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Resoconti stenografici delle audizioni

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XVIII Legislatura

Commissioni Riunite (IV Camera e 4a Senato)

Resoconto stenografico



Seduta n. 17 di Giovedì 8 aprile 2021

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Rizzo Gianluca , Presidente ... 2 

Seguito dell'audizione, in videoconferenza, del Ministro della difesa, Lorenzo Guerini, sulle linee programmatiche del suo dicastero, anche in relazione ai contenuti della Proposta di Piano nazionale di ripresa e resilienza di cui al Doc. XXVII, n. 18 (ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento) :
Rizzo Gianluca , Presidente ... 2 
Pinotti Roberta , Presidente della 4a Commissione del Senato della Repubblica ... 2 
Rizzo Gianluca , Presidente ... 2 
Guerini Lorenzo (PD) , Ministro della difesa ... 2 
Rizzo Gianluca , Presidente ... 12

Sigle dei gruppi parlamentari:
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Lega - Salvini Premier: Lega;
Partito Democratico: PD;
Forza Italia - Berlusconi Presidente: FI;
Fratelli d'Italia: FdI;
Italia Viva: IV;
Liberi e Uguali: LeU;
Misto: Misto;
Misto-L'Alternativa c'è: Misto-L'A.C'È;
Misto-Centro Democratico: Misto-CD;
Misto-Cambiamo!-Popolo Protagonista: Misto-C!-PP;
Misto-Noi con l'Italia-USEI-Rinascimento ADC: Misto-NcI-USEI-R-AC;
Misto-Facciamo Eco-Federazione dei Verdi: Misto-FE-FDV;
Misto-Azione-+Europa-Radicali Italiani: Misto-A-+E-RI;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-MAIE-PSI: Misto-MAIE-PSI.

Testo del resoconto stenografico
Pag. 2

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
DELLA IV COMMISSIONE
DELLA CAMERA DEI DEPUTATI
GIANLUCA RIZZO

  La seduta comincia alle 8.30

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso la trasmissione televisiva sul canale satellitare e la diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Seguito dell'audizione, in videoconferenza, del Ministro della difesa, Lorenzo Guerini, sulle linee programmatiche del suo dicastero, anche in relazione ai contenuti della Proposta di Piano nazionale di ripresa e resilienza di cui al Doc. XXVII, n. 18 (ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito dell'audizione, in videoconferenza, del Ministro della difesa Lorenzo Guerini sulle linee programmatiche del suo dicastero, anche in relazione ai contenuti della proposta di Piano nazionale di ripresa e resilienza di cui al documento XXVII n. 18. Saluto e do il benvenuto alla presidente della Commissione difesa del Senato, la senatrice Pinotti, a tutti i colleghi presenti e che partecipano alla seduta secondo le modalità stabilite dalla Giunta per il Regolamento del 4 novembre 2020, ai quali rivolgo l'invito a tenere spenti i microfoni per consentire una corretta fruizione dell'audio. Chiedo alla presidente Pinotti se intenda svolgere un intervento di saluto.

  ROBERTA PINOTTI, Presidente della 4a Commissione del Senato della Repubblica. Saluto anch'io il Ministro, il presidente Rizzo e tutti i colleghi collegati o presenti in Aula al Senato e alla Camera.

  PRESIDENTE. Do, quindi, il benvenuto al Ministro della difesa, onorevole Lorenzo Guerini, che ringrazio per essere intervenuto in collegamento. Ricordo che lo scorso 9 marzo il Ministro ha svolto un'ampia relazione e che, dopo gli interventi dei membri delle due Commissioni, si era concordato di rinviare a una successiva seduta la fase della replica. Do a questo punto la parola al Ministro per la replica, prego.

