie di pareri presi in quel momento rispetto a quelli che vengono espressi da vari soggetti che erano stati coinvolti. L'impianto è fermo. La richiesta di rinnovo dell'AIA è stata sospesa in attesa di queste verifiche che sono state fatte perlomeno a un primo tavolo e che dovrebbero essere ripetute a breve dopo una serie di approfondimenti che sono stati richiesti e che sono stati forniti anche dall'amministratore giudiziario. È lui che sta approvando alcune documentazioni come altre cose che abbiamo chiesto sono fornite mano a mano dall'amministratore che ricostruisce, come ad esempio la tariffa e altri aspetti. Siamo in questa fase di approfondimenti legati anche a capire la distanza che si è rilevata essere diversa rispetto a quella prevista e quindi sicuramente difforme. Su questo è accertato...

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  PRESIDENTE. Tra VIA e AIA vola questo impianto. Come sia possibile una cosa del genere, non lo so.

  CHIARA BRAGA. Io devo confessare una cosa: dopo queste tre audizioni ho bisogno di un chiarimento, quindi faccio a lei la domanda, in maniera forse un po’ inusuale, ma anche alla luce delle ficcanti domande che sono state fatte su un tema molto particolare e specifico, nonostante noi stiamo facendo come è stato detto un approfondimento sul sistema dei rifiuti del Lazio e di Roma. Vorrei solo capire una cosa senza nessuna polemica: la scelta del sito di Monte Carnevale è una scelta che è stata fatta dal tavolo tecnico o dal sindaco della Città metropolitana, della città di Roma capitale?

  FLAMINIA TOSINI, Direttore della Direzione regionale politiche ambientali e ciclo dei rifiutidella Regione Lazio. Dalla giunta di Roma Capitale, perché il documento finale che noi abbiamo pubblicato immediatamente, è stato pubblicato sul sito della regione la stessa sera che abbiamo firmato per correttezza, perché volevamo proprio evitare qualsiasi tipo di polemica che è stata pubblicata la stessa sera, è una tabella che riporta tanti siti. Riporta sia i siti di impianti esistenti sia siti di aree idonee. Sembrava e noi abbiamo avuto grosse ripercussioni, una parte di proteste sono arrivate anche in regione, perché inizialmente sembrava che la scelta ricadesse su un'area che non era un impianto esistente, ma su un'area idonea individuata come tale nella Città metropolitana, dove era esistente una cava: quella di Tragliatella. Quindi in realtà la scelta finale è stata lasciata – come correttamente doveva essere – al sindaco che ha preso una decisione; il tavolo non ha assolutamente messo, e questo lo ripeto, né priorità né elementi. Ha dato semplicemente delle valutazioni oggettive su quelle che erano le situazioni.

  PRESIDENTE. Però è stato messo tra i papabili.

  FLAMINIA TOSINI, Direttore della Direzione regionale politiche ambientali e ciclo dei rifiutidella Regione Lazio. Anche altri impianti. Anche Quattro «A» o anche altri impianti ancora.

  PRESIDENTE. Era una cava dismessa come è stato ammesso e anche alla luce di queste altre audizioni: per esempio le case sparse a 84 metri non sono state prese in considerazione, mentre la cartografia di Città metropolitane ha escluso quelle a mille metri.

  FLAMINIA TOSINI, Direttore della Direzione regionale politiche ambientali e ciclo dei rifiutidella Regione Lazio. Presidente, le ricordo che comunque sia una valutazione in un tavolo tecnico non è un'autorizzazione che prevede un suo iter e sue valutazioni, quindi è evidente che quello che può fare un tavolo – che proprio si chiama «tavolo», non è un'altra cosa, – è una valutazione delle possibilità, fermo restando che qualsiasi richiesta dovrà essere avanzata per rendere quella discarica una discarica per rifiuti speciali, dovrà seguire gli iter previsti da normativa.

  PRESIDENTE. Me lo auguro. Ringrazio nostro ospite e dichiaro conclusa la seduta.

  La seduta termina alle 19.55.