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XVIII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati

Resoconto stenografico



Seduta n. 112 di Mercoledì 5 maggio 2021

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Vignaroli Stefano , Presidente ... 2 

Audizione del Capo Dipartimento dei Vigili del fuoco, del Soccorso pubblico e della Difesa civile del Ministero dell'interno, Laura Lega:
Vignaroli Stefano , Presidente ... 2 
Lega Laura , Capo Dipartimento dei Vigili del fuoco, del Soccorso pubblico e della Difesa civile del Ministero dell'interno ... 2 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 7 
Lega Laura , Capo Dipartimento dei Vigili del fuoco, del Soccorso pubblico e della Difesa civile del Ministero dell'interno ... 7 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 8 
Lega Laura , Capo Dipartimento dei Vigili del fuoco, del Soccorso pubblico e della Difesa civile del Ministero dell'interno ... 8 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 9 
Lega Laura , Capo Dipartimento dei Vigili del fuoco, del Soccorso pubblico e della Difesa civile del Ministero dell'interno ... 9 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 9 
Nugnes Paola  ... 9 
Lega Laura , Capo Dipartimento dei Vigili del fuoco, del Soccorso pubblico e della Difesa civile del Ministero dell'interno ... 9 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 9 
Lorefice Pietro  ... 9 
Lega Laura , Capo Dipartimento dei Vigili del fuoco, del Soccorso pubblico e della Difesa civile del Ministero dell'interno ... 10 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 10 
Zolezzi Alberto (M5S)  ... 10 
Lega Laura , Capo Dipartimento dei Vigili del fuoco, del Soccorso pubblico e della Difesa civile del Ministero dell'interno ... 10 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 11 
Lega Laura , Capo Dipartimento dei Vigili del fuoco, del Soccorso pubblico e della Difesa civile del Ministero dell'interno ... 11 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 11 
Braga Chiara (PD)  ... 11 
Lega Laura , Capo Dipartimento dei Vigili del fuoco, del Soccorso pubblico e della Difesa civile del Ministero dell'interno ... 11 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 12 
Lega Laura , Capo Dipartimento dei Vigili del fuoco, del Soccorso pubblico e della Difesa civile del Ministero dell'interno ... 12 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 12

Testo del resoconto stenografico
Pag. 2

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
STEFANO VIGNAROLI

  La seduta comincia alle 14.20.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, alla luce di quanto stabilito dalla Giunta per il Regolamento nella riunione del 4 novembre scorso, i parlamentari possono partecipare all'odierna audizione in videoconferenza.
  Avverto, altresì, che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante l'attivazione degli impianti audiovisivi a circuito chiuso e la trasmissione streaming sulla web-tv della Camera dei deputati.

  (Così rimane stabilito).

Audizione del Capo Dipartimento dei Vigili del fuoco, del Soccorso pubblico e della Difesa civile del Ministero dell'interno, Laura Lega.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione in videoconferenza del Capo Dipartimento dei Vigili del fuoco del Soccorso pubblico e della Difesa civile del Ministero dell'interno Laura Lega, accompagnata dall'ingegnere Parisi, Dirigente centro emergenza soccorso tecnico e antincendio. L'audizione rientra nell'ambito dell'approfondimento che la Commissione sta svolgendo sul fenomeno degli incendi negli impianti di gestione dei rifiuti. Comunico che l'audita ha preso visione della disciplina relativa al regime di pubblicità del resoconto stenografico della seduta. Innanzitutto, ringrazio per la presenza. Come sa ci stiamo occupando del problema degli incendi e, in generale, di quello che ne consegue anche in tema di sicurezza. Abbiamo tutti in mente l'articolo 26-bis del «decreto sicurezza» che prevede i piani di emergenza. Vorremmo fare con lei un quadro generale della situazione: cosa manca per migliorare, cosa è stato fatto e cosa c'è ancora da fare.

