Sulla pubblicità dei lavori:
Delmastro Delle Vedove Andrea , Presidente ... 2
Audizione del Sottosegretario agli affari esteri e alla cooperazione internazionale Manlio Di Stefano, sulle politiche per l'internazionalizzazione del Sistema Paese
(ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento):
Delmastro Delle Vedove Andrea , Presidente ... 2
Di Stefano Manlio (M5S) , Sottosegretario agli affari esteri e alla cooperazione internazionale ... 3
Delmastro Delle Vedove Andrea , Presidente ... 8
Ribolla Alberto (LEGA) ... 8
Berti Francesco (M5S) ... 9
Delmastro Delle Vedove Andrea , Presidente ... 9
Di Stefano Manlio (M5S) , Sottosegretario agli affari esteri e alla cooperazione internazionale ... 9
Delmastro Delle Vedove Andrea , Presidente ... 10
Emiliozzi Mirella (M5S) ... 10
Delmastro Delle Vedove Andrea , Presidente ... 11
Di Stefano Manlio (M5S) , Sottosegretario agli affari esteri e alla cooperazione internazionale ... 11
Delmastro Delle Vedove Andrea , Presidente ... 12
Sigle dei gruppi parlamentari:
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Lega - Salvini Premier: Lega;
Partito Democratico: PD;
Forza Italia - Berlusconi Presidente: FI;
Fratelli d'Italia: FdI;
Italia Viva: IV;
Coraggio Italia: CI;
Liberi e Uguali: LeU;
Misto: Misto;
Misto-L'Alternativa c'è: Misto-L'A.C'È;
Misto-Centro Democratico: Misto-CD;
Misto-Noi con l'Italia-USEI-Rinascimento ADC: Misto-NcI-USEI-R-AC;
Misto-Facciamo Eco-Federazione dei Verdi: Misto-FE-FDV;
Misto-Azione-+Europa-Radicali Italiani: Misto-A-+E-RI;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-MAIE-PSI: Misto-MAIE-PSI.
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE
La seduta comincia alle 15.25.
Sulla pubblicità dei lavori.
PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori sarà assicurata anche mediante la trasmissione sulla web-tv della Camera dei deputati.
L'odierna audizione sarà svolta consentendo la partecipazione da remoto dei deputati, secondo le modalità stabilite dalla Giunta per il Regolamento nella riunione del 4 novembre scorso.
Audizione del Sottosegretario agli affari esteri e alla cooperazione internazionale Manlio Di Stefano, sulle politiche per l'internazionalizzazione del Sistema Paese.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione, ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento, del Sottosegretario agli Affari esteri e alla cooperazione internazionale, Manlio Di Stefano, sulle politiche per l'internazionalizzazione del Sistema Paese. Anche a nome dei componenti del Comitato, saluto il Sottosegretario Di Stefano e Lo ringrazio per la disponibilità a contribuire all'avvio dei lavori di questo Comitato.
Prima di darLe la parola, ricordo che il Governo è fortemente impegnato, in sinergia con le istituzioni territoriali e le rappresentanze del mondo imprenditoriale, per dare impulso all'export del made in Italy in seguito alla crisi globale dovuta alla pandemia. Secondo le ultime previsioni economiche della Commissione europea, grazie alla ripresa del commercio internazionale l'export dell'Italia, dopo la flessione del 13,8 per cento registrata nel corso del 2020, è stimato in crescita del 10,4 per cento nel 2021 e del 7,9 per cento nel corso del 2022, ben oltre alla media dell'UE, rispettivamente +8,3 per cento nel 2021 e +6,4 per cento nel 2022.
L'ottica è quella di un pieno impegno del dispiegamento delle potenzialità del Patto per l'export sottoscritto l'8 giugno 2020 su impulso del MAECI, che consiste in una strategia innovativa per il rilancio dell'esportazione del made in Italy, tanto più importante di fronte alla fase di emergenza che stiamo vivendo e ai problemi e alle conseguenze che l'epidemia sta producendo sul nostro sistema economico e sul nostro sistema di relazione con gli altri mercati.
Particolare rilievo in questa fase rivestono le decisioni da assumere in materia di Paesi prioritari per l'internazionalizzazione e Paesi target per l'attrazione degli investimenti. Al riguardo, segnalo che la riunione del 20 aprile scorso della Cabina di regia per l'internazionalizzazione, costituita nel 2014 e codiretta dai Ministeri degli Affari esteri e dello Sviluppo economico per coordinare le politiche del Paese in tema di internazionalizzazione del sistema produttivo e definire le linee guida di indirizzo strategico in materia di promozione all'estero, è stata dedicata proprio alle misure per rendere l'Italia più attrattiva per gli investitori stranieri, anche favorendo la partecipazione di gruppi internazionali in società italiane.
I settori chiave su cui punta la Cabina di regia sono, quindi, quelli che necessitano di essere consolidati – dal medico-sanitario al biofarmaceutico – e quelli, invece, in cui il made in Italy può contare già oggi su diversi Pag. 3 primati, dalla meccanica alla moda, dal design all'agroalimentare. Peraltro, occorre rilevare che l'attrazione degli investimenti è un compito non facile in uno scenario contrassegnato dalla pandemia, che ha pesantemente inciso sui flussi degli investimenti internazionali: le ultime stime parlano di un significativo crollo del 42 per cento nel corso del 2020 per gli investimenti diretti esteri.
