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XVIII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati

Resoconto stenografico



Seduta n. 79 di Mercoledì 22 luglio 2020

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Vignaroli Stefano , Presidente ... 3 

Audizione del Procuratore della Repubblica facente funzioni presso il tribunale di Vicenza, Orietta Canova:
Vignaroli Stefano , Presidente ... 3 
Canova Orietta , Procuratore della Repubblica f.f. presso il tribunale di Vicenza ... 3 
De Munari Barbara , Sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Vicenza ... 4 
Canova Orietta , Procuratore della Repubblica f.f. presso il tribunale di Vicenza ... 6 
Blattner Hans Roderich , Sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Vicenza ... 7 
Canova Orietta , Procuratore della Repubblica f.f. presso il tribunale di Vicenza ... 7 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 13 
Blattner Hans Roderich , Sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Vicenza ... 13 
Zolezzi Alberto (M5S)  ... 13 
Canova Orietta , Procuratore della Repubblica f.f. presso il tribunale di Vicenza ... 14 
Blattner Hans Roderich , Sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Vicenza ... 14 
De Munari Barbara , Sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Vicenza ... 14 
Zolezzi Alberto (M5S)  ... 15 
De Munari Barbara , Sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Vicenza ... 16 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 16 
De Munari Barbara , Sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Vicenza ... 16 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 16 
De Munari Barbara , Sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Vicenza ... 16 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 16 
De Munari Barbara , Sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Vicenza ... 16 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 16 
Canova Orietta , Procuratore della Repubblica f.f. presso il tribunale di Vicenza ... 16 
Blattner Hans Roderich , Sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Vicenza ... 16 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 17 
Canova Orietta , Procuratore della Repubblica f.f. presso il tribunale di Vicenza ... 17 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 17 

Comunicazioni del Presidente:
Vignaroli Stefano , Presidente ... 17

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
STEFANO VIGNAROLI

  La seduta comincia alle 14.15.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante l'attivazione degli impianti audiovisivi a circuito chiuso e la trasmissione streaming sulla web-tv della Camera dei deputati.

  (Così rimane stabilito).

Audizione del Procuratore della Repubblica facente funzioni presso il tribunale di Vicenza, Orietta Canova.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione, in videoconferenza, del Procuratore della Repubblica «facente funzioni» presso il tribunale di Vicenza, Orietta Canova, accompagnata dai sostituti procuratori Barbara De Munari e Hans Roderich Blattner, che ringrazio per la presenza. La Commissione si occupa degli illeciti ambientali relativi al ciclo dei rifiuti, ma anche dei reati contro la pubblica amministrazione e dei reati associativi connessi al ciclo dei rifiuti. L'audizione odierna rientra nell'ambito dell'approfondimento che la Commissione sta svolgendo sul fenomeno dell'inquinamento da PFAS sul territorio nazionale e si concentrerà prevalentemente sulle iniziative svolte da codesta procura in ordine alla vicenda Miteni. Avverto che della presente audizione sarà redatto un resoconto stenografico. Considerate le modalità di svolgimento della seduta, che sarà pubblica per tutta la sua durata, qualora gli auditi dovessero ritenere di riferire argomenti che richiedano di essere assoggettate a un regime di segretezza, la Commissione valuterà le modalità più opportune per consentire loro di farlo in un altro momento e con diverse modalità. Informo inoltre gli auditi che, ai sensi dell'articolo 4 del Regolamento interno della Commissione, alla seduta non è ammessa la partecipazione di persone estranee non autorizzate. Li invito pertanto, sotto la loro responsabilità, a comunicare alla Commissione i nominativi delle persone presenti, che eventualmente interverranno nel corso della seduta, oltre a quelli già indicati. Voi avete ricevuto la nostra lettera di convocazione nella quale si specificavano i temi di interesse della Commissione sulla Miteni. Invito i nostri ospiti a svolgere una relazione al termine della quale seguiranno eventuali domande o richieste di chiarimento.

  ORIETTA CANOVA, Procuratore della Repubblica f.f. presso il tribunale di Vicenza. Buongiorno a tutta la Commissione. Per un aggiornamento della situazione, come ci veniva richiesto, posso precisare che l'udienza preliminare che è in corso nell'ambito del procedimento n. 1943 del 2016 è proseguita. La Commissione aveva avuto notizia dell'aggiornamento che io avevo dato all'inizio dell'anno. L'udienza era in corso ed è proseguita in quest'anno nonostante la sospensione che c'è stata per il Covid. All'esito dell'udienza dell'8 giugno vi è stata la costituzione di tutte le parti ed è stata rinviata al primo periodo dopo la sospensione finale cioè al 12 di ottobre per la discussione. Nel corso dell'udienza vi è stata la costituzione di parte civile di moltissime persone private e associazioni di cui sono stati ammesse 226 e soltanto tre sono state escluse. Si trattava di associazioni che Pag. 4erano state costituite dopo i fatti per cui si procede o che non avevano nel loro statuto ad oggetto proprio l'attività di interesse per questo procedimento. Sostanzialmente tutte sono state ammesse escluse tre e poi è stata disposta la citazione dei responsabili civili. La citazione è stata disposta nei confronti di Mitsubishi Corporation, la prima società che ha avuto tutte le quote di Miteni S.p.A. e poi è stata disposta anche nei confronti di ICIG (International Chemical Investors Group) e anche nei confronti del fallimento Miteni. Questo è il quadro. Ci sono gli imputati noti, queste parti civili e i responsabili civili. Questa mattina è arrivato un aggiornamento sull'udienza, perché all'udienza scorsa di giugno il giudice per le indagini preliminari (GIP) ha dato atto che erano state effettuate tutte le notifiche ai responsabili civili. Invece questa mattina risulta depositata una nota fatta dai difensori di alcuni degli imputati giapponesi, i quali fanno presente che in realtà la citazione di Mitsubishi Corporation che era stata disposta dal GIP è stata effettuata nei confronti di un diverso soggetto giuridico e cioè di Mitsubishi Corporation Machinery Inc. e quindi rilevano la nullità di questa notifica e chiedono poi al giudice di volerla dichiarare e della conseguente inefficacia della richiesta di citazione di responsabile civile che è stata depositata. Su questo il giudice si pronuncerà non so se fuori udienza o alla prossima udienza, comunque questa è una questione processuale su questo specifico punto. Se ci dovessero essere problemi, si ritenterà la citazione del responsabile civile all'indirizzo corretto che in questo momento non sono in grado di verificare, anche se all'udienza il difensore del responsabile civile si era costituito, quindi senza eccepire alcunché, questo per quanto riguarda il procedimento più importante, il n. 1946 del 2016. Faccio presente che si stanno ormai per concludere proprio le ultime valutazioni da parte dei colleghi su altre due vicende che sono collegate a questo primo troncone e sono quelle che riguardano il procedimento n. 5019 del 2018 che è il primo; l'altro è un procedimento di cui la Commissione non ha ancora avuto notizia diretta. Per quanto riguarda il procedimento n. 5019 del 2018, su cui adesso vado ad accennare, è il procedimento che si è occupato dell'inquinamento da GenX e da C6O4. Di questo procedimento gli indagati ne sono a conoscenza e hanno ricevuto l'avviso di proroga, la richiesta di proroga delle indagini preliminari, mentre per l'altro procedimento di cui poi si spiegherà più nel dettaglio, il n. 9434 del 2019, si tratta di un procedimento che è stato sviluppato dalla procura, non ha avuto mai comunicazioni alle parti, ma è anche questo in fase di definizione. Dovrebbe intervenire nelle prossime settimane l'avviso di chiusura. Per questo motivo abbiamo ritenuto di poterne riferire alla Commissione, anche perché la Commissione nelle precedenti audizioni aveva fatto delle richieste di chiarimenti sulla vita delle società che si sono succedute nella proprietà di Miteni. Per passare al punto che è quasi in chiusura vi è il fascicolo n. 5019 del 2018, per il quale sta per intervenire l'avviso di chiusura delle indagini e, sia per questo sia per l'altro, quello che auspica questo ufficio è che il tempo della sospensione feriale e quello immediatamente successivo consenta alle parti di fare le eventuali richieste di interrogatorio e deposito dei documenti e potere quindi riuscire a intervenire nel corso dell'udienza preliminare del primo procedimento e giungere a un momento di unificazione di tutte le vicende che riguardano Miteni. Questo è quello che si sta cercando di fare per l'economia processuale, per l'importanza che il tutto sia definito congiuntamente. Certo è che l'ufficio e i colleghi in particolare hanno dovuto trattare un procedimento che è di mole veramente rilevantissima e quindi anche questi ultimi accertamenti di questi giorni sono molto impegnativi per il confronto su tutti i documenti e i temi che sono legati a questa vicenda. Lascerei la parola alla collega De Munari per poter fare un attimo il punto finale sul procedimento n. 5019 del 2018, in modo che la Commissione possa avere i dettagli su questa vicenda e poi al collega Blattner per dare le indicazioni sul suo.

