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Resoconti stenografici delle audizioni

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XVIII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema bancario e finanziario

Resoconto stenografico



Seduta n. 54 di Lunedì 17 maggio 2021

INDICE

Comunicazioni
Ruocco Carla , Presidente ... 3 

Sulla pubblicità dei lavori
Ruocco Carla , Presidente ... 3 

Audizioni in merito alle criticità nei rapporti fra sistema bancario e operatori del settore del gioco legale:
Ruocco Carla , Presidente ... 3 
Casini Andrea , rappresentante UniCredit Spa ... 4 
Ruocco Carla , Presidente ... 6 
Lannutti Elio  ... 8 
Ruocco Carla , Presidente ... 8 
De Bertoldi Andrea  ... 8 
Ruocco Carla , Presidente ... 9 
Casini Andrea , rappresentante UniCredit Spa ... 9 
Ruocco Carla , Presidente ... 11 

Audizione di rappresentanti di Banca Nazionale del Lavoro in merito alle criticità nei rapporti fra sistema bancario e operatori del settore del gioco legale:
Ruocco Carla , Presidente ... 11 
Munari Andrea , presidente di BNL ... 11 
Ruocco Carla , Presidente ... 13 
De Bertoldi Andrea  ... 14 
Ruocco Carla , Presidente ... 15 
Lannutti Elio  ... 15 
Ruocco Carla , Presidente ... 15 
Munari Andrea , presidente di BNL ... 15 
Ruocco Carla , Presidente ... 16 
D'Amico Paolo , Direttore Legale e Societario ... 16 
Sbrocco Bruno , Responsabile Financial Security ... 16 
Ruocco Carla , Presidente ... 17 
D'Ettore Felice Maurizio (FI)  ... 17 
Ruocco Carla , Presidente ... 18 
Lannutti Elio  ... 18 
Ruocco Carla , Presidente ... 18 
Munari Andrea , presidente di BNL ... 18 
Ruocco Carla , Presidente ... 18 
Munari Andrea , presidente di BNL ... 18 
Ruocco Carla , Presidente ... 18 
D'Amico Paolo , Direttore Legale e Societario ... 18 
Munari Andrea , presidente di BNL ... 19 
Ruocco Carla , Presidente ... 19 

Audizione di rappresentanti di ICCREA Banca Spa in merito alle criticità nei rapporti fra sistema bancario e operatori del settore del gioco legale:
Ruocco Carla , Presidente ... 19 
Adamo Eugenio , Chief Lending Officer ... 19 
Ruocco Carla , Presidente ... 22 
D'Ettore Felice Maurizio (FI)  ... 22 
Ruocco Carla , Presidente ... 23 
De Bertoldi Andrea  ... 23 
Ruocco Carla , Presidente ... 24 
Adamo Eugenio , Chief Lending Officer ... 24 
D'Ettore Felice Maurizio (FI)  ... 25 
Adamo Eugenio , Chief Lending Officer ... 25 
Ruocco Carla , Presidente ... 26 

Allegato 1: documento depositato da UniCredit Spa ... 27 

Allegato 2: documento depositato da BNL ... 34 

Allegato 3: documento depositato da ICCREA ... 39

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE
FELICE MAURIZIO D'ETTORE
INDI DELLA PRESIDENTE CARLA RUOCCO

  La seduta comincia alle 12.35.

Comunicazioni.

  PRESIDENTE. Ricordo che per ragioni di sicurezza sanitaria il foglio firme non verrà portato dall'assistente ma lasciato a disposizione sul tavolino di fronte al banco della Presidenza.
  Comunico che UniCredit, Banca Nazionale del Lavoro e ICCREA, in vista dell'odierna audizione, hanno già trasmesso documentazione in regime libero. La documentazione è stata inviata ai commissari per mail ed è comunque oggi già in distribuzione.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso e la trasmissione in diretta streaming sperimentale sulla web-tv della Camera dei deputati. Ricordo che a seguito delle recenti deliberazioni della Giunta del Regolamento in merito al possibile utilizzo dei sistemi di videoconferenza per lo svolgimento delle sedute, nella riunione dell'Ufficio di Presidenza dell'11 novembre del 2020 si è convenuto circa l'opportunità che questa Commissione, in considerazione della delicatezza delle materie trattate, nonché delle esigenze di riservatezza che le stesse possano comportare, continui a svolgere le audizioni formali con la presenza fisica in aula sia degli auditi che dei commissari.
  Al fine di garantire il rispetto del distanziamento interpersonale e delle altre norme connesse alla emergenza epidemiologica, ho formulato l'invito ai rappresentanti dei gruppi ad adoperarsi affinché la partecipazione alle sedute sia limitata a un solo commissario per gruppo, per quanto possibile e ferma restando la facoltà dei vicepresidenti di partecipare in presenza.

Audizione di rappresentanti di UniCredit in merito alle criticità nei rapporti fra sistema bancario e operatori del settore del gioco legale:

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione di rappresentanti di UniCredit in merito alle criticità nei rapporti tra il sistema bancario e gli operatori del settore del gioco legale. Presso la Commissione è in corso di svolgimento l'approfondimento in merito alle criticità e il rapporto tra il sistema bancario e operatori del settore del gioco legale, l'opportunità di svolgere tale attività è stata rilevata dall'Ufficio di Presidenza della Commissione non solo su richiesta di alcuni commissari ma anche in considerazione delle numerose sollecitazioni trasmesse dai cittadini che operano nel settore di gioco legale, tramite il sistema di segnalazione istituito in via sperimentale presso la Commissione stessa.
  Questo sistema di segnalazione ci consente di approfondire notizie che riguardano i singoli comparti e rapporti con le banche. Con riferimento all'odierna audizione per conto di UniCredit Spa è presente il dottore Andrea Casini, accompagnato dal dottor Maurizio Beretta, Responsabile Group Institutional Affair e dal dottor Fabrizio Pag. 4Sadun, Responsabile di Italian and German Institutional Affairs.
  Invito, quindi, il dottor Casini a svolgere la relazione in un tempo massimo di venti minuti, seguirà quindi il dibattito in Commissione con gli interventi dei singoli Commissari.
  Do la parola al dottor Casini.

  ANDREA CASINI, rappresentante UniCredit Spa. Illustre presidente, onorevoli componenti della Commissione, ringrazio a nome di UniCredit e del presidente Pietro Carlo Padoan della possibilità di fornire il nostro punto di vista rispetto al rapporto tra sistema bancario ed operatori del settore del gioco legale.
  Il mio intervento è strutturato in quattro parti. Nella prima vorrei svolgere alcune considerazioni volte ad inquadrare la tematica nell'ambito del quadro normativo cui le banche sono soggette della policy adottata da UniCredit. Nella seconda vorrei svolgere talune considerazioni sull'esposizione di UniCredit nel settore gioco legale, evidenziando l'evoluzione nel corso degli ultimi tre anni. Nella terza parte vorrei focalizzarmi sui reclami ricevuti e nella quarta, infine, portare alla vostra attenzione alcune considerazioni sui profili di criticità di carattere normativo. Queste parti sono state completate anche in base alla richiesta che è arrivata da questa Commissione.
  L'instaurazione e il mantenimento dei rapporti tra UniCredit e gli operatori del settore del gioco legale sono regolamentati dalle puntuali indicazioni rinvenienti dal quadro normativo in materia di antiriciclaggio, in particolare ai sensi del provvedimento di Banca d'Italia del luglio del 2019, Disposizioni in materia di adeguata verifica della clientela per il contrasto del riciclaggio e del finanziamento del terrorismo, allegato 2, fattori di rischio elevato. Tra i fattori di rischio alto relativo al cliente esecutore e titolare effettivo, sono annoverate le tipologie di attività economica caratterizzata da elevato utilizzo del contante, disponendo che rileva la riconducibilità delle attività economiche svolte dal cliente a tipologie particolarmente esposte al rischio di riciclaggio, tra cui il settore del gioco e delle scommesse.
  Tale connotazione di alto rischio è avvalorata anche dall'analisi nazionale dei rischi elaborata dal Comitato di Sicurezza Finanziaria (CSF), l'edizione 2018 che cita: «Il comparto del gioco, sia illegale che legale, risulta di altissimo interesse per la criminalità organizzata, per la quale ha storicamente costituito un'importante forma di sovvenzione. La presenza criminale e mafiosa nel settore dei giochi non riguarda esclusivamente il gioco illegale ma essa si estende in modo significativo anche al perimetro delle attività legali del gioco. Tra le forme di gioco online, le piattaforme di gioco di altri Paesi comunitari operanti in libera prestazione di servizi presentano vulnerabilità molto significative, in quanto i relativi flussi finanziari sfuggono completamente al monitoraggio delle autorità».
  Pertanto di tale maggiore esposizione al rischio di riciclaggio, la Banca tiene conto nell'ambito dello svolgimento dell'adeguata verifica, sia in occasione dell'instaurazione del rapporto continuativo e/o dell'esecuzione di un'operazione occasionale, sia in sede di revisione periodica. L'obiettivo è quello di valutare se instaurare, mantenere un rapporto continuativo con tali persone giuridiche. Non sussistendo alcuna preclusione – questo è importante – all'apertura, mantenimento dei rapporti con tale tipologia di clientela, né con i suoi dipendenti e/o collaboratori.
  Rispetto al fenomeno dei rischi – con cui si intende la scelta di non instaurare rapporti o di interromperli con determinate categorie di clienti che la Banca associa ad alto rischio di riciclaggio o finanziamento del terrorismo, invece che gestirne il rischio – si osserva che non è in atto e non vi è stato neanche in passato presso la Banca un'attività di tale tipo. Come ho poc'anzi indicato, infatti, le casistiche della specie vengono valutate di volta in volta nell'ambito delle attività di adeguata verifica.
  Inoltre, in piena conformità alla politica interna di antiriciclaggio, considerato di potenzialmente rilevante rischio reputazionale associato all'industria del gioco, il Pag. 5gruppo UniCredit adotta un approccio prudenziale, richiedendo che le decisioni di concessione relative a tale settore devono essere prese da un organo decisionale in possesso di seniority e comprovata esperienza, individuata nel ramo delle strutture di controllo indipendenti rispetto al network commerciale della Banca. Sostanzialmente, il business non può prendere la decisione finale ma c'è una struttura di controllo che, ovviamente, va a confermare la decisione presa dal business.
  L'esposizione complessiva del settore gaming a fine 2020 è pari a 987 milioni, quasi un miliardo di euro, di cui 32 milioni on balance, quindi esposizione di cassa e 955 milioni off balance, prevalentemente crediti di firma. Ci sono delle linee di credito concesse ai nostri clienti, di queste utilizzate sono 594 milioni.
  Il portafoglio performing ammonta a 948 milioni, di cui 919 milioni off balance, utilizzati per 558 milioni, mentre il non performing pari a 39 milioni di euro, quasi completamente off balance per 36 milioni.
  Pur in presenza di fisiologica concentrazione sui principali concessionari del mercato domestico, circa il 40 per cento dell'esposizione della Banca al settore è riferibile a operatori di minori dimensioni. In generale, il supporto finanziario concesso è prevalentemente focalizzato su bonding (bond per la partecipazione a gare di concessione, performance bond, garanzie aventi ad oggetto il regolare riversamento dell'imposta sul gioco) mentre le esposizioni per cassa sono per lo più finalizzate a supporto di CAPEX (Capital Expenditures), quindi di investimento a supporto dello sviluppo dell'iniziativa, rinnovo delle concessioni e M&A (Mergers and Acquisitions). Nel 2020, pur nel contesto pandemico ancora in corso, l'esposizione complessiva di UniCredit è risultata sostanzialmente stabile, registrando un incremento di sei milioni al netto della riduzione dell'esposizione di un singolo cliente per quasi 40 milioni.
  Con riferimento all'evoluzione dell'apertura e della chiusura dei rapporti, si osserva che non sono state fornite disposizioni volte alla chiusura generalizzata – ritornando a quanto accennavo prima – dei rapporti con gli operatori del settore. UniCredit serve in questo settore un ampio numero di clienti, sono circa 4000 a fine 2020 – in crescita del 9 per cento rispetto al 2018 –, di cui 500 imprese con affidamenti e la restante parte costituita prevalentemente da piccole imprese, quindi le famose PMI o piccoli operatori economici che sono oltre 3200.
  Sulla base delle estrazioni operate per gli anni 2018, 2019, 2020, alla data del 31 dicembre del 2020 risultano chiusi 269 contratti di conto corrente – 76 nel 2018, 102 nel 2019 e 91 nel 2020 – che comprendono anche chiusure di rapporti di conto corrente aperti prima del periodo di riferimento.
  Si evidenzia che i sistemi in adozione presso UniCredit non consentono di poter distinguere le specifiche motivazioni alla base della cessazione dei rapporti con gli operatori e in generale con la clientela, a prescindere da eventuali categorie di appartenenza. Di conseguenza il dato numerico risulta costituito sia da chiusura di rapporti di conto corrente ad iniziativa degli operatori che di UniCredit. In quest'ultimo caso si evidenzia che tutte le chiusure intercorse negli scorsi anni sono state legate esclusivamente ai temi AML (Anti Money Laundering).
  Riguardo ai reclami, dopo avere eseguito una ricerca nell'archivio dei reclami scritti a partire dal 2016, abbiamo rilevato 16 contestazioni, 11 delle quali riguardanti il recesso unilaterale dai rapporti operato dalla Banca in presenza di problematica AML. In tutti questi casi le verifiche effettuate hanno sempre confermato la regolarità dell'operato e la sussistenza di un congruo termine dato ai clienti per permettere loro l'apertura di un rapporto di conto corrente presso un altro intermediario. Nei rimanenti cinque casi citati, i giochi sono stati incidentalmente e strumentalmente in presenza di ludopatia per chiudere il ristoro delle perdite sugli investimenti. Considerati i volumi di reclami ricevuti dalla Banca nel medesimo arco temporale e la base della clientela stessa – stiamo parlando di sette milioni di clienti, citavo prima Pag. 6che abbiamo 4000 clienti che appartengono al settore –, l'incidenza di questi reclami è da considerarsi contenuta.
  Accingendomi verso la conclusione, vorrei fare presente la grande utilità di un intervento normativo che favorisca l'inclusione di tale categoria all'interno dell'articolo 25 del decreto-legge n. 231 del 2007, modalità di esecuzione degli obblighi di adeguata verifica rafforzata della clientela, con assoggettamento al medesimo simile trattamento previsto per le banche corrispondenti, con particolare riferimento alla lettera B. L'auspicata inclusione permetterebbe alle banche di ottenere anche dalle società di gaming – come già oggi avviene con le banche corrispondenti – tutta la documentazione utile a valutare i presidi e i controlli in materia di prevenzione del riciclaggio e del finanziamento del terrorismo poste in essere dalla società stessa, cosa che, a nostro avviso, renderebbe più agevole il loro accesso al credito.
  Concludendo, continueremo ad applicare mutatis mutandis il metodo indicato dalla Banca d'Italia nel suo provvedimento ex articolo 114-octiedecies del Testo Unico Bancario che, quand'anche afferente diversa fattispecie, può assurgere ad archetipo metodologico. La disposizione recita che «non sono conformi con il quadro normativo esclusioni di carattere generalizzato basate sull'appartenenza dei richiedenti ad una categoria economica. L'eventuale decisione adeguatamente motivata di mancata apertura o di revoca dell'apertura di un conto di pagamento è assunta in base a elementi riferiti al caso concreto».
  Io avrei concluso, sono a disposizione per eventuali domande. Grazie, presidente.

