Sulla pubblicità dei lavori:
Parolo Ugo , Presidente ... 3
Audizione del Ministro dello sviluppo economico, Stefano Patuanelli, in relazione alle disposizioni attuative delle misure sull'efficientamento energetico degli edifici, previste in particolare dal decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34:
Parolo Ugo , Presidente ... 3
Patuanelli Stefano , Ministro dello sviluppo economico ... 3
Parolo Ugo , Presidente ... 7
De Bertoldi Andrea ... 7
Parolo Ugo , Presidente ... 7
Fenu Emiliano ... 7
Parolo Ugo , Presidente ... 8
Giacometto Carlo (FI) ... 8
Parolo Ugo , Presidente ... 9
Patuanelli Stefano , Ministro dello sviluppo economico ... 9
Parolo Ugo , Presidente ... 11
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
UGO PAROLO
La seduta inizia alle 8.30.
(La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente)
Sulla pubblicità dei lavori.
PRESIDENTE: Comunico che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante la trasmissione in diretta streaming, con modalità sperimentale, sulla web-tv della Camera dei deputati.
Audizione del Ministro dello sviluppo economico, Stefano Patuanelli, in relazione alle disposizioni attuative delle misure sull'efficientamento energetico degli edifici, previste in particolare dal decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del Ministro dello sviluppo dello economico, Stefano Patuanelli, che è accompagnato dall'avvocato Enrico Esposito, capo dell'ufficio legislativo dello stesso Ministro, ai quali do il benvenuto. Ricordo che l'audizione odierna è in relazione alle disposizioni attuative delle misure sull'efficientamento energetico degli edifici, previste in particolare dal decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, appena convertito in legge. A tale riguardo la Commissione ha deciso di dedicare un ciclo di audizioni di approfondimento, alcune delle quali si sono già svolte con ANCI, Confedilizia, Confindustria e con il direttore dell'Agenzia delle entrate e altre si svolgeranno nelle settimane a seguire al fine di acquisire le esigenze degli operatori del settore rispetto alle norme poste in essere. Ringrazio quindi il Ministro per la sua disponibilità e lo invito a procedere alla sua relazione. Prego, signor Ministro.
STEFANO PATUANELLI, Ministro dello sviluppo economico. Grazie, presidente. Grazie per dare questa opportunità anche al Ministero dello sviluppo economico di approfondire alcuni degli elementi che sono contenuti in particolare negli articoli 119 e 121 del decreto Rilancio. Intanto saluto tutti i colleghi. Cercherò di essere breve, anche perché so che i tempi sono un po' condizionati dai lavori d'Aula e delle Commissioni, per cui vorrei dare anche modo ai colleghi di intervenire, eventualmente, dopo la mia breve relazione, però alcune premesse non posso non farle. Il decreto Rilancio, in realtà, è stato prevalentemente dedicato al ristoro dei danni causati alla nostra economia dal Coronavirus e contiene alcune ripetizioni di misure che erano previste già nel precedente decreto Cura Italia, e altre invece di nuova implementazione. Parliamo di un decreto da 55 miliardi circa. Molte misure erano di ristoro, mentre due o tre misure invece erano di prospettiva. Certamente la misura di prospettiva più importante che abbiamo voluto inserire nel decreto Rilancio è proprio il cosiddetto «Superbonus», cioè l'aumento per alcune categorie di interventi, ovviamente edilizi, delle aliquote di detrazione al 110 per cento. Non sto ovviamente a ribadire l'importanza dell'essere andati oltre il 100 per cento, proprio perché il meccanismo di cessione del credito porterà a un necessario sconto della cessione. Quindi partire da un'aliquota del 110 per cento farà sì che anche il meccanismo di sconto garantirà comunque al cliente, al fruitore iniziale del credito, di vedere realizzati i Pag. 4lavori nella propria residenza o nel proprio edificio in modo gratuito, o con una detrazione in cinque anni o con un uno sconto diretto in fattura. In sede di conversione i lavori parlamentari hanno nettamente e decisamente migliorato il testo, questo è indiscutibile. Quindi devo ringraziare i colleghi di Camera e Senato perché, purtroppo, i tempi di conversione dei decreti spesso obbligano di fatto a modificare il testo in una delle due Camere, quella di partenza, ma so che tutti i Gruppi si organizzano per il coinvolgimento necessario di entrambi i rami del Parlamento, ancorché non in modo formale, e quindi mi sento di ringraziare il lavoro di tutte le forze