Al termine della seduta, la Cabina di regia ha approvato un documento che delinea la strategia a medio termine per attrarre investitori stranieri e declina gli obiettivi prioritari, tra cui la valorizzazione dell'offerta settoriale, la ricerca di investitori, la semplificazione normativa e, last but not least, la comunicazione. L'occasione per mettere in campo riforme mirate per migliorare la capacità attrattiva del Paese è data anche dalle risorse europee in arrivo per il tramite del Recovery Plan. Le risorse europee consentiranno di lavorare su obiettivi strategici, e ci auguriamo condivisi, tra i quali la semplificazione degli incentivi e la loro razionalizzazione, ma anche il rafforzamento della collaborazione amministrativa tra il livello nazionale e quello regionale per facilitare l'insediamento e l'assistenza degli investitori.
Fatta questa debita premessa, lascio la parola al Sottosegretario Di Stefano affinché svolga il Suo intervento.
MANLIO DI STEFANO, Sottosegretario agli affari esteri e alla cooperazione internazionale. Grazie, presidente. Intanto vorrei essere io a ringraziare voi per questa iniziativa parlamentare di assoluto tempismo. Visto anche il momento storico, è un piacere per me poter inaugurare questa stagione di confronto che avrete sul tema del commercio internazionale. Ho voluto completare la squadra con il Consigliere ministeriale Natalino Loffredo, che si occupa di tutta la parte del commercio estero – specificatamente tutte le tematiche dell'Unione europea, del commercio internazionale e degli accordi di libero scambio – e il Ministro Plenipotenziario Bartoli, dell'URP (Ufficio rapporti con il Parlamento).
Sono trascorsi quasi due anni ormai dal processo di riforma che abbiamo avviato con il decreto-legge n. 104 del 2019, che ha stabilito il trasferimento delle attribuzioni in materia di commercio estero ed internazionalizzazione dal Ministero dello Sviluppo economico al Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale. Parto da qui perché questo è stato probabilmente il passaggio fondamentale che ha reso possibile tutto quello che è seguito.
È stato un passaggio che ha profondamente innovato l'architettura istituzionale a supporto dell'export del made in Italy nel segno dell'efficienza e dell'efficacia dell'azione amministrativa. Il principale effetto della riforma è consistito proprio nella razionalizzazione della rete di sostegno istituzionale al servizio delle imprese. Dal mio punto di vista è stato un concretizzarsi delle tante discussioni che abbiamo sempre avuto sulla semplificazione dell'interazione tra il pubblico e il privato.
Grazie all'acquisizione di importanti funzioni, come l'indirizzo e la vigilanza di ICE-Agenzia, l'amministrazione degli strumenti di finanza agevolata gestita da Simest (Società italiana per le imprese all'estero) e la co-presidenza del Comitato per il sostegno finanziario pubblico all'export, la Farnesina è oggi in grado di assicurare una regia unitaria delle attività di proiezione internazionale del Sistema Italia.
All'azione coordinata dal Ministero degli Esteri con i maggiori enti di sostegno pubblico dell'internazionalizzazione si affianca quella della rete diplomatico-consolare, che agisce in stretto coordinamento con l'insieme degli uffici di ICE-Agenzia all'estero. In tal modo la riforma ha consentito di rendere più efficaci ed efficienti le azioni di sostegno all'export, promuovendo una strategia unitaria e partecipata ed evitando la duplicazione di iniziative. Per essere molto più concreti, ad oggi i punti ICE all'estero rispondono all'Ambasciatore e quindi alla filiera dell'Ambasciata, semplificando l'interazione tra i due istituti e i richiedenti servizio.
Questo nuovo assetto contribuisce alla ripresa delle nostre esportazioni. Al riguardo ricordo che, sulla base dei più recenti dati Istat, ad aprile 2021 le esportazioni italiane hanno registrato una fortissima Pag. 4 crescita su base annua, +97,6 per cento rispetto allo stesso mese del 2020, cosa che non ci stupisce per via del lockdown dello stesso anno. Ma abbiamo un dato ancora più importante, che è quello rispetto all'anno 2019.
Intanto vi faccio notare che anche sul 2020 rispetto ai nostri competitor europei i dati sono significativi, perché le esportazioni italiane sono cresciute del 19,8 rispetto allo scorso anno, mentre quelle francesi del 10,8 – quindi 9 punti percentuali in meno – e 11,4 della Germania, 16,1 della Spagna. In valori assoluti l'export italiano nei primi quattro mesi dell'anno ha toccato quota 161,5 miliardi, dato superiore non solo al 2020 ma anche al 2019, che pure aveva segnato un record per le esportazioni italiane. Quindi è un chiaro segnale di resilienza del sistema dell'export e di un corretto sostegno allo stesso.
Il processo di riforma ha inoltre rafforzato la capacità di interazione delle istituzioni pubbliche con le rappresentanze imprenditoriali, che sempre più necessitano di un punto di riferimento unitario sui temi dell'export e dell'internazionalizzazione. Il segno più tangibile di questa rafforzata interazione risiede proprio nel Patto per l'export citato dal Presidente poc'anzi, la strategia di rilancio del made in Italy elaborata in risposta all'emergenza sanitaria.
Il Patto è suddiviso in sei pilastri: comunicazione, formazione e informazione, commercio digitale, sistema fieristico, promozione integrata, finanza agevolata. È stato adottato ormai più di un anno fa, perché era l'8 giugno, e ridefinisce completamente il sostegno pubblico all'export. La finalità di questo sostegno e la dotazione finanziaria sono state totalmente ripensate. Abbiamo stanziato in un anno risorse aggiuntive per oltre 5,4 miliardi di euro, che in gran parte sono già arrivati al sistema economico italiano. Permettetemi di dire che è un volume di risorse straordinario, sia in termini assoluti sia storici.