  PRESIDENTE. La ringrazio, dottore. Come avrà compreso, il nostro intervento è dipeso – come le accennavo già nell'introduzione della sua relazione – da numerose segnalazioni che hanno riguardato questo settore. Già all'ABI abbiamo rappresentato notevoli problematiche esistenti, con riguardo al settore del gioco legale che – come lei sicuramente sa – si svolge sulla base di una concessione e di un rapporto che è procedimentalizzato e che richiede l'accensione di conti correnti per svolgere una serie di incombenze, anche quelle relative al prelievo fiscale e agli adempimenti fiscali. Quindi si tratta, per il settore del gioco legale, di una necessità nello svolgimento dell'iniziativa economica privata che è legittimata dall'attività concessoria e dalla procedimentalizzazione del rapporto con lo Stato.
  Io rilevo dalla sua relazione il riferimento all'alto rischio – che noi conosciamo – e le necessità di adeguate verifiche. Le segnalazioni che noi abbiamo in molti casi riguardano l'interruzione di rapporti, di molti rapporti. Voi dite che si tratta di una interruzione di cui non sapete bene specificare le motivazioni, circa 269 contratti di conto corrente, se ho ben letto, e che queste chiusure non sono riferibili alla normativa del TUB, a un'esclusione di carattere generalizzato sulla base dell'appartenenza dei richiedenti, quindi non entriamo in quella fattispecie. Comunque sono molti 269 e avete in carico circa 4.000 clienti a fine 2020, quindi un incremento del 9 per cento rispetto al 2018, di cui circa 500 imprese con affidamenti e la parte restante costituita prevalentemente da piccole imprese, che poi sono quelle che in molti casi ci hanno fatto le segnalazioni. Come lei ben comprende, noi vorremmo, invece, capire proprio le motivazioni con riguardo alla cessazione dei rapporti. Voi utilizzate uno screening relativo ai reclami, in base ai reclami ricostruite quali possono essere le ipotesi. Molto spesso non ci sono reclami, si subisce la chiusura senza reclami. Le segnalazioni che noi abbiamo ricevuto non sono sfociate in reclami presso l'istituto ma in segnalazioni presso la Commissione, che sta svolgendo questo compito in questo momento di pandemia.
  Al di là dei temi – la ludopatia e soprattutto, giustamente, il riferimento che voi fate alla necessità degli obblighi di verifica rafforzata, che ci siano dei chiarimenti con riguardo anche al piano normativo – però è evidente che noi facciamo questa indagine, queste audizioni per comprendere cosa ci sia dietro alla massa di segnalazioni che riceviamo, anche di proteste da parte di molti operatori. Abbiamo, per esempio, avuto anche casi di cessazione Pag. 7di rapporti riguardanti i dipendenti delle imprese del gioco, non solo le imprese. Cessazioni così da un giorno all'altro, non con lo stesso istituto, anche con altri. Quindi è un tema che vogliamo ben comprendere. Ci dite che presso UniCredit i sistemi di adozione non consentono di distinguere specifiche motivazioni poste alla base della cessazione dei rapporti con gli operatori, che possono essere anche iniziative dello stesso operatore. Però a noi risultano anche iniziative vostre nelle segnalazioni. Le motivazioni spesso non sono molto comprensibili, quindi noi vogliamo capire concretamente. Questo è il punto.
  La sua relazione è chiara, esaustiva e soprattutto è interessante con riguardo alle considerazioni normative, che già conoscevamo ma che voi ribadite, sull'adeguata verifica rafforzata della clientela, cominciare a stabilire questi famosi criteri. Bisognerà anche che l'Agenzia Dogane e Monopoli con Banca d'Italia finalmente stabiliscano dei criteri più chiari per questi operatori, perché altrimenti diventa complicato trovare delle soluzioni. Nessuno impone, non c'è un contratto imposto con riguardo alla banca, questo lo sappiamo, ce lo ha ricordato ABI. Però ricordavo in quella sede – e qui lo dico a lei – che è vero che non c'è un contratto imposto ma va rispettato qualsiasi contratto stipulato con un operatore che agisce in base alla disciplina legislativa, sulla base di un rapporto procedimentalizzato con lo Stato e sotto il controllo dello Stato, con degli obblighi e adempimenti senza i quali non può svolgere la sua attività. È evidente che una volta stipulato un contratto questo è sottoposto alle regole generali di correttezza e buona fede nei rapporti contrattuali: in alcuni casi hanno motivato l'interruzione unilaterale di un rapporto con il richiamo al codice etico ma il codice etico deve partire dal presupposto della reciprocità dei rapporti. Se un'impresa in base al codice etico apre un rapporto e poi dopo si accorge che non è conforme al 'suo' codice etico, allora non applica il codice etico ma interrompe il rapporto sulla base di regole non facilmente comprensibili.
  Allora il tema qual è? Ho fatto questa ricostruzione per la necessità che abbiamo rispetto alle segnalazioni numerose e alle situazioni di grandissime difficoltà di molte imprese, in particolare piccole e medie imprese del settore. Quali sono le motivazioni specifiche? In base a cosa sono cessate? Perché è vero che non avete l'obbligo a contrarre ma una volta contratto il rapporto di conto corrente abbiamo necessità di comprendere le motivazioni del recesso, cioè dello scioglimento non consensuale ma sulla base di un'iniziativa unilaterale. Le motivazioni possono anche afferire alla normativa, ai problemi riguardanti l'alto rischio dell'attività, ci mancherebbe. Però vorremmo comprendere, anche perché il compito della Commissione non è entrare in un giudizio di valore etico sullo svolgimento dell'attività, noi nel Parlamento rappresentiamo il corpo elettorale, siamo una parte importante della compagine statuale, il nostro compito è quello – di fronte al meccanismo di segnalazione – di comprendere per quale ragione un'attività legale non riesce a proseguire su un presupposto fondamentale che è quello del conto corrente, da cui dipendono per la normativa vigente una serie di obblighi e adempimenti. Per svolgere il nostro compito per noi è fondamentale avere quelle motivazioni.
  Avete dato una serie di spiegazioni, suggerimenti e – come ripetevo prima – utilizzate l'articolo 114 del TUB per dire che non c'è mai stata un'esclusione di carattere generalizzato; mai abbiamo dubitato di questo ma se dite che l'esclusione è riferita al caso concreto è proprio quello che noi vogliamo comprendere, anche perché i casi concreti sono aumentati, soprattutto nell'ultimo anno, vorremmo capire quali sono le ragioni tecniche, non solo di opportunità o giuridiche. Sul piano giuridico, dopo l'audizione dell'ABI non ho ancora compreso quali sono gli argomenti tecnici. C'è una valutazione tecnica in ordine all'alto rischio, per cui ci sono elementi da cui poi dipendono, però, obblighi conseguenti da parte della mano bancaria oppure non ci sono questi elementi e si fanno altre valutazioni. Se riusciamo a capire questo, lo Pag. 8scopo delle nostre audizioni viene meno, soprattutto con riguardo a un istituto come UniCredit che si è segnalato sempre in questi anni per l'assoluta correttezza delle proprie condotte, il rapporto con i clienti e anche per altre questioni che abbiamo esaminato. Però bisogna che ci chiarite questo aspetto, perché è essenziale per dare un esito alla nostra attività. Che vi basate su elementi riferiti al caso concreto lo sappiamo, è ovvio che è singolare, non è una attività generalizzata quella che avete svolto, ma non riusciamo a capire quali siano i singoli casi concreti. Al limite, ci potete comunicare in via riservata quali sono le singole fattispecie e come mai è accaduto, se voi ritenete. Altrimenti «solo dai reclami» – mi permetto di dire – è un indice per voi importante ma per noi non sufficiente, non adeguato. I reclami chiaramente possono esserci, non è che tutti hanno fatto reclamo, ma molti hanno fatto segnalazioni.
  Mi fermo qui, non vorrei dilungarmi troppo. Questo è il tema, capire le motivazioni – per quello che ci può dire in questa fase e poi se vuole darci ulteriori comunicazioni –, soprattutto con riguardo al fatto che nel 2020 c'è stata un'impennata delle chiusure. Possono sembrare poche ma sono tante, tenuto conto del numero dei soggetti che operano, perché sono 269 su 4000 rapporti, aumentati del 9 per cento rispetto al 2018: non è poco. Sicuramente molti soggetti hanno chiuso il conto in via unilaterale però vogliamo spiegazioni su quelli che ha chiuso la Banca. Ripeto, se non riusciamo a capire questo, non riusciamo a comprendere l'insieme delle segnalazioni e degli effetti che hanno sugli imprenditori in questo momento in grandissima difficoltà.
  Dovrei richiamare alla sintesi dopo il mio intervento. Devo farlo, scusate, mi sono dilungato per dare il quadro di quello che era l'intento della Commissione in queste audizioni.
  Senatore Lannutti, prego.