  LAURA LEGA, Capo Dipartimento dei Vigili del fuoco, del Soccorso pubblico e della Difesa civile del Ministero dell'interno. Grazie, presidente. Signori senatori, signori deputati, desidero rivolgere il mio più sentito ringraziamento per questa convocazione perché offre una occasione importante al Dipartimento, che mi onoro di rappresentare, di fornire il proprio contributo su una tematica particolarmente rilevante e di stretta attualità. La sostenibilità ambientale rappresenta una delle priorità su cui impostare innovative politiche di sviluppo sui territori, nella consapevolezza di una sfida sociale importante, decisiva, sia sotto il profilo sociale sia economico che impegna le istituzioni centrali e quelle territoriali.
  In questo scenario strategico particolare attenzione va riservata al settore dei rifiuti, ambito di sempre maggiore attualità e preminenza per le molteplici ricadute ed implicazioni in termini di sicurezza, declinata anche nelle forme di sicurezza ambientale, sociale ed economica, in un contesto condizionato dalla perdurante emergenza pandemica, fattore moltiplicatore di ulteriori disagi e tensioni. Numerosi incendi che hanno interessato impianti e depositi di stoccaggio rifiuti negli ultimi anni hanno attirato l'attenzione su un fenomeno complesso, evidenziando, tra l'altro, anche l'esigenza di incrementare i livelli di safety nell'ambito di tali impianti. Si tratta, in sostanza, di garantire anche su questo delicato Pag. 3 fronte la presenza dello Stato accanto alle comunità direttamente interessate dal fenomeno. Mi preme evidenziare che il Dipartimento dei Vigili del fuoco – presso il quale è incardinato il Corpo nazionale dei Vigili del fuoco – svolge le funzioni e i compiti spettanti al Ministero dell'interno al fine di garantire la tutela della vita umana e la salvaguardia del bene e dell'ambiente in materia di soccorso pubblico, di estinzione e prevenzione incendi, di difesa civile e di concorso nel sistema di Protezione civile; ciò, ferme restando le competenze del Dipartimento della Protezione civile. Il Corpo rappresenta l'unica struttura tecnica dello Stato che si è dimostrata nei decenni immediatamente pronta a intervenire in termini di soccorso e di salvataggio in caso di ogni incidente e di calamità, con una capacità di risposta operativa h24, sette giorni su sette. La struttura ordinata su base nazionale è articolata, lo voglio ricordare, in funzione dell'unitarietà dei servizi e della prossimità dei bisogni dei cittadini ed è presente in ogni ambito distrettuale del territorio. Si tratta di personale altamente specializzato sotto il profilo ingegneristico; abbiamo architetti, periti industriali, geometri con una elevata professionalità nei settori della prevenzione e del soccorso. Viene così garantita efficacia e immediatezza di intervento in tutte le tipologie di rischio, sia esso industriale, idrogeologico, nucleare o ambientale. Sul dispositivo di soccorso e di intervento dei Vigili del fuoco gioca oggi una parte importante il ruolo dei velivoli della flotta aerea antincendio, che proprio sulle tematiche degli incendi svolge un ruolo decisivo e con un impiego operativo veramente di primissimo ordine. Sulla tematica che oggi stiamo affrontando – lo voglio sottolineare – già nel 2019 è stato audito due volte su richiesta di codesta Commissione il Dipartimento. Il 12 febbraio il Capo del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco ha fornito elementi sul fenomeno degli incendi sui rifiuti, sia quantitativi sia in ordine alla loro dislocazione sul territorio nazionale. Vi è stato un focus particolare sui roghi in Campania e anche una descrizione del sistema di prevenzione incendi con una esperienza di monitoraggio in una specifica regione. Successivamente, il 3 ottobre del 2019, la seconda audizione ha affrontato il tema degli interventi effettuati dal Corpo nazionale dei Vigili del fuoco in caso di livelli anomali di radioattività nei rifiuti. Il 10 dicembre del 2020 la Commissione ha chiesto ulteriori notizie sullo stato di applicazione, in particolare dell'articolo 26-bis del decreto-legge n. 113 del 2018 – cui prima si è fatto cenno – a cui abbiamo dato riscontro con una specifica relazione lo scorso 21 gennaio. Questo incontro di oggi mi consente di fornire dei quadri di aggiornamento rispetto ai dati già forniti in passato. Quattro sono i punti sui quali – se mi consente la Commissione – vorrei portare oggi l'attenzione. In primo luogo, proprio il fenomeno degli incendi sui rifiuti. Come già riportato, il Corpo nazionale dispone di una banca dati riferibile agli interventi effettuati dalle squadre dei Vigili del fuoco per gli incendi su tutto il territorio nazionale. Sono macro dati che contengono tutti gli eventi che hanno interessato sostanze classificabili complessivamente come rifiuti, quindi dall'incendio del cassonetto a quello di un vero e proprio impianto di raccolta o smaltimento. Nella documentazione che è stata già fornita sono stati evidenziati ed analizzati i dati relativi all'andamento del fenomeno fino a tutto il 2020, non solo in termini quantitativi, ma anche per quanto concerne la distribuzione territoriale. I dati aggiornati al primo trimestre 2021 rapportati ai primi tre mesi del 2020 fanno registrare una sensibile diminuzione del numero complessivo di interventi, dai 2.821 del 2020 ai 1.893 del 2021. In particolare, un'analisi delle Regioni maggiormente interessate dal fenomeno evidenzia che a fronte di una significativa riduzione di circa il 40 per cento nel Lazio, in Campania, in Puglia e in Piemonte, si registra in controtendenza un leggero aumento in Calabria e in Sicilia. La Lombardia passa da 65 a 25 eventi. Volendo concentrare l'attenzione con un focus più specifico sugli incendi che hanno interessato i depositi degli impianti dei rifiuti, sono disponibili i dati relativi agli interventi rilevati dal Corpo nazionale dal Pag. 42018 al 30 aprile 2021. Il materiale, ovviamente, faremo in modo di farlo pervenire prontamente alla Commissione, ma questi dati distinti per Regione ci segnalano la prevalenza di eventi in Lombardia (circa 650), in Campania (509), in Puglia (233), poi sempre diminuendo in Piemonte (226), Lazio (204), Sicilia (196) e Calabria (176). Credo sia un andamento che evidenzi anche quello che sta accadendo in questi mesi. L'evoluzione del fenomeno negli anni evidenzia con chiarezza un trend in diminuzione nelle due Regioni (Lombardia e Campania) più interessate in termini complessivi da questi fenomeni. Il numero di incendi è in crescita in altre Regioni, come in