politiche sia della Camera che del Senato per i netti miglioramenti fatti al testo. Credo che sia evidente che il settore dell'edilizia sia un settore trainante per la nostra economia, che è fermo da più di dieci anni e che ha pagato tutte le crisi che questo Paese ha avuto negli ultimi dieci o quindici anni. Era giusto intervenire. Anche prima del lockdown di marzo io ho fatto un tavolo sull'edilizia. L'ho voluto fare al Ministero dello sviluppo economico, che non ha una competenza diretta su temi dell'edilizia, che ovviamente sono più legati al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti. L'ho voluto fare al MISE proprio per dare un segnale di attenzione a un comparto che a mio avviso è un comparto industriale del Paese che ha grandi capacità di generare ricchezza e soprattutto di distribuirla. Era quindi necessario intervenire su quel settore con una norma di sistema, una norma di prospettiva, anche perché abbiamo da raggiungere gli obiettivi legati al Piano Nazionale Integrato per l'Energia e il Clima (PNIEC) che porta alla richiesta nel settore residenziale di un contributo pari a circa il 35 per cento dei risparmi di efficienza energetica al 2030. Noi ci siamo trovati, quindi, a voler predisporre una norma che da un lato desse una scossa forte sul lato dell'offerta, quindi al settore edilizio, e dall'altro consentisse a tutti i cittadini di vedere realizzata un'abitazione dove poter vivere in modo più confortevole con edifici che abbiano l'efficienza energetica al livello di un Paese come deve essere l'Italia. Dall'altra parte abbiamo inserito ovviamente anche il Sismabonus, quindi nelle detrazioni del 110 per cento sono inseriti anche i lavori di riqualificazione sismica del comparto edilizio. Ritengo che ci siano tre grandi pilastri che questa norma porta in un legante che è quello della circolarità dei crediti d'imposta, che riteniamo, in questo momento storico in particolare, essere un valore aggiunto alla misura che stiamo attuando. Lascerò poi queste quattro pagine di relazione per la Commissione, però volevo darne parziale lettura perché il decreto Rilancio ha previsto l'emanazione di due decreti attuativi e questo è forse uno degli elementi più interessanti su cui volevo relazionarvi, anche anticipando alcune delle cose che accadranno nei prossimi giorni che sono di stretta competenza del Ministero dello sviluppo economico. Il primo, il cosiddetto «decreto requisiti tecnici», secondo quanto previsto dal comma 3-ter dell'articolo 14 del decreto-legge 4 giugno 2013, n. 63, convertito in legge, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2013, n. 90, prevede il concerto del Ministro dell'economia e delle finanze, del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti ed è relativo alla definizione dei requisiti tecnici che devono soddisfare gli interventi che beneficiano delle agevolazioni, nonché dei massimali di costo specifici per singola tipologia di intervento. Preciso che questa è una previsione introdotta già dal legislatore nel 2013, il quale aveva già iniziato a modificare il sistema delle detrazioni fiscali e delle agevolazioni per gli interventi edilizi e delegava il Ministero dello sviluppo economico, di concerto con MATTM (Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare), MIT (Ministero delle infrastrutture e dei trasporti) e MEF (Ministero dell'economia e delle finanze) alla redazione del cosiddetto «decreto requisiti minimi», decreto che esiste già, ma che ovviamente va modificato rispetto alle nuove disposizioni contemplate nell'articolo 119. C'è un secondo decreto, invece, che è un decreto nuovo, che non è previsto in nessun'altra normativa, che è quello contenuto nel comma 13 dell'articolo Pag. 5 119, il cosiddetto «decreto asseverazioni», ossia la definizione delle modalità di trasmissione e del modulo in cui sono contenute le asseverazioni che vengono poi trasmesse ai vari organi competenti, tra cui ovviamente ENEA (Ente per le nuove tecnologie, l'energia e l'ambiente). Il decreto più importante è certamente il decreto requisiti tecnici. La bozza di decreto ha subìto una significativa accelerazione dell'iter, che si è appena concluso, fermo restando che la firma che avverrà nelle prossime ore dovrà poi ottenere il concerto formale – anche se quello informale ovviamente già è stato acquisito – di MIT, MATTM, MEF e poi la necessaria registrazione. Quindi i tempi non saranno certamente lunghi, ma non sarà domani, mentre nelle prossime ore il decreto sarà firmato; poi l'entrata