Alla base del Patto vi è proprio lo spirito della comunanza di intenti tra le istituzioni pubbliche e le forze produttive del Paese, e non a caso è stato sottoscritto da quarantasei soggetti tra Ministeri, enti e associazioni di categoria, dopo un processo di concertazione che ha coinvolto oltre centoquaranta rappresentanze imprenditoriali per quattordici tavoli, che ho personalmente presieduto e che stiamo replicando semestralmente per aggiornare il Patto, visto che lo abbiamo definito – e lo è di fatto – uno strumento vivo.
Il Patto per l'export si è concretizzato nel varo di numerosi strumenti per la crescita internazionale delle nostre aziende, che vedono nella digitalizzazione, innovazione e rilancio della competitività delle PMI le loro componenti trasversali. Non a caso, ho citato la digitalizzazione come prima componente trasversale. L'attuale congiuntura eccezionale ha infatti svelato la valenza strategica delle competenze e degli strumenti digitali e reso evidente il ritardo dell'Italia in questo settore cruciale.
Come rilevato dal rapporto della Commissione europea sull'indice di digitalizzazione dell'economia e della società, siamo la venticinquesima nazione in Europa per dotazione e gestione di capitale digitale. Aggiungo che nel 2020 abbiamo visto un aumento delle vendite tramite e-commerce del 21 per cento in un solo anno: l'unione di questi due dati non ci deve far dormire sereni.
È dunque urgente un intervento deciso a sostegno alla digitalizzazione dei processi produttivi. Da questa consapevolezza di fondo scaturisce la nostra azione, volta a offrire agli operatori italiani nuovi strumenti tecnologici. Cito in primo luogo il rilancio dello strumento del Temporary Export Manager, al centro di un nuovo programma del Ministero degli Esteri in collaborazione con Invitalia, che consente alle micro, piccole e medie imprese di ricevere un contributo di 20 mila euro su una spesa di almeno 30 mila per consulenze manageriali prestate da professionisti e società specializzate in export e digitalizzazione. Per le reti di imprese il contributo è più elevato: arriva fino a 30 mila euro su 40 mila di spesa complessiva.
Rispetto agli analoghi incentivi del passato, vorrei qui precisare che si tratta di una nuova tipologia di Temporary Export Manager: sì esperto di mercati internazionali, Pag. 5 ma anche dotato di specifiche competenze per la promozione del made in Italy con strumenti e canali digitali. Lasciatemi dire che questo sarà un passaggio tecnico non da poco, perché abbiamo aggiunto alle liste di esperti che si possono contrattualizzare tramite questo voucher delle certificazioni necessarie per riconoscere la loro capacità digitale, perché ad oggi avevamo per lo più una categoria di professionisti non abbastanza adeguata al task del digitale.
Sempre legato alla digitalizzazione è il nuovo bonus export digitale, di cui è stato definito il relativo bando. Si tratta di un contributo destinato alle micro imprese manifatturiere, con l'obiettivo di colmare il gap tecnologico di cui soffrono e sostenere la loro crescita internazionale. Settemila aziende con un fatturato inferiore ai 2 milioni di euro e meno di dieci dipendenti possono accedere a un contributo massimo di 4 mila euro, pari all'80 per cento dell'investimento realizzato, per attivare processi di digitalizzazione e accesso all'e-commerce, sia B2B che B2C.
In aggiunta abbiamo previsto delle premialità per quanti opereranno in forma associata – quindi reti e consorzi di micro imprese – per favorire la sinergia tra imprese e filiere produttive e stimolare processi di aggregazione. Ricordo poi che la Farnesina ha lanciato un invito a tutti i maggiori provider di tecnologie per l'informazione della comunicazione – gli ICT – attivi in Italia e destinato alla fornitura gratuita di servizi digitali per l'export delle piccole e medie imprese. Pensate che hanno risposto all'avviso quarantasei operatori economici, tra cui quattro grandi player digitali, ovvero Google, Italiaonline, Nexi Payment, e eBay.
I provider forniranno, in cambio di visibilità assicurata dalla Farnesina, servizi per la formazione dei Digital Temporary Export Manager, accesso a informazioni e approfondimenti sull'andamento del made in Italy sui mercati internazionali, e consulenza su percorsi di business orientati all'internazionalizzazione e alla transizione digitale.
Con l'intento di mettere a disposizione dei nostri operatori nuovi strumenti informativi all'avanguardia, abbiamo lanciato lo scorso settembre il portale export.gov.it, che nel primo semestre di attivazione ha raggiunto 460 mila visualizzazioni. Si tratta di un portale interattivo che ambisce ad essere l'interfaccia di accesso unitario agli strumenti e agli incentivi per l'export messi a disposizione dal MAECI, da ICE, da Simest, da SACE, dal Sistema camerale e ora anche dalle regioni. Export.gov è uno dei molteplici interventi varati a beneficio delle micro, piccole e medie imprese, gli anelli più vulnerabili delle nostre catene del valore. Parliamo di 5,3 milioni di aziende, il 92 per cento della nostra imprenditoria, che impiega l'82 per cento della forza lavoro italiana (questi sono dati di Prometeia elaborati nell'articolo «PMI italiane tra pandemia, tracollo e prospettive di ripresa»).