Puglia, in Calabria e in Veneto e il dato non è costante con incrementi e decrementi che si succedono nel Lazio, in Sicilia e in Emilia Romagna. Nell'elenco che forniremo in allegato alla relazione sono riportati gli eventi di maggior rilievo che si sono verificati proprio da gennaio del 2021 allo scorso aprile 2021. Quindi, nell'arco di quattro mesi segnaliamo otto incendi collocati prevalentemente nel nord Italia. Secondo punto che vorrei segnalare è proprio il tema della prevenzione incendi perché l'ampiezza del fenomeno e la complessità dei molteplici aspetti che lo connotano hanno indotto questo Dipartimento a lavorare su ulteriori iniziative volte non solo a massimizzare l'impegno nella fase dello spegnimento, ma anche ad approfondire lo specifico tema della prevenzione e del rischio incendio con l'obiettivo, soprattutto, di incrementare il livello di sicurezza antincendio nell'ambito degli impianti di stoccaggio e di lavorazione dei rifiuti. Nell'ottica di garantire un deciso rafforzamento dell'azione di prevenzione sono state avviate diverse iniziative, delle quali vi segnalo solo quelle più rilevanti. Innanzitutto, la collaborazione doverosamente offerta dal Ministero dell'ambiente nel gennaio del 2019 con le prime indicazioni ai gestori per consentire loro la valutazione del rischio di incendio negli impianti di stoccaggio rifiuti. In secondo luogo, è stato predisposto lo schema di una nuova regola tecnica di prevenzione incendi per i predetti impianti già approvato dal Comitato centrale tecnico-scientifico, l'organo consultivo del Dipartimento in materia di prevenzione incendi. È stato acquisito anche l'assenso del Ministero dell'ambiente ed è in corso l'iter di adozione. In tal modo, i gestori degli impianti potranno disporre di specifiche e mirate disposizioni tecniche da seguire per assicurare l'adozione delle necessarie misure di prevenzione e di protezione antincendio. Vorrei poi segnalare l'elaborazione del progetto di aggiornamento e di ricatalogazione delle attività soggette ai controlli di prevenzione incendio dei Vigili del fuoco. Nell'ambito di tale progetto saranno inseriti – quali nuove attività soggette ai controlli – gli impianti che effettuano stoccaggio o operazioni di trattamento dei rifiuti. Al riguardo, desidero segnalare che proprio nei giorni scorsi questo Dipartimento e l'amministrazione ha proposto una norma da inserire in un prossimo provvedimento di semplificazione normativa che è volta, tra l'altro, a semplificare la procedura di individuazione delle nuove attività da sottoporre ai controlli di prevenzione incendi. Verrà adottato un decreto ministeriale, anziché un D.P.R., che agevolerà e semplificherà le procedure. Si tratta di un insieme di iniziative che ritengo possano contribuire ad arricchire in modo sistematico il quadro delle azioni di regolamentazione di tali impianti. Preme evidenziare come questa sia un'azione fondamentale, di monitoraggio ambientale e di investigazioni, anche per l'elevato impiego di risorse in caso di incendio negli impianti di gestione e trattamento rifiuti; ciò, sia in termini di operazioni di spegnimento da parte dei Vigili del fuoco sia di interventi di tutela della popolazione. Tutto quello che ho descritto impone un investimento adeguato in termini di prevenzione e corrisponde a un preminente interesse di tutela ambientale e di migliore gestione delle risorse pubbliche. Ciò, anche in considerazione – non possiamo evitare di sottolinearlo – della massima attenzione che va dedicata al settore dei rifiuti, che in questo particolare momento di crisi pandemica può contribuire a determinare condizioni favorevoli per l'espansione di interessi illeciti e segnatamente della criminalità organizzata, Pag. 5 interessata ad accrescere il controllo di settori particolarmente rilevanti sotto il profilo economico-finanziario. Talora i roghi diventano il modo concreto e più economico per assicurare lo smaltimento o per cancellare tracce di depositi illeciti di rifiuti. Vorrei poi portare all'attenzione della Commissione lo stato di applicazione dell'articolo 26-bis del decreto-legge n. 113 del 2018. Come è noto, questa disposizione ha previsto per i gestori l'obbligo di predisporre un piano di emergenza interna, nonché l'adozione di piani di emergenza esterna (PEE) elaborati dal prefetto, d'intesa con le Regioni e gli altri enti interessati sul territorio; ciò, sulla base delle informazioni fornite dai gestori stessi e secondo le linee guida da adottarsi con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri. Tali disposizioni – lo voglio sottolineare – non si applicano agli impianti disciplinati dal decreto legislativo n. 105 del 2015 riferito al controllo e al pericolo di incendi rilevanti commessi con sostanze pericolose. L'articolo 26-bis del decreto-legge n. 113 del 2018 disciplina, infatti, l'ipotesi al fine di minimizzare il più possibile i rischi per la salute umana e per l'ambiente che possano prodursi per effetto delle attività che si svolgono nei diversi ambienti e nelle strutture di impianto di gestione dei rifiuti. Le previsioni normative di cui al decreto n. 105 del 2015 riguardano ipotesi di rischio specificamente individuate, con riferimento a parametri quantitativi di sostanze pericolose. Da ciò discende che i gestori degli impianti a rischio di incidente rilevante che ricadono nell'ambito di applicazione del decreto legislativo n. 105 del 2015 devono attenersi a disposizioni ancora più rigorose e ai termini previsti dal medesimo decreto. I relativi piani di emergenza esterni sono predisposti dalle prefetture sulla base non soltanto delle informazioni fornite dai gestori, ma anche delle conclusioni istruttorie del Comitato tecnico regionale dei Vigili del fuoco. Tornando all'articolo 26-bis, i piani di emergenza esterni ivi previsti sono fondamentalmente finalizzati al controllo degli incidenti e a minimizzarne gli effetti, limitando i danni per l'uomo, per l'ambiente e per i beni. In secondo luogo, servono ad attuare le misure necessarie per proteggere l'uomo e l'ambiente, infine a informare adeguatamente la popolazione e le autorità locali competenti e provvedere alle attività di ripristino dell'ambiente. Questo Dipartimento ha partecipato con i propri rappresentanti all'unità di coordinamento della Presidenza del Consiglio per l'attuazione del piano di azione per il contrasto dei roghi e dei rifiuti previsto da un apposito protocollo d'intesa sottoscritto il 19 novembre del 2018 tra la Presidenza del Consiglio dei ministri, i Ministeri interessati e la Regione Campania. In tale ambito