  LORENZO GUERINI, Ministro della difesa. Grazie. Saluto e ringrazio la presidente Pinotti, il presidente Rizzo e tutti i componenti delle Commissioni difesa di Camera e Senato. Vi ringrazio per questa opportunità di incontrarvi di nuovo e rispondere alle numerose sollecitazioni che mi avete fatto pervenire alla fine della presentazione nelle Commissioni delle mie linee programmatiche. Consentitemi, prima di rispondere alle domande che mi avevate rivolto, di spendere ancora una volta una parola in relazione ai fatti avvenuti circa una settimana fa che hanno visto coinvolto un esponente delle Forze armate, il capitano Walter Biot, con le accuse di cessione di materiale sensibile alla Federazione Russa. Consentitemi ancora una volta di stigmatizzare in maniera decisa quanto è avvenuto. Non sta a me anticipare valutazioni che sono in ordine ad altre Istituzioni: chi è accusato di tali comportamenti ne risponderà di fronte alla legge. Vorrei, però, ancora una volta dire che i valori e le esperienze delle nostre Forze armate sono altro rispetto a quanto si è evidenziato in Pag. 3questa bruttissima vicenda. Come sapete, ci troviamo nella fase delle indagini preliminari; quindi, ancora coperta da segreto istruttorio. Pertanto, fino a quando la procura di Roma non consentirà di accedere agli atti, non potremmo prendere visione dei documenti oggetto dello scambio e valutare compiutamente la portata delle informazioni contenute nella chiavetta. L'ufficiale era titolare di un incarico che lo autorizzava a prendere visione anche di documenti classificati; tuttavia le sue mansioni – che non prevedevano attività di comando o di direzione – lo portavano ad avere accesso a documenti di valutazione e policy e non alla gestione delle operazioni al dettaglio delle capacità nazionali e dell'Alleanza. Vedremo, ripeto, lo sviluppo degli elementi d'indagine nelle prossime settimane e nei prossimi mesi, quando sarà possibile; però mi sembrava giusto circoscrivere l'attività dell'ufficiale rispetto all'ufficio di cui deteneva la responsabilità. Segnalo anche che lo Stato Maggiore della Difesa ha incaricato il primo reparto di aprire un'inchiesta formale in ossequio a quanto previsto dal codice dell'ordinamento militare. Infine, intendo ancora una volta sottolineare l'efficacia del sistema dei controlli e la sinergia tra le diverse organizzazioni dello Stato che si sono occupate di questo caso e che hanno consentito di farlo venire alla luce. Per questo voglio ringraziare la procura della Repubblica di Roma, l'Agenzia informazioni e sicurezza interna (AISI), il Raggruppamento operativo speciale (ROS) e lo Stato Maggiore della Difesa. Ho fatto questa mia doverosa comunicazione alle Commissioni difesa per poter commentare quanto avvenuto in ambito istituzionale.
  Passo alle risposte e alle sollecitazioni che mi avete fatto pervenire alla fine della presentazione delle linee programmatiche del Dicastero.
  Inizio dall'intervento dell'onorevole Aresta, finalizzato a proporre l'attivazione di sinergie con università, centri di ricerca e l'industria, al fine di razionalizzare il comparto scientifico della ricerca. A questo fine evidenzio che, nell'indirizzo e nella gestione dei programmi di ricerca tecnologica, il Dicastero, mediante il Segretariato generale della difesa, ha già posto in essere azioni volte a stimolare e premiare le sinergie tra il mondo accademico e dei centri di ricerca e il comparto industriale. In particolare, nel bando per il piano nazionale della ricerca militare (PNRM) del 2021 è stato introdotto un fattore premiante nei confronti di proposte progettuali provenienti dalle piccole e medie imprese e si riconosce, nella collaborazione tra pubblico e privato, un elemento di preferenza dei progetti. Inoltre, nel prossimo piano nazionale della ricerca militare è intendimento includere criteri per la valorizzazione delle proposte provenienti anche dalle start up, come già fatto per le piccole e medie imprese. Le iniziative volte a creare sinergie e a consolidare una rete di esperti provenienti dal mondo industriale, accademico e della ricerca riguardano anche le attività nel campo della ricerca militare avviate sia in ambito EDA (European Defence Agency) che a livello di Commissione europea, con l'imminente lancio dell'EDF (European Defence Fund). L'onorevole Aresta ha posto alcuni elementi di riflessione sulla necessità di riforma del codice militare di pace: a questo proposito, segnalo che il Dicastero sta seguendo con interesse gli sviluppi dei provvedimenti attualmente all'esame dei due rami del Parlamento. In particolare, mi riferisco alle due proposte di legge presentate alla Camera dall'onorevole Aresta e dall'onorevole Cirielli, volte ad estendere il concetto di reato militare e ai due disegni di legge al Senato della senatrice Rauti e della senatrice Majorino, che mirano invece a introdurre nel codice penale militare di pace ulteriori fattispecie di reato, corrispondenti a quelli di violenza privata, violenza sessuale e atti persecutori, attualmente rientranti nella sola cognizione della giurisdizione penale ordinaria. In materia di giustizia militare, le linee di indirizzo del Dicastero sono da sempre orientate a un concreto efficientamento delle strutture e alla razionalizzazione dell'attività della giurisdizione penale militare, anche attraverso una mirata rimodulazione dell'impianto normativo. L'obiettivo è renderlo da un canto più aderente alle rinnovate Pag. 4 esigenze delle Forze armate e, dall'altro, simmetricamente in linea con il funzionamento degli assetti della giurisdizione penale ordinaria. Sul fronte più specifico – sia dalla rivisitazione in senso estensivo della definizione del concetto di reato militare, sia dell'ampliamento delle fattispecie di reato da introdurre nel codice penale militare di pace – il Dicastero, anche sulla base di precise istanze provenienti dal Parlamento, valuta con la dovuta attenzione tale eventualità, pur nella considerazione che delicati rapporti tra la speciale giurisdizione penale militare e quella ordinaria richiedono appropriati approfondimenti in un'ottica di massima cooperazione tecnica e politica con il Dicastero della giustizia. In questo senso sarà mia cura interloquire con la Ministra Cartabia