  ELIO LANNUTTI. Sempre tempi europei, in tre minuti si può dire tutto. Anche alle assemblee degli azionisti, una volta si parlava tanto, adesso è stato contingentato il tempo.
  Io ringrazio UniCredit, ringrazio il dottor Andrea Casini per l'illustrazione.
  La disgrazia pandemica ha portato una crisi in tanti settori, anche in quello dei giochi e secondo i dati dell'Agenzia dei Monopoli e delle Dogane, da gennaio a novembre 2020 le entrate totali relative ai giochi sono calate, meno 35 per cento, ossia meno 4.917 milioni di euro. Quindi la crisi c'è, certamente non è tutta imputabile al settore bancario.
  Però da questa relazione, dottor Casini, risultano chiusi – come ha detto il presidente – nel triennio 269 rapporti. Si potrebbe capire per quali cause? Se per iniziativa tutta delle banche oppure per iniziativa dei clienti? Come ritiene, eventualmente, di fare dei protocolli con il settore dei giochi, con la Banca d'Italia e anche con l'Agenzia Dogane e Monopoli? UniCredit è una delle principali banche e potrebbe fare da apripista, definendo regole, principi, regole appropriate sul gioco legale. Non dimentichiamo che dove arretra il gioco legale, avanza quello illegale. Non c'è solo il problema che riguarda il gioco patologico ma anche quello delle regole che si potrebbero fare. Come ritiene, dottor Casini, di fare eventuali protocolli con Banca d'Italia, con l'Agenzia dogane e monopoli?
  Grazie mille, ringrazio e saluto anche il dottor Beretta.

  PRESIDENTE. Collega De Bertoldi, prego.

  ANDREA DE BERTOLDI. Grazie, presidente. Anch'io cerco, come sempre, di non lasciare troppo spazio alla parola ma ai ragionamenti. Dottore, io la ringrazio, mi scuso se sono arrivato in ritardo ma l'anticipo della seduta e gli orari delle ferrovie mi hanno permesso di essere qui solamente a quest'ora.
  Ho letto velocemente la sua relazione e devo confessarle che – soprattutto quando guardo la parte finale, che dovrebbe essere lo specchio della problematica – c'è qualche cosa che non torna. Voi mi dite che avete avuto solo 16 contestazioni, quando noi solamente a livello di Commissione abbiamo avuto dei numeri più significativi. Pag. 9Nell'incontro richiesto da noi di Fratelli d'Italia, che abbiamo sollevato il problema dopo esserci confrontati con varie associazioni degli operatori del gioco, tutti ci hanno fatto presente come il problema fosse veramente pesante per ciascuno di loro. Pensare che in realtà i numeri siano nell'ordine di una decina o due decine veramente non mi fa tornare i conti. Lo stesso direttore dell'ABI Sabatini, quando gentilmente è venuto qui in audizione, ha detto: «Sicuramente dobbiamo risolvere, bisogna risolvere il problema» e ha fatto pure riferimento a un confronto con l'Autorità di vigilanza per la complessità normativa e le responsabilità.
  Io vorrei sentire da voi che siete le banche qual è effettivamente il problema che vi porta nei fatti ad avere questa diffidenza, difficoltà – aggravatasi negli ultimi mesi, nell'ultimo anno – nei confronti di concessionari dello Stato quando, peraltro, lo stesso Minenna, Direttore dell'Agenzia delle Dogane, ha ammesso questo problema, dicendo testualmente: «Occorre capire con esattezza quale processo sta generando le resistenze delle banche.»
  Non è un'invenzione della Commissione, di Fratelli d'Italia, mia, ma sono confronti con le categorie che gridano in questo senso, sono parole del Direttore delle Dogane, sono fondamentalmente ammissioni dell'ABI. Noi vorremmo che il sistema bancario rispondesse rapidamente, vista la drammaticità del momento, con le imprese che, non certo per colpa vostra, sono state vergognosamente chiuse per un anno, nonostante le misure di sicurezza adottate. Proprio perché la situazione è particolarmente grave, io le chiedo di darci riscontro, di farci capire perché nei fatti è così difficile per voi approcciarvi a questo mondo. Insieme io credo che non possiamo ma dobbiamo risolvere il problema per il bene del nostro Paese e della nostra economia e, ovviamente, per fare sì che il gioco illecito delle mafie non brindi come continua a fare a champagne per uno Stato che tiene chiuso il gioco legale e un sistema finanziario che lo fa chiudere. Grazie.

  PRESIDENTE. Ha dieci minuti per la risposta, le chiedo sintesi, io prima ho fatto il quadro generale proprio per questa ragione. Prego.

  ANDREA CASINI, rappresentante UniCredit Spa. Innanzitutto grazie dei commenti e delle domande, sono stimolanti e chiaramente è un settore importante per il Paese. L'affermazione che ho fatto nel mio report sul fatto che non c'è nessuna strategia di derisking e non c'è nessun approccio penalizzante verso il settore, lo riconfermo con forza.
  Il fatto che dal 2018 il numero dei clienti sia salito da 3600 a quasi 4.000 – ovviamente c'è stata anche una crescita del settore – dimostra che la valutazione sull'apertura e sulla chiusura dei rapporti è fatta esaminando individualmente le singole situazioni. Lei diceva che i rapporti chiusi nel periodo sono circa 250, però se lei vede il trend in questi anni è abbastanza stabile, perché siamo 70, 100, 90, non c'è stata una escalation, in particolare nel 2020. Tenete conto che con le moratorie che sono state approvate eccetera e che anche noi come banca abbiamo approvato aggiungendo delle moratorie interne, abbiamo dato sicuramente dei segnali di attenzione, in generale alle aziende italiane, ma anche alle aziende di questo settore.
  Come ammesso in premessa, è chiaro che il tipo di controlli rafforzati, che sono necessari, prevedono che ci sia una responsabilizzazione a partire dai nostri colleghi di rete. I nostri colleghi di rete sono la prima linea di difesa della banca che, conoscendo il cliente e interagendo con lui, soprattutto sui clienti più piccoli, ha un'autonomia all'interno del quadro normativo per poter valutare se ci sono delle situazioni anomale di operatività. Questo ci tengo a ribadirlo, anche perché su queste attività abbiamo – come dicevo – delle strutture di controllo di secondo livello molto puntuali. Se un collega in un rapporto aperto, ma anche di lunga data, nota un cambiamento dell'operatività, ad esempio, certe operazioni che non sono giustificate dal fatturato dell'azienda, se fa operazioni che arrivano da controparti nuove, che non si vedevano prima e spesso di fronte alla richiesta di un chiarimento – perché siamo obbligati ad avere una richiesta di un chiarimento da Pag. 10parte del cliente – o c'è deficienza o le risposte non sono completamente soddisfacenti, in quel caso c'è una segnalazione di operazione sospetta, che viene poi mandata non direttamente all'autorità di controllo ma alle strutture interne di compliance, che fanno un'ulteriore verifica e decidono se mandare o meno avanti la segnalazione.
  Una segnalazione di operazione sospetta non comporta immediatamente la chiusura del rapporto. Posso assicurare che abbiamo molti clienti che hanno delle segnalazioni e continuiamo a lavorare con loro; se però queste segnalazioni si ripetono e arrivano bottom up da parte dalla nostra struttura di rete e il compliance le conferma, è chiaro che a lungo andare il rapporto di fiducia con il cliente viene meno. A quel punto arriva la decisione di interruzione dei rapporti. Però, ripeto, arriva dopo un percorso e un'analisi che viene fatta strutturalmente dalla rete, analizzando il singolo cliente in base all'operatività. Lei diceva che quando apriamo un rapporto con un cliente, è un rapporto, ovviamente, fiduciario e deve continuare a mantenere le logiche anche reputazionali. Questo è alla base del rapporto tra un cliente e la banca. Però se con il tempo questo rapporto, anche in termini di trasparenza di informazione, viene meno, è chiaro che dal lato nostro è difficile mantenere il rapporto.
  Le posso assicurare che la gran parte dei casi di chiusura dei rapporti riguarda situazioni che poi non sfociano in un reclamo formale. Quello che con i colleghi di compliance vogliamo portare avanti è sempre una verifica e un'approfondita analisi dei singoli casi. Professionalmente le posso assicurare che per nessuna delle segnalazioni, soprattutto quando c'è la chiusura del rapporto, viene presa – come dicevo prima – una decisione che deve essere presa a un livello superiore e da una struttura indipendente. Quindi anche se un rapporto, per esempio, tra il gestore della relazione e il cliente, per qualunque motivo, dovesse essere impattato, il collega non ha la possibilità di chiudere il rapporto. Ci deve essere la verifica di una struttura esterna che va a valutare le ragioni per la richiesta di chiusura del rapporto. Per di più, non sempre le richieste che arrivano dalla rete sono confermate se non ci sono delle ragioni valide. Ci sono dei casi, infatti, in cui può essere venuto meno il rapporto personale tra il cliente e il collega ma se non ci sono le ragioni, cambiamo il tipo di interlocutore all'interno della banca per riprendere e ripartire in una relazione che a livello personale deve nascere in termini di rapporto, come dicevo, di natura fiduciaria. Ho concluso.
  Senza entrare nel dettaglio, è chiaro che a livello di ABI, questo è un tema che stiamo affrontando. Lo sapete, come grande banca italiana, all'interno di ABI ci facciamo promotori di istanze che arrivano dalla struttura di rete e questo è un tema molto delicato – con Sabatini ne parliamo spesso – e non è di facile soluzione, perché ci sono tematiche che richiedono grande attenzione e nello stesso tempo la normativa è già stata definita. Quello che potrebbe aiutare – ma questo riguarda in particolare le aziende medio-grandi, quelle che sono più strutturate e fanno i valori più significativi – è, come dicevo, applicare una normativa in cui le banche vengono messe a conoscenza in maniera strutturale dei presidi interni per quel che riguarda il riciclaggio. Questo ci può aiutare nella valutazione complessiva che facciamo annualmente sul rinnovo sia creditizio ma anche sul rinnovo del profilo di rischio dei clienti. Noi ogni anno facciamo un rinnovo del profilo di rischio dei clienti, se ci sono degli eventi particolari durante la vita lo facciamo anche più volte durante l'anno. In quel caso avere un conforto di iniziative, di investimenti importanti fatti nelle aziende più o meno grandi ma anche nelle strutture più piccole, di un presidio sul controllo del riciclaggio, dell'Anti Money Laundering (AML), può essere sicuramente un aiuto importante.
  Noi abbiamo rapporti con circa 14 associazioni di categoria di clienti con cui abbiamo firmato e firmiamo normalmente protocolli, proprio per migliorare l'interazione con i nostri clienti, con chi, le associazioni di categoria, rappresenta il settore. Ovviamente posso dire che sono aperto a portare avanti un confronto con le associazioni Pag. 11 di categoria per vedere se ci sono ulteriori interventi che possiamo mettere in campo.
  Io mi sentirei di confermare, alla fine, che queste decisioni non sono state accelerate in termini di restrittività verso il settore perché – come le dicevo – sono abbastanza lineari nel tempo, sono fatte su motivi individuali. Se avete situazioni di particolare rilevanza, noi saremmo molto lieti, se le segnalate, di andare a individuare i singoli casi e poi riportare alla Commissione un'ulteriore valutazione dal lato della banca.

  PRESIDENTE. Grazie, dottore. Mi permetto di rinnovare l'invito a farci conoscere le motivazioni dei casi concreti, anche in separato documento, in modo da poterle valutare, anche rispetto a quelle che già abbiamo avuto per avere un quadro più completo. Capisco che nella relazione non potevate metterle tutte però anche noi vorremmo comprendere come muoverci in prospettiva.
  Ho qui una segnalazione, il nome del segnalante è Drappello a UniCredit, che le consegno in modo tale che sia visionata ai fini di ogni conseguente decisione. Autorizzo la pubblicazione in allegato al resoconto della seduta della documentazione consegnata dal dottor Andrea Casini.
  Dichiaro chiusa questa audizione e sospendo per il tempo di iniziare la prossima. Grazie.