in vigore ovviamente ha bisogno della registrazione della Corte dei conti. Il decreto è mosso dalla volontà da un lato di mettere a disposizione dei tecnici tutti gli strumenti utili alla completa attuazione degli incentivi previsti e dall'altro di evitare un indebito aumento dei costi a carico dello Stato per l'erogazione delle agevolazioni. È chiaro che, nel momento in cui la detrazione è al 110 per cento, uno degli elementi critici può essere quello dell'aumento dei costi di realizzazione delle opere. Per realizzare un cappotto esterno, oggi nel fare l'intervento sto attento che il ponteggio costi tra i 10 e i 14 euro a metro quadrato, che il cappotto costi tra i 120 e i 130 euro a metro quadrato, compresa l'installazione, ma domani, con la detrazione al 110 per cento, potrei non avere questa attenzione. Io credo che intanto dovremmo avere un po' di fiducia anche nei tecnici. Non lo dico per difendere la categoria a cui appartengo, ma i progettisti, i direttori dei lavori. Penso che sapranno fare comunque il loro lavoro come previsto dall'ordinamento sulla definizione delle funzioni delle professioni ordinistiche, in particolare quelle tecniche. Da un lato i cittadini hanno certamente la necessità di valutare e verificare che ciò che viene fatto a casa loro abbia un giusto rapporto tra qualità e prezzo; dall'altro però dobbiamo trovare anche gli strumenti di verifica e chiaramente l'asseverazione che il tecnico dovrà fare di corrispondenza dei prezzi applicati rispetto ad alcuni parametri è un elemento di protezione del sistema che vogliamo inserire. Il provvedimento definisce in particolare i requisiti tecnici che devono soddisfare gli interventi che beneficiano dell'agevolazione di cui all'ecobonus, del bonus facciate e del Superbonus del 110 per cento, i massimali di costo specifici per singola tipologia di intervento, le procedure e le modalità di esecuzione di controlli a campione, sia documentali sia in situ, eseguiti dall'ENEA, volti ad accertare il rispetto dei requisiti che determinano l'accesso al beneficio. Quanto, in particolare, ai massimali di costo – questo è un elemento molto importante – lo schema di decreto stabilisce che per gli interventi di cui all'articolo 119, nonché per gli altri interventi che prevedono la redazione dell'asseverazione da parte del tecnico abilitato, il tecnico stesso asseveri che siano rispettati i costi massimi per tipologia di intervento, nel rispetto dei seguenti criteri:
a) i costi per tipologia di intervento sono inferiori o uguali ai medi delle opere riportati nei prezzari predisposti dalle regioni e dalle province autonome territorialmente competenti in cui è sito l'edificio oggetto dell'intervento, oppure in prezzari commerciali;
b) in mancanza, i prezzi devono essere determinati in maniera analitica, con procedimento che tenga conto di tutte le variabili che intervengono nella definizione dell'importo stesso.
Faccio una piccola precisazione. Lo dico anche per esperienza personale. Esiste una varietà di prezzari a livello regionale che non consentivano di mettere il prezzario regionale come unico riferimento di prezzo. Lo dico perché effettivamente ci sono dei prezzari fatti veramente bene in alcune regioni, ma ci sono dei prezzari molto lacunosi e molto datati in altre regioni. Quindi abbiamo deciso di dare diverse opzioni. La prima è quella del prezzario regionale. Esistono però dei prezzari commerciali. Il prezzario DEI è un prezzario fatto molto bene e può essere un punto di Pag. 6riferimento per molte lavorazioni, però nessun prezzario è sempre così completo da non necessitare l'integrazione di un'analisi prezzi. Anche in questo caso parlo per esperienza: non esiste che tutte le tipologie di lavorazioni abbiano per certo un prezzo unitario definito da un prezzario di riferimento; quindi il tecnico può avvalersi della sua facoltà di fare un'analisi del prezzo e l'analisi del prezzo è un obbligo per i progettisti nelle realizzazioni delle opere pubbliche laddove non vi sia per quella lavorazione specifica un prezzo di riferimento nel prezzario. Ovviamente deve valutare il costo delle materie prime, i costi dei noli, dei trasporti, il costo della manodopera. Ovviamente il costo delle materie prime può essere in riferimento a un prezzario di forniture o a prezzari commerciali che ci dicono quanto costa il singolo elemento che viene montato nella singola lavorazione. La relazione firmata dal tecnico abilitato per la definizione dei nuovi prezzi è allegata all'asseverazione.
