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XVIII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati

Resoconto stenografico



Seduta n. 87 di Martedì 27 ottobre 2020

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Vignaroli Stefano , Presidente ... 3 

Audizione del prefetto di Palermo, Giuseppe Forlani:
Vignaroli Stefano , Presidente ... 3 
Forlani Giuseppe , Prefetto di Palermo ... 3 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 5 
Briziarelli Luca  ... 5 
Forlani Giuseppe , Prefetto di Palermo ... 5 
Licatini Caterina (M5S)  ... 6 
Forlani Giuseppe , Prefetto di Palermo ... 7 
Briziarelli Luca  ... 7 
Forlani Giuseppe , Prefetto di Palermo ... 8 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 8 
Forlani Giuseppe , Prefetto di Palermo ... 8 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 8 
Forlani Giuseppe , Prefetto di Palermo ... 8 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 9 
Forlani Giuseppe , Prefetto di Palermo ... 9 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 9 
Forlani Giuseppe , Prefetto di Palermo ... 9 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 9 
Forlani Giuseppe , Prefetto di Palermo ... 9 
Briziarelli Luca  ... 9 
Forlani Giuseppe , Prefetto di Palermo ... 9 
Licatini Caterina (M5S)  ... 10 
Forlani Giuseppe , Prefetto di Palermo ... 10 
Trentacoste Fabrizio  ... 11 
Forlani Giuseppe , Prefetto di Palermo ... 11 
Briziarelli Luca  ... 11 
Forlani Giuseppe , Prefetto di Palermo ... 11 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 11 

Audizione del sindaco di Termini Imerese, Maria Terranova:
Vignaroli Stefano , Presidente ... 11 
Terranova Maria , Sindaco di Termini Imerese ... 11 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 14 
Licatini Caterina (M5S)  ... 14 
Terranova Maria , Sindaco di Termini Imerese ... 15 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 15 
Terranova Maria , Sindaco di Termini Imerese ... 15 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 16 

Audizione di rappresentanti di associazioni ambientaliste:
Vignaroli Stefano , Presidente ... 16 
Ciulla Pietro , Presidente di WWF Sicilia Occidentale ... 16 
Loria Francesco , Presidente dell'Associazione San Cataldo Baia della Legalità di Terrasini ... 17 
Purpi Giuseppe , Presidente Associazione l'Arca di Termini Imerese ... 19 
Liotti Francesco , Presidente del Circolo Mesogeo di Legambiente Palermo ... 20 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 21 
Licatini Caterina (M5S)  ... 21 
Liotti Francesco , Presidente del Circolo Mesogeo di Legambiente Palermo ... 21 
Ciulla Pietro , Presidente di WWF Sicilia Occidentale ... 21 
Trentacoste Fabrizio  ... 22 
Loria Francesco , Presidente dell'Associazione San Cataldo Baia della Legalità di Terrasini ... 22 
Moscato Agostino , Rappresentante di Legambiente Termini Imerese ... 23 
Morabito Ernesta , Vicepresidente di Italia Nostra ... 23 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 24 
Morabito Ernesta , Vicepresidente di Italia Nostra ... 24 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 24 
Morabito Ernesta , Vicepresidente di Italia Nostra ... 24 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 24 
Morabito Ernesta , Vicepresidente di Italia Nostra ... 24 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 24 
Morabito Ernesta , Vicepresidente di Italia Nostra ... 24 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 24 
Briziarelli Luca  ... 24 
Purpi Giuseppe , Presidente Associazione l'Arca di Termini Imerese ... 25 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 26 
Ciulla Pietro , Presidente di WWF Sicilia Occidentale ... 26 
Lorefice Pietro  ... 26 
Purpi Giuseppe , Presidente Associazione l'Arca di Termini Imerese ... 26 
Moscato Agostino , Rappresentante di Legambiente Termini Imerese ... 26 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 26 
Morabito Ernesta , Vicepresidente di Italia Nostra ... 26 
Licatini Caterina (M5S)  ... 27 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 27

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
STEFANO VIGNAROLI

  La seduta comincia alle 10.15

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante l'attivazione degli impianti audiovisivi a circuito chiuso e la trasmissione streaming sulla web-tv della Camera dei deputati.

  (Così rimane stabilito).

Audizione del prefetto di Palermo, Giuseppe Forlani.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione, in videoconferenza, del prefetto di Palermo, Giuseppe Forlani. L'audizione rientra nell'ambito dell'approfondimento che la Commissione sta svolgendo sul fenomeno delle acque reflue urbane e industriali e sui fanghi derivanti dal trattamento delle acque reflue con particolare riferimento alla situazione che si registra in Sicilia. Avverto che della presente audizione sarà redatto un resoconto stenografico. Invito dunque il nostro ospite a svolgere una relazione, al termine della quale seguiranno eventuali domande o richieste di chiarimento da parte dei commissari.

  GIUSEPPE FORLANI, Prefetto di Palermo. Questa mia audizione segue gli incontri della Commissione che ci sono stati già in provincia e che hanno evidenziato quali sono alcune criticità negli impianti visitati. Io sono a Palermo dalla fine di maggio e ho avuto la possibilità, in questi mesi, di poter constatare in relazione a episodi specifici alcune di queste criticità. Una conseguenza del mancato completamento o comunque dell'insufficiente funzionamento degli impianti di depurazione è che durante l'estate, facendo specifici sopralluoghi lungo la costa, ci sono chilometri sottratti alla balneazione, all'uso delle acque per la cattiva qualità data anche dalla mancata depurazione. Sicuramente questo è stato uno dei fenomeni che ha subito attratto la mia attenzione considerato che la mancata balneazione libera – oltre che naturalmente l'impatto ambientale che questo determina – condiziona fortemente lo sviluppo del settore turistico che potrebbe essere per la Sicilia anche un volano molto importante per il lavoro e per l'economia. L'altro episodio che si è verificato questa estate è legato al nubifragio del 15 luglio che ha messo in evidenza anche l'insufficienza della raccolta delle acque piovane. Da qui l'importanza del lavoro che sta svolgendo il commissario unico per la depurazione per superare le infrazioni europee che ci sono state già intimate per il fatto che acque pluviali e acque nere hanno alla fine un unico e insufficiente trasporto. In particolare questo si è evidenziato nella borgata di Mondello-Partanna dove al tema della depurazione si associa quello del dissesto e quindi in questo caso l'intervento del commissario per il dissesto idrogeologico per la sistemazione e la regimazione delle acque superficiali. Così come già indicato nella relazione trasmessa alla Commissione, il tema della depurazione delle acque reflue urbane e industriali ha le criticità che sono state messe in evidenza non soltanto dai lavori della Commissione, ma anche e soprattutto dalle infrazioni comunitarie a cui siamo stati esposti. Credo che una prima sottolineatura vada fatta Pag. 4rispetto al sistema di governance tra le dimensioni degli enti gestori e la capacità di poter gestire efficientemente gli stessi sistemi. Rispetto a questo l'attività del prefetto è quella – seppure in una regione a statuto speciale dove il controllo sugli enti da parte del prefetto è limitato – di avere un'attenzione collaborativa per facilitare il funzionamento di questi organismi. Dicevo che una criticità riguarda la governance di questi processi, l'altra è il forte sottodimensionamento dei presidi depurativi. Questo vale in particolare lungo la fascia costiera dove il numero di abitanti equivalenti cresce esponenzialmente durante l'estate e quindi soprattutto in un momento in cui la depurazione dovrebbe essere più efficiente, si possono registrare fenomeni di anomalia. Tra i fenomeni che possiamo segnalare come fattori di criticità c'è sicuramente quello della densità abitativa, soprattutto nella città di Palermo, ma non solo; la frammentazione della gestione delle infrastrutture come ricordavo prima; l'esistenza delle condotte a mare, spesso non mantenute adeguatamente; i carichi determinati dagli afflussi turistici; la scarsa o non puntuale misurazione e caratterizzazione delle portate in ingresso che finisce per danneggiare gli stessi impianti di depurazione; il sottodimensionamento di alcuni impianti e la gestione non sempre ottimale degli stessi. In particolare sotto questo profilo una delle criticità è collegata sicuramente anche allo smaltimento dei fanghi provenienti dalla depurazione e non trattati appropriatamente.
  La criticità legata alla governance d'altra parte è evidenziata proprio dalla pluriennale gestione commissariale degli impianti. Ci sono lamentele per quanto riguarda le emissioni all'origine che qualche volta hanno determinato anche il sequestro preventivo degli impianti. Devo segnalare che naturalmente il Nucleo operativo ecologico dei Carabinieri (NOE) svolge un'attività preziosissima e per noi sicuramente è il primo riferimento nel monitoraggio e nella conoscenza dei fenomeni ambientali legati al ciclo dello smaltimento dei rifiuti, ma anche al ciclo della depurazione delle acque. Il tema che loro segnalano riguarda le criticità che vi ho indicato.
  Per quanto riguarda gli impianti di depurazione, secondo indicazioni dell'Agenzia regionale per la protezione ambientale (ARPA) sono 78 quelli attivi e funzionanti e meno della metà sono di buona qualità. Trentacinque impianti fanno parte del gestore unico Azienda municipalizzata acquedotto di Palermo (AMAP) che ha delle difficoltà legate al dimensionamento delle attività rispetto a quelle organizzative. Su Palermo il commissario unico per la depurazione è fortemente impegnato: quest'estate sono stati aperti alcuni lotti del sistema fognario urbano caratterizzato, come dicevo prima, dalla densità della popolazione e anche dalle modalità costruttive nel tempo o di abuso di costruzione che c'è stato nel territorio. Il depuratore di Palermo registra anche le sofferenze legate allo smaltimento dei percolati provenienti dalla discarica di Bellolampo. Tra le strutture che sono state anche visitate dalla Commissione sicuramente ci sono i depuratori di Termini e Carini e anche qui sono in corso i lavori progettati dal commissario.
  Tutto il sistema della città di Palermo è legato al progetto, in corso di realizzazione, per il raddoppio della capacità del depuratore di Acqua dei Corsari. Questo rappresenterà veramente la svolta nel sistema, riuscendo a intercettare e raccogliere in modo appropriato quella metà di abitanti equivalenti che attualmente viene invece convogliata nel porto della città.
  Vi dicevo prima che il NOE svolge continuamente attività e contestazioni per gli illeciti che vengono accertati. L'ultima considerazione riguarda, ma già l'ho accennato prima, la gestione e lo smaltimento dei fanghi che è un processo fondamentale per la gestione stessa dell'impianto. Naturalmente anche qui non c'è una perfetta gestione e soprattutto la difficoltà legata ai costi per un corretto smaltimento. Questo spesso finisce per determinare un trattamento non corretto dei fanghi, sia per la mancanza di siti in cui collocarli sia per il processo stesso che non viene eseguito correttamente. Se si riuscisse a dare piena attuazione anche alle soluzioni prospettate Pag. 5con l'utilizzo dei fanghi prodotti per l'agricoltura così come il compostaggio, probabilmente si potrebbe garantire anche a questo segmento un'appropriata soluzione.
  Come prefettura attualmente la nostra attenzione è rivolta soprattutto all'attività di prevenzione amministrativa, quindi abbiamo- in particolare con AMAP, ma anche con le altre municipalizzate di Palermo così come con molti comuni della provincia- dei protocolli di legalità che tendono ad abbassare le soglie per sottoporre gli appalti acquisti e forniture al controllo antimafia.
  Un'ultima annotazione: quest'estate c'è stato un episodio di danneggiamento verificatosi in un cantiere della depurazione a Palermo. Al momento non sono state accertate origini particolari, ma le attività di indagine sono in corso proprio per tenere in sicurezza questo tipo di appalto e quindi evitare quei fenomeni estorsivi che spesso si caratterizzano attraverso questi atti di danneggiamento. Le indagini sono in corso e quindi su questo c'è massima attenzione delle forze di Polizia e anche della prefettura. Grazie, presidente.

  PRESIDENTE. Grazie prefetto. Cedo la parola ai parlamentari che intendano esprimere opinioni o porre delle domande.