  La seduta sospesa alle 13.20 è ripresa alle 13.25.

Audizione di rappresentanti di Banca Nazionale del Lavoro in merito alle criticità nei rapporti fra sistema bancario e operatori del settore del gioco legale:

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione di rappresentanti della Banca Nazionale del Lavoro in merito alle criticità dei rapporti tra il sistema bancario e gli operatori del settore del gioco legale.
  Presso la Commissione è in corso di svolgimento l'approfondimento in merito alle criticità del rapporto tra il sistema bancario e gli operatori del settore del gioco legale. L'opportunità di svolgere tale attività è stata rilevata dall'Ufficio di Presidenza della Commissione, non solo su richiesta di alcuni commissari ma anche in considerazione delle numerose sollecitazioni trasmesse da cittadini che operano nel settore del gioco legale, tramite il sistema di segnalazione istituito in via sperimentale presso la Commissione stessa.
  Con riferimento all'odierna audizione è presente il dottor Andrea Munari, presidente della Banca Nazionale del Lavoro, accompagnato dall'avvocato Paolo D'amico e dal dottor Bruno Sbrocco. Invito, quindi, il dottor Munari a svolgere la relazione in un tempo massimo di venti minuti, seguirà il dibattito in Commissione. Prego, dottore.

  ANDREA MUNARI, presidente di BNL. Grazie, presidente. Buongiorno. Faccio riferimento e seguito alla richiesta di audizione che è pervenuta da codesta Commissione parlamentare in relazione all'attività di approfondimento dei rapporti tra il sistema bancario e gli operatori del settore del gioco legale. In particolare con la presente relazione, specificatamente da voi richiesta, si intende dare contezza delle politiche gestionali della Banca Nazionale del Lavoro in materia di gioco legale.
  Il contesto normativo in materia di antiriciclaggio ha posto in rilievo gli elementi di rischio che connotano l'industria del gioco e delle scommesse. Banca d'Italia nelle disposizioni in materia di adeguata verifica della clientela per il contesto del riciclaggio e del finanziamento del terrorismo del 2019, nell'allegato 2, tra i fattori di rischio elevato relativi al cliente esecutore e titolare effettivo include, appunto, il settore del gioco e delle scommesse tra quelli particolarmente esposti al rischio di riciclaggio. Il rapporto UIF (Unità di Informazione Finanziaria) del 2019, inoltre, evidenzia che il settore del gioco e delle scommesse, anche con riguardo agli operatori internazionali, è particolarmente esposto al rischio di infiltrazione da parte della criminalità.
  In tale contesto giova ricordare come appartenga da sempre alla politica della Banca applicare criteri di rigoroso presidio Pag. 12del rischio riciclaggio, informando l'assetto organizzativo e dei controlli ai più elevati standard di mercato, oltre che alle norme in materia.
  La Banca, infatti, annette la massima importanza al proprio ruolo di operatore a rilevanza sistemica, ruolo che, se possibile, accresce ulteriormente sia la responsabilità della Banca di contribuire a proteggere il sistema da possibili deviazioni, sia la necessità di preservare la propria reputazione che è un inestimabile valore a garanzia dell'imprescindibile fiducia di clienti e operatori dell'industria finanziaria e non finanziaria. A tal fine la Banca ha sempre riposto la massima attenzione nel dotarsi di sistemi e procedure interne idonei a prevenire rischi di riciclaggio reputazionali, nonché nel formare il proprio personale intervenendo complessivamente sul comparto con elevati investimenti.
  In quest'ambito va sottolineato in modo particolare il processo di consolidamento del proprio dispositivo di controllo che negli ultimi anni ha visto la Banca Nazionale del Lavoro seguire un rilevante piano di rafforzamento strutturale, accompagnato, come dicevo, da ingenti investimenti che hanno riguardato la revisione dei processi di entrata in relazione con la clientela, così come il presidio dell'obbligo relativo alla collaborazione attiva, monitoraggio nel continuo.
  Nell'attuale assetto del sistema dei controlli trova, peraltro, piena applicazione il principio del cosiddetto risk based approach, come richiesto dal regolatore, la Banca d'Italia e l'UIF. L'applicazione di tale principio comporta che la profondità, la frequenza e la natura dei controlli sia graduata in modo proporzionale al rischio riciclaggio insito nelle attività di riferimento, che viene a rigenerarsi in ragione dei settori di attività della clientela e della tipologia di operazioni poste in essere.
  Tali considerazioni hanno trovato riflesso nelle politiche di antiriciclaggio adottate dalla Banca che, in ossequio alle previsioni normative, oltre a definire l'assetto organizzativo e di controllo in materia di contrasto al riciclaggio, forniscono le indicazioni sulla tolleranza al rischio a cui la Banca ritiene sano e prudente esporsi, ferma restando l'erogazione dei servizi di base che di normativa deve garantire. In tale ottica è indicata la politica di rigorosa selettività nei confronti degli operatori del settore del gioco la cui entrata in relazione, cioè l'avvio di nuovi rapporti, è in via generale consentita solo laddove l'operatore sia già conosciuto e già in relazione con altre entità del gruppo o la Banca stessa, ovvero in casi in cui valutazioni di merito condotte possano consentirlo.
  Preme sottolineare che la facoltà di consentire l'avvio di nuove relazioni è stata introdotta con una recente revisione della policy di riferimento, non essendo prevista nel regime preesistente alcuna facoltà di concedere eccezioni. Tale previsione è stata tradotta con il precipuo obiettivo di preservare per il settore la possibilità di fruire dei servizi della Banca laddove si riscontrasse un reciproco interesse e al contempo fattiva adozione da parte del potenziale cliente di standard, regole e procedure, finalizzate in modo netto e robusto alla prevenzione del rischio di riciclaggio, nonché piena disponibilità ad eventualmente consolidare il dispositivo di controllo in coerenza con le politiche antiriciclaggio della Banca Nazionale del Lavoro.
  Per quanto ovvio, si precisa che le previsioni in questione riguardano esclusivamente l'impresa e non vi è alcuna, ripeto, non vi è alcuna limitazione all'entrata in relazione con i dipendenti delle aziende attive nel settore del gioco.
  Per quanto riguarda l'esposizione della Banca nel settore del gioco legale, tale politica, quella che vi ho appena descritto, ha quindi comportato che in nessun caso vi sia stata la chiusura in via generalizzata di relazioni in essere. Per quanto riguarda eventuali domande di entrata in relazione con la Banca da parte di operatori non già clienti del gruppo, rileva precisare che l'elevato rischio che connota il settore del gioco impone alla Banca obblighi rafforzati di adeguata verifica della clientela e delle relative transazione, con la necessità di maggiori approfondimenti e con una più elevata frequenza di revisione. Pag. 13
  Un tale rafforzato assetto comporta un evidente aumento della complessità della gestione del rapporto sotto vari profili e da ambo le parti, a fronte, peraltro, di un'assunzione di rischio che per la Banca resta comunque molto alto rispetto al proprio profilo di tolleranza, stante alcune tipicità del settore del gioco.
  Le sopra indicate politiche della Banca hanno portato, pertanto, ad oggi ad avere una esposizione verso gli operatori del settore del gioco contenuta. I rapporti in essere alla data dell'8 aprile 2021 con clienti operanti nel settore del gioco legale erano 77. Di seguito è riportata la clientela per tipologia: ditte individuali, il numero dei clienti sono 18 e rappresentano il 23,4 per cento della popolazione di questi 77 clienti; persone fisiche sono 29 e rappresentano il 37,7 per cento; poi società anonime, una, società in accomandita semplice, due, società in nome collettivo, tre, società per azioni, sei, società a responsabilità limitata, 18. Per quanto riguarda le persone fisiche, si tratta prevalentemente di titolari di ricevitorie, sale scommesse, tabaccai che ospitano macchine per il gioco o giochi di società operanti nel settore del gioco delle macchine per il gioco.
  Per quanto, invece, riguarda il numero dei clienti che hanno cessato di operare con la Banca negli ultimi tre anni, vi informiamo che abbiamo registrato la chiusura di 39 rapporti con clienti operanti nel settore del gioco legale. Vi comunico come sono ripartiti. In questo caso la maggior parte erano ditte individuali, 18; persone fisiche tre; una società costituita all'estero, una limited, quindi una Spa, il 2,56 per cento; società in accomandita semplice, una, 2,56 per cento; società in nome collettivo, tre; società per azioni, due; società a responsabilità limitata, 11. Per quanto riguarda le persone fisiche, si trattava anche in questo caso di titolari di ricevitorie o di sale scommesse.
  Le esposizioni della Banca nel settore del gioco legale. L'esposizione attuale nei confronti dei clienti operanti in questo settore ammonta a 76.889.600 euro, al 31 dicembre 2019 l'esposizione era pari a 131.138.511. La diminuzione dell'esposizione è ascrivibile per il 91 per cento alle mutate esigenze di tre grandi clienti. Vi informo anche che di recente la Banca ha sottoscritto una convenzione commerciale con un'organizzazione di categoria che favorisce l'entrata in relazione con operatori, anche se iscritti al RIA, che abilita la gestione delle macchine per videolottery. Sono assenti al momento reclami o contenziosi.
  Per quanto riguarda i profili di criticità normativa, a nostro modesto parere, a fronte del rilevante rischio di riciclaggio immanente sul settore del gioco, gioverebbe potersi riferire ad una procedura specifica che possa tener conto delle peculiarità del settore e consenta agli operatori bancari di facilitare le verifiche, anche attraverso un confronto tra gli operatori del settore, il regolatore e il Ministero dell'economia e delle finanze.
  Dal punto di vista del settore potrebbe essere adottato un codice, una norma di settore che, inducendo gli operatori ad assumere impegni ed idonee e verificabili procedure interne per significativamente mitigare ab origine tali rischi, concorra all'azione di prevenzione in capo agli intermediari finanziari. Si fa in questo caso particolare riferimento all'obbligo e facoltà di operare senza l'utilizzo di contante per assicurare la tracciabilità dei pagatori e quindi la provenienza dei fondi. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie, presidente. Faccio un primo intervento e poi cedo la parola al collega De Bertoldi.
  Le volevo specificare, come ho fatto nell'altra audizione, che l'opportunità del nostro intervento deriva da una quantità di segnalazioni relativa soprattutto alla chiusura dei rapporti. Noi abbiamo ritenuto di fare questa audizione per comprendere quali sono le ragioni di queste chiusure. ABI, già nella prima audizione, ci aveva fatto presente una serie di questioni e di criticità, che noi ben conosciamo, ma intanto vogliamo comprendere quale sia tecnicamente la ratio di una serie non generalizzata di chiusure che ha riguardato alcuni operatori, perché questi operatori agiscono come concessionari e hanno una serie di adempimenti fondati sull'esistenza di un rapporto di conto corrente e su tutti gli Pag. 14obblighi fiscali che hanno che sono conseguenti alla concessione che esercitano. Ci sono altri operatori del settore che operano in maniera diversa, sempre sulla base della fattispecie del gioco legale e della procedimentalizzazione del rapporto con la compagine statuale e quindi con tutti gli enti che poi sono anche deputati a effettuare una serie di controlli.
  Con riguardo ai clienti cessati negli ultimi tre anni, dopo aver giustamente ricordato la policy di riferimento della Banca e la normativa antiriciclaggio che noi conosciamo, vedo che le chiusure sono motivate con ragioni non qui chiarite, perché si dice che non vi sono state chiusure motivate da temi di antiriciclaggio. Non c'è nessuna questione che riguarda l'antiriciclaggio, non ci sono reclami e contenziosi. Quindi, se uno dei temi è l'antiriciclaggio, questo non riguarda i rapporti che sono stati chiusi. Noi vorremmo allora comprendere quali sono le ragioni per le quali si chiudono questi rapporti. Il compito attuale della Commissione è questo. Abbiamo fatto queste audizioni con questa finalità e, come presidente, in questo momento è necessario da parte mia farlo presente.
  Apprezziamo i dati e anche i suggerimenti dati sulle criticità normative e sulle necessità, su cui credo che finalmente ci sia un tavolo che mette insieme gli operatori bancari, ABI e l'agenzia competente per cominciare a capire – Banca d'Italia deve intervenire – come muoversi, perché le segnalazioni che riceviamo sono molte.
  Passo la parola ai miei colleghi e poi potrà rispondere, anche per comprendere esattamente quali sono le ragioni delle segnalazioni. Poiché abbiamo segnalazioni che riguardano anche la vostra attività come operatori, vorremmo comprendere quali sono, anche tecnicamente, le ragioni. Se poi ci sono questioni di riservatezza, come Commissione abbiamo tutti gli strumenti perché voi possiate comunicare in via riservata questi documenti.
  Noi tentiamo di risolvere la questione ma nell'approccio che abbiamo nelle audizioni dobbiamo capire le ragioni che motivano di fronte alla vostra giusta e chiarissima dichiarazione che non vi sono state chiusure motivate da temi di antiriciclaggio. Vorremmo capire se ci sono altre motivazioni di specie.
  Capisco che poi ogni singolo caso concreto ha singole motivazioni, perché ci sarà anche qualcuno che ha chiuso da sé il conto, ma io parlo dei conti che sono chiusi su recesso da parte della Banca.
  Do la parola al collega, il senatore De Bertoldi, per il suo intervento e le sue richieste.