  BARBARA DE MUNARI, Sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Vicenza. Sul procedimento di cui ha Pag. 5introdotto il tema il procuratore reggente, il n. 5019, attualmente non sono ancora state chiuse le indagini e quindi non c'è stato deposito di atti da parte della procura. Gli indagati ne sono a conoscenza, perché ci sono state delle iniziative come ad esempio la proroga delle indagini. Si tratta, forse già lo sapete, di un procedimento che è nato a giugno del 2018 a seguito del ritrovamento di due sostanze in particolare e cioè la sostanza commercialmente detta «GenX» il cui trattamento, trattandosi di recupero dal rifiuto, è stato autorizzato con l'autorizzazione integrata ambientale (AIA), concessa dalla regione con il decreto 59 e l'altro composto è il C6O4 con la produzione iniziata da quello che risulta dai documenti nel 2010 e terminata nel 2016. Il ritrovamento è datato giugno 2018 da parte di ARPAV. Nell'immediatezza era stato in particolare posto sotto sequestro un pozzo di particolare sensibilità, il pozzo «H», che poi è stato dissequestrato ed è stato analizzato nelle more. Tuttora è oggetto di analisi. La ricerca di queste due sostanze che sono sostanze relativamente nuove nella produzione Miteni, come ho illustrato, è stata condotta da ARPAV e i ritrovamenti poi sono continuati attraverso un'attività di monitoraggio. La particolarità di questi ritrovamenti è che non si trattava di una produzione storica Miteni e quindi è stata possibile l'iscrizione per i nuovi reati previsti dalla legge 68, introdotti a maggio del 2015, 452-bis e seguenti del codice penale più una contravvenzione specificamente legata al trattamento dei rifiuti, l'articolo 256, comma 3, del testo unico sui rifiuti. Questi due aspetti adesso sono in corso di valutazione, come ha preannunciato il procuratore, e le indagini sono in fase di chiusura. Avete chiesto nell'ambito delle questioni l'esito delle eventuali consulenze conferite. È stato da noi conferito il compito di svolgere la consulenza all'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA), in modo particolare abbiamo interloquito con il dottor Alessandro Bratti, che ha poi costituito un gruppo di lavoro su questa questione soprattutto per dare significato ai due ambiti che la norma indica, quindi la significatività e la misurabilità dell'impatto di queste sostanze sulla matrice ambientale. I consulenti si sono innanzitutto confrontati con la necessità di ritrovare un valore di riferimento per questi due composti in mancanza di valori normativi di riferimento, in modo particolare la mancanza di standard di qualità ambientali. Il riferimento è stato ancorato al parere che è stato rilasciato dall'Istituto superiore di sanità (ISS) per quanto riguarda il valore per la protezione della salute umana in acqua sotterranea. Questo valore è stato ritenuto spendibile dai nostri consulenti anche in ambito ambientale, riferendosi al fatto tradizionale per cui gli standard ambientali sono di regola inferiori rispetto agli standard sanitari, per cui è stato ritenuto utile questo confronto e sostanzialmente senza tediarvi sono stati valutati tre aspetti: la distribuzione temporale della propagazione, la distribuzione spaziale e attraverso il passaggio che vi ho appena illustrato la distribuzione quantitativa, cioè il numero e la significatività delle rilevazioni positive in acque sotterranee e del ritrovamento di queste sostanze. Per quanto riguarda la distribuzione temporale i consulenti hanno ricostruito l'andamento della contaminazione. Tuttavia il valore che ci è stato dato è indicativo, quindi non certo soltanto in termini di indicatività di un certo perdurare nel tempo di questo sversamento. In modo particolare la distribuzione temporale è stata calcolata tenendo conto dei punti in cui è stato ritrovato e sono state ritrovate le due sostanze, quindi la lontananza del ritrovamento di queste sostanze rispetto al sito Miteni; l'altro valore che è stato calcolato è la velocità di movimento della falda acquifera. Tenendo conto di questi due dati, per quanto riguarda il GenX, l'inizio della contaminazione è stato fatto risalire al 2015, mentre per quel che riguarda la diffusione del C6O4 la diffusione è stata riportata agli anni 2012/2013 come inizio di attività. Chiaramente la produzione o il trattamento di queste sostanze sono completamente cessati a novembre 2018. È questo l'arco temporale di riferimento. Per quanto riguarda la distribuzione Pag. 6 invece spaziale, che è stata calcolata sempre dei nostri consulenti tenendo conto della distribuzione dei derivati in acque sotterranee e sorgenti, quindi acque destinate al consumo umano, l'ultimo dato ARPAV che è stato valutato è del 4 luglio 2019. Nel dato ultimo che è stato valutato dai nostri consulenti, la diffusione per il GenX era di 26 chilometri quadrati e per il C6O4 di 65 chilometri quadrati, chiaramente con andamenti decrescenti di valore quantitativo man mano che ci si allontana dal sito Miteni.
  Passo all'ultimo aspetto che è quello qualificante: la distribuzione quantitativa di questi composti. Anche qui i consulenti hanno preso come riferimento l'arco temporale che vi ho già indicato tra il 18 aprile 2018 e il 4 luglio 2019 e hanno valutato quante positività sono state riscontrate. Per quel che riguarda il GenX tra il 18 aprile e il 4 luglio 2019, ARPAV ha eseguito 3.828 analisi di GenX in campioni acquosi. Per campioni acquosi si intende acqua di superficie, acqua sotterranea, acqua per la distribuzione, qualsiasi tipo di campione acquoso che sia stato calcolato; di questi 1.729 in acque sotterranee che sono il target che ci interessa. Sono stati riscontrati 114 valori superiori al limite di quantificazione. Questo non è il superamento del limite di rilevanza per i nostri consulenti. Sono 114 campioni in cui il GenX è stato riscontrato. Di questi valori, 106 sono riferibili alle acque sotterranee, quindi 106 rilevazioni sopra soglia riferibili alle acque sotterranee; di questi 106, 76 rilevanti, cioè superiori al limite ritenuto come indicativo dai nostri consulenti e 30 sono sotto soglia. Questi 76 significativi hanno lo stesso andamento che ho già spiegato, cioè sono con valore decrescente a partire dal sito Miteni per poi diminuire di valore man mano che ci si allontana. Per quel che riguarda il C6O4, il termine temporale di riferimento è da giugno 2018 al 4 luglio 2019. ARPAV ha eseguito 1.250 determinazioni di C6O4 in campioni acquosi, riscontrando 200 valori superiori al limite di rilevabilità, cioè in 200 campioni è stata riscontrata la presenza. Nelle acque sotterranee in particolare sono state effettuate 932 determinazioni di cui 132 positive, 132 rilevamenti di sostanza, quindi tenendo sempre oltre il limite di accertata presenza del contaminante. In questi 132, ci sono 17 concentrazioni inferiori a quelle di nostro interesse e le restanti 115 sono superiori.
  Le conclusioni del consulente tecnico sono state per la significatività nel termine indicato dalla norma di questi valori, per cui la risposta al quesito che abbiamo posto è stata in termini positivi, nel senso che i due valori richiesti dalla norma di significatività e ampiezza sono stati riscontrati. Questo è per quel che riguarda la ricerca e la consulenza dell'ISPRA. In questi giorni stiamo valutando la chiusura delle indagini. Io avrei finito per quel che riguarda l'aggiornamento su questo procedimento, se non ci sono altre domande.

