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Resoconti stenografici delle audizioni

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XVIII Legislatura

III Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 9 di Giovedì 26 novembre 2020

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Fassino Piero , Presidente ... 3 

Audizione del Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, Luigi Di Maio, nell'ambito dell'esame in sede consultiva del disegno di legge recante il bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2021 e il bilancio pluriennale per il triennio 2021-2023 (C. 2790-bis) (ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento):
Fassino Piero , Presidente ... 3 
Di Maio Luigi (M5S) , Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale ... 4 
Fassino Piero , Presidente ... 9 
Formentini Paolo (LEGA)  ... 9 
Quartapelle Procopio Lia (PD)  ... 9 
Cabras Pino (M5S)  ... 10 
Delmastro Delle Vedove Andrea (FDI)  ... 10 
Fassino Piero , Presidente ... 12 
Migliore Gennaro (IV)  ... 12 
Lupi Maurizio (Misto-NI-USEI-C!-AC)  ... 13 
Fitzgerald Nissoli Fucsia (FI)  ... 14 
Fassino Piero , Presidente ... 15 
Ribolla Alberto (LEGA)  ... 15 
Ehm Yana Chiara (M5S)  ... 16 
Fassino Piero , Presidente ... 17 
La Marca Francesca (PD)  ... 17 
Di Stasio Iolanda (M5S)  ... 17 
Fassino Piero , Presidente ... 17 
Di Maio Luigi (M5S) , Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale ... 18 
Lupi Maurizio (Misto-NI-USEI-C!-AC)  ... 22 
Di Maio Luigi (M5S) , Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale ... 22 
Zoffili Eugenio (LEGA)  ... 22 
Fassino Piero , Presidente ... 22 
Zoffili Eugenio (LEGA)  ... 22 
Fassino Piero , Presidente ... 23 
Di Maio Luigi (M5S) , Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale ... 23 
Fassino Piero , Presidente ... 23

Sigle dei gruppi parlamentari:
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Lega - Salvini Premier: Lega;
Forza Italia - Berlusconi Presidente: FI;
Partito Democratico: PD;
Fratelli d'Italia: FdI;
Italia Viva: IV;
Liberi e Uguali: LeU;
Misto: Misto;
Misto-Noi con l'Italia-USEI-Cambiamo!-Alleanza di Centro: Misto-NI-USEI-C!-AC;
Misto-Azione-+Europa-Radicali Italiani: Misto-A-+E-RI;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Centro Democratico-Italiani in Europa: Misto-CD-IE;
Misto-MAIE - Movimento Associativo Italiani all'Estero: Misto-MAIE;
Misto-Popolo Protagonista - Alternativa Popolare (AP) - Partito Socialista Italiano (PSI): Misto-PP-AP-PSI.

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
PIERO FASSINO

  La seduta comincia alle 12.35.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori sarà assicurata anche attraverso la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati e sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione del Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, Luigi Di Maio, nell'ambito dell'esame in sede consultiva del disegno di legge recante il bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2021 e il bilancio pluriennale per il triennio 2021-2023 (C. 2790-bis) (ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento).

  PRESIDENTE. L'odierna audizione può essere anche svolta consentendo ai colleghi di seguirla in videoconferenza da remoto, oltre a tutti quelli che sono in presenza, secondo le regole, ormai note, che ha definito la Presidenza della Camera dei deputati.
  L'ordine del giorno reca l'audizione del Ministro degli affari esteri e della cooperazione, Luigi Di Maio, nell'ambito dell'esame in sede consultiva del disegno di legge recante il bilancio di previsione per l'anno finanziario 2021 e il bilancio pluriennale triennale per il triennio 2021-2023. Do il benvenuto al Ministro Di Maio, ringraziandoLo per la speciale disponibilità a intervenire ai nostri lavori in esame di sede consultiva del disegno di legge bilancio, al quale il Governo naturalmente non ha mai fatto mancare la sua partecipazione.
  Nel corso della seduta di avvio dell'esame sono emerse questioni di precipuo interesse, a partire innanzitutto dall'esigenza, non più rinviabile, di incrementare l'investimento in politica estera, che ad oggi continua a rappresentare lo 0,4 per cento del bilancio pubblico. La politica estera è divenuta la leva principale nelle relazioni intergovernative europee e internazionali per assicurare il successo della strategia di ripresa del nostro Paese dal trauma rappresentato dalla pandemia. Proprio l'emergenza pandemica ha fatto emergere tutti i vantaggi derivanti da un rafforzamento della rete diplomatico-consolare, al fine di garantirne la piena funzionalità. Del resto, lo stesso Patto per l'export fonda la sua operatività sull'efficienza della rete, composta da oltre trecento sedi all'estero tra ambasciate, rappresentanze permanenti, uffici consolari, istituti di cultura, oltre che sulle interazioni con ICE-Agenzia, con Cassa depositi e prestiti e SACE-SIMEST.
  A tal proposito, segnalo che nel dibattito di martedì è stato altresì espresso apprezzamento per le misure del disegno di legge di bilancio a sostegno dei processi di internazionalizzazione delle imprese, segnatamente l'articolo 210, che dispone sia l'incremento della dotazione del Fondo rotativo per la concessione dei finanziamenti a tasso agevolato a favore delle imprese italiane che operano sui mercati esteri, sia l'aumento della dotazione del Fondo per la promozione integrata, finalizzato alla concessione di cofinanziamenti a fondo perduto.
  Nel corso dell'audizione del Presidente di SIMEST, l'Ambasciatore Salzano, è emerso che dei 2 miliardi di euro stanziati dal Patto per l'export circa 1,3 sono serviti Pag. 4per rifinanziare gli strumenti di finanza agevolata, a valere sul Fondo 394/81, che SIMEST gestisce per conto del MAECI. Si tratta di una dotazione senza precedenti, che ha permesso di potenziare l'offerta di finanziamenti agevolati, raggiungendo una platea più ampia, con un incremento molto significativo delle piccole e medie imprese coinvolte.
  Colgo l'occasione per evidenziare altresì l'esigenza – e richiamo l'attenzione del Ministro – di avviare una riflessione sull'adozione di misure strategiche anche in ambito culturale e formativo, ad esempio con il rafforzamento dello strumento delle borse di studio, nonché la presenza e le relazioni che il sistema universitario italiano ha con i nostri Paesi partner. Si tratta di strumenti che non richiedono ingenti investimenti, ma con i quali è possibile attrarre capitale umano verso il nostro Paese, anche nell'ottica di legare le future classi dirigenti di altri Paesi all'Italia, come hanno ben capito Paesi come la Francia, la Germania e altri, che a questi strumenti devolvono risorse significative. Del resto Lei stesso, Ministro, ha recentemente auspicato che vengano aperti anche presìdi universitari italiani all'estero, con particolare riferimento alla regione mediterranea. Da questo punto di vista, cogliendo la sua sensibilità, sottolineiamo anche questa esigenza.
  Fatte queste rapide e brevi premesse, do la parola al Ministro Di Maio affinché svolga il Suo intervento, ancora ringraziandoLo per la sua presenza. Prego, Ministro.

