Camera dei deputati

Vai al contenuto

Sezione di navigazione

Menu di ausilio alla navigazione

MENU DI NAVIGAZIONE PRINCIPALE

Vai al contenuto

Resoconti stenografici delle audizioni

Vai all'elenco delle sedute >>

XVIII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema bancario e finanziario

Resoconto stenografico



Seduta n. 5 di Giovedì 23 aprile 2020

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori
Ruocco Carla , Presidente ... 3 

Audizione dell'Avv. Massimiliano Cesare, Presidente del Consiglio di Amministrazione della Banca, del Dott. Bernardo Mattarella, Amministratore Delegato di Mediocredito Centrale, e del Dott. Pierpaolo Brunozzi, Responsabile Business Unit Strumenti di garanzia e agevolazioni di Mediocredito centrale, sulle iniziative della Task Force per la liquidità del sistema bancario nell'emergenza sanitaria.
Ruocco Carla , Presidente ... 3 
Mattarella Bernardo , Amministratore Delegato di Mediocredito Centrale ... 4 
Ruocco Carla , Presidente ... 7 
Giacomoni Sestino (FI)  ... 7 
Ruocco Carla , Presidente ... 7 
Pesco Daniele  ... 7 
Ruocco Carla , Presidente ... 8 
Bagnai Alberto  ... 8 
Ruocco Carla , Presidente ... 9 
D'Alfonso Luciano  ... 9 
Ruocco Carla , Presidente ... 9 
De Bertoldi Andrea  ... 9 
Ruocco Carla , Presidente ... 10 
D'Ettore Felice Maurizio (FI)  ... 10 
Ruocco Carla , Presidente ... 10 
Lannutti Elio  ... 10 
Ruocco Carla , Presidente ... 11 
Vazio Franco (PD)  ... 11 
Ruocco Carla , Presidente ... 12 
Bottici Laura  ... 12 
Ruocco Carla , Presidente ... 12 
Mattarella Bernardo , Amministratore Delegato di Mediocredito Centrale ... 13 
Ruocco Carla , Presidente ... 15 
D'Ettore Felice Maurizio (FI)  ... 15 
Mattarella Bernardo , Amministratore Delegato di Mediocredito Centrale ... 15 
Vazio Franco (PD)  ... 16 
Mattarella Bernardo , Amministratore Delegato di Mediocredito Centrale ... 16 
Vazio Franco (PD)  ... 16 
Mattarella Bernardo , Amministratore Delegato di Mediocredito Centrale ... 16 
Vazio Franco (PD)  ... 16 
Mattarella Bernardo , Amministratore Delegato di Mediocredito Centrale ... 16 
Vazio Franco (PD)  ... 16 
Mattarella Bernardo , Amministratore Delegato di Mediocredito Centrale ... 16 
Ruocco Carla , Presidente ... 16 
Mattarella Bernardo , Amministratore Delegato di Mediocredito Centrale ... 16 
Vazio Franco (PD)  ... 17 
Mattarella Bernardo , Amministratore Delegato di Mediocredito Centrale ... 17 
Vazio Franco (PD)  ... 17 
Mattarella Bernardo , Amministratore Delegato di Mediocredito Centrale ... 17 
Vazio Franco (PD)  ... 17 
Mattarella Bernardo , Amministratore Delegato di Mediocredito Centrale ... 17 
Ruocco Carla , Presidente ... 17 
De Bertoldi Andrea  ... 17 
Mattarella Bernardo , Amministratore Delegato di Mediocredito Centrale ... 17 
De Bertoldi Andrea  ... 17 
Mattarella Bernardo , Amministratore Delegato di Mediocredito Centrale ... 17 
De Bertoldi Andrea  ... 17 
Mattarella Bernardo , Amministratore Delegato di Mediocredito Centrale ... 17 
De Bertoldi Andrea  ... 17 
Mattarella Bernardo , Amministratore Delegato di Mediocredito Centrale ... 18 
De Bertoldi Andrea  ... 18 
Mattarella Bernardo , Amministratore Delegato di Mediocredito Centrale ... 18 
De Bertoldi Andrea  ... 18 
Mattarella Bernardo , Amministratore Delegato di Mediocredito Centrale ... 18 
De Bertoldi Andrea  ... 18 
Mattarella Bernardo , Amministratore Delegato di Mediocredito Centrale ... 18 
Ruocco Carla , Presidente ... 18 

ALLEGATO: Documento depositato da Mediocredito Centrale ... 19

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE
CARLA RUOCCO

  La seduta inizia alle 8.40.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante la trasmissione diretta sulla web TV della Camera dei deputati.

Audizione dell'Avv. Massimiliano Cesare, Presidente del Consiglio di Amministrazione della Banca, del Dott. Bernardo Mattarella, Amministratore Delegato di Mediocredito Centrale, e del Dott. Pierpaolo Brunozzi, Responsabile Business Unit Strumenti di garanzia e agevolazioni di Mediocredito centrale, sulle iniziative della Task Force per la liquidità del sistema bancario nell'emergenza sanitaria.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione dei rappresentanti di Mediocredito centrale nelle persone dell'avvocato Massimiliano Cesare, Presidente del Consiglio di Amministrazione, del dottor Bernardo Mattarella, Amministratore Delegato, e del dottor Pierpaolo Brunozzi, Responsabile Business Unit Strumenti di garanzia e agevolazioni, sulle iniziative della Task Force per la liquidità del sistema bancario nell'emergenza sanitaria.
  Prosegue oggi il ciclo di audizioni con le istituzioni partecipanti alla Task Force costituita il 30 marzo tra il Ministero dell'economia e delle finanze, Banca d'Italia, Associazione Bancaria Italiana e Mediocredito Centrale, per assicurare l'efficiente e rapido utilizzo delle misure di supporto alla liquidità adottate dal Governo con i provvedimenti relativi all'emergenza Covid-19, di cui ai decreti legge n. 18 del 2020 e n. 23 del 2020. Lo scorso 15 aprile abbiamo udito la Banca d'Italia e ieri, 22 aprile, l'ABI.
  Mediocredito Centrale è un soggetto importante in questo scenario, in quanto gestisce il Fondo Centrale di Garanzia per le piccole e medie imprese.
  Il 20 aprile è partita la fase di ricezione delle domande per attivare le risorse del Fondo di Garanzia per prestiti fino a 25.000 euro garantiti al 100 per cento dallo Stato. Abbiamo apprezzato attraverso la stampa l'immediato attivarsi di Mediocredito Centrale con ABI per la produzione di accordi, procedure condivise e circolari operative. Consideriamo positivamente la partecipazione dei vertici di Mediocredito Centrale a questa audizione, che ci dà l'occasione di avere notizie importanti anche relativamente al funzionamento del Fondo di Garanzia.
  Ci interessa infatti comprendere il meccanismo dei plafond per i gruppi bancari, quali le azioni attivate per le microimprese e se il Fondo ha previsto per queste procedure semplificate, quale piano è in attuazione per le micro e piccole e medie imprese del Mezzogiorno. Le previsioni del Fondo di Garanzia sul numero di imprese che richiederà per la prima volta l'accesso alla garanzia pubblica e come si è strutturato per affrontare le nuove attività e come si modificheranno i tempi di concessione delle garanzie nell'epoca del Coronavirus.
  L'occasione di oggi è significativa per acquisire informazioni sul funzionamento, nei primi giorni, di tale meccanismo volto a garantire liquidità alle imprese.
  Do pertanto la parola ai rappresentanti di Mediocredito Centrale, invitando il dottor Pag. 4 Mattarella, Amministratore Delegato, a prendere la parola, ringraziandolo ulteriormente per la disponibilità manifestata a collaborare con la nostra Commissione. Prego.