Sono ammessi alla detrazione gli oneri per le prestazioni professionali connesse alla realizzazione degli interventi, per la redazione dell'APE (Attestato di Prestazione Energetica), anzi delle APE, perché sappiamo che dobbiamo fare l'APE prima e dopo l'intervento, nonché per l'asseverazione, da calcolarsi in base al decreto del Ministro della giustizia 17 giugno 2016 concernente i parametri per i compensi per le opere pubbliche.
Per gli interventi per i quali l'asseverazione può essere sostituita da una dichiarazione del fornitore o dell'installatore, l'ammontare massimo delle detrazioni fiscali o della spesa massima ammissibile è calcolato sulla base dei massimali di costo specifici per singola tipologia di intervento di cui all'allegato 1 al decreto.
Va sottolineato che nell'ultima versione del decreto si è valutato positivamente di inserire espressamente l'applicazione dell'incentivazione anche ai microgeneratori e alle celle di combustione, cioè a idrogeno, ed è stato chiarito che anche le porte interne, oltre alle finestre, sono detraibili, posto che contribuiscono a migliorare l'efficientamento energetico dell'edificio.
Per quanto riguarda il decreto asseverazioni, in adempimento a quanto previsto dal comma 13, lettera a), dell'articolo 119 del decreto rilancio, disciplina il contenuto e le modalità di trasmissione dell'asseverazione dei requisiti per gli interventi, come previsto dai decreti di cui al comma 3-ter, dell'articolo 14 del decreto-legge 4 giugno 2013, n. 63, nonché, per i medesimi interventi, le modalità di verifica e accertamento delle attestazioni e certificazioni infedeli al fine dell'irrogazione delle sanzioni previste dalla legge.
L'asseverazione può avere a oggetto gli interventi conclusi o uno stato di avanzamento delle opere per la loro realizzazione, nella misura minima del 30 per cento del valore economico complessivo dei lavori preventivato, ed è redatta:
a) secondo il modulo tipo di cui all'allegato 1, che contiene gli elementi essenziali dell'asseverazione con riferimento al caso in cui i lavori siano conclusi (questi sono elementi del decreto ministeriale che vedrete a giorni; probabilmente il decreto asseverazioni lo firmo oggi e non ha bisogno di concerto, quindi da oggi il decreto è firmato);
b) secondo il modulo tipo di cui all'allegato 2, che contiene gli elementi essenziali dell'asseverazione con riferimento al caso di uno stato di avanzamento lavori.
Devo dire che su questo il Parlamento ha fatto veramente un ottimo lavoro perché, posto che lo sconto in fattura è elemento di scelta del cliente, il non prevedere la possibilità di asseverazione, quindi di maturazione del credito di imposta a stato di avanzamento dei lavori, avrebbe potuto essere un problema per le aziende, perché chiaramente queste devono pagare le forniture, ma se non maturano il credito fino alla fine dei lavori possono andare in difficoltà. In questo modo, avendo la possibilità di maturare il credito d'imposta durante l'esecuzione dei lavori, possono ovviamente cedere il credito d'imposta maturato al sistema delle banche o alle Poste o a chi si metterà a disposizione. Stiamo vedendo che molti istituti lo stanno facendo per acquistare i crediti facendo avere la liquidità necessaria per fare l'intervento. Pag. 7
Vado molto brevemente. Sui tempi di adozione dei decreti ministeriali ho già detto. Concludo dicendo che in riferimento al decreto requisiti tecnici si rappresenta che il testo definitivo, modificato e integrato secondo le indicazioni da ultimo pervenute dall'Agenzia delle entrate, sarà trasmesso nella giornata odierna all'ufficio di Gabinetto e quindi inviato per il concerto a MIT, MATTM e MEF, mentre, come ho detto, il decreto ministeriale asseverazioni verrà sottoscritto oggi.
Io avrei concluso, così magari riusciamo a raccogliere un po' di interventi. Grazie.
PRESIDENTE. Grazie, signor Ministro, per questa analisi puntuale e completa, direi anche aggiornata. A questo punto lascerei spazio ai commissari. Senatore de Bertoldi, prego.