  LUIGI DI MAIO, Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. Grazie a Lei, presidente. Cari colleghi, considero questa audizione un gesto di attenzione da parte della Commissione e un'ulteriore occasione di dialogo tra noi, un'opportunità per evidenziare i principali temi di interesse della Farnesina, nell'ambito di una legge di bilancio concepita in un contesto del tutto eccezionale.
  L'attuale fase richiede due azioni parallele: sostenere, ovvero assicurare un ristoro immediato a fronte dell'emergenza, ma anche rilanciare, ossia adottare politiche per la crescita. Sostegno e rilancio sono i pilastri di una manovra ambiziosa che, con 39 miliardi per il prossimo anno, punta a tutelare la salute dei cittadini e la stabilità economica del Paese, ponendo, al contempo, le basi per una solida ripresa.
  È una manovra fortemente espansiva. Quattro le aree di intervento cruciali: sanità, con 4 miliardi complessivi; lavoro e occupazione, con 5 miliardi solo di cassa integrazione aggiuntiva e un'attenzione particolare ai giovani, al contributo del lavoro femminile e alla fiscalità di vantaggio per il Sud; sostegno ai settori più colpiti dalla crisi, con 4 ulteriori miliardi e l'estensione delle misure per la liquidità; centralità del settore scuola, università, ricerca e, in generale, cultura.
  La portata espansiva della manovra si inserisce nel contesto degli strumenti anticiclici straordinari di cui l'Unione europea si sta dotando, anche grazie – lo voglio ricordare – alla determinante azione dell'Italia. Questa è la prima legge di bilancio che incorpora anche le risorse di Next Generation EU attraverso il Piano nazionale per la ripresa e la resilienza, che sarà ultimato all'esito del confronto informale con la Commissione europea e condiviso con il Parlamento, che ne ha approvato già le linee guida.
  Si tratta di un risultato fondamentale, che rappresenta una svolta nel percorso di integrazione europea, e l'Italia ne è stata motore. Per la prima volta l'Unione europea ha deciso di mobilitare somme ingenti mediante l'indebitamento comune.
  L'obiettivo è definire un nuovo paradigma di crescita – per il nostro continente e per l'Italia – più sostenibile, inclusivo, duraturo e capace di rendere l'Europa sempre più unita. La Farnesina vi contribuisce, in particolare, ma non solo, con uno sforzo importante nel sostegno all'internazionalizzazione del Sistema Paese, nel potenziamento della promozione della lingua e cultura italiane e delle industrie creative, nell'attenzione alle collettività italiane all'estero, fondamentale risorsa dell'Italia nel mondo.
  Per quanto riguarda il bilancio della Farnesina e le principali autorizzazioni di spesa, con uno stanziamento totale di 3,4 Pag. 5miliardi di euro per il 2021, il bilancio del Ministero degli affari esteri è ancora limitato, soprattutto rispetto ai principali partner europei. Stiamo parlando dello 0,32 per cento del bilancio dello Stato e dello 0,19 per cento del PIL.
  Esso, inoltre, ha una struttura relativamente rigida, costituita per oltre il 50 per cento da voci di spesa obbligatorie: contributi a organismi internazionali, a partire dall'ONU, quota di contribuzione al Fondo europeo di sviluppo, spese di personale in Italia e all'estero.
  È però un bilancio in aumento, con un'inversione di tendenza rispetto agli esercizi precedenti, proprio per azionare in maniera più efficace importanti leve per la proiezione internazionale del Paese e il suo rilancio economico.
  L'incremento netto di risorse – 14,5 per cento in più rispetto alla legge di bilancio per il 2020 – è infatti in buona parte riconducibile ai finanziamenti straordinari previsti nel 2021 a favore delle imprese per i contributi a fondo perduto, da erogare per il tramite della SIMEST. Le somme possono arrivare fino al 50 per cento delle agevolazioni accordate sul Fondo 394/81 per l'internazionalizzazione. È una misura innovativa che abbiamo introdotto con il decreto «Cura Italia» e rifinanziato più volte nel corso dell'anno per un totale di 562 milioni di euro e che ora rinnoviamo con 465 milioni di euro nel 2021 e 60 milioni per ciascuno degli anni 2022 e 2023.
  In totale durante il 2020, a fronte della crisi pandemica, abbiamo destinato a favore delle nostre imprese oltre 2 miliardi di euro per favorirne l'internazionalizzazione.
  Nell'ambito delle misure per noi più significative della manovra, vorrei partire dalla promozione del made in Italy e dagli strumenti per l'internazionalizzazione e il sostegno alle imprese.
  Il disegno di legge di bilancio prevede un potenziamento del Piano straordinario per la promozione del made in Italy e l'attrazione degli investimenti in Italia, che viene rifinanziato con 50 milioni per ciascuno dei prossimi quattro anni. Includendo anche i fondi stanziati grazie al Fondo investimenti del 2020, per i prossimi anni potremo contare su un finanziamento stabile di circa 140 milioni di euro all'anno che consentirà di avviare finalmente una programmazione triennale.
  Per l'attuazione del Piano la Farnesina si avvale ovviamente di ICE-Agenzia, con la finalità di: ampliare il numero delle imprese – in particolare piccole e medie – che operano nel mercato globale, espandere le quote italiane del commercio internazionale, valorizzare l'immagine del made in Italy nel mondo e sostenere le iniziative di attrazione degli investimenti esteri. La programmazione per il 2021 è già stata avviata tramite appositi «tavoli di ascolto» settoriali e si affiancherà agli altri strumenti di promozione integrata, in linea con gli obiettivi del Patto per l'export, varato lo scorso 8 giugno.
  La diplomazia economica si dimostra in grado di generare uno straordinario effetto leva per la crescita. Secondo Prometeia, il sostegno della nostra rete alle imprese italiane nelle gare internazionali ha contribuito a un aumento dei loro ricavi per 50 miliardi di euro, con un impatto complessivo sull'economia pari all'1,9 per cento del PIL.
  C'è piena consapevolezza del contributo fondamentale che l'export – pari a oltre il 30 per cento del PIL – e l'internazionalizzazione delle imprese possono dare al rilancio dell'economia italiana. Questa consapevolezza si è tradotta nei provvedimenti adottati in risposta all'emergenza sanitaria, dal «Cura Italia» fino al decreto «Ristori». Misure che hanno consentito di mitigare significativamente l'impatto della crisi del coronavirus sull'export e sulla tenuta del sistema produttivo. Per la prima volta dall'inizio della pandemia l'export nel mese di settembre ha registrato un incremento rispetto allo stesso mese del 2019. Mi sembra un dato significativo, che ci dice che siamo nella giusta direzione.
  Con l'obiettivo di accompagnare il processo di ripresa e consolidare risultati come questo, la legge di bilancio prevede il rifinanziamento del Fondo rotativo 394/81, destinato alla concessione di finanziamenti a tasso agevolato a favore delle imprese Pag. 6italiane che operano sui mercati esteri. Sono previsti più di 1 miliardo nel 2021 e 140 milioni per ciascuno dei due anni successivi, a cui si aggiunge la componente a fondo perduto precedentemente citata.
  Il rafforzamento degli strumenti di finanza agevolata come il Fondo 394/81 rappresenta uno dei sei pilastri del Patto per l'export (comunicazione; formazione e informazione; e-commerce; sistema fieristico, finanza agevolata e promozione integrata). In particolare, il Fondo 394/81 si è rivelato, in questi mesi di grave incertezza, una leva strategica per accompagnare il processo di ripresa, incontrando il forte interesse del sistema produttivo nazionale.
  Il 95 per cento delle imprese che l'ha usato non l'aveva mai usato prima. Lo dimostra il boom di richieste di finanziamento, il cui ammontare ha superato di gran lunga la dotazione del Fondo, come vi è stato spiegato anche dal Presidente Salzano. Di qui la necessità di ulteriori risorse da mobilitare sia nella legge di bilancio sia nei vari successivi interventi.
  Le domande sono state, infatti, oltre 13 mila dal 1° gennaio al 21 ottobre 2020, quando è stata deliberata la temporanea sospensione in attesa di ulteriori rifinanziamenti. L'89 per cento delle imprese che l'hanno richiesto sono piccole e medie. L'anno scorso le domande ricevute non arrivavano a mille; oggi noi abbiamo circa 13 mila domande, solo al 21 ottobre del 2020.
  Sono prove di come questo strumento risponda alle esigenze dei nostri imprenditori. Anche perché ne abbiamo migliorato l'operatività, recentemente estesa a tutti i Paesi dell'Unione europea – prima non si poteva accedere per iniziative all'interno dell'UE – e abbiamo ampliato la tipologia delle voci finanziabili, con particolare riferimento alle manifestazioni virtuali e alle fiere internazionali che si svolgono in Italia. Al settore fieristico abbiamo dedicato una speciale attenzione, anche grazie a una stretta interlocuzione tra Governo e Parlamento, da ultimo attraverso la creazione di un'apposita sezione del Fondo 394/81, volta proprio a favorire l'internazionalizzazione di questo comparto.
  Il sostegno alle imprese italiane sui mercati internazionali va peraltro visto nel più ampio sforzo di promozione e valorizzazione all'estero di tutte le componenti del Sistema Paese, attraverso quella che alla Farnesina chiamiamo «promozione integrata».
  Siamo soddisfatti di aver potuto, tramite questa legge di bilancio, rifinanziare il Fondo per il potenziamento della cultura e della lingua italiana all'estero. Istituito dalla legge di bilancio 2017, si sarebbe altrimenti estinto. Al Fondo cultura abbiamo invece assegnato 33 milioni di euro nel 2021, 47 milioni nel 2022 e 51 milioni a partire dal 2023.
  Ora che lo abbiamo stabilizzato anche per gli esercizi futuri, il Fondo cultura diventa strumento permanente e consente una migliore e più ampia programmazione delle attività di promozione integrata coordinate dalle sedi diplomatico-consolari e Istituti di cultura. Nell'ambito del programma «Vivere all'italiana», finanziato sul Fondo, la rete estera ha organizzato, solo nel 2019, circa 10 mila eventi in tutto il mondo. Una cifra che dà conto dell'enorme potenziale di questo investimento, tanto più se si considera la particolare attenzione ai settori innovativi e ad alto contenuto tecnologico che stiamo promuovendo.
  Lingua e cultura sono leve efficaci per la politica estera del nostro Paese, con ricadute positive sulle industrie creative e, più in generale, sull'immagine dell'Italia nel mondo. Oltre 2 milioni di studenti ogni anno studiano la nostra lingua in ben 120 Paesi. Dedichiamo un'attenzione crescente al settore editoriale e alla sua internazionalizzazione (negli ultimi quindici anni, la vendita dei diritti all'estero ha registrato un incremento annuo medio del 20 per cento). Altrettanto importanti sono la cooperazione scientifica e la promozione internazionale del nostro sistema universitario, ambiti con una forte ricaduta per l'immagine dell'Italia e fondamentali per mantenere il nostro Paese in cima alle catene globali del valore.
  Abbiamo già incrementato sensibilmente, nell'ambito del Fondo, la quota delle borse Pag. 7di studio – 6, 8 e 9 milioni di euro aggiuntivi nei prossimi tre anni –, per valorizzare i nostri atenei e istituti di ricerca e fidelizzare giovani stranieri di talento all'Italia. Questo anche in risposta, presidente, al tema che Lei sollecitava.
  Parlando della proiezione e del ruolo dell'Italia nel mondo, due voci preponderanti del bilancio del Ministero degli affari esteri, per dimensioni e importanza politica, sono: la partecipazione dell'Italia agli organismi internazionali e la cooperazione allo sviluppo.
  Circa 530 milioni di euro nel 2021, ossia il 15 per cento delle risorse complessive della Farnesina, sono destinate a favore della partecipazione dell'Italia a organizzazioni internazionali. Una testimonianza eloquente dell'importanza che il nostro Paese annette al sistema multilaterale, a cui intendiamo contribuire e che vogliamo rendere più efficiente ed efficace.
  Il multilateralismo non è un'entità astratta, ma la via maestra per affrontare le sfide globali, l'ambito in cui lavorare a decisioni che poi incidono su sicurezza, economia e diritti di tutti noi, e di questo siamo convinti.
  Tra i contributi agli organismi internazionali, una quota importantissima è quella per le Nazioni Unite: l'Italia è il settimo Paese contributore sia al bilancio ordinario – con 92 milioni di dollari nel 2020 – sia a quello delle operazioni di peacekeeping, con circa 209 milioni di dollari. In entrambi i casi il nostro Paese concorre al bilancio con una quota pari al 3,3 per cento del totale per il triennio 2019-2021. Per il prossimo triennio sono confermati gli stanziamenti già previsti nel 2020 per il contributo alle Nazioni Unite, mentre vengono incrementati – in ragione delle rispettive chiavi di contribuzione e dell'andamento dei tassi di cambio – alcuni contributi obbligatori, in particolare a favore dell'Organizzazione europea per le ricerche astronomiche nell'emisfero australe, del Consiglio d'Europa e del Fondo europeo per la gioventù dello stesso Consiglio d'Europa.
  A questo proposito, lasciatemi ricordare che l'Italia eserciterà la Presidenza del Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa dal novembre 2021 al maggio 2022, ed è per questo che ho citato lo stanziamento ulteriore: stiamo parlando di uno stanziamento che è funzionale alla nostra Presidenza del Comitato dei Ministri nel 2021-2022. Si tratta di un impegno importante, al quale dobbiamo arrivare ben «attrezzati», anche in termini di risorse.
  Quanto all'Organizzazione europea per le ricerche astronomiche nell'emisfero australe che ho citato, fornisce un contributo essenziale al lavoro dei nostri astronomi, e l'Italia deve e vuole far progredire la sua tradizionale presenza nel settore spazio; ne è la testimonianza anche la sottoscrizione del programma Artemis con la NASA. Il nostro Paese gioca un ruolo fondamentale nel progetto ESO del più grande telescopio ottico al mondo, con ritorni importanti in termini di commesse per la nostra industria ad alta tecnologia.
  Vengono poi stanziati fondi per l'adesione dell'Italia alla nuova European Peace Facility, che sarà varata nei prossimi mesi, al di fuori del bilancio dell'Unione europea, per operazioni e missioni militari e di assistenza ai Paesi partner in ambito di sicurezza e difesa. In attesa dell'adozione del regolamento istitutivo, il contributo italiano è stato al momento determinato in circa 55,5 milioni di euro nel 2021, 68,5 nel 2022, 80,5 milioni nel 2023 e 92 a decorrere dal 2024. Questa nuova facility – che nasce dalla fusione di due precedenti strumenti – aumenterà la capacità di intervento europea a sostegno della sicurezza globale, con particolare riguardo all'Africa e al Vicinato, aree di nostro prioritario interesse.
  Sono, non a caso, due regioni chiave anche per la nostra cooperazione allo sviluppo, su cui vorrei ora soffermarmi.
  Le risorse destinate nel bilancio del Ministero degli Affari esteri alla cooperazione ammontano complessivamente per il 2021 a 1 miliardo e 90 milioni di euro, comprese anche le spese di personale e funzionamento. Abbiamo anche quest'anno confermato 520 milioni di euro per l'attuazione delle politiche di cooperazione mediante l'Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (AICS). Diminuiscono invece, da 600 a 505 milioni di euro, gli stanziamenti Pag. 8destinati al Fondo europeo di sviluppo dell'Unione europea (FES), che è infatti in via di esaurimento, data l'istituzione di un nuovo strumento unico nel bilancio dell'UE per lo sviluppo, il vicinato e la cooperazione internazionale. Anche in questo caso abbiamo svolto un ruolo importante per rendere più efficaci gli strumenti dell'Unione europea.
  Le risorse stanziate dalla Farnesina, come noto, sono solo una parte dell'impegno complessivo dell'Italia per l'Aiuto pubblico allo sviluppo, che è stato nel 2019 di 3,8 miliardi di euro, corrispondenti allo 0,22 per cento del reddito nazionale lordo. Un valore che va in prospettiva aumentato, in linea con i più ambiziosi target europei e internazionali.
  In questa fase in cui si chiede una maggiore incisività sulla spesa dei fondi, vorrei mettere in luce la necessità di semplificare le procedure per velocizzare e rendere più efficiente la capacità di spesa delle nostre strutture.
  Mi sono sinora soffermato su priorità e strumenti previsti nel bilancio della Farnesina per il perseguimento degli obiettivi di politica estera. Ad implementare le politiche e utilizzare gli strumenti sono però le persone. Il rafforzamento della capacità operativa della Farnesina e della sua rete all'estero appare quindi indispensabile.
  Già da due anni la Farnesina è impegnata a invertire il trend di progressiva riduzione del personale dovuto al blocco del turnover che nell'ultimo decennio aveva portato a perdere oltre il 30 per cento delle aree funzionali, con un progressivo innalzamento dell'età media a 56 anni e un conseguente impatto atteso sul tasso di pensionamento. Si sono appena concluse, nonostante la pandemia, le procedure per la selezione e assunzione di 265 nuovi dipendenti della Terza Area – funzionari consolari, amministrativi, culturali, informatici – e siamo in attesa di avviare le procedure relative ai concorsi per ulteriori 172 Terze Aree, di cui 27 profili informatici e 400 Seconde Aree (personale di supporto).
  Proseguiamo ora incrementando le risorse destinate all'invio in servizio all'estero, presso gli uffici della rete diplomatico-consolare, di personale specialistico proveniente da altre amministrazioni. Gli «esperti» potranno ora arrivare a 172, con un incremento di 50 unità, tra le quali vi saranno – per la prima volta – degli esperti dell'Agenzia delle dogane per rafforzare la tutela e l'internazionalizzazione delle nostre imprese. In aggiunta, sono confermati i contingenti speciali di «esperti di sicurezza» – fino a 50 – e di immigrazione – fino a 11 – del Ministero dell'Interno, mentre aumenta da 12 a 25 unità il contingente della Guardia di finanza, la cui collaborazione con i nostri diplomatici ci rende molto contenti.
  In un quadro di relazioni internazionali sempre più complesso, questa misura consentirà di assicurare alle nostre sedi un più articolato apporto di professionalità specialistiche, permettendo al contempo un migliore coordinamento tra settori e amministrazioni nella proiezione dell'Italia nel mondo, in linea con quanto fanno i nostri principali partner, che mettono tuttavia in campo numeri decisamente superiori, che vorrei qui illustrare.
  In generale, i Ministeri degli Esteri di Francia e Germania possono contare, per la propria azione nel mondo, su un numero totale di personale quasi doppio rispetto all'Italia, il Regno Unito quadruplo.
  Per questo, continuare a potenziare le dotazioni di personale della Farnesina e della sua rete rimane una priorità assoluta. E mi riferisco a tutte le categorie di personale: dai diplomatici alle aree funzionali di ruolo, ai contrattisti. Siamo pronti a lavorare con il Parlamento in questa direzione.
  Nuove assunzioni e condizioni che non scoraggino i trasferimenti all'estero sono necessari per potenziare il funzionamento della nostra rete nel mondo e assicurare lo svolgimento del carico sempre maggiore di funzioni che siamo chiamati a svolgere, tra l'altro, in materia di sostegno alle imprese, promozione integrata, cooperazione allo sviluppo e assistenza agli italiani all'estero.
  Questa Commissione sa bene quanto il personale della Farnesina sia essenziale per fornire servizi ai 6,2 milioni di connazionali Pag. 9 che risiedono all'estero. Il potenziamento dei servizi consolari, così come la creazione delle migliori condizioni per le elezioni dei Comites – anche con la sperimentazione del voto digitale – e, di conseguenza, del Consiglio generale degli italiani all'estero sono un'altra area su cui siamo pronti a lavorare con il Parlamento.
  Resta, infine, l'impegno comune a realizzare quel «graduale adeguamento degli stanziamenti annuali per la cooperazione internazionale allo sviluppo» previsto dalla legge n. 125 del 2014 sulla cooperazione, tale da porre l'Italia in linea con gli obiettivi di Aiuto pubblico allo sviluppo assunti a livello europeo e internazionale. La pandemia ce lo ha ricordato: a problemi globali non possiamo che fornire risposte globali e condivise.
  Sono sicuro di poter contare sulla sensibilità e sul sostegno di questa Commissione, signor presidente, su questi e altri temi fondamentali per l'azione e il ruolo dell'Italia nel mondo. Auspico quindi che, con il contributo fondamentale del Parlamento, il disegno di legge di bilancio possa vedere un ulteriore potenziamento degli strumenti di politica estera al servizio del nostro Paese. Vi ringrazio.