  ORIETTA CANOVA, Procuratore della Repubblica f.f. presso il tribunale di Vicenza. Vorrei solo specificare come riferimento che queste informazioni sono state date e ritengo che il segreto istruttorio non vi sia più. Le parti erano a conoscenza del procedimento non certo del contenuto ma a giorni ne saranno a conoscenza, quindi ritengo che non vi siano i presupposti per opporre un segreto istruttorio. Non abbiamo ancora attività da fare di intercettazioni, sequestri o quant'altro che possano essere pregiudicate da queste informazioni alla Commissione. Analogamente lo ritengo per il procedimento di cui parlerà adesso il collega Blattner, perché di questo in realtà davvero non ne sono a conoscenza, perché non è mai arrivato nulla agli indagati, però a giorni ne saranno a conoscenza e non vi sono segreti istruttori da tutelare in senso stretto, per cui, soppesando l'interesse e la conoscenza che ha la Commissione e il fatto che comunque gli indagati nel giro di pochi giorni ne saranno a conoscenza, ritengo che possiamo dare chiarimenti e indicazioni, anche perché così la Commissione possa avere un quadro completo di quella che è l'attività su questa complessa materia. Quindi chiedo al collega Blattner di potere specificare, anche perché il procedimento di cui adesso parlerà è un procedimento che nasce dalla normale comunicazione che avviene all'interno di un ufficio Pag. 7 di procura da parte del tribunale sulla sentenza di fallimento. Miteni fallisce e arriva la sentenza di fallimento alla procura che la iscrive a modello 45, ma poi proprio perché i colleghi si sono ampiamente occupati di tutte le vicende di Miteni anche nella sua successione di proprietà, hanno potuto approfondire il tema legato proprio alle questioni delle cessioni delle quote e del valore della società nell'ambito di questo ulteriore troncone che nasce dalla sentenza di fallimento. Quindi adesso il collega potrà spiegare che cosa hanno potuto ricostruire i colleghi e quindi l'imputazione che l'ufficio a giorni potrà formalizzare in un avviso di chiusura delle indagini.

  HANS RODERICH BLATTNER, Sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Vicenza. Buongiorno a tutti. Io vi riferirò brevemente quelli che sono gli estremi del procedimento che stiamo affrontando. Stiamo ancora valutando le imputazioni da poter portare avanti con riferimento all'ipotesi di bancarotta fallimentare relativa a Miteni S.p.A. Tutto il ragionamento prende origine di fatto dalla consapevolezza almeno ricostruita a livello investigativo in capo alla governance Miteni dello stato dell'inquinamento che sussisteva già negli anni passati e che a nostro avviso ha determinato alcune criticità con riferimento alle contabilizzazioni di bilancio sia per l'omessa contabilizzazione degli oneri ambientali, che è un aspetto che va valutato, sia con riferimento alla super valutazione degli asset immobiliari, che come è risultato con procedura fallimentare, sono stati derelitti ovvero sono stati restituiti alla casa madre in ragione del valore nullo rispetto a quello che era scritto in bilancio. Sono concetti molto tecnici, però semplifico un po' la questione, sostenendo che l'ipotesi investigativa consiste nel verificare se l'atteggiamento contabile e le operazioni «dolose» commesse della governance di Miteni abbiano aggravato o cagionato il dissesto della società; tradotto in maniera ancora più semplice, se Miteni abbia privilegiato l'attività imprenditoriale in luogo di quella di bonifica in quanto poteva decidere, se avesse avuto una rappresentazione contabile reale dei fatti aziendali tra cui le passività ambientali che a loro erano note, di fermarsi prima invece di continuare, aggravando il dissesto e creando quello che hanno creato. Questa è la dinamica. Per quanto riguarda le fattispecie di riferimento, vi do un paio di numeri. Si tratterebbe in astratto di valutare, di sussumere le condotte nella fattispecie di cui all'articolo 223, comma 2, numero 1 e 2, quindi causazione e aggravamento del dissesto per falso in bilancio oppure operazioni dolose con riferimento alle condotte tenute dalla governance. Sul punto è stata fatta una consulenza presso l'ordinario di economia aziendale dell'università dell'Aquila, il quale sostanzialmente ha provveduto da una parte a classificare i bilanci alla luce delle passività ambientali note e mai iscritte a nostro avviso dalla governance dei bilanci Miteni, anche con riferimento al fatto che le immobilizzazioni materiali iscritte ovvero quelle degli immobili sono state sempre contabilizzate a valori molto elevati che in realtà si sono rivelati nulli con l'ulteriore aggravante del fatto che loro questi immobili li hanno valorizzati come garanzia per finanziamenti bancari, quindi hanno aggravato la loro posizione finanziaria, valorizzando in bilancio anche con perizie depositate presso l'istituto di credito questi immobili su valori totalmente lontani da quelli reali, visto e considerato che a nostro avviso erano consapevoli dell'inquinamento sottostante e quindi della sostanziale nullità dei valori degli immobili iscritti. Sono rimasto molto nel tecnico, ma la sostanza è quello che stiamo valutando adesso, chiudendo le indagini relative ai comportamenti tenuti dalla governance con riferimento alla gestione della società in funzione anche del danno ambientale che gli stessi hanno creato. Se ci sono altre domande, io sono disponibile, perché immagino che la tematica sia tecnica, però credo di aver riassunto in poche parole quello che è un po' il sunto dell'indagine che stiamo svolgendo.