  ANDREA DE BERTOLDI. Grazie. Ringrazio il dottor Munari. Pur dispiacendomi della situazione – come poi spiegherò –, avete l'onestà di individuare qual è il problema e anche di cercare una soluzione. Secondo me questo è un aspetto molto positivo.
  Nella relazione questo si rinviene quando voi fate riferimento alla Banca d'Italia, ai problemi dell'antiriciclaggio e ai rischi che voi ritenete siano connessi al rapporto con gli operatori del gioco e in particolare a pagina 3 c'è un passaggio che chiarisce molto bene tutto questo, quando voi dite: «Un'assunzione di rischio che per la Banca resta comunque molto alto rispetto al proprio profilo di tolleranza, stante talune tipicità del settore del gioco». Di fatto, quindi, voi dite che è vero.
  Questo viene confermato anche dai numeri: una banca della vostra importanza che intrattiene a livello nazionale 77 rapporti nel mondo del gioco conferma che non è una clientela che per voi è particolarmente appetibile.
  Lei deve capire che noi che siamo qui a rappresentare i cittadini e gli interessi del Paese, dobbiamo preoccuparci quando delle banche importanti e significative del Paese – non voi solamente – scrivono e dicono queste cose che corrispondono a quelle che sono in realtà le preoccupazioni che ci sono arrivate dagli operatori del settore, perché in Italia il gioco pubblico legale è rappresentato dai concessionari dello Stato che hanno una licenza di pubblica sicurezza di cui all'articolo 88 del Testo Unico. Vedere che questi operatori lamentino tali grandi difficoltà nei rapporti con il mondo finanziario e oggettivare nella vostra relazione che effettivamente anche voi avete un problema Pag. 15 a rapportarvi con loro per il rischio antiriciclaggio, controlli e responsabilità – come la stessa ABI ci ha detto –, vuol dire che il problema c'è tutto.
  Mi fa piacere che nella parte conclusiva invitiate a un confronto per cercare di trovare delle procedure che permettano di risolvere al meglio il problema.
  Credo che su questo vostro spunto riflessivo anche la Commissione dovrà ragionare e, una volta completate le audizioni, occorre cercare di operare tutti assieme affinché un problema importante di oltre 200 mila persone che lavorano in questo settore venga risolto nell'interesse dell'economia nazionale e quindi del fatto che l'illegalità non può brindare, mentre la legalità, cioè il gioco legale, viene castigato dal sistema.
  Apprezzo la vostra onestà, e apprezzo anche lo spunto di proposizione per cercare di risolvere il problema. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie. Collega Lannutti, prego.

  ELIO LANNUTTI. Grazie, presidente. Ringrazio il presidente Munari e gli accompagnatori. Noi sappiamo che il settore del gioco è in profonda crisi: ci sono oltre 100 mila addetti e ci sono delle contrazioni anche per gli incassi per lo Stato che sono passati a 9.151 milioni di euro meno il 35 per cento, pari a 4.917 milioni di euro. Quindi, insomma quei 114 miliardi di euro che erano gli incassi totali sono crollati anche a causa della pandemia.
  Presidente, la ringrazio per la relazione, seria, onesta e anche con qualche proposta, perché in precedenza avevo chiesto a chi vi ha preceduto se ritenesse utile – faccio la domanda anche a voi – coinvolgere, per esempio, la Banca d'Italia e l'Agenzia delle Dogane e Monopoli per una sorta di protocollo.
  Vi è l'azzardo immorale, il gioco illegale gestito dalla criminalità, ma anche il gioco – come diceva il collega – da parte dei concessionari che impiegano oltre 100 mila persone.
  Chiedo, quindi, se ritenete utile una sorta di protocollo con l'Agenzia delle Dogane e Monopoli e con la Banca d'Italia.
  Inoltre, è molto interessante anche ciò che lei ha detto, ovvero che per prevenire l'eventuale riciclaggio servono non più operazioni in contante ma operazioni tracciate. Ha parlato anche di questo codice. Può specificare meglio come potrebbe essere implementato questo codice con la Banca d'Italia, con l'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli o con l'Associazione Bancaria Italiana?
  Le chiedo se può dare una risposta in tal senso. Grazie mille.

  PRESIDENTE. Abbiamo altri interventi? No. Prego, dottor Munari.

  ANDREA MUNARI, presidente di BNL. Grazie, presidente. Lascerei aggiungere altro anche ai miei colleghi, perché non vi nascondo che si entra in tematiche tecniche molto particolari.
  Prima di tutto mi preme fare una considerazione generale. Per noi e per me in particolare perdere un cliente è un disastro. Per noi ogni singolo cliente che abbandona l'attività con la Banca rappresenta una grossa perdita, tanto è vero che io spesso rispondo ai reclami, quando qualche cliente «non è contento», proprio perché ci tengo che sappia che la Banca dalla prima all'ultima persona è concentrata su questo. Da parte nostra questa tematica è molto forte: quando perdiamo un cliente per noi è un tema.
  Come chiedeva prima lei, le ragioni della chiusura, in realtà, possono essere le più svariate: lo stesso cliente a un certo punto può decidere di non operare più con la Banca, non risponde più e noi dobbiamo automaticamente, dopo un certo numero di richieste, procedere alla chiusura automatica del conto. Non c'è necessariamente una ragione specifica – sicuramente non in questo caso – legata al gioco. Questo glielo posso assicurare, perché lo abbiamo anche verificato per nostra stessa conoscenza.
  Per quanto riguarda, invece, le domande del senatore De Bertoldi, che in parte sono quelle che ha chiesto lei, siamo ben coscienti che il settore ha una presenza molto forte anche nell'attività economica – sono state ricordate 200 mila persone che ci Pag. 16lavorano – ma, ripeto, nessuna delle persone che opera in questo settore come persona fisica è mai stata in un certo senso «delegittimata»: hanno tutti diritto ad avere i servizi della Banca.
  Quello che noi riteniamo, in generale e quello che io ritengo personalmente, è che la normativa sia estremamente stringente e certamente oggi per noi, come per tutti gli operatori, lavorare con il contante è più che un mal di testa, perché è oggettivamente ed estremamente complicato, non solo costoso, perché le richieste da parte dell'Autorità di vigilanza sono molto specifiche e molto forti sul tema.
  Immaginare le transazioni cosiddette «cashless» agevolerebbe in maniera drammatica in positivo l'evoluzione di questo settore e potrebbe veramente farlo diventare molto più moderno e strutturato.
  Poi, per quanto riguarda un codice – poi lascio intervenire i miei colleghi –, certamente è importante, tuttavia ricordo che il nostro regolatore unico è la Banca d'Italia e l'UIF (Unità di Informazione Finanziaria per l'Italia) e, tra l'altro, parte di questa attività, la normativa antiriciclaggio, con ogni probabilità verrà concentrata tutta presso l'EBA (European Banking Authority) a Francoforte e quindi non saremo più sottoposti al singolo regime nazionale ma a quello europeo, almeno per quanto riguarda la Banca Nazionale del Lavoro e il gruppo BNP Paribas.
  Non so se i miei colleghi vogliono aggiungere qualcosa.

  PRESIDENTE. Volete aggiungere qualcosa?

  PAOLO D'AMICO, Direttore Legale e Societario. Mi sembra che il dottor Munari abbia risposto. Per quanto riguarda il tema delle chiusure, non c'è una ragione specifica, non c'è una chiusura forzata da parte della Banca che non ha facoltà di recesso autonome che non siano legate a una necessità del cliente o a una richiesta. Lei prima accennava che nell'ultimo anno abbiamo assistito a una diminuzione consistente di queste attività e questo comporta che alcune aziende hanno deciso autonomamente di chiudere, specie probabilmente gli individui, tant'è che la maggiore rilevanza rispetto a quei 39 rapporti sono proprio di individui.
  Il tema del senatore De Bertoldi è assolutamente corretto. Vorremmo esserci nelle migliori condizioni possibili e per questo si ritiene importante probabilmente un dibattito di sistema che consenta di mettere d'accordo il regolatore, il Ministero dell'economia e gli operatori bancari, con gli operatori del settore, che sono i destinatari di queste norme.
  La riduzione della possibilità di utilizzo del contante emerge da un vostro studio fatto ad aprile del 2021 sulla disciplina dei giochi, secondo cui probabilmente c'è un tema di concentrazione di queste attività molto fisiche e meno digitali. Senz'altro questo è un altro punto su cui spingere, perché tanto più si sposta l'operatività sul mondo digitale, tanto più è facile avere i controlli dei flussi.
  Ad esempio, immaginavamo l'accentramento dei conti o avere dei conti registrati specifici dove far confluire più operatori nella stessa attività. In generale, immaginavamo delle modalità di colloquio tra operatori del settore, anche piccoli, che hanno bisogno di qualche forma di convenzionamento, con le regole della Banca d'Italia che siano sempre coerenti e che lascino senza dubbio certi che non ci sia utilizzo di denari che non sono leciti, perché questo sistema dei giochi è un sistema legittimo, lecito e corretto in quanto disciplinato dallo Stato. Dopodiché i flussi finanziari che ne possono derivare, possono non essere necessariamente connessi con l'operatività corretta del settore legale. Poter disciplinare questo e garantire che i flussi siano legali è un fatto su cui credo che tutti concordiamo.

  BRUNO SBROCCO, Responsabile Financial Security. Se posso rubare altri due minuti, sottolineo che un altro degli aspetti importanti nell'ambito del gioco è il motivo per il quale sin dall'inizio nel 2010 Banca d'Italia ha posto l'attenzione anche sulla permeabilità in termini proprio di struttura proprietaria da parte di soggetti vicini ad attività criminose. Pag. 17
  In generale la capacità del sistema di fare detection su quello che è il titolare effettivo di ciascuna attività nel corso del tempo è aumentata, perché ci sono database e oggi per noi è più semplice. C'è una novità legislativa importante, che purtroppo in Italia ancora non ha trovato applicazione, facente parte della IV e della V direttiva dell'Ue, che è quella della creazione del Registro unico dei titolari effettivi. Ci dicono che dovrebbe essere una questione imminente però in qualche misura è già un provvedimento che potrebbe aiutare rispetto all'aspetto soggettivo.
  È stato proposto da parte della Federazione Bancaria Europea alle autorità europee – questo è un ulteriore spunto che non abbiamo incluso ma, discorrendone oggi, mi è venuto in mente – di creare all'interno dei database condivisi a livello di sistema una sorta di entità certificatrice della titolarità effettiva, che potrebbe rassicurare in maniera non banale gli operatori finanziari nell'avere certezza su chi abbiamo di fronte, chi è la nostra controparte, perché sapete bene che le strutture societarie possono essere piegate e ci possono essere diversi modi per dissimulare la titolarità effettiva.
  Queste iniziative vanno verso la trasparenza. Mentre per l'aspetto transnazionale abbiamo posto l'accento sul contante, per l'aspetto, invece, soggettivo la certificazione della titolarità effettiva – come è stato autorevolmente già proposto a livello europeo – potrebbe essere un provvedimento il cui beneficio si estenderebbe non solo a quello di cui oggi stiamo parlando ma in generale al presidio del rischio riciclaggio e quindi in maniera indiretta al rapporto tra sistema finanziario e sistema produttivo.