ANDREA DE BERTOLDI. Ringrazio il Ministro Patuanelli. Da un po' non lo vedevamo in Senato per via di tutti gli impegni, quindi lo rivedo volentieri in Commissione. Ministro, io non le nascondo che ritengo che la misura della quale stiamo discutendo sia o possa, almeno potenzialmente, essere la miglior misura, come ho detto anche in dichiarazione di voto in Aula, forse per noi l'unica misura interessante dell'intero decreto Rilancio. Proprio per questo mi voglio augurare che questa misura possa effettivamente essere utilizzata e contribuire alla crescita e alla ripresa di questo Paese. La ringrazio anche per essersi ricordato, nel miglioramento del decreto, anche di noi senatori. Purtroppo il monocameralismo, che ormai è imperante, ci ha di fatto impedito di metterci mano concretamente. Nello specifico, io vorrei che anche nei decreti attuativi, nelle disposizioni che andranno poi di fatto a formare definitivamente il percorso, si cercasse di semplificare il più possibile. Io sono un commercialista, quindi non sono uno di quei tecnici primieramente interessati al percorso, che sono soprattutto ingegneri, architetti, geometri, eccetera. Ho sentito un po' di preoccupazioni per alcuni passaggi che sarebbero un po' complicati, tanto che qualche giorno fa finanche Il Sole 24 Ore in un articolo diceva che in alcune situazioni, nonostante tutto, conviene andare sulle misure precedenti (il 50 per cento, il 65 per cento, eccetera), che sono sicuramente meno convenienti, ma molto più facili e più realizzabili. Io vorrei che questo non fosse un'alternativa reale, perché la misura è buona e interessante, ma dobbiamo fare in modo che la burocrazia e la paura che gli italiani siano sempre pronti a rubare, a fregare, a eludere la legge non vanifichi la portata della norma. Quindi ben vengano le regole, ci mancherebbe altro, ma cerchiamo di non rovinare una norma che in sé dovrebbe e potrebbe essere molto importante. L'ultimo passaggio, per non rubare tempo ai colleghi, riguarda un aspetto fondamentale del bonus e cioè il fatto che questo credito d'imposta sia un credito d'imposta che ha fatto un passo in avanti, forse anche due, cioè è trasmissibile e quindi cedibile e utilizzabile. Io credo che ci vorrebbe uno sforzo in più, ovviamente in senso più lato, che sarebbe quello di accompagnare questi crediti d'imposta alla moneta fiscale. È un percorso che si dovrebbe portare avanti perché, nel momento in cui davvero si cartolarizza il credito d'imposta, si potrebbe rendere questo strumento al 100 per cento efficace e permettere di creare questa moneta parallela che darebbe ulteriore vitalità al sistema. Il mio auspicio è che anche lei, quale Ministro, possa supportare questo percorso che peraltro proviene anche dagli intenti del suo movimento e al quale Fratelli d'Italia ha dato un supporto, almeno nelle intenzioni, sperando che venga tradotto in fatti concreti e praticabili. Grazie.
PRESIDENTE. Grazie, senatore. Senatore Fenu, prego.
EMILIANO FENU. Anch'io ringrazio il Ministro, perché ci ha dato delle informazioni molto importanti, vista anche l'attesa che c'è per la misura. Giusto due brevi considerazioni. In realtà concordo in parte con quello che è stato detto dal collega de Bertoldi, ma non concordo sul fatto che ci sia un rischio di vanificazione della misura, perché uno dei due elementi principalmente Pag. 8 innovatori della misura – secondo me è quello più innovatore – non è tanto la percentuale di detrazione, quanto la cedibilità a chiunque dei crediti. Quindi anche le vecchie detrazioni e le vecchie misure diventano cedibili e quelle sono una rete di salvataggio. Quindi, nella malaugurata ipotesi in cui un soggetto non dovesse raggiungere il miglioramento energetico di due classi, ad esempio per l'isolamento termico, ha comunque la rete di salvataggio del 90 per cento del bonus facciate, anche quello cedibile allo stesso modo a terzi e a banche. Quindi in realtà c'è la parte secondo me più importante della misura che rimane comunque sempre in piedi anche per le vecchie detrazioni. Questo è molto importante. Sulla questione della moneta fiscale, nei fatti, nel momento in cui si può chiedere credito fiscale a chiunque, già si sta emettendo moneta fiscale, soprattutto in percentuali così alte da parte dello Stato, ma, a prescindere dalla denominazione di moneta fiscale o meno, è lo Stato che interviene in una misura con diverse finalità per dare fiato a quello che in Italia è sempre stato il settore maggiormente trainante. Ho sentito il passaggio un po' male, però credo di aver capito che c'è stata da parte del Ministero un'estensione della possibilità di beneficiare della misura anche per chi adotta sistemi di accumulo di energia prodotta con celle a idrogeno. Questo è molto importante. Anche io sono un semplice commercialista, però effettivamente credo che questa nuova energia abbia molte più potenzialità della pura produzione elettrica, quindi questa è un'estensione che è molto importante. Volevo chiedere se era stata prevista nella circolare o, in caso contrario, se si intendeva prevedere una precisazione sulla tempistica dell'attestazione energetica. Sappiamo che l'attestazione energetica deve essere fatta prima e dopo i lavori, però ci sono i contribuenti che avevano già iniziato i lavori; quindi volevo giusto una precisazione per sapere se il tecnico può redigere un'attestazione energetica con data antecedente, quindi retroattiva, alla data di inizio dei lavori. Grazie.