  BERNARDO MATTARELLA, Amministratore Delegato di Mediocredito Centrale. Grazie presidente, grazie onorevoli commissari, per questo invito che ci consente di condividere quanto fatto finora con il Parlamento e quanto già portato avanti insieme alla Task Force di cui ha parlato la presidente, composta dal Ministero dell'economia e delle finanze, da Banca d'Italia, ABI, Ministero dello sviluppo economico e da ultimo anche dalla rappresentante di SACE, ai fini dell'applicazione del decreto n. 23 del 2020 e anche, precedentemente, del cosiddetto «Cura Italia». Mi concentrerò su quanto sta facendo Mediocredito Centrale in applicazione dell'articolo 13 del decreto n. 23 del 2020, in quanto il capofila che gestisce il Fondo di Garanzia per le PMI è composto, oltre che da Mediocredito Centrale, da Artigiancassa, Monte dei Paschi, Intesa Sanpaolo e DEPObank.
  Faccio un rapido excursus sulle massive modifiche che hanno interessato il Fondo con questi due decreti. Anzitutto, è stata sancita la gratuità dell'intervento per tutte le operazioni, non soltanto per le operazioni provenienti dalle regioni del Mezzogiorno. È stata estesa l'ammissibilità alle imprese fino a 499 dipendenti, quindi le cosiddette «Mid Cap». È stato innalzato l'importo massimo garantito per l'impresa da due milioni e mezzo a cinque milioni, circostanza che ha reso necessaria l'adozione di un nuovo metodo di calcolo per l'intensità di aiuto garantita al beneficiario che, con una velocissima interlocuzione con la Commissione europea, è stato immediatamente implementato. Sono state innalzate le percentuali di copertura per tutte le operazioni. La percentuale di copertura era prima scaglionata a seconda del tipo di operazione dal 30 all'80 per cento. Con il decreto Cura Italia è stata portata all'80 per cento per tutte. Con il decreto n. 23 del 2020, in attuazione framework della Commissione europea sugli aiuti di Stato, è stata portata la percentuale massima al 100 per cento, al 90 per cento per alcune operazioni. In particolare, fermo restando il limite massimo di cinque milioni per beneficiario, è possibile concedere una garanzia del 90 per cento per le operazioni non superiori a settantadue mesi con un importo dell'operazione che non superi il 25 per cento del fatturato 2019 o il doppio delle spese per il personale sostenute nel 2019 o il fabbisogno dei costi per il capitale di esercizio per i costi di avviamento.
  Questa è la regola generale ma ci sono ulteriori deroghe per le operazioni più piccole. È stato consentito di garantire l'estensione dei finanziamenti non già garantiti dal Fondo: la lettera e, comma 1, il famoso 10 per cento in più di finanza, poi vedremo qualche numero su questo. È possibile per le banche con l'80 per cento e non con il 90 per cento farsi garantire operazioni di rinegoziazione di operazioni già esistenti, purché con una nuova finanza per l'impresa pari almeno al 10 per cento dell'accordo originario. È stato automaticamente consentito l'allungamento delle garanzie per le operazioni le cui quote o rate di capitale sono state sospese, quindi la garanzia si allunga automaticamente per moratorie. È stata ampliata la fascia delle imprese potenzialmente beneficiarie, quindi sono state introdotte anche le imprese con lo scoring più basso, quelle con più problemi, la cosiddetta «fascia cinque», in quanto il Fondo di Garanzia non effettua più alcuna valutazione del merito della singola operazione. In fase di ammissione non viene tenuto conto né del modulo economico-finanziario né del modulo andamentale in cui si analizza la storia bancaria degli ultimi sei mesi del richiedente. Questi parametri vengono utilizzati soltanto ex post per fare gli accantonamenti prudenziali del Fondo, per capire se le disponibilità del Fondo sono sufficienti a coprire le richieste.
  Ulteriori allargamenti a imprese in difficoltà sono stati previsti in quanto è possibile garantire anche soggetti beneficiari che presentano inadempienze probabili con una classificazione non precedente al 31 gennaio del 2020 e anche beneficiari con posizioni classificate come scadute o sconfinate. Comunque sono meno problematiche Pag. 5 delle inadempienze probabili. È possibile autorizzare anche soggetti ammessi alle procedure di concordato in continuità aziendale o che hanno stipulato accordi di ristrutturazione solo se l'ammissione a queste procedure è successiva al 31 dicembre del 2019. Per accelerare le procedure è stata eliminata la commissione per il mancato perfezionamento che devono pagare le banche in caso di delibera del Fondo non seguita da conclusione dell'operazione nei confronti del beneficiario, in maniera tale da consentire alle banche di presentare al Fondo anche ciò che stanno istruendo, piuttosto che aspettare la fine della loro istruttoria.
  Per un settore che sta soffrendo molto, quello turistico-alberghiero, si è derogato al divieto di cumulare garanzie reali insieme a quelle del Fondo. Il Fondo non può intervenire laddove l'operazione viene garantita da una garanzia reale, però, per operazioni con un importo fino a cinquecentomila euro e con una durata pari o superiore a dieci anni, il Fondo può garantire anche operazioni che sono assistite nel settore turistico-alberghiero da garanzia reale. È stata incrementata con un'operazione abbastanza articolata la garanzia di portafoglio in modo da consentire alle banche di essere più efficienti nella trasmissione di grandi portafogli di operazioni.
  Poi sono state previste le misure per le imprese più piccole. È consentito di garantire al 100 per cento finanziamenti fino a 25.000 euro. Solo in caso di nuova finanza erogata all'impresa – il decreto riporta anche il meccanismo per verificare che queste siano effettivamente nuova finanza – la copertura è garantita alle operazioni che abbiano durata fino a settantadue mesi, con un rimborso del capitale non più rapido di ventiquattro mesi, quindi un preammortamento di ventiquattro mesi, per un importo non superiore al 25 per cento dei ricavi del soggetto beneficiario finale o comunque altra dichiarazione equipollente per imprese che sono nate dopo il 1 gennaio del 2019 oppure che sono state oggetto di operazioni di acquisizione o di affitto. In questo caso, essendoci una garanzia al 100 per cento dello Stato, il tasso di interesse è stato cappato, quindi le banche non possono applicare un tasso di interesse superiore al rendistato per la durata corrispondente, corretto con la differenza tra il credit default swap del sistema bancario e il credit default swap dello Stato, con uno spread massimo di 20 basis point, di 20 centesimi di punto. In ogni caso, la regola generale è che la remunerazione deve coprire semplicemente i costi di istruttoria e di gestione dell'operazione. Quella formula comporta un tasso non superiore all'1,9 per cento. Da quanto iniziamo a vedere e anche dalle dichiarazioni del sistema bancario, ci si sta muovendo tra tassi inferiori all'1 e tassi massimi intorno all'1,5 per cento. Per queste operazioni è stato predisposto già dalla settimana scorsa – e, come diceva la presidente, stanno già arrivando le domande – un modulo semplificato composto da otto pagine, di cui sei di privacy. Le informazioni che deve inserire l'impresa sono abbastanza immediate. Poi, ovviamente, devono essere lette tutte per essere consapevoli delle autorizzazioni che si stanno facendo, quali ad esempio il permesso di pubblicare nella nostra pagina di trasparenza l'aiuto che è stato concesso, perché questo è un obbligo che noi abbiamo. Sono varie previsioni di cui occorre essere consapevoli, ma la parte compilativa è abbastanza semplice.
  Per le operazioni riguardanti soggetti che hanno avuto un fatturato massimo di 3 milioni e 209 mila euro nello scorso anno, è consentito ottenere fino al 25 per cento dei ricavi del soggetto stesso, quindi fino a un massimo di 800.000 euro, finanziamenti garantiti al 90 per cento del Fondo di Garanzia, cui è possibile cumulare un ulteriore 10 per cento su mezzi propri del Confidi. In questo modo si riesce a ottenere una garanzia al 100 per cento non appesantendo troppo la posizione in termini di assorbimento di aiuti di Stato da parte del beneficiario, in quanto tutto questo si muove all'interno del temporary framework per gli aiuti di Stato della Commissione europea, che considera, in caso di garanzia al 100 per cento, l'assorbimento di aiuti pari al nominale del finanziamento. Pag. 6
  Per chi riceve 25.000 euro con la garanzia al 100 per cento, l'aiuto assorbito è 25.000 euro, mentre per chi riceve un finanziamento garantito al 90 per cento l'aiuto in realtà è soltanto il costo del finanziamento, che, ripeto, è previsto oneroso dal framework ma, per quanto riguarda il Fondo di Garanzia per le PMI, è stato reso gratuito, per cui quello è da considerarsi un aiuto concesso dallo Stato. Sono stati prorogati di tre mesi tutti i termini relativi agli adempimenti amministrativi ed è stato consentito alle banche di portare in garanzia operazioni già perfezionate ed erogate, purché in data successiva al 31 gennaio del 2020 e purché non più anziane di tre mesi, a patto che la banca certifichi anche un miglioramento delle condizioni economiche del soggetto finanziato.
  È consentito presentare domande direttamente al Fondo per tutte le regioni italiane. Ricordo che, fino all'approvazione del decreto, Toscana, Friuli Venezia Giulia, Marche e Abruzzo dovevano per forza passare attraverso i confidi per accedere alla garanzia del Fondo. Questa previsione è stata rimossa per consentire un accesso più immediato. È stata inoltre semplificata la procedura di verifica dei presidi antimafia consentendo l'erogazione anche nelle more delle risposte da parte delle prefetture e, in caso di interdittiva, la sanzione sarebbe la revoca dell'aiuto da parte dello Stato.
  Sono state previste anche disposizioni per il microcredito. In particolare, la garanzia del Fondo è concessa a tutte le operazioni a titolo gratuito nella misura dell'80 per cento senza valutazione del merito creditizio ed è stato innalzato l'importo massimo del finanziamento da 25.000 a 40.000 euro. Questo era l'articolo 13 del decreto n. 23 del 2020.
  L'articolo 56 del decreto del 18 marzo, il cosiddetto «Cura Italia», invece, consente alle imprese danneggiate dall'epidemia di chiedere deroghe, di chiedere moratorie rispetto alle scadenze che hanno nei confronti delle banche, con una copertura del Fondo di Garanzia sussidiaria del 33 per cento degli importi sottoposti a moratoria. Di questi sono già state emanate le disposizioni operative dal Consiglio del Fondo e siamo in attesa, in tempi molto rapidi, di avere il decreto interministeriale che le rende ufficiali. Ovviamente, tutte le operazioni di questo tipo che erano già garantite dal Fondo continuano a essere garantite con la scadenza allungata. Quasi tutte queste misure sono già disponibili per il sistema bancario.
  Parlo soltanto delle eccezioni. Quelle che fanno riferimento al capitolo 3.2 del temporary framework, quindi le garanzie al 90 per cento per il 25 per cento del fatturato fino a cinque milioni e quella del 90 più 10 saranno disponibili alle banche da lunedì della prossima settimana. Già da oggi sarà disponibile l'allegato da far compilare alle imprese, per cui già si può lavorare per poi presentare le domande da lunedì della prossima settimana, mentre, dalle ore 18 del 18 aprile è già disponibile la funzionalità per presentare le domande per le garanzie al 100 per cento fino a 25.000 euro.
  Qualche dato su quello che è successo nella gestione del Fondo tra il 17 marzo, data di approvazione del decreto n. 18, fino ad oggi. Sono arrivate al Fondo 17.881 domande per oltre due miliardi e settecentomila euro di importo finanziato. Di queste 16.368, per un totale di due miliardi e seicentomila euro circa, sono ai sensi delle nuove normative appena illustrate. Soltanto 1.513 sono state presentate ai sensi della normativa precedente. Sono state presentate fino a ieri alle ore venti 2.022 domande per coperture fino a 25.000 euro con il 100 per cento. Segnalo che ancora le grandi banche non hanno iniziato a presentare operazioni massive in formato massivo, anche per organizzazioni di flussi che si devono consolidare. Noi le abbiamo sensibilizzate – essendo la rapidità di caricamento uno a cento tra un caricamento singolo e un caricamento massivo – a utilizzare i flussi già a disposizione da tempo e che sono stati anche aggiornati per inserire i campi per queste operazioni. Le abbiamo sensibilizzate ad utilizzare le funzionalità e le strutture del Fondo anche nelle ore notturne per caricare il più rapidamente possibile le richieste. Pag. 7
  A proposito delle rinegoziazioni, argomento abbastanza sensibile, sono state presentate 878 domande per quasi 169 milioni di euro. L'incremento aggiuntivo medio è stato pari al 56 per cento. C'è un minimo del 10, però le domande di rinegoziazione hanno presentato il 56 per cento, mediamente, di nuova finanza rispetto alle esposizione precedenti.
  Il Consiglio del Fondo ha stabilito di riunirsi due volte a settimana, ha raddoppiato le riunioni, riunendosi il martedì e il venerdì; fino alla seduta del Consiglio di gestione del 21 aprile, di 17.000 domande ne sono state approvate già 12.600 per quasi due miliardi di euro. Altre 3.500 circa sono già in approvazione per il Consiglio di domani. Quindi noi viaggiamo, a proposito di quanto chiedeva prima la presidente nell'introduzione, con un magazzino di un giorno e mezzo o due. Magari, quando ne arriveranno massimamente molte di più, potremmo arrivare a due giorni e mezzo o tre, ma questo è quello che ci aspettiamo.
  Un focus su come sono composte le domande arrivate per le garanzie fino a 25.000 euro al 100 per cento. A proposito delle dimensioni di cui chiedeva la presidente: quasi 2.000 sono microimprese per circa 43 milioni; 113 sono piccole e 8 sono medie. Ci sono più o meno 800 imprese individuali, 105 professionisti e persone fisiche, uno studio professionale fino adesso, e le altre invece sono in altra forma, sono società semplici oppure società Srl oppure altre forme. Comunque, tra imprese individuali, professionisti e persone fisiche, sono più o meno 900 domande finora su quelle 2.058 che sono arrivate ad oggi.
  Sono a disposizione per qualsiasi approfondimento o domanda.