Vorrei citare altresì il progetto pilota «Smart Export, l'Accademia digitale per l'internazionalizzazione», realizzato dalla Farnesina in collaborazione con Agenzia-ICE e Conferenza dei Rettori delle università italiane. Il progetto si articola in sei percorsi gratuiti, anche questi di alta formazione accademica, on line, sui temi dell'internazionalizzazione e della digitalizzazione, erogati da ICE e da cinque prestigiose università e business school italiane. Già 5 mila aziende e liberi professionisti, commercialisti e consulenti d'impresa, si sono iscritti all'iniziativa, che continuerà a erogare corsi fino a marzo 2022.
L'internazionalizzazione delle aziende italiane è stata al centro dell'intensa azione della Farnesina anche nel quadro della definizione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), definitivamente approvato dal Consiglio Ecofin (economia e finanza) il 13 luglio scorso. Nell'ambito del PNRR nazionale il Ministero degli Esteri ha inserito con successo un progetto relativo al rifinanziamento e alla ridefinizione del Fondo 394/81 gestito da Simest. Grazie a una componente rotativa a tasso agevolato e una a fondo perduto, l'iniziativa mira a finanziare progetti per l'internazionalizzazione delle imprese italiane, con specifico ed esplicito focus su innovazione, digitalizzazione Pag. 6 e sostenibilità, che poi sono le priorità verticali del PNRR. È stato richiesto un ammontare di 1,2 miliardi di euro e sono state stimate in 4 mila le aziende potenzialmente beneficiarie della misura ma, considerando che è un fondo rotativo, nel lungo periodo saranno chiaramente di più.
Vorrei ricordare lo straordinario successo registrato da questo strumento, il Fondo 394/81, nelle fasi più acute della pandemia e l'apprezzamento riscosso dall'ampio ricorso a questo strumento da parte delle aziende. Vorrei personalmente anche ringraziare il Parlamento su questo tema, perché in fase di conversione dei decreti ci ha sempre sostenuto sul finanziamento di questo fondo.
Nel corso del 2020 il Fondo ha ricevuto 13.153 domande di finanziamento – +1.222 per cento rispetto al 2019 – per un importo complessivo di oltre 4 miliardi di euro (+1.035 per cento rispetto al 2019). Nel 2020 i volumi della gestione del Fondo sono stati pari a 4.047 operazioni per più di un miliardo di euro, rispetto agli 865 accoglimenti per 290 milioni nel 2019; quindi da 290 milioni a 4 miliardi e mezzo. E nel 2020 il 90 per cento dei volumi accolti è stato destinato alle piccole e medie imprese, e il 10 per cento a imprese Mid-Cap (a media capitalizzazione). Ad oggi, per il 2021 sono state già approvate 6.387 operazioni per più di 2 miliardi di euro. La domanda resta quindi molto alta.
Alla luce di questi dati si comprende il valore di questo strumento per le aziende italiane. Grazie al rifinanziamento del Fondo 394/81 a valere sui fondi del PNRR, intendiamo dotare le piccole e medie imprese di nuovi strumenti, anche finanziari, con cui accompagnare i loro processi di innovazione, digitalizzazione e transizione ecologica. Vorrei poi citare alcune progettualità più direttamente legate all'internazionalizzazione delle imprese del Mezzogiorno e a sostegno alle start up, che da sempre rappresentano una priorità consolidata nella nostra Agenda di Governo.
Per potenziare la proiezione internazionale del sistema economico meridionale, i Ministri Di Maio e Carfagna hanno sottoscritto a maggio un Protocollo di intesa interministeriale finalizzato a rafforzare le misure a sostegno dell'internazionalizzazione delle imprese del Sud Italia. Il rafforzamento del partenariato tra Ministero degli Esteri e Ministero per il Sud figurava già tra le priorità delineate nel documento conclusivo dell'ultima Cabina di regia per l'internazionalizzazione del 15 dicembre scorso, e questo Protocollo rappresenta l'attuazione di quell'impegno.
Con il Protocollo d'intesa abbiamo individuato precise direttrici per migliorare il posizionamento internazionale delle imprese nel Mezzogiorno, ovvero: la valorizzazione all'estero delle opportunità di investimento nel Mezzogiorno, per il tramite della rete estera della Farnesina e di ICE-Agenzia; la promozione, con le stesse modalità, delle Zone economiche speciali portuali; la predisposizione di strumenti di finanza agevolata appositamente rivolti alle piccole e medie imprese meridionali; la definizione di progetti per l'internazionalizzazione delle piccole e medie imprese del Mezzogiorno. Per attuare questo protocollo stiamo già definendo col Ministero per il Sud diverse progettualità che potranno essere presentate al Ministero dello Sviluppo economico, ai fini dell'inserimento di questa iniziativa all'interno del Programma operativo nazionale «Imprese e competitività» 2021-2027, quindi a valere sui fondi europei per il Mezzogiorno.
Concludo con un cenno al mondo alle start up italiane. Come indicato nell'ultimo rapporto dell'ICE sul commercio estero dell'Italia, presentato il 16 luglio, il venture capital italiano ha raggiunto la cifra record di 780 milioni di euro di investimenti nell'anno della pandemia, il 2020. Quello delle start up italiane rappresenta cioè un fertile ecosistema dell'innovazione, a cui la Farnesina assicura il proprio sostegno sia grazie al Patto per l'export che nel quadro dell'Agenda G20.
Per il primo aspetto ricordo che ci siamo adoperati per il rafforzamento dell'operatività e della dotazione del Fondo unico per le operazioni di venture capital. Con il «decreto agosto» abbiamo infatti finanziato il Fondo con ulteriori 100 milioni di Pag. 7euro. Nel corso del 2020 abbiamo anche ampliato l'operatività dello strumento ai Paesi dell'Unione europea e previsto la finanziabilità di iniziative promosse da start up innovative. Semplificando il concetto, permettiamo alle start up di fare acquisizioni mirate all'estero per lo scaling up.