è stato predisposto uno schema di linee guida, previste dal già citato articolo 26-bis, per la definizione – da parte del prefetto territorialmente competente – del piano di emergenza esterno degli impianti di stoccaggio e di lavorazione dei rifiuti e per l'informazione alla popolazione. Il documento al momento è all'esame della conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le province autonome in sede di conferenza unificata. Allo stato risulta che le linee guida contengano indicazioni sintetiche e puntuali per una procedura di intervento da attuare secondo i livelli di rischio progressivi, individuando le modalità operative di intervento per la gestione dell'emergenza connessa ai possibili eventi incidentali che riguardano tali impianti e l'incendio viene indicato quale scenario di riferimento. Le linee guida sono strutturate, sostanzialmente, in tre parti. Una parte contempla un metodo per la determinazione della distanza di attenzione dell'area esterna dell'impianto ai fini della pianificazione di emergenza esterna. L'indice di rischio è calcolato mediante l'utilizzo di un metodo di indici appositamente messo a punto per gli impianti in questione, basato sui dati messi a disposizione dal gestore. La seconda parte della linea guida è costituita dalla previsione di una pianificazione provinciale basata su un modello di intervento generale che viene attivato in seguito ad eventi incidentali occorsi nei singoli impianti, tempestivamente segnalati con le modalità previste dal gestore al prefetto. La terza parte riguarda la previsione di schede Pag. 6contenenti dati relativi ai singoli impianti. Nei giorni scorsi abbiamo avviato con le prefetture una prima ricognizione di questo tipo di attività sul territorio, svolta anche sulla base dei piani di emergenza interni e sui numeri inviati alle prefetture dai gestori. Dai primi risultati emerge un dato significativo che voglio segnalare per la consistenza numerica degli impianti interessati. A titolo esemplificativo voglio citare che sono 952 gli impianti risultanti in Emilia Romagna, 591 quelli in Campania e 450 in sole tre province del Veneto. Tali dati – seppure ancora evidentemente parziali – sono già di per sé indicativi dell'impatto del fenomeno sui territori e della conseguente e impegnativa fase di applicazione dell'articolo 26-bis citato, anche in termini di tempo e di risorse necessarie per dare piena attuazione a tale norma. Al fine di coadiuvare, ovviamente, le prefetture e in attesa che vengano effettivamente adottate le linee guida – come già ho avuto modo di riferire –, ho ritenuto opportuno costituire un gruppo di lavoro per offrire un supporto tecnico-amministrativo alle prefetture – attraverso la predisposizione di uno schema tipo, un format di piano di emergenza esterno –, nonché per fornire ulteriori indicazioni relativamente agli aspetti di competenza di questo Dipartimento su specifiche tematiche in materia; ciò, al fine di garantire un orientamento uniforme sul territorio. Siamo pronti a mettere a disposizione delle prefetture – non appena usciranno le linee guida e saranno definite anche nei loro contenuti – uno strumento di immediata utilizzabilità per la gestione delle emergenze. Esso è suddiviso in una parte generale, che definisce un modello operativo di intervento il più possibile univoco e puntuale, e una parte speciale costituita dall'inquadramento territoriale e da una sintetica descrizione del rischio a cui dovranno essere allegate le specifiche schede tecniche riferite ad ogni singolo impianto. L'obiettivo che ci siamo preposti, una volta adottate le linee guida, è che le prefetture unitamente agli altri attori del territorio coinvolti e competenti in materia possano più agevolmente predisporre una pianificazione. Concludo il mio intervento parlandovi delle nostre ulteriori iniziative che potremmo definire anche di prospettiva. La delicatezza del tema mi impone di segnalare all'attenzione della Commissione un'ulteriore iniziativa, promossa con il Dipartimento di protezione civile e con l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, al fine di sviluppare alcune strategie condivise e realizzare una sinergia d'azione, una piena collaborazione interistituzionale proprio in materia di rifiuti. L'intesa si sta orientando su tre direttrici principali. Da un lato la condivisione delle banche dati per lo sviluppo di un sistema informativo a supporto dei piani di emergenza, anche in relazione alla definizione del top event di riferimento. La seconda linea di azione contempla la realizzazione di una banca dati dei depositi temporanei e dei siti di stoccaggio dei rifiuti speciali, finalizzata alla stesura dei relativi piani di emergenza a cura delle prefetture. La terza linea di azione consiste nella definizione di un programma formativo per la comunicazione di emergenza nell'ambito del soccorso pubblico, tema complesso, delicato e di particolare attualità. In particolare, si ritiene di fondamentale importanza la condivisione dei dati di rispettiva competenza per sviluppare un sistema informativo quanto più completo possibile, anche al fine di fornire alle prefetture e agli attori del territorio – i Comandi provinciali dei Vigili del fuoco – uno strumento utile ed esaustivo a supporto delle pianificazioni di emergenza. Per realizzare tale condivisione è necessario, preliminarmente, verificare i sistemi di gestione dei dati e la loro interoperabilità. In secondo luogo, sempre nell'ottica della più ampia interazione tra sistemi informativi utilizzati, si intende procedere alla mappatura, alla georeferenziazione degli impianti, realizzando una banca dati che contenga gli elementi fondamentali come, ad esempio, la tipologia dell'autorizzazione, il tipo di rifiuto, i quantitativi prodotti, la tipologia di gestione e la giacenza. Infine, per quanto attiene agli aspetti relativi alla comunicazione si intendono approfondire le rispettive tecniche di comunicazione nelle situazioni di emergenza, condividendo esperienze e professionalità e Pag. 7individuando possibili percorsi formativi comuni che possano essere di supporto agli operatori. Su questi temi si è già tenuta una riunione in videoconferenza lo scorso 20 aprile, finalizzata a condividere le principali linee di azione e le strategie di questa progettualità. Nel corso dell'incontro si è registrato l'interesse a predisporre un protocollo di intesa che preveda anche la formazione di gruppi di lavoro tecnici che possano valutare le migliori modalità di condivisione dei dati e di realizzazione concreta di queste linee di azione.