  PRESIDENTE. Grazie. Ha chiesto di intervenire l'onorevole Giacomoni, di Forza Italia. Prego.

  SESTINO GIACOMONI. Buongiorno. Grazie, presidente. Grazie al dottor Mattarella per la relazione dettagliata e grazie anche per la presenza fisica, perché quasi ci si emoziona a vedere uno degli auditi qui in Sala. Non eravamo più abituati.
  Devo dire che, ascoltandola e anche rifacendomi a quello che ieri ha detto il dottor Sabatini dell'ABI, noi abbiamo appreso che la procedura fino a 25.000 euro è semplificata. Questo ce lo avete detto tutti e quindi lo diamo per certo. L'unica perplessità, ci diceva il dottor Sabatini, sta nella circostanza che le banche di fatto aspettano questo modulo che viene predisposto da Mediocredito. Lei oggi ci ha detto in più che questo modulo è semplificato, però sono otto pagine, di cui sei di privacy, quindi già lì forse c'è molto da semplificare, soprattutto sulla privacy, visto che viviamo in un'epoca dove di privacy ne rimane poca. Forse è uno sforzo non chiesto a lei, ma che andrebbe fatto su quelle sei pagine, anche perché c'è sempre il famoso esempio della paginetta della Svizzera. Non mi è chiaro se questo modulo vada compilato attraverso la home banking, quindi tutto digitale, oppure se, come ho capito, le persone lo devono stampare, compilare e mandare. Se fosse tutto tramite home banking si velocizzerebbe, si potrebbe altresì avere un riscontro incrociato tra i dati, che non è da poco, perché rimane sempre la domanda di fondo che ho fatto anche ieri al dottor Sabatini.
  Lei ci ha elencato le domande, ma di queste domande, ad oggi, ce ne è già qualcuna che è stata espletata totalmente? Qualcuno ha ricevuto la liquidità? Mediamente, secondo lei, in che tempi si possono erogare questi finanziamenti che, come stiamo tutti dicendo, hanno procedura semplificata?
  Poi, vista la sua esperienza, le domando se ci può dare dei consigli, visto che siamo in una fase di conversione del decreto, per accelerare i tempi e per fare veramente quello che serve al Paese.
  Ultima domanda: pensate che l'Unione Europea possa fare problemi sulla Popolare di Bari? Questa è una domanda fuorisacco, non so se ci può rispondere, però, visto che non ci occupiamo solo di liquidità, approfitto della sua presenza. Grazie.

  PRESIDENTE. Senatore Pesco, prego.