  LUCA BRIZIARELLI. Grazie per la precisione e la puntualità di quanto ha riferito. Volevo porre due domande. Nella prima parte dell'intervento faceva riferimento a una verifica sulle coste e faceva riferimento a quanti chilometri sono sottratti a balneazione a causa della situazione in cui versa complessivamente la depurazione, in realtà la mancanza di depurazione. Una domanda: il censimento ha riguardato genericamente, per quanto a sua conoscenza, solo i tratti di costa che non risultano balneabili a causa degli scarichi del malfunzionamento delle strutture oppure – visto che è un passaggio che ha richiamato due volte e che ricorre anche nella relazione – lo stato delle condotte sottomarine? A suo giudizio e per le informazioni di cui è in possesso, si è svolto anche da parte dell'autorità competenti un censimento sullo stato effettivo delle condotte sottomarine? A pagina tre al punto i) viene detto che in caso di mancata manutenzione o scarsa manutenzione le condotte sottomarine tendono a spezzarsi, quindi la prima domanda riguarda questo.
  La seconda domanda è una richiesta di precisazione. Se potesse darci qualche informazione in più- per quanto a lei noto- relativamente al passaggio a pagina quattro sull'irregolare smaltimento di ingenti quantità di rifiuti speciali liquidi provenienti da Bellolampo presso il depuratore di Acqua dei Corsari. A questo proposito faccio anche una domanda relativa al potenziamento di Acqua dei Corsari che dovrebbe diventare il polo unico depurativo per la totalità dei reflui provenienti dal centro urbano e dai comuni allacciati. Domando se si sia tenuto conto nel calcolo delle potenzialità di tutto quello che ci finisce dentro, oltre che di quello che dovrebbe finirci.
  L'ultimo passaggio è relativo a Santa Flavia, mi riferisco a pagina sei. Questo è uno dei depuratori che abbiamo visitato come Commissione. Qui nel passaggio, forse per sintesi, si dice che il depuratore è realizzato da anni e manca il collegamento alla rete fognaria. Abbiamo una situazione per la quale è stata affidata al commissario la realizzazione della rete fognaria e non del depuratore ed è una situazione che dovrebbe essere superata. Per quanto ne sa lei, attualmente, considerando che la situazione perdura da anni, i lavori realmente realizzati dovranno essere rifatti? Noi abbiamo visto lo stato in cui versa il depuratore, ci risulta che ci sia un progetto nuovo che dovrebbe risolvere il problema. Non si tratta più solamente di collegare, ma bisognerà intervenire nuovamente sulla struttura per quanto presente e per come dovrà essere migliorata.

  GIUSEPPE FORLANI, Prefetto di Palermo. Come ho detto prima, la mia è stata una ricognizione collegata essenzialmente alla riapertura delle spiagge dopo il lockdown per il COVID e quindi era funzionale a una presa di conoscenza degli spazi destinabili alla balneazione da parte della popolazione. In quella sede, facendo questa Pag. 6ricognizione sistematica lungo la costa, ho potuto notare sommariamente questa situazione che poi ho ritrovato leggendo i rapporti che sono emersi anche da Legambiente piuttosto che dall'ARPA. Non è stata una sistematica attività di rilevazione da parte della prefettura in materia. Ho citato quell'episodio e l'altro del nubifragio di luglio perché sono stati i casi pratici che mi hanno indotto a occuparmi di questo caso così come mi sono occupato a settembre del problema dell'allacciamento elettrico di alcuni acquedotti in conseguenza del passaggio da un soggetto gestore a un altro. La mia risposta è che non ho un'indicazione quantitativa, ma soltanto un'indicazione mia deduttiva da quello che ho visto.
  Per quanto riguarda l'efficienza dei sistemi di trasporto delle condotte marine, anche questo è un riferimento che naturalmente ho ricevuto da parte del NOE dei Carabinieri. Si tratta di un'evidenza, un'ipotesi collegata in generale alla qualità delle manutenzioni di questi impianti e quindi anche alla maggiore esposizione al danneggiamento delle condotte marine che naturalmente rappresentano, proprio per l'infrastrutturazione degli impianti, una delle modalità più utilizzate per la raccolta delle acque reflue.
  Per quanto riguarda il completamento della rete fognante del comune di Santa Flavia abbiamo riportato in un'annotazione lo stato dell'arte così come lo abbiamo registrato e quindi anche i lavori che sono previsti. Purtroppo questi lavori non sono ravvicinati nel tempo, ma sono le previsioni della delibera del Comitato interministeriale per la programmazione economica (CIPE) e l'accordo di programma quadro che prevedono per Santa Flavia questi due interventi.
  Quanto all'altro passaggio relativo allo smaltimento del percolato e all'attività in corso da parte dell'Arma, generata anche dal nel 2018 da una querela presentata dalla responsabile della struttura del depuratore che segnalava la presenza di sostanze inquinanti, l'attività d'indagine che stanno svolgendo i Carabinieri mi è stata riferita in modo sommario nei termini che io vi ho riferito.

  CATERINA LICATINI. Buongiorno, prefetto e grazie per la sua relazione. Lei si è venuto a trovare una situazione alquanto complicata già in sé; oltretutto la Sicilia ha a fronte un argomento ambientale molto delicato e molto ampio e, come ha ben detto lei, molto già si sta facendo per quanto riguarda tutti quegli impianti che sono oggi commissariati. Abbiamo lavorato per implementare la struttura commissariale e tra l'altro uno dei subcommissari ha la delega proprio alla Sicilia perché rappresenta una delle questioni più difficili che abbiamo affrontato. In sostanza questi fondi CIPE che citava lei poc'anzi non sono stati nemmeno spesi per il cinquanta per cento. Si sta facendo un buon lavoro in questo senso, ma rimane un altro importante problema legato alla depurazione degli impianti che in linea teorica dovrebbero funzionare. Abbiamo invece notato come ci siano diversi problemi e meno del cinquanta per cento di quelli che dovrebbero essere attivi e funzionanti poi in realtà lo sono. Molto spesso questo è legato a problemi di scarico illecito dei fanghi che dovrebbero essere gestiti in altro modo e a cui lei faceva riferimento; un altro problema che ha citato è proprio quello degli scarichi abusivi e rispetto a questo difficilmente si è cercato di lavorare in piena collaborazione tra i vari enti. Tra le sue prerogative c'è anche il confronto con i sindaci o i presidenti della provincia e potrebbe avere un ruolo significativo nel sensibilizzare i nostri amministratori. Ad esempio c'erano progetti importanti come quello del contratto di fiume che poi nel corso degli ultimi due anni è stato completamente abbandonato.
  Le domando se c'è una sua azione per lavorare in sinergia con gli altri amministratori e per poterli anche sensibilizzare e poi c'è una domanda che vorrei porre che non riguarda solo il problema della depurazione, ma è riferita a tutti gli illeciti di tipo ambientale. Mi riferisco al vostro comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, dove assieme a lei vi sono anche rappresentanti delle forze dell'ordine e non solo: le domando se questo potrebbe rappresentare anche un momento Pag. 7di confronto tra queste istituzioni per affrontare il tema degli illeciti ambientali della provincia. Oggi non esiste questo momento di confronto per cui, ad esempio, è capitato in audizione di parlare con le varie forze che seguivano indagini sullo stesso argomento, ma che non erano a conoscenza di alcuni dettagli importanti della vicenda.

  GIUSEPPE FORLANI, Prefetto di Palermo. L'attività del prefetto è orientata in due versanti. Uno riguarda il fatto di favorire il collegamento tra i comuni ed è quello che evidenziavo all'inizio parlando della governance. Ripeto, anche per il breve tempo che sono a Palermo, è una delle questioni che sto cercando di comprendere meglio perché il numero e il sovrapporsi di soggetti associativi, soprattutto per la gestione sia del tema dei rifiuti sia per il tema delle acque, non è semplicissimo da inquadrare, anche per la successione di questi organismi nel tempo in base alle leggi che si sono susseguite. Questa è una parte dell'attività, l'altra sicuramente è quella, anche sotto questo profilo, di interfacciare innanzitutto le forze di polizia ma anche i comuni, per i temi che sono più di loro diretta competenza e a impatto anche preventivo sul territorio. Mi riferisco per esempio al tema dell'abbandono dei rifiuti ingombranti qui nella città di Palermo e al cosiddetto fenomeno della migrazione dei rifiuti che ho constatato esistere anche in altre in altri territori del Paese. Questo fenomeno è collegato molto al non contemporaneo avvio nei comuni o all'interno del comune, in tutti i quartieri per esempio, della raccolta differenziata. In alcuni luoghi vengono come prima misura eliminati i cassonetti e appena vengono eliminati i cassonetti in quell'area o in quel comune, si nota una crescita degli abbandoni indifferenziati nei comuni limitrofi. Palermo subisce anche questo scempio e il comitato è stato interessato dal sindaco. Abbiamo attivato anche su questo una particolare osservazione delle pattuglie impegnate nel controllo del territorio, per effettuare segnalazioni tempestive al nucleo che il comune di Palermo ha attivato proprio per il contrasto di questo fenomeno. Inoltre ci sono servizi combinati tra tutte le forze di Polizia in funzione del monitoraggio del fenomeno nelle aree che vengono più frequentemente utilizzate per le discariche.
  L'altro profilo che seguiamo con attenzione e che è stato anche alla base di alcuni degli scioglimenti dei comuni per condizionamenti mafiosi è legato proprio al servizio di raccolta e smaltimento rifiuti. Lì l'attenzione è grande anche per questa particolarità. La prefettura nel tempo è intervenuta nelle situazioni di maggiore criticità anche per garantire alcuni processi. Ricordo che l'anno scorso il prefetto De Miro aveva contribuito alla riattivazione del trasferimento del residuo dei rifiuti attraverso un meccanismo di controllo qualitativo degli stessi che non venivano accettati nelle discariche a cui la regione aveva autorizzato il conferimento.
  Raccolgo sicuramente questa sollecitazione per confermare l'interesse della prefettura e anche del sistema che con la prefettura si coordina e si raccorda. Questo interesse deve essere alto e cerchiamo di mantenerlo alto nella contingenza di tutti gli affari che in questi mesi si sono sovrapposti. Come dicevo prima, quello è il nostro contributo, per quello che è possibile, per favorire l'avanzamento delle opere. Questo, ripeto, sia per i risultati che ci attendono...
  Quello che diceva a proposito della scarsa quantità di risorse già utilizzate per i programmi finanziati è una cosa che interessa sia per il risultato, e quindi il miglioramento delle condizioni ambientali, sia per il lavoro stesso. La Sicilia ha sete e fame di lavoro e non possiamo permetterci di avere le risorse e non impegnarle, quindi anche sotto questo profilo c'è la mia attenzione. Devo constatare che il giudizio sul lavoro del nuovo commissario è assolutamente positivo. Questa estate abbiamo avuto occasione di poterne parlare. Seguiamo questi lavori e siamo naturalmente pronti per sostenere e fare la nostra parte.

  LUCA BRIZIARELLI. Prima di tutto volevo ringraziare il prefetto per questi spunti che ci ha dato che sono esterni al tema della missione e che riguardano la depurazione del ciclo delle acque, ma è ovvio che non possiamo non interessarci anche Pag. 8dei rifiuti. Del resto la Commissione ha svolto un'appendice sulla discarica di Bellolampo, quindi cogliamo con positiva attenzione questo passaggio che ci ha fatto anche sull'attività della prefettura volta al miglioramento della qualità del rifiuto secco residuo. Però io vorrei fare una domanda relativa a pagina otto del documento che ci ha inviato nel quale si fa riferimento all'intesa per la legalità che è stata sottoscritta il 28 dicembre 2018 fra la prefettura, il comune di Palermo e le aziende partecipate. Nei quasi due anni di validità dell'intesa, non so quale fosse la durata temporale, che cosa ha prodotto l'intesa per la legalità? Da questa azione coordinata e congiunta sono emerse delle indicazioni particolari e delle criticità, anche alla luce dei fatti che nel corso dei mesi e degli anni anche recentemente hanno caratterizzato alcuni servizi resi dalle aziende partecipate che hanno sottoscritto il protocollo stesso? Al di là della bontà delle intenzioni, se l'intesa ha prodotto qualcosa di concreto.

  GIUSEPPE FORLANI, Prefetto di Palermo. Ho perso l'inizio dell'intervento perché non avevo il segnale. Per la parte finale ho attivato un monitoraggio dei protocolli che sono stati sottoscritti perché è evidente che non basta sottoscrivere i protocolli, ma vanno anche monitorati. Le richieste vengono alla Banca dati nazionale unica antimafia (BDNA) e vengono fatte da parte dei soggetti che hanno sottoscritto il protocollo. Ripeto, credo che alcuni effetti ci siano stati e siano stati positivi perché soprattutto le verifiche sottosoglia consentono di intercettare quelle imprese che, come l'esperienza ci insegna, sono interdette, cioè hanno condizioni e caratteristiche preclusive. La maggior parte dei documenti sono stati firmati o rinnovati l'anno scorso, quindi stiamo effettuando questo tipo di verifica. Credo che siano strumenti importanti anche quando si tratta di soggetti che volontariamente si sottopongono alla più stringente normativa antimafia; è un lavoro che richiede una particolare attenzione e cerchiamo di svolgerlo al meglio.

  PRESIDENTE. Magari se possiamo acquisire poi l'esito del riscontro.

  GIUSEPPE FORLANI, Prefetto di Palermo. Va bene.

  PRESIDENTE. Io ho alcune domande. In riferimento all'ex articolo 312 del testo unico ambientale lei può ricevere anche delega da parte del Ministero dell'ambiente per la tutela dell'ambiente. Domando se ha mai ricevuto questa delega, se ci sono ordinanze e quali sono state le ordinanze a sua firma, se ha mai ricevuto raccolte firme da parte di comitati e cittadini che sentiremo dopo e come sono andate a finire quelle richieste.