  PRESIDENTE. A un certo punto lei ha parlato di un protocollo tra Ministero dell'ambiente e regione Campania. Volevo sapere – visto che questo dovrebbe essere non solo un problema specifico della Campania, anche se ognuno ha le proprie specificità – perché si è agito in maniera locale e cosa invece si è fatto nelle altre regioni. Si prevede un protocollo per ogni Regione? Riguardo poi alle linee guida vorrei sapere quando finalmente verranno approntate. Relativamente alla questione dei rifiuti radioattivi di cui noi ci occupiamo, quando scoppia un incendio in un sito – che sia una discarica o un deposito – quali sono le precauzioni che si mettono in atto per monitorare l'eventuale presenza di sorgenti orfane radioattive? Quali sono i rapporti di interazione tra i Vigili del fuoco e la Protezione civile in caso di incendio tossico? Ci può parlare anche degli incendi nei campi rom? Un'altra questione che mi ha colpito molto riguarda la differenza sul numero di episodi che sono stati registrati. ARPA ci ha parlato di 200 incendi l'anno, lei invece di 2.000, una grandezza leggermente diversa. Perché non unificare i criteri di calcolo? Riguardo infine alla comunicazione in caso di incidenti cosa mi può dire?

  LAURA LEGA, Capo Dipartimento dei Vigili del fuoco, del Soccorso pubblico e della Difesa civile del Ministero dell'interno. Presidente, la ringrazio. Provo a rispondere sinteticamente, sperando di non dimenticare nulla. Parto dal protocollo d'intesa che ha istituito in via sperimentale il piano d'azione per il contrasto dei roghi tra i rifiuti. Si tratta di un protocollo di intesa stipulato tra la Presidenza del Consiglio, i Ministeri dell'ambiente, dell'interno, dello sviluppo economico, della difesa, della salute, della giustizia, l'Autorità politica per la coesione, il Ministro per il sud e la regione Campania. È evidente che si è trattato di una progettualità sperimentale, come fu definita fin dall'inizio, in ragione della fenomenologia legata alla terra dei fuochi e quindi a fattori territorialmente legati in maniera specifica a quel territorio. Quanto ai dati, io facevo riferimento alla ricognizione degli interventi effettuati dalle squadre dei Vigili del fuoco. Si tratta di tutti gli interventi che noi censiamo, effettuati da squadre dei Vigili del fuoco presso depositi e impianti di rifiuti. Da questo censimento tra il 2018 e il 30 aprile del 2021 sono 2.984. Se ricordo bene, lei notava una distonia rispetto ai dati forniti da ARPA. È probabile che nasca da una diversa rilevazione e quindi con indicatori e presupposti di ricognizione che possono essere diversi. Sarà mia cura – se lo desidera – verificarlo quanto prima e poi farvi avere anche notizie di maggiore specificità al riguardo. Ripeto, il dato che le fornisco è relativo al censimento degli interventi effettuati dalle squadre. Quanto agli interventi potenzialmente necessari in presenza di sostanze radioattive orfane, noi sappiamo che queste sono occasioni spesso frequenti perché possono riguardare impianti destinati allo stoccaggio di rifiuti in via ordinaria o altre situazioni, a volte anche del tutto occasionali. È evidente che sulle sostanze radioattive c'è massima attenzione; voglio ricordare che il Corpo nazionale dei Vigili del fuoco ha delle squadre speciali specificamente dedicate e costituite proprio come nuclei avanzati nucleari e radiologici. Il personale è opportunamente addestrato, ha competenza professionale ed è equipaggiato in maniera puntuale. In questi casi si identificano le sostanze potenzialmente radioattive attraverso una strumentazione radiometrica campale che fa già parte della dotazione di circa 22 comandi sul territorio. L'esigenza è ovviamente quella di garantire su tutto il territorio Pag. 8 nazionale la capacità di intervento in questo senso. È chiaro che lo spegnimento dell'incendio poi deve essere seguito da un campionamento dell'area e del terreno interessato per verificare il livello di contaminazione presente. È un'opera che viene messa in atto dai Vigili del fuoco, ma non si esaurisce con l'azione dei Vigili del fuoco, perché vede altri attori istituzionali competenti in materia. Penso al coinvolgimento necessario degli enti come l'Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione, che è la autorità di regolamentazione, penso all'ARPA e ad altri attori che sono inevitabilmente chiamati e coinvolti su queste tematiche.