PRESIDENTE. Grazie, senatore. Onorevole Giacometto, prego.
CARLO GIACOMETTO. Grazie, presidente. Intanto mi scuso con il Ministro e con i colleghi per il ritardo con cui sono arrivato. Comunque ho sentito la coda del suo intervento, che tra l'altro mi ha dato anch'esso alcuni spunti su cui poi magari farò qualche domanda. Intanto faccio una considerazione generale che va nella direzione di quanto detto già da chi mi ha preceduto, in particolare dal senatore De Bertoldi, e cioè che questa misura forse è l'unica, dal nostro punto di vista, che risponde un po' al titolo che si era dato al decreto che è stato approvato qualche settimana fa, cioè un vero e proprio rilancio. All'interno di quel documento probabilmente la misura del Superbonus al 110 per cento risponde essenzialmente a un tema di rilancio, perché noi sappiamo che tutto ciò che gira intorno a questo mondo (il mondo dell'edilizia, il mondo delle costruzioni, il mondo dell'efficientamento energetico) evidentemente ha una capacità di essere anticiclico in campo economico e soprattutto in situazioni di grande difficoltà come sono quelle attuali. Quindi la possibilità per i cittadini di fare degli interventi tramite il Superbonus al 110 per cento di sconto in fattura o di cessione del credito evidentemente è una modalità che favorisce il rilancio, si spera. A tal proposito faccio subito una domanda, poi magari andiamo sul resto. Chiederei al Ministro se al termine del periodo di osservazione, cioè del periodo nel quale il Superbonus è in vigore – mi sembra scada il 31 gennaio del 2021 per tutti e il 30 giugno 2022 per gli Istituti Autonomi Case Popolari – si prevedrà un monitoraggio delle ricadute di questo tipo di misura. Credo che questo possa essere interessante non solo al termine dell'intervento, ma magari per fasi successive, durante questo anno e mezzo. Questo dal punto di vista della norma. Per quanto riguarda i decreti, mi ha già risposto sui tempi. Un'esigenza che avverto nel colloquio quotidiano soprattutto con gli operatori del settore è certamente quella della semplificazione. L'ha detto il senatore De Bertoldi. È un tema fondamentale per far sì che questo provvedimento abbia i suoi effetti che tutti noi auspichiamo. Un'altra Pag. 9 questione importante, però, è anche quella dei tempi. Se da un lato il decreto asseverazioni, come ci ha detto, è imminente – questa è una buona notizia – dall'altro lato il decreto requisiti tecnici avrebbe bisogno di una certezza in più dal punto di vista dei tempi e, quindi, le chiederei una particolare attenzione. Infine due suggerimenti o considerazioni generali che potrebbero trovare spazio magari in altri provvedimenti per migliorare ulteriormente la norma. Uno, la possibile estensione – mi piacerebbe sentire cosa ne pensa il Ministro di questa opportunità – anche alle partite IVA in generale. Credo che sia un tema su cui il Governo debba riflettere. Due, l'ho detto prima lateralmente parlando dell'Istituto Autonomo Case Popolari, anche una possibile estensione temporale, magari uniformandola al 30 giugno 2022. Non capisco la differenza tra il condominio privato e l'Istituto Autonomo Case Popolari in termini temporali. Magari si potrebbe andare anche oltre il 2021: 31 gennaio o 30 giugno 2022. Grazie.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Giacometto. Signor Ministro, mi permetto di aggiungere un'ulteriore considerazione che è emersa anche dalle audizioni che abbiamo fatto nelle sedute precedenti. C'è questo dubbio rispetto alla possibilità di cedere il credito e renderlo effettivamente moneta circolante in relazione al numero delle cessioni che si possono fare a seguito della prima cessione. Credo che sarebbe importante chiarire anche questo aspetto perché, evidentemente, la possibilità di cedere il credito senza limitazioni renderebbe a tutti gli effetti questo credito una moneta circolante alternativa, quindi sarebbe molto importante considerare o comunque valutare anche questa possibilità proprio per dare piena attuazione alla misura. Infine, lei certamente conosce gli studi che sono stati fatti dal CRESME (Centro Ricerche Economiche, Sociologiche e di Mercato nell'Edilizia) e dal Servizio Studi della Camera, che hanno dimostrato che negli ultimi venti anni le detrazioni fiscali sull'edilizia non solo non hanno prodotto costi per il fisco, ma addirittura si stima che abbiano prodotto un miliardo e mezzo di utile per lo Stato al netto dell'indotto e, considerando l'indotto, si parla di qualche decina di miliardi. I numeri sono sempre opinabili, ma certamente questo è un aspetto che ci dovrebbe far riflettere anche per rendere strutturale questa misura. Grazie, signor Ministro.