  GIUSEPPE FORLANI, Prefetto di Palermo. Io non sono a conoscenza di deleghe da parte del Ministero dell'ambiente su questo piano. In questo periodo abbiamo ricevuto richieste, soprattutto per tutta l'estate, io sono arrivato alla fine di maggio, in particolare che riguardano la raccolta rifiuti, aggravata anche da una situazione di contagio all'interno di uno dei depositi della Risorse ambiente Palermo (RAP) che ha determinato uno stazionamento dei rifiuti a lungo sulle strade. Questo ha aggravato una condizione che si protrae e che persiste in parte per quello che dicevo prima, l'abbandono illegale e abusivo e soprattutto della commissione dei rifiuti che rende più difficoltosa anche la raccolta. È un sistema che presenta delle criticità nella filiera e nella raccolta, ma questo è un altro tema ben evidenziato da parte di alcune Commissioni anche regionali che stanno approfondendo il tema dello smaltimento rifiuti.
  Rispetto al tema ambientale in questo periodo quello che ho potuto constatare è l'atteggiamento di resistenza della popolazione ad accettare gli impianti che vanno a potenziare il servizio. Quest'estate è stato presentato il progetto di collettamento su Carini dei reflui provenienti anche dai comuni limitrofi come Capaci; ci sono state delle proteste legate a questo maggiore utilizzo dell'impianto. Credo che questo faccia parte di quello che accade anche altrove. Pag. 9Quando riceviamo queste segnalazioni, noi naturalmente chiediamo specifici approfondimenti all'ente gestore e chiediamo contemporaneamente anche ai carabinieri di poterci riferire sulla situazione in modo da assumere ulteriori iniziative per la rimozione degli stessi.

  PRESIDENTE. Riguardo alle raccolte di firme che ha ricevuto non ho capito.

  GIUSEPPE FORLANI, Prefetto di Palermo. Riguardo a raccolte firme sistematiche su episodi c'è stato qualcosa che riguarda la Bertolino, ma questa è una ricorrenza. Non a caso anche voi avete fatto un sopralluogo per la questione delle emissioni in atmosfera. Noi sappiamo che ci sono in corso delle attività specifiche e che sono state raccolte quest'estate soprattutto legate allo stazionamento dei rifiuti lungo le strade della città di Palermo. Queste sono state le cose che ho annotato come maggiormente stringenti. C'è stata anche una raccolta e una segnalazione specifica sullo stato del fiume che attraversa Palermo, il fiume Oreto, dove viene segnalato sia lo stato di abbandono delle sue sponde, sia il convogliamento nelle acque di condotte e di scarichi fognari. Anche su questo abbiamo segnalato recentemente al comune e all'autorità di bacino questo tipo di evidenza in modo da cercare di raccogliere delle informazioni e soprattutto i progetti e i programmi che si possono e si intendono attivare.

  PRESIDENTE. Sul fiume Nocella non ha ricevuto nulla?

  GIUSEPPE FORLANI, Prefetto di Palermo. Sul fiume Nocella...

  PRESIDENTE. Comunque com'è la situazione?

  GIUSEPPE FORLANI, Prefetto di Palermo. Sul fiume Nocella non saprei dirle. Quello che ho constatato è la situazione del fiume Oreto; posso informarmi e poi farò un'integrazione alla relazione.

  LUCA BRIZIARELLI. Un'ultima domanda che mi sorge spontanea visto che lei ha ribadito più volte, credo almeno tre, che il problema più serio che ha avuto nel corso dei mesi estivi è stato quello dell'abbandono dei rifiuti, e cioè l'interruzione della raccolta dei rifiuti lungo le strade di Palermo e l'ha messo in relazione al COVID. Lei diceva che una quantità del personale della società addetta è stata colpita dal COVID. La domanda è questa e la faccio per capire. A noi da quello che è giunto e che si è letto sulla stampa e da varie informazioni risultava che il problema fosse quello del trattamento e dello smaltimento legato al completamento della sesta vasca; alla mancata autorizzazione per le 25.000 tonnellate in più; al ritardo nella progettazione e realizzazione della settima vasca di Bellolampo. Questo aveva portato a un accumulo di rifiuti all'interno della discarica che peraltro abbiamo potuto constatare perfino sul piazzale. Però nulla ci ha raggiunto – almeno non a me, non so ai colleghi – relativamente a situazioni di crisi ed emergenza relativa alla permanenza dei rifiuti in strada a Palermo. Su questo volevo sapere se era in grado di dettagliare meglio l'entità del problema perché dice che c'erano rifiuti per le strade a Palermo, ma io non ricordo neanche servizi televisivi su questo e non so quanto sia stato importante il problema. Se ne è a conoscenza, le chiedo quali sono i dati della percentuale del personale della RAP che è stato messo fuori combattimento dal COVID e per quanto sia andato avanti questo problema relativo all'abbandono dei rifiuti. Ovviamente non parlo di quello illecito o magari dei rifiuti ingombranti, ma quello relativo all'interruzione o riduzione del servizio al quale lei faceva riferimento.

  GIUSEPPE FORLANI, Prefetto di Palermo. Come vi dicevo il COVID ha aggravato una condizione legata probabilmente anche al non tempestivo e al non ottimale funzionamento della raccolta. Tengo il problema dello smaltimento da parte: probabilmente sono collegati, ma sono due momenti diversi. Uno è quello dell'efficienza della raccolta che già avevo potuto constatare e ne avevamo parlato anche qua con il Pag. 10sindaco. Era stata posta la questione della migrazione dei rifiuti e quindi il sorgere di discariche in aree soprattutto latistanti le vie di penetrazione della città e il problema degli ingombranti viceversa diffuso sul territorio cittadino con proteste da parte di tutti. Il tema a cui ho fatto riferimento ha aggravato questa situazione e i fatti si sono verificati a metà settembre. La questione ha avuto anche risalto sui giornali, c'era stata da parte di qualcuno la richiesta addirittura di fare intervenire l'esercito per contribuire alla rimozione dei materiali. C'è stata una settimana difficile legata a un focolaio che c'era stato nel deposito di Brancaccio da dove partono i mezzi per la raccolta indifferenziata mentre a Partanna-Mondello c'è il deposito per la raccolta differenziata. Quello che è stato interessato era il primo deposito che ha richiesto uno screening di tutti gli addetti alla lavorazione e ha determinato il salto di una serie di turni legato all'assenza degli autisti piuttosto che del personale; tant'è che anche a questo tavolo è stato esaminato un possibile potenziamento che è stato sollecitato e poi è stato fatto anche per disposizione del sindaco, attraverso l'impiego di ditte esterne che hanno sopperito alla carenza di autocompattatori e di personale del RAP fermato a causa della positività e del contatto stretto con i commercianti. Il fenomeno naturalmente è stato poi via via contenuto recuperando il servizio che si era fermato e il grosso dell'attività è stato sostanzialmente concluso entro la fine di settembre. Però sono rimaste quelle disfunzioni che in parte caratterizzano ancora la raccolta rifiuti. Il tema dell'abbancamento in discarica, sul quale sono stato informato, è legato ai temi che diceva prima il senatore e quindi alla mancata la mancata approvazione del progetto della settima vasca e all'approvazione di soluzioni temporanee di emergenza che stanno esaminando sulla base dei progetti che il comune e la RAP stanno presentando agli organi competenti e quindi all'ARPA in modo particolare e poi alla regione per le autorizzazioni del caso. Quello fa parte della criticità del sistema dello smaltimento che riguarda Palermo che ha un impianto proprio, ma in parte anche degli altri comuni della provincia che risentono i provvedimenti che sono intervenuti anche quest'estate sia per illeciti che sono stati riscontrati in altri impianti regionali che però servono anche per i comuni della provincia di Palermo, sia per l'incendio che c'è stato a Trapani e che ha stressato ulteriormente un sistema che già non ha una sua adeguatezza e una sua correntezza ed è sempre sulla soglia del precariato.

  CATERINA LICATINI. Mi piacerebbe precisare e parlare in termini di numeri e percentuali. Si parlava del momento di crisi di gestione dei rifiuti e quindi della mancanza di raccolta legata al contagio di dipendenti della RAP che dovevano raccogliere quei rifiuti. Vorrei capire di che numeri parliamo perché poi se invece si scopre che più del settanta per cento dei dipendenti dalla RAP hanno una funzione di tipo amministrativo, allora i problemi in realtà non sono proprio i numeri dei contagiati, ma sono ben altri.

  GIUSEPPE FORLANI, Prefetto di Palermo. Il problema della raccolta dei rifiuti nella città di Palermo è un tema permanente, un tema che è all'attenzione costante e non soltanto dei cittadini che constatano queste condizioni, ma direi anche della città. Chi segue le cronache sa che ci sono continue sollecitazioni e messe a punto su questo tema. Io sono un osservatore di questo tema. A prescindere se il numero degli addetti è adeguato o meno, il che ovviamente non sono in grado di apprezzare né di esprimere numeri, quello che posso dire è questo. Nei giorni in cui seguivo quotidianamente la situazione, questa accadeva relativamente ai turni e alle aree, perché lì ci sono dei circuiti in cui vengono divise le zone: a un certo punto in circa il cinquanta per cento delle zone gli itinerari di servizio non sono partiti per l'assenza dell'autista o delle squadre che lo componevano. Complessivamente credo che alla fine si sia sopperito in modo importante con i mezzi esterni: credo che ci siano state fino a tre pale gommate, forse anche di più. Mi riferisco alla notizia del 16 di Pag. 11settembre per cui più di dieci mezzi erano sostanzialmente autocompattatori di ditte terze, chiamate proprio per integrare e superare questo accumulo eccessivo e che ha richiesto alcune settimane per essere sufficientemente recuperato. Quello che constato è che c'è una situazione di criticità legata allo smaltimento in tutta la sua filiera: innanzitutto a partire dal conferimento dei cittadini nei luoghi deputati e allo scarso utilizzo dei centri di raccolta per gli ingombranti. Torno sugli ingombranti perché è una delle cause della difficoltà della raccolta. Se intorno ai cassonetti aggiungo anche tavoli sedie piuttosto che altri oggetti, l'autocompattatore non riesce a lavorare correttamente. Non è una giustificazione, ma una constatazione alla quale l'azienda deve trovare un riscontro e la prefettura non manca di far pervenire segnalazioni ed esprimere sollecitazioni sotto questo profilo.

  FABRIZIO TRENTACOSTE. La questione dello smaltimento dei fanghi di depurazione ha più volte interessato questa Commissione, anche con delle note particolari difficili da interpretare in ordine alla sostenibilità economica di questo ciclo, nel corso delle ultime missioni in Sicilia. Leggo dalla relazione prodotta dalla prefettura che in alcuni casi i fanghi sono stati trasferiti in Calabria. Tra Sicilia e Calabria in ordine al trasferimento di fanghi e di percolato c'è una strana intesa: nel senso che a fronte di lunghe tratte di tragitti insostenibili economicamente, risulta continua questa pratica. Chiedo se lei è in grado, anche sulla scorta di quanto riferito alla prefettura dai carabinieri del NOE, di farci un quadro della situazione ovvero di riferirci, anche con una nota scritta da far pervenire successivamente, quali ditte siciliane ovvero quali ditte calabresi percepiscono questi materiali, intendo fanghi e percolati.

  GIUSEPPE FORLANI, Prefetto di Palermo. Mi riservo di far pervenire elementi su questo punto.

  LUCA BRIZIARELLI. Il prefetto ha fatto riferimento a un incontro del 16 settembre, se ho ben capito. La domanda è semplice e torna al fascicolo. Quell'intesa sulla legalità, per esempio, è stata presa in considerazione anche nell'individuazione di queste aziende che in emergenza hanno sopperito alla carenza? Questo tanto pervenire al pratico e a quello che diceva lei: è bene avere un'intesa, ma poi va resa effettiva. Per esempio in quel caso nell'intervento delle aziende che hanno operato, faceva riferimento ai compattatori eccetera, ha trovato applicazione l'intesa che era stata sottoscritta dalla prefettura?

  GIUSEPPE FORLANI, Prefetto di Palermo. Su questo non sono in grado di rispondere, non ho verificato. Secondo gli importi che vengono contrattualizzati si fa questo tipo di accertamento. Non so quale sia il valore dell'intervento, ma su questo tramite la BDNA posso fare una verifica sulle richieste che vengono inserite direttamente dalle imprese e dalle aziende. È una verifica che posso fare nel giro di qualche giorno.

  PRESIDENTE. Attendiamo quindi le verifiche, la ringrazio per la presenza e dichiaro chiusa l'audizione.

Audizione del sindaco di Termini Imerese, Maria Terranova.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione, in videoconferenza, del sindaco di Termini Imerese, Maria Terranova. L'audizione odierna rientra nell'ambito dell'approfondimento che la Commissione sta svolgendo sul fenomeno delle acque reflue urbane e industriali e sui fanghi derivanti dal trattamento delle acque reflue con particolare riferimento alla situazione che si registra in Sicilia. Avverto che della presente audizione sarà redatto un resoconto stenografico.
  Invito dunque la nostra ospite a svolgere una relazione, al termine della quale seguiranno eventuali domande o richieste di chiarimento da parte dei commissari.