Per il secondo aspetto, nel quadro dell'attività legata alla Presidenza italiana del G20, la Farnesina sta lavorando insieme a ICE e Cassa depositi e prestiti a un evento dedicato alle start up e all'innovazione tecnologica. Si tratta del G20 Innovation League, con l'obiettivo di stimolare gli investimenti internazionali nel settore dell'innovazione tecnologica. Prima del vertice dei Ministri del Commercio internazionale, che si terrà a Sorrento l'11 e il 12 ottobre, porteremo in Italia cento investitori internazionali, provenienti da tutti i Paesi membri del G20, e più di cento start up, che possono vantare soluzioni innovative in cinque delle grandi sfide che ci attendono per i prossimi anni (cosiddetti challenges: cleantech, Internet of Things, artificial intelligence, smart cities, healthcare).
Oltre al lavoro che stiamo facendo sul versante dell'internazionalizzazione, puntiamo a sviluppare un piano strategico e innovativo di attrazione degli investimenti esteri che, grazie alla riforma del decreto-legge 104 del 2019, si potrà avvalere per la prima volta della sinergia tra rete diplomatico-consolare e attori istituzionali. È su questo tema che i Ministri Di Maio e Giorgetti hanno co-presieduto una sessione straordinaria della Cabina di regia per l'internazionalizzazione, ospitata in Farnesina il 20 aprile scorso, che ha visto la partecipazione di diversi esponenti di Governo, di agenzie specializzate e del mondo economico finanziario.
C'è un obiettivo prioritario che ci poniamo: vogliamo che quello italiano sia percepito come un ambiente conveniente, sicuro e attrattivo per gli investitori stranieri, che puntino a piani industriali validi senza intenti predatori né malevoli. Crediamo che sia molto importante ancorare le politiche di attrazione degli investimenti esteri alle missioni identificate dal Piano di ripresa e resilienza, perché chiarisce le priorità settoriali e garantisce anche un orizzonte stabile e prevedibile per gli investimenti.
A fare la vera differenza saranno proprio i progressi nella semplificazione amministrativa, lo snellimento nei meccanismi di risoluzione delle controversie e naturalmente la riduzione degli oneri fiscali: battaglie su cui credo il Parlamento possa fare tanto. Si tratta quindi di riforme ben presenti nell'agenda di Governo, riforme indispensabili per valorizzare i punti di forza del nostro Paese, a cominciare da: collocazione geografica, competenze delle risorse umane specializzate e attenzione per l'economia sostenibile.
L'obiettivo è fare dell'Italia un hub per gli investimenti esteri di qualità. Vogliamo coordinare meglio e semplificare i processi, introducendo ad esempio anche la figura di un tutor che segua gli investitori e le imprese interessate al reshoring lungo tutto il processo, sulla scia del successo di Paesi come Francia e Regno Unito. Ad oggi per questo abbiamo un organo, che si chiama CAIE (Comitato attrazione investimenti esteri), che assegna queste risorse come tutor, ma la mancanza è poi nella capacità di incidere sui Ministeri per la concessione delle varie autorizzazioni.
Sebbene ancora per quest'anno le previsioni sugli investimenti esteri a livello mondiale non siano rosee, le decisioni dei grandi gruppi stranieri, in particolare dei colossi americani dell'industria digitale, di investire in Italia devono essere accolte come un segnale incoraggiante, un segnale di fiducia nel nostro sistema economico. In questo momento «fiducia» infatti è la parola chiave. Le aspettative positive sono fondamentali perché siano efficaci gli strumenti che il Governo metterà in campo per aiutare le nostre imprese a sostenere anche la creazione di posti di lavoro.
Il tema occupazionale è evidentemente di assoluta priorità, e ritengo che un contributo fondamentale possa venire anche dal rientro in Italia di produzioni che erano state precedentemente delocalizzate, il cosiddetto reshoring. È per questo che tra le misure per l'attrazione di nuovi investimenti saranno inclusi anche schemi di incentivazione Pag. 8 a tal riguardo, funzionali anche alle esigenze di accorciare e regionalizzare le catene di produzione del valore.
È chiaro che bisognerà privilegiare quelle filiere strategiche che dal reshoring possono trarre vantaggi maggiori, sia in termini di attrazione incrementale di nuovi investimenti sia in termini di ricostituzione del tessuto produttivo e dei posti di lavoro nei territori. La Farnesina, con la sua sede diplomatico-consolare e col supporto degli uffici a Roma, dei desk ICE e delle unità per l'attrazione investimenti, proseguirà nella sua attività quotidiana volta a intercettare e indirizzare l'offerta disponibile di capitali e investimenti nei mercati internazionali per noi prioritari. Per questo abbiamo già aumentato da diciannove a ventisei il numero di sportelli ICE-Agenzia a ciò dedicati, concentrandoci sui Paesi dalle prospettive migliori, a partire da Stati Uniti, Israele, Francia e Germania.
Vi ringrazio per l'attenzione e sono disponibile per qualunque domanda.
PRESIDENTE. Ricordando ai colleghi, anche quelli collegati da remoto, che se intendono porre domande o svolgere osservazioni possono avanzare la richiesta, nel frattempo mi segnalano che il primo intervento richiesto è quello del collega Ribolla, a cui cedo volentieri la parola.
ALBERTO RIBOLLA (intervento da remoto). Grazie, presidente. Grazie anche al Sottosegretario per questa relazione completa su quanto è stato fatto dal Ministero in termini di internazionalizzazione e tutto quanto riguarda la nostra economia all'estero.