  DANIELE PESCO. Grazie per le esaustive informazioni che ci ha dato. Volevo Pag. 8fare una domanda sulla durata dei finanziamenti. Settantadue mesi per molte aziende possono sembrare pochi, quali sono gli elementi ostativi a concedere più tempo? Ci hanno detto che è stata l'Europa a imporci questo limite massimo, però volevo chiedere se ci sono altri elementi ostativi ed eventualmente come possono essere superati. Magari con un costo in più della garanzia, per arrivare magari a dieci, quindici, anche vent'anni? Penso che in settantadue mesi le rate siano sufficientemente alte per le aziende. In più, vi è un problema di programmazione per le aziende, perché nessuno sa come evolverà la ripartenza; pertanto mi chiedo: si potrebbe immaginare uno strumento modulabile, nel senso che le aziende possano chiedere con una certa modulazione la richiesta di liquidità? Forse è una problematica che riguarda più le banche e meno voi, però forse potremmo iniziare a pensare a qualcosa del genere.
  Argomento collegato è lo sconto fatture. È uno strumento che probabilmente aiuterà molte aziende sia a chiedere di essere pagate con regolarità, sia a pagare con regolarità. Volevo chiedere questo: MCC fornisce già garanzie anche a operatori che lavorano su questo settore?
  Il 10 per cento: l'abbiamo criticato molto. Oggi fortunatamente è arrivata la notizia che mediamente è stato erogato al 56 per cento in più rispetto ai finanziamenti originali. Questo è un buon dato. La legge prevede che la banca sia obbligata solo a migliorare il tasso rispetto al finanziamento precedente quindi potrebbe migliorarlo anche di pochissimo. Su questo prevedete una correzione? Magari mettere dei paletti sulla correzione del tasso, quindi creare dei tassi più vantaggiosi per le aziende e non lasciare grande libertà alle banche? Secondo voi, è correggibile anche questo 10 per cento come minimo? Il 56 per cento sicuramente è buono, però, visto che si è aperta la fase parlamentare per le modifiche, secondo voi potrebbe essere utile lavorare anche sul 10 per cento e quindi renderlo più restrittivo?
  Preammortamento. Il preammortamento sicuramente può essere vantaggioso perché viene esclusa la parte del capitale ma la parte interessi in un ammortamento alla francese sappiamo che è importante come quota. Quindi, sul preammortamento potremmo ragionare per ridurre anche la quota interessi? In questi due anni probabilmente le aziende avrebbero bisogno di pagare il meno possibile come restituzione. Sappiamo, ripeto, che la quota interessi è molto alta.
  Vorrei inoltre domandare se MCC, che penso comunque sia anche una banca, abbia mai pensato a operare direttamente sia per fornire garanzie, ma anche per fornire liquidità. È qualcosa che MCC potrebbe fare in un futuro prossimo? Sarebbe, penso, una struttura diversa, però, vi chiedo se ci avete mai pensato e cosa può essere utile fare.
  Faccio una domanda la cui risposta so già che è no, però ci provo lo stesso. Apertura alle famiglie. So che è una scelta politica, ma MCC ha mai pensato che potrebbe essere utile fornire la garanzia anche alle famiglie?
  Faccio un'altra domanda, so già che sarà un no, però ci provo lo stesso. Fondo indennizzo risparmiatori, FIR, un miliardo e mezzo fermo nelle casse dello Stato da erogare ai risparmiatori che hanno subìto delle truffe con alcune banche. Volevo chiedere: in questo caso MCC, la garanzia dello Stato, potrebbe in qualche modo aiutare a liberare questa liquidità? So che è una domanda difficile, complessa e politica, però volevo un vostro parere. Grazie di tutto.

  PRESIDENTE. Grazie a lei. Senatore Bagnai, prego.

  ALBERTO BAGNAI. Grazie, presidente. Ringrazio sentitamente il dottor Mattarella per la perspicuità e per la completezza dell'esposizione e per la presenza fisica, perché può sembrare una cosa banale, ma in realtà aiuta a capirsi meglio.
  Mi interessava un elemento procedurale. Nel caso in cui si debbano escutere le garanzie, quale sarà la procedura di recupero di credito? Le faccio questa domanda perché ufficiosamente le banche prevedono, soprattutto su alcune tranche di crediti, delle percentuali di default piuttosto Pag. 9elevate. D'altra parte, il clima macroeconomico è quello che è e non c'è la cattiva volontà di nessuno. Grazie. Grazie, presidente.

  PRESIDENTE. Senatore D'Alfonso, del Partito democratico. Prego.

  LUCIANO D'ALFONSO. Presidente, grazie. Grazie al professore Mattarella per la chiarezza del suo dire e anche per la compiutezza del riferimento che ci facilita il lavoro. Io penso che il lavoro di una commissione di inchiesta come la nostra, su misure innovative dettate dal legislatore, sia un lavoro che debba procedere in due direzioni. Da una parte l'assunzione di elementi di fatto, vista la nuova normativa: come procedono le istruttorie, quante sono le istruttorie, se ci sono affanni o difficoltà, per esempio, come ci è risultato sui versanti di alcuni soggetti bancari. L'altro fronte di discernimento della nostra Commissione deve prevedere, ad esempio, l'audizione di una figura giuridica come la sua al fine di domandare se ci siano aggiustamenti normativi che possano facilitare. È veramente bifronte e bilaterale il lavoro della Commissione, è davvero lavorabile su due livelli la nostra interlocuzione. Da una parte assume elementi e informazioni e dall'altra parte chiede se c'è bisogno di alcuni miglioramenti, di precisazioni che facilitino. Si parla tanto di amministrazione semplice, facile, quando poi la facilità deve diventare un accadimento istruttorio, è proprio quando incontriamo chi pone istanza, come in questo caso, per ripartire dal versante economico.
  Altra questione, che è più una domanda definita, è la seguente: se un'azienda dovesse subire delle perdite durante il periodo di preammortamento e le perdite fossero tali che la banca dovesse chiedere il rientro della e dalla posizione ante provvedimento, cosa accadrebbe? Valutando il caso limite di perdite tali per cui si questiona il rapporto contrattuale, cosa succederebbe?

  PRESIDENTE. Senatore De Bertoldi, Fratelli d'Italia. Prego.

  ANDREA DE BERTOLDI. Grazie, presidente. Ringrazio anche il dottor Mattarella per la sua presenza e mi associo al presidente Bagnai nel sottolineare l'utilità del rapporto diretto.
  Ho una domanda che pongo obbligatoriamente anche a lei, perché l'ho posta ripetutamente nelle precedenti audizioni a Banca d'Italia e ieri all'ABI e quindi non posso esimermi dal porgliela proprio nella vostra veste tecnica di gestore del Fondo. Riguarda la coerenza tra le dotazioni di un miliardo e settecento milioni, se non sbaglio, che sono state previste nel «Decreto Liquidità» per le finalità di promozione del credito e le promesse di attivazione attraverso il Fondo di Garanzia di oltre duecento miliardi di crediti. Io vorrei chiederle tecnicamente, quindi al di là delle risposte politiche, se le dotazioni previste dal «Decreto Liquidità» siano sufficienti a garantire una così auspicata e alta mole di crediti alle nostre imprese. Considerando che il «Decreto liquidità», è ancora all'esame parlamentare e quindi è suscettibile di modifiche sia alla Camera che al Senato – nonostante purtroppo sul primo decreto, il «Decreto Cura Italia», al di là delle affermazioni conciliative e collaborative della politica, è stata posta la fiducia e quindi non è stato modificabile –, da inguaribile ottimista ritengo che su di esso si possano fare delle variazioni, degli aggiustamenti. Chiedo a lei, che è parte in causa come Mediocredito, che ha un ruolo determinante nella gestione di questa fase, suggerimenti da dare alla politica per un miglioramento di questo decreto, che cosa potreste consigliare a noi, maggioranza e opposizione, perché questo «Decreto Liquidità» sia il più possibile realistico, applicabile e quindi di fatto utile al sistema Paese.
  Per concludere, una breve annotazione tecnica sull'articolo 13, lettera e, per quanto riguarda le rinegoziazioni e i rifinanziamenti. Ci sono dei dubbi che sono apparsi anche nella dottrina, in questi giorni, nella documentazione, nelle circolari. Ieri l'ABI ha dato una risposta che non mi ha convinto compiutamente, riguardo al fatto che le rinegoziazioni siano di fatto riservate solamente a quelle situazioni dell'intervento Pag. 10 del Fondo all'80 o 90 per cento della garanzia e non alle situazioni dove c'è l'intervento al 100 per cento, cioè quello dei 25.000 mila euro. Su questo aspetto gradirei un chiarimento tecnico da parte sua, perché le rinegoziazioni che io vedo tendono a dare meno finanza rispetto a quella che invece dovrebbe essere la finalità del decreto, ma soprattutto sarebbero inaccettabili negli importi fino a 25.000 euro, che sono una iniezione, almeno momentanea, di vita per le nostre piccole imprese. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie a lei. Onorevole D'Ettore, Forza Italia. Prego.