  MARIA TERRANOVA, Sindaco di Termini Imerese. Ho davanti a me delle relazioni Pag. 12 e dei verbali di sopralluogo redatti da ARPA. Io mi sono insediata da appena quindici giorni, quindi sto anche io valutando e analizzando le relazioni che sono riuscita a recuperare. Davanti a me in questo momento ho la relazione che riguarda la relazione di servizio redatta da ARPA in data 11 luglio 2019 e che riguarda la Ciprogest Spa con sede in Termini Imerese, Contrada Canne Masche, zona industriale.
  Si tratta di un'attività industriale innanzitutto di trattamento di rifiuti liquidi provenienti da attività industriali, artigianali, fosse Imhoff, discariche eccetera. L'attività risulta essere esercitata in vigenza di autorizzazione AIA di DG n. 284 del 13 marzo 2014 ed è stata rilasciata dal Dipartimento regionale di acqua e rifiuti.
  In data 11 luglio 2019 – questa è l'ultima relazione di servizio che risulta – è stato effettuato un sopralluogo da ARPA per verificare la messa in opera della nuova stazione trattamento fanghi, la filtropressa. Dalla relazione risulta che l'attività si svolgeva regolarmente ed erano in corso fasi di trasferimento di percolato di discarica da un'autocisterna ai serbatoi di accumulo. La relazione parla di sopralluogo e attività di campionamento di acque reflue. Le concentrazioni dei parametri chimico-fisici ricercati risultano conformi ai limiti autorizzati.
  Pur condividendo, dice ARPA, con l'autorità competente l'installazione della filtropressa per il trattamento dei fanghi di depurazione, si constatava che il posizionamento e la gestione della filtropressa produceva un aumento della pressione odorigena nell'area interna dello stabilimento. Sono state anche rilevate altre cose. Infatti scrivono che le numerose ceste in polietilene utilizzate per il contenimento dei fanghi provenienti dalla filtropressa distribuite lungo il perimetro interno dello stabilimento contribuivano ad aumentare il peso degli aerosoli anche all'esterno dello stabilimento. Effettivamente numerosi cittadini ci segnalano emissioni odorigene rilevanti. Continuano a segnalarlo.
  È necessario, scrive ARPA, che la società adotti tutti quegli accorgimenti che limitano questi impatti ambientali sia all'esterno che all'interno dello stabilimento. È stato dato all'epoca un termine stabilito in quattro mesi in cui la ditta avrebbe dovuto (queste sono tutte le prescrizioni di ARPA): procedere a confinare e trattare le aree esauste provenienti dalla fase di filtropressatura; ripristinare le condizioni di funzionamento in sicurezza ambientale del rogo rotostaccio; eliminare la fase di asciugatura all'area del fango nelle ceste in polietilene; stoccare per il minor tempo possibile, compatibilmente con i cicli produttivi e i tempi stessi di stoccaggio, in cassoni a chiusura stagna e, solo in circostanze emergenziale, in cassoni coperti con telo impermeabile; rivedere le fasi e la zona di scarico delle autobotti, dando precise istruzioni ai loro conduttori per il contenimento delle fuoriuscite e delle perdite; provvedere infine a mantenere nella fase ossidativa un carico di fango in vasca che non ecceda la giusta quantità per evitare un accumulo improprio e lo scadimento della qualità depurativa. Questo è l'ultimo verbale redatto da ARPA.
  Mi sono sentita telefonicamente con l'onorevole Sunseri, che è un componente del gruppo parlamentare del Movimento 5 Stelle, deputato dell'Assemblea regionale siciliana, che ha partecipato anche a diverse ispezioni. Mi ha parlato della chiusura dell'impianto per due o tre mesi e della richiesta ribadita di una messa in sicurezza secondo le prescrizioni che ho letto poc'anzi date da ARPA. Ho chiesto se le prescrizioni indicate da ARPA siano state tutte rispettate. Mi dicono parzialmente. Questa è la situazione che ad oggi mi risulta per quanto riguarda la Ciprogest Spa che, ripeto, ha sede a Termini Imerese, Contrada Canne Masche, zona industriale.
  Altra situazione riguarda la Ecox Srl. Per la Ecox Srl la situazione è un po' più complicata. Partiamo dal presupposto che il territorio di Termini Imerese è stato sempre fortemente contrario a insediamenti di questo tipo perché è un territorio martoriato da scelte assolutamente non condivise che hanno contribuito fortemente a una sicuramente non accettata utilizzazione Pag. 13 del territorio da parte dei cittadini e da parte della comunità tutta.
  Tengo a precisare che dopo la chiusura dello stabilimento FIAT di Termini Imerese nel 2009, insediamenti che, mi permetto di dire, da altre parti della Sicilia non sarebbero stati accettati né tantomeno accettabili, nel territorio di Termini Imerese sono diventati accettabili. Questo perché bisognava fronteggiare quella che era diventata un'emergenza sociale dilagante. Lo ribadisco: la comunità di Termini Imerese è stata sempre contraria a un'attività di questo tipo, e ora vi dirò qual è. La contrarietà è stata più volte ribadita anche dal precedente Consiglio comunale.
  Per quanto riguarda la Ecox Srl, ci sono diversi passaggi. C'è innanzitutto un atto di esposto che reca la data di ottobre 2019 e che è stato presentato anche in questo caso dall'onorevole Luigi Sunseri, componente del gruppo parlamentare del Movimento 5 Stelle e deputato dell'Assemblea regionale siciliana, ed è un esposto dell'ottobre 2019. Ora non riesco a recuperare la data precisa, ma si trattava del mese di ottobre 2019. In tale esposto si chiede chiaramente alla procura della Repubblica di disporre di tutti gli opportuni accertamenti.
  Faccio una precisazione: dopo questo esposto che reca la data dell'ottobre 2019, in data 6 novembre abbiamo un verbale di sopralluogo di ARPA che rileva all'interno dello stabilimento una situazione di straordinaria gravità. In data 16 novembre c'è poi il sequestro dell'impianto. Poi vi dirò dopo il sequestro ad oggi qual è la situazione.
  Il verbale di sopralluogo redatto da ARPA in data 6 novembre 2019, come dicevo, solleva delle criticità rilevanti. Innanzitutto la ditta Ecox Srl risulta titolare di autorizzazione integrata ambientale con DDG n. 73 del primo febbraio 2017 e con DDS n. 889 del 22 luglio 2019. È stato autorizzato lo stralcio funzionale relativamente alla sola messa in riserva R13. Lo stralcio è funzionale a quanto approvato nella campagna mobile della ditta GM Srl. Questo perché in data primo febbraio 2017 è stato emesso decreto dal dirigente generale del dipartimento regionale di acqua e rifiuti, con il quale è stata concessa all'inizio l'autorizzazione ad aprire a Ecox, quindi un centro di compostaggio all'interno dell'area industriale di Termini Imerese, finalizzato alla produzione di ammendanti organici, quindi compost, provenienti dall'utilizzazione e trasformazione di FORSU (frazione organica da raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani) e scarti vegetali e agroalimentari.
  Nonostante ciò nessuna iniziativa era stata presa per l'avvio dei lavori, fino a quando la ditta GM Srl su propria istanza è stata autorizzata, con un provvedimento del dirigente generale del dipartimento regionale acqua e rifiuti con DDG n. 998 del 24 settembre 2018, per una campagna di recupero e smaltimento con impianto mobile da avviare presso l'impianto di compostaggio della ditta Ecox Srl. Questo è come inizia la storia.
  Veniamo al verbale di sopralluogo del 6 novembre 2019 di ARPA, che è quello che ha individuato e rilevato notevoli criticità. Nel verbale di sopralluogo ARPA dice che la ditta fa un passaggio. La ditta GM Srl dice: svolge con un impianto mobile autorizzato una campagna di quattro mesi per il trattamento dei rifiuti con codice CER 20 01 08 e CER 20 02 01.
  Da verbale risulta che in loco non era presente alcun operaio o personale della ditta GM Srl. Si procedeva al sopralluogo. Chiaramente io evidenzierò solo le parti che risultano di maggior rilievo. Nell'ambito del sopralluogo si riscontrava un notevole cumulo di sfalci di potatura e materiale vegetale posto senza alcuna copertura atta a evitare l'effetto degli agenti meteorici ed eolici. Di fatto l'intero piazzale antistante il capannone risultava pieno di sfalci e materiale verde trasportato dagli agenti atmosferici, stante le particolari condizioni meteorologiche riscontrate all'atto del sopralluogo.
  All'interno del capannone si notava la presenza di cinque biosacchi contenenti rifiuti in fase di maturazione e si notavano ampie aree caratterizzate dal lagunaggio di percolato proveniente dall'accumulo di altro rifiuto in fase di seconda maturazione. Al fine di contenere lo sversamento di questo percolato, sull'area di movimentazione Pag. 14 si notava la presenza di una barriera che era stata realizzata con rifiuti vegetali posti a ridosso dei biosacchi in maniera tale da realizzare un argine di contenimento.
  Alla base dei cumuli si notava la presenza di percolato che si disperdeva fino a giungere nell'area interessata dai biosacchi. Nel verbale di sopralluogo l'ARPA dice che all'interno dell'edificio l'area risultava irrespirabile a causa della presenza di odori nauseabondi e mefitici derivanti dalle fasi di maturazione e movimentazione dei rifiuti.
  Un'ampia area era destinata alla movimentazione del materiale strutturante che veniva destinato alla trituratrice e successivamente veniva collocato in un'altra area destinata alla miscelazione. L'intero capannone era caratterizzato dalla presenza di lagunaggi e fanghiglia.
  Si riscontrava molto altro. Colaticcio verosimilmente prodotto dai cumuli era evidente sul piazzale tra i biosacchi presenti nel piazzale. Non si riscontrava la presenza, dice ARPA, di presidi ambientali utili a prevenire la dispersione del rifiuto liquido, nonché le emissioni e la dispersione di odori particolarmente intensi nell'area circostante. Tali odori, mi permetto di dire, hanno condizionato tantissimo la vita di un'intera comunità, perché nonostante l'impianto sia collocato in zona industriale questi odori erano avvertiti da tutta la cittadinanza di Termini Imerese fino addirittura al centro storico. Siamo abbondantemente distanti dalla zona industriale.
  ARPA continua nella sua relazione e conclude dicendo che in questo verbale di sopralluogo – che, ripeto, reca la data del 6 novembre del 2019 – si rappresentano le stesse criticità già evidenziate in un precedente sopralluogo che era stato effettuato in data 25 settembre del 2019. In particolare scrive: il trattamento della campagna mobile attivato dalla ditta GM S.r.l. presso l'impianto gestito da Ecox non ha le caratteristiche e i presidi ambientali utili a garantire una corretta gestione del processo senza arrecare danni all'ambiente circostante e alla salute dei cittadini, stante le continue segnalazioni che giungono gli uffici preposti all'attività di controllo.
  Dopo questo verbale che reca la data del 6 novembre, è stato effettuato il sequestro dell'impianto in data 16 novembre 2019. Da allora (è passato quasi un anno) mi permetto di dire che siamo notevolmente in ritardo con il ripristino dei luoghi. Anzi, mi permetto di dire che i luoghi non sono stati per nulla ripristinati.
  Continuano le emissioni odorigene, perché continuano a essere presenti i rifiuti all'interno dell'impianto, tant'è che è giunto al protocollo dell'ente in data 15 ottobre una nota che è stata inviata dall'amministratore giudiziario alla ditta Ecox Srl in cui l'amministratore giudiziario invita e diffida la società a volere fornire entro e non oltre sette giorni – che, mi permetto di dire, sono abbondantemente scaduti – un cronoprogramma che scandisca i lavori da eseguire per il ripristino dei luoghi. Questa è l'ultima notizia che è pervenuta a noi, al comune di Termini Imerese, in data 15 ottobre. Si tratta di una nota in entrata dell'amministratore giudiziario pervenuta, ripeto, al protocollo dell'ente il 15 di ottobre.
  Da allora non abbiamo più notizie. Non sappiamo se dopo questo invito e questa diffida da parte dell'amministratore giudiziario la società abbia fornito il cronoprogramma richiesto e se abbia così scandito i lavori da eseguire per il ripristino dei luoghi che, ripeto, sono assolutamente urgenti.
  Ad oggi continuano le emissioni odorigene e, dopo un anno dal sequestro, mi permetto di dire che siamo notevolmente in ritardo sul ripristino dei luoghi. Questo è quanto mi risulta ad oggi anche parlando e confrontandomi con i miei uffici.

  PRESIDENTE. Grazie. Ci sono richieste di intervento? Onorevole Licatini.