  PRESIDENTE. Grazie, Ministro, per la sua precisa e dettagliata relazione. Adesso cominciamo i nostri interventi. Facciamo un primo giro, uno per gruppo, per un tempo di quattro minuti per intervento, e poi un secondo giro per chi chiede la parola. Ha chiesto la parola l'onorevole Formentini, prego.

  PAOLO FORMENTINI. Grazie mille, presidente. Io cercherò di restare sul tema, però mi sia permesso, e chiedo scusa anche al signor Ministro, di fare un appello a nome di tutta la Lega perché finalmente si possa fare l'audizione che chiediamo da sei mesi sui rapporti bilaterali Italia-Cina. Lo abbiamo fatto in ogni Ufficio di presidenza e colgo l'occasione per chiederlo ancora pubblicamente, tanto più perché oggi stiamo discutendo in Commissione anche della ratifica sulle doppie imposizioni Italia-Cina, che è l'unica parte della Via della seta che sarà esaminata da questo Parlamento; quindi a maggior ragione, e anche perché è stata incardinata l'istituzione della Commissione d'inchiesta sulla gestione della pandemia da parte dell'OMS e della Cina.
  Faccio un accenno proprio sul bilancio, all'OMS, che come sappiamo è un'agenzia delle Nazioni Unite, e come sappiamo sarà oggetto di questa Commissione d'inchiesta, qualora si riesca a istituirla. Chiedo al signor Ministro se non sia il caso quantomeno di far presente alle Nazioni Unite, nel rinnovare il nostro contributo, le gravi carenze di questa organizzazione e, anzi, della gestione – noi lo abbiamo denunciato, più volte, con forza – troppo favorevole o troppo accondiscendente nei confronti di quella Cina dalla quale è partita proprio l'epidemia.
  Noi vediamo l'internazionalizzazione con grande favore. Il momento è drammatico per il Paese e la nostra economia, però facciamo un appello sentito e con il cuore: non rinunciamo, in nome dell'internazionalizzazione e di successi che potremmo avere o meno conseguito – ma questo lo chiediamo a Lei – anche in Cina, a indagare sull'origine del virus e sulle gravi deficienze democratiche di quel regime. Grazie.

  LIA QUARTAPELLE PROCOPIO. Grazie, presidente, e ringrazio anche il Ministro. Se non sbaglio è la prima volta che noi abbiamo un Ministro degli esteri che viene a riferire sul bilancio. Credo che sia da notare la disponibilità del Ministro a venire in un momento così importante della definizione della politica economica.
  Due questioni. La prima questione riguarda le spese per la cooperazione. Quest'anno c'è un investimento che aumenta, soprattutto sul canale multilaterale. In particolare, è un impegno maggiore di quei fondi, come ricordava Lei, che passano attraverso il Ministero dell'economia e delle finanze, mentre sul canale bilaterale siamo fermi o leggermente in diminuzione.
  Capisco che, dal punto di vista dell'operatività, immaginare un'attività ordinaria come ogni anno sia illusorio, ma al tempo stesso credo che, in particolare in ambito bilaterale, sia importante ragionare su come Pag. 10riorientare una parte delle risorse verso l'emergenza COVID. In questo senso vorrei capire se da parte del Ministero c'è un ragionamento in corso su questo punto, cioè se si stia pensando di rimodulare una parte degli interventi bilaterali in ambito COVID.
  Il secondo punto è più di carattere generale, essendo anche io relatrice del provvedimento. La Sua presenza oggi qui in Aula, Ministro, è un'occasione. Lei sa bene quanto sia importante la proiezione internazionale del nostro Paese, e Lei ha iniziato il suo mandato come Ministro riunendo un'altra grande branca della proiezione internazionale, che è l'internazionalizzazione delle imprese, sotto la guida della Farnesina. Non si può non rilevare però, ancora una volta, che anche in questo bilancio le spese per la politica estera diminuiscono in percentuale. Credo che – ed è un auspicio che faccio a nome di tanti componenti della Commissione – sia opportuno fare un ragionamento più ampio, non solo in sede di bilancio di quest'anno ma più in generale, su come si possa programmare un aumento delle risorse per la nostra politica estera.
  Sappiamo bene che la Farnesina fa tanto quanto gli altri Paesi con molte meno risorse. Andrebbe forse ragionato in modo trasversale, al di là degli schieramenti, al di là della polemica politica, su come si riesce a programmare un investimento sulla politica estera che poi torna utile nei momenti di crisi internazionali, come abbiamo visto, e più in generale giova all'immagine del nostro Paese. Su questo sarebbe interessante avere una Sua opinione.