per ricercare, all'interno di un confronto costruttivo, una linea di azione condivisa ed efficace che, nello stesso tempo, salvaguardi le specificità del mondo militare ed eviti distorsioni normative che possono riflettersi negativamente sulla gestione complessiva della giustizia penale. In merito all'intervento del senatore Vattuone sulla strategia industriale e tecnologica della difesa, rappresento che l'industria dell'aerospazio, difesa e sicurezza è una delle più solide realtà industriali nazionali che si è dimostrata competitiva sul mercato internazionale e rappresenta una risorsa economica per il Paese. Il punto di forza ritengo sia la spiccata capacità di innovare, frutto di competenze industriali e imprenditoriali distribuite su una vasta filiera fatta di campioni nazionali e di piccole e medie imprese (PMI), di eccellenza nella ricerca e nello sviluppo tecnologico, con importanti ricadute in termini di occupazione altamente qualificata. L'impatto sull'innovazione è legato all'effetto trainante dei requisiti molto stringenti delle capacità militari per garantire la sicurezza del Paese. La pandemia ha evidenziato come capacità militari all'avanguardia non siano solo garanzie di sicurezza e libertà, ma anche fondamentale fattore di resilienza e sovranità.
  Inoltre, il processo di integrazione della difesa europea finalmente avviato si interseca con uno scenario di competizione globale in cui la base industriale della difesa assume primaria rilevanza geopolitica quale catalizzatore delle cooperazioni con altri Paesi e del rafforzamento del ruolo internazionale dell'Italia. Ritengo, quindi, essenziale che la difesa torni a svolgere il ruolo di indirizzo e traino di questa componente essenziale del nostro sistema Paese. In primo luogo intendo intraprendere un percorso condiviso per armonizzare le esigenze di modernizzazione dello strumento militare con l'obiettivo di consolidare il vantaggio tecnologico e la competitività dell'industria, con riferimento al soddisfacimento dei gap conoscitivi. Ciò per disporre di uno strumento militare moderno, ma al contempo bilanciato, tecnologicamente omogeneo e realmente integrato tra tutte le componenti. Se avere Forze armate equipaggiate in modo tecnologicamente avanzato è fondamentale per la sicurezza del Paese, è imprescindibile che l'industria nazionale sia in grado di soddisfare questi requisiti in modo quanto più possibile autonomo. Questo obiettivo, come ho detto, richiede un percorso condiviso, che parta dall'individuazione delle tecnologie di cui disporre e conduca il Paese a svilupparle e detenerle. Non sono mai mancate le capacità umane e industriali e servono ora lungimiranza, convergenza di intenti e investimenti adeguati. Il secondo cardine, quindi, riguarda gli investimenti. Il Documento programmatico pluriennale della difesa per il triennio 2020- 2022 (DPP) già colloca circa l'80 per cento dei fondi su programmi con integrali ricadute sull'industria nazionale: questa è stata una scelta precisa del Dicastero. Grazie all'impegno del Parlamento, nell'ultima legge di bilancio sussiste ora la possibilità di rilanciare gli investimenti della difesa come strumento principale per lo sviluppo dell'industria nazionale in un'ottica complementare e integrata rispetto al mercato internazionale, per guidarla in quel percorso a cui ho fatto riferimento e consentirle di superare logiche commerciali e pianificare con prospettive e stabilità investimenti, ricerca e assunzioni. Un approccio, in sintesi, più sinergico, che fonde insieme il duplice obiettivo di tutelare l'autonomia strategica delle Forze armate e di consolidare Pag. 5 la rilevanza tecnologica e la competitività dell'industria italiana nel mondo e che, come anticipato in sede di presentazione delle mie linee programmatiche, troverà precise indicazioni nella direttiva per la politica industriale della difesa che emanerò entro il mese di aprile. Rispondo al quesito posto dall'onorevole Occhionero sullo sviluppo coordinato delle industrie civili e militari con riferimento alle telecomunicazioni e alla tecnologia applicata soprattutto alle telecomunicazioni e alla cyber security. Evidenzio che l'Italia ha sviluppato, all'interno del sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica, un'adeguata architettura nazionale di sicurezza, nella quale la difesa è pienamente coinvolta insieme alle altre amministrazioni. La capacità di sicurezza cibernetica di cui il Ministero della difesa si è dotato si inquadra nell'architettura nazionale deputata alla protezione cibernetica e alla sicurezza informatica istituita con il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 17 febbraio 2017, che attribuisce al direttore generale del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza (DIS) il potere di adottare le necessarie linee di azione per innalzare e migliorare i livelli di sicurezza dei sistemi e delle reti in termini di prevenzione, contrasto e risposta in caso di crisi cibernetica. In questo contesto la difesa prende attivamente parte alle iniziative interministeriali di attuazione del piano nazionale per la sicurezza dello spazio cibernetico definite nell'ambito del Comitato interministeriale per la sicurezza della Repubblica (CISR) e coordinate nell'ambito del Nucleo per la sicurezza cibernetica (NSC). Nello specifico, il Dicastero è dotato di assetti di sicurezza cibernetica inquadrati nell'ambito del neocostituito Comando per le operazioni in rete (COR) che è responsabile della condotta delle operazioni del dominio cibernetico e della gestione tecnico-operativa per la sicurezza di tutti gli assetti strategici per le telecomunicazioni, incluse quelle satellitari, per la cui realizzazione e mantenimento in operatività sono stati effettuati significativi investimenti in termini di risorse umane e finanziarie. Ciò premesso si evidenzia che gli assetti di cyber security della difesa sono finalizzati a garantire, in primo luogo, la protezione delle reti e dei sistemi informativi della difesa delle Forze armate sul territorio nazionale, incluse le addettanze militari e le rappresentanze all'estero; in secondo luogo, la sorveglianza su possibili attacchi portati alle infrastrutture e ai siti della difesa; in terzo luogo, l'addestramento per mantenere il livello di prontezza operativa necessario a contrastare efficacemente la minaccia cyber; inoltre, l'eventuale attività di supporto richiesta nell'ambito dell'NSC in caso di incidente informatico occorso a qualsivoglia infrastruttura nazionale. Ringrazio, poi, l'onorevole Occhionero per la domanda relativa all'approccio sistemico necessario per affrontare minacce quali l'attuale emergenza pandemica, in particolare sullo sviluppo di un maggior raccordo tra Protezione civile e difesa civile.