STEFANO PATUANELLI, Ministro dello sviluppo economico. Grazie, presidente. Ringrazio tutti i colleghi intervenuti. Parto proprio da quest'ultima considerazione. Io sono totalmente convinto che sia così, che il moltiplicatore degli interventi in edilizia sia un moltiplicatore virtuoso e che stimolare l'edilizia porti a produzione e a distribuzione di ricchezza. Bisogna convincere la Ragioneria, che, io dico anche giustamente, riesce molto bene a determinare i costi. Quando si parla poi di individuare anche le ricadute e i benefici fiscali della misura, ha il «braccino» un pochino più corto, ma ritengo che sia comunque un elemento anche di giusta cautela. Questo elemento, però, lo ricollego ad alcuni altri interventi. È fondamentale il monitoraggio di quello che succederà proprio per valutarne la ricaduta e gli effetti reali, anche perché l'innovazione che abbiamo introdotto con il 110 per cento non è soltanto un aumento dell'aliquota di detrazione, ma è anche legata alle tipologie di lavori che facciamo. Lo dico veramente da tecnico che per quasi venti anni ha svolto la professione. Non è facile capire quanti immobili avranno la possibilità di essere oggetto di intervento con le condizionalità del 119, che non sono tante, quindi i requisiti sono abbastanza semplici. Non tutti gli immobili, però, hanno la possibilità di vedere realizzato un cappotto esterno, non soltanto per questioni di vincoli o per facciate particolari che non consentono la realizzazione del cappotto esterno, ma ad esempio perché il requisito richiesto del passaggio delle due classi energetiche può costringere alla realizzazione di un cappotto di dimensioni importanti e questo può essere difficile da realizzare laddove la distanza tra le facciate finestrate è di 10 metri e non si riesce a stare nei 10 centimetri. Dipende molto anche dalle norme locali. Il Governo non ha la possibilità di valutare singolo caso per singolo Pag. 10caso se quell'intervento è possibile o meno, per cui la valutazione reale dell'effetto della norma ce l'avremo probabilmente verso la fine del periodo di sperimentazione. La cosa però molto interessante è che questa norma è stata vista a livello europeo con grandissimo interesse quasi da tutti i Paesi membri, che ci hanno chiesto delucidazioni, spiegazioni, approfondimenti. Siccome è legata al raggiungimento degli obiettivi PNIEC e uno dei tredici elementi di valutazione dei progetti che entro il 15 ottobre dovremmo presentare alla Commissione per l'utilizzo delle risorse messe a disposizione dal Recovery Fund è proprio il raggiungimento degli obiettivi PNIEC e questo elemento dell'efficientamento energetico è un elemento importante, perché il 35 per cento degli obiettivi di riduzione di emissioni è legato all'edilizia, cioè alla residenza e all'efficientamento energetico degli immobili, riteniamo che possa essere uno degli elementi da inserire che duri tutto il settennato e che possa avere le risorse europee per essere attuato laddove non riuscissimo a dimostrare che c'è un beneficio e che quindi non è un costo, cosa che è oggettivamente complessa. Io comprendo la preoccupazione sul numero di cessioni, però il testo è chiaro nel dire che le cessioni non hanno un numero predefinito. È questo il passaggio epocale della norma. Fino a ieri Eurostat e Bankitalia ci dicevano che si poteva fare cessione una volta e all'interno della filiera, perché altrimenti si creava debito pubblico. Senatore, noi dobbiamo arrivare alla moneta fiscale per piccoli passi. È come la rana bollita: se l'acqua è bollente e metti la rana, salta fuori; se invece la lasci, piano piano riesci a cuocerla a fuoco lento. Altrimenti avremmo difficoltà ad arrivare a quell'obiettivo, che è un obiettivo secondo me sacrosanto. Io rappresento il Governo e non una forza politica e quindi rispetto il mio ruolo istituzionale, però è evidente