  PINO CABRAS. Grazie. Il ritratto fatto dal Ministro della situazione attuale in relazione al bilancio, alle potenzialità economiche dell'Italia, non era scontato in un anno come questo. L'Italia è riuscita a reagire straordinariamente bene dal lato dell'export. Per il peso che ha l'export in Italia questo è significativo. È importante dal punto di vista economico, dal punto di vista industriale, o dal punto di vista del soft power, perché siamo una superpotenza del gusto e dello stile di vita. Così siamo percepiti nel mondo ed è bene che ci siano questi risultati da poter rafforzare. Lo è anche dal punto di vista finanziario. Ricordiamoci che un export positivo significa un saldo delle partite correnti positivo e significa che possiamo avere un margine di manovra migliore del passato, o comunque in raffronto agli altri Paesi, che ci consente di avere un cuscinetto di sicurezza molto importante. È qualcosa che dobbiamo far pesare anche in sede di relazioni internazionali con i nostri partner europei in questo momento, perché c'è una valutazione complessiva sia della fase COVID – del suo impatto finanziario e delle scelte strategiche che dobbiamo fare – sia del dopo.
  Noi partiamo da fondamentali che sono positivi, che dovremo rafforzare. A proposito, chiedo per quanto riguarda il Patto per l'export come potenziarlo per il Sud, che ha un enorme potenziale da valorizzare. È qualcosa che rimanda anche a una negoziazione con gli altri Paesi su alcune questioni fondamentali.
  Oggi ho letto un'intervista di Le Maire, che prefigura un'Europa in cui si faranno alcune scelte dal punto di vista della finanza e in cui ci si chiede che ruolo avranno Recovery Fund e MES. Devo dire che questa intervista prefigura delle differenze di trattamento fra Italia e Francia, che dovremmo far valere invece nelle relazioni internazionali, perché abbiamo dei fondamentali in alcuni settori anche migliori rispetto alla Francia, e non ci deve essere nessuna cessione a un'idea in cui lo stigma rischia di ricadere sull'Italia quando per molte ragioni non lo merita dal lato pratico, dal lato dei risultati finanziari. Questa manovra di bilancio può rafforzare molto in questa direzione. Approfitterei anche per non fare un discorso troppo duro con la Francia, perché Macron ha scritto una bellissima cosa su Maradona e sui napoletani; ha fatto un comunicato meraviglioso.

  ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE. Grazie, Ministro, per la cortesia di venire in Commissione a riferire sulla legge di bilancio, una cortesia che noi dovremmo ricambiare assumendo un tono cortese con Lei; però ci lasci dire, come Fratelli d'Italia, che ha tratteggiato una manovra di sostegno e rilancio, una manovra che pone le Pag. 11basi per la crescita. Noi di Fratelli d'Italia non crediamo che sia così, ma Le dirò di più: se anche fosse così – e lo vedremo in altre sedi – certamente lo è contro di Lei e nonostante Lei. Ci vuole una faccia tosta notevole. Ha ragione la collega Quartapelle: Lei viene e ci mette la faccia. Mi consenta di dirLe con una battuta che per noi dell'opposizione ha anche un po' la faccia tosta, perché ci vuole una faccia tosta incredibile per sottacere dolosamente o lambire di sfuggita il tema dell'Aiuto allo sviluppo.
  Lei ha parlato di un contesto del tutto eccezionale italiano, e ciò nonostante l'unica cosa che non cambia è la propensione a scialacquare risorse del popolo italiano in un momento di difficoltà. Quando le imprese sono in ginocchio, mentre le famiglie soffrono, Lei incredibilmente e vergognosamente stanzia 1 miliardo, per quanto di sua più stretta competenza, ma complessivamente – lo dite voi, questo Lei ha omesso di dirlo, e so anche il perché – 5 miliardi 346 milioni per la cooperazione e l'Aiuto allo sviluppo. È inutile che dica di no, perché sta a pagina 39 della documentazione «Profili di interesse della Commissione» che Lei ci ha consegnato.
  Le dirò di più: se avrà il buon cuore di leggere quello che fanno anche gli altri suoi colleghi, scoprirà che mentre eroga 5 miliardi 300 milioni per la cooperazione e l'Aiuto allo sviluppo, il Fondo emergenziale per il sostegno alle attività produttive è di 3 miliardi 800 milioni. Tradotto: le imprese, le partite IVA, i commercianti, i ristoratori, i baristi, gli imprenditori, i liberi professionisti, che voi avete chiuso per decreto, hanno 3 miliardi 800 milioni; la cooperazione internazionale, tutta considerata – è a pagina 39, dato che continua a scuotere la testa – vale 5 miliardi 346 milioni per questo Governo. Cioè, in piena pandemia la priorità è l'Aiuto allo sviluppo, dopo che Lei ci ha raccontato che siamo in un contesto del tutto eccezionale.
  Il contesto del tutto eccezionale è quello dello stato di emergenza nazionale, e noi come Fratelli d'Italia abbiamo già depositato una risoluzione. La tempesteremo di emendamenti sulla quota disponibile dell'Aiuto allo sviluppo. La flagelleremo di emendamenti perché riteniamo abnorme, immorale, incredibile, inverosimile, inverecondo che mentre sottolineate l'eccezionalità dello stato di emergenza del popolo italiano, mentre chiudete le partite IVA, mentre chiudete i ristoratori, i baristi, gli imprenditori, i commercianti, gli artigiani, a loro destinate 3 miliardi 800 milioni con il Fondo di emergenza per le attività colpite dalle restrizioni e, viceversa, destinate 5 miliardi 346 milioni complessivamente considerati per l'Aiuto allo sviluppo!
  Il mondo è cambiato, lo dite sempre voi. C'è un nemico invisibile, dobbiamo combattere contro questo nemico invisibile. Per questo ha giustificato la violazione di diritti costituzionali di libertà, di associazione, di movimento, di impresa, perché chiudevate le serrande alle imprese per decreto! L'unica cosa che non è cambiata è questo atteggiamento per cui Lei gira e profuma di elemosina il resto del mondo, elemosina che sottrae agli italiani.
  Se il nemico è invisibile, se siamo in guerra, ciò che non è invisibile credo sia la trincea dell'interesse nazionale, e noi la stiamo coltivando con una risoluzione in cui si chiede di azzerare i fondi per l'Aiuto allo sviluppo fino al perdurare della dichiarazione di stato di emergenza, per destinare ogni risorsa di questa nazione per curare le ferite sanitarie ed economiche della patria.
  Le dirò di più, Le faccio un altro esempio banale: nel bilancio del 2021 avete messo 150 milioni per il trasporto scolastico; 150 milioni e 5,3 miliardi per la cooperazione e l'Aiuto allo sviluppo! ancora, e termino, 3 miliardi per il Fondo assegno universale e servizi alla famiglia. Lo avete incrementato di 3 miliardi. Giacché era di 1 miliardo, siamo arrivati a 4 miliardi. Cioè, il Fondo universale per i servizi alle famiglie italiane, in un momento di pandemia, vale 4 miliardi, la cooperazione internazionale 5,3 miliardi!
  Lei capisce che questo è un tema che non poteva essere solo lambito o addirittura dolosamente sottaciuto come ha fatto finora, perché Lei in questo momento sta disertando la trincea della patria. Anzi, c'è Pag. 12stato qualche secondo giusto per prendere ulteriori soldi al popolo italiano e distribuirli in giro per il mondo. In questo senso noi siamo assolutamente contrari. Le preannuncio che La flagelleremo di emendamenti sulla parte proprio degli esteri. Le abbiamo fatto una risoluzione con la quale chiediamo che, almeno fino al perdurare dello stato di emergenza, Lei voglia destinare ogni risorsa libera a curare le ferite sanitarie ed economiche di questa nazione, perché – termino e La ringrazio per la cortese attenzione che mi ha voluto dedicare – noi non crediamo neanche che vi siano solo i deliri di onnipotenza di un Ministro che gira per il mondo profumando di elemosina il resto del mondo.
  C'è quel malinteso senso di superiorità morale che coltivate con il vostro solidarismo internazionale, gonfiandovi il petto con l'elemosina che fate con i soldi degli italiani. Noi non abbiamo nessuna sudditanza nei confronti di quel contegno culturale, che non ci appartiene, e le diciamo che, viceversa, se Lei non tratterrà tutte le risorse in patria azzerando i fondi per la cooperazione per curare le ferite della nazione, Lei comunque terminerà il suo mandato politico con una condanna, solo di natura morale e politica, di disertore della patria.

  PRESIDENTE. Va bene. L'onorevole Delmastro è sempre contundente, ma è un bravissimo parlamentare. Dicevo al Ministro di non spaventarsi. Ha la parola l'onorevole Migliore.

  GENNARO MIGLIORE. Il posto è lo stesso, ma la musica è un po' diversa. Grazie al Ministro. Ho ascoltato parzialmente la sua relazione, ma volevo sottoporle alcune riflessioni in senso esattamente opposto, a dir la verità, a quelle del collega Delmastro Delle Vedove, che mi ha preceduto. Io penso che la politica degli Aiuti per lo sviluppo sia una politica lungimirante, e che peraltro a ogni euro investito ritorni una resa dal punto di vista diretto e indiretto molto più alta di quello che potrebbero fornire delle chiusure e delle incapacità anche di relazionarsi con il sistema multilaterale e con il resto del mondo.
  Nel partenariato bilaterale noi abbiamo moltissimo da investire, perché ciò che investiremo in aiuti per lo sviluppo – lo voglio dire con grande sincerità, questa è la mia opinione – ci ritornerà sia sul versante del contenimento, per esempio, dei flussi migratori, che evidentemente sono una grande preoccupazione da parte di tutti quanti ma sono un argomento formidabile di propaganda da parte di alcuni, sia dal punto di vista della cooperazione economica, perché avranno anche indubbiamente dei ricaschi.
  Se vogliamo essere un Paese forte e difendere gli interessi nazionali, dobbiamo essere un Paese nel mondo, non un Paese che si difende dal mondo. L'Africa, in particolare, è il nostro obiettivo principale, anche dal punto di vista degli investimenti. Vorrei ricordare che tutti i Paesi forti dal punto di vista economico hanno investimenti in Aiuti per lo sviluppo superiori a quelli dell'Italia, e certamente non stanno trattenendo il fiato rispetto a un'opinione pubblica che li bacchetta su quello che è l'interesse nazionale. Noi siamo convinti di questo per questo motivo.
  Se non erro, il capitolo di bilancio che ha richiamato il collega Delmastro è un capitolo di bilancio che tiene dentro anche le risorse per l'accoglienza. È una necessità, dal nostro punto di vista, aumentare la quota relativa alla partnership bilaterale proprio nell'ottica di costruire quello che è stato per anni uno slogan della destra e che ora non lo è più, cioè «aiutiamoli a casa loro». Adesso bisogna anche lasciare questo slogan, ma io ritengo che più che uno slogan dovrebbe essere una piattaforma di intervento a livello globale. Per questo motivo, ritengo che il rafforzamento anche nelle politiche di bilancio dell'area relativa alla partnership bilaterale sia un grande investimento per tutelare gli interessi dell'Italia. Questo lo considero un elemento fondamentale.
  La seconda cosa, rapidissimamente, è relativa agli investimenti che devono essere fatti in termini di personale. Noi abbiamo un corpo diplomatico eccellente. Sappiamo Pag. 13benissimo che fa un lavoro straordinario. Credo che sia importante, anche nelle facoltà assunzionali, dare uno spettro molto ampio di rinnovamento, anche per sopraggiunte età pensionabili e quiescenze, che consenta alla nostra diplomazia di essere ancora più presente, sia sul versante della promozione economica e della tutela della sicurezza, che è prioritaria per quanto ci riguarda, sia però sul versante culturale, essendo l'asset della cultura uno degli elementi fondamentali non solo per l'immagine, ma anche per la proiezione internazionale dell'Italia. Grazie.