  FELICE MAURIZIO D'ETTORE. Io la ringrazio, ho seguito la sua esposizione anche se in alcuni momenti non è stato chiarissimo in alcuni aspetti della sua relazione. Mi sembra che sul vostro sito si parli di questi procedimenti semplificati. Già il collega Giacomoni le ha chiesto di avere una certezza, almeno su quelle che sono le reali erogazioni, fino ai 25.000 euro.
  L'altra questione è quella dell'innalzamento della copertura del Fondo fino al 90 per cento, con l'eventuale copertura aggiuntiva di confidi fino al 100 per cento, per i finanziamenti fino a 800.000 euro, che è la partita che ora si apre tra le più rilevanti. Voi dite, mi sembra, che sul sito del Fondo di Garanzia sarà data tempestiva comunicazione dell'attuazione di questa misura. Vorrei capire quando ritenete che questa attuazione possa essere operativa. L'ABI ci ha detto che ha fatto dei comunicati e che sta aprendo delle fasi di accordo che sono state già raggiunte, quindi penso che il Fondo dovrebbe essere già in condizione di operare, vista anche la celerità di cui lei parlava. In questo momento a noi arrivano invece notizie che non ci sia questa semplificazione e rapidità, in particolare per le imprese più grandi.
  Uno dei temi che si stanno ponendo è quello dell'affidabilità di questa garanzia a prima richiesta, la cosiddetta «garanzia autonoma» che lo Stato dovrebbe dare e che molti ritengono che non sia sufficiente rispetto alle aspettative che hanno le imprese. Vorrei sapere se c'è un problema su questo tema. Capisco che il sistema possa avere delle perplessità su quello che può essere l'intervento ipotetico statale, nell'ipotesi di inadempimenti, però vorrei capire se c'è da fare qualcosa, se voi avete delle perplessità o se ce le ha qualcun altro.
  Ci sono ritardi anche nell'annunciare misure che dovrebbero essere già operative, sulla base di quella che è la disciplina di legge, ancorché recente. Quindi quali tempi voi ritenete di poter rispettare? Diceva di aspettare fino a lunedì, se ho capito bene. La prossima settimana. Non ho capito bene se era riferito a questo aspetto o no. Come mai fino a lunedì? Che cosa dovete fare di così particolarmente impegnativo, ce lo spiega? Può darsi che noi non l'abbiamo compreso, che sia una procedura sicuramente meno semplificata. Allora, se è una procedura meno semplificata e meno diretta – lo si capisce, peraltro, dal tenore testuale del provvedimento che purtroppo lascia spazi di diversa valutazione e interpretazione per le garanzie di più ampio respiro e di più ampia portata rispetto ai 25.000 euro – ci dia delle delucidazioni, al di là delle sue affermazioni sui tempi.
  Ho visto che non ha depositato la relazione, questo ci mette un po' in difficoltà. In genere tutti presentano una relazione, noi la leggiamo e abbiamo modo di interloquire. Ci faccia capire in maniera più chiara quali sono i problemi, quando arriveremo alla copertura del 90 per cento, ai confidi e poi gli 800.000 euro e come intendete muovervi. Io so che molte aziende e molte imprese sono in grandissima difficoltà e non hanno ancora capito come si devono muovere. Non è loro compito mettere in campo schiere di consulenti e professionisti. Il Fondo dovrebbe già essere operativo. Non avendo un testo, io sinceramente non ho capito quali sono le problematiche. Grazie.

  PRESIDENTE. Il senatore Lannutti.

  ELIO LANNUTTI. Grazie, signora presidente. Ringrazio anch'io il professor Mattarella con l'auspicio che ci arrivi la sua Pag. 11relazione per e-mail così potremo consultarla.
  La storia di questa banca è una storia antica. Io che mi sono occupato di banche per tanto tempo ricordo nel 1952 il VI Governo De Gasperi.
  Lei ci ha dato alcune indicazioni. Tra l'altro ieri è stato anche risolto il problema della Popolare di Bari, che non accettava più le domande per i 25.000 euro. È stata sbloccata. Tutto questo lavoro che voi dovete fare include grandi numeri, se rapportati ai bilanci civilistici. Io ho visto quello del 2018, per esempio. Addirittura i dipendenti sono passati da 298 a 283. Allora vi domando: voi, in una fase come questa, di emergenza per il Paese, ritenete di riuscire a soddisfare questi numeri con gli attuali dipendenti oppure c'è bisogno di un rafforzamento?
  Mi unisco, inoltre al collega Pesco nel domandare entro quanto tempo le imprese avranno la liquidità. Avranno sul conto corrente questa liquidità? È una questione importante perché, ripeto, è un periodo terribile per tantissima gente dopo due mesi di quarantena.
  Ieri il dottor Sabatini dell'Associazione Bancaria Italiana, ha sostenuto che le banche avrebbero bisogno di una manleva politica sulle eventuali responsabilità nell'erogazione dell'istruttoria del credito. Io, personalmente, ritengo che sia una richiesta da bocciare. Ritenete che questa domanda fatta dall'ABI dovrebbe essere accolta dalla politica oppure, come io ritengo, assolutamente no? Lo Stato si assume già le garanzie, se poi ci mettiamo pure la manleva penale, non resta altro.
  L'ultima domanda, che le è stata fatta anche dal collega Giacomoni, è sulla Popolare di Bari. La Popolare di Bari ha subìto da parte della Commissione Europea un danno su Banca Tercas molto ingente, ci sono delle controversie giudiziarie. Voi appoggerete la Popolare di Bari in queste controversie contro l'Unione Europea? Grazie mille.

  PRESIDENTE. Onorevole Vazio, del Partito Democratico. Prego.

  FRANCO VAZIO. Ringrazio il professore per l'illustrazione, che a me pare molto esaustiva e precisa. Nell'audizione di ieri col dottor Sabatini abbiamo avuto alcune certezze, che mi paiono essere state da lei riconfermate.
  Avrei piacere che lei mi chiarisse alcune questioni che non mi sembrano di dettaglio. Il dottor Sabatini ieri, a proposito dell'articolo 13 lettera e, cioè la rinegoziazione degli scoperti delle imprese, aveva sottolineato che non poteva essere un'azione automatica, e comunque indotta dal ceto bancario, ma doveva essere un'iniziativa da parte delle imprese. Le imprese, che avessero uno scoperto e che fossero afflitte da una crisi indotta da Covid-19, potevano chiedere agli istituti bancari la rinegoziazione dei loro scoperti, che prevedesse anche un allungamento, magari a tempi oggettivamente più brevi, in questo caso chiedendo una nuova finanza, dice l'articolo alla lettera e, a «non meno del 10 per cento». Le domando una conferma in questo senso. Ragionando in questa direzione, quello che mi pare chiaro è che il tasso di interesse previsto dalla lettera m, è quel tasso composto dalle due voci, la cui seconda voce probabilmente si avvicina allo zero. Perché, voglio dire, sono investimenti che calcolano il rischio. Prima, ante Covid, probabilmente era una voce aggiuntiva, oggi probabilmente una voce negativa, ma tutte le banche dovrebbero attestarsi su un saggio di interesse che vada dall'1,15 all'1,20, qualcosa di più, qualcosa di meno. Ci sono notizie di istituti bancari che applicano tassi inferiori all'1.2 e alcuni che trattano vicino a questo saggio.
  Per quanto riguarda invece il finanziamento non dei 25 milioni, sul quale c'è fiorente dottrina, bensì per gli altri finanziamenti, il tasso di interesse come viene determinato? Mi riferisco all'articolo 13 lettera e, laddove un istituto bancario ha un chirografo con un saggio di interesse di 2 o 3 punti percentuali, e ha un chirografo non coperto da garanzia. Se il cliente chiede di rinegoziare il proprio debito, e in questo caso accorda un aumento di garanzia di 30, 40 punti percentuali rispetto al merito creditizio – poi mi dirà lei come lo andiamo Pag. 12a calcolare al 31 dicembre, e con quale garanzia per chi lo accorda – il profilo di rischio e il saggio saranno influenzati o no? Lo dico provocatoriamente in quanto la garanzia prima era inesistente, oggi invece diventa una garanzia completamente coperta dallo Stato o per conto dello stesso. Se io ho un debito non garantito e pago il 3 per cento; il giorno dopo lo rinegozio, allungo la scadenza e mi viene garantito dallo Stato, sarebbe veramente paradossale se dovessi pagare il 3 per cento. Il rischio per la banca non è più lo stesso di prima, è oggettivamente migliorato, perché chi garantisce, diventa altro soggetto.
  Sotto questo profilo, le sottopongo anche l'aspetto del merito creditizio. Abbiamo delle banche che devono, per legge, valutare il merito creditizio delle imprese. È già abbastanza complesso valutarlo, in questo contesto lo è ancora di più. Lo è ancora di più, se diventa un'operazione virtuale con riferimento ad un tempo passato che oggi non esiste più, perché è completamente trasformato. Un'impresa che andava bene il 31 dicembre del 2019, potrebbe non solo andare male oggi, ma per le condizioni di mercato, essere fuori dall'operatività prospettica di incremento e di recupero. Come giochiamo questa partita? Ci sono delle cose che noi possiamo prevedere e possiamo contribuire a chiarire sotto il profilo della conversione del decreto? Perché a me spaventa risolvere un problema tra dieci minuti e poi trovarmi tra due anni una platea di situazioni o di responsabilità da una parte, o di inefficienze dall'altra, che determinano un problema ancora più grande da risolvere. In questo senso le chiederei questi tre chiarimenti.