  Questa domanda mi offre l'opportunità di ribadire una volta di più come la difesa, nella lotta al virus, abbia fatto e continuerà certamente a fare la sua parte per salvaguardare le vite e la sicurezza dei nostri concittadini. La situazione di emergenza ha evidenziato con chiarezza il valore aggiunto che il comparto è in grado di esprimere, in piena sinergia con le altre istituzioni, ben al di là della semplice dimensione militare. In quest'ottica, come ho detto in sede di presentazione delle linee programmatiche, è mio intendimento proseguire nel rafforzamento delle peculiari capacità che la difesa è in grado di esprimere nelle situazioni di crisi. Si tratta di capacità che si sono dimostrate fondamentali anche per integrare e supportare le istituzioni, le amministrazioni e le imprese che in condizioni ordinarie sono responsabili dell'erogazione dei servizi essenziali per la collettività. Ciò premesso, alla luce delle lezioni apprese nel contesto della gestione della pandemia da coronavirus e in relazione ai compiti di concorso in circostanze di pubblica calamità o in altri casi di straordinaria necessità e urgenza, la difesa è senz'altro pienamente disponibile a rafforzare ulteriormente le sinergie già in atto con tutte le altre Istituzioni e amministrazioni interessate, anche per supportare lo Pag. 6sviluppo di piani di contingenza che abbiano un respiro interdicasteriale, al fine di mettere a sistema e integrare al meglio tutte le capacità esistenti a livello nazionale. Una testimonianza dell'esistenza di questo funzionale e sano rapporto di collaborazione può essere facilmente riconosciuta nelle sinergie visibili nell'ambito della campagna vaccinale con la costituzione della struttura commissariale. Tutto ciò fermo restando il fatto che le competenze nel settore della Protezione civile e della difesa civile risalgono rispettivamente alla Presidenza del Consiglio dei ministri e al Ministero dell'interno attraverso il Dipartimento dei Vigili del Fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile, all'interno del quale opera la Direzione centrale per la difesa civile. Rispondo alla richiesta dell'onorevole Deidda di un approfondimento sugli stanziamenti europei per la difesa e in merito al rifinanziamento del fondo difesa. Evidenzio che la sfida di perseguire una più efficace politica di sicurezza e di difesa comune – avviata con la spinta al rilancio dell'integrazione tra industrie, amministrazioni e difesa dei Paesi dell'Unione europea – trova la propria declinazione nella competizione tecnologica e nella riorganizzazione della catena della ricerca applicata alla filiera industriale del comparto, nell'ottica di un rilancio competitivo dell'industria, dell'alta tecnologia e del relativo indotto. Sono da inquadrarsi in questo ambito le iniziative PESCO (Permanent Structured Cooperation) e quelle del Programma europeo di sviluppo del settore industriale della difesa (DIDP). Quest'ultimo cederà il passo al nuovo fondo europeo della difesa (EDF), direttamente connesso con il quadro finanziario pluriennale 2021-2027, dotato di un budget operativo di 7,9 miliardi di euro. L'attenzione ai programmi europei deriva sia dalle opportunità offerte a favore dello sviluppo tecnologico del comparto produttivo coinvolto, sia dalla possibilità per le industrie di trarne un fruttuoso vantaggio competitivo consolidando le proprie posizioni di mercato. Inoltre, è essenziale considerare che le citate iniziative europee cofinanziano lo sviluppo di progettualità comuni fino allo stadio prototipale, escludendo dunque la susseguente fase di acquisizione vera e propria dei sistemi. I singoli Governi saranno centrali nel compiere un ulteriore passo necessario per concretizzare le iniziative avviate a garantire il pieno ritorno al proprio comparto industriale. A questo riguardo occorre evidenziare come l'importante istituzione del fondo relativo all'attuazione dei programmi di investimento pluriennali per le esigenze della difesa nazionale di cui alla vigente legge di bilancio 2021 abbia già consentito, nel quadro di una previsione complessiva di risorse finanziarie ingenti, di riservare un volume finanziario pari a 150 milioni di euro per un iniziale supporto nazionale e abbia richiamato i programmi di cooperazione europea. Si tratta con ogni evidenza di volumi ancora contenuti, ma fondamentali per l'adesione alle progettualità più interessanti e strategiche nell'ambito delle chiamate a interventi europei. Rimane evidente che i costi dei progetti di futuro sviluppo potranno essere sostenuti proprio grazie alla reiterazione, in ciascuna delle prossime leggi di bilancio, del rifinanziamento del citato fondo pluriennale per le esigenze di difesa nazionale. Con tale visione strategica la difesa persegue un processo di graduale, ma costante crescita del proprio rapporto tra budget e PIL verso la media NATO europea, in modo da poter assolvere alle fisiologiche esigenze di rinnovamento, ammodernamento e sostegno, garantendo al contempo al comparto industriale nazionale paritetiche capacità competitive rispetto agli omologhi blocchi esteri, riavviando la funzione di virtuoso acceleratore propulsivo per l'intera economia del Paese. Il senatore Ortis ha evidenziato che in Parlamento è stato presentato un disegno di legge che prevede l'istituzione di un'agenzia nazionale incaricata dello sviluppo di nuove tecnologie sul modello dell'americana DARPA (Defense Advanced Research Projects Agency).