  PRESIDENTE. È stato detto che il protocollo tra Governo e regione Campania rappresenta, diciamo così, una sorta di sperimentazione. Come è andata questa sperimentazione? Per quanto riguarda la radioattività volevo sapere se potete contare su un sistema radiometrico per verificare la presenza di materiali sospetti. Le ricordo poi di dirmi qualcosa sull'informazione alla popolazione relativa ai rischi di incidente rilevante e sugli incendi nei campi nomadi. Infine, riguardo alla banca dati di cui lei mi ha parlato, vorrei sapere se verrà condivisa con Enti e istituzioni.

  LAURA LEGA, Capo Dipartimento dei Vigili del fuoco, del Soccorso pubblico e della Difesa civile del Ministero dell'interno. Torno a parlare del protocollo con la regione Campania e con i vari Dicasteri interessati. Parlavamo dei risultati. Ho qui con me la tabella che riguarda tutto il territorio nazionale. Nello specifico in Campania nel 2018 sono stati segnalati 287 interventi, nel 2019, 131 e nel 2020, 89. Due nei primi quattro mesi del 2021. È evidente il decremento sostanziale degli interventi delle squadre, quindi la lettura di questi dati mi consente di dire che la sperimentazione, l'attenzione particolare a quel territorio sta portando a risultati significativi. È evidente che il tema dell'attenzione massima agli incendi legati poi allo smaltimento, ai siti di stoccaggio rifiuti, insomma a tutto ciò che rappresenta il perimetro relativo ai rifiuti è un tema delicato che non può essere relegato solo ad alcune aree del Paese. L'attenzione è massima, presidente – lo voglio sicuramente segnalare – da parte delle istituzioni su tutto il territorio nazionale. I Vigili del fuoco sono impegnati in maniera straordinaria e il numero dei dati di intervento è in diminuzione. Cito, ad esempio, il caso della Lombardia: 334 interventi nel 2018, 211 nel 2019 e 88 nel 2020. Quindi l'attenzione è massima ovunque. Parliamo di aree del Paese più antropizzate di altre, parliamo di aree del Paese in alcuni casi – penso alla Lombardia – con la presenza di tessuto produttivo molto più ampio. Peraltro il decremento del 2020 può essere, anzi sicuramente lo è, anche legato al fenomeno pandemico e quindi alla chiusura di esercizi commerciali, di ristorazione, di alberghi. Di conseguenza, è chiaro che si tratta di un decremento «fisiologico» rispetto al dato pandemico. Però le posso garantire che l'attenzione sulla prevenzione incendi, specie nei siti di stoccaggio rifiuti, è massima. Le iniziative presenti e future andranno nella direzione di garantire ancora maggiore attenzione. Riguardo alla questione dei rifiuti radioattivi, le squadre in partenza sono tutte dotate di strumentazione idonea, ovviamente, a effettuare una primissima misurazione circa l'esistenza di un rischio radioattività, a tutela del personale stesso, dell'ambiente e della popolazione residente. Su questo massima attenzione. Il tema dei campi rom è complesso, estremamente delicato e riguarda gli insediamenti presenti da diversi anni nel territorio nazionale, in particolare in certe aree del Paese e in alcune città. L'attenzione è costante da parte dei prefetti, delle istituzioni e delle amministrazioni locali. Un censimento di carattere generale dei siti di stoccaggio rifiuti potrebbe rappresentare un beneficio in termini di maggiore capacità di intervento a tutela della salvaguardia e dell'incolumità delle persone. Sul tema della banca dati, il progetto che abbiamo in mente è proprio quello di condividere con ISPRA e con la Protezione civile. L'idea è proprio quella di un protocollo d'intesa tra noi per mettere a fattor comune Pag. 9 i dati che abbiamo, ovviamente anonimizzati, che ci consentiranno – ognuno per la missione istituzionale di propria competenza – di poter intervenire con una capacità di risposta maggiore, più tempestiva, più adeguata e di svolgere anche un'azione di prevenzione e di verifica sul territorio delle situazioni potenzialmente a maggior rischio. La riposta quindi è sì, la banca dati non sarà un patrimonio esclusivo di questo Dipartimento, bensì sarà messa a fattor comune anche con gli altri attori che saranno partner in questa operazione.

  PRESIDENTE. Prima di dare la parola ai miei colleghi, le ricordo la mia domanda sulle linee guida. Perché in due anni non sono ancora uscite? A proposito della discrepanza tra i numeri potete dividere gli eventi per gradi e per categorie?

  LAURA LEGA, Capo Dipartimento dei Vigili del fuoco, del Soccorso pubblico e della Difesa civile del Ministero dell'interno. Assolutamente sì. Dal 2019 siamo in grado di categorizzare, abbiamo voluto rivolgere la massima attenzione anche all'analisi del dato. Adesso abbiamo a riferimento un dato che riguarda specificamente i depositi e i siti di stoccaggio e smaltimento rifiuti. Si tratta di un dato specifico per quanto riguarda depositi e impianti di rifiuti. Le linee guida sono all'esame, come accennavo, della conferenza. Hanno avuto una fase di gestazione complessa anche perché chiamano in causa le competenze di molte amministrazioni locali e di molti soggetti istituzionali, ma sono convinta che quanto prima potranno vedere la luce.

  PRESIDENTE. Senatrice Nugnes.

  PAOLA NUGNES. Io ho una preoccupazione legata alla famosa data del 2018, anno in cui la Cina ha cambiato i propri regolamenti interni sull'importazione dei rifiuti plastici. Questo ha creato sicuramente un problema proprio di gestione e di smaltimento di questi rifiuti. Lei riporta una diminuzione dei dati sugli incendi che purtroppo potrebbe essere legata ad un incremento del traffico transfrontaliero di rifiuti che si è registrato negli ultimi tempi. Anche perché il lockdown tra tanti rifiuti non ha diminuito quelli plastici, infatti siamo stati obbligati ad un uso massiccio di questo materiale proprio per tutelarci dalla diffusione del virus. Il dato della diminuzione degli incendi potrebbe essere legato alla scoperta di nuove vie di smaltimento. Tra l'altro, dal 1° gennaio vige il divieto di esportazione di questi scarti diversamente da quanto accadeva in passato. La mancanza di un sistema impiantistico di recupero dei nostri rifiuti plastici potrebbe incrementare i dati che lei ci ha appena fornito?