  PRESIDENTE. Collega D'Ettore, prego.

  FELICE MAURIZIO D'ETTORE. Molto rapidamente. Torno al discorso dei casi concreti. Così come abbiamo fatto anche nella precedente audizione con ABI, noi abbiamo segnalazioni, secondo le quali i rapporti sono stati troncati e sono cessati senza alcuna specifica motivazione. Siccome le avevo chiesto questo, ve le faremo presenti. Se non c'è una chiusura legata a temi di antiriciclaggio e a tutto quello che è stato detto, vorremmo capire come mai, perché poche o tante segnalazioni che siano, ne basta una. Come lei diceva, la banca giustamente non vuole che si chiudano i rapporti e noi da parte nostra vogliamo capire perché si chiudono i rapporti.
  La vostra sofferenza è la sofferenza degli altri, i quali chiudono il rapporto e non possono continuare in alcuni casi a esercitare la loro attività ma non riguarda solo i rapporti con la vostra Banca, bensì anche con altri. Mettendo insieme ogni numero, dal piccolo al grande che sia, dai 4 mila che ha una banca ai 500 che ne ha un'altra, arriviamo a migliaia di rapporti. Noi vogliamo comprendere ogni singolo rapporto chiuso. È questo lo scopo. Poi vi è la normativa di cui dovremo occuparci e tutta la necessità che si trovi una soluzione però io vorrei comprendere il perché di tutti questi singoli casi.
  La Commissione svolge il suo compito. Noi non stiamo facendo un'indagine formale ma siamo la Commissione di inchiesta parlamentare e quindi in questa sede, se si fa la richiesta sulle motivazioni, si dicono quali sono le motivazioni di fronte una dichiarazione secondo cui i rapporti non sono stati chiusi per temi di antiriciclaggio.
  Siccome tutti noi conosciamo la materia giuridica e qualcuno di noi si diletta ogni tanto a leggere qualche cosa, sappiamo come si svolgono i rapporti. Non c'è un contratto imposto ma una volta che il rapporto è instaurato, se si chiude, ci deve essere una ragione e il fatto che non ci siano reclami o contenziosi non significa nulla. Noi vorremmo comprendere questo.
  Farò a tutti questa domanda e per fortuna le Commissioni di inchiesta hanno la loro indipendenza e autonomia, rispondendo solo al corpo elettorale. Comprendo che non ci possa essere un chiarimento su tutto ma, al di là de iure condendo e del bello che sarà, vogliamo capire sulle segnalazioni qual è la situazione e perché. Le segnalazioni nei vostri confronti non sono tantissime ma ce ne sono sia nei vostri confronti che di altri istituti. Vorremmo Pag. 18comprendere come mai – non è il vostro caso – in altre banche si è chiuso il rapporto per e-mail, dicendo: «Scusate ma lo abbiamo chiuso.» Visto che crea così tanta sofferenza alla banca perdere un cliente, si immagina la sofferenza dell'altra parte di chi si vede chiuso il conto.
  Capisco che non sia possibile avere presente tutti i dati ma possiamo farvi presente quali sono i casi segnalati così potrete spiegarci quali sono le ragioni, non essendoci ragioni di antiriciclaggio. Il nostro compito è quello di comprendere cosa è avvenuto rispetto alle segnalazioni. Poi ci saranno sicuramente le ragioni più fondate da parte dell'istituto – lo dico io che sono di Forza Italia e sono per le garanzie per tutti – però, siccome il nostro compito è quello di capire, vorremmo capire. Se non capiamo, parliamo tra di noi. È una vita che parlo de iure condendo però poi alla fine c'è de iure condito.

  PRESIDENTE. Collega Lannutti, prego.

  ELIO LANNUTTI. Ho una brevissima chiosa. Tutti noi vorremmo meno contante e riciclaggio ma proprio oggi viene presentato un libro che si chiama Viva i contanti di un professore di matematica dell'università di Torino, che si chiama Beppe Scienza e che ha già scritto Risparmio tradito e Pensione tradita. In questo libro, che ho letto, si afferma che in Germania c'è molto più uso del contante che in Italia e non è demonizzato così come avviene in Italia. Dobbiamo combattere il riciclaggio, so che voi come BNL, essendo anche cliente BNL Senato, siete abbastanza rigorosi – anzi forse qualche volta anche in maniera eccessiva –, però ricordo che la BCE stampò le banconote da 500 e 200 euro e che in un pacchetto di sigarette ne entravano 25. Presidente, è solo una chiosa, me la consenta. Questa demonizzazione del contante non coincide neanche con lo Stato liberale a cui molti di noi si rifanno. Lo Stato liberale e il liberalismo da Far West, li ho sempre combattuti. Grazie, presidente.

  PRESIDENTE. Prego, dottor Munari.

  ANDREA MUNARI, presidente di BNL. Grazie. Prima di tutto le confermo che anche io sono un liberale di formazione e quindi non è questo il tema. Lungi da me dire che il contante non possa essere utilizzato in sé. Quello che ho sottolineato è che oggi per operare in modo sicuro, coerente e in linea con quelle che sono le indicazioni dei nostri regolatori, le transazioni senza l'uso del contante sono molto più facili e agevolano l'attività. Il problema è questo, altrimenti la cosa diventa estremamente costosa per l'operatore stesso e non solo per noi. Chiaramente il contante non è il demonio – se posso usare questo termine – ma certamente nell'attività rappresenta un grande problema.

  PRESIDENTE. Senatore Laus, mi scusi, faccia concludere.

  ANDREA MUNARI, presidente di BNL. Per quanto riguarda le ragioni per cui i conti vengono chiusi, adesso lascio la parola al collega.
  Inoltre, mi lasci dire che il sistema bancario tedesco non è quello che io considero uno standard per il sistema bancario in generale. Da questo punto di vista non so che cosa succeda lì, dove le banche sono sostanzialmente migliaia, piccole e non efficienti. Tuttavia, lì hanno un'economia sottostante completamente diversa.

  PRESIDENTE. Grazie. Io non ho altri interventi. C'è qualcun altro che vuole intervenire?

  PAOLO D'AMICO, Direttore Legale e Societario. Forse dovevamo dare una risposta. Volevo solo dire che noi tracciamo le motivazioni della chiusura del rapporto quando questo viene chiuso di imperio da parte della Banca e quando le motivazioni sono correlabili a cause di compliance. Questo lascia una tracciatura chiara, perché lo dobbiamo per normativa della Banca d'Italia stessa.
  Nel nostro lavoro di andare dentro a un non enorme numero di rapporti chiusi, non abbiamo trovato questo tipo di motivazione. Pag. 19
  Una volta che questo è escluso e non dipende dalla caratteristica intrinseca del settore al quale appartengono, normalmente le chiusure sono o per richiesta del cliente – a volte succede che i clienti chiudono l'attività oppure non hanno più interesse o non trovano convenienza eccetera – o normalmente per questioni di natura creditizia ma anche in questo caso abbiamo visto che i clienti affidati non erano tantissimi e non mi sento di individuarlo, pur non potendolo escludere come fattore dirimente. Laddove fosse di necessità conoscitiva di questa Commissione, siccome non sono tantissime segnalazioni, possiamo andare a prenderle una per una e vi possiamo dare conto.

  ANDREA MUNARI, presidente di BNL. Mi scusi presidente, ripeto a tutti i membri della Commissione che noi non abbiamo alcun tipo di problema a essere totalmente trasparenti su questo. Non c'è assolutamente problema.

  PRESIDENTE. Come i colleghi hanno ampiamente spiegato – e voi ne siete al corrente – il sistema di segnalazioni sta aumentando sempre di più e chiederemo anche alle banche di dare delle indicazioni di un referente specifico in modo tale che si razionalizzi meglio il meccanismo di comunicazione. Grazie.
  Autorizzo la pubblicazione della relazione del dottor Munari in allegato al resoconto stenografico.
  Sospendo brevemente la seduta.

  La seduta sospesa alle 14.05 è ripresa alle 14.10.

Audizione di rappresentanti di ICCREA Banca Spa in merito alle criticità nei rapporti fra sistema bancario e operatori del settore del gioco legale:

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione di rappresentanti di ICCREA Banca Spa in merito alle criticità nei rapporti tra il sistema bancario e gli operatori del settore del gioco legale.
  Presso la Commissione è in corso di svolgimento un approfondimento in merito alle criticità del rapporto tra il sistema bancario e gli operatori del settore del gioco legale. L'opportunità di svolgere tale attività è stata rilevata dall'Ufficio di Presidenza della Commissione, non solo su richiesta di alcuni Commissari, ma anche in considerazione delle numerose sollecitazioni trasmesse dai cittadini che operano nel settore del gioco legale tramite il sistema di segnalazione istituito in via sperimentale presso la Commissione stessa.
  Con riferimento all'odierna audizione è presente il dottor Eugenio Adamo, Chief Lending Officer di ICCREA Banca Spa.
  Invito, quindi, il dottor Adamo a svolgere la relazione in un tempo massimo di venti minuti, a cui poi seguirà il dibattito. Prego, dottor Adamo.