  ORIETTA CANOVA, Procuratore della Repubblica f.f. presso il tribunale di Vicenza. Per ultimare il quadro dei procedimenti, sui quali la Commissione aveva anche Pag. 8 già avuto delle anticipazioni nelle comunicazioni che sono state fatte, vi è anche il procedimento n. 2368 del 2018 contro ignoti, nel quale è iscritta l'ipotesi di lesioni colpose a riguardo di una serie di lavoratori che hanno lavorato per Miteni. Questo procedimento non era in carico ai colleghi qui presenti, ma è stato assegnato alla collega La Placa che è dell'area specifica che si occupa delle malattie professionali. Questo fascicolo è ancora in indagine e ho acquisito una serie di documentazioni e di studi che hanno riguardato l'area di interesse, ma ancora è in corso l'attività. Posso precisare che comunque ad oggi le persone che hanno effettivamente presentato un esposto o una querela sono molto poche. Si tratta di una decina di persone che hanno lamentato genericamente il fatto di avere lavorato presso Miteni senza indicare un'attuale patologia oppure hanno indicato di avere una ipercolesterolemia, però parlo solo di una decina di casi. Adesso sono all'attenzione della collega tutte le problematiche che derivano dagli studi epidemiologici che sono in corso da parte della regione e che hanno anche riguardato specificamente il panorama dei lavoratori di Miteni, però qui ancora siamo in una fase di studio delle risultanze scientifiche; poi ci sarà un grande problema da valutare, ossia quello di comprendere di fronte alle conoscenze scientifiche se si possono o meno ipotizzare posizioni di garanzia specifiche rispetto a un evento dannoso, come la malattia che si è manifestata nel lavoratore. Quindi qui siamo ancora in una fase di studio e non è imminente la definizione di questo procedimento. Sul punto dei procedimenti in corso e di quello che è in udienza preliminare non so se la Commissione ritiene di fare già in questo momento eventuali richieste di chiarimenti oppure se procediamo nell'analisi degli altri aspetti che ci erano stati indicati. Per quanto riguarda gli altri aspetti, c'era una richiesta di illustrare le problematiche che sono legate all'inquinamento della falda e quindi a quella che è l'efficacia degli interventi che sono stati specificamente studiati per fare fronte a questo grande inquinamento. Riassuntivamente quello che si può dire in sintesi all'esito di tutta l'attività che è stata fatta, soprattutto da ARPAV di rilevazione del livello della contaminazione, possiamo dire che è in corso una progressiva attenuazione dell'inquinamento. Se noi ci riferiamo soprattutto al tema dei PFAS, l'inquinamento si è protratto dal 1966 al 2013. Adesso è cessata ogni nuova immissione, ma rimane il problema che era già stato evidenziato nelle precedenti audizioni e anche nelle relazioni, che è costituito da tutta quella massa di inquinanti che sono stati storicamente interrati nel sito ove insiste la Miteni. Questo deposito interrato è un deposito che è continuamente dilavato dal movimento della falda che si alza e si abbassa sotto, perché purtroppo lo stabilimento è sopra una falda importantissima e quindi questo ciclico movimento che conduce in continuazione al toccare questo deposito di rifiuti, alimenterà ancora per molto tempo l'inquinamento dell'area che c'è intorno, però il dato che è stato rilevato è che c'è una progressiva attenuazione di questo storico inquinamento che quindi avviene da moltissimi anni. Si sono ridotte sicuramente le concentrazioni di PFOS (acido perfluorottansolfonico) e di PFOA (acido perfluorottanoico) e questo a partire dal 2017 su tutti i territori che sono stati monitorati, però nonostante questa riduzione viene mantenuta una criticità con dei valori di picco, perché ci sono dei momenti in cui ci sono dei picchi per alcuni valori, anche se si può dire che ci sono dei trend decrescenti un po' su tutta l'area. C'è comunque ancora una residua concentrazione di GenX e di C6O4, come ha riferito prima la collega. Le sostanze che sono oggetto di questo inquinamento si trovano praticamente ovunque nell'area di interesse, perché si trovano disciolte all'interno dell'acqua della falda sotto gli impianti, si trovano nelle aree a valle rispetto a quelle aree dalle quali è partita la contaminazione, si trovano su tutti i terreni superficiali, sui terreni profondi, si trovano sotto le porzioni dell'argine del bosco, quello che è a fianco della Miteni, si trova assorbita su tutti i terreni a causa dell'innalzamento e abbassamento del livello di falda. In più è stata trovata anche in forma di vapore nei Pag. 9pori interstiziali del terreno. Le aree con le maggiori concentrazioni di inquinanti nella falda sono quelle che si trovano sotto al reparto dei perfluorati che adesso non è più in funzione, però era un reparto fondamentale all'interno della Miteni e poi nell'area a monte dell'impianto che trattava i benzotrifluoruri. Questo inquinamento è grandemente esteso, come è noto alla Commissione, a causa di questo assetto idrogeologico particolare che ha l'area e che è particolarmente vulnerabile. Ci sono tutta una serie di collegamenti tra i canali sotterranei e la falda, che ha consentito un'estensione dell'inquinamento. In più ci sono le caratteristiche di questi composti chimici che hanno un'elevatissima mobilità nell'acqua, non sono per niente biodegradabili, possono vivere fino a novanta anni e l'inquinamento è partito dal 1966. Quindi il disastro è stato decisamente molto importante. Miteni poi sorge su un punto specifico dove si ricarica la falda, quindi la situazione è effettivamente molto grave. Per quello che ci dice ARPAV le acque sotterranee sono quelle più inquinate e si arriva a circa un'area di 180 chilometri quadrati di plume inquinante. È un fenomeno con rilevanza europea. Questo inquinamento ha riguardato un comprensorio che va ad avere riferimento a circa 250.000 abitanti nella provincia di Vicenza, quella di Verona e nel basso padovano e quindi interessa un grande numero di persone oltre che le acque di tutta l'area dell'argine del Chiampo, l'area a Nord dell'autostrada nella zona Valdagno-Trissino, alta valle del Chiampo, l'area della Valdastico, Vicenza, Schio, l'area a Sud dell'autostrada tra l'Adige, i Colli Berici ed Euganei dove poi alla fine c'è lo scarico nel collettore consortile Arica. Sull'autostrada Agno-Fratta Gorzone ci sono i punti nei quali sono state trovate le concentrazioni più alte di FOA nelle indagini che ha fatto l'ARPAV. Comunque il dato è che c'è questa area rossa che riguarda ventuno comuni, c'è una concentrazione che sta diminuendo e lo sta facendo lentamente. Lo sta facendo perché c'è una deplezione che avviene tramite il deflusso dei contaminanti, ma anche perché l'implementazione e il potenziamento della barriera idraulica evidentemente ha dato degli effetti importanti, quindi possiamo dire che l'inquinamento è tanto ed esteso, riguarda una vasta area. A un livello europeo riguarda 250.000 persone, però abbiamo delle forme in questo momento in corso di attenuazione. Possiamo dire che per quanto riguarda l'area rossa e i comuni interessati sono stati fatti anche una serie di studi che hanno riguardato non solo l'inquinamento delle acque ma anche i problemi sulla salute delle persone. Li richiamo perché ho visto che erano stati d'interesse comunque per la Commissione. Lo studio è stato effettuato dal servizio epidemiologico regionale, il professor Rugge, uno studio particolare che ha verificato un aumento sul piano statistico del 20/25 per cento di mortalità e prevalenza per le malattie cardiovascolari, questo per la popolazione delle aree rosse rispetto alla popolazione esterna che c'è nel Veneto. Poi l'università con il professor Foresta ha fatto un ulteriore studio molto importante che ha accertato che i PFAS aumentano l'aggregabilità delle piastrine e quindi facilitano la formazione di trombi. In questo modo questo aumento di aggregabilità favorisce l'infarto e l'ictus che sono malattie che dipendono anche da tante altre condizioni come lo stile di vita, il fumo, il diabete, l'ipertensione, il colesterolo e il fatto che non vi sia attività fisica, ma nella zona rossa a tutto questo si aggiunge anche l'effetto dei PFAS. È stato fatto uno studio a gennaio di quest'anno sulla ipercolesterolemia nei giovani ed è stato accertato che stanno aumentando i casi nella giovane età sempre in questa area rossa. È uno studio in corso su 15.000 soggetti tra i venti e i trentanove anni per valutare l'aumento di colesterolo rispetto al tempo di esposizione e se questo è collegato di più al fatto che colpisca soggetti maschi piuttosto che femmine. Sembra che per i dati che abbiamo ricevuto in maniera ancora non completa vi sia un collegamento. Aumenta l'esposizione nei soggetti maschi e aumenta l'ipercolesterolemia. È in corso uno studio sul legame che vi è tra i PFAS e l'ipertensione arteriosa che anche questo sarà importante da acquisire soprattutto anche per poter Pag. 10avere un quadro veramente più completo di quelle che sono le conseguenze di questo inquinamento. È stato fatto uno studio, sempre a livello di università e regione, dalla professoressa Facchin. Lo studio ha riguardato 15.000 parti e ha evidenziato una serie di particolarità: per esempio le nascite sottopeso che si sono ridotte dopo che sono stati fatti alcuni aggiustamenti sulle barriere a partire dal 2014. È stata evidenziata tutta una serie di problematiche che dovranno essere approfondite che hanno riguardato il diabete gestazionale, la preeclampsia e anche i difetti congeniti del cuore. Quindi l'unico dato che ho compreso essere variato è quello relativo alle nascite sottopeso che hanno avuto una differenza a cavallo del 2014, mentre tutti gli altri elementi sono rimasti invariati nel corso del periodo di osservazione. È stato poi fatto quello studio sui lavoratori, a cui facevo riferimento prima, che ha riguardato 128 lavoratori a partire dal 2013 fino al 2018, e che ha individuato un eccesso di mortalità che è assimilabile a quelli della zona rossa, dove c'è una maggiore incidenza di cirrosi e di tumore epatico. Nella valutazione che è stata fatta nel 2018 su questi lavoratori si è anche visto che hanno accumulato anche GenX e C6O4. Quello che è emerso e che possiamo sinteticamente dire è che in questa popolazione è stato evidenziato non solo l'aumento di colesterolo e trigliceridi, ma secondo questi studi che dovranno essere poi approfonditi per poter avere effettivamente un valore in sede processuale, anche situazioni legate al diabete, ad alterazioni del metabolismo glucidico anche diverse, aumento dell'aggregazione delle piastrine e aumento della pressione arteriosa. Questi come dati sui quali ci possiamo confrontare e che verranno considerati, ma sempre con limiti, trattandosi di studi epidemiologici, per il loro utilizzo poi effettivo in fase processuale. Per quanto riguarda l'inquinamento da GenX ha già detto la collega sulla sua estensione nel territorio tutti i valori che sono stati oggetto della specifica consulenza. Di fronte a questo inquinamento abbiamo potuto vedere che sicuramente un effetto di contenimento l'ha avuto il sistema delle barriere che è stato costituito sull'area di Miteni, però questo sistema di barriere è adesso oggetto di una specifica analisi, perché nel frattempo sono stati fatti tutti i vari progetti per potere mettere a punto questo sito, ma nel corso del primo progetto operativo che aveva