  CATERINA LICATINI. Grazie, Sindaco. Questa Commissione avrebbe dovuto fare un sopralluogo proprio in quella zona industriale di Termini Imerese e avrebbe coinvolto praticamente tutte le attività che purtroppo sono la causa principale di un forte disagio nella zona. Come sa, io sono del Pag. 15territorio; per cui ho avuto diverse occasioni non solo per incontrare i cittadini, che giustamente si lamentano, ma anche per avvertire questi miasmi che sono davvero nauseabondi.
  Visto che le attività della Ecox sono ferme da un po' di tempo, al di là dell'ancora mancata presentazione di un cronoprogramma da parte della società per il ripristino della situazione, volevo capire oggi qual è la situazione proprio a livello di percezione di odori e altro. Io ho avuto l'occasione di conoscerne una parte, ma lei da Sindaco avrà la situazione completa: quante sono le associazioni, i cittadini che sono coinvolti in questo problema di tipo ambientale legato soprattutto ai forti odori? Grazie.

  MARIA TERRANOVA, Sindaco di Termini Imerese. Lei conosce bene la situazione, tra l'altro, perché è del territorio. Ad oggi le emissioni odorigene sono molto limitate rispetto a quelle che c'erano quando c'era movimentazione. Sono avvertite dai cittadini che risiedono in prossimità.
  Sa anche che accanto alla zona in cui sorge l'Ecox Srl è presente un supermercato, quindi le emissioni odorigene adesso sono piuttosto limitate e confinate e vengono sottolineate soprattutto dalle persone che risiedono in quella zona, anche nel raggio di un chilometro o due chilometri. Se prima, quando c'era movimentazione dei rifiuti, gli odori arrivavano nauseabondi e li sentivamo financo dal Belvedere di Termini Imerese, quindi in pieno centro storico nonostante la distanza, adesso questo non accade più; sono abbastanza confinati. Però io mi permetto di dire che quello che mi preoccupa – ci siamo confrontati anche con l'onorevole Sunseri – è ad oggi il mancato ripristino dei luoghi. Ad oggi noi abbiamo l'impianto ancora pieno di rifiuti, e questo a distanza di un anno non è più accettabile.
  Tra l'altro credo si debba arrivare, e lo richiedo, a una revoca dell'autorizzazione, perché sono state disattese tutte le prescrizioni. Si continua a diffidare la società, ma vedo che ancora dopo un anno il ripristino dei luoghi non è avvenuto. Credo sia questo l'aspetto più grave di tutta la vicenda. Non so perché si sia perso un anno. C'è un amministratore giudiziario che è incaricato di seguire tutta la procedura, ma a mio modesto avviso, lo ribadisco, è questa ad oggi la vicenda che più mi preoccupa. Le emissioni sono fortemente limitate adesso, anche se a lamentarsi sono i cittadini che abitano in zona o comunque in un raggio di pochi chilometri. A me preoccupa il mancato ripristino dei luoghi. Se voi decidete per un nuovo sopralluogo io sarò presente, ma a me interessa ripristinare i luoghi nell'immediatezza e chiaramente il territorio si batterà per una revoca dell'autorizzazione. Su questo sono abbastanza chiara. Le prescrizioni sono state tutte disattese. Già si partiva male, nel senso che già si partiva con un'attività che era stata fortemente osteggiata dal territorio, dal consiglio comunale dell'epoca, e che ci siamo ritrovati all'interno del territorio. Poi è un'attività che è partita male ed è finita peggio, da ultimo con diffide che si succedono e un ripristino dei luoghi non ancora avvenuto. Credo sia questo l'aspetto più importante e che mi interessa sottolineare.
  In questi dieci giorni non ho avuto possibilità di recarmi anche nei dintorni, ma lo farò. In realtà già era in programma venerdì mattina. Andrò sicuramente, ma ripeto che le segnalazioni che arrivano sono soltanto da parte di cittadini che vivono in zona. Il problema non viene più avvertito all'interno del centro storico o comunque all'interno del centro urbano.

  PRESIDENTE. Come responsabile, come Sindaco della salute pubblica dei cittadini, quali sono le azioni che ha in mente di fare?

  MARIA TERRANOVA, Sindaco di Termini Imerese. L'altra volta noi ci siamo recati al Dipartimento. Abbiamo avuto un incontro sui rifiuti con l'assessore Pierobon e poi ci siamo recati proprio al Dipartimento. Mi perdonerete, io adesso non ricordo il nome del funzionario. Noi abbiamo chiesto una revoca di autorizzazione. Ci hanno assicurato che era nelle previsioni e che era stato un semplice ritardo loro. Chiaramente mi confronterò Pag. 16anche con gli uffici. È davvero troppo limitato il tempo dal giorno in cui mi sono insediata. Sicuramente valuteremo tutte le azioni del caso, ma innanzitutto c'è un amministratore giudiziario, c'è una procedura attivata. Sicuramente prenderemo contatti anche con l'amministratore giudiziario. Valuterò tutte le azioni del caso. Io mi confronto sempre e siamo sempre costantemente in contatto con l'onorevole Sunseri che segue da molto prima di me la vicenda e che, ripeto, ha fatto già un primo esposto in procura. Sicuramente ci confronteremo su tutti i passaggi del caso, anche perché questa è una situazione che mi sono ritrovata da dieci giorni e che sicuramente affronterò con assoluta fermezza, perché ha ripercussioni sul territorio che sono notevoli. Aspetto di confrontarmi con gli uffici e con lui a brevissimo.

  PRESIDENTE. La ringrazio e dichiaro conclusa l'audizione.

Audizione di rappresentanti di associazioni ambientaliste.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione, in videoconferenza, di associazioni ambientaliste. L'audizione odierna rientra nell'ambito dell'approfondimento che la Commissione sta svolgendo sul fenomeno delle acque reflue urbane e industriali e sui fanghi derivanti dal trattamento delle acque reflue con particolare riferimento alla situazione che si registra in Sicilia. Avverto che della presente audizione sarà redatto un resoconto stenografico.
  Invito dunque i nostri ospiti a svolgere una relazione, al termine della quale seguiranno eventuali domande o richieste di chiarimento da parte dei commissari.

  PIETRO CIULLA, Presidente di WWF Sicilia Occidentale. Voglio parlare della situazione degli scarichi. Come vedete dalla mappa dei reflui di Palermo, La situazione dei reflui è un po' paradossale. Innanzitutto Palermo è divisa in due grossi bacini di raccolta delle acque reflue, cioè il bacino nord e il bacino sud, con un unico depuratore, quello di Acqua dei Corsari. Quindi c'è un'asimmetria anomala per cui quando tutto funzionerà, speriamo al più presto, anche i reflui prodotti in questa parte della città andranno a finire in questo depuratore, con un enorme dispendio di energia e con un sistema complicato e contemporaneamente vulnerabile. Ci saranno diverse pompe di sollevamento alimentate elettricamente che sprecheranno un sacco di energia, ma soprattutto quando ci saranno grosse piogge – e ormai tutti ci dobbiamo abituare alle bombe d'acqua – se queste pompe si bloccano e vanno in tilt, come normalmente accade si allagherà questa parte della città. Tutta questa parte viene già versata nel depuratore di Acqua dei Corsari che ha un pennello a mare di circa 1400 metri e butta nel Golfo di Palermo acqua depurata. Invece tutta questa zona per ora viene versata a mare non depurata dentro il porto di Palermo, nella fogna dei cantieri navali. Il progetto prevede che anche questa parte, con varie pompe di sollevamento, arrivi qua e dopo per caduta ad Acqua dei Corsari.
  Questa situazione è vecchia almeno di cinquant'anni, nel senso che è tutto concepito per versare l'acqua a mare. Invece la cosa più ovvia, specialmente in un momento in cui andiamo verso un periodo di siccità, di tropicalizzazione del clima, si dovrebbe organizzate tutto depurando... Per esempio c'è un altro paradosso, per ora questo depuratore che era stato progettato per versare da questo lato di qua, praticamente funziona da depuratore, ma non può versare in questo lato della città perché qua c'è un'area marina protetta, quindi nell'area marina protetta non si può versare neanche acqua depurata. Per cui per ora, in tutta questa parte i reflui vengono prima depurati, dopo buttati nel di nuovo nella fogna non depurata e finiscono qua. Quello che si propone è di fare in modo che si mantengano questi depuratore funzionanti e soprattutto si cerchi di riutilizzare l'acqua depurata – al limite anche in prospettiva in futuro degli altri depuratori – in modo che l'acqua depurata venga subito utilizzata per l'agricoltura, per il lavaggio delle strade, per uso industriale e non più Pag. 17buttata a mare. Il concetto di buttare acqua a mare ormai non è più assolutamente un concetto moderno, un concetto utile alla società. In definitiva abbiamo creato un sistema che è complicato, vulnerabile e che col tempo sicuramente funzionerà male e soprattutto non si riutilizza l'acqua che va a pulire.
  Questa è la situazione in generale della città di Palermo. È una situazione che secondo me con il tempo, con una buona programmazione, una buona pianificazione degli investimenti futuri, anche nei prossimi dieci, venti anni, ma che tenda a un sistema più elastico, meno vulnerabile, meno energivoro e soprattutto che riutilizzi l'acqua.
  Un caso particolare è quello relativo agli scarichi fognari nel fiume Oreto. La situazione del fiume Oreto è ancora più paradossale perché nei comuni di Altofonte e Monreale che insistono sul fiume Oreto le acque vengono in parte depurate, ma ci sono dalle intere zone di questi comuni che buttano nel fiume Oreto in modo diretto, oppure attraverso un canale di gronda che si trova a Palermo, che a sua volta sbocca nel fiume Oreto. Quindi la situazione del fiume Oreto è ancora più grave, perché inquina il fiume e indirettamente va ad inquinare anche il mare. Oltretutto ricordiamo che il fiume Oreto è un SIC (Sito di interesse comunitario). Anzi, ora è stata promossa a Zona speciale di conservazione (ZSC), quindi la situazione è ancora più grave. Oltre a questi grossi sistemi che inquinano il golfo di Palermo, c'è tutta una miriade di fogne individuali, discariche individuali dovute all'abusivismo imperante che c'è intorno al fiume Oreto, all'abusivismo edilizio e all'abusivismo dovuto a stalle, a scarichi fognari. Fortunatamente – non so se dire «fortunatamente» – non è un inquinamento industriale, ma è solo un inquinamento organico che contribuisce anche al degrado del territorio e di tutte le sponde dell'Oreto.
  Secondo noi si deve anche arrivare, innanzitutto, a intercettare tutte le acque del comune di Altofonte, di Monreale, la frazione di Pioppo, parte della zona del Monrealese, depurarle e versarle nel fiume Oreto depurate. Questo è un altro concetto a cui teniamo tanto. Le acque del fiume che vengono prelevate, utilizzate e dopo se vengono collettate attraverso dei grossi tubi e portati pure loro in quel famoso depuratore che vi ho mostrato poco che passa sulla zona est della città, di fatto depauperiamo il fiume, lo essicchiamo. È naturale che tutta l'acqua prelevata dal fiume si utilizza e depurata si deve restituire al fiume, magari attraverso sistemi di fitodepurazione, sistemi naturali che contemporaneamente conservano la vegetazione e restituiscono acqua al fiume che resta tale. Altrimenti anche se facciamo la depurazione, ma prendiamo l'acqua, la utilizziamo, la depuriamo e attraverso condotte forzate la versiamo direttamente a mare, di fatto abbiamo ucciso il fiume Oreto. Questi sono i due argomenti principali che volevamo sottoporre a questa Commissione. Mi dispiace che non ho potuto fare vedere il secondo grafico, comunque sia il primo che il secondo grafico e la relazioncina che ho fatto ad hoc, in collaborazione con un professore dell'Università di Palermo, un docente di Idraulica, se mi date un indirizzo, ve la faccio avere così la mettete agli atti.