  PRESIDENTE: Senatrice Bottici, prego. Movimento Cinque Stelle.

  LAURA BOTTICI. Grazie, presidente. Io mi associo all'ultima domanda del collega, anche perché, non solo al 31 dicembre, ma anche a febbraio. Noi abbiamo settori che comunque stanno cambiando. Questo è un provvedimento di emergenza, ma dobbiamo comunque pensare alla fase due, che è quello che verrà. Non conosciamo ancora tutti i risvolti economici che avrà questa crisi. Forse è il caso, anche con Mediocredito Centrale, di pensare a organizzare veramente la banca di investimento pubblica e ricominciare con quello che era l'investimento di Stato. Ogni settore ha dei cali e dei cambiamenti repentini e noi dal dopoguerra ad oggi non abbiamo avuto nessuna politica seria. Non abbiamo guardato da qui a trent'anni. Forse bisogna pensare di fare un investimento di Stato da qui a trent'anni e, se abbiamo una possibilità, di iniziare tramite il Mediocredito Centrale a fare la banca pubblica degli investimenti. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie. Vorrei informare di una notizia arrivata ieri, comunicata ai clienti e pubblicata sul sito della Banca Popolare di Bari, secondo la quale la Banca ha già inserito il plafond messo a disposizione; ci sono notizie in senso contrario, però è l'occasione per comprendere le azioni che il Fondo ha messo in atto per gestire questo tipo di problemi che possono sempre ripresentarsi. In qualità di Presidente della Commissione, ho attivato peraltro una casella per le segnalazioni di imprese che si recano presso gli sportelli fisici o virtuali bancari, per la richiesta di accesso ai finanziamenti o di sospensione mutui. Purtroppo ci sono tantissime segnalazioni, di tante forme di disfunzioni, rispetto all'erogazione dei finanziamenti. Questa è la domanda che volevo porre. A parte l'analisi di queste segnalazioni che riguardano più soggetti che fanno parte della stessa Task Force, vorremmo capire quali erano i tempi medi di concessione della garanzia prima dell'emergenza Covid e come si stanno modificando, e si modificheranno, con i decreti del coronavirus. E poi domanderei a Mediocredito Centrale, in qualità proprio di Banca del Mezzogiorno, che è una banca, quindi la Banca, oltreché capofila del raggruppamento temporaneo di imprese di gestione del Fondo, se c' è un piano organico di riconversione dell'economia, del tessuto industriale, in particolare per le imprese del Mezzogiorno, che passi per la gestione finanziaria anche in questo momento di contingente necessità. Grazie. Pag. 13
  Do la parola al dottor Mattarella.