predisposto la Copernico nel 2018 veniva fatto uno studio su come poter fare una prima attività su questi terreni. Erano previsti anche dei costi contenuti rispetto a quelli ben più ampi che possono essere previsti nell'ipotesi in cui si dovesse fare un'effettiva bonifica completa e totale dei terreni, però c'era una prima previsione per fare una strutturazione iniziale dell'intervento e poi venivano previsti tutta una serie di costi annuali per potere mettere sempre più a punto la barriera idraulica. In realtà nel 2019 sono stati fatti altri lavori su questa barriera. Possiamo dire in sintesi che in questo momento all'interno della Miteni abbiamo dei sistemi di barriera di tre tipi. C'è la barriera Sud che è fatta da tredici pozzi, c'è la barriera Nord che è fatta da otto pozzi al Centro-Nord e diciassette pozzi al Centro-Sud e c'è quella famosa barriera di alleggerimento che avrebbe dovuto dare un importante contributo per alleggerire il carico dei composti che sono disciolti nella falda sull'area nordorientale del sito dove ci sono le maggiori concentrazioni di PFAS. La messa in sicurezza operativa (MISO) ha affrontato questo tema, ha fatto delle valutazioni precise. In questo momento nell'area in tutto ci sono quarantasei pozzi. Ognuno di questi pozzi ha caratteristiche diverse e diverse modalità di funzionamento anche molto complesse. Sono state fatte prove di portata sulla barriera di alleggerimento e quello che è certo è che c'è una notevole variabilità del flusso idrico e anche che c'è una grande eterogeneità nel sottosuolo che c'è sotto. Tutto questo porta a problemi nel far sì che queste barriere possano essere effettivamente e completamente efficaci. Il sistema che è in corso in questo momento è gestito da Ici Italia 3 Holding srl che è quella società che si pone tra la ICIG ed è quindi quella che possiede in questo momento tutte le quote di Miteni; è il soggetto che in questo momento sta gestendo la Pag. 11barriera. Certo è che è stato evidenziato come il funzionamento della barriera in termini di efficacia rispetto al contenimento dell'inquinamento ha alti e bassi. La situazione idrogeologica e geografica sottostante è molto complessa. La falda ha un andamento altalenante che dipende da molte cose, non ultima quanti sono gli afflussi dell'acqua piovana. Quindi ci sono tante cose che non sono conosciute che però danno alti e bassi nel rilevamento di un'effettiva efficacia del funzionamento della barriera. ARPAV ci riferiva che per esempio ancora a dicembre c'erano presenti ancora 20.000 grammi/litro soprattutto di PFOA, quindi molto elevato il livello in alcuni punti in cui è stato fatto il campionamento sulle acque sotterranee, però poi sono subito scesi a 10.000 per arrivare nell'ultimo periodo a 3.000. Anche l'anno precedente c'erano stati picchi di questo genere. Allora questo è un dato che ci porta a dire che la barriera, pur avendo avuto sicuramente un effetto di contenimento, non ha avuto un'effettiva efficacia, perché non lo è ancora completamente. Non funziona quanto dovrebbe funzionare per poter dare un effettivo e totale contenimento dell'inquinamento. Tra l'altro c'è il problema che noi non conosciamo il sottosuolo e quindi devono essere un pochino rivisti tutti i dati. Sono stati fatti tanti pozzi e da cinque si è passati a quasi novanta, però ancora mancano tanti dati. L'altro dato che posso riferire e che ci è risultato è che i pozzi della barriera Nord per esempio sono molto capaci quanto ad emungimento perché emungono acqua cinque volte il volume che viene estratto invece dai pozzi della barriera di alleggerimento, però la barriera di alleggerimento che è stata proprio studiata per poter dare un importante effetto di contenimento estrae dieci volte di più PFAS rispetto a quello che fanno quelle che hanno più capacità di emungimento, quindi è un sistema che si completa ma ancora ha dei limiti. È su questo che è intervenuta la conferenza dei servizi il 30 gennaio 2020 con una serie di richieste di approfondimento di tutto quello che era stato prospettato nel MISO da parte della società ICI 3 e poi del suo consulente che ha effettuato il progetto del MISO. Che altro si può dire? Che queste misure che sono state assunte hanno ancora dei limiti e quello che viene chiesto in questo momento in maniera molto forte alla società è di provvedere a fare delle integrazioni, a fare dei lavori che possano dare maggiore contenimento. Le richieste che sono pervenute alla società sono quelle di cercare di migliorare gli sbarramenti del plume e delle sostanze disciolte, questo facendo per esempio dei nuovi punti di emungimento a valle per ridurre le concentrazioni. L'altro tema importantissimo è quello che era stato già prospettato nel MISO come una cosa sulla quale si andrà a lavorare all'interno dell'area Miteni, ma è stato proprio chiesto specificamente di fare approfondimenti sul palancolato. Questo palancolato che viene previsto nel MISO è una sorta di struttura che dovrà essere inserita nel terreno e dovrà cercare di evitare che vi sia un passaggio di contaminazione dall'area che c'è del torrente Poscola a quella che c'è sotto il sito, dove ci sono i fabbricati della Miteni. Questo palancolato dovrebbe essere fatto in metallo, continuo e deve avere degli elementi che hanno una particolare tenuta, tenuti insieme da dei sigillanti particolari, perché devono resistere poi alla corrosione che è prevista nel corso degli anni, perché è stato studiato che devono assicurare una corrosione che non superi i cinque millimetri in cento anni, però deve essere solida, deve essere molto profonda nel terreno e arrivare tra i dieci e i venti metri nel terreno, ma poi deve avere anche una parte fuori terra in modo che così evita che ci possano essere anche acque che dal torrente possano uscire e debordare nell'area dove si trovano gli altri immobili. Questo palancolato come è previsto ha un costo molto elevato, perché è più di due milioni e mezzo di euro. Questo è stato previsto nel MISO per poter cercare di associarsi all'effetto che fanno le barriere, ma che non è così completo. In più il MISO fa anche tutta una serie di altre previsioni che ancora non sono state dettagliate e che però potranno dare un significato perché solo le barriere così come sono non sono sufficienti. Per esempio hanno fatto tutta una serie di Pag. 12prospettazioni su progetti che dovrebbero portare a migliorare i sistemi di emungimento e di trattamento delle acque. Per esempio sono state ipotizzate possibilità di fare dei cambi di carbone. Adesso vengono fatti frequentemente ma manualmente, ma poterli fare in maniera più meccanizzata è importante perché è stato verificato come i filtri, se non vengono cambiati, diminuiscono la loro efficacia di filtro soprattutto con il riferimento a queste sostanze, a questi PFAS che riescono a passare più velocemente, quindi vanno cambiati spesso. Allora hanno studiato una possibilità di poter migliorare l'efficacia della filtrazione con dei filtri che vengono curati in modo diverso da quello attuale. Hanno anche previsto la possibilità di una vasca di equalizzazione, perché questa consenta un convogliamento standard delle acque al trattamento delle acque reflue (TAF), perché se ci sono sbalzi nella quantità di acque che arrivano a seconda delle barriere, l'efficacia si modifica. Quindi è stata prospettata la possibilità di costituire anche queste vasche e poi anche di inserire nelle barriere dei sistemi che convoglino dentro delle ulteriori sostanze di PAC (carboni attivi in polvere) o di resina anionica oppure di tutte e due queste sostanze per aiutare a rimuovere i perfluoroalchilici, barriere che sono state importantissime ma non sufficienti e prospettazione di tutte queste possibilità che ancora non sono state assolutamente dettagliate all'interno del MISO. Quello che è certo è che non si potrà mai arrivare a una bonifica effettiva di questi territori, se prima non si pensa a uno smantellamento di tutto quello che è sopra installato. Allora per la Commissione che non so se è aggiornata su quelle che sono state le vicende relative a questi terreni e alla società. C'è stato il fallimento a novembre 2018. Dal fallimento è stato fatto da parte della società indiana Viva Life Sciences private limited un acquisto che ha riguardato tutti i macchinari, i brevetti e i marchi della Miteni. Questo acquisto comporta l'impegno per la società Viva Lifescience di svuotare gli impianti, smantellarli e portarli via, all'estero. Allora la società aveva presentato al giudice fallimentare un programma e questo programma prevedeva diciotto mesi in tutto per fare anche il trasporto, quindi non solo lo svuotamento che è stato molto impegnativo e quello è stato ultimato di tutti questi macchinari, che ha richiesto l'impegno di ARPAV e vigili del fuoco, ma anche il trasporto. Naturalmente questo ha avuto una serie di problemi in corso di esecuzione. Avrebbe dovuto essere chiuso il tutto a dicembre 2020, però ci sono state problematiche nell'attuazione ma anche le problematiche legate al Covid, perché con le ristrettezze che sono state legate all'emergenza, le maestranze che avrebbero dovuto lavorare per fare queste attività di smantellamento non hanno potuto lavorare. Tra l'altro erano ditte che arrivavano anche dall'estero nei subappalti e quindi quell'attività è stata ferma, mentre per quanto riguarda la messa in sicurezza del sito quella è sempre proseguita perché il prefetto ha fatto un provvedimento con cui ha evidenziato come si tratta di un'attività per la sicurezza pubblica che doveva andare avanti e non ha avuto limiti. Ritornando al punto di tutti questi impianti che sono presenti ora svuotati, Viva Lifescience ha fatto una richiesta per poter avere una proroga sui tempi che erano previsti e potere avere altri diciotto mesi oltre a dicembre 2020. Adesso è ancora in corso la valutazione da parte di ARPAV, regione e giudice. Non mi risulta che abbia ancora deciso, ma si spera che non abbiano più di sei mesi di proroga e che quindi si possa andare avanti. Quello che è auspicabile è che adesso si possa andare avanti e possano essere fatte queste ulteriori attività che chiede adesso ARPAV e cioè se anche il lavoro di smantellamento dovesse durare nei mesi non aspettare da parte di ICI 3 a iniziare il lavoro per il palancolato, perché il palancolato è ritenuto da parte di ARPAV una cosa essenziale, è importante poterlo iniziare al più presto e quindi sommare l'efficacia di questo palancolato con il lavoro che viene fatto dalle barriere. Questo è in sintesi quello che posso dire sulla situazione dell'inquinamento e di quello che può essere fatto sull'area. Tra le cose che sono state chieste dalla Commissione Pag. 13c'è anche quella di dire se una volta che questa attività di smantellamento e palancolatura di tutte le attività di supporto è stata fatta, è ipotizzabile una bonifica del sito con l'ossidazione chimica oltre al desorbimento termico. Su questo il MISO ha fatto una serie di riflessioni. Ha riportato anche gli studi sulla materia e quindi è abbozzato come una cosa che dovrà essere approfondita, perché dovranno poi essere fatti in concreto dei test per verificare in situ quali di queste due metodologie potrebbe essere quella migliore. Chiedo al collega Blattner di illustrare alla Commissione quali sono queste due metodiche che sono state indicate nel MISO come possibili, ma siamo ancora lontani dall'effettivo progetto concreto.