  EUGENIO ADAMO, Chief Lending Officer. Grazie, buon pomeriggio a tutti. Credo sia importante fare una premessa, contenuta anche nella relazione che vi abbiamo inviato, per inquadrare meglio la realtà del gruppo bancario cooperativo ICCREA, che è un gruppo nato abbastanza di recente, anche se fonda le sue radici nel credito cooperativo che ha una tradizione secolare.
  ICCREA è stata costituita nel marzo del 2019 anche a seguito della introduzione di una nuova normativa a livello di Testo Unico. È il primo Gruppo bancario a capitale interamente nazionale, avendo il capitale una composizione molto diffusa sul territorio. Il capitale della Capogruppo e delle banche di credito cooperativo è distribuito su oltre 800 mila soci.
  Attraverso questa riforma si è inteso coniugare le esigenze di sostegno del territorio, delle comunità e dei nostri clienti, che sono costituiti prevalentemente da privati e da piccole e medie imprese, con quelle di migliorare l'efficienza e la competitività del gruppo bancario.
  È stato costituito questo Gruppo che ha come perni fondamentali alcuni aspetti. Innanzitutto, le banche sono unite da un contratto di coesione. È un Gruppo un po' particolare, in quanto è una sorta di piramide rovesciata a differenza dei normali gruppi bancari, dove c'è una Capogruppo Pag. 20con più banche che sono controllate dalla holding. In questo caso, invece, sono i soci che controllano le banche di credito cooperativo e queste a loro volta controllano la Capogruppo che, attraverso questo contratto di coesione e attraverso anche un sistema di garanzie incrociate, ha il compito di contribuire alla stabilità del sistema ed esercitare i compiti di direzione e coordinamento.
  In generale parliamo di circa 140 entità che fanno credito, circa 100 banche di credito cooperativo che sono divise tra società a controllo diretto e banche affiliate.
  Il Gruppo è ovviamente molto vicino alle comunità per statuto, mission e valori. Questi sono dei princìpi sanciti da anni anche nell'ambito dello statuto delle BCC e trovano espressione nel fatto che almeno il 50 per cento delle esposizioni creditizie deve essere nei confronti dei soci e il 95 per cento delle stesse deve essere impiegata nel territorio di competenza.
  Vi è una forte vocazione territoriale di sostegno ma anche una forte attenzione a tutti quelli che sono gli aspetti sociali, in quanto l'articolo 2 dello Statuto delle banche di credito cooperativo recita che le BCC si distinguono per il proprio orientamento sociale e per la scelta di costruire il bene comune e che le banche promuovono lo sviluppo della cooperazione e l'educazione al risparmio e alla previdenza nonché la coesione sociale e la crescita responsabile e sostenibile del territorio.
  La sostenibilità è un aspetto molto importante, in quanto una parte rilevante del nostro piano strategico è dedicata al piano di sostenibilità per il periodo 2020-2023 che pone ai massimi livelli l'attenzione alle dimensioni sociali e di difesa dell'ambiente.
  Si tratta di attori del territorio ed evidentemente c'è un forte impatto sociale nell'ambito dei territori in cui le banche stesse sono insediate.
  In questo contesto, nell'ambito delle attività che le banche di credito cooperativo pongono in essere, si pone una forte attenzione da una parte a quelli che sono i valori etici e dall'altra a quelle che sono le esigenze di liquidità. C'è sempre un certo equilibrio, un certo bilanciamento tra quelli che sono gli aspetti etici e quello di continuare a sostenere le attività commerciali anche e soprattutto come quelle del gioco legale, che in questo momento hanno subìto anche le crisi che sono legate alla pandemia.
  Ho premesso tutto questo, perché è stato importante inquadrare nel contesto le linee guida che da qualche anno il Gruppo si è dato.
  Va detto che il Gruppo bancario da un paio di anni ha adottato delle politiche che sono improntate a criteri di eticità. Se non attraverso dei meccanismi di escalation c'è la possibilità di derogare attraverso delibere dei vari consigli di amministrazione delle banche le attività che hanno per oggetto: la costruzione, la distribuzione e la commercializzazione di armi, con l'esclusione delle armi destinate alle attività sportive o ludiche; le apparecchiature e i sistemi utilizzabili esclusivamente per fini bellici; la costruzione, la distribuzione e la commercializzazione di apparecchiature per scommesse, video poker e slot machine; l'allestimento e la gestione di sale giochi e scommesse; tutti i settori della pornografia; il compro oro; il money transfer e le attività fiduciarie di amministrazioni che utilizzano conti omnibus, cioè conti nei quali vanno a confluire i movimenti di più clienti in via indistinta.
  A fronte di queste che sono politiche che riguardano il credito, il Gruppo bancario ha assunto anche delle politiche che riguardano l'attività di gestione del rischio di riciclaggio e finanziamento del terrorismo. Le policy cosiddette «AML», che riguardano e che introducono obblighi di adeguata verifica della clientela, prestano particolare attenzione alle attività che riguardano il gioco, le scommesse e le videolottery, perché sono dei settori caratterizzati da un elevato uso dei contanti, anche come indicato nelle stesse disposizioni della Banca d'Italia. Secondo le policy di antiriciclaggio emanate nell'ultima versione del 2021, le società del Gruppo bancario non possono avviare nuove relazioni o eseguire operazioni occasionali e devono procedere alla progressiva interruzione dei rapporti in essere con soggetti con attività economica Pag. 21 connessa al gioco, alle scommesse e alle videolottery.
  C'è la possibilità di derogare a questo tipo di restrizioni, avendo però la necessità di seguire alcuni criteri, quali la verifica dell'importanza dell'iniziativa per il tessuto economico e locale, la moralità dei soci, la verifica che l'attività prevalente è in settori che sono al di fuori di quelli finanziabili. Ovviamente il tutto passa per una puntuale conoscenza della controparte e credo che questo sia assicurato dalla capillare presenza delle banche nel territorio.
  È importante precisare che mentre precedentemente queste regole erano derogabili soltanto dal Consiglio di Amministrazione della Capogruppo, più di recente abbiamo introdotto una normativa che delega alle banche la possibilità di andare in deroga, o meglio ai Consigli di Amministrazione delle stesse banche. Non c'è un divieto assoluto, ma vi è una forte attenzione a questo tipo di operatività.
  È importante anche dare un quadro, seppur sintetico, di quelle che sono le esposizioni che il Gruppo bancario ha nei confronti delle controparti che agiscono nel settore del gioco legale. Infatti, nella relazione vi abbiamo riportato quella che è l'evoluzione degli ultimi tre anni in termini di numero di rapporti, di tipologia dei clienti ed esposizione complessiva che vede a fine 2018 circa 41 milioni di euro di operazioni distribuiti su circa 940 controparti e circa 1.500 rapporti.
  Il 2018 è stato l'ultimo esercizio prima dell'avvio del Gruppo bancario, mentre nel 2019 c'è stata una certa flessione dell'attività, in quanto c'è stata una chiusura dei rapporti per l'adeguamento alle norme che si è data la Capogruppo. Tuttavia, questo ammontare è risalito nel 2020, anche per effetto del sostegno che il Gruppo bancario ha continuato a dare ai clienti, che erano stati considerati meritevoli di affiancamento, anche e soprattutto attraverso quelle che sono le misure di sostegno governativo e quindi le misure ex decreto Liquidità e le misure di moratoria contenute nel decreto Cura Italia.
  Se vedete a pagina 5 della relazione, a fine dicembre del 2020 il totale complessivo delle esposizioni nei confronti di questo settore risale da 35 milioni della fine del 2019 fino a circa 39 milioni di euro.
  Per quanto riguarda gli aspetti che riguardano i reclami che sono stati ricevuti, c'è da dire che sull'attività dei reclami la Capogruppo si limita a quella che è una consulenza su specifica richiesta delle banche, in quanto è stato ritenuto che questo tipo di operatività fosse meglio gestita a livello locale. Devo dire che finora i reclami sono stati piuttosto contenuti, poiché ne abbiamo contati solo dieci.
  Per quanto riguarda i procedimenti giudiziari, anche in questo caso le attività legali vengono seguite a livello locale, con un interessamento della Capogruppo solo ove se ne ravvisi l'opportunità, stante la delicatezza delle questioni sollevate.
  Abbiamo riportato l'esempio di un giudizio di due aziende appartenenti a un medesimo gruppo, che hanno instaurato due procedimenti cautelari ex articolo 700 del codice e abbiamo anche riportato quello che è stato l'iter giudiziario sia dal punto di vista del giudice monocratico, sia dal punto di vista dell'organo collegiale; in entrambi i casi è stato considerato che la posizione della Banca fosse assolutamente in linea con la legge, tant'è che i pronunciamenti sono stati favorevoli per la Banca.
  Nonostante questo e proprio per non far mancare l'appoggio da parte del Gruppo bancario a queste controparti, i conti non sono stati chiusi. Anche alla fine di questi giudizi, sia quello di primo che di secondo livello, si è comunque cercata una soluzione di natura transattiva, soprassedendo sull'immediata chiusura del rapporto di conto corrente che era fonte anche di disagi operativi.
  È importante dire che questo complesso di norme è in linea con i principi etici che il Gruppo si è posto alla base in un settore che è piuttosto controverso, in quanto è chiaro che l'utilizzo importante e significativo del contante renda questo settore spesso piuttosto critico, anche dal punto di vista dell'antiriciclaggio.
  Infine, abbiamo inteso riportare all'attenzione di questa Commissione anche il tema del disegno di legge 1712 che è stato Pag. 22presentato al Senato nel febbraio del 2020. Come già esposto sia da Banca d'Italia che dall'ABI nelle precedenti audizioni al Senato che si sono tenute nel luglio del 2020, vogliamo ribadire la criticità della possibile entrata in vigore di una norma per la quale le banche non potrebbero esimersi dall'apertura di un rapporto di conto corrente oppure l'impossibilità per le banche di recedere dal contratto di conto corrente prima della scadenza, quando i saldi siano in attivo.
  Le motivazioni per le quali noi poniamo all'attenzione questa norma sono la necessità da una parte di andare a tutelare quelli che sono i princìpi di inclusione finanziaria, dall'altra anche quello di andare a tutelare i princìpi non soltanto di sana e prudente gestione bancaria ma anche di libertà di intrapresa da parte delle banche e tutto quello che è il tema della tutela delle norme antiriciclaggio, la cui applicazione sarebbe resa molto più difficoltosa dall'applicazione e dall'entrata in vigore di questa normativa.
  Ho cercato di sintetizzare la nota, sottolineando l'impostazione da parte del Gruppo bancario di contemperazione tra la debita considerazione per le esigenze dei nostri clienti in termini di sostegno in questa fase di negativa congiuntura, con i princìpi improntati all'eticità nell'ambito anche dei settori di impiego che il Gruppo bancario ha adottato già da qualche anno.

  PRESIDENTE. Prego, collega D'Ettore.

  FELICE MAURIZIO D'ETTORE. Grazie. Direttore, la ringraziamo per il suo intervento e per la relazione, ma le devo subito dire che, nonostante abbiamo apprezzato l'audizione che avete fatto, non mi convince assolutamente quello che lei dice, anche perché per i rapporti che sono stati interrotti noi abbiamo segnalazioni in cui si dice: «Non siete un cliente gradito». Questo viene detto richiamando l'articolo 700. Con tutto il rispetto del provvedimento del tribunale di Pescara, le questioni sono molto più complicate.
  Il 26 marzo del 2021 avete mutato la vostra policy, dicendo che: «Non si possono avviare nuove relazioni e seguire operazioni occasionali e si deve procedere alla progressiva interruzione dei rapporti in essere con soggetti con attività economica prevalente connessa al gioco, scommesse, videolottery», salvo poi deroghe che avete rimesso al procedimento di deroga.
  Comprendo tutto, però in un momento come questo e con le segnalazioni che abbiamo avuto, avete detto a qualcuno «Non sei gradito» e si è interrotto immediatamente il rapporto. Voi dite che date preavvisi ma non è sempre vero. Il caso del Tribunale di Pescara riguardava preavvisi e altre situazioni ma ci sono altri casi in cui non avete avuto questa condotta.
  Comprendo che ci può essere un principio diverso nel rapporto: decido in una libera iniziativa economica di improntarla a un codice etico o una policy particolare e quindi mi comporto di conseguenza. Tuttavia, quando parliamo di rapporti che sono sorti e che sono in essere e che vengono troncati da un giorno all'altro, è una questione diversa, anche secondo il momento storico. Il 26 marzo 2021 avevate già questi rapporti, ne avevate in essere quasi 1264. Quello che fate è un po' contraddittorio e fuori tempo.
  Da un punto di vista giuridico, come ha riportato il Tribunale nel provvedimento ex articolo 700 – poi va visto per bene, così come il reclamo da parte del Collegio – il tema è che l'esecuzione secondo buona fede, tenuto conto dei problemi in essere del rapporto reciproco una volta aperto un conto, non riguarda solo l'apertura del conto ma anche l'accensione dei nuovi conti e l'accesso ai finanziamenti. Mi permetto di dire che cambiare completamente o in maniera più significativa da un certo periodo di tempo ad un altro per un gruppo come ICCREA non è molto etico. Non mi sembra di grande eticità dire: «Non sei più gradito, perché io ormai ritengo di non avere più rapporti con te, perché abbiamo deciso così. Siamo diventati più solidali, abbiamo ricordato i nostri princìpi e ancora di più in questo momento». Voi stessi dite che c'è stato un periodo di tolleranza e che siete più tolleranti, però capisce che non è del tutto comprensibile, al di là della decisione Pag. 23del Tribunale di Pescara che tale è e tale rimane – con tutto il rispetto del Tribunale di Pescara –, l'esecuzione dei rapporti secondo buona fede e la lealtà dei rapporti valgono per entrambe le parti e sono reciproci.
  Ci dovete spiegare le motivazioni delle chiusure. La motivazione non può essere: «Noi abbiamo deciso di ricordarci quali sono tutti i princìpi per i quali operiamo nel settore bancario e qual è la nostra connotazione speciale». Io stesso ho riconosciuto la vostra vicinanza al territorio in altre audizioni ma qui noi siamo parlamentari indipendenti e rispondiamo solo al corpo elettorale. Mi permetto di dire che per i casi che noi abbiamo – li faremo presenti e chiediamo anche a lei di darci le motivazioni dei singoli casi che sono stati chiusi – non penso che sia possibile dire: «Da oggi siamo più etici di prima e quindi abbiamo deciso che non sei più gradito». È così, abbiamo anche questi casi.
  Quando dite: «Dal 26 marzo del 2021 abbiamo rafforzato questa nostra identità», è vero, avete piena libertà di farlo e di decidere sul rapporto, non c'è un contratto imposto nei conti correnti e infatti criticate anche le proposte di legge che ci sono in materia. Tuttavia, è etico da un giorno a un altro dire che i rapporti cessino, quando già conoscevate l'attività che veniva svolta dai soggetti che avevano rapporti con voi? Non è che non era conosciuta. Poi ogni singolo caso è a sé stante.
  Le domando, quindi, quali sono queste motivazioni. Se mi risponde dicendo che le motivazioni sono quelle contenute nel vostro atto del 26 marzo del 2021, con tutte le deroghe che avete previsto, è un po' poco rispetto alla difficoltà del momento, perché ci sono dei momenti in cui la tolleranza ci deve essere. In quel caso a Pescara avete avuto un comportamento apprezzabile, però lei capisce che la chiusura di un conto corrente di chi è concessionario significa non fare più gli adempimenti di legge per un certo periodo.
  Voi dite: «I reclami che abbiamo avuto sono stati tutti fatti in funzione del fatto che non era facile trovare un altro intermediario e non era così facile riuscire ad avere gli stessi servizi che avevamo noi». Anche queste sono difficoltà rilevanti che ci sono in questo momento rispetto al gioco legale. Lei stesso dice: «È diminuito fortemente non solo il gettito fiscale ma anche l'attività di questi operatori» ed elenca tutti i dati di quanto è calato il mercato. Siete ben consapevoli di questo.
  Di fronte alla consapevolezza di ciò che sta accadendo, alle difficoltà generali e alle chiusure – poi voi potete decidere quello che volete –, ribadire che la giustificazione riguardo a queste vostre nuove connotazioni è solo quella di preservare l'identità del Gruppo rispetto alla scelta di chiudere o non aprire rapporti, è un po' debole. Chiediamo se non sia il caso di valutare rispetto ai singoli casi di avere una tolleranza diversa, proprio perché voi siete consapevoli della difficoltà e dei problemi, tenendo una condotta tipica della vostra identità. Lo spirito di solidarietà economica emerge ancora di più proprio in questi casi. Quindi, occorre evitare le chiusure ex abrupto che sono chiusure che non rispondono a un'immediata esigenza, fermo restando quella pronuncia che voi avete citato, su cui ho forti dubbi, perché è vero che c'è la libera iniziativa economica ma la libera iniziativa economica ce l'hanno anche coloro che aprono un rapporto. In un particolare momento di straordinaria difficoltà come questo, c'è da valutare anche questo ulteriore aspetto: potrebbe essere disastroso troncare rapporti contrattuali da un momento all'altro.
  Forse proprio un gruppo come il vostro dovrebbe avere maggiore attenzione a questo tema. Tuttavia, se lei ritiene che non sia possibile, ce lo farà sapere, perché anche noi auspichiamo che si trovino soluzioni nei singoli casi. La nostra «indagine», l'accertamento che stiamo facendo, è volta anche a trovare soluzioni con voi nel rispetto delle identità e le specificità di ciascun gruppo bancario.