  Inoltre, in relazione alla crisi pandemica, ha chiesto la possibilità di inviare ulteriori medici militari nella regione Molise. Riguardo al primo argomento, preciso che il citato disegno di legge d'iniziativa della senatrice Majorino è finalizzato a Pag. 7consentire all'Italia di dotarsi di un'agenzia che si occupi di innovazione tecnologica nell'ambito del comparto della difesa, ispirandosi ai modelli internazionali (quali quello della NATO e quelli statunitensi, tedesco, e francese). Scopo dell'agenzia dovrebbe essere quello di razionalizzare le attività nel settore della ricerca e dei progetti a elevato e innovativo contenuto tecnologico, per le applicazioni di specifico interesse delle Forze armate e di potenziale impiego in ambito civile. Tutto questo attraverso l'introduzione di un modello organizzativo che assicuri una collaborazione ad ampio spettro tra la difesa, l'industria e il mondo universitario e della ricerca, avvalendosi delle strutture destinate ad attività di ricerca della difesa. Il tema merita senz'altro un approfondimento. La difesa è già dotata di un certo numero di enti preposti ad attività di ricerca il cui operato viene coordinato dal Segretariato generale della difesa che, come ho avuto modo di sottolineare in precedenza, costituisce il portale istituzionale per il dialogo con il mondo accademico e industriale. La proposta di istituzione di una nuova agenzia in questo strategico settore sostiene la necessità di un'opportuna armonizzazione delle funzioni assegnategli con le organizzazioni attualmente previste in ambito difesa e con le iniziative già intraprese a livello di Unione europea e NATO. Questo approfondimento è già in atto nelle sedi opportune. In merito all'invio di medici militari in Molise, evidenzio che recentemente – a seguito della richiesta di supporto sanitario pervenuta dal presidente della regione Molise – questo Dicastero ha concordato con le strutture sanitarie della Protezione civile regionale l'invio di ulteriori cinque ufficiali medici dell'Esercito. Successivamente, alla luce della gravità della situazione emergenziale e contingente, è stato disposto un ulteriore impegno da parte della difesa all'impiego aggiuntivo di due ufficiali medici dell'Aeronautica a integrazione del team sanitario. In questo quadro, al fine di garantire l'ottimizzazione delle risorse e l'organizzazione di tutte le forze messe in campo, è opportuno che le richieste di supporto in merito alle esigenze connesse con le emergenze COVID-19 vengono rappresentate al Dipartimento di protezione civile che coordina tutte le istanze secondo procedure stabilite. La stessa Protezione civile, qualora necessario, coinvolge la difesa che provvede a mettere a disposizione il proprio personale. Ringrazio l'onorevole Tripodi per la sua domanda sulla posizione nazionale nell'Africa subsahariana, che mi dà possibilità di delineare con maggior dettaglio la strategia della difesa italiana in Africa e, in particolare, nel Sahel e nell'Africa occidentale. L'architettura di impiego delle nostre Forze armate nel continente africano risponde alle precipue esigenze di salvaguardia della sicurezza e di protezione di quegli interessi nazionali che, da regioni geografiche apparentemente lontane e non immediatamente contigue al continente europeo, sono direttamente minacciati dai fenomeni di instabilità che attraversano la fascia subsahariana. La nostra presenza nella regione si sviluppa quindi su più direttrici, affiancando la dimensione bilaterale agli ambiti multilaterali in una lettura dei fenomeni di instabilità e delle minacce alla pace e alla sicurezza che vede le crisi che attraversano l'Africa quali un unicum definibile geograficamente da un triangolo equilatero ai cui vertici abbiamo il Corno d'Africa, il Golfo di Guinea – passando ovviamente per il Sahel – e, infine, a poche centinaia di miglia dalle nostre coste la Libia. Con specifico riferimento alla sua domanda, la presenza della difesa italiana in Sahel non è una novità e la partecipazione del nostro contingente in Takuba, espressione operativa dell'Alleanza per il Sahel nella lotta al terrorismo – un impegno che condividiamo con Parigi – rappresenta una chiara volontà di rafforzarla. Com'è noto, in passato abbiamo contribuito alla missione delle Nazioni Unite denominata MINUSMA (United Nations Multidimensional Integrated Stabilization Mission) in Mali e siamo presenti nelle missioni di training di sviluppo di capacità dell'Ue sia in Mali che in Niger. Soprattutto in quest'ultimo Paese, per l'esattezza nella sua capitale Niamey, è presente dal 2018 una nostra missione bilaterale denominata MISIN (Missione di Supporto Bilaterale in Pag. 8Niger), finalizzata a supportare le Forze armate nigeriane e il loro sviluppo. Si tratta di un contributo essenziale e decisivo per la stabilità della regione, per rafforzare quotidianamente la presenza dell'Italia nel Paese e nell'intera regione saheliana. Il tutto deve essere messo a sistema con la nostra esigenza di stabilizzazione della Libia, Paese fortemente influenzato da fenomeni che si sviluppano nell'area saheliana e da cui derivano numerose criticità che proprio attraverso la Libia si riverberano sul Mediterraneo. In sintesi, si tratta di un approccio esteso all'intero fianco sud in cui è evidente la stretta interconnessione dei fenomeni che lo caratterizzano dal punto di vista politico, economico e militare e per il quale ritengo essenziale un salto di qualità dell'impegno dell'intera Europa. Ho avuto di recente l'opportunità di confrontarmi su questi temi con l'Alto Rappresentante Borrell e con la collega tedesca Kramp-Karrenbauer e, a breve, lo farò anche con la collega francese Parly. Ho colto l'occasione per sottolineare la necessità di rafforzare le missioni Ue in Africa anche attraverso la ricerca di sinergie tra le attività bilaterali dei Paesi europei e le iniziative multilaterali in atto.