  MAURIZIO LUPI. Devo dire che dopo l'intervento della parte moderata della coalizione di centrodestra, essere più estremista... Penso che non sia un tifoso di Maradona. Adesso, al di là delle battute, io volevo fare anche un appello a una sua vera disponibilità, perché sono importanti anche le richieste fatte dai colleghi della Lega. È importante svolgere un'audizione rispetto alla politica internazionale, rispetto alla grande questione dei diritti umani nel mondo, dei rapporti. Ci aiuta a lavorare anche nella direzione e nell'oggetto che stiamo trattando oggi.
  Io Le voglio fare tre osservazioni, e tra l'altro una di queste mi differenzia per storia e per cultura, anche se vogliamo poi approfondire il tema della cooperazione internazionale. Io credo che la cooperazione internazionale sia uno strumento importante di politica estera e anche di politica di sviluppo commerciale; ma a questo arriverò dopo.
  Parto dal fondo: io credo che voi, il Governo, siate in una situazione felice, nel senso che Lei è il leader del partito più importante della coalizione, e anche il Ministro dello Sviluppo economico è del suo stesso partito. Quando noi discutiamo in Commissione estera su quale strumento formidabile – in un momento epocale di cambiamento, di una guerra che stiamo attraversando – possa aiutare a rilanciare il Paese, a fargli vedere una prospettiva, è evidente che qui Lei può giocare, voi potete giocare, un ruolo fondamentale.
  Senza gli uomini non si fa nulla. Per anni abbiamo visto la rete delle Ambasciate, la rete diplomatica del nostro Paese, come un orpello; invece la forza dell'Italia nata dal dopoguerra è stata proprio quella – contrariamente a quella dello sviluppo degli altri Paesi – di avere una delle reti diplomatiche più ramificate e più radicate nel mondo. Lo dico perché è stata costruita esattamente in questo modo. Quello non era un orpello; era la modalità con cui il nostro Paese dialogava in tutti gli scenari del mondo per dare forza e autorevolezza all'Italia.
  Da questo punto di vista – io lo ricordo, anche con Governi di centrodestra – se si doveva tagliare si tagliava sugli orpelli; per cui la rete diplomatica veniva penalizzata, gli strumenti di politica estera sembravano forse non utili rispetto allo sviluppo. Poco alla volta abbiamo depauperato una nostra risorsa invece fondamentale, in un momento in cui stiamo ricostruendo, stiamo facendo tanto debito pubblico, e ci sono altre priorità. Su questo io e il collega Delmastro Delle Vedove siamo assolutamente d'accordo: soldi a pioggia, assistenzialismo... ci mancherebbe altro. Ma, siccome qui parliamo di politica estera, stiamo ricostruendo, stiamo mettendo risorse per ricostruire i pilastri del nostro Paese.
  Io credo che una delle priorità non sia buttare risorse sugli orpelli, ma rafforzare la nostra rete diplomatica, rafforzarla innanzitutto con qualità del personale, con immissione dei giovani, con strumenti reali, non con le evocazioni. Questo è fondamentale.
  Da questo punto di vista mi piacerebbe che Lei approfondisca. Credo che su questo la Commissione esteri possa e debba dare un indirizzo e un'indicazione, e Lei mettere il suo peso politico, ma non per buttare le risorse nelle cene diplomatiche, bensì perché senza quello non andiamo più da nessuna parte; non va da nessuna parte né lo sviluppo economico, né la sanità, né tutti gli altri. Questo è il mio modestissimo parere. La prima osservazione che Le faccio è questa.
  La seconda. Uno straordinario strumento di sviluppo economico – vale per il Ministero dello sviluppo economico e tanto più per il Ministero degli esteri – è costituito Pag. 14 dal sistema fieristico, che sta attraversando un momento drammatico. So che Lei è a conoscenza del fatto che noi rischiamo che il sistema fieristico più importante d'Europa insieme a quello tedesco, nella situazione in cui siamo, non avendo fatto più nessuna fiera e nessun congresso mondiale, possa essere acquisito dai grandi gruppi mondiali; e perdiamo uno strumento formidabile di promozione non solo all'estero, ma anche nelle fiere internazionali che si svolgono qui. Parlo del Salone del mobile, della moda, del Mipel. Le macchine utensili sono all'estero, ma sono lo strumento di politica internazionale quando si fanno quelle fiere qui. Non aver fatto il Salone del mobile, non aver fatto il Mipel, non aver fatto le componentistiche è un problema reale. Qui bisogna intervenire non solo con l'aiuto ai finanziamenti, ma anche con la possibilità – siccome noi vogliamo la crescita nel 2021, nel 2022, nel 2023 – di aiutare le imprese italiane in Italia e all'estero a partecipare a quelle manifestazioni, che si devono tenere. Noi faremo emendamenti in questa direzione, ma credo che il peso politico su questo debba essere messo. Questi non sono soldi a pioggia; sono il costruire il futuro.
  L'ultima osservazione è sul tema della cooperazione. Io credo che, siccome siamo nel dopoguerra, in un'altra guerra, dovremmo imparare la lezione di Mattei – che ci siamo già dimenticati – e dell'ENI di allora, quando, dovendo fare la guerra contro le grandi sorelle – ci sono delle interviste clamorose – disse che la differenza tra l'Italia e le altre era esattamente nel modo con cui noi consideravamo i Paesi, per esempio, africani, dove la nostra idea di politica industriale non è quella di colonizzazione come quella dei cinesi, ma è quella di lasciare lì sul territorio e di formare lì sul territorio partner. Allora per me 500 milioni sono pochi, non sono tanti; e comunque mi interessa capire come questo strumento diventi uno strumento di politica estera e di politica industriale.
  Io Le chiedo scusa, presidente. Sono stato più lungo, ma mi sembrava importante. Su questi tre punti vorremmo, insieme alla relatrice, lavorare.

  FUCSIA FITZGERALD NISSOLI. Innanzitutto colgo l'occasione per ringraziare il Ministro Di Maio e tutta la rete diplomatico-consolare per gli sforzi che sono stati fatti all'inizio della pandemia, sforzi che hanno prodotto risultati davvero importanti, e cioè i rimpatri di un numero considerevole di connazionali; però, nonostante questo ottimo lavoro, non riesco a spiegarmi – come Le avevo accennato anche personalmente – perché ad oggi i connazionali residenti in alcuni Paesi, tra cui Panama e Repubblica Domenicana, ancora non possono rientrare in Italia. È una questione su cui ho fatto un'interrogazione anche lo scorso luglio e ho scritto una lettera anche al Presidente Conte. In generale, però, dobbiamo registrare che la rete consolare ha mostrato efficienza, anche se necessita di maggiori strumenti adeguati, soprattutto di più risorse umane, per svolgere un servizio efficace alla grande e numerosa comunità italiana, di cui anche Lei ha preso atto, che rappresenta una vera risorsa per il nostro Sistema Paese perché promuove il made in Italy, l'internazionalizzazione delle nostre imprese, su cui anche voi, come Lei ha detto nella sua relazione, state davvero puntando.
  Ecco allora, signor Ministro, che se aumentano i compiti dei consolati devono aumentare anche le persone, ed è per questo che insisto sull'incremento dell'organico della Farnesina inserendo nuove energie, sia come personale di ruolo sia come personale a contratto locale, presentando sul punto anche degli emendamenti al bilancio. Su questo volevo chiedere se mi può specificare come pensate di venire incontro a queste necessità di personale, con dei numeri concreti.
  Inoltre, Lei ha parlato dell'internazionalizzazione delle università. A tal proposito, Le chiedo se non intendete favorire la mobilità temporanea dei ricercatori, permettendo loro di avere dei rimborsi per i giorni di ricerca all'estero.
  Ultima cosa: faccio un appello affinché si avvii, anche se è fuori dal tema, il negoziato per l'aggiornamento della Convenzione di sicurezza sociale tra Italia e Stati Uniti – che è obsoleta, del 1972 –, che nella Pag. 15scorsa legislatura eravamo quasi riusciti a mettere nell'agenda del Governo. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie. Abbiamo esaurito il giro dei gruppi. Cominciamo il secondo giro. Do la parola all'onorevole Ribolla.

  ALBERTO RIBOLLA. Grazie, presidente. Ringrazio anch'io il Ministro, a nome della Lega, per essere qui presente nella sessione di bilancio. È vero che il Ministero degli affari esteri ha assunto delle forti competenze per quanto riguarda anche queste tematiche, in particolar modo per quanto riguarda il commercio estero e l'internazionalizzazione delle nostre imprese, competenze sicuramente molto importanti per le nostre imprese, per il Sistema Paese, per la promozione del made in Italy all'estero.
  Questa mattina abbiamo votato – anche la Lega – a favore dell'ulteriore scostamento di bilancio, il quinto dall'inizio di questa crisi. È evidente che, però, serve un cambio di passo per la gestione di queste risorse, perché fino ad oggi è mancata la velocità e la rapidità nel dare risposte concrete alle imprese e ai cittadini. A tanti non sono ancora arrivati i famosi contributi a fondo perduto. È passato ormai più di un mese dal secondo decreto «Ristori» e anche la Cassa integrazione purtroppo è molto lenta per quanto riguarda la sua erogazione. Inoltre, la maggior parte dei decreti attuativi purtroppo non è stata ancora emanata. Noi chiediamo più rapidità e velocità nell'erogazione di questi contributi.
  Per quanto riguarda questo Ministero, cioè il Ministero degli Affari esteri, esso è importante, soprattutto in questo momento, per dare enorme supporto alla promozione del made in Italy e alle nostre imprese all'estero. Io più volte ho parlato e ho fatto anche delle interrogazioni in merito all'utilizzo delle risorse e alla presenza delle nostre imprese all'estero, e all'aiuto che la Farnesina può dare alle nostre imprese all'estero; ma è evidente che, purtroppo, come abbiamo in molti delineato, l'andamento della spesa decrescente del Ministero in confronto alla legge di bilancio del 2020 – che poi tra l'altro è ancora più pronunciato per gli anni prossimi – non ci fa ben sperare da questo punto di vista.
  Si è parlato del personale della Farnesina. È certamente importante l'aumento degli esperti, ne abbiamo parlato anche nella seduta di Commissione dell'altro giorno. È però altrettanto vero che la nostra presenza all'estero – l'ha ricordato anche Lei, Ministro – è molto più contenuta rispetto a quella di altri Paesi, come la Francia o la Germania, in termini di personale. Noi, come Lega, sottolineiamo fortemente l'importanza di una maggiore presenza all'estero, di un rafforzamento del personale. Abbiamo presentato anche degli emendamenti su questo punto, che discuteremo a breve, in particolar modo sull'aumento dei finanziamenti per il personale dei consolati e delle rappresentanze all'estero e sulle risorse aggiuntive anche per le Camere di commercio italiane all'estero. Questo è un punto fondamentale, che riguarda non solo il Ministero degli Affari esteri, ma riguarda in generale l'economia italiana. Come sa, io vengo da un'area, la Lombardia, che esporta moltissimo, ma in generale tutto il nostro Paese è fortemente esportatore; quindi è assolutamente fondamentale investire nell'export, nell'assistenza delle imprese italiane all'estero, nella produzione e nella promozione del made in Italy all'estero.
  Come Lega abbiamo anche a cuore la presenza degli italiani all'estero, e per questo motivo ringraziamo per tutto quello che l'Unità di crisi e la sala operativa della Farnesina hanno fatto in questo periodo sfortunato per il nostro Paese e per il mondo intero. È necessario, però, che ci sia più personale e che l'Unità di crisi della Farnesina abbia strumenti operativi più efficienti. Auspichiamo che anche su questo campo ci sia unanimità di vedute.
  Chiudo anch'io con una critica, nel leggere la relazione, su un punto fondamentale, che è quello delle risorse destinate all'immigrazione. Ancora oggi leggiamo che oltre 1 miliardo di euro viene destinato per l'accoglienza degli stranieri.
  Proprio in questi giorni peraltro, anzi domani, inizierà la discussione sul decreto «sicurezza». In un momento così importante Pag. 16 e delicato dal punto di vista economico per il nostro Paese, riteniamo che sia necessario dare più risorse alle nostre imprese, ai nostri cittadini, dare più efficienza e rapidità nelle risposte ai nostri cittadini e riservare un po' meno risorse a chi arriva nel nostro Paese. In particolar modo, noi riteniamo opportuno – ma qui esulo un attimo dal campo della nostra Commissione – cercare di limitare gli arrivi sul nostro territorio. Invece, purtroppo – l'abbiamo detto anche in sede di esame del decreto-legge «sicurezza» in questa Commissione – mi pare che l'intento del Governo sia quello di smontare ciò che ha fatto il precedente Governo, nel quale peraltro anche Lei era Ministro, anzi Vicepremier; e così facendo non si aiuta il nostro Paese. Come Lega riteniamo che questo non aiuti il nostro Paese e che anzi complichi ancor di più la situazione in un periodo difficile per tutti gli italiani. Grazie.