  LAURA LEGA, Capo Dipartimento dei Vigili del fuoco, del Soccorso pubblico e della Difesa civile del Ministero dell'interno. La ringrazio, il tema è di straordinario interesse. Lo dico con grande franchezza perché la lettura complessiva del fenomeno, legato anche alle situazioni transfrontaliere e non soltanto, ci obbliga a una riflessione più ampia, che peraltro esula squisitamente dalle analisi svolte dal Dipartimento dei Vigili del fuoco e dal soccorso pubblico. Per necessità di missione istituzionale ci si limita alle competenze in materia di safety e non anche di security. Credo possa essere utile una riflessione da parte delle autorità competenti che vada a incrociare non solo i dati degli interventi – quali quelli a cui accennavo prima –, ma anche un'analisi più ampia sul tema dei rifiuti che possa portarci a valutazioni ulteriori.

  PRESIDENTE. Senatore Lorefice.

  PIETRO LOREFICE. Grazie presidente, e grazie alla dottoressa per l'interessante relazione. Se fosse possibile vorrei avere ulteriori informazioni in relazione a questa proposta o bozza di accordo con ISPRA. Lei ha parlato della creazione di un'infrastruttura digitale per rendere interoperabile la quantità di dati a disposizione dei dipartimenti, comunque delle strutture interessate. Il protocollo è tra il suo Dipartimento e l'ISPRA o tra il Ministero degli Pag. 10interni e il MITE? Ci può dare qualche informazione circa la tempistica?

  LAURA LEGA, Capo Dipartimento dei Vigili del fuoco, del Soccorso pubblico e della Difesa civile del Ministero dell'interno. La ringrazio perché mi dà l'opportunità di chiarire anche un po' il senso di questa operazione che intendiamo portare a compimento. Riguardo al settore dei rifiuti si può innalzare il livello di risposta se si ha una capacità di conoscenza immediata e di dettaglio delle situazioni che consenta anche la possibilità di fruizione da parte degli operatori con estrema snellezza e velocità. Questi tre elementi sono quelli che mi hanno motivato nel cercare di condividere con il Dipartimento di Protezione civile e con ISPRA la possibilità di mettere a fattore comune – come accennavo prima – le informazioni che ognuno di noi possiede. È evidente che questo in futuro potrà anche avere ulteriori declinazioni e utilizzi anche da parte di altri soggetti; penso, ad esempio, ai sindaci sul territorio, ma non soltanto. Si tratta di un progetto, di una collaborazione già decollata. Come detto in precedenza, abbiamo già avuto una serie di incontri tecnici proprio per capire l'interoperabilità, quindi la capacità effettiva di mettere a fattor comune i dati. Non voglio e non posso dare una data, anche perché non sarebbe corretto da parte mia. È chiaro che stiamo correndo, che stiamo spingendo sull'acceleratore perché questa collaborazione si realizzi concretamente e fattivamente nel più breve tempo possibile. Lo ripeto, i lavori tecnici di approfondimento della costruzione del sistema sono già partiti. Credo che la cosa sia più semplice di quanto noi immaginiamo e mi auguro che non si abbisogni di risorse straordinarie, ma che si possa raggiungere l'obbiettivo attraverso i nostri sistemi già esistenti. Credo si possa realizzare il tutto a costo zero, mettendo veramente a fattor comune i dati che abbiamo, unitamente alle nostre capacità e competenze altamente qualificate. Parlo innanzitutto per il Dipartimento che dirigo, ma ovviamente anche per gli altri attori che hanno voluto accettare questa sfida, questa proposta di lavoro insieme. Lo strumento che definiremo nelle prossime settimane sarà quello più opportuno per condividere questa collaborazione.

  PRESIDENTE. Onorevole Zolezzi.

  ALBERTO ZOLEZZI. Grazie, presidente. Ringrazio il Corpo dei vigili del fuoco. Io ripeto un po' la domanda di chi mi ha preceduto, però nello specifico volevo chiedere se avete notato differenze, peggioramenti specifici collegati all'abolizione del SISTRI (Sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti). In qualche modo, come sapete, stiamo tentando di ripristinare un sistema di tracciabilità dei rifiuti, però al momento la tracciabilità formalmente per molti rifiuti è carente, è collegata solamente a dei MUD (Modello unico di dichiarazione ambientale) che però non sono documenti sempre pubblici, ma esigibili o ottenibili a richiesta. Volevo capire se sotto questo aspetto avete notato possa essere un fattore favorente di illeciti e se avete dei suggerimenti proprio su questo sistema. Ha già detto alcune cose collegate, però volevo proprio porre il tema specifico.

  LAURA LEGA, Capo Dipartimento dei Vigili del fuoco, del Soccorso pubblico e della Difesa civile del Ministero dell'interno. La ringrazio. Le dico francamente che non rileviamo allo stato un sostanziale peggioramento rispetto a prima in assenza dei registri, credo che stiamo proseguendo positivamente l'attività. È evidente che è fondamentale ogni informazione aggiuntiva che arriva dai territori. Credo, per esempio, che sarà estremamente importante l'utilizzo di droni, di strumentazioni che ci possano consentire la possibilità di vedere dall'alto situazioni, quindi una ricognizione che sia non solo da terra, ma anche con altra strumentazione. La tecnologia ci può venire incontro in maniera importante, questo per poter contare su una mappatura sempre più precisa. Il nostro obiettivo va anche nella direzione di poter immaginare che alla banca dati poi corrisponda la capacità di avere maggiore referenziazione. Mi piacerebbe arrivare, per esempio, a poter dotare gli operatori di un'app al fine di sapere esattamente il numero di siti di Pag. 11stoccaggio rifiuti di un territorio, la loro dimensione e di che tipo di rifiuti si tratti. Mi piacerebbe immaginare un percorso che parta da questa collaborazione, ma che poi concretamente abbia una ricaduta operativa reale, pratica, che consenta agli operatori di intervenire in maniera immediata, chirurgica, caso per caso. Questo, me lo faccia dire, anche a tutela degli stessi operatori che così possono avere contezza di cosa c'è sul territorio e a vantaggio sicuramente delle comunità che devono essere messe in sicurezza.