  Questo non solo nella dimensione militare, ma anche e soprattutto nel campo dello sviluppo delle istituzioni e dell'economia, al fine di contribuire allo sviluppo di capacità autonome da parte dei nostri partner nella regione in modo da supportare una stabilizzazione duratura di quest'area che risponde a un preciso interesse nazionale. Rispondo alla richiesta formulata dall'onorevole De Menech di puntare su un rafforzamento dell'asse europeo nella convinzione che questo rafforzi anche il rapporto transatlantico. Come ho avuto modo di affermare anche nell'ambito della precedente audizione, credo fermamente nell'indissolubilità del rapporto transatlantico, che è la bussola che ci guida nella politica di difesa nazionale e nel sistema di alleanze nel quale ci inseriamo per garantire al Paese la necessaria cornice di sicurezza. Sosteniamo, altresì, il rafforzamento della difesa europea quale altro pilastro della nostra sicurezza. L'attenzione sempre maggiore alla dimensione della sicurezza e della difesa – riconosciuta anche in Europa quale tassello fondamentale nella costruzione di un'unione più politica, indispensabile per poter competere sulla scena mondiale – deve avvenire in piena sinergia e complementarietà con la NATO. Un'Europa più forte significa una NATO più forte ed è questa la posizione che sosteniamo in tutti i consessi di confronto con gli alleati.
  Riguardo alla domanda posta dall'onorevole Tondo sulla tutela dei collaboratori afgani, evidenzio quanto segue. La protezione dei collaboratori dei contingenti militari presenti nei teatri operativi dove si svolgono le missioni internazionali che sono esposti, in ragione di tale attività, al rischio di danni alla persona, è un argomento da sempre tenuto in assoluta considerazione del Ministero della difesa. L'articolo 5, comma 5-ter, del decreto-legge 1 agosto 2014, n. 109, convertito nella legge n. 141 del 1 ottobre 2014, (se lo ricorderà la presidente Pinotti) riconosce ai cittadini afgani che hanno collaborato con continuità a favore del contingente militare italiano nell'ambito della missione ISAF (International Security Assistance Force), la possibilità di beneficiare della protezione internazionale di cui al decreto legislativo 19 novembre 2007, n. 251. Questo rafforza il trattamento ivi previsto e salvaguarda al contempo il nostro Paese da rischi di accoglimento di personale i cui requisiti di provenienza, abilità ed esposizione a rischio non siano certi e compatibili con la legislazione in vigore. Fin dall'approvazione del provvedimento normativo, oltre 400 cittadini afgani tra ex collaboratori e familiari hanno chiesto di poter beneficiare della protezione internazionale prevista dalla legge. Attualmente il numero degli interpreti afgani contrattualizzati dal contingente italiano è di quaranta unità. All'ipotesi di ritiro dei contingenti militari italiani dall'Afghanistan o da altri teatri operativi, sarà assunta ogni iniziativa idonea a riattivare, anche sotto il profilo finanziario, i meccanismi di protezione dei collaboratori già efficacemente sperimentati. In ogni caso, nell'ottica di affrontare in maniera compiuta il tema dei collaboratori delle nostre Pag. 9Forze armate che nel tempo potrà riguardare tutti i vari teatri operativi che ci vedono impegnati, ho dato mandato affinché siano individuate da parte del Dicastero soluzioni adeguate e durature per la gestione di questa importante tematica, eventualmente anche attraverso uno strumento legislativo dedicato. L'onorevole Tondo ha posto una seconda domanda che riguarda il conflitto tra Armenia e Azerbaijan. Il violento conflitto che si è consumato negli ultimi mesi del 2020 è stato seguito con attenzione anche dalla difesa, proprio perché ci sono diversi aspetti di politica militare di nostro interesse. Abbiamo assistito a un'ulteriore fase della guerra del Nagorno Karabakh che ha visto replicarsi una dialettica di confronto per procura tra le due potenze regionali che maggiormente stanno influenzando l'assetto securitario sia della regione caucasica che di quella mediterranea. Mi riferisco evidentemente al ruolo giocato da Russia e Turchia sia in Siria che in Libia dove l'influenza militare, e non solo, di questi due Stati è ormai ineludibile e decisiva. Tornando al conflitto nel Caucaso e al suo quesito circa l'impiego di armi sperimentali, certamente abbiamo registrato un uso frequente di tecnologie unmanned – così come ormai avviene in diverse aree di crisi – combinate con attacchi nel dominio cyber. Abbiamo anche assistito a un massiccio impiego di armi convenzionali che, purtroppo, in alcune occasioni non ha risparmiato neanche le aree urbane. Continueremo a monitorare la regione di certo interesse strategico per l'Italia e non mancheremo di approfondire qualsiasi episodio che possa essere riconducibile all'uso dei sistemi di armi inedite, sia a tutela delle norme del diritto internazionale umanitario sia nell'ottica di essere in grado di fronteggiare in maniera adeguata un eventuale impiego di tali armi nei teatri operativi che vedono impiegate le nostre Forze armate.
  Riguardo al quesito dell'onorevole Tondo sulla situazione della società Piaggio, evidenzio quanto segue. La Piaggio ha ricorso a fine 2018 all'amministrazione straordinaria e ha goduto negli ultimi due anni di provvedimenti di sostegno assicurati dal Governo che ne hanno permesso la continuità operativa. L'ammontare dei provvedimenti di sostegno, inizialmente valutata in circa 500 milioni di euro, è cresciuto nel tempo fino al valore attuale che si attesta intorno ai 700 milioni di euro. Sebbene le problematiche aziendali non rientrino nell'ambito delle competenze del Dicastero, la difesa comunque è a conoscenza e segue attentamente le azioni poste in essere dal commissario per la valorizzazione della ditta e la finalizzazione nel breve termine del processo di vendita. La nuova proprietà, indipendentemente dal piano industriale che tenderà perseguire, nel rispetto della golden power e dei necessari requisiti di sicurezza, sarà chiamata a garantire la valorizzazione del sito nel suo livello occupazionale oltre al mantenimento del supporto tecnico ingegneristico a velivoli a motore dell'amministrazione della difesa e alla piena esecuzione dei contratti in essere con quest'ultima.