Da componente della Commissione Affari esteri, ma anche della Commissione Finanze e del Consiglio d'Europa, soprattutto da quest'ultimo punto di vista mi capita spesso di confrontarmi all'estero con le nostre Ambasciate, con le nostre rappresentanze all'estero, con i nostri imprenditori e le Camere di commercio all'estero, e ho ben chiaro, soprattutto negli ultimi mesi, quanto sia importante la nostra presenza e l'azione del MAECI all'estero, ma anche delle nostre rappresentanze, delle Ambasciate e dell'ICE all'estero; anche perché, dai dati che ha citato il Sottosegretario, ma che sono anche ripresi quasi quotidianamente dai quotidiani che si occupano di economia, il nostro export è effettivamente cresciuto molto negli ultimi mesi. Io sono stato l'altro giorno nella sede di Confindustria a Bergamo per un confronto con le realtà industriali, e l'export è fondamentale per la ripresa delle nostre attività, come è ovvio che sia.
Ancor di più quindi è importante che ci sia un'azione coordinata e sincronizzata da parte del nostro Governo per aiutare, da un lato, le imprese italiane che vogliono investire all'estero e, dall'altro lato, le nostre imprese che vogliono riportare la produzione in Italia. Il Sottosegretario ha citato il reshoring, cosa fondamentale per la Lega. Non ho sentito parlare in realtà di un tema che ho sollevato anche più volte, anche in interrogazioni, ovvero del problema dell'italian sounding, che riguarda in particolar modo il settore dell'alimentare all'estero, che è un settore molto importante per la nostra economia. Purtroppo su questo credo che non si sia fatto ancora abbastanza per evitare che il nostro made in Italy venga contraffatto da prodotti che in realtà di italiano non hanno assolutamente nulla.
Tra l'altro sottolineo che il peso della contraffazione in generale sul made in Italy si aggira intorno agli 82 miliardi di euro, quindi parliamo di cifre davvero importanti. E cuba circa 88 mila posti di lavoro persi. Su questo chiedo al Sottosegretario cosa intenda fare il MAECI, e in particolare l'ICE, perché è una tematica di particolare rilevanza che mi viene sottolineata, e tra l'altro portata all'attenzione, da molti imprenditori italiani che operano all'estero e anche da tanti italiani che risiedono all'estero.
Inoltre, una domanda che volevo fare al Sottosegretario riguarda il fatto che noi sappiamo che i MAECI ha avviato una selezione di due figure per la tutela della proprietà intellettuale presso le sedi di Ginevra e di Bruxelles. Chiedo al Sottosegretario quando saranno effettivamente pienamente operative queste due figure, che sono molto importanti per quanto riguarda Pag. 9la tutela della nostra proprietà intellettuale all'estero.
Per quanto riguarda la promozione del made in Italy credo che tanto sia stato fatto, ma che si possa fare ancora di più. Come Lega abbiamo più volte posto attenzione sulla tutela del made in Italy, da un lato, e sulla promozione del made in Italy, dall'altro. È fondamentale ed è corretto che sia così, che le nostre Ambasciate, i nostri Istituti e le Camere di commercio all'estero diano e abbiano un coordinamento continuo tra di loro, ma credo che si debba effettivamente spingere ancora di più, perché in questo momento, particolarmente delicato anche dal punto di vista della ripresa, bisogna davvero avere quella marcia in più per aiutare le nostre imprese ad esportare i nostri prodotti e a guadagnare quote di mercato nei vari Paesi esteri. Grazie mille.
FRANCESCO BERTI. Ringrazio il Sottosegretario Di Stefano per la relazione molto puntuale, che porta dei dati che sono incoraggianti, ovviamente non soltanto rispetto al 2020 ma rispetto anche al 2019. Non è da tutti stanziare i soldi – i 5,4 miliardi di riparto dell'export – e riuscire anche ad allocarli, perché spesso si vedono allocare numeri megagalattici e poi però non riuscire a spenderli. Questo invece l'abbiamo fatto e i dati parlano chiaro. È veramente un pregio per l'Italia riuscire a supportare l'attività delle nostre imprese all'estero, dato che comunque il brand Italia si porta dietro anche un portato culturale e storico unico al mondo.
Volevo chiedere nello specifico, dato che vi ha fatto riferimento, una cosa sul tema del Fondo nazionale innovazione, cioè del supporto alle start up. Anche questa è una ottima misura di supporto al venture capital delle imprese. Come si possono aiutare le start up, che sono quelle che specialmente nei primi periodi soffrono delle grosse difficoltà, proprio per costituzione, nell'affrontare la burocrazia nazionale, figuriamoci quella straniera? Come si innestano questi due diversi modi di supportare l'impresa, sempre con l'orizzonte di espandere il nostro mercato e di creare benessere per il territorio? Grazie.
PRESIDENTE. Vi sono altri interventi, altri colleghi che desiderano porre quesiti o svolgere considerazioni, approfittando della presenza del Sottosegretario? No, bene, allora invito il Sottosegretario ad intervenire in sede di replica.
MANLIO DI STEFANO, Sottosegretario agli affari esteri e alla cooperazione internazionale. Grazie, presidente. Per quanto riguarda le richieste dell'onorevole Ribolla, intanto la questione Italian sounding non è un tema in realtà direttamente collegato alle nostre attività come Farnesina di internazionalizzazione, ma chiaramente lo è di riflesso. Noi tuteliamo il made in Italy e l'Italian sounding sostanzialmente con due azioni prioritarie: una nel definire e nella concertazione degli FTA (accordi di libero scambio), tutta quella che è la protezione delle DOC (denominazioni di origine controllata), IGP (indicazione geografica protetta) e della tutela dei marchi italiani. Quello chiaramente lo fa in termini formali e di policy.