  PRESIDENTE. Collega De Bertoldi.

  ANDREA DE BERTOLDI. Presidente, credo che la relazione di ICCREA Banca – lo dice un socio di Cassa Rurale, un trentino Pag. 24 che conosce e ama il mondo cooperativo, soprattutto quello che era una volta – possa essere di spunto per la nostra Commissione anche su quello che potremo fare dopo le audizioni, ovvero essere finalmente di stimolo al Paese su quelle che sono le problematicità che da qui emergono.
  Dottore, glielo dico con la massima franchezza: da politico e da uomo che ha un forte senso dello Stato – sono una persona di Destra, abituata a concepire lo Stato come una realtà di riferimento per ciascuno di noi – faccio fatica ad accettare le conclusioni che voi state traendo in questo documento. Ho fatto fatica ad accettare che un gruppo bancario nazionale, in un contesto politico nel quale la Banca d'Italia per prima ha voluto e preteso di fatto – perché questa è la realtà – che da tante casse rurali e da tante banche popolari e da tanto credito di territorio si sia giunti a tre o quattro gruppi bancari in Italia ma se questa è stata la linea – da me non condivisa perché ritengo che le riforme del settore bancario della scorsa legislatura fossero drammaticamente da giudicare –, se questo è quello che abbiamo, sentirmi dire da uno di questi pochi gruppi: «Per mia policy non lavoro con X, Y e Z», vuol dire che voi potreste anche dirmi: «Io non voglio lavorare con chi tratta alcolici, perché secondo me chi tratta alcolici non è eticamente una persona corretta.» Da liberale pretendo che chi rappresenta di fatto l'interesse nazionale, come voi oggi rappresentate come Gruppo bancario... non è la Cassa Rurale di Tuenno del mio Trentino che se avesse preso una policy di questo tipo, me ne sarebbe importato poco, perché sul territorio nella stessa valle ci sarebbero state altre 12 banche qualche anno fa, ma oggi quando un gruppo prende questa strada, vuol dire andare a limitare la libertà d'impresa e andare contro l'interesse dello Stato che, nel caso del gioco, ha dato una concessione, come l'ha data al tabacchino. Quell'operatore che voi per policy ritenete inadeguato è un rappresentante dello Stato, è uno che lavora per conto dello Stato. Io veramente rimango male a leggere queste cose.
  Per quanto riguarda il riferimento che voi fate al disegno di legge del collega Siri – che ho sottoscritto anche io – sull'obbligo di avere un conto corrente, non possiamo avere un'istituzione che di fatto mi limita il contante e che mi impedisce di lavorare se non passo tramite una banca e poi trovarmi una banca che dice: «Non sono d'accordo di lavorare con te, perché sei brutto». Una banca può dirmi: «Non voglio lavorare con te, perché tu sei un delinquente», ma non può dirmi: «Non lavoro con te perché tu fai del gioco, perché vendi alcolici o armi», quando queste attività sono legali.
  Di fatto, UniCredit, ICCREA, Cassa Centrale Banche e Banca Intesa sono le banche che operano in Italia e fuori dalle dita di una mano non andiamo molto lontano, anzi stiamo stringendo sempre di più, così tra qualche anno saranno veramente due o tre i gruppi che opereranno nel settore finanziario in Italia: non è accettabile che uno di questi gruppi possa escludere degli operatori legali nell'ambito dei propri rapporti finanziari.
  Le chiedo come pensate voi di giustificare questa policy. Non dico che il giudice non vi abbia dato ragione ma siccome noi qui abbiamo a cuore l'interesse nazionale – perché poi sarà nostro compito lavorare affinché il Parlamento possa andare a fare delle leggi che non vi permettano di fare questo, almeno per quanto mi riguarda – non è certamente possibile che un gruppo bancario che oggi è in posizione dominante sul mercato, come lo siete voi, possa escludere importanti operatori che oggi sono pochi settori e che domani potrebbero essere, chi tratta alcol o chi fa altre cose, perché non li ritenete coerenti.
  Se lo facesse la Cassa Rurale del paesino non vi sarebbe nessun problema, ma se lo fa un gruppo nazionale, il problema è grande. Grazie.

  PRESIDENTE. Bene, abbiamo finito gli interventi. Prego.

  EUGENIO ADAMO, Chief Lending Officer. Anzitutto, grazie per gli spunti. Tuttavia, volevo ribadire alcuni concetti di fondo. Pag. 25In primo luogo l'osservazione che il gruppo bancario cooperativo ICCREA attraverso le sue politiche farebbe mancare il sostegno al territorio, va contro quella che è la storia del nostro Gruppo. Noi siamo stati tra le banche più presenti su tutti i territori in tutti i settori e posso assicurare che queste sono le uniche policy limitative per settore che ci siamo dati.
  Do alcune cifre: siamo forse il gruppo che ha dato più moratorie in tutto il sistema, circa 23 miliardi, a testimonianza della grande sensibilità che il Gruppo bancario ha verso le aziende del territorio, alle quali non ha mai fatto mancare il suo sostegno, anche nei periodi di crisi, anche in questo periodo. Questa è una premessa che vorrei ribadire fortemente, perché il sostegno alle aziende sono dei valori ai quali i nostri gruppi – perché evidentemente siamo più che cugini, ancorché abbiamo preso strade diverse –, si sono conformati da anni.
  Vorrei distinguere il tema delle politiche in generale da quello che è il tema della gestione. Sono assolutamente d'accordo sul fatto che – poi arriverò alla liceità o meno di assumere un certo tipo di politiche – le politiche vanno gestite in maniera intelligente e soft, tenendo conto di quelle che sono le aspettative delle nostre controparti che eppure operano in settori che sono perfettamente legali. Credo che noi abbiamo impiegato questa diligenza e questa flessibilità. Lo dimostra in particolare modo quell'esempio che noi abbiamo riportato, lo dimostra il fatto che abbiamo avuto pochissimi reclami – almeno per quello che a noi risulta – e lo dimostra il fatto che nell'ultimo esercizio addirittura è salito lo stock dei finanziamenti nei confronti delle imprese, a testimonianza che i clienti che noi stavamo affidando, seppur operanti in questo settore, sono stati affiancati anche in questo periodo di pandemia.
  Il fatto di aver gestito queste controparti non chiudendo ex abrupto i conti – almeno per quello che ci risulta ma se ci sono delle indicazioni noi andremo a fare degli approfondimenti e ci prendiamo l'impegno di gestire in maniera ancora più flessibile queste controparti – sta a dimostrare la sensibilità che il Gruppo bancario ha nei confronti di questo tipo di controparte in settori che, sebbene legali, non si può dimenticare che, per l'elevato utilizzo dei contanti, più si prestano a violazioni, anche associate all'antiriciclaggio.
  Questo tipo di normativa che noi abbiamo introdotto, in realtà è stata solo modificata. Infatti, già esisteva precedentemente, anzi l'abbiamo attutita, perché per derogarla prima occorreva andare al Consiglio di Amministrazione della Capogruppo, ora abbiamo dato delega alle banche locali. Se la controparte è conosciuta, moralmente a posto e se l'attività della controparte è importante per il tessuto imprenditoriale, le banche locali che conoscono meglio della Capogruppo il cliente – questo è uno dei must anche del nostro approccio – hanno la possibilità di mantenere i rapporti, senza un divieto totale. Questo testimonia la flessibilità del Gruppo.

  FELICE MAURIZIO D'ETTORE. È anomalo intervenire così e mi scuso ma è proprio questo il punto. Al di là di quanti sono i casi, della policy e il problema legalità o meno – quello è da vedere ed è tutto da considerare – il problema ora è la continuità dei rapporti in un periodo così difficile, tollerando e trovando soluzioni.

  EUGENIO ADAMO, Chief Lending Officer. Su questo noi abbiamo cercato di applicare sempre la massima flessibilità e la massima tolleranza, perché ci rendiamo conto delle difficoltà congiunturali. Se ci sono stati dei casi, evidentemente ce ne faremo carico e li affronteremo con il buonsenso e l'equilibrio che cerchiamo sempre di mettere.
  Per quanto riguarda la possibilità da parte nostra di avere delle politiche più o meno restrittive, questo fa parte anche delle scelte, considerando che se guardiamo il panorama e l'ammontare complessivo delle nostre politiche, devo dire che di limitazioni settoriali ce ne sono molto poche. Noi andiamo a guardare sempre caso per caso la bontà della controparte e quasi mai tagliamo settori. Questo è uno dei pochi casi, dove peraltro l'uscita – ci siamo sforzati, Pag. 26 perché è una normativa che comunque abbiamo lungamente pensato – o il non appoggio deve essere sempre improntato a criteri di flessibilità. Lo dimostra anche quella causa intercorsa, dove abbiamo trovato una soluzione di compromesso che ha consentito al cliente di sostituirci con un po' più di calma rispetto al contenzioso che era stato posto in essere.
  Capisco le osservazioni, però quello che volevo sottolineare è proprio che l'impostazione che il Gruppo bancario ha dato è di sostegno al territorio.

  PRESIDENTE. Grazie. Finito il ciclo degli interventi, all'esito di queste tre audizioni – UniCredit, BNL, ICCREA –, ci riserviamo di chiedere approfondimenti per iscritto rispetto a casi concreti ed eventualmente chiedere ulteriori audizioni.
  Autorizzo la pubblicazione della relazione del dottor Adamo in allegato al resoconto stenografico.
  Grazie, la seduta è tolta.

  La seduta termina alle 14.45.

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ALLEGATO 3

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