  Riguardo al quesito posto dal senatore Candura sulla nostra capacità di proiezione di forza, articolerò la mia risposta soffermandomi prima sulle nostre capacità di tutela degli interessi nazionali e, poi, su come queste possono essere impiegate anche, ma non solo, in contesti multilaterali quali appunto NATO e Unione europea. È stata citata l'attività sulla nave Cavour che consentirà all'Italia di entrare in quel ristretto gruppo di Paesi in grado di operare aerei di quinta generazione da una portaerei. Si tratta di un risultato prestigioso del tutto aderente al più generale processo di ammodernamento e sviluppo di capacità che stiamo portando avanti per tutte le Forze armate italiane in tutti i domini, inclusi quello spaziale e quello cyber. Siamo in grado di esprimere la necessaria proiezione di forza e capacità a tutela di un interesse nazionale sia nell'area strategica di primario interesse (quella del Mediterraneo allargato) che in quelle aree dove si dovesse rendere necessaria una significativa presenza militare italiana, impiegando un dispositivo interforze capace di assolvere un ampio spettro di missioni, incluse quelle di supporto umanitario e di sviluppo di capacità. Questo strumento militare moderno Pag. 10 ed efficace potrà trovare una sua collocazione operativa in vari formati di impiego, in aderenza agli indirizzi di politica estera e di politica di difesa del Governo e cercando sinergie e collaborazioni con i nostri partner di riferimento insieme alla NATO, ma anche nell'albo delle progettualità di difesa e sicurezza comune dell'Unione europea. Ribadisco con l'occasione, e la ringrazio per questo, un concetto già espresso durante il mio intervento: il nostro fermo ancoraggio alla dimensione euro-atlantica. In questo momento, con specifico riferimento alla sua domanda, non è semplice trovare un consenso unanime tra gli alleati, anche in considerazione degli attori in gioco. La sua domanda era riferita alla volontà di creare la capacità di proiezione di forza ed essere pronti ad impiegarla nel quadrante instabile sotto casa, in collaborazione con la NATO. In Libia, ad esempio, è in atto un delicato processo politico che si sta sviluppando sullo sfondo di un fragile cessate il fuoco minacciato dalla presenza di mercenari e miliziani stranieri. L'Italia continuerà a stimolare una sempre maggiore attenzione verso il fianco sud dell'alleanza; certamente sarà protagonista delle iniziative che saranno avviate per la stabilizzazione di un'area non solo prossima alle coste italiane, ma anche vitale per gli stessi interessi nazionali ed europei. Riguardo ai quesiti posti dalla senatrice Minuto sulle forme di ristoro economico per il personale delle Forze armate impegnato nell'emergenza COVID e sull'obbligatorietà delle vaccinazioni, evidenzio che – a similitudine di quanto già previsto nel corso dell'emergenza pandemica con i decreti cosiddetti Cura Italia, Rilancio e Ristori – è stato proposto nell'ambito del recente decreto-legge Sostegno una disposizione volta a garantire un compenso economico al personale militare, tecnico, sanitario e di supporto costantemente impegnato a fronteggiare l'emergenza COVID-19. Per quanto riguarda l'obbligo di vaccinazione, ai sensi dell'articolo 206-bis del codice dell'ordinamento militare, la sanità militare può dichiarare indispensabile la somministrazione di specifiche profilassi vaccinali al personale militare per poterlo impiegare in particolari individuate condizioni operative di servizio, al fine di garantire la salute dei singoli e della collettività. Al momento essa è stata dichiarata indispensabile per il personale che deve essere rischierato in teatro operativo. Per quanto riguarda il piano nazionale di ripresa e resilienza, che rappresenta il comune denominatore di più quesiti rivoltomi, al fine di evitare ripetizioni oppure eccessiva frammentazione degli argomenti oggetto di analisi, fornirò una risposta unitaria e organica che affronti la complessità e la vastità dei quesiti e dei temi proposti.
  Rispondo, quindi, all'onorevole Ferrari relativamente all'efficientamento delle strutture della difesa e se lo stesso possa essere ricompreso nei programmi di transizione ecologica ed efficientamento energetico indicati dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) nonché se la realizzazione di una nave ospedale per la situazione emergenziale possa rappresentare un elemento per il potenziamento della sanità militare. Rispondo alla senatrice Donno sulla possibilità di destinare parte delle risorse previste nell'ambito della missione salute del PNRR alla sanità militare, ottimizzando in particolare l'interazione tra enti e strutture sanitarie militari e organismi sanitari civili. All'onorevole De Menech in ordine al fondamentale ruolo che riveste la sicurezza digitale dei dati della difesa e della necessità che alla stessa venga dedicata una parte delle risorse del PNRR. Alla senatrice Petrenga relativamente alla possibilità di sviluppo di una serie di progetti della difesa (trasformazione digitale e cyber security, acquisizione e integrazione di sistemi di simulazione per addestramento del personale, efficientamento energetico dei sedimi aeroportuali e valorizzazione del patrimonio d'interesse storico).
  In merito alla transizione ecologica e all'efficientamento energetico chiesti dall'onorevole Ferrari e dalla senatrice Petrenga tengo a precisare che tale settori costituiscono uno degli asset strategici su cui è imperniato il PNRR e sul quale il Dicastero ha indirizzato i propri sforzi. In questo ambito la difesa ha presentato progettualità in linea con gli indirizzi già avviati dal Pag. 11Dicastero e tesi a raggiungere elevati livelli di efficienza e indipendenza energetica, perseguendo obiettivi concreti di contenimento della spesa, maggiore tutela ambientale e sostegno alle capacità militari. In questo modo la difesa fornisce un contributo tangibile al raggiungimento del target nazionale per il 2030 fissato nel piano nazionale integrato per l'energia e il clima. Nell'ambito del rinnovamento complessivo del comparto difesa avrà un ruolo centrale la politica di razionalizzazione, ottimizzazione e valorizzazione del patrimonio infrastrutturale immobiliare militare esistente. Questa politica è tesa a perseguire i dettami comunitari in tema di efficienza e prestazione energetica nell'edilizia, senza trascurare gli aspetti connessi con la vulnerabilità sismica. Il piano di rinnovamento delle infrastrutture della difesa si basa, infatti, sul modello dei distretti energetici intelligenti definiti smart military district che partendo dalla individuazione delle infrastrutture prioritarie secondo criteri di importanza strategica o di convenienza economica (aeroporti militari, basi navali, stabilimenti e arsenali militari, caserme e unità operative e di supporto logistico) garantirà la costituzione