  PRESIDENTE. Chiedo di essere il più brevi possibili per questioni di tempo.

  HANS RODERICH BLATTNER, Sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Vicenza. Io sarò brevissimo. Mi richiamo in toto a quelle che di fatto sono le indicazioni fatte nel MISO con riferimento alle tecniche mitigative che si accompagnano a quelle contenitive di cui ha già parlato il procuratore che sono quelle di cui avete chiesto in via specifica, collegate all'ipotesi di ossidazione chimica e/o desorbimento termico per la bonifica del sito. Io faccio una premessa di fondo. Dal MISO risulta in maniera chiara e certa, ma su questo ci siamo confrontati con chi di dovere, che si tratta di due metodologie attualmente allo stato strettamente sperimentale, nel senso che per quanto riguarda l'ipotesi di deossidazione che si sostanzia di fatto nella possibilità di immettere all'interno del terreno alcune sostanze finalizzate a rendere inerti i componenti inquinanti tramite un procedimento di ossidazione in senso stretto, viene detto espressamente all'interno del MISO che verrà fatta un'attività di sperimentale finalizzata a monte a individuare la sostanza corretta per poter deossidare, perché sui PFAS purtroppo non c'è una letteratura talmente avanzata da poter dare degli strumenti certi e idonei per capire quale sostanza sia in grado di deossidare o meno. Quindi verrà fatta una prima fase sperimentale sia in laboratorio sia in loco, ma, ripeto, una fase totalmente sperimentale, perché quel sistema ha tutta una serie di problematiche connesse ai luoghi in cui immettere le sostanze, le modalità, la quantità e così via nonché la gestione anche dei vapori, perché chiaramente questo tipo di attività chimica produce una serie di effetti tipici dell'evaporazione delle sostanze che vanno convogliate e rese inerti. A questo si affiancherà un altro sistema, che anche qui viene riportato come ipotesi sperimentale che verrà messa in pratica sia in laboratorio che sul sito che è quella che avete detto voi del desorbimento termico che potenzialmente potrebbe accompagnarsi a quella della deossidazione. Semplifico; si tratterebbe di scaldare sostanzialmente con un metodo conduttivo, quindi con un sistema che conduce calore all'interno del terreno, il terreno e le zone inquinate per fare sublimare o evaporare le sostanze, le quali vengono a loro volta convogliate per essere liquefatte e poi smaltite in maniera ordinaria, però lo stato attuale di queste prospettive per la bonifica è uno stato ancora sperimentale al di là delle problematiche connesse al liberare il sito dai macchinari che il procuratore ha già ampiamente raccontato nella fase che è in via d'essere e che il lockdown ha frenato. In via successiva verrà dato seguito a questo tipo di attività che avrà una fase sperimentale e una fase attuativa nel caso in cui la sperimentazione avesse un esito soddisfacente e positivo. Io credo di avere finito.