  BERNARDO MATTARELLA, Amministratore Delegato di Mediocredito Centrale. Grazie. Vado in ordine.
  Onorevole Giacomoni, una precisazione. Il modulo non va predisposto da Mediocredito Centrale, le banche non lo aspettano da noi. Il modulo va predisposto dai clienti. Può essere predisposto anche da remoto. È stato previsto che i rapporti tra i clienti e le banche possano avvenire anche attraverso posta elettronica semplice, non necessariamente posta elettronica certificata.
  Anche a noi piacerebbe fare moduli di una pagina, ci sono però previsioni di norme che dobbiamo, purtroppo, rispettare anche con riferimento alla spiegazione delle sanzioni a cui si va incontro nel caso di dichiarazioni mendaci.
  Quando i clienti possono avere liquidità sul conto? È una domanda che è stata posta da vari onorevoli commissari. Per quanto riguarda la lettera m, quindi le operazioni garantite al cento per cento fino a 25.000 euro, non c' è bisogno per le banche di attendere l'esito del Fondo, perché l'emissione è automatica. Peraltro anche il modulo di domanda che le banche devono compilare, per presentare la garanzia, non prevede, da parte delle banche, per quanto riguarda la nostra attività, alcuna verifica documentale. Le banche devono soltanto dichiararci di avere ottenuto l'autodichiarazione del cliente, il famoso allegato 4-bis. Quindi teoricamente la banca può erogare nel momento stesso in cui decide che è possibile farlo.
  Una risposta generale su come migliorare il decreto. Ci sono sicuramente alcune tecnicalità, che stanno emergendo anche nell'ambito della Task Force che abbiamo messo in piedi, che possono essere oggetto di intervento. Noi possiamo dare consigli, possiamo dare un contributo a livello di valutazione tecnica, non siamo polis maker, quindi non potremmo mai fare proposte, se non magari come opinione personale. Però, dal punto di vista tecnico, c'è sicuramente qualcosa che può essere migliorata, anche perché questi sono provvedimenti scritti in emergenza, in poco tempo, di notte, di giorno, a qualsiasi ora, durante le feste comandate, per cui sicuramente sono in ogni caso migliorabili. Stiamo dando il nostro contributo tecnico anche per valutare l'applicabilità di sollecitazioni provenienti dalla politica.
  Commissione Europea e Popolare di Bari. L'interlocuzione con la direzione generale per la concorrenza e il MEF va avanti. Noi siamo anche abbastanza coinvolti. Ci potrà creare problemi? Noi speriamo di no. Comunque questa interlocuzione va avanti abbastanza bene.
  Senatore Pesco, 72 mesi sono pochi, come allungarli? 72 mesi è il periodo previsto dal Temporary Framework. Sicuramente è estendibile attraverso una negoziazione con una nuova notifica con la Commissione Europea. A proposito dell'incertezza del futuro e della modularità, che è un punto molto importante, con la stessa rapidità con cui è stato emesso questo Temporary Framework, possono essere emessi anche nuovi modelli di intervento sugli aiuti di Stato, in funzione anche di scenari che non è noto a nessuno come evolveranno.
  Il Fondo di Garanzia è già operativo sugli sconti, sui crediti autoliquidanti in genere. Quindi possono essere già presentate le domande sulle operazioni autoliquidanti.
  Migliorare il tasso. L'unico cap che è stato introdotto è quello per le operazioni fino a 25.000 euro, garantite al cento per cento, anche perché con la garanzia al cento per cento, si può anche dire «ti fai pagare il minimo indispensabile», e non so se è ulteriormente migliorabile. Ricordiamoci che il tasso di interesse è figlio di una negoziazione ed è figlio anche di alcuni parametri che sono dati. Non deve remunerare soltanto il rischio, ma deve remunerare anche le strutture, perché le banche svolgono anche dei servizi nei confronti della clientela. In realtà, in una rinegoziazione, potrebbe essere anche più alto il tasso finale del tasso iniziale, se magari da un'operazione con una scadenza a sei mesi, la banca dà all'impresa un'operazione con una scadenza a sette anni. Il tasso a sette anni è più alto del tasso a sei mesi. Bisogna Pag. 14capire tutte queste cose, ma non so quanto si possa intervenire a livello normativo per calmierare i tassi. Insomma, è materia di concorrenza, non penso di avere le competenze per entrare nel merito.
  Mediocredito Centrale è già una banca che eroga finanziamenti alle imprese, tuttavia, considerando anche le dimensioni della banca, 290 milioni di patrimonio di vigilanza, non può fare grandissimi finanziamenti; quello che ha fatto in questi anni è affiancare il sistema bancario nelle operazioni. Non vuole fare concorrenza alle banche, non è questo il suo mandato bensì quello di facilitare l'accesso al credito anche mediante l'erogazione diretta, per cui abbiamo sempre proposto alle banche di condividere eventualmente il rischio su operazioni, che magari non avevano la forza o la voglia di accollarsi in maniera totale. Siamo anche per operazioni in asset sharing o in pool, il partner ideale per una banca, perché non abbiamo nessun interesse ad aggredire la relazione commerciale che ha la banca con il suo cliente, lo facciamo senza fare concorrenza al sistema.
  Non lavoriamo sulle famiglie, non abbiamo questo mandato, il Fondo non può lavorare sulle famiglie, andrebbe stravolta la normativa di riferimento.
  Pertanto, anche per quanto riguarda il FIR, essendo tendenzialmente i soggetti danneggiati persone fisiche, quindi non investitori istituzionali, temo che non possiamo fare nulla.
  Senatore Bagnai, l'escussione della garanzia avviene quando il credito si deteriora e la banca ha espletato le misure «in bonis» per poter rientrare. A quel punto comunica al Fondo l'escussione della garanzia e il Fondo svolge ulteriori verifiche rispetto a quelle che svolge a campione, già durante la vita in bonis delle operazioni garantite. Verifica, pertanto, che tutte le condizioni dichiarate delle banche siano reali, perché nel caso in cui la banca avesse dichiarato delle situazioni non corrispondenti al vero, la garanzia non sarebbe efficace, quindi non potrebbe essere escusso il Fondo. In caso di escussione positiva, il Fondo si surroga nei rapporti con il cliente, con il debitore finale, e attiva una procedura attraverso cartelle esattoriali, attraverso l'Agenzia delle Entrate per il recupero del credito.
  Senatore D'Alfonso, mi chiedeva se ci siano aggiustamenti legislativi che ci possano aiutare. Come ho già risposto pocanzi, tecnicamente noi diamo tutto il contributo possibile, siamo disponibili ad analizzare da un punto di vista tecnico, anche se poi l'impatto di alcune di queste proposte può essere reale e significativo.
  Se l'azienda subisce perdite nel periodo di preammortamento. Non credo che durante il preammortamento nessuno escuta alcunché, però in caso di fallimenti, si attiverebbe la procedura di cui sopra: il Fondo verrebbe escusso e si surrogherebbe.
  Dotazione del Fondo, senatore De Bertoldi. Il Fondo attualmente ha una dotazione, sulla componente generale, di circa 3 miliardi di euro, per le moratorie ex articolo 56 del decreto «Cura Italia», quindi le moratorie ex legge, 1,5 miliardi. La leva dei finanziamenti attivabili abbiamo stimato che sia intorno all'11.5. Era intorno al 15, con garanzia all'80 per cento e operazioni un po' meno rischiose; con garanzie al cento per cento, era intorno al 15.4, stimiamo che con l'innalzamento della garanzia e questa nuova operazione, possa essere pari a 11.5, quindi circa 35 miliardi di finanziamenti attivabili. So che si parla di 200 miliardi per le grandi imprese ma non so se faccio confusione, non per il Fondo di Garanzia, ma per la parte grandi imprese sopra i 5 milioni, la parte gestita da SACE. Per quanto riguarda, invece, la leva attivabile con le coperture al 33 per cento per le moratorie, la leva è superiore a 50 volte, per cui con quei 1,5 miliardi sono garantite circa 76 miliardi di operazioni. Nelle interlocuzioni che abbiamo a livello di Task Force, sappiamo che è previsto un ulteriore stanziamento e un'ulteriore dotazione finanziaria a favore del Fondo.
  L'Articolo 13, lettera e: le rinegoziazioni. Dicevo e confermo che sono cosa diversa rispetto alle operazioni garantite al cento per cento. Nelle operazioni garantite al cento per cento, c'è l'obbligo di 'nuova finanza', e nell'articolato c'è anche il metodo Pag. 15 per calcolarlo. Quindi esposizione finale meno esposizione iniziale, al netto di rientri per contratti già in essere, e per cui il cliente non ha invocato la moratoria, o di rientri volontariamente fatti dal cliente. La tipica operazione di rinegoziazione, comunque, anche per rispondere alla domanda se sono iniziative dei clienti o iniziative delle banche. Un'operazione alla fine è sempre di iniziativa del cliente, perché è il cliente che poi firma per la richiesta. So di alcune banche che stanno proponendo rinegoziazioni di questo tipo al cliente con finanza aggiuntiva. Volendo pensar bene, a volte è anche un aiuto vero chiamare il cliente per proporgli di rinegoziare un'operazione con scadenza a breve allungando la scadenza. Ci sono moltissime esposizioni a vista che sono molto a rischio, o anche operazioni a revoca. Per il cliente, non avere un'operazione a revoca, non avere un'operazione a vista, forse può essere meglio. Sicuramente la banca ha un vantaggio in termini di riduzione del rischio e quindi di liberazione di capitale che consente di fare nuove operazioni. Ma questo poi va verificato nel continuo.
  Onorevole D'Ettore, abbiamo dato priorità alle operazioni su cui c'era più pressione, cioè le operazioni garantite al cento per cento fino a 25.000 euro, e abbiamo fatto tutte le modifiche tecnologiche procedurali che erano necessarie per accogliere anche le domande con garanzia fino al 90 per cento. La modulistica per le banche, come dicevo, oggi pomeriggio sarà messa sul sito. Lunedì le banche potranno presentare le domande. Ripeto, quello che è necessario fare, è adattare tutti i sistemi informatici a tutte le procedure; ciò non ha bloccato la funzionalità del Fondo. Le banche hanno continuato, come dicevamo prima, a presentare anche domande con garanzia fino all'80 per cento, il Fondo non si è fermato. Quindi sono state presentate moltissime operazioni. Non ho capito bene la domanda sull'affidabilità della garanzia dello Stato.

  PRESIDENTE. Onorevole d'Ettore, se vuole chiarire.

  FELICE MAURIZIO D'ETTORE. Dovete sapere, credo come me e come tutti, che in questo momento sta emergendo un dibattito pubblico su questa garanzia a prima richiesta e senza eccezioni, e sul fatto che questa garanzia, anche in considerazione delle condizioni soprattutto delle grandi e medie imprese, possa essere attivata senza una copertura piena del sistema bancario. È vero che la garanzia a prima richiesta e senza eccezioni, tecnicamente è una garanzia autonoma, non è una fideiussione, quindi si muove con un meccanismo molto diverso, ma la garanzia è data dallo Stato, non da un privato. Molte banche, questo è il dibattito che sta emergendo, non sono convinte che tale meccanismo dia loro una totale copertura, le banche non possono fare indagini giudiziarie per sapere se c'è un'ipotetica non solvibilità in medio o lungo periodo o addirittura un intento fraudolento di bancarotta. Allora, poiché tali esiti potrebbero influire sulla modalità della garanzia, non essendo chiarito nella norma di legge come opera tale garanzia, io pensavo che lei avesse colto immediatamente il mio pensiero. È chiaro che si pone un problema se non si risolve la questione. Da un lato c'è chi propugna, o propone una copertura, una specie di scudo; altri, invece, ritengono che occorra semplicemente chiarire la norma. Quindi il compito di Mediocredito Centrale, visto che gestisce il Fondo di Garanzia, è anche quello di dare un'indicazione. Noi siamo una commissione di inchiesta. Non siamo la Commissione Finanze, quindi è chiaro che andiamo nel merito di queste vicende. Perché se così fosse, sarebbe da aprire un'indagine, ma nemmeno si può chiedere alle banche di supplire ad un lavoro che è di carattere normativo. Occorre chiarire questo aspetto, non lo possono fare da sé le banche. Questa equivocità del testo potrebbe determinare un impasse, al di là dei caricamenti sui portali e del numero di domande che arrivano.