che la forza politica a cui appartengo, e non solo questa ma anche la sua, senatore, ha sempre parlato di moneta fiscale e secondo me è un elemento che dobbiamo piano piano raggiungere. Questo è probabilmente il passo più grande che siamo riusciti a fare. Adesso vanno fatti ancora dei passi. Ad esempio, le detrazioni e i crediti d'imposta legati al 4.0 possono essere oggetto di discussione parlamentare su come trasformarli in crediti cedibili. Per le imprese sarebbe un elemento importante, ma non solo. Anche le compensazioni del credito con i debiti fiscali devono essere contenute in un disegno un po' più ampio di quanto oggi accade. Ho già parlato dell'estensione temporale, ma sono convintissimo che l'estensione temporale alle partite IVA possa essere un elemento importante. Ribadisco che va visto nel contesto dell'effetto complessivo della norma. Abbiamo questo periodo di sperimentazione. Io ritengo che si debba dare una certezza almeno nell'arco di un triennio. Per quanto riguarda tutte le misure che vengono fatte (il 4.0, l'ecobonus, eccetera) io considero che dovremmo avere la capacità di farle per un triennio per dare delle certezze di programmazione degli investimenti, dopodiché alla fine del triennio valutare se riproporle per un ulteriore triennio. Ritengo che le risorse ci saranno per portarle avanti per tutto il settennato della programmazione economica finanziaria europea, che lavora a settennati. Sui tempi, ribadisco, io credo che oggi stesso dovremmo riuscire a inviare per il concerto anche i requisiti tecnici agli altri Ministeri. Scusate, ma non credo che sia l'unica misura di prospettiva contenuta nel decreto Rilancio. È vero che forse ha un nome forzato. Lo dico perché non mi piace parlare per slogan e non mi piacciono neanche i titoli dei decreti. I decreti sono decreti, chiamiamoli per numero e per data. Però io credo che, invece, abbiamo fatto molto sul mondo delle start up e sul trasferimento tecnologico con la Fondazione Enea tech, che è stata criticata da una forza politica in particolare, ma che in realtà è un tassello che mancava nel passaggio fondamentale che c'è tra la ricerca scientifica, la ricerca applicata e la prototipazione. Quel pezzetto tra la ricerca applicata e la prototipazione mancava di supporto rispetto a un mondo virtuoso di start up che nascono. Quei 500 milioni sono veramente bene investiti in un progetto di rilancio per il Paese. Quindi non è soltanto questa la norma; ce ne sono Pag. 11almeno due. Forse non basta giustificare il nome del decreto, questo io lo condivido. Riguardo alla tempistica per l'APE in realtà non c'è una previsione specifica. L'APE però è un elemento che deve contenere la data a cui fa riferimento l'analisi. Posso redigere oggi – già oggi è così – però devo dichiarare di essere in possesso dei dati necessari per fare un'APE oggi rispetto a una situazione pregressa. In un processo come questo ciò accade sempre perché c'è una parte progettuale che parte comunque dallo stato di fatto, anche se i lavori sono iniziati prima; quindi ritengo che si possa risolvere questo problema. Credo di aver risposto quasi a tutto, se non ho preso male gli appunti. Sulla maggior semplificazione possibile, c'è la volontà di modellizzare e standardizzare le tipologie di modelli da inviare a ENEA proprio per incidere fortemente sulla semplificazione e quindi avremo tutti lo stesso modello. La semplificazione non è soltanto in uscita, ma anche in entrata e poi l'ente è il soggetto che dovrà fare i controlli e le verifiche. Io non ho altro da aggiungere. Vi ringrazio per questa audizione e per l'attenzione.
PRESIDENTE. Signor Ministro, mi permetta di farle i complimenti per la chiarezza dell'esposizione e per la competenza. Da tecnico dico che si vede quando c'è un tecnico al posto giusto.
Dichiaro conclusa l'audizione.
La seduta termina alle 9.15.