  ALBERTO ZOLEZZI. Ringrazio tutti i magistrati della procura di Vicenza che ci hanno esposto questo importante lavoro. Io ho qualche domanda abbastanza puntuale. Noi c'eravamo occupati nella scorsa legislatura dell'assetto societario di ICIG. Volevo capire, se potete dirlo, se avete fatto fatica a trovare quale numero di società era quella di riferimento. Ricordo che noi abbiamo fatto davvero fatica a seguire le loro misure, le loro anche legittime variazioni societarie e se si è sicuri che chi sta seguendo adesso il sito è quella società o se ha avuto ulteriori variazioni. Per quanto Pag. 14riguarda i procedimenti in corso, volevo capire se esistono anche esposti oppure procedimenti in corso per cause di singoli soggetti per richiesta danni in particolare sanitari o altro. Per quanto riguarda il GenX e il ciclo C6O4 volevo capire se avete stimato se buona parte proviene da siti italiani in particolare da Spinetta Marengo o se c'è un arrivo o forse un traffico internazionale per capire anche eventualmente il tipo di reato, se ci sarà un reato, che potrebbe essere diverso, visto anche che a Spinetta adesso hanno chiesto di produrre maggiori quantità di queste due sostanze. Poi avete fatto riferimento a studi epidemiologici. Volevo capire se avete notizia del famoso studio di coorte osservazionale che nell'audizione con l'Istituto superiore di sanità del luglio 2019 la dottoressa Dogliotti disse che non era stato ancora eseguito. Volevo capire se avete informazioni se anche questo studio in particolare che doveva cercare di collegare l'esposizione dei singoli con i dati epidemiologici, i dati umorali con quelli epidemiologici, se avete notizia che questo studio sia partito. Grazie.

  ORIETTA CANOVA, Procuratore della Repubblica f.f. presso il tribunale di Vicenza. Per quanto riguarda la questione relativa ai danni sanitari non risultano altri procedimenti al di là di quelli che ho descritto. È solo nel procedimento che al momento è ancora a carico di ignoti, quindi nel n. 2368 del 2018, che vi sono stati quegli esposti o denunce che non riguardano più di una decina di persone e sempre e soltanto sul punto ipercolesterolemia oppure del tutto generici. Sono soltanto lì. Non mi risulta iscritto dall'ufficio, lo saprei, nessun altro procedimento su questo. Ignoro se sia stata fatta da parte di qualche lavoratore una causa civile, della quale non siamo però stati messi a conoscenza. Sul punto invece della consequenzialità societaria chiedo al collega Blattner di poter dare le sue specificazioni. Certo è che è un fatto oggettivamente difficile ricostruire tutti i singoli passaggi, però nell'attività dell'ufficio sono stati ricostruiti chiaramente credo e senza dubbi, ma adesso il collega lo potrà specificare.

  HANS RODERICH BLATTNER, Sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Vicenza. Sul discorso della parte societaria della ricostruzione di quello che era il possesso effettivo delle quote di Miteni noi abbiamo cristallizzato le indagini su quello che è il filone italiano che si concentra sostanzialmente nelle quote che a un certo punto Mitsubishi cede alla società ICIG S.E., la quale poi cede alla sua controllata italiana che poi viene ceduto dal ramo d'azienda a quella che è l'attuale sostanzialmente detentrice delle quote in via totalitaria che è la ICI Italia 3 Holding srl, quindi noi abbiamo ricostruito in maniera certa e sicura quella che è la parte italiana, perché le nostre risorse ce lo consentono. Per quanto riguarda le partecipazioni estere, ci siamo rifatti alla documentazione che avevamo reperito e quindi la riferibilità è stata chiaramente cristallizzata nelle società, in questo momento ICIG S.E. che sostanzialmente è la holding di partecipazione di questo grande gruppo che si ramifica in tutto il mondo che di fatto fa riferimento a questa holding che ha sede in, non so se in Olanda o in Germania, ma comunque questo è l'organo di riferimento. Per quanto riguarda la riferibilità delle persone fisiche, è un percorso un pochino più complicato, perché la partecipazione di queste società estere e in mano a quali soggetti di riferimento, questo è un aspetto un attimino meno immediato. Tenete anche conto che noi abbiamo cristallizzato le attività di investigazione per quanto riguarda le nostre necessità a quelli che sono i fatti che noi contestiamo, quindi abbiamo tutta un'indagine che si arresta a quelli che sono i fatti di reato che noi cristallizziamo nell'ipotesi che noi abbiamo descritto fino ad adesso.

  BARBARA DE MUNARI, Sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Vicenza. Posso rispondere per le altre domande che sono state poste. Per quel che riguarda il ciclo GenX, è diverso il discorso del C6O4 che è una produzione, GenX invece è tratto da un rifiuto. La catena che è stata indicata è corretta. Pag. 15Posso sintetizzarla: Miteni ha ricevuto da Chemours il rifiuto in soluzione acquosa. Il rifiuto aveva un codice CER identificativo particolare catalogato come rifiuto pericoloso. Ha trattato però legittimamente in base al decreto 59 che gli è stato concesso nel 2014 nei quantitativi indicati il rifiuto. Lo ha trattato all'interno della sezione purificazione del reparto fluorurati e ha recuperato adesso il tensioattivo che è appunto il GenX. Ha prodotto uno scarto e ha inviato le acque pure, le acque reflue all'impianto di trattamento di Spinetta Marengo. Una precisazione: lo scarto di lavorazione è stato inviato all'impianto di trattamento di Serravalle Scrivia che credo sia quello a cui stiamo facendo riferimento. Per quel che riguarda invece le acque reflue sono state conferite nel depuratore. Il tensioattivo invece è stato inviato alla stessa Chemours. Tuttavia in questo percorso commerciale noi non abbiamo riscontrato irregolarità o cose che non fossero consentite e quindi il profilo che viene contestato in realtà è l'immissione nelle acque sotterranee, ma non è contestato nulla per quanto riguarda invece il ciclo di trattamento nel senso di ciclo commerciale. Da quel punto di vista non sono state riscontrate almeno da noi irregolarità. Con tutto quello che è il percorso, è quello che è stato indicato. Per quanto riguarda invece lo studio di coorte, io vorrei essere sicura del dato a cui facciamo riferimento. Vi dirò gli studi su cui ci basiamo noi, a parte gli altri che verranno portati, ma quelli che noi riteniamo di spendere effettivamente al dibattimento oltre alla nostra consulenza fatta dall'Istituto superiore di sanità sono gli studi che sono stati fatti dall'università di Padova su incarico della regione Veneto, però basandosi non su dati statistici ma sullo studio effettivo delle cartelle cliniche e quindi delle valutazioni dei composti ritrovati nel sangue delle persone che sono state chiamate allo screening. Sapete meglio di noi che la risposta allo screening è del tutto su base volontaria. Quindi gli studi che per noi sono importanti sono quelli del professor Foresta, il professore ordinario di andrologia di Padova, che ha rilevato quello che diceva prima il procuratore reggente cioè questo aumento dell'aggregabilità delle piastrine che sarebbe un fattore che favorisce infarto e ictus e lo studio che è stato commissionato alla dottoressa Canova sempre presso l'azienda ospedaliera di Padova unità statistica ed epidemiologica che è lo studio che ha ad oggetto invece l'associazione tra la concentrazione dei PFAS e le alterazioni bioumorali e metaboliche, che anche questi sono valutati sempre su dati clinici. Quindi quelli che noi prendiamo come riferimento, non so se fosse poi lo studio a cui faceva riferimento l'onorevole, sono gli studi che si basano sulle cartelle cliniche. Questo per noi è un passaggio importante, perché un conto è il dato statistico che può essere suggestivo e può dare un'indicazione, un conto è lo studio sulle cartelle che ha una valutazione diretta e ha un appoggio di altro tipo e che noi riteniamo sicuramente più importante o comunque più spendibile per quelle che sono le nostre finalità. Non so se però stiamo parlando dello stesso studio a cui faceva riferimento la dottoressa che avete sentito.