  BERNARDO MATTARELLA, Amministratore Delegato di Mediocredito Centrale. Poiché il mio intervento è solo ed esclusivamente tecnico, pensavo che fosse una Pag. 16domanda sulla dotazioni finanziarie e sulla solvibilità del Fondo.
  Su questo tema, anche per rispondere al senatore Lannutti, la norma ha consentito al Fondo di non fare alcuna valutazione. C'è il dibattito, appunto, sulla responsabilità dell'erogazione del credito da parte delle banche, e l'unica cosa che noi possiamo fare è essere rapidi, solvibili, quando le banche dovessero escutere.
  Non possiamo sostituirci però a valutazioni sul merito creditizio, che le banche devono fare. Insomma, lascio il dibattito a chi lo devo portare avanti. Non è un profilo tecnico di gestione della garanzia, è un profilo di responsabilità. La garanzia è valida in ogni caso.
  Il senatore Lannutti ha richiamato il 1952, Governo De Gasperi, Guido Carli presente in atto nella costituzione del Mediocredito Centrale: grazie del ricordo storico.
  Le strutture sono al momento totalmente sufficienti. Abbiamo comunque dei piani di recovery nel caso avessimo bisogno di ulteriore forza, sia da un punto di vista tecnologico sia dal punto di vista delle risorse umane. Stiamo raddoppiando il numero delle macchine che accolgono le domande e stiamo anche per raddoppiare le persone che le istruiscono, per cui questa fase verrà comunque monitorata con molta attenzione.
  Penso di aver già risposto alla domanda su quando le imprese possono vedere la liquidità sul conto, e anche la procedura della Popolare di Bari va avanti con un'interlocuzione abbastanza positiva con la Commissione Europea.
  Penso di aver risposto anche all'onorevole Vazio, a proposito della lettera e delle rinegoziazioni, di come viene determinato il tasso. Viene determinato attraverso una negoziazione tra cliente e banca.

  FRANCO VAZIO. Nel decreto non ci sono né testi né soglie.

  BERNARDO MATTARELLA, Amministratore Delegato di Mediocredito Centrale. Allora nel decreto, per quanto riguarda la rinegoziazione, non c'è un riferimento.

  FRANCO VAZIO. Vediamo quelli da 25.000 euro.

  BERNARDO MATTARELLA, Amministratore Delegato di Mediocredito Centrale. Infatti, sulle rinegoziazioni non c' è un riferimento, anche perché, come dicevo prima, l'operazione rinegoziata può essere completamente diversa rispetto all'operazione originaria.

  FRANCO VAZIO. La nuova finanza da 800.000?

  BERNARDO MATTARELLA, Amministratore Delegato di Mediocredito Centrale. La nuova finanza da 800.000, o comunque la garanzia al 90 per cento, non c'è un riferimento nel decreto, non c' è un tasso massimo.

  FRANCO VAZIO. Quindi tolti quelli da 25.000 per i quali vige la lettera m, dove c'è quel meccanismo, per tutte le altre operazioni, rinegoziazioni o non rinegoziazioni, c'è il tasso libero di accordo tra parte e banca?

  BERNARDO MATTARELLA, Amministratore Delegato di Mediocredito Centrale. Esatto. Per quelle già deliberate ed erogate e che vengono presentate per la garanzia, le banche possono farsi garantire anche operazioni già perfezionate. Le banche non possono erogare finché non hanno la garanzia, altrimenti la garanzia non è valida.

  PRESIDENTE. È la lettera p.

  BERNARDO MATTARELLA, Amministratore Delegato di Mediocredito Centrale. Esatto, è previsto alla lettera p. Possono chiedere la garanzia, anche su operazioni già erogate, purché non siano più vecchie di 3 mesi e purché siano successive al 31 gennaio del 2020. In questo caso, essendoci un beneficio ulteriore rispetto all'operazione originaria, le banche devono dichiarare una riduzione del miglioramento delle condizioni economiche per il beneficiario.

Pag. 17

  FRANCO VAZIO. Non vale per le altre operazioni.

  BERNARDO MATTARELLA, Amministratore Delegato di Mediocredito Centrale. No.

  FRANCO VAZIO. Solamente in questo caso.

  BERNARDO MATTARELLA, Amministratore Delegato di Mediocredito Centrale. Esatto.

  FRANCO VAZIO. Se io, ipoteticamente, ho fatto un finanziamento due mesi fa al 4 per cento, lo posso coprire con garanzia dello Stato, ma adesso deve essere al 3,9. Se io erogo finanza del 25 per cento su un fatturato da un milione di euro, da 250.000 euro, posso applicare anche il 10 per cento.

  BERNARDO MATTARELLA, Amministratore Delegato di Mediocredito Centrale. Sì.
  Senatrice Bottici, lo scenario futuro, di cui mi chiedeva prima. Intanto occorre che tutte le istituzioni nazionali ed europee siano immediatamente reattive rispetto agli scenari che man mano si vanno presentando con nuovi framework. Il dibattito sulla banca pubblica di investimenti è un dibattito sicuramente molto interessante. La banca pubblica esiste, ma esistono anche nel Paese le forze e gli strumenti per poterla ulteriormente rafforzare. Noi siamo a disposizione per fare tutto ciò che serve, tutto ciò che il Parlamento e il Governo ritengono che possa essere un utile contributo, da parte di Mediocredito Centrale.
  Invece, con riferimento a quanto chiedeva la presidente Ruocco, ho già parlato di Banca Popolare di Bari che aveva determinato già un plafond al suo interno, che poi ha riaperto, mi pare d'aver letto questa mattina. So che c'è un collegamento diretto all'interno della Task Force, tra Banca d'Italia e la Commissione per quanto riguarda le discussioni, la casella, per cui stiamo facendo da collettore. Banca d'Italia sta facendo da collettore per le segnalazioni di problematiche.
  Il tema dei tempi medi di concessione della garanzia, ribadisco, è un non-tema per quanto riguarda quelle al cento per cento fino a 25.000 euro perché le banche non hanno bisogno di aspettare, possono erogare immediatamente. Come dicevo prima, non abbiamo mai avuto un magazzino più anziano di un giorno e mezzo, o due. Vediamo quante ne arrivano nei prossimi giorni, ma comunque, con due sedute del Consiglio di gestione a settimana, ripeto, non mi aspetto di arrivare a più di tre, o quattro giorni di magazzino. Per cui un'attesa di veramente pochi giorni per le banche.

  PRESIDENTE. Senatore De Bertoldi.

  ANDREA DE BERTOLDI. La leva finanziaria attivabile, sarebbe quindi dell'11 e rotti per cento per gli importi garantiti al 100 per cento?

  BERNARDO MATTARELLA, Amministratore Delegato di Mediocredito Centrale. No. Per tutto il Fondo.

  ANDREA DE BERTOLDI. Per tutto il Fondo in funzione del credito promuovibile,
  la leva finanziaria è intorno all'11 per cento. Perfetto. La dotazione che destinate a questo, sarebbe di tre miliardi.

  BERNARDO MATTARELLA, Amministratore Delegato di Mediocredito Centrale. Tre miliardi. Per l'esattezza 2,979 miliardi.

  ANDREA DE BERTOLDI. Comprendono sia la dotazione che avevate dal «Cura Italia» che dal «Decreto liquidità»?

  BERNARDO MATTARELLA, Amministratore Delegato di Mediocredito Centrale. Comprendono quella pregressa, perché già avevamo una dotazione pregressa.

  ANDREA DE BERTOLDI. Quindi la 'nuova finanza' che voi avete avuto dal decreto, per quella integrativa, è un miliardo e 700 milioni?

Pag. 18

  BERNARDO MATTARELLA, Amministratore Delegato di Mediocredito Centrale. Un miliardo e 729 milioni.

  ANDREA DE BERTOLDI. Perfetto.

  BERNARDO MATTARELLA, Amministratore Delegato di Mediocredito Centrale. Poi ci sono i 50 milioni che il 2 marzo sono stati stanziati per le zone rosse.

  ANDREA DE BERTOLDI. Quindi, per capirci, il decreto vi ha dato 'nuova finanza' per un miliardo e 700 milioni, con una leva finanziaria all'incirca dell'11 per cento.

  BERNARDO MATTARELLA, Amministratore Delegato di Mediocredito Centrale. Sì. Come dicevo, c'erano 50 milioni per le zone rosse e c'erano disponibilità pregresse libere per circa 1,2 miliardi.

  ANDREA DE BERTOLDI. Grazie.

  BERNARDO MATTARELLA, Amministratore Delegato di Mediocredito Centrale. Poi c'è 1,5 miliardi per le moratorie, che è in più.

  PRESIDENTE. Non ho altre domande. Ringraziamo moltissimo il dottor Mattarella per la disponibilità, è stato veramente utile. Dispongo che la documentazione sia allegata al resoconto stenografico della seduta odierna. La seduta è tolta.

  La seduta termina alle 10.15.

Pag. 19

ALLEGATO

Pag. 20

Pag. 21

Pag. 22

Pag. 23

Pag. 24

Pag. 25

Pag. 26

Pag. 27

Pag. 28

Pag. 29

Pag. 30

Pag. 31

Pag. 32

Pag. 33

Pag. 34

Pag. 35

Pag. 36

Pag. 37

Pag. 38