  FRANCESCO LORIA, Presidente dell'Associazione San Cataldo Baia della Legalità di Terrasini. Utilizzerò al meglio questi dieci minuti per parlarvi delle problematiche del fiume Nocella che si trova attraverso i territori dei comuni di Montelepre, Giardinello, Borgetto e Partinico principalmente. Su questa tratta riscontriamo le maggiori criticità del fiume.
  Oggi parlare di problema Nocella è anche sbagliato. Noi siamo un'associazione che da tempo ormai si spende sul controllo delle condizioni fluviali di questa tratta, una rete fluviale molto complessa. Il territorio del partinecese, che è quello maggiormente incriminato, dove maggiormente noi come associazione – dato che la viviamo sul territorio – ci siamo attivati come sentinelle, collaborando anche con le forze dell'ordine per cercare di capire e di scovare eventuali scarichi abusivi. Nasce nel partenicese perché qui abbiamo un'insistenza forte di attività industriale, quindi non soltanto di inquinamento organico dovuto Pag. 18 ai depuratori. Quello non manca, attenzione, è una problematica anche forte, ma abbiamo un problema di lavorazioni vitivinicole che sono state riscontrate anche in passato. Voglio parlare della distilleria Bertolino, per le ultime vicende che la vedono interessata mediaticamente. Nel 1999 dopo essere stata condannata a risarcire il comune di Partinico per inquinamento fluviale con i propri scarti della lavorazione del sottoprodotto, finalmente è notizia di pochi giorni fa che la Corte d'Appello ha rinnovato l'ordine di pagare anche se un po' scontata la cifra rispetto a quella precedente di circa 2 milioni di euro, questa cifra è aggiornata a un milione e 300 mila. Comunque viene riconosciuto un danno ambientale che c'è stato.
  Oggi oltre alla distilleria Bertolino abbiamo riscontrato – sempre con le nostre attività – inquinamenti dovuti alla lavorazione olearia, quindi frantoi che non hanno rispettato le regole. Nel passato, collaborando con la Guardia costiera di Terrasini, con il comandante Lamanna, dopo un attento monitoraggio, siamo riusciti a scovare gli scarichi abusivi di un frantoio, in questo caso la cooperativa La Torre che poi è stata sequestrata e definitivamente chiusa e ha portato negli anni passati importanti danni.
  Noi ci occupiamo principalmente di rete fluviale, principalmente quella del Nocella, perché abbiamo avuto sempre a cuore la parte costiera orientale del Golfo di Castellammare, una tratta costiera importante, perché ha delle particolarità uniche e la foce Nocella rappresenta un contesto naturalistico serio e delicato di biodiversità, tra l'altro. La foce del fiume Nocella – dalle nostre documentazioni e i nostri studi – risalendo buona parte di quella rete fluviale, anche se in certi punti è veramente difficoltoso perché impervio, ci ha permesso di capire le specie abitanti di questa rete fluviale. Abbiamo dimostrato che dal semplice cefalo che in un periodo riproduttivo risale il fiume, abbiamo colonie importanti di anguille europee, colonie importanti di granchi di terra e abbiamo dimostrato che ci sono delle colonie minime di tartarughe di terra.
  Per noi oggi è importante difendere la vita di questo territorio, sia dal punto di vista fluviale sia dal punto di vista marino, perché sul Nocella – e lo abbiamo dimostrato negli anni passati con degli accadimenti e indagini che poi hanno dato contezza di quello accaduto – disastri ambientali, crimini ambientali forti hanno portato devastazione, non soltanto all'ambiente animale, ma anche all'ambiente costiero tutto. Un ambiente che ormai da più di trent'anni è soggetto a questo tipo di inquinamento ed è un ambiente che ha delle particolari potenzialità per lo sviluppo di tutto il nostro territorio. Non parliamo soltanto del territorio costiero, ma anche quello a monte che potrebbe trovare utile una proiezione futura di questo tratto costiero in senso anche economico.
  Adesso volevo parlare anche un po' delle condizioni depurative dei comuni che insistono su questa importante rete fluviale. Vi stavo dicendo che quando si parla di problema Nocella, è sbagliato, perché ci siamo accorti che l'intera tratta del Nocella non è realmente interessato da grossissime problematiche. È capitato qualche volta che con scarichi volanti, magari aziende di autospurgo abbiano usato il fiume Nocella per riversare tutto e trasportare in foce quel danno che tutti noi possiamo e tutti voi potete immaginare. Sulla parte del torrente che attraversa i comuni di Borgetto e Partinico riscontra delle criticità forti a livello depurativo, criticità che sul depuratore di Partinico abbiamo dimostrato esserci visivamente, fattivamente. Non abbiamo gli strumenti per potere fare delle analisi tecniche dell'acqua, ma sicuramente una delle prime analisi che si fa è quella visiva.
  Quando l'acqua esce torbida, viscosa, maleodorante possiamo dire che non abbiamo un buon livello di tabulazione e questo è un problema per quella rete fluviale, è un problema per quella vita che insiste in quella rete fluviale, è un problema per le economie di tutti quei comuni costieri che si trovano ad avere una condizione di non balneabilità, di un tratto di costa di mare importante per tutti i comuni che ne confinano. Pag. 19
  Notizia anche degli ultimi giorni, la Commissione ecomafia ha effettuato dei sopralluoghi alla distilleria Bertolino, ai depuratori della zona del circondario, nell'ultimo sopralluogo avvenuto proprio al depuratore di Borgetto, l'onorevole Caterina Licatini ha evidenziato come carenti – anche se impianti di nuova generazione – siano i sistemi di depurazione. Di questo noi ne eravamo comunque a conoscenza, visto che, ripeto, la nostra associazione sposa la causa di sentinella. Percorriamo, denunciamo, la nostra opera è di denuncia sulle questioni fluviali e marine del nostro territorio.
  Volevo porre l'attenzione anche sulla distilleria Bertolino. Nell'ultimo sopralluogo fatto dalla Commissione ecomafie, la cosa che salta agli occhi di tutti – e di questo i cittadini, di cui noi ci facciamo anche portavoce, hanno subito evidenziato – è un fattore strano che bisogna analizzare con più attenzione. Nella giornata del sopralluogo era evidente che qualcosa di diverso c'era, la distilleria Bertolino non emetteva in aria particolari fumi visibili e anche la solita, riconosciuta puzza nauseabonda, che ormai è diventata carta d'identità del nostro paese di Partinico, non era così pungente come normalmente lo è. Vogliamo porre questo alla vostra attenzione e cercare di capire, visto che abbiamo dimostrato come nelle serate, nelle nottate l'attività fumaria della distilleria Bertolino è ampiamente visibile e addirittura in determinate condizioni atmosferiche riesce ad inglobare i paesi di Partinico è quello di Montelepre sotto una cappa visibile ad occhio nudo. Se una cappa fumosa del genere è visibile ad occhio nudo, non immaginiamo cosa può succedere con la ricaduta di PM10 e quant'altro. Quindi chiediamo alla Commissione di analizzare meglio la condizione delle emissioni.
  C'è uno strumento su cui volevo porre anche all'attenzione, il TOC (Total organic carbon), uno strumento che mette in collegamento l'emissione della distilleria Bertolino e il comune di Partinico. Questo strumento è stato adottato da quella famosa condanna nel 1999 con la quale la distilleria Bertolino è stata condannata per attività di inquinamento ambientale. Vorremmo capire se questo TOC realmente negli anni ha funzionato e capire se c'è un archivio dati, per analizzare che tutti i parametri siano stati corretti nel tempo. L'ARPA (Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente) ha una centralina di monitoraggio dell'aria nel comune di Partinico, proprio per capire se la distilleria Bertolino – oltre ai gli odori nauseabondi che purtroppo fa vivere ai partenicesi una situazione poco gradevole – volevamo capire se è corretto utilizzare una sola cabina di monitoraggio, visto che tra l'altro è esposta in un angolo dove erano venti prevalenti spesso non spingono i fumi e quindi le eventuali emissioni e cercare di carpirne i risultati. Volevamo capire se era possibile distribuire a ventaglio una serie di centraline che potessero monitorare con più attenzione proprio le missioni. Dico questo perché Partinico ormai soffre da parecchio tempo questa problematica, mi sembra che sia giunto il momento favorevole – visto che tra l'altro anche il comune di Partinico è commissariato, è stato sciolto per mafia, quindi non abbiamo più un aspetto soltanto politico, ma abbiamo lo Stato presente – siano maturate le condizioni per liberare definitivamente, trovare una soluzione diversa dal mantenere una distilleria, un'industria insalubre nel centro abitato con tutte le conseguenze. Grazie.

  GIUSEPPE PURPI, Presidente Associazione l'Arca di Termini Imerese. Volevamo ringraziarvi per averci dato l'opportunità di poter parlare davanti a questa Commissione e volevo ringraziare anche l'onorevole Licatini che ci ha dato la possibilità di essere qui presenti. Io sono Giuseppe Purpi, presidente dell'Associazione l'Arca e socio di Legambiente di Termini Imerese. Oggi sono qui a parlarvi di quelli che sono i problemi che noi abbiamo riscontrato nella zona industriale di Termini Imerese. Quali sono questi problemi? Sicuramente lo sversamento di percolato che noi abbiamo notato nella zona industriale che scaricano direttamente a mare. Ormai questo sversamento avviene da almeno due anni circa. Noi associazioni ci siamo accorti di tutto questo dopo un'inchiesta fatta dal giornalista Mario Catalano che ha fatto un'inchiesta Pag. 20 sui fiumi di percolato e dopo la sua inchiesta abbiamo notato che purtroppo ancora non veniva effettuato nessun controllo nella zona.
  Precisamente io il 10 gennaio del 2010 mi sono recato presso la zona industriale, vicino la battigia e mi sono imbattuto in diversi sversamenti di percolato effettuati da alcune aziende che risiedono nella zona industriale. Queste aziende sono la Ciprogest e la Profineco che risiedono nella zona industriale. Devo dire che la Profineco già nel 2013 ha avuto un fermo da parte della regione Sicilia, in quanto era già stato coperto un altro sversamento a mare. Dopo questi fatti accaduti, purtroppo non è stato bloccato nient'altro, cioè gli è stata ridata l'autorizzazione e l'azienda Profineco continua a lavorare il percolato, inquina meno, ma continua lo stesso a sversare. Abbiamo dei video e foto che se voi mi permetterete, vi farò avere tramite mail. Abbiamo proprio tutto documentato di questi sversamenti.
  Tornando invece allo svezzamento della Ciprogest, che quello che ci interessa in questo momento di più, proprio perché è da gennaio che noi attenzioniamo la zona. Andiamo là sia di giorno che di notte e purtroppo ci accorgiamo che gli sversamenti vengono effettuati quasi quotidianamente. Soprattutto notiamo che gli versamenti sono di vari colori, cioè vediamo il tipo di inquinamento che si viene a trovare. Alcune volte sono in nero intenso, quindi secondo noi è un inquinamento molto acuto, con fortissimi odori nauseabondi che provengono da questi sversamenti. Purtroppo tutto va a finire a mare e noi abbiamo fatto fare delle analisi private e abbiamo riscontrato che comunque ci sono grandi risultati di arsenico, di piombo e di mercurio nell'acqua, ma anche in alcuni pesci e un polpo che abbiamo pescato, abbiamo fatto analizzare anche questi. Molti dicono che soprattutto nei molluschi questi elementi pericolosi rimangono per più tempo.
  In occasione di una di questi sversamenti ho chiamato subito la Capitaneria di porto, abbiamo fatto un esposto sia in Procura, ma anche alla Capitaneria di porto, la quale poi ha chiamato l'ARPA, di cui potremmo dire di cotte e di crude. Ogni volta che noi la chiamiamo, non arriva mai puntuale, ci fa perdere sempre del tempo, dice che non è disponibile, che non hanno uomini a disposizione. Credo che su questo bisognerebbe intervenire, nel senso evitare che ci siano scuse così banali. Oggi nel 2020 non possiamo permettere di fare una denuncia all'ARPA e poi fare passare dieci giorni dallo sversamento che abbiamo trovato, perché bisogna intervenire subito per prelevare l'acqua e farla esaminare e secondo noi dopo una settimana, dieci giorni avere i risultati delle analisi. Noi tuttora non sappiamo quali sono i risultati delle analisi delle acque prelevate il giorno 10 gennaio e fino ad oggi noi non abbiamo nessuna novità. Ci sarà un'inchiesta, quindi forse non lo dicono per questo, però sta di fatto che noi come associazioni potremmo accedere a questi atti. Ci farebbe piacere capire se l'acqua è veramente così inquinata come pensiamo.
  Oltre a questo abbiamo notato che per coprire tutti questi sversamenti hanno sversato terra nella battigia, quindi hanno modificato la costa. Abbiamo anche video di questi camion che sversavano la terra. Non solo sversano percolato, ma vanno a modificare la nostra costa. Secondo me questo è impensabile oggi.
  Un altro problema è che tutto questo inquinamento e tutto questo nostro denunciare non viene ascoltato subito dalle istituzioni. Parlo in generale, non voglio dare colpe a nessuno. Però credo che su un problema di salute pubblica – perché noi riteniamo che sia anche un problema di salute pubblica il fatto di sversare a mare, dove poi i pesci assorbono questi metalli.

  FRANCESCO LIOTTI, Presidente del Circolo Mesogeo di Legambiente Palermo. Noi ci stiamo interessando, da circa due anni in modo più organizzato, della problematica del fiume Oreto. Abbiamo organizzato un forum di associazioni e abbiamo scelto il contratto di fiume di costa come strumento per condividere questo tema. Come sapete da sempre il fiume Oreto subisce una forte pressione antropica, è abbastanza inquinato, fortunatamente solo da sversamenti di liquami di abitazioni civili, perché non ci Pag. 21sono impianti industriali, tranne due o tre frantoi. Però lì per fortuna il materiale viene sversato in un altro luogo.
  Noi abbiamo organizzato un forum al quale partecipano quattro associazioni e abbiamo firmato un manifesto di intenti. Abbiamo coinvolto immediatamente la Terza commissione del comune di Palermo e abbiamo iniziato questo percorso di costruzione di contratto di fiume. Abbiamo presentato il manifesto ai tre comuni, Altofonte, Monreale e Palermo e recentemente tutti e tre i comuni hanno deliberato l'adesione al manifesto. Stiamo organizzando la segreteria tecnica che sarà rappresentata dai tre comuni e da tre rappresentanti del forum che convocheranno alcuni esperti, sicuramente dell'università e dell'Assessorato territorio e ambiente e siamo in collegamento con l'autorità di bacino.