  YANA CHIARA EHM. Ringrazio anch'io il Ministro Di Maio per essere qui oggi per discutere insieme il bilancio sul grande capitolo della politica estera, che anche secondo me deve essere un capitolo sempre più importante. Questo periodo sicuramente di grande difficoltà ha dimostrato quanto comunque la politica estera abbia una sua importanza nell'ambito dell'export e dell'import, nell'ambito delle imprese, nell'ambito della cooperazione e anche dell'aiuto tra i vari Paesi.
  Vorrei iniziare con una domanda riguardo all'export, al quale Lei ha dedicato veramente grande attenzione e che ha visto i suoi risultati importanti. I dati ad oggi mostrano come nel complesso vi sia una grande attenzione e una grande importanza, ma mostra anche un gap importante che c'è tra il Nord e il Sud, con fondi che in gran parte vengono destinati poi al Nord e una richiesta ancora insufficiente da parte del Sud. Questo mostra che vi deve essere un maggiore incentivo, specialmente perché il Sud ha tantissimo da offrire, per eguagliare in qualche modo questa distanza. Vorrei chiedere a tal riguardo se è stato pensato a delle misure nuove per riuscire a ridurre questo gap in tal senso.
  La seconda domanda riguarda un riferimento alla questione della cooperazione, che, almeno secondo la mia opinione, al contrario di quella del collega Delmastro Delle Vedove, dovrebbe essere sempre più attenzionata, proprio perché pone una soluzione a una situazione internazionale che è molto preoccupante, specialmente per quanto riguarda la questione dell'estrema fame, dell'insicurezza e dei crescenti conflitti.
  Lei ha parlato della European Peace Facility, che è più nel campo della difesa ma che in qualche modo vede, almeno così come l'ho potuto intendere, un'attenzione verso le aree del vicinato e dell'Africa e quindi un accompagnamento che per noi invece è la questione della cooperazione. Visto che vi è un'attenzione maggiore anche in ambito di sicurezza, in ambito di sviluppo – anche in tal senso Lei citava il continente africano – anche la cooperazione potrebbe avere una funzione fondamentale di cosiddetto «soft power»; quindi ci potrebbe essere un'attenzione maggiore verso il peacekeeping, specialmente in ambito dei conflitti, ma anche in ambito culturale. Io ho annotato i dati che Lei ha dato. Non potrebbe essere importante valutare, invece, un aumento in tal senso, proprio per far sì che vi possa essere una risposta importante e necessaria riguardo anche alla situazione attuale, che è molto complessa?
  Vorrei fare solo un esempio, perché lo ritengo importante. Vorrei anche capire qual è lo status attuale nel quale stiamo vivendo. L'altro giorno la Commissione Affari esteri ha fatto un'audizione importante del World Food Programme. L'Agenda 2030, e il World Food Programme con essa, ha un obiettivo, cioè la «fame zero» entro il 2030. La risposta è stata molto semplice. La risposta è che non vi è possibilità, proprio perché la sofferenza di persone che sono attualmente in uno stato di fame acuta è salita da 80 milioni a 230 milioni. Ciò ci mostra come l'attenzione verso la cooperazione, verso l'aiuto, debba esserci sempre di più. In tal caso voglio fare anche un riferimento alla nostra agenzia, l'AICS, che in questo caso opera sul campo e che però Pag. 17vede nel nostro Paese forse una complicanza riguardo alla sede. Vi sono anche a tal riguardo delle novità, proprio perché vi è una mancanza di spazi necessari e perché vi è anche un arrivo di nuove risorse in tal senso.
  L'ultimo punto, la questione dell'Aiuto pubblico allo sviluppo. Ringrazio anche in questo caso per l'attenzione svolta, specialmente perché vi è una necessità di risposte globali e di risposte condivise. Non sarebbe anche lì un obiettivo importante, specialmente in questo momento così complesso dovuto al COVID, quello di valutare un aumento proprio in tal senso, anche limitato nell'anno successivo, per far sì che vi possa essere una risposta adeguata su tutte le sfide che sono in questo momento arrivate sul tavolo, che sono le nuove sfide che vanno affrontate congiuntamente? Grazie.

  PRESIDENTE. Bene. Onorevole La Marca. Io poi per ora non ho altri interventi. Se ci sono altri si iscrivano, sennò andiamo verso la parte conclusiva. La Marca.

  FRANCESCA LA MARCA. Grazie, presidente. Ringrazio anche io il Ministro per questa audizione. Ministro, avrei un paio di domande da farLe, che vertono prettamente sul Fondo lingua e cultura. Vorrei sapere se questo Fondo lingua e cultura sarà ripartito, come nello scorso quadriennio, tra MAECI, MiBACT e il Ministero degli Interni, oppure sarà utilizzato soltanto dal MAECI.
  Seconda domanda. Dato che nel 2021, come Lei sa, si passa a 31,2 milioni da 50 milioni, vorrei sapere, nel caso il Fondo non fosse utilizzato soltanto dal MAECI, come si pensa di far fronte agli interventi culturali che il Fondo alimentava. Può garantire, Ministro, che non vi sarà una decurtazione delle risorse destinate ai corsi di lingua e cultura promossi dai nostri enti gestori all'estero? Grazie.

  IOLANDA DI STASIO. Grazie, presidente. Vedrò di essere molto telegrafica. Intendevo porre un eventuale spunto di riflessione all'attenzione tanto di questa Commissione tanto anche in dinamiche di tipo ministeriale, perché mi chiedevo se fosse possibile che l'Italia si facesse anche promotrice di una sorta di alleanza dal punto di vista mediterraneo, anche con Paesi che affacciano nel Mediterraneo – mi riferisco all'ambito europeo, per esempio Spagna o Grecia – su alcune delle grandi tematiche che mi auguro saranno anche considerate per il rilancio del nostro stesso Paese.
  Noi sappiamo che l'Italia, storicamente, è legata tanto al commercio estero quanto al turismo. Pertanto mi chiedevo se fosse possibile avviare anche dei tavoli con la Spagna, per esempio – ho visto che già in questi giorni ci sono state delle interlocuzioni in atto – o comunque anche con la Grecia, su fenomeni sia come quelli di cooperazione di tipo internazionale – perché comunque i nostri Paesi sono anche caratterizzati da uno sviluppo di tipo rurale molto importante, e credo che da questo punto di vista incentivare dei progetti in ambito rurale possa far sì che vi sia anche un fenomeno migratorio con effetto contrario, ossia un ritorno anche in quelle che sono le regioni più povere tanto del nostro Paese tanto di Paesi che vivono dei fenomeni simili –, sia come quelli dell'approvvigionamento di tipo energetico, perché comunque, essendo Mediterraneo, è anche un grande snodo sia dal punto di vista navale sia di gasdotti.
  È importante fare un ragionamento di questo tipo, anche dal punto di vista turistico, perché comunque speriamo che possa ripartire quanto prima anche il nostro Paese da questa situazione. È importante, visto il flusso turistico che tanto caratterizza l'Italia, tanto la Spagna, tanto la Grecia, che sono accomunate da dinamiche sociali ed economiche, pensare di fare un piano comune sotto questo punto di vista.
  Termino anche per l'ultimo punto, che è quello del fisco, perché immagino che anche dal punto di vista del rilancio possano esserci delle tematiche comuni che legano questi Paesi. Credo che possa essere importante in sede europea pensare a questo tipo di strategia.