Poi è chiaro che gran parte dell'italian sounding rimane scoperto da questi accordi, perché non abbiamo accordi internazionali con tutti i Paesi, e c'è un fenomeno – come è stato già specificato – di ampia scala. Per questo abbiamo attivato anche, all'interno dei sei pilastri del Patto per l'export, una campagna di comunicazione, che abbiamo definito di nation branding, che ha proprio l'obiettivo non solo di raccontare le produzioni italiane, ma anche, con dei partner nei ventisei Paesi target che abbiamo individuato nella campagna, di sensibilizzare all'acquisto di prodotti realmente italiani.
Vuol dire che andremo a lavorare anche tramite le Ambasciate per aumentare la consapevolezza di che cos'è il made in Italy, con delle campagne mirate, anche grazie alla collaborazione dei consorzi italiani, che potranno aiutarci nel portare il messaggio di un prodotto autenticamente made in Italy, e quindi lavorare sulla percezione dell'utente, dell'acquirente, di che cos'è il made in Italy, dello sceglierlo invece di affidarsi a qualcosa che suoni simile, appunto l'Italian sounding. Pag. 10
Questa è una campagna che ha un obiettivo di lungo periodo. È una campagna che però condividono con noi anche altri Paesi, perché non riguarda soltanto l'Italia. Lo vivono anche gli altri Paesi esportatori: la Francia, la Germania. È il motivo per il quale la protezione e la tutela degli IGP è al centro delle nostre contrattazioni sugli accordi di libero scambio.
Per quanto riguarda gli aspetti di tutela della proprietà intellettuale, è stato un lungo lavoro che abbiamo avviato – che ho avviato, tra l'altro, personalmente – confrontandomi anche con associazioni di tutela della proprietà intellettuale. La figura che abbiamo già selezionato per Bruxelles prenderà servizio fra un paio di mesi, probabilmente già dopo l'estate, ed è già stata selezionata. Per Ginevra sono previsti tempi più lunghi, invece, perché la richiesta dalla nostra Direzione dovrà essere portata poi in Consiglio di amministrazione a breve e quindi si avvierà adesso la selezione, però già su Bruxelles siamo già in grado di assegnare la risorsa che abbiamo selezionato.
Poi sicuramente, onorevole Ribolla, sono d'accordo quando dice che si può fare di più. Siamo disponibili a suggerimenti da parte del Parlamento. Soprattutto siamo disponibili a condividere con voi una necessità di stanziare ulteriori e maggiori fondi in questo senso, perché diciamoci le cose molto chiaramente: la vera necessità nel sostegno all'internazionalizzazione è il capitale disponibile per il trade finance, quindi la disponibilità di sostegno economico allo sviluppo delle aziende verso i mercati esteri.
Siamo passati in un anno da circa 300 milioni, che erano quelli gestiti dal Fondo 394/81 negli anni precedenti, a 5,4 miliardi, che sono stati assegnati con una prima apertura del bando in ventiquattro ore e una seconda in quarantotto ore. Questo per farvi capire il tiraggio di questo strumento. È quindi evidente che tutto l'aiuto che ci potrete dare nella prossima legge di bilancio e in generale nella conversione dei decreti, dove noi regolarmente inseriamo la richiesta di nuovi fondi per questo fondo, sarà assolutamente utile e fondamentale.
D'altronde, devo dire che la Cabina di regia per l'internazionalizzazione è un luogo dove tutto il Governo è rappresentato, perché è co-presieduta dal Ministro degli Affari esteri e dal Ministro dello Sviluppo economico, con quasi tutti gli altri Ministeri con portafoglio coinvolti. La collaborazione tra tutti i partiti è sicuramente fondamentale per poter fare di più, come l'onorevole Ribolla suggeriva.
Per quanto riguarda la domanda dell'onorevole Berti, il Fondo nazionale innovazione non è direttamente sotto la gestione della Farnesina. Ha però un'utilità fondamentale, che è quella di creare una vera e propria strategia di espansione della capacità delle nostre start up innovative, e quindi poter fare tutta quella selezione e rafforzamento delle start up meritevoli, anche nei mercati esteri, per crescere con alcuni unicorni che nel mondo delle start up italiane purtroppo si contano sulle dita di metà di una mano. Siamo molto indietro da questo punto di vista, però è un qualcosa su cui siamo molto attenti. Ripeto, dal mio punto di vista, purtroppo, perché non posso avere il piacere di lavorarci direttamente, non dipende dal nostro Ministero.
PRESIDENTE. Ho un'iscrizione anche della collega Emiliozzi. Prego.
MIRELLA EMILIOZZI. Grazie. Io volevo innanzitutto complimentarmi per questa operazione, che sta riscuotendo così tanto successo, e Dio solo sa se ne avevamo bisogno, anche in questa fase storica in particolare. Ora mi chiedo se in questo nuovo processo avete riscontrato particolari difficoltà, e mi riferisco soprattutto magari alle piccole aziende, che hanno sempre molta difficoltà. Io provengo dalla regione Marche, che è completamente sorretta economicamente dalle piccole aziende, come un po' la maggior parte d'Italia, e che fanno una grande fatica a mettersi in rete, soprattutto quando si parla di internazionalizzazione o magari anche di esposizione su canali digitali importanti; si parla anche di quantitativi di produzione altrettanto importanti, per cui fare rete diventa essenziale e indispensabile. Volevo sapere se da Pag. 11questo punto di vista sono state trovate difficoltà ed eventualmente soluzioni.