  PRESIDENTE. Innanzitutto, volevo sapere se voi siete coinvolti quando si autorizza un impianto e si danno tutte le prescrizioni. Ci può inviare, sempre che siano in vostro possesso, i dati relativi alla localizzazione, al numero e alla tipologia degli incendi nei campi rom? Che cosa si può fare per risolvere il problema dal punto di vista della prevenzione?

  LAURA LEGA, Capo Dipartimento dei Vigili del fuoco, del Soccorso pubblico e della Difesa civile del Ministero dell'interno. Presidente, innanzitutto per quanto riguarda la possibilità di avere un dato puntuale, noi non lo abbiamo, così come dato immediatamente percepibile, ma ovviamente mi riservo di farle avere – anche domani stesso – estrapolando dalla nostra banca dati, il dato relativo a questo tipo di fenomeni. Glielo faccio avere domani stesso. Per quanto concerne gli impianti rifiuti e i controlli di prevenzione voglio sottolineare che, attualmente, non è previsto automaticamente il controllo di prevenzione incendi in tutti i depositi, ma solo in quelli caratterizzati dalla presenza di materiali a rischio specifico, per intenderci, di materiali combustibili. Penso alla carta, al legno, alla plastica, ovvero alla presenza di impianti per la produzione di calore o di gruppi elettrogeni; in tal caso, si valuta il rischio specifico e non semplicemente l'intero impianto. Peraltro, per il progetto a cui accennavo in precedenza vorremmo immaginare anche l'inserimento di una serie di attività previste che hanno alcune caratteristiche. Credo che, per esempio, l'inserimento potrà riguardare stabilimenti o impianti che effettuano stoccaggio, operazioni trattamento di rifiuti, come definiti dall'articolo 183 del decreto legislativo n. 152 del 2006, di superficie lorda complessiva superiore ai 3.000 metri quadri al chiuso, di superficie superiore ai 1.000 metri quadri o con presenza di rifiuti combustibili in quantità superiore ai 5.000 chilogrammi. Quanto ai campi rom, ripeto, non abbiamo il dato puntuale già disponibile, mi riservo di farlo avere quanto prima estrapolandolo. Io credo che possa essere dedicata attenzione specifica alle situazioni di potenziale rischio, tenuto conto del grado di rischio, del numero degli interventi effettuati e delle sostanze presenti, in modo da poter fare una pianificazione di interventi e di iniziative anche in termini di prevenzione che tenga sotto controllo i siti che potenzialmente presentano un grado di rischio maggiore per l'incolumità delle persone.

  PRESIDENTE. Onorevole Braga.

  CHIARA BRAGA. Grazie, presidente. Il Corpo dispone di una statistica relativa alle notizie di reato che vengono trasmesse dai Vigili del fuoco alle Procure nel caso di incendi di impianti di rifiuti? Se sì, è possibile acquisire questi dati? Alla luce della messa a sistema dei dati tra i diversi soggetti coinvolti, vi è in futuro la volontà di dare disposizioni di coordinamento anche a livello territoriale con le ARPA, non solo a livello centrale con ISPRA, riguardo agli episodi e ai fenomeni di incendi a impianti di rifiuti?

  LAURA LEGA, Capo Dipartimento dei Vigili del fuoco, del Soccorso pubblico e della Difesa civile del Ministero dell'interno. Ringrazio e saluto l'onorevole Braga che ho avuto l'occasione di conoscere in Veneto, a Treviso, proprio in occasione di un incendio. Assolutamente sì, mi riservo di farle avere quanto prima anche i dati relativi alle notizie di reato che hanno, ovviamente, riguardato o che comunque sono state oggetto di attività da parte del Corpo nazionale. Per quanto riguarda questa ipotesi di progetto di collaborazione e condivisione Pag. 12dei dati, noi siamo in una fase embrionale, come accennavo prima, siamo in una fase iniziale di condivisione, di valutazione della possibilità di condividere. Questo ci tengo a dirlo. È chiaro che in una fase successiva sarà assolutamente possibile immaginare ed esplorare anche possibili ulteriori declinazioni che possano mettere anche a fattor comune ulteriori dati. Non dobbiamo dimenticare le competenze di altri soggetti, penso alle Regioni, alle ASL, ma credo ci si trovi in una fase ancora troppo prodromica per poter già parlare di ulteriori sviluppi. Il progetto che vogliamo lanciare è cercare di avere conoscenza puntuale del territorio e dei fattori di rischio, questa è un po' la sintesi della mia idea, per poter mettere nelle condizioni tutti coloro i quali debbono operare – a partire dal Corpo nazionale, ovviamente, che è il nostro primo perimetro al quale ci rivolgiamo – di operare nel modo più tempestivo, più utile per la comunità e in piena sicurezza.

  PRESIDENTE. Bene, grazie. Ringrazio la dottoressa Lega e la prego di inviarci una relazione il più possibile dettagliata sui campi nomadi, proprio perché essendo un tema delicato vorremmo capire meglio per potere intervenire. Sentiremo un po' tutti gli attori in campo, tutte le istituzioni. Le statistiche che chiedeva l'onorevole Braga. Eventualmente ci aggiorneremo nel prossimo futuro, anche per quanto riguarda queste linee guida.

  LAURA LEGA, Capo Dipartimento dei Vigili del fuoco, del Soccorso pubblico e della Difesa civile del Ministero dell'interno. Ringrazio lei, presidente, e tutti i senatori e gli onorevoli presenti. Grazie ancora per l'attenzione.

  PRESIDENTE. Grazie. Dichiaro chiusa l'audizione.

  La seduta termina alle 15.30.