  PRESIDENTE. Va bene. Prima dargli la parola, molto brevemente, volevo intanto Pag. 18ringraziare il Ministro per essere venuto. Come è stato già sottolineato, non è usuale che il Ministro degli Esteri venga a illustrare il bilancio e a misurarsi con la Commissione. È un atto di attenzione di cui la ringraziamo molto.
  In rapporto ai principali capitoli di bilancio che Lei ha richiamato, voglio anche richiamarLe in pochi minuti le iniziative che la Commissione sta assumendo per accompagnare le scelte che il Ministero sta facendo e che sono incardinate in termini di spesa sul bilancio.
  Intanto, Lei ha fatto riferimento agli appuntamenti internazionali che ci vedranno investiti di Presidenza – G20 e la COP26 – a cui si aggiungono altri eventi internazionali importanti. Il 2021 sarà l'anno della Conferenza Italia-America Latina. Lei si appresta a lanciare il partenariato per l'Africa tra qualche giorno. I Balcani sono un'area di grande interesse, per cui Lei dedica molto tempo; è stato recentemente in Albania. Ci sarà la Presidenza del Consiglio d'Europa fino al 2021. C'è la centralità della politica mediterranea.
  Su tutti questi dossier e appuntamenti noi stiamo sviluppando un'attività di relazione con le Commissioni esteri dei Paesi che via via sono interessati, in ragione tale da accompagnare l'azione del Governo anche con una dimensione parlamentare, così come stiamo lavorando in una dimensione parlamentare con le Commissioni esteri dei principali Paesi dell'Unione europea, sia in ragione di temi europei – dal Recovery Fund alle questioni europee principali – sia sui dossier principali che riguardano il Mediterraneo, i Balcani e tutto ciò che attiene alla politica estera europea.
  Stiamo conducendo delle indagini conoscitive, che si concluderanno con atti di indirizzo sui temi che sono stati da Lei richiamati. Volevo segnalarle questo impegno della Commissione, su cui Lei può fare conto per accompagnare tutte le iniziative.
  Anch'io insisto – come Lei ha insistito, ne prendo atto con favore – sul fatto che la dimensione culturale sia un soft power rilevante della nostra politica estera, che altri Paesi non possono spendere. Investire su questo è molto importante. Non aggiungo riflessioni sui temi della cooperazione e dello sviluppo, su cui concordo con le cose dette dai colleghi.
  Ovviamente, resta il fatto che continuiamo a dover fare le nozze coi fichi secchi, e non certo per responsabilità Sua, perché è un tema che ormai ricorre da anni, cioè il fatto che le risorse finanziarie e le risorse umane sono ristrette. Noi faremo uno sforzo in questo anche con gli emendamenti, per soccorrere questa esigenza di risorse umane aggiuntive a disposizione del Ministero.
  Le segnalo, infine – un'azione del Ministero sulla Presidenza della Camera, insieme a quella che stiamo facendo noi, può essere utile – che la Commissione ha terminato l'iter dell'istituzione della Commissione bicamerale per gli italiani nel mondo. Io ho rappresentato al Presidente Fico l'opportunità di metterla in Aula subito dopo l'esame del bilancio. Se anche dal Ministero viene una sollecitazione di questo genere è utile, perché è uno strumento in più nella politica per gli italiani nel mondo, a cui era dedicata la parte conclusiva del Suo intervento.
  Ho detto questo ringraziandoLa per l'attenzione. La parola a Lei.

  LUIGI DI MAIO, Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. Grazie presidente. Io sono contento di essere qui a confrontarmi sulla legge di bilancio, per quanto mi compete. Poi cercherò anche di rispondere a quelle domande che sono invece più di competenza di altri Ministri.
  Il tema vero sull'internazionalizzazione e sulla legge di bilancio è che per la prima volta, perché la riforma è entrata in vigore all'inizio del 2020, il Ministero degli Affari esteri ha una dotazione economica di erogazione di incentivi per l'internazionalizzazione che non ha mai avuto, perché queste competenze erano sotto il Ministero dello Sviluppo economico.
  Non erano mai state di queste dimensioni; poi ovviamente c'è stata la pandemia. Noi nel pieno della pandemia, durante il picco, abbiamo iniziato a fare le conference call con gli stakeholder per cercare di costruire il Patto per l'export. Tengo a dire questo perché questa audizione testimonia Pag. 19la volontà della Farnesina di investire sempre di più sulla diplomazia economica, che ovviamente ha bisogno di strumenti che stiamo costruendo un po' alla volta e ha bisogno di rinforzare il personale, un personale che è stato depauperato dal blocco del turnover. Ma da tre anni – quindi do merito anche i miei predecessori – si è iniziato a invertire il trend aumentando i reclutamenti, non solo del corpo diplomatico ma anche degli esperti. L'abbiamo visto durante questa pandemia, ma lo sapevamo anche prima. Politica estera significa tutto ormai, e le varie diramazioni dello Stato hanno bisogno di presenze specializzate nelle Ambasciate. Certo, non riusciremo come Governo in un anno a sopperire a tagli di turnover di vent'anni, quando tra l'altro io avevo dieci anni in meno. Quando è iniziato il blocco del turnover credo sia stato dodici o tredici anni fa, e non ero al Governo; ma stiamo lavorando per cercare di mettere a posto questo.
  Quello del Sud, che è stato posto più volte, è un tema che stiamo approfondendo, perché solo il 10 per cento di tutto l'11 per cento dell'export nazionale proviene dalle imprese del Sud. Oltre a questo dato, che secondo me è molto negativo, si aggiunge anche il fatto che quando aumentava in passato aumentava per l'esportazione di idrocarburi, da Basilicata e Sicilia, che non è proprio il piatto forte delle imprese del Sud Italia.
  Questo lavoro sull'export di internazionalizzazione di alcune imprese deve andare di pari passo con investimenti nelle infrastrutture, con investimenti nel digitale. Sono cose che non riguardano direttamente il mio Ministero, ma siamo impegnati continuamente a cercare di sostenere le imprese per potersi internazionalizzare anche dall'impresa al confine. Noi prendiamo in carico l'opera di internazionalizzazione, lasciatemi dire, dal confine in poi; ma c'è tutto un problema interno che è storico, soprattutto di alcune regioni del Sud, che non rendono competitive alcune imprese per le esportazioni. Penso ai costi per raggiungere un porto, penso ai costi per raggiungere l'aeroporto che si occupa di trasporto merci più vicino, penso alle linee aeree che sono su alcuni hub del Sud e altre che non ci sono. Questo è un lavoro che noi stiamo cercando di fare anche in collaborazione con il Ministero dello Sviluppo economico e dell'Economia e delle Infrastrutture, ma è alla base di tutto quello di cui noi parliamo in Italia ogni volta che analizziamo i nostri problemi più grandi.
  Ho visto che l'Aiuto pubblico allo sviluppo e la cooperazione allo sviluppo ha rappresentato uno degli argomenti più importanti di questi interventi. È giusto, perché l'Italia storicamente ha una sua postura internazionale, che viene definita «Italian way», e che rappresenta una postura quasi unica; per cui sono da ascrivere ai disertori della patria praticamente tutti i miei predecessori, tutti i Governi che hanno governato questo Paese dalla Costituzione ad oggi, che nella crisi del 2001, nella crisi dei subprime del 2008, quando il PIL nazionale perdeva 4 o 5 punti non hanno deciso di tagliare la cooperazione allo sviluppo.
  Lo sapete perché? Perché io vi sfido ad andare nei Paesi dove facciamo cooperazione, ad andare dai nostri imprenditori che sono lì e dirgli che a quel Paese, al Governo di riferimento dove loro hanno fatto gli investimenti, tagliamo tutto e azzeriamo tutto. Vedete cosa vi rispondono gli imprenditori italiani, non le ong, perché la cooperazione allo sviluppo è sempre stata – lo diceva prima qualcuno – nella nostra postura internazionale, anche il modo per entrare in alcuni Paesi e favorire l'accesso al nostro sistema economico. Paragonate quanto investiamo di cooperazione allo sviluppo in ogni singolo Paese e quanto le nostre imprese invece hanno in ricavi in quel Paese, e troverete delle corrispondenze; ma noi non lo facciamo solo per questo.
  Però mi permetto di dire che ci sono altri Paesi nel mondo che magari entrano in dei mercati con metodi del tutto diversi e fuori dai nostri valori costituzionali. Noi invece abbiamo sempre costruito ottime relazioni storiche grazie a un investimento, si dice, di oltre 4,6 miliardi di cassa. Io dico che ce ne sono anche di più. Ci sono quelli delle regioni, che sono governate in maggioranza Pag. 20 dal partito che mi contesta il fatto che sto continuando a finanziare la cooperazione allo sviluppo. Ci sono regioni che finanziano l'Aiuto pubblico allo sviluppo in questo Paese, e lo fanno anche perché in alcuni casi hanno una grande tradizione di amicizia con quei Paesi. Quella tradizione gli consente di alzare il telefono al Governatore di quella regione e aiutare un'impresa che è in quel territorio. Io non sottovaluto, e chiederei di non sottovalutare, il valore di questi 4,6 miliardi di euro, 4,6 miliardi di euro, vorrei dire, cui si aggiunge la cooperazione con fondi europei, cui contribuiamo; cioè l'Europa ci delega in alcuni casi a gestire i fondi dell'Unione europea.
  Ora, ammettiamo che questi 4,6 miliardi di euro siano troppi rispetto a quello che noi stanziamo come Governo per le imprese. Io non sono d'accordo, ma dall'Unione europea stanno arrivando 209 miliardi di euro dal Recovery Fund, di cui mi risulta che diverse decine andranno in imprese da 4.0. Qualcuno può non essere d'accordo, ma stiamo spendendo l'Aiuto pubblico allo sviluppo anche sull'immigrazione e non solo per i migranti; lo stiamo spendendo anche per la lotta ai trafficanti, perché in quei fondi ci sono anche i soldi stanziati da tutti i Governi per aiutare i Paesi del Nord Africa a bloccare le partenze, che sono i fondi del Ministero dell'Interno. Come? Tra questi ci sono anche i fondi per le organizzazioni internazionali che ci hanno permesso di entrare nei più importanti programmi di vaccinazione, per cui noi avremo i vaccini prima di tanti altri Paesi del mondo.
  Allora dite alle persone che noi, per non spendere questi 4,6 miliardi di euro a vario titolo, non stiamo più nelle organizzazioni che ci danno i vaccini, non stiamo più nelle organizzazioni, anzi nei rapporti bilaterali, che aiutano anche le nostre imprese che fanno gli investimenti. Qualcuno può non essere d'accordo con i soldi che l'Unione europea eroga all'Italia per fare cooperazione allo sviluppo. Io posso contare, purtroppo, da esponente della forza politica solo su quattordici europarlamentari. Chi mi ha interrogato ha network molto più ampi, però quei network più ampi sono impegnati a bloccare il Recovery Fund per l'Italia adesso, non a cambiare le politiche sulla cooperazione allo sviluppo.
  Lo dico perché ci sono già passato su questo tema. Eravamo nella prima ondata quando siamo stati accusati di stare continuando a finanziare la cooperazione allo sviluppo. Ma io ricordo che molti dei Paesi, anche quelli che se la passavano peggio di noi, ci hanno inviato medici, ventilatori e mascherine, proprio perché grazie ai miei predecessori, non a me, abbiamo sempre finanziato questi programmi e abbiamo avuto un aiuto internazionale nel peggior periodo della nostra storia dal dopoguerra ad oggi grazie a questo. Mi scusi, presidente, ma sento molto questo tema perché lo abbiamo vissuto in questi mesi, ma a quanto pare non tutti abbiamo imparato la lezione.
  Detto questo, mi è stato posto anche un altro tema importante, che è quello del potenziamento della rete diplomatica. Io ovviamente la rappresento da Ministro, ma la rappresentano anche il corpo diplomatico, anche gli Istituti di cultura. Tutta la nostra rappresentanza all'estero ha svolto sempre un ruolo fondamentale per l'Italia e l'ha svolto in questo periodo di pandemia.
  Si è occupata dei rimpatri. Prima c'era chi citava il fatto che abbiamo fatto rimpatriare tanti italiani nel periodo della pandemia. Io ricordo che l'Italia, come il resto dell'Unione europea, dai Paesi terzi ha i blocchi in entrata e non ha mai permesso il rientro di cittadini italiani residenti da anni in altri Paesi. Vi ho detto prima i numeri; stiamo parlando sì di 6,2, ma potenzialmente noi stiamo parlando di decine di milioni di italiani che possono diventarlo chiedendo il passaporto e la cittadinanza. Sono persone che pagano le tasse in altri Paesi anche da trent'anni e continuano a vivere in quei Paesi, e noi abbiamo dovuto fare una scelta in piena emergenza sanitaria.
  Tuttora noi siamo un Paese, come il resto dell'Unione europea, che ha aperto i confini interni, ma all'esterno verso i Paesi terzi noi siamo ancora bloccati, tanto è vero che l'industria turistica ne ha risentito quest'anno. Una parte di quelli a volte Pag. 21erano anche connazionali che vivono all'estero da tanto tempo e che durante l'estate tornavano in Italia. Cercheremo di fare del nostro meglio, però abbiamo dovuto affrontare questo tema col massimo della prudenza. Questo ovviamente non perché l'abbiamo scelto noi come Farnesina, ma perché il Comitato tecnico-scientifico giustamente ci ha messo in guardia sul fatto di far rientrare. Poi dipende, io non voglio generalizzare; però sapevamo anche di pressioni da parte di alcuni connazionali residenti all'estero che temevano per lo stato della sanità del Paese dove erano da trent'anni, e quindi volevano avvicinarsi al nostro modello sanitario, che con tutti i problemi resta un modello che ha rassicurato tanti nostri connazionali in questa pandemia, proprio per il confronto con quello degli altri.
  Per quanto riguarda l'organico della Farnesina, lavoriamoci insieme il più possibile. Ovviamente per rafforzarlo dobbiamo fare i concorsi. I concorsi hanno dei tempi, alcuni li abbiamo rinviati per effetto della pandemia; ma vi posso assicurare che questi numeri stanno crescendo e sta arrivando una giovane generazione di diplomatici che è anche molto sensibile ai temi della diplomazia economica, sulla quale stiamo investendo anche con l'internazionalizzazione.
  Per quanto riguarda tutti i temi, prima sono stati citati i ricercatori all'estero e la Convenzione sulla sicurezza sociale tra Italia e Stati Uniti. A me interessa collaborare con voi anche in questa fase della legge di bilancio per cercare di finanziare il più possibile quello che è sostenibile. Lavoriamoci insieme e cerchiamo di ottenere il miglior risultato.
  È verissimo il tema della rapidità maggiore dei contributi. Io lo dico per quanto mi compete. Grazie a vostri emendamenti in Parlamento o in Commissione, alcuni votati a stragrande maggioranza, abbiamo semplificato molto le procedure di SIMEST. Se avessimo caricato su SIMEST i circa 3 miliardi che abbiamo erogato nel 2020 con le vecchie procedure, quei 3 miliardi erano ancora tutti lì. Non è colpa di SIMEST, ma di procedure arcaiche e troppo complicate che poi abbiamo semplificato, a tal punto che sono stati erogati a tempi record e adesso stiamo rifinanziando quello che non riusciamo a onorare ancora come richieste.
  Io ringrazio l'Unità di crisi. Hanno fatto un lavoro incredibile durante la prima ondata, dove era scoppiata una crisi in ogni comune del mondo. Non era mai stato neanche simulato qualcosa del genere. A loro bisogna dare sempre più strumenti, soprattutto tecnologici, per riuscire ad affrontare la grande sfida che abbiamo davanti, che è quella di gestire sempre di più un mondo che è interconnesso.
  Vorrei dire che l'aumento delle risorse della cooperazione è importante, però – ho fatto un passaggio prima nella mia relazione – è molto più importante rendere l'AICS sempre più capace di spenderle velocemente. Se è possibile, presidente, nei confronti che avrete con l'ottimo capo dell'AICS, con l'ottima Emanuela Del Re, cerchiamo di trovare anche delle norme non onerose per accelerare la capacità di spesa, perché altrimenti Delmastro Delle Vedove ci dice pure che non li stiamo spendendo, oltre a non essere d'accordo col fatto che li abbiamo lì.
  C'è stato chi ha posto un tema importantissimo, che è quello del Fondo cultura. Il Fondo cultura verrà ripartito tra i quattro Ministeri, però i fondi per gli enti gestori dei corsi di lingua non variano e non ci sarà nessuna riduzione delle attività. Ovviamente tutte le nostre diramazioni all'estero hanno totalmente cambiato il modo di erogare i loro servizi per effetto della pandemia. Io sono stato a Tirana qualche giorno fa, dove c'è una scuola italiana fondata, portata avanti e sviluppata da poco. Questa scuola italiana sta continuando a insegnare la lingua italiana a tanti giovani albanesi. Ho conosciuto un bambino che veniva dal Belgio; erano tutti desiderosi di studiare la lingua italiana.
  L'esempio dell'Albania. Il 50 per cento di tutte le imprese straniere che sono in Albania e che danno lavoro a 90 mila persone sono italiane, e l'interscambio commerciale tra Italia e Albania rappresenta il 20 per cento del PIL albanese. Noi lì finanziamo Pag. 22 tutto il lavoro che sta facendo l'OSCE, con l'ottima Paola Severino, sulla riforma anticorruzione. Con la cooperazione allo sviluppo finanziamo un sacco di progetti che aiuteranno l'Albania ad entrare nell'Unione europea. Questa è la nostra postura; è questo è il nostro modo di essere nel mondo. Non lo facciamo, e non lo vogliamo fare, con i carri armati; lo facciamo con la cooperazione allo sviluppo, che costa pure meno.
  Presidente, Lei ha citato il G20 e la COP26: il 2021 sarà un anno importantissimo per l'impegno al multilateralismo dell'Italia. Co-presiederemo la COP26 alla fine del 2021 con il Regno Unito; assumiamo la Presidenza del G20 a dicembre; poi c'è la grande Conferenza europea sulla salute, che Ursula von der Leyen aveva proposto di fare in Italia, e si farà; abbiamo la Presidenza dei Ministri del Consiglio d'Europa, come ho detto, a cavallo tra il 2021 e il 2022. Me ne sto dimenticando qualcuno, ma saranno una serie di importanti eventi multilaterali mondiali sui quali potremmo fare un grande investimento di relazioni. È una cosa meno importante, ma mi permetto di dire che noi cercheremo di fare gli eventi in modo tale da distribuirli in tutta Italia per cercare di rilanciare il turismo, di rilanciare la promozione delle bellezze italiane in tutto il mondo. I Ministri stanno individuando le varie località in cui fare i meeting. Sono i Ministri di trenta delegazioni, perché sono quelle del G20 più tutte le delegazioni internazionali, più i Paesi invitati, e saranno delle occasioni di grande visibilità per il nostro territorio.
  In conclusione, dobbiamo aumentare i fondi, sono il primo a dirlo. Dobbiamo aumentare il personale, sono il primo a dirlo. Però sono sicuro che nella nostra collaborazione potremmo sicuramente invertire il trend di tre o quattro anni fa, che abbiamo già insieme iniziato a invertire e avete già insieme ad altri miei predecessori iniziato a invertire. Grazie.