Proprio collegandomi a queste necessità, sarebbe importante – so che si è fatto in un primo momento – la presenza di sportelli ICE. All'inizio è stato fatto con le Camere di commercio locali, l'esperimento era terminato un po' di tempo fa; ora so che c'è stata una nuova interlocuzione per continuare questo esperimento. Spero che diventi una cosa permanente, perché in queste rivoluzioni la fase più difficoltosa sta proprio nel passaggio dall'alto verso il basso, sui territori, nella recezione, quindi di tutte le agevolazioni che avete messo in campo, tutte le potenzialità che ci sono, nel riuscire a sfruttarle.
Ultima cosa: tutto questo funziona se noi lo sappiamo raccontare; il made in Italy, il rilancio, funziona se noi lo sappiamo raccontare e anche attraverso quali mezzi. Io mi interesso tantissimo degli Istituti di cultura, che potrebbero essere degli ottimi centri di propulsione e di potenziamento di questa campagna prevista con il Patto per l'export. Mi piacerebbe sapere se sono stati coinvolti, in quale modo, se c'è l'idea di farlo, se state già pensando a una strategia, se se ne può parlare.
Ultimo punto, e poi concludo: io capisco che qui si apre un discorso un po' spinoso, però volevo sapere se si riesce a prevedere un qualche sistema di premialità per quegli imprenditori più coraggiosi che riescono a fare tutta la produzione in Italia. Grazie.
PRESIDENTE. Sottosegretario Di Stefano, prego.
MANLIO DI STEFANO, Sottosegretario agli affari esteri e alla cooperazione internazionale. Grazie, presidente. Ringrazio la collega Emiliozzi per le domande molto pertinenti. Difficoltà in realtà non le abbiamo nell'accesso agli strumenti, perché li abbiamo pensati proprio specificamente per le PMI. I parametri di accesso che abbiamo impostato, in realtà, tendono a escludere le grandi e a favorire le piccole, perché tendenzialmente le grandi hanno già la capacità di avere un Export Manager, hanno strutture molto più importanti; tant'è che i dati – e qui vado veramente a memoria, quindi potrei sbagliare di qualcosa – della prima assegnazione del Fondo 394 del bando davano una quota di PMI prossima al 90 per cento e una quota di nuovi accessi allo strumento prossima all'80 per cento: vuol dire che in realtà la parametrazione che abbiamo dato allo strumento ha funzionato per il target che ci eravamo dati, che era quello delle piccole e medie imprese.
La questione degli sportelli ICE è correttissima, tant'è che quest'anno abbiamo avviato dei flying desk ICE – così li abbiamo chiamati – che stanno fisicamente una volta alla settimana o ogni due settimane, in base alla tipicizzazione del territorio; ma l'obiettivo è, se vediamo che questi desk hanno un riscontro positivo e funzionano bene, poterli rendere fisicamente stabili nel territorio. Abbiamo fatto molto in questo senso anche nel Mezzogiorno. Ad esempio, abbiamo inaugurato proprio quest'anno un flying desk a Catania, uno a Palermo, ma nel territorio italiano un po' ovunque.
Sono d'accordo che i siti di cultura possano essere un centro di propulsione di questa nuova piattaforma del Patto per l'export, tant'è che abbiamo rimodulato il Piano di promozione integrata, che è uno dei capitoli di spesa della Farnesina per la promozione dell'Italia all'estero, ovvero tutto quell'insieme di rassegne, di campagne che facciamo per la promozione dell'Italia, quindi dalla campagna sul cinema italiano, sulla cultura, sulla cucina italiana nel mondo.
Questa campagna l'abbiamo chiamata quest'anno «3D», a voler significare le tre dimensioni, quindi l'unione della dimensione culturale, economica e scientifica, perché ora l'obiettivo è far sì che le Ambasciate e gli Istituti di cultura diventino promulgatori dell'insieme delle capacità che ha il nostro Paese, che oggi è non solo un Paese esportatore ma anche un Paese fortemente innovatore. Siamo tra i Paesi che puntano molto sulla sostenibilità, che poi sono due facce della stessa medaglia. Siamo tra i Paesi, ad esempio, che hanno il minor impatto ambientale per ettaro di terreno Pag. 12coltivato e via dicendo su tutte le industry più importanti.
A tal proposito abbiamo lanciato, tra i vari strumenti che abbiamo messo a disposizione quest'anno, anche un nuovo portale, che si chiama italiana.gov.it, che è proprio un portale di promozione della cultura italiana, molto però focalizzato al made in Italy. Proprio l'altro ieri abbiamo anche lanciato – lo dico perché è una curiosità, ma vi fa capire la dimensione innovativa che vogliamo dare al racconto dell'Italia – un videogioco sull'Italia e il made in Italy, realizzato proprio all'interno dei fondi per la promozione integrata: un videogioco in undici lingue, che è totalmente gratuito, che immerge il giocatore – è un giochino semplice, ovviamente – dentro il racconto di tutte le regioni italiane. È molto interessante, è un progetto pilota, ma che crediamo possa servire a raggiungere quella fetta di popolazione che onestamente, se continui a parlargli attraverso la carta stampata, non ci guarderà mai. Questo è uno dei progetti. Ne abbiamo altri in cantiere. Grazie a tutti.
PRESIDENTE. Io ringrazio il Sottosegretario per la disponibilità e la chiarezza nell'illustrazione e nell'articolazione delle risposte.
Dichiaro conclusa l'audizione.
La seduta termina alle 16.10.