di un sistema interconnesso a rete sotto il profilo del controllo remoto della sicurezza e della resilienza energetica, massimizzando il ricorso all'autoconsumo e ottimizzando la gestione dei flussi energetici. L'obiettivo è il raggiungimento di elevati livelli di efficienza e indipendenza energetica, del contenimento della spesa e di una maggiore tutela ambientale, fornendo un contributo tangibile al raggiungimento del target nazionale per il 2030 fissato nel piano nazionale integrato per l'energia e il clima. Siamo consapevoli che la capillare distribuzione infrastrutturale della difesa sul territorio può contribuire al processo di transizione energetica ambientale nazionale verso un modello che sfrutti sempre di più fonti di energia rinnovabili e cerchi di valorizzare al contempo il patrimonio storico, archeologico e paesaggistico inserito all'interno del comprensorio del Dicastero. Al riguardo non può sottacersi che, in considerazione dell'intrinseco stato duale di talune infrastrutture della difesa evidenziato ancora una volta dalla recente crisi epidemiologica, il suddetto piano andrà a beneficio dell'intero Paese. Con riferimento al quesito posto dalla senatrice Donno evidenzio che le attività della sanità militare sono supportate dal Sistema informativo sanitario amministrazione difesa (SISAD). Questo sistema è finalizzato alla costituzione di una banca dati idonea a raccogliere tutti gli eventi del percorso sanitario del personale dipendente per garantire la disponibilità di un fascicolo sanitario elettronico che lo accompagnerà anche dopo il servizio attivo nell'ambito del proprio rapporto con il servizio sanitario civile. La realizzazione del citato fascicolo sanitario elettronico garantirebbe lo scambio di informazioni sanitarie tra enti della difesa ed enti civili. A questo fine, tra i progetti presentati dalla difesa nell'ambito del PNRR è stata proposta una specifica linea di finanziamento per il progetto di trasformazione digitale dei processi afferenti al personale dell'amministrazione difesa che comprende tra gli altri l'evoluzione del SISAD nella direzione descritta ed auspicata. Evidenzio, inoltre, che con la legge di bilancio 2021 nello stato di previsione del Ministero della difesa è stato istituito un fondo finalizzato all'adeguamento tecnologico e digitale delle strutture, dei presidi territoriali e dei servizi delle prestazioni della sanità militare con una dotazione di 4 milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2021, allo specifico fine di incrementare la capacità operativa territoriale della sanità militare e la sua interoperabilità con i sistemi del Servizio sanitario nazionale nonché per far fronte alle maggiori esigenze causate dall'emergenza epidemiologica da COVID-19. Le modalità di impiego di gestione del fondo, la cui definizione è stata già avviata, saranno definite con decreto del Ministero della difesa, di concerto con il Ministro della salute e il Ministro dell'economia e delle finanze.
  Passo al tema della nave ospedale, quesito posto dall'onorevole Ferrari. Occorre considerare che la pandemia ha evidenziato la necessità di disporre di un'organizzazione in grado di essere attivata con Pag. 12minimo preavviso per concorrere al sostegno sanitario della popolazione. I preziosi asset della sanità militare con cui la difesa è scesa in campo a favore dell'intera collettività per il contrasto dell'attuale crisi sanitaria ha affermato di nuovo l'esigenza di una sempre maggiore integrazione e sinergia della sanità militare con il Sistema sanitario nazionale. A questo riguardo la difesa ha proposto, nell'ambito del PNRR, numerosi interventi tra cui la possibile entrata in linea di una nave ospedale, il potenziamento della flotta per il trasporto sanitario in biocontenimento a lungo raggio, nonché il rafforzamento delle strutture ospedaliere degli ospedali da campo.
  Rispondo ai quesiti avanzati dall'onorevole De Menech e dalla senatrice Petrenga a cui non ho ancora risposto. Sottolineo come la difesa intenda adottare un modello teso a presidiare l'era digitale senza subirla, con la finalità di velocizzare lo scambio informativo tra vari livelli e abilitare efficacemente i processi decisionali, mediante investimenti capillari su infrastrutture e competenze nel campo della digitalizzazione e dell'innovazione. L'obiettivo è quello di sfruttare le cosiddette disrupted technologies, rafforzare la rilevanza operativa dello strumento militare e la sicurezza sia fisica che digitale. Parallelamente si intende proseguire nell'investimento della ricerca e stimolare il nuovo business favorendo gli spazi dell'industria nazionale, comprese le piccole e medie imprese e le start up, verso la messa a punto di prodotti a elevato potenziale di mercato e di interesse dello Stato. Un aspetto sempre più importante dell'attuale processo di trasformazione digitale è quello relativo al settore dell'addestramento del personale. C'è la graduale transizione dal vecchio modo di addestrarsi alle operazioni tipicamente svolte in ambiente reale a un modo completamente innovativo in ambiente sintetico attraverso il ricorso a tecnologie LVC (live virtual classroom). Questo garantirà un indiscusso incremento dell'efficacia addestrativa, della sicurezza del personale nonché un risparmio in termini finanziari dovuto alla riduzione di impiego di piattaforme, mezzi e sistemi d'arma. Questi sono aspetti di carattere generale e trasversale pienamente in linea con gli obiettivi indicati dal piano che non prevede – ci tengo a sottolinearlo perché ho letto da questo punto di vista notizie errate – alcun contributo da destinare ai sistemi d'arma.
  Con questa risposta penso di avere risposto a tutti i quesiti che mi sono stati posti. Se ho dimenticato qualcosa, sono a vostra disposizione, ma credo che il lavoro degli uffici sia stato molto preciso nel prendere nota di tutte le domande che mi sono state poste. Grazie ancora per l'attenzione.

  PRESIDENTE. Grazie a lei. Si conclude così la fase della replica, pertanto, rinnovo i ringraziamenti al Ministro Guerini per la sua disponibilità. Saluto la presidente Pinotti e tutti coloro che hanno partecipato ai lavori delle Commissioni e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 9.15