  MAURIZIO LUPI. Sul tema fieristico?

  LUIGI DI MAIO, Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. Ha ragione, mi scusi. Sul tema fieristico, oltre ai fondi SIMEST c'è un altro fondo che sarà probabilmente rimpinguato nel decreto «Ristori» e che serve proprio a proteggere le fiere, anche da attacchi predatori. In questo momento è al MiBACT, è stato inserito in un ultimo provvedimento e ha una dotazione abbastanza bassa. Lo stiamo rimpinguando; riguarda eventi, congressi, fiere. Con quello noi miriamo a proteggere le nostre imprese. Il progetto sulle fiere che stiamo cercando di portare avanti è quello di dargli più spazio possibile di persona; però abbiamo creato una piattaforma, la Fiera 365, che rappresenta per ICE la piattaforma che permettere di fare anche le fiere online.
  Noi speriamo di poter ripartire il prima possibile con le fiere dal vivo, di persona. Intanto le stiamo cercando di sostenere in tutti i modi sia coi fondi SIMEST sia coi fondi dell'ultimo decreto, che riguarda il Fondo del MiBACT. Grazie.

  EUGENIO ZOFFILI. Posso intervenire?

  PRESIDENTE. No, scusate, ci siamo dati un ordine. Adesso non è che riapriamo tutta una discussione. Prego, Zoffili.

  EUGENIO ZOFFILI. La ringrazio, presidente Fassino. Ha ragione rispetto alla conduzione dei lavori. Io mi riferisco, in quanto capogruppo, agli interventi che hanno fatto i miei colleghi Formentini e Ribolla, e proprio come ha fatto Lupi chiedo al gentile Ministro un riscontro riguardo a quanto espresso dal collega Formentini sul tema Cina e sul tema OMS. Attraverso il collega Formentini la Lega si è appellata al Ministero e al Governo sul fatto di intraprendere un'indagine e una ricerca della verità, perché riteniamo, anche come Lega, che scoprire la verità rispetto all'origine del virus possa essere utile alla scienza, ai nostri scienziati, e possa aiutare anche chi soffre, tutti noi e tutto il mondo che sta vivendo questo dramma.
  Aggiungo un plauso rispetto all'Unità di crisi: Ministro, sa che io Le richiamo sempre la professionalità di tutti i dipendenti del MAECI, ma in particolare dell'Unità di Pag. 23crisi della Farnesina, che sono sul campo h24. Ha detto che devono essere destinate delle risorse e delle strumentazioni. Io Le aggiungo: come, quando, cosa si sta facendo per implementare le risorse umane? Servono in quell'ambito, ma servono anche strumentazioni informatiche e altro.
  Grazie, presidente Fassino; è squisito.

  PRESIDENTE. Se il Ministro vuole ancora intervenire...

  LUIGI DI MAIO, Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. Le questioni Cina e OMS non riguardano proprio la legge di bilancio, ma sono disponibile a rispondere. Noi, sin dal primo momento, sia in sede di Nazioni Unite sia in sede europea, abbiamo promosso l'iniziativa a livello di Nazioni Unite per accertare, come diceva Lei, la verità sull'origine del virus e sui comportamenti in generale di alcuni Paesi rispetto al virus, e lo continueremo a fare. All'inizio della pandemia ci siamo detti che avremmo affrontato questo tema con tutti i Paesi europei a livello internazionale in sede di Nazioni Unite, e questo è stato sostenuto sin dal primo momento dall'Italia. Questo cercheremo di ottenerlo il prima possibile.
  In questo momento le Nazioni Unite sono impegnate ancora con la lotta alla pandemia, perché ci sono ancora alcuni Paesi che non sono mai usciti dalla prima ondata. Ci sono morti e ci sono i programmi per le vaccinazioni, ma questo è un tema sul quale io sono d'accordo con Lei. L'indagine sull'origine del virus internazionale è una delle priorità che dobbiamo portare avanti nei prossimi mesi, speriamo appena usciremo da questa seconda e ultima ondata.

  PRESIDENTE. Grazie al Ministro. Il Ministro può contare, come ha visto, sull'attenzione e sulla collaborazione della Commissione per tutti gli obiettivi che ci siamo dati. Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 14.15.