  ALBERTO ZOLEZZI. Per quanto riguarda il GenX e il C6O4 chiedo specificamente se vi risulti che ne sia stato in parte importato qualcosa dall'estero e per quanto riguarda lo studio epidemiologico mi riservo tramite il presidente di inviarvi la nota dell'audizione dell'Istituto superiore di sanità dove si fa riferimento a questo studio, però lo studio epidemiologico a cui faceva riferimento l'Istituto superiore di sanità non riguardava eventuali aspetti giudiziari quindi magari non c'entra. Nello stesso tempo credo però che era stato programmato proprio per dare una risposta in generale su eventuali effetti sanitari dell'esposizione sulla popolazione ed è un pochino in sospeso, perché doveva essere fatto, poi non si capisce se sia partito o meno, per cui tramite il presidente vi faccio arrivare la nota per capire se è una cosa che avete a disposizione o se magari stimoliamo anche noi che parta. Grazie.

Pag. 16

  BARBARA DE MUNARI, Sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Vicenza. L'osservazione è corretta. Il rifiuto proveniva dalla ditta Chemours dell'Olanda. Veniva recuperato il tensioattivo e veniva rimandato in Olanda. I soggetti che trattano questo tipo di sostanze sono pochissimi. Ricorderete forse che la segnalazione è partita proprio dal Ministero dell'ambiente olandese per quel che riguarda questo tipo di sostanza, parlo del GenX, che è catalogato come rifiuto. Veniva da là con tracciabilità però.

  PRESIDENTE. Allora concludo chiedendo alcune specifiche. Se ho capito bene gli indiani si sono impegnati a smantellare l'impiantistica, ma per quanto riguarda il terreno, perché il nodo di fatto è questo, perché finché ci sarà l'inquinante rimarrà il problema; per la sua rimozione ICI si è impegnata? È stata mai fatta una stima dei costi che servirebbero per rimuovere l'inquinante?

  BARBARA DE MUNARI, Sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Vicenza. Se posso su questo punto, per quel che riguarda la rimozione del terreno non è ancora stata valutata, nel senso che si punta moltissimo adesso a tombare più che altro il sito. Nel momento in cui il palancolato, su cui magari non ci siamo soffermati abbastanza, ma su cui il MISO e anche gli enti puntano molto c'è un muro di contenimento che scende nel terreno per venti metri, dovesse risultare efficace al fine del contenimento, io credo che il passaggio successivo sia valutare se può rimanere così. L'importo dei costi, cioè l'importo totale che viene adesso per darvi un'idea valutato nel MISO per quanto riguarda la disponibilità economica data all'ICI 3 Italia Holding è di 10 milioni e 260.000 euro.

  PRESIDENTE. Questa è la disponibilità che ha dato ICI?

  BARBARA DE MUNARI, Sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Vicenza. No, questa non è la disponibilità. È quello che adesso viene messo in campo come costo degli interventi che verranno fatti ora.

  PRESIDENTE. Da parte di ICI?

  BARBARA DE MUNARI, Sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Vicenza. Da parte di ICI 3 Italia Holding.

  PRESIDENTE. Capisco che sia difficile da stabilire, ma quali sono i costi dando per scontato che quindi non si è fatta una stima dei costi per la rimozione. I costi totali del tombamento a che ordine di grandezza potrebbero arrivare?

  ORIETTA CANOVA, Procuratore della Repubblica f.f. presso il tribunale di Vicenza. Hanno fatto un progetto con cui immaginano solo per il palancolato, quello originario che è per circa cinquecento metri ed è profondo sui venti metri a quell'altezza fuori solo per quello 2,5 milioni di euro, ma se dovesse essere più ampio perché adesso ARPAV chiede di estendere questo muro per poter fare ancora più barriera sottoterra, i costi io non sono riuscita a vederli nel MISO su questa parte specificati, però già solo per quello siamo su queste cifre.

  HANS RODERICH BLATTNER, Sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Vicenza. Segnalo solo che in realtà il MISO prevede un piano dei costi, un fondo che è a pagina 115, ma che sono riferiti chiaramente alle attività contingenti collegate da una parte alle attività sia contenitive che mitigative attualmente in essere sul sito nella prospettiva di capire poi a livello di modifica cosa sarà possibile fare e poi è anche già previsto un costo stimato annuale che in questo momento è di un milione e 250.000 euro l'anno. Dovrebbe essere sostenuto solamente per l'attività di monitoraggio e ad esempio per il cambio dei filtri è collegato all'attività. Quindi il MISO si sofferma in questo momento su un'attività più contingente in prospettiva di capire come la bonifica potrà essere effettuata, Pag. 17 se attraverso una riduzione di quelli che sono gli impianti in toto o attraverso un tombamento, che un'altra di quelle ipotesi, che unitamente alle attività mitigative che abbiamo detto prima della esotermia piuttosto che della deossidazione potrebbero rendere il sito non più pericoloso. Questo è l'obiettivo.

  PRESIDENTE. Vi chiederei, se possibile, di inviarci il procedimento 5019, il lavoro tecnico fatto da ISPRA, e qualche notizia sulla questione finanziaria che avevamo visto essere abbastanza nebulosa. Grazie.

  ORIETTA CANOVA, Procuratore della Repubblica f.f. presso il tribunale di Vicenza. Non so se è chiaro per la commissione che adesso il terreno dove c'è Miteni non è più dentro la massa fallimentare, ma è stato restituito a Miteni. Nella massa fallimentare avrebbe portato un grande problema di gestione di costi. Non era possibile pensare neanche di venderlo, vista la situazione dell'inquinamento. Quindi in questa prospettiva futura della bonifica c'è questo terreno che rimane nelle mani di Miteni e quindi poi si vedrà se riusciranno a fare un'effettiva bonifica o no, però è una cosa che resta in capo alla società. Non fa parte di quello che è gestito dal curatore, perché non è un bene che è possibile vendere. Vista la situazione, se fosse rimasto nelle mani del fallimento, sarebbe stata una cosa del tutto negativa e non proponibile.

  PRESIDENTE. Ringrazio i nostri ospiti e dichiaro conclusa l'audizione e sospendo la seduta.

  La seduta sospesa alle 15.35, è ripresa alle 15.50.

Comunicazioni del Presidente.

  PRESIDENTE. Comunico che l'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, nella riunione appena svoltasi, ha convenuto che la Commissione si avvalga della collaborazione a tempo parziale e a titolo gratuito del dottor Emanuele Quadraccia, magistrato. La presidenza darà corso alle procedure previste per assicurare l'avvio della collaborazione sopraindicata.

  La seduta termina alle 15.55.