  PRESIDENTE. Si è iscritta a parlare l'onorevole Licatini, prego.

  CATERINA LICATINI. Sì, intanto ringrazio i presidenti delle varie associazioni che hanno portato il loro contributo oggi qui. Con alcuni abbiamo avuto anche occasione di parlare, mi piacerebbe approfondire di più per quanto riguarda i contratti di fiume. Poco fa avevo fatto un'osservazione al prefetto dicendo come questo tipo di entità non hanno ben funzionato o quantomeno risulta così per il fiume Eleuterio e per il fiume Nocella, probabilmente non abbiamo nulla e sono contenta invece per il fiume Oreto.
  Poi prima si parlava di una Sicilia che ha un rischio di desertificazione elevato, parliamo del 70 per cento, dove chiaramente l'uso irriguo delle acque depurate sarebbe un passaggio importante dopo la depurazione. Come si ricordava prima, ho fatto anche delle azioni su un comune della nostra Sicilia in cui fondamentalmente sono stati utilizzati dei finanziamenti per opere per la parte tecnica che avrebbe dovuto depurare ulteriormente l'acqua per poterla utilizzare ad uso irriguo. Volevo sapere, vista la vostra conoscenza del territorio e le vostre informazioni – la definizione di «occhi sul territorio» coincide bene – se avete conoscenza di altre situazioni di questo tipo, ovvero depuratori che dovrebbero funzionare, che magari non abbiamo visitato, che invece non funzionano o depuratori che dovrebbero aver messo in funzione questa parte deputata all'ulteriore trattamento e che invece non è mai stata utilizzata. Questo, come ben capiamo, significa oltre il danno di natura ambientale ed economica, anche un grave danno per la nostra terra, vista la sua elevata caratteristica di desertificazione. Ringrazio i presidenti.

  FRANCESCO LIOTTI, Presidente del Circolo Mesogeo di Legambiente Palermo. Noi ci stiamo occupando in modo particolare della valle dell'Oreto dove abbiamo, come dicevo prima, Palermo che apporta su tutto questo assetto fognario, anche se lo stanno sistemando, un bel po' di acque non proprio molto pulite. Però a monte la frazione di Pioppo e anche il paese di Altofonte sversano senza depurazione. L'idea iniziale era quella di portare tutto al depuratore di Palermo di Acqua dei Corsari, cosa che noi non condividiamo perché il fiume avrebbe una sottrazione di parecchia acqua. Condivido quello che è stato detto prima, perché l'acqua depurata per ora viene buttata a mare. Noi pensavamo di intervenire su questo tema. Secondo noi le acque depurate come quella di Acqua dei Corsari dovrebbero essere utilizzate per riqualificare la falda acquifera.
  Per quanto riguarda altre situazioni, so che ci sono diverse criticità sul Nocella, per quanto riguarda Partinico. Molti laboratori hanno delle criticità, ma soprattutto questa condizione di portare l'acqua depurata e versarla in mare dovrebbe essere una situazione da evitare.
  Recentemente so che ci sono criticità pure nel depuratore di Carini, sempre in provincia di Palermo. Anche questo depuratore quando funziona, sversa l'acqua depurata direttamente a mare. Questa è una cosa da evitare perché potrebbe...

  PIETRO CIULLA, Presidente di WWF Sicilia Occidentale. Potrei aggiungere pure qualche cosa io. Oltre quello che diceva Pag. 22Francesco Liotti poco fa sul fiume Oreto, nel mio intervento ricordavo che tutta l'acqua viene convogliata al depuratore di Acqua dei Corsari e dopo buttata a mare. Questa anomalia di una grande rete fognaria molto fragile con punte di sollevamento e via discorrendo, come ho detto poco fa, si sta anche verificando nella zona tra Carini, Cinisi e Terrasini. Là c'è un progetto che prevede di scaricare le acque dei comuni di Cinisi e Terrasini nel depuratore di Ciachea a Carini, che come accennava Liotti poco fa, funziona male. Su questo noi stiamo facendo uno studio, in caso dopo vi faremo avere anche la documentazione. Si riperpetua questa tendenza di far fare lunghi percorsi ai reflui, con tanto di pompe di sollevamento con continuo dispendio sia energetico che fragilità del sistema. Anche là, secondo noi, si sta commettendolo stesso errore, che è quello di convogliare tanti comuni su un unico depuratore e non porre particolare attenzione alla depurazione in loco con l'utilizzo delle acque reflue. A maggior ragione in questi comuni di Cinisi e Terrasini, dove c'è ancora un'agricoltura e quindi è più facile riutilizzare l'acqua, con poco trasporto.

  FABRIZIO TRENTACOSTE. Riguardo al fiume Nocella si accennava prima al ruolo del torrente Puddastri, che sarebbe un affluente che raccoglie i reflui derivanti dal depuratore di Partinico e Borgetto. Volevo chiedere alle associazioni ambientaliste che hanno monitorato la situazione oggi una loro valutazione. Quale ruolo ha realmente, se vogliamo anche abbozzare una sorta di percentuale, nell'inquinamento complessivo del fiume Nocella l'apporto del torrente Puddastri e quale invece quello della Bertolino, in rapporto all'asta fluviale, prescindendo dalla situazione delle falde sotto la distilleria.
  Per quanto riguarda invece gli effetti non solo da un punto di vista sociale, ma pratici cioè ambientali del contratto di fiume, cosa pensano le associazioni e con quali tempi potranno essere gli effetti positivi sull'ambiente derivanti da questo accordo?

  FRANCESCO LORIA, Presidente dell'Associazione San Cataldo Baia della Legalità di Terrasini. In merito alla questione del partinicese e quindi del fiume Nocella nella stretta del torrente Puddastri, le criticità maggiori si sono registrate, come ho detto all'inizio, sulla stretta fluviale del torrente Puddastri. Possiamo considerare che un buon 90 per cento delle problematiche legate alla foce di Nocella e al tratto di costa del Golfo di Castellammare orientale, sono legate maggiormente a quella parte di territorio, tra Borgetto e Partinico. Noi abbiamo avuto un confronto con Legambiente Partinico dove si proponeva la nascita di un contratto di fiume per il Nocella. Personalmente io nutro fortissimi dubbi sulla nascita di un contratto di fiume sul Nocella, anche per delle problematiche legate anche ad una attività criminale ambientale, dove non possiamo sicuramente dimostrare, ad oggi, chi sono i responsabili. Sappiamo che fino a ieri abbiamo fatto un sopralluogo a circa mille metri dal raggiungere il mare, dove esiste la confluenza tra il Nocella e il torrente Puddastri e abbiamo notato la presenza di acque trasparentissime, piene di vita del fiume Nocella. Subito dopo aver attraversato i comuni di Montelepre e Giardinello è un'acqua particolarmente schiumosa che possiamo documentare, un odore pungente, sicuramente frutto di lavorazione delle aree, ma anche possibilmente vitivinicole. Un'acqua rossa, quindi le colorazioni ci facevano pensare che comunque c'era un altissimo concentramento di smaltimento industriale, il tutto condito da una cattiva depurazione, sicuramente proveniente dai comuni di Borgetto e Partinico. Il Contratto di Fiume per noi non ha le basi per poter nascere finché non vengono quantomeno identificati i maggiori responsabili di questa attività criminale. È difficile per noi, semplice associazione, perché quel tratto fluviale è impervio e per certi punti addirittura inaccessibile. Noi siamo convinti che in questa stretta fluviale ci siano molti inneschi non autorizzati che sversano materiale industriale nel fiume. Ed è una costante. Non è un momento in cui in notturna o in diurna possiamo riscontrarne la presenza o meno. La presenza industriale, lo smaltimento industriale è costante. Semmai, quello che Pag. 23possiamo specificare è che in determinati momenti in cui noi abbiamo fatto delle attività di controllo in notturna abbiamo visto come questi maggiormente si amplificano in maniera pesante e abbiamo visto scorrere, oltre allo smaltimento industriale di lavorazione vitivinicola nelle aree, fanghi esausti. Abbiamo la documentazione. Vi sto parlando di esempi avvenuti circa un paio di sere fa.

  AGOSTINO MOSCATO, Rappresentante di Legambiente Termini Imerese. So già che il signor Purpi nell'Associazione Arca ha parlato della situazione Ciprogest e Profineco legata alla zona industriale di Termini Imerese.
  Proprio per essere sintetici, oltre a ribadire che in effetti c'è una situazione drammatica sotto il profilo ambientale nella nostra zona industriale, vorrei segnalare un'altra questione che riguarda un'azienda che produceva rifiuti organici, perché è inerente anche alla questione delle acque. In questa azienda, infatti, sono ancora depositate, nonostante una chiusura da parte dell'autorità giudiziaria, circa otto tonnellate di rifiuti. Sono depositati proprio nel cortile di questa azienda e stanno subendo delle azioni di putrefazione. Tutto il percolato che si sta producendo è ancora presente in questo cortile di questa azienda che sta producendo dei danni ambientali di tutto rispetto. Volevamo segnalare questa situazione perché non sappiamo questo percolato dove va a finire, anche per la vicinanza del mare, perché è a circa 150 metri dalla costa. Crea dei problemi molto grossi non solo dal punto di vista degli odori, ma anche per questo percolato che non sappiamo dove va a finire.
  Della Ciprogest e della Profineco se vuole aggiungo qualcosa. È stato costruito un depuratore consortile nella zona industriale, ma che a nostro dire non è mai entrato in funzione. Praticamente tutto questo percolato che viene smaltito nel depuratore del Ciprogest e della Profineco crea enormi problemi proprio per l'esuberanza di percolato che viene immesso in questi depuratori. Sarebbe opportuno che si faccia entrare in funzione questo depuratore consortile.
  Sappiamo che c'è la struttura, sappiamo che buona parte è stato costruito; però a quanto pare non esiste un collegamento della tubazione fognaria con questo depuratore. Sarebbe poi opportuno accertarsi che fine fanno i fanghi trattati da queste aziende, perché noi non abbiamo avuto notizia dei fanghi che la Ciprogest e la Profineco trattano dopo lo smaltimento del percolato che arriva da mezza Sicilia. Abbiamo il dubbio che vengano smaltiti in maniera anomala; quindi sarebbe opportuno fare un'opportuna osservazione sui fanghi che vengono poi prodotti da questo processo di trattazione.
  Se mi posso permettere, faccio un'aggiunta che riguarda la questione ENEL che può dare dei problemi riguardanti il nostro mare. C'è una azienda a cui l'ENEL vuole vendere la parte di aziende che deve dismettere, cioè il pontile e alcuni serbatoi. La vuole vendere all'azienda Levantoil e non riusciamo a capire come mai in altre parti d'Italia l'ENEL progetta una riconversione sotto l'aspetto ecologico, quindi una sostenibilità ambientale molto forte, mentre a Termini Imerese si fa un passo indietro di circa quarant'anni volendo costruire dei depositi di carburante con l'arrivo di petroliere, quindi compromettendo già il delicato equilibrio della nostra costa.
  L'arrivo di carburante, naturalmente fossile, contrasta con l'idea di una città che deve andare verso uno sviluppo ecosostenibile. Anche la nostra zona industriale punta su questo. Voglio ricordare, e finisco, che intanto questi insediamenti sono molto vicini alla città (fra l'altro insiste anche un grosso supermercato proprio a ridosso di queste aziende); che questa zona è sovrastata dalla riserva del monte San Calogero, riserva orientata istituita nel 1996; che a pochissimi chilometri c'è un parco archeologico di tutto rispetto, che è il parco archeologico di Mera.

  ERNESTA MORABITO, Vicepresidente di Italia Nostra. Io molto in ritardo mi sto collegando sulla questione dei rifiuti. Avete avviato un altro argomento. Intanto faccio presente che...

Pag. 24

  PRESIDENTE. Scusi se la interrompo. L'argomento è la depurazione delle acque.

  ERNESTA MORABITO, Vicepresidente di Italia Nostra. Sì, però per problemi tecnici che non dipendevano da me mi sto collegando ora.

  PRESIDENTE. Che si sta collegando ora non è un problema. Adesso inizia la sua audizione, quindi sulla depurazione delle acque può dire quello che ritiene più opportuno.

  ERNESTA MORABITO, Vicepresidente di Italia Nostra. Sulla depurazione delle acque non ho nulla da dire. Tanti colleghi li ho ascoltati, quindi qualcosa l'avevo già attenzionata nei mesi scorsi. Per me va bene quello che hanno detto loro. Se posso, aggiungerei sulla questione rifiuti due cose brevissime. Le verbalizzate poi per la precedente. Io sono stata avvisata un quarto d'ora prima del fatto che la riunione non era sui rifiuti e che non era più alle 13 ma alle 12.

  PRESIDENTE. Sui rifiuti non c'era niente. L'audizione è stata anticipata per gli altri; per lei no visto che non poteva. Era alle 13, però era sulla depurazione delle acque.

  ERNESTA MORABITO, Vicepresidente di Italia Nostra. Quindi quella sui rifiuti è stata eliminata?

  PRESIDENTE. No, non è mai esistita.

  ERNESTA MORABITO, Vicepresidente di Italia Nostra. Ma come no?

  PRESIDENTE. Intanto cedo la parola al senatore Briziarelli.

  LUCA BRIZIARELLI. Ringrazio intanto tutte le associazioni perché spesso, non sempre, si trovano a combattere in Sicilia, come nel resto d'Italia, battaglie qualche volta in solitaria, qualche volta con difficoltà non sempre ascoltate. Così come hanno fatto anche i colleghi, volevo ringraziare per la presenza e per la funzione che svolgono.
  Avrei tre domande specifiche. Chiedo scusa se dovessi sbagliare i nomi. La prima è per Giuseppe Purpi. In particolare, facendo riferimento a numerosi sversamenti direttamente a mare, la prima domanda è se siano stati ufficialmente segnalati, a chi, quando, se possiamo avere la copia degli esposti, con quale esito.
  È stato detto che Arpa interviene anche dieci giorni dopo la segnalazione. Convengo sulla difficoltà nel poter avere contezza e risultanza dell'effetto negativo dello sversamento stesso se non si interviene sul momento, e questo del resto è uno dei problemi che ci vengono rappresentati in tutta Italia e per vari argomenti; però c'è un passaggio particolare.
  Lei faceva riferimento all'utilizzo di quantità ingenti di terreno tali da cambiare addirittura la linea di costa per coprire gli effetti dello sversamento stesso. In questo caso siamo di fronte a una modifica consistente e durevole, almeno nell'arco di dieci giorni, rispetto a quello che viene segnalato. Peraltro ci sarebbe anche, oltre alla linea di costa, da verificare con un campionamento dei terreni se l'effetto dello sversamento abbia lasciato tracce in quei terreni stessi. Su questo in particolare, visto che mi sembra di capire che abbiate anche delle riprese, delle immagini, delle segnalazioni, a me interesserebbe un approfondimento, perché in questo caso saremmo di fronte a qualcosa di tangibile e riscontrabile.
  Aggiungo che una massa di terreno tale da produrre una percepibile e considerevole modifica alla linea di costa richiederebbe anche l'utilizzo di mezzi e il percorso degli stessi tale da essere visibile e riscontrabile. Quindi chiederei su questo un approfondimento in particolare.
  Relativamente al primo intervento, ma con la richiesta di una risposta puntuale, il primo audito, Pietro Ciulla, per il WWF, se ho ben capito mette in discussione la scelta stessa della realizzazione di un polo unico di depurazione per Palermo.
  Con tutto il rispetto, così come noi siamo disponibili ad audire e sosteniamo in maniera Pag. 25 convinta le iniziative delle associazioni quando supportate da aspetti tecnici legali o di varia natura, la mia domanda è: lei viene qui oggi a dirci che a suo giudizio la scelta tecnica è sbagliata, oppure come WWF disponete di analisi, approfondimenti e documenti tali da poter sostenere con cognizione di causa e a livello oggettivo una scelta a suo dire sbagliata?
  Questo perché, ripeto, venire di fronte a una Commissione bicamerale d'inchiesta qual è la nostra, ma quale sarebbe qualsiasi altra, è un'opportunità ma anche una responsabilità alla quale noi richiamiamo sempre tutti.
  Aggiungo: qualora si sia in presenza di documenti tecnicamente non dico validi, ma degni di attenzione di nota quali quelli che dovrebbero supportare una dichiarazione quale quella che lei ha fatto, gli stessi sono stati trasmessi a chi, quando, eventualmente con quale esito? Teniamo conto che sono anni che si parla dell'intervento, di come è stato individuato e di stati di avanzamento importanti. Arrivare a mettere in discussione un passaggio fondamentale quale quello che potrebbe essere finalmente la risoluzione del problema dell'allacciamento di Palermo, evitando gli sversamenti consistenti e considerevoli, soprattutto quelli che avvengono nella zona del porto, è una cosa che va fatta eventualmente con cognizione di causa.
  L'ultima domanda è per Agostino Moscato, che nel tornare sul problema della Ciprogest introduce un elemento fondamentale. Fermo restando che un impianto deve garantire la piena conformità e la capacità di operare in maniera assolutamente corretta e legale a prescindere dalla quantità, lei ha fatto un passaggio dicendo: «È un impianto che serve mezza Sicilia. È possibile che un impianto di questa portata che ha un trattamento», cito liberamente ma credo che il senso del suo intervento fosse questo, «che ha un'importanza strategica nell'ambito dell'impiantistica della Sicilia non sia stato attenzionato a dovere o che comunque abbia vissuto un percorso quale quello che è stato indicato?».
  Anche in questo caso lei ha fatto un fugace riferimento nel dire: «Abbiamo segnalato tutto quello che già avevamo, sempre e comunque con un esito, credo di capire, altalenante.».
  Anche qui la richiesta è specifica e puntuale. È possibile acquisire come Commissione eventuali esposti, eventuali carteggi e l'esito degli esposti qualora presentati, per capire l'azione che voi meritoriamente magari avete sviluppato, in che arco di tempo si sia configurata, con quali azioni? Relativamente alla portata dei soggetti che conferiscono nell'impianto, ha qualcosa da dire nello specifico, considerando che ha fatto questo riferimento al fatto che arriva percolato da mezza Sicilia? Questa è soltanto una considerazione relativa alla quantità oppure, a suo giudizio, c'è qualcosa che dovrebbe farci accendere una lampadina in particolare perché da determinate zone più o meno distanti, in funzione dei costi, arriva il percolato da trattare? C'è qualcosa di concreto o è soltanto un'osservazione?

  GIUSEPPE PURPI, Presidente Associazione l'Arca di Termini Imerese. In merito alle sue domande sugli sversamenti di terra, nella battigia, noi abbiamo riscontrato il primo febbraio del 2020 dei camion che scaricavano tutta questa terra da riporto sulla sabbia. Sono andati a coprire la sabbia creando una copertura per evitare di fare vedere quello che il mare riporta sulla spiaggia, perché effettivamente poi vediamo che arrivano piccoli pulviscoli neri che vanno completamente a macchiare la sabbia di nero.
  Abbiamo fatto una denuncia alla Capitaneria di Porto il 10 del gennaio scorso per quanto riguarda gli sversamenti. Ripeto, con uno sversamento fatto su un canalone ufficiale dove sversa la Ciprogest e altri due che erano nascosti dagli arbusti, quindi non visibili neanche dall'alto. Bisognava accedere attraverso un piccolo cunicolo per poter vedere questi sversamenti.
  Poi abbiamo fatto l'esposto insieme a Legambiente e alle altre associazioni di Termini Imerese, come Mare Nostrum. Abbiamo fatto questo esposto presentato una settimana o due settimane dopo alla procura.

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  PRESIDENTE. Si sente male, quindi poi ci mandi questi esposti o una relazione. Chi voleva aggiungere qualcosa? Credo il WWF.

  PIETRO CIULLA, Presidente di WWF Sicilia Occidentale. C'è stato un equivoco. Noi mettiamo in dubbio, non contestiamo. Va benissimo che almeno in questa prima fase, con tutti gli interventi che si stanno facendo per collettare i sistemi fognari nell'unico depuratore di acqua disponibile è il male minore; quindi nessuno si sogna di contestare questa positività. Però già vediamo la potenziale farraginosità e debolezza del sistema futuro, perché un sistema che contiene decine di sollevamenti è un sistema energivoro ma soprattutto è un sistema complicato e potenzialmente vulnerabile che richiederà una continua, costante e puntuale manutenzione, e che in ogni caso oggettivamente è debole potenzialmente in quanto troppo pieno di complicazioni. Nessuno si sogna assolutamente di contestare questi lavori, però è un sistema sbilanciato che anche oggettivamente è stato messo in crisi dal fatto che nella parte Ovest della città, essendo nata l'area marina protetta, non si poteva più sversare; quindi bisogna superare questo impasse.

  PIETRO LOREFICE. Sarò sintetico al massimo. Volevo chiedere al signor Purpi, siccome ha parlato anche di documentazione video, se ci può far avere anche i video relativi agli sversamenti o allo scarico degli inerti, perché lei ha citato più volte anche la documentazione video.
  Al signor Liotti, che ha fatto riferimento allo strumento dei Contratti di Fiume e di Costa, chiedo se ci può far avere il materiale relativo agli strumenti.
  Sempre a Purpi, per quanto riguarda l'impianto dell'ENEL di Termini Imerese, chiedo se ha informazioni sugli scarichi, perciò sull'eventuale inquinamento termico creato dalla Centrale, e se ha anche della documentazione in merito a quanto riferito, cioè alla cessione o di ramo d'azienda o di infrastrutture, perché io non ho ben capito. Ha parlato di pontile e serbatoi. Volevo sapere se c'è una cessione del ramo d'azienda o solo di infrastrutture. Grazie.

  GIUSEPPE PURPI, Presidente Associazione l'Arca di Termini Imerese. Per quanto riguarda i video, vi forniremo tutti i video che volete, tutte le foto sia degli scarichi a mare sia dei camion che modificavano la costa. Per quanto riguarda il pontile ENEL passo la parola ad Agostino Moscato.

  AGOSTINO MOSCATO, Rappresentante di Legambiente Termini Imerese. Sì, sono stato io a parlare di una cessione delle infrastrutture, di pontile e di alcuni serbatoi. Vorrei aggiungere, poiché sono stato citato dal senatore precedente, che noi abbiamo fatto un esposto insieme a Giuseppe Purpi il 22 gennaio sugli sversamenti a mare.
  Invece, per quanto riguarda il depuratore consortile, siccome noi abbiamo contezza del fatto che arrivano circa 18-20 camion al giorno per la depurazione e poi notiamo questi sversamenti a mare, la nostra era un'osservazione per cui probabilmente sarà opportuno potenziare il depuratore oppure mettere in funzione quello consortile, se ci sono le condizioni per poterlo fare.

  PRESIDENTE. Non so se la professoressa Morabito voleva aggiungere una cosa.

  ERNESTA MORABITO, Vicepresidente di Italia Nostra. Vorrei aggiungere solo questo. Noi come Italia Nostra sosteniamo che è importante – non so se i miei colleghi l'hanno detto precedentemente – il riutilizzo delle acque depurate per usi consentiti. So che in Italia purtroppo i nostri parametri per il riutilizzo delle acque anche per usi agricoli sono molto restrittivi. Auspichiamo che ci sia in Parlamento in questo momento una normativa che riveda parametri dell'Istituto Superiore di Sanità proprio per utilizzare in modo più ampio queste acque depurate. Purtroppo in Sicilia non le riutilizziamo ancora. Ci sono stati anni fa delle particelle sperimentali e la cosa è chiusa. Visto che qui siamo con ottimi parlamentari, io vi chiedo di sostenere anche questa via, questo percorso. Sarebbe molto importante per la Sicilia. Pag. 27
  Pensiamo poi al depuratore di Acqua dei Corsari e alla depurazione di Fondo Verde. Abbiamo chiesto fortemente a tutte le associazioni che non versino l'acqua davanti alla riserva marina di Capogallo. Sembra che questa cosa si stia avviando, finalmente. Danno circa 2 mila 200 litri di acqua al secondo, che sono importantissimi in una regione dove sappiamo c'è anche una fase difficile climatica.

  CATERINA LICATINI. Grazie, presidente. Io vorrei rispondere alla dottoressa Morabito, perché è chiaro che l'obiettivo di una società civile è quello di non sprecare questa risorsa che è l'acqua depurata. Ne parlavamo poc'anzi proprio ricordando che la percentuale del 70 per cento della nostra isola è destinata a desertificazione; per cui sarebbe un buon auspicio.
  Poco fa dicevamo che ci sono alcuni comuni della regione Sicilia – me ne risultano almeno cinque della parte occidentale – che hanno ottenuto anche dei fondi per la costruzione di un impianto adatto a poter riutilizzare l'acqua una volta depurata. Purtroppo siamo dinanzi all'ennesima situazione devastante, perché questi soldi sono stati utilizzati ma l'impianto non è stato mai utilizzato per produrre acqua a uso irriguo. Il fatto che oggi noi trattiamo l'impianto di depurazione intanto è un primo step. Poi vogliamo andare fino in fondo a questa storia e occuparci anche di quegli impianti che dovrebbero far questo e che ancora oggi non lo fanno.

  PRESIDENTE. Ringrazio i nostri ospiti e dichiaro conclusa la seduta.

  La seduta termina alle 13.35